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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 1 Ripercorrendo le memorie Una storia di violenza e solidarietà Vita di comunità La mia prima comunione ESTATE RAGAZZI 2013 Un sorriso moltiplicato 137

Ripercorrendo le memorie · memorie) e del figlio Remo, abbiamo ascolta-to, dalla sua viva voce, il racconto delle sue ... mia e aiutavo il mugnaio nei lavori più pesanti, in cambio

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 1

Ripercorrendo le memorie

Una storia di violenza e

solidarietà

Vita di comunità

La mia prima comunione

ESTATE RAGAZZI 2013

Un sorriso moltiplicato

137

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2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

VITA DI COMUNITÀ: CELEBRATE LE PRIME COMUNIONI Abbiamo incontrato Gesù

Fotografie FOTO SI San Maurizio C.se

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 3

C ’è bisogno di un mi-glioramento, di un cambiamento radica-le. Quando guardia-

mo come va il mondo credo che sempre più sorga in noi questa preoccupata impressione. Sia quando allarghiamo l’orizzonte sull’intero piane-ta, sia quando lo concentriamo sull’Italia o addirittura sul nostro territorio, sulla nostra famiglia, sulla nostra personale esistenza. Il sogno di un mondo migliore è un bene prezioso da non perdere mai, è un desiderio da custodire. Forse abbiamo già provato a realizzarlo impegnandoci in qualche associazione, o nel volontariato, o in politica... La delusione però è sempre in agguato. Ben presto si sperimenta quanto sia difficile cambiare la realtà. Ci si accorge che le situazioni sono più complesse di quello che ci appariva, più radicate. Gli altri poi quasi mai sono disposti ad accogliere le nostre ragioni, a cambiare idea. È facile quindi cedere al pessimismo o al cinismo. Ci può venire allora in soccorso un pensiero espresso da Gandhi, in perfetta linea col vangelo: «Sii tu stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo».

È un principio che suona subito giusto, chi potrebbe contestarlo? Se voglio cambiare il mondo intorno a me, devo cominciare a cambiare me stesso. Credo che anche il nostro San Francesco si troverebbe pienamente d’accordo, lui che ha veramente rinnovato la sua persona fin dalle radici. L’unica parte della realtà sulla quale abbiamo un vero potere è questa: noi stessi. Possiamo iniziare da qui a cambiare le cose, a creare quel mondo che desideriamo vedere intorno a noi, fatto di sincerità, di giustizia, di intelligen-za, di calore umano... Inutile dire: “Ci vorrebbe... Qualcuno dovrebbe... Bisognerebbe...”, il segnale di cambia-mento spetta a me offrirlo. Non si cambia nulla se non si paga di persona. Sembra forse insignificante questo potere, invece è determinante: da noi dipende molto più di quello che riusciamo a immaginare. Provare per credere. Siamo all’inizio di un nuovo anno parroc-chiale, questo mi sembra il piede giusto per fare il primo passo e per dare alla nostra bella parrocchia il futuro che si merita.

A partire da me di Padre Michele

CARISSIMI AMICI

DA LUGLIO E’ CON NOI

PADRE PAOLO.

BENVENUTO NELLA

NOSTRA COMUNITA’!

Fotografie FOTO SI San Maurizio C.se

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4 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

Il titolo prende lo spunto da una frase che papa Francesco ha pro-nunciato durante la recente GMG a Rio de Janeiro, nell'incon-tro con i giovani suoi connaziona-li. Queste le parole del papa: "Per

favore, non “frullate” la fede in Gesù Cristo. C’è il frullato di arancia, c’è il frullato di mela, c’è il frullato di banana, ma per favore non bevete “frullato” di fede. La fede è intera, non si frulla. È la fede in Gesù Cristo." Un'al-tra immagine durante la riflessione dell'Ange-lus domenica 18 agosto: "la fede non è una cosa decorativa, ornamentale; vivere la fede non è decorare la vita con un po’ di religione, come se fosse una torta e la si decora con la panna". Due immagini in un linguaggio forse poco teologico, ma molto pertinenti per tanti di noi che ci diciamo "credenti". Sì, la fede non è un frullato e neppure "una cosa orna-mentale". Il frullato è un miscuglio di un in-grediente o di più ingredienti; ma alla fine ciò che è stato frullato non esiste più. Così sem-bra per tanti di noi, anche se apertamente non lo vogliamo ammettere. Che cosa crediamo? Qual è l'oggetto della nostra fede? Almeno da quello che si manife-sta, è qualcosa di indefinito, cioè un frullato di diverse realtà. Il Dio in cui diciamo di credere è un dio (scritto volutamente in minuscolo) vago, che con la vita ha contatto solo nelle disgrazie; la "risurrezione della carne" (lo di-ciamo nel Credo) per molti è una specie rein-carnazione, se qualcuno ci crede; i sacramenti (battesimo, cresima, eucaristia, matrimonio) sono occasioni in cui "bisogna" fare festa; la messa domenicale per tanti credenti non ser-ve. Ma la cosa più inquietante per dei cristiani, come noi ci diciamo, è che Gesù Cristo in fon-do non lo conosciamo, non ha quasi niente da

dirci per la nostra vita. Insomma siamo cristia-ni senza Cristo! No! La fede è qualcosa che tocca la nostra vita quotidiana: famiglia, lavoro, svago. È Gesù Cristo che guida le nostre scelte, perché Lui è "la via, la verità e la vita". È la coscienza che Dio è Padre e noi siamo figli sui, perché ci ama fino ad aver dato il suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Ma fermiamoci un momento: come vede un papà (e una mamma) i sui figli? Come cercano i figli i loro genitori? È noi come ve-diamo Dio, Colui che Gesù ci ha rivelato? Ma la stessa cosa vale per come noi "viviamo" la società. Anche questa sembra essere un frullato. Ognuno vuole tutto; ognuno avanza dei diritti. Abbiamo una società frantumata, senza pilastri di riferimento su cui costruire la propria vita, anzi ognuno ha i suoi pilastri e così costruiamo una giungla dove è difficile orientarsi. Abbiamo politici e un popolo im-maturi nella politica (più di cento partiti alle ultime elezioni, che propongono quasi le stes-se cose anche se con nomi diversi, non sono più di un frullato?). Una buona società è fon-data su alcuni pilastri ben solidi, sui quali ogni persona costruisce il suo presente e il suo futuro, con buona speranza e qualche rinuncia. Sono questi i pilastri del bene comu-ne. Perché il bene comune, che ogni società deve realizzare, non consiste nel permettere a ognuno di fare quello che vuole; ma esige del-le regole che permettono una società ordina-ta, che rispetta la dignità delle persone di ogni età e rango. Ma questo inevitabilmente va a toccare interessi egoistici e di lobby ed esige qualche sacrificio ad ognuno. La fede di coloro che accolgono il vangelo aiu-ta a trovare la vita buona, che non si lascia rapire da promesse illusorie. Sono in fondo le parole di papa Francesco: “non lasciatevi ru-bare la speranza”.

EVANGELIZZAZIONE

La fede non è un “frullato”

di Padre Giacomo

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TESTIMONIANZE:

Impegnarsi a vivere il Vangelo

Una “Parola di Vita” A cura di Rosa Maria Il 07 marzo si è tenuto l’incontro tra Padre Michele e il gruppo “Parola di

Vita”.

Padre Michele ha espresso il desiderio di conoscere più da vicino questa

realtà, queste sue parrocchiane, in genere vicine di casa, che un po’ in sordina si riuniscono da una di loro, meditano una frase del Vangelo e tentano di viverla. Non è tanto facile. Si sbaglia e si risbaglia, due passi avanti e tre indietro, limiti di tutti i generi, però una sola è la direzione, una sola la meta a cui giungere: creare unità, sorreggersi nel cammino, aiutarsi l’un l’altro. In una parola amarsi e amare come ha detto Ge-sù. Si annullano le differenze, crollano diffidenze, antipatie e si fa comu-

nità, piano piano senza rumore.

Eravamo circa una cinquantina e abbiamo potuto approfondire la cono-scenza reciproca, dialogare, sentire esperienze di Vita vissuta. Al termine delle due ore insieme, Padre Michele ci sembrava soddisfatto e le signore

anche, così pareva dai visi sorridenti di chi c’era.

