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24 Armi & Balistica ATTUALITÀ A PRAGA In casa CZ, di Emanuele Tabasso [email protected] Un ristretto numero di giornalisti europei è stato invitato dalla Česká Zbrojovka per un incontro durante il quale porre a disposizione le proprie armi per esami appro- fonditi e, soprattutto, per divertenti prove a fuoco Il negozio di rappresentanza della Česká Zbrojovka a Pra- ga è situato proprio di fronte ai giardini della stazione cen- trale delle ferrovie: il clima è accogliente e lo sle ripren- de quello della Mieleuropa di inizio Novecento L’ invito indicava i giorni a cavallo tra fine seembre e primi oobre per un incontro in Cekia, ospi della storica Česká Zbrojovka, per osservare da vicino la produzione auale, conoscere dall’interno lo stato dell’a- zienda e i programmi futuri, potendo sooporre doman- de per chiarire dubbi o curiosità, osservare il lavoro di un maestro incisore, ascoltare le interessan considerazioni di una coppia di campioni del ro praco. Ma andiamo con ordine: il ritrovo è fissato per il pome- riggio di domenica 29 seembre e tuo si rivela comodo con la navea che parte dall’aeroporto e in mezz’ora ci deposita davan alla stazione centrale. Pochi passi e sia-

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A PRAGAIn casa CZ,

di Emanuele [email protected]

Un ristretto numero di giornalisti europei è stato invitato dalla Česká Zbrojovka

per un incontro durante il quale porre a disposizione le proprie armi per esami appro-

fonditi e, soprattutto, per divertenti prove a fuoco

Il negozio di rappresentanza della Česká Zbrojovka a Pra-

ga è situato proprio di fronte ai giardini della stazione cen-

trale delle ferrovie: il clima è accogliente e lo stile ripren-

de quello della Mitteleuropa di inizio Novecento

L’invito indicava i giorni a cavallo tra fine settembre e primi ottobre per un incontro in Cekia, ospiti della storica Česká Zbrojovka, per osservare da vicino la

produzione attuale, conoscere dall’interno lo stato dell’a-zienda e i programmi futuri, potendo sottoporre doman-de per chiarire dubbi o curiosità, osservare il lavoro di un

maestro incisore, ascoltare le interessanti considerazioni di una coppia di campioni del tiro pratico.Ma andiamo con ordine: il ritrovo è fissato per il pome-riggio di domenica 29 settembre e tutto si rivela comodo con la navetta che parte dall’aeroporto e in mezz’ora ci deposita davanti alla stazione centrale. Pochi passi e sia-

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In casa CZ,

La gentilissima Hana Smilková, addetta alle relazioni con la stampa, intrattiene alcuni ospiti tra le vetrine: fra le diverse lingue parlate c’è anche l’italiano, a testimoniare l’interesse della storica Casa per il nostro mercato

Una vetrinetta con il fucile di precisione modello 750 S1 M1 e alcune pistole con finiture colorate, decisamente poco convenzionali ma parimenti molto gradevoli; altre presentano ricche incisioni o riporti in oro

mo al pregevole negozio aziendale situato in questa zona strategica di Praga.L’accoglienza cordiale del personale addetto mette subi-to a disposizione i bellissimi ambienti arredati con mobili e armadi a vetrine di gusto raffinato in cui risaltano la do-vizia di capi di abbigliamento, gli accessori e, ovviamen-te, le tante armi presenti per la curiosità dei visitatori e probabili clienti.Una prima carrellata di immagini, così giusto per prender cognizione di quel che si osserverà più a fondo nei giorni successivi, la disponibilità da parte delle persone incarica-te di seguirci, caffè, conoscenze con nuovi colleghi, e giun-ge l’ora della partenza per Liberec, città nel nordest del Paese, sede, come vedremo, di un complesso sportivo di prim’ordine. La serata è libera e dopo cena qualche passo nell’aria già fresca ravviva gli spiriti.Prima di proseguire la descrizione degli eventi è opportu-no rimemorare per sommi capi la storia di questa azienda nata per la realizzazione di armamento leggero con sede a Strakonice, nell’odierna Boemia meridionale, all’epoca nella Prima Repubblica Cecoslovacca sorta nel 1918 dallo smembramento dell’impero austroungarico alla fine della Prima guerra mondiale.Lo stabilimento di Uherský Brod, in Moravia, prende avvio nel 1920 con la specifica destinazione produttiva rivolta a mitragliatrici da aereo e pistole da segnalazione: tali pro-duzioni richiedono da subito un certo numero di persone ad alta specializzazione che vengono là inviate dalla sede centrale dando vita a un nucleo in grado di realizzare pro-dotti di elevata qualità, caratteristica che diventerà una delle più importanti e accreditate connotazioni della Casa grazie anche all’impiego dell’acciaio locale di ottime pre-rogative e ai trattamenti che via via vengono adottati per aumentarne resistenza e affidabilità.La CZ in quanto tale viene costituita sempre a Uherský Brod nel giugno del 1936 e sotto tale denominazione si mantiene anche al termine della Seconda guerra mon-diale passando naturalmente nelle mani del governo centrale subentrato nelle nazioni finite nell’orbita dell’U-nione Sovietica.Nel periodo della Guerra Fredda si costruiscono notevoli varietà di armi tra cui il fucile mitragliatore vz. 58, la pisto-la con possibilità di fuoco a raffica Škorpion vz. 61, molte carabine sia a fuoco centrale sia in calibro .22 LR che for-mano una costante della produzione orientate al settore agonistico come a quello venatorio sportivo: una nota vie-ne a proposito per indicare come anche questa azienda abbia sempre trattato, e continui encomiabilmente a trat-tare, le carabine in calibro .22 LR alla stregua delle sorelle maggiori per impostazione stilistica e concettuale. Appare poi la pistola modello 75 di cui è superfluo tessere gli elogi esemplificati nella cospicua progenie di successo tuttora in splendida forma.Il 1988 segna una svolta storica per l’Europa e già nel 1991

