25
Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Venerdì 6 marzo 2015

Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano ... · occupa di stipulare le convenzioni con il servizio sanitario nazionale) e i sindacati. Uno scontro che aveva portato

Embed Size (px)

Citation preview

Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

RASSEGNA STAMPA Venerdì 6 marzo 2015

CHIETI Venerdì, 6 marzo 2015

Giovedì, 5 marzo 2015

SANITA'

Malati psichiatrici: ecco il “pretesto” per chiudere Guardiagrele La Asl Chieti depaupera l’ospedale,

senza ampliare l’assistenza territoriale

GUARDIAGRELE. C’è un documento ufficiale della Asl di Chieti che spiega le motivazioni del trasferimento della Clinica Psichiatrica dall’ospedale di Guardiagrele in direzione degli ospedali di Lanciano, Ortona e Chieti. Si tratta della relazione dell’Unità operativa che valuta l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie e che attraverso le cartelle cliniche di alcuni ricoverati psichiatrici spiega come per quei malati fosse impossibile (ed anche pericoloso) restare lì. Così si legge infatti nel documento firmato dalla dottoressa Annabella Antonucci (che ha effettuato l’ispezione insieme ai colleghi Anna Elina Gambino e Giuseppe Vitolla) dopo aver analizzato 13 cartelle cliniche dei ricoverati, in presenza del primario prof. Massimo Di Giannantonio e degli altri medici del reparto Guido D’Innocenzo e Carlo Paladini. In particolare tre casi hanno dimostrato che le patologie di cui erano e sono affetti questi malati (ulcera necrotica infetta alla gamba destra, anemia mediterranea, episodio sincopale notturno) non potevano essere opportunamente affrontate all’ospedale di Guardiagrele. Così come altre cartelle riportavano episodi acuti di difficile gestione in quel reparto, che ha alle spalle un ospedale poco attrezzato per le emergenze riscontrate. In conclusione la relazione, inviata al direttore regionale della sanità Angelo Muraglia, al manager Asl Francesco Zavattaro ed al primario Di Giannantonio, evidenzia due criticità importanti: la prima è l’inappropriatezza dei ricoveri, provenienti per la maggior parte dal SS. Annunziata di Chieti, la seconda è la necessità di un supporto multi specialistico per questi pazienti, per i quali – soprattutto quelli in Tso, trattamento sanitario obbligatorio – in caso di necessità è sconsigliabile il trasporto in ambulanza. Fin qui il documento, che è preciso e dovrebbe da solo sgonfiare le polemiche sul trasferimento immediato di questi malati, da parte di chi protesta senza conoscere e leggere i documenti, come se fosse possibile prescindere dal parere dei tecnici quando si parla di salute. Il problema però nasce dal fatto che questo trasferimento si inserisce in un lungo contenzioso sul destino dell’ospedale di Guardiagrele e semmai la relazione Asl sembra la classica “pezza a colori” che copre una situazione ben più complessa. Infatti giustificare il trasferimento di tutto il reparto con questi motivi è molto strumentale, in quanto anche in passato ci sono state situazioni analoghe di difficoltà per l’assistenza ai problemi sanitari acuti, ma questo non ha comportato il trasferimento della Clinica Psichiatrica. In realtà questa relazione è stato il pretesto giusto al momento giusto per smuovere una situazione che rischiava di incancrenirsi senza vie di uscita. Il problema di fondo è la battaglia per la sopravvivenza di Guardiagrele come ospedale rispetto al Piano di rientro dai debiti dell’Ufficio commissariale che ha cancellato i piccoli ospedali. In realtà questa difesa ad oltranza dell’ospedale locale è stata meno dura dove (ad esempio Gissi) le forme alternative di assistenza territoriale sembrano funzionare meglio. A Guardiagrele invece siamo ancora all’anno zero, con l’ospedale da chiudere in un territorio ancora sguarnito. Perciò appare forzata quest’ultima iniziativa Asl: si depaupera l’ospedale cancellando uno degli ultimi reparti funzionanti, ma non arrivano gli 80 posti letto che pure l’assessore Silvio Paolucci ha promesso. E soprattutto non si modifica così l’assistenza territoriale che i cittadini chiedono di ampliare.

