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Documento riservato ai Soci
DTO n°05/2014
Gruppo Tecnico GT Sn1 Sanità
AIAS - ASSOCIAZIONE ITALIANA AMBIENTE & SICUREZZA
Sommario
Il presente DTO ha lo scopo di fornire a tutti coloro che operano nel
campo della sicurezza e salute sul lavoro, professionisti o tecnici, figure
di garanzia o comunque soggetti con responsabilità in ambito aziendale
informazioni pratiche derivanti dall’esperienza sul campo maturata da
professionisti che operano in strutture sanitarie al fine di una corretta ed
efficace gestione di questo tipo di rischio di contaminazione biologica.
Coordinatore di Progetto: De Bartolomeis Francesco
Emesso il: 15/07/2014
Adeguamento e supervisione: Alvino Mario
Emesso il: 25/09/2014
Adeguamento redazionale: Belloni Riccardo
Emesso il: 14/11/2014
Pubblicato il: 18/11/2014
Documento Tecnico Operativo N. 05/201X
Il presente documento, redatto e approvato da AIAS, Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza, è protetto da
copyright ed è destinato alla distribuzione tra i soli Soci AIAS e non può essere riprodotto da terzi senza autorizzazione scritta della Presidenza AIAS. Il contenuto del documento può essere modificato, aggiornato e ritirato senza preavviso, previa comunicazione ai soli soci AIAS. AIAS declina ogni responsabilità per qualunque uso improprio ne sia fatto dai Soci e dai Terzi.
I contenuti dei documenti tecnici operativi sono redatti con la massima cautela e attenzione, ma
rappresentano solo il punto di vista dell’Associazione. Essendo destinati alla divulgazione tra i Soci,
si è privilegiato il linguaggio pratico e di facile comprensione piuttosto che l’uso esasperato di termini
tecnici o giuridici, più esatti ma non generalmente noti. Si raccomanda pertanto di considerarli come
un contributo alla conoscenza di ognuno e non come affermazioni/dichiarazioni erga omnes
Indice
0. Premessa ................................................................................................................. 2
1. Scopo e campo di applicazione ......................................................................... 2
2. Termini e definizioni ........................................................................................ 2
3. Riferimenti normativi ...................................................................................... 3
4. Introduzione .................................................................................................... 3
5. Le dimensioni del problema ............................................................................. 4
6. Le disposizioni a carattere regolamentate / cogente (Titolo x-bis) .................... 5
7. I dispositivi di sicurezza .................................................................................... 6
7.1 I dispositivi presenti sul mercato ................................................................................ 7
7.2 I criteri specifici di sicurezza ........................................................................................ 7
7.3 Procedure operative.................................................................................................... 7
7.4 Formazione e addestramento ..................................................................................... 8
7.5 Costi ............................................................................................................................. 8
7.6 Priorità d’intervento .................................................................................................... 8
7.7 Efficacia dei dispositivi di sicurezza ............................................................................. 8
8. Le esperienze ................................................................................................... 9
8.1 Regione Emilia Romagna ............................................................................................. 9
8.2 A.O.U. San Martino di Genova .................................................................................... 9
8.3 Ospedale Sacra Famiglia di Erba ............................................................................... 10
Aghi cannula di sicurezza ....................................................................................................................... 11
Sostituzione penne pungi dito pluriuso con sistemi monouso. ............................................................. 11
Guanti anti taglio ................................................................................................................................... 12
Programmi di formazione ...................................................................................................................... 12
Programma di sorveglianza sanitaria ..................................................................................................... 12
8.4 Istituti Clinici Zucchi S.p.A. – Gruppo San Donato ..................................................... 13
Sede di Monza ....................................................................................................................................... 13
Documento Tecnico Operativo N. 5/2014
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8.5 Sede di Carate Brianza .............................................................................................. 14
9. L’attività odontoiatrica .................................................................................. 17
9.1 Attività Odontoiatrica presso strutture pubbliche e private .................................... 17
Aghi monouso ........................................................................................................................................ 18
Frese, dischi e puntali per strumenti rotanti e vibranti monouso e multiuso ....................................... 19
Strumentario per endodonzia................................................................................................................ 21
Matrici metalliche, strisce abrasive e cunei in legno e plastici .............................................................. 21
Lame da bisturi ...................................................................................................................................... 21
Strumentario e forbici chirurgiche ......................................................................................................... 22
10. Appendice ..................................................................................................... 23
Hanno collaborato alla redazione del presente documento: De Bartolomeis Francesco - RSPP e RSGSSL Ospedale Sacra Famiglia di Erba, RSPP e RSGSSL
delle RSA del Gruppo DS Care Italia S.p.A., Coordinatore del Gruppo tecnico Sanità di AIAS, membro del comitato sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri di Milano
Francesca Leonardi RSPP e responsabile SGSSL Istituti Clinici Zucchi S.p.A. - Gruppo Ospedaliero San
Donato Rossella Tosetto RSPP e Consulente esterno specializzato in Odontoiatria, Coordinatore del Gruppo
Tecnico Odontoiatria di AIAS
Documento Tecnico Operativo N. 5/2014
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0. Premessa
Il rischio biologico è uno dei principali rischi cui sono soggetti gli operatori del settore sanitario
e la causa più frequente del suo verificarsi è costituita dall’infortunio biologico a seguito di ferita
con aghi o strumenti taglienti contaminati con materiale biologico infetto. La conseguenza può
essere di contrarre una grave malattia cronica (epatite B, C o AIDS) che si configura come
malattia professionale con risvolti penali.
L’evoluzione tecnologica ha messo a disposizione un più aggiornato strumentario di sicurezza,
ma l’introduzione generalizzata è lenta in quanto comporta aggravi di costi significativi.
