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Resoconto Stenografico
X Legislatura
Seduta Pubblica n. 60 (5ª riunione)
di
Mercoledì 5 Ottobre 2016 (ore 10.00)
Edizione originale
Resocontazione Servizio Giuridico Istituzionale
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016
Riunioni precedenti mercoledì 7, mercoledì 14, mercoledì 21 e mercoledì 28 settembre 2016
Seduta precedente n. 59 di mercoledì 3, giovedì 4 e venerdì 5 agosto 2016
CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO
60.
SEDUTA DI
MERCOLEDI’ 5 OTTOBRE 2016 (5ª riunione)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI
INDI
DEL VICE PRESIDENTE STORACE (ore 12,00)
**********
Ufficio di Presidenza
Presidente: Daniele Leodori
Vicepresidenti: Mario Ciarla, Francesco Storace
Consiglieri Segretari: Maria Teresa Petrangolini; Gianluca Quadrana; Giuseppe Simeone
Gruppi consiliari
Centro Democratico: Cd (c.g. Piero Petrassi); Cuoritaliani: Ci (c.g. Daniele Sabatini); Fratelli d’Italia: FdI
(c.g. Giancarlo Righini); Gruppo misto: Misto (c.g. Pietro Sbardella); Il Popolo della Libertà: PdL-FI (c.g.
Antonio Aurigemma); La Destra: LaD (c.g. Francesco Storace); Lista Civica Bongiorno-Obiettivo Lazio:
LB-OL (c.g. Marino Fardelli); Lista Civica Nicola Zingaretti: LcZ (c.g. Michele Baldi); Lista Storace: LS
(c.g. Olimpia Tarzia); Movimento 5 stelle: M5s (c.g. Valentina Corrado); Partito Democratico: Pd (c.g.
Massimiliano Valeriani); Partito Socialista Italiano per Zingaretti: Psi (c.g. Daniele Fichera); Sinistra
Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: Si-Sel (c.g. Gino De Paolis).
Giunta regionale
Presidente: Nicola Zingaretti
Vicepresidente: Massimiliano Smeriglio
Assessori: Formazione, Turismo, Ricerca, Scuola e Università: Massimiliano Smeriglio; Ambiente, Rifiuti e
Rapporti con il Consiglio Regionale: Mauro Buschini; Politiche del Territorio e Mobilità: Michele Civita; e
Sviluppo economico e Attività produttive: Guido Fabiani; Agricoltura, Caccia e Pesca: Carlo Hausmann;
Cultura e Politiche giovanili: Lidia Ravera; Infrastrutture, Enti Locali e Politiche Abitative: Fabio Refrigeri;
Politiche del Bilancio, Patrimonio e Demanio: Alessandra Sartore; Lavoro, Pari Opportunità e Personale:
Lucia Valente; Politiche Sociali, Sport e Sicurezza: Rita Visini.
INDICE
Ordine del giorno
(La seduta riprende alle ore 10,04)
PRESIDENTE…………………………………..5
Question time
Interrogazione a risposta immediata n. 422 del
giorno 31 maggio 2016, proposta dai consiglieri
Perilli, Pernarella, Denicolò, Barillari, Porrello,
Corrado e Blasi concernente: “Ospedale San
Giacomo di Roma, deficit finanziario”
PRESIDENTE………………………………5,7,9
PERILLI (M5s)………………………………..5,9
SARTORE, Assessore…………………………..7
Richiamo al Regolamento
PRESIDENTE……………………………….9,10
STORACE (LaD)……………………………...10
Interrogazione a risposta immediata n. 437 del
giorno 30 giugno 2016, proposta dal consigliere
Abbruzzese concernente: “Iniziative per il
sostegno al reddito in favore dei disoccupati,
inoccupati o precariamente occupati della
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016
Provincia di Frosinone”.
PRESIDENTE…………………………………10
Interrogazione a risposta immediata n. 467 del
giorno 21 settembre 2016, proposta dal
consigliere Righini concernente: “Chiusura PIT
(Presidio integrato territoriale) PPI (Punto di
primo intervento) Ladispoli”.
PRESIDENTE…………………………………10
RIGHINI (FdI)……………………………...10,11
BUSCHINI, Assessore…………………………11
Interrogazione a risposta immediata n. 476 del
giorno 30 settembre 2016, proposta dal
consigliere Aurigemma concernente:
“Dismissione PPI CTO”
PRESIDENTE……………………………...12,15
AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...12,14
BUSCHINI, Assessore…………………………14
Interrogazione a risposta immediata n. 468 del
giorno 21 settembre 2016, proposta dai
consiglieri Blasi e Perilli concernente: “Bando
per organizzazione e svolgimento del Festival di
Letteratura breve FLEB finanziato con fondi
regionali”.
PRESIDENTE…………………………………15
Interrogazione a risposta immediata n. 472 del
giorno 23 settembre 2016, proposta dal
consigliere Santori concernente: “ATER di Roma
− Criteri per la gestione e lo stralcio di parte dei
crediti vantati nei confronti di varie associazioni
ed ipotesi di danno erariale”.
PRESIDENTE…………………………………16
SANTORI (FdI)…………………………….16,18
BUSCHINI, Assessore…………………………17
Interrogazione a risposta immediata n. 473 del
giorno 23 settembre 2016, proposta dal
consigliere Denicolò concernente: “Immissione,
ai fini del ripopolamento, di fauna selvatica
malata nel Comune di Vasanello (VT)”
PRESIDENTE…………………………..18,20,21
DENICOLO’ (M5s)………………………...19,20
BUSCHINI, Assessore…………………………19
Interrogazione a risposta immediata n. 475 del
giorno 30 settembre 2016, proposta dal
consigliere Storace concernente: “Dimissioni del
direttore dell’Agenzia regionale di Protezione
civile e incarico ad interim a un soggetto senza
requisiti durante l’emergenza terremoto”
PRESIDENTE……………………………...21,23
STORACE (LaD)…………………………..21,23
BUSCHINI, Assessore…………………………21
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE……………………………........23
Ordine dei lavori
PRESIDENTE……………………………........24
CANGEMI (Ci)………………………………..24
(La seduta è sospesa alle ore 11,28 e riprende
alle ore 12,00)
PRESIDENTE……………………………………
Proposta di legge regionale n. 210 del giorno 30
ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri
Cangemi, Bonafoni, Simeone, De Paolis,
Valeriani, Favara, Fardelli, Bianchi e Petrassi
concernente: “Disposizioni di riordino in
materia di informazione e comunicazione”
(Prosecuzione esame)
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE…………………………………24
Ordine dei lavori
PRESIDENTE……………………………........24
PORRELLO (M5s)……………………………24
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE……………..25,26,27,28,29,30,31
SARTORE, Assessore……………25,27,28,29,30
CANGEMI (Ci)………………………………..25
BARILLARI (M5s)…………………26,27,28,30
BONAFONI (Si-Sel)…………………………...27
DENICOLO’ (M5s)……………………………28
Ordine dei lavori
PRESIDENTE…………………………………31
BONAFONI (Si-Sel)…………………………...31
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE…...31,32,33,34,38,39,40,41,42,43
…………………………………………..44,45,46
AURIGEMMA (PdL-FI)………………31,36,40
X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016
CANGEMI (Ci)…………………………32,34,35
VALERIANI (Pd)………………………….32,35
PORRELLO (M5s)……………………………32
BONAFONI (Si-Sel)…………………………...33
SBARDELLA (Misto)…………………………37
FICHERA (Psi)………………………………..38
BARILLARI (M5s)…………...38,41,42,43,44,45
SARTORE, Assessore……..40,41,42,43,44,45,46
(La seduta è sospesa alle ore 13,20 e riprende
alle ore 15,14)
PRESIDENTE…………………………………47
Ordini del giorno
PRESIDENTE…………………………………47
Ordine del giorno D08, collegato alla proposta di
legge n. 210 del 30 ottobre 2014 “Legge quadro a
sostegno del pluralismo dell’informazione e della
comunicazione istituzionale”, a firma dei
consiglieri Bonafoni, Fichera, Petrassi, Favara,
concernente: Applicazione contratto collettivo di
lavoro giornalistico al personale iscritto all’albo
nazionale dei giornalisti che svolge attività di
informazione presso gli uffici stampa della Giunta
e del Consiglio
PRESIDENTE…………………………………47
Votazione
PRESIDENTE…………………………………47
Dichiarazioni di voto
PRESIDENTE……………………47,48,50,51,55
BONAFONI (Si-Sel)…………………………..47
CANGEMI (Ci)………………………………..48
VALERIANI (Pd)……………………………..51
BARILLARI (M5s)…………...........................52
SIMEONE (PdL-FI)…………………………..54
Votazione finale
PRESIDENTE…………………………………55
STORACE (LaD)……………………………...55
CANGEMI (Ci)………………………………..55
SABATINI (Ci)………………………………..55
Mozione n. 415 del giorno 29 settembre 2016,
proposta dai consiglieri Fichera, Valeriani,
Righini, Di Paolantonio, Abbruzzese, Petrassi,
Bianchi, Porrello, Baldi, Sbardella, Storace e
Tarzia, concernente: Schema di decreto di
riordino delle camere di commercio
PRESIDENTE……………………………...55,56
FICHERA (Psi)………………………………..55
SABATINI (Ci)………………………………..56
Votazione
PRESIDENTE…………………………………56
(La seduta termina alle ore 16,01)
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
5
La seduta riprende alle ore 10,04
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LEODORI
PRESIDENTE. Iniziamo i nostri lavori con i
question time.
*****
Question time
Interrogazione a risposta immediata n. 422
del giorno 31 maggio 2016, proposta dai
consiglieri Perilli, Pernarella, Denicolò,
Barillari, Porrello, Corrado e Blasi
concernente: “Ospedale San Giacomo di
Roma, deficit finanziario”.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.9, reca: Interrogazione a risposta immediata
n. 422 del giorno 31 maggio 2016, proposta
dai consiglieri Perilli, Pernarella, Denicolò,
Barillari, Porrello, Corrado e Blasi
concernente: “Ospedale San Giacomo di
Roma, deficit finanziario”.
Risponderà l’assessore Sartore.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s). Vorrei intervenire prima
sull’ordine dei lavori.
Leggendo il fascicolo dei question time ho
notato che il question time presentato dal
presidente Storace presenta più quesiti finali.
Le dico questo perché, più volte, c’è stato –
questo a chiarimento anche per il futuro –
richiesto espressamente dagli uffici che
question time o interrogazioni con più quesiti
non potessero essere accettati.
Le dico questo ancora perché la stessa
interrogazione di oggi è stata in qualche
modo ridotta, ristretta, se così possiamo dire,
proprio in virtù di questo principio, perché
erano molti gli argomenti che si potevano
collegare all’argomento principale.
Quindi, le vorrei chiedere qual è
l’intenzione futura rispetto a queste
procedure. Grazie.
PRESIDENTE. Confermo l’indicazione che
il quesito deve essere unico. Quella è stata
dichiarata ammissibile perché tutta la
questione verte su un unico punto, che è la
sostituzione del Direttore della Protezione
civile e la presenza dei requisiti del facente
funzioni. Anche se apparentemente sembra
con più quesiti, il quesito di fondo rimane
sempre lo stesso, legato, ripeto, alla nomina
del nuovo facente funzione.
Confermo la stessa impostazione che
rispetto a quesiti e indicazioni deve essere
unitaria, unica sui question time presentati
agli Assessori.
Ritorniamo al question time n. 422.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s). Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l’assessore Sartore per
essere venuta personalmente dopo mia
apposita richiesta, dal momento che ritenevo
e ritengo che l’oggetto di questa
interrogazione richieda l’intervento personale
dell’Assessore a chiarimento di alcuni quesiti
che riguardano strettamente il suo
assessorato.
Andrò subito al punto dal momento che la
vicenda è complessa e quindi il rischio è che
questi minuti che sono concessi per la
discussione dell’interrogazione urgente non
siano sufficienti.
La questione è particolarmente delicata e
importante e a mio giudizio riguarda non solo
i conti della Regione Lazio, il futuro di questi
dati rispetto a quello che è accaduto in
passato, ma anche in qualche modo si parla di
sanità e di aspetti che per lo più non vengono
e non sono conosciuti. Dobbiamo partire, per
poter capire gli effetti di quello di cui noi
andremo a chiedere lumi, dal passato, ovvero
dal 2003, quando la Regione Lazio, proprio
in estrema sintesi possiamo dire, ha realizzato
un’operazione di vendita e di riaffitto degli
ospedali pubblici, con cartolarizzazione dei
crediti connessi al pagamento dei canoni di
affitto, per trovare, quindi, una copertura
finanziaria alla quota propria di competenza
per disavanzi accumulati al 2001. Questo l’ho
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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riportato dall’Osservatorio sul debito della
Regione Lazio.
In sintesi, che cosa è successo? Visto
l’amplissimo debito che schiacciava allora i
conti della Regione Lazio, si decise –
l’Assessore mi potrà correggere se è
sbagliato –, per immettere liquidità nelle
casse della Regione, di ricorrere a quella che
attualmente (non so se lo era anche all’epoca)
è definita un’operazione di finanza creativa,
ovvero attraverso giusta legge regionale che
lo consentiva, la Regione Lazio ha costituito
una società denominata SANIM Spa quale
strumento per immettere liquidità nel sistema
delle aziende sanitarie regionali.
Che cosa è successo? Questo forse è anche
il dato che molti cittadini non sanno, non
conoscono: il 28 giugno del 2002 la suddetta
società ha acquistato dalle ASL e dalle
aziende ospedaliere operanti nel territorio
laziale cinquantasei complessi ospedalieri.
Questi complessi ospedalieri sono stati
trasferiti nel patrimonio immobiliare di
questa società interamente posseduta dalla
Regione Lazio e si sono stipulati,
contestualmente con le aziende venditrici,
contratti di affitto trentennali degli immobili,
con opzioni di riacquisto dei cespiti
medesimi al termine del contratto di affitto ad
un valore simbolico di 1 euro.
La compravendita era sottoposta a
condizione risolutiva, ovvero che gli
immobili per i quali entro il 31 dicembre
2003 − data già trascorsa − SANIM non
avesse pagato il prezzo di acquisto sarebbero
automaticamente rientrati nella piena
proprietà delle ASL. Questo, se non sbaglio,
Assessore, è accaduto solo per sette strutture
di quelle che ho citato.
In parole povere, abbiamo un fatto
abbastanza singolare. La Regione Lazio
costituisce una propria società,
un’immobiliare, che acquista dalle ASL gli
immobili che sono da esse stesse occupati e
queste aziende cominciano a corrispondere
alla stessa Regione un affitto, un canone. I
crediti derivanti da questa operazione sono
stati essi stessi oggetto di un’operazione
finanziaria, la cosiddetta “cartolarizzazione”,
attraverso una società veicolo, la Cartesio,
che è stata utilizzata per questo scopo. Questa
stessa Cartesio ha emesso titoli sul mercato
dei capitali utilizzando i proventi delle
missioni per pagare a SANIM i crediti ceduti.
Questa è l’operazione finanziaria nel suo
complesso. Come dicevo, è abbastanza
singolare. La Regione Lazio stipula un
contratto praticamente con se stessa e si fa
corrispondere i canoni da parte delle aziende
ospedaliere che, quindi, formalmente, sono di
una società immobiliare. Tra queste,
Assessore, io ho preso simbolicamente la
vicenda dell’ospedale San Giacomo perché
l’ospedale San Giacomo, che notoriamente è
una struttura non più in funzione, in quanto è
stata dismessa alcuni anni fa, credo nel 2008,
nonostante questa struttura fosse pienamente
operativa nel settore di competenza (era un
DEA di primo livello, quindi offriva servizi
sanitari fondamentali per i cittadini),
nonostante tutto, all’epoca, la Giunta
Marrazzo decise di chiudere questa struttura,
che è entrata a far parte di questo discorso
delle vendite − come abbiamo detto – a
SANIM e di questa operazione di
cartolarizzazione.
Sul San Giacomo, ovviamente, noi
abbiamo fatto numerose interrogazioni,
perché questa chiusura per noi, all’epoca, era
assolutamente ingiustificata. Va anche detto,
Assessore, che questa struttura è stata
oggetto, anche dopo la chiusura, di
ristrutturazioni e di interventi che hanno
determinato un esborso da parte della
Regione. Quindi, una struttura non più
funzionante, comunque sia, è stata oggetto di
interventi di ristrutturazione molto costosi,
senza avere alcun tipo di sfondo, alcun tipo di
obiettivo, tant’è vero che la stessa Corte dei
conti, censurando questo atteggiamento della
Regione, nel 2009 rilevava quanto segue:
queste criticità “devono far riflettere
sull’opportunità di continuare a destinare
risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle
già necessariamente spese a suo tempo per
mettere a norma l’edificio, senza che vi sia,
neppure in prospettiva, un beneficio effettivo
per l’utenza”.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
7
Questa situazione è andata avanti nel tempo
e il nostro Gruppo consiliare, prendendo
proprio spunto − come dicevo – da questa
struttura sanitaria, che fa parte di tutte le altre
strutture sanitarie che sono state oggetto di
questa operazione finanziaria, richiede non
solo di accedere a questa struttura e capire
effettivamente cosa e dove stanno finendo le
risorse dei cittadini rispetto a una struttura
chiusa da anni e che sta andando allo sfascio,
ma, nello stesso tempo, chiediamo...
PRESIDENTE. Consigliere...
PERILLI (M5s). Vado a chiusura, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie.
PERILLI (M5s). Lei, leggendo, potrà vedere
la complessità stessa del question time.
Chiediamo, invece, rispetto all’operazione
finanziaria, Assessore, rispetto ai mutui che
sono stati assunti dalla Regione, secondo noi,
a degli indici che erano completamente fuori
mercato, anche all’epoca, nel 2003, quando è
stata fatta questa operazione finanziaria, se è
possibile almeno migliorare le condizioni di
credito attualmente in essere con la Cassa
depositi e prestiti per ottenere condizioni più
vantaggiose, chiedendo che il muto
precedentemente erogato sia in qualche modo
alleggerito.
Questo, Assessore, produrrebbe un
immediato risparmio − come lei benissimo sa
e ci insegna − sulle nostre casse, quindi per i
cittadini.
Finisco, Presidente, anche dicendo che
vorrei sapere quello che comporta il fatto, ad
esempio, in questa operazione di
cartolarizzazione, e la diffusione e la
frammentazione di questi titoli, di cui non
sappiamo in mano a chi adesso sono, di
questa operazione, fatta tramite la Cartesio,
quindi vorremmo sapere anche, Assessore,
quali sono le prospettive, se c’è una
possibilità di rivedere questa operazione di
ridurre i danni e cercare di riottenere
chiarezza su un sistema generale che,
all’epoca, nessuno, almeno per quanto ci
risulta, mise in discussione, e questo
francamente fu, a nostro avviso,
inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Sartore. Ne ha facoltà.
SARTORE, Assessore. Grazie. Anch’io
cercherò di essere sintetica, anche se non è
semplice. Vorrei fare, però, se è possibile,
perché il tema è sempre in qualche modo
quello della rinegoziazione di tutti i mutui,
anche se questa è un’operazione diversa dal
mutuo, però insomma vorrei fare una
panoramica di tutto quello che è stato fatto
finora, ivi compreso quello che stiamo
cercando di fare per SANIM.
A decorrere dal 2014, l’Amministrazione
regionale, anche sulla base di un apposito
ordine del giorno approvato dal Consiglio
regionale, ha avviato una profonda e
complessa attività di ristrutturazione del
debito finanziario regionale.
Riporto una tabella, che poi depositerò,
insieme alla risposta, nella quale
complessivamente emergono i risultati
dell’operazione di ristrutturazione del debito
nel periodo 2014-2015. Tali operazioni
hanno interessato l’intero portafoglio del
debito regionale, i mutui sottoscritti con il
MEF, i mutui sottoscritti con Cassa depositi e
prestiti e i titoli obbligazionari.
In termini strutturali il risparmio di spesa
ad oggi conseguito ammonta a 160 milioni di
euro su base annua, quindi moltiplicati fino
alla fine delle rate d’ammortamento, che
vanno una fino al 2037, un’altra fino al 2036,
un’altra fino al 2028, capite bene che
l’ammontare è enorme. Questo proprio
perché i tassi sono molto più bassi, quindi è
evidente che abbiamo cercato di fare tutto
quello che si poteva fare e che le norme
nazionali ci permettevano.
In tale contesto, l’azione regionale,
finalizzata alla semplificazione di questo
debito regionale, ha operato anche
nell’ambito dell’azione risarcitoria, tuttora
pendente e radicata davanti al Tribunale di
Roma, diretta ad accertare e a dichiarare, tra
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
8
gli altri, la responsabilità contrattuale ed
extracontrattuale delle banche convenute in
giudizio, ai sensi degli articoli 2043 e 1440
del Codice civile, dell’articolo 21 del decreto
legislativo n. 58/1998 e successive modifiche
e per l’effetto a far condannare le stesse
banche al risarcimento del danno pro quota
cagionato da ciascuna banca in relazione alla
rispettiva operazione negoziale. Ad oggi,
l’Ente ha perfezionato con altre controparti
bancarie convenute in giudizio – sono
moltissime – accordi transattivi dai quali
l’Ente stesso ha già ottenuto significativi
vantaggi non soltanto in termini di benefici
economici, connessi anche alla chiusura
anticipata di operazioni di derivati – sono
praticamente stati tutti chiusi, e li depositerò
qui, ma il 67,7 per cento dei derivati sono
diminuiti in questo periodo, quindi siamo
riusciti a fare un’operazione molto complessa
–, e il beneficio appunto sotto il profilo
finanziario ed economico complessivamente
ottenuto dalla Regione Lazio, in applicazione
del cosiddetto “contenzioso derivati”, è pari a
73,4 milioni di euro.
Appare opportuno soffermarsi sugli esiti
del percorso volto alla semplificazione di tale
portafoglio. Nel corso degli ultimi tre anni,
nella Regione Lazio si è assistito a una
significativa riduzione del peso dei contratti
derivati, così come ho detto, ma li elenco: per
effetto di tali operazioni nell’agosto 2013
chiusura di entrambi i contratti derivati di
tasso esistenti sulla posizione BF04D giugno
2014; chiusura dei contratti derivati in essere
con JP Morgan giugno 2015; chiusura del
contratto derivato di tassi in essere con Citi
su BF01D (la posizione); dicembre 2015
chiusura integrale del contratto derivato di
ammortamento su BF01D e parziale del
contratto derivato di ammortamento BF04D,
nell’ambito delle operazioni di riacquisto dei
titoli obbligazionari regionali perfezionale. Il
portafoglio dei derivati è passato da 2,8
miliardi di euro alla fine del 2012 all’attuale
907,6 milioni di euro nel 2015, riducendosi
del 67,6 per cento.
Entrando nel merito dell’interrogazione, è
evidente come il tema rappresentato,
appunto, dal consigliere Perilli e dagli altri,
risulti condivisibile, in quanto si innesta
nell’ambito del più ampio processo di
ristrutturazione del debito finanziario posto in
atto da questa Amministrazione.
Da tempo, gli uffici regionali preposti alla
gestione del debito, hanno attivato un
percorso di analisi e di studio della complessa
struttura contrattuale di SANIM, che giova in
tale sede riepilogare per sommi capi. Le ASL
hanno ceduto a SANIM Spa una società
costituita con legge regionale, detenuta
interamente dalla Regione Lazio, il loro
patrimonio indisponibile, mediante
un’operazione di sale and lease-back.
SANIM ha concesso in locazione alle ASL
gli immobili acquisiti in leasing, con vincolo
di destinazione d’uso, con facoltà delle ASL
stesse, di esercitare, al termine della
locazione, l’opzione per il riacquisto delle
stesse, al prezzo simbolico di un euro, della
proprietà dei rispettivi beni oggetto di
locazione. Fino alla scadenza dei relativi
contratti di locazione finanziaria, la Regione,
con mandato irrevocabile, si è impegnata a
pagare, per conto delle aziende sanitarie, i
canoni di locazione a SANIM, a fronte di
compensazioni con propri debiti verso le
aziende sanitarie; d) contemporaneamente,
SANIM ha ceduto i canoni di locazione a
Cartesio Srl, una società veicolo costituita ed
operante ai sensi della legge n. 130 del 1999
e che ha finanziato l’acquisto di tali crediti,
mediante l’emissione di titoli obbligazionari
sul merito finanziario nell’ambito della
relativa operazione di cartolarizzazione.