Sebastiano Calella

Giovedì, 5 marzo 2015

APPALTI SANITA'

Cup regionale, dopo il Consiglio di Stato l’aggiudicazione definitiva alla Gpi

Rigettato il ricorso del Consorzio nazionale servizi (Cns)

ABRUZZO. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso contro l’aggiudicazione del Cup regionale alla Gpi. E quindi diventa definitivo il servizio finora attivato solo provvisoriamente. Cade così l’ultimo ostacolo sulla strada della normalizzazione del servizio regionale di prenotazione delle prestazioni Asl e da oggi la Gpi è chiamata ad applicare il contratto che la lega alle Asl abruzzesi. Il giudici ha dichiarato infondato il ricorso del Cns, Consorzio Nazionale Servizi che raggruppa decine di coop, che aspirava a subentrare nel servizio Cup, dopo una lunga serie di ricorsi al Tar dovuti all’iniziale esclusione della prima aggiudicataria e cioè l’Ati Nike-Gesan. La Asl di Chieti aveva aggiudicato la gara a questa associazione di imprese, salvo poi revocare l’incarico per la mancata e/o insufficiente presentazione da parte dei rappresentanti legali della Nike della dichiarazione prevista sull’inesistenza di procedimenti penali vecchi o nuovi in capo agli amministratori Nike. Questo aspetto, previsto dalla legge, è stato il motivo della revoca dell’appalto, anche se l’Ati esclusa ha motivato la carenza riscontrata con il fatto che si trattava di vecchie vicende, ormai superate. Ma questo non è bastato. Dopo l’esclusione di Nike-Gesan, la Asl di Chieti – capofila per l’appalto nella Regione – ha chiesto all’Autorità di vigilanza per gli appalti pubblici se la graduatoria poteva scorrere al secondo classificato, cioè il Cns, o se doveva ricalcolare il punteggio tra questo consorzio e la terza classificata Gpi «con un confronto a coppie». Ottenuto l’ok, la Asl Chieti ha proceduto al ricalcolo del punteggio ed alla fine la Gpi ha prevalso, con tanto di ricorso da parte del Cns, oggi bocciato con la compensazione delle spese. Di qui il via libera a questa Ati (composta da Gpi, Consorzio cooperative sociali S.g.s, Consorzio Target sinergia consortile ed Exprivia) chiamata ad un servizio difficile da gestire, viste le molteplici esigenze dei cittadini utenti e dei dipendenti del Cup.

Sebastiano Calella

PE

SCA

RA

V

en

erd

ì, 6 m

arzo

20

15

SULMONA Venerdì, 6 marzo 2015

AVEZZANO Venerdì, 6 marzo 2015

Giovedì, 5 marzo 2015

ANSA/ Accordo per medici di famiglia, si salva il vecchio studio A sua difesa sindacato aveva annunciato sciopero (ANSA) - ROMA, 5 MAR - Arriva una rivoluzione per l'assistenza di base ma senza compromettere l'esistenza del vecchio studio del medico di famiglia, a difesa del quale i sindacati si erano dichiarati pronti a scendere in sciopero. Il lavoro del medico di fiducia sara' pero' integrato da quello di nuove strutture: le Aggregazione funzionale territoriale (AFT) e le Unità Complesse di Cure Primarie (chiamate anche CAse della Salute). L'intesa e' stata raggiunta nella tarda serata di ieri tra Regioni, Ministero della Salute e sindacati della medicina convenzionata che ha portato ad un documento che permette di superare la rottura della trattativa tra Sisac (l'agenzia che si occupa di stipulare le convenzioni con il servizio sanitario nazionale) e i sindacati. Uno scontro che aveva portato alla minaccia di uno sciopero da parte della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia che si dice soddisfatto che attende pero' la ripresa delle trattative sul tavolo tecnico per decidere un eventuale passo indietro rispetto alla protesta decisa, ha spiegato il segretario nazionale Giacomo Milillo. L'intesa è stata firmata da tutti i sindacati medici tranne che da Snami, Smi (per quanto riguarda la parte della medicina generale) e Unp. Rimane lo studio del singolo medico di famiglia e l'Aggregazione funzionale territoriale (AFT), una delle strutture centrali della riorganizzazione delle cure territoriali per le cure primarie che dovrà avere almeno una sede di riferimento presso la quale vengono svolte le funzioni di coordinamento, di condivisione, audit. Per il finanziamento di queste sono previste, nel rispetto degli attuali livelli retributivi, due quote: una per le attività del singolo medico e una per le AFT. "Il documento fa definitivamente prendere corpo al nuovo sistema di organizzazione dell'assistenza Sanitaria voluto dal Patto della Salute che prevede un forte riequilibrio in favore della presenza territoriale piuttosto limitando un eccessivo ricorso all'ospedalizzazione", ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Salute, Vito De Filippo. Sara' proprio il mix composto dalle Associazioni Funzionali Territoriali e dalle Unità Complesse di Cure Primarie in cui i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta si integreranno con medici della continuità assistenziale, specialisti convenzionati, infermieri e altri professionisti sanitari e sociali a dare il via ad un sistema di assistenza in grado di dare risposte, secondo De Filippo, alle esigenze di salute 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 senza impropri ricorsi al sistema dell'emergenza urgenza e agli ospedali. (ANSA). BR 05-MAR-15 18:24

