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Studio tecnico di Rampanelli ing. Luca - Plotegher geom. Luca con sede: Via delle Rupe 42 38017 Mezzolombardo p.i. e c.f. 02326980220 tel. 393 96.30.746. - fax 0461 0 162 172 e-mail info2ellesrl @gmail.com e-mail [email protected] Impresa committente: Chizzola Armando inerti e scavi s.r.l. Via Baitani, 8 38061 Fraz. Pilcante di Ala (Tn) C.F. E P. I.V.A 01384910228 Realizzazione di un impianto di riciclaggio inerti sulla p.f. 727 in C.C. di Pilcante COMM PROT. DOC. REV. DESCRIZIONE EMESSO CONTROLLATO APPROVATO DATA 13 01_2014 01 C1 Emissione l.r. l.p. l.r. 06 mag. 2014 Relazione tecnica di screening Il Progettista PAT/RFS158-21/09/2015-0478646 - Allegato Utente 3 (A03)

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Studio tecnico di Rampanelli ing. Luca - Plotegher geom. Luca con sede: Via delle Rupe 42 38017 Mezzolombardo p.i. e c.f. 02326980220 tel. 393 96.30.746. - fax 0461 0 162 172

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Impresa committente: Chizzola Armando inerti e scavi s.r.l.

Via Baitani, 8 38061 Fraz. Pilcante di Ala (Tn)

C.F. E P. I.V.A 01384910228

Realizzazione di un impianto di riciclaggio inerti sulla p.f. 727 in C.C. di Pilcante

COMM PROT. DOC. REV. DESCRIZIONE EMESSO CONTROLLATO APPROVATO DATA

13 01_2014 01 C1 Emissione l.r. l.p. l.r. 06 mag. 2014

Relazione tecnica di screening

Il Progettista

PAT/RFS158-21/09/2015-0478646 - Allegato Utente 3 (A03)

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SOMMARIO

SOMMARIO 2

1 PRESENTAZIONE GENERALE DEL PROGETTO 3

1.1 PREMESSA 3

2 CARATTERIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO 4

2.1 LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO 4

2.2 TITOLARITA’ DELLE AREE 5

2.3 IL SISTEMA IDROLOGICO 5

2.4 INQUADRAMENTO URBANISTICO DELL’AREA SECONDO QUANTO DISPOSTO DAL PRG DEL COMUNE DI ALA 5

2.5 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E IDROGEOLOGICO 8

2.6 INQUADRAMENTO AI SENSI DEL PIANO PROVINCIALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUBBLICHE 9

3 DEFINIZIONE DEL PROGETTO 11

3.1 PREMESSA 11

3.2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DI PROGETTO 11

3.3 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE E DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO 13

4 DEFINIZIONE DELL’AMBITO OPERATIVO DELL’ATTIVITA’ 16

4.1 PIANO DI GESTIONE OPERATIVA 20

4.2 MODALITÀ DI TRATTAMENTO 20

4.3 DOTAZIONI IMPIANTISTICHE 25

5 ANALISI DEI PRINCIPALI FATTORI AMBIENTALI 28

5.1 ANALISI DEL CLIMA ACUSTICO 28

5.2 EMISSIONI IN ATMOSFERA 33

5.3 IL TRAFFICO VEICOLARE 35

5.4 TUTELA DELL’ACQUA 36

5.5 LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED IL PAESAGGIO 37

5.6 INCIDENZA SULLA FAUNA E SULLA FLORA 38

5.7 INTERFERENZE CON L’ATTIVITÀ ESTRATTIVA 38

6 CONCLUSIONI 39

7 ALLEGATI TECNICI 40

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1 PRESENTAZIONE GENERALE DEL PROGETTO

1.1 PREMESSA

La ditta Chizzola Armando s.r.l. dispone di un’area dell’estensione di circa 4000 mq

,all’interno dell’area estrattiva di Pilcante, che è stata localizzata con D.G.P. nr. 311 dd. 25 febbraio

2005 nel piano provinciale di smaltimento dei rifiuti per svolgere l’attività di riciclaggio di rifiuti inerti.

L’area oggi è inserita catastalmente nella p.f. 727 in C.C. di Pilcante nel Comune di Ala.

Il presente progetto è stato elaborato al fine di poter attivare l’impianto di trattamento dei

rifiuti ai sensi della normativa ambientale vigente e nel rispetto dei requisiti tecnici previsti dal D.M.

5 febbraio 1998 e ss.mm.

Il progetto si compone dei seguenti elaborati:

relazione tecnico illustrativa;

tav 1a e 1b Inquadramento urbanistico P.U.P.;

tav. 1c Estratto cartografico P.R.G. Comune di Ala;

tav. 1d Estratto mappa e corografia;

tav. 1e e tav 1f Cartografia del P.G.U.A.P. e della carta di sintesi geologia;

tav. 2 Planimetria di rilievo stato aggiornato al 2013;

tav. 3 Sezioni 1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6;

tav. 4 Planimetria stato di progetto;.

tav. 5 Sezioni Planimetria stato di progetto descrizione;

tav. 6 Sezioni 1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6 di progetto;

tav. 7 Dettaglio reti di smaltimento acque meteoriche;

tav. 8 Pianta e prospetti tettoia;

tav. 9 Planimetria e viste particolari.

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2 CARATTERIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO

2.1 LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO

L’area di progetto si raggiunge direttamente dalla strada provinciale della destra Adige

immediatamente prima dell’inizio dell’abitato di Pilcante. Una strada di accesso al cantiere porta

nella zona di ingresso ove sono poste la pesa ed il capannone che ospita gli uffici della ditta.

Quindi si procede per una strada asfaltata fino ad intercettare il primo piazzale di cava

posto alla quota di 162 m s.m.m. dove svoltando verso destra si accede direttamente per il

piazzale all’area destinata alle operazioni di trattamento dei rifiuti.

Detta area occupa la porzione meridionale del piazzale posto a quota 162 m s.m.m. ed è

perfettamente pianeggiante. Verso est e verso sud confina con un ambito di cava di proprietà di

altra ditta; delle scarpate impostate secondo gli angoli di stabilità collegano i livelli dei piazzali.

Verso occidente l’impianto è delimitato da una scarpata che consente il raccordo tra il piano

dell’impianto e la quota del piazzale di accesso posta a + 12 m. Al fine di garantire la stabilità della

scarpata ed evitare che i rifiuti inerti abbancati entrino in diretto contatto con il materiale presente

in posto, sarà realizzata una scogliera in blocchi di cls.

Figura 1 Corografia dell’area di progetto. In evidenza con il cerchio in rosso è stata evidenziata l’area sulla quale si intende posizionare l’impianto di recupero dei rifiuti

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2.2 TITOLARITA’ DELLE AREE

Il centro di riciclaggio inerti si trova collocato sulle pp.ff. 727 in C.C. di Pilcante. L’area è di

proprietà della richiedente che ne ha la disponibilità per l’utilizzo ai fini di cui al presente progetto.

2.3 IL SISTEMA IDROLOGICO

L’area è caratterizzata dalla presenza di depositi fluviali testimoni delle attività di trasporto

solido esercitata dalle correnti delle aste fluviali che in tempi geologici recenti hanno interessato il

fondovalle. Nell’area si nota un netto prevalere dei depositi fini costituiti da sabbie ben classate,

generalmente povere di contenuto limoso,accompagnate talvolta da episodi lenticolari con

ghiaietto e ghiaia. Si riconoscono, infatti, depositi ritmici lenticolari incrociati granulometricamente

omogenei testimoni di microfasi deposizionali in seno ad aree precedentemente erose. Tali

fenomeni accostano o sovrappongono talora deposti sabbiosi ad altri più grossolani.

La caratterizzazione fisicomeccanica dei depositi sabbiosi e/o sabbio-ghiaiosi presenti in

posto, sulla base delle osservazioni in campo, consente di definire il materiale nel seguente modo:

peso in volume 1,7-1,8 t/mc;

angolo di attrito interno Ф=41.5° assunto in base ai risultati delle analisi svolte in banco

all’interno del giacimento;

valore medio di coesione pari a 1,5 t/mq. Tale valore è da intendersi valido per verifiche di

stabilità a breve-medio termine in quanto esso tende a decadere nel tempo fino ad annullarsi

se il materiale viene sottoposto all’azione combinata del rilascio tensionale e degli agenti

atmosferici.

2.4 INQUADRAMENTO URBANISTICO DELL’AREA SECONDO QUANTO DISPOSTO DAL PRG DEL COMUNE DI ALA

L’area di progetto insiste su di una superficie urbanistica classificata come “Zona cave” e

disciplinata dall’art. 4.7 delle norme di attuazione che stabiliscono in particolare quanto segue:

1. Sono ammesse solo le attività previste dal Piano provinciale di utilizzazione delle

sostanze minerali, con le modalità di coltivazione e di sistemazione dei sedimi, a coltivazione

cessata o sospesa, che sono regolamentate dallo stesso Piano e dalla legge provinciale n.6/1980.

2. E' consentita soltanto la presenza dei fabbricati, degli impianti, delle infrastrutture e dei

servizi necessari alla coltivazione delle cave, alla lavorazione e al trasporto delle sostanze

minerali, nonché delle strutture di servizio strettamente necessarie al personale addetto. Tutti

questi organismi devono avere carattere precario e vanno eseguiti con tecniche che ne

consentano un facile smontaggio una volta cessata o sospesa la coltivazione della cava.

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E’ tuttavia evidente che la pianificazione urbanistica comunale è subordinata alla

pianificazione provinciale che in questo caso con la deliberazione nr. 311 dd. 25 febbraio 2005

istituiva sull’area di interesse la localizzazione nel piano provinciale di smaltimento dei rifiuti

dell’impianto di riciclaggio di rifiuti inerti della ditta Chizzola ai sensi di quanto disposto dagli artt. 65

e 66 del T.U.L.P. Peraltro quanto alla possibile interferenza tra l’attività di progetto e quella

mineraria prevista dal P.R.G. di Ala e dal Piano Provinciale di Utilizzazione delle Sostanze Minerali

vi è una formale espressione del Comitato tecnico interdisciplinare (verbale di deliberazione nr.

41/2004) che si esprime positivamente ribadendo che “l’area in esame è già stata coltivata e

l’iniziativa proposta non contrasta con il corretto ed integrale sfruttamento del rimanente

giacimento ivi esistente, non risultando pertanto in contrasto dal punto di vista minerario con le

previsioni del P.P.U.S.M.”

Per quanto concerne il sistema ambientale l’area ricade all’interno delle aree soggette al

vincolo della tutela ambientale ai sensi dell’art. 11 delle norme del Piano Urbanistico Provinciale.

Pur tuttavia ai sensi dell’art. 68 del Codice provinciale dell’urbanistica Legge Provinciale nr. 1 del 4

marzo 2008 e ss.mm. l’intervento di progetto non è soggetto ad autorizzazione ai fini della tutela

del paesaggio in quanto trattasi di intervento di manutenzione straordinario che non comporta

alterazione permanenti dello stato dei luoghi ed in particolare l’autorizzazione paesaggistica non è

richiesta per le reti di impianti tecnologici. In particolare l’intervento prevede l’interramento di una

serie di vasche e delle tubature di collegamento e la risistemazione dello stato attuale dei piazzali

cui saranno conferite le giuste pendenze necessarie per il deflusso delle acque di scorrimento

superficiale. Si tratta quindi di consolidare il versante attuale con una scogliera e di porre in opera

una tettoia. Pur tuttavia, sentiti gli uffici tecnici del Comune di Ala, si provvederà ad acquisire il

parere della commissione di Tutela del Paesaggio della competente Comunità di Valle dal

momento che le opere di infrastrutturazione sono di una certa importanza.

