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Ready.Made Progetti imprevisti per il paesaggio contemporaneo.

READY MADE. Progetti Imprevisti per il Paesaggio Contemporaneo

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La serie di progetti “ready made” nasce dalla necessità di stabilire una possibile strategia di intervento in contesti naturali di pregio, in particolare nelle aree archeologiche, attraverso un procedimento che compone frammenti ad elevato potenziale poetico desunti dall’intorno e li associa liberamente a suggestioni provenienti da altri ambiti formali e concettuali.

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Ready.MadeProgetti imprevisti per il paesaggio contemporaneo.

Progetti imprevisti per il paesaggio contemporaneo.

Caspar David Friedrich, Ruine in der Riesengebirge, 1830-4. Pommersches Landesmuseum, Greifswald.

Progetti imprevisti per il paesaggio contemporaneo.

La serie di progetti “ready made”, nasce dalla necessità di stabilire una possibile strategia di intervento in contesti naturali di pregio, in particolare nelle aree archeologiche, dove al valore paesaggistico si sovrappongono le tracce misteriose di antiche civiltà. Connotandosi come strutture temporanee, le architetture impreviste non devono sottosta-re a obblighi dimensionali, normativi o funzionali in senso stretto, arrivando ad un grado di sperimentazione e libertà formale difficilmente raggiungibile in altri ambiti e prefigurando così linee di ricerca tecnica e linguistica. In questi termini l’azione progettuale si svincola dai precetti tipologico/stilistici, per concentrarsi sulla capacità di interpretare il contesto attraverso uno sguardo ironico e curioso, in un procedimento che compone frammenti ad elevato potenziale poetico desunti dall’intorno e li associa liberamente a suggestioni prove-nienti da altri ambiti formali e concettuali, in un morphing dall’esito imprevisto: le antiche tombe etrusche a tumulo accostate allo spinnaker iper-tecnologico di una barca, il nido di giunchi modellato come la turbina di un aereo, la capanna sull’albero ispirata alle carbonaie e modellata nelle forme di una nassa. Il progetto diventa così una sorta di ready made, che risulta differente dal contesto, ma mai in-differente, lavorando per intensità (dei segni e dei simboli) piuttosto che per densità, e suggerendo modalità d’uso plurime, senza impor-re modelli o comportamenti. Si generano così oggetti d’affezione al limite tra architettura e arte, che per il loro valore simbolico sono in grado di porsi come segni di un rinnovato rapporto tra Uomo, Ambiente e Territorio. Il complesso rapporto tra la sfera naturale e la preesistenza storica e archeologica, viene risolto attraverso architetture ibride, che unisco-no elementi naturali a strutture artificiali figurativamente ispirate alla natura, in un proce-dimento di simulazione iconica e concettuale. L’antico principio di mimesi, imitazione della natura quale presupposto per la Bellezza, viene aggiornato ad un sentire contemporaneo, che oscilla tra dimensione eco-compatibile, cultura sostenibile e semplice rimando formale.

Territori aperti accolgono un rinnovato bisogno di spargere segni, un’urgenza di scrivere e rendere leg-gibili paesaggi attraverso interventi puntuali, agili, ma visivamente potenti, che crescono sempre piu’ numerosi dentro nuovi riti e significati.

“A lato: Frontespizio dell’Essai sur l’Architecture ed. 1755,Marc Antoine Laugier.

A lato: Frontespizio dell’Essai sur l’Architecture ed. 1755,Marc Antoine Laugier.

