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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno X n. 483 21 febbraio 2010 Prima settimana di Quaresima Ricordati che sei polvere e polvere ritorneraiPessimista? No, realista! È la dimensione ragionevole che è in noi che ci spinge a guardare la realtà e l’esperienza umana del morire senza censure. Quanta pena nel costatare la voluta ignoranza, di molti, sulla questione ineludibile del nascere e del morire. È patetico lo sforzo di vivere l’altrui morte come qualcosa che non ci riguarda o essere accanto alla morte del congiunto con ironia che cela spesso evidente nervosismo per l’incapacità di gestire il momento. Il credente, pur vivendo il dramma della morte, lo sento come un mistero e si impegna con la ragione e la fede che devono muoversi in sinergia ad indagarlo. Ci ricorda il Concilio Vaticano II: “In faccia alla morte l'enigma della condizione umana raggiunge il culmine. L'uomo non è tormentato solo dalla sofferenza e dalla decadenza progressiva del corpo, ma anche, ed anzi, più ancora, dal timore di una distruzione definitiva. Ma l'istinto del cuore lo fa giudicare rettamente, quando aborrisce e respinge l'idea di una totale rovina e di un annientamento definitivo della sua persona. Il germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile com'è alla sola materia, insorge contro la morte. Tutti i tentativi della tecnica, per quanto utilissimi, non riescono a calmare le ansietà dell'uomo: il prolungamento di vita che procura la biologia non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore, invincibilmente ancorato nel suo cuore. Se qualsiasi immaginazione vien meno di fronte alla morte, la Chiesa invece, istruita dalla Rivelazione divina, afferma che l'uomo è stato creato da Dio per un fine di felicità oltre i confini delle miserie terrene. Inoltre la fede cristiana insegna che la morte corporale, dalla quale l'uomo sarebbe stato esentato se non avesse peccato, sarà vinta un giorno, quando l'onnipotenza e la misericordia del Salvatore restituiranno all'uomo la salvezza perduta per sua colpa. Dio infatti ha chiamato e chiama l'uomo ad aderire a lui con tutto il suo essere, in una comunione perpetua con la incorruttibile vita divina. Questa vittoria l'ha conquistata il Cristo risorgendo alla vita, liberando l'uomo dalla morte mediante la sua morte. Pertanto la fede, offrendosi con solidi argomenti a chiunque voglia riflettere, dà una risposta alle sue ansietà circa la sorte futura; e al tempo stesso dà la possibilità di una comunione nel Cristo con i propri cari già strappati dalla morte, dandoci la speranza che essi abbiano già raggiunto la vera vita presso Dio.” Il momento favorevole e di grazia della Quaresima, che inizia con la liturgia delle ceneri e con l’espressione dell’antica formula: Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai, “ci rimanda agli inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo la colpa delle origini: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!" (Gen 3,19). Qui, la parola di Dio ci richiama alla nostra fragilità, anzi alla nostra morte, che ne è la forma estrema. Di fronte all’innata paura della fine, e ancor più nel contesto di una cultura che in tanti modi tende a

Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai - Introduzione · Rossana CUCCURULLO - Docente univ, ... Cristina CARNEVALE - Insegnante di religione Attualità del classico´: contenuti

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno X – n. 483 – 21 febbraio 2010 – Prima settimana di Quaresima

“Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”

Pessimista? No, realista! È la dimensione ragionevole che è in noi

che ci spinge a guardare la realtà e l’esperienza umana del morire

senza censure. Quanta pena nel costatare la voluta ignoranza, di

molti, sulla questione ineludibile del nascere e del morire.

È patetico lo sforzo di vivere l’altrui morte come qualcosa che non ci

riguarda o essere accanto alla morte del congiunto con ironia che

cela spesso evidente nervosismo per l’incapacità di gestire il

momento. Il credente, pur vivendo il dramma della morte, lo sento

come un mistero e si impegna con la ragione e la fede – che devono

muoversi in sinergia – ad indagarlo.