Una meccanica 750 S1 M1 è stata impiegata, con canna particolare e calciatura Bell & Carlson, per realizzare un fucile per tiro di precisione a lunga distanza: il Meopta ZD 6-24x56 RD è dotato dei congegni più sofisticati

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le fabbriche vengono decentralizzate e ricomincia l’avven-tura del libero mercato. Nel 1992 la CZ di Uherský Brod viene privatizzata e in poco tempo diffonde i suoi pro-dotti in sessanta Paesi, che diventano oggi più di cento; nel 1997 si crea la fabbrica negli Stati Uniti d’America con sede prima a Oakhurst in California, poi nel 1998 a Kansas City nell’omonimo Stato, e la diffusione dei prodotti gode così di un’accelerazione entusiasmante. Ancora negli Stati Uniti viene acquisita la ben nota fabbrica di rivoltelle con il marchio Dan Wesson e si apre l’agenzia Safari Interna-tional per l’organizzazione appunto di viaggi venatori di particolare importanza.Sempre negli anni Novanta viene inglobato il marchio Zbrojovka Brno con diversi modelli di quella notissima produttrice: anche di questa formidabile entità conviene dare qualche nota storica per l’importanza che si è sempre conquistata e per i progetti mai banali. La fabbrica è in ori-gine produttrice di artiglierie dell’impero asburgico e alla svolta storica del 1918 viene acquistata dal governo ceco-slovacco e trasformata in officina riparazioni di materiale rotabile ferroviario, passando poi a produzioni di compo-nenti per telegrafo e telefonia, equipaggiamenti ferroviari e attrezzature varie.Quello che sino alla fine del 1918 era lo stabilimento per riparazioni e anche assemblaggio degli Steyr Mannlicher 95 austriaci viene convertito alla costruzione dei Mauser K 98 tedeschi dal tipo 22 fino al noto 24; proprio negli anni 1924 e 1925 sono creati nuovi edifici per la costru-zione di fucili, mitragliatrici, automobili, con ulteriori indirizzi verso altri apparati industriali come biciclette, scale industriali, macchine utensili e attrezzi specialistici, nonché motori per aerei.La Zbrojovka Brno giunge a essere il modello di una mo-derna organizzazione industriale perfettamente struttura-ta ed espansa su ampia scala e con una precisa e costante produzione in serie. In questi frangenti l’azienda introduce un suo originale sistema di controllo delle tolleranze in-sieme all’uso di specifiche apparecchiature per ottenerlo, diventando in Cecoslovacchia un pioniere della standar-dizzazione produttiva.Nella seconda metà degli anni Venti la Zbrojovka Brno si concreta come uno dei maggiori produttori di fucili al mondo mentre nei successivi anni Trenta produce anche macchine per scrivere su licenza della statunitense Re-mington e fra 1934 e 1938 amplia la propria posizione at-tirando capitali esterni e aprendo aziende in Slovacchia, Romania e Jugoslavia. Negli anni Quaranta, sotto l’occu-pazione tedesca, implementa la produzione di fucili K 98 ben noti per la loro qualità, riconoscibili dal Tarncode dot e il nome Brunn, Brno tradotto nella lingua germanica (il simile codice criptico dou si riferisce a un’altra fabbrica della zona, quella di Povaszka Bystrica, anch’essa produt-trice dei K 98).Dopo la Seconda guerra mondiale l’azienda produce pure

Un cofanetto di legno con interno di velluto celeste ac-coglie una rivoltella Dan Wesson con le sue quattro can-ne sostitutive. Questa famosa firma statunitense è stata rilevata non molto tempo addietro dalla CZ

La Škorpion degli anni Settanta rimemora ai meno gio-vani un periodo rimasto nel pensiero di molti: al di là dell’uso e degli utilizzatori rappresenta un progetto tut-tora degno di attenzione e di apprezzamento

Il Roney rappresenta una estensione di utilizzo per una classica pistola come la CZ 75: questo guscio di polimero accoglie l’arma permettendone l’imbraccio a due mani con notevole miglioramento delle prestazioni

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trattori, poi sempre moto e fucili sportivi e da caccia. An-cora nei primi anni Settanta costruisce un nuovo edificio e nella decade seguente si inserisce nel campo delle appa-recchiature per calcolatori.Sono però gli anni Novanta a imprimere una svolta radi-cale con una forte ristrutturazione e, da ultimo, il passag-gio nell’orbita della CZ a cui la Zbrojovka Brno apporta diverse sue realizzazioni armiere come i fucili a canne lisce o i misti insieme ai noti kipplauf, di progettazione autorevole e personale.

