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1 m m Maintenance and Facility Management Anno 3 Numero 3 maggio giugno 2015 Rivista del CNIM - Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione

Rivista mm 3 2015

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M&M magazine - CNIM CNIM RIVISTA Maintenance and Facility Management Numero 3 Maggio -Giugno 2015

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m m Maintenance and Facility Management

Anno 3 Numero 3 maggio giugno 2015

Rivista del CNIM - Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione

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03 EDITORIALE: ALLUVIONI: I RESPONSABILI GLI UOMINI I N C O LT I ! F O R M A Z I O N E NECESSARIA DI AURELIO MISITI

04 LIGURIA LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO DI A.M.

11 SOLUZIONE PER SALVAGUARDARE GENOVA DALLE ALLUVIONI -LA REDAZIONE

13 IMPIANTI ELETTRICI: LA PROGETTAZIONE PERMANENTE DI GIUSEPPE PARISE

17 MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO-TMB DI GIUSEPPE RUBRICHI

18 NOTIZIE

20 I SOCI DEL CNIM

2 • M a i n t e n a n c e a n d F a c i l i t y M a n a g e m e n t

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08 IL PASSANTE DI MESTRE LA TUTELA DEL TERRITORIO CIRCOSTANTE

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RIVISTA DEL COMITATO NAZIONALE ITALIANO DI

MANUTENZIONE N. 3/2015 Anno 9

Direttore Aurelio Misiti

Direttore Responsabile Lorenzo Fedele

Comitato scientifico Francesco Paolo Branca

(Presidente) Maria Rosaria Boni

Maurizio Del Re Biagio Eramo

Giovanni Fiscon Francesco Gallerano

Giuseppe Parise Marco Ranieri

Mauro Raschielli Massimo Tronci

Michele Migliarese Caputi segretario e redattore

Amministrazione e redazione Via Barberini 68

00186 Roma Tel. 06 42010534 - Fax 06 4745512

[email protected] www.cnim.it

Autorizzazione del tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007

Siamo alle solite, ogni volta che si verifica un evento alluvionale i soloni pontificano: la causa è la cementificazione, che qualche volta è definita “selvaggia”. Dal 1951, 1953, 1966, e via via fino alle più recenti alluvioni di Calabria, Sicilia, Piemonte, Toscana e Liguria si è recitato lo stesso copione, salvo dimenticarsi dopo qualche settimana e non parlarne più fino alla successiva alluvione, incoraggiando di fatto la continuità. Cosa fare invece? Non è facile contrastare questa errata e distorta interpretazione della realtà. Tuttavia noi insistiamo nella nostra visione culturale. L’aumento del tenore di vita negli ultimi 150 anni è dovuto in Occidente a tanti fattori, il principale però è l’industrializzazione, che ha portato alla urbanizzazione di vasti territori, comprendente sia gli edifici che i collegamenti tra essi e le città. Ciò è stato possibile grazie al cemento, così come gli antichi romani si sono sviluppati con l’uso della pozzolana. Quindi grazie al cemento e ad altri simili elementi si è affermata la civiltà occidentale. Ma allora diciamo che l’uso del suolo non abbia influito sulle alluvioni? Assolutamente no. Quindi va detta tutta la verità.Le trasformazioni urbanistiche incidono e come sui fenomeni idrologici. Essi però vanno studiati e di conseguenza vanno adeguati gli strumenti.I fiumi e i torrenti vanno rispettati e non violentati, altrimenti essi non rispettano noi. Quindi mai costruzioni nei letti e nelle golene, da mantenere sempre puliti, nessun fiume o torrente venga intubato dentro i centri abitati e se ciò è avvenuto siano ripristinati i loro letti e le relative casse di espansione. A Genova il Bisagno o si libera o si scolma altrimenti punirà la città ogni volta che piove più del normale. E questo vale per Genova, per Messina, Reggio Calabria e tutti i centri abitati dove si sono intubati i torrenti. In def in i t iva la causa dei d isastr i a l luv ional i non è la “cementificazione”, ma l’uso scriteriato e speculativo del cemento. Gli esperti veri non mancano a Genova e in tutta Italia.Allora istruiamo i politici di nuova generazione e andiamo avanti! Come spesso avviene la struttura gracile del Ministero dell’Ambiente non è in grado di dare buoni consigli ai nuovi Ministri, i quali recitano sempre lo stesso copione. Non si sottrae nemmeno l’attuale che annuncia come se fosse una novità: da adesso in poi agiremo insieme ai geologi.Evidentemente nessuno lo ha informato che i geologi applicati sono solo una parte del corpo tecnico che si deve occupare della difesa idrogeologica. Essi, e solo gli applicati, possono collaborare con gli ingegneri progettisti e direttori dei lavori. Ma il Ministro e il Ministero, nonché i media insistono a far parlare qualche geologo ambientalista, che tutto può sapere del fenomeno ma nulla del sistema difensivo da mettere in atto. Io stesso negli anni 2000 mi sono adoperato, da Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per accrescere le competenze specifiche del geologo applicato nella realizzazione delle opere strutturali e infrastrutturali. Il C.N.I.M. ha come missione principale la manutenzione del territorio e la difesa degli attori che su di esso operano. Pertanto per statuto ha preso l’impegno di formare i tecnici per accrescere così la cultura della manutenzione in ogni campo, come è ampiamente dimostrato dal successo ottenuto con la partecipazione diretta al Master della Sapienza sugli impianti ecologici e la realizzazione dei primi quattro corsi di formazione e aggiornamento sui temi di grande attualità: la manutenzione degli impianti per l’illuminazione stradale, delle reti elettriche e degli impianti elettrici, nonché la manutenzione degli impianti di trattamento dei residui liquidi e solidi urbani e industriali.

Aurelio Misiti Maintenance and Facility Management• 3

ALLUVIONI: I RESPONSABILI?GLI UOMINI INCOLTI! FORMAZIONE NECESSARIA

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LIGURIA LE ALLUVIONI E LA DIFESA DEL SUOLO

La Liguria è una Regione soggetta ad alluvioni periodiche che hanno provocato lutti e distruzioni di notevole dimensione. Tali eventi hanno riguardato sopratutto la città di Genova. Tutto questo ha richiesto in passato e ancora più al presente che le Autorità si ponessero il problema delle ricostruzioni ma anche delle preventive azioni di manutenzione per tutelare l’intero territorio e in particolare Genova. Appare sufficientemente chiara l’influenza sugli effetti delle alluvioni dell’opera sconsiderata dell’uomo, che non si è limitato solo a occupare gli argini e le golene dei

4 • Maintenance and Facility Management

Vengono qui riportati gli eventi alluvionali degli ultimi 60 anni dal 1 9 4 5 a l 2 0 1 4 , c o m p re n d e n t i p e r q u e s t ' u l t i m o l e riparazioni e i piani di mitigazione

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torrenti con manufatti vari, ma ha

intubato i tratti terminali di alcuni di essi, l imitando la sezione trasversale a tal punto da non poter più reggere la portata di massima piena, che ha trovato sbocco ovviamente nei quartieri sovrastanti.

Dall’ottimo saggio del collega prof. ing. Renzo Rosso: - Bisagno. Il fiume nascosto- -Marsilio editori Spa Venezia-2014, vengono tratti brani re lat iv i agl i event i p iù importanti dal dopoguerra al 1970.

