RAV098 - RAE114_201106.pdf

Embed Size (px)

Citation preview

  • Numero 98 Giugno 2011

    Po

    ste

    Ital

    iane

    s.p

    .a. -

    Sp

    ediz

    ione

    in A

    bb

    ona

    men

    to P

    ost

    ale

    - D. L

    . 353

    /200

    3 (c

    onv

    . in

    L. 2

    7/02

    /200

    4 n

    46)

    art

    . 1, c

    om

    ma

    2, D

    R P

    D -

    Co

    ntie

    ne I.

    R. -

    Per

    iod

    ico

    del

    lAss

    oci

    azio

    ne M

    ado

    nna

    di F

    atim

    a - M

    aria

    , Ste

    lla d

    ella

    Nuo

    va E

    vang

    eliz

    zazi

    one

    Salvami Regina

    Un insuperabile dono...

  • Si deve ferma-mente credere e confessare di cuore, che Ges Cristo nato dalla Vergine Maria, fu inchiodato alla croce, rimase nel sepolcro, risuscit il terzo giorno, sal alla destra del Padre, consegn veramen-te il suo corpo agli Apostoli nellUltima Cena, e la Chiesa Cattolica lo distri-buisce tutti i giorni ai suoi fedeli.

    (SantAntonio, Sermone della Cena del

    Signore)

    SantAntonio - Cattedrale di Montral (Canada). Sul fondo,

    la Basilica di Notre-Dame, della medesima

    Fran

    ois

    Bou

    lay

    - Gus

    tavo

    Kra

    lj

  • Espressione di amore verso Ges e il Papa

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36

    accaduto nella Chiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

    Storia per bambini... Sacrifici per Ges

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

    Spettacolo per lanima

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    Beata Anna Maria Taigi Per confondere i sapienti...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    Intervista Lefficacia della Chiesa passa sempre per la Pasqua del Signore

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    La fede di fronte al tribunale della ragione

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

    Commento al Vangelo Un insuperabile dono...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10

    La voce del Papa Che cos la santit?

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

    La latente e dinamica religiosit (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4SalvamiRegina

    Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    SommariO

    Anno XIII, numero 98, Giugno 2011

    Direttore responsabile: Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane

    Vasconcelos A. Campos, EP, Luis Alberto Blanco Corts, Madre

    Mariana Morazzani Arriz, EP, Severiano Antonio de Oliveira

    Amministrazione: Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE) CCP 13805353

    Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2, DR PD

    Contiene I.R. www.araldi.org

    www.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio

    ArAldi del VAngelo

    Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5 00165 Roma

    Tel. sede operativa a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio: Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura: Ciscra S.p.A.

    Via San Michele, 36 45020 Villanova Del Ghebbo (RO)

    Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli firmati di responsabilit dei rispettivi autori.

  • 4Salvami Regina Giugno 2011

    Scrivono i lettori

    ConosCere di pi, per amare di pi

    La rivista Araldi del Vangelo re-almente ci insegna molto. Per ama-re di pi Cristo, necessario cono-scerLo di pi. Questa la funzio-ne di questa rivista informativa, che porta una vasta conoscenza, essendo pretesto per le grazie, che muovono le nostre volont allamore. Un mo-vimento consacrato alla Madonna non pu che dare frutti, veramente. Complimenti per la Rivista, che mi d sempre pi voglia di esser santo.

    Emerson T.So Jos dos Campos Brasile

    prova Che la Chiesa ben vivaNella gioia del Signore Risorto

    saluto e ringrazio tutti voi per la bel-la Rivista che pubblicate ogni mese. Mi rammarico di non averla cono-sciuta prima, poich di grande at-tualit. Essa tratta temi eccellenti in questi tempi difficili per la Chiesa e rinfranca molto conoscere le attivi-t che realizzate in tanti Paesi, poi-ch una prova che la Chiesa viva e vegeta, grazie a Dio!

    Fresia Q. L.Doihue Cile

    orgoglio di esser CattoliCo, apostoliCo, romano

    Partecipando a cerimonie realiz-zate dagli Araldi del Vangelo, sen-tiamo che queste sono preparate con amore, dedizione, bellezza e ar-monia, ci offrono loccasione di gra-zie talmente grandiose, che ora vo-gliamo ricordare i milioni di cattolici che non hanno lopportunit di assi-stere a meraviglie tanto divine.

    Quindi, carissimi lettori di que-sta Rivista, che seguite il lavoro de-gli Araldi nel mondo, ma ancora non

    avete avuto loccasione di conoscere da vicino questopera, quando avvista-te un araldo per strada, nelle Messe o in qualunque altro luogo, avvicinate-vi, cogliete informazioni e venite a far parte di questa meraviglia che appar-tenere alla grande famiglia degli Aral-di del Vangelo, sentitevi orgogliosi di essere cattolici, apostolici, romani.

    Jos E. M.Nova Friburgo Brasile

    Un privilegioPace e Bene! Non so per quale mo-

    tivo da due mesi non ricevo la rivista Araldi del Vangelo, ma vorrei molto continuare a meritare questo privile-gio. una Rivista molto speciale, por-tatrice di molta luce e che, oltre a for-nirci molte conoscenze teologiche, ali-menta la nostra fede e la devozione al-la nostra Madre, Maria Santissima.

    Raimundo N. da C.Belm Brasile

    riempite lanima di paCe e gioiaEgregi Araldi, vogliate ricevere un

    cordiale saluto da chi molto vi am-mira, per il lavoro che realizzate. Mi piace in modo speciale leggere la vo-stra rivista Araldi del Vangelo, che re-ca temi che mi riempiono lanima e lo spirito di molta pace e gioia. Non ho parole per ringraziarvi. Vi stimo e valorizzo al massimo il vostro lavoro. Spero che proseguiate su questa stra-da, e che Dio continui ad illuminarvi con la sua grazia divina.

    Amada Q.Guayaquil Ecuador

    infonde fedelt alla Chiesa e al papa

    Oggi, pi che mai, necessa-rio trasmettere a tutti i cattolici del mondo i tesori della nostra Fede e la grande importanza del Papato. La Chiesa Cattolica una potente luce nelle tenebre del secolarismo con-temporaneo e questa Rivista mira a

    infondere nel cuore di tutti la neces-sit di essere sempre fedeli al Magi-stero della Chiesa e al nostro Papa.

    Michael L.Toronto Canada

    Compromissione Con la fede CattoliCa

    Da qualche tempo, abbiamo lop-portunit di condividere la lettura del-la rivista Araldi del Vangelo. La co-sa pi importante di questa pubblica-zione la sincronizzazione tra gli arti-coli, offerti con ottimo criterio, degni di persone molto coinvolte nella Fe-de Cattolica. notevole nella Rivista anche il fatto di dare lopportunit di crescere nella fede, tramite i suoi ar-ticoli, scritti con tale chiarezza e sem-plicit, che la comprensione totale.

    Jorge Luis Navarro PrezLima Per

    Una rivista CompletaIl motivo che mi porta a scrivere

    questa lettera quello di farvi i com-plimenti per leccellente rivista Araldi del Vangelo. Mi piace leggerla dal prin-cipio alla fine, e anche i componenti della mia famiglia la leggono. Per me la rivista pi completa dellattualit sulla Chiesa Cattolica. Conservo tutti i numeri fin dal primo. Sono cattolico praticante e nelle mie preghiere men-ziono sempre la vostra Associazione.

    Carlos A. G.Caminha Portogallo

    rispeCChia lo spirito del fondatore

    La Rivista rispecchia lo spirito del suo Fondatore e di quanti appar-tengono a questOrdine, vale a dire, il puro, il bello e il buono. Tutti gli articoli ci elevano ad un piano supe-riore di meraviglie, con molta dot-trina e giustificazione teologica. Vo-gliate accogliere i miei complimenti.

    Denilson G. F. Montes Claros Brasile

  • Numero 98

    Giugno 2011

    Po

    ste

    Italia

    ne s

    .p.a

    . - S

    ped

    izio

    ne in

    Ab

    bo

    nam

    ento

    Po

    stal

    e - D

    . L. 3

    53/2

    003

    (co

    nv. i

    n L.

    27/

    02/2

    004

    n 4

    6) a

    rt. 1

    , co

    mm

    a 2,

    DR

    PD

    - C

    ont

    iene

    I.R

    . - P

    erio

    dic

    o d

    ellA

    sso

    ciaz

    ione

    Mad

    onn

    a d

    i Fat

    ima

    - Mar

    ia, S

    tella

    del

    la N

    uova

    Eva

    ngel

    izza

    zio

    ne

    Salvami Regina

    Un insuperabile do

    no...

    C

    Giugno 2011 Salvami Regina5

    Editoriale

    Adorazione Euca-ristica nella Chie-sa Madonna del Rosario, nel Semi-nario degli Araldi del Vangelo Caieiras, Brasile

    (Foto: Marcos Enoc)

    La Latente e dinamica reLigiosit

    hi analizza gli avvenimenti in modo superficiale, non riesce ad unidea obiettiva dellopinione pubblica dei nostri giorni, quindi finisce per accet-tare lopinione corrente che il mondo si stia dirigendo omogeneamente e

    ineluttabilmente verso lirreligione.Ora, la presenza di pi di un milione di fedeli alla cerimonia di beatificazione

    di Giovanni Paolo II a Roma attesta non solo la grande popolarit del carismatico pontefice, ma anche la vitalit della Chiesa e il caloroso pulsare della Fede sotto il denso manto delledonismo e del materialismo che ricopre la nostra societ. Il fer-vore religioso manifestato in questoccasione rivela inoltre quanto gli occhi delluo-mo contemporaneo continuino ad essere aperti al soprannaturale e come, purch si sappiano toccare certi punti sensibili dellanima, sia possibile trasformare in fede impegnata e profonda la religiosit latente di tanti nostri contemporanei.

    Cos, ci si chiede se alla sensazione di isolamento, vuoto e carente daffetto au-tentico delluomo contemporaneo frutto della crisi esistenziale di cui soffre il mondo non si possa porre rimedio presentando in tutta la sua grandezza latto damore di un Dio che, oltre a farSi uomo per redimerci, ha voluto ancora darSi a noi come alimento nellEucaristia.

    Lesperienza pastorale degli Araldi del Vangelo rende palese la potente attratti-va esercitata dai misteri della nostra Religione, in modo speciale sulle pi giovani generazioni, se questi sono ben spiegati e degnamente celebrati. Per esempio, nelle cappelle delle diverse sedi dellAssociazione dove si espone il Santissimo Sacramen-to, non raro incontrare giovanissimi, appena introdotti nella pratica religiosa, as-sorti interamente nella contemplazione di Ges-Ostia. Si vede che la grazia li attrae e concede loro innumerevoli momenti di intensa consolazione spirituale.

    Questi giovani rimangono incantati allidea che un Dio con amore gratuito vo-glia stare insieme a noi, stabilire questunione strettissima con ognuno, come non ce lhanno neppure gli angeli nel Cielo.

    Nella persona che riceve il Santissimo Sacramento si produce, oltretutto, qualco-sa di divino. Con la Comunione Eucaristica, afferma San Pietro Giuliano Eymard, il Cristiano si trasformer in Ges stesso , e Ges torner a vivere in lui. Essa , aggiunge lo stesso santo, una seconda e perpetua Incarnazione di Cristo. In una parola, conclude, la Comunione diventa per Ges Cristo, come unaltra vita.

    * * *Nellomelia dellultima Messa in Cna Domini, Papa Benedetto XVI ricorda

    che Dio ci desidera, ci aspetta. E si interroga subito dopo: E noi, abbiamo ve-ramente desiderio di Lui? Sentiamo, nel nostro intimo, limpulso ad incontrarLo? Aneliamo alla sua prossimit, a diventare una cosa sola con Lui, dono questo che Egli ci concede nella Sacra Eucaristia?

