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Requisiti operativi: l’assetto organizzativo Esponenti aziendali e soci rilevanti: requisiti Avv. Davide Nervegna Studio Legale e Tributario Ernst & Young 1

Requisiti operativi: l’assetto organizzativo Requisiti operativi: l’assetto organizzativo Governance e linee di reporting Dott. Luca Galli Partner Ernst & Young Financial Business

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Requisiti operativi: l’assetto organizzativo

Esponenti aziendali e socirilevanti: requisiti

Avv. Davide NervegnaStudio Legale e Tributario Ernst & Young

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Esponenti aziendali e soci rilevanti: requisiti

Fonti normative:

q I requisiti di professionalità onorabilità e le situazioni impeditive sono contenuti nel:

DECRETO DEL MINISTERO DEL TESORO, DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA30 dicembre 1998, n. 516 (in Gazz. Uff., 8 aprile, n. 81) - Regolamento recante norme per la determinazionedei requisiti di professionalità e di onorabilità dei soggetti che svolgono funzioni di amministrazione,direzione e controllo presso gli intermediari finanziari, ai sensi dell'art. 109 del decreto legislativo 1°settembre 1993, n. 385;

q Le modalità di verifica del possesso dei requisiti sono contenuti nel:

Provvedimento Banca d’Italia del 14/5/2009

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Requisiti di professionalitàDei soggetti che svolgono funzioni di amministrazione e direzione di intermediari finanziari:

ü I consiglieri di amministrazione: devono essere scelti secondo criteri di professionalità e competenza frapersone che abbiano maturato una esperienza complessiva di almeno un triennio (e il Presidente unquinquennio) attraverso l'esercizio di:

a) attività di amministrazione o di controllo o compiti direttivi presso imprese;

b) attività professionali in materia attinente al settore creditizio, finanziario, mobiliare, assicurativo o,comunque, funzionali all'attività dell'intermediario finanziario;

c) attività di insegnamento universitario in materie giuridiche o economiche;

d) funzioni amministrative o dirigenziali presso enti pubblici o pubbliche amministrazioni aventi attinenzacon il settore creditizio, finanziario, mobiliare o assicurativo ovvero presso enti pubblici o pubblicheamministrazioni che non hanno attinenza con i predetti settori (purché le funzioni comportino la gestione dirisorse economico-finanziarie).

ü L'amministratore delegato, l'amministratore unico ed il direttore generale: devono essere in possesso di unaspecifica competenza in materia creditizia, finanziaria, mobiliare o assicurativa maturata attraverso esperienzedi lavoro in posizione di adeguata responsabilità per un periodo non inferiore ad un quinquennio. La medesimaesperienza può essere stata maturata in imprese aventi una dimensione comparabile con quelladell'intermediario finanziario presso il quale la carica deve essere ricoperta. Analoghi requisiti sono richiestiper le cariche che comportano l'esercizio di funzioni equivalenti a quella di direttore generale.

Dei soggetti che svolgono funzioni di controllo:

ü I soggetti competenti al controllo dei conti di intermediari finanziari à devono essere iscritti nel registro deirevisori contabili.

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Requisiti di onorabilitàdi amministratori, sindaci e direttori generali

Le cariche di amministratore, sindaco e direttore generale non possono essere ricoperte da coloro che:

a) si trovano in una delle condizioni di ineleggibilità o decadenza previste dall'art. 2382 delcodice civile (l'interdetto, l'inabilitato, il fallito, o chi è stato condannato ad una pena che importal'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l'incapacità ad esercitare uffici direttivi);

b) sono stati sottoposti a misure di prevenzione disposte dall'autorità giudiziaria ai sensi della legge 27dicembre 1956, n. 1423 o della legge 31 maggio 1965, n. 575*(1), salvi gli effetti della riabilitazione;

c) sono stati condannati con sentenza irrevocabile, salvi gli effetti della riabilitazione:1) a pena detentiva per uno dei reati previsti dalle norme che disciplinano l'attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa edalle norme in materia di mercati e valori mobiliari, di strumenti di pagamento;2) alla reclusione per uno dei delitti previsti nel titolo XI del libro V del codice civile*(2) e nel regio decreto del 16 marzo1942, n.267;3) alla reclusione per un tempo non inferiore ad un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fedepubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;4) alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo.