Secondo il segretario del PCI, Palmiro Togliatti, “è evidente che quando piove la colpa non è del Governo checché ne dica un ironico detto popolare. Ma quando si ripete a distanza di uno due anni, a distanza di qualche mese, a distanza di tre settimane, il fatto che precipitazioni tempestose, di una notte o di alcune giornate, danno luogo a catastrofi sterminate, è allora evidente che ci si deve porre i l p rob lema d i que l le cause profonde, che non stanno soltanto nella Natura, ma nell’azione degli uomini e nell’ordinamento della soc ie tà ” . I l nos t ro sagg i s ta commenta: anche se il comunismo è fuori moda il buon senso ancora n o . G i à a l l ’ i n d o m a n i d e l l a Liberazione, il 29 ottobre 1945 si registrarono 510 mm di pioggia in 24 ore al passo dei Giovi, stabilendo un nuovo record per la Liguria, se t r a s c u r i a m o l a m i s u r a z i o n e contestata del prof. Pagani. La piena più rovinosa fu del torrente Polcevera, quasi 1500 metri cubi al

secondo mentre la piena del Bisagno venne valutata in 437 metri cubi al secondo a Staglieno. Danni m e n o g r a v i f u r o n o p r o d o t t i dall’evento del 25 gennaio 1951 sempre nel centro di Genova, dove furono colpite le zone basse prospicienti l ’antico greto del torrente, ossia via Martiri della Libertà, corso Buenos Aires, fino a corso Torino, Via Casaregis e piazza Tommaseo.

Il 24 gennaio 1952 la pioggia caduta di 118 mm in sette ore riversatasi su tutta la zona centro meridionale del comune di Genova, ha gonfiato paurosamente i torrenti Bisagno e Sturla, rigurgitato le fognature, otturato le bocchette stradali.

Tra l’alba e il mezzodì del 19 settembre 1953 Genova e dintorni furono battuti da intense piogge: In circa 4 ore si registrarono su Genova c i t t à 205 m i l l ime t r i preceduti da 9 giorni di insistente piovosità. Poiché l’impeto delle acque aveva asportato l’idrometro di Staglieno, reinstallato dopo il 1951 ma mai tarato, la portata fu valutata solo per via indiretta con una stima del colmo pari a 755 metri cubi al secondo, assai superiore ai 437 della piena del 1945. L’onda di piena tracimò in più punti e, naturalmente, incontrò l’ostacolo f inale della copertura, con i l prevedibile effetto di rigurgito, che provocò l’esondazione del corso d ’ a c q u a e p r o d u s s e v a s t i allagamenti nelle consuete zone del centro di Genova.

I MINISTRI TAVIANI E MERLIN

(SOTTO)

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6 • Maintenance and Facility Management

Insomma, il capoluogo andò sott’acqua e il Bisagno allagò perfino la zone di Brignole: Il 21 settembre il Secolo XIX pubblicò una bella foto della centrale via Galata allagata. Nel cimitero di Staglieno moltissime tombe sono state scoperchiate e le bare strappate alla terra si sono viste galleggiare lungo la strada tramutata in fiume. Già il giorno successivo, il Ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani, genovese di nascita e di elettorato, accorreva in visita alle zone colpite assicurando immediati e urgenti soccorsi. A sua volta il Ministro del Lavori Pubblici, Umbero Merlin, annunciava che funzionari del suo Dicastero avrebbero provveduto rapidamente a valutare i danni subiti dalle opere essenziali alla vita delle popolazioni in modo da tornare presto alla normalità. Nulla comunque, al confronto con le alluvioni del mese successivo in Calabria già colpita due anni prima (1951). Quasi 100 morti 3500 profughi, un miliardo di lire di danni solo alla coltura del bergamotto. Il 26 ottobre 1966 si verificarono nuovamente numerosi allagamenti in val Bisagno. A Molisana l’acqua nei pian terreni è salita a un metro e mezzo; molto colpita è pure la zona di San. Gotardo. Ma l’opinione pubblica di tutto il mondo si commosse per un’altra alluvione; anzi, per le catastrofiche alluvioni che colpirono Firenze e Venezia, il Veneto e il Trentino Alto Adige.

Queste alluvioni segnarono il confine tra l’Italia post bellica e l’Italia del pieno sviluppo e del ritrovato riconoscimento internazionale. La catastrofe indusse la politica a considerare in modo un pò più serio la questione della difesa del suolo ormai diventata una questione nazionale.

Alluvione del 1970. Il 7 e l’8 ottobre del 1970 caddero sulla Liguria e in particolare su Genova piogge molto intense che accumularono più di 900 millimetri d’acqua in 24 ore. La conseguenza più immediata è stata lo straripamento dei torrenti Bisagno, Polcevera, Leira, Chiaravagnia e Cantarena.

Genova in particolare subì pesantissimi danni materiali e numerose vittime che, insieme a quelle di altri venti piccoli comuni, assommarono a quarantaquattro morti di cui otto dispersi.

Alluvioni del 22 e 27 settembre 1992 con due morti a Genova e tre a Savona e provincia.

Alluvione del 23 settembre 1993 con cinque morti a Genova.

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Mai Maintenance and Facility Management • 7

Alluvione del 4 ottobre del 2010

In questa data a Sestri Ponente cadderò 400 millimetri di pioggia in poche ore, 350 a Pegli 310 a Varazze, 300 a Genova Bolzaneto e Genova Ponte decimo. Strariparono così i torrenti Chiaravagna, Cantarena, e Molinassi. Si registrarono danni ingenti e un morto.

Alluvione del 4 novembre 2011

Questo evento ha riguardato sostanzialmente il capoluogo Genova, investita da un forte nubifragio che in cinque ore ha provocato cinquecento millimetri di pioggia, investendo la parte est del bacino del Bisagno, provocando una piena disastrosa del torrente-fiume e degli affluenti minori, tra cui il principale Fereggiano. La zona di ponte Carrega fino a piazzale Adriatico venne sommersa da due metri d’acqua. Le piogge eccezionali, ebbero inizio la sera precedente; continuarono poi per tutta la notte, provocando un innalzamento del livello dell'acqua del Bisagno che superò ben presto il livello di guardia. Il torrente Fereggiano, affluente di sinistra del Bisagno, ha alzato il proprio livello passando da 1 a 4 a metri di altezza entro le ore tredici. Nel primo pomeriggio venne sommerso il quartiere di Marassi grazie all’ulteriore innalzamento del livello del torrente Fereggiano, a seguito delle incessanti piogge che in quel momento raggiunsero un cumulativo di 500 mm.

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8 • Maintenance and Facility Management Management

Il quotidiano “IL SECOLO XIX” riporta le notizie sull’alluvione di Genova del 10 ottobre 1970

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Maintenance and Facility Management y • 9

Si verificò infatti una portata di piena improvvisa dilagando così nella via detta Fereggiano che in pochi i minuti si trasformò in un vero e proprio fiume con oltre un metro di altezza, trascinando a valle tutto ciò che si trovava sulla strada e causando sei vittime. L’onda di piena raggiunse corso Sardegna dove nello stesso modo travolse altre decine di automobili sino alla confluenza c o n i l B i s a g n o , c h e n e l frattempo, intorno alle 13:50, esondò in sponda destra presso Borgo Incrociati, nel punto precedente il suo tratto di corso coperto di Viale Brigata Bisagno. Successivamente il Bisagno t r a c i m ò a n c h e a s i n i s t r a invadendo la zona residenziale con altezza d’acqua superiore ai due metri.

L'alluvione di Genova del 9,10 e 11 ottobre 2014 Il 9 ottobre si verificarono esondazioni di torrenti nella periferia di Genova senza danni r i levant i a l le persone. Le precipitazioni continuarono nella c i t tà per tu t ta la no t te e puntualmente intorno alle 23:30 esondò il torrente Bisagno. Interi quartieri di Genova vennero0 sommersi, mentre, oltre metà della città rimase priva di energia elettrica. Ovviamente il torrente Feregg iano, non t rovando sbocco nel Bisagno, esondò anch’esso e invase la via omonima e corso Sardegna. Successivamente anche i l t o r r e n t e S t u r l a e s o n d ò , invadendo la zona di Brignole, dove venne trovato un uomo morto per annegamento nel tunnel che collega la stazione f e r r o v i a r i a d i B r i g n o l e a Canevari. I danni materiali sono stati enormi. L’11 ottobre un nubifragio colpì Genova in particolar modo

Cornigliano, Coronata, Sestri Ponente, Multedo, Pegli, Voltri. L'entroterra di Genova venne anch’esso colpito da piogge intense in particolare a Campo Ligure, dove esondò il torrente Ponzema, affluente dello Stura. Nelle prime ore del mattino successivo un altro nubifragio, con forti raffiche di vento si abbattè sul centro di Genova, in part icolare nel la val le del Bisagno. Successivamente esondarono il Torbella e il rio Noce. Il temporale, col passare delle ore, ha colpito sempre più il L e v a n t e . P r i m a q u e l l o genovese: Foce, Sturla, Nervi e poi quel lo l igure, i l Gol fo Paradiso, il Golfo del Tigullio e il loro entroterra. Il tributo di vite umane nei tre giorni di piogge torrenziali ammontò a tre vittime.