Ci ricorda il Concilio Vaticano II: “In faccia alla morte l'enigma

della condizione umana raggiunge il culmine. L'uomo non è

tormentato solo dalla sofferenza e dalla decadenza progressiva del

corpo, ma anche, ed anzi, più ancora, dal timore di una distruzione definitiva. Ma l'istinto del

cuore lo fa giudicare rettamente, quando aborrisce e respinge l'idea di una totale rovina e di

un annientamento definitivo della sua persona. Il germe dell'eternità che porta in sé,

irriducibile com'è alla sola materia, insorge contro la morte. Tutti i tentativi della tecnica, per

quanto utilissimi, non riescono a calmare le ansietà dell'uomo: il prolungamento di vita che

procura la biologia non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore, invincibilmente

ancorato nel suo cuore. Se qualsiasi immaginazione vien meno di fronte alla morte, la Chiesa

invece, istruita dalla Rivelazione divina, afferma che l'uomo è stato creato da Dio per un fine

di felicità oltre i confini delle miserie terrene. Inoltre la fede cristiana insegna che la morte

corporale, dalla quale l'uomo sarebbe stato esentato se non avesse peccato, sarà vinta un

giorno, quando l'onnipotenza e la misericordia del Salvatore restituiranno all'uomo la

salvezza perduta per sua colpa. Dio infatti ha chiamato e chiama l'uomo ad aderire a lui con

tutto il suo essere, in una comunione perpetua con la incorruttibile vita divina. Questa vittoria

l'ha conquistata il Cristo risorgendo alla vita, liberando l'uomo dalla morte mediante la sua

morte. Pertanto la fede, offrendosi con solidi argomenti a chiunque voglia riflettere, dà una

risposta alle sue ansietà circa la sorte futura; e al tempo stesso dà la possibilità di una

comunione nel Cristo con i propri cari già strappati dalla morte, dandoci la speranza che essi

abbiano già raggiunto la vera vita presso Dio.”

Il momento favorevole e di grazia della Quaresima, che inizia con la liturgia delle ceneri e con

l’espressione dell’antica formula: Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai, “ci rimanda

agli inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo la colpa delle origini:

"Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa

sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!" (Gen 3,19). Qui, la parola di Dio ci

richiama alla nostra fragilità, anzi alla nostra morte, che ne è la forma estrema. Di fronte

all’innata paura della fine, e ancor più nel contesto di una cultura che in tanti modi tende a

censurare la realtà e l’esperienza umana del morire, la liturgia quaresimale, da un lato, ci

ricorda la morte invitandoci al realismo e alla saggezza, ma, dall’altro lato, ci spinge

soprattutto a cogliere e a vivere la novità inattesa che la fede cristiana sprigiona

nella realtà della stessa morte. L’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere

preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità. Così

la formula liturgica "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai" trova la pienezza del suo

significato in riferimento al nuovo Adamo, Cristo. Anche il Signore Gesù ha liberamente voluto

condividere con ogni uomo la sorte della fragilità, in particolare attraverso la sua morte in

croce; ma proprio questa morte, colma del suo amore per il Padre e per l’umanità, è stata la

via per la gloriosa risurrezione, attraverso la quale Cristo è diventato sorgente di una grazia

donata a quanti credono in Lui e vengono resi partecipi della stessa vita divina. Questa vita

che non avrà fine è già in atto nella fase terrena della nostra esistenza, ma sarà

portata a compimento dopo "la risurrezione della carne". Il piccolo gesto

dell’imposizione delle ceneri ci svela la singolare ricchezza del suo significato: è un invito a

percorrere il tempo quaresimale come un’immersione più consapevole e più intensa nel

mistero pasquale di Cristo, nella sua morte e risurrezione, mediante la partecipazione

all’Eucaristia e alla vita di carità, che dall’Eucaristia nasce e nella quale trova il suo

compimento. Con l’imposizione delle ceneri noi rinnoviamo il nostro impegno di seguire Gesù,

di lasciarci trasformare dal suo mistero pasquale, per vincere il male e fare il bene, per far

morire il nostro "uomo vecchio" legato al peccato e far nascere l’"uomo nuovo" trasformato

dalla grazia di Dio (Benedetto XVI).

