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Rivista semestrale di teologia sistematica 2020-1.pdf · 2020. 6. 28. · Sacra DoctrIna Rivista semestrale di teologia PAgAmenti Bonifico bancario c/c numero 12971404 tenuto presso

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Page 1: Rivista semestrale di teologia sistematica 2020-1.pdf · 2020. 6. 28. · Sacra DoctrIna Rivista semestrale di teologia PAgAmenti Bonifico bancario c/c numero 12971404 tenuto presso

Rivista semestrale di teologia sistematica

A Biannual Journal of Systematic Theology

Anno 65deg

202001

Tutti i diritti sono riservati

copy 2020 - Edizioni Studio Domenicano - wwwedizionistudiodomenicanoit - Via del -lrsquoOsservanza 72 40136 Bologna 051 582034

I diritti di traduzione di memorizzazione elettronica di riproduzione e di adattamentototale o parziale con qualsiasi mezzo compresi i microfilm le fotocopie e le scannerizza-zioni sono riservati per tutti i Paesi

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15del volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dallrsquoart 68 commi 4 e 5della legge 22041941 n 633

Le riproduzioni diverse da quelle sopra indicate e cioegrave le riproduzioni per uso non per-sonale (a titolo esemplificativo per uso commerciale economico o professionale) e leriproduzioni che superano il limite del 15 del volume possono avvenire solo a seguitodi specifica autorizzazione scritta rilasciata dallrsquoEditore oppure da AIDRO Corso diPorta Romana 108 20122 Milano segreteriaaidroorg

Lrsquoelaborazione dei testi anche se curata con scrupolosa attenzione non puograve comportarespecifiche responsabilitagrave per eventuali involontari errori o inesattezze

Tutti i libri e le altre attivitagrave delle Edizioni Studio Domenicano possono essere consultate su

wwwedizionistudiodomenicanoit

Alberto CAsellA La Poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

tra Occidente e Oriente essenza e conoscenza di Dio ne

ldquoIl raggio del microcosmordquo

Pierre GAlAssi Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

JinG bAolu Traduzione della Sacra Scrittura in cinese e inculturazione

della fede cristiana in Cina

FAbio PAri Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

MiChele roberto PAri La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

Antonino Postorino Il concetto dellrsquoIncarnazione

Lrsquoimmortalitagrave personale tra ldquoarticulus fideirdquo e ldquopraeambulum fideirdquo

retrospettivamente determinata per via anagogica

eMMAnuele rotundo Dalla ldquokenosirdquo intradivina allrsquoabbraccio del lrsquoin ferno

Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

MArCo sAlvioli Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

Unrsquointerpretazione ecclesiologico-fondamentale

FederiCo Zirotti ldquoUbi fides ibi libertasrdquo Sintesi del pensiero teologico

del cardinal Giacomo Biffi

Anno 65deg 202001

Sacra DoctrIna

Rivista semestrale di teologia

PAgAmenti

Bonifico bancario cc numero 12971404 tenuto presso Poste Italiane SpA intestato a Edizioni Studio Do me ni canoIBAn IT 49 W 07601 02400 000012971404BIC B P P I I T R R X X X

Bollettino postale ccp 12971404intestato a Edizioni Studio Do me ni cano

non si accettano assegni bancariIl contratto di abbonamento ha durata annuale e si intende cessato con lrsquoinviodellrsquoultimo numero di annata Il rinnovo utile ad assicurare la continuitagrave degliinvii deve essere effettuato con versamento della quota entro il 15 marzo delnuovo anno Per le sottoscrizioni fatte dopo il 15 marzo si applica un supple-mento di euro 3000 per costi amministrativiPer la sottoscrizione dellrsquoabbonamento scrivere a acquistiesd-domenicaniit

AbbonAmenti 2020

un anno due anni

Italia ordinario biblioteche enti agenzie ecc euro 10000 euro 16000Italia ridotto persone fisiche e privati euro 6000 euro 10000Estero ordinario biblioteche enti agenzie ecc euro 19000 euro 33000Estero ridotto persone fisiche e privati euro 15000 euro 24000

Serie completa 1956 - 2019 sconto 80 euro 546000 euro 109200

Sottoscrizione tardiva supplemento euro 3000

ISSN 0036-2190 Periodico della Provincia San Domenico in Italia dellrsquoOrdine deiPredicatori edito con autorizzazione del Tribunale di Bologna n 2569 del 10111955

Via dellrsquoOsservanza 72 40136 Bologna tel ++39 051582034 - fax ++39 051331583

DirettoreEditor Antonio Olmi OP

Consiglio di redazioneAssociate Editors Membri del Dipartimento di Teologia Sistematicadella Facoltagrave Teologica dellrsquoEmilia-Romagna (FTER) Members of the Department of Systematic Theology of the Theological Faculty of Emilia-Romagna (FTER)

Consiglio scientificoScientific Board Giorgio Carbone OP Attilio Carpin OP Erio Castellucci Franccedilois Dermine OP Daniele Gianotti 靖保路 Jigraveng Bǎolugrave Sergio Parenti OPCesare Rizzi Marco Salvioli OP Rocco Viviano SX

Il reclamo per la mancata ricezione di un quaderno va fatto entro tre mesidalla ricezione del quaderno successivo a quello di cui si lamenta la mancataconsegna

5

So m m a r i o

alberto CaSella

La Poesia teoLogica di Petar ii Petrović Njegoš

tra occideNte e orieNte esseNza e coNosceNza di dio

Ne Il raggIo del mIcrocosmo 13

1 lrsquouomo il poeta il teologo 15

11 Formazione culturale e teologica 15

12 Orizzonti culturali 17

13 Maestri e modelli 20

14 Orizzonte teologico 24

15 Opere principali 30

2 il raggio del miCroCoSmo 32

21 Scritto mistico-ascetico 32

22 Struttura e temi dellrsquoopera 34

221 la dedica a Sima milutinović chiave di lettura dellrsquoopera 34

222 i sei canti viaggio verso dio e visione della lotta angelica 37

3 la ConCezione di dio nel RaggiO del MicROcOSMO 40

31 Nomi di dio 41

32 essenza di dio luce 42

33 essenza di dio Poesia 46

34 essenza di dio amore e giustizia 47

35 conoscenza di dio 48

4 ConCluSione 50

6

pierre galaSSi

LrsquoaNgeLoLogia teoLogica di saN tommaso drsquoaquiNo 51

1 introduzione 52

2 propoSta di lettura dellrsquoangelologia attraverSo

le CauSalitagrave 59

21 ldquocausa efficiensrdquo lettura analogica dellrsquoangelo 65

22 ldquocausa exemplarisrdquo i gli angeli dio e il mondo 69

221 gli angeli e dio 69

222 gli angeli e il mondo 73

223 gli angeli e lo spazio 76

224 gli angeli e il tempo 79

23 la composizione ontologica degli angeli 83

231 esistenza e modalitagrave 83

232 tommaso con aristotele ed oltre aristotele 90

233 Una chiave di lettura platonismo contro aristotelismo 94

234 lrsquoangelo come sostanza separata 98

24 ldquocausa exemplarisrdquo ii lrsquointelletto angelico 102

25 ldquocausa finalisrdquo i gli angeli nella chiesa 108

251 la Chiesa come destino dellrsquoangelo 108

252 lrsquoappartenenza angelica alla Chiesa 110

26 ldquocausa finalisrdquo ii gli angeli e il Verbo incarnato 114

261 ipotesi di soluzione anagogica 125

27 ldquocausa finalisrdquo iii la volontagrave degli angeli 130

271 la decisione degli angeli 134

272 il peccato degli angeli 144

3 per una CoSmologia StoriCo-SalvifiCa il guadagno teologiCo dellrsquoangelologia tomiSta 153

31 il cosmo e gli angeli 153

32 Unrsquoestetica teologica ldquoab angelisrdquo 156

33 Conclusioni e prospettive sullrsquoazione degli angeli in san tommaso 160

Jing baolu

traduzioNe deLLa sacra scrittura iN ciNese

e iNcuLturazioNe deLLa fede cristiaNa iN ciNa 164

1 traduzione bibliCa e diffuSione del CriStianeSimo in Ci na 166

1) Una panoramica della storia della traduzione

della Sacra Scrittura 166

2 traduzione della SaCra SCrittura e inCulturazione

della fede CriStiana 171

1) le intenzioni della traduzione due diverse esigenze di

in culturazione (missionari occidentali e intellettuali ci ne si) 172

2) Metodo e strategia della traduzione nel processo

dellrsquoinculturazione 173

a) la questione terminologica prima di tradurre la Sacra Scrittura 174

b) Strategia della traduzione lo ldquostabilimento dellrsquoauto-identitagraverdquo 176

3 la traduzione della SaCra SCrittura e lrsquointerCulturalitagrave

della fede il doppio arriCChimento e la promozione

della Cultura bibliCa e della Cultura loCale 179

1) la Sacra Scrittura come risorsa culturale 180

2) la traduzione della Sacra Scrittura arricchisce la cultura cinese 183

a) lrsquoeffetto sul nuovo stile linguistico della Cina il vernacolo (la lingua moderna) 185

b) lrsquoinfluenza sulla letteratura moderna cinese 187

C) lrsquoinfluenza sullrsquoeducazione dei bambini piccoli nella Cina mo der na 188

3) la cultura locale arricchisce la comprensione

della Sacra Scrittura cristiana 189

ConCluSione 191

7

fabio pari

esegesi e teoLogia di ebr 13 quaLe cristoLogia Per iL figLio 192

1 il ConteSto teStuale di ebr 13 a 193

11 il contesto generale di ebr 13a 193

12 il contesto prossimo di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ 195

121 δόξα 195

122 ὑπόστασις 197

123 Sintesi 200

124 la sintassi di ebr 13a 201

2 ἀπαύγασμα E χαρακτήρ 202

21 ἀπαύγασμα 202

211 ἀπαύγασμα e la Sapienza 203

22 χαρακτήρ 204

23 Sintesi 207

3 lo Sfondo Culturale 209

31 Filone e il λόγος 210

SinteSi finale la CriStologia di ebr 13a 213

ConCluSione 217

elenCo delle abbreviazioni 219

bibliografia 220

miChele roberto pari

La vita coNsacrata Luogo di esPerieNza deLLa triNitagrave 224

1 vita ConSaCrata e trinitagrave ConSiderazioni generali 226

11 il fondamento battesimale della vita consacrata 226

12 la vita consacrata laquoicona della Trinitagraveraquo 227

2 voCazione e trinitagrave 229

8

21 la vocazione opera della Trinitagrave 229

22 il ruolo del Padre 229

23 il ruolo del Figlio 230

24 il ruolo dello Spirito Santo 231

3 ConSigli evangeliCi e trinitagrave 232

31 i consigli evangelici e la Trinitagrave 232

32 il consiglio evangelico della castitagrave 234

33 il consiglio evangelico della povertagrave 235

34 il consiglio evangelico dellrsquoobbedienza 236

4 vita fraterna e trinitagrave 237

41 Vita fraterna e Trinitagrave immanente 238

42 Vita fraterna e Trinitagrave economica 239

5 la miSSione 240

51 la testimonianza della santitagrave 240

52 la missione e i consigli evangelici 242

53 la missione e la vita fraterna 243

ConCluSione 244

bibliografia 245

antonino poStorino

iL coNcetto deLLrsquoiNcarNazioNe LrsquoimmortaLitagrave PersoNaLe tra

artIculus fIdeI e praeambulum fIdeI retrosPettivameNte

determiNata Per via aNagogica 247

iii introduzione il problema teoriCo nel Suo quadro generale 248

iii la tematizzazione dogmatiCa 254

iii il penSiero Contemporaneo e lrsquoimpoSSibilitagrave della laquoSalvezzaraquo 273

iv il portato di una reCuperata ontologia dellrsquooriginario 285

iv Sguardo ontologiCo e Sguardo anagogiCo veritagrave dellrsquoinCarnazione 297

9

emmanuele rotundo

daLLa kenosI iNtradiviNa aLLrsquoabbraccio deL LrsquoiN ferNo uNrsquoaNaLisi teoLogica deLLrsquoescatoLogia baLthasariaNa 307

introduzione 308

1 dalla Speranza alla keNOSi intradivina 314

2 la keNOSi intradivina 315

21 analisi teologica 321

3 trinitagrave e mondo libero 323

31 analisi teologica 326

4 SoStituzione viCaria e abbandono di CriSto Sulla Cro Ce 327

41 analisi teologica 332

5 ldquodeSCenSuS ad inferoSrdquo 336

51 analisi teologica 346

6 inferno e generazione divina 361

61 analisi teologica 364

7 Svuotamento dellrsquoinferno il purgatorio 365

71 analisi teologica 370

8 libertagrave gloria di dio e Speranza dellrsquouomo 376

81 analisi teologica 384

ConCluSione 395

marCo Salvioli

rigeNerare Legami NeLLa cuLtura iPeriNdividuaLista

uNrsquoiNterPretazioNe eccLesioLogico-foNdameNtaLe 397

1 ObiecTUM FORMale qUO quale proSpettiva teologiCa adot tare 400

2 ObiecTUM FORMale qUOd la ChieSa generata Coopera

alla generazione 407

3 la CoStituzione interperSonale della ChieSa 411

4 generare legami rigenerare il teSSuto SoCiale 414

ConCluSione 419

10

federiCo zirotti

ldquoubi fides ibi Libertasrdquo siNtesi deL PeNsiero

teoLogico deL cardiNaL giacomo biffi 422

introduzione 423

1 le baSi del penSiero teologiCo 425

11 laquocolpa e libertagraveraquo 425

12 laquoTu solo il Signoreraquo 433

121 laquotamquam spoliatus a nudoraquo 435

122 laquoeternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo 436

123 laquoil fine dellrsquoincarnazioneraquo 442

124 laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo 446

125 laquoper una escatologia rinnovataraquo 449

2 laquoalla deStra del padreraquo 452

la gloria 453

il Regno 455

la vicenda terrestre di cristo (la prospettiva laquoascensionaleraquo) 460

la condizione celeste di gesugrave (la prospettiva laquodiscensionaleraquo) 463

la predestinazione in cristo 465

la vita in cristo 467

Peccato e dannazione 469

la storia di salvezza 470

lrsquoeucarestia 472

la chiesa 474

la consumazione 477

la conoscenza di dio 478

3 laquolinee di eSCatologia CriStianaraquo 481

laquoil nostro destino egrave cristoraquo 481

laquoescatologia e sorte individualeraquo 487

11

4 SinteSi del penSiero 491

il metodo 492

in sintesi 492

Una critica 495

bibliografia 497

12

La Poesia teoLogica di Petar ii Petrović Njegoš

tra occideNte e orieNte esseNza e coNosceNza

di dio Ne Il raggIo del mIcrocosmo

Alberto CAsellA

Editorrsquos note The Balkan peninsula is a melting pot of peoples ethnicgroups languages and religions the history of which has always beentumultuous and stormy In this sense Montenegro is a most significantexample of such characteristics formed at the crossroads of the Mediterranean Russian and Turkish areas it was the ideal environment for the production of intercultural syntheses and theemergence of striking and notable intellectual figuresRadivoje ldquoRaderdquo Tomov Petrović-Njegoš (1813-1851) Prince-Bishop(vladika) of Montenegro under the name of Petar II was one of themDespite being Montenegrorsquos ruler for more than twenty years Njegošwas better known for his philosophical and literary works Afterspeaking of Njegoš as the moderniser of Montenegro and a promoterof culture and public education after mentioning both the laudationand the harsh criticism addressed to him in the past and present the author of the present article turns his attention to the theologicalcharacteristics of Njegošrsquos production notably his masterpiece Lučamikrokozma (The Ray of the Microcosm 1845)This poem is a complex work marked by some relevant theologicalproblems for instance the literary choice of not presenting in a clear suc-cession the creation the fall of the rebel angels the fall of man and the end of history has been the source of several divergent (and incompatible) interpretations Furthermore the heterogeneity ofNjegošrsquos cultural formation and his detachment on several points from tra-ditional Orthodox theology make themselves manifest with regard to thetheory of creation the unclear question of the pre-existence of souls theorigin of evil the Trinitarian vision However Casella believes that the twokey elements of The Ray of the Microcosm that is the essence of God andHis knowability may constitute a practicable bridge between Western andEastern theology and deserve the utmost attention and appreciation

13SD 651 (2020) pp 13-50

laquouno dei due pilastri centrali della letteratura serba assieme a IvoAndrićraquo Bojan Aleksov ha cosigrave definito njegoš nel 20091 nel 2006Ronelle Alexander ha paragonato lrsquoinfluenza letteraria di njegoš sulla evo-luzione della lingua serba a quella di shakespeare sullrsquoinglese2 Lo stessoAndrić nobel per la Letteratura nel 1961 gli ha dedicato tra il 1925 e il1963 nove saggi3 Jean Paul-Besse lo definisce in un recente saggio laquounDante slavoraquo4

Petar II egrave ricordato in Montenegro come il modernizzatore dellanazione promotore della cultura e della pubblica istruzione Egrave tuttaviala sua produzione poetica a suscitare interesse anche al di fuori deiconfini nazionali La complessa figura di njegoš egrave stata consideratainvariabilmente un punto di riferimento nella costruzione di unrsquoiden-titagrave nazionale nonostante il mutamento delle ideologie dominanti edelle denominazioni statali5 In questrsquoottica non sorprende dunqueche il mausoleo di njegoš sul monte Lovćen sia stato restaurato sia dalre di Jugoslavia Alessandro I nel 1925 che da Tito nel 19746 Come hainfatti lucidamente evidenziato lo sloveno Bojan Baskar njegoš egravestato oggetto di tre diverse laquocanonizzazioniraquo a poeta nazionale quelladi ldquopoeta nazionale serbordquo da parte del nuovo Regno dei serbi Croati esloveni dopo il 1918 una seconda quale ldquopoeta nazionale jugoslavordquo apartire dal 1951 e infine una terza dal 2013 in poi quale ldquopoeta nazio-

14 A CAsellA

1 B ALEksov ldquoJovan Jovanović Zmaj and the serbian Identity Between Poetry andHistoryrdquo in D MIsHkovA (ed) We the People Politics of National Peculiarity inSoutheastern Europe Budapest 2009 273

2 R ALExAnDER Bosnian Croatian Serbian A Grammar with SociolinguisticCommentary Madison (WI) 2006 421

3 B LAZIć ldquoAndrić et njegošrdquo in Serbica I (2013) n 5 16-17 C HAWkEsWoRTHIvo Andrić Bridge between East and West Londra 1984 210-212

4 JP BEssE Nieacutegoch un Dante slave versailles 20145 Lrsquoattentatore di sarajevo del 1914 Gavrilo Princip come molti nazionalisti serbi cono-

sceva a memoria Il serto della montagna principale opera del poeta Cf T JuDAH TheSerbs History Myth and the Destruction of Yugoslavia new Haven (CT) 20002 64

6 B TREnCseacutenyI ndash M koPčEk Discourses of the Collective Identity in Central andSoutheast Europe (1770-1945) Volume II National Romanticism ndash the Formationof National Movements Budapest 2007 431

15La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

nale montenegrinordquo da parte del rinato stato del Montenegro in unrsquoot-tica di conflitto fra il governo civile e la Chiesa ortodossa ancoralegata alla serbia7 non mancano le critiche se da un lato njegoš egravestato canonizzato dalla Chiesa serba nel 2013 dallrsquoaltro lrsquoesaltazioneche egli fa nelle sue opere dellrsquoortodossia a scapito dellrsquoIslam attra-verso la narrazione dei fatti militari che hanno opposto cristiani amusulmani nel difficile contesto balcanico egrave stata letta come elogiodella pulizia etnica tanto che le sue opere sono state bandite dai pro-grammi scolastici in Bosnia-Erzegovina e in kosovo8

La poesia di njegoš egrave segnata da temi religiosi nella sua interezzatuttavia in una delle sue opere Il raggio del microcosmo quello di Diodiventa lrsquoargomento principale tanto da poter definire il poema una trat-tazione teologica con forti prospettive escatologiche Egrave proprio questaopera a costituire una personalissima sintesi di differenti visioni filosofi-che e teologiche occidentali e orientali Per ricostruire la genesi dellavisione teologica di njegoš egrave inevitabile ricostruirne lo straordinario per-corso formativo e culturale capace di dare conto di una personalitagrave nonsolo difficilmente delimitabile ad una singola corrente letteraria ma allastessa teologia ortodossa dalla quale si discosta su molti aspetti

1 lrsquouomo il poetA il teologo

11 Formazione culturale e teologica

Radivodje Petrović njegoš nasce a njeguši in Montenegro nel 1813figlio del serdar del villaggio natio9 La sua famiglia paterna regna

7 B BAskAR ldquoThe Third Canonization of njegoš the national Poet of Montenegrordquoin Jk HELGAson ndash M DovIć Great Immortality Studies on European CulturalSainthood (natonial Cultivation of Culture 18) Boston 2019 269-293

8 AB WATCHEL ldquoHow to use a Classic Petar Petrović-njegoš in the TwentiethCenturyrdquo in JR LAMPE ndash M MAZoWER (edd) Ideologies and National IdentitiesThe case of Twentieth-Century Southeastern Europe Budapest 2004 133

9 Il titolo nobiliare di serdar mutuato dalla gerarchia militare ottomana corrispondea quello occidentale di conte Cf A sBuTEGA Storia del Montenegro Dalle originiai giorni nostri soveria Mannelli 2006 150-151

sullo stato balcanico la carica di vladika che assomma quelle di prin-cipe del Montenegro e di metropolita di Cettigne prima di allora elet-tiva egrave divenuta ereditaria tra i Petrović njegoš dal 169710

Radivodje dopo avere passato i suoi primi anni di vita a njeguši pasco-lando il gregge paterno nel 1824 allrsquoetagrave di undici anni fa il suo ingressocome novizio nel monastero Hram Roždestva presvete Bo go ro di ce (dellanativitagrave della vergine) di Cettigne per essere istruito11 Egli infatti egrave statoindividuato dal vladika Petar I suo zio paterno quale proprio successoredopo aver scartato per varie ragioni altri possibili candidati12

A Cettigne njegoš ancora analfabeta apprende a leggere e scrive-re in serbo ed in slavo ecclesiastico13 nel 1825 egrave inviato per due annial monastero di savina presso Topla nelle Bocche di Cattaro sotto laguida del monaco Josif Tropović per imparare lrsquoitaliano attraverso lostudio sulla Divina Commedia A Topla acquisisce poi la conoscenzadel russo e del francese oltre le prime nozioni di teologia (cantoecclesiastico e studio del salterio)14 nellrsquoottobre del 1827 viene postosotto la tutela del segretario privato di Petar I il poeta bosniaco dietnia serba sima Milutinović15 nel 1830 njegoš fa nuovamente

16 A CAsellA

10 Tra rsquo700 e rsquo800 hanno rivestito la carica di vladika trasmettendosela da zio anipote quattro Petrović njegoš Danilo I sava II vasilije III e Petar I

11 Fino ai dodici anni njegoš rimane totalmente analfabeta ma non per questo noncoltiva interessi culturali apprende a suonare la gusle (strumento musicale propriodei cantastorie) e si nutre con profondo interesse delle vicende storiche e delle nar-razioni bibliche e agiografiche tramandate oralmente Cf M DJILAs Njegoš PoetPrince Bishop new york 1966 27-28

12 MM MILIć ldquoPetar II Petrović njegoš između erosa i tanatosardquo in Matica xvIII(2017) n 69 188

13 DJILAs Njegoš Poet 3314 An PyPIn ndash vD sPAsovIč Geschichte der Slavischen Literaturen 3 voll

Lipsia 1880 I 299 DJILAs Njegoš Poet 29-3015 simeon ldquosimardquo Milutinović detto sarajlija (1791-1847) una delle figure piugrave gran-

di della letteratura serba egrave il primo a scrivere opere ascrivibili al RomanticismoCf DJILAs Njegoš Poet 31-34

17La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

ingresso nel monastero di Cettigne dove inizia lo studio sistematicodella teologia sotto la guida dello stesso vladika

Il 30 ottobre del 1830 Petar I muore senza avere nominato pubbli-camente un successore lrsquoapertura del suo testamento perograve confermalegalmente Radivodje nel suo ruolo di erede virtuale al tronoLrsquoopposizione alla successione di niegoš allo zio dovuta a parte deicapi delle tribugrave montenegrine egrave superata solo in forza dellrsquointerventodellrsquoigumeno del monastero di ostrog lrsquoarchimandrita JosifPavičević16 non essendo nemmeno ancora monaco njegoš deve rice-vere in vista della consacrazione episcopale la tonsura monastica ciograveavviene il 1deg novembre dello stesso anno e in tale occasione assume ilnome di Petar17 Regna sul Montenegro come principe-vescovo con ilnome di Petar II per ventuno anni morendo di tubercolosi nel 1851allrsquoetagrave di trentotto anni

12 orizzonti culturali

secondo la felice definizione di Isidora sekulić la cultura di njegoš egravestata un insieme di laquopovertagrave e splendoreraquo povertagrave per la scarsezza diinsegnamenti accademici splendore per lrsquoaspirazione a esplorare sem-pre nuove prospettive culturali18 nei fatti njegoš rimane un autodi-datta egli riesce a trasformare questo potenziale limite in un vantag-gio mutando ogni viaggio e incontro personale in unrsquooccasione diarricchimento culturale uno dei personaggi della sua ultima operaLažni car Šćepan Mali (Il falso zar stefano il piccolo) esprime proba-bilmente la visione della propria ldquoautoformazione culturalerdquo

16 Z ZLATAR ldquonjegošrdquo in The Poetics of Slavdom the mythopoeic foundations ofYugoslavia 2 voll Berna 2007 II 453

17 nel 1831 nel monastero di vranjina riceve la chirotesia di archimadrita CfDJILAs Njegoš 59-63 E RoBERTs Realm of the Black Mountain A History ofMontenegro Ithaca (ny) 2007 193

18 I sEkuLIć Njegošu knjiga duboke odanosti (Zadruga srpska knjižvena 315)kultura Belgrado 1951 224

18 A CAsellA

sono un autodidatta se qualcosa io so questa ne egrave la causa leg-gendo parole ho conosciuto i libri leggendo gli uomini ho cono-sciuto il mondo ed ho studiato teologia leggendo le stelle19

Il rapporto con il proprio istitutore sima Milutinović egrave la chiavedi volta per capire njegoš sotto la tutela di Milutinović dai quattordi-ci ai diciassette anni lrsquoeducazione di njegoš da anomala passa adessere eccentrica Lrsquoistitutore uomo di cultura europea non ha inmente un preciso programma educativo ma immerge il suo allievo inuno zibaldone culturale quantomeno singolare Le grandi questionifilosofiche nellrsquoinsegnamento di Milutinović si affiancano allrsquoastro-nomia e alla matematica passando per le lingue straniere fino a giun-gere allrsquoattivitagrave fisica20 Egrave tuttavia sul piano della poesia che lrsquoincontrocon Milutinović diventa capitale nella vita di njegoš Lrsquoincontro con itesti omerici in particolare non fa altro che sviluppare la prima scin-tilla scaturita dalla lettura di Dante sotto la guida del monaco Tropovića Topla njegoš egrave invogliato dal suo istitutore a scrivere poesie laforma poetica diverragrave per il montenegrino il veicolo del suo pensierofilosofico storico politico e teologico21

Il percorso formativo di njegoš una volta salito sul trono riceveuna battuta di arresto Dopo il 1830 la formazione di njegoš si basasulla lettura nella vasta biblioteca del monastero di Cettigne sviluppa-ta per interessamento di Petar I e da lui stesso ulteriormente accresciu-ta In occasione dei suoi due viaggi di stato in Russia Petar II coglielrsquooccasione per frequentare lezioni come uditore presso lrsquoAccademiaTeologica Aleksandro-nevskaja a san Pietroburgo Il primo viaggio a

19 Samouk sam ako štogod znadem po bukvici učio sam knjigu po ljudima učiosam svijet po zvjezdama i bogosloviju Cf P PETRovIć nJEGoš Lažni car ŠćepanMali novi sad 1964 127

20 oltre a effettuare lunghe escursioni in montagna lrsquoadolescente novizio njegošviene addestrato in arti ben poco monastiche quali il tiro con la pistola e la scher-ma Cf DJILAs Njegoš Poet 31-32

21 DJILAs Njegoš Poet 31-34 PyPIn ndash sPAsovIč Geschichte der Slavischen I 291-294 299-300 P LoDIGIAnI Prefazione 14

san Pietroburgo avviene nel 1833 frequenta la corte e i circoli cultu-rali traendo la sensazione di sentirsi al confronto con lrsquoambiente diCettigne laquoprincipe fra i barbari e barbaro fra i principiraquo22 Petar IIrisiede nella capitale russa quattro mesi in tale occasione pur essendosolo ventenne e non avendo dunque ancora lrsquoetagrave minima di trentrsquoannirichiesta dai canoni ecclesiastici viene consacrato vescovo grazie alladispensa accordata dal santo sinodo su pressione dello zar nicola I23

Tornando dalla Russia dopo avere visitato anche Mosca e novgorodporta con seacute numerose opere teologiche russe per incrementare ulte-riormente la biblioteca del monastero di Cettigne24 un secondo viag-gio avviene nel 1837 ma la permanenza dura poco piugrave di un mesedifficile credere che lrsquoaudizione delle lezioni teologiche al lrsquoAc ca de -mia non sia stata piugrave che episodica25

njegoš durante la sua breve vita viaggia spesso non solo inRussia ma visita anche paesi occidentali soprattutto lrsquoItalia26 Egrave signi-ficativo notare come questa figura cosmopolita frequenti tre grandiaree culturali quella russa (nelle sue componenti laica e ecclesiastica)

19La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

22 P LoDIGIAnI Prefazione a P PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo Milano2008 19

23 DJILAs Njegoš 110-114 La scelta di farsi consacrare vescovo a san Pietroburgoinvece che in serbia si deve piugrave a ragioni politiche ma sottolinea anche un certo desiderio di indipendenza dellrsquoarcidiocesi di Cettigne dalla Chiesa di serbiaCf P PuZovIć Srpska Patrijaršija Istorija Crpske pravoslavne crkve novi sad2010 118-126

24 s PAvLovIć Balkan Anschluss the annexation of Montenegro and the creation ofthe common South Slavic State Lafayette (In) 2008 36-37

25 DJILAs Njegoš 15226 sui viaggi italiani di njegoš si vedano L BAnJAnIn ldquoItalija i Italijani u niegoševoj

prepiscirdquo in B suvAJDžIć (ed) Njegoš u svome vremenu i danas naučni sastanakslavista u vukove dane LxIII (2014) n 2 147-156 L BAnJAnIn ldquoI viaggi inItalia di Petar II Petrović njegošrdquo in E kAnCEFF (ed) Siamo come eravamoLrsquoimmagine dellrsquoItalia nel tempo Moncalieri 2016 113-130 M MITRovIćldquoDizionario dei personaggi Persone colte uomini di lettere la cui vita educativa olavorativa era almeno parzialmente legata a Triesterdquo in M MITRovIć (ed)Cultura serba a Trieste Lecce 2009 259-261

quella mitteleuropea (a vienna e Trieste) e quella italiana nessuno diquesti ambienti lo lascia indifferente la particolare visione filosofica eteologica di njegoš non potrebbe essere altrimenti spiegata se noncome il prodotto del suo inusuale itinerario educativo e culturalesegnato anche dal suo straordinario poliglottismo27 Cercherograve di rico-struire gli orizzonti intellettuali e teologici di njegoš a partire dai datirelativi alla sua formazione alle sue letture e ai contatti con uomini dicultura sono infatti persuaso che la specificitagrave del pensiero teologicodel montenegrino nasca dalla sua capacitagrave di fare una personalissimasintesi di tutte queste esperienze

13 Maestri e modelli

una figura su tutte puograve essere considerata il ldquomaestrordquo di njegošsima Milutinović Egli effettivamente egrave il piugrave prestigioso tra gli istitu-tori che Petar I affianca al nipote Il poeta di sarajevo lascia sullrsquoadole-scente njegoš una impronta indelebile In Milutinović njegoš trova chigli consente di dare forma letteraria alle tradizioni montenegrine tra-sformando rapsodie tramandate oralmente in raffinate poesie di stileoccidentale nel patrimonio culturale popolare del Montenegro trovanoorigine elementi essenziali nella personalitagrave di njegoš il sentimentonazionale serbo lrsquoamore per la poesia il desiderio di libertagrave e so -prattutto la pietagrave religiosa Gli altri istitutori ndash e fra essi lo zio Petar I ndashlo introducono al mondo liturgico ortodosso per tutti loro monaci egravequello il riferimento primario per apprendere a leggere e scrivere perconoscere il canto per conoscere i precetti fondamentali della fedeunrsquoeccezione va forse fatta per il monaco Tropović che insegnando-gli lrsquoitaliano attraverso la Divina Commedia dona inconsapevolmentea njegoš uno dei suoi principali modelli di riferimento

20 A CAsellA

27 Al termine della sua esistenza njegoš giunge a padroneggiare perfettamente ilserbo lo slavo ecclesiastico lrsquoitaliano il russo e il francese oltre ad avere una di -screta padronanza del tedesco e qualche rudimento di inglese e turco Egrave altresigrave ca -pace di leggere il paleoslavo il greco antico e il latino Cf v PoPovIć In tro -duction a P PETRovIć nJEGoš The Mountain Wreath Londra 1928 2

21La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

un incontro fondamentale per njegoš egrave quello con vuk stefanovićkaradžić avvenuto a vienna nel 183328 Lrsquoimpressione che il venten-ne montenegrino lascia su karadžić egrave formidabile scrivendo a un altrocelebre letterato serbo Lukijan Mušicki lo descrive cosigrave laquonon solosa scrivere e leggere molto bene il serbo ma compone anche versi raf-finati Egli ritiene che al mondo non vi sia idioma piugrave sublime che lanostra lingua popolare (e ha ragione a pensarla cosigrave anche se ciograve noncorrispondesse alla realtagrave)raquo29 karadžić si reca in Montenegro per farevisita al giovane njegoš due volte tra il 1834 e il 183530 Egrave innegabileche egli influenzi la ricerca linguistica di njegoš volta a depuraresempre piugrave il suo serbo da vocaboli di origine ottomana preferendo aessi termini tratti dal vernacolo montenegrino o dallo slavo ecclesiasti-co I due si incontrano ancora a vienna nel soggiorno che Petar II vi fatra la fine del 1836 e il 1837 egrave il periodo in cui lo scambio intellettua-le si fa piugrave intenso31 Gli incontri hanno un effetto anche sul percorso

28 karadžić (1787-1864) filologo e linguista egrave il riformatore della moderna linguaserba Raccoglie mettendolo per iscritto il patrimonio popolare serbo e traduceper primo in lingua serba il nuovo Testamento Amico personale di Goethe e deifratelli Grimm intrattiene corrispondenza con letterati di tutta Europa Cf PyPIn ndashsPAsovIč Geschichte der Slavischen I 279-286 J skERLIć Istorija Nove SrpskeKnjiževnosti Belgrado 1921 239-276 su karažić il saggio piugrave completo e capa-ce di coglierne il ruolo allrsquointerno della cultura serba e europea rimane D WILsonThe Life and Times of Vuk Stefanović Karadzić 1787-1864 Literacy Literatureand National Independence in Serbia oxford 1970

29 RoBERTs Realm of the Black Mountain 198 Mušicki (1777-1837) vescovo poeta eprosatore scrive opere a tematica patriottica e sacra Il tratto piugrave interessante della suaproduzione per un lettore italiano egrave che nelle sue opere profane il suo modello princi-pale sia stato Carlo Goldoni Cf PyPIn ndash sPAsovIč Geschichte der Slavischen I 287-288 skERLIć Istorija Nove 138-143 Il testo piugrave completo su Mušicki egrave v ćoRovIćLukijan Mušicki studija iz srpske književnosti Belgrado 1999

30 M PoPovIć Vuk Stefanović Karadžić Belgrado 1964 48-4931 DJILAs Njegoš Poet 144-145 Lrsquoeffetto piugrave immediato degli incontri viennesi fra

njegoš e karažić egrave la pubblicazione da parte di questrsquoultimo di un volume di etno-linguistica in tedesco intitolato Montenegro und die Montenegriner ein Beitragzur Kenntnis der europaumlischen Tuumlrkei und des serbischen Volkes

teologico di njegoš che discute di temi religiosi con lrsquoanziano lettera-to traduttore del nuovo Testamento in lingua serba corrente ciograve lospinge ad approfondire la sacra scrittura Gli incontri italiani invecenon sembrano segnarlo cosigrave profondamente per quanto a Trieste fre-quenti le eacutelite culturali cittadine e non soltanto la vivace e coltacomunitagrave serba32

si apre a questo punto lrsquointeressante questione dei modelli letterariche costituiscono i riferimenti culturali principali di njegoš Egrave certo cheabbia letto i classici greci in particolare omero e i grandi tragediografi(Eschilo sofocle e Euripide) cosigrave come i maggiori filosofi greci che nesegnano profondamente la visione del mondo e dellrsquouomo Conosce ledottrine filosofiche di Eraclito Pitagora socrate (da lui considerato il piugravegrande filosofo) Platone Aristotele Epicuro Plotino e Filone di Ales -sandria33 va anche ricordata la sua conoscenza dei Padri della Chiesa escrittori ecclesiastici colpevolmente ignorata o sottovalutata dalla mag-gior parte dei critici nutrita egrave anche la sua conoscenza di autori inglesishakespeare Hume scott I Canti di Ossian di MacPherson Byron esoprattutto Milton che diventa per lui un riferimento letterario impre-scindibile per Il raggio Legge anche autori tedeschi soprattutto filo-sofi Goethe Leibnitz Fichte kant Hegel e schopenauer34

22 A CAsellA

32 sulle frequentazioni triestine di njegoš e lrsquoambiente culturale serbo della cittagraveadriatica cf M MITRovIć ldquoDizionario dei personaggirdquo 258-277 M MITRovIćldquoLuci e ombrerdquo in M MITRovIć (ed) Cultura serba a Trieste Lecce 2009 14-85v DJERAsIMovIć ldquoLa comunitagrave serbo-ortodossa a Triesterdquo in AAvv TriesteLineamenti di una cittagrave Trieste 1989 538-540

33 ž PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos religious philosophy Birmingham1984 67-68 192-197 215-216 Fatto interessante dalla tragedia greca mutua ilruolo fondamentale del coro che egli definisce kolo ossia ldquocerchiordquo utilizzandocosigrave un termine che egrave proprio della coreutica balcanica si registra la presenza delkolo in piugrave di unrsquoopera di njegoš egrave il caso del Serto della montagna e del Lažnicar Šćepan Mali Cf ZLATAR ldquonjegošrdquo 603-605 WATCHEL ldquoHow to use aClassic Petar Petrović-njegošrdquo 134

34 PoPovIć Introduction 5-6

sono tuttavia tre i mondi culturali che lo segnano maggiormentequello francese quello italiano e quello russo Legge voltaire ma sonoHugo e piugrave di ogni altro Lamartine a colpirlo35 La Francia rimane unameta tanto desiderata ma mai raggiunta a causa del diniego da parte delgoverno austriaco a concedergli un lasciapassare per quella nazione36

Gli autori italiani che lo influenzano significativamente sono inveceDante e Petrarca da lui stesso definiti i suoi poeti preferiti LrsquoAlighieriletto la prima volta a dodici anni per imparare la lingua italiana egrave forsequello che lo ispira in maniera piugrave evidente nel Raggio in particolarmodo sullrsquoaspetto della concezione del Paradiso Allo stato attuale dellericerche si puograve affermare che la Divina Commedia sia inoltre la suaprincipale fonte di conoscenza della scolastica medievale37 Tra leinfluenze italiane alcuni identificano anche quelle di Leopardi (a livellotematico) Foscolo e Alfieri (a livello stilistico) certamente letti danjegoš ma a mio giudizio meno significativi per lui38

Il mondo russo infine piugrave che sul piano letterario lo segna suquello religioso e politico un grande riferimento egrave senza dubbioPuškin si discute se njegoš incontri lo scrittore moscovita a san Pie -tro burgo nel 1833 certa egrave invece lrsquoammirazione tributatagli39 Puškininfluenza grandemente la prima grande opera di njegoš Il serto dellamontagna sono soprattutto la produzione poetica e teatrale del russo(Ruslan e Ljudmila Boris Godunov Poltava) a costituire un modellodi forte ispirazione per lo scritto del vladika40 njegoš nel 1837durante il secondo viaggio in Russia sulla via del ritorno compie una

23La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

35 PoPovIć Introduction 6 LoDIGIAnI Prefazione 24 PRvuLovICH Prince-BihsopNjegoshrsquos 246-247

36 DJILAs Njegoš Poet 14437 PoPovIć Introduction 638 Per la questione rimando a LoDIGIAnI Prefazione 41-4239 F WoLLMAn ldquonjegošův deseterecrdquo in Slavia - časopis pro slovanskou filologii

IX (1930-1931) n 4 78540 s RoIC ldquonote su Puškin e i temi slavomeridionalirdquo in s BERToLIssI (ed) Puškin

e lrsquoOriente Atti del convegno internazionale dellrsquoIstituto universitario orientale diNapoli napoli 2001 147

grande deviazione fino al monastero di svyatogorsky presso Pskovper pregare sulla tomba di Puškin41 nel 1845 dedica una delle sueopere maggiori lrsquoOgledalo srpsko (Lo specchio serbo) proprio aPuškin il testo dedicatorio intitolato Sjeni Aleksandra Puškina(Allrsquoombra di Aleksandr Puškin) tradisce la profonda ammirazionenutrita verso lo scrittore russo che definisce laquoil piugrave fausto poeta delGrande Popolo [russo]raquo e laquocrismato dalla celeste grazia dellaPoesiaraquo42 Puškin nelle cui opere il tema cristiano egrave tuttrsquoaltro che mar-ginale conduce la sua personale ricerca di Dio in un itinerario che vadallrsquoabbandono in gioventugrave della religiositagrave tradizionale a una consa-pevolezza di fede negli anni maturi passando per un tempo di incre-dulitagrave non si puograve escludere che tale parabola abbia colpito njegošche pur in maniera meno esplicita attraversa durante la giovinezzainquietudini non dissimili da quelle dello scrittore russo43

14 orizzonte teologico

una delle corde che fa vibrare il cuore del njegoš uomo e poeta egraveinnegabilmente il sentimento religioso inizialmente inteso nel suo ele-mento etnico e culturale di appartenenza alla Chiesa serba poi semprepiugrave approfondito nella prospettiva di intima ricerca di Dio va perograveevidenziato che piugrave di uno studioso non ne abbia colto lrsquoimportanzaLrsquoaspetto religioso della poesia di njegoš viene minimizzato da partedi Isidora sekulić che preferisce relegare sullo sfondo la riflessioneteologica riducendola a un aspetto meramente filosofico44 Critici chehanno recentemente trattato il tema di Dio e dellrsquouomo in njegoš lo

24 A CAsellA

41 v JAvAREk ldquoPetar Petrović njegošrdquo in The Slavonic and Eastern xxx (1952) n 75519

42 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 15 P PETRovIć nJEGoš Ogledalo srpskoBelgrado 1845 3 (traduzione dellrsquoautore di questo articolo)

43 Per lrsquoitinerario spirituale di Puškin cf vA vAsILrsquoEv Duchovnyj putrsquo PuškinaMosca 1994 una buona sintesi della questione della religiositagrave in Puškin egrave in IALFEEv La Chiesa Ortodossa 5 voll Bologna 2013-2018 I 229-234

44 sEkuLIć Njegošu knjiga 143

25La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

hanno posto su un piano essenzialmente filosofico quasi a farne un anti-cipatore dellrsquoesistenzialismo egrave il caso di Goran sekulović nel suo artico-lo sullrsquoantropologia di njegoš45 Gli articoli della sezione intitolata laquonje-gošologijaraquo (ossia ldquonjegošologiardquo) della rivista montenegrina Matica leg-gono le opere di njegoš in chiave esclusivamente filosofica un casoemblematico che cito su tutti egrave quello di čedomir Bogićević che inun pur pregevole articolo sullrsquoanalisi metafisica della giustizia innjegoš non coglie il riferimento biblico a Ml 320 nel termine ldquosoledi giustiziardquo (sunce pravde) nel vI canto del Raggio del microcosmorelegandolo a unrsquoottica di teismo platonico estranea alle intenzionioriginali dellrsquoautore46

In questo panorama di assenza di una riflessione sulla visione teo-logica di njegoš si distaccano tuttavia due autori nikolaj velimiroviće živojin ldquožikardquo Prvulović gli unici a trattare il tema in modo specifi-co ed esteso La drammatica carenza di studi sul profilo religioso dinjegoš e sui temi teologici da lui trattati egrave stata giustamente rilevatada Prvulović nellrsquointroduzione al suo saggio trascurando questi aspet-ti la complessitagrave del personaggio ne esce fortemente menomata47

45 Il contributo di sekulović si inserisce nella scia di altri autori che hanno trattato lapoesia di njegoš in chiave ldquonon religiosardquo in accordo con lo sfondo culturale nelquale hanno scritto ossia quello del governo di Tito Cf G sEkuLovIć ldquonjegoš iegzistencjialistirdquo in Matica xIv (2013) n 55 133-168 Per il pensiero di njegošsolo filosoficamente inteso cf B PETRonIJEvIć Filozofija u Gorskom vijencunovi sad 1908 M F RAkočEvIć Crnogorski Prometej Pokušaj povezivanjaNjegoševe filozofije Izdanje Piščevo Lubiana 1940 s ToMovIć Njegoševa lučaTitograd [oggidigrave Podgorizza] 1971 s ToMovIć Filosofsko bogoslovski pojmovnikNjegoševog djela Podgorizza 1995 A šMAuZ Njegoševa Luča mikrokozmaPodgoriz za 1996 D RADoJEvIć Studije o Njegošu Podgorizza 2011 Z ZLATIčAnIn Njegoševa Luča mikrokozma Podgorizza 2013

46 č BoGIćEvIć ldquonjegoševa filosofija pravderdquo in Matica xvIII (2017) n 69 165-18047 laquoA great deal has been written about Prince-Bishop njegos as a ruler of his small state

in peace and war as a diplomat and a man of letters [hellip] However very little has beenwritten about his spiritual biography and even less about his religious philosophy Thisvolume is intended at least partly to fill this important gap without wiche njegoshstrue greatness would reamin obscuredraquo PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 1

26 A CAsellA

La formazione di velimirović e Prvulović egrave significativamente distampo teologico48 Essi beneficiano dunque di una prospettiva che sidistacca da quella di altri e che consente loro di cogliere in manierapiugrave profonda il pensiero di njegoš

velimirović nel suo Religija Njegoševa (La religione di njegoš) del1911 mostra come tutta la poesia di njegoš sia pervasa da un profondosenso religioso mettendo in parallelo brani delle opere del montenegri-no con passi della sacra scrittura giungendo a paragonare il poeta alsalmista49 Lrsquoopera di velimirović pur cercando correttamente nellascrittura nei Padri (Macario Gregorio di nissa Giovanni Crisostomo)e in Gregorio Palamas alcune delle fonti del pensiero teologico dinjegoš manca di un raffronto con la teologia russa del xIx secolo cheinvece a mio giudizio non gli egrave stata estranea Prvulović in Prince-Bihsop Njegoshrsquos Religious Philosophy del 1984 affronta la questionein maniera meno legata agli schemi teologici orientali intuendo come ilmondo occidentale abbia un peso fondamentale soprattutto per quantoconcerne lrsquoinfluenza di Dante Milton e Lamartine La grande novitagraverispetto a velimirović risiede poi nellrsquoavere messo in luce la forte di -pendenza di alcune visioni escatologiche di njegoš da quelle diorigene e avere sottolineato lrsquoinfluenza preponderante del nisseno nellinguaggio teologico neppure Prvulović tuttavia tiene conto del rap-porto con la teologia russa ottocentesca

si possono identificare alcune linee proprie della teologia russa chehanno esercitato una certa influenza su njegoš una di queste egrave quella

48 nikolaj velimirović (1881-1956) eparca di ocrida e žiča deportato a Dachau inseguito allrsquoinvasione tedesca della Jugoslavia e esule negli stati uniti dopo lrsquoascesaal potere di Tito egrave stato uno dei piugrave influenti personaggi della Chiesa ortodossaserba del xx secolo autore di una vasta produzione teologica Egrave venerato comesanto dalla Chiesa serba žika Prvulović (1920-1996) studente di teologia finoallrsquoinvasione tedesca combattente fra le fila monarchiche dei Cetnici tra il 1941 e il1945 esule in Gran Bretagna in quanto cristiano e anti-comunista in seguito allainstaurazione del regime titino si egrave laureato in filosofia a oxford e ha insegnatofilosofia morale allrsquouniversitagrave di Birmingham

49 n vELIMIRovIć Religija Njegoševa Belgrado 19212 26-27

27La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

della teologia accademica giova ricordare infatti come il montene-grino abbia frequentato lezioni presso lrsquoAccademia Aleksandro-nevskaja almeno nel 1833 se non anche nel 1837 I manuali in usonelle accademie russe sono quelli di autori dellrsquoepoca sinodale ossiaMoghila Prokopovič Levšin Gorskij e Falkovskij tutti pubblicati trail xvII e il xIx secolo risentono di una progressiva e costante aper-tura al mondo protestante e a una visione liberale della teologia50 Leidee di Prokopovič ideologo della teocrazia imperiale influenzanoprobabilmente la visione commista di stato e Chiesa di njegoš nelsuo caso peraltro la concezione si rendeva attuale rivestendo egli alcontempo le cariche di principe e metropolita51

vi sono tuttavia a mio parere due personaggi che potrebbero avereinfluenzato piugrave di altri il pensiero di njegoš Drozdov e khomiakov52 Ilmetropolita di Mosca Filaret Drozdov molto vicino allo zar nicola Ipotrebbe avere esercitato una qualche influenza su njegoš non tantocome autore del Catechismo Cristiano del 1823 studiato dal vladikadurante lrsquoadolescenza quanto per altri quattro aspetti la simpatiamostrata verso i ldquofilosofi religiosirdquo la pubblicazione della sacrascrittura in lingua russa corrente anzicheacute in slavo ecclesiastico i tra-

50 Per uno sguardo generale sullrsquoepoca sinodale e lrsquoorganizzazione degli studi teolo-gici cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 203-227 Per i programmi di studio delleaccademie cf PA PALMIERI La Chiesa Russa le sue odierne condizioni e il suoriformismo dottrinale Firenze 1908 227-247 e 541-680 sebbene datato egrave inrealtagrave un testo particolarmente approfondito sul tema presentato con intenti apolo-getici ma con una vasta messe di informazioni

51 A CARPIFAvE Storia della Chiesa Ortodossa Russa tra messianismo e politicaBologna 2009 84-87

52 Drozdov (1782-1867) direttore dellrsquoAccademia teologica di san Pietroburgometropolita di Mosca egrave un personaggio centrale della Chiesa Russa della primametagrave del xIx secolo illustre oratore e teologo egrave stato canonizzato nel 1994khomiakov (1804-1860) egrave personaggio poliedrico ufficiale dellrsquoesercito poetafilologo egrave piugrave filosofo che teologo tanto da attirarsi le critiche e le censure daparte della Chiesa Russa per alcune sue posizioni alquanto eterodosse

28 A CAsellA

scorsi giovanili come poeta e la sua corrispondenza sotto forma dipoesia con Puškin53

Aleksei khomiakov egrave lrsquoiniziatore con Ivan kireevskij del movi-mento slavofilo noncheacute uno dei primi grandi ldquofilosofi religiosirdquo russiAmbedue le correnti intellettuali quella slavofila e quella della filoso-fia religiosa potrebbero includere a buon titolo njegoš nelle loro fileIl movimento slavofilo troveragrave la sua piena definizione teoretica indue saggi pubblicati da kireevskij dopo la morte di njegoš ma trae ipropri fondamenti tanto dagli scritti che sia khomiakov che lo stessokireevskij pubblicano negli anni rsquo20 e rsquo3054 Il movimento slavofiloallo scopo di preservare lrsquoidentitagrave nazionale minacciata dalla moder-nitagrave ldquooccidentalerdquo contrappone in avversione alle idee liberali e alleistanze di modernizzazione industriale lrsquoesigenza di recuperare i valo-ri culturali sociali politici e religiosi della Russia patriarcale e conta-dina sottolineando il pregio del patrimonio spirituale del popolo e ilruolo di guida della Chiesa55 si tratta dunque di un vero e proprioritorno ai valori ldquodei padrirdquo ossia allrsquoesperienza di vita comunitaria

53 ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 193-195 sulla figura di Drozdov cf nsRACHEoTEs The Life and the Tought of Filaret Drpzdov 1782-1867 The ThornyPath to Sainthood Lanham 2019 Per un approfondimento sul carteggio Drozdov-Puškin cf v LIAPunov ldquonot in vain and not by Chance Pushkin and Philaret(Drozdov) Metropolitan of Moscowrdquo in v TsuRIkov (ed) PhilaretMetropolitan of Moscow 1782-1867 Perspectives on the Man his Work and hisTimes Jordanville (ny) 2003 36-51

54 sui rapporti fra khomiakov e kireevskij molto egrave stato scritto nellrsquointento di stabili-re chi dei due abbia il primato nellrsquoavviamento del movimento slavofilo e chi abbiaesercitato unrsquoinfluenza sullrsquoaltro non mi addentro nel tema

55 Per il movimento slavofilo in generale cf s RABoW-EDLInG Slavophile Toughtand the Politics of Cultural Nationalism Albany (ny) 2006 in lingua italiana unabuona sintesi si trova in G PIovEsAnA Storia del pensiero filosofico russo (988-1988) Cinisello Balsamo 1992 109-122 un efficace panorama diacronico delmovimento slavo si trova in F ConTE Gli Slavi Le civiltagrave dellrsquoEuropa centrale eorientale Torino 1991 549-560 La trattazione piugrave completa del movimento egrave inPk CHRIsToFF An Introduction to Nineteenth Century Slavophilism 4 vollLrsquoAjaPrinceton (nJ)Boulder (Co) 1961-1991

29La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

propria dellrsquoantica Rusrsquo quella che si concretizzava nella obščina lastruttura sociale originaria dei villaggi fondata sui principi di colletti-vitagrave altruismo e condivisione Il riferimento filosofico occidentaleimmediato degli slavofili non puograve che essere dunque il romanticismoe in particolare lrsquoidealismo di schelling identificato quale efficacerimedio al razionalismo di stampo illuministico che permea tutta lasocietagrave russa comprese le scuole teologiche56 Egrave agevole riconoscerequi una sintonia con le idee di fondo a molte opere di njegoš in parti-colare quelle contenute nel Serto della Montagna

Il gruppo dei ldquofilosofi religiosirdquo russi include in seacute invece piugrave che gliesponenti di una corrente culturale ben definita una schiera di scrittori acco-munati dalla scelta di affrontare filosoficamente svariati temi tenendo qualecaposaldo e punto di partenza la visione ortodossa del mondo Pur nonessendo laureati in teologia neacute ecclesiastici i filosofi religiosi fanno proprioil pensiero ortodosso per rispondere alle sfide dellrsquooccidentalismo del libe-ralismo dellrsquoateismo e del nichilismo Il gruppo raccoglie esponenti vissutiin tutto il xIx secolo e nella prima metagrave del xx che hanno scritto di tema-tiche religiose sociali culturali e storiche tra di essi oltre a Dostoevskij eallo stesso khomiakov i nomi piugrave noti sono quelli di solovrsquoeumlv e Berdjaevvissuti in un periodo successivo a quello di njegoš ma col quale condivido-no alcune visioni teologiche57 La polemica fra khomiakov e Peumltr čadaeevesponente di spicco dellrsquooccidentalismo sembra riflettere per certi versi lescelte di njegoš che pur conoscendo bene la cultura occidentale (da cui traeispirazione) si orienta su scelte decisamente slavofile58

56 L ZAk ldquoLa figura del vescovo nella teologia ortodossa russa di tradizione slavofi-lardquo in A MonTAn (ed) Vescovi servitori del Vangelo per la speranza del mondoRoma 2005 469-472

57 ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 255-27058 čadaeev (1794-1856) spinge per un orientamento della Russia verso i valori e gli

ideali propri dellrsquoEuropa occidentale La critica rivolta al mondo slavo visto comearretrato e incapace di dare alcuncheacute al mondo e alla Chiesa ortodossa accusatadi passivitagrave sociale statalismo e isolazionismo sono i due tratti distintivi del pen-siero di čadaeev Lo zar nicola I dopo aver letto le sue Lettere filosofiche traelrsquoimpressione che sia malato di mente e lo fa internare da questa esperienza il filo-sofo trae la sua Apologia di un pazzo che egrave forse il suo capolavoro

30 A CAsellA

I tratti comuni a Drozdov e khomiakov che si possono ritrovare innjegoš soprattutto nel Serto sono lrsquoesaltazione della tradizione slavae la visione della Chiesa ortodossa come baluardo della identitagravenazionale noncheacute la rivalorizzazione della via mistica di tradizionemonastica per giungere a Dio in contrapposizione a quella razionali-stica proposta dalle accademie teologiche suggestivo risulta infineche sia khomiakov che njegoš si occupino della tematica tipicamenteslava dei falsi sovrani figure che si presentano come la ripresentazio-ne (con tratti misticheggianti e quasi escatologici) di governanti scom-parsi in giovane etagrave khomiakov scrive infatti nel 1832 il dramma Il falso Demetrio (Dmitrij samozvanec) incentrato sulla figura di unavventuriero che riesce a spacciarsi per Demetrio un figlio di Ivan ilTerribile morto bambino e a regnare sulla Moscovia allrsquoinizio delxvII secolo Il parallelo con il dramma poetico Lažni car Šćepan Malidi njegoš egrave quantomeno evidente

15 opere principali

njegoš egrave autore prolifico pubblica a partire dal 1833 varie poesiedrsquooccasione e impressioni poetiche La sua opera omnia egrave stata pubbli-cata la prima volta a Belgrado tra il 1951 e il 1955 e riempie diecivolumi

un primo saggio di poesia di un certo livello non paragonabile aisuoi tre grandi lavori successivi egrave quello intitolato Ogledalo srpsko(ldquoLo specchio serbordquo) pubblicato a Belgrado nel 1845 e dedicatocome giagrave scritto a Puškin raccoglie sessantuno brevi poemi a caratte-re epico tutti incentrati sulle battaglie combattute dai serbi e dai mon-tenegrini tra il 1510 e il 1820 per liberarsi dal dominio ottomano59

La prima grande opera egrave Il raggio del microcosmo (Luča mik-rokozma) scritta nel 1845 e pubblicata lo stesso anno a Belgrado

59 s sLAPšAk ldquoPetar II Petrović-njegoš the Icon of the Poet with the Iconrdquo in M CoRnIs-PoPE ndash J nEuBAuER (edd) History of the Literary Cultures of East-Central Europe Junctures and disjunctures in the 19th and 20th centuries 4 vollAmsterdam 2004-2010 Iv 115-116

31La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Lrsquounica edizione italiana dellrsquoopera tradotta da Paolo Lodigiani eDunja Andrić egrave stata pubblicata nel 2008

Il secondo poema epico Il serto della montagna (Gorski vijenac) egravepubblicato la prima volta a vienna nel 1847 egrave certamente il capolavo-ro di njegoš e per piugrave di un critico letterario egrave tuttora lrsquoopera piugravesignificativa di tutta la letteratura serba60 Egrave senzrsquoombra di dubbiouna delle opere in lingua serba che ha conosciuto piugrave edizioni neglianni tra il 1847 e il 1996 egrave stata ristampata centoventi volte61 nelSerto si fondono il canto epico di tutto il popolo serbo e il dramma esi-stenziale di un singolo il vladika Danilo nel cui intimo si scontrano iprincipi della ragion di stato con il dettato della coscienza Il temacentrale egrave lrsquoevento leggendario dei cosiddetti ldquovespri montenegrinirdquo (oldquoInquisizione dei turchizzatirdquo Istraga poturica) ossia il massacro chesarebbe stato attuato su ordine del vladika Danilo I nel natale di unanno della prima decade del xvIII secolo ai danni dei montenegriniche avrebbero rinnegato la fede cristiana per passare allrsquoIslam Taleepisodio non si egrave verificato nella realtagrave storica ma era uno degli eventila cui narrazione rafforzava la coesione nazionale montenegrina62 IlSerto egrave lrsquounica opera di njegoš a conoscere un elevato numero di tra-duzioni in lingua italiana se ne contano almeno dieci tra parziali eintegrali nellrsquoarco di tempo che va dal 1847 al 193963 Questa prolife-razione trova la sua origine dapprima nella sintonia con le idee risorgi-mentali e in seguito nellrsquointeresse da parte degli italiani per il Mon te -ne gro terra di origine della regina Elena parente dellrsquoautore

Lrsquoultima grande opera di njegoš in ordine cronologico Lažni carŠćepan Mali (Il falso zar stefano il Piccolo) scritta nel 1848 e pubblica-ta la prima volta nel 1851 a Trieste non egrave mai stata tradotta in italiano64

60 LoDIGIAnI Prefazione 2661 ZLATAR ldquonjegošrdquo 845-849 Al 2007 inoltre se ne conoscono traduzioni in dieci

lingue straniere Cf RoBERTs Realm of the Black Mountain 18762 RoBERTs Realm of the Black Mountain 13263 Per lrsquoelenco completo delle traduzioni italiane del Serto della montagna cf Lo DI -

GIA nI Prefazione 46-4864 Lrsquoopera ha conosciuto in occidente minore fortuna rispetto alle prime due una

prima traduzione in francese egrave stata pubblicata solo nel 2015

32 A CAsellA

Egrave un dramma storico basato su meticolose ricerche condotte negliarchivi veneziani nel 1847 e tratta di uno strambo personaggio che hagovernato il Montenegro tra il 1767 e il 1773 spacciandosi per lo zardi Russia Pietro III miracolosamente sfuggito alla congiura di palazzonella quale invece il vero sovrano aveva trovato la morte nel 176265

Al centro dellrsquoopera tuttavia piugrave che una riflessione sulla storia sisitua quella sullrsquouomo intesa in senso filosofico (identitagrave reale esociale) e teologico (relazione con Dio)

2 Il rAggIo del mICroCosmo

21 scritto mistico-ascetico

Il raggio del microcosmo vede la luce nella Quaresima del 1845 aCettigne njegoš si rinchiude nella propria cella nel monastero dellanativitagrave della vergine e vi rimane isolato per sei settimane tralascian-do cosigrave le incombenze di governo66

Il periodo di vita in cui Petar II scrive il Raggio egrave uno dei piugrave diffi-cili del suo principato nel 1843 la parte meridionale del Montenegro egravestata invasa dagli ottomani provenienti dallrsquoAlbania Le truppe turchehanno stabilmente occupato le isole di Lesendro kom e vranjina sullago di scutari bloccando le comunicazioni e il commercio traPodgorizza e scutari alla questione politico-economica si aggiungequella personale nel monastero dellrsquoisola di vranjina njegoš ha rice-vuto la chirotesia archimandritale nel 1831 Lrsquoappello alle potenzestraniere non sortisce alcun effetto la Francia e la Russia da cui eglisi aspetta aiuti sorprendentemente non si mostrano interessate a inter-venire nella disputa La congiuntura mostra come la politica di raffor-zamento delle relazioni internazionali cosigrave tenacemente perseguita neldecennio precedente basata sullrsquoalleanza con la Russia e sullrsquoamicizia

65 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos xIv66 LoDIGIAnI Prefazione 7

33La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

con la Francia abbia conseguito nella realtagrave effetti del tutto inconsi-stenti si palesa in qualche modo il fallimento di Petar II come capo distato uno scacco che ha forti ripercussioni personali67

Lrsquoisolamento politico del Montenegro porta il vladika a condurre unapiugrave profonda riflessione che inaugura la sua produzione poetica piugravesignificativa non egrave dunque un caso che essa cominci proprio con Il rag-gio del microcosmo nel quale confluiscono domande esistenzialiprofonde quali lrsquoorigine del male il fine ultimo dellrsquoesistenza terrenale ragioni della sofferenza sono questioni che come mostrato dagliscritti giovanili tormentano njegoš fin dalla sua tarda adolescenza mache ora si ripropongono in maniera drammaticamente pressante Talitemi trovano una iniziale espressione in una ode minore Meditacija(Meditazione) scritta nel 1844 si tratta tuttavia di una opera breve eacerba68 Il Raggio invece assume i toni di una esperienza ascetico-mistica che conduce il poeta a rivolgersi direttamente a Dio per ottenererisposta da Colui che creandolo lo ha dotato dellrsquointelletto e del desi-derio di veritagrave Il colloquio interiore e intimo con Dio egrave per njegoštuttrsquoaltro che superficiale e sereno punto di arrivo della sua straordina-ria formazione umana e intellettuale si innesta in uno dei momenti uma-namente piugrave difficili della sua breve esistenza terrena69

Le circostanze in cui njegoš compone il Raggio e il tenore dellrsquoo-pera autorizzano a ipotizzare che egli nel suo ritiro quaresimale nonabbia solo scritto ma abbia soprattutto pregato meditato e digiunatonon penso di esagerare a intravedere una non debole analogia tra lrsquoa-scesi che caratterizza la stesura del Raggio e le condizioni spiritualirichieste agli iconografi in tale senso il poema si potrebbe pensarecome unrsquoopera teologica nel senso piugrave proprio dellrsquoortodossia70

67 DJILAs Njegoš Poet 203-22168 LoDIGIAnI Prefazione 2569 LoDIGIAnI Prefazione 770 Per la vita ascetica degli iconografi cf P FLoREnskIJ Le porte regali Milano

1977 92-94 L usPEnkIJ La teologia dellrsquoicona Bergamo 1995 112-113 LMMIRRI Mistagogia dellrsquoicona Lineamenti teologici liturgici e spiritualiverucchio 2009 87-88

34 A CAsellA

se quindi si puograve considerare seguendo velimirović il Raggio comeuno scritto mistico-ascetico per il suo contenuto esso a mio giudiziopuograve essere caratterizzato come tale anche per lrsquoesperienza spiritualevissuta dallrsquoautore durante la scrittura dellrsquoopera71

22 struttura e temi dellrsquoopera

Il raggio del microcosmo si compone di 2210 versi divisi in strofeda dieci viene utilizzato il metro tipico della poesia epica serba ildeseterac ossia un decasillabo aritmico72

Lrsquoopera si suddivide in sei canti preceduti da unrsquoampia dedica asima Milutinović Mi diffondo maggiormente su questrsquoultima riassu-mendo invece il contenuto dei canti e riservando allrsquoultima sezionedellrsquoarticolo lrsquoanalisi dei temi dellrsquoesistenza e conoscenza di Dio

221 La dedica a Sima Milutinović chiave di lettura dellrsquoopera

La dedica (200 versi) datata Cettigne 1deg maggio 1845 costituisce lachiave di lettura del poema njegoš vi espone il malessere dellrsquouomosegnato dalla ferita del peccato originale ma che nel proprio intimo con-serva una naturale nostalgia del Paradiso come scrive ai versi 11-20

Egli ancora ricorda la primitiva gloria e sogna il tempo della bea-titudine ma ricordi sogni sfuggono lo sguardo dileguanovolando in schiere oscure nelle pagine immense dellrsquoeterno unica traccia del loro cupo passare egrave unrsquoorma di tristezza incisa nel profondo dellrsquoanima e lrsquouomo stretto in catene si dibatteinvano per penetrare la tenebra del passato73

71 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 12-1472 sulla metrica della poesia epica serba cf R AuTy ldquoserbo-Croatrdquo in AT HATTo

(ed) Traditions of Heroic and Epic Poetry 2 voll Londra 1980-1989 I 196-21073 On se sjeća prve svoje slave on snijeva presretnje blaženstvo alrsquo njegovi snovi

i sjećanja kriju mu se jako od pogleda bježe hitro u mračnim vrstama u ljeto-pis opširni vječnosti samo što mu tamnijem prolaskom trag žalosti na dušuostave te se trza badava iz lanca da za sobom pronikne mračnosti PETRovIć

nJEGoš Il raggio del microcosmo 53

35La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Egli cerca la risposta a quello che a suo giudizio egrave laquofra i misteri il piugraveprofondo fra le tempeste spirituali la piugrave arduaraquo (vv 28-29)74 Egli rifug-ge da quelle che sono le risposte date dalla filosofia moderna non ottie-ne risposte dalla natura cui sulla scia del Romanticismo (di Lamartinein particolare) pure attribuisce caratteri di bontagrave e maternitagrave definendolalaquogenerosa madreraquo (v 36) e laquobuona nutrice temporaleraquo (v 41) ad essachiede percheacute Dio lrsquoabbia creata (v 37) La natura alle laquoardenti domanderaquo(v 49) di njegoš laquorisponde solo sorridendoraquo (v 50) In opposizione akant non trova certezze di fronte al cielo stellato che anzi lo spinge adomande sempre piugrave angosciose (vv 5160)

Quante volte ho interrogato lrsquoazzurra volta dei sacri cieli tutta cospar-sa di adamantini semi con anima infuocata ho supplicato chrsquoessa mirivelasse il segreto sacro se il Creatore la adornograve in tal modo e ladischiuse come un grande libro percheacute il creato lodasse il Creatore opercheacute lrsquouomo nella sua pagine leggesse la propria nullitagrave totale75

A differenza degli Illuministi (Reimarus su tutti) dunque njegošnon riesce a trarre alcuna risposta dal libro della natura ma anzi egrave pro-prio la potenza e il senso di infinito che promanano da esso a spingerlo achiedersi quale sia il senso della esistenza umana lrsquouomo egrave un nulla o egraveinvece chiamato in unione con tutta la creazione alla lode di Dio

nemmeno la lettura delle opere dei filosofi da lui definiti laquosaggi dellaterraraquo (zemaljske mudrace v 61) gli egrave di giovamento allo sguardo atten-to e globale di njegoš le loro disparate risposte laquopervase di paurosa inco-stanzaraquo appaiono come laquoun assetato vagare il suono confuso nella te -nebra di un incomprensibile dialetto uno sguardo spento nellrsquooscuritagraveraquo

74 [hellip] ovo je najviša taina i duhovne najstrašnije bure PETRovIć nJEGoš Il raggiodel microcosmo 55

75 Koliko sam i koliko putah svod plavetni neba sveštenoga brilijantnim zasijatsjemenom zaklinjao dušom zapaljenom da mi svetu otkrije tainu ali ga je tvo-rac ukrasio veliku mu knjigu otvorio da tvar slavi tvorca i blaženstvo alrsquo dačovjek na nje listu čita ništavilo prekomjerno svoje PETRovIć nJEGoš Il raggiodel microcosmo 57

36 A CAsellA

(vv 68-70)76 La critica a quei filosofi che riducono la vita dellrsquouomoalla sola esistenza terrena conosce in njegoš una durezza sorprenden-te si rivolge espressamente a Pitagora e Epicuro ma non escludo checitando due autori della classicitagrave non voglia invece riferirsi a perso-naggi piugrave vicini al suo tempo Definendoli laquotiranni malvagi dellrsquoanimaeternaraquo li accusa di avere umiliato laquoil nome dellrsquouomo e la suachiamata di fronte al signore degradandolo a creatura insensataraquorelegandolo laquonella bestialitagrave e nella morteraquo (vv 151-160)77

Di fronte a questa impotenza della scienza e della filosofia rimaneper njegoš la via poetica laquolrsquoonnipotente sussurra i sacri misteri soloallrsquoanimo infiammato del poetaraquo (vv 169-170)78 Questa mediazionedella poesia egrave spiegata da njegoš attraverso il concetto che egli hadella natura stessa il creato egrave laquoPoesia del Padre universaleraquo (OpštegaOca poezija v 176)79 Gli ultimi quattro versi della diciottesima strofacostituiscono la giustificazione da parte di njegoš della sua intenzionedi indagare attraverso il mezzo poetico sulle domande fondamentalidellrsquouomo e del suo viaggio spirituale verso Dio (vv 177-180)

Il nome del poeta egrave un nome sacro la sua voce egrave ispirata dalcielo il raggio della luce egrave la sua guida nella sua voce egrave la glo-ria del Creatore80

76 Do kroz mrake žedno tumaranje do nijemog jednog narječenija do pogleda smrakom ugašena PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 57

77 PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 63 78 Svemogućstvo svetom tajnom šapti samo duši plamena poete PETRovIć nJEGoš

Il raggio del microcosmo 6379 PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 65 sulla concezione della natura in

njegoš sulla quale non mi soffermo cf vELIMIRovIć Religija Njegoševa 96-101PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 87-100 Prvulović ha il precipuo merito disottolineare la concezione personalistica di Dio in njegoš fugando ogni colorituradi panteismo cf in particolare PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 91-93Effettivamente alcuni autori hanno definito senza esitazione il montenegrino comepanteista egrave il caso di Isidora sekulić cf sEkuLIć Njegošu knjiga 224

80 Zvanije je svešteno poete glas je njegov neba vlijanije luča svrsquojetla rukovoditeljmu dijalekt mu veličestvo Tvorca PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 65

222 I sei canti viaggio verso Dio e visione della lotta angelica

I sei canti risentono fortemente a livello tematico della ispirazionedantesca e miltoniana in particolar modo i primi due riecheggiano davicino i canti xvII-xxxIII del Paradiso di Dante Egrave in particolare lastruttura dei cieli che ricorda da vicino la concezione neoplatonicadantesca cosigrave come la gerarchia angelica anche se non posso esclude-re una diretta dipendenza dalla Gerarchia celeste dello Pseudo-Dionigi Il terzo canto nella sua prima parte egrave dantesco mentre nel-lrsquoultima fa suoi i temi del Paradiso Perduto di Milton che egrave fonteprincipale per il quarto e il quinto canto del Raggio

nel primo canto viene descritto il viaggio del poeta verso Dio taleviaggio non egrave realizzato con il corpo ma egrave lrsquoanima di njegoš a effet-tuarlo Lrsquoanima definita laquoscintilla divinaraquo (I61) e laquoscintilla creata peril cielo e consacrata allrsquoEterno signoreraquo (I322-323) una volta libera-tasi dal peso della corporeitagrave puograve iniziare il suo viaggio scortata eprotetta dal proprio angelo custode attraversa i cieli mobili e quelliimmobili (I121-140) senza il suo aiuto lrsquoanima del poeta potrebbeessere abbagliata dallo splendore di ciograve che vedragrave81 In piugrave occasioni ilpoeta nei canti successivi torna sulla impossibilitagrave senza la media-zione angelica di contemplare in modo peraltro embrionale la visio-ne dei cieli e di Dio solo qui njegoš perograve risente con forza del con-cetto orientale della inattingibilitagrave di Dio mentre altrove come sivedragrave ha una impostazione diversa82

Il secondo canto egrave interamente occupato dalla descrizione dei varicieli Egrave il regno della luce abitato dagli angeli laquoonde calme e infinite infiammate dal fuoco immortale lrsquoeterno fuoco dellrsquoamore sacroraquo(II 16-18) La visione degli ultimi cieli riprende e amplifica quelladella Gerusalemme celeste in Ap 21-22 Lrsquoultima immagine egrave quelladel palazzo dellrsquoAltissimo per accedervi tuttavia egrave necessario bere a

37La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

81 Lrsquoangelo custode (hranitelj) viene paragonato nel poema a una madre capace dirasserenare egrave la principale funzione attribuita nella teologia orientale unitamentea quella di consigliere Cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 201

82 sulla dottrina di Palamas cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 151-156

38 A CAsellA

una fonte per conoscere pienamente la ragione della caduta dellrsquouomo(II 304-307 e 316-320) Lrsquoangelo custode si congeda dal poeta senzarivelargli chi si porragrave al suo fianco (II 308-314)

Il terzo canto costituisce il culmine teologico del poema egrave in essoche il poeta vede Dio sul suo trono in una visione di luce Al suofianco come nella deesis di una iconostasi gli arcangeli Michele eGabriele che drsquoora in poi sostituiscono lrsquoangelo custode come guidedellrsquoanima del poeta La visione ha una chiara ispirazione biblica Dioegrave presentato come lrsquoAnziano dei Giorni di Dn 79-10 Il canto egrave intera-mente occupato dal dialogo fra Dio e i due arcangeli cui assiste mutospettatore il poeta le parti piugrave intense sono la narrazione delle cadutedi satana e di Adamo in forza della tentazione (III 271-300) e lrsquoan-nuncio della futura sconfitta delle legioni infernali (III 321-340)

Il quarto canto vede lrsquoentrata in scena di satana e delle sue legionilrsquoangelo ribelle in un serrato dialogo con i due arcangeli espone conpotenza ed eloquenza le ragioni della sua sfida a Dio Il canto si chiu-de con il rammarico per la caduta dellrsquouomo laquoAh progenie sventura-ta drsquoonori avida quanto ti costograve lrsquoerroreraquo (Iv 209-210)83 Questocanto egrave a giudizio della maggior parte dei critici quello poeticamentepiugrave riuscito84

Il quinto canto egrave occupato dalla descrizione della guerra finale chesi combatte nei cieli fra le schiere infernali guidate da satana e quellecelesti comandate dagli arcangeli Michele e Raffaele Egrave la rappresen-tazione letteraria in toni fortemente epici di sapore omerico delleguerre di Ap 127-9 1911-21 207-10 Inizialmente la stirpe diAdamo ancora una volta sedotta da satana si allea alle schiere infer-nali (come avviene in Apocalisse per le nazioni della terra) una voltasconfitto satana e relegato con le sue schiere nellrsquoabisso (v 111-120cf Ap 2010) gli uomini sono posti sotto il giudizio dellrsquoonnipotente(v 130-140 cf Ap 2011-15) I versetti dal 141 al 510 sono occupatidal Giudizio universale in cui Dio separa i buoni dai malvagi

83 Ah nesretni rode slavoljubni skupo li te ta pogreška stade PETRovIć nJEGoš Ilraggio del microcosmo 151

84 LoDIGIAnI Prefazione 30

39La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Il sesto canto riconsidera la condizione dellrsquouomo da cui il poeta egravepartito alla luce della prospettiva escatologica Il poeta perograve sembra quicollocare la prima caduta di Adamo dopo la lotta finale questa soluzio-ne ha permesso a Prvulović di sottolineare come apparentemente lalotta finale si confonda in njegoš con la caduta degli angeli ribelli di Is1412 e Ez 2812-1885 La questione si spiega con lrsquoaspetto piugrave proble-matico della teologia di njegoš ossia la sua concezione antropologicaqualora non sia adeguatamente considerata alla luce del linguaggio poe-tico A una prima analisi in njegoš lrsquouomo sembrerebbe dunque preesi-stere in forma spirituale alla creazione della terra ed essa altro nonsarebbe che il luogo di esilio approntato da Dio in seguito alla suaalleanza con le forze del male La terra riveste nel canto vI infatticaratteri fortemente negativi cosigrave come il corpo umano (vI 41-50) inlinea con la concezione neoplatonica Appare esagerato affermare concertezza che njegoš abbracci la teoria che i suoi versi presi in senso let-terario sembrerebbero suggerire Prvulović cita alcuni commentatoriche sono di quellrsquoavviso (Matić kirilović šmaus) ma si mostramolto piugrave cauto a suo giudizio si tratta di un espediente letterario persottolineare come lrsquouomo cadde con il peccato originale di Adamocada ogni giorno con il peccato attuale cadragrave ancora nella lotta finalee che tutti questi eventi della storia appaiano simultanei dal punto divista dellrsquoeternitagrave86 Re cen temente anche nemanja Radulović hasostenuto che njegoš teorizzi la preesistenza dellrsquouomo alla creazionesottolineando lrsquoaffinitagrave di tale visione con il pensiero neoplatonico attra-verso la mediazione di origene87 La descrizione dei mali dellrsquouomo

85 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 137-14786 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 138-13987 Radulović indagando sulle affinitagrave del suo pensiero con il martinismo e il mesme-

rismo inserisce njegoš in un milieu di esoterismo che in realtagrave gli fu del tuttoestraneo Ha cercato di dimostrare connessioni relative con contesti tardo-giudaici(apocalittica enochica e Filone) e ereticali (manicheismo e bogomilismo) Perquanto affascinanti possano apparire tali connessioni rimangono a un livello disuggestione Ancora piugrave rarefatto mi pare il contatto con la qabbalistica ebraicaegualmente sostenuto da Radulović Cf n RADuLovIć Esotericism Orthodoxy

della sua nostalgia del Paradiso e della sua libertagrave di scelta fra bene emale (vI 81-100) egrave perograve in perfetta linea con Gen 3 e non farebbepensare a una preesistenza Lascio da parte la questione potrebbeessere oggetto di una ulteriore riflessione qualora si volesse affrontareapprofonditamente lrsquoantropologia di njegoš La parte finale del cantosesto egrave bene sottolinearlo per corroborare la tesi di Prvulović fa rien-trare il poema nella piugrave evidente fedeltagrave dottrinaria sono descritti lacreazione dellrsquouniverso (vI 181-200) la caduta di Adamo e Eva (vI201-220) Caino e Abele (vI 221-236) i peccati attuali degli uomini(vI 237-250) la Incarnazione e la Resurrezione di Cristo e la reden-zione degli uomini (vI 261-280) I versetti finali bene illustrano comenjegoš abbia chiaro il concetto che la Resurrezione di Cristo ha giagravesegnato la sconfitta sul peccato e sulla morte

o pacifico e mite Maestro dolci sono le sante pure acque chesgorgano dalla tua fonte immortale La tenebra si dissolse nel terrore di fronte al tuo sguardo luminoso crollarono gli altari blasfemi peril tuo sacro incedere Con la resurrezione vincesti la morte I cieli risuonano delle tue lodi e la terra celebra il suo Redentore88

3 lA ConCezIone dI dIo nel Raggio del MicRocosMo

Il Raggio del microcosmo egrave certamente unrsquoopera complessa che ri -vela non pochi problemi a livello teologico la scelta letteraria di non e -

40 A CAsellA

and Romanticism in P Petrović Njegošrsquos The Ray of the Microcosm in n RA Du -Lo vIć (ed) Esotericism Literature and Culture in Central and Eastern EuropeBelgrado 2018 104-117

88 O preblagi tihi učitelju slatka li je sveta bistra voda s istočnika tvoga besm-rtnoga Od tvoga su svrsquojetloga pogleda uplašene mrake iščeznule od tvoga suhoda sveštenoga bogohulni srušeni oltari voskresenjem smrt si porazio nebotvojom hvalom odjekuje zemlja slavi svoga Spasitelja PETRovIć nJEGoš Il rag-gio del microcosmo 207

sporre in una chiara successione creazione caduta degli angeli ribellicaduta dellrsquouomo e fine dei tempi egrave effettivamente fonte di non pocheriletture che come giagrave anticipato possono far interpretare lrsquoopera inchiavi di lettura molto divergenti va perograve sottolineato come la conce-zione di Dio e degli angeli non presenti grandi problemi a livello dot-trinale ma sia anche efficacemente presentata attraverso il mezzo poe-tico Proprio sulla concezione di Dio mi voglio soffermare ritenendoche essa sia uno dei punti piugrave affascinanti dello scritto di njegošAllrsquointerno di essa emergono due elementi che a mio giudizio fannodi njegoš un vero e proprio ponte fra teologia occidentale e orientalelrsquoessenza di Dio e la sua conoscibilitagrave

31 Nomi di dio

Prima di procedere egrave opportuno premettere una analisi degli attri-buti con cui viene chiamato Dio nelle opere di njegoš essa consentedi cogliere come egli si ponga nel Raggio in una prospettiva diversada quelle delle altre due opere principali se infatti nelle sue operepiugrave ldquostorico-politicherdquo Dio egrave considerato nella prospettiva puramenteeconomica intendendolo cosigrave solamente nel suo agire nella storia enel suo rapporto con ogni singolo uomo nel Raggio egrave presentatoinvece anche in quelle teologica ed escatologica

nel Serto Dio compare 64 volte 62 come Dio (Bog) 1 comesignore (Gospod) e 1 come onnipotente (Svemogući) nel Lažni carŠćepan Mali Dio egrave definito Bog in 82 occasioni e Gospod in 2 Moltopiugrave variegata e consistente la titolatura di Dio nel Raggio egrave citato intutto 145 volte I nomi utilizzati sono Bog (11 occorrenze) Gospod(5) Vladalar (governatorereggitore 7) ma sono altri tre quelli chedanno idea della differente visione di Dio nel poema si tratta di Otac(Padre) che compare 19 volte preceduto come numero di occorrenzeda Svemogući (30) ma sopra tutti Tvorac (Creatore) che ricorre in 73occasioni vi sono poi alcune significative singole occorrenze cheallrsquointerno del Raggio completano il quadro suprema volontagrave (I181)seminatore di mondi (I224) Mano Immortale (I431) Giustizia esapienza Eterna (II51) uno che regge i Cieli (II168) Datore dei

41La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

42 A CAsellA

mondi (III11) occhio onniveggente (III281) sole di giustizia (vI 262)e Pacifico e mite Maestro (vI 271)89

Da questa scarna disamina appare evidente come nel Raggio iltema centrale non sia la storia come nel Serto o lrsquouomo come nelLažni car quanto invece lo sia quello di Dio presentato nel suo agirecosmico e storico

32 essenza di dio Luce

sebbene gli sia nota la teologia delle energie divine di Palamas e lasegua in alcune parti del Raggio (in particolar modo in I 131-140)njegoš sembra piugrave volte discostarsi da essa quando tratta della essenzadi Dio Egrave quanto rileva Prvulović quando afferma che njegoš non rie-sce a conservare laquolrsquoantinomica distinzione in Dio fra la sua nascosta eincomprensibile essenza e le manifestazioni delle sue energieraquo90 sisitua qui la rottura principale fra la teologia di njegoš e quella tradi-zionale ortodossa

Per njegoš lrsquoessenza di Dio egrave espressa innanzitutto dalla suaincomprensibile unicitagrave egrave lrsquounico ente auto-originato auto-sufficientee auto-sussistente91 Dio egrave dunque trascendente e tutta la creazionesegue le sue eterne e immutabili leggi egrave la causa ultima di tutte lecose laquoEgli venne prima dellrsquoinizio e della fineraquo (Iv30)92 nelRaggio il tema della creazione egrave centrale lrsquoontologia assume dunquecapitale importanza Dio egrave la causa unica dellrsquoessere come dichiaraEgli stesso allrsquoarcangelo Michele laquoIo sono lrsquouno che puograve creareraquo(III45)93 solo Dio puograve portare allrsquoesistenza ciograve che non egrave94

La trascendenza di Dio egrave resa evidente dai suoi incomparabili e in -comprensibili attributi tra i quali spiccano lrsquoonnipotenza e lrsquoonniscienza

89 Cf anche PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 38-4090 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 4191 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 130-13492 On je starij načala i konca PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 13893 Ja sam jedan koji stvarat mogu PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 11494 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 41

43La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Dio egrave onnipotente e senza rivali ogni sua singola parola crea abissi escuote la terra (III 309-310) un suo solo colpo laquoil primo e il piugrave splen-denteraquo manda in frantumi le potenze del male (III 79) il suo agire nonpuograve essere paragonato ad altro laquose non alla sua onnipotenzaraquo (Iv 400)Lrsquoonniscienza egrave cifra della divinitagrave la mente di Dio egrave quella che laquotuttopenetraraquo (I 76) il suo egrave il laquosolo intelletto che non conosce limitiraquo (III199) e che conosce la causa di ogni cosa (I 123-140) lrsquointelletto super-lativo di Dio egrave definito dalla metafora dellrsquoocchio che tutto vede e cono-sce (III281) Egrave il solo a poter concepire lrsquoordine e la molteplicitagrave dellacreazione (III 51-53) quella di Dio non egrave solo la piugrave profonda scienzapossibile ma egrave una conoscenza assoluta e perfetta che trascende quellepossibili a ciascun intelletto finito95

njegoš sottolinea con forza il carattere trascendente di Dio e lrsquoinat-tingibilitagrave della sua essenza da parte delle menti umane Al tema dedi-ca un poema minore Un Montenegrino al Dio Onnipotente i cui versifinali (37-40) riassumono efficacemente la sua concezione

Quale mente finita puograve mai comprenderti Allrsquouomo Tu hai datouna mente finita Con la quale puograve a stento sperare di riconoscerti ed ancora meno di vederti nella Tua essenza96

Il tema ritorna anche nel Raggio estendendosi anche allrsquoimpossibi-litagrave della piena comprensione dellrsquoagire di Dio laquole tue vie Creatorechi puograve mai comprendere e chi puograve mai concepire la tua potenzaraquo(II 35-36)97 Ciograve non esclude perograve che si possa avere una conoscenzadi Dio attraverso il creato njegoš si pone dunque in una prospettivaalternativa a quella della teologia apofatica di tradizione orientale

velimirović afferma che njegoš concepisce lrsquoessenza di Dio comelaquoLuce e Fuocoraquo98 Il poeta egrave ben lungi dallrsquoessere un panteista come

95 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 4296 P PETRovIć nJEGoš Pjesme Luča Mikrokozma Proza Prijevodi (Djela II)

Belgrado 1953 6497 Ko će tebe razumjeti Tvorče ko lrsquo mogućstvo voobrazit tvoje PETRovIć nJEGoš

Il raggio del microcosmo 9298 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 162

44 A CAsellA

dimostrato da Prvulović99 si situa qui perograve il problema della nondichiarata distinzione fra la sostanza divina e la luce fortemente soste-nuta da Palamas nel secondo libro delle Triadi100 njegoš si pone inlinea con la riflessione antecedente a Palamas il tema della luce divi-na nel Raggio trae linfa dalla riflessione teologica di Gregorio na zian -zeno e da quella di simeone il nuovo Teologo101 Rimane piugrave difficileinquadrare il concetto di fuoco come espressione o parte della essenzadivina sembrerebbe piugrave una scelta poetica per esprimere il concetto diluce increata Effettivamente nel Raggio lrsquoidea di fuoco sembra esseremarginale a differenza di opere precedenti in cui il poeta definisceespressamente Dio laquoFiamma eternaraquo o laquooceano di fuocoraquo102 Comegiustamente sottolineato da Prvulović confutando ipotesi avanzate daaltri studiosi njegoš non fa sua la visione di Eraclito il fuoco egrave perlui la luce reale e spirituale increata e non ha unrsquoazione trasformantema solo illuminante103

Dio nel Raggio egrave detto laquoluce increataraquo (I 279) numerose me ta fo resono volte a suggerire lrsquoidea che egli sia Luce secondo quanto afferma-to dal simbolo niceno-Costantinopolitano Lrsquoapice poetico egrave toccatonellrsquoultimo canto quando lo definisce laquoLuce del soleraquo (vI 119)riprendendo una metafora tradizionale in ambito patristico104 njegoš egraveperograve attento a evidenziare lrsquoincommensurabilitagrave della Luce divinaladdove scrive che egrave superiore a laquomiriadi di soliraquo (II 149) Questo sot-tolinea lo scarto ontologico fra la Luce increata e il suo riflesso cosmi-co la creazione egrave solo un irradiamento della luce come nel caso degliangeli i cui laquobei volti sono irradiati dalla perfezione del Creatoreraquo(II 106-107)105

99 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 91-92100 Cf Triadi II 336-37 in G PALAMAs Atto e Luce divina Scritti filosofici e teo-

logici Milano 2003 686-687101 sulla luce divina cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 156-167102 PETRovIć nJEGoš Pjesme 62 e 223103 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 50104 Nebesnu svjetlost PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 196105 sul tema dellrsquoirradiamento in njegoš cf vELIMIRovIć Religija Njegoševa 121

45La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Dio egrave dunque anche laquofonte della Luceraquo (vI 279) Lrsquoidea di Diocome causa prima della luce egrave al centro di due testi capitali nella teolo-gia ortodossa lrsquoOrazione 40 del nazianzeno e il Sermone teologico 3 disimeone il nuovo Teologo106 njegoš riprende cosigrave una immaginepropria anche della liturgia ortodossa quella presente nei riti di conge-do della Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo nella preghieradellrsquoopisthagravemvonos in cui Dio egrave chiamato laquoPadre delle luciraquo107 Gliuomini e gli angeli in njegoš partecipano in gradi differenti alla lucedivina in un processo di illuminazione secondo la gerarchia espostada Gregorio di nazianzo nella giagrave citata orazione laquoegrave il raggio delCreatore che vi illumina lrsquoanimaraquo (vI 260)108 Dio laquoinonda ogni esse-re di luceraquo (I 225) cosigrave come Cristo nella Divina Liturgia delCrisostomo egrave chiamato laquoluce delle anime nostre e dei nostri corpiraquo(preghiera del sacerdote durante il canto alleluiatico)109

Riassumendo si puograve affermare che njegoš si collochi in pienosulla scia della tradizione mistica ortodossa concependo Dio comeLuce increata tuttavia se ne distacca in parte non stabilendo una nettaseparazione tra essenza e energia se infatti per Palamas conoscibilisono solo le energie (e la Luce egrave una di queste) realmente distintedalla essenza tale distinzione non si mantiene in njegoš110 Per ilmontenegrino infatti la Luce egrave certo la piugrave autentica manifestazione(ossia energia) della vera essenza divina certamente inconoscibile inseacute ma della quale egrave comunque parte non distinta a livello ontologicoma solo gnoseologico111

106 Orazione 405 in GREGoRIo DI nAZIAnZo Tutte le orazioni Milano 2012 925-927 Sermone teologico 3 in syMEon LE nouvEAu THeacuteoLoGIEn Traiteacutes theacuteologi-ques et eacutetiques a cura di J DARRouZEgraves (sCh 122) 2 voll Parigi 1966 165-167

107 Cf G CHATZIEMMAnouIL La Divina Liturgia Cittagrave del vaticano 2002 247108 Luč vam Tvorca osvjetljava dušu PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 204109 CHATZIEMMAnouIL La Divina Liturgia 133-134110 sulla distinzione fra essenza e energie divine cf Triadi III 24-25 in G

PALAMAs Atto e Luce divina 891-893111 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 51

46 A CAsellA

33 essenza di dio Poesia

un tratto singolare di njegoš egrave concepire Dio come un poeta cosmi-co In lui la Poesia (intesa come attivitagrave e non come effetto) di Dio egraveparte della sua essenza inseparabile da essa Egrave lrsquoenergia di Dio che simanifesta al di fuori di lui e per suo mezzo irradia la sua Luce increatanelle creature e attraverso di esse Come scritto in precedenza anche suquesto piano njegoš non sembra distinguere fra essenza e energia112

nella visione mistica di njegoš lrsquoempireo egrave laquoil gaudioso regnodella poesiaraquo come lo definisce nel verso 995 del Serto113 Il Creatoresiede sul suo trono laquorapito nella poesia creatriceraquo114 La mente di Dioegrave costantemente intenta nella sua attivitagrave poetica e tutto il creato ne egrave ilriflesso la creazione stessa cosigrave come lrsquoagire provvidenziale ne sonoespressione115 La poesia cosmica di Dio origina la bellezza la gioialrsquoarmonia lrsquoordine e la bontagrave della creazione questa egrave dunqueespressione di ciograve che Dio possiede in maniera eminente Come affer-ma lrsquoarcangelo Michele la mente di Dio egrave intenta sempre nella poesiacreatrice (III 34-35) e attraverso di essa tributa costanti cure e paternadolcezza al mondo (III 38-39) se la Luce increata in njegoš esprimeil modo di essere di Dio la Poesia configura quello di agire116 Tutto ilcreato infatti egrave riflesso dellrsquouna e dellrsquoaltra (II 107) nella Dedicapremessa al Raggio il poeta ai versi 174-176 ricorda come

ogni bellezza mortale o immortale cosrsquoegrave lrsquoinsieme di tutte questecose se non Poesia del Padre universale117

112 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 53113 [U] veselo carstvo poezije P PETRovIć nJEGoš Gorski vijenac Belgrado 1952 272114 Tvoritelnom zanjat poezijom PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 112115 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 51116 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 48-50117 Sve prelesti smrtne i besmrtne - što je skupa ovo svekoliko do Opštega Oca

poezija PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 64

47La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

nella Poesia cosmica rientra lrsquoagire provvidenziale inteso anchenella libertagrave lasciata ad angeli e uomini sia satana che Adamo con laloro ribellione secondo njegoš hanno fatto sigrave che lrsquoattivitagrave poetica diDio si esprimesse in nuove e straordinarie manifestazioni della suastraordinaria maestagrave e sapienza La conclusione cristologica delpoema (vI 261-280) che pone al vertice poetico la Redenzione egrave unachiara espressione di questo pensiero

34 essenza di dio amore e giustizia

Lontano da ogni forma di immanentismo njegoš concepisce lrsquoes-sere Amore e Giustizia di Dio come espressione della sua trascenden-za nella storia118 se egrave vero che Dio non egrave mai definito Amore comesottolineato da Isidora sekulić molte sono le immagini che esprimonoil concetto di 1 Gv 48119 Dio egrave laquoPadre misericordiosoraquo (III 31) laquodol-cissimo Padreraquo (III 301) e laquoPadre universaleraquo (III 131) e il suo regnoegrave essenzialmente un regno di amore in cui gli angeli laquocantano canti diamore infinitoraquo (II 102 cf I 292 e III 217-220) Lrsquoamore di Dio nonsi limita alle regioni celesti ma si estende su tutta la terra attraverso lasua provvidenza (Dedica 10) Lrsquouomo stesso partecipa di quellrsquoamo-re attraverso una laquopiccola scintillaraquo infusagli nella creazione (vI 84)e lrsquoagire di Dio lo sostiene nella sua vita personale attraverso la graziache lo accompagna nel suo esistere120 Atto di amore piugrave grande versoil creato rimane tuttavia lrsquoIncarnazione (vI 144-147)

La mia compassionevole anima divina saragrave toccata dal destinodellrsquouomo farograve sigrave allora che il mio verbo prediletto sia incarna-to uomo e lo invierograve a redimere gli uomini121

118 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 10119 sEkuLIć Njegošu knjiga 247120 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 55121 Božestvenu moju dušu nježnu zaboljeće sudba čovječeska ja ću Slovo moje

vozljubljeno u plot ljudsku poslje oblačiti poslati ga da izbavi ljude PETRovIć

nJEGoš Il raggio del microcosmo 198

48 A CAsellA

LrsquoIncarnazione egrave anche espressione di un altro aspetto essenziale diDio in njegoš quello della Giustizia (vI 149) Dio egrave Giustizia assolutacosigrave come signore della storia la storia stessa egrave il luogo in cui egli sirivela come Amore e Giustizia Dio egrave laquoPadre e Modello di Giustiziaraquo(vI 151) e il nome della Giustizia egrave sacro in tutto lrsquouniverso fino ai suoilimiti estremi (I 11-13) Egli egrave fonte e misura della giustizia e le sueleggi sebbene severe laquodevono essere osservate da tuttiraquo (III 238-239)

Lrsquoequilibrio fra Giustizia e Amore agli occhi dellrsquouomo incompati-bili esprime lrsquoessenza di Dio in cui vi egrave coincidenza degli opposti seinfatti la punizione per gli angeli caduti egrave terribile la bilancia di Dio siin clina a vantaggio degli uomini vittime della colpa di Adamo (I 53-54)in un continuo agire compassionevole (vI 191-193) Dio non egrave vendi-cativo ma fedele alle sue qualitagrave eterne di Giustizia e Amore in unequilibrio che non puograve non tenere conto delle sue leggi sacre e inviola-bili ma che egrave egualmente pronto a perdonare i peccati degli uomini122

35 conoscenza di dio

La visione dialettica fra trascendenza e agire nel mondo attraverso lacreazione e la provvidenza intesa come rapporto fra eternitagrave e storiaapre in njegoš il problema della conoscenza di Dio Egli si distacca dauna visione apofatica tipica della teologia orientale e che trova nellrsquoasso-lutizzazione di alcune espressioni dei Padri (Massimo il ConfessoreGiovanni Damasceno Giovanni Crisostomo) la propria fonte123 Egli egraveconvinto che lrsquouomo possa conoscere Dio attraverso il suo agire nel mon -do poicheacute la sua anima egrave una scintilla della Luce eterna che lrsquoha crea ta124

122 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 56123 Cf MAssIMo IL ConFEssoRE Il Dio-uomo I 1 Milano 1980 29 GIovAnnI DA MA -

sCE no La fede ortodossa I 1 Roma 1998 47 De incomprehensibili Dei natura23-5 in JEAn CHRysosToME Sur lrsquoincompreacutehensibiliteacute de Dieu (Homeacutelies 1-5)(sCh 28bis) Parigi 190 145 Per una panoramica sul tema della conoscenza di Dionellortodossia cf PAvEL nIkoLAJEvIC EvDokIMov La conoscenza di Dio secondola tradizione orientale Linsegnamento patristico liturgico e iconografico CiniselloBalsamo 1983

124 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 57

49La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

secondo njegoš lrsquouomo in virtugrave di questa affinitagrave con Dio non puogravecerto sperare di comprendere Dio nella sua essenza ma egrave capace diintendere molto di Lui nella misura in cui lrsquoEternitagrave si rivela nelTempo Il Tempo rincorre lrsquoEternitagrave laquocercando di raggiungerla nellesue ampie evoluzioniraquo (III 253) senza mai riuscirvi (III 258) IlTempo egrave immagine dellrsquoEternitagrave analogamente a quanto lrsquouomo lo egrave diDio lrsquoesperienza conoscitiva umana egrave limitata a una scintilla diEternitagrave concepita come Tempo125 se dunque Dio si rivela attraversole realtagrave temporali la conoscenza che lrsquouomo puograve avere di Lui si rea-lizza attraverso di esse

Tutto questo vale per lrsquoesistenza terrena diverso egrave il discorsonellrsquoEternitagrave Il viaggio stesso del poeta si configura come una antici-pazione mistica della visio beatifica Egrave significativo che a tale proposi-to il poeta sottolinei come diversa fosse anche la scienza di Adamoprima della caduta La conoscenza di Dio non egrave perograve preclusa allrsquouo-mo Adamo infatti dopo il peccato e lrsquoespulsione dallrsquoEden egrave statocollocato alle porte dellrsquoEternitagrave rimaste aperte (vI 203) in ciograve si sot-tolinea come lrsquouomo sia ancora capace di Dio e come la sua potenzia-litagrave conoscitiva non sia irrimediabilmente compromessa126 Tale cono-scenza non puograve che avvenire per via di illuminazione Dio egravelrsquolaquoIlluminatore incoronato di Giustiziaraquo (II 211) La Luce immortaleguida lrsquoanima e la mente dellrsquouomo lungo il suo pellegrinaggio terreno(I 278-279) egrave attraverso lrsquoilluminazione che il mistero di Dio si fa piugravecomprensibile ed intelligibile (vI 260) straordinariamente evocatividi questa teoria della conoscenza di Dio sono i versi posti quasi allaconclusione del poema (vI 255-258)

voi siete i fedeli figli del Cielo voi portano al Creatore sorgentedel raggio i raggi vivifici della luce egrave il raggio splendente lavostra teologia127

125 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 54-55126 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 59127 Vi ste vjerni nebesni sinovi vas svjetila luče životvorne nose k Tvorcu lučah

istočniku luč je sjajna bogoslovija vam PETRovIć nJEGoš Il raggio del micro-cosmo 1204

La luce divina in njegoš dunque egrave luce intelligibile appare nellrsquoin-telletto vi risplende lo purifica e lo rapisce in estasi mistica verso DioTale dottrina deriva direttamente dal pensiero di simeone il nuovoTeologo e risalta in particolare nei suoi Inni (13 15 25 38 e 51) e nelsuo undicesimo Sermone etico128

4 ConClusIone

Il Raggio egrave unrsquoopera complessa in cui evidenti sono le influenzedella poesia e cultura occidentali A Milton deve molto per quantoconcerne la caduta di Adamo e la sua cacciata dallrsquoEden e al Paradisodi Dante per quanto concerne lrsquoidea dellrsquoarmonia celeste Egrave tuttavialrsquoopera di un monaco che ha studiato teologia e ha una vasta culturaRiflette certamente lrsquoeterogeneitagrave della formazione di njegoš e ancheil suo distacco su piugrave punti dalla teologia tradizionale ortodossa Hoqui trattato del tema di Dio certamente il piugrave interessante ma anche ilmeno problematico sicuramente nel Raggio forieri di piugrave difficili rap-porti con una visione cristiana sono altri aspetti la teoria della crea-zione la non chiarita questione della preesistenza o meno delle animelrsquoorigine del male la debolezza della visione Trinitaria Altre opereminori sono in realtagrave molto piugrave allineate a livello dottrinale129

Il Raggio nelle intenzioni dellrsquoautore egrave una riflessione poetica e teo-logica insieme su Dio inevitabilmente le esigenze artistiche hanno unaricaduta spesso fatale su quelle dogmatiche creando cosigrave malintesi chehanno fatto sigrave che si sia potuto assoldare njegoš nelle piugrave disparate cor-renti filosofiche persino quelle a lui totalmente estranee volendo seguirechi come velimirović e Prvulović ha cercato di ricondurre il suo pensie-ro a modelli teologici cristiani ho cercato di mostrare come sia necessa-rio inquadrare nuovamente i suoi scritti in un ambito cristiano non sipuograve negare infatti che su alcuni aspetti njegoš si ponga come un autoreche si colloca a metagrave fra occidente e oriente il suo pensiero su essenza econoscenza di Dio ne egrave un efficace esempio

50 A CAsellA

128 ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 163129 Per esempio a livello cristologico e mariologico cf PRvuLovICH Prince-Bihsop

Njegoshrsquos 213-229

LrsquoangeLoLogia teoLogica

di san tommaso drsquoaquino

Pierre Galassi

Editorrsquos note Despite the advanced and self-destructive process of

secularisation taking place in the contemporary globalised

society the mysterious figure of the angel continues to be an

object of interest and attention inevitably distorted by the lack of

adequate metaphysical and theological foundations characteri-

sing the so-called postmodern culture The angelology developed

by St Thomas Aquinas in the Middle Ages still remains the most

advanced and comprehensive systematic conception provided so

far of these creatures the loftiest and noblest that came out of the

hands of God Through a well-articulated and exhaustively struc-

tured interpretative path the author of this article uses the

threefold category of efficient exemplary and final causality in

order to present Thomistic angelology in its references to God the

world man and its full insertion into the History of Salvation

The divine government avails itself of the ministry of pure spirits ndash

not only exceptionally but as a general rule ndash so as to direct the

material universe towards its ultimate goal The problem may

arise of how to conceive the interaction between two realities that

are as heterogeneous as spirit and matter dualistic or pantheistic

views of reality are utterly inadequate to answer this question On

the contrary if angels are rightly conceived according to an intensive

and not purely existential conception of being their ontological

constitution is not an impediment to their interaction with the

world but it is rather the condition of it So angels perfectly

incardinated in the Church can exercise their role of guardians of

the creation and Galassi says ldquoif it is true that [] the Church

is the world reconciled with God and that the action of the angel

is formerly the Churchrsquos action the action of angelic vigilance is

the beginning of the worldrsquos reditus to Godrdquo

51SD 651 (2020) pp 51-163

1 introduzione

lrsquoangelo cristiano [hellip] ha una robustezza ignota allrsquoangelo post-moderno Egrave un angelo che rassicura contestando le nostre chiusureapparendo come testimone o annunciatore sconcertante e impegna-tivo della trascendenza Un angelo non cercato come riempitivodella nostra solitudine ma che irrompe quale messaggero inattesoe sconvolgente del soprannaturale1

degli angeli si parla diffusamente oggi nonostante il paradossaleed apparentemente invincibile processo di secolarizzazione in atto daquesta richiesta implicita della postmodernitagrave ci egrave parso interessanteaffrontare il discorso sugli angeli dal punto di vista cattolico e parti-colarmente del pensiero di san tommaso drsquoaquino

tre punti di forza possiede lrsquoopera di san tommaso tale da esserestata privilegiata nei secoli ed essere addirittura raccomandata dalMagistero della Chiesa in primo luogo la capacitagrave di elaborazione deldato rivelato attestato dalla scrittura e dalla tradizione in atteggia-mento di umile e docile obbedienza alla veritagrave

in secondo luogo punto non meno essenziale ci viene offerta consan tommaso una metodologia vincente ed equilibrata capace di ope-rare una brillante sintesi tra il discorso della fede e quello della ragio-ne in una narrazione non estrinsecistica neacute confusa

in ultimo luogo ma non certo per importanza ci sembra opportunoconcentrarci sulla mutua interazione in san tommaso tra scienza esapienza o detto altrimenti sulla reciproca relazione tra santitagrave eintelligenza che in teologia si egrave sempre piugrave affievolita con lrsquoaffacciar-si della modernitagrave2

52 P Galassi

1 G PantEGhini Angeli e demoni Il ritorno dellrsquoinvisibile Edizioni MessaggeroPadova Padova 1997 p 156

2 Cfr le illuminanti affermazioni contenute in hU von Balthasar Teologia e santitagravein id Verbum caro Saggi teologici Vol 1 Jaca Book Milano 2005 pp 189-214

53Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Questi punti di forza si manifestano con ampiezza proprio nellatrattazione sugli angeli al punto che lrsquoaquinate venne insignito del-lrsquoappellativo di Doctor angelicus che designerebbe da un lato le par-ticolari doti di santitagrave vissute allrsquointerno della vita religiosa e contem-poraneamente indicherebbe proprio uno degli ambiti teologici in cuilrsquoaquinate ha brillato per originalitagrave sintesi e completezza

se ogni santo nella storia della Chiesa viene solitamente contraddi-stinto da una caratteristica speciale con san tommaso incontriamo unaperfetta armonia tra santitagrave e conoscenza che traspare dalle sue operenota egrave lrsquoaffermazione secondo cui lrsquoaquinate sarebbe laquoil piugrave santo tra idotti e il piugrave dotto tra i santiraquo3 che in termini piugrave recenti trascriverem-mo come illustre esempio di una santitagrave unita allrsquointelligenza

lrsquoelaborazione teologica del dato rivelato sugli angeli per santommaso risponde precisamente al progetto di indagine ragionevoledella rivelazione che permea tutta la sua teologia specialmente quellapresente nella Summa Theologiae nel caso particolare della teologiadella Creazione lrsquoelenco delle quaestiones che se ne occupano4 segueun ordine ispirato al settenario genesiaco5

il capolavoro della maturitagrave dellrsquoaquinate elabora un processo spe-culativo sul calco dellrsquoοἰκονομία storico-salvifica articolando brillan-temente in un unicum teologico la riflessione filosofica e il dato scrit-turistico la Summa infatti riunisce unrsquoanalisi dettagliata dellrsquoesseree della psicologia degli angeli e insieme contempla la storia concretadella loro creazione la loro libertagrave e il loro destino Come nota lafont

3 laquosanctissimus inter doctos et doctissimus inter sanctosraquo Paolo vi (s) letteraLumen Ecclesiae nel vii centenario della morte di san tommaso drsquoaquino (20novembre 1974) laquoacta apostolicae sedisraquo 66 (1974) p 701 la nota affermazio-ne che cita Pio Xi risale tradizionalmente al card Bessarione noto umanistaanche se documentalmente viene attestata con PEdro dE riBadEnEyra Flos

Sanctorum o Libro de las vidas de los Santos luis sanchez Madrid 1599 p 229laquoEntre los santos doctissimo y entre los doctos santissimoraquo

4 Cfr id Summa Theologiae i qq 44-1195 Cfr Gen 11-24a

laquola somma teologica presenta un Esamerone una teologia del lrsquoim -ma gine di dio unrsquoattenta analisi della condizione primitiva di adamo[tr nostra]raquo6

lrsquoesistenza degli angeli che viene attestata dalla scrittura egrave nel-lrsquoimpianto della grandiosa opera tommasiana giustificata dal temadella somiglianza con dio nel piano delle proprietagrave spirituali dettopiugrave precisamente lrsquoapprofondimento teologico-sistematico sulla crea-tura angelica si innesta a buon diritto nella teologia della Creazionequale luogo-chiave piugrave che capitolo Esso risulta essere unrsquoesemplareoccasione per un singolare e cruciale punto di partenza piugrave che unargomento a seacute stante

lrsquointera indagine sulla sostanza lrsquointelligenza e la volontagrave degliangeli ha quindi lo scopo di portare alla luce la condizione natura-le della creatura spirituale in altre parole manifesta il modo in cuiuna creatura puograve possedere una vera condizione spirituale e comele dia una rassomiglianza una vicinanza a dio si tratta quindi diuna ricerca su un certo tipo di essere spirituale la prospettivaappartiene certamente al dominio della causa formale si riferisce adio come la causa esemplare dellrsquoangelo siamo ligrave nella prospetti-va della distinzione definita dalla divina esemplaritagrave e abbraccian-do i tipi di essere pensati dalla divina saggezza Ma il dottoreangelico [] egrave anche interessato alla loro creazione [] la dipen-denza dellrsquoangelo dallrsquoessere in relazione con dio [] le circo-stanze concrete di questa produzione [] dopo tale questionerelativa alla causa efficiente degli angeli e allrsquoinizio della loro sto-ria viene la ricerca sulla finalitagrave [tr nostra]7

54 P Galassi

6 laquola somme theacuteologique preacutesente un hexameacuteron une theacuteologie de lrsquoimage de dieuune soigneuse analyse de la condition primitive drsquoadamraquo G lafont Structures Et

Methode Dans la Somme Theacuteologique de Saint Thomas DrsquoAquin les Eacuteditions duCerf Paris 1996 pp 159-160

7 laquotoute lrsquoenquecircte meneacutee sur la substance lrsquointelligence et la volonteacute des anges aainsi pour objet de mettre en lumiegravere la condition naturelle de la creacuteature spirituelleen drsquoautres termes elle manifeste comment une creacuteature peut posseacuteder une veacuteritable

55Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Una corretta gerarchia delle domande da porre allrsquoangelo in meritoad una sua migliore conoscenza presuppone per lrsquoaquinate che lrsquoesi-stenza di questi esseri fatto ragionevole e ben fondato non sia il ter-mine univoco di una dimostrazione razionalmente necessaria santommaso parla dallrsquointerno della fede ndash ab angelis ndash grazie alla qualelrsquoesistenza degli angeli egrave conosciuta con certezza e la cui affermazio-ne quindi egrave necessaria per mantenere lrsquointegritagrave della fede medesimatuttavia egli opera lrsquoulteriore risalita a dio ndash ad Deum creantem etelevantem ndash quale fonte e culmine da cui rileggere le molteplici sfa-cettature dellrsquoangelologia

in ogni caso muovendosi nellrsquoambito dellrsquoindagine di fede seanche lrsquoaquinate ha cura di mostrare che lrsquoesistenza degli angeli egravedavvero ragionevole lo fa in riferimento a due punti centrali dio elrsquouniverso da un lato il Creatore opera con il preciso desiderio dicomunicare qualcosa della propria perfezione alle creature dallrsquoaltrolato attraverso lrsquouniverso sappiamo che laquodalla grandezza e bellezzadelle creature per analogia si contempla il loro autoreraquo8

Procedendo oltre notiamo come il mondo per san tommaso non egravesoltanto creato ma anche ordinato e questo non lo rende estraneo ndashautonomo ndash a dio la Creazione egrave orientata in via proficiente versoquelle creature che piugrave assomigliano al Creatore cioegrave verso questiesseri immateriali altresigrave detti angeli in essi lrsquoessere si riflette in unmodo piugrave perfetto rispetto a tutte le altre creature di conseguenza gli

condition spirituelle et comment cela lui confegravere une ressemblance une proximiteacuteavec dieu il srsquoagit donc drsquoune recherche sur un type drsquoecirctre spirituel deacutetermineacute laperspective relegraveve certainement du domaine de la cause formelle elle renvoie agravedieu comme cause exemplaire de lrsquoange nous sommes bien lagrave dans la perspectivedu de distinction deacutefinie par lrsquoexemplariteacute divine et embrassant les types drsquoecirctrepenseacutes par la sagesse divine Mais le docteur angeacutelique [hellip] srsquointeacuteresse aussi agrave leurcreacuteation [hellip] la deacutependance de lrsquoange dans lrsquoecirctre par rapport agrave dieu [hellip] les cir-constances concregravetes de cette production [hellip] apregraves cette question relative agrave lacause efficiente des anges et au deacutebut de leur histoire vient la recherche sur la fina-liteacuteraquo G lafont Structures et Methode p 162

8 Sap 135

56 P Galassi

angeli sono le creature che piugrave ci aiutano a raggiungere un concetto pros-simo anche se non comprensivo a dio sono la perfezione e la comple-tezza dellrsquouniverso creato ad esigere lrsquoesistenza degli angeli poicheacute

dopo la bontagrave divina che egrave il fine trascendente delle cose il bene

principale in esse immanente egrave la perfezione dellrsquouniverso la

quale non esisterebbe se nelle cose non si trovassero tutti i gradi

dellrsquoessere Quindi alla divina provvidenza spetta produrre tutte le

gradazioni degli enti9

in questo senso egrave da intendere la principale affermazione dogmaticasullrsquoesistenza degli angeli10 Ci si egrave chiesti ad esempio se lrsquoespressionedel Concilio lateranense iv11 simul ab initio temporis sulla creazionedegli angeli debba essere intesa nel senso che dio sin dal principioavrebbe creato simultaneamente gli angeli e il mondo materiale

tuttavia se il termine simul traduce il vocabolo greco κοινῇ possia-mo pensare srsquointenda che dio ha creato ugualmente e secondo un unicopiano tutte le cose Questa egrave precisamente la logica tommasiana Peraltroulteriore precisazione biblica lrsquoespressione egrave tratta da Sir 18112 e signi-

9 laquoPost bonitatem autem divinam quae est finis a rebus separatus principale bonum inipsis rebus existens est perfectio universi quae quidem non esset si non omnes gradusessendi invenirentur in rebus Unde ad divinam providentiam pertinet omnes gradusentium producereraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 22 a 4 resptesto latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 297

10 laquofirmiter credimus et simpliciter confitemur [hellip] unum universorum principiumcreator omnium visibilium et invisibilium spiritualium et corporalium qui suaomnipotenti virtute simul ab initio temporis utramque de nihilo condidit creaturamspiritualem et corporalem angelicam videlicet et mundanamraquo ConCilio

latEranEnsE iv costituzione Firmiter sulla fede cattolica (ds 800) per unapprofondimento cfr PM QUay Angels and Demons The Teaching of IV

Lateran laquotheological studiesraquo 42 (1981) pp 20-4511 fedelmente riprodotta dal ConCilio vatiCano i costituzione dogmatica Dei Filius

(ds 3002)12 laquo῾Ο ζῶν εἰς τὸν αἰῶνα ἔκτισεν τὰ πάντα κοινῇ Qui vivet in aeligternum creavit

omnia simulraquo

fica che dio ha creato tutto non con un singolo atto o allo stessotempo ma nel senso che tutto senza eccezioni dipende da lui

Che cosa significa la visione [] secondo cui Dio ha creato insie-

me allrsquoinizio dei tempi gli angeli e il mondo e poi lrsquouomo

Diciamo che lrsquointenzione molto precisa dei Concili egrave di affermare

lrsquoesistenza di una simultaneitagrave di progetto di una simultaneitagrave qua-

litativa dando a ciascuno di questi tre tipi di creature il loro posto

e il loro proprio valore nellrsquouniverso Non si tratta di decidere la

questione della simultaneitagrave cronologica [tr nostra]13

avventura implica storia e storia implica successione temporaleapplicare la logica storico-salvifica allrsquoangelo parrebbe un ossimoroteologico tuttavia come appreso sino a questo punto la creazionedegli angeli in una natura semplice ndash e per questo istantanea nel suodispiegarsi intellettuale e volontario ndash si radica nella questione di fedeche lrsquoangelo sia una creatura e per ciograve stesso ben distinto da dioQuesto fatto come giagrave accennato e come ulteriormente si vedragrave egrave unacertezza ben presente e trasversale a tutte le opere di san tommasocomprese quelle spiccatamente filosofiche

57Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

13 laquoQue signifie la vue [hellip] suivant laquelle dieu a creacuteeacute ensemble au commencement

du temps les anges et le monde et ensuite lrsquohomme disons que lrsquointention tregravesnette des conciles est drsquoaffirmer lrsquoexistence drsquoune simultaneacuteiteacute de plan drsquounesimultaneacuteiteacute qualitative donnant agrave chacune de ces trois sortes de creacuteatures sa placeet sa valeur propre dans lrsquounivers Elle nrsquoest pas de trancher la question de lasimultaneacuteiteacute cronologiqueraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute IV Essai de

theacuteologie de lrsquohistoire du salut p 398 Questo non implica affermare una proces-sione evolutiva dellrsquoatto creatore quasi che lrsquoatto con cui dio crea sia secondo ilprima e il poi dal punto di vista di dio tutto egrave simultaneo per assenza di tempotutto dura in un unico istante intemporale e insuccessivo mentre per lrsquouomo avvie-ne secondo unrsquoandatura temporale cioegrave gli effetti che sono realizzati nel temposeguono il prima e il poi e non lrsquoatto con cui sono creati percheacute questo egrave il fonda-mento stesso di ogni prima e di ogni poi

Circa lrsquoorigine delle sostanze spirituali la tradizione cristiana inse-

gna con assoluta fermezza che tutte le sostanze spirituali come

pure le altre creature sono state prodotte da Dio e ciograve si dimostra

con lrsquoautoritagrave della Scrittura canonica14

Questa corretta lente focale consente di evitare la trappola neldiscorso umano sugli angeli dellrsquoapplicazione del temporale al sovra-temporale del discorsivo al non discorsivo cadendo inevitabilmentenellrsquoequivocismo o peggio ancora nel razionalismo teologico la sto-ria dellrsquoangelo egrave posta immediatamente in relazione personale al fineultimo di conseguenza ci pare ragionevole e promettente lrsquointerpreta-zione ndash di Ghislain lafont ndash della triplice causalitagrave ossia efficienteesemplare-formale e finale lrsquoautore infatti sostiene che

se diamo uno sguardo a tutto questo studio degli angeli ci sembra

che San Tommaso lo abbia diretto contemporaneamente dal punto

di vista di Dio [] dal punto di vista delle strutture naturali

dellrsquoAngelo [] infine dal punto di vista delle condizioni concre-

te della creazione [] Il senso di questo studio egrave chiaro [] siamo

in un quadro generale definito dal dinamismo della bontagrave di Dio

espresso dal gioco delle tre causalitagrave [] Il quadro efficienza-

esemplaritagrave-finalitagrave consente una visione generale dellrsquouniverso e

articola lrsquointera Ia a partire dalla questione 44 [] egli puograve quindi

rendere conto di uno sviluppo economico senza sacrificare nulla

allrsquointelligibilitagrave dellrsquoinsieme [tr nostra]15

58 P Galassi

14 laquoCirca spiritualium substantiarum originem firmissime docet Christiana traditio

omnes spirituales substantias sicut et ceteras creaturas a deo esse productas Et

hoc quidem canonicae scripturae auctoritate probaturraquo toMMaso drsquoaQUino (s)

De Substantiis Separatis c Xviii id Opuscoli filosofici p 23115 laquosi nous reprenons drsquoun seul regard lrsquoensemble de cette eacutetude des anges il nous

apparaicirct que saint thomas lrsquoa meneacutee simultaneacutement au point de vue de dieu [hellip]

au point de vue des structures naturelles de lrsquoange [hellip] au point de vue enfin des

conditions concregravetes de la creacuteation [hellip] le sens de cette eacutetude est clair [hellip] nous

sommes dans un cadre geacuteneacuteral deacutefini par le dynamisme de la Bonteacute de dieu

59Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Prima di tutto perograve diamo un prospetto sulla nozione di causa af fincheacutela lettura non incespichi in un linguaggio sempre piugrave alieno al la culturaspeculativa contemporanea anche se non per questo meno ef ficace

2 ProPosta di lettura dellrsquoanGeloloGia attraverso

le causalitagrave

il dispositivo causale ndash che san tommaso eredita da aristotele ndash egraveper lrsquoaquinate il metodo piugrave universale di conoscenza quello in cuiqualsiasi sistema ha cittadinanza tanto che il termine ragione e il termi-ne causa sono quasi interscambiabili sebbene uno inerisca piugrave al campocritico-logico e lrsquoaltro al campo metafisico-ontologico indicativo diquesto egrave il fatto che dare ragione di qualcosa non significhi altro che tro-varne la causa mentre chi possiede la causa di un dato fenomeno egrave coluiche puograve darne ragione

da questa originaria e reciproca implicazione dei due termini derivalrsquoantico e celebre adagio di matrice aristotelica scire per causas ilsapere egrave principalmente conoscenza delle cause percheacute la causa egrave quellarealtagrave ontologica e di ragione che sottrae la mente al naufragio deiregressi ad infinitum il regredire da una spiegazione ad unrsquoaltra infattiindica semplicemente la non esaustivitagrave di ciascuna cioegrave unrsquoeccedenzadellrsquoeffetto sulla causa che rimanda ad una causalitagrave superiore

il termine causa tuttavia per san tommaso egrave polivoco e la sua defi-nizione non egrave sempre identica in tutte le parti della sua opera questo per-cheacute da un lato egrave un tema cosigrave radicale nel pensiero che egrave difficile darneunrsquooggettivazione univoca dallrsquoaltro il linguaggio non egrave fisso e unmagister come lrsquoaquinate deve concorrere contemporaneamente al per-seguimento del rigore scientifico e allrsquoesigenza di farsi comprendere

exprimeacute par le jeu des trois causaliteacutes [hellip] le cadre efficience exemplariteacute etfinaliteacute permet une vision geacuteneacuterale de lrsquounivers et articule toute la ia depuis la que-stion 44 [hellip] il peut ainsi rendre compte drsquoun deacuteveloppement eacuteconomique sansrien sacrifier agrave lrsquointelligibiliteacute de lrsquoensembleraquo G lafont Structures Et Methodepp 163-164

detto questo prendendo spunto dalla riflessione di lafont16 dellecause possiamo dare una descrizione fenomenologica che la tradizionearistotelico17- tomista ha presentato secondo cinque sommi generi causalila causalitagrave formale materiale18 efficiente (agente) esemplare e finale

la causalitagrave formale risponde alla domanda sul che cosa egrave unadeterminata realtagrave indangando cioegrave sullrsquoidentitagrave profonda di un enteciograve per cui esso egrave se stesso e non altro

allrsquointerno della causalitagrave efficiente (agente) tra le molte sfaccetta-ture che essa propone ci concentriamo su due tipologie fondamentalidi efficienza quella fiendi e quella essendi la prima dice una dipen-denza di innesco tra lrsquoeffetto e la causa dove lrsquoessere della causa elrsquoessere dellrsquoeffetto sono ontologicamente autonomi mentre la dipen-denza egrave solo relativa allrsquoaccadere19 la seconda invece dice la totaledipendenza dellrsquoessere dellrsquoeffetto da quello della causa cosiccheacutesimul stabunt simul cadent 20 vedremo quale dei due tipi di causalitagraveefficiente si esprima nel mondo angelico

la causa esemplare egrave in un certo senso una delle espressioni piugraveproprie del pensiero tommasiano come sintesi fra platonismo e aristo-telismo percheacute essa di fatto egrave presente nella dimensione platonica21

60 P Galassi

16 in particolare ivi pp 151-17117 Per lrsquoesposizione aristotelica cfr aristotElE Fisica libro ii Bompiani Milano

2011 pp 194-20118 Crsquoegrave da dire che nellrsquoelenco soprariportato alla citazione di lafont non crsquoegrave la causa

materiale questo come vedremo egrave frutto della speculazione tipica di tommaso checostituisce un novum nellrsquointerpretazione della natura angelica e del mondo sensibile

19 Per fare un esempio concreto il modulo della causa fiendi descrive bene il feno-meno della scintilla che appicca un incendio anche se poi si dilegua il fuoco chedivampa non dipende dal sussistere della scintilla ma semplicemente egrave occasiona-to da esso

20 seguendo lrsquoesempio della nota precedente il fuoco appiccato egrave causa del divampa-re dellrsquoincendio se si spegne il fuoco si ha estinto lrsquoincendio siccheacute questo non haessere al di lagrave dellrsquoincalzare del fuoco

21 si pensi alla descrizione platonica del rapporto fra idea e realtagrave sensibile presentenel cosiddetto mito della caverna oppure alle riflessioni sul demiurgo nel Timeo

ma ricopre un ruolo solo marginale nella letteratura aristotelica22 ildio Creatore che tiene insieme sia lrsquointuizione del Pensiero diPensiero che quella demiurgica del platonismo riprende radicalmenteil tema dellrsquoesemplaritagrave e vi vede lrsquoonnipotente stesso al centro

nel momento in cui Gen 12723 dice che lrsquouomo egrave imago Dei sicolloca un rapporto di causalitagrave non solo nellrsquoordine dellrsquoefficienza delverbo creare ma anche nellrsquoordine dellrsquoesemplaritagrave dove il genitivooggettivo pone dio come causa esemplare dellrsquouomo creato a suaimmagine Con una precisazione la creatura razionale non egrave solo unaqualche traccia del divino ma custodisce in seacute lrsquoauto-ritratto di dioPer questo occorre distinguere da un lato dio come causa esemplaredellrsquointera creazione che ne restituisce una qualche immagine (livelloremoto) e dallrsquoaltro la realtagrave della cosa realizzata (livello prossimo)a questo secondo livello la causa esemplare si chiama anche causaformale estrinseca percheacute esprime non tanto come la cosa egrave ma comedovrebbe essere si aggiunge lrsquoaspetto di perfezione e pienezza nonsolo egrave quella natura ma questa nel proprio compimento

la causalitagrave finale non egrave la finalitagrave in senso pieno percheacute ogni entenon ha in seacute il proprio fine ma egrave proiettato verso qualcosa che lo tra-scende cerca la sua completezza ma non trova in essa la quiete diogni ricerca quanto piuttosto solo la massima apertura a ciograve che dav-vero rende beato ossia realizza ne deriva che questa causa non puograveche essere dio la radicalitagrave della causa finale egrave tale da essere innescodi tutto il sistema causale aristotelico prima e tommasiano poi tantoda avere il titolo di causa causarum24

61Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

22 il Motore immobile perderebbe il suo statuto propriamente divino dal momento chelrsquoatto puro non ha altri interessi che seacute percheacute lrsquoatto Puro non opera da parte suanon vi egrave unrsquoazione concreta e deliberata sul cosmo per questo aristotele non svilup-pa un progetto su alcuna realtagrave del mondo e quindi non presenta cause esemplari

23 laquodio creograve lrsquouomo a sua immagine a immagine di dio lo creograve maschio e femminali creograveraquo

24 non semplicemente causa delle cause ma causa della causalitagrave di tutte le causecioegrave causa che accende il processo che mette in moto lrsquoagente che formula un pro-getto per conseguire il fine e lo attua

ora dopo questo breve prospetto egrave interessante notare che lafont nefor nisce lrsquoelenco quasi completo nel testo riportato sopra ma riduce le cau -se da quattro a tre in quello successivo25 dicendo che egrave il dispositivo cau saefficiente-esemplare-finale a costituire lo scheletro dellrsquointerpretazionetommasiana della teologia sugli angeli scompare quindi la causa forma-le Come mai Per capirlo credo sia doveroso compiere alcuni passaggi

anzitutto recuperiamo la citazione dove a proposito di aristotelelrsquoaquinate scrive

non egrave affatto vero che le sostanze immateriali esistono in funzione

di quelle corporee il fine egrave infatti sempre piugrave nobile di ciograve che ad

esso egrave ordinato come mezzo26

Ciograve si comprende perfettamente alla luce di questo passo della iiiPars della Summa

Egrave evidente che tanto gli uomini quanto gli angeli sono destinati aun medesimo fine che egrave la gloria della fruizione divina Perciograve delcorpo mistico della Chiesa fanno parte non solo gli uomini maanche gli angeli27

se si considerano insieme questi due estratti notiamo che lrsquoangelo egravepiugrave del suo ufficio Questo egrave un punto cardinale dellrsquointera lettura tom-masiana dellrsquoangelologia sulla scia di quella patristica non solo ldquoange-lordquo egrave un termine che indica lrsquoufficio e non la natura ma come taledescrive un compito della natura che non egrave nemmeno il suo fine ultimo

62 P Galassi

25 Cfr citazioni precedenti26 laquonon est [hellip] hoc verum quod substantiae immateriales sint propter corporales quia

finis nobilior est his quae sunt ad finemraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa

Theologiae i q 50 a 3 ad 3 id La Somma Teologica Prima Parte pp 588-58927 laquoManifestum est [hellip] quod ad unum finem qui est gloria divinae fruitionis ordi-

nantur et homines et angeli Unde corpus Ecclesiae mysticum non solum consistitex hominibus sed etiam ex angelisraquo id Summa Theologiae iii q 8 a 4 respid La Somma Teologica Terza Parte p 141

63Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

in altri termini la natura angelica eccede il dovere di consigliaregovernare e tutelare il mondo degli uomini

Questo egrave il grimaldello che secondo noi permette di assumere laposizione di lafont senza equivocismi o rigorismi riduttivi la trilogiache lui propone non va intesa neacute in modo successivo neacute in mododisorganico essendo lrsquouna implicata nellrsquoaltra Ci sembra opportunoaffermare a questo punto che san tommaso a partire dal dato scrittu-ristico rivoluziona la visione aristotelica del mondo assumendo comeperno centrale la logica della Creazione rapportando cosigrave la naturadelle sostanze separate al loro scopo (e origine) lrsquoangelo ha unafinalitagrave propria irriducibile al suo ruolo sul mondo per la sempliceragione che una creatura superiore non puograve avere per fine ultimo unarealtagrave che eccede

Ma lrsquoangelo si distingue anche da dio san tommaso ha giagrave opera-to la distinzione ontologica fra dio come Motore immobile e lrsquoangelocome intelletto separato a sovrintendenza dei cieli alla luce dellrsquoin-terpretazione metafisica di Es 31428 e della nozione di partecipazioneplatonica lrsquoaquinate ha identificato dio il Motore immobile conlrsquoEsse per Se subsistens dio egrave lrsquoEssere lrsquoangelo invece egrave una suapartecipazione tutto questo per dire che anche la natura delle sostan-ze separate ha per tommaso il proprio fulcro teleologico spostatosullrsquoaltro cioegrave su dio dunque lrsquoelemento rivoluzionario rispetto allavisione aristotelica egrave lrsquoessere dellrsquoangelo fatto da dio e per dio

Per lafont quindi la scelta delle tre causalitagrave non egrave una rinunciaalla causalitagrave formale di cui si egrave gia detta lrsquoimportanza ma un suoassorbimento nella causalitagrave esemplare in quanto anche causa formaleestrinseca Estrinseca ma non per questo estranea la riduzione alle trecause da parte di lafont risponde alla scelta di inquadrare lrsquoangelototalmente nel rapporto con dio secondo lo schema dionisiano del-lrsquoexitus manentia e reditus

infatti come vedremo la causa efficiente della natura angelica egravesolo dio cioegrave lrsquoangelo da dio la causa esemplare egrave remotamente il

28 laquodio disse a Mosegrave ldquoio sono colui che sonordquoraquo

64 P Galassi

verbo da cui la sottomissione cristologica sopra riportata ma nel con-tempo egrave anche la natura dellrsquoangelo realizzata (esemplaritagrave prossima)cioegrave lrsquoangelo in e con dio questo percheacute lrsquoangelo egrave strutturalmente perdio (causalitagrave finale) abbiamo lrsquoexitus dellrsquoefficienza la manentia del-lrsquoesemplaritagrave giaccheacute lrsquoangelo con uno ed un solo atto di scelta raggiun-ge il fine e quindi realizza il suo esemplare e il reditus della finalitagrave

a questo punto desideriamo dare anticipatamente ragione di alcunenostre scelte potrebbe stupire il fatto che il tema della volontagrave chepure riguarda la natura dellrsquoangelo non sia affrontato immediatamentecon lrsquointelletto di cui costituisce la controparte nellrsquounica sostanzaspirituale angelica Pur essendo lrsquoobiezione lecita vi egrave un motivo lediscussioni seguono uno schema il cui difetto proprio egrave di tagliare ilreale vi egrave il rischio che la nitidezza sebbene di grande vantaggio spe-culativo induca allrsquoerrore di spezzare i distinti Confondere tra loro igradi di diversitagrave credere realmente divise quelle cose che anche soloconcepisce come distinte egrave una fallacia consueta per lrsquouomo Per evi-tare separazioni indebite abbiamo volontariamente impostato ildiscorso percheacute ogni dissertazione fosse ripresa e si esaurisse non inse stessa ma nelle altre in una visione unitaria drsquoinsieme il punto egraveche nellrsquoangelo non si dagrave un processo per cui prima egrave creato (causaefficiens ossia exitus) quello che egrave (causa formalis) e dopo qualchetempo decide di tornare a dio (causa finalis ossia reditus) realizzan-do la propria vocazione (causa exemplaris o manentia)

la vita angelica egrave improntata su una struttura del prima e del poi chenon egrave diacronica dove un istante si accende allo spegnersi dellrsquoaltro macome mostreremo dove gli istanti si accumulano concentricamente e maiper sostituzione quanto piuttosto per sovrapposizione ciograve comporta chelrsquoangelo sia davvero uno con la propria storia portando questo ancheallrsquounica scelta iniziale e irreversibile che compie e che lo determina perlrsquoesistenza quella cioegrave fra Paradiso e inferno in questo modo trattandonoi di angeli abbiamo scelto di porre disinzioni fra i vari ambiti di dis-sertazione ma senza mai porre cesure lasciando una fondamentale flui-ditagrave dei temi e degli argomenti che ritornano gli uni negli altri

del resto ci egrave sembrata vincente lrsquoimpostazione di lafont anchepercheacute la struttura profondamente dinamica di exitus-reditus egrave unadelle preferite di san tommaso di modo che attraverso di essa si

65Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

mostra la coimplicanza di tutto in ogni sua parte infatti i grandi testisistematici e i grandi commentari scritturistici dellrsquoaquinate si struttu-rano spesso secondo la potente intuizione dionisiana dellrsquouscita da diodella creazione del ritorno a lui e della permanenza in lui

Questo costituisce anche uno dei motivi per cui scegliendo unapproccio alla natura angelica abbiamo preferito quella angelologicaa quella demonologica Questa infatti ha un suo statuto proprio e unasua utilitagrave determinante nellrsquointellezione di cosa sia una sostanza sepa-rata angeli e demoni condividono quel minimum ontologico per cuiappartengono alla medesima natura e delle volte lrsquoapproccio allademonologia ha la funzione proprio di determinare questo minimumper contrasto alla scelta contro-natura del demonio che si oppone aldio che lo ha creato privandosi di ogni forma di beatitudine in talsenso egrave estremamente utile anche percheacute il nemico si palesa in modopiugrave esplicito dellrsquoangelo che non cerca mai di mettere in ombra ildivino rendendosi il piugrave possibile trasparente tuttavia ogni ricerca egravesottoposta al criterio della delimitazione degli ambiti e per questo difronte alla necessitagrave di scelta la preferenza dello studio angelologicosu quello demonologico appare palese nellrsquoangelo la sua natura disostanza separata egrave dentro il proprio ambiente dentro il luogo per cuiegrave fatto cioegrave dentro la relazione scelta con dio Perciograve egrave priva di falsi-ficazioni percheacute integrale a differenza di quella del nemico chepotrebbe essere solo compiuta a partire dallrsquoangelologia di conse-guenza se qualsivoglia demonologia suppone unrsquoangelologia ndash comelo studio della privazione suppone la conoscenza di quanto viene pri-vato ndash cosigrave lrsquoangelologia non suppone alcuna demonologia ma sidimostra un sapere piugrave fondamentale e piugrave radicale

21 ldquocausa efficiensrdquo lettura analogica dellrsquoangelo

la teologia si occupa di dio come oggetto ndash e soggetto ndash proprio eper questo come affermato in precedenza lrsquoapprofondimento del pen-siero credente sulle creature egrave sempre interessato finalizzato a cono-scere analogicamente il Creatore

ora nellrsquoimpianto della teologia della creazione di san tommasouno dei criteri di indagine egrave suggerito dalla certezza che la creazione

66 P Galassi

rifletta analogicamente il Creatore lrsquoaquinate ne trae perciograve il compi-to secondo cui tutte le creature parlano di dio quindi per quanto pos-sibile tutte vanno studiate specialmente quelle a lui piugrave vicine nellacausalitagrave efficiente divina quindi abbiamo non solo la soddisfazionedel percheacute di tutte le cose quello che risponde al celebre quesito filo-sofico leibniziano laquopercheacute esiste qualcosa anzicheacute nienteraquo29 madentro questa radicale domanda ne nasce immediatamente una secon-da inerente alla modalitagrave particolare della realizzazione dellrsquoessere ilcosmo come un libro aperto di fronte ai nostri occhi non dice solodello stile artistico del suo autore ma anche della storia che aveva inmente ora tra le infinite possibilitagrave divine la realizzazione di unacosa piuttosto che di unrsquoaltra egrave segno della sua libertagrave cosiccheacute lo stu-dio di ciascuna sua parte non egrave solo intellezione del Creatore attraver-so le somiglianze ma del suo Progetto e quindi della sua volontagrave

il concetto di mondo come Creazione risolve a proposito del trat-tato sugli angeli nella Summa il duplice rischio dellrsquoemanazionismoneoplatonico proprio di un impianto strettamente monista e del cata-rismo espressivo di un impianto dualista in questo lrsquoangelologia egraveuna disciplina straordinariamente feconda percheacute identifica la linea didemarcazione tra il Creatore e la creatura la pone ad oggetto del pro-prio studio tematizzandola sino alle sue estreme conseguenze infattida un lato la natura angelica si colloca nel cosmo come la massimaespressione creaturale possibile di modo che qualsiasi creatura o egraveangelica o egrave inferiore agli angeli dallrsquoaltro per spiegare lrsquoesistenza dicreature puramente spirituali e immateriali si deve obbligatoriamentearrivare alla definizione della stessa creaturalitagrave

Ciograve che distingue formalmente lrsquoincreato dal creato egrave lrsquoassolutaSimplicitas Dei primo nome divino della teologia tomista assieme aquello dellrsquoEssere il Creatore egrave semplicitagrave assoluta non essendovicomposizione di sorta neacute parte di alcun genere nel modo piugrave rigorosola creatura invece egrave una certa unitagrave unum secundum quid una sem-plicitagrave relativa lrsquoangelo esprime tommasianamente la semplicitagrave

29 GW lEiBniz Principi della natura e della grazia fondati sulla ragione in id Scritti filo-

sofici Volume primo Scritti di metafisica Saggi di teodicea UtEt torino 1967 p 278

67Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

massima possibile dal punto di vista creaturale presentando quindisolo quella composizione minima che egrave comune a tutte le creature30

se dalla parte della creatura umana quella angelica appare come ciograveche si avvicina di piugrave al divino dal punto di vista degli angeli la naturadegli intelletti puri egrave la piugrave creata di tutte se infatti la creazione di unqualsiasi ente consiste nel conferire lrsquoesistenza ad unrsquoessenza prima sola-mente potenziale ogni ente dipenderagrave nellrsquoessere dal Creatore quantoalla misura della propria essenza ne consegue che essenze piugrave elevateimplicheranno una partecipazione maggiore a dio e quindi una maggioredipendenza da lui Esagerando possiamo dire che quella che sembra lacreatura piugrave autonoma egrave invece la piugrave dipendente e la piugrave creata di tuttepercheacute egrave quella che egrave piugrave in debito con dio Questo debito egrave poi evidentenel mistero del desiderio che permea ogni creatura razionale

tornando al quesito sul rapporto di unitagrave tra dio e il mondo egravedoveroso premettere che egrave possibile concepire il funzionamento diquesta concezione del mondo solo tenendo ben presente quello che egravestato sintetizzato come laquoparadigma calcedoneseraquo31 ossia il corrispetti-vo guadagno teologico del triplice potere del dispositivo analogico dalpunto di vista filosofico infatti

la ragione ldquoanalogicardquo confronta realtagrave che sono in parte uguali inparte distinte non le separa (rispettando cosigrave la loro unitagrave) neacute le

confonde (rispettando cosigrave la loro distinzione) ma dagrave il proprio

posto a ciascuna mantenendole insieme a diversi livelli (rispettan-do cosigrave il loro ordine) [tr nostra corsivo nostro]32

30 Quella come vedremo tra essentia e actus essendi31 il nome egrave tratto dallrsquoomonimo Concilio ecumenico cristologico tenutosi a

Calcedonia nel 451 dC32 laquolsquoanalogicalrsquo reason confronts realities which are partly equal partly distinct it

neither separates them (thus respecting their unity) nor confuses them (thusrespecting their distinction) but gives its place to each one keeping them togetheron different levels (thus respecting their ordering)raquo a olMi The Chalcedon

Paradigm and the Sapiential Realism of St Tomas Aquinas in M salvioli (ed)Tomismo creativo Letture contemporanee del Doctor communis Edizioni studiodomenicano Bologna 2015 p 340

68 P Galassi

dobbiamo quindi intendere in che modo si dia questa unitagrave e quin-di chiederci quale sia il posto di dio e quale quello del mondolrsquoanalogia qui assume la sua portata massima fincheacute gioca nellrsquointra-creaturale essa costituisce un dispositivo utile raffinatissimo e pregia-to ma quando entra in contatto col Mistero essa diviene quasi indi-spensabile oseremmo dire lrsquounico mezzo adeguato di ragionamento

il punto essenziale sta nellrsquoaccorgersi che se dio venisse inseritoontologicamente nel mondo sarebbe compreso dal mondo e quindifinirebbe per essere una sua parte Come tuttavia abbiamo detto sopradio egrave incomponibile Per non scadere nellrsquoequivocismo occorre nonconfondere la distinzione intra-mondana fra creatura e creatura conquella fra Creatore e creatura Questo ci permette di cogliere un aspet-to in piugrave dellrsquointerpretazione dellrsquoanalogia tomista i tre criteri sopracitati ndash unitagrave distinzione e ordinamento ndash sono simultanei cioegrave cia-scuno egrave misura e limite dellrsquoaltro laddove lrsquouso di uno dei criterisconfina eliminando gli altri si elide lrsquointero dispositivo analogico

Ultimo passaggio abbiamo giagrave accennato che egrave tipica dellrsquoattocreatore la causalitagrave essendi ossia il modo proprio di derivare da dioda parte di tutto ciograve che egrave creato percheacute la differenza fondamentale fradio e il mondo egrave la stessa differenza fondamentale che vi egrave fra esserelrsquoEssere e avere lrsquoessere33 Questo assunto si riverbera precisamentenella celebre distinzione tra essentia ed actus essendi ora proprio diogni creaturalitagrave egrave di essere causata nellrsquoessere di ricevere totalmenteil proprio essere da dio Per quanto riguarda la causalitagrave fiendi inveceossia ciograve che dagrave inizio a qualcosrsquoaltro in divenire san tommaso affer-meragrave che nel peculiare caso angelico essa corrisponde simpliciter conciograve che fa essere Questo risultato risponde allrsquoesigenza previa chelrsquoangelo sia del tutto immateriale

33 Cfr G BarzaGhi Lrsquoessere la ragione la persuasione pp 139-154 Molto inte-ressante la formalizzazione sillogistica delle argomentazioni tommasiane alle pp 141-144

69Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

22 ldquocausa exemplarisrdquo i gli angeli dio e il mondo

221 Gli angeli e Dio

Gli angeli partecipano in modo estremamente peculiare al governoprovvidenziale del mondo al suo sviluppo e alla sua conservazione34Curiosamente il modo con cui lrsquoessere materiale egrave icona del Creatorecon lrsquoatto di procreazione egrave cosa che nessun essere puramente spiritualepuograve davvero significare Questo anzitutto pone in evidenza la radicaleunitarietagrave della creazione per cui davvero si darebbe incompletezza inquel cosmo che pur essendo composto solo delle sostanze piugrave perfettefosse privo di una reale ricchezza da ciograve deriva che ogni parte delcosmo egrave arricchimento delle altre parti a beneficio della totalitagrave

Per la sua sublimitagrave sulla materia lrsquoangelo dimostra di rappresenta-re dio in modo eminente anche attraverso lrsquoefficacia di quelle opera-zioni spirituali che gli sono tipiche quali lrsquointelletto e la volontagraveseguendo quel parallelismo trinitario di antica data istituito tra lefacoltagrave razionali e le relazioni trinitarie35 tuttavia essi non sono neacutecapaci di generare neacute sono generati al contrario dellrsquouomo che per lostesso fatto di avere un corpo puograve comunicare la vita oltre a sapereeseguire anche operazioni razionali sebbene non perfettamente comele creature angeliche

abbiamo quindi questo parallelismo come dio egrave increato cioegrave asso-lutamente incausato cosigrave lrsquoangelo egrave ingenerato cioegrave incausabile sul

34 Cfr C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute IV pp 206-294 cfr anche s-tBonino Les anges et les deacutemons pp 211-271

35 Che trova felice sintesi nellrsquoanalogia psicologica di agostiniana memoria laquole tre fun-zioni (essere conoscere e volere) formano unrsquoinseparabile unitagrave eppure sono distintee reciproche Elaborando ulteriormente lrsquointuizione agostino giunge alle analogiepsicologiche piugrave famose raccolte nelle triadi spirituali memoria-intellectus-voluntas

(De Trinitate iX 1212) mens-notitia-amor (De Trinitate Xv 2039) Queste tria-di esprimono il nostro processo di vita interiore come triplice e reciproca differen-ziazione nellrsquounitagrave di sostanza in tal senso esprimono bene a livello formale ledimensioni da mantenere nella comprensione della vita trinitariaraquo a Cozzi Come

dire oggi la Trinitagrave laquotredimensioniraquo 3 (2006) p 235

70 P Galassi

piano della generazione come dio non egrave annientabile percheacute puroEssere cosigrave lrsquoangelo egrave incorruttibile percheacute puro spirito dio a diffe-renza dellrsquoangelo genera secondo quanto rivelano le scritture e lrsquouo-mo pur non essendo neacute ingenerato neacute incorruttibile egrave capace di genera-re dimostrando in questo una somiglianza maggiore dellrsquoangelo ri spettoalle processioni trinitarie difatti per sua natura lrsquoangelo non puograve dirsipadre neacute figlio di alcuncheacute se non metaforicamente parlando

lrsquoangelo partecipa al governo del mondo anche lrsquouomo vi parteci-pa come lascia intendere Gen 2 cosigrave sia lrsquouomo che lrsquoangelo espri-mono un governo della Creazione percheacute Colui che ha voluto per seacutedi essere causa rende causali anche quelle creature che piugrave gli somi-gliano Cosigrave lrsquouomo come lrsquoangelo dimostra la capacitagrave anzituttomorale di porre degli atti e in modo particolare degli atti morali coiquali indirizzare se stesso e la creazione al loro debito fine Cosigravelrsquoaquinate giunge a dire

Quanto piugrave uno egrave vicino al primo principio tanto piugrave eccellente-mente egrave collocato sotto lrsquoordine della provvidenza in veritagrave fratutte le sostanze quelle spirituali si avvicinano di piugrave al primoprincipio tanto che si dice che siano state contrassegnate con lasua immagine Quindi dipende dalla provvidenza divina non soloche ad esse si provveda ma anche che esse provvedano [a se stesse]Questa egrave la ragione per cui le predette sostanze hanno in proprio lascelta dei propri atti che invece non hanno le altre creature allequali si provvede soltanto ma le quali non sono in grado di prov-vedere [a se stesse]36

36 laquoQuanto aliquid est propinquius primo principio tanto nobilius sub ordine providen-tiae collocatur inter omnia vero alia spirituales substantiae magis primo principioappropinquant unde et eius imagine insignitae dicuntur et ideo a divina providentianon solum consequuntur quod sint provisa sed etiam quod provideant Et haec estcausa quare praedictae substantiae habent suorum actuum electionem non autemceterae creaturae quae sunt provisae tantum non autem providentesraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de veritate q 5 a 5 resp testo latino e tra-duzione italiana in id Sulla veritagrave Bompiani Milano 2008 pp 434-435

71Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

allo stesso modo se sapranno provvedere a se stesse tanto piugravesapranno provvedere anche a quelle che sono loro inferiori non sololrsquoefficace immagine che san tommaso suggerisce parla di una provvi-denza divina sul calco della laquoprovvidenza con cui il padre di famigliagoverna la casa o il re la cittagrave o il regnoraquo37 ma duplice egrave anche lacomunicazione del bene da parte di dio

dio volle comunicare la perfezione della sua bontagrave ad unrsquoaltra creatu-ra per quanto ciograve fosse stato possibile ora la divina bontagrave ha unaduplice perfezione una secondo se stessa in quanto contiene in seacute inmodo supereminente ogni perfezione unrsquoaltra in quanto influiscesulle cose in quanto cioegrave egrave causa delle cose Perciograve era anche conve-niente per la bontagrave divina comunicare lrsquouna e lrsquoaltra perfezione allacreatura di modo che cioegrave la realtagrave creata non solo ricevesse dallabontagrave divina di esistere e di essere buona ma anche che elargisse adaltri lrsquoessere e la bontagrave come per es fa il sole38

Massiccio egrave il debito platonico di questo passo rielaborato giagravedallo Pseudo-dionigi nel suo iv libro dei Nomi Divini39 vale nuova-mente quanto detto il sole egrave estremamente emblematico della provvi-denza di dio un crogiuolo di simboli dalla bellezza straordinarialuce unitagrave calore vita e cosigrave via tuttavia al sole capita di essereprovvidenza per altro come qualsiasi cosa inanimata che egrave piugrave ordina-

37 laquoProvidentiae qua paterfamilias gubernat domum aut rex civitatem aut regnumraquo idQuaestiones disputatae de veritate q 5 art 3 resp id Sulla veritagrave pp 422-423

38 laquovoluit enim deus perfectionem suae bonitatis creaturae alteri communicaresecundum quod possibile erat divina autem bonitas duplicem habet perfectionemunam secundum se prout scilicet omnem perfectionem supereminenter in se con-tinet aliam prout influit in res secundum scilicet quod est causa rerum unde etdivinae bonitati congruebat ut utraque creaturae communicaretur ut scilicet rescreata non solum a divina bonitate haberet quod esset et bona esset sed etiam quodalii esse et bonitatem largiretur sicut etiam solraquo id Quaestiones disputatae de

veritate q 5 art 8 resp id Sulla veritagrave pp 448-44939 Cfr dioniGi arEoPaGita Nomi divini in id Tutte le opere pp 405 ss

72 P Galassi

ta al bene altrui che ordinante tale bene le creature razionali invecescelgono di essere provvidenza non ricevono soltanto di esserlo poi-cheacute ognuna esprime qualcosa di questo irriducibile allrsquoaltra

lrsquoangelo svolge una funzione provvidenziale sul cosmo e taleprovvidenza del mondo egrave gratuita poicheacute gli intelletti puri non posso-no trovare in esso la propria realizzazione ma solo in dio la loro curanei confronti del mondo egrave allrsquoinsegna di una benevolenza disinteressa-ta liberamente donata e come tale autentico segno dellrsquoassolutaGrazia divina in questo lrsquouomo egrave unrsquoimmagine piugrave attenuata dellrsquoan-gelo percheacute egrave piugrave immanente al mondo materiale che trascendentelrsquouomo infatti non esprime quella gratuitagrave divina tipica del gestoangelico giaccheacute usa del mondo per necessitagrave parte del suo bisognoquantomeno corporeo si soddisfa in esso sebbene non vi sia materia-litagrave tale da esaurire il desiderio umano

Cosigrave lrsquoangelo nellrsquoesemplaritagrave in dio egrave esemplificazione per lrsquouo-mo icona della libertagrave provvidente di dio verso la Creazione infattila sua tensione verso di noi si esprime sempre nellrsquoordine dellasovrabbondanza non solo gli angeli si curano di noi ma a ciascuno egraveassegnata una figura di guida lrsquoobiezione sul senso della figura del-lrsquoangelo custode avendo lrsquouomo giagrave dio per guida trova risposta nel-lrsquoordine della gratuitagrave che dio esprime come eccedenza impari di ciograveche per lrsquouomo egrave il semplice giusto

tuttavia anche lrsquouomo esprime un aspetto del Creatore che lrsquoange-lo non custodisce percheacute la presenza che la creatura puramente spiri-tuale puograve avere nellrsquoatto di governo egrave sempre come vedremo limitataEssa non informa il mondo poicheacute nessun angelo egrave immanente almondo subangelico come qualcosa di performativo e pervasivo lacompenetrazione quasi intrinseca fra materia e spirito egrave tipica solo del-lrsquoanima umana rispetto al corpo lrsquoangelo invece egrave sempre altro dallamateria come saragrave argomentato piugrave avanti

dio dal canto suo non egrave presente in questo modo nel cosmo per-cheacute la sua Presenza egrave fondativa essendo piugrave intimo alle cose di quan-to qualsiasi cosa lo sia a se stessa40 lrsquoangelo non puograve esercitare verso

40 laquotu autem eras interior intimo meo et superior summo meoraquo aGostino di iPPona (s)Confessionum libri XIII liber iii c 6 par 11

73Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

la materia questa dinamica di intimitagrave percheacute non si costituisce mainella complementaritagrave con altro in quanto persona compiuta nellapropria spiritualitagrave nella persona umana invece il principio vitalerazionale lrsquoanima abita il corpo e informa il corpo Questo egrave peraltrociograve che accade ndash analogicamente - tra dio e il cosmo tanto chetommaso arriva ad affermare che

si dice che lrsquouomo egrave un microcosmo poicheacute lrsquoanima umana gover-na il corpo nello stesso modo in cui dio governa tutto lrsquouniversonel quale [uomo] si dice anche che lrsquoanima egrave a immagine [di dio]piugrave che gli angeli ora la nostra anima governa il nostro corpomediante alcuni spiriti che certamente sono spirituali rispetto alcorpo ma corporee rispetto allrsquoanima dunque anche dio governala creatura corporea mediante creature spirituali41

la natura umana egrave immagine di dio in modo straordinario perquello che concerne la sua natura avendo in seacute tutti gli elementi dellacreazione come la vita biologica la parte spirituale e la parte corporeamateriale puograve dirsi vero microcosmo non si tratta naturalmente diporre una sorta di infantile competitivitagrave fra le creature ma di ricono-scere che alla luce della causa esemplare emerge chiaramente comeuna retta angelologia una retta antropologia e una retta teologia sianomutue tantrsquoegrave vero che san tommaso egrave parimenti detto DoctorAngelicus e Doctor Humanitatis

222 Gli angeli e il mondo

nonostante questa dimensione di reciproco beneficio delle creaturerimane una predilezione di dio per la natura angelica in quanto piugrave

41 laquohomo dicitur minor mundus quia anima hoc modo regit corpus humanum sicutdeus totum universum in quo etiam anima prae angelis ad imaginem dicitur sedanima nostra corpus gubernat mediantibus quibusdam spiritibus qui sunt quidem spi-rituales respectu corporis sed corporales respectu animae Ergo et deus reget corpo-ralem creaturam mediantibus creaturis spiritualibusraquo toMMaso drsquoaQUino (s)Quaestiones disputatae de veritate q 5 art 8 s c 7 id Sulla veritagrave pp 447-448

74 P Galassi

perfetta e quindi a lui piugrave simile se egrave pur vero che il paragone con lanatura umana fa eccezione a questa regola ndash lrsquouomo mette in gioco iltema dellrsquoincarnazione ndash almeno verso il resto dei viventi e degli ina-nimati che popolano il cosmo lrsquoangelo si situa indubbiamente ad unlivello superiore Per questo motivo non riteniamo inutile addentrarciin quelle riflessioni che caratterizzano lrsquoangelo in quanto angelo ossiail suo rapporto con lo spazio e il tempo che dicono del modo propriodi relazionarsi del puro spirituale al materiale

ora nella Summa Theologiae crsquoegrave unrsquoidea di base della massimaimportanza supposto come egrave stato detto che dio nel suo piano crea-tore preferisca le creature piugrave perfette egrave ragionevole ritenere che ilnumero di angeli superi incomparabilmente quello delle creaturemateriali sembrerebbe un dettaglio insignificante nel trattato di ange-lologia dellrsquoaquinate tuttavia non ci sembra un elemento di pococonto il fatto che la perfezione dellrsquouniverso per lrsquoaquinate implichiin un certo senso una moltiplicazione una molteplicitagrave laquomiriadiraquo42

assodata questa logica teologica san tommaso ne trae lrsquoovvia conse-guenza filosofica la tesi egrave che ogni angelo sia una specie distinta da tuttigli altri se il genere filosoficamente parlando egrave lrsquoelemento comune amolti enti e indifferente a ciascuno di essi tale indeterminazione scompa-re quando la differenza specifica individua lrsquoente nel suo essere determi-nato ora nellrsquoangelo ente puramente spirituale non crsquoegrave posto per pen-sare a un altro genere determinabile quindi ogni sostanza spirituale egraveunrsquoessenza in seacute che differisce da altri enti essenziali e specifici e nonsolo da un punto di vista numerico ossia tramite il modo in cui gli uomi-ni si distinguono tra loro leggiamo infatti nella Summa Theologiae che

quelle cose [hellip] che convengono quanto alla specie e differisconoquanto al numero hanno una stessa forma e si distinguono per lamateria se dunque gli angeli non sono composti di materia e diforma come si egrave giagrave spiegato egrave logicamente impossibile che visiano due angeli di unrsquounica specie Ciograve egrave assurdo come affermareche possono esistere diverse bianchezze separate o piugrave umanitagravenon si danno infatti diverse bianchezze se non in quanto si trovano

42 Cfr Dn 710 Ap 511

in piugrave sostanze Ma anche nel caso che gli angeli avessero unamateria non potrebbero esserci piugrave angeli di una medesima speciePoicheacute in tal caso il principio che servirebbe a distinguere un ange-lo dallrsquoaltro sarebbe la materia ma non giagrave in forza della divisionea cui puograve venir sottoposta la quantitagrave essendo gli angeli incorpo-rei bensigrave in forza di una diversitagrave nella ragione stessa di potenzaora tale diversitagrave della materia causerebbe una differenza nonsolo di specie ma anche di genere43

il mondo angelico comunque si tenti di rappresentarlo ha unrsquoenor-me diversificazione il motivo e il fondamento di questa grandissimavarietagrave tra gli angeli non egrave altrove che nella saggezza divina cherisplende proporzionalmente nella complessitagrave del reale coordinandolaarmonicamente e provvidenzialmente lo ripetiamo san tommasoaveva una comprensione veramente teo-logica del mondo intero creatoQuesto mondo che non egrave neacute solo neacute principalmente il mondo del corpo-reo esiste finalisticamente ad maiorem Dei gloriam e nella sua com-plessitagrave riluce maggiormente la sapienza divina come esprime magi-stralmente un indiretto allievo dellrsquoaquinate

la gloria di colui che tutto moveper lrsquouniverso penetra e risplendein una parte piugrave e meno altrove44

75Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

43 laquoEa enim quae conveniunt specie et differunt numero conveniunt in forma etdistinguuntur materialiter si ergo angeli non sunt compositi ex materia et forma ut dictum est supra sequitur quod impossibile sit esse duos angelos unius specieisicut etiam impossibile esset dicere quod essent plures albedines separatae aut plu-res humanitates cum albedines non sint plures nisi secundum quod sunt in pluribussubstantiis si tamen angeli haberent materiam nec sic possent esse plures angeliunius speciei sic enim oporteret quod principium distinctionis unius ab alio essetmateria non quidem secundum divisionem quantitatis cum sint incorporei sedsecundum diversitatem potentiarum Quae quidem diversitas materiae causat diversi-tatem non solum speciei sed generisraquo id Summa Theologiae i q 50 a 4 resptesto latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 590

44 dantE aliGhiEri Divina Commedia Paradiso canto i vv 1-3

76 P Galassi

45 laquoCirca hoc tamen aliqui decepti sunt Quidam enim imaginationem transcendere nonvalentes cogitaverunt indivisibilitatem angeli ad modum indivisibilitatis puncti et indecrediderunt quod angelus non posset esse nisi in loco punctali sed manifeste decepti suntnam punctum est indivisibile habens situm sed angelus est indivisibile extra genus quan-titatis et situs existensraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 52 a 2 resp

46 Cfr Eb 11447 laquoPatet quod diversimode esse in loco convenit corpori et angelo et deo nam

corpus est in loco circumscriptive quia commensuratur loco angelus autem noncircumscriptive cum non commensuretur loco sed definitive quia ita est in unoloco quod non in alio deus autem neque circumscriptive neque definitive quiaest ubiqueraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 52 a 2 resp idLa Somma Teologica Prima parte p 590

223 Gli angeli e lo spazio

il problema della presenza locale e temporale degli angeli potrebbedare lrsquoimpressione di essere unrsquooziositagrave bizantina se egrave pur vero chedopo san tommaso le disquisizioni sulla realtagrave angelica hanno sfiora-to in piugrave di unrsquooccasione lrsquoartificioso valga tuttavia lrsquoammonimentodellrsquoaquinate secondo cui si cade nellrsquoinganno se non si egrave capaci ditrascendere lrsquoimmaginazione45

la spazialitagrave e il movimento degli angeli costituiscono un tema chela fede impone allo studio della teologia poicheacute sappiamo da un latoche gli angeli sono inviati da dio per un ministero di salvezza a favoredegli uomini46 e dallrsquoaltro che tale ministero transitorio o permanen-te che sia implica ed esprime una reale vicinanza per quanto radical-mente dissimile da quella divina e umana

Egrave perciograve evidente che essere in un luogo si addice in modo diversoal corpo allrsquoangelo e a dio il corpo infatti egrave nel luogo come circo-scritto da esso poicheacute prende le dimensioni del luogo lrsquoangeloinvece si trova nel luogo senza esserne circoscritto dato che nonne prende le dimensioni vi si trova perograve con una certa delimitazio-ne poicheacute mentre egrave in un luogo non puograve trovarsi in un altro dioinvece si trova in un luogo senza essere da questo neacute circoscrittoneacute delimitato poicheacute egli egrave dovunque47

77Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

la finezza del pensiero dellrsquoaquinate individua sul piano fisico unaduplice accezione del concetto di luogo come limite egli distingue tradelimitazione e circoscrizione dove la prima trascende la dimensionedella quantitagrave a differenza della seconda la circoscrizione ndash ciograve che ciinteressa qui maggiormente ndash egrave il modo con cui un corpo sta in uno spa-zio uno spazio pieno di essere siccome lo spazio si estende secondo laquantitagrave saragrave pieno drsquoessere quantitativo poicheacute per aristotele ogniestensione saragrave in un certo qual modo piena di un elemento o di unacombinazione di elementi ora stando a questo la definizione aristoteli-ca di luogo consiste nel primo limite immobile del contenente

Ecco dunque cosrsquoegrave il luogo il primo immobile limite del conte-nente [hellip] il luogo pare essere una superficie una specie di vaso eun contenente e poi sembra fare un tuttrsquouno con lrsquooggetto percheacutei limiti stanno insieme con la cosa limitata48

la logica che sta dietro queste affermazioni egrave la seguente se piugrave corpipossono essere consecutivi tra loro ndash quindi intervallati da unrsquoestensionedifferente da quella dei medesimi corpi come due persone agli angoli diuna stanza ndash non accade mai la pura consecutivitagrave si parla piuttosto ditangenza a proposito lo stesso san tommaso annoteragrave che

fuori del tutto non crsquoegrave nulla Per questo motivo si dice che tutte le cose sitrovano nel cielo come estremo contenente percheacute forse il cielo egrave ciograveche funge da contenente completo ora dice laquoforseraquo percheacute non egrave anco-ra stato dimostrato che fuori del cielo non crsquoegrave nulla Ma questo non vainteso come se lo stesso corpo del cielo sia in un luogo ma piuttostoquel luogo egrave una certa ultima superficie del cielo rivolta verso di noi edegrave come un limite che tocca i corpi mobili che si trovano in esso49

48 laquoὥστε τὸ τοῦ περιέχοντος πέρας ἀκίνητον πρῶτον τοῦτrsquo ἔστιν ὁ τόπος [hellip] δοκεῖ

ἐπίπεδόν τι εἶναι καὶ οἷον ἀγγεῖον ὁ τόπος καὶ περιέχον ἔτι ἅμα τῷ πράγματι ὁ τόπος

ἅμα γὰρ τῷ πεπερασμένῳ τὰ πέραταraquo aristotElE Fisica libro iv4 pp 338-33949 laquoExtra totum nihil est Et propter hoc omnia dicuntur esse in caelo sicut in ultimo conti-

nente quia caelum fortassis est quod est totum continens dicit autem fortassis quia non-dum probatum est quod extra caelum nihil sit non est autem sic intelligendum quod

il luogo egrave quello descritto di volta in volta dal contenente egrave la lineache distingue lo spazio pieno occupato da un corpo qualunque essosia tale linea cambia ogni volta che il suddetto corpo muta posizionein tal senso immobile non va confuso con immutabile il motivo percui il luogo viene detto limite immobile primo egrave percheacute si mantengala distinzione tra una prossimitagrave che mantiene la contiguitagrave fra corpi ndashil luogo ndash ed invece una prossimitagrave che la dissolve ndash e qui abbiamo lacontinuitagrave detto in altri termini abbiamo contiguitagrave se crsquoegrave distinzionedei confini abbiamo invece continuitagrave se crsquoegrave confusione dei confini

tutto questo serve per comprendere in che senso lrsquoangelo vengaconcepito dallrsquoaquinate quasi come una figura spartiacque fra il crea-to e lrsquoincreato pur rimanendo a tutti gli effetti creato in rapporto almondo infatti la natura angelica si situa tra lrsquoassoluta libertagrave divinarispetto alla materia e allo spazio e la relativa libertagrave delle cose createsi badi bene non bisogna concludere che lrsquoangelo stia tra dio e lrsquouo-mo come un gradino che separa due livelli di una medesima scalagerarchica dio infatti non egrave in cima alla scala alla sommitagrave delcosmo percheacute dio trascende il cosmo

ora abbiamo lo spazio che egrave creatura di dio essendo dio total-mente libero verso di esso analizzando in scala ascendente la gerar-chia degli esseri abbiamo gli esseri inanimati che sono totalmentesuccubi della spazialitagrave percheacute totalmente collocati secondariamentevi sono gli esseri animati che col crescere dellrsquointensitagrave qualitativa delprincipio vitale assumono nei confronti dello spazio una certa libertagravelo mutano o con la crescita (vegetativi) o addirittura attraverso la tra-slazione locale lo spazio inizia ad essere ciograve che un corpo attraversae non piugrave solamente ciograve in cui un corpo sta si giunge allrsquouomo chenon egrave totalmente definito dallo spazio neacute il suo movimento egrave del tuttolocalizzabile se si pensa agli atti del suo intelletto e della sua volontagraveinfine troviamo gli angeli che non appartengono ad alcuna forma dispazialitagrave neacute lo spazio appartiene a loro

78 P Galassi

ipsum corpus caeli sit locus sed quaedam superficies ultima eius versus nos et est sicutterminus tangens corpora mobilia quae in ipso suntraquo toMMaso drsquoaQUino (s)Commentaria in octo libros Physicorum liber 4 lectio 7 n 14 testo latino e traduzioneitaliana in id Comento alla Fisica di Aristotele Esd Bologna 2004 vol ii pp 110-111

le creature spirituali sono totalmente libere dallo spazio senzaperograve essere libere di usarne appieno dal momento che solo dio nedispone tornando alla distinzione iniziale lrsquoangelo non egrave circoscrittoanche se delimitato ed egrave precisamente a questo livello che la creaturaangelica dimostra di poter vivere la nostra spazialitagrave senza dipenderne

san tommaso deduce la spazialitagrave dellrsquoangelo dallrsquoambiente in cui siesercita il suo ministero si evince che il movimento angelico corrispondead un cambio di missione detto in termini contemporanei il luogo ange-lico egrave sempre un Lebenswelt lrsquoangelo a causa della sua intrinseca finitu-dine non puograve agire contemporaneamente ovunque e soprattutto il suomovimento richiede una successione temporale percheacute lrsquoangelo non ha ilpotere di racchiudere tutti i luoghi abitati in unrsquoazione simultanea Questacostituisce la limitazione angelica vista attivamente cioegrave nella sua intera-zione con la spazialitagrave Eppure il tempo dellrsquoangelo egrave cosigrave diverso daltempo cosmico come la sua posizione e il suo movimento nelle cosemateriali infatti il movimento tende a raggiungere qualcosa che mancaegrave rimedio ad una assenza lrsquoangelo invece si muove non per acquisirequalcosa che gli manca ma per offrire il suo aiuto agli uomini50 in que-sto consiste la positivitagrave della sua azione rispetto ad ogni spazialitagrave

224 Gli angeli e il tempo

la creatura spirituale quindi si muove sempre dallrsquoaltro allrsquoaltroe misura del suo movimento egrave precisamente la sua stessa azione nonil luogo fisico

le creature puramente spirituali [] non possono subire il movimen-to di per seacute come possono fare le creature corporee non possononemmeno essere mossi accidentalmente nel modo in cui lrsquoanimaumana puograve fare come qualcosa di spirituale che egrave intrinsecamentelegato a qualcosa di corporeo se vengono mossi accidentalmente

79Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

50 Questrsquoultima osservazione sebbene posta in termini generici riguarda in realtagravesolo gli angeli buoni percheacute dobbiamo ricordare che il discorso teoretico sugliangeli parte dalla lettura della Creazione qua talis non del suo deterioramento chedi fatto egrave necessariamente un di meno

80 P Galassi

allora questo egrave essere mobili per un motivo cioegrave in ragione delmovimento oggettivo che causano Per una sostanza separata laldquocapacitagraverdquo di cambiare luogo quindi egrave piugrave propriamente il potereattivo intrinseco alle sostanze separate in vista del ministero verso lecreature ed egrave veramente una ldquocapacitagraverdquo solo dalla parte delle creaturecorporee che sono capaci di essere influenzate dalle sostanze separa-te Questo implica una relazione solo estrinseca tra sostanze separatee cose corporee nello stesso modo in cui la relazione di dio con tuttele cose come ldquocreatorerdquo egrave una relazione puramente estrinseca e nonimplica alcun cambiamento in dio stesso [tr nostra]51

Pare interessante notare che gli assunti sulla spazialitagrave angelicacome sulla discussione atto-potenza coinvolgono parimenti la rifles-sione sul tempo esposta da san tommaso soprattutto allrsquointerno deldiscorso sullrsquoeternitagrave divina52

ogni livello della realtagrave egrave soggetto ad una nozione analogica deltempo dal livello fisico cronologico al cosiddetto tempo della co -scienza una vera e propria durata interiore percepita soggettivamenteangeli e demoni invece secondo san tommaso vivono un tempopuramente spirituale lrsquoaevum che misura il puro pensiero il laquotutto

51 laquoPurely spiritual creatures [hellip] cannot undergo motion per se as corporeal creatu-res can they cannot even be moved per accidens in the way that the human soulcan as something spiritual which is intrinsically related to something corporeal ifthey are moved per accidens then this is ratione mobilis that is by reason of theobjective movement which they cause the ldquocapacityrdquo for change of place in aseparate substance then is more properly the active power in separate substancesfor direct ministration to creatures and is truly a ldquocapacityrdquo only on the side of thecorporeal creatures which are capable of being affected by separate substancesthus it involves a merely extrinsic relationship in separate substances to corporealthings in the same way that Godrsquos relationship to all things as ldquocreatorrdquo is a purelyextrinsic relationship and implies no change in God himselfraquo hP KainzldquoActive and Passive Potencyrdquo in Thomistic Angelology springer the hague1972 p 95

52 Cfr toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 10 aa 5-6

81Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

insiemeraquo pur distinguendosi dallrsquolaquoeternitagrave essendo compatibile conun prima e un poiraquo53 proprio questrsquoultima compete finalmente a dioche si situa ben oltre la scansione secundum prius ac posterius essen-do Egli stesso una misura istantanea dellrsquoimmutabile

il dato interessante egrave che questo speciale tipo di durata dellrsquoangelo egraveapplicabile non solo alla realtagrave angelica stessa ma anche a tutte le ope-razioni che sono proprie di quella sostanza intellettuale Con seguen -temente dobbiamo dire che anche in relazione a quelle operazioni del-lrsquointelletto che sembrano implicare una progressione temporale definitacome ad esempio il fenomeno della decisione rispetto al fine ultimonon possiamo parlare di movimento strettamente temporale estrinseco ndashtempus mensura actionis ndash bensigrave di sostanza separata quale misura essastessa della propria durata ndash actio mensura temporis

ovviamente crsquoegrave una gradazione tra le tipologie di durata che si ac -cumulano in sostanze separate cosigrave che le creature di grado piugrave eleva-to approssimano lrsquooperazione eterna semplice e immutabile di dio54le sostanze separate partecipano infatti in un certo modo dellrsquoeternitagravedi dio con la differenza che sono propriamente e particolarmente misu-rate dalla loro stessa eviternitagrave in questo sembrano avere qualcosa incomune con lrsquouomo costituito nella sua natura spirituale fuori daltempo ma nella sua natura corporea soggetto e misurato dal tempo lesostanze separate quindi considerate dal lato della loro potenza imma-teriale sono misurate dallrsquoaevum e gli uomini considerati dal lato dellaloro potenza strettamente recettiva sono misurati dal tempo

53 laquoaevum es totum simul non tamen est aeternitas quia compatitur secum prius etposteriusraquo id Summa Theologiae i q 10 a 5 ad 2 testo latino e traduzione ita-liana in id La Somma Teologica Prima parte p 115

54 Motivo per cui tradizionalmente si associano lrsquoamore e la conoscenza personifica-te nelle ipostasi trinitarie del figlio e dello spirito santo ai due cori angelici piugraveelevati rispettivamente i serafini (ebr שרפים) e i Cherubini (ebr כרבים) laquonomenseraphim imponitur ab ardore qui ad caritatem pertinet nomen autem Cherubimimponitur a scientiaraquo id Summa Theologiae i q 108 a 5 arg 5

82 P Galassi

Crsquoegrave tuttavia una radicale differenza tra i due tipi di durata potenzialePer la potenza angelica tale durata non egrave solo una relazione con lrsquoesse-re ma anche il mezzo con cui il suo essere egrave ricevuto egrave come un Sitzim Leben completamente in atto e non ha alcuna potenza rimanentese non in modo estrinseco lrsquouomo invece nella misura in cui ha lapotenza in vista della perfezione e del cambiamento ha una potenzaproporzionale e concomitante alla propria imperfezione Perciograve la du -rata temporale dellrsquoangelo diversamente da quella umana non ha ca -pacitagrave di dissoluzione che compete solo al Creatore55 sin te tiz zan dolrsquoaquinate puograve concludere che

le creature spirituali quanto ai loro desideri e pensieri nei quali viegrave successione hanno per misura il tempo Per cui agostino nelpasso citato spiega che muoversi nel tempo significa avere unasuccessione di sentimenti Perograve quanto al loro essere naturalesono misurate dallrsquoevo Quanto infine alla visione della gloria par-tecipano dellrsquoeternitagrave56

in tal senso se vogliamo cogliere esattamente il cuore di questaanalogia non dobbiamo credere che lrsquoeternitagrave partecipata sia una sortadi eternitagrave di livello inferiore tra il livello angelico e quello divino sidagrave un salto che non egrave oltrepassabile per il livello inferiore questo per-mette di preservare lrsquoineliminabile alteritagrave di dio rispetto a qualsiasicreatura che non va mai letta secondo il criterio della quantitagrave pena ilrischio dellrsquoequivoco

55 Cfr hP Kainz ldquoActive and Passive Potencyrdquo pp 81-8456 laquoCreaturae spirituales quantum ad affectiones et intelligentias in quibus est suc-

cessio mensurantur tempore Unde et augustinus ibidem dicit quod per tempusmoveri est per affectiones moveri Quantum vero ad eorum esse naturale mensu-rantur aevo sed quantum ad visionem gloriae participant aeternitatemraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 10 a 5 ad 1 id La Somma

Teologica Prima parte p 115

83Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Quando parliamo ad esempio di approssimazione della durata ange-lica a quella divina dobbiamo dire che essa egrave certamente piugrave perfettavicina e prossima allrsquoarchetipo assoluto di quanto non lo sia la tempo-ralitagrave a cui sono soggetti gli enti materiali Per questo il confine egrave invali-cabile ma rimane sempre il principio analogico definito dal giagrave citatoConcilio lateranense iv per il quale non si puograve mai trovare tanta somi-glianza fra Creatore e creatura quanta dissomiglianza57 infatti dal pun -to di vista delle creature subangeliche la durata angelica pare prospetti-camente piugrave vicina allrsquoeternitagrave che al tempo mentre dal punto di vistaangelico la durata dellrsquoaevum egrave piugrave tempo che eterno in senso stretto

23 La composizione ontologica degli angeli

231 Esistenza e modalitagrave

Gli angeli sono creature conosciute dai filosofi la loro esistenzapuograve essere dimostrata e in alcuni casi eccezionali persino constatatala loro soppressione romperebbe lrsquoequilibrio dellrsquouniverso preso nelsuo insieme infine la natura e lrsquooperazione delle creature inferioriquali gli uomini non possono essere perfettamente comprese se nonper comparazione e sovente per opposizione a quelle degli angeli in definitiva in una dottrina in cui la ragione ultima degli enti il piugravedelle volte deriva dalla posizione che gli stessi occupano nellrsquouniver-so non possiamo senza pericolo per lrsquoequilibrio del sistema ometterela considerazione di un intero ordine di creature58

Potrebbe sembrare curioso ndash se non contraddittorio ndash affrontare laquestione fontale sullrsquoesistenza angelica in medias res tuttavia laragione umana non egrave paga di alcun presupposto laddove questo possaessere piugrave radicalmente sondato Ci chiediamo quindi risalendo dalladomanda sul loro agire a quella sul loro essere quali prove abbiamodella loro esistenza Come esistono

57 laquointer Creatorem et creaturam non potest similitudo notari quin inter eos maior sitdissimilitudoraquo ConCilio latEranEnsE iv costituzione Firmiter sulla fede cattolica(ds 806)

58 Eacute Gilson Il tomismo pp 275-276

84 P Galassi

tra le molte quaestiones medievali quelle sullrsquoesistenza e sullaconseguente consistenza degli angeli hanno certamente rivestito unruolo di primo piano tuttavia per ben comprendere la rigorosa rifles-sione dellrsquoaquinate ndash in ordine allrsquoaccettazione della sua permanenteattualitagrave ndash occorre fare una premessa le argomentazioni del lrsquoan ge -lico intendono dimostrare o provare lrsquoesistenza degli angeli si trattadi giudicare il grado di certezza con cui puograve essere pronunciata lrsquoaffer-mazione ragionevole secondo cui lrsquoangelo egrave una realtagrave non solo possi-bile ma fattuale non mi sembra ozioso ribadire che anche e soprat-tutto per la questione angelologica ci situiamo su un crinale moltoinsidioso tra lrsquoesigenza di dimostrazione razionale e lrsquoinvestigazioneragionevole vale a dire che se oggi tale confine appare tuttrsquoal piugrave unospartiacque per il mondo di san tommaso invece egrave una delicata madiffusa polaritagrave in cui la forza degli argomenti risulta talmente con-vincente da in un certo qual senso dimostrare lrsquoesistenza angelica

Proseguendo su tale scia possiamo affrontare la grande questioneche lrsquoaquinate si pone in merito allrsquoimmaterialitagrave angelica svisceran-done le logiche conseguenze

tommaso era certamente drsquoaccordo con gli esponenti della scuolafrancescana59 nel ritenere che gli angeli per quanto nobili e perfettifossero esseri finiti e nettamente distinti dal Creatore tuttavia egli nonera disposto a spiegare questa loro condizione ontologica ripiegandosulla composizione ilemorfica

Certamente se essi sono esseri finiti deve esserci una ragioneintrinseca della loro finitezza ma poicheacute sono realtagrave totalmente spiri-tuali la ragione della finitezza non puograve essere identificata nella mate-ria san tommaso deve affrontare la diffusa opinione secondo cui ilcriterio di distinzione ontologica tra creature corporee e spirituali sisitua proprio nella differenza formale mentre la materia egrave comune

59 ricordiamo soprattutto alEssandro di halEs Summa universae theologiae Vol 2

Prima Pars Secundi Libri Sententiarum Editrice frati Editori Quaracchi 1928 eBonavEntUra da BaGnorEGio (s) Opera omnia Vol 2 In secundum librum

Sententiarum Editrice frati Editori Quaracchi 1938

85Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

alcuni ritengono che gli angeli siano composti di materia e diforma e avicebron si egrave sforzato di provare questa opinione nel suolibro Fons vitae Egli parte dal presupposto che siano realmentedistinte tutte quelle cose che figurano distinte allrsquoapprensione delnostro intelletto ora nella sostanza incorporea lrsquointelletto coglieun aspetto la differenza specifica per cui essa si distingue dallasostanza corporea e un altro aspetto il genere che egrave comune alledue sostanze Egli allora ne conclude che quanto serve a differen-ziare la sostanza incorporea da quella corporea costituisce la formadi quella sostanza quanto invece come elemento comune viene aricevere questa forma distintiva costituisce la materia di talesostanza afferma perciograve che identica egrave la materia universale degliesseri spirituali e di quelli corporei60

a questo punto san tommaso grazie al suo concetto intensivo del-lrsquoessere61 intravede una nuova soluzione piugrave adeguata e soprattuttomeno semplicistica di quella ilemorfica lrsquoilemorfismo cosmico nei

60 laquoQuidam ponunt angelos esse compositos ex materia et forma Et hanc opinionemastruere nititur avicebron in libro fontis vitae supponit enim quod quaecumquedistinguuntur secundum intellectum sint etiam in rebus distincta in substantiaautem incorporea intellectus apprehendit aliquid per quod distinguitur a substantiacorporea et aliquid per quod cum ea convenit Unde ex hoc vult concludere quodillud per quod differt substantia incorporea a corporea sit ei quasi forma et illudquod subiicitur huic formae distinguenti quasi commune sit materia eius Et prop-ter hoc ponit quod eadem est materia universalis spiritualium et corporaliumraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 50 a 2 resp testo latino e tra-duzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 583

61 Cfr a riguardo il seguente passaggio laquoipsum esse est perfectissimum omnium com-paratur enim ad omnia ut actus nihil enim habet actualitatem nisi inquantum estunde ipsum esse est actualitas omnium rerum et etiam ipsarum formarum Unde noncomparatur ad alia sicut recipiens ad receptum sed magis sicut receptum ad recipiens Cum enim dico esse hominis vel equi vel cuiuscumque alterius ipsum esseconsideratur ut formale et receptum non autem ut illud cui competit esseraquo idSumma Theologiae i q 4 a 1 ad 3

86 P Galassi

suoi casi piugrave estremi estendeva il modello compositivo di materia eforma non solo a tutti gli enti possibili ma anche a tutti i modi con cuiquesti possono essere considerati Cioegrave non solo era univocamenteapplicato a tutte le creature ma autori come avicebron ci dicetommaso assorbivano in esso anche gli altri modelli logico-metafisiciche costituiscono lrsquoindagine filosofica sin da aristotele

Uno di questi era proprio la rilettura del rapporto fra genere e diffe-renza specifica compiuta attraverso unrsquoidentificazione diretta delgenere con la materia e della differenza specifica con la forma Certotutto in aristotele egrave rileggibile alla luce del grande guadagno metafi-sico di atto-potenza e forma-materia ma non tutto allo stesso modolrsquoerrore di avicebron sta nello smarrire il salto analogico che vi egrave frapiano fisico e piano logico

Prendiamo il caso della definizione di uomo come animale razionaleper lui il genere animale non egrave la componente passiva e il determinabiledi una definizione di uomo ma dellrsquouomo stesso concreto Per cui lrsquoani-malitagrave egrave confusa con la parte fisica della corporeitagrave e la razionalitagrave dif-ferenza specifica egrave confusa con la parte fisica determinante dellrsquoanimaingenerando cosigrave una duplice aporia in primo luogo non vi egrave animalitagravesenzrsquoanima per definizione tanto che animale non coincide con corpoma dice tutto lrsquouomo anche se genericamente in secondo luogo lrsquouo-mo finisce per essere la sua definizione siccome lrsquoaspetto passivo sitrova anche negli angeli percheacute anchrsquoessi rientrano in un qualche gene-re allora essi sarebbero per questo corporei Crsquoegrave quindi unrsquoidentificazio-ne della nozione di materia e della nozione di potenza di modo chesiano totalmente convertibili siccome ogni finitudine implica potenzia-litagrave e ogni potenzialitagrave implica materialitagrave secondo tale visione filosofi-ca allora ogni ente finito in quanto tale egrave materiale

la finitezza egrave certamente dovuta ad una differenza e ad una com-posizione ma lrsquoingegno di san tommaso sta nel cogliere una pluralitagravedi piani dove il binomio atto e potenza trascende e fonda nozional-mente il binomio forma e materia vi sono delle composizioni ontolo-giche infatti che si situano ad un livello piugrave radicale del rapporto tramateria e forma ossia quello della differenza e composizione traessentia (essenza) e actus essendi (atto drsquoessere) tipica delle creature

87Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Come da consueta metodologia tommasiana lrsquoargomentazione ini-zia in primo luogo dimostrando lrsquoequivocitagrave e lrsquoincoerenza nel parlaredellrsquoesistenza di una materia comune a creature corporee e spiritualisvelando lrsquoἀπορία insita in questo discorso

si vede perograve di primo acchito lrsquoimpossibilitagrave di unrsquoidentica materiaper le realtagrave spirituali e per quelle corporee infatti egrave impossibileche la forma spirituale e quella materiale siano ricevute nella stes-sa porzione di materia poicheacute in tal caso una stessa cosa numeri-camente identica sarebbe insieme corporea e spirituale si dovragraveperciograve ammettere che la porzione di materia che riceve la formacorporea egrave distinta da quella porzione di materia che riceve laforma spirituale ora non si puograve ammettere che la materia si divi-da in piugrave parti se non la si concepisce come informata dalla quantitagravesenza di questa infatti come insegna aristotele la sostanza ri maneindivisibile si dovrebbe quindi ammettere che la materia del lesostanze spirituali egrave soggetta alla quantitagrave il che egrave impossibile Egrave quindi anche impossibile che vi sia unrsquounica materia per le crea-ture corporee e per quelle spirituali62

Qui san tommaso propone unrsquointeressante distinzione si rendeconto che quando parliamo della dimensione spirituale e della dimen-sione corporea intendiamo due cose opposte e non abbiamo evidenzadellrsquouna e dellrsquoaltra allo stesso modo il che perograve ci permette di fare

62 laquoapparet esse impossibile unam esse materiam spiritualium et corporalium nonenim est possibile quod forma spiritualis et corporalis recipiatur in una parte mate-riae quia sic una et eadem res numero esset corporalis et spiritualis Unde relinqui-tur quod alia pars materiae sit quae recipit formam corporalem et alia quae recipitformam spiritualem Materiam autem dividi in partes non contingit nisi secundumquod intelligitur sub quantitate qua remota remanet substantia indivisibilis utdicitur in i Physic sic igitur relinquitur quod materia spiritualium sit subiecta quantitati quod est impossibile impossibile est ergo quod una sit materia corpora-lium et spiritualiumraquo id Summa Theologiae i q 50 a 2 resp id La Somma

Teologica Prima parte p 584

un passo ulteriore la via di conoscenza degli angeli non egrave la medesi-ma di un qualsiasi ente corporeo da ciograve si puograve derivare che lrsquoangelocertamente non egrave materiale come un qualsiasi altro corpo percheacutecome conosciamo una pietra analogamente conosciamo gli altri corpiin quanto visibili tangibili e cosigrave via dunque anche supponendo chesi dia una distinzione fra materialitagrave informata e corporeitagrave cioegrave cheincorporeo non sia immateriale tout court dovremmo senza dubbioammettere che quando parliamo di enti spirituali li intendiamo sem-pre come incorporei

a questo punto scatta un meccanismo che riduce ad assurdo questatesi cioegrave che la nozione di immateriale non implichi la nozione diincorporeo si procede cosigrave la forma di un ente incorporeo ma mate-riale necessariamente dovragrave informare la materia in un modo diversoda quella di un essere corporeo ma se lrsquouna e lrsquoaltra informano diver-samente la materia dovranno informarne anche parti diverse percheacutese informassero la stessa porzione avremmo la simultaneitagrave di caratte-ri contraddittori cioegrave di incorporeo (spirituale) e corporeo alloradovremo pensare a porzioni di materia distinta cioegrave laquosi dovragrave perciograveammettere che la porzione di materia che riceve la forma corporea egravedistinta da quella porzione di materia che riceve la forma spiritualeraquo63Che cosa distingue tuttavia in porzioni la materia Precisamente laquantitagrave che guarda caso egrave il carattere proprio di ogni ente corporeoin quanto tale allora se la porzione di qualcosa in quanto porzione egravecorporea troveremmo nuovamente una contraddizione secondo cui siavrebbe una porzione corporea di un ente incorporeo il che egrave eviden-temente assurdo ne risulta quindi che sia falsa la tesi che distinguefra immaterialitagrave e incorporeitagrave di modo che tutti gli incorporei sianoparimenti immateriali e viceversa

lrsquoangelo egrave certamente incorporeo quindi egrave anche immaterialeCosigrave si dimostra anche lrsquoimmaterialitagrave dellrsquointelletto sia umano cheangelico ma soprattutto egrave cosigrave per gli angeli che esprimono una formadi intellettualitagrave densissima infatti lungi da una oziosa pedanteria

88 P Galassi

63 laquoUnde relinquitur quod alia pars materiae sit quae recipit formam corporalem etalia quae recipit formam spiritualemraquo ivi

paga di cavilli terminologici e sottigliezze astratte la riflessionedellrsquoaquinate riporta la radice della comprensione dellrsquoangelologia alsuo legame originario con lrsquointelletto quo talis come anche delle sueoperazioni detto altrimenti la convenienza dellrsquoimmaterialitagrave ndash edella conseguente incorporeitagrave ndash angelica viene suggerita dallrsquoimmate-rialitagrave della sostanza intellettuale o ancora piugrave paradossalmente ilmeccanismo dellrsquoastrazione ci istruisce sul reale

Egrave impossibile che le sostanze spirituali abbiano una materia qual-siasi infatti lrsquooperare di ogni essere egrave conforme alla sua naturaora lrsquointendere egrave unrsquooperazione del tutto immateriale il che appa-re chiaramente dallrsquooggetto da cui dipende la specie e la natura diogni atto nessuna cosa infatti puograve essere colta dallrsquointelletto senon in quanto viene astratta dalla materia poicheacute le forme che sitrovano nella materia sono forme individuali che in quanto talinon sono conosciute dallrsquointelletto si deve perciograve concludere cheogni sostanza intellettiva egrave assolutamente immateriale64

diciamo paradossalmente percheacute il materialismo odierno tende a cre-dere equivalenti le nozioni di realtagrave e di concretezza siccheacute astratto (cioegravenon concreto) egrave sempre irreale o al massimo surreale una sorta di visio-ne onirica che affligge i metafisici la veritagrave invece egrave che lrsquoastrazionenon contraddice il reale ma lo universalizza non egrave quindi da contrap-porre alla concretezza come il male al bene ma deve piuttosto divenire illuogo dove la ragione acquisisce una misura che supera il contingente

89Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

64 laquoimpossibile est quod substantia intellectualis habeat qualemcumque materiamoperatio enim cuiuslibet rei est secundum modum substantiae eius intelligereautem est operatio penitus immaterialis Quod ex eius obiecto apparet a quo actusquilibet recipit speciem et rationem sic enim unumquodque intelligitur inquantuma materia abstrahitur quia formae in materia sunt individuales formae quas intel-lectus non apprehendit secundum quod huiusmodi Unde relinquitur quod omnissubstantia intellectualis est omnino immaterialisraquo id Summa Theologiae i q 50a 2 resp id La Somma Teologica Prima parte p 584

lrsquoidentificazione fra lrsquoincorporeitagrave angelica e la loro immaterialitagravepermette a san tommaso di ricentrare la questione sullrsquoautenticadistinzione che egrave quella fra essentia e actus essendi Cosigrave mentre dioegrave infinito percheacute egrave puro atto drsquoessere e in lui lrsquoessenza si identificacon lrsquoessere gli angeli sono creature finite percheacute il loro essere egrave rice-vuto e limitato dallrsquoessenza si puograve comprendere il sostegno argomen-tativo di tutto questo lrsquoessere per cui una cosa esiste non eccede lanatura della cosa lrsquoesistenza non eccede lrsquoessenza in tal senso lrsquoes-sentia egrave misura dellrsquoactus essendi e la misura egrave logicamente un limitedi ciograve che commisura lrsquoessenza angelica non egrave lrsquoessere degli angelima la potenza che riceve lrsquoatto dellrsquoessere e allo stesso tempo si com-pone con esso partecipa allrsquoessere e lo delimita Pertanto gli angelisono essenze finite di ordine spirituale che ricevono un determinatogrado della perfezione assoluta dellrsquoessere

lo stesso essere per seacute sussistente egrave uno solo egrave pertanto impossibi-le che al di fuori di esso vi sia qualcosa sussistente che sia soltantoessere ora tutto ciograve che egrave ha lrsquoessere quindi in ogni ente eccettoil primo vi egrave lrsquoessere come atto e la sostanza della cosa che halrsquoessere come potenza ricettiva di questo atto che egrave lrsquoessere65

232 Tommaso con Aristotele ed oltre Aristotele

anche se san tommaso ebbe successo nel dimostrare lrsquoindipenden-za delle sostanze separate dai loro ndash veri o presunti ndash ruoli funzionalisi trovograve ad affrontare un altro problema conciliare lrsquoidea giudaico-cri-stiana di uno spirito creato con il concetto di un motore immobile in

90 P Galassi

65 laquoipsum [hellip] esse per se subsistens est unum tantum impossibile est igitur quodpraeter ipsum sit aliquid subsistens quod sit esse tantum omne autem quod estesse habet Est igitur in quocumque praeter primum et ipsum esse tanquam actuset substantia rei habens esse tanquam potentia receptiva huius actus quod estesseraquo id De substantiis separatis c viii id Opuscoli filosofici Lrsquoente e lrsquoes-

senza ndash lrsquounita dellrsquointelletto ndash le sostanze separate p 199

un universo eterno increato abbiamo visto come per far questolrsquoaquinate abbia dovuto purificare alcuni principi aristotelici dai lorolimiti intrinseci le sostanze separate dovrebbero essere ritenute pureforme senza materia

lrsquoaquinate raccogliendo una questione teologica di vecchia dataintende mostrare come lrsquoessenza si manifesti in una sostanza separatasia essa lrsquoanima lrsquointelligenza o la Causa Prima (dio) Mentre la sem-plicitagrave divina egrave generalmente riconosciuta da tutti il dottore angeliconota che alcuni difendono una sorta di composizione ilemorfica sia nel-lrsquoanima umana che nel caso degli angeli generalmente per tutelare latrascendenza divina supponendo che solo materia entium exclusiveconfirmat immaterialitas Dei tale posizione appare a san tommasoincompatibile con la natura non discorsiva dellrsquointelligenza medesima66o quanto meno non rendente giustizia allrsquoattivitagrave intellettuale per suanatura immateriale

lrsquoaquinate riconosce come principale e prossimo epigono dellrsquoile-morfismo il filosofo avicebron e individua lrsquoequivoco di tale teorianellrsquoincapacitagrave di distinguere tra materia funzionale e materia prima adue livelli filosoficamente parlando egli coglie lrsquoἀπορία secondo cuiqualsiasi ente che abbia della materia nel senso funzionale di substratodebba necessariamente essere dotato di materia prima teologicamente

91Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

66 ricordiamo qui la sottile ma indicativa distinzione allrsquointerno delle operazioni del-lrsquoanima razionale tra ratio discorsiva e legata al dato sensibile ed intellectusintuitivo proprio percheacute non necessariamente dipendente dalla realtagrave materiale taledistinzione mette fortemente in risalto la differenza tra la modalitagrave conoscitivaumana e quella angelica laquointelligere enim est simpliciter veritatem intelligibilemapprehendere ratiocinari autem est procedere de uno intellecto ad aliud ad verita-tem intelligibilem cognoscendam Et ideo angeli qui perfecte possident secundummodum suae naturae cognitionem intelligibilis veritatis non habent necesse proce-dere de uno ad aliud sed simpliciter et absque discursu veritatem rerum apprehen-dunt [hellip] homines autem ad intelligibilem veritatem cognoscendam perveniuntprocedendo de uno ad aliud ut ibidem dicitur et ideo rationales dicunturraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 79 a 8 resp

parlando nota che la dottrina ilemorfica egrave radicata nella visione tradi-zionale che la semplicitagrave egrave parte di ciograve che distingue dio da tutte le creatu-re Cosigrave mentre dio in se stesso egrave assolutamente semplice tutte le sostan-ze create sono complesse non solo rispetto al loro possesso di forme oproprietagrave accidentali ma anche rispetto alla loro natura o essenza

dal momento che lrsquoimmaterialitagrave della sostanza separata pare incom-patibile con la nozione aristotelica di forma anzitutto san tommasocolma la carenza del sistema aristotelico sulla concezione del formaleattraverso lrsquointroduzione del proprio concetto intensivo dellrsquoessere67creando cosigrave unrsquoulteriore distinzione di atto e potenza

Cosigrave nelle intelligenze si trovano la potenza e lrsquoatto non tuttavia laforma e la materia se non in senso equivoco Per cui anche il patireil ricevere lrsquoessere soggetto e simili che sembrano convenire allecose in ragione della materia convengono in modo equivoco allesostanze intellettuali e a quelle corporee come dice il Commentatorenel iii libro del De Anima Come si egrave detto la quidditagrave delle intelli-genze egrave la stessa intelligenza perciograve la sua quidditagrave o essenza egrave ciograveche egrave essa stessa e il suo essere ricevuto da dio egrave ciograve per cui sussistenella realtagrave e per questo motivo alcuni affermano che tali sostanzesono composte dal quo est e dal quod est o dal quod est e dallrsquoessecome dice Boezio Poicheacute nelle intelligenze si pongono la potenza elrsquoatto non saragrave difficile trovare una pluralitagrave di intelligenze ciograve chesarebbe impossibile se non vi fosse alcuna potenza68

92 P Galassi

67 laquoin metafisica la sua originalitagrave egrave assoluta infatti egli egrave il creatore di un nuovo siste-ma metafisico basato sul concetto intensivo dellrsquoessere inteso come atto puro (esse

ut actus) e non piugrave come esse commune ossia come piattaforma universale dellerealtagraveraquo B Mondin La metafisica di Tommaso drsquoAquino e i suoi interpreti p 17

68 laquoEt ita invenitur potentia et actus in intelligentiis non tamen forma et materia nisiaequivoce Unde etiam pati recipere subiectum esse et omnia huiusmodi quaevidentur rebus ratione materiae convenire aequivoce conveniunt substantiis intel-lectualibus et corporalibus ut in iii de anima Commentator dicit Et quia ut dictum est intelligentiae quiditas est ipsamet intelligentia ideo quiditas vel essentia

dallrsquoaltro lato poicheacute lrsquoangelo viene da lui concepito sia incorpo-reo che creato san tommaso approfondisce la nozione aristotelica dipotenza infatti per lo stagirita essa egrave sostanzialmente equivalente allacorporeitagrave sebbene vi siano giagrave interessanti presupposti per un supera-mento di tale tesi Questo fu attuato di fatto solo da san tommasointroducendo la peculiaritagrave della potenza incorporea

Essendo invece le sostanze immateriali semplici quidditagrave semplicila differenza in esse non puograve venir desunta da ciograve che egrave parte dellaquidditagrave ma da tutta la quidditagrave e perciograve allrsquoinizio del libro De

Anima avicenna dice che la differenza semplice ldquonon lrsquohanno senon le specie le cui essenze sono composte di materia e di formardquosimilmente il genere viene preso in esse da tutta lrsquoessenza tuttaviain modo differente infatti una sostanza separata conviene con lrsquoaltranellrsquoimmaterialitagrave e differiscono tra di loro nel grado di perfezionesecondo lrsquoallontanarsi dalla potenzialitagrave e lrsquoapprossimarsi allrsquoattopuro E per questo da ciograve che ne segue in quanto sono immaterialiviene desunto in esse il genere come lrsquointellettualitagrave o altro di simi-le invece da ciograve che consegue in esse dal grado di perfezione vienedesunta in esse la differenza tuttavia a noi ignota69

93Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

eius est ipsum quod est ipsa et esse suum receptum a deo est id quo subsistit inrerum natura Et propter hoc a quibusdam dicuntur huiusmodi substantiae componiex quo est et quod est vel ex quod est et esse ut Boethius dicit Et quia in intelli-gentiis ponitur potentia et actus non erit difficile invenire multitudinem intelligen-tiarum quod esset impossibile si nulla potentia in eis essetraquo toMMaso drsquoaQUino

(s) De ente et essentia c 3 testo latino e traduzione italiana in d lorEnz I fon-

damenti dellrsquoontologia tomista Il trattato De ente et essentia Esd Bologna 1992 pp 204-205

69 laquoCum autem substantiae immateriales sint simplices quiditates non potest in eis dif-ferentia sumi ab eo quod est pars quiditatis sed a tota quiditate et ideo in principiode anima dicit avicenna quod differentiam simplicem non habent nisi species qua-rum essentiae sunt compositae ex materia et forma similiter etiam in eis ex totaessentia sumitur genus modo tamen differenti Una enim substantia separata conve-

non intendiamo qui commentare le conseguenze radicali dellrsquoin-troduzione di una potenza spirituale tuttavia proviamo a mostrarecome questo concetto richiami il ruolo che gli angeli hanno nellacosmologia tommasiana essi sono il gradino di una scala che rendecompleta e integrale la visione sullrsquointera Creazione cosigrave da nonridurre lrsquoalteritagrave fra dio e il mondo pur aumentando la somiglianza frail cosmo e il suo autore

san tommaso cerca una visione tridimensionale del cosmo cherisponda ad un criterio di completezza e perfezione in primo luogoabbiamo una dimensione verticale cioegrave la trascendenza secondaria-mente troviamo quella orizzontale che esprime la varietagrave degli indivi-dui rispetto ad una medesima specie ed entro gradi gerarchici dellrsquoes-sere infine abbiamo lrsquointensitagrave data dal gioco delle reali somiglianzee dissomiglianze che strutturano il cosmo in ogni sua parte Questavarietagrave egrave lo specchio dellrsquoonnipotenza di dio di modo che quantomaggiore essa egrave tanto piugrave grande egrave il segno della ricchezza creatrice epiugrave vivida egrave la sovrabbondanza di dio nei confronti del mondo

233 Una chiave di lettura platonismo contro aristotelismo

Un punto di non ritorno della metafisica tomista giagrave intuibile daquanto detto sinora egrave il grande svincolamento della nozione di esserecome anche dellrsquoidea di movimento aristotelico dal tendenziale duali-smo oppositivo materia-forma Per giungere a questo non si egrave ignora-to un particolare riferimento ad un dibattito dellrsquoepoca rispetto alquale lrsquoaquinate si rivelograve capace sia di porsi in continuitagrave con lediscussioni del suo tempo sia di assumere una posizione originale

94 P Galassi

nit cum alia in immaterialitate et differunt ab invicem in gradu perfectionis secundumrecessum a potentialitate et accessum ad actum purum Et ideo ab eo quod consequi-tur illas in quantum sunt immateriales sumitur in eis genus sicut est intellectualitasvel aliquid huiusmodi ab eo autem quod consequitur in eis gradum perfectionissumitur in eis differentia nobis tamen ignotaraquo toMMaso drsquoaQUino (s) De ente et

essentia c 4 d lorEnz I fondamenti dellrsquoontologia tomista pp 224-225

Per svolgere questa operazione san tommaso opera una sintesi magi-strale delle due note correnti filosofiche in voga nei suoi anni ossia lrsquoa-ristotelismo ndash incipiente nel mondo cristiano ad opera di san trsquoal bertoMagno piugrave diffuso nel mondo arabo ndash e il neoplatonismo di cui lescuole teologiche ndash dai Padri alle scuole monastiche del Xii secolo ndashavevano largamente fatto uso Cosigrave facendo il dottore angelico dagrave vitaad un pensare metafisico coniugante dinamicamente lrsquoidea di partecipa-zione e di causalitagrave con tutti i risvolti argomentativi che ne possonoconseguire

in modo particolare suo bersaglio fu la visione del grande maestroebreo avicebron70 Questi espose il suo pensiero filosofico principal-mente nel Fons Vitae e fu un autore di grande influenza nel mondomedievale di qui anche lrsquoinsistenza che san tommaso ha avuto neltentare di scardinare alcune platonizzazioni indebite del pensiero ari-stotelico compiute dal pensatore spagnolo il suo prospetto fonda-mentalmente faceva poggiare la distinzione ilemorfica sulla base diun emanatismo di stampo neoplatonico di qui coniograve la teoria dellrsquoile-morfismo universale secondo la quale tutte le sostanze intelligibili ecorporee sono composte di materia e di forma

la sua riflessione venne ampiamente utilizzata dai cristiani medievalisan Bonaventura in primis71 in opposizione al pensiero di avicenna al contrario in san tommaso72 troviamo un ricco riferimento allascuola araba piugrave che alla scuola ebraica per la vicinanza che la primadimostrava nellrsquointerpretazione di aristotele non per questo si devetuttavia scivolare troppo facilmente nellrsquoopporre il tomismo al platoni-smo riducendolo ad una forma articolata di aristotelismo medievale

95Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

70 shĕlōmōh ben yĕhūdāh ibn Gĕbīrōl (Malaga 1020 ca ndash valenza 1058 ca)71 Cfr r PiEtrosanti La struttura metafisica degli angeli e dellrsquoanima umana nellrsquoi-

lemorfismo universale di san Bonaventura laquoMiscellanea francescanaraquo 3-4 (2006-2007) pp 465-503

72 Cfr r PiEtrosanti La critica dellrsquoilemorfismo universale in Tommaso drsquoAquinolaquodialegesthai rivista telematica di filosofia [in linea]raquo 6 (2004) in mon-dodomaniorgdialegesthairp01htm consultato in data 26 febbraio 2019

Questrsquoopposizione certo non si puograve dire totalmente assente essendopresenti alcune aspre critiche che lrsquoaquinate rivolge al filosofo arabotuttavia troviamo indicativo un giudizio di Cornelio fabro a proposi-to di questrsquoantica antinomia filosofica attraverso lrsquoesempio tipico delplatonismo rinascimentale troppo facilmente contrapposto al pensieroscolastico medioevale

Una lettura attenta della Theologia platonica del principe degli uma-nisti Marsilio ficino ha mostrato lrsquoaccordo coi capisaldi dellametafisica tomista della nozione platonica di partecipazione dallrsquoin-terno delle sue istanze metafisiche Questa nozione puograve caratterizza-re un orientamento preciso [hellip] nel senso di un superamento teoreti-co originale del conflitto drsquoimmanenza-trascendenza fra platonismoe aristotelismo Egrave questo conflitto che sta alla base dellrsquoaverroismolatino e che ha messo in crisi nel Medioevo e nel rinascimento lacristianitagrave occidentale ma che lrsquoaquinate aveva vittoriosamentedebellato nellrsquoesposizione Cristiana del rapporto di dio al mondodella dipendenza delle creature dal Creatore della struttura dellrsquoes-sere finito e dello spirito finito e infine nella dimostrazione dellrsquoim-mortalitagrave dellrsquoanima il ficino segue spesso alla lettera il testo tomi-sta le espressioni di adesione del ficino sono esplicite laquo[hellip] ut

placet Divo Aquinati splendori Theologiaeraquo [hellip] i punti in cui hopotuto riscontrare lrsquoaccordo mediante un diretto confronto testualesono [hellip] il rapporto atto e potenza interpretato (come in santommaso) alla luce della coppia di partecipato e partecipante intutto lrsquoambito metafisico Cioegrave la distinzione reale di essenza edesse o actus essendi la distinzione fra lrsquoanima le potenze e le opera-zioni i gradi della causalitagrave trascendentale (creazione) e predica-mentale (divenire) la struttura dello spirito finito con la sua libertagravedi scelta e lrsquoimmortalitagrave individuale73

96 P Galassi

73 C faBro Intrduzione a san Tommaso La metafisica tomista amp il pensiero moder-no ares Milano 1983 pp 89-90

Paradossalmente lo stesso Fons vitae di avicebron si pone il proble-ma ilemorfico usando un linguaggio aristotelico a dire come per imedievali tra aristotele e Platone non intercorresse un aut-aut anchesan tommaso non accoglie aristotele tout court ma lo inserisce dentrostrutture metafisiche aliene al pensiero dello stagirita come la nozioneintensiva di essere e la partecipazione saranno poi quelle intuizioni pla-toniche che anche figure come ficino riconosceranno allrsquoaquinate loscontro fra tommaso e il retaggio di avicebron quindi non egrave fra aristo-telismo e platonismo ma fra due modi neoplatonici di reinquadrarearistotele in modo particolare la nozione di partecipazione egrave quellache propriamente conserva la debita distinzione metafisica fra Creatoree creatura molto piugrave che una distinzione fisica sulla base della composi-zione di materia e forma cosiccheacute si puograve comprendere come mai pro-ponga la sua soluzione in un contesto prettamente teologico vale a direla discussione sulla semplicitagrave divina

Ciograve che chiamo ldquoessererdquo tra tutte le cose egrave la piugrave perfetta Ciograverisulta dal fatto che lrsquoatto egrave sempre piugrave perfetto della potenza oraqualsiasi forma particolare si trova in atto soltanto se le si aggiun-

ge lrsquoessere [hellip] Invece ciograve che ha lrsquoessere [cioegrave lrsquoente] egrave esistente

in atto Conseguentemente ciograve che chiamo ldquoessererdquo egrave lrsquoattualitagrave

drsquoogni atto e quindi la perfezione drsquoogni perfezione neacute si devepensare che allrsquoessere si possa aggiungere qualche cosa di piugrave for-male che lo determini come lrsquoatto determina la potenza poicheacutelrsquoessere di cui stiamo parlando egrave essenzialmente differente dallrsquoes-sere [comune] a cui si possono fare delle aggiunte [hellip] Quindilrsquoessere non viene determinato da qualche cosa come la potenza dal-lrsquoatto ma viceversa come lrsquoatto dalla potenza infatti definendo unaforma noi includiamo la materia al posto della differenza comequando diciamo che lrsquoanima egrave lrsquoatto di un corpo fisico organico74

97Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

74 laquoQuod dico esse est inter omnia perfectissimum quod ex hoc patet quia actus estsemper perfectior potentia Quaelibet autem forma signata non intelligitur in actu nisi

per hoc quod esse ponitur [hellip] Sed hoc quod habet esse efficitur actu existens

Unde patet quod hoc quod dico esse est actualitas omnium actuum et propter hoc est

ogni discorso adeguato sugli angeli allrsquointerno di tutte le operetommasiane che trattano delle creature spirituali mantiene e si fondasu questo punto centrale del grande genio drsquoaquino la composizioneontologica nellrsquoangelo di essentia ed actus essendi

234 Lrsquoangelo come sostanza separata

Una delle indagini piugrave solide sulla natura e sulla sostanzialitagrave ange-liche si trova in unrsquoopera che forse meno nota della Summa dimostrala modalitagrave magistrale con cui il dottore angelico seppe affrontare laquestione con metodo rigorosamente metafisico si tratta della Quae -stio de spiritualibus creaturis75 in cui san tommaso esplica la costitu-zione ontologica angelica con inoppugnabile capacitagrave argomentativaQuesto perograve egrave solo il punto drsquoarrivo dellrsquoesame di tutte le principali ndashed autorevoli ndash posizioni nei confronti dellrsquoilemorfismo un corposoelenco di 25 videtur e 14 sed contra76 in cui lrsquoaquinate comunica indi-rettamente al lettore che di fatto lrsquoangelologia egrave un campo di batta-

98 P Galassi

perfectio omnium perfectionum nec intelligendum est quod ei quod dico esse ali-quid addatur quod sit eo formalius ipsum determinans sicut actus potentiam esseenim quod huiusmodi est est aliud secundum essentiam ab eo cui additur determinan-dum [hellip] Unde non sic determinatur esse per aliud sicut potentia per actum sedmagis sicut actus per potentiam nam et in definitione formarum ponuntur propriaemateriae loco differentiae sicut cum dicitur quod anima est actus corporis physiciorganici [corsivo nostro]raquo toMMaso drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de potentiaq 7 a 2 ad 9 testo latino e traduzione italiana in id Le questioni disputate Vol 9

La potenza divina (De potentia) questioni 6-10 Esd Bologna 2003 pp 184-18575 Cfr id Quaestio disputata de spiritualibus creaturis testo latino e traduzione ita-

liana in id Le questioni disputate Vol 4 Lrsquoanima umana (De anima) Le creature

spirituali (De spiritualibus creaturis) Esd Bologna 2001 pp 522-80976 volendo sintetizzare troviamo da un lato 25 argomenti a favore della composizione

ilemorfica delle creature spirituali sostenute da Platone ad aristotele da agostino aBoezio fino al damasceno dallrsquoaltro lato lrsquoaquinate fornisce 14 argomenti contrariallrsquoilemorfismo angelico per lo piugrave citando lo Pseudo-dionigi aristotele e agostinodamasceno e avicenna fino a Ugo da san vittore cfr ivi pp 527-541

glia il palesarsi di una piugrave ampia weltanschaaung filosofico-cosmolo-gica e teologica

allrsquointerno del suo lungo respondeo riguardo alla nozione di mate-ria notando la radice del problema in unrsquoambiguitagrave terminologicasuggerisce che

per cercare la veritagrave sulla questione al fine di non procedere nel-lrsquoambiguitagrave bisogna prendere in esame che cosa si intenda col ter-mine di laquomateriaraquo Egrave chiaro infatti che poicheacute la distinzione trapotenza e atto attraversa tutto ciograve che egrave e poicheacute qualsiasi generesi divide in atto e potenza si chiama comunemente materia primaciograve che si trova nella categoria della sostanza come potenza e cheviene conosciuta a prescindere da ogni specie e forma e da ogniprivazione e che tuttavia egrave suscettibile di ricevere forme e priva-zioni come risulta da agostino [hellip] noncheacute dal filosofo77

san tommaso mostra come la nozione di materia non sia univocaallrsquointerno della speculazione ma presenti molteplici sfaccettature inquanto viene a descrivere propriamente qualsiasi soggetto di una per-fezione attualizzante che riceve e che gli inerisce abbiamo quindi tremomenti fondamentali della sua analisi la descrizione del terminemateria lrsquoatto conoscitivo con cui egrave scoperta e la sua funzione fisica

anzitutto il termine materia indica la potenza nella categoria dellasostanza allrsquointerno dei dieci predicamenti aristotelici (detti anchecategorie) il primo egrave proprio la sostanzialitagrave siccome san tommasoafferma che la distinzione di atto e potenza attraversa lrsquointera realtagrave

99Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

77 laquoad huius veritatis inquisitionem ne in ambiguo procedamus considerandum estquid nomine materiae significetur Manifestum est enim quod cum potentia etactus dividant ens et cum quodlibet genus per actum et potentiam dividatur idcommuniter materia prima nominatur quod est in genere substantiae ut potentiaquaedam intellecta praeter omnem speciem et formam et etiam praeter privatio-nem quae tamen est susceptiva et formarum et privationum ut patet per au gu sti -num [hellip] et per Philosophumraquo id Quaestio disputata de spiritualibus creaturisa 1 resp id Le questioni disputate Vol 4 pp 540-541

ne deriva che lrsquoambito della materia abbia una portata piugrave ristretta diquello della potenza

Gnoseologicamente parlando la materia egrave ricavata per sottrazionedi ogni tipologia di forma o qualifica non ha in seacute un contenuto suffi-cientemente positivo per poter esprimere cosa sia ma semplicementeegrave il residuo ontologico dellrsquoatto a cui egrave tolta qualsiasi determinazionein tal modo si scopre immediatamente che la materia non egrave in seacute ma egravesempre per altro da seacute egrave tensione verso lrsquoattualitagrave di una qualcheforma essendo sempre suscettibile di ricevere una perfezione Unconcetto complesso quindi da cui risultano molte sfaccettature comela classica distinzione tra materia prima in potenza a qualsiasi formasostanziale e materia seconda che egrave invece la sostanza in quantoviene considerata in potenza alle forme accidentali

dunque materia e sostrato divengono in tal senso sinonimi anchese il loro rapporto non egrave sempre di una perfetta sovrapposizione insenso stretto la materia egrave il materiale piugrave primitivo dellrsquoessere fisicodi modo che se vi egrave un ente sensibile esso sia senza dubbio fatto dimateria prima Giagrave la materia seconda che incarna la nozione di mate-riale (il tavolo di legno o la finestra di vetro) si dice materia solosecundum quid cioegrave in senso lato

ora la sostanzialitagrave dellrsquoangelo risulta dal fatto che egrave agente solole sostanze agiscono dal momento che gli accidenti qualificano unrsquoa-zione o sono i mezzi con cui essa egrave compiuta se gli angeli agisconosono anzitutto sostanze di qui la dicitura di sostanze separate se sonosostanze in senso proprio avranno un apparato di accidenti che liriguardano e un caso tipico di questi egrave come vedremo lrsquointellettopuro Quando si dice che gli angeli sono intelletti puri srsquointende chesono distinti dagli esseri animati irrazionali in quanto nature intelli-genti e dagli esseri razionali umani in quanto intelligenze pure intui-tive e non discorsive da ciograve consegue che lrsquointellettualitagrave egrave perfezionedella sostanzialitagrave dellrsquoangelo cosiccheacute lrsquoangelo sia in potenza ad essae quindi materia seconda ndash o meglio sostrato ndash di tale accidente inten-dendo la sostanza angelica come materia seconda dei propri accidenti

Chiarito questo egrave lrsquoesigenza di un ordine allrsquointerno dellrsquouniversoa suggerire il prosieguo della risposta tommasiana che opera un inte-

100 P Galassi

ressante spostamento da una lettura cronologica ndash fattuale ndash dellosvolgersi del movimento aristotelico come passaggio dalla potenzaallrsquoatto ad una lettura metafisica in cui la prioritagrave spetta naturalmenteallrsquoatto

sebbene [hellip] in una stessa cosa che talora egrave in atto talora in potenzala potenza preceda cronologicamente lrsquoatto lrsquoatto tuttavia ha pernatura un primato rispetto alla potenza E ciograve che viene prima nondipende da ciograve che egrave secondario ma viceversa Per questo si trovatalvolta un atto primo senza alcuna potenza mai tuttavia si trovanella realtagrave qualche potenza che non sia perfezionata da un attoPer questo nella materia prima vi egrave sempre qualche forma78

Pur essendo vero che la materia necessariamente rimanda allaforma per essere compresa questo tuttavia non implica il contrariociograve che lrsquouomo sa della forma non dipende dalla materia dunque nonegrave necessario assegnare una materia ad ogni realtagrave che si configuricome atto o forma e per questo egrave necessario e quanto meno lecitosupporre lrsquoesistenza di forme separate

ora scorporati i termini di materia e potenza ed esplicitato lrsquooriz-zonte metafisico lrsquoaquinate puograve relazionare la sostanza spirituale allametafisica della partecipazione in cui lrsquoatto primo egrave causa distinta econveniente dellrsquoimmaterialitagrave della creatura angelica attraverso lasua recezione dellrsquoactus essendi

dallrsquoatto primo assolutamente perfetto che ha in seacute tutta la pie-nezza della perfezione egrave causato in tutte le cose il loro essere in

101Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

78 laquolicet [hellip] in uno et eodem quod quandoque est in actu quandoque in potentiaprius tempore sit potentia quam actus actus tamen naturaliter est prior potentia illudautem quod est prius non dependet a posteriori sed e converso et ideo invenitur ali-quis primus actus absque omni potentia numquam tamen invenitur in rerum naturapotentia quae non sit perfecta per aliquem actum et propter hoc semper in materiaprima est aliqua formaraquo id Quaestio disputata de spiritualibus creaturis a 1 resptesto latino e traduzione italiana in id Le questioni disputate Vol 4 pp 540-541

atto tuttavia secondo un certo ordine infatti nessun atto causatoha tutta la pienezza della perfezione ma rispetto al primo attoogni atto causato egrave imperfetto Quanto piugrave tuttavia un atto egrave per-fetto tanto piugrave egrave vicino a dio Ma fra tutte le creature si avvicina-no di piugrave a dio le sostanze spirituali e questo risulta da dionigi[hellip] per cui esse massimamente accedono alla perfezione dellrsquoattoprimo rapportandosi alle creature inferiori come ciograve che egrave perfettoallrsquoimperfetto e come lrsquoatto alla potenza in nessun modo dunqueappartiene allrsquoordine delle cose che le sostanze spirituali abbianobisogno per essere della materia prima che egrave il piugrave incompletofra tutti gli enti al contrario esse sono di gran lunga al di sopradella materia e di tutte le cose materiali79

24 ldquocausa exemplarisrdquo ii lrsquointelletto angelico

lrsquoimmaterialitagrave di cui san tommaso parla non egrave una diminutio del-lrsquoessere angelico percheacute la forma sostanziale che sussiste in se stessa

102 P Galassi

79 laquoa primo [hellip] actu perfecto simpliciter qui habet in se omnem plenitudinem per-fectionis causatur esse actu in omnibus sed tamen secundum quendam ordinem nullus enim actus causatus habet omnem perfectionis plenitudinem sed respectuprimi actus omnis actus causatus est imperfectus quanto tamen aliquis actus estperfectior tanto est deo propinquior inter omnes autem creaturas deo maximeappropinquant spirituales substantiae ut patet per dyonisium [hellip] unde maximeaccedunt ad perfectionem primi actus cum comparentur ad inferiores creaturassicut perfectum ad imperfectum et sicut actus ad potentiam nullo ergo modo hocratio ordinis rerum habet quod substantiae spirituales ad esse suum requirantmateriam primam quae est incompletissimum inter omnia entia sed sunt longesupra totam materiam et omnia materialia elevataeraquo id Quaestio disputata de

spiritualibus creaturis a 1 resp testo latino e traduzione italiana in id Le que-

stioni disputate Vol 4 pp 540-543 tale posizione saragrave confermata nel quadrodella polemica anti-avicebroniana compiuta nel De substantiis separatis in cuilrsquoaquinate conferma la ragionevolezza dellrsquoimmaterialitagrave angelica rispetto allecavillose escogitazioni operate da avicebron

egrave un atto che nel suo assetto egrave senza potenza80 che compie tutta la per-fezione sua propria Perciograve mancando un sostrato materiale la formadella sostanza separata rimane in un possesso totale di se stessa e laforma piugrave alta di autopossesso non puograve che essere la conoscenza81

ora la conoscenza egrave secondo san tommaso una perfezione quasitrascendente poicheacute egrave un aspetto della perfezione dellrsquoEssere cheappare e fiorisce negli esseri come risultato di un certo livello di attua-litagrave come egrave anche il caso della vita la cui piugrave alta espressione egrave ndashappunto ndash la conoscenza

allrsquointerno del fenomeno conoscitivo il soggetto partecipa delleperfezioni proprie dellrsquooggetto conosciuto assimilandole ed arric-chendosi di conseguenza Pensando una cosa egrave come se intenzional-mente questa rivivesse nel soggetto stesso poicheacute lrsquoesse non coincidecon il dato sensibile

a volte la forma egrave ricevuta da ciograve che subisce secondo un modo drsquoes-sere diverso da quello che ha in ciograve che agisce percheacute la disposizio-ne della materia a ricevere che appartiene a ciograve che subisce non egravesimile alla disposizione che la materia aveva in ciograve che agisce e per-ciograve la forma egrave ricevuta da ciograve che subisce senza materia in quantociograve che subisce egrave simile allrsquoagente quanto alla forma e non in quantoalla materia e in questo modo la sensibilitagrave riceve la forma senza lamateria percheacute la forma ha nella sensibilitagrave un altro modo di esserediverso da quello che ha in una realtagrave sensibile infatti in una realtagravesensibile ha realtagrave fisica nella sensibilitagrave invece ha lrsquoessere di unapresenza intenzionale ossia spirituale82

103Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

80 Quella potenzialitagrave che egrave appunto la materia ricordiamo che solo dio egrave atto puro81 Per un approfondimento cfr s-t Bonino Les anges et les deacutemons pp 171-193

G EMEry Lrsquoillumination et le langage des anges chez saint Thomas drsquoAquinlaquonova et veteraraquo 85 (2010) pp 255-280

82 laquoQuandoque vero forma recipitur in patiente secundum alium modum essendiquam sit in agente quia dispositio materialis patientis ad recipiendum non estsimilis dispositioni materiali quae est in agente Et ideo forma recipitur in patientesine materia inquantum patiens assimilatur agenti secundum formam et non

sebbene lrsquoangelo pura sostanza spirituale si realizzi solo nellrsquoatti-vitagrave intellettuale questa attivitagrave non egrave identica al suo essere Mentre indio conoscere ed essere coincidono nelle creature sono ben distintein particolare lrsquoatto conoscitivo angelico non coincide tout court conlrsquoangelo stesso cioegrave con la sostanza angelica neacute con il suo actusessendi o con la sua essenza83

san tommaso articola la distinzione tra lrsquoessere e lrsquooperare angeli-co ndash che ne dimostrerebbe la creaturalitagrave ndash ricorrendo allrsquoindividuazio-ne nella creatura spirituale di un atto primo e un atto secondo Questadistinzione serve anche a spiegare come un angelo sia composto diattualitagrave e potenzialitagrave pur trattandosi di una forma sussistente com-pletamente immateriale il primo atto egrave lrsquoesse di una cosa cioegrave lrsquoattua-litagrave sostanziale con cui esiste come ens il secondo atto egrave lrsquooperatio diuna cosa lrsquoattualitagrave accidentale del suo potere con cui raggiunge lasua perfezione la piena realizzazione della sua potenzialitagrave84 nel casodellrsquoangelo la potenzialitagrave coinvolta egrave per lrsquoappunto la facoltagrave intel-lettuale e lrsquooperazione relativa a quel potere consiste in qualche attointellettuale sia di conoscenza che di volontagrave

a differenza di dio lrsquoangelo quindi non egrave pura attualitagrave non esisten-do per la sua stessa essenza neacute avendo immediatamente la sua completaperfezione potenziale Come creatura lrsquoangelo deve il suo essere a dioe puograve raggiungere una perfezione intellettuale che va oltre lo stato ini-ziale della sua esistenza creata in quanto tale sia essa una perfezionenaturale o soprannaturale Questo porta a concludere che

104 P Galassi

secundum materiam Et per hunc modum sensus recipit formam sine materia quiaalterius modi esse habet forma in sensu et in re sensibili nam in re sensibili habetesse naturale in sensu autem habet esse intentionale et spiritualeraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) sentencia De anima liber 2 lectio 24 n 3 testo latino e traduzio-ne italiana in id Lo specchio dellrsquoanima la sentenza di Tommaso drsquoAquino sul

De anima di Aristotele san Paolo Cinisello Balsamo 2012 pp 816-81783 Egrave precisamente ciograve che afferma lrsquoaquinate nella q 54 della Summa Theologiae i84 si ricordi anche quanto detto allrsquoinizio della trattazione dellrsquoangelologia tomista

tra potenza e materia

nellrsquoangelo come in ogni altra creatura la virtugrave o potenza operati-va non si identifica con lrsquoessenza [hellip] Essendo la potenza ordinataallrsquoatto bisogna distinguere le diverse potenze secondo la diversitagravedegli atti per cui si dice che lrsquoatto corrisponde alla propria poten-za ora [hellip] lrsquoatto [hellip] a cui egrave ordinata la potenza operativa egrave lrsquoo-perazione E nellrsquoangelo lrsquointellezione non si identifica con lrsquoesse-re come pure non si identifica con lrsquoessere alcunrsquoaltra operazioneil che vale tanto per lrsquoangelo quanto per qualsiasi altra creaturaQuindi lrsquoessenza dellrsquoangelo non egrave la sua potenza intellettiva neacutealcuna essenza di una realtagrave creata egrave la sua potenza operativa85

apparentemente lrsquoaquinate sembrerebbe indulgere ad artifici meta-fisici per mantenere unite le due tesi della creaturalitagrave e della pura intel-lettualitagrave angelica e si comprende bene il percheacute di un certo successodella soluzione ilemorfica nella teologia a lui coeva tuttavia possiamodire che da un lato lrsquoimmaterialitagrave angelica egrave il presupposto per unrsquoin-dagine completa ndash sebbene mai comprensiva ndash dellrsquoangelo dallrsquoaltrooccorre nuovamente ribadire lrsquoorizzonte creaturale entro il quale ildottore angelico legge sempre lrsquoangelologia sintetizzando a propositodella gnoseologia angelica potremmo dire che dio egrave intelletto puromentre lrsquoangelo ha un intelletto puro percheacute necessita di mediazione

la potenza intellettiva dellrsquoangelo abbraccia la conoscenza di tuttele cose poicheacute lrsquooggetto dellrsquointelletto egrave lrsquoente o il vero in genera-le lrsquoessenza dellrsquoangelo invece non abbraccia in seacute tutte le cose

105Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

85 laquonec in angelo nec in aliqua creatura virtus vel potentia operativa est idem quodsua essentia [hellip] Cum [hellip] potentia dicatur ad actum oportet quod secundumdiversitatem actuum sit diversitas potentiarum propter quod dicitur quod propriusactus respondet propriae potentiae [hellip] actus autem ad quem comparatur potentiaoperativa est operatio in angelo autem non est idem intelligere et esse nec aliquaalia operatio aut in ipso aut in quocumque alio creato est idem quod eius esseUnde essentia angeli non est eius potentia intellectiva nec alicuius creati essentiaest eius operativa potentiaraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 54a 3 resp testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima

parte p 617

essendo di un genere e di una specie determinata abbracciarequindi perfettamente e in modo assoluto in se stessa tutte le cose egraveuna proprietagrave esclusiva dellrsquoessenza divina che egrave infinita Quindisoltanto dio conosce tutte le cose mediante la propria essenzalrsquoangelo invece non puograve conoscere ogni cosa mediante la propriaessenza ma egrave necessario che il suo intelletto per intendere le cosesia completato da un certo numero di specie86

Chiarito questo egrave interessante notare come la teoria della cono-scenza angelica permetta a tommaso di illuminare per converso lanatura dellrsquointelletto e il suo funzionamento sappiamo che dio cono-sce tutte le cose in se stesso mentre lrsquoangelo egrave una creatura limitataimpossibilitata a riflettere in seacute la totalitagrave di ciograve che esiste il mezzoche rende le cose intelligibili egrave ciograve che viene chiamato dallrsquoaquinatespecies intelligibilis 87 anche lrsquouomo possiede tale specie elaboran-dola tuttavia attraverso un processo di astrazione che ha come punto dipartenza la realtagrave sensibile Poicheacute per lrsquoangelo il processo di astrazio-ne egrave impossibile esso riceve tale specie direttamente da dio infusa almomento della sua creazione88

106 P Galassi

86 laquoPotentia [hellip] intellectiva angeli se extendit ad intelligendum omnia quia obiec-tum intellectus est ens vel verum commune ipsa autem essentia angeli non com-prehendit in se omnia cum sit essentia determinata ad genus et ad speciem hoc autem proprium est essentiae divinae quae infinita est ut in se simpliciter omniacomprehendat perfecte Et ideo solus deus cognoscit omnia per suam essentiamangelus autem per suam essentiam non potest omnia cognoscere sed oportet intel-lectum eius aliquibus speciebus perfici ad res cognoscendasraquo id Summa

Theologiae i q 55 a 1 resp id La Somma Teologica Prima parte p 62287 laquoPotentia vero intellectiva in substantiis spiritualibus superioribus idest in angelis

naturaliter completa est per species intelligibiles inquantum habent species intelli-gibiles connaturales ad omnia intelligenda quae naturaliter cognoscere possuntraquoid Summa Theologiae i q 55 a 2 resp

88 laquoUnicuique spiritualium creaturarum a verbo dei impressae sunt omnes rationesrerum omnium tam corporalium quam spiritualiumraquo id Summa Theologiae i q 56 a 2 resp

ora lrsquoastrazione egrave un processo intellettivo che trae da una conoscen-za sensibile della cosa ndash il cosiddetto phantasma ndash la specie intelligibileessa quindi presuppone una conoscenza materiale dellrsquoente materiale dicui coglie lrsquoaspetto universale e formale siccome il conosciuto in quan-to conosciuto permane nel conoscente ndash come unrsquoimmagine nellamemoria ndash per avere conoscenza materiale egrave necessario che il conoscen-te sia materiale tuttavia lrsquoangelo egrave assolutamente immateriale perciogravenon puograve astrarre percheacute non ha necessitagrave di tutto ciograve di cui lrsquouomonecessita al fine di ottenere una qualche conoscenza della realtagrave

ora per quanto riguarda il modus cognitionis dellrsquoangelo santommaso come giagrave accennato specifica che una sostanza separatanon ragiona neacute pensa in modo discorsivo o analitico piuttosto intuiscesinteticamente e senza errore per quegli oggetti che le sono propri89tut tavia lrsquoangelo per quelle cose che non possono essere da lui cono-sciute senza che gli siano proprie puograve errare e proprio in questa possi-bilitagrave si legge la sua creaturalitagrave lrsquoangelo infatti si trova perfettamentein atto per quanto riguarda la sua natura mentre in potenza per quantoriguarda le veritagrave soprannaturali che trascendono le veritagrave naturalidiciamo che lrsquoangelo buono mostra una certa onestagrave intellettuale percui rimanda sempre al Creatore90 diversamente dallrsquoazione diabolica ndashperversa ndash che riduce e determina travisando91

107Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

89 Cfr id Summa Theologiae i q 58 a 5 resp90 Cfr Lc 134-3537 laquo34Maria disse allrsquoangelo ldquoCome avverragrave questo poicheacute non

conosco uomordquo 35le rispose lrsquoangelo ldquolo spirito santo scenderagrave su di te e lapotenza dellrsquoaltissimo ti copriragrave con la sua ombra [hellip] 37Nulla egrave impossibile a Diordquo[corsivo nostro]raquo

91 Cfr Lc 49-11 laquo9(il diavolo) lo condusse a Gerusalemme lo pose sul punto piugravealto del tempio e gli disse ldquoSe tu sei figlio di dio gegravettati giugrave di qui 10sta scritto

infatti ai suoi angeli daragrave ordini a tuo riguardo affincheacute essi ti custodiscano 11e anche Essi ti porteranno sulle loro mani percheacute il tuo piede non inciampi inuna pietrardquo [corsivo nostro]raquo

25 ldquocausa finalisrdquo i gli angeli nella chiesa

251 La Chiesa come destino dellrsquoangelo

Come visto fino a questo punto san tommaso distingue con chia-rezza e allo stesso tempo integra armoniosamente il livello della natu-ra e della Grazia il funzionamento di queste due non risulta autoesclu-dente o estrinsecistico ma viene integrato in un alto disegno teologicoche esprime il dispiegarsi storico-salvifico dellrsquoauto-manifestarsi didio il destino trascendente e soprannaturale della Creazione comuni-cato efficacemente e definitivamente nellrsquoincarnazione trova nellrsquoan-gelo un esimio rappresentante

di fatto si puograve concepire la Grazia come relazione con dio e parte-cipazione alla sua natura92 se dio egrave il dato primario e decisivo il riferi-mento agli angeli fornisce ottimi elementi per capire piugrave profondamenteil Mistero della Grazia proprio percheacute la creatura angelica nonostantela sua maggiore perfezione mantiene quello scarto ontologico in rela-zione a tale divina realtagrave Questo elemento lrsquoaccomuna al mondo degliuomini anche se non la rende coincidente con essi e guarda caso ilmetro di misura di tale paradossale avvicinamento risulta essere esatta-mente Cristo come aveva giagrave intuito santrsquoagostino

E adorate lo sgabello dei suoi piedi percheacute egrave santo Cosa dobbiamoadorare Lo sgabello dei suoi piedi [hellip] notate bene o fratellicosa ci si ordini di adorare in un altro passo scritturale egrave detto Mio trono egrave il cielo la terra egrave lo sgabello dei miei piedi 93 [hellip] Mi trovo nellrsquoincertezza temo di adorare la terra percheacute potrebbepunirmi colui che ha creato il cielo e la terra ma temo ancora dinon adorare lo sgabello dei piedi del mio signore poicheacute nelsalmo mi si prescrive di adorare lo sgabello dei suoi piedi [hellip]

108 P Galassi

92 Cfr 2Pt 14 laquoEgli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi affin-cheacute per loro mezzo diventiate partecipi della natura divinaraquo

93 Is 661

nella mia incertezza mi volgo a Cristo poicheacute egrave di lui che vado incerca in lui trovo come si possa adorare la terra sgabello dei piedidi dio senza cadere nellrsquoempietagrave Egli infatti dalla terra assunse laterra poicheacute la nostra carne proviene dalla terra [hellip] Quando dun-que ti chini o ti prostri dinanzi alla terra non considerarla [sempli-ce] terra considera piuttosto il santo dei cui piedi egrave sgabello laterra che adori Egrave in vista di lui infatti che tu la adori94

la Grazia colma la distanza ontologica che dal punto di vista dellanatura esiste tra la creatura e il Creatore non che la creatura esaurisca ilCreatore o renda meno infinita la distanza Piuttosto sublima la sua fini-tudine accedendo ad una vicinanza con dio che non ha da se stessa pro-prio tale elemento consente di unire le creature intelligenti in unrsquounicasocietagrave la stessa comunitagrave adorante che egrave la Chiesa Per Grazia gli ange-li e gli uomini ottengono la partecipazione soprannaturale in entrambi icasi della natura divina questo li rende analogamente figli di diofacendo sigrave che il grado di perfezione ndash soprannaturale ndash corrispondaallrsquoestensione di caritagrave e non alla potenzialitagrave di natura del resto soloquesto funzionamento ha reso possibile storicamente una regina ndashumana ndash degli angeli in quanto madre del verbo incarnato

109Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

94 laquoEt adorate scabellum pedum eius quoniam sanctus est Quid habemus adorareScabellum pedum eius [hellip] videte fratres quid nos iubeat adorare alio locoscripturarum dicitur Caelum mihi sedes est terra autem scabellum pedum meo-

rum [hellip] anceps factus sum timeo adorare terram ne damnet me qui fecit coelumet terram rursus timeo non adorare scabellum pedum domini mei quia Psalmusmihi dicit Adorate scabellum pedum eius [hellip] fluctuans converto me adChristum quia ipsum quaero hic et invenio quomodo sine impietate adoretur terrasine impietate adoretur scabellum pedum eius suscepit enim de terra terram quiacaro de terra est [hellip] ideo et ad terram quamlibet cum te inclinas atque prosternisnon quasi terram intuearis sed illum sanctum cuius pedum scabellum est quodadoras propter ipsum enim adorasraquo aGostino di iPPona (s) Enarrationes in

Psalmos Ps 989 testo latino e traduzione italiana in id Opera omnia XXVII1

Esposizione sui Salmi [86-104] Cittagrave nuova roma 19932 pp 430-433

la vergine Maria egrave stata colmata della piugrave alta grazia che possaricevere una semplice creatura essere Madre di dio Questo lapone nellrsquoordine della santitagrave sopra tutti gli angeli inoltre mentredi solito sono gli uomini che mostrano rispetto agli angeli egrave lrsquoan-gelo Gabriele che si inchina alla vergine [tr nostra]95

dunque gli angeli e lrsquouomo partecipano della Grazia in quanto creaturerazionali e possono aderire ed entrare nella dinamica della vita divina Ciograveegrave sufficiente per dire che non costituiscono due Chiese separate se unica egravela creazione unica egrave e deve essere la Chiesa percheacute tutta la creazione egrave perla Chiesa il rapporto uno ad uno che istituisce il Ca te chi smo della ChiesaCattolica sostiene che non si possano concepire due Chiese una angelica euna umana ma vi sia un solo Capo Cristo per un solo Corpo la Chiesa

non avremo dunque unrsquoanatomia ecclesiale che preveda un corpo adue teste o una testa avente due corpi ma un solo Corpo e un solo CapoPer questo motivo di Cristo si dice che laquoegrave certo che egli egrave capo anchedegli angeliraquo96

252 Lrsquoappartenenza angelica alla Chiesa

Questo rende lrsquouomo uguale allrsquoangelo nella Chiesa Eppure lrsquoan-gelo non riceve alcun battesimo lrsquouomo invece sigrave sono uguali lafiliazione angelica e quella umana sebbene la caritagrave renda ininfluenteessere angeli o uomini quanto allrsquoappartenere alla Chiesa noi credia-mo che la natura sia rilevante quanto al ruolo giocato in questa appar-tenenza Per argomentarlo vogliamo riprendere commentare e discu-tere dialetticamente ciograve che la scrittura stessa ci suggerisce

110 P Galassi

95 laquola vierge Marie a eacuteteacute combleacutee de la plus haute gracircce qursquoune pure creature puisse rece-voir ecirctre Megravere de dieu Cela la place dans lrsquoordre de la sainteteacute au-dessus de tout lesanges aussi alors que drsquoordinaire ce sont les hommes qui teacutemoignent du respect auxanges lrsquoange Gabriel srsquoincline-t-il devant la viergeraquo s-t Bonino Les anges et les

deacutemons p 28896 E saUras Teologia del Corpo mistico Cittagrave nuova roma 1964 p 1247

se si considera attentamente la teologia del Corpo Mistico cosigravecome fu fondata da san Paolo stesso nella divina rivelazione si notacome ciascun individuo abbia un ruolo proprio specifico allrsquointernodellrsquounico organismo attraverso lrsquoesemplificazione degli organi

14E infatti il corpo non egrave formato da un membro solo ma da moltemembra 15se il piede dicesse ldquoPoicheacute non sono mano non appar-tengo al corpordquo non per questo non farebbe parte del corpo 16E selrsquoorecchio dicesse ldquoPoicheacute non sono occhio non appartengo alcorpordquo non per questo non farebbe parte del corpo 17se tutto ilcorpo fosse occhio dove sarebbe lrsquoudito se tutto fosse uditodove sarebbe lrsquoodorato 18ora invece dio ha disposto le membradel corpo in modo distinto come egli ha voluto 19se poi tuttofosse un membro solo dove sarebbe il corpo 20invece molte sonole membra ma uno solo egrave il corpo 21non puograve lrsquoocchio dire allamano ldquonon ho bisogno di terdquo oppure la testa ai piedi ldquonon hobisogno di voirdquo 22anzi proprio le membra del corpo che sembranopiugrave deboli sono le piugrave necessarie97

ora le membra si possono dire non solo di un individuo ma anchedi un gruppo come ad esempio di una specie gerarchica della Chiesain altri termini il testo non pone una corrispondenza assoluta ed espli-cita fra individuo-membro cosigrave da escluderne altre Conservandosempre uno statuto analogico il paragone membro-corpo puograve riferirsiallrsquoindividuo come al gruppo egrave interessante sotto questa prospettivala riflessione che pone padre Emilio sauras riguardo il pensiero del -lrsquoaquinate percheacute secondo un senso nuovamente partecipativo lastessa verticitagrave di Cristo non egrave esclusiva ma inclusiva e partecipata allavicarietagrave del Pontefice e con esso di tutta la gerarchia che ovviamen-te non egrave un individuo ma un gruppo

111Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

97 1Cor 1214-22 cfr anche 1Cor 615-17 1016 ss Rm 124 ss Ef 118-23 412523-28 Col 115-1824 311

in altro senso [quello] dellrsquoamministrazione esterna lrsquoangelico dagravelrsquoappellativo di capo a coloro che costituiscono la gerarchia dellaChiesa e in questo senso tutti siamo soliti dire che il Pontediceromano egrave il capo visibile della Chiesa ed ogni vescovo lo egrave dellasua diocesi Come si vede lrsquoespressione di capo applicata ad altrioltre che a Cristo non egrave cosa inaudita98

non egrave un caso infatti che san Paolo differenzi il corpo elencandoquattro parti ndash la mano il piede lrsquoocchio e lrsquoorecchio ndash che costituisconoinsieme gli estremi della corporeitagrave umana chi prende gli estremi infattiintende cogliere tutto ciograve che da essi egrave compreso fra questi tuttavia bendue organi distinti appartengono al Capo e sappiamo che la designazionedi un organo diverso corrisponde alla designazione di una diversa appar-tenenza alla Chiesa se questo vale per la semplice appartenenza anchese sacramentale alla gerarchia a maggior ragione si constateragrave unavariazione lagrave dove varia egrave la natura lrsquoangelo egrave di una natura diversa daquella umana quindi diversa dovragrave essere la sua appartenenza allaChiesa ma non puograve accadere cosigrave potrebbero dire alcuni percheacute

egrave innegabile che nella Chiesa vi siano una determinata organizza-zione determinate funzioni [hellip] Ma [hellip] le membra interessano alnostro studio in quanto sono soggetti che ricevono la Grazia santi-ficatrice di Cristo [hellip] la diversitagrave delle membra dipende dalladiversitagrave della comunicazione dellrsquoelemento divino che da Cristodiscende agli uomini99

ne risulta che non sia sufficiente citare la diversitagrave fra la natura ange-lica e quella umana per implicare una diversitagrave di appartenenza al CorpoMistico tuttavia rispondiamo che questo vale ogni volta che la naturache pure funge da supposito della grazia (gratia perficit naturam) non nedifferenzia passivamente lrsquoattivitagrave perfezionatrice non egrave un caso infattiche solo un uomo puograve essere consacrato sacerdote non percheacute dio non

112 P Galassi

98 E saUras Teologia del Corpo mistico p 91199 Ivi p 847

possa comunicare tale carattere ad un angelo se volesse ma percheacute havincolato il suo conferimento al Mistero della propria incarnazione Unente incorporeo come lrsquoangelo quindi non puograve ricevere simile unzione

si puograve adottare anche un altro argomento a proposito della necessitagravedi ammettere una diversitagrave partecipativa fra angeli e uomini rispetto alMistero della Chiesa abbiamo infatti svolto unrsquoargomentazione staticacioegrave a partire dalla funzione-posizione organica di ciascun membro nelCorpo Mistico Ma si puograve anche formulare unrsquoargomentazione dinamicaa partire dalla visione del card Journet il quale riprendendo la concezio-ne dellrsquounico Corpo mistico secondo la tripartizione classica di Chiesagloriosa purgante e militante afferma quanto segue

tra la Chiesa il corpo mistico e la sposa di Cristo il regno di dio lacittagrave di dio la comunione dei santi crsquoegrave una vera identitagrave e solodistinzioni concettuali la Chiesa egrave il corpo di Cristo Come gloriosalei egrave il corpo di Cristo glorioso Come viaggiatore lei egrave il corpo diCristo come viaggiatore [] Egrave la stessa Chiesa lo stesso corpo misti-co di Cristo sostanzialmente e numericamente uno i cui membrisono sotto il suo stato glorioso gli eletti e gli angeli nel suo stato disofferenza le anime del purgatorio iniziato il suo stato di viaggio icredenti della legge della natura e la legge mosaica sotto il suo statofinito i credenti si riunirono sotto il papa [tr nostra]100

113Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

100 laquoEntre lrsquoEacuteglise le corps mystique et lrsquoeacutepouse du Christ le royaume de dieu laciteacute de dieu la communion des saints il y a identiteacute reacuteelle et distinctions seule-ment conceptuelles lrsquoEacuteglise est le corps du Christ En tant que qlorieuse elle estle corps du Christ en tant que glorieux En tant que voyageuse elle est le corps duChrist en tant que voyageur [] Crsquoest une mecircme Eacuteglise un mecircme corps mysti-que du Christ substantiellement et numeacuteriquement un qui a pour membres sousson eacutetat glorieux les eacutelus et les anges sous son eacutetat souffrant les acircmes du purga-toire sous son eacutetat voyageur commenceacute les croyants de la loi de nature et de laloi mosaiumlque sous son eacuteta voyageur acheveacute les croyants rassembleacutes sous lepaperaquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute iv p 308

Gli angeli appartengono alla Chiesa anche se in una modalitagrave sui generis Essi infatti con i santi possono appartenere solo allaChie sa gloriosa e non possono appartenere alla Chiesa militante per-cheacute essi scelgono una volta per tutte e non devono compiere alcuncammino di confermazione su questa terra Questo dimostra come cisia una varietagrave nellrsquoappartenenza dinamica alla Chiesa percheacute nellrsquoe-voluzione interna alle tre parti due terzi sono tipiche solo dellrsquouomo

ora se si guarda la struttura delle tre componenti nellrsquounicaChiesa emergono i seguenti elementi fondamentali destino di tutte egravequella gloriosa di modo che tutte culmineranno in essa ed essa saragravelrsquounica a rimanere in eterno se egrave vero questo come afferma la sacrascrittura la meta egrave unica ma differente egrave il percorso attraverso il qualeegrave raggiunta

Egrave difficile ritenere che la diversitagrave del percorso compiuto che pureegrave voluta da dio non implichi una diversitagrave nella partecipazione sog-gettiva allo scopo in caso alternativo la variazione di percorsi sembre-rebbe meramente arbitraria sappiamo del resto che se la Chiesamilitante egrave necessaria per lrsquouomo al fine di accedere a Quella gloriosanon lo egrave strettamente parlando quella purgante dal momento che unuomo potrebbe essere ammesso direttamente in Paradiso lrsquoangelodal canto suo in nessun modo puograve passare dalla militante e in nessunmodo completa laquociograve che dei patimenti di Cristo manca [hellip] a favoredel suo corpo che egrave la Chiesaraquo101 percheacute non patisce nulla essendonella Gloria Questo deve implicare quindi una modalitagrave differente dipartecipazione al Mistero della Chiesa

26 ldquocausa finalisrdquo ii gli angeli e il Verbo incarnato

ora due sono i concetti fondamentali uomini e angeli costituisco-no unrsquounica Chiesa ma non la costituiscono nello stesso modo Perfondare questa affermazione abbiamo da un lato inferito lrsquounicitagrave delCorpo dallrsquoUnicitagrave del Capo e dallrsquoaltro abbiamo fondato questa dise-

114 P Galassi

101 Col 124

guale appartenenza su due argomenti abbiamo definito il primo staticopercheacute abbiamo considerato la varietagrave organica che connota un corpose per differenze dovute a caratteri accidentali (come quelli sacramen-tali) si implica una diversa appartenenza (organo diverso) tanto piugrave lasi dovragrave ammettere per differenze maggiori come quelle dovuteallrsquoessenza abbiamo detto il secondo dinamico poicheacute constata unadiversitagrave nellrsquoappartenere per una radicale diversitagrave nellrsquoadesionesauras ci dice

fondamentalmente tutte le membra costituiscono un solo gruppoquello dei redenti nel quale rientrano tutti gli uomini di fronte aquesto gruppo ve ne egrave un altro quello di coloro che non sono statiredenti Ma che hanno una grazia dipendente in qualche mododalla redenzione e quindi da Cristo redentore e da Cristo capoquesto gruppo egrave costituito dagli angeli102

Bisogna cogliere dunque il problema stiamo parlando della cau-salitagrave finale angelica laddove abbiamo constatato che tutto il cosmo egravecreato per essere o esso stesso Chiesa (esseri personali) o per la Chiesa(esseri impersonali) Ma il fondamento del Mistero della Chiesa inquanto Corpo Mistico di Cristo egrave proprio il suo Corpo fisico cioegrave ilfatto che il verbo sia divenuto uomo tanto che si potrebbe dire chelrsquoincorporazione sia prosieguo ed estensione dellrsquoincarnazionetuttavia lrsquoaltissimo si egrave fatto uomo non angelo Egrave chiaro che tutto egravefatto per la Chiesa ma allora lrsquoincarnazione come tale egrave fondamentodi tutta la Corporeitagrave Mistica o di una sola sua parte

interessante nellrsquoottica di sauras che lrsquoelevazione angelica siadebitrice della redenzione umana cosiccheacute la prima proceda analogi-camente dalla seconda Questo deriva dalla convinzione tomista delpadre domenicano per cui il mistero della Chiesa egrave inscindibile dalmistero dellrsquoincarnazione e dal mistero della redenzione non solo de facto ma de iure

115Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

102 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1247

Cristo si incarna per essere redentore degli uomini la redenzioneegrave la ragione determinante che lo mosse ad incarnarsi E le funzioniche esercita nel mondo dipendono essenzialmente da questo fattoprincipale tale egrave la dottrina di san tommaso103

la grazia passa dal verbo incarnato che si incarna per la re den -zione dei nostri peccati cosiccheacute tutte le grazie sia quelle elargite acoloro che non hanno peccato che quelle elargite allrsquoumanitagrave decadu-ta sono in relazione a questo atto salvifico occasionate da esso Malrsquoautore sa che il problema non egrave affatto banale e si rende immediata-mente conto che dipende da una questione fondamentale ossia il finedellrsquoincarnazione104

Egrave del tutto impossibile trovare una completa unanimitagrave fra i teologiquando si tratta di determinare in che cosa consistano le relazionifra Cristo uomo e gli angeli e quali siano le grazie che questi ultimiricevono da lui Questa questione egrave intimamente collegata allrsquoaltradi importanza fondamentale in cristologia sui motivi dellrsquoincarna-zione non essendovi unanimitagrave su questrsquoultima non potragrave esservineppure su quella che ne deriva105

da dove deriva questa discussione Proprio dallrsquoargomento dina-mico che abbiamo proposto il punto egrave che

116 P Galassi

103 Ivi104 sin dallrsquoinizio della nostra tesi abbiamo argomentato come la quaestio de (ab)

angelis invero sia una chiave di lettura a tutto campo per ricollegarsi ai granditemi della fede non solo essa getta una luce nuova sul trattato della Creazionecostringendo a considerare e ponderare debitamente le prospettive di un antropo-centrismo cristiano infatti questo non puograve aver luogo senza il coinvolgimento di due discipline cardinali la cristologia e lrsquoecclesiologia alla luce delle nature spiritualientrambe sono interpellate in un modo totalmente nuovo se anche egrave naturale che iltrattato sugli angeli dipenda da entrambe queste discipline teologiche nondimeno que-sta dipendenza non egrave senza benefici per la cristologia stessa e lrsquoecclesiologia

105 Ivi p 1257

gli angeli non furono redenti la loro santificazione la prova allaquale furono sottoposti la confermazione nella grazia degli uni ela caduta degli altri con la conseguente glorificazione o condannasono fatti avvenuti prima che nei piani divini apparisse la figuradel redentore la grazia che posseddettero non fu redentrice [hellip]da tutto questo si deduce che le relazioni esistenti fra Cristo e gliangeli non sono identiche a quelle esistenti fra Cristo e gli uominipercheacute questi ultimi furono redenti e gli angeli no e tutti gli uomi-ni ricevono una grazia di redenzione piugrave o meno abbondante cosache non avviene con gli angeli106

