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RUGER NEW VAQUERO CAL. .357 MAGNUM 070 S i è detto e si è scritto fino all’os- sessione che il mondo delle armi è fermo alle invenzioni che si sono succedute tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del cosiddetto secolo breve. Di solito, a confortare questa affermazione (che ha molto di vero), vengono portate ad esempio le azioni Mauser, che dal 1898 continuano a ispirare produttori e cacciatori, e – nel settore delle armi corte – il disegno di Browning che ha ispirato il modello 1911. Si potrebbe dire molto a proposito dei processi industriali e della sicurezza (l’ultimo secolo ha portato novità di rilievo in termini di sviluppo tecnologico), ma – se si parla di architet- tura delle armi – difficilmente potremmo affermare qualcosa di diverso dal luogo comune con cui abbiamo esordito. Ne è conferma il revolver di cui parliamo in queste pagine, il New Vaquero dell’ame- ricana Ruger, evidentemente ispirato al disegno del Single Action Army lanciato da Colt nel 1873. I motivi del successo L’arma oggetto di queste note e i tanti cloni della SAA hanno avuto e continua- no ad avere un successo planetario per almeno un duplice ordine di motivi. Il primo ricalca quello che contribuisce al successo commerciale delle varie versioni di Colt 1911 e delle azioni Mauser, nelle più varie declinazioni; i cloni dell’arma brevettata nel 1873 si fanno infatti ap- prezzare per una specifica impostazione meccanica (in primis, l’azione singola) che vanta un’ampia schiera di sostenitori. A questi, più di recente, si è affiancata la categoria degli appassionati di rievo- cazioni storiche, principalmente quelli che si riconoscono nel tiro western Revolver nato per il tiro we- stern, il New Vaquero della Ruger condensa la tec- nologia maturata in oltre 60 anni di evoluzione del marchio americano. Una solida fattura, contenuti tecnologici di primo piano, precisione e un prezzo concorrenziale ne fanno una tra le armi più interessanti della sua categoria di Matteo Brogi Il grilletto del New Vaquero ri- calca l’impostazione del tipico revolver ad azione singola. Sul fusto dell’arma è corretta- mente riportato il calibro per cui è came- rata. La finitura simil tartaruga è ottenuta mediante un processo chimico Tiro western evoluto Il caricamento della camere del tamburo è effettuato a cane abbattuto, condizione nella quale il tamburo è libero di ruotare

Red rugernewvaquero 2013

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R u g e R N e w V a q u e R o c a l . . 3 5 7 M a g N u M

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S i è detto e si è scritto fino all’os-sessione che il mondo delle armi è fermo alle invenzioni che si

sono succedute tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del cosiddetto secolo breve. Di solito, a confortare questa affermazione (che ha molto di vero), vengono portate ad esempio le azioni Mauser, che dal 1898 continuano a ispirare produttori e cacciatori, e – nel settore delle armi corte – il disegno di Browning che ha ispirato il modello 1911. Si potrebbe dire molto a proposito dei processi industriali e della sicurezza (l’ultimo secolo ha portato novità di rilievo in termini di sviluppo tecnologico), ma – se si parla di architet-tura delle armi – difficilmente potremmo affermare qualcosa di diverso dal luogo comune con cui abbiamo esordito. Ne è conferma il revolver di cui parliamo in queste pagine, il New Vaquero dell’ame-ricana Ruger, evidentemente ispirato al disegno del Single Action Army lanciato da Colt nel 1873.

I motivi del successoL’arma oggetto di queste note e i tanti cloni della SAA hanno avuto e continua-no ad avere un successo planetario per almeno un duplice ordine di motivi. Il primo ricalca quello che contribuisce al successo commerciale delle varie versioni

di Colt 1911 e delle azioni Mauser, nelle più varie declinazioni; i cloni dell’arma brevettata nel 1873 si fanno infatti ap-prezzare per una specifica impostazione meccanica (in primis, l’azione singola)

che vanta un’ampia schiera di sostenitori. A questi, più di recente, si è affiancata la categoria degli appassionati di rievo-cazioni storiche, principalmente quelli che si riconoscono nel tiro western

Revolver nato per il tiro we-stern, il New Vaquero della Ruger condensa la tec-nologia maturata in oltre 60 anni di evoluzione del

marchio americano. Una solida fattura, contenuti tecnologici di primo piano, precisione e un prezzo concorrenziale ne fanno una tra le armi più interessanti della sua categoria

di Matteo Brogi

Il grilletto del New Vaquero ri-calca l’impostazione del tipico revolver ad azione singola. Sul fusto dell’arma è corretta-mente riportato il calibro per cui è came-rata. La finitura simil tartaruga è ottenuta mediante un processo chimico

