28
Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno VII - Numero 2 - Aprile 2011 > segue a pag. 2 POSTE ITALIANE Spa - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 comma 2 aut. N. 080016 del 10/03/2008 - DCB - BO Editoriale Forte impulso dai congressi per rafforzare la democrazia Bruno Solaroli* Condividendo e quindi assumendo come obiettivo l’affermazione secon- do la quale “l’ANPI rivendica la pro- pria natura di Associazione custode della vicenda storica dell’Antifasci- smo e della Resistenza e quindi della Costituzione”, contenuto nel docu- mento politico-programmatico per il 15° congresso, nel territorio imo- lese abbiamo celebrato le assisi con- gressuali dell’ANPI. Rilanciare e far Il giorno della Liberazione di Bologna Con gli Alleati i nostri soldati e partigiani Bologna, 21 Aprile 1945. L’incontro entusiastico dei bolognesi nel giorno della Liberazione con i soldati anglo-americani, polacchi, dei Gruppi di Combattimento italiani e partigiani. Il programma delle celebrazioni di quest’anno alle pag. 2-3. Nella foto: il caloroso abbraccio, in via Rizzoli, a una squadra armata della Resistenza. (Foto di Edo Ansaloni). Un aspetto del Congresso provinciale dell’ANPI di Bologna: la delegazione della ricostituita sezione di Castiglione dei Pepoli. Tra gli iscritti particolarmente numerosa la presenza dei giovani. Articoli da pag. 11 a pag. 16 Al congresso ANPI i delegati giovani Crescente rischio per gli attacchi della destra governativa Difendiamo l’insegnamento Dice la Costituzione. Art. 33 e 34 della Costituzione Italiana: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’inse- gnamento (...) Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.” “La scuola è aperta a tutti.” Berlusconi l’ ”inculcatore”. Il presidente Berlusconi ha invece sostenuto con una telefonata del 27 febbrario scor- so al convegno dei Cristiano Riformisti : ... “Di potere educare i figli liberamente e liberamente vuole dire non essere costretti a mandarli in una scuola di stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei > segue a pag. 2

Resistenza n. 2 anno 2011

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La rivista dell'ANPI provinciale di Bologna

Citation preview

Page 1: Resistenza n. 2 anno 2011

Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno VII - Numero 2 - Aprile 2011

> segue a pag. 2

POST

E IT

ALI

AN

E Sp

a -

SPED

IZIO

NE

IN A

BB

ON

AM

ENT

O P

OST

ALE

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

AR

T. 1

com

ma

2 au

t. N

. 080

016

del 1

0/03

/200

8 -

DC

B -

BO

Editoriale

Forte impulsodai congressiper rafforzare la democrazia

Bruno Solaroli*

Condividendo e quindi assumendocome obiettivo l’affermazione secon-do la quale “l’ANPI rivendica la pro-pria natura di Associazione custodedella vicenda storica dell’Antifasci-smo e della Resistenza e quindi dellaCostituzione”, contenuto nel docu-mento politico-programmatico peril 15° congresso, nel territorio imo-lese abbiamo celebrato le assisi con-gressuali dell’ANPI. Rilanciare e far

Il giorno della Liberazione di BolognaCon gli Alleati i nostri soldati e partigiani

Bologna, 21 Aprile 1945. L’incontro entusiastico dei bolognesi nel giorno dellaLiberazione con i soldati anglo-americani, polacchi, dei Gruppi di Combattimento italianie partigiani. Il programma delle celebrazioni di quest’anno alle pag. 2-3. Nella foto: ilcaloroso abbraccio, in via Rizzoli, a una squadra armata della Resistenza.(Foto di Edo Ansaloni).

Un aspetto del Congresso provinciale dell’ANPI diBologna: la delegazione della ricostituita sezione diCastiglione dei Pepoli. Tra gli iscritti particolarmentenumerosa la presenza dei giovani.Articoli da pag. 11 a pag. 16

Al congresso ANPI i delegati giovani Crescente rischio per gli attacchi della destra governativa

Difendiamo l’insegnamentoDice la Costituzione. Art. 33 e 34 della CostituzioneItaliana: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’inse-gnamento (...) Enti e privati hanno il diritto di istituirescuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”“La scuola è aperta a tutti.”

Berlusconi l’ ”inculcatore”. Il presidente Berlusconiha invece sostenuto con una telefonata del 27 febbrario scor-so al convegno dei Cristiano Riformisti :... “Di potere educare i figli liberamente e liberamente vuoledire non essere costretti a mandarli in una scuola di stato,dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei

> segue a pag. 2

Page 2: Resistenza n. 2 anno 2011

arduo. Può e deve farlo per la sua rico-nosciuta autorità morale. Ma non puòda sola e quindi deve, ancora meglio,attrezzarsi adeguatamente.Per questo la riconferma dell’aperturaai giovani che, d’altra parte, comedimostrano le crescenti nuove adesio-ni, avvertono nell’ANPI una spondasicura e certa. Gli anni passano e i par-tigiani chiamano, convinti, i giovani araccogliere la loro eredità. Anche per-ché chi paga di più nel futuro sono igiovani. Per questo la ricerca di unnuovo radicamento territoriale, l’im-pegno per una proficua collaborazionedelle più vaste forze sociali e sensibili-tà politiche. L’ANPI stimola, sollecita,chiama, unisce: gli obiettivi sono lasensibilizzazione e la mobilitazionepiù vasta.Nell’Imolese ci siamo e ci stiamo ado-perando in questo senso: aumentodelle adesioni - solo a Imola abbiamosuperato i mille iscritti con una cre-scente affluenza di giovani e donne;giovani e donne nei gruppi dirigentipur nell’orgoglioso marchio dei parti-giani e degli antifascisti; estensione erafforzamento della presenza neiComuni e, in quelli più grandi, nellezone; formazione di gruppi speciali diimpegno e lavoro dei giovani e delledonne; azione a tutto campo, anchecon forte innovazione per ricercare unanuova efficacia nelle celebrazioni, nelricordo, nella comunicazione, nell’ag-

vivere oggi i valori, i principi e i con-tenuti dell’antifascismo e dellaResistenza sanciti dalla Costituzionerepubblicana non è facile, ma è urgen-te e impellente. E non si tratta didoverosa coerenza, che pure non èpoco, con gli eroici protagonisti delriscatto della dignità, della democraziae della libertà dell’Italia. Si tratta dicontrastare e superare il declino econo-mico e sociale del Paese e con esso ildegrado etico e morale.La fragilità strutturale dell’economiaitaliana e l’enorme debito pubblico cihanno reso più deboli di fronte aigrandi cambiamenti prodotti dallaglobalizzazione. Abbiamo prima paga-to di più per le difficoltà dell’economiae della finanza mondiali. Ed oggi cre-sciamo di meno, molto di meno, anchenei confronti degli altri Paesi europei.L’Italia è impotente e si va impoveren-do, con le disuguaglianze che si sonoaggravate. Ma va male anche sul pianodel civismo, del sentirsi ed esserecomunità, degli stili e dei comporta-menti. Insopportabili sono al proposi-to le vicende personali del Presidentedel Consiglio.Le stesse paure prodotte dalle incertez-ze che derivano dai grandi cambia-menti demografici, economici e socia-li determinano arroccamento, chiusurae quindi egoismo e corporativismo.Terreno di facile cattura da parte dellademagogia e del populismo. La stessaunità del Paese appare in discussione.In questa situazione una svolta urge.Una svolta nei modelli culturali, divita, di relazioni, della produzione edei consumi. Va rivisto il modello disviluppo tramite le leve del sapere,della valorizzazione del lavoro, dellacentralità della persona. E per questoservono i valori di democrazia, libertà,partecipazione, socialità, solidarietà,convivenza propri dell’antifascismo edella Resistenza.L’ANPI quindi si è assegnato un com-pito doveroso ancorché difficile e

Editoriale

2-

> segue da pag. 1

gregazione, nella presenza quotidiana. Prioritarie l’attenzione e il rapportocon la scuola e con la vicenda concretadell’impegno di tanti cittadini adImola e nei nostri comuni i quali congenerosità e coraggio lottarono controla dittatura ventennale mussoliniana esubirono carcere e confino, furono poiprotagonisti della Resistenza e parteci-parono alla nascita della CostituzioneItaliana. A Imola, città Medagliad’Oro, al Valor Militare per attivitàpartigiana, è utilissimo il Centro didocumentazione della Resistenza edell’Antifascismo, con la mostra per-manente e una documentazione ric-chissima, un centro di rilevantedimensione, autogestito, in costanteespansione, con partecipazione dimassa. Migliaia ogni anno sono glistudenti che vi accedono. Così comecentrale sta diventando il ruolo delCentro per l’informazione e la forma-zione degli stessi militanti.Infine per mettere proficuamenteinsieme, per coordinare e utilizzare almeglio energie e risorse, si è costituitoun coordinamento fra le ANPI deidieci comuni che costituiscono ilCircondario di Imola. Anche per esse-re in sintonia in un territorio dove isti-tuzioni, partiti, forse sociali hannoautonoma dimensione circondariale.

*L’autore è presidente dell’ANPIcomprensoriale imolese

Appuntamento a Bologna per il25 Aprile, giornodella LiberazioneOrganizzato dal Comitato Provincialedella Resistenza e della Lotta diLiberazione di Bologna, si celebrerà il25 aprile prossimo il 66° Anniversariodella Liberazione. Questo il program-ma:Ore 9,45 Chiesa di S. Stefano deposi-zione di corone al lapidarium;

Ore 10,30 Piazza Nettuno alzabandie-ra con picchetto d’onore miltaredeposizione di corone al Sacrario deiCaduti e alle lapidi dei militari delCorpo Italiano di Liberazione edell’Associazione Nazionale Ex Inter-natiSegue celebrazione ufficiale oratore:Simonetta Saliera, vice presidentedella Regione Emilia-RomagnaOre 12 Giardino di Porta Saragozza,omaggio alla lapide che ricorda gliomosessuali trucidati nei campi disterminioOre 15 nelle vie del centro città con-

Page 3: Resistenza n. 2 anno 2011

3 -

principi che sono il contrario di quelliche i genitori vogliono inculcare ailoro figli, educandoli nell’ambito dellaloro famiglia”

Rispetto della scuola pubblica.Signor presidente del Consiglio, i par-tigiani, gli antifascisti, i democraticidell’ANPI le chiedono assoluto rispet-to della scuola pubblica. È suo dovere costituzionale valorizzar-la e sostenerla, non insultarla.È inammissibile il trattamento riserva-to a quanti, ogni giorno, con impareg-giabile senso di responsabilità, dedica-no la propria vita, subendo misere con-dizioni economiche, all’educazione deinostri ragazzi, al loro futuro civile eprofessionale. Gli insegnanti meritanoparole ben diverse da un capo delgoverno. L’Italia è stanca di essere mal-trattata, di vedere maltrattata e minac-ciata la garante suprema dei suoi dirit-ti, della sua convivenza civile, quellaCostituzione nata dal sangue, dalsacrificio di donne e uomini che nonhanno esitato un istante a battersi perla libertà del Paese.Rispetto, presidente. Rispetto.

La segreteria nazionale ANPI

Calamandrei: si inizia con ildiscredito. Piero Calamandrei padrecostituzionalista nel 1950 profetizzavaquesto scenario per la scuola italiana: “Il partito dominante (...) comincia atrascurare le scuole pubbliche, a scre-ditarle, ad impoverirle. Lascia che sianemizzino e comincia a favorire lescuole private”. Ci siano pure scuole di partito o scuo-le di chiesa. Ma lo Stato le deve sorve-gliare, le deve regolare; le deve tenerenei loro limiti e deve riuscire a farmeglio di loro. La scuola di Stato,insomma, deve essere una garanzia,perché non si scivoli in quello chesarebbe la fine della scuola e forse lafine della democrazia e della libertà,cioè nella scuola di partito.Ma c'è un'altra forma per arrivare a tra-sformare la scuola di Stato in scuola dipartito o di setta. Il totalitarismo sub-dolo, indiretto, torpido, come certepolmoniti torpide che vengono senzafebbre, ma che sono pericolosissime...Facciamo l'ipotesi, così astrattamente,che ci sia un partito al potere, un par-tito dominante, il quale però formal-mente vuole rispettare la Costituzione,non la vuole violare in sostanza. Nonvuol fare la marcia su Roma e trasfor-mare l'aula in alloggiamento per imanipoli; (Mussolini: “Avrei potutotrasformare questa grigia e sorda aulail Parlamento - ndr – in un bivacco dimanipoli...”) ma vuol istituire, senzaparere, una larvata dittatura. Allora,

che cosa fare per impadronirsi dellescuole e per trasformare le scuole diStato in scuole di partito? Si accorgeche le scuole di Stato hanno il difettodi essere imparziali. C'è una certa resi-stenza; in quelle scuole c'è sempre,perfino sotto il fascismo c'è stata.Allora, il partito dominante segueun'altra strada (è tutta un'ipotesi teori-ca, intendiamoci). (...) Ed allora tuttele cure cominciano ad andare a questescuole private. Cure di denaro e di pri-vilegi. Si comincia persino a consiglia-re i ragazzi ad andare a queste scuole,perché in fondo sono migliori si dicedi quelle di Stato. E magari si dannodei premi, come ora vi dirò, o si propo-ne di dare dei premi a quei cittadiniche saranno disposti a mandare i lorofiglioli invece che alle scuole pubbli-che alle scuole private. A "quelle"scuole private. Gli esami sono più faci-li, si studia meno e si riesce meglio.Così la scuola privata diventa unascuola privilegiata. Il partito domi-nante, non potendo trasformare aper-tamente le scuole di Stato in scuole dipartito, manda in malora le scuole diStato per dare la prevalenza alle suescuole private. Attenzione, amici, inquesto convegno questo è il punto chebisogna discutere. Attenzione, questaè la ricetta. Bisogna tener d'occhio icuochi di questa bassa cucina.

Difendiamo l’insegnamento> segue da pag. 1

certo di bande popolariOre 17 concerto di Germano Bonaveri"Otra voz canta" - canti di libertà eresistenzaOre 19 in Piazza Nettuno ammaina-bandiera

Imola. La storia e la societàdal fascismo aldopoguerraConferenze al CIDRA (Centro Imolese

della Resistenza e dell’Antifascismo)sul tema generale “Dall’Avvento delFascismo alla Ricostruzione delDopoguerra”In programma nel corrente mese diaprile nella sede di via Dei Mille, 26alle ore 20.30 le seguenti conferenzedi approfondimento storico.5 aprile, L’organizzazione politica: ilCLN, i partiti, le donne, i giovani, irapporti con gli Alleati, relatoriMarco Orazi e Fabrizia Fiumi.12 aprile, I cattolici e la chiesa difronte al fascismo e all’antifascismo,

relatore Andrea Ferri.19 aprile, La RSI, i rastrellamenti.L’estate del 1944: i bombardamenti,la lotta nelle campagne e nelle fab-briche. L’inverno: il fronte si ferma.Primavera 1945: la Liberazione,relatori Elio Gollini e AlfieroSalieri.26 aprile, La Ricostruzione morale emateriale: il Referendum istituzio-nale, la Costituzione repubblicana,relatore Valter Galavotti

Page 4: Resistenza n. 2 anno 2011

4-

2 classi di scuola media e 48 studentidi 2 classi elementari e a Dozza per 52studenti di scuola media di Dozza eCastel Guelfo; Stivali a Montesole, let-tura e musica con animazioni diombre, per 120 studenti di 5 classielementari. A tutti i partecipanti aglispettacoli è stato donato il fumetto “In

cammino verso la libertà” prodotto daCIDRA e ANPI. Altre iniziativehanno riguardato una mostra dei dise-gni di Daniele Trombetti del fumetto“In cammino verso la libertà”, visitatada 23 studenti di una classe elementa-ri e 57 studenti di 3 classi medie ed unincontro rivolto alla scuola secondariadi secondo grado (6 classi quinte per153 studenti) con uno storico sul tema"Storie scomode del '900".Si sono poi tenuti vari incontri con glistudenti in occasione di celebrazioni ericorrenze (il 12 aprile con due classi, aBorgo Tossignano, per ricordare laLiberazione; il 12 aprile al “PozzoBecca” di Imola durante la commemo-razione dell’eccidio; il 13 maggio nella

zona “pineta” per ricordare la primaincursione aerea a Imola; vi hannocomplessivamente partecipato 6 classicon 158 alunni), oltre a numerosi (edestremamente coinvolgenti) incontrisul tema della deportazione conVittoriano Zaccherini, suo malgradotestimone e protagonista.Secondo la referente del progetto, LeaMarzocchi, in questi ultimi cinqueanni la scelta di produrre quadernididattici a tema (sulla Costituzione, lastoria del museo del CIDRA, storiepartigiane raccontate con la forma gra-fica del fumetto), presentati con unalettura in forma di spettacolo, è risul-tata molto apprezzata sia dagli alunniche dagli insegnanti. Questa formulaha permesso di riavvicinare anche glialunni della scuola elementare che,

non avendo più nei libridi testo la storia delNovecento, hanno potutoportare – arricchendo cosìle lezioni - materiali agilie funzionali con cui lavo-rare. Per quanto riguardala scuola secondaria disecondo grado, l’incontrocon lo storico, al suosecondo anno consecuti-vo, ha avvicinato gli stu-denti ad aspetti menotrattati nei manuali inadozione. Per quantoriguarda l’anno scolastico

in atto è stato già fatto uno spettacoloil 26 gennaio (4 classi con 112 alunni)e ne è previsto uno il 14 aprile, giornodella Liberazione di Imola, in cui verràpresentato il nuovo fumetto con 7 sto-rie di antifascismo e di Resistenza aImola.In questi anni, inoltre, molto positivie costruttivi sono stati i rapporti colCISS/T (Centro Integrato ServiziScuola e Territorio) che ha chiesto dieffettuare ore di aggiornamento sulladidattica della storia del Novecento.In occasione di questi incontri con idocenti è stato possibile allargare labase dei “potenziali fruitori” delmuseo e capire meglio le esigenzedidattiche degli insegnanti.

