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CAMERA DEI DEPUTATI N. 3900 PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA, IN UN TESTO UNIFICATO, DAL SENATO DELLA REPUBBLICA il 23 novembre 2010 (v. stampati Senato nn. 601-711-1171-1198) DINIZIATIVA DEI SENATORI GIULIANO; CASSON, CAROFIGLIO, CHIAROMONTE, CHIU- RAZZI, D’AMBROSIO, DELLA MONICA, FINOCCHIARO, FONTANA, GALPERTI, LATORRE, MARITATI, MON- GIELLO, BARBOLINI; BIANCHI, CHIURAZZI, DEL VEC- CHIO, DI GIOVAN PAOLO, SERRA, STRADIOTTO; MUGNAI Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense Trasmessa dal Presidente del Senato della Repubblica il 24 novembre 2010 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVI LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI

Riforma ESAME AVVOCATO-proposta di legge alla Camera dei deputati

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Tesato della riforma dell'ESAME alla professione di AVVOCATO-proposta di legge alla Camera dei deputati

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CAMERA DEI DEPUTATI N. 3900—

PROPOSTA DI LEGGE

APPROVATA, IN UN TESTO UNIFICATO,DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

il 23 novembre 2010 (v. stampati Senato nn. 601-711-1171-1198)

D’INIZIATIVA DEI SENATORI

GIULIANO; CASSON, CAROFIGLIO, CHIAROMONTE, CHIU-RAZZI, D’AMBROSIO, DELLA MONICA, FINOCCHIARO,FONTANA, GALPERTI, LATORRE, MARITATI, MON-GIELLO, BARBOLINI; BIANCHI, CHIURAZZI, DEL VEC-CHIO, DI GIOVAN PAOLO, SERRA, STRADIOTTO; MUGNAI

Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense

Trasmessa dal Presidente del Senato della Repubblicail 24 novembre 2010

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PROPOSTA DI LEGGE__

TITOLO I

DISPOSIZIONI GENERALI

ART. 1.

(Disciplina dell’ordinamento forense).

1. La presente legge, nel rispetto deiprincìpi costituzionali e della normativacomunitaria, disciplina la professione diavvocato.

2. L’ordinamento forense, stante la spe-cificità della funzione difensiva e in con-siderazione della primaria rilevanza giu-ridica e sociale dei diritti alla cui tutelaessa è preposta:

a) regolamenta l’organizzazione el’esercizio della professione di avvocato e,nell’interesse pubblico, assicura la idoneitàprofessionale degli iscritti onde garantirela tutela degli interessi individuali e col-lettivi sui quali essa incide;

b) valorizza la rilevanza sociale edeconomica della professione forense, alfine di garantire in ogni sede, in attua-zione degli articoli 3 e 24 della Costitu-zione, la tutela dei diritti, delle libertà edella dignità della persona;

c) garantisce l’indipendenza e l’auto-nomia degli avvocati, indispensabili con-dizioni dell’effettività della difesa e dellatutela dei diritti;

d) tutela l’affidamento della colletti-vità e della clientela, prescrivendo l’obbligodella correttezza dei comportamenti e lacura della qualità ed efficacia della pre-stazione professionale;

e) favorisce l’ingresso alla professionedi avvocato e l’accesso alla stessa, inparticolare alle giovani generazioni.

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3. All’attuazione della presente legge siprovvede mediante regolamenti adottaticon decreto del Ministro della giustizia, aisensi dell’articolo 17, comma 3, della legge23 agosto 1988, n. 400, entro un annodalla data della sua entrata in vigore,previo parere del Consiglio nazionale fo-rense (CNF) e, per le sole materie diinteresse di questa, della Cassa nazionaledi previdenza e assistenza forense. Il CNFesprime i suddetti pareri entro novantagiorni dalla richiesta, sentiti i consiglidell’ordine territoriali e le associazioniforensi che siano costituite da almenocinque anni e che siano state individuatecome maggiormente rappresentative dalCNF. Gli schemi dei regolamenti sonotrasmessi alle Camere, ciascuno corredatodi relazione tecnica, che evidenzi gli effettidelle disposizioni recate, e dei pareri di cuial primo periodo, ove gli stessi risultinoessere stati tempestivamente comunicati,perché su di essi sia espresso, nel terminedi sessanta giorni dalla richiesta, il pareredelle Commissioni parlamentari compe-tenti.

4. Decorsi i termini per l’espressionedei pareri da parte delle Commissioniparlamentari, i regolamenti possono esserecomunque adottati. Il Ministro della giu-stizia, qualora non intenda conformarsi aipareri parlamentari, ritrasmette i testi alleCamere con le sue osservazioni e coneventuali modificazioni e rende comuni-cazioni davanti a ciascuna Camera. De-corsi trenta giorni dalla data della nuovatrasmissione, i decreti possono comunqueessere adottati in via definitiva.

5. Entro due anni dalla data di entratain vigore dell’ultimo dei regolamenti di cuial comma 3 possono essere adottate, conla medesima procedura di cui ai commi 3e 4, le necessarie disposizioni integrative ecorrettive.

ART. 2.

(Disciplina della professione di avvocato).

1. L’avvocato è un libero professionistache, in libertà, autonomia e indipendenza,svolge le attività di cui ai commi 5 e 6.

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2. L’avvocato, quale soggetto necessarioe insostituibile per l’attuazione concretadella giustizia nella società e nell’eserciziodella giurisdizione, ha la funzione indi-spensabile di garantire al cittadino l’effet-tività della tutela dei diritti in ogni sede.

3. L’iscrizione ad un albo circondarialeè condizione per l’esercizio della profes-sione di avvocato. Possono essere iscritticoloro che, in possesso del diploma dilaurea in giurisprudenza conseguito a se-guito di corso universitario di durata noninferiore a quattro anni, hanno superatol’esame di Stato di cui all’articolo 45,ovvero l’esame di abilitazione all’eserciziodella professione di avvocato prima delladata di entrata in vigore della presentelegge. Possono essere altresì iscritti: a) co-loro che hanno svolto le funzioni di ma-gistrato ordinario, di magistrato militare,di magistrato amministrativo o contabile,o di avvocato dello Stato, e che abbianocessato le dette funzioni senza essere in-corsi nel provvedimento disciplinare dellacensura o in provvedimenti disciplinari piùgravi. L’iscritto, nei successivi due anni,non può esercitare la professione nei cir-condari nei quali ha svolto le propriefunzioni negli ultimi quattro anni antece-denti alla cessazione; b) i professori uni-versitari di ruolo, dopo cinque anni diinsegnamento di materie giuridiche. L’av-vocato può esercitare l’attività di difesadavanti a tutti gli organi giurisdizionalidella Repubblica. Per esercitarla davantialle giurisdizioni superiori deve essereiscritto all’albo speciale regolato dall’arti-colo 21. Restano iscritti agli albi circon-dariali coloro che, senza aver sostenutol’esame di Stato, risultino iscritti alla datadi entrata in vigore della presente legge.

4. L’avvocato, nell’esercizio della suaattività, è soggetto solo alla legge.

5. Sono attività esclusive dell’avvocato,fatti salvi i casi espressamente previstidalla legge, l’assistenza, la rappresentanzae la difesa nei giudizi davanti a tutti gliorgani giurisdizionali e nelle procedurearbitrali rituali.

6. Fuori dai casi in cui ricorrono com-petenze espressamente individuate relativea specifici settori del diritto e che sono

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previste dalla legge per gli esercenti altreprofessioni regolamentate, l’attività di con-sulenza legale e di assistenza legale stra-giudiziale è riservata agli avvocati. È co-munque consentita l’instaurazione di rap-porti di lavoro subordinato ovvero la sti-pulazione di contratti di prestazione diopera continuativa e coordinata, aventi adoggetto la consulenza e l’assistenza legalestragiudiziale, nell’esclusivo interesse deldatore di lavoro o del soggetto in favoredel quale l’opera viene prestata. Se ildestinatario delle predette attività è costi-tuito in forma di società, tali attivitàpossono essere altresì svolte in favoredell’eventuale società controllante, control-lata o collegata, ai sensi dell’articolo 2359del codice civile. Se il destinatario è un’as-sociazione o un ente esponenziale nellediverse articolazioni, purché portatore diun interesse di particolare rilievo sociale eriferibile ad un gruppo non occasionale,tali attività possono essere svolte esclusi-vamente nell’ambito delle rispettive com-petenze istituzionali e limitatamente all’in-teresse dei propri associati ed iscritti. Èaltresì consentita, nelle medesime forme econ gli stessi limiti, la prestazione diconsulenza da parte di professori univer-sitari di ruolo e di ricercatori confermatiin materie giuridiche.

7. L’uso del titolo di avvocato spettaesclusivamente a coloro che siano o sianostati iscritti ad un albo circondariale, non-ché agli avvocati dello Stato.

8. L’uso del titolo è vietato a chi siastato radiato.

ART. 3.

(Doveri e deontologia).

1. L’esercizio dell’attività di avvocatodeve essere fondato sull’autonomia e sullaindipendenza dell’azione professionale edel giudizio intellettuale. L’avvocato haobbligo, se chiamato, di prestare la difesad’ufficio e di assicurare il patrocinio infavore dei non abbienti.

2. La professione forense deve essereesercitata con indipendenza, lealtà, pro-

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bità, dignità, decoro, diligenza e compe-tenza, tenendo conto del rilievo socialedella difesa e rispettando i princìpi dellacorretta e leale concorrenza.

3. L’avvocato esercita la professioneuniformandosi ai princìpi contenuti nelcodice deontologico emanato dal CNF aisensi degli articoli 33, comma 1, lettera d),e 64, comma 6. Il codice deontologicostabilisce le norme di comportamento chel’avvocato è tenuto ad osservare in viagenerale e, specificamente, nei suoi rap-porti con il cliente, con la controparte, conaltri avvocati e con altri professionisti. Ilcodice deontologico espressamente indivi-dua fra le norme in esso contenute quelleche, rispondendo alla tutela di un pubblicointeresse al corretto esercizio della pro-fessione, hanno rilevanza disciplinare. Talinorme devono essere caratterizzate dallastretta osservanza del principio della ti-pizzazione della condotta e devono con-tenere l’espressa indicazione della san-zione applicabile.

4. Il codice deontologico di cui alcomma 3 e i suoi aggiornamenti sonopubblicati e resi accessibili a chiunquesecondo disposizioni stabilite con decretodel Ministro della giustizia, adottato aisensi dell’articolo 17, comma 3, della legge23 agosto 1988, n. 400. Il codice deonto-logico entra in vigore decorsi sessantagiorni dalla data di pubblicazione nellaGazzetta Ufficiale.

ART. 4.

(Associazioni e società traavvocati e multidisciplinari).

1. La professione forense può essereesercitata individualmente o con la parte-cipazione ad associazioni o società traavvocati. L’incarico professionale è tutta-via sempre conferito all’avvocato in viapersonale. La partecipazione ad un’asso-ciazione o ad una società tra avvocati nonpuò pregiudicare l’autonomia, la libertà el’indipendenza intellettuale o di giudiziodell’avvocato nello svolgimento dell’inca-

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rico che gli è conferito. È nullo ogni pattocontrario.

2. Alle società si applicano le norme deldecreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 96.Alle associazioni professionali si applicanol’articolo 1 della legge 23 novembre 1939,n. 1815, e le disposizioni relative alla so-cietà semplice, in quanto compatibili.Hanno responsabilità solidale e illimitatanei confronti dei terzi gli associati e i soci,salvo il caso in cui questi non partecipinoall’amministrazione della società per ef-fetto di pattuizione a norma dell’articolo23, comma 2, del decreto legislativo 2febbraio 2001, n. 96.

3. Allo scopo di assicurare al clienteprestazioni anche a carattere multidiscipli-nare, possono partecipare alle associazionio alle società di cui al comma 1, oltre agliiscritti all’albo forense, anche altri liberiprofessionisti appartenenti alle categorieindividuate con regolamento del Ministrodella giustizia ai sensi dell’articolo 1,commi 3 e seguenti. La professione forensepuò essere altresì esercitata da un avvocatoche partecipa ad associazioni o società co-stituite fra altri liberi professionisti, purchéle stesse abbiano caratteristiche identiche aquelle di cui al comma 2.

4. Possono essere soci delle associazionio società tra avvocati solo coloro che sonoiscritti al relativo albo. Le associazioni e lesocietà tra avvocati sono iscritte in unelenco tenuto presso il consiglio dell’or-dine nel cui circondario hanno sede, aisensi dell’articolo 14, comma 1, lettera l).La sede dell’associazione o della società èfissata nel circondario ove si trova ilcentro principale degli affari. Gli associatie i soci hanno domicilio professionalenella sede della associazione o della so-cietà. L’attività professionale svolta dagliassociati o dai soci dà luogo agli obblighie ai diritti previsti dalle disposizioni inmateria previdenziale.

5. L’avvocato può essere associato aduna sola associazione o società.

6. Le associazioni o le società tra pro-fessionisti possono indicare l’esercizio diattività proprie della professione forensefra quelle previste nel proprio oggettosociale, oltre che in qualsiasi comunica-

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zione a terzi, solo se tra gli associati o isoci vi è almeno un avvocato iscrittoall’albo.

7. La costituzione di società di capitaliche indicano l’esercizio di attività propriedella professione forense fra quelle previ-ste nel proprio oggetto sociale, oltre che inqualsiasi comunicazione a terzi, è vietata.Sono nulli i relativi atti costitutivi e quellisuccessivamente intervenuti di modificadei patti sociali, contenenti la detta indi-cazione. Sono altresì nulli i contratti sti-pulati con terzi a seguito delle comunica-zioni di cui al primo periodo del presentecomma.

8. La violazione di quanto previsto aicommi 5 e 6 costituisce illecito discipli-nare.

9. I redditi delle associazioni e dellesocietà tra avvocati sono determinati se-condo i criteri di cassa, come per i pro-fessionisti che esercitano la professione inmodo individuale.

10. Gli avvocati, le associazioni e lesocietà di cui al presente articolo possonostipulare fra loro contratti di associazionein partecipazione ai sensi degli articoli2549 e seguenti del codice civile.

11. Il socio o l’associato è escluso secancellato o sospeso dall’albo per un pe-riodo non inferiore ad un anno con prov-vedimento disciplinare definitivo. Può es-sere escluso per effetto di quanto previstodall’articolo 2286 del codice civile.

12. Le associazioni e le società chehanno ad oggetto esclusivamente lo svol-gimento di attività professionale non sonoassoggettate alle procedure fallimentari econcorsuali.

ART. 5.

(Segreto professionale).

1. L’avvocato è tenuto, nell’interessedella parte assistita, alla rigorosa osser-vanza del segreto professionale sui fatti esulle circostanze apprese nell’attività dirappresentanza e assistenza in giudizio,nonché nello svolgimento dell’attività di

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consulenza legale e di assistenza stragiu-diziale.

2. L’avvocato è tenuto altresì all’osser-vanza del massimo riserbo verso i terzi.

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e2 si applicano anche nei confronti deidipendenti e dei collaboratori anche oc-casionali dell’avvocato, oltre che di coloroche svolgono il tirocinio presso lo stesso, inrelazione ai fatti e alle circostanze da loroapprese nella loro qualità o per effettodell’attività svolta. L’avvocato è tenuto adadoperarsi affinché anche da tali soggettisiano osservati gli obblighi di segretezza edi riserbo sopra previsti.

4. L’avvocato, i suoi collaboratori e idipendenti non possono essere obbligati adeporre nei procedimenti e nei giudizi diqualunque specie su ciò di cui siano venutia conoscenza nell’esercizio della profes-sione o dell’attività di collaborazione o invirtù del rapporto di dipendenza, salvi icasi previsti dalla legge.

5. La violazione degli obblighi di cui aicommi 1 e 2 costituisce illecito discipli-nare. La violazione degli obblighi di cui alcomma 3 costituisce giusta causa per l’im-mediato scioglimento del rapporto di col-laborazione o di dipendenza.

ART. 6.

(Prescrizioni per il domicilio).

1. L’avvocato deve iscriversi nell’albodel circondario del tribunale ove ha do-micilio professionale, di regola coincidentecon il luogo in cui svolge la professione inmodo prevalente, come da attestazionescritta da inserire nel fascicolo personalee da cui deve anche risultare se sussistanorapporti di parentela, coniugio, affinità econvivenza con magistrati, rilevanti in re-lazione a quanto previsto dall’articolo 18dell’ordinamento giudiziario, di cui al re-gio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, esuccessive modificazioni. Ogni variazionedeve essere tempestivamente comunicatadall’iscritto all’ordine. In mancanza, ognicomunicazione del consiglio dell’ordine diappartenenza si intende validamente ef-

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fettuata presso l’ultimo domicilio comuni-cato.

