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di 5 1 ASSOCIAZIONE ITALIANA CHENG MAN CH’ING CENTRO TAI CHI CHUAN DI VIA ARIBERTO 3 MILANO www.centrotaichichuan.it email: [email protected] A A A l l l l l l e e e g g g a a a t t t o o o a a a l l l l l l a a a N N E E W W S S L L E E T T T T E E R R 9 9 - - 2 2 0 0 1 1 0 0 25 novembre 2010 RISPOSTE DATE DAI GRANDI MAESTRI (3) Dopo aver citato nelle due newsletter precedenti alcune delle risposte date da Chen Wei Ming (1881 - 1958), riportiamo alcune delle risposte date da Cheng Man Ching (1901 .1975) il fondatore dello stile che insegniamo nella nostra scuola. Questo grande Maestro è il personaggio che meglio ha incarnato le varie anime del Tai Chi Chuan. Giovane professore universitario di grande cultura, si avvicinò al Tai Chi Chuan per guarire da una grave malattia polmonare, diventando uno degli allievi preferiti di Yang Chen-fu, il fondatore dello stile Yang attualmente praticato. Di corporatura minuta e apparentemente debole, raggiunse capacità marziali di grandissimo rilievo ed acquisì la reputazione di “esperto delle cinque arti”, medicina, pittura, calligrafia, poesia, e tai chi chuan. Emigrato a Taiwan nel 1948, iniziò negli anni ’60 ad insegnare anche negli Stati Uniti ed aprì a New York una scuola che presto divenne famosa. Cheng Man Ching ha lasciato numerosi testi sul Tai Chi Chuan, uno dei quali - i “I Tredici Trattati” - è stato anche tradotto in Italiano. Domanda. Nel fare la forma, come si può verificare che si è rilassati? Risposta. Il rilassamento è un fatto oggettivo, accorgersene è un fatto soggettivo. Io direi che si è raggiunto un buon punto nel percorso del rilassamento quando si è capaci di eseguire una forma intera senza che fattori esterni influenzino la propria mente. Ma questo è soltanto il primo passo. Il secondo passo è riuscire a fare gli esercizi in modo da essere quasi esausti al loro completamento. Quando sentirai le tue spalle pesanti, saprai che ti stai avvicinando ad un reale rilassamento. Questo è il risultato di “nuotare nell’aria”. Domanda. I Classici dicono che il corpo deve essere così leggero che si deve sentire anche una piuma? Come si può conciliare questa leggerezza con il sentirsi esausti che deriva dall’esercitarsi contro una resistenza immaginaria? Risposta. Anche se sembra paradossale, non c’è contraddizione tra questi due principi. Si può naturalmente eseguire la forma per cinque minuti con leggerezza e velocità. Questo non aiuta però a raggiungere il rilassamento cercato. Eseguendo la forma lentamente e correttamente, e contro una resistenza immaginaria, ci si stanca, ma in un combattimento reale, il vostro corpo, liberato dalla resistenza creata dalla vostra mente, diventa incomparabilmente leggero, sensitivo, abile e veloce. Domanda. Voi rendete tutto facile. Dite che se la mente è “giusta”, e se il corpo è rilassato, si faranno progressi. Ma ci vogliono anche un duro lavoro, una pratica continua, degli sforzi persistenti? Risposta. Per raggiungere un livello superiore occorre certamente fare le cose che dici. Si deve lavorare duro e mai interrompere la pratica quotidiana (nota: ed essere sempre pronto ad imparare da se stessi e dagli altri) … Il Tai Chi Chuan richiede però che la sua pratica sia fatta tenendo bene a mente i suoi principi. Non è sufficiente riservare un’ora o due al giorno per eseguire esercizi; la pratica del Tai Chi Chuan deve essere eseguita correttamente, altrimenti è una perdita di tempo Domanda 2.5 Zhuang Tzu (cui è attribuita uno ei primi testi del primo taoismo) ha detto che un ubriaco si salva dagli incidenti poiché la sua anima è intatta. Se questo è vero, non sarebbe meglio diventare alcolisti invece che praticare il Tai Chi Chuan? Risposta. E’ vero: vuotare se stessi significa liberarsi dalla paura. Questo è il “wu wei” (non agire) taoista, che permetteva ad alcuni in Cina di accettare con calma il rogo o comunque gravi

