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Rassegna Stampa di sab. 14, dom. 15 e lun. 16 dicembre 2013 SNALS / CONFSAL TG2 INSIEME 16/12/2013 INTERVENTO DI MARCO PAOLO NIGI SUI TEMI DELLA SCUOLA Il Gazzettino - Ed. Treviso 15/12/2013 L'INSEGNANTE SI AMMALA: UN PROF SI PRENDE DUE CLASSI l'Eco di Bergamo 15/12/2013 CONCORSO PRESIDI, ORA E' GIALLO SUGLI ORALI La Nazione - Ed. Empoli 16/12/2013 DAI "QUATTRO MORI" ALLA LISTA. CIVICA ROBERTO RUSSO SI CANDIDA A SINDACO La Nazione - Ed. Grosseto 16/12/2013 CONSIGLIERE COMUNALE PD1 SI CANDIDA SINDACO A PONSACCO la Repubblica - ed. Torino 16/12/2013 SCIOPERO GTT CON OTTO CORTEI, SALA ROSSA NEL MIRINO L'Unione Sarda - Ed. Cagliari 16/12/2013 AEROPORTO, VENTI LICENZIAMENTI la Repubblica - ed. Torino 15/12/2013 SCIOPERO GTT UN LUNEDI' DA BOLLINO ROSSO la Stampa - ed. Torino 15/12/2013 TRANVIERI IN SCIOPERO NEL GIORNO DEL VOTO SULLA VENDITA DI GTT Giornale di Sicilia 14/12/2013 CARENZA DI PERSONALE NEGLI UFFICI IN ARRIVO 100 RINFORZI PER POSTE ITALIANE Il Quotidiano di Sicilia 14/12/2013 SFORBICIATA SULLE PARTECIPATE MA E' SCONTRO CON I SINDACATI Torinoclick 13/12/2013 LUNEDI' SOSPESA LA ZTL CENTRALE +++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 16/12/2013 IL RISPARMIO SCRITTO E DISEGNATO Corriere della Sera 16/12/2013 UNA LOTTERIA PER AVERE LO STIPENDIO SCUOLA, LA VITA INGIUSTA DEI SUPPLENTI Corriere della Sera 15/12/2013 LAVORO, ARRIVA IL FONDO PER TAGLIARE LE TASSE Corriere della Sera 14/12/2013 DOSSIER SULL'INTEGRAZIONE LA FRANCIA RIPENSA IL MODELLO REPUBBLICANO la Repubblica 16/12/2013 NIENTE FONDI, I SUPPLENTI DA PAGARE ESTRATTI A SORTE la Repubblica 16/12/2013 SCUOLA, LA RIVOLTA DEGLI ADDETTI ALLE PULIZIE "VOGLIONO LICENZIARCI, IL MINISTRO CI AIUTI" la Repubblica 15/12/2013 ORA RENZI LANCIA LA SFIDA A GRILLO "RINUNCIAMO A 40 MILIONI DI RIMBORSI SE LUI VOTA A FAVORE DEL BI la Stampa 15/12/2013 PUBBLICO IMPIEGO, AUMENTI A TEMPO il Messaggero 16/12/2013 E LA PRESIDE TIRA A SORTE PER PAGARE I SUPPLENTI il Messaggero 16/12/2013 INSEGNANTI, BRUTTA SORPRESA PER I PRECARI: STIPENDI TAGLIATI PATRIOTTISMO A SCUOLA: ECCO ALCUNI PUNTI FERMI Avvenire 14/12/2013 RELIGIONE IN CLASSE ECCO I VERI DISCRIMINATI il Tempo 14/12/2013 DETRAZIONE DEL 19 PER CENTO SUGLI ACQUISTI DEI LIBRI il Sole 24 Ore 16/12/2013 NORME - LIMITE ALL'ASSEGNO AI FIGLIO ADULTO Corriere della Sera 14/12/2013 GRANDE BRERA: ASSEGNATI I CANTIERI, MA I FONDI SONO UN QUINTO DEI NECESSARI Corriere della Sera 14/12/2013 UNIVERSITA' E PRATICHE BUROCRATICHE - INTERVENTI & REPLICHE L'Unita' 16/12/2013 QUATTRO PROPOSTE PER L'UNIVERSITA' Il Secolo XIX 16/12/2013 UNIVERSIADI, CILLARA QUINTA "STUDIO E SPORT, CHE FATICA" La Lettura (Corriere della Sera) 15/12/2013 DIETROFRONT, CARI STUDENTI IN RETE L'UNIVERSITA' ONLINE NON FUNZIONA ++

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Rassegna Stampa di sab. 14, dom. 15 e lun. 16 dicembre 2013

SNALS / CONFSAL TG2 INSIEME 16/12/2013 INTERVENTO DI MARCO PAOLO NIGI SUI TEMI DELLA SCUOLA Il Gazzettino - Ed. Treviso 15/12/2013 L'INSEGNANTE SI AMMALA: UN PROF SI PRENDE DUE CLASSI l'Eco di Bergamo 15/12/2013 CONCORSO PRESIDI, ORA E' GIALLO SUGLI ORALI La Nazione - Ed. Empoli 16/12/2013 DAI "QUATTRO MORI" ALLA LISTA. CIVICA ROBERTO RUSSO SI

CANDIDA A SINDACO La Nazione - Ed. Grosseto 16/12/2013 CONSIGLIERE COMUNALE PD1 SI CANDIDA SINDACO A

PONSACCO la Repubblica - ed. Torino 16/12/2013 SCIOPERO GTT CON OTTO CORTEI, SALA ROSSA NEL MIRINO L'Unione Sarda - Ed. Cagliari 16/12/2013 AEROPORTO, VENTI LICENZIAMENTI la Repubblica - ed. Torino 15/12/2013 SCIOPERO GTT UN LUNEDI' DA BOLLINO ROSSO la Stampa - ed. Torino 15/12/2013 TRANVIERI IN SCIOPERO NEL GIORNO DEL VOTO SULLA VENDITA

DI GTT Giornale di Sicilia 14/12/2013 CARENZA DI PERSONALE NEGLI UFFICI IN ARRIVO 100 RINFORZI

PER POSTE ITALIANE Il Quotidiano di Sicilia 14/12/2013 SFORBICIATA SULLE PARTECIPATE MA E' SCONTRO CON I

SINDACATI Torinoclick 13/12/2013 LUNEDI' SOSPESA LA ZTL CENTRALE +++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 16/12/2013 IL RISPARMIO SCRITTO E DISEGNATO Corriere della Sera 16/12/2013 UNA LOTTERIA PER AVERE LO STIPENDIO SCUOLA, LA VITA

INGIUSTA DEI SUPPLENTI Corriere della Sera 15/12/2013 LAVORO, ARRIVA IL FONDO PER TAGLIARE LE TASSE Corriere della Sera 14/12/2013 DOSSIER SULL'INTEGRAZIONE LA FRANCIA RIPENSA IL MODELLO

REPUBBLICANO la Repubblica 16/12/2013 NIENTE FONDI, I SUPPLENTI DA PAGARE ESTRATTI A SORTE la Repubblica 16/12/2013 SCUOLA, LA RIVOLTA DEGLI ADDETTI ALLE PULIZIE "VOGLIONO

LICENZIARCI, IL MINISTRO CI AIUTI" la Repubblica 15/12/2013 ORA RENZI LANCIA LA SFIDA A GRILLO "RINUNCIAMO A 40

MILIONI DI RIMBORSI SE LUI VOTA A FAVORE DEL BI la Stampa 15/12/2013 PUBBLICO IMPIEGO, AUMENTI A TEMPO il Messaggero 16/12/2013 E LA PRESIDE TIRA A SORTE PER PAGARE I SUPPLENTI il Messaggero 16/12/2013 INSEGNANTI, BRUTTA SORPRESA PER I PRECARI: STIPENDI TAGLIATI

PATRIOTTISMO A SCUOLA: ECCO ALCUNI PUNTI FERMI Avvenire 14/12/2013 RELIGIONE IN CLASSE ECCO I VERI DISCRIMINATI il Tempo 14/12/2013 DETRAZIONE DEL 19 PER CENTO SUGLI ACQUISTI DEI LIBRI il Sole 24 Ore 16/12/2013 NORME - LIMITE ALL'ASSEGNO AI FIGLIO ADULTO Corriere della Sera 14/12/2013 GRANDE BRERA: ASSEGNATI I CANTIERI, MA I FONDI SONO UN

QUINTO DEI NECESSARI Corriere della Sera 14/12/2013 UNIVERSITA' E PRATICHE BUROCRATICHE - INTERVENTI & REPLICHE L'Unita' 16/12/2013 QUATTRO PROPOSTE PER L'UNIVERSITA' Il Secolo XIX 16/12/2013 UNIVERSIADI, CILLARA QUINTA "STUDIO E SPORT, CHE FATICA" La Lettura (Corriere della Sera)

15/12/2013 DIETROFRONT, CARI STUDENTI IN RETE L'UNIVERSITA' ONLINE NON FUNZIONA ++

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Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 16/12/2013 LE RISPOSTE CHE SERVONO il Sole 24 Ore 16/12/2013 PROFESSIONI, REDDITI ANCORA IN CADUTA il Sole 24 Ore 16/12/2013 I TAGLI AL WELFARE FANNO BRECCIA NEL NORD il Sole 24 Ore 16/12/2013 NORME - INDENNITA' PER I COCOPRO: DOMANDE ENTRO

DICEMBRE il Sole 24 Ore 16/12/2013 I MIGLIORI RENDIMENTI DISPONIBILI il Sole 24 Ore 16/12/2013 INSERTO - L'INVALIDITA' NON AIUTA IL PUBBLICO DIPENDENTE il Sole 24 Ore 15/12/2013 ALLE PMI IL 60% DEL BONUS RICERCA il Sole 24 Ore 14/12/2013 NUOVI ITER PER ASSUMERE I DISABILI il Sole 24 Ore 14/12/2013 STRETTA BANKITALIA SUI SUPER-STIPENDI CorrierEconomia (Corriere della Sera)

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CorrierEconomia (Corriere della Sera)

16/12/2013 Int. a A.Brambilla: PENSIONI "SI' ALLA SOLIDARIETA' MA NIENTE NUOVE TASSE"

la Repubblica 16/12/2013 FONDI PER ESODATI, POLIZIA, BEBE' STABILITA', PIU'TEMPO ALLA MINI IMU

la Repubblica 16/12/2013 Int. a A.Mastrapasqua: "IL GOVERNO SISTEMA I CONTI INPS I PRECARI FINANZIANO LA PREVIDENZA

Affari&Finanza (la Repubblica)

16/12/2013 CASSA INTEGRAZIONE A 989,9 MILIONI DI ORE TRA L'INIZIO DELL'ANNO A LA FINE DI NOVEMBRE

la Stampa 16/12/2013 ESODATI, DAL GOVERNO 950 MILIONI la Stampa 16/12/2013 MENO FONDI UE PER L'ORIENTAMENTO PROFESSIONALE la Stampa 14/12/2013 NUOVI SGRAVI ALLA RICERCA E TORNA LA TASSA PER ALITALIA il Messaggero 16/12/2013 RENZI: ENTRO UN MESE LA RIFORMA DEL LAVORO AFFONDOA

GRILLO: RIFORME O SEI BUFFONE il Messaggero 16/12/2013 CONTRIBUTI PIU' CARI PER I CO.CO.CO SALVAGUARDATI ALTRI

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GOVERNO Giorno/Resto/Nazione 15/12/2013 LA MANOVRA RIVALUTA LE PENSIONI AI SINDACATI NON BASTA:

MENO TASSE il Sole 24 Ore 14/12/2013 CREDITO D'IMPOSTA PER LA RICERCA Corriere della Sera 14/12/2013 BERLUSCONI CELEBRA CRAXI: NON FUGGIRO' la Repubblica 14/12/2013 ALIERTA LASCIA IL CONSIGLIO TELECOM PER SUPERARE L'IMPASSE

IN BRASILE la Stampa 15/12/2013 LEGGE DI STABILITA' SCOPPIA IL CASO DELLE WEB TAX

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Il Segretario Generale Nigi a TG2 Insieme - 16/12/2013

Si è tenuto questa mattina l’intervento del prof. Marco Paolo Nigi a TG2 Insieme incentrato sui riflessi dell’economia sulla previdenza e sul pubblico impiego in particolar modo sulla scuola. La rubrica è iniziata alle h. 10,00 e

intorno al 16mo minuto è iniziato l’intervento di Nigi. La trasmissione dovrebbe essere visibile già domani sul sito Rai TV all’indirizzo: http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/rubriche/PublishingBlock-1692a423-550a-42be-b8ad-8487ba192c3f.html

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14 dicembre 2013

Concorso Dirigenti scolastici: Pubblicato l’elenco degli ammessi Venerdì sera 13 dicembre l’Ufficio scolastico regionale ha pubblicato l’elenco degli ammessi alla prova orale del concorso per Dirigenti scolastici. Ad annunciarlo Loris Renato Colombo, segretario provinciale dello Snals. «La prima parte della telenovela del Concorso per dirigenti lombardi è giunta al termine, lasciando però insoluto il problema di “chi parteciperà alla prova orale”» commenta il segretario. Rimbalzano tra USR, MIUR e Consiglio di Stato le responsabilità su chi, come e quando parteciperà alla prova orale (articolo 3 del decreto a firma di Francesco De Sanctis). «Ecco, questo è il nuovo problema - prosegue Colombo - chi aveva terminato il precedente iter concorsuale dovrà ripetere la prova orale? La prova orale spetterà solo a chi non era stato ammesso nella precedente selezione? E chi aveva terminato con successo la precedente selezione, e non si ritrova nel nuovo elenco di ammessi alla prova orale, cosa farà. Su queste domande, c’è un’unica risposta: si riaprono i termini per un nuovo e grave contenzioso». Molte i docenti di Bergamo che hanno superato la prova scritta: «Per quel che riguarda lo Snals di Bergamo, due colleghe in più rispetto alla prova precedente, sono entrate nell’elenco degli aventi diritto a partecipare alla prova orale - conclude Colombo -. Come sempre lo Snals, chiariti i dubbi sui partecipanti alla prova orale, organizzerà un corso di preparazione, in collaborazione con gli esperti del CQIA UNIBG». Per informazioni [email protected] e sul sito www.snalsbergamo.it .

15.12.13

Scuola, PAS: stabilito il costo definitivo in Lazio Cristina Pipitone

Dopo tante supposizioni, finalmente si inizia ad avere qualche risposta in merito al costo che i candidati dovranno sostenere per frequentare i PAS (Percorsi Abilitanti Speciali). Il costo è stato stabilito in duemila euro.

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Al momento il costo definitivo riguarda i PAS della regione Lazio, ma si suppone che tale costo possa rappresentare il valore medio per tutte le Università d'Italia che attiveranno i corsi abilitanti speciali. La richiesta di avere un “prezzo sociale” era stata avanzata dai vari sindacati che avevano fatto presente quanto segue: “Il Miur, Le Organizzazioni Sindacali e le Università, dovrebbero considerare la crisi economica che ha colpito duramente il nostro paese e quindi lo Stato Sociale. Pertanto chiediamo che venga applicata ai corsisti dei PAS una quota d’iscrizione SOCIALE. ” In risposta a tale richiesta, in una nota datata 30 ottobre il Miur aveva chiesto alla Crui: “Nell’ottica di garantire omogeneità di comportamento e maggiore sinergia tra le parti interessate nell’attivazione dei PAS, si auspica che la CRUI voglia assumere un ruolo di coordinamento tra il Ministero (Istruzione e Università), gli Uffici Scolastici Regionali e le Università, anche nella definizione di un valore di sistema per il contributo di iscrizione a tali corsi.” Inizialmente si era supposto che il costo potesse aggirarsi intorno ai 1.000/1.500 euro, ma evidentemente le Università, almeno quella del Lazio, non hanno ritenuto sufficiente tale importo. Si protesta per i PAS Dopo la FLC CGIL, adesso anche lo Snals protesta e chiede al Miur di garantire l'attivazione dei PAS per tutte le classi di concorso, anche per quelle snobbate dalle università. Secondo voi, dovrebbe essere il Miur a garantire l’attivazione dei percorsi o lasciare la scelta alle università?

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'T'\ IL GAZZETTINO J_REVISO

Data 15-12-2013 Pagina 4 Foglio 1

l'AllAIME Lo Snals denuncia il fenomeno

L'inse~ante si ammala: un prof si prende due classi

TREVISO - (mf) Gli insegnanti non bastano. Il risultato è che quando qualcuno è assente, perché malato, i prèsidi corrono ai ripari accorpando due classi e affidandole a un unico docente. A volte coinvolgendo anche l'eventuale insegnante di sostegno. La pratica, visti numeri risicçi.ti, è sempre più frequente. Tanto da spingere il sindacato a

lanciare un grido d'allarme. «Dopo moltissi­me segnalazioni siamo costretti a denuncia­re la grave situazione - spiega Salvatore Auci dello ~ - . Questa prassi anomala, vietata da circolari ministeriali e territoria­li, comporta per il personale docente l'as­sunzione di responsabilità penali e patrimo­niali non previste. In più mette a repenta­glio la sicurezza degli stessi alunni pregiu­dicandone il diritto allo studio». «Fino a quando non ci scappa l'incidente grave o il

morto le cose sono destinate ad andare avanti per inerzia - aggiunge - . Ma prevenire è meglio che curare».

La causa di tutto starebbe nèlle leggi degli ultimi anni che, con l'introduzione del maestro unico alle elementari e con il livellamento a 18 ore di tutte le cattedre di medie e superiori, non hanno previsto la possibilità di sostituzio­ne immediata dei docenti assenti. «Fatto sta che non è contemplato dalla normativa vigente l'accorpamento di due classi • chiude Auci - ed è altrettanto illegittimo l'utilizzo improprio del docente di sostegno».

IV

ALD:J~A l~PRUT~SfA

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CECO DI BERGAMO

' TIDAHl'UiNJJ!Si identificare gli autori. «Con la - Unaveratelenovelacon pubblicazione-hadìchiaratoLo­tantodìsuspenseeprobabilicolpi ris Renato Colombo, seg1·etario di scena. Peccato che sia invece la provinciale dello~-dell'elen­storia vissutadagli oltre400 aspi- codegliammessiallaprovaorale, ranti presìdilombardi che da due di coloro cioè che sono staticonsi­giomi sono alle prese con un nuo- derati idonei dopo che le nuove. vo dubbio: devono o meno soste- commissioni hanno corretto per neremmvamentelaprovaorale? la seconda volta gli elaborati, la All'indomaniinfattidellapubbli- prima parte della telenovela del cazione sul sito dell1Jfficio scola- concorso per dirigenti lombardi stico regionale (Usr) dell'elenco è giurita al termine. Il problema degli ammessi alla prova orale del però adesso è un altro: chi parteci­concorso per Dirigentìscolastici, perà alla prova orale?». La que­lasìtuazioneètutt'altrochechìa- stionesiponeperchénelmomen­ra. La vicenda è iniziata a luglio toincuiilconcorsoèstatoblocca-2011 quando il TardellaLombar- to molti dei futuri dirigenti aveva­diaavevain pratica bloccato iano- no già superato la prova orale. Al mina dei dirigenti scolastici che tempostessounbuonnumerodi avevanosuperatodueannidipro- presidìrisultatiidoneiasostenere ve. La sentenza era maturata per- la prova orale adesso non compa­chéle buste dovevenivano inseri- iono nel nuovo elenco. Detto in te le prove scritte erano risultate altre parole: chi era stato promos­trasparenti e dunque si potevano so adesso è bocciato e chi era stato

Per i concorsi della scuola am::orai problemi

Data 15-12-2013 Pagina 17 Foglio 1

bocciato è promosso. Fatto sta che adesso le responsabilità su chi, co­me e quando parteciperà alla pro­va orale rimbalzano tra Ufficio scolastico regionale, Ministero dell'IstruzìoneeConsigliodiSta­to:«Questoèilnuovoproblema­prosegueColombo-chiavevater­minato il precedente iter concor­suale dovrà ripetere la prova ora­le? La prova orale spetterà solo a chi non era stato ammesso nella precedenteselezione?Echiaveva terminato con successo la prece­dente selezione, e non si ritrova nel nuovo elenco di ammessi alla prova orale, cosa farà?». La rispo­sta è una sola: si riaprono i termini penmnuovoe grave contenzioso, L'unicadifferenzaconilconten­zioso precedente che aveva porta­to allarevisionedelle prove scritte èchenonsitrattadiunviziopro­cedurale,quindiiricorsisaranno

personali. In attesa che si sappia qualcosa di più, l'unica certezza è che le prove orali per i candidati ammessisisvolgerannoall'Istitu­to superiore «CremonaZappa» di viale Marche, 71 Milano. Nulla dì più sui possibili giorni di svolgi­mento dell'orale perché, come re­cita il comunicato pubblicato sul sito dell'U sr, «con successiva co­municazione si forniranno indi­cazioni relative alle ulteriori fasi del concorso, fermo restando il sorteggio dellaletteraB, effettuato nella prima prova scritta». «Per quel che riguardalollll!di Ber­gamo-fa sapere Loris Renato Co­lombo-duecolleghe in pìùrispet·· to alla provaprecedente, sono en­trate nell'elenco degli aventi dirit .. to a partecipare alla prova orale. Lollll!lchia.ritii dubbi, organiz­zerà un corso di preparazione». 111

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Data 16-12-2013 Il Sole?]{! mmrn Pagina 19

Foglio 1

Edm:azionefinanziaria. Oltre lOmila studenti delle elementari hanno partecipato nell'ultimo biennio alle iniziative territoriali

Il risparmio scritto e disegnato In preparazione altri incontri con gli alunni delle scuole primarie e secondarie

Paolo Zucca 11111111111 Circa 10mila alunni delle primarie, in 240 scuole, si sono prodotti negli ultimi due anni in un racconto - scritto o visi­vo - sull'importanza del rispar­mio per i ragazzi. Tema d'altri tempi, si potrebbe dire. Resi­duo di una scuola senza cellula­ri e videogiochi. Disegni, inter­viste, temi collage, poesie sem­brano non potersi incrociare con le tecnologie fisse e mobi­li, la realtà quotidiana degli adulti di domani.

