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8 gennaio

Rassegna 8 gennaio

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8 gennaio

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L’avvertimento

del “Giornale”:

non fare come Fini

L’ avviso a “stare buono” era arrivato il 4gennaio dalle colonne del Giornale . MarioGiordano, neoeditorialista dopo l’addio a

L i b e ro in polemica con la linea di Feltri si è prodotto inun “appello al super ministro” dell’Economia.“Tremonti non fare il Fini”, ha scritto l’ex direttore diStudio Aperto. Tra le righe si legge un avviso al titolaredel dicastero di via XX settembre: cosa succederebbe

se “tradisse”. “Caro Tremonti – scrive Giordano –ottimo lavoro, ma adesso non fare il Fini. Ti manca soloquello per completare il miracolo: hai salvato l’Italia daldisastro economico, hai tenuto salda la rotta tra Scilla,Cariddi e la temperatura dell’euro, hai scongiurato ledepressioni greche e spagnole, sconfitto il Polifemobancario, ora non ti resta che resistere alle sirene deldopo-Berlusconi”. Prima che sia tardi.

TRUCCHI, TREMONTIE GOLPE DI PALAZZO

Santanchè: basta sirene sul governo tecnicodi Luca Telese

“G uardi, in queste orec’è un canto delle si-rene intorno a GiulioTremonti. Lo blandi-

scono, lo coccolano. È il coro diquel che resta della sinistra equel che resta del centro. Un’u-nica poltiglia che va da Di Pietroa Fini, da Vendola a Casini. Sonodisperati, non hanno una linea,sognano un colpo di palazzo”.Daniela Santanchè, sottosegre-tario del governo Berlusconi,pasdaran del Cavaliere, rilancial’allarme contro quello che leidefinisce un tentativo “ignobi -le”.Onorevole Santanchè, il“Giornale” ha pubblicato uneditoriale di Mario Giordanoper dire che Tremonti sta ca-dendo in una trappola del-l’opposizione ...E perché lo dice a me? Io facciola politica, Giordano fa, bene, ilsuo mestiere di giornalista. Luiscrive i giornali, io li leggo. Pun-to.A dire il vero lei, per “il Gior-nale”, raccoglie anche lap u bbl i c i t à . . .

Questo non c’entra nulla conquello che penso e con la lineadel quotidiano.Anche se non ha nulla a chevedere, può condividere omeno quella preoccupazio-ne ...Le dico quello che penso io enon mi metta in bocca quelloche pensano altri.Si sta arrabbiando?Per nulla.E allora?Vede, io credo, noi crediamo,che Tremonti sia un ottimo mi-nistro dell’Economia. È l’uomoche in questi anni ci ha protettodalla crisi, l’uomo che ha tenutoi conti a posto, che ha tranquil-lizzato i mercati, quello che ciha portato fuori dalla tempe-sta...Aggiungiamo anche che èl’uomo che Bersani ha indi-cato come possibile premier?Sa che mi pare patetica?Cosa, la mia domanda?In questo caso l’ipotesi di Ber-sani.O v ve ro ?Dopo anni in cui il segretario delPd ci ha abituato ai suoi urli ealle sue scenette a Ballarò c o n t ro

la ‘macelleria sociale’, tutti inItalia lo hanno visto e sanno conchi litigava nei salotti tv.Con chi?Con Tremonti. Ma siccome orasi illudono che Giulio possa di-ventare il carnefice di Berlusco-ni, allora Tremonti può essereimprovvisamente riabilitato.Prima era il ministro più impo-polare, il feroce tagliatore di ri-sorse sociali... Adesso diventa ilsalvatore della patria. Bè, sonopa-te-tici, grotteschi, hanno tra-dito in primo luogo gli elettoridella sinistra, hanno solo pauradi votare e di perdere!Lei sa che anche Bocchino hacandidato Tremonti a possi-bile premier di un governotecnico?Bocchino è il ventriloquo di Fi-ni, e parla per suo conto.Resta il fatto che Futuro e li-bertà lo voterebbe, anchecon una maggioranzadi centrodestra.Lo dicono perseminare zizza-nia. Non esisteuna maggio-ranza di centro-destra senza Berlu-

sconi e prima o poi loro se lo do-vranno mettere in testa.E poi?I finiani sono ormai i più grot-teschi protagonisti dell’antiber -lusconismo. Fino a ieri lo adula-vano, adesso complottano con-tro di lui.Ma hanno una proposta poli-tica.No: stan-no solo

Le mosse di via XX Settembre

Lo spettro della manovra-bis dietro i niet di Giulio

provando a strumentalizzare ilministro dell’Economia.Però tutte queste proffertedicono che ci sono i numeriper un governo tecnico.Per nulla: oggi c’è una nota uf-ficiale di Palazzo Chigi che negaqualsiasi contrasto con Berlu-sconi.Non penserà che io credache se ci fosse una rottura sa-rebbe affidata a una nota uf-ficiale di Bonaiuti?Lei creda quello che vuole, sta di

fatto che io considero Tremontiuno degli uomini politici italianipiù intelligenti. Si figuri se puòcadere in questo misero tranel-lo.Dicono che tranquillizzereb-be i mercati.Lo fa già da ministro, e fa be-ne quella parte. Il premier èBerlusconi, e lo ha dimostra-to trovando i numeri per su-perare la fiducia.Veramente ha un governo diminoranza.Quel giorno abbiamo trovato inumeri per passare a Monteci-torio, li troveremo ancora ognivolta che serviranno.Briguglio dice che Tremontisarà oggetto di un tratta-mento Boffo...Chi, cosa? Non dica parole in-c o m p re n s i b i l i . . .L’onorevole Briguglio, di Futuroe libertà.Guardi, avevo capito. Ma lei nonpuò pretendere che io possa fa-re oggetto di una qualsiasi con-siderazione delle affermazioniche sono fatte da uno come Bri-guglio.Quindi lei esclude un’altram ag g i o r a n z a ?