Tiro western evoluto

Il caricamento della camere del tamburo è effettuato a cane abbattuto, condizione nella quale il tamburo è libero di ruotare

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La Ruger New Vaquero riprende lo stile della Colt modello 1873 SAA

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già sul mercato da vari anni, è necessario esaminarlo ponendolo a confronto con quella di cui rappresenta l’evoluzione. La modifica che la distingue dal modello di cui costituisce un’evoluzione è la dimen-sione del castello, ridisegnato e alleggerito

castello e tamburo ineditiLa New Vaquero non rappresenta certo una novità di mercato, ma il successo di cui è tuttora protagonista la rende di sicu-ro ancora meritevole di attenzione. Trat-tandosi dell’aggiornamento di un’arma

praticato in seno alla Single Action Shooting Society. Fondata nei primi an-ni 80, ha un ampio numero di seguaci sia negli Stati Uniti – dove questa specifica disciplina è nata e si è affermata – sia nel resto del mondo. Fino agli anni ‘50, gli appassionati di tiro western sfruttavano armi storiche o di modesta fattura. In questa situazione, nel 1955 il lancio da parte di Ruger del modello Blackhawk rappresentò un elemento discriminan-te, che permise a un maggior numero di appassionati di dotarsi di strumenti tecnologicamente più evoluti e sicuri. In breve, questo modello trovò diffusione ampia e, nel 1973 (quasi a voler festeg-giare l’anniversario dell’arma icona del West), portò al modello New Blackhawk, che introduceva importanti migliorie volte a migliorare la sicurezza. Di lì a poco molte aziende commercializzarono revolver adatti a soddisfare le esigenze della clientela appassionata al tiro cow-boy, specialmente in Italia.

Non un cloneParlando dell’arma di Ruger bisogna stare attenti a non cadere in equivoco. Essa, infatti, non rappresenta una vero e proprio clone del modello 1873 SAA quanto, piuttosto, un’arma originale che mutua le sue forme dallo stile che quello ispirava. Restano, però, delle differenze che soltanto il modello Vaquero, nel 1993, andrà in parte a colmare, portando altro prestigio al blasone del marchio sta-tunitense. Versione ridimensionata della Blackhawk, la Vaquero avrà comunque quote più ingombranti rispetto alla SAA che, se da un lato ne ri-ducono la somiglianza, dall’altro la rendono quanto di più ro-busto disponibile nel settore. A completare questo processo evo-lutivo, nel 2004 Ruger presente-rà il suo modello New Vaquero, concettualmente molto simile al precedente ma dotato di alcune caratteristiche innovative.

L’espulsore, vinco-lato alla canna, faci-lita la rimozione dei bossoli

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La presenza del transfer bar fa sì che il moto del cane sia trasmesso al percussore solo in conseguen-za dell’azionamento del sistema di scatto, contribuendo così alla sicurezza dell’arma

Le guancette in materiale plastico riportano, oltre a una efficace scolpi-tura a diamante, il logo del produttore

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14 proibiscono espressamente l’uso di cartucce in grado di sviluppare alte pressioni (e-ventualità che può presentarsi nel caso di munizionamen-

to ricaricato), mentre la vecchia Vaquero e ancor più la Blackhawk sono in grado di digerire qualsiasi caricamento.

Altre novità meccanichePiccole modifiche meccaniche sono state effettuate a livello del tamburo, il cui allineamento con la canna è sempre esemplare, di cresta del cane (adesso più pronunciata per favorirne la presa), di molla del cane (ora più morbida), di con-formazione dell’espulsore e, per conclu-dere, di disegno dell’impugnatura. Que-sto ricalca quello denominato XR3, usato per la prima volta nel revolver 1851 Colt Navy e, da Ruger, per la sua Blackhawk, successivamente modificata fino a quando, nel 1962, fu sostituita da quella identificata dalla sigla XR3-RED (la sigla è impressa sul telaio, sotto la guancetta). La cura dimagrante cui è stata sottoposta la New Vaquero ha imposto un ritorno al passato che molti, specialmente chi non ha le mani particolarmente grandi, han-no apprezzato e che porta la nuova arma a ricalcare sempre più le forme della single action cui s’ispira. La storia dei telai di Ruger attraverso le impugnature può essere tracciata a partire dal saggio Ruger single action grip frames – 1953 to present pubblicato nel sito www.gunblast.com

