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4 febbraio – 12 marzo 2019
Matteo Zuccalà
CFP GALDUS
corso “Tecnico per
l’Automazione Industriale”
ID 390 - 5856
Anno scolastico 2018-2019
RELAZIONE STAGE
1
Sommario
Aspettative pag. 2
Presentazione azienda pag. 2
Attività svolte
Prima settimana di stage pag. 4
Seconda settimana di stage pag. 13
Terza settimana di stage pag. 20
Quarta settimana di stage pag. 31
Quinta settimana di stage pag. 41
Sesta settimana di stage pag. 55
Commento di fine stage pag. 61
Ringraziamenti pag. 62
Allegati pag. 63
2
Aspettative
Da questo stage mi aspettavo di ampliare le mie competenze elettroniche, infatti mi
sarei dovuto occupare, insieme al mio tutor, della manutenzione di apparecchiature
elettromedicali in ambito ospedaliero.
E così è stato ed ho dovuto quindi applicare tutto ciò che ci hanno insegnato il prof.
Revelli e il prof. Cesana durante la prima parte del IV anno di studi.
Questo periodo di stage è stato sicuramente faticoso e impegnativo perché mi sono
occupato di un ambito di competenza (l’elettronica) completamente diverso da quello
degli anni scorsi, in cui mi sono essenzialmente occupato di impiantistica elettrica.
Un altro aspetto che mi ha sicuramente impegnato molto è l’ambiente lavorativo che
è un ente ospedaliero, il Policlinico San Matteo di Pavia, dove sono stato in contatto
con personale ospedaliero (infermieri e medici) oltre che con i miei colleghi di
commessa (tecnici). E’ chiaro che questo aspetto ha richiesto tutta la mia serietà, la
mia attenzione (lavorare in un ospedale richiede norme di sicurezza molto precise), il
mio impegno e la mia capacità di tutelare la privacy di eventuali pazienti che ho
potuto incontrare nei diversi reparti.
Malgrado la fatica, soprattutto nei primi giorni, ho avuto la possibilità di imparare
molto sia sul piano tecnico (vedi relazioni settimanali) che sul piano delle relazioni
personali e spero, un domani, di poter svolgere ulteriori periodi stage presso questa
azienda.
Presentazione azienda
Althea Italia è il leader Italiano nella gestione delle tecnologie biomediche. Parte
integrante di Althea Group, principale operatore pan-europeo nei servizi integrati
destinati alla sanità, Althea Italia è in grado di far fronte alle esigenze dei sistemi
sanitari moderni ponendosi come unico interlocutore per una pluralità dei servizi
3
che spaziano dall’ingegneria clinica alla manutenzione dei sistemi diagnostici,
passando per le tecnologie endoscopiche, fino alle attività specialistiche dedicate allo
strumentario chirurgico e a quelle innovative dedicate alla telemedicina.
In Italia è presente in circa 230 strutture sanitarie.
Per saperne di più si può visitare il seguente sito web:
https://www.althea-group.com/it/
Attività svolte
Durante questo stage le attività principali che sono andato a svolgere sono attività di
riparazione e manutenzione per strumenti elettromedicali posti in vari reparti del
Policlinico San Matteo di Pavia.
Queste mie attività si sono svolte in 3 modi diversi:
Nel caso lo strumento procurasse dei falsi contatti quando si andava a toccare
il cavo di alimentazione o si andava a toccare la carcassa della macchina,
veniva fatta una pulizia dei contatti che si trovavano all’interno dello strumento
con un apposito liquido G22, oppure venivano sostituiti i cavi danneggiati.
Nel caso la macchina presentasse problemi di alimentazione, non si
accendesse più o desse dei problemi di funzionamento, ogni volta che doveva
essere utilizzata, venivano sostituiti alcuni componenti elettronici tipo
condensatori, mosfet, resistenze, fusibili, mov, integrati, diodi ecc. presenti
sulle varie schede elettroniche, oppure venivano, ad esempio sostituite le
batterie tampone o i trasformatori o i cavi di alimentazione. Nel caso di
sostituzione dei componenti, venivano presi i codici di serie dei componenti
guasti da quest’ultimi, per poi cercare sul sito online “AllDataSheet.com” che
tipo di componente fosse e tutte le sue funzionalità e capacità.
Nel caso la macchina subisse dei danneggiamenti gravi alla parte hardware
e/o alla parte software ma era in garanzia, veniva spedita in casa madre e si
4
chiedeva di averne un’altra nuova come muletto da portare in reparto, oppure
se il danno non era grave si procedeva alla sostituzione della parte danneggiata
ad es. monitor, tastiere, pulsanti, lampade, ventole di raffreddamento, motorini
ecc.
Ho anche eseguito un lavoro di riordino del laboratorio elettronico
riordinando fisicamente e catalogando in un apposito file tutti i componenti
elettronici (condensatori, resistenze, fusibili ecc) del laboratorio, per facilitare
il lavoro dei tecnici. Il file excel utilizzato contiene oltre al nome fisico del
componente, informazioni specifiche come tensione e corrente di
funzionamento, tipo di contenitore (il case cioè la forma del componente) ed
altre informazioni che caratterizzano il componente stesso.
Parte del mio lavoro è anche stato quello di affiancare il mio tutor nel
controllare lo stato di usura degli apparecchi e di eseguire dei test specifici
per verificare che le apparecchiature mantengano nel tempo la perfetta
funzionalità e sicurezza di quando sono stati installati. Generalmente queste
verifiche si fanno ogni anno o in casi di criticità, ogni sei mesi. Esistono piani
che riguardano la sicurezza elettrica, piani per la verifica generale dello stato
d’uso delle apparecchiature, piani di manutenzione preventiva, per la
sostituzione di parti consigliate dai costruttori e piani di verifica delle
prestazioni strumentali.
Prima settimana di stage
E’ tornata l’ora dello stage…
Quest’anno lo stage sarà focalizzato sulle apparecchiature che generalmente usano
l’energia elettrica per trasformarla in lavoro.
Nei precedenti anni mi sono occupato di impianti elettrici civili ed industriali, che
sono la fonte di alimentazione per ogni genere di apparecchiatura elettrica.
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Una categoria di apparecchiature elettriche particolarmente delicate, è quella delle
apparecchiature Elettromedicali.
Queste apparecchiature sono delicate soprattutto per due motivi:
● si trovano in ambienti speciali (all’interno di un Ospedale),
● spesso sono attaccate ai pazienti,
sono quindi macchine automatiche costruite con normative speciali e che devono
essere alimentate da impianti elettrici speciali.
