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D Direzione Centrale Progettazione Anas SpA COMPLETAMENTO DELLA TANGENZIALE DI VICENZA 1° STRALCIO 1° TRONCO VE 18/14 PROGETTO ESECUTIVO L’ APPALTATORE: - IL GRUPPO DI PROGETTAZIONE: - - CONSULENZE SPECIALISTICHE: MANDATARIA IMPRESA AFFIDATARIA MANDANTE RAPPRESENTANTE DELL’APPALTATORE: IL PROGETTISTA PROGER SPA IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PROTOCOLLO DATA PARTE GENERALE RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO CODICE PROGETTO PROGETTO LIV.PROG N.PROG. D P V E 0 7 E 1 3 0 1 . NOME FILE E_T00EG00GENRE04_B.Docx REVISIONE SCALA: CODICE ELAB. T 0 0 E G 0 0 G E N R E 0 4 B - - - - - - - - - - - - - B REV. ISTR. ANAS Prot.CDG-0482941P 26/09/17 16.10.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese A EMISSIONE 02.08.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese REV DESCRIZIONE DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO

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D Direzione Centrale Progettazione

Anas SpA

COMPLETAMENTO DELLA TANGENZIALE DI VICENZA 1° STRALCIO – 1° TRONCO

VE 18/14

PROGETTO ESECUTIVO

L’ APPALTATORE: -

IL GRUPPO DI PROGETTAZIONE: -

-

CONSULENZE SPECIALISTICHE:

MANDATARIA IMPRESA AFFIDATARIA

MANDANTE

RAPPRESENTANTE DELL’APPALTATORE:

IL PROGETTISTA

PROGER SPA

IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

PROTOCOLLO

DATA

PARTE GENERALE RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

CODICE PROGETTO

PROGETTO LIV.PROG N.PROG.

D P V E 0 7

E

1 3 0 1

.

NOME FILE

E_T00EG00GENRE04_B.Docx REVISIONE SCALA:

CODICE ELAB.

T 0 0

E G 0 0

G E N

R E 0 4

B

-

- - - - - -

- - - - - -

B REV. ISTR. ANAS Prot.CDG-0482941P 26/09/17 16.10.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese

A EMISSIONE 02.08.2017 Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese

REV DESCRIZIONE DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PREMESSA 4

1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E

PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art. 132,

comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) 5

1.1. Modifica dell’innesto su strada Gambugliano 6

1.2. Modifica dell’andamento del sottopasso strada comunale Ambrosini 7

1.3. Modifica delle piste di servizio in prossimità dei sottopassi 8

1.3.1. Modifiche strutturali ai manufatti dovute all’accostamento delle piste di

servizio 12

1.3.1.1. Sottopassi ciclopedonali 12

1.3.1.2. Sottopassi carrabili 13

1.3.2. Modifiche dovute alla continuità idraulica 15

1.4. Spostamento dell’asse del tracciato al fine del salvataggio della roggia

esistente 18

2. ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL’ALTEZZA DEI SOTTOPASSI

PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL KM

5+082 (NOTA ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017) 18

2.1. Sottopasso pk 3+529 19

2.2. Sottopasso pk 5+082 19

3. ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK 4+006 E PK

5+028 e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA ANAS

PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017) 19

4. SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA DELL’AREA

INTERCLUSA ALL’INTERNO DELLO SVINCOLO NORD (art. 132,

comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) 20

5. MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D’ARTE MINORI (art. 132,

comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 21

5.1. Riconfigurazione geometrica delle opere d’arte minori 21

5.1.1.1. Sottopasso pk 4+006 21

5.1.1.2. Trincea San Giovanni 21

6. CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE DI

SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.

163/06) 22

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

6.1.1. Progetto Definitivo 22

6.1.2. Progetto Esecutivo 22

6.1.2.1. Sottopasso Maddalene 22

6.1.2.2. Sottopasso Ambrosini 25

7. RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO (art. 132,

comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 26

7.1.1. Progetto Definitivo 26

7.1.2. Progetto Esecutivo 26

8. FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.

163/06) 31

9. OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 32

9.1. Inserimento puntoni provvisori sui sottopassi maggiori 32

9.2. Modifica delle opere provvisionali in prossimità delle vasche di prima

pioggia 33

10. MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO (art. 132,

comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 34

11. PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN VARIANTE

(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 34

12. OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132, comma 1,

D.Lgs. n. 163/06) 35

12.1. Preparazione del piano di posa del rilevato 35

12.1.1. Progetto Definitivo 35

12.1.2. Raccomandazioni Arpav 38

12.1.3. Progetto Esecutivo 39

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PREMESSA

Durante la redazione della progettazione esecutiva, il Progettista e l’Appaltatore hanno

tenuto conto delle circostanze, insorte successivamente all’avvio della progettazione,

idonee a configurare delle varianti rispetto al progetto definitivo secondo l’art. 132,

comma 1, del D.Lgs. n. 163/2006.

In particolare si rappresenta che, su indicazione del progettista e previa informazione al

responsabile del procedimento, l’appaltatore ha provveduto all’effettuazione di studi e

indagini di maggior dettaglio e di verifica rispetto a quelli posti a base del progetto

definitivo. Il progetto esecutivo, conseguentemente, rende conto delle rideterminazioni

delle scelte progettuali, alla luce delle risultanze delle indagini eseguite.

Oltre a ciò, in conseguenza delle raccomandazioni con cui ARPAV ha accompagnato la

redazione del progetto esecutivo a partire dal 21/02/2017, riguardanti la necessità di

evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell’utilizzo della tecnologia

“stabilizzazione a calce”, prevista dal progetto definitivo di gara per il miglioramento in

situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell’infrastruttura, l’Appaltatore ha

sviluppato col progetto esecutivo una variante delle modalità di realizzazione degli strati

di bonifica dei rilevati.