Il giudizio di Poste Italiane, che con la Cassa Depositi e Pre­stiti ha dato vita alla seconda edizione del progetto ludico­formativo "Una Storia fatta ap­Posta", è molto positivo. Forse nell'educazione finanziaria c'è più futuro di quanto si possa im­maginare. Anche in passaggi semplici come la storia illustra­ta della famiglia Materazzov, al­tra produzione congiunta con Cassa Depositi e Prestiti.

La «favola sul risparmio per imparare a conoscere un rispar­mio da favola», è ambientata nel paesino di Trequattrini e par la delle vicende di tre fratelli che, confondono il risparmio

GLI INCONTRI

Il risparmio, un valore educativo che insegna ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e ad investire sul proprio futuro umano e professionale, è stato raccontato dai bambini nel libro "L'arte di mettere da parte" che raccoglie una selezione di tutti gli elaborati della precedente edizione. La pubblicazione è stata distribuita ai partecipanti al ciclo dì incontri

coni' avarizia e sono ossessiona­ti dal denaro.

Nel linguaggio dei bambini, ci sono riferimenti importanti, all'esigenza di sicurezza ad esempio.

«I Materazzov - è il racconto - si atteggiavano proprio come quel tizio che guida controma­no in autostrada, sicurissimo che siano tutti gli altri ad andare nella direzione sbagliata.

Ma per loro sfortuna, pro­prio quel giorno, le loro risate non furono l'unica cosa a esplodere. Tornati a casa do­po la giornata di lavoro, che era per l'esattezza un sabato di maggio, estrassero da tasche, borse e cartelle i soldi dell'in­casso settimanale, per andarlo a riporre nel loro nascondiglio preferito che, a questo punto, tutti, anche coloro che hanno il quoziente intellettivo ugua­le a quello di Ivetto, hanno ca­pito qual è: il materasso».

E così via. Storie semplici, in forma di favola con molte illu­strazioni, adatte al lavoro in classe o a casa.

Dopo il successo della prece­dente edizione, anche quest'an­no oltre 120 scuole primarie di

ITALI A

tutto il territorio nazionale so­no state coinvolte in un ciclo d'incontri sulla storia del rispar­mio delle famiglie italiane e le tappe che hanno segnato lo svi­luppo del Paese.

Con l'intento di stimolare un momento di confronto e parte­cipazione attiva, i circa 5mila alunni dell'ultimo tour annuale hanno detto la loro: la loro opi­nione e la loro scelta di linguag­gio - un disegno, un'intervista, un collage, un tema, una vignet­ta o una filastrocca -hanno dato agli organizzatori un segnale delle potenzialità di un argo­mento non solo scolastico.

Il risparmi o, un valore educa­tivo che insegna ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e ad investire sul proprio futu­ro umano e professionale, è sta­to raccontato dai bambini an­che nel libro "L'arte di mettere da parte" che raccoglie una se­lezione di tutti gli elaborati del­la precedente edizione di "Una Storia fatta apPosta". Pubblica­to da Poste Italiane in collabo­razione con Cassa Depositi e Prestiti nel maggio 2013, il libro è stato distribuito a tutti i parte­cipanti, perché come ha scritto

una bambina abruzzese di quarta elementare «Il rispar­mio è utile per non sprecare co­se che possono essere ancora importanti».

Quest'anno,' nella seconda edizione del progetto, ludico­formativo, ognuna delle classi partecipanti contribu\rà al se­condo volume del librò dedica­to all'iniziativa con un proprio elaborato, selezionato con il sup­porto del personale docente.

Saranno dunque ancora una volta i "giovanissimi risparmia­tori" di tutte le regioni d'Italia a spiegare ai più grandi che: "Non si risparmia mai un sorri­so" e che "Il signor Risparmia­ne è un gran simpaticone .. che "non usa la motocicletta ma la sua bicicletta" .

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio è stato inoltre presentato il più ampio progetto educativo "Il rispar­mio fa scuola" che si propone di accompagnare lungo un trien­nio, nel 2014, gli alunni delle scuole primarie e secondarie.

Come ha scritto un bambino vicentino di quinta elementare «Faremo imparare a risparmia­re ciò che serve per amare».

(' RiPRODUZIUNE RISERVATA

Per una bambina abruzzese di quarta elementare cdl risparmio è utile per non sprecare cose che possono essere ancora importantiJl. È uno dei tanti pensieri espressi dai bambini coinvolti nel ciclo di educazione finanziaria

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Data 16-12-2013

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 34 Foglio 1

UNA LOTTERIA PER A VERE LO STIPENDIO SCUOLA, LA VITA INGIUSTA DEI SUPPLENTI

...A.. Più che a una lotteria di Natale fa _,.,,..- pensare a una roulette russa. E non succede in un campo di prigionia dei vietcong, ma in una tranquilla scuola di Pra­to: l'istituto comprensivo Iva Pacetti (mater­ne, elementari, media). A fine anno le casse sono quasi vuote: in tutfo avanzano 5 mila euro. Mancano i soldi per pagare gli stipendi dei 18 supplenti. Come fare?

La preside Luigia Anna Aroma.turo ha un'idea: estraiamo a sorte chi verrà pagato e chi no. I fortunati vincitori sono cinque: quat­tro insegnanti e un addetto ai servizi scolastici. E gli altri 13? Dovranno aspettare fino a gennaio per ricevere lo sti­pendio di novembre e di­cembre. E pazienza se ci so­no di mezzo le Feste di Nata­le e quei soldi facevano particolarmente co­modo. Pazienza, anche se a pagare come sempre sono i lavoratori già meno garantiti. Quei supplenti brevi che vengono chiamati dalle scuole quando un collega va in malat­tia. Che stanno attaccati al telefono aspet­tando una chiamata del dirigente scolastico per sapere se quella settimana lavoreranno ancora, Che spesso non vivono nemmeno nella stessa città: hanno casa e famiglia lon-

tano e una bella fetta del loro stipendio da 1

1000-1200 euro al mese se ne va in viaggi e nell'affitto di un appartamento con altri col- I

leghi super precari come loro. Pazienza.I soldi arriveranno sì, ma a gennaio.

Possibile? Ricorrente, purtroppo. Lo dice I

la Uil che ha denunciato il caso. Diversi isti-1 tuti arrivano alla fine dell'anno avendo esau­

rito i fondi per pagare gli stipendi dei sup- I

plenti brevi. L'Associazione italiana insegnanti e forma- I

tori, parla addirittura di mi­gliaia di docenti condannati a restare a bocca asciutta. Lo I

ammette anche il ministero, che però sottolinea come la I

preside abbia seguito una procedura «non corretta» I

perché «gli stipendi andreb­bero pagati in base alla data I

d'inizio della supplenza». Un modo meno casuale di pagarli in ritardo I

ma non per questo più «giusto». L'auspicio è che il 2014 segni un'inversione di rotta, co­me già annunciato dal decreto voluto dal mi- I

nistro Carrozza con lo stanziamento, per la I

prima volta dopo anni solo di tagli, dei «pri­mi» 400 milioni per far ripartire la scuola. I

Basteranno? Orsola Riva © RIPRODUZfONE RISERVATA I

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Lavoro, arriva il fon do per tagliare le tasse Il governo interviene su esodati, polizia e scuola

ROMA - Sarà costituito un apposito fondo per indi­rizzare all'abbassamento del­le tasse sul lavoro i risparmi ottenuti dalla spending re­view nonché le risorse recu -perate dl!lla lotta all'evasione fiscale. E una delle misure previste nel pacchetto di emendamenti alla legge di Stabilità in via di presenta­zione da parte del governo, disponibile così ad accogliere le richieste dei sindacati che per tutta la giornata di ieri hanno organizzato presidi (uno anche davanti a Monte­citorio) e manifestazioni che hanno visto anche episodi di tensione, a Torino, dove si sono verificati scontri tra stu­denti e polizia.

Nelle proposte dell'esecu­tivo c'è anche il previsto au­mento dei finanziamenti de­stinati a sostenere il percorso di accesso alla pensione degli esodati (la salvaguardia do­vrebbe riguardare altri 20 mi­la lavoratori) nonché alcuni interventi a favore delle forze di polizia e della scuola. Ma ieri in commissione Bilancio della Camera, che sta esami­nando la legge di Stabilità in vista del voto dell'Aula - che dovrebbe iniziare martedì-,

sono emerse anche altre no­vità. La principale è l'appro-

vazione di un emendamento presentato dal relatore Maino Marchi (Pd) che prevede la rivalutazione delle pensioni tra tre e quattro volte il mini­mo Inps, quindi tra i.500 e 2.000 euro, al 95% dell'infla -zione anziché al 90% come previsto dal testo del provve­dimento arrivato dal Senato. Sempre ieri è passata al voto della Commissione - con l'approvazione di un emen­damento a firma Marco Causi (Pd) - la rimodulazione del taglio al cuneo fiscale con l'ampliamento delle detra­zioni per i redditi fino a 28.000 euro. Nel testo varato dal governo il limite era di 55 mila annui, sceso poi a 35 mi­la nella versione passata al Senato, che assegnava il be­neficio massimo di 220 euro netti l'anno ai possessori di redditi attorno ai 15 mila eu­ro.

Un altro emendamento ap­provato ieri determina il su -peramento del cosiddetto «galleggiamento», in base al quale coloro che nell'ammi­nistrazione pubblica hanno ricoperto alcuni ruoli o inca -richi ne conservano la retri­buzione anche se tornano al -le mansioni originarie di li­vello inferiore. L'emenda­mento prevede invece che questo meccanismo non sarà più possibile ma che tutti sa-

ranno retribuiti per il lavoro effettivamente svolto.

La commissione Bilancio ha dato via libera anche a una norma antievasione del Pd per le transazioni che riguar­dano gli atleti professioriisti, dunque soprattutto i calcia -tori a cui di solito vanno i compensi più elevati.

Al pacchetto di misure pas­sate ieri si aggiungono le no­vità del giorno prima, in par­ticolare la web tax che impo­ne di pagare l'Iva ai soggetti che offrono servizi online, pubblicità o vendita di spazi pubblicitari visualizzati nel territorio italiani, da Google in giù e che ha subito creato polemiche. «Chi guadagna in Italia è giusto che paghi le tasse in Italia» ha tagliato corto il presidente della com -missione Bilancio Francesco Boccia spiegando che «Con la nuova web tax tutte le azien­de saranno finalmente uguali davanti al Fisco. Non si tratta, dunque, di una nuova impo­sta ma di un atto di equità e giustizia: da questo punto di vista non c'è differenza tra le multinazionali americane e le piccole imprese di Busto Ar­sizio o Matera».

Il dibattito sulla legge di Stabilità in commissione ri -prenderà questa sera.

Stefania Tamburello ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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La manovra

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Il

Pensioni Le pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro saranno rivalutate fino al 95%. Lo prevede un emendamento del relatore Maino Marchi (Pd) alla legge di Stabilità approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera. In tema previdenziale il Pd ha anche presentato una proposta di modifica che intende impedire il cumulo tra pensione e incarichi pubblici. Si interviene dunque sul trattamento riservato ai dipendenti pubblici che vanno in pensione e assumono nuovi incarichi.

Esodati Nelle proposte di modifica che il governo intende presentare nelle prossime ore è anche previsto un nuovo intervento per favorire i pensionamenti dei cosiddetti lavoratori «esodati», rimasti senza trattamento previdenziale per effetto della riforma Monti- Fornero. Secondo le prime anticipazioni sì procederà per 20 mila aventi diritto alla pensione nel 2014, rispetto ai 6 mila già previsti nel testo della legge di Stabilità.

Googletax La commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera a un emendamento del Pd alla legge dì Stabilità che introduce la «Web tax», battezzata anche «Google tax». «I soggetti passivi che intendano acquistare servizi online sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media e operatori terzi - si legge nel testo dell'emendamento- sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana».

Tobintax La Tobin tax varata lo scorso anno, quantificata in 1 miliardo, ha fruttato meno di 200 milioni, producendo un mancato gettito di circa 800 milioni. Ora un emendamento bipartisan (primo firmatario Luigi Bobba, Pd) allarga la platea a tutte le transazioni e i derivati ma abbassando l'aliquota dallo 0,2 allo 0,01 %. L'emendamento è stato accantonato alla commissione Bilancio di Montecitorio, il governo è contrario alla modifica dell'attuale legislazione.

Evasione e caldomercato Via libera della commissione Bilancio a una norma antievasione del Pd per le transazioni che riguardano gli atleti professionisti, dunque soprattutto i calciatori, a cui di solito vanno i compensi più elevati. L'emendamento prende in esame il rapporto tra società, procuratore e sportivi. Introduce un prelievo del 15% sull'importo derivante dalla compravendita degli atleti e ha lo scopo di far emergere utili spesso nascosti al Fisco.

GI .......... Le proposte di modifica dell'esecutivo saranno presentate stamattina alla Camera

w Superato il cosiddetto «galleggiamento» per le retribuzioni nella pubblica amministrazione

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Data 14-12-2013

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Le proposte

Svolta radicale sui termini

1 Basta parlare di integrazione e assimilazione: al loro posto riconoscimento delle identità multiple della Francia

H tabù del velo devemdere

2 Il divieto di portare il velo a scuola, punto più controverso della «Legge sulla laicità» del 2004, deve essere abolito

Valoriuare l'identità arabo~orientale

3 Riconoscere l'identità arabo-orientale della Francia e insegnare l'arabo a scuola sono tra le proposte presentate al premier Jean- Mare Ayrault (nella foto sopra)

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Velate Donne musulmane a Parigi: tra le indicazioni del rapporto, il sì all'uso del velo nelle scuole

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la Repubblica >U~

La scuola non ha soldi lo stipendio si tira a sorte MAURIZIO BOLOGNI

FIRENZE

IN RITARDO i trasferimenti di denaro dal ministero, pochi soldi nelle casse delle

scuole, non abbastanza per pagare lo stipendio a tutti i supplenti. E allora tornai! sor-

Data 16-12-2013 Pagina 25 Foglio 1 / 2

teggio per stabilire aqualiinse­gnanti versare il mensile. Do­po Grosseto, la lotteria della paga si è ripetuta a Prato.

APAGINA25 CON UN ARTICOLO

DI INTRAVAIA

Niente fondi, i supplenti da pagare estratti a sorte Prato, la decisione della preside: ho 5mila euro in cassa, devo sceglierne 5su18. Allarme in tutta Italia MAURIZIO BOLOGNI

FIRENZE - In ritardo i trasferi­menti di denaro dal ministero, pochi soldi nelle casse delle scuo­le, non abbastanza per pagare lo stipendio a tutti i supplenti. E al­lora torna il sorteggio per stabilire a quali insegnanti e amministra­tivi precari versare il mensile. Do­po il caso di primavera a Grosse­to, la lotteria della paga si è ripe­tuta a Prato: 5 su 18 "fortunati", quattrodocentieunarnministra­tivo,icuinomisonouscitidalsor­teggio deciso dalla preside dell'I­stituto comprensivo Iva Pacetti, hanno ricevuto lo stipendio di novembre.

Gli altri, insieme a migliaia di loro colleghi in tutta Italia, faran­no "Natale magro" -come dice il sindacato Anief - e dovranno aspettare gennaio per riscuotere. «IlMiur-fa infatti sape-re il ministe-

GUISTinm Sono oltre 8.000 le scuole in Italia e una gran parte sarebbero in difficoltà per il ritardo dei trasferimenti di risorse dallo Stato

IL "DEBITO" Ammonta a circa 30 milioni quanto lo Stato trasferirà alle scuole a gennaio per finire di pagare gli stipendi di nòvembre ai "precari brevi"

ro-na co­perto com­pletamente le prestazio­ni perle sup­plenze brevi fino al 31 ot-tobre e in buona parte, ma non completamentepermancanzadi disponibilità sul capitolo sup­plenze, fino al 30 novembre».

A fronte di un esborso di 35 mi­lioni, sono slittati versamenti per 30 milioni. Ai precari brevi saran­no pagati a gennaio metà dei compensi di novembre, tutti quelli di dicembre e le quote di tredicesima.

Il caso scoppia dopo quanto è successo nei giorni scorsi a Prato, all'Istituto comprensivo Pacetti che comprende due scuole del­l'infanzia e una elementare. Pa­gati professori di ruolo e supplen­ti annuali - che dappertutto ri-

scuotono direttamente dal Miur in base ad una programmazione annuale- il problema si è aperto peri supplenti chiamati a sostitu­zioni di pochigiornieilcuiimpie­go è comunicato dalle scuole al ministero che di volta in volta ero-

D Mhu-: 30 :milioni di co1npen.si dei ~brevi aniVel"annO solo a ge:n:naio

In Toscana

Nell'istituto comprensivo Pacetti di Prato ci sono due scuole dell'infanzia e una primaria. Un sorteggio analogo a marzo al Linguistico Raspini di Grosseto

trasferimenti di denaro farragi­ga i fondi. In cassa la dirigente no si, destinati alla scuola così co­scolastica pratese aveva solo mealleimprese,cheintuttaitalia 5.000 euro, che sarebbero dovuti finiscono per colpire le persone». servire per compensare 18 preca- Che quello dei supplentidiPra­ri per le loro prestazioni di no- to non sia una caso isolato lo am­vembre.Inteoria,277 euroatesta. mette lo stesso Miur. «La parte La direttrice ha scelto un'altra mancantepercompletareipaga­strada: il sorteggio, che ha "pre- mentidinovembreefarequellidi miato" 4insegnantieunammini- dicembre - assicura il Miur -strativo. Gli altri aspetteri:n11:0. sarà pagata a gennaio come già

Sempre. a Prato all I~titut~ · anticipato in forma scritta alle comprensivo Malaparte, di soldi ' scuole ma la scelta di estrarre a in cassa ce n' ~rana 3.o.oo .per ci!1- . sorte i ~upplenti da pagare non è que. supple.n~ d~ re~nbmre. S1 è corretta: i compensi vanno ero­dec1sod1 pnvi1:eg1are1trecomple- gati in ordine cronologico, in ba­tamente a canea della scuola, la- se cioè alla data di inizio della sciando all'asciutto gli alt:_rl eh~ . su'pple~a>>. svolgonosupplenzeanchemaltn Protesta il sindacato. «A salta­isti~ti. <~cune s.cuole hanno da- re sono gli emolumenti, quote di to p1ccoh acconti, con la pros.pet- tredicesime comprese, da asse­tiva di .saldare tutt~ a genna10 o 1 gnare ai dipendenti più deboli -febbrruo»comple~ailquadropra- attacca Marcello Pacifico, presi­teseAlessandro Rizzello, segreta- dente del sindacato Anief - Si rio della Uil Scuola. Il sorteggio, tratta di una situazione intollera­inve~e, c' ~r~giàstato ~~~oalli- bile perché si vaainfierire sulle già ceo lingmst1co Rosmm1 d1 Gro~- pessime condizioni economiche seta. «Speravamo che fosse la pn- e lavorative che devono affronta­ma e l'ultima volta, mi turba sa- re i docenti della scuola italiana, pere che è succ~sso di nuovo» ?i- quelli che ricevono stipendi tra i ceStell~Targ~tti,assessorereg10.- più bassi dell'area europea: in naleall 1struz10ne. «Occorre che il media trai 1.200edi1.300 euro». sistema pubblico ponga fine a

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LA STAMPA

fyb~~co impiego, aumenti a tempo Chi ricopre mcarichi superiori a termine quando torna indietro non conserverà la paga più alta

G alleggiamento, addio. Per gli statali cade un altro piccolo, antico pri­vilegio: conservare lo stipendio anche quando

si cessa da un incarico importante e si torna alle mansioni originarie. Ar­riva un emendamento di Andrea Giorgis, Pd, alla Legge di Stabilità che cambia le regole del cosiddetto «divieto di reformatio in peius». In pratica, l'impossibilità di tornare in­dietro. «Vorrei che fosse chiaro - di­ce Giorgis - che la nostra non è una proposta contro la ·pubblica ammi­nistrazione, ma al contrario a sua di­fesa, per eliminare contraddizioni e irragionevolezze che sempre meno vengono capite». Il governo è d'ac­cordo. «Prinçipio sacrosanto - com­menta il ministro Gianpiero D'Alia, Pubblica amministrazione - perché il trattamento economico' dev'essere commisurato alla funzione. Si è pa­gati per quel che si fa, non per quello che si è fatto».

Una lunga lotta, quella condotta contro il «galleggiamento». I «gal­leggiamenti», anzi. I cultori della materia ricordano che fu nel 1987 che una leggina introdusse la prima

IL PRINCIPIO D'Alia: «Giusto essere pagati

per quello che si fa e non per ciò che si è fatto»

forma di galleggiamento per quelli che all'epoca erano militari di car­riera: si prevedeva che non potesse esserci sperequazione di trattamento tra chi si occupava di cose uguali. E così però era sufficiente che un uffi­ciale dal trattamento economico più elevato transitasse di grado, anche per un solo giorno, per far corrispon­dere l'identico trattamento economi­co a tutti i colleghi. Ne approfittarono subito i magistrati dei Tar, del Consi­glio di Stato, e via così. Cominciarono a galleggiare anche le retribuzioni di magistrati e parlamentari. E poi si ag­ganciarono al galleggiante anche i consiglieri regionali. Tutti protesi nella corsa all'insù, come turaccioli. Un primo freno, raccontano le crona­che, arrivò dal governo Goria nel 1992.

Ma la fantasia itali:Ca non conosce limiti e nel frattempo nasceva un altro galleggiamento molto ambito nel mondo della pubblica amministrazio­ne. Quello di chi conserva vita natural durante lo stipendio maturato duran­te un incarico temporaneo.