Durante gli incontri “Parola di Vita” tutti possono inter-venire per chiedere ma an-che per dire ciò che lo Spiri-to Santo fa intuire sulla “Parola” per, poi, poterla vi-vere e testimoniarla per farsi come dice San Paolo “Tutto

a Tutti”.

E’ molto bello vedere come le persone più semplici sap-piano esprimere in modo fa-cile e comprensibile ciò che in effetti è il grande mistero del Vangelo. Si inizia l’incon-tro raccontando come abbia-

mo vissuto il brano del Van-gelo letto e meditato nel

precedente incontro.

Non è sempre facile raggiun-gere la meta che ci propone Gesù, perché il Vangelo è esi-gente, l’amore è totale, gene-

roso e disinteressato.

Questa strada è molto stretta e faticosa, ma è importante cercare di vivere la “Parola”

con il cuore ricco di amore.

La preghiera e gli incontri “Parola di Vita” ci spronano a nutrirci di amore e con l’aiuto dello Spirito Santo ad avere la forza e la luce per prose-guire il nostro cammino di

fede nella nostra Comunità.

Testimonianza di Adriana

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RIPERCORRENDO LE MEMORIE:

Intervista a Giuseppe Aglietto

Siamo andati a far visita, all’ospedale di Lanzo, a Giuseppe Aglietto dove è ricoverato

a causa di una caduta e, insieme alla nipote Federica (confidente privilegiata delle sue

memorie) e del figlio Remo, abbiamo ascolta-

to, dalla sua viva voce, il racconto delle sue vicissitudini durante la seconda guerra

mondiale. Ecco il suo racconto:

A bitavo a Cirié in via Taneschie

vicino alla cappella di Loreto con la mia famiglia composta da papà,

mamma e sette figli. Era l’anno

1944, l’Italia era in piena guerra e sulle nostre montagne si erano organizzati i gruppi di

resistenza partigiana. Io, all’epoca, non ancora diciottenne, lavoravo da circa tre anni

all’arsenale militare di Torino e, grazie a

questa occupazione, avevo un lasciapassare che mi permetteva ogni giorno di superare i

posti di blocco e recarmi in bicicletta al

lavoro. La sera dalle diciotto alle sei del mattino c’era il coprifuoco e non si poteva

uscire di casa; chi fosse stato sorpreso per strada sarebbe stato fucilato (così c’era scritto

sui manifesti). Io, al ritorno dal lavoro da

Torino, mi fermavo al mulino vicino a casa mia e aiutavo il mugnaio nei lavori più

pesanti, in cambio ricevevo della farina con la quale facevamo il pane per tutta la famiglia.

Quella fatidica sera che cambiò per sempre

la mia vita, mi trovavo appunto nel mulino

e mi stavo caricando a spalle un sacco di

grano, quando si spalancò la porta ed

entrò un gruppo armato di repubblichini. Ricevetti una forte spinta e mi ritrovai a terra

con un mitra puntato alla testa. “Cerchiamo un partigiano” dissero. Io risposi che avevano

sbagliato persona e tirai fuori i documenti che

comprovavano la mia identità e il mio lavoro all’arsenale. Non vollero sentire ragioni, mi

requisirono i documenti ed a calci e spinte mi

portarono fuori dal mulino dove c’erano già sei o sette persone arrestate come me. Ci

costrinsero ad avviarci verso la via centrale di

Cirié, passai quindi davanti a casa mia. Mio padre mi vide e, disperato, voleva intervenire,

ma io gli urlai di non muoversi perché la situazione era molto pericolosa. Ci accompa-

gnarono in piazza San Giovanni dove sarebbe

avvenuta la fucilazione. Durante i preparativi un giovane repubblichino che aveva la mia

stessa età e che si era arruolato volontario, mi

chiese perché non mi ero arruolato nelle milizie ed io, cercando di giustificarmi,

risposi che ero del secondo semestre del ‘26 e perciò non mi avevano ancora chiamato. Per

tutta risposta egli mi colpì con il calcio del

fucile alla testa provocandomi una profonda ferita che sanguinava abbondantemente.

Convinto ormai che fosse giunta la mia ora, chiesi di potermi confessare. Venne chiamato

don Massa, l’allora parroco della parrocchia

di San Giovanni, chiesa che io frequentavo assiduamente. Don Massa rimase allibito nel

vedermi in quelle condizioni e cercò di

intercedere per me a tal punto che anche lui venne minacciato di venire fucilato. Vedendo

che ogni tentativo era inutile si accinse a confessarmi. Poco dopo, quando l’esecuzione

era ormai imminente, ecco un fatto imprevi-

sto che fu la mia salvezza: sopraggiunge una staffetta proveniente dalla “Mandria” che

chiede con estrema urgenza dei rinforzi poiché vi era stato un attacco da parte dei

partigiani ad un posto di blocco a Venaria.

Nel trambusto generale provocato dalla notizia, io ne approfittai per tentare la fuga.

Mi infilai in chiesa, luogo che conoscevo

bene come le mie tasche e, attraverso portici-ne e corridoi raggiunsi la recinzione posterio-

re verso la scuola e lì rimasi nascosto finché non udii più il rombo dei camion che, final-

mente, erano partiti, forse per raggiungere i

loro compagni a Venaria. Per il momento ero salvo anche se la fronte

continuava a sanguinare copiosamente. Poco

distante, per fortuna, c’era l’ambulatorio di un bravo medico di Ciriè; mi recai da lui. Egli

mi medicò poi mi mandò all’ospedale in

Una storia di violenza e di solidarietà intervista a cura di Valeria e Rino

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piazza Castello dove avrei trovato cure e riparo. Suor Ambrosetta, che già mi conosceva

per un precedente ricovero, mi accolse e provvisoriamente mi nascose. Lì, però, non

potevo restare. Alle quattro del mattino avevo

preso la mia decisione! Senza documenti, con solo i vestiti che avevo addosso, braccato dai

repubblichini, non avevo altra scelta che

unirmi ai gruppi partigiani. Destinazione Piano Audi. Da quel momento inizia la mia vita di

partigiano. Incontrai lì il tenente Giardina che

mi inserì in un gruppo, io ero il più giovane.

Ci riparavamo nelle baite e su e giù per le

montagne tenevamo sotto controllo la zona del monte Soglio. Traditi da un falò che avevamo

acceso per segnalare agli Americani il punto dove avrebbero dovuto lanciarci le armi

dall’aereo, fummo individuati dai tedeschi che

salirono verso il Soglio per attaccarci. Per sfuggire ai tedeschi, ci demmo alla fuga

attraverso le montagne in direzione di Forno

Alpi Graie, con l’intenzione di andare in Francia. Per non attirare l’attenzione ci erava-

mo divisi, perciò ero rimasto solo e per nulla pratico dei sentieri, ero senza scarpe e senza

cibo. Non ce la facevo più, decisi di rischiare.

Bussai ad una casa e chiesi qualcosa da man-giare. La padrona, commossa dalla mia situa-

zione, mi diede un po’ di patate e di polenta.

Finalmente giunsi a Forno. C’era un pastore

con le mucche, gli chiesi dove potevo passare

per raggiungere la Francia perché ero un partigiano e stavo scappando. Egli mi disse

che da solo non ce l’avrei fatta perché

bisognava attraversare i ghiacciai. Allora

mi mise in contatto con due fratelli, con-

trabbandieri, che spesso percorrevano quel tragitto. Mi dissero di unirmi a loro. Prima di

partire il pastore munse la mucca e mi diede da

bere il latte, poi tagliò in due una vecchia coperta e me la diede con un po’ di corda

perché potessi avvilupparmi i piedi e difender-

mi dal freddo. La traversata fu dura e faticosa ma finalmente giungemmo a Bonneval sur

Arc. Credevo di essere salvo, invece fui arrestato dalla polizia francese e rinchiuso in

una capanna. Per fortuna, la sorella di uno dei

due miei accompagnatori, aveva sposato un francese e viveva in quel paese: si interessò di

me, riuscì a farmi liberare e mi offrì ospitalità a casa sua finché i piedi (erano quasi in can-

crena) non furono guariti. Dopo quaranta

giorni potei ripartire per l’Italia, sempre in

compagnia dei due fratelli. Percorremmo a ritroso lo stesso cammino dell’andata e giun-

gemmo a Forno. Speravo che la situazione

fosse un po’ più tranquilla, invece, il solito pastore mi disse che nella valle c’erano molti

tedeschi. Non potevo rischiare di percorrere la strada quindi presi per i sentieri a mezza costa,

in mezzo ai boschi, per non essere visto. La

fame era tanta e, arrivato in una borgata vicino a Chialamberto, bussai ad una baita. Fui di

nuovo fortunato.

