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NUMERO 8 2012 Reg. Tribunale di Cagliari n. 14/08 del 09/06/08 M y country IL FASCINO DELLA LEGGE L'ORTO DELLE DONNE BLOG-ARTE DONNA RIVISTA AL FEMMINILE IN SARDEGNA n°8 DICEMBRE 2012 Natale in Barbagia

Rivista donna numero 8

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Rivista donna numero 8

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Page 1: Rivista donna numero 8

NUMERO82012Reg.TribunalediCagliarin.14/08del09/06/08

M y country

IL FASCINO DELLA LEGGEL'ORTO DELLE DONNE

BLOG­ARTE

DONNARIVISTA AL FEMMINILE IN SARDEGNA n°8 DICEMBRE 2012

Natale in Barbagia

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DONNA Sommario

ROBERTAVANALIUna vita nell'arte

I consigli della dhirurga

MARIA FRANCAMARCEDDU

MAKE­UPARTIST

SARADELLA PENNA

SARA MARIA PINIIl fascino della legge

I SUONI DEL TEMPO

Federica Lecca

DONATELLAPADIGLIONE

IL MONDO DELLADANZA

LAURARAIA

L'orto delle donne

"Viaggio tra le tradizioni egastronomiche in Sardegna"

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DONNA

DONNARivista al femminile in Sardegna

Numero 8­2012Reg. Tribunale di Cagliari N. 14/8 del 9/6/2008

Responsabile EditorialePatrizia Floris

Direttore ResponsabileSandra Sulcis

Art DirectorPatrizia Floris

Grafica e impaginazioneMichele Campus

Hanno Collaborato:Donatella Padiglione, Maria Franca Marceddu,Roberta Vanali, Sara Travaglino, Sara Maria Pini,Laura Raia, Federica Lecca, Antonio Iubatti,Fabiana Argiolas, Padre Stefano Mascia, MartaFloris, Ilaria Corda, Paolo Lorrai, AlessandraTiddia, Marta Secci, Barbara Ledda

Foto di:Ilaria Corda, Marco Lorrai, Antonio Iubatti

Foto di Copertina:Valentina Follesa

In copertina modella:Fabiana Argiolas ­ Arabic make up

Foto Internet:http://www.artribune.comhttp://robertavanali.blogspot.com

Fonti articoli:Arrigo Petacco «L'amante dell'Imperatore» OscarMondadori 2009Arrigo Petacco «Il sogno di Cavuor infranto daGaribaldi»Italo De Feo «Cavuor l'uomo e l'opera» OscarStoria Mondadori ­ Le Figaròwww.sardegna.com www.timeinsardinia.comwww.motortravel.it

DonnaRedazione:Via Macchiavelli, CagliariEmail: [email protected]

Editoriale 5

IN QUESTO NUMERO

ROBERTA VANALIUna vita nell'arte 6

DONATELLA PADIGLIONEIl mondo della danza 8SARA DELLA PENNA

Make­up Artist 12FABIANAARGIOLAS

Arabic make­up 14FEDERICA LECCAI suoni dal tempo 16SARAMARIA PINI

Il fascino della legge 22MARIA FRANCAMARCEDDU

Benessere in chirurgia 26LAURA RAIA

L'orto delle donne 30

L'ISOLA DA SCOPRIRE

Itinerari di Barbagia 18

CULTURALa bellezza mi fù fatale 34

LA VITA DEL PROSSIMOHai aperto il cuore di Dio 38

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e

DONNA

Chi l'avrebbe mai detto, questa rivista resiste alle intemperie della crisi e nonsolo... Le collaborazioni aumentano e l'entusiasmo iniziale non ci abbandona.Grazie a tutti quelli che ci hanno creduto fin dal primo numero.Grazie a chi ha posato per la copertina, grazie a tutta la redazione, alle artistesplendide che sono donne prima ancora di essere artiste. Purtroppo la crisicontinua e colpisce fortemente soprattutto sull'occupazione delledonne, possibile che non riusciamo a voltare pagina? Sono sicura che in sinergiapossiamo recuperare. Ecco adesso l'occasione per un occhio un po' più attento alleprossime candidature per un parlamento rappresentato in maggioranza da noidonne. Tutto può funzionare, possiamo raggiungere i nostri obiettivi se continuiamoa credere nei nostri sogni, se ci si mette determinazione, ma soprattutto il cuore.

Auguri a tutti di Buon Natale e Buon AnnoPatrizia Floris

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M y country

Sono passati sei anni...

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DONNA

Il primo Blog­Arteon­line dellaSardegna

Roberta Vanali critica, curatrice egiornalista d’arte con all’attivo oltre250 articoli. Nel 2000 ha fondato laprima redazione sarda online per larivista Exibart, attiva per oltre undecennio, per poi passare nel 2011ad Artribune con tutto lo staffdirezionale che ha portato Exibart aimassimi livelli. Per Artribune haideato la rubrica Icon(O)graphy doveanalizza soggetti iconografici dalleorigini ai giorni nostri. Dal 2003 hacurato oltre 50 mostre in spazipubblici, gallerie e musei e per tuttoil 2006 ha diretto una galleria laSTUDIO 20 a Cagliari, inoltre hadato vita alla prima galleria d’arteonline della Sardegna: Little RoomGallery.Cura un blog (BlogArte) dovetrasferisce tutto il suo lavoro.

navitanell'arte

U

om’è inizia ta la sua passioneper l’arte?Devo questa passione a mio nonnomaterno, un tenore che si dilettavacon la pittura, affinata nel corso del

tempo con gli studi e con tanta esperienza sulcampo.La nostra rivista parla in modo particolaredelle donne. Quali sono le artiste sarde cheama di più? Per quali motivi?Le artiste sarde che più stimo sono quelle conle quali collaboro (da Silvia Argiolas a RosannaRossi), un occhio di riguardo va certamente aMaria Lai ma anche a donne eclettiche, attivegrosso modo tra gli anni ’20 e gli anni ’70 delsecolo scorso, ancora poco conosciute, comeAnna Marongiu, Edina Altara, Rita Thermes ele sorelle Coroneo.

C

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Secondo lei le donne hanno più difficoltà deicolleghi uomini a inserirsi nel mercato dell’arteo valgono per entrambi le stesse difficoltà?I tempi per fortuna sono cambiati. Giànell’Ottocento le donne iniziano ad affrancarsi dapreconcetti e le troviamo numerose nel corso delleavanguardie europee, soprattutto col Futurismo. Adoggi abbiamo artiste, critiche e operatrici culturalialtamente qualificate in ogni settore che occupanoposti di assoluto prestigio, per cui possotranquillamente affermare che non ha più sensofare distinzioni di sesso. Uomini e donne, all’internodel sistema dell’arte, incontrano oramai le stesseidentiche difficoltà.Quali sono i punti forti dell’arte contemporaneain Sardegna? E quelli deboli?I punti di forza sono i giovani artisti, più propensi amettersi in gioco, a lavorare con coerenza eprofessionalità ma soprattutto più inclini ad unaregolamentazione che apra le porte al mercatodell’arte, e un piccolo nucleo di operatori del settoreche lavorano con competenza e non pochi sacrifici.Il resto è tutto da costruire. Ad iniziare da una retedi gallerie che non funga da affittacamere perarrivare ad un collezionismo serio e coerente efinire con l’apporto delle Istituzioni, infatti sia questeultime sia i privati non intervengono nellapromozione dei giovani tantomeno degli storici.Ultimamente per una maggiore comprensione allemostre abbino una conferenza che offra glistrumenti per tradurla con un excursus che partadalle origini del linguaggio utilizzato sino al suopunto d’arrivo. Questo perchè credo che uno deiproblemi fondamentali in Sardegna sia la scarsaconoscenza dell’arte contemporanea che inizia daiprogrammi ministeriali sempre più ristretti e cheraramente vanno oltre gli anni ’50.A cosa lavora in questo momento?Sto lavorando a una mostra di architetturaconcettuale e installazione sonora dal titolo “WritingArchitectural Narratives” e a dicembre inaugureròall’Exmà una collettiva di pittura “L’Isola dei Morti”,ispirata appunto all’opera di Bocklin. Diciasetteartisti di diversa provenienza territorialeinterpreteranno questa magnifica opera.