In ogni caso:ü le cariche di amministratore, sindaco e direttore non possono essere ricoperte da coloro ai quali sia stata applicata su

richiesta delle parti una delle pene previste dalla lettera c ), salvo il caso dell'estinzione del reato;ü le pene previste dalla lettera c ), numeri 1) e 2), non rilevano se inferiori ad un anno.ü l'applicazione provvisoria di una delle misure di cui alla lettera b) e la condanna con sentenza non definitiva di cui alla

lettera c) comporta la sospensione dalla carica.

*(1) 1° riferimento: LEGGE 27 dicembre 1956, n. 1423 - Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità ; 2° riferimento: Legge31 maggio 1965, n. 575 - Disposizioni contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere. 1° e 2° à leggi abrogate e confluite nel DECRETO LEGISLATIVO 6settembre 2011 n. 159 - Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonche' nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2della legge 13 agosto 2010, n. 136. (CODICE ANTIMAFIA)* (2) Disposizioni penali in materia di società e di consorzi: ex. False comunicazioni sociali, impedito controllo ecc.* (3) Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa.

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Requisiti di onorabilitàdei partecipanti al capitale

Chiunque partecipa in un intermediario finanziario in misura superiore al 5 % del capitale rappresentato da azioni condiritto di voto non può esercitare il diritto di voto, inerente alle azioni o quote eccedenti, qualora:

a) sia stato sottoposto a misure di prevenzione disposte dall'autorità giudiziaria ai sensi della legge 27dicembre 1956, n. 1423 o della legge 31 maggio 1965, n. 575 e successive modificazioni ed integrazioni, salvigli effetti della riabilitazione;

b) sia stato condannato con sentenza irrevocabile, salvi gli effetti della riabilitazione:1) a pena detentiva per un tempo non inferiore a sei mesi per uno dei reati previsti dalle norme chedisciplinano l'attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme in materia di mercati evalori mobiliari, di strumenti di pagamento;2) alla reclusione per un tempo non inferiore a sei mesi per uno dei delitti previsti nel titolo XI del libroV del codice civile e nel regio decreto del 16 marzo 1942, n. 267;3) alla reclusione per un tempo non inferiore ad un anno per un delitto contro la pubblicaamministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, control'economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;4) alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo;

c) sia stato condannato con sentenza che applica la pena su richiesta delle parti, salvo il caso diestinzione del reato, ad una delle pene indicate alla lettera b). Le pene di cui alla lettera b ), n. 1) e n. 2), nonrilevano se inferiori ad un anno.

Tali disposizioni si applicano anche a chiunque, indipendentemente dall'entità della partecipazione posseduta,controlla l'intermediario finanziario (in tal caso la sospensione del diritto di voto interessa l'intera partecipazione).

N.B. qualora il partecipante sia una persona giuridica, i requisiti devono essere posseduti dagliamministratori e dal direttore.

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Situazioni impeditive

Non possono ricoprire cariche di amministratori, direttori generali e sindaci in intermediarifinanziari coloro che almeno per i due esercizi precedenti l'adozione dei relativiprovvedimenti*:

ü hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo in imprese sottoposte afallimento, a liquidazione coatta amministrativa o a procedure equiparate;

ü hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo in imprese operanti nelsettore creditizio, finanziario, mobiliare o assicurativo sottoposte alla procedura diamministrazione straordinaria;

ü nell'esercizio della professione di agente di cambio, non abbiano fatto fronte agli impegniprevisti dalla legge, o si trovino in stato di esclusione dalle negoziazioni in un mercatoregolamentato.

Il divieto ha la durata di tre anni dall'adozione dei provvedimenti (è ridotto ad un anno nelleipotesi in cui il provvedimento sia stato adottato su istanza dell'imprenditore o degli organiamministrativi dell'impresa).

*le frazioni superiori a sei mesi nell'ultimo esercizio equivalgono a un esercizio intero

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Verifica dei requisiti …segueChià spetta all’organo di appartenenza dell'esponente aziendale, ad eccezione dei componenti il collegio

sindacale, per i quali viene svolta dal consiglio di Amministrazione (la verifica dei requisiti del direttoregenerale e dei soggetti che svolgono funzioni equivalenti è effettuata dall'organo amministrativo).

