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RASSEGNA STAMPA - ceresioinvestors1b2384b8...fatto esclamare al sindaco Beppe Sala: Ecco, questa è la nostra Italia . Sì, è anche quella. Quasi a voler cancellare quel ricordo,

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RASSEGNA STAMPA

ORTICOLA 2019 Ceresio Investors

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RASSEGNA STAMPA – ORTICOLA 2019

CERESIO INVESTORS

DATA

TESTATA

AUTORE

TITOLO

16/05/2019

Corriere della Sera TV

Redazione

Milano, apre Orticola 2019 tra fiori, cappelli

stravaganti e l'opera di Pao

16/05/2019

Il Foglio.it

Redazione

A Orticola si porta il rosso corallo

16/05/2019

Il Foglio

Redazione Cicip e Ciciap

25/05/2019

IODonna

Virginia Ricci Quando l’estro sposa l’eleganza

18/05/2019

GreenPlanner

M. Cristina Ceresa

Orticola si arricchisce di un’opera d’arte di Pao

16/05/2019

La Provincia di Como

Redazione Orticola a Milano. La botanica creativa

16/05/2019

La Regione

Redazione

Ceresio Investors abbellisce i ‘Giardini Montanelli’

Le uscite sono 7, tra cartaceo e web.

Tra le testate di opinione: Corriere della Sera, Il Foglio, La Regione, IODonna. PER LEGGERE I PEZZI ONLINE

Posizionare il cursore sul nome della testata: CTRL

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Ritaglio Stampa

Testata: Corriere.it https://video.corriere.it/milano-apre-orticola-2019-fiori-cappelli-stravaganti-opera-

pao/043bee50-781e-11e9-bbe0-f6f4647a7d08

Data 16/05/2019

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ANNO XXIV NUMERO 114 - PAG II IL FOGLIO QUOTIDIANO GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2019

GranMilanoA CURA DI MAURIZIO CRIPPA

La calata dei barbari in PiazzaDuomo per celebrare i

nazionalismi, uniti e confusi

In Lombardia sono 271 le donne cheguidano aziende ad alta tecnologia.

Intervista con Marzia Maiorano

Tutti insieme, tutti uniti. Ma è chiaro,ognuno a modo suo. Del concetto di

alleanza, dell’utopia di unione, i sovranistihanno fatto una bandiera. Anzi una lotta chesono pronti a portare a Milano, sabato. Ognibattaglia ha il suo campo e loro, un po’raffazzonati e al solito impetuosi, hanno sceltoPiazza Duomo. Ironia o volontà, proprio lapiazza che ha ospitato a marzo la grandemanifestazione contro il razzismo e che avevafatto esclamare al sindaco Beppe Sala: “Ecco,questa è la nostra Italia”. Sì, è anche quella.Quasi a voler cancellare quel ricordo, a volercalpestare i passi delle duecentomila personeche avevano sfilato contro il razzismo e lepolitiche di estrema destra sponsorizzate dalgoverno italiano, sabato la piazza si riempiràdi sovranisti. A invitarli tutti è stato il ministrodell’Interno Matteo Salvini che aspira aguidare questa bizzosa compagniaeuroscettica, a formare un’alleanza perlanciarsi alla conquista del Parlamentoeuropeo dopo le elezioni del 26 maggio. Sabatoa Piazza Duomo si chiuderà la campagnaelettorale, urlata e scalmanata. “Saremocentomila persone – ha comiziato Salviniqualche giorno fa a Palazzolo – con Marine LePen, i francesi, i tedeschi, gli austriaci, gliolandesi faremo vedere a Bruxelles di chepasta siamo fatti”. Bruxelles si sa è un po’confusa, attende queste elezioni come unacondanna, il giorno della verità, questieuropei mi amano o no, si chiede l’Ue, e tra il23 e il 26 maggio scoprirà la risposta. Isondaggi sembrano dire che gli europei laamano ancora, con tutti i se, i distinguo, i ma ele pretese del caso, e non sono disposti aregalare l’Aula tutta blu di Strasburgo a ungruppo di urlatori che dicono di no a tutto. Maprima di prendersi Bruxelles, i sovranisti,magma di pulsioni elettorali, proveranno aprendersi Milano che ha ricevuto, malgré elle,l’onere di ospitare questa kermesse. PrimaMilano, Roma può aspettare. Arriverà MarineLe Pen che, forse per farsi perdonare l’assenzachiacchieratissima dell’8 aprile scorsoall’evento organizzato dal leader della Legasempre a Milano, terrà un discorso dal palco.Un piccolo comizio, lei ex madrina di tutti isovranisti, per dire che bisogna arrivare aBruxelles forti e convinti per poter invertire ilcorso dell’Europa. Su di lei e sul suo rapportocon Salvini scorrono fiumi di pettegolezzi,qualche malalingua frontista dice che i duenon si amano affatto, che non si capiscono,provano a comunicare con timidi emoji e chelei, soprattutto ora che è una leader in discesa,sia gelosissima del ruolo di Salvini. “Matteo èstato incaricato di formare un’alleanza”, avevadetto la rappresentante del Rassemblementnational in un’intervista a Euronews, maqualcuno racconta che non sia stata lei acedere lo scettro, ma il ministro dell’Interno aprenderselo. Al di là delle invidie e dellediscordie sarà a Milano, lei e non il suocapolista, il giovane Jordan Bardella cheormai manda avanti ovunque. Poi ci sarà GeertWilders, fondatore dell’olandese Partito per laLibertà. Diventato famoso per i suoi capellibianchi e per il suo forte sostegno alla Nexit,l’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione europea.Come altri sostenitori dell’uscita dall’Ue, haabbandonato i suoi programmi e ora si batte,assieme agli altri sovranisti, per un’Europadiversa, meno europea. Ci sarà Jörg Meuthen,del Partito di estrema destra tedesco AfD, cisarà Heinz-Christian Strache dell’Fpö, l’altrametà del governo austriaco, quella sorvegliatae spesso bastonata dal cancelliere SebastianKurz. Gli altri adepti dell’Alleanza populistasono nomi senza volto. I bulgari di Volya, glislovacchi di Sme Rodina. Ci sarà Ekre, ilpartito che è riuscito a prendersi il governodell’Estonia con un padre e un figlio, Mart eMartin Helme, rispettivamente agli Interni ealle Finanze, che durante la loro primaapparizione in Parlamento hanno mostrato lamano: indice e pollice uniti a formare uncerchio, le altre tre dita sollevate, e nonintendevano dire ok. E’ il gesto delsuprematismo bianco. Anche i belgi di VlaamsBelang (Interesse fiammingo), i danesi delpartito popolare danese, e i Veri finlandesi,tutti a Milano. Saranno presenti anche i cechidi Libertà e democrazia diretta, il partitoguidato da Tomio Okamura, nato a Tokyo conmadre ceca e padre giapponese. I partitisaranno undici, nonostante gli inviti non cisarà Viktor Orbán, anche questa volta il primoministro ungherese preferisce tenersi lontanoda questo groviglio di sovranismi. Ma è benepassare ai dettagli per capire questa calata deibarbari e degli impulsi dell’estrema destra aMilano. Ogni kermesse ha il suo slogan equello scelto sarà: “Prima l’Italia! Il buonsenso in Europa - Towards a Common SenseEurope”. Sotto al grido di “prima l’Italia” sialterneranno tutti i sovranisti, ognuno con ilproprio nazionalismo, i veri finlandesi, cheper distinguersi dal resto della nazione hannodeciso di ricorrere all’aggettivo “vero”, ifiammighi con i loro interessi, i cechi, ibulgari, i francesi, gli slovacchi. Ognuno sarà lìa rappresentare la propria forma particolaredi nazionalismo. Così a Piazza Duomo, tra gliistinti bellicosi, andrà in scena il carnevaledel nazionalismo. Prima l’Italia, prima laBulgaria, prima l’Olanda, grideranno tuttiinsieme. Ciascuno cercando di urlare un po’più forte degli altri, perché va bene andareuniti a Bruxelles, ma il tuo nazionalismofinisce dove inizia il mio.