INIZIA LA RIUNIONEL’attività della mattina seguente prende avvio in un am-pio salone illuminato da un sole smagliante con le pre-sentazioni dei relatori da parte di Hana Smilková, respon-sabile dei rapporti con la stampa: Karel Barinka, direttore marketing, espone le considerazioni e i programmi per il nuovo futuro del mercato diviso ovviamente fra quello sportivo e quello militare o paramilitare dove l’azienda offre diverse possibilità tutte di notevole interesse.L’attenzione primaria è sempre rivolta al più grande mer-cato armiero, quello statunitense, con promettenti aper-ture su nuovi o recenti orizzonti come la Russia e altri Pa-esi dell’est Europa; non mancano certo i consolidati clienti della parte centro-occidentale di questo nostro continente fra cui l’Italia rappresenta un polo notevole, grazie all’equi-librio dei prodotti e alle capacità di valorizzarli dell’impor-tatore, la ditta Bignami che ogni cultore delle armi consi-dera un punto di riferimento per la propria passione.Seguono poi i relatori che illustrano il sistema ALP della CZ per la difesa di quello che solitamente è definito il ‘solda-to futuro’, considerando che il futuro è già adesso o qua-si: le protezioni del corpo, i supporti tattici e quelli per il collegamento con i componenti della squadra integrano l’armamento individuale e rendono assai più efficiente ed efficace l’opera del singolo combattente in coordinato le-game con i colleghi. Ora con un numero assai ridotto di persone si ottengono risultati prima raggiungibili solo con grandi masse di uomini.Seguono gli interventi di Ladislav Britanák, vice presidente del gruppo e direttore commerciale, che illustra rapida-mente la visione del settore affidatogli, e da ultimo segue quello di Radek Chaloupka, responsabile principale delle vendite nel settore Europa, per illustrare la strategia adot-tata nel comparto specifico. In capo a tutto sta l’attuale assetto dell’azienda che, dopo aver consolidato al massi-mo la propria eccellente situazione nello stabilimento di Uherský Brod, ha iniziato a espandersi con il metodo delle acquisizioni: giocando, come si suol dire, in casa, ha fatto proprio l’altro famoso marchio armiero della vecchia Ce-coslovacchia, la Zbrojovka Brno, che ha portato in dote i suoi ben noti basculanti monocanna rigati, i sovrapposti misti insieme a parecchi modelli di canne lisce, giusta inte-grazione per un settore prima mancante.

Nata per prima la P-07 con dimensioni contenute, ora le si affianca la P-09 a piena misura con la stessa ergo-nomia e una leggera differenza nelle prestazioni visto il serbatoio maggiorato e un migliore equilibrio

Per scegliere fra queste opportunità si arriva di fronte al famoso trilemma perché fra una SP 01, una 75 classica o una 75 Compact c’è davvero da domandarsi quale fra le tre appaghi meglio le nostre esigenze

La CZ tratta in maniera analoga i fucili a fuoco centrale e quelli a percussione anulare: qui viene illustrato un mo-dello 455 in .22 LR con calciatura a pollice passante e canna pesante scanalata

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L’avviamento della CZ-USA è oramai ben assodato come l’acquisizione della Dan Wesson. È notizia fresca l’apertu-ra della CZ-Brasil con un chiaro intendimento a sommare al florido mercato del nord del continente anche quello già brillante e tuttora in espansione della parte centro-sud dove proprio il Brasile vanta numeri economici di tutto rispetto. La città prescelta è Pomerode, nel meridionale Stato di Santa Catarina: vi risiedono circa 24mila persone e l’intento fra proprietà aziendale e amministrazione locale è di far partire entro la fine del corrente anno un’attività di assemblaggio e di produzione iniziando dalla pistola P-07.La mattinata prosegue con la panoramica delle varie armi presenti, alcune opportunamente disassemblate per consentire un esame più approfondito delle scelte tecniche, iniziando a fissare parecchie immagini a docu-mentazione. Diamo un resoconto complessivo abbinan-dolo alle prove che abbiamo potuto condurre con alcune delle armi messe a disposizione e scelte come rappre-sentative dei diversi settori.Nel pomeriggio si sono potuti intervistare i progettisti aziendali e l’incisore René Ondra che, con molto garbo, ha apprezzato i complimenti per le sue realizzazioni precisan-do che gli incisori italiani sono i migliori al mondo: il gusto va di pari passo con la signorilità, tratti che notiamo carat-teristici della popolazione ceca.

