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Registrazione effettuata nell’Oratorio dei Barnabiti, Roma, … · 2020. 5. 12. · Registrazione effettuata nell’Oratorio dei Barnabiti, Roma, il 9-10/3/2019 (Lectio quarta)

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  • Registrazione effettuata nell’Oratorio dei Barnabiti, Roma,

    il 9-10/3/2019 (Lectio quarta) e 31/8-1/9/2019 (Cantata in onore di S. Antonio)

    Presa di suono Alessandro PanettaAssistente musicale alla registrazione Beatrice Gargano

    Prima esecuzione moderna della Cantata: Padova, Chiesa dell’Arcella, 8/6/2019,per il Giugno Antoniano promosso dalla Basilica del Santo

  • GIROLAMO ROSSI (Napoli, sec. XVIII)

    CANTATA A DUE VOCI CON VIOLINIIN ONORE DI S. ANTONIO DA PADOVA (Napoli, 1738)

    PRIMA REGISTRAZIONE MODERNA

    Merito (soprano) Lucia Casagrande Raffi Gloria (contralto) Elisabetta Pallucchi

    LECTIO QUARTA A VOCE SOLA DI CONTRALTO CON SALTERIO E CEMBALO (dopo 1760)

    Elisabetta Pallucchi (contralto)Heidelor Schauer (salterio)

    ROMABAROCCA ENSEMBLEViolino I Giuseppe Grieco

    Violino II Roberto De SantisVioloncello Renato Criscuolo

    Cembalo e direzione LORENZO TOZZI

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  • SEQUENZA / RUNNING ORDER

    CANTATA IN ONORE DI S. ANTONIO DA PADOVA

    1. Sinfonia: Allegro [3:26]2. Largo e amoroso [1:46]3. Balletto spiritoso [2:06]4. Recitativo: “Suvvia in trionfo” (Merito) [1:54]5. Aria: “Con echi festosi” (Gloria) [7:09]6. Recitativo: “Quanto dicesti è vero” (Merito) [0:59]7. Aria: “Con cento e mille voci” (Merito) [5:45] 8. Recitativo: “Sì, già m’è noto appieno” (Gloria) [1:32]9. Recitativo accompagnato: “Caro Gesù adorato” (Merito) [0:49]10. Aria: “Anima pura e bella” (Gloria) [7:59]11. Recitativo: “Alma diletta” (Merito) [0:39]12. Recitativo accompagnato: “Sol voi d’ira fremete” (Merito) [0:42]13. Aria: “Frema, ma d’empio orrore” (Merito) [7:31]14. Recitativo: “Quante grazie, quai doni” (Gloria) [0:28]15. Recitativo: “Dunque che più s’aspetta” (Merito) [1:08]16. Recitativo accompagnato: “Su via a’ piedi suoi” (Gloria) [0:49]17. Duetto: “D’ogni fedele il core” (Merito-Gloria) [9:54]

    LECTIO QUARTA

    18. Introduzione [1:20]19. Ex tractatu Sancti Augustini [2:19]20. Protexisti me Deus [5:16]21. Multi martyres [3:00]22. Protectus est [4:10]23. Filius Dei [1:25]24. Parum ergo [3:51]

    T.T.: 76’56”

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  • MUSICA SACRA E DEVOZIONE POPOLARE A NAPOLI NEL SETTECENTO

    I Rossi musicisti sono davvero una piccola stirpe ed assommano a quasi una ventina.Solo per citare i più celebri la lista va dall’ebreo Salomone Rossi (1570-1630), attivonella Mantova dei Gonzaga a fianco di Monteverdi, al pugliese Luigi Rossi (1598-1653), protagonista della scena seicentesca romana, ma anche al cembalista genoveseMichelangelo Rossi (1600-1656), anch’egli protagonista nella Roma papalina.Alla lista si aggiunge ora il settecentesco Girolamo Rossi, napoletano, di cui davveropoco si conosce circa la vita e la carriera, salvo quello che ci viene dalle sue scarse opereo dai libretti ad esse relative.Lo sappiamo “maestro di cappella napolitano” nell’oratorio del SS. Crocefisso deiCavalieri detto la Sciabica (sito nel basamento della Chiesa di S. Paolo Maggiore) aNapoli. Tale risulta ad esempio nel frontespizio del libretto di Amalfi trionfante, “sacroeroico componimento per musica” eseguito ad Amalfi nel 1758 per la festa del miracolodi S. Andrea ad Amalfi avvenuto il 27 giugno del 1544 contro la minacciosa armatanavale di Ariadeno Barbarossi. Il libretto di Silvestro Gioseffo Cestari, in arcadiaSilvirio Tiboate, dedicato a Don Leopoldo di Gregorio marchese di Squillace, segretariodi stato di Sua Maestà, è conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Ci offre unottimo esempio di quelle musiche sacre (in genere mottetti) che venivano eseguiteall’aperto in occasione delle feste di santi patroni locali. Per l’oratorio dei Cavalieri del Crocefisso presso S. Paolo Maggiore, dove operò alungo, Girolamo Rossi fece eseguire nel 1766 l’azione sacra Ester assunta al trono diAssuero. Il libretto di Niccolò Recco è conservato nella Biblioteca della FondazioneCini a Venezia, mentre la musica è perduta. Altra composizione di cui rimane solo illibretto è l’azione sacra drammatica Per la solenne traslazione del sangue del gloriosoprotettore S. Gennaro, eseguita a Napoli il 15 aprile 1768, composta su libretto del giu-reconsulto partenopeo Giovanni Campagna, in arcadia Pisostrato Labonio (oggi nellabiblioteca di S. Cecilia). La traslazione avvenne come ringraziamento in seguito al com-piuto “ammirando prodigio di aver nel caduto anno estinte le divoratrici fiamme del