2006 “Start" mostrad'apertura della galleriaStudio 20 a Cagliari. 2007"Cruel Fairy Tales", MANMuseo della Provincia diNuoro. 2008 “Bye ByeBaby”, Laboratorio 168,Cagliari; “Fingerprints”,Grande miniera diSerbariu, Carbonia. 2009“L’indicibile Dicibile”,Museum Templese,Tempio Pausania. 2010“Mi amo e mi nutro”,Galleria La CorteContemporanea, Firenze;“In the middle”, ManMuseo della Provincia diNuoro. 2011 “ID ­ Entity”,European Patent Office,L’Aia (Paesi Bassi):“Rashomon” di RosannaRossi, Spazio P, Cagliari.

MOSTRE

Patrizia Floris

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DONNAL'affascinante mondo della danza Orientale, i ritmi, i colori, le atmosfere, si possono ritrovare neilocali delle scuole di ballo di Donatella Padiglione. Specializzatasi in danze etniche, afro emedio­orientali, dal 1981 dirige la Scuola Afro Danza di Cagliari. Dopo gli studi di danzaclassica, si dedica alle danze tradizionali africane e medio­orientali. In Egitto con RaquiaHassan e il maestro Hassan Kalil, in Marocco e Tunisia con Leila Hadad. Conseguel'abilitazione all'insegnamento delle danze medio­orientali presso il "Centre artistique ZazaHassan" di Parigi dove le viene riconosciuto il titolo di maestra tecnico in danze orientali egiudice in gara della Federazione italiana danze sportive. Nel corso di questi anni la sua scuolaha ospitato prestigiosi maestri sia nazionali che stranieri diventando l'unico vero centro di studioper le danze afro tradizionali e medio­orientali. Nel 1994 inaugura in Sardegna il corso didanza del ventre.Innumerevoli gli spettacoli organizzati dall'Associazione AfroDanza, tra i piùrecenti, lo Shukran Festival un viaggio nel mondo della danza che coinvolge ballerini e pubblico

in una vera e propria festa.

DIL MONDO DELLA DANZA

ONATELLAPADIGLIONE

Come nasce l'idea di aprire una scuola didanze orientali in Sardegna?L'associazione AfroDanza nasce perpromuovere e diffondere in Sardegna lacultura della grande "madre Africa". Ladanza è sempre stata la mia passione. Funella scuola di Ines Palladino, dovefrequentavo corsi di danza classica che michiesero di insegnare Afrodanza. Le lezioniebbero molto successo, aumentarono lerichieste delle allieve e dovetti cercarmi unasede. E' così che nasce Afrodanza, aCagliari.Cosa caratterizza la danza del ventre?La danza del ventre è un'arte antica le cuiorigini risalgono ai culti religiosi della madreterra praticati nelle antiche societàmatriarcali della Mesopotamia. E' l'espressione massima della femminilità, isuoi movimenti esaltano il gusto e laraffinatezza di ogni donna. Ogni ballerinaesprime la sua visione della femminilità, ilsuo essere donna, il suo stato d'animo e ilsuo sentire la musica, indipendentementedal fisico. Il ventre, in tutte le filosofieorientali, e' considerato il centro della

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persona, l'origine della respirazione, dellepulsazioni vitali e dell'energia. Grazie aquest'arte la donna ha la possibilità diriscoprire il proprio corpo e la sua femminilità.Quali i suoi benefici?La danza del Ventre e' una celebrazione allacreatività femminile e mira a liberare l'energiaimprigionata nel corpo della donna. Lemovenze tipiche donano disinvoltura e grazia.I benefici sono sia a livello fisico sia mentale:migliora la figura e il portamento, rinforza lamuscolatura, assottiglia la vita, scioglie letensioni, riduce lo stress.Fare attività ginnica durante la gravidanzaè un'esigenza sempre più diffusa. Ladanza del ventre può essere di aiuto?Sembra proprio di si: può aiutare a sentiremeno dolore durante il parto. Può esserepraticata già dal 4° mese di gestazione.I movimenti seguono l’anatomia del corpofemminile e sono un eccellente esercizioprenatale, facilita il parto naturale e aiuta lemamme che hanno appena partorito aritrovare il tono addominale. Gli esercizieseguiti con una corretta respirazioneinsegnano alle gestanti a muovere il bacino, asciogliere i punti articolari più importanti e

rinforzano i muscoli coinvolti durante il parto.Attraverso la sperimentazione di movimentimorbidi, lenti e dolci, le future mammeinstaurano la relazione madre­bambino.Da tre anni la nostra scuola ha attivato con leostetriche della Asl un corso per le mamme inattesa. Iniziativa che ha riscosso un notevolesuccesso. In ogni caso è sempre megliochiedere il parere del medico.Da tre anni la nostra scuola ha attivato con leostetriche della Asl un corso per le mamme inattesa. Iniziativa che ha riscosso un notevolesuccesso. In ogni caso è sempre megliochiedere il parere del medico.Da tre anni la nostra scuola ha attivato con leostetriche della Asl un corso per le mamme inattesa. Iniziativa che ha riscosso un notevolesuccesso. In ogni caso è sempre megliochiedere il parere del medico.Ci sono punti di incontro tra la danzaorientale e il ballo sardo?I ritmi,la musica, il flauto arabo hanno unsuono molto simile a quello delle launeddas.Inoltre anche alcune sequenze di passi, comeil salto sul posto, sono in comune.Entrambi sono balli di festa, di gruppo, ballipropiziatori e gioiosi.

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E' così che sui suggestivi ritmi dell'Egitto, dellaTurchia e del Libano, il corpo diventa unmezzo per creare coreografie in cui elementidelle danze Afro si uniscono ai passi del ballosardo.Nella sua scuola anche il corso diBurlesque: di cosa si tratta?E' uno spettacolo parodistico nato nellaseconda metà dell'ottocento nell'Inghilterravittoriana per poi diffondersi in tutto il mondo.Offre alla donna l'occasione per sviluppare lasua fantasia, confrontarsi con il suo corpo,indossare corsetti, merletti anni trenta ecinquanta. Può interpretare personaggi chehanno affascinato il mondo e fatto epoca.L'ironia e la voglia di divertirsi, sono nelBurlesque elementi importanti per liberarsi dapaure e pregiudizi.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?Continuare le attività che ho intrapreso fino adora: insegnare e organizzare spettacoli. Unappuntamento importante è il ShukranFestival giunto alla quarta edizione. Un festivaldel folklore arabo, il cui obiettivo è diffonderela cultura delle danze etniche, la gioia delballo, del ritmo, le atmosfere di festa.Un'occasione per ammirare affinità edifferenze dei diversi stili: la danza del ventre,il folklore egiziano e sardo, il Bollywood, ledanze africane e zigane, il Burlesque. Unavera festa per partecipanti e spettatori.