T I TA N I C

di Sara Nicoli

D etta l’agenda del governo, tie-ne fin troppo salde in mano le

redini della borsa e coltiva, in mo-do sempre più palese, il sognoche sospetta Italo Bocchino: “Èchiaro che Tremonti preferirebbele elezioni anticipate perché neuscirebbe un Pdl indebolito e laLega rafforzata. Ci sarebberodue diverse maggioranze allaCamera e al Senato che porte-rebbero necessariamente a ungoverno con una maggioranzaallargata che potrebbe essereguidato proprio da Tremonti”.L’incubo del Cavaliere è racchiu-so tutto in questa frase, anche seil portavoce del governo, PaoloBonaiuti, ieri si è prodigato in unasmentita meno credibile di sem-pre sullo stato dei rapporti tra idue: “Lo scontro Berlusconi-Tre-

monti non esiste”. Altro che sec’è. Solo che non è giocato sul-l’evidenza, come fu con Fini (l’e-vocazione del titolo del “G i o r n a-le” dell’altro giorno, “Giulio nonfare Fini”, non è stata affatto ca-suale), ma sulla lunga distanza.E sul logoramento. Con la bat-tuta sulla crisi, Tremonti ha sbat-tuto nuovamente la porta in fac-cia al Cavaliere, che aveva chie-sto denaro fresco per finanziaresia la cedolare secca sugli af-fitti che quel quoziente fami-l i a re , tanto caro all’Udc, peroliare i binari del trasporto di Ca-sini verso i lidi del governo: in-vece, il no secco del ministro del-l’Economia ha fatto nuovamentetornare in alto mare l’ipotesi del-l’appoggio centrista. Per il quo-ziente familiare ci vogliono alme-no 10 miliardi che andrebberostornati da altro e Tremonti non

ne vuol sapere. Come non nevuole sapere di ammorbidirsi coni ministri che chiedono maggiorifondi per il loro dicastero (P re-stigiacomo, Gelmini, A l fa n oe Bondi, solo per fare esempilampanti) e che prima o poi“s b o t t e ra n n o ”. Alla vigilia dellariapertura dei lavori parlamen-tari - con Pd, Idv e Udc che an-nunciano un patto su crisi e que-stione sociale - il clima è dunquedi fuoco nel governo. La battutadi Tremonti sulla crisi per molti vaanche letta come una prepara-zione alla prossima m a n ov rac o r re t t i va , eventualità che hamandato Berlusconi fuori daigangheri. Il Cavaliere ora avreb-be bisogno di dispensare risorse,un po’ per continuare a gover-nare, un po’ per preparare il ter-reno nell’eventualità di urne an-ticipate (a maggio, non più a

marzo). E Tremonti sempre con il“due di picche” in mano. Noncambierà le carte neppure laprossima settimana, quando ilnuovo anno politico si riaprirà su-bito con una patata bollente: ildecreto Milleproroghe. Dove“il divo Giulio” ha tagliato di nuo-vo, per esempio, i soldi per lospettacolo. Sandro Bondi potreb-be dimettersi prima che su di luipiombi la spada del voto di sfi-ducia, dando la colpa proprio aTremonti “che non mi ha dato lapossibilità di gestire il ministeronegando le risorse”. E che dire,poi, della questione della m o-zione sulla Rai, azienda di cuiTremonti è sostanzialmente pa-drone? Quindi, di seguito, la guer-riglia prevista in tre commissionisui decreti attuativi del fe-d e ra l i s m o , su cui, però, il tito-lare dell’Economia è disposto a

chiudere tutti e due gli occhi.“Perché in fondo – svelava ieri unparlamentare Pdl ancora in libe-ra uscita – stiamo comunqueparlando di decreti attuativi cheandranno in vigore dopo il 2014!Al netto della propaganda elet-torale leghista, questo del fede-ralismo è davvero un falso pro-blema…”. E, allora, qual è quellovero? Che Tremonti sta giocandola sua partita personale. Lo ve-dono tutti, tranne – in apparen-za – proprio Berlusconi. Al qualenon devono aver fatto piacere leparole che ieri il suo fidatissimoamico e collaboratore, Ta ra kBen Ammar, ha pronunciato aParigi: “In Italia la politica nonfunziona, per fortuna l’economiasì”. Un palmares per Tremonti adiscapito dell’amico Berlusconi?Per fortuna c’è sempre Cicchitto.Che ieri, indossata una casacca

Tr a t t a m e n t ie dintorni

“Futuro elibertà insinuaun metodoBoffo in casodi tradimento?Non ci sarannotrappole

da economista di giornata, haazzardato una ricetta salva-fac-cia al Cavaliere: “Accanto al ri-gore bisogna avere una riduzio-ne delle imposte orientata allaproduttività e una riselezionedella spesa – ha detto il capo-gruppo Pdl alla Camera – voltaall’investimento per tonificare lac re s c i t a ”. C’è da giurare che Tre-monti non ci sentirà, ma la pros-sima settimana (probabilmentemartedì) visto il proseguire deicontrasti, il Cavaliere e il ministro

Il caso Bondi“La cultura non si mangia”

“T remonti vuole chiudere il miominister o”. È il grido di dolo-

re di Sandro Bondi in un Consigliodei ministri dello scorso ottobre, incui il ministro minaccia le dimissio-ni per i tagli alla cultura. Tremontireplica: “La cultura non si mangia”.Nel Milleproroghe di pochi giornifa, rimane il taglio del Fondo unicoper lo spettacolo: dai 402 milioni del2010 ai 258 milioni per il 2011.