Come identificare questa diversitagrave sauras riconosce almeno dueposizioni possibili la prima istituisce due decreti ndash o piani107 ndash ponde-rando un progetto perfettivo originario dellrsquoincarnazione di Cristo Eglisarebbe dovuto venire nel mondo per completare la Creazione santifi-candola definitivamente e integralmente Quindi Cristo si sarebbe incar-nato comunque del resto parrebbe sconveniente che la scelta dellrsquouomocondizioni a tal punto il Progetto di dio da farlo discendere dai Cielicontro i suoi disegni se Egli egrave disceso questo egrave accaduto solo percheacuteEgli voleva discendere se lo voleva lo voleva sin dallrsquoinizio e non adun certo punto siamo quindi di fronte allrsquoidea di unrsquoin carnazioneincondizionata Questa implica un fine che non di pen de ma trascende ilgroviglio delle decisioni umane e questo non puograve che essere anteceden-te ad esse la perfezione del tutto E come entra in gioco la colpa

lrsquoincidente del peccato avrebbe motivato la scelta dellrsquoassunzione ndash inogni caso non necessitata ndash solo nella modalitagrave e non nella sostanza il verbo si sarebbe comunque incarnato anche se non in una semplice natu-

117Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

106 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1247107 rimane celebre la disamina storica delle posizioni della controversia contenuta in

h dE lUBaC Opera omnia Vol 12 Agostinismo e teologia moderna Jaca BookMilano 1978 molto interessante anche per la questione del peccato e del male lariflessione di l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal Foi chreacutetienne et theacuteo-

diceacutee Beauchesne Paris 1992

ra umana ma in una che fosse comunque passibile e mortale Cosigrave si diffe-renzia la modalitagrave redentiva dellrsquouomo e quella semplicemente santificanteper quelle creature spirituali che non hanno commesso peccato cioegrave gliangeli Ecco allora che lrsquoincarnazione egrave fonte unica della Grazia proprio inquanto incarnazione e non per altro essa diviene ragione della Grazia perlrsquouomo nella modalitagrave redentiva e per gli angeli nella modalitagrave santificante

la seconda posizione esemplificata da san tommaso vede nel -lrsquoincarnazione uno scopo strettamente redentivo infatti

tutto ciograve che si dice nella spiegazione precedente egrave possibile ma egravereale non si puograve che sapere attraverso la rivelazione e questadice san tommaso non indica nessun altro motivo determinantedella venuta di dio nel mondo che quello di riparare il male chelrsquouomo fece peccando108

Un conto egrave la possibilitagrave un conto egrave la realtagrave il criterio fondamentaletommasiano egrave quello di un realismo sapienziale Come avviene in altripunti del suo pensiero tommaso ammette diverse opzioni dio non egravedeterminato ad unum tutto ciograve che non egrave contraddittorio egrave in un certoqual modo possibile alla sua Potenza Ma la speculazione umana inqualsiasi ambito egrave tanto valida quanto aderente ai fatti la definizione diveritagrave gnoseologica di san tommaso egrave indicativa di questo veritas utadaequatio intellectus ad rem la veritagrave egrave fedeltagrave alla realtagrave il primatometafisico dellrsquoatto sulla potenza non egrave altro che la versione piugrave stretta escientifica di un primato della realtagrave sulla possibilitagrave e la rivelazione nonci attesta ciograve che sarebbe potuto avvenire ma solo ciograve che egrave avvenuto

allora sorgono due estremi entro cui egrave necessario svolgere ladiscussione da un lato la Grazia e la gloria angeliche sono anteriorialla redenzione cristica e per questo strettamente parlando laquonon sonouna Grazia e una gloria redentrici ma semplicemente santificantiraquo109dallrsquoaltro poicheacute egrave una dottrina biblicamente fondata il fatto che aCristo sia sottomessa ogni creatura in quanto laquotutte le cose sono state

118 P Galassi

108 E saUras Teologia del Corpo mistico pp 1258-1259109 Ivi p 1259

create per mezzo di lui e in vista di luiraquo110 ne consegue che laquofra laGrazia essenziale degli angeli e Cristo vi egrave qualche relazioneraquo111tuttavia potrebbe sorgere un dubbio

si vede chiaramente che Cristo uomo puograve essere nostro capo per-cheacute anche noi siamo uomini [hellip] dicevamo che non egrave il nostrocapo in quanto dio percheacute in quanto tale non ha omogeneitagrave divita con noi e non dovremmo dire adesso che in quanto uomo nonpuograve essere capo degli angeli percheacute non ha natura angelica112

sauras risponde brillantemente mostrando che Cristo puograve essereassolutamente il Capo degli angeli percheacute la forma Ecclesiae egrave laGrazia piugrave che la natura Egrave vero che la natura egrave determinante perdescrivere il tipo di appartenenza alla Chiesa ma non il fatto dellrsquoap-partenenza stessa Questo fatto dipende dalla Grazia che trascende lanatura percheacute ha una fonte piugrave alta

noi tutti infatti a prescindere da quale sia lrsquoessenza creaturale lapossediamo al modo di creature vi sono quindi due estremi la Gra ziacome si trova in dio e la Grazia come si trova nella creatura Que -strsquoultima non possiede la vita divina da seacute ma la riceve secondo quantopuograve riceverne quidquid recipitur ad modum recipientis recipiturQuesta ricezione la costituisce parte di un unico flusso di Grazia quel-lo che irrora il Corpo Mistico di Cristo ne risulta che chi egrave nellaChiesa riceve necessariamente la Grazia e chi la riceve egrave per questomembro della Chiesa che ne egrave lrsquounica fontana avendola a sua voltaricevuta da dio unica fonte della Grazia

la Chiesa quindi egrave propriamente un complesso creaturale tutticoloro che appartengono al suo Mistero vi appartengono percheacute adessi appartiene uno stesso modo di vivere la Grazia quello creaturalePer questo dio non egrave detto capo del Corpo Mistico neacute alcuna altraparte di esso percheacute formalmente diversa egrave la vita di Grazia in lui

119Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

110 Col 116111 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1259112 Ivi p 1254

che la possiede sostanzialmente e in noi che la possediamo acciden-talmente Ma fra dio e la creatura vi egrave Cristo la cui umanitagrave egrave creataEgli egrave perfettamente Creatore in quanto verbo di dio e perfettamentecreatura in quanto uomo Egrave in quanto uomo che appartiene allaChiesa in quanto dio non la riceve ma dona la Grazia in quantouomo perograve la possiede accidentalmente Per questo Cristo egrave imma-nente al Corpo Mistico e nel contempo trascendente Ma in quanto egraveimmanente si rivela possessore di una pienezza che lo costituisceCapo e fondamento della Chiesa Capo anche degli angeli

Come si configura questa pienezza cristologica della vita divina inrapporto alla creatura angelica se non egrave un problema di natura quellodel fatto di appartenere al medesimo Capo o meno rimane perograve comesi egrave giagrave detto che sia un problema di natura la diversa partecipazioneal medesimo Capo lrsquoesposizione di sauras procede nel tentativo discandagliare le differenti forme di supremazia di Cristo proponendoquindi una soluzione Egli ne individua quattro ordine perfezionegoverno e influsso vitale la prima si esprime secondo il fine per cuiegrave capo quellrsquoelemento che si comporta come fine di tutti gli altri talefine agisce secondo la logica dellrsquoalpha e dellrsquoomega di modo che chiintende qualcosa anche se la consegue alla fine (omega) essa lomuove intenzionalmente sin dallrsquoinizio (alpha) Perciograve Cristo egrave fine eprincipio di tutte le cose anche degli angeli113 ne risulta il primato diper fezione percheacute il fine egrave proporzionato al bene essendo CristoColui al quale tutte le cose tendono il fine di tutte le cose Egli egrave anche la piugrave perfetta di tutte governandole tutte (terza modalitagrave)non rimane che lrsquoultima forma di supremazia sul calco del

principio della comunicazione del movimento e della sensibilitagravealle membra trasferendo questo concetto allrsquoordine soprannatura-le saragrave capo in questo senso chi egrave pieno di grazia santificante e digloria e comunica queste cose agli altri114

120 P Galassi

113 Cfr ivi p 1260114 Ivi pp 1260-1261

Capiamo come neppure un angelo possa ricevere in seacute tanta vitadivina quanta lrsquoumanitagrave di Cristo ne ha ricevuta

allora attraverso i primi tre primati sauras salva la totale soggezio-ne a Cristo delle schiere angeliche tuttavia rispetto allrsquoultimo prima-to si pone lo snodo chi ha la Pienezza lrsquoha non solo per seacute ma ancheper gli altri Egrave quindi dalla pienezza di Cristo che gli angeli hanno laloro pienezza della Grazia infatti solo tramite il figlio incarnatoottengono un coronamento di grazie accidentali che con una pura ele-vazione senza lrsquoincarnazione di Cristo non avrebbero laquoMolte grazieaccidentali procedono da Cristo ad esempio quelle ministeriali quel-le che gli angeli ricevono come nostri custodiraquo115 Essi quindi nel ser-vizio di Cristo esprimono una partecipazione al Mistero che secondoil teologo Predicatore non avrebbero senza la sua Umanitagrave

nondimeno sauras nel riprendere e commentare tommaso ci diceche la grazia degli angeli dipende dallrsquoumanitagrave di Cristo solo quanto allasua pienezza e non per ciograve che riguarda la sua essenza non bisogna quiintendere lrsquoaccidentalitagrave come sopra infatti questo termine puograve costi-tuirsi o correlativo del termine sostanza o del termine essenza nel primocaso designa la differenza di possesso nellrsquoessere la sostanza lrsquoha in seacutelrsquoaccidente solo in una sostanza Per analogia la teologia domenicanalrsquoha applicato alla Grazia che dio ha da seacute e in seacute mentre la creatura dadio e come una qualitagrave che la perfeziona e non come propria natura nelsecondo caso la parola accidentale correlato ad essenziale dice il modologico e non ontologico si dice essenziale qualcosa che egrave necessaria-mente costitutivo di una realtagrave accidenale ciograve che la corona senzaessere necessario il pensiero egrave costitutivo dellrsquouomo quindi egrave essen-ziale il pensiero matematico non egrave costitutivo dellrsquouomo nel sensoche chi nasce giagrave lo possiede ma lo apprende ndash come potrebbe nonapprenderlo ndash quale un coronamento del suo pensare

Egrave in questo senso che si parla di grazia accidentale in questo puntodel nostro discorso senza lrsquoumanitagrave di Cristo la natura angelicasarebbe priva non dei costitutivi essenziali della Grazia ma del pieno

121Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

115 Ivi p 1262

coronamento vi egrave parte di questa corona e lrsquoessenza stessa dellaGrazia che gli angeli non ricevono dallrsquoEvento-incarnazione Per que-sto non la ricevono da Cristo vale il principio tommasiano della dop-pia predicazione cristologica

Poicheacute in Cristo una egrave la persona ma due sono le nature bisognadi conseguenza considerare che cosa in Cristo debba essere dettouno e che cosa molteplice infatti tutto ciograve che egrave moltiplicatosecondo la diversitagrave della natura deve essere riconosciuto in Cristocome multiplo116

vale qui la medesima cosa la Grazia puograve essere comunicata da Cristoo in quanto uomo a coloro che condividono con lui lrsquoumanitagrave oppuresemplicemente in quanto dio per coloro che non condividono la sua uma-nitagrave Cosigrave sia la Grazia essenziale che alcune grazie accidentali procede-rebbero comunque da Cristo per gli angeli ma solo in quanto dio

nellrsquoipotesi che la grazia essenziale non dipenda dallrsquoincarnzaionedel verbo come sostiene la scuola tomista sembra logico che visiano anche delle grazie accidentali indipendenti da essa ad esempiola gioia che gli angeli provano gli uni per la beatitudine degli altri117

sauras conclude quindi il suo pensiero dicendo che

rispetto alla grazia essenziale crediamo che Cristo sia capo degliangeli con una supremazia drsquoordine di perfezione e di governoQuesto si inquadra perfettamente con la concezione paolina dellrsquouni-verso che egrave come sappiamo cristocentrica Cristo egrave il primo a lui egrave

122 P Galassi

116 laquoQuia igitur in Christo est una persona et duae naturae ex horum convenientiaconsiderandum est quid in Christo unum dici debeat et quid multaraquo toMMasodrsquoaQUino (s) Compendium theologiae liber i c 212 n 417 id Compendio di

teologia Esd Bologna 1995 p 247117 Ivi p 1262

ordinato tutto tutto gli appartiene E non vi egrave motivo di escluderne lagrazia essenziale degli angeli se dio li pose sotto il suo dominionon poteacute non porverli con ciograve che sono e possiedono e fra quello chepossiedono vi egrave la grazia essenziale o santificante Ma la supremaziadrsquoinflusso vitale non giunge fin qui la concezione paolina egrave soddi-sfatta con quello che egrave stato detto precedentemente Potrebbe giunge-re a questo punto se fosse certo che lrsquoincarnazione non egrave posteriorealla previsione del peccato e pertanto alla santificazione deglrsquoangelinellrsquoipotesi [hellip in cui] il verbo si sia incarnato soltanto in seguito aldecreto della redenzione e che la grazia cristiana sia essenzialmenteredentrice Cristo non egrave capo deglrsquoangeli fino a poter comunicare lorola grazia essenziale o santificante Gli angeli ricevono questa graziada lui soltanto in quanto dio o in quanto verbo118

Personalmente riteniamo che questa lettura sia la migliore fra quel-le che abbracciano lrsquoipotesi teologica dei due decreti quella piugrave bril-lante tuttavia egrave necessario aderire a questa prospettiva sauras cirestituisce lrsquoipotesi migliore a partire da un presupposto ma questonon significa che sia lrsquoopzione migliore ma anzi ci appare limitante

la prospettiva dei due decreti non legge la figura di Cristo nella suain tegrale centralitagrave percheacute di fatto non coglie lrsquoumanitagrave in questa ra -dicale posizione lrsquoincarnazione rimane troppo decentrata rispetto alMi stero dellrsquoincorporazione Ma da che cosa deriva tale sbilanciamen-to difendere unrsquoincarnazione solamente conseguente allo scoporedentivo implica di fatto la decentrazione del Cristo cosmico scor po -rando incarnazione e umanitagrave da un lato e comunitagrave angelica dallrsquoal-tro si scinde ndash fosse anche solo concettualmente ndash la comunitagrave deiredenti e la comunitagrave delle creature spirituali e se la comunitagrave angelicapotrebbe essere santa anche senza la supremazia del Cristo uomoallora lrsquounione tende allrsquoestrinsecitagrave in effetti tutte le argomentazioniche rendono critica lrsquoipotesi di unrsquoincarnazione a scopo meramenteredentivo sembrano far pendere lrsquoago della bilancia per la definizione

123Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

118 Ivi pp 1262-1263

scotista dellrsquoincarnazione come originaria al progetto salvifico mentresarebbe conseguente solo la modalitagrave della croce119

Ma egrave quella da cui eravamo partiti e che pure avevamo abbandonatoPercheacute la scrittura dal canto suo sembrerebbe propendere per lrsquoop-zione tomista tanto che il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta

il verbo si egrave fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio egrave diolaquoche ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espia-zione per i nostri peccatiraquo (1 Gv 410) laquoil Padre ha mandato il suofiglio come salvatore del mondoraquo (1 Gv 414) laquoEgli egrave apparso pertogliere i peccatiraquo (1 Gv 35) laquola nostra natura malata richiedevadrsquoessere guarita decaduta drsquoessere risollevata morta di essere risu-scitata avevamo perduto il possesso del bene era necessario che cifosse restituito immersi nelle tenebre occorreva che ci fosse portatala luce perduti attendevamo un salvatore prigionieri un soccorrito-re schiavi un liberatore tutte queste ragioni erano prive drsquoimpor-tanza non erano tali da commuovere dio sigrave da farlo discendere finoalla nostra natura umana per visitarla poicheacute lrsquoumanitagrave si trovava inuna condizione tanto miserabile ed infeliceraquo120

inoltre lrsquoirruzione del divino nel mondo attraverso lrsquoincarnazione egraveun atto di tale portata da sembrare restrittivo vincolarlo solo al mondosubangelico facendo sigrave che la santificazione del cosmo spirituale siapartecipe dellrsquoevento cristico anche se il pensiero cristocentrico egrave benradicato nellrsquoaquinate egrave pur vero che san tommaso come mostra lostesso sauras parla della supremazia di Cristo dicendola in senso pro-prio solo dellrsquouomo e solo impropriamente degli angeli Ma in chemodo Certamente non per difetto di Colui che egrave Capo allora per difet-to dellrsquoangelo Effettivamente la natura angelica non risulta omogenea

124 P Galassi

119 Per lrsquoesposizione della metafisica soggiacente alle due posizioni sul lrsquoin car na zio nescotista-francescana e tomista-domenicana con lrsquoapporto dei commentatori medieva-li cfr lrsquointeressante saggio di r Cross The Metaphysics of the In car na tion

Thomas Aquinas to Duns Scotus oxford University Press oxford 2002120 Catechismo della Chiesa Cattolica n 457

allrsquoumanitagrave del salvatore Eppure se essa egrave superiore a quella umanasarebbe paradossalmente meno degna sarebbe unrsquoἀπορία allora ciograveche egrave difettoso non egrave neacute lrsquoangelo neacute Cristo quanto probabilmente laprospettiva con cui si affronta il tema che egrave quanto meno miope

261 Ipotesi di soluzione anagogica

se entrambe le ipotesi sullrsquoincarnazione e sul suo rapporto con glian geli quella perfettiva e quella amartiocentrica sono fragili in quantonon totalmente congrue al dato scritturistico e sembrano non dare suffi-ciente ragione di questa incongruenza forse bisogna togliere ciograve chehanno in comune percheacute quello potrebbe essere lrsquoelemento di debolez-za Parliamo dellrsquoidea di una successione allrsquointerno della quale vengainterpretato tutto ossia lrsquoassunzione di un punto di vista esclusivamenteumano se invece si partisse da una prospettiva ex parte Dei

Questa egrave di fatto giagrave presente piugrave che germinalmente nei testitommasiani121 e peraltro anche le altre due soluzioni sopra citate lapresuppongono anche se la riducono antropologicamente la correttadirezione da perseguire egrave invece il trascendimento del punto di vistameramente umano e questo non puograve che aver luogo di fronte alMistero dellrsquoincarnazione lrsquouomo puograve mettersi negli occhi di diopercheacute dio si egrave messo in quelli dellrsquouomo senza per questo perderediminuire o mutare i propri si tratta in altri termini di quella prospet-tiva che altrove abbiamo chiamato logica dellrsquoincarnazione ora ilrisultato egrave lo strumento del sub specie aeternitatis

Sub specie aeternitatis questa egrave la prospettiva anagogica cioegrave dellavisione dal punto di vista dellrsquoEterno il nostro modo di discorrere didio e della sua rivelazione deve collocarsi dal punto di vista di diopena il negare il valore alla rivelazione divina se continuassimo aconcepire e a parlare delle cose di dio e delle nostre cose dal puntodi vista umano il Cristianesimo si risolverebbe in dottrina umana

125Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

121 la teologia stessa per tommaso egrave scienza derivata dalla Scientia Dei cfrtoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 1

[hellip] la speculazione teologica di carattere anagogico egrave dunque lrsquoo-maggio piugrave adeguato alla rivelazione che dio lrsquoEterno fa di seacute inCristo la teologia egrave di suo la comprensione razionale della fede(non certo la sua dimostrazione) la teologia anagogica egrave la com-prensione razionale della fede sub specie aeternitatis il che nonsignifica depauperamento del dato storico anzi essa ne egrave piuttostolrsquointelligenza piugrave intima giaccheacute lo considera seppur di riflesso

(questo vuol dire speculativo) dallo stesso punto di vista dellosguardo di dio lo stesso san tommaso drsquoaquino in qualchemodo riconosce questo dato imprescindibile quando a propositodella contingenza storica della passione di Cristo e il suo aspetto dieternitagrave nella fede dice ldquonon si dagrave fede nella passione [di Cristo] senon in quanto essa egrave connessa alla veritagrave eterna e cioegrave egrave consideratain riferimento a dio Perciograve la stessa passione sebbene consideratain se stessa sia contingente tuttavia in quanto soggiace alla prescien-za divina cosigrave come egrave oggetto di fede e di profezia gode di veritagraveimmobilerdquo (De Veritate 14 8 ad 14)122

in questrsquoottica non vi egrave il primo decreto e poi il secondo ma laddovenon crsquoegrave successione si dagrave simultaneitagrave e quindi la coincidenza di prima edi poi Questo implica che lrsquoincarnazione di Cristo e la redenzione diCristo sono un unico Mistero ndash inconfuso beninteso ndash dove in nulla lasalvezza modifica in natura e scopo lrsquoincarnazione ma sin da principiosi puograve intuire che nel disegno di dio il peccato egrave previsto infatti per lavisione francescana dio sembra mutare in parte il suo piano al fine disalvare gli uomini compie una variatio al progetto dellrsquoincarnazione ilche significa che questa eccede il motivo della redenzione presentatonelle scritture Per la scuola tomista invece non vi egrave affatto questa ecce-denza ma vi egrave la variatio da un primo a un secondo decreto Come sipuograve tuttavia dare variatio se laquoegrave impossibile che un evento non sia da luiprevisto e voluto o almeno permessoraquo123

126 P Galassi

122 G BarzaGhi Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica Cantagalli siena 2003pp 9-10

123 a CarPin Il mistero del male Il male e la divina provvidenza in Tommaso

drsquoAquino laquosacra doctrinaraquo 3 (2009) p 265

lrsquoipotesi cosigrave configurata da un lato conserva e non toglie la perfettaproporzione teleologica fra incarnazione e redenzione tipica della teolo-gia domenicana dallrsquoaltro elimina la variatio dal primo al secondo de -creto che giagrave la teologia francescana tentava di attenuare e minimizzaredunque egrave una somma degli aspetti migliori di entrambe le posizioni nerisulta che sin dallrsquoeternitagrave il Progetto vede lrsquoin car na zio ne del verbo e laredenzione quindi sin dallrsquoeternitagrave egrave previsto il peccato da redimerepercheacute la redenzione come rimedio alla caduta implica la nozione dipeccato se quindi sono previsti entrambi sin dallrsquoeternitagrave allora da unlato egrave salva la lettera della scrittura dallrsquoaltro lrsquoincarnazione inesorabil-mente egrave anche motivo di santificazione degli angeli la formula piugrave esat-ta allora saragrave questa sin da principio lrsquoaltissimo ha voluto portare tutto aperfezione attraverso la redenzione dal peccato dalla cui redenzione traeoccasione il Mistero del verbo incarnato quindi sia la nostra salvezzache la santificazione angelica

lrsquoapplicazione della prospettiva anagogica alla teologia cristiana egravead un tempo questione teoretica ma anche semplice rilevazione visono testi scritturistici chiave che fungono drsquoappoggio alla specula-zione anagogica e sono un chiaro criterio di metafisica per cosi direldquorivelatardquo Dio egrave tutto (cfr Sir 43 27) ed egrave tutto in tutti (cfr 1Cor

15 28) ldquoUn solo dio Padre di tutti che egrave al di sopra di tutti agisceper mezzo di tutti ed egrave presente in tuttirdquo (Ef 46) Tutto egrave in Dio anzitutto egrave in Cristo tutto sussiste in Cristo in quanto egli egrave il Disegno

strutturale della totalitagrave (cfr Col 1 17) E in questo senso Cristo egravela rivelazione perfetta piena del mistero di dio della pienezza di dioe della pienezza di dio in tutte le cose ldquoCristo egrave tutto in tuttirdquo (Col 3 11) se Cristo egrave la rivelazione di dio egrave dio ri velato inCristo appare dunque che tutto egrave solidamente in dio tutto egrave nellemani di dio e nessuno lo puograve toccare tutto egrave giagrave salvo in Cristoche egrave la salvezza si manifesta il fatto metafisico che tutto egrave giagravesalvo Cristo egrave la manifestazione (rivelazione) del tutto sal vo124

127Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

124 G BarzaGhi Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica pp 41-42

se questo egrave il dato di fatto originario non si puograve risalire a qualcosadi precedente al disegno di incarnazione-peccato-redenzione neacute diopuograve essere motivato da un fine contingente stiamo allora dicendo chedio voleva il peccato Poteva dio volerlo ovviamente no percheacute egravepeccato tutto e soltanto ciograve che ripugna la volontagrave di dio Con ciograveaffermare la simultaneitagrave del Progetto non toglie la differenza qualita-tiva con cui egrave voluto ciascun tassello del disegno

lrsquoindagine teologica condotta da tommaso sulla base della tradi-zione patristica e medievale spiega il male fisico e morale in rap-porto alla volontagrave accidentale e permissiva di dio Ma immediata-mente dopo questa affermazione essa si arresta incapace di proce-dere oltre la mente umana risulta impossibilitata a cogliere laragione ultima di questa permissione divina [hellip] tommaso nonprocede oltre preferendo il silenzio125

Parlando di volontagrave accidentale permissiva di dio srsquointende ilbinomio accidentale-permissivo in opposizione al binomio diretto-positivo dellrsquoomonima volontagrave divina diretta o positiva per cui laquodiovuole positivamente solo il bene dio non puograve volere il male neacute comefine neacute come mezzo per un beneraquo126 Questo dato di fatto risulta estre-mamente utile in ordine alla soluzione del rapporto tra volontagrave divinae male specialmente male morale in tal senso lrsquoattenzione passa daunrsquoidea di male precisamente contro la volontagrave di dio ipotesi chespinta allrsquoeccesso indulgerebbe allrsquoidea che il male sia qualcosa adunrsquoidea di male come deviazione ndash agostinianamente privatio boni ndashfuori dalla direzione tracciata da dio

Questa sola ermeneutica mantiene e rispetta tutte le carte in gioco

tommaso specifica che una cosa egrave al di fuori della volontagrave e non adispetto di essa quando la volontagrave non egrave su di essa neacute su ciograve che sioppone ad essa Questo egrave esattamente il caso del peccato dio non

128 P Galassi

125 a CarPin Il mistero del male p 265126 Ivi p 268

vuole il peccato non vuole impedirlo lo lascia andare se qualcunolo vuole fare la volontagrave posteriore egrave in relazione al peccato unpermesso [tr nostra]127

tale permesso avviene solo in vista di un bene maggiore il cheimplica parimenti una rivalutazione di quello che il male egrave davverocome si vedragrave a proposito del peccato dellrsquoangelo ora come esatta-mente questo accada lrsquouomo puograve tentare di descriverlo o ipotizzarlonon certo definirlo perentoriamente Manifesto perograve egrave che il peccatosia assolutamente previsto da dio Previsto non significa voluto neacutenecessitato sarebbe assurdo infatti credere che adamo sia obbligato apeccare percheacute dio lo prevede pena lrsquointroduzione di un fatalismopagano nel disegno di libertagrave divino sarebbe parimenti erroneo perogravedire che dio ha mutato disegno percheacute dio egrave perfettamente immobi-le Per dirimere la questione ci basti riconoscere che siccome in diotutto ciograve che esiste egrave ab aeterno non hanno cittadinanza formulazionisecundum prius et posterius

tornando al tema propriamente angelologico abbiamo visto chegli angeli sono parte della Chiesa anche se riguardo al come questoavvenga egrave stato necessario un percorso di ragionamenti che ci condu-cesse ad una qualche condizione

Ciograve che traspare ad una prospettiva che provi a partire dal punto divista di dio egrave il fatto che lrsquoangelo non solo accidentalmente ma ancheessenzialmente deriva la propria santificazione dal Mistero di Cristopreso nella sua integralitagrave senza tuttavia dover abbandonare la posi-zione tommasiana di fedeltagrave alla scrittura per cui ragione del lrsquoin car -na zione egrave la redenzione che nella modalitagrave della croce esprime lapienezza dellrsquoamore

129Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

127 laquothomas preacutecise qursquoune chose est en dehors de la volonteacute et non pas malgreacute ellelorsque la volonteacute ne se porte ni sur elle ni sur ce qui lui est opposeacute Crsquoest preacuteci-seacutement le cas du peacutecheacute dieu ne veut pas le peacutecheacute il ne veut lrsquoempecirccher il lelaisse faire si quelqursquoun veut le faire la volonteacute posteacuterieure est par rapporta aupeacutecheacute une permissionraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 49

27 ldquocausa finalisrdquo iii la volontagrave degli angeli

ora quellrsquoadesione e quella partecipazione alla vita divina di cuilrsquoangelo fruisce nella Chiesa non egrave a prescindere dalla sua libertagraveanzi in essa si gioca la reale distinzione fra angelo e diavolo e quin-di fra la realizzazione e il fallimento della natura angelica infatti lrsquoe-semplaritagrave dellrsquoangelo dipende tutta da questa scelta originaria che locoinvolge in dio rendendo la somiglianza spirituale perfetta traspa-renza invece che perfetta opacitagrave lrsquoangelo egrave superiore allrsquouomo siadal punto di vista dellrsquointelletto che della volontagrave ben piugrave perfetta diquella umana128 Mentre lrsquouomo prende le sue decisioni a seguito di unpercorso piugrave o meno lungo in corrispondenza ad una modalitagrave cono-scitiva incline al discorso e al raziocinio lrsquoangelo dal canto suo poi-cheacute conosce intuitivamente decide anche istantaneamente non perimprudenza o sfrontatezza come sarebbe nel caso dellrsquouomo ma sem-plicemente percheacute dotato di una natura piugrave perfetta

data la natura puramente intellettuale degli angeli lrsquoamore in essiva inteso diversamente dallrsquouomo composto di anima e corpo comemoto intellettuale che induce a movimenti puramente volitivi di attra-zione o di repulsione (nel caso dei demoni)

a proposito di quellrsquoatto supremo di volizione che egrave lrsquoamorelrsquoaquinate distingue tra una dilectio naturalis e una dilectio electivalrsquoespressione naturalis richiede un porsquo di cortezza per evitare equivo-ci Come purtroppo egrave accaduto nella storia della teologia lrsquoerrore giagraveveduto di avicebron si ripete confondendo come reali delle distinzio-ni di pura ragione il termine natura ha portato ad unrsquoopposizone logi-ca alla grazia percheacute dalla polarizzazione si guadagnasse in chiarezza

130 P Galassi

128 laquosolum id quod habet intellectum potest agere iudicio libero inquantum cogno-scit universalem rationem boni ex qua potest iudicare hoc vel illud esse bonumUnde ubicumque est intellectus est liberum arbitrium Et sic patet liberum arbitri-um esse in angelis etiam excellentius quam in hominibus sicut et intellectumraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 59 a 3 resp

Cosigrave la natura non egrave la grazia e la grazia non egrave la natura neacute sono maiconfondibili tuttavia il radicarsi di unrsquoopposizione di ragione puograveportare al grave fraintendimento di intendere una natura pura giustap-posta alla dimensione soprannaturale della Grazia in realtagrave santommaso semplicemente oppone naturale ndash inteso come intrinsecoalla natura e quindi necessario ndash e libero non percheacute vi sia contraddi-zione come se naturale coincidesse con privazione di libertagrave e liberocon privazione di natura come spesso nelle gravi ideologie odierne siegrave finito per credere Per una natura libera inverarsi non egrave cosa diversadal realizzare la propria libertagrave il fraintendimento sta nel dimenticareche la natura egrave la condizione preliminare alla scelta libera percheacute solouna natura libera puograve scegliere e come tale cioegrave in quanto condizionenon puograve essere a sua volta oggetto di scelta ora lrsquoangelo necessaria-mente ama per esigenza naturale e questo amore naturale che nascenecessariamente dalla natura angelica ha sempre una direzione retta

Come la conoscenza naturale egrave sempre vera cosigrave la dilezione natu-rale egrave sempre retta poicheacute lrsquoamore naturale non egrave altro che lrsquoincli-nazione impressa nella natura dallrsquoautore della natura dire perciograveche lrsquoinclinazione naturale non egrave retta equivale a sminuire lrsquoautoredella natura tuttavia la rettitudine della dilezione naturale egrave diver-sa dalla rettitudine della caritagrave e della virtugrave poicheacute lrsquouna perfezio-na lrsquoaltra come egrave diversa la veritagrave della conoscenza naturale dallaveritagrave della conoscenza infusa o di quella acquisita129

131Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

129 laquosicut cognitio naturalis semper est vera ita dilectio naturalis semper est recta cumamor naturalis nihil aliud sit quam inclinatio naturae indita ab auctore naturaedicere ergo quod inclinatio naturalis non sit recta est derogare auctori naturae aliatamen est rectitudo naturalis dilectionis et alia est rectitudo caritatis et virtutis quiauna rectitudo est perfectiva alterius sicut etiam alia est veritas naturalis cognitioniset alia est veritas cognitionis infusae vel acquisitaeraquo id Summa Theologiae i q 60a 1 ad 3 id La Somma Teologica Prima parte pp 667-668

la rettitudine della natura non implica immediatamente la sceltalibera della caritagrave anche se ne egrave ambiente130 e se il rischio di equivo-care permane questi pregnanti passaggi dellrsquoaquinate sono spessostati utilizzati specialmente dai suoi piugrave celebri commentatori131 perulteriori elaborazioni filosofiche e teologiche che tuttavia hanno finitoper scollare il genuino ed unitario pensiero tomista nelle sue compo-nenti la figura angelica pare essere il luogo in cui si incontrano adun livello estremo la natura e la Grazia la necessitagrave e la libertagrave ciograveche conta egrave capire lrsquoorizzonte in cui leggere tale vexata quaestio ossiala storia della salvezza132

Come effetto dellrsquoamore eccedente di dio che va ben al di lagrave di ciograveche la natura angelica richiede in realtagrave realizza il suo desiderio piugraveprofondo ogni angelo ndash ogni essere creato ndash egrave chiamato ad entrare perGrazia in una personale comunione di conoscenza e amore con lasantissima trinitagrave anche lrsquoangelo egrave chiamato alla divinizzazioneanche se le modalitagrave di questa chiamata e il modo in cui gli angelihanno risposto ci rimangono misteriosi

Corrispondentemente ad un duplice amore san tom ma so parla di unaduplice beatitudine la prima raggiungibile con lrsquoesercizio delle pro-prie risorse naturali consiste in una certa conoscenza naturale di diocome Causa prima da cui consegue il di lui desiderio e godimento

132 P Galassi

130 laquodeus secundum quod est universale bonum a quo dependet omne bonum natu-rale diligitur naturali dilectione ab unoquoque inquantum vero est bonum beatifi-cans naturaliter omnes supernaturali beatitudine sic diligitur dilectione caritatisraquoid Summa Theologiae i q 60 a 5 ad 4

131 in particolare durante la cosiddetta seconda scolastica il Caietano franciscosuarez e in maniera meno esplicita Giovanni di san tommaso

132 Ci riferiamo dal punto di vista angelologico alla cosiddetta questione della natura

pura sulla quale illuminanti sono i saggi contenuti in C JoUrnEt ndash J Ma ritain ndashP dE la trinitEacute Le Peacutecheacute de lrsquoange Peccabilite nature et surnature Beau chesneParis 1961 il testo del secondo autore egrave reperibile in traduzione italiana e conunrsquoestesa parte introduttiva sul rapporto tra natura pura e angelologia in J Ma ri tainIl peccato dellrsquoangelo Cittagrave nuova roma 2014

lrsquoangelo possiede tale beatitudine naturale dallrsquoistante stesso della suacreazione in ragione della semplicitagrave ndash e quindi maggior perfezione ndashdella sua natura tuttavia per ogni essere spirituale egrave pensata una bea-titudine oltre le capacitagrave naturali di qualsiasi creatura per il semplicefatto che egrave connaturale a dio solo

il Creatore stabiligrave di comunicare tale beatitudine soprannaturale adogni creatura e per il medio della Grazia partecipativa appunto inrelazione a questa beatitudine soprannaturale gli angeli non furonocreati beati poicheacute

la beatitudine suprema [hellip] che supera le capacitagrave della naturagli angeli non lrsquoebbero nel primo istante della loro creazione poi-cheacute tale beatitudine non fa parte della natura ma ne egrave il fineQuindi non era giusto che la possedessero fin dal primo istante133

Qui il termine giusto viene inteso analogicamente dal momentoche san tommaso dimostra sempre grande libertagrave nel fruire di tutte lesfaccettature delle parole senza costringerle a sensi univoci nel pro-prio sistema anche in tal passo san tommaso intende il termine giu-stizia equivalente al termine convenienza la quale egrave pur sempre unaforma di giustezza relativa coinvolgente la divina Gratuitagrave in questosenso fu conveniente che anche gli angeli raggiungessero lo stato digloria attraverso lrsquoassenso ad un dono in tal modo egrave anche evidenteper noi che apprendiamo dalla rivelazione queste veritagrave che la Graziaegrave ed egrave sempre Qualcosa che esce totalmente dalla logica del debitoassoluto o dello scambio del do ut des percheacute egrave compimento di dona-zione drsquoamore ed egrave quindi un tibi do ut tibi dem Questa del resto egrave lalogica biblica della scelta come via orientamento al bene proposto

133Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

133 laquoUltimam beatitudinem quae facultatem naturae excedit angeli non statim inprincipio suae creationis habuerunt quia haec beatitudo non est aliquid naturaesed naturae finis et ideo non statim eam a principio debuerunt habereraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 1 resp id La Somma Teologica

Prima parte p 683

il modo spontaneo di comprendere la peccabilitagrave angelica e umana egravelegato a unrsquointerpretazione della libertagrave come libertagrave dallrsquoindetermi-nazione compresa la possibilitagrave di una scelta tra il bene e il malesecondo questa concezione dio avrebbe creato lrsquoangelo lasciandololibero di scegliere tra due orientamenti uno verso il bene che saragravericompensato lrsquoaltro verso il male che saragrave punito la prova dellalibertagrave permetterebbe alla creatura spirituale di collaborare alla pro-pria salvezza lrsquoamore egrave piugrave costoso a quanto pare se viene datoquando egrave possibile non darlo Una tale descrizione della libertagrave discelta spesso trova il suo fondamento biblico in testi che usano lrsquoim-magine del crocevia come Mt 7 13 e dt 30 15 [tr nostra]134

da questa logica si evincono due indubbi guadagni sulla compren-sione della libertagrave angelica e non solo in primo luogo essa non egraveimmunitas ossia una vaga ed aprioristica indeterminatezza in ordine albene una sorta di libertagrave-da poicheacute questo implicherebbe ridurla alsemplice libero arbitrio secondariamente non si dagrave mai un circuitochiuso di un soggetto ripiegato su di seacute quasi che ogni dato esterno siaproblematico in ordine allrsquoesercizio della libertagrave e perciograve la libertagrave egravesempre libertagrave-verso Questo come si puograve intuire si vedragrave bene a pro-posito della riflessione sul peccato angelico

271 La decisione degli angeli

a questo punto egrave necessario guadagnare alcune prospettive fonda-mentali per affrontare il tema del peccato angelico in primo luogo egrave

134 P Galassi

134 laquola maniegravere spontaneacutee de comprendre la peccabiliteacute angeacutelique et humaine est lieacutee agrave uneinterpreacutetation de la liberteacute comme liberteacute drsquoindeacutetermination incluant la possibiliteacute drsquounchoix entre le bien et le mal selon cette conception dieu aurait creacuteeacute lrsquoange en laissantlibre de choisir entre deux orientations lrsquoune vers le bien qui sera reacutecompenseacutee lrsquoautrevers le mal qui sera punie lrsquoeacutepreuve de la liberteacute permettrait agrave la creacuteature spirituelle decollaborer agrave son salut lrsquoamour a plus de prix semble-t-il srsquoil est donneacute alors qursquoil estpossible de ne pas le donner Une telle description de la liberteacute de choix cherche souventson fondement biblique dans des textes qui utilisent lrsquoimage dela croiseacutee des cheminscomme Mt 7 13 et dt 30 15raquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 105

interessante notare come il concetto di natura pura non sia proprio delpensiero tommasiano ma della scuola tomista tommaso nella distin-zione fra Grazia e natura non lavora mai sul piano concettuale di unanatura pura ma sempre di una pura creatura laddove allrsquoessere creatoegrave Grazia anche lrsquoessere percheacute non gli egrave dovuto Quindi qualsiasinatura per san tommaso non egrave da considerarsi pura ma creata sic-cheacute comprendiamo come lo scarto tra beatitudine naturale e sopranna-turale venga esattamente colmato dalla libertagrave o piugrave precisamentevenga meritato dalla libertagrave angelica

non vogliamo ora qui discutere piugrave approfonditamente se si debbaparlare di due beatitudini o di una duplice beatitudine o addirittura senel caso dellrsquoangelo dobbiamo pensare una natura concepita non soloin Grazia ma per la Grazia Ci basti accennare che il problema delrapporto tra Grazia e natura egrave portato nel caso angelico al suo limitepiugrave estremo se pensiamo allrsquooriginalissima dimensione spaziale tem-porale intellettiva e volitiva dellrsquoangelo cosa significa che la Graziaperfeziona una simile natura che pare ai nostri occhi giagrave cosigrave perfettaCosa significa per un intelletto puro la visio Dei

allo stesso tempo egrave misterioso anche il fatto stesso che la potenteintelligenza angelica non tolga la reale possibilitagrave di una dannazionela dannazione egrave il fallimento volontario dellrsquoesistenza noi ciechi alconfronto degli intelletti puri siamo evidentemente fallibili ma loroEppure siccome essi sono resi capaci di accettare la Grazia nonessendola ma ricevendola soltanto possono compiere un reale rifiutoin sintesi lrsquoangelo puograve peccare se sigrave in che modo135

secondo Maritain136 lrsquoatto su cui si basa il destino morale dellrsquoan-gelo richiede la perfetta libertagrave di scelta Quindi questo non puograve essereil primo atto della sua volontagrave Questo egrave il prodotto di un movimentosoprannaturale di dio che fa sigrave che la volontagrave angelica tenda sponta-

135Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

135 Per ulteriori approfondimenti sullrsquoevoluzione del pensiero dellrsquoaquinate in materiacome anche sulle elaborazioni dei suoi commentatori cfr s-t Bonino Les anges et

les deacutemons pp 215-271 cfr anche C JoUrnEt ndash J Maritain ndash P dE la trinitEacute Le Peacutecheacute de lrsquoange

136 Cfr J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 127-154

neamente al proprio bene e per converso verso dio quale sommoBene dellrsquoordine soprannaturale tale movimento soprannaturale egravegratuito solo se incoativo conforme alla natura angelica e non ostaco-labile dal libero arbitrio non egrave quindi un atto di caritagrave in senso strettoe il suo carattere meritorio egrave inefficace Questo primo atto richiede diessere ratificato da una scelta del libero arbitrio che entra in giocopositivamente solo con il suo primo atto di scelta propriamente dettaovverosia nel secondo istante allrsquoistante della natura creata ndash cheinclude una certa libertagrave ndash deve essere aggiunto quindi lrsquoistante dellamente nella sua stessa dignitagrave lrsquoistante della scelta morale dellrsquoatto dicaritagrave come amore preferenziale137 in sintesi

Egrave essenziale per ogni natura creata considerata in seacute di poter sba-gliare Egrave solo (per porsi nellrsquoipotesi di natura pura) in virtugrave della col-locazione nellrsquoamore per dio mediante lrsquoatto irriformabile di liberaopzione da cui dipende la beatitudine naturale finale o (tenendosinella situazione esistenzialmente data) in virtugrave dellrsquounione perfetta alBene increato soprannaturalmente consumato nella visione beatificache il bene creato puograve pervenire al privilegio dellrsquoimpeccabilitagrave138

il pensiero di Maritain assume una posizione in linea con la tradi-zione della seconda scolastica specialmente della scuola caietanistache dopo san tommaso era andata distinguendo due ordini e duedecreti139 lo si riconosce immediatamente percheacute nel parlare dellascelta angelica distingue due situazioni una storicamente data e lrsquoal-tra solo ipotetica e ideale che troviamo entrambe introdotte tra paren-tesi nella citazione di cui sopra Quella ipotetica egrave presentata come unlaquoporsi nellrsquoipotesi di natura puraraquo mentre quella attuale ndash cioegrave quellache suppone in atto il Progetto di Grazia dellrsquoaltissimo ndash egrave detta coiseguenti termini laquonella situazione esistenzialmente dataraquo

136 P Galassi

137 laquoBonum creatum in se consideratum deficere potest sed ex coniunctione perfectaad bonum increatum qualis est coniunctio beatitudinis adipiscitur quod peccarenon possitraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 8 ad 1

138 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 153-154139 Cfr il giagrave citato lavoro di henri de lubac per lrsquoapprofondimento storico

se pure ci siamo distanziati dallrsquoassumere questo schema tuttaviacrsquoegrave un modo con cui si puograve beneficiare delle intuizioni di Maritain ladimensione dei due ordini distinti ndash naturale e soprannaturale ndash e la for-mulazione di due decreti divini sono strettamente connesse poicheacute ognidecreto a seconda della sua incidenza e radicalitagrave nel piano divinoimplica una riformulazione dellrsquoordine che si imprime sulla Crea zio -ne tale ridefinizione senza mai essere in contraddizione con lrsquoordinedella natura egrave propria della Grazia e si rivela piugrave o meno parziale perla scuola dellrsquoincarnazione perfettiva ed oseremmo dire quasi totaleper una visione che vede lrsquoincarnazione totalmente motivata dal con-seguimento della redenzione

appare evidente che assumendo una prospettiva anagogica questastruttura non regge e la distinzione fra ordine naturale e ordine sopran-naturale sbiadisce non per una confusione di Grazia e di natura maper lrsquoaffievolirsi di questa opposizione precostituita infatti la nozionedi ordo cosigrave configurata suppone due architetture che rischiano diessere concepite come giustapposte o sovrapposte e non compenetrate

il fatto che la natura si comporti per la Grazia come sostrato di ine-renza non fa di questrsquoultima una sovrastruttura Ciograve sembra esseresuggerito dallrsquoidea appunto di due ordini e non piuttosto di unaduplice dimensione del solo ed unico ordine della Creazione Eccospiegato percheacute tommaso non parla mai di pura natura ma sempre dicreatura lo ripetiamo non esiste una natura non creata

Conditio proviene da condere che significa fondare nel latinodella Vulgata (Ez 2815) questa parola indica la creazione laconditio naturae evoca lo stato nativo della creatura non crsquoegrave men-zione in questo passaggio [Summa Theologiae i q 63 a 1 resp]di una peccabilitagrave angelica nellrsquoordine naturale [tr nostra]140

137Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

140 laquoConditio vient de condere qui signifie fonder dans le latin de la vulgate (Ez 2815) ce mot deacutesigne la creacuteation la conditio naturae eacutevoque donc lrsquoeacutetat natif de lacreacuteature il nrsquoest donc pas question dans ce passage [Summa Theologiae i q 63a 1 resp] drsquoune peccabiliteacute angeacutelique dans lrsquoordre naturelraquo l sEntis Saint

Thomas drsquoAquin et le mal p 143

la vera distinzione non egrave fra natura e grazia ma fra creatura eCreatore lrsquoidea di una natura pura egrave frutto di unrsquoastrazione operata apartire da un tuttrsquouno di grazia e natura cioegrave una natura gratificatache egrave il vero oggetto della nostra speculazione del resto ogni specu-lazione parte da un dato da un fatto e la nozione di una natura purain quanto tale non si dagrave neacute si egrave mai data nella storia141 ora quello chesi egrave compiuto egrave stato astrarre dal dato fattuale di una natura gratificataciograve che egrave naturale salvo accorgersi che una natura nata senza la Graziaegrave una natura ferita che non solo non crsquoentra con la Grazia ma noncrsquoentra nemmeno con la natura percheacute il rifiuto della Grazia egrave giagrave fal-limento della natura per il Cristianesimo si ha a che fare quindi conuna natura fallita Ecco quindi che per riempire le lacune si egrave dovutodare un fine naturale alla natura fine che si puograve solo supporre unabeatitudine che non si egrave mai data storicamente Con tale fine naturalesi egrave colmata la lacuna lasciata dalla Grazia

tornando al tema la citazione di Maritain parte dalla constatazioneineludibile che solo dio egrave per natura impeccabile anche la creatura puograveessere impeccabile ma se non lo puograve essere per la natura lo potragrave esseresolo per la Grazia cioegrave per una partecipazione alla vita di dio Questonon significa inserire una radice di male allrsquoorigine della Creazione maaccogliere la nozione di libero arbitrio al pieno della sua serietagrave e gra-vitagrave non crsquoegrave male infatti nella possibilitagrave di peccare ma nellrsquoatto dipeccare percheacute la stessa possibilitagrave di peccare egrave quella moralmente attaalla virtugrave come superamento dellrsquooccasione di peccato in seacute dunquelrsquooccasione egrave indifferente ad entrambi gli esiti anzi non solo non egrave ori-ginariamente cattiva ma egrave piugrave buona che indifferente percheacute lrsquooccasio-ne egrave per il bene solo la volontagrave che si corrompe puograve renderla per ilmale la peccabilitagrave quindi non egrave altro che lrsquoaltra faccia della medagliainevitabile della perfettibilitagrave antecedente allrsquoadesione al fine

Questa impeccabilitagrave che Maritain chiama privilegio tanto per lanatura che per la Grazia puograve essere comunque conseguita attraversoun atto secondo un piano naturale e uno soprannaturale nel primo

138 P Galassi

141 tantrsquoegrave vero che adamo si dice fosse soggetto a doni praeternaturali sin dalla suacreazione

piano abbiamo un atto inserito ipoteticamente nella natura pura che egravedescritto sopra come quella laquocollocazione nellrsquoamore per dio median-te lrsquoatto irriformabile di libera opzione da cui dipende la beatitudinenaturale finaleraquo142 siccome si parla di collocazione mediante lrsquoattoirreformabile di libera opzione notiamo che lrsquoangelo egrave il soggettolrsquoatto egrave ciograve che egli compie e la collocazione egrave ciograve che lrsquoangelo realiz-za mediante lrsquoatto che compie

Ciograve che dipende dallrsquoatto egrave la beatitudine naturale e anche ciograve che siconsegue mediante lrsquoatto ossia la collocazione nellrsquoamore di dio Cosigravepossiamo concludere che in tale collocazione consiste la beatitudinenaturale per il nostro autore ora lrsquoatto che consente tutto ciograve egrave libero eir reformabile percheacute lrsquoangelo egrave determinato dalla propria scelta unavol ta sola definitivamente e senza alcuna costrizione lrsquoat to volitivo an -gelico egrave libero cioegrave ha nella libertagrave della medesima creatura la sua radi-ce piugrave prossima esso rientra poi nel genere delle opzioni per questoMa ritain parla di libera opzione laddove tendenzialmente col termineopzione ndash da optare ossia desiderare ndash si intende lrsquoespressione di unapre ferenza fra due o piugrave possibilitagrave nel caso angelico ovviamente so nosol tanto due lrsquoadesione al fine ultimo o il suo rifiuto il fatto che lrsquoan ge -lo sia posto in questa opzione secondo la sola natura pura dice per Ma ri -tain la radicalitagrave della peccabilitagrave creaturale superarla senza alcun in ter -vento di Grazia egrave dato solo dal conseguimento della beatitudine finaleinfatti nei requisiti della propria realizzazione vi egrave per lrsquoaquinatelrsquoimpossibilitagrave di poterla perdere

se [] parliamo della beatitudine perfetta promessa dopo la vita pre-sente allora va ricordato che [] per natura lrsquouomo desidera di con-servare il bene che possiede e di ottenere la sicurezza di non perder-lo altrimenti il timore o la certezza di perderlo gli procurerannonecessariamente una pena Quindi per la vera beatitudine si richiedeche lrsquouomo abbia la convinzione certa di non dover mai perdere ilbene che possiede E se questa convinzione egrave vera egrave chiaro che non

139Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

142 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 153-154

perderagrave mai la beatitudine se invece egrave falsa giagrave egrave un male dellrsquointel-letto come il vero ne egrave il bene al dire di aristotele Quindi lrsquouomonon saragrave perfettamente beato se in lui si trova un male qualsiasi143

interessante notare come san tommaso nel passo citato non si stiariferendo ad alcuna beatitudine naturale ma a quella soprannaturalesulla quale egrave ricalcata lrsquoaltra nellrsquoipotesi della pura natura ciograve quasi amostrare che egrave dalla situazione esistente che si puograve desumere qualcosa diquella ipotetica infatti confidando eccessivamente nellrsquoipotesi di naturapura e partendo da essa Maritain parla della situazione esistente ndash nonteorica ndash come quella che sussiste laquoin virtugrave dellrsquounione perfetta al Beneincreato soprannaturalmente consumato nella visione beatificaraquo144 Quivediamo infatti un parallelismo imperfetto come prima avevamo la col-locazione nellrsquoamore di dio che egrave la beatitudine finale naturale quiabbiamo lrsquounione perfetta al Bene increato che egrave la visione beatificadella quale non viene descritto lrsquoatto mediante cui essa avviene ma sem-plicemente la modalitagrave in entrambi i casi inoltre avremo una colloca-zione nellrsquoamore di dio percheacute lrsquooggetto della beatitudine egrave lo stesso ndash ilBene increato ndash anche se cambierebbe il modo e la fruizione del medesi-mo Bene assoluto nel primo caso si sottintende unrsquoautocollocazione cheraggiunge una beatitudine inferiore mentre nel secondo caso una collo-cazione della Grazia che raggiunge una fruizione superiore

140 P Galassi

143 laquosi [hellip] loquamur de beatitudine perfecta quae expectatur post hanc vitam scien-dum est quod [hellip] naturaliter autem homo desiderat retinere bonum quod habet etquod eius retinendi securitatem obtineat alioquin necesse est quod timore amit-tendi vel dolore de certitudine amissionis affligatur requiritur igitur ad verambeatitudinem quod homo certam habeat opinionem bonum quod habet nunquamse amissurum Quae quidem opinio si vera sit consequens est quod beatitudinemnunquam amittet si autem falsa sit hoc ipsum est quoddam malum falsam opi-nionem habere nam falsum est malum intellectus sicut verum est bonum ipsiusut dicitur in 6 Ethic non igitur iam vere erit beatus si aliquod malum ei inestraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i-ii q 5 a 4 resp La Somma

Teologica Prima parte pp 77-78144 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo p 154

la beatitudine soprannaturale egrave per questo priva dellrsquoatto volitivoangelico assolutamente no Quindi tutte quelle caratteristiche cheriguardano la scelta in quanto tale non sono affatto esclusive dellanatura ma sono propriamente inserite anche nellrsquoadesione angelicaciograve che perfeziona la natura non puograve togliere o ridurre la libertagrave dellanatura anzi la realizza se tuttavia la libertagrave egrave realizzata nella Graziasi potragrave comprendere il senso della stessa pienamente solo quandoquesta egrave esercitata nella sua pienezza se si volesse quindi comprende-re appieno il senso della libertagrave lo si potrebbe cogliere solo di fronteallrsquoopzione di una beatitudine che trascende le possibilitagrave soggettivedella natura

solo in questa architettura egrave pensabile negli angeli una modalitagrave divolere e decidere piena ed integrale che non conosca esitazioni e pen-timenti la volontagrave dellrsquoangelo egrave definitiva determinata senza ravve-dimento una volta per tutte Per lrsquoangelo data la sua natura puramentespirituale lo status viatoris dura un solo istante cosiccheacute viene ancheil dubbio di poter parlare propriamente di status viatoris si conservaquesto termine percheacute mantiene una tensione non estrinsecistica delcorretto rapporto tra naturale e soprannaturale in tale istante fonda-mentale lrsquoangelo egrave in grado di prendere una decisione irrevocabile edimmutabile a seguito di tale scelta totalmente compresa e pienamenteeffettuata gli angeli restano necessariamente fissi in ciograve a cui hannoaderito esattamente come avviene al momento della morte ultimoatto della vita umana

si deve ritenere fermamente come vuole la fede cattolica che lavolontagrave degli angeli buoni egrave confermata nel bene mentre la volontagravedei demoni egrave ostinata nel male la causa di questa ostinazione nonproviene perograve dalla gravitagrave della colpa bensigrave dalla particolare condi-zione della loro natura e del loro stato [hellip] la morte egrave per gli uominiquello che egrave la caduta per gli angeli [hellip] lrsquoangelo apprende col suointelletto in maniera irremovibile [hellip] la volontagrave dellrsquoangelo [hellip]aderisce stabilmente e irremovibilmente al suo oggetto [hellip] il liberoarbitrio dellrsquoangelo si puograve volgere verso entrambe le alternativeprima della scelta ma non dopo Cosigrave dunque gli angeli buoni ade-

141Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

rendo per sempre alla giustizia sono confermati in essa i cattiviinvece peccando rimangono ostinati nel peccato145

san tommaso fornisce qui una motivazione in piugrave rispetto a quella pre-cedentemente citata sulla fissitagrave della beatitudine se infatti consideriamosoltanto che egrave perfettamente posseduto ciograve che non puograve essere in nessunmodo perduto questo spiegherebbe solo percheacute di fronte al Bene increatonon vi sia piugrave motivo di volere altro tuttavia di fronte al fallimento eternovi sarebbero tutti i motivi per volere altro Ecco allora che emerge lo scan-dalo dellrsquoimpossibilitagrave di conversione per un angelo (caduto)

Possiamo evidentemente dare solo una giustificazione a posterioriche cerchi la spiegazione migliore per mostrare lrsquointrinseca ragionevo-lezza del dato rivelato ora se nel caso della dannazione lrsquoimmutabilitagravedella scelta non puograve essere motivata dallrsquooggetto scelto allora non puograveessere che nella scelta stessa il rapporto fra la volontagrave e la realtagrave infattiegrave binario per sua costituzione Quindi la scelta angelica non muta neacutepuograve piugrave mutare per la forza stessa dellrsquoatto volitivo per questo santommaso distingue fra una confermazione che il bene guadagnato operasulla volontagrave che ne fruisce e una ostinazione nella volontagrave demoniacaQuesto accade percheacute il fulcro della volizione diabolica egrave tutto sul sog-getto e non egrave centrato sullrsquooggetto debito percheacute se la conferma procededallrsquooggetto voluto lrsquoostinazione procede unicamente dal soggettovolente

142 P Galassi

145 laquotenendum est firmiter secundum fidem Catholicam quod et voluntas bonorumangelorum confirmata est in bono et voluntas daemonum obstinata est in maloCausam autem huius obstinationis oportet accipere non ex gravitate culpae sedex conditione naturae status hoc enim est hominibus mors quod angelis casus[hellip] angelus apprehendit immobiliter per intellectum [hellip] voluntas [hellip] angeliadhaeret fixe et immobiliter [hellip] liberum [hellip] arbitrium angeli est flexibile adutrumque oppositum ante electionem sed non post sic igitur et boni angeli sem-per adhaerentes iustitiae sunt in illa confirmati mali vero peccantes sunt in pec-cato obstinatiraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 64 a 2 respid La Somma Teologica Prima parte pp 722-723

la beatitudine quindi egrave sempre qualcosa di oggettivo ed eteronomomentre la dannazione egrave sempre un fatto soggettivo ed egrave tale solo percheacutevoluta nulla infatti di esterno al demonio impedisce a questi di esserefelice ma proprio percheacute il suo primo nemico e piugrave grande ostacolo allabeatitudine egrave se stesso la sua condizione egrave tremenda e disperante146

nellrsquoangelo beato infatti lrsquointelletto indica alla volontagrave ciograve che egrave ilBene increato e questa lo vuole percheacute egrave da volere al di lagrave di ognicosa essendo la beatitudine stessa non solo la volontagrave vuole ciograve chelrsquointelletto indica ma la stessa indicazione dellrsquointelligenza egrave oggettodi volere come strumento adeguato al raggiungimento del fine nelladannazione abbiamo lrsquoinverso lrsquointelletto non indica piugrave ciograve chesarebbe da volere ma solo ciograve che la volontagrave vuole che indichi in unavolontagrave che chiude lrsquoorizzonte intellettuale ad un prescelto in entram-bi i casi abbiamo sia lrsquoapprensione che la volizione irremovibile tutta-via nel primo caso egrave data dalla piena soddisfazione oggettiva nelsecondo invece lrsquointelletto dellrsquoangelo caduto vede che la volontagrave dia-bolica non vuole piugrave irremovibilmente altro e perciograve non indica altroabbiamo due irremovibilitagrave una procedente dallrsquooggetto della voli-zione e una procedente dalla semplice volizione e sono esattamentequelle che lrsquoaquinate aveva chiamate confermazione e ostinazione

Cosigrave pure quando dio inserisce lrsquoangelo nellrsquoordine soprannaturalela piena attualitagrave degli spiriti puri viene rispettata percheacute laquola beatitu-dine non distrugge la natura essendone il coronamentoraquo147

Ecco quindi che lrsquoangelo il quale opera sempre con la perfezione ditutta la sua natura intellettuale collabora beatamente con la Grazia nellamisura delle sue capacitagrave naturali Per la creatura spirituale crsquoegrave una sola

143Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

146 in tal senso il moderato intellettualismo di san tommaso non egrave per questo svalutati-vo del reale significato della volontagrave anzi la sua forza e la reale valorizzazione che essa ha nella sua visione si mostra nella risolutezza di cui egrave capace tale da definir-si in modo perpetuo ad unrsquoopzione contraria ad ogni logica

147 laquoBeatitudo non tollit naturam cum sit perfectio eiusraquo id Summa Theologiae iq 62 a 7 s c testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica

Prima parte p 693

scelta il peccato con la terribile responsabilitagrave e pena che ne consegueoppure il merito proporzionato a un connaturale grado di gloria148

272 Il peccato degli angeli

Percheacute creare esseri cosigrave sublimi se poi si danneranno per sempresembrerebbe un enorme rischio che contraddice il Progetto di bene nellarealtagrave Basta aprire gli occhi e le orecchie sul mondo per cogliere il fra-stuono di malvagitagrave che lo inonda a nostro avviso la questione stessa delmale e del peccato angelico confligge solo apparentemente con la certez-za dellrsquoonnipotenza e infinita Provvidenza divine Comrsquoegrave noto allrsquoelimi-nazione dellrsquoangelologia come tema corrisponde au contraire lrsquoemerge-re di un seducente dualismo che risolva la teodicea in un principio mal-vagio lrsquoangelologia egrave ciograve che salva la creaturalitagrave del nemico e la poste-rioritagrave del male al bene e questo non puograve essere sottovalutato in unavisione autenticamente cristiana e cattolica del cosmo

Ecco percheacute la questione del male biblicamente si esplica in inse-gnamenti sotto una modalitagrave narrativa149 san tommaso dal canto suoha avvertito lrsquoesigenza di sistematizzare lrsquoinsegnamento scritturistico

144 P Galassi

148 del resto tutte le riflessioni angelologiche dellrsquoaquinate assumono e indirizzanolrsquointuizione dionisiana dandole la sua retta collocazione poicheacute anche le gerar-chie angeliche vengono inserite nel grande disegno della Creazione eminentetestimonianza dellrsquoarmonia divina e luogo privilegiato della storia della salvezzalaquoΣκοπὸς οὖν ἱεραρχίας ἐστὶν ἡ πρὸς Θεὸν ὡς ἐφικτὸν ἀφομοίωσίς τε καὶ

ἕνωσιςraquo dioniGi arEoPaGita Tutte le opere Testo greco a fronte p 98 cfrtoMMasodrsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 6 resp laquorationabile estquod secundum gradum naturalium angelis data sint dona gratiarum et perfectio beatitudinis Cuius quidem ratio ex duobus accipi potest Primo quidem ex parteipsius dei qui per ordinem suae sapientiae diversos gradus in angelica naturaconstituit [hellip] secundo apparet idem ex parte ipsius angeli Quando [hellip] non estaliquid quod retardet aut impediat natura secundum totam suam virtutem move-tur Et ideo rationabile est quod angeli qui meliorem naturam habuerunt etiamfortius et efficacius ad deum sint conversiraquo

149 Cfr i libri della Genesi e di Giobbe

affrontandolo da piugrave punti di vista Per il tema che concerne il nostrolavoro lrsquoangelologia si rivela un luogo decisivo per lrsquoapprofondimen-to del tema del male Come detto sopra la libertagrave dellrsquoangelo ndash comedellrsquouomo ndash non egrave neacute fusa neacute giustapposta alla Grazia ma semplice-mente creata solo in questo senso anche il male puograve venir concepitoper ciograve che esso stesso egrave biblicamente e metafisicamente neacute puronulla neacute principio ma privazione cioegrave nulla indebito e quindi causatoda una causa deficiens che non pone alcuncheacute ma toglie sottrae rubaal bene parte della sua bontagrave il grande guadagno di san tommaso stanel coniugare brillantemente lrsquoidea agostiniana di peccato150 con ildato rivelato e la concettualitagrave aristotelica suggerendo per derivazio-ne lrsquoidea di libertagrave come desiderio

Questo egrave del resto ben sottolineato dal fatto che sia opportuno ndash anzidoveroso ndash distinguere nellrsquoangelo come in ogni creatura il li vellodella natura e il livello della volontagrave la questione angelologica egrave anostro avviso ben propizia ad una riscoperta della libertagrave dello spi ritoumano il quale naturaliter capax cognoscendi et diligendi Deum egrave ingrado di colmare in quanto libertagrave creata quella distanza altrimentiincolmabile con il dio trinitagrave151 laurent sentis rilegge la dinamicadella libertagrave nel rapporto tra Grazia soprannaturale e natura spirituale

145Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

150 laquoMalum sit aversio eius ab incommutabili bono et conversio ad mutabilia bonaraquoaGostino di iPPona (s) De Libero Arbitrio libri tres liber ii par 19 n 53 su questabase lrsquoaquinate puograve affermare che laquotam angelus quam quaecumque creatura rationa-lis si in sua sola natura consideretur potest peccare et cuicumque creaturae hoc con-venit ut peccare non possit hoc habet ex dono gratiae non ex conditione naturaeCuius ratio est quia peccare nihil est aliud quam declinare a rectitudine actus quamdebet habereraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 63 a 1 resp

151 Certo non intendiamo un riempimento attivo quasi che colmasse la distanza peruna propria forza questo sarebbe intendere la volontagrave anzitutto come arbitrio Macome abbiamo appena detto la volontagrave egrave anzitutto desiderium per san tommasosiccheacute parliamo di un riempimento passivo la cui possibilitagrave egrave insita per misericor-dia di dio nellrsquoinfinita disponibilitagrave del desiderio umano

e in tal modo fa emergere come lrsquoangelo sia la figura paradigmaticache palesa

la sproporzionalitagrave inerente al desiderio spirituale Poicheacute il desti-no dellrsquoangelo egrave partecipare alla vita divina e poicheacute questa parte-cipazione alla natura increata supera le capacitagrave della natura creatalrsquoaccesso a questa felicitagrave non puograve venire da una necessitagrave inerentealla natura angelica non puograve venire che da un atto gratuito daquel momento in poi la peccabilitagrave egrave implicita nella condizionenativa della creatura ribadiamo che la sproporzionalitagrave del desi-derio appare in questa particolare risposta in cui solo lrsquoangelo egravecontenuto e non nella risposta generale in cui tommaso considerala peccabilitagrave di ogni creatura dotata di ragione [tr nostra]152

Questa tesi teologica trova diretta esplicitazione solo al compimen-to della produzione storica dellrsquoaquinate153 essendo questo uno degliultimi elaborati della sua immensa produzione teologica puograve esserepensato nel caso dellrsquoangelologia come la conclusione di un percorsodi indagine che senza contraddirsi ha sempre rivelato ndash umilmente ndashnuove sfacettature di questa fondamentale tematica

Una migliore comprensione delle strutture della psicologia angelicaed una distinzione piugrave netta tra naturale e soprannaturale consentono asan tommaso di distinguere in un angelo che pure viene creato in statuGratiae lrsquoistante della conoscenza naturale e quello successivo della

146 P Galassi

152 laquola disproportionnaliteacute inheacuterente au deacutesir spirituel Parce que la destineacutee de lrsquoan-ge est de participer agrave la vie divine parce que cette participation agrave la nature increacuteeacuteeexcegravede les capaciteacutes de la nature creacuteeacutee lrsquoaccegraves agrave cette beacuteatitude ne peut provenirdrsquoune neacutecessiteacute inheacuterente agrave la nature angeacutelique elle ne peut venir que drsquoun actelibre degraves lors la peccabiliteacuteest impliqueacutee dans la condition native de la creacuteatureremarquons que la disproportionaliteacute du deacutesir apparaicirct dans cette reacuteponse particu-liegravere ougrave seul lrsquoange est concerneacute et non dans la reacuteponse geacuteneacuterale ougrave thomas envi-sage la peccabiliteacute de toute creacuteature doueacutee de raisonraquo l sEntis Saint Thomas

drsquoAquin et le mal p 146153 Precisamente nellrsquoarticolo 4 della quaestio 16 De malo

cognizione soprannaturale la conoscenza naturale di dio come auctornaturae e la conoscenza soprannaturale di dio come auctor Gratiae154

il punto nevralgico sta nel considerare in senso non dualistico que-sta distinzione che come risaputo ha dato adito a fraintendimentinello sviluppo della storia della teologia se si pensa ad esempio allanota questione della natura pura tuttavia una corretta lettura dei testidi san tommaso che ne rispetti la logica analogica di fondo egrave dovero-sa e piugrave di un autore in tempi recenti ha reso giustizia allrsquoindubbiaattualitagrave del pensiero tommasiano155

lrsquoaquinate distingue a proposito dellrsquoangelo come di ogni creaturaun livello operativo della Grazia coincidente con lrsquoatto di creazione e unlivello cooperativo in cui entra in gioco la libertagrave creata questa finedistinzione consente drsquoindividuare nella creatura ndash e quindi eminentemen-te nellrsquoangelo ndash una dimensione di libertagrave recettiva come non ripugnanzaa dio da una dimensione di libertagrave propriamente detta come scelta a que-sto proposito Journet discerne efficacemente in san tommaso

la distinzione tra lrsquoeffetto della grazia operante la cui responsabilitagraverimanda a dio solo e lrsquoeffetto della grazia cooperante anchrsquoessabuona ma dove la responsabilitagrave rimanda sia alla creatura che a dio[] allrsquoinizio sotto la mozione della grazia operante la volontagravenon egrave certamente inerte essa egrave intensamente attiva tuttavia la suaattivitagrave egrave limitata al consenso in un secondo tempo sotto la mozione

147Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

154 laquooportuit quod angelus in primo instanti suae creationis converteretur ad naturalemsui cognitionem secundum quam non potuit peccare [hellip] postmodum vero potuitconverti in id quod est supra naturam vel ab eo averti Et ideo angelus in primoinstanti suae creationis non fuit neque beatus per conversionem perfectam in deumneque peccator per aversionem ab ipso Unde augustinus dicit iv super Genes adlitteram quod post vesperam primae diei fit mane cum lux spiritualis scilicet ange-lica natura post cognitionem propriae naturae quae non est quod deus refert se adlaudandam lucem quae est ipse deus cuius contemplatione formaturraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de malo q 16 a 4 resp155 tra gli autori salienti ricordiamo i giagrave citati M-d Chenu Eacute Gilson J Maritain

C Journet ai quali si puograve aggiungere h de lubac

della grazia cooperante la volontagrave stessa si muove a scegliere imezzi in vista del fine [tr nostra]156

tutto questo percorso conduce inevitabilmente ad un affondo sullaquestione del male se infatti qualsiasi creatura fosse anche la piugravesublime puograve peccare quale consistenza assume il male morale

il dramma del peccato diabolico rischia di portare alla conclusioneche esista un male posto nel senso di consistente anche qui comeriguardo alla questione del rapporto tra gli angeli e Cristo viene inaiuto la metodologia ermeneutica anagogica Per far questo occorre inprimo luogo assumere il dato filosofico tradizionale ndash connivente conla dottrina della Creazione ndash che

presenta come un assioma metafisico la tesi secondo cui ciograve che egravein quanto egrave egrave buono Questa tesi egrave presentata come quella dellaconvertibilitagrave dellrsquoessere e del bene (ens et bonum convertuntur)[tr nostra]157

tale posizione che vede di fatto ogni cosa dotata di essere ndash creata ndashcome buona suggerisce la prospettiva in cui leggere il peccato stessoche non puograve assumere spessore ontologico si badi bene prospettivanon significa immediatamente soluzione tantrsquoegrave vero che ad un primolivello potrebbe sembrare che il peccato in quanto presente nelmondo sia paradossalmente e ontologicamente buono se egrave pur vero

148 P Galassi

156 laquola distinction entre lrsquoeffet de la gracircce opeacuterante donrsquot la responsabiliteacute remonte agravedieu seul et lrsquoeffet de la gracircce coopeacuterante bon lui aussi mais donrsquot la responsabi-liteacute remonte agrave la fois agrave la creature et agrave dieu [hellip] au premier temps sous la motionde la gracircce opeacuterante la volonteacute nrsquoest certes pas inerte elle est mecircme intenseacutementactive mais son activiteacute se borne uniquement agrave consentir au second temps sous lamotion de la gracircce coopeacuterante la volonteacute se meut elle-mecircme agrave choisir les moyensen vue de la finraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute p 214

157 laquoPreacutesente comme un axiome meacutetaphisique la thegravese selon laquelle ce qui est en tant quetel est bon Cette thegravese est preacutesenteacutee comme celle de la convertibiliteacute de lrsquoeacutetant et dubon (ens et bonum convertuntur)raquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 27

che laquotutto concorre al bene per quelli che amano dioraquo158 non egrave perogravedi Provvidenza che si parla a questo livello infatti lrsquoazione di dio cheaddirittura sa trarre il bene dal male non come materia o causa macome occasione suppone giagrave che si sia definito cosa si intenda con iltermine male e peccato Ci accorgiamo che di fronte al problema delmale si corre il duplice rischio dellrsquoassolutizzazione ndash il male ontolo-gico ndash e del riduzionismo ndash lrsquoinesistenza del male

la scaturigine di questa ἀπορία sorge nellrsquoomissione della nozioneagostiniana di peccato come aversio il punto egrave cosa identifica il pec-cato come tale ossia percheacute nellrsquoatto in cui si commette una colpa cisi sente peccatori il peccato implica sempre due aspetti la conversioad creaturam e lrsquoaversio a Deo la domanda egrave che cosa identifica ilpeccato come tale si puograve sostenere il primo aspetto percheacute santommaso (i-ii q 3) afferma che tutto ciograve che egrave voluto egrave voluto inquanto buono Questa bontagrave egrave detta reale per quelle azioni conformi adio solo apparente per quelle azioni non conformi a dio nondimenoegrave sempre una bontagrave a motivare lrsquoazione intrinsecamente buona e quel-la peccaminosa sebbene tale bontagrave nellrsquouno e nellrsquoaltro caso nonsiano sovrapponibili tuttavia colui che egrave giusto angelo o uomo chesia non differisce dallrsquoingiusto per lrsquoamore che ha della Creazionema per la correttezza nellrsquoamare Quindi affermare che la conversio adcreaturam egrave lrsquoaspetto identitario del peccato significa confondere lrsquoa-spetto genetico della colpa con lrsquoaspetto formale del peccato al con-trario ciograve che distingue lrsquoazione peccaminosa da tutto il resto egrave lacarentia ordinis amoris che non egrave altro che lrsquoaversio a Deo da que-strsquoultima quindi bisogna partire percheacute ogni male egrave privazione men-tre lrsquoamore verso le creature dice un positivo e assumerlo comedistintivo del peccato implica postulare il male come un positivo onto-logico Peraltro concepire il male in risposta ad una sua eccessivaontologizzazione solo come un niente rischia di svilire il grado diresponsabilitagrave della creatura e per estensione lrsquoelisione del male toutcourt Qualcuno ha quindi tentato di porre la radice del male per lrsquouo-mo come per lrsquoangelo nella decisione Ci stiamo riferendo natural-

149Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

158 Rm 8 28

mente al pensiero di Maritain159 sopra espresso riguardo al rapportotra naturale e soprannaturale ora il riferire il male allrsquoatto di liberaopzione sposta solo il problema poicheacute riferire la colpa al soggettonon implica identificarne lrsquoorigine assolutizzando una lettura diacro-nica dellrsquoatto con cui il peccato viene compiuto si rischia di positiviz-zare ndash da ponere ndash eccessivamente il peccato come un dato

Un tale errore [] egrave inevitabile quando si studia il peccato dalpunto di vista di chi guarda al futuro il peccato egrave quindi una possi-bilitagrave proiettata di fronte a se stessi e quindi acquisisce una certapositivitagrave percheacute egrave intesa come una scelta [tr nostra]160

lrsquointento altissimamente speculativo di Maritain porta al massimolivello la storia dellrsquointerpretazione del dettato tomistico riguardo ilmale ad opera dei commentatori moderni Giovanni di san tommasoin primis tuttavia pur volendone smontare le conclusioni di fatto neassume le premesse erronee Come sostiene sentis egrave vero chelaquoMaritain rileva bene lrsquoasimmetria tra il confine del bene e del male[tr nostra]raquo161 ovverosia il fatto che solo il bene si ponga a livello del-lrsquoessere tuttavia il problema sorge quando si pone il problema dellacausa mali per usare un paragone sarebbe come chiedersi il percheacute cisia lrsquooscuritagrave che non puograve essere definibile se non come assenza ndashprivatio ndash di luce la libertagrave di fronte allo scacco drammatico del malerivela la sua corretta dimensione di possibilitagrave non di creativitagrave dettoaltrimenti la volontagrave libera non pone ndash nel senso di porre in essere ndash

150 P Galassi

159 Cfr anche J Maritain Dieu et la permission du mal descleacutee de Brouwer Paris 1993160 laquoUne telle meacuteprise [hellip] est ineacutevitable degraves lors que lrsquoon eacutetudie le peacutecheacute en se

placcedilant du point de vue de celui regarde vers lrsquoavenir le peacutecheacute est alors une pos-sibiliteacute projeteacutee devant soi et acquiert de ce fait une certaine positiviteacute du faitqursquoon le comprend comme un choixraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le malp 173

161 laquoMaritain repegravere bien la dissymeacutetrie entre la ligne du bien et la ligne du malraquo ivip 171 per la confutazione della posizione di Maritain cfr anche le pagineseguenti

ma dispone un giagrave dato Ecco quindi che si rivela lrsquoenorme guadagnodi sentis ndash straordinariamente semplice nella sua evidenza ndash di unmale che si pone non in riferimento al soggetto che sceglie o allrsquoattodi scelta ma riorienta entrambi in relazione alla regula ndash intesa comedirezione piugrave che semplice norma legale ndash che indica il benelrsquoalteritagrave irrompe nella dinamica decisionale del soggetto angelo ouomo che sia si semplifica cosigrave lrsquoardua e difficilmente risolutiva spie-gazione della peccabilitagrave secondo Maritain in una piugrave semplice quantonaturale visione del male come drammatica distrazione

analizzando a fondo infatti si rivela unrsquoἀπορία se ricordiamo illegame tra bene ordine e perfezione notiamo come di fatto il male siauna deviazione ndash aversio o privatio ndash dal bene ora chiedersi la causadi questa deviazione egrave quanto meno equivoco per sentis percheacute se sipensa a come il male si configura di fatto esso si rivela esattamentecome non radicale come conferma la grande intuizione per cosigrave direlaica di hannah arendt162

lrsquoattenzione si sposta quindi dal male come oggetto in seacute di fattoinafferrabile come il fumo al male come difetto

non si pecca decidendo liberamente di peccare ma si ha peccatopercheacute non si egrave prestato attenzione alla legge di dio E il peccato egravegiustamente imputato a noi se e solo se era in nostro potere presta-re attenzione dire che la volontagrave era libera significa che avevamoquel potere Quindi non egrave a partire dalla nostra libera decisione che

151Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

162 laquoil male non egrave mai ldquoradicalerdquo ma soltanto estremo [hellip] Esso puograve invadere edevastare il mondo intero percheacute si espande sulla sua superficie come un fungoEsso ldquosfidardquo [hellip] il pensiero percheacute il pensiero cerca di raggiungere la profonditagravedi andare alle radici e nel momento in cui cerca il male egrave frustrato percheacute nontrova nulla Questa egrave la sua ldquobanalitagraverdquo solo il bene egrave profondo e puograve essere radi-caleraquo h arEndt Ebraismo e modernitagrave feltrinelli Milano 2001 p 227Precisiamo che la grande filosofa inseriva in questo discorso una critica alla origi-ne demoniaca del male fraintendendo o dimenticando che per la teologia cristiananeppure il demonio egrave di fatto origine del male

abbiamo peccato ma egrave a partire dal fatto che la nostra volontagrave eralibera che siamo rimproverati per non aver preso in considerazione[la legge tr nostra]163

assunto questo dire che il peccato sia in qualche modo disattenzionepuograve portare ad equivoci inoltre se ci si rapporta ad unrsquointelligenza puracome lrsquoangelo perfettamente intuitiva e non discorsiva come si puograve dareuna disattenzione Una disattenzione angelica ndash letta analogicamente ndashpuograve darsi solo come mancato consenso nei confronti di una Graziasoprannaturale che lrsquoha creato e gli si propone Cosigrave facendo da un latosi distingue finemente la decisione dalla peccabilitagrave poicheacute questrsquoultimalaquoegrave legata al destino soprannaturale [tr nostra]raquo164 dallrsquoaltro lato si confi-gura finalmente una cifra sintetica del male come dis-ordine mal-funzio-namento de-regolamentazione deacuteregraveglement dove il peccato egrave

una ricerca del proprio bene senza considerare cosa dovrebbe rego-lare questa ricerca [] vediamo che per tommaso il peccato egravealla sua radice un desiderio non regolato [hellip] alla radice dellasregolatezza crsquoegrave una mancanza di attenzione non si tratta di disat-tenzione come distrazione o incuria ma qualcosa di piugrave serio []tommaso ci aiuta a capire che il peccato alla radice egrave una mancan-za di attenzione a dio [] attendere significa essere attentolrsquoattenzione agli altri suppone che si sappia aspettare che ci simetta al loro ritmo allo stesso modo [] essere attenti a diosignifica attendere lrsquoora di dio [tr nostra]165

152 P Galassi

163 laquoon ne pegraveche pas en deacutecidant librement de peacutecher mais on a peacutecheacute parce que lrsquoon nrsquoapas precircte attention agrave la loi de dieu Et le peacutecheacute nous est impute agrave juste titre si et seule-ment si il eacutetait en notre pouvoir de precircter attention dire que la volonteacute eacutetait libresignifie que nous avions ce pouvoir ainsi ce nrsquoest pas par notre libre decision quenous avons peacutecheacute mais crsquoest parce que notre volonteacute eacutetait libre qursquoil nous est reprocheacutede nrsquoavoir pas considereacuteraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 173

164 Ivi p 146165 laquoUne recherche du bien propre sans consideacuteration de ce qui doit reacuteguler cette

rechercheacute [hellip] nous y voyons que pour thomas le peacutecheacute est agrave sa racine un deacutesir

Questa ci sembra la prospettiva vincente che tenga conto di tutti ifattori in gioco nel rispetto dellrsquoalteritagrave e a salvaguardia dellrsquounitagraveComprendiamo che la questione della libertagrave ndash angelica e umana ndash deveessere originariamente considerata in-relazione-a Come la nozionetomista di veritagrave come adeguazione implica il riconoscimento di unacorrispondenza tra lrsquointelletto e la realtagrave che avvolge lrsquointelletto stessocosigrave la libertagrave ndash comprendente la peccabilitagrave ndash diventa consenso ndash omeno ndash a quella regola che pone in essere e si propone alla relazione

3 Per una cosmoloGia storico-salvifica il GuadaGno teoloGico dellrsquoanGeloloGia tomista

31 il cosmo e gli angeli

lrsquoaquinate postula e argomenta lrsquoangelologia allrsquointerno di unaconcezione del mondo come Uni-verso istituendo contemporanea-mente la Causa il fine e lrsquoorizzonte attraverso cui leggere e ap pro -fondire la molteplicitagrave del mondo dio crea il mondo per sovrabbon-danza di Bene Bonum diffusivum Sui crea un mondo che ne riflettalrsquoinfinita ed assoluta perfezione in una molteplicitagrave di effetti tuttaviaognuno di essi egrave connesso allrsquoesemplaritagrave divina ne riflette le miriadidi raggi di luce radicate nellrsquounica fonte luminosa del sole Questacertezza sposta lrsquoindagine teologica sulla Creazione dallo spazio-tempo alla relazione tanto in senso orizzontale (creatura-creatura)quanto in senso verticale (creatura-Creatore)

153Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

non reacuteguleacute [hellip] Agrave la racine du deacuteregraveglement il y a un deacutefaut drsquoattention il ne srsquoagitpas de lrsquoinattention entendue comme distraction ou eacutetourderie mais de quelque choseplus grave [hellip] thomas nous aide agrave comprendre que le peacutecheacute en sa racine est unmanque drsquoattention agrave dieu [hellip] attendre crsquoest ecirctre attentif lrsquoattention agrave autrui sup-pose que lrsquoon sache attendre que lrsquoon se mette agrave son rythme de mecircme [hellip] ecirctreattentif agrave dieu signifie attendre lrsquoheure de dieuraquo ivi pp 148-149

non dobbiamo quindi concludere che la creazione legata allrsquoidea diun inizio possa essere concepita come un evento storico non egrave unevento dal momento che non esiste un teatro in cui questo presuntoevento possa aver avuto luogo cosigrave che da allora non succede nullanon avviene alcun cambiamento in modo che solo questo egrave reale ilmondo egrave egrave allrsquointerno di un primo istante che non ha precedenti seb-bene debba avere un seguito egrave di dio e in questo senso egrave creato dadio relazione sempre e non evento o colpo di scena [tr nostra]166

la presentazione di sertillanges egrave ricchissima di spunti non esisteuna creazione evenemenziale del mondo percheacute ogni evento creato egravetale solo nel mondo e supponendo il mondo come Creazione Possiamocapire questa considerazione solo richiamando alla memoria lrsquoanticadiatriba medievale tuttrsquoaltro che inattuale riguardo allrsquoorgine dellaCreazione Ci si domandava se il mondo fosse eterno o avesse avuto uninizio tommaso nellrsquoomonimo opuscolo167 mostrograve come lrsquoeternitagrave delmondo non contraddicesse assolutamente la tesi di una sua creazioneEssa egrave lrsquounico modo adeguato di derivare lrsquoesistenza delle cose sia chela loro totalitagrave ordinata non abbia avuto un inizio temporale sia che loabbia avuto la contraddizione egrave solo unrsquoapparenza chi designa unistante in cui il mondo inizia designa uno spartiacque poicheacute ogniistante divide il tempo in due cioegrave secondo un prima e un poi ne con-

154 P Galassi

166 laquoon nrsquoen doit donc pas conclure que la creacuteation mecircme lieacutee agrave lrsquoideacutee de commen-cement puisse ecirctre conccedilue agrave la faccedilon drsquoun eacuteveacutenement historique Ce nrsquoest pas uneacuteveacutenement puisqursquoil nrsquoy a pas de theacuteacirctre ougrave ce preacutetendu eacuteveacutenement puisse sedeacuterouler puisqursquoalors il ne se passe rien qursquoaucun changement ne se produit quececi seulement est reacuteel le monde est il est dans un premier instant qui nrsquoa pas depreacuteceacutedent bien qursquoil doive avoir une suite il est de par dieu et en ce sens il estcreacuteeacute de dieu relation toujours et non pas eacuteveacutenement ou coup de theacuteacirctreraquo a-dsErtillanGEs Les grandes thegraveses de la philosophie thomiste Bloud et Gay Paris1928 p 89

167 Cfr toMMaso drsquoaQUino (s) De aeternitate mundi testo latino e traduzione ita-liana in id Lrsquounitagrave dellrsquointelletto Lrsquoeternitagrave del mondo Esd Bologna 2012 pp 199-226

segue che ad ogni inizio che si possa trovare per il mondo si troveragraveugualmente un prima e un poi immaginiamo di compiere lrsquoazioneallrsquoinfinito si potragrave cogliere allora la natura infinita del tempo e quindidel mondo percheacute il tempo di cui parliamo egrave quello del mondo Comeabbiamo veduto perograve con sertillanges tale inizio per la teologia cristia-na non egrave nel tempo ma del tempo Come tale non egrave un evento storicoma egrave storico solo lrsquoinizio di qualcosa nel mondo

la tesi cristiana quindi non contraddice la ragione percheacute si rife-risce ad un livello della parola istante differente da quello della filoso-fia dellrsquoente mobile il fatto poi che si accolga per rivelazione che ilmondo abbia avuto un inizio non egrave privo di un grado di convenienzaalla luce della causalitagrave esemplare anzi oserei dire che ne esprime lasintesi non bisogna mai dimenticare un criterio simbolico nel cosmodio ha fatto il mondo percheacute fosse leggibile cosiccheacute ogni sua letturacoerente assume un significato non indifferente

fugata la possibilitagrave della Creazione come colpo di scena cosigrave ci dicepadre sertillanges rimane una visione di Creazione come relazione Cheil mondo abbia avuto un inizio temporale o no fatto che non egrave con-traddittorio con lrsquoinizio di ogni cosa dalla relazione con dio tutto egrave exexitu a Deo Per questo il mondo egrave Universo percheacute innervato diunrsquounica catena di relazioni che lo tiene insieme secondo un principiodi armonica unitagrave se egrave unitario in relazione allrsquounica origine egrave uni-verso in relazione allrsquounico fine cioegrave ex reditu ad Deum Perciograve cisembra che il cuore della questione sia questo la celebrazione dellarelazionalitagrave elemento che pienamente si verifica solo nel misterodella Chiesa Questa da un lato egrave lrsquoultimo effetto proprio dellrsquoesem-plaritagrave divina ndash di un dio che egrave tre Relationes subsistentes ndash ed egrave dal-lrsquoaltro anche il primo scopo della creazione

dunque egrave proprio in relazione allrsquounitagrave dellrsquoUniverso che santommaso colloca lrsquoesistenza e le caratteristiche angeliche lrsquoabbiamovisto sin dal concetto aristotelico dei motori celesti riletto poi allaluce di una visione pervasiva della Provvidenza di dio ora la perfe-zione dellrsquouniverso richiede lrsquoesistenza di creature immateriali e incor-poree e la Provvidenza divina si manifesta proprio con la creazione diesseri puramente spirituali attraverso i quali si possa esprimere almeglio lrsquoimago Dei

155Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

32 unrsquoestetica teologica ldquoab angelisrdquo

nel pensiero di san tommaso un modo per rendere lrsquoimmaginedella perfezione di dio egrave la bellezza il pulchrum e in questo senso lrsquoan-gelo egrave testimone di Bellezza per eccellenza ma non da solo solamentecon lrsquouomo come abbiamo veduto sopra abbiamo una visione cosmicadel dio del cosmo una visione integrale del dio dellrsquouniverso interopercheacute nellrsquoangelo lrsquouomo ha il paradigma della trascendente presenzadi dio e nellrsquouomo lrsquoangelo ha il paradigma dellrsquoimmanenza implicatain ogni trascendenza lrsquouomo in ciograve che egrave non puograve che essere paradig-matico di questo cioegrave che la totale trascendenza dellrsquoaltissimo non egraveper la sua assolutezza meno assoluta intimitagrave

in modo particolare se entriamo nei celebri tre caratteri formali delbello possiamo intravedere la sintesi di quanto sino ad ora affermatoEssi sono lrsquointegritas la proportio e la claritas168 che costituisconolrsquoeccellente natura dellrsquoangelo Partendo dallrsquointegritas la quale pro-priamente definisce lrsquoavere tutto quanto egrave debito per una determinatanatura essa egrave un aspetto specificante dellrsquoessenza angelica ossia lrsquoin-tellettualitagrave intuitiva pura e non discorsiva ad essa egrave debita lrsquoinfusio-ne di quelle specie universali mediante cui la creatura spirituale cono-sce ogni ente Maggiore egrave la natura dellrsquoangelo minore egrave il numerodelle specie siccheacute lrsquointegritagrave non egrave piugrave su di un piano quantitativoal contrario trasferendosi su un piano puramente qualitativo lrsquointe-gritas egrave direttamente proporzionale alla simplicitas Integrum quindinon egrave espressione di una totalitagrave di parti ma la maggiore identitagrave delsegrave con segrave cosa che in modo assoluto egrave solo di dio

la debita proportio si mostra straordinariamente limpida percheacutelrsquointelligenza in quanto perfettamente intuitiva non compie passaggiegrave diretta e come tale esprime in modo eminente la proporzione fra

156 P Galassi

168 laquoad pulchritudinem tria requiruntur Primo quidem integritas sive perfectio quaeenim diminuta sunt hoc ipso turpia sunt Et debita proportio sive consonantia Etiterum claritas unde quae habent colorem nitidum pulchra esse dicunturraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 39 a 8 resp

mente angelica e realtagrave sul calco della veritas adaequatio rei et intel-lectus169 Quanto piugrave lrsquoadeguazione della mente creata egrave fedele allarealtagrave tanto piugrave egrave specchio dellrsquoaltra adeguazione quella ontologicache descrive il rapporto fra la Mente creatrice di dio e il mondo crea-to si noti questo aspetto la proporzione veritativa di mente e mondonon egrave forse la stessa proporzione che vi egrave fra il mondo e la mente con-siderate da una diversa prospettiva allora la debita proportio aprequesta nostra breve estetica della creatura spirituale ad extra nonessendo autoreferenziale ma integrata ed integrante il cosmo

il mondo egrave stato creato da dio per quelle creature razionali chepossono consapevolmente fruirne ma allo stesso modo la creatura spi-rituale egrave creata percheacute il mondo sia completo perfetto quasi corollaluminosa dello splendore del mondo medesimo si giunge cosigrave allrsquoulti-mo criterio formale del bello la claritas

Splendor veri dicevano i Platonici [] splendor ordinis dicevasantrsquoagostino [] splendor formae diceva s tommaso [] per-cheacute la forma egrave anzitutto il principio proprio drsquointelligibilitagrave lachiaritagrave propria di ogni cosa [] dire con gli scolastici che la bel-lezza egrave lo splendore della forma sulle parti proporzionate dellamateria vuol dire che essa egrave una folgorazione drsquointelligenza su unamateria disposta intelligentemente170

ora abbiamo visto che tali tre caratteri applicati allrsquoangelologia ciraccontano dio il mondo e lrsquouomo allrsquointerno del dramma storico-sal-vifico cioegrave non solo nellrsquoexitus a Deo della creazione ma parimenti delreditus ad Deum della redenzione o nuova Creazione si mostra pari-menti in una sintesi la radicale complementarietagrave che crsquoegrave tra angelolo-gia cosmologia e antropologia di modo che non si possa realisticamen-te condurre una delle tre discipline senza un riferimento alle altre Esseinfatti studiano un unico e sintetico Mistero la Chiesa mai peccatrice

157Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

169 Cfr id Quaestiones disputatae de veritate q 1170 J Maritain Arte e scolastica Morcelliana Brescia 1980 p 25

nellrsquoangelo redenta nellrsquouomo riconciliata nel mondo Ma la Chiesa egraveessenzialmente il Mistero di un Corpo che sarebbe privo di senso edorganizzazione se considerato a prescindere dal riferimento al Capo cheunifica tutte le membra cioegrave Cristo dunque ogni angelologia antropo-logia e cosmologia che sia e voglia essere essenzialmente cristiana saragravesempre una sfaccettatura differente dellrsquounica cristologia

in ogni caso egrave pur vero che il mondo per essere compreso deveessere analizzato e quindi scomposto ogni parte egrave oggetto di saperecosiccheacute ogni disciplina ha una sua autonomia senza mai essere indi-pendente dalla sua radice fondamentalmente cristologica Come puograveinfatti un nostro discorso sullrsquointimitagrave di dio e del suo Progetto avereluogo senza la rivelazione corporea del verbo incarnato Che cosrsquoegravequesta se non Cristo se cosigrave non fosse ne andrebbe di mezzo il ruolotanto dellrsquointellectus quaerens fidem quanto della fides quaerens intel-lectus Questo egrave stato il nostro intento al fine di svelare il ruolo dinami-camente attivo che san tommaso riconosce allrsquoangelo nellrsquouniverso

in modo particolare lrsquoapproccio straordinariamente denso del pen-siero tommasiano non solo apre la teologia in se stessa al suo cuorecristologico ma lrsquoapre alla filosofia e viceversa costituendo un rap-porto in cui non solo il sapere procedente dalla fede benificia di quellodella ragione ma questrsquoultima egrave autenticamente beneficiata e salvatadalla fede la vera fede non esclude ma salva la ragione percheacute nellacompatibilitagrave col dato rivelato il pensiero umano purifica la sua visio-ne sul mondo e perviene alle sue piugrave alte veritagrave

facciamo un esempio se la bellezza di cui abbiamo appena parla-to implica proporzione e ordine di conseguenza implica gerarchiasan tommaso recuperando e purificando il pensiero dionisiano haefficacemente inteso lrsquoattualitagrave di una gerarchizzazione della realtagraveche rifletta il portato intensivo dellrsquoessere di dio come del mondo

abbiamo visto come lrsquoangelo sia ontologicamente superiore alla crea -tura materiale non essendo il suo essere limitato dalla materia dallo spa -zio e dal tempo la sua azione egrave illuminata da un intelletto puramente in -tuitivo concretizzata da una libertagrave che non conosce fluttuazioni di sorta

Per questo agli angeli egrave affidata la sovrintendente custodia delmondo creato ed ecco percheacute unrsquoautoritagrave indiscussa come lo Pseudo-

158 P Galassi

dionigi poteva trarre il trattato sulla Chiesa171 a partire dallrsquoangelologiaCosigrave lrsquointervento delle creature spirituali come si egrave visto non aggiungemediazioni superflue o separative del rapporto fra Cristo e la sua Chiesandash gli angeli sono parte della Chiesa ndash ma si propone come espressionedella cura che lo sposo ha verso di essa come prolungamento nellasposa della sua premura straordinario su questo tema egrave un passo diBernardo che nel suo commentario al Cantico dei Cantici giunge a dire

Puoi udire queste cose con maggiore chiarezza anche in questeparole laquovidi la cittagrave santa la nuova Gerusalemme scendere dalcielo da dio pronta come una sposa ornata per il suo sposoraquo Epoi laquoUdii una voce forte dal trono che diceva Ecco la dimora didio con gli uomini egli abiteragrave con lororaquo a che scopo Credo peracquistarsi una sposa fra gli uomini Che cosa mirabile veniva acercare una sposa ma non veniva senza la sposa Cercava la sposae la sposa era con lui forse allora erano due Certamente noPoicheacute egli dice laquoUna sola egrave la mia colombaraquo E come ha raduna-to diversi greggi per farne uno solo percheacute vi sia un solo ovile eun solo pastore allo stesso modo avendo accanto a seacute come sposafin dal principio la moltitudine degli angeli gli egrave piaciuto convo-care anche dagli uomini una Chiesa e unirla a quella celeste affin-cheacute ci sia una sola sposa e uno sposo solo dunque aggiungendoquesta lrsquoaltra egrave stata perfezionata ma non duplicata e riconosceciograve che egrave stato detto di lei laquoUnica egrave la mia perfettaraquo172

159Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

171 lrsquoopera De ecclesiastica hierarchia cfr dioniGi arEoPaGita Tutte le opere

Testo greco a fronte pp 189-352172 laquoaudi tamen apertius vidi inquit civitatem sanctam Jerusalem novam descen-

dentem de coelo a deo paratam tanquam sponsam ornatam viro suo et addiditEt audivi vocem magnam de throno dicentem Ecce tubernaculum dei cum homi-nibus et habitabit cum eis (apoc XXi 2 3) ad quid Credo ut sibi acquirat spon-sam de hominibus Mira res ad sponsam veniebat et absque sponsa non veniebatQuaerebat sponsam et sponsa cum ipso erat an duae erant absit Una est enimait columba mea sed sicut de diversis ovium gregibus unum facere voluit ut situnum ovile et unus pastor (Joan X 16) ita cum haberet sponsam inhaerentem sibi

la sua argomentazione egrave perfettamente compatibile col dettato ditommaso non a detrimento dellrsquooriginalitagrave di questrsquoultimo ma a con-ferma della continuitagrave del pensiero teologico e della veridicitagravedellrsquoaquinate del resto il grande Doctor mellifluus come abbiamovisto per il Doctor Angelicus vede nelle schiere celesti lrsquoautentico edunico mistero della Chiesa che seppur precedente il mistero nuzialedellrsquoincarnazione e della Croce non precede Colui che si incarna losposo della natura umana anzi mostra con unrsquointuizione di straordi-naria densitagrave che non siamo di fronte ad unrsquoassurda poligamia in divi-nis non ci sono due chiese la sposa non egrave duplicata ma semplice-mente duplice unica e perfetta ma duplice Come il solo Cristo egrave laPersona del verbo in due nature cosigrave egli ha voluto che la sua Chiesafosse una sola sposa in due nature non in senso letterale o secondoun parallelismo perfetto ma nel senso che le membra della Chiesasono ora di natura umana ora di natura angelica anche in questovediamo come sia Gesugrave Cristo la chiave di lettura imprescindibile perla comprensione della Chiesa percheacute la stessa struttura della Chiesa egraveesemplata sullrsquounione ipostatica di Cristo

33 conclusioni e prospettive sullrsquoazione degli angeli in san tommaso

Questo prolungamento della premura di Cristo che abbiamo visto es -sere la funzione angelica nel Corpo Mistico come avviene materialmentesan tommaso egrave ancora una volta un autore vincente per la sua densitagravespeculativa e la profonditagrave delle sue intuizioni abbiamo visto comeda un lato lrsquoazione angelica sul cosmo non egrave puntuale ma abituale faparte della struttura dellrsquouniverso e il punto di interazione tra le leggi

160 P Galassi

a principio multitudinem angelorum placuit ei et de hominibus convocare Ecclesiamatque unire illi quae de coelo est ut sit una sponsa et sponsus unus Ergo ex adjectaista perfecta est illa non duplicata et agnoscit de se dictum Una est perfecta mea(Cant vi 8)raquo BErnardo di ChiaravallE (s) Sermones in Cantica CanticorumXXvii n 6 testo latino e traduzione italiana in id Sermoni sul Cantico dei Cantici1

(1-35) Cittagrave nuova roma 2006 pp 392-393

del mondo fisico e gli angeli egrave precisamente la benevola sorveglianzadi questi ultimi su quelle173 Quindi anzitutto vigilano sulla creazione

il governo divino si serve del ministero dei puri spiriti per dirigerelrsquouniverso materiale verso i suoi fini e questo non solo eccezional-mente ma di regola generale secondo il corso naturale della natura[tr nostra]174

si capisce che per quanto suggestiva possa essere questa immagi-ne di una sorveglianza del corretto funzionamento del cosmo rimanela domanda su come concepire unrsquointerazione tra due realtagrave cosigrave etero-genee come lo spirito e la materia sappiamo perograve che anche lrsquoazionedivina sul mondo e il rapporto umano anima-corpo postulano questastessa domanda rendendola di fatto non necessariamente fuori luogo oinconcepibile il problema si rivela essere dunque non nel contenuto inseacute ma nellrsquoapproccio preconcettuale allrsquoangelologia si capisce benecome una concezione sia dualistica che panteistica del reale impediscaparimenti una corretta lettura del rapporto tra materiale e spirituale

se si concepisce lrsquoangelo rettamente la sua costituzione ontologicanon egrave di impedimento alla sua interazione col mondo ma ne egrave la con-dizione lo abbiamo visto ampiamente parlando della comprensioneangelica sulle cose e sulla differenza che vi egrave fra circoscrizione spazia-le e delimitazione spaziale di unrsquoazione in unrsquoottica che assumeautenticamente una dimensione intensiva dellrsquoessere la quantitasessendi del superiore egrave perfettamente comprensiva di tutto ciograve che egrave

161Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

173 Per approfondimenti sul tema della relazione tra angelologia e cosmo materialecfr lrsquointeressante articolo di P idE Les anges dans la nature in a-M dE la

CroiX Et dE la MisEacuteriCordE (Et al) Les anges Nos invisibles fregraveres laquoCarmelraquo99 (2001) pp 33-50

174 laquole gouvernement divin se sert du ministegravere des esprits purs pour diriger lrsquou-nivers mateacuteriel vers ses fins et cela non pas exceptionnellement mais en regraveglegeacuteneacuterale selon le cours normal de la natureraquo J Maritain Une digression sur la

microphysique in J Maritain ndash r Maritain Oeuvres complegravetes vol 13 saint-Paul Paris 1982 p 676

perfetto dellrsquoinferiore la perfezione del mondo materiale egrave quindicompresa in quello spirituale e addirittura sublimata senza per questoassumerne la modalitagrave Per questo le creature sprituali non sono man-chevoli nellrsquoessere rispetto a quelle materiali se non nel modo specifi-co di codificare lrsquoessere Cosigrave nessun angelo saragrave materiale ma nonper questo saragrave privo di ciograve che egrave perfetto nella materia in questavisione dove il cerchio superiore egrave comprensivo dellrsquoinferiore anchele capacitagrave appartenenti al livello inferiore risulteranno in grado emi-nente al livello superiore Cosigrave come una mano puograve spostare uncorpo tanto piugrave un essere spirituale saragrave capace di produrre quelmovimento senza per questo essere corporeo in tal senso lrsquoangeloquanto al suo riflettere lrsquoimago Dei egrave esattamente intelligenza evolontagrave purissime che agiscono sul cosmo

Precisamente il funzionamento storico-salvifico logicamente ante-riore alla speculazione metafisica suggerisce la logica con cui affron-tare lo studio della creatura angelica se si ripensa ad esempio allaquestione sulla spazialitagrave e sulla temporalitagrave angelica metafisicamentesi rischia lrsquoapofatismo siccome nel tentare di descrivere lo spazioangelico usiamo categorie di estensione ogni discorso andrebbe versola materia se invece partiamo dalla modalitagrave con cui la rivelazioneci pone il problema sappiamo che il dove angelico egrave istituito esatta-mente dalla decisione angelica detto altrimenti se il campo drsquoazionedellrsquoangelo egrave connesso alla sua volontagrave allora si estende in vista diquanto decide laquolrsquoangelo egrave dove operaraquo175 non bisogna dimenticareperograve che dove lrsquoangelo agisce ligrave agisce la Chiesa infatti in quantoangelo essendo perfettamente incardinato nel Corpo Mistico la suaazione non egrave meno personale percheacute ecclesiale cosiccheacute pur essendolrsquoazione di uno non per questo egrave priva della comunione di tutto ilresto del Corpo se egrave vero quindi che la Chiesa egrave il mondo riconciliatocon dio e lrsquoazione dellrsquoangelo egrave giagrave azione della Chiesa lrsquoazione divigilanza angelica egrave lrsquoinizio del reditus del mondo a dio

162 P Galassi

175 laquoUbi angelus operatur ibi estraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i52 a 2 arg 3 testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica

Prima parte p 602 lrsquoaquinate cita a sua volta Giovanni daMasCEno (s)Expositio de Fide Orthodoxa i 13

in forza di ciograve pensiamo di poter affermare che tutto il dispiegarsicosmologico dellrsquoangelo nella storia assurge a reditus del tutto simile aquello umano a dio Creatore efficiente esemplare e finale il centroancora una volta egrave Cristo176 lrsquoincarnazione universale concretumfonte e compimento dellrsquoexitus-reditus della Creazione determina lalogica come giagrave affermato in cui rileggere conclusivamente tutta laprofonda analisi tommasiana lrsquoangelo condivide con ogni esserecreato le generalitagrave riguardo al verbo incarnato tuttavia rimane insospeso ndash esattamente come Gabriele dinanzi al fiat di Maria ndash davantial concretizzarsi del verbo nella storia di Gesugrave vale a dire il parados-so di un dio legato eppure distinto dalla sua Creazione postula unaresponsabilitagrave ineludibile per tutti

Per conoscere la parte di veritagrave che appartiene a ciascuno scrivesan tommaso poniamo per quanto riguarda il primo punto che ilmistero dellrsquoincanazione possa essere considerato in due modi inprimo luogo per quanto riguarda la sostanza stessa del fatto eallora tutti gli angeli lrsquohanno conosciuto sin dallrsquoinizio hannoconosciuto lrsquoincarnazione la passione e i misteri che ne derivanoper quanto riguarda le condizioni concrete del fatto [hellip] gli angelinon lo sapevano dal principio Possiamo vedere in questo comedifferiscano la profezia e il vangelo [tr nostra]177

163Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

176 Cfr Ef 110177 laquoafin de savoir la part de veacuteriteacute qui revient agrave chacun eacutecrit saint thomas disons

pour ce qui est du premier point que le mystegravere de lrsquoincanation peut ecirctre con-sideacutereacute de deux maniegraveres drsquoabord quant agrave la substance mecircme du fait et alors tousles anges lrsquoont connu initialement ils ont connu lrsquoincarnation la passion et lesmystegraveres qui en deacutecoulent puis quant aux conditions concregravetes du fait [hellip] lesanges ne lrsquoont pas connu degraves principe on peut voir par lagrave en quoi diffegraverent lapropheacutetie et lrsquoeacutevangileraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute p 324

164

Traduzione della Sacra ScriTTura in cineSe

e inculTurazione della fede criSTiana in cina

Jing Baolu

Editorrsquos note The Catholic translation of Sacred Scripture intoChinese took place over the space of a thousand years in particularfrom the end of the Ming dynasty (明朝 1368-1644) to the beginningof the Qing dynasty (清朝 1644-1912 ) It was a particularlydemanding work because it had to compare not only two languages or two ways of thinking but two distant and different civilizationswhich have in common only the ldquoanthropological constantsrdquo inparticular the ldquoimplicit philosophyrdquo of which St John Paul II speaksin the encyclical Fides et ratio 4 that is the universal and universallyshared system of the first principles of human knowledge and theoriginal certainties of human experienceThe author of this article notes that since the beginning of the translationof the Bible into Chinese language the missionaries took advantageof the participation and assistance of Chinese scholars whose motiva-tions in helping them did not consist in the desire to transmit theChristian faith as happened for the missionaries but rather in thedesire to promote social and cultural changes in their countryMissionaries therefore had as their ultimate goal the salvation ofman while Chinese scholars were more interested in the repercussionsof the Christian faith on moral action and political coexistenceOn a strictly cultural level the influence exerted by the Chinese trans-lation of Christian Scriptures is not comparable to the deep mark leftby Buddhist Scriptures Despite this also the Chinese translation ofthe Bible has had a major influence on modern Chinese history andculture Christianity is gradually freeing itself from the ldquoforeign religionrdquo (洋教) label is becoming increasingly familiar to the peopleof the country and is now able to develop rapidly exercising itsinfluence not only in the literary field but also in social and politicallife so indicating new and more effective ways of solving the problems that currently afflict the lofty and noble Middle Empire

SD 651 (2020) pp 164-191

Nella storia della cultura cinese sono emersi due differenti movimen-ti letterari inerenti da una parte la traduzione delle scritture buddiste edallrsquoaltra la traduzione della Sacra Scrittura cristiana Questi due movi-menti letterari hanno non solo un valore religioso ma rivestono ancheun importante ruolo culturale e sociale nella storia degli scambi culturalitra la Cina e il resto del mondo Allo stesso tempo la traduzione in cine-se della Sacra Scrittura egrave anche un evento importante nella storia delladiffusione del cristianesimo nel paese asiatico egrave una tappa indispensabi-le nel processo di inculturazione della fede cristiana in Cina un proces-so iniziato durante la dinastia Taacuteng (635 dC) continuato per oltre1300 anni ed ancora in corso Sia i missionari occidentali che hannointrodotto il cristianesimo in Cina sia i cristiani cinesi hanno fattograndi sforzi per la traduzione delle Sacre Scritture uno sforzo ed unimpegno che continuano ancora oggi Grazie alle continue scopertearcheologiche e allrsquoapprofondimento esegetico gli studiosi della SacraScrittura comprendono sempre di piugrave e sempre piugrave profondamente iltesto originale ed il panorama storico allrsquointerno del quale esso si inse-risce ragion per cui ri-capire reinterpretare e ri-tradurre il testo origi-nale della Sacra Scrittura o comunque rivederne la traduzione egrave diven-tata una cosa naturale

La traduzione della Sacra Scrittura riguarda non solo il cristianesi-mo ma anche la cultura e la societagrave della Cina nel senso di ldquocapitaleculturalerdquo1 Egrave direttamente correlato al processo di inculturazione dellafede cristiana al destino del cristianesimo in Cina e allrsquoidentitagrave dei cri-stiani cinesi

Inizierei con il delineare un profilo generale della traduzione cinesedella Sacra Scrittura cercando di mettere in evidenza la connessionediretta tra la traduzione cinese della Sacra Scrittura e lrsquoinculturazionedella fede cristiana

165Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

1 Cfr Bourdieu Pierre ldquoThe Forms of Capitalrdquo in J G Richardson Handbook ofTheory and Research for the Sociology of Education Greenwood Press New York

1986 pp 241-258

1 Traduzione BiBlica e diffusione del crisTianesimo in ci na

Per la traduzione della Sacra Scrittura Cristiana in Cina si puograve par-lare di un vero e proprio ldquomovimentordquo che ha preso il via con laldquoStele della diffusione in Cina della religione della lucerdquo (大秦景教流行中国碑 Dagraveqiacuten jǐng jiagraveo liuacutexiacuteng zhōngguoacute bēi) e che continua conuna tradizione quasi ininterrotta sino ad oggi ed ha avuto una grandeimportanza nella storia della traduzione cinese costituendo il secondoevento storico dopo la traduzione delle scritture buddiste In questi piugravedi mille anni di storia le centinaia di versioni tradotte in cinese dellaSacra Scrittura costituiscono un evento speciale nella storia della cul-tura cinese della societagrave e dello sviluppo della religione e anche unevento non trascurabile nella storia della moderna cultura cinese

1) una panoramica della storia della traduzione della Sacra Scrittura

La storia della traduzione della Sacra Scrittura in cinese egrave quasi sincro-nica alla storia dellrsquointroduzione del cristianesimo in Cina risalente alladinastia Taacuteng Nel 635 dC il missionario Arroben (阿罗本 Ā luoacute běn)un nestoriano arrivograve dalla Persia a 长安 (Chaacuteng ān) a compiere opera dievangelizzazione in Cina Il missionario nestoriano fece erigere ldquola steledella diffusione in Cina della religione della lucerdquo2 nel 781 dC

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2 Lrsquointestazione della stele scritta in cinese significa ldquoMemoriale della Propagazione

della Luminosa Religione di Da Qin in Cinardquo (Dagraveqiacuten jǐng jiagraveo liuacutexiacuteng zhōngguoacute bēi大秦景教流行中國碑) Tra alcuni autori occidentali si egrave diffusa anche una piugrave abbreviata

versione dellrsquointestazione ossia ldquoStele della Religione Luminosardquo (Jǐng jiagraveo bēi景教碑)

In lingua cinese il termine Da Qin indicava originariamente solo lrsquoImpero romano ma

in seguito il suo significato fu esteso fino a comprendere anche le Chiese di tradizione

siriaca diffuse in una vasta area dellrsquoAsia (J Foster The Church in Tang DynastySociety for Promoting Christian Knowledge 1939 p 123)

La stele fu eretta il 7 gennaio 781 che coincide con la domenica 6 febbraio del

calendario gregoriano nella capitale imperiale Changrsquoan (lrsquoodierna Xirsquoan) o forse

nella vicina Chou-Chih La calligrafia fu curata da Luuml Xiuyan mentre il contenuto

del testo fu composto dal monaco nestoriano Ching-tsing

Lrsquoepigrafe documenta la prima introduzione del cristianesimo in Cinain essa egrave riportata lrsquoapprovazione del cristianesimo da parte dellrsquoimpe-ratore cinese3 la diffusione e prosperitagrave del nestorianesimo in Cina ein particolare reca iscritta la caduta dellrsquoumanitagrave lrsquoannunciazionedellrsquoAngelo a Maria e lrsquoincarnazione di Gesugrave la nascita del Messiagli eventi salvifici del Salvatore nel mondo ecc Menziona ancheldquoVeri Librirdquo (真经 Zhēn jīng) lrsquoldquoAntico Testamentordquo (旧法 Jiugrave fǎ) ildquoVentisette Librirdquo (il Nuovo Testamento) (经留二十七部 Jīng liuacuteegravershiacuteqī bugrave) ldquola traduzione della Scrittura e la costruzione del Tempiordquo(翻经建寺 Fān jīng jiagraven sigrave) e la traduzione del classico ldquoVenerabiliLibrirdquo (《尊经》Zūn jīng) in cinese La traduzione classica del nesto-rianesimo ha incluso il Vecchio e Nuovo testamento ma purtroppo leversioni di queste scritture sono andate perdute e solo nuove scopertedellrsquoarcheologia potranno gettare nuova luce sulla ricerca Non si rie-sce a capire se in quellrsquoepoca fosse stata tradotta lrsquointera Sacra Scrit tu -ra ma conosciamo alcune traduzioni cinesi di brani di letteraturanestoriana trovati a 敦煌 (Dūn huaacuteng) Per esempio ldquoQuando invecetu fai lrsquoelemosina non sappia la tua sinistra ciograve che fa la tua destrardquo(Mat teo 6 3)ldquoO come potrai dire al tuo fratello permetti che tolga lapagliuzza dal tuo occhio mentre nellrsquoocchio tuo crsquoegrave la traverdquo (Matteo7 4) e soprattutto in ldquoLibro sullrsquoascolto del Messiardquo (序听迷诗所经Xugrave tīng Miacuteshīsuǒ jīng) vi sono piugrave episodi della traduzione della SacraScrittura in cinese4

167Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

3 太宗下诏说ldquo详其教旨 玄妙自然观其元宗 源于真理言辞清晰 道理隽永济物利

宜行天下rdquo (In the seventh month of the year AD 638 the following imperial proclama-

tion was issued ldquoHaving examined the principles of this religion we find them to be

purely excellent and natural investigating its originating source we find it has taken its

rise from the establishment of important truths its ritual is free from perplexing expres-

sions its principles will survive when the framework is forgot it is beneficial to all crea-

tures it is advantageous to mankind Let it be published throughout the Empirerdquo)4 Chinese Buddhist Electronic Text Association laquoLibro sullrsquoascolto del Messiaraquo (序

听迷诗所经Xugrave tīng Miacuteshīsuǒ jīng) in《Versione nuova della Scrittura Buddhista》

(大正新脩大正藏經Dagravezhegraveng xīn xiū dagravezhegraveng caacuteng jīng) vol 54 no 2142 in

httptripitakacbetaorgT54n2142_001

Alla fine con la scomparsa del nestorianesimo nelle pianure cen-trali della Cina si fermograve anche lrsquoattivitagrave di traduzione Questo fino alladinastia Yuaacuten quando i missionari francescani cattolici andarono inCina ad evangelizzare e la traduzione della Sacra Scrittura in Cineseebbe un nuovo sviluppo Nel 1294 il prete francescano Giovanni daMontecorvino (1246-1328) giunse a Khanbalik (ora Pechino) inviatoda papa Nicola IV e Yuaacuten Shigravezǔ Kublai Khan (元世祖忽必烈) permi-se a Montecorvino di predicare in Cina Nel 1307 papa Clemente Vnominograve Montecorvino arcivescovo di Pechino e come tale gestigrave lrsquoin-tero territorio dellrsquoest dellrsquoAsia In una lettera inviata al papa daPechino lrsquo8 gennaio 1305 lrsquoarcivescovo scrive ldquoOra ho tradotto tuttoil Nuovo Testamento e i Salmi in mongolo e ho chiesto alle personedi copiarli con la piugrave bella calligrafiardquo La traduzione della SacraScrittura in cinese nella dinastia Yuaacuten segna lrsquoinizio della storia dellatraduzione della Sacra Scrittura nella Chiesa cattolica in Cina Questaattivitagrave si concluse con la fine dellrsquoimpero della dinastia Yuaacuten unasituazione simile a quella creatasi con la fine del nestorianesimo

Se le traduzioni della Sacra Scrittura in cinese nelle dinastie Taacuteng eYuaacuten possono essere definite solo come ldquouna scintillardquo le attivitagrave di tradu-zione iniziate alla fine della dinastia Miacuteng e agli inizi della dinastia Qīngpossono a buon diritto essere chiamate ldquogrande fuoco che si diffonderdquo

Infatti alla fine della dinastia Miacuteng e allrsquoinizio di quella Qīng quandoi missionari cattolici entrarono in Cina si raggiunse lrsquoacme degli scambiculturali tra Cina e Occidente e la traduzione della Sacra Scrit tu ra incinese divenne una parte estremamente importante delle attivitagrave di scam-bio culturale di questo periodo Tra il XVI e il XVII secolo per ragionistoriche (allrsquoinizio non fu ottenuto il permesso papale per la traduzione)i risultati della traduzione della Sacra Scrittura da parte dei missionaricattolici non furono degni di nota Allrsquoinizio vi erano i Dieci Co -mandamenti ancestrali (《琦人十规》Qiacute reacuten shiacute guī) dei missionarigesuiti Matteo Ricci e Michele Ruggieri piugrave tardi Emmanuel Diaz(阳玛诺 Yaacuteng Mǎnuograve) completograve lrsquoInterpretazione della Sacra Scrittura (《圣经直解》Shegravengjīng zhiacute jiě cioegrave lrsquoannotazione dei Quat tro Vangeli)nel 1636 la maggior parte delle traduzioni dei capitoli bi blici si trovavanegli insegnamenti o nei libri di preghiere come Lu do vico Buglio (利类思 Ligrave Legraveisī 1606-1682) Classico di Messa (《弥撒经典》Miacutesā jīngdiǎn

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stampato in cinque volumi 1670) il Salterio (《司铎日课》Sīduoacuterigravekegrave nel 1674 a Pechino) e La preghiera dei morti (《亡者日课》Waacutengzhě rigravekegrave) ecc Alla fine del diciassettesimo secolo la SacraScrittura viene tradotta giagrave in vari dialetti cinesi

Nel XVIII secolo i missionari cattolici forniscono due importantissi-me versioni della traduzione 1) Verso il 1700 Jean Basset (白日升 BaacuteiRigraveshēng) un missionario francese della Societagrave per le Missioni Estere diParigi traduce i quattro Vangeli gli Atti degli Apostoli le Lettere di SanPaolo e la Lettera agli Ebrei in vernacolo (lingua cinese moderna) 2) Allafine del XVIII secolo il missionario gesuita francese Louis de Poirot (贺清泰 Hegrave Qīngtagravei) (1735-1814) traduce lrsquoAntico e il Nuovo Te sta -mento (《古新圣经》Gǔ xīn shegravengjīng) nella lingua ufficiale il mandari-no (nel manoscritto mancano il Cantico dei Cantici e la maggior parte deilibri dei Profeti) traduce quasi tutto lrsquoAntico Testamento il Vangelo diMatteo e gli Atti degli Apostoli in lingua mancese o manciugrave Tuttavia latraduzione non venne pubblicata percheacute non era stata approvata dallaSanta Sede5 In ogni caso la traduzione di Louis de Poirot conosciutacome Versione di Hegrave Qīngtagravei (贺清泰译本 Hegrave qīngtagravei yigraveběn) divenne inseguito la versione originale delle traduzioni dei protestanti JoshuaMarshman (马殊曼 Mǎ Shūmagraven) e Robert Morrison (马礼逊 Mǎ Lǐxugraven) edi quella di Gabriele Allegra OFM (pubblicata nel 1968)

Dal XIX al XX secolo fanno il loro ingresso in Cina i missionari ditutte le chiese protestanti ampliando il gruppo di traduzione dellaSacra Scrittura Inoltre durante questo periodo i missionari e gli stu-diosi cinesi locali iniziano ad unirsi ai gruppi di traduzione6 ragion

169Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

5 蔡锦图 (Cagravei Jǐntuacute) laquoStoria e versione della traduzione della Bibbia in Cineseraquo (天主

教中文圣经翻译的历史和版本) in Hong Kong Journal of Catholic Studies (天主教研

究学报) n 2 (2011年) pp 216 Per esempio 王多默 (Thomas Waacuteng) ha tradotto I Quattro Vangeli (1875) in lingua ufficiale ci -

nese e gli Atti degli apostoli (1883) 辛方济 (Francis Xin) I Quatro Vangeli in lingua cinese an -

tica e poi i testi tradotti da Laurent (Li Wen-yu李问渔 SJ 1840-1911) Matthias Sen (沈则宽

1838-1913) Mǎ Xiāngboacute(马相伯1840-1939)萧静山 (Joseph Hsiao Ching-Shan SJ

1855-1924) e 吴经熊(John Wu Ching-hsiung 1899-1986)ecc Cfr Studium Biblicum

OFM Introduzione alla Bibbia (圣经简介Shegravengjīng jiǎnjiegrave) Hongkong 1975 pp 123-124

per cui la qualitagrave e la quantitagrave della traduzione della Sacra Scritturarisultano notevolmente migliorate

In questo periodo alla prima traduzione completa cattolica SacraScrittura di Sīgāo (la versione tradotta da Gabriele Allegra e loStudium Biblicum OFM《思高圣经》Sīgāo Shegravengjīng)7 si aggiun-sero anche la Sacra Scrittura Pastorale (《牧灵圣经》Mugraveliacutengshegravengjīng) e un gran numero di versioni del Nuovo Testamento Laver sione protestante della Sacra Scrittura deriva dalla traduzione di di -verse sette quindi sia la traduzione dellrsquointera Sacra Scrittura chequella del Nuovo Testamento sono piugrave numerose Sin dalla fine della di -nastia Miacuteng e lrsquoinizio della dinastia Qīng lrsquoopera di traduzione della Sa -cra Scrittura da parte degli studiosi cattolici e protestanti ha subito conti-nue revisioni e nuove traduzioni continuano ad emergere ancora oggi

Oltre che nella traduzione della Sacra Scrittura in Cinese i missio-nari e gli studiosi protestanti si impegnarono anche a tradurre la SacraScrittura nei dialetti cinesi e nelle lingue delle etnie minori per soddi-sfare i bisogni di piugrave persone Dalla metagrave dellrsquo800 in poi gli studiosi emissionari cristiani hanno eseguito traduzioni in circa 25 dialetti cine-si oltre ad effettuare traduzioni per i ciechi e si contano circa 30 tra-duzioni della Sacra Scrittura in lingue delle etnie minori

Esaminando la storia della traduzione della Sacra Scrittura in cine-se dallrsquoinizio della religione della luce fino alla fine del diciannovesi-mo secolo emerge come quasi tutte queste traduzioni siano state com-piute essenzialmente da missionari stranieri Dopo secoli di esperienzaevangelizzatrice dalla fine dellrsquo800 i missionari nazionali o gli studiosicristiani cinesi si sono cimentati nella traduzione della Sacra Scrittura8

170 J Baolu

7 La versione tradotta da Gabriele Allegra e lo Studium Biblicum OFM egrave molto

significativa percheacute la parte dellrsquoAntico testamento egrave tradotta dalla lingua ebraica e

quella del Nuovo testamento dalla lingua greca Questa egrave la prima volta nella storia

del cristianesimo in Cina Tutti i testi biblici precedenti soprattutto i testi tradotti

dai cattolici sono tradotti dalla versione Vulgata8 Cfr Studium Biblicum OFM Introduzione alla Bibbia (圣经简介Shegravengjīng

jiǎnjiegrave) cit pp 75

Si egrave in tal modo inaugurata una nuova epoca per la diffusione del cri-stianesimo e lrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina Inoltre findagli inizi del secolo scorso anche studiosi cinesi non cristiani hannoiniziato a tradurre la Sacra Scrittura in cinese basti ricordare i primiquattro capitoli del Vangelo secondo Marco tradotti da Yaacuten Fugrave (严复)nel 1908 ed alcuni versetti del Nuovo e Vecchio Testamento tradottida Feacuteng Xiagraveng (冯象) Gli studiosi non cristiani traducono la SacraScrittura non per motivi religiosi ma solo percheacute la considerano unesempio di letteratura occidentale

Sin dalle dinastie Miacuteng e Qīng dunque il cristianesimo ha investi-to tante risorse umane e materiali per la traduzione della Sacra Scrit -tura e i risultati di questo sforzo sono impressionanti Infatti questomovimento di traduzione non ha influito soltanto sulla diffusione delcristianesimo in Cina ma anche sullo sviluppo storico e lrsquoindirizzostesso della cultura cinese

2 Traduzione della sacra scriTTura e inculTurazione

della fede crisTiana

In effetti la traduzione cattolica della Sacra Scrittura in cinese apartire dalla fine della dinastia Miacuteng e lrsquoinizio della dinastia Qīng egrave ilrisultato degli sforzi dellrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina edegrave anche la base per promuovere ulteriormente il processo di incultura-zione Infatti tradurre la Sacra Scrittura in cinese non egrave semplicementerendere il ldquopurordquo Verbo o la ldquopurardquo fede cristiana ndash in realtagrave nel pro-cesso di trasmissione della fede non si dagrave mai una fede che non siaanche cultura9 ndash nel linguaggio locale cinese ma egrave unrsquooperazionemolto piugrave complessa fatta di dialogo scontro e integrazione tra la lin-gua e la cultura di chi porta la Parola e la lingua e la cultura locali Egravequindi una questione di interculturalitagrave non egrave dunque solo una que-stione di sostituzione diretta dei due linguaggi ma di un incontro com-

171Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

9 Cfr Joseph Ratzinger Non esiste Fede che non sia Cultura in Mondo e Missione

n 10 (1993) pp 657-665

plesso tra le due culture non egrave solo una questione di conversione dialcuni concetti religiosi ma di utilizzo delle risorse culturali locali perinterpretare i portatori culturali originali (occidentali) del Verbo

Di seguito possiamo esaminare la relazione che intercorre tra la tra-duzione della Sacra Scrittura e lrsquoinculturazione della fede cristiana dalpunto di vista dello scopo del metodo e dellrsquoinfluenza della traduzione

1) le intenzioni della traduzione due diverse esigenze di in culturazione (missionari occidentali e intellettuali ci ne si)

Se per metafora si assimila la traduzione alla costruzione di unponte le due estremitagrave collegate da questo ponte sono i due mondi ledue culture le due diverse tradizioni di vita e di fede un ponte checollega epoche lontane migliaia di anni Da un lato crsquoegrave il mondodellrsquoAntico e del Nuovo Testamento e dallrsquoaltro il mondo modernocinese Da un lato crsquoegrave il mondo antico ebraico dellrsquoantica lingua grecae latina e dallrsquoaltro crsquoegrave il mondo del cinese antico e moderno Ma per-cheacute crsquoegrave il desiderio di comunicare e riconoscersi tra questi due mondicosigrave diversi La quantitagrave di conoscenza informazioni forza di volontagravee motivazioni che si richiede per questo progetto egrave inimmaginabile