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Patrizia Floris

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DONNA

AKE­UPARTISTSara Della Penna

Make up artist significa?Truccatrice.La tua modella ideale?Ogni modella ha il suo splendore.Quando ti occupi di shootingche fai?Collaboro con il fotografo e lamodella per decidere il tema daseguire e il make up adatto. Sidecide assieme.E per le sfilate?Si decide assieme allo stilista. Ingenere si sceglie un make upveloce che si adatti bene a tutti ivestiti.Che trucco consigli per Natale?

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Da bambina truccava le bambole. Sara DellaPenna di Ortona, classe 1987, oggi è una makeup artist. Il suo primo amore non l’ ha tradita: hafrequentato la scuola e l’accademia per il truccoprofessionale, corsi di specializzazione e lavorain un’agenzia di moda, dove cura il trucco dellemodelle per le sfilate, i cataloghi del settore, e glishooting fotografici.

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ONNA

Un make up con rossetto rosso e lucido per dare untocco acceso e sensuale, sopracciglia ben curate, manon troppo sottili, e per rendere la pelle luminosa, unfondotinta fluido dello stesso colore dell’incarnato chedia un effetto leggero e naturale, sulle ciglia unabbondante mascara, e sopra la palpebra, ombrettochiaro opaco al naturale con piccole sfumature sul neroo marrone, infine un blush rosato molto leggero.E per Capodanno?Un make up che sia eccentrico ma allo stesso tempoelegante: ombretto molto brillantinato, elyner nero perallungare l’occhio, mascara nero, fondotinta sempre leggero e naturale, fard rosato o naturalema con effetto lucido, rossetto lucido chiaro rosato o color carne per non eccedere troppo.Lavori nell’agenzia di moda e poi?Mi muovo in tutta Italia per piccoli corsi di self make up, set e book fotografici, sfilate di moda,cataloghi del settore, corsi di aggiornamento personali. Ho anche partecipato al Glam pro2012insieme a dieci truccatrici selezionate in tutt’Italia. Eseguo trucco sposa, sera, giorno, moda,correttivo, fotografico, per sfilate e body face.Il Glam pro 2012.il Glam pro 2012 è un evento che si è tenuto a Battipaglia, mi hanno scelta per truccare inpubblico, sul palcoscenico. Avevo davanti Diego Della Palma, Vittorio Sodano, Stefano Anselmoe Einat Dan, truccatori noti. Per l’occasione, ho fatto un trucco a mio piacere ispirandomi a unadonna genere “smorfiosa con classe”, piena di brillantini, strass e ciglia finte lunghissime.

13Patrizia Floris

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Fabiana Argiolas

A RABICmake­up

DONNA

Trucco di copertina

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DONNA

suonidaltempo

Federica Lecca nasce a Cagliari il 12 ottobre

del 1990 , studentessa di Medicina e

Chirurgia ha da sempre una passione per la

cultura e l'arte . Musicista da quasi dodici

anni, è la prima donna a suonare le

Launeddas. Un ruolo di prestigio che ricopre

con semplicità e dedizione. Il suo maestro è

Luigi Lai. Ama la Sardegna e le sue

tradizioni. Per lei conoscere la storia del

passato è fondamentale per arricchire il

patrimonio culturale di ogni individuo e

dell'intera comunità.E' una ragazza

dinamica e intraprendente, piena di

interessi. Tra questi, anche la fotografia. Fa

foto per diverse testate giornalistiche, per

sfilate , festival, manifestazioni sportive e

cerimonie .

I FEDERICA LECCA

ei la prima ragazza a suonare lelauneddas come è nata questapassione?

E' nata come una semplice curiosità. Fin dapiccola andavo a seguire con mio padre lafesta di Sant'Efisio, mi affascinava il suonodegli strumenti a fiato che sentivo suonare.Ancora non sapevo che erano le Launeddas.La prima volta che le suonai fu nelle scuolemedie. Mi iscrissi a un corso tenuto dalmaestro Giulio Pala e patrocinato dallaRegione Sardegna. Poi, incuriosita edesiderosa di continuare a suonarle, mi iscrissialla Scuola Civica di Musica, ai corsi del“grande” maestro Luigi Lai. Un'esperienzaimportante che continua ancora oggi.Le launeddas sono un antico strumentodella tradizione sarda. Quanto è importanteper te il legame con le tradizioni musicali

della nostra isola?Le launeddas sono molto antiche. Le primetracce della loro esistenza risalgono aibronzetti di Ittiri. Rappresentano la culturamusicale tradizionale della Sardegna.Venivano suonate nelle feste, nellecerimonie religiose e accompagnavano i passidel ballo sardo. Momenti di vita importanti cheho a mente ogni volta che suono.Quale tipo di launeddas suoni?E' uno strumento che viene suonato con latecnica della respirazione circolare, costruitoda diversi tipi di canne. Ne esistono didifferenti varietà ognuna ha il suo suono. Iosuono le Launeddas, non faccio alcunadistinzione tra i differenti tipi esistenti.

S

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Tra i tanti eventi a cui hai partecipato a qualesei più affezionata?Alla Festa di Sant'Efisio. E' un rito che ognianno attendo con ansia e trepidazione. Nondimentico mai l'emozione che provai a sentirnela musica durante questa festa.I tuoi progetti per il futuro?Il futuro lo sto costruendo adesso. Il primoobiettivo è la laurea in Medicina. Poi la musica.Desiderio far conoscere le Launeddas ai mieicoetanei sardi e non solo. Mi accorgo infatti,che le nostre tradizioni, sono molto piùconosciute all'estero che nella nostra isola. Main particolare vorrei interrompere una tradizioneche vede solo gli uomini suonatori diLuaneddas. Spero che altre ragazze, seguano ilmio esempio.

onidaltempo

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"Conoscere la storia del passato è fondamentale per arriccchireil patrimonio culturale di ogni individuo e dell'intera comunità"

Patrizia Floris

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TINERARI DIBARBAGIA

La Barbagia è una vasta regione dellaSardegna centrale che si estende sui fianchidelMassiccio del Gennargentu. Il paesaggio èmaestoso, selvaggio, incontaminato, quitrovano il loro habitat diverse specie

endemiche del mondo vegetale: lecci, frassini,querce, ginepri, aceri e macchia mediterranea e unacospicua quantità di cinghiali,mufloni, gatti selvatici edonnole, aquile e falchi pellegrini. Il territorio comprende26comuni, tra i più importanti: Dorgali, Orgosolo, Fonni,Gavoi, Mamoiada, paesi dalfascino particolare, ciascunocon le proprie peculiarità. Luoghi ideali per chi ama lamontagna e vuole conoscere e riscoprire la storia dellaSardegna.Dorgali è considerata la capitale turistica egastronomica della Barbagia. I suoi scorcisono di rara bellezza: la Baia di Cala Gonone, la Grottadel Bue marino, i Villaggi Nuragici.