Come à viene effettuata in un'apposita riunione nel corso della quale l’esame è condotto partitamente perciascuno dei soggetti interessati e con la loro rispettiva astensione. La relativa delibera deve essere analitica e,pertanto, deve dare atto dei presupposti delle valutazioni effettuate. La documentazione acquisita a tal fine ètrattenuta presso la società e conservata per un periodo di 10 anni dalla data della delibera.

Cosa à1) accertamento del requisito di professionalità: i verbali delle delibere assunte dai competenti organiaziendali esplicitano le specifiche attività svolte ai fini dell’accertamento e i relativi periodi di espletamento.

2) accertamento del requisito di onorabilità: nei verbali deve risultare, con riferimento a ciascun interessato,l’indicazione puntuale dei documenti presi in considerazione per attestare la sussistenza dei requisiti. Nelverbale va fatta menzione di eventuali procedimenti in corso nei confronti di esponenti per reati chepotrebbero incidere sul possesso del requisito in questione.

Quando à 1) prima della nomina ai fini della verifica del possesso dei requisiti, gli interessati devono presentareall’organo competente, che l’acquisisce, la documentazione comprovante il possesso dei requisiti (vedislide successiva).

2) durante la carica àgli esponenti che vengono a trovarsi in situazioni che comportano la decadenza o lasospensione dalla carica comunicano tempestivamente tali circostanze all’organo competente affinché possaadottare le misure necessarie.

Quanto ai requisiti di onorabilità dei partecipanti al capitale: spetta al presidente dell'assemblea dei soci, inrelazione ai suoi compiti di verifica della regolare costituzione dell'assemblea e della legittimazione dei soci, ammettereo non ammettere al voto i soggetti che, sulla base delle informazioni disponibili, sono tenuti a comprovare il possessodel requisito di onorabilità.

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Documentazione acquisibileRequisiti di onorabilità (anche per i partecipanti al capitale)

1. certificato generale del casellario giudiziale (attesta l’esistenza o meno di condanne passate ingiudicato);

2. certificato dei carichi pendenti (attesta l’esistenza di procedimenti penali in corso: in esso sonoannotate, tra le altre, le condanne non definitive e i provvedimenti di rinvio a giudizio);

3. certificato del registro delle imprese recante la dicitura antimafia rilasciato dalla Camera diCommercio, industria e artigianato, ovvero certificato della Prefettura attestante l'insussistenzadelle misure di prevenzione di cui all'articolo 10, L. 575/65 e successive modifiche eintegrazioni;

4. dichiarazione sostitutiva del soggetto interessato dalla quale risulta che lo stesso non hariportato in Stati esteri condanne penali o altri provvedimenti sanzionatori per fattispeciecorrispondenti a quelle che comporterebbero, secondo la normativa italiana, la perdita deirequisiti di onorabilità ovvero dalla quale risultano le condanne penali e/o provvedimentisanzionatori riportati in Stati esteri.

Requisiti di professionalità

A) Membri dell’organo amministrativo e direttore generale1. curriculum vitae sottoscritto dall’interessato;2. dichiarazione dell'impresa, società o ente di provenienza;3. statuti/bilanci dell'impresa o società di provenienza;4. certificazioni di enti universitari/attestazioni di attività di insegnamento.

B) Membri dell’organo di controllo1. certificato attestante l’iscrizione nel registro dei revisori contabili.

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Requisiti operativi: l’assetto organizzativo

Governance e linee di reporting

Dott. Luca GalliPartner Ernst & Young Financial Business Advisors

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Le novità regolamentari: principali impattiper gli intermediari finanziari

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• Le novità regolamentari introdotte dalle nuove disposizioni di vigilanza, alfine di consentire agli Intermediari Finanziari attualmente iscritti nell’Elenco exart. 106 TUB l’iscrizione nel nuovo Albo unico, afferiscono principalmentealle sei aree di seguito evidenziate

• Adempimenti richiesti aspecifiche categorie diintermediari (intermediariminori e fiduciarie)

• Articolazione del sistema di governosocietario target, dell’organizzazione e delSistema dei Controlli Interni

• Implementazione di regole interne inmateria di esternalizzazione

• Definizione dei requisiti minimi per ilSistema Informativo

• Redazione del bilancio sulla base deiprincipi IAS/IFRS

• Incremento degli adempimentisegnaletici (es. segnalazioni divigilanza, contribuzione allaCentrale die Rischi etc.)