Recentemente questa problematica ha trovato specifica regolamentazione sia a livello
europeo (direttiva 2010/32/EU) che a livello italiano con l’introduzione nel d.lgs. 81/2008 Titolo
X-bis del “protezione dalle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario” che
contiene specifiche prescrizioni per il Datore di lavoro, sanzionate penalmente.
In particolare al Datore di Lavoro è richiesta l’effettuazione di un’attenta valutazione del
rischio e la definizione delle misure da mettere in atto e le relative priorità d’intervento.
1. Scopo e campo di applicazione
Il presente DTO ha lo scopo di fornire a tutti coloro che operano nel campo della sicurezza e
salute sul lavoro, professionisti o tecnici, figure di garanzia o comunque soggetti con
responsabilità in ambito aziendale (Datore di lavoro, RSPP, Direzione Sanitaria, Responsabili di
Unità Operativa) una serie d’informazioni pratiche che derivano dall’esperienza sul campo
maturata da professionisti che operano nelle strutture sanitarie (ospedali, residenze sanitarie,
ecc.) per una corretta ed efficace gestione di questo particolare aspetto del rischio di
contaminazione biologica.
Uno specifico capitolo del DTO è dedicato alle attività odontoiatriche che presentano
problematiche peculiari.
2. Termini e definizioni
Dispositivi medici taglienti: oggetti o strumenti necessari all'esercizio di attività specifiche nel
quadro delle prestazioni in area sanitaria, che possono tagliare, pungere o infettare. Gli oggetti
taglienti o acuminati sono considerati attrezzature di lavoro.
misure di prevenzione specifiche: misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione
d’infezioni nel quadro della prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività direttamente
connesse all'assistenza ospedaliera e sanitaria, incluso l'impiego di attrezzature ritenute
tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi medici
taglienti, quali i dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e di sicurezza, in
grado di proteggere le mani dell'operatore durante e al termine della procedura per la quale il
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dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare un’azione protettiva permanente nelle fasi di
raccolta e smaltimento definitivo.
NPDs: Needlestick Prevention Devices: dispositivi medici pungenti/taglienti dotati di
meccanismi di protezione.
HBV: virus epatite B
HCV: virus epatite C
HIV: virus immunodeficienza umana
Sieroconversione: il passaggio dallo stato di sieronegatività allo stato di sieropositività dovuto
ad esempio a puntura con un ago contaminato con sangue infetto.
SGSSL: Sistema di Gestione Salute e Sicurezza sul Lavoro
3. Riferimenti normativi
Normativa
D.Lgs. 81/2008 Titolo X-bis PROTEZIONE DALLE FERITE DA TAGLIO E DA PUNTA NEL
SETTORE OSPEDALIEROE SANITARIO
Direttiva 2010/32/EU: attua l’accordo quadro concluso da HOSPEEM (Associazione datori
di lavoro del settore ospedaliero e sanitario) e FSEPS (Federazione sindacale europea dei
servizi pubblici) in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punture nel settore
ospedaliero e sanitario, si pone gli obiettivi di garantire la massima sicurezza possibile
dell’ambiente di lavoro tramite la prevenzione delle ferite provocate da tutti i tipi di
dispositivi medici taglienti (aghi inclusi), migliorare le condizioni di lavoro e proteggere i
lavoratori a rischio.
Linee guida e buone prassi
Regione Emilia e Romagna - 2013- “Linee d’indirizzo e criteri d’uso dei dispositivi medici
con meccanismo di sicurezza per la prevenzione di ferite da taglio o da punta”.
Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova - 2013 - “Buona prassi
applicazione sistemi con aghi di sicurezza”.
4. Introduzione
L’esposizione occupazionale al rischio biologico a seguito di puntura accidentale è un
problema che riguarda le attività sanitarie e il rischio per gli operatori è di contrarre gravi
malattie croniche (HIV, HBV, HCV) con conseguente diagnosi di malattia professionale.
Si tratta di un rischio professionale, che coinvolge non solo i medici e gli infermieri, ma anche
il personale addetto ai servizi assistenziali e di supporto.
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Negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha messo a disposizione aghi sicuri che impediscono
che dopo l’uso l’ago possa ancora pungere, recando quindi un danno non solo agli operatori
sanitari ma anche al personale addetto alle pulizie, ad altri pazienti, visitatori ecc.
La UE ha affrontato questa problematica e ha emesso la direttiva 2010/32/UE rivolta alla
prevenzione delle ferite da taglio o da puntura nel settore sanitario. La direttiva richiede di:
Applicare le Precauzioni Standard relative al rischio infettivo;
Sviluppare, validare e introdurre pratiche operative più sicure;
Valutare, adottare e utilizzare i dispositivi di sicurezza (NPDs) messi a disposizione
dall’evoluzione tecnologica dopo adeguato un programma di addestramento al corretto
utilizzo;
Sensibilizzare, informare e formare gli operatori sanitari.
L’Italia ha trasposto le disposizioni di questa direttiva nella propria legislazione mediante il
d.lgs.19 febbraio 2014, n. 19 che ha introdotto il nuovo Titolo X-bis del D.lgs. 81/2008 entrato in
vigore in data 10 marzo 2014. Da tale data, pertanto, tutti i datori di lavoro sono tenuti a farsene
carico e ad adottare le necessarie misure organizzative e tecniche.
5. Le dimensioni del problema
Uno dei più frequenti infortuni in campo sanitario e anche uno dei più gravi per le possibili
conseguenze è costituito dalle punture accidentali da aghi. Esso è anche uno dei più
sottovalutati: infatti, molte punture accidentali non vengono registrate - sia in Italia che a
livello mondiale - in quanto generalmente non comportano la perdita di giornate lavorative,
ne deriva che i dati disponibili non rappresentano fedelmente l’estensione e la vera
dimensione del fenomeno.