Ampia ed articolata è l’attivitàche il CIDRA (CentroImolese di Documentazione

sulla Resistenza e l’Antifascismo) el’ANPI svolgono in collaborazioneper le scuole. Cerchiamo di riassume-re questo impegno partendo dal-l’obiettivo del progetto: diffondere laconoscenza della storia contempora-nea con particolare attenzione allastoria locale e favorire negli studentila capacità di interpretazione criticadegli avvenimenti storici attraverso idocumenti e le testimonianze oralidei protagonisti. Il progetto ha cometitolo “La storia imolese dal fascismoalla Liberazione” e si concretizza siacon visite guidate alla mostra perma-nente del CIDRA, che con la parteci-pazione a lezioni nelle singole scuolesu progetti a richiesta. È stata inoltrerealizzata una mostra su “Fascismo,foibe, esodo” che è stata visitata nellasede del CIDRA e che è anche data inprestito alle scuole interessate.Il progetto è stato realizzato, per quan-to riguarda il 2010: con la visita allamostra del CIDRA per 13 classi discuola media (un totale di 275 studen-ti) e per 4 classi di scuola elementare(94 alunni); con l’incontro con testi-moni presso il CIDRA per 2 classi discuola elementare (51 alunni); inoltrecon spettacoli organizzati per le scuo-le. Questi ultimi sono stati: Le cartesalvate (gruppo teatrale TILT) per 68studenti di 5 classi di scuole superiori;In cammino verso la libertà lettura informa di spettacolo con accompagna-mento musicale a cura dellaCompagnia teatrale della LunaCrescente, a Imola per 50 studenti di

Vi collaborano il CIDRA e l’ANPI

Scuole: ha successo il progetto sulla storia imolesedal fascismo alla Liberazione

Gabrio Salieri

Imola, lezione in classe sulla storia della Lotta diLiberazione. Spiega Livia Morini, già staffetta partigiana.(Dall’albo Il cammino della libertà, storie a fumetti didonne e uomini imolesi dal fascismo alla democrazia),CIDRA, Imola, 2010, pagg.50.

Page 5: Resistenza n. 2 anno 2011

5 -

cuito commerciale. Anzi, sono valorieterni e assoluti, fondamenta dellemoderne Costituzioni e pilastri quindidella struttura sociale e giuridica diogni Stato democratico.Noi, quel giorno, abbiamo riempitol’Aula Magna del Liceo, anche sedutiper terra, e abbiamo ascoltato il rac-conto degli invitati. Ha introdottoRenato Sasdelli dell’ANPI del quartie-re Porto, che per spiegare perchéun’associazione partigiana tratti anchedella Shoah e delle leggi razziali haricordato che la pari dignità sociale el’uguaglianza di tutti i cittadini difronte alla legge (indipendentemente

anche da “razza” e religione) sonogarantite dalla nostra Costituzione cheè il frutto della guerra di Liberazionedal nazifascismo cui contribuirono ipartigiani. Successivamente Alessandra Carloni,attrice e donna ANPI, accompagnatadal maestro Antonio Ruggeri alla chi-tarra, ha letto brani dalle testimonian-

ze di Primo Levi, ebreo e partigiano, eArmando Gasiani, partigiano bolo-gnese, che sopravvissero all’”inferno”dei campi di sterminio nazisti. Ad esseha premesso la lettera scritta allamamma da Franco Cesana, ebreo estaffetta partigiana, poche settimaneprima di rimanere ucciso in combatti-mento. Non aveva ancora compiutotredici anni. Le letture sono stateintervallate dal commento storicodella professoressa Anna Grattaroladell’Istituto Storico Parri, la quale ciha fornito numerose informazioni sultenore delle leggi razziste emanate daigoverni nazi-fascisti. In particolare, ciha ricordato che gli ebrei italiani, pri-vati nel 1938 dal fascismo dei diritticivili, nel 1943 furono privati dellacittadinanza dal fascismo repubblichi-no che li dichiarò stranieri e apparte-nenti a popolo nemico, consegnandoneun gran numero alle SS per inviarli neicampi di sterminio.Noi studenti abbiamo apprezzatomolto l’iniziativa e i suoi contenutiche ci hanno dato la possibilità diapprofondire e meglio capire le tema-tiche trattate. Per non dimenticare.Concludendo, colgo l’occasione perringraziare l’ANPI e le personalitàintervenute che mi hanno dato la pos-sibilità di organizzare questo incontro.

*rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Istituto

Il 27 Gennaio ci siamo ritrovati. Ascuola. Come ogni anno, infatti,al Liceo Minghetti ci riuniamo in

un’Assemblea d’Istituto in occasionedella Giornata della Memoria. Non lesolite celebrazioni “ufficiali”, che nonportano ad una riflessione vera e pro-pria sul significato di questo evento,ma un momento nel quale tutti, stu-denti, professori ed altre personalità,si ritrovano appunto per capire edanalizzare l’unicità e la drammaticitàdegli eventi ricordati. Perché lo sterminio di milioni di per-sone non è stato frutto solo delle fanta-sie malate di un pazzo, o del disegnopolitico di pochi potenti, ma è stato lostrumento per affermare la concezione,da molti condivisa, dell’esistenza dellerazze, della superiorità di una razzarispetto alle altre e la successiva legit-timazione dell’idea che l’una dovesseprevalere sulle altre, anche tramite laloro eliminazione. E per capire ciò,non ci si può limitare ad un’alza ban-diera o ad un minuto di silenzio, mabisogna analizzare i profondi motivistorici che hanno permesso che tuttociò accadesse e capire le presunteragioni di stato che hanno generato isilenzi di chi forse poteva evitare tuttoquesto.Dicevo, appunto, la scuola. Perché lascuola, in quanto mezzo per la forma-zione di cultura e coscienza critica, èsecondo me il luogo migliore per faretutto questo, per insegnare, al di làdalle idee politiche di ognuno, chetutto ciò non deve ripetersi, perchél’uguaglianza e la libertà non sonomerci che dopo un po’ escono dal cir-

Studenti e docenti nell’Aula Magna del Liceo Minghetti

“Una lezione specialeci ha fatto capire

cosa è il razzismo”Giacomo Gualandi*

Un interno del palazzo storico dellaprestigiosa scuola bolognese

Page 6: Resistenza n. 2 anno 2011

6-

I dodici Comuni promotori del Parcodella Memoria Casone del Partigiano –Argelato, Baricella, Bentivoglio,Castel Maggiore, Castel d’Argile,

Èdefinito il “Casone partigiano”ed è ubicato in valle a SanPietro in Casale, bassa centrale

bolognese, tra Rubizzano e Gavaseto.Ha questo nome dall’immediatodopoguerra, perché l’isolatissimocapanno, costruito nella prima metàdel 1800, nell’ambito di una vastis-sima proprietà agraria umida comeriparo per guardiani e cacciatori, èstato una base della Resistenza. Vale adire della 2ª Brigata Garibaldi SAP(Squadre di azione patriottica)“Paolo” e della 4ª Brigata GaribaldiSAP “Venturoli”.La valorizzazione ambientale del luogovenne favorita dall’ingente opera dibonifica, che prosciugando il terreno,consentì di realizzare percorsi di acces-so a “biciclettate”, comitive, scolare-sche. Il “Casone”, consolidato, miglio-rato, accogliente, è dunque sede dilezioni di storia locale e ambientale, diincontri, di trattenimenti conviviali.Le adiacenze sono state arricchite, neltempo, dalla piantumazione di oltremille alberelli della tipologia autocto-na, oltre che cespugli che consentonola presenza di animali, sia di passo chestanziali. A rappresentare il tempodella palude e in seguito quello dellarisaia, è stato costruito un vasto spec-chio d’acqua, con relative bordure dicanneti.Ora dell’epoca rappresentata dalCasone, delle persone che vi hanno – eche vi fanno – capo , tratta una interes-sante pellicola, i cui autori la descrivo-no nella nota che segue.

Galliera, Granarolo Emilia,Malalbergo, Minerbio, Pieve di Cento,San Giorgio di Piano, San Pietro inCasale – insieme all’ANPI di Bolognae al Comitato provinciale dellaResistenza e della Lotta di Liberazionehanno condiviso con il Teatro diCamelot la realizzazione di questo fil-mato dedicato alla lotta diLiberazione: una riflessione seria e atratti anche poetica sul significatoodierno dei principi che l’hanno ani-mata e che sono stati - e sono - il fon-damento della Costituzione repubbli-cana.Un viaggio guidato dai racconti edalle testimonianze sia orali che scrit-te della gente comune che si è opposta,militarmente e civilmente, alla ditta-tura, alla guerra e a tutte le loromostruosità. Non la cosiddetta “gran-de storia”, bensì la vita e l’impegno ditutti i giorni di uomini e donne, padrie madri e figli, alle prese con le assur-dità e le atrocità del secondo conflittomondiale.Per quale ragione questo film? Perché chi ha vissuto i fatti di oltre 60anni fa comincia ad essere molto anzia-no e le testimonianze dirette si fannosempre più rare. E’ quindi necessarioaffidare a documenti nuovi le paroleche raccontano la storia. E’ un passag-gio di testimone fra generazioni. Perparlare in modo semplice, a tutti, diciò che ci sta più a cuore: la nostralibertà. Prima che sia troppo tardi. Lalibertà è infatti un bene tanto preziosoquanto solido ma con tratti anche fra-gili. Se tutto ciò dimentichiamo

Racconti di libertà in un film del Teatro di Camelot

Un viaggio in quei tempiguidato da chi li visseIl lavoro si basa sulla realtà degli eventi attraverso racconti e testimonianze. L’importanza del “Casone partigiano” di San Pietro in Casale nel periododella Resistenza e a maggior ragione oggi, quale centro di cultura e diaggregazione sociale

L’ultima battaglia

Meriggio assolato/la lunga stradabianca,/polvere e ancora polvere.Un'isola verde/ alberi antichi della pia-nura/salici, pioppi, acacie,/un cerchiodi acque profonde/quasi stagnanti/alcentro la capanna/di legno e giunchi:/il Casone partigiano.In un giorno d'aprile/sessantasei annior sono/uomini e donne/giovani edeterminati/a riconquistare la libertà/da vent'anni assente/qui decisero l'ul-tima battaglia/contro il tedesco inva-sore/contro il fascista traditore.Qui, oggi, sessantasei anni dopo/alcuni di loro,/donne e uomini/curvi e provati dagli anni/il fazzolettotricolore al collo/l'occhio vigile e attento come allora/assieme a noi/assieme a centinaia di giovani e ragaz-ze/ricordano e ci consegnano la memo-ria/ormai divenuta storia/valida perl'oggi/valida per il domani.Il Casone respira ancora del loro respi-ro/risuona ancora/delle loro voci som-messe/trasmette il rumore metallico/ delle armi caricate con cura.Nell'aria pura e nel sole/aleggia lo spi-rito indomito/di coloro che caddero/nell'ultima battaglia/combattuta evinta/per la Democrazia, per la Libertà

Giancarlo Trocchi

Page 7: Resistenza n. 2 anno 2011

7 -

Nella foto: rappresentanti del Comune, dell’ANPI, di associazioni d’Arma durante la celebrazione

rischiamo di perderlo. I valori che ispi-rarono avvenimenti lontani, sono statifissati nella nostra Carta costituzionalee sono oggi di nuovo in pericolo, comese non fosse anche per noi, oggi, che siè allora combattuto e vinto.Per dire che noi cittadini, tutti, iericome oggi, siamo tenuti ad essere pro-tagonisti della nostra libertà, che non èuna conquista militare ma una moda-lità del nostro vivere di tutti i giorni.È un bene per cui i nostri padri enonni hanno dato la vita. Contro laretorica della memoria e a favore dellanecessità della storia. La nostra. Unsegno di contemporaneità.La realizzazione di un filmato sullanostra storia è stata affidata alla com-

pagnia Camelot composta da attori emusicisti con e senza disabilità, a sot-tolineare il fatto che spesso sono le“fasce deboli” della popolazione che sifanno carico della testimonianza edella difesa dei valori di base dellacivile convivenza. Spesso gli “ultimidella fila” conoscono da vicino la viola-zione dei diritti di cittadinanza e sonoquindi in una maggiore e costanteallerta per la loro tutela. In questodiventano i garanti del futuro.Di cosa parla il film?Della storia rimangono a volte i detta-gli. Si fa fatica a ricordare, a distanza ditempo, il quadro completo, il conte-sto. Alcune parole (Resisten-za/Liberazione) rischiano di perdere

persino la capacità di essere compresefino in fondo e per taluni aspetti sem-brano apparire equivalenti, usurate,lontane. Della storia rimangono avolte fatti piccoli e significativi. Il fil-mato parla di gente comune, uomini edonne che scelsero di fare qualcosa.Che fecero, attraverso i loro gesticomuni e consapevoli di solidarietà edi sacrificio, piccole o grandi battaglieper la libertà. La loro e la nostra liber-tà. Sapevano quello che stavano facen-do e perché. Perché era giusto.Sono alcune delle loro storie, possonosembrare un romanzo, ma è la verità.Il filmato Racconti di Libertà di ElisaCaldironi e Alberto Canepa sarà prestodisponibile su DVD.

Nella ricorrenza del 67° anni-versario della strage nazistadelle Fosse Ardeatine in

Roma è stato ricordato il colonnellodell’esercito italiano GiuseppeCordero Lanza di Montezemolo, alquale è intitolata la Caserma delGenio Ferrovieri di Castel Maggiore,dove si è svolta la cerimonia comme-morativa. L’alto ufficiale era membrodel “Fronte clandestino militare” dellacapitale e fu arrestato il 25 gennaio1944, torturato e ucciso il 24 marzosuccessivo assieme a 334 Patrioti.È stato inoltre onorata la memoria delgenerale Giuseppe Perotti il quale,dopo l’ 8 settembre 1943 collaboròcon il CLN di Torino contribuendoalla definizione della strategia militaredelle formazioni partigiane piemonte-si. Catturato il 31 marzo 1944 con imembri del Comitato, fu condannatoa morte e fucilato.Il generale di Divisione Antonio LiGobbi, comandante dell’Arma delGenio, ha ricordato l’apporto dei mili-tari, dopo l’otto settembre 1943, allaLotta di Liberazione sia nelle forma-zioni regolari del rinnovato Esercitoitaliano che nelle brigate partigiane.Per l’ANPI è intervenuto LuigiCrescimbeni il quale , davanti al reg-gimento schierato e al picchettod’onore, ha evidenziato il ruolo dei

tanti militari che hanno operato congenerosità e impegno, offrendo anchela vita. Hanno partecipato inoltreGabriele Molinari presidentedell’ANPI di Castel Maggiore, ilGenerale Claudio Maroni, il colonnel-lo Luca Apolloni ed il vice sindaco diCastel Maggiore Giovanni Giacò.È stata deposta una corona dell’ANPIdi Castel Maggiore nell’atrio dellacaserma dove è collocato Il busto delColonnello Montezemolo.