I"Viaggio tra le tradizioni gastronomiche in Sardegna"

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I pittoreschi borghi dell'entroterra barbaricino

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La vicina Oliena è conosciuta per le attrattivestoriche, il villaggio nuragico di Tiscali eSu Gologone, una complessa gola calcareaesplorata dagli speleologi subacquei sino a107 metri di profondità.A pochi chilometri da Oliena troviamoOrgosolo, meta di turisti e studiosi per ilpatrimonio archeologico: le Domus de janas,necropoli composte da tombe di etàprenuragica scavate nel granito ai Menhir delNeolitico, le Tombe dei giganti e le chiesegotico­catalane. Fanno parte del paesaggioorgolese anche le sagome di una quindicinadi nuraghe, mentre in città si possonoammirare i murales, vere opere d'arte.

La sua cucina è ricca di specialità. Oltre al Pane Carasauche accompagna tutti i piatti, si produce "So moddizosu" e"Sa coccone chin gherda". La prima è una focacciamorbida fatta con farina di grano duro, patate, sale e struttoche accompagna i salumi e le carni alla cacciatora, mentre"sa coccone chin gherda" è una focaccia costituita da farinadi grano duro, sale e ciccioli di maiale.Tra gli innumerevoli dolci, il "s'Aranzada", è tra i piùparticolari, gli ingredienti sono: un composto di miele,buccia d'arancia grattugiata e mandorle , adagiato su fogliefresche d'aranci e, la "pompia" un dolce fatto con la scorzaintera del cedro selvatico condita con miele.

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di Marta Secci

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Nell'entroterra barbaricino si trovano altripittoreschi borghi, tra cui Gavoi, Ollolai eFonni rinomati in tutto il mondo per la produzionedi un ottimo Fiore sardo Dop e diun'infinità di altri formaggi tradizionali prodotti conlatte ovino, vaccino e caprino e lericotte come "Sa frue", in alcune località chiamatacasu axedu, tenera e leggermenteacidula, oppure molto salata.

In ogni comunità è possibile degustare i piùsvariati prodotti, da un buon piatto di"Culurgiones" o di "Pane frattau" preparato conuova, pecorino e salsa. Il porchettoarrosto, l'agnello allo spiedo e la pecora bollitasono le pietanze principali che nonmancano nelle tavole soprattutto durante lericorrenze dell'anno più importanti, Natale ePasqua.

DONNA

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Natale in Barbagia

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CAPODANNOAORGOSOLO

A"sa candelaria"Ad Orgosolo il 31 dicembre, ricorre la tradizionalefesta Sa Candelaria.“ Sa Candelaria” è la festa dei bambini. Di buonmattino i più piccoli si recano di casa incasa chiedendo il pane preparato per l’occasione.

"sos coccones"Ciascuna famiglia offre loro “sos cocònes” panetipico della zona. E’ composto da farinadi grano duro impastata con lievito, acqua tiepida,sale e strutto. Dopo una lungalavorazione, l’impasto viene diviso in piccoleporzioni, che vengono lasciate a lievitareper essere poi stese con il mattarello fino aottenere una sfoglia di circa 35 cm di diametrodenominata “sa tundìna”.Dopo un’ulteriore lievitazione tra teli di lana, di linoo canapa (pànnos de ispica), siprocede all’infornata. Ai bambini verrà donato unquarto dell’intera “tundìna”, vale a direun “cocòne”.La festa prosegue al calare della sera, quando gliadulti escono in gruppo per intonarecanti augurali a tutte quelle coppie che, nel corsodell’anno, si sono unite in matrimonio.Un rito che si tramanda di generazione ingenerazione e che vuole essere di buon auspicioper l'arrivo del nuovo anno.

Ricca la produzione casearia: ilformaggio di capra, il pecorinosardo e romano, le ricottee una specialità locale come"sa frue" (in altri paesi dettacasu axedu), tenera eleggermente acidula, oppuremolto salata. Il tutto èaccompagnato da squisitidolciumi: biscotti, amaretti,pabassini, dolci di noce,guelfos, piricchitus, aranzada,pistiddu, pan'e saba, il torrone,"sa carapigna" una sorta disorbetto e le castagne diAritzo.

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SARA MARIAPINI"IL FASCINO DELLA LEGGE"

Nata a Monza nel 1983, dal 2003 al 2005 Accademia Militare di Modena nelcorso Carabinieri, dal 2005 al 2008 Scuola Ufficiali Carabinieri a Romaconseguendo la laurea in giurisprudenza ed il grado di tenente. Dal 2008 al2011 comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della CompagniaCarabinieri di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo, dal 2011comandante della Compagnia Carabinieri di Jerzu.

COME E’ NATO IL DESIDERIO DIINTRAPRENDERE LA CARRIERAMILITARE?Il mio interesse per la vita militare ed il rispettoper i valori che la divisa incarna è nato infamiglia fin da bambina, soprattutto grazie amio padre che era ufficiale dell’Esercitoin congedo. La passione per l’Arma deiCarabinieri invece è cresciuta con il tempo. Dapiccola i Carabinieri mi venivano indicati comepunto di riferimento esterno alla famiglia, livedevo presenti nella vita della mia città e miaffascinava l’idea che ci fossero per aiutarechi avesse bisogno di aiuto. Crescendo hopreso coscienza della funzione sociale cheeffettivamente il Carabiniere ricoprequotidianamente e parallelamente mi sonoresa conto del mio interesse per le materiegiuridiche ed il fascino all’idea di potercondurre personalmente delle attivitàinvestigative.QUALI SONO I PROBLEMI PER UNADONNA AL COMANDO?Ritengo che i problemi che si possonoincontrare nell’esercizio dell’azione dicomando, che sostanzialmente consiste neldirigere, coordinare e controllare il proprio

personale nelle diverse circostanze, siano inassoluto gli stessi indipendentemente dalladifferenzadi genere e siano connessi alla responsabilitàdi dover prendere la decisone “giusta”, nelmomento giusto, in relazione ad un’ampiaserie di fattori. Inizialmente sono stata accoltacome una novità, con stupore e curiosità ma inuna struttura gerarchica, l’importante è che ilrapporto con i propri dipendenti sia improntatoal rispetto reciproco ed alla sinceritàintellettuale. La rapidità con cui si instaura talerapporto è sicuramente connessa anche allecaratteristiche socio­culturali dell’ambiente incui ci si trova ma in pratica è solo questione ditempo e di abitudine.Immagino che per il futuro, la difficoltàmaggiore, considerata la disponibilità richiestain termini di presenza e reperibilità, potràessere conciliare la vita professionale con lagestione di una famiglia ma credo che, anchein questo caso, sia questione di scegliere lospecifico incarico da ricoprire in relazione allafase della vita in cui ci si trova.

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CHE IMPRESSIONI HA AVUTO SUL TERRITORIO SARDO?La Sardegna è sicuramente un’isola ricca di tradizioni e cultura ma in particolare sonorimasta affascinata dai paesaggi vasti e selvaggi che presenta il territorio della giurisdizionedella Compagnia di Jerzu e gradualmente sto scoprendo arti e tradizioni che testimonianola capacità dell’uomo di vivere ed integrarsi in questo ambiente naturale così particolare.Penso ad esempio alla produzione del vino a Jerzu, alla tradizione casearia di Tertenia eCardedu, all’artigianato tessile della prima cooperativa femminile ad Ulassai ed al legamecon la propria terra che emerge anche nei materiali e nei colori delle opere dell’artistaMaria Lai. Anche l’attività venatoria, così praticata e diffusa, sottende, come ognitradizione locale, storie e convenzioni sociali profonde.COME E’STATA ACCOLTADALLA COMPAGNIA DIJERZU?Le dimensioni di Jerzu ed ilnumero degli abitanti hasicuramente favorito un miopiù rapido inserimento nellarealtà locale ed unamaggiore reciprocaconoscenza con lapopolazione con cui si stainstaurando un rapportoanche di fiducia che, al di làdell’aspetto esclusivamenteprivato, costituiscepresupposto fondamentaleper ricoprire effettivamenteil mio ruolo istituzionale nelterritorio. In relazione al rapporto con i militari della Compagnia, come già accennato, sono stataaccolta come si accoglie una novità, con stupore, curiosità e per taluno perplessità ma, adistanza di un anno, grazie alla conoscenza reciproca, si è ormai instaurato un rapporto direciproco rispetto, fiducia e confronto collaborativo.