Accadeva con i magistrati «presta­ti» temporaneamente alla Corte co­stituzionale, oppure al Csm, o al Par­lamento: incarichi di prestigio .e me­glio pagati. Ma quando tornavano nei ranghi, il cedolino era lo stesso. Oppu­re con chi riceveva, nell'ambito di un ufficio comunale o regionale, una pro-

mozione fiduciaria. Capitava spesso e volentieri che poi, con i cambi di mag­gioranza, ci fosse un valzer di promo­zioni. E chi tornava indietro· aveva co­munque il vantaggio di conservare la retribuzione più grassa. «Ai professo­ri. universitari - ricorda Giorgis, che questa materia ben la conosce essen­do docente di Diritto costituzionale all'Università di Torino - è dal 2012 che il galleggiamento è stato cancella­to. Accadeva spesso che qualcuno avesse un· incarico presso una Autho­rity oppure presso il Consiglio supe­riore della magistratura. Quando rientrava all'università, però, lo sti­pendio era ormai blindato».

Un tema che Giorgis aveva solle­vato in Parlamento già qualche mese fa, «perché è_giunto il momento di superare una prassi che ha determi­nato una disparità di trattamento tra persone che hanno la medesima anzianità e svolgono la medesima at­tività lavorativa». In quell'occasione gli rispose il viceministro Stefano Fassina: «Tale principio è stato invo­cato più volte anche in !ì,ede conten­ziosa e la prevalente giurisprudenza formatasi sulla materia lo ha ritenu­to applicabile anche a seguito della privatizzazione del pubblico impie­go. Si è dell'avviso che la questione dovrebbe essere affrontata median­te appositi interventi legislativi. Certamente necessari».

i Il «galleggiamento» è nato per i militari

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LA STAMPA

Sa na

Fondi alle case . . . m zona sicura Il Piano che il Commissario per Ì'alluvione in Sardegna dovrà predisporre per la ricostruzione, «déve favorire la delocalizzazione in aree

sicure degli edifici costruiti nelle zone a rischio idrogeologico» .La

collocazipne in aree sicure sarà requisito essenziale perché i lavori possano usufruire dei finanziamenti che saranno destinati alla ricostruzione delle zone colpite dall'alluvione.

Ristrutturazioni

Scuole sicure c'è 1'8 per mille I fondi dell'S per mille che i contribuenti destinano allo Stato, andranno anche alla «ristrutturazione, miglioramento, messa in

sicurezza, adeguamento antisismico e.ci efficientarnent o energetico degli immobili

di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica». Uernendarnento, approvato dalla commissione Bilancio della Carnera nella seduta notturna, è stato presentato dai Cinque stelle.

Pari opportunità

Per i consiglieri · 500 mila euro

. Il Fondo che sostiene le attività di controllo delle consigliere e dei consiglieri per le pari opportunità, con la manovra, nel 2014 sarà

rifinanziato per una cifra complessiva pari a 500 mila euro.La misura è

entrata nel testo finale grazie a·un emendamento alla legge di stabilità promosso dell'esponente del Pd Roberta Agostini e approvato dalla commissione Bilancio della Carnera.

Notai

Salta il tetto alle garanzie Salta il tetto sui depositi utilizzati a garanzia dai notai per mettere in sicurezza le compravendite e gli atti registrati di loro

competenza. Il limite fissato con le . regole precedenti si attestava

invece a lOOmila euro. La modifica è contenuta in due emendamenti approvati dalla commissione Bilancio della Camera, tra cui uno a firma di Stefania Covello (esponente del Pd).

Demanio

Terre agricole . . ' . . ai p1u giovam Quando si tratta di decidere la vendita o l'affitto dei terreni demaniali di proprietà dello Stato (quelli agricoli e quelli a vocazione

agricola), non utilizzabili per altre finalità istituzionali sarà inserita una riserva

delfordine del 20%, a favore. della locazione dei terreni in questione da parte dei giovani imprenditori agricoli. La condizione è che gli stessi abbiano un'età cornvresa tra i 18 ed i 40 anni.

Non vedenti

800 mila euro al polo tattile Per il Polo tattile multimediale della Stamperia regionale braille Onlus di Catania, che stringerà un accordo con la

Biblioteca nazionale per ciechi Regina Margherita sono in arrivo 800 mila euro

per il 2014. Il tutto grazie ad un emendamento alla legge di stabilità approvato dalla commissione Bilancio della Carnera. Curioso che la proposta sia stata presentata dalla Svp.

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Data 16-12-2013 Pagina 14 Foglio 1

E la preside tira a sorte per pagare i supplenti

FIRENZE I soldi non bastano per tutti. Così, per decidere chi pren­de lo stipendio, ci si affida al sor­teggio. A scegliere, come estrema ratio, la lotteria per pagare i sup­plenti è stata la preside dell'istitu­to comprensivo Iva Pacetti di Pra­to che, amareggiata, non ha avu­to altra strada se non quella di af­fidare alla dea bendata l'onere di selezionare i maestri da pagare e quellì da lasciare a secco. La deci­sione è stata sofferta, ma i 5mila euro rimasti nelle casse dell'isti­tuto - due scuole per l'infanzia e una primaria - non potevano co­prire gli stipendi dei 18 precari che hanno lavorato a novembre con incarichi brevi: sarebbero toccati 277 euro a testa, troppo

pochi per tutti. Non rimaneva che il sorteggio dei 5 fortunati, ri­sultati essere 4 docenti e un ad­detto ai servizi scolastici.

Il fatto è potuto accadere per­ché, mentre gli insegnanti di ruo­lo e i supplenti con incarichi lun­ghi vengono pagati dal Miur, i do-

PRATO, IN CASSA SOLO 5.000 EURO: SORTEGGIATI 5 PRECARI SU 18 «RISCHIA DI SUTT ARE TUTTO A FEBBRAIO»

centi a breve termine ricevono gli stipendi dalle scuole e i diri­genti scolastici devono pagarli con ciò che hanno in cassa. «Il Ministero non ha accreditato i fondi - spiega Alessandro Rizzel­lo, segretario della Uil Scuola di Prato - e gli istituti che avevano già usato i soldi erogati a settem­bre per pagamenti precedenti, si sono trovati a secco. Questo non accade solo a Prato, ma ovunque, solo che nelle scuole dove ci sono stati pochi supplenti i soldi sono bastati, in altre dove arrivavano

. quasi alla cifra necessaria sono stati versati acconti, in altre anco~ rasi è scelto chi pagare in base al­le singole situazioni economi­che». Un disguido tecnico sui tra­sferimenti che rischia - secondo la Uil pratese- di far slittare i pa­gamenti a febbraio. «Un fatto gra­vissimo - aggiunge Rizzello - per­ché salterà anche la tredicesima e perché accade sotto Natale. È al­lucinante che persone laureate, pagate 1200 euro al mese, che a volte arrivano a spese proprie dalla Sicilia o da altre regioni,

LA BEFFA In 13 senza stipendio

non vengano pagare».

I PRECEDENTI La «riffa» per gli stipendi dei pre­cari non è una novità. Otto mesi fa accadde a Grosseto, all'istituto Rosmini, a maggio scorso invece toccò ad una scuola Avigliana, in

Piemonte. E rischia di succedere ancora, dicono i sindacati. Men­tre la Uil oggi farà una ricognizio­ne per capire la situazione gene­rale e promette battaglia, si sono mosse le istituzioni. «La Regione è pronta ad intervenire» ha detto l'assessore regionale all'istruzio­ne Stella Targetti. «Già una volta abbiamo espresso la nostra indi­gnazione preparandoci a far fronte al bisogno, e siamo pronti ad intervenire di nuovo sperando che la situazione si risolva al me­glio come accadde per Grosse­to». Si muoverà anche il Comune, per capire se possano essere atti­vati progetti per evitare che acca­da di nuovo. «Non li lasceremo soli» assicura l'assessore all'istru­zione di Prato Rita Pi eri.

Silvia Pasquini ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola, Natale con sorpresa stipendio tagliato ai precari ~Il Tesoro non paga più le ferie: 1.000 euro in meno in busta paga ROMA Brutta sorpresa natalizia per i precari della scuola. In no­me dei tagli alla spesa, da que­st'anno non vengono più pagate le ferie maturate. E molti inse­gnanti nella busta paga di que­sto mese hanno trovato circa mille euro in meno. Tutto nasce dalla legge sulla spending re­view varata dal governo Monti, nel 2012, che ha previsto la non monetizzazione delle ferie ma­turate per il personale del pub­blico impiego. Quella legge però non dava indicazioni specifiche per i precari del settore scuola,

Insegnanti, brutta sorpresa per i precari: stipendi tagliati

perciò è stato necessario aggi un- con la successiva legge di stabilità. E ma -sostiene l'Anief-la s~u?la aye: gere una precisazione con la la precisazione è la seguen~e: per il va ~bagliato il. comp~~o dei gior?i di successiva legge di stabilità. personale della scuola le fene posso- fene maturati. M~lti mse~an~ v~-

Camplone a pag.14 no essere monetizzate, però dalcon- dono ~ra c?meumca soluzio~e i.In-to delle ferie maturate bisogna sot- corso m trtbunale per vedersi neo­

... Il Tesoro non paga più trarreigiorniincuil'~ttivitàdidatti: no~cere il .~roprio di?tto. La S!es.sa . . ca è stata sospesa, cioe le vacanze di Amef ha gia pronte crrca un migha-

le f ene: ClfCa 1. 000 euro Natale, di Pasqua e una parte di giu- io di diffide. Anche gli altri sindacati · no i'n busta paga gno. Per i docenti di ruolo gli effetti della scuola non stanno a guardare In me di questa norma sono nulli: per loro e stanno organizzando vertenze, do-

le vacanze arrivano regolarmente po aver inviato, nei mesi scorsi, una ---- -------- con la chiusura estiva delle scuole, e lettera congiunta al ministero del-i l le mensilità di retribuzione restano l'Istruzione chiedendo di fare chia-

sempre dodici più tredicesima. Di- rezzasullaquestione.Ipotenzialiin­ROMA Era un extra. Una risorsa eco- verso è il caso dei precari con con- teressati sono molte decine di mi­nomica in più per le pause estive trattoadiecimesi.Perloroilrappor- gliaia,sesicalcolacheidipendentia senza lavoro. Quasi uno stipendio in to di lavoro si interrompe ogni anno tempo determinato nella scuola so­aggiunta su cui poter contare. Ora: a luglio e agosto per poi riprendersi no circa 150 mila e gran parte di que­però, in nome dei tagli della spesa, ai a settembre. Questo diverso mecca- sti ha il contratto a 10 mesi. Il taglio precari della scuola non vengon? nismo di calcolo delle ferie si tradu- delle ferie per il Tesoro porta un ri­più pagate le ferie maturate, come e ce dunque in un taglio consistente sparmio complessivo che può aggi­sempre awenuto fino ad adesso.~ dello stipendio. E quel taglio si fa rarsisuilOOmilionidieuro. molti insegnanti che a dicembre si sentire tutto a dicembre, il mese in aspettavano di vedersele pagate al- cui veniva normalmente erogato il L'ERRORE INFORMATICO meno per l'ann? scol~stico ~ppena pagamentodelleferiematuratel'an- Un'altra brutta sorpresa è arriva­passato, sono nmasti delusi: nella noprima. ta poi per altre migliaia di sup­busta paga di questo mese hanno Gli interessati però contestano il plenti, docenti e Ata, quelli che so­trovatocircamilleeuroinmeno. principio introdotto dalla nuova stituisconoicolleghidiruoloperpe-

legge. Il fatto che per molti giorni riodi ridotti (pochi giorni o poche LA LEGGE dell'anno scolastico non ci sono le- settimane di lezione). Per loro il Na­Quell~ delle feri~ dei p~ecari è una zioni per gli studenti - dicono - non tale sarà senza stipendio, anche se si quespone eh~ si t~asc:ma. d.a tem: significa che in quei giorni gli inse- tratta solo di un ritardo. «A c~usa po. «E l'ennesima mgrustizia per i gnanti non lavorino: in quei periodi del mancato rifornimento del Siste­supplenti», sostiene Marcello Pa- idocentiinrealtàsonospessoobbli- ma informatico dì contabilità e ge­cif~c?, presi~ente dell' Anief, uno gati ad andare comunqu~ ~l l~vor? stione ~cono~ca da pa~e ~el minì­dei smdacati della scuola. T~tto na- per programmare le attività dida~- stero sl~ttano i pagamenti d~ novem­sce dalla legge sulla Spendm~ re- che. Per non parlare del fatto che li bre e dicembre», che defimsce que­view varata dal governo Monti, nel trattamento non è stato uguale per sto contrattempo «intollerabile» vi-2012, che ha previ~to la non mon~- tutti: in alcuni istituti i dirigenti l'an- ste «le già pessime condizioni eco­tizzazione delle fene ~atu~ate ~er li no scorso hanno imposto le ferie co- nomiche e lavorative che i docenti personale del ~ubbhco i~pi~go. atte a Natale e Pasqua, in altre no, e della scuola italiana devono affron-que~a le~e pero n?n dav~ mdica- c'èpersinochièstatochiamatoare: tare». . ziom specifiche p~r ~ precan del set- stituire un giorno di lavoro perche Alessia Campione tare scu.ola, percio e stato i:iec~ssa- nella fretta di applicare questa nor- ©R1PRoouz10Nrn1sERvArA rio aggrungere una precisazione

I numeri IL PERSONALE OELLA SCUOLA

; IPRECARI

' Non docenti 50.000

RIDUZIONE SOLO PER Il PERSONALE DELLA SCUOLA CON CONTRATTO A 10 MESI NESSUN PANNO PER CHI E DI RUOLO I DANNEGGIATI PRONTI A FARE RICORSO BEFFA ANCHE PER I SUPPLENTI "BREVI'': PER UN ERRORE ZERO € A DICEMBRE

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Data 14-12-2013 Pagina 3 Foglio 1

Se si esclude l'lrc dalla valutazione, l'ideologia prevale sulla legge

RELIGIONE IN CIASSE ECCO I VERI DISCRIMINATI

~~11 1 wi,i, ardo pomeriggio, aula magna di un prestigioso liceo di una grande città. Il collegio docenti si sta protraen~o oltre il tempo previsto. E da tre ore che si

discute di molte cose (incarichi aggiuntivi ai professori, viaggi di istruzione, insegnamento sperimentale di alcune materie in inglese ... ), molti colleghi sono stanchi (sono ormai le 18, dopo una mattinata di scuola), finché si arriva a trattare il punto dell'ordine del giorno relativo ai criteri per l'attribuzione del cosiddetto "credito scolastico". Si tratta di quel punteggio che contribuisce ogni anno a determinare la media finale della valutazione di ogni alunno, media che a sua volta andrà a comporre una quota del voto di maturità. Una collega chiede la parola: a suo parere, gli studenti che hanno scelto di awalersi dell'insegnamento della religione cattolica (Ire) non hanno diritto a vedersi riconosciuta nel credito scolastico, la valutazione di ' questa materia. Perché mai? Perché - a suo dire - così verrebbero discriminati gli alunni che non fanno religione, visto che la scuola, a causa di problemi organizzativi, non sempre

è in grado di garantire l'ora di una materia alternativa. Tesi quanto meno bizzarra: in che modo si discriminerebbe qualcuno che sceglie di non awalersi dell'Irc, se si valuta chi invece la segue? Non si tratta certo di attribuire dei punti in più ai ragazzi che scelgono l'Irc, ma di consentire loro di essere valutati adeguatamente anche in questa disciplina. Interviene con pacatezza un docente di Ire, ricordando a tutti i colleghi il senso della sua materia: non certo un'ora di "catechismo", come qualcuno forse ancora pensa (non so quanto in buona fede), ma un momento di approfondimento di tipo storico, sociale e culturale. Un'ora, anche, in cui i ragazzi sono liberi di discutere le grandi questioni dell'esistenza e i tanti problemi pratici della loro vita. Non parlo pro domo mea (giacché non insegno religione), ma vedo che è così, e che la qualità di questi docenti (ormai quasi tutti laici) negli ultimi anni è molto cresciuta, grazie ali' accurata selezione compiuta dagli uffici diocesani. Un collega di storia e filosofia interviene dicendo che non è accettabile che siano le diocesi a decidere chi debba insegnare nella scuola statale. Un altro docente gli fa presente, con sano buon senso, che non è certo questa la sede per mettere in discussione il Concordato. A me piacerebbe chiedergli chi debba mai individuare i docenti di Ire se non 1' autorità che rilascia i relativi titoli abilitanti che è, appunto, l'autorità ecclesiastica, visto' che in Italia a un certo punto si decise che la

teologia nelle università statali non dovesse essere insegnata. Sarà per la stanchezza generale, fatto sta che il dirigente scolastico accetta che si metta ai voti la proposta di eliminare l'Irc dalle materie che vanno a costituire il credito scolastico. La proposta passa a larga maggioranza. Peccato però che la delibera del collegio docenti sia palesemente illegittima. C'è una sentenza del Consiglio di Stato del 2010 (che ha riformato una precedente sentenza del Tar Lazio): in essa si dichiarano legittime le ordinanze ministeriali nelle quali la frequenza, con interesse e profitto, dell'Irc è ammissibile tra i criteri di attribuzione del credito scolastico insieme agli altri; si raccomanda di istituir~ anche l'ora alternativa, ma la sua non attivazione non elimina la possibilità di riconoscere la frequenza all'Irc. Non si può dunque avallare l'arbitrio di ignorare gli elementi che la norma ci impone di considerare quando valutiamo i ragazzi. Dunque stabilire che in una scuola questo criterio non sarà riconosciuto è illegittimo, giacché il collegio docenti è un organo deliberante, non certo legiferante. Ancora una volta l'ideologia prevale sulla realtà (e sulla legge), violando, tra l'altro, il patto educativo tra scuola e studenti. Sulla base di questo patto molti, anzi la gran parte dei ragazzi e delle loro famiglie, hanno scelto di awalersi dell'Irc, convinti che ciò avesse un peso sulla valutazione. Ora tale diritto viene loro negato. A questo punto chi è discriminato?

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Data 14-12-2013 Pagina 5 Foglio 1

Cultura L'agevolazione fino a un massimo di 2000 euro. Mille per pubblicazioni scolastiche e universitarie, mille per tutto il resto

Detrazione del 19 per cento sugli acquisti dei libri

•Detrazioni fiscali del 19% per chi compra libri, fino ad un massimo di 2000 euro all'anno. Lo prevedei] di­segno di legge «Destinazione Italia», approvato ieri dal Consiglio dei mi­nistri. «Per favorire una maggiore diffusione della lettura dei libri car­tacei-si legge nel comunicato di pa­lazzo Chigi- è riconosciuta una de­trazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell'anno solare per l'acquisto dilibri, per un impor­to massimo di2000 euro, di cui 1000 euro per i libri scolastici ed universi­tari e 1000 euro per tutte le altre pub­blicazioni". Ma il ddl prevede anche detrazioni fiscali per interventi di connessione digitale. «Si tratta di promuovere la diffusione dei servizi di connettività" digitale" - spiega an -

Cultura Il ministro Massimo Bray

cora palazzo Chigi - mediante un'agevolazione per gli interventi volti ad assicurare una connessione digitale veloce per le Pmi; la detra­zione di imposta è' del 65% per un massimodi20.000euro,pergliinter­venti di rete fissa o mobile che con­sentano l'utilizzo della connessione digitale». «Tale agevolazione - è la conclusione - è data nei limiti con­sentiti dalla normativa europea di "aiuti de minimis"».

Soddisfatta ovviamente l'Associa­zione Italiana Editori:« U nadecisio­ne davvero importante e soprattut­to una svolta per la lettura in Italia» ha commentato il presidente dell'Aie Marco Polillo. «Questo -aggiunge - è più di un semplice se­gnale da parte del governo e del pre-

mier Letta: è un fatto importante, an­che perché' va nella direzione delle richieste come Associazione. È un modo concreto per aiutare non solo il nostro mondo, le librerie e la filie­ra, ma tutto il Paese a crescere, risco­prendo il piacere della lettura e cer­cando così di invertire la triste ten­denzarispetto all'imbarazzante pri­mato Ocse che ci vede agli ultimi po­sti nella comprensione dei testi e in fondo alle classifiche dei Paesi che leggono di più. Investire, come è av­venuto oggi, sui libri, da quelli per ragazzi a quelli scolastici e universi­tari, da quelli di narrativa alla saggi­stica, significa scegliere di scommet­tere davvero sulla centralità dei li­bri, e quindi su quella della cultura, nella crescita sociale ed economica del Paese».

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Data 16-12-2013 Il Sole?]{! mmrn Pagina 1 Q

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La Cassazione si discosta dall'orientamento garantista del diritto a ricevere aiuto economico dal genitore

Limite all'assegno al figlio adulto Niente obbligo di mantenere l'universitaria over 30 senza laurea né lavoro

Selene Pascasi Stop al mantenimento a ca­

rico del padre per il figlio univer­sitario ultratrentenne, che ha un patrimonio personale sufficien­te al suo sostentamento. E con lassegno, in caso di trasferimen­to fuori sede, cade anche il dirit­to della madre convivente alla ca­sa familiare. Lo ha affermato la Cassazione che, con la sentenza 27377 del 6 dicembre, ha cambia­to in parte orientamento rispetto alle costanti pronunce più garan­tiste del diritto del figlio adulto a ricevere sostegno economico dal genitore.