A Castel Maggiore nel ricordo del colonnello Montezemolo

Onorato ilsacrificio dei militaricadutinella Lotta diLiberazione

Page 8: Resistenza n. 2 anno 2011

Nello spazio Granarolo, delParco della Montagnola, si ètenuto un incontro pubbli-

co per illustrare le opere d’arte suitemi della Resistenza collocate nellascuola comunale dell’infanzia “LeaGiaccaglia Betti”, che sono state visi-tate successivamente.Si tratta dell’affresco di Ilario Rossidedicato all’ “Eccidio di Marzabotto”ultimato nel 1948, opera di grandidimensioni (mt.10x4) situato nel loca-le d’ingresso e di due bassorilievirispettivamente di Rito Valla(“Corruzione morale violenza nazifa-scista”) e di Giuseppe Mazzoli (“Lalotta ed il sacrificio dei Partigiani”),anch’essi del 1948, posti ai due latiesterni della Palazzina oggi sede dellaMaterna comunale. I restauri sonostati effettuati dalla ditta “SOS Art”,nell’ambito della più generale ristrut-turazione del Padiglione attuata dalComune di Bologna a partire dal set-tembre 2006 e ultimata recentemente.La Palazzina ex Direttissima eretta persolennizzare, nel 1934 con una grandemostra, la costruzione della ferroviaBologna – Firenze, nel dopoguerra èstata sede dell’ANPI di Bologna finoai primi anni ‘70. E furono proprio ipartigiani a chiedere ai tre artisti bolo-gnesi di realizzare le opere. Aprendo i lavori Mauro Felicori, diret-tore dell’Area Cultura del Comune diBologna ha sottolineato il significatodi queste importanti opere delNovecento che si riallacciano alla sto-ria artistica della nostra città.Dal canto suo William Michelini, pre-sidente dell’ANPI, ha ricordatoL’Eccidio compiuto dalle brigate neredi sette partigiani avvenuta il 18 ago-

sto 1944, contro il muro delMonumento al Popolano eretto aricordo della vittoriosa insurrezionepopolare dell’8 agosto 1848 contro gliaustriaci. I sette uomini erano staticatturati a Marmorta di Molinella equasi tutti militanti nella 5ª Brigata

Matteotti “Otello Bonvicini”. Si chia-mavano: Desildo Bagni, AnselmoCapellari, Alfredo Cocchi, GalloCorazza, Cesare Golinelli, GuerrinoZucchini e Olindo Zucchini. Il prof. Adriano Baccilieri, direttoredell’Accademia di Belle Arti, nel suointervento-lezione ha sottolineatol’importanza del monumento nellanostra società contemporanea intesoperò più come luogo di memoria e nonmonumento che svetta. Gli scultoriGiuseppe Mazzoli (1907-1970) e RitoValla (1911- 1991) operano congiun-tamente a partire dalla tradizione clas-sica degli anni ‘30 (romanità) metten-dola in sinergia con il panorama arti-stico innovativo che stava permeandol’Europa. I due autori bolognesi hannoun forte senso del “corpo umano” inte-so come ideale misura delle cose, ani-mate, espressioniste e vivaci. La loromodernità sta nel cercare di rappresen-tare nelle loro opere i valori della psi-che e del pensiero umano. Il docenteha poi commentato le due sculturebronzee di Luciano Minguzzi Il parti-giano e la Partigiana collocate davan-ti al Padiglione della Montagnola finoal 1986, e poi trasferite a Porta Lamedove hanno trovato una collocazioneche ben rappresenta la loro fisicità“umana”, in un contesto storico, labattaglia del 7 novembre 1944, ade-guato alla loro espressività.Il murale di Ilario Rossi, continuaBaccilieri, rappresenta un risentitoricordo per immagini di un eventocosì efferato. Ma il grande merito del-l’arte è la “catarsi”, il filtro che aiuta acomprendere come anche le situazionipiù crude possano essere dipanate: siadalla dolcezza ma anche dalla crudeltà.L’insieme dell’affresco è formidabile estraordinario e ricorda la tecnica deigrandi maestri: Tiepolo e Goya.Piero Degiovanni, docente dell’Ac-cademia delle Belle Arti, in una recen-sione apparsa sul volume “La PremiataResistenza” edito dall’IBC nel 1995,scrive che: “l’affresco è l’unica opera digrandi dimensioni che, coniugandol’espressionismo al gusto novecentista,narri di eventi legati alla Resistenza.

8-

L’affresco e i bassorilievi dedicati alla Resistenza

Le opere d’arte restaurate nel parco della Montagnola

Antonio Sciolino

Il professor Adriano Baccilieri, secondo dasinistra, mentre illustra le caratteristichedelle opere. Sono con lui, a partire dasinistra: William Michelini, CarlottaScardovi e Mauro Felicori.

Lea Giaccaglia in una foto degli anni ‘30.

Page 9: Resistenza n. 2 anno 2011

9 -

L’accenno espressionista nell’ethosdelle figure è mitigato dalla fissitàdella loro postura spostando i riferi-menti iconografici verso la pittura diMasaccio (“La cacciata dal Paradiso”)così come la splendida “invenzione”della scena centrale col soldato tedescoche penetra nella casa contadina, pri-vata della parete che dà verso il riguar-dante, segue uno schema compositivomedioevale. (...) L’affresco ha il poteredi rimemorare, con l’incanto con cui siguarda, la rappresentazione di una bat-taglia antica. Sarà questa probabil-mente la percezione che le nuove gene-razioni avranno dei terribili fatti acca-duti nel 1944”. Ed Enzo Biagi com-mentando questa opera scrisse: “I con-torni delle figure dei corpi dipintiricordano le linee delle nostre collinebolognesi”. Ilario Rossi, ha detto ancora Baccilieri,appartiene al gruppo “Corrente” che sibasa su una idea di Resistenza irriden-tista rispetto al nazifascismo, dove l’ar-te è vita e politica e quindi civile elibero confronto.Carlotta Scardovi, del laboratorio“SOS ART” che ha curato il restauro,ha illustrato le varie fasi dei lavori direcupero con l’ausilio di un videodocumentario.Alla conferenza è seguita la visita alleopere d’arte nella Palazzina dove ladirettrice dei Lavori Pubblici delComune, ing. Raffaela Bruni, haannunciato che presto sarà riposta unatarga nella struttura scolastica a ricor-do della insegnante antifascista bolo-gnese Lea Giaccaglia Betti alla quale èstata dedicata la scuola dell’infanzia.

Lo scorso 31 marzo nella SalaRossa del Comune di BolognaAntonio Rossi figlio del pittore

Ilario ha donato all’Amministrazionequattro disegni ritrovati tra le cartedell’archivio personale dell’artistaispirate alla strage di Marzabotto.Queste opere saranno esposte alMuseo della Resistenza. Alla cerimo-

Nella pagina: in alto a sinistrail disegno a penna acquarellata, del 1940,rappresenta la contadina Adina Ceri diEnfialungo una delle vittime. A destrail disegno a gessetto, del 1943, si riferiscealla nipote del pittore Giovanna Fabris che

sarà poi fucilata con la madre, il padre ed ilfratellino nel corso dell’Eccidio. In basso a sinistra il disegno a matita, del 1944, raffigura Cleria Ceri con imbraccio il figlio, ambedueuccisi nella Strage. A destra il disegno a penna del 1944 porta il titolo “La violenza e la pietà” ispirato alla deposizione del Cristocrocefisso, attualizzato alla strage di Marzabotto.

nia sono intervenuti il Commissariostraordinario Annamaria Cancellieri,il presidente dell’ANPI provincialeWilliam Michelini, il direttoredell’Accademia delle Belle Arti prof.Adriano Baccilieri, il direttore dellaGalleria d’Arte Moderna GianfrancoMaraniello ed il direttore della Areacultura Mauro Felicori.

Donati al Comune quattro disegni inediti del pittore Ilario Rossi

Page 10: Resistenza n. 2 anno 2011

10-

Come ben sanno tutti coloroche, per professione o passio-ne, hanno frequentato gli

archivi bolognesi in questi anni, rico-struire la storia di Bologna nel ven-tennio fascista ha sempre comportatonotevoli difficoltà dovute, principal-mente, alla scarsissima documenta-zione archivistica disponibile. Unasorta di “leggenda metropolitana” haripetuto, per decenni, che alcuneimportanti serie documentarie deglianni ’20, ’30 e ’40 erano andatedistrutte nelle concitate settimanedella primavera 1945. Leggendaverosimile, certo, ma mai accettatasino in fondo dal mondo della ricercache, in diverse occasioni, ha sollecita-to la necessità di una “apertura degliarchivi” e di una operazione di traspa-renza. Forse in ragione di quelle insi-stenti richieste, o solo perché i tempierano maturi, fatto sta che la docu-mentazione improvvisamente è com-parsa. Dagli archivi della Questura edella Prefettura sono infatti usciti,nell’arco di un quinquennio, consi-stenti materiali che – in due distintiversamenti – sono entrati nei deposi-ti dell’Archivio di Stato di Bologna.Il primo versamento, avvenuto nel2004, ha riguardato la categoria A8,vale a dire quella inerente le “Personepericolose per la sicurezza dello Stato”,dell’archivio di gabinetto dellaQuestura di Bologna. Tale fondo -comunemente noto come “serie deisovversivi” o “casellario politico pro-vinciale” - copre un arco cronologicocompreso tra il 1872 e il 1983, peruna consistenza di 8.644 fascicoli per-sonali relativi a individui nati o resi-denti nel territorio bolognese e sche-dati dall’autorità di pubblica sicurez-za. Il materiale è stato riordinato einventariato e da qualche mese è adisposizione degli studiosi (che già siaffollano a consultarli). L’importanzadi questo materiale per la ricostruzio-ne dell’antifascismo (per rimanere allecarte prodotte durante il ventenniofascista) e più in generale dei movi-menti politici bolognesi è notevolissi-ma: le primissime indagini svolte e in

corso hanno, infatti, già consentito diintegrare o confermare gli elementiconoscitivi esistenti. Tra le molteplicitipologie documentarie presenti all'in-terno delle fascicoli ricordiamo: i ver-bali di denuncia, di perquisizione, diarresto, di interrogatorio, di diffida; lecopie delle sentenze dei tribunali ordi-

nari e straordinari; i verbali delle com-missioni per l'ammonizione e il confi-no; i certificati ed estratti anagrafici egiudiziari; le fotografie personali esegnaletiche; le schede biografiche, ilmateriale sequestrato (carte d'identità,passaporti, tessere di partito e di sinda-cato, materiale a stampa), la corrispon-denza revisionata (in originale ed incopia).

Il secondo versamento è avvenutomolto più recentemente (nel 2009) eha interessato l’archivio di gabinettodella Prefettura di Bologna, per laparte relativa al periodo compreso trail 1920 e il 1960. Questo materiale èstato, al momento, risistemato e rior-dinato ma deve ancora essere conclusal’inventariazione delle carte per cui, difatto, non è ancora accessibile. Si trat-ta di 311 buste di documentazionerelativa principalmente all’ordinepubblico, al personale di polizia, adaffari politici e militari, alle elezionipolitiche e amministrative, all’epura-zione post-bellica, all’istruzione e allacultura, alla stampa, alle associazionipartitiche e sindacali, nonché allo statoeconomico e sanitario del territoriobolognese.Si tratta, nel loro complesso, di docu-menti che consentono oggi, a distanzadi 65 anni dalla fine della guerra, diaggiornare la riflessione storica sulfascismo e l’antifascismo bologneseoltre che di gettare lo sguardo su nuovifiloni di studi non ancora indagati.

* dell’Archivio di Stato di Bologna** Direttore dell’Istituto storico

della Resistenza e della Società contemporanea

“Luciano Bergonzini” di Bologna

Nuovi documenti per la storia di Bologna

Finalmente sono alla lucele carte dei “sovversivi”Consistenti materiali degli archivi di Questura e Prefettura.Importanza notevolissima per la ricostruzione dell’antifascismo e piùin generale dei movimenti politici in città e nella nostra provincia.Due archi cronologici: 1872-1983 e 1920-1960

Salvatore Alongi* - Mauro Maggiorani**

Archivio di Stato di Bologna.Presentazione del libro “Siamodignitosamente fiere di aver vissuto così”,dedicato alla memoria di ConcettinaPrincipato, antifascista di Milano.

Page 11: Resistenza n. 2 anno 2011

11 -

Prima di dare lettura della rela-zione, a nome della Presidenzauscente, rivolgo un affettuoso

pensiero ai nostri compagni che nonsono più tra noi, ma che ricordiamoper l’impegno da essi profuso persostenere e diffondere gli ideali dilibertà e democrazia che sono allabase dei valori dell’ANPI. E con essiannoveriamo i tanti giovani delleForze Armate italiane - 36 fino adoggi - che hanno perso la vita inAfghanistan in una impresa contro ilterrorismo, anche se ritengo però chesi debbano approfondire tempi emodalità della nostra partecipazionead essa. Chiedo in loro onore un minu-to di silenzio. Una nostra delegazioneè già andata questa mattina a deporreuna corona d’alloro al Sacrario deiCaduti della Lotta di Liberazione inPiazza Nettuno.Ciò che ora ascolterete è il frutto deldibattito che dall'ottobre scorso haimpegnato le sezioni ANPI della cittàe di numerosi comuni della provincia.È stato un dibattito proficuo, a trattinon scevro da vivacità dialettica, cheha arricchito la ragione stessa dellapresenza dell'ANPI nella società

nazionale. Ora spetta a questo congres-so trarre il senso di tale risultato, valo-rizzandolo al meglio, affinché la nostradelegazione possa riportarlo all'immi-nente congresso nazionale che si terrà aTorino dal 24 al 27 marzo prossimi. A Torino perché nel capoluogo pie-montese sono nate le radici, 150 anniaddietro, che hanno dato vita all'Unitàd'Italia, pur tra difficoltà territoriali,

politiche, culturali. Ci associamo alleelevate parole del presidente dellaRepubblica, on. Giorgio Napolitano,al suo auspicio che “dalle celebrazionisi rafforzi il vincolo tra tutti gli italia-ni”. Nonché con gli ormai milioni dipersone provenienti da diverse partidel mondo, spinte dal bisogno di lavo-rare e che in gran parte hanno chiestola cittadinanza italiana per poter vive-re regolarmente con noi, e anche arifugiati politici in cerca di salvezza.Cinque anni sono trascorsi dalla prece-dente assise provinciale, che tenemmoil 3 e 4 febbraio 2006. In tale periodola vita del nostro Paese ha avuto acce-lerazioni in taluni segmenti, ma anche- duole rilevarlo - significative battutedi arresto, nonché arretramenti.Questi ultimi aspetti, che non abbia-mo mancato di notare e combatterenei cinque anni trascorsi, sono pur-troppo sotto gli occhi di ognuno dinoi, e comunque di quanti non livogliono ignorare.Il Paese è tormentato da una profondacrisi politica con forte evidenza, econo-mica, occupazionale, morale. Ciò in un

Uno scorcio della sala delCircolo ARCI “Benassi”durante il Congressoprovinciale dell’ANPI.