• Predisposizione delladocumentazione necessaria epresentazione dell’istanza diautorizzazione

• Evoluzione dei sistemi per lamisurazione di requisitipatrimoniali

• Implementazione del ContingencyFunding Plan

• Requisiti delle attivitàesercitabili e limitazioni allepartecipazioni detenibili

• Istituzione dell’Albo dei Gruppifinanziari

Attivitàesercitabili e

partecipazionidetenibili

Attivitàesercitabili e

partecipazionidetenibili

Autorizzazioneall’eserciziodell’attività

Autorizzazioneall’eserciziodell’attività

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Capitale erequisiti

patrimoniali

Capitale erequisiti

patrimonialiGovernosocietario,sistema dei

controlli interni eprocedure

Governosocietario,sistema dei

controlli interni eprocedure

Altre categoriedi intermediariAltre categoriedi intermediari

Bilancio eSegnalazioni di

vigilanza

Bilancio eSegnalazioni di

vigilanza

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TRASFORMAZIONEIN INTERMEDIARIO

UNICO

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Le componenti core del sistema diCorporate Governance…

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• Presupposto di un sistema di governo e di controllo completo e funzionale èl’esistenza di assetti di governo adeguati per assicurare la sana e prudentegestione degli intermediari e l’osservanza delle disposizioni loro applicabili

• Con riferimento alle disposizioni regolamentari, si possono identificare le seguenti5 componenti “core”

Text

Composizione degliOrgani societari

GOVERNOSOCIETARIO

Flussiinformativi

Meccanismi diremunerazione eincentivazione

Compiti e poteridegli Organisocietari

Scelta delmodello diamministrazione e controllo

Gli intermediari finanziari in sede diautorizzazione dovranno dimostrare diessere compliant con la normativa diriferimento

La struttura della Corporate Governanceadottata dalla Società dovrà essererappresentata nel «Programma diAttività»

Le componenti «core» del sistema di Corporate Governance

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…e i principi cardine

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• Scelta del sistema di Corporate Governance basato su approfonditaautovalutazione e finalizzato a garantire l’efficienza e la correttezza dellagestione

• Attribuzione statutaria di compiti e poteri formulati in modo chiaro e cheriflettano l’effettivo funzionamento della società:

• nessun riferimento a Organi o Comitati non costituiti (es. ComitatoEsecutivo, ecc.);

• disciplina dei soggetti destinatari di deleghe e modalità di nomina o revocadei componenti;

• attribuzione della competenza in materia di revisione legale ad un revisoreesterno, eliminando le precedenti attribuzioni al Collegio Sindacale.

• Appropriato bilanciamento dei poteri ed equilibrata composizione:

• preferenza ad organi collegiali in luogo di quelli monocratici;

• non adozione di modelli di amministrazione congiuntiva o disgiuntiva;

• non coincidenza tra cariche gestionali e di controllo (es. l’AmministratoreDelegato non può assumere il ruolo di referente per le funzioni di controlloesternalizzate) e tra cariche strategiche e gestionali (es. coincidenza traPresidente e Amministratore Delegato);

• composizione del CdA adeguata in termini numerici e con adeguatobilanciamento tra componenti esecutivi e non esecutivi (eventualmenteanche indipendenti).

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Il ruolo del Presidente

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• «Il Presidente dell’organo con funzione di supervisione strategica (CdA)promuove la dialettica interna e l’effettivo funzionamento del sistema di governosocietario; lo stesso non riveste un ruolo esecutivo né svolge, neppure difatto, funzioni gestionali» (Cfr. Titolo III, Capitolo 1, Sezione II, Paragrafo 2)

• Negli intermediari di minore dimensione è ammessa la possibilità che ilPresidente rivesta un ruolo esecutivo, purché:

• le funzioni gestionali siano chiaramente definite e adeguatamentedocumentate;

• adozione di presidi idonei a garantire l’identificazione e prevenzione deipotenziali conflitti di interesse (es. nomina di consiglieri indipendenti);

• composizione dell’organo (sia per numero sia per caratteristicheprofessionali dei componenti) adeguata a garantire la corretta dialetticainterna;

• non attribuzione in contemporanea di deleghe in materia di controlliinterni e deleghe relative ad altri aspetti dell’operatività aziendale.