    Quanta sapienza c in queste parole del Papa! Quanta profondit in queste domande in apparenza semplici! Infatti, se nel mondo intero apostoli ardenti di devozione al Santissimo Sacramento lavoreranno con fede, dedizione e tatto, af-finch luomo moderno apra la sua anima alle insigni grazie che Dio desidera dar-gli attraverso il Santissimo Sacramento, che cosa non ci si potr aspettare in mate-ria di vere resurrezioni spirituali ai nostri giorni?

  • NChe cos la santit?

    6Salvami Regina Giugno 2011

    La voce deL PaPa

    Spesso siamo portati a pensare che la santit sia una meta riservata a pochi eletti. Invece, il Concilio Vaticano II parla

    con chiarezza della chiamata universale alla santit, affermando che nessuno ne escluso.

    elle Udienze generali di questi ultimi due anni ci hanno accompagnato le figure di tanti Santi e

    Sante: abbiamo imparato a conoscer-li pi da vicino e a capire che tutta la storia della Chiesa segnata da questi uomini e donne che con la loro fede, con la loro carit, con la loro vita sono stati dei fari per tante generazioni, e lo sono anche per noi.

    I Santi manifestano in diversi mo-di la presenza potente e trasforman-te del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse cos pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo non vivo pi io, ma Cristo vi-ve in me (Gal 2,20). Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro interces-sione, entrare in comunione con lo-ro, ci unisce a Cristo, dal quale, co-me dalla Fonte e dal Capo, proma-na tutta la grazia e tutta la vita dello stesso del Popolo di Dio (Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium 50). Al termine di questo ciclo di ca-techesi, vorrei allora offrire qualche pensiero su che cosa sia la santit.

    La santit consiste nellunirsi a Cristo

    Che cosa vuol dire essere san-ti? Chi chiamato ad essere santo? Spesso si portati ancora a pensa-re che la santit sia una meta riser-

    vata a pochi eletti. San Paolo, inve-ce, parla del grande disegno di Dio e afferma: In lui Cristo (Dio) ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immaco-lati di fronte a lui nella carit (Ef 1,4). E parla di noi tutti. Al centro del disegno divino c Cristo, nel quale Dio mostra il suo Volto: il Mi-stero nascosto nei secoli si rivela-to in pienezza nel Verbo fatto carne. E Paolo poi dice: E piaciuto infat-ti a Dio che abiti in Lui tutta la pie-nezza (Col 1,19). In Cristo il Dio vi-vente si fatto vicino, visibile, ascol-tabile, toccabile affinch ognuno possa attingere dalla sua pienezza di grazia e di verit (cfr Gv 1,14-16).

    Perci, tutta lesistenza cristia-na conosce ununica suprema leg-ge, quella che san Paolo esprime in una formula che ricorre in tutti i suoi scritti: in Cristo Ges. La san-tit, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nellunirsi a Cri-sto, nel vivere i suoi misteri, nel fa-re nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti.

    Nessuno escluso dalla chiamata alla santit

    La misura della santit data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza del-

    lo Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. E lessere con-formi a Ges, come afferma san Pa-olo: Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha predestinati a esse-re conformi allimmagine del Figlio suo (Rm 8,29). E SantAgostino esclama: Viva sar la mia vita tut-ta piena di Te (Confessioni, 10,28).

    Il Concilio Vaticano II, nella Co-stituzione sulla Chiesa, parla con chiarezza della chiamata universale alla santit, affermando che nessuno ne escluso: Nei vari generi di vita e nelle varie professioni ununica san-tit praticata da tutti coloro che so-no mossi dallo Spirito di Dio e [] seguono Cristo povero, umile e cari-co della croce, per meritare di esse-re partecipi della sua gloria (n. 41).

    Dio che ci rende santi

    Ma rimane la questione: come possiamo percorrere la strada del-la santit, rispondere a questa chia-mata? Posso farlo con le mie forze? La risposta chiara: una vita santa non frutto principalmente del no-stro sforzo, delle nostre azioni, per-ch Dio, il tre volte Santo (cfr Is 6,3), che ci rende santi, lazione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, la vita stessa di Cristo Risorto che ci comunicata e che ci trasforma.

  • Giugno 2011 Salvami Regina7

    Per dirlo ancora una volta con il Concilio Vaticano II: I seguaci di Cristo, chiamati da Dio non secon-do le loro opere, ma secondo il di-segno della sua grazia e giustificati in Ges Signore, nel battesimo del-la fede sono stati fatti veramente fi-gli di Dio e compartecipi della na-tura divina, e perci realmente san-ti. Essi quindi devono, con laiuto di Dio, mantenere nella loro vita e per-fezionare la santit che hanno rice-vuta (ibid., 40).

    La santit ha dunque la sua radi-ce ultima nella grazia battesimale, nellessere innestati nel Mistero pa-squale di Cristo, con cui ci viene co-municato il suo Spirito, la sua vita di Risorto. San Paolo sottolinea in mo-do molto forte la trasformazione che opera nelluomo la grazia battesima-le e arriva a coniare una terminolo-gia nuova, forgiata con la preposi-zione con: con-morti, con-sepolti, con-risucitati, con-vivificati con Cri-sto; il nostro destino legato indis-solubilmente al suo. Per mezzo del battesimo scrive siamo stati se-polti insieme con lui nella morte af-finch, come Cristo fu risuscitato dai morti cos anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rm 6,4). Ma Dio rispetta sempre la no-stra libert e chiede che accettiamo questo dono e viviamo le esigenze che esso comporta, chiede che ci la-sciamo trasformare dallazione del-lo Spirito Santo, conformando la no-stra volont alla volont di Dio.

    La santit cristiana e la carit

    Come pu avvenire che il no-stro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e lagire con Cristo e di Cristo? Qual lani-ma della santit? Di nuovo il Con-cilio Vaticano II precisa; ci dice che la santit cristiana non altro che la carit pienamente vissuta. Dio amore; chi rimane nellamore rima-ne in Dio e Dio rimane in lui (I Gv 4,16). Ora, Dio ha largamente diffu-

    so il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato (cfr Rm 5,5); perci il dono pri-mo e pi necessario la carit, con la quale amiamo Dio sopra ogni co-sa e il prossimo per amore di Lui. Ma perch la carit, come un buon seme, cresca nellanima e vi frutti-fichi, ogni fedele deve ascoltare vo-lentieri la parola di Dio e, con laiu-to della grazia, compiere con le ope-re la sua volont, partecipare fre-quentemente ai sacramenti, soprat-tutto allEucaristia e alla santa li-turgia; applicarsi costantemente al-la preghiera, allabnegazione di se stesso, al servizio attivo dei fratel-li e allesercizio di ogni virt. La ca-rit infatti, vincolo della perfezione e compimento della legge (cfr Col 3,14; Rm 13,10), dirige tutti i mez-zi di santificazione, d loro forma e li conduce al loro fine (Lumen gen-tium, n.42).

    La vera semplicit e la grandezza della vita di santit

    Forse anche questo linguaggio del Concilio Vaticano II per noi ancora un po troppo solenne, forse dobbiamo dire le cose in modo an-cora pi semplice.

    Che cosa essenziale? Essenzia-le non lasciare mai una domenica senza un incontro con il Cristo Ri-sorto nellEucaristia; questo non

    un peso aggiunto, ma luce per tut-ta la settimana. Non cominciare e non finire mai un giorno senza al-meno un breve contatto con Dio. E, nella strada della nostra vita, seguire gli indicatori stradali che Dio ci ha comunicato nel Decalogo letto con Cristo, che semplicemente lespli-citazione di che cosa sia carit in de-terminate situazioni. Mi sembra che questa sia la vera semplicit e gran-dezza della vita di santit: lincontro col Risorto la domenica; il contatto con Dio allinizio e alla fine del gior-no; seguire, nelle decisioni, gli indi-catori stradali che Dio ci ha comu-nicato, che sono solo forme di cari-t. Perci il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carit verso Dio e verso il prossimo (ibid., 42). Que-sta la vera semplicit, grandez-za e profondit della vita cristiana, dellessere santi.

    Ama e fa ci che vuoi

    Ecco perch santAgostino, com-mentando il capitolo quarto della Prima Lettera di san Giovanni, pu affermare una cosa coraggiosa: Di-lige et fac quod vis, Ama e fa ci che vuoi. E continua: Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu par-li, parla per amore; sia che tu cor-regga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; vi sia in te la radice dellamore, poich

    NellUdienza Generale del 13 aprile, il Santo Padre ha voluto concludere la serie della catechesi sui Santi con alcuni pensieri sul tema: che cos la

    santit

    LO

    sser

    vato

    re R

    oman

    o

  • Piet popolare e nuova evangelizzazione

    P

    8Salvami Regina Giugno 2011

    da questa radice non pu procede-re se non il bene (7,8: PL 35). Chi guidato dallamore, chi vive la ca-rit pienamente guidato da Dio, perch Dio amore. Cos vale que-sta parola grande: Dilige et fac quod vis, Ama e fa ci che vuoi.

    Forse potremmo chiederci: pos-siamo noi, con i nostri limiti, con la nostra debolezza, tendere cos in al-to? La Chiesa, durante lAnno Li-turgico, ci invita a fare memoria di una schiera di Santi, di coloro, cio, che hanno vissuto pienamente la ca-rit, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Es-si ci dicono che possibile per tutti percorrere questa strada.

    Ruolo dei grandi santi e dei santi semplici

    In ogni epoca della storia della Chiesa, ad ogni latitudine della ge-ografia del mondo, i Santi apparten-gono a tutte le et e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni po-polo, lingua e nazione. E sono tipi molto diversi.

    In realt devo dire che anche per la mia fede personale molti san-ti, non tutti, sono vere stelle nel fir-mamento della storia. E vorrei ag-

    giungere che per me non solo alcu-ni grandi santi che amo e che cono-sco bene sono indicatori di stra-da, ma proprio anche i santi sem-plici, cio le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate. Sono persone normali, per cos dire, senza eroismo visibi-le, ma nella loro bont di ogni gior-no vedo la verit della fede. Questa bont, che hanno maturato nella fe-de della Chiesa, per me la pi sicu-ra apologia del cristianesimo e il se-gno di dove sia la verit.

    Nella comunione dei Santi, ca-nonizzati e non canonizzati, che la Chiesa vive grazie a Cristo in tutti i suoi membri, noi godiamo della loro presenza e della loro compagnia e coltiviamo la ferma speranza di po-ter imitare il loro cammino e condi-videre un giorno la stessa vita beata, la vita eterna.

    Invito ad essere pezzi del grande mosaico di santit

    Cari amici, come grande e bella, e anche semplice, la vocazione cri-stiana vista in questa luce! Tutti sia-mo chiamati alla santit: la misu-ra stessa della vita cristiana. Ancora una volta san Paolo lo esprime con

    grande intensit, quando scrive: A ciascuno di noi stata data la grazia secondo la misura del dono di Cri-sto Egli ha dato ad alcuni di esse-re apostoli, ad altri di essere profe-ti, ad altri ancora di essere evange-listi, ad altri di essere pastori e ma-estri, per preparare i fratelli a com-piere il ministero, allo scopo di edi-ficare il corpo di Cristo, finch arri-viamo tutti allunit della fede e del-la conoscenza del Figlio di Dio, fi-no alluomo perfetto, fino a raggiun-gere la misura della pienezza di Cri-sto (Ef 4,7.11-13).