Micol Flammini

Il “capitale umano”: sono due parole adeffetto. E non sono soltanto il titolo di un

film di Virzì. Ad esempio, secondo leassicurazioni, molto più prosaicamente,significano: aspettativa di vita, potenzialitàdi guadagno, quantità e qualità dei legamiaffettivi. Il “capitale umano” di cui ci parlaha un valore più “romantico”, ma nel qualecredere ciecamente, ma niente affattocampato per aria, o sulle nuvole: è inveceun fattore dannatamente reale. E unachiave di successo e crescita. Del resto,Marzia Maiorano non si occupa di nuvole:imprenditrice nel settore dei servizidigitali per le imprese, amministratoredelegato di Mida Service, ha la delegaquale vicepresidente del Gruppo giovaniimprenditori di Assolombarda, ed èpresidente del Comitato imprenditoriafemminile della Camera di commercio diMilano Monza Brianza Lodi. Molto lavoro,molto onore. “Sono convinta che siano lepersone a fare la differenza”, ci dice.L’argomento è il valore del lavoro alfemminile in quei settori dell’economia (eprima ancora della formazione e deglistudi) in cui tradizionalmente le donneentrano di meno. Almeno fino a poco tempofa. “Dal punto di vista delle donne significadare un’opportunità attraverso il lavoro el’impresa e allo stesso tempo ricevere uncontributo che ha un valore centrale per lanostra economia. Puntiamo suorientamento al lavoro, alternanza, start-upe innovazione. La prospettiva del nostrocomitato è un allargamento delladiscussione di genere: a partire daistituzioni, associazioni e imprese, perrafforzare ancora il ruolo professionaledelle donne nel nostro territorio”. Latrentaseienne presidente, che a sedici annisi installava i computer da sola egiovanissima gestiva progetti informatici intutta Italia, è convinta che la rivoluzionedigitale non sarà importante solo per ilpaese e per lo sviluppo delle professionima anche soprattutto per le donne, chepotranno dimostrare in maniera fattiva leloro competenze in ambito scientifico.