La riflessione sulla vita eterna, sull’immortalità dell’anima e la resurrezione dei corpi deve

costantemente far parte dell’annuncio cristiano, per non privare l’uomo della luce sul suo

destino eterno. C’è anche il problema della cremazione e la custodia delle ceneri che non siano

disperse, ma custodite nei cimiteri per consentire il rispetto e la memoria del trapassato. Se nel

codice di diritto canonico del 1917 la cremazione era vietata dalla Chiesa perché negazione

dell’immortalità dell’anima e della resurrezione dei corpi; a seguito di dibattiti all’interno della

chiesa con il Concilio Vaticano II è stata consentita nel nuovo Codice. Già un intervento della

congregazione della fede del 1963 dichiarava la libertà della cremazione, perché l’abbruciamento

del cadavere, come non tocca l’anima e non impedisce a Dio di ricostruire il corpo, così non

contiene, in sé e per sé, la negazione dei dogmi. Agli interessati non dovranno essere negati, per

questo motivo i sacramenti e i pubblici suffragi a meno che ci siano motivi ostili alla vita

cristiana. Il catechismo della chiesa cattolica attesta nel numero 2301: “la chiesa permette la

cremazione, se tale scelta non mette in questione la fede nella resurrezione dei

corpi”. A riguardo della conservazione delle ceneri dei defunti l’orientamento della chiesa è

chiaro e deciso: la preferenza è per la sepoltura, inumazione dei corpi come il Signore stesso

volle essere sepolto. In relazione a tale scelta si esorta a non conservare in casa le ceneri di

familiari, ma a dare ad esse sepoltura, fino a che Dio farà risorgere dalla terra quelli che vi

riposano. La prassi che si sta introducendo (tenere le ceneri in casa, in giardino o disperderle nel

mare o sui monti o in campagna) solleva molte domande e perplessità che deve essere osservata

con lucidità pastorale perché sottende una mentalità panteistica o naturalistica.

INCONTRI IN CATTEDRALE (San Giovanni in Laterano)

CARITAS IN VERITATE “Gli attori e le cause dello sviluppo umano integrale”

PROF. MARIO MONTI

Lunedì 22 febbraio 2010 - ore 20

Genitori, giovani, catechisti, insegnanti tutti invitati a

progettare la vita..

Il convegno illustrato in altra pagina ci vuole aiutare a

riprendere le riflessioni iniziate con la lettera del Papa

Benedetto sull’Emergenza educativa. Chi fosse

interessato all’iniziativa lo comunichi in segreteria parrocchiale

per l’iscrizione al convegno.

9.30 Accoglienza e preghiera 10.15 Intervento del Card. Agostino Vallini

RELAZIONI INTRODUTTIVE Modera il Prof. Giuseppe Dalla Torre Rettore dell’Università LUMSA

10.30 “Educare oggi: La vita tra fare ed essere” Prof. Ferdinando Montuschi Università di Roma Tre

11.15 “Educare oggi: Il dinamismo progettuale della fede cristiana” Prof.ssa Ina Siviglia Facoltà Teologica di Sicilia

12.00 Dibattito e Presentazione dei laboratori di gruppo 13.00 Pranzo

14.30-17.30 Laboratori di gruppo

“Progettare la vita: le sfide educative”

Da 0 a 5 anni Coordina Luca Pasquale, Ufficio famiglia

Fabio NARCISI - Giornalista, catechista Il potenziale religioso del bambino: il contributo dell’educazione cristiana allo sviluppo sereno ed armonico della personalità Francesca COCCHINI – Docente univ, catechista L’impegno educativo della Chiesa verso i bambini Rossana CUCCURULLO - Docente univ, pedagogista L’integrazione dei servizi: l’impegno della FISM Luca e Paola BERNABEI - Produttore televisivo - Avvocato Testimonianza di una coppia credente davanti al mondo dei Media Simona MAIOZZI - Insegnante scuola primaria Il valore educativo permanente del racconto fiabesco Raffaele MASTROMARINO - Psicologo psicoterapeuta La “rivoluzione” nella vita di coppia alla nascita del primo figlio