SAPPIAMO DDELLE SUE INIZIATIVE DI SENSIBILIZAZIONE RIVOLTE AI RAGAZZI SULLACULTURA DELLA LEGALITA'.CHE RISPONDENZA HANNO AVUTO NELLA POPOLAZIONEOLTRE CHE TRA I GIOVANI?Gli incontri che ho tenuto nelle scuole con bambini e ragazzi sono frutto di una iniziativapromossa dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri volta alla diffusione della“cultura della legalità”. Il feed back che ho ricevuto da questa esperienza è statoestremamente positivo sotto vari profili. Personalmente ritengo sia particolarmenteimportante, soprattutto in questo momento storico in cui esiste un diffuso relativismo,che bambini e ragazzi vedano le Forze di Polizia come qualcosa di vicino, reale, presentee come punto di riferimento effettivo e avvicinabile. In occasione di questi incontri,oltre a spiegare e trattare gli aspetti giuridici e le conseguenze penali ed amministrativeche possono assumere certi comportamenti (abuso di alcool, di sostanze stupefacenti,

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bullismo, rischi connessi alla criminalità informatica…) o a rispondere a curiose domanderiguardo alla vita militare, nella sostanza si pongono le basi per un rapporto di fiduciapersonale e professionale che spinge, soprattutto i più grandi, ad avvicinarsi alleistituzioni che cominciano ad essere considerate come più concrete ed utili tanto che,successivamente a tali incontri, mi è capitato più volte di essere contattata per parlare oper ricevere un consiglio. A livello preventivo, gli incontri con i ragazzi sono importanti poichéspiegando loro le gravi conseguenze, anche fisiche e permanenti, di determinati comportamentiillegali ed anti­sociali, prendono consapevolezza di come le leggi e le convenzioni non siano unaimposizione arbitraria ma una necessità per la tutela di loro stessi e degli altri. Penso adesempio al rispetto delle norme del codice della strada. Sono convinta che l’acquisire taleconsapevolezza possa aiutarli a rispettare le norme non solo per paura delle sanzioni maperché convinti della loro utilità.Anche altre iniziative, rivolte ai genitori o alle fasce deboli, comedonne ed anziani, sviluppate dai Comandi Stazione dipendenti, hanno riscosso l’apprezzamentoda parte della popolazione soprattutto perché avvicinano la gente ai Carabinieri consentendo dicollaborare per conseguire una sicurezza più effettiva e diffusa e rendono più sempliceaffrontare il disagio emotivo che si subisce quando si diventa vittime di un reato.

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Patrizia Floris

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Maria Franca Marceddu accoglie i suoi pazienti, sempre

con entusiasmo e il suo studio rappresenta

un piccolo universo in cui poter trovare un momento di

relax e serenità, il giusto equilibrio tra corpo

e mente. Laureata in medicina, dopo una

specializzazione in medicina estetica, Maria Franca ha

deciso di aprire un centro medico estetico a Cagliari.

Svolge la sua attività da cinque anni e si

occupa di benessere e cura degli inestetismi, senza

trascurare le emozioni. Poiché il corpo è il

riflesso dell'anima e la salute implica lo star bene con se

stessi. Corpo e mente non sono disgiunti.

BENESSERE IN CHIRURGIAESTETICA CON I CONSIGLIDELLA CHIRURGA

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MMarcedduchirurgia estetica

aria Franca

Quale è stato il suo percorso professionale?Dopo il conseguimento della laurea inmedicina frequentai un corso di medicinaestetica. Questa materia si avvale di tutte leconoscenze delle scienze fondamentali dellamedicina generale, della chirurgia e di alcunespecializzazioni: medicina interna, dietologia,dermatologia, chirurgia plastica, e perfinodella pedagogia e psicologia. La medicinaestetica nasce dall’intuizione chel’uomo è sano quando è in armonia con ilproprio corpo e si sente integratonell'ambiente in cui vive.Nella nostra società la bellezza esteticasembra essere molto importante. Qual'è ilsuo concetto di bellezza?Benessere e bellezza sono strettamentecollegati. Bellezza vuol dire star bene, esserein armonia con il proprio corpo e la propriamente. L'armonia è benessere. L'inestetismoè spesso un concetto personale per questo ilcambiamento psicologico è alla base delcambiamento esteriore. Il mio primo obiettivoè aiutare le persone a sorridere, a volersibene, ad accettarsi e sottoporsi con serenitàa un trattamento estetico. Solo così potrannoottenere un ottimo risultato.Quale tipologia di donna viene da lei e cheinterventi richiede?Nel mio studio arrivano ragazze e madri difamiglia. Essere belle, affascinanti e in formaè un'esigenza che accomuna tutte le donne,anche se, a seconda dell'età cambiano leaspettative. Le donne oltre i 40 anni ricercanoun pò di giovinezza svanita, si sentonoappesantite e non più piacenticome un tempo.

Le ragazze invece, desiderano per lo piùidratare la pelle, eliminare la cellulite,esaltare le loro dotinaturali. Chiedono suggerimenti estetici peressere sempre belle e in forma. A entrambeinoltre, consiglio di fornire all'organismominerali come il magnesio e l' argininasostanze che regolano l'umore. Lamaggioranza delle pazienti che richiede unintervento di modifica dell'aspetto del propriocorpo ha il desiderio di piacersi di più. Inquesto non ci sono differenze culturali o dietà. Ho visto donne avanti con l'età chiederesolo piccoli ritocchi "giusto per sentirsi meglioallo specchio" e giovanissime affermare di"non sentirsi a proprio agio".I trattamenti sono dolorosi?Dipende dal paziente e da ciò su cuidobbiamo intervenire.Molti sentono doloreperché hanno un profondo doloreinteriore.Chi viene da me non solo desideramigliorare il suo aspetto ma, in particolare,sente l'esigenza di perfezionare il suo corpoper mutare il suo stato interiore e dare unasvolta alla sua vita. Vengono donne chehanno mortificato per la famiglia la propriafemminilità e che, ad un tratto, capiscono diaver sbagliato e sentono il forte desiderio dicambiare, di prendersi cura di se stesse.Desiderano imparare a volersi bene e io leaiuto a farlo, intraprendendo unpercorso prima psicologico e poi estetico.I miei trattamenti non sono dolorosi ma, avolte, lo diventano a seconda delle emozionie delle aspettative dei pazienti.