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Funzioni aziendali di controllo e linee direporting

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• I Responsabili delle funzioni aziendali ci controllo sono collocati inun’adeguata posizione gerarchico funzionale, in particolare:

• controllo dei rischi e conformità alle norme sono direttamentedipendenti dall’organo con funzione di gestione o dall’organo confunzione di supervisione strategica;

• revisione interna è sempre alle dipendenze dell’organo con funzione disupervisione strategica.

• In ogni caso alle funzioni aziendali di controllo deve essere garantito l’accessodiretto all’organo con funzione di supervisione strategica e all’organo con funzionedi controllo.

• All’interno del Resoconto alla consultazione, Banca d’Italia ha chiarito che non èammissibile il riporto delle funzioni di controllo dei rischi e di conformità allenorme al Direttore Generale.

«Le funzioni aziendali di controllo di secondo livello riportano direttamente all’organocon funzione di gestione. Il direttore generale, pur partecipando alla funzione digestione, non può essere identificato con l’organo stesso. Il direttore generale[…] è destinatario dei flussi informativi previsti per gli organi aziendali nonché, negliintermediari di dimensioni contenute […] può svolgere un ruolo di raccordo tra lefunzioni aziendali di controllo di secondo livello e l’organo con funzione di gestione […]»(Cfr. Resoconto alla consultazione, pag. 16)

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Funzioni aziendali di controllo e linee direporting: le possibili opzioni

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• Le disposizioni consentono agli intermediari finanziari di minori dimensioni diaccorpare una o più funzioni aziendali di controllo. Di seguito, le principalialternative percorribili:

• La funzione di revisione interna è posta alledipendenze del Consiglio di Amministrazione

• L’eventuale funzione unica di controllo disecondo livello può essere posta alle dipendenzedel Consiglio di Amministrazione o, inalternativa, dell’Amministratore Delegato

• L’eventuale funzione unica di controllo non èformalmente esternalizzabile e deve esserenecessariamente posta alle dirette dipendenzedel Consiglio di Amministrazione

Soluzione A – Istituzione di una unica Funzione di controllo di IIlivello (con la Funzione Internal Audit separata)

Funzione ComplianceRisk Management

Antiriciclaggio e SOS

CDA

AD

Internal Audit

COLLEGIOSINDACALE/OD

V

AmministrazioneFinanza econtrollo

Credito econtenzioso

Soluzione B – Istituzione di una unica Funzione Unica di controllo

FUNZIONE UNICA(Internal Audit, Compliance

e Risk Management)

CDA

AD

ResponsabileAML

COLLEGIOSINDACALE/OD

V

AmministrazioneFinanza econtrollo

Credito econtenzioso

A B

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Requisiti operativi: l’assetto organizzativo

Gli intermediari finanziari: icontrolli interni e

l’esternalizzazione di attività

Dott. Angelo Pappadà

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Agenda

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• Il sistema dei controlli negli intermediari finanziari

• Le funzioni di controllo

• Assetti organizzativi richiesti per la gestione di singoli rischi• Concessione di finanziamenti per cassa• Rilascio di garanzie• Liquidità• Cartolarizzazione e servicing• Servizi di pagamento ed emissione di moneta elettronica• Servizi di investimento• Gestione di fondi pubblici

• Esternalizzazione di attività negli intermediari finanziari

• Promozione e collocamento di contratti di finanziamento

• I Gruppi Finanziari• I controlli interni di Gruppo• L’esternalizzazione di attività all’interno del Gruppo

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Il sistema dei controlli interni negliintermediari finanziari

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• Finalità:• verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;• salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite;• efficacia ed efficienza dei processi aziendali;• affidabilità e sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure

informatiche;• prevenzione del rischio che l’intermediario sia coinvolto, anche

involontariamente, in attività illecite (con particolare riferimento a quelleconnesse con il riciclaggio, l’usura ed il finanziamento al terrorismo);

• conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonchécon le politiche, i regolamenti e le procedure interne.

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Il sistema dei controlli interni negliintermediari finanziari

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• Requisiti:• Per gli intermediari finanziari assumono particolare rilievo i rischi di credito e

operativi, inclusi i rischi di natura legale, che possono discendere dai rapporti conla clientela. A tal fine, gli intermediari sono tenuti, tra l’altro, ad approntarespecifici presidi organizzativi per assicurare il rispetto delle prescrizioni normativee di autoregolamentazione, pianificando, in tale ambito, specifici controlli sullesuccursali e sui soggetti incaricati della promozione e conclusione di contrattirelativi all’erogazione di finanziamenti sotto qualsiasi forma.