    Vorrei invitare tutti ad aprirsi allazione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per esse-re anche noi come tessere del gran-de mosaico di santit che Dio va cre-ando nella storia, perch il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore. Non abbiamo paura di tendere verso lalto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci gui-dare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo po-veri, inadeguati, peccatori: sar Lui a trasformarci secondo il suo amore.

    (Udienza Generale, 13/4/2011)

    er portare a termine la nuo-va evangelizzazione in Ame-

    rica latina, allinterno di un proces-so che permei tutto lessere e lagire del cristiano, non si possono trascu-rare le molteplici dimostrazioni del-

    la piet popolare. Tutte, ben cana-lizzate e debitamente accompagna-te, propiziano un fecondo incontro con Dio, unintensa venerazione del Santissimo Sacramento, una profon-da devozione alla Vergine Maria, un

    coltivare laffetto per il Successore di Pietro e una presa di coscienza di appartenenza alla Chiesa.

    Che tutto ci serva anche per evangelizzare, per comunicare la fe-de, per avvicinare i fedeli ai sacra-

    Sebbene debba esser sempre purificata e riferita al centro, la piet popolare merita la nostra stima. In un modo pienamente

    reale, essa fa di noi stessi Popolo di Dio.

  • Giugno 2011 Salvami Regina9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.vatican.va

    Benedetto XVI nella Sala del Concistoro, con i partecipanti allAssemblea Plenaria della Pontificia Commissione per lAmerica Latina

    LO

    sser

    vato

    re R

    oman

    o

    menti, per rafforzare i vincoli di ami-cizia e di unione familiare e comuni-taria, come pure per incrementare la solidariet e lesercizio della carit.

    La fede devessere la fonte principale della piet popolare

    La fede deve essere di conse-guenza la fonte principale della pie-t popolare, affinch questa non si riduca a una semplice espressio-ne culturale di una determinata re-gione. Deve inoltre essere in stret-ta relazione con la sacra Liturgia, la quale non pu essere sostituita da nessunaltra espressione religiosa.

    A tale proposito, non si pu di-menticare, come afferma il Diretto-rio su piet popolare e liturgia, pubbli-cato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramen-ti, che liturgia e piet popolare so-no quindi due espressioni cultuali da porre in mutuo e fecondo contatto: in ogni caso tuttavia la Liturgia dovr costituire il punto di riferimento per incanalare con lucidit e prudenza gli aneliti di preghiera e di vita cari-smatica che si riscontrano nella piet popolare; dal canto suo la piet po-polare, con i suoi valori simbolici ed espressivi, potr fornire alla Liturgia alcune coordinate per una valida in-culturazione e stimoli per un efficace dinamismo creatore (n. 58).

    Devozione alla Vergine Maria, fonte di inesauribile speranza

    Nella piet popolare sincontrano molte espressioni di fede legate alle grandi celebrazioni dellanno liturgi-co, in cui la gente semplice dellAme-rica latina riafferma lamore che sen-te per Ges Cristo, nel quale trova la manifestazione della vicinanza di Dio, della sua compassione e miseri-cordia. Sono numerosi i santuari de-dicati alla contemplazione dei miste-

    ri dellinfanzia, passione, morte e re-surrezione del Signore, e a essi si re-cano moltitudini di persone per met-tere nelle sue divine mani le loro sof-ferenze e le loro gioie, chiedendo allo stesso tempo copiose grazie e implo-rando il perdono per i loro peccati.

    Intimamente unita a Ges anche la devozione dei popoli dellAmerica latina e dei Caraibi per la Santissima Vergine Maria. Ella, fin dagli albori dellevangelizzazione, accompagna i figli di questo continente ed per essi sorgente inesauribile di speranza. Per questo, si ricorre a Maria come Ma-dre del Salvatore, per sentire costan-temente la sua protezione amorevo-le con diversi titoli. Allo stesso modo, i santi sono considerati stelle lumino-se che costellano il cuore di numerosi fedeli di quei Paesi, edificandoli con il loro esempio e proteggendoli con la loro intercessione.

    La piet popolare deve esser sempre purificata

    Non si pu negare tuttavia che esistono alcune forme deviate di re-ligiosit popolare che, lungi dal pro-

    muovere una partecipazione attiva alla Chiesa, creano piuttosto confu-sione e possono favorire una prati-ca religiosa meramente esteriore e svincolata da una fede ben radicata e interiormente viva.

    A tale proposito vorrei ricordare qui quel che ho scritto ai seminaristi lo scorso anno: la piet popolare tende allirrazionalit, talvolta forse anche allesteriorit. Eppure, escluderla del tutto sbagliato. Attraverso di essa, la fede entrata nel cuore degli uomini, diventata parte dei loro sentimenti, delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perci la piet popola-re un grande patrimonio della Chie-sa. La fede si fatta carne e sangue. Certamente la piet popolare deves-sere sempre purificata, riferita al cen-tro, ma merita il nostro amore, ed es-sa rende noi stessi in modo pienamen-te reale Popolo di Dio(Lettera ai se-minaristi, 18 ottobre 2010, n. 4).

    (Brano del discorso ai partecipanti allAssemblea Plenaria della

    Pontificia Commissione per lAmerica Latina, 8/4/2011)

  • Un insuperabile dono...

    10Salvami Regina Giugno 2011

    commento aL vangeLo SoLennit deL corPuS domini

    Lamore di Dio per gli uomini, manifestato nellIncarnazione, ha raggiunto un apice inimmaginabile con listituzione dellEucaristia. Qual la nostra risposta ad un cos grande dono?

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

    LUltima Cena del Beato Angelico Museo di San Marco, Firenze

  • Giugno 2011 Salvami Regina11

    In quel tempo, Ges disse alle moltitudini dei giudei: 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cie-lo. Se uno mangia di questo pane vivr in eter-no e il pane che io dar la mia carne per la vi-ta del mondo.52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di lo-ro: Come pu costui darci la sua carne da man-giare?. 53 Allora Ges disse: In verit, in veri-t vi dico: se non mangiate la carne del Figlio delluomo e non bevete il suo sangue, non avre-te in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e be-ve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusci-ter nellultimo giorno. 55 Perch la mia carne vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimo-ra in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cos anche colui che man-gia di me vivr per me. 58 Questo il pane disce-so dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pa-ne vivr in eterno (Gv 6, 51-58).

    I DIo SI D InteramenteEsistendo da tutta leternit, la Trinit non

    aveva bisogno della creazione. Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo bastavano del tutto a se stessi, godendo una felicit perfetta e infini-ta. In questo consiste la gloria intrinseca e insu-perabile delle Tre Persone Divine. Tuttavia, cre-ando, Dio ha voluto rendere le creature parteci-pi della sua felicit, e queste, nellassomigliare al Creatore, Gli avrebbero reso la gloria estrin-seca, realizzando cos la pi alta finalit del lo-ro essere. La creazione stata, dunque, un at-to di donazione, di dedizione e di generosit su-preme1, arricchito in seguito dallIncarnazione del Verbo, quando Dio Si assoggettato ad as-sumere la povera natura umana allo scopo di re-dimerci dal peccato dei nostri primi padri.

    LUomo-Dio avrebbe dovuto prolungare la sua presenza sulla Terra

    Ma lamore incommensurabile di Dio per noi non si limitato solo a questo: per aprirci le porte del Cielo, arrivato al punto da soffri-

    re una dolorosa Passione, morire sulla Croce e risorgere. E lo avrebbe fatto, se fosse stato ne-cessario, per riscattare un uomo soltanto. Ora, dobbiamo chiederci: dopo aver espresso questo amore incredibile per noi, Egli avrebbe sempli-cemente dovuto salire al Cielo e abbandonare la comunione con gli uomini la cui redenzione Gli era costata cos cara? Sarebbe possibile immagi-nare, dopo una tale unione con noi, che si verifi-casse questa irrimediabile separazione?

    La meravigliosa soluzione a questo proble-ma, che ci lascia perplessi, solo Dio poteva tro-varla. Commenta bene, a tal proposito, il Prof. Plinio Corra de Oliveira:

    Non voglio dire che la Redenzione e il sacri-ficio della Croce imponessero a Dio, a rigor di logica, listituzione della Sacra Eucaristia. Ma si

    a Vangelo A

    Gus

    tavo

    Kra

    lj, s

    u co

    nces

    sion

    e de

    l Min

    iste

    ro d

    ei B

    eni C

    ultu

    rali

    della

    Rep

    ubbl

    ica

    Italia

    na

  • 12Salvami Regina Giugno 2011

    pu dire che tutto invocava, tutto urlava, tutto supplicava perch Nostro Signore non Si sepa-rasse cos dagli uomini. Una persona con un po di immaginazione dovrebbe intravvedere che Nostro Signore avrebbe trovato un mezzo per essere sempre presente, con ciascuno degli uo-mini da Lui redenti, in modo tale che, dopo lA-scensione, Egli fosse sempre in Cielo, sul trono di gloria che Gli dovuto, ma allo stesso tempo, seguisse passo passo la via dolorosa di ogni uo-mo qui sulla Terra, fino al momento estremo in cui ognuno dicesse, a sua volta Consummatum est (Gv 19, 30).2

    Conclude con questa pia confidenza: Credo che se io avessi assistito alla Crocifissione e avessi saputo dellAscensione, anche se non avessi sapu-to dellEucaristia, avrei cominciato a cercare Ge-s Cristo in tutta la Terra, perch non sarei riuscito a convincermi che Lui avesse smesso di convivere con gli uomini. Questa comunione veramente me-ravigliosa di Ges Cristo con gli uomini si fa, esat-tamente, per mezzo dellEucaristia.3

    Il fatto che Dio abbia operato la Creazione per darSi a Se stesso gi ci riempie di meraviglia. Mol-to di pi, tuttavia, il fat-to che Lui abbia assunto la natura umana per pro-piziarci, con la sua mor-te, linfinito dono della vi-ta soprannaturale e aprir-ci le porte del Cielo. Tutta-via, portare lamore al pun-to di darSi agli uomini in alimento, supera qualun-que capacit di immagina-zione! Si pu dire a ragio-ne che lapice di questa do-nazione, si trova nel Sacra-mento dellEucaristia.

    Apparente semplicit della Santa Cena

    Come avvenne listituzio-ne del pi eccellente e subli-me dei Sacramenti, il fine a cui si ordinano tutti gli altri apparentemente, in un mo-do molto semplice. Per gli Apostoli, si trattava di una delle solite cene, celebrate ogni anno dai giudei secon-

    do il plurisecolare rito indicato dettagliatamente da Dio a Mos e Aronne, come qualcosa da esser perpetuato di generazione in generazione (cfr. Es 12, 1-14). Essa ricordava ai giudei la Pasqua del Signore, la morte dei primogeniti dellEgitto e la traversata del Mar Rosso. I discepoli erano, pertanto, dellidea che si trattasse di una sempli-ce commemorazione religiosa, quando di fatto si sarebbe realizzato nel Cenacolo quanto era stato prefigurato nellAntica Legge: il sacrificio di ani-mali avrebbe ceduto il posto allolocausto dellA-gnello Divino che tra breve sarebbe stato immo-lato sullaltare della Croce, per la nostra salvez-za. Le vittime materiali simbolizzavano il corpo di Cristo che sarebbe stato nel contempo sacer-dote e vittima nel Nuovo Sacrificio, eterno e di valore infinito.