La relazione introduttiva (sintesi) di William Michelini

Tutto il nostro patrimonionel campo della democrazia

Incessante impegno, con la forza incrementata dai giovani iscritti antifascisti, per impedire che la crisi indotta dalla destra possa danneggiare il patto costituzionale fra gli italiani

William Michelini mentre svolge la relazionedi apertura > segue a pag. 12

Page 12: Resistenza n. 2 anno 2011

12-

quadro internazionale sicuramentenon facile (pensiamo ai paesiNordafricani, Albania e negli ultimitempi Mediorientali), ma soprattutto,per quel che ci riguarda da vicino, perla mancanza di una guida sicura sulpiano degli obiettivi e degli indirizzida cui derivano qualunquismo, sfidu-cia, deterioramento della solidarietà edella coesione sociale. Da mesi, come già denunciato anchedalla stessa Confindustria, il Governotiene paralizzato il Parlamento. Lo spirito e la lettera dellaCostituzione repubblicana, fondamen-tale conquista della Lotta diLiberazione e dei partiti antifascisti,

che da essa trassero la forza percostruirla nell'immediato dopoguerra,sono largamente non solo disattesi maaddirittura offesi.Energico si è levato più volte il richia-mo del presidente Giorgio Napolitanoal rispetto della massima Legge delloStato, allorché i pericoli si sono fattiinsidiosamente vicini. Il nostroapprezzamento si rivolge al lavoro chela magistratura sta conducendo, unita-mente agli organi di polizia e carabi-nieri preposti, per individuare e com-battere le sacche di malaffare e delin-quenza organizzata in vari campi,anche i più impensati. Di pari passo legiuste e necessarie indagini da tempoin atto con discrezione ed efficacia,hanno messo in luce aspetti di immo-

ralità ed indecenza che non solo lambi-scono, bensì si annidano in ganglidelicatissimi del governo del Paese.Aspetti che addirittura insidiano lanostra sicurezza, che viene messa arepentaglio dalla mancanza di rigoreproprio da parte di chi il rigore, oltreche il decoro, deve osservarlo.Gli italiani vengono così messi a cono-scenza di una deriva assai preoccupan-te, che provoca lesioni, discredito.L'immagine dell'Italia ne soffre enor-memente, e con essa le relazioni inter-nazionali stesse, siano esse politiche ediplomatiche, economiche, culturali. Le stesse altissime voci del Vaticano edei suoi organi di comunicazionehanno recentemente esposto la posi-zione della Chiesa su questa materia,

> segue da pag. 11

Le due giornate (12 e 13 febbraiou.s.) del 16° congresso provin-ciale dell’ANPI sono state ricche

di contenuto ideale ed unitario, quindidi spunti per la continuità del lavoronella società civile e nel rapporto con leistituzioni in ogni campo ed a ogni livello. Iscritti. Il 2010 si è concluso con 6847 iscritti dei quali 978nuovi aderenti. Delegati. La validità dell’assise è stata certificata dal colle-gio dei probiviri: 113 delegati presenti all’apertura dei lavorisui 140 eletti nei congressi di sezione.Scrutatori. Tre delegati per la verifica delle votazioni e degli esiti.Commissioni. Hanno lavorato e prodotto i rispettivi docu-menti le commissioni: elettorale (7 componenti); politica (9);verifica poteri (3).Segreteria congresso. Tre delegati, più una per la registra-zione elettronica e verbalizzazione degli adempimenti e degliinterventi.Revisori dei Conti. Tre membri effettivi più uno supplenteInterventi delegati. Hanno preso la parola 46 delegati, deiquali 13 donne.Congresso Nazionale. È stata approvata la delegazione alcongresso nazionale a Torino composta da 15 soci, dei quali 4donne (approvato con 2 astenuti).Comitato Direttivo. Il Direttivo provinciale eletto è compo-sto da 55 soci, di cui 15 donne (approvato con 4 astenuti).Relazione d’apertura. A conclusione del dibattito approvaticon voto unanime la relazione politica (William Michelini) ela relazione finanziaria (Renato Romagnoli).Elezione Presidente. Il neo Direttivo, a conclusione dei lavo-ri congressuali, separatamente a norma di statuto si è immedia-tamente riunito ed a ri-eletto, con voto unanime, Lino

“William” Michelini nella carica di pre-sidente dell’ANPI provinciale diBologna. Presidenza Onoraria. Approvataall’unanimità, con un affettuoso applau-so, la composizione della presidenza ono-

raria dell’ANPI provinciale di Bologna: Anderlini Mario,Campanella Michele, Casari Emma Adelia, Cenacchi Fulvio,Chirici Renato, Gollini Elio, Gruppioni Cesarina,Santandrea Teresa, Sasdelli Sergio, Cruicchi Dante (in segui-to deceduto il 2 aprile scorso).Verbalizzazione di Simona Salustri.

Sono stati graditi ospiti del congresso, su invito della presiden-za dell’ANPI: Giacomo Venturi, vice presidente dellaProvincia di Bologna; Raffaele Ricciardi, sub-commissario alComune di Bologna; Maurizio Cevenini, consigliere (PD)della Regione Emilia-Romagna; Loris Ropa, sindaco diAnzola Emilia; Carlo Ghezzi, presidente della Fondazione DiVittorio, anche in rappresentanza della CGIL nazionale; avv.Francesco Berti Arnoaldi Veli; Secondo Cavallari, AUSERprovinciale; Stefano Brugnara, presidente ARCI provinciale;Luca Alessandrini, direttore Istituto storico “Parri”; IvanoMarescotti, regista e attore teatrale; Virgilio Merola, candida-to sindaco di Bologna (PD).Ha portato il saluto augurale dell’ANPI nazionale FilippoGiuffrida, rappresentante dell’associazione all’estero.Hanno inoltre partecipato: Mauro Maggiorani, direttoredell’ISREBO “Luciano Bergonzini” (anche in veste di delega-to); avv. Andrea Speranzoni (delegato), difensore dei familiaridelle vittime di Marzabotto nel processo ai nazisti avanti ilTribunale militare di La Spezia, e di quelli della strage diCasalecchio di Reno avanti al Tribunale militare di Verona.

Due intere giornatedi proficuo lavoro

***

Page 13: Resistenza n. 2 anno 2011

13 -

cari, i cassintegrati senza speranza. Atacere di fabbriche che chiudono, delledislocazioni all'estero, dei contratti dilavoro disattesi o addirittura aboliti. Tutto ciò cosa ha a che fare conl'ANPI? C'entra eccome, noi siamo una parteviva del tessuto democratico del Paesee non solo col ruolo di custode dellamemoria al quale, anzi, c'è chi vorreb-

sottolineando l’indebolimento dellapercezione dei principi etici e degliatteggiamenti morali personali. Nonè questo che hanno sognato i partigia-ni, i patrioti, le staffette, le famiglieche ci hanno offerto basi logistiche e cihanno sostenuto durante la Lotta diLiberazione. Non è questo l'insegna-mento che va dato alle nuove genera-zioni. Con le nostre manifestazioni, con letestimonianze che ci vengono chiestedalle scuole, l'ANPI propugna e portapulizia morale, indica percorsi all'inse-gna della democrazia.E proprio sul versante delle nuovegenerazioni che si trova un campoestremamente delicato. Non più tardi della seconda metà delgennaio scorso l'Istituto di Statistica,col suo rapporto titolato "Noi Italia",ha messo a conoscenza di dati - assie-me a taluni positivi come la persisten-te attività di piccole imprese chenonostante tutto producono ed espor-tano - che si riferiscono al gravissimotasso di disoccupazione, specie fra igiovani e le donne, nel nostro Paese. Èfalsamente consolatorio, oltre che fuor-viante, affermare, come fanno uominidi governo e dintorni, che il tasso didisoccupazione in Italia è meno altorispetto ad altri paesi europei: cosadire dei milioni esclusi dalle opportu-nità di avere un lavoro, compresi i pre-

be costringerci esclusivamente percondannare l'associazione ad una sicu-ra estinzione. Non a caso abbiamo rea-lizzato rapporti fecondi con le istitu-zioni elettive, i partiti democratici, ilsindacato, l'associazionismo volonta-rio, ed abbiamo aperto l'adesione a cit-tadini che per ovvi motivi anagraficinon hanno partecipato alla Lotta diLiberazione. La nostra città proprionelle settimane scorse ha dato ancorauna volta prova di alto senso democra-tico e civile – traendo forza dalla tradi-zione generata nel dopoguerra dal sin-daco Giuseppe Dozza assieme alledonne e agli uomini che fecero laResistenza – con la numerosa parteci-pazione alle “Primarie” che hannoscelto il candidato di uno schieramen-to democratico per la prossima campa-gna elettorale che porterà all’elezionedel sindaco della città.L’ANPI provinciale ritiene fortementenecessario che l’esempio dato, nell’im-mediato dopoguerra, dai primi ammi-nistratori, in forma unitaria, rappre-senti ancora oggi la strada da seguireper rafforzare la coesione della societàbolognese e sostenerla per un futuromigliore. Ricordiamo che Bologna èdecorata con due Medaglie d’Oro alValor Militare: la prima per l’indipen-denza e l’Unità d’Italia e la seconda perla Lotta di Liberazione dal nazifasci-smo. Medaglie appuntate sul Gonfa-lone del Comune.

In apertura deilavoricongressuali,una delegazionedell’ANPIrende omaggioal Sacrario deipartigiani diPiazza Nettuno

> segue a pag. 15

La notizia del Congresso ANPI apparsasulle pagine locali del quotidiano La Repubblica e i titoli dell’articolopubblicato sulle pagine bolognesi de L’Unità

Page 14: Resistenza n. 2 anno 2011

14-

Saluti degli invitati

Reciproca collaborazione tra il Comune e l’ANPI

Raffaele RicciardiSub-commissario in Comune

Oggi è per me un piacere ed unonore essere qui a portare i salutidell’amministrazione Comunale emiei personali. Siamo al terminedella gestione commissariale e i rap-porti, come ha scritto WilliamMichelini in Resistenza, traAmministrazione Comunale eANPI sono stati di reciproca corret-tezza e collaborazione. L’ANPI ha il pregio di trasmettereai giovani, grazie alle numeroseattività nelle scuole e sul territorio,i valori nati dal sacrificio di milionidi persone e frutto di una battaglia;valori che vanno condivisi per evita-re che si disperdano, facendo al con-tempo sì che mantengano il lorosignificato.

Ci unisce il patto di libertà e uguaglianze

Giacomo VenturiVice presidente Provincia

Le molte attività promosse ci rendo-no compagni di strada, di qualcosaradicato nei nostri cuori e nellenostre menti. Siamo qui per rinno-vare il patto e la promessa che comeallora nella Liberazione ancora oggici unisce, soprattutto in questoperiodo di crisi che richiede riformee modernizzazione. Però attenzione, le risposte che sistanno dando non tutte garantiran-no le libertà e le uguaglianze, nontutte saranno nel solco del rispettodella Costituzione nata dallaResistenza.

Necessita riproporrela centralità del lavoro

Carlo GhezziPresidente Fondazione Di Vittorio

Porto a questo congresso i salutidella CGIL e della Fondazione diVittorio.La situazione complessa del mondoglobale e delle economie ci segnanoe segnano una forte crisi del mondodel lavoro. Occorre riproporre lacentralità del lavoro difesodall’ANPI, ieri come oggi, sin dallalotta di Liberazione quando gli scio-peri del 1944 fecero parlare tuttaEuropa contribuendo a ridareall’Italia democrazia e libertà.Le lotte per il lavoro sono fonda-mento del nostro paese, la storia dalRisorgimento alla Resistenza lodimostra. L’Unità nazionale non ècomunque mai stata messa indiscussione dalle lotte, ma al con-trario difesa da chi era vicino ailavoratori. Resistenza e lavorohanno permesso alla fine della guer-ra a De Gasperi di sedersi al tavolodella pace non come sconfitti.Resistenza e lavoro hanno permessoagli italiani di scrivere la propriaCostituzione, la carta che oggi vadifesa come allora.

Insieme un grande progetto di educazione

Stefano BrugnaraPresidente ARCI

La nostra idea è quella di condivide-re con l’ANPI un grande progettodi educazione popolare, da portareavanti nelle scuole, che ci facciauscire dal degrado dovuto a vent’an-ni di berlusconismo. Condividiamocon l’ANPI i valori fondamentalialla base della nostra Costituzione.Anche il tema della legalità ci ècaro, con LIBERA abbiamo proget-

ti nelle scuole per una rinascita cul-turale del paese. Insieme dobbiamolavorare oggi per le celebrazioni del150 dell’Unità italiana. I segnalipositivi ci sono, le primarie, la pre-senza dei giovani ci danno fiducia ebisogna credere che si possa cambia-re insieme.

L’importanza della storia per studiare e conoscere

Luca AlessandriniDirettore Istituto storico “Parri”

Gli strumenti per uscire da questacrisi sono la memoria, laCostituzione, la storia che deve esse-re un servizio messo a disposizioneper studiare e conoscere.I tagli agli istituti storici sono statifortissimi, il denaro è fondamentalema prima di tutto viene la legitti-mazione, da qui discendono le risor-se. Non chiediamo agli amministra-tori denaro, ma chiediamo di discu-tere l’orizzonte di legittimità delnostro lavoro per poi capire qualicontributi.I nostri bilanci sono limpidi e con-sultabili, si è scelto di erogare unservizio gratuito, occorre essere sup-porto agli insegnanti per strumentie formazione. Uno degli strumenti èil Museo della Resistenza. In demo-crazia contano i progetti e le idee, lepersone vengono dopo. I politici sidevono conformare al civismoinnanzitutto, il civismo scritto nellaCostituzione, e poi rispettare leleggi, quindi dimettersi prima diessere condannati.L’ANPI è un punto di riferimentoper molti, soprattutto per i giovani,guai è però essere un partito.Dobbiamo comunque guardareavanti con fiducia anche di frontealla situazione di crisi perché abbia-mo la Resistenza e la Costituzione.

Page 15: Resistenza n. 2 anno 2011

15 -

Mi preme a questo punto sottolineareuna particolarità del nostro lavoro nel-l'ambito del corpo vitale della società:quello della scuola, citato poc’anzi.Siamo orgogliosi dell'apprezzamentoche ci viene manifestato da parte diIstituti comprensivi, di insegnanti e disingole classi, che invitano gli ex par-tigiani, ex deportati, ricercatori, a con-tribuire con testimonianze e approfon-dimenti allo studio delle materie stori-che avviato con le lezioni in classe.Ritengo che sia necessario rafforzare ilnostro impegno in questo ambito, perestenderlo, con più incisiva determi-nazione, anche in direzione degliIstituti superiori e dell’Università,dove si sta già costituendo un circolodell’ANPI che a tutt’oggi ha raccolto35 adesioni. Nonostante il sabotaggio,teso ad ostacolare questa meritoriaopera, che denunciamo, vi sono nelcorpo docente valenti donne e uominiche non abdicano, che esprimonovolontà di compiere pienamente il lorodovere di educatori. Veniamo adesso alla vita dell'ANPI edalla sua attiva struttura organizzativa.È iniziata la nuova fase annuale del tes-seramento, sul quale si basa la capacitàdella nostra organizzazione di mante-nere una incisiva presenza nella societàcivile, conquistata grazie ai valori dicui essa è portatrice ed all'autorevolez-za dovuta alle proposte ed al lavorodelle sezioni nel territorio, degli atti-visti e degli iscritti cui sono affidaticompiti di direzione. Il tesseramento, come sapete, non ècircoscritto ad una campagna, bensìcontinua nell'intero arco dell'anno. I dati degli iscritti nell'ultimo quin-quennio sono i seguenti:anno 2006 : 6119anno 2007 : 6092anno 2008: 6121anno 2009 :6405anno 2010: 6841Il dato di crescita degli iscritti nei cin-que anni precedenti è stato dunque dicirca il 12%, percentuale molto signi-ficativa se si tiene conto della questio-

ne anagrafica. Procedendo ad un mag-giore dettaglio sul tesseramento del2010 dei 6841 iscritti, 1025 sono clas-sificati come antifascisti; la quota deinuovi aderenti copre abbondantemen-te i vuoti che purtroppo si aprono perragioni naturali. Come è riportato nelperiodico "Resistenza" di gennaio inuovi aderenti sono 477 donne e 548maschi, che abbracciano i principaliceti sociali. Le classi d'età sono leseguenti: 89 dai 18 ai 25 anni; 267dai 26 ai 40; 429 dai 41 ai 60; 198 dai61 ai 75; 42 dai 76 ai 90. Ci confortail buon indice delle classi giovani esubito dopo più adulte, perché sonoesse il nerbo dei nuovi dirigenti, comedimostrano gli avvicendamenti invarie sezioni di città e provincia, alcu-ne delle quali in ripresa o appena rico-struite.Sottolineo, in questo aspetto dellavitalità organizzativa, la decisione con-gressuale dell'ANPI imolese di attuareun punto di Coordinamento che com-prende i dieci comuni dell'intero com-prensorio con Imola capoluogo. [...] E’questa una forma organizzativa chereputiamo possa essere estesa ad altrezone della provincia in quanto esalta ilrafforzamento del tessuto democraticodell’ANPI e la stessa partecipazionealla definizione del nostro lavoro. Ritengo a tal proposito importante,anzi necessario, convocare congiunta-mente, almeno due volte all’anno, iPresidenti ed i Segretari delle sezionial fine di: favorire il maggior appro-fondimento possibile della nostra atti-vità, consentire la trasmissione delleesperienze e mantenere viva la vocedelle sezioni stesse. [...] E merita unaparticolare segnalazione l'attività pre-ziosa del Coordinamento donnedell'ANPI provinciale, al quale sonodovute qualificate iniziative svolte nelcorso del 2010 e nella presente fasecongressuale. [...] Un altro elemento di fondamentaleimportanza su cui dobbiamo oggilavorare è quello del finanziamentodelle nostre attività, con punto di par-tenza il prospetto del Bilancio provin-ciale. Mi limito ad attirare la vostra

attenzione sulle conseguenze deleteriedei "tagli" alle quote a noi spettanti:da quelle dello Stato riservate agliorganismi no profit e di particolarevalore patriottico e morale, come lo èl’ANPI, ai costi del servizio postaleche ci privano delle agevolazioni tarif-farie per la spedizione a domicilio diPatria Indipendente e Resistenza.Altrettanto dicasi per le dissennatemisure governative che tagliano lerisorse per gli Enti locali, con severeripercussioni sui contributi necessariad un'organizzazione come la nostrache propugna ed attua il dettato costi-tuzionale.Una messa a punto, niente affattosuperflua, concerne poi la personalitàstessa dell'ANPI, anche per dissipareeventuali fraintendimenti, nonché perstroncare le accuse che di volta in voltaci vengono lanciate. L'ANPI non è unpartito, ma ha una visione politicadelle cose e quindi valuta gli avveni-menti e decide le posizioni e gli orien-tamenti di volta in volta da assumere:sia per gli eventi politici nazionali, siaper quelli a carattere locale. Andremo prima o poi alla consultazio-ne elettorale: esprimeremo con chia-rezza e pieno diritto il nostro pareresulla conduzione politica del Paese cheè fortemente negativa. Inoltre, frapochi mesi i bolognesi saranno chia-mati a scegliere schieramenti e perso-ne cui affidare la gestione della nostracittà, dopo l'infausta interruzionetraumatica della precedenteAmministrazione, cui ha fatto seguitoil periodo commissariale tuttora inatto. Ebbene, come è nostro costume,valuteremo i programmi che le partiin competizione offriranno agli eletto-ri. Così come saremo disponibili adascoltare chi di esse - rigorosamenteescluse quelle che non si riconoscononell'antifascismo e nella Costituzione -desideri incontrarci per l'illustrazionedei rispettivi progetti e conoscere lenostre opinioni in merito. Come sappiamo, a Bologna esiste ilComitato Provinciale della Resistenzae della Lotta di Liberazione la cui pre-sidenza è composta dal sindaco, dal

