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75 C Riflessioni Cosa ci ha colpito davvero? i ha colpito la frase che dice: “Chi ha detto Che tutto quello che cerchiamo Non è sul palmo di una mano E che le stelle puoi guardarle Solo da lontano”. Abbiamo riflettuto sul fatto che in realtà ognuno di noi ha tutto dentro per essere felice. Ognuno di noi ha l’opportunità di scegliere il suo percorso.

Riflessioni - trevisovolontariato.org · già tu avrai capito ciò che Itaca vuole ... tornare come sei partito. Torna diverso”.(Anne Carsen) ... • Vorrei andare in viaggio con

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Riflessioni

Cosa ci ha colpito davvero?

i ha colpito la frase che dice:“Chi ha dettoChe tutto quello che cerchiamoNon è sul palmo di una manoE che le stelle puoi guardarleSolo da lontano”.

Abbiamo riflettuto sul fatto che in realtà ognuno di noi ha tutto dentro per essere felice.Ognuno di noi ha l’opportunità di scegliere il suo percorso.

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Itaca

Q uando ti metterai in viaggio per Itacadevi augurarti che la strada sia lunga,fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopio la furia di Nettuno non temere,non sarà questo il genere di incontrise il pensiero resta alto e un sentimentofermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,nè nell’irato Nettuno incapperaise non li porti dentrose l’anima non te li mette contro.Devi augurarti che la strada sia lunga.Che i mattini d’estate siano tantiquando nei porti - finalmente e con che gioia -toccherai terra tu per la prima volta:negli empori fenici indugia e acquistamadreperle coralli ebano e ambretutta merce fina, anche profumipenetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,va in molte città egizieimpara una quantità di cose dai dotti.Sempre devi avere in mente Itaca -raggiungerla sia il pensiero costante.Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchiometta piede sull’isola, tu, riccodei tesori accumulati per stradasenza aspettarti ricchezze da Itaca.Itaca ti ha dato il bel viaggio,senza di lei mai ti saresti messosulla strada: che cos’altro ti aspetti?E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addossogià tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantino Kavafis

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Riflessioni

Le nostre riflessioni sulla poesia

uesta poesia è molto profonda e ci fa riflettere sul fatto che l’im-portante in un viaggio non è la meta mail percorso, l’esperienza che ci arricchisce quando arriviamo alla fine del viaggio.

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Aforismi sul viaggio

unica regola del viaggio è non tornare come sei partito. Torna diverso”.(Anne Carsen)

“L

hi viaggia senza incontrare l’al-tro, non viaggia, si sposta”.(Paolo Crepet)

“C

ei miei viaggi non ho trovato ri-sposte, solo meraviglie”.(Marty Rubin)

“Nuesta frase rispecchia il viaggio che sto facendo in questo mo-mento e spero di uscire cambia-

to, con la speranza che la fine di questo viaggio sia l’inizio di una vita migliore. (G. W.)

Q

erché il viaggio è incontrare, co-noscere e imparare nuove cose. Chi non lo fa si sposta solo da

una parte all’altra senza motivo. (G. P.)

P

er me l’idea di viaggio è esplo-rare posti nuovi, sconosciuti ca-paci di risvegliare emozioni e

piaceri nuovi e ancor meglio se in com-pagnia della persona amata per passarli al meglio e con più significato possibile, apprendendo, se si vuole o se se ne ha occasione,culture e luoghi diversi dal so-lito. (M.D.)

P

n viaggiatore viaggia con la fa-miglia per conoscere nuovi posti e comprendere la differenza tra

la città in cui vivi e le altre città. (L. R)

U er me il viaggio è solo quando vedo luoghi nuovi che non co-nosco. Vorrei trovare la pace. (Z.)

P

o scelto questa frase perché pen-so che il viaggio ti dà la possibili-tà di rivivere le esperienze.

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Dove mi piacerebbe andare in viaggio?

Mi piacerebbe andare ad Amsterdam perché è una città partico-lare per molte cose. Mi piacerebbe andare verso i vent’anni con i miei amici più stretti per visitare e conoscere la città e poi ovvia-mente per divertirmi. Vorrei andare in macchina. (M. G.)

• Vorrei andare in Brasile con i miei fratelli per passare le vacan-ze e trovare mio padre. Vorrei andare in nave quando sarò libero. (R.I)

• Vorrei andare in viaggio con la mia fidanzata in Germania d’estate col caldo in nave dalla Tunisia. (S.)