Le circostanze di cui sopra si sono quindi configurate idonee, secondo l’art. 132, comma

1, del D.Lgs. n. 163/2006, a motivare la progettazione di interventi in variante rispetto al

progetto definitivo, che sinteticamente riguardano:

1) Variante relativa alle modalità di realizzazione della bonifica del piano di

posa dei rilevati;

2) ridefinizione degli interventi volti al contenimento dei processi di filtrazione

idraulici durante le fasi di scavo dei sottopassi stradali, alla luce degli esiti

della campagna d’indagine geotecnica integrativa;

3) introduzioni di interventi volti all’accelerazione del decorso dei cedimenti

dei rilevati d’approccio al viadotto di Viale del Sole;

4) adeguamento delle strutture di fondazione del viadotto del Sole;

5) adeguamento delle strutture della trincea San Giovanni;

6) adeguamento delle strutture dei sottopassi secondari;

7) adeguamento delle opere provvisionali per la realizzazione delle vasche

fuori linea;

8) adeguamento dei tombini e delle opere di efflusso di linea.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

L’Appaltatore ha inoltre sviluppato nel progetto esecutivo altre varianti, nell'esclusivo

interesse dell'amministrazione, finalizzate al miglioramento dell'opera e della sua

funzionalità, del tutto riconducibili all’art. 132, comma 3, del suddetto Decreto, che si

riepilogano qui di seguito:

1) miglioramento della viabilità secondaria e delle piste di servizio in

prossimità dei sottopassi e dei tombini idraulici;

2) sistemazione in configurazione definitiva dell’area interclusa all’interno

dello svincolo nord;

3) ridefinizione dei pacchetti di pavimentazione stradale.

Tutti i contenuti di cui sopra sono stati acquisiti nella progettazione esecutiva presentata

alla Stazione Appaltante nel mese di agosto 2017.

In esito all’istruttoria della Stazione Appaltante, di cui alla nota prot. CDG-0482941-P del

26/09/2017, come superata dagli incontri con il Gruppo istruttore di ANAS del 22/09/2017

e del 11/10/2017, l’Appaltatore e il Progettista hanno aggiornato la progettazione

esecutiva consegnata, modificando in parte le soluzioni precedentemente sviluppate,

come argomentato nel seguito.

Rileviamo, inoltre, che con la medesima nota del 26/09/2017, appena citata, la Stazione

Appaltante ha chiesto di adeguare a 4,50 m l’altezza dei sottopassi poderali e del

sottopasso poderale ciclabile al km 5+082.

La presente relazione intende dunque illustrare, motivandola, ciascuna delle variazioni al

progetto definitivo sviluppata nel progetto esecutivo.

In base all’art. 20 del C.S.A. Norme Generali, per la disamina delle varianti conseguenti

all’ottemperanza alle richieste della Conferenza dei Servizi si rinvia, invece,

espressamente all’elaborato T00EG00GENRE02_D

1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E

PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art.

132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06)

Le varianti descritte in questo capitolo rimangono confermate senza modifiche rispetto

alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017. Si

procede nel seguito alla loro argomentata motivazione.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

1.1. MODIFICA DELL’INNESTO SU STRADA GAMBUGLIANO

La variante alla SP36 collega l’attuale via Gambugliano con la nuova rotatoria dello

svincolo sud.

Il progetto definitivo prevede di intervenire sulla viabilità esistente ben prima dell’inizio

della curva necessaria per innestarsi sulla nuova variante.

Tale soluzione sembra tuttavia figlia della precedente fase progettuale in cui era previsto,

in posizione adiacente e parallela alla viabilità est-ovest esistente, la realizzazione di un

sottovia stradale che garantisse lo scavalco della nuova SP46.

L’eliminazione di tale opera d’arte e la possibilità di utilizzare il più possibile il sedime

esistente, consiglia di avanzare sensibilmente l’inizio delle attività di variante, di ca. 170

m.

Da un punto di vista strettamente geometrico, la soluzione di variante ricalcherà

esattamente quanto previsto in PD, con raggio planimetrico pari a 65 m e clotoidi di

lunghezza invariata. (Vedi file: E_T00EG00GENPL08_B, E_T00EG00GENPL09_C)

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

La pista ciclabile di servizio parallela alla nuova viabilità principale attraverserà la nuova

variante all’incirca a metà del tratto curvilineo, senza risalire verso est per poi ritornare a

percorrere parallelamente alla strada il tratto verso la rotatoria di svincolo sud.

1.2. MODIFICA DELL’ANDAMENTO DEL SOTTOPASSO STRADA COMUNALE AMBROSINI

In merito alla viabilità di progetto necessaria per garantire continuità a via Ambrosini, su

richiesta della DL si è proceduto ad allontanare la nuova viabilità, e con essa la struttura

in c.a. contenente le rampe del sottovia, dalla residenza posta a nord di via Ambrosini (di

cui in viola nello schema seguente sono riportati i muri di confine).(Vedi file:

E_T00EG00GENPL10_B, E_T00EG00GENPL11_C)

Di seguito si riportano il progetto definitivo e la proposta di modifica:

Progetto definitivo

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Proposta di modifica

Con la nuova configurazione la parte terminale del sottovia si è spostata di ca. 4.50 m

verso sud, e la nuova viabilità si trova rispetto al muro di confine fino ad una distanza di

ca. 8.5 m dal limite interno della strada.

1.3. MODIFICA DELLE PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI

La direzione lavori Anas richiede di realizzare, in prossimità dei sottopassi, una pista di

servizio accostata al sottopasso, in aggiunta a quella già prevista, per evitare, a chi vuole,

di percorre la strada più lunga. Tali piste hanno, in generale, larghezza di 1.5 m in

prossimità dei sottopassi e 1.5 e 4 m in prossimità del sottopasso strada comunale

Ambrosini. In particolare tale modifica è richiesta alle seguenti progressive:

- PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini

- PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene

- PK 4+005

- PK 5+085

Tale modifica richiede, anche, un adattamento delle barriere antirumore che in questi

tratti saranno del tipo integrato con la barriera di sicurezza.

Di seguito si riportano planimetricamente le modifiche:

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C)

La pista di servizio a sud est è stata eliminata allargando a 5 metri quella a nord est per

permettere il transito dei mezzi pesanti del proprietario dell’abitazione prospiciente il

sottopasso.

Per il sottopasso Ambrosini è stato previsto l’accostamento della pista di servizio per

permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e carrabile a destra.

Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali secondo la sezione

tipica riportata di seguito:

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

La lunghezza e la posizione delle barriere di sicurezza è specificata nell’elaborato:

E_T00EG00GENPL11_C.

PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C)

Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio

ciclopedonale a sinistra e a destra.

Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata

nell’elaborato: E_T00EG00GENPL12_C.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PK 4+006 (file E_T00EG00GENPL13_C)

Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio

ciclopedonale a sinistra e a destra.

Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata

nell’elaborato: E_T00EG00GENPL13_C.

PK 5+082 (file E_T00EG00GENPL14_C)

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio

ciclopedonale a sinistra e a destra.

Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata

nell’elaborato: E_T00EG00GENPL14_C.