“Una donna matematico, astronauta,sviluppatrice, che gestisce big data saràuna regola tra qualche anno e noidobbiamo sensibilizzare le donne sul lororuolo per creare il futuro loro e del paese”.In Lombardia sono 271 le imprenditrici adalta tecnologia. E’ un settore precluso alledonne, ma con un grande futuro, almeno inambito lombardo e milanese? “I dati dellaCamera di commercio di Milano MonzaBrianza Lodi mostrano una forteconcentrazione dei settori tecnologici einnovativi caratterizzati dalla fortepresenza al femminile a Milano e inLombardia. Circa il 28 per cento di tutte leimprese italiane si trova in regione, pariappunto a 271 su oltre mille, e di queste108 sono a Milano, che guida l’Italia. Sitratta di un fenomeno ormai affermato econsolidato e ci aspettiamo un ulterioreconsolidamento. Tante donne hanno unruolo chiave nelle materie STEM (ScienzeTecnologia Ingegneria e Matematica) chesono alla base dell’innovazione e delcambiamento. E’ certamente collegato allaconcentrazione a Milano dei settori rivoltiall’economia direzionale, alla presenzadei colletti bianchi nelle professioni dellemilanesi, al contenuto creativo del lavoroe quindi spesso rivolto all’innovazione”. Inpratica, sono le donne a dare lavoro in unmomento tanto difficile. “Parliamo di circa2.500 posti in Lombardia per leimprenditrici nell’alta tecnologia di cuioltre mille a Milano. Un dato tra l’altro increscita rispetto a cinque anni fa, quandoerano 2.100 circa in regione e 763 a Milano.A questi addetti a guida femminilelombardi se ne aggiungono altriquattromila nei settori a medio altatecnologia, anch’essi in crescita rispetto ai3.500 di cinque anni fa. Quindi si tratta dimigliaia di posti di lavoro in settoriavanzati, in cui la leadership si staesprimendo in modo positivo, con unaforte crescita nei posti offerti”. I numeridella Camera di Commercio parlanochiaro: le imprese femminili crescono piùdi quelle maschili. “La guidaimprenditoriale al femminile èfondamentale per orientare queste sceltein modo favorevole al business, anche senon è sempre facile. In Italia il leader èriconosciuto come uomo in prima battuta,questo è un problema culturale forte. Perquesto ci sono progetti sul territorio chedanno visibilità ai role model di successoper aiutare le nuove generazioni adorientarsi”. Prospettive? “La miapreoccupazione è molto seria perché alivello paese, se non verranno riequilibratii team anche nelle aziende con alta spintainnovativa con la presenza femminile, lenostre imprese rischiano di essere limitatenella sfida internazionale. Abbiamoun’opportunità senza precedenti, tocca alcomparto femminile guidare la crescitafacendo sistema”, conclude MarziaMaiorano. E da parte degli uomini serveche dimostrino la responsabilità di essereparte dell'inclusione di genere. Le donnehanno sempre fatto parte della partitadelle aziende, oggi ci vuole il coraggio el'ottimismo di cambiare per le nostreimprese per costruire la strada verso ilfuturo”.

Paola Bulbarelliemail: [email protected]

L’autonomia resta lontana e le Regioni europee corronoPANTANO POLITICO. MA UNO STUDIO COMPARATO DELLA CNA SPIEGA COME VA IN GERMANIA E SPAGNA

Il messaggio inviato dall’esecutivo ai gover-natori del nord – in particolare dal premier

Conte: “No al divario nord sud”, “bisogna farintervenire il Parlamento” – sul futuro dell’au -tonomia differenziata, è chiaro. Erik Stefani,ministro leghista per gli Affari regionali, ribat-te: “Altri rinvii, altri ostacoli per noi non sonopiù accettabili”. Ma è evidente che la Lega diSalvini, al di là dei proclami, rischia davvero diavvitarsi. Il Consiglio dei ministri di lunedìprossimo non sarà, nemmeno questo, quellodella svolta: il percorso parlamentare dell’au -tonomia è seminato d’insidie (come spiegavaieri il pur autonomista Bobo Maroni al Foglio)e soprattutto minato dalla politica. Intanto unaparte della Lega (a partire da Zaia) che malsopporta la convivenza coi Cinque stelle, insi-ste per passare alle vie di fatto. E per AttilioFontana, già sotto pressione per l’accusa diabuso d’ufficio che lo coinvolge, potrebbe es-sere un pessimo risveglio. Fontana infatti ave-va giocato buona parte delle sue carte sull’au -tonomia differenziata. Dopo l’avvio in salitadella riforma sanitaria (le code e i ticket resta-no una spina nel fianco) e la dote lavoro (forma-zione) scippata dal reddito di cittadinanza, algovernatore lombardo, a un anno dall’insedia -mento, l’autonomia sembrava il jolly da gioca-re per uscire dall’angolo. Anche perché – afronte di una Confindustria che, anche in Lom-bardia, preferisce parlare di infrastrutture, ta-glio delle tasse e investimenti per la crescitapiuttosto che di autonomia – il mondo dellePmi conta sull’autonomia per intercettare gliinvestimenti destinati all’innovazione e allegrandi opere. Insomma un problema politicoserio, e di credibilità per la Lega sia a livellonazionale che regionale.

Però poi rimane, il tema. Soprattutto senti-to dalla piccola imprenditoria, che della Le-ga si è sempre fidata. Anche per questo l’Os -servatorio della Cna (artigiani) ha messo l’au -

tonomia differenziata sotto la lente d’ingran -dimento delle tre regioni interessate:Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna nelconfronto con le regioni “gemelle europee”.L’Osservatorio ha effettuato una comparazio-ne dei bilanci delle nostre tre Regioni conquelli dei tre Länder tedeschi e con i budgetdelle Comunità autonome spagnole di Cata-logna, Paesi Baschi e Comunità Valenciana.In Germania e in Spagna, infatti, vige un si-stema istituzionale consolidato che attribui-sce significative competenze e risorse alleRegioni, non dissimile da quello che in Italiaregola le Regioni a statuto speciale (Sicilia,Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giu-lia e Trentino-Alto Adige/Südtirol). Dalla ri-cerca emerge una competizione sempre più

serrata. Il budget del Baden-Württemberg, il‘minore’ dei Länder preso in considerazione,è pari al doppio del bilancio della Lombardia(la ‘maggiore’ delle tre italiane). Sia in termi-ni percentuali sia di valori assoluti. Mentre laLombardia ha il 5 per cento del budget fina-lizzato agli investimenti (1,18 miliardi di eu-ro), la Baviera può mettere in campo per inve-stimenti e sviluppo il 10,6 per cento (più di 6miliardi) del bilancio. In sintesi, la Lombar-dia può spendere per gli investimenti 119 eu-ro per abitante, i Paesi Baschi 529, la Baviera466. L’autonomia non è un fine ma, per i pro-motori, vorrebbe essere uno strumento perdisporre di maggiori risorse per lo sviluppo,nel quadro di una salda unità nazionale. Solocosì è possibile restare agganciati alle dina-

miche della competizione globale.La Lombardia è al quarto posto in Europa

per valore delle esportazioni (circa 121 mi-liardi di euro nel 2017), dietro solo ai grandiLänder tedeschi del Baden-Württemberg,della Baviera e del NordReno-Vestfalia; l’E-milia-Romagna occupa la sesta posizione inEuropa per export per abitante (circa 13.500euro), la prima tra le regioni “non tedesche”;il Veneto figura invece all’ottavo posto tra leprincipali regioni Ue per quota delle espor-tazioni sul Pil (oltre il 38 per cento). Eppure ladimensione dei bilanci regionali italiani inrapporto al Pil si colloca su livelli significati-vamente inferiori rispetto alla spesa mediain Europa; nel 2017 il rapporto spesa/Pil delVeneto è - 31 per cento rispetto alla media na-zionale, in Emilia Romagna - 35 e in Lombar-dia - 39 . Non è così nelle altre realtà territo-riali di Germania e Spagna.