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Quali sono le maggiori difficoltà cheincontra nel suo lavoro?La maggiore difficoltà consiste nel far capirealle pazienti che il medico estetico non puòcompiere miracoli, è necessario un profondocambiamento psicologico. Per essere bellibisogna sentirsi bene con se stessi. E'fondamentale modificare il proprio stile di vitae creare un rapporto di fiducia con ilmedico. La cura del corpo non può escludereuna modifica dello stile di vita edell’alimentazione. Ciò che siamo è il risultatodell’equilibrio e del benessere interiore, ma,non sempre i pazienti lo capiscono.Quando bisogna dire no a una paziente chedesidera cambiare il proprio aspetto?Ci si deve opporre a un trattamento se questomodifica profondamente la fisionomia dellapersona, se le fa perdere spontaneità enaturalezza. La chirurgia estetica non deverendere le donne tutte uguali, può soltantoessere un’utile e naturalesoluzione per correggere le imperfezioni econdurre a una benefica accettazione di sé,dove ognuno rispecchia se stesso.In linea con questa impostazione, non è raroche riesca a modificare le richieste dellepazienti in un confronto che, nel rispetto delle

loro aspettative, conduca a un progetto dibellezza il più corretto possibile con il massimodi soddisfazione per entrambe le parti.Sempre più spesso ragazze fra i 16 e i 20anni si rivolgono al medico estetico. Comesi può spiegare un simile fenomeno?Non è un mistero che in adolescenza ci siinterroghi sul proprio aspetto, in questoperiodo di vita si cerca di trovare un'identitàpropria, a costo di copiare modelli estetici allamoda.E' il caso delle ragazzine che cercano dimigliorarsi seguendo regole e canoni esteticispesso lontani dalla loro naturale bellezza, ericercando nella medicina o nella chirurgiaestetica quella correzione tanto desiderata. Laspiegazione di questi comportamenti va lettanella mancanza di autostima. E' tipico dellaloro età avere insicurezze, ma il mondo di ogginon fa altro che accrescerle. Tanti adolescentimutano il loro carattere in favore della società,puntando tutto sull’aspetto, cercano dicamuffare difetti e imperfezioni, ottenendoanche risultati poco soddisfacenti, ecomportandosi in modo innaturale.Una ragazza che non si sente bella come imodelli proposti dalla società riuscirà asentirsi lo stesso a suo agio?Si, se questa persona ha sufficiente stima

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in se stessa, se è cosciente del fatto cheognuno di noi èunico e se sa valorizzare le sue dotiintellettuali e ha un buon rapporto con il suocorpo. L’aspetto estetico è certamente ilbiglietto da vista di ogni persona, ma spessoi giovani si trovano a scegliere le loroamicizie e i loro affetti basandosiunicamente sulla superficialità fisica, senzaaver alcun interesse nell’andare a fondonella conoscenza del carattere e dellamente.Come si può aiutare i ragazzi asviluppare le loro doti fisiche eintellettuali?Il ruolo della famiglia e delle madri èfondamentale. Nella comunicazionefamiliare il dialogo, l'ascolto, l'attenzionesono gli elementi indispensabili per lacrescita, lo sviluppo e la maturità deifigli. E' una modalità di comunicazione cheva costruita nel quotidiano. Madri e figlieentrano spesso in competizione.L'insicurezza vissuta a questa età non aiutaa superare questo disagio. Così imperfezioniche oggi sembrano difetti importanti,potrebbero stemperarsi e modificarsi nel

tempo. Il genitore dovrebbeaiutare i figli ad accettarsi e piacersi perquello che sono.Da un paio d’anni gli ambulatori dimedicina estetica accolgono anche gliuomini. Nel suo studio arrivano uominiche richiedono trattamenti estetici?Sono sempre di più gli uomini che sipreoccupano della loro immagine. Il numeroè in continua espansione. La donne spessonon sanno che i loro compagni si recano dalmedico estetico. Le maggiori richiesteriguardano i trattamenti per il viso. Gliinterventi sono ambulatoriali, di duratavariabile, con minimi effetti collaterali.L'uomo di oggi desidera prendersi cura di sée continua a voler essere apprezzato dalledonne per il suo fascino.

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orto delle donneL'lAURA RAIA

"abbiamo frequentato un corso diagricoltura olistica,preparato il terrenoper la coltivazione,tutte levarietà dicavolo,insalata,sedano,finocchi,carciofi,cipolle...piante aromatiche e fiori"

Laura Raia è una donna creativa edeclettica, imprenditrice di successocon la musica nel sangue. Sonotante le iniziative che la vedonoprotagonista: conduttrice delletrasmissioni radiofoniche “Africa” e“Kora, Kalimba, Inanga, viaggioattraverso il mondo culturaleafricano”, fondatrice e animatricedella mitica Associazione Culturale “Charanga” nel 1982. Il suo sogno era diffondere inSardegna la conoscenza della musica africana, della salsa, della musica brasiliana e dei ritmidegli strumenti a percussione. Fu un successo a cui ne seguirono tanti, fondatrice del“Notte di Note” di S.Isidoro. Organizzatrice di innumerevoli eventi, in particolare concerti. Hacollaborato con “Jazz in Sardegna" e “Molla Musica” per “Africa Estate”,con il circolo “Ottocento” e con l’Afrodanza di Donatella Padiglione. E non ultima l’esperienzadell’apertura del Caras nel 2008. Laura è una donna determinata, piena di interessi: la musica,la cucina, la botanica. La sua professionalità e il suo successo sono il risultato di un grandeamore verso gli altri e di una innata capacità di comprendere le esigenze e i desideri di chifrequenta i suoi locali e partecipa ai suoi eventi. Innumerevoli i corsi che ha frequentato e iriconoscimenti che le sono stati attribuiti: l'attestato sommelier di primo livello, chef, esperta dialimentazione e di Food & Beverage. Nonchè giudice di analisi sensoriale. E' una donnainstancabile e, da alcuni mesi una nuova “avventura “ ha arricchito la lunga lista delle sueattività: l'Orto delle Donne. Una iniziativa sorta per staccare dalla routine cittadina e realizzareun desiderio che da sempre l'accompagnava: avere un orto tutto suo.

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neLaura come è iniziata lasua carrieraimprenditoriale?Fin da ragazzadesideravo aprire unlocale tutto mio. Volevoun luogo deve le personedi qualunque età e cultura

potessero incontrarsi, socializzare e ascoltarebuona musica, in particolare quella africana etutti i ritmi che da essa derivano come la salsae la musica brasiliana. Aprii il Charanga. Fuuno dei primi circoli culturali, dove siascoltava questo genere musicale. Organizzaicorsi di percussioni cubane, eventi,rassegne musicali, concerti. Invitai personaggiillustri. Fu un successo inaspettato chemi gratificò molto.La musica africana è la sua preferita?I ritmi della musica africana mi hannoaffascinata fin da bambina. Ricordo conpiacere un viaggio che feci in Francia. Quiincontrai maestri di salsa, suonatori dipercussioni. Il desiderio di imparare a suonarefu forte, frequentai corsi e iniziò acrescere in me il desiderio che, in futuro, avreifatto conoscere anche ad altre personela mia passione per i ritmi africani.Le sueesperienze imprenditoriali sono innumerevoli.Come è cambiato il mondodell'imprenditoria dai suoi esordi a oggi?Mi sono sempre occupata di eventi e diristorazione .Il mio obiettivo quando hointrapreso la strada dell'imprenditoria era, edè tuttora, far incontrare le persone.