Negli elaborati grafici tavole 1a ed 1b sono stati riportate anche le cartografie del Piano

Urbanistico provinciale che evidentemente sono coerenti con la pianificazione comunale

individuando il sito come area estrattiva senza che vi siano vincoli particolari in ordine allo sviluppo

dell’attività produttiva. Evidentemente anche in questo caso la localizzazione dell’area come sito

preposto per il trattamento dei rifiuti inerti evidentemente non è riportato nella cartografia, ma agli

effetti urbanistici è preminente.

Tutto ciò premesso, avendo acquisito gli elementi di fatto, si ritiene che l’intervento non è in

contrasto con la pianificazione urbanistica e dunque sia ammissibile.

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2.5 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E IDROGEOLOGICO

La carta tecnica di sintesi geologica della Provincia di Trento segnala che l’area di progetto

ricade all’interno di una zona a penalità gravi e medie nelle quali gli aspetti litologici, morfologici

idrogeologici e di allagamento richiedono l’esecuzione di studi ed indagini geologici e geotecnici

approfonditi per ogni tipo di intervento, estesi alla possibile area di influenza delle opere di

progetto. A tal fine idonea perizia geologica è già stata predisposta e positivamente valutata dalle

strutture provinciali. Infatti con nota prot. 1251 dd. 28 ott. 2004 del dipartimento Urbanistica ed

Ambiente della Provincia di Trento è stato espressamente richiesta un’apposita perizia geologica

necessaria per il completamento dell’iter di localizzazione dell’impianto; iter che si è positivamente

concluso con D.G.P. nr. 311 dd. 25 febbraio 2005. Dunque si ritiene soddisfatto anche il requisito

in ordine alla compatibilità geologica del progetto con il sito di proprietà della ditta richiedente

Chizzola Armando.

Dal punto di vista idrogeologico l’area di progetto non interferisce in alcun modo con

sorgenti o pozzi e pertanto non è richiesta l’adozione di specifici interventi ad hoc di salvaguardia.

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2.6 INQUADRAMENTO AI SENSI DEL PIANO PROVINCIALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUBBLICHE

La cartografia provinciale del PGUAP non dispone alcun tipo di vincolo in contrasto con le

finalità dell’attività di progetto.

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L’area di studio rientra tra le aree soggette a bassa pericolosità geologica, tanto che la

carta del rischio la classifica come area R2 ove viene demandata ai piani regolatori generali dei

comuni la definizione degli interventi ammessi. Per quanto attiene poi alla carte della destinazione

d’uso del suolo il sito rientra tra le aree destinate alle attività produttive e dunque compatibili con

l’attività proposta dalla richiedente.

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3 DEFINIZIONE DEL PROGETTO

3.1 PREMESSA

Intenzione della proponente è quella di realizzare un impianto per la lavorazione delle

macerie edili e dei rifiuti inerti derivanti dalle operazioni di cernita sui cantieri edili e civili industriali

in genere.

L’attività perciò si configura da un lato nel ritiro dei rifiuti inerti in genere di provenienza

delle attività edili, costituite da mattoni – mattonelle - materiali ceramici - cementi armati e non –

demolizioni stradali nonché terre e rocce da scavo, che saranno sottoposti ad un’attività di

trattamento meccanico che consiste nella frantumazione primaria e nella selizione mediante

macchine semoventi su cingoli per la produzione di aggregati riciclati. I materiali prodotti,

evidentemente certificati ai sensi della circ. min. 5205/2003 e della D.G.P. 24 giugno 2011, nr.

1333 saranno poi commercializzati come materie prime secondarie da utilizzarsi in edilizia in

sostituzione degli inerti naturali.

Essendovi poi l’esigenza di togliere dagli aggregati riciclati le impurità costituite da carta,

cartone, plastiche, ferro ed altri metalli non ferrosi, vetro, plastiche sarà allestita un’area dove

ricoverare i container per lo stoccaggio dei rifiuti di risulta e dove poter eventualmente eseguire la

cernita manuale dei rifiuti per separarli per categorie merceologiche omogenee. I rifiuti così prodotti

saranno destinati a smaltimento/recupero presso altre strutture allo scopo autorizzate. Visto che vi

è comunque la necessità di raccogliere dette tipologie di rifiuto, sarà cura della ditta quella di

estendere la propria autorizzazione per la gestione dei rifiuti in modo tale da poter ritirare detti rifiuti

direttamente da terzi anche non come impurità presenti all’interno delle macerie edili.

Da ultimo la ditta intende produrre dei manufatti idonei per l’edilizia ed in particolare per gli

interventi di somma urgenza. Per questo una parte degli aggregati inerti recuperati dalla

lavorazione di cui sopra saranno direttamente impastati con cemento e polvere di cenere per

produrre dei blocchi di cemento delle dimensioni approssimative di 2 m x 1 m x 1m con forma

idonea per la realizzazione di piccole scogliere e/o opere provvisionali di contenimento del terreno.

3.2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DI PROGETTO

Per poter addivenire alla realizzazione dello scopo produttivo descritto al p.to precedente la

ditta ha la necessità di adeguare l’area localizzata così come in precedenza descritto perché sia

idonea ad ospitare le lavorazioni.

Come si evince dalle sezioni di progetto per poter rendere praticabile l’area di progetto è

stato necessario provvedere ad allontanare il materiale inerte semi-lavorato che era stato

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temporaneamente depositato in cumulo in attesa della lavorazione finale e della

commercializzazione.

Per questo sarà necessario anche eseguire una sistemazione morfologica ampliando il

piazzale di quota 162 m s.m.m. per aumentare la superfici disponibile per le attività. Allo scopo

sarà realizzata una scogliera per garantire la stabilità del versante ad est di raccordo tra l’area di

riciclaggio ed i piazzali di imposta del sovrastante capannone e della zona delle pese. Inoltre la

scogliera sarà riproposta sul lato sud come opera di contenimento del versante a confine con la

vicina cava di Pilcante L’opera di sostegno resta incassata completamente nel terreno e non sarà

in alcun modo visibile dall’esterno trovandosi all’interno di uno scavo a fossa come si evidenzia sia

dalle corografie di progetto sia dagli elaborati topografici.

REQUISITO NORMA U.M. SETACCIO

PASSANTE

COMPOSI

ZIONE

GRANUL

OMETRIC

A

UNI

EN

933-

1

%

Dmax 40

mm Min. Max.

40 100 100

20 85 100

10 - -

0,063 0 15

Tabella 1. Composizione granulometrica degli aggregati riciclati per riempimento C4

PARAMETRO MODALITA’ DI PROVA LIMITE

Materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d’opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci, scorie spente e loppe di fonderia di metalli ferrosi (caratterizzazione secondo EN 13242)

Separazione visiva sul trattenuto al setaccio 8 mm (UNI EN 13285:2004)

>70% in massa

Vetro e scorie vetrose Idem ≤ 15% in massa

Conglomerati bituminosi Idem ≤ 25% in massa

Altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero nei sottofondi stradali ai sensi della legislazione vigente

Idem ≤ 15% in totale e ≤ 5% per ciascuna tipologia

Materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume; materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie in plastica, etc.

Idem ≤ 0,1% in massa

Altri materiali (metalli, gesso, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, etc.) Idem ≤ 0,6% in massa

Passante al setaccio da 63 mm UNI EN 933/1 85-100%

Passante al setaccio 0,063 mm UNI EN 933/1 ≤ 15%

Ecocompatibilità TEST DI CESSIONE di cui all’all. 3 D.M. 5 febbraio 1998 s.m.

Il materiale risultare conforme al test di cessione

Tabella 2. Requisiti minimi richiesti per garantire la conformità di aggregati riciclati C4 da riempimento come da Circ. Min. 5205/05.

Per rendere idoneo alla attività proposta e conforme a quanto previsto dal D.M. 5 febbraio

1998 e alle indicazioni tecniche obbligatorie per gli impianti di lavorazione dei rifiuti inerti simili a

quello proposto D.G.P. 24 giugno 2011, nr. 1333 tutta la superficie dei piazzali dovrà essere posto

in opera uno strato di aggregato riciclato dello spessore variabile da 15 a 25 cm, a seconda delle

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caratteristiche del fondo naturale del piano di imposta, di aggregato riciclato 0/30. Il materiale

inoltre dovrà essere conforme ai requisiti previsti dalla circolare ministeriale n. 5205 dd. 15 luglio

2005 – Allegato C4 e così come rimodulati dalla norme tecniche approvate con D.G.P. 24 giugno

2011 nr. 1333. Le principali caratteristiche richieste vengono riproposte nella Tabella 2.

Si intende anche attrezzare un’area non sottoposta all’azione degli agenti atmosferici per i

rifiuti inerti costituite da carta, cartone, plastiche, ferro ed altri metalli non ferrosi, vetro, plastiche al

fine di salvaguardare al meglio il terreno, ma anche in considerazione che sarà necessario

eseguire una cernita manuale dei rifiuti stessi e dunque è opportuno che gli operatori possano

lavorare in condizioni ambientali idonee. Per questo sarà installato un capannone amovibile

costruito completamente in acciaio ed il cui dettaglio è descritto negli elaborati grafici allegati alla

relazione tecnica. Il capannone avrà una dimensione in pianta di circa 19 m x 20 m ed un’altezza

utile fuori terra di 6 m ca. Il capannone sarà sistemato su di una platea di calcestruzzo armato con

doppia rete continua e circondato su tre lati da una viabilità di servizio sostenuta con blocchi in

cemento per un’altezza di circa 1 m.

Per poter mettere in produzione i blocchi di cemento sarà anche indispensabile mettere in

opera dei silos dove contenere le materie leganti (polveri di cemento e ceneri) nonché per

contenere l’acqua necessaria ad eseguire l’impasto. I silos sono in acciaio prefabbricati e

amovibile e sono posti a ridosso del fronte sud del capannone fuori dalla fascia di rispetto dovuta

per non danneggiare i vicini.

Tutta l’area dell’impianto, così come previsto dalla legge, sarà delimitato da una recinzione

continua eseguita con la messa in opera di una rete metallica dell’altezza di circa 2 m ancorata su

pali di cemento o di legno.

Infine per ottemperare quanto disposto dalla normativa tecnica ripresa nella D.G.P. 24

giugno 2011, nr. 1333 è stato previsto un sistema per la raccolta delle acque meteoriche di

dilavamento dei piazzali. Nel paragrafo successivo si propone il dettaglio del dimensionamento

della rete; le acque raccolte in una vasca a tenuta saranno impiegate per la depolverizzazione dei

piazzali.

3.3 DIMENSIONAMENTO DELLA RETE E DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

L’area oggetto di intervento è posta in zona 3 pertanto se si considera la curva di possibilità

pluviometrica con T.R. di 25 anni, trattando il dimensionamento di progetto alla stregua di un

dimensionamento di una fognatura bianca, si ha che la curva di possibilità pluviometrica

caratteristica sulla base dei dati di letteratura disponibili è la seguente:

h = 36.4 t ^0.33 con h espressa in mm e t espressa in ore

da cui si ottiene che considerando la necessità di dover laminare la portata di un’ora di pioggia si

ottiene un’altezza di pioggia pari a 36.4 mm. Considerando che la superficie afferente è solo in

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parte pavimentata con superficie impermeabile si deve associare un coefficiente di impermeabilità

pari a φ=0,25 per le superfici pavimentate in macadam e φ=0,85 per le superfici pavimentate in

conglomerato bituminoso o per le tettoie che riparano i rifiuti e dunque la portata da laminare

considerando un’arco temporale di un’ora sarà data da:

Q prg.= i Ai x h x φi / (Δt x 3600) = l/s

dove Q è la portata da smaltire, Δt è la durata della pioggia in ore, A la superficie scolante

in mq per ciascuna superficie tipo, h l’altezza di pioggia espressa in mm. Applicando l’equazione al

caso di studio si ottiene che il contributo di tutto l’impianto produce una portata di progetto pari a

circa 9 l/s da cui si ricava che volendo laminare completamente la pioggia caduta nella prima ora,

applicando un fattore di sicurezza pari a Fs=1.2, è necessario disporre una vasca delle seguenti

dimensioni:

V= 27 l/s * 3.6 * 1.2 = 39 mc

Per quanto concerne il trattamento delle acque raccolte nei piazzali di conferimento dai dati

di letteratura si ha che per una superficie fino a 600 mq è necessario un disoleatore dotato di una

camera di circa 2300 l a monte del quale deve essere installato un dissabbiatore di capienza utile

pari a 2100 l.

