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    Numero 122Giugno 2013

    PosteItalianeSpaSpedizionein

    AbbonamentoPostaleD.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004n.46)art.1comma1-NE/PD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria,StelladellaNuovaEvangelizzazione

    Associazione Madonna di Fatima

    Scelti per servire

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    Dio Si fatto bambino per noi

    Gus

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    lj

    Sopra: SantAntonio da Padova - Chiesa di San Pietro Martire, Murano (Venezia)

    e maltratti un bambino, lo insulti

    o lo picchi, ma poi gli mostri e gli

    dai in dono un fiore, una rosa o qualcosa

    del genere, lui si dimentica dell ingiuriaricevuta e, senza alcuna collera, corre ad

    abbracciarti.

    Allo stesso modo, se offendi il Signore

    Ges, col peccato mortale o qualche azio-

    ne ingiuriosa, ma poi Gli offri il fiore del-

    la contrizione o la rosa di una confessione

    bagnata di lacrime le lacrime sono il

    sangue dellanima Egli dimenticher latua offesa, perdoner la tua colpa e corre-

    r ad abbracciarti e baciarti.

    SantAntonio da Padova,Sermone nella Nativit del Signore, 11

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    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    Scelti per servire (Editoriale) . . . . . . . . . . . . .5

    La voce del Papa Annunciare, testimoniare,adorare

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    Commento al Vangelo Limpatto delle iniziative delRedentore

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

    Donna Lucilia Ribeiro dosSantos Corra de Oliveira Perdono per chilha trattata male

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

    Un invito per tutti:

    sii mistico!

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    San MarcellinoChampagnat Modelloper genitori ed educato

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Guardate gli uccelli dcielo...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Storia per bambini... La tua fede doro!

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    accaduto nellaChiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    La parola dei Pastori La grandezza dellumil

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    SommariO

    Periodico dellAssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    Anno XV, numero 122, Giugno 2013

    Direttore responsabile:Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione:Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane

    Vasconcelos A. Campos, EP,Luis Alberto Blanco Corts, Madre

    Mariana Morazzani Arriz, EP,Severiano Antonio de Oliveira

    Traduzione: Antonietta Tessaro

    Amministrazione:Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE)CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12

    Poste italiane, s.p.a Spedizionein Abbonamento Postale - D.L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE PD

    Contiene I.R.

    www.araldi.orgwww.salvamiregina.it

    Con la collaborazionedellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedelidi Diritto Pontificio

    ARALDIDELVANGELOViale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5

    00165 RomaTel. sede operativa

    a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio:Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura:ELCOGRAF S.p.A.Via Mondadori, 15

    37131 Verona

    Gli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si inviicopia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati di responsabilit dei rispettivi autori.

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    4 Araldi del VangeloGiugno 2013

    SCRIVONOILETTORI

    SEMPLICE, PROFONDAEBENPRESENTATA

    Ricevo puntualmente la rivistaAraldi del Vangelo. Ringrazio moltoper la gentilezza dellinvio e deside-ro che sappiate che sono un assiduolettore della stessa.

    Sono a vostra disposizione, in co-munione di preghiera e con fede rin-novata in questa Pasqua di Resurre-zione. Ringrazio per lenorme e pre-zioso sforzo che fate per evangelizzare

    attraverso questa pubblicazione sem-plice, profonda, molto ben presentatae illustrata. Che il Signore Ges conti-nui a benedire gli Araldi del Vangeloe che possiamo continuare a contaresullamicizia di tanti di loro.

    Fra David A. D. C., OPVicario Episcopale per la Vi-

    ta Consacrata dellArcidiocesiParroco di La Candelaria

    Messico DF

    ARRICCHISCELAPASTORALE

    Molto ho potuto apprendere e ar-ricchire la pastorale con gli interes-santi articoli di questa Rivista, cos va-ri e spirituali, che sempre hanno datofrutto nella predicazione ai fedeli.

    Don Ciro A. G.Ambato Ecuador

    PIENADINSEGNAMENTIDOTTRINALISOLIDI

    La Rivista, nella sua integralit, attualizzatissima e piena dinsegna-menti dottrinali solidi. I suoi conte-nuti portano a un approfondimentonella dottrina della Chiesa che, a suavolta, ha conseguenze nella nostra vi-ta pratica, sia per mezzo del nostrocomportamento coerente con i prin-cipi della Fede sia attraverso lapo-stolato verbale. Dice lApostolo chela Fede viene dalludito, da ci che

    comprendiamo con lintelletto. Cos,mano a mano che conosciamo di pi,amiamo di pi Dio. Questo il donoche la Rivista ci mette a disposizione.

    Thiago M. S.Fortaleza Brasile

    LANOSTRAMAGGIORGRAZIA: LASALVEZZA

    Ho appena ricevuto il primo nu-mero della rivista Araldi del Vange-lo. Sono coordinatore di un gruppodi preghiera Il rosario che cammi-na con Maria , col quale abbiamolobiettivo di evangelizzare mostran-do limportanza della preghiera per

    ottenere la nostra maggior grazia: lasalvezza. Con la Rivista aumentere-mo le nostre conoscenze da condivi-dere con i nostri fratelli.

    Roberval S. L.Salvador Brasil e

    INVITAAIMPARAREAEVANGELIZZARE

    Mi felicito con tutti quelli che lavo-rano con dedizione e amore a diffon-dere la Parola di Dio per mezzo dellarivistaAraldi del Vangelo. uno stru-mento per meditare e riflettere. Invitaa non rimanere quieti, ma ad appren-dere a evangelizzare e far conoscereagli altri quanto grande e mirabile ilSignore. Grazie a tutta lequipe dellaredazione e della diffusione.

    Suor Marta G. R.La Unin Cile

    PIACEVOLELEGGERELARIVISTA

    Mi piace proprio tutto di questabella Rivista. La Storia per bambini sempre molto istruttiva. Il Vange-lo, commentato da Mons. Joo Sco-gnamiglio Cl Dias, denso e moltochiaro. Le vite dei Santi sono model-li di un cammino da seguire. Il Santo-rale del mese mostra tutti coloro cheora lodano Dio faccia a faccia e che,per una ragione o per laltra, devoimitare. Le varie foto degli Araldi nei

    diversi paesi dove operano, ci rallegrano il cuore. La sezione accaduto nella Chiesa e nel mondoci orientariguardo alluniversalit della Chiesa

    Insomma, molto piacevole leggerela rivistaAraldi del Vangelo.Enrique S. C

    Gijn Spagna

    RICCHEZZADICONTENUTO

    con grande gioia che ricevo tutti mesi la rivistaAraldi del Vangeloe mincanto con tutti gli argomenti che ven-gono trattati. Diventa quasi impossibile specificare quello che potrebbe spiccare, a causa della grande ricchezza de

    suo contenuto. In verit, non appenaarriva la Rivista, la prima cosa che faccio sfogliarla tutta, poi leggo lEditorialee il Commento al Vangelodi MonsJoo, e alla fine il resto. Che lo Spiri-to Santo continui a illuminare Monsignore e tutti quelli che sono coinvolti inquesta grande opera.

    Jos C. J. GContagem Brasile

    NUOVIVOLUMIDEICOMMENTIALVANGELO

    Ho fatto lacquisto dei libri con commenti ai Vangeli domenicali dMons. Joo Scognamiglio Cl Diasnei Volumi V e VI, e vorrei saperequando saranno pubblicati i Volumi I- IV e il VII. E, se sono gi stati pub-blicati, chiedo il favore di informarmsu come ottenerli. Sono un fan di questi commenti. Che Dio vi benedica!

    Rogrio S. N. da S

    Itabora Brasile

    Nota: La redazione del volume VIIcon i commenti ai Vangeli delle solen-nit e feste, gi stata portata a termi-ne da Mons. Joo; il libro stampato de-ve essere disponibile alla fine del mesedi luglio. previsto il lancio dei volu-mi I e II (domeniche dellanno A) perla fine di ottobre, e dei volumi III e IV(domeniche dellanno B), per il 2014.

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    Numero122

    Giugno2013

    PosteItalianeSpaSpedizioneinAbbonamentoPostaleD.L.

    353/2003(conv.

    inL.

    27/02/2004n.

    46)art.

    1comma1-NE/PD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiF

    atima-Maria,

    StelladellaNuovaEvangelizzazione

    AssociazioneMad

    onnadiFatimaScel

    tiperservire

    I

    Giugno 2013Araldi del Vangelo 5

    Editoriale

    Cerimonia di

    ordinazionepresbiterale nellaBasilica dellaMadonna delRosario, a Caieiras

    (Foto: Sergio Miyazaki)

    SCELTI

    PERSERVIRE

    n tutti i tempi, le societ umane hanno sentito la necessit di scegliere alcuni uo-mini e metterli in luce per essere mediatori tra loro e la divinit, reale o fittiziaalla quale consacrano la loro fede. Sentimento e necessit cos imperiosi che, a

    ben dire, quasi non troviamo nelle pagine della Storia eccezioni a questa regola. Infatti, nel momento in cui invoca istintivamente linfinito, la nostra natura anela a stabilire un ponte che la aiuti a trasporre lincommensurabile abisso che la separa da Dio, ele propizi la condiscendenza di questo Essere Onnipotente, la cui perfezione e purezza assolute la nostra intelligenza riesce appena a intravvedere.

    Ora, quanto pi alta la considerazione che la societ nutre nel Dio che venerae onora, tanto maggiore sar la perfezione che essa pretende dagli stabiliti comevincolo sacro di unione con Lui. Cos, nellAntica Legge, ai sacerdoti della nazione eletta era imposta questa perfezione come precetto, esattamente perch essesercitavano la funzione di intermediari con il Dio di Israele: Saranno santi peril loro Dio e non profaneranno il nome del loro Dio, perch offrono al Signore sacrifici consumati dal fuoco, pane del loro Dio; perci saranno santi (Lv 21, 6).

    LIncarnazione del Verbo ha elevato ad un piano inaudito le relazioni tra Dio elumanit. Tutti gli attributi di questa relazione sono stati oltrepassati da un fenomeno imponderabile: il ponte sacro che univa il Cielo alla Terra non sar pi costituito da semplici uomini distinti dal popolo, ma dallo stesso Figlio di Dio fattouomo, Ges Cristo, perch Dio lo ha proclamato Sacerdote (Eb 5, 10).

    per Lui, santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed eleva-to sopra i cieli (Eb 7, 26), che altri uomini saranno dora in poi sacerdoti fino alla consumazione dei secoli e, sullesempio dellApostolo, possono dire: Cristo

    che vive in me (Gal 2, 20). Infatti, al presbitero stata conferita linsuperabile dignit di agire in persona Christi: attraverso il suo ministero, chi insegna, governa esantifica lo stesso Ges.

    Da questuomo elevato a cos sublime altezza, il popolo fedele chiede e esige oggi pi che mai non soltanto la luce della correzione e della buona re-putazione, ma lo splendore della vera santit. Il sacerdote di Ges Cristo non stato scelto per essere servito, ma per servire. S, servire i fedeli e il mon-do intero, dando spettacolo della sua purezza senza macchia e della sua santit. Cos risplenda la vostra Luce davanti agli uomini, perch vedano le vo-stre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che nei Cieli (Mt 5, 16).

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    Annunciare,

    testimoniare, adorare

    N

    6 Araldi del VangeloGiugno 2013

    LAVOCEDELPAPA

    Adorare spogliarci dei nostri idoli anche quelli pi nascosti, e scegliere ilSignore come centro, come via maestra della nostra vita.

    ella prima lettura colpi-sce la forza di Pietro edegli altri Apostoli. Alcomando di tacere, di

    non insegnare pi nel nome di Ge-s, di non annunciare pi il suo Mes-saggio, essi rispondono con chiarezza:Bisogna obbedire a Dio, invece cheagli uomini. E non li ferma nemme-no lessere flagellati, il subire oltraggi,il venire incarcerati. Pietro e gli Apo-stoli annunciano con coraggio, conparresia, quello che hanno ricevuto, ilVangelo di Ges.