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  • minaccioso Vesuvio”, come si legge nella dedica. L’eruzione si verificò tra il 19 e il 27ottobre 1767. Oltre ad un inno Pange lingua a quattro voci, uniche opere superstiti anche nella partemusicale, e sempre di ispirazione sacra, sono quelle qui proposte. Si tratta di due operedistanti più di trent’anni e relative a due diversi approcci musicali al sacro come laLectio IV per contralto, salterio e cembalo (senza data ma sicuramente dopo il 1760)conservata nella Biblioteca del Conservatorio Verdi di Milano (Fondo Noseda MI0344LO 109) e la Cantata in onore di S. Antonio, databile al 1738 e conservata nellaBiblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli (NA 0059 Cantate 240). LaLectio IV relativa al Venerdì santo è in latino e dimostra stilisticamente i segni del tardobarocco o dello stile galante o preclassico (settime diminuite, cadenze vocali tutte rigo-rosamente scritte senza lasciare molto spazio alla improvvisazione del cantante, caden-ze armoniche convenzionali). La musica rende così piacevole e trasmissibile un conte-nuto dottrinale (relativo al commento di S. Agostino sopra il Salmo 63) inerente alladoppia natura del Cristo (divina ed umana, figlio di Dio e figlio dell’uomo). Nellaristampa del 1859 dell’Uffizio della Settimana Santa secondo il rito del Messale e bre-viario romano ordinato da S. Pio V e riformato da Urbano VIII si legge “Le seguentiLezioni mostrano come oggi verificato si è in Cristo quanto da lui predetto s’è neiSalmi, dichiarato profondamente dai nostri Dottori ed in particolare da S. Agostino.”La Lectio quarta è concepita espressamente per salterio e cembalo (preferito al piùcomune organo), il che attesta l’uso di eseguire queste musiche sacre in latino per laSettimana Santa nelle case aristocratiche di Napoli. Alla breve Introduzione strumentalein re maggiore (Allegro) che già immette nel tono garbato e amabile della partitura,segue l’indicazione della citazione (Ex tractatu Sancti Augustini Episcopi) in sol mag-giore (Tempo giusto). Unico pezzo in minore (mi relativo del Sol precedente) è ilProtexisti me Deus che si fa più dolentemente meditativo nella consapevolezza dell’aiu-to divino. L’Allegro spiccato in un altisonante Do maggiore (Multi martyres) esalta contoni quasi eroici il sacrificio dei martiri, alla cui vetta c’è Cristo. Una riconquistata sere-

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  • nità viene nell’Andantino grazioso in fa maggiore dalla protezione accordata dal Padreal Figlio dalla doppia sostanza umana e divina (Protectus est). Il fulcro dell’enunciazio-ne dottrinale è nel drammatico recitativo accompagnato Filius Dei (A tempo comodo,sol maggiore) in cui non solo si ribadisce la doppia natura del Figlio ma si deduce chead essere ucciso poté essere solo il suo corpo (umano) e non l’anima (divina). La con-clusione nella tonalità di inizio (Parum ergo, Laghetto staccato in Re maggiore) sotto-linea il ruolo esemplare conferito a Cristo dal Signore, che non si è limitato ad esaltarei martiri con la parola, ma ha voluto anche sostenerli con l’esempio sacrificando il suostesso Figlio.

    Particolare attenzione è stata prestata all’uso del salterio nella musica sacra. In un esau-riente saggio (Il salterio in Italia tra Seicento e Novecento) Teresa Chirico ne traccia lafortuna in tutta Italia sia come strumento solista che nella musica teatrale o sacra: era tra-pezoidale e si suonava in genere a dita nude o munite di una sorta di plettro infisso suditali da indossare sulle dita. Le tonalità più toccate quelle di Sol maggiore (ma anche miminore), Do maggiore e Re maggiore, più rare le tonalità con bemolli. A Napoli l’uso delsalterio è documentato, per citare solo i nomi più noti, nella Contesa dei Numi (1729) diLeonardo Vinci, in una Sinfonia di Jommelli, in opere teatrali di Paisiello e Tritto. Dellanostra Lectio la Chirico sottolinea poi che “la parte del salterio si presenta come una dellepiù difficili ed impegnative a causa di ardui tecnicismi, abbellimenti, note doppie in velo-cità e cromatismi”.Dell’uso del salterio nella musica sacra testimoniano anche alcuni fondi musicali, segna-lati e illustrati esaurientemente dalla Chirico, come quello delle musiche del tenore ecompositore settecentesco Litterio Ferrari, virtuoso della Real Cappella di Napoli, nelfondo del monastero delle benedettine di San Severo, il più importante in Italia per que-sto strumento. Il salterio nei conventi femminili era legato anche alla estrazione familiarenobile di molte suore ed era spesso usato nelle Lectiones della Settimana Santa, in cuirimpiazzava l’organo. E ancora la Chirico conferma che “lo stile pienamente galante,dalle numerose ornamentazioni… gli agili e ‘leggeri’ motivi, facevano di quelle compo-

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  • sizioni l’espressione musicale più consona ai raffinati paramenti sacri, alle grate trinatedei cori e alle rinnovate luminose architetture delle chiese del loro tempo.”