UNA PANORAMICA FRA MILITARE O QUASIIl clima continentale del territorio impone certe scelte e quindi i poligoni all’aperto hanno una limitazione tem-porale d’uso nell’arco dell’anno da consigliare la realiz-zazione di impianti al chiuso: il complesso di cui fa parte l’Arena Hotel di Liberec include spazi per diverse attività per cui abbiamo visto nelle ore post scolastiche arrivare parecchi ragazzini con la loro brava mazza da hockey su ghiaccio, sport diffusissimo che qui esprime squadre di vertice internazionale.La sera precedente la mattinata dedicata alle prove d’ar-ma ci si è cimentati in una estenuante quanto divertente partita a bowling durante la quale le gigantesche marem-mane (per usare una similitudine venatoria) ponevano dif-ficoltà ai novizi per scelta e mantenimento delle traiettorie e insieme esemplificavano la cessione energetica sui birilli consentendo una rapida valutazione di tre fattori: dove colpire, massa costante, velocità variabile e assai influen-te. In sommi capi un tiro di caccia simulato! Conquistare il sesto posto su un paio di dozzine di partecipanti ci è sem-brato gratificante.L’interesse maggiore tuttavia si è focalizzato nella mattina seguente prendendo in mano diverse armi e sparando pa-recchi colpi. Il nostro gruppetto ha iniziato dal settore mili-tare e, pur non essendo quello che seguiamo abitualmen-te, abbiamo apprezzato la facilità di impiego e la sostanza percepibile nel fucile d’assalto modello 805 Bren camerato per la cartuccia 5,56 NATO, funzionamento a presa di gas e

chiusura dell’otturatore a testina rotante; gruppo di scatto facilmente amovibile con selettore per S-1-2-30 e caricato-re traslucido di disegno originale della Casa.Il montaggio di un mirino a laser facilita assai l’acquisi-zione dei bersagli e apprezziamo nel contempo l’imme-diata adattabilità del calcio telescopico alla nostra con-formazione, l’ergonomia insita nel progetto, l’eccellente stabilità al tiro (verificabile dalle immagini con arma in linea e bossolo ancora in volo), la manetta di armamento reversibile, i comandi ambidestri, i semigusci inferiore e superiore di pari lunghezza provvisti con dovizia di slitte MIL-STD-1913, le mire metalliche abbattibili. Da ultimo il Bren può essere fornito come arma d’assalto o come carabina a canna corta assumendo la stessa denomina-zione, ma con la specifica A2.A integrazione di tutte le prerogative indicate il fusto dell’arma può sostenere il lanciagranate modello 805 G1 calibro 40x46 mm, previsto sia per il montaggio sopra det-to sia come arma a sé stante, utilizzando impugnatura, supporto e calciatura del Bren: interessanti le caratteristi-che tecniche che condensiamo evidenziando il sistema di apertura e chiusura per il caricamento tramite uno svin-colo ad azionamento lineare mentre la canna si svincola lateralmente con preselezione destra o sinistra: non si co-stringe così l’operatore a sollevare l’arma da un’auspicabile posizione defilata.Nel munizionamento 9 Parabellum la Scorpion Evo 3 A 1 raccoglie unanimi consensi e viene vista dagli specialisti come una degnissima concorrente della Heckler & Koch MP5 nel settore delle pistole mitragliatrici: spara bene con calciolo tanto esteso quanto ripiegato e vengono indicati con 250 e 50 metri le gittate utili nelle due configurazioni. Peso ridotto grazie all’esteso impiego di stampati di poli-mero, misure contenute e massa ben bilanciata ne fanno un’arma impiegabile nelle condizioni più critiche; lo smon-taggio di campagna non richiede attrezzi, i caricatori pos-sono essere da trenta o venti cartucce e le guide presenti accolgono ogni tipo di accessorio ed è disponibile un silen-ziatore di buona efficacia e poco ingombrante.Ancora una proposta di arma intermedia viene dal Roni, castello di polimero adatto a ricevere la pistola CZ 75 Duty 07/08 trasformandola in una parente assai prossima di una SMG e migliorando di un buon 10 percento le presta-zioni di accuratezza e velocità nel tiro per chi la impugni.L’ambito militare chiude con un fucile per il tiro di precisio-ne a media distanza mutuato dal settore sportivo, il mo-dello 750 S1 M1, in cui l’azione di acciaio fresato vede un classico otturatore a due tenoni frontali e lungo estrattore a lamina, tipo Mauser 98, abbinato a un castello con anel-lo anteriore e ponte chiuso posteriore: viene montata su una calciatura di polimero rinforzato con fibra di vetro, del tipo a pollice passante, dorso e calciolo regolabili.All’apice dell’asta è inserita una rotaia per applicare il bi-piede di appoggio tipo Harris. La canna da 600 millimetri