La ditta che mi ha accolto per lo Stage è un’azienda leader nell’assistenza e nella
manutenzione di queste macchine nel settore biomedicale ed analitico, con circa 230
siti operativi in Italia e qualche altro sito in Europa (Spagna, Inghilterra, Svezia).
Uno di questi siti è il Policlinico San Matteo di Pavia dove sono stato assegnato per
svolgere le attività di manutenzione ordinaria e le attività di correttiva sulle
apparecchiature definite dal contratto stipulato fra l’Ospedale e la ditta per cui lavoro.
Come potrete vedere dalle relazioni stage che seguiranno, i lavori che andrò a
svolgere e anche i luoghi di lavoro saranno molto diversi da quelli degli stage
precedenti.
Lunedì 4 febbraio
Il mio primo giorno si è svolto con una piccola presentazione mia ai tecnici che
lavorano nel laboratorio con me e al mio tutor, seguita da una piccola “gita” per farmi
vedere a grandi linee dove si trovavano i vari reparti nell’ospedale.
L’ospedale è grandissimo ma, molto dispersivo poiché in gran parte costituito da tanti
fabbricati di massimo due piani che occupano aree grosse ma poco funzionali.
Recentemente è stato costruito un blocco di 9 piani (chiamato DEA) che accoglie
nella parte inferiore il nuovo Pronto Soccorso, nei piani intermedi le degenze per i
pazienti, agli ultimi piani reparti speciali e sale operatorie, mentre ai piani -1 e -2 le
varie rianimazioni e la centrale di sterilizzazione.
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Il laboratorio, sfortunatamente si trova nella parte vecchia dell’ospedale che si trova
esattamente dalla parte opposta del DEA (circa 800mt); all’interno dell’ospedale ci si
muove in bicicletta o tramite mezzi elettrici usando, specialmente in questa stagione,
dei tunnel sotterranei che collegano tutti i padiglioni.
Tutte le apparecchiature sono identificate da un numero unico chiamato numero di
Inventario. Questo numero inserito in un programma di gestione dati, rappresenta la
carta di identità dell’apparecchiatura. Le richieste di assistenza su una qualsiasi
apparecchiatura, da parte del personale dell’ospedale devono contenere
obbligatoriamente questo numero poichè è l’unico modo per verificare che
l’apparecchio appartenga sicuramente all’ospedale ed è possibile verificare tutti gli
interventi già eseguiti sulla macchina fino a quel momento, insomma una specie di
storia personale della macchina.
Dopo avere ricevuto questo mare di informazione di tipo logistico/gestionale, sono
anche riuscito a seguire con il mio tutor, le mie prime due chiamate.
La prima riguardava una pompa di infusione dell’UTIC (Unità Coronarica) da
prelevare e portare in laboratorio per eseguire le prove funzionali, la seconda
riguardava un Ecografo portatile dell’Emodinamica con problemi di alimentazione.
Per l'alimentazione dell’ecografo, abbiamo sostituito il connettore dell’alimentatore
perché creava dei falsi contatti e quindi non caricava bene la batteria dell’ecografo.
Pompa siringa infusione Alaris.
Ecografo portatile Sonosite
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Martedì 5 febbraio
La giornata di martedì è stata più intensa e movimentata.
Per prima cosa abbiamo consegnato un Endoscopio Flessibile in rianimazione 1
(DEA -1) e un Defibrillatore in rianimazione 2 (DEA -1), poi siamo subito andati in
unità coronarica (piano -1) per un Ecografo Toshiba e infine abbiamo preso una
sonda di un Cardiotocografo in sala parto (DEA piano 9).
L’endoscopio flessibile Olympus lo avevamo mandato in casa madre per un guasto di
produzione e ne abbiamo consegnato uno nuovo, anche il defibrillatore lo abbiamo
mandato in casa madre per un problema di software perché non passava più un test.
L’ecografo Toshiba aveva un problema di alimentazione, e ci è bastato cambiare il
cavo di alimentazione per risolvere il problema.
Endoscopio Olympus
Ecografo Toshiba Xario
8
Defibrillatore Philips
Defibrillatore Philips
Cardiotocografo
Sensore Toco per Cardiotocografo
Mercoledì 6 febbraio
Anche mercoledì siamo andati un po’ in giro per l’ospedale.
La nostra prima tappa è stata in patologia neonatale (DEA piano 8) dove abbiamo
consegnato un Umidificatore e un Miscelatore aria/ossigeno.
Poi ci siamo spostati dalla parte opposta dell’ospedale, più precisamente in oculistica
(piano terra) dove abbiamo visto una Lampada a fessura e una stampante.
Per l’umidificatore abbiamo dovuto sostituire un componente elettronico che era
situato sulla scheda, mentre per il miscelatore abbiamo dovuto solo cambiare un
morsetto di acciaio perché quello precedente si era rotto.
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Per la lampada a fessura che aveva un problema sullo scorrimento del carrello,
abbiamo provato a mettere del grasso per rendere il movimento più fluido possibile.
La stampante sembrerebbe avere un problema di configurazione che non gli permette
di stampare i fogli se gli viene ordinato dal pc, infatti se si fa stampare la pagina di
prova manualmente, la stampante esegue il comando, quindi proveremo a ricaricare i
driver sul pc.
Umidificatore Ficher Paychel
Interno dell’umidificatore
Miscelatore aria-ossigeno
Stampante HP1025
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Lampada a fessura Sbisa Particolare del carrello del basamento della
lampada.
Giovedì 7 febbraio
La giornata di giovedì è stata più tranquilla.
Siamo andati a vedere un Retinoscopio in patologia neonatale (piano 8). Il
Retinoscopio aveva avuto un problema di alimentazione; si era bruciata una scheda di
interfaccia che distribuiva le alimentazioni digitali all’interno della macchina.
Nei giorni scorsi era stata portata in laboratorio per la riparazione elettronica e quindi
noi abbiamo rimontato la scheda riparata e gli abbiamo cambiato il blocco batterie
perché erano esaurite. Ma appena abbiamo acceso la macchina, ci siamo accorti che
anche il mouse non andava e quindi gli abbiamo cambiato il mouse vecchio con uno
nuovo.