Territori aperti, semi-desertici ma sempre meno remoti, così come spazi “selvatici” e poco definiti tra le pieghe del tessuto urbano, accolgono un rinnovato bisogno di spargere segni, un’urgenza di scrivere e rendere leggibili paesaggi ormai a portata di mano, ma ancora poco maneggevoli: avviene attraverso interventi puntuali, agili, ma visivamente potenti che crescono sempre piu’ numerosi dentro nuovi riti e significati, nuovi modi di comportamento e di “movimento” su scala globale. (..) L’asciugarsi dei budget e il diffondersi di un rapporto più consapevole con un pianeta ammaccato e maltrattato fa sì che questo nuovo approccio, consapevole e realistico, diventi anche, improvvisamente e finalmente, il piu’ saggio da trasmettere, da inse-gnare.(..) Se l’uomo errante del Neolitico, sullo sfondo di una Terra sterminata e dav-vero incommensurabile al ritmo dei suoi soli passi, innalzava i primi menhir - grosse pietre perpendicolari al suolo, primordiali tentativi di trasformazione fisica del pa-esaggio ma soprattutto oggetti simbolici - potrebbero le operazioni contemporanee cui riferiamo tradurre almeno in parte l’istintività di certi gesti preistorici?

Valentina Ciuffi / Esercizi (contemporanei) di scrittura del paesaggio / Abitare 519, 02 2012

parco archeologico di baratti e populonia

parco archeologico di baratti e populonia

Comune di PiombinoApertura al pubblico: 1998Estensione del parco: ha. 80Risorse tutelate e valorizzate: aree archeologiche protette; aree naturali

Interventi effettuati:partecipazione all’attività di ricerca archeologica con la Soprintendenza e le Università di Siena, Pisa, Firenze e Venezia;sistemazione della necropoli dell’area demaniale;realizzazione del centro di accoglienza e dei percorsi visitarealizzazione del centro d’archeologia sperimentalecartellonistica

Servizi gestiti:sorveglianza e manutenzionevisite guidate al parcolaboratori didatticicentro visita e bookshop

In corso di realizzazione:Progetto di ampliamento del ParcoInvestimenti complessivi effettuati al 2003: euro 5.243.799Fonti di finanziamento: CEE, Stato, Regione, Comuni

fonte. www.parchivaldicornia.it

riparo/capanna

2 ready made per il parco

Ready.Made #1

spi-padil riparoDa sempre ripararsi è il bisogno primario dell’architettura. Una copertura definisce uno spazio protetto per l’incontro e la socialità.Collocato lunga la Via del Ferro nella Necropoli Etrusca di Populonia sul Golfo di Baratti, il padiglione è costituito da una cavea ricavata in un avvallamento naturale del sito, coperta da una struttura ispirata ad uno spinnaker (Spi)Il padiglione si propone come struttura dall’uso flessibile di supporto alle attività del Parco; posto a breve distanza dal centro visitatori, puo’ fungere da punto di raccolta e di sosta, puo’ essere allestito per rappresentazioni teatrali o musicali, anche in notturna, consentendo la presenza di un centinaio di posti a sedere. Questo piccolo padiglione coniuga l’immagine arcaica e massiva delle sepulture ricoperte di terra, con l’immagine lieve di uno spinnaker gonfiato da un’invisibile brezza marina, in un duplice omaggio alla civiltà etrusca ed al Mar Tirreno. L’estradosso della copertura è nervato secondo una trama reticolare generata lungo le linee di maggior sollecita-zione; l’estrusione della maglia strutturale crea un sistema di vasche che possono accogliere terriccio adatto alla naturale germogliazione di erba e piccoli cespugli. La struttura di copertura, ricoperta di vegetazione, si radica completamente nel paesaggio dolcemente collinare richiamando l’immagine delle vicine tombe a tumulo. La vela poggia a terra in soli tre punti, proponendo un inserimento leggero e reversibile; anche la struttura grado-nata circolare in legno della cavea, adagiandosi ad un avvallamento esistente, consente di evitare movimentazioni di terreno nell’area archeologica.

Ready.Made #1

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Questo piccolo padiglione coniuga l’immagine arcaica e massiva delle sepulture ricoperte di terra, con l’immagine lieve di uno spinnaker gonfiato dalla brezza marina, in un duplice omaggio alla civiltà etrusca ed al Mar Tirreno.