La rissa con PrestigiacomoLite su un miliardo di euro

I n un Consiglio dei ministri in no-vembre, Stefania Prestigiacomo

chiede conto a Tremonti del miliardodi euro per il dissesto idrogeologico“che non posso utilizzare”. Tremonti:“Te lo spiego in privato”. Controre-plica: “Basta cretinate, non trattarcida scolaretti”. A minacciare le dimis-sioni questa volta è il ministro dell’E-conomia, che pretende e ottiene l’in-tervento di Berlusconi.

Ipse dixit“Vedo mostri”

“L a crisi non è finita”. Concinque parole, due giorni

fa Tremonti smentisce la propa-ganda di Berlusconi sull’Italia cheè fuori dal tunnel. Il ministro del-l’Economia sostiene: “È come unvideogame. Vedi un mostro, lovinci e ti rilassi, poi ne compareun altro, più forte del primo.Adesso si dice che va tutto bene.Ma ne siamo proprio sicuri?”.

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Sabato 8 gennaio 2011

dui, abbiamo perso otto pun-ti percentuale, nel 2010 era-vamo allo stesso livello del1999 ”, spiega l’economistaUgo Arrigo. Nel suo libro ap-pena uscito, il sociologoMarco Revelli riassume cosìla situazione: “Poveri noi”. Ecrescere dell’uno per cento ècome non crescere quasi,perché “le aziende ripartonoun po’ ma senza creare nuovaoccupazione, quindi non cisono salari da tassare, le en-trate fiscali sono stazionarie einsufficienti a tenere il ritmodella spesa”.

PREZZI: +1.9% L’unicacosa che sembra aumentaredavvero è l’inflazione, cioè iprezzi. A dicembre l’aumentoè stato 1,9%, ancora basso mail ritmo aumenta. E anche quiTremonti c’entra. Perché lavoce con i maggiori rincari èquella dei trasporti (+4,2%):nel 2011 le Regioni dovrannofar salire i prezzi del trasportopubblico locale per compen-sare i tagli ai trasferimenti im-posti proprio dal ministro delTesoro nella Finanziaria di lu-glio. Le associazioni dei con-sumatori prevedono un rinca-ro nel 2011 del 25-30%. “L ' i n-flazione è la nostra speranza,perché vorrebbe dire che ladomanda è ripartita”, dice ot-timista il professor GiacomoVaciago. Peccato che ci sia an-che un’inflazione cattiva,quella che parte dalle materieprime e non dalla domanda evisto che l’Italia le materieprime può solo comprarle al-l’estero, per noi diventa “unatassa”, secondo la definizionedi Vaciago. Insomma, comedirebbe (come ha detto e co-me, presumibilmente dirà) ilprofessor Giulio Tremonti:“La crisi non è ancora fini-ta”.

“Oddio c’è la crisi!”(sai che scoperta)

RECORD DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILEDEBITO ALLE STELLE E CRESCITA AL PALO

Ma come glielo devo ripetere?Io credo che in questa trappola,Tremonti non possa cadere per-ché è un uomo troppo raffinato,troppo colto, troppo serio. E di-co anche che non esiste nessu-na possibilità di un altro gover-no senza il voto. Sarebbe un pic-colo colpo di Stato.A dd i r i t t u r a ?Si ricordi che questa è una de-mocrazia, non una monarchia.Solo gli italiani con il voto pos-sono decidere chi governa.Qualsiasi governo tecnico nonpuò essere altro che un tradi-mento della volontà degli italia-ni.Sicuro che Tremonti sia cosìfreddo rispetto alle proffertedi chi lo propone come pre-mier?Lo reputo troppo intelligenteper farsi infinocchiare così. Cheuna sinistra alla canna del gas eun gruppo di disperati raccoltiintorno a Fini lo sognino è unconto. Che si possa fare è impos-sibile.

I “numeri neri”

dell’Istat

sul lavoro in Italia

T I TA N I C

Non molla sullespese e fainfuriare il CapoAspettandole nominenelle aziendepubbliche

di Stefano Feltri

C he l’affermazione diGiulio Tremonti sullacrisi che c’è ancora fos-se giusta, ma anche ov-

via, lo ha ricordato ieri l’I-stat: il dato mensile sulla di-soccupazione non indica al-cun miglioramento, 8,7%.Mentre continua a peggio-rare la situazione dei giova-ni: a novembre era disoccu-pato il 28,9%, con un au-mento del 2,4 rispetto al2009. Tremont rivela dun-que ciò che è evidente intutte le statistiche, ma an-nuncia anche quale sarà ilcima del 2011: quello grigioe malinconico della crisi(che c’era, uguale, anchequando il ministro se laprendeva con gli economi-sti, “c a s s a n d re ”). “Stiamofregando una generazione,quando mio padre è mortomi aveva lasciato un lavoro ezero debito pubblico, noinon stiamo certo facendo lostesso”, commenta il profes-sor Giacomo Vaciago (68anni). In Italia i disoccupati

sono l’8,7%. Anche negliStati Uniti la percentuale re-sta alta, 9,4% (per gli stan-dard locali un tasso insoste-nibile), ma il presidente Ba-rack Obama reagisce annun-ciando una riduzione del75% del costo degli investi-menti, così da incentivare leimprese ad assumere. In Ita-lia si è ancora alle diagnosi eagli auspici.