    Secondo quanto riferiscono gli Evangelisti, dopo che Ges ebbe istituito lEucaristia e da-to la Comunione agli Apostoli, essi cantarono i salmi e uscirono alla volta del Monte degli Ulivi (cfr. Mc 14, 26; Mt 26, 30). Costituivano questi salmi il canto di rendimento di grazie intitola-to Hallel Lodate Jav , proprio della litur-gia ebraica per la celebrazione della Pasqua5 e particolarmente simbolico in quella circostanza: mentre gli uni rendevano grazie per essersi co-municati, il Messia rendeva lode al Padre per li-stituzione dellEucaristia, che rappresentava la concretizzazione dellanelito manifestato allini-zio della Sacra Cena: Ho desiderato ardente-mente di mangiare questa Pasqua con voi, pri-ma della mia passione (Lc 22, 15).

    Se avessero saputo con anticipo la grandezza di quello che sarebbe stato istituito quel giorno non solo lEucaristia, ma anche il Sacerdozio , c da supporre che gli Apostoli avrebbero prepara-to una cerimonia allaltezza, ma in quel momen-to, chi aveva nozione di quanto stava succedendo?

    II marIa e leucarIStIa

    Soltanto Maria Santissima aveva coscien-za della sublimit del momento, poich com-prensibile che Nostro Signore Le abbia rivelato quello che sarebbe accaduto. Perch?

    Per nove mesi, si oper in Maria la Transustanziazione

    Avendo Maria ricevuto dallArcangelo Ga-briele lAnnunciazione, lo Spirito Santo La co-pr con la sua ombra e inizi il misterioso pro-

    NellUltima Cena, soltanto Maria Santissima aveva coscienza della

    sublimit del momento

    I discepoli erano delli-dea che nel Cenacolo si sarebbe rea-lizzato una semplice com-memorazione religiosa

  • Giugno 2011 Salvami Regina13

    cesso di gestazione del Dio incarnato. Si pu ben dire che, per nove mesi, in ogni secondo in Lei si celebrava per cos dire una Santa Messa.

    Infatti, nellistante in cui lanima di Ges fu creata, Egli fece il suo primo atto di adora-zione al Padre, accompagnato da una perfet-tissima offerta di Se stesso come vittima: os-sia, realizz unazione sacerdotale come Som-mo Sacerdote santo, innocente, senza mac-chia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli (Eb 7, 26). E per questo sublime sacrifi-cio non cera sulla faccia della Terra altare pi degno del chiostro virginale della Madonna. Per nove mesi, Ella visse nel pi intimo con-tatto con Ges, in una relazione unica nellor-dine del creato: avendo offerto il suo corpo immacolato a Dio, Questi assumeva gli ele-menti materni e li transustanziava; cio, essi diventavano divini a partire dal momento in cui passavano ad integrare il corpo di Ges.

    E pensare che questo grandioso mistero non si sarebbe realizzato senza il consenso della Vergine: Avvenga di me quello che hai detto! (Lc 1, 38).

    Cos, a mano a mano che si formava il corpo del Bambino nel suo seno virginale, Maria tut-to imprimeva nel suo cuore e andava esplicitan-do, meravigliata, la fisionomia fisica e morale di suo Figlio. Questi, da parte sua, assumeva sem-pre di pi lessere della Madre e La divinizzava. Infatti, con la maternit divina, la Beata Vergi-ne Maria giunse ai confini della divinit.6 Con-cepita in grazia, Lei era veramente il Paradiso terrestre del nuovo Adamo.7

    Il desiderio di Maria di rivivere questi momenti

    Compiuti i giorni ed essendo nato Ges, che gioia non avr provato la Santa Vergine nel te-nere fra le sue braccia quel Bambino cresciuto nel suo seno, constatando come Lui corrispon-desse a quello che Lei, nella sua innocenza, ave-va immaginato! Non possibile farsi unidea della sublimit del primo scambio di sguardi tra Madre e Figlio. Quante cose furono dette senza articolare parola alcuna! Sguardo questo forse superato soltanto da un altro: lultimo sguardo di Ges a sua Madre, dallalto della Croce. Ma, daltra parte, che nostalgia deve aver sentito Lei di quel rapporto, allo stesso tempo ineffabile e misterioso, avuto durante il tempo in cui si for-mava nel suo ventre il corpo di Cristo!

    Il Suo desiderio santissimo e equilibratissimo di ricevere nuovamente Ges nel suo intimo an-d di sicuro crescendo,8 al punto che in questo Lei si comunicava spiritualmente in ogni istan-te. Pertanto, si potrebbe immaginare che ad un certo punto Nostro Signore abbia rivelato listi-tuzione dellEucaristia9 a Colei che il model-lo perfetto degli adoratori di Ges-Ostia. Sen-za dubbio, gli atti dellamore eucaristico della Vergine Maria diedero pi gloria a Dio che tut-

    Dopo lAnnunciazione Maria visse per nove mesi nel pi intimo contatto con Ges, servendo daltare alla Sua perfettissima

    offerta al Padre

    Annunciazione - Basilica di Notre-Dame de Lpine (Francia)

    Ser

    gio

    Hol

    lman

    n

  • 14Salvami Regina Giugno 2011

    Molto pi benefica lEucaristia per la nostra anima che il Sole per il nostro organismo corporale

    ti gli onori presta-ti al Santissimo Sa-cramento dagli an-geli e dagli uomini lungo la Storia, vi-sto che solamente

    Lei Lo comprese, am e ador ade-guatamente.

    III GranDezza

    Del mIStero DelleucarIStIa

    Infatti, lEucari-stia uno dei pi pro-

    fondi misteri della no-stra Fede: le apparenze, i sapori e gli aromi sono di pane e di vino; per, tan-to nelluna come nellaltra specie, troviamo soltan-to la sostanza del Corpo,

    Sangue, Anima e Divini-t di Cristo! I sensi ci pre-sentano una realt, ma la nostra Fede ce ne propo-ne unaltra, nella quale cre-diamo.

    Se, come insegna San Tommaso, il bene del-la grazia , per lindividuo, migliore di quello della natura di tutto luniverso10, che cosa di-re della pi piccola frazione visibile di unostia consacrata? L c Cristo stesso. Non si tratta di una goccia di grazia, ma dello stesso Auto-re della grazia, pertanto, qualcosa il cui valore supera tutta la creazione, incluso lordine del-la grazia. Aggiungiamo le grazie che gli angeli e gli uomini hanno ricevuto e ancora riceveranno, pi quelle esistenti in massimo grado nella Ma-donna, e tutte loro sommate non si comparano a quello che c in una particola consacrata: la ricapitolazione dellUniverso (cfr. Ef 1, 10) in una parvenza di pane!

    La grandezza contenuta in questo Sacramen-to inesprimibile nel linguaggio umano. Tutto quanto esiste nella creazione stato promosso da Dio in ordine a Ges Cristo, e il Suo supre-mo atto damore per gli uomini consiste nelli-stituzione dellEucaristia per offrirci una stra-ordinaria forma di unione personale con il Ver-

    bo Incarnato. Alle parole della Consacrazione, pronunciate dal sacerdote, Dio stesso obbedi-sce, e si realizza il maggior miracolo sulla fac-cia della Terra. Con questa meraviglia, possia-mo ben apprezzare quanto Egli ci ama in modo incommensurabile.

    Il Santissimo Sacramento abbellisce lanima

    Chiunque pu verificare come le piante esposte ai raggi solari ostentano unesuberanza, una bellezza e una vitalit che non hanno se ri-mangono allombra. Una grande differenza, do-vuta solo allo splendore del Sole.

    Ora, se la natura abbellita in questa manie-ra dalla luce solare, che mirabili benefici non deve offrire allanima il raggio spirituale che scaturisce direttamente dal Dio Nascosto? Mol-to pi benefica lEucaristia per la nostra ani-ma che il Sole per il nostro organismo corpora-le. Avendo alcune colpe o miserie veniali evi-dentemente, perch con un peccato mortale non ci si pu comunicare , la persona obbli-gata ad allontanarsi da Ges Eucaristico? No. Al contrario, deve approssimarsi a Lui il pi possibile. Non fuggire da Ges, ma rifugiarsi in Lui, perch cos sar purificata da queste mise-rie e la sua anima ne risulter perfezionata.11 I nostri occhi corporali non riescono, purtroppo, a contemplare tali cambiamenti. Santa Cateri-na da Siena desiderando conoscere lo splendore di unanima abitata dalla grazia divina, ud dalle labbra dello stesso Ges questa dichiarazione: Figlia mia, se Io ti mostrassi la bellezza di una-nima in stato di grazia, sarebbe lultima cosa che vedresti in questo mondo, perch lo splendore della sua bellezza ti farebbe morire.12

    Infatti, la grazia divinizzando lanima, la ren-de cos bella ed attraente che, se ci fosse pos-sibile vederla, avremmo la tendenza ad adorar-la, immaginando che sia Dio. Fortificando tutte le sue potenze, nutrendola di ispirazioni sante e di impulsi damore, Ges-Ostia fa s che lani-ma pervasa dalla grazia assomigli sempre pi a Lui.13 Per questo, quando vediamo le meraviglie operate dagli uomini di Dio, possiamo esser si-curi che esse provengono molto pi dallEuca-ristia, della quale sono devoti, che da eventua-li qualit personali.

    Oltre a questi sublimi benefici prodotti nellanima dallEucaristia, dobbiamo conside-rare che, nonostante i nostri limiti o anche im-perfezioni, Nostro Signore ha nostalgia di noi,

    Non possibile farsi unidea della sublimit del primo scambio di sguardi

    tra Madre e Figlio

    Vergine col Bambino Ges - Chiesa di Notre-Dame de Auteuil (Francia)

    Ser

    gio

    Hol

    lman

    n

  • Giugno 2011 Salvami Regina15

    La grazia rende lanima cos bella ed attraente che, se ci fosse possibile vederla, avremmo la tendenza ad adorarla

    e vuole approssimarci a Lui, poich trova le sue delizie stando con i figli degli uomini (Pr 8, 31) . Molto a proposito, si trova in alcune cap-pelle del Santissimo Sacramento lespressi-va frase di Santa Marta a sua sorella: Magister adest et vocat te Il Maestro qui e ti chiama (Gv 11, 28). Quando entriamo nel recinto sacro per farGli una visita, Ges-Ostia ci accoglie con gioia, come dicesse: Ecco mio figlio! Da quan-to tempo non ti vedevo... Vieni!. Infatti, il no-stro Redentore ci ama tanto che, per quanto grandi siano le nostre miserie, Egli Si rallegra vedendoci.