    Non è improbabile che la Cantata (a due voci con violini) in onore di S. Antonio daPadova, conservata manoscritta nella Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Maiella diNapoli, sia stata eseguita nell’oratorio dei Cavalieri del Crocefisso presso S. PaoloMaggiore, dove si conserva ancora un organo settecentesco. Testimonia sin nei toni affettuosi del testo la devozione popolare al Santo di Padova, cuianche il napoletano Francesco Durante dedicò un oratorio (Venezia, 1754). La cantata(una sinfonia tripartita, molti brevi recitativi secchi, tre recitativi accompagnati, quattroarie equamente ripartite e un duetto finale) vede protagonisti personaggi allegorici comeil Merito (soprano) e la Gloria (contralto) impegnati a profondere le lodi del santo porto-ghese venerato a Padova. Il manoscritto reca la data del 1738; e non è improbabile chel’esecuzione sia avvenuta proprio in concomitanza con la festa del Santo (13 giugno). IlSanto era molto venerato a Napoli e la storia successiva lo vide addirittura patrono dellacittà dal 1799 al 1814, perché S. Gennaro era stato accusato di essere filo-giacobino (ilsuo sangue si era infatti sciolto all’indomani della nascita della Repubblica napoletana).Il tono della cantata è quello sincero e disteso della devozione popolare (il Bambinello èsempre appellato col nome di Gesù e mai di Cristo, come negli oratori o nei componi-menti più aulici) e ad una esecuzione “popolare” farebbe pensare anche la presenza di unLargo e amoroso, e di un Balletto spiritoso nella Sinfonia introduttiva.L’esaltazione delle virtù del Santo francescano, morto nel 1231 a soli 36 anni e canoniz-zato dal Papa Gregorio IX già ad un solo anno dalla morte, trova riscontro nel testo di unanonimo estensore che invita i fedeli ad onorare Antonio, eroe di limpida chiarezza. Lacantata, nella quale sono ravvisabili echi pergolesiani in certe inflessioni strumentaliforse di dominio comune all’epoca, fa cenno anche alla dimestichezza di Antonio conGesù Bambino (“da bambino vi scherza il Re dei regi”, racconta la Gloria). È noto infattil’aneddoto agiografico degli ultimi anni di vita del Santo: Antonio fu ospite aCamposampiero del Conte Tiso VI, facoltoso benefattore dei francescani. Riposando il

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  • Santo dopo una predica, pochi giorni prima della morte, il conte vide una grande luceproveniente dalla sua stanzetta, che fuoriusciva da una fessura della porta socchiusa.Accostatosi per timore di un incendio vide il Bambinello Gesù in braccio al Santo in undialogo di tenerezza e familiarità. A questo episodio fa ampio riferimento la seconda ariadella Gloria (“Anima pura e bella”) con agili fioriture del violino che sembrano evocareil tono scherzoso e confidenziale del colloquio. Questo episodio tramandato dal LiberMiraculorum e dalla devozione popolare ha ispirato la pittura e la scultura che hannospesso rappresentato sant’Antonio che stringe con tenerezza in braccio il Bambino Gesù. L’invito della Cantata sin dall’inizio è a festeggiare non solo il trionfo del Santo (Gloria:“Con echi festosi”), “giglio sì puro” che “con fedel core e puro aspetto serba Gesù nelpetto”, ma anche quello del Cielo (Merito: “Con cento e mille voci”). Non mancano poineppure topici accenti di ira e furore (propri dello stile barocco) quando il Merito evocai mostri dell’Inferno (“Sol voi d’ira fremete, mostri d’Inferno”) destinati ad essere scon-fitti dal potere benefico del Santo (“Frema, ma d’empio orrore”). Nel finale encomiastico

    poi le due voci si uniscono(“D’ogni fedele il core”) in unappassionato e sincero duetto che,per la salvezza della comunità deifedeli, implora l’intercessione delSanto presso il Cielo.Lectio e Cantata, due facce dellareligiosità, colta e popolare, dog-matica e devozionale, che la musi-ca dello sconosciuto GirolamoRossi ripropone con originalità efantasia.

    Lorenzo Tozzi

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    S. Antonio guida le truppe del generale Ruffo (1799)

  • SACRED MUSIC AND POPULAR WORSHIP IN EIGHTEENTH-CENTURY NAPLES

    by Lorenzo Tozzi

    The name Rossi occurs some twenty times in the history of Italian music, makingits bearers virtually a small tribe. Three of the most famous are Salomone Rossi(1570-1630), a Jewish composer who worked in Mantua under the Gonzaga withMonteverdi, Luigi Rossi (1598-1653) from Puglia who was a major name in 17th

    century Rome and Michelangelo Rossi (1600-1656) a harpsichord virtuoso fromGenoa and a leading musical figure in Rome at that time. They and the other bea-rers of the name are now joined by Girolamo Rossi, an 18th century Neapolitan ofwhose life and work very little is known, aside from indications in the librettos ofhis oratorios or elsewhere in his output.He was certainly a Neapolitan Chapelmaster at the Oratory of the SS. Crocefissodei Cavalieri a.k.a la Sciabica, located in the basement of the Church of S. PaoloMaggiore, which is built on the foundations of the ancient Roman temple of Castorand Pollux. That information is contained in the libretto of the oratorio Amalfitrionfante, a “sacred heroic composition for music” performed in Amalfi in 1758to celebrate the miracle of St. Andrew which had occurred on 27 June 1544 againstthe threat of an enemy navy led by Ariadeno Barbarossi. The libretto is bySilvestro Gioseffo Cestari, (whose Arcadian alias was Silvirio Tiboate), and isdedicated to Don Leopoldo di Gregorio, the Marquis of Squillace and secretary ofstate to His Majesty. Housed today in the National Library of Naples (BibliotecaNazionale di Napoli), the libretto is an excellent example of sacred music – gene-rally motets – for open-air performance at the feasts of local patron saints. And itwas at the Oratory of the SS. Crocefisso dei Cavalieri, where he worked for a longtime, that in 1766 Rossi’s sacred drama Ester assunta al trono di Assuero was per-formed. Although the music is lost, the libretto by Niccolò Recco has survived andis today in the Library of the Cini Foundation (Biblioteca della Fondazione Cini)