DEBITO: 119% DEL PIL.Nei ministeri avevano capitolo slogan tremontiano primadella dichiarazione di lunedì(a Parigi), quando tra Natale eCapodanno il ministro hamandato una circolare concui intima di tagliare tutte lespese dei ministeri a un livel-lo pari al 20% di quanto sispendeva nel 2009. Perchédue manovre finanziarie nonhanno affrontato il nodo deldebito pubblico. Che, secon-do la Banca d’Italia, sarà parial 119% del Pil nel 2012. Se-condo Silvia Giannini, eco-nomista dell’Università di Bo-logna e de lavoce.info, “il de-bito continua a essere il pro-blema principale, il fabbiso-

gno sembra essere andatomeglio nel 2010, ma il mini-stero ha dato troppe pocheinformazioni per capire se èun aggiustamento struttura-le”. In pratica ancora non si sase le spese sono state davverotagliate o solo rinviate (comeper esempio il pagamentodella terza tranche di aiuti allaGrecia). Di certo le misure co-me il quoziente familiare(cioè una riduzione del red-dito imponibile per le fami-glie numerose) non si potran-no adottare, visto che hannocosti difficili da stimare ma si-curamente non sostenibili. “Ilquoziente familiare è moltocostoso e ha l’effetto collate-rale di disincentivare il lavorofemminile, considerando ilcumulo dei redditi dei coniu-g i”, spiega la professoressaGiannini. Anche su questoTremonti è stato chiaro datempo, cosa che gli sta co-stando parecchia ostilità inquesti giorni. Anche da partedi Berlusconi, che sogna la ri-forma fiscale prima delle ele-zioni (ma Tremonti ha elabo-rato un metodo di consulta-zione delle parti sociali sul fi-sco così bizantino da riman-dare quasi all’infinito il mo-mento della verità).

CRESCITA: +1%. L’a l t romantra preferito di Tremonti,in alternativa alla metaforadella “crisi come un videoga-me”, è che l’Italia sta megliodegli altri. Certo, non abbia-mo dovuto salvare le banche(i Tremonti bond, sempre perstare al ministro, si sono ri-velati non necessari), ma oggiai mercati e agli elettori in-teressa una sola cosa: la cre-

Nel 2010la ricchezzapro capite ètornata ai livellidel 1999e non miglioreràmolto nel 2011

Come effettoperversodei tagli,si impennanoi prezzidel trasportopubblico locale

scita. “Con questi tassi di cre-scita irrisori per tornare ai li-velli pre-crisi ci vogliono al-meno sei o sette anni. In ter-mini di Pil pro-capite, cioè diricchezza dei singoli indivi-

dell’Economia si incontreranno aPalazzo Grazioli per tentare diricomporre almeno le apparen-ze. Un rendez vous fondamen-tale per il proseguimento dellalegislatura. Anche perché a finemarzo ci sarà da mettere manoalle nomine nelle grandi aziendepubbliche. E avere Tremonti ditraverso in quell’occasione, perBerlusconi non sarebbe assolu-tamente salutare. Sempre che ilgoverno ci arrivi sano a quel mo-mento.

IL MINISTRO DAL DISCO ROTTO di Giorgio Meletti

Quella strana ossessione del videogame:quante volte ancora, figliuolo?

S ulla crisi economica il mini-stro dell’Economia, Giulio

Tremonti, ha l’idea chiara. Unasola.“La crisi attuale è come vivere inun videogame. E come in un vi-deogame tu batti i mostri maquando ti riposi ne arrivano al-tri”. (Giulio Tremonti, 19 novem-bre 2008).“È come essere in un videogame.

Arriva un mostro, lo combatti,vinci. Quando ti stai rilassan-do, arriva un secondo mostro,ancora più grande”. (GiulioTremonti, 8 gennaio 2009).“Bisogna intervenire per in-terrompere quella sorta di vi-deogame in cui dopo un mo-stro ne arriva un altro”. (Giu-

lio Tremonti, 18 gennaio 2009).“Come in un videogame, sulla sce-na internazionale della crisi,morto un mostro ne arriva un al-tr o”. (Giulio Tremonti, 26 marzo2010).“E questa volta possono essere leregole a mangiarsi i mostri, comein un videogame dove appena ab-batti un mostro ne spunta un al-tr o”. (Giulio Tremonti, 28 maggio2010).“La crisi non è terminata. A mesembra di essere come dentro unvideogame, arriva un mostro, lomarchi, ti rilassi; arriva un secon-do mostro, più grande del pri-mo”. (Giulio Tremonti, 20 luglio2010).“La crisi non è finita. È come vi-

vere in un videogame. Vedi unmostro, lo combatti, lo vinci,sei rilassato. E invece ne compareun altro, più forte del primo.Adesso diciamo che tutto va bene.Ma siamo sicuri?”. (Giulio Tre-monti, 6 gennaio 2011).

E no che non siamo sicuri, profes-sor Tremonti: cala il prodotto in-terno lordo, aumentano i poveri,centinaia di migliaia di personesono passate dal lavoro alla disoc-cupazione, il debito dello Statoesplode e fronteggiamo tutto que-sto con un ministro dell’Econo-mia che in quasi tre anni non haancora imparato come si maneg-gia il joystick in questo accidentidi videogame.

