Rivista Araldi del Vangelo 151 201511

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  • 7/24/2019 Rivista Araldi del Vangelo 151 201511

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    Numero 151

    Novembre 2015

    Associazione Madonna di Fatima

    Lindignazione

    del Divino Maestro

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    Grande paceper chi ama

    la legge di Dio

    DarioIallorenzi

    giusto che la beatitudine della visione

    di Dio venga promessa ai puri di cuore.

    Locchio ottenebrato infatti non potrebbe

    sostenere lo splendore della vera luce: ci che

    former la delizia per le anime pure, sar causa

    di tormento per quelle macchiate dal peccato.

    Evitiamo dunque loscura caligine delle vanit

    terrene, e gli occhi dellanima si lavino da ognisozzura di peccato, perch il nostro sguardo

    limpido possa pascersi della sublime visione di

    Dio.

    Proprio perch ci adoperassimo a meritare

    questa visione il Signore disse: Beati gli

    operatori di pace, perch saranno chiamati

    gli di Dio (Mt 5, 9). Questa beatitudine,

    fratelli, non si riferisce ad una qualsiasi intesa

    o accordo, ma a quello di cui parla lApostolo:

    Abbiate pace con Dio (cfr. Rm 5, 1), e di cui il

    profeta dice: Grande pace per chi ama la tua

    legge, nel suo cammino non trova inciampo

    (Sal 118, 165).

    Non possono pretendere di possedere questa

    pace n i vincoli pi stretti di amicizia, n la

    somiglianza pi perfetta di carattere se non sono

    in armonia con la volont di Dio. Fuori di questa

    sublime pace troviamo soltanto connivenze e

    associazioni a delinquere, alleanze malvage e i

    patti del vizio. Lamore del mondo empio non

    si concilia con quello di Dio. Colui che non si

    distacca dalla generazione secondo la carne non

    arriva a far parte della comunit dei gli di Dio.

    Coloro invece che hanno la mente ssa in Dio,

    cercando di conservare lunit dello spirito, per

    mezzo del vincolo della pace (Ef 4, 3), non si

    Incontro di San Leone Magno con AttilaCattedrale di Lujn (Argentina)

    discostano mai dalla legge eterna. Essi dicono

    con sincera fede la preghiera: Sia fatta la tua

    volont come in Cielo cos in terra (Mt 6, 10).

    Questi sono gli operatori di pace, questi sono

    veramente unanimi e santamente concordi,

    degni di essere chiamati in eterno gli di Dio e

    coeredi di Cristo (Rm 8, 17). Infatti lamore di

    Dio e lamore del prossimo li render meritevoli

    del grande premio. Non sentiranno pi nessuna

    avversit, non temeranno pi ostacoli o insidie,

    ma, terminata la lotta e tutte le tribolazioni,

    riposeranno nella pi tranquilla pace di Dio. Per il

    Signore nostro, che con il Padre e lo Spirito Santo

    vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    San Leone Magno.Sulle Beatitudini,

    Sermone 95, 8-9

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    Re effettivo di tutta

    la creazione

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

    La parola dei Pastori Coraggio, non temete!

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38

    accaduto nellaChiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

    Storia per bambini... La ricompensadellanacoreta

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

    Combattivit econtemplazione

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    Lei sapeva...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28

    Intervista con Suor AnnaLaura Forastieri, OCSO Dottrina per i nostri

    giorni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35

    SantAlberto Magno Conoscere per santificaree santificarsi

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    Commento al Vangelo Signore, purifica questotempio!

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

    La voce del Papa La dottrina morale cristiana

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    Lira, virt cristiana? (Editoriale) . . . . . . . . .5

    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    SommariO

    Periodico dellAssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    Anno XVII, numero 151, Novembre 2015

    Direttore responsabile:Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione:Fra Guy Gabriel de Ridder, EP,

    Suor Juliane Vasconcelos A. Campos, EP,Diac. Luis Alberto Blanco Corts, EP,Suor Mariana Morazzani Arriz, EP,

    Severiano Antonio de Oliveira

    Traduzione: Antonietta Tessaro

    Amministrazione:Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE)CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12

    Poste italiane, s.p.a Spedizionein Abbonamento Postale - D.L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE PD

    Contiene I.R.

    www.araldi.orgwww.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazionePrivata Internazionale di Fedeli

    di Diritto Pontificio

    ARALDIDELVANGELOPiazza in Piscinula, 40

    00153 RomaTel. sede operativa

    a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio:Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura:MODERNA s.r.l.

    Via Antonio de Curtis, 12/A35020 Due Carrare (PD)

    Gli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii

    copia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati di responsabilit dei rispettivi autori.

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    4 Araldi del VangeloNovembre 2015

    SCRIVONOILETTORI

    APPROFONDIREINGRUPPO

    LALETTURADELLAPAROLA

    Da alcuni anni sono entrata incontatto con voi, quando avete por-tato a Montecchio una magnificastatua della Vergine di Fatima, e hochiesto di ricevere la vostra Rivista,che apprezzo molto.

    Mi piace leccellenza della sua

    forma, nel nostro mondo sciatto espesso ordinario, ci offre momentidi grande gioia interiore, predispo-nendoci positivamente alla lettura.Il contenuto, a sua volta, molto in-teressante e profondo. Ho anche ri-cevuto, e ringrazio, tre volumi del-la stupenda collezione Linedito suiVangeli.

    Faccio parte dellAssociazio-ne Koinonia Giovanni Battista.Una delle sue attivit importanti la Casa di Preghiera, dove per-sone come me evangelizzano conla lettura di gruppo della Parola.Desidero quindi r ingraziarvi per-ch la lettura dei libri e della Ri-vista mi a iuta molto ad andare pia fondo nella comprensione delVangelo.

    Letizia L .

    Montecchio TR

    DATADINASCITADISANVINCENZODE PAOLI

    molto importante conoscere ledate commemorative dei nostri San-ti, di coloro che si sono dedicati al-la pratica della carit e hanno datotestimonianza, in modo concreto, diessere veri cristiani; molti hanno an-che donato le loro vite, con il marti-

    rio in nome di Nostro Signore Ge-s Cristo.

    Nella rivista Araldi del Vangelodi settembre 2015, alla pagina 22, sitrova ben spiegata, pur in una bre-ve sintesi, la vita di San Vincenzo dePaoli, scritta da Suor Isabel CristinaLins Brando Veas, EP. Tuttavia, leicita la nascita del santo come avve-nuta il 24 aprile 1581.

    Ci sono alcune controversie ri-guardo questa data, come ho nota-to nel Calendario Sacro Cuore diGes, dellEditrice Vozes, di alcu-ni anni addietro, in cui risulta lan-

    no 1580. Sosterr la data del 1576 ene spiego il motivo: sono vicentinoda molto tempo e quando sono statoaccettato nella confraternita, la pri-ma cosa che mi venuta in mente stata quella di conoscere la storia diquesto grande Santo.

    Ho acquistato un libro della col-lezione Anime dei Santi sulla suavita, scritto da Don Thomas deSaint-Laurent, secondo il quale ilgiorno della nascita del Santo il

    24 aprile 1576; la stessa data ci-tata nel giornaleLOperaio Cattoli-co Metropolitano, nella colonna vi-centina; ho anche come parame-tro la biografia scritta da Don Gio-vanni Battista Lehmann, nella suaopera Nella Luce Perpetua. Sperodi aver contribuito a chiarire que-sto dato della vita di San Vincen-zo de Paoli.

    Jos A. B. P.

    Jundia Brasile

    Nota della Redazione: Come ilnostro lettore osserva giustamen-te, la data di nascita di San Vincen-zo de Paoli non pu essere stabili-ta con certezza. Stando cos le co-se, lautrice dellarticolo ha optatodi seguire Papa San Giovanni Pa-olo II che, in una lettera al supe-riore dei Lazaristi, afferma che lui

    nacque il 24 aprile 1581, nel vil-laggio di Pouy, a Landes (Lette-ra in occasione del 400 anniversa-rio della nascita di San Vincenzo dePaoli, del 12/5/1981).

    AUSILIOPERUNADOLESCENTE

    AUTISTICA

    Risiedo in Francia e vi scrivo persapere se potete fare la gentilezza diinviarmi una copia in italiano del-la rivistaAraldi del Vangelo. Deside-ro offrirla a mia figlia Nadia, adole-scente di 16 anni, autistica, che ha

    un enorme interesse per la vita deiSanti e per la devozione alla Madon-na di Fatima. Questo la farebbe ve-ramente felice.

    Cristina O.

    Montreuil Francia

    STORIEREALIOINVENTATE?

    Mi piace molto questa Rivista,le cui immagini sono molto belle.

    E i suoi insegnamenti anche! Mipiace leggere la Storia per bambi-ni.. . o adulti pieni di fede?Sono pe-r curioso di sapere da dove sonotratte queste storie: sono vere o in-ventate?

    Muhmad N. K .

    Belo Horizonte Brasile

    Nota della Redazione: Le storiepubblicate in questa sezione sono

    frutto dellimmaginazione degli au-tori, in genere giovani studenti di cuicerchiamo di stimolare le doti let-terarie. Molte di queste storie sonoispirate, naturalmente, da raccontie leggende tradizionali, ma si esigesempre dallautore uno svolgimen-to originale dellargomento, crean-do personaggi, intrecci e situazioniinedite.

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    Numero151

    Novembre20

    15

    PosteItalianeSpaSpedizioneinAbbonamentoPostaleD.L.

    353/2003(conv.

    inL.

    27/02/2004n.

    46)art.1

    comma1-NE/PD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria,

    StelladellaNuovaEvangelizzazione

    AssociazioneMad

    onnadiFatima

    Lindignazione

    delDivinoMae

    stro

    A

    Novembre 2015Araldi del Vangelo 5

    Editoriale

    LIRA, VIRTCRISTIANA?

    udace e ardente, lamore umano una passione forte come la morte(Ct 8, 6). Chi preso dallamore vuole, vuole molto, e vuole cos tanto che disposto a tutto per ottenere loggetto del suo entusiasmo. Distinto dal

    mero sentimento poich consiste nella volont messa in movimento , lamorenon irrazionale; infatti, la volont aderisce a quello che lintelligenza indica es-sere desiderabile.

    Tuttavia, egli non persegue allo stesso modo i suoi desideri, ma si lancia contanto maggior impegno quanto pi appetibile il bene cercato: maggiore ladeterminazione dello scienziato nel conquistare un premio internazionale chenel disputare un titolo cittadino!

    Ora, essendo Dio il Bene desiderabile per eccellenza, la Religione chelega lanima al Creatore proprio la motivazione pi potente per muove-re la volont; per questo, non esiste nulla al mondo capace di trattenere coluiil cui amore mosso da una questione religiosa.

    Naturalmente, questo vale per il bene e per il male. Ma quando la graziasantifica la passione naturale, dallamore umano sorge la virt della carit che,a sua volta, rende luomo capace di gesta di gran lunga al di sopra della sua na-tura: per questo amore, semplicemente, nulla impossibile!

    Non soltanto in virt della sua Persona divina, ma anche a causa delleccel-lenza della sua natura creata, lamore di Ges di una perfezione insuperabi-le. Il suo amore per noi cos grande che assolutamente nulla potr vincerlo(cfr. Gv 10, 29; Rm 8, 38-39). Soprattutto, il suo amore per Dio supera il no-stro intendimento: oltre alla virt della carit, Ges-Uomo costituisce con ilFiglio di Dio una sola Persona! Da questo amore intensissimo fluiscono tutti ibeni, poich dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1, 16).