Nello stesso reparto, abbiamo dovuto sistemare il blocco batterie di una Incubatrice
Neonatale da trasporto che si trovata su una barella. Le batterie facevano fatica ad
entrare nell’apposito contenitore, perché il piano orizzontale del contenitore si era
piegato e le batterie si incastravano con la parte superiore della culla. Il problema è
stato risolto alzando la culla e facendo così tornare diritto il piano orizzontale del
contenitore, e allo stesso tempo abbiamo inserito le batterie.
Poi siamo tornati in oculistica (piano terra) perché ci hanno chiamato dicendo che la
lampada a fessura continuava ad avere lo stesso problema.
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Per la lampada a fessura non siamo riusciti a trovare ancora una soluzione al
problema dopo aver:
● ingrassato il carrello,
● limato il cilindro d'acciaio (che fa da guida al carrello),
● lucidato e ingrassato le sfere (che dovrebbero favorire il movimento del
carrello).
Per questo motivo abbiamo portato la lampada a fessura in laboratorio dove possiamo
provare altre soluzioni.
Infine siamo andati in encefalografia (piano 3) a prendere la lampada flash 10S di un
Elettroencefalografo. Per la lampada flash 10S abbiamo cambiato il connettore
perché creava falsi contatti e anche i cavi che erano prossimi al punto di rottura e
quindi non avrebbero fatto funzionare correttamente la lampada.
Retinoscopio
Altro particolare della Lampada a fessura
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Incubatrice neonatale da trasporto.
Vano batterie dell’incubatrice.
Lampada Flash EEG
Connettore lampada flash
Venerdì 8 febbraio
L’ultimo giorno della settimana è stato meno faticoso e movimentato rispetto a quelli
dei giorni precedenti, ma un po’ noioso. Infatti sono stato in laboratorio e ho iniziato
a riordinare tutti i componenti elettronici (condensatori, resistenze, fusibili ecc).
Alla fine della settimana posso dire che ho visto un sacco di cose nuove ed
apparecchiature del quale non sapevo neppure l’esistenza.
Sicuramente il luogo di lavoro è stimolante ma anche un luogo di lavoro dove
bisogna stare attenti a non infrangere le regole di igiene e sicurezza per non creare
problemi sia a noi che ai pazienti.
Un lavoro dove sei certo di quando entri ma non è così matematico che tu possa
uscire dopo avere fatto le tue otto ore, perché se ti capita una chiamata alle 16,30, tu
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devi andare e fino a quando non hai finito devi restare per mettere in sicurezza le
apparecchiature.
Seconda settimana di stage
Settimana impegnativa soprattutto dal punto di vista mentale poiché ho dovuto
imparare alcuni concetti fondamentali sulle modalità di intervento che riguardano le
apparecchiature elettromedicali.
Prima di tutto bisogna sapere che un apparecchio elettromedicale deve essere
costruito rispettando i criteri della regola d’arte e rispondere in tema di normativa e
sicurezza, agli standard più elevati.
Poiché la maggior parte di queste apparecchiature viene collegato al paziente per
eseguire test diagnostici tramite sensori, cavi cateteri che possono essere più o meno
invasivi, questi devono garantire di non essere in nessun modo fonte di pericolo
elettrico per il paziente stesso.
I parametri più importanti che vengono monitorati per il raggiungimento di questo
scopo sono quelli elencati nella figura sottostante.
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Da ogni apparecchio, nonostante l'elevata impedenza interna data dall’isolamento tra
ingresso ed uscita, fluisce una piccola corrente che si disperde verso terra,
sull'involucro e nel paziente.
Si parla di correnti di dispersione che anche se l’apparecchio risulta essere nuovo e
costruito secondo normativa:
La corrente di dispersione sull’involucro è la corrente che percorre l'involucro di un
apparecchio in uso normale accessibile al paziente o all'operatore, che può
attraversare il soggetto in collegamento tra l'involucro e la terra o con due punti
dell'involucro.
La corrente di dispersione verso terra è quella che dalla parte dell'apparecchio
collegata alla rete elettrica, attraverso o lungo l'isolamento, percorre il conduttore di
protezione verso l'impianto di terra.
La corrente di dispersione nel paziente è la corrente che può fluire dal paziente verso
terra, attraverso la parte applicata, quando l'apparecchio è in funzione.
A questo punto cos’è la parte applicata?
E’la parte di un apparecchio elettromedicale che nell'uso normale, affinché
l'apparecchio possa svolgere la sua funzione di diagnosi e cura, deve necessariamente
venire in contatto fisico col paziente.
Può essere costituita da elettrodi, sensori applicati al paziente, cateteri contenenti
liquidi fisiologici conduttori o più semplicemente dall'involucro stesso degli
apparecchi. Nelle figure sottostanti qualche esempio di sensore
sensore dito saturazione
elettrodi per ECG
catetere venoso
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In funzione della natura delle parti applicate e delle correnti di dispersione in
condizioni normali e di primo guasto verso terra, sull'involucro e sul paziente, gli
apparecchi elettromedicali vengono classificati in apparecchi di tipo B, BF, CF
Gli apparecchi di tipo BF e CF, per limitare la corrente che può fluire nel paziente,
hanno le parti a contatto isolate da terra (flottanti) mediante disaccoppiamento ad
elevata impedenza capacitiva. L'isolamento è ulteriormente aumentato, rispetto a
quelle di tipo BF, nelle parti applicate di tipo CF (correnti di dispersione nel paziente
non superiori a 10 microampere) che sono pertanto applicabili direttamente sul cuore.
La tabella mostra due condizioni, ovvero correnti di dispersioni ammesse con
apparecchiatura nel suo normale funzionamento, ed in condizione di primo guasto
(per esempio caduta accidentale con rottura dell’involucro o di parti interne).
Gli apparecchi alimentati da una sorgente di energia elettrica esterna si dividono in
apparecchi di I e di II classe.
Classe I. Si definisce di Classe I, un apparecchio nel quale la protezione contro i
contatti diretti ed indiretti non consiste soltanto nell’isolamento fondamentale, ma
anche in una misura supplementare di sicurezza, consistente nel collegamento
dell’apparecchio al conduttore di protezione del cablaggio fisso dell’impianto (con la
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messa a terra), in modo tale che le parti conduttrici accessibili non possano andare
sotto tensione per un guasto dell’isolamento fondamentale (Vedi figura).