I proventi derivanti dalla vendita di tali
crediti sono stati utilizzati da SANIM per
pagare l’acquisto degli immobili delle
Aziende sanitarie.
L’operazione, così come denominata, del
patrimonio indisponibile delle ASL e
l’operazione di cartolarizzazione dei crediti
derivanti dai contratti di locazione, sono
quindi strettamente connesse tra di loro. Il
pagamento dei canoni di locazione
rappresenta infatti il flusso a garanzia del
rimborso degli obbligazionisti alle varie
scadenze da parte di Cartesio Srl, che come
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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società veicolo non ha ulteriori introiti oltre
quelli derivanti dai crediti cartolarizzati.
Alla luce di tale ricostruzione del corpo
contrattuale SANIM, appare evidente come
sotto il profilo finanziario, l’obbligazione
principale dell’operazione sia costituita dai
canoni di locazione che la Regione Lazio, per
effetto del mandato irrevocabile, è tenuta a
pagare semestralmente a Cartesio Srl e
pertanto agli investitori.
L’obbligo di pagare il canone prescinde
quinti dal cespite patrimoniale, che
rappresenta il presupposto della
cartolarizzazione stessa. Gli immobili
interessati alla cartolarizzazione
rappresentano, tuttavia, una forma di garanzia
collaterale all’operazione. Possono quindi, in
termini generali, e vengo alla risposta precisa
alla domanda, essere effettuati due ordini di
intervento in relazione alla struttura
dell’operazione SANIM: un’operazione di
natura complessiva, che prevede il riacquisto
dei titoli obbligazionari collocati da Cartesio,
e la contestuale chiusura dei contratti derivati
stipulati nel 2003 e quelli tuttora sussistenti;
b) un’operazione di natura parziale, che
preveda, attraverso l’individuazione di
diverse forme di collateralizzazione, lo
svincolo di alcuni immobili non più destinati
ad uso sanitario e/o suscettibili di politiche di
valorizzazione pubblica, dal sistema di
garanzia dell’operazione, mantenendo al
contempo intangibile l’operazione sotto il
profilo finanziario e conseguentemente
l’obbligo di corrispondere i canoni semestrali
a Cartesio.
Allo stato attuale, l’unico intervento che si
profila sostenibile sotto il profilo economico
e finanziario è quello di cui al punto b),
quindi la sostanziale diversa individuazione
di una forma di collateralizzazione che faccia
una sostituzione del bene a garanzia. Tale
iniziativa, finalizzata a ricercare una
maggiore flessibilità nell’utilizzo degli
immobili attualmente in proprietà di SANIM,
consentirebbe, peraltro, di contemperare
un’equa valorizzazione dei cespiti che
attualmente si trovano cristallizzati
nell’ambito della struttura contrattuale di
SANIM, con le esigenze di contenimento
della spesa pubblica.
Spero di essere stata sufficientemente
chiara. È un po’complesso, però penso che…
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.
Ne ha facoltà.
PERILLI (M5s). Presidente, la ringrazio.
Assessore, sono degli obiettivi, perché
anche comprare e ricomprare i titoli
obbligazionari, se non si entra un po’più
nello specifico nella possibilità di farlo…
Poi sulla questione dei mutui è importante
sapere se c’è la possibilità di ridurre. Questo
forse non ho colto se è possibile o meno
farlo.
Parlavo dell’ospedale San Giacomo al
quale la Regione continua a pagare un canone
d’affitto di 4 milioni di euro l’anno. È chiuso
l’ospedale. Si dovrebbe provvedere su questo
aspetto, tant’è vero che anche su questo
abbiamo presentato un esposto alla Corte dei
conti, oltre ai lavori, agli interventi che
vengono fatti su questa struttura.
A me risulta, e potrebbe essere errato – non
so se risulta anche all’Assessore – che il San
Giacomo è stato venduto, cioè la questione
della cartolarizzazione riguarda questa
struttura come tutte le altre. Alcuni sono dei
fondi lussemburghesi, portoghesi. Io non so
come si farà a ricostruire tutta la filiera,
Assessore, e se sarà possibile.
Sono soddisfatto del fatto che è stata
accolta questa interrogazione, come lei stessa
ha riconosciuto, come strada corretta per
poter procedere, però ci riserviamo di
analizzare passo passo le scelte che verranno
fatte da questa Amministrazione, di
monitorarle e di presentare eventuali atti
successivamente.
Intanto la ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie.
Richiamo al Regolamento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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consigliere Storace. Ne ha facoltà.
STORACE (LaD). Presidente, io apprezzo
molto la qualità delle risposte dell’assessore
Sartore a interrogazioni così precise, però
vorrei capire se sarò costretto a presentare
una proposta di modifica del Regolamento
perché un question time di mezz’ora è
inaccettabile. Io credo che gli Assessori
debbano capire che hanno i loro tempi, i
Consiglieri hanno i loro tempi. Si sceglie un
altro strumento, ma stiamo uccidendo il
question time.
PRESIDENTE. Stiamo cercando di rimanere
all’interno dei cinque minuti, tre più due.
Questa è l’unica eccezione. Ha ragione,
questa è uscita fuori dal normale canone.
Interrogazione a risposta immediata n. 437
del giorno 30 giugno 2016, proposta dal
consigliere Abbruzzese concernente:
“Iniziative per il sostegno al reddito in
favore dei disoccupati, inoccupati o
precariamente occupati della Provincia di
Frosinone”.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.12, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 437 del giorno 30 giugno 2016,
proposta dal consigliere Abbruzzese
concernente: “Iniziative per il sostegno al
reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o
precariamente occupati della Provincia di
Frosinone”.
Questo question time è spostato alla
prossima seduta e va ad aggiungersi ad altri
question time presentati dal Gruppo di Forza
Italia.
Interrogazione a risposta immediata n. 467
del giorno 21 settembre 2016, proposta dal
consigliere Righini concernente: “Chiusura
PIT (Presidio integrato territoriale) PPI
(Punto di primo intervento) Ladispoli”.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.13, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 467 del giorno 21 settembre
2016, proposta dal consigliere Righini
concernente: “Chiusura PIT (Presidio
integrato territoriale) PPI (Punto di primo
intervento) Ladispoli”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Righini.
Ne ha facoltà.
RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente.
Le recenti notizie che vedono comunicati in
ordine all’ipotesi di chiusura del PIT, quindi
del punto di primo intervento nel Comune di
Ladispoli, è una questione che ha allarmato
non solamente gli amministratori e i cittadini
dei Comuni di Cerveteri e Ladispoli, ma
anche tanti cittadini della Regione che lì
vanno a trascorrere le vacanze e che vedono
in questo punto di primo intervento uno dei
punti più impegnati in particolare durante la
stagione estiva, proprio in ragione della
presenza che nel resto dell’anno interessa una
popolazione di quasi centomila abitanti e che
ovviamente la vede raddoppiarsi se non
triplicarsi durante la stagione estiva.
Il PIT di Ladispoli è un PIT che ha al suo
interno anche un’auto medicalizzata del 118,
un punto di elisoccorso che svolge funzioni
soprattutto nel periodo estivo ove se ne
presenti la necessità e impiega – dato questo
secondario, ma sicuramente non trascurabile
– venti operatori non ancora stabilizzati, che
ovviamente, in caso di chiusura del PIT,
vedrebbero definitivamente tramontare la
loro opportunità di stabilizzazione.
Noi vorremmo capire in ragione di quali
logiche si agisce. All’interno dell’atto
aziendale della Roma F non ho rinvenuto
ipotesi di chiusura di un PIT. Peraltro, come
l’Amministrazione sa, la ASL RM/F ormai è
dotata di un unico presidio ospedaliero, che è
quello di Civitavecchia.
Ha visto ridimensionato – è un eufemismo
– l’ospedale di Bracciano. Sono rimasti un
paio di presidi in quella parte di provincia di
Roma e di Regione, che vede il PIT di
Ladispoli svolgere una funzione
fondamentale.
Vorremmo capire in ragione di quale logica
si può ipotizzare questa chiusura, anche alla
luce del fatto che negli atti programmatori,
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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negli atti aziendali che noi abbiamo
esaminato in Commissione e peraltro ancora
siamo in attesa degli aggiornamenti che
l’Amministrazione Zingaretti si era
impegnata a produrre, non è rinvenibile
alcunché riguardo a questa ipotesi, che io
spero sia scongiurata nella risposta
all’interrogazione. Non credo che la mia
illustrazione richieda più tempo, così come la
risposta dell’Amministrazione spero che
formuli un chiaro “no” rispetto a questa
ipotesi di chiusura del PIT di Ladispoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. È utile ricordare che i
Punti di primo intervento, pur essendo una
rete d’emergenza, si rivolgono ai cittadini che
non presentino necessità di interventi di
particolare complessità clinica e tecnologica.
Le funzioni dei Punti di primo intervento
sono contenute, elencate e normate nel
Regolamento recante “Definizione degli
standard qualitativi, strutturali, tecnologici e
quantitativi relativi all’assistenza
ospedaliera” del DM n. 70 del 2 aprile 2015,
che norma anche la loro attività, collocazione
e l’evoluzione del funzionamento in virtù
delle caratteristiche proprie di tali punti.
In particolare, quello di Ladispoli, afferente
territorialmente all’ASL Roma 4, ex RM/F,
rientra nell’attuale fase di transizione
propedeutica al compimento di quanto
richiesto nel decreto ministeriale.
Quindi, sulla base di queste premesse, la
Direzione regionale salute e integrazione
sociosanitaria, in data 21 settembre, ha
richiesto a tutte le ASL in cui sono attivi i
Punti di primo intervento di dare corso agli
adempimenti richiesti e sollecitati dal tavolo
tecnico interministeriale per la verifica degli
adempimenti e anche di avanzare apposite
proposte, sulla base delle quali emanare
adeguati provvedimenti e riorganizzare la
struttura; sapendo che sono presenti sul
territorio della postazione 118, attiva 24 ore,
che si avvale anche di elisuperficie, questi
medici continueranno a prestare il proprio
intervento di assistenza alla popolazione in
virtù anche del potenziamento in ordine ad
attrezzature, tecnologie e servizi offerti dalla
Casa della salute.
Quindi, di fatto, Consigliere, si tratta di una
riorganizzazione, non di una chiusura e
nemmeno di un depotenziamento. Inoltre, i
centri di Civitavecchia e Bracciano, che
distano − come lei sa − all’incirca 20
chilometri e 30 chilometri da Ladispoli,
essendo dotati entrambi di strutture
ospedaliere, possono sopperire alla domanda
di eventuale emergenza. In questi centri,
comunque, continueranno ad operare i medici
per la continuità assistenziale, che hanno
garantito da sempre le attività del servizio
con professionalità e competenza.
Quindi, rispetto a questa possibilità di
riorganizzazione, di fatto, la funzione del
Punto di primo intervento non viene minata,
perché l’assistenza è assicurata con questa
possibilità di organizzazione. Dall’altra parte,
per eventuali emergenze, c’è sia la possibilità
di utilizzare l’elisuperficie che la distanza di
due presìdi ospedalieri.
(Segue t. 2)
RIGHINI (FdI). Ovviamente, Presidente, non
sono affatto soddisfatto di questa risposta.
L’assessore Buschini ha impiegato due
minuti e quaranta secondi per ricordarci una
normativa, che già conoscevamo, sulle
funzioni che svolgono i Punti di primo
intervento, raccontandoci la solita bella
favoletta, ovvero che non è una chiusura, ma
è una riorganizzazione di servizi.
Assessore Buschini, le Case della salute
non sono nelle condizioni di svolgere il ruolo
che voi ritenete di poter loro assegnare. Sono
dei poliambulatori che non sono in grado di
prestare gli interventi di emergenza che
garantiscono i Punti di primo intervento, che
sono a tutti gli effetti dei pronti soccorso.
Queste funzioni non possono essere
adempiute e svolte dalle Case della salute.
Sono altra cosa.
Voi state sottraendo un importantissimo
presidio sanitario, da parte della Provincia,
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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oggi area metropolitana di Roma, già di per
sé ampiamente mortificato dalle scelte di
pianificazione sanitaria. L’ospedale di
Civitavecchia dista qualche chilometro. Le
strade sono ad elevatissimo transito
veicolare, quindi presentano sempre traffico.
È difficilmente raggiungibile l’ospedale di
Civitavecchia da Ladispoli e Cerveteri.
La postazione di elisoccorso non è in grado
di assicurare gli interventi di primo soccorso
di cui necessitano comuni che assommano
centinaia di migliaia di abitanti.
Era un presidio sanitario che
l’Amministrazione Zingaretti ha inteso
sottrarre ai cittadini di quella provincia. È ora
che le cose vengano chiamate con il loro
nome e il loro cognome: voi state chiudendo
un presidio sanitario in una parte dell’area
metropolitana di Roma, all’interno di una
ASL già mortificata, che penso non abbia più
ragione di esistere a questo punto, perché di
fatto si riduce ad un unico ospedale.
Accorpatela con qualche altra ASL romana.
Avete deciso di saccheggiare il territorio
rispetto ai punti di soccorso e di emergenza.
Io capisco ridimensionare gli ospedali, ma
sottrarre punti di prima emergenza a cittadini
della nostra regione è un gesto inqualificabile
e inaccettabile. Le posso assicurare che la
reazione in quel territorio sarà durissima e
l’opposizione che verrà fatta rispetto alla
chiusura del PIT di Ladispoli comporterà
anche reazioni di carattere territoriale e
manifestazioni e occupazioni di strade statali,
finché non tornerete indietro rispetto a questa
scelta scellerata.
Interrogazione a risposta immediata n. 476
del giorno 30 settembre 2016, proposta dal
consigliere Aurigemma concernente:
“Dismissione PPI CTO”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.19, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 476 del giorno 30 settembre
2016, proposta dal consigliere Aurigemma
concernente: “Dismissione PPI CTO”.
Per affinità di argomento, io direi di
concludere gli argomenti dei punti di primo
intervento, visto che c’è un altro question
time, che è il 476.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Io sarò ancora più
breve perché, oltre ad associarmi, assessore
Buschini, alle parole del collega Righini, il
fatto più grave, presidente Leodori, è quanto
accaduto all’interno della Commissione
Sanità. Non più tardi di due settimane fa,
all’interno della Commissione Sanità, prima
di entrare nel merito del parere da dare
all’incarico del fu dottor D’Urso, che poi
giustamente, vista la situazione della sanità
nel Lazio, ha pensato di abbandonare la nave
che affonda, abbiamo posto questo problema
al dottor D’Amato, e nello stenografico della
Commissione il dottor D’Amato ha
dichiarato – se non ricordo male, presidente
Storace – che i punti di primo intervento non
andavano chiusi, ma venivano riformulati sul
territorio.
Assessore Buschini, la inviterei più che a
una lettura del testo che gli hanno dato a un
ragionamento molto semplice. I punti di
primo intervento nascono nel 2011 a fronte
della chiusura di ospedali o di reparti per
cercare di dare assistenza al territorio. C’è un
decreto ministeriale che fa riferimento al
numero di accessi e dice di garantire punti di
primo intervento di almeno 6.000 accessi
l’anno, e i punti di primo intervento a cui fa
riferimento il collega Righini è un tratto che
va da Cerveteri a Ladispoli e a Santa
Marinella, che ad oggi sono 150.000 e che
nel periodo estivo sfiorano le 500.000
persone, mentre quello del CTO, che è
oggetto dell’interrogazione, fa oltre 13.000
accessi l’anno e per la precisione tutti i codici
bianchi, verdi e gialli del Sant’Eugenio
vengono traslati con ambulanze all’interno
del CTO o del punto di primo intervento del
CTO.
Oggi, al di là delle rassicurazioni del dottor
D’Amato, che puntualmente vengono
smentite oggi, quindi chiederemo nel
Consiglio straordinario, Presidente, che
faremo sulla sanità anche se il modo di
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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raffrontarsi con l’Aula è quello di continuare
a prendere in giro i Consiglieri e i cittadini, e
questa volta casomai porteremo un notaio,
presidente Storace, perché penso che neanche
lo stenografico o quello che viene dichiarato
all’interno dell’Aula ha più un valore, quindi
nel Consiglio straordinario verremo non solo
con la macchina della verità ma anche con un
notaio che certificherà quanto detto da
autorevoli dirigenti della Regione Lazio, e
quello del CTO oggi con la chiusura i 13.000
accessi che sono stati fatti nel 2015 e 15.000
già raggiunti nel 2016 verranno traslati su
due pronti soccorsi che già sono nel caos,
quello del Sant’Eugenio e quello del San
Giovanni.
Allora, a fronte delle rassicurazioni di
D’Amato, a fronte di una lettera che va a
smentire quanto detto dal dottor Mantini,
firmata dallo stesso D’Amato, che, anche se
con notevoli capacità – io l’ho letta –,
nonostante le mie origini, ho difficoltà a
comprenderla perché è scritta in un metodo
democristiano un po’blando, che non lascia
intendere quello che si vuole fare. Io invito
lei a capire qual è l’intendimento
dell’Amministrazione.
Quanto a chiudere i punti di primo
intervento, so che sono stati tutelati quelli
della provincia di Frosinone, di questo mi
compiaccio, e mi fa piacere perché si vede
che anche lei condivide la mia
preoccupazione e giustamente si è battuto per
la sua terra ed è riuscita a salvaguardarli.
Però io mi domando: e quanto a quello di
Sabaudia, a quello del CTO, a quello di
Ladispoli, a quello di tutte le altre zone (sono
tredici, nel Lazio), che svolgono attività che
non è prettamente quella della Casa della
Salute? Andare in un punto di primo
intervento con codice bianco, verde o giallo,
è cosa diversa che andare alla Casa della
Salute. Ma soprattutto, chiudendo questi
punti di primo intervento, noi non facciamo
altro che far confluire centinaia di migliaia di
accessi all’interno dei pronto soccorso dei
nostri ospedali che sono già al collasso, senza
portargli un supporto di personale,
un’integrazione, o un qualcosa in più. Come
intende, questa Amministrazione, andare a
avanti, a furia di tagli, di scure, che tra l’altro
non vengono confortarli neanche da un
risanamento del bilancio?
Dopo il comunicato del “signor Regione”,
che ha scritto che devo leggere meglio, ho
letto approfonditamente i numeri della
relazione del MEF. Non so se l’assessore
Sartore avrà avuto modo di vedere anche lei,
ma qualche rilievo c’è. Addirittura, il MEF
sta aspettando ancora le risposte a dei rilievi
avanzati sul bilancio della sanità del 2013 e
2014 (è scritto a pagina 145). Nel primo
capoverso, che ho imparato quasi a memoria
(sono due pagine), seguendo il consiglio del
“signor Regione”, si fa riferimento a un
aumento del deficit sanitario nel quarto
trimestre, che passa, se non sbaglio, da 355 a
379 milioni; a dei ritardi dovuti al mancato
adempimento ai termini europei sul
pagamento dei fornitori, problematiche sugli
accreditamenti.
Adesso non vorrei, con la chiusura dei
tredici punti di primo intervento, vista anche
la mancanza di rispetto istituzionale, perché
la gente ormai entra in Commissione o in
Aula, prendendo impegni, dicendo “non vi
preoccupate, il 28 febbraio 2016 faremo la
Delrio, il 28 porteremo il Collegato, i punti di
primo intervento non chiudono”… Non
costringeteci a fare le sedute del Consiglio
regionale così a cadenza, davanti al punto di
primo intervento di Ladispoli, oppure davanti
al punto di primo intervento del CTO della
Garbatella, a quello di Sabaudia o a quello di
qualsiasi altra provincia o territorio che verrà
privato di un presidio fondamentale.
Io le rivolgo un invito, Assessore, visto che
lei più volte ha mostrato responsabilità e
appartenenza anche alle Istituzioni: noi non
creiamo un disagio, con queste chiusure, noi
rischiamo di creare dei morti. La sanità è un
diritto garantito dalla nostra Carta
costituzionale. Voi state andando in barba
alle norme più elementari di tutela e
salvaguardia della salute dei nostri cittadini
della Regione. E questo noi non glielo
consentiremo, né con le buone e neanche con
le cattive.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
14
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. Consigliere, nel
question-time precedente, il consigliere
Righini ha ritenuto inutile spiegare di nuovo
qual è la funzione del punto di primo
intervento, ma probabilmente occorre
ribadirlo ancora.
La funzione del punto di primo intervento
non è quella di un piccolo pronto soccorso,
ma è un’altra, e non è quella che lei ha
attribuito nella sua spiegazione
dell’interrogazione.
Il punto di primo intervento è una forma di
assistenza. Per le emergenze vi è un’altra
funzione, cioè quella del puro pronto
soccorso.
Comunque, con decreto del commissario
ad acta n. 412 del 26 novembre, cioè la
riorganizzazione della rete ospedaliera, è
stata prevista l’integrazione funzionale tra i
presidi ospedalieri Sant’Eugenio e CTO,
nell’ambito dell’ASL Roma/C come DEA di
primo livello.
Nell’ambito della programmazione
sanitaria, considerando anche l’evento
giubilare, si è deciso che il presidio CTO
mantenesse un’attività di pronto soccorso.
Nell’anno 2015 si sono riscontrati presso il
pronto soccorso del CTO 32.153 accessi sia
con mezzi privati sia con ambulanze, circa
900 dell’ARES 118.
L’elevato numero di accessi e la
connotazione dell’ospedale come struttura di
riferimento ortopedica e traumatologica ha
spinto la ASL Roma 2, in accordo con la
Direzione regionale salute e politiche sociali,
a prevedere nel nuovo atto aziendale la
presenza di un pronto soccorso specialistico
traumatologico al CTO, come previsto anche
nel DM 70/2015 nell’ambito del DEA
Sant’Eugenio CTO.
Il pronto soccorso specialistico porta
inevitabilmente ad un aumento dell’attività
del presidio ospedaliero e di conseguenza a
una sua più veloce riqualificazione come
struttura ortopedica e riabilitativa di
riferimento. Le funzioni mediche attualmente
svolte nel punto di primo intervento saranno
ricomprese nell’ambito del pronto soccorso e
gestite attraverso gli specialisti che già
operano in esso – Consigliere, lei vuole
essere ascoltato, ma la prego di fare la stessa
cosa – anche con l’attivazione del percorso
dedicato ai codici bianchi, verdi e
deambulanti.
Gli internisti garantiranno anche le attività
di supporto al ricovero. Questa è una
decisione che non prevede alcun taglio di
funzioni e di assistenza. Gli stessi specialisti
continueranno a svolgere il loro lavoro. Lo
faranno nell’ambito dell’attività del pronto
soccorso e quindi non vi è nessun tipo di
taglio di assistenza ai cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.
(Segue t. 3)
AURIGEMMA (PdL-FI). Volevo ringraziare
l’assessore Buschini per la lectio magistralis
sul punto di primo intervento, però insomma
penso che non si offenderà se spiego come
funziona un pronto soccorso.
Un pronto soccorso è fatto di numerosi
codici, da quello rosso delle emergenze a
quello giallo, verde e bianco.
Quando in un pronto soccorso, non so se lei
ha avuto modo, io in questi tre anni ne ho
visitati parecchi, si vedono quarantaquattro
codici bianchi, sessantasette codici gialli e
trentatré codici verdi, che sono quelli che
esattamente ci sono oggi, questa mattina, per
esattezza mezz’ora fa, e i medici stanno
operando su questi codici, quando arriva
l’emergenza difficilmente riesce ad avere
risposta nell’immediato. Se poi, a questi
codici, aggiungiamo anche la chiusura del
punto di primo intervento di CTO della
Garbatella diventa ancora più complicato
dare risposte nell’immediato alle emergenze.