2. Gli ordini professionali presso cui isingoli avvocati sono iscritti pubblicano inapposito elenco, consultabile dalle pubbli-che amministrazioni, gli indirizzi di postaelettronica comunicati dagli iscritti ai sensidell’articolo 16, comma 7, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, conver-tito, con modificazioni, dalla legge 28 gen-naio 2009, n. 2, anche al fine di consentirenotifiche di atti e comunicazioni per viatelematica da parte degli uffici giudiziari.

3. L’avvocato che stabilisca uffici al difuori del circondario del tribunale ove hadomicilio professionale ne dà immediatacomunicazione scritta sia all’ordine diiscrizione, sia all’ordine del luogo ove sitrova l’ufficio.

4. Presso ogni ordine è tenuto unelenco degli avvocati iscritti in altri albiche abbiano ufficio nel circondario ove hasede l’ordine.

5. Gli avvocati italiani, che esercitano laprofessione all’estero e che ivi hanno laloro residenza, mantengono l’iscrizionenell’albo del circondario del tribunale oveavevano l’ultimo domicilio in Italia.

6. La violazione degli obblighi di cui aicommi 1 e 3 costituisce illecito discipli-nare.

ART. 7.

(Impegno solenne).

1. Per poter esercitare la professione,l’avvocato assume dinanzi al consiglio del-l’ordine in pubblica seduta l’impegno diosservare i relativi doveri, secondo la for-mula: « Consapevole della dignità dellaprofessione forense e della sua funzionesociale, mi impegno solennemente ad os-servare con lealtà, onore e diligenza idoveri della professione di avvocato per ifini della giustizia ed a tutela dell’assistitonelle forme e secondo i princìpi del nostroordinamento ».

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ART. 8.

(Specializzazioni).

1. È riconosciuta la possibilità per gliavvocati di ottenere e indicare il titolo dispecialista secondo modalità che sono sta-bilite con regolamento adottato dal Mini-stro della giustizia previo parere del CNF,ai sensi dell’articolo 1, e acquisiti i pareridelle associazioni specialistiche costituiteai sensi del comma 9 del presente articolo.

2. Il regolamento di cui al comma 1prevede, in maniera da garantire libertà epluralismo dell’offerta formativa e dellarelativa scelta individuale:

a) l’elenco delle specializzazioni rico-nosciute, tenuto anche conto delle speci-ficità formative imposte dai differenti ritiprocessuali, da aggiornare almeno ogni treanni;

b) percorsi formativi e professionali,di durata almeno biennale per un totale dialmeno centocinquanta ore complessive,necessari per il conseguimento dei titoli dispecializzazione, ai quali possono accederesoltanto gli avvocati che alla data dellapresentazione della domanda di iscrizioneabbiano maturato una anzianità di iscri-zione all’albo degli avvocati, ininterrotta-mente e senza sospensioni, di almeno unanno;

c) le prescrizioni destinate agli ordiniterritoriali, alle associazioni forensi e adaltri enti ed istituzioni pubbliche o private,prioritariamente alle facoltà di giurispru-denza nell’ambito delle proprie risorsefinanziarie e senza nuovi o maggiori oneriper la finanza pubblica, per l’organizza-zione, anche di intesa tra loro, di scuole ecorsi di alta formazione per il consegui-mento del titolo di specialista;

d) le sanzioni per l’uso indebito deititoli di specializzazione;

e) i requisiti richiesti ai fini delconferimento da parte dei consigli dell’or-dine del titolo di specialista agli avvocatiiscritti all’albo da almeno dieci anni.

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3. Al termine del percorso formativo peril conseguimento del titolo di specialistal’avvocato sostiene un esame di specializza-zione presso il CNF, il cui esito positivo ècondizione necessaria per l’acquisizione deltitolo. La commissione d’esame è designatadal CNF e composta da suoi membri, daavvocati indicati dallo stesso CNF e dagliordini forensi del distretto, da docenti uni-versitari, da magistrati a riposo, da compo-nenti indicati dalle associazioni forensi dicui al comma 9.

4. Il titolo di specialista è attribuitoesclusivamente dal CNF e può essere re-vocato nel caso previsto dal comma 5.

5. L’avvocato specialista è tenuto acurare il proprio specifico aggiornamentoprofessionale con riferimento alla disci-plina giuridica per cui ha conseguito iltitolo. Il CNF stabilisce, senza nuovi omaggiori oneri a carico della finanza pub-blica, con proprio regolamento le modalitàcon cui ha luogo detto aggiornamento, icui corsi annuali devono essere di almenocinquanta ore. L’aggiornamento professio-nale in relazione alla disciplina giuridicaspecialistica è condizione per il manteni-mento del titolo.

6. I soggetti di cui al comma 2, lettera c),organizzano con cadenza annuale, nell’am-bito delle proprie risorse finanziarie esenza nuovi o maggiori oneri per la finanzapubblica, corsi di formazione continuanelle materie specialistiche conformementeal regolamento di cui al comma 1.

7. Il conseguimento del titolo di spe-cialista non comporta riserva di attivitàprofessionale.

8. Gli avvocati docenti universitari inmaterie giuridiche e coloro che abbianoconseguito titoli specialistici universitaripossono indicare il relativo titolo accade-mico con le opportune specificazioni.

9. Tra avvocati iscritti agli albi possonoessere costituite associazioni specialistichenel rispetto dei seguenti requisiti:

a) l’associazione deve avere adeguatadiffusione e rappresentanza territoriale,secondo quanto stabilito con regolamentoda adottare ai sensi dell’articolo 1, per ilriconoscimento e il mantenimento dellaqualifica di associazione maggiormente

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rappresentativa a livello nazionale per ilrelativo settore specialistico;

b) lo statuto dell’associazione prevedeespressamente come scopo la promozionedel profilo professionale, la formazione el’aggiornamento specialistico dei suoiiscritti;

c) lo statuto include espressamente ilrilascio da parte dell’associazione di atte-stati di competenza professionale;

d) lo statuto prevede una disciplinadegli organi associativi su base democra-tica ed esclude espressamente ogni attivitàa fini di lucro;

e) l’associazione si dota di strutture,organizzative e tecnico-scientifiche, idoneead assicurare adeguati livelli di qualifica-zione professionale e il relativo aggiorna-mento professionale;

f) le associazioni professionali sonoincluse in un elenco tenuto dal CNF.

10. Il CNF, anche per il tramite degliordini circondariali, esercita la vigilanzasui requisiti e le condizioni per il ricono-scimento delle associazioni di cui al pre-sente articolo ed il controllo sul rispettodelle prescrizioni di cui al comma 2,lettera c).

11. Gli avvocati che alla data di entratain vigore della presente legge risultanoiscritti all’albo da almeno dieci anni sonodispensati dalla frequenza dei corsi di cuial comma 6 e sono autorizzati a qualifi-carsi con il titolo di specialista in una opiù discipline giuridiche previo supera-mento dell’esame di cui al comma 3.

ART. 9.

(Informazioni sull’eserciziodella professione).

1. È consentito all’avvocato dare infor-mazioni sul modo di esercizio della pro-fessione, purché in maniera veritiera, nonelogiativa, non ingannevole e non compa-rativa.

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2. Il contenuto e la forma dell’infor-mazione devono essere coerenti con lafinalità della tutela dell’affidamento dellacollettività, nel rispetto del prestigio dellaprofessione e degli obblighi di segretezza edi riservatezza nonché nel rispetto deiprincìpi del codice deontologico.

3. Il CNF determina i criteri concer-nenti le modalità dell’informazione e dellacomunicazione.

4. L’inosservanza dei commi 1 e 2comporta illecito disciplinare.

ART. 10.

(Formazione continua).

1. L’avvocato ha l’obbligo di curare ilcontinuo e costante aggiornamento dellapropria competenza professionale al finedi assicurare la qualità delle prestazioniprofessionali e di contribuire al miglioreesercizio della professione nell’interessedei clienti e dell’amministrazione dellagiustizia.

2. Sono esentati dall’obbligo di cui alcomma 1: gli avvocati che hanno ottenutoil titolo di specialista, ai sensi dell’articolo8, fermo quanto previsto nel regolamentodel CNF di cui al comma 5 del medesimoarticolo; gli avvocati sospesi dall’esercizioprofessionale, ai sensi dell’articolo 19,comma 1, per il periodo del loro mandato;gli avvocati dopo venticinque anni di iscri-zione all’albo o dopo il compimento delsessantesimo anno di età; i membri delParlamento nazionale ed europeo; i con-siglieri regionali; i presidenti di provinciae gli assessori provinciali; i sindaci e gliassessori di comuni con popolazione su-periore a 100.000 abitanti; i docenti e iricercatori confermati delle università inmaterie giuridiche.

3. Il CNF stabilisce le modalità e lecondizioni per l’assolvimento dell’obbligodi aggiornamento da parte degli iscritti eper la gestione e l’organizzazione dell’at-tività di aggiornamento a cura degli ordiniterritoriali, delle associazioni forensi e diterzi.

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4. L’attività di formazione svolta dagliordini territoriali, anche in cooperazione oconvenzione con altri soggetti, non costi-tuisce attività commerciale e non puòavere fini di lucro.

5. Le regioni, nell’ambito delle potestàad esse attribuite dall’articolo 117 dellaCostituzione, possono disciplinare l’attri-buzione di fondi per l’organizzazione discuole, corsi ed eventi di formazione pro-fessionale per avvocati.

ART. 11.

(Assicurazione per la responsabilità civile).

1. L’avvocato, l’associazione o la societàfra professionisti devono stipulare, ancheper il tramite di convenzioni sottoscrittedal CNF, da ordini territoriali, associazionied enti previdenziali forensi, polizza assi-curativa a copertura della responsabilitàcivile derivante dall’esercizio della profes-sione, compresa quella per la custodia didocumenti, somme di denaro, titoli e va-lori ricevuti in deposito dai clienti. L’av-vocato, se richiesto, rende noti al clientegli estremi della propria polizza assicura-tiva.

2. Degli estremi della polizza assicura-tiva e di ogni sua successiva variazione èdata comunicazione al consiglio dell’or-dine.

3. La mancata osservanza delle dispo-sizioni previste nel presente articolo co-stituisce illecito disciplinare.

4. Le condizioni essenziali e i massimaliminimi della polizza sono stabiliti e ag-giornati ogni cinque anni dal Ministrodella giustizia, sentito il CNF.

ART. 12.

(Conferimenti dell’incaricoe tariffe professionali).

1. L’incarico professionale non può es-sere conferito con l’apposizione di condi-zioni.

2. Il compenso professionale è deter-minato tra cliente e avvocato con accordo

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pattuito in funzione della natura, dellacomplessità e del valore della controversiadeterminato a norma del codice di pro-cedura civile, nel rispetto del principio dilibera determinazione di cui all’articolo2233 del codice civile. La violazione delladisposizione di cui al comma 6 comportala nullità dell’accordo.

3. L’avvocato è tenuto a rendere nota lacomplessità dell’incarico, fornendo le in-formazioni utili circa gli oneri ipotizzabilial momento del conferimento. In caso dimancata determinazione consensuale delcompenso o di nullità dell’accordo di cuiai commi 2 e 7, si applicano le tariffeprofessionali approvate ogni due anni condecreto del Ministro della giustizia suproposta del CNF, sentiti il Comitato in-terministeriale per la programmazioneeconomica (CIPE) e il Consiglio di Stato.

4. Per ogni incarico professionale, l’av-vocato ha diritto ad un giusto compenso eal rimborso delle spese documentate, aisensi dell’articolo 2233 del codice civile.L’avvocato può prestare la sua attivitàgratuitamente per giustificati motivi. Sonofatte salve le norme per le difese d’ufficioe per il patrocinio dei non abbienti.

5. Le tariffe professionali, approvatesecondo quanto previsto dal comma 3,devono essere semplici e di facile com-prensione per il cliente. Esse devono in-dicare solo gli onorari minimi e massimi ele spese da rimborsare per l’attività effet-tivamente svolta. La misura degli onorarie dei rimborsi deve essere articolata inrelazione al tipo di prestazione e al valoredella pratica.

6. Tranne che nelle particolari ipotesidisciplinate dalle tariffe, gli onorari mi-nimi previsti dagli scaglioni tariffari diriferimento commisurati al valore di cia-scuna controversia sono inderogabili evincolanti indipendentemente dalla naturaoccasionale o continuativa della presta-zione. Se le parti convengono una clausoladi contenuto contrario, questa è nulla esono dovuti gli onorari minimi. A talenorma deve attenersi ogni magistraturagiudicante allorché procede alla liquida-zione di spese, onorari e competenze.

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7. È consentito che venga concordatotra avvocato e cliente un compenso ulte-riore rispetto a quello tariffario per il casodi conciliazione della lite o di esito posi-tivo della controversia, fermi i limiti pre-visti dal codice deontologico. Sono nulli gliaccordi che prevedano la cessione all’av-vocato, in tutto o in parte, del bene oggettodella controversia o che attribuiscano al-l’avvocato una quota del risultato dellacontroversia. Deve essere redatto periscritto, a pena di nullità, ogni accordo:

a) quando l’ammontare del compensoè predeterminato tra le parti;

b) che preveda un premio in caso diesito positivo della controversia o in casodi conciliazione della lite.

8. Quando una controversia oggetto diprocedimento giudiziale o arbitrale vienedefinita mediante accordi presi in qual-siasi forma, le parti sono solidalmentetenute al pagamento dei compensi e deirimborsi delle spese a tutti gli avvocaticostituiti che hanno prestato la loro atti-vità professionale negli ultimi tre anni eche risultino ancora creditori, salvoespressa rinuncia al beneficio della soli-darietà.

9. In mancanza di accordo tra avvocatoe cliente, ciascuno di essi può rivolgersi alconsiglio dell’ordine affinché esperisca iltentativo di conciliazione e, se esso non èraggiunto, per determinare i compensi,secondo le voci ed i criteri della tariffa, aisensi dell’articolo 28, comma 1, lettera l).

10. Le eccezioni di nullità di cui aicommi 2 e 7 non possono essere sollevatedecorsi cinque anni dalla conclusione del-l’incarico o del rapporto professionale incaso di pluralità di incarichi.

ART. 13.

(Mandato professionale.Sostituzioni e collaborazioni).

1. Salvo quanto stabilito per le difesed’ufficio ed il patrocinio dei meno ab-bienti, l’avvocato ha piena libertà di ac-

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cettare o meno ogni incarico. Il mandatoprofessionale si perfeziona con l’accetta-zione. L’avvocato ha inoltre sempre lafacoltà di recedere dal mandato, con lecautele necessarie per evitare pregiudizi alcliente.

2. L’incarico per lo svolgimento di at-tività professionale è personale anche nel-l’ipotesi in cui sia conferito all’avvocatocomponente di un’associazione o societàprofessionale. Con l’accettazione dell’inca-rico l’avvocato ne assume la responsabilitàpersonale illimitata, solidalmente con l’as-sociazione o la società. Gli avvocati pos-sono farsi sostituire da altro avvocato, conincarico anche verbale, o da un praticanteabilitato, con delega scritta.

3. L’avvocato che si fa sostituire ocoadiuvare da altri avvocati o praticantirimane personalmente responsabile verso iclienti.

4. La collaborazione tra avvocati, anchese continuativa, non dà mai luogo a rap-porto di lavoro subordinato.

5. L’avvocato può nominare stabilmenteuno o più sostituti presso ogni ufficiogiudiziario, depositando la nomina pressol’ordine di appartenenza.

TITOLO II

ALBI, ELENCHI E REGISTRI

ART. 14.

(Albi, elenchi e registri).

1. Presso ciascun consiglio dell’ordinesono istituiti e tenuti aggiornati:

a) l’albo ordinario degli esercenti lalibera professione. Per coloro che eserci-tano la professione in forma collettivasono indicate le associazioni o le società diappartenenza;

b) gli elenchi speciali degli avvocatidipendenti da enti pubblici;

c) gli elenchi degli avvocati specialisti;

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d) l’elenco speciale dei docenti e ri-cercatori universitari a tempo pieno;

e) l’elenco degli avvocati sospesi dal-l’esercizio professionale per qualsiasicausa, che deve essere indicata, ed inoltredegli avvocati cancellati per mancanzadell’esercizio effettivo, continuativo, abi-tuale e prevalente della professione;

f) l’elenco degli avvocati che hannosubìto provvedimento disciplinare non piùimpugnabile, comportante la radiazione;

g) il registro dei praticanti;

h) l’elenco dei praticanti abilitati alpatrocinio sostitutivo, allegato al registrodi cui alla lettera g);

i) la sezione speciale dell’albo degliavvocati stabiliti, di cui all’articolo 6 deldecreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 96,che abbiano la residenza o il domicilioprofessionale nel circondario;

l) l’elenco delle associazioni e dellesocietà comprendenti avvocati tra i soci,con l’indicazione di tutti i partecipanti,anche se non avvocati;

m) l’elenco degli avvocati domiciliatinel circondario ai sensi del comma 3dell’articolo 6;

n) ogni altro albo, registro o elencoprevisto dalla legge o da regolamento.