Classe II. Si definisce di Classe II un apparecchio nel quale la protezione contro i
contatti diretti non consiste soltanto nell’isolamento fondamentale, ma anche in
misure supplementari di sicurezza che realizzano il doppio isolamento o l’isolamento
rinforzato. Queste misure escludono la messa a terra di protezione e non dipendono
dalle condizioni d’installazione. Può trattarsi di apparecchi con involucro metallico o
non metallico nei quali si realizza un particolare livello di isolamento tra circuiti sotto
tensione e l’involucro. Non è quindi necessaria la connessione di queste eventuali
parti metalliche esposte dell’apparecchiatura ad un conduttore di protezione di terra
(Vedi figura).
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Infine le normativa si preoccupano anche del valore di resistenza che esiste tra ogni
parte metallica accessibile dell'involucro dell'apparecchio e il morsetto di terra o il
contatto di terra dell'eventuale connettore di alimentazione:
1. Per gli apparecchi con cavo di alimentazione separabile o non separabile deve
essere inferiore o uguale a 0,2 ohm tra ogni parte accessibile dell'involucro e il
contatto della terra di protezione della spina.
2. Per gli apparecchi senza cavo di alimentazione deve essere inferiore o uguale a
0,1 ohm tra ogni parte accessibile dell'involucro ed il morsetto o connettore di
terra di protezione (vedi figura).
Un’altra cosa che bisogna tenere in considerazione in argomento di sicurezza è il tipo
di ambiente all’interno del quale poniamo un apparecchio elettromedicale.
La divisione in 3 gruppi degli ambienti ad uso medico sta nel fatto che gli apparecchi
medicali abbiano o meno una parte applicata al corpo umano.
Locale medico di gruppo 0:
Un locale ad uso medico di gruppo 0 ha apparecchi elettromedicali con parti non
applicate al paziente;
18
Locale medico di gruppo 1:
il locale medico di gruppo 1 ha apparecchi elettromedicali con parti applicate al
paziente ma non nella zona cardiaca;
Locale medico di gruppo 2:
Il locale medico di gruppo 2 ha apparecchi elettromedicali con parti applicate anche
nella zona cardiaca internamente al paziente.
Generalmente una sala operatoria è un ambiente di gruppo 2 mentre una sala visita
generica risulta essere di gruppo 0.
La maggior parte delle sale dedicate ad ambulatorio o a Pronto Soccorso sono sale
del gruppo 1 in quanto generalmente per poter fare una diagnosi al paziente, è
necessario misurare alcuni semplici parametri vitali come pressione, battito cardiaco
ecc. , che solitamente si misurano con dei monitor multiparametrici automatici.
Sala operatoria
Sala angiografica
Bene... fino a qua tutta teoria che naturalmente ho cercato di riassumere da alcuni
testi che mi sono stati dati per consultazione.
Il lavoro del Tecnico Biomedicale è quello di controllare lo stato di usura degli
apparecchi e di eseguire dei test specifici per verificare che le apparecchiature
mantengano nel tempo la perfetta funzionalità e sicurezza di quando sono stati
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installati. Generalmente queste verifiche si fanno ogni anno o in casi di estrema
criticità, ogni sei mesi.
Con l’aiuto del database che cataloga ogni apparecchiatura presente in ospedale,
vengono generati i piani di manutenzione.
Esistono piani che riguardano la sicurezza elettrica, piani per la verifica generale
dello stato d’uso delle apparecchiature, piani di manutenzione preventiva, per la
sostituzione di parti consigliate dai costruttori e piani di verifica delle prestazioni
strumentali.
Durante questa settimana ho potuto seguire questa serie di attività applicata ad una
tipologia di apparecchiature dette salvavita ovvero ai Defibrillatori.
Questa macchina viene utilizzata ogni qualvolta c’è la necessità di riavviare un cuore
che si ferma o che perde il sincronismo.
Viene usata soltanto in caso estremo quando il massaggio cardiaco manuale non
risulta risolutivo.
E’ una macchina delicatissima e deve essere sempre affidabile; è capace di erogare
energia da 10 a 360 Joule ed è per questo che i protocolli di manutenzione sono
estremamente severi.
Per eseguire i test di sicurezza elettrica viene usato l’analizzatore automatico della
Fluke mod.Esa620, mentre per le verifiche funzionali viene usato l’analizzatore
automatico della Metron mod.QA-45. La certificazione che viene prodotta viene
archiviata per 12 anni (SG,MP,SP); allego tre schede PDF che rappresentano un
esempio della certificazione (vedi allegati).
Fluke Esa 620
Metron QA-45
20
Poichè le attività ospedaliere si svolgono principalmente la mattina, le verifiche su 12
defibrillatori del DEA sono state eseguite nel pomeriggio di tutti i giorni della
settimana.
ZOLL M series
ZOLL R series
La mattina mi sono dedicato alle attività di catalogazione dei componenti e dei
ricambi presenti nel laboratorio elettronico.
Qui sotto un piccolo riassunto delle attività settimanali.
Terza settimana di stage
Anche questa settimana le attività nei reparti si sono svolte prevalentemente nel
pomeriggio poiché, come già detto settimana scorsa, nel pomeriggio diminuisce il
carico di lavoro di medici ed infermieri.
Quindi durante la mattina mi dedico al riordino del laboratorio elettronico.
21
Anche se può sembrare banale, il lavoro di riordino del laboratorio in realtà sarà il
risultato di un progetto che ha una sua complessità.
L’idea generale è di tenere tutti i componenti discreti come resistenze, condensatori
diodi generici, batterie tampone, spine e connettori vari, visibili e a portata di mano di
tutti gli utilizzatori mentre, per componenti attivi come integrati, transistors e mosfet
sto integrando un file Excel che dovrà contenere oltre al nome fisico del componente,
informazioni specifiche come tensione e corrente di funzionamento, tipo di
contenitore (il case cioè la forma del componente) ed altre informazioni che
caratterizzano il componente stesso.
Allego qui sotto una parte del file.
Una volta ultimato questo file ci permetterà di sapere in tempo reale se quel
componente è presente nel nostro magazzino o se al suo interno, può esserci un
componente equivalente a quello che stiamo cercando, semplicemente confrontando
le varie caratteristiche riportate nel file.
Ad ogni componente viene dato un numero progressivo e sarà catalogato in appositi
contenitori antistatici.
22
La parte più lunga di questo lavoro è la consultazione del datasheet di ogni
componente per estrarre i dati significativi per il nostro file.
Lunedì 18 e martedì 19 febbraio
Ecco il dettaglio delle attività:
Come quindi precedentemente detto la mattina, sistemazione del laboratorio mentre il
pomeriggio verifiche sicurezze elettriche e controlli generali sui letti paziente
elettrificati di alcune degenze.