    Energia per affrontare le difficolt

    Molte sono le occasioni in cui la persona si sente anemica spiritualmente: occasioni prossi-me del peccato che si presentano o circostanze che favoriscono un depauperamento spirituale, insomma, numerose situazioni che possono in-quinare la fortezza danimo. Dove allora recu-perare energie? NellEucaristia. Di questo ci d esempio tra altri innumerevoli santi San Tom-maso dAquino. Nelle prime ore del mattino, egli celebrava la sua Messa e in seguito assisteva a quella di un altro frate.14 Secondo quanto risul-ta, gli piaceva anche servire le Messe dei suoi fra-telli dabito. Parlando sui Sacramenti ha det-to recentemente Papa Benedetto XVI , il gran-de San Tommaso riflette in modo particolare sul Mistero dellEucaristia, per il quale ha alimenta-to unenorme devozione, a tal punto che, secon-do gli antichi biografi, era solito avvicinare il suo orecchio al Tabernacolo, come per sentire palpi-tare il Cuore divino e umano di Ges.15

    Permanenza degli effetti dellEucaristia

    A volte, commettiamo lequivoco di pensare che, quando ci comunichiamo, Ges Cristo rimane presente in noi soltanto nei cinque o dieci minuti di durata delle specie eu-caristiche. Si tratta di una realt spiri-tuale molto pi profonda. Infatti, an-che dopo che cessata la presenza re-ale di Nostro Signore la grazia per-mane nellanima che si comunica, perch essa ha ricevuto in stato di grazia il Pane della Vita, affer-ma Santa Caterina da Siena.16

    Consumate le apparenze del pane, le disse Nostro Signore in una rivelazione, lascio in te

    il segno della mia grazia, come il sigillo appli-cato sulla cera calda. Togliendo il sigillo, rima-ne in lei la sua impronta. Cos, resta nellanima la virt di questo Sacramento, ossia, si mantiene il calore della divina carit, clemenza dello Spi-rito Santo. Continua in te la luce della sapien-za di mio Figlio Unigenito, che illumina gli oc-chi della tua intelligenza perch tu conosca e ve-da la dottrina della mia verit e di questa stes-sa sapienza.17

    Un alimento che assume chi lo prende

    Quando mangiamo, il nostro organismo as-simila gli alimenti ingeriti, estraendo da loro le sostanze utili per la vita. Ma, ci insegna la Teo-logia, quando ci comunichiamo succede il con-trario: Cristo che ci divinizza e trasforma in Se stesso. NellEucaristia il cristiano ottiene la sua massima cristificazione, in cui consiste la santit.18 Non Lo consumiamo, poich Lui ces-sa la sua presenza sacramentale in noi a partire dal momento in cui le Sacre Specie smettono di sussistere. Stando in noi, Egli ci riempie di vita soprannaturale, santifica la nostra anima e be-neficia di conseguenza il nostro corpo.

    Per questa ragione, Ges stesso, come ci nar-ra il Vangelo di questa Solennit, mette in risal-to la sostanziale differenza tra la manna ricevu-ta dai giudei nel deserto e lalimento tratto da Lui nellEucaristia: Questo il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i pa-

    Nella Comunione Cristo che ci divinizza e trasforma in Se stesso. NellEucaristia il cristiano ottiene la sua massima cristificazione

  • 16Salvami Regina Giugno 2011

    Oggi abbiamo Ges-Ostia nei tabernacoli sempre a nostra disposizione; ci sta aspettando con insigni grazie, desideroso di ricevere la nostra povera visita

    dri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivr in eterno (Gv 6, 58).

    Pegno della resurrezione per la vita eterna

    Con la Santa Comunione si rinnova in un certo modo laugusto mistero dellIncarnazio-ne19, afferma con autorit San Pietro Giulia-no Eymard. Padre Royo Marn pi categorico: nellanima di chi si appena comunicato, egli sostiene, il Padre genera suo Figlio Unigenito, da entrambi procede questa catena damore, ve-ro torrente di fiamme, che lo Spirito Santo.20 In virt dellunione eucaristica, lanima del fe-dele diventa pi sacra della custodia e del cali-ce, addirittura pi delle stesse specie sacramen-tali, che certamente contengono Cristo, ma sen-za toccarLo e senza ricevere da Lui una qualche influenza santificatrice.21 Per questo, chi si co-munica riceve grazie per vivere bene in accor-do con i Comandamenti e, dopo, avere il pre-mio della resurrezione con il corpo glorioso: Chi mangia questo pane vivr in eterno (Gv 21, 58).

    IV SappIamo retrIbuIre Senza mISura

    Purtroppo, molte volte non valutiamo con profondit tutti i benefici ricevuti in questo sa-cro convivio con lEucaristia nella quale il no-stro Divino Redentore realmente presen-te come quando ha operato la trasformazione dellacqua in vino nelle nozze di Cana, o quan-do ha resuscitato Lazzaro, oppure quando ha espulso i mercanti dal Tempio. Che cosa non daremmo per presenziare un unico miracolo di Ges o udire uno dei suoi discorsi? O anche ri-cevere da Lui uno sguardo soltanto? Quando giungeremo in Cielo, se Dio ci conceder que-sta suprema grazia, comprenderemo che un istante di adorazione eucaristica compensa mil-le anni di sacrifici sulla Terra.

    Intanto, oggi abbiamo Ges-Ostia nei taber-nacoli sempre a nostra disposizione; in qualsiasi momento Egli ci sta aspettando con insigni gra-zie, desideroso di ricevere la nostra povera visita. Se nellIncarnazione Dio ha voluto unirSi alla pi pura delle creature, nella Santa Comunione Egli

    1Il mondo non il prodotto di una necessit qualunque, di un destino cieco o del caso. Crediamo che il mondo pro-ceda dalla volont libera di Dio, che ha voluto far s che le creature partecipino al suo essere, alla sua sapienza e al-la sua bont (CCC 295).

    2 CORRA DE OLIVEIRA, Plinio. A presena de Cristo entre os homens. In: Dr. Pli-nio. So Paulo. Ano VI. N.63 (Jun., 2003); pag.23.

    3 Idem, ibidem.4Parlando in assoluto, il Sacra-

    mento dellEucaristia il Sa-cramento principale. Tre ar-gomenti lo dimostrano. 1 - Perch in lui contenuto so-stanzialmente lo stesso Cri-sto, mentre gli altri Sacra-menti contengono soltan-to una forza strumentale che partecipe di Cristo. Ora, in tutti gli ambiti, ci che per essenza pi degno di quello

    che per partecipazione. 2 - Per lordine reciproco dei Sa-cramenti, poich tutti gli altri Sacramenti sembrano orien-tarsi a questo come al loro fi-ne. [...] 3 - Per il rito dei Sa-cramenti, poich quasi tutti i Sacramenti attingono il lo-ro termine nellEucaristia (SAN TOMMASO DAQUI-NO. Summa Teologica, III, q.65, a.3, risp.).

    5In accordo con la prescrizio-ne rabbinica, si doveva pre-gare o cantare durante la ce-na pasquale i salmi 112 a 117, denominati Hallel, o lo-de. I primi due, prima di se-dersi alla mensa; gli altri, al-la fine della refezione, quan-do si beveva la quarta coppa, con la rispettiva benedizio-ne, che per questo si chiama-va benedizione del cantico (GOM Y TOMS, Isidro. El Evangelio explicado. Barce-lona: Casulleras, 1930, vol.IV, pag.274).

    6 ROYO MARN, OP, Antonio. La Virgen Mara. 2.ed. Ma-drid: BAC, 1997, pag.102.

    7 SAN LUIGI MARIA GRI-GNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, n.6.

    8 ALASTRUEY, Gregorio. Tra-tado de la Virgen Santsima. Madrid: BAC, 1945, pag.682.

    9 Cfr. ALASTRUEY, op. cit., pag.676-677.

    10 Cfr. SAN TOMMASO DAQUINO, op. cit., I-II q.113, a.9, ad.2.

    11 Cfr. ALASTRUEY, op. cit., pag.237-238.

    12 SANTA CATERINA DA SIE-NA, apud ROYO MARN, OP, Antonio. Somos hijos de Dios. Madrid: BAC, 1977, pag.26.

    13 Cfr. SAN PIETRO GIULIA-NO EYMARD. A divina Eu-

  • Giugno 2011 Salvami Regina17

    Mar

    cos

    Eno

    c

    Quando giungeremo in Cielo, se Dio ci conceder questa suprema grazia, comprenderemo che un istante di adorazione eucaristica

    compensa mille anni di sacrifici sulla Terra

    Cappella di Adorazione Perpetua al Santissimo Sacramento Chiesa Madonna del Rosario, Caieiras (Brasile)

    celebra le sue nozze con ogni persona in particolare, in una unione senza confronti. Lani-ma si unisce in maniera tale a Ges Cristo che perde, per cos dire, il proprio essere e lascia vi-vere unicamente Ges in lei.22 Si perde in Nostro Signore co-me una goccia dacqua nelloce-ano. E la corrispondenza del no-stro amore render pi perfetta e profonda questa unione.

    Chiediamo a Ges Sacra-mentato, in questa festa dellEu-caristia, un amore integro e una dedizione totale a Lui, unica re-stituzione degna di tutto quanto da Lui riceviamo e trabocchia-mo di gioia e di entusiasmo per essere tanto amati individual-mente da un Dio che gi in que-sta vita la nostra ricompensa troppo grande (Gn 15, 1).

    caristia. So Paulo: Loyola, 2002, v.II, pag.30.

    14 Cfr. GRABMANN, Martn. Santo Toms de Aquino. 2.ed. Barcelona: Labor, 1945, pag.29.

    15 BENEDETTO XVI. Udienza Generale, 23/6/2010.

    16 SANTA CATERINA DA SIE-NA. El Dilogo. Madrid: BAC, 1955, pag.398.

    17 Idem, ibidem.18 ROYO MARN, OP, Antonio.

    Teologa de la Perfeccin Cri-stiana. 5.ed. Madrid: BAC, 1968, pag.453.

    19 SAN PIETRO GIULIANO EYMARD, op.cit., pag.26.

    20 ROYO MARN, Teologa de la Perfeccin Cristiana, op. cit., pag.454.

    21 Idem, ibidem.22 SAN PIETRO GIULIANO

    EYMARD, op. cit., pag.126.

  • La fede di fronte al tribunale della ragione

    P

    18Salvami Regina Giugno 2011

    Per compiere lincarico di annunciare il Vangelo di Ges Cristo in tutto il mondo, i primi cristiani avevano bisogno di adattarsi alla cultura dei loro ascoltatori. LApostolo delle Genti lo realizz in forma mirabile in un suo discorso nellAreopago di Atene.

    ur facendo parte della pia-nura dellAttica, con il suo terreno roccioso e poco fertile, Atene vide nasce-

    re nel suo seno insigni pensatori i cui nomi cotinuano a risuonare nella cul-tura da pi di duemila e cinquecen-to anni. Vi fiorirono, nel V e IV se-colo a.C., tre figure di spicco della Fi-losofia: Socrate, Platone e Aristotele, lultimo dei quali ha ricevuto da par-te di studiosi insigni elogi come que-sto: Pi che il maestro di coloro che sanno, come lo reputava Dante, Ari-stotele meritava di essere chiamato lispiratore di coloro che disputano, in tutti i campi del sapere, dellazio-ne, della produzione.1 O anche co-me questaltro, di cui potrebbe van-tarsi il pi prestigioso degli intellet-tuali di oggi: Pochi uomini hanno fondato una scienza; a parte Aristo-tele, nessuno ne fond altre.2

    Pi facile trovare un dio che un essere umano

    Per secoli, si affrontavano in Ate-ne esponenti di diverse scuole di pensiero nei campi del sapere, del-

    la morale, della politica. In questa citt, affacciata sul Mar Egeo, cera anche, come in tutta la Grecia anti-ca, un confronto tra le credenze po-liteistiche e il rigore del pensiero pu-ramente umano, che portava ad in-terminabili discussioni circa le divi-nit e lorigine del mondo. Ad Ate-ne pi facile trovare un dio che un essere umano3, ironizzava Petro-nio, scrittore romano del primo se-colo. Nel secolo seguente lo scritto-re greco Pausania cos qualificava gli

    ateniesi: essi sono anche pi pietosi degli altri popoli.4

    In questo contesto di agguerri-te dispute culturali e religiose, si im-magini quale dovesse essere lo spiri-to di fede e la capacit intellettua-le di un cristiano per annunciare in modo convincente la Buona No-vella nella metropoli delle scienze, a pensatori di diverse scuole filoso-fiche, dotati di acuto senso critico e abili nelle schermaglie della dialetti-ca.