Alluvione del 15 novembre 2014. Questo evento interessò le città di Genova, Savona e Imperia in Liguria nonché il sud della provincia di Alessandria in Piemonte e il Nord della stessa m e t r o p o l i m i l a n e s e . Nell’occasione esondarono quasi tutti i torrenti liguri con gravi danni sia nei centri abitati che nelle zone agricole. In particolare esondarono il rio Busalletta e il rio Migliarese, nel comune di Busalla, che ha travolto negozi e case trascinando, qualunque cosa, dalle auto ai cassonetti. Sono stati censiti fino a 238 millimetri di pioggia nell’arco della giornata. Vi è stata anche qui una vittima. A.M.

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10 • Maintenance and Facility Management

Immagini di Genova

sommersa dalle acque.

L e i m m a g i n i impressionanti della città di Genova e della campagna circostante d a n n o p i e n a dimostrazione della n e c e s s i t à improcrastinabile di r e a l i z z a r e l o s c o l m a t o r e d e l Bisagno, risolvendo così almeno il 50% dei problemi indotti dalle alluvioni liguri. G l i a l t r i t o r r e n t i r i c h i e d o n o u n a m a n u t e n z i o n e straordinaria annuale degli alvei naturali, demolendo i l p iù p o s s i b i l e l e s u p e r f e t a z i o n i urbanistiche come le coperture degli alvei.

Immagini delle a l l u v i o n i d i Genova fino al 2014

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MaiMaintenance and Facility Management • 11

La scuola Idraulica di Genova

si è attivata per cercare

soluzioni tecniche plausibili

per dare t ranqu i l l i tà a i

cittadini. I Governi nazionali e

i sindaci di Genova più volte

hanno interpellato gli esperti.

In particolare il Ministero dei

Lavori Pubblici costituì una

commissione presieduta dal

professore Supino, ordinario

di idraulica nell’ateneo di

Bologna, che redasse uno

studio, pubbl icato i l 31

ottobre 1971 dal Poligrafico

dello Stato. La relazione

Supino ha dato 7 indicazioni

conclusive, tra queste la più

disattesa è stata la settima:”I

ponti sui corsi d’acqua minori

dovranno essere realizzati

con un’unica campata per

evitare che la presenza delle

pile a breve distanza tra loro

p r o v o c h i l ’ a r r e s t o d e i

materiali di trasporto specie

ramagli, arbusti e simili”. Tra

l e p r o p o s t e d e l l a

commissione Supino, avendo

s c a r t a t a p e r c h é p o c o

praticabile la demolizione

della copertura del torrente

da Brignole alla foce, figura la

c o s t r u z i o n e d i u n o

scolmatore in galleria, di cui

vennero presentat i due

tracciati: uno cittadino sotto i

corsi Sardegna e Torino e

u n o s u b - c o l l i n a r e .

Ques t ’ u l t imo cos t i t u i va

indubbiamente la migliore

soluzione per mitigare il

rischio alluvionale della piana

del Bisagno. La Commissione

Supino ha messo al primo

posto questa soluzione,

s u g g e r e n d o u n

dimensionamento generoso

dell’ordine di 800 metri cubi al

secondo. A tutt'oggi non sono

state ancora completate le

opere previste. I Genovesi

s p e r a n o c h e i n u o v i

amministratori e il Governo

nazionale complet ino le

i n c o m p i u t e c o m e l o

scolmatore oggi progettato in

due gallerie: Fereggiano e

Bisagno, per salvaguardare

la salute dei cittadini e la

bellissima città di Genova.

SOLUZIONE PER SALVAGUARDARE GENOVA

DALLE ALLUVIONI

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12 • Maintenance and Facility Management

Il C.N.I.M. è autorizzato dal C.N.I., su parere conforme del Ministero di Grazia e Giustizia, a organizzare e svolgere attività di f o r m a z i o n e p r o f e s s i o n a l e continua, ai sensi e per gli effetti del D.P.R. numero 137 del 7 agosto 2012. I primi quattro corsi sono stati organizzati con la collaborazione d e l l ’ U n i v e r s i t à d i R o m a “Sapienza” e in termini più limitati con le Università di Tor Vergata e Firenze. Il primo corso è stato dedicato all’illuminazione stradale e vi hanno partecipato i docenti, coordinati dai professori Aurelio Misi t i e Onorato Honorat i , professore Giuseppe Parise, Professore Luigi Martirano, nonché il dottore Maddalena di Acea S.p.A. .

Dal 1878, quando Edison ideò

l a p r i m a l a m p a d a a

i n c a n d e s c e n z a ,

l’illuminazione elettrica si è

andata diffondendo in tutto il

nostro Paese. A partire dal

1980 vengono usate lampade

più efficienti rispetto a quelle a

incandescenza, che hanno

consent i to d i d i f fondere

l’illuminazione non solo nelle

vie dei centri abitati ma anche

per illuminare i monumenti e

molte tratte di strade di grande

comunicazione.

I pali e quindi i lampioni

possono essere disposti su un

solo lato della carreggiata o al

centro tra due carreggiate in

presenza di spartitraff ico

oppure in entrambi i lati della

carreggiata stessa.

Gli impianti di illuminazione

elettrica, come del resto tutti

gli altri tipi di impianti compresi

quelli produttivi, necessitano di

manutenzione ordinaria e

straordinaria, da programmare

in fase progettuale.

Una manutenzione efficace

riduce gli sprechi sia durante

la produzione, aumentando il

rendimento, sia nell’utilizzo

dell’energia per illuminazione.

Ciò è indispensabile ai fini del

risparmio energetico, la cui

n e c e s s i t à v i e n e o r m a i

considerata indispensabile.

FACOLTÀ DI INGEGNERIA,

“IL CHIOSTRO”

LA MANUTENZIONE E I L R I S P A R M I O E N E R G E T I C O NELL’ILLUMINAZIONE STRADALE CORSO SVOLTO PRESSO LA

SALA DEL CONSIGLIO DI

FACOLTA’ IN SAN PIETRO IN

VINCOLI

FACOLTÀ DI INGEGNERIA IN SAN PIETRO IN VINCOLI

FORMAZIONE CONTINUA IL CNIM “PROVIDER” DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

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Maintenance and Facility Management• 13

Integrità dell’impianto e sistemi complessi

La p roge t taz ione d i un impianto non si limita alla fase iniziale della ideazione di un impianto, ma deve essere permanente con le necessarie attività di esercizio e di m a n u t e n z i o n e p e r i l c o n s e g u i m e n t o d e l l e prestazioni ottimali durante il ciclo di vita. La configurazione d e l l ’ i m p i a n t o , l a s u a esecuz ione , ges t ione e m a n u t e n z i o n e d e v o n o costituire le fasi di un'unica e c o o r d i n a t a s t r a t e g i a p r o g e t t u a l e n e l l a v i t a d e l l ' i m p i a n t o . L a progettazione esecutiva ed i success iv i adeguament i vanno corredat i de l p iù c o m p l e t o s t a t o d i i n f o r m a z i o n e s u l l e caratteristiche costitutive e sulle scelte funzionali, perché gli operatori possano avere la

più completa comprensione dell’impianto per gestirlo in sicurezza a rischio ridotto. Un impianto elettrico, come tutti gli impianti, non basta rea l i zza r lo , ma occor re m a n t e n e r l o ; l a s u a progettazione deve essere permanente per tutto il ciclo di vita con una programmazione gene ra l e deg l i s v i l upp i prevedibili e che si rendono necessari (road map). Una gestione della continuità de l serv iz io r i ch iede d i applicare in modo completo p e r l a p r o g e t t a z i o n e permanente, l’esercizio e la manutenzione la nota regola d e l ' - - C h e c k - A c t P l a n Do' (PDCA) ciclo (Business continuity managemment). La progettazione globale di un impianto elettrico richiede studi mirati a valutare le prestazioni del s is tema, l’affidabilità, la sicurezza, l’economia dei costi.