28,9%IL PRIMATO DI NOVEMBRE

DEI SENZA LAVORO TRA 15-24 ANNI

8,7%IL TASSO MEDIO

DEI NON-IMPIEGATI

119%IL RAPPORTO

TRA DEBITO E PIL

Wa n t e d ?Il ministro Tremonti visto

da Emanuele Fucecchi

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di Vittorio Malagutti

L’ auto made in Germany corre a tutta velocità esi lascia definitivamente alle spalle la crisi. An-

zi, Volkswagen e Mercedes viaggiano verso nuovirecord di vendite, come confermano i risultatiannunciati ieri dalle due aziende. Dati ancora piùimpressionanti se confrontati al calo costante diFiat da mesi in declino sul fronte commerciale. Atrainare la crescita delle due corazzate tedeschesono soprattutto i mercati cosiddetti emergenti,in primo luogo la Cina. Nel 2010 il marchio Vol-kswagen è cresciuto addirittura del 35 per centonel Paese asiatico, che ormai, con circa 1,5 mi-lioni di auto, pesa per oltre un terzo sulle venditeglobali della casa di Wolfsburg, anche queste inaumento del 13,9 per cento rispetto al 2009. Èandata ancora meglio per la Mercedes cresciutadel 15 per cento a livello mondiale nel 2010. Lenotizie migliori, anche in questo caso, arrivanodalla Cina dove le vendite del marchio di Stoc-carda sono addirittura più che raddoppiate, pas-sando da 70 mila a 148 mila vetture consegnatealla clientela. Dati alla mano significa che questomercato ha contributo per quasi la metà alla

crescita globale di Mercedes, che l’anno scorsoha venduto in tutto il mondo 155 mila auto in piùrispetto al 2009. Il trimestre chiuso a dicembre,fanno notare a Stoccarda, è stato addirittura ilmigliore nella storia del gruppo. Entrambe le casetedesche, com’era prevedibile, hanno fatto se-gnare risultati più modesti nell’Europa occiden-tale dove però sono riusciti a tenere le posizioni(-1,2 per cento sia Vw sia Mercedes) in un mer-cato che però si è complessivamente ridotto dialmeno un paio di punti percentuali.Come segnalano gli analisti, la crescita commer-ciale dei due colossi dell’auto è stata sostenutal’anno scorso dal lancio di numerosi nuovi mo-delli. Lo stesso non si può dire per la Fiat, che hascontato, oltre alla fine degli incentivi pubblici inmolti Paesi, (Italia per prima), anche un catalogocon poche novità di rilievo. Da qui la perdita diquote di mercato e il conseguente calo dei ricavi.Un calo che però potrebbe avere anche una ri-caduta, non necessariamente negativa, in vistadelle prossime nozze del gruppo di Torino conl’americana Chrysler. Il prezzo delle quote concui Fiat potrà salire dall’attuale 20 per cento al51 per cento della casa statunitense verrà infatti

calcolato sulla base di un comples-so meccanismo che in definitivapotrebbe in parte basarsi sul rap-porto tra l’utile lordo (in gergoEbidta) dell’azienda guidata daSergio Marchionne e il suo valoredi mercato (capitalizzazione diBorsa meno debiti finanziari).Questo complesso meccanismo,ricordato ieri da un lungo articolodel Corriere della Sera (di cui Fiat èuno dei principali soci) è stato asuo tempo messo nero su bianconelle intese del 2009 che hannoportato al salvataggio del marchiodi Detroit. Un salvataggio sponso-rizzato dal governo Usa che ha ri-levato una quota del 10 per centonel capitale di Chrysler. Restano dadefinire i tempi con cui Torino sa-lirà effettivamente al 51 per centoin Chrysler. Marchionne vorrebbeaccelerare, magari per chiudereentro giugno. Ma prima c’è da sca-lare una montagna di problemi le-gali e finanziari.

IL FILMALLA ROVESCIADEL CASO FIAT

Zipponi (Idv): “Non comprerà Chrysler,accadrà il contrario”

di Luca Telese

“I l vero film sulla Fiat nonè quello che stiamo ve-dendo. C’è un truccomacroscopico, bisogna

aguzzare l’intelligenza per capir-lo”. Maurizio Zipponi, deus exmac hinadell’Idv sui problemi dellavoro, è l’uomo che più di tuttiha combattuto perché il suo par-tito prendesse posizione control’accordo Fiat. Adesso, con lasua voce pacata di sempre, illu-stra il colpo di scena che guida lasua analisi: “Il coro degli apolo-geti di Marchionne, la logica delmuro contro muro, occulta la ve-rità su questa trattativa”.Onorevole Zipponi, a cosa sir i fe r i s c e ?Semplice: tutto lascia intendereche non sia la Fiat a comprare laChrysler, come ci raccontano imedia , ma la Chrysler a compra-re la Fiat. Se non si capisce que-sto non si capisce nulla.

É suggestivo, ma arduo da di-mostrare ...Lei dice? Proviamo a mettere inun ordine diverso gli elementiconcreti già sul tavolo e a legger-li diversamente.Da dove partiamo?Da chi mette i soldi davvero, peresempio.Chi?Il governo Obama. Ponendo co-me vincolo a Marchionne di pro-teggere la produzione in Ameri-ca. Nulla di male: è quello chenel mondo fanno tutti, a partireda Sarkozy, con l’unica eccezio-ne di Berlusconi.Il governo italiano sostiene lacassa integrazione, attraver-so l’Inps.E non è grottesco? Negli altripaesi si danno soldi per produr-re, nel nostro si paga per nonprodurre. Con costi altissimi.Però non si licenzia.A Mirafori sono fermi, a turno,da un anno. Temo che lavoreran-

no nella settimana del voto, e poirischino di finire in cassa integra-zione per sempre.Mi dica gli altri elementi.Anziché parlare dei modelli chenon ci sono, o forse non si faran-no mai, parliamo invece di quellinuovi che si faranno di sicuro, evediamo dove si faranno.Mi faccia l’ap p e l l o.Ho i piani industriali ufficiali: lanuova Multipla si fa in Serbia, do-ve c’è un aiuto di stato. La nuovaUlysse e la 500 elettrica si fannoin America, come la nuova The-ma e le Lancia derivate dai mo-delli Chrysler. Il Doblò che la Fiatdarà alla Opel si farà in Turchia,la nuova citycar si farà in Brasi-le... Dove sono le auto italiane?C’è la nuova Ypsilon.Era annunciata per un anno fa,ed era già slittata di un anno. Sifarà quest’anno?Nulla in Italia, vuol dire?Grandi prodotti per ora no, il li-stino non viene aggiornato.

