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RASSEGNA STAMPA
APRILE 2013
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ATTUALITÀ
Irrinunciabile aperitivoL’aperitivo serale è ormai abitudine irrinunciabile per il 27 per cento degli italiani. I drink preferiti sono vino o birra, che vincono sui superalcolici. Ma da rito pre-dinner spesso diventa aperi-cena. I dati di uno studio Fipe
Piace sempre di più l'aperitivo serale, una consuetudine amata dal 27 per cento degli italiani tra i 18 e i 64 anni, percentuale che sale al 47 per cento tra i soli under 35.
Quella quindi che era un'abitudine consolidata a Milano, si sta estendendo in tutta Italia, diventando una moda complice la crisi economica e il tempo che scarseggia. Il dato è un'anticipazione della tavola rotonda “Happy hour di qualità: quale ruolo per il vino” organizzata da Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, per domenica 7 aprile nell’ambito della 47sima edizione del Vinitaly.
Il consumatore-tipo di aperitivi, secondo la Fipe, è maschio, single con età tra i 30 ed i 34 anni, residente nelle regioni del nord ovest; preferisce drink di gradazione alcolica più leggera come birra e vino ai cocktail super-alcolici, meglio se serviti al tavolo più che offerti al buffet. Quanto all'orario si scivola sempre più verso sera fino a sovrapporsi alla cena, trasformandosi in 'aperi-cena'.
Rispetto ad una serata fuori casa, il 92% degli italiani preferisce l'aperitivo. La scelta del locale dipende dall'accessibilità (36%), da un ambiente che favorisce la socializzazione (31%) e dalla qualità di ciò che si beve e si mangia (29%).
Il prezzo è una variabile importante ma non principale, posta all'ottavo posto nella graduatoria dei criteri di scelta. Quanto all'offerta, solo il 16% dei locali non serve cibo, il 50% ha la formula tradizionale 'patatine- noccioline-olive'; il 40% serve un buffet o sul bancone o in uno spazio dedicato. Il 51% sono esercizi specializzati in aperitivi mentre in un caso su quattro sono i tradizionali bar.(02 aprile 2013)
Pagina 1 di 1Irrinunciabile aperitivo | attualità | L'espresso food&wine
31/01/2014http://espresso.repubblica.it/food/stampa-articolo/irrinunciabile-aperitivo/2203849
PUBBLICITÀ FIPE (facebook e sito Fipe)
Giorno per giorno aggiornati sia facebook che youtube con gli eventi
I ristoranti destinano alla
carta dei vini quasi il
20% della spesa
complessiva per
l’approvvigionamento. Il
costo in termini
percentuali varia di pochi
decimali rispetto a quello
dedicato al pesce (20,9%), a carne e salumi (20,7%) e ai non trascurabili
ortaggi e verdure (11,9). Non si tratta di pochi spiccioli, visto che si tratta delle
maggiori voci di spesa per i prodotti alimentari su un budget complessivo
annuale stimato in 7 miliardi di euro.
Sono alcuni dei risultati contenuti nel rapporto L’approvvigionamento delle
materie prime nella ristorazione di qualità realizzato da Fipe, la federazione
italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, in
collaborazione con Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare
sorvegliato dal Ministero delle Politiche agricole), che sarà presentato lunedì 8
aprile a Vinitaly nel corso della tavola rotonda Gli acquisti nella ristorazione di
qualità che avrà luogo lunedì 8 aprile 2013 alle 14.30 presso il pad. Agrifood.
Il rapporto fa un’analisi a 360° delle politiche di acquisto dei migliori ristoranti
italiani affrontando alcune questioni di grande interesse per la filiera
agroalimentare italiana a cominciare dalle produzioni a marchio Dop, da quelle
bio ed a filiera corta, il suggestivo chilometri zero. Verranno esaminati alcuni
dettagli importanti, come il numero di etichette e provenienza dei vini, carrello
dei formaggi e degli oli, canali di acquisto, caratteristiche dei fornitori e
frequenza degli approvvigionamenti sono le altre aree che il rapporto ha cercato
di mettere sotto la lente di ingrandimento.
La tavola rotonda vuole essere l’occasione per fare il punto sugli acquisti di
prodotti alimentari da parte dei ristoranti di qualità. Si parte dalla presentazione
dell’indagine effettuata da Fipe ed Ismea su un campione di ristoranti “stellati”
con la quale vengono rilevati i tanti aspetti dell’approvvigionamento con
l’obiettivo di stimolare il confronto tra i protagonisti della filiera per verificare la
possibilità di costruire percorsi di collaborazione finalizzati a migliorarne le
relazioni.
