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Rete della Conoscenza - il giornale degli studenti

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Rete della Conoscenza (inserto di Terra - Quotidiano Ecologista) del 12 marzo 2011

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sabato 12 marzo 2011 V

Antimafia

ggi in piazza per la scuola pubblica, la set-timana prossima a Po-tenza. Qual è il ruolo

della società civile in un pae-se in cui i diritti costituziona-li sono costantemente sotto attacco da una politica spes-so e volentieri distratta e au-toreferenziale?

Il ruolo ce lo assegna la stessa Costituzione, quelle parole che sono parole innanzitutto di re-sponsabilità, di corresponsabi-lità. La democrazia è incompa-tibile con la pigrizia, l’adesio-ne formale, l’indi erenza o il di-sinteresse. La de-mocrazia chie-de a ciascuno di noi d’impegnarci quotidianamente perché la dignità e la libertà di tut-te le persone sia rispettata e ali-mentata, perché non esistano pri-vilegi, disugua-glianze, forme di povertà materiale e culturale, di razzismo e discriminazione.La società civile deve farsi sem-pre più società responsabile. Il che signi ca anche saper sal-dare la denuncia e la proposta. Non basta chiedere, come è giu-sto, più politiche sociali e più la-voro: bisogna costruire percorsi di cambiamento.Insieme alla scuola, all’univer-sità, ai sindacati, al mondo del-la informazione e anche, certo, a quella politica che si mette dav-vero al servizio della collettività. I diritti costituzionali non basta difenderli, bisogna viverli e pra-ticarli ogni giorno, con impegno, coerenza, determinazione.

Libera ha insegnato a questo Paese che l’antima a non è un settore da specialisti, né tan-to meno una lotta di un’élite, o relegata ad una certa par-te del Paese, ma che invece si fonda sull’impegno di tut-te e di tutti, sulla responsa -bilità che può guidare il no -stro agire quotidiano. Do -po sedici anni di cammino a che punto è il nostro cammi -no per liberarci dalle ma e? La strada è ancora lunga?

Libera non ha insegnato, ha sempre preferito che fossero i fatti a parlare. Dal sostegno alla legge per l’uso sociale dei beni con scati, che oggi compie 15

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«I diritti non basta difenderli, bisogna praticarli tutti i giorni»Mariano Di Palma

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Antimafia Dialogo con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, sulla difesa della Costituzione, la lotta alle mae e il ruolo della conoscenza: «La democrazia è incompatibile con la pigrizia»

piattimento delle coscienze, nell’informazione a senso unico e super ciale, nella mancanza di profondità, di analisi, di capaci-tà critica.Un giovane che studia, che s’in-forma, che si assume delle re-sponsabilità, che lega il suo per-sonale progetto di vita al servi-zio di un ideale più grande, non solo sarà una spina al anco del potere ma oso, ma sarà anche un cittadino che non presterà il anco al disimpegno, al ripie-gamento, alla rassegnazione di fronte alle ingiustizie sociali che segnano la vita di tante persone e permettono alle mae di allar-gare la loro in uenza.

anni, all’impegno su quei terreni, dai percorsi edu-cativi nelle scuo-

le alle collaborazioni con l’uni-versità, dall’attenzione e il coin-volgimento dei famigliari del-le vittime delle ma e agli stru-menti culturali e d’informazio-ne, credo che nel nostro picco-lo un contributo al cambiamen-to l’abbiamo dato e continuere-mo a darlo.Ma guai a sedersi sui risultati. La strada che conduce alla li-berazione dalle ma e e da tutto ciò che, nell’ombra, le alimen-ta è ancora lunga. È una gran-de s da innanzitutto culturale. Ma e vuol dire anche disugua-glianza sociale, diritti negati, il-legalità di usa, individualismo inso erente delle regole, infor-mazione condizionata.È per questo che abbiamo pro-mosso una grande raccolta di

rme perché l’Italia rati chi la Convenzione di Strasburgo del 1999 contro la corruzione, che sottrae ingenti risorse al patri-monio pubblico e ricade sulle fasce più deboli come assenza di servizi, lavoro, opportunità.Potremo dire “c’erano una vol-ta le ma e” quando il linguag-gio della prossimità, dei diritti e doveri condivisi, sarà pratica-to da tutti come premessa del-la giustizia sociale. Esiste già un testo che ci dice cosa dobbiamo fare per realizzare questo so-gno, ed è appunto la nostra Co-stituzione, il più formidabile dei testi antima a.

La politica sembra sorda al-le tante richieste che tut-to il mondo dell’antima a fa da anni. Gran parte della re-sponsabilità della politica è il non essere riusciti ad af-frontare il fenomeno delle ma e in maniera comples-sa, dal punto di vista econo-mico, sociale e culturale. Lei cosa ne pensa? Quali sono le risposte complessive che la politica dovrebbe mettere in campo da subito ?

Credo sia importante non gene-ralizzare. Come c’è una politica sorda, indi erente o peggio po-co trasparente, ce n’è una atten-ta, responsabile, con la quale si possono costruire percorsi posi-tivi. Mi auguro ad esempio che l’Agenzia nazionale dei beni con-

scati possa dare un ulteriore impulso a uno strumento, la leg-ge 109, che abbiamo voluto for-temente quindici anni fa racco-gliendo un milione di rme e che ha segnato una svolta sociale, culturale ed economica nel con-trasto al crimine organizzato.Ma oggi è più che mai necessa-rio saldare la lotta alla ma a alle forme collaterali di illegalità che le alimentano. La lotta alla cor-ruzione, come detto, deve esse-re una priorità della politica, che deve a sua volta però dare dimo-strazione di trasparenza. I codi-ci etici che periodicamente sono stati scritti in questi anni si sono rivelati alla prova dei fatti un ar-gine debole alla pressione degli interessi contingenti, della ricer-

ca del consenso e del potere.Deve essere chiaro che chi rico-pre un ruolo pubblico, risponde a una doppia istanza etica, in-dividuale e sociale. Alla politica si chiede null’altro che di torna-re a essere politica con la “p” ma-iuscola, politica di vicinanza alle persone e non di gestione priva-tistica del potere, politica d’idea-li e non d’interessi, politica come alta forma di servizio alla collet-tività.

La Rete della Conoscenza, da 17 anni con l’UdS e con LINK-Coordinamento Universita-rio sin dalla sua fondazio-ne, si batte nelle scuole e nel-le università per combattere le ma e a partire dall’acces-so ai luoghi della formazio-ne, al diritto allo studio, ad un sapere come vero e pro-prio strumento di liberazio-ne dall’ignoranza ma osa. Quanto è importante il ruolo degli studenti e delle studen-tesse in questa battaglia?

È fondamentale, come quello de-gli insegnanti e di tutta la scuola. Restano un punto fermo le pa-role di Nino Caponnetto, gran-de cooordinatore del pool anti-ma a di Palermo ai tempi di Fal-cone e Borsellino: «La ma a te-me la scuola più della giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura ma osa».La questione criminale ma o-sa, come le tante forme d’illega-lità che la nutrono, a onda le ra-dici nel vuoto culturale, nell’ap-

«La mafia teme la scuola più

della giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi

della cultura mafiosa»

Don Luigi Ciotti

IntervistaRete della Conoscenza

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