Il numero di punture accidentali su base annuale è così stimato:
Europa > 650.000 (fonte Centro Europeo Malattie Infettive di Stoccolma);
Stati Uniti > 400.000 (fonte CDC Atalanta).
In Italia si stima che si verifichino annualmente 100.000 esposizioni percutanee (causate cioè
da punture accidentali provocate da aghi, o da altri dispositivi taglienti, contaminati con sangue).
Esse rappresentano l’infortunio occupazionale più frequente (41%).
Il rischio legato a questa tipologia d’infortuni è la trasmissione di agenti patogeni per via
ematica, in particolare connessa all’impiego di aghi nei canali venoso e arterioso.
L’OMS stima le seguenti percentuali di sieroconversione (contagio):
HIV: 2.5%
Epatite B e C: 40%
Nell’ultimo decennio in Italia:
L’infezione occupazionale da HBV è divenuta un evento raro grazie alla diffusione della
vaccinazione;
L’incidenza di epatite C acuta è risultata, invece, significativamente più alta negli operatori
sanitari (1,6 per 100.000 abitanti) rispetto alla popolazione generale (0,6 per 100.000),
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con un tasso di trasmissione per singola esposizione occupazionale (contagio verificatisi
durante l’attività lavorativa), compreso tra lo 0,5% e l’1,8%;
Le segnalazioni di casi d’infezione occupazionale da HIV sono diminuite, probabilmente
anche come effetto secondario positivo del trattamento dei pazienti e del ricorso alla
profilassi post-esposizione con antiretrovirali.
Si tratta pertanto di eventi avversi rari ma che hanno conseguenze importanti:
Situazioni di stress alle quali è sottoposto l’operatore sanitario nei successivi periodi di
controllo (almeno sei mesi dall’incidente);
Costi legati all’operatore infettato che magari per tale ragione deve cambiare
completamente lavoro;
Costi relativi al follow-up (800-1000 €)
Costi delle terapie in caso di sieroconversione (migliaia di €)
Costi legali e relativi alla denuncia di malattia professionale (alcuni milioni di €)
Una indagine condotta dall’Associazione italiana responsabili servizi prevenzione e protezione
ha rilevato che tra gli infortuni a rischio biologico:
Il 78,3 % è causato da punture accidentali e tagli, di cui il 50,9% da aghi cavi, il 27,4% da
aghi pieni e taglienti;
Il 21,7% da liquidi biologici.
6. Le disposizioni a carattere regolamentate / cogente (Titolo x-bis)
Le disposizioni del Titolo X-bis si applicano a tutela di tutti i lavoratori che operano, nei luoghi
di lavoro interessati da attività sanitarie, indipendentemente dalla forma contrattuale:
personale direttamente dipendente, liberi professionisti, lavoratori di cooperative, tirocinanti,
apprendisti, studenti che seguono corsi di formazione sanitaria, ecc.
Il mancato rispetto delle disposizioni è sanzionato penalmente.
Misure generali di tutela
Il datore di lavoro ha l'obbligo di garantire la salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare
deve:
Assicurare che il personale sanitario sia adeguatamente formato.
Adottare misure idonee a eliminare o contenere al massimo il rischio di ferite e infezioni
sul lavoro.
Creare condizioni tali da favorire la partecipazione attiva dei lavoratori e dei loro
rappresentanti all'elaborazione delle politiche globali di prevenzione.
Non supporre mai inesistente il rischio e applicare nell'adozione delle misure di
prevenzione un ordine di priorità rispondente ai principi generali dell'articolo 286-quater
del D.Lgs. 81/2008.
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Assicurare adeguate misure di sensibilizzazione attraverso un'azione comune di
coinvolgimento dei lavoratori e loro rappresentanti.
Promuovere la segnalazione degli infortuni, al fine di evidenziarne eventuali cause
sistemiche.
Valutazione dei rischi
Il datore di lavoro deve:
Analizzare tutte le situazioni di rischio che comportano ferite e contatto con sangue o
altro potenziale veicolo d’infezione;
Individuare le necessarie misure tecniche, organizzative e procedurali atte a eliminare o
diminuire i rischi professionali valutati, agendo su:
o Condizioni lavorative,
o Qualificazioni professionali
o Fattori psicosociali legati al lavoro
o Influenza dei fattori connessi con l'ambiente di lavoro.
Misure di prevenzione specifiche
Comprendono:
Utilizzo di contenitori sicuri per la manipolazione e lo smaltimento di dispositivi medici
taglienti,
Procedure efficaci di utilizzo e di eliminazione in sicurezza di dispositivi medici taglienti e
di rifiuti contaminati con sangue e materiali biologici.
Riduzione dell'uso di oggetti taglienti o acuminati ai soli casi in cui tale utilizzo non sia
strettamente necessario.
Adozione di dispositivi medici dotati di meccanismi di protezione e di sicurezza,
Divieto della pratica del re incappucciamento manuale degli aghi,
Sorveglianza sanitaria nei casi previsti,
Formazione in ordine all’uso corretto dei dispositivi medici taglienti dotati di meccanismi
di protezione e sicurezza,
Procedure per l’analisi degli infortuni occorsi.
7. I dispositivi di sicurezza
La qualità, l’efficacia e la sicurezza dell’azione diagnostico-terapeutica sul paziente non
debbano essere inficiate o ridotte dall’adozione dei NPDs, in quanto il benessere e la sicurezza
del paziente sono sempre gli obiettivi fondamentali da raggiungere nei percorsi clinico–
assistenziali. Per tale ragione gli operatori sanitari devono essere coinvolti attivamente nella
selezione e nella scelta dei NPDs dato che ne sono i principali utilizzatori.