• Vorrei andare in viaggio nel mio futuro ma anche in Brasile a trovare la mia amica Gabriella e vado al Maracanà a imparare la lingua brasiliana. (G.)

• Più avanti nella vita vorrei andare in Russia a Mosca per le bel-le ragazze russe. Vorrei andare in macchina o in aereo con uno o più amici. (S.Z.)

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A proposito di viaggio

CON CHI PARTI?Con mia moglie e mio figlioCOSA TI PORTI CON TE? Le cose necessarie per il viaggio COSA TI ASPETTI?Novità, cose nuove, entrare in una città dove tutto ti sembra strano e divertirsiCOSA PENSI DI PORTARTI A CASA? Ricordi e nuovi pensieri che ho fatto in viaggioL.R.

CON CHI PARTI?Con gli amiciCOSA TI PORTI CON TE? Un pacchetto di sigaretteCOSA TI ASPETTI? Di ottenere quello che voglioCOSA PENSI DI PORTARTI A CASA? Un ricordoC.D.

CON CHI PARTI? Partirei con la mia ragazzaCOSA TI PORTI CON TE? Porterei con me tanti soldiCOSA TI ASPETTI? Mi aspetto di stare bene e di divertirmiCOSA PENSI DI PORTARTI A CASA? Spero di portarmi a casa un buon ricordoA.K.

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La storia: “Io voglio il diploma”In bici da Spresiano a Treviso, a volte dorme in stazione Anasse.

Di giorno frequensta le medie, di notte le serali. «Resisto pensando a ciò che ho sofferto in Africa»

edalare alle prime luci dell’alba e nel buio della notte senza scorciatoie, solo con i libri sulle spalle. I chilometri di strada ormai li conosce a memoria, come una lezione ripassata fin troppo bene: Spresiano - Treviso andata e ritorno, tutti i giorni in sella alla sua bicicletta.La giornata di scuola di Anasse Kabdaogo, 18 anni, arrivato un anno e tre mesi fa dal Burkina Faso, inizia alle 9 con la prima campanella del Ctp della scuola media Martini e termina all’una. Ricomincia alle sette di sera per finire a notte fonda, alle 11 e mezza, con l’ultima campanella all’Ipsia Giorgi serale. Le due scuole sono riuscite “a spianare” un po’ il percorso permettendo ad Anasse di

frequentare e integrare due corsi di studio. L’abbonamento della corriera e quello del treno per qualche mese avevano pure trovato posto nello zaino. Poi 92 euro di spesa mensili sono diventati un lusso del quale si può anche imparare a fare a meno. Allora le notti d’inverno, quelle dove il freddo ti prende e punge, Anasse ha deciso di passarle avvolto non tra le coperte, bensì nell’at-tesa di un nuovo giorno di scuola, fuori della stazione di Treviso: «Tornare a casa a mezzanotte quando piove o fa molto freddo per poi ripartire la mattina presto per tornare a scuola è pesante. Così rimango dentro in stazione. E appena la chiudono aspetto fuori che arrivi giorno», confida Anasse con la fermezza di chi ha imparato ad aspettare. Aggiunge poi senza batter ciglio: «Penso a quello che ho vissuto in Africa. Questo mi dà il coraggio di affrontare le notti in piedi». In classe ascolta il racconto di un suo ex compagno, Sadikou, anche lui del Burkina Faso che ha potuto frequentare solo qualche mese il Ctp Martini. In Burkina, per poter studiare, l’ex compagno di banco vendeva galline. A Treviso deve fare i conti con la busta paga che entra in casa. Per Anasse invece la partita della scuola è ancora tutta da giocare: c’è la rivincita del diploma di licenza di terza media. E poi di seguito di quello in elettronica. A mollare il gioco del suo futuro era stato costretto il giorno della partenza dal Burkina: «Avevo già il diploma di scuola media e stavo per finire gli studi in elettronica. Abitavo nella capitale Quagadougou e studiavo in un’altra città, Fada. Poi un anno e mezzo fa ho dovuto lasciare tutto per raggiungere mio padre in Italia. Qui il diploma e gli studi fatti non mi vengono riconosciuti». Ecco il perché delle giornate di scuola scandite a colpi di pedalate sulla Pontebbana: 15 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno: «Per poter arrivare puntuale in classe e riuscire a studiare dormo due ore e mezza per notte». L’istru-zione come biglietto per il futuro. La strada battuta da Anasse, sulla Pontebbana, in sella alla sua bici per arrivare in classe non è certo meno impervia di quelle raccontate nel film documentario “Vado a scuola”, del regista francese Pascal Plisson. Le notti d’inverno passate fuori della stazione ad aspettare la campanella del mattino, non reclamano nulla alle savane del Kenya, ai sentieri del-le montagne dell’Atlante in Marocco, né tantomeno al caldo soffocante dell’India o ai vertiginosi altipiani della Patagonia; le strade percorse tutte le mattine dai quattro ragazzi protagonisti del film. Eppure, pur con la sua quotidiana corsa a ostacoli, Anasse si ritiene un ragazzo fortunato: «Lo faccio per un avvenire migliore».