La vicenda Ad accendere la lite è stata una

sentenza di separazione che, nel dichiarare l'addebito al mari­to, lo ha liberato dall'obbligo di provvedere alla figlia maggioren­ne. Decisione che la moglie ha contestato perché la ragazza, uni-

I precedenti ------

011 SÌ ALL'ASSEGNO La Cassazione ha affermato (con la sentenza 4555/2012) che il dovere del genitore di provvedere al sostentamento dei figli adulti resta finché non ne dimostri la raggiunta indipendenza economica o la volontaria sottrazione allo svolgimento di adeguata attività lavorativa

versnar1a, non era ancora auto­sufficiente. Del resto, ha precisa­to la donna, la legge impone al ge­nitore che voglia svincolarsi da questo dovere di dimostrare la colpa del figlio nel procurarsi il reddito o nel raggiungere l'indi­pendenza economica. Tesi boc­ciata dalla Corte d'appello, che ha bloccato il mensile in favore della studentessa e ha revocato l'assegnazione del tetto coniuga­le alla madre, con la quale, per motivi di studio, non coabitava più da tempo.

Non convinta la donna ha por­tato il caso in Cassazione. Ma i giudici di legittimità hanno re­spinto il ricorso, affermando che l'obbligo di mantenimento impo­sto al padre era venuto meno. All'epoca dei fatti - spiegano i giudici- lafiglia «era ormai ultra­trentenne nonché dotata di patri­monio personale e ciò nonostan­te, ancora dedita, a spese del pa­dre, agli studi universitari in se­de diversa dal luogo di residen­za» e non aveva peraltro conse­guito il titolo di studio, né trova­to un'occupazione. Le altre pronunce In passato (con la sentenza 4 555/2012) la Cassazione ha affer­mato che il dovere di occuparsi dei figli maggiorenni - previsto

02 I STOP AL SOSTEGNO Per la Cassazione (sentenza 18974/2013), l'obbligo di versare l'assegno in favore del figlio ultradiciottenne case se questo ha un reddito consono alla sua professionalità, come il compenso corrisposto· al medico specializzando a seguito di contratto formativo pluriennale

oggi dall'articolo 155-quinquies del Codice civile, ma che, in base al Dlgs in materia di filiazione in attesa di essere approvato dal Consiglio dei ministri, dovrebbe "passare" all'articolo 337-septies del Codice civile - cessa solo se l'obbligato dimostra la volonta­rietà dello stato di disoccupazio­ne, o la raggiunta indipendenza economica, intesa come godi­mento «di un reddito corrispon­dente alla professionalità acqui­sita in relazione alle normali con­dizioni di mercato». A questo fi­ne, i giudici di legittimità (con la sentenza2171/2012) non hanno ri­tenuto sufficiente l'avere ottenu­to borse di studio per dottorati di ricerca, per la temporaneità e la modestia delle entrate.

Con alcune sentenze, i giudici hanno negato il dovere per i geni­tori di versare l'assegno di mante­nimento a oltranza. D'altro can­to, il diritto del genitore convi­vente con il figlio a percepire il mantenimento fino a che non di­venta autosufficiente non risie­de solo nel fattore coabitazione, ma anche nel dovere di assicurar­gli un'istruzione e una formazio­ne professionale rapportate alle sue capacità. Dovere che, pertan­to, termina - ha spiegato la Cassa­zione nella sentenza 18974/2013

- con «l'inizio» della sua attività lavorativa, ravvisabile anche nel­la stipula di un contratto di spe­cializzazione con garanzia di compenso annuo. In effetti - sot­tolinea la pronuncia - non esiste alcun principio per cui il figlio debba «essere aiutato a consegui-re risultati confacenti alle sue aspirazioni ove questi siano su­periori alle aspettative che la fa­miglia poteva avere creato sul suo futuro professionale o che in ogni caso i genitori non siano eco­nomicamente in grado di assicu­rargli». Ciò vale anche se i figli, riconosciuti solo in età adulta, hanno redditi adeguati alla loro professionalità, mentre l'even­tuale e originario inserimento nella famiglia paterna avrebbe potuto garantire una posizione sociale migliore (si veda la sen­tenza 20137/2013). Il manteni­mento è da escludere anche quando il maggiorenne, non indi­pendente, ha in passato svolto un'attività lavorativa, dimostran­do di avere la capacità (Corte d'appello di Roma, sentenza 4685/2012).

APPROFONDIMENTO ONLINE

La sentenza della Cassazione

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Data 14-12-2013

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 55 Foglio 1

Beni arc:hitettonic:l 11 progetto per la risistemazione di palazzo Citterio sarà di Amerigo Restucci, rettore dello luav di Venezia. Lunecf1 il ministro Bray a Milano

Grande Brera: assegnati i cantieri, ma i fondi sono un quinto dei necessari di PIERLUIGI PANZA

a vicenda della Grande Brera è una storia che ha superato i quattro de­cenni, tanto quanto la biblica mar-

cia di Mosé verso la Terra Promessa. A questo punto viene da chiedersi: anche Brera saprà mantenere la promessa o re­sterà per sempre vittima di incompren­sioni e accanimenti progettuali?

Lunedì, il ministro Massimo Bray e il direttore Regionale, Caterina Bon Val­sassina, annunceranno l'esito delle tre gare d'appalto bandite un anno fa e, di conseguenza, il successivo avvio dei la­vori. Proprio come per la Pedemontana, a quarant'anni dall'avvio della discussio­ne dovrebbero dunque comparire le ce­sate di cantiere, gli operai con gli elmetti e le betoniere. Ma su Brera, mai dire mai.

La storia della Grande Brera, ovvero dell'ampliamento della pinacoteca -ora al centro delle discussioni per la risi-

stemazione del «Cristo morto» di Man­tegna firmata da Ermanno Olmi - per farla diventare un museo moderno, ini­ziò nel 1972 con il sovrintendente Russo­li. Gli architetti Ortelli, Sianesi e Sambo­net diedero vita a un primo progetto

(per ospitare le collezioni Jesi, Jucker e Vitali), poi seguì quello di Stirling e, do­po la sua morte, la messa a punto di Ove Arup. Allora si pensava di ampliare la pi­nacoteca in Palazzo Citterio. Dal 2005 si ritenne invece di trasferire l'Accademia di Brera in Palazzo Citterio per liberare spazi alla pinacoteca .. È il progetto nato con Maria Teresa Fiorio e con l'architetto Alberico Belgiojoso, che divenne fonda­mento di una gara europea vinta da Ma­rio Bellini, il cui progetto non prende in considerazione Palazzo Citterio, per il quale è agli atti un «preliminare» di Gui­do Licciardi con destinazione d'uso per l'Accademia. Accademia che dal 19 lu­glio 2010, dopo il nulla osta del ministe­ro della Difesa, ha ottenuto la possibilità di trasferirsi (controvoglia) nelle caser­me di via Mascheroni. Solo che manca­vano gli stanziamenti per l'adeguamen­to. Nel 2012 il ministro ai Beni culturali Lorenzo Omaghi, con delibera CIPE, ha trovato 23 milioni da destinare «allo start up del cosiddetto progetto Grande Brera». Si tratta di un quinto degli stan­ziamenti necessari (stimati in 108 milio­ni). Subito dopo, il direttore Regionale della Lombardia, Caterina Bon Valsassi­na, ha posto in gara tre lotti di lavori. E

oggi conosciamo i vincitori di quei ban­di.

Per il lotto relativo alle caserme di via Mascheroni a Milano, dove trasferire l'Accademia, è stato assegnato un com­pito di adeguamento funzionale per un milione e mezzo di euro. Per quello rela­tivo al palazzo storico di Brera un inter­vento per la salvaguardia dei tetti pari a 4 milioni e mezzo. L'intervento più rile­vante è quello relativo ai lavori di restau­ro e conservazione di palazzo Citterio (17 milioni) che si è assicurato il consorzio avente come progettista Amerigo Re­stucci, rettore dello luav di Venezia. Già consigliere dei Beni culturali, nel diretti­vo Icomos dell'Unesco, nel cda della Biennale e docente in varie università, Restucci ha studiato la cupola di Santa Maria del Fiore, le torri di Pavia e la Basi­lica di Sant' Antonio a Padova. Il suo pro­getto ha battuto quello di Michele de Lucchi dopo l'apertura delle buste, che riguardano anche tempi e costi dell'ese­cuzione. Lunedì, a Milano, il ministro Massimo Bray accompagnerà queste as­segnazioni con valutazioni sul futuro apporto dello Stato al progetto. Dal 21 gennaio, invece, la Triennale di Milano esporrà tutti i progetti in gara, che sa­ranno raccolti in un catalogo edito da Skira. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Interventi & Repliche

Università e pratiche burocratiche Ho letto l'articolo di Sebastiano Maffettone «I principi della Nuova Università contro la ricerca e il pensiero critico» (Corriere, 10 dicembre). Credo che sia importante fare qualche precisazione se non si vuole che l'opinione pubblica ne tragga una, impressione distorta della realtà. E indubbiamente vero che nell'ultimo anno il numero di riunioni e di documenti richiesti ai docenti universitari è decisamente aumentato. Tuttavia, il sistema di Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento (Ava) che l'Anvur ha impostato va nella direzione di sollecitare una più trasparente assunzione di responsabilità da parte delle Università, basata sulla rendicontazione del loro operato, sull'ascolto delle parti interessate, sulla individuazione delle

criticità esistenti e sulla proposta di interventi di miglioramento continuo. E tutto ciò può essere fatto solo attraverso la discussione e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti nei processi della didattica e della ricerca. Certamente, l'efficacia del sistema dipende dallo spirito con cui viene realizzato: se viene interpretato come mero adempimento burocratico finisce per essere un mero esercizio che sottrae tempo alla ricerca e alla didattica, ma se lo si utilizza per awiare un processo di miglioramento continuo può valorizzare quella stessa attività di ricerca e di didattica che rappresenta la nostra responsabilità sociale. li vero rischio che vedo è che reazioni come quelle dell'autore dell'articolo citato, certamente comprensibili là dove il sistema viene applicato senza valorizzarne la sostanza, possano indurre il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca a intervenire per smantellare un processo che ritengo importante per far

Data 14-12-2013 Pagina 57 Foglio 1

progredire il nostro sistema universitario verso una vera autonomia responsabile.

Luciano Munarl Coordinatore del Presidio della Qualità

dell'Ateneo di Parma

Luciano Munari sostiene -parlando della selvaggia burocratizzazione dell'Università - che «L'efficacia del sistema dipende dallo spirito con cui viene realizzato». Questo vale anche per chi Legge il mio modesto contributo: ci vuole un po' di spirito per capirlo. Cosa di cui non sembra sia fornito il mio interlocutore. Per fortuna, c'è chi questo spirito Lo ha, tanto che ho ricevuto più di cinquanta tra mail e sms in cui si manifestava consenso per L'articolo in questione. L'importante, comunque, era ed è creare dibattito su questi temi. Proprio perché si tratta di questioni importanti per il futuro dell'Università. Su questo dovremmo essere d'accordo. E si tratta dello scopo che intendevo perseguire.

Sebastiano Maffettone

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L'intervento

Quattro proposte per l'università

Michele Nicoletti Professore di Filosofia politica nll'LJnivPrsit!J di TrPnto

PROVO A FORMULARE QUATTRO PROPOSTE PER LA PO­

LITICAUNIVERSITARIA.LAPRIMAÈPIÙAMBIZIOSA, LEAL­

TRE TRE MENO IMPEGNATIVE MA FORSE NON DEL TUTTO IRRI­

LEVANTI. La prima: un Master Pian ofHigher Education. Nel 1960 la California - è vero: altri tempi e altre risorse! ma ciò non vuol dire che non si possa imparare qualcosa da quella lezione - si è trovata di fronte a una sfida simile a quella di fronte a cui si trova il nostro sistema universi­tario: come trasformare un sistema frammentato in un sistema che garantisca alta qualità e accesso per tutti? La risposta è stata il «Master Pian of Higher Educati on» (http:j/www.ucop.edu/acadinit/mastplan/mpsummary.htm) a partire dal quale si è realizzato un ottimo sistema uni­versitario pubblico.

Due le idee di base: a) non ha senso che tutte le univer­sità facciano tutto, per cui occorre differenziare le fun­zioni articolando il sistema universitario in tre segmen­ti: formazione alla ricerca per gli studenti migliori; for­mazione professionale in tutti i settori compreso l'inse­gnamento; formazione di base e formazione permanen­te per giovani e adulti; b) consentire l'accesso ai più alti gradi di istruzione a costi accessibili a tutti a seconda delle diverse capacità. Con questo Piano, rivisto più vol­te nel corso degli anni ma mantenuto nella sua filosofia di fondo, il sistema universitario californiano è riuscito ad innalzare la formazione universitaria per tutti, a co­struire centri di eccellenza tra i migliori del mondo con evidenti ricadute sullo sviluppo dell'economia e a colti­vare centri di pensiero critico senza i quali nessuna de­mocrazia è in grado di sostenersi. Perché non avere - nel nostro piccolo e nelle dure condizioni dei tempi - una simile ambizione? Ciò però impone lelaborazione parte­cipata di un disegno strategico e non la mera applicazio­ne di algoritmi a cui consegnare il destino di vita o di morte delle nostre università.

La seconda: il riordino del reclutamento dei giovani ricercatori. Negli ultimi decenni abbiamo realizzato il Far West: siamo passati da posti di ricercatore a vita, con scarsi o nulli controlli, a contratti a singhiozzo in cui la maggior parte dei giovani occupa metà del tempo a cercare i mezzi di soprawivenza dopo la scadenza del contratto. Le prime vittime sono i giovani, ma anche il sistema nel suo complesso non funziona. Altrove ci sono severi meccanismi di selezione, ma anche ragionevoli possibilità di contratti gratificanti e duraturi. Qualcosa negli anni scorsi si è fatto ispirandosi al modello anglo­sassone della tenure track, ma il complesso del sistema di reclutamento ricalca ancora il modello del passato.

Data 16-12-2013 Pagina 15 Foglio 1

Occorre procedere a un riordino di questa terra di nessu­no con tre mosse: valorizzare adeguatamente il titolo di dottore di ricerca nel settore pubblico e privato, in modo da consentire anche percorsi alternativi a quello accade­mico; rivisitare le garanzie che accompagnano il periodo necessariamente libero dei post-doc e favorire la concen­trazione di risorse su settori che hanno reali chances di sviluppo; rendere effettiva la possibilità di acquisire una posizione stabile alla fine di un periodo di ricerca a tem­po determinato sottoposto a severe verifiche.

La terza: occorre valorizzare di più il comparto uma­nistico. È una delle eccellenze italiane e uno dei settori in cui da sempre le nostre istituzioni e i nostri ricercato­ri danno un contributo straordinario a tutto il resto del mondo. Non lasciamolo awilire. Applicare le ripartizio­ni delle quote di finanziamento europeo (solo il 20% alle scienze umane e sociali) alla situazione italiana senza tenere conto del nostro patrimonio e della nostra specifi­cità non è una buona scelta. Si applichino i criteri più rigorosi di selezione e di controllo, ma non si awiliscano tradizioni di ricerca verso le quali oggi nel mondo si guarda con nuovo interesse e curiosità. Si corregga pu­re sul piano della didattica il mismatch tra offerta forma­tiva e sbocchi lavorativi, ma si ripensi anche al ruolo delle discipline umanistiche nello studium generale che in una vera università dovrebbe pure interessare tutte le facoltà. Si valorizzino le discipline e le ricerche umani­stiche nelle relazioni internazionali utilizzando meglio la rete dei dipartimenti e dei docenti di Italian Studi es in tutto il mondo: sono una formidabile ambasciata per studenti e ricercatori di ogni continente. Non aspettano altro che di essere sostenuti e sono pronti a favorire quel reclutamento di studenti stranieri a cui dobbiamo puntare. La quarta: si superi l'ossessione del controllo burocratico e si regali un po' di tempo ai docenti e ai ricercatori. Se i soldi sono pochi, si dia loro almeno un po' di «mesi uomo», oggi spesso assorbiti da pratiche burocratiche che hanno ben poco a che fare con la ricer­ca e l'insegnamento. Si facciano controlli di ogni tipo, si mandino gli ispettori del Ministero a verificare la quali­tà dei risultati, ma si metta fine all'illusione di garantire la qualità attraverso il rispetto esteriore e formale di requisiti numerici, la compilazione di formulari, la rigi­da osservanza di tabelle. Si restituisca un po' di tempo e di libertà alla creatività, allo studio e al dialogo - vero -con gli studenti, da cui da secoli trae la sua linfa ogni comunità universitaria.

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Universiadi, Cillara quinta <<Studio e sport, che fatica>> L'atleta genovese: «A scuola discriminato chi fa attività agonistica»

NANNI CIFARELLI

ALLE UNIVERSIADI invernali in pieno svolgimento in Trentino, la genovese Valentina Cillara ha con­quistato ieri nella gara di superG, ospitata sulla pista Nuova Cima Uo­mo di San Pellegrino, un buon quin­toposto checomunquenonlasoddi­sfa in pieno. Partita con il pettorale numero 1 l'universitaria genovese ha dovuto fare i conti con una pista ben lisciata dopo la nevicata di saba­to notte ma ancora troppo polvero­sa: «Mi è mancata un po' di fortuna. Partire con il pettorale 1 dopo che la notte precedente sono caduti 20 centimetri di neve è abbastanza di­sagevole. Gli organizzatori sono sta­ti bravissimi a lisciare la pista ma le condizioni per i primi numeri di partenza non erano di certo ottima­li. I tempi migliori infatti sono stati firmati da atlete che sono partite do­po il 20. Penso, e lo ha confermato anche l'allenatore, di aver comun­que sciato bene interpretando al meglio il percorso e riuscendo a re­stare composta sui salti. Piuttosto, un po' di polvere in pista non mi ha permesso di prendere tutta la velo­cità che avrei voluto. Ma fa parte del gioco».

Un vero peccato perché Valentina ha chiuso ad appena 87 centesimi dalla vincitrice, l'italiana GiuliaBor­ghetti e ad appena otto centesimi dal bronzo finito al collo della russa Va­lentina Golenkova. «Alla vigilia - ha proseguito la Cillara - puntavo sicu­ramente al podio che reputavo, e re­puto ancora di più oggi, alla mia por-

tata. Adesso mi ritrovo con questo quinto posto che non è da buttare ma che un po' di amarezza mi ha pro­curato. Sto attraversando un buon

periodo di forma, vedremo adesso nei prossimi giorni come andrà».

Mercoledì Valentina sarà impe­gnata nella gara di slalom gigante, la sua specialità preferita e poi dopo due giorni nello slalom speciale: «Non voglio fare pronostici. Di certo come sempre mi impegnerò al mas­simo. Oggi mi sento in credito con fortuna e risultato. Diciamo pure che sono un po' arrabbiata. Vedrò di rifarmi al più presto».

Valentina Cillara, dopo aver vinto nelle categorie giovanili tutto il pos­sibile, è approdata in nazionale gio­vanile due stagioni fa e dall'anno scorso gareggia nel gruppo sportivo

delle Fiamme Gialle. Quest'anno partecipa a gare di Coppa Italia, do­ve l'anno scorso ha concluso terza, e di Coppa Europa. Superato con de­terminazione e grinta l'infortunio patito a gennaio dello scorso anno, Valentina da questa estate ha ripre­so a pieno ritmo la preparazione e i risultati hanno cominciato ad arri­vare. Tuttigliallenamentiestiviliha sostenuti con il Gruppo Sportivo Militare e adesso, entrata nel pieno della stagione agonistica con i colori azzurri, si appresta a vivere da pro­tagonista i doppi impegni di Coppa Italia e delle gare di Coppa Europa: «Sono solo all'inizio. Devo maturare ancora molto, ho tanto da imparare, di certo non mi manca la voglia».

E non le manca neppure l'ambi-

zione di far convivere l'impegno universitario con quello spçirtivo. «Qui iniziano le noti dolenti. E diffi­cilissimo se nonimpossibileriuscire a fare al meglio entrambe le cose. Purtroppo in Italia allo sport non vier,ie attribuita la giusta importan­za. E praticamente impossibile svol­gere un'attività sportiva agonistica ad alto livello e al tempo stesso pro­seguire con gli studi universitari. Io ad esempio che frequento l'Accade­mia di Belle Arti ho l'obbligo di fre­quenza. In Italia non c'è ancora la giusta sensibilità e considerazione verso chi pratica sport; da noi si fa molto per ostacolare la pratica spor­tiva associata agli studi universitari. E non penso che si tratti solo di men­talità. Adesso noi partecipiamo alle Universiadi ma domani tutto torna come prima. Non esiste a oggi un meccanismo che aiuti e premi l'atle­ta studente. Non c'è collaborazione tra le parti e l'aspetto che a mio avvi­so è ancora più grave è che nessuno ne parla. Di certo siamo anni indie­tro rispetto a molti Paesi; non solo agli Stati Uniti, che sono da sempre molto sensibili a queste situazioni ma, restando in Europa, basta osser­vare come sono organizzate le uni­versità in Slovenia e in Polonia».

Un grido di aiuto, più che una po­lemica. Tanto è vero che la chiusura è all'insegna della speranza: «Voglio essere propositiva - conclude V alen­tina - speriamo in un domani miglio­re, speriamo che alle tante parole sentite facciano seguito, in tempi ra­gionevoli, anche i fatti, e che venga­no approvate le giuste riforme in materia».

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Data 15-12-2013 Pagina 4/5 Foglio 1 / 2

Formazione/i I riscontri sulla proposta educativa che aveva lanciato deludono lo scienziato Sebastian Thrun. Sollievo degli atenei tradizionali

ietro ont ari studen · in rete L'università online non ona dal nostro inuiato a New York MASSJMO GAGGI

n principio fu entusiasmo travolgen- mondo, comprese quelle italiane, hanno te. Sebastian Thrun, scienziato e do- cominciato a seguire questa rotta. Solo cente universitario tedesco trapianta- che, nel frattempo, Thrun si è accorto che to nella Silicon Valley, il fondatore dei le cose non funzio~a~o e ci ha ripe~s~to. segretissimi laboratori di Google X O, almeno, ha deciso di correggere il trro.