Impianti elettrici: la progettazione permanente di Giuseppe Parise Ordinario “Sapienza” Roma

Il corso ha contribuito a formare la figura professionale dell’esperto in manutenzione e gestione degli impianti elettrici, capace di analizzare e prevenire i rischi e di controllare la gestione degli impianti. Sono state date informazioni sui piani di manutenzione che devono prevedere, p iani f icare e programmare l ’att ivi tà di manutenzione anche come g e s t i o n e d e l l ’ i m p i a n t o n e l l ’ a m b i t o d e l l ’ a t t i v i t à complessiva dell’esercizio.

Nel corso sono stati illustrati dettagliatamente i contenuti delle normative europee e italiane sulla sicurezza del lavoro. Si è fatto cenno alle normative in essere negli U.S.A. ed è stato affrontato il tema della manutenzione pianificata degli impianti per l’esecuzione delle ispezioni e verifiche. Nell’ambito della sicurezza sul lavoro sono stati trattati i rischi elettrici nonché le norme relative ai quadri elettrici di media e bassa tensione.

MERCATO ELETTRICO, RETI E MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI CORSO SVOLTO IL 15 MAGGIO

2015 PRESSO LA SALA DELLE

LAUREE DI PALAZZO BALEANI

CORSO VITTORIO EMANUELE

II° 244 ROMA

L’ESERCIZIO E LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETRICI

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14 • Maintenance and Facility Management

L’esigenza di non avere la perdi ta del la cont inuità di serv iz io (Loss o f Serv ice Continuity) ovvero di elevata disponibilità e “integrità” dei carichi, o parte di essi, è soddisfatta da una struttura che consente di superare situazioni d i guasto ( fau l t crack ing ) ut i l izzando: - più sorgent i ( d i s t r i b u t o r e p u b b l i c o e alimentazioni di emergenza, quali gruppi elettrogeni locali e U P S ) , - m o d e l l a n d o o p p o r t u n a m e n t e l a c o n f i g u r a z i o n e d e l l a distribuzione. La complessità del sistema elettrico può divenire grande e i problemi di gestione possono r i c h i e d e r e p i ù t e m p o e attenzione dal personale addetto all’esercizio.

Load flow, corto circuito: a s s e t t i d e l l e s o r g e n t i . D o c u m e n t a z i o n e e certificazione.

Nella fase progettuale iniziale dell’impianto, gli studi devono identificare ed evitare eventuali disfunzioni nel sistema prima che sia messo in esercizio. Il piano di manutenzione, previsto nella normativa italiana, è il documento complementare al progetto esecutivo, che deve p r e v e d e r e , p i a n i f i c a r e e programmare oltre l’attività di manutenzione anche la gestione dell’impianto, ovvero l’attività complessiva dell’esercizio. Tale documento evidentemente può e s s e r e a g g i o r n a t o e perfezionato tutte le volte che si rende necessario. I sistemi elettrici di potenza hanno procedure di esercizio che devono essere analizzate e definite, così come tutte le sorgenti di alimentazione ed i dispositivi di sezionamento p r i nc i pa le ( i n t e r ru t t o r i d i sorgente) per tutte le aree e zone di lavoro. Tutti gli ammissibili assetti di sorgenti e le relative procedure di integrità devono essere progettate, includendo quelle capaci di fronteggiare e risolvere le condizioni di emergenza, quali la perdita di un generatore, di

una linea di connessione, di un trasformatore, di un carico. L ’ a n a l i s i d i r i s c h i o p e r ciascun’emergenza comporta la simultanea determinazione delle c o n s e g u e n z e d e l l ' e v e n t o considerato e della probabilità associata al suo verificarsi, per valutare l’opportunità di un a s s e t t o d ’ i m p i a n t o c h e neutralizza l’emergenza stessa risolvendola (fault cracking). Per p r e v e n i r e u n e s e r c i z i o inammissibile, sovraccarichi d e l l e a p p a r e c c h i a t u r e o abbassamenti di tensione, tutti gli assetti di sorgenti devono e s s e r e e s a m i n a t i i n coordinamento con il load flow e l’analisi del corto circuito. Il load flow contribuisce a definire il d imensionamento ott imale, l’allocazione dei componenti e la configurazione del sistema. Si fa rilevare che il progettista deve analizzare gli assetti di sorgenti, con una duplice finalità: individuare i casi critici estremi, p e r c h é l a s t r u t t u r a s i a dimensionata in modo adeguato; d e f i n i r e t u t t i g l i a s s e t t i ammissibili che garantiscono una gestione degli operatori del sistema in sicurezza. Come indice del grado di definizione e attendibilità, deve essere il più completo possibile lo stato di informazione delle scelte e decisioni messe in atto a livello previsionale esecutivo e per ogni possibile revisione successiva. La progettazione deve documentare e permettere di inquadrare in modo organico i cr i ter i general i adottat i in riferimento alle norme vigenti, il significato delle assunzioni specifiche e funzionali fatte e dei fattori di sicurezza scelti. Si consente così di confrontare le e v o l u z i o n i s u c c e s s i v e e determinarne la rispondenza agli obiettivi prestabiliti, di valutare in ogni momento del ciclo di vita la completezza ed adeguatezza delle specifiche del progetto attuale. A n a l o g a m e n t e l a documentazione e certificazione a corredo dei subsistemi-componenti non deve limitarsi a l l a d e f i n i z i o n e d e l l a responsabilità di costruzione e

della garanzia di qualità, ma deve essere esplicativa della s t ru t tu ra , compos iz ione e funzionalità dei subsistemi stessi, certamente come base inderogabile, nelle funzioni di ingresso ed uscita e, come e l e m e n t o a d d i z i o n a l e d i maggiore qualità del sistema, d e l d e t t a g l i o d e i s i n g o l i componenti.

Procedure di esercizio

E’ stato proposto un programma il cui obiettivo principale è quello d i r e n d e r e p o s s i b i l e l'applicazione di un metodo ai p r o c e s s i e p r o c e d u r e d i esercizio dei sistemi complessi, con particolare riguardo ai problemi della loro sicurezza e della loro affidabilità, disponibilità e manutenibilità. Una finalità del metodo per l’incremento della sicurezza è un contributo alla riduzione del rischio al valore minimo ottenibile nel contesto entro cui si opera. La riduzione d e l r i s c h i o s i t r a d u c e essenzialmente in un’azione di compressione del tempo di realizzazione, che è riducibile ad un minimo legato al contesto specifico dell’impianto, alle risorse disponibili ed alle singole situazioni contingenti, senza forzature che porterebbero a un imprevedibile incremento del rischio stesso. Le procedure di eserciz io analizzate sono di due tipi: - procedure di messa in sicurezza di una zona di lavoro WZ, - procedure di integr i tà. Le procedure di messa in sicurezza p revedono numerose fas i operative per sezionare la zona di lavoro, che è la zona del sistema che l ’operatore di manutenzione deve mettere in sicurezza.