• Gli intermediari valutano attentamente le implicazioni derivanti dai mutamentidell’operatività aziendale (ingresso in nuovi mercati o in nuovi settori operativi,offerta di nuovi prodotti, utilizzo di canali distributivi innovativi), con preventivaindividuazione dei rischi e definizione di procedure di controllo adeguate,approvate dagli organi aziendali competenti.

• Nella predisposizione dei presidi organizzativi, gli intermediari finanziari tengonoconto dell’esigenza di prevenire fenomeni di usura, riciclaggio e di finanziamentodel terrorismo, nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari inmateria.

• Tipologie di controllo:• Controlli di linea• Controlli sui rischi e sulla conformità (incluso il rischio di riciclaggio)• Controlli di revisione interna

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Le funzioni aziendali di controllo

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• Requisiti:• Indipendenza• Professionalità (dei responsabili)• Adeguatezza delle risorse dedicate (quali-quantitativa)

• Vincoli organizzativi:• Collocazione organizzativa• Applicazione del principio di proporzionalità (intermediari minori)• Possibilità di Outsourcing (all’esterno e a strutture di Gruppo)• Autonomia della funzione di revisione interna• Pianificazione e reporting• Remunerazione dei responsabili• Rapporti con il Collegio Sindacale e con l’OdV

• La funzione di controllo dei rischi (risk management)va tenuta distinta dalle funzioni aziendali incaricate della“gestione operativa” dei rischi, che incidono sull’assunzione deirischi da parte delle unità di business e modificano il profilo dirischio dell’intermediario.

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Assetti organizzativi richiesti per lagestione di singoli rischi

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• Concessione di finanziamenti per cassa:• Formalizzazione del processo del credito (istruttoria; erogazione; controllo

andamentale; revisione; classificazione delle posizioni di rischio; reportingagli organi aziendali)

• Individuazione dei rischi di credito ed operativi connessi a specializzazionioperative

• Concessione: coerenza tra importo, forma tecnica e caratteristiche delprenditore; informativa adeguata in fase istruttoria; delimitazione deicompiti del distributore in fase di proposta; sistema dei poteri deliberativichiaro e verificabile; presidi a tutela dei conflitti di interesse (non si applica ilnuovo art.53 c.4 TUB)

• Monitoraggio: il controllo andamentale e il monitoraggio delle singoleesposizioni sono effettuati con sistematicità, avvalendosi di procedureefficaci in grado di rilevare tempestivamente eventuali situazioni di anomaliae di assicurare l’adeguatezza delle rettifiche di valore e dei passaggi a perdita.Il processo per l’adozione degli opportuni interventi in caso di anomalia èspecificamente disciplinato, in modo da individuare con chiarezza i tempi ele modalità di intervento, le funzioni coinvolte e i rispettivi compiti eresponsabilità

• Classificazione, valutazione e gestione delle posizioni deteriorate: i criteri e leresponsabilità attribuite alle diverse unità aziendali sono definiti in appositadelibera del CdA

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Assetti organizzativi richiesti per lagestione di singoli rischi

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• Rilascio di garanzie:• Monitoraggio costante del volume e della rischiosità degli impegni assunti• Monitoraggio costante della capacità dei soggetti garantiti di adempiere alle

proprie obbligazioni o di onorare gli impegni assunti• Contrattualistica adeguata (es. durata)

• Liquidità:• Monitoraggio costante degli afflussi e deflussi di cassa per scadenza, in

relazione anche agli impegni assunti (maturity ladder)• Esecuzione di stress test periodici sui flussi attesi• Definizione di indicatori di esposizione al rischio di liquidità (eventualmente

su base consolidata) e di valori di early warning dei medesimi• Formalizzazione di un Contingency Funding Plan, con ruoli e responsabilità

• Cartolarizzazione:• Individuazione e gestione dei rischi reputazionali ed operativi (strutture

complesse)• Definizione dei ruoli e delle responsabilità• Segregazione dei patrimoni afferenti i crediti cartolarizzati• Rischi connessi all’outsourcing della riscossione dei crediti• Individuazione e gestione dei conflitti di interesse