Da qui nel 2011 il legislatore ha ritenuto
opportuno creare punti di primo intervento,
per far defluire le persone che hanno
patologie meno gravi all’interno dei punti di
primo intervento e consentire al personale
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
15
medico che dovrebbe stabilizzare le
emergenze, e oggi lei sa benissimo che il
personale medico dei pronto soccorsi non fa
solo quello, perché mentre stabilizza le
emergenze controlla anche i pazienti che
sono obbligati a stare qualche giorno
all’interno dei corridoi dei pronto soccorso
per mancanza di posti letto. Quindi, il medico
del pronto soccorso fa le emergenze, e le
stabilizza, poi fa il medico di corsia perché
controlla giornalmente cosa fanno i pazienti o
come stanno i pazienti all’interno dei
corridori del pronto soccorso e adesso deve
avere un sovraccarico di codici verdi, bianchi
e gialli.
Da qui nasce la preoccupazione del
sottoscritto, ma penso anche di gran parte
delle categorie sindacali che riguardano i
medici, anche quella che era una volta
cittadinanza attiva all’interno delle strutture
mediche e ospedaliere, perché venivano
attivamente portate avanti delle battaglie
dall’allora Presidente che oggi
fortunatamente copre un ruolo diverso e
quindi ha esigenze diverse da controllata è
diventata controllore e quindi va tutto bene,
in questo contesto non ha senso continuare a
leggere note, perché se il punto di primo
intervento è stato fatto ed è stato portato
avanti da questa Amministrazione
parallelamente al pronto soccorso ortopedico,
perché il CTO ha un pronto soccorso
ortopedico, chi ha scritto queste baggianate
che viene tutto quanto confluito all’interno,
quindi non cambia nulla, se non cambia
nulla, lasciate tutto invariato: punto di primo
intervento al CTO e pronto soccorso
ortopedico al CTO.
Siccome cambia molto, verrà chiuso il
Punto di primo intervento, naturalmente dopo
una serie di battaglie... Perché noi dalla
prossima settimana andremo anche, con le
testate giornalistiche locali, a visitare tutti i
punti di primo intervento, da Ladispoli a
scendere giù, anche organizzando, con le
dovute autorizzazioni, dei gazebo all’esterno
di queste strutture per raccogliere le firme
non solo dei pazienti che arrivano, ma anche
del personale medico, che è ancora più
allarmato, ma non tanto quelli del Punto di
primo intervento. È allarmato il personale
medico del pronto soccorso del San
Giacomo, del San Giovanni, del pronto
soccorso del Sant’Eugenio, che sono già al
collasso. Vedersi arrivare altri 13.000 accessi
durante l’anno porterebbe alla paralisi totale
dei pronto soccorsi.
Quindi, se non cambia nulla, Assessore, io
la invito a intervenire all’interno delle
strutture regionali per lasciare tutto invariato.
Lascia il Punto di primo intervento del CTO
e il pronto soccorso ortopedico del CTO. Il
pronto soccorso del CTO... Lei si è
dimenticato di dire la parolina magica:
“pronto soccorso ortopedico”, cioè lì ci va
chi ha problemi perché si è slogato una
gamba, si è rotto un braccio. Riguarda
l’Ortopedia, ma il codice bianco, verde,
giallo, che non riguarda Ortopedia, andrà a
intasare i già intasati pronto soccorsi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere
Aurigemma.
AURIGEMMA (PdL-FI). Una cortesia.
PRESIDENTE. Prego.
AURIGEMMA (PdL-FI). È possibile avere
uno stenografico delle due interrogazioni che
riguardavano...
PRESIDENTE. Certo. Assolutamente sì.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 468
del giorno 21 settembre 2016, proposta dai
consiglieri Blasi e Perilli concernente:
“Bando per organizzazione e svolgimento del
Festival di Letteratura breve FLEB
finanziato con fondi regionali”.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.14, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 468 del giorno 21 settembre
2016, proposta dai consiglieri Blasi e Perilli
concernente: “Bando per organizzazione e
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
16
svolgimento del Festival di Letteratura breve
FLEB finanziato con fondi regionali”.
L’interrogazione n. 468 è rinviata, credo.
Consigliera Blasi? È rinviata.
Interrogazione a risposta immediata n. 472
del giorno 23 settembre 2016, proposta dal
consigliere Santori concernente: “ATER di
Roma − Criteri per la gestione e lo stralcio
di parte dei crediti vantati nei confronti di
varie associazioni ed ipotesi di danno
erariale”.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.16, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 472 del giorno 23 settembre
2016, proposta dal consigliere Santori
concernente: “ATER di Roma − Criteri per la
gestione e lo stralcio di parte dei crediti
vantati nei confronti di varie associazioni ed
ipotesi di danno erariale”.
Risponderà l’assessore Buschini.
È stata presentata dal consigliere Santori.
(Interruzione di un Consigliere)
È stata rinviata la n. 468, la n. 14
dell’elenco.
Ha chiesto di parlare il consigliere Santori.
Ne ha facoltà.
SANTORI (FdI). Grazie, Presidente.
Auspico che l’assessore Buschini sia
andato a leggere la risposta che, su un tema
simile... Questa è la puntata n. 2 che riguarda
i criteri per la gestione e lo stralcio di parte
dei crediti vantati nei confronti di varie
associazioni ed ipotesi di danno erariale.
Io spero che sull’interrogazione precedente,
del 16 luglio 2015, la n. 228, dove il
sottoscritto evidenziava una non lineare
procedura di stralcio da parte dei crediti
vantati nei confronti di un’associazione, in
cui si prefigurava un chiaro danno erariale...
Mi rispose l’assessore Refrigeri, il quale
affermava – ed è a verbale del Consiglio − di
aver già provveduto ad una dettagliata
richiesta di informazioni presso l’ATER circa
l’evoluzione del caso specifico e sarebbe
stata sua cura informare il Consiglio
regionale, cosa che non è assolutamente
avvenuta, perché qui Refrigeri di chiacchiere
ne ha fatte tante.
Il punto è proprio che nell’ultimo trimestre
sono state poste le basi per una serie di atti di
transazione da parte dell’ATER di Roma con
alcune associazioni, con soggetti
caratterizzati da elevate morosità, giungendo
ad un accordo transattivo. Quindi, “mi devi
dare 80”; loro hanno transato: “Me ne dai 30
e chiudiamo la partita”. Siccome è la seconda
transazione che fa l’associazione Gay Help
Line per un locale a Testaccio, una
transazione che si basa, sostanzialmente, su
dei lavori fatti da questa associazione Gay
Help Line, lavori, peraltro, abusivi... Quindi,
l’ATER ha fatto pagare anche una multa, una
scrittura privata tra l’ATER di Roma e
l’associazione in qualità di locataria. Doveva
dare, sostanzialmente, quasi 232.000 euro.
Che cosa ha fatto l’ATER? Ha chiesto
30.000 euro a saldo e stralcio, a transazione
dei reciproci rapporti di credito-debito, e il
locatario, poi, provvedeva a tale pagamento
in via dilazionata. Poi, che cosa è successo?
Dal punto di vista aritmetico, come scrissi
nella scorsa interrogazione, di fatto, ha sanato
68.000 euro.
Che cosa è avvenuto in questi mesi? Non
contenti, c’è stata la seconda transazione:
“Vabbè, non hai pagato prima. Adesso
rifacciamo un’altra transazione”, perché
comunque chi non paga viene premiato
dall’ATER di Roma, che è di gestione della
Regione Lazio e di diretto controllo del
presidente Zingaretti. Altri 86.000 euro,
40.000 euro e chiudiamo la partita. Questo è
il modo di gestire l’ATER, a mio avviso,
vergognoso perché di fatto si arriva a questo
tipo di transazioni.
Abbiamo inoltre scovato, tra i documenti
dell’ATER, altre sei procedure transattive
che sono state fatte, per complessivi 119.000
euro, quasi 120.000 euro, che di fatto
vengono abbonati. L’associazione è sempre
la stessa Rome University of Fine Arts
(RUFA), peraltro di queste cinque immobili
sono di questa associazione e uno del
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
17
professor Alfio Mongelli, quindi sta in un
immobile dell’ATER, che è il legale
rappresentante della RUFA. Anche lui
176.000 euro richiedeva come danni
all’ATER perché, a causa degli allagamenti,
gli si erano rovinate tutta una serie di
attrezzature e opere d’arte dentro la struttura.
Allora, piove negli immobili dell’ATER, i
nostri cittadini si stanno devastando sotto il
profilo della salute, però noi al professor
Alfio Mongelli gli facciamo una transazione
perché gli abbiamo rovinato i quadri, però la
vita delle persone non viene assolutamente
transata, anzi non viene proprio considerata
da questa Amministrazione.
Quindi, tutti i soggetti sempre appartenenti
a questa realtà hanno raggiunto un accordo
transattivo invece che, come abbiamo detto,
320.267 euro gliene danno 200.000, e quindi
diciamo che chiudiamo la partita con 120.000
euro in meno.
Anche qui poi non so se ci sono stati altri
accordi transattivi, comunque queste sono le
operazioni che vengono fatte dentro l’ATER,
ma vengono fatte grazie all’ingegnere Stella
Marino, che è un ex assessore della Giunta
Marino, che di fatto è tornata all’ATER e ha
ricevuto, per uno spostamento interno
all’azienda, addirittura una determinazione
dirigenziale, quindi gli hanno acchitato
(come si dice a Roma) una bella carriera da
semplice impiegato e tecnico fino ad arrivare
a diventare dirigente grazie, appunto, a
queste operazioni. E io questa già l’ho
contestata con un’interrogazione recente,
perché il Direttore dell’ATER di Roma ha
fatto una bella determinazioni direttoriale il 9
agosto, proprio sotto ferragosto, per dire che
questa signora è bravissima, per cui la
spostiamo di uffici, per anni ha fatto questi
lavori, e quindi le ha riconosciuto i
sovramansionamenti e quindi di fatto avrà
l’opportunità di diventare con un nulla
dirigente dell’ATER.
Quindi che cosa avviene? Avviene che alle
associazioni amiche sembrerebbe che sia
stato fatto – poi sentiamo l’Assessore –
questo tipo di situazioni che si sono verificate
all’interno dell’ATER, mentre abbiamo,
come sappiamo, nei confronti di tanti
cittadini, regolari assegnatari di alloggi, che a
causa di gravi difficoltà economiche versano
in uno stato di morosità e ben potrebbero
aspirare a questo accordo transattivo con
l’ATER di Roma al fine di non rischiare di
perdere l’assegnazione dell’immobile,
soprattutto perché nel loro caso c’è in gioco
la casa.
Questa è, secondo me, un’azione che deve
essere fatta nei confronti di questi cittadini,
regolari assegnatari, e non queste azioni
transattive che di fatto sono fatte solo per
alcuni e non per altri, peraltro.
Alla luce di tutto ciò chiedo, in risposta
anche alla precedente interrogazione rispetto
a quanto aveva fermato Refrigeri, se non
ritiene improcrastinabile la necessità di un
intervento della Corte dei conti e, quindi, una
trasmissione degli atti alla Corte dei conti
tesa a valutare ogni ipotesi di danno erariale
in relazione alla gestione del patrimonio
ATER di Roma, riguardo alla legittimità
degli accordi transattivi posti in essere anche
nei confronti di controparti già morose, tutto
ciò a tutela degli interessi di tanti cittadini
che sono in questa stessa situazione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, consigliere Santori.
Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini.
Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. Sulle questioni
dell’interrogazione, la Direzione
Infrastrutture e politiche abitative ha
predisposto una nota con richiesta all’ATER
di chiarimenti, e in particolare i chiarimenti
sono stati richiesti su due specifiche
questioni, quella relativa a un successivo atto
di transazione, citato nell’interrogazione,
stipulato tra ATER del Comune di Roma e
Gay Help Line e il relativo versamento di una
somma onnicomprensiva di 40.0000 euro,
asseritamente non congruo rispetto al credito
vantato di 86.213 euro, e quella relativa a un
atto transattivo stipulato in data 01/08/2016
tra ATER e Rome University of Fine Arts
(RUFA) che coinvolge un totale di sei unità
immobiliari, cinque delle quali attualmente
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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occupate senza titolo, per formale disdetta,
con morosità accertate.
Sulla base dei chiarimenti che perverranno,
ovviamente si riscontrano effettive
inadempienze e incongruenze da parte
dell’azienda interessata. La Giunta regionale,
in virtù dei poteri di vigilanza e controllo,
potrà valutare di intraprendere le eventuali
azioni di competenza, ferme restando le
dovute verifiche su eventuali anomalie
finanziarie e di bilancio da effettuarsi a cura
delle strutture regionali competenti in materia
di bilancio, anche in virtù della specifica
richiesta formulata dal consigliere Santori,
sulla necessità dell’intervento della Corte dei
conti per la valutazione di ogni ipotesi di
danno erariale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Santori per la replica. Ne ha
facoltà.
SANTORI (FdI). Io non so, Assessore, come
lei possa venire qui con la faccia linda e pinta
a dire queste cose.
Intanto, non mi prendete in giro perché
questa stessa risposta fu data nel 2015, a
luglio: si diceva “chiederemo spiegazioni
all’ATER”. Dove sono, allora, queste
spiegazioni? Il quaquaraquà dell’assessore
Refrigeri dove sta? Perché non è qui a
rispondere a quello che aveva detto
precedentemente? Voi siete dei
chiacchieroni!
Adesso voi dite che ci sono delle anomalie
sull’erario, dite che avete fatto questi sconti e
poi, l’altro ieri, avete rinnovato coloro che
hanno fatto questo! Avete dato un altro anno
di proroga a quel commissario, avete dato un
altro anno di proroga a quel direttore, e di
fatto per voi non cambia nulla. Voi dite “c’è
danno erariale, mo’ vediamo, chiederemo
spiegazioni…”: intanto però rinnovate a
coloro che fanno queste schifezze. È questo il
vostro atteggiamento: ma vergognatevi!
Veramente, la gente vi dovrebbe tirare i
pomodori per strada, perché questo è il modo
di gestire la pubblica amministrazione.
Rinnovate le cose a questa gente e poi dite
che voi li state controllando (dovreste
controllarli), che voi chiederete spiegazioni
alla Corte dei Conti: l’avete detto più di un
anno fa e nulla è accaduto, e continuano,
queste operazioni di transazione nei confronti
delle realtà amiche.
Voi, allora, ripeto, o mi date una risposta, e
vorrei che ci fosse una risposta da parte della
Giunta rispetto all’interrogazione precedente,
perché io posso capire che questa è stata
presentata il 23 settembre, voi avete chiesto
spiegazioni, anche se qui, in Aula,
ufficialmente l’assessore Buschini dice che si
prevedono, si vedono e si intravedono, fermi
restando i controlli che devono essere fatti
all’interno della Regione, delle questioni di
danno erariale. Però voi intanto avete
rinnovato a quelle persone, il 30 settembre
(quindi, presentata l’interrogazione il 23
settembre), i vertici dell’ATER.
Ripeto: dov’è la risposta alla precedente
interrogazione? Quella la voglio, perché voi
non potete venire qua a omettere quelle cose
che sono state dette precedentemente. Vorrei
che ci fosse intanto la lettera, e se non me la
trasmettete faccio un accesso agli atti, e va
bene, aspetteremo qualche altro tempo. Però
voglio la lettera di richiesta di chiarimento
sulla precedente transazione fatta col Gay
Help Line, perché è inaccettabile che non mi
venga data una risposta su quello che è
accaduto precedentemente. Poi andremo
avanti con le richieste di accesso agli atti,
anche tra un po’, per capire come l’ATER vi
ha risposto a questa ulteriore segnalazione.
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 473
del giorno 23 settembre 2016, proposta dal
consigliere Denicolò concernente:
“Immissione, ai fini del ripopolamento, di
fauna selvatica malata nel Comune di
Vasanello (VT)”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.17, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 473 del giorno 23 settembre
2016, proposta dal consigliere Denicolò
concernente: “Immissione, ai fini del
Atti consiliari Regione Lazio
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ripopolamento, di fauna selvatica malata nel
Comune di Vasanello (VT)”.
Ha chiesto di parlare la consigliera
Denicolò. Ne ha facoltà.
DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente. Al
fine di inquadrare la questione, devo
premettere che vi è stato un prelievo di
cinque fagiani, deceduti all’interno di una
voliera, all’inizio del mese di agosto, il 2,
esattamente, per un controllo campione.
Sono passati un mese e dieci giorni.
Dopodiché, l’ASL di Viterbo ha fatto una
nota scritta (protocollo n. 65770), con cui
rivelava che i cinque fagiani morti erano
malati di salmonella typhimurium GR04.
Informava i cittadini dei Comuni coinvolti –
parliamo del Comune di Vasanello in
provincia di Viterbo e Comuni limitrofi – di
attivarsi per predisporre cartelli segnaletici, e
chiunque responsabile di attivarsi
immediatamente. Infatti, immediatamente
risponde l’ATC Viterbo 2 lo stesso giorno,
con nota protocollare 291R16, chiedendo di
informare immediatamente i cacciatori sul
divieto assoluto di consumare la carne dei
fagiani abbattuti, visto il pericolo per la
salute umana e alla stessa maniera di
consegnare eventuali carcasse di animali
rinvenute al servizio veterinario, con gli
accertamenti che il caso richiede. Quindi, la
prima nota che mi sento di dire è che
abbiamo dovuto attendere un mese e dieci
giorni prima che si sapesse che questi capi
fossero malati e potenzialmente pericolosi
per la salute umana, ovviamente a causa del
consumo della carne di questi fagiani.
Con la nostra interrogazione chiediamo dei
chiarimenti alla Regione Lazio che è
competente, in quanto gli ambiti territoriali di
caccia, che esercitano i compiti di gestione
venatoria e faunistica, quindi anche il
ripopolamento dovuto al prelievo venatorio,
alla caccia, sono degli enti che gestiscono
queste attività in forma programmata insieme
agli Enti locali e la Regione ne è uno dei
principali finanziatori.
Speravo sinceramente di avere qui
l’assessore Hausmann – senza nulla togliere
all’assessore Buschini ovviamente – con il
quale magari si sarebbe potuto interloquire
anche sulla parte tecnica che indubbiamente
si cela dietro questa mia interrogazione.
Tuttavia, sono qui ad ascoltare adesso la
risposta dall’Assessore.
(Segue t. 4)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. La preoccupazione
del Consigliere interrogante in merito alla
tutela della salute umana a seguito degli
esami positivi svolti dall’ASL di Viterbo su
cinque capi della specie fagiano trovati morti
in una voliera per il ripopolamento nel
territorio del Comune di Vasanello sono da
ritenersi superati, in quanto l’episodio di
salmonella descritto è risultato essere
originato da salmonella non specifica delle
aziende aviarie e, come comunicato nella
nota al protocollo 68989 del 26.09.2016 della
ASL di Viterbo, si ritiene scongiurato il
pericolo di trasmissioni di salmonella ad altri
animali e all’uomo e pertanto sono stati
revocati i provvedimenti adottati
precedentemente che sono anche stati citati
nella interrogazione.
Per quanto riguarda le altre questioni poste,
occorre rilevare che gli ambiti territoriali di
caccia hanno predisposto e prodotto piani
triennali di utilizzazione del territorio,
specificando, per ogni stagione venatoria, i
programmi di immissione, introduzione e
ripopolamento di fauna selvatica. Questi
piani triennali sono stati trasmessi a suo
tempo alle Province e alla Città
metropolitana di Roma Capitale che avranno
la competenza in materia di controllo e di
operatività sugli ambiti territoriali di caccia.
Gli ambiti, a seguito della stima delle
consistenze delle popolazioni di fauna
selvatica presenti sul territorio di loro
competenza, redigono piani di ripopolamento
annuali e anche questi sono trasmessi alle
Province e alla Città metropolitana. Gli stessi
ambiti comunicavano alle Province e alla
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Città metropolitana di Roma le operazioni di
ripopolamento da effettuare con le date e i
relativi appuntamenti. Le Province e la Città
metropolitana, tramite il proprio personale,
provvedevano al controllo della fauna
selvatica da immettere e della
documentazione comprovante la provenienza
della stessa fauna immessa.
La Regione Lazio subentra alle Province e
alla Città metropolitana di Roma nella
gestione diretta della caccia e nel controllo
dell’operato degli ambiti territoriale di caccia
da marzo del 2016.
La Regione, attraverso le aree decentrate,
anche in carenza di personale, ha attivato
comunque il monitoraggio delle immissioni
di fauna selvatica comunicate da parte degli
ambiti territoriali di caccia.
Si fa presente che gli uffici regionali
possono controllare il numero dei capi di
fauna selvatica da immettere e la
certificazione a corredo degli stessi, che
appunto, su tutti, è la provenienza, il
controllo nelle voliere di stabulazione,
qualora presenti, ma non si può entrare nel
merito della scelta dell’allevamento fornitore
in quanto gli Ambiti territoriali di caccia,
nella loro autonomia gestionale, provvedono,
anche attraverso bandi, all’acquisto di fauna
selvatica da immettere nella modalità di
gestione degli animali e dell’ambiente, in
quanto questa scelta viene effettuata in base a
valutazioni tecniche da parte del personale
incaricato degli Ambiti territoriali di caccia
che hanno un’attinenza prettamente
territoriale.
Da ultimo, le operazioni per immettere
fauna selvatica nelle zone di ripopolamento e
cattura sono programmate e attuate dagli
ATC a seguito di valutazioni tecniche sulla
consistenza e sulla presenza delle
popolazioni. Di conseguenza, saranno svolte
azioni di verifica e controllo sull’attività
degli ATC, a partire dalla presentazione dei
prossimi piani triennali da parte degli stessi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per la
replica, la consigliera Denicolò. Ne ha
facoltà.
DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente.
Quanti minuti ho?
PRESIDENTE. Due.
DENICOLÒ (M5s). Peccato, perché in due
minuti di certo non si può raccontare che
cosa ho trovato andandomi a interessare degli
ATC. Adesso sono ben contenta che tutta la
competenza sia in capo alla Regione, così
possiamo iniziare, magari, a risolvere le varie
problematiche.
Stiamo celebrando un anno dalla mia
interrogazione, che non ha mai ricevuto
risposta, sullo stesso tema, a causa di un
sequestro di gabbie e voliere per fagiani, per
ripopolamento, operati nel Comune di Roma,
tra l’altro, a cura del NIRDA, il nucleo che si
occupa del benessere animale presso il Corpo
forestale. Tanto chi se ne importa: il Corpo
forestale ormai è andato, Assessore.
Gli ATC non presentano alcun tipo di
documentazione su queste attività. Mi
dispiace annunciare questa cosa, purtroppo.
Non sappiamo nulla sui costi del
ripopolamento, non sappiamo nulla sulle
aziende, ufficialmente, da dove vengono
acquistati questi capi, non sappiamo nulla
sull’attività di gestione dei luoghi dove questi
animali vengono messi prima di essere
reimmessi. È giusto anche che i cittadini
sappiano che questi Ambiti territoriali di
caccia devono comprare, a spese della
collettività, numerosi capi. Questi capi adesso
sono esclusivamente fagiani e lepri. Spesso e
volentieri, i fagiani e le lepri sono già in
condizioni penose, come già verificato dal
NIRDA, e vengono reimmessi in natura
senza avere la benché minima idea di dove si
trovino.
Quindi, questi animali sono destinati ad una
vita grama o, naturalmente, ad essere
immediatamente acchiappati, sparati dai
cacciatori, perché non sono in grado di
sostenere la vita in cattività. Questo per
quanto riguarda il benessere animale.
Per quanto riguarda, invece, i costi di tutto
questo, i costi di gestione degli ATC stessi...
Ricordo che l’anno scorso il presidente
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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dell’ATC Roma 1 è stato indagato per questo
sequestro. Io non so come sia andata a finire
questa cosa, però si tratta di argomenti,
Assessore, molto seri. Io capisco che lei non
possa riferire all’assessore Hausmann
(magari lo farò io), però noi ci stiamo
attivando per verificare se esistono dei danni
erariali. Il funzionamento di questi ATC − a
dir poco, nebuloso – si concretizza anche in
nomine di persone che sono presenti in più
ATC a svolgere compiti e mansioni direttive.
Quindi, maltrattamento degli animali,
potenziali danni alla salute umana, danno
potenziale erariale...
PRESIDENTE. Grazie, consigliera Denicolò.
DENICOLÒ (M5s). ...con le risorse
pubbliche. Mi sembra che questa questione
sia ben più grave di come delineata dalla sua
risposta.