RISPOSTE DATE DAI GRANDI MAESTRI (3)

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CHENG MAN CH’ING CENTRO TAI CHI CHUAN DI VIA ARIBERTO 3 MILANO

www.centrotaichichuan.it email: [email protected]

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25 novembre 2010

RISPOSTE DATE DAI GRANDI MAESTRI (3)

Dopo aver citato nelle due newsletter precedenti alcune delle risposte date da Chen Wei Ming

(1881 - 1958), riportiamo alcune delle risposte date da Cheng Man Ching (1901 .1975) il fondatore

dello stile che insegniamo nella nostra scuola. Questo grande Maestro è il personaggio che

meglio ha incarnato le varie anime del Tai Chi Chuan. Giovane professore universitario di grande

cultura, si avvicinò al Tai Chi Chuan per guarire da una grave malattia polmonare, diventando

uno degli allievi preferiti di Yang Chen-fu, il fondatore dello stile Yang attualmente praticato. Di

corporatura minuta e apparentemente debole, raggiunse capacità marziali di grandissimo rilievo

ed acquisì la reputazione di “esperto delle cinque arti”, medicina, pittura, calligrafia, poesia, e tai

chi chuan. Emigrato a Taiwan nel 1948, iniziò negli anni ’60 ad insegnare anche negli Stati Uniti ed

aprì a New York una scuola che presto divenne famosa. Cheng Man Ching ha lasciato numerosi

testi sul Tai Chi Chuan, uno dei quali - i “I Tredici Trattati” - è stato anche tradotto in Italiano. Domanda. Nel fare la forma, come si può verificare che si è rilassati?

Risposta. Il rilassamento è un fatto oggettivo, accorgersene è un fatto soggettivo. Io direi che si è raggiunto un buon punto nel percorso del rilassamento quando si è capaci di eseguire una forma intera senza che fattori esterni influenzino la propria mente.

Ma questo è soltanto il primo passo. Il secondo passo è riuscire a fare gli esercizi in modo da essere quasi esausti al loro completamento. Quando sentirai le tue spalle pesanti, saprai che ti stai avvicinando ad un reale rilassamento. Questo è il risultato di “nuotare nell’aria”. Domanda. I Classici dicono che il corpo deve essere così leggero che si deve sentire anche una piuma? Come si può conciliare questa leggerezza con il sentirsi esausti che deriva dall’esercitarsi contro una resistenza immaginaria? Risposta. Anche se sembra paradossale, non c’è contraddizione tra questi due principi. Si può naturalmente eseguire la forma per cinque minuti con leggerezza e velocità. Questo non aiuta però a raggiungere il rilassamento cercato. Eseguendo la forma lentamente e correttamente, e contro una resistenza immaginaria, ci si stanca, ma in un combattimento reale, il vostro corpo, liberato dalla resistenza creata dalla vostra mente, diventa incomparabilmente leggero, sensitivo, abile e veloce. Domanda. Voi rendete tutto facile. Dite che se la mente è “giusta”, e se il corpo è rilassato, si faranno progressi. Ma ci vogliono anche un duro lavoro, una pratica continua, degli sforzi persistenti? Risposta. Per raggiungere un livello superiore occorre certamente fare le cose che dici. Si deve lavorare duro e mai interrompere la pratica quotidiana (nota: ed essere sempre pronto ad

imparare da se stessi e dagli altri) … Il Tai Chi Chuan richiede però che la sua pratica sia fatta tenendo bene a mente i suoi principi. Non è sufficiente riservare un’ora o due al giorno per eseguire esercizi; la pratica del Tai Chi Chuan deve essere eseguita correttamente, altrimenti è una perdita di tempo