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Maintenance and Facility Management• 15

Le p rocedure d i i n teg r i tà p revedono numerose fas i operative per trasferire una sorgente da un circuito ad un altro, per trasferire il sistema o parte di esso da una sorgente ad un’altra. Il miglior piano di manutenzione deve valutare i vantaggi di un sistema ridondante e deve fronteggiare le condizioni di fuori servizio, occasionali o per manutenzione, attraverso un idoneo assetto di sorgenti, evitando il fuori servizio totale o l imi tandolo a porz ion i de l sistema. Nelle procedure di messa in s icurezza, l ’operaz ione d i rialimentazione del sistema può presentare alcune difficoltà per le mutate condizioni di assetto delle sorgenti. Lord Kelvin diceva che una cosa può essere conosciuta con suff icienza se definita con numeri: è stato così proposto un modello matematico per la definizione delle procedure. A tal fine è stata introdotta una “logica” e una rappresentazione grafica nello spazio degli stati delle procedure di esercizio, con la definizione di alcuni principi di base, quello di esclusività, priorità e parità (programma Parise). Gli eventi-manovre assumono il ruolo di punti all’ interno dello spazio degli stati.

Essi hanno, rispetto ai punti, la caratteristica di poter essere infinitamente suddivisi e di costituire sempre quindi una suddivisione ultima solo ai fini d e l p r o b l e m a t r a t t a t o : l a suddivisione in eventi ulteriori si arresta quando non più utile ai f i n i d i una sodd is facen te descrizione del problema da trattare. Gli eventi sono soggetti ad operazioni logiche che li mettono in relazione tra loro, dando luogo ad una struttura l o g i c a i n t e r c o n n e s s a paragonabile ad un reticolo o, meglio, in una visione più completa e dinamica, ad una struttura aperta a traliccio. Cons ide r iamo un s i s tema elettrico base costituito da un generatore V ed un carico Load

connettibile tramite un dispositivo di interruzione SM: il carico di è la zona di lavoro elementare WZ , V è il generico simbolo, identificazione logica ID della sorgente. Lo stato della zona di lavoro elementare WZ, mostrata nella f igura può essere definita: connessa alla sorgente” (simbolo +1), che equivale allo stato della condizione energizzata o in tensione; “aperta, disconnessa o stato zero” (simbolo 0), che e q u i v a l e a l l o s t a t o d e l l a condizione di reset, ”connessa aterra” ovvero connesso alla sorgente negativa (simbolo -1). La condizione chiuso/aperto/messo a terra (1,0,-1) del dispositivo di interruzione IS conferma lo stato di energizzato/aperto/messo a terra della zona di lavoro WZ e la corrispondente identificazione logica ID della WZ è ottenuta come il prodotto dei codici logici: logico (WZ) = IS[+1,0, -1]·V. Se il dispositivo di interruzione IS è v i c i n o a l l ’ o p e r a t o r e d i manutenzione MO, lo stato di a p e r t o d i I S p u ò e s s e r e supervisionato e controllato a vista. Questa condizione può essere def in i ta come una supervisione (solo) logica : “aperto controllato a vista”, simbolo 0v. La soprascritta v mostra lo stato verificato di aperto, assumendo un significato operativo: 0 è un simbolo matematico 0v assume il significato di valore verificato, certo. E’ definibile una matematica operativa, vettori e matrici operative, per la definizione delle procedure. Sono introdotti valori logici operativi Xa (Tabella I): - X mostra uno stato, libero se è senza soprascritta; - l’esponente a blocca lo stato X come verificato e certo. L’esponente a blocca lo stato X in modo certo e la lettera a è una chiave-password logica o fisica. Infatti, se il dispositivo IS è l o n t a n o d a l l ’ o p e r a t o r e d i manutenzione MO, lo stato aperto potrebbe essere in modo effettivo bloccato elettricamente o /e meccan i camen te , pe r esempio con lucchetto di cui K è

la chiave. Lo stato è definito “aperto lucchettato” simbolo 0K e la soprascritta K mostra la sigla della chiave che ha bloccato lo stato in aperto. Occorre notare, inoltre, che si introduce nella zona di lavoro WZ: - lo stato di messa a terra G; - il lato WZ del dispositivo SM, lato dove esso viene connesso a terra G; - il dispositivo di messa a terra GS. Si osservi che la terra G = -V o sorgente “negativa” deve essere i n c l u s a t r a l e s o r g e n t i ( a n t i s o r g e n t e : c a p a c e d i passivare qualsiasi sorgente). Il “nuovo linguaggio” introdotto richiede la definizione di una “ g r a m m a t i c a ” e d i u n “vocabolario”: come un codice l o g i c o p e r g l i s t a t i d e i componenti (X) con indirizzo-password (a) (Tabella I), nodi di sorgente e di carico, interruttori di sorgente §, transizioni in bianco ed in rosso (con e senza blackout), “taglia e cuci.

Conclusioni

Per un sistema complesso e quindi vulnerabile, lo sviluppo e la diffusione di metodologie e st rument i d i def in iz ione e identif icazione diviene una necessità vitale. La metodologia proposta, implementabile su software, ha il compito di aiutare i l p r o g e t t i s t a n e l l a v o r o meccanico di sviluppo delle procedure di esercizio, che spesso contemplano casistiche n u m e r o s e e d i a s s i s t e r e l’operatore nella messa in atto d e l l e o p e r a z i o n i n o n a u t o m a t i z z a t e o n o n automatizzabili La decisione della scelta della procedura, l’attuazione e la verifica della regolare esecuzione rimangono attributi propri della capacità e d e l l a r e s p o n s a b i l i t à dell’operatore. Il mantenimento e miglioramento nel tempo delle prestazioni funzional i e di s icurezza possono essere garantiti con una costante di verifica e messa in opera di tutte le azioni correttive progettuali, che risultano necessarie, durante tutto l'arco di vita del sistema.

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16 • Maintenance and Facility Management

LA MANUTENZIONE LA GESTIONE E LA FATTIBILITA’ DEGLI IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE

PALAZZO BALEANI ROMA

La manutenzione dell'impianto di trattamento delle acque è e s s e n z i a l e a i f i n i d e l mantenimento in efficienza di ogni sua componente, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell'impatto ambientale. Allo stesso tempo, la manutenzione è essenziale al perseguimento degli obiettivi di sicurezza previsti dal testo unico sulla sicurezza (DLgs 81/08), a tutela dei dirigenti e d e l l e c o n d i z i o n i antinfortunistiche dei lavoratori.

La gestione di un impianto di trattamento delle acque implica la considerazione di parametri di funzionamento fisici, chimici, biologici, oltre che ingegneristici

ed economico-finanziari. Tale gestione deve essere quindi improntata alla visione unitaria del sistema tecnico, alla luce di soglie di r i ferimento, non sempre f issate da norme tecniche o di legge.

L a p r o g e t t a z i o n e e l a realizzazione di un impianto di t r a t t a m e n t o d e l l e a c q u e richiede investimenti, tempi e impegni di risorse ambientali che, inevitabilmente, richiedono l'effettuazione di uno studio di fat t ib i l i tà pre-proget tuale, introducendo le metodologie per l'esecuzione degli studi di fattibilità tecnico-economici e una valutazione preliminare di impatto ambientale.

II problema della sicurezza i n t e s a c o m e c o r r e t t a e consapevo le ges t ione de l rischio, è, quindi, un problema culturale, così come quello della gestione della qualità, la cui esigenza deve essere percepita come un interesse essenziale, e che necessita lo sviluppo di m e t o d o l o g i e , s t r u m e n t i , competenze ed organizzazioni in grado di ottenerla e garantirla. Le difficoltà, che si incontrano nell’esercizio di un impianto complesso, fanno giustificare il perché la normativa europea prevede, per l ’esercizio in sicurezza e le attività di lavoro sugli impianti elettrici, due livelli di personale qualificato: le persone esperte PES e le persone avvertite PAV. L’operatore PES, responsabile per tutte le attività lavorative, d e v e e s s e r e i d o n e o a d analizzare organizzare tutte le appropriate variazioni sulle procedure da applicare causate dalle differenti situazioni ed assetti di configurazione del sistema, considerando i vincoli e le interdizioni. L’operatore PAV può assistere all’esercizio in automatico del sistema o essere autorizzato ad applicare una procedura già assegnata per raggiungere un assetto specifico.

In conclusione, un sistema elettrico può essere progettato e/o adattato per offrire più livelli di prestazione, che la competenza dell’operatore riesce a gestire e mettere in atto .