Qui viveva una famiglia di Cirié, originaria di

quella borgata che mi conosceva molto bene.

Mi accolse, mi diede da mangiare, mi curò i piedi e mi regalò un paio di scarpe nuove. Mi

ospitò per circa due mesi insieme ad altri sette

o otto partigiani, anch’essi di Cirié. Ci nascon-devano in piccoli ripari sulla montagna dove ci

sentivamo al sicuro. Quando finalmente la situazione sembrò più tranquilla, iniziai la

discesa verso Lanzo. Grazie ad una vera e

propria insurrezione popolare, i pochi tedeschi ancora presenti furono costretti ad abbandona-

re le nostre montagne. Mi recai quindi a

Torino e mi unii ad altri partigiani. Partecipai ad alcune azioni per liberare definitivamente la

nostra zona dai tedeschi e dai repubblichini. Il 25 aprile del 1945 la guerra fu dichiarata

ufficialmente finita. Finalmente potevo rientra-

re a casa e riabbracciare i miei familiari. Ripresi il lavoro a Torino all’arsenale, lavoro

che ero stato costretto ad interrompere in modo drammatico.

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I bollettini parrocchiali fin dal

principio del Novecento sono

sempre stati utile strumento per

diffondere il messaggio cristiano

e per far conoscere la storia delle sin-

gole parrocchie e le sue tradizioni. Le

cappelle campestri, piccoli monumenti

voluti dai nostri antenati, costruiti con

devozione e sacrificio, sono testimonian-

za di una fede concreta vissuta nella

semplicità di una vita contadina ricca di

fede e di amore per il bello.

La più antica è quella dell'Assunta, co-

struita nel 1481 e custodita da un cap-

pellano sin dalla fine del Cinquecento.

A seguire quelle Seicentesche del Bea-

to Amedeo IX (1612), di San Grato

(1620), di San Francesco d'Assisi, di

Sant'Anna (1654) e di San Lorenzo

(1665). Nel 1680 venne fatta edifica-

re dai marchesi D'Oria quella di

San Gerolamo . Dal 1724 si menziona

quella di San Giacomo, nuova intitolazio-

ne data a quella del Beato Amedeo.

Mi soffermo su quella di San Francesco

d'Assisi che è divenuta la parrocchiale.

Il primo edificio venne costruito da al-

cune famiglie che abitavano la Vauda

nel 1625 poco dopo l'arrivo in San

Maurizio dei frati Cappuccini. La prima

notizia che ne attesta l'utilizzo è del 28

Novembre 1626 quando qui contrasse

matrimonio Antonio de Maria con Ma-

ria Martinetto. Nella visita pastorale

dell'arcivescovo Bergera nel 1653 è de-

scritta come un piccolo sacello campe-

stre imbiancato, con un unico altare in

mattoni e a lato una campana. Si cele-

brava la Messa nei soli giorni di festa

per comodo degli abitanti, probabil-

mente dal cappellano della Madonna,

don Maurizio Teppa.

Crescendo il numero dei borghigiani,

fu necessario pensare ad un nuovo edi-

ficio. Nel 1676 si iniziò a parlare di que-

sto progetto finché l'anno successivo

iniziarono le pratiche. A casa di Gio-

vanni Battista Teppa, donatore del ter-

reno per la nuova costruzione, presenti

alcuni particolari della Vauda, venne

espresso davanti ad un notaio il desiderio

di fabricar in luogo della cappella di San

Francesco altra cappella con più decoro e

comodità di tutti con una casa per il religio-

so da servire per detta Valda.

La decisione venne presa insieme al cap-

pellano della Madonna, don Ignazio De-

faccis e ai priori di detta chiesa che ser-

viva nello spirituale i fedeli della Vau-

da. Si diede principio al nuovo sacello

l'anno successivo 1678.

Nel 1694 quando fu istituito il Comune

della Vauda di San Maurizio (così si

chiamava anticamente San Francesco)

due sacerdoti erano stipendiati dal nuovo

ente per lo spirituale: uno alla detta chie-

sa e l 'altro alla Madonna. Entrambi

dovevano istruire i bambini del posto

e celebrare le Messe, soprattutto per la

comodità degli anziani e dei moribondi. Po-

chi anni dopo l'indipendenza venne rite-

nuta nuovamente insufficiente e indeco-

rosa. Il vecchio edificio fu completa-

mente abbattuto e al suo posto co-

struita una chiesa più grande . Al tem-

po, il Comune in ristrettezze economi-

che per via degli ingenti debiti, chiese

un prestito di 300 soldi alla ricca fami-

glia di Giovanni Battista e Carlo Fran-

cesco Ponzio di San Maurizio. Gli abi-

tanti con la loro generosità completarono

l'opera. Al termine del 1720 i lavori do-

vevano essere in parte conclusi in quanto

vi si celebrò il matrimonio tra Giuseppe

ALLE RADICI:

Un lungo cammino

Cenni storici sulla Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gianfranco

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de Maria e Domenica Raglia nella

"cappella nuova" di San Francesco in Vau-

da.

Fu incaricato della costruzione il mastro

da muro luganese Pietro Corte, che qui

lavorò fino al 1727. Durante la visita pa-

storale del 1729 la chiesa risultava termi-

nata ma tutti gli altari erano ancora da

dedicare. Vennero benedetti l'anno suc-

cessivo e intitolati a San Francesco quel-

lo maggiore, a San Giuseppe e alla Ma-

donna del SS. Rosario quelli laterali. Nel

1731 fu costruito anche il campanile co-

me dimostra una ricevuta di pagamento

ad un certo Giuseppe Castagnero per una

croce apposta sulla cima in quell'anno.

Nel 1732 venne benedetta la nuova

campana. Non vi era l'orologio . Nel

1733 il comune pagò Bartolomeo Bosso-

la per gli arredi agli altari nuovi: cande-

lieri, cartegloria, croci e un quadro ac-

quistato a Torino per l'altare di San Giu-

seppe. Curioso sapere che anche una si-

gnora tedesca fece dono di due vasi di fiori

finti dorati per l'altare di San Giuseppe.

Dopo una lunga battaglia contro il pie-

vano di San Maurizio, la tenacia degli

abitanti portò il 22 Aprile del 1740 all'e-

rezione della Parrocchia e per questo venne

costruito il piccolo cimitero accanto alla

chiesa, benedetto dal primo parroco don

Pietro Antonio Tagna. Nel medesimo an-

no fu fatto fare dal mastro Domenico Bertino

un pulpito per la predicazione.

Con la vendita all'incanto dei terreni di

Maria Olivetta moglie di un soldato di

Briancon residente in San Francesco,

lasciati con testamento del 25 marzo

1695 venne costruita nel 1727 anche

una piccola abitazione, con tre stanze e un

stalla per il sacerdote celebrante. Nel me-

desimo anno si diede principio alla costru-

zione della casa comunale.

La relazione alla Curia fatta dal primo

parroco don Tagna nel gennaio del 1750

descrive la chiesa ad una sola navata con

l'altare maggiore dedicato a San France-

sco con il dipinto del Santo titolare e con

il tabernacolo in legno dorato, rivestito

di seta rossa all'interno. Il coro, di forma

ovale, aveva sgabelli per i confratelli e

per il Parroco. Esisteva un sacrario in-

terrato per i defunti vicino alla cappella

di San Giuseppe e l'altare della Madonna

del Rosario era curato dalla propria com-

pagnia eretta nel 1743. L'esterno della

facciata era rustico, con la piazza

avanti, e già al tempo la struttura ri-

sultava insufficiente per contenere

tutti i fedeli. La relazione pone l'accen-

to sul pavimento in mattoni alquanto

indecente e si chiede al Comune di rifar-

lo al più presto in pietra. La costruzione

all'interno risultava luminosa, non deco-

rata, ben illuminata dalle finestre. La

sacrestia, in cornu epistole dove è ancora

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oggi, era ben fornita di arredi liturgici cu-

stoditi in armadi lignei. Il battistero al

fondo della chiesa, vicino alla porta, era

in marmo con l'immagine di San Giovan-

ni Battista che battezza Gesù, chiuso da un

cancello di ferro. I fedeli all'epoca erano circa

1300.