Tag: carta dei vini, Fipe, vino e ristorazione
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I risultati di un'indagine condotta da Fipe
Il peso del vino nella ristorazioneQuasi il 20% della spesa sostenuta per l'approvvigionamento
di Redazione | 28 marzo 2013 in Mercato · 0 Commenti
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31/01/2014http://www.vitevinoqualita.it/il-peso-del-vino-nella-ristorazione/
Un po’ la crisi
economica, un po’ il
tempo che è sempre
meno e un po’ la moda:
è questo il cocktail di
motivazioni che ha
mutato le abitudini degli
italiani, facendo
apprezzare soprattutto ai
più giovani (47%)
l’aperitivo. Quella che
era una abitudine consolidata a Milano si sta estendendo sempre più in tutta
Italia, tanto da far salire al 27% il numero degli italiani in età compresa fra i 18 e
i 64 anni che ama l’aperitivo serale fuori dalle mura domestiche.
Il dato è una piccola anticipazione di quanto verrà discusso nella tavola rotonda
dal titolo Happy hour di qualità: quale ruolo per il vino, in calendario per
domenica 7 aprile, ore 14.30 organizzata da Fipe, la federazione italiana
pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, alla 47°
edizione di Vinitaly.
Studiando i nuovi comportamenti, emerge chiaramente come i drink di
gradazione alcolica più leggera come birra e vino siano preferiti ai cocktail
super-alcolici. Spesso si apprezza il servizio al tavolo al posto del buffet (piatti
ricchi ma non strapieni con prodotti di maggiore qualità). Facile capire, in
questo nuovo contesto, come l’orario dell’aperitivo scivoli sempre di più verso
sera fino a sovrapporsi alla cena, trasformandosi in aperi-cena. Ulteriore riprova
è il fatto che soprattutto tra gli over 30 l’aperitivo nella sua tradizionale forma
(buffet con coda al bancone tra la confusione) sembra sempre di più accusare
segnali di stanchezza.
Tag: aperitivo, Fipe
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Un'abitudine amata dal 27% degli itaiani tra 18 e 64 anni
Il vino rende slow l’aperitivoSe ne discute in una tavola rotonda organizzata da Fipe
di Redazione | 31 marzo 2013 in Mercato · 0 Commenti
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31/01/2014http://www.vitevinoqualita.it/il-vino-rende-slow-laperitivo/
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TODAY
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Food
TODAY | May 01, 2013
Italy suffers from lack of pizza makersPizza is a $9 billion-per-year industry in Italy. But even though youth unemplo
close to 40 percent, the country is in desperate need of pizza makers. NBC’s
Kosinski reports.
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Costume & Società
Paradossi d’Italia: mancano pizzaioli
May 2, 2013 · 0 Comments
È di qualche giorno fa la notizia secondo cui nella patria della margherita, del calzone edella capricciosa vi sia carenza proprio di quel capitale umano che ci ha fatto conoscere nel mondo anche perquesta tradizione culinaria nata proprio in Italia e diffusasi in ogni angolo del pianeta.
Si tratta di un vero e proprio paradosso, infatti, se in un momento di grave crisi economica ed occupazionale laFipe (la federazione degli esercenti che aderisce a Confcommercio) ha lanciato per bocca del suo presidente,Enrico Stoppani, un grido d’allarme circa la mancanza all’appello di ben 6000 pizzaioli su 240mila addetticomplessivamente nel settore nel Nostro Paese. Ciò, nonostante il costante aumento della domanda di pizzagiacché sempre come effetto della crisi cambiano le abitudini alimentari anche perché l’8% dei consumatori, aseguito di un’indagine statistica del centro studi Fipe, ha detto di mangiare volentieri pizza anche per cominciarela giornata.
Vi è da dire che il vero e proprio boom della domanda, infatti, riguarda la “pizza al taglio” e tutti i prodotticonnessi d’asporto, divenuti un must della pausa pranzo, specie nelle grandi città dove si concentra lamanodopera del terziario disposta a spendere solo pochi euro senza rinunciare a saziarsi anche nel breaklavorativo.
Pagina 1 di 4Paradossi d’Italia: mancano pizzaioli | L'AltraPagina.it
31/01/2014http://www.laltrapagina.it/mag/?p=15781
Mentre i nostri giovani non si prestano ad “abbassarsi” a fare i pizzaioli per un orgoglio tutto italico che non hapiù alcuna ragione d’essere, a comprendere la necessità di sopperire alla carenza di manodopera e all’evoluzionedelle Nostre diete, sono stati per primi i lavoratori immigrati, specialmente di nazionalità egiziana che a seguitoanche di anni d’esperienza hanno accumulato bravura nella produzione e nella vendita diretta e stanno prendendosempre più piede con attività di proprietà, tanta è la credibilità raggiunta presso l’esigente clientela dei nostriconnazionali.
La notizia in questione, ha fatto il giro del mondo in poco tempo a rappresentare, quasi il paradosso tutto italiano,che nonostante una disoccupazione giovanile giunta al 38,4 %, un record negativo, cui non siamo in grado di farfronte, con politiche del lavoro che incentivino il recupero di mestieri tradizionali come da tempo lo “Sportellodei Diritti” va ripetendo come uno dei possibili rimedi alla crisi occupazionale.