1.3.1. Modifiche strutturali ai manufatti dovute all’accostamento delle piste di

servizio

1.3.1.1. Sottopassi ciclopedonali

Tale soluzione comporta, oltre alla realizzazione di nuove piste di larghezza pari a 1.50m

anche modifiche strutturali ai sottopassi:

- allungamento del sottopasso di 1.50 m da un lato,

- Allungamento della rampa di discesa al sottopasso di non meno di 1.50

m.

- modifica della soletta superiore con chiusura delle asole previste in

progetto definitivo sia nel caso di sottopassi ciclopedonali sia nel caso di

sottopassi carrabili.

Di seguito si riportano, in maniera indicativa, le modifiche strutturali che

riguardano il sottopasso ciclopedonale.

Modifiche su sottopasso ciclopedonale

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

1.3.1.2. Sottopassi carrabili

In questo caso le piste di servizio sono da un lato di 1.50 m e dall’altro di 4.00

m per il sottopasso su Strada comunale Ambrosini e di 1.50 m da entrambi i lati per il

sottopasso Via Pian delle Maddalene

Le modifiche strutturali che andranno fatte sono:

- Aggiunta di travi prefabbricate per realizzare i nuovi tratti di soletta, di

lunghezza differente a seconda si tratti di pista di 4.00 m o 1.50 m

- Spostamento della vasca di raccolta delle acque

- Modifica del numero di diaframmi in corrispondenza dello scatolare

chiuso.

- Allungamento del sottopasso di 1.5 m

Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso strada comunale Ambrosini.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso via Pian delle Maddalene

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

1.3.2. Modifiche dovute alla continuità idraulica

L’accostamento della rampa di servizio ai manufatti comporta anche l’allungamento di

alcuni tombini di continuità idraulica.

In particolare i tombini da modificare si trovano alle seguenti progressive:

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PK 1+992 Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C)

PK 3+125 Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C)

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

PK 4+006 (file E_T00EG00GENPL13_C)

PK 5+082 (vedi file: E_T00EG00GENPL14_C)

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

1.4. SPOSTAMENTO DELL’ASSE DEL TRACCIATO AL FINE DEL SALVATAGGIO DELLA ROGGIA

ESISTENTE

Su richiesta della Direzione dei Lavori è stato modificato l’asse del tracciato di progetto

tra le progressive 2+500 e 3+925 al fine di salvaguardare la roggia esistente che si trova

nei pressi di Via Pian delle Maddalene.

Tale modifica ha comportato uno spostamento del tracciato di circa 7 m in prossimità del

sottopasso Via Pian delle Maddalene con conseguente adattamento dell’opera d’arte alla

nuova configurazione.

La nuova configurazione permette di evitare lo spostamento della roggia per un tratto di

oltre 250 metri con un’ottimizzazione generale della conseguente sistemazione idraulica.

2. ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL’ALTEZZA DEI SOTTOPASSI

PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL

KM 5+082 (NOTA ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL

26/09/2017)

Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta

nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG-0482941-P del

26/09/2017, ha chiesto l’adeguamento a 4,50 m dell’altezza dei sottopassi poderali e del

sottopasso poderale ciclabile al km 5+082.

La modifica, dunque, interessa le seguenti opere:

Sottopasso Altezza conforme al progetto definitivo di offerta

Altezza richiesta con nota CDG-0482941-P del 26/09/2017

PK 3+529 3,20 m 4,50 m

PK 5+082 4,00 m 4,50 m

La necessità di adeguare l’altezza dei manufatti, mantenendo naturalmente

invariata la livelletta dell’asse stradale principale, ha giocoforza comportato sia un

adeguamento delle parti strutturali delle elevazioni in c.a., sia un allungamento dei

sottopassi, imposto dall’approfondimento delle quote d’imposta delle fondazioni al fine di

assicurare le maggiori altezze. Evidentemente, l’aumento della lunghezza dei manufatti

ha richiesto anche un conseguente adeguamento dei sedimi di esproprio.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

2.1. SOTTOPASSO PK 3+529

Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del

sottopasso.

In sede di progetto definitivo l’altezza interna del sottopasso era di 3.20 m; in fase

esecutiva è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così

come richiesto da Anas.

Questo ha comportato un ingente allungamento planimetrico del sottopasso di circa

31.70 m in quanto la pendenza della strada era già in fase definitiva del 12% e quindi non

poteva essere aumentata. Sono stati quindi aggiunti due ulteriori conci, uno a destra ed

uno a sinistra

2.2. SOTTOPASSO PK 5+082

Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del

sottopasso.

In sede di progetto definitivo l’altezza interna del sottopasso era di 4 m; in fase esecutiva

è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così come richiesto

da Anas.

Questo ha comportato una conseguente modifica anche delle geometrie dei muri ad U.

3. ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK 4+006 E

PK 5+028 e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA

ANAS PROT. CDG-0482941-P DEL 26/09/2017)

Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta

nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG-0482941-P del

26/09/2017, ha richiesto l’illuminazione dei sottopassi a pk 4+006 e PK 5+028 oltre che i

sottovia Maddalene e Ambrosini

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

4. SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA

DELL’AREA INTERCLUSA ALL’INTERNO DELLO SVINCOLO

NORD (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n.

163/06)

Il progetto esecutivo prevede la sistemazione in configurazione definitiva dell’area

interclusa all’interno dello svincolo nord. Gli interventi descritti in questo capitolo

rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione

esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

5. MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D’ARTE MINORI (art.

132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)

Gli interventi descritti in questo capitolo rimangono confermati senza modifiche rispetto

alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.

5.1. RICONFIGURAZIONE GEOMETRICA DELLE OPERE D’ARTE MINORI

Nell’ambito delle verifiche strutturali delle opere minori è stata rivista la geometria delle

seguenti opere d’arte:

- sottopasso alla pk 4+006;

- sottopasso alla pk 5+082;

- trincea San Giovanni

al fine dell’ottemperanza alle normative vigenti in materia, con particolare riguardo al

soddisfacimento delle verifiche al galleggiamento.

5.1.1.1. Sottopasso pk 4+006

Nel progetto definitivo per quanto riguarda il concio 2 era considerata una fondazione di

spessore 50 cm; nel progetto esecutivo è stato aumentato tale spessore portandolo a 60

cm.

La modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento del concio; questa è

stata fatta considerando, a favore di sicurezza, uno spessore di 40 cm di pacchetto

stradale.