Sicuramente il motore primo egrave la fede Solo uno spirito missionarioanimato dalla fede puograve far superare difficoltagrave cosigrave grandi e infonderecosigrave tanto coraggio e perseveranza In secondo luogo possiamo esserecerti che fin dallrsquoinizio alla base del lavoro di traduzione dei missiona-ri ci siano state giagrave la partecipazione e lrsquoassistenza dei cinesi I motiviche hanno spinto questi letterati cinesi a partecipare al lavoro di tradu-zione non erano dati soltanto dal desiderio di trasmettere la fede cri-stiana che invece animava i missionari ma anche dal desiderio delcambiamento sociale e culturale Si puograve comunque affermare che perentrambi lo scopo sia stato quello di portare il Vangelo di Cristo nellacultura cinese e lasciare quindi che la fede cristiana portasse nuovalinfa alla societagrave e alla cultura cinese I missionari hanno come fineultimo la ldquosalvezza dellrsquouomordquo mentre i letterati cinesi sono interes-sati non soltanto agli obiettivi soprannaturali ma anche alle motiva-zioni del mondo terreno cioegrave ai risvolti sociali culturali e persinopolitici (traduttori diversi avranno focus diversi) Lrsquoinculturazione

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della fede cristiana egrave prima di tutto dettata dalla fede ma puograve poiavere anche altre finalitagrave Da questo punto di vista la motivazione chesta alla base della traduzione delle scritture buddiste da parte dei bud-disti egrave molto simile a quella che risiede nella traduzione della SacraScrittura da parte dei cristiani percheacute anche la traduzione di un grannumero di classici buddisti indiani porta oltre al dinamismo dello svi-luppo religioso anche alla necessitagrave intrinseca di cambiamenti socialie culturali in Cina

2) Metodo e strategia della traduzione nel processo dellrsquoinculturazione

Dal testo della stele della diffusione in Cina della religione dellaluce e dai testi storici scoperti nel Dūn Huaacuteng (敦煌) e negli altriluoghi possiamo apprendere che i testi tradotti dai missionari nestoria-ni portano evidenti caratteristiche buddiste e daoiste nelle quali peresempio si trova sempre la terminologia del tipo Tiānzūn (DioSovrano dallrsquoAlto 天尊) Shigravezūn (Gesugrave Cristo 世尊) Buddha (SignoreYahweh 佛) i Buddha (angeli 诸佛) Jigraveng fēngJigraveng fēng waacuteng (Ventopuroil Vento Puro SovranoSpirito Santo 净风净风王) Zūn jīng(Venerabili Libri 尊经) Aloah Aloho (Yahweh阿罗诃) Mishihe(Messia 弥施诃) Yiacute shǔXugraveshugrave (Gesugrave 移鼠序数 翳 数) Sānyī fēn-shēnSānyī miagraveoshēn (Trinitagrave 三 一妙身 三一分身) Sānyī jigravengfēng(Spirito della Trinitagrave 三一净风) etc

Ma in questo modo egrave difficile individuare la differenza essenzialetra questi testi cristiani e i testi classici buddisti Inoltre originaria-mente in Cina il buddismo si divideva in sette diverse aventi diversedenominazioni e i fenomeni sincretistici fra le tre religioni o scuole(confucianesimo daoismo e buddismo) sono considerati del tutto nor-mali nella cultura e nella storia religiosa cinese Cosigrave i cinesi conside-reranno il nestorianesimo come una setta del buddismo Ciograve egrave resoancor piugrave evidente dal fatto che il nestorianesimo non fu risparmiatoquando il buddismo fu perseguitato I missionari nestoriani usavanoabitualmente il metodo del buddismo del daoismo o della cinesizza-zione eccessiva nella traduzione biblica in cinese in modo tale che ilcristianesimo potesse essere rapidamente accettato dagli imperatori e

173Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

dal popolo cinese ma siccome la religione della Luce era ancora nellasua fase iniziale di sviluppo quando il buddismo fu perseguitato eanchrsquoessa venne attaccata diversamente dal buddismo ormai benradicato nel sostrato culturale cinese questa non riuscigrave a sopravvivere

Per il nestorianesimo che egrave appena arrivato in Cina si puograve considera-re giagrave un successo avere resistito per quattrocento o cinquecento anninon possiamo giudicare il successo o il fallimento delle strategie missio-narie con un occhio moderno Ma di certo quella esperienza puograve fornirequalche spunto di riflessione sul nostro metodo di evangelizzare oggi

Non possediamo molte fonti che ci consentano di comprendere inquale stato si trovasse lrsquoopera di traduzione della Sacra Scrittura inCina durante la dinastia Yuaacuten e quale fosse la sua influenza Abbiamosolo notizie desunte dalle lettere inviate in Europa da Giovanni daMontecorvino (孟高维诺 Megraveng gāo weacutei nuograve) che ha tradotto ilNuovo Testamento e qualche parte dellrsquoAntico Testamento in mongo-lo Purtroppo la Sacra Scrittura tradotta in mongolo con grande sfor-zo in quel momento puograve essere letta soltanto dalla minoranza dellaclasse dominante mongola e non ha nessuna influenza evidente sullamaggioranza assoluta dei cinesi della etnia Han Pertanto questa tradu-zione troppo legata alla classe politica e alle relative strategie missio-narie finisce col fallire nel suo intento Nonostante la situazione del-lrsquoattivitagrave di traduzione in quel periodo fosse molto diversa dallrsquoespe-rienza del nestorianesimo si egrave rivelata anchrsquoessa un fallimento deltentativo di inculturazione della fede cristiana in Cina

Il successo della traduzione della Sacra Scrittura in lingua cinese elrsquoapprofondimento dellrsquoinculturazione della fede cristiana su questebasi ebbe inizio come detto solo alla fine della dinastia Miacuteng e allrsquoi-nizio della dianstia Qīng e il processo egrave ancora in corso

A) La questione terminologica prima di tradurre la Sacra Scrittura

Anzitutto i missionari devono trovare nella cultura e nella tadizio-ne religiosa cinese quei concetti che possano esprimere le loro propriecredenze e relativi concetti Pertanto per i missionari appena giunti inCina con la sua esotica e ricchissima cultura il compito principale egraveinnanzitutto quello di trovare alcuni concetti relativi a ldquoDiordquo in grado

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di veicolare il concetto del divino cristiano Padre Matteo Ricci egrave statoil primo missionario a riflettere profondamente su questo tema e lesue idee sono diventate un modello per i missionari successivi Ricciha usato i termini ldquoSignore del Cielordquo (天主 Tiān zhǔ) e ldquoSovranodallrsquoAltordquo (上帝 Shagraveng digrave) per tradurre e spiegare il concetto dildquoDeusrdquo proprio del cristianesimo Queste due parole non sono unrsquoin-venzione di Matteo Ricci ma la loro definizione e connotazione sonouna sua creazione originale10 In realtagrave Matteo Ricci non pensa chequeste due parole cinesi possano esprimere pienamente Dio come ilCreatore e il Salvatore ma sono comunque termini relativamente vici-ni a questo significato Dopo la morte di Matteo Ricci nel 1610 tutta-via si levograve allrsquointerno della Chiesa una voce contro lrsquointerpretazionedi ldquoDeusrdquo con le parole ldquoSovrano dallrsquoAltordquo o ldquoSignore del Cielordquoche alla fine portograve alla ldquocontroversia dei riti cinesirdquo (礼仪之争 Lǐyiacute zhīzhēng) Niccolograve Longobardi (龙华民 Loacuteng Huaacutemiacuten) lrsquoerede nominatoda Ricci prima della sua morte fu la prima persona a scatenare laldquocontroversia dei riti cinesirdquo Egli sostenne lrsquoabolizione delle paroleldquoCielordquo ldquoSovrano dallrsquoAltordquo ldquoSignore del Cielordquo a favore di una tra-slitterazione cioegrave ldquoDousrdquo (陡斯 Dǒu sī) o ldquoDoosrdquo (斗斯 Dograveu sī) pertradurre ldquoDeusrdquo Dopo cento anni di polemiche la Santa Sede emanogravefinalmente lrsquoOrdine di Nanchino (南京教令 Naacutenjīng jiagraveoligraveng 1707)che prescriveva che solo la traduzione di ldquoSignore del Cielordquo poteva

175Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

10 ldquoUn giorno in cui Ricci e Ruggieri si erano assentati da Zhagraveoqigraveng (肇庆) un con-

vertito scrisse due caratteri cinesi presso lrsquoaltare Tian-Cielo e Zhu-Signore Ricci

e Ruggieri furono entusiasti sarebbe stato il nome cristiano di Dio accanto ai clas-

sici Cielo e Sovrano dallrsquoAlto I missionari credevano fosse un neologismo in

realtagrave questo termine seppur raramente appare in testi buddisti e taoisti Se lo

avessero saputo credo non lo avrebbero adottato Da quel giorno eravamo nel

1583 il cattolicesimo egrave conosciuto come la religione del lsquoSignore del Cielorsquordquo

(Gianni Criveller Parlare di Dio in cinese la lezione di Matteo Ricci per i nostrigiorni Hong Kong 11 Marzo 2007) in https wwwcon so lataorg new -

indexphpmissionmissioneoggiarchi13424-parlare-di-dio-in-cinese-la-lezione-di-

matteo-ricci-per-i-nostri-giornic (23042019)

essere utilizzata per tradurre ldquoDeusrdquo mettendo cosigrave fine ad un dibatti-to durato per piugrave di cento anni11

Successivamente il missionario gesuita Jean Basset (白日升 BaacuteiRigraveshēng) usograve anche il termine ldquoSheacutenrdquo (神) per tradurre ldquoDeusrdquo che fupoi accettato da alcuni missionari protestanti come Joshua Marshmane Robert Morrison Presso i missionari protestanti ci furono moltidibattiti durante il XIX e XX secolo(con numerosi articoli e mono-grafie pubblicati su giornali e riviste noncheacute convegni grandi e piccolisu questioni di traduzione) Nel 1843 fu addirittura istituito uno spe-ciale ldquoComitato di traduzione della Sacra Scritturardquo (《圣经》翻译委员会 Shegravengjīng fānyigrave wěiyuaacutenhuigrave) per risolvere il problema della tra-duzione di ldquoDiordquo e ldquoSovrano dallrsquoAltordquo Ma alla fine non si egrave riusciti arisolvere questa ldquocontroversia della traduzione del nomerdquo (译名之争Yigravemiacuteng zhī zhēng) Fino ad oggi si sono avute diverse traduzioniallrsquointerno di diverse sette del cristianesimo ed esistono anche diverseversioni allrsquointerno di una stessa setta Naturalmente oltre alla tradu-zione di ldquoDeusrdquo ci sono problemi anche sulla traduzione di altre paro-le come ldquobattesimordquo ldquoCristordquo ldquoSpirito Santordquo e cosigrave via

Da una prospettiva verticale questo tipo di dibattito sulla traduzio-ne del nome non egrave favorevole al progresso dellrsquoevangelizzazione cioegravenon favorisce lo sviluppo approfondito dellrsquoinculturazione della fedecristiana ma da una prospettiva orizzontale tradurre la stessa termi-nologia teologica con i diversi concetti delle parole locali arricchiscenotevolmente lrsquoorizzonte religioso e teologico della cultura cinese ilche egrave anche un fattore favorevole per la teologia inculturata

B) Strategia della traduzione lo ldquostabilimento dellrsquoauto-identitagraverdquo

Per rendere piugrave facile per i cinesi lrsquoaccettazione della fede cattolicaMatteo Ricci e alcuni missionari cattolici nelle loro opere hanno citatobrani dei classici cinesi confrontando e adattando la dottrina cattolicacon il pensiero del confucianesimo soprattutto quello antico cercando

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11 徐宗泽 中国天主教传教史概论) 上海书店 1990 页 (Xuacute Zōngzeacute Introduzione della sto-ria della Chiesa in Cina ed Shagravenghǎi shūdiagraven (上海书店) Shanghai 1990 pp 231-232)

di dimostrare in modo razionale che il Dio della cultura tradizionalecinese altro non egrave che lo stesso Dio e quindi le credenze e le culturedellrsquoOriente e dellrsquoOccidente hanno le stesse radici Ma allo stessotempo i missionari si sono anche resi conto delle problematiche sotte-se a questi concetti nella relativamente secolare cultura orientale lrsquoe-spressione del concetto di sacro aveva ancora dei caratteri di ambi-guitagrave Ciograve puograve essere confermato nella lettera di Matteo Ricci alPreposito generale dei Gesuiti nel 1604 ldquoPenso che in questo libro (Il vero significato del Signore del Cielo《天主实义》Tiānzhǔ shiacuteyigrave)sia meglio non attaccare ciograve che dicono ma descriverlo come coerentecon il concetto di Dio In modo che non dobbiamo seguire il concettocinese quando interpretiamo il testo originale ma lasciamo che il testooriginale obbedisca al nostro concettordquo Dalle parole di Matteo Ricciemerge che quando i missionari scelgono e applicano i concetti dellacultura cinese crsquoegrave ancora una sorta di ldquocompromessordquo nei loro cuorima allo stesso tempo cercano anche di arricchire pian piano il con-cetto cinese utilizzato Vale a dire che quando in futuro saragrave necessariointerpretare questi concetti allora questi saranno interpretati in modocreativo secondo il significato del cristianesimo Certamente padreMatteo Ricci era consapevole dellrsquoambiguitagrave legata alla parola ldquoSo -vrano dallrsquoAltordquo nelle menti dei cinesi e pertanto ha sottolineato dildquointerpretare il testo originalerdquo secondo ldquoil nostro concettordquo Per que-sto Matteo Ricci non ha mai smesso di cercare una nuova traduzione

Tuttavia lrsquoobiettivo finale dellrsquordquoadattamentordquo (合儒 heacute ruacute) e delldquocompimento del confucianesimordquo (补儒 bǔ ruacute) di Ricci e degli altri mis-sionari egrave quello di stabilire lrsquoauto-identitagrave cristiana nel ldquosuperare il confu-cianesimordquo (超儒 chāo ruacute) cosa che porge il fianco ad alcune critichetanto che questi missionari sono stati accusati di aver reso scialbo il mes-saggio cristiano di averlo annacquato o addirittura di aver dimenticato ladottrina e lrsquoessenza stessa del cristianesimo Sebbene riconoscano chealcuni concetti della cultura cinese sono coerenti con il concetto di cri-stianesimo allo stesso tempo credono anche che alcuni concetti dellacultura cinese derivino dal cristianesimo o siano ispirati dalla fede cristia-na ad esempio il concetto di ldquoDiordquo ldquoParadisordquo ldquoInfernordquo ecc Riccicosigrave si esprime ldquoLa religione del Signore del Cielo egrave molto anticaShakyamuni viveva in Occidente in qualche modo deve aver sentito par-

177Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

lare di questi insegnamentihellip Shakyamuni ha preso in prestito le dottrineriguardanti il Signore del Cielo il paradiso e lrsquoinferno per diffondere lasua visione privata e i suoi insegnamenti eterodossi noi che trasmettiamola Via corretta dobbiamo metterle da parte e non parlarnerdquo12 Na tu ral -mente ci sono anche altri concetti pregnanti e caratteristici come quellidi ldquobontagraverdquo ldquocattivordquo ldquosantordquo ldquosaggiordquo ldquogentiluomordquo ldquogiustiziardquo ldquodia-volordquo ecc I missionari si sforzano di utilizzare interpretare questi con-cetti trasformando o integrando i loro significati secolari con quelli sacriper renderli piugrave adatti ad esprimere valori religiosi e per poter esprimerela fede cristiana

Insomma i missionari hanno fatto sigrave che le radici ultime del pen-siero confuciano si innestassero nel cristianesimo attraverso la tradu-zione lrsquointerpretazione e la trasformazione di questi concetti Sta bi -lendo lo status del cristianesimo come unica ldquovera religionerdquo (真教zhēn jiagraveo) e come ldquoreligione cattolicardquo (公教 gōng jiagraveo) la SacraScrittura cristiana diviene naturalmente la ldquoScrittura corretta e verardquo aldi sopra di tutti i ldquoclassicirdquo13 In altre parole i missionari accettavano eassorbivano le antiche idee e i concetti confuciani ma al contemponon trascuravano la purezza della loro dottrina Come ha detto padreRuggieri (罗明坚 Luō Miacutengjiān) nella sua lettera ldquoIn breve siamo fattiCini ut Christo Sinas lucrifaciamusrdquo14 Il loro obiettivo finale egrave di ren-dere il cristianesimo piugrave accettabile per i cinesi consentendo cosigrave alcristianesimo di entrare e di radicarsi nella cultura cinese Essi sannomolto bene che solo una fede cristiana capace di entrare nella culturacinese puograve diventare la fede dei cinesi e puograve mettere radici nei lorocuori e nelle profonditagrave della loro cultura

Inoltre i missionari occidentali e i traduttori cinesi hanno usato moltelingue per tradurre la Sacra Scrittura compresi il cinese classico il cine-se metagrave-classico e il vernacolo moderno e hanno utilizzato non solo il

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12 Matteo Ricci Catechismo Edizioni Studio Domenicano Bologna 2013 pp 184-185

ldquo天主教 古教也 释氏西民 必窃闻其说矣helliphellip释氏借天主天堂地狱之义 以传己私

意邪道 吾传正道 岂反置弗讲乎rdquo13 Ibid pp 108-10914 Pasquale DrsquoElia Opere vol I p 167 nota 3

mandarino piugrave comune ma anche circa 25 dialetti e quasi 30 lingue delleetnie minori Risulta cosigrave evidente che i traduttori si sono presi cura siadella gente comune che dei gruppi intellettuali del 90 dei cinesi dietnia Hagraven (汉) ma anche delle minoranze etniche e hanno persino presoin considerazione la lingua dei ciechi A tale riguardo dovremmo essereconsapevoli che i fratelli protestanti stanno facendo di piugrave e meglio

Sappiamo che il processo dellrsquoinculturazione della fede cristiana inCina egrave il processo dellrsquoincarnazione della fede cristiana nella culturacinese Lrsquoinculturazione egrave quel processo attraverso il quale il messaggiocristiano si incarna o si inserisce in una cultura locale e coinvolge nonsolo una dimensione culturale universale ma egrave anche strettamente lega-to allrsquoesperienza di fede personale Da questa prospettiva la traduzionemultilingue e la cura per i diversi gruppi etnici egrave una fase indispensabilenel processo dellrsquoinculturazione della fede cristiana che nasce propriodallrsquoesperienza di fede personale e da quella comunitaria

3 la Traduzione della sacra scriTTura e lrsquoinTerculTuraliTagrave

della fede il doppio arricchimenTo e la promozione

della culTura BiBlica e della culTura locale

Come accennato in precedenza il primo grande movimento che si egravededicato allrsquoattivitagrave di traduzione nella storia della cultura cinese egrave statoquello del buddismo che ha portato alla traduzione della Scrittura bud-dista sviluppatosi dalla dinastia Hagraven Orientale (东汉 25-220 dC) alladinastia Sograveng del Nord (北宋 960-1127 dC) e durato pertanto piugrave dimille anni e che ha portato alla traduzione in cinese di piugrave di 20000volumi di scritture buddiste il secondo dopo alcune centinaia di anniegrave stato il movimento dei missionari che si sono dati alla traduzionedella Sacra Scrittura nel periodo che va dalla fine della dinastia Miacutengallrsquoinizio della dinastia Qīng ldquoQuesti due fiumi culturali hanno iniet-tato sangue fresco nel fiume della civiltagrave cineserdquo15 Naturalmente le

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15 刘超 ldquo古代佛经翻译与明末清初传教士翻译之比较rdquo 载于《吉林广播电视大学学报》

2011年第1期(总第109期)49-52页(Liuacute Chāo laquoConfronto tra la traduzione della

realizzazioni del primo movimento hanno avuto unrsquoampiezza maggio-re del secondo

Il piugrave grande e piugrave ovvio risultato portato dalla traduzione e dallatrasmissione delle scritture buddiste egrave la realizzazione dellrsquoincultura-zione del buddismo in Cina In effetti il buddismo come religione ecultura straniera si egrave completamente radicato nel terreno della culturacinese La cultura buddista la cultura confuciana e la cultura taoistainsieme formano oggi la cultura cinese dominante se si ignorasse lacultura buddista la cultura cinese odierna sarebbe incompleta i cinesidi oggi non pensano mai che il buddismo sia una religione stranieraLa lingua la letteratura la filosofia lrsquoarte lrsquoestetica e altri aspettidella cultura cinese sono stati tutti segnati dalla cultura buddistaLrsquoopera di traduzione della Sacra Scrittura da parte dei cristiani nelperiodo della dinastia Taacuteng sebbene abbia una tradizione di piugrave di1300 anni per vari motivi non egrave stata in grado di mantenere la suacontinuitagrave e non egrave stata capace di influenzare cosigrave profondamente lastoria della cultura cinese come invece hanno fatto le scritture buddi-ste pur esercitando unrsquoinfluenza non trascurabile nel mondo cineseCi occuperemo adesso dellrsquoimpatto della Sacra Scrittura in Cina ana-lizzandone i tre principali aspetti

1) la Sacra Scrittura come risorsa culturale

Prima della fine del XIX secolo la traduzione cinese della SacraScrittura era stata intrapresa soltanto da missionari occidentali indub-biamente influenzati dalla cultura dalla filosofia e dai principi di tra-duzione propri dellrsquoOccidente In particolare lrsquoermeneutica occidenta-le ha profondamente influenzato questa loro opera di traduzione dellaSacra Scrittura La traduzione cinese della Sacra Scrittura permettequindi non solo di comprendere come la fede cristiana e lo spirito delVangelo siano stati veicolati in Cina ma getta uno sguardo anche sullo

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Scrittura buddista in Cinese e quella della Sacra Scrittura dei missionari alla fine

della dinastia Miacuteng - allrsquoinizio della dinastia Qingraquo in Journal of Jilin Radio andTV University No 1 (Total No 109 2011) pp 49-52)

spirito culturale occidentale di allora e sulla sua teoria della traduzio-ne e aiuta a capire come queste risorse culturali occidentali penetras-sero gradualmente nel mondo cinese proprio attraverso la traduzionecinese della Sacra Scrittura

Insieme alla Sacra Scrittura i missionari che operarono alla finedella dinastia Miacuteng e allrsquoinizio della dinastia Qīng hanno anche tradottoalcuni libri scientifici Sebbene in entrambi i casi i traduttori fossero glistessi missionari egrave possibile ravvisare differenze sostanziali tra i duegeneri sia per i metodi di traduzione sia per lrsquoespressione linguistica Ilibri scientifici non hanno ovviamente la stessa natura religiosa e sacraledella Sacra Scrittura e per questo la traduzione poteva utilizzare un lin-guaggio scevro da sacralitagrave piugrave libero un ldquolinguaggio secolarerdquo Alcontrario la traduzione della Sacra Scrittura non egrave cosigrave semplice anzi-tutto molti testi della Sacra Scrittura derivano da originali in ebraicouna lingua eminentemente ldquoreligiosardquo o dal greco oppure dalle poste-riori traduzioni in latino o in inglese ecc (appositamente modificate oadattate per portare la rivelazione di Dio) in lingue cioegrave per cosigrave direldquocristianizzaterdquo o ldquoreligiosizzaterdquo Queste lingue che portano la rivela-zione di Dio sono esse stesse un campo di rivelazione divina Pertantola traduzione della Sacra Scrittura non puograve essere semplice come quelladei libri scientifici percheacute la lingua cinese dellrsquoepoca era una linguasecolare che non era ancora stata ldquoreligiosizzatardquo Il primo problemaaffrontato dai missionari egrave quindi stato quello di esprimere la rivelazio-ne divina in questa lingua secolare Come abbiamo giagrave visto con la disputa della ldquotraduzione del nome di Diordquo come Signore del Cielo (天主Tiānzhǔ) Sovrano dallrsquoAlto (上帝 Shagravengdigrave) i missionari hannoincontrato serie difficoltagrave nel processo di traduzione

Su questo tema in realtagrave si puograve dire che i missionari occidentalihanno una certa esperienza piugrave di mille anni fa hanno cominciato apensare al problema del concetto di divinitagrave dallrsquoebraico ldquoJahwehrdquo algreco ldquoZeusrdquo al latino ldquoDeusrdquo e al ldquoDiordquo cristiano Nonostante questalunga tradizione il problema della traduzione di questo termine egraveancora aperto e foriero di un acceso dibattito durato centinaia di anni enon ancora concluso

La fede che i missionari hanno trasmesso in Cina egrave una fede portatada lingue e risorse culturali diverse Quando il Vangelo di Cristo passa da

181Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

una cultura allrsquoaltra il primo problema non egrave lo scontro tra il vangelo e lacultura locale quanto piuttosto il vicendevole incontro tra la cultura loca-le e la cultura straniera che porta il vangelo attraverso i missionariLrsquoallora cardinale Joseph Ratzinger sollevograve la questione della ldquointercultu-ralitagraverdquo nellrsquoevangelizzazione in occasione di una conferenza a HongKong nel 1993 Egli afferma che la fede cristiana e il vangelo non sonouna cosa astratta e isolata tale da poter essere semplicemente veicolatada una cultura allrsquoaltra il messaggio del Vangelo egrave stato assimilato emetabolizzato dalla cultura degli evangelizzatori Cosigrave nel processo del-lrsquoevangelizzazione entrano in gioco due culture quella dei predicatori equella degli ascoltatori Il vangelo di Cristo presente nella cultura deipredicatori (prima cultura) egrave compreso e accettato dagli ascoltatori attra-verso la loro specifica cultura (seconda cultura) Ovviamente in questoprocesso lrsquoincontro lo scontro e lrsquointegrazione tra le due culture sonoinevitabili e devono essere presi sul serio altrimenti il rischio egrave il falli-mento stesso del processo di evangelizzazione e il Vangelo finirebbe colrestare sempre ai margini della societagrave e della cultura

Inoltre la traduzione cinese della Sacra Scrittura comporta anche ilproblema dellrsquoaccettazione della cultura dominante allrsquointerno di un piugravevasto sistema culturale ad esempio le diverse correnti di pensiero - confu-cianesimo buddismo e daoismo - che in Cina occupano una posizionedominante in diversi periodi storici La traduzione cinese della SacraScrittura egrave infatti legata al modo in cui il cristianesimo entra in rapportocon le varie confessioni religiose dominanti in Cina e allrsquoadattamento eallrsquointegrazione della cultura occidentale nel sistema culturale cineseMolto dipende inoltre da quali tradizioni culturali i missionari scelgonodi interpretare per veicolare la fede cristiana Ad esempio percheacute i missio-nari non hanno accettato le dottrine neo-confuciane dei Sograveng e dei Miacuteng(dal 960 al 1644 d C) e invece si sono rifatti allrsquoantico sistema culturaleconfuciano O ancora egrave meglio usare il termine ldquoVerbordquo per tradurreldquoLogosrdquo nel prologo del Vangelo secondo Giovanni oppure la parolaldquoDaordquo (道 Dagraveo) che egrave piugrave vicino al pensiero daoista Non si tratta solodella comprensione e dellrsquoaccettazione da parte dei missionari della cultu-ra cinese ma anche di un adattamento della cultura cinese alla fede occi-dentale Questo complesso problema interculturale si realizza attraversolrsquoattivitagrave di traduzione e di ri-traduzione solo apparentemente semplice

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2) la traduzione della Sacra Scrittura arricchisce la culturacinese

Il periodo compreso tra la fine della dinastia Miacuteng e gli inizi delladinastia Qīng rappresenta un momento culminante della storia cineseper quanto riguarda gli scambi culturali tra cinesi e occidentali I mis-sionari cattolici portarono il Vangelo in Cina ma portarono anche lrsquoe-terogenea civiltagrave dellrsquoOccidente aprendo una finestra per gli intellet-tuali cinesi su quel mondo lontano facendo loro comprendere il siste-ma di apprendimento e piugrave in generale la cultura occidentale Allostesso tempo li hanno spinti a cercare di risolvere il difficile rapportotra il sapere cinese e il sapere occidentale Alla fine della dinastiaMiacuteng Lǐ Zhīzǎo (李之藻) Xuacute Guāngqǐ (徐光启) e altri intellettualiaccettarono il meccanismo di apprendimento occidentale con unamente aperta e collaborarono con i missionari per tradurre la SacraScrittura lrsquoastronomia e la matematica occidentale lrsquoagronomia eccravvisando somiglianze tra il sapere occidentale e quello cinesesoprattutto nel campo religioso e morale Sono quindi giunti alla con-clusione che ldquoil mondo orientale e il mondo occidentale hanno lo stes-so cuore e la stessa ragionerdquo (东海西海 心同理同 Dōnghǎi xīhǎi xīntoacuteng lǐ toacuteng) e hanno proposto lrsquoidea di ldquoadattarerdquo (会通 Huigrave tōng) eldquooltrepassarerdquo (超胜 Chāo shegraveng) Questo approfondito scambio diculture fra Cina e Occidente a diversi livelli religiosi e di conoscenzascientifica ha notevolmente promosso il processo di modernizzazionedella cultura cinese16

Sappiamo che la traduzione cinese delle Scritture buddiste ha arric-chito notevolmente la cultura tradizionale cinese sia per gli aspettiriguardanti la scrittura sia per lo spirito culturale Secondo le statisti-che nel primo dizionario del cinese Shuō weacuten jiě zigrave《说文解字》

183Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

16 黄建刚 ldquo晚清西方传教士对中国现代化进程的贡献rdquo《社科纵横》 总第30 卷第8 期

(Huaacuteng Jiagravengāng laquoI contributi dei missionari occidentali nella tarda dinastia Qing

al processo di modernizzazione della Cinaraquo in Social Sciences Review vol 30

n 8 2015)

(100-121 dC dinastia Sograveng del Nord) ci sono 9353 caratteri cinesimentre il Dizionario di Jiacute yugraven《集韵》(scritto nel 1039) ne raccoglie ben53525 il Dizionario di Kāngxī《康熙字典》(1716 dC) ha un totale di47535 caratteri Se dunque si assiste ad un graduale e costante aumentonel tempo dei caratteri nella lingua cinese si vede come dal Dizionariodi Jiacute yugraven《集韵》al Dizionario di Kāngxī《康熙字典》i caratteri nonsiano aumentati ma piuttosto diminuiti ridotti di 6490 Ciograve dimostrache lrsquoincremento dei caratteri cinesi si egrave concentrato principalmentenella tarda dinastia Hagraven orientale (东汉 Dōnghagraven) fino alla dinastiaSograveng Sappiamo che questo periodo egrave proprio quello in cui vieneavviato e portato avanti il processo di traduzione e trasmissione dellescritture buddiste Egrave dunque certo che la traduzione e la trasmissionedelle scritture buddhiste hanno contribuito ad aumentare notevolmenteil numero di caratteri cinesi nel Medioevo In realtagrave sappiamo cheesse non solo hanno accresciuto il numero di caratteri cinesi ma nehanno arricchito anche il genere e la struttura influenzando definitiva-mente lrsquoespressione linguistica cinese cosigrave come anche la struttura elo sviluppo di quella cultura

Da questo punto di vista per molte ragioni lrsquoinfluenza esercitatadalla traduzione cinese della Sacra Scrittura non egrave paragonabile a quel-la esercitata dalla traduzione del Sutra buddista Nonostante ciograve anchela traduzione cinese della Sacra Scrittura esercita unrsquoinfluenza non tra-scurabile sulla storia e sulla cultura cinese moderna In termini religio-si con la diffusione della Sacra Scrittura cinese lrsquoinculturazione dellafede cristiana in Cina egrave in costante progresso e anche lrsquoinfluenza delcristianesimo nei diversi campi della cultura cinese sta aumentandocontinuamente Il cristianesimo si sta liberando gradualmente dellrsquoeti-chetta di ldquoreligione stranierardquo (洋教 Yaacuteng jiagraveo) e sta diventando semprepiugrave familiare alla gente del paese ed egrave in grado di svilupparsi rapida-mente Sempre piugrave grande egrave anche lrsquoimpatto che la traduzione del-la Sacra Scrittura ha sulla vita sociale e politica della Cina Nella sto-ria cinese moderna e contemporanea Hoacuteng Xiugravequaacuten (洪秀全)17

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17 Hong Xiuquan (1814-1864) egrave stato un rivoluzionario e fondograve e guidograve il ldquoCeleste

Regno della Gran Pacerdquo (太平天国Tagraveipiacuteng tiānguoacute) e la Societagrave degli adoratori di

Sūnzhōngshān (孙中山)18 Jiǎng Jiegraveshiacute (蒋介石)19 e molti rivoluziona-ri ed educatori che hanno subito lrsquoinfluenza del cristianesimo hannoappreso proprio dalla Sacra Scrittura le idee di democrazia uguaglian-za e umanitarismo a vari livelli e tali valori hanno influenzato inmaniera piugrave o meno profonda le loro idee politiche la loro educazionee filosofia di vita Nella letteratura lrsquoinfluenza della traduzione cinesedella Sacra Scrittura egrave ancora piugrave evidente Inoltre le organizzazioniecclesiastiche hanno allestito delle tipografie e introdotto nuove mac-chine per stampare le traduzioni in cinese della Sacra Scrittura e dialtre opere ecclesiastiche le quali hanno promosso obiettivamente losviluppo dellrsquoindustria tipografica cinese

Riguardo allrsquoimpatto della traduzione cinese della Sacra Scritturasulla cultura cinese possiamo prendere in considerazione i seguentiaspetti

A) Lrsquoeffetto sul nuovo stile linguistico della Cina il vernacolo (la lingua moderna)

Sino alla fine dellrsquo800 nel sistema linguistico cinese il fenomenodella separazione tra lingua parlata e lingua scritta era abbastanzaovvio Questo costituiva un problema reale per quegli intellettuali epolitici cinesi che volevano portare in Cina nuove ideologie e riformee cosigrave dalla fine dellrsquo800 allrsquoinizio del rsquo900 fu lanciato un vigoroso

185Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

Dio (拜上帝会Bagravei Shagravengdigrave huigrave) setta che combinava elementi presi dal cristianesi-

mo dal taoismo dal confucianesimo e dalla religione tradizionale cinese ed iniziograve

una rivolta contro la dinastia Qing Nel 1864 Hong Xiuquan morigrave e il ldquoCeleste

Regno della Gran Pacerdquo crollograve18 Si chiama anche Sun Yat-sen (1866-1925) ed egrave stato un politico cinese Egrave conside-

rato il padre della Cina moderna e uno dei piugrave importanti rivoluzionari cinesi fon-

datore del partito Guoacutemiacuten dǎng (国民党) tra i primi a proporre il rovesciamento

dellrsquoImpero cinese (la dinastia Qing) e a considerare il problema della democrazia19 Egrave stato un generale e politico cinese Nel 1925 dopo la morte di Sun Yat-sen

assunse la guida del Partito Guoacutemiacuten dǎng

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20 参阅丁晓原《行进中的现代性 晚清ldquo五四rdquo散文论》中国社会科学出版社 2016

(第十二章一节) (Cfr Dīng Xiǎoyuaacuten La modernizzazione in corso sulla letteratu-ra nel periodo del Movimento del Quattro Maggio ed Zhōngguoacute shegravehuigrave kēxueacutechūbǎn shegrave 2016 prima versione del capitolo dodicesimo)

21郭沫若《沫若文集》第十卷 人民文学出版社 1959 页56 (Guō Mograveruograve Tutte leopere vol10 ed Reacutenmiacuten weacutenxueacute chūbǎn shegrave 1959)

ldquomovimento vernacolarerdquo Ma come ha potuto diffondersi questomovimento linguistico e questo nuovo stile in un momento in cui esi-steva ancora una profonda divergenza tra lingua parlata e scritta Inquesto processo di diffusione hanno certamente giocato un ruolo fon-damentale proprio la traduzione cinese della Sacra Scrittura e la stam-pa di massa Lrsquoesempio piugrave rappresentativo egrave dato dalla traduzione epubblicazione della ldquoVersione Cinese dellrsquoUnionerdquo《和合本圣经》(Heacuteheacute běn shegravengjīng) protestante (1919) Possiamo dire che questaBibbia in vernacolo cinese e altri giornali che promuovevano il verna-colo in un momento in cui questo non si era ancora formato abbianogettato le basi per la codificazione del vernacolo stesso cioegrave del man-darino cinese ufficiale e abbiano definito la modalitagrave di scrivere e par-lare il cinese moderno

La circolazione di milioni di libri della traduzione della Sacra Scrit -tura20 ha permesso la rapida diffusione di questo nuovo stile linguisticoche in quel momento non solo ha influenzato la gente comune ma haanche profondamente inciso sul circolo degli intellettuali Riguardoallrsquoimportanza di questa traduzione moderna il famoso letterato cineseGuō Mograveruograve (郭沫若) ha sottolineato ldquoLo stile della traduzione non egrave unfattore insignificante nel mandarino o nella letteratura nazionale di unpaese Basti pensare allrsquoinfluenza esercitata dalla traduzione delleScritture buddiste sulla nostra lingua sin dalle dinastie Suiacute e Taacuteng (隋唐)e anche allrsquoinfluenza della traduzione dei libri del Nuovo e VecchioTestamento e delle opere letterarie occidentali moderne sullrsquoattuale lin-gua e sulla letteratura cineserdquo21 Zhōu Zuogravereacuten (周作人) nel suo saggioSacra Scrittura e letteratura cinese (《圣经与中国文学》Shegravengjīng yǔ

zhōngguoacute weacutenxueacute)22 ha sottolineato che ldquoil Vangelo secondo Matteo egrave ineffetti la prima opera letteraria europea in Cina e mi aspetto che abbiauna profonda relazione con la nuova futura letteratura cineserdquo Sappiamoche questa traduzione della Sacra Scrittura usa un vernacolo chiaro flui-do popolare e standardizzato nientrsquoaffatto volgare Fu grazie al fascinoesercitato da questa lingua che la Sacra Scrittura si diffuse rapidamentein quel periodo Lrsquoin cul tu razione la divulgazione e la modernizzazionedel linguaggio sono strumenti importanti per la diffusione del cristianesi-mo ed egrave ancora vero oggi

B) Lrsquoinfluenza sulla letteratura moderna cinese

Nel mondo letterario occidentale egrave difficile parlare della grande lettera-tura classica dellrsquoOccidente senza citare la Sacra Scrittura Non possiamoignorare la sua importanza in costante incremento anche se la suainfluenza nella cultura cinese non egrave ancora cosigrave profonda Molti pensatorimoderni traggono spesso ispirazione dalla Sacra Scrittura nei loro scrittispesso usano le storie della Bibbia come argomento o ne citano le parolee il vocabolario in particolare quello inerente la figura di Gesugrave che egraveentrato in un gran numero di opere letterarie moderne e contemporaneeAd esempio Trinitagrave Cristo Salvatore Van gelo Croce Corona di spineCoppa amara Battesimo Espia zio ne Agnello Voce del deserto Giudiziofinale Fine del mondo Anima Diavolo Pen ti mento Eden ecc

Nel secolo scorso dal ldquoMovimento del Quattro Maggiordquo al 1949 epoi dalla ldquoriforma ed Aperturardquo (1978) al presente la cultura e il pen-siero della Sacra Scrittura sono stati sempre piugrave citati e interpretatinella letteratura cinese ci sono stati anche molti intellettuali cinesi chehanno condotto ricerche piugrave approfondite sulla Sacra Scrittura dadiversi punti di vista come la fede la letteratura e la storia CheacutenDuacutexiugrave (陈独秀) uno dei fondatori del Partito Comunista Cinese unavolta disse ldquoNon abbiamo bisogno di cercare qualche teologia o anchedi fare affidamento su qualche dottrina o di affidarci a qualche setta

187Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

22周作人 ldquo圣书与中国文学rdquo 载于《小说月报》第12卷第1期(1921)(Zhōu Zuograve reacuten

laquoSacra Scrittura e letteratura cineseraquo in Rivista mensile dei romanzi vol 12 n 1)

possiamo andare direttamente alla porta di Gesugrave e chiediamo che la suanobile grande personalitagrave e le sue calde e profonde emozioni siano unacosa sola con noirdquo23 Anche Zhōu Zuogravereacuten (周作人) crede infatti che laSacra Scrittura possa essere definita un modello per la letteratura cinesecontemporanea la sua visione ha fatto scalpore tra gli ascoltatori in quelmomento24 Poi crsquoerano anche Antico Te sta men to e poesie drsquoamore (《旧约与恋爱诗》Jiugrave yuē yǔ liagraven agravei shī) di Zhōu Zuogravereacuten Sul Canticodei cantici (冯三昧 Feacuteng Sānmegravei《论雅歌》Lugraven yǎ gē) Studi letteraridel Cantico dei Cantici (薛冰 Xuē Bīng《雅歌之文学研究》Yǎ gē zhīweacutenxueacute yaacutenjiū) Dodici lezioni sulla letteratura della Sacra Scrittura(朱维之 Zhū Weacuteizhī《圣经文学十二讲》Shegravengjīng weacutenxueacute shiacute egraverjiǎng) Immagine della Sacra Scrittura nelle opere di Bing Xin (韩丽丽Haacuten Ligraveligrave e袁洁 Yuaacuten jieacute《冰心作品中的lt圣经gt意象》 Bīngxīn zuogravepǐnzhōng de shegravengjīng yigravexiagraveng) Letteratura cinese e cultura cristiana del rsquo900(王本朝 Waacuteng Běnchaacuteo《20世纪中国文学与基督教文化》 Egravershiacute shigravejigravezhōngguoacute weacutenxueacute yǔ jīdūjiagraveo weacutenhuagrave) e molti altri romanzi poesieopere teatrali e saggi legati alla Sacra Scrittura

Insomma lrsquoinfluenza culturale che la Sacra Scrittura ha avuto sullaletteratura cinese moderna egrave stata dimostrata dalla ricerca di molti stu-diosi Questa tendenza egrave stata ulteriormente approfondita nel fenome-no della ldquoChristianityrsquos fever in Chinardquo emersa in ambito universitarionella Cina degli anni rsquo80 Un riflesso di questo fenomeno puograve rintrac-ciarsi nellrsquoistituzione delle cattedre di Sacra Scrittura nei corsi univer-sitari odierni cosigrave come le cattedre di esegesi delle Sacre Scritture

C) Lrsquoinfluenza sullrsquoeducazione dei bambini piccoli nella Cina mo der na

Strettamente legato alla traduzione cinese della Sacra Scrittura egrave illdquoromanzo evangelicordquo (福音小说 Fuacuteyīn xiǎoshuō) scritto o tradottodai missionari A partire dal 1850 i missionari occidentali in Cina ini-ziarono a tradurre un gran numero di romanzi per lrsquoeducazione dei

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23陈独秀 ldquo基督教与中国人rdquo 载于《新青年》 第3期 (1921年) (Cheacuten Duacutexiugrave

laquoCristianesimo e i cinesiraquo in La nuova gioventugrave n 3 (1921)24 Cfr Zhōu Zuogravereacuten laquoSacra Scrittura e letteratura cineseraquo in Rivista mensile dei

romanzi vol 12 n 1 (1921)

bambini al fine di coltivare una generazione di bambini cristiani cine-si I loro scritti e metodi hanno assunto un ruolo pionieristico nella let-teratura e nellrsquoeducazione dei bambini cinesi

Nel 1852 lo Strumento della casa drsquooro (《金屋型仪》Jīnwū xiacuteng yiacute)tradotto da Ferdinand Genaumlhr (叶纳清 Yegravenagraveqīng) pastore luterano fu ilprimo romanzo evangelico tradotto per i bambini25 Il libro con tecnichenarrative tradizionali cinesi racconta la storia di una ragazza ebrea che siconverte al cristianesimo The Captive Maid (《妙龄双美》Miagraveoliacutengshuāng měi) tradotto nel 1856 da Wilhelm Lobscheid (罗存德 LuōCuacutendeacute) un pastore luterano appartiene a questa categoria Seguonopoi Henry Record (《亨利实录》Hēngligrave shiacutelugrave) di Caroline P Keith(吉士夫人 Jiacute shigrave fūreacuten) (1852) tradotto e pubblicato nel vernacololocale di Shagravenghǎi e Tre ragazze (《三个闺女》Sān gegrave guīnǚ) diMartha Crawford (高第丕夫人) (1856) nel vernacolo di Shagravenghǎi Nel1878 fu tradotto nel dialetto del Fuacutezhōu (福州) Povera donna Le Shijia (《贫女勒诗嘉》Piacuten nǚ lēi shī jiā) di Miss Adelia MPayson (美以美会佩森Měi yǐ měi huigrave pegravei sēn) Inoltre sono state pub-blicate molte altre traduzioni e scritti sullrsquoeducazione dellrsquoinfanziaOltre a coltivare le credenze religiose dei bambini queste opere offro-no un contributo alla loro formazione etica utilizzando immagini emodalitagrave espressive dei bambini per aiutarli a diventare personemoderne con una personalitagrave sana Questi ldquoromanzi del Vangelordquohanno completamente trasformato i tradizionali libri cinesi per bambi-ni e hanno infuso uno spirito nuovo nellrsquoeducazione dellrsquoinfanzia inCina fornendo anche nuovi modelli educativi

3) la cultura locale arricchisce la comprensione della Sacra Scrittura cristiana

Come giagrave detto i missionari occidentali e i cristiani cinesi hannotradotto la Sacra Scrittura in tante lingue minoritarie e dialettali Que -ste opere sono come una grande porta aperta attraverso cui un grannumero di cristiani cinesi puograve entrare nel sacro mistero e sperimentar-

189Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

25 Tradotto dal Hermann Ball Thirza order die Anziehungskraft des Kreuzes (1842)

ne la profonditagrave e grandezza e drsquoaltra parte il mondo linguistico cheesprime la rivelazione di Dio si arricchisce notevolmente Ogni linguaha il suo sistema cognitivo che comprende e interpreta la Sacra Scrit -tura e ogni sistema cognitivo indica un modo di vivere e sperimentarela rivelazione divina Queste interpretazioni della Sacra Scrittura uni-tamente allrsquoesperienza vissuta dello spirito evangelico sono ciograve checonsente alla fede cristiana di radicarsi e di crescere nei cuori dei cine-si In altre parole lrsquoinculturazione della fede cristiana nella vita spiri-tuale e liturgica e la sistematizzazione di una teologia inculturata eadatta alla comprensione e alla vita cinese sono possibili quando sibasano sulla vita e sullrsquoesperienza del Vangelo In questa prospettivala vita cristiana e lrsquoesperienza dei cristiani cinesi ampliano la visioneuniversale del cristianesimo

Alcuni pensatori occidentali si interessarono alla cultura e allo spi-rito cinese attraverso I quattro libri (《四书》Sigrave shū) e I cinque classici(《五经》Wǔ jīng) tradotti dai missionari A causa dellrsquoinsoddisfazioneche nutrivano per lo stato sociale culturale e ideologico dellrsquoEuropa inquel momento avevano unrsquourgente necessitagrave di promuovere la trasfor-mazione dellrsquoEuropa sulla base di un modo ldquoaltrordquo di vedere la realtagraveTutti ammiravano la cultura confuciana della Cina e avendone coltolrsquoessenza speravano di prenderne in prestito alcuni elementi per fornirenuovi stimoli e dare nuova linfa alla societagrave e alla cultura europee

Giagrave nel rsquo600 e nel rsquo700 e anche nel rsquo900 crsquoerano stati filosofi esinologi occidentali che avevano desiderato trovare unrsquoalternativa alsistema culturale occidentale come Leibniz Francis Quinn il leaderdellrsquoilluminismo francese Voltaire lrsquoinglese Eustace Bajer HeideggerFranccedilois Jullien ecc Senza volere qui discutere sulla loro reale cono-scenza della cultura e dello spirito cinesi possiamo domandarci se leloro motivazioni possano offrirci qualche spunto Se questi pensatoriapprezzavano la cultura cinese per rinnovare la cultura occidentaleforse la nostra spiegazione e interpretazione della fede cristiana attra-verso la vita e lrsquoesperienza dei cristiani cinesi possono offrire motividi interesse e di arricchimento al nostro essere cristiani oggi

La questione dellrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina egraveanche la questione dellrsquoaccettazione e del riconoscimento dellrsquoessenzadella cultura cinese nel mondo cristiano Queste due questioni sono

190 J Baolu

strettamente collegate lrsquouna allrsquoaltra ed entrambe sono indispensabilinel processo di evangelizzazione della Chiesa cinese Comprendere einterpretare la stessa fede in base alle diverse risorse culturali coinvol-ge sia la cultura locale le credenze e le esperienze dei cristiani localisia la riflessione razionale e la sistematizzazione di queste esperienzee la nostra Chiesa puograve con grande apertura mentale incoraggiaresupportare e guidare lo sforzo dei cristiani locali nel processo dellrsquoin-culturazione della fede

conclusione

La traduzione cinese della Sacra Scrittura non egrave un progetto com-piuto ldquouna volta per semprerdquo ma piuttosto un processo in diveniresempre perfettibile percheacute lrsquoevento di Cristo non egrave solo un fatto stori-co ma egrave qualcosa che accade continuamente nella vita di ogni uomoche deve cioegrave diventare esperienza personale Ecco percheacute va sottoli-neato che la traduzione della Sacra Scrittura deve essere un processocontinuo che si porta avanti per generazioni Infatti la traduzione elrsquointerpretazione della Sacra Scrittura non sono legate soltanto allenuove scoperte archeologiche e allrsquoaccumulo delle conoscenze nel-lrsquoambito delle scienze umane ma anche allrsquoattuale contesto socialeumano Con lrsquoapprofondimento dellrsquoinculturazione della fede alcuniconcetti locali possono assumere un significato sempre piugrave ricco cosigraveanche la ricomprensione e reinterpretazione della cultura locale e dellafede cristiana diventano necessari per poter esprimere la fede in unmodo piugrave appropriato e adatto allrsquouomo moderno La relazione tra lari-traduzione e reinterpretazione della Sacra Scrittura e lrsquoapprofondi-mento dellrsquoinculturazione della fede egrave una relazione reciproca Laprima saragrave la base per unrsquoulteriore inculturazione di altre opere lettera-rie artistiche musicali ecc Dal punto di vista dellrsquoinculturazionedella fede perciograve la revisione o la ritraduzione della Sacra Scritturadeve essere un processo continuo e ininterrotto

191Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

192

EsEgEsi E tEologia di Ebr 13 QualE cristologia pEr il Figlio

Fabio Pari

Editorrsquos note The two foundational articles of the Christian faith arecentred on the mystery of the triune God and on the mystery of JesusChrist true God and true man These two articles of faith are intercon-nected because they refer to two distinct aspects of the same divinereality anyone who wants to be a Christian must believe in them Butthinking of them in appropriate concepts and expressing them in con-venient words ndash God is three (divine) persons in one (divine) natureChrist is one (divine) person (the Son) in two natures (both the divineand the human one) ndash is an enterprise at the limits of human reason In particular it took the first Seven Ecumenical Councils from Nicea I(325) to Nicea II (787) to elaborate and specify definitively a properformulation of the Christological mystery that is to say to defineldquowithout confusion without change without division without separa-tionrdquo the meaning of ldquopersonrdquo and ldquonaturerdquo and the mutual relation-ship of one person and two natures in Jesus ChristFrom the biblical point of view however it is legitimate to ask in theSacred Scripture are there passages that expressly validate the resultsof the complex conceptual elaboration carried out by the Church overthe centuries The author of this article applies the refined tools ofbiblical exegesis to the interpretation of Heb 13a (according to whichChrist ldquois the reflection of Godrsquos glory and bears the impress of Godrsquosown beingrdquo) and particularly to the key words of this sentence(ἀπαύγασμα and χαρακτήρ) so as to clarify the contribution of thisverse to our knowledge of the mystery of Christ Parirsquos conclusion isthat Heb 13a does not indicate clearly and explicitly as far as theSon-Christ is concerned either His full divinity or His personal autonomyeven if it refers to His ldquopre-existencerdquo and intimate relationship with God So in this case the future long and painful christologicaldebate within the Church appears with all evidence not to have beensuperfluous

SD 651 (2020) pp 192-223

La divinitagrave di Gesugrave Cristo il Figlio la seconda persona dellatrinitagrave egrave come noto un dogma della confessione cristiana definitodal Concilio di nicea nel 325 in quale modo perograve i cristiani delprimo secolo intendessero la natura o la persona di Gesugrave Cristo egrave unaquestione complessa e dibattuta ancora meritevole di attenzione

nel presente lavoro intendo perciograve soffermarmi su unrsquoindagine ese-getica di Ebr 13a (ὃς ὢν ἀπαύγασμα τῆς δόξης καὶ χαρακτὴρ τῆςὑποστάσεως αὐτοῦ) in particolare sulla corretta interpretazione delledue parole-chiave ἀπαύγασμα e χαρακτήρ riferite al Figlio per mo -strare cosa esse ci dicano o non ci dicano circa la natura e la personadel Figlio-Cristo1

1 il contesto testuale di ebr 13a

11 il contesto generale di Ebr 13a

Per poter comprendere il significato esatto delle espressioni conte-nute in Ebr 13a egrave necessario anzitutto analizzare brevemente il conte-sto in cui tale versetto si trova Ebr 11-4 lrsquoesordio della Letteraforma un unico periodo che racchiude diversi temi che saranno svi-luppati nel seacuteguito dellrsquoopera soprattutto i due fondamenti cristologi-ci la condizione di esaltazione del Figlio e il suo sacerdozio sacrifica-le con cui ha espiato i peccati2

il v 2 che introduce direttamente la frase in esame descrive proto-logicamente il Figlio come agente della creazione dellrsquouniverso da

193Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

1 Lrsquoautore di Ebrei non identifica esplicitamente il Figlio con Gesugrave Cristo nominatosolo in 29 ma tale identificazione doveva essere giagrave ben conosciuta dai lettori cfrKoEstEr Hebrews 182

2 Cfr AttridGE Hebrews 36 Essays 283-284 KoEstEr Hebrews 174-176 182-190LAnE Hebrews 1-8 9 17-19 CoCKEriLL Hebrews 86-88 Per uno studio globalesulla struttura letteraria di tutta la Lettera agli Ebrei cfr VAnhoyE Structure 18-44Per una discussione delle principali proposte cfr LAnE Hebrews 1-8 LxxxiV-xCViii

parte di dio Questo v3 ndash come anche il v seguente ndash mostrano unchiaro influsso della tradizione sapienziale4 e contengono una cristo-logia alta ndash basata sulla pre-esistenza del Figlio-Cristo ndash che appareanche in altri testi neotestamentari5

in questo contesto il v 3 ndash che ha fattura innica e puograve derivare daun antico inno cristologico6 ndash contiene alcune affermazioni sulla natu-ra e il ruolo del Figlio7 prima nellrsquoordine della creazione e poi nellrsquoor-dine della salvezza8

Lrsquoesordio (cfr soprattutto il v 4) prepara anche il seacuteguito immedia-to della Lettera cioegrave la catena scritturistica che prova la superioritagrave delFiglio sugli angeli9 tuttavia non egrave questo il tema maggiore introdottonellrsquoesordio bensigrave quella dialettica tra ldquovecchiordquo e ldquonuovordquo tra figlio-lanza e sacerdozio di Cristo che pervaderagrave lrsquoopera10

194 F Pari

3 sul v 2 e il suo ruolo cfr AttridGE Hebrews 40-41 KoEstEr Hebrews 184-186CoCKEriLL Hebrews 91-93

4 specialmente Prov 827 sir 241-12 sap 71221-27 84 92 cfr AttridGEHebrews 40 n 74 41 KoEstEr Hebrews 187-188 LAnE Hebrews 1-8 6MEiEr ldquostructurerdquo 174 CoCKEriLL Hebrews 91 WiLLiAMson Philo 97 101dunn Christology 164 206

5 Cfr Gv 11-31029 rom 834 1136 1 Cor 86 153 2 Cor 44 Efes 120Col 115-1620 Per il relativo sfondo giudeo-ellenistico cfr le numerose riflessioni sul tema in Filone Cfr AttridGE Hebrews 40 n 75 KoEstErHebrews 182

6 Cfr AttridGE Hebrews 36 41-42 KoEstEr Hebrews 178-179 LAnE Hebrews1-8 7-8 CoCKEriLL Hebrews 91 dunn Christology 206-207

7 il pronome relativo ὃς allrsquoinizio del v 3 si riferisce chiaramente a υἱῷ (= Figlio)del v 2 prolungando cosigrave la serie delle relative precedenti tutte riferite a υἱῷ (cfrMEiEr ldquostructurerdquo 170-172 LAnE Hebrews 1-8 5 n e 12 CoCKEriLL Hebrews91) Per unrsquoanalisi dettagliata di υἱῷ vedi AttridGE Hebrews 39 su ldquoFiglio didiordquo vedi dunn Christology 12-64 su ldquoFiglio di diordquo in Ebr cfr dunnChristology 51-56

8 Cfr AttridGE Hebrews 36 MEiEr ldquostructurerdquo 175 (riferito a tutto lrsquoesordio)9 Cfr KoEstEr Hebrews 189 AttridGE Hebrews 36 VAnhoyE Structure 23 46

10 Cfr AttridGE Hebrews 36

dobbiamo inoltre rilevare che lrsquoesordio letterariamente moltocurato fa abbondante uso di un linguaggio e immagini tradizionali nelcristianesimo primitivo11

Egrave dunque in questo contesto che Ebr 13a si trova e svolge la suafunzione ed egrave a partire da questo contesto che possiamo ora passaread analizzare piugrave da vicino le espressioni che vogliamo studiare

12 il contesto prossimo di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ

nella frase in cui si trovano le due parole-chiave che vogliamo studia-re esse sono legate ad altri termini importanti ai fini dellrsquoesegesi cheintendiamo condurre Egrave dunque necessario innanzitutto che studiamoquesto ldquocontesto prossimordquo formato dai termini δόξα (cfr ἀπαύγασματῆς δόξης 13aα) e ὑπόστασις αὐτοῦ (cfr χαρακτὴρ τῆς ὑποστάσεωςαὐτοῦ 13aβ)

incominciamo da αὐτοῦ che egrave la parola piugrave semplice il suo refe-rente dal contesto non puograve che essere ὁ θεός di Ebr 11 dunque dioil soggetto del brano immediatamente precedente a 13a e che governasintatticamente tutto il periodo che costituisce lrsquoesordio12

121 δόξα

uno studio piugrave approfondito merita il termine δόξα legato sintatti-camente a ἀπαύγασμα

nel greco extra-biblico il termine significa ldquoopinionerdquo ldquociograve che si ri -tie nerdquo (giagrave in omero e Erodoto) in particolare indicava le opinioni deifilosofi in quanto tale la δόξα stava tra la conoscenza (certa) e lrsquoignoran-za13 il valore di ldquoopinionerdquo tendette perograve sin dal greco classico a speci-

195Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

11 Cfr AttridGE Hebrews 36 BAuCKhAM ldquodivinityrdquo 20 Per una analisi comparatadegli inni che hanno contenuto e immagini analoghe a Ebr 13 cfr P AndErsonldquothe Johannine Logos-hymnrdquo 230-238 (Gv 11-18 Fil 25-11 Col 115-20Ebr 11-5)

12 stesso referente in LSJ ii 197713 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1348-1351 LSJ i 444

ficarsi come ldquobuona famardquo ldquogloriardquo (in demostene solone nel le epigra-fi) in cui risiedeva per la mentalitagrave greca il supremo valore della vita14

in Flavio Giuseppe e Filone δόξα mantiene il significato di ldquoopinio-nerdquo ldquoprincipio filosoficordquo ldquofamardquo ldquoonorerdquo ldquomagnificenzardquo un casoec ce zionale egrave tuttavia lrsquouso di Filone De specialibus legibus 1 45 doveper influenza del greco biblico δόξα indica lo splendore divino15

Poicheacute il significato principale di δόξα nel n t affonda le sue radi-ci nellrsquouso veterotestamentario del corrispettivo ebraico kābocircd egravenecessario procedere con una breve analisi di esso16

in senso ldquolaicordquo kābocircd significa ldquoonorerdquo ldquoricchezzardquo ldquoposizioneragguardevolerdquo (cfr ad esempio Gen 132 4513) in riferimento adio puograve indicare il suo manifestarsi imponente descritto anche neitermini di temporale (cfr sal 971) la redazione del codice sacerdota-le poi rese kābocircd un termine teologico per indicare una manifestazionereale della gloria di dio (come fuoco irradiante avvolto da una nubecfr Es 2415 ss 4034-35) in Ezechiele il kebocircd yhwh appare invisione come figura umana infuocata e raggiante La manifestazioneuniversale del kābocircd divino egrave parte delle speranze escatologiche diisraele (cfr is 6618-19)17

nei Lxx δόξα egrave termine che occorre spesso e frequentemente tra-duce appunto kābocircd di cui egrave il corrispettivo nel greco dei Lxxdunque tale parola viene a indicare la potenza la gloria di dio il suosplendore la sua essenza (sia in quanto invisibile che in quanto mani-festata allrsquouomo)18

196 F Pari

14 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1351-1352 LSJ i 444 Alcuni studiosi hanno avanzato lrsquoi-potesi che δόξα avesse un antichissimo significato di ldquolucerdquo ldquosplendorerdquo tuttaviatale significato egrave attestato solo in scritti giudei o cristiani e dunque lrsquoipotesi egraveimprobabile (cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1352-1353)

15 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1353-135716 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1357-135817 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1358-137018 Vedi ad es Es 1610 sal 283 566 14411 is 63 4811 Ezech 1018 1123

sap 910 sir 453 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1370-1378 LSJ i 444

nel giudaismo palestinese rimangono gli stessi valori di kābocircdsplendore divino a cui anche lrsquouomo partecipa Anzi nellrsquoapocalitticagiudaica la gloria di dio torneragrave a risplendere nei giusti e saragrave la lorobeatitudine19

Possiamo ora comprendere lrsquouso neotestamentario di δόξα che cor-risponde molto piugrave a quello del greco dei Lxx che non del greco clas-sico nel n t infatti il termine egrave riferito specificamente alla naturadivina (onore potenza magnificenza splendore divino)20 ma anche aCristo stesso soprattutto a motivo della sua risurrezione21 in Gvinvece appare spesso la δόξα del Gesugrave terreno crocifisso a cui siaccede mediante la fede22 della δόξα divina parteciperanno attraversoCristo anche i fedeli23

122 ὑπόστασις

Passiamo ora a considerare la seconda parola importante del conte-sto di Ebr 13a cioegrave ὑπόστασις legata sintatticamente a χαρακτήρ

in generale ὑπόστασις (da ὑπό + ιστημι) indica ciograve che sta sottodunque ldquoappoggiordquo ldquoammassordquo ldquosedimentordquo in latino ldquosubstantiardquoLe occorrenze piugrave antiche sono in agravembito scientifico e medico inippocrate ad esempio significa ldquosostegnordquo ldquoappoggiordquo di un mem-bro del corpo nel linguaggio scientifico indicava ldquociograve che si depositanel fondordquo ad esempio di una sostanza liquida (in ippocrate Galeno)oppure tutto ciograve che si separa da un corpo (in Aristotele)24

in agravembito filosofico nello stoicismo il termine indica il ldquosussistererdquolrsquoldquoessere entrato nellrsquoesistenzardquo emergendo dal fondo dellrsquoessere

197Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

19 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1378-138320 Cfr ad es Lc 29 931 Atti 1223 rom 420 Efes 321 1 Piet 411 Apoc

16921 Cfr ad es Mc 1326 1 tim 316 tit 213 Ebr 1321 1 Piet 11122 Cfr ad es Gv 211 739 114 1223 1331-3223 Vedi Gv 1722 rom 817 1 Cor 1543 2 Cor 37ss Col 34 1 tessal 212

Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1383-139524 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 705-711 LSJ ii 1895

(chiaro il legame con il significato naturalistico precedente) comeoggettivazioni particolari della natura universale Per i peripateticiὑπόστασις indica lrsquoessenza e la realtagrave che appartengono alle cose sin-gole di per se stesse nel medio-platonismo indica la realtagrave apparte-nente al mondo intelligibile (lrsquoanima) mentre nel neo-platonismo siriferisce alla realtagrave dellrsquoessere derivata dallrsquouno di Esso egrave manifesta-zione secondo una gerarchia di gradi sempre piugrave bassi25

nel linguaggio comune ὑπόστασις venne ad indicare una realtagrave chesta dietro le apparenze come la risolutezza o un progetto (in Polibio)un programma politico o piano di guerra un proposito particolare (indiodoro siculo) o una concezione fondamentale (in Gemino) Altrisignificati particolari sono come ldquorealtagraverdquo della vita nella costellazionesotto cui si nasce (negli scritti astrologici) come ldquocomplesso dei docu-menti di proprietagrave di benirdquo (nei Papiri di ossirinco)26

nei Lxx il termine appare raramente e designa dei beni mobili(cfr dt 116) o immobili (cfr Giob 2220) i beni sono considerati illdquofondamentordquo dellrsquoesistenza materiale (cfr Giudc 64) in Ezech 2611significa ldquofondamento della forzapotenzardquo in passi piugrave significativiil termine ha il consueto significato greco di ldquorealtagrave dietro le apparen-zerdquo (cfr sal 386 8848 in ruth 112 indica una salda speranza) dildquofondamentordquo (che egrave dio stesso cfr sal 388) di ldquopianordquo ldquodisegnordquo(cfr Ger 2322 sap 1621 Ezech 195)27

in Filone il nome egrave riferito allrsquoesistenza reale quella dellrsquoanima e didio contrapposta allrsquoesistenza corporea priva di vera consistenza in unpas so importante del De somniis (1 188) indica la realtagrave intelligibile(νοητῆς ὑποστάσεως) che si puograve conoscere solo mediante lrsquoidea archetipi-ca presente in ciograve che fu foggiato (ἐν τῷ διαχαραχθέντι) secondo il modellooriginario il testo come si puograve notare reca alcuni vocaboli (ὑποστάσεωςδιαχαραχθέντι) corrispondenti a quelli cristologici di Ebr 13aβ in FlavioGiuseppe il termine indica la realtagrave particolare del popolo giudaico da cuideriva la sua essenza oppure la risolutezzaardimento interiore28

198 F Pari

25 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 711-719 LSJ ii 189526 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 719-726 LSJ ii 189527 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 726-732 LSJ ii 189528 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 733-736

nel n t il termine ricorre cinque volte Per due volte si tratta dellaseconda Lettera ai Corinzi in 94 indica il ldquodisegnoprogrammardquo dellacolletta in 1117 indica il ldquoprogrammardquo di vantarsi imposto a Paolodagli avversari29 Le altre tre occorrenze neotestamentarie di ὑπόστασιςsono nella Lettera agli Ebrei30 Lasciamo per ora da parte la primaoccorrenza in 13aβ su cui ci esprimeremo nella sintesi finale di questoparagrafo La seconda occorrenza egrave in 314 in una delle ammonizionifondamentali della Lettera Qui il termine mantiene il suo significato dildquofondamentordquo (stabile) ma traslato nella realtagrave ldquomoralerdquo significa dun-que ldquorisolutezzardquo ldquofermezzardquo (secondo uno dei significati che abbiamoesaminato piugrave sopra) in riferimento alla posizione cristiana in cui i cre-denti si sono posti obbligandosi a confessare la loro fede in Gesugrave31 ilterzo e ultimo passo di Ebr dove compare ὑπόστασις egrave la ldquodefinizionedella federdquo in 111 in questo passaggio il termine ancora una voltaporta in seacute una connotazione di tipo filosofico ὑπόστασις infatti designaqui il fondamento (ldquosubstantiardquo secondo la traduzione latina) dei benisperati tale fondamento egrave la fede appunto che egrave la base su cui speria-mo i beni futuri trascendenti32

199Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

29 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 736-73930 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 73631 secondariamente ὑπόστασις qui puograve designare anche la ldquoconfidenzardquo (connotazione

psicologica soggettiva) anche se le prove a sostegno dellrsquoattestazione di questo signi-ficato del termine sono tenui improbabile egrave una connotazione nella sfera legale (ldquoattodi proprietagraverdquo) percheacute in questo passaggio di Ebr non ci sono altri indizi della presenzadi una metafora legale Cfr LAnE Hebrews 1-8 82 n q CoCKEriLL Hebrews 189AttridGE Hebrews 117-119 Poco convincenti le interpretazioni di GLNT xiV 745-746secondo cui ὑπόστασις qui indica la realtagrave sulla quale si fonda lrsquoesistenza della comu-nitagrave cioegrave dio stesso che egrave presente sin dallrsquoinizio e in cui bisogna rimanere saldi e diKoEstEr Hebrews 260 secondo cui ὑπόστασις indica qui ldquogaranzia sicurezzardquo insenso sia oggettivo che soggettivo

32 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 740-745 KoEstEr Hebrews 472-473 AttridGEHebrews 307-311 Certamente tale fede egrave un atto del soggetto (in questo sensopossiamo definirla soggettiva) ma essa costituisce anche il fondamento(ὑπόστασις appunto) in base a cui speriamo qualcosa (senza fede non ci puograve og -gettivamente nemmeno essere speranza) Lrsquointrerpretazione meramente oggettiva

infine negli scritti del primo cristianesimo il termine compare conun significato vicino a quello filosofico greco in taziano ὃπόστασιςindica la realtagrave assoluta e indeducibile di dio che si manifesta nelcosmo o la realtagrave che si trova dietro lrsquoesistenza nei testi gnosticiindica la vera essenza dellrsquouomo spirituale33

123 Sintesi

dopo queste analisi possiamo ora proporre il significato che δόξα eὑπόστασις hanno in Ebr 13a

innanzitutto il primo termine δόξα egrave chiaramente riferito a dioinfatti anchrsquoesso egrave legato a αὐτοῦ (riferito a ὁ θεός = ldquodiordquo34) che compa-re alla fine di 13a qualificando sia ὑποστάσεως che δόξης35 in Ebr 13aδόξα dato il contesto e lrsquouso nella Bibbia ebraica e nei Lxx36

si riferisceevidentemente alla ldquogloriardquo di dio cioegrave alla realtagrave di dio alla naturaradiosa e splendente di dio che si manifesta e si rivela37

il secondo termine ὑπόστασις appare in Ebr 13a in parallelo conδόξα dunque possiamo ritenere che come questrsquoultimo serva a qualifi-care lrsquoessenza divina Questi termini esprimono concetti giagrave fissati comeegrave emerso dallrsquoanalisi fatta sopra in particolare sulla linea tracciata dallaspeculazione filosofica e secondo il buon parallelo di Filone ὑπόστασιςindica la realtagrave effettiva di dio trascendente (ldquosostanzardquo ldquoessenzardquoldquoessere attualerdquo) mentre δόξα ne esprime maggiormente la maestagrave e lo

200 F Pari

di ὑπόστασις (quasi fosse una garanzia legale di possesso) che traspare dallrsquointer-pretazione di LAnE Hebrews 1-8 325-326 n b mi pare insufficiente quella dildquorealtagraverdquo data da CoCKEriLL Hebrews 520-521 mi pare eccessiva

33 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 747-75034 Vedi sect 1235 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 174 Altrimenti δόξα usato assolutamente senza comple-

mento di specificazione egrave un semitismo per kābocircd indicante dio stesso (cfrMEiEr ldquostructurerdquo 174 n 27)

36 Vedi sopra sect 12137 Cfr AttridGE Hebrews 43 KoEstEr Hebrews 180 CoCKEriLL Hebrews 94

LAnE Hebrews 1-8 13

splendore38 ὑπόστασις non significa invece ldquopersonardquo come nella teolo-gia trinitaria del iV sec d C39

124 La sintassi di Ebr 13a

unrsquoultima osservazione importante riguarda la sintassi di Ebr 13aCrsquoegrave infatti chi ha affermato che siccome la frase in 13a ha come formaverbale un participio presente (ὢν) che in quanto tale indica contempo-raneitagrave con il verbo principale ἐκάθισεν (in 13d) indicante lrsquoesaltazionedel Figlio allora anche 13a si riferisce direttamente alla gloria delFiglio esaltato40 tuttavia lrsquouso di categorie sapienziali per indicare lagloria del Figlio esaltato egrave improbabile Altri dunque danno un valoreconcessivo al participio di 13a (ldquosebbenerdquo) che introdurrebbe condi-zioni sfavorevoli allrsquoavverarsi di ciograve che egrave riportato nel verbo principa-le41 Mi pare tuttavia che il punto fondamentale nellrsquouso delle designa-zioni cristologiche di 13a non stia nel valore concessivo (che non egraveesplicitato chiaramente nellrsquoesordio anzi egrave assente nella ldquocristologiaaltardquo di 12c) bensigrave appunto nellrsquointreccio molto curato tra la dimensio-ne ontologica-eterna del Figlio la sua opera terrena-salvifica e la suaesaltazione42 in questo contesto le designazioni di 13a sono opportu-namente intese come riferite allo statuto essenziale-eterno del Figlio inrelazione a dio-Padre e il participio presente che le introduce (ὢν) ndashcircondato da verbi allrsquoaoristo e al perfetto e dunque marcato retorica-mente ndash ha valore ldquometafisicordquo (pre-esistenza atemporale)43

201Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

38 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 739-740 AttridGE Hebrews 44 KoEstErHebrews 180-181 CoCKEriLL Hebrews 34 nn 39 40 LAnE Hebrews 1-8 13BArnArd Mysticism 152

39 Cfr AttridGE Hebrews 44 KoEstEr Hebrews 180 BArrEtt ldquoChristologyrdquo 11540 Cosigrave KoEstEr Hebrews 17841 Cosigrave LAnE Hebrews 1-8 5 n e42 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 176-18943 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 179-180 182-183 il participio non ha di per seacute valore tem-

porale (esso va ricavato dal contesto) ma indica solo la ldquoqualitagrave dellrsquoazionerdquo (cfrBDR sect 339) Per il presente la ldquoqualitagrave dellrsquoazionerdquo egrave quella ldquodurativardquo (ldquolinearerdquo)che qui va intesa come ldquoazione non soggetta al tempordquo (cfr BDR sect 3182)

2 ἀπαύγασμα E χαρακτήρ

dopo aver analizzato il contesto dei due termini che sono al centrodel nostro studio possiamo ora dedicarci ad unrsquoanalisi piugrave approfondi-ta di essi

21 ἀπαύγασμα

il termine ἀπαύγασμα ricorre raramente in greco44 Con il significatodi ldquoirradiazionerdquo ldquosplendorerdquo ldquofulgorerdquo detto di luce emanante da uncorpo luminoso compare in sap 726 in Filone (De specialibus legi-bus 4 12345 De opificio mundi 14646) si veda anche Eliodoro(Aethiopica 527) simplicio (In Aristotelis physicorum libros commen-taria 775 15) con il significato di ldquoriverberordquo in Plutarco (De facie inorbe lunae 21) con il significato di ldquoritrattordquo ldquoriflessordquo in Filone (Deplantatione 5047) infine con il significato di ldquoriflessordquo in Atti diTommaso 63548 il termine ἀπαύγασμα puograve avere senso attivo (ldquoirra-

202 F Pari

44 Cfr LAnE Hebrews 1-8 1345 Qui ἀπαύγασμα egrave detto dello spirito umano come irradiazione della natura divina

cfr WiLLiAMson Philo 37-3846 Qui ἀπαύγασμα egrave riferito alla mente umana irradiazione del λόγος divino cfr

WiLLiAMson Philo 37-3847 Qui ἀπαύγασμα egrave detto del mondo attuale come riflessoritratto del mondo archeti-

pico cfr WiLLiAMson Philo 37-3848 Cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo GLNT i 1350 LSJ i 181 i principali vocaboli apparentati sono

αὐγάζω vedere (cfr Filone De vita Mosis 2 139 De migratione Abrahami 189)vedere alla chiara luce vedere distintamente discernere (in sofocle Filottete) illumina-re (cfr Filone De fuga et inventione 136 De Iosepho 68 detto del sole in EuripideEcuba) al passivo essere rispecchiato (in sofocle) apparire (in Massimo) intransitivorisplendere apparire luminoso o bianco (cfr LevLxx 132425283839 1456) in 2 Cor 44 significa ldquoilluminarerisplendererdquo oppure ldquovedererdquo διαυγάζω risplendere (in2 Piet 119) αὐγή luce del sole o semplicemente splendente splendore (in IliadeOdissea Platone Euripide in senso metaforico in Filone De praemiis et poenis 25)alba aurora (cfr Atti 2011) al plurale raggi (in Iliade Odissea) αὐγέω splendereluccicare (GiobLxx 293) απαυγάζω lampeggiare emanare luce (in Eliodoro

diazione efflussordquo come in Filone De specialibus legibus 4 123) opassivo (ldquoriflesso riverberordquo come in Filone De plantatione 50)49

211 ἀπαύγασμα e la Sapienza

data tuttavia lrsquoevidente importanza che riveste sap 726(ldquoἀπαύγασμα γάρ ἐστιν φωτὸς ἀιδίου καὶ ἔσοπτρον ἀκηλίδωτον τῆς τοῦθεοῦ ἐνεργείας καὶ εἰκὼν τῆς ἀγαθότητος αὐτοῦrdquo50) per il passo di Ebrche stiamo studiando51 egrave necessario che ci soffermiamo piugrave approfon-ditamente sul ruolo di ἀπαύγασμα in quel contesto52

sap 722b-81 presenta che cosrsquoegrave la sapienza essa egrave abitata dallospirito (cfr sap 722-23) ed egrave rappresentata con cinque caratterizza-zioni (cfr sap 725-81) ndash tra cui ἀπαύγασμα (cfr sap 726) ndash che nedescrivono lrsquoessenza e lrsquoefficacia La sapienza egrave presentata comeunrsquoemanazione proveniente dalla gloria e dalla luce di dio penetra

203Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

Etiopiche 34 48 Filostrato Vita Apollonii 38) al medio vedere da lontano (inCallimaco Hymnus in Delum 125 182) ἀπαυγασμός efflusso di luce radiazione ful-gore (in Plutarco) ἀπαυγής luminoso brillante splendente (in Eschilo) απαυγή radia-zione irradiazione splendore (in Callimaco fr 237 Pf) cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo GLNT i1349 LSJ i 181 274 LSJSup 41

49 Cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo DENT i 313 CoCKEriLL Hebrews 94 n 36 MEiErldquostructurerdquo 179 n 45 WiLLiAMson Philo 37-38 il termine egrave ripreso dalla PrimaLettera di Clemente (361-6) ma si tratta di una citazione di Ebr 13 non di unpassaggio indipendente (cfr LAnE Hebrews 1-8 13-14)

50 Cfr Sapientia Salomonis 11951 Cfr WiLLiAMson Philo 40 97 BArrEtt ldquoChristologyrdquo 115 Per lrsquoimportanza

dellrsquoAt in Ebrei cfr LAnE Hebrews 1-8 cxii-cxxiv per lrsquoimportanza della lette-ratura sapienziale antico-testamentaria nellrsquoesordio di Ebr vedi sopra sect 11

52 Per una introduzione recente al Libro della sapienza cfr WEEKs Introduction 95-99 Per una breve storia della figura della sapienza cfr GrABBE Wisdom 69-77Per unrsquointroduzione recente ai libri sapienziali cfr MAzzinGhi Pentateuco sapien-ziale sulla letteratura sapienziale giudaica in epoca ellenistica cfr CoLLinsJewish Wisdom sulla sapienza in israele cf Von rAd Wisdom in Israel sullaletteratura sapienziale biblica cfr MurPhy Tree of Life sulla teologia della lette-ratura sapienziale cfr PErduE Wisdom amp Creation

ogni essere ma egrave trascendente53 in sap 726 non egrave comunque chiarose ἀπαύγασμα usato accanto a ldquoemanazionerdquo e ldquospecchiordquo abbiavalore attivo o passivo54

in generale lungo il Libro della sapienza essa egrave descritta mentrepervade il cosmo e insieme egrave una figura celeste intimamente unita adio Per lrsquoautore di questo libro dio ha creato il mondo attraverso lasapienza identica alla mente divina ma immanente allrsquouniverso cheessa controlla e guida permeando la creazione e rispecchiando lrsquoattivitagravedivina Essa dunque tiene il mondo unito in se stesso e legato a dio Lasapienza contiene le forme i modelli paradigmatici di tutte le cose Essaegrave la madre di tutte le cose e tutte le modella La sapienza egrave un prodottodi dio e una manifestazione di lui rappresenta dio ed egrave dio stesso Lasapienza egrave dunque portatrice della rivelazione inoltre la sapienzaappare personificata55 (come ldquoipostasirdquo) un attributo di dio personifica-to essa non solo coesiste con dio ma egrave una emanazione di lui e dei suoiattributi egrave immagine della bontagrave di dio e le sono riferiti attributi divi-ni56 tuttavia non si puograve parlare per la sapienza di un essere pienamen-te divino con una personalitagrave indipendente da yahweh questo per il giu-daismo sarebbe stato un intollerabile politeismo57

22 χαρακτήρ

il termine greco originariamente indicava lrsquoldquoincisorerdquo (in Eu ri fa mopresso stobeo) come anche un attrezzo o utensile utilizzato per coniaremonete (cfr daimaco Inscriptiones Graecae del 385 a C ca) poi

204 F Pari

53 Cfr Winston Wisdom 184-185 GiLBErt Les cinq livres 24254 Cfr KoEstEr Hebrews 179-180 CoCKEriLL Hebrews 94 n 36 AttridGE

Hebrews 42 BArnArd Mysticism 151 151 n 3555 sulla personificazione della sapienza cfr Conti Sapienza personificata sinnott

Personification of Wisdom56 Cfr Winston Wisdom 38-40 42-43 GrABBE Wisdom 77-78 WEEKs

Introduction 99 CrEnshAW Wisdom 184-185 PErduE Wisdom Literature 29657 Cfr dunn Christology 170 174 176 210 tutto il linguaggio sapienziale sembra

essere semplicemente un modo per descrivere la sapienza di yahweh nella creazio-ne e nella ldquoprovvidenzardquo cfr dunn Christology 174

passograve a indicare la ldquoconiaturardquo lrsquoldquoeffigierdquo impressa sulle monete (cfrPlatone Politico 289b Aristotele Politica 19) in senso piugrave ampioindicava una moneta (cfr Aristotele Atheniensium res publica 102) Alplurale significava ldquosoldirdquo ldquoaverirdquo (cfr Papiri Fiorentini i 61 21s i sec d C) similmente il termine plurale indicava ldquomarchirdquo ndash ad esem-pio quelli con cui si contrassegnavano i cammelli (cfr BGU i 88 7 147d C) ndash e ldquosigillirdquo (riferito al sigillo imperiale ndash cioegrave allrsquoimperatore stes-so cfr Inscriptiones Graecae Mantinea i sec a C BGU iii 7637 iiisec d C) inoltre χαρακτήρ indicava lettere o caratteri grafici special-mente quelli dal senso non universalmente comprensibile (come in ricet-te mediche cfr Galeno De compositione medicamentorum per genera222 ippocrate Epidemiae 311) o in testi magici (cfr PreisendanzPapyri Graecae Magicae i 5 311 Luciano Ermotimo 44) in questoprimo gruppo di significati lrsquoaspetto fondamentale del concetto diχαρακτήρ egrave quello di ldquoormardquo ldquoimprontardquo ldquomarchiosegno incisordquo ldquoim -pressionerdquo ldquostampordquo prodotto da qualcosa su qualcosrsquoaltro ldquoformardquo im -pressa di una figura fino ad indicare la ldquocopiardquo di un libro (cfr Te sta -mento di Simeone 54)58

dal significato di base sopra esposto deriva quello di ldquotratti tipicirdquodi un popolo o di un individuo (cfr Erodoto Storie i 1161 EschiloSupplici 282 Euripide Medea 519) il nome compare anche nel tito-lo di unrsquoopera di teofrasto (319 a C) in cui sono descritti dei ldquoprofilimoralirdquo nota egrave anche la massima di Menandro (fr 66) ldquoil carattere diun uomo egrave fatto conoscere dalla parolardquo59

Presto poi χαρακτήρ servigrave come riferimento alle particolaritagrave dellalingua o della parlata Erodoto (cfr Storie i 142 4) lo riferisce ai varidialetti ionici mentre in Aristofane (cfr Pace 217-220) indica lo stiledel discorso Cosigrave nella retorica tarda il termine indica il genere distile (in teofrasto) o il particolare modo con cui un poeta o un oratoresi esprime inoltre puograve riferirsi ai diversi modi di fare filosofia infineχαρακτήρ puograve avere il significato generale di ldquocaratteristica distintivardquo(cfr Platone Fedro 263b)60

205Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

58 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 645-647 LSJ ii 197759 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 647-648 LSJ ii 197760 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 648-650 LSJ ii 1977

nei Lxx χαρακτήρ compare solamente tre volte in Lev 1328 siriferisce a una cicatrice da scottaura in 4 Macc 154 egrave riferito allasomiglianza impressa dai genitori sui figli in 2 Macc 410 indica trat-ti caratteristici dellrsquoellenismo (contrari alla Legge)61

in Flavio Giuseppe il termine ha significati in linea con lrsquouso tradi-zionale ldquotratto del visordquo (cfr Antichitagrave Giudaiche 297) ldquocaratteristi-ca personalerdquo (cfr Guerra Giudaica 2106) ldquoletterascritturardquo (cfrAntichitagrave Giudaiche 1214)62

Filone fa un uso piugrave ricco e abbondante del termine innanzituttoegli usa χαρακτήρ nellrsquoesposizione della dottrina stoica della percezio-ne ldquoimpressionerdquo delle cose nellrsquoanima (cfr Quis rerum divinarumheres sit 180-181) cosigrave come nella sua antropologia (lrsquoldquoimprontardquodella virtugrave o della malvagitagrave cfr Legum allegoriae 1161) Altrove iltermine si riferisce allrsquoimmagine di dio impressa dal Creatore nellrsquouo-mo al momento della sua plasmazione secondo Gen 126-27 (cfr Devirtutibus 52 De opificio mundi 69151) tale immagine deriva dalλόγος lrsquoarchetipo che egrave a sua volta immagine di dio Lrsquoanima umanaricevendo lrsquoldquoimprontardquo (χαρακτήρ) divina egrave capace di conoscere dio(cfr Legum allegoriae 395-104) in De plantatione 18 in particola-re Filone definisce il λόγος ldquostampo del sigillo di diordquo (σφραγῖδιθεοῦ ἧς ὁ χαρακτήρ ἐστιν ὁ ἀίδιος λόγος)63

nel n t χαρακτήρ ricorre solo in Ebr 1364 dunque di questaoccorrenza ci occuperemo nella sintesi finale del presente capitolo

nei Padri Apostolici il termine ricorre in 1 Clemente 334 dove desi-gna lrsquoldquoimprontardquo dellrsquoimmagine divina impressa da dio nellrsquouomo al mo -mento della creazione ignazio di Antiochia (cfr Lettera ai Magnesi 52)utilizza χαρακτήρ in una similitudine vi sono scrive due monete unadel signore e una del mondo e ognuna ha la sua ldquoimprontardquo i fedelihanno lrsquoldquoimprontardquo di dio Padre mediante Gesugrave Cristo65

206 F Pari

61 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 650-65162 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 65163 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 651-654 WiLLiAMson Philo 74-77 sPiCQ Heacutebreux

i 4964 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 65565 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 658-659

infine nella Gnosi il termine significa ldquoformardquo ldquocontrassegnordquo(cfr Corpus Hermeticum 135 Opera Veterognostica Sconosciuta27912) in agravembito magico nella dottrina dei Perati χαρακτήρ egravelrsquoldquoimprontardquo paterna superiore impressa nellrsquouomo66

23 sintesi

Alla luce dellrsquoanalisi sopra effettuata dei termini semanticamentepiugrave rilevanti di Ebr 13a possiamo ora proporre la nostra interpretazio-ne di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in quel testo

dato il parallelo con sap 726 e lrsquouso piuttosto concorde ndash seppurscarso ndash del termine nella lingua greca possiamo ritenere che anche inEbr 13a ἀπαύγασμα abbia a che fare con una ldquoemanazionerdquo (luminosa)da una sostanza (nel contesto la ldquogloriardquo di dio)67 non egrave facile perogravestabilire se lrsquouso del termine nel nostro passo di Ebr sia attivo (ldquoirra-

207Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

66 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 659-662 Parole apparentate con χαρακτήρ χαράσσω(-ττω) rendere appuntito affilare (in Esiodo Le Opere e i Giorni Lo scudo diErcole) stimolare (in sofocle Frammenti) solcare graffiare (in Pindaro nonnoPlutarco) colpire (cfr 1 reLxx 1527) timbrare sigillare (cfr Papiro rylands1606 i sec d C) marchiare (in BGU) incidere scolpire (in AristoteleFrammenti) iscrivere (cfr Sylloge Inscriptionum Graecarum 795 teocrito) dise-gnare (in Aristotele Frammenti Luciano Amori 16 Polibio) al passivo essereesasperato arrabbiato (in Erodoto Euripide) χαρακτηριάζω coniare (in InscriptionesGraecae ad res Romanas pertinentes) χαρακτηρίζω incidere scolpire iscrivereformare timbrare (in Filodemo Aristea) designare con un marchio caratteristicocaratterizzare (in Filone Galeno Plotino) enfatizzare (in Aristea) indicare espor-re (in Filodemo) riferito anche metaforicamente allrsquoessere fatto a immagine deglidegravei (in Menandro Protettore) χαρακτηρισμός caratterizzazione (in trifiodoroPolibio) χαρακτηριστικός caratteristico (in dionigi di Alicarnasso damasciosimplicio) χαράκτης stampatore coniatore di monete (in Maneto) χαρακτόςdentellato (in ippocrate Inscriptiones Graecae) inciso scolpito χαράκωμα spa-zio chiuso palizzato campo trincerato (in senofonte) χαράκωσις palizzata (indtLxx) appoggio per la vite (in Papiri Greci e Latini Geoponica) cfr LSJ ii1977-1978

67 sullrsquoidea di dio come ldquolucerdquo in Filone cfr WiLLiAMson Philo 38-39

diazionerdquo) o passivo (ldquoriflessordquo)68 del resto lrsquoambiguitagrave sussiste ancheper il passo parallelo nel Libro della sapienza69 il parallelismo conχαρακτήρ nel passo di Ebr che stiamo studiando non egrave di aiuto per-cheacute potrebbe trattarsi sia di un parallelismo sinonimico che di unparallelismo antitetico (o il parallelismo puograve essere semplicementegenerico senza insistere sul particolare valore attivopassivo dei ter-mini) Comunque sia il termine indica lrsquointima relazione tra dio e ilFiglio pre-esistente70 ciograve che egrave rilevante del termine infatti non egrave ilsuo aspetto semantico attivo o passivo ma lrsquoindicare una stretta rela-zione con la fonte (la δόξα divina)71

Per quanto riguarda χαρακτήρ dato il parallelismo (sopra rilevato)con ἀπαύγασμα e il contesto il significato piugrave adatto egrave quello dildquoimpressionestampordquo il Figlio egrave lrsquoldquoimprontardquo la rappresentazioneade guata della realtagraveessenza divina il termine dunque ha un senso

208 F Pari

68 sullrsquouso attivo o passivo del termine vedi sopra sect 2169 Vedi sopra sect 21170 Cfr AttridGE Hebrews 42-43 WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85-86 CoCKEriLL

Hebrews 94 (che tuttavia va troppo oltre percheacute esclude il senso passivo del ter-mine sulla base della stretta identificazione nel contesto tra dio e il Figlio tutta-via tale identificazione egrave piugrave affermata che dimostrata e inoltre non egrave sufficiente dasola a escludere il senso passivo) KoEstEr Hebrews 179-180 (che perograve non egravecorretto nellrsquoaffermare che il termine vuole rappresentare non tanto la relazione tradio e il Figlio quanto la comunicazione di dio agli uomini attraverso il Figlio egravevero invece il contrario percheacute al centro del passaggio crsquoegrave il Figlio non tanto gliuomini) LAnE Hebrews 1-8 12-13 (che sostiene perograve la sinonimia nel paralleli-smo il che non egrave dimostrato) WiLLiAMson Philo 36-38 40-41 ldquoἀπαύγασμαrdquoGLNT i 1350 (perograve il senso attivo dato al termine sulla base dellrsquounanime interpre-tazione patristica non egrave giustificato) VAnhoyE Situation 72-73 (correttamentedice che ἀπαύγασμα indica nella relazione tra Padre e Figlio lrsquoidentitagrave di natura ela distinzione ma il problema egrave fino a che punto arrivino questa identitagrave e distin-zione capire questo egrave lo scopo del presente studio) Giagrave in Filone ἀπαύγασμα inparallelo con εἰκων egrave usato nel senso di ldquocopia essenzialerdquo del prototipo (cfr Deplantatione 50) cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLAT xiV 740

71 Cfr BArnArd Mysticism 151

ana logo a quello impiegato da Filone72 e che il cristianesimo primitivosviluppando la tradizione sapienziale antico-testamentaria esprimevanei termini di εἰκων (= ldquoimmaginerdquo)73 dato il contesto testuale (ldquopermezzo del Figlio dio ha fatto il mondordquo ldquoἀπαύγασμαrdquo ldquotutto portacon la sua parola potenterdquo) e culturale (in cui spiccano Filone e la tra-dizione sapienziale74) di Ebr 13a anche χαρακτήρ si riferisce chiara-mente alla ldquonatura pre-esistenterdquo del Figlio

3 lo sFondo culturale

Lo sfondo culturale su cui si staglia la Lettera agli Ebrei egrave certamen-te molto variegato Filone il pensiero alessandrino e il Pla to ni smo ledottrine riflesse negli scritti di Qumran lo gnosticismo pre-cristiano

209Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

72 Vedi sect 2273 Cfr AttridGE Hebrews 43-44 (per εἰκων cfr 43 n 105) CoCKEriLL Hebrews 94

LAnE Hebrews 1-8 12-13 KoEstEr Hebrews 180 ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 655-658 (nella ldquoraffigurazionerdquo si considerava presente lrsquooggetto raffigurato cfr GLNTxV 656 n 31) WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 87-88 WiLLiAMson Philo 77-80 (tutta-via insiste troppo sullrsquoaspetto ldquoeconomicordquo di χαρακτήρ ndash Cristo incarnato comerivelatore di dio ndash mentre il contesto suggerisce unrsquointerpretazione ldquoad intrardquo nelrapporto tra dio e il Figlio pre-esistente) VAnhoyE Situation 74-75 (correttamentesottolinea che χαρακτήρ egrave piugrave forte che εἰκων unrsquoldquoimmaginerdquo egrave fatta a distanza ed egravesolo approssimativa mentre uno ldquostampordquo egrave prodotto da un contatto forte ed egrave unariproduzione esatta) sul duplice uso di χαρακτήρ fatto dallrsquoAutore in riferimento alsignificato del termine nel contesto greco-romano (ripresa in agravembito cristologicodella propaganda sullrsquoldquoeffigierdquo che rappresenta lrsquoimperatore e la sua autoritagrave anchedivina e che ha funzione di ldquomediazionerdquo resistenza allrsquoideologia imperiale) cfr Muir ldquoAnti-imperial rhetoricrdquo 170-186 Lrsquointerpretazione di WriGht (ldquothesealrdquo 145-148) che il Figlio sia il ldquosigillo di garanziardquo di dio sulla bontagrave del mondocreato e che questo ldquosigillordquo sia inseparabile dal sommo sacerdozio di Cristo stessomi pare eccessiva percheacute il testo di Ebr 13a egrave interessato alla natura del Figlio nonalla sua relazione con la creazione (che occorre sugravebito prima e sugravebito dopo il nostrotesto in esame) neacute alla sua funzione sacerdotale

74 Vedi cap 3

il pensiero samaritano il misticismo della Merkabah la tradizione distefano (cfr Atti 7) la teologia paolina la Prima Lettera di Pietro75

Per il testo di Ebr 13a di cui ci stiamo occupando perograve il back-ground concettuale piugrave importante egrave costituito dalla letteratura sapien-ziale76 ndash in particolare il Libro della sapienza ndash e dal pensiero diFilone ndash in particolare la sua dottrina del λόγος77 della sapienzaabbiamo giagrave parlato nella sezione dedicata ad ἀπαύγασμα78 del λόγοςfiloniano passiamo a parlare ora79

31 Filone e il λόγος

data lrsquoimportanza che ha il pensiero di Filone80 in particolare lasua dottrina del λόγος per le evidenti analogie con il pensiero che staalla base del testo di Ebr 13a che stiamo studiando egrave necessario dun-que che ci soffermiamo piugrave accuratamente a delineare i tratti essenzia-li della teoria filoniana del λόγος81

210 F Pari

75 Cfr hurst The Epistle to the Hebrews GuthriE ldquohebrews in its First-CenturyContextsrdquo 414-443 Per uno sguardo generale sintetico cfr KoEstEr Hebrews54-63 LAnE Hebrews 1-8 ciii-cxii cxliv-cl CoCKEriLL Hebrews 24-34AttridGE Hebrews 28-31 Per gli antecedenti giudaici della cristologia di Ebrcfr h AndErson ldquothe Jewish Antecedentsrdquo 512-535 Per lrsquoinfluenza del Medio-Platonismo su Ebr cfr thoMPson ldquoMiddle Platonismrdquo 32-52 per il rapporto traEbr e il misticismo giudaico cfr BArnArd Mysticism per il rapporto tra Ebr e ilmondo greco-romano cfr GrAy ldquoGreeks and romansrdquo 13-29 per lrsquoimpatto deirotoli del Mar Morto sullrsquointerpretazione di Ebr cfr AttridGE Essays 331-355

76 sul rapporto tra Cristo e la tradizione sapienziale giudaica cfr MACK ldquoChrist andWisdomrdquo 192-221 dunn Christology 163-212 VAnhoyE Situation 112-116

77 sul rapporto tra Filone e la Lettera agli Ebrei cfr il testo ldquoclassicordquo di sPiCQHeacutebreux i 39-91 WiLLiAMson Philo sChEnCK ldquoPhilordquo 112-135

78 Cfr sect 21179 sul rapporto tra la tradizione sapienziale giudaica e Filone cfr MACK ldquoChrist and

Wisdomrdquo 207-20980 Per una introduzione a Filone cfr hELyEr Exploring Jewish Literature 311-33581 sullrsquoevoluzione del concetto di λόγος nel mondo greco cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi

229-239 su λόγος nellrsquoellenismo cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 239-252 sul rapporto

La dottrina del ldquoλόγος di diordquo o ldquoλόγος divinordquo di Filone unisce lareligione giudaica e la speculazione filosofica greca (lrsquoidea di unrsquoani-ma del mondo o mente cosmica si trova giagrave in stoicismo e pitagori-smo)82 Giagrave negli scritti sapienziali dellrsquoA t il λόγος (parola) di dioaveva un ruolo importante il λόγος per Filone non egrave dio stesso (con-tro gli stoici) ma egrave un ldquoἔργονrdquo di dio (cfr De sacrificiis Abelis etCaini 65) in Quaestiones in Genesim 262 il ldquoλόγοςrdquo viene definitoldquosecondo diordquo (τὸν δεύτερον θεόν) dopo dio sta in secondo luogo(cfr Legum allegoriae 286) Egrave chiamato ldquoimmaginerdquo (εἰκων) di dioAltissimo (cfr De specialibus legibus 181) ed egrave particolarmenteimportante nella dottrina filoniana sulla creazione del mondo il λόγοςegrave ldquomodellordquo ldquoarchetipordquo strumento di dio (cfr De migrationeAbrahami 6 De cherubim 127) il λόγος viene equiparato al mondointelligibile (cfr De opificio mundi 24) egrave lrsquoldquoidea delle ideerdquo laldquoragione di diordquo (cfr De confusione linguarum 146-147 De opificiomundi 25) il λόγος egrave una realtagrave intermedia derivante da dio cheinstaura il rapporto tra dio trascendente il mondo e lrsquouomo il λόγοςrappresenta il mondo e lrsquouomo di fronte a dio come sommo sacerdote(cfr De gigantibus 52) e avvocato (cfr De vita Mosis 2133) egrave con-cepito come mediatore personale il λόγος come mondo intelligibileracchiude la potenza creatrice di dio (cfr De opificio mundi 20) leδυνάμεις divine (cfr De fuga et inventione 101) le idee i singoli

211Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

tra la speculazione ellenistica sul λόγος e il n t cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 256-259sulla parola divina creatrice nellrsquoA t cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 281-282 su GesugraveCristo λόγος di dio cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 348-356 su λόγος nel prologo di Gvcfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 356-380 Per una analisi generale sintetica di ldquoλόγος didiordquo cfr dunn Christology 213-250

82 nella sintesi tra la filosofia greca e la religione misterica dellrsquoellenismo il λόγος egraveconsiderato come nato dal Νους (cfr Corpus Hermeticum 15a) e figlio di dio(cfr Corpus Hermeticum 16 origene Contra Celsum 660) dagrave forma e ordineal mondo come suo ldquodemiurgordquo sono attribuiti al λόγος quasi tutti i predicati divi-ni ed esso sintetizza in seacute tutte le ldquopotenzerdquo di dio il λόγος egrave mediatore tra diopadre del λόγος e la creatura umana il λόγος egrave presentato anche come figlio diErmes il λόγος egrave εἰκων di dio Cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 250-252

λόγοι per i quali il mondo egrave formato e rimane in ordine (cfr Quisrerum divinarum heres sit 188) il λόγος egrave ldquosorvegliante e pilota dituttordquo (cfr De cherubim 36) governa il mondo come il λόγος stoi-co83 il λόγος egrave anche il ldquocapordquo dei poteri divini invisibili il piugrave anticodegli oggetti intelligibili il piugrave vicino a dio senza diaframma odistanza tra esso e dio (cfr De fuga et inventione 101) il λόγος egraveidentificato con la rivelazione divina implicando il supremo pensierorazionale Fanno parte del concetto di λόγος anche le idee riguardantila generazione la ldquoconcezione del figliordquo (cfr De agricultura 51Quod deterius potiori insidiari soleat 54) in riferimento allrsquooriginedel λόγος esso egrave generato dal Padre (cfr De plantatione 8-9) ed egravefiglio primogenito di dio (τὸν ὀρθὸν αὑτοῦ λόγον καὶ πρωτόγονον υἱόνDe agricultura 51) Gli aspetti piugrave rilevanti del λόγος sono dunque lasua vicinanza a dio Padre tanto da essere quasi indistinguibili e il suoessere lrsquoagente primario nella creazione del mondo Ma il λόγος diFilone non pare essere una persona distinta da dio ma solo un aspet-topotere dellrsquounico vero dio inoltre Filone non identifica mai diret-tamente il λόγος con dio stesso tuttavia parla del λόγος in termini per-sonali il linguaggio di Filone purtroppo non manca di imprecisioni econtraddizioni tuttavia egli probabilmente intendeva riferirsi conldquoλόγοςrdquo a una pluralitagrave di poteri emanati dallrsquounico vero dio84

212 F Pari

83 sono notevoli a questo proposito i paralleli tra il λόγος filoniano e lrsquoespressioneldquoφέρων τε τὰ πάνταrdquo di Ebr 13b Come detto in De cherubim 36 Filone chiama ilλόγος divino ldquoguida e pilotardquo di tutto in De migratione Abrahami 6 Filone dichiaralrsquoantecedenza del λόγος rispetto a tutto ciograve che egrave venuto allrsquoesistenza e lo definisce illdquotimonerdquo che il ldquopilotardquo dellrsquouniverso usa per guidare tutte le cose nella loro rotta ilλόγος egrave lo strumento che dio ha usato quando creograve il mondo in De specialibus legibus181 Filone definisce il λόγος ldquoimmagine di diordquo attraverso cui lrsquouniverso fu forma-to in De plantatione 8 Filone descrive il λόγος come il solido sostegno di tutte lecose Altrove lrsquoespressione ldquoφέρων τὰ πάνταrdquo egrave riferita al supporto creatore di diorispetto al mondo (cfr De mutatione nominum 256) Cfr WiLLiAMson Philo 95-96sPiCQ Heacutebreux i 50

84 Cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 252-256 hEyLEr Exploring Jewish Literature 326-327NIDNTTE iii 156-157

La dipendenza diretta della Lettera agli Ebrei dagli scritti di Filoneegrave stata generalmente smentita dagli studi piugrave recenti tuttavia sonoinnegabili le similaritagrave di espressione e di pensiero che ci rimandanoallo sfondo culturale giudeo-ellenistico dellrsquoepoca segnato dallrsquousodella Lxx e dalle medesime tradizioni giudaiche85

SinteSi Finale la criStologia di ebr 13a

Alla fine del nostro percorso di analisi linguistica e semantica e diap profondimento del contesto interno (esordio della Lettera) ed esterno(sfondo culturale legami piugrave prossimi di pensiero e di linguaggio)possiamo ora trarre la sintesi finale offrendo la nostra interpretazionecristologica di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a

i due termini riferiti al Figlio-Cristo certamente indicano la suapartecipazione allrsquoessenza di dio esprimendo in modo chiaro la natu-ra ldquopre-esistenterdquo del Figlio86 Questa ldquocristologia altardquo egrave particolar-mente adatta a fare da sfondo e preparazione ai due grandi temi dellaLettera il sacerdozio sacrificale di Cristo e la sua esaltazione che lrsquoe-

213Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

85 Cfr WiLLiAMson Philo 576-580 hurst The Epistle to the Hebrews 41-42sChEnCK ldquoPhilordquo 115-135 KoEstEr Hebrews 60

86 La ldquopre-esistenzardquo del Figlio per quanto riguarda il testo di Ebr 13a mi parefuori discussione i paralleli stretti con la sapienza e il λόγος che abbiamo mostra-to lo indicano chiaramente (cfr sectsect 11 211 23 31) e rendono assolutamenteinsufficienti almeno per il nostro testo in esame le prove portate da alcuni studio-si a sostegno della loro teoria che Ebr 1 si riferisca a Cristo in quanto uomo (esal-tato) cfr WriGht ldquothe sealrdquo 144-145 WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 73 73 n 580-81 BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 184-185 VAnhoyE Situation109-110 contra hurst The Epistle to the Hebrews 113-119 ldquoCristologyrdquo 151-164 CAird ldquoson by Appointmentrdquo 73-81 dunn Christology 208-209 Anche lateoria che Ebr 13a si riferisca principalmente non alla natura del Figlio (aspettoldquoontologicordquo) ma alla sua opera rivelatrice non si adatta bene ai paralleli sopraesposti dove egrave lrsquoaspetto ldquoontologicordquo di dio ad essere al centro non quello rivela-torio cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85 contra KoEstEr Hebrews 188-189

214 F Pari

87 La designazione riferita al Figlio in 13a egrave secondo spicq (cfr Heacutebreux i 289) il fon-damento di tutta la cristologia di Ebr ha ragione Webster a dire che gli elementimetafisici dellrsquoesordio non sono meramente ornamentali (cfr ldquoone Who is sonrdquo 73)

88 La concezione del Figlio in Ebr 12-3 egrave espressa con elementi che troviamo associatialla sapienza divina Lrsquoautore usa un vocabolario raro e significativo che troviamoaltrove solo in riferimento appunto alla sapienza il Figlio mediatore della creazionedel mondo e suo sostegno irradiazione della gloria divina impronta della sua sostan-za (vedi sect 11) lrsquoautore riferisce al Figlio concetti tratti dalla tradizione biblico-giu-deo-ellenistica della relazione dio-mondo attraverso la sapienza Egli non definisceil Figlio ldquosapienzardquo o ldquoλόγοςrdquo ma semplicemente ldquorivesterdquo il Figlio con i tratti dellasapienza antico-testamentaria Cfr LAnE Hebrews 1-8 Cxxxix

89 ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 656 cfr anche dunn Christology 53 207 BArnArdMysticism 152-157 (egli perograve assume che lo sfondo interpretativo piugrave adeguatonon sia la sapienza o il λόγος ma le visioni apocalittiche giudaiche della gloriaantropomorfica di dio questa teoria non egrave affatto ben fondata) Per lo stretto rap-porto tra Filone sapienza Ebr riguardo a ἀπαύγασμα e χαρακτήρ cfr sPiCQHeacutebreux i 49

90 Per uno sguardo generale sintetico sulla cristologia di Ebr cfr BArrEtt ldquoChri sto lo gyrdquo110-127 KoEstEr Hebrews 104-109 LAnE Hebrews 1-8 CxxxV-CxLiV

91 Cfr sectsect 21 22

sordio come abbiamo visto ha lo scopo di preparare87 La scelta deidue termini da parte dellrsquoautore certamente molto accurata rimandaabbastanza chiaramente a quellrsquoagravembito di pensiero di cui la sapienzaanticotestamentaria e il λόγος filoniano sono le due massime espres-sioni88 dunque laquoper capire il senso di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ non crsquoegravedi meglio che avvalersi della sapienza e di Filone [] se si considerasemplicemente il complesso di tradizione a cui [] appartengonoraquo89ora partendo da queste premesse quale cristologia emerge daἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a Che cosa lrsquoautore di Ebrei dice eche cosa non dice del Figlio-Cristo90

innanzitutto usando ἀπαύγασμα e χαρακτήρ lrsquoautore ha impiegatocertamente due immagini che hanno come loro referente piugrave antico ebasico un contesto chiaramente materiale (luce da una fonte luminosamarchio impresso su un oggetto)91 e potremmo certamente definire idue termini applicati al rapporto Padre-Figlio nellrsquoagravembito della divi-

nitagrave come ldquometaforerdquo92 E tuttavia questa designazione quasi-retoricanon ci deve trarre in inganno infatti i due termini richiamando chiara-mente lo sfondo sapienziale e del λόγος filoniano come abbiamovisto hanno una portata una ldquodensitagrave ontologicardquo che non si limita aquella di una semplice immagine Certo il Padre e il Figlio non sonouna luce materiale eppure il figlio egrave veramente una ldquoemanazionerdquo didio Padre come la sapienza o il λόγος similmente il Figlio non egraveneppure un marchio materiale eppure egrave veramente una ldquoimpressionerdquouna ldquocopia adeguatardquo del Padre dunque ἀπαύγασμα e χαρακτήρ sonocertamente ldquoimmaginirdquo ldquometaforerdquo se consideriamo i due termini nelloro significato meramente fisico-materiale e tuttavia se lette sullosfondo che abbiamo approfonditamente studiato hanno la forza di vei-colare in modo appropriato la dimensione intima della relazione tradio-Padre e il Figlio

Chiarito questo aspetto possiamo dunque passare allrsquointerpretazio-ne cristologica dei due termini Come la sapienza egrave unrsquoemanazione didio e il λόγος egrave una ldquopersonificazionerdquo di un attributo-potenza divinacosigrave anche il Figlio in Ebr 13a appare partecipare veramente ndash inqualche modo ndash dellrsquoessenza divina Egli egrave appunto ldquoirradiazionerdquo eldquoimprontardquo della gloriosa natura divina Per mezzo di lui dio ha fattoil mondo (Ebr 12bβ) ed egli ldquoportardquo tutto con la sua parola potente(Ebr 13b) proprio come la sapienza o il λόγος di Filone93 si trattacertamente di ldquocristologia altardquo riferita alla natura pre-esistente esuperiore del Figlio E tuttavia come la sapienza e il λόγος non sonomai ritenuti e definiti ldquodiordquo in senso pieno e totale ndash rimanendo cosigrave

215Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

92 Cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85 KoEstEr Hebrews 179-180 dunnChristology 209 (immagini impersonali) Giagrave Winston Wisdom 184 aveva defi-nito ἀπαύγασμα in sap 726 come una metafora

93 Cfr sectsect 211 31 secondo Bauckham (cfr ldquoMonotheism and Christologyrdquo 174)queste due espressioni indicherebbero nella tradizione giudaica lrsquounicitagrave di diocome creatore e reggitore del mondo il Figlio qui partecipa di questa unicitagrave divi-na tuttavia questo non egrave sufficiente a chiarire lo ldquostatuto ontologicordquo del Figliodel resto queste espressioni sono in realtagrave usate anche per entitagrave ldquoambiguerdquo comela sapienza e il λόγος

ldquosalvaguardatardquo lrsquounicitagrave assoluta di dio ndash cosigrave anche analogamente idue termini ἀπαύγασμα e χαρακτήρ di Ebr 13a non hanno in seacute laldquoforzardquo ndash per cosigrave dire ndash sufficiente per equiparare in modo pieno e chia-ro il Figlio a dio (= il Padre yahweh) si tratta certo di unrsquoemanazionendash come il ldquoraggio di lucerdquo egrave irradiato dalla ldquosorgente luminosardquo ndash sitratta di una partecipazione ndash come il marchio riproduce il sigillo chelrsquoha prodotto ndash tuttavia il raggio non egrave la sorgente il marchio non egrave ilsigillo94 non pare esserci cioegrave assoluta identitagrave piena completezza didivinitagrave tra dio (= la ldquosorgenterdquo) e il Figlio (= il ldquoprodottordquo)95

infine abbiamo visto che non egrave chiaro persino se si possa parlaredi una distinzione personale reale tra la sapienza o il λόγος e dio stes-so Generalmente essi sono attributipotenze di dio che non godonodi una esistenza veramente indipendente ma restano interamenteldquoassorbitirdquo allrsquointerno dellrsquounica entitagravepersonalitagrave divina di conse-guenza neppure ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a indicano di per sestessi una relazione di distinzione personale tra dio e il Figlio96

dunque lrsquoautore della Lettera agli Ebrei con i due termini-chiaveche abbiamo studiato certamente inserisce il Figlio nella ldquosciardquo sullaldquolineardquo ndash per cosigrave dire ndash di dio come veramente partecipe ndash in un certoqual modo ndash della naturaessenza divina Eppure la divinitagrave piena eassoluta e la distinzione personale di questo Figlio non vengono chia-ramente e esplicitamente affermate cosiccheacute ci vorranno ancora parec-chi secoli (e discussioni) per poter arrivare a una sufficiente chiarifica-zione della questione almeno allrsquointerno della Chiesa97

216 F Pari

94 Cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85-8695 in fondo la sapienza e il λόγος sono solo due tra i tanti ldquoesseri intermediinterme-

diarirdquo (tra dio e lrsquouomo) che il Giudaismo tardivo ha elaborato (altri sono gliangeli il nome di dio la Gloria di dio la torah lo spirito di dio ecc) cfr dunn Christology 129-130

96 Cfr dunn Christology 54-55 289 n 216 siamo perfettamente drsquoaccordo conWebster (ldquoone Who is sonrdquo 80) laquothere are no proto-trinitarian hints in theexordium nor a firm characterisation of the distinction between Father and sonraquo

97 Per la discussione patristica sulla cristologia di Ebr cfr GrEEr ldquoJesus of hebrewsand Christ of Chalcedonrdquo 231-249

concluSione

Giunti alla fine del nostro lavoro di analisi e sintesi possiamo direcon sufficiente sicurezza che Ebr 13a con il linguaggio che lrsquoAutoreha utilizzato ndash in particolare i due termini chiave ἀπαύγασμα eχαρακτήρ ndash non indica in maniera chiara e esplicita per il Figlio-Cristo neacute la piena divinitagrave come dio-Padre neacute lrsquoindipendenza perso-nale98 anche se ne indicano la ldquopre-esistenzardquo e lrsquointima relazione condio99 Certamente con questa affermazione il nostro compito esegeticoe di teologia biblica non si egrave concluso anzi si situa esattamente nelpunto delle imprescindibili premesse iniziali Egrave ancora necessario cer-tamente mettere in rapporto le affermazioni di 13a con la designazio-ne ldquoFigliordquo (di dio) di 12a tuttavia anche questa relazione potrebbenon portare risultati piugrave certi e chiari infatti un contributo speciale diEbr alla cristologia del n t egrave stato sicuramente lrsquoidea specifica diuna figliazione divina pre-esistente tuttavia non dobbiamo esagerarelrsquoimportanza di questo contributo esso pare essere piugrave un corollariodel pensiero ldquoplatonicordquo dellrsquoAutore che una chiara consapevolezzacristologica non egrave infatti evidente che lrsquoAutore abbia inteso il Figlio

217Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

98 Parlare di ldquoidentitagrave divinardquo di ldquocondivisione dellrsquounica identitagrave di dio-Padrerdquocome fa Bauckham (cfr ldquodivinityrdquo 15 18-19) in riferimento a Cristo per inserireil pensiero di Ebr nel monoteismo del giudaismo del secondo tempio non risolvela nostra questione Che in Ebr 12b-4 il Figlio sia incluso nellrsquounica identitagrave divi-na percheacute a lui sono attribuite le caratteristiche distintive e uniche di dio tipichedel monoteismo giudaico (cfr ldquodivinityrdquo 15-22) non significa nulla di precisocirca la natura e lrsquoidentitagrave del Figlio data lrsquoenorme complessitagrave esistente proprionel monoteismo giudaico e nella sua definizione dellrsquounicitagrave di dio come abbiamomostrato attraverso la nostra analisi della sapienza e del λόγος si potrebbe parlaredi ldquoidentitagrave divinardquo o di ldquocondivisione dellrsquounica identitagrave di dio-Padrerdquo ugualmen-te per la sapienza e il λόγος senza riuscire a chiarire la loro precisa natura e perso-nalitagrave non egrave perciograve corretto affermare che in Ebr 13a il Figlio sia laquoin everyrespect like Godraquo (BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 185)

99 Cfr BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 173-174 che parla di laquoeternaldivine beingraquo e laquointrinsic and eternal relationship to Godraquo per il Figlio in Ebr 13a

di dio (= Cristo) come avente una pre-esistenza realmente personaleindipendente Egrave possibile si tratti solo della pre-esistenza di unrsquoldquoideardquonella mente divina e non di un essere divino personale100 in definitivala figliazione pre-esistente dellrsquoesordio di Ebr non appare differentedalla figliazione che Filone riferisce al λόγος e la tradizione sapienzia-le alla sapienza101 rimettendoci cosigrave negli stessi ldquoproblemirdquo sollevatidallrsquoanalisi precedente

indicazioni piugrave utili riguardo alla precisa natura e personalitagrave delFiglio-Cristo saranno date dallrsquoAutore di Ebr nel seacuteguito della suaopera la catena in 15-14 e il sommo sacerdozio sacrificale di Cristo(connesso alla figura di Melchisedek) che secondo Bauckham dimo-strerebbero la piena divinitagrave di Cristo102 Anche una comparazione con

218 F Pari

100 Cfr dunn Christology 55-56 Giagrave in alcune leggende mitiche greche troviamoeroi chiamati ldquofiglirdquo di dio (dionisio e Eracle erano figli di zeus) Anche deigovernatori orientali ndash specialmente egiziani ndash erano chiamati ldquofigli di diordquo cosigravecome famosi filosofi (Pitagora Platone) e secondo gli stoici tutti gli uominierano figli dellrsquoEssere supremo nel giudaismo tradizionale ldquofigli di diordquo eranochiamati gli angeli (esseri celesti) isrealegli israeliti il re nel giudaismointerte stamentario Filone chiama ndash come abbiamo visto ndash il λόγος (e anche lacreazione) ldquofigliordquo di dio anche i giusti e i martiri ricevono questo ldquotitolordquo enegli scritti di Qumran il Messia egrave generato da dio Lrsquoimperatore romano erachiamato ldquodivinordquo La designazione ldquodiordquo era ugualmente usata per eroi re e per-sone importanti (ad esempio filosofi) Filone chiama Mosegrave ldquodiordquo (cfr De sacrifi-ciis Abelis et Caini 9 Quod omnis probus liber sit 43) del resto non egrave chiaro inche misura queste designazioni vadano intese alla lettera in conclusione ldquofigliodi diordquo egrave una designazione che esprime una qualche relazione con dio ma nonpossiamo dire nulla di piugrave Cfr dunn Christology 13-22 Anche la sapienza egravedetta ldquogeneratardquo da dio cfr Prov 822-31

101 Cfr dunn Christology 209102 Cfr BAuCKhAM ldquodivinityrdquo 24-26 (per la catena scritturistica su questo vedi

anche BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 175-185) 27-32 (per ilsommo sacerdozio di Cristo) Caird (cfr ldquoson by Appointmentrdquo 73-81) e hurst(cfr ldquoChristologyrdquo 151-164) sostengono invece che la catena scritturistica nondimostri affatto la piena divinitagrave di Cristo riferendosi a lui solamente in quantouomo

gli inni cristologici del n t ndash con cui lrsquoesordio di Ebr condividediversi elementi103 ndash potrebbe essere utile Ma tutto questo lo lasciamoper la ricerca in studi futuri per il presente lavoro egrave stato sufficientedimostrare che il testo di Ebr 13a con i suoi due termini chiaveἀπαύγασμα e χαρακτήρ di per se stesso non egrave sufficiente ndash anche secerto non vi si oppone ndash a fondare quella cristologia della piena iden-titagrave di naturasostanza e distinzione di persone tra dio-Padre e ilFiglio-Cristo che saragrave alla base della riflessione patristica e delle defi-nizioni dogmatiche della Chiesa a partire dal iV secolo

elenco delle abbreviazioni

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Griechische urkunden (1895-1933)Bib = BiblicaBiins = Biblical interpretation seriesdEnt = dizionario Esegetico del nuovo testamentoEtB = Eacutetudes BibliquesGLnt = Grande Lessico del nuovo testamento Jsntsup = Journal for the study of the new testament supplement seriesLd = Lectio divinaLiBi = Lire la BibleLnts = Library of new testament studies LsJ = Liddell h G ndash scott r A Greek-English Lexicon (rev Jones h s)LsJsup = Liddell h G ndash scott r ndash Jones h s ndash McKenzie r Greek-

English Lexicon revised supplementniCnt = the new international Commentary on the new testament

219Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

103 Cfr sect 11

nidnttE = new international dictionary of new testament theology andExegesis

otL = the old testament LibrarysBLrBs = society of Biblical Literature resources for Biblical studysntsMs = society for new testament studies Monograph seriessPAA = spicilegium Pontificii Athenaei AntonianisPhiloA = the studia Philonica AnnualsubBi= subsidia BiblicaWBC = Word Biblical CommentaryWunt = Wissenschaftliche undersuchungen zum neuen testament

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WiLCKEns u ndash KELBEr G ldquoχαρακτήρrdquo Grande Lessico del Nuovo Te sta men to(ed it a c di MontAGnini F ndash sCArPAt G ndash soFFritti o) (Brescia 1988)xV 645-662

WiLLiAMson r Philo and the Epistle to the Hebrews (ALGhJ 4 Leiden 1970)Winston W The Wisdom of Solomon A new translation with introduction

and Commentary (AB 43 Garden City 1979)WriGht t J ldquothe seal of Approval An interpretation of the sonrsquos sustaining

Action in hebrews 13rdquo The Epistle to the Hebrews and Christian Theology(edd BAuCKhAM r ndash driVEr d r ndash hArt t A ndash MACdonALd n)(Grand rapids ndash Cambridge 2009) 140-148

223Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

224

La vita consacrata Luogo di esperienza

deLLa trinitagrave

Michele RobeRto PaRi

Editorrsquos note Consecrated life for the majority of non-believers and

also for many Christians has the characteristics of a mysterious

object People generally know that we are speaking of a state of life

in the Catholic Church lived by those who wish to follow Jesus

Christ in a more exactingdemanding way but what does it consist

of exactly A factor of confusion arises from the fact that there exist

forms of consecrated life even in religions very distant from

Christianity there are Buddhist monks and nuns for example Other

puzzling elements come from the multiplicity of species of consecrated

life existing today (male female mixed composed of lay people or

priests or both) and from the surprising variety of their lifestyles

their spiritualities and the purposes they set themselves

The author of the present article aims making use of the systematic-

theological method at clearly explaining the essence of the Catholic

consecrated life in reference to its deepest foundation and source

the divine life of the Most Holy Trinity According to the Magisterium

of the Church consecrated life can be considered a real ldquoicon of the

Trinityrdquo first of all when the consecrated person lives the three

theological virtues ndash faith hope and charity ndash which are those

virtues that make the Trinity dwell by grace in man Faith is a call

to the total and unconditional assent of the Son to the Father in the

Holy Spirit hope sustains us in the commitment of life and in the effort

to promote our neighbourrsquos good charity enables us to ldquotake the initia-

tive of loverdquo so as to be always available to acceptance and forgiveness

If our destiny as children of God is divinisation according to the sur-

prising and only apparently paradoxical adage of Saint Athanasius

ldquoGod became man so that man might Godrdquo if the only way to deify

us is to Christify ourselves ndash consecrated life is the shortest albeit

very impervious way of achieving a spiritual and existential conformity

with Jesus Christ

SD 651 (2020) pp 224-246

La vita consacrata egrave definita dal Codice di diritto canonico come unaforma stabile di vita basata sulla professione dei consigli evangelici (dicastitagrave povertagrave e obbedienza) nella quale i fedeli si donano totalmente aDio nella sequela piugrave da vicino di Cristo e sotto la guida dello SpiritoSanto1 E lrsquoesortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata affermache laquola vita consacrata profondamente radicata negli esempi e negliinsegnamenti di Cristo Signore egrave un dono di Dio Padre alla sua Chiesaper mezzo dello Spiritoraquo2 Essa quindi ha un legame strettissimo con ilDio trino legame che si manifesta non solo nella vita consacrata ingenerale ma anche in ciascuno dei suoi elementi principali la vocazionei consigli evangelici la vita fraterna la missione

in questo contributo dunque si mostreragrave il rapporto esistente tra lavita consacrata e la trinitagrave analizzando in particolare come le princi-pali componenti di questo stato di vita ndash la vocazione i consigli evan-gelici la vita fraterna3 la missione ndash siano abitate da essa siano vital-mente in relazione con essa tanto da rendere la vita consacrata unodei principali luoghi di esperienza della trinitagrave

225La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

1 Cf can 573 laquoVita consecrata per consiliorum evangelicorum professionem est stabilisvivendi forma qua fideles Christum sub actione Spiritus Sancti pressius sequentesDeo summe dilecto totaliter dedicantur ut in Eius honorem atque Ecclesiae aedifica-tionem mundique salutem novo et peculiari titulo dediti caritatis perfectionem in servi-tio Regni Dei consequantur et praeclarum in Ecclesia signum effecti caelestem gloriampraenuntientraquo in REDazionE Di QuAdernI dI dIrITTO eCCleSIAle (ed) Codice di diritto

canonico commentato ancora Milano 2001 510-511 Per un commento di questadefinizione cf P V Pinto (ed) Commento al Codice di diritto canonico LibreriaEditrice Vaticana Cittagrave del Vaticano 2001 346-348

2 laquoVita consecrata quae suas radices in Christi Domini exemplis doctrinisque habetDei Patris donum est Ecclesiae ipsius per Spiritum concessumraquo Vita consecrata

[drsquoora in poi VC] 1 in enchiridion Vaticanum [drsquoora in poi eV] 154343 Si noti che sebbene la vita fraterna in comunitagrave riguardi solo gli istituti di tipo ceno-

bitico tuttavia lrsquoaspetto della comunione egrave vissuto in qualche modo anche dai con-sacrati che praticano forme di eremitismo o comunque di vita non comunitaria (comegli eremiti e le vergini consacrate che vivono nel secolo) per i quali essa si esprimecome comunione spirituale con tutta la Chiesa e con tutti gli uomini (cf VC 42)

Questa indagine saragrave condotta sulla base dellrsquoesortazione apostolicapost-sinodale Vita consecrata pubblicata dal papa Giovanni Paolo ii nel1996 come frutto di quanto discusso nel sinodo dei vescovi sulla vitaconsacrata4 tenendo conto anche dei successivi documenti del magi-stero della Chiesa e delle riflessioni che i teologi hanno prodotto suquesto tema negli anni seguenti

1 Vita consacRata e tRinitagrave consideRazioni geneRali

11 Il fondamento battesimale della vita consacrata

La vita consacrata come forma specifica di consacrazione a Dio edi impegno nella conformazione a Cristo si radica nel battesimoprima e fondamentale consacrazione dellrsquouomo a Dio e conformazio-ne a Cristo La vita consacrata del resto puograve essere considerata comeuna forma piugrave radicale di sequela Christi iniziata col battesimo e diimpegno nellrsquoosservare le promesse battesimali5 Come infatti ci ricor-

226 M R PaRi

4 il sinodo dei vescovi sulla vita consacrata (iX sinodo ordinario) si egrave svolto a Roma dal2 al 29 ottobre 1994 e ha avuto come tema la vita consacrata e la sua missione nellaChiesa e nel mondo Sulla base di quel confronto il papa Giovanni Paolo ii ha redattolrsquoesortazione apostolica Vita consecrata datata 25 marzo 1996 Per quanto riguardalrsquoargomento del rapporto tra vita consacrata e trinitagrave questo documento rappresentauna pietra miliare lrsquoampiezza e la profonditagrave con cui esso vi viene trattato infatti nonha precedenti nei documenti del magistero Basti pensare che dei tre capitoli che com-pongono lrsquoesortazione apostolica lrsquointero primo capitolo dal significativo titololdquoConfessio Trinitatisrdquo egrave dedicato esplicitamente a questo tema ma pure negli altricapitoli ci sono riferimenti alla trinitagrave anche nei nodi centrali del discorso Per capirela novitagrave di tutto ciograve basti pensare che neanche il Concilio Vaticano ii che pure haenormemente contribuito al recupero della dimensione trinitaria nella teologia cris-tiana aveva esplicitamente messo in relazione la vita consacrata con la trinitagrave neacutenella lumen gentium (la costituzione conciliare sulla Chiesa) neacute nella Perfectae cari-

tatis (il decreto conciliare sulla vita religiosa) neacute negli altri suoi documenti5 in proposito cf lumen gentium 44 e Perfectae caritatis 5

da lrsquoesortazione apostolica Vita consacrata nellrsquoesistenza cristiformedella vita consacrata laquola consacrazione battesimale egrave portata ad unarisposta radicale nella sequela di Cristo mediante lrsquoassunzione deiconsigli evangeliciraquo6

ora come in tutti i sacramenti anche nel battesimo egrave presente unadimensione trinitaria ma in esso tale dimensione egrave esplicita ed evi-dente questo sacramento viene infatti conferito nel nome stesso dellatrinitagrave conformemente al comando di Gesugrave ai suoi apostoli laquoandate[] e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre edel Figlio e dello Spirito Santoraquo7 Egrave quindi naturale che anche nellavita consacrata la dimensione trinitaria sia presente anzi abbia unposto di primo piano