L’economista Carlo Cottarelli, che ha se-guito con attenzione il percorso dell’autono -mia differenziata, precisa al Foglio: “L’ideagenerale è che un maggior decentramentodella spesa e della tassazione va bene, nelsenso che rende più vicini la spesa ai cittadi-ni quindi rende più vicine le risorse per fi-nanziare quella spesa, cioè le tasse, appuntoalla spesa stessa. Questo deve avvenire te-nendo conto che siamo uno stato nazionale,quindi rimangono dei vincoli per cose chedevono essere fatte al centro, come l’eserci -to, il sistema giustizia, il sistema educativo,dei minimi standard sulla sanità”, ma occor-re sempre ricordare che “non siamo uno sta-to federale”. Appunto. E dopo lo stop del go-verno alle grandi opere, Tav in testa, l’appro -do dell’autonomia differenziata nel portodelle nebbie del Parlamento rischia di sca-vare un fossato tra mondo dell’impresa eMatteo Salvini.

Daniele Bonecchi

Arriva Milano Arch Week, e la sorpresa quest’anno sono i cinesi (con soldi)E’ la settimana di Milano Arch Week 2019

(da martedì 21 a domenica 26 maggio)rinnovava con molti eventi e promossi da Co-mune, Triennale e Fondazione Feltrinelli edal Politecnico, l’ideatore della week (regia diStefano Boeri). Ma tra le tante novità, una èrappresentata dalla partnership con EADG,uno degli studi di architettura più importantidella Cina, che si traduce in un contributo fi-nanziario. E’ la prima volta che si realizza unacollaborazione con uno studio cinese che pre-vede anche un seguito a Shanghai in giugnocon una retrospettiva dell’edizione chi si svol-gerà dal 21 al 26 maggio in cui si illustrerà, at-traverso eventi con proiezione di contenuti,quanto è successo durante la settimana mila-nese. Un altro segnale dell’apertura a orienteriguarda la presenza in città di James Wei Ke,uno degli esponenti più rilevanti dell’architet -tura cinese, che parteciperà ad uno degli even-

ti in programma.Regista di questa operazione è lo studio

milanese AARCH-MI che dal novembre del-lo scorso anno ha allacciato un rapporto conEADG: “Abbiamo iniziato a lavorare con lo-ro –spiega il titolare Giuseppe Mazzeo –suglistessi progetti e soprattutto abbiano decisodi scambiarci le risorse umane: i nostri gio-vani vanno in Cina e qui arrivano i loro, perentrambi c’è la possibilità di un’esperienzadi crescita professionale e di arricchimentopersonale”. Da qui l’idea del coinvolgimentonel più importante momento dell’architettu -ra in città: “EADG è l’acronimo di Earth,Asia Design Group – aggiunge – è uno studiodi circa 500 persone con sede principale aShanghai che fa masterplanning, progettanoil paesaggio: mi è sembrato naturale propor-gli Arch Week che quest’anno ha come tema‘Broken nature’ (il titolo della XXII Trienna-

le in corso), ci interroghiamo su quali solu-zioni individuare per rispondere all’emer -genza ambientale e climatica”.

La perplessità di fronte a questa iniziativanon mancano, in modo particolare nei setto-ri più tradizionalisti, tanti più in un momen-to in cui le tensioni diplomatiche tra l’occi -dente e la Cina, Via della Seta e non solo, so-no elevate. Ma sul fronte economico Milano ècittà cerniera che guarda a oriente da moltotempo. Dice Mazzeo: “Dobbiamo partire dalfatto che la loro realtà è diversa dalla nostra,non hanno una partecipazione collettiva al-le scelte ma sono meritocratici: ciò che cistanno chiedendo, non solo nell’architettu -ra, è di aiutarli a migliorare la qualità del lo-ro lavoro, chiedono uno scambio culturale evogliono investire molto”. Ancora più con-vinto della necessità di intensificare le rela-zioni con i cinesi è Mario Boselli, presidente

onorario della Camera della Moda e, da oltreun anno, presidente dell’Istituto Italo Cine-se: “Vado in continuazione in quel paese dal1978 – afferma – lo conosco bene e dico che èsbagliato avere paura. Esiste una gigantescaopportunità per noi in quanto hanno 400 mi-lioni di non consumatori, si sta aprendo unmercato sul quale le nostre piccole e mediaimprese sono in ritardo rispetto ad altri pae-si, come ad esempio la Germania, che hannoscambi commerciali molto più consistentidei nostri”. L’unica possibilità di colmare ilgap, secondo Boselli, è rappresentata da Mi-lano: “A livello di internazionalità siamo laprima città in Italia. Ho coniato il motto ‘Mi -lano italian style’ per compendiarlo. I cinesicercano lo stile italiano, ben vengano inizia-tive come quella di Arch Week, bisogna an-dare avanti sulle collaborazioni”.