2. La tenuta e l’aggiornamento del-l’albo, degli elenchi e dei registri, le mo-dalità di iscrizione e di trasferimento, icasi di cancellazione e le relative impu-gnazioni dei provvedimenti adottati in ma-teria dai consigli dell’ordine sono discipli-nati con un regolamento emanato dalMinistro della giustizia, sentito il CNF.

3. L’albo, gli elenchi ed i registri sonoa disposizione del pubblico e sono pub-blicati nel sito internet dell’ordine. Almenoogni due anni, essi sono pubblicati astampa ed una copia è inviata al Ministrodella giustizia, ai presidenti di tutte le cortidi appello, ai presidenti dei tribunali deldistretto, ai procuratori della Repubblicapresso i tribunali e ai procuratori generalidella Repubblica presso le corti di appello,

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al CNF, agli altri consigli degli ordiniforensi del distretto, alla Cassa nazionaledi assistenza e previdenza forense.

4. Entro il mese di marzo di ogni annoil consiglio dell’ordine trasmette per viatelematica al CNF gli albi e gli elenchi dicui è custode, aggiornati al 31 dicembredell’anno precedente.

5. Entro il mese di giugno di ogni annoil CNF redige, sulla base dei dati ricevutidai consigli dell’ordine, l’elenco nazionaledegli avvocati, aggiornato al 31 dicembredell’anno precedente.

6. Le modalità di trasmissione degli albie degli elenchi, nonché le modalità diredazione e pubblicazione dell’elenco na-zionale degli avvocati sono determinate dalCNF.

ART. 15.

(Modifiche all’articolo 29 delle norme diattuazione, di coordinamento e transitoriedel codice di procedura penale, in materiadi elenchi e tabelle dei difensori d’ufficio).

1. Il comma 1 dell’articolo 29 dellenorme di attuazione, di coordinamento etransitorie del codice di procedura penale,di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989,n. 271, di seguito denominate « decretolegislativo n. 271 del 1989 », è sostituitodal seguente:

« 1. Il Consiglio dell’ordine forense pre-dispone e aggiorna annualmente l’elencoalfabetico degli iscritti disponibili ad as-sumere le difese d’ufficio di cui all’articolo97 del codice in modo tale che il numerodegli iscritti garantisca le esigenze degliuffici giudiziari ».

2. Il comma 1-bis dell’articolo 29 deldecreto legislativo n. 271 del 1989 è so-stituito dal seguente:

« 1-bis. Per l’iscrizione nell’elenco deidifensori di ufficio di cui al comma 1 ènecessario essere iscritti nell’elenco degliavvocati specialisti in diritto penale e nonaver riportato sanzioni disciplinari supe-riori all’avvertimento nei cinque anni pre-

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cedenti la richiesta di iscrizione. L’irroga-zione di una sanzione disciplinare com-porta l’esclusione dall’elenco dei difensoridi ufficio ».

3. Le disposizioni di cui al comma 2 siapplicano a decorrere dal quarto annosuccessivo all’entrata in vigore della pre-sente legge.

ART. 16.

(Iscrizione e cancellazione).

1. Costituiscono requisiti per l’iscri-zione all’albo:

a) essere cittadino italiano o di Statoappartenente all’Unione europea, salvoquanto previsto dal comma 2 per glistranieri cittadini di uno Stato non appar-tenente all’Unione europea;

b) avere superato l’esame di abilita-zione;

c) avere il domicilio professionale nelcircondario del tribunale ove ha sede ilconsiglio dell’ordine;

d) godere del pieno esercizio deidiritti civili;

e) non trovarsi in una delle condi-zioni di incompatibilità di cui all’articolo17;

f) non essere sottoposto ad esecu-zione di pene detentive, di misure caute-lari o interdittive;

g) essere di condotta irreprensibilesecondo i canoni previsti dal codice deon-tologico forense.

2. L’iscrizione all’albo per gli stranieriprivi della cittadinanza italiana o dellacittadinanza di altro Stato appartenenteall’Unione europea è consentita esclusiva-mente nelle seguenti ipotesi:

a) allo straniero che ha conseguito ildiploma di laurea in giurisprudenzapresso un’università italiana e ha superatol’esame di Stato, o che ha conseguito il

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titolo di avvocato in uno Stato membrodell’Unione europea ai sensi della direttiva98/5/CE del Parlamento europeo e delConsiglio, del 16 febbraio 1998, previadocumentazione al consiglio dell’ordinedegli specifici visti di ingresso e permessidi soggiorno di cui all’articolo 47 delregolamento di cui al decreto del Presi-dente della Repubblica 31 agosto 1999,n. 394;

b) allo straniero regolarmente sog-giornante in possesso di un titolo abili-tante conseguito in uno Stato non appar-tenente all’Unione europea, nei limiti dellequote definite a norma dell’articolo 3,comma 4, del testo unico di cui al decretolegislativo 25 luglio 1998, n. 286, previadocumentazione del riconoscimento deltitolo abilitativo rilasciato dal Ministerodella giustizia e del certificato del CNF diattestazione di superamento della provaattitudinale.

3. L’accertamento dei requisiti è com-piuto dal consiglio dell’ordine, osservate lenorme dei procedimenti disciplinari, inquanto applicabili.

4. L’iscrizione nella sezione specialedell’albo ai sensi dell’articolo 6 del decretolegislativo 2 febbraio 2001, n. 96, puòessere subordinata dal consiglio dell’or-dine alla presentazione di apposita docu-mentazione comprovante l’esercizio dellaprofessione nel Paese di origine per uncongruo periodo di tempo.

5. Per l’iscrizione nel registro dei pra-ticanti occorre il possesso dei requisiti dicui alle lettere a), c), d), e), f) e g) delcomma 1.

6. È consentita l’iscrizione ad un soloalbo circondariale salva la possibilità ditrasferimento.

7. La domanda di iscrizione è rivolta alconsiglio dell’ordine del circondario nelquale il richiedente intende stabilire ilproprio domicilio professionale e deve es-sere corredata dai documenti comprovantiil possesso di tutti i requisiti richiesti.

8. Il consiglio, accertata la sussistenzadei requisiti e delle condizioni prescritti,provvede alla iscrizione entro il termine di

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tre mesi dalla presentazione della do-manda. Il rigetto della domanda può es-sere deliberato solo dopo aver sentito ilrichiedente nei modi e nei termini di cuial comma 13. La deliberazione deve esseremotivata ed è notificata in copia integraleentro quindici giorni all’interessato. Costuipuò presentare entro venti giorni dallanotificazione ricorso al CNF. Qualora ilconsiglio non abbia provveduto sulla do-manda nel termine di tre mesi di cui alprimo periodo, l’interessato può entrodieci giorni dalla scadenza di tale terminepresentare ricorso al CNF, che decide sulmerito dell’iscrizione. Il provvedimento delCNF è immediatamente esecutivo.

9. Gli iscritti ad albi, elenchi e registridevono comunicare al consiglio dell’ordineogni variazione dei dati di iscrizione con lamassima sollecitudine.

10. La cancellazione dagli albi, elenchie registri è pronunciata dal consiglio del-l’ordine a richiesta dell’iscritto, quandoquesti rinunci all’iscrizione, ovvero d’uffi-cio o su richiesta del procuratore generale:

a) quando viene meno uno dei re-quisiti indicati nel presente articolo;

b) quando l’iscritto non abbia pre-stato l’impegno solenne di cui all’articolo 7senza giustificato motivo entro sessantagiorni dalla notificazione del provvedi-mento di iscrizione;

c) quando viene accertata la man-canza del requisito dell’esercizio effettivo,continuativo, abituale e prevalente dellaprofessione ai sensi dell’articolo 20;

d) per gli avvocati dipendenti di entipubblici, di cui all’articolo 22, quando siacessata l’appartenenza all’ufficio legaledell’ente, salva la possibilità di iscrizioneall’albo ordinario, sulla base di appositarichiesta.

11. La cancellazione dal registro deipraticanti e dall’elenco allegato dei prati-canti abilitati al patrocinio sostitutivo èdeliberata, osservata la procedura previstanei commi 13, 14 e 15, nei casi seguenti:

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a) se il tirocinio è stato interrottosenza giustificato motivo per oltre unanno. L’interruzione è in ogni caso giusti-ficata per accertati motivi di salute equando ricorrono le condizioni per l’ap-plicazione delle disposizioni in materia dimaternità e di paternità oltre che di ado-zione;

b) dopo il rilascio del certificato dicompiuta pratica, che non può essererichiesto trascorsi sei anni dall’inizio, perla prima volta, della pratica. L’iscrizionepuò tuttavia permanere per tutto il tempoper cui è stata chiesta o poteva esserechiesta l’abilitazione al patrocinio sostitu-tivo;

c) nei casi previsti per la cancella-zione dall’albo ordinario, in quanto com-patibili.

12. Gli effetti della cancellazione dalregistro si hanno:

a) dalla data della delibera, per i casidi cui al comma 11;

b) automaticamente, alla scadenzadel termine per l’abilitazione al patrociniosostitutivo.

13. Nei casi in cui sia rilevata lamancanza di uno dei requisiti necessariper l’iscrizione, il consiglio, prima di de-liberare la cancellazione, con lettera rac-comandata con avviso di ricevimento in-vita l’iscritto a presentare eventuali osser-vazioni entro un termine non inferiore atrenta giorni dal ricevimento di tale rac-comandata. L’iscritto può chiedere di es-sere ascoltato personalmente.

14. Le deliberazioni del consiglio del-l’ordine in materia di cancellazione sononotificate, entro quindici giorni, all’inte-ressato.

15. L’interessato può presentare ricorsoal CNF nel termine di trenta giorni dallanotificazione. Il ricorso proposto dall’in-teressato ha effetto sospensivo.

16. L’avvocato cancellato dall’albo aisensi del presente articolo ha il diritto diesservi nuovamente iscritto qualora dimo-stri la cessazione dei fatti che hanno

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determinato la cancellazione e l’effettivasussistenza dei titoli in base ai quali fuoriginariamente iscritto e sia in possessodei requisiti di cui alle lettere da b) a f) delcomma 1. Per le reiscrizioni sono appli-cabili le disposizioni dei commi da 1 a 8.

17. Non si può pronunciare la cancel-lazione quando sia in corso un procedi-mento disciplinare, salvo quanto previstodall’articolo 59.

18. L’avvocato riammesso nell’albo aitermini del comma 16 è anche reiscrittonell’albo speciale di cui all’articolo 21 sene sia stato cancellato in seguito allacancellazione dall’albo ordinario.

19. Qualora il consiglio abbia rigettatola domanda oppure abbia disposto perqualsiasi motivo la cancellazione, l’interes-sato può proporre ricorso al CNF ai sensidell’articolo 56. Il ricorso contro la can-cellazione ha effetto sospensivo e il CNFpuò provvedere in via sostitutiva.

20. Divenuta esecutiva la pronuncia, ilconsiglio dell’ordine comunica immediata-mente al CNF e a tutti i consigli degliordini territoriali la cancellazione.

ART. 17.

(Incompatibilità).

1. La professione di avvocato è incom-patibile:

a) con qualsiasi altra attività di la-voro autonomo svolta continuativamente oprofessionalmente, escluse quelle di carat-tere scientifico, letterario, artistico e cul-turale. È consentita l’iscrizione nell’albodei dottori commercialisti e degli esperticontabili, nell’elenco dei pubblicisti e nelregistro dei revisori contabili;

b) con l’esercizio di qualsiasi attivitàdi impresa commerciale svolta in nomeproprio o in nome o per conto altrui. Èfatta salva la possibilità di assumere in-carichi di gestione e vigilanza nelle pro-cedure concorsuali o in altre procedurerelative a crisi di impresa;

c) con la qualità di socio illimitata-mente responsabile o di amministratore di

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società di persone, aventi quale finalitàl’esercizio di attività di impresa commer-ciale, in qualunque forma costituite, non-ché con la qualità di amministratore unicoo consigliere delegato di società di capitali,anche in forma cooperativa, nonché con laqualità di presidente di consiglio di am-ministrazione con poteri individuali digestione. L’incompatibilità non sussiste sel’oggetto della attività della società è limi-tato esclusivamente all’amministrazione dibeni, personali o familiari, nonché per glienti e consorzi pubblici e per le società acapitale interamente pubblico;

d) con qualsiasi attività di lavorosubordinato anche se con orario di lavorolimitato.

ART. 18.

(Eccezioni alle normesulla incompatibilità).

1. In deroga a quanto stabilito nell’ar-ticolo 17, l’esercizio della professione diavvocato è compatibile con l’insegnamentoo la ricerca in materie giuridiche nell’uni-versità e nelle scuole secondarie pubblicheo private parificate.

2. I docenti e i ricercatori universitaria tempo pieno possono esercitare l’attivitàprofessionale nei limiti consentiti dall’or-dinamento universitario. Per questo limi-tato esercizio professionale essi devonoessere iscritti nell’elenco speciale, annessoall’albo ordinario.

3. È fatta salva l’iscrizione nell’elencospeciale per gli avvocati che esercitanoattività legale per conto degli enti pubblicicon le limitate facoltà disciplinate dall’ar-ticolo 22.

ART. 19.

(Sospensione dall’esercizio professionale).

1. Sono sospesi dall’esercizio professio-nale durante il periodo della carica: l’av-vocato eletto Presidente della Repubblica,Presidente del Senato della Repubblica,

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Presidente della Camera dei deputati; l’av-vocato nominato Presidente del Consigliodei ministri, Ministro, Viceministro o Sot-tosegretario di Stato; l’avvocato eletto pre-sidente di giunta regionale e presidentedelle province autonome di Trento e diBolzano; l’avvocato membro della Cortecostituzionale o del Consiglio superioredella magistratura; l’avvocato eletto presi-dente di provincia con più di un milionedi abitanti e sindaco di comune con più di500.000 abitanti.

2. L’avvocato iscritto all’albo può chie-dere la sospensione dall’esercizio profes-sionale per giustificati motivi, pubblici oprivati.

3. Della sospensione, prevista daicommi 1 e 2, è fatta annotazione nell’albo.

ART. 20.

(Esercizio professionale effettivo, continua-tivo, abituale e prevalente e revisione degli

albi, degli elenchi e dei registri).

1. La permanenza dell’iscrizione al-l’albo è subordinata all’esercizio della pro-fessione in modo effettivo, continuativo,abituale e prevalente, salve le eccezionipreviste anche in riferimento ai primi annidi esercizio professionale. Le modalità diaccertamento dell’esercizio effettivo, con-tinuativo, abituale e prevalente della pro-fessione, le eccezioni consentite e le mo-dalità per la reiscrizione sono disciplinatecon regolamento adottato ai sensi dell’ar-ticolo 1 e con le modalità nello stessostabilite.

2. Il consiglio dell’ordine, con regolaritàogni tre anni, compie le verifiche neces-sarie anche mediante richiesta di infor-mazione all’ente previdenziale.

3. Con la stessa periodicità, il consigliodell’ordine esegue la revisione degli albi,degli elenchi e dei registri, per verificare sepermangano i requisiti per la iscrizione, eprovvede di conseguenza. Della revisione edei suoi risultati è data notizia al CNF.

4. La mancanza della effettività, conti-nuatività, abitualità e prevalenza dell’eser-cizio professionale comporta, se non sus-

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sistono giustificati motivi, la cancellazionedall’albo. La procedura deve prevedere ilcontraddittorio con l’interessato, che dovràessere invitato a presentare osservazioniscritte e, se necessario o richiesto, anchel’audizione del medesimo in applicazionedei criteri di cui all’articolo 16, comma 13.

5. Qualora il consiglio dell’ordine nonprovveda alla verifica periodica dell’eser-cizio effettivo, continuativo, abituale e pre-valente o compia la revisione con nume-rose e gravi omissioni, il CNF nomina unoo più commissari, scelti tra gli avvocaticon più di venti anni di anzianità ancheiscritti presso altri ordini, affinché prov-vedano in sostituzione. Ai commissarispetta il rimborso delle spese di viaggio edi soggiorno e una indennità giornalieradeterminata dal CNF. Spese e indennitàsono a carico del consiglio dell’ordineinadempiente.

6. La prova dell’effettività, continuità,abitualità e prevalenza non è richiestadurante il periodo della carica, per gliavvocati sospesi di diritto dall’esercizioprofessionale ai sensi dell’articolo 19, e pergli avvocati che svolgono funzioni di mem-bro del Parlamento nazionale o del Par-lamento europeo, di consigliere regionale,di membro di giunta regionale, di presi-dente di provincia, di membro di giuntaprovinciale, di sindaco di comune con piùdi 30.000 abitanti, di membro di giuntacomunale di comune con più di 50.000abitanti, nonché per gli avvocati che rico-prono un incarico pubblico o di rilievosociale che il CNF giudica equivalente.