Interrogazione a risposta immediata n. 475
del giorno 30 settembre 2016, proposta dal
consigliere Storace concernente: “Dimissioni
del direttore dell’Agenzia regionale di
Protezione civile e incarico ad interim a un
soggetto senza requisiti durante l’emergenza
terremoto”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
0.18, reca: Interrogazione a risposta
immediata n. 475 del giorno 30 settembre
2016, proposta dal consigliere Storace
concernente: “Dimissioni del direttore
dell’Agenzia regionale di Protezione civile e
incarico ad interim a un soggetto senza
requisiti durante l’emergenza terremoto”.
Ha chiesto di parlare, per l’illustrazione, il
consigliere Storace. Ne ha facoltà.
STORACE (LaD). Grazie, Presidente. Io
sono un po’imbarazzato su questa
interrogazione, perché vorrei capire se c’è un
virus in Regione che porta alla fuga di tutti i
dirigenti che via via nominate, come se vi
faceste prendere in giro da quelli su cui fate
battaglie per nominarli.
Non voglio, però, parlare di sanità,
altrimenti rischieremmo, dopo quello che ha
fatto D’Urso, di infierire su di voi. Mi chiedo
se c’è irresponsabilità, assessore Buschini, ai
vertici della Regione per quello che è
accaduto alla Protezione civile. Stiamo
parlando di un argomento maledettamente
importante. Credo che lo si possa definire, in
un’operazione sul sisma in cui Zingaretti ha
avuto anche il sostegno dell’opposizione ad
andare avanti a fare le cose, il primo passo
falso dell’Amministrazione. È inaccettabile
che si tolleri la fuga del Direttore della
Protezione civile nel momento
dell’emergenza terremoto. Non ne parla
ovviamente nessuno, se non un articolo che è
uscito per grazia ricevuta su Il Tempo, ma io
credo che davvero non si capisca qual è la
logica che vi porta a muovervi. Anche perché
la legge che ha istituito tutto quel che
conseguiva poi per la direzione del dottor
Tornatore l’abbiamo approvata in quest’Aula,
in questa legislatura, e pensavamo tutti quanti
di aver dato ampie garanzie al nuovo
management della Protezione civile, alla
nuova direzione, abbiamo, con la vostra
delibera di Giunta di agosto, incrementato
una serie di capitoli dell’agenzia in modo che
ci fossero altri cinque milioni di euro a
disposizione, e che succede il 9 settembre? Il
Ministro dell’interno comunica che dal 16
settembre – lo ripeto il Ministro dell’interno
– l’architetto Tornatore verrà ricollocato in
un posto di funzione del Corpo nazionale dei
Vigili del fuoco. Se ne va – se non sbaglio –
a Parma.
Allora, Assessore, che cosa succede? Che
Tornatore scrive a Zingaretti, pregandolo di
accettare la destinazione ad altro incarico.
Nel bel mezzo dell’emergenza terremoto,
Zingaretti dice: “Si accomodi pure”. Non va
al Viminale a rovesciare il tavolo del
Ministro dell’interno e a dirgli: “Che ti sei
messo in testa?”. Non soltanto dobbiamo
diventare una colonia dell’Emilia-Romagna
sulla sanità e sul terremoto, permettiamo
anche che dal Viminale ci portino via il
Direttore dell’Agenzia, e noi stiamo zitti, non
succede nulla, salvo andare ad Amatrice ogni
giorno a dire che “tutto va bene, madama la
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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marchesa!”.
Che cosa accade ancora? Mi aspetto che il
sostituto del Direttore della Protezione civile
sia un altro con gli stessi requisiti previsti
dalla legge. Manco per idea. Prendete il
Direttore della Centrale acquisti. Che c’entra
la Centrale acquisti con l’emergenza
terremoto? Se uno volesse vedere un film, la
Centrale acquisti è legata alle regole,
l’emergenza terremoto nega le regole.
Sempre così è stato. E ci mettiamo il
Direttore della Centrale acquisti? Quali sono
i requisiti che ha per l’incarico a cui l’avete
nominato, il dottor Acanfora? Quali sono i
requisiti per poter fare il Direttore della
Protezione civile? Non so nemmeno se abbia
mai acceso un cerino, se sa di che cosa
stiamo parlando, che cos’è un cratere.
Badate, “il soggetto al quale è assegnato
l’incarico ad interim – scrivete nella delibera
– deve essere in possesso degli stessi requisiti
del Direttore temporaneamente sostituito”. È
esattamente il contrario. Avete commesso un
abuso enorme, e lo state facendo su una
vicenda che ha emozionato l’Italia. Ieri è
andato il Papa ad Amatrice, e voi state
giocando con le nomine di cartone sulla
direzione della Protezione civile e c’è il
silenzio dei media.
Io qui, Assessore, ho già la sua risposta. Me
la sono scritta. So già quello che dirà. Non lo
dica. Perché davvero rischiamo di far danno
all’Amministrazione e alla sua credibilità. Io
credo che voi dobbiate revocare l’incarico
che avete appena conferito ad Acanfora,
sbrigarvi, e spiegare perché avete accettato le
dimissioni di Tornatore, che era legato a noi
da un contratto. Dice la nota – è nel
“considerato” della delibera – quello che ha
scritto Tornatore, perché era legato a un
contratto e adesso ne va a fare un altro,
chiedendo a Zingaretti di interrompere i
termini contrattuali. Zingaretti doveva dire di
no: “Prima fai il tuo dovere, sei un uomo
delle Istituzioni, e dopo vai a fare quello che
ti pare”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.
BUSCHINI, Assessore. Per fornire una
risposta completa al consigliere Storace con
questa interrogazione, è opportuno
innanzitutto precisare che il Ministero
dell’interno, in qualità di datore di lavoro, ha
dispiegato i poteri datoriali nei confronti del
proprio dipendente, comunicando, in data 9
settembre 2016, la cessazione della posizione
al di fuori del ruolo dello stesso, a decorrere
dal successivo 16 settembre.
In data 12 settembre, il dottor Tornatore
formalizzava la richiesta di voler
acconsentire alla consensuale risoluzione
anticipata del contratto, che il Presidente
accordava per prassi istituzionale, con nota
del 15 settembre 2016, essendo in corso di
conferimento.
(Interruzione di un Consigliere)
Il 12 settembre, il dottor Tornatore
formalizzava la richiesta; il Presidente la
accordava il 15 settembre 2016, essendo in
corso di conferimento all’architetto Tornatore
l’incarico di comandante provinciale dei
Vigili del Fuoco di Modena, non compatibile
con il mantenimento delle funzioni presso la
Regione. Nelle more del conferimento
dell’incarico ad un nuovo direttore
dell’Agenzia di protezione civile, la Giunta
regionale, con deliberazione n. 531 del 13
settembre 2016, disponeva che la funzione di
direttore venisse assunta ad interim dal dottor
Acanfora, direttore della Direzione Regionale
Centrale acquisti che nell’attuale assetto
regionale rappresenta proprio una delle
strutture più coinvolte nelle attività volte a
fornire l’assistenza necessaria alle
popolazioni colpite dall’evento sismico del
24 agosto.
È evidente che esaurita la fase strettamente
emergenziale delle azioni assistenziali di
intervento nei territori colpiti, l’articolazione
dell’Agenzia regionale di Protezione civile si
configuri come particolarmente orientata alla
gestione amministrativa della ricostruzione
post terremoto. In questo c’è la gestione, ad
esempio, dello smaltimento delle macerie, la
gestione delle procedure di acquisizione dei
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
23
moduli abitativi provvisori, attraverso la
Centrale di committenza nazionale, CONSIP,
la rendicontazione delle spese effettuate
durante l’emergenza. La Protezione civile, in
questa fase, si occupa soprattutto di questo,
passato il primo momento di assistenza alle
persone.
Detto questo non v’è dubbio che i requisiti
già riconosciuti in capo al direttore Acanfora,
siano assolutamente insufficienti e inidonei
ad affrontare gli adempimenti amministrativi
da svolgere nelle more dell’individuazione di
un nuovo soggetto, di un nuovo direttore a
cui conferire presto l’incarico titolare.
PRESIDENTE. Grazie, assessore Buschini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Storace
per la replica. Ne ha facoltà.
STORACE (LaD). L’assessore Buschini sa
quanta considerazione ho di lui, per capire
che non è un problema di carattere personale
se dico che è vergognosa, la sua risposta.
Non c’è uno straccio di sentimento e di
solidarietà verso quelle popolazioni, che
avevano un interlocutore che sparisce, si
volatilizza.
Ma lo sa, lei, cosa le hanno fatto dire in
quella risposta? Attraverso una versione
creativa del Job’s Act, Alfano diventa il
datore di lavoro e Zingarelli non è capace
manco di fare il sindacalista, perché si fa
scippare il direttore della Protezione civile.
Ma che cosa l’hanno mandata a dire, lei? È
una vergogna, questa cosa che lei ha
raccontato al Consiglio regionale!
Lei ci sta dicendo che il Presidente della
Regione è incapace di alzare il telefono e dire
ad Alfano “fatti gli affari tuoi!” Altro che
datore di lavoro. Il datore di lavoro ci toglie
la fabbrica, ci toglie il capo della fabbrica.
Ma come è possibile una cosa del genere?
Lei lo sa che Acanfora era esterno
all’amministrazione, prima di diventare
direttore della centrale acquisti? Sa che ha
risposto a un bando che è esattamente
opposto ai requisiti che si richiedono
all’allora Direttore esterno nominato dalla
Protezione civile, Tornatore? Ma le conosce
le competenze di Acanfora per quel che
riguarda la risposta al bando (e che è stato
motivatamente scelto, non lo nego)? Ho visto
le qualità professionali di Acanfora, lì sì che
va bene. Non è una questione di cassa, è una
questione di organizzazione della Protezione
civile. Lei deve parlare col volontariato, deve
capire che fa i lavori. Ci sono tante cose da
seguire, non solo gli scontrini se stanno a
posto, caro Assessore.
L’hanno mandata qui a fare una brutta
figura. È Zingaretti che si deve prendere la
responsabilità di spiegare perché è stato
incapace di negare ad Alfano questa
prepotenza nei confronti della Regione e
delle popolazioni del terremoto.
PRESIDENTE. Grazie. Sono rinviate le
interrogazioni n. 459 e 437.
Abbiamo concluso la parte delle
interrogazioni.
*****
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Passiamo alle comunicazioni.
Comunico, ai sensi del Regolamento del
Consiglio regionale, che sono stati presentati
i seguenti atti:
La proposta di legge n. 345;
Le interrogazioni a risposta scritta: dalla n.
1415 alla n. 1418;
Le interrogazioni a risposta immediata: dalla
n. 474 alla n. 479;
La mozione n. 415.
Il consigliere Righini ha sottoscritto la
proposta di legge n. 63. Il consigliere
Simeone ha ritirato la interrogazione a
risposta immediata numero 410.
Comunico che sono pervenute numero otto
deliberazioni della Giunta regionale e numero
due determinazioni dirigenziali concernenti
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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le variazioni di bilancio ai capitoli di spesa i
cui estremi sono stati riportati nel dettaglio e
inviati a tutti i Consiglieri per posta
elettronica.
Comunico, infine, che il Presidente della
Regione Nicola Zingaretti sarà assente nella
seduta odierna perché impegnato in attività
istituzionali e, ai sensi dell’articolo 34,
comma 5, del Regolamento del Consiglio
sarà computato come presente ai fini della
fissazione del numero legale dell’Aula.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Dovremmo iniziare i lavori
sulla proposta di legge numero 210, ma io
sospenderei l’Aula.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Cangemi. Ne ha facoltà.
CANGEMI (Ci). Prima di sospendere, vorrei
sapere fino a quando il Consiglio resterà
aperto.
PRESIDENTE. Fino all’approvazione della
legge.
CANGEMI (Ci). Quindi ad oltranza.
PRESIDENTE. Si andrà avanti fino
all’approvazione della legge.
CANGEMI (Ci). Le faccio un’altra domanda:
quando pensa che inizierà il Consiglio?
PRESIDENTE. Aggiornerei alle ore 12,30.
CANGEMI (Ci). Con calma, facciamo pure
le 13, le 13,15. Prendiamocela comoda.
PRESIDENTE. Ho iniziato alle 10, puntuale.
CANGEMI (Ci). Dopo c’è la pausa pranzo.
Decidete un orario, perché diventa
imbarazzante. Lei dice 12,30, ma facciamo
senza pausa pranzo.
PRESIDENTE. Aggiorniamo alle ore 12 il
Consiglio.
La seduta è sospesa e aggiornata alle ore
12.
(La seduta è sospesa alle ore 11,28)
(Segue t. 5)
(La seduta è sospesa alle ore 11,28 e
riprende alle ore 12,00)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
STORACE
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori del
Consiglio.
*****
Proposta di legge regionale n. 210 del
giorno 30 ottobre 2014, di iniziativa dei
consiglieri Cangemi, Bonafoni, Simeone,
De Paolis, Valeriani, Favara, Fardelli,
Bianchi e Petrassi, concernente:
Disposizioni di riordino in materia di
informazione e comunicazione
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
2, reca: Proposta di legge regionale n. 210 del
giorno 30 ottobre 2014, di iniziativa dei
consiglieri Cangemi, Bonafoni, Simeone, De
Paolis, Valeriani, Favara, Fardelli, Bianchi e
Petrassi, concernente: Disposizioni di
riordino in materia di informazione e
comunicazione.
Do comunicazione all’Aula che noi ci
siamo fermati, nella discussione, all’articolo
10, per la presentazione dell’emendamento
della Giunta all’ultimo periodo dell’articolo.
Credo che l’Assessore sia nelle condizioni di
illustrare l’emendamento della Giunta nel
frattempo che arrivano i Consiglieri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello.
Ne ha facoltà.
PORRELLO (M5s). Presidente, io faccio una
constatazione. So tutto. So che il numero
legale è presunto, so che possono ascoltare da
qui sotto, possono ascoltare dalle stanze
perché c’è la diretta video. So tutto. Già le so
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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le risposte.
Siamo cinque. Sei, scusi. Non l’ho contata.
La Presidenza la reputo una cosa... Siamo
sei...
(Interruzione di un Consigliere)
Sette.
L’Assessore sta spiegando una cosa, su un
articolo che abbiamo messo da parte, a sette
persone. Abbiamo interrotto l’Aula perché
eravamo quindici. All’epoca di Leodori
eravamo quindici, mezz’ora fa. Ora siamo in
sette e facciamo parlare l’Assessore.
Presidente, capisco tutto, e l’ho premesso,
ma mi dica lei se è Aula questa. Grazie.
PRESIDENTE. Collega Porrello, lei avrà
notato la particolare lunghezza della mia
riapertura dei lavori consiliari per dare tempo
ai colleghi di rientrare, perché molti stanno
qui al bar. Ho chiesto all’Assessore se era sua
intenzione illustrare l’emendamento e se
aveva un problema a illustrarlo in un’Aula
che, intanto, si riempiva. Lei ha detto: “Tanto
serve per il verbale dei nostri lavori”.
L’emendamento è stato abbondantemente
discusso in Consiglio. Ricorderete che su
questa questione ci fu anche una breve
discussione, perché l’articolo in questione
non presentava alcun emendamento. La
Giunta è stata indotta a presentare
l’emendamento dal Consiglio, altrimenti non
c’era lo strumento per poter andare avanti.
Adesso facciamo illustrare all’Assessore
l’emendamento. Poi, se siamo nelle
condizioni di votare, votiamo. Altrimenti,
uno alza la mano, lo chiede e si rinvia di
qualche altro minuto. Proprio perché non c’è
la presunzione del numero, possiamo andare
avanti. Se, poi, ci sono problemi, ci
fermiamo.
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’assessore Sartore. Ne ha facoltà.
SARTORE, Assessore. Come ha riassunto il
presidente Storace, si tratta di un
emendamento presentato dalla collega
Valente che elimina l’ultimo periodo del
comma 3 dell’articolo 10. Questo periodo
viene declinato nella seguente maniera: “Le
competenze, curriculum vitae e la
retribuzione percepita di tutti i componenti
dell’Ufficio stampa devono essere pubblicati
sul sito del Consiglio e della Giunta
regionale”.
Qua viene soppresso quest’ultimo periodo,
perché c’è anche una discriminazione − credo
− con riferimento al fatto che questi soggetti
non sono tutti dirigenti, ma sono anche
normali impiegati o funzionari. Dal dibattito
consiliare era emersa l’esigenza di eliminare
questa indicazione nel terzo periodo. Credo
che anche i relatori, la consigliera Bonafoni
e, forse, anche il consigliere Cangemi,
fossero di questo intendimento. Non so se
volete intervenire.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Ci sono interventi? Ha chiesto di parlare il
consigliere Cangemi. Ne ha facoltà.
CANGEMI (Ci). Noi abbiamo sospeso
questo ragionamento sull’articolo 10 proprio
perché c’è un ragionamento aperto che mi
sembra, da quanto detto dall’Assessore, resti
appeso. Non usciamo con una soluzione
rispetto a tutti i quesiti che l’Aula ha posto.
Onestamente [interruzione audio] così
come ci eravamo lasciati, nel senso che noi
avevamo ragionato a lungo, anche attraverso
una serie di emendamenti, su questo, e poi,
dopo, non abbiamo prodotto nessuna novità
rispetto al ragionamento fatto.
Io ne prendo solamente atto.
PRESIDENTE. Va bene.
Poniamo in votazione l’emendamento della
Giunta. Chi è favorevole alzi la mano. Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Passiamo all’articolo 10, così come
modificato. Lo pongo in votazione. Chi è
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 28.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Grazie.
Interverrò in discussione generale non su
tutti gli articoli ma su quelli un pochino più
interessanti e significativi.
Qui stiamo normando i compiti del
pubblico servizio in ambito regionale e
effettivamente ci sono alcune – credo –
sottovalutazioni, senza offendere nessuno, e
in particolare sui criteri per cui si definisce
anche i compiti stessi del servizio pubblico.
Parliamo di una quantità di diffusione di
quotidiani e di notiziari regionali, quando
invece non parliamo né di qualità né di cosa
stiamo diffondendo. L’importante è che ci
siano, però, tre notiziari e tre edizioni
regionali distribuite durante l’anno per un
numero di ore. Quindi, è abbastanza
insufficiente come definizione.
Poi parliamo nel comma b) di accesso alla
programmazione. Anche qua, cosa
intendiamo per programmazione? Qui è
rivolto in particolar modo ad associazioni
politiche e culturali. Cioè, un conto è
garantire… Un conto è garantire…
PRESIDENTE. Colleghi, mi farebbe piacere
ascoltare Barillari, insomma. Non capita
spesso. Prego.
BARILLARI (M5s). Grazie.
Sto cercando di riflettere sul comma b).
Noi stiamo normando l’accesso alla
programmazione, e io capisco in favore dei
partiti, dei gruppi orientati in Consiglio,
organizzazioni delle Autonomie locali, ma mi
chiedo stiamo dando accesso alla
programmazione anche ad associazioni
politiche e culturali, ai sindacati
maggiormente rappresentativi, e anche qua
una discriminazione: perché solo quelli
maggiormente rappresentativi? Oppure,
associazioni nazionali di movimento
cooperativo giuridicamente riconosciute.
Quindi, accesso alla programmazione a
queste realtà. Quindi alcune “sì” e altre “no”.
Vorrei capire un po’meglio come sono state
identificate e selezionate queste categorie,
anche perché lasciamo fuori altre categorie
che ne avrebbero diritto.
Poi parliamo anche di trasmissione gratuita
di messaggi di utilità sociale. Questo è
interessante. Ma mancano i dettagli…
PRESIDENTE. Scusi, Barillari, ma c’è una
zanzara in giro e io non riesco a fermarla.
Colleghi, sta parlando un nostro collega e io
credo che sia l’abbiccì ascoltare e tacere.
BARILLARI (M5s). Grazie.
Sto esprimendo dubbi su alcuni commi di
questo articolo, fra cui il comma c): la
trasmissione gratuita di messaggi di utilità
sociale. Sicuramente è un punto interessante,
ma ci sarebbe da capire anche e meglio quali
siano questi punti relativi all’utilità sociale.
Parlavamo negli articoli precedenti anche di
emergenze ambientali e sociali, citiamo il
terremoto, citiamo casi anche di sanità,
epidemie, eccetera. Anche qua è un compito
che deve essere diciamo ma ulteriormente
approfondito. Qua è troppo generico.
Il comma e): servizi interattivi digitali di
pubblica utilità destinati alla diffusione di
contenuti in ambito regionale. C’è tutto e c’è
niente. Sono commi così generici che sono
solo valori senza alcuna definizione pratica.
Servizi interattivi digitali può essere qualsiasi
cosa. Quindi, vorrei capire meglio
l’applicazione stessa di questo compito
attuato proprio dalla Regione.
Quindi, il contributo che posso dare su
questo articolo è che alcuni passaggi sono
discriminatori o alcuni troppo generici per
definire esattamente i compiti del pubblico
servizio regionale.
PRESIDENTE. Grazie. Passerei agli
emendamenti, se non ci sono interventi.
Il primo emendamento è il 399.
Atti consiliari Regione Lazio
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Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Spiego gli emendamenti
più significativi.
Qui in particolare mi riferisco proprio a
quanto ho appena accennato, vale a dire il
fatto che noi diamo accesso alla
programmazione nell’ambito della
comunicazione, quindi definire cosa
comunico, quando lo comunico, come lo
comunico, e lo diamo alle associazioni
politiche e culturali. Quali sono le
associazioni politiche che vogliamo inserire
nella programmazione.
Quindi, l’emendamento semplicemente
elimina la parola “politiche”. A parte che è
sbagliato: “associazioni politici” è
grammaticamente sbagliato.
PRESIDENTE. No, guardi, regge la parola
maschile “enti”.
BARILLARI (M5s). Degli enti e delle
associazioni politici.
PRESIDENTE. In italiano si usa così.
BARILLARI (M5s). Sì, perfetto.
Chiedo esattamente quali siano gli enti e le
associazioni politiche e culturali che noi
vogliamo inserire nella programmazione
della comunicazione regionale.
PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Il parere
dell’Assessore è contrario. Vorrei richiamare
anche il consigliere Barillari sul fatto che la
norma, così come declinata, riproduce
esattamente l’articolo 45 del decreto
legislativo n. 167 del 2005 alla lettera d),
quindi il quadro normativo nazionale, che
annuncia, appunto, l’accesso alla
programmazione, nei limiti e secondo le
modalità indicate dalla legge, in favore dei
partiti e dei Gruppi rappresentati in
Parlamento e in Assemblee e Consigli
regionali, delle organizzazioni associative
delle Autonomie locali, dei sindacati
nazionali, delle confessioni religiose, dei
movimenti politici, degli enti e delle
associazioni politici e culturali. Quindi, la
norma legislativa regionale è esattamente
identica alla norma nazionale, non se ne
discosta. Per questo il parere è contrario.
PRESIDENTE. Magari, Assessore, se
quando si estendono certe norme, si scrive
anche, “in guisa dell’articolo x della legge
nazionale”, perché un Consigliere non può
conoscere tutte le leggi che ci sono in questo
Paese.
Mantiene l’emendamento? Sì?
(Interruzione di un Consigliere)
Ha chiesto di parlare la consigliera
Bonafoni. Ne ha facoltà.
BONAFONI (Sel). Grazie, Presidente.
Vorrei dare un contributo all’Aula e anche
alla sua Presidenza, perché questa è una
discussione che in Commissione III abbiamo
ampiamente portato avanti.
Lei vedrà che proprio al comma 1 c’è il
riferimento richiesto alla legge del 2005.
Anche in occasione dell’audizione in merito
al sistema radiotelevisivo ci è stato enunciato
dal legislativo, in maniera perentoria e
sacrosanta, che questa è normativa nazionale
(c’era anche il consigliere Barillari, quel
giorno). Grazie.
PRESIDENTE. Quindi, io e Barillari siamo
accomunati dallo stesso destino, mi pare di
capire, di non aver compreso. Barillari,
succede anche questo, mi chiederò dove ho
sbagliato.
Pongo in votazione l’emendamento, con il
parere contrario della Giunta. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 400.
Ha chiesto di parlare la consigliera
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Denicolò. Ne ha facoltà.
DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente.