Labs e la mente dietro il progetto dell'auto Q!.Iesti corsi offerti liberamente al pubbli­che si guida da sola, si trasformò all'im- C?'. ha spiegato qualche settimana fa alla provviso in «rockstar>> accademica quan- nvista «Fast Company», hanno un proble­do, poco più di due anni fa, provò a mette- ~: «Guar~~do i risultati conse~ti da­re in rete i suoi corsi di Computer science gli studenti~ son? reso conto che_il pro­alla Stanford University. Stanco di fare le- dotto eh~ offriamo e abbastanza sch~oso». zione a 200 ragazzi, Sebastian pensò che Cosa e successo~ Che mentre ve_ruva lo~ questo fosse il modo giusto per ampliare dato da Thom~s Friedman e da ~tf!. celebn l'audience. Fu un successo mozzafiato, rac- commentaton per aver aperto, IDsieme al­contato a suo tempo da «la Lettura>>: ac- l'altro grande prec~sore, Sal_man Kh~, cessibili su internet i suoi corsi comincia- una strada che ha gia consentito a un ffil­rono a essere seguitl da ben 16o mila stu- li?ne e _600 ffii!.a !agaz~i di tutt~ il mondo denti in tutto il mondo. di segurre corsi di alto livello online, Thrun

Da allora l'insegnamento universitario si è accorto che i risultati accadeIÌlici fin online ha cominciato a diffondersi con qui conseguiti sono deludenti. Un anno fa grande rapidità dentro e fuori gli Stati Uni- Thrun ave~a proposto un programma ~i ti mentre Mooc - acronimo che sta per collaboraz10ne al governatore della Cali­«Massive Open Online Courses» - è di- fo~a, _Jeny Brown, ~he si era lanciato en­ventato sinonimo di un nuovo modo di fa- tusiastlcamente nell lIDpresa. Ne era nata re formazione accademica abbattendo i un'alleanza tra Udacity e la San Jose State costi degli atenei più blason'ati e mettendo Univers~ty, l'accad~mia pubbl!~a (30 mila la loro istruzione d'eccellenza a disposizio- studenti) della capitale della Silicon Valley. ne di chiunque. Ma, mentre le università di ~obile _ l'obie~tivo: reali~z,are il sogno ~el­mezzo mondo si avventurano in questo l istruz10n~ di ~t~ qualit~ ~e~sa gratuit~­nuovo territorio inesplorato, il loro profeta m~nt~, a disposiz10ne dei figli delle faffil-ha già cambiato rotta. glie pm povere.

Thrun, di fronte al successo planetario Detto, fatto: corsi ?nl~e da 150_ dollari delle sue lezioni aveva lasciato Stanford e tutto compreso offerti agli studenti prove­si era messo in proprio fondando Udacity: nien~ dai l_icei delle z~ne pi~ ~sagiat~, del­una nuova piattaforma di insegnamento la ~aliforma. Molte le ~scmi~ru, magia _nel digitale sostenuta dal venture capita! che PflffiO p~ogramma-pllo~a di m~~ematic~, si è messa a contendere e con successo il necessano per mettere i ragazzi ID condi­promettente mercato dell'insegname~to ~ioni di affrontare i corsi ~versitari, solo universitario in rete a Coursera l'alleanza il 25 per cento ha passato 1 esame. Cosa an­accademica digitale promossa proprio da cor~ peggiore, gli analisti di Thrun si ~ono Stanford insieme ad altri grandi atenei e a resi c~nto che uno studente c_he studia al­edX, la piattaforma creata a Boston da Har- geb~a ID u1:1 v_e_r? <_<CO~~ge>_> ha il 52 p~r cen­vard e dal Massachusetts Institute of Tech- to di possibilita m pm di passare 1 esame nology, i nomi più celebri della East Coast. ri~petto. a chi frequenta una classe digitale

«Sono piombato in uno stupefacente di Udacity. paese delle meraviglie dell'istruzione», A: quel punto Thrun ha chi_esto ~'anali­aveva raccontato Thrun che si era trovato a si a tappeto che ha dato nsultati sconcer­cavalcare una vera rivoluzione: di quei 16o tanti: sono pochissimi i ragazzi impegnati mila studenti, 23 mila erano arrivati fino in nei corsi online che arrivano fino in fondo. fondo, sostenendo anche un esame finale Udacity usa le strategie pedagogiche più online. Il «New York Times» ha consacrato sofisticate per stimolare l'attenzione dei il movimento dichiarando il 2012 «l'anno suoi studenti digitali, ma quelli che supe­dei MooC>>, mentre le università di tutto il rano l'esame finale sono appena il 7 per

cento. Conferma uno studio recentissimo della University of Pennsylvania: solo la metà degli studenti che si iscrivono a un corso digitale seguono al computer alme­no una lezione e solo il 4 per cento del tota-le completa il corso. ,

Delusione immensa per chi si era illuso di essere entrato nell'era dell'istruzione democratica, offerta gratuitamente negli angoli più remoti del mondo: quelli che ce la fanno in rete sono pochi e quasi sempre hanno già alle spalle un buon bagaglio di conoscenze accademiche. Sempre secon­do le analisi della University of Pennsylva­nia, 1'80 per cento di coloro che seguono attivamente i Mooc hanno già conseguito un qualche titolo di studio di livello uni­versitario.

Delusione, ma anche sospiri di sollievo dei grandi atenei, un'industria che negli Stati Uniti fattura ben 400 miliardi di dolla­ri e che temeva di essere spazzata via dalle nuove università virtuali e gratuite. Ma la storia dell'insegnamento online non è af­fatto finita: mentre Thrun modifica l'im­postazione di Udacity che abbandona i so­gni democratici dedicandosi sempre più a corsi di formazione continua, digitali e a pagamento, spesso sostenuti da grandi aziende e utilizzati anche per l'aggiorna­mento tecnologico del personale, le gran­di accademie americane continuano a scommettere sull'insegnamento universi­tario via internet.

La paura di vedere le «cattedrali del sa­pere» rottamate, come vecchi stabilimenti siderurgici, è passata: ci si sta rendendo conto che nella scuola il contatto diretto studente-insegnante è insostituibile. Che oltre a lezioni ed esami sono importanti i colloqui coi docenti, l'ambiente sociale dell'università, il sistema di relazioni di studio e professionali che si sviluppa attor­no a un campus. Ma le università continua­no ad avere un problema gigantesco: quel­lo dei costi. Pagare più di 50 mila dollari l'anno per frequentare le migliori accade­mie aveva un senso quando i neolaureati avevano un posto assicurato e ben retribui­to. Oggi, invece, anche gli atenei più blaso­nati fabbricano disoccupati. O sottoccupa­ti che non riescono nemmeno a ripagare il grosso debito di studio (a volte anche 200

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mila dollari) accumulato negli anni. Molte università, incapaci di tagliare i

loro costi, pensano che un modo per spen~ dere meno possa essere proprio quello di sostituire una parte delle lezioni tenute da docenti in carne ed ossa con corsi online. Per i quali si sperimentano metodi più coinvolgenti di comunicazione cercando di applicare teorie nuove (e non da tutti condivise) come quella del connettivismo pedagogico. Insomma, archiviata l'illusio­ne dell'istruzione democratica per tutti, i Mooc provano a reinventarsi.

• i

Attacco ad Harvard Di come le università online

stessero sfidando le «cattedrali» del sapere

americano si era occupata «la Lettura» con l'articolo di

Massimo Gaggi intitolato Attacco ad Harvard e uscito

1'8 luglio 2012. Vi si parlava delle intuizioni e dei primi successi di Salman Khan, analista di hedge fund

californiano di origini bengalesi. e dello scienziafo tedesco con una cattedra a Stanford, Sebastian Thrun,

che, visto il vento favorevole, si era messo in proprio,

lanciando Udacity

ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCA CAPELLINI

Data 15-12-2013 Pagina 4/5 Foglio 2 / 2

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IL DISAGIO DEGLI ALBI

Le risposte che servono di Mauro Meazza

on equità spietata, la crisi colpisce duro sul reddito fisso così come su quello

autonomo e accomuna nello stesso disagio i lavoratori dipen­denti, gli autonomi, i dirigenti, i professionisti. I dati sui redditi degli iscritti alle Casse confer­mano ancora la durezza del mo­mento e possono indurre, se os­servati nel dettaglio, a qualche ulteriore riflessione.

La forbice della crisi, tra gli iscritti agli Albi, non rappresen­ta solo il taglio agli introiti: è una forbice anche quella che conti­nua ad allargarsi tra i guadagni degli uomini e quelli delle don­ne, è una forbice altrettanto pre­occupante quella tra under 40 e over 40. È il blocco evidente dell' «ascensore sociale», dove restano inchiodati anche quei la­voratori della conoscenza che hanno affrontato percorsi di stu­dio lunghi e impegnativi, che si sono sottoposti a un praticanta­to, che hanno investito tempo ed energie per raggiungere ora un territorio ostile.

Per molto tempo le lèggi, il fi­sco, le misure di welfare o di so­stegno al reddito hanno voluto raffigurarsi i professionisti co­me un'élite, autosufficiente e privilegiata. I dati delle Casse ci dicono che questo privilegio (se mai è esistito davvero, in tut­to il vario panorama delle pro­fessioni) ora non è più tale. E che anche le categorie meglio preparate non potranno trova­re via d'uscita dalla crisi, se non si prenderà atto che meritano attenzione.

L'assistenza delle Casse è un'ottima cosa ma, se si vuole che i saperi delle professioni tor­nino a generare crescita, è ne­cessario includere queste cate­gorie nei progetti della politica.

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Albi e previdenza Il conto complessivo 1 Dal 2008 al 2012 la crisi ha provocato

r DATI DELLE CATEGOHIE una diminuzione degli introiti di circa il 10%

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Mercato della cas.1 asfittico Architetti, ingegneri e notai penalizzati dal blocco dell'edilizia e delle costruzioni

Adepp e Casse segnalano un imponibile medio a 3lmila euro

PAGINE A CURA DI Cristiano Dell'Oste Valentina Maglione Valentina Melìs Giovanni Parente Valeria Uva

La crisi non è più invisibile. La difficoltà di entrare nel merca­to per i giovani, l'affrancamento economico a soli40 anni, lo spet­tro della chiusura dell'attività, la cassa integrazione in deroga (pri­ma sconosciuta) per 10mila di­pendenti degli studi. I problemi dei liberi professionisti sono semprepiùinlineaconquellide­gli altri lavoratori.

La conferma arriva dalla foto­grafia scattata dall' Adepp, l'asso­ciazione degli enti di previdenza delle professioni ordinistiche, che oggi presenta a Roma il Ter­zo rapporto sulla previdenza pri­vata italiana. Tra il 2008 e il 2012 il reddito reale dei liberi professio­nisti (cioè quello che tiene co~to dell'inflazione) è sceso di circa il 10 per cento. E l'analisi degli im­ponibili contributivi degli iscrit­ti alle singole Casse, svolta dal So­le 24 Ore del lunedì, rivela che le perdite in termini percentuali, per alcune professioni, sono ben sopra la media generale.

Avvocati e notai Dal 2007 al 2012 gli avvocati han­no perso il 17% degli introiti. «Sia­mo tornatiai valori degli anni No­vanta - afferma il presidente del-

la Cassa forense, Alberto Bagno­li - e si è ingrossata la fascia di red­dito medio-bassa, mentre solo il 10% dei colleghi dichiara più di 9omila euro l'anno». Una situa­zione causata, oltre che dalla cri­si, «dall'aumento dei costi della giustizia - spiega Bagnoli - e dall'eliminazione dei minimi ta­riffari». La Cassa, tra l'altro, sta per accogliere circa 5omila legali conredditi sotto i10mila euro, co­me ha prescritto la riforma foren­se: a gennaio è atteso il via libera finale al regolamento.

Ma le entrate più falciate dalla crisi, in termini percentuali, so­no quelle dei notai, quasi dimez­zate in cinque anni. «La base im­ponibile dei notai - spiega il pre­sidente della Cassa del Notaria­to, Mario Mistretta - fotografa in modo esatto l'attività professio­nale, perché è costituita dal re­pertorio in cui devono essere in­seriti tutti gli atti che seguiamo».

!tecnici Geometri, ingegneri, architetti e periti industriali sono tra le cate­gorie più colpite dalla crisi. A sof­frire sono soprattutto gli architet­ti che, secondo i dati Inarcassa (la cassa di previdenza di inge­gneri e architetti), hanno subìto un calo dei redditi medi del 32,1 % dal 2007. «Si sconta la paralisi dell'edilizia e delle costruzioni», commenta la presidente di Inar­cassa,,PaolaMuratorio.Amanca-

re è proprio il lavoro: «Il fattura­to medio decresce di più rispetto al reddito», spiega. Rispetto ad architetti e ingegneri, i 94Jllila ge­ometri attivi stanno meglio. Bat­tono gli architetti, guadagnando in media i.200 euro in più all'an­no (2q56 euro il reddito medio). «La categoria è entrata in nuovi mercati - spiega Fa usto Arnad a­si, presidente della Cassa geome­tri - ed è forte per noi il radica­mento sul territorio, anche nei piccoli Comuni».

Scendono anche i redditi dei biologi, diminuiti del 20,3% in sei anni, anche per effetto dei tagli al­la sanità. Ma la categoria sta cer­cando di reagire, «conquistando spazio- afferma Stefano Dumon­tet, coordinatore del Consiglio di indirizzo generale della cassa e direttore del neonato Osserva­torio sulla professione del biolo­go - nei settori degli alimenti, del­la nutrizione e dell'ambiente».

Le professioni contabili Il reddito medio dei commercia­listi ha tenuto negli ultimi anni se si guarda al dato nominale, nono­stante il segno negativo nel con­fronto in termini reali. «La no­stra è una professione anticiclica - sottolinea Renzo Guffanti, pre­sidente della Cassa dei dottori commercialisti - e anche nei peri­odi di maggiore difficoltà la no­stra consulenza è necessaria. Inoltre, nel 2012 è probabile che

molti colleghi abbiano intensifi­cato i tentativi per incassare le parcelle relative a lavori svolti negli anni precedenti».

I dati 2012 confermano una so­stanziale tenuta dei redditi an­che per i commercialisti iscritti alla Cassa ragionieri. «Per soste­nere i giovani, che scontano di più questa fase di crisi acuta -spiega il presidente della Cassa, Paolo Saltarelli - abbiamo previ­sto strumenti innovativi, come le borse di studio per i tirocinan­ti, da 5mila euro all'anno, e i pre­stiti d'onore».

Le prospettive per il futuro Le prospettive pensionistiche, per chi ha redditi bassi, sono «tra­giche», come sottolinea Arcan­gelo Pirrello, presidente dell'Epap, l'ente previdenziale di dottori agronomi e forestali, geo­logi, chimici e attuari: «Occorre varare le riforme verso un siste­ma più autonomo che consenta di accrescere i montanti indivi­duali con risorse diverse dal con­tributo soggettivo».

Si preoccupa del futuro anche Roberto Orlandi, presidente dell'Ordine degli agrotecnici: «Fino al 2012 i redditi della cate­goria hanno tenuto, ma l'indice di rivalutazione dei contributi al­le Casse per il 2013 è prossimo al­lo zero. Il risultato saranno pen­sioni insufficienti per vivere».

re RIPfEJDLllONE Rl'JE HVATA

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I numeri

Il rapporto Adepp sulla previdenza privata italiana

L'analisi generale I dati sui redditi dei liberi

professionisti riportati qui a destra sono un'anticipazione del Terzo rapporto sulla previdenza privata in Italia, che viene presentato oggi a Roma ed è stato elaborato dall' Adepp, l'associazione degli enti previdenziali privati. Nel periodo 2005-2012, il reddito medio nominale mostra un andamento altalenante, con l'importo 2012 che risulta più elevato di quello di otto anni prima. Il dato depurato dall'inflazione, tuttavia, mostra un calo di oltre il 9% del reddito medio reale (gli importi in termini reali sono stati tradotti da Adepp usando l'indice dei prezzi alconsumoCpi con base 2005=100)

I dati dalle Casse sui redditi dei professionisti

Il monitoraggio delle categorie " I grafici a destra riportano i dati raccolti dal Sole24 Ore presso le diverse Casse professionali. Per ogni categoria è indicato l'imponibile medio previdenziale di tutti gli iscritti (in nero). accompagnato dal dato relativo alle donne (in rosso) o ai professionisti under 40 (in blu). L'imponibile degli anni anteriori al2012 comunicato dalle Casse è stato attualizzato dal Sole 24 Ore utilizzando l'indice lstat Foi: in pratica, gli importi degli anni 2007-2011sonostati "elevati" per rendere possibile il confronto a paritàd'artquistoconil2012. Questa operazione rende evidente il calo in termini reali di redditi che altrimenti, se si guardasse al· dato nominale, potrebbero anche risultare crescenti

I DATI GENERALI

Data 16-12-2013 Pagina 2 Foglio 2 / 5

Il reddito medio nominale e reale dei liberi professionisti iscritti alle casse aderenti all'Adepp

Reddito reale (euro 2005) Reddito nominale (euro) 30.000 35.000 40.000 30.000 35.000 40.000

2006; '.5 •. :

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AVVOCATI

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

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2010 2011 2012* *dati non consolidati

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Donne penalizzate , Dai dati raccolti presso le Casse professionali emerge che le professioniste guadagnano anche meno della metà dei loro colleghi uomini. È quel che accade, ad esempio, per gli awocati, con le donne che, nel 2012, non sono arrivate a un imponibile medio previdenziale di 29mila euro, contro i 62mila euro degli uomini. Il gap è elevato anche per le professioni tecniche. Tra gli ingegneri, ad esempio, il reddito medio prowisorio 2012 degli uomini supera i 35mila euro, mentre le donne restano sotto i 20mila euro; tra gli architetti, gli uomini hanno un imponibile medio previdenziale di 24.200 euro, mentre le donne di 14.800 euro. La forbice è minima tra gli infermieri, ma resta comunque a favore degli uomini, che hanno un reddito medio di oltre 24mila euro contro i quasi 22mila euro delle donne

Più ricchi dopo i 60 anni Perquasitutte lecategoriei

redditi più elevati si concentrano nella fascia di età che va oltre i 60 anni, mentre quelli più bassi toccano agli under 40. Ad esempio, nel 2012 gli imponibili previdenziali medi dei ragionieri fino a 40 anni sono fermi a 36.400 euro, mentre salgono fino a sfiorare i 61mila euro per gli aver 60, con somila euro per la fascia d'età intermedia (dà 41a60 anni). Fanno eccezione, tra gli altri, ingegneri, architetti e geometri, che hanno i redditi migliori (rispettivamente, 42.800 euro, 24.200 euro e 26.100 euro) nella fascia d'età da 41a60 anni

Redditi più elevati a Nord Sono a nord est i professionisti

con i redditi più elevati, mentre hanno introiti più bassi quelli che operano nelle Regioni del sud Italia. Tra i veterinari, ad esempio, il reddito medio 2012di17.157 euro sale a 28.230 euro nel Trentino Alto Adige e a 25.127 in Friuli Venezia Giulia, mentre scende a 6.930 in Calabria. E la forbice vale anche peri notai: la base imponibile media 2012 è di quasi 220mila euro in Valle d'Aosta e di 200mila euro in Trentino, mentre in Sicilia si ferma a77.400euro

NOTAI

Data 16-12-2013 Pagina 2 Foglio 3 / 5

lmponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012 Nota: !a base imponibile è costituita dal repertorio e non dai reddito

TOTALE

195.794

UD.ODO

153.146

130.000

90.000 2007 2008 2009 2010 2011 2012

INGEGNERI

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

75.000

TOTALE

5.D .. 000 44.864 43A78 40.208 e 38.640 36.511 - - -25,QDO

29.512 llllllElì40

2007 2008 2009 2010 2011 2012* *dati provvisori

ARCHITETTI

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

/5,0DD ..

50.000

TOTALE

30.260 28.536 25.393 .2.5.oo.o

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2M05 19.513 17.847 UlllllER 11!0

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L 2007 2008 2009 2010 2011 2012* "'dati provvisori

GEOMETRI

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

/5.oDO

50 .. 00.0 ....

TOTALE

24.133 24.m 24.247 22.452 2a.090 o l!i!ll<!l' lilil!l:l!le)'!!'"J~ ~'J"'M""'"

17.BUi 18.032 17333 llNDE!l40

2007 2008 2009 2010 2011 2012

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Il Sole?]{! mmrn

GUlS-CllITTI

Il numero di professionisti iscritti alle casse aderenti all'Adepp per-settore di attività

Economico sociale

Giuridica Sanitaria

i•1V.loi irJ!ioJ lr&itiil .--··-·· Var. 200jj_ll . Var. 2005/11 .. .Yar. 2005/11

Fonte: Adepp, Secondo rapporto sulla previdenza privata italiana

COMMERCIAUSH

Tecnica

1.331.558

1.499.188

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012 TOTALE

Js,QQQ 69.248 68.659 °"e ---.)---...!6~5.~320::__. ·.!6~5:6:,:15:..·····-·· ~6:5;.42=.2_....!!6~3.140 var.2007112

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Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

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TOTALE

54.055 5~00Q ..

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2007 2008 2009 2010 2011 2012

Data 16-12-2013 Pagina 2 Foglio 4 / 5

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GE(llOGI, CHI!\11.ICI E A TlllARl

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

J.5.000

32.558 Var. 2007/12

2007 2008 2009 2010 2011 2012

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

TOTALE

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INFERMIERI

Imponibile medio previdenziale per anno d'imposta. Dati in euro in termini reali rapportati al 2012

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2007 2008 2009

li punto di vista dei le~rali Per gli avvocati il calo di fatturato si spiega con i maggiori costi di accesso alla giustizia

25.627 Var. 2007/12

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2TJJf.IS

2010 2011 2012

Chi resiste ' La congiuntura economica non riduce il lavoro di commercialisti e ragionieri

Data 16-12-2013 Pagina 2 Foglio 5 / 5

Le incognite . Futuro previdenziale più a rischio 1

se non si rafforzano le entrate contributive

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Welfare a dieta anche in Svezia e Finlandia

Ora l'Europa del Nord riduce pensioni e sussidi

Non solo Grecia, Spagna e Portogallo. La crisi e i vincoli di bilancio mettono a dura pro­va le politiche di welfare, co­stringendo anche i Paesi nordi­ci a una sforbiciata della spesa.