7. La prova dell’effettività, continuità,abitualità e prevalenza non è, in ogni caso,richiesta:

a) alle donne avvocato in maternità enei primi due anni di vita del bambino o,in caso di adozione, nei successivi dueanni dal momento dell’adozione stessa.L’esenzione si applica, altresì, agli avvocativedovi o separati affidatari della prole inmodo esclusivo;

b) agli avvocati che dimostrino diessere affetti o di essere stati affetti damalattia che ne ha ridotto grandemente lapossibilità di lavoro in modo tale da non

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rientrare nel limite minimo di redditoimponibile.

ART. 21.

(Albo speciale per il patrociniodavanti alle giurisdizioni superiori).

1. L’iscrizione nell’albo speciale per ilpatrocinio davanti alle giurisdizioni supe-riori può essere richiesta al CNF da chi siaiscritto in un albo ordinario circondarialeda almeno cinque anni e abbia superatol’esame disciplinato dalla legge 28 maggio1936, n. 1003, e dal regio decreto 9 luglio1936, n. 1482, al quale sono ammessi gliavvocati iscritti all’albo.

2. L’iscrizione può essere richiesta an-che da chi, avendo maturato una anzianitàdi iscrizione all’albo di otto anni, succes-sivamente abbia lodevolmente e proficua-mente frequentato la Scuola superioredell’avvocatura, istituita e disciplinata conregolamento dal CNF. Il regolamento puòprevedere specifici criteri e modalità diselezione per l’accesso e per la verificafinale di idoneità. La verifica finale diidoneità è eseguita da una commissioned’esame designata dal CNF e composta dasuoi membri, avvocati, professori univer-sitari e magistrati addetti alla Corte dicassazione, con un esame incentrato pre-valentemente sui settori professionali eser-citati dal candidato.

3. Coloro che alla data di entrata invigore della presente legge sono iscrittinell’albo dei patrocinanti davanti alle giu-risdizioni superiori conservano l’iscrizione.Allo stesso modo possono chiedere l’iscri-zione coloro che alla data di entrata invigore della presente legge abbiano matu-rato i requisiti per detta iscrizione secondola previgente normativa.

4. All’articolo 4 della legge 28 maggio1936, n. 1003, il quinto comma è sostituitodal seguente:

« Sono dichiarati idonei i candidati checonseguano una media di sette deciminelle prove scritte e in quella orale avendoriportato non meno di sei decimi in cia-scuna di esse ».

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ART. 22.

(Avvocati degli enti pubblici).

1. Fatti salvi i diritti acquisiti alla datadi entrata in vigore della presente legge, gliavvocati degli uffici legali specificamenteistituiti presso gli enti pubblici, anche setrasformati in persone giuridiche di dirittoprivato, sino a quando siano partecipatiprevalentemente da enti pubblici, ai qualivenga assicurata la piena indipendenza edautonomia nella trattazione esclusiva estabile degli affari legali dell’ente ed untrattamento economico adeguato alla fun-zione professionale svolta, sono iscritti inun elenco speciale annesso all’albo. L’iscri-zione nell’elenco è obbligatoria per com-piere le prestazioni indicate nell’articolo 2.Nel contratto di lavoro è garantita l’auto-nomia e l’indipendenza di giudizio intel-lettuale e tecnica dell’avvocato.

2. Per l’iscrizione nell’elenco gli inte-ressati presentano la deliberazione del-l’ente dalla quale risulti la stabile costitu-zione di un ufficio legale con specificaattribuzione della trattazione degli affarilegali dell’ente stesso e l’appartenenza atale ufficio del professionista incaricato informa esclusiva di tali funzioni; la respon-sabilità dell’ufficio è affidata ad un avvo-cato iscritto nell’elenco speciale che eser-cita i suoi poteri in conformità con iprincìpi della legge professionale.

3. Gli avvocati iscritti nell’elenco sonosottoposti al potere disciplinare del con-siglio dell’ordine.

TITOLO III

ORGANI E FUNZIONIDEGLI ORDINI FORENSI

CAPO I

L’ORDINE FORENSE

ART. 23.

(L’ordine forense).

1. Gli iscritti negli albi degli avvocaticostituiscono l’ordine forense.

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2. L’ordine forense si articola negliordini circondariali e nel CNF.

3. Il CNF e gli ordini circondariali sonoenti pubblici non economici a carattereassociativo istituiti per garantire il rispettodei princìpi previsti dalla presente legge edelle regole deontologiche, nonché confinalità di tutela della utenza e degliinteressi pubblici connessi all’eserciziodella professione e al corretto svolgimentodella funzione giurisdizionale. Essi sonodotati di autonomia patrimoniale e finan-ziaria, sono finanziati esclusivamente coni contributi degli iscritti, determinano lapropria organizzazione con appositi rego-lamenti, nel rispetto delle disposizioni dilegge, e sono soggetti esclusivamente allavigilanza del Ministro della giustizia.

CAPO II

ORDINE CIRCONDARIALE

ART. 24.

(L’ordine circondariale forense).

1. Presso ciascun tribunale è costituitol’ordine degli avvocati, al quale sonoiscritti tutti gli avvocati aventi il principaledomicilio professionale nel circondario.L’ordine circondariale ha in via esclusivala rappresentanza istituzionale dell’avvo-catura a livello locale e promuove i rap-porti con le istituzioni e le pubblicheamministrazioni.

2. L’ordine circondariale di Roma ca-pitale ha sede presso la Corte di cassa-zione.

3. Al fine di assicurare il funziona-mento in relazione alle effettive esigenzegestionali ed organizzative del consigliodell’ordine degli avvocati di Roma, capitaledella Repubblica, sono ad esso destinati imedesimi locali e spazi utilizzati dallostesso consiglio alla data di entrata invigore della presente legge nell’edificiodella suprema Corte di cassazione.

4. Gli iscritti aventi titolo eleggono icomponenti del consiglio dell’ordine, conle modalità stabilite dall’articolo 27 e in

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base a regolamento adottato ai sensi del-l’articolo 1.

5. Presso ogni consiglio dell’ordine ècostituito il collegio dei revisori dei conti,nominato dal presidente del tribunale.

6. Presso ogni consiglio dell’ordine ècostituito il comitato pari opportunità de-gli avvocati, eletto con le modalità stabilitecon regolamento approvato dal consigliodell’ordine.

ART. 25.

(Organi dell’ordine circondarialee degli ordini del distretto).

1. Sono organi dell’ordine circonda-riale:

a) l’assemblea degli iscritti;

b) il consiglio;

c) il presidente;

d) il segretario;

e) il tesoriere;

f) il collegio dei revisori.

2. Il presidente rappresenta l’ordinecircondariale.

3. Sono organi degli ordini circonda-riali del distretto:

a) il Consiglio istruttore di disciplina;

b) il Collegio giudicante.

ART. 26.

(L’assemblea).

1. L’assemblea è costituita dagli avvo-cati iscritti all’albo ed agli elenchi speciali.Essa elegge i componenti del consiglio;approva il bilancio consuntivo e quellopreventivo; esprime il parere sugli argo-menti sottoposti ad essa dal consiglio;esercita ogni altra funzione attribuita dal-l’ordinamento professionale.

2. L’assemblea, previa delibera del con-siglio, è convocata dal presidente o, in caso

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di suo impedimento, dal vicepresidente odal consigliere più anziano per iscrizione.

3. Le regole per il funzionamento del-l’assemblea e per la sua convocazione,nonché per l’assunzione delle relative de-libere, sono stabilite da apposito regola-mento adottato ai sensi dell’articolo 1 econ le modalità nello stesso stabilite.

4. L’assemblea ordinaria è convocataalmeno una volta l’anno per l’approva-zione dei bilanci consuntivo e preventivo.L’assemblea per la elezione del consiglio sisvolge, per il rinnovo normale, entro ilmese di gennaio successivo alla scadenza.

5. Il consiglio delibera altresì la con-vocazione dell’assemblea ogniqualvolta loritenga necessario o qualora ne facciarichiesta almeno un terzo dei suoi com-ponenti o almeno un decimo degli iscrittinell’albo.

ART. 27.

(Il consiglio dell’ordine).

1. Il consiglio, fatta salva la previsionedi cui all’articolo 24, comma 2, ha sedepresso il tribunale ed è composto:

a) da cinque membri, qualora l’or-dine conti fino a cento iscritti;

b) da sette membri, qualora l’ordineconti fino a duecento iscritti;

c) da nove membri, qualora l’ordineconti fino a cinquecento iscritti;

d) da undici membri, qualora l’ordineconti fino a mille iscritti;

e) da quindici membri, qualora l’or-dine conti fino a duemila iscritti;

f) da ventuno membri, qualora l’or-dine conti fino a cinquemila iscritti;

g) da venticinque membri, qualoral’ordine conti oltre cinquemila iscritti.

2. I componenti del consiglio sono elettidagli iscritti con voto segreto in base aregolamento adottato ai sensi dell’articolo1 e con le modalità nello stesso stabilite.Hanno diritto al voto tutti coloro che

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risultano iscritti negli albi e negli elenchidei dipendenti degli enti pubblici e deidocenti e ricercatori universitari a tempopieno e nella sezione speciale degli avvo-cati stabiliti, il giorno antecedente l’iniziodelle operazioni elettorali. Sono esclusi daldiritto di voto gli avvocati per qualunqueragione sospesi dall’esercizio della profes-sione.

3. Ciascun elettore può esprimere unnumero di voti non superiore ai due terzidei consiglieri da eleggere, arrotondati perdifetto.

4. Sono eleggibili gli iscritti che hannodiritto di voto, che non abbiano riportato,nei cinque anni precedenti, una sanzionedisciplinare esecutiva più grave dell’avver-timento.

5. Risultano eletti coloro che hannoriportato il maggior numero di voti. Incaso di parità di voti risulta eletto il piùanziano per iscrizione e, tra coloro cheabbiano uguale anzianità di iscrizione, ilmaggiore di età. I consiglieri non possonoessere eletti consecutivamente più di trevolte, salvo che uno dei tre mandati abbiaavuto durata inferiore ad un anno.

6. In caso di morte, dimissioni, deca-denza, impedimento permanente per qual-siasi causa di uno o più consiglieri, su-bentra il primo dei non eletti. In caso diparità di voti, subentra il più anziano periscrizione e, tra coloro che abbiano ugualeanzianità di iscrizione, il maggiore di età.Il consiglio, preso atto, provvede all’inte-grazione improrogabilmente nei trentagiorni successivi al verificarsi dell’evento.

7. Il consiglio dura in carica un qua-driennio e scade il 31 dicembre del quartoanno. Il consiglio uscente resta in caricaper il disbrigo degli affari correnti finoall’insediamento del consiglio neoeletto.

8. L’intero consiglio decade se cessadalla carica oltre la metà dei suoi com-ponenti.

9. Il consiglio elegge il presidente, ilsegretario e il tesoriere. Nei consigli conalmeno quindici componenti, il consigliopuò eleggere un vicepresidente. A ciascunacarica è eletto il consigliere che ha rice-vuto il maggior numero di voti. In caso diparità di voti è eletto presidente o vice-

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presidente, segretario o tesoriere il piùanziano per iscrizione all’albo o, in caso dipari anzianità di iscrizione, il più anzianoper età.

10. La carica di consigliere è incompa-tibile con quella di consigliere nazionale,di componente del consiglio di ammini-strazione e del comitato dei delegati dellaCassa nazionale di previdenza e assistenzaforense. L’eletto che viene a trovarsi incondizione di incompatibilità deve optareper uno degli incarichi entro trenta giornidalla proclamazione. Nel caso in cui nonvi provveda, decade automaticamente dal-l’incarico assunto in precedenza. Ai com-ponenti del consiglio, per il tempo in cuidurano in carica, non possono essere con-feriti incarichi giudiziari da parte deimagistrati del circondario.

11. Per la validità delle riunioni delconsiglio è necessaria la partecipazionedella maggioranza dei membri. Per lavalidità delle deliberazioni è richiesta lamaggioranza assoluta di voti dei presenti.

12. Contro i risultati delle elezioni peril rinnovo del consiglio dell’ordine ciascunavvocato iscritto nell’albo può proporrereclamo al CNF entro dieci giorni dallaproclamazione. La presentazione del re-clamo non sospende l’insediamento delnuovo consiglio.

ART. 28.

(Compiti e prerogative del consiglio).

1. Il consiglio:

a) provvede alla tenuta degli albi,degli elenchi e dei registri;

b) approva i regolamenti interni, iregolamenti in materie non disciplinatedal CNF e quelli previsti come integra-zione ad essi;

c) sovraintende al corretto ed efficaceesercizio del tirocinio forense. A tal fine,secondo modalità previste da regolamentodel CNF, istituisce ed organizza scuoleforensi, promuove e favorisce le iniziativeatte a rendere proficuo il tirocinio, cura latenuta del registro dei praticanti, anno-

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tando l’abilitazione al patrocinio sostitu-tivo, rilascia il certificato di compiutapratica;

d) organizza e promuove l’organizza-zione di eventi formativi ai fini dell’adem-pimento dell’obbligo di formazione conti-nua in capo agli iscritti;

e) organizza e promuove l’organizza-zione di corsi e scuole di specializzazione;

f) vigila sulla condotta degli iscritti edeve denunciare al Consiglio istruttore didisciplina ogni violazione di norme deon-tologiche di cui sia venuto a conoscenza;elegge i componenti del Consiglio istrut-tore di disciplina in conformità a quantostabilito dall’articolo 49;

g) esegue il controllo della continuità,effettività, abitualità e prevalenza del-l’esercizio professionale;

h) tutela l’indipendenza e il decoroprofessionale e promuove iniziative atte adelevare la cultura e la professionalità degliiscritti e a renderli più consapevoli deiloro doveri;

i) svolge i compiti indicati nell’arti-colo 10 per controllare la formazionecontinua degli avvocati;

l) dà pareri sulla liquidazione deicompensi spettanti agli iscritti;

m) nel caso di morte o di perduranteimpedimento di un iscritto, a richiesta e aspese di chi vi ha interesse, adotta iprovvedimenti opportuni per la consegnadegli atti e dei documenti;

n) può costituire camere arbitrali, diconciliazione ed organismi di risoluzionealternativa delle controversie, in confor-mità a regolamento adottato ai sensi del-l’articolo 1 e con le modalità nello stessostabilite;

o) interviene, su richiesta anche diuna sola delle parti, nelle contestazioniinsorte tra gli iscritti o tra costoro ed iclienti in dipendenza dell’esercizio profes-sionale, adoperandosi per comporle; degliaccordi sui compensi è redatto verbaleche, depositato presso la cancelleria del

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tribunale che ne rilascia copia, ha valoredi titolo esecutivo con l’apposizione dellaprescritta formula;

p) può costituire o aderire ad unioniregionali o interregionali tra ordini, nelrispetto dell’autonomia e delle competenzeistituzionali dei singoli consigli. Le unionipossono avere, se previsto nello statuto,funzioni di interlocuzione con le regioni,con gli enti locali e con le università,provvedono alla consultazione fra i con-sigli che ne fanno parte, possono assumeredeliberazioni nelle materie di comune in-teresse e promuovere o partecipare adattività di formazione professionale. Cia-scuna unione approva il proprio statuto elo comunica al CNF;

q) può costituire o aderire ad asso-ciazioni, anche sovranazionali, e fonda-zioni purché abbiano come oggetto attivitàconnesse alla professione o alla tutela deidiritti;

r) garantisce l’attuazione, nella pro-fessione forense, dell’articolo 51 della Co-stituzione;

s) svolge tutte le altre funzioni adesso attribuite dalla legge e dai regola-menti;

t) vigila sulla corretta applicazione,nel circondario, delle norme dell’ordina-mento giudiziario segnalando violazioni edincompatibilità agli organi competenti.

2. La gestione finanziaria e l’ammini-strazione dei beni dell’ordine spettano alconsiglio, che provvede annualmente asottoporre all’assemblea ordinaria il contoconsuntivo e il bilancio preventivo.

3. Per provvedere alle spese di gestionee a tutte le attività indicate nel presentearticolo e ad ogni altra attività ritenutanecessaria per il conseguimento dei finiistituzionali, per la tutela del ruolo del-l’avvocatura nonché per l’organizzazionedi servizi per l’utenza e per il miglior

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esercizio delle attività professionali il con-siglio è autorizzato:

a) a fissare e riscuotere un contributoannuale o contributi straordinari da tuttigli iscritti a ciascun albo, elenco o registro;

b) a fissare contributi per l’iscrizionenegli albi, negli elenchi, nei registri, per ilrilascio di certificati, copie e tessere e peri pareri sui compensi.