    Se tale lamore di Cristo, come spiegare atteggiamenti di radicale intran-sigenza, come quello di scacciare dal Tempio i venditori? Che si sia lasciatodominare dallira? Allora, in Ges non era tutto santo, equilibrato e armoni-co col suo amore a Dio?

    S, lo era, ma lamore e lodio sono complementari, perch ha un vero amo-re solo chi odia il contrario. Manifestazione damore al Padre, lira di CristoLo port molte volte ad assumere atteggiamenti che oggi sarebbero conside-rati intolleranti, ma che riflettevano sulla Terra le disposizioni del Signore,

    poich lira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empiet e ogni ingiustizia diuomini che soffocano la verit nellingiustizia (Rm 1, 18). Questa ira, lungidallessere peccato, lodevole, perch consiste nel desiderare la vendetta se-condo lordine della giustizia e correggere ogni male (San Tommaso dA-quino. Somma Teologica. III, q.15, a.9). Fu concesso agli Apostoli riconoscer-lo, ricordandosi del Salmo: Lo zelo per la tua casa mi divora (Gv 2, 17).

    In Cristo, la perfezione dellira non pregiudicava, nonostante la sua inten-sit, il piacere della contemplazione, perch non esiste in Lui conflitto alcu-no tra le sue facolt. Che bellequilibrio tra il santo amore e la sacra ira! Conuna mirabile e divina armonia, misericordia e ira sono in Dio, potente quan-do perdona e quando riversa la sua ira (Sir 16, 11).

    Cristo scaccia imercanti dal Tem-

    pio, di Cecco delCaravaggio -Gemldegalerie,

    Berlino

    Foto: Riproduzione

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    La dottrina morale cristiana

    L

    6 Araldi del VangeloNovembre 2015

    LAVOCEDEIPAPI

    Come e ancor pi che per le verit di fede, proponendo i fondamenti e i contenutidella morale cristiana che la nuova evangelizzazione manifesta la sua autenticit.

    evangelizzazione e per-

    tanto la nuova evange-lizzazione compor-ta anche lannuncio e

    la proposta morale. Ges stesso, pro-prio predicando il Regno di Dio e ilsuo amore salvifico, ha rivolto lappel-lo alla fede e alla conversione (cfr. Mc1,15). E Pietro, con gli altri Aposto-li, annunciando la resurrezione di Ge-s di Nazareth dai morti, propone unavita nuova da vivere, una via da se-guire per essere discepoli del Risorto(cfr. At 2, 37-41; 3, 17-20).

    Cercare il modello nella VergineMadre di Dio e nei Santi

    Come e ancor pi che per le veri-t di fede, la nuova evangelizzazioneche propone i fondamenti e i conte-nuti della morale cristiana, manifestala sua autenticit, e nello stesso tem-po sprigiona tutta la sua forza missio-naria, quando si compie attraverso il

    dono non solo della parola annuncia-ta, ma anche di quella vissuta.In particolare la vita di santi-

    t, che risplende in tanti membri delPopolo di Dio, umili e spesso nasco-sti agli occhi degli uomini, a costitu-ire la via pi semplice e affascinantesulla quale dato di percepire im-mediatamente la bellezza della ve-rit, la forza liberante dellamore diDio, il valore della fedelt incondi-

    zionata a tutte le esigenze della leg-

    ge del Signore, anche nelle circo-stanze pi difficili.

    Per questo la Chiesa, nella sua sa-piente pedagogia morale, ha sempreinvitato i credenti a cercare e a tro-vare nei santi e nelle sante, e in pri-mo luogo nella Vergine Madre di Diopiena di grazia e tutta santa, ilmodello, la forza e la gioia per vive-re una vita secondo i comandamen-ti di Dio e le Beatitudini del Vangelo.

    La sua vita morale possiede ilvalore di un culto spirituale

    La vita dei santi, riflesso dellabont di Dio di Colui che solo buono , costituisce non solo unavera confessione di fede e un impul-so alla sua comunicazione agli altri,ma anche una glorificazione di Dio edella sua infinita santit. La vita san-ta porta cos a pienezza di espressio-ne e di attuazione il triplice e unita-

    rio munus propheticum, sacerdotaleet regaleche ogni cristiano riceve indono nella rinascita battesimale daacqua e da Spirito (Gv 3, 5).

    La sua vita morale possiede il va-lore di un culto spirituale (Rm12, 1; Fil 3, 3), attinto e alimentato daquella inesauribile sorgente di santite di glorificazione di Dio che sono iSacramenti, in specie lEucaristia: in-fatti, partecipando al sacrificio della

    Croce, il cristiano comunica con la-

    more di donazione di Cristo ed abi-litato e impegnato a vivere questastessa carit in tutti i suoi atteggia-menti e comportamenti di vita.

    Nellesistenza morale si rivela e siattua anche il servizio regale del cri-stiano: quanto pi, con laiuto dellagrazia, egli obbedisce alla legge nuo-va dello Spirito Santo, tanto pi cre-sce nella libert alla quale chiama-to mediante il servizio della verit,della carit e della giustizia.

    Levangelizzazione nonsar mai possibile senzalazione dello Spirito

    Alla radice della nuova evange-lizzazione e della vita morale nuova,che essa propone e suscita nei suoifrutti di santit e di missionariet, stalo Spirito di Cristo, principio e for-za della fecondit della santa MadreChiesa, come ci ricorda Paolo VI:

    Levangelizzazione non sar maipossibile senza lazione dello SpiritoSanto (Evangelii nuntiandi, n.75).

    Allo Spirito di Ges, accolto dalcuore umile e docile del credente,si devono dunque il fiorire della vi-ta morale cristiana e la testimonian-za della santit nella grande varietdelle vocazioni, dei doni, delle re-sponsabilit e delle condizioni e si-tuazioni di vita: lo Spirito Santo

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    Novembre 2015Araldi del Vangelo 7

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.

    La versione originale dei documenti riprodotti in questa sezione pu essere consultata in www.vatican.va

    rilevava gi Novaziano, in questoesprimendo lautentica fede del-la Chiesa Colui che ha datofermezza agli animi ed alle men-ti dei discepoli, che ha dischiusoi misteri evangelici, che ha illumi-

    nato in loro le cose divine; da Luirinvigoriti, essi non ebbero timo-re n delle carceri n delle cateneper il nome del Signore; anzi cal-pestarono gli stessi poteri e i tor-menti del mondo, armati ormai erafforzati per mezzo suo, avendoin s i doni che questo stesso Spi-rito elargisce ed invia come gio-ielli alla Chiesa sposa di Cristo. Lui, infatti, che nella Chiesa su-scita i profeti, istruisce i maestri,

    guida le lingue, compie prodigie guarigioni, produce opere mi-rabili, concede il discernimentodegli spiriti, assegna i compiti digoverno, suggerisce i consigli, ri-partisce ed armonizza ogni altrodono carismatico, e perci rendedappertutto ed in tutto compiuta-mente perfetta la Chiesa del Signo-re (De Trinitate, XXIX, 9-10).

    Nel contesto vivo di questa nuo-va evangelizzazione, destinata a ge-nerare e a nutrire la fede che ope-ra per mezzo della carit (Gal 5, 6)e in rapporto allopera dello SpiritoSanto possiamo ora comprendere ilposto che nella Chiesa, comunit deicredenti, spetta alla riflessione chela teologia deve sviluppare sulla vi-ta morale, cos come possiamo pre-sentare la missione e la responsabi-lit propria dei teologi moralisti. [...]

    nostro comune dovere, e nostra

    comune grazia, insegnare ai fedeliLa responsabilit verso la fede e

    la vita di fede del Popolo di Dio gra-va in una forma peculiare e propriasui Pastori, come ci ricorda il Con-cilio Vaticano II: Tra le funzioni

    principali dei Vescovi eccelle la pre-dicazione del Vangelo. I Vescovi, in-fatti, sono gli araldi della fede, cheportano a Cristo nuovi discepoli, so-no i Dottori autentici, cio rivesti-ti dellautorit di Cristo, che predi-cano al popolo loro affidato la fededa credere e da applicare nella pra-tica della vita, che illustrano que-sta fede alla luce dello Spirito San-to, traendo fuori dal tesoro dellaRivelazione cose nuove e vecchie(cfr. Mt 13, 52), la fanno fruttificaree vegliano per tener lontano dal lo-ro gregge gli errori che lo minaccia-

    no (cfr. 2 Tm 4, 1-4) (Lumen gen-tium, n.25). nostro comune dovere, e pri-

    ma ancora nostra comune grazia,insegnare ai fedeli come Pastori eVescovi della Chiesa, ci che li con-duce sulla via di Dio, cos come fece

    un giorno il Signore Ges con ilgiovane del Vangelo. Risponden-do alla sua domanda: Che cosadevo fare di buono per ottenerela vita eterna?, Ges ha riman-dato a Dio, Signore della creazio-

    ne e dellAlleanza; ha ricordato icomandamenti morali, gi rivela-ti nellAntico Testamento; ne haindicato lo spirito e la radicali-t invitando alla sua sequela nel-la povert, nellumilt e nellamo-re: Vieni e seguimi!. La veritdi questa dottrina ha avuto il suosigillo sulla Croce nel sangue diCristo: essa divenuta, nello Spi-rito Santo, la legge nuova dellaChiesa e di ogni cristiano.

    Questa risposta alla doman-da morale affidata da Ges Cri-sto in un modo particolare a noiPastori della Chiesa, chiamati arenderla oggetto del nostro in-segnamento, nelladempimen-to dunque del nostro munus pro-pheticum. Nello stesso tempo la

    nostra responsabilit di Pastori, neiriguardi della dottrina morale cri-stiana, deve attuarsi anche nella for-ma delmunus sacerdotale: ci avvie-ne quando dispensiamo ai fedeli idoni di grazia e di santificazione co-me risorsa per obbedire alla leggesanta di Dio, e quando con la nostracostante e fiduciosa preghiera soste-niamo i credenti perch siano fedelialle esigenze della fede e vivano se-condo il Vangelo (cfr. Col 1, 9-12).La dottrina morale cristiana devecostituire, oggi soprattutto, uno de-gli ambiti privilegiati della nostra vi-

    gilanza pastorale, dellesercizio delnostromunus regale.

    Estratto dall Enciclica Veritatissplendor del

    Sommo Pontefice Giovanni Paolo II,6/8/1993

    San Giovanni Paolo II recita il Rosario durante ilsuo viaggio in Belgio, nel giugno 1995

    La responsabilit verso la fede e la vita difede del Popolo di Dio grava in una forma

    peculiare e propria sui Pastori

    LO

    sservatoreRomano

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    Ges scaccia i mercanti dal Tempio, di Carl Heinrich Bloch - Palazzo di Frederiksborg (Danimarca)Riproduzione

    a VANGELOA13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei eGes sal a Gerusalemme. 14 Trov nel Tempiogente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i

    cambiavalute seduti al banco.15

    Fatta allora unasferza di cordicelle, scacci tutti fuori del Tem-pio con le pecore e i buoi; gett a terra il dena-ro dei cambiavalute e ne rovesci i banchi. 16 Eai venditori di colombe disse: Portate via que-ste cose e non fate della casa del Padre mio unluogo di mercato! 17 I discepoli si ricordaronoche sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divo-

    ra. 18Allora i Giudei presero la parola e gli dis-sero: Quale segno ci mostri per fare queste co-se? 19 Rispose loro Ges: Distruggete questo

    Tempio e in tre giorni lo far risorgere.20

    Glidissero allora i Giudei: Questo Tempio statocostruito in quarantasei anni e Tu in tre giornilo farai risorgere? 21 Ma egli parlava del Tem-pio del suo Corpo. 22 Quando poi fu risuscita-to dai morti, i suoi discepoli si ricordarono cheaveva detto questo, e credettero alla Scrittura ealla parola detta da Ges (Gv 2, 13-22).