    E noi? Siamo capaci di portare laParola di Dio nei nostri ambienti divita? Sappiamo parlare di Cristo, dici che rappresenta per noi, in fami-glia, con le persone che fanno par-te della nostra vita quotidiana? Lafede nasce dallascolto, e si rafforzanellannuncio.

    Annunciare il Vangelocon parole ed esempi

    Ma facciamo un passo avanti:lannuncio di Pietro e degli Aposto-li non fatto solo di parole, ma la fe-delt a Cristo tocca la loro vita, cheviene cambiata, riceve una direzionenuova, ed proprio con la loro vitache essi rendono testimonianza allafede e allannuncio di Cristo.

    Nel Vangelo, Ges chiede a Pietroper tre volte di pascere il suo greg-ge e di pascerlo con il suo amore, egli profetizza: Quando sarai vecchiotenderai le tue mani, e un altro ti ve-stir e ti porter dove tu non vuoi(Gv 21, 18). E una parola rivolta an-zitutto a noi Pastori: non si pu pa-scere il gregge di Dio se non si accet-ta di essere portati dalla volont diDio anche dove non vorremmo, senon si disposti a testimoniare Cri-sto con il dono di noi stessi, senza ri-serve, senza calcoli, a volte anche aprezzo della nostra vita. Ma questovale per tutti: il Vangelo va annuncia-to e testimoniato. Ciascuno dovrebbechiedersi: Come testimonio io Cri-sto con la mia fede? Ho il coraggio diPietro e degli altri Apostoli di pensa-re, scegliere e vivere da cristiano, ob-bedendo a Dio? [...]

    Chi ci ascolta e ci vede deve po-ter leggere nelle nostre azioni ciche ascolta dalla nostra bocca e ren-dere gloria a Dio! Mi viene in menteadesso un consiglio che san France-sco dAssisi dava ai suoi fratelli: Pre-dicate il Vangelo e, se fosse neces-sario, anche con le parole. Predica-re con la vita: la testimonianza. Lin-coerenza dei fedeli e dei Pastori traquello che dicono e quello che fan-

    no, tra la parola e il modo di viveremina la credibilit della Chiesa.

    Che significa adorare Dio?

    Ma tutto questo possibile soltanto se riconosciamo Ges Cristoperch Lui che ci ha chiamati, cha invitati a percorrere la sua stradaci ha scelti. Annunciare e testimoniare possibile solo se siamo vicina Lui, proprio come Pietro, Giovanni e gli altri discepoli nel brano deVangelo di oggi sono attorno a GesRisorto; c una vicinanza quotidiana con Lui, ed essi sanno bene chi Lo conoscono.

    LEvangelista sottolinea che nessuno osava domandargli: Chi sei?perch sapevano bene che era il Si-gnore (Gv 21, 12). E questo unpunto importante per noi: vivere unrapporto intenso con Ges, unintimi

    t di dialogo e di vita, cos da ricono-scerlo come il Signore. AdorarLo!Il brano dellApocalisse che ab

    biamo ascoltato ci parla delladorazione: le miriadi di angeli, tutte lecreature, gli esseri viventi, gli anziani, si prostrano in adorazione davanti al trono di Dio e allAgnello im-molato, che Cristo, a cui va la lodelonore e la gloria (cfr. Ap 5, 11-14)Vorrei che ci ponessimo tutti una

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    7/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 7

    domanda: Tu, io, adoriamo il Signo-re? Andiamo da Dio solo per chie-dere, per ringraziare, o andiamo daLui anche per adorarLo?

    Che cosa vuol dire allora adorareDio? Significa imparare a stare conLui, a fermarci a dialogare con Lui,sentendo che la sua presenza lapi vera, la pi buona, la pi impor-tante di tutte. Ognuno di noi, nellapropria vita, in modo consapevole eforse a volte senza rendersene con-

    to, ha un ben preciso ordine dellecose ritenute pi o meno importanti.Adorare il Signore vuol dire da-

    re a Lui il posto che deve avere; ado-rare il Signore vuol dire affermare,credere, non per semplicemente aparole, che Lui solo guida veramen-te la nostra vita; adorare il Signorevuol dire che siamo convinti davan-ti a Lui che il solo Dio, il Dio dellanostra vita, il Dio della nostra storia.

    Spogliarci degli idoli nei

    quali ci rifugiamo

    Questo ha una conseguenza nellanostra vita: spogliarci dei tanti ido-li piccoli o grandi che abbiamo e neiquali ci rifugiamo, nei quali cerchia-mo e molte volte riponiamo la no-stra sicurezza. Sono idoli che spessoteniamo ben nascosti; possono esse-re lambizione, il carrierismo, il gu-sto del successo, il mettere al centrose stessi, la tendenza a prevalere su-

    gli altri, la pretesa di essere gli uni-ci padroni della nostra vita, qualchepeccato a cui siamo legati, e moltialtri.

    Questa sera vorrei che una do-manda risuonasse nel cuore di cia-scuno di noi e che vi rispondessimocon sincerit: ho pensato io a qualeidolo nascosto ho nella mia vita, chemi impedisce di adorare il Signore?Adorare spogliarci dei nostri ido-

    li anche quelli pi nascosti, e sceglie-re il Signore come centro, come viamaestra della nostra vita.

    Cari fratelli e sorelle, il Signore cichiama ogni giorno a seguirLo concoraggio e fedelt; ci ha fatto il gran-de dono di sceglierci come suoi di-scepoli; ci invita ad annunciarLo congioia come il Risorto, ma ci chiededi farlo con la parola e con la testi-monianza della nostra vita, nellaquotidianit.

    Il Signore lunico, lunico Diodella nostra vita e ci invita a spo-gliarci dei tanti idoli e ad adorareLui solo. Annunciare, testimoniare,adorare. La Beata Vergine Maria elApostolo Paolo ci aiutino in questocammino e intercedano per noi.

    (Estratto dellomelia nellaBasilica Papale di San Paolo Fuori

    le Mura, 14/4/2013)

    Chi ci ascolta e ci vede, deve poter leggere nelle nostre azioni ci che ascolta dalla nostra bocca erendere gloria a Dio!

    Papa Francesco durante lomelia nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, 14/4/2013

    LOsserva

    tore

    Romano

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    Santa Madre Chiesa, gerarchica e cattolica

    L

    8 Araldi del VangeloGiugno 2013

    Lidentit cristiana non una car ta didentit. Lidentit cristiana

    unappartenenza alla Chiesa, perch tutti questi appartenevano alla Chiesa.

    La prima lettura di oggi mi fapensare che, proprio nel mo-mento in cui scoppia la per-

    secuzione, scoppia la missionarietdella Chiesa. E questi cristiani eranoarrivati fino alla Fenicia, a Cipro e adAntiochia, e proclamavano la Parola(cfr. At 11, 19). Avevano questo fer-vore apostolico dentro; e la fede vie-

    ne diffusa cos! Alcuni, gente di Ciproe di Cirene non questi, ma altri cheerano diventati cristiani giunti adAntiochia, incominciarono a parlareanche ai Greci (cfr. At 11, 20).

    un assurdo voler viverecon Ges senza la Chiesa

    E un passo in pi. E la Chiesa vaavanti, cos. Di chi questa iniziati-va di parlare ai Greci, cosa che nonsi capiva, perch si predicava soltan-to ai Giudei? E dello Spirito Santo,Colui che spingeva di pi, di pi, dipi, sempre.

    Ma a Gerusalemme, qualcuno,quando ha sentito questo, diven-tato un po nervoso e hanno inviatouna Visita Apostolica, hanno inviatoBarnaba (cfr. At 11, 22). Forse, conun po di senso dellumorismo, pos-siamo dire che questo sia linizio te-ologico della Congregazione per la

    Dottrina della Fede: questa Visitaapostolica di Barnaba. Lui ha osser-vato, e ha visto che le cose andavanobene (cfr. At 11, 23).

    E la Chiesa cos pi Madre, Ma-dre di pi figli, di molti figli: diven-ta Madre, Madre, Madre sempre dipi, Madre che ci d la fede, Madreche ci d lidentit. Ma lidentit cri-stiana non una carta didentit. Li-dentit cristiana unappartenenza

    alla Chiesa, perch tutti questi ap-partenevano alla Chiesa, alla Chie-sa Madre, perch trovare Ges fuoridella Chiesa non possibile.

    Il grande Paolo VI diceva: unadicotomia assurda voler vivere conGes senza la Chiesa, seguire Gesfuori della Chiesa, amare Ges sen-za la Chiesa (cfr. Esort. ap. Evan-

    gelii nuntiandi, 16). E quella ChiesaMadre che ci d Ges, ci d liden-tit che non soltanto un sigillo: unappartenenza. Identit significaappartenenza. Lappartenenza allaChiesa: questo bello!

    La dolce e consolanteallegria di evangelizzare

    La terza idea che mi viene in men-te la prima: era scoppiata la missio-nariet; la seconda: la Chiesa Madre che quando Barnaba ha visto quellafolla dice il testo: E una folla con-siderevole fu aggiunta al Signore (At11, 24) quando ha visto quella folla,ha avuto gioia. Quando questi giunsee vide la grazia di Dio, si rallegr (At11, 23). E la gioia propria dellevan-gelizzatore. E, come diceva Paolo VI,la dolce e consolante allegria di evan-gelizzare (cfr. Esort. ap. Evangeliinuntiandi, n.80). E questa gioia inco-

    mincia con una persecuzione, con unatristezza grande, e finisce con la gioia.E cos la Chiesa va avanti, come

    dice un Santo, fra le persecuzionidel mondo e le consolazioni del Si-gnore (cfr. S. Agostino, De Civita-te Dei, 18, 51, 2: PL 41, 614). Cos la vita della Chiesa. Se noi vogliamoandare sulla strada della mondani-t, negoziando con il mondo comevolevano fare i Maccabei, che erano

    tentati in quel tempo mai avremola consolazione del Signore.

    E se noi cerchiamo soltanto laconsolazione, sar una consolazionesuperficiale, non quella del Signore, sar una consolazione umana. LaChiesa va sempre tra la Croce e laRisurrezione, tra le persecuzioni e leconsolazioni del Signore. E questo

    il cammino: chi va per questa stradanon si sbaglia.

    Chiediamo al Signorequesto fervore

    Pensiamo oggi alla missionariet della Chiesa: questi discepoli chesono usciti da se stessi per andare, eanche quelli che hanno avuto il coraggio di annunciare Ges ai Grecicosa in quel tempo scandalosa, qua-si (cfr. At 11, 19-20). Pensiamo allaMadre Chiesa che cresce, cresce connuovi figli, ai quali d lidentit della fede, perch non si pu credere inGes senza la Chiesa. Lo disse Ges stesso nel Vangelo: Ma voi noncredete, perch non fate parte dellemie pecore (cfr. Gv 10, 26).

    Se non siamo pecore di Gesla fede non viene; una fede allac-qua di rose, una fede senza sostanzaE pensiamo alla consolazione che

    ha avuto Barnaba, che proprio ladolce e consolante allegria di evangelizzare. E chiediamo al Signore questa parresia, questo fervoreapostolico, che ci spinga ad andareavanti, come fratelli, tutti noi: avanti! Avanti, portando il nome di Gesnel seno della Santa Madre Chiesacome diceva SantIgnazio, gerarchica e cattolica.

    (Omelia, 23/4/2013)

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    Sacra Scrittura e Tradizione

    V

    Giugno 2013Araldi del Vangelo 9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.