4. L’entità dei contributi di cui alcomma 3 è fissata in misura tale dagarantire il pareggio di bilancio del con-siglio.

5. Il consiglio provvede alla riscossionedei contributi di cui alla lettera a) delcomma 3 e di quelli dovuti al CNF, ancheai sensi del testo unico delle leggi suiservizi della riscossione delle imposte di-rette, di cui al decreto del Presidente dellaRepubblica 15 maggio 1963, n. 858, me-diante iscrizione a ruolo dei contributidovuti per l’anno di competenza.

6. Coloro che non versano nei terministabiliti il contributo annuale sono sospesi,previa contestazione dell’addebito e loropersonale convocazione, dal consiglio del-l’ordine, con provvedimento non aventenatura disciplinare. La sospensione è re-vocata allorquando si sia provveduto alpagamento.

ART. 29.

(Il collegio dei revisori).

1. Il collegio dei revisori è composto datre membri effettivi ed un supplente no-minati dal presidente del tribunale e sceltitra gli avvocati iscritti al registro deirevisori contabili.

2. Per gli ordini con meno di tremila-cinquecento iscritti la funzione è svolta daun revisore unico.

3. I revisori durano in carica quattroanni e possono essere confermati per nonpiù di due volte consecutive.

4. Il collegio, che è presieduto dal piùanziano per iscrizione, verifica la regola-rità della gestione patrimoniale riferendo

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annualmente in sede di approvazione delbilancio.

5. Le competenze dovute ai revisorisono liquidate tenendo conto degli onorariprevisti dalle tariffe professionali ridotte al50 per cento.

ART. 30.

(Funzionamento dei consiglidell’ordine per commissioni).

1. I consigli dell’ordine composti danove o più membri possono svolgere lapropria attività mediante commissioni dilavoro composte da almeno tre membri,che devono essere tutti presenti ad ogniriunione per la validità delle deliberazioni.

2. Il funzionamento delle commissioniè disciplinato con regolamento interno aisensi dell’articolo 28, comma 1, lettera b).Il regolamento può prevedere che i com-ponenti delle commissioni possano esserescelti, eccettuate le materie deontologicheo che trattino dati riservati, anche tra gliavvocati iscritti all’albo, anche se nonconsiglieri dell’ordine.

ART. 31.

(Scioglimento del consiglio).

1. Il consiglio è sciolto:

a) se non è in grado di funzionareregolarmente;

b) se non adempie agli obblighi pre-scritti dalla legge;

c) se ricorrono altri gravi motivi dirilevante interesse pubblico.

2. Lo scioglimento del consiglio e lanomina del commissario di cui al comma3 sono disposti con decreto del Ministrodella giustizia, su proposta del CNF, previadiffida.

3. In caso di scioglimento, le funzionidel consiglio sono esercitate da un com-missario straordinario, nominato dal CNFe scelto tra gli avvocati con oltre venti anni

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di anzianità, il quale, improrogabilmenteentro centoventi giorni dalla data di scio-glimento, convoca l’assemblea per le ele-zioni in sostituzione.

4. Il commissario, per essere coadiu-vato nell’esercizio delle sue funzioni, puònominare un comitato di non più di seicomponenti, scelti tra gli iscritti all’albo, dicui uno con funzioni di segretario.

CAPO III

CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE

ART. 32.

(Durata e composizione).

1. Il CNF, previsto e disciplinato dagliarticoli 52 e seguenti del regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, conver-tito, con modificazioni, dalla legge 22 gen-naio 1934, n. 36, e dagli articoli 59 eseguenti del regio decreto 22 gennaio 1934,n. 37, ha sede presso il Ministero dellagiustizia e dura in carica quattro anni. Isuoi componenti non possono essere eletticonsecutivamente più di due volte. Il Con-siglio uscente resta in carica per il disbrigodegli affari correnti fino all’insediamentodel Consiglio neoeletto.

2. Il CNF è composto da avvocati aventii requisiti di cui all’articolo 36. Ciascundistretto di corte d’appello in cui il nu-mero complessivo degli iscritti agli albi èinferiore a diecimila elegge un compo-nente. Risulta eletto chi abbia riportato ilmaggior numero di voti. Non può appar-tenere per più di due mandati consecutiviallo stesso ordine circondariale il compo-nente eletto in tali distretti. Ciascun di-stretto di corte di appello in cui il numerocomplessivo degli iscritti agli albi è pari osuperiore a diecimila elegge due compo-nenti; in tali distretti risulta primo elettochi abbia riportato il maggior numero divoti, secondo eletto chi abbia riportato ilmaggior numero di voti tra gli iscritti adun ordine circondariale diverso da quelloal quale appartiene il primo eletto. In tutti

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i distretti, il voto è comunque espresso perun solo candidato. In ogni caso, a parità divoti, è eletto il candidato più anziano diiscrizione. Le elezioni per la nomina deicomponenti del CNF devono svolgersi neiquindici giorni prima della scadenza delConsiglio in carica. La proclamazione deirisultati è fatta dal Consiglio in carica, ilquale cessa dalle sue funzioni alla primariunione del nuovo Consiglio convocato dalpresidente in carica.

3. A ciascun consiglio spetta un votoper ogni cento iscritti o frazione di cento,fino a duecento iscritti; un voto per ognisuccessivi trecento iscritti, da duecentounofino ad ottocento iscritti; un voto per ognisuccessivi seicento iscritti, da ottocentounofino a duemila iscritti; un voto per ognisuccessivi mille iscritti, da duemilauno adiecimila iscritti; un voto per ogni succes-sivi tremila iscritti, al di sopra dei dieci-mila.

4. Il CNF elegge il presidente, duevicepresidenti, il segretario ed il tesoriere,che formano il consiglio di presidenza.Nomina inoltre i componenti delle com-missioni e degli altri organi previsti dalregolamento.

5. Si applicano le disposizioni di cui aldecreto legislativo luogotenenziale 23 no-vembre 1944, n. 382, per quanto nonespressamente previsto.

ART. 33.

(Compiti e prerogative).

1. Il CNF:

a) ha in via esclusiva la rappresen-tanza istituzionale dell’avvocatura a livellonazionale e promuove i rapporti con leistituzioni e le pubbliche amministrazionicompetenti;

b) adotta i regolamenti interni per ilproprio funzionamento e, ove occorra, perquello degli ordini circondariali;

c) esercita la funzione giurisdizionalesecondo le previsioni di cui agli articoli da59 a 65 del regio decreto 22 gennaio 1934,n. 37;

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d) emana e aggiorna periodicamenteil codice deontologico, curandone la pub-blicazione e la diffusione in modo dafavorirne la più ampia conoscenza, sentitii consigli dell’ordine circondariali, anchemediante una propria commissione con-sultiva presieduta dal suo presidente o daaltro consigliere da lui delegato e formatada componenti del CNF e da consiglieridesignati dagli ordini in base al regola-mento interno del CNF;

e) cura la tenuta e l’aggiornamentodell’albo speciale per il patrocinio davantialle giurisdizioni superiori e redige l’elenconazionale degli avvocati ai sensi dell’arti-colo 14, comma 5;

f) promuove attività di coordina-mento e di indirizzo dei consigli dell’or-dine circondariali al fine di rendere omo-genee le condizioni di esercizio della pro-fessione e di accesso alla stessa;

g) propone ogni due anni al Ministrodella giustizia le tariffe professionali;

h) collabora con i consigli dell’ordinecircondariali alla conservazione e alla tu-tela dell’indipendenza e del decoro pro-fessionale;

i) provvede agli adempimenti previstidall’articolo 38 per i rapporti con le uni-versità e dall’articolo 41 per quanto at-tiene ai corsi di formazione di indirizzoprofessionale;

l) esprime pareri in merito alla pre-videnza forense;

m) approva i conti consuntivi e ibilanci preventivi delle proprie gestioni;

n) propone al Ministro della giustiziadi sciogliere i consigli dell’ordine circon-dariali quando sussistano le condizionipreviste nell’articolo 31;

o) cura, mediante pubblicazioni, l’in-formazione sulla propria attività e sugliargomenti d’interesse dell’avvocatura;

p) esprime, su richiesta del Ministrodella giustizia, pareri su proposte e disegnidi legge che, anche indirettamente, inte-

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ressino la professione forense e l’ammini-strazione della giustizia;

q) istituisce e disciplina, con appositoregolamento, l’osservatorio permanentesull’esercizio della giurisdizione, che rac-coglie dati ed elabora studi e propostediretti a favorire una più efficiente am-ministrazione delle funzioni giurisdizio-nali;

r) designa rappresentanti di categoriapresso commissioni ed organi nazionali ointernazionali;

s) svolge ogni altra funzione ad essoattribuita dalla legge e dai regolamenti.

2. Nei limiti necessari per coprire lespese della sua gestione, e al fine digarantire quantomeno il pareggio di bi-lancio, il CNF è autorizzato:

a) a determinare la misura del con-tributo annuale dovuto dagli avvocatiiscritti negli albi ed elenchi;

b) a stabilire diritti per il rilascio dicertificati e copie;

c) a stabilire la misura della tassa diiscrizione e del contributo annuale dovutodall’iscritto nell’albo dei patrocinanti da-vanti alle giurisdizioni superiori.

3. La riscossione del contributo an-nuale è compiuta dagli ordini circonda-riali, secondo quanto previsto da appositoregolamento adottato dal CNF.

ART. 34.

(Competenza giurisdizionale).

1. Il CNF pronuncia sui reclami avversoi provvedimenti disciplinari nonché in ma-teria di albi, elenchi e registri e rilascio dicertificato di compiuta pratica; pronunciasui ricorsi relativi alle elezioni dei consiglidell’ordine; risolve i conflitti di compe-tenza tra ordini circondariali; esercita lefunzioni disciplinari nei confronti dei pro-pri componenti, quando il Consiglio istrut-tore di disciplina competente abbia deli-

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berato l’apertura del procedimento disci-plinare. La funzione giurisdizionale sisvolge secondo le previsioni di cui agliarticoli da 59 a 65 del regio decreto 22gennaio 1934, n. 37.

2. Le udienze del CNF sono pubbliche.Ad esse partecipa, con funzioni di pub-blico ministero, un magistrato, con gradonon inferiore a consigliere di cassazione,delegato dal procuratore generale pressola Corte di cassazione.

3. Per la partecipazione alle procedurein materia disciplinare del CNF, ai magi-strati non sono riconosciuti compensi, in-dennità o gettoni di presenza.

4. Le decisioni del CNF sono notificate,entro trenta giorni, all’interessato e alpubblico ministero presso la corte d’ap-pello e il tribunale della circoscrizione allaquale l’interessato appartiene. Nello stessotermine sono comunicate al consiglio del-l’ordine della circoscrizione stessa.

5. Nei casi di cui al comma 1 lanotificazione è fatta agli interessati e alpubblico ministero presso la Corte di cas-sazione.

6. Gli interessati e il pubblico ministeropossono proporre ricorso avverso le deci-sioni del CNF alle sezioni unite della Cortedi cassazione, entro trenta giorni dallanotificazione, per incompetenza, eccesso dipotere e violazione di legge.

7. Il ricorso non ha effetto sospensivo.Tuttavia l’esecuzione può essere sospesadalle sezioni unite della Corte di cassa-zione in camera di consiglio su istanza delricorrente.

8. Nel caso di annullamento con rinvio,il rinvio è fatto al CNF, il quale deveconformarsi alla decisione della Corte dicassazione circa il punto di diritto sulquale essa ha pronunciato.

ART. 35.

(Funzionamento).

1. Il CNF pronuncia sui ricorsi indicatinell’articolo 34 secondo le previsioni di cuiagli articoli da 59 a 65 del regio decreto 22gennaio 1934, n. 37, applicando, se neces-

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sario, le norme ed i princìpi del codice diprocedura civile.

2. Nei procedimenti giurisdizionali siapplicano le norme del codice di proce-dura civile sulla astensione e ricusazionedei giudici. I provvedimenti del CNF suimpugnazione di delibere dei Consigliistruttori di disciplina e dei consigli cir-condariali hanno natura di sentenza.

3. Il controllo contabile e della gestioneè svolto da un collegio di tre revisori deiconti nominato dal primo presidente dellaCorte di cassazione, che li sceglie tra gliiscritti al registro dei revisori, nominandoanche due revisori supplenti. Il collegio èpresieduto dal componente più anzianoper iscrizione.

4. Per il compenso dei revisori si ap-plica il criterio di cui all’articolo 29,comma 5.

5. Il CNF può svolgere la propria at-tività non giurisdizionale istituendo com-missioni di lavoro, anche eventualmentecon la partecipazione di membri esterni alConsiglio.

ART. 36.

(Eleggibilità e incompatibilità).

1. Sono eleggibili al CNF gli iscrittiall’albo speciale per il patrocinio davantialle giurisdizioni superiori. Risultano eletticoloro che hanno riportato il maggiornumero di voti. In caso di parità di votirisulta eletto il più anziano per iscrizionee, tra coloro che abbiano uguale anzianitàdi iscrizione, il maggiore di età.

2. Non possono essere eletti coloro cheabbiano riportato, nei cinque anni prece-denti, condanna esecutiva anche non de-finitiva ad una sanzione disciplinare piùgrave dell’avvertimento.

3. La carica di consigliere nazionale èincompatibile con quella di consiglieredell’ordine e di componente del consigliodi amministrazione e del comitato deidelegati della Cassa nazionale di previ-denza e assistenza forense.

4. L’eletto che viene a trovarsi in con-dizione di incompatibilità deve optare per

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uno degli incarichi entro trenta giornidalla proclamazione. Nel caso in cui nonvi provveda, decade automaticamente dal-l’incarico assunto in precedenza.

CAPO IV

CONGRESSO NAZIONALE FORENSE

ART. 37.

(Congresso nazionale forense).

1. Il CNF convoca il congresso nazio-nale forense almeno ogni tre anni.

2. Il congresso nazionale forense è lamassima assise dell’avvocatura italiana nelrispetto dell’identità e dell’autonomia diciascuna delle sue componenti associative.Tratta e formula proposte sui temi dellagiustizia e della tutela dei diritti fonda-mentali dei cittadini, nonché le questioniche riguardano la professione forense.

3. Il congresso nazionale forense deli-bera autonomamente le proprie normeregolamentari e statutarie, ed elegge l’or-ganismo chiamato a dare attuazione aisuoi deliberati.

TITOLO IV

ACCESSO ALLAPROFESSIONE FORENSE

CAPO I

TIROCINIO PROFESSIONALE

ART. 38.

(Accordi tra università e ordini forensi).

1. I consigli dell’ordine degli avvocatipossono stipulare convenzioni, senza nuovio maggiori oneri per la finanza pubblica,con le università per la disciplina deirapporti reciproci.

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2. Il CNF e la Conferenza dei presididelle facoltà di giurisprudenza promuo-vono, anche mediante la stipulazione diapposita convenzione, senza nuovi o mag-giori oneri per la finanza pubblica, lapiena collaborazione tra le facoltà di giu-risprudenza e gli ordini forensi, per ilperseguimento dei fini di cui al presentecapo.

ART. 39.

(Contenuti e modalitàdi svolgimento del tirocinio).

1. Il tirocinio professionale consistenell’addestramento, a contenuto teorico epratico, del praticante avvocato finalizzatoa fargli conseguire le capacità necessarieper l’esercizio della professione di avvo-cato e per la gestione di uno studio legalenonché a fargli apprendere e rispettare iprincìpi etici e le regole deontologiche.

2. Presso il consiglio dell’ordine è te-nuto il registro dei praticanti avvocati,l’iscrizione al quale è condizione per losvolgimento del tirocinio professionale. Aifini dell’iscrizione nel registro dei prati-canti è necessario aver conseguito la lau-rea in giurisprudenza.

3. Per l’iscrizione nel registro dei pra-ticanti avvocati e la cancellazione dallostesso si applicano, in quanto compatibili,le disposizioni previste dall’articolo 16.

4. Lo svolgimento del tirocinio è in-compatibile con qualunque rapporto diimpiego pubblico. Al praticante avvocato siapplicano le eccezioni previste per l’avvo-cato dall’articolo 18. Il tirocinio può esseresvolto contestualmente ad attività di lavorosubordinato privato, purché con modalitàed orari idonei a consentirne l’effettivo epuntuale svolgimento.

5. Il tirocinio è svolto in forma conti-nuativa per ventiquattro mesi. La suainterruzione per oltre sei mesi, senza giu-stificato motivo, comporta la cancellazionedal registro dei praticanti, salva la facoltàdi chiedere nuovamente l’iscrizione nelregistro, che può essere deliberata previanuova verifica da parte del consiglio del-

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l’ordine della sussistenza dei requisiti sta-biliti dalla presente legge.