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    Signore,purifca questo tempio!

    Novembre 2015Araldi del Vangelo 9

    COMMENTOALVANGELO FESTADELLADEDICAZIONEDELLABASILICALATERANENSE

    Nel commemorare la dedicazione della Cattedrale del Papa,la Chiesa ricorda che ogni battezzato anche un tempio chedeve essere restituito a Dio nella pienezza della sua bellezza.

    I ILCAPOEMADREDITUTTELECHIESE

    La Chiesa celebra con splendore la festa del-la Dedicazione della Basilica di San Giovanni inLaterano, che ostenta il titolo onorifico di Om-nium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput, os-sia, Madre e capo di tutte le chiese della citt[di Roma] e del mondo. Essa la Cattedrale delPapa, al contrario di quello che si soliti pensa-re a proposito della Basilica di San Pietro a causadel ruolo svolto e che, in verit, solo una dellequattro basiliche papali della Citt Eterna.

    Fino allesilio dei Papi ad Avignone, nel XIV se-colo, essi vivevano nel Palazzo del Laterano, antica

    propriet della famiglia Laterano, nome col qua-le tuttora conosciuto. Il console romano Plau-zio Laterano, sospettato di cospirazione, fu ucci-so dallinfame Nerone che gli confisc i beni, tracui questo edificio, nella stessa epoca in cui muo-veva la persecuzione contro i cristiani.1Non imma-ginava il tiranno che, anni pi tardi, tutto quellosarebbe stato donato alla Chiesa dallImperatoreCostantino e sarebbe diventato residenza dei suc-cessori di Pietro e prima Basilica della Cristianit.Papa San Silvestro la dedic nellanno 324.2

    In questa Basilica troviamo non solo le vesti-gia di vari stili artistici, grazie alle opere di ab-bellimento e ampliamento realizzate nel corsodei secoli, ma anche numerose e preziosissimereliquie. Tra le principali, si annoverano il tavo-lo dove fu celebrata lUltima Cena (cfr. Mt 26,20-28; Mc 14, 18-24; Lc 22, 14-17), parte del tes-suto purpureo con cui i soldati rivestirono il Di-vino Redentore nella Passione (cfr. Mc 15, 17;Gv 19, 2), le teste di San Pietro e San Paolo ela coppa nella quale San Giovanni Evangelista,secondo unantica tradizione, fu obbligato adassumere un veleno che, per miracolo, non gli

    cre alcun danno.Un anello tra il Cielo e la Terra

    Per il fatto di essere la Cattedrale di Roma,San Giovanni in Laterano possiede uno stret-to vincolo con la persona del Sommo Pontefice,anello tra noi e leternit: Tutto ci che leghe-rai sulla Terra sar legato nei Cieli, e tutto ciche scioglierai sulla Terra sar sciolto nei Cieli(Mt 16, 19). Per questa prerogativa, la Basilica diventata un simbolo dellunit della Chiesa.

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

    San Giovanniin Laterano

    possiedeuno strettovincolo conla personadel SommoPontefice

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    Si consideri inoltre che, nella sua sapienza, laSanta Chiesa stabilisce il Ciclo Liturgico con lin-tento, tra le altre ragioni, di prolungare per i secolifuturi le grazie concesse nel momento storico com-memorato. Come nel celebrare ogni Natale convera devozione siamo favoriti con le benedizio-

    ni date alla Madonna, San Giuseppe e ai pastorinel Presepio, cos nella festa di oggi siamo invitatia partecipare alle grazie e alla gioia soprannaturaledei cattolici di Roma quando il Papa ha preso pos-sesso della sua sede episcopale ufficialmente, po-tendo godere della piena libert religiosa.

    Nata sotto il segno della persecuzione

    Per meglio comprendere limportanza diquesta data, ricordiamoci che la Santa ChiesaCattolica nata sotto il segno della persecuzio-ne, in circostanze a volte cos violente che ob-

    bligavano i primi cristiani a rifugiarsi nelle ca-tacombe i cimiteri cristiani per praticare ilculto.3Era costume nella Roma Antica scava-re estese gallerie sotterranee, veri labirinti, incui seppellire i morti. Transitarvi era pericolo-so, poich chi lo avesse fatto, poteva perder-si con facilit, senza sapere come tornare indie-tro. Nelle epoche di persecuzione, i fratelli checi hanno preceduto con il segno della Fede do-vevano inoltrarsi in queste profondit a queltempo senza avere a disposizione la luce elet-

    trica , col grande rischio di essere denunciati,catturati e sottoposti a supplizio. Nel Colosseoe nel Circo Massimo un gran numero di cristia-ni ha manifestato la loro adesione alla Fede conla propria vita, uccisi dalle belve nellarena da-vanti al pubblico e in mezzo a terribili tormenti.

    Nelle catacombe si commemorava devotamen-te anche lanniversario del martirio di tutti coloroche avevano versato il proprio sangue per dare te-stimonianza di Cristo, presso i resti mortali l con-servati, costume che diede inizio alla venerazionedelle reliquie dei Santi. Tre secoli di fedelt in que-sta situazione ci mostrano, senza dubbio, la straor-dinaria forza della Chiesa alle sue origini!

    La libert di culto concessa da Costantino conla promulgazione dellEditto di Milano, nel 313,sotto linfluenza di sua madre SantElena, e ilconseguente pullulare dinnumerevoli chiese per

    tutto limpero tra le quali la Basilica del Latera-no occupa un posto preminente hanno rappre-sentato per i fedeli sollievo e gioia indescrivibili.Significativa la testimonianza di Eusebio di Ce-sarea nel ritrarre lesultanza del popolo cristia-no per lavvento di questa nuova Era della Storiadella Chiesa: Un giorno splendido e raggiante,senza una nuvola che gli facesse ombra, illumina-va con i suoi raggi di luce celeste le chiese di Cri-sto nelluniverso intero, [] eravamo traboccan-ti dindicibile gaudio, e per tutti fioriva una gioia

    Oggi siamoinvitati aparteciparealle graziee alla gioiasopranna-turale deicattolici di

    Roma quandoil Papa hapreso possessodella sua sedeepiscopale

    Scorci della Basilica di San Giovanni in Laterano: baldacchino sopra laltare che contiene le reliquie dei Santi

    TimothyRing

    TimothyRing

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    divina in tutti i luoghi che poco prima erano sta-ti ridotti in rovina a causa dellempiet dei tiran-ni, come se rivivessero, dopo una lunga e mortaledevastazione. I templi sorgevano di nuovo dallefondamenta fino a unaltezza straordinaria e ri-cevevano una bellezza superiore a quella degli

    edifici che in precedenza erano stati distrutti.4

    Per questo fu istituita a Roma la festa dellaDedicazione della Basilica Lateranense, espan-dendosi pi tardi, e oggi consideriamo con giu-bilo questo tempio grandioso, che ancora im-pressiona per il suo splendore.

    II LETTUREALTAMENTESIMBOLICHE

    Per la Messa di questa festa sono state scel-te letture altamente simboliche, di cui la prima tratta dalla Profezia di Ezechiele (47, 1-2.8-

    9.12), bellissima e ricca di significato. Egli narrala visione in cui condotto al Tempio di Geru-salemme, da dove escono acque che diventanosempre pi abbondanti al punto che impossi-bile attraversarle. Si tratta di unimmagine dellafondazione della Chiesa Cattolica.

    Con la sua influenza benefica, fiumi di gra-zia sono versati sul mondo, fecondando le lororive e facendo nascere alberi prodighi in frutti:le virt, i doni di Dio, il buon esempio e la santi-t che essa promuove e alimenta. Dai suoi rami

    sbocciano foglie con propriet curative, poichse unanima acquisisce un vizio, subisce una ca-duta o presenta qualche debolezza, vicino a leic la Chiesa con le medicine per guarirla: la Pe-nitenza e gli altri Sacramenti, la direzione spiri-tuale e la preghiera.

    Le figure tratte da elementi della natura utilizzate in questo passo mostrano la forza delCorpo Mistico di Cristo, che non solo gode diimmortalit, ma in continuo sviluppo, compa-rabile a un fiume gi impetuoso alle sue origini,che si va allargando, fertilizza, trasforma e d vi-ta a tutto. Questa la Chiesa!

    Un altro importante aspetto di questa lettura la sua armoniosa coniugazione con il Vangelo, dan-do il tono di come questo debba esser analizzato.

    La polemica segna linizio della

    vita pubblica di Ges13 Si avvicinava intanto la Pasqua deiGiudei e Ges sal a Gerusalemme.

    La magnifica scena della cacciata deimercanti dal Tempio, descritta da San Giovanni, avvenuta durante la prima Pasqua della vitapubblica di Nostro Signore Ges Cristo. Egliaveva gi convertito lacqua in vino nelle Nozzedi Cana (cfr. Gv 2, 1-12) ed era salito con isuoi primi discepoli a Gerusalemme, senzadubbio accompagnato dalla Madonna e da altrepersone pi prossime.

    Bisogna sottolineare che, come risultanegli altri Vangeli, Ges ha assunto un simileatteggiamento in questo recinto sacro almenodue volte.5 Una stata allinizio della suapredicazione, narrata in questo passo e unaltraalcuni giorni prima della Passione (cfr. Mt 21,12-13; Mc 11, 15-19; Lc 19, 45-48). In entrambele situazioni incontriamo Nostro Signore chemanifesta un aspetto della sua divina personalitche non conosceremmo se non fosse per la

    circostanza riferita dal testo sacro: la collera diDio stesso, lindignazione dellOnnipotente,vista attraverso i veli della natura umana.

    Intollerabile profanazione del luogo santo14 Trov nel Tempio gente che vendevabuoi, pecore e colombe, e i cambiavaluteseduti al banco.

    In occasione della Pasqua, si riunivano a Ge-rusalemme giudei provenienti da ogni parte per

    La Chiesa comparabilea un fiume

    gi impetuosoalle sue origi-ni, che si vaallargando,

    fertilizza,trasforma e dvita a tutto

    o, facciata principale e Cattedra del Vescovo di Roma

    GustavoKralj

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    compiere il precetto di visitare il Tempio. La Leggeprescriveva lofferta di vittime in olocausto buoi,agnelli, colombe e tortore ma, com comprensi-bile, quasi nessuno portava da lontano gli animaliper questo scopo. I pellegrini inoltre dovevano pa-gare limposta annuale del Tempio in moneta giu-

    daica. Siccome allepoca cerano israeliti sparsi innumerose nazioni, ciascuna con moneta propria,giungendo dal viaggio erano obbligati a cercarenegozianti che effettuassero il cambio.6Le mone-te straniere, soprattutto quella romana, circolava-no liberamente per la Giudea. Quando i principidei sacerdoti e gli scribi hanno messo Nostro Si-gnore alla prova, a proposito della liceit di pagarelimposta a Roma, Egli ha risposto indicando leffi-gie di Cesare impressa nel denaro che Gli era sta-to da loro mostrato (cfr. Lc 20, 20-26). Il partico-lare ci permette di concludere che portavano con

    s denaro romano oltre che ebraico, poich il pri-mo dava loro la possibilit di commerciare con tut-ti, mentre il secondo soltanto con i compatrioti.