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7.1 I dispositivi presenti sul mercato La linea guida della Regione Emilia e Romagna contiene delle utili tabelle che riportano le
caratteristiche dei singoli dispositivi di sicurezza prendendo come riferimento la Classificazione
Nazionale Dispositivi Medici (CND) del Ministero della Salute.
7.2 I criteri specifici di sicurezza La normativa pur fornendo una serie di definizioni non chiarisce cosa si debba intendere per
“dispositivo con meccanismo di protezione”.
La Regione Emilia-Romagna ha definito i seguenti criteri che recepiscono i criteri pubblicati
fissati da varie Agenzie Internazionali regolatorie:
Il dispositivo non deve in alcun modo compromettere la qualità della prestazione e la
sicurezza del paziente.
Il dispositivo deve essere affidabile, di uso facile e intuitivo.
Il meccanismo di protezione deve essere preferibilmente attivabile in modo automatico
(innesco attivo o passivo) e, comunque sia, con una sola mano.
Il dispositivo deve garantire che, durante l’uso, le mani dell’operatore si trovino sempre
dietro la parte acuminata/tagliente del dispositivo medesimo.
Il meccanismo di protezione deve creare una barriera efficace, permanente e irreversibile
tra la parte acuminata del dispositivo e l’operatore.
Il meccanismo di protezione non deve essere disattivabile e deve assicurare la sua
funzione protettiva anche durante e dopo lo smaltimento.
Il dispositivo deve essere dotato di un segnale (udibile e/o visibile) che consenta di
verificare l’avvenuta attivazione del meccanismo di protezione.
Il meccanismo di sicurezza deve fare parte integrante del dispositivo di sicurezza e non
può essere un accessorio distinto.
L’utilizzo del dispositivo non deve generare rischi addizionali per la sicurezza (es. rischio
di esposizione muco cutanea).
Il dispositivo deve essere facile da usare e richiedere variazioni minime rispetto alle
modalità tecniche tradizionali.
L’attivazione del meccanismo di protezione deve essere la più precoce possibile.
7.3 Procedure operative Le procedure operative devono tener conto della sicurezza dell’operatore oltre che di quella
del paziente. Le principali devono riguardare istruzioni per la:
Gestione di aghi e taglienti
Gestione infortunio biologico
Segnalazione dei quasi incidenti
Analisi degli infortuni biologici occorsi
Corretta esecuzione delle attività svolte dal personale addetto alle pulizie.
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7.4 Formazione e addestramento Tutti gli studi rilevano che è indispensabile il training degli operatori a rischio, sia che si
utilizzino dispositivi tradizionali sia che si utilizzino NPDs.
L’introduzione di NPDs abbinata a programmi di sensibilizzazione e formazione è molto
efficace in quanto coinvolge positivamente i lavoratori che percepiscono l’attenzione
dell’azienda sui rischi lavorativi.
7.5 Costi Applicare sistemi sicuri comporta nel nostro Paese un aumento dei costi, gli aghi costano di
più, ma questo è legato soprattutto alle leggi di mercato. Negli USA e in Germania, dove gli aghi
“non protetti” sono vietati, i nuovi aghi hanno lo stesso costo di quelli non sicuri.
L’esperienza dell’Ospedale San Martino di Genova, uno dei più grandi ospedali d’Europa, è
interessante in quanto il maggior costo di € 150.000 è inferiore ai costi relativi alla normale
gestione degli infortuni, senza che gli stessi comportassero sieroconversioni.
7.6 Priorità d’intervento L’utilizzo di dispositivi di sicurezza dovrà essere deciso in relazione ai risultati di una specifica
analisi del rischio che definisca le priorità in termini di ambiti a maggior rischio e di tipologie di
dispositivi, al fine realizzare, progressivamente, un miglioramento degli aspetti di sicurezza
compatibile con le risorse economiche disponibili.
Le aree a maggior rischio normalmente sono:
Blocco operatorio
Pronto soccorso
Terapia intensiva
Attività Odontoiatrica
Per quanto riguarda le tipologie di utilizzo a maggior rischio, in letteratura risulta che:
I dispositivi medici maggiormente responsabili d’infortuni sono gli aghi cavi, gli aghi da
sutura, le lame dei bisturi e le siringhe;
Maggiore è la quantità di sangue messa in gioco, maggiore è la possibilità di contagio.
7.7 Efficacia dei dispositivi di sicurezza In letteratura sono presenti diversi studi effettuati in Europa, Usa, Canada che concordano
nell’affermare che l’introduzione dei dispositivi di sicurezza consente di abbattere
drasticamente gli incidenti: mediamente ne viene riportata una riduzione pari al 75%.
L’adozione di NPDs, accompagnata da una appropriata e ripetuta azione d’informazione,
formazione e addestramento degli operatori sanitari, è efficace nel ridurre l’esposizione
occupazionale alle punture accidentali.
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8. Le esperienze
8.1 Regione Emilia Romagna La Regione Emilia Romagna nel 2013 ha emesso le “Linee d’indirizzo e criteri d’uso dei
dispositivi medici con meccanismo di sicurezza per la prevenzione di ferite da taglio o da punta”.
Si tratta di un interessante documento che riporta le seguenti conclusioni:
L’introduzione controllata e progressiva dei NPDs, tramite la definizione delle priorità per
le tipologie dei dispositivi e per gli ambiti assistenziali a maggior rischio, consente di
conciliare il miglioramento degli aspetti di sicurezza con le risorse economiche disponibili.