Domanda 2.5 Zhuang Tzu (cui è attribuita uno ei primi testi del primo taoismo) ha detto che un ubriaco si salva dagli incidenti poiché la sua anima è intatta. Se questo è vero, non sarebbe meglio diventare alcolisti invece che praticare il Tai Chi Chuan? Risposta. E’ vero: vuotare se stessi significa liberarsi dalla paura. Questo è il “wu wei” (non agire) taoista, che permetteva ad alcuni in Cina di accettare con calma il rogo o comunque gravi

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pericoli. Un ubriaco ha un corpo rilassato e sarà sempre capace di raggiungere la sua casa. Il Tai Chi Chuan dà anche una continua ed intensa capacità di comprendere quello che succede intorno a noi (nota: e fa anche bene alla salute!). Domanda. In numerose arti marziali, alcuni studenti hanno superato l’abilità dei loro Maestri. Allora, perché nessuno dei vostri allievi raggiunge la vostra abilità? Quale è il vostro segreto?

Risposta. Hai ragione, c’è un segreto, ma è così semplice che nessuno ci crede davvero. Per essere capito esso richiede che si creda, che si abbia fede; altrimenti non sarà rivelato. Il segreto è semplicemente questo: devi rilassare il tuo corpo e la tua mente in modo totale. Nelle applicazioni, per conservare questo stato devi essere preparato ad accettare la sconfitta ripetutamente e per un lungo periodo. In breve, devi investire nella sconfitta, altrimenti non raggiungerai mai un vero “relax”, e perciò non avrai mai successo. Io sono arrivato al mio stato attuale, perché ho cacciato via il mio orgoglio ed ho creduto alle parole del mio maestro. Ho rilassato il mio corpo e vuotato la mente … Inizialmente, questo mi ha condotto a perdere numerose volte.. Ma io ho insistito. Ho seguito le istruzioni del mio maestro prestando attenzione soltanto al mio “ch’i”. Nella sconfitta ho dimenticato ansietà, orgoglio, il mio ego. Gradualmente, la mia tecnica è migliorata. Allora, e soltanto allora, le mie risposte sono migliorate così da neutralizzare e contrattaccare in un solo momento. I miei studenti non credono in questo percorso, o, se ci credono, non lo seguono con sufficiente volontà.

INDIETREGGIARE RUOTANDO di Isabella Streicher

(nota ripresa dalla newsletter 2-2005 del 3 giugno 2005)

So che in un incontro sono rigida, mi muovo male e soprattutto non ruoto. Mi dimentico dei principi, la sfera, la radice … Ma una volta nella vita ho ruotato, una volta che serviva sul serio.

Immaginatevi una fermata del pullman davanti alle strisce pedonali. Il pullman è fermo, le persone scendono. Le macchine dell’altra corsia sono ferme e aspettano che io attraversi la strada. Io sono all’ ultimo mese di gravidanza, quindi tonda. Sto oltrepassando il pullman quando in una frazione di secondo succedono più cose contemporaneamente. Il viso dell’autista nella macchina della corsia opposta s’impietrisce, un motorino che sorpassa a piena velocità il pullman e che ovviamente non può vedermi, mi urta la pancia. Io mi fermo nel passo, ruoto indietro, tocco con le mani per terra e poi, come una molla mi raddrizzo di nuovo. A pochi metri da me il motorino è scivolato e caduto e quasi vado ad aiutarlo, ma il ragazzo si tira su da solo. Per un attimo la scena si blocca per lo spavento generale, poi la vita riprende.

Nella mia mente un unico pensiero: Ho ruotato, cavolo, ho davvero ruotato.

Ancora oggi sento la grande forza nel piede dietro che ha ammortizzato il colpo e che poi mi ha fatto scattare in piedi di nuovo. C’erano tutti i principi, soprattutto la sfera e la radice, il collasso e il risveglio fulmineo, la mente limpida e il corpo agile e flessibile. Con una semplice rotazione ho neutralizzato un “attacco” pericoloso e portato a terra l’avversario, anzi si è fatto male da solo.

La ragione perché ho potuto reagire così sta sicuramente nell’ allenamento costante, ma anche perché Laura ci martella nella testa i principi di cedere, di ruotare, di creare il vuoto, di radicare. Temo che continuerò ancora per un bel pò a non ruotare negli incontri, ma so cosa vuol dire e un giorno ci riuscirò.