12 La vita consacrata laquoicona della Trinitagraveraquo8

La vita consacrata puograve essere considerata una vera e propria laquoiconadella trinitagraveraquo

Lo egrave innanzitutto quando il consacrato vive le tre virtugrave teologalile quali del resto sono proprio quelle virtugrave che realizzano lrsquoinabita-zione trinitaria per grazia nellrsquouomo La fede del consacrato egrave unrichiamo allrsquoassenso totale e incondizionato del Figlio al Padre nelloSpirito per cui egli come Gesugrave tutto riferisce al Padre e alla suavolontagrave fino alla morte se necessario La speranza virtugrave propria dicolui che vive nello Spirito Santo sostiene il religioso nel suo impe-gno di vita e nel suo sforzo a favore degli uomini del suo tempofacendogli guardare con ottimismo al futuro e operare con coraggionel presente La caritagrave fa del consacrato una persona laquoche a somi-glianza del Padre prende lrsquoiniziativa dellrsquoamore egrave sempre disponibile

227La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

6 laquoperducitur baptismalis consecratio ad fundamentalem quandam in Christi sequelamresponsionem per consiliorum evangelicorum susceptionemraquo VC 14 in eV 15472

7 Mt 2819 in la Sacra Bibbia EDB Bologna 2013 23918 G M SaLVati Io uno e trino EDi napoli 2011 205 per le riflessioni che se -

guono sulle virtugrave teologali e lrsquoamore come epifania della trinitagrave cf Ibid 205-208

allrsquoaccoglienza e al perdono si mette alla ricerca della pecora perdutaraquo9e ciograve con magnanimitagrave e liberalitagrave

Ma la vita consacrata egrave icona della trinitagrave anche nellrsquoamore inquanto lrsquoamore trinitario egrave manifestato nellrsquoamore del consacrato ilsuo amore senza riserve che lo porta al dono di seacute a Dio e al prossi-mo egrave infatti epifania dellrsquoamore oblativo del Padre che comunica lasua vita divina al Figlio e allo Spirito Santo Lrsquoamore accogliente delreligioso che gli fa accogliere con umiltagrave e gratitudine i doni di Dio egravepoi manifestazione dellrsquoamore recettivo del Figlio che riceve congioia tutto dal Padre suo infine lrsquoamore costruttore di legami operato-re di unitagrave e di concordia del consacrato egrave riflesso dellrsquoamore unitivodello Spirito Santo laquovincolo eterno del Padre e del Figlioraquo10

tutto nella vita consacrata manifesta la trinitagrave e consente di farneesperienza in quanto tutto nella vita consacrata ha la sua origine ilsuo fine il suo centro e in definitiva il suo senso nella trinitagrave Egrave alDio trino Padre e Figlio e Spirito Santo che il consacrato si donatotalmente come un olocausto11 egrave per lui per la sua gloria che eglivive opera sopporta egrave in vista di lui della comunione con lui per orain questa terra e poi nel cielo che egli spende tutta la sua vita La rela-zione con la trinitagrave egrave quindi fondamentale anche per capire la distin-zione tra la vita consacrata e le altre forme di aggregazione sociale

tutte le componenti principali della vita consacrata sono in rap-porto con la trinitagrave la manifestano e permettono di farne esperienzala vocazione i consigli evangelici di castitagrave povertagrave ed obbedienza lavita fraterna la missione stessa dei consacrati hanno una spiccatadimensione trinitaria e soltanto in essa trovano il loro vero senso

228 M R PaRi

9 SaLVati Io uno e trino 20610 Salvati Io uno e trino 208 cf agostino de Trinitate Viii 10 11 Sulla consacrazione religiosa come olocausto cf quanto afferma tommaso

drsquoaquino nella Summa theologiae ii-ii q 186 a 1

2 Vocazione e tRinitagrave

21 La vocazione opera della Trinitagrave

alla base della vita consacrata in qualunque forma essa si esprimacrsquoegrave la vocazione dellrsquouomo in particolare del fedele da parte di Dio egraveDio che prendendo lrsquoiniziativa chiama il battezzato a consacrarsi alui in modo speciale Ma questo Dio che chiama egrave un Dio trinitario

ogni vocazione reca in seacute i tratti caratteristici delle tre Personedella comunione trinitaria Le Persone divine sono sorgente e mod-ello drsquoogni chiamata anzi la trinitagrave in se stessa egrave un misteriosointreccio di chiamate e risposte Solo ligrave allrsquointerno di quel dialogoininterrotto ogni vivente ritrova non solo le sue radici ma anche ilsuo destino e il suo futuro ciograve che egrave chiamato a essere e a di ven -tare nella veritagrave e libertagrave nella concretezza della sua storia12

Come ogni operazione ad extra di Dio anche la vocazione egrave dun-que unrsquoazione che riguarda tutta la trinitagrave e quindi coinvolge tutte etre le Divine Persone ma ciascuna nel modo suo proprio egrave una chia-mata del Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo

22 Il ruolo del Padre

il Padre egrave colui dal quale parte la chiamata egrave lui che invita a seacute ilfedele mediante unrsquoattrazione amorosa che spinge il chiamato alricambio un ricambio radicale e totale che porta al dono di tutta lavita Ma il Padre egrave anche il termine della risposta del fedele alla chia-mata la consacrazione religiosa infatti ha la sua meta ultima nelPadre nel servizio di lui e nella comunione filiale con lui

229La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

12 Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolica ndashet al nuove vocazioni per una nuova europa 15 in eV 161576 in questo docu-mento i nn 15-18 sono dedicati al rapporto tra la trinitagrave e la vocazione cristianacon riferimenti anche alla vocazione specifica al sacerdozio e alla vita consacrata

in proposito egrave significativo il titolo del n 17 di Vita consecrata laquoA Patre ad Patrem lrsquoiniziativa di Dioraquo13 in questo numero dedicato alruolo del Padre nella vocazione alla vita consacrata leggiamo che ilPadre laquocreatore e datore di ogni beneraquo14

attrae a seacute una sua creatura (cf Gv 644) con uno speciale amore e invista di una speciale missione assecondando questrsquoappello accom-pagnato da unrsquointeriore attrazione la persona chiamata si affidaallrsquoamore di Dio che la vuole al suo esclusivo servizio e si consacratotalmente a lui e al suo disegno di salvezza (cf 1Cor 732-34) Quista il senso della vocazione alla vita consacrata unrsquoiniziativa tuttadel Padre (cf Gv 1516) che richiede da coloro che ha scelti larisposta di una dedizione totale ed esclusiva15

23 Il ruolo del Figlio

il Figlio egrave colui attraverso il quale la chiamata giunge al fedele eanche colui attraverso il quale il fedele risponde a tale chiamata delPadre e si incammina verso di lui il Figlio egrave la via al Padre16 inoltre ilFiglio incarnato Gesugrave Cristo egrave per il religioso il modello con lrsquoe-sempio della sua vita casta povera e obbediente totalmente consacra-

230 M R PaRi

13 laquoa Patre ad Patrem Dei inceptumraquo VC 17 in eV 1548114 laquoomnium bonorum conditorem et largitoremraquo VC 17 in eV 1548115 laquoad se creaturam quandam suam allicit (cf io 644) singulari quodam amore et ad

peculiare quoddam munus Huius obtemperans invitationi intima cum attractivavirtute coniunctae vocata persona Dei amori se tradit qui ad suum solius ministeri-um eam vocat totamque se ipsi devovet et eius salutis consilio (cf 1Cor 732-34)Hic vocationis ad vitam consecratam significatio tota consistit totum Patris ispsiusinceptum est (cf io 1516) quod ab iis qui electi sunt postulat responsionemraquo VC 17 in eV 15481-482

16 Cf Gv 146 passo citato in VC 18 il numero del documento riguardante il ruolodel Figlio nella vocazione alla consacrazione intitolato laquoPer Filium sulle orme diCristoraquo (laquoPer Filium in Christi vestigiisraquo) VC 18 in eV 15483

ta al Padre egli continua a chiamare i fedeli a rispondere in modototale allrsquoinvito amoroso del Padre a lasciare tutto per lui La personache si fa coinvolgere da Gesugrave Cristo e dalla sua vita

non puograve non abbandonare tutto e seguirlo (cf Mc 116-20 214102128) Come Paolo essa considera tutto il resto laquouna perdita difronte alla sublimitagrave della conoscenza di Cristo Gesugraveraquo a confrontodel quale non esita a ritenere ogni cosa laquocome spazzatura al finedi guadagnare Cristoraquo (Fil 38) La sua aspirazione egrave di immedesi-marsi con Lui assumendone i sentimenti e la forma di vita17

24 Il ruolo dello Spirito Santo

La chiamata del Padre attraverso il Figlio si compie nel consacratoper lrsquoazione dello Spirito Santo

Egli egrave necessario per poter udire lrsquoinvito del Padre a porsi allasequela di Cristo18

inoltre

egrave Lui che lungo i millenni attrae sempre nuove persone a per-cepire il fascino di una scelta tanto impegnativa Sotto la suaazione esse rivivono in qualche modo lrsquoesperienza del profetaGeremia laquoMi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurreraquo(207) Egrave lo Spirito che suscita il desiderio di una risposta piena egraveLui che guida la crescita di tale desiderio portando a maturazionela risposta positiva e sostenendone poi la fedele esecuzione egrave Lui

231La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

17 laquonon potest quin omnia deserat eumque sequatur (cf Mc 116-20 214 102128)Haud secus ac Paulus arbitratur omnia ldquodetrimentum esse propter eminentiamscentiae Christi iesurdquo cuius in comparatione non dubitat affirmare ldquoomnia helliparbitror ut stercora ut Christum lucrifaciamrdquo (Phil 38) Magnopere cupit unumidem cum illo fieri eiusque affectus vivendique mores sibi asciscereraquo VC 17 ineV 18484

18 Cf quanto afferma il documento della Congregazione per gli istituti di VitaConsacrata e le Societagrave di Vita apostolica ripartire da Cristo al n 20

che forma e plasma lrsquoanimo dei chiamati configurandoli a Cristocasto povero e obbediente e spingendoli a far propria la sua missione19

Egrave dunque lo Spirito Santo che agendo nellrsquointerioritagrave del fedelegli fa udire la voce del Padre che lo chiama suscita in lui la rispostala accompagna e la compie fino al dono totale della vita a Dio LoSpirito del resto egrave il Santificatore egrave lo Spirito profetico una vitadedicata in modo cosigrave particolare alla santificazione una vita dalcarattere cosigrave profetico come la vita consacrata non puograve non avere allasua origine un intervento dello Spirito Santo

3 consigli eVangelici e tRinitagrave20

31 I consigli evangelici e la Trinitagrave

i consigli evangelici di castitagrave povertagrave e obbedienza a cui i consa-crati si impegnano con i voti o con altri legami sacri sono strettamen-te legati alla trinitagrave e alla relazione del consacrato con le tre DivinePersone anzi egrave solo nella trinitagrave che essi trovano il loro valore e illoro vero significato i consigli evangelici infatti dono della trinitagravealla Chiesa e al mondo sono espressione delle relazioni che le Persone

232 M R PaRi

19 laquoipse enim per saecula novos semper allicit homines ut electionis ita obligantisfascinationem percipiant Eo scilicet agente quadamtenus iterum experiuntur illiprophetae ieremiae adfectum ldquoSeduxisti me Domine et seductus sumrdquo (ier 207)Spiritus enim responsionis plenae cupiditatem excitat ipse praeteria facit ut eademvoluntas crescat cum ad maturationem perducit affirmantem responsionem eiusquefidelem sustinet executionem ille vocatorum animum fingit et conformat Christocasto pauperi et oboedienti eos aptans eosque impellens ut eius munus suumfaciantraquo VC 19487 Questo n 19 dal titolo laquoIn Spiritu consacrati dallo SpiritoSantoraquo (laquoin Spiritu a Spiritu Sancto consecratiraquo VC 17 in eV 19487) egrave dedicatoal ruolo dello Spirito Santo nella vocazione religiosa

20 Per approfondire cf J a CHEnnakkaDan laquoEvangelic Counsels as Manifestationof trinitarian Lifestyleraquo in Claretianum 48 (2008) 283-354

Divine vivono tra loro nel seno della trinitagrave e anche dei rapporti cheesse intendono instaurare con lrsquouomo egrave quindi solo nella trinitagrave cheessi trovano il loro vero punto di riferimento Chi li pratica vive la vitastessa del Dio trino e la manifesta al mondo Ecco in proposito lechiare parole di Vita consecrata

i consigli evangelici sono [] prima di tutto un dono della Trinitagrave

Santissima [] il riferimento dei consigli evangelici alla trinitagraveSanta e santificante rivela il loro senso piugrave profondo Essi infattisono espressione dellrsquoamore che il Figlio porta al Padre nellrsquounitagravedello Spirito Santo Praticandoli la persona consacrata vive conparticolare intensitagrave il carattere trinitario e cristologico che con-trassegna tutta la vita cristiana21

Dei rapporti personali intratrinitari i consigli evangelici manifesta-no in modo particolare quello esistente tra il Figlio e il Padre cosigravecome ci egrave stato rivelato dal Figlio stesso incarnato Egli infatti sce-gliendo di praticare per primo ciograve che poi consigliograve ai suoi discepolivolle rivelarci qualcosa della sua intima relazione con il Padre nelloSpirito Santo come afferma Gianfranco Ghirlanda a commento deitesti sopra citati

la vita di verginitagrave povertagrave e obbedienza a cui la persona con-sacrata viene chiamata a conformarsi non egrave stata per Gesugrave unqualcosa di accidentale o semplicemente funzionale alla missioneche doveva compiere ma egrave stata lrsquoespressione terrena visibile erivelatrice della sua relazione unica e irripetibile al Padre nelloSpirito [] i tre consigli classici di castitagrave perfetta nel celibato

233La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

21 laquoante omnia [hellip] sunt evangelica consilia sanctissimae trinitatis donum [hellip]Cum ad sanctam sanctificantemque trinitatem referuntur evangelica consiliaeorum patescit altior significatio Declarant enim amorem quem adversus Patremin Spiritus Sancti unitate habet Filius iis in exsequendis vivit consecrata personavehementiore quadam vi trinitariam et christologicam naturam qua universa sig-natur christiana vitaraquo VC 20-21 in eV 15490-492 cf anche VC 18

povertagrave e obbedienza [] sono fondati sulla vita filiale del Verboincarnato che nello Spirito si dona totalmente al Padre in un attodi amore casto ed esclusivo che diventa spogliamento da tutto eobbedienza fino alla fine22

32 Il consiglio evangelico della castitagrave

La castitagrave con la quale il consacrato rinuncia alla vita matrimonia-le e genitoriale in vista del Regno dei Cieli egrave il consiglio evangelicoche gli permette di donarsi a Dio con cuore indiviso senza riservenella totalitagrave dei propri affetti e del proprio amore

Essa

costituisce un riflesso dellrsquoamore infinito che lega le tre Personedivine nella profonditagrave misteriosa della vita trinitaria amore testimo-niato dal Verbo incarnato fino al dono della sua vita amore laquoriver-sato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santoraquo (Rm 55) che sti-mola ad una risposta di amore totale per Dio e per i fratelli23

Quindi la castitagrave ha la sua origine e il suo modello nellrsquoamore tota-le dei tre che li lega e li unisce nellrsquoindivisione dellrsquounica sostanzadivina essa fa entrare il consacrato in questa perfetta comunione drsquoa-more la quale lo unisce piugrave pienamente non solo a Dio ma anche aifratelli con i quali egli si impegna per quanto possibile a condivider-la e a riprodurla

234 M R PaRi

22 G GHiRLanDa laquoConsacrati dal Padre per il Figlio nello Spiritoraquo in G GHiRLanDa

ndash Et aL (edd) esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata del santo

padre Giovanni Paolo II Testo e commenti Lrsquoosservatore Romano Cittagrave delVaticano 1996 189-190

23 laquoeffectum praebet infiniti amoris quo in vitae trinitariae secreta altitudine tres iun-guntur divinae Personae amorem hunc Verbum incarnatum usque ad vitae suaeeffusionem est testificatum amor hic ldquoin cordibus nostris per Spiritum Sanctumrdquodiffusus est (Rm 55) atque ad caritatis plenae responsionem incitat erga Deum etfratresraquo VC 21 in eV 15493

Come afferma il padre Camilo Maccise laquola castitagrave consacrata rela-ziona specialmente con il Padre confessa che Dio egrave lrsquounico assoluto ecrea un cuore filiale capace di amare Dio e gli altriraquo24 in effetti ilconsacrato ha rinunciato a una paternitagrave fisica ma ha acquistato unapaternitagrave piugrave universale di tipo spirituale che riguarda innanzituttocoloro che si rivolgono a lui per i loro bisogni (ad esempio i poveri insenso corporale o spirituale) ma che egrave chiamata ad estendersi a tuttigli uomini Questa paternitagrave egrave una partecipazione e una manifestazionedella paternitagrave di Dio Padre che conosce e ama tutti gli uomini e atutti provvede25

33 Il consiglio evangelico della povertagrave

La povertagrave con cui il consacrato fa dono dei propri beni materiali maanche in un certo senso delle proprie ricchezze intellettuali e spiritualidel proprio tempo e della propria persona laquoconfessa che Dio egrave lrsquounicavera ricchezza dellrsquouomoraquo26 Essa vissuta sullrsquoesempio di Cristo che laquodaricco che era si egrave fatto poveroraquo (2 Cor 89) diventa espressione del donototale di seacute che le tre Persone Divine reciprocamente si fannoraquo27 Questoconsiglio evangelico quindi ha la sua profonda radice nel dinamismotrinitario del dono come nellrsquoimmanenza trinitaria il Padre il Figlio e loSpirito Santo si donano reciprocamente cosigrave il consacrato con la suapovertagrave fa dono di seacute stesso a Dio e agli altri Del resto anche lrsquoattivitagravead extra della trinitagrave egrave in funzione del dono di seacute allrsquouomo che essavuole realizzare il consacrato vivendo la sua povertagrave nellrsquoofferta deisuoi beni e di seacute stesso diventa un segno e un mezzo nellrsquoattuazione diquesto piano divino di dono agli uomini

235La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

24 C MaCCiSE Cento temi di vita consacrata EDB Bologna 2007 90 25 Cf X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo in t GoFFi ndash a Palazzini (edd) dizionario

Teologico della Vita Consacrata ancora Milano 1994 1758-1759 26 laquoDeum unicum esse verum hominis thesaurum confiteturraquo VC 21 in eV 1549427 laquoad Christi specimen qui ldquopropter nos egenus factus est cum esset divesrdquo (2 Cor 89)

impleta eadem paupertas declaratio evadit integrae donationis sui quam mutuointer se tres divinae Personae efficiuntraquo VC 21 in eV 15494

La povertagrave mette il consacrato in relazione in particolare con ilFiglio28 che spogliatosi della sua gloria divina si egrave fatto uomo e havissuto poveramente tra gli uomini fino alla povertagrave piugrave grande quel-la della morte in croce

34 Il consiglio evangelico dellrsquoobbedienza

Lrsquoobbedienza con cui il consacrato amorosamente sottopone la suavolontagrave alla volontagrave del superiore laquomanifesta la bellezza liberante diuna dipendenza filiale e non servile ricca di senso di responsabilitagrave eanimata dalla reciproca fiducia che egrave riflesso nella storia dellrsquoamorosacorrispondenza delle tre Persone divineraquo29

Essa ha il suo modello nellrsquoobbedienza di Gesugrave al Padre unrsquoobbe-dienza totale fino alla morte piena di fiducia e di amore30 attuatanello Spirito Santo Spirito di amore che lega il Padre e il Figlioaccogliendo la volontagrave del proprio superiore allora il consacrato sipone nella sequela di Cristo imitando il suo esempio e attraverso dilui si mette in relazione con la trinitagrave stessa e la manifesta al mondoLrsquoobbedienza riproduce nel consacrato il mistero di kenosi e plerosivissuto dal Figlio di Dio incarnato come Gesugrave avendo umiliato sestesso (passione e morte) per fare la volontagrave del Padre egrave stato poi esal-tato da lui (risurrezione ascensione al cielo sessione alla sua destra)cosigrave il consacrato trova la sua vera grandezza nellrsquoobbedire con animofiliale al suo superiore che paternamente gli comanda secondo lavolontagrave di Dio31

236 M R PaRi

28 Cf MaCCiSE Cento temi di vita consacrata 9029 laquopulchritudinem liberantem patefacit filialis et haud servilis famulatus ubi conscentia

propriorum officiorum viget et mutua valet fiducia quae in historia amorosae congru-entiae inter divinas tres Personas est repercussioraquo VC 21 in eV 15495

30 Cf ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza 8 31 Per approfondire cf W BaLDaSSaRRE laquoil mistero di kenosi e plerosi per rileggere

lrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza in prospettiva trinitariaraquo in Vita consacrata 33 (1997)440-458 in particolare le pp 456-458 a p 457 egli afferma laquoil Padre egrave il modellodi chi esercita lrsquoautoritagrave [] Gesugrave sulla croce egrave il modello di chi obbedisceraquo

Vivere lrsquoobbedienza egrave possibile grazie allo Spirito essa come dicepadre Maccise laquorelaziona [] con lo Spirito che guida la storia e lavita di ognunoraquo32 infatti egrave solo mediante lrsquoazione dello Spirito che ilconsacrato puograve avere la docilitagrave e la libertagrave richieste per vivere vera-mente questo consiglio evangelico Si noti che anche il superiore deveessere disponibile allo Spirito per esercitare la sua autoritagrave secondo lavolontagrave di Dio come chiaramente afferma il documento dellaCongregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vitaapostolica Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza al n 1133

4 Vita fRateRna e tRinitagrave

La vita fraterna nella quale i consacrati vivono insieme concordi eunanimi34 egrave in relazione strettissima con la trinitagrave sia nel suo aspettoimmanente che nel suo aspetto economico35

237La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

32 MaCCiSE Cento temi di vita consacrata 9033 Ecco le parole del documento laquoEgrave indispensabile [] che ciascuno si renda

disponibile allo Spirito a cominciare dai superiori che proprio dallo Spiritoricevono lrsquoautoritagrave e ldquodocili alla volontagrave di Diordquo (Perfectae caritatis 14) sotto lasua guida la devono esercitareraquo (ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita

ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbe-

dienza 11 in eV 25383) Cf S MaioRano laquoautoritagrave e vita fraterna dialogo dis-cernimento ed obbedienzaraquo in iD ndash Et aL (edd) Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbe-

dienza il Calamo Roma 2009 80-83 34 Cf at 432 dove si descrive la vita della prima comunitagrave cristiana modello di

riferimento per la vita comune religiosa in ogni epoca Questo passo biblico egrave cita-to in VC nn 21 e 41 nei quali si parla della vita fraterna in relazione alla trinitagravecome anche nel documento la vita fraterna in comunitagrave della Congregazione pergli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolica al n 9 in questo sec-ondo documento di due anni precedente a Vita consecrata ci sono giagrave alcuni rifer-imenti al rapporto esistente tra vita fraterna e trinitagrave

35 Per approfondire questi due aspetti cf M DiEz PREza laquoComunioneraquo in GoFFi ndashPaLazzini (edd) dizionario Teologico della Vita Consacrata 308-312 eMaCCiSE Cento temi di vita consacrata 168-171

41 Vita fraterna e Trinitagrave immanente

La trinitagrave immanente comunione amorosa delle tre Divine Per so -ne egrave lrsquoorigine e il modello la fonte di significato e di forza della vitafraterna come il Padre il Figlio e lo Spirito Santo vivono in continuareciproca vitale comunione e donazione cosigrave i consacrati sono chia-mati a vivere insieme nella mutua comunanza della vita e dei cuori enel dono di seacute ai confratelli Egrave importante sottolineare questo aspettosoprannaturale e trinitario della vita comune religiosa per distinguerladalle altre forme di aggregazione sociale Ecco in proposito le paroledi Vita fraterna in comunitagrave

Prima di essere una costruzione umana la comunitagrave religiosa egrave undono dello Spirito infatti egrave dallrsquoamore di Dio diffuso nei cuori permezzo dello Spirito che la comunitagrave religiosa trae origine e da essoviene costruita come una vera famiglia adunata nel nome delSignore non si puograve comprendere quindi la comunitagrave religiosasenza partire dal suo essere dono dallrsquoalto dal suo mistero dalsuo radicarsi nel cuore stesso della trinitagrave santa e santificante chela vuole parte del mistero della Chiesa per la vita del mondo []Essa trova il suo archetipo e il suo dinamismo unificante nella vitadi unitagrave delle Persone della ss trinitagrave36

Come nella trinitagrave egrave lo Spirito Santo che unisce il Padre e il Figliocosigrave anche nelle comunitagrave religiose egrave il medesimo Spirito che rendepossibile la comunione autentica tra i consacrati facendo di essi quasiun ldquonoirdquo comune senza piugrave egoismo e divisioni proprio come accadein seno alla trinitagrave Ecco quanto afferma in proposito Xabier Pikazaibarrondo laquoLrsquounione dei fratelli rinati in Cristo tende alla nascita diuna specie di persona condivisa che egrave segno dello Spirito [] in que-

238 M R PaRi

36 Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolicala vita fraterna in comunitagrave 810 in eV 14378384 cf anche VC 41 numerointitolato laquoad immagine della trinitagraveraquo (laquoad trinitatis imaginemraquo) con il qualeinizia il capitolo ii laquoSignum fraternitatisraquo

sto modo va nascendo quel ldquonoirdquo diverso dello Spirito che non egrave mioneacute tuo bensigrave amore o trasparenza di Dio fra noiraquo37

Ma come nella trinitagrave le Persone pur unite nella sostanza sonoben distinte nella loro personalitagrave cosigrave anche nella vita comune lrsquou-nione dei consacrati non deve togliere annullare le legittime diversitagraveesistenti tra di loro il modello trinitario di unitagrave-distinzione permetteanche in questo caso di conservare il giusto equilibrio tra le esigenzedel singolo religioso e quelle della comunitagrave38

42 Vita fraterna e Trinitagrave economica

La vita fraterna egrave strettamente relazionata anche alla trinitagrave nel suoaspetto economico ossia nel suo comunicarsi allrsquouomo nella storia

il Padre si egrave rivelato come colui che vuole riunire lrsquoumanitagrave in unasola grande famiglia ndash la famiglia dei figli di Dio questo disegno egraveattuato e manifestato nella comunitagrave religiosa dove la fraternitagrave favivere i consacrati come membri della stessa famiglia

il Figlio poi con i suoi insegnamenti e con la sua morte ha volutoriconciliare e unire tutti gli uomini con Dio e tra di loro e ciograve egrave quantola vita fraterna realizza a livello di comunitagrave consacrata

Lo Spirito Santo infine dal punto di vista economico egrave il princi-pio efficiente di unitagrave della Chiesa39 e piugrave in generale dellrsquoumanitagravetale unitagrave egrave partecipata e realizzata in modo eccellente nelle singolecomunitagrave di consacrati40

La trinitagrave agisce quindi nella storia per attuare tra gli uomini lacomunione modellata e radicata su quella che Essa stessa vive infattilaquocreando lrsquoessere umano a propria immagine e somiglianza Dio lo hacreato per la comunione il Dio creatore che si egrave rivelato come amore

239La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

37 X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo 1764 a questo tema sono dedicate le pp 1762-1765 di questa voce

38 Cf a RESta laquoFondamento trinitario della vita consacrataraquo in Vita Consacrata 33(1997) 331-333

39 Cf lrsquoevento della Pentecoste40 Per queste riflessioni sulla vita consacrata e la trinitagrave economica cf VC 21

trinitagrave comunione ha chiamato lrsquouomo a entrare in intimo rapporto conlui e alla comunione interpersonale cioegrave alla fraternitagrave universaleraquo41 Lecomunitagrave religiose con la loro vita fraterna costituiscono in mezzo agliuomini una particolare realizzazione di questo progetto divino

5 la Missione 42

51 La testimonianza della santitagrave

nella missione della vita consacrata vi egrave innanzitutto la testimo-nianza della santitagrave

Se tutti i battezzati sono chiamati alla santitagrave43 lo sono a maggiorragione i consacrati per i quali essa costituisce un segno profetico44

dinanzi al mondo del primato di Dio e del Vangelo i consacrati chenella loro esistenza fanno esperienza della trinitagrave sono infatti chiama-ti in modo speciale a testimoniarla al mondo con la santitagrave della lorovita trasfigurata dallrsquoincontro con il Dio trino in effetti la vita con-

240 M R PaRi

41 ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa la vita fraterna in comunitagrave 9 in eV 1437942 Si noti che la missione come ricorda VC al n 72 egrave un elemento costitutivo essen-

ziale della vita consacrata quindi essa non riguarda solo i consacrati che fannovita attiva ma anche quelli che vivono ritirati nella contemplazione i quali con lacoerenza della loro vita rendono una testimonianza silenziosa ma efficace dellrsquoim-portanza decisiva di Dio per lrsquoesistenza umana VC dedica un intero capitolo aquesto tema il terzo (nn 72-103) anchrsquoesso ricco di riferimenti alla trinitagrave Perapprofondire cf P G CaBRa laquoLa missione nella Esortazione apostolicaraquo in iD ndashEt aL (edd)ldquoVita consecratardquo Studi e riflessioni Rogate Roma 1996 187-213 eP G CaBRa ndash P Vanzan laquoLa trinitagrave e la missione rileggendo ldquoVita consecra-tardquoraquo in P Vanzan ndash F VoLPi (edd) Il Giubileo e la Vita Consacrata il CalamoRoma 2001 213-223

43 Cf lumen gentium 4044 La vita consacrata egrave infatti una vita profetica nel triplice valore del termine il con-

sacrato parla in nome di Dio annuncia con il suo modo di vivere la condizionefutura nella vita celeste testimonia pubblicamente Dio dinanzi agli uomini

sacrata puograve essere paragonata allrsquoesperienza della trasfigurazione chehanno avuto gli apostoli Pietro Giacomo e Giovanni salire sul montecon Gesugrave contemplare la manifestazione della trinitagrave (il Padre nellavoce il Figlio nel Cristo trasfigurato lo Spirito Santo nella nube) epoi ridiscendere verso gli uomini45

anche la teologia e la spiritualitagrave delle Chiese drsquooriente sottolinea-no questo aspetto insistendo in particolare sullrsquoenergia divina trinita-ria che pervade il consacrato e sullrsquoazione dello Spirito Santo nella suavita il consacrato ndash ossia il monaco unica forma di vita consacratanellrsquooriente cristiano ndash egrave inabitato trasfigurato divinizzato dallatrinitagrave e quindi soprattutto grazie allrsquoazione dello Spirito Santo puogravecondurre una vita divina una vita pacificata di ascensione a Dio che egravedi esempio e di sprone per gli altri uomini

Dice in proposito P Evdokimov

Lrsquoascensione dellrsquouomo [] segue [questo ordine] dallo SpiritoSanto [hellip] per il Figlio verso il Padre dallrsquointerioritagrave pneumatoforamediante la strutturazione cristica (membri del Corpo teandrico)verso lrsquoabisso del Padre in questa elevazione lo Spirito Santo [] sirivela come Spirito di Vita di cui lrsquoagape egrave lrsquoemanazione []Lrsquointerioritagrave della vita spirituale risolve la questione attivismo ostato contemplativo [] San Serafino di Sarov risponde cosigravelaquoacquisisci la pace interiore e moltitudine di uomini troveragrave pressodi te la salvezzaraquo (Behr-Sigel Priegraver et Sainteteacute dans lrsquoeglise russep 139) tutto egrave determinato dalla presenza di Dio e dal progredire

241La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

45 Lrsquoepisodio evangelico della trasfigurazione egrave proprio lrsquoimmagine che VC adottaper parlare della vita consacrata in particolare in riferimento alla trinitagrave taleimmagine egrave infatti il filo conduttore del primo capitolo dedicato appunto alla vitaconsacrata come confessio Trinitatis (nn 14-40) Riguardo alla testimonianza dellasantitagrave come vita trasfigurata cf in particolare VC 35 Per un approfondimento cfB MaeumlS laquoSullrsquoimmagine della trasfigurazione in Vita consecrataraquo in Vita

Consacrata 41 (2005) 391-406 e E SCoGnaMiGLio laquoLa luce del tabor sulla vitaconsacrataraquo in F VoLPi ndash E Picucci (edd) liberi percheacute obbedienti ndash obbedienti

percheacute liberi il Calamo Roma 2009 211-229

della comunione deificante [] Dio sceglie misteriosamente i suoivasi di predilezione e li ricolma della sua luce come sceglie PietroGiacomo e Giovanni a testimoni della tra sfi gu ra zio ne46

Riguardo a ciograve il papa Giovanni Paolo ii nellrsquoenciclica Orientalelumen parlando del monachesimo orientale afferma al n 9 laquoil monaste-ro egrave il luogo profetico in cui il creato diventa lode di Dio e il precetto dellacaritagrave concretamente vissuta diventa ideale di convivenza umana e dovelrsquoessere umano cerca Dio senza barriere e impedimenti diventando riferi-mento per tutti portandoli nel cuore ed aiutandoli a cercare Dioraquo47

52 La missione e i consigli evangelici

La pratica dei consigli evangelici che si radica nella trinitagrave e su diessa si modella costituisce un vero e proprio annuncio missionario nelmondo odierno annuncio non semplicemente di Dio ma del Diotrino

Praticando la castitagrave perfetta il consacrato annuncia al mondo cosigravesegnato da laquouna cultura edonistica che svincola la sessualitagrave da ogninorma morale oggettiva riducendola spesso a gioco e a consumoraquo48lrsquoimportanza e la serietagrave dellrsquoamore umano che deve essere a immagi-ne dellrsquoamore trinitario Egli proclama inoltre la bellezza liberante del-lrsquoamore per Dio un amore che apre a tutti e dagrave gioia un amore cheessendo partecipazione dellrsquoamore reciproco delle Divine Persone neegrave annuncio dinanzi agli uomini

242 M R PaRi

46 P EVDokiMoV lrsquoOrtodossia EDB Bologna 2010 158-162 Cf o CLeacuteMEnt la Chiesa ortodossa Queriniana Brescia 2005 130-132 e specialmente riguardoal ruolo dello Spirito Santo t ŠPiDLiacutek laquoLo Spirito Santo nella Chiesa orientaleraquoin P Vanzan ndash F VoLPi (edd) lo Spirito Santo e la vita consacrata il CalamoRoma 1998 19-28

47 Giovanni Paolo ii Orientale lumen 9 in eV 142576 48 laquoe cultura voluptuaria quae ab omni obiectiva morali norma sexus usum dissolvit quem

saepius in lusum ac fructum redigitraquo VC 88 in eV 15700 questo numero egrave interamentededicato a laquoLa sfida della castitagrave consacrataraquo (laquoCastitatis consecratae provocatioraquo)

Con la pratica della povertagrave il consacrato sfida laquoil materialismoavido di possesso disattento verso le esigenze e le sofferenze dei piugravedeboliraquo49 Vivendo la povertagrave evangelica egli seguendo il Cristopovero annuncia agli uomini che solo Dio egrave lrsquoautentica ricchezza del-lrsquouomo inoltre condividendo i propri beni con i piugrave bisognosi e pren-dendosi cura di loro egli testimonia al mondo lrsquoamore della trinitagraveche si prende cura in modo particolare dei poveri e degli esclusi50

Con la sua obbedienza infine il consacrato si pone in alternativa alaquoquelle concezioni della libertagrave che sottraggono questa fondamentaleprerogativa umana al suo costitutivo rapporto con la veritagrave e con lanorma moraleraquo51 provocando spesso ingiustizia e oppressione Egliinfatti con la sua amorosa sottomissione alla volontagrave del superioreannuncia al mondo il Figlio incarnato obbediente al Padre nelloSpirito e inoltre laquotestimonia che non crsquoegrave contraddizione tra obbedien-za e libertagraveraquo52 come in seno alla trinitagrave non crsquoegrave opposizione tra lalibertagrave delle Divine Persone e la loro amorosa corrispondenza53

53 La missione e la vita fraterna

La vita fraterna si presenta dinanzi al mondo come una vera e proprialaquoconfessione della trinitagraveraquo54 in quanto essa egrave una manifestazione dellacomunione che vivono tra loro le Divine Persone nellrsquoimmanenza trinita-

243La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

49 laquoex materialismo possidendi avido [hellip] qui necessitates doloresque debiliorumneglegitraquo VC 89 in eV 15702 questo numero egrave dedicato a laquoLa sfida dellapovertagraveraquo (laquoPaupertatis provocatioraquo)

50 Cf SaLVati Io uno e trino 209-210 51 laquoab illis libertatis notionibus [hellip] quae principalem hanc humanam proprietatem

de necessaria ipsius subtrahunt coniunctione cum veritate regulaque moraliraquo VC

91 in eV 15707 numero relativo a laquoLa sfida della libertagrave nellrsquoobbedienzaraquo(laquoLibertatis provocatio in oboedientiaraquo)

52 laquotestatur inter se oboedientiam ac libertatem haud pugnareraquo VC 91 in eV 1570853 Sul rapporto tra obbedienza e missione cf inoltre ConGREGazionE PER GLi iStituti

Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e

lrsquoobbedienza 2354 laquotrinitatis professioraquo VC 41 in eV 15562

ria e del disegno di unione con lrsquouomo e degli uomini tra loro che esseintendono realizzare nella storia La vita fraterna annuncia quindi agliuomini lrsquoimportanza della comunione dellrsquoamore fraterno della collabo-razione tutti valori questi che hanno la loro radice e il loro modelloappunto nella trinitagrave Pier Giordano Cabra afferma in proposito laquounacomunitagrave fraterna mostra al mondo che egrave possibile costruire una umanitagravenuova quando si accetta Dio per Padre quando si ha Cristo come Maestrodi vita quando si invoca il dono dello Spirito come vincolo tra i cuori unvincolo che si dimostra piugrave forte di tutti gli impulsi disgregatoriraquo55

inoltre la vita comune in fraternitagrave essendo uno dei luoghi princi-pali in cui il consacrato fa esperienza della trinitagrave egrave un ambiente dacui egli trae le energie e almeno in parte i contenuti stessi per il suoannuncio agli uomini

conclusione

Come si egrave mostrato la vita consacrata nelle sue caratteristiche generalie nei suoi elementi specifici egrave strettamente relazionata alla trinitagrave egrave abita-ta dalla trinitagrave poicheacute trova in essa non solo la sua origine e il suo scopoma anche il suo fondamento il suo modello e il suo senso La vita consa-crata quindi egrave un vero e proprio luogo di esperienza e di manifestazionedella trinitagrave un ldquosacramentordquo ossia un segno e uno strumento della pre-senza della trinitagrave e del suo regno tra gli uomini56 una laquocasa dellatrinitagraveraquo57 laquouna delle tracce che la trinitagrave lascia nella storia percheacute gliuomini possano avvertire il fascino e la nostalgia della bellezza divinaraquo58

244 M R PaRi

55 CaBRa laquoLa missione nella Esortazione apostolicaraquo 196 56 La realizzazione concreta del regno della trinitagrave tra gli uomini da parte dei con-

sacrati come mostrano le difficoltagrave e i limiti della loro vita egrave ancora imperfetta esi colloca nella categoria del ldquogiagrave e non ancorardquo cosa questa che del resto valepiugrave in generale anche per la Chiesa che egrave ancora in cammino verso il suo compi-mento escatologico

57 X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo 1766 58 laquounum quoddam vestigium eorum quae in historia trinitas relinquit ut vim rapientem

atque cupidinem divinae venustatis homines animadvertere possintraquo VC 20 in eV 15491

bibliogRafia

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crata del santo padre Giovanni Paolo II Testo e commenti lrsquoOsservatore

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245La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

246 M R PaRi

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(edd) lo Spirito Santo e la vita consacrata il Calamo Roma 1998 19-28

Il concetto dellrsquoIncarnazIonelrsquoImmortalItagrave personale tra articulus fideie praeambulum fidei retrospettIvamente

determInata per vIa anagogIca

Antonino Postorino

Editorrsquos note In the Theological Faculty of Emilia-RomagnaDepartment of Systematic Theology a deep reinterpretation of ldquoclas-sicalrdquo Thomistic thought has been underway for several years Theendeavour of the ldquoDominican School of Bolognardquo in full fidelity tosuch an incomparable doctrinal heritage tries to find Aquinasrsquos mostoriginal inspiration thus manifesting its validity as an instrument ofthought for the universal Church and for human knowledge as suchOne of the most influential thinkers of this systematic-theologicalapproach is Giuseppe Barzaghi OP followed by some scholars whohave developed his original ldquoanagogicrdquo approach whose ontologi-cal foundation can be participated by the extra-ecclesial world so asto outline a theological perspective in which the universe of faith andthat of reason may cease to oppose each other and a shared conceptof theology as ldquoscience of Godrdquo may be made conceivableA prominent representative of this kind of ldquoanagogic theologyrdquo is An to ni -no Postorino whose line of research is well documented by the worksalready published in the present journal This article in perfect continuitywith the authorrsquos previous contributions discusses the importance of anldquooriginal ontologyrdquo within the context of the anagogic theology in orderto present the concept and then the reality of the Incarnation of GodAccording to Postorino the real question does not consist in whetheror not to defend the doctrine of the Catholic Church against theclaims of modern reason as it has historically and theoretically takenshape that would be a lost battle Rather it needs to verify whethermodern reason has the right to make these claims or whether a moreadvanced discipline of reason ndash such as the metaphysical rigorizationwhich constitutes the systematic core of anagogic theology ndash could re-establish the agreement between faith and reason that the Westerncivilization seems to have lost once and for all

247SD 651 (2020) pp 247-306

i

introduzione il ProblemA teorico nel suo quAdro generAle

1

Allrsquoinizio dellrsquoarticolo immediatamente precedente1 lo scriventeriteneva opportuno sottolineare che i suoi contributi teorici si collocanosu una linea unitaria progressiva nella cui prospettiva essi prendono illoro senso2 tale linea egrave quella della teologia anagogica3 nella quale lafondazione ontologica retrospettiva permette di raggiungere un denomi-natore comune col mondo extra-ecclesiale delineando una prospettivadi teologia futura nella quale lrsquouniverso della fede e quello della ragionecessino di contrapporsi come oggi nonostante poderosi e meritori sforzi

248 A Postorino

1 Immediatamente precedente come articolo poicheacute il piugrave recente contribuito dello scri-

vente egrave il numero monografico La scienza di Dio Il tomismo anagogico di GiuseppeBarzaghi OP come testa di ponte verso una teologia per il terzo millennio ldquoSacra

Doctrinardquo Anno 63deg 201802 scritto a cui si avragrave occasione di fare riferimento

Lrsquoarticolo a cui qui si fa riferimento egrave invece A PoStorIno Il concetto della ldquocreatioex nihilordquo Ipoteca nichilistica e rigorizzazione metafisica ldquoSacra Doctrinardquo Anno

62deg 201701 pp 199-2692 Cfr nellrsquoarticolo sopra citato lrsquoinizio del sect 1 laquoLrsquoestensore di questo scritto ritiene

opportuno sottolineare che non si tratta di un contributo proposto in maniera per cosigrave

dire rapsodica in una prospettiva genericamente teologica ma che si tratta invece dello

sviluppo organico di unrsquoanalisi che egrave andata prendendo forma nellrsquoambito di suoi con-

tributi precedenti ai quali dunque fa esplicito riferimento rimarcando lrsquounitarietagrave della

prospettiva di fondoraquo3 Cfr ancora dello scrivente lrsquoarticolo Per un tomismo anagogico Il contributo della

teoria dellrsquoExemplar in laquoSacra Doctrinaraquo 61 1 (2016) pp 216-272 Egrave appena da

ricordare che il concetto di un tomismo anagogico viene da G BArzAGhI Habitatecclesiale e habitus teologico Per un tomismo anagogico in laquoDivus thomasraquo 108 1

(2005) pp 46-107 e che il lavoro teologico di Padre Barzaghi egrave il fulcro del numero

monografico sopra citato alla nota 1

249Il concetto dellrsquoIncarnazione

della teologia contemporanea essi continuano a fare 4 e aprendo cosigravealmeno la possibilitagrave di un concetto condiviso della teologia comelaquoscienza di Dioraquo5

2

Se la trasparenza di questrsquoimpostazione teologica ci appare neces-saria in linea generale nella trattazione di qualunque articolo di fede egrave subito da dire che questa necessitagrave si fa imprescindibile passando dal concetto della Creazione a quello dellrsquoIncarnazione Questo ha a che vedere con lo scarto tra ciograve che si potrebbe chiamare lrsquoeffettolaquoscenograficoraquo del dato rivelato6 e lrsquoistanza per cosigrave dire laquocontabileraquodella ragione7 per quanto credente Vediamo meglio questo punto

4 Da qui la denominazione del tomismo anagogico di Padre Barzaghi ndash nel titolo della

citata monografia ndash come laquotesta di ponte verso una teologia per il terzo millennioraquo5 Egrave appunto il titolo del numero monografico sopra citato6 Chiariamo subito che il termine laquoscenograficoraquo qui adoperato non ha nulla a che fare

con qualunque accezione superficiale o detrattiva e meno che meno vuole alludere a

una qualche enfatizzazione retorica in difesa tendenziosa della veritagrave di fede che sia

volta ad aggirare la laquocontabilitagraveraquo non immaginifica della ragione Lrsquoevocazione della

scenografia ha a che fare con lrsquoinevitabile traduzione in immagini del testo sacro in

quanto modulo narrativo e questo accade in tutti e quattro i sensi fondamentali della

Scrittura (letterale allegorico tropologico anagogico) sia che la fantasia produca

immagini degli accadimenti concreti narrati sia che produca immagini di ciograve che tali

accadimenti vogliono significare o delle movenze morali che essi suggeriscono o del

disegno eterno che vi soggiace tali immagini prendono campo e delineano una

laquoscenaraquo sulla quale la veritagrave rivelata viene laquorappresentataraquo e si fa da termine di ascol-

to fonte di visione7 La laquocontabilitagraveraquo della ragione consiste invece nel commisurare la visione nella cui

veritagrave di fondo si crede con la stessa categoria della possibilitagrave avvertendo la fede in un

possibile come fede libera e nei propri limiti di pura fede come fondata mentre vice-

versa la fede in qualcosa di impossibile egrave sentita non come ostacolata da tale impossibi-

litagrave ndash e in questo senso ancora libera ndash ma come per cosigrave dire a disagio avvertendo la

responsabilitagrave di contraddire la ragione che prima di tutto per la stessa fede non

dovrebbe poter essere contraddetta esprimendo lrsquoordine del creato che certo non dipen-

de da noi e che si comunica nella veritagrave di una diversa modalitagrave di rivelazione

limitandoci qui al confronto tra concetto della creazione e concettodellrsquoIncarnazione

Per il concetto della creazione il problema cardine egrave quello ontolo-gico nel senso che bisogna rendere conto di un processo che in primaistanza appare impossibile implicando lrsquoammissione di unrsquoesistenzapositiva del nulla da cui lrsquoessere creato viene tratto8 In quanto si trattaappunto di una difficoltagrave che riguarda la ragione quello che abbiamochiamato effetto scenografico del dato rivelato egrave tale da confortare ilpensiero ormai in possesso della soluzione facendogli avvertire che ilmomento dellrsquoimmaginazione che di quellrsquoeffetto scenografico sinutre puograve rivendicare un fondamento oggettivo superando il dettodisagio provocato dalla pur libera fede in qualcosa di impossibile9Evocando lrsquoinfinita potenza di Dio creatore la rivelazione scritturaleconsegna alla fede una veritagrave trionfale ma in prima istanza problemati-ca cosigrave che quando la soluzione di questa problematicitagrave venga indi-cata tale momento trionfale dellrsquoimmaginazione si ritiene appagato eil sentimento della veritagrave si fa pieno e raccolto in se stesso conside-rando lrsquoontologia risolutrice come un semplice di piugrave da esibire even-tualmente a fronte di attacchi generici circa la veritagrave di fede

In modo assai diverso funziona la cosa quando si passi al concettodellrsquoIncarnazione che contiene una segreta relazione col momento del-lrsquoimmortalitagrave personale qui infatti egrave proprio il momento del sentimentodella veritagrave ad essere facilmente compromesso anche quando si offra lasoluzione dellrsquoaltrettanto e anche piugrave complesso problema ontologicosottostante Anche qui come egrave facile constatare lrsquoeffetto scenograficodel dato rivelato presenta trionfalmente la potenza di Dio e di tale poten-za nutre lrsquoimmaginazione della fede ma ciograve che domina la scena egrave daun lato la suprema libertagrave di un Dio che non soggiace alla propriaessenza ma la determina addirittura capovolgendola da un altro lato il

250 A Postorino

8 Egrave questo il tema del giagrave ricordato articolo dello scrivente A PoStorIno Il concettodella ldquocreatio ex nihilordquo cit dove il problema viene esaminato a partire dalla Parte II

nella quale viene tematizzata lrsquoontologia classica quindi nella Parte III dove si passa

allrsquoontologia creazionista per offrire la soluzione contenuta nella Parte IV9 Di tale disagio si egrave parlato nella nota 7

251Il concetto dellrsquoIncarnazione

supremo amore dello stesso Dio che usa questa potenza e questa libertagraveper salvare lrsquouomo dalla tara del peccato drsquoorigine aprendogli la portadellrsquoimmortalitagrave conseguente la ritrovata comunione con Lui

Qui perograve quella che abbiamo chiamato la contabilitagrave della ragionegioca diversamente rispetto al caso della Creazione In quel primocaso infatti lrsquoeffetto straniante di una rivelazione paradossale (lrsquoesse-re come tratto dal nulla) aveva solo bisogno di una fondazione ontolo-gica non trovandosi poi una volta ravvisatala di fronte a fatti imme-diatamente presenti che mostrino di contraddire quella rivelazionefacendo sorgere il dubbio sulla stessa correttezza della soluzione onto-logica adottata (anzi la stessa cultura scientifica sembra confermarealmeno in prima istanza lrsquoidea di un commercio dellrsquoessere col nullasenza neanche piugrave richiedere una qualche conferma o disconferma daparte dellrsquoontologia) nel caso dellrsquoIncarnazione invece ndash con la dettaimplicazione verso lrsquoimmortalitagrave personale ndash lrsquoofferta di una soluzioneontologica anche quando appaia soddisfare la ragione si trova dasubito in contrasto con fatti immediatamente presenti cioegrave col diveni-re che travolge ogni cosa negando apparentemente ogni immortalitagrave(mentre non solo la cultura scientifica moderna ma la stessa filosofiaclassica ndash pur riconoscendo questrsquoultima quanto meno la necessariaimmutabilitagrave dellrsquoessere intelligibile ndash non accordano lrsquoimmortalitagrave aniente la cui identitagrave sia segnata anche da una sola determinazione dicarattere sensibile)10

10 Il tema dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima egrave sollevato potentemente da Platone il quale

comincia col considerare lrsquoanima laquopiugrave simile e piugrave congenereraquo (ὁμοιότερον καὶσυγγενέστερον Fedone 79 b-d) allrsquoidea intelligibile in ragione della sua immateria-

litagrave ma vede anche che una parte consistente ed essenziale della sua identitagrave egrave data

della memoria del sensibile che ricolma di particolari unici e irripetibili ogni anima

cosigrave che da questo punto di vista non si puograve parlare di immortalitagrave dellrsquoanima persona-

le se non nella modalitagrave del laquomito verosimileraquo (τὸν εἰκότα μῦθον Timeo 29 c-d)

stante infatti la comune radice del mito e della veritagrave intelligibile cioegrave lrsquoessenza deter-

minata secondo questrsquoultima e usata nella costruzione fantastica del mito ciograve che il

mito afferma anche se non egrave vero egrave sicuramente verosimile ossia egrave qualcosa che laquose

certamente non egrave la veritagrave certamente egrave qualcosa che vi somigliaraquo (Timeo 29 c-d)

252 A Postorino

3

La differenza appena vista ci fa capire ndash qui come semplice antici-pazione ndash che la trattazione del tema dellrsquoIncarnazione nel quadrodella teologia anagogica egrave tale da condurre la riflessione non soltantoa comprendere lrsquoimportanza di questa impostazione teologica dalpunto di vista dellrsquoallargamento dei confini dellrsquoecclesialitagrave attraversoil denominatore comune dellrsquoontologia retrospettivamente precisatama anche a sottolineare che il momento ontologico egrave solo uno deimomenti della teologia anagogica essendo lrsquoaltro la funzione non sur-rogabile della fede la quale non solo al momento ontologico preludema anche lo segue permettendo di integrare nel concreto sentire ciograveche quel momento rende astrattamente alla ragione

Ponendo infatti che lrsquoontologia abbia giagrave fatto la sua parte e abbiareso comprensibile senza contraddizione il mistero dellrsquoIncarnazioneper come esso viene rivelato questo significa soltanto che lrsquoapparenteparadosso egrave superato e che la stessa immortalitagrave personale che conquel mistero egrave connessa egrave diventata un concetto almeno pensabile edunque una realtagrave almeno possibile resta perograve il fatto che il sapere

per cui egrave legittimo laquoarrischiarsi a credereraquo ciograve che ci piacerebbe fosse vero poicheacute

laquoil rischio egrave belloraquo (καλὸς γὰρ ὁ κίνδυνος Fedone 114 d) Questo egrave quanto di piugrave

avanzato abbiamo nel pensiero antico circa lrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima personale In

Aristotele in virtugrave della teoria dellrsquolaquointelletto agenteraquo (De anima I 4 408 b) si arriva

al piugrave allrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima intesa come specie e non come anima singola e in

Plotino tale immortalitagrave egrave bensigrave affermata ma al prezzo che nella risalita dalla terza

alla prima ipostasi lrsquoanima dopo essersi liberata dalla sensibilitagrave naturale e dallrsquointelli-

gibilitagrave determinata si liberi della stessa soggettivitagrave personale seguendo lrsquoimperativo

del laquoliberati di ogni cosaraquo (ἄφελε πάντα Enneadi V 3 17) per cadere come goccia

nellrsquooceano della divinitagrave In tutto il successivo corso filosofico cristiano-medioevale il

tema verragrave trattato ormai in unrsquoottica teologica dunque coinvolgente strutturalmente la

fede e in tutto il corso filosofico moderno lrsquoimmortalitagrave personale non ha luoghi di

trattazione significativa per essere infine recisamente negata al culmine della moder-

nitagrave che liquida ogni passata implicazione anche indirettamente teologica accomunan-

do nella mortalitagrave ogni cosa incluso Dio (egrave il nietzschiano laquoGott ist totraquo figura riepi-

logativa e conclusiva della laquoGoumltterdaumlmmerungraquo o tramonto degli degravei immutabili)

qualcosa come possibile non significa un viverlo come tale dirigendo atale possibilitagrave la dimensione della speranza La speranza egrave infatti unavirtugrave teologale che dipende dalla grazia e la grazia egrave in questo caso lafede nella veritagrave della testimonianza scritturistica secondo la qualelrsquoimmortalitagrave egrave stata non saputa nella modalitagrave tipica della filosofiama vissuta come tale nellrsquoautocoscienza insieme umana e divina delFiglio incarnato egrave nella partecipazione della mente di Cristo11 la chia-ve del sentimento di quella salvezza resa possibile dallrsquoIncarnazione

Ciograve detto si tratta prima di tutto di prendere atto del misterodellrsquoIncarnazione per come si trova attestato nel depositum fidei e insecondo luogo di sviluppare una considerazione ontologica muoven-dosi con metodo anagogico per tornare solo alla fine alla problemati-ca enunciata nel presente paragrafo

253Il concetto dellrsquoIncarnazione

11 Cfr 1 Cor 214-16 laquoMa lrsquouomo lasciato alle sue forze non comprende la cose dello

Spirito di Dio esse sono follia per lui e non egrave capace di intenderle percheacute di esse si

puograve giudicare per mezzo dello Spirito Lrsquouomo mosso dallo Spirito invece giudica

ogni cosa senza poter essere giudicato da nessuno Infatti chi ha mai conosciuto ilpensiero del Signore in modo da poterlo consigliare [Is 4013 Rm 1134] ora noi

abbiamo il pensiero di Cristo [ἡμεῖς δὲ νοῦν Χριστοῦ ἔχομεν]raquo Avere il pensiero di

Cristo o partecipare della sua mente significa vedere le cose con lo stesso sguardo di

Dio per un atto di grazia beatificante ed egrave appunto questo il fondamento della teologia

anagogica cfr G BArzAGhI Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica

Cantagalli Siena 2003 Saggio I laquoFondazione metafisica dellrsquoanagogiaraquo Questa e

tutte le altre citazioni bibliche da La Sacra Bibbia della CEI laquoeditio princepsraquo 2008

(talora con modifiche tratte dallrsquoedizione 1988 e dalla nuova edizione 1998) note e

commenti di La Bible de Jeacuterusalem nuova edizione 1998 Imprimatur Card Carlo

Caffarra Arcivescovo Bologna 14 novembre 2008 Dove vi sia testo greco o latino

interpolato esso egrave da Novum Testamentum graece et latine curato da A Merk SJ

Editio decima (Editio prima anno 1933) romae Sumptibus Pontificii Instituti

Biblici 1984 Imprimatur r P Maurice Gilbert s j rector Pontificii Instituti

Biblici romae die 12 febr 1984

ii

lA temAtizzAzione dogmAticA

4

Il fondamento primo del dogma dellrsquoIncarnazione si trova nelPrologo giovanneo12 dove si dice che laquoil Verbo si fece carne e vennead abitare in mezzo a noiraquo13 Proprio in riferimento a questo passoscritturistico ndash nel quale bisogna sempre tenere presenti le valenzerilevate14 ndash la Chiesa connette il concetto dellrsquoIncarnazione col dise-

254 A Postorino

12 Gv 11-1813 Gv 114 laquoE il Verbo si fece carne [Καὶ ὁ Λόγος σὰρξ ἐγένετο] e venne ad abitare in

mezzo a noi [καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν] e noi abbiamo contemplato la sua gloria [καὶ

ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν ἀυτοῦ] gloria come del Figlio unigenito [δόξαν ὡς

μονογενοῦς] che viene dal Padre [παρὰ πατρός] pieno di grazia e di veritagrave

[πλήρης χάριτος καὶ ἀληθείας]raquo Egrave subito da osservare che il farsi laquocarneraquo del Verbo

egrave espresso nel greco giovanneo da σάρξ che egrave il basagraver ebraico opposto a nefegravesh

essendo questa opposizione fra laquoanimaraquo e laquocarneraquo assai diversa dallrsquoopposizione

greca fra laquoanimaraquo e laquocorporaquo ossia fra ψυχή e σῶμα infatti σῶμα egrave il corpo come tale

anche inanimato al quale ψυχή eventualmente si aggiunge mentre il legame fra nefegrave-sh e basagraver egrave inscindibile cosigrave che σάρξ corrispondente di basagraver egrave tanto σῶμα quanto

ψυχή cioegrave egrave corpo per cosigrave dire vivente sensibile e dolente Lrsquoincarnazione del

Verbo egrave cosigrave qualcosa che ha a che fare col corpo umano col corpo di ogni uomo ed

egrave cosigrave che il Verbo incarnato si colloca cioegrave uomo fra gli uomini laquovenne ad abitare in

mezzo a noiraquo anche se questo laquoabitareraquo non puograve essere separato dal fatto che si tratta

della presenza di Dio ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν dove il verbo usato egrave σκηνόω che significa

laquoabitare sotto la tendaraquo cosigrave che lrsquoabitare di Gesugrave in mezzo agli uomini prende la

risonanza veterotestamentaria della presenza di Dio fra il popolo nella Dimora del

deserto Egrave cosigrave che la presenza di Dio si fa percepibile laquoe noi abbiamo contemplato la

sua gloriaraquo la laquogloriaraquo in greco δόξα cioegrave fama notorietagrave riconoscimento di impor-

tanza egrave lrsquoebraico kabōd cioegrave laquopesoraquo laquoconsistenzaraquo laquopresenza visibileraquo in quanto

poi tale presenza visibile egrave connessa con la Dimora questa non puograve non ricordare la

shekinah lo laquostabilirsiraquo di Dio sotto la tenda del deserto14 Cfr la precedente nota 13

255Il concetto dellrsquoIncarnazione

gno divino della salvezza15 Dio scende fino a noi affincheacute noi possia-mo risalire fino a lui si immerge nellrsquoumanitagrave affincheacute noi possiamoimmergerci nella divinitagrave16

15 Cfr CAtEChISMo DELLA ChIESA CAttoLICA (da qui in avanti CCC) Libreria

Editrice Vaticana Cittagrave del Vaticano 1992 n 461 laquoriprendendo lrsquoespressione di san

Giovanni (ldquoIl Verbo si fece carnerdquo Gv 114) la Chiesa chiama ldquoIncarnazionerdquo il fatto

che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra sal-

vezza La Chiesa canta il Mistero dellrsquoIncarnazione in un inno riportato da san Paolo

ldquoAbbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesugrave il quale pur essendo di

natura divina non considerograve un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliograve

se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini apparso

in forma umana umiliograve se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di

crocerdquo (Fil 25-8)raquo16 Cfr CCC n 460 laquoIl Verbo si egrave fatto carne percheacute diventassimo ldquopartecipi della

natura divinardquo (2 Pt 14) ldquoInfatti egrave questo il motivo per cui il Verbo si egrave fatto uomo

e il Figlio di Dio Figlio dellrsquouomo percheacute lrsquouomo entrasse in comunione con il

Verbo e ricevendo cosigrave la filiazione divina diventasse figlio di Diordquo [SAntrsquoIrEnEo DI

LIonE Adversus haereses 3 19 1] ldquoInfatti il Figlio di Dio si egrave fatto uomo per farci

Diordquo [SAntrsquoAtAnASIo DI ALESSAnDrIA De Incarnatione 54 3 PG 25 192 B]

ldquoUnigenitus Dei Filius suae divinitatis volens nos esse participes naturam nostram

assumpsit ut homines deos faceret factus homo ndash LrsquoUnigenito Figlio di Dio volendo

che noi fossimo partecipi della sua divinitagrave assunse la nostra natura affincheacute fatto

uomo facesse gli uomini deirdquo [SAn toMMASo DrsquoAQUIno Opusculum 57 in festoCorporis Christi 1]raquo E ancora CCC n 661 laquoQuestrsquoultima tappa [= lrsquoAscensione]

rimane strettamente unita alla prima cioegrave alla discesa dal cielo realizzata

nellrsquoIncarnazione Solo colui che egrave ldquouscito dal Padrerdquo puograve far ritorno al Padre Cristo

[Gv 1628] ldquonessuno egrave mai salito al cielo fuorcheacute il Figlio dellrsquouomo che egrave disceso

dal cielordquo (Gv 313) [Ef 48-10] Lasciata alle sue forze naturali lrsquoumanitagrave non ha

accesso alla ldquoCasa del Padrerdquo (Gv 142) alla vita e alla felicitagrave di Dio Soltanto Cristo

ha potuto aprire allrsquouomo questo accesso ldquoper darci la serena fiducia che dove egrave lui

Capo e Primogenito saremo anche noi sue membra uniti nella stessa gloriardquo

[Messale Romano Prefazio dellrsquoAscensione I]raquo

Questo porta in campo lrsquoaltra figura teologica della laquonuova Crea -zio neraquo in tutta la complessitagrave delle sue valenze17 che dovranno poiessere esaminate Il concetto egrave giagrave presente in modo implicito ma deltutto trasparente giagrave nei primi tre versetti del Prologo18 dove il Verbo

256 A Postorino

17 Egrave questo lrsquoultimo degli spunti offerti alla riflessione da BEnEDEtto XVI nel corso

dellrsquoUdienza Generale tenuta nellrsquoAula Paolo VI il 9 gennaio 2013 essendo il tema

generale proprio quello dellrsquoIncarnazione Ecco il passo laquoUn ultimo elemento pro-

pongo alla vostra riflessione San Giovanni afferma che il Verbo il Logos era fin dal

principio presso Dio e che tutto egrave stato fatto per mezzo del Verbo e nulla di ciograve che

esiste egrave stato fatto senza di Lui (cfr Gv 11-3) LrsquoEvangelista allude chiaramente al

racconto della creazione che si trova nei primi capitoli del Libro della Genesi e lo

rilegge alla luce di Cristo Questo egrave un criterio fondamentale nella lettura cristiana

della Bibbia lrsquoAntico e il nuovo testamento vanno sempre letti insieme e a partire

dal nuovo si dischiude il senso piugrave profondo anche dellrsquoAntico Quello stesso Verbo

che esiste da sempre presso Dio che egrave Dio Egli stesso e per mezzo del quale e in vista

del quale tutto egrave stato creato (cfr Col 116-17) si egrave fatto uomo il Dio eterno e infinito

si egrave immerso nella finitezza umana nella sua creatura per ricondurre lrsquouomo e lrsquointera

creazione a Lui Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma ldquoLa prima creazio-

ne trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo il cui splendore

supera quello della primardquo (n 349) I Padri della Chiesa hanno accostato Gesugrave ad

Adamo tanto da definirlo ldquosecondo Adamordquo o lrsquoAdamo definitivo lrsquoimmagine per-

fetta di Dio Con lrsquoIncarnazione del Figlio di Dio avviene una nuova creazione che

dona la risposta completa alla domanda ldquoChi egrave lrsquouomordquo Solo in Gesugrave si manifesta

compiutamente il progetto di Dio sullrsquoessere umano Egli egrave lrsquouomo definitivo secondo

Dio Il Concilio Vaticano II lo ribadisce con forza ldquoIn realtagrave solamente nel mistero

del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dellrsquouomo Cristo nuovo Adamo

manifesta pienamente lrsquouomo allrsquouomo e gli svela la sua altissima vocazionerdquo (Cost

Gaudium et spes 22 cfr Catechismo della Chiesa Cattolica 359) In quel bam-

bino il Figlio di Dio contemplato nel natale possiamo riconoscere il vero volto non

solo di Dio ma il vero volto dellrsquoessere umano e solo aprendoci allrsquoazione della sua

grazia e cercando ogni giorno di seguirlo noi realizziamo il progetto di Dio su di noi

su ciascuno di noiraquo18 Ciograve egrave rilevato nel passo di Benedetto XVI citato alla precedente nota 17

che poi si dice essersi incarnato egrave prima di tutto il Verbo creatore19cosigrave che lrsquoIncarnazione assume la figura appunto di una nuovaCreazione coincidente con la redenzione

Giagrave da questi primi passi risulta dunque chiara la complessitagrave dog-matica della figura dellrsquoIncarnazione che non puograve fare a meno di chia-mare in campo questioni capitali Come la compartecipazione divinadellrsquoesistenza concreta di ogni uomo nelle sue debolezze e nelle suesofferenze fino alla morte Come il significato antropologico di questacompartecipazione col passaggio dallrsquoantropologia binaria del pensierogreco allrsquoantropologia ternaria del Cristianesimo Come la stessa struttu-ra trinitaria che non puograve non contenere il momento dellrsquoincarnazioneCome la ricapitolazione in Cristo di tutte le cose il cui perno egrave appuntolrsquoIncarnazione Sono tutti temi di una rilevanza tale da aver condotto lariflessione teologica alla constatazione dellrsquounicitagrave della natura delCristianesimo fra le religioni e addirittura alla messa in questione del-lrsquoessere il Cristianesimo riportabile alla categoria della religione ndash istan-za peraltro interna allo stesso Cristianesimo ndash venendo esso ad apparirein qualche modo come un capovolgimento superatore della stessaforma religiosa20

257Il concetto dellrsquoIncarnazione

19 Cfr Gv 11-3 laquoIn principio era il Verbo [᾿Εν ἀρχῇ ἦν ὁ Λόγος] e il Verbo era presso

Dio [καὶ ὁ Λόγος ἦν πρὸς τὸν Θεόν] e il Verbo era Dio [καὶ Θεὸς ἦν ὁ Λόγος] Egli

era in principio presso Dio tutto egrave stato fatto per mezzo di lui [πάντα δι᾽αὐτοῦ ἐγένετο]

e senza di lui niente egrave stato fatto di tutto ciograve che esisteraquo Lrsquoespressione laquoin principioraquo in

greco ἐν ἀρχῇ riprende chiaramente il bereshit di Gen 11 laquoIn principio [bereshit] Dio

creograve il cielo e la terraraquo e il Verbo creatore era da un lato laquopressoraquo (πρὸς) Dio (τὸν Θεόν)

dallrsquoaltro lato laquoeraraquo Dio (Θεὸς ἦν ὁ Λόγος) nel suo essere laquopressoraquo Dio il Verbo egrave la

Sapienza creatrice (ldquotutto egrave stato fatto per mezzo di lui [πάντα δι᾽αὐτοῦ ἐγένετο]rdquo) cioegrave

appunto il Verbo o Λόγος nel suo laquoessereraquo Dio il Λόγος egrave il Creatore Ma egrave poi il Λόγοςche laquosi fa carneraquo e che laquoviene ad abitare in mezzo a noiraquo (Gv 114) ed egrave per questo che

lrsquoIncarnazione egrave una nuova Creazione per mezzo di essa infatti nasce lrsquoumanitagrave nuova

redenta ormai in comunione con Dio secondo il disegno divino della salvezza 20 Su questo tema dovremo ritornare Per una sua trattazione specifica cfr A Po -

StorIno La scienza di Dio cit alla nota 1 Parte V Cap IV 1 sect 73 A laquoLrsquoessenza

del Cristianesimoraquo

5

Il primo tema cioegrave quello della compartecipazione divina dellrsquoesi-stenza concreta di ogni uomo egrave quello che segna il distacco capitale delCristianesimo dalla matrice religiosa intesa nella sua forma piugrave arcaica eprimordiale Il concetto della laquoreligioneraquo indica ndash come vuole la suastessa etimologia21 ndash lrsquounificazione in forza di un legame e ciograve ha a chevedere con lrsquointuizione ancestrale del raccogliersi per cosigrave dire nelgrembo della divinitagrave22 osservandone la legge e ottenendo in forza diquesta osservanza la sua protezione dai mali dellrsquoesistenza

Questo schema spiegabile psicologicamente col desiderio umanodi tornare allrsquoinfantile protezione dellrsquoabbraccio materno non egrave tutta-via adempiente rispetto allrsquoistanza che lo muove poicheacute il divino egravepensato come lrsquoambito eterno che come tale dovrebbe accogliere lrsquouo-mo salvandolo dalle paure che lo angosciano ndash e questo accoglimentosarebbe garantito dallrsquoosservanza dei laquolegamiraquo della laquore-ligioneraquo ndashma mentre il divino contenendo ogni nascita e ogni morte egrave necessa-riamente eterno e immortale e contenendo ogni mutamento e pertur-bazione egrave necessariamente immutabile e tranquillo lrsquouomo singoloche nel divino puograve inerire solo come parte quantitativa egrave proprio ciograveche nasce e che muore attraversando ogni turbamento Lrsquoabbraccioprotettivo si fa con ciograve solo astrattamente formale potendosi fareanche inquietante e talora terrifico esso egrave infatti il Fato imprevedibile

258 A Postorino

21 La parola laquoreligioneraquo egrave dal latino religio astratto di relegere cioegrave laquoraccogliereraquo a sua

volta composto di re- intensivo di legere essa indica quindi una raccolta selezionata

Una variante etimologica egrave da re-ligare ma il senso del tutto analogo egrave quello del

legare insieme22 Questrsquoidea dellrsquoessere raccolti e protetti nel grembo della divinitagrave suggerisce lrsquoarcheti-

po della Grande Madre la forma piugrave arcaica della divinitagrave unica la quale peraltro rac-

coglie in seacute senza rilevata contraddizione svariate figure di divinitagrave femminile presenti

nellrsquoantichissimo politeismo (la Grande Madre egrave cosigrave oltre che la Magna Mater Idaea

ndash versione latina dellrsquoanatolica Cibele ndash le ancora latine Mater Matuta opi e Cerere

le greche Demetra Persefone e Afrodite la sabina Vacuna la sumera Inanna la babi-

lonese Ishtar lrsquoegiziana Iside la fenicia Astarte la cretese rea la cartaginese tanit la

persiana Anahita la siriana Atargatis e ancora la Brighid celtica la Lada slava e la

Devi o Durga indiana

259Il concetto dellrsquoIncarnazione

e inappellabile da cui tutto e il contrario di tutto puograve venire a prescin-dere da ogni nostro desiderio o volontagrave23

Ed ecco lrsquoinaudita rivelazione cristiana il Verbo cioegrave il Figlio diDio della stessa natura del Padre laquosi incarnaraquo cioegrave prende su di seacutequella particolaritagrave spinta fino alla singolaritagrave che egrave fonte di debolez-za paura dolore sofferenza e morte Ma proprio il prendere su di seacutequesta condizione umana nella sua concretezza rende possibile la tra-sfigurazione di questa concretezza in natura divina Egrave questo volonta-rio sprofondare di Dio nellrsquoabisso della condizione umana affincheacutetale condizione possa elevarsi nei cieli della divinitagrave ciograve che vienetestimoniato nella dogmatica rimarcando che ad essere salvata non egravelrsquoumanitagrave in generale ma egrave lrsquoessenza di ogni uomo24

23 Questa ambivalenza dellrsquoarchetipo religioso in quanto si presenti nella forma del divino

ac cogliente al modo della Grande Madre egrave stata rilevata dalla psicoanalisi di Jung (CG

JUnG Lrsquoarchetipo della madre 1938-54 ID Gli archetipi dellrsquoinconscio collettivo

1934-54 ID Lrsquouomo e i simboli 1954) tale archetipo egrave infatti laquola magica autoritagravedel femminile la saggezza e lrsquoelevatezza spirituale che trascende i limiti del-lrsquointelligenza ciograve che egrave benigno protettivo tollerante ciograve che presiede allacrescita alla feconditagrave alla nutrizione i luoghi della magica trasformazionedella rinascita la spinta o lrsquoimpulso soccorrevole [ma allrsquoopposto] ciograve che egravesegreto occulto tenebroso lrsquoabisso il mondo dei morti ciograve che divoraseduce intossica ciograve che genera angoscia lrsquoineluttabileraquo

24 Cfr Concilio Vaticano II Costituzione Pastorale Gaudium et Spes n 22 (luogo

richiamato anche da Benedetto XVI cfr nota 17) laquoEgli [Cristo] egrave ldquolrsquoimmagine del-

lrsquoinvisibile Iddiordquo (Col 115) egrave lrsquouomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la

somiglianza con Dio resa deforme giagrave subito a causa del peccato Poicheacute in lui la

natura umana egrave stata assunta senza per questo venire annientata per ciograve stesso essa egrave

stata anche in noi innalzata ad una dignitagrave sublime Con lrsquoincarnazione il Figlio di Dio

si egrave unito in certo modo ad ogni uomoraquo Intorno alla natura umana che laquoegrave stata assun-

ta senza per questo venire annientataraquo si fa riferimento al Concilio Costantinopolitano

II can 7 dove si dice laquoSe qualcuno dicendo ldquoin due nature [ἐν δύο φύσεσι]rdquo non

confessa che nella divinitagrave e nella umanitagrave [ἐν θεότητι καὶ ἀνθρωπότητι] si deve rico-

noscere il solo signore nostro [τὸν ἔνα κύριον ἡμῶν] Gesugrave Cristo cosigrave che con questa

espressione si indica la diversitagrave delle nature [τὴν διαφορὰν τῶν φύσεων] nella quale

260 A Postorino

si egrave realizzata lrsquoineffabile unitagrave [ἡ ἄφραστος ἕνωσις] [hellip] o se pur ammettendo nello

stesso ed unico signore nostro Gesugrave Cristo verbo di Dio incarnato la pluralitagrave delle

nature [hellip] tenta di introdurre una sola natura o sostanza [μίαν φύσιν ἤτοι οὐσίαν]

nella divinitagrave e nella carne di Cristo costui sia anatema [ἀνάθεμα ἔστω]raquo (h

DEnzInGEr Enchiridion Symbolorum versione italiana a cura di A Lanzoni e G

zaccherini sulla 37a edizione (1a bilingue tedesca) curata e accresciuta da Peter

huumlnermann imprimatur Dr Bechtold vic gen Freiburg im Breisgau 24 luglio

1991 EDB Bologna 20003 (da qui in avanti Dh) 428-429) Viene poi richiamato il

Concilio Costantinopolitano III laquo[hellip] Egli afferma essere sua la volontagrave della sua

carne poicheacute anche la carne egrave diventata sua [ἐπεὶ καὶ ἡ σάρξ ἰδία αὐτοῦ γέγονεν]

Come infatti la sua carne tutta santa [παναγία] immacolata e animata sebbene deifi-

cata [θεοθεῖσα] non egrave stata cancellata [οὐκ ανῃρέτη] ma egrave rimasta nel proprio stato e

nel proprio modo di essere cosigrave la sua volontagrave umana anche se deificata non fu

annullata ma piuttosto salvata secondo quanto dice Gregorio il ldquoteologordquo ldquoPercheacute il

suo volere ndash quello del Salvatore ndash non egrave contrario a Dio dal momento che egrave total-

mente divinizzato [θεωθὲν ὅλον]raquo (Dh 556)25 Egrave il tema cui si egrave fatto riferimento nel sect 4 con rinvio nella nota 2026 Il concetto in questione si trova espresso al meglio su un piano ancora piugrave intuitivo

che ontologicamente rigoroso nellrsquoopera rinascimentale di niccolograve Cusano autore

del De docta ignorantia che si vale dei termini della complicatio della contractio e

dellrsquoexplicatio La complicatio o laquocomplicazioneraquo egrave in veritagrave una laquoco-implicazioneraquo

la totalitagrave dei particolari ossia delle infinite determinazioni dellrsquoIntero spinte fino

allrsquoindividualitagrave irripetibile che si implicano reciprocamente E poicheacute ciascun parti-

colare implica ciascuno degli altri egrave evidente che lrsquointera laquocomplicazioneraquo sia come

rispetto alla matrice religiosa ndash dalla quale il Cristianesimo prendeuna distanza in un certo senso infinita25 ndash ciograve che accade egrave quanto in fi -losofia puograve essere descritto non solo come un passaggio dallrsquoastratta ge -nericitagrave di un panteismo elementare (Dio egrave la totalitagrave dellrsquoimmanente)alla piugrave concreta visione di un piugrave raffinato panenteismo (la totalitagravedellrsquoimmanente col trascendente che essa implica egrave comunque in Dio)ma inoltre come la figura unica che costituisce il rovescio del panen-teismo (se ogni singola cosa egrave in Dio egrave vero per converso che Dio egrave inogni singola cosa) figura che si trova espressa in quella tradizionefilosofica che costituiragrave il riferimento della teologia anagogica26

261Il concetto dellrsquoIncarnazione

Egrave poi chiaro che questo schema meramente ontologico costituiscesolo il denominatore comune fra tutte le possibili figure dellrsquoessereDio in ogni singola cosa non essendo il concetto dellrsquoIncarnazioneriducibile a questo semplice denominatore comune nellrsquoIncarnazionequesta relazione raggiunge la massima potenza del suo significato esu questo significato massimo noi siamo qui chiamati a riflettereanche se non si deve dimenticare che il significato piugrave complessoeccede il significato piugrave semplice ma non lo nega bensigrave lo comprendeappunto eccedendolo Che poi questa non sia una pura speculazionefilosofica di carattere formale ma una veritagrave di profonditagrave abissale egravealmeno indirettamente provato dal trasparente riferimento a questacorrispondenza di struttura che si trova nella narrazione evangelica27

laquocontrattaraquo in ogni singolo ed egrave questa la contractio Quando questa laquocontrazioneraquo

venga laquoesplicataraquo ndash cioegrave quando si guardi allrsquoindividuo irripetibile cogliendone il con-

tenuto implicito ndash si vede ndash in questa explicatio ndash la presenza di Dio tutto intero in

ogni particolare anche minimo della creazione La stessa creazione si fa cosigrave creazio-

ne eterna nel senso che Dio non si limita a porre in essere le cose ma le conferma e

le sostiene nellrsquoessere costituendo in assoluto per cosigrave dire dallrsquointerno la sostanza di

ciascuna Egrave lrsquointuizione testimoniata in Sal 10427-29 laquotutti da te aspettano che tu

dia loro cibo a tempo opportuno tu lo provvedi essi lo raccolgono apri la tua

mano si saziano di beni nascondi il tuo volto li assale il terrore togli loro il respi-

ro muoiono e ritornano nella loro polvereraquo27 Si consideri il passo giovanneo della vite e i tralci laquorimanete in me e io in voi

[μείνατε ἐν ἐμοι κἀγὼ ἐν ὑμῖν] Come il tralcio non puograve far frutto da se stesso se non

rimane nella vite cosigrave anche voi se non rimanete in me Io sono la vite voi i tralci

[ἐγώ εἰμι ἡ ἄμπελος ὑμεῖς τὰ κλήματα] Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto

percheacute senza di me non potete fare niente [χωρὶς ἐμοῦ οὐ δύνασθε ποῖειν οῦδέν]raquo (Gv154-5) Qui come si puograve vedere i due piani ndash del mero schema ontologico e della

presenza del Verbo incarnato ndash sono assunti come termini di una analogia anche se egrave

chiaro che il primo egrave piugrave elementare dellrsquoaltro e proprio per questo viene assunto per

far comprendere il caso piugrave complesso La mutua inabitazione della vite e dei tralci

rappresenta qui il piano della pura materia vivente i tralci sono nella vite percheacute sono

parti della pianta ma egrave anche vero che la vite egrave nei tralci percheacute lrsquoessenza della pianta

egrave in ogni sua singola parte La mutua inabitazione di Gesugrave e dei discepoli egrave invece la

262 A Postorino

6

Il tema che abbiamo posto a seguire indicandolo come il passaggiodallrsquoantropologia binaria del pensiero greco allrsquoantropologia ternariadel Cristianesimo riguarda proprio il significato del lrsquoIn car na zionenella trasfigurazione della natura umana attraverso ndash si egrave detto ndash unavera e propria nuova Creazione28

Lrsquoespressione laquonuova creazioneraquo non devrsquoessere presa come qual-cosa che ha a che vedere con lrsquoenfasi retorica nellrsquoannunciare la novitagraveredentrice del Cristianesimo ma devrsquoessere presa in senso assoluta-mente tecnico tantrsquoegrave che la dogmatica parla di Cristo come dellaquonuovo Adamoraquo29 Ciograve fa emergere prima di tutto un significatoriguardo alla valenza antropologica dellrsquoIncarnazione30 ma in secon-

fonte di quel laquomolto fruttoraquo che i discepoli ne traggono questo molto frutto egrave la sal-

vezza attraverso la comunione con Dio mediante il Verbo senza la quale i discepoli

devono comprendere il proprio laquonon poter fare nienteraquo Il secondo caso include e tra-scende il primo ma non lo nega bensigrave lo conserva quale fondamento ontologico ele-

mentare ma del tutto omologo28 Cfr sect 4 note 17 e 1929 Cfr Gaudium et Spes cit n 22 laquoIn realtagrave solamente nel mistero del Verbo incarnato

trova vera luce il mistero dellrsquouomo Adamo infatti il primo uomo era figura di quel-

lo futuro (Rm 514) [cfr tertulliano De carnis resurr 6 ldquoQuodcumque limus expri-

mebatur Christus cogitabatur homo futurusrdquo PL 2 282] e cioegrave di Cristo Signore

Cristo che egrave il nuovo Adamo proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore

svela anche pienamente lrsquouomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione

nessuna meraviglia quindi che tutte le veritagrave su esposte in lui trovino la loro sorgente

e tocchino il loro verticeraquo30 Cfr CCC n 359 laquoIn realtagrave solamente nel Mistero del Verbo incarnato trova vera

luce il mistero dellrsquouomoraquo Segue il riferimento a Gaudium et Spes n 22 cit e la

citazione del passo di SAn PIEtro CrISoLoGo Sermones 117 (PL 52 520 B) laquoIl

beato Apostolo ci ha fatto sapere che due uomini hanno dato principio al genere

umano Adamo e Cristohellip ldquoIl primo uomo Adamo ndash dice ndash divenne un essere viven-

te ma lrsquoultimo Adamo divenne spirito e datore di vitardquo Quel primo fu creato da que-

strsquoultimo dal quale ricevette lrsquoanima per viverehellip Il secondo Adamo plasmograve il primo

e gli impresse la propria immagine E cosigrave avvenne poi che egli ne prese la natura e il

nome per non dover perdere ciograve che egli aveva fatto a sua immagine Crsquoegrave un primo

263Il concetto dellrsquoIncarnazione

do luogo proprio nel quadro di questa valenza antropologica viene inluce il secondo dei temi anticipati31 e cioegrave quello del passaggio dal-lrsquoantropologia binaria del pensiero greco allrsquoantropologia ternaria delCristianesimo

Il pensiero greco distingue il laquocorporaquo (σῶμα) dallrsquolaquoanimaraquo (ψυχή)e ritiene il primo mortale la seconda ndash nei limiti in cui si sappia sepa-rare dalla sensibilitagrave e cosigrave dalla corporeitagrave ndash immortale32 Lrsquoan tro po -lo gia cristiana invece33 distinguendo il corpo del laquoprimoraquo uomo ndashAdamo ndash da quello del laquosecondoraquo uomo ndash Cristo ndash e dicendo che laquoilprimo uomo tratto dalla terra egrave di terra il secondo uomo viene dalcieloraquo e che laquocome abbiamo portato lrsquoimmagine dellrsquouomo di terracosigrave porteremo lrsquoimmagine dellrsquouomo celesteraquo aggiunge alla biparti-zione greca una terza figura il laquocorpo animaleraquo (σῶμα ψυχικόν) egraveinfatti lrsquounitagrave di corpo e anima dellrsquoantropologia greca mentre illaquocorpo spiritualeraquo (σῶμα πνευματικόν) egrave questa unitagrave per cosigrave dire

Adamo e crsquoegrave un ultimo Adamo Il primo ha un inizio lrsquoultimo non ha fine Proprio

questrsquoultimo infatti egrave veramente il primo dal momento che dice ldquoSono io il primo e

anche lrsquoultimordquoraquo In CCC n 410 si trova poi il richiamo al laquoProtovangeloraquo

(Gen 315) e in questo ndash si dice nel successivo n 411 ndash un annunzio del laquonuovo

Adamoraquo a cui si allude in 1 Cor 1522 (laquoCome infatti in Adamo tutti muoiono cosigrave in

Cristo tutti riceveranno la vitaraquo) e che si precisa in 1 Cor 1544-49 laquoSe crsquoegrave un corpo

animale [σῶμα ψυχικόν] vi egrave anche un corpo spirituale [σῶμα πνευματικόν] poicheacute

sta scritto che il primo uomo Adamo divenne un essere vivente [rinvio a Gen 27] ma

lrsquoultimo Adamo divenne spirito datore di vita non vi fu prima il corpo spirituale ma

quello animale e poi lo spirituale Il primo uomo [ὁ πρῶτος ἄνθρωπος] tratto dalla

terra egrave di terra il secondo uomo [ὁ δεύτερος ἄνθρωπος] viene dal cielo Quale egrave lrsquouo-

mo fatto di terra cosigrave sono quelli di terra ma quale il celeste cosigrave anche i celesti E

come abbiamo portato lrsquoimmagine dellrsquouomo di terra cosigrave porteremo lrsquoimmagine del-

lrsquouomo celesteraquo31 nel sect 432 Cfr su questo quanto detto alla nota 1033 Vale qui il riferimento al passo di 1 Cor 1544-49 riportato nella nota 30

264 A Postorino

potenziata da quella terza figura lrsquouomo non egrave piugrave solo laquocorporaquo elaquoanimaraquo ma egrave inoltre laquospiritoraquo34

Dal tema antropologico si torna cosigrave a quella della laquonuova creazio-neraquo che ne egrave matrice Infatti nella laquoprimaraquo creazione Dio crea illaquocorpo animaleraquo soffiando nella materia inanimata lrsquoalito della vita35Questa vita comunicata perograve non egrave stata in grado di sottrarsi alleconseguenze del peccato drsquoorigine dunque Dio nella sua infinita con-discendenza decide una laquonuova Alleanzaraquo36 la quale per poter esse-

34 Ciograve fa tra lrsquoaltro la differenza tra il concetto dellrsquoinabitazione che vale per lrsquoantico

mistero pagano e il concetto dellrsquoinabitazione spirituale quale si trova nel mistero cri-

stiano nel primo il dio prende il posto dellrsquoanima e lrsquoanima perde del tutto la propria

identitagrave in forme di oscuramento della coscienza ordinaria lrsquoinabitato egrave infatti travolto

dallrsquolaquoentusiasmoraquo cioegrave lrsquoἐνθουσιασμός sentimento dellrsquoἐν-θεός o dellrsquolaquoavere un dio

dentro di seacuteraquo vale a dire dalla frenesia orgiastica coinvolto nella quale egli in quanto

laquoinabitatoraquo dal dio dice cose incomprensibili e lrsquoebbrezza causata dal vino egrave assimi-

lata alla possessione divina Lrsquoestremo di questa possessione egrave la crisi convulsiva tipi-

ca dellrsquoepilessia che per la cultura misterica egrave ἱερός νόσος laquomorbo sacroraquo Attraverso

questa inabitazione lrsquoiniziato attraversa la κάθαρσις o laquopurificazioneraquo e vive infine

lrsquoesperienza della παλιγγένεσις o laquorinascitaraquo alla vita divina nonostante lrsquoanalogia di

fondo (lo schema misterico egrave drsquoaltronde esplicitamente assunto dalla teologia primiti-

va) qualcosa di radicalmente diverso accade nel mistero cristiano dove la terza

dimensione quella dello spirito salvaguarda interamente lrsquoidentitagrave dellrsquoinabitato la

sua anima infatti fondendosi con lo spirito dellrsquoinabitante si fa per ciograve stesso spirito

dellrsquoinabitato35 Cfr Gen 27 laquoAllora il Signore Dio plasmograve lrsquouomo con polvere del suolo e soffiograve

nelle sue narici un alito di vita e lrsquouomo divenne un essere viventeraquo laquouomoraquo egrave lsquoādām

e poicheacute lsquoădāmacirc egrave la laquoterraraquo il laquosuoloraquo unrsquoetimologia probabile designa Adamo

come laquotratto dalla terraraquo (una conferma di questa concezione si ha nella formula di

condanna di Gen 319 laquopolvere tu sei e in polvere tornerairaquo) Il soffio creatore egrave

ruah e lrsquoalito vitale egrave nishmagravet haigravem da cui nefegravesh che si lega inscindibilmente a basagraver(cfr quanto detto alla nota 13)

36 Annunciata questa dal profeta Geremia Cfr Ger 3131-34 laquoEcco verranno giorni ndash

oracolo del Signore ndash nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io conclu-

derograve una alleanza nuova non saragrave come lrsquoalleanza che ho conclusa con i loro padri

265Il concetto dellrsquoIncarnazione

re effettuale secondo la promessa deve coincidere con una laquonuovaCreazioneraquo37 ed egrave questrsquoultima a implicare lrsquoIncarnazione38

ora il punto chiave egrave come lrsquoIncarnazione in qualche modo siestenda ad ogni uomo39 Il farsi laquocorpo pneumaticoraquo del laquocorpo psi-chicoraquo cioegrave il farsi corpo spirituale del corpo animale si deve pensarecome un potenziamento o un rafforzamento del primo il cui esito egrave ilsecondo e questo potenziamento o rafforzamento si deve poi pensarecome laquonuova creazioneraquo la laquoprimaraquo creazione instilla nella materia ilsoffio della vita e questo egrave lrsquoanima ma essendo poi lrsquoanima incapacedi sottrarsi al peccato drsquoorigine la laquosecondaraquo creazione egrave il passaggiodellrsquouomo dal portare laquolrsquoimmagine dellrsquouomo di terraraquo al portare

quando li presi per mano per farli uscire dalla terra drsquoEgitto una alleanza che essi

hanno infranto bencheacute io fossi loro Signore oracolo del Signore Questa saragrave lrsquoallean-

za che io concluderograve con la casa di Israele dopo quei giorni ndash oracolo del Signore ndash

Porrograve la mia legge nel loro animo la scriverograve sul loro cuore Allora io sarograve il loro Dio

ed essi il mio popolo non dovranno piugrave istruirsi gli uni gli altri dicendo ldquoConoscete

il Signorerdquo percheacute tutti mi conosceranno dal piugrave piccolo al piugrave grande ndash oracolo del

Signore ndash poicheacute io perdonerograve la loro iniquitagrave e non mi ricorderograve piugrave il loro peccatoraquo37 La stessa nuova Creazione egrave profetizzata nel trito-Isaia Cfr Is 6517-18 laquoEcco infat-

ti io creo nuovi cieli e nuova terra non si ricorderagrave piugrave il passato non verragrave piugrave in

mente poicheacute si godragrave e si gioiragrave sempre di quello che sto per creare poicheacute creo

Gerusalemme per la gioia e il suo popolo per il gaudio Io esulterograve di

Gerusalemme godrograve del mio popolo non si udranno piugrave in essa voci di pianto

grida di angosciaraquo Su laquoterra nuova e cielo nuovoraquo cfr Dh 433938 Solo con lrsquoIncarnazione la profezia si realizza e il sangue annunciato di Cristo ne egrave la

consacrazione Cfr Mt 2626-29 laquoora mentre essi mangiavano Gesugrave prese il pane e

pronunziata la benedizione lo spezzograve e lo diede ai discepoli dicendo ldquoPrendete e

mangiate questo egrave il mio corpordquo Poi prese il calice e dopo aver reso grazie lo diede

loro dicendo ldquoBevetene tutti percheacute questo egrave il mio sangue dellrsquoalleanza versato per

molti in remissione dei peccati Io vi dico che da ora non berrograve piugrave di questo frutto

della vite fino al giorno in cui lo berrograve nuovo con voi nel regno del Padre miordquoraquo39 Cfr Gaudium et Spes cit n 22 (passo riportato alla nota 24) Questa estensione

dellrsquoIncarnazione ad ogni uomo egrave lrsquoessenza stessa dellrsquoEucaristia come si vede chia-

ramente dal passo di Mt 2626-29 (riportato nella precedente nota 38)

266 A Postorino

laquolrsquoimmagine dellrsquouomo celesteraquo40 Ma portare lrsquoimmagine dellrsquouomoceleste significa partecipare dello Spirito di Dio e questo egrave lo Spiritodel Verbo incarnato che passa dalla carne del Verbo alla carne dellrsquouo-mo facendolo laquocorpo pneumaticoraquo LrsquoIncarnazione egrave cosigrave nuovaCreazione e questa egrave redenzione41

7

Col che siamo al terzo tema anticipato e cioegrave la dimensione trinitariaLa radice prima di questo concetto si trova ancora nel Prologo giovanneofin dal primo versetto42 il Verbo egrave in principio il Verbo egrave presso Dio ilVerbo egrave Dio col che si ha una originaria unitagrave duale la quale non puograve nonriportare al concetto trinitario dato che la relazione fra i due egrave una relazio-ne di amore e lrsquoamore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre egrave loSpirito Se dunque ndash come giagrave si egrave visto ndash il Verbo incarnato egrave il Verbo diDio creatore il Dio che si incarna nel Figlio egrave in uno col proprio esserePadre e questo essere in uno di Padre e Figlio egrave ancora lo Spirito

Ciograve significa che lrsquoincarnazione egrave originaria dal punto di vista anago-gico ndash anche se questa incarnazione originaria e cosigrave appartenente alDisegno eterno distribuisce il suo effetto nellrsquointero arco del tempo43 ndash

40 Cosigrave alla fine del passo di 1 Cor 1544-49 riportato alla nota 3041 Cfr CCC n 517 laquotutta la vita di Cristo egrave Mistero di Redenzione La redenzione egrave

frutto innanzitutto del sangue della croce [Ef 17 Col 113-14 1 Pt 118-19] ma que-

sto Mistero opera nellrsquointera vita di Cristo giagrave nella sua Incarnazione per la quale

facendosi povero ci ha arricchiti con la sua povertagrave [2 Cor 89] nella sua vita nasco-

sta che con la sua sottomissione [Lc 251] ripara la nostra insubordinazione nella sua

parola che purifica i suoi ascoltatori [Gv 153] nelle guarigioni e negli esorcismi che

opera mediante i quali ldquoha preso le nostre infermitagrave e si egrave addossato le nostre malat-

tierdquo (Mt 817) [Is 534] nella sua risurrezione con la quale ci giustifica [Rm 425]raquo42 Cfr Gv 11 laquoIn principio era il Verbo [᾿Εν ἀρχῇ ἦν ὁ Λόγος] e il Verbo era presso

Dio [καὶ ὁ Λόγος ἦν πρὸς τὸν Θεόν] e il Verbo era Dio [καὶ Θεὸς ἦν ὁ Λόγος]raquo

(il passo poco piugrave esteso di Gv 11-3 egrave stato riportato alla nota 19)43 Su questo si puograve chiamare a testimone il passo di Ap 138 laquoLa adoreranno [la bestia]

tutti gli abitanti della terra il cui nome non egrave scritto nel libro della vita dellrsquoAgnello

immolato fin dalla fondazione del mondo [τοῦ ἀγνίου τοῦ ἐσφαγμένου ἀπὸκαταβολῆς κόσμου]raquo

267Il concetto dellrsquoIncarnazione

ossia significa che il Figlio presente nella trinitagrave egrave anche incarnato o chelrsquoIncarnazione appartiene allrsquoessenza del Figlio e cosigrave del Padre e delloSpirito44 In questo concetto difficile si esprime la fatica ma drsquoaltronde laconsapevole precisione della piugrave antica riflessione dogmatica45

44 Questo appartenere al Figlio ma nel quadro dellrsquoUnitrinitagrave viene espresso mediante la

categoria della laquomissioneraquo come si puograve cominciare a vedere in CCC n 258 laquotutta

lrsquoEconomia divina egrave lrsquoopera comune delle tre Persone divine Infatti la trinitagrave come ha

una sola e medesima natura cosigrave ha una sola e medesima operazione [Concilio

Costantinopolitano II (553) Dh 421] ldquoIl Padre il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre

principi della creazione ma un solo principio [Concilio di Firenze (1442) Dh 1331]

tuttavia ogni Persona divina compie lrsquooperazione comune secondo la sua personale

proprietagrave Cosigrave la Chiesa rifacendosi al nuovo testamento [1 Cor 86] professa ldquoUno

infatti egrave Dio Padre dal quale sono tutte le cose uno egrave il signore Gesugrave Cristo mediante

il quale sono tutte le cose uno egrave lo Spirito Santo nel quale sono tutte le coserdquo

[Concilio di Costantinopoli II (553) Dh 421] Le missioni divine del lrsquoIn car nazione del

Figlio e del dono dello Spirito Santo sono quelle che particolarmente manifestano le

proprietagrave delle Persone divineraquo Il termine laquomissioneraquo appartiene propriamente alla

dottrina trinitaria tomista e si inquadra nello schema dellrsquoexitus e del reditus conside-

rando la struttura trinitaria in relazione al mondo creaturale le processioni eterne attive

(generazione spirazione attiva) sono causa dellrsquolaquouscitaraquo delle creature da Dio e le pro-

cessioni eterne passive (figliolanza spirazione passiva) sono causa del laquoritornoraquo delle

creature a Dio ora in quanto le processioni eterne passive siano viste sotto il profilo

dellrsquoeffetto temporale della loro azione causale nel mondo creaturale si chiamano

laquomissioniraquo Crsquoegrave cosigrave una missione del Figlio che egrave lrsquoIncarnazione e una missione dello

Spirito che egrave la Pentecoste (cfr Summa Theologiae I 43 per la teoria dellrsquoexitus-redituscfr G M CArBonE Lrsquouomo a immagine e somiglianza di Dio ESD Bologna 2003

Cap II sect 3 pp 58-70)45 Basti osservare tutto quanto si dice nella sessione 8a (2 giugno 553) Canoni (Dh

421-438) Al n 421 si dice laquoChi non confessa che il Padre il Figlio e lo Spirito Santo

hanno una sola natura o sostanza [μίαν φύσιν ἤτοι οὐσαν] una sola virtugrave e potenza

[μίαν τε δύναμιν καὶ ἐξουσίαν] poicheacute essi sono una trinitagrave consostanziale [τριάδαὁμοούσιον] una sola divinitagrave da adorarsi in tre ipostasi o persone sia anatema

[ἀνάθεμα ἔστω] Uno infatti egrave Dio Padre dal quale sono tutte le cose [ἐξ οὗ τὰπάντα] uno egrave il signore Gesugrave Cristo mediante il quale sono tutte le cose [δι᾽οὗ τὰ

268 A Postorino

Questa essenza trinitaria dellrsquoIncarnazione egrave quella che megliospiega la laquonuova creazioneraquo con la trasformazione del laquocorpo psichi-coraquo in laquocorpo pneumaticoraquo46 la figura chiave egrave qui quella dellalaquomutua inabitazioneraquo47 la quale riguarda prima di tutto il Padre e il

πάντα] uno egrave lo Spirito Santo nel quale sono tutte le cose [ἐν ᾧ τὰ πάντα]raquo Dopo

aver insistito sullrsquounicitagrave dellrsquoipostasi del Verbo e anatematizzato ogni distinzione tra

Verbo divino e Verbo incarnato (Dh 421-426) si afferma conclusivamente laquoLa santa

trinitagrave infatti non ha ricevuto aggiunta di persona o ipostasi in seguito allrsquoincarna-

zione di Dio Verbo una delle persone della santa trinitagrave [σαρκωθέντος τοῦ ἑνὸς τῆςἁγίας τριάδος Θεοῦ λόγου]raquo Che poi come si egrave detto nel testo Gesugrave Cristo crocifis-

so sia il Figlio che sta col Padre e con lo Spirito nella santa trinitagrave dunque il Verbo

incarnato e cosigrave crocifisso si trova esplicitamente al n 432 con anatema per chi non

lo riconosca laquoSe qualcuno non confessa che il signore nostro Gesugrave Cristo crocifisso

nella sua carne [ἐσταυρωμένον σαρκί] egrave vero Dio [Θεὸν ἀληθινὸν] signore della glo-

ria [κύριον τῆς δόξης] e uno della santa trinitagrave [ἕνα τῆς ἁγίας τριάδος] costui sia ana-

tema [ἀνάθεμα ἔστω]raquo In CCC n 469 viene citato il tropario laquoo Monoghenesisraquo

[sic] della liturgia bizantina dove si trova la formula di SAn GIoVAnnI CrISoStoMo

laquoo Figlio Unigenito e Verbo di Dio tu che sei immortale per la nostra salvezza ti sei

degnato drsquoincarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre vergine Maria tu

che senza mutamento sei diventato uomo e sei stato crocifisso o Cristo Dio tu che

con la tua morte hai sconfitto la morte tu che sei Uno della santa trinitagrave glorificato

con il Padre e lo Spirito Santo salvaciraquo Ancora in CCC n 470 si legge laquotutto

ciograve che egli egrave e ciograve che egli fa in essa [scil la natura umana di Cristo] deriva da ldquoUno

della trinitagraverdquo Il Figlio di Dio quindi comunica alla sua umanitagrave il suo modo perso-

nale drsquoesistere nella trinitagrave Pertanto nella sua anima come nel suo corpo Cristo

esprime umanamente i comportamenti divini della trinitagraveraquo [Gv 149-10]46 Cfr il precedente sect 647 Il luogo evangelico fondativo della figura della mutua inabitazione egrave quello cui fa rife-

rimento CCC n 470 nellrsquoaffermare che Cristo laquoesprime umanamente i comporta-

menti divini della trinitagraveraquo (cfr la precedente nota 45) cioegrave Gv 149-11 laquoGli rispose

Gesugrave ldquoDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto Filippo Chi ha visto

me ha visto il Padre [ὁ ἑωρακὼς ἐμὲ ἑώρακεν τὸν πατέρα] Come puoi tu dire

ldquoMostraci il Padrerdquo non credi che io sono nel Padre e il Padre egrave in me [ἐγὼ ἐν τῷπατρὶ καὶ ὁ πατὴρ ἐν ἐμοί]raquo

269Il concetto dellrsquoIncarnazione

Figlio ma poi mediante lo Spirito riguarda ogni uomo48 Si ha cioegraveuna doppia mutua inabitazione che legandosi strutturalmente delineala mutua inabitazione trinitaria inclusiva di ogni uomo Il Padre egrave nelFiglio e il Figlio egrave nel Padre ma se lrsquouomo egrave nel Figlio essendo ilFiglio nel Padre lrsquouomo egrave nel Padre mediante il Figlio e se il Figlio egravenellrsquouomo essendo il Padre nel Figlio il Padre egrave nellrsquouomo mediante ilFiglio Il Figlio egrave cosigrave mediatore assoluto mediando sia lrsquoessere lrsquouo-mo nel Padre sia lrsquoessere il Padre nellrsquouomo e puograve essere mediatoreassoluto proprio in quanto incarnato

8

Questa centralitagrave strutturale del momento dellrsquoIncarnazione cheabbiamo esaminato nei suoi punti cardine piugrave pregnanti si allarga poicome i cerchi drsquoacqua intorno al punto in cui il sasso cade nello sta-gno a determinazioni del tutto conseguenti a cui accenniamo solobrevemente non potendoci permettere in questa sede analisi piugraveapprofondite per ovvie ragioni di contenimento dello scritto

Per cominciare lrsquoIncarnazione egrave lrsquoarchetipo della laquomissioneraquo49 e

48 Leggiamo nella laquopreghiera di Gesugraveraquo in Gv 17 laquonon prego solo per questi ma anche

per quelli che per la loro parola crederanno in me percheacute tutti siano una sola cosa [ἵναπάντες ἓν ὦσιν] Come tu Padre sei in me e io in te [καθὼς σύ πατήρ ἐν ἐμοὶ κἀγὼ ἐν

σοί] siano anchrsquoessi in noi una cosa sola [ἵνα καὶ αὐτοὶ ἐν ἡμῖν ἓν ὦσιν] percheacute il mondo

creda che tu mi hai mandatoraquo49 Questo si puograve giagrave affermare in modo per cosigrave dire tecnico valendosi della dottrina trinitaria

tomista nella quale ndash come giagrave si egrave detto (cfr nota 44) ndash le processioni eterne passive (figlio-

lanza spirazione passiva) viste sotto il profilo dellrsquoeffetto temporale della loro azione causale

nel mondo creaturale si chiamano laquomissioniraquo e la missione del Figlio egrave appunto

lrsquoIncarnazione dal che il suo carattere archetipale Ma questo carattere archetipale si vede

anche chiaramente da espressioni molteplicemente attestate Cfr per esempio la Costituzione

Pastorale Ad Gentes n 3 che ha come titolo laquoLa missione del Figlioraquo e nella quale troviamo

il seguente passo laquoEd in effetti Cristo Gesugrave fu inviato nel mondo quale autentico mediatore

tra Dio e gli uomini Poicheacute egrave Dio in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinitagrave

(Col 29) nella natura umana invece egli egrave il nuovo Adamo egrave riempito di grazia e di veritagrave

(cfr Gv 114) ed egrave costituito capo dellrsquoumanitagrave nuova Pertanto il Figlio di Dio ha percorso la

via di una reale incarnazione per rendere gli uomini partecipi della natura divina per noi egli

si egrave fatto povero pur essendo ricco per arricchire noi con la sua povertagrave (cfr 2 Cor 89)raquo

270 A Postorino

tutte le volte che la Chiesa seguendo il comandamento evangelico50allarga i propri confini annunciando lrsquoeuanghelion ai popoli egrave comese estendesse lrsquoIncarnazione attraverso la parola di Cristo51 la qualenon egrave semplice portatrice di significati sapienziali ma egrave lo stesso ope-rare della potenza di Dio nel manifestarsi dello Spirito52 Ma questooperare come potenza trasformatrice dellrsquoumano in divino puograve realiz-zarsi solo quando la potenza trasformatrice assicuri in se stessa la baseumana su cui innestare il divino e cosigrave il denominatore comune dellatrasformazione Quando cosigrave non fosse i due momenti resterebberoindifferenti e ciascuno per seacute impenetrabile

Ma la fonte sorgiva della missione egrave la comunitagrave che accoglie ilcomandamento evangelico di estendere lrsquoIncarnazione attraverso laparola di Cristo e questa comunitagrave egrave la Chiesa nucleo originario sortodalla parola del Verbo incarnato53 Se lrsquoIncarnazione in qualche modo

50 Cfr Mt 2819-20 laquoAndate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel

nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro a osservare tutto ciograve

che vi ho comandato Ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondoraquo51 Cfr Rm 1017 laquoLa fede dipende dunque dalla predicazione [ἡ πίστις ἐξ ἀκοῆς fides

ex auditu] e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo [ἡ δὲ ἀκοὴ διὰῥήματος Χριστοῦ auditus autem per verbum Christi]raquo

52 Cfr 1 Cor 23-5 laquoIo venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepida-

zione e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di

sapienza [οὐκ ἐν πειθοῖς σοφίας λγοις] ma nella manifestazione dello spirito e della

sua potenza [ἀλλ᾽ἐν ἀποδείξει πνεύματος καὶ δυνάμεως] percheacute la vostra fede non

fosse fondata sulla sapienza umana [μὴ ᾖ ἐν σοφίᾳ ἀνθρώπων] ma sulla potenza di

Dio [ἀλλ᾽ἐν δνάμει Θεοῦ]raquo53 Cfr la Costituzione Dogmatica Lumen Gentium n 8 laquoCristo unico mediatore ha

costituito sulla terra e incessantemente sostenuta la sua Chiesa santa comunitagrave di fede

di speranza e di caritagrave quale organismo visibile [cfr Leone III Enc Divinum illud

Pio XII Enc Mystici corporis S Agostino Serm 268 2] attraverso il quale diffonde

per tutti la veritagrave e la grazia Ma la societagrave costituita di organi gerarchici e il corpo

mistico di Cristo lrsquoassemblea visibile e la comunitagrave spirituale la Chiesa terrestre e la

Chiesa arricchita di beni celesti non si devono considerare come due cose diverse

esse formano piuttosto una sola complessa realtagrave risultante di un duplice elemento

si estende attraverso la mutua inabitazione spirituale54 e continua poia estendersi attraverso la missione questo nucleo espansivo egrave appuntola Chiesa che non per caso egrave detta Corpo mistico55 valendosi di unpossente fondamento scritturistico56 La Chiesa cosigrave egrave in qualchemodo immagine visibile dellrsquoIncarnazione

La forza della Chiesa la sua comunione interna la sua attivitagrave mis-sionaria si nutrono poi essenzialmente del linguaggio della ri ve la zio -ne e anche questo come lingua umana elevata a lingua divina me -dian te lrsquoabbassarsi di Dio a parlarci in questa lingua si lega alla di -

271Il concetto dellrsquoIncarnazione

umano e divino [cfr Pio XII Enc Mystici corporis Id Enc Humani generis] Per una

analogia che non egrave senza valore quindi egrave paragonata al mistero del Verbo incarnato

Infatti come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza a lui

indissolubilmente unito cosigrave in modo non dissimile lrsquoorganismo sociale della Chiesa

serve allo Spirito di Cristo che la vivifica per la crescita del corpo (cfr Ef 416)

[cfr Leone XIII Enc Satis cognitum]raquo54 Cfr sect 7 note 47-4855 Cfr Lumen Gentium cit n 7 laquoMa come tutte le membra del corpo umano anche se

numerose non formano che un solo corpo cosigrave i fedeli in Cristo (cfr 1 Cor 1212)

Anche nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversitagrave di membri e di

offici [hellip] Capo di questo corpo egrave Cristo Egli egrave lrsquoimmagine dellrsquoinvisibile Dio e in

lui tutto egrave stato creato Egli egrave anteriore a tutti e tutte le cose sussistono in lui Egrave il capo

del corpo che egrave la Chiesaraquo E ancora al n 48 laquoE invero il Cristo quando fu levato in

alto da terra attirograve tutti a seacute (cfr Gv 1232) risorgendo dai morti (cfr Rm 69) immise

negli apostoli il suo Spirito vivificatore e per mezzo di lui costituigrave il suo corpo che egrave

la Chiesa [hellip]raquo56 Per richiamare solo i luoghi piugrave noti cfr 1 Cor 212-1327 laquoCome infatti il corpo egrave

uno solo e ha molte membra e tutte le membra del corpo pur essendo molte sono un

corpo solo cosigrave anche il Cristo Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo

Spirito in un solo corpo Giudei e Greci schiavi e liberi e tutti siamo dissetati da un

solo Spirito [hellip] ora voi siete corpo di Cristo e ognuno secondo la propria parte sue

membraraquo E ancora Gal 326-28 laquotutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede

in Cristo Gesugrave poicheacute quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo

non crsquoegrave Giudeo neacute Greco non crsquoegrave schiavo neacute libero non crsquoegrave maschio e femmina poi-

cheacute tutti voi siete uno in Cristo Gesugrave [πάντες γὰρ ὑμεῖς εἷς ἐστε ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ]raquo

272 A Postorino

men sione dellrsquoIncarnazione57 ogni cosa a ben vedere quando siparla della duplice natura umano-divina della Chiesa non puograve nonrichiamare lrsquoIncarnazione

Per finire (ma si tratta soltanto del nostro abbandonare un discorsoi cui sviluppi sono numerosissimi e di farlo con una figura quanto piugravepossibile comprensiva) si puograve ben dire che il Verbo incarnato egrave origi-ne svolgimento ricapitolazione e fine della storia58 lrsquointera dimensio-ne naturale culminante in quella umana egrave in questo senso qualcosache ha il suo senso primario nellrsquoIncarnazione

57 Lrsquoanalogia egrave esplicitamente affermata dalla Costituzione Dogmatica Dei Verbum sulla

divina rivelazione al n 13 laquonella sacra Scrittura dunque restando sempre intatta la

veritagrave e la santitagrave di Dio si manifesta lrsquoammirabile condiscendenza della eterna

Sapienza ldquoaffincheacute possiamo apprendere lrsquoineffabile benignitagrave di Dio e a qual punto

egli sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura abbia adattato il suo parlarerdquo

[SAn GIoVAnnI CrISoStoMo In Gen 38 (hom 171) PG 53 134] Le parole di Dio

infatti espresse con lingue umane si son fatte simili al parlare dellrsquouomo come giagrave il

Verbo dellrsquoeterno Padre avendo assunto le debolezze della natura umana si fece

simile allrsquouomoraquo58 Cfr Gaudium et Spes cit n 45 laquoLa Chiesa nel dare aiuto al mondo come nel rice-

vere molto da esso ha di mira un solo fine che venga il regno di Dio e si realizzi la

salvezza dellrsquointera umanitagrave tutto ciograve che di bene il popolo di Dio puograve offrire allrsquou-

mana famiglia nel tempo del suo pellegrinaggio terreno scaturisce dal fatto che la

Chiesa egrave ldquolrsquouniversale sacramento della salvezzardquo [cfr Cost Lumen Gentium cap

VIII n 48] che svela e insieme realizza il mistero dellrsquoamore di Dio verso lrsquouomo

Infatti il Verbo di Dio per mezzo del quale tutto egrave stato creato si egrave fatto egli stesso

carne per operare lui lrsquouomo perfetto la salvezza di tutti e la ricapitolazione univer-

sale [hellip] Dice il Signore stesso ldquoEcco io vengo presto e porto con me il premio per

retribuire ciascuno secondo le opere sue Io sono lrsquoAlfa e lrsquoomega il primo e lrsquoultimo

il principio e la fine (Ap 2212-13)raquo

273Il concetto dellrsquoIncarnazione

iii

il Pensiero contemPorAneo e lrsquoimPossibilitagravedellA laquosAlvezzAraquo

9

Il tema dellrsquoIncarnazione richiama direttamente ndash come egrave chiaroper seacute e come egrave stato molteplicemente visto ndash quello dellrsquoimmortalitagravepersonale59 e del senso che si voglia dare a questa figura equivalenteper lrsquouomo al concetto della laquosalvezzaraquo Egrave ora prima di tutto da capirein che modo lo sviluppo dellrsquoontologia arrivi lungo la tradizione filo-sofica dellrsquooccidente culminante nel pensiero contemporaneo a nega-re recisamente che questa salvezza sia qualcosa di possibile al puntoche parlare di essa viene collegato esclusivamente ad una professionedi fede religiosa fede che al pensiero che ritiene se stesso lucido edisincantato appare come condiscendenza allrsquoascolto e allrsquoaccettazio-ne di una semplice favola edificante

Egrave comprensibile che lrsquouomo angosciato dal proprio destino natura-le di morte trovi in effetti prima di tutto nello spirito religioso unaqualche rassicurazione intuendo il divino come lrsquoeterno luogo in cuisi consuma ogni nascita e ogni morte e cercando di capire a quali con-dizioni lui possa essere accolto in questo luogo60 Ed egrave altrettantocomprensibile che dal sorgere della tradizione filosofica le stesseenergie della ragione vengano mobilitate al fine di trovare un fonda-mento di veritagrave circa lrsquooggetto di questa realtagrave desiderata

59 Cfr Rm 64-7 laquoPer mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella

morte percheacute come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre

cosigrave anche noi possiamo camminare in una vita nuova [ἐν καινότητι ζωῆς] Se infatti

siamo stati intimamente uniti [σμφύτοι] a lui in una morte simile alla sua lo saremo

anche con la risurrezione [ἀλλὰ καὶ τῆς ἀναστάσεως] Sappiamo che lrsquouomo vecchio

che egrave in noi [ὁ παλαιὸς ἡμῶν ἄνθρωπος] egrave stato crocifisso con lui percheacute fosse reso

inefficace questo corpo di peccato e noi non fossimo piugrave schiavi del peccato Infatti

chi egrave morto egrave ormai libero dal peccatoraquo60 Di ciograve si egrave detto nel sect 6 accennando nella nota 22 allrsquoarchetipo della Grande Madre

Questo fondamento verragrave bensigrave trovato ma saragrave tale da rassicuraresolo in parte e in modo come subito si diragrave fin dal principio insoddi-sfacente Lrsquoessere eterno corrispondente al concetto del divino non saragraveinfatti lrsquoessere come tale ma un essere specifico cioegrave lrsquoessere laquoidealeraquoo laquointelligibileraquo mentre diverso resteragrave il caso dellrsquoessere laquorealeraquo olaquosensibileraquo il primo egrave lrsquoessere come categoria universale mediatamenteintesa nel concetto (lrsquouomo il gatto lrsquoalbero) il secondo egrave lrsquoesserecome individuo esistente immediatamente percepito dalla sensibilitagrave(questo uomo questo gatto questo albero) Mentre il primo la cui esi-stenza egrave affermabile solo con una mediazione dimostrativa mostra lapropria necessaria eterna immutabilitagrave il secondo si dagrave in un immediatodivenire che pone ogni ente nella condizione dellrsquoessere laquocontesoraquo fralrsquoessere e il nulla in una oscillazione irrefrenabile61

Ed ecco il difetto originario della rassicurazione filosofica la filoso-fia garantisce infatti lrsquoeternitagrave dellrsquoessere ideale intelligibile ma non del-lrsquoessere reale sensibile e quando lrsquouomo si metta a riflettere sulla pro-pria speranza di immortalitagrave questa egrave tanto per cominciare del tuttoesclusa per quanto riguarda il corpo Passando a considerare lrsquoanimaessa egrave ndash dice Platone ndash quanto di piugrave somigliante allrsquoidea62 e in questo

274 A Postorino

61 Si trova nella filosofia platonica (PLAtonE Repubblica V 478 e sgg) un termine

specifico per indicare questa oscillazione ingovernabile il termine ἐπαμφοτερίζειν

che compone il concetto di un ἐρίζειν ἐπὶ τὰ ἀμφότερα cioegrave di una laquocontesa tra lrsquouno

e lrsquoaltroraquo essendo i due termini contendenti lrsquoessere e il niente ed essendo cosigrave la

cosa che egrave oggetto della contesa appunto un oscillare fra le diverse giurisdizioni dei

contendenti lrsquoessere delle cose sensibili cioegrave si mostra come assoluta precarietagrave62 Cfr Fedone 79 d ndash 80 b laquoorsugrave dunque ancora una volta da ciograve che si disse prima e

da ciograve che srsquoegrave detto ora a quale di queste due specie [scil lrsquoanima e il corpo] pare a te

che lrsquoanima sia piugrave congenere [ὁμοιότερον] e piugrave somigliante [συγγενέστερον] [hellip] Egrave

ben chiaro o Socrate che lrsquoanima al divino e il corpo al mortale ndash Considera ora

disse o Cebete se da quanto srsquoegrave detto possiamo concludere questo che al divino al -

lrsquoimmortale allrsquointelligibile allrsquouniforme allrsquoindissolubile e insomma a ciograve che rimane

sempre con se medesimo invariabilmente costante egrave somigliantissima [ὁμοιότατον]

lrsquoanima e viceversa allrsquoumano al mortale al multiforme al sensibile al dissolubile e

insomma a ciograve che non egrave mai con se medesimo costante egrave somigliantissimo il corpo

senso promette di essere eterna e dunque immortale resta perograve il fattoche ciascuno di noi quando pensa a laquose stessoraquo non si pensa come eter-na contemplazione dellrsquoeterno quale egrave in effetti lrsquoessenza dellrsquoanima masi pensa come insieme di ricordi di sensazioni e di aspettative cheriguardano comunque il mondo sensibile della corporeitagrave e questaanima non garantisce affatto la propria eternitagrave anzi la esclude

Lrsquouomo cosigrave ha paura della morte come i bambini dellrsquoorco63 esolo la dimensione del laquomito verosimileraquo64 ndash cioegrave del mito da noi stes-si costruito ponendovi a fondamento la struttura dellrsquoessere risultantenecessariamente dal pensiero filosofico ndash egrave in grado di rasserenarlo

275Il concetto dellrsquoIncarnazione

Abbiamo noi qualche ragione da dire in contrario mio Cebete per dimostrare che la

cosa non egrave cosigrave ndash non lrsquoabbiamoraquo Per questa e per tutte le altre successive citazioni

di passi platonici il testo di riferimento egrave PLAtonE Opere 2 voll Laterza roma-

Bari 1974 il testo dellrsquoeventuale interpolazione greca egrave dalla collezione oxoniense63 Cfr Fedone 77 d-e laquoAd ogni modo mi pare che anche tu e Simmia anche su questo

punto avreste piacere di investigare un poco piugrave a fondo e che siate come i ragazzi

con la paura addosso che veramente quando la nostra anima saragrave ligrave per uscire dal

corpo il vento la soffi via e la disperda del tutto massime poi che ci si trovi a morire

non giagrave in un momento di calma ma in mezzo a una grande bufera E Cebete sorri-

dendo Proprio come se srsquoavesse paura disse o Socrate vedi di persuaderci e di farci

animo o meglio non come se srsquoavesse paura noi cheacute crsquoegrave forse anche dentro di noi

come un fanciullino ed egrave lui che ha di questi sgomenti tu dunque cerca che muti

animo questo fanciullo e si persuada a non aver paura della morte come dellrsquoorco

[ldquocome delle stregherdquo ὥσπερ τὰ μορμολύκεια]raquo64 Sul mito verosimile cfr Gorgia 522 e ndash 527 a laquoAnzi se ti fa piacere vorrei farti un

racconto [λόγον] che serva a provarti che quel che ti ho detto egrave realmente in questo

modo [] Ascolta dunque come si dice un bel discorso che tu credo riterrai un

mito [ὃν σὺ μὲν ἡγήσῃ μῦθον] ma io un ragionamento [ἐγὼ δὲ λόγον] ragionamento

che infatti desidero esporti quasi fosse una veritagrave [ὡς ἀληθῆ]raquo E ancora Timeo 29 c-

d laquo[hellip] siccheacute intorno a queste cose conviene accettare una favola verosimile [τὸνεἰκότα μῦθον]raquo Questa costruzione saragrave una laquofavolaraquo percheacute costruita con lrsquoimmagi-

nazione ma saragrave laquoverosimileraquo percheacute avragrave come base una veritagrave necessaria raggiunta

dalla ragione dunque non dovragrave essere creduta vera cosigrave come viene narrata ma saragrave

qualcosa che necessariamente somiglia alla veritagrave In questo senso vale la pena di cre-

dervi anche accettando il rischio della sicura differenza rispetto alla veritagrave

276 A Postorino

garantendogli che se la veritagrave non egrave quella che lui immediatamentevorrebbe tuttavia egrave qualcosa che necessariamente le somiglia Perquesto noi dobbiamo fare a noi stessi una sorta di laquoincantesimoraquo chein forza di quella garanzia della ragione suffragata dallrsquoimmaginazio-ne ci tolga la paura65

10

Questa soluzione imperfetta tuttavia non solo resta segnata dal-lrsquoimperfezione ma egrave destinata al tramonto Il mito verosimile deveinfatti la sua verosimiglianza alla veritagrave necessaria delle determinazio-ni filosofiche che lo sostengono e questa veritagrave necessaria egrave tale per-cheacute risulta da una struttura dimostrativa fondata sul principio di noncontraddizione dunque in modo incontrovertibile

Accadragrave perograve che questa incontrovertibilitagrave continueragrave ad esserericonosciuta in tutta la tradizione filosofica successiva ndash da qui pas-sando nellrsquoambito della scienza moderna ndash solo nella sua espressioneformale o logica ma perderagrave del tutto valore ontologico cessando cosigravedi garantire la veritagrave della metafisica (la messa in discussione dellametafisica inizia giagrave dalla tarda filosofia scolastica e si compie formal-mente nella filosofia kantiana) si tratta dellrsquooperare segreto dellrsquoin-conscia persuasione nichilistica di cui lo scrivente ha avuto modo ditrattare in lavori precedenti66 ciograve che richiede ndash e anche di questo si egravegiagrave detto67 ndash una laquorigorizzazioneraquo della metafisica

65 Cfr Fedone 114 d laquoCertamente sostenere che le cose siano veramente cosigrave come io

le ho esposte non si conviene a un uomo che abbia buon senso [οὐ πρέπει νοῦν ἔχοντιἀνδρί] ma sostenere che questo o qualcosa di simile a questo debba accadere [ἢταῦτrsquoἐστὶν ἢ τοιαῦτ᾽ἄττα] [] ebbene questo mi pare che si convenga e che metta

conto di arrischiarsi a crederlo percheacute il rischio egrave bello [καλὸς γὰρ ὁ κίνδυνος] E

bisogna che con queste credenze noi facciamo lrsquoincantesimo a noi medesimi ed egrave

per questo che io da un pezzo protraggo il mio mitoraquo66 Cfr Per un tomismo anagogico cit (nota 3) I sect 4 note 16 43 52 Il concetto della ldquocrea-

tio ex nihilordquo cit (nota 1) I sect 5 II sectsect 11 17-20 IV sectsect 21-30 note 24 78 82 88 11267 Cfr Utrum sacra doctrina sit scientia in ldquoSacra Doctrinardquo 60 1 (2015) I nota 2

Per un tomismo anagogico cit (nota 3) III sectsect 18 22-23 note 8 16 Il concetto dellaldquocreatio ex nihilordquo cit (nota 1) II sect 11 III sectsect 1719 IV sectsect 22-23 26-27 29

note 24 78 103 109-110 112

277Il concetto dellrsquoIncarnazione

Il pensiero classico si trova prima di tutto di fronte al problemaposto dallrsquoontologia parmenidea vale a dire quello dellrsquoimpossibilitagravedella determinazione del laquonon essereraquo in quanto auto-contraddittoriaconsistendo il problema nellrsquoevidente sussistenza di una molteplicitagravesensibile diveniente allrsquointerno della quale una cosa non egrave lrsquoaltra eper altro verso si verifica che le cose non siano ancora ovvero che nonsiano piugrave Il compito di raccordare in modo non contraddittorio lrsquoevi-denza logica e lrsquoevidenza fenomenologica egrave assolto in prima istanzadalla dottrina platonica del laquoparricidioraquo68 per la quale il laquonon essereraquoprende le diverse forme del non essere relativo come laquodiversoraquo e delnon essere assoluto come laquonullaraquo Mentre per il secondo infatti con-tinua a valere la proibizione parmenidea il primo puograve fondare noncontraddittoriamente la molteplicitagrave ontologica una cosa non puograve nonessere (ossia non puograve uscire dallrsquoesistenza) ma puograve non essere lrsquoaltra(ossia puograve avere unrsquoesistenza determinata che egrave diversa da unrsquoaltraesistenza determinata)

Con questo passaggio filosoficamente epocale si apriva la dimen-sione dellrsquointero pensiero occidentale ma senza un radicale approfon-dimento che si puograve fare da subito non si egrave in grado di comprendere ilprocesso autodistruttivo di tale pensiero in quanto esso ponga origina-riamente se stesso come pensiero della veritagrave