Giovanni Seu

Sabato sovrano Imprenditrici STEM

A colpo d’occhio, quel che finora manca(e per fortuna) nella presunta “nuova

Tangentopoli” milanese è la ferocia dipiazza, della “ggente”. Nessuno assedia coiforconi il Palazzo, nessuno fa il tifo fuoridal Tribunale. Forse, banalmente, è il se-gnale di due cose: i lombardi non imputanoalla politica colpe per un “sistema” di go-verno che non sembra funzionare poi tantomale. E più che altro, sono consapevoli cheil sistema corruttivo dei partiti non c’è più,o non determina, come un tempo, il corsodegli eventi. Un po’ perché, come ha dettoieri in un’intervista Beppe Sala, Milano si èfatta gli anticorpi; un po’ perché la politicadei partiti conta davvero poco, le storie fi-nora emerse sono straccionate, piccole car-riere, non indice di un sistema corruttivo.Eppure, l’inchiesta ad ampio raggio e conmolti filoni (che proviamo a decrittare qui

sotto) della Procura di Milano mira a bersa-gli grossi, e alla ricostruzione di una rete dicorruzione generalizzata che vedrebbe, co-me sempre, nella politica il suo motore in-quinante.

Dopo aver toccato il governatore AttilioFontana (l’avviso di garanzia e il suo inter-rogatorio non sembrano aver fatto tremarePalazzo Lombardia) ieri è toccato a MarcoBonometti, imprenditore di peso e presi-dente di Confindustria Lombardia, da sem-pre in non taciuti buoni rapporti con ilmondo forzista, a finire indagato, in tan-dem con l’europarlamentare Lara Comi.Altra esponente di quei giovani di FI lom-bardi che sono ormai etichettabili come“la generazione perduta”. Anche se, a dif-ferenza di Mani Pulite, è dubbio che siaun’inchiesta stavolta a far chiudere un par-tito. Eppure, il reato ipotizzato per Bono-

metti, finanziamento illecito ai partiti, hal’effetto di gettare il sospetto su tutto ilmondo imprenditoriale e politico: “Un cer-to modo lombardo di fare sistema”, hascritto il gip Raffaella Mascarino con mal-celato disprezzo. E getta la paura su chiun-que faccia politica, sapendo che la politicaa un costo, o debba amministrare. BeppeSala – di cui la Procura generale ha chiestouna condanna a tredici mesi, per un reatodi Expo del quale la stessa procura di Mila-no aveva dichiarato l’insussistenza: per di-re la serenità con cui un amministratoreaffronta ogni giorno il proprio incarico – harisposto con intelligenza a Repubblica chelo stipendio basso ai politici non giustificala corruzione, “però non la disincentiva”.E’ il tema del finanziamento, e dovrebbeessere affrontato con serietà.

Ci sono altri effetti collaterali. Quello di

un evidente campanello d’allarme, dopo ilcaso Siri, per Matteo Salvini: che si trovacon il suo governatore mascariato daun’accusa piccina picciò, ma fastidiosa. Masoprattutto il riflesso mediatico dell’in -chiesta (non si dirà dell’inchiesta in sé)sembra quello di indebolire o intimidireun governo regionale Lega-Forza Italia chenon è esattamente lo specchio del salvini-smo, né tantomeno il governo populistagrillino, ma è il miglior governo di centro-destra moderato disponibile al momentoin Italia. Tutto sensato? Milano, per ora,non ha nessuna voglia di questo. Ma Milanoè anche la strana città da cui tutte le rivolu-zioni partono, anche le peggiori. Però Mila-no si ricorda di aver pagato molto caro, peroltre un decennio di crisi e di immobili-smo, i furori giacobini di Tangentopoli.

Maurizio Crippa

La Tangentopoli che non c’è e di cui Milano non ha nessuna voglia

Gli arcani (dei tarocchi) di un’indagine monstre da decifrareFILONI DI INCHIESTA DIFFERENTI, L’OMBRA DELLA CRIMINALITÀ MA SOLTANTO IN QUALCHE ANGOLO. I DETTAGLI. NON È IL ’93

L’inchiesta monstre che dal 7 maggioscorso sta agitando il mondo politico e

imprenditoriale lombardo è complicata an-che solo da raccontare, perché è in realtàun aggregato di più filoni d’indagine, di cuinon sempre sono evidenti i collegamenti, seesistono. E’ un’inchiesta coordinata dal re-sponsabile della Dda milanese, AlessandraDolci, il che implica reati di criminalità or-ganizzata. Ma, per limitarsi ai nomi più im-portanti finiti nel registro degli indagati – ilgovernatore Attilio Fontana (abuso d’uffi -cio) e da ieri il presidente di ConfindustriaLombardia e presidente dell’azienda Offici-ne Meccaniche Rezzatesi, Marco Bonomettie con lui l’europarlamentare di Forza ItaliaLara Comi (finanziamento illecito ai partiti)– si tratta di ipotesi di reato che nulla hannoa che fare con la ’ndrangheta. E neppurecon le “tangenti” che da una settimana sonotornate a volteggiare come avvoltoi nei titolidi stampa. Poi ci sono appalti minori e mol-to minori, che in alcuni casi avrebbero favo-rito – ma per il tramite di imprenditori, nondi politici – imprese in sospetto di crimina-lità (dunque su questo è la competenza del-la Direzione distrettuale antimafia) e fac-cende a cavallo tra normali consulenze e

ipotesi di finanziamento illecito ai partiti.Reati ancora da dimostrare. La ratio da“maxi inchiesta” che unificherebbe il tuttoe la sua forza nel far tremare i Palazzi lom-bardi un po’ sfugge. Forse, dal mazzo di car-te, conviene scrutare qualche figura dei ta-rocchi. E, senza dare risposte, porre delledomande. Arcani maggiori e minori.