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Assetti organizzativi richiesti per lagestione di singoli rischi

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• Servicing:• Il servicer in operazioni di cartolarizzazione (di seguito anche servicer) è il

soggetto al quale, ai sensi dell’art. 2, comma 3, lett. c) della legge 30 aprile1999, n. 130, la società veicolo di cartolarizzazione di cui all’art. 3 dellamedesima legge (di seguito SPV) affida la riscossione dei crediti ceduti e iservizi di cassa e pagamento. Il servicer è inoltre incaricato, ai sensi dell’art.2, comma 6-bis della citata legge, di verificare la conformità delle operazionidi cartolarizzazione alla legge e al prospetto informativo.

• Al servicer fanno pertanto capo sia compiti di natura operativa, sia funzionidi “garanzia” nei confronti del mercato circa il corretto espletamento delleoperazioni di cartolarizzazione nell’interesse dei portatori dei titoli e, ingenerale, del mercato. Detti compiti vanno considerati in modo unitario.

• La legge n. 130/1999 definisce in via generale le caratteristiche degli attivicartolarizzati e le modalità per la relativa cessione; il ruolo di alcuni deisoggetti coinvolti nell’operazione, i limiti operativi della società cessionaria,nonché il contenuto minimo del prospetto informativo. In base a talidisposizioni, è possibile enucleare il contenuto di alcuni compiti affidati alservicer.

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Assetti organizzativi richiesti per lagestione di singoli rischi

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• Servicing (segue):• Per assicurare continuità ed efficacia nell’espletamento delle funzioni svolte,

essi si dotano di strutture tecniche e organizzative idonee a monitorare lediverse fasi in cui si articola il processo di cartolarizzazione. Qualora in baseal contratto o al prospetto informativo, l’SPV abbia conferito, in tutto o inparte, alcune delle attività sopra richiamate a soggetti diversi dal servicer,quest’ultimo si assicura che gli incaricati siano tenuti a forniretempestivamente le informazioni e la documentazione necessarie perl’espletamento dei compiti di verifica ad esso affidati.

• Con particolare riferimento alle attività di gestione e monitoraggiodell’andamento del patrimonio cartolarizzato, la funzione di controllo deirischi esamina periodicamente con cadenza almeno semestrale l’andamentodell’attività di riscossione e dei servizi di cassa e pagamento, redigendoapposita relazione. In caso di scostamenti rilevanti rispetto al business plan,nonché in caso di valori prossimi alle soglie rilevanti previste dal prospettoinformativo (ad es., trigger event), la relazione è sottoposta all’organo confunzione di supervisione strategica, motivando le carenze riscontrate e leiniziative correttive eventualmente previste. La relazione e le eventualideterminazioni assunte dall’organo con funzione di supervisione strategicasono opportunamente documentate. La Banca d’Italia può richiederne latrasmissione.

• La funzione di revisione interna verifica con cadenza almeno annualel’adeguatezza e la funzionalità del processo di gestione e monitoraggiodell’andamento del patrimonio cartolarizzato, nonché di controllo sullaconformità dell’operazione alla legge e al prospetto informativo. Gli esitidegli accertamenti sono trasmessi integralmente, tempestivamente edirettamente agli organi aziendali.

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Assetti organizzativi richiesti per lagestione di singoli rischi

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• Servizi di pagamento ed emissione di moneta elettronica:• Si applicano le disposizioni di cui al Capitolo VI del Regolamento Banca

d’Italia 20 giugno 2012 (in particolare, gli intermediari applicano ledisposizioni di cui al par.2 della Sezione II e trasmettono alla Banca d’Italiala relazione di cui alla Sezione III, limitatamente all’allegato D)

• Servizi di investimento:• Si applica la disciplina di settore e, per quanto riguarda gli assetti

organizzativi ed i controlli interni, il Regolamento congiunto Consob-Bancad’Italia

• Servizi connessi alla gestione dei fondi pubblici:• Vigilanza diretta attribuita all’Ente erogatore• Obbligo degli intermediari di identificare e gestire i relativi rischi

reputazionali ed operativi• Definizione e implementazione di presidi idonei all’identificazione,

rimozione o gestione dei conflitti di interesse

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Esternalizzazione di attività negliintermediari finanziari

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• Principio:• Gli intermediari che ricorrono all’esternalizzazione di funzioni aziendali

presidiano i rischi derivanti dalle scelte effettuate, mantenendo la capacità dicontrollo e la responsabilità sulle attività esternalizzate nonché lecompetenze tecniche e gestionali essenziali per re-internalizzare, in caso dinecessità, il loro svolgimento.