68 Si tratta della dottrina messa a punto nel Sofista nota come teoria dei laquogeneri sommiraquo

(i quali sono laquoessere [ὄν]raquo laquoidentico [ταὐτόν]raquo laquodiverso [θάτερον = τὸ ἕτερον]raquo

laquoquiete [στάσις]raquo laquomovimento [κίνησις]raquo 236 d ndash 259 d) sono queste le categorie di

pari grado cioegrave non subordinate fra di loro che convengono come predicato a un qua-

lunque ente determinato per cui esso laquoegraveraquo (= esiste) egrave laquoidenticoraquo (a se stesso) egrave

laquodiversoraquo (da altro) egrave in laquoquieteraquo (= puograve essere considerato per se stesso) egrave in laquomovi-

mentoraquo (= puograve essere considerato in relazione ad altro) Due cose possono dunque

essere entrambe (cioegrave esistere lrsquouna accanto allrsquoaltra) e non essere entrambe (poicheacute

lrsquouna non egrave lrsquoaltra) La figura del laquoparricidioraquo richiama il parricidio sacrificale simbo-

lico significante la necessaria emancipazione dalla pur riconosciuta autoritagrave paterna

Parmenide resta insuperabilmente laquopadreraquo nel senso che lrsquoesclusione del laquonon esse-

reraquo resta confermata sul piano assoluto ma deve essere sacrificato nel senso che il

laquonon essereraquo pur escluso sul piano assoluto dellrsquoesistere egrave invece ammesso sul piano

relativo dellrsquoessere determinato

278 A Postorino

Si deve cominciare con lrsquoosservare che la detta soluzione platonicatiene fermo allrsquoimpossibilitagrave del non essere dellrsquoente e questo si tra-durragrave nella sistematicamente piugrave evoluta trattazione aristotelica nellaformulazione del laquoprincipio di non contraddizioneraquo69 il quale perogravemostra ndash non per caso come subito si vedragrave ndash di avere un caratterepuramente formale ciograve che il principio dice egrave che due predicati oppo-sti non possono convenire al medesimo soggetto nello stesso tempo enella stessa relazione mentre trova del tutto ammissibile ndash e consideraanzi unrsquoevidenza primaria ndash che due predicati opposti possano conve-nire e non convenire al medesimo soggetto in tempi diversi o secondorelazioni diverse (questo foglio non puograve essere bianco e insieme neroma puograve essere bianco ora e nero in passato o in futuro ovvero biancoqui e nero ligrave) Cosigrave perograve il principio di non contraddizione si riduce alprincipio di identitagrave ovvero a un principio puramente logico chegarantisce lrsquoidentitagrave della forma con se stessa a prescindere da qualun-que contenuto anche ndash ed ecco il punto ndash quando il contenuto sia lostesso essere ovvero il suo non essere Aristotele dice infatti che lrsquoes-sere deve essere quando egrave e deve non essere quando non egrave 70 e cosigravedicendo lascia affermato come possibile che lrsquoessere non sia tradendosenza avvedersene proprio quel principio di non contraddizione cheritiene di osservare proprio nellrsquoatto di tradirlo

69 tale principio in Aristotele suona laquoEgrave impossibile [ἀδύνατον] che il medesimo attri-

buto nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella

medesima relazioneraquo Per la trattazione piugrave concreta del principio che verragrave poi arti-

colato nei momenti della laquoidentitagraveraquo della laquonon contraddizioneraquo e del laquoterzo esclusoraquo

cfr Metafisica IV 3 1005 b (Per questa e per tutte le successive citazioni di passi

aristotelici il testo di riferimento egrave ArIStotELE Opere 4 voll Laterza 1973 il testo

dellrsquointerpolazione greca egrave da Aristotelis Opera Omnia Graece et Latinae Parisiis

Editore Ambrosio Firmin-Didot 1868)70 Cfr ArIStotELE De interpretatione 9 19 a 23-27 laquoEgrave necessario [ἀνάγκη] che lrsquoes-

sere sia quando egrave [τὸ μὲν οὖν εἶναι τὸ ὂν ὅταν ᾗ] e che il non essere non sia quando

non egrave [καὶ τὸ μή ὂν μὴ εἶναι ὅταν μὴ ᾗ] tuttavia non egrave necessario che tutto lrsquoessere sia

neacute che tutto il non essere non sia non egrave infatti la stessa cosa che tutto ciograve che egrave sia

necessariamente quando egrave e lrsquoessere senzrsquoaltro necessitagrave La stessa cosa si dica del

non essereraquo

279Il concetto dellrsquoIncarnazione

Abbiamo detto che questo carattere formale ndash e per ciograve stesso con-traddittorio ndash del principio di non contraddizione non egrave per caso e perspiegare questa non casualitagrave bisogna ritornare a Platone e capire checosa egrave in lui quellrsquoessere immutabile che proprio per la sua immutabi-litagrave porteragrave alla formulazione aristotelica di questo principio Platonedunque garantisce lrsquoincontraddittorietagrave della molteplicitagrave ontologicama tale incontraddittorietagrave in quanto pertinente nella relazione fradeterminati implica la sincronicitagrave degli stessi mentre sembra deltutto evidente che nella dimensione dellrsquoesistenza la contraddizionedel non essere egrave evitata solo percheacute lrsquoessere non egrave insieme non esserema passa nel non essere come il non essere passa nellrsquoessere (questaoscillazione ndash si egrave detto71 ndash egrave vista come immediatamente presente edegrave pertanto innegabile) Platone dunque deve garantire lrsquoincontradditto-rietagrave della molteplicitagrave ontologica sincrona (abbandonando virtual-mente alla contraddittorietagrave lrsquoandamento diacronico del divenire) equesta molteplicitagrave ontologica sincrona egrave quella delle laquoideeraquo cioegravedelle essenze universali intelligibili Egli dunque stabilisce lrsquoimmuta-bilitagrave degli enti che costituiscono il contenuto della laquoscienzaraquo mentrericonosce la mutevolezza degli enti che costituiscono il contenutodellrsquolaquoopinioneraquo72 cosigrave contrapponendo due regioni dellrsquoessere taledualismo segneragrave lrsquointera tradizione metafisica con lrsquoeffetto autodi-struttivo di cui si egrave detto

71 Egrave il tema dellrsquoἐπαμφοτερίζειν cfr sect 9 nota 6172 Lrsquoanalisi di questo luogo platonico essenziale a comprendere lrsquoesito aristotelico viene

condotta in E SEVErIno Destino della necessitagrave Katagrave tograve chreograven Adelphi Milano

1980 I I Platone ndash osserva Severino ndash laquoporta alla luce il senso della cosa ndash lrsquoorizzon-

te al cui interno cresce lrsquointera storia dellrsquooccidente ndash ponendo la cosa come un

ἐπαμφοτερίζειν (Repubblica 479 c) ossia un ἐρίζειν ἐπὶ τὰ ἀμφότερα Lrsquoespressione

τὰ ἀμφότερα (ldquolrsquouno e lrsquoaltrordquo) si riferisce allrsquoessere e al niente La cosa egrave il ldquodibatter-

si tra lrsquouno e lrsquoaltrordquo La parola greca ἐπαμφοτερίζειν mette lrsquoaccento su questo aspet-

to dellrsquoἐρίζειν e quindi significa innanzitutto ldquolrsquoesser incerto indeciso oscillante inutramque partem inclinansrdquo Ma la cosa si dibatte tra lrsquouno e lrsquoaltro appunto in quan-

to essi sono un contenderselaraquo ora questo dibattersi fra essere e nulla non riguarda

lrsquoessere immutabile della scienza ma lrsquoessere diveniente dellrsquoopinione Continua

280 A Postorino

Per comprendere infine con la massima chiarezza analitica questoeffetto autodistruttivo bisogna partire proprio da questa contrapposi-zione osservando che essa solo apparentemente tiene avendo perogravenascosto al suo fondo lrsquoelemento corrosivo che da ultimo saragrave distrut-tivo73 Platone infatti come si egrave visto non assegna lrsquoimmutabilitagraveallrsquoente come tale ma a un ente laquoprivilegiatoraquo cioegrave lrsquoente ideale intel-ligibile mentre conserva allrsquoente sensibile diveniente quel carattere diimprevedibile e ingovernabile laquooscillazioneraquo fra essere e niente chelrsquoevidenza immediata sembra assegnargli (dal che il detto dualismo)Ma posto che un ente determinato egrave prima di tutto un ente ndash nel cuisemplice esser ente inerisce la peculiare determinatezza ndash la tesi del-lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoessere laquoprivilegiatoraquo non egrave in grado di reggerelrsquoente immutabile egrave infatti prima di tutto un ente come tale e il suoessere un ente come tale contraddice il suo essere immutabile poicheacutelrsquoente come tale egrave per se stesso quellrsquooscillazione fra essere e nienteche esclude la sua immutabilitagrave

Egrave questo il nichilismo nascosto che fin dallrsquoinizio giace al fondo dellalaquometafisicaraquo classica la quale ndash lo ricordiamo ndash si dagrave come oggetto quel-

Severino (loc cit pp 21-22) laquoSi puograve ritenere che il contesto (Repubblica 478 e

sgg) in cui Platone nomina questa contesa non consenta di porre lrsquoἐπαμφοτερίζεινcome essenza dellrsquoente in quanto ente Al termine del libro V della Repubblica ci si

propone infatti di stabilire la differenza tra il contenuto della scienza (ἐπιστήμη) e il

contenuto dellrsquoopinione (δόξα) Il contenuto della scienza egrave lrsquoessere immutabile (τὸπαντελῶς ὂν) ldquolrsquoente che sempre egrave e non egrave conteso dalla nascita e dalla morterdquo [] Il

contenuto dellrsquoopinione egrave invece lrsquoἐπαμφοτεριστής lrsquoindeciso tra lrsquoessere e il niente

che proprio percheacute indeciso egrave compagno (μετέχον) di entrambi [] Sembra quindi

fuori discussione che nellrsquoἐπαμφοτερίζειν non si apra il senso dellrsquoente in quanto ente

ma soltanto il senso dellrsquoente in quanto divenienteraquo73 Questa analisi si svolge prima di tutto in E SEVErIno Ritornare a Parmenide in

laquorivista di filosofia neo-scolasticaraquo 1964 (II) poi in Essenza del nichilismo (1972)

nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1982 Egrave lrsquoarticolo da cui sorgeragrave la contrap-

posizione fra Emanuele Severino e il suo maestro Gustavo Bontadini col lungo dibat-

tito fra i due destinato ad allargarsi nel quadro problematico della laquorigorizzazioneraquo

della metafisica (cfr i riferimenti indicati nella nota 67)

281Il concetto dellrsquoIncarnazione

lrsquoessere immutabile che sta al di lagrave dellrsquoessere mutevole della laquofisicaraquoQuesto essere mutevole della fisica venendo meno ogni laquoal di lagraveraquo pren-de cosigrave tutto il campo e gli laquoimmutabiliraquo della tradizione filosofica occi-dentale appaiono inevitabilmente destinati al tramonto74 Il che non egrave ndashcome qualcuno potrebbe superficialmente ritenere ndash solo unrsquoipotesi discuola collegata allrsquoaltra ipotesi dellrsquoesistenza di unrsquoalienazione nichili-stica ma egrave lrsquoesito storico conclamato dellrsquointero corso della filosofiaoccidentale rappresentato dalla nietzschiana laquomorte di Dioraquo

11

Ed ecco che nel pensiero contemporaneo la dimensione della laquosal-vezzaraquo dilegua senza speranza La prospettiva dellrsquoimmortalitagrave delineatadal pensiero classico era si egrave visto quanto meno difettosa per ciograve cheriguarda la rassicurazione che libera dallrsquoangoscia nel senso che garan-tiva lrsquoeternitagrave di un essere intelligibile universale ma non quella dellrsquoes-sere sensibile individuale mentre lrsquouomo pensando alla sua anima lavede profondamente strutturata proprio dal ricordo dallrsquoesperienza dal-lrsquoaspettativa che si radicano nel mondo sensibile diveniente

tale difetto era perograve in qualche modo superabile indicando il modonel quale lrsquoanima affetta dallrsquoangoscia per la mortalitagrave a causa dellasua mescolanza compromissoria col mondo sensibile poteva liberarsida questa angoscia laquopurificandosiraquo da questa mescolanza e identifi-candosi con la propria essenza necessariamente immortale Si puograve anzidire che la filosofia aveva una delle sue funzioni fondamentali nellrsquoin-

74 Egrave la Goumltterdaumlmmerung o laquotramonto degli degraveiraquo (cfr nota 10) cioegrave una delle grandi

immagini dellrsquoautocoscienza dellrsquooccidente Cfr E SEVErIno La follia dellrsquoAngeloConversazioni intorno alla filosofia a cura di Ines testoni Mimesis Edizioni Milano

2006 laquo[] crsquoegrave unrsquoantinomia originaria nella storia dellrsquooccidente che si perpetua

lungo lrsquointera tradizione occidentale Crsquoegrave la volontagrave di difendersi dalla minaccia del

divenire circondandolo con strutture immutabili (Dio leggi eterne leggi della natura e

della societagrave valori assoluti principi e veritagrave definitive) Poi ci si rende conto che le

strutture immutabili rendono impossibile il divenire la vita stessa che doveva essere

difesa percheacute il divenire egrave sigrave una minaccia ma egrave anche la vita dellrsquouomo Allora diventa

inevitabile che il divenire in cui tutti credono elimini ogni immutabile ogni Dio ogni

veritagrave definitiva Gli immutabili sono destinati al tramontoraquo

282 A Postorino

dicare questa via cosigrave che mentre lrsquouomo comune teme la morte ilfilosofo veniva indicato come colui che non la teme75

La speranza della salvezza non raggiungeva cosigrave il pensiero comunese non in forme mitologico-religiose cui la ragione non dagrave credito masussisteva per il filosofo disposto a percorrere la lunga e difficile viadellrsquoascesi contemplativa La dimensione dellrsquoimmortalitagrave aveva infattiveritagrave anche se non quella veritagrave che il senso comune desidera (tuttaviase non questa ndash suggeriva Platone ndash aveva una veritagrave che necessaria-mente assomiglia a quella che il senso comune desidera76 essendo talesomiglianza fondata sulla base comune della veritagrave necessaria)

Ciograve che invece accade col destinale tramonto degli immutabili acausa dellrsquoalienazione nichilistica egrave che proprio questa veritagrave necessa-ria dilegua e il pensiero contemporaneo si trova di fronte allrsquoimpossi-bilitagrave della salvezza impossibilitagrave che fa percepire come illusorie lepromesse della religione

75 Giagrave Platone indica la via dellrsquoascesi contemplativa che distaccando lrsquoanima dalla sua

parte mortale la porta allrsquoidentificazione con la stessa struttura eterna che viene con-

templata (anche se poi egrave consapevole che lrsquouomo comune non egrave questo che vuole

desiderando solo lrsquoindeterminata prosecuzione della propria esistenza temporale cosigrave

che la morte continua a terrorizzarlo come lrsquoorco i bambini cfr il passo del Fedoneriportato alla nota 63) La filosofia si fa cosigrave preparazione alla morte laquoSe cioegrave lrsquoanima

si diparte pura [καθαρά ἀπαλλάττηται] dal corpo nulla del proprio corpo traendo

seco come quello che nulla in vita per quanto poteacute volle avere in comune con esso e

anzi fece di tutto per fuggirlo e starsene raccolta in se medesima [αὐτὴ εἰς ἑαυτήν]

poicheacute a questo sempre si preparograve ndash e questo non egrave altro che propriamente filosofare

[ὀρθῶς φιλοσοφοῦσα] e veramente prepararsi a morire senza rammarico non egrave questo

infatti che diciamo preparazione di morte [μελέτη θανάτου]raquo Sulla classica via pla-

tonica si trovano poi le grandi figure plotiniane (ad esse si egrave accennato nella nota 10)

della risalita ipostatica allrsquoUno intesa come laquosemplificazione [ἅπλωσις]raquo volta alla

laquounificazione [ἕνωσις]raquo al comandamento dellrsquolaquoelimina ogni cosa [ἄφελε πάντα]raquo

cui segue la divina beatitudine dellrsquolaquoestasi [ἔκστασις]raquo tutte figure come giagrave si egrave

detto che stabiliscono per lrsquoimmortalitagrave il prezzo del liberarsi dalla propria individua-

litagrave perdendosi in un divino indistinto76 Egrave la vista teoria del laquomito verosimileraquo cfr sect 9 e nota 64

283Il concetto dellrsquoIncarnazione

12

Questo esito sembra tanto fatale e inevitabile da entrare ndash sebbenesolo localmente e temporaneamente ndash nella stessa teologia producendoquel fenomeno detto laquoteologia della morte di Dioraquo o laquoateismo cristia-noraquo77 I teologi che danno vita a questo movimento per quanto forsecriticabili per una non convincente profonditagrave filosofica o per il prevale-re dellrsquoindividualismo teorico sul senso della ecclesialitagrave non sembranoinvece criticabili per quanto riguarda la sinceritagrave della fede e il desideriodi reagire propositivamente a quella che registrano come una grave crisidel rapporto fra la dottrina religiosa e il mondo contemporaneo

La veritagrave egrave che quella impossibilitagrave della laquosalvezzaraquo di cui abbiamocercato di indicare la causa nel farsi operante a livello di coscienza delnichilismo originario viene ormai considerata come un dato acquisito

77 Si tratta dellrsquoargomento della dissertazione di dottorato dello scrivente A PoStorIno

La sapienza della croce Una interpretazione anagogica della kenosi formulabile nelquadro del programma bontadiniano della rigorizzazione della metafisica Agoragrave amp

Co Lugano 2014 nella prima parte di questo lavoro si prende in esame proprio il

fenomeno della laquoteologia della morte di Dioraquo o laquoateismo cristianoraquo quale si svolge

soprattutto in ambiente protestante nordamericano negli anni Sessanta di fine

novecento tale fenomeno ha dei prodromi europei nellrsquoopera del vescovo anglicano

John robinson ndash il quale registra il contrasto fra la dottrina ecclesiastica e il mondo

moderno ndash e si costituisce come una sorta di laquopiano inclinatoraquo il cui fondo egrave intuibile

fin dallrsquoinizio troviamo qui harvey Cox che conduce lrsquoanalisi in un registro sociolo-

gico insistendo sulle origini bibliche della secolarizzazione e sulla potenza liberatrice

di questo fenomeno quindi Paul van Buren il quale muovendosi nella prospettiva

dellrsquoanalisi linguistica esamina la laquoinsignificanzaraquo di Dio per la cultura contempora-

nea quindi Gabriel Vahanian il quale teorizza lrsquoesaurimento della laquocristianitagraveraquo e lrsquoav-

vento di una laquoera post-cristianaraquo e ancora William hamilton il cui lavoro egrave teso a

focalizzare un residuo di cristianesimo autentico nel senso di efficace nella vita di tutti

i giorni Ultimo e vero fondo del piano inclinato thomas Altizer il quale propone di

dare un senso autenticamente teologico alla laquomorte di Dioraquo annunciata da nietzsche

dove la morte sacrificale di Cristo sarebbe appunto lrsquoassunzione di una divinitagrave

oppressiva ndash la totalitagrave sacra primordiale ndash per portarla alla morte sulla croce liberan-

do cosigrave lrsquoumanitagrave da ogni tutela e riferimento trascendente

e a fronte di questo dato si cerca di capire quale attualitagrave rimanga alladottrina cristiana dando per scontato che essa non puograve semplicementeproporsi come una veritagrave di fede contrapposta alla veritagrave della ragione(mentre in passato si egrave trattato di una veritagrave di fede inclusiva dellaveritagrave della ragione) Questa inclusivitagrave viene drsquoaltronde sentita comenecessaria e poicheacute la veritagrave della ragione sembra ormai essere quelladella nietzschiana laquomorte di Dioraquo egrave proprio questa la veritagrave che devecontinuare ad essere inclusa nella teologia richiedendo questrsquoopera-zione una completa trasvalutazione del contenuto della fede cristianache della teologia resta elemento strutturale fondante

La questione non egrave dunque quella di difendere la dottrina della federivendicandola contro la disciplina della ragione quale egrave andata stori-camente e teoreticamente configurandosi poicheacute questa ndash oltre adessere in contraddizione con la stessa dottrina della fede la quale nonpuograve ammettere uno scarto insuperabile tra veritagrave rivelata e ragionenaturale ndash egrave per cosigrave dire una battaglia perduta che fornisce legittima-zione ai tentativi pur insoddisfacenti di venire a capo del problemacome in fondo fa la laquoteologia della morte di Dioraquo La questione egraveinvece quella di vedere se la disciplina della ragione quale egrave andatastoricamente e teoreticamente configurandosi egrave davvero la disciplinanecessaria della ragione o se una disciplina della ragione piugrave avanza-ta non possa offrire di nuovo quella possibile concordanza di fede eragione che per il visto sviluppo storico-teoretico egrave andata perduta

Siamo cosigrave da capo di fronte al problema della laquorigorizzazioneraquodella metafisica la quale emendando la tradizione filosofica dal nichili-smo che la permea ci mette di fronte a un concetto della veritagrave non piugraveesclusivo della laquosalvezzaraquo annunciata dalla fede anche se lrsquointera con-cettualitagrave teologica deve affrontare lrsquoimpegno di una riformulazione chenon smentisca la formulazione precedente ma la superi conservandola78

284 A Postorino

78 Egrave questa la prospettiva generale delineata nella dissertazione di dottorato di cui si egrave

detto nella nota precedente Lrsquoindagine si articola in due parti la prima che ha per

titolo laquoLa ldquomorte di Diordquoraquo esamina lrsquointero movimento dellrsquolaquoateismo cristianoraquo

dalle perplessitagrave apologetiche del conservatore reverendo robinson alla laquoteotanatolo-

giaraquo del visionario Altizer (cfr quanto detto nella nota precedente) la seconda che ha

Egrave questo il compito della teologia anagogica79

iv

il PortAto di unA recuPerAtA ontologiA dellrsquooriginArio

13

Abbiamo detto che la figura dellrsquoIncarnazione implicante la com-partecipazione divina dellrsquoesistenza concreta di ogni uomo80 egrave quellache segna il distacco radicale del Cristianesimo dalla matrice religiosaprimordiale la quale intuisce lrsquoimmortalitagrave come un raccogliersi nelgrembo della divinitagrave81 il che da un punto di vista ontologico corri-sponde alla determinazione del raccogliersi di tutti gli enti temporalimutevoli nel grembo dellrsquoessere eterno immutabile

Lrsquoontologia soggiacente alla rivelazione cristiana invece ndash si egravealtrettanto detto come premessa ndash vuole fondare il rapporto specular-mente inverso a questo (a questo che si egrave indicato come un panteismoconcretizzantesi in panenteismo) e cioegrave se tutte le cose sono in Dio egrave

285Il concetto dellrsquoIncarnazione

per titolo laquoKenosi e pleromaraquo cerca di mostrare con una puntuale indagine filosofica

come la stessa laquoteologia della morte di Dioraquo sia stata possibile solo in ragione della

deriva nichilistica che ha segnato la storia della metafisica occidentale arrivando a

penetrare nello stesso ambito teologico mentre non lo sarebbe stata quando si avesse

avuto a che fare con una metafisica laquorigorizzataraquo in forza della quale la kenosi ndash

ossia lo laquosvuotamentoraquo dellrsquoessenza divina teorizzata nichilisticamente dalla teologia

in questione ndash ha come rovescio necessario il pleroma ossia la pienezza assoluta

della totalitagrave dellrsquoessere nella dimensione dellrsquoeternitagrave79 Per una considerazione teoreticamente articolata di questa prospettiva teologica cfr A

PoStorIno La scienza di Dio Il tomismo anagogico di Giuseppe Barzaghi OP cometesta di ponte verso una teologia per il terzo millennio ldquoSacra Doctrinardquo Anno 63deg

201802 (lo scritto egrave giagrave stato citato alla nota 1 con la precisazione che si sarebbe tor-

nati a farvi riferimento)80 Cfr sect 481 Cfr sect 5

altrettanto vero che Dio egrave in ogni singola cosa82 Egrave di questo dunqueche ci si deve inizialmente occupare

Lrsquoontologia egrave scienza dellrsquolaquoessereraquo e questa determinazione onni-comprensiva si trova originariamente in un rapporto ambiguo con ladeterminazione dellrsquolaquoenteraquo83 tale ambiguitagrave va chiarita e superatagiungendo a una piugrave rigorosa strutturazione di campo Lrsquoessere egraveprima di tutto essere indeterminato cioegrave puro essere privo di qualun-que determinazione84 Lrsquoente egrave invece quel certo essere che non egrave unaltro essere ossia egrave un essere determinato che fa da soggetto allrsquoazio-ne espressa dal verbo essere85

ora il primo equivoco ndash o piuttosto la prima semplificazione fuor-viante ndash sta nel credere come a tutta prima puograve sembrare che lrsquoesseresia il contenente generale e gli enti siano i contenuti parziali sussisto-no le laquocoseraquo che sono gli enti e sussiste la loro proprietagrave comune che

286 A Postorino

82 Quale anticipazione di questa ontologia si egrave fatto riferimento alla dottrina di niccolograve

Cusano il concetto chiave egrave quello della contractio che si lega alla complicatio e

allrsquoexplicatio (cfr nota 26)83 Parmenide precursore dellrsquoontologia e di fatto suo fondatore indica il suo laquoprincipioraquo

ndash che presenta subito tratti irriducibili allrsquoἀρχή presocratica ndash sia col termine εἶναιlaquoessereraquo sia col termine τὸ εόν cioegrave laquolrsquoenteraquo o laquolrsquoessenteraquo o laquociograve che egraveraquo

84 Questa indeterminatezza egrave richiesta dalla contraddittorietagrave della determinazione come

tale la quale implica un laquonon essereraquo (ciograve che egrave A non egrave B) della cui assurditagrave il pensie-

ro si deve rendere conto laquopercheacute il non essere neacute lo puoi pensare (non egrave infatti possibi-

le) neacute lo puoi esprimere [οὒτε γὰρ ἂν γνοίης τὸ μὴ ἐὸν (οὐ γὰρ ἀνυστὸν) οὒτε φράσαις]

lo stesso infatti egrave il pensare e lrsquoessere [τὸ γαρ αὐτὸ νοεῖν ἐστιν τε καὶ εἶναι]raquo (DK 28

B 2-3) (questi e i successivi passi parmenidei in h DIELS ndash W KrAnz Die Fragmenteder Vorsokratiker trad it I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza roma-

Bari 1975) La primitiva ontologia parmenidea dunque nega assolutamente la veritagrave del

mondo visibile che apparentemente ci sta di fronte laquoPerciograve saranno tutte soltanto parole

[πάντrsquoὄνμ(α) ἔσται] quanto i mortali hanno stabilito convinti che fosse vero

[πεποιθότες εἶναι ἀληθῆ] nascere e perire essere e non essere cambiamento di luogo e

mutazione del brillante coloreraquo (DK 28 B 8 vv 42-45)85 Il pluralismo ontologico diviene possibile senza contraddizione in forza della dottrina

platonica del laquoparricidioraquo ricordata nella nota 68

egrave lrsquoessere Intendendo la cosa in questo modo ndash ciograve che certo puograve esse-re fatto ndash si riduce lrsquoessere a determinazione astratta perdendo la pos-sibilitagrave ndash che peraltro egrave fondante lrsquoontologia come tale ndash di intenderelrsquoessere come un soggetto e non soltanto come un predicato cioegrave difarne una cosa che ha un nome e non unrsquoazione espressa da un verboDa questo punto di vista lrsquoessere che come totalitagrave contiene gli entideterminati parziali egrave a sua volta un ente 86 solo che ndash e qui sta il pro-blema ndash non puograve essere un ente determinato parziale poicheacute questoimplicherebbe qualcosa di altro dallrsquoessere ma questo come nullaresta sotto il divieto parmenideo87

La questione va risolta cominciando con lrsquoosservare valendosi dellaclassica teoria aristotelica della definizione88 che al vertice della pirami-de delle essenze non crsquoegrave il puro essere ma proprio lrsquoente risalendoinfatti di grado in grado la struttura gerarchica della partecipazione ognipassaggio individua prima di tutto il laquogenere prossimoraquo ndash vale a dire ilconcetto immediatamente piugrave esteso (per es genere prossimo di laquouo -moraquo puograve essere laquoanimaleraquo) ndash e indica poi la laquodifferenza specificaraquo ndashvale a dire ciograve che caratterizza una certa essenza rispetto alle altre checadono sotto lo stesso genere (per es la differenza specifica fra laquouomoraquoe laquogattoraquo entrambi cadenti sotto il genere laquoanimaleraquo puograve essere laquorazio-naleraquo dal che la definizione laquolrsquouomo egrave un animale razionaleraquo) ora sipuograve avere lrsquoimpressione che al vertice della struttura gerarchica delleessenze ndash dove deve trovarsi il concetto piugrave ampio di tutti ndash ci sialrsquolaquoessereraquo e che immediatamente sotto di lui ci sia lrsquolaquoenteraquo (infatti glienti sono pensati come parziali lrsquoessere come totale) ma ci si deve poirendere conto che non puograve sussistere differenza specifica fra ente edente poicheacute tutto ciograve che egrave uno egrave anche lrsquoaltro

Al vertice della piramide si trova dunque proprio lrsquoente e il proble-ma visto di come la determinatezza o parzialitagrave dellrsquoente sembriimplicare un impossibile altro che sarebbe non ente e cosigrave non essereo nulla si risolve quando si osservi il sorgere di un problema anche

287Il concetto dellrsquoIncarnazione

86 Parmenide come si egrave detto usa paritariamente i termini laquoessereraquo e laquoenteraquo (cfr nota 83)87 Cfr il primo dei passi citati alla nota 8488 Cfr Topici I 5 101 b ndash 102 b

piugrave grave quando si provi a porre al vertice della piramide il puroessere questo infatti non avendo un altro da lui (il puro essere egrave inde-terminato dunque non contiene la negazione come tale essenziale alladeterminatezza dellrsquoalteritagrave) non egrave in grado di fare da fondamento diogni cosa poicheacute essere fondamento significa capacitagrave di negare ciograveche lo nega cosigrave sostenendosi di contro al tentativo di negarlo Questacapacitagrave lrsquoha invece proprio lrsquoente e non percheacute il negato stia fuori dilui ndash il che egrave impossibile (non puograve esistere il non ente che egrave non esse-re assoluto o nulla) ndash ma percheacute lrsquoente ha in lui lrsquoopposizione a seacute(allrsquointerno dellrsquoente vi sono laquopartiraquo dallrsquoente ciascuna delle quali egrave asua volta un ente e delle quali lrsquouna non egrave lrsquoaltra) Lrsquoente egrave laquoqualco-saraquo aliquid il che richiama aliud quid il qualcosa (quid) egrave di per seacuteun altro (aliud) nel senso che si differenzia da un altro qualcosa cosigravecome lrsquoaltro si differenzia da lui ciascuno dei due nega lrsquoaltro che lonega e questa relazione egrave appunto il fondamento Ma questa relazioneegrave lrsquoente come tale e lrsquoente come tale cosigrave inteso egrave lrsquoessere concreto enon il puro essere lrsquoessere concreto egrave lrsquoente contenente lrsquoinfinita plu-ralitagrave degli enti ciascuno dei quali non egrave lrsquoaltro ed egrave se stesso proprionon essendo lrsquoaltro

14

Si innesca cosigrave subito unrsquoaporia lrsquoente come tale infatti da un latoegrave lrsquoIntero lo egrave come essere concreto contenente in seacute lrsquoinfinita plura-litagrave degli enti da un altro lato non egrave lrsquoIntero poicheacute egrave soltanto un ele-mento di quellrsquoinfinita pluralitagrave Diciamo allora per risolvere lrsquoaporiache lrsquoente come tale ndash intendendo con ciograve un qualunque ente determi-nato ndash ha la forma dellrsquoIntero (ce lrsquoha percheacute lrsquoIntero egrave un ente) manon ne ha il contenuto (non ce lrsquoha percheacute tale contenuto comprendela totalitagrave degli enti)

Ciograve ha conseguenze per il concetto dellrsquoIntero poicheacute non soltanto ilsingolo ente determinato ha la forma ma non il contenuto dellrsquoIntero maanche qualunque rappresentazione dellrsquoIntero noi possiamo darci nonconterragrave mai la totalitagrave degli enti come lrsquoIntero deve fare per principio eciograve per due motivi Prima di tutto percheacute ogni nostra possibile visionedellrsquoIntero conterragrave un certo numero di cose e da questo numero restanofuori da un lato le cose visibili ma attualmente non viste percheacute nonguardate da un altro lato le parti in cui queste cose sono analizzabili

288 A Postorino

senza che lrsquoanalisi venga operata (essendo poi lrsquoanalisi virtualmente infi-nita) In secondo luogo percheacute lrsquoincoercibile divenire che struttura larealtagrave immediata89 da un lato introduce continuamente nuovi enti cheimprevedibilmente sopraggiungono da un altro lato fa dileguare gli entipresenti che inevitabilmente spariscono90

Il nostro concetto dellrsquoIntero deve quindi prendere su di seacute la deter-minazione di essere un Intero formale (cioegrave mancante di una parte piugraveo meno grande del proprio contenuto) il che fa sorgere nuovi proble-mi Infatti lrsquoIntero in quanto formale si trova in unrsquoinsuperabile con-traddizione con se stesso esso egrave lrsquoIntero (formalmente) ma non egravelrsquoIntero (contenutisticamente) La contraddizione egrave insuperabile inquanto lrsquoIntero concreto ndash che allarga il suo contenuto alla totalitagrave spa-ziale sincronica e alla totalitagrave temporale diacronica (pur non necessa-riamente esaurendosi in questa duplice dimensione infatti non egrave detto

289Il concetto dellrsquoIncarnazione

89 Egrave ozioso ricordare che la prima testimonianza filosofica dellrsquoincoercibile divenire si

ha nei laquoframmenti del fiumeraquo di Eraclito laquoAcque sempre diverse scorrono [ἕτερα καὶἕτερα ἐμβαινουσιν] per coloro che si immergono negli stessi fiumiraquo (DK 22 B 12)

laquonello stesso fiume [ποταμῶι hellip τῶι αὐτῶι] non si puograve scendere due volte [οὐκ ἔστινἐμβῆναι δὶς]raquo (DK 22 B 91) laquonegli stessi fiumi [ποταμοῖς τοῖς αὐτοῖς] scendiamo e

non scendiamo [ἐμβαίνομεν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν] siamo e non siamo [εἶμεν τε καὶοὐκ εἶμεν]raquo (DK 22 B 49 a)

90 Lrsquoaporia della totalitagrave che non egrave se stessa a causa del divenire si trova descritta in

E SEVErIno La struttura originaria (1958) nuova edizione ampliata Adelphi Milano

1981 V 26 laquoSi diragrave allora in generale che la totalitagrave del F-immediato diviene e cioegrave

che lrsquoessere che nella F-immediatezza egrave per seacute noto egrave per seacute noto come diveniente

Ma il divenire importa che la totalitagrave del F-immediato lasci che nellrsquoorizzonte da essa

aperto le sopraggiunga una determinazione incrementante lrsquoorizzonte posizionale

Per il sopraggiungere la totalitagrave del F-immediato come totalitagrave svanisce e permane egrave

e non egrave ad un tempo Egrave in quanto ciograve che sopraggiunge egrave esso stesso F-immediato e

come tale rientra nella totalitagrave del F-immediato ndash della quale quindi si dice che egrave un

permanere o un essere ancora Non egrave in quanto ciograve in cui il sopraggiungere rientra

come nella totalitagrave non egrave ciograve rispetto a cui esso egrave appunto un sopraggiungere e che egrave

la totalitagrave stessa del F-immediato che si lascia perciograve accanto un F-immediato che la

eccederaquo

che le determinazioni che risiedono nellrsquoIntero debbano venire amanifestazione nella loro totalitagrave) ndash non puograve apparire nella sua concre-ta essenza nellrsquoambito della finitezza (data la vista infinitagrave dellrsquoanalisidi ciograve che egrave presente e il visto perpetuo sopraggiungere e dileguare dideterminazioni a causa del divenire)

Questa contraddizione insuperabile nellrsquoambito della finitezza puograveessere detta la laquocontraddizione-madreraquo (in quanto sta alla radice essen-ziale di ogni contraddizione essendo la contraddizione lrsquoessere e il nonessere qualcosa da parte dello stesso) e puograve essere presentata come unadisequazione nel senso di uno scarto fra intenzione e realizzazione chiintenda porre un certo ente secondo la sua essenza ha appunto lrsquointen-zione di porlo cosigrave ma poicheacute unrsquoessenza egrave quel che egrave solo allrsquointernodella totalitagrave relazionale che lega tutte le essenze e drsquoaltronde questatotalitagrave relazionale non egrave data neacute puograve esserlo nella finitezza quellrsquointen-zione egrave volta a un fine che non puograve avere realizzazione da qui la laquodise-quazioneraquo prodotta dalla contraddizione-madre91

15

Soprassedendo qui al problema dellrsquoinfinitagrave dellrsquoanalisi sincronicae guardando soltanto alla dimensione problematica del divenire il pro-blema che viene in luce egrave quello dello statuto ontologico del non esse-

290 A Postorino

91 Severino designa ciograve che noi abbiamo chiamato laquocontraddizione-madreraquo col termine

laquocontraddizione Craquo Si veda E SEVErIno La struttura originaria cit VIII 9 laquoDire

ldquonella posizione di S non implicante la posizione di una o piugrave costanti di S S egrave posto

di fatto ma insieme non puograve essere posto come talerdquo significa che ciograve che in questa

posizione di S si intende porre non egrave ciograve che effettivamente o realmente si riesce a

porre La positivitagrave posizionale della contraddizione C non richiede infatti semplice-

mente che allorcheacute la posizione di S non implica la posizione di una o piugrave costanti di

S si realizzi di fatto un orizzonte posizionale qualsiasi bensigrave richiede che questo oriz-

zonte sia posto come S ma poicheacute ndash stante la non posizione di una o piugrave costanti di S

ndash ciograve che con questo orizzonte resta posto non puograve essere S la positivitagrave posizionale

della contraddizione C richiede lrsquointenzione di porre S Se lrsquoorizzonte in questione non

si realizzasse come questa intenzione il suo non riuscire a valere come S non provo-

cherebbe lrsquoautocontraddittorietagrave di tale orizzonte (essendo chiaro che quando si parla

di contraddizione C si parla di unrsquoautocontraddizione)raquo

re ancora e del non essere piugrave se lrsquoessere di certi determinati entisopraggiunge nellrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito ovvero dilegua datale orizzonte il concetto nichilistico di questo processo egrave quello delsopraggiungere come un venire dal nulla e del dileguare come unandare nel nulla Ma questo egrave impossibile per il semplice ma incontro-vertibile motivo che il nulla non puograve avere alcuna realtagrave positiva epertanto non puograve intrattenere alcun rapporto con lrsquoessere

ne consegue che ciograve che sopraggiunge in qualche modo giagrave egraveprima di sopraggiungere nellrsquoorizzonte finito e che ciograve che dilegua inqualche modo continua ad essere dopo lrsquoessere dileguato da tale oriz-zonte Ciograve significa ndash ed egrave questa la vera rivoluzione dellrsquoontologiache siamo chiamati ad amministrare ndash che lrsquoente egrave eterno come taleed egrave con questa veritagrave incontrovertibile che ci se la deve vedere nel-lrsquointera problematica che questo sviluppo della riflessione suscita

rispetto a questa conclusione necessaria egrave ancora possibile unrsquoobie-zione che va attentamente considerata92 Lrsquoobiezione egrave la seguenteammettiamo pure che lrsquoessere debba esistere prima di entrare nellrsquoappari-re e dopo essere uscito dallrsquoapparire ndash il che preserva lrsquoessere dallrsquoimpos-sibile positiva relazione al nulla ndash tuttavia non si puograve negare il venire dalnulla e il tornare nel nulla non dellrsquoessere ma appunto del suo apparireesso infatti evidentemente non esiste prima di realizzarsi come quel-lrsquoapparire dellrsquoessere che egrave neacute esiste dopo la cessazione di questo appari-re dellrsquoessere Il concetto del divenire come venire dal nulla e andare nelnulla quindi cacciato dalla porta rientra dalla finestra93

291Il concetto dellrsquoIncarnazione

92 Se la conclusione prende clamorosamente campo in E SEVErIno Ritornare aParmenide cit lrsquoobiezione si trova in G BontADInI Σώζειν τὰ φαινόμενα in ID

Conversazioni di metafisica (1971) introduzione di A Bausola Vita e Pensiero

Milano 1995 tomo II (cfr quanto detto nella nota 73)93 Cfr G BontADInI Dialogo di metafisica (1969) in Conversazionihellip cit tomo II

laquoIl tentativo esperito da Severino di congelare il divenire mi pare che non riesca Se

anche si ammettesse ndash in omaggio al principio metafisico ndash che quella carta che la

comune degli uomini dice non esistere piugrave in quanto srsquoegrave vista bruciare esiste ancora

ed eternamente fuori dellrsquoesperienza e se perciograve si ammettesse che da questo lato ed

in questo senso lrsquoesperienza non attesta il divenire cioegrave non puograve decretare come pura

La risposta a questa obiezione egrave che essa non egrave che un prolungamen-to dellrsquoastrazione che non vede il necessario preesistere e persistere del-lrsquoessere lrsquoapparire dellrsquoessere egrave infatti esso stesso un essere e tale esse-re come tutto lrsquoessere esiste prima e dopo il suo apparire Vediamo lacosa ordinatamente Crsquoegrave lrsquoessere e crsquoegrave il suo apparire e poicheacute il suoapparire egrave articolato in un divenire lrsquoessere non potendo venire dalnulla e tornarvi preesiste al suo transitorio apparire e persiste ad essoMa lrsquoessere entrando nellrsquoapparire si mostra legato allrsquoessere di questosuo apparire e questo essere non puograve venire dal nulla dunque cosigravecome lrsquoessere preesiste al suo apparire cosigrave anche lrsquoapparire dellrsquoesserepreesiste al suo apparire Lrsquoessere poi uscendo dallrsquoapparire sembrasciogliere il legame con lrsquoessere del suo apparire e tuttavia non egrave possi-bile che lrsquoessere del suo apparire diventi nulla dunque cosigrave come lrsquoes-sere persiste al suo apparire cosigrave anche lrsquoapparire dellrsquoessere persiste alsuo apparire94

292 A Postorino

esperienza che ldquolrsquoessere della carta non egraverdquo egrave perograve ineliminabile quel residuo di dive-

nire contro cui Severino si arrovella col suo ampio argomentare ossia il divenire ndash

epperograve il non-essere ndash dellrsquoapparire della carta (di quella variante che egrave la carta) Se

infatti io posso disgiungere in un senso determinato la carta dal suo apparire ndash in

quanto affermo che esiste anche fuori dellrsquoapparire ndash non posso disgiungere lrsquoapparire

dallrsquoapparire ossia da se stesso affermando che lrsquoapparire (della carta) esiste anche

fuori dellrsquoapparire (cioegrave anche fuori di se stesso)raquo94 Cfr E SEVErIno Poscritto a Ritornare a Parmenide in Essenza del nichilismo cit

laquoLrsquoapparire dellrsquoessere egrave insieme necessariamente lrsquoapparire di se medesimo ossia il

contenuto che appare include necessariamente il suo apparire Questo anche se nella

coscienza (ossia negli atteggiamenti non veritativi dellrsquoapparire) non si egrave consapevoli di

tale essenziale presenza dellrsquoapparire Dunque se quando questa lampada appare

appare necessariamente il suo apparire (ossia il suo essere inclusa nellrsquoorizzonte del-

lrsquoapparire) allora se questa lampada incomincia ad apparire incomincia ad apparire

anche il suo apparire e se questa lampada non appare piugrave non appare piugrave nemmeno il

suo apparire Ciograve importa che il divenire di qualcosa non sia semplicemente il suo pas-

saggio dal non apparire allrsquoapparire del qualcosa ma insieme sia il passaggio dal non

apparire allrsquoapparire dellrsquoapparire del qualcosa Nellrsquoatto stesso in cui qualcosa passa

dal non apparire allrsquoapparire (o dallrsquoapparire allo sparire) in questo stesso atto lrsquoappari-

re del qualcosa passa dal non apparire allrsquoapparire (o dallrsquoapparire allo sparire)raquo

Si deve a questo punto distinguere lrsquoapparire dellrsquoessere nellrsquooriz-zonte della finitezza dallrsquoapparire dellrsquoessere che abbiamo visto sussi-stere necessariamente prima e dopo lrsquoentrata dellrsquoessere in tale oriz-zonte arrivando a concepire un laquoorizzonte dellrsquoapparire finitoraquo che egravequello in cui tutti consapevolmente siamo e un laquoorizzonte dellrsquoappari-re infinitoraquo che da questo egrave implicato e che contiene ogni apparire chesi sia mai prodotto in un indeterminato passato o che mai si produrragravein un indeterminato futuro Lrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito ospita iltransitare dellrsquoente eterno legato al suo eterno apparire in regime diparzialitagrave causata dallrsquoincoercibile divenire lrsquoorizzonte dellrsquoapparireinfinito ospita lrsquoente eterno legato al suo eterno apparire in regime ditotalitagrave riposante nellrsquoassoluta stabilitagrave95

16

In ragione della delineata ontologia acquistano una nuova luce iconcetti anticipatori visti della complicatio della contractio e dellrsquoex-plicatio96 La complicatio infatti come laquoco-implicazioneraquo egrave il correlarsidi tutti gli enti nellrsquoeterna totalitagrave dellrsquoessere immutabilmente compatta-ta in se stessa nellrsquoarticolazione a suo modo sistematica di ogni determi-nazione97 Ma ogni ente egrave questa totalitagrave come totalitagrave formale (cioegrave co -me totalitagrave mancante di una parte piugrave o meno grande del proprio con-tenuto col limite minimo del semplice esser ente) e questa egrave come lacontractio la laquocontrazioneraquo della totalitagrave assoluta in ogni sua singoladeterminazione Quando poi questa laquocontrazioneraquo venga laquoesplicataraquo si

293Il concetto dellrsquoIncarnazione

95 Cfr E SEVErIno Destino della necessitagrave cit XVI III laquoLa totalitagrave degli enti che

appaiono nel cerchio dellrsquoapparire non sono il tutto dellrsquoente ma la parte che del tutto

si mostra in quel cerchio ndash che dunque egrave il cerchio finito dellrsquoapparire del destino il

tutto egrave come apparire del tutto ossia come apparire infinito e quindi si illumina

nascondendosi al destino come apparire finito del tuttoraquo96 Sono i concetti cusaniani a cui si egrave accennato nella nota 2697 Cfr E SEVErIno La struttura originaria cit XIII 25 laquoSigrave che il positivo che si

aggiunge o dilegua egrave giagrave o egrave ancora nel cerchio dellrsquointero immutabile giagrave da sempre

carpito al futuro e per sempre trattenuto nel cerchio dellrsquoessere [hellip] Il cerchio del-

lrsquoimmutabile egrave cosigrave la patria o il grembo dellrsquoessere ivi egrave custodito anche ciograve che nel

mondo non si sottrae alla rapina del nullaraquo

fa chiara la presenza dellrsquoIntero in ogni singolo ente e questa presen-za egrave il primo per quanto elementare fondamento ontologico della dot-trina dellrsquoIncarnazione ndash dottrina che costituisce il Cristianesimo comereligione unica in quanto presenta in seacute il rovescio del panteismo cheegrave lrsquointuizione base della religiositagrave ancestrale98 se ogni cosa egrave in Dioper converso Dio egrave in ogni cosa Questo perograve non nel senso dellrsquoessereDio presente ad ogni cosa distribuendo la sua presenza fra tutte le cose(questo egrave ancora uno degli aspetti del panteismo) ma nel senso deltutto inedito dellrsquoessere tutto in ogni cosa con lrsquoeffetto di divinizzarequesta singola cosa nella quale Dio si egrave laquocontrattoraquo

Si egrave detto sopra che questo primo fondamento ontologico egrave deltutto elementare ed egrave necessario un approfondimento appena maggio-re per evitare una sorta di panteismo di ritorno egrave vero infatti che que-strsquoontologia permette di pensare il rovescio del panteismo come lrsquoes-sere di Dio in ogni singola cosa e cosigrave fondare primariamente la dot-trina dellrsquoIncarnazione ma egrave anche vero che ndash si potrebbe pensare ndashinerendo Dio in ogni singola cosa cosigrave divinizzandola lrsquoeffetto finaleegrave che ogni cosa egrave divinizzata dunque la totalitagrave delle cose egrave il divinocome tale o ndash ancora e come vuole il panteismo ndash Dio non egrave altro chelrsquoinsieme di tutte le cose

Questo ragionamento ha un momento di veritagrave e un momento dieccessiva semplificazione che non consente di misurare la potenzasemantica del concetto dellrsquoIncarnazione facendo dellrsquouomo sempli-cemente una delle infinite cose in ciascuna delle quali Dio si trovacontratto Questa divinizzazione comune a tutte le cose perograve nonsarebbe incarnazione ma piuttosto eternizzazione o piugrave semplice-mente (e anche piugrave propriamente) eternitagrave condivisa Bisogna allora

294 A Postorino

98 Cfr quanto detto in generale nel sect 5 e in particolare nelle sue note 22 e 23 circa la

sostanziale unicitagrave del Cristianesimo fra le religioni al punto che alla fine del prece-

dente sect 4 si anticipava (con un rinvio contenuto nella nota 20) lrsquoessere il

Cristianesimo addirittura un capovolgimento superatore della stessa forma religiosa

(la religione egrave lrsquoandare dellrsquouomo verso Dio umanizzandolo nella mitopoiesi il

Cristianesimo egrave lrsquoandare di Dio verso lrsquouomo divinizzandolo nellrsquoincarnazione fin

nelle sue piugrave profonde e segrete fibre attraversate dal dolore)

vedere qual egrave questo momento di veritagrave e qual egrave invece il momentodellrsquoeccessiva semplificazione

Il momento di veritagrave dellrsquoeternitagrave di tutte le cose per il contrarsi diDio in ciascuna di esse egrave quello che si potrebbe chiamare il momentodel dilagare del sacro in ambito naturale superando i confini dellasacralitagrave primordiale e costituendosi come una vera laquoteofaniaraquo Il Diocristiano si incarna e nellrsquoincarnarsi assume un corpo naturale cosigraveinondando di sacralitagrave lrsquointera natura senza piugrave limiti99

295Il concetto dellrsquoIncarnazione

99 Si possono fare a questo proposito due annotazioni La prima egrave che questo superamen-

to della sacralitagrave primordiale egrave attestato con grande forza simbolica nellrsquoepisodio

evangelico dello squarciarsi del velo del tempio al momento della morte di Gesugrave

essendo questo velo quello che preclude a tutti la vista del Santo dei Santi nel tempio

ebraico Cfr Mt 1533-39 laquoVenuto mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino

alle tre del pomeriggio Alle tre Gesugrave gridograve con voce forte Eloigrave Eloigrave lemagrave sabactagraveni

che significa Dio mio Dio mio percheacute mi hai abbandonato Alcuni dei presenti

udito ciograve dicevano ldquoEcco chiama Eliardquo Uno corse a inzuppare di aceto una spugna

e postala su una canna gli dava da bere dicendo ldquoAspettate vediamo se viene Elia a

toglierlo dalla crocerdquo Ma Gesugrave dando un forte grido spirograve Il velo del tempio si

squarciograve in due dallrsquoalto in basso Allora il centurione che gli stava di fronte vistolo

spirare in quel modo disse ldquoVeramente questrsquouomo era Figlio di Diordquoraquo La seconda

annotazione egrave che quando il radicale aniconismo ebraico (cfr Es 204 e Dt 58

ldquonon ti farai idolo neacute immagine alcuna di quanto egrave lassugrave nel cielo neacute di quanto egrave

quaggiugrave sulla terra neacute di quanto egrave nelle acque sotto la terrardquo) avrebbe preso la forma

politica della lotta iconoclasta (a partire dal decreto di Leone III Isaurico nel 730) la

Chiesa di roma avrebbe reagito negando lrsquoiconoclastia (egrave del 731 la scomunica di

Gregorio III) e difendendo la laquovenerazioneraquo (προσκίνησις) delle immagini distinta

dalla laquoadorazioneraquo (λατρεία) di Dio (IIdeg concilio di nicea papa Adriano I)

Lrsquoargomento giagrave formulato da Giovanni Damasceno piugrave tardi santo e dottore della

Chiesa nel suo trattato in difesa delle immagini muove proprio dallrsquoIncarnazione

quale si trova affermata in Gv 114 laquoE il Verbo si fece carne [Καὶ ὁ Λόγος σὰρξἐγένετο] e venne ad abitare in mezzo a noi [καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν] e noi abbiamo

contemplato la sua gloria [καὶ ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν ἀυτοῦ] [hellip]raquo (cfr quanto detto

alla nota 13) non egrave dunque in alcun modo idolatrico o sacrilego produrre immagini di

Dio poicheacute Dio stesso incarnandosi assume e cosigrave divinizza una forma naturale

Il momento dellrsquoeccessiva semplificazione sta invece in ciograve cheDio non condividendo semplicemente lrsquoeternitagrave con la totalitagrave dellecose ma incarnandosi poi in una di queste cose cioegrave lrsquouomo non silimita a questa condivisione di eternitagrave con le cose divinizzandole inquanto cose ma divinizza la stessa negazione dellrsquoeternitagrave cioegrave ilnascere e il morire delle cose Con lrsquoIncarnazione lrsquouomo egrave raggiuntonel suo sentimento e nella sua coscienza piugrave intimi che vivono lrsquoango-scia della mortalitagrave e non viene semplicemente rassicurato ndash ciograve chepuograve giagrave fare la pura ontologia ndash con la certezza che ogni cosa egrave eternaal di lagrave del suo apparire come sorgente dal nulla e tornante nel nullama gli viene rivelata la propria eternitagrave non al di lagrave del suo appariremortale ma proprio nella realtagrave di questo apparire con tutto il suocarico di angoscia100 Dio che egrave lo stesso Intero eternamente sussi-stente101 rivela con lrsquoIncarnazione di avere in seacute la propria morte e lapropria risurrezione da morte ed egrave in questa assoluta condivisione chelrsquouomo viene divinizzato102

296 A Postorino

100 Egrave il Figlio di Dio cioegrave Dio stesso incarnato a vivere la piugrave lacerante delle esperienze

umane nellrsquoorto del Getsemani laquoIn preda allrsquoangoscia pregava piugrave intensamente e

il suo sudore diventograve come gocce di sangue che cadevano a terraraquo (Lc 2244)101 Egrave il concetto tomistico di Dio come ipsum esse per se subsistens laquoSed contra est

quod dicitur Exodi III ex persona Dei ego sum qui sumraquo (cfr S Th q 2 a 3)102 E siamo ancora al superamento cristiano della stessa forma religiosa (cfr nota 98 e

relativi rinvii) la forma religiosa come tale infatti non supera lrsquoorizzonte del paga-

nesimo la divinizzazione dellrsquouomo qui puograve essere pensata solo come un accogli-

mento dellrsquouomo nella dimensione dellrsquoimmortalitagrave (lrsquouomo va verso Dio) mentre

nel Cristianesimo egrave Dio che fa il suo ingresso nellrsquoorizzonte della mortalitagrave cosigrave divi-

nizzando lrsquouomo non per unilaterale cooptazione a seacute ma per condivisione della sua

sofferenza donandosi a lui e solo cosigrave aprendo la dimensione della cooptazione a seacute

che passa per la libera scelta dellrsquouomo in quanto lrsquouomo creda in questo dono

(Dio va verso lrsquouomo)

v

sguArdo ontologico e sguArdo AnAgogico veritagrave dellrsquoincArnAzione

17

Il portato dellrsquoontologia egrave dunque che Dio ndash nel senso del lrsquoInterodellrsquoEssere ndash egrave formalmente in ogni singolo ente Il portato del la dottrinadellrsquoIncarnazione consegnata alla fede dalla ri ve la zio ne egrave che vi egrave con-cretamente Una considerazione anagogica di questa veritagrave rivelata puogravefar entrare in relazione questi due termini suggerendo retrospettivamen-te allrsquoontologia quali ampliamenti concettuali siano possibili integrandoil pensiero puro con la fede teologale nel quadro anselmiano della ratiofidei e della fides quaerens intellectum (nella veritagrave consegnata alla fedenon puograve non esservi una costitutiva razionalitagrave necessaria che noi nellafinitezza non siamo in grado di cogliere ma che la fede essendo primadi tutto fede nella necessaria sussistenza di questa profonda e nascostarazionalitagrave non puograve non desiderare di arrivare a comprendere entro quellimite della possibilitagrave di comprensione per un intelletto finito che soloDio puograve conoscere ma che noi non dobbiamo stabilire pregiudizialmen-te spinti da un malinteso senso della sacralitagrave)103

297Il concetto dellrsquoIncarnazione

103 Del superamento della sacralitagrave primordiale nella stessa narrazione evangelica si egrave detto

nella prima delle due annotazioni prodotte nella nota 99 Per quanto riguarda invece la

legittima tendenza teologica a superare qualunque limite pregiudiziale da parte dellrsquoin-

telletto credente nella consapevolezza che il vero limite egrave conosciuto solo da Dio men-

tre noi non possiamo che tentare di andare al di lagrave di qualunque limite la cosa migliore

egrave lasciare la parola ad Anselmo laquonon tento o Signore di penetrare la tua profonditagrave

[Non tento domine penetrare altitudinem tuam] poicheacute in nessun modo metto con

essa a confronto il mio intelletto [quia nullatenus comparo illi intellectum meum] ma

desidero intendere in qualche modo la tua veritagrave quella che il mio cuore crede e ama

[sed desidero aliquatenus intelligere veritatem tuam quam credit et amat cor meum]

non cerco infatti di intendere per poter credere [Neque enim quaero intelligere ut cre-dam] ma credo per poter intendere [sed credo ut intelligam] In veritagrave credo in que-

sto ldquose non avrograve creduto non potrograve intendererdquo [Nam et hoc credo quia ldquonisi credide-ro non intelligamrdquo] (Is 79)raquo (AnSELMo DrsquoAoStA Proslogion II 1)

restando al piano scritturistico che ogni cosa sia in Dio essendo Diointuito come la totalitagrave dellrsquoEssere egrave ampiamente attestato104 Ma egrave solida-mente attestata anche quella relazione inversa che a rigore non egrave suggeritadallrsquoontologia classica e che viene raggiunta propriamente so lo da unrsquoon-tologia dellrsquooriginario vale a dire lrsquoessere Dio in ciascuna cosa e segnata-mente in ciascuna coscienza che entri in comunione con lui mediantelrsquoIncarnazione105 Dio ndash dice la Scrittura ndash egrave laquotutto in tuttiraquo ossia egrave pre-sente nella sua essenza completa in ogni uomo ed egrave lo sguardo anagogicoche aperto alla fede del dato rivelato comprende questo dato nel suoavere quale fondamento razionale il portato dello sguardo ontologico

298 A Postorino

104 Cfr Sir 4323-27 laquoCon la sua parola egli ha domato lrsquoabisso e vi ha piantato le

isole I naviganti del mare ne descrivono i pericoli a sentirli con i nostri orecchi ne

restiamo stupiti lagrave ci sono opere singolari e stupende esseri viventi di ogni specie

e mostri marini Per lui il suo messaggero compie un felice cammino e per la sua

parola tutto sta insieme Potremmo dire molte cose e mai finiremmo ma la conclu-

sione del discorso sia ldquoEgli egrave il tuttordquoraquo o ancora At 1726-28 dal discorso di Paolo

allrsquoAreopago laquoEgli creograve da uno solo tutte le nazioni degli uomini percheacute abitassero

su tutta la faccia della terra Per essi ha stabilito lrsquoordine dei tempi e i confini del loro

spazio percheacute cerchino Dio se mai tastando qua e lagrave come ciechi arrivino a trovarlo

bencheacute non sia lontano da ciascuno di noi In lui infatti viviamo ci muoviamo ed esi-

stiamo come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti [hellip]raquo (il riferimento di Paolo

al concetto filosofico di Dio come lrsquoEssere totale egrave qui del tutto esplicito) In Col115-17 questa essenza di totalitagrave onninclusiva egrave attribuita a Cristo Figlio di Dio e

Dio lui stesso laquoEgli egrave immagine del Dio invisibile primogenito di tutta la creazio-

ne percheacute in lui furono create tutte le cose quelle nei cieli e quelle sulla terra

quelle visibili e quelle invisibili [hellip] tutte le cose sono state create per mezzo di

lui e in vista di lui Egli egrave prima di tutte le cose e tutte sussistono in luiraquo105 Si veda 1 Cor 1528 laquoE quando tutto gli saragrave stato sottomesso anchrsquoegli il Figlio

saragrave sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa percheacute Dio sia tutto in tutti

[ἵνα ᾖ ὁ Θεὸς τὰ πάντα ἐν πᾶσιν]raquo o ancora Ef 46 laquoUn solo Dio e Padre di tutti che

egrave al di sopra di tutti [ὁ ἐπὶ πάντων] opera per mezzo di tutti [διὰ πάντων] ed egrave pre-

sente in tutti [ἐν πᾶσιν]raquo o ancora Col 311 laquoQui non vi egrave Greco o Giudeo circonci-

sione o incirconcisione barbaro Scita schiavo libero ma Cristo egrave tutto in tutti [τὰπάντα ἐν πᾶσιν Χριστός]raquo

Viene perograve ora in luce una differenza fra i due sguardi che devecominciare ad essere tematizzata Lo sguardo ontologico garantisceinfatti in forza della necessitagrave che Dio (nel senso dellrsquoIntero del lrsquoEs -sere) sia presente in ogni ente ma in modo solo formale106 non potendolrsquoIntero concreto essere presente nellrsquoorizzonte della finitezza Losguardo anagogico suggerisce invece che Dio sia presente in ogniuomo ma vi sia presente concretamente poicheacute Dio non si distribuiscefra i molti ma egrave tutto in tutti il che vuol dire tutto in ciascuno

Questo ha un duplice significato Significa prima di tutto che lo sguar-do anagogico il quale egrave sempre ontologicamente retrospettivo spinge losguardo ontologico verso sviluppi ulteriori che vadano articolandosi nelrigoroso ambito della necessitagrave e che siano tali da mostrare anche il fon-damento di quella che per ora egrave una eccedenza rispetto al portato dellrsquoon-tologia Ma significa in secondo luogo che in attesa di questi approfondi-menti devrsquoessere la fede nel dato rivelato a coprire lo scarto ma deveesserlo non in modo generico bensigrave in modo esattamente determinato

18

Il problema egrave che il formalismo della presenza dellrsquoIntero in cia-scuno in prima istanza superata dalla fede nellrsquoIncarnazione che miassicura la concretezza di questa presenza assume ora una nuova figu-ra di cui occorre prendere atto

Mosso e suffragato dalla fede io posso infatti assumere la mia coscien-za come lrsquoeterna autocoscienza divina nella quale gli enti eterni entrano edescono dallrsquoapparire Io infatti comprendo questo intero movimento com-prendo il loro necessario sussistere eternamente prima di entrare nellrsquoappa-rire e il loro necessario persistere eternamente dopo essere usciti dallrsquoappa-rire Ma lo scarto tra la mia coscienza quale appare a me stesso e lrsquoautoco-scienza divina che la fede nellrsquoIncarnazione mi assicura essere presente inme sta in ciograve che io non ho coscienza del determinato risiedere degli entinellrsquoIntero mentre lrsquoautocoscienza divina necessariamente ce lrsquoha Io milimito a vedere gli enti mentre appaiono ndash legandoli al loro subentrare e alloro dileguare ndash e solo a sapere la loro eternitagrave prima e dopo questo appa-rire ossia prima del loro essere subentrati e dopo il loro essere dileguati

299Il concetto dellrsquoIncarnazione

106 Cfr quanto detto al sect 14

Ed ecco la nuova figura del formalismo con cui bisogna fare i contiio so ndash percheacute credo ndash che Dio incarnandosi comunica al mio corpo lasua immortalitagrave in qualche modo divinizzandomi Posso anche integrarequesta mia fede col portato dellrsquoontologia che perograve si limita ad assicu-rarmi la presenza solo formale di Dio in me mentre la fede copre poiquesto difetto assicurandomi che si tratta di una presenza concreta Soloche questa presenza concreta si rivela ora per cosigrave dire solo formalmen-te concreta nel senso che io so questa presenza concreta ma non riescoa sentirla poicheacute la mia coscienza strutturata dallrsquoesperienza quotidianami testimonia la mia finitezza e in ragione di questa finitezza la miamortalitagrave la mia coscienza finita mi mostra lrsquoapparire e lo sparire dellecose cioegrave la loro nascita e la loro morte e mi mostra anche che io sonouna di quelle cose che nascono e muoiono107

Questo non mi permette ndash al di lagrave della mia fede nel dogmadellrsquoIncarnazione ndash di superare lrsquoangoscia della mortalitagrave e nel lin-guaggio ordinario ciograve corrisponde per il regolare ricorrere di questasituazione allo stereotipo del dubbio che sempre si accompagna alla

300 A Postorino

107 La questione si trova trattata in E SEVErIno La terra e lrsquoessenza dellrsquouomo in ID

Essenza del nichilismo cit Si veda per esempio di questo scritto il punto IV

laquoPoicheacute lrsquoeternitagrave dellrsquoapparire appartiene alla veritagrave dellrsquoessere non solo noi siamo

eterni ma sappiamo eternamente di essere eterni La storia dellrsquouomo ndash e dunque

anche la storia dellrsquooccidente come storia dellrsquoabbandono della veritagrave dellrsquoessere ndash

puograve svolgersi solo allrsquointerno di questa apparizione immutabile della veritagrave dellrsquoesse-

re [egrave quanto nel testo abbiamo chiamato una presenza solo formalmente concreta

della veritagrave dellrsquoEssere] La stessa distrazione dalla veritagrave [cioegrave lrsquouomo vede se stes-

so come una delle cose che nascono e muoiono cosigrave riducendo la propria essenza

alla transitorietagrave corporea] egrave possibile solo in quanto la veritagrave continua ad apparire

[nel senso che lo spettacolo del nascere e del morire implica lrsquoeternitagrave dello sguardo]

Per gli uomini ldquolrsquooblio degli spettacoli sacri (Fedro 250 a)rdquo egrave un nascondimento

della veritagrave nel senso in cui si puograve dire che il cielo si nasconda al contadino che

segue il volo degli uccelli o delle stelle cadenti il cielo della veritagrave appare eterna-

mente ma le cose che lo attraversano richiamano su di seacute lrsquoattenzione e divengono

ciograve che conta Allora il linguaggio non ha parole per ciograve che conta e la vita si svolge

come se la veritagrave fosse tramontata e dinanzi restassero soltanto le coseraquo

fede108 rispetto a questo non ci sono rimedi filosofici neacute teologici inquanto la teologia per quanto fondata su un momento di fede si propongaancora come un sapere filosoficamente strutturato La filosofia come si egravevisto mi rassicura mostrandomi la necessaria presenza formale dellrsquoInteroin me e la teologia integra questa rassicurazione dicendomi che in veritagraveseguendo il suggerimento della rivelazione questo Intero ha in me unapresenza non semplicemente formale bensigrave concreta Ma si egrave altrettantovisto lrsquoesperienza ordinaria fa sorgere alla coscienza il formalismo di que-sta concretezza e il problema dellrsquoangoscia non egrave risolto La fede in que-sta complessa situazione deve giocare in un modo che ecceda la parte cheessa ha allrsquointerno della scienza teologica bencheacute non ecceda la teologiacome tale Egrave da vedere come questo plesso sia costituito

19

Ciograve che ancora manca egrave un portato dellrsquoIncarnazione che come si egravedetto renda la fede operante non solo nella direzione del sapere ma inquella del sentire la teologia dunque non solo come scienza macome sentimento ndash restando ben chiaro che le due cose non si oppon-gono come se si trattasse di dimensioni diverse e indipendenti non sitratta cioegrave ndash come la difficoltagrave oggettiva della situazione puograve portare apensare ndash di rilevare unrsquoinsufficienza della teologia in quanto scienzaaprendo il luogo del sentimento come una sorta di polmone compensa-tivo e integrativo la teologia egrave e resta scienza e questo suo esserescienza egrave una dimensione totalizzante ma proprio in quanto totaliz-

301Il concetto dellrsquoIncarnazione

108 Gabriel Vahanian uno dei laquoteologi della morte di Dioraquo (si trova trattato nella citata

dissertazione di dottorato dello scrivente Parte I Cap I sect 4) oppone addirittura la

religione alla fede facendo della prima una sorta di fuga dai terrori dellrsquoesistenza che

impegna lrsquouomo in pratiche rituali tranquillizzanti mentre la vera dimensione della

fede resta costitutivamente legata alla dimensione del dubbio Cfr G VAhAnIAn TheDeath of God The Culture of Our Post-Christian Era G Braziller new York 1961

trad it di G Sardelli La morte di Dio Ubaldini roma 1966 p 32 laquoIn ultima anali-

si la religiositagrave egrave unrsquoespressione di solitudine sublimata e per questa ragione egrave spes-

so collettivistica nelle sue manifestazioni Egrave anche sintomo di un dubbio represso di

una subconscia mancanza di fede risultante dalla incapacitagrave di ammettere che la fede

in Dio ha il dubbio come suo corollarioraquo

zante la scienza teologica deve essa stessa comunicare il sentimentodella propria veritagrave cioegrave il sentimento conseguente quella veritagrave ilquale non puograve essere prodotto che da essa

Dio ndash questo io assumo per fede e fondo ontologicamente ndash siincarna in me divinizzando ogni particolare della mia vita quotidianacosigrave che io sento in questa vita la sua presenza assolutamente concretatuttavia non vedo e non conosco lrsquointero contenuto di questa presenzaconcreta dunque questa presenza torna a farsi soltanto formale Dioinfatti egrave lrsquoEssere stesso ma di lui nel cerchio della finitezza che costi-tuisce il mio confine insuperabile vedo e conosco soltanto una parteminima e allrsquointerno di questa parte minima che conosco io sono unadelle cose che nascono e muoiono109 Posso allora persuadermi che visia uno scarto insuperabile tra una veritagrave saputa attraverso un atto difede pur suffragato dalla necessitagrave ontologica e una veritagrave vissuta inquella modalitagrave pregnante che richiama la pienezza della beatitudine

Ed ecco lrsquoeccedenza comprensiva dello sguardo anagogico rispettoallo sguardo ontologico nel teorizzare quello scarto insuperabile traveritagrave saputa e veritagrave vissuta io pongo come soggetto lrsquouomo e inquesta assunzione lo scarto egrave del tutto attestabile Solo che questosoggetto cosigrave posto ndash il quale (fa parte dellrsquoassunzione) ha il suo sape-re strutturato non solo dalla filosofia ma anche dalla teologia (ontolo-gicamente strutturata) che suggerisce lrsquoIncarnazione ndash egrave lrsquouomo che inveritagrave precede lrsquoIncarnazione ossia che ne conosce la dottrina senzaviverla e questo non viverla dimostra che lrsquoIncarnazione in lui non siegrave realizzata anche se puograve realizzarsi

Il portato dello sguardo anagogico egrave allora quello di portare lrsquoatten-zione sul fatto scritturisticamente attestato che quello scarto egrave statosuperato da un uomo ndash per cui non egrave come si presumeva insuperabile(egrave questo il portato ontologico dellrsquoanagogia) ndash e questrsquouomo nonsolo sapeva ma viveva la divinizzazione portatrice di vita eterna poicheacute in lui lrsquoIncarnazione si era realizzata questrsquouomo era il Figliodi Dio incarnato Gesugrave il Cristo e solo attraverso il laquopensiero di

302 A Postorino

109 Cfr quanto detto nel precedente sect 18

Cristoraquo110 ndash che puograve comunicarsi a noi solo per partecipazione dellamutua inabitazione trinitaria111 ndash il nostro sapere lrsquoIncarnazione diven-ta un vivere lrsquoIncarnazione e la scienza di Dio puograve farsi sentimentodella veritagrave che in quella scienza viene presentata

20

Crsquoegrave qui qualcosa da aggiungere conclusivamente Se lrsquouomo egrave ingrado di vivere la veritagrave rivelata dal dogma dellrsquoIncarnazione non limitan-dosi a saperla e questo puograve avvenire solo per partecipazione della mutuainabitazione trinitaria ciograve significa che si tratta di un dono di grazia il cuiaccoglimento resta libero giocando qui la libertagrave in modo ambiguo e pos-sibilmente autodistruttivo nel senso che lrsquouomo puograve intuire come libertagraveproprio il respingimento di quella veritagrave che lo fa eterno112

Entrando in campo tale fraintendimento del concetto della libertagraveentra per ciograve stesso in campo la figura che si fa determinante per spinge-re verso il fraintendimento e cioegrave ndash senza che questo voglia evocare

303Il concetto dellrsquoIncarnazione

110 Cfr 1 Cor 216 laquoora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo ma lo Spirito

di Dio per conoscere ciograve che Dio ci ha donato Di queste cose noi parliamo con paro-

le non suggerite dalla sapienza umana bensigrave insegnate dallo Spirito esprimendo cose

spirituali in termini spirituali Ma lrsquouomo lasciato alle sue forze non comprende le

cose dello Spirito di Dio esse sono follia per lui e non egrave capace di intenderle percheacute

di esse si puograve giudicare per mezzo dello Spirito Lrsquouomo mosso dallo Spirito invece

giudica ogni cosa senza poter essere giudicato da nessuno Infatti chi ha mai cono-sciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare [Is 4013 Rm 1134]

ora noi abbiamo il pensiero di Cristo [ἡμεῖς δὲ νοῦν Χριστοῦ ἔχομεν]raquo111 Cfr quanto detto nel sect 7112 Di questa ambivalenza crsquoegrave una traccia precisa sul piano scritturistico Si dice in

Gv 831-32 laquoSe rimanete fedeli alla mia parola [ἐν τῷ λόγῳ τῷ ἐμῷ] sarete davvero

miei discepoli conoscerete la veritagrave [γνώσεσθε τὴν ἀλήθειαν] e la veritagrave vi faragrave libe-

ri [ἡ ἀλήθεια ἐλευθερώσει ὑμᾶς]raquo Questa veritagrave che fa liberi perograve puograve essere respin-

ta come si dice in Gv 318-19 laquoChi crede in lui non egrave condannato ma chi non crede

egrave giagrave stato condannato percheacute non ha creduto nel nome dellrsquounigenito Figlio di Dio

E il giudizio egrave questo [αὕτη δέ ἐστιν ἡ κρίσις] la luce egrave venuta nel mondo [τὸ φῶς

ἐλήλυθεν ἐις τὸν κόσμον] ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce

[ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς]raquo

odore di zolfo piedi di capra e tre narici ndash la figura teologicamentecomplessa ma potentemente fondata del ldquodiavolordquo la quale ndash liberata daderive occultistiche e riportata al concetto della soggettivitagrave distruttiva eautodistruttiva ndash ha piugrave importanza di quel che si potrebbe razionalisti-camente credere circa la fede nel dogma salvifico dellrsquoIn car na zio ne

Leggiamo nel Vangelo di Giovanni113 che chi non riesce ad ascolta-re la parola di Gesugrave laquoha per padre il diavoloraquo essendo il diavolo laquomen-zognero e padre di menzognaraquo Egli laquoquando dice il falso dice ciograve che egravesuoraquo ndash e lrsquoespressione adoperata per laquociograve che egrave suoraquo egrave ἐκ τῶν ἰδίωνessendo ἴδιος il laquoproprioraquo di un certo ente ciograve che appartiene laquopropria-menteraquo a lui Il falso appartiene propriamente al diavolo poicheacute in luilaquonon crsquoegrave veritagraveraquo (οὐκ ἔστιν ἀλήθεια ἐν αὐτῷ) egli laquonon stava saldo nellaveritagraveraquo (ἐν τῇ ἀληθείᾳ οὐκ ἔστηκεν) ossia non vi sta originariamentespacciando per vero ciograve che egrave falso e per falso ciograve che egrave vero

ora egrave proprio il diavolo che ribellandosi alla veritagrave114 suggerisceche proprio in questa ribellione consiste la libertagrave (mentre la veralibertagrave egrave quella che viene dalla veritagrave Gv 831-32) Ma cosigrave facendo egravelaquomenzognero e padre di menzognaraquo percheacute la ribellione allrsquoordinedellrsquoessere ndash essendo questo ordine appunto la veritagrave ndash egrave un mettere

304 A Postorino

113 Cfr Gv 843-45 laquoPer quale motivo non comprendete il mio linguaggio Percheacute non

potete dare ascolto alla mia parola Voi avete per padre il diavolo [ὑμεῖς ἐκ τοῦπατρὸς τοῦ διαβόλου ἐστὲ] e volete compiere i desideri del padre vostro Egli era

omicida fin dal principio [ἀνθρωποκτόνος ἦν ἀπ᾽ἀρχς] e non stava saldo nella veritagrave

[ἐν τῇ ἀληθείᾳ οὐκ ἔστηκεν] percheacute in lui non crsquoegrave veritagrave [οὐκ ἔστιν ἀλήθεια ἐναὐτῷ] Quando dice il falso dice ciograve che egrave suo [ὅταν λαλῇ τὸ ψεῦδος ἐκ τῶν ἰδίωνλαλεῖ] percheacute egrave menzognero e padre della menzogna [ὅτι ψεύστης ἐστὶν καὶ ὁ πατὴραὐτοῦ] A me invece voi non credete percheacute dico la veritagraveraquo

114 Il diavolo come laquoangelo cadutoraquo in quanto laquoribelleraquo allrsquoordine divino egrave Lucifero

laquoportatore di luceraquo (da Is 1413 laquoCome mai sei caduto dal cielo astro del mattino

figlio dellrsquoaurora Come mai sei stato gettato a terra signore dei popoliraquo) ha

comprensibilmente goduto di fascino per la cultura romantica e poi tardo-ottocente-

sca improntata alla liberazione dallrsquooscuritagrave dei dogmi in omaggio alle laquomagnifiche

sorti e progressiveraquo promesse dalla scienza sulle quali il genio poetico di Leopardi

giagrave molto tempo prima ironizzava amaramente

chi soggiace alla tentazione ndash e non puograve non appartenere allrsquoordinedellrsquoessere ndash contro se stesso suggerendogli come la cosa migliore perlui quella che egrave in veritagrave la peggiore il vero contenuto della tentazioneegrave lrsquoautoannientamento e in questo senso il diavolo come laquoanticristoraquo(1 Gv 43) egrave altresigrave anti-Dio Dio egrave laquoIo-Sonoraquo (Es 314) mentre laspinta ingannatrice del diavolo egrave al proprio laquoIo-non-sonoraquo115 La mali-gnitagrave del diavolo sta poi nel fatto riconosciuto dallrsquointera tradizioneetica fondata sulla metafisica che allrsquoessere corrisponde il bene e chenon crsquoegrave altro male che il non essere116

Ed ecco che il diavolo egrave laquoomicida fin dal principioraquo uccidendolrsquouomo nuovo col fargli perdere la prospettiva della vita eterna laquale ndash ed ecco il punto ndash si apre in connessione con la fede nel lrsquoIn -car nazione117 Egrave questa fede che unisce i discepoli di Cristo nellacomunitagrave ecclesiale dei redenti abitatori della Chiesa nello laquostatusviaeraquo e in cammino verso la Chiesa celeste ed egrave il diavolo con la sua

305Il concetto dellrsquoIncarnazione

115 Si puograve ricordare a questo proposito il passo di Paolo appartenente al cosiddetto Inno

alla caritagrave dove si fa equivalere la mancanza di caritagrave cioegrave di amore divino al nonessere nulla Cfr 1 Cor 131-2 laquoSe anche parlassi le lingue degli uomini e degli

angeli ma non avessi la caritagrave sono come un bronzo che risuona o un cembalo che

tintinna E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scien-

za e possedessi la pienezza della fede cosigrave da trasportare le montagne ma non avessi

la caritagrave non sono nulla [οὐδέν εἰμι]raquo Considerando il nome di Dio di Es 314

laquoIo sono colui che sonoraquo ehjegraveh asher ehjegraveh che diventa in greco Ἐγὼ εἰμι ὁ ὤν

laquoIo sono lrsquoEssenteraquo lrsquoimplicito del testo paolino sembra indiscutibile116 Scrive santrsquoAgostino laquoE il male di cui cercavo lrsquoorigine non egrave una sostanza percheacute

se fosse una sostanza sarebbe un bene E invero o sarebbe una sostanza incorruttibile

e perciograve senzrsquoaltro un bene grande o una sostanza corruttibile cheacute altrimenti non

potrebbe andar soggetta a corruzione Perciograve vidi chiaramente come tu facesti buone

tutte le coseraquo (Confessioni VIII 12)117 Cfr 1 Gv 42-3 laquoIn questo potete riconoscere lo Spirito di Dio [τὸ πνεῦμα τοῦ

Θεοῦ] ogni spirito che riconosce Gesugrave Cristo venuto nella carne [πᾶν πνεῦμα ὃὁμολογεῖ Ἰησοῦν Χριστὸν ἐν σαρκὶ] egrave da Dio ogni spirito che non riconosce Gesugrave

non egrave da Dio Questo egrave lo spirito dellrsquoanticristo [τοῦ ἀντιχρίστου] che come avete

udito viene anzi egrave giagrave nel mondo [νῦν ἐν τῷ κόσμῳ ἐστὶν]raquo

azione tentatrice ad allontanare da questa fede cosigrave confermando ilproprio nome sul piano etimologico essendo quella fede ciograve che laquouni-sceraquo ed essendo lui il laquodivisoreraquo118

Concludiamo osservando ndash a conforto della sperabile attendibilitagravedellrsquointero itinerario da noi percorso ndash che il Magistero della Chiesapone la fede nellrsquoIncarnazione come legata a doppio filo con la fedecristiana in quanto tale119

306 A Postorino

118 La parola laquodiavoloraquo egrave da δίαβολος ed egrave lrsquoopposto di σύμβολον laquosimboloraquo

la prima egrave da δια-βάλλω laquoopporreraquo laquomettere in contrastoraquo la seconda egrave da

συμ-βάλλω laquounireraquo laquomettere in relazioneraquo non egrave senza importanza che il laquosimboloraquo

nella comunitagrave cristiana primitiva egrave la formula adottata riguardo a una certa veritagrave di

fede che permette agli adepti di riconoscersi anche incontrandosi al di fuori dei luo-

ghi consueti Dunque il laquosimboloraquo unisce il laquodiavoloraquo come si egrave detto divide119 Cfr CCC n 463 laquoLa fede nella reale Incarnazione del Figlio di Dio egrave il segno

distintivo della fede cristianaraquo a sostegno di ciograve sono indicati i passi di 1 Gv 42 ndash

da noi citato alla nota 116 ndash e 1 Tm 316 laquoEgli si manifestograve nella carneraquo

Dalla kenosi intraDivina allrsquoabbraccio

Del lrsquoin ferno Unrsquoanalisi teologica

Dellrsquoescatologia balthasariana

EmmanuElE Rotundo

Editorrsquos note Is hell empty This question which for a long time has

resonated as unacceptable for the Catholic Church (since Jesus Christ

seems to have said exactly the opposite) and which in its various for-

mulations throughout the history of theology has always been clearly

identified as a heretical deviation from sound doctrine has for some

time now returned to make itself heard particularly not by a heretic

but by a highly appreciated theologian a cardinal of the Catholic

Church universally known for his valuable contributions to the deve-

lopment of Christian thought Hans Urs von Balthasar (1905-1988)

Actually Balthasar always denied that this concise formulation of the

question could be considered a correct expression of his thought on

hell What the Swiss Cardinal argued on several occasions was the

ldquohoperdquo that hell may be empty more precisely the ldquodutyrdquo to extend

the warmth of hope to ldquoeveryonerdquo even to those who with good

reason should inhabit the darkest and lowest place of the eternal

privation of God

Emmanuele Rotundo who teaches theology at the Pontifical

Gregorian University in Rome has adequately demonstrated in the

present article the unsustainability of von Balthasarrsquos speculation on

hell the theological structure of which has no real foundation on the

faith originated from the word of God written and transmitted and

presents significant critical points for this reason the magisterium of

the Church posterior to Balthasarrsquos propositions has not been able to

accept in its teaching the doctrines underlying the affirmation of a

hope of unconditional salvation for all For our part we limit

ourselves to a simple observation of common sense eschatological

hope is usually understood as facing the future What is the point of

ldquohopingrdquo that hell is empty ndash when it is a matter of a condition presently

existing at least from the temporal point of view of human creatures

and set once and for all

307SD 651 (2020) pp 307-396

IntRoduzIonE

Il primo versetto del capitolo 11 della lettera agli Ebrei riferisce diuna speranza che riceve il suo fondamento dalla fede laquola fede egrave fon-damento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedo-noraquo (Eb 111) la ldquofederdquo egrave dunque ciograve che dagrave sostanza (hypostasis)alla nostra speranza1 ciograve su cui essa si radica e da cui trae la proprialinfa vitale non si parla chiaramente di una fede qualsiasi ma dellafede che sempre ci ricorda la lettera agli Ebrei trova la sua origine ilsuo principio e il suo compimento in Cristo (Eb 122) e che direbbePaolo si riversa nei cuori degli uomini (cfr Rm 1010) plasmandonegli spiriti se questi accolgono la parola di veritagrave infatti laquola fedeviene dallrsquoascolto e lrsquoascolto riguarda la parola di Cristoraquo (Rm 1017)

Dunque dallrsquoadesione alla parola di Cristo nasce in noi la fede eper essa e su di essa si erige la professione della speranza di ottenerequanto da lui promesso (Eb 611 1023) ancora nella lettera aiRomani san Paolo auspicava laquoIl Dio della speranza vi riempia nelcredere di ogni gioia e pace percheacute abbondiate nella speranza per lavirtugrave dello Spirito Santoraquo (Rm 1513) Dunque la speranza viva cioegravequella che egrave provocata e sostenuta dallo Spirito egrave detta abbondare perla fede per la fede in quanto ricevuta per ldquoistruzionerdquo dalla testimo-nianza di Dio contenuta nelle Scritture (Rm 154)

Da ciograve se ne ricava che se qualcuno dovesse domandare ldquola ragionedella speranza che egrave in noirdquo (1 Pt 315) la nostra risposta non potrebbetrovare i propri principi se non nella fede fondata sullrsquoultima ed escatologica parola di Dio (Eb 12) cioegrave nella parola di Cristo gesugravela speranza vera la speranza che non delude (Rm 55) infatti egrave soloquella che trae le sue ragioni e affonda le sue certezze nella parola diCristo nella sua veritagrave in lui e dunque in quanto lui ha detto e pro-messo Ogni altra promessa ogni altra ldquorivelazionerdquo comunicherebbeuna speranza falsa che delude illusoria e ingannevole una speranza

308 E Rotundo

1 Si veda P Orsquo Callaghan Cristo Speranza per lrsquoumanitagrave Un trattato di Esca to lo gia

cristiana Roma 2012 21-59

309Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

che coinciderebbe pienamente con quella di cui parlava nietzsche laquoil peggiore dei mali percheacute prolunga le sofferenze dellrsquouomoraquo2

Oggigiorno si assiste al nascere di innumerevoli forme di speranzecosigrave diverse tra loro quanto diversi sono tra loro gli oggetti del propriosperare3 la speranza cristiana perograve egrave unica percheacute unica egrave la sua ori-gine e il suo fine unico il suo fondamento e unico perciograve il suooggetto Cristo nostra speranza4 lrsquoeschaton del mistero divino nasco-sto da secoli e il fine del progetto originario di Dio egrave essenzialmente lostesso contenuto della nostra speranza Cristo risorto e glorioso in noiprincipio e fonte della nostra gloria in Lui (Col 128)

tuttavia avverte Paolo lrsquoapprodo della navicella della nostra spe-ranza al suo felice porto rimane condizionato dallrsquointensitagrave con laquale noi riusciremo a tenerci fermamente fondati nella fede al van-gelo ascoltato

22ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo dicarne per presentarvi santi immacolati e irreprensibili al suocospetto 23purcheacute restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasci-ate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che aveteascoltato (Col 122-23)

negli ultimi tempi la speranza cristiana egrave stata oggetto di un forteinteresse5 In particolare essa egrave tornata al centro della riflessione cat-tolica soprattutto a seguito di una serie di opere teologiche pubblicate

2 F nIEtzSChE Umano troppo umano Milano 2016 723 Sulle diverse forme ldquoimmanentirdquo di speranze cfr S h WEbb laquoEschatology and

Politicsraquo in The Oxford Handbook of Eschatology J l WallS ed Oxford 2008500-517

4 Cristo egrave in definitiva lrsquoEschaton dellrsquouomo Per un excursus sintetico sul rinnova-mento dellrsquoescatologia cfr g COlzanI laquoEscatologia e teologia della storiaraquo in gCanObbIO ndash P CODa edd La teologia del XX secolo Un bilancio II Prospettive

sistematiche Roma 2003 483-560 5 In modo particolare dopo lrsquoimpulso dato da J Moltmann con la pubblicazione nel

1970 della sua Teologia della speranza

da uno degli autori piugrave riconosciuti e influenti degli ultimi tempi h u von balthasar6 lrsquoautore attraverso la pubblicazione di alcuniopuscoletti (nel 1981 ldquoChe cosa possiamo sperarerdquo nel 1986ldquoSperare per tuttirdquo e nel 1988 ldquoBreve discorso sullrsquoinfernordquo) si resepropugnatore di una speranza universale sostenendo la possibilitagraveanzi il ldquodovererdquo di estendere il calore della speranza verso ldquotuttirdquoanche verso coloro che a titolo di diritto dovrebbero abitare il luogopiugrave oscuro e infimo della privazione eterna di Dio

Provando a sintetizzare al massimo il discorso del teologo svizzeroazzardando una banalizzazione del suo pensiero si potrebbe dire cheegli ritiene che poicheacute non egrave concesso ldquosapererdquo se vi sia qualcunodannato allrsquoinferno a noi rimane solamente il dovere7 di sperare pertutti Ciograve in base alla consapevolezza che lrsquoattributo divino dellamisericordia non puograve essere inteso ldquofinitordquo cioegrave soggetto ad un limitesuperato il quale rimarrebbe solo lrsquoaltro attributo della giustizia chepunisce la colpa (inferno)

Ora poicheacute non egrave davvero ammissibile attribuire una tale finitezzaalle proprietagrave divine ecco sorgere la questione se si possa comecristiani stando sotto il giudizio sperare per tutti gli uomini Io hoosato affermarlo e perciograve sono stato bruscamente richiamato allrsquoor-dine dal redattore8

verso la fine degli anni ottanta le posizioni balthasariane ebberopian piano unrsquoeco sempre maggiore la diffusione del suo pensiero futalmente vasto che in ambito teologico andavano emergendo ancherumorose proteste contro quella che sembrava essere unrsquoespressionesintetica della sua teologia lrsquoinferno egrave vuoto le parole stesse del teo-

310 E Rotundo

6 Sulla sua persona ed opera cfr E guERRIERO Hans Urs von Balthasar Cinisellobalsamo (Milano) 1991 K lEhMann ndash W KaSPER edd Hans Urs von Balthasar

Figura e Opera Casale Monferrato (al) 19917 Cfr h u vOn balthaSaR Breve discorso sullrsquoinferno brescia 1988 7 Da ora in

poi bDI8 h u vOn balthaSaR Sperare per tutti Milano 1989 13 Da ora in poi SPt

311Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

logo svizzero mettono a fuoco il punto in questione e lrsquoaccusa mossa-gli da piugrave parti

In una conferenza stampa tenuta a Roma tempestato di domandesulla questione dellrsquoinferno avevo manifestato il mio parere il cheha portato a fin troppo grossolane deformazioni sui giornali (lrsquoin-ferno egrave vuoto) per cui feci pubblicare su ldquoil Sabatordquo quella ldquopicco-la catechesi sullrsquoinfernordquo che fu riportata (a mia insaputa)dallrsquoldquoOsservatore Romanordquo e che suscitograve il disappunto della stam-pa di destra9

gli oppositori gli rimproveravano ldquoSe avessimo la certezza di rag-giungere comunque il fine ultimo allora verrebbe a cadere un motivoquanto mai essenziale per la conversione e per la decisione cristianardquo10von balthasar da parte sua precisava laquoIo non ho mai parlato di cer-tezza bensigrave di speranzaraquo11 Questrsquoultima precisazione dovrebbe forni-re a noi la possibilitagrave di formulare unrsquoespressione sintetica del pensie-ro proposto da balthasar che dovrebbe suonare piugrave o meno cosigrave dob-biamo avere la speranza per noi e per tutti che a prescindere dalbene e dal male dalla fede o dalla non fede raggiungeremo comun-que il fine ultimo

Certo si tratta non di un sapere ma di uno sperare direbbebalthasar e tuttavia una riformulazione del genere della speranza cri-stiana ha ovviamente come conseguenza la reimpostazione della tota-litagrave della dimensione spirituale ed esistenziale dellrsquouomo

Ora piugrave sopra si aveva avuto modo di sottolineare come la speranzanel nt sia detta avere consistenza sostanza e fondamento solo suquella fede che trova origine dalla parola di Cristo e che da essa trae leproprie coordinate Dunque il percorso che si dovragrave necessariamentecompiere per comprendere se la speranza proposta dal teologo sia unasperanza vera e che non delude egrave quello di verificare se il suo fonda-

9 SPt 1410 Cfr SPt 1411 SPt 14

312 E Rotundo

mento sia quella fede che ha origine dalla parola di Cristo In altreparole per verificare se la speranza proposta dallrsquoautore sia una spe-ranza che non inganna basteragrave semplicemente sovrapporre la parola diCristo e la parola di von balthasar e assicurarsi che esse combacino inmaniera tale da non potersi realmente distinguere e dichiarare cosigraveche la speranza fondata sul verbo di von balthasar egrave la stessa e identi-ca speranza fondata sul verbo di Dio

Per intraprendere questo percorso saragrave necessario rintracciare e sin-tetizzare le riflessioni teologiche dellrsquoautore svizzero evitando ilrischio di limitarsi ai piccoli pamphlet in cui egli auspica solamenteuna speranza per tutti ma senza esplicitare il fondamento teologico sucui essa si ergerebbe lo stesso teologo drsquoaltra parte era consapevoledel fatto che i suoi oppositori non conoscevano la sua ldquoteologiardquo eaccennava alle sue opere maggiori come i testi da cui trarre le intimeragioni del ldquosuordquo sperare

lo stupore manifestato dai due fogli dimostra che non hanno maipreso conoscenza delle mie opere maggiori nelle quali da un belpezzo si sarebbe potuta trovare abbondante legna per il mio rogo12

Saragrave proprio a partire dalle sue opere piugrave importanti che si dovragraverintracciare il fondamento teologico della speranza di una salvezzaincondizionata certi che nel caso in cui tale speranza trovasse condi-zione ldquoteologicardquo di possibilitagrave lrsquointera esistenza cristiana esistenzadi fede e di morale ne risulterebbe profondamente e intimamente con-dizionata aveva ragione infatti a tal proposito Moltmann a sottoli-neare che

il cristianesimo egrave escatologia dal principio alla fine e non soltantoin appendice egrave speranza egrave orientamento e movimento in avanti eperciograve egrave anche rivoluzionamento e trasformazione del presente13

12 SPt 14 nota 513 J MOltMann Teologia della speranza ricerca sui fondamenti e sulle implicazioni

di una escatologia cristiana brescia 2000 10

Prima di intraprendere il faticoso percorso allrsquointerno del vorticosopensiero del teologo occorre ammettere che nella coscienza di moltianzi moltissimi cristiani la speranza cosigrave come egrave interpretata e mediatada balthasar assume quasi le connotate di una salda certezza Drsquoaltraparte se la speranza cristiana egrave quella che non delude e non inganna e sequella di balthasar pretende di essere una speranza fondata sulla parolarivelata allora il passo dalla speranza alla certezza egrave davvero breve sitratterebbe infatti di una ldquosperanzardquo della certezza del raggiungimentoincondizionato del fine ultimo Per avere unrsquoidea dellrsquoimpressionanteinfluenza che le ipotesi balthasariane ebbero nel panorama teologico-culturale basti considerare che a piugrave di trentrsquoanni dalla comparsa delleprime edizioni gli opuscoli piugrave significativi sulla speranza balthasarianasono stati recentemente ripubblicati (2017) E per comprendere lrsquoincon-trastata inesorabilitagrave con la quale si andograve diffondendo la speranzosa cer-tezza che lrsquoinferno sia privo di qualsiasi ospite basti considerare cheancora qualche tempo fa (17 agosto 2017) sul quotidiano ldquoavvenirerdquoquotidiano drsquoispirazione cattolica vicino alla Conferenza episcopale ita-liana apparve un articoletto firmato da Roberto Rigoletto in cui si cele-brava una datata rivisitazione dei Novissimi da parte J Maritain Il filo-sofo nel 1939 profetizzava uno svuotamento dellrsquoinferno e persino unaconversione di lucifero siccheacute lrsquoescatologia cristiana potesse conside-rarsi compiuta a dire del filosofo in una sorta di ldquoosanna dellrsquoinfernodivinordquo lo stesso articolista alla fine del suo scritto annotava comefosse un dato certo che tali tesi negli anni Ottanta vennero fatte propriedal famoso von balthasar laquoallorcheacute ndash conclude Rigoletto ndash espresse lasperanza che lrsquoinferno potesse essere vuotoraquo14

In conclusione occorre verificare il fondamento della speranza predi-cata ed auspicata da von balthasar la domanda da porre egrave si tratta di unasperanza ldquoplausibilerdquo in quanto fondata sullrsquounico fondamento che egrave laparola di Cristo Per dare una risposta a tale domanda occorreragrave rintrac-ciare lo sviluppo del suo pensiero lungo le sue opere piugrave importanti

313Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

14 lrsquoarticolo egrave attualmente rinvenibile sul sito del giornale ldquoavvenirerdquohttpswwwavvenireitrubrichepaginein-paradiso-con-i-nostri-corpi-giovanili-e-senza-animali

1 dalla spERanza alla kenosi IntRadIvIna

Siamo partiti dalla postulazione di una ldquosperanza - di salvezza - pertuttirdquo tale speranza si poggerebbe su una misericordia non ldquolimitatardquoe dunque ldquonon-condizionatardquo da alcun possibile limite esistente fuoridi Dio che ad essa possa opporsi Dunque per essere ldquogrossolanirdquo(aggettivo che lrsquoautore rivolgeragrave a quanti sintetizzeranno la sua esca-tologia con la proposizione ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo) pare si parli di unasperanza che nellrsquoinferno non vi si trovi alcuna ldquopersonardquo creata Oraa nostro modesto modo di vedere balthasar parte da questa visione dildquosperanzardquo e attorno ad essa comincia ad erigere una fortezza specula-tiva che avragrave il compito di garantirla e proteggerla lo scheletro strut-turale di tale fortezza appare avente una forma a spirale le curvedella spirale corrispondono ad una serie di condizioni di possibilitagravepensate e costruite dallrsquoautore a sostegno di quello che deve esserelrsquoesito finale del corposo sforzo architettonico e che appunto corri-sponde proprio alla possibilitagrave dellrsquoaffermazione di piugrave che una spe-ranza per una salvezza assoluta e incondizionata

Ora quando si costruisce una struttura occorre innanzitutto che sipongano le basi nel fondo della terra per poi su di essa di volta in voltacontinuare a costruire fin quando non si arrivi al punto piugrave alto e piugrave vici-no al cielo nella costruzione della sua struttura speculativa von balthasarinvece procede al contrario Egli costruisce le basi cioegrave le condizioniapriori di possibilitagrave del suo discorso partendo dallrsquoalto dei cieli dallastessa trinitagrave immanente e da essa procede per una serie di riflessioni cheinteressano il mistero cristiano in tutta la sua complessitagrave generando pianpiano delle spirali che si susseguono e che hanno lo scopo di condurre confluida consequenzialitagrave al fine della costruzione che ha il suo luogo nelfondo al di sotto nella parte piugrave bassa e oscura negli infera lrsquoobiettivo egravequello di poter sostenere garantito dalla protezione dellrsquoinespugnabilebastione lrsquoimpossibilitagrave di una ldquotragediardquo nel progetto di Dio e dunqueuna salvezza incondizionata il trionfo di unrsquoab-soluta volontagrave salvificache si sintetizza con lrsquoapparentemente innocua affermazione di una spe-ranza di salvezza per tutti che in realtagrave sostenuta comrsquoegrave da tutta quellaserie di condizioni apriori deve essere onestamente letta come lrsquoafferma-zione di una certezza di un sapere dellrsquoassoluta salvezza per tutti

314 E Rotundo

315Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Proviamo a dare identitagrave alle varie spirali che si susseguono asostegno della tesi finale elencandole a partire perograve dal basso cioegravedallrsquoaffermazione fondamentale di una luce di speranza persino nel-lrsquoinferno per poi risalire verso la trinitagrave immanente

a) Sperare per tuttib) libertagrave creata non assolutac) Purgatorio e ldquosubabbracciordquo del ldquonordquo del dannatod) Descensus ad inferose) lrsquoabbandono del crocifisso (coscienza di gesugrave)f) Sostituzione vicaria e scambio dei postig) trinitagrave e mondo liberoh) Kenosi intradivina

Come si avragrave modo di constatare i punti piugrave importanti della spe-culazione sono quattro a) la ldquokenosi intradivinardquo lrsquointerpretazionedella dottrina della b) ldquosostituzione vicariardquo e della consequenziale c)ldquodiscesa agli inferirdquo e infine la considerazione dello spessore della d)ldquolibertagrave creatardquo

lrsquointenzione di quanto segue egrave provare a ricostruire il percorsodella speculazione balthasariana partendo dal primo e fondamentalepunto ossia la kenosi intradivina che si comporta come la condizioneapriori indispensabile e fondamentale per il sostentamento dellrsquointeraspeculazione che seguiragrave

2 la kenosi IntRadIvIna

la riflessione attorno alla teologia della salvezza si trova nel quartovolume della Teodrammatica nel capitolo dedicato a quella che egravedefinita una ldquosoteriologia drammaticardquo qui von balthasar ammetteche per una retta interpretazione della teologia della croce laquola dottri-na trinitaria egrave da concepire come lrsquointimo presupposto necessarioraquo15

15 h u vOn balthaSaR Teodrammatica Iv Lrsquoazione Milano 1999 297 Da ora inpoi tD Iv

lrsquoevento della croce puograve essere concepito solo sullo sfondo trinitariolrsquoevento drammatico della croce e dellrsquoabbandono del Figlio crocifissoinfatti si trovano radicati nella stessa trinitagrave immanente Ora per com-prendere lrsquoorizzonte teologico delle sue speculazioni occorre tenere amente che lrsquoautore scrive in un contesto in cui era stata posta la questio-ne del rapporto tra trinitagrave economica e trinitagrave immanente soprattuttodopo lrsquoelaborazione del celebre Grundaxiom di Rahner16 balthasar notacome i vari teologi che seguendo le lezioni di hegel si erano interessatial rapporto tra trinitagrave economica ed immanente avessero concentratotutto il peso sulla prima finendo per recludere la seconda qualora ancoraesistesse ad una condizione dellrsquoeconomia In altre parole teologi comeRahner e molto di piugrave Moltmann rischiavano di identificare lrsquoimma-nenza divina con lrsquoeconomia fino quasi ad azzardare teologie vediMoltmann in cui la vita immanente della trinitagrave in realtagrave non esistessese non nel suo realizzarsi economicamente nella storia e in particolarenel processo della croce17 In questo modo si vedeva compiuto il culminedi una sorta di progressiva hegelizzazione del cristianesimo che riducevala trinitagrave al processo del mondo e della storia

von balthasar vuole giustamente opporsi allrsquoidea di un diveniredel mondo e di una storia posti sul piano del ldquonecessariordquo per Diomediante lrsquounificazione e confusione del ldquoprocesso intradivinordquo conquello storico-salvifico Egli avverte il bisogno di trovare una viaalternativa e qui pone le basi per un capovolgimento del rapporto traimmanenza ed economia

Perciograve bisogna trovare una strada per interpretare una trinitagrave im ma -nente che sia a tal punto il fondamento del processo del mondo (finoalla crocifissione) che essa possa neacute apparire vedi Rahner come unprocesso formale di automediazione di Dio neacute vedi Moltmanncome irretita nel processo del mondo18

316 E Rotundo

16 Cfr tD Iv 29817 Cfr J MOltMann Il Dio crocifisso La croce di Cristo fondamento e critica della

teologia cristiana brescia 2008 276-29118 tD Iv 300

a partire da questo proposito von balthasar elabora la sua tesi di unakenosi intradivina lrsquoidea di una kenosi giagrave nella vita trinitaria non egrave ori-ginale dellrsquoautore svizzero lui stesso in realtagrave la ricava esplicitamen-te da bulgakov e tuttavia questa idea si trova giagrave in P Florenskij e inuno dei primi teologi kenotici dellrsquoOttocento come liebner che appun-to definiva il processo mediante il quale la prima ipostasi poneva nellaseconda lrsquooggetto del proprio amore come una ldquokenosi eternardquo19

tornando al nostro von balthasar similmente a liebner elaborala teoria secondo cui la generazione del Figlio consiste in una kenosidivina del Padre e man mano che procederemo con la comprensionedel modo di concepire il movimento intratrinitario comprenderemo ilmotivo di una tale elaborazione contestualizzata allrsquointerno di unrsquoope-ra che si sta occupando della teologia della croce

balthasar definisce quella del Padre come la kenosi che ldquoabbrac-ciardquo tutte le altre20 Mediante questo gesto il Padre si disappropria sipriva della sua divinitagrave percheacute il Figlio la faccia propria Ora questogesto con cui srsquointerpreta la generazione eterna egrave a dire dellrsquoautore

la posizione di una distanza infinita e assoluta allrsquointerno dellaquale tutte le altre possibili distanze possono essere incluse e com-prese le distanze che possono aggiungersi allrsquointerno del mondofinito fino a non escludere il peccato nellrsquoamore del Padre si trovauna rinuncia assoluta ad essere Dio solo per se stesso [hellip] unadivina a-teitagrave (naturalmente dellrsquoamore) che non egrave lecito confon-dere in nessun modo con lrsquoa-teismo intramondano ma che tuttaviafonda (superandola) tale possibilitagrave21

317Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

19 Cfr K t a lIEbnER Die christliche Dogmatik aus dem christologischen Princip

dargestellt I1 Christologie oder die christologische Einheit des dogmatischen

Systems vandenhoeck und Ruprecht goumlttingen 1849 151 33020 ldquoabbracciarerdquo egrave un verbo che giagrave da ora conviene venga compreso come assume-

reassimilare a seacute21 tD Iv 301

allrsquointerno della stessa relazione Padre-Figlio balthasar contem-pla dunque un ldquodrammardquo cioegrave una distanza assoluta una laquoinconce-pibile e insuperabile ldquoseparazionerdquo di Dio da se stessoraquo22 E proprioldquoallrsquointernordquo di questa distanza infinita e assoluta verificantesi traPadre e Figlio egli contempla ogni altra separazione e distanza persi-no quella peccaminosa addirittura sostiene lrsquoautore lo stesso infer-no egrave reso possibile solo allrsquointerno della divisione tra Padre e Figlio epersino mediante essa

una cosigrave inconcepibile e insuperabile ldquoseparazionerdquo di Dio da sestesso che ogni altra separazione in tal modo resa possibile(mediante essa) sia pure la piugrave amara ed oscura puograve verificarsisolo allrsquointerno23 di essa [hellip] Quanto detto non dagrave diritto a vederela trinitagrave unilateralmente come il ldquogiocordquo di una assoluta ldquobeatitu-dinerdquo che astrae dal dolore reale e quindi manchevole dellaldquoserietagraverdquo della divisione e della morte [hellip] ldquoForte come lrsquoinferno egravelrsquoamorerdquo no piugrave forte essendo possibile lrsquoinferno soltanto seabbracciato dalla divisione assoluta e reale del Padre e del Figlio24

Il ldquoluogordquo dellrsquoinferno (lo status del dannato) e la sua possibilitagrave sitrovano radicati allrsquointerno della stessa relazione divina tra le primedue persone della trinitagrave Infatti come il mondo egrave creato proprioallrsquointerno della processione del Figlio allo stesso modo al suo internoegrave da rinvenire anche ogni male del mondo e ogni suo estremo e defini-tivo rifiuto di Dio25

In Dio dunque von balthasar contempla una kenosi del Padre checontiene in seacute una dimensione di dolore di separazione alienazione e morte addirittura altrove egli parleragrave di una ldquosuper-morterdquo26

318 E Rotundo

22 tD Iv 30123 Sottolineatura dellrsquoautore24 tD Iv 302-30325 Cfr tD Iv 30526 Cfr h u vOn balthaSaR Teodrammatica v Lrsquoultimo atto Milano 2012 72

Da ora in poi tD v

319Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Il richiamo e lrsquoallusione ad hegel non appaiono per nulla celati Perintrodurre il proprio discorso lrsquoautore era partito proprio da unrsquooppo-sizione alla concezione di hegel che unificava il processo di Dio conil processo del mondo il teologo svizzero capovolge la prospettivapresentando un processo del mondo ldquoabbracciatordquo dal processo di Dioalla fine ci si renderagrave conto di come cambiando lrsquoordine dei terminiil risultato non cambieragrave ma per il momento si consideri come irichiami ad una ldquomorte in Diordquo e alla presenza in lui di un patire diunrsquoesperienza del morire risuonassero giagrave abbondantemente nel filo-sofo idealista lo stesso balthasar citeragrave nel quinto volume della suaTeodrammatica uno stralcio della Filosofia della religione di hegelin cui il volto di Dio viene dipinto secondo una cupa tonalitagrave di chia-roscuro un Dio che si districa al ritmo dialettico tra le sue luci e leproprie ombre

ldquoDio stesso egrave mortordquo si legge in un canto luterano si esprime conquesto la coscienza dellrsquoumano finito fragile la debolezza ilnegativo egrave pure un momento divino e che egrave in Dio stesso e chelrsquoessere altro il negativo la finitezza non egrave fuori di Dio [hellip] Egrave lrsquoessere altro il negativo in quanto consapevole momento dellanatura divina vi egrave contenuta lrsquoidea piugrave alta dello spirito27

Il sorgere dellrsquoaltro per balthasar come per hegel egrave il momentodellrsquoopposizione del negativo tuttavia il ldquoprocessordquo di Dio non fini-sce qui Infatti sempre seguendo hegel balthasar contempla allrsquointer-no di Dio una morte il negativo che perograve viene inesorabilmenteldquonecessariamenterdquo negata e superata allrsquointerno stesso del turbinio delprocesso divino con lrsquoemergere dello Spirito che costituirebbe la sin-tesi che riunifica nellrsquoamore la distanza creatasi Egrave questo un punto difondamentale importanza Infatti alla kenosi del Padre che disappro-priandosi della divinitagrave nella generazione realizza la distanza infinitae assoluta il Figlio risponde con il suo ldquosigraverdquo al Padre e da ciograve procedelo Spirito

27 tD v 193

320 E Rotundo

28 tD Iv 30229 tD Iv 302

Emergendo da entrambi quale loro ldquonoirdquo sussistente respira ilcomune ldquoSpiritordquo che a un tempo tenendo aperta la differenza(come essenza dellrsquoamore) la suggella e quale lrsquounico Spirito dientrambi le serve da ponte28

nel superamento della distanza nel ldquonoirdquo dello Spirito si collocacosigrave anche lrsquoinevitabile superamento di ogni distanza mondanalrsquoaver contro hegel incluso il processo del mondo nel processo diDio ha come esito il superamento della distanza negativa dellrsquoinfernoin extremis mediante lrsquoultimo momento del processo divino che egrave lrsquoe-mergere del noi dello Spirito Si tratta perciograve di un superamentoldquonecessariordquo in quanto ogni distanza mondana lo stesso inferno egrave giagraveallrsquointerno ed abbracciata dalla distanza infinta tra Padre e Figlio edunque necessariamente e giagrave per principio superata e riunificatadallrsquoamore dello Spirito

lrsquoautore non nasconde assolutamente le sue intenzioni Egli espli-citamente sottolinea come la distanza e separazione divina costituiscalaquosimultaneamente lrsquoeterno presupposto e superamento di tutto ciograve checi saragrave di divisioneraquo29 Si comprende cosigrave il senso profondo della poe-tica rielaborazione del verso del Cantico dei Cantici ldquoForte come lrsquoin-ferno egrave lrsquoamore no piugrave forterdquo nel senso cioegrave che lrsquoinferno abbraccia-to dalla distanza infinita tra Padre e Figlio egrave simultaneamente abbrac-ciato unito assimilato al momento dellrsquoemergere dello Spirito cheinesorabilmente riunifica nellrsquoamore beato il Padre e il Figlio Ognidramma del mondo ogni no a Dio e come visto anche quello postocome definitivo dalla parte dellrsquouomo che apre alla realtagrave dellrsquoinfernoegrave perciograve giagrave incluso e giagrave superato in quanto egrave allrsquointerno della kenosidel Padre che esiste il mondo e tutto ciograve che avviene nel tempo

nella ldquokenosirdquo del cuore paterno nella generazione del Figlio stagiagrave incluso e superato ogni altro possibile dramma tra Dio e unmondo dal momento che ogni mondo puograve avere il suo luogo sol-

321Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

tanto allrsquointerno della differenza del Padre e del Figlio tenutaaperta e insieme superata dallo Spirito Santo30

21 Analisi teologica

la speculazione di von balthasar risulta certamente affascinantema di quale grado di probabilitagrave gode I dubbi connessi ad una ldquosuper-morterdquo intradivina ad una kenosi del Padre sono evidentementemolti lrsquoapplicazione di eventi economicamente manifestati allanascosta vita trinitaria egrave molto delicata la via analogica percheacute solodi questo si puograve trattare deve essere applicata in maniera rigorosa

Della riflessione balthasariana appare degno di nota lrsquoutilizzo delparadigma kenotico per scandire lrsquointensitagrave e la serietagrave dellrsquoamore chedescrive lrsquoessenza divina e dunque ciascuna persona della trinitagrave lrsquoa-more divino si caratterizza per essere dono totale e senza riserve di Seacutepercheacute lrsquoaltro sia questo appare in particolare nella kenosi del Figliodi Dio che si estende fino alla morte di croce Sicuramente egrave questalrsquoessenza piugrave intima dellrsquoamore di Dio e il modo comune che le trepersone hanno di amarsi donarsi totalmente

Ora la categoria della kenosi cosigrave come viene rivelata nellrsquoecono-mia implica una dimensione potremmo dire di privazione che nellaScrittura risulta appartenere propriamente alla persona divina del Fi -glio nellrsquoinno ai Filippesi lrsquoauto-svuotamento viene connesso al mo -mento dellrsquoincarnazione che secondo una lettura canonica dellaScrittura si configura come totale consegna della volontagrave propria delFiglio al Padre laquoallora ho detto Ecco io vengo [hellip] per fare o Diola tua volontagraveraquo (Eb 107) Questa peculiaritagrave del modo di essere delFiglio brilla ancora di piugrave sulla croce laquoPadre nelle tue mani consegnoil mio spiritoraquo (lc 2346) dove la totale consegna alle disposizioni delPadre dettate da piena fiducia e da perfetto amore si svela nella piugravealta forma nella dimensione cruenta del dolore e della morte lrsquoe si -stenza kenotica del Figlio esistenza di obbedienza fiduciale che

30 tD Iv 304

322 E Rotundo

caratterizza la sua intera missio appare dunque appartenere ldquoperso-nalmenterdquo a Colui che in Dio egrave ldquoFigliordquo lrsquoapplicazione analogicadella dimensione economica della kenosi nella immanenza trinitariarichiederebbe a rigor di logica di vedere il Figlio soggetto ad unaeventuale spoliazione intradivina e non il Padre

Inoltre non si capisce il motivo per cui la ldquogenerazione eternardquodovrebbe realizzare una ldquodistanza e separazionerdquo quasi come se sitrattasse di una scissione nellrsquoessenza divina e spirituale nella realtagravecreata poi la generazione non sembra implicare alcun atto di rinunciada parte del generante a maggior ragione non si vede percheacute nellagenerazione divina analogato principale della generazione umana sidovrebbe contemplare il dramma dellrsquoauto-spoliazione

Ma lrsquoaspetto piugrave problematico della speculazione balthasarianariguarda il voler a tutti i costi inserire in Dio lrsquoelemento negativo Ilforte fascino esercitato su di lui da hegel non solo lo muove a consi-derare la trinitagrave coinvolta in una serie di momenti dialettici ma lospinge anche a confondere ciograve che appartiene alla libertagrave di Dio conciograve che appartiene alla libertagrave dellrsquouomo e viceversa Innanzitutto lamorte e il dolore sono ldquorealtagraverdquo che potremmo dire certamente ldquotocca-nordquo Dio ma solo a seguito del suo coinvolgimento in un mondo feritoda un male introdotto dallrsquoarbitrio creaturale che va corrompendosiper un atto posto in essere nella realtagrave creata31 Dunque non si vedepercheacute lrsquoeffetto di una causa posta in essere dallrsquouomo nel tempo enello spazio creato debba essere fatto risalire nellrsquoeternitagrave e nella vitaincreata divina e preesistente

Di conseguenza il concetto di kenosi cosigrave come viene intesadallrsquoautore implica una dimensione di ldquodolorosardquo privazione e rinun-cia che egrave da contemplare solo nella sua attuazione nella realtagrave storico-mondana lo stesso von balthasar altrove drsquoaltra parte insegnava

31 Cosigrave ladaria proprio commentando la kenosi intradivina di von balthasarlaquolrsquoeconomia [hellip] nel suo modo concreto di realizzarsi egrave intervenuta la libertagravedegli uomini Senza il peccato non si spiega la morte in croce in cui lo svuotarsidel Figlio giunge alla sua massima espressioneraquo l F laDaRIa La Trinitagrave mistero

di comunione Milano 2004 226

323Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

proprio che il dono totale di seacute essenza dellrsquoamore e della santitagraveviene costretto ad attuarsi assumendo il carattere della sofferenterinuncia della ldquodisappropriazionerdquo a motivo della realtagrave malvagia epeccaminosa in cui essa sceglie di realizzarsi32 Ciononostante lo stes-so autore non ricusa di definire il dono drsquoamore immanente del Padreal Figlio proprio come una ldquorinunciardquo33 e addirittura come unaldquomorterdquo Ci sarebbe allora da chiedersi quale sia la differenza tra larealtagrave divina e paradisiaca e quella mondana segnata dal peccato

In secondo luogo se il mondo con tutti i suoi drammi e i suoi pec-cati con tutte le conseguenze della sua libertagrave egrave giagrave per creazione inDio da lui abbracciato e ldquocollocato al suo internordquo tanto che il suoprocesso deve arrendersi alla forza irresistibile prodotta dal processotrinitario ed essere da esso risucchiato allora non si comprende dovevada a finire la libertagrave creata Siamo allrsquoestremo opposto della specu-lazione hegeliana ligrave nel filosofo Dio appariva obbligato al processodel mondo qui nel teologo egrave il mondo ad essere costretto nel proces-so di Dio Infatti se persino la libertagrave auto-posta come definitiva cioegraveil no che merita lrsquoinferno egrave anchrsquoesso giagrave dentro la distanza posta dalPadre nel porre il Figlio e quindi simultaneamente ed inesorabilmen-te ldquosuperatordquo dallrsquoemergere unificante dello Spirito allora ci si chiedeche senso abbia lrsquoesercizio storico della libertagrave creaturale

3 tRInItagrave E mondo lIbERo

Proprio sulla possibilitagrave di una scelta definitiva ed ldquoassolutardquo postadi fronte a Dio da una libertagrave creata lrsquoautore dedica le sue riflessioniimmediatamente successive alla kenosi intratrinitaria giusto prima didedicarsi allrsquoelaborazione soteriologica Ciograve egrave segno di come queste

32 laquoQuesto amore che egrave lrsquoessenza della santitagrave nellrsquoordine del mondo decaduto nelpeccato e della redenzione cristiana non puograve presentarsi altrimenti che nella formadella rinuncia a tutto ciograve che egrave proprioraquo h u von balthaSaR Gli stati di vita del

cristiano Milano 1985 32633 Cfr tD v 72-73

324 E Rotundo

due speculazioni si comportino come presupposti indispensabili allacostruzione di quella teologia della salvezza che dovrebbe fondarequella certa speranza per tutti

una volta posta la distanza infinita tra Padre e Figlio Questi dota-to di una sua autonomia deve porre il suo ldquosigraverdquo al dono del Padre inmodo che da entrambi emerga lo Spirito come unitagrave drsquoamore Ora lalibertagrave umana egrave data egrave fatta sorgere proprio allrsquointerno di questo spa-zio realizzato tra il Padre e il Figlio In particolare la libertagrave umanapersino con la sua autonomia perversa e la sua capacitagrave di porre unrifiuto a Dio si trova giagrave inserita allrsquointerno del ldquosigraverdquo del Figlio

Il no della creatura la sua volontagrave di autonomia intesa a non rice-vere neacute a dare non puograve essere localizzata altrimenti che nel sigrave delFiglio al Padre nello Spirito34

Proprio a causa di questo suo esistere giagrave nel sigrave del Figlio il no dellacreatura si comporta come una ldquocontraddizionerdquo non solo relativamenteallrsquoaspetto di immagine e somiglianza di questa (della libertagrave creata) conlrsquoautonomia del Figlio ma si comporta addirittura come una contraddi-zione interna a Dio stesso che da lui non puograve essere tollerata

Dio allrsquointerno di seacute - dove sarebbe altrimenti la creatura ndash tolle-ra nellrsquoinermitagrave dellrsquoamore assoluto la contraddizione contro que-sto amore e nellrsquoonnipotenza dello stesso amore non puograve e non

vuole tollerarla35

Si comprende percheacute per von balthasar la negazione della creaturaintesa come negazione alla partecipazione del sigrave del Figlio egrave laquoperprincipio giagrave superataraquo36 laquola libertagrave umana e la sua perversione siverificano allrsquointerno dellrsquoeucaristia del Figlioraquo37 cioegrave allrsquointerno del

34 tD Iv 306 35 tD Iv 30636 tD Iv 30637 tD Iv 309

325Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

suo sigrave al Padre nello Spirito perciograve il no posto da tale libertagrave devenecessariamente essere soverchiato da come lui la definisce quellrsquoon-da drsquoamore che egrave sempre piugrave avanti38

Emerge inevitabilmente a questo punto la questione se cosigrave pen-sando non si rischi di considerare la libertagrave umana come espropriatadella propria serietagrave e costretta dallrsquoonnipotenza e dallrsquoamore divinoIl modo in cui von balthasar risponde a tale delicata questione rispec-chia una caratteristica propria del suo stile quando si trova a doverraggirare unrsquoimpasse delicata nella consapevolezza del rischio di uncortocircuito nel proprio sistema in un primo momento egli affermauna veritagrave e solo dopo una lunga e articolata argomentazione con unldquomardquo o un ldquoperograverdquo oppone unrsquoaltra affermazione che esprime lrsquoesattocontrario della prima affermazione lasciando intendere un maggiorpeso dellrsquoultima rispetto alla prima Cosigrave a seguito del presuppostosecondo cui il rapporto tra libertagrave dellrsquouomo e volere di Dio (creazioneed alleanza) sia collocato allrsquointerno del sigrave originario del Figliolrsquoautore affronta la questione di come debba essere intesa lrsquoeffettivarealtagrave della libertagrave umana nonostante questa sia di fatto giagrave ldquosuperatardquoed ldquoabbracciatardquo dal sigrave del Figlio

ciograve non dice affatto che la libertagrave della creatura e la libertagrave nel pattodi Dio siano radicalmente espropriate dalla loro propria infondatezzamediante un simile preabbraccio e sopraffatte da unrsquoldquoonnipotenzardquodi divina bontagrave (come poniamo nellrsquoIslam) giaccheacute lrsquoamore onnipo-tente di Dio egrave giagrave intratrinitariamente a un tempo impotenza che puograveassicurare non solo al Figlio una adeguata libertagrave divina ma nellrsquoim-magine di Dio anche alla creatura un autentico potere di libertagrave epuograve prendere ambedue queste libertagrave estremamente sul serio Ma sideve dire pure che questa presa sul serio non puograve a causa dellrsquouni-versale eucaristizzazione del Figlio di Dio irretire Dio in nessunprocesso tragico in nessuna interiore lacerazione di Dio (che com-porterebbe la realtagrave insuperabile di un inferno)39

38 Cfr tD Iv 30739 tD Iv 308

326 E Rotundo

Il pensiero dellrsquoautore espresso in questa citazione egrave inequivocabileSi vuole affermare lrsquoimpossibilitagrave di una libertagrave creata talmente liberada porsi in maniera definitiva ed assoluta e ciograve trova la sua ragionenel fatto che cosigrave dove egrave ldquolocalizzatardquo tale libertagrave giagrave per creazioneessa costituirebbe una ldquotragediardquo per Dio una sua interna lacerazioneIl recupero del no definitivo dellrsquouomo si pone dunque sul livello dinecessitagrave per Dio sul piano della sua stessa essenza

31 Analisi teologica

giagrave da ora si possono trarre le conclusioni dellrsquoimpostazionebalthasariana che non possono non indurre il lettore a comprendere laposizione della libertagrave dellrsquouomo rispetto alla volontagrave salvifica di Diocome ldquorelativizzatardquo in virtugrave del suo essere ricollocata allrsquointerno dellarelazione di ontologica necessitagrave tra le persone divine Il bisogno dievitare una ldquotragediardquo in Dio stesso saragrave ripreso e riconfermato nelvolume quinto della Teodrammatica laddove lrsquoautore non avragrave timo-re persino di esplicitare che un fallimento dellrsquoopera di Dio comporte-rebbe un impoverimento della sua gloria40

al momento basti considerare che la ricollocazione dellrsquouomo conla sua libertagrave e persino con i suoi ldquonordquo allrsquointerno della kenosi intratri-nitaria appositamente elaborata nel contesto soteriologico funge pervon balthasar come laquopreparazione a una dottrina della redenzioneraquo41opera della redenzione che non si conclude semplicemente nellrsquooradella croce ma si prolunga fino al sabato santo cosigrave da estendere ilsignificato della dottrina patristica dello ldquoscambio dei postirdquo42 in cuievidentemente giocheragrave un ruolo fondamentale la reinterpretazionedel ldquoluogordquo in cui Cristo saragrave detto ldquodiscendererdquo dopo la sua morte

40 Cfr tD v 420-43041 tD Iv 30942 tD Iv 309

327Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

4 sostItuzIonE vIcaRIa E abbandono dI cRIsto sulla cRo cE

Per comprendere da dove prende avvio la formulazione della tradi-zionale dottrina soteriologica della sostituzione vicaria occorre che sicitino alcuni passi scritturistici Il piugrave noto e significativo egrave certamenteIs 534-5

4Eppure egli si egrave caricato delle nostre sofferenze si egrave addossato inostri dolori e noi lo giudicavamo castigato percosso da Dio eumiliato 5Egli egrave stato trafitto per le nostre colpe schiacciato per lenostre iniquitagrave Il castigo che ci dagrave salvezza si egrave abbattuto su di luiper le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 534-5)

a questo testo bisogna aggiungerne altri due gal 313 e 2 Cor 521che influirono enormemente sullrsquointerpretazione della dottrina dellasostituzione vicaria soprattutto nella teologia riformata Cosigrave gal 313

13Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge diventandolui stesso maledizione per noi poicheacute sta scritto Maledetto chi egrave

appeso al legno (gal 313)

e cosigrave 2 Cor 521

21Colui che non aveva conosciuto peccato Dio lo fece peccato innostro favore percheacute in lui noi potessimo diventare giustizia diDio (2 Cor 521)

Il nucleo essenziale di questa dottrina tradizionalmente intesainsegna che Cristo assumendo la nostra carne per noi si egrave sostituito anoi subendo il castigo dei peccati al nostro posto43

43 Per una rassegna dellrsquointerpretazione della teologia della sostituzione cfr g OggIOnIlaquoIl mistero della redenzioneraquo in POntIFICIa FaCOltagrave tEOlOgICa DI MIlanO edProblemi ed orientamenti di teologia dogmatica Milano 1957 237-342

328 E Rotundo

Ora riservando a dopo una riflessione necessaria alla chiarificazio-ne dei testi scritturistici sopra citati occorre sin da subito affermareche von balthasar assume questa dottrina nellrsquoaccezione estrema pro-pria della teologia dei riformatori lutero e Calvino44

lo stesso von balthasar aveva dedicato alcune pagine alla spiegazionedellrsquointerpretazione luterana della teologia della sostituzione e in questocontesto richiamava alcune espressioni che chiarificheranno le intenzionisuccessive del teologo svizzero45 lutero ha il merito a dire dellrsquoautore diintegrare il tema patristico dellrsquoammirabile commercio con quello dellasostituzione vicaria siccheacute lo scambio operato da Cristo non egrave solo daintendersi sul livello delle due nature ma anche sul livello dei posti tra ilpeccatore e Cristo stesso Il testo di 2 Cor 521 viene inteso alla letteraCristo subisce il castigo del peccatore da parte di Dio al nostro posto Eglidiventa il massimo ed unico peccatore sulla terra il dannato e lrsquoabbando-nato che ha avvertito su di Seacute tutta lrsquoira di Dio la pena infernale tanto daavere avuto persino paura dellrsquoinferno Saragrave utile riportare una citazioneche lo stesso von balthasar trascrive nella sua trattazione su lutero

In tutta sintonia egli (lutero) distingue due stati del peccato in noildquoMentre viene commesso non viene esperito come peccato noncome ciograve che nel peccato egrave il peggio lrsquooblio e il disprezzo di DiordquoPoi insorge la legge ldquola rivelazione della legge spiritualerdquo e allorainsorge nel peccatore anche ldquouna coscienza di ciograve che il peccato egraverdquola coscienza piena egrave quella dei dannati egrave ldquola discesa agli inferirdquo SeCristo secondo la 2 Cor 521 viene fatto ldquopeccatordquo non viene fattopeccato nel senso primo quello commesso ma nel senso secondo edegrave questo che ldquoviene assunto per noirdquo46