Da 6 a 10 anni Coordina Andrea Lonardo, Ufficio Catechistico

Italo FIORIN - Docente univ, pedagogista L’importanza decisiva degli anni 6-10 Cristina CARNEVALE - Insegnante di religione Attualità del “classico”: contenuti scolastici e comunicazione empatica Stefano DE LUCA - Docente universitario La paternità autorevole, radice di ogni rapporto.. Donato LE PERA - Parroco L’idea di itinerario nell’Iniziazione cristiana Andrea PIERSANTI - Critico cinematografico Navigare da bambini: TV e web Maurizio CAPPELLI - Direttore scuola tennis Passione e regole nell’educazione allo sport

Da 11 a 14 anni

Coordina Maurizio Mirilli, Pastorale giovanile Ermes LUPARIA - Psicologo psicoterapeuta Educare con la mente, con il corpo, con il cuore Daniele PASQUINI - Dirigente sportivo Lo sport: collante tra l’individuo e la comunità Benedetto COCCIA - Presidente Azione Cattolica L’educazione alla fede Sergio COLAIOCCO e Laura GALIMBERTI - Educatori Scout Accompagnare nell’avventura educativa Piergiorgio BELLAGAMBA - Dirigente scolastico Come valorizzare il dono dell’intelligenza Giampiero PALMIERI - Parroco Continuità e discontinuità nell’educazione cristiana dei preadolescenti

Da 15 a 18 anni Coordina Filippo Morlacchi, Ufficio Scuola

Giuseppe FORLAI - Viceparroco La proposta di educazione alla fede nella parrocchia Sergio CICATELLI - Dirigente scolastico Il punto di vista di un dirigente scolastico sull’educazione alla cittadinanza Tonino CANTELMI - Psichiatra, psicoterapeuta I nuovi media: fascino, pericolo, opportunità educative Andrea ed Elvira MONDA - Insegnanti di religione Musica, cinema e letteratura possono educare ancora? Sergio GHIO - Parroco Educare la persona, educare la fede, nella scuola Gianni PIZZUTI - Caritas diocesana «Non ho perso nessuno…» (Gv 18,9): l’impegno della Caritas per l’educazione degli adolescenti a rischio.

XXV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ Giovedì 25 Marzo 2010 alle ore 19 in Piazza San Pietro

Benedetto XVI incontra i giovani.. Sono trascorsi venticinque anni dall’inizio delle giornate

mondiali della gioventù.

Sono dieci anni dalla memorabile giornata di TOR VERGATA!

Anche la nostra parrocchia fu protagonista con l’accoglienza di

vari gruppi di giovani.

I giovani di oggi e di allora, anche con i loro figli, sono inviati

a rivivere il dono di grazia che il Signore ha fatto e fa alla sua

Chiesa che ha accolto la singolare intuizione di Giovanni Paolo

II che riunisce i giovani di tutto il mondo attorno alla CROCE

di GESÙ. Nessuno deve mancare: tutti invitati!!!

Pranzi in parrocchia!!! Riprendono, per i gruppi della catechesi dell’iniziazione cristiana, i pranzi in parrocchia. È un

momento di condivisione tra le famiglie che partecipano ai cammini catechistici che aiutano le

ragazze e i ragazzi nella crescita cristiana ed anche alla preparazione alla celebrazione della

Messa di prima Comunione e della Cresima. Non ci si ritrova per una “mangiata” ma per

passare insieme del tempo in allegria, per conoscersi meglio, per mettere in comune il cibo,

per giocare. La formazione cristiana non è riducibile a nozioni, pure necessarie, da apprendere,

ma è anche uno stile di vita che, nel frammento di un pranzo o della festa di carnevale o prima

di Natale, trova momenti significativi se vi è l’impegno di tutti nella preparazione e nella

gestione. Anche il gioco tra famiglie ha la sua importanza.

E per gli altri? Bella domanda. Il consiglio pastorale ha condiviso la pizza al termine della sua

prima riunione (anche se molti non hanno potuto fermarsi o non ne hanno capito l’importanza

per favorire la reciproca conoscenza); altri gruppi di servizio (animatori liturgici, della carità) si

ritrovano per la pizza anche se, in qualche circostanza, si rivela più un trovarsi con i propri amici

che una condivisone con le altre persone che svolgono il medesimo servizio. La giornata della

comunità è sempre stata caratterizzata da un momento di convivialità non sempre accolto.