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camera la cartuccia 7,62 NATO ed è solcata da quattro ri-ghe destrorse con passo 1:10; alla bocca viene montato un riduttore di rinculo e spegnifiamma del tipo a una camera mentre nella parte superiore è previsto il nastro estensibi-le per contrastare l’effetto miraggio: la Casa garantisce una vita operativa di cinquemila colpi senza che si manifestino decadimenti sensibili di precisione. Fra anello e ponte vie-ne applicato uno spezzone di rotaia conforme alle speci-fiche MIL-STD-1913 per il montaggio rapido dell’ottica di puntamento. Il caricatore bifilare staccabile con presenta-zione singola della cartuccia ha una capacità di dieci colpi ed è rivestito da uno strato di materiale elastico protetti-vo. Il peso di 5.800 grammi è adeguato all’impiego.Il settore dell’arma corta è magnificamente sostenuto dalle diverse versioni originate dalla semiautomati-ca modello 75, un punto di riferimento per le qualità intrinseche di ergonomia e affidabilità con capacità di fuoco assai elevata nelle versioni a misura piena. Il fusto con guide interne per lo scorrimento del car-rello è di acciaio ottenuto da microfusione tranne che nella versione Compact per la quale si impiega la lega di alluminio, si adotta la classica chiusura a canna pi-votante con risalti superiori e asola inferiore entro cui si inserisce il traversino ancorato al castello; l’azione singola e doppia, la sicura inseribile con cane armato sono scelte qualificanti estrinsecate nei modelli CZ 75 Compact, CZ 75 e CZ 75 SP-01 oggi raggruppati sotto la dicitura Shadow Line.Per tutte troviamo le nuove guancette sottili di alluminio nero goffrato, molto belle e funzionali: nell’ottica della sot-tigliezza dà un po’ da pensare il pulsante di svincolo del caricatore mantenuto molto sporgente. Gruppo di scatto uguale per tutte con grilletto liscio e nichelato (ottimo già al tatto) che permette di usufruire al meglio della perfet-ta sensibilità consentita anche dall’eliminazione in questa serie del blocco automatico del percussore, fatto tuttavia che lascia un po’ sconcertati in questi tempi quando la si-curezza è un argomento di primaria importanza.La guida della molla di recupero è di acciaio lucidato e i caricatori di acciaio nichelato: la loro capacità è rispettiva-mente di 14, 17 e 19 cartucce, elevata quindi in rapporto alle dimensioni dei diversi tipi. La tacca di mira del tipo

lungo e rastremato facilita l’estrazione minimizzando l’im-pigliamento e offrendo una istintiva acquisizione del ber-saglio grazie anche al mirino di fibra ottica rossa. Perman-gono a listino la CZ 75 SP-01 Shadow, dominatrice di gare internazionali IPSC nella classe Production e impiegata da forze di sicurezza e unità speciali di tutto il mondo, insieme alla CZ 75 Compact, misura ridotta del tipo 75 B, che con-

Ancora una proposta da Bench Rest in .22 LR con calcia-tura di polimero, canna varmint corta e bipiede Harris: in poligono ci siamo divertiti parecchio e abbiamo ap-prezzato questi allestimenti molto specifici

Sulla base del modello 527 questa configurazione Varmint adatta al poligono e alla caccia ci ha conquistati,

grazie anche alla cartuccia camerata, la recente .17 Hornet di Hornady, capace di prestazioni eccellenti

La nuova carabina modello 557 è stata progettata per sostenere la battaglia in atto dove tecnica, funzionalità, estetica e quotazione saranno premianti: un solo appun-to sui 52 centimetri di canna che sono davvero pochini

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serva il castello di acciaio ed è quindi assai gradita ai cultori dei metodi e dei materiali tradizionali.Per tutte il calibro standard è il 9 Luger (detto altrimenti 9 Parabellum o 9x19) e, in alcuni modelli, è possibile avere il .40 Smith & Wesson, come per esempio nella subcom-patta CZ 2075 Rami, fusto di lega di alluminio, chiusura SIG e un insieme di prerogative abbinate alle due di maggior spicco: potenza e minime dimensioni.Per gli amanti di soluzioni alternative, quindi i fusti di po-limero con fibra di vetro e la chiusura tipo SIG Sauer, la CZ affianca ora alla sua compatta P-07 la nuova P-09 a piena dimensione con numerose migliorie fra cui si possono os-servare il pacchetto di scatto Omega che include la pos-sibilità di avere la classica sicura attivabile manualmente oppure solo l’effetto abbatticane; inoltre è presente la sicurezza automatica al percussore. L’imbocco della sede del caricatore è svasata per sveltire le operazioni di ricarica e la capienza è di ben diciannove colpi più uno in canna; le profonde rigature di presa sul carrello offrono una retra-zione del medesimo immediata e rapida. L’impugnatura monta tre diversi dorsalini per garantire l’adattabilità alla mano dell’utente e le superfici metalliche, anche interne, sono trattate con la finitura Tenifer a garanzia contro ogni tipo di abrasione o corrosione.A chiusura notiamo la presenza della slitta inferiore, sempre a norme militari, per montaggio di accessori quali torcia, laser e via scegliendo fra quel che le nuove tecnologie offrono.Da ultimo segnaliamo la CZ 75 TS Czechmate di cui non occorrono descrizioni tanto è conosciuta nel settore delle competizioni di tiro pratico: tutte le prerogative nate con i primi modelli 75 sono alla base del successo di questa edizione davvero corsaiola dell’eccellente pistola.I tiratori agonistici Martina Šerá e Martin Kamenicek dan-no dimostrazione della loro bravura e della funzionalità perfetta delle pistole CZ mentre, molto più modestamen-te, la trentina fra giornalisti e alcuni tecnici aziendali si sono cimentati in una garetta su cinque colpi sparati con una delle 75 a disposizione: ci siamo trovati in spareggio con un giovane greco, in abbigliamento da tiro pratico, e siamo arrivati al secondo posto con una rosata ragguar-devole, ma alta: già ben avanti nella terza età ci riteniamo ampiamente soddisfatti.