Sono letti che permettono di porre il paziente in varie posizioni a seconda delle
necessità sia del paziente sia del personale che giornalmente deve compiere alcune
operazioni sul paziente stesso.
Come si può vedere dalla foto oltre a regolare automaticamente l’altezza dal
pavimento, è possibile avere l’alzo spalle e varie posizioni per gambe e schiena.
Letto paziente Malvestio
23
Spesso ci sono due telecomandi, uno ad uso del paziente e l’altro ad uso del personale
medico che può bloccare alcuni movimenti che non si vuole far fare al paziente.
Questi letti montano a bordo anche una batteria che per circa un’ora garantisce la
funzionalità del letto anche senza alimentazione 220V.Questa funzione risulta utile
soprattutto se si deve spostare momentaneamente il paziente in un’area sprovvista di
alimentazione rete 220V.
Mercoledì 19 febbraio
Chiamata urgente verso fine mattina per una incubatrice neonatale del reparto di
Patologia Neonatale. L’incubatrice in oggetto è costruita da GE ed è il modello
Giraffe
Incubatrice con coperchio aperto
Incubatrice con coperchio chiuso
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La macchina si era bloccata in una posizione strana ovvero coperchio aperto ed
allarme acustico attivato (come nella prima figura). Normalmente su queste
macchine se viene attivato l’allarme acustico, sul display appare un codice di errore
che ti aiuta a capire cosa potrebbe essere successo.
In realtà il coperchio si è fermato proprio davanti al display e non permetteva la vista
degli errori.
Sembrava un problema di alimentazione, ma dopo avere fatto le opportune
misurazioni sulla scheda Power e verificato che tutto era in ordine, si è pensato a
qualche sensore di fine corsa del carrello del coperchio.
Incubatrice bloccata
Scheda Power
Anche in questo caso una volta verificata la funzionalità dei sensori abbiamo dovuto
ricercare le cause del guasto in un altro modo.
Con l’aiuto del manuale di istruzione della macchina tenendo premuto un tasto del
display durante l’accensione, la macchina si è posizionata in modalità servizio e
finalmente il coperchio si è aperto completamente, mostrando l’intero display.
25
Display completo
Particolare della lampada irraggiante.
A questo punto è stato possibile leggere l’errore che dava la macchina.
L’errore riguardava il non corretto funzionamento del sistema di ventilazione
dell’aria all’interno della culla e pertanto la macchina aveva bloccato per sicurezza
anche il sistema di riscaldamento. Quindi abbiamo dovuto sostituire il motore che
azionava la ventola di ricircolo dell’aria.
Piano inferiore culla con ventola e sistema
riscaldante
Particolare del motore visto da sotto il piano.
Dopo avere consegnato la culla siamo andati nel reparto Trasfusionale per eseguire
alcune verifiche di sicurezza elettrica su alcune apparecchiature:
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Un separatore cellulare alcune poltrone e una pesa sacche di sangue.
Separatore cellulare
Pesa sacche
Giovedì 19 febbraio
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Nel pomeriggio sono stato invitato presso il comparto operatorio, a visitare il Robot
Chirurgico Da Vinci.
E già, esiste ormai da tempo un Robot che opera come un vero e proprio chirurgo!
Al momento si tratta di una macchina che mette a disposizione le braccia che
vengono comandate da una consolle da un vero chirurgo.
Il Robot esegue con precisione i movimenti imposti dal chirurgo minimizzando tutto
quello che può arrecare sofferenza al paziente, consentendo una più rapida guarigione
delle ferite procurate durante l’operazione.
Consolle di comando
Robot Da Vinci
L’operazione viene ripresa da telecamere apposite montate su un braccio del Robot
che proiettano l’immagine del campo operatorio sui monitor di sala, consentendo la
visione delle operazioni al personale di sala che assiste il chirurgo.
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Sistema di monitoraggio
Sistema di monitoraggio
Qui sotto una tipica sala operatoria attrezzata per accogliere il Robot Da Vinci.
Sala operatoria (campo operatorio)
Particolare della sala (ventilatore)
Alle braccia del Robot vengono applicati i vari strumenti chirurgici come pinze,
forbici, elettrobisturi ecc.
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Braccia del Robot
Strumenti chirurgici
Qui sotto, una simulazione su manichino fantoccio di una operazione.
Particolare degli utensili
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Venerdì 19 febbraio
Pomeriggio dedicato a qualche piccola chiamata più che altro dedicato alla consegna
di apparecchiature riparate.
In Oculistica è stata sistemata una Lampada a fessura che presentava un problema sul
colore della luce. Era stato inserito per errore un filtro che modificava il colore della
luce da bianco a blu.
Questa è una funzione particolare che l’operatore sceglie se vuole analizzare l’occhio
per vedere delle patologie specifiche del cristallino.
Si era incastrato il filtro sul porta filtro e l’operatore non è stato in grado di
ripristinare il normale funzionamento della lampada.
Intervento di riparazione su Elettrocardiografo della sala parto che aveva un problema
di disturbi sui tracciati ECG.
31
E’ stato risistemato un cavetto che collega il connettore di uscita dei cavi paziente
alla scheda elettronica.
Particolare del cablaggio risistemato
E per questa settimana è tutto…..ci sentiamo alla prossima.
Quarta settimana di stage
Prosegue l’attività di risistemazione dei componenti del laboratorio elettronico, che in
effetti sta prendendo forma.
32
Al momento sono riuscito a costruire quattro cassettiere composte da 17 x 16 (272)
spazi per accogliere i diversi componenti; in totale 1088 codici diversi.
Qui sotto una foto che dovrebbe dare un’idea di quello che dovrebbe essere il lavoro
finito.
Parete con le quattro cassettiere
Un particolare della parte della
cassettiera che ospita i
condensatori elettrolitici.
Lunedì 25 febbraio
33
Mattinata dedicata al laboratorio e a qualche consegna.
Nel pomeriggio risistemata la scheda di un ECG della degenza che aveva falsi
contatti sul connettore del cavo paziente. Eseguita pulizia dei contatti con liquido
apposito G22.
Un intervento più impegnativo è stato eseguito in laboratorio sulla scheda di
alimentazione di un tavolo operatorio OPT 80.
In pratica il tavolo funzionava parzialmente in batteria, ma quando le batterie si
esaurivano, non riusciva più a ricaricarle.