    Le necessit del culto sopra descritte hannodato margine allo stabilirsi di un vero commer-cio di animali e di una piazza di cambisti nella-trio del Tempio, chiamato Cortile dei Gentili, do-

    ve laccesso agli stranieri ancora era permesso. Lla movimentazione assomigliava a quella di unmercato o di una fiera piena di vita dei giorni no-stri, accresciuta dalle manifestazioni tipiche deltemperamento orientale, molto comunicativo eabituato a cantare e discutere. La somma di tut-

    ti questi elementi dava come risultato un tumultoinammissibile in quel luogo incomparabilmentesacro, al punto che il semplice ricordo di que-sti fatti ci d limpressione di un Tempio profa-nato. Possiamo farci unidea della sconvenienzadellambiente se immaginiamo linterno di unadelle nostre attuali chiese occupato da commer-cianti che vendono prodotti e comunicano congrida, turbando la pace. Quando Nostro Signore entrato nel Tempio e ha constatato questo qua-dro di agitazione, visto da Lui come Dio da tuttaleternit, ha deciso di utilizzare la forza.

    Mani che benedicono anche castigano15 Fatta allora una sferza di cordicelle,scacci tutti fuori del Tempio con le pe-core e i buoi; gett a terra il denaro deicambiavalute e ne rovesci i banchi.

    L la movi-mentazioneassomigliavaa quella diun merca-to o di unafiera pienadi vita deigiorni nostri

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    Come dobbiamo intendereil fatto che Ges, la sostan-za della Bont stessa, ab-bia dato sfogo l alla suadivina collera? Egli, dicui San Pietro dice che

    pertransivit benefa-ciendo pass bene-ficando (At 10, 38).Egli, che Si commuo-ve alle porte della cit-t di Naim per la de-solazione di una vedovapresso il feretro di suo figlioe lo resuscita (cfr. Lc 7, 12-16); quando il vento e la tem-pesta minacciano la barca deidiscepoli, un ordine suo cal-

    ma completamente la tem-pesta (cfr. Mt 8, 26); Si preoccupa di cinquemi-la uomini e delle loro rispettive famiglie che Loseguono in un luogo deserto offrendo loro cibo(cfr. Mt 14, 15-21); pi tardi, il timbro della suavoce, cos imponente e poderosa, alza dal sepol-cro lamico la cui morte, avvenuta quattro giorniprima, Lo aveva fatto piangere: Lazare, veni fo-ras! Lazzaro, vieni fuori! (Gv 11, 43). Nessunoricorre a Lui senza ricevere un beneficio. Il Mae-stro porta a un tale estremo la disposizione a soc-correrci, che promette: Se Mi chiederete qual-che cosa nel mio nome, Io la far (Gv 14, 14).Verso la fine della vita terrena, desideroso di al-lontanare il turbamento delle anime degli Apo-stoli, dice: Vi lascio la pace, vi do la mia pace(Gv 14, 27); nel Cenacolo, dopo la Resurrezione,torna a confortarli prima di partire per il Padre:La pace sia con voi! (Lc 24, 36).

    Quelle mani guariscono tutti quelli che gli siavvicinano colpiti da una qualche infermit: toc-cano gli occhi di un cieco e questi recupera la vi-sta (cfr. Mc 8, 25), le orecchie di un sordomu-

    to e, sommandosi il gesto alla parola Effat! Apriti!, egli non solo ascolta come anche par-la (cfr. Mc 7, 34-35). Mani che liberano la suoce-ra di Pietro da una febbre (cfr. Mt 8, 14-15) e af-ferrando la mano della defunta figlia di Giairole restituiscono la vita (cfr. Lc 8, 54-55).

    Quelle mani fatte per benedire, in un determi-nato momento decidono di dare una benedizio-ne speciale, con un issopo peculiare: una frusta.Ges, conoscitore di tutti i segreti della natu-ra, avr scelto fibre adeguate per tessere que-

    sto strumento con maestria uni-ca. Non immaginiamo che Egli

    accarezzasse con soavit edolcezza le spalle di colo-

    ro che si trovavano l. Alcontrario, ha usato vio-

    lenza mettendoli fuo-ri e rovesciando i ta-voli dei cambiavalute,in modo da far rotola-re le monete per terra.

    Secondo quanto si calco-la, erano nientemeno che

    duemila persone che transi-tavano in questarea, e Cristole ha scacciate da solo, avva-lendoSi soltanto di una fru-sta. Questo ci aiuta a misu-

    rare non solo lintensit dellacollera e la forza del suo braccio ma, soprattut-to, limpeto proveniente dal fondo della sua Ani-ma, interamente alleato allira divina. E cos co-me sappiamo che esistono in Lui quattro formedi conoscenza la divina, la beatifica, linfusa e lasperimentale , potremmo considerare la sua in-dignazione sotto ognuno di questi aspetti.

    Il grave peccato dei fautori del commercio16 E ai venditori di colombe disse: Por-

    tate via queste cose e non fate della casadel Padre mio un luogo di mercato!

    Le parole di Nostro Signore Portate viaqueste cose! sono impositive, permettendocidi confermare ancora una volta il suo imperioassoluto. In seguito li accusa di aver trasformatoun luogo cos sacro come la casa di suo Padrein un luogo di mercato. In futuro, scacciandodi nuovo i mercanti, Egli manifester la suaira per la reiterazione di questo grave peccato,denominando il Tempio sporcato con un

    termine ancora pi incisivo: covo di ladri(Mt 21, 13; Mc 11, 17; Lc 19, 46).Infatti, questa situazione creata col passar

    degli anni forniva un reddito illecito non solo aimercanti e cambisti, ma soprattutto ai membridel Sinedrio, in special modo alla famiglia sa-cerdotale di Anna. Essi avevano istituito un si-stema di controllo di questo commercio e unmonopolio su tutti i passaggi che vi venivano ef-fettuati. Liberi da ogni concorrenza, approfit-tavano delle esigenze legali per imporre prezzi

    Comedobbiamointendereil fatto cheGes, la

    sostanza dellaBont stessa,

    abbia datosfogo l allasua divinacollera?

    Resurrezione del figlio della vedova diNaim - Cattedrale di Les Mans (Francia)

    Francisc

    oLecar

    os

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    no spiegazioni sulla sua autorit e la ragione cheLha portato a scacciare i mercanti. Vogliono unaprova, fedeli come sono al malcostume carat-teristico dei loro antenati, dai tempi remoti dicredere soltanto con la conferma di avvenimen-ti spettacolari. Ci difficile valutare che specie di

    fede possedessero queste anime, perch se percredere avevano bisogno di essere testimoni dimiracoli eclatanti, dove stava il merito?

    Tuttavia, se realmente aspettavano un segno,avrebbero dovuto riconoscere che il fatto cheun solo uomo mettesse in fuga migliaia di per-sone era la dimostrazione chiarissima che agi-va con una forza sovrumana. In unepoca in cuinon esistevano le armi da fuoco, Egli non Si servito nemmeno di una spada o della lancia,ma ha tessuto una frusta di corde, di per s in-sufficiente a spaventare tutti i presenti. In teo-

    ria, basterebbe aver dominato il suo braccio perimpedirGli di continuare e la vittoria dei mer-canti sarebbe stata assicurata. Essi avrebberopotuto averLo catturato, interrogato e portatoalla morte quel giorno stesso.

    evidente che non hanno tentato di farlo per-ch erano impauriti. In verit, nessuno ha avutoil coraggio di alzarsi contro di Lui! Che altro se-gno cercavano? Questa mancanza di reazionedei cattivi, paralizzati dal timore imposto da No-stro Signore, era la dimostrazione di un tale stra-ordinario potere, che Ges ben avrebbe potutoaffermare: Il segno che voi volete la paura cheavete di Me!. Tuttavia, Egli li esaudir, conceden-do per misericordia quello che hanno chiesto.

    Un Tempio superiore al Tempio19 Rispose loro Ges: Distruggete que-sto Tempio e in tre giorni lo far ri-

    sorgere. 20 Gli dissero allora i Giu-dei: Questo Tempio stato costrui-to in quarantasei anni e tu in tre gior-ni lo farai risorgere?. 21 Ma egli parla-va del Tempio del suo Corpo. 22 Quandopoi fu risuscitato dai morti, i suoi disce-poli si ricordarono che aveva detto que-sto, e credettero alla Scrittura e alla pa-rola detta da Ges.

    Lenigmatica risposta del Figlio di Dio li haindotti a pensare, non senza grande colpa, cheEgli volesse distruggere il Tempio. Questa bla-sfema supposizione sarebbe stata pi tardi ad-dotta presso il sommo sacerdote e tutto il Si-nedrio per addossare la sua condanna a morte(cfr. Mt 26, 61; Mc 14, 58). Tanto lintenzione

    quanto le parole del Divino Maestro sono state,in verit, molto differenti.

    Qual era la prova che Lui avrebbe dato? Lasua stessa Resurrezione, poich i Giudei Loavrebbero ucciso, distruggendo il Tempio delsuo Corpo, ed Egli avrebbe trionfato sullamorte, compiendo con esattezza questa profe-zia.

    Nostro Signore Ges Cristo era pienamen-te uomo, aveva Corpo e Anima, con intelli-genza, volont e sensibilit. Come tutti noi,soffriva stanchezza, fame, sete e altre conse-guenze dello stato di contingenza che avevaassunto eccetto il peccato (cfr. Eb 4, 15) ,come ricorda San Cirillo di Alessandria: In-fatti, detto che Egli abbia avuto fame, cheabbia sopportato le fatiche di lunghe cammi-nate, labbattimento, il timore, lafflizione,lagonia e la morte in Croce. [] E cos co-

    Con linso-lente atteg-

    giamentodi esigereda Nostro

    Signore unsegno, in

    realt essichiedono spiegazioni sullasua autorit

    Mercanti scacciati dal Tempio, di Jacopo da Bassano - Museo del Prado, Madrid

    Riproduzione

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    me Egli completo nella sua divinit, anchecompleto nella sua umanit.9

    A partire dal momento in cui Dio, Secon-da Persona della Santissima Trinit, Si incarnae assume la nostra natura, il suo Corpo diven-ta il Tempio perfettissimo di Dio non soltan-

    to del Figlio, ma anche del Padre e dello Spiri-to Santo stabilito sulla faccia della Terra comepietra angolare, pezzo principale e Capo dellaSanta Chiesa. Questo Tempio lo troviamo anco-ra oggi in forma invisibile, ma reale, nellEuca-ristia. E Dio desidera che si costruiscano templiper ospitare il Tempio vero della Santissima Tri-nit, il Corpo, Sangue, Anima e Divinit di No-stro Signore Ges Cristo, nascosto sotto le Sa-cre Specie.

    III ANCHENOISIAMOTEMPLIDIDIO

    Linsegnamento dellApostolo nella secondalettura (I Cor 3, 9c-11.16-17) ci d lepilogo del-la Liturgia di oggi: Non sapete che siete tem-pio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?(I Cor 3, 16). Col Sacramento del Battesimo an-che noi diventiamo templi di Dio, a un titolosuperiore di quello del tempio puramente ma-teriale o del tabernacolo. Costui, per quanto no-bile e prezioso sia, non pu mantenere un collo-quio con Cristo Ges n essere inabitato da Lui,e Lo protegge soltanto.

    Il primo Tempio di Gerusalemme, considera-to come il punto di riferimento massimo in tuttoIsraele, fu distrutto. Dopo la riedificazione essoormai non possedeva la magnificenza di un tem-po, e ci fu chi deplor il fatto. Tuttavia, il pro-feta Aggeo giunto ad affermare che ledificioprecedente non aveva conosciuto la grandezzariservata al secondo (cfr. Ag 2, 9), la gloria diesser visitato dallUomo-Dio. In modo analogo,il tempio che siamo noi raggiunge la pienezza

    della sua bellezza con linfusione della grazia di-vina e con gli effetti della presenza del Corpo,Sangue, Anima e Divinit del Signore nella Sa-cra Eucaristia.