Bibliografia principale CEI EN 50110 (-1,-2) (CEI 11-48, 11-49) "Esercizio degli Impianti Elettrici”. NFPA 70E-2004, Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces. 902-1998 IEEE Guide for Operation, Maintenance and Safety of Industrial and Commercial Power Systems CEI EN 62271-200(CEI 17-6) Apparecchiatura prefabbricata con involucro metallico tensioni 1÷52 kV CEI EN 60439 (CEI 17-3) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione ISO 22313:2012 Societal security -- Business continuity management systems -- Guidance G. Parise, E. Hesla: “Basic Concepts And Auto-Check For Clearing Procedures” 1999 IEEE-IAS ICPS Technical Conference Sparks NV USA May 2-6 G.Parise, E.Hesla “Clearing Procedures In Electrical Installations: The Electrical Status Space.” 2001 IEEE/IAS Annual Meeting Chicago September 30-October 4 2001, IEEE Trans. on Industry Applications vol. 38 May/June 2002 G.Parise, E.Hesla “A New Analytical Language For Clearing Procedures In Electrical Installations” 2004 IEEE/IAS Annual Meeting Seattle -October 3-7 2004 G.Parise, E.Hesla “A Programmable Language For Clearing Procedures” 2005 IEEE-IAS ICPS Technical Conference Saratoga Springs NY USA May 8-11 G.Parise, W. Moylan P. E. Sutherland “Electrical safety for employee workplaces in Europe and in USA”IAS A M 2002 Oct. Pittsburgh, Trans. on IA vol. 41 n.4 Jul/Aug 2005 G.Parise, E.Hesla “The Sources Sets For Operational Procedures” 2006 IEEE-IAS ICPS Tech. Conf. Dearborn, MI, April 30 – May 3, 2006 G.Parise, R.E. Nabours “A Proposal For Harmonizing Global Electrical Safety Standards” IEEE-IAS I&CPS Technical Conference 2006, Dearborn, Mi. E.Hesla, G.Parise, R. Rifaat “Comprehensive Design Of Electrical Installations By Integrating System Configuration And Operational Safety Aspects” IEEE-IAS An. Meet. 2006, Tampa, FL. G.Parise, E.Hesla “Transitions Maps for Integrity in Operational Procedures of Electrical Installations”

IEEE-IAS I&CPS Technical Conference 2007, Edmonton, Canada. G.Parise, R.E. Nabours, B. McClung “Relevance of competence in risk reduction for electrical safety” IEEE-IAS Annual Meeting September 23-27, 2007, New Orleans LA USA G. Parise, E.Hesla, R. Rifaat “Architecture impact on integrity of electrical installations: cut&tie rule, ring configuration, floating node” 2008 IEEE/I&CPS Technical Conf., Clearwater Beach, Florida, USA, May 4-8, 2008 G. Parise, “Four color theorem explained by electrical operational procedures?” 2008 IEEE/I&CPS Technical Conf., Clearwater Beach, Florida, USA, May 4-8, 2008 G . P a r i s e , A . G a b e l l i , E . B e r e n a t o , D.Brambilla,L.Signorelli “Architecture Of Electrical Installations: The Node Double Two” IEEE-IAS Annual Meeting October 5-9, 2008, Edmonton, Alberta (Canada) G. Parise “Transitions theory for intersections/nodes and generalized euclidean kinematics in operation of electrical installations” IEEE-IAS Annual Meeting October 4-8, 2009, Houston (USA) G. Parise, E.Hesla, R. Rifaat “Genetic Code of Electrical Operational Procedures: Lockout Systems, Simulators and Training” Transactions IEEE/IAS volume 46 n.2 March April 2010 G. Parise, E.Hesla:, L..Parise “A Syntax And Semantics Of A Language For Operational Procedures IEEE IAS Annual Meeting 9 -13 Ottobre 2011 Orlando Florida USA - 2013 Industry Applications IEEE Transactions on, Vol: 49, Issue: 1 G. Parise WG, E.Hesla “User Specifications For Operational And Switching Procedures aA WG Report” IEEE-IAS ICPS Technical Conference, May 1-5, 2011 New Port Beach,California (USA) - IEEE Transactions On Industry Applications, VOL. 48, NO. 1, January/February 2012 pag 225 228 G. Parise, E.Hesla:, “Dead” Circuits Are Not Always Dead - IEEE Industry Applications Magazine, 2013 Volume:19 , Issue: 3 G. Parise, E.Hesla, L..Parise: Transitions theory in operation of electrical installations Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Volume: 49, Issue: 3 G. Parise : A new summary on the IEC protection against electric shock Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Volume: 49, Issue: 2 G. Parise, L. Parise:" Electrical Distribution For A Reliable Data Center " Industry Applications IEEE Transactions on, 2013 Vol. 49 issue 4 G. Parise, L..Parise: "Unprotected Faults Of Electrical Cords And Extension Cords In Ac And Dc Systems" , Industry Applications IEEE Transactions on, 2014 Vol. 50 Issue 1 G. Parise, E.Hesla, L.Parise, R. Pennacchia “Switching Procedures In Multiple Source Systems And The Business Continuity Management: The Flock Logic Of Multi-Set Systems” IEEE-IAS ICPS Technical Conference, 20 May - 23 May 2014 Worthington Renaissance Forth Worth Hotel Fort Worth, TX, USA

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Maintenance and Facility Management • 17

LA MANUTENZIONE LA GESTIONE E LA FATTIBILITA’ DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RSU

CORSO SVOLTO IL 29 MAGGIO

2015 PRESSO LA SALA DELLE

LAUREE DI PALAZZO BALEANI

CORSO VITTORIO EMANUELE II°

244, ROMA

I rifiuti solidi urbani sono: domestici anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli del primo punto, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; provenienti dalla pulitura delle strade; di

qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei c o r s i d ’ a c q u a ; v e g e t a l i provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali.

Sintesi

MANUTENZIONE ORDINARIA

Operazioni e riparazioni su parti elettriche, meccaniche, murarie, nonché tutti gli interventi idonei previsti dallo MTBF

M A N U T E N Z I O N E PROGRAMMATA

Attività manutentive eseguite con strategie predittive o preventive

M A N U T E N Z I O N E STRAORDINARIA

Sostituzione di parti elettriche, meccaniche ed opere murarie per usura, avaria e/o per danni causati da materiali non conformi presenti nel rifiuto urbano

INTERVENTI MIGLIORATIVI

Nel corso del primo anno di gestione potranno essere studiati interventi migliorativi di impianto finalizzati a:

aumentare la quantità del CdR recuperabile;

consentire il caricamento diretto dei mezzi adibiti al trasporto degli scarti sfusi provenienti dal bypass della pressa;

Realizzare un bypass del vaglio di raffinazione della frazione organica stabilizzata.

ORGANICO DEL PERSONALE PREPOSTO ALLA GESTIONE E MANUTENZIONE DELL'IMPIANTO

Responsabile Tecnico di Gestione;

Assistente Capo impianto/Addetto controlli ambientali;

Addetto Amministrat ivo/FIR e registri

Coordinatore turno

Palista;

Manutentore elettromeccanico

Manutentore meccanico

Addetto gru a base fissa (polipista)

Addetto sala manovra

Addetti linee di igienizzazione/raffinazione

Addetto pesa

Addetto linee/carrellista;

Addetto magazzino

Manutenzione su guasto:

• C o d i c e i d e n t i f i c a t i v o d e l l a localizzazione del guasto

•Data del guasto

•Causale del guasto

•Tipologia del guasto

•Tempo di fermo macchina

•Eventuali note o rapporti del guasto

La manutenzione, in l inea di principio, deve essere programmata

Non s i può programmare la manutenzione di un impianto senza tener conto che gli interventi devono essere svolti in sicurezza

Per tan to po te r la p ian i f i ca re efficacemente è necessario dotarsi di un sistema di Gestione della Sicurezza che faccia riferimento alle

Linee Guida SGSL UNI-INAIL del 2001 e BS OHSAS 18001

Pianificare la manutenzione in sicurezza

Scopo

Individuare e valutare i rischi per i lavoratori durante le attività di manutenzione, di ispezione e di pulizia, anche in relazione ai rischi da interferenze

–Risultati Attesi

Svolgimento in sicurezza delle operaz ion i d i manu tenz ione o r d i n a r i a , p r o g r a m m a t a , straordinaria

Cosa fare?