5.1.1.2. Trincea San Giovanni

Rispetto al progetto definitivo sono state modifiche le geometrie dei conci 7-8-10-11-12

Tale modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento dei vari conci; questa

è stata effettuata considerando uno spessore della pavimentazione pari a 40 cm.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

6. CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE

DI SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1,

D.Lgs. n. 163/06)

6.1.1. Progetto Definitivo

Il Progetto Definitivo prevede l’esecuzione di cortine di diaframmi, laterali allo scavo, per il

contrasto alle spinte del terreno e idrostatiche; adeguatamente approfonditi oltre il fondo

scavo per limitare le portate dell’acqua di infiltrazione. E’ previsto l’ausilio del sistema

well-point per il dewatering.

6.1.2. Progetto Esecutivo

6.1.2.1. Sottopasso Maddalene

Il piano di campagna medio attuale si trova a circa 37.0 m s.l.m., la massima risalita della

falda è ipotizzata alla stessa quota del p.c., mentre a profondità di oltre 15 m è stata

riscontrata una piezometrica a +37.538.0 m s.l.m. (quindi in leggero artesianesimo).

La profondità massima dello scavo è a quota +30.8 m s.l.m., che si approfondisce

localmente a quota +29.0 m s.l.m. per la vasca interrata di raccolta dell’acqua.

Per l’elevato battente idrostatico massimo a fondo scavo, di circa 9 m in corrispondenza

della vasca di raccolta acque, il sistema dewatering well-point presenta delle complessità

di installazione.

Nella fase di indagini per il Progetto Esecutivo è stata posta particolare attenzione allo

studio dei parametri di permeabilità dei terreni per verificare la fattibilità e le tecnologie

per un razionale sistema di dewatering.

I terreni sono di natura alluvionale costituiti da intercalazioni orizzontali di sabbie limose,

limi sabbiosi e limi argillosi con valori delle permeabilità locali comprese mediamente nel

range: k=10-7

÷10-5

m/s (da prove penetrometriche con piezocono CPTU, prove di

permeabilità Lefranc in foro di sondaggio).

Per la struttura eterogenea dei terreni si è ritenuto di proporre una prova di emungimento

da pozzo, ottenendo i seguenti risultati sintetici:

Portata di emungimento per un abbassamento stabilizzato di 8-9 m: ≈ 0.7 l/s,

prossima a valori critici per il pozzo.

Cono di depressione, misurato sui piezometri posti a varie distanze, regolare e

relativamente rapido nella stabilizzazione.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Elevate perdite di carico concentrate sui filtri e nell’immediato intorno del pozzo

(“skin effect”).

Notevole trasporto di fine con persistenza di acqua torbida.

La portata di emungimento è stata inferiore alle attese per le caratteristiche strutturali e

granulometriche dei depositi, per l’inevitabile disturbo con effetto impermeabilizzante, che

la perforazione apporta alle pareti di scavo del pozzo e per una certa quota, inevitabile, di

intasamento del filtro. Va dato atto all’Impresa esecutrice della sperimentazione di aver

ottemperato alle specifiche esecutive, di avere impiegato idonee tecnologie e modalità

esecutive (in particolare impiegando acqua chiara senza nessun tipo di additivi per

l’esecuzione della perforazione), nonché adeguata diligenza complessiva. Tutti gli aspetti

qualitativi dei risultati delle prove sono infatti corretti.

Va comunque ricordato che un obiettivo delle prove di emungimento da pozzo era di

verificarne la “produttività”, ovvero la reale efficacia (disturbi compresi), per eventuale

proposta come tecnologia di dewatering per l’esecuzione degli scavi.

Figura 1. Prova di pompaggio PEm02: sintesi dei risultati

Per la sicurezza dell’esecuzione degli scavi occorre prevedere un tampone di fondo, da

realizzare mediante colonne jet-grouting compenetrate, per uno sviluppo complessivo di

circa 115 m in corrispondenza delle massime profondità di scavo (inferiori a +33 m

s.l.m.).

L’esecuzione del tampone di fondo consente i seguenti vantaggi:

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Limitare fortemente le portate di acqua di infiltrazione; in tal modo l’impiego del

dewatering è molto ridotto, rimanendo a regime per le sole portate residue di

infiltrazione a fondo scavo. Oltre a tutti gli aspetti di semplificazioni esecutive e

risparmi energetici, si evidenzia che viene praticamente annullato il trasporto di

fine dall’esterno (diversamente inevitabile). Il trasporto di fine, per periodi

prolungati, può comportare degrado delle caratteristiche dei terreni esternamente

ai diaframmi, con rischi di subsidenza ed effetti indotti nell’intorno.

Si possono accorciare le profondità dei diaframmi di circa 2-5 m. Scavi

approfonditi possono interessare acquiferi locali artesiani, in tali condizioni

risulterebbe precaria la stabilità della perforazione per carenza del battente

idrostatico del fluido di perforazione. Una significativa riduzione delle profondità

dei diaframmi riduce moltissimo tale rischio.

Le modalità esecutive, per gli scavi e le attività da svolgere a fondo scavo sono

più semplici, i tempi esecutivi certi, con riduzione delle alee di incertezza e dei

rischi.

In mancanza di tampone di fondo il sistema di dewatering richiede una

architettura complessa, da adattare alle condizioni locali, con necessità di

controlli e manutenzioni continue, con maggiori rischi connessi all’efficacia delle

lavorazioni da eseguire a fondo scavo (impermeabilizzazione, getto del solettone

di base ecc.).

Le caratteristiche del tampone sono:

Esecuzione di colonne con tecnologia bi-fluido, diametro reso utile di ≈ 1200 mm;

Maglia triangolare equilatera con interassi di ≈ 900 mm;

Altezza del trattamento ≥ 3.0 m;

Parametri del trattamento: caratteristiche delle miscele cementizie, velocità di

rotazione e risalita, portate di iniezione ecc., da determinare e ottimizzare

mediante appositi campi prova;

Ogni 20-40 m verranno eseguiti dei setti trasversali di compartimentazione

mediante doppia file di colonne prolungate fino alla testa dei diaframmi. Lo

scopo delle compartimentazioni è di limitare le portate di emungimento ai soli

settori soggetti a scavo e ad isolare eventuali difettosità per disporre mirate azioni

correttive.

Le modalità di controllo durante l’esecuzione e sulla resa finale verranno definite.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Figura 2. Sezioni trasversali

Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli

interventi descritti in questo capitolo relativamente al contenimento dei processi di

filtrazione in fase di scavo del sottopasso Maddalene rimangono confermati senza

modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di

agosto 2017. In particolare si precisa che il dimensionamento del tappo di fondo in jet

grouting deriva dall’esperienza acquisita. Il diametro previsto per le colonne è fattibile in

relazione ai terreni in sito e l’interasse è dettato dall’esigenza di compenetrazione, legata

alla verticalità delle colonne ed alla profondità di trattamento.