IL CARCERE - Nei diversi filoni coordi-nati dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scu-dieri e Luigi Furno gli indagati sono più di90. Sono 43 le misure cautelari, di cui solo12 in carcere. Tra i carcerati c’è Pietro Ta-tarella. E’ stato consigliere comunale finoal giorno dopo l’incarcerazione. Secondol’accusa, avrebbe favorito un imprenditoredal quale aveva una consulenza fittizia.Anche Gioacchino Caianiello, ex coordina-tore provinciale di Forza Italia a Varese èin carcere in quanto “burattinaio” di unsistema di corruzione. E’ stato chiesto l’ar -resto per il parlamentare novarese di For-za Italia Diego Sozzani. Ma il carcere è unamisura cautelare che si adotta se c’è il pe-ricolo di fuga, la possibilità di inquinare leprove e o la reiterazione del reato. Sempreindispensabile il carcere, in questi casi?

L’INDAGATO - Attilio Fontana è indaga-to. Non l’indagato per il reato più grave, maquello più in alto. Lunedì è stato interrogatoe ha dichiarato di aver chiarito tutto. Unasettimana prima il procuratore capo di Mi-lano Francesco Greco aveva detto “sarà sen-tito prossimamente”, ma in che veste – dapersona informata sui fatti o da indagato –“non lo sappiamo ancora”, aveva aggiunto.Il giorno dopo tutti i giornali scrivono cheFontana non è indagato, tranne il Corrieredella Sera che spara: Fontana indagato. Haragione il Corriere. Perché la Procura, finoa 24 ore prima, non lo sapeva? O se lo sape-va, perché non dirlo subito? Da ieri Fontananon è però il nome più in vista nell’inchie -sta. Il presidente di Confindustria Lombar-dia Marco Bonometti avrebbe pagato unaconsulenza fittizia da 31 mila euro a una so-cietà in cui figura anche Lara Comi. E’ abba -stanza per configurare il reato di finanzia-mento illecito, e con ciò tratteggiare un si-stema à la Prima Repubblica ai massimi li-velli di Confindustria? Per 31 mila euro?

L’OROLOGIO - Si sa, le inchieste vengo-no pubblicate praticamente ovunque, equasi integralmente. In un primo tempo gi-

ra l’ordinanza sulle custodie cautelari: 43persone. Una lettura agile, poco più di uncentinaio di pagine. Poi, il giorno dopo, cir-cola un’altra ordinanza, con gli indagati: 76persone. Sono quasi 1.300 pagine. Ma gliindagati, secondo le informazioni del pri-mo giorno, dovrebbero essere 95. Che finehanno fatto 19 persone? Chi sono? In Re-gione è un tripudio di voci e vocine. Si dif-fonde subito un clima di sospetto su tutto etutti. Il problema è che politica vuol direprendere decisioni, e invece qui prevale laparalisi. Giustizia a orologeria è una catti-va espressione. Però, perché mai Tatarellaviene iscritto il 27 febbraio e viene arresta-to oltre due mesi dopo? Anche questo arca-no andrebbe spiegato.

’NDRANGHETA - L’inchiesta è coordi-nata dalla Dda, poiché un imprenditore (fi-nora) era colluso con i clan. Sta tutto nellecarte. Non è chiaro, invece, se i politici fa-cevano affari con i clan, oppure no. Il chepone un altro problema: non è chiaro sel’inchiesta monstre milanese sia un’in -chiesta sul sistema Caianiello oppure sulsistema ’ndranghetistico in Lombardia.Arcani maggiori.

Cicip e CiciapCicip.Tranne uno sparutissimo gruppo in

partenza per un weekend culturale a Mate-ra, ci saranno tutte, ma proprio tutte le fami-glie milanesi inghirlandate di rosso corallostasera (ai signori basta un tocco sulla giac-ca, meglio se chiara e purché non piova), perl’apertura a inviti e con dress code di Ortico -la, mostra mercato di fiori e piante più o me-no rare a cui si danno appuntamento fino adomenica i più famosi vivaisti d’Italia. No-nostante sia il più antico evento e la più ve-nerabile organizzazione espositiva milane-se ancora in attività (“nel 2015 compiette150 anni dalla fondazione” è scritto sul sito,con culto antipopulista del passato remoto),ha assunto i caratteri delle manifestazionidi successo: come per il Salone del Mobile,esiste un cuore centrale, ai Giardini Monta-nelli, e una serie di eventi satellite.

Ciciap. Il “fuori Orticola” spazia dal fiori-sta casa fino alla meravigliosa “pergola deigelsi” riproduzione in scala della decora-zione progettata da Leonardo da Vinci perlo studio di Ludovico il Moro, la Sala delleAsse, che lo storico e paesaggista FilippoPizzoni ha approntato nel cortile delle Ar-mi, in occasione della riapertura al pubbli-co dopo il restauro. L’opera, sostenutissimadalla Sovrintendenza, resterà in loco alme-no cinque anni, e in ipotesi molti di più iltradizionale dono alla città della famigliaFoglia di Ceresio Investments, partner de-cennale di Orticola. In dieci anni ha donatoottanta panchine nuove alla città; questa se-ra inaugurerà invece un’opera dello streetartist Pao : una scultura-corolla di due metridi diametro in materiale sostenibile e lava-bile, ecologia oblige.

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Cover Story

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Comecappello, un bouquet di fiori

capovolto. Il cerchietto? Al profumodi gigli, rose e lillà.Ancora una volta,all’inaugurazione di Orticoladi Lombardia 2019 le invitatehanno stupito con stili originali,ma soprattutto bucolici. Ai giardiniIndroMontanelli, l’appuntamento fissodel maggio milanese è stato un innoall’amicizia... fra specie diverse:amiche: le buone associazioni botanicheè stato il tema proposto ai quasi 160espositori, per aiutare ogni appassionatoa promuovere il corretto accostamentodelle piante in giardino.Durantela festa inaugurale le visitatrici hannopotuto rilassarsi nella nostra loungearredata da Ikea: sfogliando una

Un inno all’amicizia fra piantedifferenti: questo il tema dellacelebre mostra-mercato dei fiorimilanese, giunta alla 24° edizione.Corolle, cappelli... e gioielli

1

3

1.Una giovane

ospite in un

angolo fioritissimo

di Orticola. 2.