Per tali ragioni, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si rivolge nuovamente alla platea deigiovani per invitarli a non sottovalutare questo tipo di occupazioni che, comunque, hanno fatto conoscere l’Italianel mondo come un Paese delle buone cose.
By admin
Tags: pizzaioli
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Pagina 2 di 4Paradossi d’Italia: mancano pizzaioli | L'AltraPagina.it
31/01/2014http://www.laltrapagina.it/mag/?p=15781
FIPE. L’analisi del report da parte diLopa: “In Italia mancano 6milapizzaioli”
– 17/04/2013
A margine di un report del centro studi Fipe, la Federazione italiana pubbliciesercizi aderente a Confcommercio, che è stato presentato ieri, martedì al Pizza
World Show alla Fiera di Parma, dove si segnala che nelle pizzerie italiane c’èbisogno di circa 6mila pizzaioli qualificati ma nonostante la crisi e la
disoccupazione si fa fatica a trovarli, è intervenuto il Rappresentante dellaConsulta Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia per il settoreAgricolo\Agroalimentare, per diversi anni Presidente del Comitato per la
Promozione Valorizzazione e Tutela della Pizza Napoletana, Rosario Lopa. IlComitato insieme al ministero e alle associazioni di riferimento,interviene Lopa,si
rese promotore del coordinamento per la stesura finale del disciplinare e dellarealizzazione del logo che ha portato al riconoscimento europeo del marcio STG,
(specialità tradizionale garantita). Naturalmente, prosegue l’esponentedell’Agricoltura, ponemmo subito la necessità di predisporre la possibilità che le
attività di formazione dei pizzaioli siano previste per tutelare la professionalità deinostri Pizzaiuoli e salvaguardare le pizzerie storiche che rappresentano
l’artigianalità del settore. Ormai in tutti i paesi del mondo,continua Lopa,l’alimento pizza è presente ma non è prodotto con i giusti elementi e con le dosi
più equilibrate, indispensabili per una corretta alimentazione e per proseguire, nelmodo più opportuno, i canoni della ricetta tradizionale Partenopea che, se
organizzata con il metodo delle filiera di qualità, può rappresentare un’ attrattoreturistico per il territorio. Gli ingredienti base della pizza sono essenzialmente
poveri e di facile reperibilità (farina, pomodori, mozzarella) e consentono unapreparazione veloce purché si impieghi una tecnologia avanzata e uno specifico
know how. Raggiungendo una visione d’insieme più ampia sui comportamenti e ibisogni attuali propostoci dalla figura professionale dell’esercente pizzaiolo e
dall’operatore dipendente, bisognerà organizzare corsi per dare la possibilità agiovani interessati alla ristorazione di apprendere la professione del pizzaiolo e
prepararli ad un inserimento nel tessuto sociale/economico della ristorazionestessa. Questa considerazione si è evidenziata maggiormente in relazione alle
ricerche di opportunità di recupero, mirato e valido ad offrire una concreta rispostaad una richiesta specifica espressa nel settore turistico e ristorativi.
FIPE. L’analisi del report da parte di Lopa: “In Italia mancano 6mila pi... http://www.mandamentonotizie.it/?p=40748
1 di 1 05/02/2014 17:14
Comunicato Stampa
INAUGURATO OGGI A PARMA IL “PIZZA WORLD SHOW”
Tendenze del gusto, nuovi stili di consumo e allarme per la mozzarella di bufala Dop
(Parma, 15 aprile 2013) - Ha preso il via oggi, presso il quartiere fieristico di Parma, il Pizza World Show, Il nuovo appuntamento ospitato nella Food Valley italiana, interamente dedicato alla filiera della pizza. Non solo vetrina delle eccellenze italiane, ma piattaforma completa al servizio di tutti gli operatori del settore, il Pizza World Show offrirà fino al 17 aprile, un ricco calendario di eventi e seminari organizzati dai suoi partner e da importanti realtà.
Temi centrali degli incontri tendenze del gusto, nuovi stili di consumo e prospettive
occupazionali legate al piatto partenopeo i cui consumi si confermano in controtendenza rispetto all’attuale crisi economica. Secondo i dati forniti dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe/Confcommercio), infatti, in Italia attualmente il consumo di pizze a settimana si attesta sui 56 milioni, ovvero quasi 3 miliardi di pizze consumate in un anno.
E mentre la pizza decolla, si rischia di perdere un suo importante ingrediente: la mozzarella di bufala Dop. Il 1° luglio infatti il Consorzio di Tutela sarà costretto a chiudere i battenti. A ripercorrere i segreti di una pizza napoletana fatta a regola d’arte, dalla preparazione degli impasti, alla scelta delle farine, alle caratteristiche della lievitazione e della cottura ci incarica l’Associazione Verace Pizza Napoletana, partner della manifestazione di Parma, attraverso un ricco programma di seminari. Altro evento rilevante del programma è “La pizza napoletana a km ravvicinato”.