La parrocchia possedeva solo la reliquia

della Santa Croce, ma negli anni successi-

vi si arricchirà di quelle dei Santi Francesco,

Donato, Gaudenzio, Giusto e Blanda.

Il 7 settembre 1769 con un solenne

Pontificale l'edificio venne consacrato

dal Metropolita di Torino, Mons Francesco

Rorengo di Rorà.

Poco cambiò negli anni successivi: so-

lo nel 1822 si decise di ingrandirla

nuovamente, visto l'aumento della popola-

zione.

Venne abbattuta la vecchia abside e

venne prolungata con due nuove cap-

pelle e un nuovo coro. L'altare e la ba-

laustra furono rifatti in marmo e anche

il campanile Settecentesco venne abbat-

tuto e rifatto con l'orologio . L'orchestra

venne modificata e acquistato un nuovo

organo in sostituzione di quello vecchio.

Nel 1824 i lavori terminarono e la chiesa

prese l'attuale forma che ancora oggi pos-

siamo ammirare. Venne dedicato un altare

alla Madonna dei Dolori, in cui veniva

posto il SS. Sacramento durante la setti-

mana Santa, curato dalla società della

Beata Vergine Maria dei dolori, eretta nel

1816. Sempre nel medesimo lato vi era

l'antico altare di San Giuseppe, a cui era-

no legate due cappellanie laicali, quella

Ballesio e quella Raglia. La cura dell'alta-

re era legata alla società della dottrina Cri-

stiana. Solo, in cornu epistolae, era quello

della Beata Vergine del Rosario, con la

statua settecentesca della Madonna del

Rosario con San Domenico e Santa Rosa,

circondato dai misteri del rosario e cura-

to dalla società del SS. Rosario.

Nel 1838 vennero fatti fare i locali attigui

al campanile, oratorio per la compagnia

di Santa Croce, in modo che i confratelli

non disturbassero con le loro funzioni le

confessioni.

Questa compagnia fu la prima ad essere

costituita nel 1740 (probabilmente aveva

un proprio altare fin dal 1729, in quanto

nella visita pastorale del tempo si accenna

in comu epistole ad un altare con tabellam

SS. Crucifixi). Nella seconda metà

dell'Ottocento per opera di don Parigi

l'interno fu decorato, rendendolo più

accogliente e ricco. Sempre questo parro-

co volle una cappella dedicata alla Ma-

donna di Lourdes. Successivamente nel

1915 don Vacha fece nuovamente dipin-

gere la chiesa dal pittore Rolando, che in

quegli stessi anni operò in molte par-

rocchie limitrofe. Fece rifare tutti gli

altari in marmo, sostituendoli ai vecchi e

introdusse il culto a Sant'Adeodato, a cui de-

dicò una piccola cappella.

Nel 1750 don Tagna segnava le seguen-

ti processioni parrocchiali: di Santa

Croce, a maggio e settembre, nel giorno

dell'Assunta, nel giorno del SS. Sacra-

mento e nell'ottava, nonché tutte le terze

domeniche del mese. A ottobre si faceva

quella della Madonna del Rosario. Nei

giorni stabiliti si facevano quelle delle

Rogazioni. Nel 1745 il Comune istituì

ogni prima domenica dopo Pasqua la

processione della Madonna della Bri-

na, che partiva dalla parrocchiale e ter-

minava alla cappella della Madonna, voto

collettivo per scongiurare le gelate e preserva-

re i raccolti.

Il catechismo si teneva di domenica

pomeriggio in chiesa, con i bimbi sepa-

rati dalle bambine, ed il Parroco dopo

aver spiegato la dottrina, celebrava il

Vespro.

ALLE RADICI:

Un lungo cammino

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 11

Il gruppo di lettura riprenderà gli

incontri l'8 ottobre nella solita se-

de, la biblioteca comunale, dalle

15,00 alle 17,00.

Il tema di quest'anno sarà “LA

NATURA”.

Inizieremo questo percorso con

graditi interventi di Padre Michele,

Roberta, Gianfranco (Bibbia, musica

e cammino). Seguiranno letture,

poesie ed esperienze personali.

Tutto questo, speriamo, per render-

ci ancora più sensibili e rispettosi

del miracolo che ci circonda.

Non tralasceremo inoltre come di

consueto altri argomenti di attualità

o quelli proposti dai partecipanti.

Riportiamo le impressioni di Adriana

che lo scorso anno si è aggiunta al

gruppo.

L’ANGOLO DELLA CULTURA:

Leggere è bello

L’anno si apre con la natura

Abbiamo ascoltato letture interessanti,

simpatiche, divertenti, affascinanti,

altre impegnate, profonde, importanti.

Esprimendo ognuno l’esperienza personale,

di vita vissuta o di altra forma esistenziale.

Siamo state allettate da molte curiosità

trattate tutte con tanta semplicità.

Creando in ogni percorso pensieri e domande,

è stata un'esperienza nuova, bella e interessante,

tanto che alla prossima apertura,

vorrei continuare con nuovi temi di lettura.

Adriana

Vorrei dedicare a questo gruppo di lettura

poche parole dettate dal cuore:

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12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

Cosa hai provato nel momento in cui hai ricevuto Gesù per la prima volta?

Silvia: “Il giorno della Prima Comunione ero molto agitata perché non sapevo cosa sarebbe successo, ero anche preoccupata di non riuscire a leggere bene. Ma quando ho ricevuto Gesù mi sono liberata di tutte quelle paure, provando felicità e gioia”.

Elia: “Ricevendo Gesù per la prima volta ho provato gioia, felicità incontenibile ma an-che preoccupazione per non esserne degno”. Carlotta: “In quel momento ho provato gioia, ho sentito Gesù che mi entrava nel cuore: ho sentito come un qualcosa, che appena ho ingoiato l’ostia, mi entrava nel cuore”. Tommaso: “Ero proprio emozionato perché non sapevo cosa effettivamente avrei vissuto. Sapevo come dovevo comportarmi e cosa avrei dovuto fare in chiesa, ma nel momento in cui ho ricevuto Gesù, ero agitato però molto felice”.

Intervista a cura di Cinzia ed Erika

“Lasciate che i bambini vengano a me” ….e noi lasciamo la parola a loro…

Cosa ti ha colpito, cosa ti ricordi maggiormente di questa giornata?

Silvia: “Mi ricordo che la Chiesa era molto bella, tutta decorata con fiori gialli

e bianchi, proprio come noi bambini che eravamo disposti vicino a padre Miche-

le. C’era tanta gente e pioveva molto, ma la pioggia non ha rovinato questa bella

giornata. Ricordo il regalo che alla fine padre Michele ha fatto ad ognuno di

noi: un Vangelo con una pergamena”.

Elia: “Mi ha colpito maggiormente il momento della Messa perché aspettavo da tanto

di poter ricevere Gesù. Inoltre ho nel cuore la gioia di aver avuto vicino parenti e amici

che hanno festeggiato con me questo bel momento”.

Carlotta: “Mi ricordo il momento della Comunione: ero tutta agitata, non sapevo cosa dire,

ero così agitata che non riuscivo neanche a parlare. Mi ricordo la festa, i regali e mi ricordo

anche che pioveva tanto”.

Tommaso: “Ricordo che quel giorno a casa c’era tanta gente: nonni, bisnonni,

zii, cugini, amici e persone care che non vedevo da tanto tempo. Tutto questo

mi rallegrava anche se ero un po’ intimidito soprattutto quando ho visto la

Chiesa pienissima”.