Comunque si prevede apposito campo prova finalizzato appunto a tarare i parametri

operativi ed ottimizzare diametro ed interasse.

Nei tratti dove è presente il tappo di fondo, non è previsto wellpoint, ma un semplice

sistema di agottamento a fondo scavo. Il sistema wellpoit è previsto dove non c’è tappo di

fondo (altezze di scavo < 5 m circa).

6.1.2.2. Sottopasso Ambrosini

Le condizioni geometriche sono assimilabili al Sottopasso Maddalene.

Sono migliori le condizioni stratigrafiche: per la maggior presenza statistica di terreni più

fini, ed idrologiche per la minor quantità di acqua di emungimento da prova da pozzo e

per non aver osservato fenomeni di artesianesimo.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Anche in questa situazione sarebbe raccomandabile l’impiego di un tampone di fondo,

per le semplificazioni e le limitazioni dei rischi precedentemente descritti.

Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-

0482941-P del 26/09/2017, è stato eliminato il tappo di fondo in jet grouting, che era

comunque previsto solo nella zona di massimo scavo. Tale modifica comporta

l’allungamento dei diaframmi in tale tratto, riportandoli alle lunghezze di Progetto

Definitivo, al fine di aumentare il percorso di filtrazione; la lunghezza dei diaframmi in

questo tratto è passata quindi da 17.0 m (con tampone jet grountig) a 23.0 m (senza

tampone); la lunghezza di 23.0 m è la stessa prevista in PD.

Per quanto sopra, la pianificazione dei lavori dovrà prevedere comunque l’esecuzione

degli scavi del sottopasso ST01 preliminarmente a quelli del ST02, al fine di poter avere

ancora disponibili le attrezzature del jet grouting, nel caso sopraggiungessero difficoltà

nel gestire l’acqua.

7. RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO

(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)

7.1.1. Progetto Definitivo

Nel PD non è previsto alcun consolidamento per i rilevati maggiori (di approccio alle

spalle del viadotto). Nella Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-C) si stima un

cedimento totale di 50-55 cm con tempi di dissipazione delle sovrapressioni interstiziali

entro 60 giorni, quindi confrontabili con i tempi di costruzione (valutato con un cv = 410-5

m2/s, mediante rappresentativo dell’intero spessore alluvionale Al e Al1, presente nei

primi 24 m dal p.c.).

7.1.2. Progetto Esecutivo

La zona in esame è stata indagata in fase PE mediante un sondaggio (SE01, lunghezza

44.0 m, lungo il quale sono stati prelevati 6 campioni sottoposti alle prove di laboratorio),

3 prove CPTU spinte fino ad una profondità massima di circa 26 m.

L’insieme delle indagini complessivamente disponibili hanno confermato lo spessore

compressibile (circa 24-25 m dal p.c.) ed hanno consentito di dettagliare la stratigrafia

locale, distinguendo all’interno del deposito francamente argilloso-limoso (unità Al) tre

stratificazioni limoso-sabbiose con spessori di ordine metrico (unità Al1).

Nella seguente figura si sintetizzano i principali risultati delle prove CPTU disponibili, che

evidenziano una marcata ripetibilità.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Con riferimento all’unità Al, che di fatto governa la natura differita dei cedimenti nel

tempo, numerose prove sono state finalizzate alla valutazione della permeabilità e quindi

alla stima del coefficiente di consolidazione cv. I risultati complessivamente disponibili

conducono ad una stima di cv = (15)10-07

m2/s.

Pur confermando l’ordine di grandezza dei cedimenti attesi (50-60 cm totali), si stima un

tempo di consolidazione di 1.52 anni, non compatibili con i tempi realizzativi previsti per

l’opera.

Per la necessità di ridurre drasticamente i tempi di consolidazione a circa 60 gg,

compatibili con le fasistiche previste, si prevede l’inserimento di dreni verticali a nastro, L

= 20.0 m, disposti a maglia quadrata 1.8 m x 1.8 m. I dreni sono idraulicamente collegati

in testa mediante uno strato di “drenante - anticapillare” spesso 30 cm, ubicato alla base

del rilevato, immediatamente sopra il piano campagna.

Il trattamento interessa una porzione di circa 100 m a tergo di entrambe le spalle.

L’obiettivo progettuale è quello di ridurre a valori trascurabili i cedimenti differenziali tra il

rilevato-viadotto nonché le coazioni indotte dal rilevato sui pali di fondazione. Questi

ultimi potranno essere realizzati, ovvero collegati al plinto, solo al termine dei processi di

consolidazione.

Quanto previsto verrà verificato sperimentalmente mediante monitoraggio dei cedimenti

del rilevato in costruzione; i dati via via acquisiti consentiranno di verificare le previsioni

progettuali, ed operare le scelte sugli eventuali aggiustamenti in corso d’opera

(calibrazione dei tempi di attesa ed eventuale pre-carica).

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Figura 3. Vi del sole: profili delle resistenze CPT con determinazione del “Material Index, Ic.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Figura 4. Sezione tipo con dreni.

Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli

interventi descritti in questo capitolo, relativi all’accelerazione del decorso dei cedimenti

del piano di posa dei rilevati d’approccio al viadotto, rimangono confermati senza

sostanziali modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel

mese di agosto 2017. In particolare si precisa che, come si evince dalla figura 30 della

relazione geotecnica generale di PE (allegata di seguito), il valore del coefficiente di

consolidazione verticale assunto in PE, si interpola bene sia con i dati delle prove

penetrometriche statiche (delle sole prove eseguite in corrispondenza dell’opera), sia con

la stima da correlazione empirica. Il valore del coefficiente di consolidazione verticale

assunto in PD (riportato in figura seguente per confronto) deriva molto probabilmente da

una interpretazione dei dati di tutto il tracciato. Le indagini integrative hanno infatti

evidenziato una importante novità rispetto al PD: in corrispondenza del viadotto in

oggetto, relativamente alle alluvioni superficiali, si ha una prevalenza della componente

argilloso-limosa (unità Al), poi fra le progressive chilometriche 1+100 e 1+500 circa, si

intensificano le intercalazioni sabbiose e limoso sabbiose (unità Al1) e dalla progressiva

chilometrica 1+500 circa, si evidenzia una marcata eterogeneità nel rapporto fra le facies

delle alluvioni argillosa (unità Al) e sabbiosa (Al1), con livelli/lenti/strati di spessore da

centimetrici a metrico e, mediamente, di pari incidenza. Questo concetto verrà comunque

meglio specificato nella relazione geotecnica generale.