È necessario porre in atto specifici protocolli e prevedere un appropriato e mirato
percorso formativo.
L’uso dei NPDs deve essere monitorato nel tempo al fine di verificarne l’efficacia nella
riduzione del rischio.
Nelle linee d’indirizzo sono riportati i risultati dell’indagine effettuata nel 2013 coinvolgendo
gli ospedali pubblici della Regione.
I NPDs maggiormente diffusi nelle Aziende sono:
Aghi/set per prelievo sottovuoto
Aghi a farfalla,
Aghi cannula
Lancette pungi dito/pungi tallone
Dall’analisi dei costi complessivi relativi ai consumi per l’anno 2012 emerge che l’impiego dei
NPDs rappresenta attualmente a livello regionale il 14,4% delle quantità assorbendo il 30,6%
della spesa. Questo dato rimarca la necessità dell’introduzione controllata dei NPDs tramite la
definizione delle priorità per le tipologie dei dispositivi e per gli ambiti assistenziali a maggior
rischio per conciliare un miglioramento degli aspetti di sicurezza con le risorse economiche
disponibili.
Le procedure d’acquisto centralizzate relative alle strutture pubbliche permetteranno la
concorrenza tra i fornitori a beneficio dell’abbassamento dei costi.
8.2 A.O.U. San Martino di Genova Gli aghi di sicurezza sono stati introdotti a partire dal 2005.
L’adozione di aghi cannula di sicurezza ha dato risultati molto positivi sia per quanto riguarda
la sicurezza sia per le vene del paziente eliminando di fatto alcune cattive pratiche, come
l’entrata e uscita ripetuta con lo stesso ago. L’azione medica è identica ai sistemi non sicuri e il
dispositivo di protezione automatico viene attivato con una normale procedura clinica, senza
cioè interventi straordinari da parte dell’operatore.
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L’introduzione degli aghi protetti è stata effettuata attivando in parallelo un percorso
formativo di sensibilizzazione sul rischio biologico, in particolare quello derivante dal pericolo
delle punture accidentali e sull’impiego dei nuovi dispositivi, invitando gli operatori a dare
evidenza di tutti gli incidenti, anche quelli ritenuti, erroneamente, non significativi, e a utilizzare
le nuove misure di sicurezza. Sono stati formati oltre 1300 operatori sanitari tra medici e
infermieri partendo dai reparti di pronto soccorso, terapia intensiva e rianimazione e
coinvolgendo progressivamente tutti I dipartimenti ospedalieri.
Dall’inizio della campagna (2005) si è passati da un intervallo di dodici punture accidentali su
100.000 aghi usati a 0.4 con quelli di sicurezza.
Nel contempo l’attivazione della campagna di sensibilizzazione alla denuncia degli incidenti ha
portato nella prima fase a un aumento dei casi segnalati passando dalle sei segnalazioni a venti
dopo il percorso formativo attivato.
La Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza ha validato
il 25/9/2013 la buona prassi in materia di “Applicazione sistemi con aghi di sicurezza” attuata
dall'Azienda Ospedaliera Universitaria (A.O.U.) San Martino di Genova.
8.3 Ospedale Sacra Famiglia di Erba Nell’ospedale operano 420 lavoratori e di questi 360 sono potenzialmente soggetti al rischio
d’infortunio biologico.
L’analisi degli incidenti e quasi incidenti ha evidenziato quanto segue:
L’andamento degli infortuni biologici è in leggero calo negli ultimi anni e si attesta introno
a ventiquattro infortuni per anno che corrisponde al 6,6% degli addetti soggetti a questo
rischio.
Le figure professionali maggiormente soggette a incidenti sono gli infermieri (71%) e i
medici (12%).
Le unità operative più soggette a incidenti biologici sono il Blocco Operatorio e l’Unità di
terapia intensiva.
La modalità d’incidente prevalente è costituita dalle punture da ago (8/anno), seguono gli
strumenti chirurgici e i taglienti (4/anno), i liquidi biologici e i drenaggi (1- 2/anno.)
La Direzione sanitaria e il RSPP hanno analizzato il rischio relativo agli aghi e ai taglienti
coinvolgendo il farmacista e le coordinatrici dei reparti.
Sono stati identificati i dispositivi medici a maggior rischio:
Documento Tecnico Operativo N. 5/2014
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Ago cannula
Lancette pungi dito
E sono stati identificati i reparti a maggior rischio:
Pronto soccorso
Terapia intensiva
Blocchi operatori
Nel 2012 i dispositivi medici di sicurezza (ago cannula e lancetta pungi dito) sono stati
introdotti nei tre reparti a maggior rischio al fine di migliorare la sicurezza dell’operatore.
Nel 2013 l’utilizzo di questi dispositivi di sicurezza è stato esteso a tutte le Unità Operative.
E’ stata data la priorità ai dispositivi a maggior rischio, considerato che gli aghi di sicurezza allo
stato attuale del mercato comportano un aggravio sensibile di costi (quasi il doppio rispetto ai
dispositivi tradizionali).
Aghi cannula di sicurezza Questi aghi sono dotati di una clip che, quando vengono sfilati dalla cannula (che rimane in
vena), va a coprire la punta rendendola non più potenzialmente lesiva.
Sostituzione penne pungi dito pluriuso con sistemi monouso. Nel recente passato venivano utilizzate penne pungi dito pluriuso sulle quali s’innestavano
aghi monouso. Nonostante il tasto di espulsione dell’ago a fine uso, il sistema non era scevro da
rischi nel momento in cui l’operatore dimenticava di eliminare l’ago usato che rimaneva nella
penna e l’utilizzatore successivo rischiava di pungersi con l’ago contaminato.
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Sono stati sostituiti con sistemi a T completamente monouso.