VITA DI COMUNITA’

La mia prima comunione

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 13

Per che cosa senti di dover dire grazie alla tua catechista?

Silvia: “Devo ringraziare Luisa, la mia bravissima catechista, che con noi ha sempre avuto tanta pazienza, ci ha insegnato moltissime cose (persino a fare il pane) e ogni martedì ci ha raccontato e spiegato la Messa della domenica. E’ riuscita a rendere ogni nostro incontro molto interessante e divertente”. Elia: “Alla mia catechista Angela dico grazie per il tempo che ci ha dedicato e la pazien-za con cui ci ha seguiti (e ne è stata necessaria tantissima!!!)”.

Carlotta: “Mi sentirei di dire grazie alla mia catechista per aver avuto pazienza con noi e di averci accuditi con tanto affetto”.

Tommaso: “In questi anni di catechismo, ho imparato ad accrescere e condivide-re la fede, grazie all’aiuto della mia catechista”.

Qual è il messaggio più bello che ti porti dentro del tuo percorso di

catechismo?

Silvia: “Il messaggio che mi porto dentro dopo questo percorso di catechismo

non è solo uno ma dieci: I COMANDAMENTI”

Elia: “Il messaggio più bello del percorso di catechismo è l’amicizia con Gesù e con i

compagni che ho imparato a conoscere meglio e a capire anche grazie alle parole del

Vangelo”.

Carlotta: “Il messaggio che mi porto dentro per il momento è la Comunione poi ci sarà la

Cresima. Mi porto dentro anche il cammino che ho fatto per incontrare Gesù che è mio amico e

mi vuole molto bene”.

Tommaso: “E’ l’idea che amare Gesù significa aiutare e voler bene al prossimo”.

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14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

Un sorriso a trentadue denti. Moltiplicato, però, per centotrentasette: questo il ricordo che gli animati e gli animatori si porteranno dentro dell’Estate Ragazzi 2013, tenutasi nei locali dell’asilo parrocchiale dal 17 giu-gno al 5 luglio. Perché proprio centotrenta-sette? Perché tanti, quest’anno, sono stati i bambini ed i ragazzi che hanno deciso di iscriversi e che, di conseguenza, sono stati catapultati per tre settimane nel fantastico mondo di Super Mario Bros, - il noto video-gioco - ovviamente accompagnati nella loro avventura dagli animatori. Le tante giornate che si sono susseguite e che hanno visto affrontarsi le quattro squadre in gioco (ognuna nei panni di un eroe del videoga-me) erano scandite da un primo momento dedicato alla ricerca dell’impegno” (vale a

dire di una frase significativa da prendersi come spunto di riflessione per i ragazzi), dal bans, dal primo gioco d’acqua, dal lavo-ro di gruppo, in cui ognuno poteva mettere alla prova le proprie doti artistiche, dalla preghiera; quest’ultima era immediatamen-te seguita dalla merenda, dal secondo grande gioco e dall’assegnazione dei punti accumulati da ogni squadra nel corso del pomeriggio. “Siamo molto soddisfatti di come è an-data questa E.R., - dice Katia, la respon-sabile degli animatori- anche perché le novità sono state parecchie: innanzitutto il gruppo animatori, che ha dovuto fare i conti con la mancanza dei più “navigati” alle prese con l’esame di maturità, ma che anche grazie a questo è cresciuto e

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 15

ha visto nascere al suo interno nuovi legami di amicizia. Poi l’idea, pensata per venire incontro ai genitori, di dare la nostra disponibilità a guar-dare i bambini anche al mattino, dando loro una mano nello svolgere i compiti. Infine l’esperimento (assolu-tamente riuscito e, pensiamo, ripetibile anche durante l’anno) di tenere aperto l’oratorio due sere a settimana, per of-frire ai ragazzi delle superiori un’occa-sione di incontro e di gioco tutti insie-me. Il nostro “grazie” - continua - va a padre Michele, sempre disponibile, ed alle suore, in particolare a Jeanette, che si è resa disponibile per organizza-re l’incontro di formazione animatori. Ed ovviamente a tutti i genitori, che quest’anno più che mai ci hanno fatto sentire la loro vicinanza con tanti com-plimenti”. In effetti sulla pagina facebook dell’ora-torio sono parecchi i commenti soddi-sfatti simili a quello di questa mamma: “Non ci sono parole per ringraziarvi per aver regalato ai nostri bambini un esta-te indimenticabile. Vedere la felicità e

l'entusiasmo nei loro volti era bellissi-mo: al mattino si alzavano e non vede-vano l'ora di incontrarvi e alla sera non volevano mai tornare a casa! Grazie di vero cuore, questo significa amore, unione, amicizia, divertimento e tan-to tanto affetto. Potete essere soddisfatti di voi stessi!”. Se è vero che le novità sono state tan-te, è anche vero che le tradizioni non sono state tradite: ne sono l’esempio la gita settimanale in piscina, un’occasio-ne per divertirsi tutti insieme ed impa-rare a diventare più autonomi dai geni-tori, e la cena di chiusura con questi ultimi, che quest’anno è stata un vero successo! Tra squisiti piatti, giochi che hanno coinvolto anche gli adulti e video ricordi dell’estate ragazzi, infatti, le ri-sate non sono mancate né da parte dei bambini né (soprattutto) da parte dei loro genitori. Carichi di entusiasmo dopo quest’e-sperienza, dunque, noi animatori vi aspettiamo in oratorio, da ottobre in avanti, con in serbo tante novità per i bambini e non solo! A presto !!!

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16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

SCUOLA DELL’INFANZIA:

Festeggiati i primi 100 anni

Un lungo cammino insieme a cura di di Erika e Cinzia

Il 5 maggio si è svolta la festa per il centenario della scuola materna gestita dalle nostre

suore. Abbiamo pensato di fare una doppia intervista. Stesse domande poste a due persone

diverse, entrambe coinvolte. Una religiosa, suor Maria Grazia e una mamma, Elisabetta,

che oggi accompagna Edoardo alla scuola materna…la stessa che frequentava lei da bam-

bina.

Qual è il ricordo della giornata che ti porterai dentro?

Suor Maria Grazia

Il ricordo più bello della giornata è la gioia che si scorgeva negli occhi di tutti i presenti e

soprattutto delle suore che hanno vissuto alcuni anni qui e che hanno partecipato volentieri a

questa festa. Nei giorni di preparazione pioveva sempre ed è stato montato il palco in giardi-

no sotto la pioggia…. ma la caparbietà di suor Jannette, unita alle preghiere di molti e dei

bambini, ha fatto sì che il tempo si mantenesse bello fino a sera. Finito il tutto dopo mezz’o-

ra ha cominciato a piovere!!!

Elisabetta

Ripensando a quel giorno non posso dimenticare il sentimento di entusiasmo generale che

ho respirato. Una gioia diffusa tra tutti i presenti: ciascuno aveva piacere di raccontare il

proprio vissuto alla scuola materna. Ho sentito il coinvolgimento dell’intera Comunità, tutti

insieme riuniti intorno alle suore presenti che hanno rappresentato le tante suore che hanno

fatto la storia di questo asilo.

Durante la processione e la Messa con il loro abito così festoso hanno reso la celebrazione

ancora più solenne. Personalmente, non vedevo l’ora di riconoscere e ritrovare dietro a quei

veli, quegli sguardi che anni prima mi avevano accompagnato tra i banchi dell’asilo e non

solo, al catechismo e all’oratorio.

Un

mo

men

to d

ella festa. da sx: p

. Giaco

mo

,

do

n R

enato

, p. F

abrizio

, do

n O

svaldo

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 17

Raccontaci un pensiero o un commento dei bimbi i giorni prima o i giorni dopo

la festa.

Suor Maria Grazia

I bimbi prima della festa si sono preparati con tanto entusiasmo e non vedevano l’ora di po-

ter eseguire i loro canti e i loro balli e di poter recitare le poesie che avevano imparato con

tanto impegno. Per far capire loro l’importanza della festa gli abbiamo proposto di contare

fino a 100! Alcuni di loro dissero: “Ma allora noi siamo vecchietti!!”. Dopo la festa voleva-

no recitare sempre la poesia dei 100 anni perché dicevano che era stata una bella giornata.