Quindi è stato smontato l’alimentatore del tavolo e portato in laboratorio per eseguire
la riparazione.
Tavolo OPT 80
Particolare dell’alimentatore
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Aprendo l’alimentatore si sono trovate le due resistenze ceramiche da 1K ohm 7W
guaste, una completamente esplosa.
Zona dove erano le resistenze
Resistenze sostituite 1Kohm 7W
Martedì 26 febbraio
Per riprogrammare un ECG che aveva perso le informazioni di data e ora, ho dovuto
leggere il manuale di istruzione dell’apparecchio.
Fin qui niente di strano ma…….peccato che era scritto tutto in Inglese.
Con un po’ di fatica e l’aiuto di GOOGLE Traduttore, sono riuscito a capire come
fare per reinserire i parametri che si erano persi.
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Nel pomeriggio è arrivato in laboratorio un microscopio ottico della Olympus con
problemi all’accensione.
Microscopio Olympus
Particolare della scheda
Tutte le volte che si tentava di accenderlo, saltavano i fusibili di linea.
Anche qui dopo attente indagini si è trovato un componente in corto circuito.
Operazioni di dissaldatura del mosfet
Caratteristiche del mosfet
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Si tratta di un componente chiamato Mosfet, molto simile ad un transistor. Nel
transistor i piedini si chiamano Base, Emettitore, Collettore; nel Mosfet la base
diventa Gate (G), l’emettitore il Source (S) e il collettore Drain (D).
Per provarlo è necessario dissaldarlo dalla scheda e porre il multimetro in modalità
diodo. Se noi guardiamo la figura delle caratteristiche del componente, si nota che fra
il Source ed il Drain c’è un diodo interno e quindi ci deve dare un valore di circa
0,4V, mentre fra il Source ed il Gate e fra il Drain ed il Gate, si deve trovare un
valore ohmmico infinito.
Se si trovano valori molto vicini allo zero Volt in una o in tutte le tre misure, significa
che il Mosfet è bruciato. Il funzionamento del Mosfet è abbastanza simile a quello di
un interruttore. Attraverso il pilotaggio corretto del Gate, si mettono in conduzione il
Source con il Drain.
Misura D-S 0,000V Mosfet guasto
Misura G-S 0,003V Mosfet guasto
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Misura D-S 0,487V Mosfet OK
Misura G-S OL Mosfet OK
Mercoledì 27 febbraio
Giornata dedicata al laboratorio e a qualche consegna di apparecchiature e accessori
vari.
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Isola neonatale
Flussimetro aria ossigeno
Inoltre abbiamo sostituito un sensore di flusso ad un ventilatore polmonare.
Giovedì 28 febbraio
Oggi siamo stati chiamati per visionare un ecotomografo che a volte si impallava
durante l’esecuzione degli esami.
Questo problema spesso è causato dal fatto che il disco rigido (Hard Disck) risulta
essere particolarmente pieno a causa del numero di esami che sono stati memorizzati.
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Ogni mese il reparto dovrebbe fare una copia degli esami eseguiti su di un CD e
cancellare i dati residenti sul disco rigido.
Abbiamo quindi eseguito questa operazione e l’ecotomografo è ritornato a funzionare
correttamente.
Abbiamo anche ritirato un gruppo di continuità detto anche UPS dalla sala
dell’emodinamica in quanto non funzionante, e lo abbiamo portato in laboratorio.
Venerdì 01 marzo
Oggi per prima cosa abbiamo visionato l’UPS dell’emodinamica.
L’UPS è una macchina importante in quanto serve a garantire la funzionalità delle
macchine che vengono collegate ad esso.
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In mancanza di alimentazione elettrica di rete, si mette in funzione l’UPS che, tramite
delle batterie da 12V in corrente continua e tramite un circuito chiamato inverter,
riesce a riprodurre una corrente alternata di rete (220VAC) che garantisce per qualche
ora la continuità di alimentazione anche quando manca la rete elettrica.
Ups
Scheda UPS
Il nostro UPS ha ben due problemi; una batteria completamente interrotta ed un
grosso problema alla scheda elettronica. Sia i componenti elettronici per la scheda e
sia la batteria, devono essere ordinati.
Nel pomeriggio altri piccoli interventi su apparecchi come stampanti, tonometri ed
ecografi. Allego un po’ di foto.
Tonometro
Ecotomografo
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Stampante digitale
Scheda della stampante
Quinta settimana di stage
Settimana estremamente faticosa con diverse chiamate che hanno richiesto tempi di
risoluzione urgenti.
Per cercare di soddisfare al meglio il cliente, sono state eseguite numerose riparazioni
su schede elettroniche a carico del Laboratorio tecnico elettronico presente in
commessa.
Una cosa che forse non ho ancora detto è, che il Laboratorio tecnico elettronico oltre
a supportare la commessa del San Matteo, presta assistenza alle 230 commesse
presenti in tutta Italia.
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Lunedì 04 marzo
La prima chiamata della mattina è stata la richiesta di un intervento su una
Lavapadelle della sala parto.
Ora va subito detto che le “padelle” in questione non sono certo quelle che noi tutti
usiamo per cucinare, ma al contrario sono dei recipienti metallici o plastici,
appositamente studiati per aiutare il paziente allettato (cioè che non è in grado di
alzarsi dal letto) a fare i suoi bisogni fisiologici.
La lavapadelle non è certo una macchina salvavita, però è una macchina che dà un
enorme aiuto al personale infermieristico, soprattutto in quei reparti dove la
percentuale dei pazienti allettati è molto alta.
E’ la macchina automatica per eccellenza in quanto basta mettere l’oggetto da lavare
all’interno del cestello (il cestello può contenere fino a 4 padelle per volta), chiudere
il portello e selezionare il ciclo di lavaggio opportuno (tipo una lavastoviglie
casalinga).
La macchina fa una serie di lavaggi con acqua calda e fredda, pescando detersivi e
disinfettanti ed in ultimo parte un ciclo di sterilizzazione a vapore.
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Parte dell’elettronica del lavapadelle
Tubi di pescaggio del lavapadelle
Cestello
Padella
Il problema del nostro lavapadelle era il mancato pescaggio dell’anticalcare e quindi
la macchina non finiva il ciclo, bloccandosi prima della fase di sterilizzazione a
vapore.
La causa del mancato pescaggio dell’anticalcare erano i tubi intasati che vanno dalla
tanica dell’anticalcare alla camera di lavaggio.