Da sinistra, la

direttrice di iO

DonnaDanda

Santini, una delle

tre vincitrici del

Premio iO Donna

Silvia Fineschi, la

Vice Presidente di

Orticola Francesca

Marzotto Caotorta,

il Presidente di

Orticola Gianluca

Brivio Sforza e

la CEO di Dodo e

Pomellato Group

Sabina Belli. 3.

L’orto diventa

cappello.

4.Gabriele

Corte di Ceresio

Investors,

banca che ha

omaggiatoMilano

di una scultura

permanente,

ritratta nella

foto e realizzata

dall’artista Pao

(a destra).

l’eleganza

Quandol’estro sposal’estro sposa

2

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Mondo iO Donna

Comecappello, un bouquet di fiori

capovolto. Il cerchietto? Al profumodi gigli, rose e lillà.Ancora una volta,

di Lombardia 2019 le invitatehanno stupito con stili originali,ma soprattutto bucolici. Ai giardiniIndroMontanelli, l’appuntamento fissodel maggio milanese è stato un innoall’amicizia... fra specie diverse: Pianteamiche: le buone associazioni botanicheè stato il tema proposto ai quasi 160espositori, per aiutare ogni appassionatoa promuovere il corretto accostamentodelle piante in giardino.Durantela festa inaugurale le visitatrici hannopotuto rilassarsi nella nostra loungearredata da Ikea: sfogliando una

milanese, giunta alla 24° edizione.

ci (1490).

9. Il cavda Vinci (1490).

9. Il cavaliere Steve Gali

di Virginia Ricci

I O D O N N A 2 5 M A G G I O 2 0 1 9

Il bracciale

Dodo

omaggiato

alle tre

vincitrici

del premio

iO Donna.

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5. Ispirazione

anni Venti per due

visitatori rétro.

6.Giulia Negri

da Oleggio

Santagostino,

Consigliere

di Orticola e

Promotrice di

OrticolaArte.

7. LaGiuria di Stile

di Orticola.

8. Lemadrine

di Orticola. 9.

La Advertising

Manager di iO

Donna Federica

Lucchesini

(al centro) con

Elena Reggè (a

sinistra) e Serena

Radice (a destra)

account di RCS

Media Group.

10.Da sinistra,

5.

anni Venti

visitatori rétro.

6.

daOleggio

Santagostino,

copia del giornale (ricevuto in unaborsa) o ammirando l’esposizione dellanuova collezione “Natura”di gioielliDodo - nostro partner a Orticola.Ma non solo: nello stand di iO Donnagli ospiti hanno potuto farsi una fotoricordo grazie a SharingBox (unaspeciale “scatola” fotografica).Grandi applausi infine per le sorelleAntonella,Maria Cristina e SilviaFineschi, figlie del professor GianfrancoFineschi, vincitrici del premioiO Donna Orticola 2019 (una targaserigrafata e un bracciale florealeDodo, nella foto a sinistra) consegnatodalla direttrice Danda Santini: «Oggile tre sorelle curano con impegno lastraordinaria collezione di rose realizzatadal padre,medico di Giovanni Paolo II:un patrimonio botanico d’oltre 6milarose, d’importanza internazionale».Unafesta che ha conquistato la città: con i14 musei partner di Orticola, 39 vetrinefiorite e gli Orti Fioriti di CityLife.

1490).

ve Gali

l’artista Roberta

Cipriani e

Francesca Longari

Strada. 11. La

CEO di Dodo e

Pomellato Group

Sabina Belli.

12.Cristina Parodi.

13. Paola Foglia

e Francesca Podda.

14.Da sinistra,

la Marketing &

Communication

Director di Dodo

Cécile Meriguet

con l’amica Helen

Nonini.

15.Christine Foglia.

16.Armando

Borghi con la

fidanzata.

17.Un amico a

quattro zampe.

6

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I O D O N N A 2 5 M A G G I O 2 0 1 8

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Ritaglio Stampa

Testata: GreenPlanner https://www.greenplanner.it/2019/05/18/orticola-opera-pao/

Data 18/05/2019

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10 EconomiaLA PROVINCIA

GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2019

La fieraOggi l’inaugurazione

e domani l’apertura

ai giardini Montanelli

di Milano

Maxi fiori e coccinel-le giganti saranno l’attrazionedei Giardini Indro Montanellia Milano in occasione di Orti-cola. Torna infatti la mostramercato dedicata alla botani-ca più creativa e ricercata.

Per l’inaugurazione, rigo-rosamente su invito, oggi, èprevista una passerella di don-ne e di personaggi della cultu-ra in grado di stupire con i mo-od più stravaganti, ovviamen-te floreali e i copricapo a tema,a completare i look. Da doma-ni a domenica l’apertura alpubblico, dalle 9.30 alle 19.30,un grande festival delle pian-te, dei fiori e dei frutti più rari.

Le fioriture non passeran-no inosservate nemmeno que-st’anno, come sempre le duegiurie andranno a scovare ilmeglio della produzione mon-diale. Ospite d’eccellenza perquella botanica Giuseppe Bar-bera, professore di CultureArboree all’Università di Pa-lermo, per quella di Stile è pre-sente un membro in più, Chri-stine Foglia che coltiva, findall’infanzia, la passione perla natura.

Dal punto di vista emozio-nale e artistico, due fiori gi-ganti e una coccinella sarannol’emblema per il 2019. Le scul-ture, adagiate sul prato deiGiardini, saranno appuntol’attrazione. Due capolavoridonati dal Gruppo Ceresio In-vestors alla città realizzati dal-lo street artist Pao, alias PaoloBordino, famoso per i panet-toni colorati e per la capacitàdi reinterpretare il contestourbano in modo creativo conopere uniche nel loro genere.