> segue da pag. 13

Page 16: Resistenza n. 2 anno 2011

16-

gate partigiane bolognesi dei qualimolti hanno lasciato la vita. Ne trova-te un’ampia documentazione nelnumero del nostro periodicoResistenza.Termino esprimendo la nostra soddi-sfazione per l’ampio e qualificato acco-glimento dell’invito ad assistere alcongresso. L'ANPI ha una funzione dialogantecon i grandi schieramenti in camponazionale nonché in quello locale: coni sindacati, l'associazionismo antifasci-sta, nell'ambito della cultura e dellaricerca storica, così come di altri setto-ri di analoga rilevante importanza.Così come siamo orgogliosi dell’invitoche ci viene rivolto a partecipare col

presidente della Provincia e da un par-tigiano. Questo Comitato è attivo findall’immediato dopoguerra, volutounitariamente dai partiti del CLN, edi primi ad essere nominati furonoGiuseppe Dozza, comunista, l’avv.Roberto Vighi, socialista e l’on.Angelo Salizzoni, democristiano. Valutiamo di grande importanza ilruolo e le iniziative che esso svolge eche promuove. [...]Tra le nostre iniziative segnalo cheabbiamo già contattato l’assessoreregionale Massimo Mezzetti per pro-porre un progetto di legge sullaMemoria che sarà presentato entro laprima quindicina di marzo, con la par-tecipazione degli Istituti storici e delleorganizzazioni della Resistenzadell’Emilia Romagna. Sottolineo il contributo che l'ANPIprovinciale di Bologna sta dando afavore dell'estensione organizzativadella nostra associazione a regioninelle quali prima non era rappresenta-ta. L'ANPI si propone infatti di dif-fondere la memoria della Resistenza edell'Antifascismo anche nei luoghi incui meno presente è stato il movimen-to di liberazione. Dobbiamo semprericordare che tanti giovani militari delSud hanno combattuto insieme a noiquando, in seguito al disfacimentodell'8 settembre 1943, rinunciando al“tutti a casa”, hanno scelto di parteci-pare nelle brigate partigiane alla lottacontro l’invasore nazista e il fascismorepubblichino ad esso asservito. E' anche per questa ragione che siamoandati - come chi qui vi parla - inSicilia, in Sardegna ed altrove e que-sto lavoro organizzativo ha già datorisultati positivi. Non solo in Italia.Infatti sono state costituite o stannoper nascere sezioni anche a Londra,Parigi, Madrid, in Germania, Svizzera,Argentina. Tengo a mettere in particolare risalto,a questo proposito, la partecipazionedi tanti giovani stranieri alla Lotta diLiberazione in Italia e nelle stesse bri-

> segue da pag. 15

Come partigiane e come antifa-sciste siamo con tutte coloroche hanno risposto all’appello

doveroso e appassionato de l’Unità.Questo anche a nome delle donne chenella Resistenza, per la propria dignitàe per quella del proprio Paese, hannopagato con la vita e sacrificato la pro-pria giovinezza.Nel loro nome affermiamo con forzache il Presidente del Consiglio:- offende ed umilia la loro memoria ele tante che nella democrazia si sonoconquistate un nuovo posto nellasocietà e nuovi diritti grazie al proprioimpegno, alle proprie capacità, allapropria passione civile.- calpesta la Costituzione ed i valori sucui si basano l’autorevolezza, la credi-bilità, la dignità delle istituzioni;- con il suo stile di vita, e la sua ideadelle donne, degna del peggiore

machismo fascista, lancia ai giovani ealle ragazze di oggi un messaggiodevastante. Tutto ciò non è più tollera-bile. Se ne deve andare. Ciò che accadeinterroga ciascuna di noi, la nostracoscienza, la nostra dignità, la nostraresponsabilità.Diamo voce e visibilità alla nostraindignazione, diamo voce alle donne“vere”, che non vogliono svendere ilproprio bene più prezioso: il rispettoper se stesse e l’amore per il proprioPaese”.

nostro lavoro a manifestazioni signifi-cative delle Forze Armate e delle asso-ciazioni d’Arma in congedo, nonchédella presenza di picchetti militarid’onore alle celebrazioni di eventidella Resistenza.Siamo a fianco del mondo del lavorooggi fortemente protagonista dellelotte per l'occupazione e contro i pro-positi di togliere i diritti sanciti dallacontrattazione; siamo con i movimen-ti giovanili per dare loro fiducia nel-l'azione democratica per la conquistadi un avvenire migliore.Siamo con le donne che oggi manife-stano in tutte le piazze italiane,Bologna compresa, per l’affermazionedella loro dignità.

Se non ora quando?Rispetto per le donneamore per il PaesePresa di posizione del CoordinamentoFemminile Nazionale dell’ANPI

In alto: la manifestazione del 13 febbraioscorso alla quale hanno partecipatonumerose donne dell’ANPI provinciale diBologna. Il corteo fotografato in viaMarconi.

Page 17: Resistenza n. 2 anno 2011

17 -

Le Brigate nere furono istituiteda Mussolini il 21 giugno1944. Questo il testo del suo

Ordine del giorno: “Data la situazio-ne che è dominata da un solo decisivosupremo fattore: quello delle armi edel combattimento davanti al qualetutti gli altri sono di assai minoreimportanza decido che a datare dalprimo luglio la struttura politicomilitare del Partito si trasformi in unorganismo del tipo esclusivamentemilitare. Dal 1° luglio tutti gli iscrit-ti regolarmente al Partito FascistaRepubblicano, di età fra i 18 ed i 60anni e non appartenenti alle ForzeArmate della Repubblica, costitui-scono il Corpo Ausiliario delleCamicie Nere composto dalleSquadre d'Azione”.Le Brigate nere, trasformazione delpartito in partito armato, nascevanocon la finalità di combattere “contro isicari ed i gruppi di complici delnemico”, vale a dire contro laResistenza e i suoi sostenitori. Il lorocompito specifico era, dunque, quellodella guerra civile.Questa la situazione di Bologna allaprimavera 1944: lo scrittore GiorgioPisanò sostiene che ai primi di marzo1944 la Repubblica Sociale Italiana(RSI) poteva contare su oltre 20 milafascisti repubblicani e quasi altrettantivolontari nelle forze armate.Di fatto, all'assemblea del partitotenutasi il 30 marzo 1944, si dichiaròche «il tesseramento del Fascio diBologna e della Provincia ha raggiun-

alle armi. Non solo: vi è anche da chie-dersi quanto quei 7.780 iscritti ai fascidella provincia bolognese fossero dav-vero tutti dei fascisti convinti o nonpiuttosto, almeno in parte, degliuomini obbligati al tesseramento.Consideriamo insieme alcuni casi.Tutti i fascisti, nessuno escluso, com-presi nei previsti limiti di età, debbo-no ricevere la cartolina precetto - eral'ordine del commissario federale diReggio Emilia, Armando Wender - ela loro appartenenza alle formazioninere è da ritenersi, a tutti gli effetti,obbligatoria. Anche le eccezioni per"ragioni di salute" debbono ridursi alminimo giacché in una mobilitazionetotalitaria sugli spalti dell'ultima trin-cea, trovano posto tutti i fedeli dibuona volontà con possibilità diimpiego nei vari uffici e servizi, ancheper i meno validi.Da subito si notò «il fenomeno ditaluni fascisti che per paura fisica, percrearsi alibi e sottrarsi all'obbligo del-l'inquadramento cercano ogni sorta dipretesti». Così per il Piemonte. Maanche in Liguria, nel Veneto e inLombardia i risultati non furonomigliori. E in Emilia, nella Ferrara già"fascistissima", ancora a fine gennaio1945 «molti fascisti che potrebberovalidamente contribuire alla riscossadella Nazione, arruolandosi nelle trup-pe combattenti o nelle formazionidelle Brigate Nere o della Guardia

to sino ad oggi il numero complessivodi 7.780 iscritti» e che alla data del 18marzo i fascisti volontari alle armidella città e provincia risultavano1.602.Dunque, invece di 40 mila dobbiamoparlare di 9.382 aderenti e forse, anzicon ogni probabilità, di soli 7.780, dalmomento che in questi erano senz’al-tro compresi i 1.602 fascisti volontari

Militarizzazione del partito fascista e dei suoi reticenti tesserati

Le Brigate Nere, scheranitra violenza e meschinità

I casi di Bologna, Reggio Emilia e di Ferrara. I certificati medici per sottrarsi all’obbligo di arruolarsivolontariamente, pena l’accusa di essere “disertori”

Dianella Gagliani*

> segue a pag. 18

Il testo qui riportato è composto dabrani (estrapolati dalla redazione) delsaggio titolato Il problema di quanti-ficare e qualificare i combattenti diSalò. Il caso delle Brigate Nere, autri-ce la prof.ssa Dianella Gagliani,docente nel Dipartimento di Storiacontemporanea dell’Università diBologna. Il lavoro è pubblicato inStudi Bresciani – Quaderni dellaFondazione Micheletti nel noverodegli atti del Convegno di Studi tenu-tosi a Brescia il 23 marzo 2007 sultema Le armi della RSI (1943-1945).Gli altri saggi: Marino Viganò, Estate1944: le Divisioni dell’Esercito diSalò. Un’interpretazione critica;Alessandro Massignani, La DecimaMas; Riccardo Caporale, le SS italiane:un corpo ed una memoria; MimmoFranzinelli, La Guardia NazionaleRepubblicana; Pier Paolo Poggio,Operai e comunisti nei 600 giorni diSalò; Daniele Mor e Fabio Ghidini, INotiziari del Duce. Informazioni delfondo “Notiziari giornalieri dellaGuardia Nazionale Repubblicana.

Page 18: Resistenza n. 2 anno 2011

18-

Nazionale >Repubblicana (GNR),hanno preferito disertare accampandomotivi, spesso insussistenti, di impie-go o di salute». La situazione non eramigliorata da quando, a metà settem-bre 1944, la BN "Ghisellini" constavadi soli sessanta elementi, tutti concen-trati nel capoluogo.Si diede il riavvio a un giroburocratico di carte: la federa-zione o i singoli fasci inviava-no la lettera-precetto a tuttigli iscritti dai 18 ai 60 anni;gli iscritti avanzavano richie-sta di esonero, vuoi adducen-do ragioni di salute ancheallegando certificati medici(ma le stesse invalidità diguerra andavano di nuovocomprovate), vuoi coinvol-gendo le ditte private e gliuffici pubblici da cui dipen-devano affinché fosse dimo-strata la loro indispensabilitàal servizio; questi si rivolgeva-no, se del caso, alle istanzesuperiori, le quali, a lorovolta, indirizzavano la richie-sta di esonero alla federazione,mentre per le imprese privateera necessario il visto delleautorità tedesche.Una mobilitazione integralefu senz'altro ordinata in otto-bre, connessa con ogni proba-bilità al temuto sfondamentodella Gotica, e in alcune località si usa-rono mezzi coercitivi per obbligare gliiscritti a presentare domanda "volonta-ria" alle BN, pena l'espulsione dal par-tito che, in quel contesto di tensione econ vecchi e nuovi squadristi mossi daspirito vendicativo e punitivo neiriguardi dei vecchi e nuovi "traditori",poteva avere conseguenze più funeste. Alcuni giunsero a promettere a milita-ri già inquadrati in altri corpi premi diingaggio o condizioni più vantaggiosein termini economici o di libertà

d'azione, pur di allargare la basenumerica della propria BN, e indusse-ro altri organismi militari a una sortadi gioco al rialzo. «Le Brigate Nere e le SS italiane condenaro sonante e allettanti promessearruolano tutti quelli che possono»,denunciava a Mussolini il 4 novembreil maggiore della GNR Sergio D'Alba,rammaricandosi della pletora e deimetodi dei diversi corpi. «Oggi esisto-no -egli scriveva- oltre all'esercito, alla

marina, all'aviazione, la GNR, leBrigate Nere, le SS italiane, la X MAS(Mezzi Anti Sommergibili-ndr), oltrea delle bande tutt'affatto particolari,come ad esempio la Legione E. Muti diMilano. Tutti questi corpi rivaleggia-no fra loro con giornali, manifesti, pro-paganda più o meno lecita, strappan-dosi gli uomini l'un l'altro». Il 22novembre Farinacci denunciava pub-blicamente lo «spettacolo poco edifi-cante. Spesso dei giovani insofferentialla disciplina passano da un reparto

all'altro con una facilità impressio-nante».Potevano anche ingenerarsi forme difavoritismi e piccole corruzioni a van-taggio di amici o parenti o del perso-nale di ditte private e uffici pubblici.In questi termini, probabilmente, sipuò spiegare quanto si denunciava alduce il 25 gennaio 1945 riguardo alleorganizzazioni sindacali:“Vi sono numerosi funzionari che perfronteggiare la situazione

economica e far fronte a quel-la familiare si fanno mobili-tare per una buona metà delmese nelle "Brigate Nere", esi verificano dei casi nei qualisi arruolano in permanenza,perché pare che ai compo-nenti delle dette "Brigate",quali semplici gregari, si cor-risponda lire 140 al giorno,più il vitto.Taluni vengono effettiva-mente mobilitati, mentrealtri, mediante compiacentiamicizie, ottengono la mobi-litazione solo sulla carta”.Il Direttorio del PFR il 3aprile imponeva la seguentedirettiva:“Entro il 30 aprile sia ulti-mata la integrale mobilita-zione dei fascisti repubblica-ni nelle Brigate Nere senzalimitazione di età e di condi-zioni fisiche o di lavoro.Chiunque non corrisponda aquesto dovere e non esercitiquesto diritto è consideratodisertore dei nostri ranghi”.

Violenza e burocrazia, burocrazia eviolenza. Entro questi due corni pos-siamo collocare l’esperienza finaledelle BN che, nate per esprimere ilvero fascismo, terminarono la loro sto-ria o brutalizzate dalla violenza estre-ma o inquadrate secondo i tradizionalicriteri militari o immerse in un asetti-co ordine burocratico.