I FUCILI PER CACCIA E TIROIniziamo dai fucili a canne lisce acquisiti come progetto ini-ziale dalla Brno, della cui elevata qualità insieme alle pecu-liari caratteristiche gli odierni tecnici sono custodi: spicca il sovrapposto Competition camerato nel calibro 12/70 per le specialità di pedana, caratterizzato da una bascula mol-to compressa in lunghezza, specie nella testa.A seguire le doppiette con il nuovo modello Bobwhite per i piccoli calibri, due grilletti, calcio all’inglese ed estrattori automatici per chi ama la tradizione, oppure l’Hammer

Sulla meccanica del modello 557 è stata creata la ver-sione su richieste specifiche dei Ranger canadesi con scatto diretto a due tempi, serbatoio da dieci colpi stac-cabile, slitta Picatinny e bipiede Harris

Il nuovo fucile d’assalto modello 805 Bren può accoglie-re sulla sua base questo lanciagranate dotato di apertu-ra laterale molto comoda per rimanere con l’arma a filo del terreno, senza esporsi durante la ricarica

Nelle diverse gamme di pistole viene evidenziato il ri-dotto spessore delle nuove guancette di alluminio stampato: ci pare forse da ripensare la sporgenza late-rale del pulsante di svincolo del caricatore

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Novità e prove alla storica CZ

Coach a cani esterni e canne corte, riedizione di quanto adoperavano le guardie delle diligenze e finalizzata oggi alle competizioni Old West.Nei semiautomatici sono presenti due modelli, entrambi con funzionamento a presa di gas e castello di durallumi-nio: il nuovo 712 Utility camerato per il 12/76 destinato alla difesa e alla caccia, con canna da soli venti pollici, cin-que colpi (quattro più uno), calciatura di sintetico nero, fi-nitura del metallo al cromo molibdeno con spiccate carat-teristiche anticorrosione, apprezzabile blocco automatico del percussore. In campo prettamente venatorio si trova il 912, di aspetto elegante con anodizzazione lucida del castello, eleganti legni di noce verniciati a olio e la scelta tecnica della molla di recupero situata nel calcio così da facilitare lo smontaggio e consentire un disegno più affu-solato dell’asta.Il modello Mallard fa riferimento alla CZ-USA ed è un so-vrapposto di struttura classica allestito in diverse versioni da caccia nei calibri 12/76 e 20/76: robustezza e prezzo formano un abbinamento molto gradito alla clientela. Non mancano i misti con canna liscia e canna rigata completa-mente separate e collegate in volata da un doppio anello che lascia libertà di estensione a quella a palla mantenen-do così la precisione e la costanza di impatto anche nel susseguirsi di più colpi.Passiamo ora ai rigati puri, carabine e kipplauf di vario indi-rizzo, ma andiamo con ordine citando l’aria compressa da divertimento, quella che un tempo era il primo giocatto-lo serio che un bambino potesse ricevere quando ancora frequentava le scuole elementari: oggi è tuttora possibile sfidando reprimende di ogni genere, ma pare che questa stortura mentale sia appannaggio della nostra bella Italia, perché altrove le classiche Slavia, nelle diverse versioni della serie 630 con caricamento a canna pieghevole, si vendono eccome!Nella tipologia ad aria precompressa la CZ ha stretto un accordo con una affidabile ditta inglese e dispone quindi del modello CZ 200 T adatto alle specialità dell’ISSF Sport Shooting come al divertimento: calciatura di legno mas-sello o stratificato, calibro 4,5 mm e possibilità di regola-zione dell’energia sviluppata, ben 16 Joule, entro i nostrani 7,5 Joule, caricatore lineare da cinque pallini e diottra con regolazione micrometrica.Passiamo alle carabine a fuoco sottolineando come la CZ tratti in maniera eccellente le calibro .22 LR, alla stes-sa stregua delle sorelle maggiori a fuoco centrale, dando così la possibilità di spaziare dai modelli prettamente da competizione (UIT) a quelli da tiro di precisione informale come divertentissimi percorsi di caccia o Bench Rest per passare poi alle versioni da caccia che, qui da noi, fanno rimpiangere tempi beati in cui ci si è divertiti in maniera fantastica a costi minimi insidiando corvidi e altri selvatici allora propriamente detti nocivi.Da osservare attentamente le scelte tecniche e le la-