Ready.Made #2

log inla capannaLog-in: Eco-Osservatorio nella pineta del Golfo di Baratti.La nota immagine della capanna rustica dell’Abate Laugier, sintetizza l’attrazione del pensiero moderno per la costruzione primitiva, necessaria e come tale, vera. Il primitivismo si ammanta oggi di valenze eco-compatibili, attraverso rimandi formali complessi al mondo della natura.A ridosso della spiaggia del Golfo di Baratti, al centro di un’area archeologica segnata dalla presenza di tracce della civiltà etrusco-romana, si innalza un antico bosco di pini marittimi le cui chiome, disegnate dal vento, sembrano sospese sul sottobosco di arbusti.Mimetizzata tra i rami e i tronchi degli alberi si scorge, sospesa ad alcuni metri dal suolo, una grande capanna rivestita di frasche e piccoli tronchi accatastati, simile a una delle carbonaie che si trovano nei boschi del vicino entroterra. Questo bungalow, rivestito da un guscio di legno intrecciato, accoglie una larga piattaforma appoggiata su pilastri-tronchi, alla quale si accede attraverso una rampa; proseguendo lungo il percorso ascensionale si sale alla quota superiore, dalla quale, attraverso gli alberi, si vedono il mare e il promontorio del Golfo.L’immagine di questa architettura in legno, si compone di suggestioni che richiamano contemporaneamente le forme di una medusa e la struttura delle carbonaie, i cappelli di paglia e le nasse dei pescatori.La capanna permette molti usi possibili: osservatorio, eco-laboratorio, spazio per la meditazione, area lounge aper-ta ai bagnanti nella stagione estiva.

Ready.Made #2

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L’immagine della capanna rustica dell’Abate Laugier, sintetizza l’attrazione del pensiero moderno per la costruzione primitiva, necessaria e come tale, vera. Il primitivismo si ammanta oggi di valenze eco-compatibili, attraverso rimandi formali complessi al mondo della natura.

lodge museum in chichen itza

landscape competition

chichen itza 2008

lodge museum

yucatan mexico

www.arquitectum.com

honorable mention

Ready.Made #3

eco lodgeil nidoEco-lodge si configura come l’estensione del complesso delle rovine di Chichen-Itza, attraverso la disseminazione armonica di strutture leggere ed eco-compatibili dalle complesse morfologie naturalistiche. Sulla via sacra che attraverso la foresta conduce al cenote de los sacrificios, il visitatore scopre il lodge: nove alloggi si alzano attraverso gli alberi come escrescenze naturali che inquadrano la cittadella. Sono dei gusci di bambù intrecciato a formare una rete che avvolge una struttura reticolare in legno; all’interno, su due livelli, sono organizzate le stanze, attrezzate con letti o con amache; dallo squarcio della grande bocca, attra-verso gli alberi, si gode una straordinaria vista della foresta e dei resti della cittadella.All’ombra degli alloggi, tre strutture in bambù e muratura, circolari come un calendario maya e cave come un ce-note, contengono gli spazi comuni attrezzati e i servizi.Gli elementi architettonici sono collegati da un percorso in terra battuta e legno che conduce al museo, costituito da uno spazio circolare parzialmente interrato e addossato ad un pendio naturale. La exhibit hall è protetta da un guscio in vetro schermato da tessuti all’interno e protetto da uno scheletro in bam-bù all’esterno.La visita al museo suggerisce al visitatore l’idea di un’intima connessione al suolo sacro dei Maya, richiamando, con la sua forma di misterioso anello naturale, l’esperienza ancestrale dell’omphalos, ombelico del mondo, luogo dove le diverse modalità dell’essere si incontrano.

Ready.Made #3

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Sulla via sacra che attraverso la foresta conduce al cenote de los sacrificios, il visitatore scopre il lodge: nove alloggi si alzano attraverso gli alberi come escrescenze naturali che inquadrano la piramide di Chichen Itza.