*Docente di Storia ContemporaneaUniversità di Bologna

> segue da pag. 17

Brigate nere

Nella foto: Squadra della Brigata Nera in partenza per unrastrellamento. (Archivio dell’Istituto milanese per la storiadell’età contemporanea, della Resistenza e del Movimento operaio, Sesto San Giovanni).

Page 19: Resistenza n. 2 anno 2011

19 -

Durante l’estate e l’autunnodel 1944, con l’arretramentodel fronte da Firenze verso

Nord, la zona appenninica fraToscana ed Emilia Romagna e la pia-nura emiliana furono interessate davaste azioni di rastrellamentonaziste. Le operazioni – che sicollegarono senza soluzione dicontinuità con le stragi di civili– erano indirizzate alla “ripuli-tura” del fronte e delle retrovieper installarvi fortificazioni etruppe, a contrastare le forma-zioni partigiane insediate inquelle zone e al prelievo forzatodi manodopera da utilizzarenella costruzione delle lineedifensive in Italia o da inviarein Germania per l’industria bel-lica.La provincia di Bologna fu investita darastrellamenti e retate volti a racco-gliere forza lavoro nei mesi da agosto aottobre del 1944. Centinaia furono icatturati a Medicina, nell’area diMonte Sole – dove a margine del mas-sacro si procedette anche al fermodegli uomini validi – nella zona diinsediamento della 63ª brigataGaribaldi Bolero – colpita da un’im-ponente operazione tedesca nellaprima metà di ottobre – a Imola, SanLazzaro di Savena, Ozzano, Budrio,Castenaso, Castelmaggiore, SanGiorgio di Piano, Argelato,Bentivoglio e nella stessa area urbanadi Bologna. I rastrellati furono rin-chiusi per alcuni giorni in diversestrutture – fra cui le caserme situate

essere trasferiti nel Reich la tappa suc-cessiva a Fossoli era, di solito,Peschiera del Garda, da dove si prose-guiva per il Nord.Tra coloro che furono trasportati dalBolognese in territorio tedesco comelavoratori, molti furono impiegati nel-l’industria bellica, in particolare nelBrandeburgo e attorno a Dresda. Altrifurono trasferiti nei dintorni diColonia e Amburgo e una parte fuinserita nel complesso di Kahla, uncampo di lavoro dove le condizionierano estreme. Altri ancora rimasero inAustria e lavorarono nella fabbriche onel settore agricolo.I deportati per lavoro non furono rin-chiusi nei Lager, bensì in struttureallestite accanto alle fabbriche o pressoimpianti sportivi, in scuole e in locali

pubblici dismessi. I lavoratori nonerano sottoposti a un regime di cat-tività vera e propria, ma si trovavanosotto sorveglianza e potevano incor-rere in punizioni che andavano dallepercosse, al carcere al trasferimentoin un campo di concentramento. Lecondizioni di vita e il lavoro, ingenere su turni di 10 o 12 ore, eranomolto duri: pressoché tutti i lavora-tori italiani erano sottopeso, moltimalati, quasi tutti avevano pidocchie altri parassiti e alcuni morirono distenti, fame e malattie o in inciden-

ti sul lavoro.Dopo la fine della guerra, il rientro inItalia, il reinserimento nella societàpostbellica e, più in generale, i trascor-si di questa particolare categoria dideportati furono quasi del tuttodimenticati. La ricerca che sto svol-gendo presso l’Università di Bologna,e che qui è presentata sommariamente,intende essere un contributo per fareluce sul loro destino.

*Università di Bologna

Chi avesse informazioni su persone evicende legate a rastrellamenti per racco-gliere manodopera e sui campi di raccoltaper lavoratori è pregato di contattare l’au-trice tramite l’ANPI di Bologna o all’in-dirizzo [email protected]. 051 231736

nella periferia est di Bologna e lungo iviali di circonvallazione o il borgo diColle Ameno presso Sasso Marconi –dove venivano distinti in “abili al lavo-ro in Italia”, abili al lavoro inGermania” e “inabili”. Il principale

luogo di raccolta a Bologna aveva sedenelle Caserme Rosse di Corticella, col-legate quasi quotidianamente median-te camion e autobus con il campo diFossoli di Carpi in provincia diModena. Qui fra agosto e novembre1944 fu attivo un grande centro diraccolta e smistamento di rastrellati dadestinare al lavoro in Italia e Germaniacreato sulle strutture preesistenti delcampo per prigionieri di guerra(1942-1943) e del Lager di interna-mento e poi di transito per ebrei eoppositori politici da deportare (set-tembre 1943-luglio 1944). Fossoli fuuna tappa del percorso di migliaia dirastrellati per lavoro provenienti inmassima parte dalla Toscana, dallaprovincia di Bologna, dal Modenese edal Reggiano. Per coloro che dovevano

Rastrellamenti e retate di civili nelle strade e nelle case

Da Bologna ed Emilia Romagnaalle fabbriche del Terzo ReichMetodi brutali e coercitivi delle truppe tedesche per supplire allacarenza di manodopera. Una ricerca sul campo di Fossoli (Carpi),anticamera della deportazione in Germania

Roberta Mira*

Una veduta del campo di concentramento di Fossoli conmilitari italiani armati addetti alla sorveglianza deiprigionieri di guerra anglo-americani.

Page 20: Resistenza n. 2 anno 2011

giosi che donarono la propria vita perdifendere i valori di libertà e dellanostra identità nazionale”.Augusto Costa ha raccontato di comevenne rastrellato assieme ad altri parti-giani della 63ª Brigata Garibaldi“Bolero” e numerosi civili, e dopo por-tato alle Caserme Rosse da dove riuscìfortunosamente ad evadere.L’assessore Marco Pondrelli, nel porta-re il saluto della Provincia, ha ricorda-to che quello delle Caserme Rosse è

uno dei tanti atti che segnano la nostrastoria recente: da un lato la Resistenzache aspirava alla libertà e alla democra-zia e dall’altra i nazifascisti ed i campidi sterminio.Il rabbino capo della comunità ebraicaAlberto Sermoneta ha menzionato itanti italiani che hanno aiutato gliebrei durante il regime fascista.“Questi momenti” - ha detto - “in cuisi commemorano gli eventi diCaserme Rosse, non devono essere sol-tanto occasioni ricorrenti negli anni,bensì pietre miliari, testimonianze sto-riche di ciò che è accaduto oltre 65anni fa e sono parte integrante dellanostra vita vita moderna. Il mio mes-saggio è indirizzato soprattutto ai gio-vani, a coloro che frequentano la scuo-la e sono abituati a studiare la storiasui libri di testo, considerandola qual-cosa di molto lontano e che sicuramen-te non si ripeterà. Guai a coloro checosì pensano, poiché come disse PrimoLevi: Chi non crede nella storia è desti-nato a riviverla”.Dopo la testimonianza di Armando

20-

Nell’ambito delle attività peril 150° dell’Unità d’Italia,alle caserme Rosse di via

Corticella si è svolta l’iniziativa “IlLager di Bologna 8 settembre ‘43 -12 ottobre ‘44” organizzatadall’ANPI sezione Bolognina e dalComitato Antifascista della Bolo-gnina e del Navile. Vi hanno parteci-pato scolaresche di Bologna e diCastel Maggiore ed autorità civili emilitari.In apertura abbiamo letto i seguentimessaggi. Il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano haespresso il suo apprezzamento :” Perl’alto valore morale dell’iniziativa e perl’impegno profuso dal Comitato peralimentare il ricordo di quei dramma-tici eventi, vivido esempio, anche per ipiù giovani, del rifiuto della sopraffa-zione e di ricerca di libertà e giustizianonché di fedeltà assoluta al giura-mento prestato”.Il Presidente del Senato RenatoSchifani ha dichiarato: “Vitale è l’ope-ra di chi come voi mantiene viva lamemoria del passato, rinnovando,anche a chi non ne è stato testimone, lasofferenza e il sacrificio di tutti coloroche hanno vissuto la terribile esperien-za della guerra, a difesa dei valoridell’Antifascismo, della democrazia edella pace”.Il Presidente della Camera GianfrancoFini nel suo messaggio di adesione haaffermato: “ Apprezzo la vostra inizia-tiva che rende un doveroso omaggioalla memoria dei tanti italiani corag-

Scolaresche e rappresentanze istituzionali a ricordare gli eventi

Le Caserme Rosse, transitoverso i lager tedeschiMessaggi del Capo dello Stato e dei presidenti di Camera e Senato.Una memoria storica per i giovani affinché facciano propri i valoridell’Antifascismo, della Democrazia e della Pace

Armando Sarti

Tra i suoi compiti:valorizzazione della memoriastorica, dell’Antifascismo e dellaLotta di Liberazione,affermazione del diritto allostudio e della scuola pubblica,lottare per un futuro migliore

Alessandra Maltoni

Nel corso del Congresso pro-vinciale dell’ANPI diBologna è nata la sezione

dell’Università di Bologna. Hannogià aderito docenti (ordinari edassociati), studenti, personale tecni-co, amministrativo. Siamo arrivati a54 tesserati.

I professori appartengono a variediscipline, ma sono tutti accomunatidal desiderio sincero di aiutarel’Università italiana per difenderne ivalori nel momento difficilissimo cheessa sta attraversando. È infatti pro-prio partendo dall’esperienza dellaResistenza, oggi più che mai, chedobbiamo guidare le nostre scelte ela difesa dei Valori.Ricordo che il nostro Ateneo è statoluogo simbolo della Lotta diLiberazione dove è avvenuto unodegli episodi più cruenti in città: laBattaglia dell’Università, del 20ottobre 1944, nel corso della qualepersero la vita sei partigiani dellaBrigata “Giustizia e Libertà”. Unaltro epicentro della Resistenza èstato l’Ospedale Sant’Orsola dove, un

Costituita all’Università di Bo

Page 21: Resistenza n. 2 anno 2011

Gasiani, ex deportato nel lager diMauthausen (Austria), l’assessoreregionale Donatella Bortolazzi ha reca-to il saluto del Presidente Vasco Erranied ha rammentato che “ Da questocampo transitarono in poco più di unanno parecchie decine di migliaia dipersone, militari, civili, rastrellatianche dalla Toscana e dalle Marche chefurono avviati ai campi di lavoro e disterminio tedeschi. Il prof. Alberto Preti dell’Universitàdi Bologna ha sottolineato l’impor-tanza dei discorsi pubblici sulla storiache sono stati ascoltati ed ha espressoun auspicio: “Che le Caserme Rossediventino uno dei segni della memoriaattiva della nostra città, come ilSacrario di Piazza Nettuno”. Dopo lapreghiera davanti all’immagine dellaMadonnina, sono state deposte le coro-ne d’alloro alle lapidi che ricordano ideportati.Hanno fatto pervenire i loro interven-ti scritti: Placido Armando Follari,all’epoca allievo ufficiale a Modena chenon rispose alla chiamata alle armi

della Repubblica di Salò, catturato aseguito di delazione, riuscì a fuggireaderendo poi alla Resistenza; BrunoSarti partigiano della 63ª BrigataGaribaldi “Bolero” rocambolescamen-te evaso dalla Caserme Rosse; AnnaMaria Casavola autrice di un libro chericostruisce, attraverso documenti etestimonianze, la storia dei carabiniericatturati nelle caserme romane il 7ottobre 1943, deportati nei campi diconcentramento tedeschi, dove giàerano rinchiusi seicentocinquantamilamilitari italiani fatti prigionieri sdopol’Armistizio Italia-Alleati dell’8 set-tembre 1943; Ovidio La Bella uno deicarabinieri di Roma costretto ai lavoripiù pesanti nei campi di lavoro tede-schi che non si piegò alla richiesta diadesione alla RSI e Jean PascalMarcacci dell’Associazione “Guerra eResistenza nel Belvedere” che ha pub-blicato un libro che tratta, fra l’altro,della sanità partigiana nel bolognese esi sofferma sulla figura del medico eroedelle Caserme Antonino De Biase.

Gemellate le ANPIBarca e Rovereto

Alessandro Masi*

Durante la Festa democratica nazionalesulla neve a Folgaria, (Trento), dal 13 al23 gennaio scorso, si è svolta nel centrodibattiti affollato un’iniziativa dell’ANPIdi Rovereto con un duplice tema: ricordodell’eccidio nazista di giovani montanaria Malga Zonta e celebrare il gemellaggiofra la stessa ANPI Rovereto e la sezioneANPI “Gianna Tarozzi” zona Barca diBologna. Presenti Giuseppe Ferrandi(Direttore del Museo storico di Trento),Mario Cossali (vicepresidente dell’ANPITrentino), il sottoscritto e MassimoMeliconi, (entrambi membri delComitato direttivo dell’ANPI provincia-le di Bologna). Malga Zonta fu il luogodi uno degli efferati crimini commessidai nazisti. Il 12 Agosto 1944 un gruppodi partigiani che si era insediato in unamalga (rifugio in alta montagna peruomini e animali durante la stagione deipascoli) nei pressi di passo Coe denomi-nata appunto Zonta veniva attaccato datruppe tedesche. Esaurite le munizioni ipartigiani furono costretti alla resa. Inemici non esitarono a fucilare sul postobuona parte dei prigionieri: 14 partigianie tre “malgari”. Il terribile episodio èstato ricordato nella prima parte dell’in-contro; si è poi passati alla ufficializzazio-ne del gemellaggio fra le due sezioneANPI. È stata riconosciuta l’importanzadel rapporto fra ex partigiani e antifasci-sti di diverse parti d’Italia per scambiaree confrontare le diverse esperienze all’in-terno della comune condivisione dei valo-ri di difesa della democrazia e delleIstituzioni repubblicane. Tutto ciò assu-me un particolare significato quest’annonel quale si celebra il 150° dell’Unitàd’Italia. Dopo gli interventi ci sono statiscambi di doni fra le due sezioni e la pro-messa di ritrovarsi, stavolta a Bologna,possibilmente entro il corrente anno. Inconclusione, ha fatto seguito un apprezza-to concerto che ha alternato canzoni dedi-cate alla Resistenza e alcune tipiche diquella zona del Trentino.

* Segretario della Sezione ANPI“Gianna Tarozzi” di Bologna

21 -

Bologna la sezione dell’ANPIgruppo di docenti, studenti e parti-giani riuscirono a salvare la dotazionedi radium dalla razzia tedesca.Grazie a tale azione l’istituto delradio potè riprendere, a fine guerra,l’attività di ricerca e cura.C’è dunque entusiasmo e c’è bisognodi ANPI e di saldare sotto la bandie-ra dell’anti fascismo la difesa perl’istruzione e la scuola pubblica, perla formazione, pilastri del nostroordinamento, oggi oggetto di pesan-ti attacchi.Vogliamo essere sempre più vicinialla società, per difendere quei giova-ni che, soli e disperati, si vedonostrappare, dal loro presente e dal lorofuturo, il Diritto allo Studio volutodalla Costituzione nata dallaResistenza.

Questo progetto nasce anche dallanecessità di promuovere la difesadella memoria e il ricordo dei nostriCaduti e di progettare, costruire erealizzare quel secondo Risorgimentonon ancora compiuto.Noi antifascisti dell’Università stia-mo promuovendo la conoscenza dellaCostituzione Italiana attraverso l’av-vio di laboratori tematici e di semina-ri e intendiamo formare gruppi distudio competenti in Euro progetta-zione così da poter preparare figure diriferimento competenti in materia diBandi Europei, ciò per poter favorirel’accesso ai finanziamenti europei dautilizzare in progetti culturali rispon-denti alle finalità morali e valoriali dicui anche l’ANPI si fa da sempresostenitrice e propagatrice.