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  • in Venice. Neither has the music survived for another sacred drama Per la solennetraslazione del sangue del glorioso protettore S. Gennaro, although in this case toothe libretto, (by a Neapolitan jurist Giovanni Campagna whose Arcadian alias wasPisostrato Labonio), is intact and is now in the library of S. Cecilia. The work wasperformed in Naples on 15 April 1768 and the dedication explains that this cere-mony involving the blood of the city’s patron saint was intended to give thanks forthe miracle of halting the eruption of Vesuvius which occurred between 19 and 27October 1767. Aside from the hymn Pange lingua for four voices, the present recording compri-ses Girolamo Rossi’s sacred works for which both music and texts have survived.Written thirty years apart, two of the pieces approach their subject in quite diffe-rent musical terms: the Lectio IV for contralto, psaltery and harpsichord, (undatedbut certainly after 1770), is in the Library of the Verdi School of Music (Bibliotecadel Conservatorio Verdi) in Milan (Fondo Noseda MI0344 LO 109); the manu-script score of the Cantata in onore di S. Antonio for two voices with violins(1738) is in the Library of the S. Pietro a Majella School of Music (Biblioteca delConservatorio S. Pietro a Majella) in Naples (NA 0059 Cantate 240). With its Latin text, (St. Augustine’s commentary on Psalm 63), the Lectio IV is forGood Friday and has such late baroque, galant or preclassical features as dimini-shed sevenths, vocal cadenzas carefully written out, (thus with very little room fora singer to improvise), and conventional harmonic cadences. All of which areintended to facilitate both enjoyment of the music and communication of the reli-gious message concerning the dual nature of Christ as son of God and of Man. Thescoring of the Lectio IV for psaltery and harpsichord, (rather than organ as wascommon), is in keeping with the custom of performing sacred music for holy weekin Latin in the homes of the Neapolitan aristocracy. The discreet, aimiable tone ofthe piece is set with the short instrumental introduction in D major (Allegro). Thencomes the quotation from St. Augustine’s commentary (Ex tractatu Sancti

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  • Augustini Episcopi) in G major (Tempo giusto). The sole minor section, (E – therelative minor of the G major of the Tempo giusto), is Protexisti me Deus a dolefulmeditation on divine aid. Multi martyres is a ringingly heroic Allegro spiccato inC major depicting the sacrifice of the martyrs with Christ at their head. Then sere-nity returns in the F major Andantino grazioso of Protectus est depicting the pro-tection given by the Father to the Son who is both human and divine. In terms ofdoctrine, the heart of the composition is Filius Dei, a dramatic recitative withaccompaniment A tempo comodo in G major, emphasizing the dual nature of theSon and that his death affected only his human body, not his divine soul. The con-clusion returns to the opening key of D major and stresses that the Lord not onlyexalted the martyrs with words alone but provided them with support through thesacrifice of his only Son.

    Particular attention has been paid to the psaltery in sacred music in an exhausitiveessay (Il salterio in Italia tra Seicento e Novecento) in which Teresa Chirico tracesthe history of this trapezium-shaped instrument throughout Italy in both the reli-gious and secular spheres. Played with the fingertips, either bare or wearing plec-trums, G major/E minor, C major and D major are the most common keys, whereasflat key signatures occur less frequently. Some of the best-known evidence that thepsaltery was used in Naples is in La Contesa dei Numi (1729) by Leonardo Vinci,in a Sinfonia by Jommelli and in operas by Paisiello and Tritto. Concerning Rossi’sLectio, Teresa Chirico points out that “the psaltery part is one of the most difficultand strenuous, placing great technical demands on the player with embellishmentsand fast double-note and chromatic passages”.Teresa Chirico provides extensive information on several collections of music,such as that of Litterio Ferrari – an 18th century composer, tenor and virtuoso ofthe Royal Chapel of Naples – located at the Convent of San Severo, the mostimportant collection in Italy for this instrument. Use of the psaltery in convents

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  • was partly due to the aristocratic background of many nuns and it often replacedthe organ in the Lectiones of Holy Week. Teresa Chirico confirms that the galantstyle with its wealth of ornamentation and agile, light-footed musical passagesmade this music ideal for performance in the new decorative, architecturally sophi-sticated church interiors of the time.

    It is likely that the Cantata in onore di S. Antonio was performed in the Oratory ofthe Cavalieri del Crocefisso presso S. Paolo Maggiore (which, incidentally, conti-nues to house an 18th century organ). Born in Portugal, Anthony became aFranciscan, died at the age of 36 in 1231 and in 1232 was canonized by PopeGregory IX. The popular patron saint of Padua was also the subject of an oratorioby another Neapolitan Francesco Durante (Venice, 1754). Rossi’s Cantata compri-ses a three-part Sinfonia, many short “dry” recitatives, three recitatives withaccompaniment, four arias distributed equally and a final duet. The main charac-ters are allegories - Merit (soprano) and Glory (contralto) – who sing the saint’spraises. As mentioned earlier, the date on the manuscript score is 1738 and thework may have been performed on St. Anthony’s day, 13 June. St. Anthony wasthe object of much devotion in Naples and would go on to become patron saintthere from 1799 to 1814 because St. Januarius (S. Gennaro) had been accused ofbeing a Jacobin supporter when his blood liquified after the creation of theNeapolitan Republic.The tone of the Cantata is in keeping with the relaxed sincerity of popular worship– the Child is called Jesus, never Christ as in oratorios or other more solemn gen-res. Further, there is a hint of the popular and folkish with the inclusion of a Largoe amoroso and a Balletto spiritoso in the opening Sinfonia and certain instrumentalphrases echo Pergolesi, like much other music at the time. By an unknown author,the text exalts the virtues of St. Anthony and invites the faithful to honour him asa hero whose actions were marked by clarity and openess. The Cantata includesreferences to the saint’s familarity with the Infant Jesus – the Gloria includes the