Elisabetta

In famiglia abbiamo davvero vissuto l’attesa del giorno del centenario quasi come un bimbo

aspetta la mattina del giorno di Natale. Eravamo curiosi di sapere il programma dell’evento

e quando abbiamo saputo della mostra fotografica ci siamo “buttati” nel cassetto delle foto

per cercare quelle più inedite e ci siamo persi a commentarle tutte. Edoardo era molto curio-

so di sapere cosa facessi io alla scuola materna, con quale suora, e ho letto nei suoi occhi la

contentezza di scoprire delle esperienze in comune alle mie. Durante la festa, inoltre, mi ha

colpito che ad alcune persone arrivate solo a metà pomeriggio abbia chiesto: “perché arriva-

te solo adesso? Non potevate venire prima?”.

Qual è il commento più bello che hai sentito dalla gente quel giorno?

Suor Maria Grazia

In particolare la frase di suor Vittoria: tornerei a San Francesco anche in ginocchio!!. Tutte

le manifestazioni di affetto dalle famiglie ci hanno davvero commosso.

Elisabetta

Non saprei dire un commento più bello di altri: secondo me dal più giovane al più anziano,

tutti hanno trovato il modo di fare festa e di ritornare con la memoria alla propria esperienza

personale e credo che nessuno si sia fatto scappare l’occasione di raccontarla al vicino.

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ella festa. da sx: p

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18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

SCUOLA DELL’INFANZIA:

Festeggiati i primi 100 anni

Secondo te è mancato qualcosa? Che cosa?

Elisabetta

Non credo sia mancato qualcosa, però se mi fermo a riflettere credo che mancherà qualcosa.

Mi spiego: oggi che vivo l’esperienza da mamma mi accorgo di come sia difficile coinvol-

gere i genitori; spesso si vive la scuola materna come un impegno solo del bimbo mentre mi

piacerebbe che anche oggi si pensasse alla scuola materna come un investimento per la fa-

miglia intera.

Suor Maria Grazia

E’ mancata la presenza di padre Adriano, che si è speso tanto per il paese, per impegni che

lo hanno trattenuto nella sua nuova parrocchia, e di alcuni bambini che, dopo essersi prepa-

rati con entusiasmo, hanno dovuto seguire i genitori impegnati in altre celebrazioni, oppure

poco sensibili all’impegno religioso, dal momento che al mattino i bambini erano meno che

nel pomeriggio. Noi suore siamo comunque state contente del tutto e ringraziamo di cuore

tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questa festa. Non li nominiamo per il timo-

re di scordare qualcuno ma tutti hanno voluto dimostrare il loro amore con lavoretti, poesie

e tantissimi segni di stima e affetto. Speriamo di continuare la nostra missione a San France-

sco per tutto il tempo che Dio lo vorrà e chiediamo a tutti una preghiera per essere sempre

all’altezza del nostro compito tanto bello con e tra i nostri sanfranceschesi.

Ecco una poesia che le famiglie hanno scritto, alcuni giorni dopo la festa, per ringraziare le

suore presenti e passate.

O Care Suore,

vogliam dedicarvi due o tre parole:

poeti noi non siam

ma lo stesso ci proviam!

Già cent’anni son passati

ed ora noi tutti vi ringraziam:

da voi generazioni di bambini,

con cestino e grembiulini

occhi ridenti o faccine assonnate,

han trascorso le loro giornate.

E le Suorine, or come allora,

a pulir nasini ed altro ancora,

poi insegnavano sui quadernini

a colorare e a far disegnini,

il girotondo e le preghiere

che ogni bambino dovrebbe sapere.

Ora i nomi dovremmo ricordare

di tante suore laboriose e care,

che han donato conforto e sollievo

a tutti noi di San Francesco.

Son proprio tanti i grazie da dire

che non abbiam mai detto. E per finire

preghiamo sempre Nostro Signore

che non ci faccia mai mancare le Suore!

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 19

C os’è il volontariato? Perché far-

lo?

Quali situazioni, quali persone si

incontrano? Nella mia esperienza

(di volontariato su strada per i

senza tetto) posso dire che le situazioni sono

le più disparate e le persone sono disperate.

L’altra notte ho davvero capito, purtroppo,

che se oggi sei disperato domani puoi esserlo

di più. Non parlo di situazioni mentali bensì

di situazioni materiali…di vita…di soldi.

Immagina di essere senza lavoro, senza casa,

senza famiglia…SENZA NIENTE DI NIEN-

TE…niente e basta-ok?

Giovanni è una persona che vive ai margini

da anni. L’altra notte era disperato perché gli

avevano rubato il portafoglio contenente una

tessera che gli permetteva di mangiare gra-

tuitamente in diversi punti di accoglienza che

ci sono a Torino. Giovanni continuava a ripe-

tere: “ecco, adesso è finita davvero. E’ finita.

E’ finita”.

Quella del senza tetto è una situazione dalla

quale è difficilissimo risalire.

Tante volte, soprattutto in questi anni di crisi

(e sono tanti), si finisce sulla strada senza

averne colpe ma solo perché la vita non sor-

ride a tutti nello stesso modo.

Sento spesso commenti del tipo: stanno lì

seduti per terra perché non hanno voglia di

far niente, se la sono voluta, io al loro posto

farei qualche lavoro, ecc…

Bene. Prova tu ad essere vestito di stracci

sporchi e maleodoranti e a cercare lavoro!

Silvano l’altra sera mi diceva che per poter

guadagnare qualcosa onestamente aveva

chiesto ad un bar del centro di adoperarsi per

poter tenere pulito il dehor spazzando e rac-

cogliendo cartacce, sigarette e quant’altro.

Lo hanno allontanato repentinamente.

Un senza tetto davanti ad un locale dà fasti-

dio, crea imbarazzo se non addirittura vergo-

gna.

Vergognosi siamo noi che abbiamo il super-

fluo quando agli altri manca il necessario.

Per quanto queste associazioni aiutino i più

deboli è frustrante vedere che negli anni le

situazioni di questi non cambino.

Una civiltà (e siamo noi) che si definisce mo-

derna non dovrebbe permettere a nessu-

no di vivere sulla strada, ma non è così.

I mass media, come ha ricordato Papa

Francesco, ci educano all’indifferenza.

Presentano come tragedia o almeno

come motivo di preoccupazione, la

Borsa che cala, lo spread in rialzo,

ecc…, facendoci dimenticare che la

tragedia vera è quella delle persone che

muoiono di fame anche nelle nostre

città.

Mi chiedo quando finiranno le vicissi-

tudini così amare del nostro prossimo.

Mi dico: siamo fortunati, se possiamo

AIUTIAMOLI!!

E se capitasse a te?

TESTIMONIANZE:

Un’esperienza di volontariato

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20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

CONDIVISIONE: CARITAS PARROCCHIALE

Progetto “Nulla è impossibile”

Questo nostro primo resoconto vuole essere soprattutto un rin-graziamento a tutte le persone che con generosità hanno aperto il loro cuore alle richieste di aiuto dei nostri fratelli in difficoltà.

Chissà, se come diceva il Vescovo, Dio mette alla prova la nostra ca-pacità d’ascolto perché ogni grido di dolore, anche se silenzioso, de-ve trovare una risposta. Quando si cura un dolore, il cuore si allarga sia in chi dà sia in chi riceve.

Ogni azione a favore dell’uomo è un esempio, un seme che produ-ce, è Spirito che opera come, do-ve e quando vuole. E’ Dio che vi-ve nell’anima dell’uomo.

Le persone che hanno partecipato

al Progetto sono state oltre 30 (il numero delle adesioni è approssi-mativo, poiché molte di loro han-no offerto in modo anonimo). La raccolta complessiva, per il perio-do gennaio-luglio 2013, ammonta a € 3.125,00. Purtroppo il Pro-getto non ha esaurito completa-mente la propria finalità in quanto le situazioni di povertà, a causa della crisi, sono addirittura au-mentate.

Cosa fare? Non ci rimane che pro-seguire su questa strada e rima-nere in comunione con i nostri fra-telli testimoniando l’invito di Papa Francesco che dice:” Occorre far gustare la faccia misericordiosa e viva di Dio, celebrata nell’amore che si fa prossimo”.