Riteniamo che elencare sempre i sindacati
maggiormente rappresentativi, sia
discriminatorio nei confronti di sindacati che
possono comunque tutelare il lavoro e i diritti
dei cittadini, che non sono quelli
maggiormente rappresentativi. Noi
cerchiamo sempre di togliere sempre, in tutti
i testi di legge, questa espressione. Purtroppo
non viene mai considerato, il nostro
emendamento.
PRESIDENTE. Grazie. Immagino che il
parere sia lo stesso già espresso?
Ha chiesto di parlare l’assessore Sartore.
Ne ha facoltà.
SARTORE, Assessore. Il parere è conforme a
quello precedente: è contrario.
PRESIDENTE. Magari, se quando vuole ci
dà l’elenco dei pareri, così almeno andiamo
più veloce.
Pongo in votazione l’emendamento. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 401. Parere della Giunta?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 402. Parere della Giunta?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 403. Parere della Giunta?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 404. Parere della Giunta?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Siamo all’emendamento della Giunta
D02/8. Lo pongo in votazione. Chi è
favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’articolo 28, così come
modificato. Chi è favorevole alzi la mano.
Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 29.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Qui sarebbe interessante
riflettere sull’articolo stesso, nel senso: quali
sono i compiti attuali della Commissione
vigilanza sul pluralismo dell’informazione e
quali sono i compiti che vorremmo
modificare, attualizzare o estendere rispetto a
questa Commissione?
Nell’intervento generale, a inizio della
legge, avevamo accennato al fatto che questa
è una delle Commissioni, purtroppo (lo dico
senza offesa) meno importanti, anche se si
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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occupa di temi interessanti. Sarebbe utile
poter rivedere questo articolo, proprio
nell’ottica di aumentare l’importanza stessa
della Commissione. Infatti, nel comma 1,
vedete che la Commissione di vigilanza
svolge funzioni di monitoraggio su
obiettività, completezza, lealtà e imparzialità.
In realtà, per l’attività che ha svolto in
questa legislatura, e credo anche nelle
precedenti, non ha forse gli strumenti, non ha
possibilità, non ha modo di svolgere questo
monitoraggio in termini efficaci ed effettivi,
così come – a parte il lavoro con il
CORECOM che è molto disponibile - il
comma 3 fornisce alla Commissione una
operazione di vigilanza sulle disposizioni in
accesso di programmazione sulla base dei
dati trasmessi.
Queste funzioni non sono praticamente
svolte dalla Commissione e quindi sarebbe
interessante rivedere questo articolato in
modo da rendere effettivo il lavoro della
Commissione e forse potenziare anche gli
strumenti che ha e che attualmente non usa,
se non parzialmente.
Sarebbe stato utile riflette un po’meglio
anche in Aula su questo articolo, sulle
funzioni della Commissione, per estendere
meglio l’efficacia della Commissione stessa e
gli strumenti che utilizza.
PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono
interventi, passiamo alla discussione
dell’unico emendamento, che è il 408.
Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Se i contrari, che finora sono cinque, sono
anche gli altri me lo fanno capire alzando la
manuccia.
Pongo in votazione l’articolo. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 30. Passiamo agli emendamenti.
Emendamento 411. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento della Giunta D06/1.
Ci sono interventi? No.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
L’emendamento 412 è precluso. Anche il
413.
SARTORE, Assessore. Sono decaduti.
PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione
l’articolo 30, così come modificato. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 31. Non ha emendamenti.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 32.
Emendamento della Giunta, sostitutivo
dell’intero articolo.
Lo pongo in votazione sapendo che sarà
l’articolo approvato. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Atti consiliari Regione Lazio
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Articolo 33.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Stiamo inserendo in
tutte le nostre leggi, da parte di tutte le forze
presenti in quest’Aula, delle clausole
valutative. Il problema è che questa clausola
è troppo scarsa e generica. Noi cerchiamo,
attraverso un emendamento che vedremo
dopo, in cui sostituiamo l’articolo 33, di
estendere questa clausola con tutta una serie
di specifici dettagli. Non basta dire solo che
quando la legge entra in vigore si trasmette
una relazione. È troppo generico.
Nel nostro emendamento sostitutivo
specifichiamo meglio quali sono i dati e le
informazioni che questa relazione dovrà
contenere in modo che sia più dettagliata e
sia più utile efficace la clausola valutativa,
perché espressa così è davvero troppo
generica e insufficiente.
PRESIDENTE. Grazie. Passiamo agli
emendamenti.
Emendamento 423. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario, perché è
stato sottoscritto dall’assessore Buschini
l’emendamento D04/1 che recepisce anche le
esigenze del consigliere Barillari.
PRESIDENTE. Il parere è contrario. Pongo
in votazione l’emendamento. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Siamo all’emendamento all’articolo 33,
sostitutivo, annunciato dall’Assessore.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
(Segue t. 6)
Articolo 34. Qui c’è il tema degli
emendamenti e dei subemendamenti di cui si
è parlato parecchio. Vero, Assessore? Mi
pare che ci sia un invito al ritiro.
SARTORE, Assessore. Questo è un
emendamento numero 1.
PRESIDENTE. Consigliere Aurigemma,
dovrebbe stare attento, perché riguarda un
emendamento su cui lei...
SARTORE, Assessore. C’è un invito al ritiro
ai presentatori, in quanto − è stato espresso
anche un parere dal Legislativo del Consiglio
− si tratta di materia attinente
all’ordinamento civile, comunque materia
attinente a legislazione statale.
Quindi, invito al ritiro la consigliera
Bonafoni...
(Interruzione di un Consigliere: “Stiamo
parlando del sub di Aurigemma, Assessore”)
Prima il sub del consigliere Aurigemma.
Scusate, ho sbagliato.
Io ho invitato al ritiro, invece... Abbiate
pazienza.
Sì, sul subemendamento a firma del
consigliere Aurigemma, che è legato, in
qualche modo, all’emendamento presentato
dalla consigliera Bonafoni ed altri, anche qui,
invito il consigliere Aurigemma al ritiro
dell’emendamento, in quanto
contravverrebbe la disciplina normativa
dettata dal decreto legge n. 174, nonché dalla
nostra legge n. 4.
In particolare, qui ci sono anche le
indicazioni della Conferenza dei Presidenti,
che prevedono espressamente che per le
spese per l’addetto stampa del Gruppo
consiliare, così come previste al di fuori del
budget dell’articolo 14 della legge n. 4, che
recepisce il 174, quello è il limite massimo
che può essere dato ai Gruppi consiliari. Qua
c’è anche un parere del Legislativo.
Il limite massimo per le spese del personale
dei Gruppi consiliari per la categoria D,
posizione economica D6.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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PRESIDENTE. La parola alla consigliera
Bonafoni.
Si sono iscritti, poi, i consiglieri
Aurigemma e Cangemi.
(Interruzione di un Consigliere)
Se lei accetta l’invito al ritiro, decade
automaticamente anche quello del consigliere
Aurigemma. Però, una discussione sul tema
credo sia giusta. Quindi, la facciamo nei
limiti dei tre minuti, se possiamo.
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Bonafoni. Ne ha facoltà.
BONAFONI (Sel). Sull’ordine dei lavori e
per una discussione giusta rispetto
all’emendamento e al subemendamento.
Io inizialmente avevo chiesto la parola
perché l’Assessore aveva iniziato ad illustrare
la contrarietà tecnica e l’invito al ritiro
dell’emendamento. Poiché, poi, si è spostata
sul sub del collega Aurigemma, mi
piacerebbe prima ascoltare il consigliere
Aurigemma, proprio perché sappiamo che
questa è una situazione che ha visto
impegnata la Commissione e, da ultimo, il
Consiglio, anche in una fase di emendamenti,
e non siamo certo noi a voler strozzare il
dibattito.
Discussione e votazione dell’articolato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Intervengo per
dare piacere alla collega Bonafoni.
Assessore, il problema amministrativo-
giuridico rimane...
PRESIDENTE. Non avrà piacere quando
dirò che ha esaurito il suo tempo. Si
interviene una volta in Aula.
Prego.
AURIGEMMA (PdL-FI). Il problema
giuridico-amministrativo rimane. Non metto
in dubbio quanto da lei detto. Il problema è
che qui non siamo in un’aula di tribunale, né
tantomeno in un simposio di avvocati. Il
problema rimane.
Io ho voluto sottolineare che, per
l’ennesima volta all’interno di quest’Aula, si
lavora a senso unico. Si devono garantire i
diritti per chi comunica per nome e per conto
della maggioranza di Giunta della Regione e
chi, invece, è addetto alla comunicazione
istituzionale, anche, perché all’interno del
Consiglio c’è una comunicazione
istituzionale, viene trattato in altro modo.
Io non ho problemi al ritiro, Assessore, così
come non ho problemi a cercare di affrontare
questo problema in separata sede, però vorrei
che ci fosse un impegno da parte di tutte le
forze politiche, tranne, eventualmente, quella
del PD, perché di impegni ne ha presi
talmente tanti che ad oggi non abbiamo visto
un barlume di impegno mantenuto, però se
gentilmente riesce a comprendere il tema che
abbiamo posto, cioè che ha posto la collega
Bonafoni in un modo e che ho posto io in un
altro modo, con il subemendamento... Penso
che i diritti vadano garantiti a tutti coloro che
lavorano nell’ambito della Pubblica
amministrazione, al di là che lavorino con la
Giunta in via Cristoforo Colombo o che
lavorino in via della Pisana nell’eremo
relegato della campagna romana.
Io non so quale sarà il momento del
confronto (può darsi che possa essere quello
del bilancio), ma vorrei un impegno
istituzionale a poterci confrontare in qualche
luogo preposto. Di impegni all’interno di
quest’Aula, soprattutto nella persona che
siede qualche volta sulla sua destra, ne
abbiamo ascoltati tanti. Puntualmente, sono
stati tutti impegni... Vorrei evitare di fare
l’elenco. Non mi basterebbero non i tre
minuti che mi ha dato il presidente Storace,
ma forse i prossimi tre giorni. Puntualmente,
non ne è stato rispettato nessuno.
Gentilmente, le dico di avere rispetto..
PRESIDENTE. Ma alla domanda come
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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risponde sull’eventuale ritiro.
AURIGEMMA (PdL-FI). Non ho problemi a
ritirare l’emendamento, nella misura in cui
c’è la possibilità di confrontarci. Non hanno
bisogno di aiuto, ma sto cercando di porre un
problema…
PRESIDENTE. Scusi, Cangemi, non è che
decade. La Bonafoni, per correttezza verso
Aurigemma, non vuole decidere da sola per
non far decadere nulla, immagino.
AURIGEMMA (PdL-FI). Già soverchiano
con i numeri di maggioranza.
Io chiedevo un impegno formale nel poterci
confrontare in un luogo preposto, in un
momento preposto, con un impegno preciso
all’interno di quest’Aula, ai microfoni, dove
può essere il bilancio che si discuterà a
dicembre dove poter sistemare tutte le
persone che lavorano, a prescindere che
lavorino in Via Cristoforo Colombo o in via
Della Pisana.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Cangemi. Ne ha facoltà.
CANGEMI (Ci). Presidente, io questo
ragionamento l’ho seguito, visto che sono il
relatore di questa legge, nei lunghi dibattiti in
Commissione. Io adesso dico: non c’è un
altro luogo preposto. L’Aula è il luogo
preposto dove affrontare questo tema, che è
politico. Quindi, visto che è una legge
condivisa, ma su questo si è aperto un
ragionamento politico, io pretendo che il
Capogruppo del PD prenda una posizione
ufficiale su questo, perché su questo io non
ne posso più, perché abbiamo parlato per ore,
per giorni, per mesi di questo ragionamento.
Dovete prendere le vostre responsabilità
politiche.
In questo ragionamento politico non c’è il
bilancio che viene dopo. No, signori, non se
ne può più di questa tarantella. L’Aula è
preposta a questo ragionamento politico e su
questo ognuno si prende le proprie
responsabilità. Io ho tentato di mediare in
questi mesi, come Presidente della
Commissione, nel tentativo di trovare una
soluzione. Allora, visto che il tema è politico,
lo si affronti politicamente.
Io su questo mi riservo di decidere come
votare.
PRESIDENTE. Il collega Valeriani è in
condizioni di obbedire?
Ha chiesto di parlare il consigliere
Valeriani. Ne ha facoltà.
VALERIANI (Pd). Proverbiale ironia.
Io sono stato indirettamente chiamato a non
prendere posizione, visto che non è ritenuto
importante l’impegno del PD. Però, stiamo
parlando di una cosa seria, quindi, al di là
delle battute, è giusto interloquire.
C’è un parere dell’Ufficio legislativo, di cui
vogliamo tener conto, ma vogliamo anche
approfondire questa tematica, per capire se in
un altro momento si può sistemare questo
tema.
Quindi, accolgo con molta positività il fatto
che c’è una disponibilità del
subemendamento a firma Aurigemma, e non
lo so se la collega Bonafoni vorrà anche lei
eventualmente ritirare l’emendamento. Io
penso che sia il problema che riguarda
l’emendamento e, quindi, il contenuto posto
dalla collega Bonafoni e altri sia il
subemendamento del collega Aurigemma
meritino un approfondimento. In un
momento, che può essere il bilancio,
possiamo reintervenire su questa tematica di
tutti gli addetti alla comunicazione del
Consiglio regionale.
Quindi, da parte nostra c’è, da un lato, la
presa in carico in modo serio di un’obiezione
formale amministrativa dell’Ufficio
legislativo e, dall’altro, un impegno a
verificare nei prossimi mesi come si può
risolvere questo problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Porrello. Ne ha facoltà.
PORRELLO (M5s). Grazie, Presidente.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
33
Abbiamo fatto un’analisi sia
dell’emendamento che del subemendamento
e secondo noi si parla di due cose
completamente diverse, una più
relativamente ai Gruppi consiliari che hanno
una figura, l’altra invece è più generale su
quelli che sono i giornalisti che lavorano
presso il Consiglio regionale. Dicendo che
ieri in Capigruppo abbiamo preso per
assodato il fatto che il parere legislativo
contrario è sul subemendamento e non
sull’emendamento, almeno così ho capito ieri
in Capigruppo (ma posso sbagliarmi; quindi,
non c’è problema), qui il discorso, come
diceva il collega Cangemi, è di carattere un
po’ più ampio. Qui stiamo dicendo una cosa
chiara. Stiamo dicendo che altre Regioni
hanno fatto questo tipo di ragionamento.
Quindi, non è che siamo i primi ad aprire un
campo, un varco o un vulnus legislativo
sull’argomento. Altre Regioni hanno preso
una decisione del tutto analoga a quello che
l’emendamento di maggioranza a firma
Bonafoni, Petrassi, Fichera e Favara ha
sottoposto a quest’Aula, dicendo
semplicemente che a una categoria di
lavoratori regionali vengano riconosciuti
diritti che fanno capo al contratto nazionale
relativo a quel settore.
Oggi, in Regione, non c’è una visione
chiara sull’argomento. Alcuni hanno questo
tipo di contratto in Giunta, qualcun altro in
Giunta non lo ha, qui non ce l’hanno. C’è una
diversificazione per lo stesso argomento, per
lo stesso lavoro, che deve essere affrontata.
Non possiamo nasconderci dietro una legge
che, in realtà, altre Regioni hanno portato...
Altre Regioni hanno preso una decisione nel
senso dell’emendamento.
Quindi, o apriamo una discussione politica,
come dice il collega Cangemi, e ognuno si
prende la responsabilità di dire che è giusto o
non è giusto, oppure dire che, se c’è sempre il
bilancio... Qui ogni cosa è riferita al bilancio.
La capisco, Assessore, quando dice che c’è
un problema di bilancio. Sì. Noi dobbiamo
rispettare un complessivo, penso, se ci sono
problemi di bilancio. Questa è una domanda
che le pongo. Affrontiamolo. Se bisogna
aumentare alcune poste, li troviamo da
qualche altra parte, ma regolarizziamo e
prendiamo una posizione sull’argomento.
Oggi ci sono, per lo stesso argomento,
trattamenti diversi e non è giusto per
nessuno, né per chi lo prende né per chi non
lo prende, avere questo tipo di trattamento.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare la consigliera
Bonafoni. Ne ha facoltà.
BONAFONI (Sel). Grazie, Presidente.
Posto che attendevamo anche la contrarietà
e la motivazione all’emendamento, perché
l’Assessora era stata giustamente...
PRESIDENTE. Posso dire una cosa,
consigliera Bonafoni?
BONAFONI (Sel). Prego.
PRESIDENTE. Agli atti degli uffici ci sono i
pareri redatti sia sull’emendamento che sul
subemendamento.
BONAFONI (Sel). Poiché conosciamo
l’ampiezza del parere tecnico
sull’emendamento, quindi sto al mio
emendamento (anzi, al nostro, perché ci sono
altri sottoscrittori di altri Gruppi oltre al
nostro) è evidente che anche la discussione
che in questi pochi minuti si è sviluppata in
Aula e che ha visto da ultimo il consigliere
Porrello, Capogruppo dei 5 Stelle,
argomentare, a mio modo di vedere, con
esattezza la situazione in cui ci troviamo,
cioè un punto di vista che in un anno e mezzo
− dobbiamo prenderne atto − non siamo
riusciti a sciogliere, un punto di vista che si
avvale di una legislazione nazionale molto
diversificata... Abbiamo diverse Regioni che
applicano il contratto giornalistico nella
misura in cui anche il collega Porrello diceva
e altre che questo non lo fanno.
Il mio punto di vista, consigliere e
presidente Cangemi, non credo sia in dubbio.
Sono la prima firmataria di
quell’emendamento. Dunque, come la penso
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
34
è scritto in quella firma prima ancora che in
quel testo.
Però, se ci viene richiesto un ulteriore
tempo e una ulteriore sede di discussione, noi
siamo qua per ragionare come fare a rendere
efficace una discussione che, evidentemente,
in un anno e mezzo quell’efficacia non è
riuscita a raccoglierla.
Io non so per quali ragioni noi non siamo
riusciti ad arrivare a dama rispetto a quello
che, secondo i firmatari dell’emendamento, è
ovvio, ma so che anche la giurisprudenza su
questo si è pronunciata in maniera
differenziata negli anni. Di fronte a quella
giurisprudenza, noi prendiamo atto di un
percorso accidentato e che questo principio –
che, da parte nostra, di firmatari, ha un punto
d’arrivo chiaro e netto − è un principio che,
invece, ha una discussione aperta.
Vedo che il presidente Cangemi si
innervosisce, ma voglio interloquire su due
cose. La prima la dico al collega Aurigemma,
e l’ha ripresa il collega Porrello poco fa, per
suo tramite, sempre. Non è vero che c’è una
divisione così netta Giunta-Consiglio. Ci
avrebbe semplificato la vita, perché noi
avremmo potuto dire: “Guardate, l’ingiustizia
è tale ed è stata sciolta in maniera così
diversificata in via Cristoforo Colombo
rispetto a via della Pisana che siamo arrivati a
dama rispetto al punto del contendere”.
In realtà, persino in Giunta ci sono
trattamenti diversi. Lo diceva Devid. Persino
in Giunta guardano con attenzione a una
soluzione politica che quest’Aula deve dare,
e su questo concordo. Però, voglio anche
dirvi una cosa. Noi ci siamo sempre detti e ci
siamo sempre mossi in maniera tale da
considerare il bilancio l’atto più politico
dell’Amministrazione. Non è che dire
“prendiamoci altri due mesi per andare a
bilancio” significa scontare e mettere sul
piano della ragioneria un ragionamento
politico; significa arrivarci con tutti i crismi,
significa arrivarci con approfondimenti che io
credo tutti i Gruppi debbano fare propri, a
cominciare chiaramente dai firmatari
dell’emendamento. Io sono qui anche a
proporre oltre il ritiro a questo punto
dell’emendamento, la presentazione di un
ordine del giorno molto netto, che vincoli alla
discussione del bilancio la soluzione di
questa faccenda. Però, a dicembre si vedrà, e
questo lo dico anche al capogruppo Valeriani,
di fronte a quella discussione, dove si è
arrivati e a quel punto chi ci sta e chi non ci
sta.
Non ci saranno altri rinvii, in un atto
politico che è il maggiore che esprime
un’Amministrazione anche regionale, che è
quello del bilancio, a fronte di
approfondimenti ulteriori. Ci prendiamo tutto
il tempo, ci blindiamo qui a discutere con
tutte le parti in causa, però dicembre e la
dead line, perché in un anno e mezzo
abbiamo alimentato aspettative, antipatie,
molte più voci di corridoio, diciamocelo, che
non discussioni aperte e questa è
un’occasione sana di discussione aperta.
Sfruttiamola, diciamoci che è l’inizio di
quest’ultima fase di discussione, però a
dicembre poi basta. A dicembre si decide.
PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, la
prima firmataria dell’emendamento ritira
l’emendamento e presenterà un ordine del
giorno che ovviamente impegna la Giunta più
che il Consiglio, perché gli ordini del giorno
hanno questa natura. Magari impegna la
Giunta a presentare una proposta. Non so
quello che si può scrivere.
È esaurita la discussione sul punto.
Passiamo all’articolo 34, che non ha
emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Cangemi. Ne ha facoltà.
CANGEMI (Ci). Ho facoltà di parlare
sull’articolo?
PRESIDENTE. Sennò non gliel’avrei data
(segue t. 7)
CANGEMI (Ci). Prego, Presidente? Meno
male che ho pagato il debito con lei, quindi
non la dovrò più votare nella mia vita.
Quindi, può fare di me ciò che vuole.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Collega Bonafoni, lei sa anche io nutro una
simpatia straordinaria nei suoi confronti, però
bisogna essere attenti anche con le
dichiarazioni, perché non si può rimandare la
discussione dicendo “poi a dicembre”, in
quello che sarà il bilancio della Regione,
dove la Giunta Zingaretti mette tutto dentro
nella baccottaglia di nomine, impicci, casini,
tutto quello che è di ordine zingarettiano in
un ragionamento politico, “ci mettiamo
dentro anche questo ragionamento”.
La Giunta è stata chiara. Questa legge ha
avuto tre Assessori che si sono alternati. È la
prima legge nella storia di questa Regione
che ha tre Assessori – lo dico per chi dice che
questa non è una legge importante – che si
sono alternati. L’Assessore, però, che ha il
vero peso politico ed economico della
Regione ha detto che non se ne fa niente.
Non è che ha detto “poi”. L’ordine del
giorno, specialmente con Zingaretti alla
guida di questa Regione, conta nulla. Vuole
aggiungere qualcosa?
Quindi, l’ordine del giorno è una pretesa in
giro che facciamo. Io voterò contro
quell’ordine del giorno. Lei non deve
presentare neanche l’ordine del giorno,
perché questa responsabilità è tutta legata a
una faida intorno al PD, che non si prende la
responsabilità di dire “no”, non si prende la
responsabilità politica di dire “no”, ma dice
“ne riparliamo”. Questa è la sede, questa è la
legge. Non ci sarà una seconda legge. Ci sarà
una toppa che vorrete mettere più aventi, se
ce la farete, per soddisfare qualche pressione
politica. Adesso la dovete affrontare,
altrimenti è finita. È chiaro? È finita così.
L’articolo 34 è votato in questo modo, perché
il PD non era d’accordo, e siccome il PD è
maggioranza d’Aula, è maggioranza relativa
di questo Consiglio, è inutile che noi
sbraitiamo su questo, è così. Testa alta. C’è
una volontà politica. Si ritira l’emendamento
Bonafoni, perché sta in maggioranza. È
ovvio. Altrimenti, la Bonafoni la pensava in
un altro modo...
PRESIDENTE. Concluda, consigliere
Cangemi.
CANGEMI (Ci). Giustamente, è legata alla
maggioranza di Governo e lo ritira. Però
l’ordine del giorno no. Non ce lo fate digerire
l’ordine del giorno, perché veramente non si
fa così. È scorretto. È scorretto il PD,
storicamente scorretto, e in quest’Aula
ancora di più...
PRESIDENTE. Ci dice come vota l’articolo?
CANGEMI (Ci). Voterò contro.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Valeriani. Ne ha facoltà.
Parla in dichiarazione di voto sull’articolo?
VALERIANI (Pd). Sì.
Noi voteremo “sì” convintamente a questo
articolo, però approfitto anche per
interloquire con il presidente Cangemi, che è
il Presidente della Commissione che ha
partorito in modo intelligente questa legge.