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  • words “da bambino vi scherza il Re dei regi / the King of kings jests as a child”.The Liber Miraculorum and popular religious tradition in general recount thatshortly before St. Anthony’s death, while he was resting after a preaching a ser-mon, his host Count Tiso VI of Camposampiero (a wealthy benefactor of theFranciscans) saw a bright light through a gap in the doorway of the saint’s room.Worried that there might be a fire, he looked only to see St. Anthony talking to theInfant Jesus in his arms with tender affection. Much is made of this episode in thesecond aria of the Gloria “Anima pura e bella / Soul pure and fair” with the vio-lin’s agile flourishes seeming to suggest the light-hearted, confidential nature ofthe conversation - indeed, paintings and statues often show the saint holding theInfant Jesus tenderly in his arms.The Cantata is intended to celebrate the triumphs of both St. Anthony, (Gloria:“Con echi festosi/With festive echoes”), “giglio sì puro / lily so pure” who “confedel core e puro aspetto serba Gesù nel petto / with faithful heart and aspect pureholds Jesus in his breast” and of Heaven itself (Merit: “Con cento e mille voci /With a hundred and a thousand voices”). In true baroque fashion, the music alsodepicts wrath and fury when Merit evokes the monsters of Hell, (“Sol voi d’ira fre-mete, mostri d’Inferno / Only you shake with wrath, monsters of Hell”), destinedfor defeat by the good power of the saint (“Frema, ma d’empio orrore / He shakes,but with impious horror”). In the finale there is a passionate, sincere duet (“D’ognifedele il core / The heart of every faithful one”) in which Merit and Glory imploreSt. Anthony to intercede with Heaven for the salvation of the community of the fai-thful.Thus, the Lectio and the Cantata show two approaches to religious practice – thecultivated and the popular, dogma and devotion – with the original, imaginativemusic of the obscure Girolamo Rossi.

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  • Il ROMABAROCCA ENSEMBLE è stato fondato nel 1994 da Lorenzo Tozzi, che ne ètuttora direttore artistico, per la riscoperta del vasto repertorio musicale italiano in esecu-zione filologica. Ha nel suo repertorio musiche inedite e rare, strumentali e vocali, sacre eprofane, del barocco italiano: oratori, cantate, melodrammi ed intermezzi comici. Prestol’ensemble si impone all’ attenzione per la versatilità ed originalità dei suoi programmimusicali. Ha tenuto concerti in tutta Italia anche per istituzioni storiche come le Settimanemusicali senesi, l’Accademia Filarmonica Romana, l’Oratorio del Gonfalone, il Festivalbarocco di Viterbo, l’Accademia di San Luca, il Festival di Pasqua e compiuto numerosetournées all’estero, dalla Corea alla Cina, dalla Finlandia e alla Russia, dalla Bielorussiaallo Zambia, dalla Siria alla Mongolia e alla Polonia.Molte le musiche rare o in prima esecuzione moderna riportate alla luce tra cui opere diCornacchioli, Leo, Rainaldi, Alessandro e Domenico Scarlatti, Cavalieri, Carissimi,Agazzari, Gasparini, Hasse , Haendel, Quagliati, F. Caccini, Caporale e G. Rossi. Per ilventennale dell’Ensemble il Presidente della Repubblica Napolitano ha concessoall’Ensemble una medaglia di rappresentanza. Il RBE incide per Tactus, Bongiovanni eBrilliant.

    ELISABETTA PALLUCCHI è nata a Spoleto. Si è diplomata in Canto al Conservatoriodi Pescara ed ha conseguito la Laurea in Canto Barocco con il massimo dei voti e la lode.Dal 2004 si dedica principalmente alla musica barocca con incursioni nel repertorio roman-tico e contemporaneo ed in quello operistico. Ha cantato in festival nazionali ed interna-zionali. come tra l’altro il Festival delle Nazioni di Città di Castello, il CantiereInternazionale d’Arte di Montepulciano, OperaInCanto di Terni, Segni Barocchi diFoligno, Festival Transeuropeen (Rouen), Hoors Sommaopera (Svezia), Festival dei DueMondi di Spoleto, Villa Solomei (Perugia), Festival Organistico Internazionale (Venezia),Menuhin Festival di Gastaad (Svizzera), Festival de Ushuaia (Argentina), BrinkhallSummer Concerts di Turku (Finlandia), Waterloo Festival (Londra), Festival InternationalOrgues Historiques (Francia), Autunno Barocco di Napoli. Ha registrato per RadioVaticana, per Radiotre, per Brilliant e Bongiovanni.

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  • LUCIA CASAGRANDE RAFFI, nata aGubbio (PG), si laurea prima in Canto esuccessivamente in Didattica della Musicacon il massimo dei voti presso ilConservatorio “F. Morlacchi” di Perugia.Consegue la laurea specialistica di II Livelloin Canto indirizzo interpretativo - composi-tivo con 110 e lode. Debutta a 21 anni alXXIV ° Cantiere Internazionale D’Arte diMontepulciano. Studia con Raina Kabaivanska, MariellaDevia, e Gloria Banditelli. Vanta collabora-zioni con artisti di fama nazionale ed inter-nazionale come Dimitra Theodossiou,Carmela Remigio, Norma Fantini,Piero Giuliacci, Umberto Gazale, e con regi-sti quali Dolcini, Belli, Baiocco, Marras,Ferrari, Cuocolo, Fosso,e Allegrezza.Nel 2010 è al premio “Beniamino Gigli” diHelsinki presso l’Accademia Sibelius. Si

    esibisce da anni sia in Italia che all’estero (Grecia, Stati Uniti, Spagna, Germania, Argentina,Israele, Giappone) Ha debuttato diversi ruoli tra i quali Gilda, Violetta, Charlotte, Elvira,Lauretta, Donna Anna, Ifigenia, Euridice, Valencienne, Pamina, Contessa, Susanna,Giulietta, Michaela, Musetta, Poppea ; molto attiva anche nella musica sacra, oratoriale esinfonica con produzioni importanti. Negli ultimi anni approfondisce lo studio del repertoriobarocco e cameristico collaborando con influenti musicisti del settore e importanti forma-zioni cameristiche come: Ghislieri Choir & Consort, Solisti Aquilani, Accademia degliUnisoni, Ensemble Strumentale della Cappella Musicale S. Petronio e AccademiaHermans, con la quale partecipa all’incisione discografica “O Magnum Mysterium”