    La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.vatican.va

    Linterpretazione delle Sacre Scritture devessere sempre confrontata, inserita e

    autenticata dalla Tradizione vivente della Chiesa.

    i siete radunati nuovamen-te per approfondire un ar-gomento molto importante:

    lispirazione e la verit della Bibbia. Sitratta di un tema che riguarda non sol-tanto il singolo credente, ma la Chie-sa intera, poich la vita e la missionedella Chiesa si fondano sulla Parola di

    Dio, la quale anima della teologia e,insieme, ispiratrice di tutta lesistenzacristiana.

    Unit tra Sacra Scritturae Tradizione

    Come sappiamo, le Sacre Scrit-ture sono la testimonianza in formascritta della Parola divina, il memo-riale canonico che attesta leventodella Rivelazione. La Parola di Dio,dunque, precede ed eccede la Bibbia.E per questo che la nostra Fede nonha al centro soltanto un libro, ma unastoria di salvezza e soprattutto unaPersona, Ges Cristo, Parola di Diofatta carne. Proprio perch lorizzon-te della Parola divina abbraccia e siestende oltre la Scrittura, per com-prenderla adeguatamente necessa-ria la costante presenza dello Spiri-to Santo che guida a tutta la verit(Gv 16, 13). Occorre collocarsi nella

    corrente della grande Tradizione che,sotto lassistenza dello Spirito Santoe la guida del Magistero, ha ricono-sciuto gli scritti canonici come Parolarivolta da Dio al suo popolo e non hamai cessato di meditarli e di scoprir-ne le inesauribili ricchezze.

    Il Concilio Vaticano II lo ha riba-dito con grande chiarezza nella Co-stituzione dogmatica Dei Verbum:Tutto quanto concerne il modo diinterpretare la Scrittura sottopo-sto in ultima istanza al giudizio del-la Chiesa, la quale adempie il divi-no mandato e ministero di conser-

    vare e interpretare la Parola di Dio(n.12).

    Come ci ricorda ancora la men-zionata Costituzione conciliare, esi-ste uninscindibile unit tra SacraScrittura e Tradizione, poich en-trambe provengono da una stes-sa fonte: La sacra Tradizione e laSacra Scrittura sono strettamentecongiunte e comunicanti tra loro.Ambedue infatti, scaturendo dal-la stessa divina sorgente, formano,in un certo qual modo, una cosa so-la e tendono allo stesso fine. Infat-ti, la Sacra Scrittura Parola di Dioin quanto messa per iscritto sot-to lispirazione dello Spirito Santo;invece la sacra Tradizione trasmetteintegralmente la Parola di Dio, affi-data da Cristo Signore e dallo Spiri-to Santo agli Apostoli, ai loro suc-cessori, affinch questi, illumina-ti dallo Spirito di verit, con la lo-

    ro predicazione fedelmente la con-servino, la espongano e la diffonda-no. In questo modo la Chiesa attin-ge la sua certezza su tutte le cose ri-velate non dalla sola Sacra Scrittu-ra. Perci luna e laltra devono es-sere accettate e venerate con pari

    sentimento di piet e di riverenza(Dei Verbum, n.9).

    Insufficienza di ogniinterpretazione soggettiva

    Ne consegue pertanto che lese-geta devessere attento a percepi-re la Parola di Dio presente nei te-

    sti biblici collocandoli allinternodella stessa Fede della Chiesa. Lin-terpretazione delle Sacre Scrittu-re non pu essere soltanto uno sfor-zo scientifico individuale, ma deves-sere sempre confrontata, inserita eautenticata dalla Tradizione viventedella Chiesa. Questa norma deci-siva per precisare il corretto e reci-proco rapporto tra lesegesi e il Ma-gistero della Chiesa. I testi ispiratida Dio sono stati affidati alla Comu-nit dei credenti, alla Chiesa di Cri-sto, per alimentare la fede e guidarela vita di carit. Il rispetto di questanatura profonda delle Scritture con-diziona la stessa validit e lefficaciadellermeneutica biblica.

    Ci comporta linsufficienza diogni interpretazione soggettiva osemplicemente limitata ad unana-lisi incapace di accogliere in s quelsenso globale che nel corso dei secoli

    ha costituito la Tradizione dellinteroPopolo di Dio, che in credendo fallinequit(Lumen gentium,n.12).

    (Estratto del discorso nelludienzaai membri della Pontificia Commis-

    sione Biblica, 12/4/2013)

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    10 Araldi del VangeloGiugno 2013

    Il figlio della vedova di Nain resuscitato da Cristo -Cattedrale di Monreale, Palermo

    a VANGELOA

    In quel tempo,

    11

    Ges Si rec in una cittchiamata Nain e facevano la strada con Lui idiscepoli e grande folla.12 Quando fu vicino alla porta della citt, ec-co che veniva portato al sepolcro un morto,figlio unico di madre vedova; e molta gentedella citt era con lei. 13Vedendola, il Signo-re ne ebbe compassione e le disse: Non pian-gere! 14 E accostatoSi tocc la bara, mentre i

    portatori si fermarono. Poi disse: Giovinet-to, dico a te, alzati! 15 Il morto si lev a se-dere e incominci a parlare. Ed Egli lo die-de alla madre. 16 Tutti furono presi da timo-re e glorificavano Dio dicendo: Un grandeprofeta sorto tra noi e Dio ha visitato il suopopolo.17 La fama di questi fatti si diffuse in tutta laGiudea e per tutta la regione (Lc 7, 11-17).

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    11/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 11

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

    Limpattodelle iniziative

    del Redentore

    Lardore diun apostolo

    si vede molvolte inibit

    negativa-mente da ch oggetto de

    suo zelo

    X DOMENICADELTEMPOORDINARIO

    Per fare miracoli, Ges esigeva di solito una prova di fede delfavorito ma, a volte, era Lui che anticipava qualsiasi richiestae distribuiva prodigamente i suoi divini benefici. Questo mododi agire racchiude in s un profondo significato.

    I LOCHOCDELLEGRANDICONVERSIONI

    Nella Storia della Chiesa, frequente trova-re situazioni nelle quali un apostolo, ispirato daDio, desidera la conversione di unanima lonta-na dalla Religione, ma molte volte il suo ardo-re si vede respinto dal rifiuto di chi oggetto delsuo zelo. Tutti gli sforzi si rivelano inutili, poichlargomentazione non riesce a piegare una vo-lont ostinata.

    Alfonso Ratisbonne, per esempio, era un

    ebreo di razza e religione, profondamente ra-dicato nelle sue tradizioni. Il suo amico, il Ba-rone di Bussires, spinto da una mozione inte-riore della grazia, us fra i pi convincenti mez-zi dellapologetica per tentare di convertirlo al-la Chiesa Cattolica, senza aver successo. Attac-cato alle proprie convinzioni e pi preoccupatodi godere delle delizie della vita che il futuro glioffriva, accett solo di portare al collo una me-daglia della Madonna delle Grazie, con la pro-messa, fatta controvoglia, di recitare tutti i gior-

    ni il Memorare la nota preghiera di San Ber-nardo, il RicordaTi. Io non potevo render-mi conto avrebbe narrato pi tardi il Baronedi Bussires della forza interiore che mi spin-geva, la quale, a dispetto di tutti gli ostacoli edellostinata indifferenza da lui opposta ai mieisforzi, mi dava una convinzione intima, inespli-cabile che, presto o tardi, Dio gli avrebbe aper-to gli occhi.1

    Alcuni giorni dopo, entrambi entrarono nel-la chiesa di SantAndrea delle Fratte, a Roma. Il

    Barone si diresse in sacrestia, per trattare di unaquestione, mentre il giovane Ratisbonne rima-se da solo nella chiesa, analizzandone le operedarte. Allimprovviso, in un altare laterale, gliapparve la Santissima Vergine, tale come nellamedaglia, e senza dire nulla oper allistante lasua conversione radicale: Ella non mi ha parla-to, ma io ho compreso tutto!,2esclamava egli,pi tardi, con veri slanci di entusiasmo. Infatti,la fede cattolica gli era stata impiantata nel cuo-re in modo inesplicabile; il giovane ebreo co-

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    12 Araldi del VangeloGiugno 2013

    La fedecattolica

    gli si eraimpiantata

    nel cuorein modoinspiegabile;il giovaneisraelianocominci a

    parlare dei

    misteri e deidogmi della

    Religionecome se liconoscessee li amasseda sempre

    minci a parlare dei misteri e dei dogmi dellaReligione come se li conoscesse e li amasse dasempre. Era bastato appena uno sguardo di Ma-ria per trasformare la sua anima!

    Lazione della grazia efficace

    Non illudiamoci, pertanto, nel constata-re la conversione di unanima, che essa si deb-ba allargomentazione razionale fatta da chi siproponeva di attrarla, o a unesposizione teo-logica che, inframmezzata da esempi adeguatie svolti in forma brillante, abbia sconvolto la-scoltatore, portandolo a un cambiamento di vi-ta. Se liniziativa di concedere una grazia effica-ce cio, quella che produce il suo effetto sem-pre, in modo infallibile non parte da Dio, pos-sono esser impiegati tutti i mezzi dellintelligen-za umana, le dimostrazioni pi convincenti o i

    ragionamenti pi irrefutabili, che non si riuscira smuovere lanima neanche di un passo nem-meno nella direzione del bene.Leminente teo-logo domenicano, padre Antonio Royo Marn,spiega che senza la grazia attuale o un aiuto so-prannaturale di Dio, lanima in grazia e, a mag-gior ragione ancora, il povero peccatore, nonpossono fare assolutamente nulla nellordinesoprannaturale. Il peccatore non pu pentirsi inmaniera sufficiente per recuperare la grazia seDio non gli concede previamente la grazia at-tuale del pentimento.3

    Infatti, lazione di Dio sulle anime moltovaria. Essa non dipende dalla lucidit, dalla lo-gica o dalla capacit oratoria dellapostolo, nondipende dai meriti di questi, n di chi la riceve,non dipende nemmeno, come condizione asso-luta, dalle preghiere che altri facciano interce-dendo per lanima, sebbene la preghiera in fa-vore del prossimo abbia una grande attenzionepresso Dio. La conversione, pertanto, obbedi-sce ad una iniziativa di Dio, comeinsegna SanTommaso: Che luomo si converta a Dio non

    pu capitare se non sotto limpulso dello stessoDio che lo converte. [...] La conversione delluo-mo a Dio , certamente, opera del libero arbi-trio. Per questo, precisamente, gli ordina di con-vertirsi. Ma il libero-arbitrio non pu rivolger-si a Dio, se lo stesso Dio non lo converte a S.4

    Tale impulso divino, che con frequenza inci-de non solo [su coloro che] in precedenza nonhanno meritato nulla nel bene, ma addirittura[su quelli che] hanno meritato nel male,5ci il-lustrato in forma convincente nel Vangelo pro-

    posto nella Liturgia della 10 Domenica deTempo Ordinario.

    II LINIZIATIVACOMPASSIONEVOLE

    DINOSTROSIGNORE

    In quel tempo, 11 Ges Si rec in unacitt chiamata Nain e facevano la stradacon Lui i discepoli e grande folla.