"Siamo felici di partecipare al Pizza World Show - dichiara Antonio Pace, Presidente e fondatore
dell'AVPN - Si tratta di una iniziativa che ci permette di rafforzare il percorso di valorizzazione
delle eccellenze campane e di rappresentare, in occasione di un appuntamento così importante nel
settore, la tradizione e la qualità della Vera Pizza Napoletana".
Il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, e del Pomodoro San Marzano, porteranno invece all’interno della kermesse, martedì 16 alle h. 11, il Convegno dedicato ai temi della tutela delle Dop e della loro valorizzazione anche in un’ottica di internazionalizzazione. Parte del dibattito sarà poi dedicata al caso “mozzarella di bufala” e alla chiusura dal 1 Luglio del Consorzio di Tutela avendo già superato la quota di prodotto certificato ( siamo ad oltre il 70%) che le aziende aderenti al consorzio hanno già deciso di non produrre a causa legge firmata nel 2008 dall’allora ministro Zaia.
“Per rilanciare proposte concrete che, contrastando le frodi, evitino il collasso di un settore già
fortemente penalizzato anche dalle tante imitazioni in giro per il mondo - afferma Antonio
Lucisano il Direttore del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop - non potevamo
scegliere una cornice più adatta, il Pizza World Show di Parma, foodvalley dell’eccellenza e della
qualità alimentare nel mondo ”.
“Pizza Word Show è al suo primo appuntamento a Fiere di Parma e già può vantare una notevole
partecipazione di tutta la filiera ed un ricco programma di convegni, come dichiara Roberto
Giacomin Brand Manager di Pizza World Show: “Un calendario di appuntamenti che dimostra
come Fiere di Parma voglia essere non solo e non tanto un contenitore espositivo e supporto agli
operatori, quanto un vero e proprio aggregatore del sistema delle imprese, che agevoli la
formazione professionale e al contempo la generazione di nuove idee.”
Altro attore di rilievo del Pizza Show è la Fipe/Confcommercio che si è focalizzata su lavoro, nuovi stili di consumo e competenze professionali nella ristorazione. Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, che martedì 16 alle h. 1430 presenterà in anteprima al salone di Parma i dati di un ampio report che evidenzia come la pizza sia diventato non solo un prodotto anticrisi - circa 6000 i pizzaioli ricercati dal comparto - o un piatto radicato nell’alimentazione degli italiani - l’8% lo consuma per colazione mentre il 75% a cena - ma addirittura, in un momento di forte contrazione dei consumi, un suggello di convivialità e benessere perchè consente di consumare in compagnia, fuori casa, un prodotto di qualità a buon prezzo.
“Oggi il mondo della ristorazione, come quasi tutti gli altri settori economici, - afferma Ugo
Romani, Presidente Fipe Parma e presidente Fipe Emilia Romagna - vive un momento
estremamente difficile dove pesano il calo dei consumi delle famiglie, l’elevata pressione fiscale e i
continui aumenti dei costi di gestione. È in questo contesto comunque che oggi più che mai non
dobbiamo arrenderci ma puntare sulla qualità, la tradizione, l’immagine unica che distingue la
ristorazione italiana nel mondo, cui anche la pizza indubbiamente appartiene, e che può e deve
continuare ad essere strumento per mantenere l’attrattività turistica, a Parma come nel resto del
nostro Paese. Per fare questo è fondamentale mantenere alto il livello della qualità dell’offerta
ponendo grande attenzione anche al servizio garantito dal nostro personale che deve essere
preparato e adeguatamente formato. Nei nostri settori la differenza la fanno proprio le persone.”
Punta tutto sulla competizione, il 22° Campionato Mondiale della Pizza, la più importante manifestazione internazionale del settore, partner del Pizza World Show che questa mattina ha preso il via al PalaCassa di Fiere di Parma. Moltissime le novità a partire dal grande numero di concorrenti - oltre 500 gli iscritti, che si sfideranno nelle dieci categorie - e l’aumento della componente femminile del mondo della pizza con molte pizzaiole presenti. Una tre giorni che si prefigurerà densa di competizioni e di eventi collaterali per divertire anche i tanti avventori ed appassionati del piatto partenopeo.
Massimo Puggina, organizzatore della manifestazione, ha dichiarato: "La manifestazione si
conferma come punto di riferimento d'eccellenza per i migliori professionisti del mondo della pizza
provenienti da tutto il mondo. Tutti loro partecipano con spirito competitivo ma soprattutto
partecipativo, per poter dire "A Parma c'ero anch'io". E' bello vedere professionisti che sono alla
loro ventiduesima edizione emozionarsi ancora come fosse la loro prima volta!"