6. Il tirocinio può essere svolto:

a) presso un avvocato, con anzianitàdi iscrizione all’albo non inferiore a cin-que anni;

b) presso l’Avvocatura dello Stato opresso l’ufficio legale di un ente pubblicoo presso un ufficio giudiziario per non piùdi dodici mesi;

c) per non più di sei mesi, in altroPaese dell’Unione europea presso profes-sionisti legali, con titolo equivalente aquello di avvocato, abilitati all’eserciziodella professione.

7. L’avvocato è tenuto ad assicurare cheil tirocinio si svolga in modo proficuo edignitoso per la finalità di cui al comma 1e non può assumere la funzione per più ditre praticanti contemporaneamente, salval’autorizzazione rilasciata dal competenteconsiglio dell’ordine previa valutazionedell’attività professionale del richiedente edell’organizzazione del suo studio.

8. Il tirocinio professionale non deter-mina l’instaurazione di rapporto di lavorosubordinato anche occasionale. Al prati-cante avvocato è sempre dovuto il rim-borso delle spese sostenute per conto dellostudio presso il quale svolge il tirocinio.Ad eccezione che negli enti pubblici epresso l’Avvocatura dello Stato, decorso ilprimo anno, l’avvocato riconosce al prati-cante avvocato un rimborso congruo perl’attività svolta per conto dello studio,commisurato all’effettivo apporto profes-sionale dato nell’esercizio delle prestazionie tenuto altresì conto dell’utilizzo da partedel praticante avvocato dei servizi e dellestrutture dello studio.

9. Nel periodo di svolgimento del tiro-cinio il praticante avvocato, decorso unanno dall’iscrizione nel registro dei prati-canti, può esercitare attività professionalesolo in sostituzione dell’avvocato presso ilquale svolge la pratica e comunque sottoil controllo e la responsabilità dello stesso,in ambito civile di fronte al tribunale e algiudice di pace, e in ambito penale nei

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procedimenti che, in base alle norme vi-genti anteriormente alla data di entrata invigore del decreto legislativo 19 febbraio1998, n. 51, rientravano nella competenzadel pretore. L’abilitazione decorre dalladelibera di iscrizione nell’apposito regi-stro. Essa può durare al massimo cinqueanni, salvo il caso di sospensione dall’eser-cizio professionale non determinata dagiudizio disciplinare, alla condizione chepermangano tutti i requisiti per l’iscrizionenel registro.

10. Il Ministro della giustizia con pro-prio decreto adotta, sentito il CNF, ilregolamento che disciplina:

a) le modalità di svolgimento deltirocinio e le relative procedure di con-trollo da parte del competente consigliodell’ordine;

b) le ipotesi che giustificano l’inter-ruzione del tirocinio, tenuto conto di si-tuazioni riferibili all’età, alla salute, allamaternità e paternità del praticante avvo-cato, e le relative procedure di accerta-mento;

c) i requisiti di validità dello svolgi-mento del tirocinio, in altro Paese del-l’Unione europea.

11. Il praticante può, per giustificatomotivo, trasferire la propria iscrizionepresso l’ordine del luogo ove intendaproseguire il tirocinio. Il consiglio del-l’ordine autorizza il trasferimento, valu-tati i motivi che lo giustificano, e rilasciaal praticante un certificato attestante ilperiodo di tirocinio che risulta regolar-mente compiuto.

ART. 40.

(Norme disciplinari per i praticanti).

1. I praticanti osservano gli stessi do-veri e norme deontologiche degli avvocatie sono soggetti al potere disciplinare delconsiglio dell’ordine.

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ART. 41.

(Corsi di formazione per l’accessoalla professione di avvocato).

1. Il tirocinio, oltre che nella praticasvolta presso uno studio professionale,consiste altresì nella frequenza obbliga-toria e con profitto, per un periodo noninferiore a ventiquattro mesi, di corsi diformazione di indirizzo professionale te-nuti da ordini e associazioni forensi,nonché dagli altri soggetti previsti dallalegge.

2. Il CNF disciplina con regolamento aisensi dell’articolo 28, comma 1, lettera c):

a) le modalità e le condizioni perl’istituzione dei corsi di formazione di cuial comma 1 da parte degli ordini e delleassociazioni forensi giudicate idonee, inmaniera da garantire la libertà ed il plu-ralismo dell’offerta formativa e della re-lativa scelta individuale;

b) i contenuti formativi dei corsi diformazione in modo da ricomprendervi, inquanto essenziali, l’insegnamento del lin-guaggio giuridico, la redazione degli attigiudiziari, la tecnica impugnatoria deiprovvedimenti giurisdizionali e degli attiamministrativi, la tecnica di redazione delparere stragiudiziale e la tecnica di ri-cerca;

c) la durata minima dei corsi diformazione, prevedendo un carico didat-tico non inferiore a centosessanta ore perl’intero biennio;

d) le modalità e le condizioni per lafrequenza dei corsi di formazione da partedel praticante avvocato nonché quelle perle verifiche intermedie e finale del profitto,che sono affidate ad una commissionecomposta da avvocati, magistrati e docentiuniversitari, in modo da garantire omoge-neità di giudizio su tutto il territorionazionale. Ai componenti della commis-sione non sono riconosciuti compensi, in-dennità o gettoni di presenza.

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ART. 42.

(Frequenza di uffici giudiziari).

1. L’attività di praticantato presso gliuffici giudiziari è disciplinata da appositoregolamento da emanare, entro un annodalla data di entrata in vigore della pre-sente legge, dal Ministro della giustizia,sentiti il Consiglio superiore della magi-stratura e il CNF.

ART. 43.

(Certificato di compiuto tirocinio).

1. Il consiglio dell’ordine presso il qualeè compiuto il biennio di tirocinio rilasciail relativo certificato.

2. In caso di domanda di trasferimentodel praticante avvocato presso il registrotenuto da altro consiglio dell’ordine, quellodi provenienza certifica la durata del ti-rocinio svolto fino alla data di presenta-zione della domanda e, ove il prescrittoperiodo di tirocinio risulti completato, ri-lascia il certificato di compiuto tirocinio.

3. Il praticante avvocato è ammesso asostenere l’esame di Stato nella sede dicorte di appello nel cui distretto ha svoltoil maggior periodo di tirocinio. Nell’ipotesiin cui il tirocinio sia stato svolto per ugualiperiodi sotto la vigilanza di più consiglidell’ordine aventi sede in distretti diversi,la sede di esame è determinata in base alluogo di svolgimento del primo periodo ditirocinio.

CAPO II

ESAME DI STATO PER L’ABILITAZIONEALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE

DI AVVOCATO

ART. 44.

(Disposizioni generali).

1. L’esame di Stato per l’abilitazioneall’esercizio della professione di avvocato

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può essere sostenuto soltanto dal prati-cante avvocato che abbia effettuato il ti-rocinio professionale.

2. L’esame di Stato si svolge con pe-riodicità annuale nelle date fissate e nellesedi di corte d’appello determinate conapposito decreto del Ministro della giusti-zia, sentito il CNF. Nel decreto è stabilitoil termine per la presentazione delle do-mande di ammissione.

ART. 45.

(Esame di Stato).

1. L’esame di Stato si articola in treprove scritte ed in una prova orale.

2. Le prove scritte sono svolte sui temiformulati dal Ministro della giustizia edhanno per oggetto:

a) la redazione di un parere motivato,da scegliere tra due questioni in materiaregolata dal codice civile;

b) la redazione di un parere moti-vato, da scegliere tra due questioni inmateria regolata dal codice penale;

c) la redazione di un atto giudiziarioche postuli conoscenze di diritto sostan-ziale e di diritto processuale, su un quesitoproposto, in materia scelta dal candidatotra il diritto privato, il diritto penale ed ildiritto amministrativo.

3. Nella prova orale il candidato illu-stra la prova scritta e dimostra la cono-scenza delle seguenti materie: ordina-mento e deontologia forensi, diritto civile,diritto penale, diritto processuale civile,diritto processuale penale; nonché di altredue materie, scelte preventivamente dalcandidato, tra le seguenti: diritto costitu-zionale, diritto amministrativo, diritto dellavoro, diritto commerciale, diritto comu-nitario ed internazionale privato, dirittotributario, diritto ecclesiastico, ordina-mento giudiziario e penitenziario.

4. Per la valutazione di ciascuna provascritta, ogni componente della commis-sione d’esame dispone di dieci punti dimerito; alla prova orale sono ammessi i

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candidati che abbiano conseguito, nelle treprove scritte, un punteggio complessivo dialmeno 90 punti e un punteggio noninferiore a 30 punti in ciascuna prova.

5. La commissione annota le osserva-zioni positive o negative nei vari punti diciascun elaborato, le quali costituisconomotivazione del voto che viene espressocon un numero pari alla somma dei votiespressi dai singoli componenti. Il Ministrodella giustizia determina, mediante sorteg-gio, gli abbinamenti per la correzione delleprove scritte tra i candidati e le sedi dicorte di appello ove ha luogo la correzionedegli elaborati scritti. La prova orale haluogo nella medesima sede della provascritta.

6. Il Ministro della giustizia, sentito ilCNF, disciplina con regolamento le moda-lità e le procedure di svolgimento del-l’esame di Stato e quelle di valutazionedelle prove scritte ed orali da effettuaresulla base dei seguenti criteri:

a) chiarezza, logicità e rigore meto-dologico dell’esposizione;

b) dimostrazione della concreta ca-pacità di soluzione di specifici problemigiuridici;

c) dimostrazione della conoscenza deifondamenti teorici degli istituti giuridicitrattati;

d) dimostrazione della capacità dicogliere eventuali profili di interdiscipli-narietà;

e) dimostrazione della conoscenzadelle tecniche di persuasione e argomen-tazione.

7. Le prove scritte si svolgono con ilsolo ausilio dei testi di legge senza com-menti e citazioni giurisprudenziali. Essedevono iniziare in tutte le sedi alla stessaora, fissata dal Ministro della giustizia conil provvedimento con il quale vengonoindetti gli esami. A tal fine, i testi di leggeportati dai candidati per la prova devonoessere controllati e vistati nei giorni an-teriori all’inizio della prova stessa e col-locati sul banco su cui il candidato so-

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stiene la prova. L’appello dei candidatideve svolgersi per tempo in modo che leprove scritte inizino all’ora fissata dalMinistro della giustizia.

8. I candidati non possono portare consé testi o scritti, anche informatici, né ognisorta di strumenti di telecomunicazione,pena la immediata esclusione dall’esame,con provvedimento del presidente dellacommissione, sentiti almeno due commis-sari.

9. Qualora siano fatti pervenire nel-l’aula, ove si svolgono le prove dell’esame,scritti od appunti di qualunque genere,con qualsiasi mezzo, il candidato che liriceve e non ne fa immediata denunciaalla commissione è escluso immediata-mente dall’esame, ai sensi del comma 8.

10. Chiunque faccia pervenire in qual-siasi modo ad uno o più candidati, primao durante la prova d’esame, testi relativi altema proposto è punito, salvo che il fattocostituisca più grave reato, con la penadella reclusione fino a tre anni. Per i fattiindicati nel presente comma e nel comma9, i candidati sono denunciati al Consiglioistruttore di disciplina del distretto com-petente per il luogo di iscrizione al registrodei praticanti, per i provvedimenti di suacompetenza.

11. Per la prova orale, ogni componentedella commissione dispone di dieci puntidi merito per ciascuna delle materie diesame.

12. Sono giudicati idonei i candidatiche ottengono un punteggio non inferiorea trenta punti per ciascuna materia.

13. I costi per l’espletamento delleprocedure di esame devono essere posti acarico dei soggetti partecipanti.

ART. 46.

(Commissioni di esame).

1. La commissione di esame è nomi-nata, con decreto, dal Ministro della giu-stizia ed è composta da cinque membrieffettivi e cinque supplenti, dei quali: treeffettivi e tre supplenti sono avvocati de-signati dal CNF tra gli iscritti all’albo

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speciale per il patrocinio davanti alle giu-risdizioni superiori, uno dei quali la pre-siede; un effettivo e un supplente sonomagistrati in pensione; un effettivo e unsupplente sono professori universitari oricercatori confermati in materie giuridi-che.

2. Con il medesimo decreto, presso ognisede di corte d’appello, è nominata una sot-tocommissione avente composizione iden-tica alla commissione di cui al comma 1.

3. Presso ogni corte d’appello, ove ilnumero dei candidati lo richieda, possonoessere formate con lo stesso criterio ulte-riori sottocommissioni per gruppi sino atrecento candidati.

4. Esercitano le funzioni di segretariouno o più funzionari distaccati dal Mini-stero della giustizia.

5. Non possono essere designati nellecommissioni di esame avvocati che sianomembri dei consigli dell’ordine o compo-nenti del consiglio di amministrazione odel comitato dei delegati della Cassa na-zionale di previdenza ed assistenza forensee del CNF.

6. Gli avvocati componenti della com-missione non possono essere eletti qualicomponenti del consiglio dell’ordine, delconsiglio di amministrazione o del comi-tato dei delegati della Cassa nazionale diprevidenza ed assistenza forense e delCNF nelle elezioni immediatamente suc-cessive alla data di cessazione dell’incaricoricoperto.

7. L’avvio delle procedure per l’esamedi abilitazione deve essere tempestiva-mente pubblicizzato secondo modalitàcontenute nel regolamento di attuazioneemanato dal Ministro della giustizia entroun anno dalla data di entrata in vigoredella presente legge.

8. Il CNF può nominare ispettori per ilcontrollo del regolare svolgimento delleprove d’esame scritte ed orali e l’unifor-mità di giudizio tra le varie commissionid’esame. Gli ispettori possono parteciparein ogni momento agli esami e ai lavoridelle commissioni di uno o più distrettiindicati nell’atto di nomina ed esaminaretutti gli atti, con facoltà di intervenire e farinserire le proprie dichiarazioni nei ver-

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bali delle prove. Gli ispettori redigono edinviano al CNF la relazione di quantoriscontrato, formulando osservazioni eproposte. Il Ministro della giustizia puòannullare gli esami in cui siano statecompiute irregolarità. La nullità può es-sere dichiarata per la prova di singolicandidati o per tutte le prove di unacommissione o per tutte le prove dell’in-tero distretto.

9. Dopo la conclusione dell’esame diabilitazione con risultato positivo, la com-missione rilascia il certificato per l’iscri-zione nell’albo degli avvocati. Il certificatoconserva efficacia ai fini dell’iscrizionenegli albi.

ART. 47.

(Disciplina transitoriaper la pratica professionale).

1. Fino al quinto anno successivo alladata di entrata in vigore della presentelegge, l’accesso all’esame di abilitazioneall’esercizio della professione di avvocato ècondizionato allo svolgimento di un pe-riodo di tirocinio pratico di due anni,condotto secondo le modalità indicate nelcapo I, senza avere frequentato i corsi diformazione di cui all’articolo 41.

2. Il termine di cui al comma 1 puòessere prorogato con decreto del Ministrodella giustizia, previo parere del CNF.

3. All’articolo 1, comma 1, del regola-mento di cui al decreto del Ministro dellagiustizia 11 dicembre 2001, n. 475, leparole: « alle professioni di avvocato e »sono sostituite dalle seguenti: « alla pro-fessione di ».

ART. 48.

(Disciplina transitoria per l’esame).

1. Per i primi due anni dalla data dientrata in vigore della presente leggel’esame di abilitazione all’esercizio dellaprofessione di avvocato si effettua, sia perquanto riguarda le prove scritte e le prove

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orali, sia per quanto riguarda le modalitàdi esame, secondo le norme previgenti.

2. Per i successivi tre anni le modalitàdelle prove, sia scritte sia orali, sonodisciplinate dalle norme previgenti. L’am-missione alle prove orali è subordinata alraggiungimento del punteggio non infe-riore a trenta punti per ciascuna provascritta. Per le prove orali l’idoneità èsubordinata al raggiungimento del punteg-gio non inferiore a trenta punti per cia-scuna materia.

TITOLO V

IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

ART. 49.

(Organi del procedimento disciplinare).

1. L’azione disciplinare è esercitata, inogni distretto, dal Consiglio istruttore didisciplina e dal Collegio giudicante.

2. Il Consiglio istruttore di disciplina eil Collegio giudicante sono organi degliordini circondariali del distretto. Il Con-siglio istruttore di disciplina è istituito alivello distrettuale presso il consiglio del-l’ordine nel cui circondario ha sede lacorte d’appello.

3. Ciascun consiglio dell’ordine circon-dariale elegge, fra gli iscritti al proprioalbo, i componenti del Consiglio istruttoredi disciplina nel numero e con le modalitàpreviste con regolamento del CNF. Il man-dato è quadriennale e non può essererinnovato per più di una volta.