    Nain era una piccola citt della Galilea, situa

    ta su unaltura, alle pendici del Piccolo Hermona dodici chilometri di distanza da Nazaret e a 38chilometri da Cafarnao. Il suo nome che significa la graziosa proveniva dal bel panorama af-facciato sulla fertile pianura di Esdrelon, le montagne di Nazareth e limponente Monte TaborCome la maggior parte delle citt della Palesti-na in quellepoca, possedeva mura di difesa perevitare saccheggi e invasioni. Laccesso allabitato avveniva da una strada in salita che conducevafino alla porta della citt, probabilmente stretta

    Conversione di Alfonso RatisbonneBasilica di SantAndrea delle Fratte, Roma

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    13/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 13

    Ges fu preda dolore ecompassionnei confrondella pove-ra signora erivolgendo-

    Si in primoluogo a lei, disse: Non

    piangere

    che rendeva difficile lentrata e luscita, nel casosi formassero grandi assembramenti di persone.6

    Il provvidenziale incontro di due moltitudini

    12 Quando fu vicino alla porta della cit-t, ecco che veniva portato al sepolcro

    un morto, figlio unico di madre vedova;e molta gente della citt era con lei.

    Di fronte a questo quadro, possiamo immagi-nare limpatto causato dallarrivo di Nostro Si-gnore, che saliva alla citt seguito da una gran-de moltitudine, e che incontra unaltra comiti-va numerosa, costituita dagli abitanti, che scen-deva per la strada portando a interrare il figliounico di una vedova.7Secondo il costume giu-daico, chi incrociava un corteo funebre dovevafermarsi e seguirlo.8Ges, amante e rispettoso

    delle leggi, Si ferm davanti al defunto e, a cau-sa della strettezza della strada, probabilmenteEgli stesso Si mise di lato per consentire il pas-saggio del feretro.

    In quei tempi, la morte di un figlio unico co-stituiva per una vedova la scomparsa del suo pi-lastro. A partire da questo momento, lei e lesue possibili propriet restavano alla merc del-la rapina generale abuso denunciato da Ge-s pi avanti, nella sua censura agli scribi (cfr.Lc 20, 47; Mc 12, 40). Infatti, non mancava chisi rallegrasse in tali circostanze, perch alle ve-dove potevano strappare tutto quanto possede-vano, senza che nessuno si opponesse, come in-dica San Giovanni Crisostomo: E il peggio erache non riempivano le loro pance con i beni deiricchi, ma con la miseria delle vedove, aggra-vando una povert che avrebbero dovuto soc-correre.9Situazione simile ci indicata da Cri-sto stesso nella parabola del giudice iniquo (cfr.Lc 18, 1-8), che mostra questo crimine strano al-le orecchie del tempo.

    Nostro Signore prende liniziativasenza previa richiesta

    13Vedendola, il Signore ne ebbe com-passione e le disse: Non piangere!

    Nella maggior parte dei miracoli realizzatidal Divino Maestro come, per esempio, quellodel servo del centurione, contemplato nella Li-turgia della precedente domenica , liniziativapartiva dal bisognoso che, pieno di fede, chie-deva aiuto, e veniva esaudito da Nostro Signore.

    In questo caso, al contrario, accaduto qual-cosa di diverso: Ges stesso che prende lini-ziativa. Egli, in quanto Dio, aveva considera-to quella famiglia da tutta leternit, e in quan-to anima umana, nella visione beatifica, la co-nosceva pure perfettamente, cos come la diffi-

    cile circostanza in cui si trovava. Tuttavia, i suoiocchi materiali e la sua scienza sperimentalelhanno constatato soltanto in questo momento.

    La scena di una madre desolata, colpita dal-la perdita di chi era il suo appoggio e sostegno,rimanendo sola al mondo, era peraltro commo-vente. Su quel capo amato, ella aveva riunitotutti gli affetti e tutte le speranze del suo cuo-re. Ella lo educava come una vedova sa educa-re un figlio unico. Possiamo affermare: la suaanima e la sua vita gravitavano intorno a questaesistenza. Ed ecco che, allimprovviso, si rompe

    il filo al quale era sospesa lunica felicit che leiavrebbe potuto sperimentare sulla Terra. Eccoche la morte strappa agli abbracci disperati disua madre il figlio ormai maturo, nel momentoin cui egli appariva come una forza, come unaprotezione.10

    Per questo, Ges fu preso da dolore e com-passione nei confronti della povera donna e, ri-volgendosi per primo a lei, le disse: Non pian-gere. Senza dubbio, tali parole devono averletranquillizzato lo spirito afflitto, poich il Di-vino Maestro le fece seguire da speciali graziedi consolazione. A questo proposito, commen-ta Maldonado: In maniera del tutto differenteda come molti altri le avranno ripetuto, dobbia-mo credere che Cristo le abbia detto questa pa-rola di consolazione. Poich non c dubbio cheparole uguali o simili gliele avranno dette tut-ti. Chi c che non dica Non piangere a chi silamenta? Ma gli altri lo avranno detto in mo-do umano e con ragioni umane [...]. Cristo, alcontrario, la consola in maniera che, o con altreparole omesse dallevangelista, o con il tono di

    voce con il quale ha detto queste stesse parole,le lascia intravvedere, in qualche modo, la spe-ranza che suo figlio sarebbe resuscitato.11Que-sto primo atteggiamento del Signore Ges de-ve aver causato stupore intorno a s, poich ma-nifestava una compassione unica a quellepoca.

    Contrariando la Legge di Mos

    14a E accostatoSi tocc la bara, mentre iportatori si fermarono.

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    14/52

    14 Araldi del VangeloGiugno 2013

    Subito dopo, Egli tocc la bara. Quelli chestavano portando il defunto si fermarono sor-presi, percependo che qualcosa di insolito sa-rebbe accaduto, visto che solo a loro era per-messo questo gesto, poich si riteneva im-mondo negli uomini tutto quanto era corrot-

    to o esposto alla corruzione. E siccome la mor-te corrruzione, il cadavere era considerato im-mondo.12 La Legge prescriveva espressamen-te certe abluzioni e purificazioni per chiunqueavesse avuto contatto con un morto (cfr. Nm 9,6-7; 19, 11-13). Tanto pi che, secondo il costu-me, la cassa non era chiusa e il corpo, gi imbal-samato e avvolto in un lenzuolo, era traslato so-pra una barella, alla vista di tutti, con la testacoperta da un sudario, che di quando in quan-do sollevavano per vedere il volto.13Cos, mette-re la mano sopra il feretro significava farlo qua-

    si sul cadavere. Ma, Nostro Signore e questo un punto fondamentale non ha avuto ripu-gnanza, n timore alcuno a toccarlo.

    Un miracolo che superava tutti i precedenti

    14b Poi disse: Giovinetto, dico a te, al-zati!

    Il Maestro aveva iniziato la sua predicazio-ne gi da qualche tempo, aveva operato miraco-li, impressionando le moltitudini e la sua fama siera propagata per tutta la regione (cfr. Lc 4, 37; 5,

    15). Ora, per, Egli far un prodigio che superer in maest e potere tutti gli altri prima realizzatiSarebbe bastato un semplice atto della sua volon-t divina per far ritornare lanima del giovane acorpo. Tuttavia, affinch non ci fosse alcun dubbioche era proprio Lui lAutore di quella resurrezio

    ne, con voce imperiosa, diede al morto lordine dalzarsi. Io ti ordino, era una formula che mai erastata usata da nessun taumaturgo della Storia, nda Elia, che la prima lettura di questa domenicacontempla, quando ha resuscitato il figlio della vedova di Sarepta, e che ottenuta solo con grandsuppliche e un prolungato cerimoniale (cfr. I Re17, 17-22), n da Eliseo, quando restitu alla sunamita il figlio che aveva perso (cfr. II Re 4, 32-35)e nemmeno da Mos o Giosu, aprendo le acquedel Mar Rosso o del fiume Giordano (cfr. Es 1421; Gs 3, 15-17). Solo Dio, dominatore assoluto d

    tutta la creazione, Signore della vita e della mortepoteva dire io ti ordino. Cristo mostra con que-ste parole che lo resuscita con la propria autorite comando, e non con potere altrui. Parla a coluche era morto, perch Dio, la cui voce pu far-si sentire solamente dai morti stessi.14Questo erasufficiente affinch tutti i presenti credessero allasua divinit.

    Un gesto di divina delicatezza

    15 Il morto si lev a sedere e incominci

    a parlare. Ed Egli lo diede alla madre.

    Resurrezione del figlio della vedova di Naim, di Matthias GerungMiniatura della Bibbia di Ottheirnrich, Biblioteca dello Stato di Baviera, Monaco, Germania

    Io ti ordinoera una

    formula chenon era mai

    stata usatada nessuntaumaturgo

    della Storia,neancheda Elia

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    15/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 15

    LEvangelista non narra le circostanze del-la morte del giovane, nemmeno il momento incui questa era avvenuta; tuttavia, possiamo af-fermare con certezza che tutti i testimoni delfatto, soprattutto la moltitudine di Nain e an-che quelli che seguivano Nostro Signore, aveva-

    no constatato la sua morte, data limmobilit ela rigidit del corpo. Improvvisamente, il cada-vere prende vita, si siede sulla barella in cui eratrasportato e comincia a parlare. Immaginiamolimpatto di una tale scena e il brivido di terro-re [che] invase lanimo di tutti davanti a quellamanifestazione della divinit di Cristo.15

    Una volta fatto il miracolo, Ges avrebbeben potuto allontanarsi ma, con un gesto di di-vina delicatezza, lo consegn a sua madre, comese le dicesse con accento pieno di bont: Nonti avevo detto di non piangere? Ecco qui tuo fi-

    glio. concepibile la gioia della madre: senzadubbio, la tristezza di aver assistito alla mortedel figlio e di vederlo dirigersi verso il tumulofu largamente superata dal piacere sperimenta-to in quellistante. Nemmeno la felicit del gior-no in cui aveva ricevuto il bambino in braccio,dopo che era nato, si uguagli a quella di questomomento, nel quale il figlio le veniva restituitodalle mani di Dio stesso.

    Immaginiamo, anche, il giubilo del giova-ne, dopo che aveva attraversato le soglie del-la morte, resuscitando con pi vigore di quel-lo avuto durante tutta la sua esistenza prece-dente, poich, sebbene il Vangelo non afferminulla a tal riguardo, necessario sottolineare,con convinzione, che la salute datagli da No-stro Signore non pu esser stata uguale a quel-la che sua madre gli aveva trasmesso nel con-cepirlo, a causa della differenza infinita tra ilpotere della madre e quello di Ges Cristo,Uomo e Dio vero. A parti re da quellistante, ilgiovane ebbe una maggiore vitalit, lavor conraddoppiata energia e diede a sua madre un

    conforto straordinario fino al termine dei suoigiorni. Senza dubbio, egli avr assistito tra lelacrime alla sua morte, pensando a Chi, anniprima, lo aveva resuscitato.

    Leffetto causato nella moltitudine

    16 Tutti furono presi da timore e glorifi-cavano Dio dicendo: Un grande profe-ta sorto tra noi e Dio ha visitato il suopopolo.

    Di fronte a un simile prodigio, lo stupore ela paura si impossessarono di tutti. Avevanoconstatato nel Maestro la presenza di una vir-t assoluta e totalmente sovrumana, prova ir-refutabile che Egli era profeta. Infatti, era co-stume che il profeta dimostrasse, per mezzo di

    un segnale, lautenticit della sua missione (cfr.I Sam 2, 34; II Re 19, 29; 20, 8-9; Ez 24, 24). No-stro Signore, in questo caso, non ha ricevuto iltitolo di profeta, ma quello di grande Profeta,poich, come abbiamo visto, ha rivelato di ave-re potere sulla vita e sulla morte. Questo stu-pore rispettoso commenta Lagrange non che il preludio delle lodi fatte a Dio. Le mol-titudini chiamano profeta Ges, e non figlio diDio come i demoni (cfr. Lc 4, 41), giacch que-sti hanno la vista sul mondo invisibile, mentregliuomini cercano analogie nel passato, quando

    alcuni profeti avevano resuscitato morti. Nessu-no di loro, per, lo aveva fatto con una parola;per questo considerano Ges come un grandeprofeta, quello atteso per il tempo della salvez-za.16Ora, la funzione fondamentale del profe-ta non quella di prevedere il futuro, ma quelladi esser guida del popolo e indicargli il corso delsuo tragitto. Pertanto, in questo episodio dellavita pubblica dellUomo-Dio, Lo vediamo ma-nifestarSi come via e vita, come pi tardi Eglistesso affermer: Io sono la via, la verit e la vi-ta (Gv 14, 6).

