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Il pianterreno per bestie e attrezzi, il primo per ricovero degli operai durante i lavori, il sottotetto era una piccionaia essendo i piccioni usati come animali da carne. Non aveva finestre ma feritoie e le entrate per i volatili. Le feritoie servivano per il ricambio aria, luce e il controllo della vigna, contro ladri e animali selvatici; tra- sformate nel tempo e dotate di finestre. Proseguendo si raggiunge una costruzione del ventennio, l' asilo poco oltre una scalinata che torna in piazza. Il presepe nella Zolfatara Dal 1981 ogni anno la Proloco di Predappio Alta organizza con successo crescente il Presepe nella zolfatara Per raggiungerlo superare il paese e le squadrate ex scuole del ventennio la prima a desta (segnalata) via Zolfatara, in fondo trova- te un ampio parcheggio e il ristoro, adiacente una scalinata per raggiungere il Presepe nelle ex gallerie Per chi volesse fare due passi (lungo strade locali) 1) circa Km 2 - Uscendo dal paese, dopo la fontana, si volta a sinistra (via Ghandi) salendo si passa a fianco al campo sportivo fino alla vista del casotto del parcheggio del presepe, a destra un sentiero con steccato porta alla sorgente solfurea (Km 0,700) pro- seguendo al parcheggio a sinistra, (via Zolfatara) all'incrocio a si scende continuando per la strada o prendendo un vicolo si rientra in paese 2) circa Km.6,5 dal parcheggio lungo via Barberino fino all'in- crocio (Km. 3 a fianco un agriturismo) quindi a destra; in località Monte Zoppo si passa davanti un’antica casa rurale (se ne parla nel 1300), nel '700 era un convento, poi l'antica villa del Baccanello del 1500 con a fianco una torre da vigna rimaneggiata (Km. 4,2) subito dopo un incrocio, a sinistra per Castrocaro, di fronte per Villa Salta e la Zolfatara, si prende a destra per Predappio Alta e il parcheggio 3) Km Forse il più verde e bello, come il percorso 1 via Ghandi dopo il parcheggio salire la scalinata poi a destra seguire le indica- zioni di Villa Salta edificata su altre antiche costruzioni. Sembra che il nome derivi da “Saltus Gallianus”, da reperti trovati si ipotizza un antico tempio dedicato a Giove e Giunone. Nel 1480 vi posero resi- denza i Rinieri, passata nel 1890 agli Zoli, nel 1991 agli attuali pro- prietari. Nel 1892 da un contadino nacque Rachele Guidi (poi Mus- solini). Continuando per la strada in salita, con la vista fino al mare si entra nella valle di Montemaggiore fino a raggiungere l'incrocio, per Predappio Indirizzi utili Alla Prè In Piazza Cavour farmacia- tabacchi – bar- ristoranti Per informazioni Ufficio turistico Predappio tel. 0543.921768 Proloco Predappio Alta via Umberto 1° N°1 www.predappioalta.org La prima documentazione l'ha trovata il prof. Mele in un contenzioso del 963 fra l’imperatore Oone I° e il Papa Leone VIII su vari possedimen fra cui il paese di “Petra de Apla” Nel 1382 l’ulmo dei Calboli, del ramo principale, lasciò il borgo in eredità ai fiorenni, in sfregio ai rivali Ordelaffi. Nel 1383 Firenze concesse l’autogoverno elevandolo a co- mune. Gli abitan del borgo si diedero regole e leggi (gli statu). Nella leura degli stessi appare già la chiara la na- tura anclericale e ribelle dei romagnoli. Si vietava sia a prela che ai nobili la partecipazione a decisioni comunali Nel 1927 il comune venne spostato a Predappio Nuova diventando poi Predappio e Predappio Alta

Risalendo la strada che da Predappio va a Predappio Alta ... · una scala scende fino alla sottostante strada. Si risale e si esce dalla porta fiorentina. Dopo il 1500, con la definitiva

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Page 1: Risalendo la strada che da Predappio va a Predappio Alta ... · una scala scende fino alla sottostante strada. Si risale e si esce dalla porta fiorentina. Dopo il 1500, con la definitiva

Il pianterreno per bestie e attrezzi, il primo per ricovero degli

operai durante i lavori, il sottotetto era una piccionaia essendo i piccioni usati come animali da carne. Non aveva finestre ma feritoie e le entrate per i volatili. Le feritoie servivano per il ricambio aria, luce e il controllo della vigna, contro ladri e animali selvatici; tra-sformate nel tempo e dotate di finestre.