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  • HEIDELORE WALLISCH-SCHAUER ha iniziato a prendere lezioni di strumentoall’età di cinque anni. Ha studiato dulcimer, salterio, musica antica e prassi esecutiva delperiodo presso l’Università privata Anton Bruckner. I suoi concerti con i suoi due profes-sori Karl-Heinz Schickhaus e August Humer, così come la Bruckner Orchestra (Linz),Musica fiorita, l’austriaco New music ensemble (OENM), il Salzburger Hofmusik,Wolfgang Brunner, Peter Waldner e Concilium musicum Wien, testimoniano eloquente-mente il suo impegno per la musica “antica” e “nuova”. Considerata uno dei suonatori piùvirtuosi di salterio, è anche in tournée con le sue due band “KultUrig” e “Lila house”, suo-nando commistioni tra musica folk, classica, jazz e improvvisazione. Dal 2011 dirige ilcorso di dulcimer presso il Mozarteum di Salisburgo.

    LORENZO TOZZI. Singolare figura di musicologo, ricercatore, storico della musica,organizzatore, continuista e direttore, si è laureato in Lettere alla Sapienza, ha studiato pia-noforte con Umberto De Margheriti, composizione e musica corale con Fausto Razzi edirezione d’orchestra con Franco Ferrara. Docente di Storia della musica e Musicologia alConservatorio S. Cecilia di Roma, di Storia della Danza all’Università di Fermo e Lecce,dal 1978 critico musicale de Il Tempo, collaboratore di Musica e Il Mondo della Musica,si è occupato prevalentemente della danza d’arte e di musica barocca italiana, addivenendoad importanti riscoperte (Rainaldi, Cavalieri, Domeanico e Alessandro Scarlatti, Leo,Rainaldi, Quagliati, Agazzari, Caporale, Francesca Caccini, Rossi ecc) . Per il teatro hascritto il monodramma Notturno d’Arcadia sulla vita della poetessa arcadica PetronillaPaolini Massimi. Nel 1994 ha fondato il Romabarocca Ensemble con cui si è esibito inimportanti prime riprese moderne di opere italiane. Nel 1984 ha fondato e diretto per 23anni il Festival internazionale di mezza estate (Tagliacozzo). Dal 2006 al 2016 dirige larassegna concertistica Museicalmente della Fondazione ArcoAccademia. Per i meritiacquisiti nel campo della cultura è stato insignito nel 1995 dal Presidente Scalfaro del titolodi Cavaliere al merito della Repubblica italiana.

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  • (Sinfonia)

    MERITO

    Suvvia in trionfo, in tal sì lieto giorno,venga, colma di allori e palme altere,la Gloria bella ad intrecciar corone.Al grand’eroe di Padova, Antonio il Santo,sciolga dolce sua voce in lieto canto.

    GLORIA

    Chi mi chiama dal Cielo,chi con gioiose voci dal mio celeste tronooggi a godere m’invita?

    MERITO

    Deh, mia figlia gradita,come vuoi che tralasci di chiamarti a gioirein questo dì felice,in cui di Antonio, il degno e chiaro Eroe,le glorie a celebrar ognun s’accinge:ond’è ben giusto ancora,che i suoi rari trofeine scendi anch’a lodar senza dimora.

    GLORIA

    Ben saggio è il tuo desioe, pronta a festeggiar, ne volo anch’io.Eccomi, dunque, lietaed è ben di dover, mentr’ogni coredi sì gran Santo oggi trionf’ il merto,gl’offra la Gloria ancor dovuto onore.

    GLORIA

    Con echi festosi

    (Symphony)

    MERIT

    In such a merry day, in triumphLet beautiful Glory come, bearing plenty oflaurels and haughty palms, to weave crowns. To the great hero of Padua, Anthony the Saint,May she lift her sweet voce in happy song.

    GLORY

    Who calls me from Heavenwho, with joyful voices,from my heavenly throneinvites me to rejoice?

    MERIT

    Oh, my blessed daughter,how could you think that I would have omittedto call you to rejoicein this happy day,in which everyone prepares to worshipthe deeds of this worthy and clear Hero,Anthony: hence it is rightthat you descent to sing praise of his rare deeds without hesitation.

    GLORY

    Well wise is your wishand, ready to celebrate, here I fly.Here I am, merry,and it is my duty, whilst every hearttoday sing praise to the merits of such greatSaint, that Glory tributes to him due homage.

    GLORY

    With festive echoes

    - 16 -

    CANTATA IN ONORE DI S. ANTONIO DA PADOVA

  • d’ allegra armoniaogn’alma non posie al Cielo ne diadi tanto gran Santo la Gloria e l’onor.Che angelica vita,che giglio sì puro,che alma gradita,che fiore di odoreall’Eterno Signor.

    MERITO

    Quanto dicesti è vero,ma pur è vero ancorache chi con fedel core e puro aspettoserba Gesù nel petto,e in lui sol fida per divina virtude,a tropp’alto sentier ne ascende il merto.Se tal sì raro pregiosì ben fu impresso al generoso coredel mio sì eccelso Eroe,egli ben è dover che a Gesù ancora dia lode il merto ed a Gesù si onora.

    MERITO

    Con cento e mille vocidi tenerezza e Amoreogni alma ed ogni coreancor dia lode al Ciel.Il Merto io son che parlodi quel Campion elettoche tutt’amor nel pettofu tant’a Dio fedel.