    Perch hanno provato paura?

    Coloro che si trovavano l sono stati domi-nati dalla paura anche perch vennero in con-tatto con il soprannaturale e conclusero che,di fatto, Dio aveva visitato il suo popolo. An-che sapendo dellesistenza di Dio con la Ri-velazione, molti vivevano sommersi nellatei-smo pratico, tenendoLo interamente assen-te dai loro pensieri e dalle loro opere. Era-no capaci di parlare di Lui, ma modellavano

    la vita come se in Lui non credessero. In quelmomento, per, sentendo la sua prossimit, molto probabile che la coscienza si sia ri-svegliata nellintimo di ognuno, indicando leproprie miserie e censurando le colpe com-messe nel passato.

    Qui possiamo chiederci: e noi, nella nostravita concreta, crediamo in Dio? O adottiamouna forma di vita materialista, per la quale cre-diamo soltanto teoricamente e, in pratica, vivia-mo come se Egli non esistesse?

    A partire d

    quellistantil giovaneebbe pivitalit, polavorare coraddoppiataenergia e

    diede a suamadre unconforto

    straordinar

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    Linedito sui Vangeli

    I Vangeli di tutte le domeniche e solennit dellAnno Liturgico

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    16 Araldi del VangeloGiugno 2013

    Come resusci-tare qualcuno

    spiritual-mente, unavolta che havarcato la

    soglia dellamorte del pec-cato grave?

    Una proiezione folgorante dellafigura di Nostro Signore

    17 La fama di questi fatti si diffuse intutta la Giudea e per tutta la regione.

    In quei tempi remoti, non essendoci i mezzi

    di comunicazione attuali radio, telefono, tele-visione, internet e neppure giornale , la trasmis-sione delle notizie era fatta oralmente. Le novitsi diffondevano in maniera pi naturale e pi au-tentica, al contrario dei nostri giorni in cui, a cau-sa della velocit delle nuove invenzioni, esse van-no perdendo, poco a poco, la penetrazione nelleanime, tale leccesso di informazione. In questomodo, il racconto di questo straordinario miraco-lo si diffuse per tutta la Giudea, ed ben proba-bile per tutta la Palestina, oltrepassando persino ilimiti della regione. In questo modo, il nome del

    grande Taumaturgo della Galilea avrebbe acqui-stato una fama crescente.17

    III ILSIGNIFICATOMISTICO

    DELMIRACOLO

    Lepisodio della resurrezione del figl io dellavedova di Nain racchiude un profondo signifi-cato mistico. Dopo la caduta delluomo, in Pa-radiso, il peccato si trasmesso, di padre in fi-glio, a tutta la posterit. Macchiata dal pec-cato originale, lumanit giaceva come mor-

    ta, meritevole delleterna condanna, avendole porte del Cielo chiuse davanti a s. Per i di-scendenti di Adamo ed Eva, la giustificazione poteva essere ottenuta soltanto per mezzodella fede (cfr. Rm 4, 9; Eb 11, 7). Tuttavia, sefossero incorsi in una colpa grave, perdendo la

    grazia per umana debolezza, sarebbe stato loro possibile solo di restaurarla attraverso grandi e prolungate penitenze. Anche cos, nullanemmeno la pratica della Legge, dava loro lagaranzia della riconciliazione con Dio e del recupero della vita soprannaturale. Infatti, SanPaolo, nella sua lettera ai Galati, scrive: Dalle opere della Legge non verr mai giustificato nessuno (Gal 2, 16). E il Dottor Angelico cspiega che il fine della Legge antica era anchela giustificazione degli uomini, che, certamente, la Legge antica non poteva fare, ma raffi

    gurava con alcuni atti cerimoniali, e prometteva con parole.18Come, infatti, resuscitare unospiritualmente, dopo aver superato le sogliedella morte del peccato mortale? Era impossibile se non ci fosse stato un Redentore.

    Il Signore Ges, Seconda Persona della Santissima Trinit, ha avuto compassionedi coloro che permanevano avvolti nelle tenebre e nellombra della morte (cfr. Lc 1, 79) e hapreso liniziativa di incarnarSi, subire la Passione e la morte di Croce, per trionfare nel-la Resurrezione, al fine di resuscitare il cor-

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    17/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 17

    In Ges lacapacit di

    avere com-passionedelle miserie necessitdegli altri insuperabilineffabile e

    perfino inimmaginabile

    per qualsiasmente uma

    po inerte dellumanit peccatrice. Egli, il Ver-bo Eterno, col potere di una semplice parolaporta la vita della grazia, che infusa nei cuo-ri dei fedeli, come Egli stesso dir: Io sonovenuto perch abbiate la vita e labbiate in ab-bondanza (Gv 10, 10). Assumendo la naturaumana e diventando nostro fratello, Ges col-loca gli uomini in una condizione superiore aquella dei nostri progenitori, poich in Paradi-so, prima del peccato, essi non avevano il Sal-vatore, che ci offre flussi di grazie attuali, silascia mettere tra noi come alimento e ci la-scia in eredit il prezioso dono dei Sacramen-ti, per mantenere la vita soprannaturale da Luiinstaurata. OFelix Culpa, qu talem ac tan-tum meruit habere Redemptorem!19 O FeliceColpa, che ci ha fatto meritare un cos grandeRedentore!.

    Nostro Signore prende l iniziativadella nostra conversione

    Ma, il punto che pi deve attrarre la nostraattenzione, nel considerare questo passo delVangelo, il fatto che Cristo stesso ha preso li-niziativa di operare quella resurrezione, senzache la vedova glielavesse richiesta o qualcunointercedesse in favore di lei. Inoltre, tutto indi-ca che era la prima volta che Ges visitava la cit-t di Nain e, pertanto, gli abitanti forse ancoranemmmeno Lo conoscevano, di modo che Egli

    non poteva esigere un atto di fede della donna,n del popolo che la seguiva. Di conseguenza, inquesto caso, Egli ha voluto realizzare un mira-colo stupendo, oltrepassando tutte le regole, peraver sentito compassione.

    In Ges, la capacit di compatire le miserie ele necessit degli altri insuperabile, ineffabilee persino inimmaginabile per qualunque menteumana, poich infinita e proviene da un Cuo-re avvinto di amore per il Padre e, pertanto, diamore per gli uomini, in Dio. Questo Cuore, peril fatto di essere umano, anche sensibile. Egliama la fragile natura delle sue creature, che Eglistesso ha assunto venendo al mondo, e vuolecolmarla di beni, per farla regnare con s nelle-ternit. Essendo Egli salito ai Cieli, la carit delsuo Sacro Cuore permane sempre presso di noi.E cos, manteniamo ferma la professione dellanostra fede. Infatti non abbiamo un Sommo Sa-

    cerdote che non sappia compatire le nostre in-fermit, (Eb 4, 14-15). Al contrario, se nel cor-so della sua vita terrena ha esaudito tutti coloroche a Lui si sono approssimati, ed stato mos-so a piet verso una povera vedova che ha incro-ciato nel suo cammino, perch non avr pena dinoi quando ci troveremo in una situazione di ne-cessit? Quante volte Egli stesso fa il primo pas-so per incontrarci, prendendo liniziativa di sal-varci da un pericolo, senza che noi gli abbiamorivolto almeno una supplica, con un meraviglio-

    Ges resuscita il figlio della vedova di Nain, di Mario Minniti - Museo Regionale di Messina

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    18 Araldi del VangeloGiugno 2013

    EssendoEgli salitoin Cielo, lacarit del

    suo SacroCuore rimane

    semprevicino a noi

    so atteggiamento che rende palese la tenerezzadel suo amore per ognuno di noi!

    Non dobbiamo avere alcun timore

    Allora, vale la pena di vivere in funzione diquesta Voce che ci ha resuscitato per la vita

    eterna e ci d il coraggio necessario per anda-re avanti, affrontando tutti gli ostacoli, e consi-derandoli soltanto come elementi permessi daDio per aumentare i nostri meriti. E se avessimola sfortuna di cadere in peccato, non crediamoche Egli ci respinger. Anche i morti, nella legi-slazione giudaica, non potevano esser toccati e,tuttavia, il Vangelo di questa Domenica ci mo-stra Ges che Si avvicina al feretro, per toccarloe resuscitare quel giovane deceduto.

    Non allarmiamoci, allora, per le possibili trage-die che ci possano capitare. Nelle circostanze pi

    difficili, quando la sofferenza ci assale, gettandola sua nera ombra sulla nostra vita, ricordiamo-ci che mai soffriremo da soli, perch c Qualcu-no che passa anche al nostro fianco e ci segue colsuo sguardo, perch ci ama con un Cuore di Pa-dre compassionevole e desidera la nostra salvezzaeterna. Essendo Signore di tutto, ha il potere di li-berarci sempre da tutti i pericoli e da tutte le peneche possano minacciarci. Questo deve essere pernoi motivo di sostegno e di gioia.

    1BUSSIRES, Le Baron Th. Con-version de M. Marie-Alphon-se Ratisbonne. Rlation authenti-que. 2.ed. Paris: Ambroise Bray,1859, p.19.

    2Idem, p.29.3ROYO MARN, OP, Antonio. So-

    mos hijos de Dios. Madrid: BAC,1977, p.60.

    4SAN TOMMASO DAQUINO.Somma Teologica. I-II, q.109,a.6, ad 1.

    5SANTAGOSTINO. De gratiaet libero arbitrio. XIV, 30.In:Obras. 3.ed. Madrid: BAC, 1971,v.VI, p.248-249.

    6Cfr. FERNNDEZ TRUYOLS,SJ, Andrs. Vida de NuestroSeor Jesucristo. 2.ed. Madrid:BAC, 1954, p.276; GOM YTOMS, Isidro.El Evangelio ex-plicado. Aos primero y segundode la vida pblica de Jess. Bar-cellona: Rafael Casulleras, 1930,v.II, p.219.

    7Cfr. GOM Y TOMS, Isidro.El Evangelio explicado. Introduc-

    cin, Infancia y vida oculta deJess. Preparacin de su ministe-rio pblico. Barcellona: RafaelCasulleras, 1930, v.I, p.147.

    8Cfr. GOM Y TOMS,El Evan-gelio explicado. Aos primero y se-gundo de la vida pblica de Jess,op. cit., p.219.

    9SAN GIOVANNI CRISOSTO-MO. Sermo in Ev. Math LXXIII,n.1. In: Obras. Madrid: BAC,1956, v.II, p.463.

    10BADET, Jean-Franois.Jsus etles femmes dans lvangile. 6.ed.

    Paris: Gabriel Beauchesne, 1908,p.223-224.

    11MALDONADO, SJ, Juan de. Co-mentarios a los Cuatro Evange-lios. Evangelios de San Marcos ySan Lucas. Madrid: BAC, 1951,v.II, p.489-490.

    12SAN TOMMASO DAQUINO,op. cit., q.102, a.5, ad 4.

    13Cfr. GOM Y TOMS,El Evan-gelio explicado. Introduccin, In-fancia y vida oculta de Jess. Pre-

    paracin de su ministerio pblico,op. cit., p.146-147.

    14MALDONADO, op. cit., p.490.15Idem, p.491.16LAGRANGE, OP, Marie-Joseph.

    vangile selon Saint Luc. 4.ed.Paris: J. Gabalda, 1927, p.211.