44 Sulla soteriologia balthasariana F g bRaMbIlla laquoSalvezza e redenzione nellateologia di h u von balthasarraquo La Scuola Cattolica 3 (1980) 167-234 g DElla

Malva Lrsquoonnipotente debolezza dellrsquoamore Lrsquoazione vicaria di Cristo nella teo-

logia di HU von Balthasar Roma 200745 Cfr tD Iv 263-26946 tD Iv 265 cfr h u vOn balthaSaR Teologica II Veritagrave di Dio Milano 1990

309-318 Da ora in poi Teologica II von balthasar cita di lutero lrsquoopera Von

der Freiheit eines Christenmenschen

329Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

nella concezione luterana la ldquogiustiziardquo divina non puograve lasciare passa-re alcuncheacute del male commesso vi egrave dunque una violenza in Dio e ancheuna vendetta da effettuare nei confronti del peccato47 ed egrave questa che siscaglia sul Crocifisso lutero vede nel grido di abbandono lrsquoespressionedel tormento infernale lrsquoespressione del tormento per eccellenza la penadel danno gesugrave ha sofferto quanto i dannati sperimentano dovendo assa-porare la collera eterna di Dio anche Calvino sposa questa concezioneanche lui ritiene che Cristo abbia subito la condanna da parte del Padre eche tale condanna si sia concretizzata fino alla ldquodiscesa nellrsquoinfernordquo (ed egravequesto il suo modo drsquointendere il descensus ad inferos)48

von balthasar da parte sua sostiene che una volta incarnato alfine di eliminare la distanza posta dal no rivolto dalla creatura ilFiglio stesso deve entrare nella tenebra della negazione peccaminosadi Dio Come Egli sostiene lrsquoautore nel momento decisivo dellapassione deve esperire quella tenebra divina a cui perviene il peccato-re mediante il suo no una tenebra che nel momento in cui giungelrsquoora definita come lrsquoora del ldquopotere delle tenebrerdquo non viene e nonpuograve essere compresa dal Figlio come liberamente voluta e assunta pernoi ma come ldquosuper-impostardquo dallrsquoesterno come totalmente caricatasu di lui dalla volontagrave del Padre e non dalla propria volontagrave49

la ldquotenebra di Diordquo dunque avverrebbe nella dimensione spiritua-le del Figlio di Dio nella sua coscienza Certo il valore redentivodella passione rimane nella sua realtagrave oggettiva ma il Figlio soggetti-vamente afferma lrsquoautore esperisce il contrario di quanto oggettiva-mente si sta realizzando nella passione e nella morte

nel mistero dellrsquoottenebrazione e dellrsquoalienazione tra Dio e ilFiglio portatore del peccato compare lrsquoonnipotente impotenza del-lrsquoamore di Dio quanto vi si ldquoesperiscerdquo egrave il contrario di quanto

effettivamente succede50

47 Cfr b SESbOuumleacute Gesugrave Cristo lrsquounico mediatore Saggio sulla redenzione e la sal-

vezza I Problematica e rilettura dottrinale Cinisello balsamo 1991 40948 Cfr b SESbOuumleacute Gesugrave Cristo lrsquounico mediatore I 412-41349 Cfr h u vOn balthaSaR Gloria vII Nuovo patto Milano 1977 136 Da ora in

poi Gloria vII50 tD Iv 312

330 E Rotundo

Cosa esperisce gesugrave Egli fa esperienza dello stato dei peccatorilrsquoesperienza dello stato dei dannati non identica ad essa in quantoimplicherebbe un odio di Dio e tuttavia ribadisce lrsquoautore ben piugraveprofonda estrema ed oscura di essa percheacute si tratta di un abbandonoche si pone sul livello delle relazioni intratrinitarie lrsquoabbandono digesugrave da parte di Dio cosigrave da un lato egrave il contrario dellrsquoinferno (inquanto in esso vi egrave lrsquoodio contro Dio) ma dallrsquoaltro lato laquoegrave esattamen-te lrsquoinferno (lutero Calvino) addirittura la sua estrema intensitagraveraquo51

Ciograve di cui il Figlio fa esperienza dunque egrave la violenza del castigoeterno dellrsquoinferno che si abbatte su di lui Il grido di abbandono sullacroce egrave cosigrave interpretato come attestazione della coscienza di gesugrave diavvertirsi realmente come peccatore castigato e rigettato da Dio

Cosigrave che soggettivamente egli lo puograve sentire senzrsquoaltro comeldquocastigordquo anche se obiettivamente per lui non lo egrave52

ancora sulla croce il Figlio porta il peccato del rifiuto e dellanegazione estrema di Dio cioegrave il peccato posto volontariamente edeliberatamente come rifiuto di Dio Cosigrave che Egli sulla croce facciaesperienza dellrsquoopposizione contro Dio fino a poter condividere ilsenso della ldquodisperazionerdquo tipica dei dannati di coloro che non posso-no piugrave essere salvati tutta la sua missione culminata sulla croce econ la morte egrave per il Figlio conseguentemente avvertita come inutile53come vana

Il Figlio porta i peccatori in seacute unitamente alla disperata impene-trabilitagrave dei loro peccati per la luce drsquoamore divina Perciograve egliesperisce in seacute non il loro peccato ma la disperazione della loroopposizione contro Dio e il no senza grazia della divina graziacontro questa opposizione Il Figlio che si egrave del tutto abbandonatoaffidandosi al Padre (fino allrsquoidentificazione con i fratelli nella loroperdizione) deve proprio adesso essere abbandonato Egli che si egrave

51 tD Iv 31352 tD Iv 31453 Cfr Gloria vII 136

lasciato del tutto donare dal Padre deve adesso sentire che tuttoera ldquoinvanordquo54

Egrave proprio sul piano della coscienza e dellrsquoesperienza spirituale digesugrave che ruota il perno del discorso di balthasar In lui ad un tratto daquanto emergerebbe dal discorso dellrsquoautore egrave come se si verificasseuna sorta di sincope soteriologica una momentanea perdita dellacoscienza e della consapevolezza di dove la sua missione di obbedienzalrsquoavrebbe dovuto condurre e che pure aveva profeticamente preannun-ciato e visto giagrave compiersi secondo quanto deducibile dalle paroledellrsquoultima Cena Ma cosigrave come lo vede von balthasar gesugrave egrave lungidallrsquoautointerpretarsi come lrsquoincarnazione del Servo sofferente di Diolungi da lui il ldquovedererdquo nella fede e nella speranza la luce della resurre-zione a cui implicitamente allude sia il cantico del Servo di Jahveacute sia ilsalmo 21 che appunto inizia con il grido drsquoabbandono di Dio altreaffermazioni inequivocabili da questo punto di vista sono rinvenibili inuna raccolta di articoli ed interviste di von balthasar pubblicate dalla Editnel 1988 In un articolo apparso sulla rivista ldquo30 giornirdquo (agostosettem-bre 1984) intitolato ldquola Chiesa e lrsquoinfernordquo nel descrivere la condizionedei morti abbandonati da Dio cosigrave scriveva von balthasar

Eppure lui che meglio di ogni altro uomo ha conosciuto lrsquoamoredel Padre non aveva giagrave sperimentato sulla croce in sostituzionedei peccatori lrsquoessere abbandonato dal Padre Fino al punto che inquesto abbandono non comprende piugrave la propria missione ldquoPer -cheacute mi hai abbandonatordquo egrave una domanda a cui dentro la sofferen-za non egrave possibile dare alcuna risposta Questo aver perso Dio egravesenza tempo Gesugrave sulla croce non puograve guardare in avanti alla

Pasqua nella certezza che tutta la sofferenza saragrave presto finita Perlui il tempo della perdita di Dio egrave fermo ed in questa atemporalitagravela sua passione abbraccia la peccaminosa storia del mondo nellasua totalitagrave ldquogesugrave egrave in agonia fino alla fine del mondordquo (Pascal)55

331Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

54 tD Iv 325 55 h u vOn balthaSaR La Chiesa e lrsquoinferno 64 in a SICaRI ed La Realtagrave e la

Gloria Hans Urs von Balthasar articoli e interviste 1978-1988 Milano 1988 (61-66)

332 E Rotundo

Questo kenotico ldquonascondimento essenzialerdquo alla coscienza digesugrave egrave finalizzato a che Egli possa avvertire la morte non solo fisicama ldquosoprattutto spiritualerdquo56 laquolrsquoesperienza della seconda morteraquo57affincheacute Egli possa avvertire la perdita eterna di Dio e assumere lapoena damni in sostituzione vicaria

Proprio cosigrave egli si dimostra lrsquounico che andando al di lagrave della comu-ne esperienza della morte ha misurato le profonditagrave dellrsquoabisso58

tutte le minacce dellrsquoira divina che caratterizzavano gli annunciveterotestamentari del ldquogiudiziordquo si vedono compiute e realizzatenella croce di Cristo su cui solo si scaglia lrsquoira del Padre che punisce ipeccati ostinati Egrave come se si volesse intendere che lrsquoaspetto negativoe drammatico del fuoco dellrsquoira si manifestasse come strumento diespiazione lrsquounico su cui si scaglia lrsquoira del giudizio egrave il Crocifisso59

41 Analisi teologica

nel 1979 la Commissione teologica Internazionale affermava

Col concetto di sostituzione si insiste sul fatto che il Cristo assu-me veramente la condizione dei peccatori non si tratta di pensareche Dio abbia punito o condannato il Cristo al nostro posto Questaegrave una teoria erroneamente avanzata da parecchi autori soprattuttonella teologia della riforma60

56 Cfr h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni brescia 2008 138 lrsquoopera egravedel 1969 Da ora in poi ttg

57 h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni 15058 h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni 15059 Cfr tD Iv 322-32360 COMMISSIOnE tEOlOgICa IntERnazIOnalE Alcune Questioni riguardanti la cristo-

logia (1979) in ID Documenti 1969-2004 bologna 2006 (164-193) Iv 7 188

333Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Questa chiarificazione getta luce sulla dottrina della sostituzionevicaria Cristo non assume la condizione del dannato dellrsquoinferno persubire il castigo eterno a sostituzione del dannato Risulta impropriadunque lrsquoestensione alla ldquopena eterna del dannatordquo dellrsquoadagio patri-stico ldquociograve che egrave assunto egrave redentordquo

I testi di gal 313 e soprattutto 2 Cor 521 vanno compresi alla lucedi quanto il testo di Isaia 53 dice al versetto 4

4Eppure egli si egrave caricato delle nostre sofferenze si egrave addossato inostri dolori e noi lo giudicavamo castigato percosso da Dio eumiliato (Is 534)

Il Servo sofferente viene schiacciato dalla malvagitagrave che egrave frutto econseguenza ontologica e storica del peccato la nostra iniquitagrave egravecausa e fonte di sofferenze e dolori che sono nostri cioegrave che spettano acoloro che ne sono causa Ma il Servo egrave detto caricare su di Seacute volon-tariamente e dunque coscientemente percheacute non esiste volontarietagravesenza consapevolezza questo male che non egrave suo percheacute non gli spettain quanto innocente lrsquoassume per noi per darci salvezza e il comesaragrave conosciuto solo nella pienezza della rivelazione in Cristo

Ma ecco che veniamo al punto fondamentale questo egrave quanto diceil profeta nel vedere la condizione del Servo sofferente Noi lo giudi-cavamo castigato percosso ed umiliato da Dio (v 4) Con questo ver-setto si vuole evidenziare proprio la stoltezza dellrsquointerpretatio com-munis di coloro che vedendo le sofferenze del martoriato Servo inno-cente giudicavano tale dolore come un castigo operato direttamentedalla mano di Dio61 in quella del Servo si ripete lrsquoagonia spirituale digiobbe che pur sapendosi innocente si vede accusato di trasgressionea giustificazione dei suoi mali

lrsquoaltro testo controverso egrave galati 33 in cui si dice che Cristo egrave di -ventato maledizione per noi percheacute sta scritto nella leg ge ldquoMaledettochi egrave appeso al legnordquo Ora occorre che si affermi che Cristo egrave statocondannato a morte in nome della ldquoleggerdquo di Dio per questo egrave in

61 Cfr J blEnKInSOPP Isaiah 40-55 new York 2002 350-351

base alla legge che viene dichiarato e giudicato ldquoMaledettordquo Infattiin Dt 2123 lrsquoappeso sul legno era definito appunto maledizione Manon egrave pensabile sostenere che sia Dio a maledire Cristo percheacute a con-siderarlo tale egrave la stoltezza e la cattiveria dellrsquouomo che su di luiapplica la maledizione che la legge prevedeva per i malfattori tra-sgressori della stessa Cristo pende sul legno come fosse maledizionema in realtagrave Egli egrave la benedizione di Dio lrsquouomo malvagio perograve nelsuo peccato giudica (cfr Is 534) come male ciograve che in realtagrave egrave ilSommo bene Del resto riferendosi allrsquoappeso maledetto Paolo citaDt 2123 e tuttavia omette consapevolmente ldquoda Diordquo proprio perescludere lrsquoinsinuazione che la maledizione sia opera del Padrelrsquoanalogia usata da Paolo del cadavere appeso va connessa con gal219 in cui si dice che Cristo venne crocifisso mediante la legge62

giudicare e predicare Cristo come lrsquoinnocente condannato da Diocome Colui sul quale Dio ldquodeverdquo riversare tutta la sua ldquoirardquo accumula-ta nei secoli significherebbe o da un lato condannare Dio ad unrsquoin-trinseca ed oscura necessitagrave che lo costringerebbe a dar sfogo alla suaviolenza necessitato in maniera tale dal peccato dellrsquouomo da vedersicostretto a punire lrsquoinnocente Figlio che dal canto suo si offre affin-cheacute il Padre possa dare su di Seacute sfogo alla sua violenza oppure dal-lrsquoaltro significherebbe dipingere un Dio Padre desideroso e volentero-so di vendetta che brama dalla voglia di vedere il sangue di qualcunoper appagarsi dellrsquoira quandrsquoanche il sangue fosse quello del suoamato Figlio In von balthasar lrsquoira di Dio consisterebbe nel categori-co ldquonordquo di Dio al comportamento dellrsquouomo di fronte a lui ldquoil dovereverso se stesso e verso la giustizia amorosa della sua alleanzardquo cheviene assunto dallrsquoinnocente Figlio e che in realtagrave solo alla fine sirivela essere aspetto dellrsquoamore salvifico63 rimane il fatto perograve chenella vicenda dolorosa di gesugrave il Padre secondo questa visione assu-me il ruolo di Colui che ldquodeverdquo esercitare il suo giudizio sanguinolen-to di morte nei confronti dellrsquoInnocente

334 E Rotundo

62 Cfr J a FItzMYER laquolettera ai galatiraquo Nuovo Grande Commentario Biblico R E bROWn ndash J a FItzMYER ndash R E MuRPhY edd brescia 2002 1028

63 Cfr Gloria vII 190

Infine bisogna spendere qualche riflessione su 2 Cor 521 in cui siafferma che Dio fece Cristo ldquopeccatordquo in nostro favore nellrsquoat ilcapro espiatorio prende il posto del peccatore sulla vittima venivanocaricati i peccati personali in modo che venendo sacrificato questivenissero espiati (cfr lv 413-21) Cristo egrave costituito da Dio comeldquopeccatordquo cioegrave come ldquosacrificio di espiazionerdquo64 Egli egrave costituito daDio come ldquospazio entrando nel qualerdquo lrsquouomo vede seacute trasformatoricreato (2 Cor 517) da peccatore in giusto

lrsquoaspetto dellrsquoelaborazione cristologica di von balthasar che piugravemette a disagio consiste nellrsquoaffermazione di unrsquoesperienza oscura digesugrave che gli impedirebbe di avere coscienza del significato della suapassione e morte unrsquoesperienza che sarebbe funzionale allrsquoassunzio-ne dello stato del dannato di uno stato di ldquodisperazione della salvez-zardquo propria dei dannati che sarebbe conseguenza dellrsquoestensione finoagli estremi della sostituzione vicaria Per poter esperire questo sensodi rifiuto di rigetto da parte del Padre Cristo in un indefinito momen-to avrebbe subito una improvvisa perdita della coscienza del signifi-cato della sua missione e della sua morte

Ora sempre la Commissione teologica Internazionale in un docu-mento del 1985 circa lrsquoautocoscienza di gesugrave aveva ribadito la pienacoscienza e consapevolezza di Cristo della sua missione e del signifi-cato della sua morte65 Questa affermazione gode di unrsquoinnumerevoleserie di prove scritturistiche Drsquoaltra parte se la salvezza trova la suacausa efficiente non nella violenza della morte in seacute ma nellrsquoobbe-dienza di Cristo fino alla morte e alla morte di croce (Fil 28) non sivede come tale obbedienza seppure affermata da von balthasar possaessere posta in essere nella non-coscienza di ciograve che della volontagraveobbediente dovrebbe essere oggetto Ciograve che egrave voluto e accoltodovrebbe essere conosciuto Sembrerebbe invece che nella formula-zione dellrsquoautore Cristo in un indeterminato momento della sua mis-

335Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

64 Cfr R P MaRtIn Word Biblical Commentary Xl 2 Corinthians uSa 1986 14565 Cfr COMMISSIOnE tEOlOgICa IntERnazIOnalE La coscienza che Gesugrave aveva di se stes-

so e della sua missione in ID Documenti 1969-2004 bologna 2006 (333-352) 339-344

336 E Rotundo

sione abbia sigrave posto la sua spontanea volontagrave a subire la dolorosa pas-sione salvo poi non si sa come ma sempre per volontagrave subire unasorta di perdita della coscienza e della consapevolezza del significatosoteriologico della propria croce perdita della certezza della vicinan-za della giustizia e dellrsquoamore del Padre

la volontagrave di ricostruire una tale ldquoesperienza spirituale del Cro ci -fis sordquo si pone drsquoaltro canto come una ldquonecessitagraverdquo logica se si vuolearrivare ad interpretare il descensus ad inferos come una reale discesaallrsquoinferno di Cristo intesa come la discesa del reprobo in quantodannato

5 ldquodEscEnsus ad InfERosrdquo

Siamo giunti a quella che sembra aver di piugrave caratterizzato la teolo-gia di von balthasar lrsquointerpretazione dellrsquoarticolo di fede che affermala discesa di Cristo nellrsquoAde Il contrassegno del pensiero balthasaria-no direbbe J Ratzinger66 In realtagrave come si egrave detto non si tratta di unmodo di interpretare esclusivo dellrsquoautore svizzero anzi molti primadi lui tra i teologi riformati avevano cosigrave compreso lrsquoarticolo deldescensus ad inferos basti ricordare il giagrave citato Calvino e dopo di luitanti altri ma soprattutto bisogna nominare adrienne von Speyr67 ilcui incontro ha motivato in maniera determinante lrsquointerpretazione

66 Cfr J - h tuumlCK ldquoPostfazionerdquo a h u vOn balthaSaR Escatologia nel nostro

tempo le cose ultime dellrsquouomo e del cristiano brescia 2017 107 Da ora in poiEnt

67 laquola teologia del Sabato santo che in connessione diretta col tema della kenosi delCristo caratterizza tutta la teologia di von balthasar e in particolare la sua cristologiatrinitaria ha appunto nella ldquomistica oggettivardquo della von Speyr il punto di partenza eun riferimento imprescindibileraquo g MaRChESI La cristologia trinitaria di Hans Urs

von Balthasar Gesugrave Cristo pienezza della rivelazione e della salvezza brescia 200352 lo stesso von balthasar a proposito della dottrina della discesa nellrsquoinfernoammette la sua dipendenza dalla von Speyr cfr Teologica II 302 (nota 75)

337Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

dellrsquoarticolo della discesa nellrsquoAde da parte di von balthasar68 Comegiustamente egrave stato ultimamente rinvenuto

il Descensus Christi costituisce ndash accanto alla morte vicaria sullacroce ndash il vero fondamento della speranza per tutti69

Per cui dopo aver studiato il modo di comprendere la dottrina dellasostituzione vicaria saragrave consequenzialmente necessario indagarequesta interpretazione cardine della teologia balthasariana e della suasperanza di salvezza per tutti

Innanzitutto occorre che si chiarifichi che per von balthasar ladiscesa di gesugrave allrsquoinferno costituisce la trasposizione nellrsquoaldilagrave nellrsquoa-temporalitagrave di quanto accade sulla croce ovverosia lrsquoesperienza sogget-tiva della totalitagrave dellrsquoira di Dio su di lui lrsquoesperire lrsquoabbandono e laseparazione da parte di Dio Per cui piugrave che intendere lrsquoevento del saba-to santo nel senso di un movimento locale dellrsquoanima di gesugrave quel chesi vuole intendere egrave lrsquoesperire in Seacute lrsquoinferno la morte lrsquoessere in Seacuteinferno come esperienza della totale senza-tempo ed infinita separazio-ne da Dio Ecco percheacute egrave vero che von balthasar parla di una discesanello sheol cioegrave nel regno dei morti corrispondente allrsquoeone veterotesta-mentario oppure nella geenna ma per lui quella dellrsquoanima di gesugraveconsiste in unrsquoesperienza che va oltre la geenna oltre lo stesso infernoin quanto si tratta di unrsquoesperienza unicamente vivibile solo nella trinitagraveeconomica lrsquoesperire la morte della relazione intratrinitaria

Per chi medita la singolaritagrave assoluta della relazione del Figlioverso il Padre non dovrebbe piugrave risultare discutibile il fatto che ilFiglio come Dio-uomo ha esperito un abbandono dal Padre chelrsquoha portato ben oltre lo sheol e la geenna Egli che egrave asceso ldquooltre

tutti i cieli (creati)rdquo egrave lo stesso che egrave disceso nelle ldquoparti piugrave infe-riori della terrardquo (Ef 49) il quale ldquoinferiorerdquo (katotera come com-parativo) ha potuto essere per lui unicamente lrsquoinfimo (en tois

68 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo a Ent 11069 J - h tuumlCK ldquoCommentordquo 111

338 E Rotundo

katotatois tes ges) [hellip] una simile distanza egrave tuttavia possibilesolo allrsquointerno della trinitagrave economica che trasferisce lrsquoassolutaalteritagrave reciproca delle persone intradivine sul piano della storiadella salvezza con lrsquoinclusione ndash e in tal modo la riconciliazione ndashdella peccaminosa distanza da Dio70

Si torneragrave in seguito sul rapporto tra trinitagrave economica ed infernoe sullrsquoaffermazione dellrsquoinclusione anche detta abbraccio e dunqueldquoriconciliazionerdquo della peccaminosa distanza quella che merita lacondanna nellrsquoinferno Per il momento occorre che si proceda conordine e si ritorni sul concetto di sheol che lrsquoautore intende come ter-mine della discesa dellrsquoanima di Cristo

In un suo scritto del 1969 lrsquoautore sosteneva esplicitamente cheprima della croce di Cristo esisteva solo un ldquoluogordquo in cui erano reclusele anime dei morti e questo era lo sheol lrsquoade Egli metteva in guardiadal considerare le speculazioni del tardo giudaismo che a seguito degliinflussi persiani ed ellenistici aveva cominciato a tracciare una differen-ziazione tra premio e castigo dopo la morte e aggiunge

anche se queste rappresentazioni marginalmente (soprattutto inluca) si trovano nel nuovo testamento (nella parabola di lazzaro1619-31) e nel loacutegion dei ladroni 2343 Il paradiso (che mantieneuna pluralitagrave di significati) e la geenna devono quindi rimanereinclusi nel concetto determinante e universale dello sheol egrave lrsquoade71

Dunque malgrado gesugrave stesso nel vangelo contemplasse e predi-casse una differenziazione di destini dopo la morte von balthasarinvitava invece il lettore a non tenerne conto e a considerare un soloed unico concetto e stato dellrsquoanima nella morte cioegrave quello veterote-stamentario (Pentateuco giosuegrave giudici e Re) di sheol il ldquoluogordquo incui le anime sono nel buio lo stato di morte e di tenebra dove non siloda piugrave Dio in cui Cristo egrave disceso72 che perograve non egrave da considerarsi

70 tD v 21971 ttg 14372 Cfr ttg 143

339Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

come un ldquoluogordquo ma appunto come uno stato dellrsquoanima che laquoconsi-ste nella poena damni nella privazione della visione di Dioraquo73 in cuinon egrave possibile alcun barlume di speranza74 Discendendo nello sheolCristo completa lrsquoopera della sostituzione vicaria assumendo la penadel danno la pena eterna dellrsquoinferno per intenderci in modo darisparmiarla a noi

Il Redentore risparmiando ai morti nella propria solidarietagrave conessi tutta lrsquoesperienza della morte (come poena damni) - cosiccheacuteun raggio celeste di fede caritagrave e speranza ha sempre rischiaratolrsquoldquoabissordquo - prese su di seacute tutta questa esperienza sostituendosi adessi Proprio cosigrave egli si dimostra lrsquounico che andando al di lagrave dellacomune esperienza di morte ha misurato le profonditagrave dellrsquoabisso75

Cosigrave solo Cristo fa esperienza dellrsquoldquoinfernordquo in quanto solo lui ldquovaallrsquoinfernordquo inteso a questo punto secondo lrsquoaccezione neotestamen-taria Infatti a dire dellrsquoautore sarebbe errato proiettare il concettoneotestamentario (cristologico) dellrsquoinferno allrsquoindietro nellrsquoanticotestamento Esso infatti diviene laquouna funzione dellrsquoevento Cristoraquo76

lrsquoinferno egrave un prodotto della redenzione che ha bisogno soloormai di essere contemplato nel suo in-seacute dal Redentore per diven-tare nella sua perdizione assoluta un ldquoper-luirdquo ciograve su cui egliriceve nella risurrezione il potere delle chiavi77

Dunque per tentare di chiarire quanto si vuole affermare occorreche si tenga a mente che la morte di gesugrave non egrave da intendersi solo dalpunto di vista fisico ma soprattutto spirituale la discesa nellrsquoinfernoconsiste nellrsquoesperienza della ldquoseconda morterdquo cioegrave dellrsquoassoluto e

73 ttg 14774 Cfr ttg 14775 ttg 15076 ttg 15377 ttg 155

340 E Rotundo

infinito abbandono di Dio avvertito da Cristo nella morte dellrsquoanimacome un allontanamento del Padre da Seacute lrsquoeffetto della pena del pec-cato la perdita eterna di Dio la caduta nellrsquoabisso tenebroso dellrsquoani-ma come dice il Cusano citato dallo stesso von balthasar e a cui eglidagrave fondamentalmente ragione78 In altre parole si tratta dellrsquoesperire lasofferenza dei dannati una sofferenza che non egrave possibile immaginar-ne di maggiori79

Ma ecco che proprio nel sabato santo avviene il ldquocapovolgimentordquosoteriologico la veritagrave esotericamente tenuta dal Padre si rivela e latenebra vissuta nello stato della morte (dellrsquoanima) si dilegua proprionellrsquoinferno Il Padre appare dalla tenebra di quella che dal Figlio eraesperita come esito della sua ira e gli si rivela nella propria luce Eglisi rivela a lui nuovamente manifestandogli che quella da lui vissutaldquosoggettivamenterdquo come tenebra era in realtagrave ldquooggettivamenterdquo lrsquoope-ra della perfetta vittoria

Ma quando il Figlio al sabato santo attraversa lrsquoinferno allora eglilo fa come colui a cui il Padre rivela il suo segreto che non tienepiugrave oltre per seacute [hellip] ldquola visione drsquoinsieme il Signore la riceve alsabato santo nella sua marcia attraverso lrsquoinferno in occasionedella quale il Padre gli mostra il peccato che egrave stato vintordquo80

von balthasar tiene a precisare che tale esperienza dellrsquoinferno egravestata vissuta da Cristo per pura ldquoobbedienzardquo81 proprio per questo sitratta di unrsquoesperienza che salva Ma a questo punto non si comprendecome tale esperienza il cui il significato rimaneva a lui nascosto enon conosciuto potesse essere vissuta come obbedienza in atto

Ecco perciograve che nuovamente si pone la questione giagrave sopra solle-vata relativa alla coscienza ed autocoscienza di gesugrave Per poter esperi-re il senso di essere dannato in eterno e rigettato dal Padre dunque per

78 Cfr ttg 15479 Cfr ttg 15280 tD v 22881 Cfr tD v 228 tD v 266

341Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

poter vivere lrsquoinferno gesugrave dovette in un certo qual modo ldquoriporrerdquo(Hinterlegung) kenoticamente la propria coscienza presso il PadreQuesta riposizione della coscienza della divina potenza e gloria egrave dettaessere compiuta ldquoper obbedienzardquo82 come per obbedienza egrave detta esserevissuta lrsquoesperienza della dannazione dellrsquoinferno Ma per porre un taleatto di obbedienza chiaramente occorre che sussista un momentonecessariamente cosciente si suppone in quanto non sembra chiara-mente esplicitato dallrsquoautore che tale obbedienza sia considerata postain essere coscientemente e liberamente nello stato di preesistenza cioegraveal momento dellrsquoincarnazione83 Drsquoaltra parte questa ldquoriposizionerdquo sipone inevitabilmente come la condizione di possibilitagrave percheacute il Figliopotesse esperire soggettivamente lrsquoessere dannato dal Padre

Proprio su questo punto sembra stagliarsi unrsquoaporia difficilmenterisolvibile nella teologia balthasariana il Figlio deve fare esperienzadella morte dellrsquoanima deve avvertire la dannazione e lrsquoeterna perditadi Dio ma ciograve senza sapere che questa esperienza consiste nellrsquoacmedellrsquoopera redentiva pro nobis Questo egrave il ldquosegretordquo del Padre che gliverragrave rivelato proprio nello stato della sofferenza della pena del dannotuttavia allo stesso tempo questrsquoopera egrave compiuta dal Figlio per obbe-dienza Rimane dunque il quesito come puograve attuarsi unrsquoobbedienzaperfetta nella piena inconsapevolezza e incoscienza

In gloria vII egrave possibile provare a rintracciare qualche soluzionevon balthasar dedica alcune riflessioni alla dimensione kenotica del-lrsquoincarnazione riflessioni previe ed indispensabili alla sua soteriolo-gia nellrsquoincarnazione avviene lrsquoabbandono della forma di Dio in unasorta di trasmissione di condizione nella forma di ldquoschiavordquo84 unatale esistenza da schiavo afferma lrsquoautore presuppone un ldquoessenzialenascondimentordquo e con questo ldquonascondimentordquo sembra ci si vogliariferire proprio a quella che in Teodrammatica v verragrave definita comela riposizione della propria coscienza al Padre Ora questo essenziale

82 Cfr tD v 220-22183 lo si vedragrave a breve84 Cfr Gloria vII 194

342 E Rotundo

nascondimento spiega balthasar solo nella riflessione post-pasqualesaragrave interpretato e descritto dagli evangelisti come ldquosegreto messiani-cordquo85 ma in veritagrave nel gesugrave storico esso consisterebbe in un kenoticoe reale nascondimento a Seacute tutte quelle espressioni neotestamentarieche lascerebbero intendere una coscienza del senso della propria pas-sione o una certa speranza e fede in essa sarebbero interpolazioniinterpretative della coscienza post-pasquale degli agiografi Ma poicheacutequanto nella coscienza di gesugrave (storico) nel momento della passioneegrave avvertito e provato egrave il carattere dellrsquoira del giudizio di Dio su di Seacuteallora si deve escludere ogni possibile consapevolezza di quantomediante lui sta soteriologicamente accadendo

Ma avendo gesugrave voluto sperimentare per amore esclusivamente ilsuo carattere giudiziario rinunciando a tutto ciograve che potesse conso-larlo confortarlo o addolcire il dolore per essere nella kenosi purospazio allrsquourto del peccato del mondo ci si deve attenere alla for-mula piugrave cruda86

a partire dallrsquoOrto degli ulivi dunque gesugrave comincia ad avvertirela tenebra del Padre lrsquoangustia e lrsquoangoscia per laquoil rigido compimentonon della ldquomia volontagraverdquo ma della ldquotuardquoraquo87 Egli deve avvertire su di Seacutelrsquoincombere della maledizione eterna e definitiva di Dio dove non puogravetrovare spazio alcuna consolazione laquoNessuna fede o speranza puograveriparare alla violenza mortale di questa percossaraquo88

Ma se cosigrave egrave allora ci si domanda che coscienza puograve avere gesugravedel senso della propria sofferenza O meglio gesugrave avverte il sensoprofondo della propria sofferenza Egrave consapevole - e qui siamo alparossismo del paradosso - che ciograve che sta affrontando egrave da lui vissu-to per ldquoobbedienzardquo von balthasar sostiene che tanto la coscienza

85 Cfr Gloria vII 199-20186 Gloria vII 20387 Gloria vII 20388 Gloria vII 205

343Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

della sofferenza che appartiene alla sua missione tanto il non-sensodella sofferenza devono essere tenuti assieme nellrsquoora delle tenebrenel getsemani laquoa gesugrave viene a mancare la visione dellrsquoinsiemeraquo89 Ilconfine lo spartiacque tra la coscienza di dover arrivare fino alla finedellrsquoamore e lrsquoinizio dello ldquosconvolgimentordquo viene individuato nel-lrsquoultima cena90 ligrave srsquoavvia questa sorta potremmo dire di ldquosincopesoteriologicardquo che permette a gesugrave di passare attraverso la sofferenzadellrsquooscuritagrave balthasar si affretta a precisare ma senza spiegare chelrsquooscuramento avvenuto alla passione non consiste in ldquoun regressodella sua coscienzardquo ldquomardquo nellrsquoultimo e necessario passo verso ilpieno adempimento della sua missione per la quale bisognava cheEgli sperimentasse che cosa egrave il peccato lrsquoessere rigettato e separatoda Dio la perdita di Dio e ldquodella possibilitagrave di accedere a Lui confede speranza e caritagraverdquo 91

nuovamente si ripropone lrsquoimpossibilitagrave di comprendere come sirisolva lrsquoaporia di unrsquoesperienza di perdita di coscienza del senso dellamissione addirittura una perdita soggettiva di fede speranza e caritagravee allo steso tempo un compimento di tutto ciograve oggettivamente perldquoobbedienzardquo che tuttavia non pare possa essere posta se non libera-mente e dunque coscientemente92

viene da chiedersi dunque di quale tipo di obbedienza si stia par-lando von balthasar primariamente definisce questa come lrsquoobbe-dienza assoluta quella che manifesta la divina ed eterna libertagrave che hareso possibile la kenosi dalla gloria di Dio (dunque del Logos preesi-stente) nella forma della non-libertagrave dellrsquoobbedienza che egrave propriadello schiavo

89 h u vOn balthaSaR laquoCrucifixus etiam pro nobisraquo Communio Rivista interna-

zionale di teologia e cultura Fu crocifisso per noi 49 (1980) (19-30) 24 Da orain poi Crucifixus

90 Cfr Crucifixus 2591 Cfr Crucifixus 2592 Questa contraddizione non appare risolta neanche in Teologica II 310-311

la grandezza di gesugrave egrave la manifestazione del libero abbassamento(kenosis) della gloria di Dio nella non-libertagrave (obbedienza) dellaforma di schiavo Questa non-libertagrave (ldquonon la mia volontagraverdquo continua-mente gv 638) deve essere resa nota nella serietagrave della croce e altempo stesso come conseguenza del libero amore (gv 1018)93

lo schiavo non ha una forma sua propria ma deve ogni volta assu-mere ldquoin pura obbedienzardquo la forma che il suo padrone gli impone94Proprio per la kenotica trasposizione nella forma di schiavo lrsquooradella passione non egrave vissuta dal Figlio come Colui che egrave il regista delproprio destino ma come qualcosa che su di lui incombe in quantoimposto dal Padre un destino il cui senso egrave conosciuto solo dal PadrelaquoDi questo senso il servo di Jahveacute saragrave passivamente caricato comealla ciecaraquo95 In virtugrave della kenosi volontaria del Figlio preesistenteper la quale egrave fatto schiavo il Figlio puograve essere rimesso alla totaleldquodisposizionerdquo del Padre mediante unrsquoobbedienza che egrave propria delloschiavo (priva di volontarietagrave) Cosigrave nella passione e nella morte ciograveche si pone in essere egrave proprio quellrsquoobbedienza assoluta che si realiz-za nella non-libertagrave e nella costrizione ecco percheacute nellrsquoorto nelmomento dellrsquoassunzione interiore del peccato lrsquoora della tenebra sipresenta a lui come un qualcosa di qualitativamente diverso rispetto aquanto vissuto e accettato fino a quel momento nella sua missione ciograveal fine di fare esperienza in seacute della tenebra del no dellrsquouomo a Dio edesperire lrsquoora della passione laquounicamente come una totale superimpo-sizioneraquo96 unrsquoora che ormai da Cristo puograve solo essere avvertita edlaquoessere affermata come la volontagrave del Padre e non come la propriaraquo97Infatti ribadisce lrsquoautore non potrebbe essere volontagrave del Figlio quel-la di apparire innanzi al Padre con il ldquonordquo del mondo per questo la suapuograve essere solo una volontagrave di compiere la missione una volontagrave del

344 E Rotundo

93 Gloria vII 29194 Cfr Gloria vII 13695 Gloria vII 13696 tD v 31197 tD v 311

Padre fino allrsquoestremo (lo sponte anselmiano98) ma come a dire che talevolontagrave non potrebbe arrivare fino alla necessaria consapevolezza elibertagrave di assumere la dannazione e la separazione da Dio lrsquoesperienzadella rottura della relazione trinitaria E dunque torniamo alla domandadi fondo che si egrave sollevata in piugrave di unrsquooccasione quale tipo di obbe-dienza egrave quella di Colui che vive lrsquoesperienza dellrsquoimposizione e dellrsquoab-bandono da Dio Di seguito il tentativo di unrsquoulteriore chiarificazione

Egrave obbedienza assoluta che si prolunga oltre la vita e continua an chelagrave dove negli altri casi domina ormai la costrizione e la non-libertagravenella nostra terminologia non soltanto la pretesa e la po ver tagrave maanche lrsquoabbandono (al di lagrave dei limiti dellrsquoesistenza terrena) sonoinclusi nellrsquoobbedienza di gesugrave Ciograve perograve egrave possibile soltanto setutta la struttura ontologica e cronologica egrave sottesa dal libero attodi obbedienza della sua kenosi In questo senso piugrave profondo nonpsicologico egli egrave inter mortuos liber (Sal 876 lXX) prigionierocerto dellrsquoimpotenza ma per quella libera obbedienza che egrave lrsquounicaa meritare di essere chiamata teologicamente obbedienza perinde

ac cadaver Qui eliminata lrsquointera sovrastruttura incarnatoria egravemessa a nudo la sottostruttura (che fonda tutto lrsquoavvenimentoincarnatorio) dellrsquoeterna e trinitaria volontagrave di obbedienza delFiglio faccia a faccia con la nascosta sottostruttura dellrsquoesistenzapeccatrice messa a nudo nello sheol cioegrave faccia a faccia con laseparazione da Dio e con la ldquoperdita della sua gloriardquo99

Da quel che egrave possibile comprendere quella di gesugrave dalla passio-ne fino alla separazione dal Padre nellrsquoinferno consisterebbe nellrsquoob-bedienza dello schiavo quella di colui che egrave privo di libertagrave di coluiche affronta ciograve che deve affrontare per imposizione del padrone taleimpotente obbedienza (non-libera) perinde ac cadaver (qui balthasarrichiama un adagio di santrsquoIgnazio) tuttavia egrave (essenzialmente) lrsquoe-spressione di quella libera e potente obbedienza intratrinitaria che ha

345Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

98 Cfr tD v 311-31299 Gloria vII 210

reso possibile la kenosi (nella preesistenza) e che la fonda essendoneespressione economica Per cui in questo senso Egli egrave obbediente e pervolontagrave e liberamente anche se non lo sa (laquoin questo senso piugraveprofondo ldquonon psicologicordquo egli egrave inter mortuos liberraquo100) la sceltaeterna della kenosi contiene in anticipo ldquooggettivamenterdquo ogni perditadi seacute e ogni impotenza anche se gesugrave non sperimenta questa sceltasul piano psicologico101

nello stesso verso sembra si spieghi dunque anche la contempora-nea coscienza salvifica della sua sofferenza e la non coscienza del sensodi essa anzi avvertita come un assurdo fallimento le due coscienzestanno insieme solo nella consapevolezza della particolaritagrave ontologicadi gesugrave proprio per questo solo lui poteva compiere la redenzione

Sia la coscienza del soffrire e del morire-per che lrsquooscuritagrave (e unita aquesta certamente un sentimento di fallimento sfociante nellrsquoassurditagraveldquoDio mio Dio mio percheacute mi hai abbandonatordquo) vanno assieme enello stesso tempo devono essere conservate ad ogni costo Questoappartiene al mistero di Colui che poteva identificarsi con lrsquointeraparola di Dio in cui (in quanto logos) egrave stato perciograve creato e giustifi-cato tutto il mondo la convinzione affiorante in alcune teorie scolasti-che secondo cui Dio avrebbe potuto servirsi anche di un uomo o di unangelo per svolgere lrsquoopera di espiazione egrave insostenibile e assurda102

51 Analisi teologica

a questo punto si rendono necessarie delle riflessioni che toccanotre aspetti della speculazione balthasariana la prima egrave relativa alladestinazione della discesa dellrsquoanima di Cristo dopo la morte che piugraveprofondamente consiste nella questione dello stato della sua anima

346 E Rotundo

100 Gloria vII 210101 Cfr Egrave vEtouml Da Cristo alla Trinitagrave Un confronto tra Tommaso drsquoAquino e H U

von Balthasar bologna 2015 243102 Crucifixus 24

post-mortem la seconda intrinsecamente connessa alla prima consi-ste nella questione della dimensione volontaria e cosciente dellrsquoespe-rienza della passione e dunque della natura intima della sua obbedien-za durante lrsquoora della passione la terza ed ultima questione egrave di carat-tere metodologico ed egrave connessa ai primi due aspetti

Prima Questione Innanzitutto von balthasar egrave conscio del fatto chelrsquoescatologia giudaica relativa alla condizione dei defunti nello sheoldellrsquoantico testamento viene pian piano approfondita e chiarita giagrave nelperiodo intertestamentale lo stesso gesugrave attesta questa veritagrave QuandoEgli parlava in parabole utilizzava categorie comprensibili ai suoi udi-tori in modo che il suo insegnamento potesse essere immediatamente efacilmente compreso Ciograve lo si puograve rinvenire in tutte le sue parabolenelle quali erano assunti aspetti della vita quotidiana e per questo pron-tamente comprensibili Ora quando gesugrave narra la parabola del poverolazzaro e del ricco epulone (lc 16 19-31) in lui egrave presente la consape-volezza dellrsquoultima riflessione giudaica della duplice destinazione delleanime e tale consapevolezza tradotta in predicazione riceve inevitabil-mente lrsquoautoritagrave di divina rivelazione Dunque al tempo di gesugrave e inbase a quel che gesugrave ha insegnato vi era una duplice destinazione deidefunti di dannazione eterna e di salvezza per i giusti accolti nel ldquosenodi abramordquo e tra questi due stati non poteva esistere alcuna comunionema solo unrsquoinsuperabile separazione

Cristo come recita la Traditio apostolica di Ippolito di Roma ldquoilterzo giorno risuscitograve vivo dai mortirdquo103 Cristo tornograve alla vita una vitatrasfigurata dalla gloria dellrsquoesaltazione dallo stato in cui si trovavavivus a mortuis Quello della ldquodiscendit ad inferna (Rufino Expositio insymbolum104) o ad inferos (Simbolo pseudo-atanasio Quicumque105) oad infernos (Concilio lateranense Iv106) come troviamo nelle diverse

347Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

103 h DEnzIngER Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus

fidei et morum P hunERMann ed bologna 2003 10 Da ora in poi Dh104 Dh 16105 Dh 76106 Dh 801

attestazioni piugrave che porsi come un problema relativo al ldquoluogordquo in cuiCristo nella sua anima si recograve deve innanzitutto essere inteso come laquestione relativa allo stato della sua anima dopo la morte e al signifi-cato della sua funzione salvifica

Innanzitutto la veritagrave sottintesa dallrsquoarticolo di fede egrave la realemorte di Cristo Figlio di Dio incarnato ldquouno dei defuntirdquo come inse-gnograve papa Ormisda nel 521107 la morte fisica intesa come separazionedal corpo dellrsquoanima non appartiene alla creazione di Dio che egrave buonae non puograve contemplare lrsquoatto ldquodisumanordquo della scissione di ciograve che egraveontologicamente creato come unrsquounitagrave la morte egrave lrsquoeffetto della tra-sgressione della sottrazione dellrsquouomo da Dio fonte della vita laquonelgiorno in cui tu ne mangerai certamente dovrai morireraquo (gen 216)lrsquoesperienza umana insegna che la morte sia avvertita da tutti gliuomini come unrsquoinevitabile incombenza nonostante essa si pongacome il ldquonaturalerdquo esito dellrsquoesistenza innanzi alla morte si rimanecomunque confusi sconvolti e meravigliati ciograve a dimostrazione cheessa egrave una realtagrave che si oppone alla natura umana una realtagrave contrariaallrsquoessenza dellrsquouomo che egrave fatta per lrsquoimmortalitagrave

23Sigrave Dio ha creato lrsquouomo per lrsquoimmortalitagrave lo fece a immaginedella propria natura 24Ma la morte egrave entrata nel mondo per invidiadel diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono(Sap 223-24)

la morte di gesugrave egrave lrsquoultima attestazione della sua piena solidarietagravecon la condizione umana lrsquoassunzione salvifica della totalitagrave dellepene del peccato e la separazione della sua anima dal suo corpo non egravestata per lui un evento indifferente ma egrave stata fonte di dolore laquoOraDio lo ha risuscitato liberandolo dai dolori della morte percheacute nonera possibile che questa lo tenesse in suo potereraquo (at 224)

Ma per intendere rettamente la natura di tale dolore avvertitooccorre che si comprenda che esso egrave limitato al ldquofattordquo della separa-zione in seacute dellrsquoanima dal corpo Esso egrave solo relativo al suo ldquoessererdquo

348 E Rotundo

107 Dh 369

nella condizione di anima separata lrsquoobbligo di non estendere il dolo-re dellrsquoanima di gesugrave nello stato di separazione alla morte dellrsquoanima(seconda morte stato di dannazione) deriva dalla stessa rivelazionebiblica come si vedragrave e da una serie di pronunciamenti dottrinali cheribadiscono lrsquoattivitagrave salvifica di Cristo nel regno dei morti in cui egravedisceso Sempre papa Ormisda giagrave nel 521 sottolineava il ruolo salvi-fico dellrsquoevento della discesa negli inferi di gesugrave ldquovivificatore deimorentirdquo Seppur nel regno dei morti il verbo unito alla sua animaldquonon si allontanograve dal seno del Padrerdquo108 Seguendo questo insegna-mento vari Concili successivi ribadirono il ruolo attivo di Cristo nelcomunicare la salvezza ai giusti ai santi che attendevano nella morteescludendo esplicitamente la salvezza e la liberazione delle anime per-dute dei dannati109 Ma sono soprattutto i due grandi catechismi dellaChiesa Cattolica a dare una chiarificazione certa della questione tratta-ta nel catechismo tridentino commentando il termine ldquoinfernordquo siaffermava

Qui il vocabolo in questione vuole significare quelle nascoste sediin cui stanno le anime di coloro che non hanno conseguito la beati-tudine celeste [hellip] tali sedi non sono tutte del medesimo genereuna egrave quella prigione tenebrosa e orribile nella quale le anime deidannati giacciono in un fuoco perpetuo e inestinguibile insiemeagli spiriti immondi In questo significato abbiamo i termini equi-valenti di geenna abisso inferno propriamente detto [hellip] Infineuna terza sede egrave quella in cui le anime dei santi furono ospitateprima della venuta di gesugrave Cristo n S Esse vi dimorarono quieta-mente immuni da ogni pena alimentate dalla beatifica speranzadella redenzione gesugrave Cristo scendendo nellrsquoinferno liberograve appun-to le anime di questi giusti aspettanti il Salvatore nel seno diabramo110

349Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

108 Dh 369109 Cfr SInODO DI tOlEDO Iv Dh 485110 CatEChISMO tRIDEntInO Catechismo ad uso dei parroci pubblicato dal Papa S Pio V

per decreto del Concilio di Trento t S CEntI ed Siena 1981 68-70 89-90

Riferendo della morte ancora il Catechismo tridentino ribadivache tutti erano soggetti alla prigionia della morte provocata dal pecca-to ma Cristo scese tra i morti da ldquovincitorerdquo per sconfiggere i demoniCristo sebbene nella condizione della prima morte non discese tra imorti per soffrire della morte di cui soffrono i dannati ma per compie-re la speranza della visione di Dio dei giusti che ligrave attendevano

tutti vi erano penetrati prigionieri (della morte) egli invece libero evincitore fra morti vi entrograve per debellare i demoni dai quali essierano tenuti prigionieri a causa della colpa originale Inoltre di tuttigli altri che erano discesi nellrsquoinferno una parte era stretta dalle piugraveopprimenti pene unrsquoaltra parte pur libera da dolori sensibili eraamareggiata dalla privazione della visione di Dio e dallrsquoaspettativaansiosa della sperata beatitudine Cristo Signore invece vi discesenon per soffrire bensigrave per liberare i giusti dalla molestia della ingra-ta prigione e conferir loro il frutto della propria passione111

unrsquoultima redazione del ldquoCatechismo della Chiesa Cattolicardquo egravestata pubblicata nel 1992 Questo testo appare importantissimo ai finidelle riflessioni che si stanno conducendo in quanto si tratta di uninsegnamento di elevata autoritagrave elaborato proprio alle porte delleultime pubblicazioni di von balthasar Sin dagli anni lsquo50 fino allrsquoannodella sua morte (1988) von balthasar aveva impegnato il suo geniospeculativo nellrsquointerpretazione del descendit ad inferos Per quantoconcerne i testi piugrave significativi nel 1969 viene pubblicato MysteriumPaschale anche conosciuto come Teologia dei tre giorni dal 1980 al1983 i volumi Iv e v della Teodrammatica nel 1986 Sperare per tuttie infine nel 1988 anno della sua morte veniva scritto e pubblicatoBreve discorso sullrsquoinferno

350 E Rotundo

111 CatEChISMO tRIDEntInO 70 90 Per una sintesi della storia della dottrina ufficia-le dellrsquoarticolo in questione cfr a l PItStICK Light in Darkness Hans Urs von

Balthasar and the Catholic Doctrine of Christrsquo Descent into Hell EerdmansuSa 2007 5-85

Solo quattro anni dopo la morte del teologo usciragrave il Catechismodella Chiesa Cattolica che certamente avragrave richiesto una riflessioneprevia svoltasi contemporaneamente agli ultimi anni di vita del pensa-tore di lucerna Sulla delicata questione della discesa agli inferi ilCatechismo ribadisce la lunga tradizione teologica cattolica rigettan-do totalmente la teologia del sabato santo di balthasar Il Catechismoinsegna che il senso dellrsquoarticolo egrave innanzitutto affermare la realemorte del Figlio di Dio ma subito dopo si afferma che quello di Cristoegrave un discendere da vittorioso per compiere attivamente lrsquoultimo attodellrsquoopera della redenzione liberare dallo stato di morte i giusti cheattendevano nel ldquoluogordquo in cui erano destinati i giusti dopo la morteprima del compimento dellrsquoopera di salvezza in Cristo cioegrave i giustiche come il lazzaro della parabola di luca dimoravano con abramo

Ma egli vi egrave disceso come Salvatore proclamando la buona novellaagli spiriti che vi si trovavano prigionieri la Scrittura chiama inferiSheacuteol o Hades il soggiorno dei morti dove Cristo morto egrave discesopercheacute quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio taleinfatti egrave nellrsquoattesa del Redentore la sorte di tutti i morti cattivi ogiusti il che non vuol dire che la loro sorte sia identica come dimo-stra gesugrave nella parabola del povero lazzaro accolto nel laquoseno diabramoraquo laquoFurono appunto le anime di questi giusti in attesa delCristo a essere liberate da gesugrave disceso allrsquoinfernoraquo gesugrave non egravedisceso agli inferi per liberare i dannati neacute per distruggere lrsquoinfernodella dannazione ma per liberare i giusti che lrsquoavevano preceduto[hellip] Cristo dunque egrave disceso nella profonditagrave della morte affincheacutei laquomortiraquo udissero laquola voce del Figlio di Dioraquo (gv 525) e ascoltan-dola vivessero gesugrave laquolrsquoautore della vitaraquo ha ridotto laquoallrsquoimpoten-za mediante la morte colui che della morte ha il potere cioegrave il dia-voloraquo liberando laquocosigrave tutti quelli che per timore della morte eranosoggetti a schiavitugrave per tutta la vitaraquo (Eb 214-15)112

351Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

112 CatEChISMO DElla ChIESa CattOlICa Cittagrave del vaticano 1992 632-635

Quel che pare sia degno di sottolineatura egrave che la scena della disce-sa e dimora di Cristo tra i morti nello Sheol vede Cristo quale prota-gonista vittorioso attivamente in opera per compiere lrsquoattesa speranzadei giusti che attendevano la pienezza della salvezza Cristo secondoil catechismo non scende passivamente come dannato tra i dannati perdonare ad essi liberazione ma attivamente come vittorioso gloriosogiusto tra i giusti per partecipare loro ciograve che finalmente in Seacute egrave acces-sibile il paradiso la visione di Dio Il santo Papa giovanni Paolo IIin una catechesi del 1989 aveva sigillato questa teologia Il Ponteficechiariva la partecipazione di Cristo allrsquoultimo effetto del peccato ossiala partecipazione allo stato di morte nella separazione della sua animadal suo corpo113 Ma il Pontefice andava oltre nella sua interpretazioneche costituisce una vera e propria teologia del sabato santo che pocoha trovato eco nel pensiero teologico contemporaneo Egli teneva aprecisare che lo sheol-ade non corrisponde allrsquoinferno inteso come lostato della dannazione

va inoltre chiarito in partenza che lrsquoespressione ldquoinferirdquo non signi-fica lrsquoinferno lo stato di dannazione ma il soggiorno dei morti ciograveche in ebraico era detto sheol e in greco hades114

Scendendo nello sheol lrsquoanima di Cristo partecipa della pena dellamorte nel senso che anche lui ha dovuto sperimentare lo ldquostato dimorterdquo soffrire la separazione dellrsquoanima dal corpo ma la sua non fuuna discesa nellrsquoinferno per partecipare dello stato della dannazione lapena del danno al momento della morte la sua anima si separa dal suocorpo che rimane deposto nel sepolcro ma la sua anima viene glorifica-

352 E Rotundo

113 laquoDurante i tre giorni (non completi) passati tra il momento in cui ldquospirograverdquo e la risurre-zione gesugrave ha sperimentato lo ldquostato di morterdquo cioegrave la separazione dellrsquoanima dal cor -po nello stato e condizione di tutti gli uomini Questo egrave il primo significato delle paroleldquodiscese agli inferirdquoraquo gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 inInsegnamenti di Giovanni Paolo II XII 1 1989 (gennaio-giugno) Cittagrave delvaticano 1991 4 76

114 gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 2 75

ta immediatamente dal Padre115 cosigrave Egli la sua anima nello Spirito egravevivificato e nella pienezza della gloria dellrsquoanima scende tra i morti percomunicare il suo stato di gloria ai giusti che lo attendevano tali affer-mazioni costituiscono lrsquointerpretazione autorevole del Pontefice chemuove e trova piena e inconfutabile conferma nei testi della rivelazioneche esplicitamente riferiscono della discesa nello sheol

Se la morte comporta la separazione dellrsquoanima dal corpo ne conse-gue che anche per gesugrave si egrave avuto da una parte lo stato di cadaveredel corpo e dallrsquoaltra la piena glorificazione celeste della sua anima

sin dal momento della morte la prima Lettera di Pietro parla diquesta dualitagrave quando riferendosi alla morte subita da Cristo per ipeccati dice di lui ldquoMesso a morte nella carne ma reso vivo nello

spiritordquo (1 Pt 3 18) anima e corpo si trovano dunque nella condi-zione terminale rispondente alla loro natura anche se sul piano onto-logico lrsquoanima tende a ricomporre lrsquounitagrave col proprio corpo lrsquoa po -sto lo perograve aggiunge ldquoIn spirito (Cristo) andograve ad annunziare la sal-

vezza anche agli spiriti che attendevano in prigionerdquo (1 Pt 3 19)Questa sembra essere una rappresentazione metaforica dellrsquoesten-sione della presenza del Cristo crocifisso anche a coloro che eranomorti prima di lui

Pur nella sua oscuritagrave il testo petrino conferma gli altri quanto allaconcezione della ldquodiscesa agli inferirdquo come adempimento fino alla pie-nezza del messaggio evangelico della salvezza Egrave Cristo che deposto nelsepolcro quanto al corpo ma glorificato nella sua anima ammessa allapienezza della visione beatifica di Dio comunica il suo stato di beatitudi-ne a tutti i giusti di cui quanto al corpo condivide lo stato di morte116

353Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

115 laquoPossiamo dunque dire che la veritagrave espressa dal Simbolo degli apostoli con leparole ldquodiscese agli inferirdquo mentre contiene una riconferma della realtagrave dellamorte di Cristo nello stesso tempo proclama lrsquoinizio della sua glorificazione Enon solo di lui ma di tutti coloro che per mezzo del suo sacrificio redentore sonomaturati alla partecipazione della sua gloria nella felicitagrave del regno di DioraquogIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 8 79

116 gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 5-6 77

Questa attestata tradizione dellrsquointerpretazione della discesa di Cristotra i morti dunque non nasce dalla capacitagrave speculativa di un qualcheteologo in particolare ma consiste in una dottrina che si fonda su alcunitesti della rivelazione che sebbene includano passaggi di difficile com-prensione sono tuttavia chiarissimi circa la condizione dellrsquoanima diCristo morto tra i morti la prima lettera di Pietro cosigrave recita

17Se questa infatti egrave la volontagrave di Dio egrave meglio soffrire operando ilbene che facendo il male 18percheacute anche Cristo egrave morto una voltaper sempre per i peccati giusto per gli ingiusti per ricondurvi aDio messo a morte nel corpo ma reso vivo nello spirito 19E nellospirito andograve a portare lrsquoannuncio anche alle anime prigioniere20che un tempo avevano rifiutato di credere quando Dio nella suamagnanimitagrave pazientava nei giorni di noegrave mentre si fabbricavalrsquoarca nella quale poche persone otto in tutto furono salvate permezzo dellrsquoacqua (1 Pt 317-20)

E poco piugrave avanti

6Infatti anche ai morti egrave stata annunciata la buona novella affincheacutesiano condannati come tutti gli uomini nel corpo ma vivanosecondo Dio nello Spirito (1 Pt 46)

Come giagrave detto il testo non egrave di immediata comprensione anzi risul-ta oscuro il passaggio relativo a coloro che si erano rifiutati di credere altempo di noeacute tuttavia esso non lascia dubbi circa la condizione dellrsquoa-nima di Cristo una volta separata dal corpo morto ldquomesso a morte nelcorpo ma reso vivo nello spirito E nello spirito andograve a portare lrsquoannun-cio anche alle anime prigioniererdquo Come giustamente ha interpretatogiovanni Paolo II la rivelazione ci dice con estrema chiarezza che lrsquoa-nima di Cristo sebbene ldquoinnaturalmenterdquo separata dal corpo egrave da subitogodente della glorificazione da parte del Padre viva e non morta comeinvece egrave continuamente sostenuto da von balthasar il quale ritiene lrsquoa-nima di Cristo morta soggetta alla pena della dannazione lrsquoanima diCristo il suo spirito egrave sin da subito vivificata beata ecco percheacute nellacertezza di fede speranza e caritagrave il Cro ci fis so ha potuto promettere al

354 E Rotundo

ladrone convertito di condurlo con Seacute in paradiso laquoIn veritagrave ti dicooggi sarai con me nel paradisoraquo (lc 2343) giagrave dal venerdigrave santo lrsquoa-nima di Cristo egrave paradiso non inferno egrave beata e non dannata viva enon morta

Seconda e terza questione Come giagrave detto la seconda questione egraveconnessa alla prima e trova a sua volta la sua causa nella terza que-stione che riguarda il rapporto tra teologia e divina rivelazione117 neltrattare la seconda questione si avragrave modo di trovare le risposte anchesulla terza

nella prima questione come abbiamo visto la teologia del sabatosanto di von balthasar contempla lrsquoanima di gesugrave discendere nellrsquoin-ferno oltre lo sheol e la geenna in assoluta passivitagrave nella condizionedi colui che ha perso la visione di Dio in quanto dannato nello statodella ldquoseconda morterdquo Scrittura e tradizione non danno alcun appog-gio a tale teologia la Scrittura egrave al contrario chiarissima circa lacondizione di vita e beatitudine dellrsquoanima di gesugrave dopo la morteeppure il teologo preferisce intraprendere unrsquoaltra strada e quandoincontra testi che contraddirebbero palesemente la sua speculazionericorre allrsquoescamotage esegetico che chiama in causa la riflessione e lafede della comunitagrave post-pasquale che sarebbe intervenuta nel corsodella formulazione dei testi sacri

Situazione identica avviene relativamente allrsquointerpretazione dellrsquoe-sperienza spirituale di gesugrave nel momento della passione e crocifissionea dire dellrsquoautore nel momento dellrsquoentrata delle ldquotenebrerdquo del peccatoin gesugrave nel getsemani inizierebbe lo sconvolgimento dellrsquoanimo digesugrave Egli comincerebbe a non comprendere piugrave il significato salvificodi quanto gli starebbe per accadere in lui emergerebbe addirittura laconvinzione dellrsquoinutilitagrave delle sue sofferenze e peggio ancora comince-rebbe ad avvertire lrsquoabbandono di Dio in una maniera simile a quellache cominciano ad avvertire i peccatori nel momento in cui iniziano a

355Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

117 Sullrsquoutilizzo della Scrittura da parte di balthasar cfr FIOREntInO Il teologo legge la

Scrittura Il ldquoprincipio cristologicordquo di K Rahner e H U von Balthasar 447-502M PaRaDISO La Sacra Scrittura in H U von Balthasar Roma 2012

prendere coscienza degli effetti della loro colpa mortale Cosigrave gesugravenon semplicemente scenderebbe allrsquoinferno ma farebbe esperienzadellrsquoinferno piugrave oscuro e terribile lrsquoesperienza del rigetto totale edeterno di Dio Padre sentendosi per sempre piantato in asso dalPadre118 In questo modo dal momento della passione in poi in gesugravenon sarebbe piugrave possibile riscontrare alcun tipo di fede o speranza cheavrebbero potuto alleggerire il peso del peccato ldquoin luirdquo il peso impo-sto su di lui dal Padre Si tratterebbe dellrsquoesperienza soggettivamentevissuta della perdita e separazione dal Padre ma senza sapere cheoggettivamente ciograve costituiva il contrario di quanto esperito ossia ilmomento di massima obbedienza e unitagrave

Posto ciograve occorre affermare che la Scrittura descrive un atteggia-mento spirituale di gesugrave nel momento della passione che egrave lrsquoesattocontrario di quanto descritto da von balthasar lrsquoautore si trovaldquocostrettordquo ad affermare lo sconvolgimento spirituale di gesugrave a moti-vo della sua intenzione di estendere lrsquoopera di sostituzione vicaria delServo sofferente fino allrsquoassunzione della pena del danno la penaldquoeternardquo dellrsquoinferno che egli preferisce per ovvi motivi chiamarepena ldquotemporaneardquo119 Per fare ciograve dunque gesugrave deve esperire lrsquoin-ferno dentro di Seacute avvertire lrsquoimposizione di una volontagrave non proprianella perdita di speranza e fede che risulterebbero incompatibili conlo stato di Colui che si dirige verso la sofferenza della dannazione

Siamo di fronte ad un capovolgimento della teologia classica chetraendo dal capitolo 5 della lettera ai Romani il parallelismo antiteticoadamo-Cristo affermava la necessitagrave soteriologica dellrsquoopera di volon-taria e consapevole obbedienza di Cristo non solo anselmo reiterandolo sponte cristologico ha fondato tutta la sua soteriologia sulla volonta-ria e spontanea obbedienza di Cristo120 ma anche tommaso drsquoaquino

356 E Rotundo

118 Cfr Ent 49 119 Cfr Ent 47120 laquoDio infatti non ha costretto il Cristo a morire lui in cui non ci fu peccato Ma egli

stesso subigrave spontaneamente (ipse sponte) la morte non per una obbedienza che gliimponesse di abbandonare la vita ma per una obbedienza che richiedeva di custodi-re la giustizia nella quale perseverograve con tanta determinatezza da incorrere nella

ha piugrave volte sottolineato come lrsquoopera della redenzione di Cristo tro-vasse il proprio elemento formale nella sua disposizione drsquoanimomediante la quale la propria passione era accettata in piena coscienzaper caritagrave e per obbedienza121 Ma cosa rivela la Scrittura Qual egrave lrsquoat-teggiamento del Servo del Signore e quello del gesugrave narrato dallaparola di Dio

nei carmi di Isaia viene sottolineata la cosciente e consapevolespontanea volontagrave del Servo di caricarsi il peccato degli uomini su diSeacute Il peso del male assunto lo stritola e la sua condizione appare uncastigo di Dio ma questo come abbiamo giagrave visto egrave solo lrsquoerrato giu-dizio che danno coloro che lo osservano (cfr Is 534)

la confusione e lo stravolgimento egrave in coloro che osservano la con-dizione del Servo ma non nel Servo del quale invece si dice esplicita-mente che ldquonon resta confusordquo ma che al contrario rimane stabileduro come la pietra laquonon verragrave meno e non si abbatteragraveraquo (Is 424)

5Il Signore Dio mi ha aperto lrsquoorecchio e io non ho opposto resisten-za non mi sono tirato indietro 6ho presentato il mio dorso ai flagel-latori le mie guance a coloro che mi strappavano la barba non hosottratto la faccia agli insulti e agli sputi 7Il Signore Dio mi assiste

per questo non resto svergognato per questo rendo la mia faccia

dura come pietra sapendo di non restare confuso (Is 505-7)

357Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

morteraquo anSElMO DrsquoaOSta Percheacute un Dio uomo a ORazzO ed Cittagrave nuovaRoma 2007 la traduzione egrave compiuta sullrsquoedizione critica SanCtI anSElMI

CantuaRIEnSIS EPISCOPI Opera Omnia ad fidem condicum recensuit FS SChMItt

OSb apud nelson 6 voll Edinburgi 1946-1961 Ripr anast I Frommann verlagStuttgar-bad Cannstatt 1968 1984 I IX 62 It 95

121 laquobisogna ricordare che la soddisfazione per il peccato altrui ha come elemento mate-riale le pene che uno sopporta per lrsquoaltro ma come elemento formale ha la disposi-zione drsquoanimo che inclina a volere tale soddisfazione e le dona efficacia non avendoessa alcun valore se non procede dalla caritagraveraquo San tOMMaSO Drsquoa QuI nO La Somma

Teologica Redazione Edizioni Studio Domenicano edd bologna 2002 Da ora inpoi Sth Cfr Sth III q 48 a 2 res

lrsquoatteggiamento spirituale di fede e speranza del Servo egrave palese lapercezione ldquosoggettivardquo e la veritagrave ldquooggettivardquo di quanto sta vivendo egravechiaramente identica e si mostra necessaria affincheacute lrsquoofferta di Seacutepossa essere compiuta e informata dalla sua preghiera laquoMentre egliportava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoliraquo (Is 5312)

Il nt non fa altro che confermare la stabilitagrave nella speranza e nellacaritagrave del Servo gesugrave nellrsquoora delle tenebre della passione laquoPadrenelle tue mani consegno il mio spiritoraquo (lc 2346) Il testo della Primalettera di Pietro delinea un atteggiamento spirituale di gesugrave che egrave lrsquoe-satto opposto di quello delineato e descritto nellrsquoopera balthasariana

Cristo patigrave per voi lasciandovi un esempio percheacute ne seguiate le orme 22egli non commise peccato e non si trovograve inganno sulla sua bocca 23insultato non rispondeva con insulti maltrattato non minacciava vendetta ma si affidava a coluiche giudica con giustizia (1 Pt 221-23)

gesugrave si avverte sotto il giudizio di Dio sigrave egrave vero Ma il suo sentirecorrisponde pienamente alla veritagrave ldquooggettivardquo della sua opera e al senti-re il Padre giudice su di lui Egli si affida si consegna a Dio percheacute sache il suo giudizio su di Seacute egrave giusto e ciograve diviene fonte di speranza eforza per procedere fino in fondo Proprio nel momento della croce Eglirimane stabile e nella salda ldquosperanzardquo e certezza di fede ldquopre-vederdquo lagioia che gli egrave posta innanzi una gioia che egrave piugrave grande della sofferenzadel momento presente Egrave solo per tale perfezione della sua dimensionespirituale raggiunta proprio grazie alla passione (Eb 58-9) che Eglipoteacute divenire fonte e compimento della ldquofederdquo

tenendo fisso lo sguardo su gesugrave colui che dagrave origine alla fede ela porta a compimento Egli di fronte alla gioia che gli era posta

dinanzi si sottopose alla croce disprezzando il disonore e siedealla destra del trono di Dio (Eb 122)

358 E Rotundo

Sulla croce Cristo offrigrave preghiere e suppliche percheacute sapeva chesolo da Dio poteva trarre la forza per restare inchiodato allrsquoobbedienzaal Padre e rimanere vivo nello spirito Il Padre ascolta ed esaudisce lapreghiera del Figlio giagrave sulla croce donandogli ogni ldquofortezzardquo e ldquocon-solazionerdquo cosigrave da muoverlo ad abbandonarsi totalmente alla sapientecustodia del Padre

7nei giorni della sua vita terrena egli offrigrave preghiere e suppliche conforti grida e lacrime a Dio che poteva salvarlo da morte e per il suo

pieno abbandono a lui venne esaudito 8Pur essendo Figlio imparogravelrsquoobbedienza da ciograve che patigrave 9e reso perfetto divenne causa di sal-vezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 57-9)

Proprio questrsquoultima citazione di Eb 57-9 aiuta a comprendere il rap-porto del teologo svizzero con la Scrittura facendoci passare alla terza pro-blematica relativa alla riflessione balthasariana122 Il nostro ritiene che itesti dei racconti della passione risentano della riflessione post-pasqualeche giagrave coglie e riflette la consapevolezza del carattere salvifico dellrsquoeven-to un carattere salvifico che come abbiamo visto secondo lrsquoautore agesugrave era kenoticamente nascosto gesugrave sperimenterebbe infatti solo ilcarattere giudiziario della sua ora lrsquoincombere dellrsquoira del giudizio di Diosu di lui laquorinunciando a tutto ciograve che potesse consolarlo confrontarlo oaddolcire il doloreraquo123 E anche se i vangeli soprattutto giovanni attestanouna permanente comunione con il Padre e una salda autocoscienza e co -scienza dellrsquoavvio della sua missione verso la sua compiutezza (gv 1930)in realtagrave gesugrave avvertirebbe solo il carico di una volontagrave ldquonon suardquo dadoversi realizzare Cosigrave giungendo al testo di Ebrei gesugrave sulla croce real-mente pregograve con forti grida e lacrime eppure afferma balthasar laquo(se lacongettura testuale di harnack egrave esatta) non fu ldquosalvato dalla paurardquoraquo124

359Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

122 Sullrsquointerpretazione del modo di approcciarsi alle Scritture di balthasar cfr RFIO REntInO Il teologo legge la Scrittura Il ldquoprincipio cristologicordquo di K Rahner

e H U von Balthasar Milano 2019123 Gloria vII 203124 Gloria vII 204

Ora la lettera agli Ebrei recita esplicitamente laquoPer il suo pienoabbandono a lui venne esauditoraquo (Eb 57) anche traducibile conldquovenne liberato dallrsquoangosciardquo125 tuttavia von balthasar si pronunciaa favore della congettura di von harnack accolta anche da bultmannmaestri della teologia liberale secondo cui nel corso dei secoli daitesti manoscritti sarebbe caduto un ldquononrdquo che avrebbe dovuto rendereil testo ldquonon venne liberato dallrsquoangosciardquo o ldquonon venne esauditonella preghierardquo tale congettura non era supportata da una qualchereale prova storica tuttavia era lrsquounico modo attraverso cui la proprialogica riusciva ad individuare una coerenza del testo Questi studiosiinfatti avendo davanti ai propri occhi lrsquoesito tragico della sorte digesugrave non riuscivano a spiegarsi come Dio avrebbe concretamenteesaudito la preghiera di liberazione di gesugrave giustamente Ratzingerproprio commentando lrsquoacrobatica formulazione di tale spiegazioneesegetica affermava laquoMa una spiegazione che rivolge il testo nel suocontrario non egrave una spiegazioneraquo126

Ora lrsquointera elaborazione soteriologica ed escatologica di vonbalthasar egrave fondata su una particolare interpretazione dellrsquoesperienzaspirituale di gesugrave iniziata nellrsquoOrto e conclusasi con la rivelazione delldquosegretordquo di Dio nellrsquoinferno in cui gesugrave egrave detto discendere Da quan-to si egrave potuto constatare occorre che in estrema onestagrave si ammetta cheproprio il metodo che rivolge i testi della Scrittura Sacra al loro esattocontrario egrave stato il metodo troppo frequentemente utilizzato da vonbalthasar per edificare la propria costruzione teologica Ciograve va dettosoprattutto in riferimento alla sua ldquoestesardquo interpretazione della dottri-na della sostituzione vicaria che implica lrsquoesperienza della morte del-lrsquoanima di gesugrave e in rifermento alla sua teologia del discendit ad infe-ros che implica unrsquointerpretazione ldquocristologicardquo dellrsquoinferno a cui oraoccorre dedicarsi

360 E Rotundo

125 Cfr J RatzIngER - bEnEDEttO XvI Gesugrave di Nazaret Dallrsquoingresso in Ge ru sa lem -

me fino alla risurrezione Cittagrave del vaticano 2011 185126 J RatzIngER - bEnEDEttO XvI Gesugrave di Nazaret Dallrsquoingresso in Gerusalemme

fino alla risurrezione 185

6 InfERno E gEnERazIonE dIvIna

alla luce del discorso condotto fino ad ora sembra si possa a que-sto punto andare piugrave in profonditagrave nella teologia dellrsquoautore svizzeroPer von balthasar lrsquoinferno inteso nella sua piugrave estrema intensitagravenasce solo in riferimento a Cristo anzi esso egrave un laquoconcetto cristologi-coraquo127 in quanto si tratta dellrsquoesperienza di separazione e di divisioneprofonda ed oscura dal Padre dunque di un evento che si pone allrsquoin-terno delle relazioni delle ipostasi divine lrsquoesperienza spiritualmenteavvertita128 della profonda e definitiva dannazione del Figlio consistenel compimento ultimo della sua missio anche se Egli lo viene a sape-re solo alla conclusione di questa stessa missione129 quando nellrsquoinfer-no il Padre gli svela il segreto della sua ira che altro non era se non lamanifestazione del suo amore130

Ora la missio economica del Figlio la sua kenosi nel mondo nonsolo trova il suo presupposto nella sua processio immanente dal Padrela ldquokenosi primordialerdquo131 ma ne egrave anche la economica manifestazioneed espressione132 Ciograve va compreso finalmente alla luce della sua ela-borata teoria della kenosi intradivina

Dovendo creare i presupposti di una negazione di Dio giagrave nellatrinitagrave immanente von balthasar aveva affermato una distanza unaseparazione tra Padre e Figlio giagrave nella relazione kenotica intratrinita-ria una kenosi nellrsquoimmanenza che coincide con la generazione delFiglio con una ldquosuper-morterdquo immanente del Padre mediante cui egravedata la vita al Figlio133 In questa distanza in questa ldquomorterdquo come

361Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

127 GloriavII 211128 Cfr tD v 244129 Cfr tD v 224-225 Questa dottrina egrave esposta anche in Teologica II 309-318130 Cfr tD v 228131 Cfr tD Iv 308 132 Cfr h u vOn balthaSaR Teodrammatica III Le persone del dramma lrsquouomo

in Cristo Milano 1983 212133 Cfr tD Iv 301-305 tD v 72

visto egrave inclusa e abbracciata ogni divisione che nel mondo potrebbesorgere contro Dio persino il ldquonordquo definitivo dellrsquouomo che comportala realtagrave dellrsquoinferno in quanto questo trova la sua condizione di pos-sibilitagrave proprio nella kenosi intradivina134

Quando il Figlio egrave mandato nel mondo a svolgere la sua missioneEgli deve vivere il suo essere la sua processio immanente nella formadella missio economica siccheacute la missio diviene espressione e manife-stazione della processio

Quella del Figlio egrave una missio nella morte la missione ad assumerein sostituzione vicaria la morte peccaminosa che conduce allrsquoeternaseparazione da Dio la morte del peccatore che comporta una dannazioneeterna135 vivendo spiritualmente lrsquoesperienza dellrsquoabbandono da Diodella dannazione peccaminosa che implica la perdita e la separazionedefinitiva e profondamente oscura dal Padre il Figlio nel sabato santovede conclusa la sua missione136 Ma proprio nella perdizione assolutadella morte dellrsquoanima nellrsquoesperienza dellrsquoessere inferno quale estremodella kenosi economica del Figlio si vede attuata e compiuta la massimaespressione e rappresentazione economica137 della kenosi intradivina138Quando nellrsquoinferno il Padre si rivela al Figlio abbandonato come inrealtagrave a lui strettissimamente unito nello Spirito il Padre gli rivela ancheche la sua morte (la morte del dannato - lrsquoessere inferno) egrave il modus eco-nomico dellrsquoimmanente vita eterna espressione economica della genera-zione e dellrsquoemergere dello Spirito la perfetta rappresentazione dellerelazioni intratrinitarie139

ldquonel sabato santo alla fine della missione prima che Dio torni a ri -volgersi verso il mondo egli si volge nellrsquoamore via lontano dal Fi -glio per farlo partecipe del suo mistero segretordquo non piugrave dellrsquoira ma

362 E Rotundo

134 Cfr tD Iv 303135 Cfr tD v 214136 Cfr tD v 229137 Cfr tD Iv 309138 Cfr tD Iv 298139 Cfr Teologica II 302-318

dellrsquoamore Se in un primo tempo noi siamo arrivati a concepire lamorte come modus della vita (eterna) il dolore come modus dellagioia la divisione come modus dellrsquounione cosigrave drsquoora in poi cipossiamo rappresentare in definitiva la divergenza come modusdellrsquoeterna convergenza tra il Padre e il Figlio nello Spirito nellaqual cosa si rende concludendo visibile come i modus economicidelle relazioni delle persone divine si trovano nascosti nei modus

immanenti senza aggiungere ad essi elementi estranei140

In altre parole la realtagrave piugrave profonda dellrsquoinferno costituirebbe laforma e manifestazione economica dellrsquoimmanente generazione drsquoa-more del Figlio

Sulla croce il rapporto perenne ha assunto il modus dellrsquoabbandonodal Padre e cosigrave pure il modus di una mai cosigrave estrema perdizionedel Figlio141

la morte ldquoeternardquo egrave il volto economico della vita eterna la mortedel Figlio dannato egrave espressione della super-morte del Padre mediantela quale il Figlio egrave generato

lrsquoinferno terribile ed oscuro egrave il modus della generazione alla vita delFiglio fino a tanto si spinge von balthasar Fino a tanto si spinge il suodesiderio di intendere la tenebra oscura della realtagrave dellrsquoinferno come laforma economica di un ldquomomentordquo della trinitagrave immanente che chiara-mente viene recuperato nel ldquomomentordquo della sintesi dello Spirito cheingloba la distanza infernale e dannata nel ldquonoirdquo della beatitudine

lrsquoabbandono del Figlio durante la sua passione era alla pari unmodus della sua congiunzione con il Padre nello Spirito Santo allostesso modo che la sua morte era un modus della sua vitalitagrave e ilsuo dolore un modus della sua beatitudine142

363Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

140 tD v 229141 tD Iv 460142 tD v 219-220

lrsquoabbandono del Figlio egrave bene ricordarlo consiste nel far percepireal Figlio il rigetto dal Padre in quanto ldquopeccatordquo e ldquomaledettordquo unabbandono una divisione che si rivela come ira del giudizio e che siestende fino allrsquoinferno fino alla dannazione e alla seconda morteMorte che solo alla fine si rivela come la forma economica della vita143Il volume v di Teodrammatica dedicato alle tematiche escatologiche atratti si presenta come un lungo ed ininterrotto collage di testi della vonSpyer Sempre citando lrsquoautrice svizzera von balthasar afferma

ldquola morte del Figlio (da intendersi del corpo e dellrsquoanima144) egrave larappresentazione della suprema vitalitagrave dellrsquoamore trinitariordquo [hellip]Cosigrave ldquosi puograve dire che la figliolanza del Figlio arriva nella suamorte redentrice alla propria massima espressione nel tempordquo145

61 Analisi teologica

Risulta evidente il tentativo di von balthasar di includere nel suo siste-ma speculativo la discutibile dottrina della coincidentia oppositorum chetrova il suo piugrave chiaro propugnatore in niccolograve Cusano e che trovograve svilup-pi anche in autori come lutero con la sua dottrina del sub contraria spe-cie o come gli idealisti tedeschi che concepirono il processo di Dio e delmondo al ritmo di ldquomomenti dialetticirdquo Sono questi autori che il balthasarconosce e verso cui non nasconde la propria simpatia non egrave il caso di pro-lungarsi in ulteriori riflessioni sullrsquoaffermazione della dannazione delFiglio come espressione e manifestazione della sua generazione eternadellrsquoinferno come espressione del paradiso tutto il sistema dellrsquoautore egraveconcentrato sul tentativo di unrsquoassoluta ldquosdrammatizzazionerdquo del giocodelle libertagrave (Dio-uomo) volta ad evitare e a scongiurare ogni possibilefinale tragico nel ldquodrammardquo tra Dio e lrsquouomo senza perograve avere cura delfatto che alla fine dei giochi una volta avuta una chiara visione dellrsquoinsie-me il tutto rischia di svelarsi come unrsquoinutile ldquocommediardquo

364 E Rotundo

143 Cfr tD v 266 144 Mia chiarificazione145 tD v 281

7 svuotamEnto dEllrsquoInfERno Il puRgatoRIo

Occorre procedere con il discorso e cogliere le conseguenze esca-tologiche della teologia dellrsquoassunzione vicaria che il teologo dilucerna estende anche alla pena ldquodel fuoco eternordquo dellrsquoinferno allapena di coloro che secondo la dottrina cattolica muoiono nei propripeccati senza aver manifestato a Dio alcun pentimento per le propriecolpe e nel rifiuto dellrsquoofferta misericordiosa di Dio146

Riassumendo allrsquointerno della distanza infinita posta nella relazio-ne Padre-Figlio nella kenosi intadivina del Padre si trova giagrave colloca-ta ogni possibile distanza da Dio posta volontariamente dallrsquouomoCiograve si pone come condizione di possibilitagrave affincheacute il Figlio possaentrare nella tenebra del peccato ed assumere in Seacute il ldquonordquo della crea-tura e cosigrave porre se stesso ldquoal postordquo di quanti hanno pronunciato ilproprio rifiuto peccaminoso e definitivo a Dio e subire lui ldquoal loropostordquo la pena dellrsquoira del giudizio che per giustizia deve spettareloro Cosigrave facendo il ldquonordquo peccaminoso viene assuntoabbracciatonella relazione trinitaria in particolare nel ldquosigraverdquo del Figlio

non potendo il mondo avere altro ldquoluogordquo se non allrsquointerno delladifferenza delle ipostasi [hellip] la sua problematica ndash la sua peccamino-sa distanza da Dio ndash si puograve risolvere solo in questo stesso luogo eattraverso di esso Il no della creatura risuona nel ldquopostordquo della diffe-renza intradivina e il Figlio che facendosi uomo entra in questaldquotenebrardquo della negazione non ha bisogno di cambiare come ldquolucerdquoe ldquovitardquo del mondo il ldquopostordquo suo proprio quando brillando nelletenebre intraprende la loro ldquosostituzione vicariardquo147

una volta intrapresa lrsquoopera di sostituzione vicaria questa si esten-de fino alla pena della dannazione definitiva Sulla croce tutto il pec-cato del mondo si concentra nel Figlio e qui si attua una volta per

365Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

146 Cfr CatEChISMO DElla ChIESa CattOlICa 1033-1035147 tD Iv 310

tutte il giudizio dellrsquoira di Dio148 che porta il Figlio ad esperire lo statopeccaminoso il piugrave profondo e il piugrave oscuro in quanto si svolgeallrsquointerno della relazione divina che consiste nellrsquoesperire un abban-dono da Dio che egrave lrsquoinferno nella sua estrema intensitagrave149 nel -lrsquoinferno che egrave il suo essere nello stato dannato il Figlio concentra eporta tutto il peccato del mondo Ma il suo stare nellrsquoinferno comedannato si rivela essere il modo economico del suo essere in relazionecon il Padre nellrsquounitagrave dello Spirito Cosigrave pur come inferno il Figliosi trova sempre in relazione con il Padre nello Spirito ma adesso sitrova in quanto avendo assunto e concentrato in Seacute tutto il peccato delmondo che costituisce lrsquoelemento di estraneitagrave e che si trova ad esserecollocato allrsquointerno della relazione trinitaria Il peccato tutto concen-trato nel Figlio cosigrave viene ad essere bruciato nel fuoco dellrsquoinfernoMa questo fuoco dellrsquoinferno tuttavia altro non egrave se non lo stessofuoco drsquoamore delle relazioni trinitarie in cui tutto il peccato delmondo si trova ad essere mediante il Figlio Il fuoco drsquoamore dellarelazione del Padre e del Figlio cosigrave brucia e consuma il peccatoassunto dal Figlio sulla croce quando in lui si era come condensato almomento del grido di abbandono In questo fuoco dellrsquoinferno che egravefuoco dellrsquoamore delle relazioni trinitarie tutto ciograve che non egrave puroviene bruciato

I modus economici delle relazioni delle persone divine si trovanonascosti nei modus immanenti senza aggiungere ad essi elementiestranei lrsquoestraneo egrave in ultima analisi il peccato che allrsquointerno diqueste relazioni - che sono fuoco - viene bruciato Il fuoco di Diovi arde sempre ldquoil nostro esserci non egrave un apporto al fuoco il fattoche esso ci sia per noi non cambia nulla Egrave fuoco dellrsquoamore efuoco del dolore Come fuoco dellrsquoamore esso egrave essenziale con-trassegno di ciograve che [hellip] ogni divina persona egrave per lrsquoaltra in DioCome fuoco del dolore esso egrave il contrassegno essenziale del Diotrinitario che non tollera nulla e brucia tutto ciograve che non egrave puro

366 E Rotundo

148 Cfr tD v 223149 Cfr tD Iv 313

E il Figlio si dagrave per amore al Padre per essere bruciato da questofuoco divino come colui che porta ogni peccato e ogni impuritagravenel grido dellrsquoabbandono sulla croce egli si lascia e fa bruciare dalfuoco del Padre percheacute in questo momento sta in lui radunato tuttociograve che gli impedisce di partecipare al bruciare attivo del fuoco150

In questo modo nellrsquoinferno il Figlio scopre che il peccato egrave statovinto ma come balthasar spiega che al momento dellrsquoabbandono digesugrave da parte del Padre il peccato del mondo si sarebbe totalmenteconcentrato nella persona del Figlio strappato via dai peccatori e tuttocaricato su di lui soffrendo lui in sostituzione vicaria il ldquofuocordquo del-lrsquoinferno Cosigrave nel Figlio quel peccato veniva bruciato in modo chequello stesso fuoco si manifestasse in veritagrave come il fuoco della relazio-ne drsquoamore del Padre che purifica completamente il Figlio dal peccatodel mondo che ormai giace nellrsquoinferno nella sua informitagrave come laquopec-cato separato dal mondo [hellip] realtagrave dannata da Dioraquo151 male strappatovia dagli uomini grazie alla sostituzione operata da Cristo

nellrsquoinferno rimarrebbe come realtagrave dannata definitiva ndash il peccatostaccato dal peccatore mediante lrsquoopera della croce una realtagrave nonassolutamente nulla a causa della forza in essa investita dallrsquouomo Ipeccati ldquovengono rimessi divisi da noi da noi distolti vengono rin-viati lagrave dove egrave tutto ciograve che Dio non vuole e che condanna nellrsquoinfer-no [hellip] il peccato del mondo depurato e distolto dagli uomini redentinon piugrave esattamente personale ma fattosi informe e indefinito la cuiseparazione dal peccatore egrave stata lrsquoimpresa della sua crocerdquo152

tutto sembra divenire chiaro Per von balthasar lrsquoinferno non egravevuoto in esso permane la massa caotica del peccato strappato via daipeccatori che in eterno brucia e si consuma153

367Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

150 tD v 229151 tD v 228152 tD v 269153 Cfr tD v 270

lrsquoinferno attraversato da gesugrave il Sabato Santo [hellip] non sarebbealtro che la massa caotica del peccato che lrsquoumanitagrave ha scrostatovia grazie alla croce ndash una realtagrave compatta ndash in cui probabilmentesarebbe ancora riconoscibile tutto ciograve pur separato dal singolopeccatore in quanto degno di dannazione154

lrsquoinferno piugrave profondo e oscuro egrave quello vissuto in sostituzionevicaria dal solo Figlio di Dio Proprio in quanto Figlio il fuoco del-lrsquoinferno da lui sofferto consiste nella forma economica del fuocodellrsquoamore delle relazioni trinitarie Cosigrave quel fuoco dellrsquoinferno inlui diviene fuoco purificante In questo modo vivendo solo il Figliola ldquodisperazionerdquo dellrsquoinferno Egli puograve adempiere la sua opera disostituire e porre

ldquola consolazione al posto della disperazione il fuoco al posto delfreddo la misericordia al posto della giustiziardquo e al posto dellrsquoin-

ferno il ldquopurgatoriordquo E tutto ciograve al prezzo della sua propria dispe-razione con nessunrsquoaltra paragonabile155

Dunque al posto del fuoco dellrsquoinferno subentra il fuoco del pur-gatorio156 I novissimi in von balthasar assumono realmente una con-notazione profondamente cristologica Inferno purgatorio e paradisonon sono luoghi o stadi in cui le anime dimorano ma corrispondono amomenti cristologici in quanto coincidono con la persona stessa diCristo nella sua relazione economico-redentiva con il Padre e loSpirito Essi corrispondono a quanto di profondo accade alla sua per-sona in relazione sostitutiva con i peccatori e con il Padre nei giornidel venerdigrave santo del sabato santo e della domenica di risurrezione

368 E Rotundo

154 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli infe-riraquo Communio Rivista internazionale di teologia e cultura 231 2012 (36-48)47-48

155 tD v 269 156 Cfr Teologica II 312

Il purgatorio nasce perciograve interamente nel sabato santo quando ilFiglio con il suo passaggio attraverso lrsquoinferno porta nello stato deigiustamente perduti lrsquoaspetto della misericordia157

Cosigrave con la croce di Cristo egrave laquoportata la speranza nel mondo infero apartire dalla croce viene acceso il fuoco misto di giustizia e misericor-diaraquo158 Si tratterebbe in altre parole di un unico ldquofuocordquo della giustiziache egrave il fuoco terribile dellrsquoinferno ma anche della misericordia che puri-fica e che dagrave inizio al ldquoprocesso di trasformazionerdquo e che poi andragrave amanifestarsi come coincidente con il fuoco dellrsquoamore delle relazioni tri-nitarie che costituiscono la beatitudine del paradiso159

non crsquoegrave bisogno di accendere un fuoco infernale a parte dalmomento che lrsquounico fuoco eterno che egrave Dio stesso basta per ilparadiso il purgatorio e lrsquoinferno160

balthasar utilizza anche lrsquoespressione ldquotransvalutarerdquo con cui si vuoleintendere che il ldquonordquo peccaminoso del rifiuto definitivo rivolto verso Dioviene ldquosub-abbracciatordquo da Cristo assunto nella propria morte trasforma-to nel suo ldquosigraverdquo161 Il purgatorio cosigrave consisterebbe per ogni individuo inciograve che ha costituito per Cristo stesso nellrsquoinferno ossia nel bruciare nelfuoco di Dio tutto ciograve che nellrsquouomo appartiene allrsquoinferno cioegrave il pecca-to impenitente e il suo rifiuto definitivo in modo che quel peccato si scro-sti via da lui e venga gettato nello stagno dellrsquoinferno per bruciare ligrave ineterno ma per bruciare ormai come peccato staccato dal peccatorenellrsquoevento cristologico della croce della discesa nellrsquoinferno e dellarisurrezione viene ldquoabbracciatordquo ogni uomo anche quello che ha proferi-to la sua ldquodecisione per lrsquoinfernordquo162 Sempre citando la von Spyer

369Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

157 tD v 311158 tD v 311159 Cfr tD v 311160 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli infe-

riraquo 46161 Cfr tD v 292-293162 Cfr tD v 315

Ma ldquonel purgatorio egrave il fuoco di Dio che brucia interamente in meciograve che appartiene allrsquoinferno quel morso che viene gettato nellefiamme del serpenterdquo E cosigrave lrsquouomo viene collocato nellrsquoestremaimitazione di Cristo163

71 Analisi teologica

lrsquoInferno come il luogo dellrsquoautoconsumarsi del peccato strappatovia dagli uomini egrave dunque un prodotto della redenzione cosigrave come illdquopurgatoriordquo che nasce nel sabato santo164 Cristo laquoha assunto il noescatologico di fronte al suo evento salvificoraquo165 cosigrave in Seacute nel suobruciare lo purifica e lo trasforma nel suo sigrave che merita lrsquoingresso inparadiso Inferno purgatorio e paradiso sono momenti cristologici incui vengono assunti ldquotuttirdquo Ecco dove poggia la ldquosperanza per tuttirdquonel fatto che Cristo avrebbe vissuto per tutti al posto di tutti lrsquoinfernoe il purgatorio per poi trionfare nel paradiso e nel fatto che ldquotuttirdquosarebbero assunti e la loro sorte abbracciata dallrsquoesperienza del triduopasquale di gesugrave assunti dal suo processo che dallrsquoinferno conduce alparadiso passando per la purificazione

Come abbiamo giagrave accennato la solidarietagrave di gesugrave con i morti ilSabato Santo in un modo che non ci puograve essere descritto piugraveapprofonditamente deve aprire la via verso il Padre nello Sheol onella geenna dellrsquoantico testamento privo di speranza il raggiodella speranza penetra per trovare unrsquouscita dalla condizione dimorte il che equivale allrsquoapertura del percorso di purificazioneche ha senso soltanto se si conclude con lrsquoingresso in paradiso Ciograveche chiamiamo ldquopurgatoriordquo sorge lagrave dove la mera ldquogiustiziardquo delldquofuocordquo egrave temperata dalla misericordia assoluta di Dio166

370 E Rotundo

163 tD v 315-316164 Cfr ttg 153-159165 ttg 153166 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli inferiraquo 47

Ma cosa vorragrave dire con ciograve forse unrsquoapocatastasi a dire il verovon balthasar respinge lrsquoaccusa di chi vorrebbe accostare la sua teolo-gia alla dottrina giagrave condannata167 In effetti la dottrina proposta dabalthasar egrave diversa Egli non predica una salvezza di tutti anche deidannati nellrsquoinferno alla fine dei tempi in quanto lrsquoinferno per luirimane e rimane in eterno in esso tuttavia egrave detto bruciare eternamen-te il peccato sebbene staccato dal peccatore Ecco il motivo per cuiegli non accoglie benevolmente nemmeno lrsquoaccusa a lui rivolta di pre-dicare un inferno ldquovuotordquo

gli ultimi libricini dedicati a tali tematiche e scritti in risposta e indifesa alle contestazioni subite sono Sperare per tutti (1986) e Brevediscorso sullrsquoinferno (1988) Proprio in questi balthasar lascia trasparireun certo fastidio innanzi allrsquoattribuzione al suo pensiero di un ipoteticoinferno ldquovuotordquo Egli definisce lrsquoaffermazione ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo comeuna grossolana deformazione168 (was zu groben verzerrungen in denzeitungen gefuhrt hatte ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo169) e manifesta tutto il suofastidio innanzi allrsquoaffermazione a lui fatta risalire di una speranza inun inferno vuoto laquoche razza di espressioneraquo170 (die Houmllle leer hofft ndashwas fuumlr ein ausdruck171)

In effetti per lrsquoautore lrsquoinferno egrave eterno e non egrave vuoto non egrave vuotoin quanto ligrave vi si trova il peccato separato dai peccatori che brucia ineterno ma allora ci si chiederagrave e i demoni von balthasar sembranegare il carattere ldquopersonalerdquo del diavolo e seguendo barth rifiutaogni possibilitagrave di elaborare una demonologia172 tuttavia egli lasciaintendere che unrsquoentitagrave postasi radicalmente contro Dio avrebbedisgregato e disfatto lrsquoessenza profonda dellrsquoessere persona173

371Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

167 Cfr Dh 411168 SPt 14169 h u vOn balthaSaR Was duumlrfen wirhoffen Johannes Einsiedeln 1986 14170 bDI 10171 h u vOn balthaSaR Kleine diskurs uumlber die Houmllle ndash Apokatastasis Johannes

Freiburg 1999 12172 Cfr tD v 177173 Cfr SPt 105

giungiamo cosigrave a un punto fondamentale Da tutto quanto riflettutofino ad ora potrebbe emergere la supposizione che lrsquoautore che certa-mente non contempla un ldquoinferno vuotordquo sostenga tuttavia un inferno icui ldquoabitantirdquo i meritevoli di ldquopena eternardquo in forza dellrsquoopera di sosti-tuzione operata da Cristo vengano ldquopurificatirdquo nel ldquofuocordquo della rela-zione trinitaria in cui essi sono assuntiabbracciati in modo tale dastrappare via dalle loro persone lrsquoentitagrave del male e del peccato174 lrsquoesitosarebbe uno svuotamento dellrsquoinferno di ogni ldquopersonardquo I meritevolidel fuoco dellrsquoldquoinfernordquo cioegrave sarebbero soggetti ad una ldquopurificazio-nerdquo mediante quello stesso fuoco e resi pian piano degni laquodi andarecol Signore sulla strada che va al Padreraquo175 nella beatitudine delldquoparadisordquo176 e godere cosigrave del calore del medesimo fuoco svelatosiessere il fuoco del divino amore

Qualche anno fa egrave stato pubblicato un testo inedito177 di vonbalthasar risalente agli anni cinquanta Si tratta della trascrizione diuna conferenza tenuta nel 1955 la stesura originaria veniva precedutada una Prefazione che successivamente quando lo stesso testo vennerielaborato e ampliato venne eliminata In questa Prefazione vonbalthasar esordiva dicendo ldquoConsegno con esitazione alla stampaquesta conferenzahelliprdquo178 lrsquoesitazione a cui lrsquoautore fa riferimento egraveprobabilmente giustificata dallrsquoaudacia con la quale egli presentava ilsuo pensiero su questioni delicate di escatologia In questo testo scrit-to ben trentatreacute anni prima dellrsquoultima pubblicazione dedicata allrsquoin-ferno (1988) von balthasar esprimeva il suo pensiero in maniera chia-ra e netta a differenza delle opere successive in cui una maturata pru-denza lo avrebbe portato ad esprimersi sulle stesse questioni in manie-ra piugrave ermetica e a volte sibillina certamente non con la stessa chia-rezza che contraddistingue il testo in questione

372 E Rotundo

174 Che direbbe barth non egrave semplicemente ldquonullardquo cfr tD v 175175 tD v 316176 Cfr tD v 314-315177 nel 2005 lrsquooriginale tedesco e nel 2017 la traduzione in italiano178 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo a Ent 109

Il punto cardine della ldquorinnovatardquo escatologia balthasariana era giagravecostituito dalla particolare interpretazione della discesa nellrsquoinferno diCristo Egrave questo lrsquoevento che a dire dellrsquoautore determina un cam-biamento della destinazione definitiva di tutti gli uomini un cambia-mento delle stesse realtagrave dei novissimi Per von balthasar lrsquoavvento diCristo nello sheol infatti comporta lrsquoannullamento della definitivitagravedella realtagrave dellrsquoinferno e della pena del danno il passaggio da unadannazione eterna a una temporanea

lo Sheol puograve essere definito soltanto in un paradosso assoluto essoegrave ndash come dicono giustamente Pohle-gierens ndash ldquotemporanea poena

damnirdquo (Dogm III 660) dove si deve soltanto notare che propria-mente non esiste una ldquodannazione a tempordquo ma che nel concettodella damnatio ci sarebbe in seacute la definitivitagrave ndash come la sorte chespetta per diritto a ogni carne di adamo Per il miracolo tuttaviadella redenzione di Cristo e per la grazia della sua discesa fino nelluogo della perdizione quella dannazione viene cancellata e ldquoannul-latardquo (Col 214) nella sua forza di legge e cosigrave malgrado la interioreinfinitagrave trova la sua finitezza nellrsquoinfinitagrave totalmente altra di Dio179

la discesa nello sheol dunque sostiene il teologo comporta laquoilsuperamento della poena damni inflitta di diritto a tutti come unapotenza ineluttabile del destinoraquo180 In questo testo von balthasar egraveancora piugrave netto ed esplicito e le sue parole non lasciano spazio adambiguitagrave Egli chiaramente afferma che lrsquoevento della discesa diCristo laquotoglie la disperazione dello sheolraquo181 cosigrave che si possa direche laquonellrsquoinferno crsquoegrave la speranzaraquo182 Cristo in realtagrave continua ilnostro egrave lrsquounico ad aver realmente sofferto lrsquoinferno scendendo inesso Egli ha risparmiato tutti dalla tenebra dellrsquoabbandono di Dio

373Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

179 Ent 47180 Ent 49181 Ent 53182 Ent 53

Infatti questrsquoevento che segna lrsquoinizio del nuovo eone ebbe unrsquoeffi-cacia retroattiva e unrsquoefficacia che si spinge in avanti183 allo stessotempo il passaggio di Cristo nello sheol comportograve lrsquoinaugurazione delpurgatorio il quale egrave laquolo Sheol messo in movimento verso il paradisoil deflusso di questrsquoacqua stagnanteraquo184

lrsquoaudacia del teologo al tempo cinquantenne lo spinse cosigrave in lagrave dautilizzare un termine con cui dovragrave fare i conti fino allrsquoultimo anno dellasua vita Infatti se nel 1986 e nel 1988 egli come visto non nascondevauna certa irritazione innanzi allrsquoaffermazione attribuitagli secondo cuilrsquoinferno sarebbe vuoto nel 1955 al contrario non esitava nel descrive-re lrsquoopera redentiva di Cristo come uno svuotamento dellrsquoinferno utiliz-zando il verbo leer che applicato allrsquoinferno nella forma di aggettivocomponeva quella famosa frase die houmllle leer verso cui lo stesso vonbalthasar avrebbe espresso tutta la sua indisposizione

Lo svuotamento (Die leer185) dellrsquoHaacutedēs in cui era caduta lrsquouma-nitagrave la cancellazione di questa realtagrave eterna egrave il fatto assolutamen-te elementare che rende veramente il cristianesimo la religionedella redenzione uno ha attraversato il mondo della perdizione esotto i passi compiuti da colui che era il piugrave perso e il piugrave abbando-nato questo carcere egrave crollato186

Egrave chiaro dunque che quella di von balthasar non consiste nellariproposizione della dottrina del ristabilimento dellrsquoapocatastasi negliultimi tempi dei dannati Ma in una dottrina il cui risultato finale egrave prati-camente lo stesso lo svuotamento dellrsquoinferno in forza della discesa diCristo che esperisce lrsquoinferno in Seacute al posto di tutti di quanti sono vis-suti prima e di quanti vivranno dopo quellrsquoevento la maturazione dellateologia dellrsquoautore tedesco lo porteragrave infatti a non negare lrsquoeternitagrave

374 E Rotundo

183 Cfr Ent 53184 Ent 54185 h u von balthaSaR Eschatologie in Unserer zeit - Die letzeten dinge del

menchen und das christentum Freiburg 2005 64186 Ent 54

dellrsquoinferno neacute ad affermare che lrsquoinferno sia vuoto ma lrsquoescamotageche a suo dire lo collocherebbe allrsquointerno dellrsquoortodossia187 consistereb-be nel fatto che per lui lrsquoinferno sarebbe pieno del peccato staccato daipeccatori un inferno certamente ldquopienordquo non di persone ma del maleamorfo e caotico condannato a bruciare in eterno

lo svuotamento dellrsquoinferno attuato mediante un processo di purifi-cazione che combacia con il ldquopurgatoriordquo corrisponderebbe cosigrave allamanifestazione economica dellrsquoultimo ldquomovimentordquo trinitario cioegraveallrsquoemergere dello Spirito che recupera la distanza infinita posta nellakenosi intradivina mediante cui il Figlio egrave dato via dal Padre188venendo il destino dellrsquouomo ldquoabbracciatordquo nelle relazioni trinitarie giagravenella kenosi intradivina anche il suo ldquono definitivordquo che lo collochereb-be di diritto nel luogo piugrave inferiore al di ldquosottordquo della terra negli inferiviene assunto come da sotto189 subabbracciato (unterfassung190) e cosigravepurificato e superato per concludersi nella eterna beatitudine

tutto il presupposto di una kenosi intradivina sembra alla fine avercosigrave incontrato il suo scopo originario la possibilitagrave di affermare conpiugrave certezza che speranza lo svuotamento dellrsquoinferno

Il gesto del Padre esprime e dagrave via tutta la sua divinitagrave [hellip] in quan-to genera il Figlio come infinitamente altro da seacute puograve essere simul-taneamente lrsquoeterno presupposto e superamento di tutto ciograve che cisaragrave di divisione dolore alienazione nel mondo e nello stesso gestodi dono drsquoamore di possibilitagrave di incontro e beatitudine191

nella kenosi del Padre che genera il Figlio laquosta giagrave incluso e supe-rato ogni possibile dramma tra Dio e il mondoraquo192 in quanto il mondo

375Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

187 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo 111188 Cfr tD v 73189 Cfr tD Iv 459 tD v 237190 Cfr tD v 263 Il termine subabbraccio ricorre come leitmotiv dellrsquoescatologia

balthasariana in tD v in cui egrave addirittura dedicato un capitolo intero 277-316191 tD Iv 302192 tD v 304

e ogni dramma in esso egrave posto nella differenza tra Padre e Figlio ecosigrave inevitabilmente laquosuperata dallo Spirito Santoraquo193 Ogni negazio-ne di Dio proprio in forza dellrsquoessere giagrave collocata allrsquointerno dellarelazione di distanza kenotica tra Padre e Figlio nella trinitagrave imma-nente viene laquoper principio giagrave superataraquo194 nello Spirito Santo

8 lIbERtagrave gloRIa dI dIo E spERanza dEllrsquouomo

giungiamo allrsquoultimo punto dellrsquoelaborata costruzione teologica divon balthasar tutto il discorso iniziato con la kenosi intradivina econtinuato passando per la soteriologia e lrsquoescatologia trova finalmen-te posa nellrsquoultima affermazione che si mostra come una semplice econsequenziale deduzione sperare per tutti anche se sarebbe piugrave one-sto dire ldquoaffermarerdquo che nellrsquoinferno nessuna ldquopersonardquo sia dannata ineterno Infatti una tale ldquosperanzardquo trova un posto tale allrsquointerno delmeccanismo balthasariano da costituire una ldquocertezzardquo Infatti lrsquoaffer-mazione di tale (certa) speranza nel corso della lettura delle densepagine di von balthasar si egrave gradualmente manifestata essere piugrave cheuna deduzione finale come lrsquoobiettivo di fondo che ha dato avvioallrsquointero impianto teologico condizionandolo totalmente

Ma al fine di condurre nella maniera piugrave convincente possibile allaldquodeduzionerdquo di questa (certa) ldquosperanzardquo allrsquoautore occorreva trattareun altro punto cardine del patrimonio teologico dogmatico ossia lalibertagrave dellrsquouomo davanti a Dio

Durante tutto il teologare dellrsquoautore svizzero infatti non potevanon emergere la domanda relativa alla reale definitivitagrave ed assolutezzadi una libertagrave umana che con le sue scelte si pone innanzi a Dio ladomanda di fondo puograve essere cosigrave sintetizzata lrsquouomo egrave ldquofino infondordquo libero di fronte a Dio Fino a che punto si spinge la definitivitagravedellrsquouomo di proferire a lui il proprio ldquonordquo Egli egrave pienamente liberooppure alla fine si trova ldquocostrettordquo ad essere risucchiato nel vortice

376 E Rotundo

193 tD v 304194 tD Iv 306

del movimento trinitario persino contro la sua stessa volontagrave a questedo mande il teologo risponde in vari e dissipati passaggi dei suoi scritti

Quel che accade ldquonellrsquoinfernordquo alla fine dellrsquoopera di Cristo cosigravecome la vede von balthasar egrave comprensibile a partire dal suo presuppo-sto nellrsquoalto dei Cieli al momento dellrsquoemergere di un essere libero crea-to da Dio la creazione dotata di libertagrave cioegrave il mondo e lrsquouomo in essoha il suo ldquoluogordquo naturale nellrsquoalteritagrave delle persone divine della trinitagravein particolare nella distanza posta tra Padre e Figlio al momento dellagenerazione di questrsquoultimo Ora la libertagrave ponendosi in un rifiuto diDio crea un contrasto allrsquointerno del movimento trinitario dunque unacontraddizione allrsquointerno di Dio e ciograve Dio ldquochiaramenterdquo laquonon puograve enon vuole tollerarloraquo195 Cerchiamo di comprendere fino a dove si spin-ga tale ldquoimpossibilitagraverdquo di Dio a tollerare il rifiuto del suo amore Perlrsquoautore il fatto che il mondo e lrsquouomo libero sia per creazione colloca-to allrsquointerno del movimento processionale del Figlio vuole dire che laquolalibertagrave umana e la sua perversione si verificano sempre allrsquointerno del-lrsquoeucaristia del Figlioraquo196 lrsquoeucaristia del Figlio egrave il suo rendimento digrazie al Padre per il dono della vita il suo sigrave e ciograve significa che il nodellrsquouomo il suo definitivo rifiuto allrsquoamore di Dio egrave giagrave preceduto einevitabilmente soverchiato dallrsquoaccoglienza infinitivamente piugrave grandedel Figlio e dunque risucchiato nel suo sigrave197 e perciograve il ldquonordquo egrave giagrave perprincipio superato da esso

lrsquoeterna e santa distanza del Figlio dal Padre nello Spirito egrave il fon-damento del fatto che la distanza empia puograve essere in essa colloca-ta da essa superata e vinta198

la collocazione della creazione giagrave allrsquointerno delle processionidivine egrave funzionale al fatto che il creato egrave posto da Dio al fine di con-

377Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

195 tD Iv 306196 tD Iv 309197 laquoPeccaminosa distanza inclusa nellrsquoalteritagrave delle persone divine e in tal modo

riconciliateraquo tD Iv 219198 tD Iv 337

tribuire allrsquoaccrescimento della gloria di Dio nella partecipazione allaglorificazione che ogni persona divina rivolge allrsquoaltra Ma il risvoltodi una tale ldquocollocazionerdquo sta nel fatto che il possibile rifiuto dellrsquoa-more di Dio da parte dellrsquouomo (il suo no nel sigrave del Figlio) comporte-rebbe una laquosconfitta di Dio che in tal modo fallisce nella sua propriaimpresa di salvezzaraquo199 ma molto di piugrave infatti comporterebbe perlui una perdita della sua gloria una ldquotragediardquo al suo stesso interno

Fino a che la gloria Dei resta assicurata in ogni caso Dio puograve sal-vare o condannare e il problema non diventa acuto Ma dove lrsquoope-ra di creazione viene congiunta intimissimamente con la vita trini-taria sembra inevitabile parlare di tragedia200

Su questo punto intercorre la consapevole e dichiarata rottura di vonbalthasar con la teologia tradizionale che ha sempre considerato da unlato una libertagrave e assolutezza di Dio tale da non poter perdere nulladella sua gloria nellrsquoeventualitagrave di un ldquonordquo estremo della sua creaturadallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoassolutezza tale della libertagrave donata da Dioallrsquouomo da potersi ldquoporrerdquo definitivamente in un rifiuto di lui

Se prendiamo sul serio la misteriosa ldquoassolutezzardquo della volontagravecreata e in tal modo la sua possibilitagrave a negarsi senzrsquoaltro a Dio ndashcome in genere lrsquoha fatto la teologia tramandata fino a noi ndash alloranoi non possiamo fare a meno di stupire davanti alla gelida indiffe-renza di questa stessa teologia indifferenza con cui essa relega allaperdizione eterna una parte della creazione pur destinata a raggiun-gere Dio e non riscontra in tutto ciograve nessuna possibilitagrave di perditaper la gloria di Dio nella presunzione che la divina giustizia vienealla fine glorificata in questa parte perduta del mondo altrettantobene che nella parte salvata201

378 E Rotundo

199 tD v 165200 tD v 430201 tD v 163

la possibilitagrave di una perdizione eterna dellrsquoopera di Dio che egrave inDio comporta quella contraddittorietagrave interna a lui che lrsquoautore con-sidera essere la fine ldquotragicardquo della ldquoteodrammaticardquo una ldquotragediaper lrsquouomo ma anche per Diordquo202 Ma ciograve evidentemente non puograveessere Dio nel dare unrsquoautonomia allrsquoessere creato non puograve rimanereldquosospeso nellrsquoincertezzardquo di sapere del proprio destino non puograve essereafferrato da una tale ldquostretta al cuorerdquo e da una tale ldquoangosciardquo203 apartire da una tale consapevolezza si poggerebbe la speranza che ilmale il peccato e dunque anche la definitivitagrave della libertagrave umanaincontri il suo limite e la sua fine nel ldquosubabbracciordquo del Figlio cioegravenel recupero di colui che egrave destinato alla dannazione

Il subabbraccio di tutti i peccati per mezzo dellrsquoinfinito amore diDio avvalora lrsquoidea che il peccato il male devrsquoessere limitato efinito e che troveragrave pure la sua fine nellrsquoamore che lo abbraccia204

la speranza dellrsquoeliminazione di ogni residuo di tragedia in Diodunque trova il suo fondamento nella sostituzione vicaria del Figlioche si estende fino allrsquoassunzione della pena infernale205 che nella suadiscesa come si egrave visto rivela il fuoco dellrsquoinferno come fuoco chepurifica e come lo stesso fuoco dellrsquoamore divino

giungiamo cosigrave allrsquoultima questione da analizzare ossia quellarelativa alle modalitagrave attraverso le quali il no definitivo dellrsquouomo aDio venga purificato e ldquotransvalutatordquo206 da Dio

Innanzitutto occorre che si comprenda che il ldquonordquo posto definitiva-mente contro Dio dalla libertagrave umana ldquosubiscerdquo il processo di purifica-zione (ciograve che si dovrebbe intendere con ldquopurgatoriordquo) venendo essobruciato purificato e cosigrave reintegrato nel sigrave ldquoeucaristicordquo del Figlio etale processo viene enfaticamente definito come un ldquosubabbracciordquo

379Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

202 Cfr tD v 163203 Cfr tD v 247204 tD v 242205 Cfr tD v 229-230206 Cfr tD v 292 293

tale espressione trova le sue varianti con ldquoabbracciato da sottoldquo oppureldquoafferrato dal bassordquo ma il richiamo ad un luogo inferiore (sub sottodal basso) ha lo scopo preciso di indicare che tale processo avviene neiconfronti di chi si trova nella realtagrave della dannazione infernale

la libertagrave creaturale viene rispettata ma recuperata e raggiunta dinuovo da Dio alla fine della Passione e ancora una volta afferratadal basso (inferno profundior gregorio Magno)207

Ma come avviene in concreto questa trasformazione del ldquono infer-nalerdquo nel ldquosigraverdquo della beatitudine del Figlio Per essere facilitati nellacomprensione delle riflessioni che seguiranno saragrave utilissimo porre losguardo alla descrizione del giudizio operata da Origene a cui storica-mente egrave fatta risalire la dottrina condannata dellrsquoapocatastasi che vonbalthasar cita e verso cui non nasconde il proprio apprezzamento

Per primo Origene ha descritto il giudizio come lrsquoirradiare dellaluce di Cristo cosigrave che ldquonon solo nessuno dei giusti ma neppurenessuno dei peccatori potragrave non riconoscere lrsquoessenziale veritagrave diCristordquo ed anche i peccatori ldquoriconosceranno davanti al suo voltole loro azioni malvagierdquo giaccheacute allora la luce della sua divinitagraveillumineragrave ogni cosa in modo assai piugrave netto di quanto lo possa tut-tora la fede ardente208

In alcune pagine del volume v della Teodrammatica il teologosvizzero si lanciava in una lunga e immaginosa descrizione dellrsquoespe-rienza avvertita da colui che trovandosi nellrsquoostinazione della suadecisione per lrsquoinferno del suo risoluto rifiuto di Dio viene incontratonel ldquogiudiziordquo dallo splendore della luce di Cristo che penetra in luiavviando il processo di purificazione che inaugura la vergogna e la

380 E Rotundo

207 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo in ID Lo Spirito e lrsquoistitu-

zione (Saggi teologici IV) brescia 1979 (344-351) 351208 tD v 248-249

consapevolezza di dover meritare lrsquoinferno209 Ma questa vergogna etale coscienza della propria malvagitagrave avverrebbe in forza di una azio-ne divina che riesce a piegare la libertagrave dellrsquouomo addirittura dicebalthasar citando la von Spyer contro la volontagrave stessa del peccatorela forza della manifestazione di Cristo egrave talmente grande da ldquospinge-rerdquo la libertagrave umana che ha deciso di appartenere allrsquoinferno a segui-re Cristo anche se la libertagrave non lo vuole tale spinta egrave infatti piugraveforte della libertagrave creaturale

ldquoIo esco dal mio stato solo quando il Signore ha pietagrave di me e mi

conduce dove io non voglio con una spinta piugrave forte della mia

volontagraverdquo [hellip] anchrsquoio sono vicino allrsquoinferno che egrave ldquovisibile esensibilerdquo ldquoil mio purgatorio egrave la mia conoscenza dellrsquoinfernoanzi addirittura la mia decisione per lrsquoinferno nel senso che nelfuoco io devo riconoscere che in linea di diritto vi appartengordquo[hellip] Ma ldquonel purgatorio egrave il fuoco di Dio che brucia interamente inme ciograve che appartiene allrsquoinferno quel morso viene gettato nellefiamme del serpenterdquo E cosigrave lrsquouomo viene collocato nellrsquoestremaimitazione di Cristo ldquonella purificazione egli viene educato allapiena intelligenza della croce [hellip] per poi partendo dalla croceandare insieme col Signore sulla strada che va al Padre Ciograve egrave peril singolo la definitiva rivelazione del Signore in luirdquo210

Mentre il fuoco purifica ogni resistenza peccaminosa contro Dioviene bruciata separata dallrsquouomo e gettata nellrsquoinferno eterno211Cosigrave lrsquoamore tenace di Dio ldquocostringerdquo la libertagrave chiusasi in manieradefinitiva ad aprirsi

381Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

209 Cfr tD v 313-314210 tD v 315-316211 laquola purificazione dellrsquouomo avviene nel mentre egli egrave costretto a sopportare il

fuoco di Dio che lo giudica la sua parola di fuoco il suo sguardo infuocato fin-cheacute egrave bruciato lrsquoultimo no la piugrave recondita resistenza nelle pieghe della sua esi-stenzaraquo h u vOn balthaSaR Le cose ultime dellrsquouomo e il cristianesimo 88

tenace come il regno dei morti egrave la passionerdquo si dice in un passodel Cantico dei Cantici chissagrave forse lrsquoamore egrave ancora piugrave tenace ecostringe anche la chiusura dellrsquoinferno ad aprirsi a capitolare212

von balthasar concepisce in altre parole una libertagrave umana che real-mente puograve porre una scelta definitiva ma solo dal suo punto di vistainfatti essendo lrsquoordine della realtagrave creaturale sotto il dominio di Dioessa deve soggiacere allrsquoassolutezza della libertagrave divina che sola egrave real-mente assoluta la libertagrave umana non puograve essere concepita come unassoluto di fronte a un altro assoluto sarebbe a dire di von balthasaruna sopravvalutazione della libertagrave creaturale appunto quella di poterdeterminare realmente il volere assoluto di Dio213 la speranza che tuttisiano salvati si poggerebbe dunque sullrsquoaffermazione che la libertagrave del-lrsquouomo non possa concepirsi come assoluta per seacute di fronte a Dio214

382 E Rotundo

212 h u vOn balthaSaR Le cose ultime dellrsquouomo e il cristianesimo 89213 laquoIbrida sopravvalutazione della libertagrave creata lrsquoingannevole opinione che la capacitagrave

di dire no a Dio delimiti la onnipotenza divinaraquo tD Iv 304 laquolrsquoautogiudizio del-lrsquouomo in faccia a Dio non puograve essere lrsquoatto giudiziario ultimo percheacute la libertagraveumana che non ha posto se stessa ma egrave stata data a se stessa da Dio nella sua misurasussiste in ultima analisi nellrsquoambito e sotto lrsquoautoritagrave della libertagrave assoluta verso laquale necessariamente si trascende per ivi adempiersiraquo tD Iv 251

214 laquoMa la questione principale rimane questa la libertagrave umana non egrave sufficiente in sensoassoluto a resistere per sempre al sigrave perfetto di Dio e chiudersi in una solitudine che bastaa se stessa Qui andrebbe forse detto che Dio di certo non schiaccia con la propria onni-potenza chi dice no distruggendone la chiusura quasi con violenza ma che colui chenella sua impotenza egrave incentrato esclusivamente su se stesso non puograve non percepireldquoaccantordquo a seacute qualcuno che egrave ancora piugrave impotente qualcuno che gli contesta lrsquoassolu-tezza della solitudine non ha vinto la sua scommessa di poter creare una contro-assolu-tezza in opposizione a Dio [hellip] non ci egrave possibile immaginare piugrave in dettaglio questaesperienza di unrsquoassolutezza oltrepassata vinta ldquodal bassordquo Ma essa ci puograve autorizzare aserbare unrsquoampia speranza per tutti non ci egrave vietato nutrire una tale speranza possiamopersino dire che ci egrave comandata dinanzi alle parole di gesugrave come quella secondo cui eglisulla croce ldquoattireragrave tutti a seacuterdquo e di Paolo che ci dice che Dio vuole che tutti gli uominisiano salvati e per questo chiede alla Chiesa di pregare per tuttiraquo (cfr 1 tm 21-5) h uvOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli inferiraquo 47

nel libretto Breve discorso sullrsquoinferno il nostro fornisce altri ele-menti utili a farci comprendere il modo attraverso cui la libertagrave umanavenga espropriata della propria definitivitagrave e assolutezza nellrsquoatto dellasua scelta contro Dio Egli ipotizza la speranza ndash ma come abbiamovisto il rigido sistema creato dal teologo impone di parlare dellrsquoaffer-mazione di una certezza ndash che la grazia di Dio si ponga non solo comeldquosufficienterdquo da garantire alla libertagrave di poter scegliere Dio ma comeldquoefficacerdquo cioegrave come grazia che raggiunge inevitabilmente il suo finedi attirare la libertagrave a Seacute Come avverrebbe ciograve lrsquoautore apportaqualche variante a quanto giagrave descritto in Teodrammatica v

lrsquoostinazione umana puograve realmente opporsi sino alla fine alla rappre-sentanza divino-umana del suo peccatore Se rispondiamo tranquilla-mente e precisamente sigrave essa lo puograve e riempiamo cosigrave lrsquoinferno diribelli [hellip] grazia sufficiente caratterizzata dal fatto che agli occhi diDio essa dovrebbe ldquobastarerdquo a convertire il peccatore ma che vienerespinta da questo dal fatto che essa non riesce a raggiungere il suofine ed esiste una grazia efficace che riesce a raggiungere il suo fineDrsquoaltro canto non possiamo dire che questa sopraffagrave semplicemente lavolontagrave del peccatore dal momento che la sua adesione deve esserelibera [hellip] Come concepire quindi la grazia prodotta dallrsquoopera vicariadi Cristo [hellip] Possiamo provare a dire cosigrave lo Spirito santo dellalibertagrave assoluta ci fa vedere allrsquointerno del nostro spirito libero qualesarebbe la nostra propria vera libertagrave ci pone cioegrave di fronte a noi stessialla nostra propria massima possibilitagrave noi non potremmo dire sempli-cemente di sigrave a noi stessi (ciograve egrave frutto della rappresentanza vicaria) civiene posta davanti agli occhi anzi ispirata anche la ragionevolezza diun simile sigrave e la voglia di pronunciarlo vuoi realmente esistere persempre in contraddizione con te stesso Fino a questo punto puograve spin-gersi la grazia [hellip] la grazia egrave ldquoefficacierdquo se presenta alla mia libertagrave unquadro di se stessa cosigrave evidente che essa non puograve far altro che aderireliberamente a seacute [hellip] sarebbe in potere di Dio far sigrave che la sua graziasgorgante nel mondo dallrsquoautosacrificio del suo Figlio (2 Cor 519) siain grado di divenire una grazia ldquoefficacierdquo per tutti i peccatori215

383Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

215 bDI 54-55-56

Dunque nello spirito dellrsquouomo giagrave decisosi durante lrsquoesistenzaterrena contro Dio lo Spirito Santo farebbe ldquovedererdquo e dunque rendereevidente il fallimento personale la contraddizione interna che in luisgorga dal suo ostinato rifiuto per Dio la grazia presenta allrsquouomolrsquoevidenza della veritagrave in una maniera tale che la libertagrave non puograve fare ameno che aderire Egrave questo il punto cruciale lrsquoarmonizzazione tentatadallrsquoautore tra assoluto volere di Dio e libertagrave dellrsquouomo In virtugrave diuna grazia piugrave forte lrsquouomo puograve scegliere ldquoliberamenterdquo la veritagrave di seacutee di Dio che gli viene resa ormai ldquoevidenterdquo

In conclusione la sostituzione vicaria di Cristo egrave cosigrave estrema daspingersi fino allrsquoinferno fino a quel sabato santo che essendo unldquotempo-senza-tempordquo gli permette di raggiunge ldquotuttirdquo coloro chesono perduti e lontani da Dio coloro che hanno scelto il proprio io alposto di Dio216 nel suo discendere egli laquodisturba lrsquoassoluta solitudinecui anela il peccatore questi che vuol essere ldquodannatordquo allontanatoda Dio nella propria solitudine ritrova Dioraquo217 ligrave Egli vuole recupera-re la libertagrave creaturale dal basso cioegrave dallrsquoinferno mediante il donodel suo irresistibile amore mediante quellrsquoevidenza della sua luce edel suo Spirito che sopra abbiamo scoperto essere la sua ldquograzia effi-cacerdquo laquoche fa breccia in ogni carcere e scioglie ogni spasmodico irri-gidimento nel solidarizzare dallrsquointerno con coloro che rifiutano ognisolidarietagrave Mors et vita duellohellipraquo218

81 Analisi teologica

Sia allrsquoinizio che a conclusione della disamina del sistema baltha-sariano si egrave posta la questione attorno alla libertagrave dellrsquouomo in parti-colare alla possibilitagrave di una sua auto-posizione ldquodefinitivardquo e ldquoassolu-tardquo rispetto a Dio e addirittura a dispetto della sua volontagrave universaledi salvezza Della libertagrave dellrsquouomo se ne egrave parlato agli inizi dellariflessione sulla teologia della salvezza in quanto lo stesso balthasar

384 E Rotundo

216 Cfr h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 350217 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 350218 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 351

si dedicava ad essa avvertendo il bisogno di porre alcune riflessionicome condizioni necessarie per la costruzione della sua ldquosoteriologiadrammaticardquo In particolare come si egrave visto lrsquoautore sosteneva unacollocazione apriori della libertagrave dellrsquouomo nel ldquosigraverdquo immanente delFiglio e cosigrave facendo giagrave predeterminava lrsquoesito finale di ognivolontagrave dellrsquouomo esercitata nella storia e nel mondo E proprio diquesto esito finale si egrave parlato invece a conclusione del sistemabalthasariano cioegrave quando si trattava di vedere come in concreto lrsquoo-pera redentiva del Figlio andasse a compiere il recupero dellrsquouomopeccatore in particolare della sua libertagrave Dallrsquoelaborazione si deduce-va cosigrave lrsquoaffermazione della speranza di una ldquograzia efficienterdquo capacedi raggiungere ldquotuttirdquo cioegrave capace di strappare lrsquouomo dalla definiti-vitagrave della sua decisione per lrsquoinferno mediante una manifestazioneeccelsa della veritagrave di Dio e dellrsquouomo in tutta la forza ldquoirresistibilerdquodella sua ldquoevidenzardquo

Posto ciograve quale potrebbe essere il punto di avvio per ulterioririflessioni ldquoteologicherdquo a verifica della speranza balthasarianaProprio percheacute si intende riflettere ldquoteologicamenterdquo il punto di par-tenza non puograve che essere il messaggio che il testo rivelato comunicacirca la salvezza dellrsquoindividuo umano Piugrave in particolare sarebbeinteressante prendere in considerazione tutte quelle affermazioni neo-testamentarie che esprimono in maniera piugrave o meno esplicita il ruoloche la libertagrave umana dovrebbe assumere nei confronti della salvezzaresasi presente in Cristo Signore

Ora se si facesse una veloce ricerca lungo tutti i libri del nuovotestamento si rimarrebbe meravigliati per il numero impressionantedi volte in cui la salvezza viene posta sotto la condizione della fededellrsquoindividuo Piugrave specificatamente si parla della fede intesa comevolontaria adesione e libera accoglienza dellrsquoevento di salvezza219