Per quanto riguarda la giustificazione dell’estensione del tratto di rilevato con dreni (100

m circa), negli elaborati esecutivi è stata inserita una sezione di calcolo dei cedimenti a

distanza di 100 m da inizio intervento. In questa sezione, che presenta comunque una

altezza di rilevato intorno ai 6 m, senza dreni e senza precarica, il cedimento residuo da

scontare dopo 1 anno, è inferiore a 5 cm (come prescritto da Capitolato Speciale

d’Appalto).

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

-30

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-10

-5

0

1.00E-09 1.00E-08 1.00E-07 1.00E-06 1.00E-05 1.00E-04 1.00E-03

Pro

fon

dit

à d

a p

.c.

[m]

cv [m2/s]

Coefficiente di consolidazione primaria verticale

SCPTU1_2014

CPTU1_2014

CPTPP1_2005

CPTU-E03

CPTU-E02

CPTU-E01

NAVFAC-DM 7.1. (1971)

Valore di cv di PD

Valore di cv di PE

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

8. FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1,

D.Lgs. n. 163/06)

Per la redazione del P.E. è stata appositamente eseguita una campagna di indagini

integrativa nel periodo marzo-maggio 2017 con la finalità di verificare, approfondire ed

ottimizzare la caratterizzazione geotecnica dei litotipi interagenti con le opere.

Le indagini eseguite hanno confermato lo spessore alluvionale (unità Al-Al1 - intercettato

fino a circa 25 m dal p.c.) che sovrasta i depositi ghiaiosi, ed hanno evidenziato una

prevalenza della componente coesiva compressibile (Al) e solo in sub-ordine la presenza

di strati limoso-sabbiosi (Al1). Inoltre, grazie al nuovo sondaggio SE-01, spinto fino a 44.0

m di profondità, si è evidenziato che le ghiaie di base non sono continue ma intervallate

da depositi coesivi.

Questa circostanza, che rappresenta la novità rispetto al P.D., implica per i pali una

minore portanza di base, che nelle ghiaie viene in parte inficiata dalla presenza degli

orizzonti coesivi.

In tale contesto, i pali sono di tipo “sospeso”, ovvero progettati con resistenza

prevalentemente laterale. Quindi il dimensionamento ottimale si ottiene privilegiando i pali

di minore diametro (DN 800 -1000 mm) rispetto a quelli del P.D. offerto (DN 1200 mm). In

base a tali criteri è stato dunque sviluppato il progetto esecutivo presentato nel mese di

agosto 2017.

Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-

0482941-P del 26/09/2017, il diametro dei pali di spalle e pile è stato uniformato a D=800

mm, garantendo un interasse ≥ 3D.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

9. OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n.

163/06)

9.1. INSERIMENTO PUNTONI PROVVISORI SUI SOTTOPASSI MAGGIORI

In fase di progettazione esecutiva dei sottopassi maggiori (sottopasso strada comunale

Ambrosini e sottopasso Via Pian delle Maddalene) sono stati aggiunti dei puntoni

provvisori dovuti alla natura dei terreni interessati dallo scavo ed i tempi di realizzazione

dell’opera. Rispetto al PD che considerava condizioni non drenate, le analisi del PE si

basano sui parametri geotecnici drenati e si considera un regime di filtrazione stazionario.

Per garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e mantenere un regime

deformativo accettabile, lo scavo dovrà essere effettuato con un elemento di contrasto in

testa alle opere di sostegno. Tale funzione è assolta dall’impalcato di copertura nel tratto

coperto e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i rimanenti tratti è

necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di coronamento dei

diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la realizzazione della soletta di

fondazione in c.a..

In base all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017,

rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017

il progettista esecutivo ha riscontrato la necessità dell’impiego, in corrispondenza sia del

sottopasso Ambrosini sia del sottopasso Maddalene, di puntoni Φ609.6mm sp.14.2mm

ad interasse di 6m, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e

mantenere un regime deformativo accettabile.

La stabilità e la sicurezza in condizioni di scavo sono assolte dall’impalcato di copertura

nel tratto in galleria e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i

rimanenti tratti è necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di

coronamento dei diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la

realizzazione della soletta di fondazione in c.a.. Tale scelta comporta inoltre altri

significativi vantaggi progettuali: importante riduzione delle sollecitazioni nei diaframmi e

della loro armatura, quindi maggiore durabilità dell’opera; minori alee di rischio collegate

alla variabilità delle complesse condizioni al contorno (condizioni stratigrafiche,

caratteristiche geotecniche, idrodinamiche e sovraccarichi); incremento delle condizioni di

sicurezza generali e per le maestranze.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

9.2. MODIFICA DELLE OPERE PROVVISIONALI IN PROSSIMITÀ DELLE VASCHE DI PRIMA

PIOGGIA

Nel Progetto definitivo era previsto uno scavo massimo di circa 5.5 m sotto il piano

campagna, protetto mediante palancolato Larssen 605 L=18.0 m, contrastato

internamente con due ordini di tiranti.

Nella nuova configurazione di PE, si prevede una riduzione della profondità di scavo, che

si spinge fino ad un massimo di -4.0-4.2 m dal p.c..

Si conferma la necessità di proteggere lo scavo mediante palancolato, per la riduzione

dei processi di filtrazione verso lo scavo. Gli scavi saranno protetti mediante palancolato

perimetrale (tipo Larssen 605) che verrà infisso dal p.c. fino ad una profondità di circa

12.0 m (contro i 18 m previsti in fase di progettazione definitiva).

Dopo aver verificato la compatibilità degli ingombri di scavo con le aree di esproprio, si è

scelto di allargare l’impronta di scavo, prevedendo la profilatura di una berma

stabilizzante sul palancolato conformata con larghezza in testa di 1.8-2.0 m, scarpata di

circa 40° rispetto all’orizzontale, altezza 2.0 m.

Tale soluzione comporta numerosi vantaggi di carattere esecutivo e di sicurezza delle

maestranze:

operando con palancole di 12.0 m si evitano complicate operazioni di saldatura in

cantiere;

le minori altezze di scavo e l’allargamento dello scavo mediante berma

stabilizzante hanno consentito di evitare la realizzazioni dei tiranti; tale

lavorazione appare critica per la necessità di lavorare all’interno dello scavo e

con battente d’acqua rispetto al punto di perforazione..

L’utilizzo di un sistema well-point consentirà di mantenere i piani di lavoro

all’asciutto fino al completamento dei getti in c.a..