Sempre in Ostetricia abbiamo iniziato ad eseguire la copia di back-up dei pazienti
presenti nell’hard-disk dell’Ecografo per potere liberare spazio per i nuovi esami.
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L’operazione sarà veramente lunga da eseguire in quanto ci sono memorizzate analisi
ed immagini di un periodo pari a circa tre mesi di attività. Bisognerà quindi fare un
po’ alla volta, compatibilmente con le esigenze del reparto.
In ultimo è arrivata in laboratorio una scatola contenente numerosi cavi paziente per
un defibrillatore del 118. Andranno tutti testati con i simulatori di funzioni vitali, per
verificare il corretto funzionamento e l’integrità degli stessi.
Monitor Defibrillatore Corplus
Cavi ECG,SPO2 e CO2
Martedì 05 marzo
Potremmo battezzare questo giorno come “il giorno del PC” .
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Oggi abbiamo avuto diverse chiamate su rotture di PC collegati a diverse
apparecchiature.
In Farmacologia si sono guastati il PC ed il Monitor che facevano funzionare un
HPLC.
HPLC Agilent 1100 Series
Sheda alimentatore PC
Schede Monitor
Su tutte le schede sono stati trovati dei condensatori guasti.
Una volta sostituiti, sia il PC che il Monitor, hanno ripreso a funzionare
correttamente.
Ricollegato il tutto all’HPLC, il cliente ha potuto riprendere le proprie attività in
meno di due ore.
Altro PC guasto quello del PMA.
Anche questo non si accendeva a causa della rottura dell’alimentatore.
Su questo si è resa necessaria la sostituzione dell’intero alimentatore in quanto il suo
era gravemente danneggiato e non risultava conveniente la sua riparazione.
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PC del PMA
Alimentatore per PC
Mercoledì 06 marzo
Se martedì è stata la giornata del PC oggi invece è stata la giornata dei letti paziente.
In mattinata ho fatto una ricerca sul catalogo on-line di un distributore di ricambi, per
delle manopole filettate da sostituire sulle spondine dei letti.
Poi siamo partiti con le riparazioni dei letti quasi tutte meccaniche, tranne per un letto
dove abbiamo dovuto sostituire il motore dell’alzo dello schienale.
Manopole filettate
Manopole filettate
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Letto Malvestio
Motore
Punto di ancoraggio
Sul tardo pomeriggio abbiamo eseguito una piccola riparazione sul portalampade di
una lampada a fessura un po’ vecchiotta.
E’ bastato eseguire una pulizia dei contatti del portalampada.
Assieme lampada + portalampada
Lampada a fessura
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Giovedì 07 marzo
Si parte con la Patologia Neonatale e si ritirano un Ventilatore polmonare portatile e
due umidificatori per circuito di ventilazione.
Il ventilatore portatile presenta un guasto nella impostazione della percentuale di
Ossigeno (O2).
Aprendolo si trova al suo interno, un fermaglio per alberini metallici (detto seeger) di
una valvola di passaggio dell’ossigeno, fuori sede.
Ripristinata la molletta sulla valvola che l’aveva persa, il problema si risolve.
Vengono poi eseguite tutte le prove funzionali prima di essere riconsegnato al
reparto.
Ventilatore polmonare portatile
Interno del ventilatore
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Interno Ventilatore
Particolare valvole
Seeger
Successivamente passiamo al controllo funzionale dei due umidificatori di circuito
paziente.
Umidificatore per ventilatori
Si tratta di una macchina che
riscaldando acqua sterile contenuta
in un recipiente, produce una specie
di aerosol che umidifica il gas che
dal ventilatore polmonare viene
mandato verso il paziente.
Nel tubo bianco che porta il gas
fresco al paziente, viene inserita una
resistenza a filo che serve a
mantenere in temperatura tutto il
circuito respiratorio (circa 37°C).
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Esempio di collegamento dell’umidificatore dal ventilatore polmonare (sinistra) al paziente (uscita
della Y a destra).
Abbiamo quindi simulato in laboratorio il collegamento tra ventilatore e riscaldatore,
ed abbiamo scoperto che i cavi di collegamento fra l’umidificatore ed il riscaldatore a
filo, erano interrotti.
Quindi sono state fornite al reparto, due prolunghe cavo sensore, nuove.
Pomeriggio si parte con la chiamata per la sostituzione di una lampadina per lampada
scialitica in ortopedia.
Lampada scialitica
Lampadina 24V 75W
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Sempre nel pomeriggio sono arrivate in laboratorio due apparecchiature provenienti
dal blocco operatorio dell’Ortopedia;
uno scaldasacche per fisiologica ed un piccolo scalda sangue.
Lo scaldasacche non si accendeva; su questa apparecchiatura abbiamo dovuto
sostituire un trasformatore da 220VAC /12VAC che si è bruciato.
Scaldasacche
Trasformatore (sopra)
Trasformatore (sotto)
Per lo scalda sangue invece si trattava di una perdita al livello dei raccordi di
ingresso-uscita dell’acqua.
Scaldasangue
Tubi ingresso-uscita acqua
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Venerdì 08 marzo
Mattinata dedicata alla risistemazione del Laboratorio elettronico e primo pomeriggio
nei reparti come al solito a cercare di sistemare tutto quello che non si è riusciti a
visionare durante la settimana.
Ci siamo concentrati su alcuni problemi che aveva un Elettrobisturi sia con il pedale
che comanda la funzione “coagulo” sia con la piastra paziente.
Elettrobisturi Erbe
Particolare del monitor
Carrello completo
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Pedale del Coagulo
Piastra paziente
Al pedale abbiamo dovuto sostituire il connettore ed eliminare 10cm di cavo poiché
risultava interrotto, mentre per la piastra abbiamo sostituito il cavo completo.
Dal blocco operatorio abbiamo smontato e portato in laboratorio un monitor montato
sul ventilatore polmonare Aisys perché a freddo dava una videata disturbata.
Dopo circa 10 minuti di funzionamento ritornava normale.
Ventilatore Aisys
Scheda del monitor
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Abbiamo eseguito la pulizia dei contatti delle memorie; al momento sembra che il
problema si sia risolto.
Nei prossimi giorni cercheremo di tenerlo sotto controllo magari con l’aiuto della
capo sala.
Infine abbiamo sostituito delle batterie su di un letto paziente della Rianimazione 3.