Infine, tra gli appuntamenti del 16 aprile, il fuori salone della pizza organizzato dal Molino Agugiaro&Figna al Museo Agorà Orsi Coppini dove importanti protagonisti del settore, faranno un salto nel futuro per provare a comprendere le dinamiche evolutive che stanno guidando il futuro della pizza azzardando le possibili ipotesi della pizza di domani.
Birra Nostra, partner della manifestazione, fino al 17 aprile, presenterà in un’area dedicata ai microbirrifici artigianali un programma di degustazioni di birre di nicchia ad elevata qualità.
Il programma della manifestazione e il dettaglio dei relatori è consultable sul sito
www.pizzaworldshow.com nella sezione iniziative speciali.
PER INFORMAZIONI ALLA STAMPA:
Ufficio Stampa Pizza World Show
Antonella Maia Tel 349 4757783 e- mail: [email protected] sito internet: www.pizzaworldshow.com
Sono 6 mila i posti vacanti per pizzaiolo in Italia, mentre il settore mostra ampi margini di crescita e gli immigrati stranieri(soprattutto egiziani) potrebbero approfittarne per inserirsi sul mercato come accaduto sempre più spesso in questi anni nellegrandi città da Milano a Roma. L'allarme è lanciato da Enrico Stoppani, presidente Fipe (la federazione degli esercenti cheaderisce a Confcommercio) in un'intervista al Corriere della Sera. Secondo Stoppani, la cifra potrebbe essere anche arrotondataper difetto considerando le trasformazioni ai consumi imposte dalla crisi economica. Circa l'8% dei consumatori preferiscela pizza anche a colazione, per cominciare la giornata così "la domanda cresce esponenzialmente, come la forza-lavorocorrelata che ora si attesta su circa 240mila addetti in tutta Italia". In particolare, cresce la vendita di pizza al taglio,mangiata take-away in pausa pranzo, perché costa meno della pasta e dà il gusto apporto energetico."Sa qual è il problema? I nostri giovani la percepiscono come una professione a basso valore aggiunto. Anche chifrequenta l'alberghiero opta per la vita di chef nei grandi alberghi. Ma il vantaggio di imparare a fare bene la pizza è quello ditrasformarsi da subito in imprenditori di se stessi" - spiega la Fipe.
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Con la crisi aumentano le vendite della pizza: servono 6mila pizzaioli
Articolo
15 aprile 2013 | Stampa articolo
Dall'Italia - Con la crisi aumentano le vendite della pizza: servono 6mil... http://www.tusinatinitaly.it/articolo/dall-italia/6/con-la-crisi-aumentano...
1 di 1 05/02/2014 17:22
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ULTIME NEWS
15 aprile 2013 15:07
Fipe/Stoppani: in Italia mancano 6mila pizzaioli
Milano – In un’intervista rilasciata oggi a Corriere.it, Enrico Stoppani, presidente di Fipe
(Federazione italiana pubblici esercizi) lancia un allarme, per l’assenza, in Italia, di pizzaioli
qualificati. Per Stoppani si parla di circa 6mila posti vacanti, ma potrebbe essere una stima per
difetto. La pizza, infatti, sembra essere apprezzata anche in momenti di consumo fino ad oggi
inusuali per questo prodotto come, ad esempio, la colazione. A questo, bisogna aggiungere il
boom della pizza al taglio, mangiata take-away in pausa pranzo, soprattutto nelle grandi città.
Oggi sono soprattutto gli stranieri, con gli egiziani in pole position, ad aver colto le opportunità
di business garantite da questo prodotto.
» Fipe/Stoppani: in Italia mancano 6mila pizzaioli / Alimentando http://www.alimentando.info/salaticonsumi/fipestoppani-in-italia-man...
1 di 1 05/02/2014 17:29
Redazione 15 Aprile 2013
Pizza
A.A.A. 6mila pizzaioli cercasi, ma non sitrovano nonostante la crisiÈ la sintesi di un report del centro studi Fipe che sarà al centro di una discussione il 16 aprile al"Pizza World Show" di Parma. Tantissime le richieste in tutta Italia, ma si fatica a reperirepersonale qualificato
Cresce sempre di più la richiesta di pizzaioli qualificati da impiegare nelle tante pizzerie
italiane, sono circa 6mila i professionisti richiesti, eppure nonostante la crisi e la
disoccupazione si fa fatica a trovarli.
È questa la sintesi estrema di un più ampio report del centro studi Fipe, la federazione italiana
pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, che sarà punto di partenza
della discussione che si svolgerà alla tavola rotonda del 16 aprile, al “Pizza World Show”, Fiera
Parma.