Rispetto all’istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG-0482941-P del 26/09/2017, gli

interventi descritti in questo paragrafo, relativi alle opere provvisionali delle vasce di

prima pioggia, rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della

progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

10. MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO

(art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)

È’ stato necessario inoltre inserire ed adeguare alle intervenute modifiche della viabilità

principale, secondaria e di servizio i manufatti di scarico provvisti di pancone metallico

per garantire lo scarico delle acque di piattaforma dai fossi di guardia al ricettore finale.

La laminazione delle acque previo passaggio nelle vasche di prima pioggia infatti avviene

nei fossi di guardia del tracciato principale ed è necessario fornire un manufatto per

permettere eventuali regolazioni del flusso di scarico.

11. PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN

VARIANTE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06)

Nell’elaborazione della progettazione esecutiva l’Appaltatore e il Progettista hanno avuto

cura di ricercare soluzioni progettuali e costruttive alternative a quella originariamente

previste per la realizzazione della pavimentazione stradale, con l’intento di ulteriormente

migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e durabilità della struttura.

La geometria della pavimentazione prevista nel progetto definitivo posto a base di gara

era la seguente:

- fondazione in misto granulare, cm 30;

- fondazione in misto cementato, cm 25;

- base in conglomerato bituminoso, cm 10;

- strato di collegamento in conglomerato bituminoso, cm 6;

- strato di usura in conglomerato bituminoso “fonoassorbente” cm 4.

Nell’ambito della progettazione esecutiva viene proposta la seguente geometria della

pavimentazione con l’intento di migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e

durabilità della struttura:

- sottofondazione in misto granulare (per le sezioni di TIPO A) o materiale

stabilizzato a calce (per le sezioni di TIPO B, C), cm 19;

- fondazione in misto cementato, cm 35

- base in conglomerato bituminoso a freddo, cm 12

- strato di collegamento in conglomerato bituminoso ad alto modulo, cm 5;

- strato di usura in conglomerato bituminoso “fonoassorbente” cm 4.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Le verifiche svolte in questa sede hanno dimostrato che, dal punto di vista strutturale, la

proposta di variante è senza dubbio migliorativa rispetto al progetto definitivo.

Il confronto evidenzia la minore deformabilità, le minori sollecitazioni sui conglomerati

bituminosi (a causa di un aumento di rigidezza globale) e la maggiore vita utile della

pavimentazione in variante. Le tensioni di esercizio nel misto cementato sono compatibili

con le attese caratteristiche di resistenza del materiale previsto nella proposta di variante.

Si può quindi asserire che, alle ipotesi della verifica per i cui dettagli si rimanda alla

relazione specialistica dedicata, la soluzione di variante appare migliorativa rispetto a

quella del progetto definitivo.

L’appaltatore e il progettista confermano la proposta di variante tecnica migliorativa

presentata con la progettazione esecutiva nel mese di agosto 2017.

12. OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132,

comma 1, D.Lgs. n. 163/06)

12.1. PREPARAZIONE DEL PIANO DI POSA DEL RILEVATO

12.1.1. Progetto Definitivo

I dettagli per la preparazione dei piani di posa dei rilevati sono forniti nel § 11.2 della

Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-A) e nella tavola delle Sezioni Tipo – Corpo

stradale principale (T00PS00TRAST01-A).

In dettaglio, si prescrive che si rispettino le Norme Tecniche del Capitolato Speciale

d’Appalto ANAS in cui si richiede che i sottofondi dei piani di posa dei rilevati abbiano un

modulo di deformazione Md al primo ciclo di carico su piastra (di diametro pari a 30 cm)

pari a:

Per altezze di rilevati superiori a 2 m, si ammettono anche valori inferiori a 15 MPa

sempre che sia garantita la stabilità dell’opera e la compatibilità dei cedimenti, sia totali

che differenziali e del loro decorso nel tempo.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Per il conseguimento dei valori su indicati, si prescrive che i terreni in posto (materiali

coesivi, saturi o parzialmente saturi) siano sottoposti a un adeguato trattamento a calce,

aventi caratteristiche differenti in funzione della tipologia dei rilevati in esame:

1. Nuovi rilevati stradali:

- scotico di spessore 20 cm;

- scavo di sbancamento per bonifica di 50 cm (approfondimento di 70

cm dal p.c. originale);

- trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a

30 cm (fino a circa 100 cm dal p.c. originale);

- riporto di terreno trattato con calce per 50 m (terreno

precedentemente sbancato);

- riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c.

originale;

Complessivamente si hanno 80 cm di terreno trattato che si spingono fino

a 1 m sotto del p.c. originale.

2. Rilevati aventi funzione anti-rumore:

- scotico di spessore 20 cm;

- scavo di sbancamento per bonifica di 20 cm (approfondimento di 40

cm dal p.c. originale);

- trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a

30 cm (fino a circa 70 cm dal p.c. originale);

- riporto di terreno trattato con calce per 20 cm (terreno

precedentemente sbancato);

- riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c.

originale;

Complessivamente si hanno 50 cm di terreno trattato che si spingono fino a 0.70 m sotto

del p.c. originale.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Figura 5. Schema sottofondo rilevato previsto in Progetto Definitivo.

Figura 6. Schema sottofondo rilevato antirumore previsto in Progetto Definitivo

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

12.1.2. Raccomandazioni Arpav

A partire dal 21/02/2017, come risulta dal relativo verbale di riunione, ARPAV ha

accompagnato la redazione del progetto esecutivo con raccomandazioni, riguardanti la

necessità di evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell’utilizzo della

tecnologia “stabilizzazione a calce”, prevista dal progetto definitivo (elaborati

T00GE00GEORE04C, T00GE00GEORE05D, T00PS00TRAST01C,

T00SV01TRAST01C, T00SV02TRAST01C, T00PS01TRAST01C) per il miglioramento in

situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell’infrastruttura.

La soluzione prevista nel Progetto Definitivo, ancorché adeguata a garantire i requisiti

prestazionali richiesti, non è in linea con le indicazioni dell’ARPAV sulle limitazioni relative

all’impiego della calce nei terreni saturi, a contatto con la falda. È infatti opinione

dell’ARPAV che la calce possa inquinare la falda acquifera superficiale.