4. Le operazioni di voto avvengono ascrutinio segreto e risultano eletti coloroche hanno riportato il maggior numero divoti. In caso di parità di voti risulta elettoil più anziano per iscrizione all’albo.

5. La carica di componente del Consi-glio istruttore di disciplina è incompatibilecon quella di consigliere nazionale forense,di consigliere dell’ordine, di componentedi uno degli organi della Cassa nazionaledi previdenza ed assistenza forense e dicomponente del Collegio giudicante. Si

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applica, inoltre, ogni altra causa di incom-patibilità prevista dalla presente legge perla carica di consigliere dell’ordine. Il com-ponente del Consiglio istruttore di disci-plina cessato dalla carica è ineleggibile allecariche di cui al primo periodo per i treanni immediatamente successivi alla ces-sazione. Nei tre anni si computa l’annosolare in corso all’atto della cessazionedalla carica di consigliere istruttore.

6. La riunione di insediamento delConsiglio istruttore di disciplina viene con-vocata per la prima volta dal presidentedel consiglio dell’ordine nel cui circonda-rio ha sede la corte d’appello entro trentagiorni dalla ricezione dell’ultima comuni-cazione da parte dei consigli dell’ordinecircondariali all’esito delle elezioni. Nellastessa riunione, presieduta dal compo-nente di maggiore anzianità di iscrizione,il Consiglio istruttore di disciplina eleggetra i propri componenti il presidente.

7. Il Consiglio istruttore di disciplinasiede presso la sede del consiglio dell’or-dine distrettuale, è composto da tre mem-bri effettivi e da un supplente, viene co-stituito mediante criteri predeterminati,disciplinati con regolamento del CNF, ed èpresieduto dal componente più anzianoper iscrizione all’albo.

8. Il Collegio giudicante è composto perogni procedimento da sette membri effet-tivi e da tre supplenti: il presidente delconsiglio dell’ordine competente ai sensidell’articolo 50, comma 1, o altro consi-gliere da lui delegato per l’ipotesi di suaimpossibilità o incompatibilità a parteci-pare, due membri effettivi designati dalconsiglio dell’ordine competente e quattromembri effettivi indicati tra i componentidegli altri consigli dell’ordine del distretto.Il consiglio dell’ordine competente indicaun componente supplente, gli altri consiglidell’ordine del distretto designano dueconsiglieri supplenti. Il Collegio viene co-stituito mediante criteri predeterminati,disciplinati con regolamento del CNF, enon può mutare la sua composizione dopol’inizio del dibattimento. Il regolamentodisciplina anche la formazione del Collegiogiudicante per i casi in cui, per motivi diincompatibilità o altro, ne sia impossibile

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la costituzione secondo i criteri sopraindicati.

9. Il Collegio giudicante è presiedutodal presidente del consiglio dell’ordinecircondariale competente o dal suo dele-gato ai sensi del comma 8.

10. Fermo quanto previsto dall’articolo50, comma 2, per i componenti del Con-siglio istruttore di disciplina, nell’ipotesi incui il procedimento riguardi un consiglieredi un ordine circondariale, quale personaindagata, incolpata, offesa o danneggiata,al Collegio giudicante non possono parte-cipare altri consiglieri dello stesso ordinee il dibattimento deve tenersi presso lasede del consiglio dell’ordine distrettuale.Se il procedimento riguardi un compo-nente del consiglio dell’ordine distrettuale,quale persona indagata, incolpata, offesa odanneggiata, l’istruttoria e il giudizio sitengono presso la sede distrettuale deter-minata ai sensi dell’articolo 11 del codicedi procedura penale.

11. I componenti del Collegio giudi-cante possono essere ricusati per gli stessimotivi, in quanto applicabili, previsti dalcodice di procedura civile e devono aste-nersi quando vi sia un motivo di ricusa-zione da essi conosciuto, anche se noncontestato.

12. Per la validità delle riunioni delConsiglio istruttore di disciplina e delCollegio giudicante è necessaria la pre-senza di tutti i componenti.

13. I costi del Consiglio istruttore didisciplina e del Collegio giudicante sonosostenuti dai consigli dell’ordine circonda-riali del distretto in proporzione al nu-mero degli iscritti all’albo ordinario.

14. Il CNF disciplina con regolamento ilfunzionamento, l’organizzazione e i rela-tivi criteri di ripartizione delle spese tra gliordini del distretto del Consiglio istruttoredi disciplina e del Collegio giudicante.

15. Rimangono regolati dalla previgentedisciplina i procedimenti disciplinari per iquali alla data di entrata in vigore dellapresente legge sia già stato notificato ilcapo di incolpazione. In caso contrario gliatti sono trasmessi al Consiglio istruttoredi disciplina competente.

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ART. 50.

(Competenza).

1. La competenza territoriale del Con-siglio istruttore di disciplina e del Collegiogiudicante è determinata dal luogo in cuisi trova l’ordine presso il cui albo, elenchispeciali o registro è iscritto l’avvocato o ilpraticante avvocato, ovvero dal luogo ovel’iscritto ad altro albo, elenco o registroabbia commesso il fatto. La competenza èdeterminata, volta per volta, dalla preven-zione.

2. Nell’ipotesi in cui l’indagato, l’incol-pato, la persona offesa o danneggiata siauno dei componenti del Consiglio istrut-tore di disciplina o del Collegio giudicante,nonché in ogni altro caso di incompatibi-lità, la competenza a provvedere è deter-minata ai sensi dell’articolo 11 del codicedi procedura penale.

ART. 51.

(Azione disciplinare).

1. L’azione disciplinare è obbligatoriaed è esercitata dal Consiglio istruttore didisciplina ogni volta che venga a cono-scenza di fatti suscettibili di rilievo disci-plinare. Nel caso in cui la relativa segna-lazione non provenga dal consiglio dell’or-dine, il Consiglio istruttore di disciplina nedà immediata notizia al consiglio dell’or-dine competente trasmettendogli gli attiper conoscenza.

2. Al fine di cui al comma 1:

a) il consiglio dell’ordine circonda-riale che abbia ricevuto notizia di fattisuscettibili di rilievo disciplinare, ovverol’abbia acquisita d’ufficio, la trasmette en-tro quindici giorni al Consiglio istruttoredi disciplina;

b) l’autorità giudiziaria è tenuta adare immediata notizia al consiglio del-l’ordine circondariale competente quandonei confronti di un iscritto all’albo, aglielenchi speciali o al registro è esercitatal’azione penale, ovvero è disposta l’appli-

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XVI LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI

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cazione di misure cautelari o di sicurezza,ovvero sono effettuati perquisizioni o se-questri ovvero sono emesse sentenze chedefiniscono il grado di giudizio nonché inmerito agli sviluppi processuali successivi.Il consiglio dell’ordine circondariale tra-smette al Consiglio istruttore di disciplinala notizia nel termine di cui alla lettera a).

3. Se l’esponente è un avvocato e l’espo-sto riguardi violazioni del rapporto fracolleghi, o dei rapporti con il consigliodell’ordine, o dei rapporti con i praticanti,come disciplinati dal codice deontologicoforense, fatta salva l’immediata trasmis-sione degli atti secondo il disposto di cuial comma 2, lettera a), il consiglio dell’or-dine circondariale che abbia ricevuto lasegnalazione tenta la conciliazione tra icolleghi e ne comunica l’esito al Consiglioistruttore di disciplina.

4. L’illecito disciplinare non è configu-rabile quando il fatto è di scarsa rilevanza.

ART. 52.

(Prescrizione dell’azione disciplinare).

1. L’azione disciplinare si prescrive neltermine di cinque anni dal fatto.

2. Nel caso di condanna penale perreato non colposo, il termine di prescri-zione per la riapertura del procedimentodisciplinare ai sensi dell’articolo 58 è didue anni dal passaggio in giudicato dellasentenza penale di condanna.

3. Il termine della prescrizione è in-terrotto:

a) dalla comunicazione di aperturadel procedimento disciplinare;

b) dalla comunicazione all’iscritto delcapo di incolpazione;

c) dalla notificazione della delibera diconvocazione dell’incolpato;

d) dalla notificazione della decisionedel consiglio dell’ordine costituito in Col-legio giudicante emessa all’esito del dibat-timento;

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e) dalla notificazione all’iscritto dellasentenza pronunciata ai sensi dell’artico-lo 56.

4. Dalla data di comunicazione o no-tificazione dell’atto interruttivo della pre-scrizione di cui al comma 3 decorre unnuovo termine della durata di cinque anni.In caso di pluralità di atti interruttivi, laprescrizione decorre dall’ultimo di essi,ma in nessun caso il termine di prescri-zione di cui al comma 1 può essereprolungato di oltre la metà.

ART. 53.

(Istruttoria disciplinare).

1. Ricevuti gli atti, il presidente delConsiglio istruttore di disciplina provvedesenza ritardo ad iscrivere in appositoregistro la notizia in relazione alla qualepuò aprirsi un procedimento disciplinare,indicando il nome dell’iscritto a cui lastessa si riferisce, e assegna il procedi-mento al collegio competente per la trat-tazione dell’istruttoria. Del collegio nonpuò far parte un iscritto allo stesso albodell’indagato.

2. Il presidente del collegio istruttoriodesigna per la trattazione se stesso o altrocomponente del collegio stesso. L’istruttoredesignato diventa responsabile della faseistruttoria a lui affidata e comunica senzaritardo all’iscritto l’avvio di detta fase, amezzo di raccomandata con avviso diricevimento, fornendogli ogni elementoutile ed invitandolo a formulare periscritto le proprie osservazioni entro ventigiorni dal ricevimento della comunica-zione. L’interessato può chiedere di essereascoltato personalmente dall’istruttore edha la facoltà di farsi assistere da undifensore. Il collegio istruttorio provvedead ogni accertamento di natura istruttorianel termine di sei mesi dall’iscrizione dellanotizia di illecito disciplinare nel registrodi cui al comma 1. Nel termine non sonocalcolati i periodi di sospensione per qua-lunque causa e per i rinvii ottenuti dal-

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l’interessato. Si tiene conto in ogni casodella sospensione feriale dei termini.

3. Conclusi gli atti di sua competenza,nel solo caso di manifesta infondatezzadella notizia di illecito disciplinare,l’istruttore propone al collegio di appar-tenenza richiesta motivata di archiviazioneo, in caso contrario, di apertura del pro-cedimento disciplinare. In questa secondaipotesi, egli formula la proposta del capodi incolpazione e deposita il fascicolo insegreteria. Il collegio istruttorio delibera,con la partecipazione dell’istruttore, l’ar-chiviazione o l’apertura del procedimento.

4. Il provvedimento di archiviazione ècomunicato all’iscritto, al consiglio dell’or-dine presso il quale l’avvocato è iscritto, alpubblico ministero ed all’esponente.

5. Il provvedimento di apertura delprocedimento disciplinare e quello di rin-vio a giudizio sono impugnabili al CNFsolo insieme alla decisione che contengal’applicazione di una sanzione.

ART. 54.

(Dibattimento disciplinare).

1. Qualora il Consiglio istruttore didisciplina disponga l’apertura del procedi-mento disciplinare, ne dà comunicazioneall’incolpato, al pubblico ministero e alconsiglio dell’ordine competente.

2. La comunicazione contiene:

a) il capo d’incolpazione con l’enun-ciazione:

1) delle generalità dell’incolpato edel numero cronologico attribuito al pro-cedimento;

2) dell’addebito, con l’indicazionedelle norme violate; se gli addebiti sonopiù di uno, gli stessi sono contraddistintida lettere o numeri;

3) della data della delibera di ap-provazione del capo d’incolpazione;

b) l’avviso che l’incolpato, nel terminedi venti giorni dal ricevimento della stessa,ha diritto di accedere ai documenti con-tenuti nel fascicolo, prendendone visione

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ed estraendone copia integrale, e ha fa-coltà di depositare memorie e documenti.

3. Decorso il termine concesso per ilcompimento degli atti difensivi, il Consiglioistruttore di disciplina trasmette gli atti alcompetente consiglio dell’ordine costituitoin Collegio giudicante.

4. Il presidente del consiglio dell’ordinecostituito in Collegio giudicante nomina ilconsigliere relatore e ne dà comunicazioneall’incolpato e al pubblico ministero amezzo di raccomandata con avviso diricevimento.

5. Il consiglio dell’ordine costituito inCollegio giudicante può disporre il pro-scioglimento nelle forme di cui all’articolo55, comma 1, lettera a), oppure il rinvio agiudizio dell’incolpato.

6. Il consiglio dell’ordine costituito inCollegio giudicante notifica a mezzo del-l’ufficiale giudiziario o a mezzo di racco-mandata con avviso di ricevimento il pro-scioglimento al Consiglio istruttore di di-sciplina, al pubblico ministero, all’incol-pato e all’autore dell’esposto. In caso dirinvio a giudizio, la citazione a giudizio ènotificata negli stessi modi all’incolpato,nonché al pubblico ministero, il quale hafacoltà di presenziare alla udienza dibat-timentale, nel termine di trenta giorni dalricevimento della comunicazione di cui alcomma precedente e almeno venti giorniliberi prima della data di comparizione.La citazione contiene:

a) le generalità dell’incolpato;

b) l’enunciazione in forma chiara eprecisa degli addebiti, con l’indicazionedelle norme violate; se gli addebiti sonopiù di uno, essi sono contraddistinti dalettere o numeri;

c) l’indicazione del luogo, del giornoe dell’ora della comparizione avanti alCollegio giudicante per il dibattimento, conl’avvertimento che l’incolpato potrà essereassistito da un difensore e che, in caso dimancata comparizione, non dovuta a le-gittimo impedimento o assoluta impossi-bilità a comparire, si procederà in suaassenza;

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d) l’avviso che l’incolpato ed il pub-blico ministero hanno diritto di produrredocumenti e di indicare testimoni, conl’enunciazione sommaria delle circostanzesulle quali essi dovranno essere sentiti, neltermine di sette giorni prima della datafissata per il dibattimento;

e) l’elenco dei testimoni che il Colle-gio intende ascoltare;

f) la data e la sottoscrizione delpresidente.

7. Nel corso del dibattimento, che siapre con l’esposizione dei fatti da partedel relatore, l’incolpato ed il pubblicoministero hanno diritto di produrre docu-menti, di interrogare o far interrogaretestimoni, di rendere dichiarazioni. L’in-colpato, ove lo chieda o vi acconsenta, èsottoposto all’esame del Collegio. L’incol-pato ha la parola per ultimo.

8. Il consiglio dell’ordine costituito inCollegio giudicante acquisisce i documentiprodotti dall’incolpato e dal pubblico mi-nistero; provvede all’esame dei testimoni e,subito dopo, all’esame dell’incolpato chene abbia fatto richiesta o vi abbia accon-sentito; procede d’ufficio, o su istanza diparte, all’ammissione e all’acquisizione diogni eventuale ulteriore prova necessariaod utile per l’accertamento dei fatti.

9. Sono utilizzabili per la decisione ledichiarazioni e i documenti provenientidall’incolpato e dal pubblico ministero, gliatti formati ed i documenti acquisiti nelcorso della fase istruttoria e del dibatti-mento, gli esposti e le segnalazioni inerentialla notizia di illecito disciplinare ed iverbali di dichiarazioni testimoniali redattinel corso dell’istruttoria.

10. Terminato il dibattimento, il presi-dente ne dichiara la chiusura e dà laparola al pubblico ministero, all’incolpatoe al suo difensore, per le loro conclusionie per la discussione, che si svolge nell’or-dine che precede. L’incolpato e il suodifensore hanno in ogni caso la parola perultimi.

11. Conclusa la discussione, il Collegiodelibera il provvedimento a maggioranza.

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12. Viene data immediata lettura alleparti del dispositivo con l’indicazione deltermine per l’impugnazione, che decorredal deposito della motivazione.

13. La motivazione del provvedimento èpredisposta dal relatore o da altro consi-gliere se il presidente lo ritenga oppor-tuno. Il provvedimento è sottoscritto dalpresidente del Collegio e dal relatore edepositato nella segreteria del consigliodell’ordine entro il termine di sessantagiorni dalla lettura del dispositivo. Copiaintegrale del provvedimento è notificataall’incolpato, al pubblico ministero, al pro-curatore generale della Repubblica pressola corte d’appello del distretto, al Consiglioistruttore di disciplina, nonché all’autoredell’esposto nel solo caso di prosciogli-mento. Nel caso di decisioni complesse, iltermine per il deposito della motivazionepuò essere aumentato fino al doppio, conprovvedimento del presidente del consigliodell’ordine costituito in Collegio giudicanteallegato al dispositivo della decisione.