1. Lodge Terraces: nove “nidi” accolgono gli spazi per dormire su due livelli. sono strutture in legno rivestite da una trama di bambu’ e frasche di vegetazione locale.2. Lodge Facilities: tre padiglioni circolari offrono le attrezzature comuni, dalla nursery al refettorio.3. Archeological Museum: il museo archeologico ospita allestimenti temporanei dei reperti del sito maya ed è collocato presso il Cenote lungo la Via Sacra.4. Piedra del Sol: un reperto dal significato molto complesso e fortemente simbolico che ruota attorno alla figura del Sole come centro dell’Universo, mediatore tra gli uomini e il cielo.

1. 2. 3. 4.

Ready.MadeProgetti imprevisti per il paesaggio contemporaneo.

CREDITI

Lodge Museum in Chichen Itza, Mexico 2007, Arquitectum International CompetitionProgetto per un albergo museo eco-compatibile nel sito archeologico di Chichen Itza.Team di progetto: Giovanni Todesca, Marco Cavalli e Nicola Villani.Honourable Mention.www.arquitectum.com

”Progetti Imprevisti. Giovanni Todesca, Giacomo Benvenuti, Giovanni Bartolozzi”. Mostra collettiva all’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, a cura di Saverio Mecca. Luglio 2010. Presentazione della serie di progetti “Ready Made. Progetti Imprevisti per il Paesaggio Contemporaneo.””Progetti Imprevisti. Giovanni Todesca, G. Benvenuti, G. Bartolozzi”. Catalogo della mostra all’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, a cura di Saverio Mecca. Titivillus Mostre Editoria. Pisa 2010.

ReadyMade #1 #2SpiPad, Padiglione/Riparo per il Parco Archeologico di Baratti e Populonia (Li) LogIn, eco-osservatorio nella pineta del golfo di Baratti.Ipotesi di progetto, Giovanni Todesca, 2010.

GIOVANNI TODESCA

Giovanni Todesca vive e lavora a Firenze dal 1996.Laureato alla Facoltà di Architettura di Firenze nel 2003, affianca all’esercizio della professione presso alcuni studi fiorentini l’attività di ricerca al Dipartimento di Progettazione, lavorando a fianco di A. Breschi e Andrea Branzi sui temi del recupero di grandi contenitori urbani. Pertecipa alla mostra-evento Florence Exit “una mostra che intende riportare l’attenzione sull’architettura contem-poranea a Firenze, puntando sulle proposte progettuali di 21 giovani architetti e gruppi di architettura”.Ha frequentato il master post-universitario “Masp, Il Progetto dello Spazio Pubblico” con tesi finale su un progetto di residenze sperimentali nel complesso dell’ex ospedale psichiatrico di Lucca (relatori 5+1Associati, O.Toscani, R. Ricciotti).Partecipa a numerosi concorsi nazionali ed internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti. (Primo Premio per il “Concorso per la Nuova Sistemazione di Piazza Ghiberti a Firenze” 2007, Primo Premio per il Concorso Internazionale “I Portici - Complesso Polifunzionale a Frosinone” 2011, Menzione per “Europan 8 - Urbanità Europea e Progetti Stra-tegici” 2008, Honourable Mention per “Eco Lodge in Chichen-Itza. Arquitectum International Competition. Mexico 2008). Dal 2010 lavora al progetto di ricerca concettuale e formale Ready Made / Progetti Imprevisti per il Paesaggio Contem-poraneo, sondando possibili strategie di intervento in contesti paesaggistici di pregio, attraverso strutture ispirate al mondo della Natura. I progetti ready-made sono stati esposti nel 2010 a Palazzo Migliorati nella sede dell’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, nella mostra curata da Saverio Mecca e intitolata Progetti Imprevisti.

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