Alessandra Vendrame, La Tribuna del 21 aprile 2014

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Un libro per pagare l’abbonamento

Alunni stranieri pubblicano le loro storie: un aiuto a chi ha difficoltà

arsi in quattro per racimolare i soldi dell’abbonamento della corriera o del treno che porta a scuola. E quando anche questo diventa un lusso inforcare la bici alle 6 del mattino per rag-giungere, oltre all’aula, il traguardo del diploma di terza media. La giornata inizia così per gran parte degli studenti stranieri in classe, ogni mattina, alle scuole medie Martini nelle sezioni del Cpia, il Centro provinciale per la formazione degli adulti. Hanno dai 16 ai 18 anni e oltre, sono in Italia da un anno o poco più. Con la scuola tutti al punto di partenza. Sebbene in valigia ognuno di loro ha messo pure il diploma della scuola frequentata nel paese d’origine, per qual-cuno scuola superiore compresa. Quest’anno la media Martini accoglie ogni giorno nelle classi del Cpia 120 studenti. Ma tra i banchi restano ancora almeno una ventina di posti vuoti. Sono quelli degli studenti rimasti a piedi, perché non possono permettersi di pagare l’abbonamento della corriera. La crisi economica scrive nuove pagine pure tra i banchi di scuola. Da qui l’idea

dei compagni “più fortunati” di dare fiato ad episodi e ricordi della loro vita nei paesi d’origine, di scriverli e di dare infine alle stampe un piccolo libro dal titolo: “Spiccare il volo”. Pronti a finanziare la pubblicazione Confcooperative Treviso e due banche: Centromarca e Credito trevigiano. Ciascun libro venduto potrà diventare l’abbonamento che porta dritto a scuola per chi non può nemmeno permettersi questo. Venti i brevi racconti usciti dalla penna degli studenti e da leggere tutti d’un fiato. Un giro del mondo attraverso Africa, Europa, Asia, America Latina. Scrive Sofiatou arrivata qualche anno fa dal Burkina Faso: «In Burkina ogni villaggio, ogni quartiere, ha il suo re. Tutti insieme lo scelgono. Quando muore un re se ne sceglie un altro, ma sempre nella stessa famiglia. Il re controlla che tutta vada bene. É una specie di giudice di pace. Se una donna stringe la mano al re, diventa sua moglie, anche se è una bambina. Se il re vede una bella ragazza e la vuole, nessuno può più toccarla e lei diventa sua. Un re può avere anche dieci mogli». La fatica, qualche volta la fuga, la strada percorsa prima di arrivare in Italia. Ricorda Adelina, 23 anni: «Sono nata a Retij, un paese del Kosovo. È un bellissimo paese, immerso nella natura, con tanti alberi da frutta. A sette anni ho cominciato la scuola elementare, ma è cominciata anche la guerra. Ogni mattina piangevo perché avevo paura dei soldati serbi. Mi accompagnava mio padre. Ho cambiato cinque scuole perché non c’era mai un posto sicuro». Il Cpia della Martini rimane un faro per i giovani immigrati costretti a ripartire dalla scuola. E in città è l’unica per organizzazione di orario in grado di accogliere studenti in arrivo dalla provincia. Per chi si alza all’alba per raggiungere la scuola, o chi aspetta il giorno della paga dei genitori per spendere i giorni rimasti dell’abbonamento.

Alessandra Vendrame, La Tribuna del 14 aprile 2014

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