14. Per quanto non specificatamentedisciplinato, si applicano le norme delcodice di procedura civile, se compatibili.

15. Il procedimento avanti il consigliodell’ordine costituito in Collegio giudicantesi conclude entro il termine di diciottomesi dalla sua apertura. Nel termine nonsono calcolati i periodi di sospensione equelli per i rinvii ottenuti dall’incolpato ogli eventuali rinvii dovuti all’impossibilitàdi costituire il Collegio giudicante. Si tieneconto in ogni caso della sospensione fe-riale dei termini.

ART. 55.

(Decisione disciplinare e sanzioni).

1. Con la decisione che definisce ildibattimento disciplinare possono esseredeliberati:

a) il proscioglimento, con la formula:« non esservi luogo a provvedimento disci-plinare ». Il consiglio dell’ordine costituitoin Collegio giudicante può pronunciarsicon la medesima formula in ogni stato delprocedimento;

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b) l’irrogazione di una delle seguentisanzioni disciplinari: avvertimento, cen-sura, sospensione dall’esercizio della pro-fessione da un mese a tre anni, radiazione.

2. L’avvertimento consiste nell’infor-mare l’incolpato che la sua condotta nonè stata conforme al codice deontologico ealle norme di legge, con invito ad astenersidal compiere altre infrazioni.

3. La censura consiste nel biasimoformale.

4. La sospensione importa l’esclusionetemporanea dall’esercizio della professioneo dal tirocinio.

5. La radiazione consiste nell’esclusionedefinitiva dall’albo, elenco speciale o regi-stro e impedisce l’iscrizione a qualsiasialbo, elenco speciale o registro tenuti daaltro consiglio dell’ordine, salvo quantostabilito nell’articolo 61, comma 7. Laradiazione è inflitta per violazioni cherendono incompatibile la permanenza del-l’incolpato nell’albo, elenco speciale o re-gistro.

6. Nella determinazione della sanzionesi tiene conto della gravità dell’infrazione,del grado di responsabilità, dei precedentidell’incolpato, del suo comportamento suc-cessivo al fatto e dell’eventuale reitera-zione di comportamenti illeciti.

ART. 56.

(Impugnazioni).

1. Avverso la decisione disciplinare èammesso ricorso al CNF da parte dell’in-colpato, da parte del procuratore generalepresso la corte d’appello del distretto oveha sede il consiglio dell’ordine che haemesso la decisione, e da parte del Con-siglio istruttore di disciplina nel solo casodi proscioglimento.

2. L’autore dell’esposto ha facoltà dipresentare al procuratore generale com-petente per territorio e al presidente delConsiglio istruttore di disciplina richiestamotivata di impugnazione della decisionedi proscioglimento.

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3. Il ricorso si propone con atto scritto,depositato presso la segreteria del consi-glio dell’ordine presso il quale opera ilCollegio giudicante che ha emanato ladecisione impugnata, nel termine di ventigiorni dalla notifica eseguita ai sensi del-l’articolo 54, comma 13. Si applica, inquanto compatibile, l’articolo 50 del regiodecreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578,convertito, con modificazioni, dalla legge22 gennaio 1934, n. 36, e successive mo-dificazioni.

4. Nel ricorso, a pena di inammissibi-lità, sono indicati il provvedimento impu-gnato e la data del medesimo, ed enunciatii capi o i punti del provvedimento ai qualisi riferisce l’impugnazione, i motivi del-l’impugnazione con l’indicazione specificadelle ragioni di diritto e degli elementi difatto che li sorreggono, le conclusioni e lerichieste.

5. La proposizione del ricorso sospendel’esecuzione del provvedimento, salvo ilprovvedimento di sospensione cautelare dicui all’articolo 60.

6. Il giudizio si svolge secondo le normepreviste per il procedimento davanti alCNF di cui al regio decreto 22 gennaio1934, n. 37. Le funzioni requirenti sonosvolte dal procuratore generale presso laCorte di cassazione o da un suo sostituto.

7. Per quanto non specificato nel pre-sente articolo, per il procedimento davantial CNF si applicano gli articoli da 59 a 65del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37.

8. Avverso la sentenza del CNF può es-sere proposto ricorso alle sezioni unite ci-vili della Corte di cassazione, dall’incolpatoe dal procuratore generale presso la corted’appello al cui distretto appartiene l’incol-pato. Il ricorso non ha effetto sospensivo. Siapplicano, per quanto non stabilito dal pre-sente articolo, l’articolo 56 del regio decre-to-legge 27 novembre 1933, n. 1578, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 22gennaio 1934, n. 36, e successive modifica-zioni, e gli articoli 66, 67 e 68 del regiodecreto 22 gennaio 1934, n. 37.

9. È fatta salva la possibilità del giu-dizio di revocazione disciplinato ai sensidelle disposizioni del codice di proceduracivile.

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ART. 57.

(Rapporto fra procedimentodisciplinare e processo penale).

1. Il procedimento disciplinare si svolgeed è definito con procedura e con valu-tazioni autonome rispetto all’eventualeprocesso penale avente per oggetto i me-desimi fatti.

2. Il Consiglio istruttore di disciplina eil consiglio dell’ordine costituito in Colle-gio giudicante hanno il potere di acquisireatti e documenti appartenenti al processopenale presso l’autorità giudiziaria.

3. Se dai fatti oggetto del procedimentodisciplinare emergono estremi di un reatoprocedibile d’ufficio, l’organo procedentene informa l’autorità giudiziaria.

4. La durata della pena accessoriadell’interdizione dalla professione inflittaall’avvocato dall’autorità giudiziaria ècomputata in quella della corrispondentesanzione disciplinare della sospensionedalla professione.

ART. 58.

(Riapertura del procedimento disciplinare).

1. Il procedimento disciplinare, con-cluso con provvedimento definitivo, è ria-perto:

a) se è stata inflitta una sanzionedisciplinare e, per gli stessi fatti, l’autoritàgiudiziaria ha emesso sentenza di assolu-zione perché il fatto non sussiste o perchél’incolpato non lo ha commesso;

b) se è stato pronunciato il proscio-glimento e l’autorità giudiziaria ha emessosentenza di condanna per reato non col-poso fondata su fatti rilevanti per l’accer-tamento della responsabilità disciplinare,che il consiglio dell’ordine costituito inCollegio giudicante non ha potuto valutare.

2. La riapertura del procedimento di-sciplinare avviene a richiesta dell’interes-sato o d’ufficio con le forme del procedi-mento ordinario.

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3. Per la riapertura del procedimento eper i provvedimenti conseguenti è compe-tente il consiglio dell’ordine che ha emessola decisione. In tal caso il presidente loassegna ad un Collegio giudicante che deveessere diversamente formato da quello cheha emesso il precedente provvedimento.

ART. 59.

(Sospensione del procedimento a seguitodi cancellazione volontaria dall’albo).

1. Nel caso di cancellazione dall’albo,d’ufficio o a seguito di richiesta dell’avvo-cato o del praticante avvocato sottoposto aprocedimento disciplinare, se già ha avutoluogo l’iscrizione dell’interessato nel regi-stro di cui all’articolo 53, comma 1, taleprocedimento rimane sospeso e deve es-sere ripreso qualora l’avvocato o il prati-cante avvocato sia nuovamente iscritto.Dalla delibera di cancellazione a quella dinuova iscrizione sono sospesi i termini delgiudizio ed i termini di prescrizione.

ART. 60.

(Sospensione cautelare).

1. La sospensione cautelare dalla pro-fessione o dal tirocinio deve essere deli-berata dal consiglio dell’ordine compe-tente, previa audizione dell’interessato,fatta salva la sua rinuncia, anche a mezzodi un consigliere delegato, nei seguenticasi:

a) applicazione di misura cautelaredetentiva o interdittiva emessa in sedepenale e non impugnata o confermata insede di riesame o di appello;

b) applicazione di misura di sicu-rezza detentiva;

c) condanna in primo grado per ireati previsti negli articoli 372, 374, 377,378, 381, 640, 646, se commessi nell’am-bito dell’esercizio della professione o deltirocinio, 244, 648-bis e 648-ter del codicepenale;

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d) condanna a pena detentiva noninferiore a tre anni;

e) in ogni altro caso in cui il fattocontestato sia di gravità tale da renderenecessaria la sospensione per la tuteladel decoro dell’avvocatura o dei diritti diterzi.

2. La decisione è deliberata in cameradi consiglio, dopo aver concesso un ter-mine per il deposito di difese non inferiorea dieci giorni. Gli atti del procedimento ela decisione devono essere immediata-mente trasmessi al Consiglio istruttore didisciplina. Nei casi di eccezionale urgenzail termine per il deposito di difese vieneassegnato con il provvedimento di sospen-sione. In tale caso il consiglio dell’ordineprende in esame le difese al fine dellaconferma, modifica o revoca del provve-dimento assunto, quindi trasmette imme-diatamente gli atti del procedimento e iprovvedimenti assunti al Consiglio istrut-tore di disciplina.

3. La sospensione cautelare non puòavere durata superiore ad un anno ed èesecutiva dalla data della notifica all’inte-ressato.

4. La sospensione cautelare perde effi-cacia qualora, nel termine di due annidalla sua irrogazione, non sia deliberato ilprovvedimento sanzionatorio. Nel terminenon si computano i periodi di cui all’ar-ticolo 54, comma 15.

5. La sospensione cautelare perde al-tresì efficacia se sia deliberato di nonesservi luogo a provvedimento disciplinare,ovvero se sia disposta l’irrogazione dell’av-vertimento o della censura.

6. La sospensione cautelare può essererevocata o modificata nella sua durata,d’ufficio o su istanza di parte, qualora,anche per circostanze sopravvenute, nonappaia adeguata ai fatti commessi.

7. Contro la sospensione cautelare l’in-teressato può proporre ricorso davanti alCNF nel termine di venti giorni dall’av-venuta notifica nei modi previsti perl’impugnazione dei provvedimenti disci-plinari.

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ART. 61.

(Esecuzione).

1. La decisione emessa dal consigliodell’ordine costituito in Collegio giudicantenon impugnata, quella emessa ai sensidell’articolo 60 e la sentenza del CNF sonoimmediatamente esecutive.

2. Le sospensioni e le radiazioni de-corrono dalla scadenza del termine perl’impugnazione, per le decisioni del con-siglio dell’ordine costituito in Collegio giu-dicante, o dal quindicesimo giorno succes-sivo alla notifica all’incolpato della sen-tenza emessa dal CNF.

3. Per l’esecuzione della sanzione ècompetente il consiglio dell’ordine al cuialbo, elenco speciale o registro è iscrittol’incolpato. A tal fine il CNF trasmettesenza ritardo al consiglio dell’ordine com-petente, affinché provveda all’immediatanotifica all’incolpato, le copie autentichedella sentenza nel numero necessario allanotifica stessa.

4. Il consiglio dell’ordine, una voltaperfezionata la notifica e verificata la datadella stessa, invia all’incolpato, a mezzo diraccomandata con avviso di ricevimento,comunicazione nella quale indica la datadi decorrenza finale della esecuzione dellasanzione.

5. Nel caso in cui sia inflitta la sospen-sione, la radiazione o la sospensione cau-telare, di esse è data comunicazione senzaindugio ai capi degli uffici giudiziari deldistretto ove ha sede il consiglio dell’or-dine competente per l’esecuzione, nonchéa tutti i consigli dell’ordine. Copia dellacomunicazione è affissa presso gli ufficidel consiglio dell’ordine competente perl’esecuzione.

6. Qualora sia stata irrogata la sanzionedella sospensione a carico di un iscritto, alquale per il medesimo fatto è stata inflittala sospensione cautelare, il consiglio del-l’ordine determina d’ufficio senza ritardo ladurata della sospensione, detraendo il pe-riodo di sospensione cautelare già scontato.

7. Decorsi cinque anni dalla data diesecutività del provvedimento sanzionato-

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rio della radiazione, può essere richiestauna nuova iscrizione all’albo, all’elencospeciale o al registro, fermi restando irequisiti di cui all’articolo 16.

ART. 62.

(Poteri ispettivi del CNF).

1. Il CNF può richiedere ai Consigliistruttori di disciplina e ai consigli dell’or-dine notizie relative all’attività disciplinaresvolta; può inoltre nominare, scegliendolitra gli avvocati iscritti nell’albo specialeper il patrocinio davanti alle magistraturesuperiori, ispettori per il controllo delregolare funzionamento dei Consigli istrut-tori di disciplina e dei consigli dell’ordinequanto all’esercizio delle loro funzioni inmateria disciplinare. Gli ispettori possonoesaminare tutti gli atti, compresi quelliriguardanti i procedimenti archiviati. Gliispettori redigono ed inviano al CNF larelazione di quanto riscontrato, formu-lando osservazioni e proposte. Il CNF puòdisporre la decadenza dei componenti iConsigli istruttori di disciplina chiedendola loro sostituzione agli ordini.

2. Analoghi poteri ispettivi possono es-sere esercitati per quanto riguarda i pro-cedimenti in corso presso i consigli del-l’ordine di appartenenza per la previsionetransitoria di cui all’articolo 48.

TITOLO VI

DELEGA AL GOVERNO E DISPOSIZIONITRANSITORIE E FINALI

ART. 63.

(Delega al Governo per il testo unico).

1. Il Governo è delegato ad adottare,entro ventiquattro mesi dalla data di en-trata in vigore della presente legge, sentitoil CNF, uno o più decreti legislativi con-tenenti un testo unico di riordino delledisposizioni vigenti in materia di profes-

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sione forense, attenendosi ai seguenti prin-cìpi e criteri direttivi:

a) accertare la vigenza attuale dellesingole norme, indicare quelle abrogate,anche implicitamente, per incompatibilitàcon successive disposizioni, e quelle che,pur non inserite nel testo unico, restano invigore; allegare al testo unico l’elenco delledisposizioni, benché non richiamate, chesono comunque abrogate;

b) procedere al coordinamento deltesto delle disposizioni vigenti apportando,nei limiti di tale coordinamento, le modi-ficazioni necessarie per garantire la coe-renza logica e sistematica della disciplina,anche al fine di adeguare e semplificare illinguaggio normativo.

2. Al fine di consentire una contestualecompilazione delle disposizioni legislative eregolamentari riguardanti la professione diavvocato, il Governo è autorizzato, nellaadozione del testo unico, ad inserire in esso,con adeguata evidenziazione, le norme sialegislative sia regolamentari vigenti.

3. Dalle disposizioni del presente arti-colo non devono derivare nuovi o maggiorioneri a carico della finanza pubblica.

ART. 64.

(Disposizioni transitorie).

1. Fino alla data di entrata in vigore deiregolamenti previsti nella presente legge,da approvare entro il termine di cui alcomma 3, si applicano se necessario e inquanto compatibili le disposizioni vigentinon abrogate, anche se non richiamate.

2. Il CNF ed i consigli circondariali incarica alla data di entrata in vigore dellapresente legge sono prorogati fino al 31dicembre del secondo anno successivo allamedesima data.

3. È data facoltà ai consigli locali diindire nuove elezioni alla scadenza natu-rale del mandato. In tal caso, gli organieletti decadono alla data del 31 dicembredell’anno successivo a quello di entrata invigore della presente legge.

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4. Gli avvocati iscritti in albi alla datadi entrata in vigore della presente legge,per cui sussistono incompatibilità o chenon sono in possesso dei requisiti previstiin modo innovativo dalla presente legge,hanno l’obbligo, pena la cancellazione dal-l’albo, di adeguarsi alle nuove disposizionientro tre anni dalla data di entrata invigore della presente legge.

5. L’incompatibilità di cui all’articolo27, comma 10, tra la carica di consiglieredell’ordine e quella di componente delcomitato dei delegati della Cassa nazionaledi previdenza e assistenza forense deveessere rimossa comunque non oltre ses-santa giorni dalla data di entrata in vigoredella presente legge.

6. Il codice deontologico è emanatoentro il termine massimo di un anno dalladata di entrata in vigore della presentelegge. Il CNF vi provvede sentiti gli ordiniforensi circondariali e la Cassa nazionaledi previdenza e assistenza forense in re-lazione alle materie di interesse di questa.L’entrata in vigore del codice deontologicodetermina la cessazione di efficacia dellenorme previgenti anche se non specifica-mente abrogate. Le norme contenute nelcodice deontologico si applicano anche aiprocedimenti disciplinari in corso al mo-mento della sua entrata in vigore, se piùfavorevoli per l’incolpato.

ART. 65.

(Disposizione finale).

1. La disciplina in materia di prescri-zione dei contributi previdenziali di cuiall’articolo 3 della legge 8 agosto 1995,n. 335, non si applica alle contribuzionidovute alla Cassa nazionale di previdenzae assistenza forense.

ART. 66.

(Clausola di invarianza finanziaria).

1. Dalle disposizioni recate dalla presentelegge non devono derivare nuovi o maggiorioneri a carico della finanza pubblica.

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€ 4,60 *16PDL0043390**16PDL0043390*