• Politiche:• Formalizzazione del processo decisionale• Contenuto minimo dei contratti• Modalità di controllo da parte delle funzioni aziendali delegate• Flussi informativi da e per l’outsourcer• Business continuity

• Vincoli:• Requisiti soggettivi dell’outsourcer• Esternalizzazione di funzioni di controllo• Nomina del referente aziendale interno• Comunicazione preventiva a Banca d’Italia in caso di esternalizzazione di

funzioni importanti o di controllo, almeno 60 giorni dal conferimentodell’incarico

• Relazione annuale a cura della revisione interna o, se esternalizzata, delreferente aziendale

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Promozione e collocamento di contratti difinanziamento

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• Per la promozione e collocamento e/o conclusione di contratti relativialla concessione di finanziamenti, sotto qualsiasi forma, gli intermediarifinanziari possono avvalersi, nel rispetto della disciplina prevista per lesingole categorie di soggetti, di agenti in attività finanziaria, promotorifinanziari, banche, altri intermediari finanziari, imprese diinvestimento, società di gestione del risparmio, SICAV, impreseassicurative, istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica e PosteItaliane S.p.A., fornitori di beni e servizi ai sensi dell’art. 12, comma 1,lett. a), del D.lgs. del 13 agosto 2010, n. 141 e successive modifiche eintegrazioni (3), nonché degli altri soggetti eventualmente previsti dallalegge.

• Gli intermediari possono avvalersi di mediatori creditizi nel rispettodelle disposizioni previste dal Titolo VI-bis TUB e dell’art. 13 del D.lgs.del 13 agosto 2010, n. 141 e successive modifiche e integrazioni.

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Promozione e collocamento di contratti difinanziamento

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• Gli intermediari che ricorrono a soggetti terzi per la promozione ecollocamento e/o conclusione di contratti relativi alla concessione difinanziamenti sotto qualsiasi forma presidiano i rischi derivanti dallescelte effettuate, mantenendo la capacità di controllo del processodistributivo, attraverso:

• Politiche• Formalizzazione della politica distributiva• Formalizzazione del processo di selezione, gestione e controllo della rete

distributiva

• Procedure• Processo decisionale sul conferimento dei mandati e linee di reporting• Formazione della rete distributiva• Controllo costante sul possesso dei requisiti individuali (iscrizione agli Albi)• Contenuto minimo dei mandati e definizione delle autonomie (es.

valutazione del merito di credito)• Controlli a distanza ed in loco sull’operato della rete• Definizione e implementazione dei flussi informativi da e per la rete• Monitoraggio andamentale dell’esposizione vs. clienti affidati a seguito di

contratti promossi o collocati dalla rete

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I Gruppi Finanziari

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• Ruolo della Capogruppo:• Controllo strategico• Controllo gestionale• Controllo tecnico-operativo

• Requisiti del Gruppo:• Procedure formalizzate di coordinamento e collegamento tra la Capogruppo

e le entità del Gruppo, per tutte le aree di attività• Definizione di compiti e responsabilità delle funzioni aziendali di controllo

all’interno del Gruppo• Integrazione dei sistemi informativi e contabili di Gruppo• Monitoraggio dei flussi finanziari intra-Gruppo e a livello consolidato• Gestione dei rischi a livello consolidato, con particolare riferimento al rischio

di credito (monitoraggio delle esposizioni consolidate, anagrafe unica)• Relazione annuale della Capogruppo a Banca d’Italia sugli accertamenti

effettuati sulle controllate

• Esternalizzazione di funzioni aziendali all’interno del Gruppo:• Formalizzazione della politica di esternalizzazione• Tutela degli interessi delle minorities• Requisiti soggettivi dei fornitori di Gruppo• Informativa preventiva a Banca d’Italia (funzioni importanti o di controllo)• Funzioni di controllo: contenuto della delibera delle controllate e nomina del

referente (in caso di assunzione di rischi potenzialmente rilevati)