vorazioni in tutto degne degli appassionati dell’archi-bugeria tradizionale: insomma un pezzo di questa pro-duzione in rastrelliera fa, e farà sempre più in futuro, la sua degna figura.Probabilmente la CZ è l’unica azienda rimasta a trattare diffusamente questo settore, un tempo appannaggio an-che di altri forti produttori di armi lunghe da caccia o da tiro, e ci viene da citare la Steyr con il suo Mannlicher in formato ridotto, la Walther con la KKJ o la Anschütz con il modello 54 che saltavano dal .22 LR al .22 WMR o al .22 Hornet fino al .222 Remington. Ora il campo della percus-sione anulare si è ampliato e saggiamente la CZ offre le sue armi anche nel .22 WMR, ma assai più interessante troviamo il .17 HMR in un’ottica di riduzione dei materiali impiegati e di prestazioni molto interessanti.Il modello 455 è proposto in diverse versioni come Thumbhole, Evolution o Lux con calciatura di legno stra-tificato a pollice passante, scheletrata o di noce massel-lo classico con la novità di quella di polimero sia di foggia tradizionale sia da tiro in appoggio con il bipiede Harris; vanno di conseguenza le canne di varia lunghezza e snelle oppure di robusta sezione come si impone per certe atti-vità ludiche o di caccia a lunga distanza (compatibile con la cartuccia).Il pezzo più pregiato è la 455 Supermatch che, contraria-mente a quanto il nome potrebbe far supporre, è decisa-mente venatoria con bella calciatura di noce, caricatore da dieci colpi e canna rotomartellata a freddo con dodici righe, ottimizzata proprio per il tiro preciso alla massima gittata pratica della cartuccia impiegata. Al tunnel di pro-va abbiamo sondato le possibilità nostre e dell’arma, una 455, calcio di sintetico chiaro con vistosa impugnatura a pistola, canna corta semipesante e flottante. Inquadrata la posizione è divertente allargare il foro di partenza con i colpi successivi. Molto valida l’azione con qualche leggeris-simo intoppo nell’espulsione del bossolo: basta agire con decisione e tutto fila liscio.Per chi ha il dito nervoso e il grilletto facile la modello 512 semiautomatica promette un buon servizio: castello chiu-so, chiusura a massa e funzionamento garantito anche con le cartucce standard.Eccoci al settore dei fucili a fuoco centrale con il marchio Zbrojovka Brno di cui è ben noto il modello ora chiamato Brno Effect, un kipplauf che racchiude diverse soluzioni non convenzionali tese a rendere più spedite le lavorazioni mantenendo una resa ottimale e la possibilità di sostituire parti soggette a logorio con semplici operazioni meccani-che; il prezzo è sempre molto interessante e per gli esteti è disponibile la versione Lux con calciatura alla bocca e ba-scula nascosta dal legno. Passiamo subito alle classiche ca-rabine CZ evidenziando il modello 527 proposto in diverse soluzioni con calciatura di legno oppure di polimero e fog-gia dritta all’americana, trovando al vertice la raffinatezza dell’elegante versione Exclusive Ebony Edition, tradizione

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32 ● Armi & Balistica

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CURIOSITÀ

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ARMA ARIACOMPRESSA

e praticità vestite in maniera accattivante: gratificano l’oc-chio il noce di classe assai elevata impiegato per la calcia-tura tirata a olio, il puntale di ebano nero, la canna lucidata e brunita lasciando in evidenza le spirali della rotomartel-latura mentre toccano i precordi dell’appassionato il ca-stello corto e l’otturatore tipo Mauser 98 con estrattore a lamina. Dureranno tanto queste produzioni? Metterne oggi una in rastrelliera è decisione saggia.Però un piccolo appunto vorremmo muoverlo: a listino c’è solo il calibro .223 Remington che, pur buono, vedremmo bene alternato dal 5,6x50 DWM. Grintosa la versione 527 Varmint offerta anche nel .222 Remington e nel pepato .204 Ruger, canna semipesante e il blasone della vittoria nel 2012 dei Campionati Europei di Tiro di Caccia.Ciò detto precisiamo che sul banco di tiro ci siamo cimen-tati con una modello 527 con cameratura per la recentis-sima .17 Hornet: ricavata dalla conosciutissima e anziana cartuccia con palla da 0,22 pollici (per la verità è legger-mente maggiorata rispetto a una classica 0,224). La Hor-nady non si è limitata a stringere la sede della palla, ma ha reso quasi cilindrico il corpo aumentando parecchio l’angolo di spalla e allungando il colletto con il risultato di maggior capienza di polvere, miglior sfruttamento della medesima e salda tenuta del proiettile. Per chi spara mol-to c’è una ragguardevole economia di polvere e massa della palla: noi abbiamo impiegato le 20 grani V-Max™, ma sono disponibili anche le 15,5 grani NTX® e i costi ne-gli Stati Uniti sono di poco più di un dollaro a cartuccia. Le prestazioni vedono una velocità iniziale di 1.112 metri al secondo con energia di 802 Joule che diventano 647 e 271 rispettivamente a 300 metri; il calo a tale distanza con azzeramento a 200 metri è di 16,25 centimetri). Dando an-che qui una inquadrata agli occhiali nei primi due colpi ab-biamo messo gli altri tre in 9 per 8 millimetri. Fantastica la sensazione al tiro: chissà se vedremo anche da noi questo abbinamento carabina e cartuccia? Speriamo proprio di sì, almeno con la finalizzazione di arma sportiva da poter usa-re liberamente nei luoghi deputati allo scopo.Per i fucili sempre a fuoco centrale, ma di maggiori dimen-sioni, il modello 550 spazia su calibri e modelli diversi: il fucile conosciuto e apprezzato riposa su una azione tipo Mauser 98 in cui la lunga lamina dell’estrattore dona fidu-cia e conforto anche ai cacciatori di animali pericolosi: non stiamo a tesserne gli elogi né a spiegarne il funzionamen-to considerando che il tutto sia patrimonio dell’umanità… come oramai va di moda dire di un qualcosa davvero bello e apprezzabile. Unica innovazione al vecchio progetto di Oberndorf è la sicura, qui del tipo a levetta laterale con sole due posizioni.La variante 550 Magnum (Standard e Lux) camera ovvia-mente cartucce di elevata potenza e dimensioni adeguate: per un impiego molto Africa sono presenti le mire aperte con tacca a tre fogliette di ragguardevole robustezza e la soletta del magazzino cartucce è lucidata.