La conseguenza diretta, spiegano dal Fipe, è che la molti gestori sono costretti ad
accontentarsi di personale non qualificato al quale devono erogare anche una formazione
adeguata. Eppure la richiesta arriva soprattutto da piccole imprese che, in caso su due
(escludendo le assunzioni stagionali), assumono a tempo determinato. Parliamo di un settore (pizzerie e pizzetterie al taglio) che
conta oltre 50mila esercizi per un fatturato aggregato di circa nove miliardi di euro.
"A sviluppare una domanda di lavoro qualificato così alta nelle pizzerie, dove la forza lavoro complessiva arriva a 240mila
occupati, è la produzione" spiegano ancora dal Fipe.
Il report della Fipe si sofferma poi anche sulle abitudini dei consumatori rispetto al prodotto-pizza, un alimento che appare sempre
molto gradito e molto acquistato, anche per il suo basso costo: "secondo gli ultimi dati dell’osservatorio prezzi, infatti, un pasto in
pizzeria, se l’ordinazione si limita a pizza e bibita, ha un costo compreso tra i 7 e gli 11 euro" si legge ancora.
Lavoro, si cercano 6mila pizzaioli in Italia http://www.napolitoday.it/economia/ricerca-pizzaioli-italiani.html
1 di 1 05/02/2014 17:23
mer 5 feb 2014, 17:24 CET - I mercati italiani chiudono fra 6 min.
Pizzaioli cercasi: seimila posti vacanti in Italia
Scritto da Davide Mazzocco | Yahoo! Finanza – lun 15 apr 2013 19:09 CEST
La pizza è uno dei piatti più amati della cucina nazionale, tanto da essere diventato, su scala globale, il simbolo del buon
cibo italiano. Tradizionali o al taglio, con servizio ristorante o semplici take away, le pizzerie si moltiplicano in ogni dove.
Tanto che i più appassionati la mangiano persino alla mattina. Eppure nonostante l’offerta sia enorme, circa 240mila
addetti in tutta Italia, la richiesta dei consumatori rimane superiore.
La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), attraverso il suo presidente Enrico Stoppani ha dichiarato al Corriere
della Sera che nel nostro Paese mancano 6mila pizzaioli qualificati che siano in grado di colmare questa lacuna: “I nostri
giovani la percepiscono come una professione a basso valore aggiunto. Anche chi frequenta l'alberghiero opta per la
vita di chef nei grandi alberghi. Ma il vantaggio di imparare a fare bene la pizza è quello di trasformarsi da subito in
imprenditori di se stessi”.
I posti vacanti potrebbero crescere nei prossimi mesi: la crisi economica sta cambiando i consumi alimentari, i modi e i
luoghi di ritrovo. La pizzeria costa meno del ristorante, l’alimento è equilibrato e completo e soprattutto piace a tutti.
Quindi il rischio d’impresa, per chi voglia anche soltanto aprire una pizzeria al taglio, è ridotto. Anzi sono proprio le
pizzerie al taglio a far registrare un successo sempre crescente, specialmente nelle grandi città dove sono frequentatissime
in pausa pranzo.
Sono soprattutto gli egiziani a essersi specializzati in questa nicchia: nelle grandi città come Roma e Milano, ma anche
negli altri capoluoghi di provincia, hanno aperto centinaia di punti vendita che restano spesso aperti dalla mattina alla
notte vendendo pizze, focacce e altri prodotti da forno.
Nonostante l’impulso dato dagli immigrati, la richiesta da parte dei consumatori resta superiore e gli esercenti sono alla
ricerca di 6mila addetti per riequilibrare la situazione. Con la contrazione del potere d’acquisto è uno dei pochi settori a
non conoscere flessioni, anzi. Anche gli italiani accorreranno a mettere le mani in pasta?
Pizzaioli cercasi: seimila posti vacanti in Italia - Yahoo Finanza Italia http://it.finance.yahoo.com/notizie/pizzaioli-cercasi-seimila-posti-vacan...
1 di 2 05/02/2014 17:21
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Cronaca Italia
Pizzaiolo cercasi:in Italia ne mancano 6mila
Pubblicato il 15 aprile 2013 15.25 | Ultimo aggiornamento: 15 aprile 2013 15.25
Pizzaioli cercasi: in Italia ne mancano 6mila
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ROMA – In Italia mancano 6mila pizzaioli. Sembra una battuta nel Paese che la pizza ha inventato ed esportato in ogni
dove e invece è una denuncia, seria, che arriva dalla Confcommercio.
La spiegazione la dà al Corriere della Sera Enrico Stoppani, presidente Fipe (la federazione degli esercenti che
aderisce a Confcommercio):
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I nostri giovani la percepiscono come una professione (quella del pizzaiolo, ndr) a basso valore aggiunto. Anche chi
frequenta l’alberghiero opta per la vita di chef nei grandi alberghi. Ma il vantaggio di imparare a fare bene la pizza è
quello di trasformarsi da subito in imprenditori di se stessi.