Mi sorprende questo accaloramento rispetto a
un tema che − ci mancherebbe altro − ha
creato anche una discussione.
(Interruzione del consigliere Cangemi)
No. Adesso ascoltami un secondo.
Penso che questa legge...
(Interruzione del consigliere Cangemi)
Fammi parlare, però.
PRESIDENTE. La faccio parlare io, non si
preoccupi. Prego.
VALERIANI (Pd). Vorrei interloquire con te
perché penso che il tuo contributo a questa
legge sia stato talmente importante che, forse,
non ce l’avremmo fatta se non fosse stata
diretta in modo intelligente la tua
Commissione.
C’è un punto che è legato a questo
emendamento. Ti segnalo che
quell’emendamento ha delle firme anche di
esponenti del Gruppo del Partito
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Democratico. Quindi, questo giochino di dire
che il PD è contro non funziona. C’è una
discussione...
(Interruzione del consigliere Cangemi)
È inutile. L’abbiamo fatta nella
Commissione nel momento opportuno, te lo
ricorderai, in cui sono stati esplicitati dei
punti di vista. Le cose che ha detto la collega
Bonafoni, e che sottoscrivo in pieno, hanno
bisogno, secondo me, di una considerazione
maggiore. Avremmo potuto esplicitare,
stando alla tua teoria, se c’è una contrarietà
del PD in un altro modo, ignorando un parere
− che, comunque, c’è − dell’Ufficio
legislativo, che esprime una contrarietà
rispetto alla possibile applicazione di un
contratto differente per la categoria dei
giornalisti e degli addetti stampa che stanno
qui. Avremmo potuto anche ignorarla.
Benissimo. C’è, però, un parere che in
quest’Aula ha sempre avuto un fattore di
condizionamento.
Lei, presidente Storace, sa bene che quando
gli Uffici legislativi, che non sono il verbo,
ma esprimono un parere rispetto a un
emendamento, a un pezzo di una norma che
si sta per approvare, in genere i Consigli ne
tengono debitamente conto...
(Interruzione del consigliere Cangemi)
Io, invece, dico esattamente questo,
consigliere Cangemi. Avremmo potuto
ignorare quell’emendamento, votarlo,
esprimere un dissenso che sicuramente, in
quest’Aula, in modo trasversale, può esserci
su quell’emendamento. Invece, una
maggioranza seria, rispetto a una legge attesa
da più di vent’anni, che va a regolamentare
un settore importante e mette delle risorse
importanti laddove non c’era un centesimo
fino a ieri, oggi non può vedere questo
elemento, che è un dettaglio di una legge
molto più grande, come elemento divisorio.
Lo rinnovo. C’è un impegno della
maggioranza, nel bilancio, ad affrontare sia le
questioni poste dall’emendamento Bonafoni,
sottoscritto da altri colleghi di maggioranza...
Non è un emendamento Bonafoni, perché ci
sono le firme di altri Capigruppo di
maggioranza, di colleghi del mio Gruppo.
Nel bilancio questa questione la
affronteremo e se vi saranno le possibilità
anche di aggirare questi ostacoli formali, che
l’Ufficio legislativo ha posto, la maggioranza
se ne farà carico.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Intervengo con un po’di difficoltà perché
gli impegni, all’interno di quest’Aula, si sono
succeduti nell’arco dei tre anni a mo’di
catena di montaggio. Ad oggi, di tutti gli
impegni, non ne ho visto uno giunto al
termine. Il fatto che all’interno di quest’Aula
si ponga un problema, da una parte, che
riguarda la collega Bonafoni e, dall’altra, che
riguarda il fatto di sistemare una situazione
complessiva che riguarda il personale che
lavora nello stesso modo, fianco a fianco, ma
con trattamenti diversi, forse sarebbe stato il
caso di affrontarlo oggi. Si votavano gli
articoli e si accantonava questo.
È da appena tre settimane che chiedo un
incontro per vedere come affrontare e
risolvere questo problema, ma naturalmente,
al di là dei soliti “ci vediamo domani” o “ne
parliamo dopodomani”, nessuno si assume
mai la responsabilità del ruolo che ricopre,
spesso utilizzando via della Pisana come una
sorta di passaggio: “quando ho tempo, passo
e vado”, a differenza di tanti altri colleghi che
invece qui, lo vedo perché arrivo alle 8,30 e
spesso vado via anche dopo.
Qual era il luogo migliore se non quello
dell’Aula per affrontarlo? L’assessore Sartore
ha posto dei problemi tecnici, dei problemi
giuridici, ma il problema è politico, non è
tecnico, che è esattamente quello che manca
all’interno di quest’Aula da tre anni a questa
parte.
Ormai ho i cassetti pieni di cambiali e di
impegni presi dalla maggioranza. Non so
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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proprio più dove mettere anche quest’altro
ennesimo impegno. Forse era utile
accantonare l’articolo, discutere e cercare di
affrontare il problema per inserirlo, se non
meglio all’interno di questa legge, qual è il
luogo preposto? La legge sull’informazione.
È la legge ideale per queste situazioni. Mi
auguro che l’Assessore, che ad oggi non è
intervenuta rispetto alla richiesta che avevo
fatto, che se mi permette…
La sua parola ha un po’più di credibilità
rispetto a tutte le altre che si sono succedute,
compresa la mia, perché ogni tanto quando
lei dà una risposta, positiva o negativa,
perlomeno arriva. Dalle altre parti, invece,
arrivano impegni che poi non giungono a
termine. Non so se sempre nel calderone del
bilancio va inserito di tutto e di più. È un
gioco che dimostra un po’il fallimento di
questa politica, perché il bilancio
normalmente è una sorta di conguaglio
politico dove ognuno infila qualcosa per
cercare di far superare, entro fine anno, il
famoso impegno del bilancio. Può darsi pure
che qualcosa passi.
Secondo me, il luogo preposto era questo,
perché la legge dell’informazione il collega
Cangemi l’ha scritta a quattro mani un
po’con tutti proprio per andare a
regolamentare alcune cose.
PRESIDENTE. Arrivi a conclusione.
AURIGEMMA (PdL-FI). Ho superato il
tempo? Chiedo scusa.
Oggi forse era il momento opportuno per
accantonarlo questo articolo. Licenziare tutti
gli altri e mentre si licenziavano gli altri
cercare di trovare una giusta soluzione, se
c’era l’impegno. Quello che chiedo, anche
perché ormai, avendo tolto l’articolo, la
collega Bonafoni, automaticamente decade
anche il mio, quello che chiedo, se è
possibile, un impegno da parte dell’Assessore
ad affrontare questa tematica con le giuste
risorse e con quel minimo di buona volontà
che ultimamente si è persa e mi auguro non
per rassegnazione, perché se si rassegna lei
noi qui andiamo in un baratro di buio,
nell’affrontarlo con i dovuti tempi in fase di
bilancio.
PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altri
interventi?
Ha chiesto di parlare il consigliere
Sbardella. Ne ha facoltà.
SBARDELLA (Misto). Presidente,
sicuramente il bene è meglio del perfetto,
però c’è un’ipocrisia di fondo, perciò
comunque io voterò a favore di
quest’articolo, però annuncio anche, questo
ad onore dell’ipocrisia del PD e della
maggioranza, un’interrogazione per
conoscere tutte le figure professionali iscritte
all’Albo dei giornalisti e così inquadrate
presenti in Giunta e nelle società partecipate.
Questo sostanzialmente a dimostrare, quando
usciranno questi risultati, che la maggioranza
blinda l’Esecutivo sulla capacità e sulla
possibilità di fare un’informazione a senso
unico. L’impossibilità di interagire a volte
con la stampa, di creare un prodotto
informativo che abbia un senso anche nel
contraddittorio è sostanzialmente una cosa di
cui Nicola Zingaretti pagherà probabilmente
anche nelle legislature a venire.
Noi stiamo spogliando sia l’ambito
istituzionale, sia l’ambito politico del
contraddittorio. Il Consiglio regionale non
approvando e non forzando questa cosa sta
permettendo all’Esecutivo di fare
un’informazione sempre più a senso unico.
Vedrete, tra i fondi a disposizione per
l’informazione e la comunicazione, le figure
professionali a senso unico, messe nelle
società in cui c’è − come sappiamo − la totale
sudditanza o tramite il Commissario o tramite
amministratori unici o tramite i Consigli di
Amministrazione, tutti nominati dal
presidente Zingaretti.
Abbiamo pure addetti stampa, giornalisti,
tutti, che fanno informazione in quella
direzione. Ritengo che questa sia una stortura
istituzionale pesantissima di cui questa
Assemblea si sta macchiando, anche contro le
tante figure professionali che collaborano con
noi, a livello istituzionale o nei Gruppi,
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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sottopagate, senza la previdenza e così via.
Ripeto: annuncio l’interrogazione a questo
fine. Spero che si eviti la solita pagliacciata
degli ordini del giorno che portano a nulla.
Nel libro bianco di fine legislatura − ormai ci
stiamo arrivando – metterò tutte le cavolate a
cui abbiamo impegnato il Presidente della
Giunta e cui il Presidente della Giunta non ha
minimamente corrisposto. Questo ce lo
evitate. Spero che abbiate la decenza, quando
si risponderà a questa interrogazione...
PRESIDENTE. Concluda.
SBARDELLA (Misto). Avrete la decenza di
vergognarvi.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Fichera. Ne ha facoltà.
FICHERA (Psi). Grazie. La postazione è
occasionale per ora.
PRESIDENTE. La prestazione?
FICHERA (Psi). Postazione, Presidente. La
postazione.
Appartengo alla categoria dei clown,
secondo il consigliere Sbardella, perché ho
appena sottoscritto l’ordine del giorno che la
collega Bonafoni presenterà. A me l’ipocrisia
non piace. Penso che le cose vadano dette
come sono.
Non credo che sia una questione di
maggioranza o minoranza. L’emendamento è
firmato da esponenti della maggioranza.
Esistono circostanze in cui si ritiene che non
sussistano le condizioni per arrivare alla
soluzione di un problema, tanto più che, se
questo è un problema, è un problema
comunque complesso sul quale è ragionevole
ricercare soluzioni condivise. Tutto qua.
Allo stato attuale, queste condizioni non ci
sono. Non c’è nessuna forzatura. L’ordine del
giorno ha un senso preciso. È chiaro che,
tecnicamente, impegna la Giunta, ma
politicamente impegna chi lo vota. Siccome
sarà l’Aula a discutere la legge di bilancio e
la finanziaria collegata e siccome il tema di
cui stiamo discutendo ha una rilevanza anche
economico-finanziaria, c’è tutta − collega
Cangemi − la razionalità per collocarlo in
quella sede. È evidente che la presentazione
dell’ordine del giorno serve a misurare chi ha
la volontà politica di affrontare il problema in
quella sede.
Naturalmente, le opinioni possono essere le
più varie e le più diverse, però è sgradevole
che una scelta politica, sofferta e difficile,
che la collega Bonafoni e noialtri, firmatari
dell’emendamento, abbiamo fatto venga
rappresentata alla stregua di un gesto non
serio. È un gesto serio. Forse sbagliato, ma
serio.
Detto questo, per queste motivazioni, voto
a favore dell’articolo, perché siamo in
dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Grazie.
Pongo in votazione l’articolo. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio approva)
Articolo 35.
Il primo emendamento è dell’assessore
Buschini.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Passiamo alla votazione dell’articolo, così
come modificato. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Passiamo agli articoli aggiuntivi. Sono
nove, per la precisione.
Pagina 434.
Ha chiesto di parlare, per l’illustrazione, il
consigliere Barillari. Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Questo, forse, è
l’emendamento più importante di tutta la
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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nostra attività su questa legge. Entriamo nel
merito di quello che abbiamo cercato di
fare…
PRESIDENTE. Le ricordo che ha cinque
minuti.
BARILLARI (M5s). Sì, grazie.
Qui entriamo sul dettaglio della qualità
dell’informazione regionale, che è un punto
fondamentale che dovrebbe essere legato
strettamente ai principi di indipendenza e
pluralismo. Infatti, il giornalismo, come
molte professioni intellettuali, è di difficile
misurazione e classificazione, però si
possono definire in ambito qualitativo e non
solo quantitativo anche i principi della qualità
stessa dell’informazione.
Pensiamo, per esempio, al fact checking, ai
nuovi strumenti che abbiamo anche a livello
mediatico, non normativo, non normati, per
fare dei dibattiti pubblici-politici dove siano
rispettate le regole non solo in termini di
tempi, ma anche nel tipo di dibattito che
viene fatto.
Penso alle discussioni fra i candidati
Presidenti di Regione. C’è anche un modo
per definire tempi e modalità in modo che
siano tutti rappresentati in modo meno
parziale possibile. Tutti hanno lo stesso
diritto di poter dire la loro opinione in tempi
certi, in modo che le risposte siano date in
maniera anche oggettiva e le risposte
arrivano di conseguenza.
Quindi, il tema stesso di questa legge, che
abbiamo cercato di porre in tantissimi articoli
ed emendamenti, ruotava sempre intorno al
concetto stesso di qualità dell’informazione,
che dovrebbe essere proprio il cardine di
questa legge, perché se non coniughiamo i
principi di indipendenza e pluralismo con la
qualità ci perdiamo un pezzo.
Nelle prime sedute ho portato alcuni
giornali che fanno vedere proprio la
differenza fra la qualità di un certo tipo e la
qualità di un altro tipo. Ci sono giornali di
gossip, come trasmissioni televisive, come
talkshow, come trasmissioni radio che sono
molto basate sul titolo, sul fango mediatico,
su una qualità bassa dell’informazione che,
però, genera interesse e consenso nelle fasce
di popolazioni forse meno istruite o meno
attente ai contenuti.
Questa è la qualità dell’informazione che
noi vorremmo, almeno come forza politica,
penso come Assemblea, cercare di non
sostenere più di tanto, mentre, invece,
dovremmo premiare, aiutare, fornire gli
strumenti per quella informazione di qualità,
indipendente, che nasce anche dal basso,
sulla base di non scelte redazionali che sono
magari calate sulla base di sponsor oppure
contributi economici. La qualità vera è quella
che nasce dal basso quando i cittadini stessi
fanno informazione.
Abbiamo ormai l’informazione molecolare
che sta sui social, che sta in rete e
l’informazione che nasce dall’uso di questi
strumenti che ormai abbiamo a disposizione.
Il fatto che abbiamo un telefonino, uno
smartphone, che possiamo riprendere una
notizia e pubblicarla in rete, questa è una
fonte stessa di informazione che deve essere
tutelata e garantita. È l’informazione che
nasce senza nessun tipo di influenza come
può essere magari quella di un grande
giornale o di una grande lobby che comunque
gestisce l’informazione in Italia, soprattutto
viste le concentrazioni editoriali che abbiamo
in questi ultimi anni.
Questo per dire che questo articolo è
veramente centrale nella nostra proposta di
modifica di questa legge che abbiamo portato
in Commissione e portiamo qui in Aula. È un
modo per dare un principio né di censura, né
di bavaglio, né di voler mettere dei paletti
all’informazione, assolutamente, ma voler
definire, o almeno tentare di definire, il
principio – ne abbiamo discusso anche con
l’Osservatorio di Pavia, con Fico – per
iniziare a mettere sulla carta una norma che
dovrebbe essere forse nazionale, questo lo
riconosco, ma potrebbe essere anche
regionale, nel poter definire non criteri
puntuali, ma almeno dei coefficienti generali
per verificare la qualità dell’informazione.
PRESIDENTE. Tenga presente l’emozione
Atti consiliari Regione Lazio
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del momento: il ritorno del collega Baldi, che
vorrei salutare a nome dell’Assemblea, dopo
il delicatissimo intervento. (Applausi)
(segue t. 8)
BARILLARI (M5s). Chiudo in un minuto.
Come vedete abbiamo identificato con molta
difficoltà, con molto lavoro, sei elementi di
valutazione di un contenuto giornalistico in
termini di qualità: il metodo utilizzato. Da
qui si può costruire una specie di matrice per
valutare la qualità di un’informazione
giornalistica. Mi riferisco, per esempio,
all’affidabilità delle fonti, al rigore
metodologico, al fatto oggettivo rispetto a
una valutazione soggettiva. Questo è un
elemento importante, oppure il contenuto.
Naturalmente ci può essere una scala di
contenuti, si va da un contenuto rispetto al
tipo culturale, scientifico, cronaca o politica
di per sé a un altro contenuto rispetto a valori
più bassi del tipo gossip generalista. Questo è
già un criterio di valutazione, così come il
pluralismo, l’interazione con i lettori, quanti
lettori possono interagire con la
comunicazione, la pubblicità e l’influenza
che ha sul contenuto, l’accessibilità del
mezzo informativo e l’utilità sociale.
Questi, secondo noi, sono sei parametri che
potremmo utilizzare come base per fare una
valutazione sulla qualità delle informazioni.
Quindi, una legge con questi criteri, con
questa discussione sarebbe una legge
veramente importante e fondamentale.
PRESIDENTE. Grazie.
Assessore, coraggio. Il parere?
SARTORE, Assessore. Io ho apprezzato
l’intervento del consigliere Barillari, perché
sono effettivamente tutte cose importanti. Il
problema fondamentale è che è competenza
statale, quindi noi non possiamo disciplinarla.
Quindi, il parere è contrario. Nel merito,
logicamente, è disciplinato dalla n. 177.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento...
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aurigemma. Ne ha facoltà.
Collega Simeone, i rallegramenti a bassa
voce, per favore.
AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.
In parte condivido e comprendo l’obiettivo
del collega Barillari, però non riesco a
comprendere chi era demandato al controllo
della qualità del contenuto. Non vorrei che
passasse come una sorta di censura rispetto
alle opinioni della gente oppure ai contenuti
che possono essere inseriti lì dentro. Non
riesco a definirlo.
Poi, non so se la competenza potesse essere
statale o meno, però qui si chiede, perlomeno
leggendo l’emendamento all’articolo 2bis:
“La Regione promuove la creazione di
contenuti informativi distribuiti
nell’ecosistema dell’informazione regionale.
La qualità di un contenuto si può specificare
per tutta una serie di cose e il valore ricavato,
la misura e il contenuto nelle dimensioni
definite”. Quindi, come si fa? A chi è
demandato?
Sono cose abbastanza delicate. Demandare
a chi, come, dove e quando i contenuti
dell’informazione... Io sarei preoccupato
anche a demandarlo a qualsiasi Ente, anche
allo Stato.
Al di là del parere negativo, vorrei
comprendere meglio.
Io sono uno dei più fervidi critici della
sanità laziale, però vedo che ogni tanto
funziona. Il ritorno del collega Baldi
sicuramente ci dà motivo di pensare che
esiste anche una sanità che funziona nel
Lazio. Siamo contenti e diamo anche noi il
bentornato al collega Baldi.
PRESIDENTE. Propongo che il consigliere
Aurigemma sia colui che ha interpretato
l’Assemblea, senza aprire il dibattito sulla
salute del consigliere Baldi.
Pongo in votazione l’emendamento. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Passiamo al 436.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Io mi rendo conto di una
parziale invasione di campo sul nazionale,
però è chiaro che questi emendamenti sono
stati scritti dopo una serie di riflessioni con
esperti di comunicazione, con docenti, con
l’Osservatorio di Pavia. Si è detto che a volte
la normativa nazionale prevede tante cose e a
volte non ne prevede nessuna. Qui stiamo
cercando di entrare nel merito di quanto la
Regione può spostarsi, anche in ottica
preventiva, rispetto a quanto la norma
nazionale potrebbe arrivare un giorno. Nella
mancanza di dettaglio, di contenuto
nazionale, potremmo già andare un pochino
oltre e aprire un po’la strada su questi temi.
Se prima parlavamo di qualità
dell’informazione che non è normata, non c’è
nessun riferimento ai criteri di valutazione
oggettiva, noi potevamo dare un segnale su
questo piano. In questo emendamento,
parliamo di un diritto che si può, in realtà,
desumere dai valori costituzionali, cioè il
diritto del cittadino a fruire di
un’informazione indipendente e pluralista,
che è lo stesso oggetto di questa legge. Nelle
legge vengono detti, nei primi articoli, i
valori del pluralismo, dell’indipendenza, il
fatto che la Regione promuova questi valori
tramite strumenti, tramite finanziamenti,
eccetera. Però, in questo modo, facciamo una
sorta di fotografia, diamo un diritto come
sancito e scritto nero su bianco, e sarebbe
l’evoluzione di quello che è stato detto in
apertura della legge, cioè che la Regione
garantisce questi princìpi, quindi dovrebbe
sancire il diritto del cittadino a fruire di
questi princìpi.
Si tratta di rendere più evidente quello che
è stato chiesto nel primo articolo della legge.
Qua entriamo nel merito del tipo di diritto a
ottenere informazioni indipendenti e
pluraliste. È una sorta di declinazione di
quelli che sono i principi della legge, che non
sono stati poi portati a compimento. Se
parliamo di diritti del cittadino a ricevere
informazioni indipendenti, parliamo di diritti
alla personalità: rettifica, replica, tutela dei
minori, pluralismo in materia pubblicitaria,
informazione libera e svincolata e non
considerata pubblicità, perché questo
avviene, lo sappiamo, così come la pubblicità
non ingannevole, oppure un servizio pubblico
che garantisca il pluralismo interno. So già la
vostra osservazione, che andiamo anche qua
verso una norma che dovrebbe essere
nazionale, però come Regione, ripeto,
possiamo anche costruirci il nostro ambito
legislativo garantendo questi principi che
sono già comunque evidenziati nei primi
articoli della legge.
Non facciamo altro che renderli un pochino
più vivi, più evidenti ed essere più precisi
anche nel chi leggerà questa legge e vorrà
capire…
PRESIDENTE. Colleghi, già è difficile
ascoltare la tesi di laurea…
BARILLARI (M5s). Chiudo dicendo che è
un modo per rendere più dettagliata quella
che è la spiegazione dei primi articoli di
principi generali importanti. Qui cerchiamo
di renderli effettivi dal punto di vista del
diritto del cittadino nel ricevere queste
informazioni e andiamo nel merito di quelli
che sono i diritti specificati come norme
generali negli obiettivi sanitari di questa
legge.
Pensiamo che sia utile anche come Regione
costruire meglio questo ambito di
applicazione della legge attraverso questi
diritti meglio espressi e meglio tutelati in
questo articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Per le motivazioni
sopra esposte è contrario.
PRESIDENTE. Magari, se il collega Barillari
li avesse trasformati in ordini del giorno,
forse avrebbero avuto fortuna migliore.
Vecchia esperienza…
Pongo in votazione l’emendamento. Chi è
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
L’emendamento 438 è precluso dalla
votazione all’articolo 17.
Emendamento 440 (Riconoscimento dei
diritti digitali del cittadino).
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Vi faccio una breve
descrizione di questi articoli, perché sono
quelli che secondo noi…
PRESIDENTE. Li illustra tutti gli
emendamenti aggiuntivi?
BARILLARI (M5s). Sì.
PRESIDENTE. Grazie.
BARILLARI (M5s). Prego.
Sono in realtà pezzi della proposta di legge
alternativa a quella attuale in discussione che
abbiamo cercato di inserire come elemento
migliorativo e costruttivo della legge stessa.
In questo emendamento, nel 414, cerchiamo
di riconoscere i diritti digitali del cittadino,
perché nella discussione abbiamo sempre
girato intorno alla comunicazione
tradizionale, editoria su carta tradizionale e
invece c’è tutto il mondo social, web, internet
che attualmente non è abbastanza tutelato e
sancito. Nella legge abbiamo toccato qua e là
l’aspetto legato alle agenzie digitali, agenzie
web, in realtà non l’abbiamo esteso dal punto
di vista proprio dei diritti digitali.
Questo è il testo Rodotà, quindi una norma
nazionale. Era per portare in discussione in
quest’Aula degli elementi che erano
importantissimi, riconoscere i diritti dei
cittadini digitali, la loro personalità, il diritto
di accesso, la tutela dei dati. Era un modo
anche per andare oltre la finalità stessa di
questa legge per renderla ancora più efficace.
L’emendamento successivo – lo riassumo
velocemente – è uno strumento importante.