Tali perplessità sono state espresse nel corso degli incontri tecnici avuti con ARPAV

presso gli uffici di Vicenza in data 21/02/2017 e nel successivo incontro, presso la sede

ARPAV di Padova in data 16/03/2017. ARPAV ritiene che l’utilizzo della calce per la

realizzazione del sottofondo dei piani di posa dei rilevati possa determinare significative

variazione del pH delle acque sotterranee che modificherebbero lo stato qualitativo della

risorsa idrica. Le variazioni nel ph, sarebbero indotte sia dalla lisciviazione del terreno

che dal contatto con le acque sotterranee. In merito a quest’ultimo aspetto, i tecnici

ARPAV hanno più volte sottolineato, che, visto il particolare assetto idrogeologico (parti

del tracciato sono all’interno della fascia delle risorgive), è necessario considerare che il

livello delle falde possa periodicamente raggiungere il piano campagna. Le perplessità di

ARPAV, derivano da quanto accaduto in situazioni analoghe, nelle quali, l’utilizzo della

stabilizzazione a calce, ha determinato notevoli aumenti nei valori di pH delle acque

sotterranee. A tal, proposito, nell’incontro tecnico del 16.03.2017, si è concordato di

eseguire uno studio sperimentale sugli effetti dell’utilizzo della calce nella stabilizzazione

dei terreni a contatto con le acque sotterranee.

Lo studio è stato eseguito attraverso una procedura analitica concordata con ARPAV,

che ha previsto le seguenti operazioni:

prelievo di 10 campioni di terreno lungo il tracciato stradale in progetto;

stabilizzazione a calce del campione (miscele 2,5% e 3, 5%);

immersione del campione in acqua proveniente dalle Sorgenti Seriola;

determinazioni analitiche ad intervalli stabiliti.

I risultati dello studio hanno evidenziano che in tutti campioni analizzati, si sono registrati

notevoli incrementi del ph, con valori anche superiori a 12.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

12.1.3. Progetto Esecutivo

Viste le indicazioni di ARPAV, e visti i risultati dello studio sperimentale, si è quindi deciso

di proporre nel Progetto Esecutivo una varianti, in linea ai seguenti criteri progettuali:

Nel Progetto Esecutivo si è quindi deciso di proporre le modifiche, in linea con i seguenti

criteri:

- Garanzia di prestazioni equivalenti a quelle previste in P.D., con

particolare riferimento alle prescrizioni sui moduli di deformazione

misurabili durante le prove di carico su piastra;

- Scavo di bonifica ad una profondità di 70-90 cm (inclusi i 20 cm di

scotico), non inferiore a quella trattata nel P.D., pari a 70 cm dal p.c.

originale, assicurando la completa la rimozione dello spessore di

terreno vegetale;

- Evitare, per gli spessori di bonifica potenzialmente a contatto con la

falda, l’utilizzo di stabilizzazione a calce.

- Bonifica per sostituzione con spessore e qualità dei materiali modulati

in funzione dell’altezza rilevato e quindi della prestazionalità richiesta

sul piano di posa (generalmente crescente al diminuire dell’altezza di

rilevato).

In fase di PE sono state eseguiti numerosi pozzetti esplorativi: hanno rilevato uno

spessore di vegetale compreso tra 0.2-0.5 m (mediamente 0.4 m).

Sono state inoltre eseguite 6 prove di carico su piastra ubicate ad una profondità di circa

0.8 m dal p.c.: hanno misurato un modulo di carico su Md compreso tra 6.519.0 MPa

(misurato al primo ciclo tra 50-150 kPa), con una media di 12.0 MPa. Una prova

effettuata in prossimità del Viadotto del Sole ha misurato un valore molto elevato Md = 45

MPa. Il rapporto tra i moduli di primo/secondo carico si attesta intorno 0.3-0.6 a denotare

una discreta attitudine dei materiali alla compattazione in posto.

Si prevedono 3 sezioni tipo, in funzione dell’altezza del corpo del rilevato (Hr) e quindi

della prestazionalità richiesta sul piano di posa in conformità al Capitolato (vedi Figura 7).

La sezione Tipo A è relativa ai rilevati a raso o bassi (Hr < 0.3 m), ed interessa quindi

gran parte del tracciato. Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori

70 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4 per i primi 25 cm,

misto granulare stabilizzato per i successivi 45 cm.

Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico su piastra Md = 50

35 MPa in funzione dell’altezza Hr = 0.0 0.3 m.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede di continuare mediante misto granulare

stabilizzato (tra piano di posa e piano di fondazione della pavimentazione stradale).

La sezione Tipo C è relativa ai rilevati “alti” (Hr > 0.8 m), ed interessa quindi i tratti di

approccio alle spalle del viadotto e il restante tracciato solo localmente. Al di sotto dei 20

cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante

materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4.

Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md =

20 15 MPa in funzione dell’altezza Hr = 1.0 2.0 m

Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l’utilizzo dei materiali di scavo

opportunamente stabilizzati a calce.

La sezione Tipo B è relativa ai rilevati con altezze 0.3 m < Hr < 0.8 m, è rappresenta

quindi la sezione di transizioni tra le precedenti A e C.

Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà

bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4.

Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md =

35 20 MPa in funzione dell’altezza Hr = 0.3 0.8 m.

Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l’utilizzo dei materiali di scavo

opportunamente stabilizzati a calce.

Per i rilevati aventi funzione anti-rumore, oltre allo scotico di 20 cm, si prevede uno scavo

di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A2-4.

In tutti i casi si prevede la messa in opera di un TNT > 35kN/m sul fondo scavo di

bonifica; ha la principale funzione di separazione del materiale di riporto e verrà risvoltato

su tale spessore per almeno 2.0-3.0 m su entrambi i lati.

Si prevede di predisporre un adeguato campo prova (ovvero un settore sperimentale da

realizzare nella fase iniziale delle lavorazioni), finalizzato a verificare il raggiungimento

dei requisiti prestazionali richiesti in Capitolato.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE VARIANTI AL PROGETTO DEFINITIVO

Figura 7. Sezione Tipo schematica e tabella riepilogativa

La soluzione di PE prevede tre sezioni tipo in funzione delle altezze di rilevato; lungo lo

sviluppo del tracciato prevale la sezione tipo A con 20 cm di scotico e 70 cm di bonifica

per sostituzione, di cui 45 cm con misto granulare stabilizzato. Quindi l’intervento di PE è

di spessore assimilabile e con qualità migliore rispetto al PD, le modeste riduzioni di

spessore complessivo sono compensate con l’utilizzo di TNT avente funzione non solo di

elemento filtro, di separazione fra terreno naturale e materiale del rilevato, ma anche con

adeguate caratteristiche di resistenza per ripartire uniformemente il carico. Si evidenzia

che il TNT non era presente nel PD in quanto i primi 30 cm di terreno erano trattati a

calce in posto.