Sulla base di questi si è progettata una rete di raccolta composta come segue:

1. sarà data una pendenza trasversale al piazzale posto alla quota di 162 m s.m.m. pari a circa il

2% in modo da direzionare lo scorrimento delle acque meteoriche verso il canale di gronda

posto al limite dell’area di messa in riserva dei rifiuti. Il canale sarà costituito da una superficie

pavimentata in calcestruzzo della larghezza di 2 m con sezione trasversale a “corda molla” e

delimitata esternamente da un cordolo di cordonate di cemento. Lo spessore della canaletta

sarà di circa 25 cm e sarà posta in opera una rete elettrosaldata Ф10 mm sul fondo del getto al

fine di assorbire i carichi di punta dovuti al passaggio dei mezzi di cantiere. La canaletta avrà

una pendenza trasversale del 2% in grado di far defluire le acque nella zona mediana

dell’impianto dove saranno raccolte in due pozzetti per defluire poi tramite una condotta al

dissabbiatore. Nella stessa rete saranno collegate le tubazioni che raccolgono le acque

all’interno delle aree di conferimento e le acque dei pluviali della tettoia. La condotta che

formerà la rete di smaltimento delle acque meteo sarà eseguita in tubi in PVC o altro materiale

resistente allo schiacciamento del diametro di 200 mm ed avrà un’inclinazione dello 0,5%;

2. le aree di conferimento saranno realizzate eseguendo in opera una piastra di calcestruzzo

dello spessore di 25 cm con la superficie sagomata in maniera tale da consentire di raccogliere

le acque meteoriche in due pozzetti posti su uno degli angoli delle platee e presidiati da una

griglia di raccolta;

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3. il dissabbiatore sarà realizzato mediante la posa in opera di nr. 4 prolunghe di cemento

prefabbricato delle dimensioni interne di 80x160x50 e rispondenti alle norme UNI EN 1917 –

Conformità CE. Gli anelli saranno sigillati sul fondo gettando in opera una soletta di

calcestruzzo dello s\pessore di circa 20 cm. L’interno del pozzetto sarà sigillato al fine di

evitare la dispersione delle acque meteoriche nel sottosuolo mediante resinatura con malte

idonee allo scopo. Collegato al dissabbiatore sarà posto in opera un disoleatore. Il

dissabbiatore sarà chiuso superiomente da una griglia in ferro, in modo tale da garantire la

raccolta di eventuali acque di scorrimento superficiali all’interno del piazzale dell’impianto;

4. quale trattamento delle acque meteoriche sarà messo in opera un disoleatore statico

separatore di liquidi prefabbricato in cemento con filtro a coalescenza e dispositivo di chiusura

automatica che ha la specifica funzione di separare naturalmente (senza l'ausilio di additivi

chimici) le sabbie, gli oli minerali e gli idrocarburi presenti nelle acque reflue in ingresso. Le

dimensioni minime della vasca di trattamento saranno pari a 125 cm di larghezza, 150 cm di

altezza e 180 cm di lunghezza. Il coperchio dovrà essere carrabile e dunque avrà uno

spessore dell’ordine dei 20-25 cm. Il volume utile del dissabbiatore è calcolato in 2500 l. Le

acque trattate saranno convogliare ad una vasca di laminazione;

5. la vasca di laminazione sarà realizzata mediante la posa in opera di un manufatto in cemento

armato prefabbricato delle dimensioni minime di 180 cm di larghezza, 420 cm di lunghezza e di

una profondità di 220 cm e comunque tali da garantire una capacità di 12 mc. All’interno della

vasca sarà alloggiata una pompa da utilizzarsi per alimentare una rete idraulica per la

depolverizzazione dei cumuli dei rifiuti.

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4 DEFINIZIONE DELL’AMBITO OPERATIVO DELL’ATTIVITA’

Nella presente sezione si intende approfondire l’analisi degli aspetti ambientali che possono

essere connessi con l’attivazione dell’impianto di riciclaggio. L’obiettivo dell’azienda è quello di

recuperare le demolizioni edili non pericolose, trattarle per ottenere della materie prime seconde

idonee per un reimpiego come materiali da costruzione.

A questa attività per offrire un servizio completo agli utenti ed anche un’opzione

caratterizzante l’impianto si intende affiancare:

la normale attività di ritiro delle tipologie di rifiuti normalmente vengono prodotti sui cantieri edili

in genere, quali ad esempio legno, nailon, imballaggi, carta, cartone, vetro, ferro e metalli;

la produzione di conglomerati cementizi in forma o sfusi prodotti mediante l’impiego degli

aggregati riciclati prodotti presso il centro nonché misti cementati prodotti dal trattamento dei

rifiuti edili lavorati.

Le tipologie ed i quantitativi di rifiuti che si intende ritirare per sottoporre a trattamento per la

produzione di materie prime secondarie in procedura semplificata secondo quanto previsto dalla

norma tecnica del D.M. 5 febbraio 1998 e ss.mm. presso l’impianto saranno i seguenti:

DESCRIZIONE RIFIUTO

CO

DIC

E

C.E

.R.

QU

AN

TIT

A’

[t/A

NN

O] ATTIVITA’ DI RECUPERO MATERIE PRIME OTTENUTE

Tipologia 7.1 : rifiuti costituiti da laterizi,intonaci e conglomerati di cemento armato e non,comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo amato provenienti da linee ferroviarie,telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali,purché privi di amianto. Provenienza: attività di demolizione, frantumazione costruzione;selezione da RSU e/o RAU: manutenzione reti; attività di produzione di lastre e manufatti in fibrocemento. Caratteristiche: materiale inerte,laterizio e ceramica cotta anche con eventuale presenza di frazioni metalliche, legno, plastica,carta e isolanti escluso amianto.

101311 170101 170102 170103 170802 170107 170904 200301

20.000

7.1.3 Messa in riserva di rifiuti inerti (R13) per la produzione di materie prime secondarie per l’edilizia mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazioni, vagliatura,selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al D.M. 5 febbraio 1998. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13-R5]

7.1.4 Produzione di materie prime seconde per l’edilizia conformi all’allegato C della circolare Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005 nr. UL/2005/5205

Tipologia 7.6 : conglomerato bituminoso,frammenti di piattelli per il tiro al volo. Provenienza: attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo;campi di tiro al volo. Caratteristiche: rifiuto solido costituito da bitume e inerti.

170302 200301

2.500 7.6.3.c Produzione di materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali mediante selezione preventiva (macinazione, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventuale miscelazione con materiale inerte vergine) con eluato conforme al test di cessione secondo il metodo in allegato 3 al D.M. 5 febbraio 1998. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13-R5]

7.6.4.b Materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate.

Dalle operazioni di trattamento delle macerie edili saranno prodotte le seguenti tipologie di

rifiuti:

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CER 19 12 01 – carta e cartone;

CER 19 12 02 – metalli ferrosi;

CER 19 12 03 – metalli non ferrosi;

CER 19 12 04 – plastica e gomma;

CER 19 12 05 – vetro;

CER 19 12 07 – legno non contente sostanze pericolose;

CER 19 12 12 – altri rifiuti non contenenti sostanze pericolose.

Detti materiali di risulta saranno depositati all’interno di appositi cassonetti (container) e

periodicamente smaltiti presso altro centro autorizzato. I rifiuti contenuti all’interno dei cassonetti

saranno protetti mediante l’impiego di teli di copertura per evitare il sollevamento di polveri o

eventuali parti leggere nonché per evitare il contatto con le acque meteoriche. La ditta dovrà

provvedere ad effettuare le registrazioni di carico e scarico dei rifiuti prodotti su apposito registro.

Per quanto attiene le modalità di stoccaggio si specifica che:

i rifiuti raccolti sono compatibili tra loro e non possono dare luogo alla formazione di prodotti

esplosivi e pericolosi;

i rifiuti saranno stoccati in zone specificatamente riservate e separate dalle zone di deposito

delle materie prime;

non vengono stoccati rifiuti allo stato liquido;

i rifiuti non sono putrescibili;

non viene effettuata attività di recupero energetico.

Nella tabella di seguito riportata si elencano le voci di rifiuto per le quali si intende

richiedere la possibilità di eseguire la sola messa in riserva in procedura semplificata con

eventuale cernita e selezione ai sensi di quanto disposto al p.to 8 dell’art. 6 del D.M. 5 febbraio

1998; i rifiuti così raccolti saranno poi avviati successivamente ad operazione di recupero presso

altri centri allo scopo autorizzati secondo quanto previsto dalla norma tecnica del D.M. 5 febbraio

1998 e ss.mm. Nello specifico si intende ritirare:

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DESCRIZIONE RIFIUTO

CO

DIC

E

C.E

.R.

QU

AN

TITA

(t/A

NN

O)

ATTIVITA’ DI RECUPERO

MA

TER

IE

PR

IME

OTT

ENU

TE

Tipologia 1.1: rifiuti di carta, cartone e cartoncino, inclusi poliaccoppiati, anche di imballaggi Provenienza: attività produttive, raccolta differenziata di RU, altre forme di raccolta in appositi contenitori su superfici private, attività diservizio. Caratteristiche:

rifiuti costituiti da: cartaccia derivante dalla raccolta differenziata, rifiuti di carte e cartoni non rispondenti alle specifiche delle norme UNI-EN 643.

15 01 01

15 01 05

15 01 06

20 01 01

500 1.1.3.b Messa in riserva di rifiuti inerti [R13] per la produzione di materie prime secondarie per industria cartaria mediante selezione, eliminazione di impurezze e di materiali contaminati, compattamento in conformità alle seguenti specifiche [R3]: -impurezze quali metalli, sabbie e materiali da costruzione, materiali sintetici, vetro, carte prodotte con fibre sintetiche, tessili, legno, nonché altri materiali estranei: max 1% come somma totale; -carta carbone, carte bituminose: assenti; -formaldeide non superiore allo 0,1% in peso; fenolo non superiore allo 0,1% in peso; -PCB+PCT:< 25 ppm. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13]

1.1.4

n.a.

Tipologia 2.1 : imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro; rottami di vetro. Provenienza: raccolta differenziata in appositi contenitori e/o altre raccolte differenziate; selezione da RSU e/o RAU; attività industriali, artigianali, commerciali e di servizi, autodemolizioni autorizzate ai sensi del decreto legislativo 5 feb. 1997, n. 22 e ss.mm. Caratteristiche: vetro di scarto con l’esclusione dei vetri da tubo raggio-catodici delle lampade a scarica ed altri vetri contaminati da sostanze radioattive e dei contenitori etichettati come pericolosi ai sensi della legge 29 mag. 1974, n. 256, D.P.R. 24 nov. 1981, n. 927 e ss.mm. e i., non radioattivo ai sensi del d.lgs. 17 mar. 1995, n. 230.