Nota della Redazione. Il racconto di Isabella si riferisce ad una circostanza drammatica. Per

fortuna, gli effetti della pratica del Tai Chi Chuan possono aversi anche per quanto riguarda la

nostra vita di ogni giorno. Scriveteci a mailto:[email protected] raccontandoci gli effetti

del Tai Chi Chuan che avvertite per quanto riguarda la vostra forma fisica ed i vostri atteggiamenti

(anche in modo negativo, se questo è il caso), e partecipate così ad una sorta di forum su questo

importante argomento. Non vi preoccupate della forma, e scriveteci note anche molto brevi

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SULLA TERZA POSTURA DELLA FORMA: “GUARDIA A SINISTRA”

La prima postura della forma - “Preparazione”, analizzata nella newsletter 7-2010 - ci ha portato a raggiungere condizioni che dovranno essere mantenute per tutta la esecuzione della forma, e che perciò è opportuno ricordare, anche perché sono spesso dimenticate:

� corpo privo di tensioni e di rigidità, disposto perpendicolarmente alla terra, con il torace leggermente incavato, i piedi posti ad una distanza tra loro pari all’ampiezza delle spalle, il coccige allineato con la spina dorsale, la lingua poggiata sul palato superiore;

� respirazione lenta e profonda; � mente unita al proprio corpo, concentrata sull’esercizio che stiamo eseguendo e liberata

da altri pensieri.

Se abbiamo raggiunto questo stato siamo pronti a far parte di una realtà “Tai Chi”, nella quale le due polarità Yin e Yang si avvicendano con continuità e senza contrasti, ed a seguire in modo armonico i suoi cambiamenti.

La seconda postura - “Inizio” - analizzata nella newsletter precedente, 8-2010 - ci ha fatto,entrare in relazione con questa realtà. Questo è avvenuto sia in modo simbolico - vedi riquadro - alzando le braccia all’altezza delle spalle, verso il Cielo (“Yang”, espansivo, luminoso), mentre i piedi restano in contatto con la Terra (Yin, oscuro, ricettivo), sia ricercando una visione attenta ma distaccata del mondo che ci circonda oltre che di noi stessi. Abbiamo anche sperimentato il controllo mentale di tutte le parti del nostro corpo e dei loro movimenti, affidando mentalmente al bacino un ruolo centrale di guida e “trascinamento”.

La terza postura - “Guardia a sinistra” - sviluppa ulteriormente questi principi e ne introduce degli altri, estremamente importanti per il Tai Chi Chuan. In questa postura si dà infatti inizio alle interazioni con una parte virtuale della realtà che ci circonda, un avversario “ombra”, che si suppone interagisca con noi alla stessa velocità con la quale eseguiamo la “forma”.

La “forma” risulta così un repertorio di azioni marziali simulate, composte da una grande varietà di movimenti coordinati che esercitano tutte le parti del corpo e tutte le articolazioni. Poiché questi movimenti sono eseguiti in conformità ai principi del Tai Chi Chuan - sequenza continua di mutamenti, controllo mentale dei flussi di energia interna, assenza di strappi e di rigidità, respirazione lenta e profonda, calma e concentrazione - la loro esecuzione è estremamente utile per sviluppare la capacità di controllo del corpo e per accrescere vitalità ed elasticità. sia del corpo sia della mente. Chi pratica la “forma” ne trae perciò grandi vantaggi, anche se non è in alcun modo interessato agli aspetti marziali del Tai Chi Chuan.