Per le pistole avremmo dovuto incrementare il venta-glio di modelli proposti: pensiamo che l’immagine dal vivo della testimone aziendale della nuova P-09 possa avere una valenza onnicomprensiva della produzione

Campioni a livello mondiale imbracciano armi CZ: ecco Martin Šlechta tiratore di Bersaglio Mobile con la sua fida carabina con cui ha ottenuto significativi risultati nel corso delle gare dell’ultimo anno

Martina Šerà insieme a Martin Kamenicek formano una coppia vincente nelle competizioni di tiro dinamico: le pistole CZ nelle versioni apposite stanno dando prove ec-cellenti della loro adattabilità a ogni situazione

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33 ● Dicembre 2013

Novità e prove alla storica CZ

Una estensione di questa azione è il modello 750 S1 M1 Sport con la stessa meccanica del modello 550, ma allesti-mento finalizzato al tiro di precisione e leggermente diver-so da quello per impiego militare.Ora dall’inizio del 2013 questa classica produzione CZ viene affiancata dal nuovo modello 557 di cui si è potuto osservare un esemplare smontato nel quale spicca l’incas-satura con zoccolo integrale all’anello del castello e lamina preformata di lega di alluminio, interposta fra acciaio e le-gno. Molto indovinato il disegno d’insieme come la ricer-ca dei particolari: si nota il mantenimento dell’otturatore a due tenoni frontali, molto ben lavorato come l’insieme di guardia, ponticello e sede del caricatore in pezzo unico ricavato di fresa, mentre lasciano un momento dubbiosi due scelte: la prima è l’eliminazione dell’estrattore a lami-na in favore di uno, più normale, a unghia pivotante con molletta di contrasto, il secondo è l’accorciamento della canna a 52 centimetri.Ci è stato detto che quest’ultima soluzione tiene conto della media delle richieste internazionali e non fatichiamo a vedervi la predominanza del mercato statunitense: en-trambe le soluzioni hanno permesso di risparmiare quel che serve a montare calciature di noce turco di classe più elevata e quindi di maggiore richiamo sulla clientela che oggi giudica molto anche l’estetica. L’abito non fa il mona-co, ma come scrivemmo anni addietro, fa l’opinione della gente che, è palmare, conta moltissimo.In un nostro precedente articolo abbiamo discettato su questo fucile che ha rese di tutto rispetto a fronte di una quotazione decisamente accattivante. Già ci sono varianti sul modello base come per esempio la Ranger allestita per la polizia canadese nel solo calibro .308 Winchester con slitta tipo Picatinny fra anello e ponte, caricatore da die-ci colpi a pacchetto estraibile, scatto diretto a due tempi, bipiede Harris e stemma del famoso reparto scolpito sulla destra del calcio.

LA CONCLUSIONE DELLA MANIFESTAZIONEIl pranzo è servito nei locali della società di tiro, addob-bati con trofei di caccia e quanto richiama lo sport qui praticato.Le considerazioni rapide e concise dicono di una manife-stazione organizzata in maniera encomiabile dove tutto era proposto con sobrietà e senza eccessi oppressivi di voler cacciare a forza nella mente di ognuno tutto lo sci-bile. Si è avuto il tempo di girare nella città di Liberec e ne valeva davvero la pena, si è avuto occasioni per stringe-re amicizia con personaggi del settore che diversamente sarebbero passati sotto una fotografia e un nome, senza percepirne l’animo. Insomma l’organizzazione della giova-ne e brava Hana Smilková è stata molto appropriata.Nel primo pomeriggio, dopo il pranzo, si recuperano i ba-gagli e un torpedone ci riporta a Praga: l’aereo parte il mat-tino dopo e un giro nella Città d’Oro si impone per rivede-

re cose e luoghi che non ci stancheremo mai di riproporre ai nostri occhi.Si riaffaccia alla mente l’insinuante pensiero del triangolo della magia che vede ai vertici Torino, Lione e Praga: la vici-nanza con la prima città ci fa sentire ancora più addentro a questa antica dimora di genti particolari, dotate di uno spi-rito non comune, di un gusto per il lavoro pari ai tedeschi e di una fantasia e gioia di vivere prossima ai latini.

L’assetto del nuovissimo fucile d’assalto Bren 805 vie-ne evidenziato da questa immagine in cui il tiratore ha appena esploso il colpo, il bossolo vola davanti a lui e l’arma rimane correttamente in orizzontale

Patrick Barraud di Cibles, la prestigiosa rivista armiera francese, ha retratto l’otturatore della carabina modello 557 Rangers e il bossolo vola correttamente dietro alla mano che impugna il manubrio

Una prova di tiro con la Scorpion Evo silenziata, nuova pistola mitragliatrice dalle prestazioni che hanno entu-siasmato alcuni nostri addetti ai lavori, non da pagine di riviste, ma da Bosnia, Afghanistan e via dicendo