17 02 02

20 01 02

15 01 07

19 12 05

16 01 20

10 11 12

500 2.1.3.b Messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'industria vetraria mediante cernita manuale, vagliatura, frantumazione e/o macinazione, separazione metalli magnetici, asportazione dei materiali leggeri, separazione automatica metalli non magnetici, separazione automatica corpi opachi, per l'ottenimento di rottame di vetro pronto al forno con le seguenti caratteristiche: Pb <0,3 ppm sull'eluato effettuato in base ai criteri riportati nel Dm 21/3/73 "Disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze di uso personale" e successive modifiche e integrazioni (Supplemento G.U. n. 104 del 20 aprile 1973); per il rottame di vetro di colore misto pronto al forno: materiale solido costituito da rottame di vetro sodio-calcico con granulometria >3 mm, ceramica e porcellana <0,01%, pietre <0,02%, metalli magnetici <0,002%, metalli a magnetici <0,01%, materiali organici <0,1%, altri vetri 0,5%, umidità <3% in peso, frazione sottovaglio (<3 mm) <5%; per il rottame di vetro di colore giallo, mezzo bianco o bianco pronto al forno: materiale solido costituito da rottame di vetro sodico-calcico con granulometria >3mm, ceramica e porcellana <0,01%, pietre <0,01%, metalli magnetici <0,002%, metalli amagnetici 0,01% (0,003% per il rottame di vetro trasparente), materiali organici <0,1%, altri vetri <0,5% (4% per il rottame di vetro trasparente), umidità <3% in peso, frazione sottovaglio (<3mm) <5% [R5]; 2.1.3.b Messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'edilizia, per la formazione di rilevati e sottofondi stradali, riempimenti e colmature, come strato isolante e di appoggio per tubature, condutture e pavimentazioni anche stradali e come materiale di drenaggio, mediante cernita manuale, vagliatura, frantumazione e/o macinazione, separazione metalli magnetici, asportazione dei materiali leggeri, separazione automatica metalli non magnetici, separazione automatica corpi opachi, analisi del contenuto in metalli pesanti, e verifica dei limiti di cui al test di cessione effettuato sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R5]. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.67 DM 5/2/98. [R13]

2.1.4.

n.a.

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Tipologia 3.1 : rifiuti di ferro, acciaio e ghisa e, limitatamente ai cascami di lavorazione, i rifiuti identificati dai codici [100299] e [120199] Provenienza: attività industriali, artigianali, agricole, commerciali e di servizi; lavorazione di ferro, ghisa e acciaio, raccolta differenziata; impianti di selezione o di incenerimento di rifiuti; attività di demolizione. Caratteristiche: rifiuti ferrosi, di acciaio, ghisa e loro leghe anche costituiti da cadute di officina, rottame alla rinfusa, rottame zincato, lamierino, cascami della lavorazione dell'acciaio, e della ghisa, imballaggi, fusti, latte, vuoti e lattine di metalli ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato; PCB, PCT <25 ppb, ed eventualmente contenenti inerti, metalli non ferrosi, plastiche, etc., <5% in peso, oli <10% in peso; non radioattivo ai sensi del decreto legislativo 17 mar. 1995, n. 230.

12 01 02

12 01 01

10 02 10

16 01 17

15 01 04

17 04 05

19 01 18

19 01 02

20 01 40

19 12 02

1000 3.1.3.c Messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'industria metallurgica mediante selezione eventuale, trattamento a secco o a umido per l'eliminazione di materiali e/o sostanze estranee in conformità alle seguenti caratteristiche [R4]: -oli e grassi <0,1% in peso -PCB e PCT <25 ppb, -inerti, metalli non ferrosi, plastiche, altri materiali indesiderati max 1% in peso come somma totale solventi organici <0,1% in peso; -polveri con granulometria <10 μ non superiori al 10% in peso delle polveri totali; -non radioattivo ai sensi del decreto legislativo 17 mar. 1995, n. 230; -non devono essere presenti contenitori chiusi o non sufficientemente aperti, né materiali pericolosi e/o esplosivi e/o armi da fuoco intere o in pezzi. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13]

3.1.4.

n.a.

Tipologia 6.1 : rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici Provenienza: raccolte differenziate, selezione da R.S.U. o R.A.; attività industriali, artigianali e commerciali e agricole; attività di costruzione e demolizione. Caratteristiche: materiali plastici, compresi teli e sacchetti, tubetti per rocche di filati, di varia composizione e forma con eventuale presenza di rifiuti di altra natura.

02 01 04

15 01 02

19 12 04

20 01 39

17 02 03

1000 6.1.3.c Messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'industria delle materie plastiche, mediante asportazione delle sostanze estranee (qualora presenti), trattamento per l'ottenimento di materiali plastici conformi alle specifiche UNIPLAST-UNI 10667 e per la produzione di prodotti in plastica nelle forme usualmente commercializzate[R3]. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13]

6.1.4.

n.a.

Tipologia 9.1 : scarti di legno e sughero, imballaggi di legno Provenienza: industria edile e raccolta differenziata, attività industriali, artigianali, commerciali, agricole e di servizio; attività di demolizioni. Caratteristiche: legno in scarti di diverse dimensioni e segatura, con possibili presenze di polveri di natura inerte; cassette, pallets e altri imballaggi in legno non trattato, sfridi di pannelli (compensati listellari, di fibra, di particelle ecc.) di legno trattato, nobilitato, compreso MDF, polverino di carteggiatura.

03 01 01

03 01 05

15 01 03

03 01 99

17 02 01

20 01 38

19 12 07

20 03 01

2000 9.1.3. Messa in riserva di rifiuti di legno [R13] con lavaggio eventuale, cernita, adeguamento volumetrico o cippatura per sottoporli alle seguenti operazioni di recupero [R3]: a) recupero nell'industria della falegnameria e carpenteria [R3]; b) recupero nell'industria cartaria [R3]; c) recupero nell'industria del pannello di legno [R3]. Messa in riserva di rifiuti inerti secondo gli artt.6-7 DM 5/2/98. [R13]

6.1.4.

n.a.

TOT. 5.000

A queste attività, ed utilizzando lo stesso impianto mobile usato per la lavorazione delle

macerie edili, si intende aggiungere la possibilità di eseguire il recupero di terre e rocce da scavo

secondo quanto di seguito definito nella tabella allegata:

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DESCRIZIONE RIFIUTO

CODICE

C.E.R.

QUANTITA’

(t/ANNO)

ATTIVITA’ DI RECUPERO MATERIE

PRIME

OTTENUTE

Terra e roccia da scavo

170504 15.000 Trattamento mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione delle frazioni indesiderate rifiuti inerti . [R13-R5]

Materia prima seconda nelle forme usualmente commercializzate con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto dall’Allegato 3 al D.M. 5febbraio 1998 così come modificato dal D.M. 5 aprile 2006 n. 186. Le materie prime secondarie inerti prodotte devono essere compatibili con la destinazione d’utilizzo prevista sulla base della tab. 1 colonna A o B dell’allegato 5 al titolo V della parte quarta del D.Lgs. 512/06 e ss.mm. Il materiale recuperato deve essere idoneo per la formazione di rilevati, drenaggi, strati di fondazione, sottofondi stradali, piazzali industriali, ripristini ambientali e sistemazioni agricole e/o forestali nonché come sottoprodotto da usarsi in sostituzione dei materiali di cava.

4.1 PIANO DI GESTIONE OPERATIVA

Coloro che vorranno conferire del rifiuto presso l’area di riciclaggio dovranno depositare la

documentazione che accompagna il trasporto del rifiuto presso gli uffici collocati nel capannone

antistante la pesa e collocato all’ingresso del centro. Gli uffici saranno contemporaneamente a

servizio sia dell’attività estrattiva sia della attività di gestione dei rifiuti.

Compiuta l’operazione di pesatura del carico un addetto del centro procede a visionare

visivamente se il materiale caricato all’interno del camion corrisponde a quanto dichiarato nella

documentazione di accompagnamento dei rifiuti. Se il rifiuto non è conforme si provvede a

respingere il carico stesso. Per la verifica del peso del rifiuto conferito si utilizzerà la pesa collocata

all’ingresso dell’impianto.

Quindi si potrà procedere allo scarico del rifiuto nell’apposito spazio destinato al

conferimento sotto il controllo del personale del centro. In corrispondenza del punto di accesso

sarà delimitata con una idonea segnaletica l’area di conferimento in modo da essere facilmente

individuata. Per ciascuna tipologia di rifiuto è determinata una posizione univoca e ben segnalata

da cartelli colorati in modo tale che a ciascun carico in ingresso possa essere associato facilmente

il punto di scarico.

L’area di conferimento è già dotata di una pavimentazione impermeabile; l’acqua viene

raccolta in un apposita rete e convogliata presso la nuova vasca di raccolta per essere avviata ad

impianto di dissabbiatura/disoleazione e quindi essere utilizzate o come acque di processo per la

produzione degli aggregati riciclati legati o per la depolverizzazione dei piazzali.

4.2 MODALITÀ DI TRATTAMENTO

Per la lavorazione del materiale si procederà sistemando un gruppo cingolato semovente di

frantumazione e selezione in grado di trasformare i rifiuti-post consumo in materie idonee per la

produzione di aggregati con caratteristiche conformi a quelli richiesti dalla normativa del settore.

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L’impianto utilizzato per le operazioni finali di recupero del materiale sarà l’impianto mobile di cui

dispone già la ditta Chizzola e che si compone di un gruppo di frantumazione e un gruppo di

vagliatura. L’attività di recupero consisterà in fasi meccanicamente interconnesse di macinazione,

vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione indesiderata per l’ottenimento di

prodotti idonei ad essere impiegati come materie prime seconde.

In particolare in prossimità dei cumuli di messa in riserva viene ricavata l’area dove

posizionare l’impianto mobile che opera nell’ambito del cantiere. L’impianto mobile è costituito da

un gruppo cingolato semovente di frantumazione e selezione in grado di trasformare i rifiuti-post

consumo in aggregati riciclati con caratteristiche conformi a quelle definite dalla D.G.P. 24 giugno

2011, nr. 1333 – Allegato B. Al fine di ottenere dei materiali con caratteristiche meccaniche

conformi per sostituire gli aggregati riciclati, dunque con un elevato grado di costanza per quanto

riguarda soprattutto le caratteristiche prestazionali di tipo geotecnico, i rifiuti in ingresso saranno

separati il più possibile in base alle caratteristiche merceologiche, per essere poi trattati in maniera

separata. Si formano così una serie di sottoprodotti aventi diverse curve granulometriche e diverse

caratteristiche meccaniche. Questi semiprodotti, secondo un preciso mix-design, vengono

miscelati a produrre le materie prime finite. Un controllo in produzione ne attesta sia le

caratteristiche chimiche che quelle fisiche.

L’impianto da utilizzare dovrà essere un frantoio a mascelle mobile del tipo OM-TRACK

modello APS 850 nr. matr. 87054, di grande affidabilità e robustezza, provvisto di cingoli e

semovente con flusso di materiale aperto e completo di sistema di stoccaggio. Il gruppo di

frantumazione includerà:

1. tramoggia di alimentazione;

2. alimentatore sgrossatore prima dell'alimentazione del frantoio;

3. frantoio a mascelle;

4. deferrizzatore;

5. dispositivo per la nebulizzazione dell’acqua per l’abbattimento delle polveri,

Di seguito le principali caratteristiche tecniche dell’impianto:

Lunghezza 14.5 m Produzione oraria 45-80 mc/h

Altezza 4.2 m Dispositivo di alimentazione 820*720 mm

Larghezza 3.5 m Dimensioni blocchi (input) 150-700 mm

Tabella 3. Dati tecnici caratterizzanti l’impianto di frantumazione in dotazione presso l’area di riciclaggio inerti

L’impianto rientra nelle lavorazioni salubri e non ha emissioni convogliate o tecnicamente

convogliabili ai sensi del DPR 203/88 e pertanto non è soggetto a specifiche autorizzazioni.