Generalmente nelle scuole di Tai Chi Chuan, ed in particolare nella nostra, i significati marziali delle posture sono indicati soltanto in alcune occasioni. Una ragione è che la gran parte dei nostri Soci non ha alcun interesse per le azioni marziali. Inoltre Immaginare le azioni dell’avversario cui si risponde con l’esecuzione delle posture della forma può essere utile per una pratica completa ed intensa, ma è conveniente soltanto quando si conosce la forma molto bene, avendo imparato ad applicare istintivamente e senza errori sistematici i principi e le regole di esecuzione. Se non si è raggiunto questo livello, tenere conto anche delle interazioni con un avversario ombra renderebbe l’apprendimento eccessivamente complesso e difficoltoso. Nell’esecuzione della forma è comunque richiesto di sentirci parte della realtà che ci circonda e di non restare chiusi

dal “Tao del Tai Chi Chuan”

di Jou Tsung Hwa

Essere umano in una condizione

“Tai Chi”

Cielo Yang, luminoso,

espansivo

Terra Yin, oscuro,

ricettivo

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in noi stessi. Una regola importante è guardare in avanti e “lontano” come se si volesse percepire i mutamenti di tutto ciò che è intorno a noi. Cheng Man Ch’ing raccomanda anche di “sentire” l’incontro delle parti del corpo con l’aria nella quale le muoviamo, come se si “nuotasse nell’aria”.

Torniamo alla postura “Guardia a sinistra”. Essa fa parte di una sequenza chiamata “prendi la coda del passero” composta dalle seguenti posture, che sono impiegate nello “spingi con le mani”: n. 3 “Guardia a sinistra”; n. 4 “Guardia a destra”; n. 5 “Indietreggiare ruotando”; n. 6 “Premere”; n. 7 “Spingere”. Secondo Cheng Man Ching questa sequenza ricorda un’antica danza cinese chiamata “prendere la coda del bue”.

“Guardia a sinistra” è a suo volta composta da due successive azioni di difesa, eseguite nei confronti di un “avversario” posto frontalmente rispetto a noi, ad una distanza pari all’incirca alla lunghezza delle braccia. Esaminiamole brevemente soltanto per dare un esempio dei criteri che hanno condotto alla definizione della “forma”. ,

La prima azione è la difesa nei confronti di un pugno dato dall’avversario con il suo braccio destro verso la parte destra del mio busto. Dopo aver caricato tutto il peso sul piede sinistro piegando almeno un poco il ginocchio, ruotiamo a destra una parte del corpo mantenendo ferma e profondamente radicata sul terreno la gamba sinistra. La rotazione è comandata dal bacino: il piede destro si dispone a 90o gradi rispetto al piede sinistro facendo perno sul tallone, la mano destra si alza a livello delle ascelle mantenendo la spalla rilassata ed entra in contatto con l’esterno dell’avambraccio dell’avversario, la sinistra si porta all’altezza dell’addome.

L’attacco dell’avversario può essere neutralizzato per l’effetto combinato della rotazione del mio busto e della deviazione del suo braccio eseguita con la mia mano destra. Se i tempi della mia azione sono giusti e se l’avversario non si avvede della trappola che gli ho teso, il suo attacco cade nel vuoto, egli perde il suo equilibrio centrale ed io posso esercitare nei suoi confronti un’azione di attacco, spingendolo via o tirando il suo braccio destro verso il basso. Nella tradizione del Tai Chi Chuan questo tipo di difesa è indicato con l’espressione “vincere con una forza di quattro once una di mille libbre”. Si usava anche l’espressione “energia del vecchio toro” perche somiglia alla possibilità di controllare un toro con una corda legata alle sue narici. La rotazione del corpo è la stessa che Isabella indica nella sua nota con il termine “indietreggiare ruotando”.

Un punto importante è definire regole generali di esecuzione. Si ricorda che nella postura precedente (2 ”Inizio”) si sperimenta l’applicazione dei seguenti principi del Tai Chi Chuan.

1. Postura priva di rigidità e di impedimenti alla libera circolazione delle energie.

2. Concentrazione sull’esercizio che si sta eseguendo liberandosi da altri pensieri.

3. Consapevolezza di se stessi e guida mentale dei flussi di energia interna e dei movimenti di tutte le parti del corpo, a partire dal “tan tien” (dal bacino), ponendo anche attenzione all’ambiente che ci circonda.

La parte della postura “Guardia a sinistra” prima descritta richiede l’applicazione di altre regole fondamentali di esecuzione della “forma”, che possono essere così indicate.