Nelz013 e nelzo14 Gran Bre­tagna, Finlandia e O landa met­tono mano al portafoglio con una stretta sui sussidi di disoc­cupazione, sugli assegni per le

famiglie e con un innalzamen­to dell'età pensionabile. An­che la Francia rompe un tabù e il prossimo anno punta a ri­sparmiare quasi 6 miliardi. Per­sino la Svezia, tradizionale mo­dello per le politiche di soste­gno alla famiglia, inizia a mo­strare qualche ombra, con un aumento delle disuguaglianze.

Bussi • pagirn1l 7

Data 16-12-2013 Pagina 7 Foglio 1 / 2

L'ESPERTO IUSPONDE DOMANI IL QUADERNO SU AUTO, MULTE, RC E TASSE Tutte le rispostesuiverbaU, i ricorsi, le assicurazioni, le pratiche automobilistiche e l'imposta di bollo

In vendita a o.so euro oltre al prezzo del quotidiano

I tagli al welfare fanno breccia nel Nord Da Helsinki a Londra passando per l' Aja la crisi costringe a ridurre la spesa di sussidi, sanità e pensioni

PAGINA A CURA DI Chiara Bussi

Matt e Fiona hanno 35 anni, due figli e abitano nella periferia di Londra. Sonounadelle4omila famiglie che da luglio vivono sul­la propria pelle il tetto ai benefit per il welfare di 500 sterline a set­timana. Se in futuro perderanno il lavoro, dal 2015 dovranno atten­dere non più tre ma sette giorni per ricevere il sussidio di disoc­cupazione. Marieke, olandese, ha 50 anni e un marito disabile che dal prossimo anno vedrà as­sottigliarsi l'assegno netto an­nuale al di sotto dei 300 euro.

La crisi mette a dura prova le politiche dcl welfare e i governi, costretti a fare i conti con casse sempre più vuote e vincoli di ri­duzione del deficit imposti da Bruxelles sempre più difficili da rispettare, sono costretti a mette­re mano al portafogli. Il taglio del­la spesa per sanità, disoccupazio­ne e sostegno alle famiglie, unito all'innalzamento dell'età pensio­nabile, non colpisce solo più i" so­liti noti", Paesi "periferici" come Irlanda, Portogallo e Grecia co­stretti a restringere le reti di sicu­rezza per ottenere gli aiuti dalla comunità internazionale. Da

quest'anno e nelzo14la sforbicia­ta accomuna (quasi) tutti. L'uni­ca eccezione resta la Germania, che nell'accordo di coalizione si­glato a novembre prevede un au­mento delle risorse. Il modello sociale europeo, fiore all' occhiel­lo del Vecchio Continente scric­chiola. «È chiaro-sottolinea Cla­ire Dhéret, analista politica del thinktankindipendente Epc, Eu­ropean Policy Centre - che la si­tuazione attuale ha provocato un

1 forte scossone dei suoi princìpi fondatori».

Il governo inglese punta a ri­sparmiare ben i8 miliardi nel 2014e 2015 con una stretta su fon­

! di, regole e requisiti. Il giro di vi­te riguarderà anche il "turismo"

I dei sussidi. Per ottenere le risor­se di disoccupazione gli stranieri

dovranno infatti frequentare cor­si di lingua inglese. Anche l'O lan­da ha deciso di imboccare questa strada. Nel 2014 l'Aja ritoccherà la spesa sociale dell'wo rispetto al Pil. La forbice sarà in azione al­meno fino al 2017 e porterà a un riordino dei benefit in un'unica formula che riunirà gli attuali as­segni per figli, anziani, casa e sa­lute. Persino la Francia, tradizio­nale culla del welfare, rompe un

tabù e con la lai de finances in di­scussione in Parlamento inverte un trend. Nel 2014 Parigi punta a raggranellare ben 5,8 miliardi at­traverso un freno all'aumento delle spese di rimborso sulle assi­curazioni sulla malattia e regole più rigide per il sostegno alle fa­miglie. Le esigenze di spending review contagiano anche la Fin­landia. Per proteggere il proprio rating a tripla A l'estate scorsa i sei partiti di maggioranza hanno siglato un patto di ferro che pre­vede una riduzione della spesa per il welfare, con una stretta sul­le cure ospedaliere per gli anzia­ni e la riforma delle pensioni. An­che la stella svedese, finora indi­scusso faro per le politiche a so­stegno della famiglia, inizia a mo­strare qualche ombra. Secondo unrecente studio dell'Ocse il Pa­ese è in cima alla classifica per le disuguaglianze salariali, accen­tuate ancor di più dalla forte pre­senza di immigrati, come hanno dimostrato le rivolte urbane del maggio scorso.

«Dalla metà degli anni '90 ad oggi - sottolinea Luigi Campi­glio, ordinario di politica econo­mica all'Università Cattolica di Milano - il welfare ha agito come

stabilizzatore automatico per l'economia, uno sportello da apri­re quando le cose andavano ma­le, con un paracadute per fami­glie e disoccupati utile anche co­me vetrina per attirare gli investi­menti esteri. Se in un momento di crescita stagnante come quel­lo attuale i governi decidono di tagliare la spesa il rischio è che l'economia si avviti su se stessa». Gli fa eco Sofia Fernandes, ricer­catrice del thinktankNotre Euro­pe: «Se non si rafforzerà l' effica­cia delle politiche sociali la ridu­zione dellaspesaindeboliràlaca­pacità dello Stato di lottare con­tro le disuguaglianze, di investi­re nella qualificazione della ma­nodopera e di offrire un servizio sanitario di qualità e a un costo ragionevole. I modelli sociali vanno riformati, ma non sacrifi­cati». Dhéret intravede però una luce infondo al tunnel: «Il dibatti­to politico recente sull'introdu­zione dcl salario minimo nei Pae­si Ue e sul rafforzamento della di­mensione sociale dell'Unione monetaria - conclude - ha mo­strato una reale volontà di dare impulso a un nuovo modello so­ciale europeo».

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La Francia agisce sulle assicurazioni malattia, mentre scricchiola anche il modello svedese

Progetti al ribasso

11 FRANCIA

5,8 miliardi Risparmi sulla spesa sociale previsti dal budget 2014 in discussione al Parlamento

Sussidi di disoccupazione

Rinegoziazione della convenzione di assicurazione contro la disoccupazione

Sostegno familiare e cura dei figli

Stretta sul sostegno alle famiglie per risparmiare 200 mln nel 2014.

Sanità

Stretta suite spese di rimborso delle assicurazioni sulla malattia nel 2014

Pensioni

Riduzione delle pensioni complementari. Tetto all'indicizzazione nel 2014 e 2015. Dal 2018 salirà l'età pensionabile.

. I PORTOGALLO

-8% Riduzione dei sussidi di disoccupazione

l""J Sussidi

·Stretta sui sussidi da quest'anno: il periodo massimo per ottener\;iiene ridotto a 540 giorm . . .. ·

Pensioni

Contributo straordinario di solidarietà del 3,5% per le pensioni oltre i 1.350€ mensili. Ridotte del 10% queUe oltre 1.800€.

==FINLANDIA

li Sanità

Taglio ai costi dei servizi di cura ondontoi· atrica e alle cure ospedaliere per gli anziani

Pensioni

Aumento dell'età pensionabile dal 2025

;(:;S GRECIA

Il Sanità

Dal 2010 la spesa sanitaria è stata ridotta di 6 punti di Pii

Pensioni

Aumento dell'età pensionabile a 67 anni da quest'anno e riduzioni delle pensioni d'oro. Dal 2010 assegni ridotti del 40%

Data

Pagina

Foglio

16-12-2013 7 2/2

In un momento di crescita stagnante si rischia di innescare un circolo vizioso

~OLANDA

Sostegno familiare e cura del figli

Riordino e razionalizzazione dei .benefit, riduzione di quello per i disabili

Pensioni

Nel 2018 l'età pensionabile salirà a 66 anni

Pensioni

Congelamento del valore nominale e innalzamento dell'età a 66 anni dal 2014

~Sussidi lirj di disoccupazione

Da! 2014 riduzione del sussidio settimanale da 188 euro a 144 euro per i disoccupati under 25

~~ REGNO UNITO

18 Risparmi annui sul welfare nel 2014·2015.

Benefit

Tetto e benefit: 500 sterline alla settimana per le famiglie e 350 per i single

Sussidi di disoccupazione

Regole più rigide dalla primavera 2015: 7 giorni per ottenere il sussidio, obbligo di corsi di inglese per gli stranieri disoccupati

Pensioni

Innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni dal 2020 e a 67 nel 2028

rLl!i SPAGNA

~B,3% Riduzione sussidi di disoccupazione nel 2013

Sussidi

Dal 2013 scendono a sei mesi i sussidi di disoccupazione per i nuovi destinatari. Tagliati del 40% gli aiuti dei Comuni per i cittadini poveri.

Sanità

Nel 2013 ridotta del 20% la spesa sanitaria e farmaceutica.

Pensioni

Da quest'anno l'età pensionabile è passata a 65 anni, dal 2027 salirà a 67 anni. Con la misura il governo punta a risparmiare 33 miliardi in dieci anni.

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L'una tantum per disoccupazione nel 2012

Indennità per i Cocopro: ·domande entro dicembre Pietro Gremigni

Entro il 31 dicembre 2013 i collaboratori a progetto con almeno un contributo mensile versato alla gestione separata nel 2013 e rimasti disoccupati nel 2012 per almeno due mesi, devono presentare domanda all'Inps per ottenere l'indenni­tà speciale prevista dalla legge.

L'ammortizzatore sociale per i collaboratori a progetto, in seguito alle modifiche in­trodotte dalla legge 92/2012, ha visto cambiare alcuni crite­ri rispetto a quelli previsti dal­la legge 191/2009: diverso cal­colo dell'indennità-che rima­ne sempre una tantum - e sta­to di disoccupazione conse­guente alla fine del contratto, riferito all'anno precedente la domanda.

Vediamo quali sono i requi­siti richiesti dall'articolo 2, commi 51 e seguenti della legge 92/2012: 11i potenziali beneficiari devo­no essere collaboratori coordi­nati e continuativi a progetto iscritti in via esclusiva alla ge­stione separata Inps; ai devono aver operato, nell'an­no precedente (2012), in regi­me di monocommittenza con un unico committente anche se per più rapporti a progetto; Il devono avere conseguito nell'anno precedente (2012) un reddito lordo complessivo sog­getto a imposizione fiscale non superiore a 2omila euro, annualmente rivalutato, deri­vante solo da prestazioni di col­laborazioni a progetto; 111 deve risultare accreditato, presso la gestione separata Inps, un numero di mensilità non inferiore a ).IIlO (pari per il 2013 a354,75 euro); lii potenziali beneficiari devo­no aver avuto un periodo di di­soccupazione ininterrotto non indennizzato di almeno due mesi nell'anno precedente (2012) conseguente alla fine del contratto a progetto; 1111 devono risultare accredita­te nell'anno precedente

(2012) almeno quattro mensi­lità presso la gestione separa­ta Inps, compresi gli accrediti figurativi a fronte di eventua­li periodi di assenza per ma­ternità obbligatoria (pari nel 2012 ai.379,53 euro).

Il periodo di disoccupazio­ne ininterrotto di almeno due mesi deve essersi verificato nel2012. Nella domanda relati­va al 2013 e solo per quest'an­no, in sede di prima applica­zione, il richiedente deve di­chiarare l'assenza di contrat­to di lavoro per un periodo ininterrotto di almeno due me­si nel 2012, anziché certificare di essere stato in condizione

I requisiti

01 I GESTIONESEPARATA L'iscrizione alla gestione separata Inps deve sussistere per tutta la durata del contratto a progetto. Nel2013 deve risultare accreditato almeno un contributo mensile; nel 2012 i contributi accreditati devono essere almeno quattro mensilità

02 I IL CONTRATTO Il contratto a progetto nel 2012 deve essere stato eseguito in regi me di monocommittenza

Ol I DISOCCUPAZIONE Deve essere intervenuta, do po la fin e del contratto a progetto, nel 2012, per almeno due mesi ininterrotti senza diritto al alcun indennizzo. Alla domanda, il lavoratore può essere anche occupato

04 I REDDITO Non deve superare 20mila euro lordi come corrispettivo del contratto a progetto eseguito nel 2012

di disoccupato (circolare Inps 38/2013 e messaggio Inps 16961/2013). Qµesto significa che il richiedente, alla presen­tazione della domanda, può es­sere anche occupato.

La domanda La domanda di prestazione de­ve essere presentata dal colla­boratore entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento e quin­di entro il 31dicembre2013, sal­vo che il requisito di almeno un contributo mensile accredi­tato nella gestione separata Inps sia maturato durante il mese di dicembre 2013, perché in questo caso il termine per presentare la domanda, relati­va «all'anno di riferimento» è prorogato fino al 31 gennaio 2014. La presentazione delle domande, oltre che con le con­suete modalità (invio cartaceo con raccomandata), può esse­re effettuata telematicamente tramite internet per utenti che hanno un . Pin dispositivo (Mod. CoCoPro 2013).

La misura dell'indennità L'importo della prestazione è pari per il 2013 al 7% del mini­male annuo di reddito in vigo­re per artigiani e commercian­ti iscritti alla gestione previ­denziale Inps, moltiplicato per il minor numero tra le mensili­tà accreditate l'anno preceden­te e quelle non coperte da con­tribuzione. Per il 2013, il mini­male annuo di reddito è pari a 15.357 euro.

Nel caso di otto mensilità ac­creditate l'anno precedente e quattro non coperte da contri­buzione, l'indennità sarà pari a: 15.357 X 7% = 1.074,99 X 4 = 4.299,96 euro.

La prestazione è liquidata dall'Inps in un'unica soluzio­ne se l'importo della prestazio­ne è pari o inferiore ai.ooo eu­ro, in importi mensili pari o in­feriori a i.ooo euro, se l'impor­to della prestazione supera mille euro.

~l R:PRO[~CZIONF Rl';~P.VA lA

Data 16-12-2013 Pagina 9 Foglio 1

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Data

Il Sole?]{! mmrn Pagina

Foglio

16-12-2013 18

Convenienza. Prodotto per prodotto, nella vetrina delle offerte, le diverse caratteristiche e scadenze

I migliori rendimenti disponib~li Oltre al tasso, contano liquidabilità immediata e i bassi costi di gestione e fiscali

Andrea Curiat 111m Con una raccolta comples­siva di oltre 300 miliardi di eu­ro, i libretti e i buoni postali so­no tra i prodotti finanziari di maggior successo in Italia. La ragione? È da ricercarsi nelle lo­ro caratteristiche, che puntano tutto su sicurezza e semplicità d'uso.

I libretti, anzitutto, non han­no spese di gestione, sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti, distribuiti da Poste Ita­liane e garantiti dallo Stato. Non c'è una soglia minima di deposito necessario per aprir­ne uno: si può iniziare anche con somme modeste, che resta­no sempre disponibili e posso­no essere ritirate in qualsiasi momento presso uno sportello postale.

I libretti nominativi ordinari possono essere intestati sino a un massimo di quattro persone e permettono l'accredito delle pensioni Inps e Inpdap. Solo i titolari possono ritirare le som­me versate presentando un do­cumento di identità; una garan­zia aggiuntiva che rende di fat­to lo strumento molto sicuro in caso di furto o smarrimento. La finalità principale di questi li­bretti è quella digestione del ri­sparmio e della liquidità più

SICUREZZA I libretti nominativi ordinari possono essere intestati sino a quattro persone. Ma la pensione può essere ritirata solo dal diretto interessato

che di investimento. Il tasso di interesse corrisposto, infatti, è modesto: appena lo 0,40% an­nuo netto, che si traduce in un rendimento reale negativo te­nendo inconsiderazione l'infla­zione. Gli interessi sono liqui-dati ogni anno o capitalizzati nel libretto stesso.

La Carta libretto postale rap­presenta un'evoluzione digita­le del vecchio prodotto carta­ceo. Si tratta di una card dotata di microchip che viene associa­ta ai libretti nominativi, al mo­mento dell'apertura o successi­vamente. In pratica, la carta ag­giunge ai libretti molte funzio­nalità tipiche dei conti corren­te con bancomat: si possono ef­fettuare operazioni di prelie­vo e versamento presso gli uffi­ci postali o anche, entro un massimo di 600 euro al giorno e di 2.500 al mese, presso gli sportelli Postamat. Inoltre i pensionati che abbiano scelto l'accredito della pensione sul libretto collegato godono di una copertura assicurativa di 700 euro a copertura dei rischi di furto o scippo dopo aver riti­rato denaro con la carta. La car­ta libretto viene emessa gratui­tamente da Poste Italiane, sen­za commissioni o quote annua­li; ha una durata di 5 anni con rinnovo automatico e può esse-

re richiesta in quattro esempla­ri per ogni libretto.

I buoni fruttiferi postali (Bfp) hanno finalità di investi­mento, ma conservano una na­tura a basso rischio: il capitale è sempre restituito per intero, an­che se il riscatto è anticipato. Gli interessi maturati vengono corrisposti alla data di rimbor­so, a patto però che sia trascor­so un periodo minimo dalla da­ta di sottoscrizione (il numero di mesi è variabile in base alla tipologia di buono).

I titoli sono emessi dalla Cas­sa depositi e prestiti, sono ga­rantiti dallo Stato italiano e col­locati in esclusiva da Poste Ita­liane; i rendimenti godono del­la tassazione agevolata del 12,5%, la stessa riconosciuta al­le obbligazioni statali. Inoltre, i Bfp possono essere sottoscrit­ti e rimborsati senza dover pa­gare alcuna commissione, sal­vo l'imposta di bollo, che si ap­plica solo agli importi superio­ri ai 5mila euro. Poste Italiane si fa carico del bollo qualora, al momento del rimborso e in as­senza o quasi di rendimenti, l'imposta andasse a incidere negativamente tanto da far re­gistrare perdite in conto capita­le al cliente (con un rimborso al di sotto del 100% del capitale investito).

La scadenza dei buoni va dal breve al medio-lungo periodo e i rendimenti aumentano di conseguenza, pur restando su livelli relativamente bassi: soli­tamente si va dallo 0,5% all'l,5%. Alcune offerte si distin­guono per performance più ele­vate, come i BfpJX4 (vedi nella pagina che segue), che, se porta­ti a scadenza, rendono il 2,75% annuo lordo; altri offrono rendi­menti extra sulla base di fattori esterni, come i Bfp indicizzati all'inflazione italiana.

Questi ultimi garantiscono al rimborso sia la restituzione del capitale, sia un rendimento fisso, sia il recupero sul capita­le e sugli interessi maturati del 100% dell'inflazione rilevata nel periodo d'investimento (vedi modalità nella pagina che segue).

Il vantaggio, rispetto ad ob­bligazioni simili, è che in que­sto caso lo scenario dei prezzi di riferimento non è l'Europa, ma l'italia stessa: i sottoscritto­ri sono quindi coperti dall'infla­zione locale, e non dalla media UE, che può essere più bassa di diversi punti.

In pagina e in quella che se­gue potrete trovare le migliori offerte, per famiglie, piccole im­prese e per il futuro dei figli.