Faccio l’avvocato del diavolo:Marchionne ha comprato laprima quota di Chrysler sen-za spendere un euro.Ecco il punto! Proviamo invece aribaltare: la Chrysler, che era, ed ètecnicamente fallita, e senzak n ow - h ow, ha avuto gratis dallaFiat, i brevetti per produrre nuo-ve macchine subito, senza spen-dere un euro. É sicuro che ci gua-

ECONOMIA

Dubbi del “Corriere” sull’impresa americana

MEGLIO BERLINOCHE DETROIT

dagni la Fiat?Ma allora chi ciguadagnerebbe, secondo lei?Marchionne con le stock option,di certo. E soprattutto la famigliaAgnelli che fa cassa liberandosidell’auto e diluendo la sua quotadi controllo, come già aveva ipo-tizzato ai tempi della trattativacon la Gm.Perché voi dipietristi difende-te la Fiom?Perché mi pare che sia stato scel-to come un capro espiatorio per-fe t t o .Pe rc h é ?Perché se l’obiettivo era produr-re, aveva già accettato di faremacchine e di aumentare i turnidi lavoro a 18!E invece?Oggi la vera priorità della Fiat è lapartita finanziaria, non la pro-duttività.Che scenario immagina?Che se a Mirafiori vince la lineaMarchionne, una delle possibili-

tà più concrete è che l’auto se nevada da Torino e dall’Italia dopocento anni!E sarebbero tutti d’a c c o rd o ?Io so che dentro Banca Intesa,c’è perplessità rispetto a una an-zienda che vuole i soldi dellabanche per comprare e deloca-lizzare la produzione fuori.Perché il centrosinistra do-vrebbe opporsi?Perché dobbiamo spiegare ai la-voratori che la Lega anti-Fiat è di-ventata la stampella di questa cu-riosa operazione: usare il soldi

della finanza del nord per met-tere il know how italiano al ser-vizio dell’auto americana.L’ha stupita la scelta delPd?Mi ha addolorato, che è di-verso. Purtroppo alcune

cose vengono da lonta-no...

Cioè?posso raccontarle un aneddotoilluminante: nel 1988 mi trovaiper la Cgil in una trattativa du-rissima per l’Iveco. Il dirigenteFiat ogni tanto apriva una porta,e andava in una stanza.E questo che voleva dire?Scoprimmo che in quella stanzac’era Piero Fassino, che in paral-lelo concedeva cose per cui noistavamo battagliando.Come finì?A urli. Sono un pacifico ma fu unmiracolo non picchiarsi.Anche nell’Idv vi siete divisi,Donadi è pro-Fiat.Giudico i politici dalle scelte de-cisive. In Italia ci sono due alter-native proibite: andare contro legerarchie ecclestiastiche e anda-re contro la Fiat.Perché me lo dice?Di Pietro ha dimostrato il suo co-raggio, prendendo una posizio-ne impopolare. Ma se permette -visto questo scenario - lungimi-ra n t e .

“Se a Mirafiorivince la lineaM a rc h i o n n e ,la possibilitàpiù concreta èche tutto se nevada dall’Italia”

46 ECONOMISTIa fianco della Fiom

“I n nessun paese europeo l’industria dell’autoha tentato di eliminare un sindacato critico

della strategia aziendale dalla possibilità di ne-go z i a re ”. Non è un comunicato stampa della Fiomma un appello firmato da 46 economisti di molteuniversità italiane. Secondo i 46, la Fiat spendepoco “per investimenti produttivi e ricerca”, la-tita “nel campo delle propulsioni a basso impattoambientale” e negli ultimi anni “non ha intro-dotto nuovi modelli”. E dunque “ la strategia Fiatappare come la gestione di un ridimensionamen-to produttivo in Italia”. Tra i firmatari molti pro-fessori da sempre vicini alla sinistra (non solo aquella radicale), come Paolo Leon, Mario Pianta,Giovanni Dosi, Gian Paolo Caselli, Daniele Chec-ch i .

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IL TIRRENO Pagina 5 - Cecina Crom rinnova il logo e il sito Loprete: rilanciamo l’immagine ROSIGNANO. La Crom si rinnova con un nuovo logo e con la ristrutturazione del proprio sito internet. La società di servizi partecipata dei Comuni di Rosignano, Castellina e Montescudaio che gestisce le farmacie comunali, dunque, rilancia la propria immmagine. E lo fa dal suo strumento informatico dedicato alle farmacie. «Croma rilancia la propria mission - dice Patrizio Loprete, presidente di Crom - a partire da un nuovo logo e con un rinnovato sito internet. La Crom, quindi, sta seguendo con attenzione le proposte avanzate per migliorare e trasformare il ruolo delle farmacie comuali. La scommessa per la farmacia è proprio quella di andare oltre il modello di farmacia dei servizi nata 15 anni fa. La farmacia, non più luogo di sola dispensazione di farmaci, si evolve per diventare un moderno presidio sanitario per l’erogazione di servizi di grande valore per la salute». Dunque, si profilano novità anche nei servizi delle farmacie Crom. «In tale ottica abbiamo ritenuto rinnovare innanzitutto l’immagine societaria attraverso un nuovo logo e un sito internet che vorrà essere un punto di riferimento per la nostra utenza e per i cittadini in generale». Il sito a regime fornirà informazioni farmaceutiche, promozione di parafarmaci, consulenza, farmacie di turno, i servizi offerti, una finestra dedicata al pronto soccorso e una parte riservata specificamente all’educazione sanitaria per adolescenti e adulti. «La Crom - prosegue Loprete - nasce nel 2007 e ha accumulato esperienza nel campo della gestione delle farmacie comunali. Un’esperienza che nel 2011 dovrà portare al consolidamento e alla crescita della propria missione aziendale». L’indirizzo del sito è www.cromservizi.it.