Individuare e valutare i rischi legati a tutte attività di

Manutenzione (ordinaria,periodica e s t r a o r d i n a r i a ) d i mezzi,macchine,impianti,attrezzature e ambienti di lavoro,ivi compresi i rischi da interferenze tra lavorazioni contigue o contemporanee

•Veri f icare l ’ idoneità tecnico-p ro fess iona le de l persona le incaricato

•Analizzare e valutare le modalità di in tervento e la presenza d i procedure operative

•Analizzare e valutare le situazioni a n o m a l e a v v e n u t e o potenzialmente pericolose

•Informare e formare i lavoratori sulle modalità di intervento e sui rischi potenziali connessi all’attività

Manutenzione di un impianto di trattamento meccanico-biologico-TMB di Ing. Giuseppe Rubrichi

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18 • Maintenance and Facility Management

NOTIZIE GLI INGEGNERI ITALIANI?

OTTIMI E COSTANO LA META' DI CINESI E

AMERICANI"

Così il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca: "Possiamo crescere del 2%." "L’Italia, insieme con la Germania, ha le carte in regola per trasformarsi nella Sil icon Valley dell’ industria digitale.”

Motivi per puntare sull’Italia?

"Sono numerosi. Ma partirei con questo: i nostri ingegneri costano il 40% in meno di quelli cinesi e la metà di quelli americani. E non parlo di neolaureati ma di personale specializzato. Investire da noi conviene”.

NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI DAL 1 GIUGNO

2015

Dal 1° giugno 2015, diverranno applicabili sia il  regolamento (UE)  1357/2014 che introduce m o l t e n o v i t à i n t e m a di classificazione dei rifiuti (come per esempio  la nuova definizione HP al posto dei codici H di per ico lo) , s ia la dec i s ione 2014/995/Ue sull’Elenco europeo dei rifiuti, che introduce  il nuovo EER  dest inato a sos t i tu i re il “vecchio” CER. Contestualmente entrerà in vigore i l c . d .  r e g o l a m e n t o CLP  (1272/2008/CE, in tema di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze c h i m i c h e ) e c h e s e g u e i l contestato inserimento, da parte del “Decreto Competitività” (DL 91/2014) di una nuova Premessa nell’Allegato D alla Parte Quarta d e l “ C o d i c e de l l ’ Amb ien te” (D . L g s . n . 152/2006). Il regolamento (UE) n. 1357/2014 sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri a decorrere dal 1° giugno 2015, contestualmente al la piena operatività del “regolamento CLP”. Il Regolamento (UE) n. 1357/2014: - d e t t a i c r i t e r i r e l a t i v i all’attribuzione delle  classi di pericolo; - introduce i  codici di indicazioni di pericolo  che sostituiscono le frasi R; - m o d i f i c a i  l i m i t i d i concentrazione per alcune classi di pericolo.

DAL 1 GIUGNO AGGIORNAMENTO DATI

CATASTALI SONO ON LINE

Dal 1° giugno 2015 è diventato obbligatorio l 'aggiornamento degli atti catastali tramite procedura online con firma digitale. I  professionisti come geometri, ingegneri, architetti, dottori agronomi e periti devono obbligatoriamente effettuare l'invio dei documenti via web all'Agenzia delle Entrate, tramite i software Docfa e Pregeo. Termina così la fase di transizione in cui l'invio telematico è stato facoltativo: in caso di nuove costruzioni o se si effettuano variazioni su un immobile come f u s i o n i , f r a z i o n a m e n t i , ampliamenti o ristrutturazioni, i professionisti dovranno ricorrere ai software dell’Agenzia. Nella fase di avvio della procedura gli uffici provinciali dell'Agenzia del territorio forniranno supporto ai tecnici professionisti, anche per i casi di irregolare funzionamento del servizio telematico, al fine di consentire comunque la ricezione di tutti gli atti di aggiornamento, sottoscritti.

Di seguito i collegamenti dove scaricare i software h t t p : / /www.agenziaentrate.gov.it/wps/c o n t e n t / n s i l i b / n s i / h o m e /cosadevifare/aggiornare+dati+ c a t a s t a l i + e + i p o t e c a r i /aggiornamento+catasto+fabbricati+-+docfa/software+docfa+4002

LEGGE SUI DELITTI AMBIENTALI. 22 MAGGIO

2015 N°68

La gazzetta ufficiale del 28 maggio 2015 n°122 serie generale, r ipor ta la legge in t i to la ta “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE” formata da tre articoli. L’articolo 1 inserisce nel codice penale al Titolo VI-bis i delitti contro l’ambiente. Che in sintesi sono: -“inquinamento ambientale” punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa che va da 10 mila a 100 mila euro. -“Disastro ambientale” punito con la reclusione da 5 a 15 anni. Se si tratta di “Delitti colposi contro l’ambiente” le pene precedenti vengono ridotte da un terzo a due terzi. - “Tra f f i co e abbandono d i materiale a alta radioattività” è un delitto punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10 mila a 50 mila euro

AL VIA I LAVORI DEL NUOVO COMITATO DI

INDIRIZZO STRATEGICO “COSTRUZIONI”

DELL’UNI.

Il nuovo Comitato di Indirizzo Strategico "Costruzioni" si è riunito per la prima volta lunedì 24 novembre con la presenza del Vice Presidente del CNIM Geometra Adriano Biraghi. Un incontro preliminare, di presentazione, in cui si è voluto condividere con gli stakeholder del "s istema costruzioni" il percorso che si intende avviare.

E' stato quindi anche un momento aperto di dibattito, in cui sono stati raccolti suggerimenti, utili per trarre non solo una sintesi ma anche per individuare le priorità e le l i nee d i i n te rvento che guideranno l 'att iv i tà del Comitato nei prossimi tre anni. Quello dell'edilizia si conferma un settore di fondamentale importanza, a cui il mondo della normazione guarda con necessaria attenzione. "Il sistema delle costruzioni è un sistema strategico per questo P a e s e " , d i c e B r i v i o , v i c e Presidente UNI. ”L'Italia vive in questo momento un problema di dissesto idrogeologico, di rischio sismico e, ancora, di scarsa qualità dell'abitare, sia a livello di costruito che di territorio". Le linee strategiche di intervento sono dunque numerose. "E ' un lavoro importante " , conclude Brivio, "e sono convinto c h e c i s a r à u n ' o t t i m a partecipazione e che arriveranno ottimi risultati".

SCUOLE: DECRETO SUL MODELLO UNICO DI

PREVENZIONE RISCHIO SISMICO

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 maggio 2015 il decreto del Pres idente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 2 aprile 2015 recante il titolo “Modalità per l'individuazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del r i s c h i o s i s m i c o p e r l a predisposizione del piano di messa i n s i c u r e z z a d e g l i e d i f i c i scolastici”.