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1.Frantoio a mascelle 2.Alimentatore 4.Nastro reversibile 5.Nastro a cumolo materiale sottogriglia (optional) 6.Carro

cingolato 7.Vaglio vibrante sgrossatore 8.Deferizzatore 10.Servizi a piastre 11.Impianto abbattimento polveri (optional)

12.Piedi stabilizzatori 13.Motore Diesel 3.Nastro a cumulo 9.Centrale di comando

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Anche il gruppo di vagliatura è costituito da un mezzo semovente della ditta Continental

Nord, matricola nr. 13072-anno costruzione 2008, con 2 piani di vagliatura delle dimensioni di

1200x3000 mm. La macchina è in grado di selezionare un materiale con granulometria 0/200 mm

che viene alimentato tramite un nastro trasportatore da 650 mm x 6 m; in uscita il materiale è

scaricato a cumulo mediante due nastri trasportatori da 500 mm x 9 m.

Figura 2. Nella foto in alto è stato ritratto l’impianto di vagliatura, mentre il macchinario giallo nella foto in basso è il frantoio

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Il ciclo di flusso dei materiali è quindi schematizzabile come segue:

STOCCAGGIO RIFIUTI

Tip. 07.01 Demolizioni edili-20.000 t

Tip. 07.06 conglomerato bituminoso -2500 t

Terre da scavo CER 170504 – 15.000 t

MACINAZIONE MEDIANTE

MASCELLE 820x720

CERNITA’ ED

ELIMINAZIONE IMPURITA’

FERRO

LEGNO

PLASTICA

CARTA/CARTONE

> 700 mm

30/100 mm

IMPIANTO DI VAGLIATURA

A SECCO

0/30 mm

NON CALIBRATO

0/30 mm

10/30 mm 0/10 mm

INERTI PER EDILIZIA

PRODUZIONE CALCESTRUZZI

PRODUZIONE MISTI CEMENTATI

INERTI PER EDILIZIA

SEZIONE R13

SEZIONE R5

TIPOLOGIA 1.1 500 t

TIPOLOGIA 2.1 500 t

TIPOLOGIA 3.1 1000 t

TIPOLOGIA 6.1 1000 t

TIPOLOGIA 9.1 2000 t INERTI PER EDILIZIA 0/100 mm

Verifica di conformità degli aggregati alla classificazione Circ. Mn. 5205/05

Esecuzione test di cessione secondo il metodo in all. 3 al D.M. 5/02/1998 e s.m.i.

SEZIONE PRODOTTI

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4.3 DOTAZIONI IMPIANTISTICHE

L’impianto di riciclaggio è dotato di tutte le opere di infrastrutturazione per rientrare nelle

disposizioni di cui all’allegato A della D.G.P. 24 giugno 2011, nr. 1333 così come dettagliate

nell’allegato A. In particolare si ha che:

AREA di ACCESSO – CONFERIMENTO: l’area di conferimento è posizionata su di un’area

sub-pianeggiate posta in corrispondenza di ciascun comparto di scarico del materiale ed è

pavimentata con una soletta di conglomerato cementizio dello spessore decimentrico e dotata

delle opportune pendenze per la raccolta delle acque meteoriche in un pozzetto che le

convoglia nella rete di trattamento acque di progetto. Tutto l’impianto sarà dotato di un sistema

di depolverizzazione costituito da una serie di girandole di tipo agricolo a lunga gettata montate

sui tubi in acciaio di qualche metro di altezza e collegate ad una pompa che pesca dalle

vasche dell’impianto di trattamento. Il sistema di depolverizzazione sarà acceso all’occorrenza

e può essere gestito sia in modalità manuale sia in modalità automatica;

PRESCRIZIONE SI NO

DIMENSIONI: l’area deve essere adeguatamente dimensionata per la regolare circolazione dei mezzi impiegati X

CONTROLLO: l’attività di controllo in ingresso ed in uscita devono essere agevolate X

PESA: l’impianto deve essere dotato di pesa per la verifica quantitativa di tutti i rifiuti X

SUPERFICIE: la superficie dell’area deve essere pavimentata X

REFLUI: l’area deve essere dotata di sistema di raccolta di eventuali reflui in uscita dagli automezzi o dai serbatoi. Nel caso

di spandimento accidentale il liquido raccolto nella vasca a tenuta sarà aspirato con autobotte e conferito ad impianto di

trattamento

X

EMISSIONI POLVEROSE: dove è maggiore il transito dei veicoli è necessario prevenire il sollevamento delle polveri con un

sistema di depolverizzazione.

X

AREA DI DEPOSITO DEI RIFIUTI:

PRESCRIZIONE SI NO

LIMITI QUANTITATIVI: l’area di stoccaggio inerti consente il deposito di un volume di materiale pari a 8.000 mc in due aree

dedicate al deposito dei rifiuti comunque inferiore al 70% del quantitativo annuale autorizzato. Gli altri rifiuti saranno

depositati direttamente in container coperti da una tettoia, ed avviati periodicamente ad operazioni di smaltimento/recupero

X

CUMULI DI RIFIUTI: le aree destinate allo stoccaggio dei rifiuti sono distinti mediante il posizionamento di blocchi in cls.

usati con strutture di separazione. Ciascun volume di stoccaggio dei rifiuti sarà gestito in modo tale da ospitare

temporaneamente una sola tipologia di rifiuti che sarà di volta in volta identificata con opportuna segnaletica

X

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SUPERFICIE: i rifiuti per i quali viene richiesta autorizzazione rientrano nell’elenco positivo di cui alla tab. 4 dell’allegato A

del D.G.P. 24 giugno 2011, nr. 1333 o assimilabili agli stessi e per i quali è richiesto che lo strato di pavimentazione sia

realizzato in misto granulare non legato. Nel caso di specie tutti i piazzali dell’impianto di riciclaggio saranno realizzati

mediante la posa in opera sulla superficie corticale di uno strato di aggregato riciclato 0/30 del tipo C2. Per lo stoccaggio dei

rifiuti per i quali è stata richiesta la sola messa in riserva sarà realizzato un capannone nel quale disporre i container su

basamento eseguito in calcestruzzo armato

X

REGIMAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE: l’impianto sarà dotato di una rete di raccolta delle acque meteoriche che

opportunamente trattate verranno utilizzate per la produzione dei conglomerati cementizi o per la depolverizzazione dei

piazzali mediante l’impiego di girandole mobili

X

REFLUI: l’area deve essere dotata di sistema di raccolta di eventuali reflui in uscita dagli automezzi o dai serbatoi. Nel caso

di spandimento accidentale il liquido raccolto nella vasca a tenuta sarà aspirato con autobotte e conferito ad impianto di

trattamento

X

EMISSIONI POLVEROSE: dove è maggiore il transito dei veicoli è necessario prevenire il sollevamento delle polveri con un

sistema di depolverizzazione. Come già descritto in precedenza l’impianto è dotata di un sistema di abbattimento delle

polveri costituito da una serie di girandole alimentate con l’acqua raccolta nei piazzali. Alla bisogna si potrà intervenire

addizionando l’acqua delle condotte che alimentano il vicino capannone industriale

X

AREA IMPIANTO DI TRATTAMENTO

PRESCRIZIONE SI NO

EMISSIONI POLVEROSE: i cumuli di rifiuti da trattare saranno mantenuti costantemente umidificati in modo tale da ridurre

al massimo le emissioni di polveri in ambiente esterno

X

MOBILITA’: l’impianto di trattamento dei rifiuti è stato progettato in modo da consentire di estrarre lo stesso senza dover

movimentare i cumuli di rifiuti messi in riserva

X

AREA DI DEPOSITO DEI RIFIUTI PRODOTTI DALL’IMPIANTO

PRESCRIZIONE SI NO

RIFITUI SOLIDI: i rifiuti solidi prodotti vengono collocati all’interno di container di ferro opportunamente sistemati per essere

estratti facilmente. Per ogni tipologia di rifiuto prodotto esiste un apposito container che sarà mantenuto riparato o sotto alla

tettoia che sarà installata come da progetto. Nel caso i container carichi vengano appoggiati all’aperto per esigenze

occasionali di lavoro, gli stessi saranno riparati all’occorrenza mediante teli mobili.

X

RIFIUTI LIQUIDI: l’impianto NON produce rifiuti allo stato liquido X

AREA DI DEPOSITO DEI PRODOTTI

PRESCRIZIONE SI NO

CUMULI DI PRODOTTI: i cumuli dei prodotti sono separati in base alla tipologia merceologica del prodotto stesso. Per

aumentare le possibilità di stoccaggio dei materiali lavorati una volta che le MPS saranno verificate conformi ai requisiti

tecnici richiesti, saranno sistemate in un piazzale limitrofo all’area operativa dell’impianto per la commercializzazione in

alternativa ai materiali di cava

X

PRODOTTI DA CONTROLLARE: l’impianto di trattamento lavorerà per lotti e di volta in volta si provvederà ad esegue dei

controlli di qualità dei materiali prodotti conformemente al manuale di controllo di produzione di fabbrica

X

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SUPERFICIE: lo strato di appoggio dei cumuli è costituito da uno strato di materiale di separazione per evitare la

miscelazione dei prodotti con il terreno sottostante e nel caso di specie potendo utilizzare un aggregato riciclato misto

granulare non legato sarà impiegato riciclato 0/10 del tipo C4

X

EMISSIONI POLVEROSE: l’impianto è stato dotato di un sistema mobile per la depolverizzazione X

SPAZI DI SUPPORTO

PRESCRIZIONE SI NO

L’impianto è dotato di struttura di supporto quali un box ad uso ufficio, nel vicino capannone industriale sono presenti gli

spogliatoi per il personale e i servizi igienici regolarmente collegati con le fognature comunali, parcheggio dei mezzi d’opera,

l’officina per le piccole riparazioni; generalmente per le riparazione eseguire sulle macchine operatrici e sui macchinari ci si

avvale di ditte esterne specializzate

X

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5 ANALISI DEI PRINCIPALI FATTORI AMBIENTALI

L’impianto di lavorazione dei rifiuti che ci si propone di realizzare si colloca all’interno

dell’ambito di cava nella zona di Pilcante ove sono già presenti due impianti fissi per la lavorazione

degli aggregati naturali, che per modalità di funzionamento sono del tutto simili a quelli che si

intendono utilizzare per la lavorazione dei rifiuti inerti costituiti da macerie edili in genere nonché da

terre e rocce da scavo.

Le attività presenti nell’area di cava di Pilcante nel loro complesso sono già state analizzate

in occasione della predisposizione del nuovo piano di attuazione e pertanto come traccia operativa

si ritiene utile e conveniente ripercorrere ed aggiornare la valutazione già fatta solo alla luce della

nuova attività che si intende implementare.

5.1 Analisi del clima acustico

Certamente una fonte di impatto è costituita dalle emissioni acustiche prodotte dalla nuova

attività. Lo studio di impatto acustico prodotto dal Comune di Ala è datato 2009, ma i dati di input e

quelli di output sono ancora attuali visto che il sito di studio non ha subito modificazioni ed anzi

riducendosi i volumi di vendita degli inerti prodotti anche le emissioni acustiche oggi sono inferiori a

quelle considerate nell’analisi del 2009. Si ritiene pertanto corretto da un punto di vista

metodologico far riferimento allo studio del 2009.