    Thiago de Oliveira Geraldo

    Nei secoli V e IV a.C. fiorirono, ad Atene, tre figure di spicco della Filosofia: Socrate, Platone e Aristotele

    Socrate - Museo dellErmitage, San Pietroburgo, Platone - Musei Capitolini, Roma, Aristotele- Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps

    Wik

    iped

    ia, V

    icto

    r To

    niol

    o, G

    usta

    vo K

    ralj

  • Giugno 2011 Salvami Regina19

    Questa missione la Provviden-za Divina la affid allApostolo del-le Genti, luomo che Dio chiam e invi ad intraprendere la diffusione universale del Cristianesimo.5

    Dispute quotidiane con giudei e greci

    Uomo di forte tempra, abituato ai sacrifici e alle difficolt, San Pao-lo predicava con coraggio il Vangelo di Ges Cristo in tutti i luoghi in cui lo portava il suo zelo apostolico. La sua audacia missionaria non si atte-nu, quando si vide costretto a rima-nere alcuni giorni ad Atene in attesa di Sila e Timoteo, per proseguire in-sieme il viaggio fino a Corinto.

    Anche se si trovava l di passag-gio, come rimanere in quella cit-t senza evangelizzare? Impossibile per uno che disse di se stesso: Non infatti per me un vanto predicare il Vangelo; un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo! (I Cor 9,16).

    Quanto allambiente che San Pa-olo incontr nella capitale della cul-tura, scrive un autorevole esegeta: La citt in quel tempo non era po-liticamente importante, anche com-mercialmente era molto decadu-ta, ma continuava ad essere la pu-pilla della Grecia (Filon), la fiacco-la di tutta la Grecia (Cicerone). Co-me sede delle grandi scuole filoso-fiche e culla della pi raffinata cul-tura greca, si distingueva sulle altre citt dellImpero Romano ed eserci-tava unirresistibile forza di attrazio-ne su quanti aspiravano ad acquisire scienza e cultura, specialmente sulla giovent della nobilt romana.6

    Tuttavia, la prima reazione dellA-postolo quando venne a contatto con la realt ateniese fu di avversione: Mentre aspettava Sila e Timoteo, ad Atene, Paolo rest disgustato nel ve-dere quella citt consegnata all ido-latria (At 17, 16). La sua indigna-zione, frutto della fede, accresceva in lui il desiderio di cogliere loccasio-

    ne per annunciare Ges Cristo cro-cifisso a quegli adoratori di idoli. E San Paolo sapeva adattarsi al pubbli-co che lo ascoltava.

    Nelle missioni realizzate poco pri-ma in varie citt, predic nelle sina-goghe ai giudei, rivelandosi un esi-mio conoscitore delle Scritture e di-mostrando, sulla base di queste, che era stato necessario che Cristo sof-frisse e risorgesse dai morti (cfr. At 17, 3). Ad Atene abitavano anche al-cuni giudei, ma lardente evange-lizzatore capiva perfettamente che l limmensa maggioranza dei suoi ascoltatori era costituita da greci, la cui mentalit era molto diver-sa da quella degli israeliti. Si lanci subito alla conquista di anime anche in questo campo, poich come narra-no gli Atti degli Apostoli, San Paolo discusse nella sinagoga con i giudei e proseliti, e tutti i giorni, nella piaz-za, con quelli che incontrava (At 17, 17).

    Uomini insaziabili di novit

    Tra quelli che ascoltarono San Paolo nellagor nome con cui i greci denominavano la piaz-za principale della citt, do-ve avvenivano le discussio-ni politiche cerano filosofi epicurei e stoici. I primi avevano la fruizione dei piaceri come principa-le finalit dellesistenza e, di conse-guenza, fuggivano dal dolore quan-to potevano; erano materialisti, ma non negavano lesistenza degli dei, i quali, per, raramente interferiva-no nella vita degli uomini. Per i se-condi, al contrario, lautosufficien-za e limpassibilit di fronte al do-lore erano considerate come gran-di virt.

    Ascoltando la predicazione di quello straniero, alcuni filosofi lo can-zonavano, chiamandolo spermologs, ossia, ciarlatano o chiacchierone. Al-tri gli facevano una delle accuse che cinque secoli prima portarono Socra-te a morte in questa stessa citt: quel-

    Uomo di forte tempra, abituato ai sacrifici e alle difficolt, San Paolo predicava con coraggio il Vangelo di Ges Cristo in tutti i luoghi in cui lo portava il suo zelo apostolico

    Ric

    ardo

    Cas

    telo

    Bra

    nco

    San Paolo - Piazza di San Pietro, Vaticano

  • 20Salvami Regina Giugno 2011

    Come sede delle grandi scuole filosofiche e culla della pi raffinata cultura greca, Atene esercitava unirresistibile forza di attrazione su quanti aspiravano ad acquisire scienza e cultura

    Scuola di Atene, di Raffaello Sanzio - Stanza della Segnatura, Vaticano

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    la di propagare il culto a di stranie-ri. Infatti San Paolo predicava Ges e lAnstasis (Resurrezione), nomi che suonavano per loro come una coppia di divinit. Lo condussero allora allA-reopago, antico tribunale di Atene, nel quale si giudicavano anche que-stioni religiose e morali. Era questo, oltre che un organo giuridico, un pun-to di riunione degli ateniesi e forestie-ri che, in questepoca, non si occupa-vano di altro se non dire o ascoltare le ultime novit (At 17, 21).

    Questa sete insaziabile di novi-t facilitava loperato dellAposto-lo: tutti si mostravano avidi di cono-scere quanto quello straniero avreb-be dovuto dire loro. Come avreb-be cominciato il suo discorso davan-ti a quellesigente uditorio, costitui-to dai rappresentanti della pi ele-vata cultura?

    Trattandosi di gentili, a nulla sa-rebbe giovato presentare argomenti

    preso dalla stessa cultura greca. Il vivere in una citt ellenica e leduca-zione ellenistico-giudaica del giova-ne Paolo gli conferirono la compe-tenza per poter utilizzare, pi tardi, come cristiano, con autonomia e co-me patrimonio personale, lo spirito e la tradizione dellellenismo.8

    Adatt le sue parole al pubblico che aveva davanti a s e, contenendo lindignazione che gli aveva causa-to lidolatria degli ateniesi, cominci a tessere loro le lodi della religiosi-t. Agendo cos, commenta il Bea-to Giovanni Paolo II, rivel saggez-za e sagacia: LApostolo mette in evidenza una verit che la Chiesa ha sempre conservato nel suo tesoro: nel pi profondo del cuore delluo-mo stato seminato il desiderio e la nostalgia di Dio.9

    Intanto, il suo sguardo indagato-re aveva catturato un dettaglio che gli serv per introdurre il tema del-

    tratti dalle Sacre Scritture. I primi cristiani, per farsi comprendere dai pagani, non potevano citare soltan-to Mos e i profeti nei loro discor-si, ma dovevano servirsi anche della conoscenza naturale di Dio e della voce della coscienza morale di ogni uomo7 osserva il Beato Giovan-ni Paolo II.

    Nella citt di Tarso, luogo di pas-saggio per il commercio in Asia, il giovane Saulo certamente non rice-vette soltanto la formazione giudai-ca tradizionale, ma deve aver studia-to anche discipline elleniche, come la retorica. Nelle loro scuole, oltre allalfabetizzazione, gli alunni ap-prendevano ginnastica e musica.

    Proclamazione della Fede con saggezza e sagacia

    Era giunto per lApostolo dei Gentili il momento di mettere a ser-vizio della Fede quello che aveva ap-

  • Giugno 2011 Salvami Regina21

    Alcuni ateniesi lanciavano a San Paolo una delle accuse che cinque secoli prima portarono Socrate a morte in questa stessa citt: quella

    di propagare il culto a di stranieri

    Sopra: Morte di Socrate, di Jacques-Louis David - Metropolitan Museum of Art, New York. A destra: San Paolo Apostolo - Museo San Pio V, Valenza (Spagna)

    Foto

    : Gus

    tavo

    Kra

    lj ; S

    ergi

    o H

    ollm

    ann

    San Paolo adatt le sue parole al pubblico che aveva davanti a s, contenendo lindignazione che gli aveva causato lidolatria degli ateniesi

    la sua predicazione. Percorrendo la citt e osservando i monumen-ti del vostro culto, ho trovato anche unara con liscrizione: Al Dio igno-to. Quello che voi adorate senza co-noscere, io ve lo annunzio! (At 17, 23). Su questo, lo studioso Schkel commenta: Lesordio, come entrata nellargomento, magistrale. Come un saluto cortese e ambiguo, che si trasforma in critica e sa individuare un valore profondo.10

    La religiosit dei greci era, in quel tempo, orientata sotto una pro-spettiva fortemente politeista e pa-gana, essendo la profusione di divi-nit, da loro venerate, vincolata al-le diverse vicissitudini che la vita presenta. Gli ateniesi immaginava-no che dietro ad ogni avvenimento ci fosse sempre lazione di un dio, e temevano che gli capitassero disgra-zie a causa di qualche culto omesso o mal realizzato. Di qui il loro impe-gno nellerigere altari anche al dio sconosciuto, come spiega Fillion: Abituati a vedere in tutto, special-mente nelle circostanze pericolose (guerre, terremoti, malattie, ecc.),

    la manifestazione della divinit, e sempre temendo di offendere qual-che dio sconosciuto, essi ricorrevano a questo mezzo per rendersi propizi tutti gli di, grandi e piccoli, dai qua-li potevano temere un atto di ven-detta o sperare un beneficio.11

    Anche noi siamo della stirpe di Dio

    Nel seguito del suo discorso, lA-postolo si scaglia contro lidolatria: Dio, creatore di quanto esiste, Si-gnore del Cielo e della Terra, non

    dimora in templi costruiti dalle mani delluomo , e di niente ha bisogno, poich lui che d a tutti la vita (cfr. At 17, 24-25). Subito dopo, in-troduce un argomento incoraggian-te: il Dio vivo e vero non un essere inaccessibile agli uomini; al contra-rio, Egli ci incita a cercarLo, anche se a tentoni, perch in realt Egli non lontano da ciascuno di noi (cfr. At 17, 27).

    Con lobiettivo di aumentare leffetto delle sue parole di fronte a quegli ascoltatori colti ed erudi-ti, San Paolo cita un verso del poe-ta greco Arato (sec. III a.C.) per af-fermare che anche noi siamo della stirpe di Dio (At 17, 29).12 Avvalen-dosi di quanto detto, lApostolo del-le Genti mostra agli ateniesi come poco saggio, per chi della stirpe di Dio, adorare immagini scolpite da mani umane.

  • 22Salvami Regina Giugno 2011

    riguardo a questo favoloso av-venimento?

    Invece, quando lo udiro-no parlare di resurrezione

    dei morti, alcuni dei suoi ascoltatori si beffaro-no di lui ed altri inter-ruppero il discorso, di-cendo ironicamente: Ti sentiremo su que-sto unaltra volta (At

    17, 32).Cos, dunque, i greci che crede-

    vano nellimmortalit dellanima non furono capaci di accettare la re-surrezione dei morti, cosa che oltre-passava i limiti della loro ragione, e per questo si presero gioco dellA-postolo e della sua dottrina. Ma, questi stessi apologisti della sapien-za e della logica non riuscivano a ca-pire lirrazionalit che presuppone-va ladorare di fatti di oro, argen-to, pietra o legno, prodotti dellarte e dellimmaginazione delluomo.

    Apparente insuccesso, risultati evidenti

    Fu un insuccesso la predicazione di Paolo nellAreopago?

    Apparentemente, s. Alcuni com-mentatori, anzi, furono indotti a pen-sare che la lettera scritta anni dopo alla comunit di Corinto avesse ri-conosciuto linsuccesso di questo di-scorso: Anchio, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono pre-sentato ad annunziarvi la testimo-nianza di Dio con sublimit di paro-la o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Ges Cristo, e questi crocifisso. [...] La mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza (I Cor 2, 1-2.4a).