    GLORIA

    Si, già m’è noto appienoquanto cara fu a Dio

    of cheerful harmonylet every soul without pauseraise to Heaventhe Glory and the honourof such great Saint. Angelic life,pure lily,blessed soul,the scented blossom,to the Eternal Lord.

    MERIT

    What you said is true,but it is also true yetthat he who with faithful heart and pure facekeeps Jesus in the soul,and trusts in His divine virtue,his merit raises to the highest.If such rare qualitieswere impressed into the generous heartof my admirable herohe’d rather tribute to Jesusthe praise of his merit, and worships Jesus.

    MERIT

    With hundreds and thousands voicesof tenderness and lovemay every heart and every soulgive praise to Heaven.I, who am speaking, am the Meritof the distinguished Championwho, with all the love of his heart,was so faithful to God.

    GLORY

    Yes, I am fully aware,of how dear was to God

    - 17 -

  • quell’alma bella,che qual sua sposa e ancellacon prodigio d’affettotutto amante Gesù gli pose in petto.

    MERITO

    Ah generoso Dio!E quanto amabil sei,quanto sei ammirabil, Gesù mio.

    GLORIA

    Ed oh dolcezze inaudite! Oh alti pregi!Da bambino vi scherza il Re de Regi.Eppur non sazio ancoraAhi grandezze! Ahi delizie!e in mille amorigli inghirlanda il crin di rose e fiori.

    MERITO

    Caro Gesù adorato,più soffrir non mi fido.Per tenerezza, oh Dio,si spezza il core.Se potessi, vorrei morir d’amore.

    GLORIA

    Se dunque tant’ a Dio quest’alma piace,giusto è dover ch’a piedi suoi s’umilia ogni mert’ogni cor, la stessa Gloria.Anima pura e bella,quanto sei grata al Cielo,che seppe senza veloun Dio scherzarti in sen.Si dunque, Alma felice,teco son lieta anch’io,se innamorasti un Dio,se in Ciel ne godi appien.

    His noble soul,That loving Jesus put into his breastWith a miracle of loveAs his bride and servant.

    MERIT

    Ah generous God!How lovely,how admirable are you, my Lord.

    GLORY

    Unprecedented sweetness! Noble virtues!As a child, the King of Kings plays with it!Yet you are not satisfiedAlas noble deeds and delights!And with immense loveAdorn his hair with garlands of roses and flowers.

    MERIT

    Dear adored Jesus,I cannot suffer any longer.My heart, oh God,Is overwhelmed by tenderness.If only could, I would rather die of love.

    GLORY

    If then this soul is so dear to God,it is a right duty for every merit, every heart,and Glory herself, to kneel at his feet.Pure and noble soul,How dear are you to Heaven,Who, without a doubt, madeGod rejoice in your heart.Rejoice, then, blessed soul,And I rejoice with you,If you made a God love you,And in Heaven be content.

    - 18 -

  • MERITO

    Alma diletta. Ahi dolci eccessi, o amore.Confus’è il pensier mio.Potea coll’uom più innamorarsi un Dio?Stupite, o Cieli, e con le sue vaghezze Gioisci, o terra, ancorae in Antonio il prodeammira l’uom ch’un Dio cotanto onora.Sol voi d’ira fremete infra gl’abissi, crude furie, empie Arpie, mostri d’Inferno, e del Signor supernoi portenti e l’amor oggi ammiratee gl’altri suoi disegni, confusi, nel mio Eroe or venerate.

    MERITO

    Frema, ma d’empio orrore,tra sdegni suoi l’Inferno,s’oggi con plauso eternoquell’Alma in dolce calma,cinta di mille stelle,lieta trionfa in Ciel.Fulmina ancor l’abissoe vibra i strali suoi.Che valerà se poi,dolce e pietoso, il Cielon’assisterà fedel?

    GLORIA

    Quante grazie, quai doni, pietoso Dio comparte ai suoi fedeli. Ahi! Bell’alma gradita, a te m’inchino,opra troppo amorosa del celeste Fattore.Viva viva Gesù, viva il suo amore.

    MERIT

    Blessed soul, sweet excess of love.My mind is confused.How could a God fall in love with a man?Be amazed, Skies, and with its delightsRejoice once more, Earth,And in valiant AnthonyAcknowledge the man whom God so honours.Quiver of anger, among the abysses,Cruel furies, impious Harpies, infernal monsters,And of the Almighty Lord,The miracles and the love may you admire now,And His other designs,Now, through my Hero, you confused worship.

    MERIT

    Let the Hell shiver with impious horroramong its wraths,if today, with eternal applause,his Soul, in sweet peace,crowned with plenty of stars,triumphs delighted in Heaven.The abyss strikes with lightningAnd deals his blows.What’s worth then,If Heaven assists him,Sweetly merciful.

    GLORY

    What graces, what gifts,Merciful God shares with the believers.Alas, blessed loved soul,I bow at you,The loving creationOf the Heavenly Maker. Blessed Jesus, blessed be his love.

    - 19 -

  • MERITO

    Dunque che più s’aspettaCon alte preci e votiad Antonio accorrete, o voi mortali,acciò per suo alto mertointerceda per voi di tutti i mali.

    GLORIA

    Partenope felice, cara Napoli bella,troppo è vaga tua sortee troppo devi all’alto gran Fattorese per Intercessore ne godi in feste e in risoun sì potente amico in Paradiso.

    MERITO

    Vedrai contro l’Inferno,con suo gran scorno eterno,se a Dio sarai fedele,armato il gran Campion a tua difesain ogni più difficile impresa.

    GLORIA

    Suvvia a’ piedi suoi con cor contrito, popolo a Dio diletto,ognun al dolce invito,se fur gravi gli eccessi,ricorra al suo poter con viva fedeche in lui ritroverà pace e mercede.