Adozioni a distanza con don Alfonso.. Bene!!! Già alcune persone hanno iniziato, singolarmente o in gruppo, ad impegnarsi per le adozioni in

Burkina Faso nella comunità diretta da don Alfonso. Ricordiamo che chiunque, singolarmente o in

gruppo, attraverso un piccolo sostegno economico, può assicurare a famiglie, adulto o bambini cibo e

cure sanitarie. L’impegno economico annuale richiesto è differente a seconda della tipologia di adozione

scelta: per un bambino la quota è di € 100; per un adulto la quota è di € 250; per una intera famiglia la

quota è di € 350. Le quote si possono versare in un'unica soluzione annuale o in altre soluzioni da

concordare. Chiunque volesse ulteriori informazioni potrà scrivere all’indirizzo [email protected] o

incontrare direttamente l’incaricata Mariateresa Lombardo in parrocchia domenica 28 febbraio dopo

le Messa delle h. 10 e delle 12. Nel sito della parrocchia vi sono delle foto che illustrano le varie attività

della comunità con la quale si instaura il rapporto di gemellaggio.

I Domenica di Quaresima C

ANTIFONA D'INGRESSO Egli mi invocherà e io lo esaudirò;

gli darò salvezza e gloria, lo sazierò con una lunga vita. (Sal 91,15-16)

Non si dice il Gloria.

COLLETTA O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 26,4-10) - Professione di fede del popolo eletto.

Dal libro del Deuteronòmio Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 90)

Rit: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova. Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso».

SECONDA LETTURA (Rm 10,8-13) - Professione di fede di chi crede in Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

CANTO AL VANGELO (Mt 4,4)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Lc 4,1-13) - Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.

Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

CREDO (Simbolo Apostolico)

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio,

nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi;

il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente;

di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo,

la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI

In Gesù ogni uomo ha la forza di mantenere la propria libertà anche di fronte alle seduzioni del peccato che conducono alla più radicale delle schiavitù. Preghiamo insieme e diciamo: Mantienici nella Tua fedeltà, Signore. • Perché sappiamo sempre credere nella forza dell’unione che c’è tra noi e Te, più stabile delle distrazioni che comportano le tentazioni del momento. Preghiamo. • Perché siamo capaci di ribellarci al male presente nel mondo e che agisce anche in noi. Preghiamo. • Perché la coscienza del fatto che tu ci sei sempre vicino, anche nei momenti semplici e quotidiani, e soprattutto nei momenti bui di sofferenza, ci accompagni sempre. Preghiamo. • Perché la paura e la stanchezza non ci portino mai ad accettare compromessi e surrogati al Tuo amore per noi. Preghiamo. O Padre, tu sei l’unico Signore che lascia liberi i suoi servitori, aiutaci a non cercare gloria lontano da te per trovare poi solo catene e disperazione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. PREGHIERA SULLE OFFERTE Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri sempre più al sacrificio, che santifica l’inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Egli consacrò l’istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,

perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna.

E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine..

PATER NOSTER qui es in caelis: sanctificétur nomen tuum;

advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua,

sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hódie;

et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris;

et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo.

ANTIFONA DI COMUNIONE “Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. (Lc 4,8)

Il Signore ti coprirà con la sua protezione, sotto le sue ali troverai rifugio. (Sal 91,4)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad aver fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore.

Ecco un “piccolo esercizio” che ti aiuta a ricordare la Parola ascoltata.. ricordare vuol dire portare continuamente al cuore.. “dov’è il tuo tesoro li sarà il tuo cuore”!! Le cose che sentiamo come importanti le portiamo continuamente al cuore.. le altre le lasciamo lì.. prima si freddano e poi le buttiamo.