    In realt, San Paolo non fece invano questa sua fiera proclamazione di fe-de nella Resurrezione di Cristo. In pri-mo luogo, il suo esempio serve da pre-zioso stimolo per quanti sono chiamati ad annunciare il Vangelo negli areopa-ghi paganizzanti di tutti i tempi e citt.

    Quei greci che credevano nellimmortalit dellanima non furono capaci di accettare la resurrezione dei morti, cosa che oltrepassava i limiti della loro ragione

    Cristo Risuscitato - Pro-Cattedrale di Hamilton (Canada)

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

    Entrando nel merito del suo di-scorso, San Paolo presenta un ar-gomento particolarmente sensibi-le per chi faceva parte del tribu-nale dellAreopago: Dio li invi-ta a pentirsi dellidolatria, poi-ch egli ha stabilito un giorno nel quale dovr giudicare la terra con giustizia (At 17, 31). Ma, al con-trario di quanto avviene nei tribu-nali umani, lammonimento relativo a questo giudizio divino veniva uni-to alla speranza di un grande perdo-no, come osserva un illustre esegeta del XX secolo: Si tratta di un dono che Dio fa della sua grazia e del suo perdono della vita precedente, tra-scorsa nel peccato, affinch gli uo-mini possano superare il giudizio.13

    Il fulcro della predicazione: Cristo risuscitato

    Fino a qui, San Paolo faceva il suo annuncio della Fede in termini prin-cipalmente filosofici, ma era giunto il momento di entrare nel fulcro della questione: Cristo risuscit dai morti. Questa Resurre-zione tante volte predi-cata da lui, come si leg-ge negli ultimi capito-li degli Atti degli Apostoli, forse ci che pi gli caus accuse e persecuzioni. Cos afferma il dome-nicano Michel Gourgues: La fede nella Resurrezione di Ges e la spe-ranza nella resurrezione dei morti si presentano con insistenza come log-getto centrale della Fede e della pre-dicazione cristiana e come il princi-pale motivo delle opposizioni e del-le accuse contro Paolo.14

    San Paolo diede dappertutto te-stimonianza della Resurrezione di Cristo in una forma tale che egli ben meritava di esser soprannominato Apostolo della Resurrezione. Lap-parizione di Cristo risuscitato a Pao-lo vicino a Damasco unesperienza di vita chiave per la fede e per lin-segnamento dellApostolo.15 Come avrebbe potuto lui, allora, stare zitto

  • Giugno 2011 Salvami Regina23

    San Dionigi Areopagita entr nella Storia come modello di pensatore convertito, che non ebbe bisogno di rinnegare la sua cultura e scienza per diventare cristiano

    san

    tiebe

    ati.it

    Oltre a questo, alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dellAreopago, una donna di nome Dmaris e altri con loro (At 17, 34).

    Degli altri convertiti, poco o nulla si sa. Ma prestiamo atten-zione al soprannome di Areo-pagita, che indica trattarsi di un membro dellelite intellettuale e giudiziaria della Grecia. Infat-ti, questo titolo presuppone che Dionigi fosse un personaggio mol-to influente, poich secondo le leg-gi di Atene, si arrivava a questa elevata posizione solamente dopo aver occu-pato un altro posto ufficiale importan-te e raggiunta let di sessantanni.16

    Cos San Dionigi Areopagita entr nella Storia come modello di pensato-re convertito, che non ebbe bisogno di rinnegare la sua cultura e scienza per diventare cristiano. Al contrario, le sue notevoli qualit intellettuali e la vasti-t delle sue conoscenze giuridiche e fi-losofiche furono messe al servizio della Chiesa e caratterizzarono, senza dub-bio, il suo ministero episcopale come primo Vescovo di Atene.

    La Fede cristiana autentica non limita la ragione

    Lo stesso avviene con qualsia-si popolo o nazione che decida di

    aprire le sue porte alle benefiche influenze della Chiesa. Insegna, a questo proposito, il Beato Gio-

    vanni Paolo II: Lannuncio del Vangelo nelle diverse culture,

    esigendo da ognuno dei desti-natari ladesione alla Fede, non gli impedisce di conser-vare la propria identit cul-turale.17

    San Paolo si mostr fedele allannuncio della Buona No-

    vella, adattandosi alle circo-stanze concrete che dovette af-

    frontare ad Atene; fedele fu an-che Dionigi, ricevendo umilmente la Rivelazione. Infatti, come ci in-segna Papa Benedetto XVI, la ten-denza moderna di considerare ve-ro solamente lo sperimentale, li-mita la ragione umana. Lautenti-ca Fede cristiana non impone limi-ti alla ragione, al contrario, incon-trandosi e dialogando, entrambe possono esprimersi meglio. La fe-de presuppone la ragione e la per-feziona; la ragione, illuminata dal-la fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio e delle re-alt spirituali. La ragione umana non perde nulla aprendosi ai con-tenuti della fede, daltronde, es-si esigono la sua adesione libera e cosciente.18

    1 STIRN, Franois. Compre-ender Aristoteles. Petropo-lis: Vozes, 2006, pag.11.

    2 BARNES, Jonathan. Ari-stteles. 2.ed. So Paulo: Loyola, 2001, pag.137.

    3 PETRONIO, apud GOURGUES, Michel. El evangelio a los paga-nos. Estella: Verbo Divi-no, 1990, pag.54.

    4 PAUSANIA, apud GOURGUES, op. cit., pag.54.

    5 CASCIARO, Jos Mara. Nuevo Testamento: tra-duccin y notas. Pam-

    plona: EUNSA, 2004, pag.873.

    6 WIKENHAUSER, Alfred. Los hechos de los apsto-les. Barcelona: Herder, 1973, pag.287-288.

    7 GIOVANNI PAOLO II. Fides et ratio, n.36.

    8 BECKER, Jrgen. Apsto-lo Paulo, vida, obra e teo-logia. So Paulo: Acade-mia Crist, 2007, pag.90.

    9 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., n.24.

    10 SCHKEL, Luis Alonso. Biblia del Peregrino: Nue-vo Testamento. Bilbao:

    Ega Mensajero, 1996, t.III, pag.348.

    11 FILLION, Louis-Clau-de. La Sainte Bible. Paris: Letouzey et An, 1912, t.VII, pag.741.

    12 Cos si esprimeva il poeta, nella sua poesia Fenome-nos: Che ogni canto co-minci da Zeus! Non pro-nunciamo mai, morta-li, il suo nome senza lo-de. Tutto pieno di Zeus: le strade e le piazze dove si riuniscono gli uomini, lampio mare e i porti; in qualsiasi luogo dove an-diamo, tutti abbiamo bi-

    sogno di Zeus. Siamo, an-zi, della sua stirpe (ARA-TO, apud GOURGUES, op. cit., pag.56).

    13 WIKENHAUSER, op. cit., pag.307.

    14 GOURGUES, op. cit., pag.60.

    15 CASCIARO, op. cit., pag.883.

    16 FILLION, op. cit., pag.743.

    17 GIOVANNI PAOLO II, op. cit., n.71.

    18 BENEDETTO XVI. An-gelus, 28/1/2007.

  • Lefficacia della Chiesa passa

    sempre per la Pasqua del Signore

    24Salvami Regina Giugno 2011

    interviSta con monS. antonio guido FiLiPazzi

    Lopera della nuova evangelizzazione non pu esser ridotta ad una mera iniziativa umana, qualcosa che noi dobbiamo pianificare, organizzare e realizzare. Si tratta, al contrario, sempre e innanzitutto, dellazione di Dio che raggiunge i cuori.

    Sua Eccellenza stata ordinata sacro Vescovo da pochi mesi, nella Basilica di San Pietro, per le mani del Santo Padre. Quali sono i ricordi di questa solenne ordinazione?

    Gi di per s una realt grande ricevere la pienezza del Sacramento dellOrdine, lEpiscopato, se si pen-sa a quanto esso conferisca e a quan-to comporti dimpegno e di respon-sabilit, soprattutto in rapporto alla personale debolezza e fragilit. Ov-viamente questi sentimenti, insie-me, di gratitudine e dinadeguatezza si accentuano ulteriormente, quan-do penso che il Santo Padre ha volu-to conferirmi personalmente lordi-nazione episcopale, insieme ad altri quattro presuli, e che ci avvenuto nella Basilica Vaticana, presso lalta-re che custodisce la tomba di Pietro.

    Daltra parte, quale Nunzio Apo-stolico, il mio episcopato tutto al ser-vizio del Papa, del suo compito di gui-da e dunit nei riguardi della Chie-sa universale. Cos le circostanze della mia ordinazione episcopale mi confer-mano questo indirizzo particolare del mio futuro ministero come vescovo.

    Essendo il pi giovane Vescovo italiano e il pi giovane nunzio

    della diplomazia vaticana ma con vaste conoscenze in questo campo, poich ha prestato servizio nelle Nunziature di Germania, Austria e Sri Lanka , potrebbe Sua Eccellenza spiegarci lazione della Chiesa e i mezzi di evangelizzazione in Paesi con realt cos differenti?

    Anzitutto vorrei dire che una grazia conoscere la realt della Chiesa in Paesi e continenti diver-si, perch si pu cos ammirare la sua grande e multiforme ricchezza, che per per nulla intacca lunit del suo essere un solo gregge e un so-lo pastore (cfr. Gv 10, 16). Cos ci si pu sentire a casa in tutte le parti del mondo, perch ovunque si ritro-va lunica Chiesa; questa unespe-rienza che fanno i diplomatici della Santa Sede.

    Ovviamente, la storia, la cultu-ra, le condizioni sociali e i problemi rendono diverse le situazioni della Chiesa nei Paesi nei quali ho pre-stato la mia opera; vi sicuramente una maggiore affinit e somiglian-za fra Germania e Austria, anche se le differenze non mancano anche in questo caso. Cos si compren-de come la vitalit appaia diversa e i mezzi di evangelizzazione cor-rispondano alla tradizione delle di-

    verse nazioni. Trattandosi per del-la Chiesa, che realt soprannatu-rale, alla radice decisiva ovunque lopera della grazia di Dio che ope-ra nelle anime.

    Papa Benedetto XVI ha creato recentemente il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, principalmente in considerazione dei Paesi soggetti a una progressiva secolarizzazione della societ. Con lesperienza che sua Eccellenza ha, qual un mezzo efficace per riaccendere la fede, la speranza e la carit in queste nazioni?

    Occorre ricordare che lopera della nuova evangelizzazione non pu ridursi ad una mera iniziativa degli uomini, qualcosa che noi dob-biamo pianificare, organizzare e re-alizzare. Si tratta, anzitutto e sem-pre, dellazione di Dio, misterio-sa e potente, che raggiunge i cuori. Da parte nostra, essa richiede per-ci lapporto decisivo della nostra preghiera e del nostro sacrificio. E per questo che sono sempre i Santi i veri e primi collaboratori della nuo-va evangelizzazione. Se questo non ben chiaro, si rischia di impostarla male e di lavorare invano! E ci vale per tutti i Paesi e continenti.

    Don Jos Francisco Hernndez Medina, EP

  • Giugno 2011 Salvami Regina25

    Anche a questo riguardo vale quel-la verit fondamentale che ho voluto esprimere, scegliendo come mio mot-to episcopale linizio del Salmo 126: Se il Signore non costruisce... (Ni-si Dominus dificaverit...).