Fornire loro un luogo di relax, in cui la culturae la musica arricchissero le serata e ilpatrimonio intellettuale di ogni partecipante. Imiei locali sono sempre statiaccoglienti, arredati con semplicità e gusto.Ogni invitato si sentiva come in famiglia,Non esistevano distinzioni né di genere né dietà. Adesso, forse, i locali moderni sonopiù freddi, l'aspetto conviviale è diminuito. Igruppi di persone sono chiusi, si sente dimeno lo spirito di gruppo e condivisione.Di cosa ha bisogno Cagliari e la Sardegnain questo periodo di crisi economica?E' importante sviluppare la sincronia e lacollaborazione tra imprenditori, enti,istituzioni e cittadini. In questi ultimi anni si èdiffuso un individualismo eccessivoche non giova alla comunità.

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Le sue passioni?Tante... La musica, la cucina, il vino e la botanica. Inoltre, amo stare in compagnia.L'autoritratto di Laura?Sono una persona eclettica, solare, intraprendente ho sempre tante cose da fare emille idee da realizzare...Tra le sue ultime attività l'Orto delle Donne. Di cosa si tratta?E' la realizzazione di un mio sogno. Una iniziativa a cui pensavo da tempo ma che siè concretizzata quasi per caso. Ho saputo che a San Sperate era possibile prendere inaffitto dei terreni e coltivarli. Ho contattato il proprietario Massimo Planta ed èiniziata una avventura in cui ho coinvolto alcune mie amiche, Ornella Caddiainsegnante di italiano e storia e Nadina Sassu impigata.

E' stata una di loro achiamare l'iniziativa l'Orto delle Donne.Abbiamo frequentato un corso diagricoltura olistica tenuto da CristianoFloris e insieme preparato il terreno perla coltivazione. Sono trecento lepiantine seminate. Tutte le varietà dicavolo, di insalata, sedano,finocchi, carciofi e cipolle. Nonmancano neppure le piante aromatichee i fiori.Un vero paradiso, ma è riservatosolo alle donne?No. Altre famiglie hanno affittato terrenivicini. Ci sono uomini e donne.

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Progetti per il futuro?Tanti. Continuare a organizzareeventi, coltivare il mio orto ededicarmi agli altri.Magari agli anziani e alle donne.Vorrei impegnarmi a offrire loro unospazio dovepotersi incontrare e condividereinteressi e attività.Il prossimo evento musicale inprogramma?“Murighendi…musica, vino e poesia”al Convento San Giuseppe. Unincontro con labuona cucina ,buon vino e buonamusica. Un appuntamento cheporterò avanti questoinverno

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ELLEZZAMI FU FATALE

LA

Virginia Oldoini era nataa Firenze nel 1837 dalmarchese Filippo Oldoinie da IsabellaLamporechi. Figlia unica,ammirata fin da piccolaper la sua non comunebellezza, sposò a 17 anniil conte Francesco diVerasis Castiglione,cugino del Conte diCavour. La sua ascesaalla celebrità fufolgorante. Ambiziosa eintraprendente fino allaspregiudicatezza, fumolto chiacchierata per isuoi amori. A lanciarlanell’alta società delSecondo Impero fu ladecisione di Cavour diimpiegarla nella“diplomazia segreta” colcompito di conquistarealla causa italianal’Imperatore NapoleoneIII. A 40 anni si allontanòdalla vita mondana. Morìin solitudine a Pariginel 1899.

R ue Cambon, intitolata alla memoria di un uomo politico della Rivoluzione, è unavia di Parigi che corre dritta e stretta non lontano da Place Vendôme e da rue FaubourgSaint­Honoré. Oggigiorno, però, la sua notorietà è il portato di tutt’altra rivoluzione. È lamoda col suo magico

La contessa di Castiglione in una fotografia diPierson (circa 1860)

B

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di Patrizia Floris

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richiamo ciò che invita anche il turista,soprattutto se è una donna, a curiosare tra leboutiques dai nomi prestigiosi, alcune dellequali sono nate proprio qui. Prima fra tutteGabrielle 'Coco' Chanel che nel 1910 aprì alnumero 21 il suo iniziale atélier di alta moda.Ma nel 1893, ancor prima che l’estro creativodella moda rifacesse il look a questa via, rueCambon presentava solo quei difetti derivantidal suo impianto originario. Di fatto era unastrada secondaria inserita in un quartiere dinuova costruzione, per di più poco solatia econ una grossolana intonazione commercialeche la facevano apparire inadatta ad ospitareresidenze di prestigio. Fu in quell'anno che alnumero 14 di rue Cambon, in un piccoloappartamento di tre camere, che allora stavasopra il ristorante Voisin, venne ad alloggiareVirginia Oldoini, la contessa di VerasisCastiglione, celebrata come un vero mito dibellezza durante gli anni del Secondo Impero(1852­1870). L'aveva preso in affitto in fretta efuria e di malavoglia, dopo lo sfrattoclamoroso subito ad opera del gioielliereBoucheron che appena diventato proprietariodell'intero stabile l'aveva costretta a liberarecon l'intervento della forza pubblicala prestigiosa abitazione che la contessaoccupava in Place Vendôme. Per sistemare lesue cose manteneva in affitto altri quattroappartamenti. Li utilizzava come magazzinidove teneva i suoi effetti personali,dall'incredibilmente vasta collezione di abiti,scialli, ventagli ed ombrellini, fino agli oltrecento chili di preziosa argenteria. Per lacontessa Rue Cambon doveva essere unasoluzione di ripiego e del tutto provvisoria, manon fu così. Vi sarebbe rimasta ancora per seianni, vissuti nel grigiore di una monotonaroutine che si svolgeva tra i ricorrentimalumori acuiti dall'idea di essere caduta inpovertà, gli immancabili acciacchi dell'età cheavanza e i pensieri di morte sempre più

ossessivi. E così via, giorno dopo giorno. Finoal 28 novembre del 1899 quando alle tre delmattino a causa di un ictus cerebrale siconsumò in quell'infelice abitazione il suoultimo respiro. «Si è spenta dolcemente ... »scriverà il medico curante dandone notizia algenerale Louis Estancelin – il più sincero eforse unico vero amico della contessa. E lamissiva proseguiva dichiarando: “Alle undicistava ancora bene … » come se ciò potesselenire almeno in parte l'irreparabilitàdel triste evento. L'esequie ebbero luogo duegiorni dopo, il 30 di novembre, al cimitero diPére Lachaise. Furono così dimesse darisultare tristemente povere, tanto eranospoglie e prive di qualunque ornamento dipietà. Così del resto avevadisposto la contessa nel suo testamento:nessun prete, niente fiori, solo pochi intimiamici. Non tutte le sue ultime volontà furonoperò esaudite. I due cagnolini imbalsamati acui teneva tanto non furono sepolti accanto alei come aveva richiesto espressamente. Néfu composta con quella leggiadra camicia danotte di seta verde­chiaro che aveva indossatoa Compiègne in occasione del primo incontrod'amore, peraltro molto sbrigativo, avuto conl'imperatore Napoleone III.