    Il nostro tempio deve esser sempre abbellito

    Per questo, dobbiamo prenderci cura di que-sto tempio vivo come Ges aveva cura di Seed essere totalmente disposti a vincere qualsi-asi passione o cattiva inclinazione per mante-nerlo intatto, ricordando la giusta minaccia diSan Paolo: Se uno distrugge il tempio di Dio,Dio distrugger lui. Perch santo il tempio diDio, che siete voi (I Cor 3, 17). Nella misurain cui siamo integri, arricchiamo e perfezionia-mo il nostro tempio con vetrate, pitture, simbo-li, colori e bei marmi, e quanto pi cresciamoin devozione eucaristica, ci consegniamo a No-

    stro Signore, fuggiamo dal peccato e combattia-mo i nostri difetti e capricci, tanto pi le sue pa-reti diventano benedette e siamo penetrati dallapresenza della Santissima Trinit, che cominciaa parlare con pi frequenza nellintimo dellani-ma nostra.

    Non permettiamo la profanazionedi questo tempio

    Pertanto, che laccoglienza di Ges nel no-stro tempio non assomigli a quella che Gli fudata nel Tempio di Gerusalemme che, sebbe-ne Lo avesse ricevuto nella Presentazione e nel-le sue molteplici predicazioni, dopo non ha vo-luto riconoscerLo come Redentore, SommoPontefice e suo vero Signore. Non profania-mo il nostro recinto sacro, come non deve esse-re profanato il tabernacolo che contiene il San-tissimo Sacramento. Non permettiamo in alcunmodo che si stabilisca un commercio illegittimonella nostra anima, peggiore del cambio di mo-nete o della vendita di animali: lammirazione

    Dobbiamoprendercicura diquesto tempiovivo come

    Ges avevacura di Se

    1Cfr. DARRAS, Joseph-Epiphane.Histoire gnrale de lglise depuisla cration jusqu nos jours. Pa-ris: Louis Vivs, 1889, t.VI, p.183.

    2La donazione era stata fatta dallim-peratore a Papa San Melchia-de. Tuttavia, costui mor alliniziodellanno 314 e fu ai tempi del suosuccessore, Papa San Silvestro,che la Basilica fu propriamentecostruita, decorata e consacrata.

    3Cfr. LLORCA, SJ, Bernardino.Historia de la Iglesia Catlica.Edad Antigua. Madrid: BAC,1950, t.I, p.355-357.

    4EUSEBIO DI CESAREA.HistoriaEclesistica. X, 1,8; 2,1. Madrid:BAC, 1973, vol.II, p.592-593.

    5Cfr. FILLION, Louis-Claude. Vi-da de Nuestro Seor Jesucristo. In-fancia y Bautismo. Madrid: Rialp,

    2000, vol.I, p.340-341; GOM YTOMS, Isidro.El Evangelio ex-plicado. Aos primero y segundo dela vida pblica de Jess. Barcelona:Rafael Casulleras, 1930, vol.II, p.10.

    6Cfr. TUYA, OP, Manuel de.Bi-blia Comentada. Evangelios. Ma-drid: BAC, 1964, vol.V, p.1015-1016; SCHUSTER, Ignacio;HOLZAMMER, Juan B.Histo-ria Bblica. Barcelona: Litrgi-

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    Re eettivo

    di tutta la creazione

    L

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    Nostro Signore Ges Cristo veramenteRe. Alla fine dei tempi, Egli verr a

    giudicare i vivi e i morti e restaurer lacreazione nel suo ordine perfetto.

    a piet cattolica ha sempredato a Cristo il titolo di Ree, da quasi un secolo, lul-tima domenica del Tempo

    Ordinario destinata a onorarLo sot-to questa invocazione.

    Ora, bisogna domandarsi, NostroSignore Re in senso simbolico o insenso reale? Si tratta di un semplicetitolo onorifico che la devozione deifedeli Gli attribuisce per mettere inrisalto la sua grandezza? O una di-gnit meritata e conquistata?

    Queste considerazioni devono es-sere chiare nella nostra mente per

    conoscere bene questo aspetto del-la magnificenza del nostro DivinoRedentore. Cos crescer il nostroamore verso di Lui e potremo ono-rarLo adeguatamente, non solo conle labbra, ma anche con il cuore.

    Re e Sacerdote in quanto Uomo

    Sappiamo dalla Sacra Scritturache Dio il sovrano di tutti i popolie nazioni per il semplice fatto di es-

    sere il creatore, sostenitore e gover-natore di tutto quanto esiste. Ter-ribile il Signore, lAltissimo, regrande su tutta la terra (Sl 47, 3) canta il re e profeta Davide.

    Essendo Ges Cristo Dio, Egliha, pertanto, sovranit su tutte lecreature, non strappata a forza, nricevuta da altri, ma in virt dellasua stessa essenza e natura.1Non vi alcun dubbio su questo.

    Si potrebbe, tuttavia, obiettareche Ges Cristo, essendo Dio, non propriamente Re degli uomini, poi-ch proprio di un re avere la stes-

    sa natura dei suoi sudditi. Cos, il le-one pu essere re degli animali, manon delle piante. Lobiezione ha esi-to negativo, perch Egli ha assuntola natura umana, incarnandoSi nelseno purissimo della Vergine Maria. vero Dio e vero Uomo.

    Cristo si costituito Re e Sa-cerdote in quanto Uomo,2 spiegaSantAgostino. E lo stesso Verbo In-carnato ha rivelato questa dignit da-

    vanti a Ponzio Pilato. Tu sei Re?,chiese liniquo giudice. Tu lo dici; iosono re. Per questo io sono nato e perquesto sono venuto nel mondo: perrendere testimonianza alla verit(Gv 18, 37) rispose Ges. Questaaffermazione racchiude una ricchez-za singolare, propria della grandezzadellUomo-Dio, che la teologia catto-lica viene chiarendo progressivamen-te nel corso dei secoli.

    Re per lunione ipostatica

    Canta il salmista: A te il princi-pato nel giorno della tua potenza tra

    santi splendori; dal seno dellauro-ra, come rugiada, io ti ho generato(Sl 110, 3), e questo perch NostroSignore ha la regalit sacra dalla suanascita, come ha annunciato ancheil profeta Isaia: Poich un bambino nato per noi, ci stato dato un fi-glio. Sulle sue spalle il segno dellasovranit ed chiamato: Consigliereammirabile, Dio potente, Padre persempre, Principe della pace (9, 5).

    Don Hugo Vicente Ochipinti Gonzlez, EP

    SergioHollmann

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    Novembre 2015Araldi del Vangelo 19

    Vediamo qui la prima ragione perla quale Nostro Signore Ges Cri-sto Re. Dal momento in cui sta-to concepito, la sua umanit santis-sima unita alla Seconda Personadella Santissima Trinit; per questa

    unione, denominata unione ipostati-ca, Ges Dio e Uomo, con due na-ture e una sola Persona. Come com-menta il Dottor Angelico, lumanitdi Cristo, secondo le condizioni dellasua natura, non ha la gloria o gli ono-ri della divinit; li ha, per, in ragionedella Persona cui unita.3

    Questa unione Gli conferisce laprecedenza su tutti gli uomini, comepure la dignit regale. Spiega un anti-co scrittore greco: Giacch il Verbo

    Si unito alla carne secondo liposta-si e ha sperimentato la nascita carna-le da una Vergine, stato costituitoRe e Signore di tutto quanto esiste inCielo e in Terra.4 E SantAgostinoaggiunge: Verbo di Dio, che domi-na su tutti gli Angeli, e Verbo che as-sume la nostra umanit, al fine di go-vernare tutti gli uomini al fine di farliregnare con Lui nella pace eterna.5

    Re per diritto di conquista

    Tuttavia, affinch fosse completa lagloria di Nostro Signore Ges Cristo

    come Figlio dellUomo, Egli non havoluto essere Re solamente con la suaIncarnazione, ma ha deciso di conqui-starla per mezzo della Redenzione.6

    San Paolo, lApostolo di NostroSignore, commenta nelle sue lettere

    questo secondo aspetto della regali-t del Divino Redentore: Per quelGes, che fu fatto di poco inferioreagli angeli, lo vediamo ora corona-to di gloria e di onore a causa dellamorte che ha sofferto, perch per lagrazia di Dio egli provasse la mortea vantaggio di tutti (Eb 2, 9).

    Scrive ancora: Per questo infattiCristo morto ed ritornato alla vi-ta: per essere il Signore dei morti edei vivi (Rm 14, 9). E nellEpisto-

    la ai Filippesi troviamo un inno cheha come intenzione preminente af-fermare lesaltazione di Ges comeSignore:7Cristo, apparso in formaumana, umili Se stesso facendo-Si obbediente fino alla morte e allamorte di croce. Per questo Dio lhaesaltato e gli ha dato il nome che al di sopra di ogni altro nome; per-ch nel nome di Ges ogni ginoc-chio si pieghi nei cieli, sulla terra esotto terra; e ogni lingua proclamiche Ges Cristo il Signore, a gloriadi Dio Padre (Fil 2, 8-11).

    Come si vede, quel Vir dolorumUomo di dolori che non Si rifiu-tato ad abbassarsi al pi estremo li-mite delle umiliazioni, al punto daessere flagellato, coronato di spinee, infine, inchiodato in Croce come

    uno schiavo e un criminale, sta-to esaltato fino al trono di Dio, al-la destra del Padre, godendo cos delpotere giudiziale su tutte le creatu-re Lui stesso che era stato ingiu-stamente giudicato.8 Il nostro Re-dentore ci ha riscattato dal poteredella morte, del peccato e del demo-nio, costituendoSi Re e Signore. Ge-s stesso ci insegna questa verit inuna parabola, affermando che Lui luomo forte che ha legato il demo-

    nio e ha conquistato la casa (cfr. Mt12, 29; Mc 3, 27; Lc 11, 22).

    A partire da questo momento noinon apparteniamo a noi stessi, per-ch Cristo ci ha comprato a caro prez-zo. I nostri corpi sono membri di Ge-s Cristo (cfr. I Cor 6, 15-20). AncheSan Pietro ci ricorda: Voi sapete chenon a prezzo di cose corruttibili, co-me largento e loro, foste liberati dal-la vostra vuota condotta ereditata daivostri padri, ma con il sangue preziosodi Cristo, come di agnello senza difettie senza macchia (I Pt 1, 18-19).

    Ges davanti a Pilato Museo Diocesano,Palma di Mallorca (Spagna). Nella pagina

    precedente: Bambino Ges CappelladellAlcazar di Segovia (Spagna)

    FranciscoLecaros

    Tu lo dici; io sonore (Gv 18, 37).Questa afferma-

    zione racchiu-

    de una ricchezzasingolare, propriadella grandezzadellUomo-Dio

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    Dio regner dal Legno

    Un punto interessante da notarein questo secondo motivo della re-galit di Cristo che, sebbene que-sta sia in ordine di importanza mino-re rispetto a quella della sua natura

    divina, stata quella che ha fatto ri-splendere questa. Infatti, come scri-ve un teologo contemporaneo, ilriconoscimento di Ges come il Si-gnore, il Cristo, e come il Figlio diDio con potere, stato fatto secon-do un movimento ascendente, sim-bolizzato nel mistero dellAscen-sione: gli occhi della fede seguonolelevazione di Ges di Nazareth, ilcrocifisso-resuscitato, presso Dio.9

    Cio, considerando la conquista

    della regalit per mezzo della Pas-sione, Morte e Resurrezione, gli uo-mini sono potuti arrivare alla co-noscenza certa della regalit pernatura divina.