Proseguendo si raggiunge una costruzione del ventennio, l'asilo poco oltre una scalinata che torna in piazza.

Il presepe nella Zolfatara

Dal 1981 ogni anno la Proloco di Predappio Alta organizza con

successo crescente il Presepe nella zolfatara

Per raggiungerlo superare il paese e le squadrate ex scuole del ventennio la prima a desta (segnalata) via Zolfatara, in fondo trova-te un ampio parcheggio e il ristoro, adiacente una scalinata per

raggiungere il Presepe nelle ex gallerie

Per chi volesse fare due passi (lungo strade locali)

1) circa Km 2 - Uscendo dal paese, dopo la fontana, si volta a sinistra (via Ghandi) salendo si passa a fianco al campo sportivo fino alla vista del casotto del parcheggio del presepe, a destra un sentiero con steccato porta alla sorgente solfurea (Km 0,700) pro-seguendo al parcheggio a sinistra, (via Zolfatara) all'incrocio a si scende continuando per la strada o prendendo un vicolo si rientra in paese

2) circa Km.6,5 dal parcheggio lungo via Barberino fino all'in-crocio (Km. 3 a fianco un agriturismo) quindi a destra; in località Monte Zoppo si passa davanti un’antica casa rurale (se ne parla nel 1300), nel '700 era un convento, poi l'antica villa del Baccanello del 1500 con a fianco una torre da vigna rimaneggiata (Km. 4,2) subito dopo un incrocio, a sinistra per Castrocaro, di fronte per Villa Salta e la Zolfatara, si prende a destra per Predappio Alta e il parcheggio

3) Km Forse il più verde e bello, come il percorso 1 via Ghandi dopo il parcheggio salire la scalinata poi a destra seguire le indica-zioni di Villa Salta edificata su altre antiche costruzioni. Sembra che il nome derivi da “Saltus Gallianus”, da reperti trovati si ipotizza un antico tempio dedicato a Giove e Giunone. Nel 1480 vi posero resi-denza i Rinieri, passata nel 1890 agli Zoli, nel 1991 agli attuali pro-prietari. Nel 1892 da un contadino nacque Rachele Guidi (poi Mus-solini). Continuando per la strada in salita, con la vista fino al mare si entra nella valle di Montemaggiore fino a raggiungere l'incrocio, per Predappio

Indirizzi utili Alla Prè In Piazza Cavour farmacia- tabacchi – bar- ristoranti

Per informazioni

Ufficio turistico Predappio tel. 0543.921768

Proloco Predappio Alta via Umberto 1° N°1

www.predappioalta.org

La prima documentazione l'ha trovata il prof. Meleti in un contenzioso del 963 fra l’imperatore Ottone I° e il Papa Leone VIII su vari possedimenti fra cui il paese di “Petra de Apla”

Nel 1382 l’ultimo dei Calboli, del ramo principale, lasciò il borgo in eredità ai fiorentini, in sfregio ai rivali Ordelaffi.

Nel 1383 Firenze concesse l’autogoverno elevandolo a co-mune. Gli abitanti del borgo si diedero regole e leggi (gli statuti). Nella lettura degli stessi appare già la chiara la na-tura anticlericale e ribelle dei romagnoli. Si vietava sia a prelati che ai nobili la partecipazione a decisioni comunali

Nel 1927 il comune venne spostato a Predappio Nuova diventando poi Predappio e Predappio Alta

Page 2: Risalendo la strada che da Predappio va a Predappio Alta ... · una scala scende fino alla sottostante strada. Si risale e si esce dalla porta fiorentina. Dopo il 1500, con la definitiva

Risalendo la strada che da Predappio va a Predappio Alta, costeggiando le vecchie mura, si arriva ad una curva a gomito destra, di fronte c’è un ampio parcheggio dove vi consigliamo di parcheggiare. Salite a piedi, ed entrate nel vecchio borgo.