In questo tempo di Quaresima ci sentiremo spesso ripetere l’invito pressante alla

conversione.. uno dei gesti, forse quello più carico di Grazia, che Cristo ci ha lasciato per

rendere possibile questo “rinnovamento dell’umano” è il SACRAMENTO DELLA

CONFESSIONE. Ci rimotiviamo a questo gesto.. ascoltando la testimonianza di un

missionario padre Aldo.. uno che “mica stà a pettinà e bambole”, uno che va al “materiale”

della fede cristiana senza perdersi in sofismi consolatori che forse ci fanno sospirare l’anima

ma che non ci muovono di un millimetro..

La grazia indispensabile di sentirsi dire:

«Io ti assolvo»

Quito, Ecuador, 31 dicembre 2009. Ho ancora alcune ore prima che l’aereo decolli,

destinazione Lima, per poi proseguire ad Asunción dove arriverà alle tre del mattino del

primo gennaio 2010. Sono in compagnia di padre Alberto, di una famiglia di amici italiani.

Mi sono preso alcuni giorni di riposo per passare un po’ di tempo con il mio amico di

sempre, padre Alberto. Sono passati più di dieci anni dall’ultima volta in cui abbiamo

condiviso due esperienze: l’ultimo dell’anno e il sacramento della confessione.

Lo ricordo molto bene: questo gesto sacro è stato all’origine della nostra amicizia,

che è stata ciò che ha permesso a questo pover’uomo di rialzarsi dal precipizio

psicologico in cui era caduto. Che gesto possiamo compiere più bello di questo, stando in

mezzo all’aeroporto, prima di imbarcarci sull’aereo che da Lima ci porterà ad Asunción?

Mi sono messo in ginocchio e gli ho chiesto di confessarmi.

In ginocchio davanti al mio amico e pieno di commozione ho ringraziato il Signore per gli

innumerevoli doni che mi ha concesso in questo 2009, e allo stesso tempo gli ho chiesto

perdono per la dimenticanza e l’ingratitudine che molte volte mi accompagnano. È

stato un momento indimenticabile, come del resto lo è ogni settimana ad Asunción

quando, inginocchiandomi davanti al mio confessore e riconoscendo i miei peccati, chiedo

la santa assoluzione. Terminato il sacramento sono salito sull’aereo. Erano le 19: un cielo

terso mi permetteva di godere della vista delle Ande alla mia sinistra e dell’Oceano Pacifico

alla destra, mentre il sole al tramonto dava una luce indescrivibile tutt’attorno. Stavo

contemplando questo spettacolo e mi sono commosso

al punto che ho tirato fuori il breviario e ho pregato la

Vergine, e recitato il Magnificat e il Te Deum.

CENTO CHILOMETRI PER UN PRETE

Come non ringraziare il Signore da diecimila metri di

altezza, mentre ti guardi attorno e pensi alla tua

vita, dedicata a Cristo e a coloro che soffrono 356

giorni all’anno? Mi è venuta in mente la confessione

celebrata a Quito prima di partire, assieme a tutte

quelle volte che ho avuto, nei miei 63 anni di vita, la

grazia di potermi riconciliare. Mia madre e il mio

parroco mi hanno insegnato a confessarmi ogni

settimana, cosa che faccio da quando ho sette

anni. Raramente faccio passare più di otto giorni e non

è sempre stato facile, soprattutto in questi vent’anni

vissuti in Paraguay, perché in questo paese è più

facile incontrare una mosca bianca che un confessore. Ricordo quante volte ho

dovuto fare cento chilometri di strada per trovare un prete, però non c’è mai stato

un ostacolo tanto grande da impedire il mio desiderio di ascoltare queste parole:

«Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

LA SALUTE SECONDO SAN GIUSEPPE MOSCATI

Potrei stare senza mangiare, ma non senza riconciliazione. A volte, a causa di certe

condizioni geografiche, non ho potuto celebrare la Messa tutti i giorni (raramente, grazie a

Dio), però non ho mai trascurato la confessione. La mia vita in questi ultimi vent’anni

di missione ha avuto ogni tipo di difficoltà, di dramma, di depressione, ma ciò che

mi ha salvato e continua ogni giorno a salvarmi è stato questo sacramento.