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IL TIRRENO Pagina 2 - Grosseto Testamento biologico. Intervento di Claudio Pacella (Medici cattolici) «L’Idv confonde laicità con laicismo» GROSSETO. «Ho letto le affermazioni del coordinatore provinciale Idv sul Testamento biologico. Ho il dubbio che l’esponente del partito di Di Pietro confonda la laicità con il laicismo». È quanto scrive il dottor Claudio Pacella, vice presidente dei medici cattolici, in relazione al Testamento biologico ma anche alle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). «Mi sgomenta, intanto - scrive Pacella - che un uomo politico affermi di essere in attesa di una legge “laica” che disciplini la materia e mi chiedo quali sono le leggi confessionali in vigore nel nostro ordinamento repubblicano. Io, cattolico praticante, sono un laico, ma ho il dubbio che l’esponente del partito di Di Pietro confonda la laicità con il laicismo!». A proposito del registro informatizzato Dat che secondo l’Idv il Comune di Castel del Piano avrebbe previsto di istituire in accordo con la Asl che con l’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della nostra provincia, Pacella scrive che «ho ricoperto per 6 anni la carica di segretario del mio Ordine professionale e mai ho sentito parlare di tale assurdità; l’ordine ha ben altre funzioni e l’unico registro che è tenuto a gestire è quello dei propri iscritti. Mi risulta interessante sapere inoltre che è intenzione dell’Idv di porre questi problemi bioetici come punto programmatico nelle future alleanze per le prossime amministrative».

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IL TIRRENO Pagina 4 - Livorno Sarebbero state necessarie minori lentezze nel cercare di dare una soluzione alternativa alla cella «Troppe morti in carcere, indispensabile fare luce sul decesso di Yuri Attinà» Oggi pomeriggio davanti all’ingresso delle Sughere la manifestazione del Comitato degli amici LIVORNO. Troppe morti nelle nostre carceri, troppe morti nel penitenziario di Livorno: tanto l’Arci che i dipietristi dell’Idv (per bocca del consigliere comunale Lorenzo Del Lucchese e del coordinatore giovanile Jacopo Bertini) chiedono che sia fatta chiarezza sulla tragica fine di Yuri Attinà e più in generale sulle condizioni di vita all’interno delle celle. Intanto oggi alle 15 davanti alle Sughere il Comitato Verità per Yuri ha organizzato una manifestazione: «Non vogliamo che sia sepolto senza che siano individuati responsabili e omissioni». Per l’Arci bisogna «individuare, tramite autopsia, non solo il meccanismo del decesso ma anche le sue effettive cause». Yuri - dice - «è morto nella Casa Circondariale di Livorno, luogo che da alcuni anni vanta un triste record di decessi, in linea del resto con l’alto numero di morti (oltre 1700) che negli ultimi 10 anni si sono verificate nel mondo carcerario italiano». E aggiunge: «Si è discusso innumerevoli volte sulla criticità e l’inadeguatezza delle nostre strutture carcerarie, soffocate tra sovraffollamento, incuria e carenza di personale, ma finora ciò non è servito ad individuare soluzioni effettivamente efficaci». Il carcere è «rimosso dal perimetro sociale della città e dalla comunità locale»: è una «realtà comunitaria in cui si riesce sempre meno a garantire la dignità e la qualità della vita di chi lo abita e uno spazio fisico in cui è sempre più difficile dare un senso alla pena». Ma l’Arci insiste anche su un altro aspetto: la biografia di Yuri «racconta di una persona immersa in una situazione poco adatta a fronteggiare la dura esperienza del carcere, e in particolare del carcere così com’è oggi: una soluzione che lo portasse a scontare la sua pena in una realtà alternativa all’istituto di pena si è rivelata, a posteriori, più urgente di quanto dinamiche giudiziarie e circostanze pratiche abbiano costretto ad attendere». L’Arci ribadisce che la qualità della vita carceraria «sta diventando uno dei principali metri su cui si misura il grado di civiltà di un paese»: deve essere visto come «un obbligo non solo legislativo ma anche morale, e un impegno che, a seconda delle proprie funzioni, tutti devono assumersi, dai funzionari ministeriali fino ai semplici cittadini». A nome dell’Italia dei Valori Del Lucchese e Bertini segnalano che «le dinamiche dell’accaduto sono ancora sconosciute ed è forse troppo presto per giungere alle conclusioni»: tuttavia - rilevano - «questo non sia un caso isolato nelle carceri italiane, ma soprattutto in quello di Livorno». Si pensi ai «troppi decessi avvenuti negli ultimi anni: uno su tutti il caso di Marcello Lonzi che attende ancora oggi una calendarizzazione presso la Corte di Cassazione». L’Idv non vuol mettere in dubbio «l’utilissimo (e spesso indebitamente supportato) operato delle guardie carcerarie» alle prese con «mancanza di personale e di fondi». Resta lo «sgomento di fronte a questo ennesimo episodio, perchè un uomo in carcere, nelle mani dello Stato, non dovrebbe morire». Servono indagini «senza interferenze» che «portino ad una risposta serena» e «individuino delle responsabilità ove ci fossero»: lo Stato - afferma l’Idv - «deve dare delle risposte per non mettere in crisi la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