    Come bene osserva San Beda,arrivava il tempo in cui, redento ilmondo col suo Sangue, [Ges] sareb-be stato riconosciuto come Re.10 ESantAmbrogio,11 commentando li-scrizione INRI (Iesus Nazarenus RexIudaeorum), spiega che essa affermala condizione regia di Ges, la suadivinit e il suo potere eterno. E ag-giunge che questa iscrizione si trovadel tutto giustamente collocata in ci-

    ma, poich, pur essendo in Croce, ilSignore Ges risplendeva su di essa,grazie alla sua maest reale.12

    Vediamo cos che Nostro Signoreha voluto, tra gli innumerevoli fruttidella sua Passione e Morte, conqui-

    stare la regalit in quanto Uomo af-finch la sua divinit fosse pi facil-mente compresa dagli uomini, comeinsegna il Catechismo della ChiesaCattolica quando afferma che il ve-ro senso della sua regalit si mani-festato solo dallalto della Croce.13

    Molto bene canta questa realtuno dei pi antichi e commoventi in-ni della Chiesa: Avanzano i vessil-li del Re. Il mistero della Croce illu-mina il mondo. Nella Croce, la Vita

    sub la morte e nella Croce la Mor-te fece sorgere la vita. Dal costatoferito dal crudele ferro della lancia,per lavare le nostre macchie, acquae sangue stillarono. Si compirono al-lora i fedeli oracoli di Davide, quan-do disse ai popoli: Dio regner dalLegno.14

    Pienezza di grazia e di verit

    Cos, come fiamme di luce chenascono dalla stessa fonte inesauri-bile dellUomo-Dio e si fondono ar-monicamente, troviamo intreccia-ti questi due aspetti della regalit dinostro Signore. Tuttavia, questa fon-

    te deve mostrarci altre luci che, an-che se meno intense, sono ricche disfumature e tonalit. Dalla pennadel Dottor Angelico, ne analizzere-mo a seguire qualcunaltra.

    Il terzo motivo della regalit di

    Ges una conseguenza dellunio-ne della sua umanit alla divinit,ossia, dellunione ipostatica. Essen-do veramente Uomo, Egli possede-va unanima umana. E se tutti gliuomini, quando sono battezzati, ri-cevono la grazia di Dio, denominatagrazia abituale,a fortiorilAnima delDivino Redentore non poteva esse-re sprovvista di grazia, in grado mas-simo, dal primo istante della sua esi-stenza.

    San Tommaso spiega15 che, coscome un oggetto quanto pi vicinosia da un fuoco pi calore ricever,allo stesso modo quanto pi un es-sere sta vicino a Dio pi grazie rice-ver. LAnima di Ges, essendo nonsolo vicina, ma unita a Dio, possede-va la pienezza della grazia. SantA-gostino commenta che in questoSignore e Salvatore nostro, GesCristo, depositata la sublimit e lapienezza della grazia, di cui dice lA-postolo San Giovanni: noi vedem-mo la sua gloria, gloria come di uni-genito dal Padre, pieno di grazia e diverit (Gv 1, 14).16

    QuellUomo di dolo-ri, che non Si rifiu-tato ad abbassarsi al

    pi estremo limitedelle umiliazioni,

    stato esaltato finoal trono di Dio

    Cristo sulla via del Calvario, di JaumeHuguet - Museo Frederic Mars,Barcellona (Spagna)

    FranciscoLecaros

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    Questa pienezza di grazie Gliconferisce la supremazia su tut-ti gli uomini, costituendoLo ve-ro Re.17 Ges Colui su cuiriposa lo Spirito di Dio in ma-niera unica, Colui che porta la

    salvezza definitiva. Egli il Pa-store di Israele fino alla fine deitempi.18

    Inoltre, Egli ha costituito ungregge che alimenta e guida me-diante la comunicazione del-la grazia. Afferma San Giovan-ni nel prologo del suo Vangelo:Dalla sua pienezza noi tutti ab-biamo ricevuto e grazia su gra-zia (1, 16), e qui troviamo lachiave di un nuovo motivo per il

    quale Nostro Signore Re.Ges Cristo ha stabilito il

    suo Regno, che la Chiesa, do-ve Egli trasmette la grazia aisuoi membri, perch la possie-de in pienezza. Egli ha istituitola Chiesa come suo Corpo Mi-stico, come ci insegna San Pa-olo nelle sue lettere, che la Costi-tuzione dogmatica Lumen gentiumriunisce e spiega in modo mirabile:Cristo, Comunicando infatti il suoSpirito, costituisce misticamente co-me suo corpo i suoi fratelli, che rac-coglie da tutte le genti. [...] Cos noitutti diventiamo membri di quel cor-po (cfr. I Cor 12, 27) [...].Ma cometutte le membra del corpo umano,anche se numerose, non formanoche un solo corpo cos i fedeli in Cri-sto (cfr. I Cor 12, 12).19

    Cristo il nostro Capo

    Essendo un Corpo, la Chiesa haun Capo, Cristo. Egli il Capo delCorpo che la Chiesa,20 affermail Concilio Vaticano II. E, secondoSan Tommaso,21Egli lo in virt del-la sua natura umana.

    Come tutta la Chiesa deno-minata un unico Corpo Mistico incomparazione al corpo naturaledelluomo, [...] cos Cristo denomi-nato Capo della Chiesa per compa-

    razione col capo umano22 chiari-

    sce il Dottor Angelico.La grazia capitale la graziapi elevata, e anteriore alla no-stra visto che tutti noi riceviamola grazia in funzione della graziadi Cristo. una grazia perfetta, lapienezza di tutte le grazie. Cos,tutti i membri della Chiesa ricevo-no la grazia di Cristo, poich Egliha il potere di conferirla.23Cristo il nostro Capo nella misura in

    cui possiede la pienezza dellagrazia.24

    Inoltre, il Catechismo delConcilio di Trento spiega cheNostro Signore esercita nel-la sua Chiesa con meravigliosa

    provvidenza lufficio di Re. [...]Egli la difende dalla violenza edalla malignit dei nemici, Eglile prescrive leggi, Egli le d nonsolo santit e giustizia, ma an-che virt e forze per persevera-re.25

    Pertanto, Cristo il Signoresupremo e Re della Chiesa. Eglilha fondata, la governa, forti-fica, espande e la conduce finoalla consumazione dei secoli.

    Ges, come Capo del Corpo,come Re del nuovo Israele, gui-der i suoi al Padre e consegne-r il suo regno a Dio Trino.26

    Verr a giudicare ivivi e i morti

    Vediamo cos che Nostro Si-gnore effettivamente, e non inmodo simbolico, Re di tutta la cre-azione. Re, non solo perch Dio,ma anche in quanto Uomo. Re dalprimo istante della sua concezionemiracolosa nel seno purissimo del-la Vergine, per la ricchezza di do-ni e privilegi della sua Incarnazio-ne, come anche per il merito dellasua Passione, Morte e Resurrezione.Re che governa la sua Chiesa con sa-pienza e amore. Re che alla fine deitempi star offrendo e ricevendo lagloria del Pontefice la cui sofferen-za stata accettata, la gloria del Re

    il cui governo ha avuto un buon esi-to e la gloria del Profeta che ha pre-visto quello che doveva essere fattoe lo ha realizzato.

    Lultimo giorno, Egli giudicheri vivi e i morti e, restaurata la crea-zione nel suo ordine perfetto, Egli larestituir al Padre e dir: Ecco il po-tere che ho conquistato. Consegnonuovamente luniverso nelle tue ma-ni. E, in quel momento, il nostro Re

    Nostro Signore GesCristo ha voluto, con-quistare la regalit inquanto Uomo, affin-ch la sua divinit

    fosse pi facilmentecompresa da noi

    Crocifisso - Casa Monte Carmelo degli Araldi delVangelo, Caieiras (Brasile)

    TimothyRing

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    avr ricevuto la pienezza della rega-lit per diritto di conquista,27 vistoche la sua venuta gloriosa alla finedei tempi [...] sar la manifestazionepiena del dominio su tutto e della vit-toria sul peccato che ha gi ottenutocon la sua Morte e Resurrezione.28

    Con ogni fervore e fiducia, chie-diamo a Cristo Ges che si stabili-sca sulla Terra il suo Regno, che tuttigli uomini riconoscano e proclaminola sua regalit, seguano le sue leggi

    immutabili, abbraccino le sue paro-le eterne, e possa cos lumanit in-tera cantare con gli Angeli e Santi:Grandi e mirabili sono le tue ope-re, o Signore Dio onnipotente; giu-ste e veraci le tue vie, o Re dellegenti! Chi non temer, o Signore, enon glorificher il tuo nome? Poi-ch tu solo sei santo. Tutte le gentiverranno e si prostreranno davanti ate, perch i tuoi giusti giudizi si sonomanifestati (Ap 15, 3-4).

    Cristo Re Chiesa della Madonna della Consolazione, Carey (USA)

    FranoisBoulay

    Lultimo giorno,

    Egli verr a giu-dicare i vivi e imorti e restaurerla creazione nel suoordine perfetto

    1SAN CIRILLO DI ALES-

    SANDRIA.In Luc., 10,apud PIO XI. Quas primas,n.11.

    2SANTAGOSTINO. La con-cordancia de los evangeli-stas. L.I, c.3, n.6. In: Obrascompletas. Madrid: BAC,1992, vol.XXIX, p.204.

    3SAN TOMMASO DAQUI-NO. Somma Teologica. III,q.58, a.3, ad 1.

    4ECUMENIO. Comentario so-

    bre el Apocalipsis, 10, 13,apud WEINRICH, Wil-liam C.; ODEN, Thomas C.(Ed.).La Biblia comentadapor los Padres de la Iglesia.Apocalipsis. Madrid: CiudadNueva, 2010, vol.XII, p.412.

    5SANTAGOSTINO. La cate-quesis a principiantes, c.XX,n.36. In: Obras completas.Madrid: BAC, 1988, vol.XXXIX, p.508.

    6Cfr. CL DIAS, EP, Joo

    Scognamiglio. Re delleter-nit. In:Linedito sui Van-geli. Citt del Vaticano-SanPaolo: LEV; Lumen Sapien-ti, 2014, vol.IV, p.537-538.

    7SESBO, Bernard.Pedago-gia do Cristo. Elementos deCristologia fundamental. SoPaulo: Paulinas, 1997, p.67.

    8Cfr. SAN TOMMASO DA-QUINO, op. cit., q.58, a.3;q.59, a.3.

    9SESBO, op. cit., p.55.10SAN BEDA.Homili genu-

    in. L.I, hom.1: ML 94, 12.11Cfr. SANTAMBROGIO.

    Expositio Evangelii secun-dum Lucam. L.X, n.112-113: ML 15, 1832.

    12Idem, n.113.13CCE 440.14BENEDICTINES OF SO-

    LESMES (Ed.). The Liber

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    L

    Siamo del lignaggio del Re

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    a Solennit di Cristo Re, in-vitandoci a volgere latten-zione e il cuore a questi panoramigrandiosi, chiede la compenetra-zione di speciali responsabilitnella nostra vita.

    Visto che partecipiamo allanatura divina e diventiamo figlidi Dio per mezzo del Battesimo,tra altri privilegi ci tocca anchela sua regalit, poich, oltre a es-sere cortigiani di Nostro Signore

    Ges Cristo, Re dei re, apparte-niamo alla sua famiglia come ve-ri Suoi fratelli, elevati alla cate-goria di principi. Egli vuol farciconsorti della felicit che possie-de da sempre come Figlio Unige-nito, godendo della convivenza edella familiarit con il Padre e loSpirito Santo, e ci deve associa-re anche alla manifestazione del-la sua magnificenza, quando ver-r alla fine dei tempi. Questa lanostra nobilt.