Percorrendo la lunga piazza Cavour si arriva alla vecchia Piazza d'armi e al centro c’è la fontana con l'uva. In origine la zona era fuori le mura senza

costruzioni, qui si addestravano le guardie della Rocca, di fronte la piccola Porta Fiorentina che porta alla Fortezza

L’origine del paese è impossibile datarla, la vallata del Rabbi come quella del Montone , risultava abitata fin dalla preistoria (vedi il villaggio di Monte Poggiolo fra i più antichi d’Europa), vi sono tracce, preistoriche, villanoviane, galliche e romane, i terremoti e gli smottamenti hanno in gran parte cancella-to le tracce del passato.

Secondo alcuni qui prese dimora il console C. Appius, (sconfitto dai Galli Boi nel 204 A.C. a Castrum Mutillium, ipotizzato nell’attuale Meldola); con la definitiva conquista romana, gli fu affidato il controllo della zona creando il “Presidium Domini Appi” abbreviato nelle colonne e nei cippi in Pre.D.i. Appi.

Altra ipotesi PETRA, intendendo la grossa pietra o roccia conficcata nel terreno dove ora sorge la Rocca e DE APLA, nel senso proprietà di…..(magari Appius storpiato)

Secondo il censimento dell’Anglico del 1371 Predappio aveva 20 focolai (100-120 anime )

Le abitazioni hanno uno stile post 1700 questo è dovuto ai continui terremoti che lesionandole han-no costretto a rifacimenti

Attraverso la vecchia porta Fiorentina, o Portac-cia, si entra nella fortezza; a sinistra la scalinata che sale alla rocca, tipico vicolo medievale.

Subito a sinistra la porta del vecchio municipio, dove, dalla metà dell'800, si svolsero furiose batta-glie politiche in particolare fra Alessandro Mussolini a difesa dei braccianti, e i clericali-monarchici che difendevano i possidenti. Il culmine fu nel 1902 con l'assalto e la distruzione, da parte dei socialisti, del seggio nel comune, non sopportando la cocente sconfitta elettorale

Si sale quindi fin sotto la Rocca, l’unica data certa è in un testamento del 1243, ed era di proprietà (qui gli storici non sono concordi) della fami-glia dei Particeto-Sasso e dal 1298 dei de’Calboli, questo non esclude che già nel 963 fosse già un borgo fortificato

Predappio ebbe vita relativamente tranquilla fino al XII secolo, poi iniziarono le lotte feudali più spietate. I faentini nel 1263 incendiando la vicina Rocca d’Elmici, poi le lotte fra Guelfi e ghibellini e in particolare fra i Calboli e gli Orde-laffi coinvolsero la rocca con alterne vicende. Nel 1382 Francesco Paolucci de Calboli la lasciò ai Fiorentini, nel 1383 divenne comune

Nel 1423 i Visconti di Milano, per aver influenza in Romagna, si allearono con i Manfredi di Faenza e gli Ordelaffi di Forlì a danno dei fiorentini del Papa e dei Malatesta di Giaggiolo, Rimini e Pesaro. Nel 1424 Predappio è tolta ai fiorentini, riconqui-stata dalla chiesa, ripresa dagli Ordelaffi nel 1434, poi Riario, Caterina Sforza, Cesare Borgia, Ordelaffi, e nel 1501 i Teodoli (castellani degli Ordelaffi), la cedettero alla S. Sede che la tenne fino a Napoleone poi al Regno d'Italia. La Rocca, è visitabile per certi eventi.

Scendendo si raggiunge la vecchia fonta-na, elemento fondamentale per il paese, specialmente perché l’acqua della fonte ha una temperatura costante, non gelava mai in inverno. Altrettanto basilare, per la vita del borgo, il lavatoio, naturale luogo di notizie.