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IL TIRRENO Pagina 2 - Grosseto Due mesi di tempo, tutti gli elaborati saranno esposti Un logo per le pari opportunità Bando della Provincia rivolto ai ragazzi delle scuole GROSSETO. La Provincia di Grosseto pubblica un bando, rivolto alle scuole superiori del territorio, per realizzare il nuovo logo della Commissione provinciale Pari Opportunità. Il logo dovrà essere originale, facilmente memorizzabile, riconducibile in modo chiaro e diretto al ruolo e ai compiti che è chiamata a svolgere la Commissione Pari opportunità; sarà utilizzato con diritto di esclusiva dalla Provincia su brochure, volantini, copertine, opuscoli ma anche su biglietti da visita e gadget, e in qualsiasi progetto o iniziativa di comunicazione e informazione che riguardi la Commissione. «Siamo convinti - spiega Tiziana Tenuzzo, assessore alle politiche giovanili e alle pari opportunità della Provincia - che anche attraverso queste genere di iniziative sia possibile fornire ai ragazzi nuovi stimoli, per una crescita interiore e per maturare una più consapevole coscienza civica e sociale. Invitiamo, quindi, le scuole e le classi a partecipare numerose, perché in questo caso l’importante non è vincere ma essere parte integrante di questo viaggio nel mondo delle pari opportunità». «L’idea di coinvolgere le scuole - aggiunge Reana de Simone, presidente della commissione provinciale Pari Opportunità - è stata maturata di concerto con l’assessorato alle Politiche giovanili della Provincia, e nasce dalla volontà di aprire un forte canale di dialogo con i ragazzi sul tema delle pari opportunità nella sua accezione più ampia, sull’importanza della lotta contro ogni forma di discriminazione, non solo quella di genere, tra uomo e donna, ma nei confronti di tutte le categorie più deboli e svantaggiate». Gli elaborati dovranno pervenire all’Ufficio Protocollo della Provincia, in piazza Dante Alighieri 35, entro e non oltre le ore 13 del 28 febbraio 2011 mediante consegna a mano o spedizione postale. Alla classe vincitrice andrà un premio di 300 euro in fornitura di materiale scolastico. A tutti gli istituti superiori che hanno partecipato con le loro classi verrà, inoltre, rilasciato un attestato. Sarà organizzata anche una cerimonia conclusiva con l’esposizione di tutti gli elaborati. Info. Il bando integrale è pubblicato sul sito internet della Provincia di Grosseto www.provincia.grosseto.it. Informazioni: [email protected], 0564 484108; [email protected], 0564 484167.

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IL TIRRENO Pagina 3 - Pistoia Pallini: «Prendano l’autobus per andare alle visite mediche» Permessi-balzello per gli anziani Accesso in ztl, Betti (Idv) chiede di rivedere le tariffe PISTOIA. Con la raffica di aumenti che caratterizzano questo inizio 2011, resteranno invariate le tariffe dei permessi per entrare con l’auto in ztl, centro storico e zona pedonale. La tariffa base giornaliera resta di 10 euro, a cui occorre aggiungere due marche da bollo da 14,62 euro per chi chiede il permesso per la prima volta e una sola marca per chi lo rinnova. Ricordiamo che il rinnovo scatta lunedì 10 in modo scaglionato a seconda delle categorie, fino al 31 del mese. Proprio sull’accesso alle zone a traffico limitato, è insorta una polemica, con botta e risposta, fra Andrea Betti dell’Italia dei Valori e l’assessore alla mobilità Riccardo Pallini. In un’interpellanza al sindaco, Betti fa notare come «in città sono presenti numerose persone anziane, le quali devono recarsi in centro per effettuare visite mediche presso uno degli ambulatori presenti in via Giosuè Carducci. Questi cittadini, anche solo per un tempo limitato nell’arco della giornata, devono corrispondere un vero e proprio balzello ogni volta che accedono alla Ztl, dovendo sottoporsi a visite mediche anche più volte nell’arco della stessa settimana e del mese. L’attuale crisi economica ha generato e continua a generare ingenti difficoltà soprattutto per i ceti meno abbienti e più deboli». Betti annuncia una mozione per modificare l’attuale tariffa in vigore. L’assessore Pallini, nella risposta, ricorda a Betti che «la scelta fatta dalla giunta nell’approvare le tariffe, è stata quella di creare, rispetto al sistema tariffario per l’accesso della ztl, aumenti in grado di avere come risultato una disincentivazione e quindi una riduzione all’utilizzo del mezzo privato per accedere al centro storico». Nel contempo, aggiunge Pallini, è avvenuta una modifica nel sistema del trasporto pubblico, con più linee (in particolare la navetta Il Micco, che coprono la maggior parte della città collegando i parcheggi di assestamento al centro cittadino. «E’ evidente - prosegue Pallini - come oggi il mezzo più indicato per l’accessabilità al centro cittadino non sia il veicolo privato, bensì il mezzo pubblico». Senza tenere conto, fa notare l’assessore, che la sosta in Ztl non è consentita ovunque, per esempio, non vicino all’ambulatorio di via Carducci, dove è riservata ai soli residenti. «Nel caso di persone che presentano ridotte capacità motorie - conclude - Pallini - esiste la possibilità di attivare la procedura per il rilancio dell’autorizzazione per portatori di handicap».