4. “Spostamento del peso” che corrisponde al creare all’interno del corpo due parti simmetriche: una “sostanziale”, pesante e radicata sul terreno, e l’altra “insostanziale” leggera e agile. Questa tecnica permette di eseguire agevolmente e senza dannose tensioni le rotazioni tipiche del Tai Chi Chuan conservando il proprio equilibrio centrale.

5. Creazione di una forza elastica nella parte “sostanziale” del corpo, ottenuta flettendo la gamba di appoggio. Il flusso di questa forza che può essere impiegata in una successiva azione di attacco aumenta l’elasticità del corpo e fortifica i muscoli delle gambe.

6. Coordinamento dei movimenti delle parti del corpo che si debbono muovere insieme, “trascinate ” dal bacino, senza discontinuità che interromperebbero i flussi di energia.

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Proseguiamo nell’analisi della postura trattando della sua seconda parte. L’ipotesi che è stata fatta nel definire la forma è che il mio avversario avverta in tempo la trappola che gli sto tendendo, fermi il suo attacco con il braccio destro e ne esegua un altro con il suo braccio sinistro

verso la parte sinistra del mio torace. Se intuisco in tempo la sua intenzione, eseguo in successione le seguenti azioni:

• sposto il peso sul piede destro alzando la pianta del piede sinistro che continua a toccare il suolo con le dita;

• faccio un passo in avanti con il piede sinistro iniziando a toccare il suolo con il tallone;

• sposto il 70% del peso sul piede sinistro piegando il ginocchio, ruoto il busto verso sinistra, alzo la mano sinistra all’altezza del torace toccando l’avambraccio sinistro dell’avversario con il mio polso per controllare il suo braccio, spinto in avanti dal piede destro sul quale grava il 30% del mio peso, e porto la mano destra in basso per bilanciare il mio braccio sinistro;

• ruoto a sinistra il piede destro sul tallone portandolo a 45° gradi rispetto al mio piede sinistro.

Analogamente alla prima parte della postura, l’azione di difesa è il risultato della rotazione dl torace e del controllo con una mano del braccio dell’avversario. Se si possiede un sufficiente livello di addestramento, queste azioni, apparentemente macchinose, possono essere eseguite con grande rapidità reagendo in modo istintivo appena la intenzione dell’avversario è interpretata.

La rapidità e la continuità di transizione tra la prima azione di difesa - ruotare indietro - e la seconda - riportare il torace nella posizione iniziale e fare un passo in avanti anche se di piccola ampiezza data la ridotta distanza dall’avversario - richiede l’applicazione del seguente principio, che si deve applicare in tutte le transizioni richieste dall’esecuzione della forma.

7. “Continuità dei cambiamenti”. Tra due azioni successive non debbono esistere pause e

discontinuità. ed i cambi di direzione delle braccia debbono avvenire con una movimento circolare, sia pur minimo, che nelle versioni in inglese dei testi di Cheng Man Ching è chiamato “swing”. La intenzione del cambiamento deve essere presente nella mente in anticipo rispetto alla sua esecuzione fisica. Come è stato detto: “prima nella mente, poi nel corpo”. Questa continuità è rappresentata nel diagramma “Tai Chi” da un piccolo cerchio scuro (yin) presente nella parte chiara (yang), e viceversa. I classici del Tai Chi Chuan dicono: “avanzare (yang) è anche indietreggiare (yin); indietreggiare (yin) è anche avanzare (yang). Prepararsi in tempo al prossimo inevitabile cambiamento è un’indicazione sulla cui utilità è opportuno riflettere anche per la nostra vita di ogni giorno.

Le regole di esecuzione che abbiamo indicato descrivendo anche se in modo non completo le due azioni di difesa che compongono la postura “Guardia a sinistra” debbono essere applicate nell’esecuzione di tutte le posture della forma, anche se non si è interessati agli aspetti marziali del Tai Chi Chuan.

Allegato alla Newsletter dell’Associazione Italiana Cheng Man Ch’ing - 9/2010

Cheng Man Ching nella

posizione finale della

“Guardia a sinistra”