La tacca di mira è ricavata direttamente sul castello, così come nelle armi dell’Ottocento; la precisione è comunque elevatissima

sia da un punto di vista estetico sia di sostanza così da renderlo sì più filante (e ancor più somigliante a quello della 1873 SAA), ma soprattutto più leggero. Questo ha permesso di ridisegnare anche il tamburo, che adesso presenta le pareti delle camere più sottili in maniera tale da consentire una riduzione ponderale del complesso. Il combinato di queste modifiche ha reso il sistema-arma molto più maneggevole e un po’ meno resistente alle sollecitazioni. Non che questo signi-fichi che la New Vaquero non sia arma robusta ma, quella leggendaria solidità

che contraddistingueva la Blackhawk e che le permetteva di camerare un’incre-dibile varietà di calibri tra i più potenti per arma corta, adesso rientra più nella norma e ha suggerito al produttore di offrire la nuova versione nei soli calibri .357 Magnum/.38 Speciale e .45 Colt, con l’eccezione delle pistole prodotte in esclu-siva per i distributori americani Lypsey e Davidson, rispettivamente disponibili anche in .44 Magnum e .45 ACP (que-sto disponibile grazie a un tamburo “di conversione” fornito insieme a quello in .45 Colt). Le istruzioni originali a pagina

Sturm, ruger & company

La storia di Ruger comincia nel 1949 ma, per capirla più profondamente, bisogna risalire alla fine del decennio precedente. Nel 1939 Bill Ruger, già appassionato tiratore e collezionista, lasciato il college viene assunto dallo Springfiled Armo-ry. Ma il suo impiego non lo soddisfa appieno e, mentre lavora per l’arsenale del Massachusetts, progetta, sviluppa idee e, soprattutto, accumula conoscenze nella manifattura e nel disegno delle armi portatili. Tanto da aprire nel 1946 una propria azienda, la Ruger Corporation. Il progetto, e con esso l’idea imprenditoriale, fallisce due anni dopo. Nel frattempo, però, Ruger ha sviluppato una pistola semiautomati-ca calibro .22 LR dalle caratteristiche molto interessanti, grazie alla quale riesce a convincere un altro giovane visionario, Alexander Sturm, a finanziare la sua idea con 50.000 dollari, costituire una piccola azienda con 6 operai e procedere a produzione e commercializzazione della sua pistola. Il primo esemplare fu venduto nel 1949 a 37 dollari e 50 centesimi. Morto il suo socio dopo soli due anni, Ruger non si perde d’animo. Da lì a poco vengono lanciati in sequenza la prima riedizione in .22 del modello 1873 SAA poi, in epoca di interesse crescente per le armi di stile western, numerose varianti di revolver a singola azione. La chiave del successo è la scelta di una metodica produttiva abbastanza inusuale in questo settore: l’uso della fusione a cera persa. Un’intuizione che è rimasta peculiare dello stile Ruger e ha permesso al suo fondatore e alla fabbrica che porta il suo nome di realizzare prodotti che posso-no competere con quelli di categoria alta ad un prezzo solo leggermente superiore a quelli di fascia economica.

Vista del mirino e della volata; la particolare for-ma a “8” è con-dizionata dalla presenza della sede dell’espul-sore manuale

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da Bill Hamm. Il telaio XR3 è, per inciso, interamente realizzato in acciaio mentre nelle sue apparizioni precedenti, così come la sua versione modificata, era realizzato in lega d’alluminio.

Un revolver sicuroL’arma oggetto di queste osservazioni presenta il transfer bar, un meccanismo di trasferimento del moto che si inter-pone tra il cane e il percussore solamente quando la percussione avvenga in conse-guenza di una corretta trazione del gril-letto, impedendo quindi che l’innesco sia colpito a seguito di eventi indipendenti dalla volontà dell’operatore (ad esempio per caduta dell’arma o rottura del cane). Altra caratteristica interessante, il cane è sprovvisto di mezza monta (inutile ai fini della sicurezza vista la presenza del transfer bar) e dispone di due sole posi-zioni. Il tamburo, dotato di 6 camere ben realizzate, ruota con il cane abbassato, ulteriore contri-buto alla sicurezza dell’u-tilizzatore. L’espulsione dei bossoli avviene mediante apposito espulsore manua-le a molla collocato sul lato sinistro dell’arma. Caratte-ristica interessante è la pre-senza di un sistema di sicura permanente a chiave, ormai presente su molte delle armi prodotte Oltreoceano. Per non di-sturbare l’estetica classica del revolver, gli ingegneri di Ruger hanno deciso di collo-care la “serratura” del sistema al di sotto delle guancette, così da non essere visibile ad arma “vestita”. Per accedervi è quindi necessario rimuovere la guancetta destra