Rientrando, a sinistra, si vede l’ex piccolo macello evidenziato da una testa di bovino in rilievo. Dagli statuti del 1383, la macellazione e la vendita era concessa annualmente e già dall'ora, regolata con precise norme igieniche e commerciali. Continuando si passa sotto la rocca e davanti al castelletto realizzato in onore

del fratello del duce, Arnaldo e suo figlio. Come si può vedere, la rocca poggia su un gigantesco sperone di roccia tipo “puddinga”, In questa zona ci fu uno smottamento nel 1923-24 agli abitanti costretti a sloggiare furono costruite le case popolari a Dovia (poi diventata Predappio nuova) Dopo il castelletto vi è il vicolo del teatro, anticamente era la chiesa del castello con annesso convento. Sotto le costruzioni si sono trovate ossari e alcuni resti avevano la

bocca piena di calce segno di morti per pestilen-ze; percorrendolo si raggiunge una torre delle vecchie mura, la vista spazia per la valle dando il senso della potenza del complesso fortificato, una scala scende fino alla sottostante strada. Si risale e si esce dalla porta fiorentina.

Dopo il 1500, con la definitiva presa di potere del papato sulle bellicose famiglie romagnole, cessarono le continue guerre, permettendo la costruzione di abitazioni fuori le mura

Di fronte la fontana con vasca a grappo-lo d’uva del 1927, con i suoi alberi e le panchine, a sinistra il ristorante enoteca “La vecia cantena” nella vecchia cantina degli Zoli, la specialità è la piada al Sangio-vese. Nell’800 gli Zoli realizzarono una cantina a vari piani, su precedenti costru-zioni medioevali e romane, portavano e mostavano l'uva in piazza e tramite condotti andava nelle botti, i vari travasi

successivi avvenivano per caduta nei piani sottostanti. Visitabile gratuitamente

A destra la bruschetteria, la bruschetta era l'utilizzo del pane rimasto e secco, si abbrustoliva poi olio sale e una passata di aglio. A fianco, dove ora c’è l’ufficio postale, vi erano gli uffici amministrativi della zolfatara Zolfi di Torino che, negli anni 1924-29, gestiva la zolfatara (dove ora si fa il presepe). Le prime notizie di uno sfruttamento non casuale dello zolfo sono del 1645, quando l’uso dello zolfo per la polvere da sparo divenne essen-ziale per le armi da fuoco. A Predappio la prima vera miniera di zolfo fu aperta nel 1812, grazie anche alle guerre napo-leoniche, nel 1862 risultavano impiegate 170 persone, la concorrenza dello zolfo siciliano prima, e di quello statunitense poi, condannarono la

zolfatara ad un lento declino fino alla sua chiusura definitiva nel 1929. A fianco la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Maria Assunta, realizzata nell’otto-cento in sostituzione di quella dentro le mura. All'interno: l’"Ascensione" Olio su tela attribuito alla scuola del Cignani (XVII secolo) e alcuni quadri del pittore locale Mastro Lupo Di fronte vi è la chiesetta della Beata Vergine della Maestà. L’immagine (del '400) era in un oratorio vicino, dipinta su un sasso, con il terremoto del 1725, rimase in piedi solo il muro con l’immagi-ne; i paesani lo considerarono un miraco-

lo eleggendola a loro protettrice. La tradizione vuole che rimovendola dal muro pericolante aumentava di peso costringendoli a posarla, come se avesse scelto il posto dove stare.

Fu quindi costruita prima una cappella, e come recita l’iscrizione sopra la porta, “gli avi con elemosine e stenti di 15 anni edificarono questa chiesa 1760-1774” i contadini ogni volta che veniva-no alla messa domenicale portavano sassi per la sua costruzione e nei tempi morti colla-boravano ai lavori. La devozione a questa madonna è rappresentata dagli ex voto inter-ni, e dal campanile costruito nel 1927 “ per grazie ricevute e per i caduti della Grande Guerra”.

Continuando si passa davanti a una tipica antica casa (ora pericolante) con le scale esterne, proseguendo un negozio di stampe tipiche romagnole, le macchie di ruggine sono le più resistenti, da ciò si impiantavano chiodi in una tavoletta di legno formando un disegno trasfor-mandola in stampino per dipingere la stoffa.

Poco oltre il pensionato Piccinini realizzato grazie al lascito di don Giaco-mo Piccinini nel 1878 per un “ospedale per i poveri e infermi del comune”. Proseguendo a metà della curva si vede spuntare dalle viti una delle tipiche torri da vigna costruite nel XVI-XVII secolo, pianta quadra a due piani,