Orticolaa MilanoLa botanicacreativa

Il nuovo calibratore installato al Caleotto

2015 stremata da una vicendadifficile, che ne aveva abbassatoil ruolo fino ad arrivare a unaproduzione di acciai di medio ebasso livello. Era una sfida diffi-cile – ha aggiunto Campanella– affrontata da Duferco e Feralpinella convinzione di realizzareintegrazione e crescita, fissandoobiettivi economici e di volumiambiziosi. I risultati di bilancio2018 mostrano che sono statiraggiunti con soddisfazione pie-na. Ora tracciamo la strada deiprossimi anni».

I numeri

Nei numeri oggi nei 47.000 mqcoperti (96.000 complessivi)l’azienda con 100 dipendentiproduce circa 200.000 tonnella-te di vergella per impieghi spe-ciali e per una varietà di applica-zioni. Nel 2018, rispetto al 2017il fatturato è cresciuto del 7,7%,arrivando a 98 milioni di euro.Il margine operativo lordo è sta-to di 6,6 milioni di euro (4 milio-ni 2017). «Ora – ha affermatoAngelini – abbiamo un carico diordinativi soddisfacente, fino afine giugno. Stiamo lavorandosu 12 turni settimanali conl’obiettivo di aumentarli inse-rendo 7-8 nuove persone in baseai volumi che ci eravamo prefis-sati all’acquisizione. Tutto ciòavverrà da qui a fine anno».

bratore quattro passi fornitodalla tedesca Sms Meer, partedell’impiantista di caraturamondiale Sms Group. Insiemealla testa forma spire, altro re-cente investimento di Caleotto,il calibratore permetterà di ag-giungere alla gamma storica diproduzione (tra i 5,5 e i 17 mm)anche quella di diametro supe-riore, fra i 4,5 e i 26mm. Ne usci-rà una qualità di vergella miglio-rata nella qualità di superficiee nelle tolleranze dimensionaliassicurate su tutta la lunghezza.

«Nel 2015 – ha spiegato Cam-panella – il nostro obiettivo erarivalutare, riportandola agli an-tichi risultati di efficienza, qua-lità e servizio, la tradizione diCaleotto. Eravamo affascinatidalla storia dell’azienda e di quelche aveva rappresentato per ilpolo lecchese e brianzolo deitrafilieri. Caleotto arrivava al

di garantire il potenziamentodei volumi e della gamma di pro-dotti oltre a una migliore qualitàdella superficie della vergellaprodotta da Caleotto Spa, natanel 2015 dalla joint venture fradue big dell’acciaio, Duferco Ita-lia Holding e Feralpi Siderurgi-ca, e nome storico dell’impren-ditoria lecchese.

Il nuovo impianto

Il nuovo impianto, l’unico delgenere in un’azienda italiana, èstato presentato da Campanellae dall’ad Lorenzo Angelini ieriallo stand di Duferco, nel corsodella tre giorni della manifesta-zione Made in Steel” organizza-ta dalla community dell’acciaioSiderweb.

Realizzato col supporto diSms Group e già in parte avviatonello stabilimento di via Arleni-co a Lecco, l’impianto è un cali-

LECCO

MARIA G. DELLA VECCHIA

Oggi Caleotto Spa hatutte le caratteristiche per gio-care in serie A con i maggioriproduttori europei di vergella.La prima fase, dall’acquisizionedel 2015, si è chiusa col raggiun-gimento degli obiettivi, oral’obiettivo per il 2019 è far cre-scere il mercato italiano e, pia-nificando nel tempo, conquista-re quello tedesco. Svilupperemola filiera e faremo partnershipcon i nostri clienti, perché solocosì creeremo nuovo valore efuturo». Lo ha affermato ieriDomenico Campanella, presi-dente di Caleotto Spa, durantela presentazione in Fieramilanodegli ultimi investimenti realiz-zati in tre anni per un totale di20 milioni di euro.

Fra questi un nuovo calibra-tore costato 13 milioni, in grado

Venti milioni di euroCosì il Caleotto di Leccoè tornato a crescere

L’iniziativaTra gli eventi

la lectio magistralis

di Frank Raes

sui cambiamenti climatici

Quarta edizione , arti-colata in quattro tappe, per Now, il festival del futuro soste-nibile. Un appuntamento per lescuole, una lectio magistralis, uno spettacolo di pop econo-mix e un film, per confrontarsi su come costruire dal presenteun futuro sostenibile. Il primo appuntamento, per gli studen-ti, è in programma martedì 21 maggio alle 10 a Lariofieri con lo spettacolo di Michele Dotti “Siam mica a farci salvare dai panda”. Giovedì 23 maggio alle10 nella sede di Como della Ca-mera di commercio la lectio magistralis di Frank Raes sui cambiamenti climatici (intro-duzione di Mauro Magatti).

Mercoledì 29 maggio alle18.30, sempre in Camera di commercio, “Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta”, spettacolo di Pop Eco-nomix rivolto a cittadini e im-prese che porta in scena la sfi-da, innanzitutto etica, della so-stenibilità, declinata in manie-ra interdisciplinare sul versan-te economico, ecologico e so-ciale.

Infine lunedì 6 giugno alle19.30 al Chiostrino Artificio (piazzolo Terragni 4 a Como) proiezione di “Domani”, film-documentario di Mélanie Lau-rent e Cyril Dion che attraversaparte dell’Europa e degli Stati Uniti e approda in India e al-l’isola della Réunion, alla ricer-ca di esempi virtuosi .

Now Festival è organizzatoda Cooperativa Sociale Ecoffi-cine - Servizi per un futuro so-stenibile e Associazione L’isolache c’è - Rete comasca di eco-nomia solidale.

Now FestivalQuattro tappesul futurosostenibile

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