Giovedì, 5 marzo 2015

Da fumo in gravidanza rischio cancro seno e ovaie per figlie (ANSA) - SYDNEY, 6 MAR - Una nuova ricerca australiana getta luce su un ennesimo danno per la prole del fumo in gravidanza: un più alto rischio che le figlie contraggano un cancro alle ovaie o al seno più tardi nella vita. Lo studio dell'Università Nazionale Australiana in Canberra, pubblicato su Human Reproduction, conclude che se le madri fumano la maggior parte dei giorni durante la gravidanza, le figlie avranno una comparsa precoce del primo ciclo mestruale. Un menarca anticipato aumenta il numero di cicli di ovulazione che una donna avrà nella vita e la espone a un maggior rischio di contrarre cancri riproduttivi, probabilmente a causa dell'accresciuta esposizione a ormoni come gli estrogeni, scrive la responsabile dello studio, l'antropologa biologica Alison Behie. Lo studio ha utilizzato "un insieme unico di dati" su 1500 bambine e ragazze, tratti dallo 'studio longitudinale' di bambini e adolescenti australiani compilato dall'Ufficio di Statistica e dal Dipartimento Servizi Sociali, che ha registrato le loro condizioni di salute ogni due anni. "Stiamo scoprendo sempre più come degli aspetti importanti della nostra biologia, compreso il nostro comportamento, si determinino già prima della nascita", scrive Behie. "Sappiamo che l'esposizione della madre a forme di stress, come in questo caso il fumo, può influenzare la salute di lungo termine della prole. Comprendere i fattori che portano a un menarca precoce, specie se prevenibili, è importante considerando le implicazioni di lungo termine per la salute e l'accresciuto rischio di cancro per le donne", aggiunge. Secondo la studiosa, questa ricerca aiuta le future madri a comprendere i rischi del fumo per il nascituro. Fumare in gravidanza è comunemente collegato a diversi rischi di salute per la prole, come minor peso alla nascita, ridotta capacità polmonare, asma e obesità, ma non era stato finora collegato allo sviluppo di cancri riproduttivi più tardi nella vita. (ANSA) XMC 06-MAR-15 09:42

Giovedì, 5 marzo 2015

Autismo: cause genetiche maggioritarie, fino a 98% casi (ANSA) - ROMA, 05 MAR - La quasi totalità dei casi di autismo potrebbe avere una origine genetica. Lo afferma uno studio sui gemelli identici coordinato dal King's College di Londra e pubblicato dalla rivista Jama Psychiatry, secondo cui i casi spiegabili solo su base ereditaria sono tra il 74 e il 98%. I ricercatori hanno usato i dati di uno studio che ha incluso tutti i gemelli nati in Inghilterra e Galles tra il 1994 e il 1996, selezionando ed esaminando 516 coppie di gemelli, di cui 181 con una diagnosi di autismo. Tra i gemelli identici, quelli cioè che hanno lo stesso Dna, il rischio che entrambi avessero la malattia è risultato molto più alto rispetto a gemelli eterozigoti o a coppie di fratelli, tanto che la componente genetica dei disordini dello spettro autistico secondo gli autori potrebbe essere compresa nella 'forchetta' tra il 74 e il 98%. ''Il nostro risultato principale è che l'ereditarietà dei disordini è molto alta, mentre la componente ambientale è piccola - spiega Beata Tick, l'autrice principale - questo rende ancora più probabile l'osservazione che il boom di casi degli ultimi anni sia dovuto a un miglioramento nelle diagnosi''. I geni responsabili, spiega alla Bbc Francesca Happe, uno degli autori, non sono ancora del tutto conosciuti. ''Potrebbero essere decine - afferma - forse centinaia. Quello che risulta dallo studio però è che le cause ambientali, che preoccupano molto i genitori, sembrano avere invece un effetto molto piccolo''.(ANSA). Y91-VI 05-MAR-15 12:42

COMMENTI Venerdì, 6 marzo 2015