    Pertanto, se ci rallegriamoperch siamo dello stesso lignag-gio e della famiglia reale di No-stro Signore Ges Cristo, templidella Santissima Trinit, siamoobbligati a portare questa filia-zione fino alle sue ultime con-

    seguenze nella nostra esistenzaquotidiana.Che cosa chiediamo nella Pre-

    ghiera del Giorno, nella Mes-sa della Solennit di Cristo Re?Dio onnipotente ed eterno, chehai voluto rinnovare tutte le co-se in Cristo tuo Figl io, Re dellu-niverso, fa che ogni creatura,libera dalla schiavit del pecca-to, ti serva e ti lodi senza fine.1Che le creature Lo glorifichino

    nella sua grandezza regia! Ora,per glorificare il suo sovrano, unsuddito deve, prima di tutto, es-sere fedele alle sue leggi e racco-mandazioni.

    Le leggi del mio Re si trova-no nei Dieci Comandamenti, nelVangelo e anche dentro di me,per il senso morale che ho rice-vuto fin dallinfanzia. In relazio-ne a loro devo essere interamen-te retto, perseverare nella graziadi Dio, cercando di praticare lavirt al massimo, con aspirazionesempre pi accentuata dalla per-fezione e dalla santit, poich nul-la offende di pi questo Re delpeccato. Se, al contrario, io scel-go le vie del vizio e deformo lamia stessa coscienza per vivere

    nellindifferentismo, rinuncio al-la partecipazione alla Sua regali-t e seguir altri re: il demonio, ilmondo e la carne.

    In questa magnifica Solenni-t della regalit di Nostro Signo-re Ges Cristo, avendo lanimapervasa da tante meraviglie, be-nedizioni e grazie, desidero rivol-germi a Lui e dire: Signore, so-no tuo! Sono tua! Nonostante imiei difetti e debolezze, regna

    nel mio cuore, nei miei pensieri esentimenti. Regna nella mia ani-ma attraverso Maria Santissima,il trono che hai scelto per nasce-re, Regina perch tua Madre, eanche mia Madre.

    Linedito sui Vangeli. Cittdel Vaticano-So Paulo: LEV;

    Lumen Sapienti, 2014, vol.IV,p.540-541.

    1SOLENNITA DI NOSTRO SIGNO-RE GESU CRISTO, RE DELLU-NIVERSO. Preghiera del Giorno. In:MESSALE ROMANO. Trad. Por-toghese della 2 edizione per il Brasi-le realizzata e pubblicata dalla CNBBcon aggiunte approvate dalla SedeApostolica. 9.ed. San Paolo: Paulus,2004, p.384.

    Usualis. Tournai-New York:

    Descle, 1961, p.575-576.Inno Vexilla Regis, compo-sto nel VI secolo da San Ve-nanzio Fortunato, Vesco-vo di Poitiers. attualmentepregato nei Vespri della Set-timana Santa e nella FestadellEsaltazione della San-ta Croce.

    15Cfr. SAN TOMMASO DA-QUINO. Somma contro igentili. L.III, c.95.

    16SANTAGOSTINO. Enar-

    raciones sobre los Salmos,18, 2, 2. In: Obras comple-tas. Madrid: BAC, 1964, vol.XIX, p.183.

    17Cfr. SAN TOMMASO DA-QUINO, Somma Teologica,op. cit., q.58, a.4.

    18SESBO, op. cit., p.43.19CONCILIO VATICANO II.

    Lumen gentium, n.7.20Idem, ibidem.

    21Cfr. SAN TOMMASO DA-

    QUINO, Somma Teologica,op. cit., q.59, a.2.22Idem, q.8, a.1.23Cfr. Idem, ibidem.24Idem, a.5.25CATECHISMO del San-

    to Concilio di Trento. Par-te I, c.3, n.7. Barcellona: Im-prenta de Sierra, 1833, to-mo I, p.34.

    26ADAM, Karl. Cristo nuestro

    hermano. 5.ed. Barcellona:Herder, 1963, p.66.27CL DIAS, op. cit., p.540.28LADARIA, Luis F.Jesucri-

    sto, salvacin de todos. Ma-drid: San Pablo; Univer-sidad Pontificia Comillas,2007, p.122.

    COMMENTODIMONS. JOOSCOGNAMIGLIOCLDIAS, EP

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    I piani della Provvidenza, tutta-via, prevalsero, poich quel giova-ne di robusta costituzione mostravasegni di essere tagliato per vivere laspiritualit dei frati predicatori: pos-sedeva unattitudine sorprendente

    per questioni filosofiche, teologichee per le scienze naturali, abituatofin da bambino a interrogare i per-ch della creazione, come lui stessoconfess: Io ero gi avanzato nellascienza quando, obbedendo alla de-cisione della Beata Vergine e alli-spirazione dello Spirito Santo, sonoentrato nellOrdine.2

    Perscrutare lordinedelluniverso per incontrarvi Dio

    Conclusi gli studi teologiciallUniversit di Bologna, SantAl-berto fu inviato a Colonia, nel1228, per esercitare il magiste-ro insieme ai suoi fratelli dabi-to. Molto era stato detto circa lasua attitudine per linsegnamen-to, ma gli studenti non tardaronoa confermare anche altre qualitdel maestro, in particolare la suamagnifica comprensione dellordinecostituito da Dio nelluniverso, ca-ratterizzata da una weltanschauung visione del mondo comprensi-va, attenta alle pi svariate ricchez-ze degli esseri inanimati e animati,nei quali cercava di discernere rifles-si della perfezione del Creatore.

    Questa tendenza lo port ad ap-profondire vari campi del saperescientifico, impiegando il tempo li-bero nellosservazione diretta deglielementi della natura. Tale ricerca,

    mossa da una propensione religiosa,diede origine a varie sue opere scrit-te, tra le quali interessanti trattatidedicati alla cosmografia, meteoro-logia, climatologia, fisica, meccani-ca, architettura, chimica, mineralo-gia, antropologia, zoologia, botanicae astrologia, essendo questultimaunarea che lo incantava.

    Gi in vita il Santo divent notocome il Dottore Universale, perch

    non solo si elev alla speculazione te-ologica e filosofica, ma anche gli toc-c di illustrare la scienza umana. [...]Alberto Magno, con un proposito da-nimo costante, da vero dottore catto-lico, non si fissava sulla contempla-zione di questo mondo visibile, comesuccede con frequenza ai moderni in-vestigatori dei fenomeni naturali, masi estendeva fino alle cose spirituali esoprannaturali, coordinando e subor-dinando tutta la scienza, secondo ladignit dei rispettivi soggetti, ascen-

    dendo mirabilmente dagli esseri ina-nimati ai viventi, dai viventi alle crea-ture spirituali, dagli spiriti a Dio.3

    Esponente dellascolastica medievale

    Fu nel campo dottrinale, tuttavia,che SantAlberto Magno realizz lapienezza della sua vocazione, comefilosofo e teologo dedito allo studio,alla docenza e alla predicazione.

    Il XIII secolo fu caratterizza-to da un entusiastico interesseper le questioni teologiche. Que-sta tendenza spiega in buona par-te il grande distacco raggiuntodalla scuola domenicana, che in

    poco tempo pass a dettare il cor-so dellUniversit di Parigi. Duran-te i cinquantanni della sua vita de-dicati allinsegnamento, il DottoreUniversale ag in questo importan-te scenario, fulcro della scolasticadellepoca, imprimendole una notadi santit che influenz i suoi suc-cessori.

    Docile alle decisioni dei supe-riori religiosi, partiva in viaggioverso le principali universit eu-

    ropee, la maggior parte delle volteper realizzare missioni di grandelevatura. Diversi episodi potreb-bero essere evidenziati, special-mente quelli accaduti nei due annidedicati allinsegnamento a Parigia fianco di un distinto discepolo:San Tommaso dAquino.

    Il successo di tale coppia nonavrebbe potuto non lasciare il se-

    gno negli annali della Sorbona, i cuilocali erano insufficienti a contenereil pubblico desideroso di ascoltarla.La Piazza Maubert Matre Albert, situata nel centro di Parigi, perpe-tua ancor oggi la memoria del San-to nello stesso luogo dove migliaia distudenti e fedeli si riunivano per ve-derlo e ascoltarlo.

    Collocando Aristotele al centrodel dibattito filosofico

    Gli anni di attivit a Colonia e Pa-

    rigi servirono anche come occasioneaffinch SantAlberto ci trasmettes-se il suo maggiore lascito filosofico:linclusione dellopera di Aristotelenel panorama del pensiero cattolicooccidentale.

    Fino ad allora alcuni pensato-ri cristiani avevano cercato di inter-pretare le meraviglie del creato co-me ordinate alle realt della Fede,e in questo sforzo ottennero relati-

    SantAlberto Magno espone la sua dottrinaai dottori in scienze, di Ernest Board -

    Wellcome Collection, Londra

    Fu nel campo dottrinale, tuttavia,che SantAlberto Magno realizz la

    pienezza della sua vocazione

    Riproduzione

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    vi progressi essendo guidati da filo-sofi dellantichit. Tuttavia, questitentativi in realt era solo abbozzi,che esponevano con maggiore o mi-nore successo frammenti di questio-ni molto pi ampie, di carattere spe-

    culativo-metafisico, che ancora nonerano state affrontate.Ora, SantAlberto Magno intu il

    problema con lucidit, e cercava unmaestro che offrisse un sistema ordi-nato a partire dal quale fosse possi-bile sviluppare lo studio della teolo-gia su basi solide. Proprio in queglianni erano venuti alla luce importan-ti testi dei greci, seppure interpreta-ti da filosofi arabi, i quali richiama-rono lattenzione del Santo verso il

    prezioso contributo aristotelico. Sor-preso di imbattersi in spiegazioni chegodevano della chiarezza necessariaper rafforzare larmonia del dogmacristiano con la retta ragione umana,egli non tard a concludere: era oradi scoprire nellautentica opera delloStagirita tutto quanto in essa ci fossedi meritevole.

    A mano a mano che SantAlber-to Magno collaborava per concen-trare il fuoco delle attenzioni suquestobiettivo, si assistette alla fio-

    ritura della scolastica medievale.Era il punto dappoggio che man-cava affinch degli uomini di soli-de convinzioni religiose erigesserola cattedrale del pensiero filosoficocristiano! Alberto Magno fu il pri-

    mo che si avventur per questo cam-mino difficile con piena coscienzadel suo successo e dellimmenso la-voro che questo avrebbe implicato.4

    Laudace meta ebbe, tra laltro,una felice conseguenza: prepar ilterreno perch entrasse in scena SanTommaso dAquino, il principe dellasacra doctrina.

    Maestro del Dottor Angelico

    Il Capitolo dellOrdine dei Predi-

    catori del 1245 si realizz a Colonia,dove insegnava SantAlberto Ma-gno. Il maestro generale vi si diressenon soltanto per la riunione, ma an-che per portare al convento di que-sta citt un novizio di Napoli: Tom-maso dAquino, giovane membrodella nobilt che era entrato in queigiorni nella famiglia domenicana.