Dio mio, come vorrei che ogni uomo percepisse la grazia del sentirsi dire: «Io ti

assolvo»! Siamo seri e sinceri, se l’uomo è relazione con il Mistero (cosa più evidente

e chiara del fatto che respiro), non esiste niente e nessuno che possa dare all’uomo

ciò di cui ha bisogno come il sacramento della confessione. E il confessore. Ho

sperimentato giorno per giorno che non sono gli specialisti della medicina a tenerti in

piedi, né gli energetici o gli psicofarmaci che invece ti tolgono il gusto della vita, ma il

sentirmi abbracciato dalla tenerezza di Dio che si fa presente durante la riconciliazione.

Che tristezza: abbiamo abbandonato la confessione e il confessionale e ci siamo

affidati agli psicologi, passando ore e ore sdraiati nei loro studi, con l’unico risultato che

il numero dei depressi e dei malati di mente è in continuo aumento. Chi può restituirmi il

senso della vita, il suo significato ultimo, se non l’esperienza dell’incontro con un

uomo che ha il potere – lui, peccatore e limitato come tutti noi – di pronunciare le

parole più belle del mondo: «Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e

dello Spirito Santo»? Parole divine, che si sono fatte umane al punto che, dopo averle

ascoltate, mentre il sacerdote traccia sopra la testa del penitente il segno della croce, uno

non dipende più da ciò che ha commesso, fosse anche il peggiore dei delitti, perché è

una creatura nuova, relazionata all’Infinito.

Se i santi (vale a dire gli uomini veri) si confessavano spesso, se san Giuseppe Moscati era

solito dire ai suoi pazienti: «Io non posso niente per la tua malattia, se prima non ti

confessi», è evidente che solo recuperando questo sacramento l’uomo ritrova la

salute, perché salute non è altro che la coscienza quando si colma

dell’appartenenza al Mistero.

Purtroppo anche tra i pastori, i laici impegnati, quelli che parlano sempre di Cristo, la

confessione è diventata la cenerentola della vita. E allora come possiamo pensare a

una nuova vita, una nuova civilizzazione, quella che Giovanni Paolo II ha definito «la

civiltà della verità e dell’amore»? Non esiste possibilità di relazione umana, di amicizia, di

matrimonio, se non torniamo a vivere sistematicamente la confessione come sacramento.

LA PROSPETTIVA CHE MI HA SALVATO

L’aereo sta per atterrare a Lima. Che bello rivivere nel silenzio della notte, in quest’ultimo

dell’anno, la bellezza di un atto senza il quale la disperazione mi avrebbe mangiato

vivo. Anche i medici sono fondamentali, certo, ma se mancano di questa

prospettiva umana non fanno altro che riempire chi soffre di pastiglie..

La fede e la ragione devono camminare una a fianco all’altra. In caso contrario

l’uomo sarebbe condannato alla disperazione. In altre parole, tanto la confessione

quanto le medicine devono essere strumenti per sperimentare la bellezza dello stare bene.

Altrimenti saremmo tutti condannati all’infermità, e non c’è niente di peggio dello smarrire

il senso delle cose e la gioia del vivere.

Signore della gioia, getta manciate di coriandoli sui nostri giorni: colorali di speranza, illuminali di fede e nutrili di carità. Non farci mai mancare ore felici, momenti da ricordare, manciate di allegria per far lievitare la pasta informe del quotidiano. Avvolgici di spensieratezza, di tanto in tanto, invitaci alla festa del cuore, aprici la porta della risata contagiosa, spalanca le finestre dell’euforia. Questa allegria sapremo concimarla con pazienza, con costante dedizione finché diventerà pace profonda e gioia dell’anima. Amen.

Ringraziamo Debora, Francesca, Marika, Serena, Cristian e Marco del gruppo adolescenti per i giochi e i balli organizzati con la materna supervisione della nostra Clara.. Grazie ai bambini che ci hanno allietato con le loro simpatiche mascherine e alle mamme, nonne.. e catechiste.. per la merenda sempre buona ed abbondante!!!

Le altre foto le potete vedere prossimamente sul sito..