Guanti anti taglio Per le attività del reparto sterilizzazione che espongono al rischio di tagli (attività di pulizia dei
ferri) sono stati adottati guanti antitaglio in kevlar da indossare sopra i guanti in vinile.
Programmi di formazione Il piano di formazione dell’Ospedale prevede un corso di quattro ore, rivolto al personale dei
reparti, che tratta il rischio chimico e biologico. Il corso è articolato come segue:
Rischio biologico
Dimensione del problema
Misure di prevenzione
Protocolli di sicurezza
Presidi e DPI
Illustrazione e dimostrazione dei dispositivi medici di sicurezza adottati
dall’ospedale.
Statistiche degli infortuni verificatisi in ospedale
Gestione dell’infortunio biologico
Rischio chimico
Disinfettanti e sanificanti utilizzati nei reparti.
Rischi e misure di prevenzione
Programma di sorveglianza sanitaria Il programma di sorveglianza sanitaria prevede la vaccinazione per l’epatite B.
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8.4 Istituti Clinici Zucchi S.p.A. – Gruppo San Donato Le due strutture ospedaliere hanno adottato i dispositivi Safety a partire dall’agosto 2010 con
l’introduzione degli aghi cannula e dei pungi dito e nel 2011 con l’introduzione degli aghi
butterfly.
La situazione infortunistica sulle due sedi può essere rappresentata da questi due grafici in cui
vengono divisi gli infortuni a rischio biologico (in Rosso) e gli infortuni non a rischio biologico (in
Blu).
Sede di Monza
Di cui
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VERDE: TAGLIO ROSSO: PUNTURA
AZZURRO: ESPOSIZIONE AD AGENTI (PELLE – CONGIUNTIVE – MUCOSE) VIOLA: ALTRO
8.5 Sede di Carate Brianza
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Di cui:
ROSSO: PUNTURA AZZURRO: ESPOSIZIONE AD AGENTI (PELLE – CONGIUNTIVE – MUCOSE)
L’esiguo numero d’infortuni non permette di estrapolare dati statistici affidabili ma si nota
tuttavia una tendenza alla diminuzione dell’evento infortunistico legato alle punture accidentali.
Nel corso di questi quattro anni d’introduzione dei due principali presidi safety (aghi cannula
e aghi butterfly) si sottolinea la presenza di due infortuni con ago cannula safety.
Dall’analisi delle cause profonde dei due eventi si evidenzia la possibilità di errore e
d’infortunio a cura dell’operatore nei frangenti di difficoltà nella manovra d’inserimento in vena
del mandrino e conseguente ritrazione del presidio che, se tolto senza metterlo prima in
sicurezza, può causare la puntura per dimenticanza da parte dell’operatore ormai abituato a
usare un dispositivo safety.
Nei corsi di formazione sul rischio biologico è stato pertanto inserito apposito rinforzo sul
corretto utilizzo dei presidi safety in situazione di emergenza e durante manovre di prelievo
difficoltoso.
Merita un approfondimento, la motivazione dell’introduzione presso questi presidi dell’ago
butterfly.
L’analisi degli eventi infortunistici ha permesso nel corso del 2011 di individuare quale altro
dispositivo particolarmente pericoloso, l’ago butterfly.
E’ proprio a seguito dell’analisi tramite RCA (Root Causes Analysis) che si è arrivati a
identificare la pericolosità del dispositivo nella caratteristica “coda” (cannula terminale con
raccordo). Tale raccordo in materiale termolabile, scaldandosi con il sangue, è portato a
effettuare movimenti spontanei per riportarsi alla forma originaria e arrotolata che aveva nella
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confezione di origine creando un effetto molla molto pericoloso se l’ago una volta utilizzato non
viene controllato dall’operatore e immediatamente smaltito.
Tale fenomeno “a molla” diventa tra l’altro molto pericoloso anche all’interno dei contenitori
rigidi Alibox perché tendenzialmente l’ago butterfly si posiziona con l’ago rivolto verso l’alto
causando un possibile pericolo in caso di smaltimento successivo.
Nel corso di questi tre anni è stato inoltre cambiato il modello passando da un sistema a
chiusura manuale a cappuccio (figura A) a un sistema semi-automatico interno al dispositivo
(figura B).
Tale cambiamento, reso possibile dall’avanzamento tecnologico che questi presidi stanno
avendo in pochissimo tempo, ha permesso una maggiore sicurezza:
Ha evitato definitivamente contaminazioni da spandimento durante la chiusura.
Ha eliminato la presenza delle dita dell’operatore nella prossimità dell’ago.
Figura A
Figura B
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Dall’analisi degli infortuni dovuti ad altri taglienti o pungenti si evidenziano quali altri presidi
da commutare in modelli safety i bisturi, che rispetto gli aghi da sutura o aghi da
somministrazione possono, come sottolineato in letteratura, veicolare gli agenti patogeni in
profondità con notevole trasporto di materiale contaminante.
Gli infortuni analizzati e causati da bisturi sono dovuti a gestione errata su campo sterile
(bisturi lasciato su tavolo servitore e mescolato ad altri presidi) o passaggio errato a ferrista.
Tali problematiche possono essere evitate con l’introduzione dei bisturi safety monouso con
lama a scomparsa che possono essere riposti sul tavolo servitore in posizione chiusa e nel
contempo essere riutilizzabili o passati in sicurezza al ferrista.
Attualmente sono in corso delle prove con diverse tipologie di bisturi safety (figure C).
Figura C
9. L’attività odontoiatrica
9.1 Attività Odontoiatrica presso strutture pubbliche e private L’uso di dispositivi pungenti e/o taglienti è fondamentale e imprescindibile nella pratica clinica
odontoiatrica, le prestazioni svolte all’interno del cavo orale del paziente, portano altresì alla
contaminazione di tutti questi dispositivi e al conseguente rischio biologico.