Si riporta di seguito l’individuazione dei recettori sensibili elaborata dal dott. Frisinghelli:

Relativamente all'area estrattiva in località Pilcante si identificano, come recettori maggiormente esposti, tre siti

posti rispettivamente ad Est, Sud ed Ovest dell'area in esame. Verso Nord non si rilevano recettori ad una distanza

inferiore ai 500m. Verso Est, in località Marani di Ala, si trovano due gruppi di case, uno che chiameremo recettore

Cumerlotti e l'altro che identificheremo come recettore Cantore, entrambi sul versante sinistro dell'Adige. Per il primo la

zonizzazione acustica indica una “area di tipo misto” alla quale si deve associare la classe 3, cui in base a quanto

disposto dalla normativa tecnica compete un valore limite di emissione diurno di 55 dB(A) (notturno 45 dB(A)) ed un

valore limite di immissione diurno di 60 dB(A) (notturno 50 dB(A)). Per il secondo la classificazione vigente indica una

“area di intensa attività umana” alla quale si deve associare la classe 4, cui in base a quanto disposto dalla normativa

tecnica compete un valore limite di emissione diurno di 60 dB(A) (notturno 50 dB(A)) ed un valore limite di immissione

diurno di 65 dB(A) (notturno 55 dB(A)). Per entrambi sarà però necessario valutare anche i limiti conseguenti alla

definizione delle fasce di pertinenza acustica in quanto posti nelle vicinanza di strade sia locali sia di intenso traffico, oltre

che all'autostrada A22 ed alla linea ferroviaria. Verso Sud e verso Ovest i recettori maggiormente esposti sono due

edifici di civile abitazione classificati all'interno di una “area di tipo misto” alla quale si deve associare la classe 3, i cui

limiti sono quelli indicati precedentemente.

Di seguito si dà un prospetto riassuntivo dei limiti cui ci riferiremo in fase di valutazione previsionale,

considerando anche il fatto che l'attività in oggetto è esclusivamente diurna:

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RECETTORE VALORE LIMITE ASSOLUTO (immissione)

DISTANZA DALLE SORGENTI

CUMERLOTTI 70 dB(A) 420 m

CANTORE 70 dB(A) 210 m

SUD 60 dB(A) 370 m

OVEST 60 dB(A) 420 m

Tabella 4. Caratterizzazione dei ricettori sensibili

Figura 3. Estratto della zonizzazione acustica del Comune di Ala

Figura 4. Identificazione geografica dei recettori sensibili

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Per quanto attiene la definizione del clima acustico sito specifico si rileva che l’area in

esame è fortemente connotata per la presenza di diverse sorgenti sonore di una certa rilevanza

quali il traffico veicolare dell’Autostrada A22 del Brennero, le due strade provinciali in destra e

sinistra Adige; il transito dei treni merci e passeggeri lungo la linea del Brennero, la presenza di

una intensiva attività agricola connessa con la coltivazione della vite.

Per la verifica di impatto acustico del progetto di coltivazione delle cave è stata eseguita dal

dott. Frisinghelli una valutazione mediante software numerico; nella relazione tecnica sono

diffusamente esplicitate le modalità di taratura del modello che qui non interessa approfondire. E’

invece utile per lo svolgimento delle considerazioni legate al nuovo impianto di riciclaggio

specificare le caratteristiche acustiche e geometriche assegnate alle sorgenti nel modello di

calcolo.

SCENARIO SORGENTI (ISO 9613)

TIPO Nr. DESCRIZIONE LW ASSOCIATO

1

lineare 3 Traiettorie di movimento dei materiali 84

lineare 2 Traiettorie di accesso dei camion 80

puntuale 2 Frantoio/vaglio 110

2

lineare 2 Traiettorie di movimentazione dei materiali 84

lineare 1 Traiettorie per lavori di ripristino 84

lineare 2 Traiettorie di accesso dei camion 80

puntuale 2 Frantoio/vaglio 110

3

lineare 2 Traiettorie di movimentazione dei materiali 84

lineare 3 Traiettorie per lavori di ripristino 84

lineare 2 Traiettorie di accesso dei camion 80

puntuale 1 Frantoio/vaglio 110

4 lineare 4 Traiettorie di movimentazione dei materiali 84

lineare 2 Traiettorie per lavori di ripristino 80

Tabella 5. Caratterizzazione delle sorgenti acustiche presenti all’interno dell’attività estrattiva come inserite nel modello di simulazione acustica

Gli scenari che sono descritti fanno riferimento alle fasi di coltivazione come definiti dal

P.d.A. del Comune di Ala ed in particolare lo stato attuale indicato come “Attuale” e le situazioni

future divise per “scenario 1” (fase 1a), “scenario 2” (fase 2a + fase 1a), “scenario 3” (fase 3°, fase

IIa) e “scenario 4” (fasi IIIa, IVa e Va). Il nuovo progetto di unitaria coltivazione delle cave prevede

di realizzare la sola prima fase di progetto in un arco temporale di circa 10 anni e dunque per il

caso in parola si farà riferimento ai soli scenari attuale e scenario 1.

L'obiettivo primario della modellazione acustica dello studio acustico Frisinghelli era quello

di verificare l'impatto acustico nei confronti dei recettori nell'area. Come indice dell'impatto acustico

si è valutata la variazione del clima acustico generale, con particolare riferimenti alle ricadute sui

recettori. Tale variazione è stata quantificata rispetto allo stato attuale e cioè andando a verificare

quanto le diverse fasi di coltivazione previste incrementassero il livello di pressione acustica

immesso al recettore. I punti ricevitori inseriti sono stato collocati uno ad un'altezza di 1,50 metri

(basso) ed uno ad un'altezza di 3,5 metri (alto) per tener conto dello sviluppo altimetrico dei

recettori reali (civili abitazioni a più piani).Dalla modellazione numerica si sono ottenuti i seguenti

risultati:

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Fo

ndo

Cava

att

iva

sta

to a

ttuale

Cava

att

iva

sta

to F

ase 1

Cava

att

iva

sta

to a

ttuale

Cava

att

iva

sta

to F

ase 1

P.to ricevente

Distanza Altezza Valore limite

dB(A)

L tot dB(A) L tot dB(A) L tot dB(A) Diff. dB(A) Diff. dB(A)

Sud 800 1,5 m 60 48.1 49.6 49.9 1.5 1.8

Sud 800 3,5 m 60 48.1 49.6 50.1 1.5 2.0

Ovest 630 1,5 m 60 48.2 50.8 52.4 2.6 4.2

Ovest 630 3,5 m 60 48.2 50.9 52.5 2.7 4.3

Cantore 734 1,5 m 70 70.4 70.4 70.4 0 0

Cantore 734 3,5 m 70 70.4 70.2 70.2 0 0

Cumerlotti 800 1,5 m 70 67.2 67.2 67.2 0 0

Cumerlotti 800 3,5 m 70 67.1 67.1 67.1 0 0

Tabella 6. Matrice con i risultati numerici di caratterizzazione del clima acustico

Osservando i risultati ottenuti nello studio Frisinghelli si evincono alcune considerazioni

immediate:

1. i due ricettori più vicini posti ad est dell’area di interesse non risentono di quanto accade

nell’area estrattiva dal momento che il loro clima acustico è sostanzialmente definito dalla

vicinanza del tracciato dell’autostrada A22, della S.P. in destra Adige e della ferrovia del

Brennero. Si deve concludere che anche nel caso di installazione del frantoio/vaglio mobili di

cantiere la situazione sia del tutto neutra;

2. lo sforamento del limite di immissione acustica in corrispondenza del recettore identificato

come Cantore non è dovuto alle attività produttive di studio ma alla presenza del tracciato

dell’autostrada A22, della S.P. in destra Adige e della ferrovia del Brennero perché lo

sforamento è registrato già per la misura del solo fondo naturale;

3. nel caso degli altri due recettori vi è un aumento di pressione sonora sia per gli scenari relativi

alla situazione stato attuale sia per lo scenario relativo alla prima fase di progetto. L’aumento

calcolato è comunque notevolmente inferiore al limite imposto dalla zonizzazione acustica ed

anche i differenziali sono inferiori ai 5 dB(A) previsti dalla normativa tecnica.

Quindi appare chiaro che l’installazione di un nuovo impianto di riciclaggio potrebbe andare

ad incidere sulla situazione dei soli due recettori a sud ed ad est. Rispetto alle ipotesi di calcolo

impostate nel modello di calcolo vi sarebbe una sorgente in più costituita dal gruppo di

frantumazione la cui emissività è stata valutata in Lw=110 dB(A). Nella Tabella 6 sono state

riportate le distanze tra il punto di applicazione della futura sorgente sonora ed i due recettori

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sensibili; si applica la legge di decadimento acustico in campo aperto Lp = Lw – 20*log10(drec.) – 11

per determinare l’apporto sonoro della nuova sorgente in corrispondenza del recettore sensibile e

quindi mediante una sommatoria logaritmica è possibile ottenere la revisione dei livelli di intensità

acustica definiti dal modello Frisinghelli. Da dirsi che i risultati ottenuti sono ampiamente a favore di

sicurezza poiché non tengono in minimo conto dei fattori di abbattimento acustico dovuti agli

ostacoli ed alle stesse proprietà fonoassorbenti del terreno naturale e della vegetazione presente

sul terreno: si ricorda che tutta l’area è intensivamente coltivata a vite.

Pote

nza

son

ora

applic

ata

Lw

Nuovo

app

ort

o

al

rece

tto

re

Fo

ndo

natu

rale

Cava

attiv

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ale

Cava att

iva sta

to F

ase

1

Cava

attiv

a s

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uale

+ im

p.

ricic

lag

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Cava a

ttiv

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Cava

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lag

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p.

ricic

laggio

P.to ricevente Dist.

m

Altezza Limite

dB(A)

Lw Lrec.

dB(A)

L tot

dB(A)

L tot

dB(A)

L tot

dB(A)

L tot

dB(A)

L tot

dB(A)

Diff.

dB(A)

Diff.

dB(A)

Sud 800 1,5 m 60 105 35.9 48.1 49.6 49.9 49.8 50.1 2 2.1

Sud 800 3,5 m 60 105 35.9 48.1 49.6 50.1 49.8 50.3 2 2.1

Ovest 600 1,5 m 60 105 38.4 48.2 50.8 52.4 51 52.7 2.8 4.5

Ovest 600 3,5 m 60 105 38.4 48.2 50.9 52.5 51.1 52.7 2.9 4.5

Tabella 7. Analisi dello stato futuro considerando la presenza in cantiere del nuovo impianto di riciclaggio.

I valori riportati nella Tabella 7 rappresentano uno scenario limite dal momento che,

considerate la produttività oraria dell’impianto e il quantitativo di rifiuti massimo conferibile, si

avrebbe che può calcolare in 60 gg. equivalenti/anno il periodo di funzionamento dell’impianto

necessario per trattare tutti i rifiuti. Inoltre si deve considerare che difficilmente l’impianto di

riciclaggio lavorerà contemporaneamente agli altri impianti di cava, dal momento che in condizioni

standard sarà gestito dallo stesso personale. Quanto poi al contributo del traffico veicolare non

varierà in maniera significativa dal momento che i clienti del centro di riciclaggio saranno

grossomodo gli stessi che poi caricheranno i materiali di cava in uscita.

Ciò premesso dai dati di calcolo si evince che:

saranno comunque rispettati i limiti di immissione previsti dal piano di zonizzazione acustico

comunale;

saranno comunque rispettati i limiti di differenziale al recettore imposti dalla norma tecnica in

tema di impatto acustico;

il contributo aggiuntivo al recettore dovuto alla presenza del nuovo impianto è dell’ordine di 0,2

dB(A) dunque un fattore del tutto trascurabile.

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Tutto ciò detto, senza implementare un nuovo modello numerico, si ottiene ritiene di aver

sufficientemente documentato che la presenza del nuovo impianto non andrà a modificare nella

sostanza la situazione attuale ne quella futura che sono già state ritenute accettabili.

5.2 Emissioni in atmosfera

La presenza di un impianto destinato alla produzione di aggregati riciclati potrebbe

comportare problemi connessi con l’emissione delle polveri diffuse dovuta all’azione meccanica

che il vento esercita sulle particelle. Al fine di comprendere la significatività del fenomeno per il

caso di studio si sono studiati i dati meteorologici con particolare riferimento alle direzioni del vento

registrate in prossimità del sito di studio.