    17GOM Y TOMS,El Evangelioexplicado. Aos primero y segun-do de la vida pblica de Jess, opcit., p.220.

    18SAN TOMMASO DAQUINO,

    op. cit., q.107, a.2.19VIGILIA PASCHALIS INNOCTE SANCTA. PrconiumPaschale. In: MISSALE ROMA-NUM. Ex decreto Sacrosancti Oe-cumenici Consilii Vaticani II in-stauratum auctoritate Pauli PP. VIpromulgatum Ioannis Pauli PP. IIcura recognitum. Iuxta typicamtertiam. Belgium: Midwest Theo-logical Forum, 2007, p.284.

    Sacro Cuore di Ges - Parrocchia di Loreto, Lisb

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    Perdono per chi

    lha trattata male

    N

    Giugno 2013Araldi del Vangelo 19

    DONNALUCILIARIBEIRODOSSANTOSCORRADEOLIVEIRA

    impossibile non trovare in questi atteggiamenti itratti di un eroico atto di vir t.

    el periodo successivoallintervento chirurgi-co era permesso a donna

    Lucilia assumere solo ali-menti liquidi. Uno dei primi pasti che lefu dato, da uninfermiera dai modi dit-tatoriali, fu una zuppa di midollo. Ora,donna Lucilia non gradiva questa pie-tanza, per quanto poca fosse la quanti-t. Con la sua gentilezza di sempre e lenobili maniere, chiese di cosa fosse fat-ta la zuppa. Linfermiera, capendo ditrovarsi di fronte a una paziente mol-to delicata, e percependo dallinflessio-ne della voce la sua incompatibilit conquellalimento, evit di dirle la verit,affermando solo che era un cibo indica-to dallo stesso Dott. Bier.

    Donna Lucilia, non contenta, in-sistette:

    Lei deve sapere che non riesco amangiare il midollo. Non sar di mi-dollo la zuppa?

    Linfermiera, fissandola negli occhi,afferm allora senza giri di parole:

    proprio una zuppa di midollo,

    ma il Dott. Bier ha dato espressamen-te ordine che le sia servita.Donna Lucilia rinnov pi volte

    il suo rifiuto di mangiarla, senza riu-scire a convincere limplacabile infer-miera. Poco dopo averla ingerita, co-minci a sentire unintensa nausea,che diede origine a un improvviso ag-gravamento del suo stato di salute.

    Non ci volle molto a che la tiranniasi trasformasse in disperazione. La po-

    vera infermiera, vedendo le drammati-che conseguenze del suo gesto, cercimmediatamente il medico di turno.

    Constat, nel frattempo, che questiaveva scavalcato la finestra per andarea una festa, lasciando completamenteabbandonati i suoi pazienti. Senza pisapere cosa fare, ricorse a un medicodi un altro reparto, affinch prestassesoccorso a Donna Lucilia.

    Il mattino dopo, nella visita chefaceva a tutti i suoi pazienti, il Dott.Bier si rese conto che le condizionidi donna Lucilia erano molto peg-giorate, e volle allora sapere, conuna precisione tedesca, quello cheera successo. Questa, senza omet-tere di dire la verit in nessun mo-mento, evit di accusare linfermie-ra, consegnandola a una giusta puni-zione. Dietro al chirurgo, la tirannasi mise inizialmente in una posizionedi supplica, con le mani giunte a im-plorare Donna Lucilia affinch nonle facesse perdere il lavoro. Non ap-pena si vide salva, si profuse in mani-

    festazioni di gratitudine per il nobilegesto di cui era stata oggetto. Tutta-via il Dott. Bier, con spirito molto in-vestigativo, sospettando qualche er-rore nel trattamento della pazien-te, non si ritenne soddisfatto e fecechiamare il medico responsabile af-finch chiarisse la situazione.

    Questo fatto diede luogo anco-ra una volta allinsigne pratica del-la virt di carit verso il prossimo

    da parte di Donna Lucil ia. Normal-mente perfino le persone bene edu-cate sarebbero portate a esterioriz-

    zare la loro scontentezza, sia per ilcattivo trattamento ricevuto dallin-fermiera sia per la grave negligen-za del medico di turno. Meritava-no questi, di sicuro, una punizio-ne esemplare, che forse si sarebbetradotta nellespulsione di entram-bi da quellospedale, che per di piera una delle migliori istituzionieuropee nel suo genere. Costatan-do una tale mancanza nella schedadi servizio personale, sarebbe statapregiudicata la loro carriera. Tan-to al medico come allinfermieranon sarebbe rimasta altra alternati-va che lavorare in una delle numero-se colonie dellImpero Tedesco, nelSud Ovest dellAfrica, o nellAfricaOrientale Tedesca, o in una qualsia-si isola perduta nel Pacifico.

    Con il candore che le era cos carat-teristico, donna Lucilia si rivolse versoil suo famoso chirurgo e, senza specifi-

    care chi lavesse assistita, disse: venuto qui il medico.E cos, contro il suo diritto stes-

    so, salv la situazione di quelli cheavrebbero dovuto darle lassistenzache il suo stato di salute esigeva.

    (Estratto di CL DIAS, EP, JooScognamiglio.Donna Lucilia.Citt

    del Vaticano: Libreria Editrice Vati-cana, p.130-131)

    Donna Lucilia nel 1912, a Parigi

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    Un invito

    per tutti:sii mistico!

    L

    20 Araldi del VangeloGiugno 2013

    Don Ignacio Montojo Magro, EP

    La mistica consiste solo in grandi fenomenisoprannaturali riservati a un ridotto numerodi anime privilegiate? Oppure alla portatadi tutti i fedeli?

    eggendo il titolo di questar-ticolo, il lettore pu esserecolto da sorpresa. La mi-stica non solo il premio

    che ricevono su questa Terra le ani-me molto virtuose? Perch estenderequesto invito a tutti?

    La domanda motivata da una no-zione erronea di quello che la mistica,molto diffusa ai nostri giorni. E il pre-giudizio spirituale provocato da questoequivoco ben maggiore di quello chea prima vista si potrebbe immaginare.

    Alcune considerazioni erronee

    Per la grande maggioranza dellepersone, la parola mistica si ricolle-ga vagamente allazione misteriosadi forze superiori, estranee a quelledella comune esperienza razionale.Per altri, essa si identifica con certirapimenti dellanima come limpul-so simbolico originato da un elegan-te inno o da una bella bandiera.

    Gi sotto una prospettiva cristia-na, la mistica solita esser identifica-

    ta con fenomeni soprannaturali stra-ordinari, come apparizioni, rivelazio-ni, stigmate, estasi, levitazioni, ecc.,ossia, con quelle ineffabili esperien-ze divine riservate a anime che, avan-zatissime nellarduo cammino del-la santit, sono oggetto della specia-le predilezione di Dio. Di conseguen-za, essa sarebbe irraggiungibile dallagrande maggioranza dei fedeli.

    Lasciando da parte i due primi con-cetti enunciati che sebbene estraneialla Teologia, sono utili e, in un certosenso, validi passiamo ad analizzare ilterzo, che quello di maggior interesse

    sotto il punto di vista pastorale. Infatti,come vedremo nel corso di questarti-colo, il cattolico che non entrato nellevie della mistica un anziano, una per-sona consacrata a Dio, dintensa pre-occupazione apostolica, o un saggio diampia cultura teologica non uscitoancora dallo stato di bambino nella suavita spirituale.

    La mistica qualcosa di moltopi accessibile di quello che si so-

    liti immaginare. Il problema sta nesapere quello che essa , di fatto, eda qui partire per conquistarla potete crederci senza molto sforzo.

    Cos, allora, la mistica?

    I fenomeni straordinari che ci impressionano nella vita di certi santfanno parte della mistica, ma non necostituiscono una parte essenziale eneppure necessaria. Del resto, ci ri-feriamo di proposito a certi santipoich non sono necessarie apparizioni, rivelazioni o stigmate per ottenere il Cielo, n necessario esser

    stati oggetto di tali fenomeni straordinari per esser proposti come modelli di vita per la Chiesa.

    Come definire allora la mistica?Secondo il teologo domenicano Fra

    Antonio Royo Marn, OP, essa consiste nelloperare dei doni dello Spirito Santo al modo divino o sovrumanoche produce ordinariamente unesperienza passiva di Dio o della sua azione divina nellanima.1In questo enun

    SantAntonio, Abate, di Antonio Brea PalazzoBianco, Genova

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    21/52Giugno 2013Araldi del Vangelo 21

    A sinistra: San Francesco dAssisi riceve le stigmate - Museo delle Belle Arti, Cordova (Spagna);a destra Matrimonio Mistico di Santa Caterina da Siena - Santuario di Santa Caterina, Siena

    ciato, che sar sviluppato nel corso diquestarticolo, ci sono due elementiprincipali: loperare dei doni dello Spi-rito Santo e lesperienza passiva di Dio.Analizziamo il primo per meglio inten-dere il secondo e, infine, sapere perch

    la mistica alla portata di tutti.Differenza tra virt e doni

    Per comprendere come avvienelazione dei doni nellanima, possia-mo riportarci allarticolo di Mons.Joo Scognamiglio Cl Dias, pubbli-cato nel numero precedente di que-sta rivista.2 In esso troveremo unabellissima sintesi di quello che succe-de nel nostro intimo dopo aver rice-vuto la vita soprannaturale col Batte-

    simo e una dettagliata e chiara spie-gazione del funzionamento dei doni.

    Questo Sacramento infonde in noi,insieme con la grazia che ci rende verifigli di Dio, le virt e i doni che rendo-no dinamico il nostro organismo so-prannaturale, dandoci la capacit difare il bene ed evitare il male in for-ma meritoria agli occhi di Dio. Invece,grandi sono le differenze tra i due. Eper renderle chiare, molto eloquentisono gli esempi dati dal fondatore de-gli Araldi del Vangelo.

    Per comprendere meglio il ruolodelle virt nellanima, scrive, ricor-diamoci della classica figura del bam-bino che cammina dando la mano asua madre: sicuramente chi avanza il bambino, soggetto allinesperienza

    della sua tenera et e sostenuto dal-la protezione materna. Molto diver-so sarebbe se la madre, temendo i pe-ricoli cui si espone il fragile figlio an-dando da solo, lo prendesse in brac-cio. Lo sforzo di muoversi dipende-rebbe unicamente dalla volont dilei, e non pi dalle gambe poco agilidel piccolo. Questa seconda situazio-ne una pallida immagine dellazio-

    ne benefica dei doni. Lo Spirito San-to ci porta in braccio, sublimando,mediante le sue illuminazioni e mo-zioni specialissime, il nostro stessomodo di pensare, volere e agire, pro-teggendoci da tutte le minacce che ci

    circondano durante la vita.3Ossia, quando pratichiamo unavirt, siamo noi che agiamo e, per-tanto, lo facciamo in modo sempreimperfetto. come se ci fosse chiestodi eseguire con un violino Stradivari,unico al mondo, una bella partitura.Solo dopo molto esercizio sotto lo-rientamento di un professore di espe-rienza saremmo capaci di farlo conqualche perizia. In caso contrario,nel frizionare con larchetto le corde

    del preziosissimo strumento, produr-remmo solo dei suoni cacofonici.

    E se le nostre mani fossero gui-date da un Angelo? La situazionesarebbe molto differente, poich ilviolino produrrebbe i suoni pi bel-li e armoniosi, senza merito da par-te nostra, salvo quello di non oppor-re resistenza. Cos succede con i do-ni. Attraverso di essi, lo Spirito San-to stesso tocca le corde della nostraanima e opera in noi, perfezionandoin modo divino quegli atti che, col

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    La mistica di soli-to identificata con i

    fenomeni sopranna-turali straordinari,come apparizioni,rivelazioni, stigma-te, estasi, levitazioni

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    22 Araldi del VangeloGiugno 2013

    mero esercizio delle virt, erano ir-rimediabilmente difettivi.