Così anche chi studia per specializzarsi nel settore della ristorazione al momento della scelta professionale punta
su altri ambiti e cerca di diventare chef nei grandi alberghi. Aspirazione lecita ma strada certamente più chiusa. A
chiedere pizzaioli, invece, sono soprattutto le pizzerie al taglio. Il perché è semplice: complice anche la crisi, soprattutto
nelle grandi città , sono in tanti a scegliere il trancio di pizza come alimento per il pranzo.
Ma è proprio nelle grandi città che, all’ inizio timidamente e ora in modo sempre più capillare, a fare la pizza ci si sono
messi gli stranieri.Egiziani soprattutto e con risultati eccellenti. Eppure il settore continua a chiedere manodopera.
6mila giovani e non solo sono avvisati: c’ è posto per voi, le pizzerie al taglio vi aspettano.
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06/02/2014http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/pizzaiolo-cercasi-italia-mancano-6mila-1...
Mercoledì 05.02.2014 Ore 17.20
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Alimenti: la pizza non conosce crisi ma mancanopizzaioli specializzati (2)(Adnkronos) - Un appello e' giunto anche dal presidente dell'associazione Verace PizzaNapoletana Antonio Pace. "Con l'Europa che gia' fatica a rispettare le nostre tipicita', conFrancia e Spagna piu' abili di noi a valorizzare le proprie Dop nel mondo l'Italia compieoggi l'ennesima operazione all'insegna del 'facciamoci del male - ha detto parlando dellanormativa italiana. "Al contrario bisogna difendere l'unicita' della pizza napoletana edanche se abbiamo ottenuto lo Stg, cioe' il riconoscimento di produzione locale, bisognafare molto di piu' - ha concluso - per esempio, nello Stg non viene menzionato il livello dimanualita' richiesto al pizzaziolo specializzato''. E proprio sul tema del pizzaziolospecializzato la Fipe-Confcommercio ha tenuto una tavola rotonda in cui il direttore delCentro Studi della Fipe Luciano Sbraga, ha spiegato come "alle nostre imprese mancano6 mila pizzaioli specializzati, di cui 3 mila stagionali". "Non pizzaioli e basta, ma pizzaioligia' formati e capaci di assicurare un alto livello qualitativo" ha sottolineato, concludendoche "in Italia operano 20 mila pizzaioli extracomunitari (molti egiziani) e questo numero e'destinato a crescere se i giovani italiani non riprenderanno a svolgere lavori manualicome questi".
(16 aprile 2013 ore 19.32)
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Alimenti: la pizza non conosce crisi ma mancano pizzaioli specializzati... http://bologna.repubblica.it/dettaglio-news/19:26/4331724
1 di 1 05/02/2014 17:16
BUONA FAME!
L'Ocse, 6mila pizzaioli e noi
Fino a qualche anno fa, all'ennesima notizia di questo genere, avremmo girato la faccia
altrove, disgustati.
Secondo la Federazione italiana pubblici esercizi-Fipe , branca di
Confcommercio, ci sono 6mila posti di pizzaiolo vacanti in Italia. Il presidente degli
esercenti, Enrico Stoppani, l'ha spiegato oggi con toni abbastanza accalorati.
Fino a pochi anni fa, dicevamo, avremmo girato lo sguardo altrove, pretenziosamente
infastiditi: che diamine l', l'Ocse, il mondo progredito ci chiede più laureati e il mercato del
lavoro, impertinente, viene a chiederci pizzaioli?
Con questa sicumera, abbiamo sempre archiviato ogni tentativo di riflessione sulla
mancanza, nel nostro Paese, di un serio sistema di formazione professionale. Allo stesso
modo abbiamo evitato ogni ragionamento su una scuola che, nel suo insieme, ha imboccato
nell'ultimo decennio una deriva "liceale" nel senso che le famiglie e gli studenti si sono così
"incapricciati" del classico e dello scientifico da costringere tecnici e professionali ad
assomigliare sempre di più agli istituti dove si insegnava i latino.
Ora però, nel mezzo della crisi peggiore degli ultimi cento anni, dinnanzi a questo scialo di opportunità, a questo spreco di buoni lavori, remunerati e garantiti più di
tanti altri, non possiamo continuare a far finta di niente.
Significa ripensare la cultura del lavoro e della realizzazione personale in un'ottica nuova, dove devono tornare a trovare posto una sana cultura della "fame", intesa
come capacità di sacrificarsi e sapersi progettare. Dove la scuola è un background e un punto di partenza, non un punto di arrivo.
Significa accantonare certi paradigmi anni '70, secondo il quale dalle professioni manuali bisognava affrancarsi, perché sinonimo di frustrazione, mancata realizzazione,
scarsa acculturazione.
Significa dire alla politica che, finiti i balletti, terminato il gioco dei veti incrociati e questo Paese tornerà a essere governato, nella necessaria riforma della scuola andrà
inserito, giocoforza, il tema di un'autentica formazione professionale che non sia, come oggi, l'ultima spiaggia dei nostri drop-out.