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Prigi­antico salotto

Era l'ottobre 1856, e da allora la contessal'aveva custodita con una devozione che dinorma si riserva alle reliquie più sacre e piùpreziose. Quel capo trasparente, così sottileda poter stare nel pugno di una mano, era asuo dire la prova tangibile del ruolo daprotagonista da lei giocato per l'unità d’Italia.Beninteso dopo il re Vittorio Emanuele II e ilconte di Cavour, ma soltanto loro. La modestianon era la virtù in cui eccelleva la contessa.Al tempo del decesso la contessa avevacompiuto da pochi mesi sessantadue anni. Eranata infatti a Firenze il 23 aprile 1837 dalmarchese spezzino Filippo Oldoini,discendente da una nobile famiglia genoveseimparentatasi con i ricchi borghesi Rapallini diLa Spezia, e da Isabella Lamporecchi difamiglia borghese ma ben introdotta nellasocietà fiorentina grazie al successo ottenutonella professione forense da RanieriLamporecchi, nonno materno di Virginia.Figlia unica, viziata oltre che vezzeggiata, masoprattutto ammirata fin da piccola per la suanon comune bellezza, Virginia ebbe modo diconoscere nella cerchia degli amici di famigliapersonaggi all'epoca già in vista, come ilmarchese Massimo D'Azeglio, o destinati a

diventarlo in breve tempo, come LuigiNapoleone, il futuro imperatore Napoleone III..Per Virginia l'ascesa alla celebrità fu cosìrapida e precoce da risultare folgorante.Frederic Lollier e Arrigo Petacco nelle lorobiografie sulla Castiglione annotano che a seianni già frequentava i ricevimenti mondani, atredici aveva un proprio posto nel palco difamiglia del teatro la Pergola di Firenze, asedici anni era promessa sposa e non ancoradiciassettenne era già convolata a nozze con ilconte Francesco Verasis di Castiglione,discendente da una delle famiglie di più anticanobiltà piemontese, cugino del conte diCavour, l'astro allora nascente dell'unitàd'Italia. Quell’unione non fu un matrimonionon d'amore per Virginia, ma nondimenofunzionò come un potente trampolinonell’assecondarne l’ambizione proiettarlaancora più in alto tra le cerchie sociali piùesclusive. Presentatadal marito alla corte diTorino, diventò in men che non si dica dopo lanascita del figlio una delle amanti del reVittorio EmanueleII e neanche un anno dopo,non ancora ventenne era già la favoritadell’imperatore Napoleone III.Parigi ­ AnticoSalotto

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Era l'apoteosi. Mai la bellezza di una donna fuoggetto di tanta superlativa ammirazionecome quella che il gran mondo pariginoriservò alla Castiglione. Appellativi come “ladonna più bella d'Europa”, “la divina contessa”ed altri ancora diventarono d'uso comune nelriferirsi a lei e contribuirono non poco adinnalzare la sua fama oltre ogni misura. Ognisua apparizione in pubblico era un evento. Unricevimento a Corte, un ballo privato dell'altasocietà o anche una normale cena al Cafè desAnglais trovava spazio sulla stampa mondana;ma poi la notizia, arricchita da una dovizia diparticolari sull'eleganza eccentrica ed audacedegli abiti indossati, l'acconciatura dei capelli,la preziosità dei gioielli, gli scambi di paroleintervenuti, impreziosita con intriganti accennialle piccanti vicissitudini d'amore, venivaconsegnata ai posteri nelle varie memoriepour servir a l'histoire du Second Empeur chedi tanto in tanto uscivano dalla penna diqualche generale o diplomatico in pensione odi qualche nobildonna non più giovane maben informata sulle cose del gran mondo.La relazione con Napoleone III non durò alungo, anche se superò i canonici sei mesidopo i quali si diceva l’imperatore era solitopassare ad altra fiamma. E tuttavia ebbeun’importanza decisiva nel rivestire una donnabella ed ambiziosa – una “ragazzetta”ammalata di egocentrismo e di narcisismo,così l’aveva definita coi panni di unpersonaggio che giocando tra realtà e purafantasia avrebbe giocato un ruolo daprotagonista nella storia dell’unità d’Italia. Ciòche storicamente è certo è che a spingere lacontessa fra le braccia dell’imperatore fuCavour. Dopo la guerra di Crimea e ormai invista del Congresso di pace di Parigi (1856),in cui si prevedeva secondo il modello delCongresso di Vienna che cene e ricevimentiavrebbero avuto tanta parte nel propiziareintese politiche, e che gli intrighi Cavour pensòdi arruolare d’intesa col re Vittorio Emanuele IIla contessa di Castiglione in quella che si èsoliti chiamare la “diplomaziasegreta”. Alain Decaux nella sua biografiadella Castiglione (La Castiglione, dame decoer de l’Europe) ritiene che il ruolo da leigiocato sia stato significativamente piùimportante” di quanto generalmente le sia

stato riconosciuto. Ma non si spinge moltooltre il ruolo di informatoreutile in quanto molto intima alla fonte delgoverno francese dalle cui decisionidipendeva la riuscita di una seconda guerrad’indipendenza contro l’Austria. Inoltre, nientesi sa quali informazioni furono passate dalleCastiglione al governo del Regno di Sardegnae ancor meno quale fu la loro incidenza sullastrategia di Cavour. D’altra parte la laison trala contessa e l’imperatore ebbe un inizioposteriore al Congresso di Parigi ed ebbetermine nel 1857, cioè molti mesi prima degli

accordi di Plombières (1858) che avrebberospianato la via alle ostilità contro l’Austria.Fra alterne vicende la contessa di Castiglioneresterà ancora sulla cresta dell’onda delsuccesso mondano per altri dodici anni circa.La sua decadenza avrebbe avuto inizio con lafine del Secondo Impero (1870), quando cioènon aveva ancora compiuto quarant’anni.Ripensando alla sua vita e forsecompiangendosi, come ritiene Arrigo Petacco,scrisse di sé con una certa enfasi: «Non unapatria, non un amore, non un amico, né affetti,né salute, né denaro… Nulla più dellabellezza, che ora non c’è più, mi è statofatale».

Parigi antica

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Hai aperto il cuore di Dio

Vergine Immacolata,Madre della vita,sei apparsa nel buiodi un cuore smarritonel tormento dei giorni:una vita senza speranza,un cammino senza tempo,un uomo senza meta.Abbandonato al destinosogno un mondo nuovo,una pace infinita.

Vergine Immacolata,la tua luce sorge dolcenel cielo carico di attesa,la tua bellezza splendenel mondo del dolore,il tuo canto di speranzaillumina il cuore triste,la tua vita d'amoreè il sogno tanto atteso.Madre,ci hai dato la vita,hai aperto il cuore di Dio!

Vergine Immacolata,corro dietro di Te,rapito dalla tua bellezza,una gioia incontenibileriempie i miei giorni:la tua dolcezza è il mio cielo,il tuo amore la forza,il tuo sguardo la luce,la tua purità il mio cuore.Madre, mi prendi per manomi conduci nella notte santa.

Madre della vita,mi guardi teneramente,mi inviti alla tua gioia:che dolcezza infinita!Un bimbo è nelle tue mani,splendido più del sole,il suo sorriso è la pace,i suoi occhi l'infinito,il suo silenzio l'amore.Un canto di libertàinonda il mio povero cuore.

Madre della Vita,ti contemplo estaticoin un sogno d'amore:d'improvviso vieni a me,mi sorridi e deponinelle mie mani sporcheil Bimbo divino, il tuo Figlio.Sono confuso, incredulo,stringo al mio cuoreil Dio delle vita, il mio Dio.Che gioia infinita!

Vergine Immacolata,Madre della vita,il tempo si è fermato;mi guardo attorno, sorpreso,il cuore corre nell'infinitostringo forte il Bimbo,una pace senza finemi avvolge teneramente.Madre, mi hai dato la vita,hai condotto i miei giornia gustare l'Amore.

Padre Stefano Mascia

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Dipinto di Belinni

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