Nella legge manca uno strumento vero e
proprio, oltre al CORECOM che già svolge
questo ruolo, però come Regione, come
Consiglio, per osservare l’indipendenza e la
qualità dell’informazione. Attualmente il
CORECOM non svolge questo ruolo, svolge
una verifica sul pluralismo e sui tempi di
assegnazione ai vari movimenti durante le
campagne elettorali in un’ottica di par
condicio.
In realtà, se noi istituiamo questo
Osservatorio diamo un valore molto forte alla
Regione nel poter monitorare, verificare e
anche premiare poi la qualità e
l’indipendenza dell’informazione.
Infatti, l’emendamento successivo è proprio
legato a questo: un premio che diamo a chi fa
informazione indipendente. È una sorta di
aiuto concreto a chi svolge questa attività non
a carattere economico, ma solo come un
premio non vincolato a un esborso di denaro
in modo che chi fa informazione
indipendente e di qualità la Regione lo
premia come fa in tanti altri settori, proprio
per garantire che chi fa bene il suo lavoro ha
una premialità.
Mi fermo qua, perché sugli altri poi faccio
una discussione separata. Sono altri tre.
PRESIDENTE. Ha illustrato gli
emendamenti?
BARILLARI (M5s). I primi tre.
PRESIDENTE. Ha illustrato i primi tre.
Parere dell’Assessore sui primi tre?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Per le motivazioni
precedenti?
SARTORE, Assessore. Sempre per le stesse
motivazioni.
PRESIDENTE. Va bene.
Pongo in votazione il 440. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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(Il Consiglio non approva)
Pagina 446. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
448. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Sono rimasti i 449, 450 e 451. Fa
l’illustrazione insieme? Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Grazie, Presidente.
Ho preferito separarli perché sono due
aspetti diversi della stessa...
PRESIDENTE. Due diverse bocciature,
praticamente.
BARILLARI (M5s). Esatto.
In questi tre articoli aggiuntivi richiamiamo
non più i termini di qualità, indipendenza e
pluralismo, ma ci rivolgiamo alle campagne
di informazione e sensibilizzazione verso i
cittadini. La Giunta promuove campagne di
informazione verso l’educazione su scala
regionale, in ambito ambientale e sanitario
(l’emendamento che era stato presentato
precedentemente).
Negli ultimi due, siccome parliamo di
informazione e parliamo di pluralismo,
cerchiamo di introdurre, nella normativa
attuale, strumenti di partecipazione
democratica dei cittadini. In questo modo,
rispettiamo ed estendiamo il principio stesso
di trasparenza e di partecipazione che questa
Giunta dovrebbe promuovere, cioè il fatto
che, attraverso sistemi on line, attraverso
strumenti che ormai esistono, che già
LazioCrea sta analizzando e testando, noi
abbiamo già la possibilità di avere questi
strumenti disponibili per coinvolgere i
cittadini nell’informazione stessa. Invece che
essere noi a produrla e darla ai cittadini in
casi di emergenza sociale o ambientale,
possiamo coinvolgere, tramite queste
piattaforme, i cittadini nel promuoverla e
nell’autoprodurla.
Quindi, se fossimo un po’avanti con i
tempi...
PRESIDENTE. Collega Avenali, non dia le
spalle alla Presidenza.
BARILLARI (M5s). Se avessimo una visione
un po’più in là nel tempo, dovremmo capire
che questi strumenti...
PRESIDENTE. Anche il collega De Paolis.
BARILLARI (M5s). ...che questi strumenti di
partecipazione democratica, in cui
coinvolgiamo i cittadini in prima persona,
sono già attuali e sono già il futuro che
vediamo oggi.
Quindi, questi emendamenti potrebbero
inserire in questa legge un grosso passo in
avanti – ripeto, che già LazioCrea sta
analizzando − per poter introdurre strumenti
di partecipazione diretta digitale nelle scelte
di questa Regione.
PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento 449. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 450. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 451. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Adesso siamo all’articolo 36. Ci sono
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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alcuni emendamenti.
453. Assessore, prego.
SARTORE, Assessore. Per il 453 è contrario.
PRESIDENTE. Anche la Commissione ha
espresso parere contrario.
SARTORE, Assessore. Sì. Sono tutti
contrari.
PRESIDENTE. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 454. Parere contrario della
bilancio.
Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Chi è favorevole? Chi è
contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Il 455 è ritirato.
Sono ritirati anche i 456, 457, 458 e 459.
Siamo al 460.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.
Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Giusto una spiegazione
anche di questi emendamenti, se qualcuno
vuole ascoltare.
Noi parliamo di uno stanziamento di 2
milioni di euro per questa legge, tramite la
creazione di due fondi. Vi ricordo che, oltre a
essere al 73° posto della libertà di stampa, in
Italia, abbiamo già dato contributi all’editoria
per miliardi di euro, anche sotto forma di
bandi pubblici della PA, cosa che abbiamo
detto anche negli interventi generali. Quindi,
abbiamo testate che negli anni hanno preso
già un sacco di soldi. Nel 2014 parliamo di
oltre 30 milioni divisi su 45 testate.
Ripeto: stiamo dando soldi a un settore che
è già stato finanziato per miliardi e miliardi
di euro. Se vedete le norme contenute nei
primi articoli, diamo soldi, a questo punto,
anche a corsi di aggiornamento e formazione
a carico di privati, diamo soldi per la rete di
infrastrutture fra le edicole, che si parlano fra
di loro. Noi stiamo stanziando 2 milioni su
due fondi che, secondo questa legge,
andranno ovunque, andranno anche − vi
ricordate? – a studi di esperti...
PRESIDENTE. Consiglieri Baldi, De Lillo e
Petrassi, per favore.
Il collega Barillari, comunque, sta facendo
una battaglia politica. Un po’di rispetto!
BARILLARI (M5s). Ripeto, stiamo
stanziando 2 milioni per questa legge, che
andranno a studiosi ed esperti per fare attività
di consulenza, andranno a reti di edicole,
andranno a finanziare un po’tutto, perché i
beneficiari abbiamo visto che erano termini
molto generici e che racchiudevano un
po’tutto.
Cerchiamo, almeno, con questi
emendamenti, di ridurre un po’l’efficacia di
questa norma generica, cioè andare più nel
dettaglio riguardo a chi possiamo sostenere e
dove questi soldi andranno. Attualmente non
c’è, come vi dicevo, il dettaglio di chi
riceverà questi 2 milioni se non queste
finalità generiche che abbiamo descritto
prima.
PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
L’emendamento 461 è ritirato.
Emendamento 462. C’è il parere contrario
della Bilancio, quindi immagino anche
dell’Assessore.
SARTORE, Assessore. Contrario.
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Il successivo è ritirato.
Emendamento 466. C’è il parere contrario
della Bilancio. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 468. C’è il parere contrario
della Bilancio. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 469. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 470. C’è il parere contrario
della Bilancio. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Barillari. Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). Una domanda per capire
anche la contrarietà a questi emendamenti,
perché oltre ad abolire alcuni commi, perché
due fondi non si capisce che ruolo svolgano,
uno da 1,2 milioni e uno da 750, vorremmo
capire le risorse come sono state calcolate. Ci
dà qualche dettaglio in più rispetto alla
previsione di costi per questi fondi? Perché
non 1 milione invece che 1,2 milioni? Perché
questi due fondi sono separati? Perché altri
250.000…
PRESIDENTE. La Commissione Bilancio ha
espresso parere contrario. Forse è improprio
chiederlo all’Assessore.
BARILLARI (M5s). Chiedevo un
chiarimento in questa sede. Grazie.
PRESIDENTE. L’Assessore ha espresso il
parere. Se vuole motivarlo, prego.
SARTORE, Assessore. Motivo solo il perché
sono due fondi. Il disegno di legge comporta
l’approvazione ed è stato approvato in
Commissione, da ultimo dalla Bilancio, di
interventi di natura corrente e interventi di
natura in conto capitale. Quindi, non è che
possiamo non fare due fondi. Lo abbiamo
fatto relativamente agli interventi che
prevede e quindi va coperto con un’idonea
copertura per quella tipologia di interventi.
Tutto qua. Non sono state tolte risorse alla
sanità, perché questi sono fondi speciali che
vengono appostati nel bilancio libero della
Regione.
PRESIDENTE. Ed è il motivo per cui la
Commissione Bilancio ha votato contro.
Pongo in votazione l’emendamento. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 471. Parere contrario della
Bilancio. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 472. C’è il parere contrario
della Commissione. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Siamo all’emendamento della Giunta,
assessore Valente, D05/1. Il parere è
favorevole.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Emendamento 477. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. È contrario, come
anche il parere della Commissione Bilancio.
PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 479. Parere dell’Assessore?
SARTORE, Assessore. È contrario, come
anche il parere della Commissione Bilancio.
PRESIDENTE. Sì.
Pongo in votazione l’emendamento. Chi è
favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi
si astiene?
(Il Consiglio non approva)
Emendamento 482. Parere dell’Assessore?
Parere contrario della Commissione Bilancio.
SARTORE, Assessore. Contrario.
PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione
l’emendamento. Chi è favorevole alzi la
mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio non approva)
L’emendamento 483 è ritirato. Sono ritirati
tutti gli emendamenti all’articolo 36.
Pongo in votazione l’articolo 36, così come
modificato. Chi è favorevole alzi la mano.
Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Siamo arrivati alla conclusione
dell’articolato. Dobbiamo votare il titolo.
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole
alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
C’è un ordine del giorno, che è stato
distribuito...
(Interruzione di un Consigliere)
Non è stato ancora distribuito? Sospendo
cinque minuti.
Collega, lo possiamo fare direttamente alla
ripresa, così facciamo anche le dichiarazioni
di voto. Lo facciamo direttamente alle ore 15.
Ricordate, colleghi, che dopo
l’approvazione della legge ci sarà – per
decisone della Capigruppo − l’approvazione
della mozione proposta dal collega Fichera
sulle Camere di commercio. Alle ore 16
credo che avremo concluso i nostri lavori.
Ci vediamo alle ore 15.
(La seduta è sospesa alle ore 13,20)
(Segue t. 9)
(La seduta è sospesa alle ore 13,20 e
riprende alle ore 15,14)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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STORACE
PRESIDENTE. Possiamo riaprire la seduta.
Ricordo che la seduta si concluderà con la
discussione della mozione presentata, come
primo firmatario, dal collega Fichera. Prima
ancora ci saranno le dichiarazioni di voto.
Ordine del giorno D08, collegato alla
proposta di legge n. 210 del 30 ottobre 2014
“Legge quadro a sostegno del pluralismo
dell’informazione e della comunicazione
istituzionale”, a firma dei consiglieri
Bonafoni, Fichera, Petrassi, Favara,
concernente: Applicazione contratto
collettivo di lavoro giornalistico al personale
iscritto all’albo nazionale dei giornalisti che
svolge attività di informazione presso gli
uffici stampa della Giunta e del Consiglio
PRESIDENTE. Ordine del giorno proposto
dalla collega Bonafoni ed altri.
È stato ampiamente discusso nel corso
della mattinata, quindi credo che si possa
passare direttamente alla votazione.
Chi è favorevole all’ordine del giorno alzi
la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
Dichiarazioni di voto
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni
di voto sulla legge.
Intanto, preparate i tesserini perché si
voterà, ovviamente, con il metodo
elettronico, quando ci saranno i Consiglieri in
Aula, collega Porrello. Tranquillo. Ho
compreso la sua osservazione.
(Interruzione del consigliere Porrello)
Voto io [audio incomprensibile].
Dichiarazioni di voto. Se non ci sono
dichiarazioni di voto...
(Interruzione di un Consigliere)
La consigliera Bonafoni? Sennò, alle 15,45
convochiamo per votare. Non è un problema.
Ha chiesto di parlare la consigliera
Bonafoni. Ne ha facoltà.
BONAFONI (Sel). Anche brevemente, ci
tenevamo a sottolineare questo momento, la
votazione finale di una legge alla quale
abbiamo lavorato alacremente in
Commissione per tanti mesi.
Per la verità, ci siamo dati subito quel
compito: il lavoro e la modalità con cui ci
siamo mossi l’avete ascoltato a più riprese,
non sono io a ripeterlo a mia volta qua.
Voglio soltanto aggiungere due novità che,
nel frattempo, si sono prodotte a livello
nazionale e internazionale, che ci danno −
credo − l’idea, una volta di più,
dell’importanza di una legge che dopo
diciotto anni torna ad essere rinnovata e
innovata per la Regione Lazio.
La prima novità è di ieri, perché la Camera
ha approvato in via definitiva la riformona,
quella nazionale che tante volte abbiamo
evocato, una riforma che alcuni giudicano
ancora troppo piccola, che sicuramente avrà
bisogno di molti decreti attuativi, ma che ci
fa dire che c’è una sincronia − speriamo
anche nell’approccio e negli effetti che
questa legge avrà sul settore − fra quello che
il Parlamento ha legiferato in queste giornate
e quello che il Consiglio regionale si appresta
ad approvare oggi.
L’altra novità è una notizia che arriva
dall’Europa, in particolare dal Centro studi
del Parlamento dell’Unione Europea. Quel
Centro studi pone una retta dritta (le rette
sono tutte dritte), una retta definita e
indubitabile fra il peso della debolezza del
sistema dell’informazione e il peso della crisi
del settore, quindi lega l’economia e la
fragilità dell’economia al pluralismo,
all’indipendenza e alla libertà che noi, con
questo testo, fra le altre cose, vogliamo
affermare. Forse è proprio quella debolezza
che contribuisce a metterci in quel 77° posto
nella libertà di informazione, più volte
evocato dal consigliere Barillari, che volevo
ringraziare per i toni e le argomentazioni di
oggi, sinceramente, perché siamo arrivati − e
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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questo mi pare importante nei lavori d’Aula,
dopo giorni in cui ci siamo anche scontrati in
maniera forte − a dialogare, a provare a
dialogare con toni di altro tipo intorno al
testo.
Un ringraziamento volevo farlo agli uffici,
all’Ufficio legislativo, alla Commissione. La
Commissione qui non si vede, ma qui c’è il
dottor Drago. Non è stato semplice lavorare a
un testo che abbiamo ritirato fuori dai
cassetti, in qualche maniera, un testo che non
è così sulla cronaca dei lavori, tant’è vero che
le varie legislature avevano tentato e non
erano riuscite ad arrivare in fondo alla strada.
Invece, in Commissione, con le molte
audizioni, ci siamo riusciti. Siamo qua per
incassare un risultato che penso sia di tutti,
indipendentemente da come ci sia stato
l’approccio al testo.
Il CORECOM lo andiamo a normare
dentro questa legge. Il CORECOM sta
facendo − lo voglio dire − un lavoro
straordinario contro il bullismo (in
particolare, penso a questo), con il protocollo
“Donne e media”, che sta provando, insieme
alle università e alle redazioni, ad affrontare
uno dei temi che anche questa legge prova ad
affrontare, specialmente nella sua parte
iniziale. La dignità del lavoro, la piena
occupazione, la lotta alla disoccupazione
legata all’innovazione tecnologica, tutto
quello che dal web, ma non solo dal web, dai
sistemi, dalle piattaforme arriva e, a volte,
irrompe con violenza dentro le redazioni, fino
a spazzarle via, fino a farle chiudere. Noi
tentiamo, con questa legge, invece, di mettere
a sistema. Proviamo a dare dei contributi, non
poco, 2 milioni in tre anni, e lo voglio dire,
non a pioggia, non a caso, come è stato
erroneamente, credo, detto in quest’Aula, ma
prevedendo dei regolamenti con dei requisiti,
che andranno, invece, ad argomentare, in
maniera molto precisa, quali potranno
essere…
Rientrerà la qualità, rientrerà anche la piena
occupazione, la qualità dei contratti delle
redazioni dentro le priorità, le scale di
priorità per ricevere quei finanziamenti. C’è
moltissima formazione, come è giusto e
corretto che sia, c’è la formazione nelle
scuole, ci sono gli studenti universitari che
chiamiamo in una collaborazione corale a
dire “dateci una mano a stare sul pezzo, a
stare nei tempi e sui tempi dell’innovazione”,
perché di questo ha bisogno il settore, un
settore che noi abbiamo ascoltato davvero per
lungo e per largo. Abbiamo sentito gli
operatori, emittenti che purtroppo, nel
frattempo, hanno chiuso. Mi testimonierà il
puntualissimo presidente Cangemi che fin
dall’inizio si è fatto carico di portare in porto
la nave di questa legge. Li abbiamo
veramente sentiti e spesso, purtroppo,
accompagnati verso vertenze che ancora non
hanno trovato una soluzione, ma abbiamo
fatto di più, oltre ai sindacati e alle
associazioni di categoria, come è giusto che
sia, abbiamo sentito quelle associazioni che
sempre di più, facendo attività sociale nel
territorio, dicono quello che dovrebbe essere
ovvio, ma anche ovvio purtroppo non è, ossia
che dalla qualità dell’informazione passa
anche la qualità della democrazia del nostro
territorio.
Con questo impulso, ringraziando anche la
Giunta, che così copiosa ha seguito i lavori
della legge, noi ci apprestiamo a votare come
Gruppo SI-SEL positivamente questo testo
che crediamo sia un pezzetto di quel lavoro
che, tutti insieme, tentiamo di fare
quotidianamente nelle Commissioni prima e
in Aula poi per dare risposte, in questo caso
così importanti che le diamo ai cittadini del
Lazio.
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare
il consigliere Cangemi. Ne ha facoltà.
Non ho, per ora, altri iscritti a parlare per
dichiarazione di voto.
CANGEMI (Ci). Presidente, termina con il
voto un lunghissimo lavoro che è iniziato
quasi con i primi giorni della nostra
legislatura, perché da subito la Commissione
si è impegnata al fine di darsi come obiettivo
principale quello di votare questa legge per
andare a colmare un vuoto legislativo, come
ricordava la collega Bonafoni, di quasi venti
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
49
anni.
Lo dico al rappresentante della Giunta. È
stato un lavoro difficile, perché la
Commissione è composta in maniera
trasversale, l’unica Commissione che viene
guidata da un esponente della minoranza e
quindi è una Commissione che ha registrato
tante difficoltà, anche nell’equilibrio politico
della stessa Commissione.
Tuttavia, io penso che le audizioni, le dieci
Commissioni, il lavoro svolto attraverso una
partecipazione, oltre cento tra operatori,
addetti del settore, sindacati ci sono alternati
tra Commissioni e audizioni. Io credo che
mai in quella Commissione sia stato fatto un
lavoro così importante. La testimonianza è
che proprio da questa Commissione – lo dico
perché voglio specificare anche questo
passaggio – in una Commissione difficile da
convocare e da gestire, ma che in due anni,
perché poi questa legge sta già diverso tempo
nel calendario dei lavori, già quindi dopo due
anni ha licenziato un testo da portare in Aula.
È un lavoro straordinario proprio per la
difficoltà, per la finestra che l’Ufficio di
Presidenza ci ha dato come giorno di
convocazione, è stato indicato il venerdì.
Qualcuno ha detto che è una Commissione
che si è riunita poco. Si riunisce poco perché
i Consiglieri non vengono, perché i
Consiglieri non partecipano ai lavori, perché
il venerdì anticipa il sabato, quindi per molti
già comincia il prefestivo. Invece no. Il
venerdì noi abbiamo faticosamente messo in
piedi una serie di audizioni e Commissioni
proprio per onorare un impegno che era tra le
finalità di questa Commissione.
Questa Commissione − lo dico perché resti
agli atti − si è riunita, in due anni e mezzo,
più della somma delle ultime due legislature
guidate una volta dal centrosinistra e una
volta dal centrodestra. Quindi, a prescindere.
(Interruzione di vari Consiglieri)
Difficile non rispondere alle provocazioni
di alcuni colleghi, tipo Bellini, ma in effetti
tutti i torti non li ha.
Si è parlato, in maniera polemica, forse
anche troppo, visto che a presiedere quella
Commissione ero io e non posso essere di
certo tacciato di simpatia zingarettiana...
Continuo a dire che sono, forse, l’unico che
non ha un rapporto, neanche a livello di
educazione di base, con il Presidente, ma
forse più per colpa mia che per colpa sua.
Perlomeno, lui mi saluta. Sono io che fatico a
rispondergli. Quindi, nessuno mi può tacciare
di aver fatto una legge con inciucio. Io ho
visto anche i commenti su alcuni
emendamenti. Lasciano il tempo che trovano.
La politica è una cosa seria. Adesso è scaduta
un po’ a teatrino, ma quello che stiamo
vedendo a Roma ci fa rimpiangere il passato.
Sono stato accusato di aver fatto riunioni
segrete, quasi tacciato di massoneria. Proprio
io che la metterei fuorilegge la massoneria.
Su questo si capisce quanta malafede e
quanta disinformazione si è voluta fare su
questa legge. Disinformazione. Al punto che
negli ultimi documenti che abbiamo votato
sembrava, più che una legge regionale...
C’era una proposta alternativa a questa legge.
Sembrava più frutto della Casaleggio
Associati piuttosto che della Commissione.
Si parlava di una legge nazionale. Sembrava
quasi un testo nazionale, tant’è che molti
emendamenti − chi è stato attento ai lavori
dell’Aula lo avrà sicuramente registrato −
erano completamente da considerare non in
linea con un testo regionale.
Quindi, si poteva approfittare della
presenza del presidente Fico, che io ho
convocato su richiesta di taluni. Dopo due
anni, è venuto. Potevamo darla al presidente
Fico quella legge. Magari poteva essere più
d’aiuto per un testo nazionale che per un
testo regionale, proprio per parlare di
disinformazione.
La testimonianza vi è stata anche
nell’ultimo dibattito su alcuni emendamenti e
alcuni articoli. Quando c’è da scontrarsi,
certo, uno non si tira indietro anche rispetto a
una legge condivisa. Torno a dire che le leggi
non sono né di destra né di sinistra né di chi
le propone. Sono in funzione dei cittadini.
Altrimenti, dovrei pensare che, mentre io ho
fatto un accordo con SEL... Siamo minoritari
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
50
fortemente in quest’Aula (non di voti, perché
sono stato eletto con altri numeri).
Potevamo dire che le leggi precedenti
approvate da altri colleghi dell’opposizione
erano frutto di un accordo con il PD.
Preferisco un accordo con Smeriglio che con
Zingaretti. Voglio che questo resti a verbale.
Io con Zingaretti...
(Interruzione di vari Consiglieri)
È così, colleghi. Voi state meglio con
Zingaretti. Io sto meglio con Smeriglio. È un
problema tutto mio. Le leggi sono di tutti.
Evidentemente, qualcuno ancora, dopo tre
anni, non ha capito che cosa sta facendo qui.
Dovrebbe fare il Consigliere regionale.
Si è parlato, soprattutto, di quelle che erano
le possibilità di intervento su questa legge. Io
ho votato a favore rispetto alla Commissione
Bilancio sull’impegno economico, che
considero comunque un impegno riduttivo
rispetto a quello che la legge vorrebbe
mettere in campo. Però, ho apprezzato lo
sforzo e non sono, presumo, ma l’Assessore
l’ha confermato, soldi tolti da qualche altra
parte. I soldi si impegnano rispetto anche alla
finalità che uno dà come indirizzo di
Governo e di scelta. Se fossi stato da un’altra
parte avrei impegnato più risorse, ma
apprezzo il gesto.
Lei, Assessore, deve essere più chiara,
però, perché molti ancora non hanno capito
che c’è spesa corrente e conto capitale. La
colpa è sua non è di chi non lo capisce ancora
oggi, dopo tre anni. È la sua. Spesa corrente e
conto capitale.
Una tra le cose, per quanto riguarda
l’aspetto economico, che bisogna ribadire è
che i fondi non è che non si sa dove vanno, è
che uno impegna delle risorse e lo fa in spesa
corrente, lo fa in conto capitale e poi dopo le
scelte di Governo faranno sì che ci siano
bandi, ci siano gare pubbliche affinché si
investa non su quelle società, come qualcuno
ha detto, o quelle realtà che hanno preso
soldi. Ma chi ha preso i soldi? Qui negli
ultimi anni non ha preso una lira nessuno.