    (A DUE)

    Grazie or via rendiam al Gran Fattore,che tanto seppe amare / che ingrandir seppe tanto il peccatore.

    GLORIA

    D’ogni fedele il core,

    MERIT

    Therefore what do you still await,raise prayers and vows,come all of you faithful, to Anthony,so that he may intercede, for his noble deeds,on behalf of you, for all your sins.

    GLORY

    Glorious Parthenope, beloved Naples,too celebrated is your destiny,and too much you owe to the Almighty Makerif you can trust on the intercessionof such a powerful friend in Heavenwith bright celebrations.

    MERIT

    You’ll see, to its eternal humiliation,against Hell if you trust in God,the Champion taking up the arms in your defencein every hardest enterprise.

    GLORY

    Now, with contrite heart, at his feet,people dear to God,may each one to the sweet invitation,however grave were his sins,turn to his power with lively faithfor in him peace and grace shall be found again.

    (FOR TWO)

    Thanks be to the Great Maker,who so much loved/ who made so much great the sinner.

    GLORY

    Let the heart of every believer,

    - 20 -

  • in giorno sì felice,dia Gloria al Creatore

    MERITO

    Lieta ne corra ogn’almaad ammirar un Diotanto indulgente e pio,

    A DUE

    se Antonio l’alma bellacome ridente stellaseppe fermar nel Ciel.

    GLORIA

    D’ogni fedele il core in giorno sì felice, dia gloria al Creator

    MERITO

    Lieta ne corra ogn’Almaad ammirar un Dio, tanto indulgente e pio

    A DUE

    se Antonio l’alma bellacome ridente stellaseppe fermar nel Ciel.

    GLORIA

    Ah dolce Eroe Beato,se fosti al Ciel sì grato,deh con pietoso amore

    MERITO

    Se qual amato oggetto sei tanto a Dio diletto,deh con pietoso amor

    A DUE

    accogli e porgi al Cielo

    in such happy day praise for the Creator’s glory.

    MERIT

    Let each soul merrily cometo admire such anindulgent and good Lord.

    FOR TWO

    If Antony’s blessed soullike a bright starwas fixed in the sky.

    GLORY

    Let the heart of every believer,in such happy day praise for the Creator’s glory.

    MERIT

    Let each soul merrily cometo admire such anindulgent and good Lord.

    FOR TWO

    If Antony’s blessed soullike a bright starwas fixed in the sky

    GLORY

    Ah sweet blessed Hero,if you are so dear to Heaven,then with merciful love

    MERIT

    If as beloved objectYou are so dear to Godthen with merciful love

    FOR TWO

    accept and raise to Heaven

    - 21 -

  • de tuoi divoti il core.

    GLORIA

    Acciò tra rai di Gloria

    MERITO

    Ognun per tuo gran merito

    A DUE

    ottenghi alfin vittoriae voli a Dio fedel.

    Ex tractatu Sancti Augustini Episcopi superPsalmos

    Protexisti me Deus a conventu malignantium,a multitudine operantium iniquitatem. Jamipsum caput nostrum intueamur.

    Multi martyres talia passi sunt: sed nihil sic elu-cet, quomodo caput Martyrum: ibi meliusintuemur quod illi experti sunt.

    Protectus est a multitudine malignantium,protegente se Deo, protegente carnem suamipso Filio, et homine quem gerebat quia Filiushominis est et filius Dei est.

    Filius Dei propter formam Dei, Filius hominispropter formam servi, habens in potestateponere animam suam et recipere eam. Quid eipotuerunt facere inimici? Occiderunt corpus,animam non occiderunt. Intendite,

    Parum ergo erat, Dominum hortari Martiresverbo, nisi firmarent exemplo.

    the heart of your devotees.

    GLORY

    So that with rays of Glory

    MERIT

    May each one of us, for your noble merits

    FOR TWO

    obtain the final victoryand fly to God devotedly.

    - 22 -

    LECTIO QUARTALe seguenti Lezioni mostrano come oggi verificato si è in Cristo quanto di lui predetto s’è nei Salmi,

    dichiarato profondamente dai nostri Dottori ed in particolare da S. Agostino

    Dal trattato di S. Agostino vescovo sui Salmi

    Dio, tu mi hai protetto dalla congiura deimaligni e dalla moltitudine degli iniqui.Consideriamo cosa è il nostro Capo.

    Molti martiri hanno sofferto tali pene, ma nien-te è così fulgido come il Capo dei martiri. In luivediamo meglio quello che loro hanno sofferto.

    È protetto dalla folla dei malvagi in quanto loprotegge Dio, che ha difeso la sua stessa carneessendo uomo, perché è figlio dell’uomo efiglio di Dio.

    Figlio di Dio per la natura divina, figlio del-l’uomo per la natura di servo, avendo potere perdare la vita e tornare a prenderla. Che poteronofargli i nemici? Uccisero il suo corpo, ma non lasua anima. Intendete bene.

    Poco sarebbe stato che il Signore avesse esortatoi suoi martiri con le parole, se non li avesse for-tificati col suo esempio.

  • - 23 -

    Heidelor Schauer

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    Lucia Casagrande Raffi • Elisabetta Pallucchifoto Filippo Maria Gianfelice

  • PAOLO

    QUAGLIATI

    LA SFERA

    ARMONIOSA

    FRANCESCA

    CACCINI

    LA LIBERAZIONE

    DI RUGGIERO

    DALL’ISOLA

    DI ALCINA

    DOMENICO

    SCARLATTI

    AMOR

    D’UN OMBRA

    E GELOSIA

    D’UN AURA

    ROMA BAROCCA ENSEMBLE • LORENZO TOZZI

    già pubblicati

  • Elisabetta Pallucchi, Renato Criscuolo, Lorenzo Tozzi, Heidelor Schauer