Dall’analisi dei dati emerge che la direzione prevalente del vento è quella tra N e NE e comunque

quando il vento soffia in direzione contraria ha prevalente direzione compresa tra E e SE. Nei

grafici di seguito si documenta l’analisi statistica eseguita su più anni e su un campione di oltre

20.000 dati. L’immagine aerea, di seguito riportata, consente anche di apprezzare come nella

direzione prevalente del vento non vi siano potenziali recettori sensibili in un raggio di qualche

chilometro.

D’altra parte vi è anche da dire che il sito di studio si trova circa 15 m al di sotto del livello del piano

campagna ed è riparato dalla conformazione morfologica con la quale è stato scavato il giacimento

e dalle opere di infreastrutturazione di progetto, sicché i cumuli di materiale sono certamente

riparati dal vento che spira da sud e sud-ovest. Inoltre le eventuali particelle di polvere sollevate

dal vento sono destinate a precipitare poco oltre poiché in direzione nord l’aria incontra un netto

ostacolo verticale costituito dalle rampe della cava che impedisce l’azione del vento e favorisce il

deposito delle particelle raccolte.

Figura 5. Grafici anemometrici relativi alla frequanza principale della direzione del vento nella zona di studio. A sinistra è stato elaborato il grafico raccogliendo i dati della stazione meteo della Fondazione Mac relativa agli anni 2013 e 2014; a sinistra lo stesso tipo di grafico ricavato dall’analisi dei dati disponibili per il periodo 2007-2009 e contenuto nello studio di impatto ambientale presentato a corredo del nuova Piano di Attuazione delle cave di Pilcante.

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Figura 6. Nella corografia è stata identificata la posizione del nuovo impianto di riciclaggio e la direzione principale del vento sulla quale si può facilmente verificare che non si hanno recettori sensibili.

Ad integrazione del favorevole contesto naturale di cui in precedenza, in fase di progetto si

è ritenuto opportuno prevedere la realizzazione all’interno dell’area operativa di un sistema di

depolverizzazione costituito da alcune girandole mobili che saranno alimentate prelevando l’acqua

meteorica raccolta nei piazzali. In caso di scarsità di acqua l’impianto sarà alimentato direttamente

con l’acqua che serve gli altri impianti di cava ed sono collegati con un pozzo di emungimento

regolarmente autorizzato. Parte integrante del progetto è un elaborato specifico che individua le

potenziali sorgenti di polvere ed il miglior posizionamento da assegnare alle girandole per

contenere le emissioni diffuse.

Per quanto concerne l’impianto di frantumazione, come descritto nella sezione dedicata alla

gestione, questo è dotato di un sistema di depolverizzazione con uggelli fissi sistemati in

corrispondenza della bocca di alimentazione del macchinario stesso. Per quanto riguarda la

vagliatura, che avviene a secco, si evidenzia come il materiale in uscita dal frantoio è già

Impianto riciclaggio inerti

Direzione vento

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sufficientemente umido per ridurre in maniera significativa l’emissione di polveri. Evenutalmente,

una opportuna regolazione delle girandole dovrebbe consentire di mantenere sempre bagnato il

materiale temporaneamente lasciato a cumulo sotto agli impianti.

L’area dei piazzali sarà per lo più cementata e per la parte rimanente pavimentata con uno

strato di riciclato 0/30 che una volta rullato tende a contrastare efficacemente l’azione

meccanica/erosiva del vento. Se ne ricava che la situazione di stato futuro sarà migliorativa, per lo

specifico aspetto ambientale, di quella attuale.

Per il resto la viabilità di accesso all’impianto è già stata asfaltata per intero e dotata di un

sistema di getti d’acqua che mantengono la superficie della carreggiata sempre inumidita in modo

tale che al passaggio dei camion non si ha sollevamento di polveri. Lungo tutto il perimetro della

cava esiste già una folta cortina alberata che contrasta l’azione meccanica del vento e previene la

diffusione di polveri sulla strada provinciale. Anche in direzione nord in dirittura del nuovo impianto

vi è una fitta cortina alberata e poi la campagna coltivata.

5.3 Il traffico veicolare

La presenza di un impianto destinato alla produzione di aggregati riciclati è funzionale alla

attività estrattiva di inerti naturali. Infatti, anche a causa della crisi economica, le aziende del

settore edile si trovano nella necessità di dover ridurre al massimo i propri costi di gestione. Per

questa ragione sarebbe strategico per loro poter scaricare le demolizioni edili nel punto stesso in

cui caricano poi gli inerti naturali che utilizzeranno in una fase successiva per i lavori di costruzione

edile sul cantiere. Ne consegue che il flusso veicolare da e per la cava non sarà incrementato

rispetto a quello già in essere, perché la nuova iniziativa imprenditoriale è messa in atto solo nel

tentativo di mantenere l’attuale portafoglio clienti dell’azienda.

I mezzi che arrivano dà e per la cava Chizzola, dove si trova la nuova area di riciclaggio,

percorrono solo strade di livello provinciale che lambiscono per vie esterne in direzione sud

l’abitato di Pilcante ed in direzione nord quello di Santa Cecilia. Il tratto terminale della pista di

uscita dal cantiere viene percorso su di un tracciato asfaltato ed inumidito in modo tale che le ruote

dei veicoli non trascinano all’esterno la polvere rendendo pericoloso il transito sulla strada

principale. La pendenza della pista di accesso al cantiere impone ai mezzi di ridurre la velocità ai

10 Km/h e dunque non si ha sollevamento di polvere.

Anche per questo specifico aspetto ambientale era stata eseguita un’analisi specifica dallo

studio Geologica Applicata in fase di redazione del nuovo Piano di Attuazione del Comune di Ala.

Stante quanto spiegato nel presente paragrafo i carichi veicolari non subiranno modifiche rispetto a

quelli considerati nello studio e dunque si ritiene che le conclusioni possano essere ritenute ancora

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valide e far mantenere un giudizio sostanzialmente positivo circa il modesto impatto prodotto

dall’attività della ditta Chizzola.

5.4 Tutela dell’acqua

Come evidenziato nella Carta delle Risorse Idriche l’area di progetto non è interessata dalla

presenza di sorgenti o pozzi ad utilizzo potabile pubblico. I materiali naturali presenti nel sito sono

caratterizzati da un’elevata permeabilità idrica satura stimata da recenti verifiche maggiore di 10-3

cm/sec. Si tratta di una permeabilità elevata che assicura una rapida infiltrazione delle acque

meteoriche nel sottosuolo tale da escludere la formazione di ristagni idrici superficiali.

L’oscillazione della falda freatica è legata sia ad escursioni stagionali del livello del fiume

Adige che ad apporti idrici laterali dai versanti. Al fine di determinare la quota di massima

escursione della falda freatica sono state effettuate alcune misurazioni all’interno dei pozzi utilizzati

dalle Ditte Cave di Pilcante s.a.s. e Chizzola Armando Inerti e Scavi S.r.l. Il livello della falda

registrato è sempre stato misurato inferiore alla quota di massima escursione individuata nel

progetto di coltivazione delle cave (Relazione geologica a firma del Dott. Valle Claudio del ottobre

2005) pari a 140.4 m s.m.m. Tale quota di riferimento è posta 23/25 m più in basso rispetto alla

quota del piazzale ove sarà esercitata l’attività di riciclaggio inerti e pertanto non vi è alcuna

possibile interferenza diretta con la falda.

Presso l’impianto non si prevede di ritirare alcun tipo di rifiuto allo stato liquido e dunque

non può generarsi lo sversamento di sostanze inquinanti che possano creare dei problemi alla

falda, anche perché al di sopra del materiale in posto sarà sistemato uno strato decimetrico di

aggregato riciclato 0/30 con una permeabilità notevolmente inferiore o una pavimentazione in

cemento del tutto impermeabile. In ogni caso l’impianto sarà dotato di tutti i sistemi definiti dalla

norma di settore per il controllo delle acque meteoriche. Sulla base dei dati idrologici sito specifici è

stata progettata una rete di raccolta delle acque composta come segue:

1. sarà data una pendenza trasversale al piazzale posto alla quota di 162 m s.m.m. pari a circa il

2% in modo da direzionare lo scorrimento delle acque meteoriche verso il canale di gronda

posto al limite dell’area di messa in riserva dei rifiuti. Il canale sarà costituito da una superficie

pavimentata in calcestruzzo della larghezza di 2 m con sezione trasversale a “corda molla” e

delimitata esternamente da un cordolo di cordonate di cemento. Lo spessore della canaletta

sarà di circa 25 cm e sarà posta in opera una rete elettrosaldata Ф10 mm sul fondo del getto al

fine di assorbire i carichi di punta dovuti al passaggio dei mezzi di cantiere. La canaletta avrà

una pendenza trasversale del 2% in grado di far defluire le acque nella zona mediana

dell’impianto dove saranno raccolte in due pozzetti per defluire poi tramite una condotta al

dissabbiatore. Nella stessa rete saranno collegate le tubazioni che raccolgono le acque

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all’interno delle aree di conferimento e le acque dei pluviali della tettoia. La condotta che

formerà la rete di smaltimento delle acque meteo sarà eseguita in tubi in PVC o altro materiale

resistente allo schiacciamento del diametro di 200 mm ed avrà un’inclinazione dello 0,5%;

2. le aree di conferimento saranno realizzate eseguendo in opera una piastra di calcestruzzo

dello spessore di 25 cm con la superficie sagomata in maniera tale da consentire di raccogliere

le acque meteoriche in due pozzetti posti su uno degli angoli delle platee e presidiati da una

griglia di raccolta;

3. il dissabbiatore sarà realizzato mediante la posa in opera di nr. 4 prolunghe di cemento

prefabbricato delle dimensioni interne di 80x160x50 e rispondenti alle norme UNI EN 1917 –

Conformità CE. Gli anelli saranno sigillati sul fondo gettando in opera una soletta di

calcestruzzo dello spessore di circa 20 cm. L’interno del pozzetto sarà sigillato al fine di evitare

la dispersione delle acque meteoriche nel sottosuolo mediante resinatura con malte idonee allo

scopo. Collegato al dissabbiatore sarà posto in opera un disoleatore. Il dissabbiatore sarà

chiuso superiomente da una griglia in ferro, in modo tale da garantire la raccolta di eventuali

acque di scorrimento superficiali all’interno del piazzale dell’impianto;

4. quale trattamento delle acque meteoriche sarà messo in opera un disoleatore statico

separatore di liquidi prefabbricato in cemento con filtro a coalescenza e dispositivo di chiusura

automatica che ha la specifica funzione di separare naturalmente (senza l'ausilio di additivi

chimici) le sabbie, gli oli minerali e gli idrocarburi presenti nelle acque reflue in ingresso. Le

dimensioni minime della vasca di trattamento saranno pari a 125 cm di larghezza, 150 cm di

altezza e 180 cm di lunghezza. Il coperchio dovrà essere carrabile e dunque avrà uno

spessore dell’ordine dei 20-25 cm. Il volume utile del dissabbiatore è calcolato in 2500 l. Le

acque trattate saranno convogliare ad una vasca di laminazione;

5. la vasca di laminazione sarà realizzata mediante la posa in opera di un manufatto in cemento

armato prefabbricato delle dimensioni minime di 180 cm di larghezza, 420 cm di lunghezza e di

una profondità di 220 cm e comunque tali da garantire una capacità di 12 mc. All’interno della

vasca sarà alloggiata una pompa da utilizzarsi per alimentare una rete idraulica per la

depolverizzazione dei cumuli dei rifiuti.

5.5 La pianificazione territoriale ed il paesaggio

Il progetto dell’impianto di riciclaggio si inserisce all’interno dell’area estrattiva esistente e

non richiede una modifica dell’andamento plano altimetrico dello stato dei luoghi. In ogni caso è

stata depositata i data 3 aprile 2014 domanda di autorizzazione dell’impianto presso la

Commissione per la Pianificazione Territoriale e il Paesaggio della Comunità della Vallagarina che

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con propria deliberazione nr. 40/2014 approvava la realizzazione delle opere per quanto concerne

gli aspetti della tutela paesaggistico - ambientale.