TUTTI!!! LUNGO LA VIA DELLA CROCE.. In Quaresima, ma non solo, il cristiano è invitato a fissare lo sguardo sull’amore che Dio ha

per noi osservando quel “volto umano” di Dio che è Gesù. Non c’è amore più grande che dare la vita per coloro che amiamo: così ha fatto Gesù. Noi riviviamo la morte in croce

di Gesù meditando i momenti cruciali delle ore che hanno preceduto il suo sacrificio offerto per la nostra salvezza e per la redenzione del mondo intero. Aiutati dai gruppi della catechesi ci ritroviamo in parrocchia ogni venerdì di

Quaresima alle 18,45. Tutti i gruppi, come tutti i fedeli, sono sempre inviati

anche se ad un gruppo per volta è richiesta la preparazione della Via Crucis.

Giorno Appuntamenti della settimana

DOMENICA 21

PRIMA DI QUARESIMA

h. 10,15 catechesi IO SONO CON VOI

h. 10,15 catechesi familiare SARETE MIEI TESTIMONI 1°

h. 11,30 catechesi familiare VENITE CON ME

h. 11,30 catechesi SARETE MIEI TESTIMONI 2°

h. 11,30 catechesi dopo Cresima VI HO CHIAMATO AMICI

LUNEDÌ 22

h. 19 Comuntà Gesù Risorto: preghiera

h. 20 a San Giovanni in Laterano – INCONTRI IN CATTEDRALE

CARITAS IN VERITATE, gli attori e le cause dello sviluppo umano integrale,

relazione professor Mario Monti rettore università Bocconi

MARTEDÌ 23 h. 16,45 catechesi IO SONO CON VOI

h. 16,45 catechesi familiare VENITE CON ME

MERCOLEDÌ 24

Lectio Divina h. 9 e h. 18,45

h. 10 incontro di Prefettura per i preti

h. 16 gruppo santa Maria Domenica Mazzarello (donne del cucito)

h. 16,45 catechesi familiare SARETE MIEI TESTIMONI 1°, 3°

h. 16,45 catechesi SARETE MIEI TESTIMONI 2

GIOVEDÌ 25 h. 18,30 Adorazione eucaristica

h. 21 Schola Cantorum

VENERDÌ 26 è giorno di magro

h. 17 Centro di accoglienza e solidarietà CIRENE – h. 18 Centro d’ascolto

h. 18,45 VIA CRUCIS

animata dal gruppo dopo Cresima VI HO CHIAMATO AMICI

h. 19,30 Liturgia penitenziale gruppi adolescenti della XX prefettura

h. 21 corso in preparazione al matrimonio cristiano

SABATO 27 h. 15 giunta del consiglio pastorale parrocchiale

DOMENICA 28

SECONDA DI

QUARESIMA

h. 10,15 catechesi familiare IO SONO CON VOI

h. 10,15 catechesi SARETE MIEI TESTIMONI 1°

h. 11,30 catechesi VENITE CON ME

h. 11,30 catechesi familiare SARETE MIEI TESTIMONI 2°

h. 13 pranzo gruppi VENITE CON ME

P A R R O C C H I A S A N T A M A R I A D O M E N I C A M A Z Z A R E L L O P I A Z Z A S A L V A T O R E G A L G A N O , 1 0 0 – 0 0 1 7 3 R O M A

T E L E F O N O 0 6 . 7 2 . 1 7 . 6 8 7 F A X 0 6 . 7 2 . 1 7 . 3 0 8 E M A I L : S A N T A M A R I A D O M E N I C A M A Z Z A R E L L O @ V I C A R I A T U S U R B I S . O R G

G . P O N Z O N I @ D I O C E S I . L O D I . I T - www.vicariatusurbis.org/santamariadomenicamazzarello

L A D O M E N I C A L A M E S S A F E S T I V A È H . 1 0 , H . 1 2 , H . 1 7 , H . 1 9 I L S A B A T O L A M E S S A F E S T I V A È A L L E H . 1 8

N E I G I O R N I F E R I A L I L A M E S S A È A L L E H . 8 , 3 0 H . 1 8

C O N F E S S I O N I : M E Z Z ’ O R A P R I M A D E L L A M E S S A

S E G R E T E R I A : D A L U N E D Ì A V E N E R D Ì D A L L E H . 1 7 A L L E H . 1 9 , 3 0