Tornati in laboratorio abbiamo eseguito un intervento su di una scheda elettronica di
una centrifuga dove non si riusciva ad impostare correttamente il numero di giri a cui
doveva essere settata.
Abbiamo smontato dalla scheda il regolatore di giri ed abbiamo tentato una pulizia
dei settori dell’encoder.
Scheda della centrifuga
Encoder smontato
Qui sotto le fasi della pulizia dell’encoder.
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Encoder sporco
Encoder ripulito
Bene spero di non avervi annoiato.
Anche questa settimana è volata via così come lo stage di quest’anno che ormai è
praticamente finito.
Mancano solo i due giorni di settimana prossima.
Sesta settimana di stage
Settimana corta fatta sola di due giorni, ahimè lo Stage è finito e si ritorna a scuola.
Lunedì 11 marzo
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Questa mattina si comincia subito con una maxi urgenza in uno dei reparti più critici
che possa esistere in un Ospedale, ovvero la Centrale di Sterilizzazione.
Sono andate in blocco una Autoclave, una Lavaferri a parete ed una Lavaferri
Tunnell a pavimento.
In questo reparto si concentrano tutte le attività di lavaggio e sterilizzazione di tutte le
attrezzature che si usano nelle varie sale operatorie per eseguire gli interventi ai
pazienti.
Tutti i processi di lavaggio si basano su cicli di lavaggio e prelavaggio con l’ausilio di
detersivi, ed in ultimo si passa alla fase vera e propria di sterilizzazione che il più
delle volte viene eseguita con il vapore a 121°C o 134°C a seconda che si mettano a
sterilizzare oggetti con parti in gomma o soltanto ferri chirurgici.
L’Autoclave aveva problemi di partenza, non accettava lo start perché rilevava
presenza di vapore all’interno della camera anche se non era vero. Abbiamo eseguito
un reset manuale dei sensori ed è ripartita.
La Lavaferri a parete aveva problemi di caricamento del cestello porta ferri. Anche
qui è stato sufficiente un reset manuale per farla ripartire.
La Lavaferri Tunnell aveva la porta d’ingresso aperta di un centimetro perché c’era
dello sporco fra lo stipite e la porta e quindi non si accendeva neanche il display dei
programmi. Rimosso lo sporco ed eseguito il reset il tutto è ripartito.
Camera Autoclave
Tavolo per il carico
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Autoclave chiusa ed avviata
Pannello di comando
Lavaferri a parete
Lavaferri a parete
Frontale e pannello di comando
Cestelli
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Lavaferri Pavimento Tunnell
Interno Tunnell
Nel pomeriggio sono stati eseguiti vari interventi di riparazione nel laboratorio
elettronico:
Eseguita pulizia contatti su un Hard Disk di un Ecografo che non caricava più il
programma.
Ecografo portatile
Hard Disk
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Eseguita la sostituzione di un motorino su una Pompa a Siringa.
Pompe a siringa
Eseguita riparazione della scheda di un telecomando per letto degenza.
Questa riparazione ha richiesto una particolare attenzione in quanto il componente
sostituito (un diodo che era andato in cortocircuito) aveva delle dimensioni
estremamente ridotte trattandosi di un componente in SMD (Surface Mounting
Device).
Scheda e particolare del diodo
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Martedì 12 marzo
Anche quest’anno siamo arrivati all’ultimo giorno di Stage, giornata per lo più
dedicata ai saluti e alle considerazioni finali.
La mattina dedicata alle consegne ed ai ritiri di apparecchiature sistemate o da
sistemare in laboratorio, il primo pomeriggio l’unico vero intervento è stato fatto su
un Lavapadelle che non caricava più l’acqua di rete.
Abbiamo sostituito il gruppo valvole ingresso acqua.
Lavapadelle
Gruppo ingresso valvole
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Ed eccoci arrivati ai saluti…….cinque settimane volate via ed un sacco di concetti da
riordinare.
In questo periodo ho potuto toccare con mano il mondo dell’automazione applicata
alle apparecchiature Elettromedicali.
Ho potuto vedere il funzionamento automatico di apparecchi semplici che producono
freddo (Frigoriferi e Congelatori) e di apparecchi che producono caldo (Stufe,
Autoclavi Scaldasacche), ma ho visto anche apparecchi molto più complicati dove
l’automazione interagisce con sistemi complessi di sensori ed attuatori come il Robot
Chirurgico Da Vinci, dove la precisione dei movimenti è importante per la buona
riuscita dell’operazione.
Commento di fine stage
Questo stage mi è piaciuto molto perché ho imparato molte cose nel campo
elettromedicale. Tenendo conto che ci sono pochissime scuole in Italia che sono
specializzate in questo campo, mi ritengo molto fortunato ad aver avuto la possibilità
di fare questa esperienza lavorativa.
Ho avuto la possibilità di vedere il funzionamento di strumentazioni di ogni tipo, da
quelli più comuni come i letti per i degenti a quelli salvavita come defibrillatori, i
ventilatori polmonari o le incubatrici dei reparti di neonatologia.
L’esperienza più emozionante è sicuramente stata quando sono stato invitato presso il
comparto operatorio, a visitare il Robot Chirurgico Da Vinci.
Questa esperienza perciò mi ha insegnato molto a livello tecnico, ma credo che mi
abbia insegnato molto di più a livello personale perché ho dovuto imparare ad
adattarmi ad un ambienti di lavoro sempre diversi; inoltre ho capito che nel mio
piccolo, il mio lavoro era soprattutto al servizio dei pazienti tramite le riparazioni
delle diverse apparecchiature elettromedicali ed è per questo che, per svolgere un
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lavoro così, viene richiesta oltre alle competenze tecniche, la disponibilità e
flessibilità.
Grazie a questo stage ho imparato ad essere elastico sul mio orario di lavoro e ad
interessarmi per imparare le funzionalità delle apparecchiature elettromedicali che
riparavamo; inoltre penso che la cosa più importante di tutto la stage è aver capito
per la prima volta cosa significhi lavorare mettendosi al servizio di persone che
hanno bisogno di aiuto.
Ringraziamenti
Ringrazio Althea Italia che mi ha dato la possibilità di mettermi alla prova in una
delle sue sedi operative più prestigiose, lo staff tecnico di commessa e soprattutto
ringrazio il mio Tutor Alfredo Astrobi che mi ha messo a disposizione la sua
pluriennale esperienza guidandomi con pazienza in tutti gli aspetti lavorativi in cui
sono stato coinvolto.
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Allegati
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