Page 22: Resistenza n. 2 anno 2011

Con la Legge n. 6471 del 17marzo 1861, poi diventatanumero 1 del nuovo ordina-

mento, fu proclamato il Regnod’Italia e Vittorio Emanuele II primore d’Italia. Egli ebbe a sottolineare“L’ardua impresa è compiuta e lapatria è costituita, il popolo italiano èpadrone del proprio destino”. “Senzaretorica, la costruzione dello Statounitario fu l’evento più rivoluzionariodella nostra storia” (GiovanniAmendola). “Una Unità da salvaguar-dare da tutte le insidie” (GiosuèCarducci).Nei cento cinquant’anni della nostrastoria, lo sviluppo non è stato equili-brato e articolato adeguatamente, lacrescita civile ed economica non è stataarmonica e pecca di squilibri: ci sonoombre e ingiustizie che, senza indugi,occorre sanare e superare quantoprima. Sappiamo dell’inefficienzaburocratica e amministrativa, dellasopravvivenza di interessi corporativi,delle lottizzazioni dei monopoli pub-blici e del parastato, delle inefficienzeproduttive e di imprese che a voltevanno a tre gambe anziché a sei e dellaloro cattiva dislocazione territoriale,dell’eccessiva concentrazione della ric-chezza e dello squilibrio nella distri-buzione del reddito.Conosciamo l’esistenza di cosche emafie, di questa o quella casta, delcosto insostenibile del funzionamentodella democrazia nazionale e locale; lariduzione della fiducia nel sistema enella classe politica; la conflittualitàfra le istituzioni e la rissosità politica;la dispersione di risorse e le speculazio-

ni e corruzioni praticate; i tempi bibli-ci della giustizia e dell’amministrazio-ne, non sono dei tabù ma delle fortis-sime ombre che si vorrebbero edovrebbero diradare. Ci sono stateanche profonde trasformazioni positivedella società civile, delle strutture eco-nomiche, delle istituzioni politiche,dello sviluppo industriale e dei servizi,della produzione e del consumo dibeni, del sistema scolastico ed educati-vo, dei rapporti e degli impegni inter-nazionali e dei relativi condizionamen-

ti politici e economici, della crescentedomanda di partecipazione, dell’assi-milazione del patrimonio civile, mora-le e politico della Resistenza ecc. Sonostati cento cinquant’anni di cambia-menti nei quali si è passati dallamonarchia alla repubblica; da unaCostituzione concessa dal re ad unaCostituzione votata dall’Assembleacostituente, da un suffragio dapprimalimitato ad una parte e, poi, a tutti imaschi, ad un suffragio universale pertutti gli uomini e le donne di almenodiciott’anni; dall’oligarchia alla demo-

crazia aperta a tutte le classi sociali;dallo stato centralizzato allo stato conautonomie locali; dalle donne esclusedalla vita sociale e politica alle donnecittadine a pieno titolo; dai diritti dilibertà ai diritti anche sociali ed econo-mici; dallo stato separato dalla societàallo Stato pluralista con valorizzazionedelle masse; dallo Stato confessionalealla laicità dello Stato; dallo Statosenza democrazia o con democraziasolo formale allo Stato a democraziasostanziale; dall’analfabetismo genera-lizzato all’obbligo scolastico fino asedici anni; dalla povertà generalizzataal benessere diffuso. Non importa una logica o un criterioche si ispirino all’anniversario, quelloche conta sembra sia solo lo stanzia-mento e la distribuzione di denaro. Siè avanzata l’idea di valorizzare il loca-le, come se l’identità di questa o quel-la regione fosse più importante diquella dell’Italia, come se la valorizza-zione dei dialetti contasse di più diquella della lingua italiana: il valorelocale è e resta un valore aggiunto aduno principale, diversamente, divente-rebbe controproducente e folcloristico.Stato e regioni, dialetti e lingua nazio-nale, sono confronti mal posti: infatti,i territori regionali si sono integrati inquelli dello Stato. L’idea dei dizionaridei dialetti non ha senso: occorre tenerpresente che i dialetti non incollano eche bisogna parlare la lingua naziona-le, diventata, finalmente, la lingua ditutti grazie alla scuola, al servizio mili-tare, alla diffusione della stampa, dellaradio e della televisione, non ultimo,grazie all’integrazione degli emigrati

22-

Un estratto dall’ampio saggio sulla storia italiana a partire dall’unificazionee fino alla Costituzione

La “sofferta” Unità d’Italiae nascita della democrazia

Alfonso Stefanelli*

Enrico De Nicola, capo provvisorio delloStato, firma la Costituzione il 27 dicembre1947.

Page 23: Resistenza n. 2 anno 2011

meridionali e dei loro matrimoni con ilocali del Nord. Il locale e il nazionaledebbono, comunque, trovare un equi-librio, le derive localistiche non giova-no a nessuno. “È penoso che si balbet-tino giudizi liquidatori dell’Unità; chiimmagina o prospetta una nuova fran-tumazione dello Stato nazionale attra-verso secessioni o separazioni, coltivaun autentico salto nel buio”(Presidente Giorgio Napolitano). Con la Costituzione repubblicana siintroducono “principi e valori, diritti elibertà” per tutti e si cancellano i pri-vilegi e le esclusività vigenti, in prece-denza, per pochi. La Costituzione havoluto uno Stato di diritto, pluralista,democratico, ad impronta fortementesolidari sta ed egualitaria, con, a tute-la dei più deboli, “un diritto disugua-le per essere uguali” effettivamente sulpiano “politico, economico e sociale”:uguaglianza sostanziale e non solo for-male. Essa risente della nostra indoleed esprime la nostra identità, è unasintesi dei sentimenti, delle convinzio-ni, dei valori comuni e si richiama alleradici storiche e ai fatti più salientidella nostra storia (Risorgimento,Fascismo, Seconda guerra mondiale,Resistenza, fine della monarchia enascita della Repubblica). Come tutte,anche la nostra Costituzione è il risul-tato di uno scontro-incontro di inte-ressi contrapposti, di ideologie diver-se, di diverse classi sociali che, purnella loro eterogeneità, seppero rinun-ciare alle diatribe e alle passioni e, perla tensione morale che le contraddi-stingueva, seppero fissare i principi e ivalori-guida per una società migliore epiù giusta. Come dice il Calamandrei,in essa riecheggiano le tantissime vociimportanti o umili di chi si adoperòperché l’Italia e gli italiani fossero eper un domani degno dell’uomo. Essaè la nostra “Bibbia laica” (PresidenteAzeglio Ciampi), “la tavola dei princi-pi e dei valori, dei diritti e delle liber-tà” (Presidente Giorgio Napolitano)messi a fondamento della nostra convi-venza civile, sui quali spetta a noi tuttivegliare per non accorgerci troppotardi, è già accaduto, della loro viola-

zione o della loro perdita. A buondiritto, la Costituzione può assurgere asimbolo delle celebrazioni del 150.moanniversario perché richiamo-sintesi ditutta la nostra storia, quindi dei fatti edelle persone che la determinarono,fatti e persone che non sono le nostre“morte memorie”, ma la forza unica diuna memoria che vogliamo venga tra-mandata di generazione in generazioneaffinché non si ripetano certi percorsistorici. Noi ci riconosciamo e ci ritro-viamo in essa e il 150.mo anniversariovorremmo servisse a recuperare il pen-siero e le azioni di coloro che lacostruirono. Per eventuali inadegua-tezze o per esigenze di modernizzazio-ne della nostra Costituzione, nulla ostaa che si provveda a razionalizzarla, amodificarla, a sottoporla a lifting o aqualche intervento chirurgico. Quelche conta è che si coinvolgano tutte leforze politiche e che le modifiche ven-gano chiarite e illustrate ai cittadini.Occorrono prudenza, ponderazione,

responsabilità ed essere convinti che lamaggioranza , anche se netta, non puòpermettersi di fare tutto, di fare tuttoda sola comportandosi da “asso piglia-tutto”. I miti delle grandi modifichemal si conciliano con l’art. 138 dellaCostituzione: occorre che le modifichesiano puntuali e parziali. Noi voglia-mo, noi speriamo che la maggioranza ela minoranza facciano valere gli inte-

ressi generali, gli interessi super partese abbandonino i giochi e le mondezzedi parte, che si sottraggano alleinfluenze amicali, familistiche, affari-stiche o di altro sconfortante tipo eabbiano la tensione morale dei padricostituenti. Di certo, occorre il contri-buto di tutti e noi questo lo vogliamodare per scontato, essendo laCostituzione, l’Unità dello Stato el’identità della nazione beni di tutti eper tutti. In particolare, la ricorrenzadel 17 marzo desideriamo sia l’occasio-ne per un impegno di tutti per la pacee chiediamo che nessuno faccia inmodo di vanificarlo, di disperderlo nelnulla: abbiamo tutti bisogno, un gran-dissimo bisogno di luce, è la memoriastorica che ce lo chiede ed è questa lasperanza degli uomini di buona volon-tà. Ognuno, nel suo piccolo o nel suogrande, si adoperi ad educare sé stessoe gli altri a questo preziosissimo valo-re. Noi ciechi di guerra e per servizio,che abbiamo sperimentato e patito imomenti più bui e le scelte politichepiù tragiche, pagandone un prezzoaltissimo, vogliamo in questo 150.modimostrare a tutti, ai giovani innanzi-tutto, gli effetti della guerra, della vio-lenza e dell’intolleranza che indelebilici portiamo addosso da ormai settan-t’anni e vorremmo che tragedia analo-ga non colpisca più nessun adulto o,come allora eravamo noi, nessun bam-bino e che perenne regni la pace pernoi e non solo per noi.Il testo argomenta dettagliatamente lavicenda della nascita della unità delnostro Paese utilizzando varie citazio-ni importanti, sottolineando le diffi-coltà frapposte dal potere papale, senzatrascurare il problema meridionale edarriva fino alla nascita dellaRepubblica Costituzionale.Ringraziamo l’autore del saggio con-dividendone pienamente i contenuti.

* Presidente Sezione Emiliano Romagnola

Associazione Italiana Ciechi di Guerra

23 -

La pubblicazione della Costituzionesull’edizione straordinaria della GazzettaUfficiale n. 298/47.

Page 24: Resistenza n. 2 anno 2011

Sono stato un “Figlio della lupa”.Lo confesso. Ho indossato, perpiù di tre anni e nelle occasioni

d’obbligo, quella divisa caratterizzatasul petto da una M di latta. Hosognato che potesse trasformarsi nellapiù battagliera uniforme da balillacorredata dai prestigiosi guanti allamoschettiera e dal finto moschettod’ordinanza. Il regime mi ha traditotrasformando i simboli della propa-ganda fascista in più concreti indu-menti per preservarmi dal gelo del-l’inverno 1944-1945”. Così inizia Storia minima di un balillamancato; da qui Domenico Alvisi,classe 1934, dipana la storia dell’infan-zia che il fascismo gli ha rubato proiet-tandolo in pochissimi anni dai mitimussoliniani di cartapesta nella tragi-ca realtà della guerra: i bombardamen-ti e lo sfollamento, la morte vista davicino, i mesi in terra di nessuno vissu-ti, dice, “da primitivi”. Tutto questo èraccontato attraverso gli occhi e ilmodo di ragionare di un bambino.Grazie a questo sguardo innocenteAlvisi restituisce immagini e sensazio-ni potenti, come quando ricorda il suosconcerto alla notizia che la guerrastesse ormai per finire: “Ero convinto

che la guerra fosse una cosa perenne eche l’unica variante fosse lo sposta-mento da una parte all’altra del mondo(…) Da quando avevo memoria avevosempre sentito parlare di amici eparenti italiani in guerra (…) Nonpensavo che potesse esistere anche lapace”. Nemmeno gli diede allegria ilcentro di Bologna illuminato dalleluminarie del Natale 1945, luci disicuro fioche ma certamente sfavillantirispetto al buio che la guerra avevaportato nelle strade e nella vita di

ognuno. Ricorda, al contrario, un pro-fondo senso di angoscia e la sensazioneche dal buio degli ultimi tre anni diguerra non sarebbe più uscito. L’avernegato l’infanzia a quella generazioneè uno dei tanti crimini del fascismo.Il libro è anche la storia di una fami-glia nata nel 1920 da un’unione inizia-ta in modo per quei tempi anticonven-zionale e avversata dai parenti dientrambi. Quelli del padre, possiden-ti, consideravano la famiglia dellamadre di bassa estrazione e, peggioancora, di fede socialista mentre ilpadre, per i parenti della madre, eraricco, fascista e agrario. In effetti, rac-conta Alvisi, il padre aveva aderito“con trasporto” al nascente fascismo(da cui si allontanò pur rimanendo diidee fortemente moderate) ma questoall’epoca non gli impedì di accoglieree crescere, come fosse proprio, il figliodel cognato Francesco Leoni, in mise-ria perché antifascista. Leoni, che da partigiano sarebbe poistato seviziato dai repubblichini den-tro l’Istituto universitario diIngegneria, assolse il compito di por-tare vivo a Bologna il criminaleTartarotti, poi fucilato per sentenza diregolare processo del Tribunale, resi-stendo ad altri partigiani che volevanosubito giustiziarlo. Anche un altro ziomaterno, Vincenzo detto Cencio, fupesantemente torturato a Ingegneria eda lì inviato in campo di concentra-mento. Fu ucciso sulla via del ritorno,a guerra ormai finita, da due tedeschisbandati.

24-

L’infanzia rubata al “Figlio della lupa”

Renato Sasdelli

Dai il 5 per 1000 all’ANPIAttribuirlo all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è semplice nei modelli CUD, 730-1 e Unico per la dichiara-zione dei redditi del 2011 nel quadro “Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef” apponi la tua firma solonel primo dei tre spazi previsti, quello con la dicitura: “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale edelle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art.10, c.1, lett.a), del D.Lgs. n.460 del 1997”.Sotto la firma inserisci il Codice Fiscale dell’ANPI 00776550584È importante firmare anche se il calcolo della tua Irpef è pari a zero o a credito. La ripartizione delle somme tra i bene-ficiari viene calcolata in proporzione al numero di sottoscrizioni ricevute da ciascun soggetto. Quindi firma e fai firma-re in favore dell’ANPI.

Page 25: Resistenza n. 2 anno 2011

Sottoscrizioni

Sezione ANPI di Castenaso per ringra-ziare Gaetano Viaggi “Ramirez” dellasua opera di educazione civile epatriottica dei giovani, sottoscriveeuro 100 Calari Rossana 5Lazzari Giuliano 40Sezione ANPI San Vitale 50, nelprimo anniversario della scomparsa diCarlo Alberto RambaldiSezione ANPI Galliera 100Vinicio Guidi 80Wanda Ugolini, partigiana della 7a

GAP, in ricordo del fratello Lorenzo,militante della squadra “Temporale”,sottoscrive euro 50 Giovanna Veronesi, 20 Generale (a r.) Gino Campanella 50A sette anni dalla scomparsa di LuigiArbizzani. avvenuta l'8 aprile 2004, i famigliari tutti lo ricordano conimmutato affetto e sottoscrivono perResistenza.

I limpidiracconti di “Ramirez” ai giovani

Giulia Falzoni*

Abbiamo accompagnato, noi diCastenaso, il partigiano GaetanoViaggi classe 1920, nome di bat-

taglia “Ramirez”, nell’ultimo percorso. Era stato uno di quei ragazzi chehanno fatto la Resistenza sui monti.Stava lì, vicino alla Linea Gotica,quando ne parlava ti sembrava di esse-re con lui, ti raccontava le ragioni diuna scelta, andava nelle scuole a spie-gare quegli anni e i sabati mattina simetteva nella sezione dell'ANPI a dareuna mano.

Ho fatto unconto, quan-do è finita laguerra aveva26 anni eaveva passatotutti queimesi a com-battere per la

libertà aggrappato ad un fucile e allavoglia di vivere, è incredibile pensan-doci oggi.All'inizio era un soldato, ma poi conl'Armistizio con gli Alleati, dell’8 set-tembre 1943, tornò a piedi dalVeneto. Non tardò ad entrare nellaResistenza che si stava organizzando.Che racconti faceva Gaetano! Parlavadegli indiani e dei loro turbanti, deipolacchi, degli inglesi che erano allea-ti; degli amici che non c'erano più edei momenti passati con loro.Raccontava la Resistenza ( militò nella36ª Brigata Garibaldi “AlessandroBianconcini” operante nella montagnatosco-romagnola), la attualizzava, sicommuoveva parlandone; riusciva atrasmettere a tutte le generazioni le

Ricordo delgappistaLorenzo Ugolini(“Naldi”)

Appartenente alla squadra“Temporale” della 7ª BrigataGAP Garibaldi “Gianni”,

Lorenzo Ugolini, fu tra i protagonistidel clamoroso attentato all’HotelBaglioni di via Indipendenza, nelquale era insediato ilPlatzkommandantur tedesco nellafine estate 1944. L’azione partigianasi svolse in due tempi successivi e fupreceduta da un sopralluogo eseguitoalcuni giorni prima all’interno del-l’albergo per studiarne le modalità. Ilcompito fu affidato a Claudio DeFenu (“Gravelli”) ed a LorenzoUgolini (“Nal-di”), il primodi 32 anni, diorigine sarda(nativo di Nu-oro), già capi-tano dei car-risti; il suocompagno, 31anni, bolog-nese, di mesti-ere operaio delle Ferrovie dello Stato.I due, in divisa repubblichina, si pre-sentarono alla reception con l’aria diessere latori di una richiesta di allog-gio da parte di alti gradi. Per l’oper-azione (vedi Resistenza n. 1, febbraio2010), fu decisa la sera del 29 settem-bre in cui il Comando tedesco dellapiazza militare di Bologna dava unafesta. Sei partigiani della“Temporale”, dopo aver eliminatodue militi di guardia all’ingresso por-tarono una cassa di tritolo presso ilsalone di intrattenimento e acceserola miccia, ma un difettoso funziona-mento impedì l’esplosione. L’attaccovenne ripetuto da lì a poco nella notte

25 -

Contributi dei lettori a sostegno di Resistenza

emozioni che aveva provato. Poi rac-contava lo straordinario impegno perricostruire un paese ridotto in macerie,e la passione messa per dare vita ad unademocrazia vera, il sogno ed il lavorodi tutta una vita.Gaetano ha chiesto che al suo funeralefosse celebrato in forma civile e che cifossero le bandiere del PD edell'ANPI. Voleva che ciò per cuiaveva lottato una vita fosse con lui nel-l'ultimo viaggio, sognava un'Italiadiversa e per cui era pronto a dare lavita. Come compagni di sezione, a cui eraiscritto credo che sia stato doverosotributargli un saluto anche sul nostroimportante giornale Resistenza e pro-mettergli che il nostro impegno perun Italia migliore continuerà.