© RIPRODUllONE RISERVATI'\

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Data 16-12-2013 Il Sole?]{! mmrn Pagina 18

Foglio 2 / 2

Tutti i numeri da tener presente, la durata e i ritorni prevedibili

BUONI FRUTTIFERI POSTALI BFPDiciottomesi ·Serie D47

Rendimento effettivo annuo lordo In vigore dal 10-12-2013. In%

Semestre

Primo Secondo Terzo

• t.ij-Ìiìì:\ ' I I ' \~~

BUONI FRUmFERI POSTALI BFPRenditalia · Serie R09

In vigore dal 10-12-2013

Tassi nominali semestrali lordi

espressi su base annua

Rendimento del Bot 6M dell'asta avvenuta

nel mese precedente il semestre

di riferimento +0,15%

BUONI FRUTTIFERI POSTALI ORDINARI· SERIE ClO In vigore dal 10 dicembre 2013

.[ ___ .. - Rendimento annuo Periodo Tasso nominale lordo alla fine di ciascun

-~~f:~~~~o ______ _:_~_nu_o_d_~-r~_) ___ Pe_n __ ·o_d_o_d_i _po_s~<~-~s-~~) <i_l~filll!_d~l_!" ann~ _j___ 0,25: 0,25

nel2'anno I o.so, ________ 0,_3_7

nel3' anno 1,00" _____ o_,5_8

BFP7INSIEME,PER CHI VA SCADENZA ... Prodotto di durata massima 7 anni

Flussi periodici Evoluzione Periodo di Tipologia riconosciuti del capitale J>l)S!f!S~!---·- --+f_lu_s_so~pe_r_io_d_ic_o _______ +-__ a_I c_l_ie_n_te-+-_ln_v_e_st_lt_o Prima del l 0 anno N.a. o 100

l'anno Rimborso annuale programmato 2,75 97,25 del capitale investito I

94,50 2°anno 1 Rimborso annuale programmato T--del capitale investito --l--

J'anno ---

Rimborso annuale programmato 2,751 91,7 del capitale investito

r

5

~

4 ·anno Rimborso annuale programmato 2,75 89,0 o del capitale investito

s'anno Rimborso annuale programmato 2,75 86,2 5 del capitale investito

6'anno Rimborso annuale programmato 2,75: 83,5 del capitale investito

o -- ----f--.-.------------.-.l-----~

7'anno Rimborso capitale residuo (a) 83,50 o I Interessi lordi (b) 19,25'

·Totale (a+b) 102,75' -------~-----~------------j--------j

Totale capitale rimborsato piilinteressi lordi percepiti 119.25

nel4° anno nels'anno nel 6 ·anno nel 5' anno

1,50 _________ o_,8_1 ••. E IN CASO DI RIMBORSO VOLONTARIO ANTICIPATO 2,00 1,05 Flussi riconosciuti per scadenza di interruzione

nell'8 ·anno nel9°anno nel 10 ·anno nel 11° anno nel 12· anno nel 13 ·anno nel 14 ·anno nel 15 anno nel 16 ·anno nel 17' anno

----------- ---

2,50

3,00

3,00

1,29

1,65

1,80

3,00 1,92

3,50 2,06 --+-------------

3,50

4,00

4,00

4,25

4,25,

4,25

2,18

2,32

2,44

2,56

2,66

nel 18' anno 4,75

2,76

2,87 -- --------t------·-~-----

nel 19' anno 4,75 2,96 nel2o· anno -~,-----4-,-75~-------3-,0-5

Per i Bfp 3X4 lunghi È il rendimento lordo per i titoli fino a 12 anni

I libretti per i minori Rendimento lordo, giacenza massima di 10mila euro

Rimborso: Prima del l 0 anno

Dopo il 1 ·anno

Dopoil2° anno

Dopo il 3' anno

Dopo il 4 ·anno

Dopo il 5 ·anno

Dopo il 6 ·anno

Flusso Flusso periodico

periodico cumulato riconosciuto riconosciuto

al cliente al cliente (a) I ---··--o o'

--- -·· -·· -----;~;5j 2,75

2,75 r-s.so. ·----- -·-·---

2,75 8,25

2,75 11,00

2,75 13,75

2,75 16,50 ··-----------··-··-

Somme complessivamente

riconosciute in Evoluzione caso di rimborso

del capitale investito (b)

anticipato 110!011_~~0 (a+~l

100 100

97,25 100

94,50 100

91,75 100

89,00 100 - --·---···-

86,25 100 - ---------

83,50 100 --·---- -- - --

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L'INVALI NON LITA Il PUBBLICO PENDE " Sono dipendente della pubblica istruzione appartenente all'area amministrativa. Ho compiuto 60 anni i! 4 luglio 2013 e 35 anni di servizio il 31agosto2013. Mi è stata riconosciuta dalla commissione medica della Asi una percentuale d'invalidità pari all'85%. Chiedo se posso fruire della pensione anticipata come da decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503. Da una mia interpretazione pare che gti iscritti all'ex Inpdap/lnps non possano fruirne. Posso andare in pensione anticipata per invalidità certificata superiore a!l'80 per cento? C:.l:l. -TARANTO

I lettore non può richiedere la pensione di vecchiaia al compimento dei 60 anni di età, pur avendo un'in­validità pari all'85°10, in guanto la norma che consen-

te agli invalidi in misura non inferiore all'80%1 di andare in pensione di vecchiaia a 60 anni, se uomini e 55 anni, se donne (articolo l, comma 8 del Dlgs 503/9z)si applica esclusivamente agli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (Ago) per l'invalidità, la vecchiaia ed i su­perstiti dei lavoratori dipendenti, mentre non si applica ai dipendenti pubblici (ex lnpdap ).

A cura di Aldo Ciccarella

Data 16-12-2013 Pagina 1650 Foglio 1

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Il 60 per cento del bonus ricerca vaallePmi

Carmine Fotina • pagina 2

Data 15-12-2013 Pagina 2 Foglio 1 / 2

Alle Pmi il 60% del bonus ricerca La relazione tecnica: nel primo anno 75 milioni su 190 a beneficio delle grandi aziende

Carmine Fotina ROMA

Il 60% del credito d'impo­sta per la ricerca inserito nel de­creto Destinazione Italia do­vrebbe andare alle Pmi. Lo sti­ma la relazione tecnica al prov­vedimento per la crescita appro­vato venerdì dal consiglio dei ministri.

La simulazione, basata sul 2014, primo anno di operatività della misura triennale, prevede che a beneficiare dell'interven­to saranno poco più di 5mila im­prese, delle quali quasi 4mila con un fatturato inferiore a 50 milioni e circa 850 di fascia "me­dia" (50-250 milioni di ricavi). Le grandi imprese ammesse sa­rebbero all'incirca 250.

Ma se si guarda al beneficio in termini di credito d'imposta dei costi ammissibili le proporzioni cambiano. Nel primo anno si sti­ma infatti un minor gettito per le casse di 187 milioni, di cui 75 andrebbero a sostegno delle grandi imprese (40%), 45 delle medie e 67 delle piccole (il re­stante 60%). Entrando ulterior­mente nel dettaglio, per ogni grande impresa il credito d'im­postasarebbe inmedia di294mi­la euro che diventano 52mila per le medie e 17mila per le piccole.

Per alcune Pmi, però, potreb­be esserci un aggravio da non sottovalutare. Ai fini dei control­li dell'Agenzia delle entrate, in-

fatti, anche le imprese non sog­gette a revisione legale dei conti e prive di un collegio sindacale dovranno avvalersi della certifi­cazione di un revisore, con la possibilità di includere le relati­ve spese (fino a un tetto di 5mila euro) tra quelle ammissibili per il credito d'imposta.

Spesa minima di 50mila euro Il credito d'imposta si applica nella misura del 50% sull'incre­mento delle spese in R&S, fino ad un importo massimo di 2,5 milioni. La misura non è seletti­va, perché si applica a tutte le aziende, indipendentemente dalla forma giuridica, dalle di­mensioni, dal settore e dal regi­me economico adottato, e non è soggetta ad obbligo di notifica a Bruxelles.

Gli incrementi di spesa devo­no essere ottenuti in ognuno dei tre anni 2014-2015-2016 ed è necessario che siano sostenute spese in R&S per almeno 5omi­la euro in ciascun periodo d'im­posta. La relazione tecnica par­te dai numeri della banca dati Aida-Bureau Van Dijk. Tra le 7oomila imprese che hanno pre­sentato un bilancio aziendale, circa 10mila svolgono ricerca e solo il 54% di queste supera la soglia minima di 5omila euro di investimento. Nel triennio 2014-2016 si prevedono incre­menti delle spese ammissibili, rispetto all'anno precedente,

pari al 10, al 7 e al 4°10: conside­rando che l'aumento massimo ammissibile è pari a 5 milioni, la relazione tecnica stima un mi­nor gettito per lo Stato di 187mi­lioni per il 2014, 124 milioni per il 2015 e 78 milioni per il 2016. A fronte di quest'impegno, i tecni­ci del governo si attendono pe­rò investimenti aggiuntivi per 600 milioni nel primo anno e un lieve beneficio anche per il Pil, nella misura di 900 milioni ( +0,06% a prezzi correnti).

La copertura Per superare le obiezioni tecni­che della Ragioneria dello Sta­to, lo Sviluppo economico ha dovuto individuare una coper­tura "in casa". Di qui la scelta di ricorrere al Pon Competitività, programma gestito dal ministe­ro nell'ambito della program­mazione europea 2014-2020. Si punta dunque a fondi struttura­li, nel limite di 200 milioni per ciascuno dei tre anni, ma -si leg­ge nel decreto - «previa verifi­ca della coerenza con le linee di intervento previste nella pro­grammazione 2014-2020 ed a se­guito dell'approvazione della Commissione europea».

Attività e spese ammissibili L'accesso all'agevolazione av­verrà tramite piattaforma infor­matica, per evitare graduatorie e rendere disponibile l'esatto ammontare delle risorse utiliz-

zabili. Sarà comunque un decre­to dello Sviluppo, da emanare entro 60 giorni, a stabilire le mo­dalità delle domande, dell'iscri­zione delle spese in bilancio e dei controlli ex post. Prevista una "clausola di garanzia": se si verifica uno scostamento supe­riore al20% tra spese dichiarate e sostenute, l'agevolazione vie­ne ridotta dal 50 al 40%.

Le attività ammissibili spazia­no dai lavori sperimentali o teo­rici, senza applicazioni prati­che dirette, alla ricerca pianifi­cata per mettere a punto nuovi prodotti, all'acquisizione dico­noscenze allo scopo di produr­re piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuo­vi, modificati o migliorati. Sono inclusi «la produzione e collau­do di prodotti, processi e servi­zi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali».

Qµanto alle spese, sono tre le categorie ammissibili. Rientra­no nel perimetro il personale impiegato nella ricerca; le quo­te di ammortamento delle spe­se di acquisizione o utilizzazio­ne di strumenti e attrezzature di laboratorio con un costo uni­tario di almeno .2mila euro nette e infine i costi di R&S svolta in collaborazione con le universi­tà e gli organismi di ricerca, ol­tre ai brevetti acquisiti o ottenu­ti in licenza.

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50n1ilaeuro Si stima una platea di Smila imprese Plafond da 200 milioni annui dopo l'ok della Ue

Credito di imposta triennale

Ammesse 250 grandi imprese Secondo la relazione tecnica, nel2014a beneficiare dell'intervento saranno poco più di 5mila imprese, delle quali quasi 4mila con un fatturatoinferiorea 50 milioni e circa 850 di fascia "media" (50-250 milioni di ricavi). Le grandi imprese ammesse sarebbero all'incirca 250. Ma se si guarda al beneficio in termini di costi ammissibili le proporzioni cambiano. Nel primo annosi stima infatti un minor gettito per le casse di 187 milioni, di cui 75 andrebbero a sostegno delle grandi imprese (40%), 45 delle medie e 67 delle piccole (il restante 60%).

BENEFICIO MEDIO PMI

17 milaeuro

Istanze per via telematica Sarà comunque un decreto dello Sviluppo, da emanare entro 60 giorni, a stabilire le modalità delle domande, dell'iscrizione delle spese in bilancio e dei controlli ex post. L'accesso all'agevolazione avverrà tramite piattaforma informatica, per evitare graduatorie e rendere disponibile l'esatto ammontare delle risorse utilizza bili. La misura non è selettiva, perché si applica a tutte le aziende, indipendentemente da Ila forma giuridica, dalle dimensioni, dal settore e dal regime economico adottato, e non è soggetta ad obbligo di notifica a Bruxelles.

DECRETO ATTl.IATI\10

60giomi

Data 15-12-2013 Pagina 2 Foglio 2 / 2

Per il sostegno all'innovazione è necessario un decreto attuativo dello Sviluppo economico

Collaborazioni con università Rientrano nelle spese ammissibili quelle relative al personale impiegato nella ricerca; alle quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio con un costo unitario di almeno 2mila euro nette e infine i costi di R&S svolta in collaborazione con le università e gli organismi di ricerca, oltre ai brevetti acquisiti o ottenuti in licenza. Se si verifica uno scostamento superiore al 20% tra spese dichiarate e sostenute, l'agevolazione viene ridotta dal 50 al40%.

IMPORTO MASSIMO

2,Smilioni

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Data 14-12-2013 Il Sole?]{! mmrn Pagina 23

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Tra le novità la modifica alla gestione delle sospensioni

Nuovi iter per assumere i disabili Luigi Caiazza

Cambiano le procedure in­formatizzate per le comunicazio­ni da parte dei datori obbligati all'assunzione di disabili. L'ac­cesso alle nuove procedure ini­zierà dalle ore 19del14 gennaio 2014 e la scadenza per la presen­tazione del prospetto informati­vo è prorogata al successivo 15 febbraio.

Nelle note operative dettate dal Lavoro con la lettera circolare 16522 dello scorso 12 dicembre, che fa seguito al decreto diretto­riale 345/13, vengono posti in evi­denza gli standard del sistema in­forniatico del Prospetto informa­tivo, pubblicati sul sito www.cli­clavoro.gov.it, unitamente alle re­lative regole d'uso contenenti le disposizioni alle quali i servizi competenti, i datori di lavoro, qua-

Assunzioni obbligatorie ·-········i········

e L'articolo 3 della legge 68/1999 stabilisce quanti lavoratori disabili devono essere assunti da datori di lavoro pubblici e privati in relazione alle dimensioni dell'azienda. In particolare è previsto un lavoratore se ci sono da 15 a 35 dipendenti; due lavoratori se i dipendenti sono compresi tra 36 e 50; il 7% degli occupati se ci sono più di 50 dipendenti

li soggetti obbligati, e i consulenti del lavoro, quali soggetti abilitati, devono attenersi per utilizzare il sistema in modo corretto.

Pertanto, a partire sempre dal 14 gennaio 2014 i sistemi in­formatici delle regioni, compre­so quello sussidiario messo a di­sposizione dello stesso ministe­ro, saranno in grado di ricevere le comunicazioni dei datori di la­voro obbligati.

Le principali modifiche al siste­ma precedente riguardano: ijffi la gestione delle sospensioni, di­sciplinato dall'articolo 3, comma 5, della legge 68/ 99 e dall'articolo 4 del Dpr 333/ oo, per le quali sarà necessario indicare la data della sospensione stessa. Si tratta, in ve­rità, di un particolare istituto che dovrebbe costituire una "eccezio­ne" all'obbligo di assunzione dei lavoratori disabili, per cui, rileva

la nota in esame, la conoscenza di una completa situazione azienda­le permetterà un più efficace con­trollo soprattutto nei confronti delle aziende la cui organizzazio­ne è distribuita sul territorio; ii le convenzioni d'inserimento la­vorativo, o volte all'integrazione lavorativa di quei soggetti che pre­sentano particolari difficoltà di in­serimento nel ciclo lavorativo or­dinario (ad esempio, disabili psi­chici), disciplinate dall'articolo u della legge 68/ 99, stipulate qalda­tore di lavoro obbligato e non, con gli uffici competenti; ii le esclusioni dal computo dei la­voratoriai fini della determinazio­ne dell'aliquota di riserva, di <:ui agli articoli 4 della legge 68/ 99 e 3 delDpr 333/ oo. Lanotaministeria­le rileva le modifiche apportate dal prospetto a tale elenco dovute al fatto che negli ultimi anni le sud-

dette categorie sono state sogget­te a diverse variazioni e, pertanto, con la nuova formulazione sono state definite con maggiore preci­sione le varie specificità. Il Mini­stero ha ricordato che, ai fini della esclusione, per personale di" can­tiere" (come definito dall'articolo 89 del Dlgs 81/ 08) deve intender­si non solo quello operante nelle imprese appartenenti al settore edile, ma anche quello diretta­mente operante nei montaggi in­dustriali o impiantistici e nelle re­lative opere di manutenzione svolte in cantiere, indipendente­mente dall'inquadramento previ­denziale;

le imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati, per le quali, nel caso di passaggio d'ap­palto, il numero dei lavoratori ac­quisito non è considerato ai fini del computo della quota d'obbli­go di lavoratori disabili.

©RIPRODUZIONER!SERVATA

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Regole. Nuova disciplina anche dall'Eba

Stretta Barikitalia sui super-stipendi

Vita sempre più "dura" per i top manager delle banche. La Banca d'Italia ha infatti intro­dotto norme più stringenti sul­la remunerazione dei manager di alto livello, in gran parte per recepire nuove norme comuni­tarie. Tra le novità c'è il limite alla componente variabile del­lo stipendio, che in relazione al­la componente fissa non potrà superare il rapporto uno a uno. Tanta è la parte fissa, tanta de­ve essere la parte variabile (quella legata alla performan­ce della banca o dell'area di bu­siness). L'obiettivo di questo li­mite è ovvio: disincentivare nei top manager comporta­menti che li inducano a molti­plicare i rischi assunti dalla ban­ca, pur di raggiungere risultati di breve periodo e dunque di moltiplicare la parte variabile dello stipendio.

Le remunerazioni variabili, inoltre, incontrano altri limiti, nel caso in cui la banca non ri­spetti determinati requisiti di capitale. Le nuove disposizio­ni di Vigilanza sono contenute in un documento posto ieri in consultazione finalizzato a re­cepire la direttiva europea «Crd4», approvata a giugno scorso. La direttiva deve esse­re recepita in Italia entro il prossimo 31 dicembre.

Su remunerazioni e incenti­vazioni dei manager la Banca d'Italia aveva già preso un provvedimento nel marzo del zou. L'impianto e i principi car­dine di quel testo, si legge nel documento di via Nazionale, sono rimasti sostanzialmente invariati. Le nuove regole raf­forzano anche la clausola di «claw-back», ossia la restitu­zione di un bonus o di una buo­nuscita a un ex manager in se­guito ad una valutazione ex post del suo operato. Tra i cri­teri della valutazione entrano ora anche «indicatori di carat­tere qualitativo, legati alla con­dotta tenuta dal personale nel

corso del proprio rapporto di lavoro con la banca». ·

Sempre ieri, in tema di tetti ai bonus dei banchieri, si è mossa anche l'Eba: cioè l'european banking authority. L'organi­smo europeo ha infatti definito la griglia delle esenzioni ai limi­ti dei bonus ai manager delle banche. Queste eccezioni ai li­miti saranno sottoposte lunedì prossimo al vaglio della Com­missione europea. La prima re­gola è chiara: le esenzioni do­vranno essere permesse solo in «casi giustificati», sotto condi­zioni addizionali e dovranno es­sere soggette alla verifica da par­te delle Autorità di vigilanza.

Le procedure variano a se­conda degli stipendi. Per i ma-· nagerchevantanounaremune­razione totale dimezzo milione di euro, le banche dovranno no-

NOOMEANTl·RISClH Arriva il limite alla parte variabile dello stipendio, che in relazione a quella fissa non potrà superare il rapporto di uno a uno

tificare l'esenzione. Per le remu­nerazioni da 75omila euro è in­vece necessario un passaggio in più: serve l'approvazione pre­liminare da parte dell'Autorità di vigilanza Per imanager anco­ra meglio retribuiti, cioè per quellicheguadagnanounmilio­nedieurol'annoopiù,l'esenzio­ne ai limiti dei bonus prevede un passaggio ulteriore: le Auto­rità di vigilanza nazionali do­vranno informare l'Eba prima di decidere. Le banche, afferma l'Eba, dovranno anche dimo­strare che i manager esclusi dai limiti ai bonus non sono coin­volti in attività «che hanno un impatto concreto sul profilo di rischio dell'istituto».

R.Fi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 14-12-2013 Pagina 31 Foglio 1

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Pag. 60

Data 16-12-2013

Corrie.onomia Pagina 23 Foglio 1 / 2

l'intervista Parla la responsabile mondiale di «Great Piace to Work»:·importante attirare talenti

«Siate trasparenti e accessibili» Ecco la ricetta per fare il salto di qualità Le nuove generazioni ormai pensano alla responsabilità sociale come a un «must»

DI MARIA TERESA COM ETTO

A ttrnffe e coltivare talenti .. Far fiorire l'innovazione. :Viigliorare la produtli\i­tà e anche le performan·

ce in Borsa. Per raggiungere que­sti obiettivi ed essere quindi com­petitive, le aziende devono sempre più focalizzarsi sul creare un am­biente di lavoro in cui i collabora tori siano gratificali e a proprio agiçi.

E l'idea di base delle classifiche e dell'operalo svolio in 47 Paesi di tullo il mondo da Great piace to work, organizzazione fondata a San Francisco nel 1991 dal giorna­lista e scritlore Roberl Leveling e ora guidala da China Go1man, che ha spiegalo a CorrierEconomia quali sono le nuove tendenze nel­l'arte della gestione delle risorse umane. E perché un bravo leader non deve plivilegiare le donne ri­spetto agli alLii dipendenti.

Al top della vostra classifica globale ci sono Google, Sas, Ne­tApp e Microsoft: i grandi del­l'high-tech sono più capaci nel­l'organizzare J'anibiente di lavo­ro?

«No. Credo che tutte le impre­se, non importa di quale settore o di quale dimensione, possano ec­cellere nel rapporto con i dipen· denti. Tuttavia quelle dell'indu­stria tecnologica hanno capito be­ne che l'innovazione è la chiave della loro crescita e che per colli­varla bisogna ascoltare i propli di­pendenti. Così le aziende come Google sono particolarmente con­centrate nel creare una cultura del lavoro che ispira i dipendenti, è at-

tenta ai loro bisogni, permette lo­ro di raggiungere i propli obiettivi e premia i loro sforzi. Ma questo approccio è sempre più diffuso anche nella finanza e nella mani· fattura».

Come la tecnologia ha cam­biato in modo in cui le aziende interagiscono con i dipendenti?

«La tecnologia facilita e miglio­ra le relazioni, soprattutto nelle multinazionali con una forza lavo­ro numerosa e dispersa nel mcm­do. Le nuove applicazioni social permettono di mantenere viva e ;ibrante per 24 ore al giorno una conversazione che può pai1ire da Milano, spostarsi a Mumbai e poi a New York e tornare a Milano. Grazie alle nuove tecnologie sem­pre più spesso gli amminislraloli delegati ( ceo) annunciano i Iisul­tati e le iniziative aziendali simul­taneamente a Lutti i dipendenti: impensabile solo cinque anni fa. Diffondere le informazioni in que · sto modo dà più potere ai dipen­denti, permette ai leader di essere più connessi con i manager e in generale aumenta il clima di fidu­cia in azienda>>.

Un tema caldo è la flessibilità del lavoro fra casa e ufficio: che cosa pensa della decisione della ceo di Yahoo!, Marissa Mayer di limitare il telelavoro?

«Ila creato davvero un'eno1me discussione! Mayer ha spiegato a una nostra conferenza di aver pre­so sulla decisione sulla base di una profonda analisi di Yahoo!: per raggiungere i suoi obbietthi di crescita e innovazione ha biso-

gno di più interarione personale. L'innovazione, si sa, avviene spes­so in piccoli gruppi di persone che lavorano insieme, fianco a fianco oppure da discussioni svolle nei corridoi o negli ascensori, non in riunioni programmate. Il telelavo­ro non permette C:)Uegli scambi in­formali. La lezione del caso Yahoo! è che la ricetta per un ambiente di lavoro di successo non è uguale per tutte le organizzazioni».