E’ intrinseco nella pratica clinica, il bisogno di tagliare (tessuti duri e molli), asportare, lucidare,
rimuovere calcificazioni (quali il tartaro), operare sui manufatti protesici; tutto questo viene
messo in atto attraverso un gran numero di attrezzi di lavoro che comportano il rischio di lesioni
percutanee, mucose o su cute lesa.
Le occasioni d’uso possono risultare:
Durante l’uso dei dispositivi (nel cavo orale del paziente o sui ripiani di lavoro)
Dopo l’uso e prima dello smaltimento (riordino per avvio a sterilizzazione)
Durante lo smaltimento
Da un dispositivo lasciato in luogo inappropriato.
Durante il re incappucciamento
Dopo lo smaltimento
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Nel corso delle attività di sanificazione, disinfezione e sterilizzazione
Dalla gestione dello strumentario sterile imbustato prima dell’uso (in questo caso è giusto
considerare il semplice infortunio senza rischio biologico, seppure queste lesioni possono
comunque esporre l’operatore a un maggior rischio di esposizione a rischio biologico in
quanto viene a mancare la soluzione di continuità della cute).
La dimensione e la gestione del problema in questo settore non possono essere limitate ai soli
aghi.
Si riporta un elenco non esaustivo in merito agli strumenti, dispositivi e attrezzi taglienti e/o
pungenti unitamente alle possibili misure di prevenzione e protezione adottabili per ridurre il
rischio:
Aghi monouso
Per anestesia in acciaio inossidabile, pre sterilizzati con attacco a vite (definiti anche filettati.):
In merito agli aghi per anestesia, esistono in commercio siringhe con dispositivi di
protezione che impediscono il re-incappucciamento al fine di diminuire il rischio al
termine della procedura; rimangono invariati i rischi per l’operatore durante
l’inoculazione a seguito di malpractice (utilizzo delle dita per scostare i tessuti molli
intraorali), dettati da movimenti bruschi del paziente, o nel passaferri tra 1° e 2°
operatore.
Un ulteriore rischio è dato dalla necessità clinica di somministrare l’anestetico in fasi
successive, ovvero a seguito di una prima somministrazione superficiale, rinforzare
l’anestesia nei tessuti più profondi o in fasi successive durante la prestazione, il che
comporta, l’impossibilità di rimuovere e smaltire immediatamente l’ago, che se non re-
incappucciato rimane sui vassoi di lavoro per tutta la prestazione con i relativi rischi.
Da citare l’uso di fiale in vetro contenenti l’anestetico che possono essere
pesantemente contaminate a seguito dell’aspirazione praticata durante l’inoculazione e
che possono, in seguito a cadute o manovre incongrue, rompersi e tagliare l’operatore.
Siringa odontoiatrica tradizionale
Sono in commercio sistemi che consentono di bruciare gli aghi prima dell’avvio a
smaltimento, i quali possono rivestire una qualche utilità solo nella fase di smaltimento
(quando si svita dal corpo siringa l’ago monouso utilizzato).
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Per iniezioni i.m., i.v. e intramucose: Le occasioni d’uso di questi dispositivi, le classiche
siringhe monouso, sono limitate alla somministrazione di farmaci nel post-operatorio (es:
antidolorifici, antibiotici, cortisone), nelle attività di primo soccorso, sia con
somministrazione intraorale, intramuscolo ed endovenosa.
Per l’attività in oggetto si tratta di casi sporadici per i quali è possibile adottare i
dispositivi sicuri disponibili per gli ospedali, seppure i cataloghi per odontoiatri e le
farmacie da cui si approvvigionano gli odontoiatri, ancora non ne pubblicizzino la vendita
e non ne tengano a magazzino, con conseguenti problemi di approvvigionamento e costi
relativi.
Per lavaggi parodontali e canalari: Nella pratica Odontoiatrica vengono abitualmente
effettuati lavaggi interni o esterni all’elemento dentale, per cui sono disponibili corpo
siringa e ago separati con sistema Luer Lock e aghi smussi (in queste procedure l’ago
smusso è assolutamente utilizzabile senza inficiare la qualità del lavoro).
Non tutti gli odontoiatri adottano questi sistemi in quanto i costi, rispetto alla siringa
ipodermica monouso sono oltre che triplicati.
Per suture: L’attività chirurgica è frequente e praticata nella quasi totalità degli studi
odontoiatrici, il ricorso alla sutura è indispensabile in Parodontologia, Implatologia,
Chirurgia orale e Patologia Orale, per i tessuti destinatari di sutura sono disponibili
molteplici tipologie e dimensioni d’ago e filo, nessuna delle quali ad ago smusso utilizzabili
per le prestazioni in oggetto.
Le uniche misure di protezione applicabili sono relative al maneggiamento degli stessi,
dalla presa allo smaltimento solo tramite portaaghi, pinzette o clemmer da parte di
operatori adeguatamente formati, riducendo al massimo il tempo di deposito degli stessi
sui vassoi con smaltimento precoce a fine sutura in contenitori rigidi.
Frese, dischi e puntali per strumenti rotanti e vibranti monouso e multiuso
Frese per turbine, micromotori e manipoli: Nella pratica odontoiatrica tagliare, limare,
lucidare tessuti duri (smalto, dentina, cemento radicolare, osso, tartaro), e molli (mucosa,
gengiva, ecc.), sono attività svolte da manipoli rotanti sui quali vengono montate frese
diamantate, in acciaio, in carburo di tungsteno, pietre, gommini, ecc.