    Le circostanze avverse che segna-rono i primi passi della vita religio-sa del Dottor Angelico motivaronola decisione dei superiori di condurlo

    lontano, dove i genitori non potesseroopporre nuovi ostacoli al compimen-to della sua vocazione. Era necessarioche un tutore con qualit proporzio-nali a quelle del futuro Dottore dellaChiesa lo assistesse, per aiutarlo nello

    sviluppo del suo talento.Si racconta che San Tommasopregava, dal periodo della sua pri-gionia, per poter conoscere un gior-no SantAlberto: per un considere-vole periodo di tempo vissero nellostesso convento. Tra i due si stabilfin dallinizio unintima unione nel-la scienza e nella virt, fatto che of-fr alla comunit un vero spettaco-lo: contemplavano unimmagine diquella che devessere la convivenza

    tra i Beati nelleternit.Stupefatto nel veder fiorire sot-

    to il suo orientamento il pi grandeteologo di tutti i tempi, SantAlber-to primeggiava nel riconoscere la su-periorit dellalunno, come mette inevidenza un biografo: egli si spingefino al punto di dimenticare del tuttoil valore e il merito del proprio lavoroquando esalta il Dottor Angelico, co-me se questi avesse scoperto tutta laverit e risolto tutti i problemi.5

    La morte prematura dellAquina-te, decenni pi tardi, lo rattrist pro-fondamente, al punto da non poter pipronunciare il suo nome senza com-muoversi. SantAlberto Magno statoannoverato tra i primi che intravideroil futuro che lo aspettava e che glorifi-carono Dio per aver operato i suoi pro-digi in questanima di elezione.

    Superiore provinciale eVescovo di Regensburg

    Cos come non si accende un lu-me perch rimanga nascosto, maperch sia collocato in alto per illu-minare, anche le luci con cui Dio fa-vor questo giusto non sarebbero po-tute rimanere confinate al ristrettoambito universitario. I confratelli diSantAlberto lo elessero provincia-le della Germania per due manda-ti, e Papa Alessandro IV lo design

    SantAlberto Magno col Dottor Angelico, di Alonso Antonio Villamayor -Museo di Belle Arti, Salamanca (Spagna)

    Si racconta che San Tommaso pregava, sin dal periodo della sua prigionia,per poter conoscere un giorno SantAlberto

    FranciscoLecaros

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    come Vescovo di Regensburg, doveproblemi disciplinari e dottrinali re-clamavano la presenza di unanimaeletta per sanarli.

    Fedele allobbedienza, egli ab-bracci tutti gli incarichi ricevuti,

    avvalendosi della sua autorit mo-rale per estirpare lerrore, attuarelordine e far fiorire la virt. Senzadubbio, dopo due anni a fronte del-la diocesi egli chiese al Santo Padredi ritornare alla vita conventuale, te-mendo di non compiere interamen-te la propria vocazione religiosa. IlPontefice accett.

    Occorre ancora una parola a pro-posito delle lotte di SantAlber-to contro i nemici dottrinali della

    Chiesa in quelle circostanze, instal-lati dentro e fuori le sue mura. Di-sposto ad avvalersi del suo arsenaledottrinale per proteggere la fede delsuo gregge, il Santo si scontr diver-se volte con i detrattori dellortodos-sia, sempre con piena cognizione dicausa e grande superiorit di spiri-to.6Per definirli, egli impiega unim-magine ricca di significato: Gli ereti-ci assomigliano alle volpi di Sansone:come questi animali, tutte loro han-no teste differenti, per sono semprelegate insieme per la coda, ossia, so-no sempre unite quando si tratta diopporsi alla verit.7

    Ultima prova e morte edificante

    Oltre a essere assistito dal donodi scienza, SantAlberto Magno pos-sedeva una grande umilt: Dal mo-mento che da soli siamo incapaci diqualsiasi cosa, soprattutto di fare il

    bene, e che siamo in grado di offrirea Dio solo ci che gi Gli appartie-ne, dobbiamo sempre pregare come

    Lui ci ha insegnato con le sue lab-bra benedette e attraverso il suostesso esempio, consapevoli chesiamo persone colpevoli, pove-re, malate, bisognose, come bam-bini e come coloro che non han-

    no fiducia in se stessi. Dovremmoaprirci con Lui sui pericoli che cicircondano da tutte le parti conumilt, timore e amore, con inte-grit di cuore e intera fiducia. Al-lora potremmo riposare e confi-dare in Lui fino alla fine.8

    Al termine della vita il Santoprefer lisolamento del chiostro,per meglio prepararsi allincon-tro con Dio. Due anni prima del-la morte perse completamente la

    memoria, sebbene avesse conser-vato tutta la compostezza propriaa uno avanzato in virt.

    Una volta, le suore di un con-vento domenicano gli chiesero diraccontare loro qualcosa di edi-ficante, ed egli rispose: Quandouno soffre, molte volte immaginache la sua vita sia inutile agli oc-chi di Dio. Ma quando incapacedi formulare preghiere o di com-piere opere di bene, le sue soffe-renze e desideri lo pongono facciaa faccia con la divinit, molto pidi mille altre persone che godonodi buona salute.9 Questo consi-glio getta luci sulle sue disposizionidi spirito dinanzi alla morte, quandotutta la conoscenza accumulata nelcorso degli oltre 80 anni svan, e losguardo posto nelleternit sostitututte le antiche aspirazioni.

    Il giorno 15 novembre 1280,

    SantAlberto Magno spir nel con-vento di Colonia, lasciando ai do-menicani e alla Chiesa universale

    FranciscoLecaros

    SantAlberto Magno Chiesa di SantoStefano, Salamanca (Spagna)

    Dopo due anni a fronte della Diocesi diRegensburg, egli chiese al Santo Padre

    di ritornare alla vita conventuale

    un esempio sublime di acquisizio-ne della conoscenza per santificarsie santificare gli altri. Come lui ave-va insegnato, la forza danimo deveesser impiegata al fine di raggiunge-re la perfezione dellamore.10Infat-ti, ogni sapienza umana si sottomet-

    te alla carit, la regina delle virt, equesta lunica che ci salva e condu-ce al Cielo!

    1PUCCETTI, OP, Angiolo.SantAlberto Magno. Profilobiografico. Roma: CollegioAngelico, 1932, p.14.

    2SANTALBERTO MAGNO.Discorso, apud SIGHART,Joachim.Albert the Great, of

    the Order of Friar-preachers.Londres: Paternoster Row,1876, p.37, nota 1.

    3PIO XI.Decreto di canoniz-zazione e dichiarazione diSantAlberto Magno co-

    me Dottore della Chiesa,16/12/1931.

    4SIGHART, op. cit., p.104.5Idem, p.370.6Idem, p.44.

    7SANTALBERTO MAGNO,apud SIGHART, op. cit.,p.248.

    8Idem, p.404.9Idem, p.347.10Idem, p.191.

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    VMaria: fonte di gioia e fervore

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    ergine Immacolata, Madre della Chiesa, ali-menta lentusiasmo di tutti i componenti dellanostra Diocesi: delle parrocchie e dei gruppi ec-

    clesiali, delle associazioni e delle nuove forme di impe-gno apostolico che il Signore va suscitando col suo Spi-rito Santo; [] che, col tuo soccorso materno, diventinotestimoni di Cristo attratti dallo splendore del suo amo-re, fonte di gioia.

    Con queste parole, Benedetto XVI si rivolgeva allaMadonna della Quercia durante una sua visita a Viter-

    bo. E, con non minor desiderio di proporre la devozio-ne alla Santissima Vergine come fonte di gioia e fervo-re, i missionari della Cavalleria di Maria percorrono ilBrasile realizzando Missioni Mariane nelle pi diver-se parrocchie.

    Lefficacia del loro lavoro pu essere constatata in te-stimonianze come quella del Sig. Zzimo Ferreira Alves,di Vitria de Santo Anto, Brasile: Come stata prezio-sa per la nostra citt questa settimana! Abbiamo potutoriaccendere la fiamma della nostra fede attraverso dellebellissime celebrazioni, con momenti che saranno ricor-dati per sempre. Abbiamo potuto vedere fratelli che nonvenivano nemmeno pi alle Messe e alle altre celebrazio-ni, che si sono presentati e che, con la grazia di Dio e lin-tercessione di Santo Antonio Abate e della nostra buona

    Madre Maria, hanno ricominciato una nuova vita, cercan-do in Dio la forza per condurre le loro famiglie.

    Nelle foto, momenti di alcune delle ultime Missio-ni Mariane realizzate negli Stati di Pernambuco e RioGrande do Norte.

    Consacrazione alla Madonna Alla fine di ogni missione, i rispettivi parroci hanno consacrato solennemente laparrocchia e i loro fedeli alla Santissima Vergine secondo il metodo di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Nelle

    foto, consacrazioni delle Parrocchie San Francesco dAssisi,a Natal, e Madonna Aparecida, a Paulista.

    Vitria de Santo Anto

    Natal Paulista

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    F o t o : S e r g i o C s p e d e s R o s

    F o t o : S e r g i o C s p e d e s R o s

    Nuove icone Un modo di consolidare lapostolato realizzato dalla Cavalleria di Maria lattuazione di nuoveIcone di Maria, Regina dei Cuori. Alla fine della Missione, esse sono consegnate dai parroci ai nuovi coordinatori,

    che di solito le ricevono con molta emozione.

    Natal - Parrocchia Madonna Aparecida Natal - Parrocchia San Francesco dAssisi

    ParnamirimIgarassu

    Vitria de Santo Anto Parnamirim Natal

    Messe conclusive In una settimana di intensa attivit di evangelizzazione, missionari percorrono negozi eabitazioni, promuovono lAdorazione al Santissimo Sacramento ogni giorno, si celebrano Messe e le Confessionisi moltiplicano. I frutti si possono constatare nella giornata di chiusura: le chiese sono sempre affollate e con unpubblico entusiasta.

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    Parrocchia Madonna delle Grazie

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    l giorno 19 settembre, la Parrocchia Madonna delle Gra-zie ha promosso nella casa Monte Carmelo, a Caieiras,

    una Giornata delle Martine, nome col quale sono conosciu-te le bambine che aiutano nel cerimoniale liturgico nelle di-verse comunit. Pi di cento hanno partecipato alla Messa e

    ad altre attivit (foto 1 e 2). Nella Festa dellEsaltazione del-la Santa Croce, seminaristi degli Araldi hanno promosso unalunga e partecipata processione per sentieri di campagna fi-no alla Cappella Madonna di Lourdes, una delle 13 comuni-t che compongono questa parrocchia (foto 3 e 4).

    Foto:Stephen

    Nami

    Foto:Lc

    iaNgaThiVu

    Foto:AnnaCarolina

    CaiadoFraga

    Nova Friburgo (RJ) Nella Parrocchia di Santa Teresina, a Campo Grande, il coro femminile degli Araldi hapartecipato alla Messa di apertura della novena alla patrona, presieduta dal Cardinale Orani Joo Tempesta(sinistra). Il 30 agosto, Mons. Edney Gouva Mattoso ha visitato la casa del settore femminile a Nuova Friburgo,dove gli stato reso omaggio per il suo 28 anniversario di ordinazione presbiterale (destra).

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    Paraguay Il giorno 24 settembre, gli Araldi del Vangelo hanno realizzato il Progetto Futuro e Vita nel CollegioNazionale Spagna, situato a San Lorenzo. Tra le attivit realizzate evidenziamo una animata esibizione musicale pergli alunni (foto a destra) e una conferenza di Don Kirthan Blasius Carlo, EP (foto a sinistra).

    Stati Uniti Missionarie del settore femminile e cooperatori hanno partecipato alle commemorazioni della Verginedella Carit, in una cerimonia presieduta da Mons. Thomas Wenski, Arcivescovo di Miami, al Bank United Center(centro). I cooperatori hanno anche condotto la Statua Pellegrina agli infermi dellOspedale Jackson Memorial(destra), il 15 agosto, e allospizio Palmer House - Catholic Health Services (sinistra), l 11 settembre.

    Argentina Una Missione Mariana stata realizzata nella Parrocchia della Madonna di Lujn, nella localit diCampana, provincia di Buenos Aires. La Statua Pellegrina