La New Vaquero monta il sistema internal lock in grado di bloccare in maniera semi-permanente l’azione; è nascosto sotto la guan-cetta destra così da non inquinare le fattezze classiche dell’arma

(una vite passante blocca entrambe le guancette tra di lo-ro) e agire con l’ap-posita chiave for-nita in dotazione; la rotazione di 180 gradi di quest’ulti-ma blocca il sistema di scatto ma non la rotazione del tam-buro. All’interno della guancia, in corrispondenza della serratura, è presente un riferimento utile a chi volesse accedere con maggior facilità al sistema di sicurezza e, in questo caso, forare il pannello. È comunque da segna-lare che l’internal lock, come lo chiama il produttore, si presta a una disattivazione semi-permanente dell’arma e non va a sostituire una sicura manuale (peraltro inutile in un revolver ad azione singola).

Scatto e mireLa meccanica dell’arma prevede un si-stema ad azione singola, con un peso di sgancio che si attesta sui 1.500 grammi; ciò lo rende molto godibile anche grazie ad una corsa breve senza impuntamenti. I sistemi di mira includono un mirino e una tacca ricavati, rispettivamente, alla volata e sul castello dell’arma. Evidentemente non è possibile modificare il punto d’impatto

La rimozione del tamburo è operazione semplice e rapida e può es-sere effettuata per le comuni prassi legate alla pulizia

Sei le camere del tamburo; quello nuovo è meno mas-siccio del precedente

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La prova a fuocoLa prova di tiro è stata effettuata con l’arma in calibro .357 Magnum, a 15 metri, a mano libera, con impugnatu-ra a due mani. Per quanto riguarda il munizionamento impiegato, la scelta è caduta sulla cartuccia Geco FMJ con palla tronco conica da 157 grani (10,2 grammi) importata dallo stesso Bignami che cura il marchio Ruger per l’Italia. La sessione di tiro ha fornito risultati in linea con le aspettative: la precisione dell’arma è indiscutibile, l’azione di scatto grade-vole e progressiva. La massa del sistema consente ancora di contrastare il rinculo in maniera efficace anche grazie alla conformazione del calcio, che favorisce una salda impugnatura. Le mire si sono dimostrare ben tarate, con una leggera derivazione verso sinistra.

L’autore dell’articolo fotografato du-rante la prova a fuoco

costruttore: Ruger, www.ruger.comImportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: New Vaquerotipo: revolver ad azione singolacalibro: .357 Magnumtamburo: 6 camereSistema di scatto: azione singolaorgani di mira: mire fisseSicurezze: transfer bar, internal lockLunghezza canna: 117 mmLunghezza totale: 260 mmMateriali: acciaio, guancette in polimeroFinitura: brunitura lucida, castello tipo tartarugatoPeso: 1.220 grammiPrezzo indicativo: 760 euro

ruger New Vaquero cal. .357 Magnum

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Rosata ottenuta a 15 metri con muniziona-mento commerciale Geco a palla tronco-conica blindata da 157 grani

ma l’arma, ai 15 metri cui è stata provata, è risultata perfettamente tarata. Le guancette sono di semplice plastica nera, con un buon grip grazie alle generose zigrinature.

Le versioni del New VaqueroIl New Vaquero viene proposto dall’im-portatore in 2 calibri per 2 allestimenti e 2 lunghezze di canna; attualmente disponi-bili sono infatti le versioni blued brunita e stainless in acciaio inossidabile con canne da 4 pollici e 5/8 e da 5 pollici e mezzo. Per quanto attiene i calibri, sono disponibili il

.357 magnum e il .45 Colt. Il catalogo del produttore include anche una versione Bisley con impugnatura bianca in finto avorio e l’allestimento SASS inox con lo scudetto della Single Action Shooting Society. Non mancano le due versioni cui si è già accennato, realizzate su richiesta da due importanti distributori america-ni (Lipsey e Davidson) che, in un caso, presentano una tacca di mira registrabile, nell’altro la possibilità di utilizzare due tamburi differenti per sparare sia il .45 Colt che il .45 ACP.

Due viti collegano l’impugna-tura al fusto propriamente detto del revolver

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