    Lesperienza del divino nellanima

    Ecco lessenza della mistica: la-zione dei doni. Quando essi agiscono,

    opera nel nostro intimo un fattore in-comparabilmente superiore a noi... equanto! Questo ci porta a compren-dere il secondo elemento della defini-zione enunciata: lesperienza ineffabileche costituisce il privilegio del mistico.

    In queste ore non sempre, madi solito percepiamo chiaramentenel nostro intimo questo qualcosainteramente superiore e trascenden-te alla nostra natura, la cui azionechiaramente non stata prodotta da

    noi, ma sta dentro di noi: lo Spiri-to Santo stesso che inabita la nostraanima e in essa opera, facendo sen-tire, come dice Santa Teresa, la suadivina compagnia.4

    la patiens divina esperien-za personale del divino , di cui giparlava lo Pseudo-Dionigi.5Tocche-r allanima consentire soltanto conla sua volont, non ponendo ostacolia questazione, ma lasciandosi con-durre dallo Spirito Santo nello stes-so modo in cui, nellesempio dato daMons. Joo, il bambino portato inbraccio dalla madre.

    I momenti di aridit

    opportuno insistere: non sem-pre lesperienza sensibile accompa-gner gli atti mistici, come accadedurante le aridit nella nostra vitaspirituale, nelle quali, sebbene pos-siamo agire nel miglior modo pos-

    sibile, la nostra sensibilit com-pletamente spenta. Sono le not-ti buie di cui ci parla San Giovannidella Croce, lui stesso grande misti-co. Questo non significa che in que-ste circostanze i doni non agiscanonel nostro intimo. Del tutto al con-trario, essi perfezionano in un modospeciale le virt, portandole, nel ca-so dei santi che corrispondono allasua azione, fino alleroismo.

    Dio riduce la sensibilit solo peraumentare il merito di quella perso-na. In realt, Lui che eleva lanimafino a questo grado di fedelt. quel-lo che accaduto a Santa Teresina delBambino Ges che ha passato nel-

    la pi completa aridit gli ultimi annidella sua vita. Senza dubbio lei fu unagrande mistica, come ci attesta leleva-zione dei suoi scritti, ricchi di una dot-trina inconcepibile, umanamente par-lando, in una giovanissima suora.

    Pu separarsi lasceticadalla mistica?

    Qual , allora, lorigine della nozio-ne di mistica indicata nelle prime ri-ghe di questo articolo, che la riduce ai

    fenomeni sovrannaturali straordinari?Essa risale al XVIII secolo, quan-

    do autori come padre Giovanni Batti-sta Scaramelli decisero di mutare lo-rientamento dello studio delle vie dellaperfezione cristiana, preconizzando laseparazione tra lascetica cio, quellaparte del progresso spirituale che toc-ca allo sforzo del fedele e la mistica.6

    Nellopinione di questi studio-si, spiega il teologo domenicanoRginald Garrigou-Lagrange, l-ascesi tratta delle virt che con-ducono alla perfezione secondo

    la via ordinaria, mentre la misticatratta della via straordinaria, allaquale apparterrebbe la contemplazione infusa dei misteri della Fede. [...] Per questi autori, lascesi non solo distinta, ma separata dal-

    la mistica; non si ordina a lei; infatti la mistica tratta soltanto delle grazie straordinarie che non sono necessarie alla piena perfezione della vita cristiana.7

    Separati cos nel campo della teoria il ruolo delle virt e dei doni, losforzo delluomo e lazione di Dionellanima, si passati a considerareil cammino ascetico come la via comune per la santit, svincolata dallamistica, creando lidea che lo Spiri

    to Santo agisca nelle anime solo permezzo dei suoi doni dopo che essehanno superato, con la pratica dellavirt, le elevate scarpate accessibilsoltanto alle anime eccellenti.

    Tuttavia, senza lazione dei donilanima resta priva di un ausilio im-prescindibile per la conquista dellasantit. Essa si scoraggia con facilite la sua vita spirituale diventa ridottaper mancanza di stimolo, alla mediocrit di un eterno principiante.

    In realt, non esiste separazionetra ascetica e mistica, salvo per ef

    Nave-scuola (Speranza), dellarmata russa

    eg

    larz

    I doni sono nel nos-tro intimo e, per cosdire, avidi di agire;

    essi sono comparatialle vele sugli alberiche permettono alla

    barca di avanzare.

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    fetti didattici e, anche cos, con mol-te riserve. Entrambe sinterpenetra-no costantemente, poich non pos-siamo mai separare lo sforzo per-sonale dallausilio divino. Non esi-ste, pertanto, lasceta puro n il mi-stico puro, e se qualche volta si par-la di questo, per indicare il predo-minio di uno o altro stato nella per-sona. Chi vive frequentemente im-merso nella mistica, si pu dire che un mistico, ma possiamo essere certiche questo stato non permanente.

    Allo stesso modo, per quanto uno,proprio come un asceta del desertodella Tebaide nei primi secoli dellaChiesa, possa sembrare stoicamenteimpegnato nelle vie della virt, nonabbiamo dubbi che, se egli ha rag-giunto una qualche perfezione, lo ha

    fatto con lausilio dei doni dello Spi-rito Santo, anche senza percepirlo.8

    La mistica ci data dallinizio

    La porta della mistica, di conse-guenza, aperta a tutti, e per varca-re la sua soglia non necessario unarduo noviziato, come alcuni po-trebbero esser portati a pensare.

    La mistica, afferma Fra RoyoMarn cos lontana dallessere una

    grazia anormale o straordinaria co-me le graziegratis dat, che essa co-mincia, al contrario, in pieno statoascetico, e tutti i cristiani ne partecipa-

    no pi o meno, anche quando si tro-vano agli albori della vita spirituale.9

    Infatti, in questa fase Dio soli-to svelare agli occhi della persona ivasti panorami della santit, dandouna pregustazione gi in questa vi-ta di quello che verr alla fine, quan-do varcheremo le soglie delleterni-t. Questa esperienza ci d le forzeper affrontare, pi avanti, le difficol-t che la vita presenter.

    Chi ha sentito la consolazio-ne che invade lanima dopo unabuona Confessione, la gioia del-la Prima Comunione, o, nel ca-so di una conversione, la bont diDio che apre le braccia per acco-gliere e perdonare come il padredella Parabola del Figliol Prodigo,non pu ricordare senza nostalgiaquesti momenti in cui ha inteso iconcetti di perdono o bont conpi chiarezza che se li avesse stu-diati nel miglior manuale di teolo-gia. Questa comprensione con sa-pore tutta soprannaturale e ci data dallazione dei doni nella no-stra anima.

    A questo riguardo, aggiunge FraRoyo Marn: Questa dottrina, pie-na di luce e di armonia, restituisce

    alla vita cristiana tutta la grandezzae sublimit che ammiriamo nelle-poca della Chiesa primitiva, nellaquale, senza dubbio alcuno, lo spiri-to cristiano ha raggiunto la sua mas-sima fioritura e splendore. Allepo-ca degli Apostoli e dei primi secolidel Cristianesimo, il soprannatura-le inteso nel senso pi impressio-nante, come sinonimo di eroico e so-vrumano era latmosfera normale

    A sinistra: Santa Maria Maddalena, penitente - Parrocchia di Santa Maria Maddalena, Malaga (Spagna);a destra Penitenza di San Girolamo, di Sano di Pietro, Museo del Louvre, Parigi.

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    Per quanto qualcu-no possa sembrare

    stoicamente animatonelle vie della virt,

    se egli ha raggiuntouna certa perfezio-ne, lo ha fatto conlaiuto di doni

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    teriale, limpressione e gli effetti diquesta grazia rimarranno soffocati,quando solo lei basterebbe a riem-pirci lanima e occupare le nostre ri-flessioni per alcune ore.

    Questa imperfetta corrisponden-za, molto frequente, ci sta renden-do sempre pi insensibili e impedi-sce che questi favori soprannaturalisi moltiplichino al punto da diventa-re comuni. Altra dovrebbe essere lanostra attitudine, poich, come spie-ga il Prof. Plinio Corra de Oliveira,chi procede bene davanti a una gra-zia mistica invita Dio a darne unal-tra ancora pi grande. E cos, di gra-zia in corrispondenza, di corrispon-denza in grazia, la persona sale finoalla vetta della mistica, dove Dio laaspetta. In questo senso, sebbene la

    sostanza della santificazione non siala mistica, ma lamore a Dio, la mi-stica un potentissimo ausilio dellasantificazione.11

    Se vogliamo esser santi,siamo mistici

    Anche davanti al panoramaaperto dalla dottrina contenuta inquestarticolo, possiamo scoraggiar-ci di fronte alle circostanze dei no-stri giorni, cos in disaccordo contutto quanto sovrannaturale. Maforse proprio questo il contributopi decisivo per alimentare la nostrasperanza.

    Quando il fattore umano diven-ta carente, il momento di ricorre-re con pi tenacia al soprannatura-le: Quando mi sento fiacco, allo-

    ra che io sono forte (II Cor 12, 10),dice lApostolo, confortando tut-ti quelli che sentono la propria con-tingenza nellora di percorrere le viedella virt.

    Ecco lo stato ideale affinch Dioeserciti la Sua azione, libero da im-pedimenti. Al contrario, lorgoglioumano, illuso per la sua presun-ta autosufficienza, non riconosceil ruolo di Dio nella santificazionee colloca ostacoli insuperabili. Ab-biamo la piena certezza che se Diochiama tutti alla santit, Egli dovrdarci i mezzi per raggiungere que-sta meta. E tra loro, una profusionedi grazie mistiche ci accompagnerlungo il cammino. Teniamo lanimainteramente aperta ad esse e Lui fa-r il resto!

    1ROYO MARN, OP, Anto-nio. Teologia de la Perfec-cin Cristiana. 9.ed. Ma-drid: BAC, 2001, p.241.

    2Cfr. CL DIAS, Joo Sco-gnamiglio, EP. Condotti dalfuoco dello Spirito Divino.In:Araldi del Vangelo. SoPaulo. Anno XII. N.137(Maggio, 2013); pp.10-18.

    3Idem, p.15.

    4SANTA TERESA DI GESU.Sptimas moradas, c.I, n.7.In: Obras de Santa Teresa deJess. Burgos: Monte Car-melo, 1917, t.IV, p.183.

    5PSEUDO-DIONIGI AREO-PAGITA. Los nombres deDios, II, 9. In: Obras com-pletas. Madrid: BAC, 1995,p.288.

    6Principalmente a partire dadue opere di padre Giovan-

    ni Battista Scaramelli:Di-rettorio asceticoeDirettoriomistico.

    7GARRIGOU-LAGRANGE,OP, Rginald.Les trois gesde la vie intrieure: prlu-de de celle du ciel. Paris: DuCerf, 1939, t.I, p.20.

    8Cfr. GONZALEZ ARINTE-RO, OP, Juan. Caracteristi-ca del estado mistico (Cue-stiones misticas, 6, a.3). In:

    Revista La Ciencia Tomi-sta. Madrid. Anno VII. T.13(Mar.-Ago., 1916); p.207.

    9ROYO MARN, op. cit.,p.255.

    10Idem, ibidem.11CORRA DE OLIVEIRA,

    Plinio. Palestra. So Paulo,2 nov. 1989.