Molti hanno chiuso baracca e burattini, hanno
licenziato persone perché non arrivavano
neanche quei piccoli contributi per far
funzionare la libera informazione. Qui
nessuno di noi si è sognato di finanziare
riviste patinate o riviste di gossip. Io non l’ho
mai comprate, altri sì. Quindi, non c’è questa
necessità. C’è la necessità di correre in
soccorso di quelle realtà vere, di quei
giornalisti professionisti, di quelli che fanno
informazione e non giocano su Facebook,
non fanno disinformazione, non fanno i
vigliacchi e i codardi dietro uno strumento,
ma che parlano a viso aperto, che formano i
cittadini, che…
PRESIDENTE. Arrivi a conclusione,
Cangemi.
CANGEMI (Ci). Arrivo.
… che raccontino anche quello che si vede
da un’angolazione politica che magari uno
non condivide, ma che un servizio plurale, un
servizio trasparente, un servizio corretto. È
quello lo sforzo di questa legge: insistere su
una informazione che sia plurale, corretta,
trasparente, leale, giusta, equilibrata. Questo
vuole darsi come obiettivo la legge. Poi ci
sono tutti quegli articoli che hanno
disciplinato il CORECOM, un organo
importante, che da una parte si attacca e si
offende e poi dice “che bel lavoro ha fatto”.
Ha fatto un grande lavoro questo strumento,
lo può fare ancora di più se la Giunta farà
uno sforzo ancora più grande, a dare una sede
più grande, una struttura più grande per
raccogliere ancora tutti quei cittadini che
hanno bisogni di aprire un contenzioso. Su
quello ci dobbiamo sforzare.
Questa legge è un vanto e un orgoglio per
tutto il Consiglio, anche per quelli che hanno
remato contro in Commissione e qua dentro o
lo faranno. Qui magari diranno mezza parola
e poi su Facebook offenderanno come
sempre.
La politica è un’altra cosa e oggi compiamo
un gesto di collaborazione. Nonostante lo
scontro che ho avuto, che avrò e che non
terminerò mai di avere con il Capogruppo del
PD, la ringrazio. La ringrazio perché in
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Commissione è stato sempre presente e ha
dato un contributo importante ai lavori…
PRESIDENTE. Lo dia anche lei. Termini.
CANGEMI (Ci). … - chiudo, Presidente -
…così come tutti i colleghi che in
Commissione hanno sacrificato tanti venerdì
che altri, invece, pensavano fossero più
importanti.
(segue t. 10)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Valeriani. Ne ha facoltà.
VALERIANI (Pd). Cangemi, non ti
preoccupare, perché io parlerò meno. Quindi,
il tempo che hanno sottratto il presidente
Cangemi lo recupero io.
PRESIDENTE. Non è previsto dal
Regolamento.
VALERIANI (Pd). Il bon ton, però, è
previsto.
Io su Facebook scriverò le stesse cose che
dirò adesso e che farò nei comunicati stampa.
È importante rendere merito al lavoro che è
stato fatto per un anno e mezzo. Questo è uno
di quegli appuntamenti che danno anche un
valore all’attività che facciamo spesso dentro
le Commissioni. Lo dico spesso, anche tra i
nostri compagni di partito. Veniamo
monitorati soltanto dalla produzione
legislativa, ma spesso viene sottratta
all’analisi di chi ci osserva da fuori la fatica
di un lavoro di Commissione, a volte
silenzioso, operoso.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LEODORI
(ore15,36)
Il lavoro che ha accompagnato questa
proposta di legge è uno di quelli impegnativi
per davvero. Lo dico perché adesso il collega
Cangemi ha ripercorso la storia di questa PL
n. 210. Voglio testimoniare quanto è stato
puntuale il lavoro di ascolto, il lavoro di
assorbimento delle indicazioni di addetti ai
lavori, di persone che potevano dare un
contributo per una legge, presidente Storace,
lei che è un fine polemista e giornalista,
quindi più di noi può capirne l’importanza,
credo, una legge – dicevo − attesa da
tantissimi anni.
Una legge che viene attesa dal 1998 oggi
arriva a compimento e deve essere un
elemento di orgoglio per tutti. Era
perfettibile? Era migliorabile? Forse sì. Non
ci sono cose frutto dell’azione umana che non
lo siano. Non è una delle caratteristiche
dell’uomo quella di creare cose perfette, però
c’è stata tanta buona volontà, tanta pazienza
nell’ascoltare e anche nel fidarsi
reciprocamente. Ci mancherebbe che io non
polemizzi con il collega Cangemi su tutto.
Questa è la politica, è il cuore della polemica
sana della politica: vedere da punti di vista
diversi i processi e le cose, rivendicarne con
orgoglio le ragioni e ricordare sempre a tutti
che c’è un motivo per cui uno siede
all’opposizione e uno siede in maggioranza.
I cittadini hanno scelto. I cittadini hanno
espresso la loro volontà. Quindi, non è
casuale come siamo disposti qui dentro.
Questa legge, però, era una legge consegnata
a una di quelle Commissioni presiedute dai
colleghi di opposizione. L’ho fatto anche
durante il dibattito, l’ho fatto tante volte e lo
voglio fare adesso in dichiarazione di voto: è
stato un di più quello che ha permesso alla
legge di arrivare qui, perché il presidente
Cangemi è stato bravo nell’ascoltare tutti,
nell’ascoltare anche e soprattutto la
maggioranza, nel non cadere in provocazioni,
spesso gratuite, che ci sono state nel corso dei
nostri lavori. Oggi mi dispiace che questi
elementi polemici e queste cattiverie verbali
non si siano attenuate. Oggi arriviamo a
compimento di questa fatica.
Noi votiamo convintissimamente “sì”, non
solo per le ragioni che ha ricordato Marta
Bonafoni, perché attesa, perché ci sono un
bel po’di soldi a disposizione di un comparto
in difficoltà. Anche qua, tutto è perfettibile,
tutto è migliorabile. Sono pochi. Ci
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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mancherebbe altro, ma fino a ieri non c’era
nulla, e nelle ristrettezze economiche della
nostra condizione attuale siamo stati tutti
insieme bravi a recuperare.
Grazie anche al supporto dell’assessore
Sartore, che ha capito l’importanza di questa
legge, oggi siamo qui a votare una legge che
mette a disposizione dei prossimi anni 2
milioni di euro per un settore in crisi, in
difficoltà.
Oggi sarebbe un segnale importante, dopo
tutto quello che ci siamo detti in tre-quattro
sedute che sono occorse per approfondire
questa legge, mettere da parte la polemica,
secondo me un po’eccessiva e anche gratuita,
che si è scaricata su questa legge. Si è capito
quale era il punto di vista, soprattutto di un
collega che, comunque, dal suo osservatorio,
ha provato a convincere tutta l’Aula che
sbagliavamo e che c’era bisogno di
correggere questo testo. Penso che, però,
sarebbe un errore avere un voto dei colleghi
del 5 Stelle compatto contrario a questo testo.
Secondo me, è uno sbaglio, è un errore.
Quindi, invito tutta l’Aula a chiudere
questo percorso, che è stato un percorso
importante, durato un anno e mezzo, che ci
ha visto fare i complimenti da fuori da tutti
gli addetti ai lavori. Penso che sarebbe un
errore politico. Poi ciascuno si assume la
propria responsabilità che, compattamente, la
maggioranza e un pezzo del centrodestra o
tutto il centrodestra possa votare a favore di
questo testo con un voto, invece, contrario
dei colleghi del 5 Stelle.
Ci sono tematiche che, a mio parere,
debbono sfuggire, nel momento in cui c’è
una convergenza al 90 per cento sulle cose
contenute in un testo, debbono avere un voto
positivo.
È possibile il contrario, ci mancherebbe
altro, però io rimarco l’importanza, alla fine,
di far prevalere la politica e non gli istinti più
biechi, quelli della polemica fine a se stessa.
Noi votiamo convintamente sì e speriamo
che questa legge possa essere, da domani,
operativa ed essere un punto di riferimento
importante per quelle migliaia di operatori
dell’informazione in crisi nel nostro territorio
che la aspettavano da tanti anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Barillari. Ne ha facoltà.
BARILLARI (M5s). “La garanzia del
pluralismo e dell’imparzialità
dell’informazione costituisce strumento
essenziale per la realizzazione di una
democrazia compiuta. Questi principi hanno
avuto conferma nella sentenza 155/2002 della
stessa Corte che richiamando i punti
essenziali delle precedenti decisioni ha
ribadito l’imperativo costituzionale secondo
cui il diritto di informazione garantito
dall’articolo 21 della nostra Costituzione
deve essere qualificato e caratterizzato, tra
l’altro, sia dal pluralismo delle fonti a cui
attingere conoscenze e notizie, così da porre
il cittadino in condizione di compiere le
proprie valutazioni, avendo presenti i punti di
vista e orientamenti culturali e politici
differenti, sia dell’obiettività e
dell’imparzialità dei dati forniti, sia infine
dalla completezza, dalla correttezza e dalla
continuità dell’attività di formazione erogata.
Va considerato che il pluralismo e
l’imparzialità dell’informazione, così come lo
spazio da riservare nei mezzi di
comunicazione alla dialettica delle opinioni,
sono fattori indispensabili di bilanciamento
dei diritti della maggioranza e
dell’opposizione.
Quando si parla di Statuto delle opposizioni
e delle minoranze in un sistema maggioritario
le soluzioni più efficaci vanno ricercate
innanzitutto nel quadro di un adeguato
assetto della comunicazione, che consenta
l’equilibrio dei flussi di informazione e di
opinione.
Parametri di ogni riforma devono in ogni
caso essere i concetti di pluralismo e
imparzialità diretti alla formazione di
un’opinione pubblica, critica e consapevole
in grado di esercitare responsabilmente i
diritti di cittadinanza democratica. Non c’è
democrazia senza pluralismo e imparzialità
dell’informazione”.
Questo era il messaggio alle Camere del
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
53
2002 del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Lui già quattordici anni fa diceva che
l’aspetto fondamentale di un sistema
comunicativo imparziale, pluralista e
indipendente era il rispetto delle opposizioni,
di tutte le forze presenti in questo caso in
Parlamento, ma possiamo rapportarlo anche
alla Regione. Quindi, è chiaro che noi a
queste osservazioni, a questo input a
intervenire sulle norme non abbiamo dato
nessuna risposta. Questa legge ha in sé molte
criticità che sono state più volte espresse,
sono state spiegate, sono state raccontate, ma
non c’è stato nessun dialogo in quest’Aula.
Il PD non ha praticamente fatto nessun
intervento nelle tre sedute d’Aula. Ci fosse
stato uno straccio di dichiarazione, di
contestazione, per entrare nel merito delle
osservazioni e delle domande che il nostro
Gruppo ha posto. Erano semplicemente
domande di chiarimenti, di approfondimenti.
È stato citato più volte, anche da altre forze
politiche, che la libertà di stampa in Italia è
scesa al 77° posto. Abbiamo perso quattro
posizioni rispetto all’anno precedente e siamo
dietro il Burundi e il Burkina Faso. Anche
qua c’è un sistema, ve l’abbiamo spiegato
molte volte, ma ho cercato di portare questo
tema in Aula, l’informazione è in mano
sempre più a concentrazioni monopolistiche
di gruppi editoriali. Vediamo ogni giorno che
preferiscono titolare ancora sul caso Muraro-
Raggi piuttosto che parlare delle bugie del
Governo sullo stato delle finanze.
Ci troviamo di fronte a un sistema
mediatico, comunicativo, che è in mano,
comunque, a poteri che stanno spingendo
verso una mancata consapevolezza dei
cittadini. Quello che diceva Ciampi: “esiste
una democrazia quando opposizione e
maggioranza riescono a portare le proprie
posizioni in maniera equilibrata e corretta”.
Non è solo nella par condicio quando ci sono
scontri elettorali, ma è durante tutta l’attività
dell’informazione nazionale-regionale.
Questo per dire che era un’occasione
importante questa legge, attesa da venti,
trenta, quarant’anni. Si poteva avere più
coraggio e intervenire su questo fenomeno
che ha importanza nazionale, ma soprattutto
riveste un ruolo regionale sul come noi diamo
informazioni. Per questo abbiamo ribadito
più volte il concetto di diritto del cittadino a
ricevere informazione pluralista e
indipendente e il dovere dell’Istituzione nel
fornirla. Questa discussione non c’è stata in
quest’Aula. Ve lo ripeto: una legge che parla
di pluralismo non è stata pluralista nella sua
discussione, nonostante sembra che qui ci sia
stata una discussione molto approfondita.
Un punto centrale era quello dei contributi
economici che diamo tramite questa legge. 2
milioni sono pochi? Forse sono anche troppi.
Noi siamo contro i contributi all’editoria
stampata; è, comunque, un modo per
influenzare l’opinione pubblica e le
redazioni.
Parliamo di miliardi di euro già spesi
attraverso questo giochino − lo ripeto ancora
− della legge che costringe i giornali locali a
pubblicare i bandi delle Pubbliche
amministrazioni. Anche qua, un contributo
all’editoria che svia il senso stesso
dell’informazione. Così come i contributi che
l’Italia ha dato ai propri giornali per anni e
anni. Noi abbiamo giornalisti che sono
indipendenti, giornali che non ricevono
finanziamento pubblico, eppure sono ancora
in buona salute. Altri ricevono negli anni
(giornali di partito, finti giornali di partito)
molti contributi. Noi cosa facciamo? Diamo
ulteriori soldi a questi giornali?
Io ho chiesto più volte a chi vanno questi 2
milioni di euro. Nessuna risposta. Leggendo
la legge, i beneficiari... Lo abbiamo espresso
anche nell’articolo 4: vanno a start-up, che va
benissimo; vanno a contribuire in un settore
in crisi, va benissimo. Però diamo spazio
anche a consulenze, a corsi di formazione per
i privati; diamo spazio a studiosi e a esperti,
che riceveranno soldi; diamo spazio agli
abbonamenti alle Agenzie di stampa, quando
ormai nessuno usa abbonamenti a Agenzie di
stampa; diamo soldi alle edicole per favorire
queste reti di distribuzione locale. Ripeto:
dalla clausola valutativa, dall’efficacia di
questa legge vedremo dove saranno andati
questi soldi. Diamo spazio, però, a grossi
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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dubbi.
Per chiudere, c’erano state tante occasioni
per migliorare questa legge. Non avete
compreso neanche il senso di un osservatorio
regionale sulla qualità dell’informazione.
Create tavoli a non finire su qualsiasi legge;
su questa non si crea nessun osservatorio,
perché c’è già il CORECOM che fa tutto. In
realtà, c’era spazio anche per parlare di
qualità dell’informazione regionale, per fare
una premialità verso chi fa veramente
informazione e chi non la fa. Non c’è stata
discussione. Non ci sono state risposte ai
tanti stimoli che vi abbiamo presentato in
modo puntuale e costruttivo. Oltre alle
polemiche, oltre agli insulti, abbiamo portato
contenuti in quest’Aula e c’è stato il
disinteresse, come c’è in questo momento. Si
parla, ma nessuno ascolta.
Questa è la difficoltà di quest’Aula
legislativa. Noi facciamo delle leggi in cui
non c’è un confronto, non c’è un ascolto,
ognuno si fa i fatti suoi, e poi si bocciano gli
emendamenti solo perché c’è una posizione
pregiudiziale. Se fossimo entrati nei dettagli
di ogni singolo emendamento, nel contenuto,
sui principi di qualità, pluralismo e
indipendenza, avremmo fatto una legge
condivisa. Questo percorso non c’è stato,
quindi sicuramente non voteremo in maniera
positiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Simeone. Ne ha facoltà.
SIMEONE (PdL-FI). Grazie, Presidente.
Per anticipare il voto favorevole del
Gruppo, ma più che altro mi piaceva
intervenire per significare un lavoro
straordinario che il presidente Cangemi ha
fatto per portare in approvazione questa
proposta di legge. È stato abile in
Commissione. Ha subito incarnato bene il
ruolo. Non ha voluto mettere in campo un
suo progetto, una sua idea a torto di
qualcuno. Ha cercato, invece, da subito, il
contatto con la maggioranza, perché era
giusto, perché era doveroso, perché prima
forza politica in questo Consiglio.
Quindi, c’è stata una bella condivisione su
tutto, su una proposta di legge difficile,
complicata, perché guarda un mondo
complicato, quello dell’informazione, quello
dell’editoria. Qui sta il grande risultato, e
questo dovrebbe essere...
PRESIDENTE. Scusate. È difficile parlare
per il collega.
Prego, consigliere Simeone.
SIMEONE (PdL-FI). Questo dovrebbe
essere, invece, preso ad esempio di come si
devono affrontare le proposte di legge per
portarle immediatamente a casa con il
massimo della condivisione di questo
Consiglio. Certo, uno tenta sempre di portare
all’unanimità la condivisione. Poi, se c’è
qualcuno che durante il percorso si sfila,
purtroppo...
È vero: tutto può essere migliorabile, tutto
può essere perfezionato. Sarà oggetto anche
di critica perché non conteneva questa cosa,
non conteneva quell’altra. Intanto, contiene
qualcosa che questo Consiglio aspettava
veramente ad anni. Intanto c’è, intanto è una
base di partenza, intanto c’è anche una
disponibilità finanziaria per queste attività
che fino a oggi non c’erano. Questo è il
rovescio della medaglia, l’altra parte, il
bicchiere mezzo pieno, anzi aggiungerei, non
mezzo pieno, ma al 90 per cento pieno.
Per questi motivi il Gruppo di Forza Italia
vota convintamente sì a questa proposta di
legge che, con le premesse prima dette, in
solamente tre sedute, è riuscito a portarla
all’approvazione e soprattutto a esaminare
anche una quantità notevole di emendamenti,
più o meno cinquecento emendamenti sulla
proposta di legge non era una cosa da poco.
Comunque, con questo feeling che è nato in
Commissione e io mi onoro di firmarla, l’ho
firmata questa proposta di legge in quanto
componente di quella Commissione e
ringrazio i componenti che mi hanno messo
nelle condizioni di capire meglio tutti gli
articoli che compongono questa proposta di
legge che diventerà legge.
Questa è la sfida che può essere fatta anche
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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per le altre proposte di legge, se iniziano in
questa maniera e terminano in questa
maniera. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono altre
dichiarazioni di voto.
Votazione finale
PRESIDENTE. Invito i colleghi ad inserire
l’apposito tesserino per la votazione. Non è
ancora aperta la votazione. La votazione è
aperta.
(Seguono le operazioni di voto)
(Interruzione di un Consigliere)
Non è inserita. Al contrario.
(Interruzione di un Consigliere)
Lo direte al microfono.
La votazione è chiusa. Storace, Cangemi e
Sabatini.
STORACE (LaD). Favorevole.
CANGEMI (Ci). Favorevole.
SABATINI (Ci). Favorevole.
PRESIDENTE. Comunico l’esito della
votazione:
Presenti ai fini del numero legale 41
Assenti per motivi istituzionali 1
Favorevoli 34
Contrari 6
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’autorizzazione al
coordinamento formale. Chi è favorevole?
Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva)
*****
Mozione n. 415 del giorno 29 settembre
2016, proposta dai consiglieri Fichera,
Valeriani, Righini, Di Paolantonio,
Abbruzzese, Petrassi, Bianchi, Porrello,
Baldi, Sbardella, Storace e Tarzia,
concernente: Schema di decreto di
riordino delle camere di commercio
PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto
3, reca: Mozione n. 415 del giorno 29
settembre 2016, proposta dai consiglieri
Fichera, Valeriani, Righini, Di Paolantonio,
Abbruzzese, Petrassi, Bianchi, Porrello,
Baldi, Sbardella, Storace e Tarzia,
concernente: Schema di decreto di riordino
delle camere di commercio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Fichera.
Ne ha facoltà.
FICHERA (Psi). Grazie, Presidente.
Come i colleghi sanno, in seguito
all’approvazione della legge…
PRESIDENTE. Scusate, è difficile ascoltare.
Capisco che la parte della legge era quella
più attesa, però c’è anche questa integrazione
dell’ordine del giorno che dobbiamo
discutere.
Prego, consigliere Fichera.
FICHERA (Psi). Grazie, Presidente. È in
corso di definizione il decreto legislativo che
riordinerà il sistema delle Camere di
commercio nel nostro Paese.
Ora, sulle camere di commercio si possono
avere opinioni diverse, ma nel momento
stesso in cui, come fa la legge, si definisce la
loro persistenza e si stabilisce, si è scelta non
la strada di regionalizzarle, ad esempio, ma la
strada di stabilire il numero massimo in
sessanta Camere di commercio per tutto il
territorio nazionale, si pone una questione
sulla territorializzazione di questi enti.
Una questione che riguarda in particolare la
nostra Regione. Noi sappiamo che la nostra è
la seconda Regione italiana per prodotto
interno lordo, è la seconda regione italiana
per numero di impresa iscritte al registro
delle imprese. Tuttavia, la particolare
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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configurazione della nostra Regione, fa sì che
gran parte di queste imprese sia iscritta nel
territorio romano, talché, le province in cui si
articola il nostro territorio, risulterebbero
singolarmente non raggiungere i requisiti che
la legge prevede.
Questo comporta uno scenario in cui però
essere possibile il determinarsi di una
situazione paradossale, cioè che nel Lazio
resti in campo una sola Camera di
commercio, mentre invece, in altre Regioni
più piccole, con minore popolazione
produttiva, con minore popolazione
imprenditoriale, sarebbero articolate su più
realtà nei territori. Perché sono articolate su
più realtà nei territori? Perché la storica
vocazione delle Camere di commercio è
esattamente quella di essere punto di
riferimento per le imprese territoriali.
È evidente che in una Regione come la
nostra, che il tema del riequilibrio e il tema
del policentrismo dello sviluppo lo ha
sempre, storicamente, avuto, un esito
monocentrico sarebbe in contraddizione con
tutta una storia di impegni, anche di questa
istituzione.
È per questo che con questa mozione,
firmata dai colleghi di tutti i Gruppi
consiliari, noi vorremmo impegnare il
Presidente e la Giunta regionale affinché
nelle fasi attuative (anzi, già nelle fasi di
definizione del decreto, e successivamente,
nelle fasi attuative) la Regione Lazio agisca e
sia presente al fine di contenere i rischi di
depotenziamento delle Camere di commercio
che sono state un nostro storico partner e di
desertificazione territoriale, consentendo cioè
che si possano realizzare, eventualmente,
delle aggregazioni tra Camere, che
mantengano il pluralismo territoriale. È per
questo che ho proposto insieme ad altri
colleghi questa mozione.
Il collega Sabatini mi ha formulato a voce
un’osservazione relativa a un periodo che
potrebbe ingenerare qualche equivoco, non
so se l’abbia formalizzata. Nel caso l’abbia
formalizzata, anticipo il mio parere
favorevole ad accoglierla e chiedo
comunque, anche sulla scorta del consenso
unanime tra i Gruppi che ho ricevuto, che il
Consiglio approvi questa mozione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (Ci). Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso, in realtà, con quattro
proposte emendative, tutte attinenti la
medesima situazione, tentare di dare un
contributo, non tanto di semplificazione
quanto di chiarezza, in quanto a nostro avviso
l’inciso che veniva inserito nel campo dei
ritenuto poteva essere non solo fuorviante,
ma addirittura consentiva di leggere la norma
dando un significato esattamente opposto
rispetto a quello che si voleva dare.
Per quanto ci riguarda, le specificità del
territorio hanno rilevanza importante, ci
troviamo a proporre al Governo, ci troviamo
in una fase in cui il nostro Presidente può
esprimere certamente con maggiore forza
rispetto a quanto ha fatto fino a questo
momento una posizione autorevole di una
Regione importante di questo Paese, che
anche dal punto di vista economico
rappresenta un PIL riteniamo di tutto rispetto
in ordine al sistema Paese, quindi
probabilmente una chiarezza ulteriore che
possa andare a valorizzare le territorialità di
questa regione ci appariva del tutto utile ad
avere una discussione snella ma altrettanto
proficua da parte di questo Consiglio.
Votazione
PRESIDENTE. Pongo in votazione la
mozione, così come integrata dal consigliere
Sabatini, a cui il consigliere Fichera ha già
espresso il suo assenso. Chi è favorevole?
Chi è contrario? Chi si astiene?
(Il Consiglio approva all’unanimità)
La seduta è conclusa e verrà convocata a
domicilio. Grazie.
La seduta termina alle ore 16,01
Atti consiliari Regione Lazio
X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016
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Responsabile Resocontazione
Dott. Stefano Mostarda