* a nome della Sezione ANPI -Castenaso

> segue a pag. 26

Page 26: Resistenza n. 2 anno 2011

dell’8 ottobre, con successo. Duecasse, per quasi un quintale di tritolo,vennero depositate accanto ad altret-tanti pilastri del portico. Lo scoppioprovocò il crollo delle arcate e delpiano sovrastante dell’edificio.Lorenzo Ugolini, che nel suo primolavoro giovanile fu apprendista allasuccursale FIAT sita, negli anni tra ledue guerre, in via Riva Reno, entrò afar parte della 7ª GAP ascoltando unfrequentatore del Bar Sport di viaDuca D’Aosta (attualmente viaAndrea Costa) angolo via Valeriani, asua volta operaio elettricista. EraNerio Nannetti, militante comunista,condannato per antifascismo a carceree confino, organizzatore attivo dellaResistenza. Perse poi la vita in unaazione a fuoco contro soldati tedeschiil 3 ottobre 1944 a Ponte Samoggia(Anzola Emilia). Lorenzo scelse come staffetta, nellastessa brigata, la sorella Wanda, all’e-poca sartina ventiquattrenne (dopo laguerra operaia alla Weber, in seguitoinfermiera in un ambulatorio mutual-istico).

Luigi Arbizzani,dobbiamo a luipagine di storiaLuigi Arbizzani (“Oddone”) (SanGiorgio di Piano 1924 – Bologna2004) ha onorato la Resistenza, lapolitica, il sindacato, la cultura.Disegnatore tecnico, servizio militarenel Genio, durante l’occupazione tede-sca è stato partigiano nel Battaglione“Galliano e Renato Tampellini” della2ª Brigata Garibaldi “Paolo” operantenella pianura centrale bolognese. E’ diquel periodo la sua adesione al PCI. A poche ore dalla liberazione, il 24aprile 1945 durante l’attacco controun reparto tedesco in ritirata, riportòuna ferita che l’accompagnò per l’inte-ra esistenza. Nell’immediato dopoguerra è statochiamato nel gruppo dirigente dellaCamera del Lavoro comunale, quindiin tempi successivi ha svolto attività alvertice della Federazione provincialedel PCI quale responsabile della

Commis s i oneculturale e mem-bro della segre-teria federale,animatore delCircolo di cultu-ra, del Centro dicultura popolare,presidente delConsorzio pro-vinciale di pubblica lettura (la rete dibiblioteche), direttore dell’Istitutostorico Gramsci, tra i fautoridell’Archivio storico della CGIL aBologna. Rigoroso, appassionato ricer-catore di storia del Movimento opera-io e contadino, ha scritto saggi, libri,opuscoli, creato mostre documentarie,ed è stato relatore in convegni specia-listici.Il suo nome è legato (coautore conAlessandro Albertazzi e Nazario SauroOnofri) alla ideazione di cinque dei seivolumi del monumentale Dizionariobiografico “Gli antifascisti, i partigia-ni e le vittime del fascismo (1919-1945)” usciti tra l’aprile 1985 e il2005.

26-

Contributi dei lettori a sostegno di Resistenza> segue da pag. 25 - Ugolini

Un protagonistadella crescita di Bologna

Èstato presentato nella sala delConsiglio comunale in Palazzod’Accursio il recentissimo

volume di Ezio Antonioni (EditriceCLUEB Bologna, pagg. 204 euro19), presenti ex amministratori, stu-diosi e numerosi cittadini (nella fotoil frontespizio del volume). Ezio Antonioni è consigliere comuna-le del Partito comunista italiano aBologna dal 1965 al 1980, una lungapermanenza con il partito di maggio-ranza di governo della città che attra-versa tre mandati amministrativi e

segue l’opera di tre sindaci, GiuseppeDozza, Guido Fanti e RenatoZangheri. Nei quindici anni di attivi-tà consiliare partecipa a oltre settecen-to sedute intervenendo quasi duecentovolte, sempre fedele alla sua formazio-ne partigiana, dalla parte del mondodel lavoro, con un’attenzione specialeper le aziende municipalizzate e i ser-vizi pubblici. Attraverso i suoi discor-si si può ripercorrere la storia politicadella stagione in cui si è formato ilmito amministrativo di Bologna. Losguardo privilegiato di Antonionidalla sala del Consiglio comunale ciaccompagna alla riscoperta di vicendee personaggi che hanno caratterizzatoquesti decenni.

Il libro è curato da Paola Furlan

Page 27: Resistenza n. 2 anno 2011

D’Agata, partigianomedico e scrittore

Lo scrittore Giu-seppe D’Agata(“Pippo” per gliamici), è statomembro delComitato diret-tivo dell’ANPIprovinciale diBologna e lasua presenza era

un’aggiunta di ricchezza alla nostraorganizzazione di ex partigiani e diantifascisti. Purtroppo se ne è andato,all’età di 83 anni. La sua figura si sta-glia con prestigio nel panorama dellacultura italiana. Egli è stato infatti loscrittore, regista, dirigente RAI, criti-co letterario e d’arte e nello stessotempo collezionista di opere di valentipittori e cultore di musica jazz.Ricopriva la prestigiosa carica di presi-dente dell’Associazione italiana scrit-tori. Il clima antifascista che egli avevarespirato in famiglia (il padre GiulioNicola, tipografo a il Resto del Carlinoera stato licenziato per essersi rifiutatodi iscriversi al Fascio) l’avevano porta-to, quando nel 1944 la gioventùdovette compiere scelte decisive, adentrare nella Resistenza. Studentediciassettenne abbandonò i banchi edivenne distributore di stampa clande-stina, mettendo a disposizione del bat-taglione “Bonvicini” della BrigataMatteotti-Città la sua capacità di redi-gere opuscoli e manifestini.Dopo la guerra, ripresi gli studi, si èlaureato in Medicina, abbracciando laprofessione. Proprio in essa egli ha rea-lizzato il capolavoro universalmenteconosciuto, col titolo Il medico dellamutua (secondo di quindici libri) dacui l’omonimo film magistralmenteinterpretato da Alberto Sordi. Laprima sua opera fu di ambiente parti-giano. L’esercito di Scipione e i succes-sivi, in ordine di uscita, Il circolo Otes,Primo il corpo, La cornetta d’argento,Quattro impiccati in Piazza del

Popolo, il dottore, Personaggi, MotherRita, I giorni della speranza, Il mercia-io di Cracovia, America oh kei,Memow, Il segno del comando, Ilritorno dei templari, I ragazzi delcoprifuoco, in quest’ultimo edito nel2005 l’autore narra in prima personagli anni cruciali da cui il titolo.

La vita di Cruicchitutta per la PaceCon la mentee col cuorep r o f o n d a -mente radica-ti nella suaC a s t i g l i o nde’ Pepoli,Dante Cruicchi è stato in realtà unapersona di vasti orizzonti, difatti il suoimpegno di uomo di pace lo ha porta-to sotto i cieli del mondo. A salutarnele spoglie, anche una delegazioneANPI con labaro. Ed al suo “Dantino”come scherzando in terza personaamava auto nominarsi, se ne è andatosulla soglia dei 90 anni lasciando di seuna profonda traccia. Di antifascista,di militante di sinistra (dal PCI allesue successive evoluzioni), di sosteni-tore dei movimenti anticolonialisti.Il suo dinamismo ha fatto sì che lacapacità di ideare e realizzare lo richie-dessero in diversi ruoli pubblici. Daesperto in comunicazione ha operatonegli uffici stampa della Federazionecomunista, della Federcoop (l’attualeLega cooperativa), del Comune diBologna e alla testa dellaOrganizzazione Internazionale Gior-nalisti Democratici con sede a Praga.Ha sempre dato il meglio di se, conparticolare rilevanza nei delicati gan-gli della pubblica amministrazione:consigliere ed assessore provinciale,consigliere comunale a San BenedettoVal di Sambro, sindaco di Marzabotto.Proprio dal ruolo di primo cittadinodel paese martire ha dato vita ad unesteso rapporto, nel nome della pace,con colleghi di piccole comunità come

con capi di Stato, con lo stesso PapaWoityla. Forte il suo contributo allacreazione dell’Unione delle città mar-tiri e con dedizione totale alla presi-denza del Comitato per le onoranzealle vittime di Monte Sole, sempre conl’obiettivo di superare barriere edunire le genti. Dante Cruicchi già in età giovaneaveva conosciuto, al pari di tanti casti-glionesi, la durezza dell’espatrio poli-tico in Francia e qui aveva collaboratonella rete di solidarietà a favore dellalotta antifranchista in Spagna, poi conil maquis francese contro l’aggressionenazifascista.Un cruccio gli era rimasto: non averpotuto ricalcare le orme del suo “mae-stro” Mariano Girotti, il fiero sindacoche dette filo da torcere allo squadri-smo fascista nei cantieri dellaDirettissima, ma valori e competenzedi cui era ricco hanno imposto a“Dantino”di cimentarsi a vasto raggio.

Se ne è andatoAroldo TolomelliMent r eandiamoin stam-pa ap-prendia-mo che èvenuto amancare Aroldo Tolomelli un grandeantifascista e partigiano, vice coman-dante delle Brigate SAP di Pianura.Nel dopoguerra è stato dirigente poli-tico della federazione bolognese delPCI, ed ha ricoperto il ruolo di consi-gliere comunale e presidente dellaFederazione provinciale combattenti ereduci a Bologna ed in seguito di sena-tore della Repubblica per due legisla-ture. Il nostro pensiero va ai suoi fami-liari ai quali ci uniamo nel ricordare“al fangein” (in dialetto bolognese “ilbambino”), un indimenticabile com-pagno nelle battaglie passate ed inquelle dei giorni nostri.

27 -

Page 28: Resistenza n. 2 anno 2011

In piazza Net-tuno di Bolo-gna a piè del

grande quadro incui sono raccoltele immagini deiCaduti, sono alli-neate formelleche elencano l’ar-ticolazione delle brigate partigianebolognesi; le successive quattordicicontengono le riproduzioni fotografi-che di aspetti salienti della Resistenzae dei giorni della liberazione.Nell’ultima riga in basso, due tavoleelencano le formazioni combattentidella provincia di Bologna e il numerodei partigiani:14.425 di cui 2.212donne; partigiani feriti 945; patriotiarrestati 6.543; fucilati per rappresa-glia 2.350; morti nei lager nazisti 829;Medaglie d’Oro al Valor Militare 22;Medaglie d’Argento 40.Il Sacrario è oggetto di attenzione daparte di comitive di turisti e scolare-sche, nonché luogo basilare di celebra-zioni patriottiche. LE BRIGATE. 1ª Garibaldi “IrmaBandiera”; 2ª “Paolo”; 4ª “Venturoli”;5ª “Bonvicini”; 6ª autonoma“Giacomo”; 7ª Garibaldi GAP“Gianni”; 8ª GL “Masia”; 9ª autonoma“Santa Justa”; 36ª Garibaldi“Bianconcini”; 62ª Garibaldi “CamicieRosse”; 63ª Garibaldi “Bolero”; 66ªGaribaldi “Jacchia” (erroneamentescritta “Macchia”); “Matteotti” mon-tagna; “Matteotti” città; “Giustizia eLibertà”; Autonoma “Stella Rossa”; 7ªGaribaldi “Modena”; DivisioneGaribaldi “Nannetti” nel Veneto; SAPImola.LA FOTOCRONACA. 25 luglio 1943, abbattimento simboli

del fascismo con cittadini esultanti.Colonna di partigiani in montagna. 10 ottobre 1944, uno dei tredici parti-giani massacrati a Casalecchio di Renodalle SS tedesche. Aprile 1945, partigiani bolognesi aVittorio Veneto (Treviso) mentre scor-tano un generale tedesco e suoi ufficia-li arresi alle forze della Resistenza.21 Aprile 1945, corteo popolare infesta in Piazza Maggiore.

21 Aprile 1945,cittadini epatrioti a bordodi un camionFIAT 18 BL.21 Aprile 1945,ancora partigianisu camion.21 Aprile 1945,

carri armati alleati all’incrocio viaRizzoli-Indipendenza-Piazza Nettuno.21 Aprile 1945, partigiani festeggiatida cittadini.21 Aprile 1945, bersaglieri in viaRizzoli-Piazza Re Enzo.25 Aprile 1945, sfilata all’altezza delComune di partigiani con in testa icomandi del CUMER e del CLNregionale.21 Aprile 1945 dal balcone delComune il saluto ai cittadini in PiazzaMaggiore del neo sindaco GiuseppeDozza, del prefetto GianguidoBorghese entrambi nominati dal CLNregionale, del presidente del CLNEmilia-Romagna prof. AntonioZoccoli. Sono esposte le bandiere ita-liana, statunitense, polacca, inglese.24 Novembre 1946, il Presidente(provvisorio) della Repubblica EnricoDe Nicola col sindaco Giuseppe Dozzasul sagrato di San Petronio mentreconferisce la Medaglia d’Oro al ValorMilitare alla città di Bologna, appun-tata sul gonfalone.25 Settembre 1949, il presidente dellaRepubblica Luigi Einaudi mentreappunta la Medaglia d’Oro al ValorMilitare al Gonfalone comunale diMarzabotto.

28-

RESISTENZAOrgano dell’A.N.P.I. Provinciale di BolognaVia San Felice 25 - 40122 BolognaTel. 051.231736 - Fax [email protected]

Direttore responsabileEzio Antonioni

Comitato di redazioneRemigio Barbieri (redattore), Ermenegildo Bugni (coordinatore), Paola Coltelli, Giancarlo Grazia, MassimoMeliconi, Lino Michelini, Nazario SauroOnofri, Gabrio Salieri, Renato Sasdelli

Segretario di redazioneAntonio Sciolino

Con la collaborazionedi Cooperativa Manifesta

Registrazione al Tribunale di Bologna n. 7331 del 9 maggio 2003Stampa: Tipografia Moderna s.r.l. Via dei Lapidari 1/2, 40129 BolognaTel. 051.326518 - Fax 051.326689

La struttura della Resistenza nella provincia di Bologna

Il costo della libertà e della democrazia

Come iscriversi all’ANPI"...il sottoscritto/la sottoscritta richieden-te, pur non avendo partecipato personal-mente alla lotta di Liberazione nazionalenel periodo storico compreso tra l'8 set-tembre 1943 e il 25 aprile 1945 [...] con-divide il patrimonio ideale, i valori e lefinalità dell'ANPI e intende contribuirein qualità di Antifascista [...] con il pro-prio impegno concreto alla realizzazionee alla continuità nel tempo degli scopiassociativi, con il fine di conservare, tute-lare e diffondere la conoscenza dellevicende e dei valori che la Resistenza, conla lotta e l'impegno civile e democratico,ha consegnato alle nuove generazioni,come elemento fondante dellaRepubblica, della Costituzione e dellaUnione Europea e come patrimonioessenziale della memoria del Paese."

Per conoscere la sezione più vicina al pro-prio luogo di residenza, è possibile con-tattare il comitato provinciale diretta-mente venendo alla nostra sede (di matti-na), oppure telefonando ai numeri:051.235615 /051.231736