Dare più flessibilità alle don­ne non è comunque una politica aziendale giusta?

«Dipende. Una grande orga­nizzazione pensa a tutti i suoi di­pendenti. Anche i papà hanno fi­gli e vecchi genitori da accudire e quindi anche per loro la flessibili­tà è un valore. Una componente essenziale della fiducia fra leader aziendali e dipendenti è la perce-

zione che i leader non siano par­ziali, non facciano favori, quindi è giusto che siano attenti ai bisogni di tutti i dipendenti. Anche i pro­grammi per aiutare le donne ad emergere devono essere rivolti a lutti i gruppi che ne haimo biso­gno, come le minoranze ra1:ziali».

È d'accordo con l'appello alle donne di «farsi avanti» lanciato da Sheryl Sandberg, la top ma­nager di Facebook?

«Ila acceso un faro su quello che le aziende possono fare per ti­rar fuori i talenti nascosti. Certo le donne sono poco rappresentate ai vertici delle imprese, ma lo stesso può dirsi per le persone di colore. Cn grande leader aziendale guar­da a questa situazione in modo

olistico». Al top della vostra classifica

globale c'è anche McDonald's, contro cui la settimana scorsa i sindacati americani hanno or­ganizzato un sciopero: come lo spiega?

«l rapporti fra aziende e sinda­cati negli Usa sono in evoluzione con posiliYi cambiamenti. Detto questo, la nostra classifica è basa­la sulla voce diretta dei dipendenti e sul loro giudizio verso i propri dirigenti».

Nella sua lunga carriera, co­me ha visto cambiare la ricetta per creare un «grande posto» dove lavorare?

«Le componenti di base sono sempre le stesse. Per essere com-­pelitìve le aziende devono avere dipendenti che vogliono dare il meglio di sé, il che è possibile se i leader sono aperti, trasparenti, ac­cessibili e degni di fiducia».

Le nuove generazioni non vo­gliono qualcosa di diverso?

«Certo i Millenial o GmX sono cresciuti in modo diverso da noi Baby Boomer, la tecnologia è inte­grata nella loro esperienza sia so· ciale sia di lavoro. Ma qualunque sia l'età di ·un dipendente, tutti si aspettano di essere rispettati dai capi, di far un lavoro che abbia un significato, di avere un rapporto di fiducia con i superiori ed essere apprezzati per il proprio impegno. Forse le nuove generazioni sono più focalizzate sulla responsabilità sociale delle aziende, ma tutti vo­gliono lavorare per un business che si comporti bene con l'am­biente e con la comunità dove ope­ra».

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Corrie.onomia Data 16-12-2013 Pagina 23 Foglio 2 / 2

La tecnologia facilita e migliora le relazioni. In una multinazionale una conversazione · può iniziare a Milano, spostarsi a Mumbai, poi aNewYork e tornare a Milano

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Data 16-12-2013

Corrie.onomia Pagina 35 Foglio 1 / 2

L'intervista Il padre della riforma del Tfr commenta gli ultimi giri di vite sulle «rendite d'oro»

«Sì alla solidarietà Ma niente nuove tasse» Brambilla: basta con i maxi prelievi e il blocco della scala mobile Un contributo equo sulle rendite retributive può fruttare sei miliardi»

DI ROBERTO E. BAGNOLI - -- --··- - --·-···~-

M <meato adeguamento all'inflazione per i' ila­lizi sopra i 2.fl73 euro lordi al mese. In prati­

ca. una pPrdita secca nel poll're tfacquisto per trattamenti che non si possono certo considerare d'oro.

1 pensionati si confermano, an­cora una rnlta, come la categoria da spremere per rastrellare risorse. E l'approccio non cambia nella bozza della legge di Stabilità rnrata nei giorni scorsi dal Senato. Secondo , \!berlo Brambilla, uno dei massi­mi esperti della materia, la misura è totalmente da rivedere. Brambilla, che presiede il Comitato tecnico­scientifico di ltinerari previdenzia­li, ha diretto il ,\'ucleo di valutazio­ne della spesa previdenziale ed è stato sottosegretario al Welfare e padre della riforma del Tfr. ,\'on lo comincenemmeno il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensio­ni d'oro, quelle sopra i DOmila euro. «Se proprio si vuole introdurre una simile misura, il contributo deve es sere progressirn, limi! alo nel tem­po e finalizzato per un interYento preciso», afferma Brambilla.

Perché ancora una volta si è in-

tervenuti sulle pensioni... . «Perché piace il motto del chi ha

di più, paghi di più; nonostante le ripetute pronunce di Cassazione e Corte costituzionale, per raccoglie-

re qualche euro si ritorna sulle pen­sioni. In questa materia da molti anni sono di moda la demagogia e la rnglia di apparire per catturare il consenso. Imece bisognerebbe partire da mùmalisi dei redditi del nostro paese».

E partiamo allora ... «In base ai dati dell'Agenzia del­

le Entrate, in Italia ci sono 41 milio· nidi contribuenti: 14 dichiarano ze­ro, altri 1:3,5 milioni in media meno di ottomila euro l'anno. (l_uesti cit­tadini come fanno a vivere? Il fisco se n'è mai interessato? E chi paghe­rà la pensione a loro, che in una vita

non hanno mai accantonato conlri · buti? E a questo si aggiunge l'ini­quità fiscale».

In che senso? «Oggi un pensionalo che ha

un'integrazione al minimo o una maggiorazione sociale di 650 euro il mese non paga tasse. Cn altro, che invece ha versato contributi ve­ri anche se modesti, con un vitalizio di settecento euro il mese viene tas­sato e prende meno del primo. A furia di parametrare Lutto al reddi­to, dai sussidi alla sanità, non si fa altro che incentivare il ricorso al ne­rn».

Quante solo queste prestazio­ni assistenziali?

«Sette milioni di pensionati, il 42% su un totale di 16,7; hanno ren· dite integrate o con maggiorazioni

sociali: in sessantacinque anni di vita non sono riusciti a versare al-

Non bisogna fare demagogia, ma partire da un'analisi del reddito nel nostro Paese

meno quindici annualità complete di contributi, e quindi non hanno pagato nemmeno le tasse. In prati­ca, la metà dei pensionati italiani è assistita dallo Stato: come se il no­stro paese fosse uscito da una guer­ra o una catastrofe».

Cosa non va nelle misure in di­scussione?

«Le proposte tendenti a bloccare l'indicizzazione delle pensioni oltre un certo importo sono già state de­finite illegittime dalla Cassazione, perché producono effetti per l'inte­ro periodo in cui si riceverà il vitali­zio. In pratica, se oggi elimino l'in­dicizzazione per una pensione da 90mila euro lordi, con un'infla1ione al 2% produco una riduzione di 1.800 euro l'anno. Se il pensionato la percepirà per quindici anni, il danno complessirn sarà di 27mila euro, più l'indicizzazione. Si può chiamare d'oro una pensione sopra i ~~mila euro lordi il mese?».

Come si può intervenire? «,\'essuno fa riferimento ai vita­

lizi dei parlamentari, che non sono solo sproporzionati rispetto ai con· tributi versati, ma addirittura ab­normi nel rapporto. La soluzione

non può che essere un contributo di solidarietà, che cresce in modo pro­porzionato all'entità della presta­zione, su tutte le pensioni calcolate con il vecchio metodo retributivo, un sistema che incentivava a evade­re i contributi: tanto contavano solo gli ultimi cinque o dieci anni di la-

voro». Come si potrebbe applicare

questo prelievo? «Si potrebbe partire da uno

0.5~o per le pensioni più basse, per poi salire gradualmente fino al 5% per quelle più elevate. Con questo sistema non si violano i principi di equità impositiva, rendendo costi­tuzionale la norma. Inoltre si risar­ciscono i giovani, che saranno sog-­gett i al metodo contributirn puro, in base a cui la pensione sarà com­misurata ai contributi accantonati durante l'intera vita lavorativa».

In termini economici quale sa-

rebbe il beneficio? «Considerando gli oltre 2tì0 mi­

liardi di euro di prestazioni in paga­mento si può pensare di risparmia~ re circa 6 miliardi di euro, che devo­no andare a riduzione del debito pubblico. Ma c'è anche il capitolo della previdenza complementare».

Che non decolla ... «Bisogna informare di più, in

particolare i giovani, per rendere tutti consapevoli che è necessario non solo versare i contributi alla previdenza obbligatoria, ma anche farsi quella complementare. In ven­t'anni di riforme non abbiamo visto una proposta in materia, e quando ci sono eventi informativi dedicali ai giovani, i politici disertano. Fra vent'anni avremo oltre selle milioni di pensionati a cui sarà impossibile dare integrazioni al minimo: cosa succederà a loro?».

\.';!RIPRODUZIONE RISERVATA

La legge di Stabilità

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Pag. 64

Data 16-12-2013

la Repubblica Pagina 12 Foglio 1 / 2

Fondi per esodati, polizia, bebè Stabilità, più tempo alla mini Imu Seconde case verso un rincaro I club di A contro la legge stadi: peggi,a dell'esistente

VALENTINA CONTE

ROMA - Notte di votazioni in commissione Bilancio della Ca­mera. Al centro della sessione, gli articoli della legge di Stabilità sulla casa e le sue imposte, vec­chie e nuove. Un emendamen­to, depositato ieri dal relatore del provvedimento Maino Mar­chi (Pd), sposta al 24 gennaio la data per pagare la mini-Imu. Si prende tempo, in attesa di capi­re se sarà possibile detrarre que­sta coda dell'imposta dalla nuo­valuc, che invece dovrebbe par­tireil 16gennaio.Disicuro,leali­quote della Tasi saliranno. Più probabile quelle sulla seconda casa (il tetto con l'Imu verrebbe portato all'll,6 per mille dal 10,6).Menoprobabileunaggra­vio per le prime abitazioni. Masi discute ancora. E si vota ad ol­trarIZa perché il testo della legge

NUSBEBE' averno si inventa un ndo per i nuovi nati" da milioni, residuo del vecchio do Tremanti-Monti. Lo

darà la garanzia per prestiti fino a 5 mila euro

CarieDed.d~:

per~­~-l!~erà venare~~ il.28~

arrivi in aula martedì. Ieri il governo ha depositato i

suoi 35 emendamenti e il relato­re altri 20. Nel pacchetto dell'e­secutivo finiscono alcune nor­me importanti sul cuneo fiscale, gli stadi, un fondo per i "nuovi nati", la salvaguardia di altri 17 mila esodati (950 milioni stan­ziati fino al 2020), l'Inps (il "bu­co" Inpdapviene ripianato con­tabilmente). Mentre il relatore firma la sanatoria dei canoni de­maniali pregressi dovuti dai bal­neari. Come anticipato da Re­pubblica, non si parla più di pri­vatizzazioni delle spiagge. Né di cubature extra per chi realizzerà nuovi impianti sportivi. Non a caso il mondo del calcio ieri era in fibrillazione. «Mi auguro che in commissione si rifletta sui danni che la legge così concepi­ta crea. È addirittura restrittiva», dice per tutti Claudio Lotito, presidente dellaLazio. Per Mau-

a la data di scadenza rsamento della mini-16 al 24 gennaio. Si

una soluzione per far rgere nella stessa data

anche Tasi e saldo Tares

rizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, lemendamento «peggiora la normativa esisten­te». Alla fine si è scelto il "model­lo inglese": no a nuovi quartieri, ma possibilità di esercIZi com­merciali. solo «nei casi in cui ciò

risulti strettamente necessario ai fini dell'equilibrio economi­co-finanziario del progetto», si legge nella relazione tecnica.

Per quanto riguarda il "bonus bebè", in realtà si tratta del vec­chio fondo Tremonti poi proro­gato da Monti e le cui risorse re­sidue ammontano a 22 milioni. Sarà rimpinguato successiva­mente dal governo e permetterà ai neo-genitori di contrarre pre­stiti fino a 5 mila euro, garantiti dallo Stato, da restituire in 5 an­ni. Il cuneo fiscale saràinveceta­gliato grazie alle risorse extra da spending review, lotta all'eva­sione fiscale e «misure straordi­narie», quali il rientro dei capita-

TI uardati altri 17 mila

lavoratori rimasti reddito né pensione. Il o stanzia 950 milioni

2020. Una parte dai contributi dei precari

li dall'estero che il governo si ap­presta a definire entro gennaio. Diverse risorse vengono poi stanziate per le forze dell'ordi­ne: Polizia (126 milioni in due anni per l'Expo più 100 milioni nel 2014 per gli straordinari), Vi­gili del Fuoco (21 milioni nel biennio). IISap (Sindacato auto­nomo di polizia) ringrazia Alfa­no «per aver mantenuto gli im­pegni». Forza Italia lamenta «ri­sorse insufficienti». Il governo poi accelera i tempi per la rotta­mazione delle cartelle: i debitori dovranno saldare entro il28 feb­braio in un'unica soluzione (non più due, a giugno e settem­bre), senza interessi di mora. In­fine, i fabbricati rurali ad uso strumentale saranno esentati dall'Imuapartiredal2014.Men­tre i terreni agricoli pagheranno un po' meno, visto che il molti­plicatorelmuscendedal lOa 75.

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uno dei nodi ancora da rontare. L'emendamento

ba (Pd) amplia la platea i i derivati, ma abbassa uota, da0,2% a0,01 %

Diverse le resistenze

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Data 16-12-2013

la Repubblica Pagina 12 Foglio 1

Il presidente Mastrapasqua: un emendamento risolve l'equivoco del buco Inpdap, bilancio più lineare

"Il governo sistema i conti Inps i precari finanziano la previdenza"

ADRIANO BONAFEDE

ROMA - «Non c'è nessun buèo da 9 miliardi nella previdenza. E' solo un'errata rappresentazione contabile che sarebbe meglio modificare proprio per non inge­nerare equivoci. Del resto, lo han­no riconosciuto sia il ministro dell'Economia, Saccomanni, sia quello del Lavoro, Giovannini. Tanto che proprio ieri il governo ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità». Antonio Mastrapasqua, dal 2008 presi­dente dell'Inps, spiega lo stato dell'arte della previdenza in Ita­lia. «Non c'è alcun pericolo né presente né futuro, il sistema tie­ne. E anche i giovani avrarmo la loro buona pensione. Purché la­vorino 2 o 3 anni più della genera­zione precedente; purché prima

I giovani avranno la loro buona pensione a patto di lavorare fino a 65-67 anni. Urgente il rilancio dell'economia

opoiripartal'economia». Ci spieghi come nascono que­

sti 9 miliardi di "buco" Inpdap, l'istituto dei dipendenti pubblici confluito nel 2012 nell'Inps.

«Non è un buco. Per lo Stato, pagare stipendi o pensioni è solo una partita di giro. Proprio per questo motivo, in passato lo Stato non aveva fatto accantonamenti previdenziali. A un certo punto, con la nascita dell'Inpdap, ha co­minciato a farlo dal 1996 in poi. Ma per molti anni ancora lo Stato deve pagare direttamente le pen­sioni dei dipendenti pubblici e si è impegnato a pagarle anche tra­mite l'Inps».

Dove nascequindil' equivoco? «È un fatto puramente conta­

bile. L'Inps deve registrare come "anticipazioni" questi 9 miliardi all'armo. Con l'emendamento del governo la rappresentazione nei bilanci sarà più corretta per­ché verranno registrati come so­no realmente, e cioè quali "trasfe­rimenti" definitivi all'ente previ­denziale».

Qualche preoccupazione c'è lo stesso: nel 2012, per la prima volta, c'è un "meno" 1,393 mi-

Antonio Mastrapasqua

liardi nella gestione principale dell'Inps, quella dei lavoratori dipendenti.

«Si tratta di un piccolo disavan­zo nel bilancio dell'Inps, dovuto solo alla componente assisten­ziale di protezione del reddito: cassa integrazione, indennità di disoccupazione. Ma il 2012 è sta­to un annus horribilis per l'eco­nomia, il picco principale della crisi dovrebbe essere alle spalle».

Ma si può dire che il sistema previdenziale sia in equilibrio?

«Sì. E non lo dico io, ma le si­mulazioni di Inps, Ragioneria ge­nerale, Uemostranocheal2060il sistema è sostenibile».

Siaspettauna"gobba"nelgra­fico della spesa pensionistica nei prossimi anni.

«No. Con la legge Fornero è di fatto stata cancellata».

I giovani però dicono che loro non avranno una pensione.

«Non è così. Una simulazione del professor Vincenzo Galasso della Bocconi, presentata nei giorni scorsi, dimostra che i gio­vani - anche supponendo una vi­ta lavorativa meno lineare che in passato -sar~nno pe'!alizzat~ sol-

tanto se anctrarmo m pens10ne anticipata a 60 anni. Se continue­rarmo a lavorare fino a 65 o a 67 il "tasso di sostituzione" (la pensio­ne in percentuale dell'ultimo sti­pendio, ndr) sarà addirittura su­periore al passato».

Arrivare a 65 anni in un'im­presa privata? Una chimera.

«Alloradevonofunzionarealtri strumenti di sostegno al reddito: non si può pensare che il sistema previdenziale si faccia carico da solo della mancanza di lavoro. Nella triade lavoro-protezione­pensione, che va ridisegnata per rafforzare la parte di sostegno al reddito (quando in passato erano tollerati i prepensionamenti), nulla funziona se l'economia non riparte».

La gestione dei precari è in at­tivo per 8,68 miliardi e sembra sostenere il deficit di altre gestio­ni come coltivatori e artigiani.

«No. In un sistema previden­ziale a ripartizione nessuno è mai solo. Oggi i parasubordinati han­no un surplus perché ci sono an­cora pochi pensionati. Per questo aiutano gli altri. Domani saranno altri ad aiutare loro, se servirà».

C> RIPRODUZIONE RISERVATA

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Primo piano Italia

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Pag. 85

I LA STAMPA i

Legge di stabilità scop.pia il caso della web tax Confermata la rivalutazione delle pensioni sotto 2000 euro

FLAVIA AMABILE ROMA

È un caso la Web Tax approva­ta due giorni fa con un emen­damento alla legge di stabilità dalla commissione Bilancio della Camera. Nelle intenzioni dei proponenti è una misura che punta a combattere l'eva­sione fiscale, sulla falsariga di un'altra proposta voluta dal governo che rimanda la deci­sione ad un accordo a livello europeo. Nei fatti rischia di mettere a serio rischio i rap­porti commerciali dell'Italia col resto d'Europa. La norma dice infatti che i soggetti che offrono servizi online o vendo­no spazi pubblicitari visualiz­zati sul territorio italiano, de­vono essere titolari di partita Iva italiana. Ma con il passare delle ore fra gli esperti avan­zano dubbi sempre più pesan­ti: che accadrebbe ad esempiò se la norma, così come scritta ora, dovesse essere applicata

Pd spaccato sulla norma. Galli e Causi:

«E in contrasto

con le regole Ue»

reciprocamente da Francia e Germania? Google a parte, che in Italia opera già, che fa­ranno le piccole aziende che non hanno alcuna intenzione di aprire una partita Iva in Ita­lia? In Commis&ione hanno espresso le proprie perplessi­tà l'ex direttore generale di Confindustria Giampaolo Gal­li e Marco Causi, entrambi del Pd. «Si tratta di una norma che rischia di violare sia le re­gole europee che quelle del Wto», spiegano. La American Chamber of Comnierce ed Edima, l'associazione delle aziende europee hanno già scritto a Bruxelles lamentan­do la violazione dei Trattati. Passi indietro per il momento non ne sono possibili: se il go­verno deciderà di cancellare l'emendamento approvato sa­rà costretto ad approvare una norma soppressiva in un altro provvedimento.

Il problema è che nella stes­sa maggioranza si va in ordine

Le frasi chiave

L'obiettivo della ripresa

Tra mini bond e sgravi sul digitale c'è una spinta robusta per la piccola impresa

L'obiettivo occupazione

Il dramma del lavoro sta nella scarsità dell'offerta: l'articolo 18 non è il problema

sparso. «Chi guadagna in Ita­lia è giusto che paghi le tasse in Italia. Con la nuova web tax tutte le aziende saranno final­mente uguali davanti.al fisco», esulta Francesco Boccia, pre­sidente della commissione Bi­lancio della Camera. Scelta Civica la pensa come Causi e Galli: «Una misura evidente­mente in contrasto - sostiene Gianfranco Librandi - con i principi comunitari della li­bertà di stabilimento e di cir­colazione di beni e servizi» perché creerebbe «Un regime normativo e fiscale per Inter­net diverso rispetto a quello di altri Paesi Ue», ma soprattut­to «Un provvedimento che danneggerebbe imprese e con­sumatori italiani».

Nel frattempo la commissio­ne ha approvato ancora alcuni emendamenti prima di fermar­si in attesa di presentare l'inte­ro pacchetto e di esaminarlo nella seduta notturna di stase­ra. Fra le correzioni in arrivo

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Foglio

15-12-2013 6 1 / 2

una rivalutazione delle pensio­ni. Aumenta dal 90 al 95% l'indi­cizzazione degli assegni com­presi tra i 1500 e i 2000 euro mensili. «Il Pd si è battuto fin dall'inizio per migliorare il lega­me dell'assegno pensionistico con il costo della vita», canta vittoria Cesare Damiano, Pd, presidente della commissione Lavoro. «Sul fondo che verrà istituito nel 2014 per la riduzio­ne del cuneo fiscale riteniamo invece che una parte di quelle risorse venga destinata alla cor­rezione della riforma Fornero, introducendo una nortna di flessibilità nel sistema previ­denziale».

È stato lievemente modifica­to anche il cuneo fiscale. Con un emendamento di Causi si pre­vedono maggiori sconti Irpef sui redditi fino a 28mila euro. «Il vantaggio decresce all'au-· mentare del reddito» - spiega Causi - e si evita « un andamen­to indesiderato delle aliquote marginali effettive ripristinan­do un corretto principio di pro­gressività».

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