* * * * * *

Oltre alle generose ed importanti offerte che provengono dal progetto “Nulla è Impossibile”, altre famiglie forniscono il loro contributo alla Cari-tas in tempo e modi diversi, ma egualmente importanti. Inoltre, da pa-recchi mesi, il nostro gruppo si interfaccia con le autorità comunali e con le assistenti sociali, con le quali si collabora regolarmente, per gestire al meglio i fondi che il Comune ha generosamente stanziato.

Ecco il resoconto 2013 dai mesi di gennaio a giugno:

ENTRATE USCITE

offerte varie e ulivo € 3.341,00 interventi effettuati € 8.590,00

progetto “Nulla è impossibile” € 3.125,00 acquisto viveri € 584,00

Contributo comunale € 5.000,00

Totale entrate € 11.466,00 totale uscite € 9.174,00

Rimanenza cassa al 1/7/2013: € 2.292,00

Con questi fondi sono stati effettuati circa cento interventi su una venti-

Grazie, grazie, grazie! E’ possibile a cura del Gruppo Caritas Parrocchiale

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 21

Consuntivo economico della parrocchia anno 2012 A cura del Consiglio Parrocchiale Affari Economici

USCITE

Imposte e tasse 548,10

Manutenzione ordinaria chiesa e fabbricati 3.399,02

Spese per luce, energia, telefoni, acqua, gas 3.740,31

Riscaldamento chiesa e locali pastorali 5.759,38

Assicurazioni 2.702,05

Provviste per il culto 1.074,70

Remunerazione Sacerdoti 4.469,00

Spese per attività pastorali 4.843,49

Versamenti al seminario 300,00

Alla Diocesi: 2% delle entrate dell'anno precedente 935,00

Pagamenti effettuati per la manutenzione dell'impianto di amplificazio-ne della chiesa 2.892,00

Pagamenti effettuati per la nuova scuola dell’infanzia di Borgata Ma-donna 25.585,00

Spese per il Bollettino Parrocchiale 1.380,21

Totale 57.628,26

ENTRATE

Offerte SS. Messe 11.327,00

Collette festive e feriali 19.719,73

Offerte in occasione di eventi (matrimoni, battesimi, sepolture) 6.880,00

Offerte varie (bussole, candele, ecc.) 22.037,27

Contributi da Comune e/o Regione 2.800,00

Totale 62.764,00

AVANZO DELL'ANNO 5.135,74

na di famiglie del nostro territorio. Inoltre, in virtù dell’adesione data dal nostro gruppo al Banco Alimentare di Torino, riceviamo alcuni viveri non deperibili (pasta, riso e talvolta latte, legumi e pelati) che distribuiamo mensilmente ai bisognosi che ne facciano richiesta.

Ringraziando tutti coloro che contribuiscono alla buona riuscita della no-stra missione, confidiamo di continuare a ricevere le vostre offerte per

assistere sempre meglio chi è nel bisogno.

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22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

Regia: Ang Lee, Sceneggiatura: David Magee,

Anno: 2012

Attori: Suraj Sharma (esordiente), Irrfan Khan,

Adil Hussain

Il film è tratto dal libro omonimo di Yann Mar-

tel. Vincitore a sorpresa degli Oscar: miglior

regia, migliori effetti speciali, miglior fotografia,

migliore colonna sonora.

Trama: Piscine Molitor Patel (Pi), è il nome del

giovane protagonista. Un ragazzo indiano che

vive con la sua famiglia in una casa all'interno

dello zoo creato dal padre, in una cittadina nella

parte francese dell'India. Lo zoo ospita tanti ani-

mali tra cui una tigre del Bengala dal nome Ri-

chard Parcher. Il giovane protagonista avendo un

nome bizzarro, per evitare di essere preso in giro

dai suoi coetanei riuscirà a farsi chiamare Pi.

Pi è un giovane sensibile interessato a tutte le

religioni, riuscirà a seguire contemporaneamente

induismo, islamismo e cristianesimo, con il di-

sappunto del padre.

Pi e la sua famiglia dovranno lasciare l'amata

India per trasferirsi in Canada, ma il mercantile

che li trasporta affonderà durante una tempesta;

gli unici sopravvissuti che riusciranno a salire

sopra un'imbarcazione di salvataggio saranno Pi,

una zebra, una iena e un orango, amico di Pi. La

iena ucciderà prima la zebra e poi l'orango, Ri-

chard Parcher (la tigre del Bengala) arriverà po-

co dopo e divorerà la iena. Da questo momento

il giovane ragazzo affronterà un viaggio estremo

“in compagnia” dell'aggressiva tigre. Il viaggio

durerà 227 giorni. Pi verrà soccorso da alcuni

pescatori su una spiaggia del Messico mentre

l'aggressivo Richard Parcher scomparirà per

sempre nella giungla. Pi ricoverato in ospedale

racconterà la sua avventura ma non verrà credu-

to, quindi per avere ascolto modificherà il rac-

conto sostituendo i personaggi.

Il film è un racconto di Pi adulto, sposato, padre

di due bambine, che racconta la sua storia ad

uno scrittore che lo intervista. Al termine del

racconto Pi adulto chiederà allo scrittore quali

delle due versioni preferisce. Un'avventura dalle

tinte forti, belle immagini, una bella storia fuori

dalle righe.

Un racconto sulla crescita emotiva e spirituale, il

salto dall’età spensierata all’età matura.

“La Vita di Pi” è stato paragonato al Piccolo

Principe di Saint-Exupéry. Film da vedere e os-

servare, non è un film indirizzato ad un pubblico

infantile se non accompagnato. Seduti comoda-

mente sulla poltrona lasciamo fuori dalla porta

l'arroganza dell'adulto, la superficialità di chiun-

que e ogni tipo di pregiudizio; comportiamoci

come quando abbiamo preso tra le mani e aperto

il piccolo libro dalla copertina bianca e azzurra.

Vita di PI a cura di Carlo

IL FILM

Disponibile in DVD

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 23

Letti per voi a cura di Barbara

La fattoria degli animali, scritto tra la fine 1943 l'inizio

del 1944, pubblicato nell'agosto 1945 a guerra terminata da Eric

Artur Blair, scrittore inglese conosciuto come George Orwell,

nome che adottò negli anni '30 in occasione della pubblicazione

dei suoi primi volumi.

Una storia o favola parodistica: ...finalmente gli animali si ribel-

lano e combattono affinché la fattoria si trasformi in una società

giusta, ma presto emerge una società di burocrati, formata da

maiali, che con l'astuzia, la cupidigia, l'egoismo, si impongono

in modo prepotente sugli altri animali più docili e di buon ani-

mo. Nella 142° pagina della storia leggiamo: “...le creature di

fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma

già era loro impossibile distinguere fra i due...”. Un piccolo-grande libro da leggere più volte

nella vita: nell'adolescenza, nell'età adulta, nell'età matura. Ed. Oscar Mondadori, € 9,00

Tempi difficili di Charles Dickens. Romanzo della

“rivoluzione industriale”, ambientato nel nord dell'Inghilterra.

Vi emerge una civiltà, in cui il potere è dominio sull'individuo,

non c'è eroe o eroina. Fa da protagonista una famiglia borghe-

se educata sulla razionalità dove la fantasia e l'immaginazione

sono bandite. Sullo sfondo incontriamo il circo, anche se il

clown non fa più ridere, ultimo barlume di sopravvivenza per

la gentilezza, il coraggio, la libertà fantastica contrapposta ad

una realtà improntata sul fatto e sull'utilità. Pagine ambientate

verso la metà del 1800, con personaggi contemporanei. Se

Charles Dickens non è ancora presente sugli scaffali di casa

consiglio l'edizione: I Mammut – I

Grandi romanzi Dickens ( sei ro-

manzi ) - € 19,90.

… “ Quanti temi avrò letto nei

miei dieci e più anni come maestro elementare in un sobborgo

napoletano? Non lo so, ne ho perso il conto...” Io speriamo

che me la cavo di Marcello D'Orta. Ed. Mondadori, € 9,50.