Una scuola dove si impari a far la Napoli come Dio comanda, sapendo, per averlo studiato, che si tratta proprio de l'amor che move il sole e l'altre stelle.
S.B. G.C
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L'Ocse, 6mila pizzaioli e noi | Linkiesta http://www.linkiesta.it/blogs/buona-fame/l-ocse-6mila-pizzaioli-e-noi
1 di 1 05/02/2014 17:19
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Occupazione, introvabili 6mila pizzaioli. Ilparadosso napoletano
A margine di un report del centro studi Fipe, la Federazione italiana
pubblici esercizi aderente a Confcommercio, che è presentato ieri,
martedì al Pizza World Show alla Fiera di Parma, dove si segnala che
nelle pizzerie italiane c'è bisogno di circa 6mila pizzaioli qualificati ma
nonostante la crisi e la disoccupazione si fa fatica a trovarli, è
intervenuto il Rappresentante della Consulta Nazionale
dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia per il settore
Agricolo\Agroalimentare, per diversi anni Presidente del Comitato per
la Promozione Valorizzazione e Tutela della Pizza Napoletana,
Rosario Lopa. Il Comitato insieme al ministero e alle associazioni di
riferimento,interviene Lopa,si rese promotore del coordinamento per la
stesura finale del disciplinare e della realizzazione del logo che ha
portato al riconoscimento europeo del marcio STG, (specialità
tradizionale garantita).
Naturalmente,
prosegue l'esponente
dell’Agricoltura,
ponemmo subito la
necessità di
predisporre la
possibilità che le attività
di formazione dei
pizzaioli siano previste
per tutelare la
professionalità dei
nostri Pizzaiuoli e
salvaguardare le
pizzerie storiche che
rappresentano l'artigianalità del settore. Ormai in tutti i paesi del
mondo,continua Lopa, l'alimento pizza è presente ma non è prodotto
con i giusti elementi e con le dosi più equilibrate, indispensabili per
una corretta alimentazione e per proseguire, nel modo più opportuno, i
canoni della ricetta tradizionale Partenopea che, se organizzata con il
metodo delle filiera di qualità, può rappresentare un' attrattore turistico
per il territorio. Gli ingredienti base della pizza sono essenzialmente
poveri e di facile reperibilità (farina, pomodori, mozzarella) e
consentono una preparazione veloce purché si impieghi una
tecnologia avanzata e uno specifico know how. Raggiungendo una
visione d'insieme più ampia sui comportamenti e i bisogni attuali
propostoci dalla figura professionale dell'esercente pizzaiolo e
dall'operatore dipendente, bisognerà organizzare corsi per dare la
possibilità a giovani interessati alla ristorazione di apprendere la
professione del pizzaiolo e prepararli ad un inserimento nel tessuto
sociale/economico della ristorazione stessa. Questa considerazione si
è evidenziata maggiormente in relazione alle ricerche di opportunità di
recupero, mirato e valido ad offrire una concreta risposta ad una
richiesta specifica espressa nel settore turistico e ristorativi.
17/04/2013
Occupazione, introvabili 6mila pizzaioli. Il paradosso napoletano - Cr... http://www.metropolisweb.it/Notizie/Napoli/Cronaca/occupazione_int...
1 di 1 05/02/2014 17:16
LA NOTIZIA
Anche a Piacenza pochi pizzaioli: “Mestiere
troppo duro, giovani non attratti”
17 aprile 2013
L’arte di fare la pizza? I giovani la snobbano. L’allarme nazionale lanciato dalla Fipe, secondo cui
in Italia mancano 6.000 pizzaioli specializzati, sembra trovare conferma nelle pizzerie piacentine. A
non attirare i giovani sarebbero soprattutto gli orari di lavoro, che contemplano sere e festivi e a
raccogliere il testimone degli storici pizzaioli di origini campane ci sono soprattutto gli stranieri. Vi
è poi da considerare la crisi e le tante alternative alla pizzeria, che hanno portato a un calo generale
della domanda.
Confesercenti di Piacenza conferma che il personale specializzato scarseggia: l’associazione in
passato aveva promosso un corso di 600 ore, “ma – ha spegato il numero uno Fausto Arzani – era
stato difficile portarlo a termine, poiché in molti avevano abbandonato”. Seppur precisando che il
dato nazionale della Fipe sia riscontrato più che altro nelle zone turistiche di Italia, Confcommercio
parla di come anche a Piacenza si viva il boom dei cuochi, a spese di figure importanti come
macellai e pizzaioli, considerati purtroppo lavori di serie B. L’appello va quindi anche alle scuole
alberghiere, affinchè razionalizzino le materie insegnate.
Video
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http://www.youtube.com/watch?v=g5uhNXdedqE&list=PLKjPKj0oryfmTdUaFWCt49UoqrrsnJ7jC
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