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Risalta l'aggettivo 'unico' che corrisponde infatti al principale obiettivo che desidera perseguire il legislatore attraverso questo decreto. Si legge, infatti, nel suo Allegato 1 (parte sostanziale del decreto) quanto segue: 'è ormai da oltre un decennio che la messa in sicurezza delle scuole italiane rispetto al rischio sismico costituisce motivo specifico di attenzione da parte del Legislatore nazionale, che ha moltiplicato nel tempo gli sforzi per dare la più efficace soluzione al problema'. Risale infatti al 2004 una primo tentativo di mettere in sicurezza i plessi scolastici: era il 31 ottobre 2002 quando la scuola di San Giuliano di Puglia crollò a causa del terremoto e persero la vita 27 bambini e la maestra. Si mosse la macchina normativa e fu attribuito un fattore di importanza alle costruzioni, riconoscendole strategiche, rilevanti e ordinarie attraverso l'Opcm 3274/2003 e l'Opcm 3431/2005 (documento delle attuali NTC08). "L'azione pubblica che si è sviluppata in coerenza con tali indirizzi legislativi ha seguito percorsi diversi, talora utilizzando normative adottate in via specifica per lo scopo, talora operando all'interno di normative di carattere più generale nell'ambito delle quali hanno trovato corpo interventi volti alla riduzione del rischio sismico nel settore dell'edilizia scolastica."L'art. 2 dell'Opcm 3274/2003 stabiliva che entro i successivi cinque anni fossero condotte le verifiche sismiche sui plessi scolastici esistenti. Ferma restando la responsabilità riguardo al mancato svolgimento di suddette verifiche entro il 31 dicembre 2010 (proroga alla scadenza del 2008, art. 2 legge 31/2008), il DPC (Dipartimento di Protezione Civile) aveva richiesto il censimento di tutte le opere di interesse strategico e rilevante (scheda di livello 0) e la redazione di cronoprogrammi per il completamento delle verifiche qualora non concluse.

Suddetta scadenza fu poi prorogata al 31 marzo 2011 (art. 1 del decreto legge n.225 del 29 dicembre 2010), al 31 dicembre 2011 (Legge 26 febbraio 2011, n.10 e decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 marzo 2011 – gazzetta ufficiale n.74 del 31 marzo 2011). In ultimo ai sensi dell'art.3 - "Proroghe in materia di verifiche sismiche" del decreto legge n. 216 del 29 dicembre 2011 (il cosiddetto "milleproroghe"), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.302 del 29 dicembre 2011, il termine risulta prorogato al 31 dicembre 2012.

Con la circolare n. 31471 del 21 aprile 2010 il dipartimento di Protezione civile indicò la necessità di effettuare almeno un censimento di tutte le opere che dovevano essere sottoposte a verifica (attraverso la compilazione della scheda livello 0) e di

programmare contestualmente, con prospettive temporali realistiche, il completamento delle verifiche di tutte le opere strategiche e rilevanti (compilazione scheda livelli 1 e 2).

Suddetta ricognizione ha avuto una grande rilevanza ed è stata finalizzata alla puntuale conoscenza dello stato di rischio delle opere più importanti in caso di terremoto, o perché fondamentali per le operazioni di protezione civile, o perché suscettibili di creare gravi danni o molte vittime in caso di collasso. 

Attraverso un dettagliato rilievo del rischio sarebbe stato quindi possibile condurre un'efficace programmazione di interventi mirati e prioritari di mitigazione, che sfruttino al meglio le risorse disponibili.

La real izzazione del le att iv i tà d i monitoraggio e prevenzione del rischio s i s m i c o s p e t t e r à a l C e n t r o d i Geomorfologia per l'area del Mediterraneo (CGIAM), che dovrà st ipulare una convenzione triennale con il DPC, avvalendosi dei Centri di competenza previsti dal decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile 24 luglio 2013, n. 3152, stabilendo tra l'altro la durate e la successione temporale delle stesse.

'Il quadro degli interventi che ne è risultato appare pertanto estremamente composito ed articolato, risentendo fortemente dei diversi contesti procedurali ed istituzionali d'origine. Ne è derivata una dispersione delle conoscenze che non ha consentito di far progress ivamente tesoro del le esperienze realizzate per affinare criteri, metodi e parametri di intervento in vista delle successive iniziative. E' proprio la consapevolezza di questa situazione che ha indotto il Legislatore a riconoscere, con l'art. 18, comma 8-bis, del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013 n. 9 8 . l ’ e s i g enza d i pe r ven i r e a l l a realizzazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico nel settore dell'edilizia scolastica, con l'evidente obiettivo di porre le basi per un processo di crescita delle basi conoscitive dell'azione pubblica e, quindi, d i m i g l i o r a m e n t o i n p r o s p e t t i v a dell'efficacia delle politiche di riduzione del rischio sismico nel settore.' Non è un caso che le 'Istruzioni per la valutazione affidabilistica della sicurezza sismica di edifici esistenti' (CNR DT 212/2013) prendano in considerazione un plesso scolastico per redigere un esempio di verifica di vulnerabilità sismica per un edificio in cemento armato e uno in muratura (tipologie riscontrate tra le più ricorrenti, poiché molte volte trattasi di strutture che hanno subito un cambio di destinazione d'uso).

X SIMPOSIO

INTERNAZIONALE DI

INGEGNERIA

SANITARIA

AMBIENTALE

L’ A N D I S , A s s o c i a z i o n e Nazionale d i Ingegner ia S a n i t a r i a A m b i e n t a l e , annuncia che il prossimo Simposio Internazionale di I n g e g n e r i a S a n i t a r i a Ambientale (SIDISA 2016) si terrà a Roma il prossimo anno e s a r à o r gan i z za to da l Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Roma La Sapienza. All’interno della manifestazione si terrà, come avvenuto in passato, i l Workshop Italo/Brasiliano ( S I B E S A ) o r g a n i z z a t o dall’Associacão Brasileira de Engenha r i a S an i t a r i a e Ambiental (ABES).  La partecipazione attiva alla manifestazione sia del Gruppo I t a l i a n o d i I n g e g n e r i a Sanitaria Ambientale (GITISA), s i a d e l l a A s s o c i a c i ó n Interamericana de Ingeniería Sanitaria y Ambiental (AIDIS) darà al SIDISA2016 un ampio respiro ed una rilevante visibilità internazionale  I l S impos io rappresenta un’occasione unica quale m o m e n t o d i i n c o n t r o , riflessione e discussione tra tecnici del settore, ricercatori e r a p p r e s e n t a n t i d e l l e istituzioni onde rendere p o s s i b i l e u n c o n f r o n t o c o s t r u t t i v o e d i agg iornamento su i temi emergenti, sull’innovazione tecnologico - scientifica e sulle prospettive future nei diversi settori dell’Ingegneria Sanitaria Ambientale.  Al Simposio sono invitati il Re t t o re de l l a S ap i enza Università di Roma, il Preside della Facoltà di Ingegneria C i v i l e e I ndus t r i a l e , i l Direttore del DICEA, Il Sindaco di Roma, il Presidente della Regione Lazio e i Professori de Fraja Frangipane, Misiti, Urbini, Boari, D’Antonio, Napoli, Past President di ANDIS.

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SOCI DEL CNIM RFI Rete Ferroviaria Italiana GRUPPO FERROVIE DELLO STATO ANAS Geoconsult

Romeo Gestione

InarCassa

Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

ASSISTAL

Associazione Italiana Prove non distruttive

MAPEI

DAIKIN

TESTO

UNI-CEI

Vitrociset

Consiglio Nazionali degli Ingegneri

ENI

Collegio Nazionale Agrotecnici e Agrotecnici Laureati

Consiglio Nazionale dei Periti e dei Periti Laureati

Collegio della provincia di Varese dei Periti e dei Periti Laureati

FINCO Federazioni Industrie Prodotti Impianti Servizi ed opere specialistiche per le Costruzioni

ITS Istituto Tecnico Superiore Tirreno Fuscaldo (CS)

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CONSIGLIO

DIRETTIVO DEL

COMITATO

NAZIONALE

ITALIANO PER LA

MANUTENZIONE

Presidente On. Prof. Ing. Aurelio MISITI

Presidenti Onorari

Dott. Ing. Marcello MAURO

Prof. Ing. Francesco Paolo BRANCA

Vice Presidenti Geom. Adriano BIRAGHI

Dott. Ing. Francesco PITTONI

Rappresentante del MISE Dott.ssa Eliana Daniela

SOVIERO

Consiglieri Onorari Prof. Ing. Onorato

HONORATI Dott. Ing. Giuseppe COSTA

Dott. Ing. Enrico COMELLINI

Probiviro Dott. Ing. Duccio GHIDETTI