Uscito nel 1990 con grande successo, lentamente caduto nell’o-

blio. Una raccolta di temi un poco sgrammaticati, ma con la sag-

gezza e l'allegria che solo i giovanissimi possono avere. Pagine

che con spontaneità ci fanno conoscere uno spaccato quotidiano

del nostro Sud, pagine che possono essere lette nei momenti più

leggeri della nostra giornata, ma che ci faranno sorridere e riflet-

tere su un mondo volutamente dimenticato.

L’ANGOLO DEL LETTORE

Page 24: Ripercorrendo le memorie · memorie) e del figlio Remo, abbiamo ascolta-to, dalla sua viva voce, il racconto delle sue ... mia e aiutavo il mugnaio nei lavori più pesanti, in cambio

24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

DAI REGISTRI PARROCCHIALI

9 dicembre: POSSIO Alessandro

29 dicembre: PASCALI Mattia Cosimo

13 gennaio: ZUCCHINI Alessandro

17 febbraio: NICOTERA Virginia

10 marzo: FASANO Carlotta

7 aprile: LARA Elisa Vittoria

14 aprile: CARELLO Giorgia FALCETTA Gabriele

27 aprile: CERRINA Gabriele

12 maggio: BALZANO Giovanni

9 giugno: BERTINO Nicolas – LEO Stefano MANGIACASALE Simone PUGLIESE Eleonora RASCHILLA’ Edoardo Bruno

29 giugno: SALBEGO Iole

30 giugno: ONOFRI Deborah – ONOFRI Elia ONOFRI Nicolas – ONOFRI Samuele

14 luglio: ARENA Sofia – BUSCEMI Lorenzo CARPINO Marco – DIAFERIA Giulio DI PIETRO Sofia – GIORGINO Marco LEONARDI Ermes – PERINO Mauro

29 giugno: SALBEGO Adriano AXINTE Alexandra Diana

13 luglio: MACRI’ Orlando PACE Alessandra Maria

27 luglio: BALLESIO Mario Stefano PERONA Sabrina Piera

Fuori parrocchia:

21 luglio: BETEMPS Diego

TABASSO Stefania, Maria, Angela, Giuliana

RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 25

DAI REGISTRI PARROCCHIALI

FONTANA Franco con. Novero Giovanna Giusep-

pina - MARTINETTO Giovanna ved. Marchino

Giovanni – GIACOMINI Pietro ved. Tacchini Maria

Teresa - QUARANTA Felice ved. Maero Ortensia

– BALLESIO Teresa con. Ballesio Emilio - COR-

GIAT LOIA Giovanni ved. GUGLIELMETTI MUG-

GION Domenica – VARESE Gerolama ved. MARIS

Bruno – VILLANI Pellegrino ved. Camerlengo

Mariuccia – GAIOTTINO Giuliano Bartolomeo –

RICHIARDI Maria Teresa ved. Martinetto Giu-

seppe – BALLESIO Pietro con. Gnesotto Anna Lucia – D’ALEO Giovan-

na ved. Toscano Giuseppe – SASSO Giovanni con. Gobbo Angela – CO-

RIASCO Marco con. Zanelli Giuseppina – TOLOSA Maria ved. Nepote

Ernesto – VASSALLI Beppino ved. Malaguti Elda – BARDINA Giusep-

pina con. Perrero Giacomo – ANTONIOTTI Olga ved. Collovati Americo

– PERRERO Giacomo ved. Bardina Giuseppina – RACHETTO Aldo con.

Floridia Pina – MASSA Francesco ved. Bardina Olga – DI BISCEGLIE

Francesco ved. Bianco Lidia – ZUCCO Vincenzo con. Monaco Santa

Crocifissa – DRAGO Lucia con. Ferrone Girolamo – CASULLO Antonia

con. Ciaverella Michele – BARDINA Maria – PORRO Bianca ved. Nico-

lotto Giacomino – CASARIN Settimo con. Franceschin Giulia – MARTI-

NETTO Armando ved. Bagaggia Egea – CHECCONELLO Lino con. Dol-

ce Maria Agnese – BALLESIO Anna Paola con. Andreis Giovanni – RU-

BINO Agostina ved. Clerico Lorenzo – ROMAGNOLO Nicolò con. Gatti

Rita Raffaella – BONAVERA Lorenzina ved. Allamano Tommaso – GRE-

GO Bruno con. Merlin Maria Rosa – RACHETTO Caterina ved. Martinet-

to Ernesto – MATTIOLI Eustorgio con. Tognetti Amelia – BALLESIO

Maria Elisabetta ved. Casotto Luigi Augusto – WENDLER Ivy Vivian

con. Wendler Friedrich – FRANCONE Domenica ved. Blandino Giuseppe

– GEROTTO Lidia ved. Merlone Franco – GIARRATANO Biagia – CA-

GLIOTI Francesco ved. Barilaro Teresa – ARENA Antonino con. Luc-

cardi Roberta – NARCEFAGO Nadia con. Gremo Giovanni – TOGLIATTI

Lucia ved. Gaiottino Pierino

ATTENDONO LA RESURREZIONE

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26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013

GLI ORARI DELLA

COMUNITÀ Parrocchia San Francesco

d'Assisi

Via Roma, 101 10070

San Francesco al Campo

tel. 011 9278342

In cammino verso la comunità

Periodico d’in-formazione del-la Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo

settembre 2013

Sempre aperti a nuove collabo-razioni, vi invi-tiamo a scrivere commenti, sug-gerimenti, arti-coli, domande a:

bollettinosan-francesco@ gmail.com

STAMPATO IN PROPRIO IN NU-MERO LIMITATO DI COPIE

Il bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le fa-miglie della Parrocchia.

SANTE MESSE feriale sabato e prefestivo

festivo

PARROCCHIA 17.00 ora solare * 18.00 ora legale *

18.00 9.00, 11.00

CAPPELLA dell’Assunta 8.00 (solo il 1° venerdì del mese)

8.00, 10.00

S. MAURIZIO Canavese 8.30 18.00 8.00, 9.30, 11.00

MALANGHERO 18.00 10.30, 18.00

ogni primo lunedì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelita-ne (Scuola dell’Infanzia)

in occasione di funerali non c’è la S. Messa feriale in Parrocchia

CONFESSIONI sabato dalle 16.30 alle 17.30

su appuntamento anche in altri orari

ADORAZIONE il venerdì, mezz’ora prima della S. Messa

GRUPPO di PREGHIERA

ogni secondo giovedì del mese alle 20.30

nella cappella delle Suore Carmelitane

(Scuola dell’Infanzia)

GRUPPO di PREGHIERA

“AMICI DEL CARMELO”

ogni seconda domenica del mese alle ore

15.00 nella cappella delle Suore Carmelita-

ne

PER AMMALATI

chiamare a qualunque ora ai numeri:

011 9278342 340 3939294

339 41 31 309 377 17 32 456

UFFICIO PARROCCHIALE lunedì, mercoledì, sabato 9.00 - 12.00 Padre Michele riceve su appuntamento an-che in altri orari, tel. 011 9278342

UFFICIO CARITAS 4° sabato del mese dalle 11.00 alle 12.00

Sacramento del BATTESIMO

La seconda domenica di ogni mese.

Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali

Sacramento del MATRIMONIO

Incontri 2013/2014

Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio parrocchiale

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2013 27

Inserisci in verticale le parole nel-

lo schema. Nella riga gialla legge-

rai un agrume ottenuto dall’ibri-

dazione del mandarino e dell’a-

rancio.

ARANCE - AGRUME -

BERGAMOTTO - KUMQUAT -

LIMONE - MANDARINO -

MASSESE -POMPELMO -

RIBEIRA - TAROCCO

Trova le otto

differenze

tra le due

vignette.

BARZELLETTE Un’arancia sta per cadere dall’albe-ro e dice all’altra: “Aiutami, ti prego! Sto per cadere!” e l’altra le risponde: “Ma aranciati!”

Sai qual è il colmo per una banana?Cadere e.. sbucciarsi!

CURIOSITA’

Le fragole venivano usate come sim-

boli sacri dagli scalpellini cristiani

(coloro che lavoravano la pietra).

Quanto più grande è l’ombelico di

un’arancia, tanto più dolce è il frutto.

di Reby e Madda

GIOCHIAMO

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