    Il Prof. Plinio Corra de Oliveiramentre partecipa a una celebrazione

    Eucaristica nella Chiesa del Sacro Cuoredi Ges, a San Paolo, il 25/12/1989

    Mrio

    Shino

    da

    Cos, di grazia incorrispondenza, dicorrispondenza in

    grazia, la personasale fino alla vettadella mistica, doveDio la aspetta

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    Nuovi servi per la messe

    U

    26 Araldi del VangeloGiugno 2013

    na delle realt pi pungenti dei nostri giorni ,senza dubbio, la privazione spirituale nella qualesi trovano milioni e milioni di persone. In tutti i

    paesi abbondano le anime che non trova-no una direzione per le loro vite, un sol-lievo nei loro dolori o un appoggio nelleloro perplessit, per mancanza di un so-stegno incrollabile che presuppone unafede viva nel Signore Ges.

    Cos, in poche epoche della Storiac stata tanta necessit di operai perla messe del Signore, e anche tanto si sperato da quelli che sono chiamati

    al ministero sacerdotale. Pi che mai,tocca a loro essere zelanti pastori, sem-pre disposti a servire il popolo di Diosecondo lesempio sublime dellunicoMaestro, alla cui missione partecipano.

    stato in questa prospettiva che si so-no svolte, nei giorni 21 e 22 aprile, le or-dinazioni di 11 diaconi e 11 sacerdoti de-gli Araldi del Vangelo, realizzate nella Basilica della Ma-donna del Rosario, a Caieiras, Brasile. Tra gli ordinandi, ce-rano rappresentanti dellIndia, del Mozambico, della Spa-

    gna, del Nicaragua, del Costa Rica, del Venezuela, della Colombia, dellEcuador, del Cile, del Paraguay, dellUruguay edel Brasile. Questa variet di nazioni ha conferito alle ceri-

    monie unaccentuata nota di universalitdella Fede Cattolica.

    Guardare a coloro chesono pi fragili

    Lordinazione diaconale del giorno 21, realizzata in un clima di gioiosaaspettativa, stata presieduta da MonsSergio Aparecido Colombo, Vescovo dBragana Paulista, diocesi in cui si tro-

    va il seminario degli Araldi del VangeloNella sua omelia, Mons. Sergio haesortato i nuovi chierici a esercitare convalore le tre diaconie: quella della Parola, prestando scrupolosa attenzione alla catechesi dei fedeli nelle diverse tappe dellesistenza cristiana, in modo daaiutarli a conoscere la Fede in Cristo

    rafforzarla col ricevimento dei Sacramenti e esprimerlanella loro vita personale, familiare, professionale e socia-le; quella della Liturgia, tenendo sempre viva la coscien

    ORDINAZIONIPRESBITERALIEDIACONALI

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    za che ogni celebrazione liturgica azione sacra per ec-cellenza; e quella della carit, mostrandosi sempre mi-sericordiosi, attivi, progredendo nella verit del Signore, ilquale Si fatto servo di tutti.

    Alla fine della cerimonia, le paroledel diacono mozambicano Aro Otlio

    Gabriel Mazive hanno espresso il pro-fondo effetto prodotto dallesortazio-ne di Mons. Sergio nellanima dei neoordinati: Desidero fare mie le paro-le proferite nel vostro notevole sermo-ne, secondo le quali dovere del diaco-no guardare a coloro che sono pi fra-gili, i bisognosi, i poveri, i malati. Essehanno toccato a fondo i nostri cuori edecheggiano nellintimo di tutti noi dia-coni, come se provenissero dallo stessoGes Cristo Nostro Signore.

    Il Buon Pastore sacrifica lasua vita per le sue pecore

    Il giorno successivo, ha avuto luogo la cerimonia diordinazione presbiterale, presieduta da Mons. Benedi-to Beni dos Santos, Vescovo di Lorena. La sua omelia,

    Zelanti operai Esercitando il ministero al quale sono stati chiamati, diaconi e sacerdoti devono cercare di agirecome zelanti operai nella messe del Signore. In questa pagina, alcuni aspetti dellordinazione presbiterale;

    nella pagina di sinistra, foto dellordinazione diaconale.

    di grande spessore dottrinale, sar riprodotta integral-mente nel prossimo numero della rivistaLumen Veritatis,pubblicata dallIstituto Filosofico Aristotelico Tomista

    e dallIstituto Teologico San TommasodAquino. In essa, Mons. Beni ha par-lato della figura del Buon Pastore che

    conosce le sue pecore ed disposto asacrificare la vita per loro.Col Sacramento dellOrdine, ha

    spiegato Mons. Beni, ogni candidatodiventa maestro della Parola, ministrodei Sacramenti e pastore della comuni-t cristiana. Come maestro della Paro-la, lefficacia delle sue attivit di evan-gelizzazione dipender dalla coeren-za della sua vita col suo insegnamento.Come ministro dei Sacramenti, special-mente quello della Penitenza, il sacer-

    dote deve avere la conoscenza della-nima umana, della spiritualit, della vi-ta di preghiera e, soprattutto, del senti-

    mento morale, e soffrire per il peccato del mondo. Il sa-cerdote, ha aggiunto, non pu tralasciare un solo giornodi celebrare lEucaristia; lEucaristia deve essere il centro

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    della sua vita. Infine, come pastore, egli deve prendersicura con umilt del suo gregge, soccorrere i poveri, visita-re i malati. Il sacerdote pastore soprattutto quando va incerca della pecorella smarrita, ha sottolineato.

    Testimone illustre di questa cerimonia stato lArcive-scovo Jean-Louis Brugus, OP, Archivista e Bibliotecario

    della Santa Romana Chiesa, che ha concelebrato lEuca-ristia ed ha assistito allordinazione dei nuovi presbiteri.Reputato specialista in Teologia Morale, si trovava di pas-saggio in Brasile per tenere un corso extracurricolare inti-tolato Piccola teologia dellimmagine di Dio e ha volutoonorare latto con la sua presenza.

    A servizio della Chiesa

    In segno di gratitudine, subito dopo essere stati ordina-ti, diaconi e presbiteri si sono rivolti a Monsignor Joo Sco-gnamiglio Cl Dias per manifestargli la loro riconoscenzaper la formazione, lesempio e lo stimolo alla pratica della

    virt che da lui hanno sempre ricevuto. Formazione, esem-pio e virt che a partire da questo giorno mettono total-mente a servizio della Chiesa nel seno della Societ Cleri-cale di Vita Apostolica di Diritto Pontificio Virgo Flos Car-meli, il ramo sacerdotale degli Araldi del Vangelo.

    Scelti per servire In unione coi loro fratelli chierici degli Araldi del Vangelo, e con tutti i presbiteri dellediocesi in cui operano, i nuovi sacerdoti e diaconi si mettono al servizio della Chiesa e del prossimo, disposti a

    esercitare il loro ministero dove lobbedienza li invii.

    Ringraziamento al fondatore Dopo esserestati ordinati diaconi e sacerdoti si avvicinavano alfondatore per ringraziare per la formazione, esempioe stimolo alla pratica della virt. Nella foto, il Diac.David Werner Ventura, EP, di Lages (Brasile).

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    Gioia fraterna Nel Corpo Mistico di Cristo, la gioia di uno si trasmette a tutti. Nelle foto, Don Pablo BeorleguiVicente, EP, del Cile (foto a sinistra) e Don Csar Javier Dez Jurez, EP (foto a destra), dalla Spagna,

    ricevono i complimenti dei loro fratelli dabito.

    Dai quattro continenti Tra gli 11 diaconi ordinati il giorno 21, cerano rappresentanti di Asia, Africa, America edEuropa. Nelle foto: Diac. Kirthan Blasius Carlo, EP, dallIndia; Diac. Aro Otlio Gabriel Mazive, EP, dal Mozambico; e

    Diac. Antonio Jako Ilija, EP, dalla Slovenia.

    Celebranti Le ordinazioni diaconali sono state presiedute da Mons. Srgio Aparecido Colombo, Vescovo Diocesanodi Bragana Paulista (foto a sinistra) e le sacerdotali da Mons. Benedito Beni dos Santos, Vescovo Diocesano di Lorena,accompagnato da Mons. Jean-Louis Brugus, OP, Archivista e Bibliotecario della Santa Romana Chiesa (foto a destra).

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    Missione Mariana a SantAgapito

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    Giugno 2013Araldi del Vangelo 31

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    al 2 al 5 maggio, la Statua Pellegrina del Cuore Imma-colato di Maria ha visitato la popolazione di SantAga-

    pito, pittoresco comune della Provincia di Isernia compostoda diversi nuclei di popolazione. Dopo essere stata caloro-samente ricevuta dal parroco, Don Luigi Russo, essa statacondotta in processione (foto 2) fino alla cappella dello Scalo

    Ferroviario, dove ha avuto luogo una Celebrazione Eucari-stica (foto 1). In questi giorni, la Statua ha visitato la Casadi Riposo Liliana (foto 3) e le abitazioni di numerosi malati(foto 4). Il sabato, si svolta una processione luminosa a Te-mennotte (foto 5) e la domenica, una Messa di commiato, al-la quale ha partecipato il Sindaco della cittadina (foto 6).

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    Progetto Futuro e Vita:

    evangelizzare la giovent

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    32 Araldi del VangeloGiugno 2013

    ellintento di contribuire alla formazione religiosa eculturale della nostra giovent, gli Araldi del Vangelo

    hanno portato il Progetto Futuro e Vita a numerose scuo-le del Paese.

    Tra le istituzioni visitate nellultimo mese segnaliamo,a Recife, il Liceo di Arti e Mestieri, dove Don Clio Ca-sale, EP, ha rivolto parole di stimolo agli allievi e il Col-legio Elo, i cui alunni sono stati particolarmente impe-

    tuosi nel manifestare la loro devozione alla Madre dDio. Significative sono state anche le visite alla ScuolaMunicipale Miguel Raymundo de Moraes Bittencourta Nova Friburgo, e allUMEF Marina Barcellos Silvei-ra, a Vitria. Nel sud del Paese sono state realizzate anche rappresentazioni, come quella della Scuola Munici-pale Pastor Hans Mller, a Joinville, e quella del Collegio Statale Prof. Francisco Zardo, a Curitiba.

    CuritibaJoinville

    Recife

    Nova Friburgo

    Recife

    Vitria

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    Modello pergenitori ed educatori

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    Giugno 2013Araldi del Vangelo 33

    SANMARCELLINOCHAMPAGNAT

    Nel prezioso lascito di San Marcellino ai suoi discepoli,spiccano il suo sapienziale metodo di educazione e ladevozione alla Madonna, fondamento e quintessenzadella pedagogia marista.

    ono note le difficolt per lequali pass il giovane con-tadino Giovanni BattistaVianney, quando dovette

    affrontare gli studi in seminario. Il fu-turo Curato dArs, nonostante sim-pegnasse tanto, andava cos male agliesami che fu quasi un miracolo esse-re promosso. La sua piet, comunque,superava di gran lunga la grossolanitdella sua intelligenza e la grazia sup-pl generosamente a quello che la na-

    tura non gli aveva concesso. Ordinatosacerdote, richiamle folle alla picco-la Ars e il suo nome divenne famosoin tutta la Francia, sia per la sua sag-gezza nel trattare le anime che per lasua scienza delle cose di Dio.

    curioso notare che, tra i compa-gni di seminario del Curato dArs cifu un personaggio che, in quei primigiorni del XIX secolo, ebbe ugual-mente serie difficolt nellappren-

    dimento: San Marcellino Champa-gnat, fondatore della Congregazio-ne dei Fratelli Maristi.

    Anchegli un autentico figlio del-la campagna, di corporatura robustae di spirito tenace, entr nel semina-rio cos deciso a diventare sacerdotequanto a essere santo. Educato dal-la culla ai solidi principi della Reli-gione, gli mancavano le conoscenze,ma non la fede. Per questo, quandoi superiori vollero allontanarlo, allu-

    dendo