5.6 Incidenza sulla fauna e sulla flora

L’incidenza negativa sulla fauna e sulla flora locali dovuta alla nuova attività economica è

da considerarsi NULLO per tre ordini di considerazioni:

1) le attività estrattive esistono da oltre 50 anni e dunque la fauna locale si è ormai adattata alla

loro presenza;

2) il sito all’interno della cava ove si intende collocare l’impianto è già stato manomesso con

l’escavazione passata e dunque è ormai una superficie senza particolare valenza, conclusione

peraltro emersa già in fase di Valutazione di impatto ambientale del P.d.A. del Comune di Ala

(vedasi per completezza la “Relazione sugli aspetti vegetazionali” allegata al piano di

attuazione);

3) il settore in cui si intende operare sarà l’ultimo che dovrà essere messo in coltivazione e

ripristinato.

Di contro la presenza dell’impianto di riciclaggio faciliterà l’impresa nella recupero e

produzione di materiali idonei per eseguire i previsti ripristini ambientali delle cave di Pilcante.

5.7 Interferenze con l’attività estrattiva

Le interferenze con l’attività estrattiva esistente sono nulle, come confermato dal parere nr. 627582

dd. 25/11/2014 del Servizio Minerario della Provincia Autonoma di Trento. In ogni caso si ha che:

si va ad intervenire su di un’area che non sarà oggetto di estrazione per almeno 15/20 anni se

non di più visti gli attuali regimi di vendita degli inerti lavorati. Tale dato è un dato oggettivo dal

momento che presso il Comune di Ala è stato depositato un progetto che definisce le modalità

estrattive a 10 anni e dal quale risulta che sarà sufficiente parte del giacimento del Chiesurone

(il settore nord dell’area estrattiva di Pilcante – ndr) per soddisfare la richiesta attuale di

mercato;

l’area di interesse non è attualmente coinvolta né prossima all’area operativa di cava nella

quale si svolge l’attività di lavorazione degli inerti, tanto è vero che viene occasionalmente

utilizzata come piazzale di deposito temporaneo dei materiali inerti;

il traffico veicolare che si genera per la presenza dell’impianto di riciclaggio non si sovrappone

a quello della cava, visto che per il tipo di clientela della ditta Chizzola è per lo più fatto da

piccoli artigiani che in ingresso conferiranno le proprie demolizioni edili ed in uscita

caricheranno gli inerti naturali.

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6 CONCLUSIONI

Nella presente relazione è stata opportunamente inquadrata l’area di progetto sia per

quanto concerne gli strumenti urbanistici in generale sia per quanto concerne il contesto

geografico; si è anche definito nel dettaglio l’impostazione delle opere da esegursi per rendere

funzionante l’impianto e si sono dettagliati gli aspetti gestionali concernenti sia le tipologie dei

materiali da ritirare che le modalità operative di lavorazione.

Quindi si sono identificati i principali aspetti ambientali caratterizzanti il sito in relazione al

tipo di attività proposta. Tutti i riscontri sono positivi e si è opportunamente documentato che non vi

sono interferenze significative. E’ da sottolineare che la nuova attività produttiva è coerente con

quelle già in essere nell’area di interesse e dunque è da intendersi come attività di completamento,

ma che non comporta sostanziali variazioni all’ambiente esistente.

Peraltro è noto che nella vicina area di “cave di Pilcante” sarà insediato in futuro un’altra

attività produttiva simile a quella proposta dalla ditta Chizzola; le due realtà non sono in contrasto

perché si pongono come completamento di un’attività estrattiva che altrimenti oggi da sola non

basta a garantire la sopravivenza delle ditte e nemmeno a rendere possibile il reperimento di quei

materiali necessari ad eseguire i ripristini ambientali delle cave come previsto dal nuovo piano di

attuazione comunale.

Lo stesso programma di attuazione, peraltro, (si veda a questo proposito la pagina 35 della

relazione tecnico-illustrativa), non solo conferma la previsione dell’impianto di riciclaggio della ditta

Chizzola Armando Inerti Scavi s.r.l. ma stabilisce che gli impianti e le strutture diversamente

collocati, ovvero posizionati in quota sopraelevata rispetto al piano finale di scavo, dovranno

obbligatoriamente essere spostati sui piani finali di scavo nell’ambito del periodo di validità del

presente Programma.

Tutto ciò detto, si ritiene che non vi siano elementi in contrasto con il rilascio del nullaosta

alla realizzazione di quanto proposto.

Il tecnico incaricato

Rampanelli ing. Luca

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7 ALLEGATI TECNICI

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@#ffiffiffi%W

Prot. n. 1ao69

COIV!UNIE DI ALAFrovincia di Trento

Servizlo Tecnico UrbanistacoUfficio Urbanistica ed Edilizia PrivataPiazza San Giovanni. 1- 38061 ALA

(Tel. O464/678 7 24- F ax O 464 I 67 A'l 41'l

Ala,22DlC

OGGETTO: REALIZZMIONE DI UN IMPIANTO DI RICICLAGGIO SULLA P.F. 727C.C. PILCANTE - LOC. SABONE., PILCANTE DI ALA.Comunicazione di awio del procedimento amministrativo, aisensi dell'art.25 della L.P. 30.11.1992, n. 23.

RACCOMANDATA R.R. SpetUle

ln data 1010612014, prot. n. 8885, è pervenuta richiesta da parie della dittaCH!7ZOLA ARMANDO INERTI SCAVI SRL con sede ad Ala in Via Baitani n' I finalizzata alrilascio di concessione edilizia per i lavori di cui all'oggetto della presente.

La presente comunicazione viene inviata per consentire ai soggetti indicati all'art.24LP 23192 e s.m.i., se interessati, di conoscere lo stato del proc.edimento, piendere visione edestrane copia degli atti e di presentare memorie scritte e documenti pertinenti, anche a frontedel parere del Servizio Minerario della P.A.T. del 25111t2014 prot. n.5051120141627582112.2.5172-2013, pervenuto a codesto ufficio in data 28t11t2014 prot. n.18796 di cui si allega copia.

Allo scopo si comunica quanto segue:

1. I'Amministrazione competente al procedimento in oggetto e il comune di Ala;2. la struttura amministrativa competente per il procedimento, in via principale, è l'Ufficio

Urbanistica ed Edilizia Privata del Servizio Tecnico Urbanistico, presso il quale epossibile visionare gli attidi cui al presente procedimento;

3. il responsabile del procedimento e il geom. Luciano Baldi, che è a disposizione perinformazioni in orario di apertura degli uffici al pubblico (da tunedi a venerdi dalle ore9.00 alle ore 12.20 ed il giovedi anche dalle ore 15.0O atle ore 17.30 - Tel. 0464678724).

4. ii procedimento di rilascio della concessione edilizia, ai sensi dell'art. 102 della L.P.n.1/2008, si articola nelle seguenti fasi:

' pronuncia: 70 giornia decorrere dalla data di presentazione della domanda previaistruttoria, consistente in:

201/,

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I

- verifica dei contenuti della documentazione essenziale allegata alladomanda;accertamento della conformità urbanistica del progetto;acquisizione del parere della commissione edilizia comunale;

- individuazione della ulteriore documentazione necessaria alconcessione;

' richiesta della ulteriore documentazione ed acquisizione d'uffrcio degli atti diassenso mancanti;determinazione dell'ammontare del contributo di concessione (se dovuJo);rilascio della concessione: entro 1o giorni dalla preséfif&ione delladocumentazione richiesta e dalla presentazione dell'attestazione dell'awenutopagamento del contributo di concessione.

5. i termini per la pronuncia e la determinazione del contributo di concessrbne possonoessere interrotti, con comunicazione scritta, per l'acquisizione di pareri o perrichiedere l'integrazione e/o il completamento della documentazione inoltrata.

Distintisaluti.

rilascio della

I

B

LBI

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@ffiwTONOMA DI TR.ENTO

rPROVNCTA AU

Scrvizio MinorarioVla R. Guardini, 75 - 38121 TrentoTel. 0461495684 - Fax 0461495623+mail: [email protected],itPEC: [email protected]

;ti

rrento,? $ ffiOv. ?0)14 '''f

prol n sasrDot46?+59?_ /r2.z.st7z-2013 SpetLIeCOME.II{E di

38S61 -.AL^A. (Th)

Oggetto: realizzazione di un impiauto di riciclaggio sulla p,f.7Z7 C.C. pilcante - loc.§aùoné, Filcante di AIa. parere

In riferimento aila Vostra nota n. 17862 del13 novemb re Z}l4,pervenuta il17 novembrc 2013 al prot. n- 609883, con là quate si chiede allo scriyente Servizioun parere prima del rilascio della concrr.ioo. edilizia per Ia realizzananedell'impianto di riciclaggrÒ in oggetto, si fa presente quanto sègue:

" la delibera della Giunta provinciale n. 311 del 25 febbraio 2005 haapprovato la localizrazione dell'area contaddistinta dalle pp.ff. 727,728, 729 e 729/2 (ora soto frlzv c,c. pilcante nel pianoprovinciale di smaltimento dei rifiuti, per l,insediamento di unimpianto di recupero di rifiuti inerti da parte della ditta chiz_zolaArmando & C. (ora ChirzqlsArsrando Inerti Scavi S.r.l.);' ;l1',:;,:":l*'Jf,,Ti,o':!riffiffi ' à1

n:$:ff #tTffiffi:nell'autorizzazisns a]la coltivazione della cava aliora vigente;

nuovo Programnia di Affuazione (valutato favorevùmente dallaGiunta provinciale con la deribera n. jg+ del 5 aprile 2013 per quantoriguarda la sua compatibitiG ambientale), che modif,rca le^previsionidell'autorizzaziol* q cava vigente, h quanto prevede non più ilritombamento della fossa di ucaro {ino a quota tfo m s.l.m., bensì larearìzzazione di un piazzaie finale ad una quota più bassa (r45 ml:l.p.) rispetto u q,.rrìlu dove originariame,nte era pievisto l,impianto(162 m s.l.m.);

e lo steFso programma peralko (si veda a questo proposito la pagina 35della relazione tecnico-illushativa), non solo confèrma la previsionedell'impianto di riciclaggio della aittu cHz*la Armando Inerti scavis.r.l., ma stabilisce che g/i impianti e Le struttwre diversawrentecollocati, owero posizionati in quota sopraelevata riswtto al piana

sede cerrtrale:38122 TRENT0 - Pzza Danre, 15 - Te!. 0461496111 - CL e p. rVA 0m.746@4.

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finale di scavo, dovranna obbligatoriarnen{e essere spos{oti sui piami

finali di scavo nell'arnbito del periodo di validità del Programrna diAttuuione;

Fatte dunque le necessarie considerazioni sulla base di quasto testé riportato,è parere di questo Servizio che la localizzazione dell'impianto di riciclaggio nonsia in cor;tasto con le previsioni del nuovo hogremma diAtfuazione, purché dettoimpianto venga nel tempo spostato alla quota del piano finale.

Nel frattempo la progettmione dr cava dovrà tener conto déllalooalizzazionein argomento nelle varie fasi di scavo. Sarà conopito del'"Cobrdinatore unico'individuato nel P.d.A. supervisionare e armonizzare-g1i scavi dei différenti soggettioperanti in un ambito estrattivo che sarà interessato da una progettazione irnitaria-

Si restituiscono gli elaborati allègati all'istanza

Distinti saluti.

,lH. DIRIbENTE ,

-i,st*tr+He"*t

Allegati: c.s.

6,KlAdeoBortolon

/Nt.u$qsseu/ e.mail: alessandrc.b«[email protected]

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