Non è in alcun modo possibile schermare la sezione rotante, né apporre dispositivi di
sicurezza, di conseguenza, dall’uso alle fasi finali di sterilizzazione, le uniche misure
possibili sono procedurali, di formazione e addestramento degli operatori dentali.
I DPI per le mani non hanno capacità di tutela contro il taglio durante la prestazione
odontoiatrica, ma possono essere specifici durante le fasi di manipolazione nelle attività
di sterilizzazione.
Da non sottovalutare la protezione degli occhi, in quanto il rischio di rottura e proiezione
di parti di frese durante il lavoro o di schegge di materiali dentali (parti di dente, schegge
di metallo, resina, porcellana derivanti dai manufatti protesici tagliati).
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Le uniche accortezze per la manipolazione sono relative all’uso di vassoi chiusi dove
riporre le frese, tenendo presente che la parte tagliente è sempre rivolta verso l’alto e la
conseguente presa e riordino devono avvenire con pinzette tipo college.
Dischi: Utilizzati per le attività protesiche dentro e fuori il cavo orale, vanno incontro a
frattura e conseguente proiezione di sezioni verso l’operatore, hanno le medesime
limitazioni delle frese.
Vengono utilizzati su materiali potenzialmente infatti, di conseguenza, di nuovo
possono limitare il rischio solo azioni di formazione, addestramento mirate.
Punte per ultrasuoni e da endodonzia: Le punte per ultrasuoni hanno lo scopo di
rimuovere detriti di tartaro, cemento, e placca batterica dalle superfici dei denti e delle
radici, lavorando in ambito altamente contaminato posso facilmente bucare i guanti fino
a perforare i tessuti dell’operatore sia durante l’uso che la successiva sterilizzazione,
utilizzate anche in chirurgia e endodonzia.
Non schermabili, di piccole dimensioni presentano rischi durante la manipolazione.
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Strumentario per endodonzia
Strumentario manuale e meccanico (da montare su manipolo.): Si tratta di piccoli
strumenti manuali che hanno lo scopo di rimuovere nervo, vena, arteria e tessuto
dentinale, di diverse misure e fogge, appuntiti e taglienti per definizione.
Le uniche misure possibili tornano a essere quelle gestionali di formazione e
addestramento
Matrici metalliche, strisce abrasive e cunei in legno e plastici Usate da interporre negli spazi Inter prossimali dei denti per separarli e/o per limarli e
lucidarli, non altamente taglienti se usate correttamente.
Lame da bisturi Per definizione altamente taglienti, presentano rischi in particolar modo durante le
operazioni di smontaggio del portalame da effettuarsi con apposite pinze e dopo specifica
formazione.
Come per tutti gli strumenti, il rischio deve essere gestito anche quando gli strumenti
sono riposti sui vassoi di lavoro durante la prestazione.
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Strumentario e forbici chirurgiche La maggior parte degli strumenti manuali presentano rischi per gli operatori, date le loro
caratteristiche costruttive.
Le migliori misure di protezione possibili sono relative alla gestione degli stessi,
attraverso l’uso di kit chiusi e ordinati, almeno per le fasi di riordino, seppure vengano
maneggiati e puliti singolarmente, motivo per cui di nuovo si tratta di un rischio gestibile
tramite le buone pratiche, la formazione e l’addestramento del personale.
Ne elenchiamo alcuni: forbici, sonde, spreaders, curettes, scaler, tagliasmalto, coltelli
da chirurgia, leve, cucchiai alveolari ecc.
La trattazione sopra citata vuole evidenziare le numerose fonti di rischio da taglio e
punta nel settore odontoiatrico e ribadire come a livello valutativo, debbano essere prese
in considerazioni tutte le fonti di rischio.
Attualmente sono possibili solo limitati interventi in merito alle siringhe da anestesia,
che non sono tuttavia risolutivi, se non si affiancano a buone pratiche di settore.
Sono disponibili guanti a spessore differenziato, ma quelli antitaglio non sono utilizzabili
durante le prestazioni odontoiatriche per limiti di spessore e sensibilità per l’operatore,
ma limitatamente ad alcune operazioni di sterilizzazione e sanificazione.
Resta il problema dell’uso frequente di guanti e mascherine chirurgiche marcate come
DM (Dispositivi Medici) non DPI.
La formazione a tutto lo staff degli operatori dentali rimane la migliore arma contro
questo rischio, accanto alla capacità del Datore di Lavoro di sorvegliare e motivare, anche
con l’esempio, laddove possibile il rispetto delle buone prassi.
La sorveglianza sanitaria non è diffusa, soprattutto per la sottovalutazione storica del
rischio, anche dettata dalle associazioni di categoria, raramente questi infortuni sono
denunciati e raccolti sotto forma di near miss, abitualmente si procede con un
disinfettante e un cerotto.
In merito alla profilassi post-esposizione difficilmente si trovano procedure scritte e
applicate presso gli studi.
L’opera degli specialisti di sicurezza laddove chiamati ad un intervento consulenziale
deve essere di forte sensibilizzazione a questi rischi, soprattutto ora con le precise
indicazioni fornite dal Titolo X bis del D.Lgs. 81/08.
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Nell’elaborazione della valutazione dei rischi e delle misure di prevenzione e protezione,
nonché durante gli interventi formativi, dovranno essere esaminate le specificità del
settore al fine di diffondere una migliore cultura della sicurezza in odontoiatria.
10. Appendice
Siti di riferimento
Linee di indirizzo e criteri d’uso dei dispositivi medici con meccanismo di
sicurezza per la prevenzione di ferite da taglio o da punta
Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova - 2013 - “Buona
prassi applicazione sistemi con aghi di sicurezza” - nuove buone prassi