    Nel Messaggio per la giornata delle Comunicazioni Sociali, il Santo Padre sottolinea che il mondo attuale sta attraversando unenorme trasformazione culturale, nella quale le nuove tecnologie hanno un ruolo preminente. Come dovrebbe esser fatta levangelizzazione nella nostra epoca digitale e globalizzata?

    E chiaro che oggi abbiamo a di-sposizione dei mezzi tecnici mol-to pi potenti, ma non dimentichia-mo che essi sono in un certo senso neutri: possono cio servire tanto al bene quanto al male. E sotto gli occhi di tutti come alcuni strumenti quali internet mostrino proprio tale ambiguit.

    Inoltre, bisogna ricordare che questi nuovi mezzi, posti al servizio dellevangelizzazione, non possono mai sostituire i mezzi della Grazia, quali sono i Sacramenti, ma devo-no condurre ad essi, cio allincontro personale con il Signore nella Chie-sa. Non ci si pu cio accontentare del rapporto meramente virtuale.

    La mia impressione che talvolta si ritenga che i nuovi strumenti tec-nici abbiano unefficacia quasi ma-gica, di fronte alle crescenti difficol-t che la vita e lazione della Chiesa incontrano soprattutto nella societ occidentale. Ma unillusione peri-

    colosa, perch lefficacia della Chie-sa passa sempre dalla Pasqua del Si-gnore, cio dal mistero della Sua morte e risurrezione.

    In che misura la crescita del materialismo, relativismo e laicismo nel mondo intero rende difficile lazione e persino la presenza della Chiesa?

    Nel suo discorso al Corpo Diplo-matico accreditato presso la Santa Se-de nel gennaio scorso, Papa Benedet-to XVI ha nuovamente indicato le sfi-de attuali riguardanti il rispetto della libert religiosa nel mondo. Infatti, es-sa non messa in pericolo solo dalla-perta persecuzione che si registra in alcune zone del mondo. Soprattutto nella societ occidentale si assiste ad un tentativo di marginalizzare la reli-gione dalla vita della societ, e ci di-pende dal diffondersi delle posizioni culturali indicate nella domanda.

    Come ricorda il Santo Padre, ne-gli ultimi tempi cresce finalmente la consapevolezza che anche nel nostro Occidente, cos impregnato di cristia-nesimo e cos fiero della sua libert, la religione, il cristianesimo, soprat-tutto la Chiesa cattolica, sono discri-

    minate e combattute. Questa nuova consapevolezza dovuta anche alla-zione della diplomazia pontificia a li-vello di relazioni bilaterali e a quello di organismi internazionali.

    Il successo dei libri di Papa Benedetto XVI mostra lavidit dei cattolici di tutto il mondo di ascoltare la parola del Pastore. Qual la forza di penetrazione delle parole del Santo Padre?

    Davvero il Santo Padre ci colpi-sce sempre con la sua parola e con i suoi scritti, nei quali profondit, originalit e chiarezza si coniugano perfettamente.

    Ritengo che il compito di tutti, so-prattutto dei Vescovi, dei sacerdoti e dei religiosi, sia quello di prestare grande attenzione a questo magiste-ro, di farlo proprio e di diffonderlo. Occorre cio una profonda sintonia col Papa e il suo insegnamento, per-ch questa unit condizione di effi-cacia dellazione ecclesiale. Purtrop-po le posizioni dissonanti da quelle del Papa creano incertezze, divisioni e scandalo. Dobbiamo ritrovare sem-pre lunit attorno alla fede di Pietro, che vive nel suo Successore.

    ons. Antonio Guido Filipazzi, nato a Melzo (Milano) 47 anni fa, stato or-

    dinato sacerdote a Genova dal Cardinale Giuseppe Siri e incardinato nella Diocesi di Ventimiglia-Sanremo. Ha conseguito la lau-rea in Teologia e il dottorato in Diritto Ca-nonico presso il Centro Romano della San-ta Croce. Diplomato alla Pontificia Accade-

    mia Ecclesiastica nel 1992, ha svolto la cari-ca di segretario della Nunziatura Apostoli-ca in Sri Lanka, Austria e Germania, nonch quella di consigliere della Sezione per le Re-lazioni con gli Stati della Segreteria di Stato. L8 gennaio 2011 stato ordinato Vescovo da Papa Benedetto XVI, e il 23 marzo, stato nominato Nunzio Apostolico in Indonesia.

    I Santi sono sempre i veri e primi collaboratori della nuova evangelizzazione

    M

    Gon

    zalo

    Ray

    mun

    do

    Gus

    tavo

    Kra

    lj

  • N

    Giovent di oggi, societ di domani

    26Salvami Regina Giugno 2011

    Joinville (Brasile)Vitria (Brasile)Santiago (Cile)Montes Claros (Brasile)

    Buenos Aires (Argentina)Maputo (Mozambico)

    on possiamo non esser solleciti alla formazione delle nuove generazioni, per la loro capacit di

    orientarsi nella vita e discernere il bene dal male, per la loro salute non soltanto fisica, ma anche morale, ha esortato Papa Benedetto XVI in una lettera alla Dio-cesi e alla citt di Roma (21/1/2008).

    Infatti, bambini e giovani sono come piccole pian-te, necessitano di speciali cure per poter sviluppare. I principi che apprendono a questa et, rimangono per la vita intera. Per questo, vi sono negli Araldi del Van-gelo centinaia di missionari che si dedicano in modo speciale alla formazione delle nuove generazioni.

    Il Progetto Futuro e Vita fa parte di questo com-pito evangelizzatore. In diversi Paesi delle Americhe, Europa e Africa, equipe di araldi percorrono istituti di insegnamento realizzando, con gli alunni, momen-ti di venerazione alla Statua Pellegrina del Cuore Im-macolato di Maria, seguiti da rappresentazioni musica-li o teatrali che rispecchiano valori culturali e umani. I

    giovani pi interessati si iscrivono, per dare continuit a queste attivit, nei centri di formazione degli Araldi, in cui si offrono corsi di preparazione ai sacramenti, le-zioni di musica, teatro e altre arti.

    Il lavoro dei missionari araldi non pretende so-stituire ma aiutare gli sforzi dispensati dai genitori e maestri dei giovani a favore della loro formazio-ne. Tanto gli uni quanto gli altri apprezzano tale col-laborazione. Una professoressa della rete pubblica della citt di San Paolo, alla fine del progetto rea-lizzato nel suo collegio, ha esposto questa relazione: La partecipazione degli alunni stata ottima, ha aumentato la loro autostima, ha dato buoni esempi, ha valorizzato i principi morali ed etici. Una madre che ha assistito al progetto si complimentata: Io e mio figlio siamo entusiasti della vostra visita. Spero che proseguiate in questa battaglia per i nostri gio-vani figli, poich il mondo ha bisogno della vostra Evangelizzazione!

  • Giugno 2011 Salvami Regina27

    Joinville (Brasile)

    San Paolo (Brasile)

    Campo Grande (Brasile)

    Curitiba (Brasile)Recife (Brasile)

    Cuiab (Brasile)

    Citt del Messico

    Asuncin (Paraguay)

    Medelln (Colombia)

  • Missioni Mariane in: Calabria, Sicilia e LiguriaG

    28Salvami Regina Giugno 2011

    li Araldi del Vangelo hanno promosso missioni mariane in diverse nelle parrocchie della Cala-

    bria, della Sicilia e della Liguria. Molti sono stati i fe-deli che hanno accolto con entusiasmo la statua pelle-

    grina del Cuore Immacolato di Maria condotta dai so-pracitati. Durante il susseguirsi dei pellegrinaggi, si so-no scorte impressionanti manifestazioni di fede: in ogni chiesa, casa, scuola o ospedale la recezione alla cele-

    Pontedassio - provincia di Imperia

  • Missioni Mariane in: Calabria, Sicilia e Liguria

    Giugno 2011 Salvami Regina29

    San Ferdinando- Reggio Calabria

    Barriera - Catania

    stiale visitante stata calorosa e piena di giubilo. Uscen-do da una casa, ad esempio, la statua stata accompa-gnata da tutto il nucleo familiare. In questo modo, tutto si trasformato in una animata processione per le vie del

    quartiere. I risultati sono stati eccellenti: numerosi fedeli che si erano allontanati dalla pratica della religione, so-no tornati a vivere in accordo con la loro fede e a fre-quentare la parrocchia locale.

  • 30Salvami Regina Giugno 2011

    Argentina La Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria visita periodicamente gli ospedali della Grande Buenos Aires, portando conforto e consolazione ai malati. Nelle foto, il Centro di Riabilitazione San Giovanni di Dio,

    a Hurlingham e Ospedale Municipale Dott. Bernardo Houssay, a Vicente Lpez.

    Guatemala Nei primi giorni della Settimana Santa, settanta giovani del Costa Rica, El Salvador,

    Nicaragua e Guatemala, si sono riuniti in questultimo per un Ritiro Spirituale.

    Isola della Runion Nel mese di aprile, con una Messa presieduta da Don Samy, si formato il primo gruppo di apostolato

    dellIcona in questisola appartenente alla Francia e vicina al Madagascar.

    Ecuador La Settimana Santa nel Vicariato Apostolico di Sucumbios stata una vera testimonianza di fede. Pi di ottomila fedeli sono accorsi per partecipare alle cerimonie come mai in precedenza era successo.

    stato anche notato il ritorno di cattolici che avevano aderito ad altre religioni. Nella foto a destra, processione del Venerd Santo, a sinistra, Messa della Domenica delle Palme.

  • Per confondere i sapienti...

    O

    Giugno 2011 Salvami Regina31

    sservando attentamente la Storia con gli occhi del-la Fede, contempliamo i passi di Dio che con-

    ducono gli avvenimenti, secondo i suoi disegni. Per questo, non ra-ro che la scelta dellAltissimo rica-da sui pi deboli e semplici di cuore, per una maggior confusione dei superbi. Varie figure dellAntico Testamento danno testimonian-za di ci: Gedeone, Davide, Giu-ditta, Ester e molti altri. Se ci ad-dentriamo dal Nuovo Testamen-to, fino ai giorni nostri, troveremo anche, tra tanti, Santa Giovanna dArco, San Giovanni Bosco, San-ta Bernadette o i pastorelli di Fa-tima.

    Cos afferma San Paolo: Dio ha scelto ci che nel mondo stolto per confondere i sapienti (I Cor 1, 27). Essendo Lui stes-so lUmilt, Si nasconde dietro gli umili per render evidente la sua azione. E per le difficolt di ogni epoca storica Egli d la soluzione, la risposta e il rimedio giusto, se-condo le esigenze del momento.

    Per far fronte allirreligione e allateismo crescenti sul finire del secolo XVII, Dio suscit, in diversi modi e in luoghi distinti, anime elet-te, al fine di ricondurre lumanit che si perdeva nel peccato e nellin-credulit. Tra queste, per dirla con le parole di Louis Veuillot, una fu, sen-

    za dubbio, la risposta divina a tut-ti i vittoriosi del campo di battaglia, della politica e delle accademie1, e le cui orazioni, come afferm il Car-dinale Salotti, avevano avanti a Dio pi potere degli eserciti napoleoni-ci: la Beata Anna Maria Taigi.

    Infanzia in seno alla onorata borghesia di Siena

    Nata il 29 maggio 1769, gi il giorno successivo ricevette il no-me Anna Maria Antonia Gesual-da Giannetti, al fonte battesima-le della Chiesa di San Giovan-ni Battista di Siena. I suoi genito-ri, Luigi Giannetti e Maria Santa Masi, provenivano dalla piccola, ma prospera, borghesia della cit-t. Luigi aveva ereditato dal pa-dre unillustre farmacia, conside-