Piugrave volte i sinottici pongono sulla bocca di gesugrave la sentenza di salvez-za per coloro che a lui accorrono e aderiscono per pura fede (Mc 1052lc 750 848-50 1719 1842) la fede egrave il motivo della salvezza

385Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

219 Sulla fede cfr a DullES Il fondamento delle cose sperate Teologia della fede

cristiana brescia 1997

laquoCoraggio figlia la tua fede ti ha salvataraquo (Mt 922 Mc 534 lc 848)numerosissimi sono i casi in cui gesugrave pone esplicitamente la conver-sione (lc 199 anche Paolo in 2 Cor 79-10) e dunque la fede comecondizione per la salvezza Sia per il gesugrave pre-pasquale che per ilCristo post-pasquale la fede obbediente rimane il criterio che determi-na un giudizio di salvezza oppure di condanna

15E disse loro ldquoandate in tutto il mondo e proclamate il vangelo aogni creatura 16Chi crederagrave e saragrave battezzato saragrave salvato ma chinon crederagrave saragrave condannatordquo (Mc 1615-16)

la libertagrave dellrsquouomo espressa nellrsquoadesione di fede alla veritagrave e allagrazia di Cristo egrave dunque per rapporto alla salvezza la ldquocondizionerdquoposta e annunciata anche dopo la resurrezione cioegrave dopo la morte ediscesa agli inferi nel testo di Mc 1616 il Risorto concordemente atutta quanta la predicazione di gesugrave dichiara ancora reale la possibi-litagrave di un duplice destino per lrsquouomo dopo la sua morte ldquocondizionata-menterdquo alla scelta di fede da lui posta nella sua vita storica Questacondizione viene confermata anche nel nuovo ldquoeonerdquo escatologicoinaugurato dopo la Pasqua a tal proposito Mc 1616 egrave uno di queitesti sistematicamente omessi dal teologo svizzero in quanto esplicita-mente in opposizione alla sua teoria secondo la quale lrsquoannuncio dellapossibilitagrave di un duplice destino dellrsquouomo di vita eterna o di morteeterna riguarderebbe solo il gesugrave pre-pasquale percheacute ancora appar-tenente allrsquoantico eone veterotestamentario mentre lrsquoannuncio di unavolontagrave assoluta di salvezza apparterrebbe al Cristo post-pasquale amotivo del nuovo eone inaugurato dalla croce che sancirebbe il cam-biamento dellrsquoescatologia veterotestamentaria220

ad ogni modo tornando al rapporto salvezza-fede laquoChe cosa devo fa -re per essere salvatoraquo egrave la domanda che il carceriere di Paolo e Sila poneallrsquoapostolo miracolosamente liberato assieme al suo discepolo laquoCre dinel Signore gesugrave e sarai salvato tu e la tua famigliaraquo (at 1629-31) egrave larisposta puntuale di Paolo

386 E Rotundo

220 Cfr SPt 23-33

anche in giovanni il rapporto fede-salvezza egrave chiaro seppure nellasua affermazione contraria la condanna egrave per chi non crede nel Figlio(gv 318) percheacute il Figlio egrave la porta della salvezza (gv 109) e per laporta bisogna liberamente entrare attraverso la fede che egrave obbedienzaalla sua parola (gv 1244-50) la fede come obbedienza egrave sottolineataanche nelle lettere paoline la ldquoprofessione di fede che causa la sal-vezzardquo (Rm 1010) infatti implica unrsquoadesione della volontagrave umanaal volere divino comunicato mediante la parola (2 tes 210 gc 121)e tale adesione libera viene concretamente posta in essere mediantelrsquoobbedienza alla predicazione del vangelo di Cristo (1 Cor 121) taleprincipio egrave sintetizzato da Paolo con lrsquoespressione ldquoobbedienza dellafederdquo (Rm 15 1626) la fede nel vangelo cioegrave lrsquoadesione di tuttolrsquoessere dellrsquouomo a Cristo in persona egrave causa di salvezza e giustifica-zione ed egrave questo il messaggio essenziale di tutto il nt e in particola-re della teologia paolina

16Io infatti non mi vergogno del vangelo percheacute egrave potenza di Dioper la salvezza di chiunque crede del giudeo prima come delgreco 17In esso infatti si rivela la giustizia di Dio da fede a fedecome sta scritto Il giusto per fede vivragrave (Rm 116-17)

Certo la fede di cui si parla appare come frutto della disposizionedella volontagrave umana che liberamente aderisce a Cristo e alla suavolontagrave ma a ciograve va aggiunta lrsquoaffermazione della ldquograziardquo (Ef 25)la fede infatti egrave prima di tutto lasciare pur sempre liberamente chela grazia muova la libertagrave allrsquoobbedienza della fede che salva laquoPergrazia infatti siete salvati mediante la federaquo (Ef 28) la fede dunqueintesa come virtugrave di grazia e allo stesso modo come determinazionedella libertagrave dellrsquouomo appare come la condizione indispensabile perottenere da Dio la salvezza

nella lettera agli Ebrei il tutto viene reso con una sentenza sempli-ce e lineare laquoSenza la fede egrave impossibile essergli graditiraquo (Eb 116) sitratta di unrsquoespressione che non lascia scampo a sovra-interpretazionitali da manipolarne il senso e da attutirne o diluirne lrsquoassolutezza concui egrave posta Si entra nel gradimento (euarestēsai) di Dio mediante lafede cosigrave come la fede egrave la condizione per entrare nella salvezza

387Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Sono questi i dati della rivelazione incontrovertibili ed ogni ermeneu-tica che giungesse allrsquoaffermazione del suo contrario giungerebbe con-sapevolmente dunque colpevolmente ad affermare il contrario diquanto asserito dalla parola di Dio rivelata Ma posta la centralitagravedella fede per la salvezza bisogna che ora ci si domandi cosa caratte-rizza sostanzialmente la fede Certo essa egrave credere che Dio laquoesiste eche ricompensa coloro che lo cercanoraquo (Eb 116) ma essa consisteprima di tutto nellrsquoadesione della libertagrave volontagrave ed intelletto dunquedi tutto lo spirito dellrsquouomo e di tutta intera la sua persona allavolontagrave di Dio manifestata nella persona di Cristo la fede infatti egravequella che nasce nel cuore dellrsquouomo mediante lrsquoascolto della paroladi Cristo che si traduce in obbedienza piena e fiduciale (Rm 1017) eche produce i suoi frutti di salvezza (gc 214-26) una fede priva dicaritagrave infatti egrave informe (1 Cor 132) cosigrave come egrave imperfetta se essa sipresenta non accompagnata anche dalla speranza (1 Cor 1313)Dunque la fede egrave credenza ed obbedienza e deve essere unita allasperanza e alla caritagrave221 Sono queste alcune delle veritagrave che delineanoi contorni fondamentali della fede e che non possono mai essere postein secondo piano tuttavia nella definizione della fede che la stessaScrittura offre ricorre un elemento caratterizzante di questa virtugrave chedeve essere fortemente posto e mantenuto al centro dellrsquoaffermazionedella sua entitagrave la lettera agli Ebrei afferma

1la fede egrave fondamento di ciograve che si spera e prova di ciograve che non sivede 2Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio(Eb 111-2)

la fede egrave ldquosostanzardquo (hypostasis) delle cose sperate ed egrave lrsquoldquoevidenzardquo(elenchos) di quello che con gli occhi della carne non puograve essere vistoInfatti lrsquoadesione dellrsquointelletto e della volontagrave alla parola di Cristo lafede appunto soddisfa in seacute per lrsquoautoritagrave stessa di Cristo le esigenzedel proprio intelletto e della propria volontagrave cosigrave da muovere lrsquouomo ad

388 E Rotundo

221 Sulle virtugrave teologali cfr n ROtunDO Lrsquoabito della libertagrave le virtugrave teologaliSiena 2019

aderire ad una veritagrave non evidente in seacute empiricamente ma che trae lasua evidenza la sua certezza dalla sola persona di Cristo e dunque dallasua parola Cosigrave oggi nella vita storica e terrena in cui ci troviamoimmersi mediante la fede possiamo vedere e dunque conoscere la veritagravedi Dio e di noi stessi anche se si tratta comunque di una conoscenza lacui certezza la cui prova di evidenza egrave mutuata ed assunta dalla paroladi Dio cioegrave dalla nostra piena fiducia nella fedeltagrave e veritagrave di Dio Percui alla fede appartiene rigorosamente lrsquoaspetto dellrsquoinevidenza dellaveritagrave nella sua inseitagrave Ciograve che noi conosciamo lo conosciamo attraver-so lo specchio della fede nella parola di Dio nellrsquoattesa di vedere diret-tamente faccia a faccia lo stesso verbo di Dio

9Infatti in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfettoprofetizziamo 10Ma quando verragrave ciograve che egrave perfetto quello che egraveimperfetto scompariragrave 11Quandrsquoero bambino parlavo da bambinopensavo da bambino ragionavo da bambino Divenuto uomo hoeliminato ciograve che egrave da bambino 12adesso noi vediamo in modoconfuso come in uno specchio allora invece vedremo faccia a fac-cia adesso conosco in modo imperfetto ma allora conoscerograve per-fettamente come anchrsquoio sono conosciuto (1 Cor 139-12)

la stessa cosa vale per la speranza lrsquooggetto della speranza cri-stiana di ciograve verso cui ci si muove con tutto il proprio essere egrave nasco-sto invisibile e solo la ldquovisionerdquo della e nella fede puograve fondare ilmovimento deciso dellrsquouomo verso ciograve che non egrave visibile agli occhisensibili poicheacute solo la fede dagrave sostanza e concretezza a ciograve verso cuidobbiamo indirizzare tutto il nostro essere

24nella speranza infatti siamo stati salvati Ora ciograve che si spera seegrave visto non egrave piugrave oggetto di speranza infatti ciograve che uno giagrave vedecome potrebbe sperarlo 25Ma se speriamo quello che non vedia-mo lo attendiamo con perseveranza (Rm 824-25)

lrsquoinevidenza di ciograve che egrave ldquocredutordquo ldquosperatordquo e dunque ldquoamatordquoconsiste in una condizione indispensabile della fede e dunque dellrsquoac-coglienza nella salvezza

389Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

8voi lo amate pur senza averlo visto e ora senza vederlo credete inlui Perciograve esultate di gioia indicibile e gloriosa 9mentre raggiungetela megraveta della vostra fede la salvezza delle anime (1 Pt 18-9)

Se come si egrave visto la fede egrave indispensabile per piacere a Dio e perottenere da lui la salvezza allora anche lrsquoinevidenza (sensibile) diquanto creduto sperato ed amato deve essere intesa come una condi-zione invalicabile per lrsquoadesione libera che apre alla salvezza nelvangelo di giovanni gesugrave ha dovuto faticare non poco per convincerei suoi uditori e persino i suoi discepoli che Egli mostrava in Seacute nellasua stessa carne il volto divino del Padre

Chi ha visto me ha visto il Padre Come puoi tu dire ldquoMostraci ilPadrerdquo 10non credi che io sono nel Padre e il Padre egrave in me (gv 149-10)

Solo la fede rende evidente il volto del Padre nel volto umano delFiglio per cui lrsquoadesione per fede alla carne e al sangue di gesugrave e allasua parola sensibile misura lrsquoadesione a Dio stesso e alla sua parola disalvezza Il rifiuto nella non fede di Cristo e della sua parola sensibi-le determina invece la chiusura della porta della salvezza

44gesugrave allora esclamograve laquoChi crede in me non crede in me ma incolui che mi ha mandato 45chi vede me vede colui che mi hamandato 46Io sono venuto nel mondo come luce percheacute chiunquecrede in me non rimanga nelle tenebre 47Se qualcuno ascolta lemie parole e non le osserva io non lo condanno percheacute non sonovenuto per condannare il mondo ma per salvare il mondo 48Chimi rifiuta e non accoglie le mie parole ha chi lo condanna la paro-la che ho detto lo condanneragrave nellrsquoultimo giorno 49Percheacute io nonho parlato da me stesso ma il Padre che mi ha mandato mi haordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire 50E io so cheil suo comandamento egrave vita eterna le cose dunque che io dico ledico cosigrave come il Padre le ha dette a meraquo (gv 1244-50)

390 E Rotundo

la fede intesa come adesione non a ciograve che egrave visto ma a Cristo ealla sua parola annunciata e testimoniata nella e dalla Chiesa egrave fontedi beatitudine ed egrave la norma insuperabile della salvezza

29gesugrave gli disse laquoPercheacute mi hai veduto tu hai creduto beati quelliche non hanno visto e hanno credutoraquo (gv 2021)

a questo punto ci si interrogheragrave circa il motivo in tale contesto diuna cosigrave lunga esposizione sulla fede quale sostanza e prova di ciograve cheegrave sperato e non veduto lrsquointenzione egrave quella di ribadire innanzituttoche la Scrittura annuncia la necessitagrave della ldquofederdquo per essere salvati ela dimensione dellrsquoinevidenza sensibile del suo oggetto egrave implicitanella natura della fede Ciograve basta a far cadere lrsquoargomentazione di vonbalthasar relativamente alla speranza di una ldquograzia efficienterdquo cheraggiunga lrsquouomo per ldquodimostrarerdquo a lui la veritagrave di Cristo e di seacute nelchiarore di unrsquoevidenza tale da rendere la conversione e la sua adesio-ne per Cristo irresistibile una tale speranza relativizzerebbe la fededetta perograve necessaria alla salvezza

una semplice domanda si potrebbe porre allrsquoautore se le cosestessero cosigrave come lui le immagina cioegrave se alla ldquofinerdquo nel luogo delldquosenza-tempordquo la veritagrave raggiungesse ogni uomo nello splendore del-lrsquoirresistibilitagrave della sua evidenza allora che senso avrebbero il tempoe la storia Percheacute dare inizio alla ldquoscena del mondordquo un Dio che dagravelrsquoavvio al dramma dellrsquouomo con tutti i suoi momenti di dolore e sof-ferenze con le sue prove e le sue tentazioni con tutti i suoi ldquoinfernistoricirdquo rischierebbe di essere additato come un Dio sadico che habisogno di impegnarsi in una sceneggiatura dal finale scontato

Infatti quale sarebbe il motivo per cui bisognerebbe attendere lafine della storia dellrsquoindividuo per ldquoavvincerlordquo circa la sua veritagraveQuale misericordia sarebbe quella di un Dio che lascia credere allrsquouo-mo di essere assolutamente libero cosigrave da permettergli di indirizzaretutta la sua esistenza storica nella non credenza nella non speranza enel non amore dunque nellrsquoinfelicitagrave di una vita storica fatta per lo piugravedi dolori sofferenze malvagitagrave e fallimenti per poi ldquodimostrarglirdquo allafine che tutta la sua esistenza egrave stata in fondo irrilevante per lui stesso

391Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Di contro percheacute chiedere al cristiano la radicalitagrave della sequelanel rinnegamento continuo di seacute e nellrsquoobbedienza fino alla morte ealla morte del martirio Quale sarebbe lo scopo dellrsquoesistenza storico-mondana e in essa della Chiesa e del suo faticoso impegno in unmondo immerso nel peccato Dove andrebbe a finire la libertagrave del-lrsquouomo se alla fine la storia umana si mostra come un finto dramma eunrsquoinutile commedia

venendo nella carne Cristo Signore non ha mostrato lrsquoevidenzadella sua veritagrave divina cosigrave come ha fatto per un solo momento sulmonte della trasfigurazione Di quellrsquoevento miracoloso pochi furono itestimoni e in piugrave a questi il Signore aveva categoricamente impostoil segreto Eppure Egli avrebbe potuto mostrare la grandezza di Seacute inmodo da rendere evidente a tutti la sua veritagrave e cosigrave da ldquospingererdquotutti giagrave nella storia ad aderire ldquoliberamenterdquo a lui

la missione di gesugrave drsquoaltra parte era condurre alla ldquofederdquo tutte legenti ma se questa missione raggiunge inevitabilmente il suo obietti-vo attraverso una teofania tale da rendere lrsquoadesione irresistibile persi-no per quellrsquoanima ostinatamente decisasi per lrsquoinferno allora percheacutegiagrave sul golgota gesugrave non discese dalla croce chiedendo e ottenendoirresistibilmente la prostrazione dei farisei Percheacute invece si ostinograve arimanere inchiodato sulla croce

42laquoha salvato altri e non puograve salvare se stesso Egrave il re drsquoIsraele scen-da ora dalla croce e crederemo in lui (Mt 2742 cfr Mc 1532)

la kenosi non esclude la possibilitagrave del miracolo come dimostra lascena della trasfigurazione per cui se lrsquoavesse voluto se il Padre lrsquoa-vesse comandato per miracolo il Figlio avrebbe potuto interromperela legge dellrsquoauto-limitazione e mostrarsi glorioso ai suoi crocifissoriMa del resto stando le cose come le ritiene balthasar quale sensoancora avrebbe la stessa incarnazione e kenosi Percheacute mostrare ldquocor-poralmente la pienezza della divinitagraverdquo (Col 29) mostrarsi nella debo-lezza della carne come un bambino piuttosto che immediatamentecome Re glorioso e Signore Percheacute cioegrave lrsquouomo ostinato dovrebberaggiungere lrsquoinferno prima di ricevere la manifestazione della veritagravedi Cristo Drsquoaltra parte oggi stesso lrsquoevidenza irresistibile della veritagrave

392 E Rotundo

divina di Cristo potrebbe mostrarsi sugli altari di tutto il mondo inve-ce essa decide di rimanere nascosta sotto le specie del pane e del vinoracchiusa in un ostensorio per quale motivo

una risposta a questa serie di quesiti la si puograve dedurre solo se sitenta di comprende la ragione dellrsquoinevidenza della fede

Se lrsquouomo non vivesse nellrsquoordine della fede ma vedesse carnal-mente cioegrave nella chiarezza della sua evidenza le veritagrave di Dio e dun-que di seacute del mondo e della storia cosigrave come esse sono in seacute secondoDio allora lrsquouomo non sarebbe realmente e profondamente libero laveritagrave trascendente e soprannaturale la veritagrave sbalorditiva e meravi-gliosa di Dio quella che eccede ogni ragione e immaginazione umanase si mostrasse in tutto lo splendore della sua evidenza costringerebbeinevitabilmente lrsquouomo allrsquoadesione a Dio a non poter che dire sigrave aDio Se giagrave nellrsquoordine naturale della realtagrave lrsquoevidenza di una veritagraveconsiste in una costrizione del giudizio della ragione immaginiamoallora lrsquoirresistibile intensitagrave della costrizione che la veritagrave divina eser-citerebbe su una mente limitata e creata se questa si manifestasse intutto il suo splendore cosigrave come essa egrave Durante il periodo della diatri-ba eucaristica contro la razionalizzazione di berengario guitmondodi aversa sosteneva giustamente che chiunque persino lrsquoincredulodarebbe il proprio assenso innanzi allrsquoevidenza di un miracolo percui se Cristo non si nascondesse sotto le apparenze del pane e delvino verrebbe inevitabilmente meno il giudizio della fede e con essoil merito che conduce alla salvezza222

lrsquoevidenza di una veritagrave egrave una forma di costrizione della libertagrave223Se Dio si manifestasse cosigrave come Egli egrave (1 gv 32) la ragione dellrsquouo-mo non avrebbe bisogno di chiamare in causa la volontagrave per ricevere

393Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

222 Cfr guItMOnDO DI avERSa La laquoveritagraveraquo dellrsquoEucaristia De corporis et sanguinis

Christi veritate ORbOna l ed napoli 1995 I 99 (Pl149 1439a ndash 1439b)223 laquonel sapere si possono considerare due cose lrsquoadesione di colui che sa alle veritagrave

scientifiche e la considerazione attuale di tali veritagrave Ora lrsquoadesione suddetta nonegrave soggetta al libero arbitrio poicheacute chi sa egrave costretto ad aderire per lrsquoefficaciadella dimostrazione Perciograve lrsquoadesione alla scienza non egrave meritoriaraquo Sth II-II q 9 a 2 ad 2

da essa la spinta necessaria per dare il proprio fiat lrsquoassenso dellaragione perograve privato della spinta e della determinazione necessariadella volontagrave resterebbe solo un assenso ldquointellettualerdquo lrsquouomo aderi-rebbe a Dio solo per unrsquoobbligata adesione della mente ma non anchecon tutto il proprio cuore con tutta lrsquoanima e dunque con tutto sestesso (Mt 2237 Mc 1230) Senza la volontagrave224 che nellrsquoatto di fededeve intervenire per spingere la mente ad aderire con certezza e deter-minazione alla veritagrave non evidente per seacute225 lrsquoadesione dellrsquouomo aDio sarebbe priva di amore in quanto come insegnava tommaso lrsquoa-more ha bisogno della ldquomassima volontarietagraverdquo226 Per cui la comunio-ne creata tra Seacute e lrsquouomo sarebbe unrsquounione per costrizione ma nonuna ldquocomunione di amorerdquo ad immagine della comunione che caratte-rizza la vita drsquoamore della trinitagrave Proprio per questo Dio vuole e hastabilito che lrsquouomo lo scelga nella storia e nel mondo in una relazio-ne di ldquofederdquo in quanto vuole che lo scelga con la ldquomenterdquo e con illdquocuorerdquo cioegrave liberamente e con volontarietagrave227 per vero amore Ma

394 E Rotundo

224 laquolrsquointelletto di chi crede viene determinato a una data cosa non dalla ragione madalla volontagrave Quindi lrsquoassenso egrave qui preso come un atto dellrsquointelletto in quantodeterminato dalla volontagraveraquo Sth II-II q 2 a 1 ad 3

225 laquola fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora lrsquointelletto puograveassentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto il quale puograveessere conosciuto o direttamente per se stesso come avviene per i primi princigravepi dicui si ha un abito naturale oppure indirettamente come avviene per le conclusioni dicui si ha la scienza Secondo non percheacute egrave mosso adeguatamente dal proprio ogget-to ma per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E seciograve viene fatto col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione seinvece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede Ora noi diciamoche sono viste quelle cose che muovono direttamente i sensi o il nostro intelletto allaloro conoscenza Egrave quindi chiaro che neacute la fede neacute lrsquoopinione possono essere di coseevidenti per il senso o per lrsquointellettoraquo Sth II-II q 1 a 4 res

226 Cfr Sth I-II q 114 a 4 res227 laquoCome si egrave giagrave detto i nostri atti sono meritori in quanto procedono dal libero

arbitrio mosso da Dio mediante la grazia Per cui qualsiasi atto umano soggetto allibero arbitrio se egrave indirizzato verso Dio puograve essere meritorio Ora credere egrave un

affincheacute ciograve accada egrave necessario che la libertagrave condizione indispensa-bile allrsquoamore venga salvaguardata dallrsquoirresistibile evidenza dellaluce divina che proprio in forza della sua forza annichilirebbe ognipossibilitagrave di scelta e dunque impedirebbe a priori ogni amore veropercheacute libero

la fede esercitata nella storia cosigrave consente allrsquouomo istante dopoistante costantemente e in misura sempre crescente di consegnare tuttele facoltagrave della propria anima e dunque di versare ldquotutto se stessordquo inDio Solo la ldquofederdquo quale evidenza (elenchos) di ciograve che non si ldquovederdquo(Eb 111) garantisce allrsquouomo di potersi abbandonare realmente dun-que liberamente a Dio non solo con la mente ma anche con tutto ilcuore cioegrave con tutta lrsquoanima cosigrave che nellrsquoamore possa liberamente sce-gliere di radicarsi e stabilirsi in lui e a lui proferire il proprio amen

la relazione dellrsquouomo con il Deus absconditus (Is 4515) e tuttaviarivelato dalla Parola fatta carne si cristallizza nellrsquoambito della fede vis-suta nel divenire storico in modo da garantire a tutto lrsquoessere umanointelligenza e libera volontagrave la possibilitagrave di lasciarsi progressivamentedeterminare nella definitivitagrave della sua libera scelta drsquoamore per Dio Secosigrave non fosse lrsquouomo non sarebbe creato ad immagine e somiglianzadellrsquoamore non sarebbe creato ad immagine e somiglianza delle divinepersone ognuna delle quali vuole desidera e liberamente ama lrsquoaltrasecondo il modo proprio e personale donandosi allrsquoaltra e lasciandosivolontariamente costituire dallrsquoaltra secondo il modo proprio e persona-le in un pericoretico eterno movimento drsquoamore trinitario

conclusIonE

a conclusione dello studio sistematico condotto attorno alle densespeculazioni di von balthasar dobbiamo ammettere che la struttura sucui si staglia la particolare speranza avanzata dallrsquoautore non trova

395Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

atto dellrsquointelletto che aderisce alla veritagrave divina sotto il comando della volontagravemossa da Dio mediante la grazia e quindi egrave soggetto al libero arbitrio in ordine aDio Quindi lrsquoatto di fede puograve essere meritorioraquo Sth II-II q 2 a 9 res

reale fondamento sulla fede originata dalla parola di Dio scritta e tra-mandata Ogni elemento necessario a quella complessa costruzione teo-logico-speculativa - dalla kenosi intra-trinitaria allrsquoabbraccio dellrsquoinfer-no - che avrebbe dovuto funzionare come condizione apriori della pro-posta escatologica del nostro presenta notevoli punti critici tali dapoter pacificamente sostenere che quella balthasariana non corrispondealla speranza cristiana la sola certa e che non delude (Rm 55) Egrave questoil motivo per cui il magistero successivo alle proposizioni del teologosvizzero non ha potuto accogliere nel proprio insegnamento le dottri-ne a fondamento dellrsquoaffermazione della ldquosperanza per tuttirdquo di unasalvezza incondizionata

Fides generat spem ribadiva san tommaso e quel che egrave generato(speranza) non puograve sussistere senza ciograve che genera (fede)228 Il legametra fede e speranza lo ritroviamo nellrsquoelogio che Paolo rivolge adabramo icona della fede e della speranza in quanto nonostante leevidenti contraddizioni legate alle sue condizioni fisiche credendorimase nella speranza contro ogni speranza e per questo ottenne ilbene promesso da Dio e da lui sperato (cfr Rm 418-22) la speranzadi abramo dunque nasce da una fede risoluta nella promessa proferi-ta da Dio perciograve appare abbastanza evidente che la speranza egrave quellavirtugrave che si erge sul terreno della fede posta nella parola di Dio229 Ilbene oggetto della speranza dellrsquouomo deve quindi essenzialmentecoincidere con il bene esplicitamente promesso da Dio in Cristo gesugraveed egrave proprio per questo che solo la speranza che trova corrispondenzain una promessa contenuta nel verbo di Dio puograve avere fondamento esostanza (Eb 111) e mantenere fiduciosamente lrsquouomo nellrsquoattesadella venuta del suo Signore

396 E Rotundo

228 Sth I-II q 65 a 4 sc229 Sul legame inscindibile tra le virtugrave teologali e la parola di Dio cfr n ROtunDO

Lrsquoabito della libertagrave le virtugrave teologali 216-234

RigeneRaRe legaminellacultuRa ipeRindividualista

unrsquointeRpRetazione ecclesiologico-fondamentale

Marco Salvioli

Editorrsquos note Marco Salvioli of the Order of Preachers is the fore-runner of the so-called ldquocreative Thomismrdquo a theological approachwhich places itself in the speculative perspective of St ThomasAquinas paying particular attention to the intellectual and linguisticrequirements of modernity In the present article the author begins hisreflections by speaking about a distinctive and in a certain sense constitutive feature of the contemporary Western society that is tosay the exasperated individualism which can rightly be calledldquohyperindividualismrdquo Whilst being considered by some coryphaeusof modernity as a positive phenomenon hyperindividualism actuallyappears to be a most noxious factor of social (and personal) dissolutionHow could the Christian faith give a decisive contribution in order tocontrast and counteract such a transparent and direct consequence ofthe original hybris How could the Church do something so as todirect the contemporary world towards a renewed and effectivesearch for the common goodSalvioli articulates his thoughtful answer in three steps First consi-dering the Church as ldquobegottenrdquo by the Father that is as graduallyand effectively taking part in the filiation of the Word second focusingon the role that interpersonal relationships play in the constitution ofecclesial reality third examining more closely the concrete actionsthat the ecclesial community can actually exercise in the hyperindi-vidualistic society However the theoretical and theological core ofSalviolirsquos proposal is founded on the recognition of the Church as aldquomystery of relationships in the Relationshiprdquo the essence of which isthe grace that flows from Christ and holds together all the membersof the community thus precisely being themselves and acting conse-quently Christians can contribute to the common good simply by living and expressing their belonging to the Church

397SD 651 (2020) pp 397-421

La persona egrave tale solamente in comunione con altri e questa realtagravenon puograve essere rimpiazzata dalle piugrave astratte forme di collettivitagravecome lo stato-nazione o dalle piugrave isolanti forme dellrsquoindividuali-smo fondate sulla preferenza del consumatore1

Considerato al pari di una vera e propria laquologica culturale dellamodernitagraveraquo2 lrsquoindividualismo egrave stato valutato molto diversamente dacoloro che ne hanno studiato la storia e le note caratteristiche peralcuni rappresenta positivamente lrsquolaquoessenza della civiltagrave occidentale einsieme lrsquoepicentro della modernitagraveraquo3 per altri invece esprime illaquodisagio della modernitagraveraquo4 caratterizzato dai tratti deleteri del ripiega-mento dellrsquoio su se stesso e sul proprio interesse vissuto in modo taleda depauperare lrsquoesistenza del singolo attraverso lrsquoallontanamentodagli altri e da contribuire al dissolvimento del legame sociale Inoltreil sociologo ulrich Beck ndash riflettendo sul processo di individualizza-zione che ha accompagnato le conquiste della civiltagrave moderna ndash egrave per-sino giunto a sostenere che laquocon lrsquoaffermarsi della modernitagrave [hellip] ilposto di dio della natura del sistema viene preso dallrsquoindividuo checonta solo su se stessoraquo5 Questo solo per mostrare dal punto di vista

398 M Salvioli

1 W T Cavanaugh ldquoDispersed Political Authorityrdquo Subsidiarity and Globalization inCaritas in veritate in Id Field Hospital The Churchrsquos Engagement with a WoundedWorld William B Eerdmans Publishing Company gran Rapids MI Cambridge uK

2016 121-139 1332 Cfr Z MEER (ed) Individualism The Cultural Logic of Modernity Lexington Books

Lanham Md 20113 a LauREnT Storia dellrsquoindividualismo pres di n Matteucci Societagrave editrice il

Mulino Bologna 1994 154 Cfr C TayLoR Il disagio della modernitagrave Editori Laterza Roma-Bari 2011 6-75 u BECK Lrsquoindividualizzazione delle societagrave moderne in Id I rischi della libertagrave

Lrsquoindividuo nellrsquoepoca della globalizzazione ed it a cura di S Mezzadra Societagrave edi-

trice il Mulino Bologna 2000 14-15 Si tenga perograve conto per essere giusti con il socio-

logo tedesco di quanto viene successivamente chiarito in u BECK - E BECK-

gERnShEIM Individualization Institutionalized Individualism and its Social and Po li -tical Consequences (Theory Culture amp Society) Sage Publications London 2002 xxI

399Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

di certa sociologia ossia di un comunque significativo modo di inter-pretare le rappresentazioni diffuse nelle nostre societagrave la radicalitagravecon cui si egrave attestato ciograve che chiamiamo individualismo Quali sono glieffetti di questo fenomeno socio-culturale Innanzitutto si deve consi-derare lrsquoerosione di quello che il sociologo americano Robert dPutnam chiama capitale sociale ndash il quale consiste nei preziosi benidellrsquoamicizia della solidarietagrave dei rapporti sociali fra individui efamiglie che costituiscono unrsquounitagrave sociale6 ndash e che si manifestasoprattutto nella disgregazione delle associazioni e dei corpi interme-di lasciando la molteplicitagrave degli individui a fronte della diade imper-sonale costituita dallo stato e dal libero mercato gilles Lipovetskyaggiunge altri effetti a partire dalla considerazione della deriva narcisi-stica del soggetto tardo-moderno che si muove nella cosiddettasocietagrave consumistica Secondo il sociologo francese infatti si assistead una vera e propria desocializzazione cui corrisponde un deprezza-mento della tradizione che si esprime nella laquoneutralizzazione dei rap-porti interumaniraquo una situazione che dagrave poi luogo ad un curioso para-dosso meno ci si cura degli altri e piugrave si desidera comunicare con essie perfino comprenderli7 Ma egrave forse Zygmunt Bauman che ndash commen-tando la celebre ldquouscitardquo di Margaret Thatcher laquoE chi egrave la societagravenon crsquoegrave niente del genereraquo (1987) ndash descrive nel modo migliore lafiducia riposta dallrsquoimpianto socio-economico neoliberale ancoratutto sommato dominante nel ldquorude individualismordquo che si producelaquonellrsquoidea del dissolvimento della societagrave in altre parole nellrsquoidea diuna societagrave che si sbarazza di se stessa per dare mano libera a indivi-dui non sociali di un corpo che si fa a brandelli per consentire alle

laquoIt is necessary to establish and keep in view the distinction between the neoliberalidea of the free-market individual (inseparable from the concept of lsquoindividualizationrsquo

as used in the English-speaking countries) and the concept of Individualisierung in the

sense of institutionalized individualismraquo6 Cfr R d PuTnaM Capitale sociale e individualismo Crisi e rinascita della cultura

civica in America ed it a cura di R Cartocci Il Mulino Bologna 2004 157 Cfr g LIPovETSKy Lrsquoera del vuoto Saggi sullrsquoindividualismo contemporaneo Luni

Editrice Milano 1995 221

singole cellule o almeno a quelle piugrave vitali di vivere autonomamen-teraquo8 grazie alla capacitagrave euristica di questa descrizione metaforicapossiamo allora inquadrare il piugrave o meno celato modus operandi del-lrsquoattuale iperindividualismo di ascendenza neoliberale in cui ndash a fron-te della concomitante dissoluzione del legame sociale ndash srsquoafferma unindividuo autoreferenziale competitivo e tendenzialmente indifferentea condividere con altri il proprio orizzonte di interessi Persuaso dinon dover nulla a nessuno imprenditore di se stesso e affetto da unradicato narcisismo lrsquoindividuo che risulta dallrsquoanalisi dellrsquoideologiaattualmente dominante tende a smarrire il senso dellrsquoumano comune erischia nei fatti di denigrare ndash altalenando tra unrsquoillusoria volontagrave dipotenza e una piugrave concreta impotenza ndash il carattere costitutivo dellerelazioni interpersonali ridotte sempre piugrave ad appendici piugrave o menofunzionali alla propria ipertrofica egoitagrave9

1 Obiectum fOrmale quO quale proSpettiva teologica

adot tare

Lrsquoindividualismo che permea le contemporanee societagrave occidentalinon puograve essere considerato come un fattore di esclusiva pertinenzadella sociologia soprattutto a motivo degli effetti chrsquoesso provocasulla vita reale degli uomini del nostro tempo noncheacute sulla visione delmondo e sulla correlata valutazione della qualitagrave delle relazioni Egrave perqueste ragioni e non solo a causa delle pur fondamentali esigenzemetodologiche dellrsquointer- e della trans-disciplinarietagrave10 che la teologia

400 M Salvioli

8 Z BauMan La solitudine del cittadino globale Feltrinelli Milano 2008 389 Cfr v CESaREo - I vaCCaRInI Lrsquoera del narcisismo Franco angeli Milano 2014

10 Cfr FRanCESCo Veritatis gaudium Costituzione apostolica circa le Universitagrave e leFacoltagrave ecclesiastiche n 4 sect c laquoEgrave senzrsquoaltro positiva e promettente lrsquoodierna risco-

perta del principio dellrsquointerdisciplinarietagrave non tanto nella sua forma ldquodebolerdquo di sem-

plice multidisciplinaritagrave come approccio che favorisce una migliore comprensione da

piugrave punti di vista di un oggetto di studio quanto piuttosto nella sua forma ldquoforterdquo di

transdisciplinaritagrave come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio

401Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

egrave chiamata a riflettere in maniera sapienziale e creativa su di un ldquopre-cipitatordquo del cammino intrapreso in occidente fin dallrsquoautunno delmedioevo non senza significative conseguenze sulle vite stesse deicristiani Proprio per il persistere di questi effetti che non possono nonemergere in primis dallrsquoesperienza pastorale riteniamo utile procederedallrsquoascolto dellrsquoattuale magistero pontificio non per nulla papa Fran -cesco ha mostrato una particolare sensibilitagrave nei confronti delle de rivedellrsquoiperindividualismo soprattutto riguardo alle deleterie ri per -cussioni chrsquoesso provoca sulla quotidianitagrave della vita sociale nel Mes -sag gio per la celebrazione della XLVII Giornata Mondiale della PaceldquoFraternitagrave fondamento e via per la pacerdquo del 1deg gennaio 2014 ilPontefice riconosce e denuncia che

le nuove ideologie caratterizzate da diffuso individualismo ego-centrismo e consumismo materialistico indeboliscono i legamisociali alimentando quella mentalitagrave dello ldquoscartordquo che induce aldisprezzo e allrsquoabbandono dei piugrave deboli di coloro che vengonoconsiderati ldquoinutilirdquo11

approfondendo lrsquoanalisi della relazione tra lrsquoldquoideologiardquo diffusa elrsquoinsorgere di una ldquomentalitagraverdquo che si pone evidentemente in contrasto conquella che san Paolo vI era solito chiamare laquociviltagrave dellrsquoamoreraquo12 nelMessaggio alla profssa Margaret Archer Presidente della Pon tificiaAccademia delle Scienze Sociali in occasione della sessione plenaria del24 aprile 2017 il vescovo di Roma dichiara con franca chiarezza

di Luce e di vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di dioraquo

Reperibile sul sito httpw2vaticanvacontentfrancescoitapost_constitutionsdocu-

mentspapa-francesco_costituzione-ap_20171208_veritatis-gaudiumhtml (consultato

il 21 luglio 2019)11 Si veda il sito http w2vaticanva content francescoitmes sages peace documents -

papa-francesco_ 20131208_messaggio-xlvii-giornata-mondiale-pace-2014html (con-

sultato il 22 luglio 2019)12 Si veda lrsquoantologia a cura di L SaPIEnZa Paolo VI La civiltagrave dellrsquoamore Libreria

Editrice vaticana Cittagrave del vaticano 2014

402 M Salvioli

non posso non fare parola dei gravi rischi connessi allrsquoinvasione neilivelli alti della cultura e nellrsquoistruzione sia universitaria sia scolaredelle posizioni dellrsquoindividualismo libertario una caratteristicacomune di questo fallace paradigma egrave che minimizza il bene comunecioegrave il ldquovivere benerdquo la ldquovita buonardquo nel quadro comunitario edesalta quellrsquoideale egoista che ingannevolmente inverte le parole epropone la ldquobella vitardquo Se lrsquoindividualismo afferma che egrave solo lrsquoindi-viduo che dagrave valore alle cose e alle relazioni interpersonali e quindi egravesolo lrsquoindividuo che decide cosa egrave bene e cosa egrave male il libertarismooggi di gran moda predica che per fondare la libertagrave e la responsabi-litagrave individuale occorre ricorrere allrsquoidea di auto-causazione Cosigravelrsquoindividualismo libertario nega la validitagrave del bene comune percheacuteda una parte suppone che lrsquoidea stessa di ldquocomunerdquo implichi la costri-zione almeno di alcuni individui dallrsquoaltra che la nozione di ldquobenerdquoprivi la libertagrave della sua essenza La radicalizzazione dellrsquoindividuali-smo in termini libertari e dunque antisociali porta a concludere cheognuno ha ldquodirittordquo di espandersi fin dove la sua potenza glielo con-sente anche a prezzo dellrsquoesclusione e marginalizzazione della mag-gioranza piugrave vulnerabile Poicheacute limiterebbero la libertagrave i legamisarebbero ciograve che deve essere sciolto Equiparando erroneamente ilconcetto di legame a quello di vincolo si finisce col confondere icondizionamenti della libertagrave ndash i vincoli ndash con lrsquoessenza della libertagraverealizzata cioegrave i legami o i rapporti con i beni appunto da quellifamiliari a quelli interpersonali da quelli degli esclusi e degli emargi-nati a quelli del bene comune e infine a dio13

una volta che si siano dissolti i legami attraverso la diffusione di unacorrosiva e fallace concezione di libertagrave individuale poicheacute lrsquouomorimane comunque un animale sociale occorre chiedersi su quale base sidebba cercare di ricostruire quellrsquoindispensabile tessuto di relazioniinterpersonali che chiamiamo ldquosocietagraverdquo Puograve bastare lrsquointreccio di scam-

13 Cfr il sito web httpw2vaticanvacontentfrancescoitmessagespont-mes -

sages2017documentspapa-francesco_20170424_messaggio-accademia-

scienzesocialihtml (consultato il 22 luglio 2019)

bi istituito dal consumo o forse ci si puograve affidare solo allrsquouniformizza-zione prodotta dal diritto Come pensare di ricostruire quei legamisociali che dissolvendosi progressivamente hanno decretato il declinodelle associazioni intermedie dai centri culturali ai sindacati Ci sidovrebbe forse rassegnare alle relazioni ldquoliquiderdquo consentite dalle incal-zanti innovazioni della tecnologia informatica Le risposte a questedomande pur suscitate dalle denunce del papa sono ordinariamente ecorrettamente affidate alla competenza degli esperti di scienze sociali epolitiche molto spesso anche allrsquointerno del mondo ecclesiale Questodato di realtagrave significa forse che la teologia non ha nulla da proporre peraffrontare la deriva dellrsquoattuale iperindividualismo e le sue ricadutesocio-culturali Lrsquointelligenza della fede e lrsquoesperienza pastorale devonolimitarsi esclusivamente a denunciare la disumanitagrave di una mentalitagrave dif-fusa che coincide con la sovrastruttura ldquospiritualerdquo dellrsquoideologia indi-vidualistico-neoliberale Egrave possibile rispondere alla ldquoquestione occiden-talerdquo cosigrave come lrsquoabbiamo delineata attingendo teologicamente al patri-monio di senso custodito e vissuto dalla Chiesa cattolica Siamo ferma-mente convinti che si possa rispondere affermativamente a questrsquoultimadomanda Pertanto dopo aver ripreso brevemente la questione metodo-logica cercheremo di mostrare le ragioni della nostra posizione svilup-pando la nostra argomentazione in tre passi principali

Il metodo che qui impieghiamo per elaborare una risposta teologicaal radicarsi dellrsquoiper-individualismo ormai considerato nella culturaoccidentale alla stregua di una condizione di natura non consiste nel-lrsquooffrire una teorizzazione dapprima filosofica della societagrave per poiedificarvi ldquosoprardquo uno sviluppo connotativo che vada solamente acompletare ndash attraverso il linguaggio della fede ndash quanto egrave giagrave statostabilito attraverso lrsquoesercizio della ragione considerata nella sua puraautonomia avendo perograve rinunciato ad ogni prospettiva estrinsecistapropria di certa neoscolastica riteniamo invece di dover procedere daquellrsquointelligenza della realtagrave ndash nel nostro caso specifico del tessutosociale ndash che scaturisce per mezzo del lumen fidei14 onorando cosigrave

403Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

14 Ci collochiamo mutatis mutandis nel quadro della teologia fondamentale cosigrave deli-

neata da h dE LuBaC SJ Apologetica e teologia in Id Paradosso e mistero della Chiesa Jaca Book Milano 1979 213-227 221-222 laquoIn breve noi non abbiamo

effettivamente la circolaritagrave virtuosa tra filosofia e teologia che siesprime nella diagnosi e nella prognosi dellrsquoeffettivo articolarsi dellerelazioni15 In altri termini intendiamo riconoscere quellrsquoaspetto dellaRivelazione accolta per fede che illumina la comprensione dellrsquoesse-re-con-altri del ldquonoirdquo per poi svilupparlo con gli strumenti che laragione teologico-filosofica mette a disposizione Se lrsquoeffetto piugrave deci-sivo dellrsquoiperindividualismo ndash come abbiamo tentato di mostrare ndashconsiste nella dissoluzione del legame sociale non si potragrave rispondereteologicamente a questa sfida se non procedendo dallrsquointelligenza diquella realtagrave che fa escatologicamente segno e contribuisce a realizza-re nella storia ad un tempo lrsquounione tra dio e gli uomini e degliuomini tra loro Secondo la Costituzione dogmatica Lumen gentiumdel Concilio ecumenico vaticano II questa realtagrave egrave la Chiesa ividescritta come laquoil sacramento ossia il segno e lo strumento dellrsquointi-ma unione con dio e dellrsquounitagrave di tutto il genere umanoraquo (n 1)16

404 M Salvioli

mezzo migliore in definitiva per rendere ragione della nostra fede ndash come ne abbiamo

il dovere ndash che lavorare con tutte le forze alla sua intelligenza Bisogna mediante la

ldquofides quaerens intellectumrdquo andare avanti allrsquoldquointellectus quaerens fidemrdquo ora questo

compito egrave doppio ndash per lo meno riguardo allrsquoanalisi Si tratta anzitutto di ldquocomprendererdquo

la dottrina in se stessa per farla vedere nella sua unitagrave armonia e bellezza Si tratta in

seguito di mostrare in essa il principio che fa comprendere tutto il resto dopo lrsquointelli-

genza della fede viene pure come complemento necessario la intelligenza per mezzodella fede la quale fa apparire il dogma come una sorgente di luce universaleraquo

15 Cfr S gIovannI PaoLo II Fides et ratio n 7316 a margine di una considerazione di yves Congar oP che legge nella Chiesa quella

realtagrave che laquocontinua la diaconia che dio stesso esercita nel mondo in gesugrave Cristo sia

per innalzarla alla condizione di popolo di dio sia per aiutarla a risolvere meglio i suoi

problemi di mondo in quanto sono problemi umani (costituzione pastorale Gaudium etspes)raquo Salvador Pieacute-ninot in Id Teologia fondamentale laquoRendere ragione della spe-ranzaraquo (1 Pt 315) (BTC 121) Queriniana Brescia 20073 65 osserva quanto segue

laquoIl binomio centrale lsquorivelazione cristiana-soggetto credentersquo rimane quindi inglobato

nel binomio lsquoChiesa-mondorsquo e la prospettiva della teologia fondamentale rimane riscat-

tata a partire dalla domanda sulla significativitagrave vale a dire dalla capacitagrave della Chiesa

della rivelazione della fede cristiana di essere lsquosegno sacramentalersquo nel mondo con lrsquoo-

biettivo di realizzare lrsquoldquounione con dio e con tutto il genere umanordquo (LG 1)raquo

405Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

altrimenti detto la prospettiva che sostiene i tre passi che ci accingia-mo ad illustrare consiste da un lato nel portare alla luce la modalitagravedella coesione ecclesiale tra i battezzati e dallrsquoaltro nellrsquoinquadrare ilcontributo che tale comunione puograve apportare alla societagrave ndash nella qualela Chiesa stessa egrave innestata ndash in ordine alla rigenerazione dei legamiche risponde cosigrave concretamente alla dissoluzione individualistica Sitratta quindi di onorare rispetto alla questione socio-culturale quelloche Salvador Pieacute-ninot chiama laquoduplice compito della TeologiaFondamentale quello fondazionale-ermeneutico [hellip] e quello dialoga-le-contestualeraquo17 Pensando in chiave ecclesiologico-fondamentaleriteniamo di poter rispondere alla sfida dellrsquoiperindividualismo inprimo luogo col ripensare il mistero dellrsquoorigine e della costituzioneontologica della Chiesa (dimensione dogmatica in prospettiva fonda-zionale-ermeneutica) e in secondo luogo manifestando il potenzialerigenerativo del tessuto sociale intrinseco alla stessa costituzione eccle-siale (dimensione apologetica in prospettiva dialogico-contestuale)18dove lrsquointelligenza del dogma non solo contribuisce a comprendere laposta in gioco culturale implicita nella questione individualista mainvita a riconoscere nella vita stessa della Chiesa la sorgente di unconcreto effetto coesivo a favore della societagrave Con la prospettiva nonscontata di offrire un primo affondo teorico in vista di una conseguen-te declinazione storico-pastorale che viene cosigrave ad essere il terminus aquo (individuato nelle denunce di papa Francesco) e soprattutto il ter-minus ad quem di questrsquoesercizio della ragione teologica La nostraproposta ecclesiologico-fondamentale ndash cosigrave liberata dallrsquoipotecaldquointellettualistardquo ndash intende in definitiva sostenere lrsquoimpegno dellacomunitagrave ecclesiale nella custodia di un aspetto fondamentale dellrsquoesi-stenza umana come la fraternitagrave al fine di offrire una testimonianzaconcretamente credibile della feconditagrave della vita di grazia Bencheacute

17 Ivi 6718 Riteniamo in questo senso di orientarci nel pensiero oltrepassando il dualismo ndash

profondamente deleterio per la qualitagrave della ragione teologica ndash tra apologetica e dog-

matica criticato efficacemente da P SEQuERI Il Dio affidabile Saggio di teologiafondamentale Pres di g Colombo (BQT 85) Queriniana Brescia 1996 28-35

questa prospettiva risulti quantomeno inedita non egrave tuttavia da legger-si come una novitas poicheacute affonda le sue radici nella fiducia che laTradizione ndash convenientemente interpretata ndash continui a mettere adisposizione della comunitagrave ecclesiale i principii e le pratiche di cuiessa necessita per proseguire il proprio pellegrinaggio terreno Che larelazione tra lrsquoattuale iperindividualismo e la realtagrave della Chiesa nonsia poi una ldquotrovatardquo estemporanea puograve essere mostrato in breve daquesta ulteriore considerazione di papa Francesco tratta dallrsquoUdienzagenerale del 29 maggio 2013

La Chiesa nasce dal desiderio di dio di chiamare tutti gli uominialla comunione con Lui alla sua amicizia anzi a partecipare comesuoi figli della sua stessa vita divina La stessa parola ldquoChiesardquo dalgreco ekklesia significa ldquoconvocazionerdquo dio ci convoca ci spin-ge ad uscire dallrsquoindividualismo dalla tendenza a chiudersi in sestessi e ci chiama a far parte della sua famiglia E questa chiamataha la sua origine nella stessa creazione19

Secondo lrsquoattuale vescovo di Roma il darsi della Chiesa ndash intesacome la famiglia di dio ndash fa tuttrsquouno con la chiamata ad uscire dallrsquoindi-vidualismo in cui ciascuno tende a chiudersi in se stesso Per papaFrancesco la vita dei figli di dio nella Chiesa ndash alla quale sono chiamatitutti gli uomini ndash esclude da seacute lrsquointerpretazione individualistica dellrsquou-mana convivenza sulla base di quello chrsquoegli definisce il ldquodesideriordquo didio Tale desiderio si esprime in un appello che procede dalla stessacreazione dellrsquouomo e della donna attestando comrsquoessa sia stata posta inessere al fine di realizzare la comunione degli uomini stessi con dio Ciogravedetto possiamo procedere con lo sviluppo della nostra argomentazione20

406 M Salvioli

19 Cfr il sito web httpw2 vaticanva contentfrancescoit audiences2013 documents -

papa-francesco_20130529_udienza-generalehtml (consultato il 22 luglio 2019)20 Per un approfondimento di quanto segue cfr M SaLvIoLI La Chiesa generatrice di

legami Una risposta ecclesiologica ai limiti dellrsquoindividualismo liberale In dialogocon S Hauerwas J Milbank e W T Cavanaugh Pref di g Canobbio e Postfaz di

M Magatti (Teologia e saperi 2) vita e Pensiero Milano 2018 419-533

2 Obiectum fOrmale quOd la chieSa generata coopera

alla generazione

Il primo passo della nostra riflessione ecclesiologico-fondamentaleconsiste nel considerare la Chiesa dal punto di vista offerto dal decisivotermine teologico ldquogenerazionerdquo nel contesto della teologia sistematicaquesto termine rinvia appunto al nucleo della vita del dio unitrino ilquale costituisce lrsquoorigine e il fine tanto della creazione e della storiaquanto della Chiesa stessa In teologia ldquogenerazionerdquo dice infatti la pro-cessione del Figlio dal Padre cosigrave come ldquospirazionerdquo esprime la proces-sione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio uniti come in un unicoprincipio Come ci ricorda il prologo del vangelo secondo giovannigesugrave ndash il verbo fattosi carne ndash egrave il Figlio unigenito che egrave dio o secondounrsquoaltra versione lrsquounico dio generato Secondo una linea di sviluppoconsentita dallrsquoopera di san Tommaso drsquoaquino tanto poco nota quantola speculazione dellrsquoaquinate non recepita dai manuali si puograve interpretarela creazione come unrsquoeffettiva e graduale laquopartecipazione alla filiazionedel verboraquo21 in modo da mostrare analogicamente la connessione tra ivari piani dellrsquoesistenza e lrsquoeterna generazione del Figlio dal Padre22

407Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

21 g EMERy oP La theacuteologie trinitaire de saint Thomas drsquoAquin Les Eacuteditions du

Cerf Paris 2004 240 dove il teologo domenicano ndash professore allrsquoUniversiteacute deFribourg in Svizzera ndash sintetizza lrsquoinsegnamento di san Tommaso a partire da ST I q

33 a 3 e ST III aa 3-422 Cfr ToMMaSo drsquoaQuIno Prologus in Super Boetium De Trinitate in Id Commenti

a Boezio a cura di P Porro Rusconi Milano 1997 58-59 laquoTrinitagrave delle persone in

unrsquounica essenza divina che sorge dalla prima nascita ndash quella con cui la divina

Sapienza viene generata eternamente dal Padre cfr Pr 824 ldquoancora non erano gli

abissi e io ero giagrave concepitardquo e Sal 27 ldquo[Tu sei mio Figlio] oggi ti ho generatordquo

Questa nascita egrave lrsquoinizio di qualunque altra nascita dal momento che essa soltanto

accoglie perfettamente la natura del generante mentre tutte le altre ndash in cui ciograve che egrave

generato riceve solo parte della sostanza del generante o una sua similitudine ndash sono

imperfette Per questo occorre che da questa stessa nascita derivi per qualche forma

di imitazione ogni altra nascita ldquoda ciograve si denomina ogni paternitagrave in cielo e in terrardquo

(Ef 315) E per questo il Figlio egrave detto ldquoprimogenito di tutta la creazionerdquo (Col 115)

ad un primo livello la relazione di generazione viene applicata a tutte lecreature per cui si puograve parlare tanto di una paternitagrave universale di dioquanto di un carattere filiale del creato a motivo della natura spiritualepropria delle persone ad un secondo livello rinveniamo la peculiare con-dizione filiale degli uomini e degli angeli Consideriamo infine il terzolivello reso possibile dalla partecipazione della natura divina stessa comegrazia e come gloria operata dallo Spirito Santo per mezzo della quale lepersone vengono conformate al Figlio (filii in Filio) In questo modo algrado di partecipazione piugrave alto troviamo un autentico coinvolgimentodelle persone create nella processione del Figlio dal Padre secondo il pas-saggio del prologo secondo il quale coloro laquoche credono nel suo nome iquali [hellip] da dio sono stati generatiraquo (Gv 112-13) una generazione chendash secondo il Doctor communis commentatore del Quarto vangelo23 ndashavviene chiaramente nel battesimo che incorpora a Cristo e alla Chiesa Sipuograve allora comprendere da questo punto di vista percheacute giustamentelrsquoecclesiologo domenicano yves Congar concepisca la Chiesa come origi-nata dalla Trinitagrave

La vita che egrave eternamente nel seno del Padre dopo essersi comunicatain dio stesso per costituirvi la societagrave divina quella delle tre Personedella santa Trinitagrave per grazia viene comunicata alle creature spiritua-li innanzitutto agli angeli poi a noi Questa egrave la Chiesa lrsquoestensionedella vita divina ad una moltitudine di creature [hellip] non propriamen-te una societagrave degli uomini con dio ma la societagrave divina essa stessala vita di famiglia di Dio estesa allrsquoumanitagrave assumendo lrsquoumanitagrave inseacute Tutto qui viene dallrsquoalto e procede dal seno del Padre24

408 M Salvioli

per designare lrsquoorigine e lrsquoimitazione della generazione ma non la stessa ragione

essenziale Perciograve convenientemente si dice ldquodal principio della sua nascitardquo Pr 822

ldquoIl Signore possedeva allrsquoinizio delle sue vierdquo E tale nascita non costituisce soltanto

lrsquoinizio delle creature ma anche dello Spirito Santo che procede dal generante e dal

generatoraquo abbiamo qui ripreso sostanzialmente la traduzione di Pasquale Porro pra-

ticando solamente qualche variazione lessicale23 Cfr Super Ioan I lect vI24 y M-J CongaR oP Ecclesia de Trinitate laquoIreacutenikonraquo xIv (1937) 131-146 131

409Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

Ma poicheacute il verbo si fece carne insieme alla generazione eterna dalPadre occorre qui considerare anche la generazione nel tempo ndash resapossibile dallo Spirito Santo ndash che consente alla beata vergine Maria diconcepire e partorire gesugrave vero dio e vero uomo laquoLa costituzione stes-sa di Cristo come uomo-dioraquo osserva sempre Congar laquoegrave essenzialmen-te ecclesiologica poicheacute il Cristo riporta con seacute [hellip] tutta lrsquoumanitagrave rige-nerata a dioraquo e inoltre rileva che laquola virtugrave dello Spirito Santo non egravesolamente generatrice del Cristo nel seno di Maria ma anche generatricedei cristiani nel seno della Chiesaraquo25 La comunitagrave ecclesiale puograve cosigraveessere pensata come la Madre dei figli di dio uniti dalla partecipazionealla vita divina trinitaria che egrave la grazia Come dichiara la costituzionedogmatica sulla Chiesa del Concilio ecumenico vaticano II

La Chiesa contemplando la santitagrave misteriosa della vergine imitando-ne la caritagrave e adempiendo fedelmente la volontagrave del Padre per mezzodella parola di dio accolta con fedeltagrave diventa essa pure madre poicheacutecon la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortalei figli concepiti ad opera dello Spirito santo e nati da dio Essa pure egravevergine che custodisce integra e pura la fede data allo sposo imitandola madre del suo Signore con la virtugrave dello Spirito Santo conserva ver-ginalmente integra la fede salda la speranza sincera la caritagrave26

Il passaggio dalla generazione eterna del Figlio per natura a quellastorica dei figli per grazia come abbiamo giagrave osservato con lrsquoaqui na -te viene a configurarsi ecclesialmente nel sacramento del battesimoRiscontrando un certo parallelismo tra il concepimento per Maria digesugrave ad opera dello Spirito Santo (Lc 135) e la nascita dallrsquoalto permezzo dellrsquoacqua ndash amministrata dalla Chiesa ndash e dello Spirito Santo(Gv 33-7) si puograve pertanto scorgere nellrsquoazione sacramentale il luogoecclesiale in cui assistiamo alla generazione operata da dio nel fedele

25 Id Lrsquoideacutee thomiste de lrsquoEacuteglise chez Saint Thomas drsquoAquin in Id Esquisse duMystegravere de lrsquoEacuteglise nouvelle eacutedition (unam Sanctam 8) Les Eacuteditions du Cerf Paris

1953 73 e 9326 Lumen gentium n 64

410 M Salvioli

27 h RahnER SJ Simboli della Chiesa Lrsquoecclesiologia dei Padri Edizioni San Paolo

Cinisello Balsamo (MI) 1995 16

la quale permette di essere coinvolti nel mistero di Cristo e quindidella Chiesa in forza della partecipazione per grazia alla condizioneontologica del Figlio come membra vive del suo stesso Corpo Comeha poi osservato hugo Rahner sulla base di una acuta ricerca sullaChiesa nella patristica si puograve trarre unrsquoulteriore conseguenza ecclesio-logica dalla considerazione dellrsquoanalogia tra la generazione mariana equella ecclesiale laquoLa Chiesa appunto percheacute genera il Corpo misticodi Cristo genera se stessaraquo27 Tentiamo di chiarire questo peculiarecircolo virtuoso generando nuove membra del Corpo di Cristo attra-verso la predicazione e il battesimo per opera dello Spirito Santo laChiesa vergine-Madre non solo accresce il numero dei discepoli digesugrave ma ndash essendo essa stessa Corpo di Cristo ndash coopera a generarese stessa Per facilitare la comprensione di questo paradosso della vitadella Chiesa proponiamo il ricorso ad unrsquoimmagine Si puograve infattipensare ad una spirale che ndash tornando su di seacute ndash si amplia rimanendose stessa una dinamica generativa che evita di pensare la vita dellaChiesa nella forma di uno sterile ripiegamento autoreferenziale perinterpretarla piuttosto in ordine al coinvolgimento di altri e nuoviuomini e donne nella relazione vitale col Crocifisso risorto

Per introdurre il prossimo passaggio anticipiamo quanto ci accingia-mo ad approfondire egrave proprio sulla base di quanto detto finora che sipuograve comprendere come sia effettivamente allrsquointerno dellrsquoambito delimi-tato dalla duplice generazione appena descritta ndash collocata al cuore delMistero divino-umano ndash che risulta appunto possibile pensare come i sin-goli vengano costituiti in unitagrave attraverso il coinvolgimento in Cristo LaChiesa devrsquoessere allora concepita non come unrsquoassociazione di indivi-dui radunati in modo da formare un mero aggregato ma come una comu-nione di persone che vivono dello stesso Cristo andando a costituire ilCorpo che di per seacute le precede ed unendosi conseguentemente tra di loroIn questo senso possiamo quindi intuire come una volta che si egrave generatida dio Padre e dalla Madre Chiesa qualsiasi forma drsquoindividualismorisulti contraddittoria con la vita stessa che si partecipa i figli nel Figliosono infatti effettivamente fratelli

411Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

3 la coStituzione interperSonale della chieSa

Il secondo passo consiste nella descrizione del ruolo che i legamiinterpersonali assumono nella costituzione della realtagrave ecclesiale Sitratta infatti di mettere a fuoco il motivo intrinseco per cui la comu-nitagrave ecclesiale ndash mettendo per un attimo tra parentesi lrsquoorigine divinaargomento del passaggio precedente ndash si distingue essenzialmente daun insieme di individui comrsquoegrave ad esempio una mera associazione oun club Prestiamo quindi ascolto al teologo domenicano Jean-MarieRoger Tillard il quale ha sostenuto che la comunione espressa dallacarne di Cristo

deriva interamente dal sacrificium Christi quale viene descritto dal-lrsquoautore della Lettera agli Efesini sacrificio di riconciliazione dellrsquou-manitagrave che ricompagina la fraternitagrave umana in un unico sacrificiuma gloria del Padre nella chiesa lrsquoindividuo viene ricreato e salvatoproprio percheacute nella comunione di Cristo viene sottratto per graziaal peso della chiusura in se stesso che lo portava a cercare nellrsquoaltrosolo ciograve che gli era necessario camicia di forza nella quale si rin-chiude la follia dellrsquoumanitagrave che la Bibbia chiama il peccato delmondo nella comunione lrsquoindividuo diventa una persona28

La persona in questo contesto si differenzia dallrsquoindividuo percheacutesi trova collocata nella comunione di Cristo allrsquointerno della qualeessa stessa si scopre costituita da legami che la costituiscono senzrsquoan-nullarne la singolare sussistenza In questo senso si puograve dire che lapersona nella Chiesa ndash e quindi nel mondo se considerato alla luce deldisegno divino ndash corrisponde allrsquoindividuo considerato insieme allerelazioni che intrinsecamente lo costituiscono Iniziamo cosigrave ad intrav-vedere come la Chiesa stessa sia costituita da un peculiare tessuto dilegami interpersonali ndash reso possibile dallo Spirito Santo ndash che si svi-luppano per cosigrave dire tanto in senso verticale (rispetto a Cristo)

28 J-M R TILLaRd oP Carne della Chiesa carne di Cristo Alle sorgenti dellrsquoeccle-siologia di comunione Edizioni Qiqajon Comunitagrave di Bose Magnago (BI) 2006 220

412 M Salvioli

quanto in senso orizzontale (rispetto ai fratelli) Per approfondire que-sto aspetto del mistero ecclesiale che viene significato quando si diceche la Chiesa egrave il Corpo di Cristo ci soffermiamo ora su alcuni verset-ti della Lettera agli Efesini 29

Per esprimerci molto sinteticamente e al solo fine drsquointrodurre que-sto significativo scritto del nuovo Testamento nel contesto di ciograve chesto trattando ricordiamo chrsquoesso presenta il disegno di dio sullrsquouma-nitagrave a partire dalla ricapitolazione di tutto in Cristo (110) al quale ndashcome suo capo e salvatore ndash la Chiesa egrave unita sponsalmente in unasola carne (cfr 529-32) Le membra del Corpo di Cristo coincidonocon gli stessi credenti i quali sono stati predestinati ad essere ldquofigliadottivirdquo (15 cfr 44-6) del Padre Poco dopo lrsquoinizio del quarto capi-tolo lrsquoautore della Lettera agli Efesini scrive laquoagendo secondo veritagravenella caritagrave cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui che egrave ilcapo Cristo da lui tutto il corpo ben compaginato e connesso con lacollaborazione di ogni giuntura secondo lrsquoenergia propria di ognimembro cresce in modo da edificare se stesso nella caritagraveraquo (415-16)Questi versetti consentono a nostro avviso un accesso particolarmen-te fecondo alla realtagrave della Chiesa nel testimoniare la veritagrave comrsquoegravepossibile a chi vive secondo la caritagrave il corpo ecclesiale egrave quindi chia-mato a crescere verso la statura del suo Capo divino-umano dal qualediscende lrsquoinflusso di grazia che consente alla Chiesa di vivere cometale Egrave infatti lrsquoamore di dio in Cristo ndash per opera dello Spirito Santo ndasha costituire lrsquoenergia che consente alla Chiesa di vivere in modo daedificare se stessa cosigrave come si sviluppa un corpo connesso nella pro-pria differenziata unitagrave costituita da ogni membro e da ogni giunturaogni cristiano in altri termini si unisce sacramentalmente al corporisuscitato di Cristo costituendo quindi quel corpo che egrave la Chiesa

Questi versetti consentono di compendiare lrsquoecclesiologia dellaLettera agli Efesini sottolineando il legame fondativo tra il Cristo-Capo e la Chiesa-Corpo (dimensione verticale) e lrsquointerrelazione chetiene insieme le varie membra unite allo stesso Cristo (dimensione

29 Si veda soprattutto E BEST Lettera agli Efesini (CPnT 10) Paideia Editrice Brescia

2001

413Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

orizzontale) dal nostro punto di vista risulta decisivo comprendere ilsignificato del termine medico ldquogiunturardquo che si riferisce in questocontesto ad un tempo al singolo credente e al legame che ndash sussisten-do tra le membra ndash tiene insieme il corpo rendendo possibile lrsquoinflussoda parte del capo Commentando questi versetti Rinaldo Fabris hapotuto affermare che la Chiesa egrave laquoun insieme di rapportiraquo tra personeche non solo riconoscono in Cristo il proprio laquocentro di coesione maanche di attivazione per cui tutti singolarmente partecipano alla cresci-ta del corpo e alla costruzione della chiesaraquo30 Secondo Max Zerwickpoi le ldquogiunturerdquo possono essere intese come relazioni di laquosoccorsoscambievole da membro a membroraquo che Cristo suscita e nutre pertener unito il suo corpo e per farlo crescere intensivamente in quellastessa caritagrave con cui egli ci ha amato31

Il commento di san Tommaso drsquoaquino alla Lettera agli Efesini con-tribuisce ad interpretare il testo che stiamo esaminando mettendo inluce la qualitagrave delle relazioni ecclesiali che costituiscono il Corpo diCristo che egrave la Chiesa la mutua connessione delle membra (compactio)il legame attraverso le giunture (ligatio) ed il servizio reciproco (sub-ministratio) Queste costitutive dimensioni ecclesiali che fluisconodal Cristo-Capo per opera dello Spirito Santo nelle singole membravengono interpretate anzitutto sostenendo che la connessione avvieneper mezzo della convergenza delle intelligenze attraverso la fede(compactio per fidem) nellrsquounico sguardo di Cristo La fede e lacaritagrave poi connettono e congiungono le membra nel servizio vicende-vole (per fidem et charitatemhellip ad mutuam subministrationem)32

30 R FaBRIS Le lettere di Paolo seconda edizione rivista e aggiornata vol 3 Borla

Torino 19902 26031 M ZERWICK SJ Lettera agli Efesini (Commenti spirituali al nuovo Testamento)

Cittagrave nuova Editrice Roma 19714 11832 Cfr Super Eph Iv lect v [225-228] Per una lettura contemporanea si veda C T

BagLoW ldquoModus et formardquo A New Approach to the Exegesis of Saint ThomasAquinas with an Application to the Lectura Super Epistolam ad Ephesios (analecta

Biblica 149) Editrice Pontificio Istituto Biblico Roma 2002

414 M Salvioli

Egrave quindi in termini chiaramente relazionali che lrsquoaquinate concepisceil modo in cui la Chiesa edifica se stessa nella caritagrave ossia attraversoquellrsquoinsieme di atti ndash resi possibili dalla grazia ndash con cui ogni battez-zato comunitariamente coopera attraverso lrsquoinsegnamento e la persua-sione alla crescita dello stesso corpo ecclesiale Lrsquoessere convocatinellrsquounitagrave dallo Spirito Santo nel legame fondamentale col Cristoimplica pertanto il dono di multiformi legami che comporta il doveredi onorare la comunione che ne risulta

Egrave dunque questrsquoincrocio relazionale che si attua tra i cristiani iquali sono stati rigenerati per grazia dalla partecipazione al misterodella morte e risurrezione di Cristo a costituire la comunitagrave ecclesialee a renderla diversa da una mera associazione o da un club Frutto diun insieme di relazioni interpersonali divino-umane tessute dalloSpirito Santo in Cristo la Chiesa non puograve mai essere pensata come unsemplice insieme di individui devrsquoessere invece descritta attraversounrsquoespressione che noi ndash assumendo il rischio di tentarne una piugrave con-veniente ndash formuliamo come mistero di legami nel Legame il cuildquocollanterdquo egrave la grazia che scaturisce da Cristo e tiene insieme tutti imembri della comunitagrave nei termini impiegati da san Tommaso poi-cheacute la grazia egrave partecipazione alla natura divina ed egrave ldquofonte e radicerdquodei legami ecclesiali (virtugrave teologali e sacramenti) possiamo conveni-re ndash con Jeacuterocircme hamer ndash che la laquocomunione egrave la correlazione cherisulta da tale partecipazione nelle sue differenti modalitagrave egrave dunqueun insieme di legami di interdipendenza La comunitagrave egrave quindi fondatasulla partecipazioneraquo33

4 generare legaMi rigenerare il teSSuto Sociale

Il terzo ed ultimo passo consiste nel cercare di comprendere ilruolo svolto dalla comunitagrave ecclesiale nel tempo dellrsquoiperindividuali-smo attraverso unrsquoultima analisi ecclesiologico-fondamentale ispirata

33 J haMER oP La Chiesa egrave una comunione Seconda edizione riveduta con Post fa -

zio ne dellrsquoautore Morcelliana Brescia 1983 235

415Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

allrsquoadagio scolastico agere sequitur esse Riteniamo cosigrave di offrire per-lomeno uno sfondo teoricamente calibrato per impostare in modotuttrsquoaltro che estrinseco una piugrave contestualizzata disamina teologico-pastorale Qual egrave pertanto il compito che la Chiesa in quanto Corpo diCristo egrave chiamata a svolgere allrsquointerno di una cultura e di una societagraveche assiste spesso impotente al progressivo dissolvimento dei legamiPer rispondere a questa complessa domanda procederemo da alcunisuggerimenti offerti dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes delConcilio ecumenico vaticano II che si apre descrivendo la Chiesa nelmondo contemporaneo come la comunitagrave dei cristiani che laquosi senterealmente ed intimamente solidale [coniunctam] con il genere umanoe la sua storiaraquo34 Lrsquointima congiunzione della comunitagrave ecclesiale conlrsquoumana famiglia viene poi interpretata secondo lrsquointenzione dellaChiesa di dare seguito per opera dello Spirito Santo alla missione diCristo nel mondo volta a rendere testimonianza alla veritagrave a salvare ea servire laquoSi tratta di salvare lrsquouomo si tratta di edificare lrsquoumanasocietagraveraquo35 nel disegno divino attraverso lrsquoopera di Cristo e la testi-monianza della Chiesa lrsquoumanitagrave egrave quindi chiamata ad interpretarsisecondo rapporti di fraternitagrave in modo da costituire una sola famigliaEgrave allrsquointerno di questa prospettiva che si colloca lrsquointerdipendenza trala persona e la societagrave secondo la Costituzione conciliare i legamisociali sono infatti necessari al perfezionamento dellrsquouomo36 Ma vi egravedi piugrave Secondo Gaudium et spes egrave il Cristo stesso a sottrarre ogni pos-sibile legittimazione teologica allrsquoindividualismo santificando le rela-zioni umane e soprattutto istituendo la Chiesa in vista dellrsquounificazio-ne escatologica dellrsquoumana famiglia

Come dio creograve gli uomini non percheacute vivessero individualistica-mente [singulatim] ma percheacute si unissero in societagrave cosigrave a luianche laquo piacque santificare e salvare gli uomini non a uno a unofuori di ogni mutuo legame ma volle costituirli in popolo che loconoscesse nella veritagrave e santamente lo servisseraquo [Lg 9] [hellip]

34 Gaudium et spes n 135 Ivi n 336 Cfr ivi nn 24-25

416 M Salvioli

Tale carattere comunitario egrave perfezionato e compiuto dallrsquoopera diCristo gesugrave Lo stesso verbo incarnato volle essere partecipe dellasolidarietagrave umana [hellip] Santificograve le relazioni umane innanzituttoquelle familiari dalle quali trae origine la vita sociale37

date le laquomutue relazioniraquo che Gaudium et spes riconosce tra laChiesa e il mondo contemporaneo la stessa Costituzione conciliare ciinvita innanzitutto a riconoscere la missione propria della comunitagraveecclesiale ma mette anche in luce il contributo che essa offre allarealtagrave socio-culturale nella quale esiste e agisce

La Chiesa perseguendo il suo proprio fine di salvezza non solocomunica allrsquouomo la vita divina essa diffonde anche in qualchemodo sopra tutto il mondo la luce che questa vita divina irradia[lumen eius repercussum] e lo fa specialmente per il fatto che risanaed eleva la dignitagrave della persona umana consolida la compagine dellaumana societagrave e conferisce al lavoro quotidiano degli uomini un piugraveprofondo senso e significato Cosigrave la Chiesa con i singoli suoi mem-bri e con tutta intera la sua comunitagrave crede di poter contribuire moltoa umanizzare di piugrave la famiglia degli uomini e la sua storia38

Lrsquoirradiazione (repercussio) della vita divina che consolida la com-pagine della umana societagrave identifica lrsquoambito nel quale riteniamo dipoter inquadrare il nucleo di questa riflessione la capacitagrave ecclesialedi rigenerare i legami sociali a patto di non equivocare sul senso diquestrsquoimpegno La mutua relazione col mondo contemporaneo puograveinfatti essere feconda se la Chiesa agisce secondo ciograve che egrave solo nel-lrsquoatto di comunicare allrsquouomo la vita divina puograve infatti contribuire aconsolidare il tessuto sociale ricevendo al contempo dallrsquoesperienzadi vita degli uomini dei nostri giorni preziosi contributi e puntualiinterrogativi per sondare ulteriormente il patrimonio di senso donatocidalla tradizione La Chiesa quindi non ha di per seacute una sociologia daapplicare o innovative istituzioni sociali da erigere ma nellrsquoessere se

37 Ivi n 3238 Ivi n 40

417Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

stessa egrave una feconda realtagrave sociale (anche se non solo) che provocadegli effetti sociali semplicemente con la sua presenza con lrsquoessercistesso del suo tessuto di relazioni interpersonali divino-umane39Questa dinamica che scaturisce dalla peculiare realtagrave ontologica checostituisce la Chiesa descritta precedentemente attraverso lrsquoimmaginedellrsquoirradiazione viene successivamente confermata attraverso lrsquoim-magine del flusso

Certo la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesanon egrave drsquoordine politico economico o sociale il fine infatti che leha prefisso egrave drsquoordine religioso Eppure proprio da questa missionereligiosa scaturiscono [fluunt] compiti luce e forze che possonocontribuire a costruire e a consolidare la comunitagrave degli uominisecondo la legge divina40

Gaudium et spes non prospetta attivitagrave ecclesiali intenzionalmentevolte a realizzare obiettivi sociali ma descrive un complesso effettoindiretto o (positivamente) collaterale che appunto fluisce dallrsquoeserci-zio dellrsquoattivitagrave propria della Chiesa la quale si esprime nella costitu-zione di una cultura e di molteplici opere effettivamente coesive del-lrsquoumanitagrave ordinariamente dispersa e ferita Costituita da legami di fedee di caritagrave come abbiamo appreso dallrsquointerpretazione tommasianadella Lettera agli Efesini la Chiesa

mostra al mondo che una vera unione sociale esteriore discendedalla unione delle menti e dei cuori ossia da quella fede e da quel-la caritagrave con cui la sua unitagrave egrave stata indissolubilmente fondatanello Spirito Santo Infatti la forza che la Chiesa riesce a immette-re nella societagrave umana contemporanea consiste in quella fede ecaritagrave effettivamente vissute e non in una qualche sovranitagrave este-riore esercitata con mezzi puramente umani41

39 Cfr S hauERWaS The Peaceable Kingdom a Primer in Christian Ethics university

of notre dame Press notre dame In 1983 99-10240 Gaudium et spes n 4241 Ivi

418 M Salvioli

La Chiesa quindi contribuisce al consolidamento della societagrave attra-verso lrsquoirradiazione che procede dalla vita divina chrsquoessa comunica permezzo di quanto fluisce dalla sua missione religiosa e attraverso la forzadella fede e della caritagrave effettivamente vissute Come declinare questi con-tenuti di Gaudium et spes in relazione allrsquoarduo compito della rigenerazio-ne dei legami nel tempo dellrsquoiperindividualismo dal nostro punto di vistaavendo descritto la generativitagrave della Chiesa e avendo compreso il Corpodi Cristo come mistero di legami nel Legame si puograve asserire che la Chiesaegrave di per seacute generatrice di legami interpersonali Se la comunitagrave ecclesialegenera legami interpersonali al suo interno ritengo che i passi citati dellaCostituzione conciliare aiutino a comprendere come la grazia di cui vive laChiesa al suo interno srsquoirradi nella societagrave civile consolidando il tessutodelle relazioni interpersonali sul piano socio-culturale Contribuendo cioegravenon solo a rendere piugrave compatta la trama del tessuto sociale nel quale essaesiste e agisce come tale ma suscitando e diffondendo una cultura ndash irra-diata dalla fede e dalla caritagrave di coloro che vivono il discepolato ndash che srsquoop-pone resistendo a quella che per certi versi degenerando ha reso possibilelrsquoattuale iperindividualismo Tale consolidamento per irradiazione in altritermini si esprime piugrave concretamente nella capacitagrave della Chiesa di gene-rare legami sociali ad extra in forza dellrsquoesercizio stesso dei legami di fedee di caritagrave ad intra Come la Chiesa ldquoedifica se stessardquo (Ef 416) prenden-dosi cura del dono di grazia che si esprime nelle virtugrave teologali il cui eser-cizio contribuisce a consolidare lrsquounitagrave tra il Capo e le membra e la mutuainesione delle membra dello stesso Corpo di Cristo cosigrave per ridondanza lapresenza stessa della Chiesa contribuisce a consolidare i legami interperso-nali in vista della rigenerazione del tessuto sociale ferito dalle pratiche edalla cultura dellrsquoiper-individualismo contemporaneo Promuovendo insenso non moralistico la concreta cura per lrsquoaltroaltri da seacute il potenzialegenerativo della Chiesa rispetto ai legami interpersonali e alla cultura chene deriva opera in modo tale da poter essere descritto secondo quel ldquopara-digma della generativitagraverdquo ndash descritto dai sociologi Mauro Magatti e Chiaragiaccardi ndash che si oppone allrsquoautoreferenzialitagrave sterile dellrsquoindividuo ato-mizzato proprio dellrsquoideologia neoliberale42 In questo senso alla disso-

42 Qui e per quanto segue cfr M MagaTTI - C gIaCCaRdI Generativi di tutto il mondounitevi Manifesto per la societagrave dei liberi Feltrinelli Milano 2014 52-60

419Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

luzione neoliberale dei legami la Chiesa risponde attraverso lrsquoirradia-zione del potenziale generativo della sua vita comunitaria animatadalla fede e dalla caritagrave e si concretizza nel favorire la formazione deltessuto associativo della societagrave civile ldquodesiderandordquo ldquomettendo almondordquo ldquocurandordquo e ldquolasciando andarerdquo vive realtagrave relazionali

In particolare sono sette le caratteristiche della generativitagrave che laChiesa esercita in rapporto alla societagrave 1) Lrsquoeccedenza come accetta-zione dei limiti (ad intra ad extra) che non si rassegna alla logicadella separazione tra gli individui 2) lrsquointraprendenza e 3) la valoriz-zazione lette alla luce dellrsquoirradiazione di Gaudium et spes nel sensodella capacitagrave di assumersi il rischio di avviare processi e di prender-sene cura allrsquointerno di una concezione che consideri il valore aggiun-to delle realtagrave interpersonali 4) la generativitagrave ecclesiale si esprimepoi nel promuovere una cultura della fiducia che al di lagrave di ogni ripie-gamento solipsistico aiuta la societagrave a svilupparsi nel rispetto dellapersonalizzazione 5) allrsquointerno di una logica dellrsquoalleanza 6) pro-muovendo relazioni interpersonali che compattino il tessuto socialeallrsquoinsegna della resilienza intesa come perseveranza e capacitagrave disacrificio e infine 7) della sostenibilitagrave che guarda al futuro nella con-sapevolezza di doverne costruire le indispensabili condizioni di possi-bilitagrave come atto di responsabilitagrave nei confronti delle generazioni a-venire Egrave in questo modo che la forza coesiva della comunitagrave ecclesia-le ldquoridondardquo sugli individui sempre piugrave isolati delle societagrave occidenta-li offrendo una sorta di partecipazione allrsquoeffetto coesivo generato asua volta da quel peculiare ldquocollanterdquo interpersonale che egrave agaacutepe

concluSione

Egrave possibile infine esprimere con una parola lrsquoeffetto della genera-tivitagrave relazionale della Chiesa nei confronti della societagrave La nostrarisposta egrave affermativa Riteniamo infatti di poter esprimere la riccadinamica qui descritta impiegando il termine ldquofraternitagraverdquo a patto chese ne liberi il senso dallrsquouniversalizzazione uniformante operata dal-lrsquointerpretazione illuministica e lo si rimoduli sulla dinamica ad intra ad extra volta non ad escludere ma a differenziare lrsquoappartenenza

420 M Salvioli

sulla base del rispetto della libertagrave43 Si tratta cosigrave di pensare a latodella missione propria della comunitagrave ecclesiale quellrsquoirradiazionedella vita di grazia che contribuisce ad alimentare la fraternitagrave ldquoaltrardquonella costruzione dei legami sociali generato dalla cultura della fidu-cia e del dono diffusa dallrsquoesserci stesso della comunitagrave ecclesialequestrsquointreccio di relazioni interpersonali ne riflette la vitalitagrave Proprioessendo se stessi ed agendo conseguentemente a motivo della graziadello Spirito Santo i cristiani uniti nella Chiesa possono contribuire ndasharginando il dilagante iperindividualismo ndash alla qualitagrave della vitasociale di tutti esprimendo semplicemente la propria appartenenza allacomunitagrave Perseguendo il fine ultimo e soprannaturale si promuoveinfatti anche il bene della creazione in quanto questrsquoultima egrave stataposta in essere per entrare ndash attraverso la cristificazione degli uomini edelle donne ndash in comunione col Trinitas Deus anche nei confrontidella custodia della societagrave possiamo cosigrave concludere lrsquoimpegno pergli altri in quanto tali non indebolisce lrsquoidentitagrave cattolica ma la conso-lida Egrave la logica evangelica del servizio espressa in modo mirabile dasan Paolo vI

La Chiesa accetta riconosce e serve il mondo quale oggi le si pre-senta non rimpiange le formule della sintesi Chiesa-mondo delpassato e non sogna nemmeno quelle drsquoun futuro utopistico laChiesa aderisce allrsquoattualitagrave storica ella non si identifica con essanon si converte al mondo (come taluni oggi si credono autorizzatia fare) ma riconosce nella realtagrave sociale presente lrsquoambito dellasua stessa vita lrsquooggetto del suo amore e del suo servizio le condi-zioni del suo linguaggio il dramma delle sue tentazioni seducenti edei suoi tentativi pastorali In una parola la Chiesa in Cristo ecome Cristo ama il mondo di oggi e per esso vive parla operapronta a capirlo a curarlo ad offrire se stessa44

43 Cfr J RaTZIngER La fraternitagrave cristiana (gdT 311) Queriniana Brescia 200544 Cfr PaoLo vI Udienza generale (5 marzo 1969) disponibile sul sito httpw2vati-

canvacontentpaulviitaudiences1969documentshf_p-vi_aud_19690305html

(consultato il 25 luglio 2019)

Compiendo la propria missione evangelizzatrice liturgica e pasto-rale la Chiesa contribuisce cosigrave a guarire le ferite inflitte dallrsquoiperindi-vidualismo senza per questo doversi trasformare in una mera agenziafinalizzata allrsquointegrazione sociale Egrave solo come laquosposa dellrsquoagnelloraquo(Ap 219) che la Chiesa puograve essere un laquoospedale da camporaquo per ogniferito del nostro tempo45

421Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

45 Cfr FRanCESCo Lettera al Gran Cancelliere della Pontificia universidad Catoacutelica

argentina nel centesimo anniversario della Facoltagrave di Teologia (3 marzo 2015) reperibi-

le sul sito httpw2vaticanvacontentfrancescoitletters2015documentspapa-france-

sco_20150303_lettera-universita-cattolica-argentinahtml (consultato il 25 luglio 2019)

422

ldquoUbi fides ibi libertasrdquo sintesi del pensiero

teologico del cardinal giacomo biffi

Federico Zirotti

Editorrsquos note One of the most prominent and influential figures in the

Italian Church in recent years has been beyond all doubt that of

Giacomo Card Biffi (1928-2015) archbishop of Bologna he is still

remembered for his firm pastoral activity but he was also an elegant

theologian The author of the present article aims to provide a sum-

mary of Biffirsquos thought so as to do justice to his original but not well

known theological reflection

Zirotti identifies five cornerstones in Biffirsquos theology First the struc-

tural unity of the divine plan there is only one comprehensive idea in

which the whole of the creation can be adequately understood

Second the supernaturality of this idea regardless of its supernatural

design the natural world appears meaningless Third the central

place that Jesus Christ ndash the Son of God incarnate dead and risen ndash

occupies in this unitary plan Fourth the concept of aevum that is

eternity participated by creatures since Jesus risen and ascended is

ldquoat the right hand of the Fatherrdquo He also as a man takes part in Godrsquos

eternity Fifth the freedom of man ndash that is the characteristic of spiri-

tual creatures that makes them capable of choosing their eternal

destiny as it finds its ontological cause in the grace of Christ our

freedom is a redeemed freedom and we are all ldquofreedmenrdquo of Christ

However despite the undeniable subtlety of Biffirsquos thought and even

with the brilliant solutions he proposes to major theological problems

there is something in his speculation that does not leave us entirely

satisfied Zirotti finds an actual contradiction in Biffirsquos thought he sum-

marises everything in the one idea of divine unity but in fact he places

next to it in a co-essential role the idea of human freedom We could

add more generally that it is his style of thought which leaves us

unsatisfied looking for evidence of a logical-analytical type in a field of

knowledge that can only be adequately explored as St Thomas Aquinas

taught with analogical processes of intuition and argumentation

SD 651 (2020) pp 422-498

introduZione

Il cardinale Giacomo Biffi1 egrave spesso ricordato per le sue qualitagrave dipastore e per lo spessore del suo magistero episcopale ma con nostrostupore il suo pensiero teologico egrave pressocheacute ignorato si pensi che leuniche pubblicazioni dedicate al Biffi di cui siamo a conoscenza men-tre scriviamo sono un paio di raccolte di scritti di vari autori chevogliono omaggiare la sua figura pubblica di cardinale e pastore men-tre non abbiamo trovato nessuna pubblicazione che lo studi come teo-logo Questa deludente sorpresa nel riscontrare la mancanza di interes-se per il magistero teologico del card Biffi nasce dalla nostra profon-da convinzione che la sua riflessione sia importante per la teologia losguardo nuovo dellrsquoarcivescovo di Bologna la porterebbe ad una mag-gior comprensione dellrsquoeterno disegno del Padre che si rivela in GesugraveCristo suo Figlio Insomma riteniamo che il pensiero teologico delBiffi meriti di essere preso in maggior considerazione e che non possaessere semplicemente ignorato sia che ci si trovi drsquoaccordo con essoper poterlo sviluppare sia che non lo si condivida per delineare unasua confutazione

Perciograve ci accingiamo qui a tentare una panoramica della riflessioneteologica di Giacomo Biffi nella speranza forse un porsquo presuntuosache questo lavoro possa essere un piccolo contributo affincheacute il suopensiero possa uscire dalle nebbie dellrsquoindifferenza e trovare maggioreattenzione presso gli studiosi della sacra doctrina e non solo

423Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

1 Nasce a Milano il 13 giugno 1928 Entrato nel seminario milanese di Venegono

Inferiore viene ordinato presbitero il 23 dicembre 1950 dal card Schuster Nel

1955 si laurea in teologia con la tesi dottorale Il problema teologico della colpa ine-

vitabile nellrsquoipotetica assenza della grazia sanante Dopo un decennio di insegna-

mento nel 1960 viene nominato prima parroco a Legnano e poi nel 1969 parroco a

Milano Nel 1975 viene eletto vescovo ausiliare dellrsquoarcidiocesi ambrosiana e lrsquo11

gen naio 1976 riceve lrsquoordinazione episcopale per le mani del card Colombo Nel

1984 papa Giovanni Paolo II lo nomina alla sede arcivescovile di Bologna e nel

1985 egrave creato cardinale Si ritira dalla guida della diocesi petroniana nel 2003

Muore a Bologna lrsquo11 luglio 2015

Specifichiamo perograve che il nostro obiettivo ultimo non egrave tanto quello difornire una sintesi completa ed esauriente ma bensigrave di incuriosire illettore invogliandolo ad andare direttamente ai testi del Biffi che perle doti di sintesi e chiarezza (ed umorismo) potrebbero essere trovatipiugrave comprensibili (e certamente piugrave divertenti) del presente scritto

La difficoltagrave maggiore che incontra chi come noi si accinge a tenta-re di gettare uno sguardo panoramico sul pensiero del card Biffi egrave ilcarattere sintetico della sua opera laquoche dovrebbe avere alle spalle ndash egrazie a Dio non ha ndash un corso completo in otto grossi volumiraquo2 cheporta a dover fare una sintesi della sintesi con il rischio di sintetizzaretroppo e rendere cosigrave piugrave oscuro quello che si voleva rendere piugrave chiaroSe questo fosse capitato ne chiediamo perdono al lettore fin da subito

Per realizzare i nostri obiettivi abbiamo scelto di presentare inmodo sintetico alcune opere del Biffi il cui approccio egrave fondamentaleper chi voglia studiare il suo pensiero per poi tirare brevemente lesomme di quanto emerso dallrsquoanalisi dei testi Questa via ha anche illato positivo di potere fare contemporaneamente una presentazionedelle pubblicazioni fondamentali in modo che come giagrave detto soprail lettore possa essere facilitato e invogliato ad accantonare noi peraffidarsi direttamente alle parole del cardinale

La nostra analisi cominceragrave affrontando Colpa e libertagrave nellrsquoodier-na condizione umana (1959) tesi di dottorato del futuro cardinale eTu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi raccolta dei saggiscritti da don Giacomo nel decennio 1957-1968 da queste due operesi traggono i presupposti e i nuclei fondamentali del suo pensiero teo-logico Si considereragrave poi Alla destra del Padre Nuova sintesi di teo-logia sistematica (1970) che egrave il testo fondamentale del Biffi in cuitroviamo sintetizzata tutta la sua teologia Per ultimo vedremo Lineedi escatologia cristiana (1984) in cui abbiamo sviluppata e applicataal nostro destino eterno la sua riflessione sullrsquoaevum Concluderemo illavoro con una nostra sintesi in cui cercheremo di mettere in luce leidee portanti del pensiero del teologo Giacomo Biffi

424 F Zirotti

2 G BIFFI Alla destra del Padre Nuova sintesi di teologia sistematica Jaca Book

Milano 2004 p 21

Oltre a queste citate ci sono altre opere del Biffi che andrebberoanalizzate per avere un quadro piugrave completo del suo pensiero ma chenon ci egrave consentito prendere in considerazione per mancanza di spazioe di tempo Le ricordo qui La Bella la Bestia e il Cavaliere (1984)Approccio al cristocentrismo (1994) laquoLiberti di Cristoraquo (1996) La Sposa chiacchierata (1998) Canto nuziale (2000)

1 Le basi deL pensiero teoLogico

Le basi e i temi del pensiero teologico di Giacomo Biffi si trovanogiagrave tutti ad eccezione di quello ecclesiologico in Colpa e libertagrave nel-lrsquoodierna condizione umana e nei brevi saggi raccolti in Tu solo ilSignore Saggi teologici drsquoaltri tempi Possiamo dire che tutte le pub-blicazioni successive non faranno altro che esplicitare meglio quelloche qui egrave giagrave proposto

11 laquoColpa e libertagraveraquo

Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana egrave il lavoro di tesiper il dottorato in teologia conseguito nel 1955 il cui titolo originaleIl problema teologico della colpa inevitabile nellrsquoipotetica assenzadella grazia sanante mette maggiormente in luce il problema affron-tato ovvero la sussistenza dello stato di natura puramente decadutaPossiamo dire che egrave lrsquounico lavoro del Biffi veramente analitico

Il testo si inserisce nel dibattito sugli stati di natura e il suo scopoprincipale egrave quello di dimostrare come lo stato di natura puramentedecaduta cioegrave senza lrsquoeffettiva presenza della grazia non si egrave maiavverato e non poteva nemmeno avverarsi a causa delle contraddizio-ni che emergono nellrsquoipotetico caso che si realizzasse contraddizioniche infatti hanno dato filo da torcere a secoli di teologia senza maigiungere ad una conclusione soddisfacente

Lrsquoopera egrave importante percheacute in essa sono esplicitati i principi chesostengono e guidano tutta la riflessione biffiana degli anni seguenti esi possono giagrave trovare in nuce le tematiche che verranno successiva-mente esplicitate e approfondite

425Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Lrsquoopera si struttura come una classica disputa medievale con lrsquoe-sposizione del problema le varie argomentazioni che provano a forni-re una possibile risoluzione la risposta del magister e la confutazionedelle altre soluzioni proposte

Il punto di partenza egrave la constatazione puramente naturale dellacondizione umana laddove lrsquoesperienza ci parla di una colpa inevita-bile e contemporaneamente la riflessione razionale ci mostra lrsquoincom-patibilitagrave tra i concetti di laquocolparaquo e di laquoinevitabilitagraveraquo3 Poicheacute questedue veritagrave sono in contraddizione tra loro viene postulata la necessitagravedi una conoscenza superiore cioegrave la rivelazione cristiana che permet-ta di superare questa contraddizione

Dopo una breve rassegna dei documenti del Magistero sulla fatalitagravedella colpa e sulla libertagrave dellrsquouomo si passa ad unrsquoesposizione storicadel problema dalla prima scolastica alla teologia dei secoli xIx-xx eche costituisce la parte maggiore dellrsquoopera

Infine passando per la critica delle ipotesi suggerite dalla storia sigiunge alla soluzione del problema individuata dal nostro autore in cui tralrsquoaltro si mostra come le varie risoluzioni emerse durante la storia dellateologia possono integrarsi nella visione proposta A questo riguardo cipare doveroso far notare come il Biffi non si pone nellrsquoottica di unalaquoscuolaraquo teologica entro la quale risolvere la disputa ma ha la capacitagrave diascoltare tutte le laquoscuoleraquo con le loro soluzioni prendendo da ognuna ilbuono che hanno da offrire per armonizzarlo in una visione sinteticalaquosuperioreraquo il cui scopo egrave di approfondire sempre di piugrave la conoscenzadella veritagrave rivelata e non quello di far trionfare il proprio laquopartitoraquo

In questa sede non ci interessa sintetizzare il ragionamento condot-to neacute di presentare le critiche che il Biffi rivolge alle varie soluzioniprospettate dalla storia per quanto siano interessanti nostro interesse

426 F Zirotti

3 Per laquocolparaquo si intende unrsquoazione responsabile moralmente cattiva ma percheacute si

possa parlare di responsabilitagrave morale il soggetto deve essere libero cioegrave deve avere

la possibilitagrave di fare diversamente ora per laquoinevitabilitagraveraquo si intende appunto il non

poter fare diversamente risulta quindi chiaro che se nel concetto di laquocolparaquo egrave insita

la possibilitagrave di poter fare diverso allora tale concetto egrave inconciliabile con lrsquoidea di

laquoinevitabilitagraveraquo Perciograve una laquocolpa inevitabileraquo egrave un assurdo

egrave mostrare quale sia la specifica soluzione biffiana al problema dellalaquocolpa inevitabile in una ipotetica assenza della grazia sananteraquo nellecui motivazioni troviamo quelle che sono le basi del suo pensiero

Ora il nocciolo della soluzione egrave cosigrave sintetizzabile il concetto dilaquocolparaquo e il concetto di laquoinevitabilitagraveraquo sono tra loro inconciliabili neconsegue che la grazia egrave un elemento essenziale di questo concretoordine di provvidenza tanto essenziale che il non considerarlo portaallrsquoassurdo logico di una laquocolpa inevitabileraquo La grazia egrave dunque lacondizione ontologica dellrsquoesistenza della libertagrave nellrsquouomo decaduto

Il ragionamento che porta a questa conclusone si basa sulla consi-derazione di una visione complessiva totale del piano divino cheregge lrsquouniverso il quale ha due prerogative

1) lrsquoessere un piano unitario (ciograve va ammesso a priori)2) che questo piano cosigrave come si realizza nel nostro ordine storico

presentatoci dalla rivelazione egrave un piano soprannaturale4

E abbiamo qui giagrave espresso quei principi su cui tutta la riflessione bif-fiana si poggia lrsquounitarietagrave del piano divino e la sua soprannaturalitagrave

Lrsquounitarietagrave del piano divino5 Se lrsquoagire di Dio egrave sempre razionalene consegue che il frutto di questo agire il mondo sia anchrsquoessorazionale e quindi intellegibile Ma la perfetta intelligibilitagrave richiede diessere unitaria cioegrave deve poter essere rappresentata da una sola ideapercheacute se fosse rappresentata da due o piugrave idee irriducibili tra loro lacomprensione ne sarebbe limitata o addirittura impedita Infatti o taleirriducibilitagrave ha un senso e allora si risolve in unrsquoidea superioreoppure rimane senza senso e allora lrsquointelligibilitagrave del mondo egrave irri-mediabilmente compromessa Perciograve la rappresentazione ideale delmondo deve necessariamente essere unitaria cioegrave riconducibile ad unasola idea Da tale unitarietagrave ne consegue che

ogni realtagrave che ha un posto nellrsquouniverso deve avere un significatoche la connette col resto [hellip] Ogni cosa egrave perciograve ordinata allrsquouni-

427Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

4 G BIFFI Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana ESD Bologna 2007 p 2805 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 280-283

verso e gli egrave necessaria cosigrave che contingente puograve essere definitocon proprietagrave il mondo in rapporto a Dio e non le singole cose inrapporto al mondo Dio poteva scegliere di attuare unrsquoaltra ideauniversale qui sta appunto il senso della sua libertagrave ma allrsquoideaprescelta tutte le realtagrave sono necessarie6

Segue un appunto di carattere gnoseologico importante per com-prendere la logica del ragionamento Si afferma qui la concretezza diquella conoscenza che diciamo sintetica o integrale anche se egrave impli-cita e confusa mentre viene detta astratta anche se chiara e semplicequella conoscenza che deliberatamente esclude dalla nostra considera-zione qualcosa che sia di fatto esistente eo considera una realtagrave iso-landola dal tutto In altri termini egrave concreta quella conoscenza chetiene insieme tutti gli elementi mentre egrave astratta quella conoscenzache esclude qualcosa Questa conoscenza astratta perograve non egrave inutileinfatti lrsquoastrazione puograve aiutare a comprendere meglio i legami che uni-ficano le varie componenti del tutto Se escludendo un elemento nem-meno il mondo ideale riesce a sorreggersi allora si potragrave concludereche la realtagrave esclusa egrave cosigrave connessa al resto che lrsquoescluderla anchesolo a livello logico impedisce addirittura la comprensione del mondoideale che ne consegue laquoSe astraendo cioegrave da una realtagrave lrsquouniversoriesce del tutto inspiegabile arriverograve a capire con chiarezza la primariafunzione in esso di quella realtagraveraquo7

La soprannaturalitagrave del piano divino8 Se il piano di Dio per lrsquouo-mo egrave soprannaturale cioegrave ha come fine di farlo partecipe della vitadivina cosigrave come ci egrave attestato dalla rivelazione allora tale piano nonpotragrave essere conosciuto dalle sole nostre forze naturali Questo fa sigraveche risulti vano e rischioso considerare il soprannaturale prescindendodal modo concreto con il quale il soprannaturale entra nella nostravita cioegrave per mezzo del mistero di Gesugrave Cristo fuori dal quale sareb-

428 F Zirotti

6 G BIFFI Colpa e libertagrave p 2817 G BIFFI Colpa e libertagrave p 2838 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 283-285

be per noi impensabile riuscire a concepire un destino soprannaturaleIn altri termini se noi conosciamo il nostro destino soprannaturalesolo dalla rivelazione del Cristo allora non ci egrave dato di considerare ilsoprannaturale escludendo da tale considerazione il Signore Gesugrave Sequindi approcciando il mondo prescindendo dalle realtagrave soprannatura-li cioegrave da Gesugrave Cristo si cade nellrsquoinspiegabile nellrsquoinsensato e nelcontraddittorio risulteragrave chiaro come quel soprannaturale sia profon-damente inserito in esso

La soluzione9 La dottrina cattolica cosigrave come definita dal concilio diTrento afferma lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di perseverare nel bene senzalrsquoaiuto della grazia Ora la stessa formulazione della dottrina ci fa capireche la nostra questione egrave posta su un piano ipotetico quindi egrave solo in unipotetico mondo in cui si ha una natura umana decaduta e lrsquoassenza effet-tiva della grazia che sorge il problema Infatti nel mondo concreto il pro-blema non si pone o egrave facilmente risolvibile percheacute di fatto la presenzadella grazia impedisce il sorgere della nostra difficoltagrave cioegrave di una colpainevitabile Conclusione a cui tutti i teologi giungono come la parte sto-rica mostra Perograve la constatazione del fatto che la grazia egrave effettivamentepresente risolve il problema solo sul piano esistenziale e non teoreticocosigrave che la questione rimane aperta10

Ora lrsquounica conclusione certa che la lunga disputa ci porta egrave che ilconcetto di laquocolparaquo e il concetto di laquoinevitabilitagraveraquo sono inconciliabiliE proprio tale impossibilitagrave di trovare una soluzione fa intuire che ilproblema egrave male impostato

Senza attenuare la portata della colpa riducendola ad una sola tra-sgressione materiale neacute la portata dellrsquoinevitabilitagrave riducendola ad

429Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

9 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 288-29010 Infatti una teoria che voglia risolvere la nostra questione con il semplice rilievo

fattuale della presenza della grazia garantisce sigrave lrsquoeffettiva possibilitagrave di un agire

responsabile ma porta alla contraddizione che tale grazia rende formale un pecca-

to che in sua assenza rimarrebbe solo materiale quindi peggiorando la condizione

dellrsquouomo anzicheacute migliorarla

una grande difficoltagrave o ad una laquoimpotenza conseguenteraquo11 se si consi-dera che effettivamente i due concetti sono inconciliabili e che la dot-trina cattolica non pretende tale conciliazione allora il problema egraverisolto alla radice percheacute si mostra evidente lrsquoassurditagrave di una loroconciliazione e quindi lrsquoassurditagrave del problema posto come assurdosarebbe il voler trovare un triangolo con quattro lati

Infatti quando la dottrina cattolica afferma lrsquoimpossibilitagrave di nonpeccare senza la grazia essa ha come oggetto di considerazione ilmondo concretamente esistente volendo sottolineare la nostra dipen-denza vitale dal mistero di Gesugrave Cristo Quando invece la teologiaafferma che mancando la grazia si arriva ad un peccato inevitabilequesta ha come oggetto di considerazione un mondo ipotetico Perciograve

nientrsquoaltro intendiamo affermare che lrsquoimpensabilitagrave di questomondo che la teologia cattolica prospetta Diciamo cioegrave che lavoluta non considerazione della grazia di Dio distrugge lrsquounitariaintelligibilitagrave di questo mondo in quanto affiorano in esso elemen-ti contraddittori che soltanto la presenza della grazia concilia12

Dunque il senso della dottrina cattolica dellrsquoinevitabilitagrave della colpasenza la grazia sarebbe lrsquoaffermazione di una veritagrave cioegrave la necessitagrave diquesta stessa grazia mostrata attraverso un ragionamento per assurdo

Sintetizziamo col Biffi

I - lrsquoimpotenza dellrsquouomo non aiutato dalla grazia egrave assoluta e antece-dente ed egrave assoluta proprio in quanto antecedente siccheacute ogni eccezio-ne egrave esclusa non dallrsquoeffettivo umano comportamento previsto da Dioma dalla debolezza della nostra natura ferita comrsquoegrave dal peccatoII - la colpa da cui la grazia ci scampa non egrave affatto riducibile a una vio-lazione materiale della legge ma egrave un vero e proprio peccato formale

430 F Zirotti

11 Con impotenza conseguente si vuole indicare lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di evitarela colpa sul piano dei fatti in modo da salvaguardare sul piano teorico la possibi-litagrave di fare diverso che egrave insita nella natura del libero arbitrio Si veda G BIFFIColpa e libertagrave pp 267-268

12 G BIFFI Colpa e libertagrave p 289

III - le due cose non si possono conciliare percheacute egrave concettual-mente impensabile il compimento di una colpa formalmente taleda parte di chi non sia assolutamente in grado di sfuggirlaIV - questa conciliazione non egrave affatto richiesta dalla dottrina cattoli-ca che si preoccupa sempre delle situazioni concrete e non delleipotesi astratte e ha come vero scopo di mettere in luce che la nostra

attuale libertagrave egrave una libertagrave redenta dalla grazia di Cristo13

Lrsquoautore sottolinea poi che il pensiero qui esposto non si riducealla soluzione di coloro che affermano lrsquoeffettiva presenza della graziache di fatto rende inesistente una colpa inevitabile ma

arriva ad asserire mediante la chiara consapevolezza della incompati-bilitagrave che oppone il concetto di peccato e quello di fatalitagrave che quel-lrsquoaiuto non puograve affatto mancare percheacute egrave la condizione ontologica

della esistenza della libertagrave nella natura decaduta14

Il Biffi non manca di affrontare una volta mostrato come la suasoluzione si integri con le soluzioni presentate e criticate precedente-mente tre possibili obiezioni alla sua ipotesi

1) la formulazione della dottrina tridentina con cui si troverebbe incontrasto

2) la gratuitagrave della grazia che verrebbe negata

3) la diffidenza verso le novitagrave teologiche in cui la soluzione rientrerebbe

Il terzo punto non riguarda il nostro lavoro e lo tralasciamoRiguardo al primo punto sia sufficiente dire che la formula triden-

tina laquoil giustificato senza uno speciale aiuto da parte di Dio non puograveperseverareraquo non vuole affermare lrsquoeffettiva esistenza di uno stato dinatura decaduta in cui non opera la grazia ma mostrare tramite unragionamento per assurdo la necessitagrave della grazia nellrsquoattuale ordinedi provvidenza cosigrave come egrave giagrave stato detto sopra

431Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

13 G BIFFI Colpa e libertagrave p 290 Corsivo nostro14 G BIFFI Colpa e libertagrave p 292 Corsivo nostro

Per quanto riguarda la seconda obiezione cioegrave la presunta negazio-ne della gratuitagrave della grazia si risolve con i due argomenti che fonda-no tale gratuitagrave

1) il primo e principale egrave la considerazione della soprannaturalitagravedella grazia ora un dono ontologicamente soprannaturale eccedesempre le esigenze della creatura quindi la grazia non saragrave mai inassoluto ontologicamente necessaria alla creatura per essere crea-tura e perciograve la sua gratuitagrave saragrave sempre salvaguardata

2) il secondo egrave la considerazione sottolineataci dalla stessa rivela-zione che tale dono di grazia egrave elargito ad unrsquoumanitagrave peccatri-ce e che come tale non puograve vantare diritti sugli aiuti divini ilche rende ancora piugrave evidente la gratuitagrave di tale dono che serisulta sempre gratuito in forza della sua soprannaturalitagrave ancorapiugrave gratuito risulta nel nostro concreto stato di natura decaduta15

Per amore di completezza dobbiamo esplicitare una quarta possibileobiezione tra lrsquoaltro giagrave formulata dal nostro autore a riguardo di coloroche risolvevano il problema con la semplice presa drsquoatto dellrsquoeffettivapresenza della grazia la presenza della grazia piugrave che sanare la situazio-ne dellrsquouomo lo porrebbe in una situazione di maggior svantaggio inquanto tale presenza renderebbe un peccato materiale (non imputabile)un peccato formale (imputabile)16 Percheacute se egrave vero che il Biffi lrsquoha giagravesostanzialmente risolta quando ha affermato che la grazia egrave la condizioneontologica della libertagrave umana egrave altrettanto vero a nostro giudizio chetale obiezione avrebbe bisogno di una confutazione piugrave analitica ed esau-stiva Mostrare tale confutazione esula perograve dai fini del nostro lavoro

Specificazioni sul concetto di libertagrave17 Per comprendere appieno lagravitagrave del problema e il punto di vista del nostro autore sono neces-sarie alcune specificazioni sul concetto di libertagrave

432 F Zirotti

15 G BIFFI Colpa e libertagrave p 29916 G BIFFI Colpa e libertagrave p 27917 Cf G BIFFI Colpa e libertagrave pp 51-55 e 277

Ora la libertagrave concerne lrsquoeffettivo dominio del soggetto sui propriatti reso possibile dalla possibilitagrave di fare diversamente cioegrave egrave liberocolui che agisce senza essere sottoposto ad una necessitagrave Perograve il Biffiqui non considera la libertagrave semplicemente come quella proprietagrave cherende lrsquouomo responsabile dei suoi atti ma come quella caratteristicadellrsquoessere spirituale che lo rende capace di scegliere il proprio destinoeterno Quindi il vero interrogativo che muove lrsquoindagine egrave come puogravelrsquouomo rimanere padrone del proprio destino (cioegrave rimanere libero) edessere fatalmente orientato ad un destino di dannazione dato che primao poi dovragrave soccombere alla colpa Si capisce quindi la reale portata diquesto problema e lrsquoimportanza della sua risoluzione Risoluzione che egraveuna delle idee fondamentali del pensiero del Biffi la libertagrave umana egraveuna libertagrave redenta cioegrave la redenzione di Cristo egrave la causa ontologicadella nostra attuale libertagrave Noi quindi siamo dei laquolibertiraquo di Cristo18

12 laquoTu solo il Signoreraquo

Tu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi raccoglie cinquesaggi che insieme a Colpa e libertagrave sono le uniche opere che possia-mo definire strettamente laquoaccademicheraquo ma non si pensino questisaggi come lunghi e analitici articoli sono anzi brevi e sintetici (avolte fin troppo) I saggi in ordine cronologico sono

1) laquoTamquam spoliatus a nudoraquo (1957)19 si propone di dimostra-re attraverso lrsquoillegittimitagrave del chiedersi cosa differenzia lolaquostato di natura puramente decadutaraquo e lo laquostato di natura puraraquoin ragione dellrsquoimpossibilitagrave di poter instituire questo confrontoche lrsquounico stato di natura pensabile e noncheacute unico effettiva-mente esistente egrave lo laquostato di natura redentaraquo

433Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

18 Il tema egrave riproposto in G BIFFI laquoLiberti di Cristoraquo Saggio di antropologia cristo-

centrica Jaca Book Milano 199619 Lrsquoargomento egrave quello giagrave visto in Colpa e libertagrave ma affrontato sotto una diversa

prospettiva

2) laquoEternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo (1959) si propone diriscoprire il concetto di aevum per poter meglio comprendere ilnostro destino ultimo20

3) laquoIl fine dellrsquoIncarnazioneraquo (1960)21 si propone di dimostrare ilprimato di Cristo anche nellrsquoordine della creazione mostrandocome sia priva di senso la domanda laquose lrsquouomo non avesse pecca-to il Verbo si sarebbe incarnato lo stessoraquo e come sia invece piugraveopportuno domandarsi laquoqual egrave il fine dellrsquoIncarnazioneraquo fineche altro non egrave che la manifestazione della gloria di Dio Lo stu-dio proposto in questo articolo a detta dello stesso Biffi rappre-senta un traguardo una delle acquisizioni piugrave decisive e fecondenoncheacute ragion drsquoessere e chiave di lettura di tutta la sua teologia22

4) laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo (1964) si propo-ne di dimostrare attraverso la critica alla nozione di laquovicarietagraveraquocome la nota propria dellrsquoevento redentivo sia invece la nozionedi laquosolidarietagraveraquo e da qui domandandosi in cosa consiste questasolidarietagrave arriva ad affermare il primato di Gesugrave Cristo anchenellrsquoordine della creazione

5) laquoPer una escatologia rinnovataraquo (1968)23 sviluppando le rifles-sioni sullrsquoaevum propone di dare un fondamento teologico alcorrente ripensamento dellrsquoescatologia che ripone al centro ildestino del mondo entro il quale il destino del singolo si trovae dipende per far sigrave che tale rinnovamento sia sostanziale enon solo verbale

434 F Zirotti

20 Anche se non egrave dichiarato nellrsquoarticolo il concetto egrave altrettanto prezioso per com-prendere come Gesugrave Cristo possa esercitare il suo primato non solo nellrsquoordinedella redenzione ma anche nellrsquoordine della creazione e quindi per meglio inda-gare il mistero dellrsquoAscensione Si veda G BIFFI Memorie e digressioni di un ita-

liano cardinale Cantagalli Siena 2010 p 14621 Il tema viene riproposto in G BIFFI Approccio al cristocentrismo Note storiche

per un tema eterno Jaca Book Milano 199422 G BIFFI Memorie e digressioni p 14723 Il tema egrave riproposto in G BIFFI Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 1984

121 laquoTamquam spoliatus a nudoraquo

Lrsquoarticolo si inserisce nelle dispute sugli stati di natura e riprendequello che egrave giagrave stato detto nella tesi di dottorato Entrambi gli scrittiaffermano che lrsquounico stato di natura pensabile egrave quello di naturaredenta ma con dimostrazioni differenti in Colpa e libertagrave si giunge anegare lo stato di natura puramente decaduta mostrando lrsquoassurditagrave delconcetto di colpa inevitabile colpa che tale stato porta necessariamen-te con seacute in questo articolo invece lrsquounicitagrave dello stato di naturaredenta egrave dimostrata tramite lrsquoimpossibilitagrave di confrontare lo stato dinatura pura e lo stato di natura puramente decaduta poicheacute di entrambici egrave preclusa la conoscenza

Il dibattito teologico del xVI secolo ammessa lrsquoipotesi di uno stato dinatura pura vede affrontarsi chi sostiene lrsquoidentitagrave tra gli stati di naturapura e natura puramente decaduta e ritenendo quindi che la loro distin-zione egrave puramente verbale (laquotamquam spoliatus a nudoraquo) e chi invecesostiene la differenza reale tra i due stati (laquotamquam aegrotus a sanoraquo)

Ora per poter confrontare tra loro due termini bisogna conoscere itermini che si vogliono confrontare Nel nostro caso per poter giunge-re alla conoscenza degli stati di natura pura e puramente decadutaabbiamo tre strade la metafisica lrsquoesperienza la rivelazione

La strada metafisica ci porta a conoscere la natura dellrsquouomo nellasua essenza e come tale rimane sempre identica a se stessa in qualun-que stato si trovi realizzata escludendo quindi le concrete condizioniin cui questa essenza si attualizza Di conseguenza non ci diragrave nullaneacute sullo stato di natura pura neacute sullo stato di natura puramente decadutaRimangono le altre due strade lrsquoesperienza e la rivelazione

Per quanto riguarda lo stato di natura pura noi non possiamo farneesperienza e la rivelazione non ci dice nulla perciograve noi ignoriamototalmente in cosa consista

Lo stato di natura puramente decaduta considera lrsquouomo caduto acausa del peccato senza la presenza degli aiuti della grazia ma poicheacutenoi non possiamo sostenere che possa esistere qualcuno privato dellrsquoef-fettivo aiuto della grazia di questo stato non possiamo fare esperienzaalcuna La strada della rivelazione invece sembra dirci qualcosa quan-do afferma lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di osservare senza gli aiuti della

435Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

grazia anche la sola legge naturale ma poicheacute alla rivelazione interessa-no gli stati concreti e non quelli ipotetici possiamo affermare che quelloche la rivelazione vuole insegnarci non egrave lrsquoesistenza di uno stato di natu-ra puramente decaduta ma di sottolineare attraverso un ragionamentoper assurdo la necessitagrave della grazia nella vita dellrsquouomo24 Dunqueanche dello stato di natura puramente decaduta non sappiamo nulla

Diventa perciograve ovvia la vanitagrave di tale questione in quanto vuoleesprimersi su unrsquoequivalenza cioegrave se lo stato di natura pura coincida omeno con quello di natura puramente decaduta ignorandone i termini

Lrsquounico stato di cui possiamo dire qualcosa egrave quindi lo stato dinatura redenta Perciograve se si vuole affrontare il problema lrsquounica suaformulazione plausibile dovrebbe chiedersi se Dio poteva creare lrsquouo-mo direttamente in uno stato di natura decaduta Per il Biffi la questio-ne ha risposta negativa poicheacute tale stato richiede la presenza di unacolpa inevitabile ma dato che lrsquouomo egrave una creatura per sua naturalibera una colpa inevitabile egrave un assurdo e di conseguenza assurdo egraveuno stato di natura che la richieda Questo egrave ciograve che viene sviluppatoin Colpa e libertagrave

122 laquoEternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo

Questo articolo appare piugrave problematico che assertivo intessutopiugrave di domande che di risposte piugrave di ipotesi da saggiare che di affer-mazioni provate piugrave diario dunque ndash o frammenti di diario ndash di unamarcia non ancora conclusa che rassegna di risultati conseguiti25

Nonostante ci troviamo di fronte ad uno dei fondamenti del pensie-ro del Biffi in questo articolo la questione egrave piugrave abbozzata comeunrsquointuizione che come una sua esposizione analitica ed esaustiva

Lrsquoarticolo si struttura attorno a due domande da dove storicamenteviene il concetto di aevum e come questa nozione puograve essere utile per

436 F Zirotti

24 Lo stesso ragionamento lo abbiamo giagrave trovato in Colpa e libertagrave25 G BIFFI Tu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi Piemme Casale Mon fer -

ra to 1987 p 102

rendere la nostra comprensione dellrsquoal di lagrave cioegrave del nostro destinoultimo meno elementare26

Nella prima parte dellrsquoarticolo si ripercorre quindi la storia del con-cetto di aevum Per prima si considera la rivelazione che ci informa circala sovratemporalitagrave di Dio applicata poi allo stesso Gesugrave Cristo che laquoegravelo stesso ieri e oggi e nei secoliraquo (Eb 188) Inoltre va considerato che

lrsquoidea della sopravvivenza e di una salvezza dallrsquoimplacabile flussotemporale ndash idea che necessariamente deve animare ogni dottrinasoteriologica che non sia vana ndash egrave negli scritti neotestamentariespressa dalla convinzione di un inserimento vitale in Cristo risortoche avendo vinto il tempo egrave al di lagrave del prima e del poi e non mai dauna dottrina dellrsquoimmortalitagrave dello spirito di tipo platonico27

Parallelamente la riflessione greca nel tentativo di conciliare lrsquoes-sere e il divenire introduce i concetti di laquoeternitagraveraquo e laquotemporaquo doveeternitagrave sta per immutabilitagrave e incorruttibilitagrave e tempo per il diveniremutevole e corruttibile

La riflessione cristiana successiva riterragrave che il concetto greco dieternitagrave esprima bene la veritagrave rivelata cioegrave la sovratemporalitagrave di DioQui anche la fondamentale definizione di eternitagrave di Boezio laquoil posses-so perfetto e simultaneo di una vita interminabileraquo (dove egrave evidente chelrsquoeternitagrave viene definita attraverso il suo confronto con il tempo dicendopropriamente cosa non egrave e non sarebbe possibile fare altrimenti)

Infine la scolastica del xIII secolo introduce il concetto di aevum28laquointermedioraquo tra tempo ed eternitagrave che alcuni definiscono come laquociograve

437Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

26 Si noti come in questo articolo il Biffi non collega lrsquoaevum al cristocentrismocome sua premessa necessaria ma solamente come concetto utile per meglio com-prendere la nostra condizione di redenti

27 G BIFFI Tu solo il Signore pp 87-8828 Egrave da sottolineare come la triplice distinzione eternitagrave eviternitagrave e temporalitagrave deri-

vi dalla traduzione del temine greco laquoeternitagraveraquo con i due sinonimi latini di aevum

ed aeternitas il Biffi ne deduce quindi che eternitagrave ed evo indicano sostanzialmen-te la medesima realtagrave

che ha avuto un inizio ma non ha una fineraquo e che altri come Tommasodefiniscono come laquolrsquoeternitagrave in quanto partecipataraquo dalla creaturaPerciograve in questrsquoultima definizione le proprietagrave dellrsquoaevum sono le stessedellrsquoeternitagrave con la sola differenza che questrsquoultimo si riferisce ad unente finito che perciograve non egrave eterno per seacute ma per partecipazione

Lrsquoessere eviterno egrave come lrsquoeterno immutabile e non dagrave luogo inquanto egrave eviterno a un prima e a un poi La differenza dallrsquoeternosta nel fatto che egrave un essere finito composto quindi di atto e poten-za sigrave che in lui laquoaliud est esse et aliud quod estraquo ciograve che egrave eviter-no deriva dunque da un altro laddove lrsquoeternitagrave egrave prerogativadellrsquoEssere perfettamente attuato che si possiede di conseguenzain modo totale e non desume da nessuno la propria origineAllrsquoessere che egrave stabilito nellrsquoevo il prima e il poi potranno so -

prav venire ma solo accidentalmente mentre esso considerato

nella sua sostanza egrave del tutto immutabile e non suscettibile di

determinazione temporale29

Questrsquoultimo egrave il concetto di aevum a cui fa riferimento il Biffi inquanto il concetto di eviterno come laquociograve che ha un inizio e non ha unafineraquo egrave visto come inutile

Nella seconda parte sistematica il nostro autore vuole mostrare lrsquou-tilitagrave del concetto di evo infatti il Biffi ritiene che come il concetto dieternitagrave egrave utile per esprimere il mistero di Dio cosigrave il concetto di evopuograve essere altrettanto utile per conoscere qualcosa della situazione di chiegrave stato sottratto al laquomondoraquo cioegrave la nostra realtagrave corruttibile sottomessaal peccato e inserito nel laquoRegnoraquo cioegrave la condizione definitiva e sovra-temporale dei salvati In altri termini se lrsquoeternitagrave esprime la condizionepropria di Dio e la temporalitagrave esprime la condizione propria della crea-tura lrsquoeviternitagrave esprime quella particolare condizione in cui la creaturaredenta si viene a trovare che non egrave propriamente eternitagrave in quantolrsquoeternitagrave appartiene solo a Dio ma nemmeno piugrave temporalitagrave in quantoegrave chiamata a partecipare in modo definitivo alla vita divina

438 F Zirotti

29 G BIFFI Tu solo il Signore p 93 Corsivo nostro

A questo punto bisogna chiarire i concetti A nostro giudizio perben intendere il pensiero del Biffi bisogna tenere presente che quan-do parla di temporalitagrave non si limita a intendere semplicemente lamisurazione del movimento laquosecondo il prima e il poiraquo e quindiintendendo lrsquoeternitagrave come la negazione del tempo ma intende princi-palmente le laquocondizioni esistenzialiraquo in cui Dio e la creatura vivonoDio nella serenitagrave dellrsquoincorruttibilitagrave e immutabilitagrave del proprio esse-re laquopossedendo la propria vita interminabile in modo perfetto e simul-taneoraquo cioegrave nellrsquoeternitagrave La creatura nella penosa mutevolezza dellapropria vita corruttibile che inesorabilmente la conduce alla mortecioegrave nella temporalitagrave Tra le due condizioni ecco lrsquoeviternitagrave la laquocon-dizione esistenzialeraquo in cui la creatura chiamata da Dio laquoa diventaredioraquo si viene a trovare dopo che egrave stata redenta la quale pur rimanen-do creatura egrave sottratta alla pena di una vita corruttibile per essere inse-rita nella serenitagrave divina di una vita perfetta e definitiva vita checomincia giagrave in questo mondo col lavacro battesimale

Ora il concetto di aevum che qui si applica alla realtagrave redenta sor-passa quello scolastico30 solitamente considerato una proprietagrave dellanatura angelica31

439Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

30 laquoQui si impone subito una difficoltagrave lrsquoevo medievale egrave senza dubbio essenziale prero-gativa dello spirito creato e perciograve egrave una condizione del tutto naturale laddove la lsquosal-vezzarsquo biblica egrave un dono della libera iniziativa di Dio egrave legittimo trasferire un concettoindicante una realtagrave di natura al mondo soprannaturale cui siamo stati gratuitamentechiamati Ma la difficoltagrave non ci sembra insormontabile anzi egrave la stessa Rivelazioneche associa la salvezza dellrsquouomo a una lsquospiritualizzazionersquo dellrsquoelemento corporaleche perciograve acquista le prerogative dello spirito Il nostro destino glorioso consiste infattiin una lsquotrasnaturazionersquo che conferisce allrsquoanima la natura divina e al corpo la naturadellrsquoanima Questo egrave appunto il fondamento ontologico che sorregge il mistero pasqua-le cioegrave il lsquomistero del passaggiorsquo nel quale tutta la storia di salvezza si compendiaVorragrave dire che il nostro lsquoaevumrsquo dovragrave essere inteso come una piugrave alta e quindi piugravemisteriosa partecipazione allrsquoeternitagrave di Dio che non sia quella indicata dal significatoscolastico della parolaraquo in G BIFFI Tu solo il Signore pp 95-96

31 Si tenga sempre conto che tendenzialmente il Biffi non applica conclusioni metafisichealla teologia ma bensigrave cerca nella metafisica quei concetti che meglio possono esprimereil dato rivelato anche laquomodificandoliraquo per adattarli ai suoi scopi come in questo caso

Si passa quindi a considerare il rapporto tra Regno e mondo Esso egravedescritto nel Nuovo Testamento con tre schemi

1) il Regno egrave nel mondo ma in un tempo futuro (stesso luogotempo diverso)

2) il Regno non egrave nel mondo ma egrave contemporaneo al mondo (luoghidiversi stesso tempo)

3) il Regno egrave giagrave nel mondo (stesso luogo e stesso tempo)

Lrsquoutilizzo di tre differenti schemi per descrivere un medesimo rap-porto serve alla rivelazione per comunicarci la contemporanea connes-sione e la radicale diversitagrave tra il mondo e il Regno sottolineando lrsquoin-sufficienza dei concetti umani nel descrivere i loro rapporti Quindi sidovragrave tener conto di questa insufficienza concettuale quando si vorragravemettere in relazione lrsquoeviternitagrave condizione propria del Regno e la tem-poralitagrave condizione propria del mondo Bisogna tener conto che tempo-ralitagrave e spazialitagrave pur esprimendo legittimamente il rapporto mondo-Regno da sole non lo riescono ad esprimere in modo adeguato

Considerando ora solo il concetto di temporalitagrave che egrave ciograve che quiinteressa si capisce che lrsquoeviternitagrave del Regno deve subire la stessapurificazione che si ammette necessaria per lrsquoeternitagrave di Dio

Nellrsquoeternitagrave di Dio si purificheragrave lrsquoidea di contemporaneitagrave aven-do presente che Dio puograve essere considerato laquocontemporaneoraquo ad ogniistante del tempo ma proprio percheacute in Dio non si dagrave successionetemporale possiamo anche affermare che non egrave contemporaneo a nes-sun istante di tempo E si purificheragrave lrsquoidea di causa efficiente inquanto egrave certamente vero che essendo il mondo creato da Dio iltempo dipende dallrsquoeternitagrave ma si deve poter concepire anche unacausalitagrave a livello ontologico slegata dalla temporalitagrave che va daltempo allrsquoeternitagrave (si pensi alla reprobatio positiva dei cattivi)

Allo stesso modo questa purificazione che abbiamo visto in rap-porto ai legami tra Dio e il mondo (cioegrave tra lrsquoeternitagrave e il tempo)dovrebbe trasferirsi anche nella considerazione dei legami tra il Regnoe il mondo (cioegrave tra lrsquoevo e il tempo) bisogneragrave sottrarli alla tiranniadel concetto di contemporaneitagrave (infatti lrsquoevo come lrsquoeternitagrave egrave fuoridal tempo e quindi non puograve propriamente essere detto laquocontempora-neoraquo al tempo) e liberarsi nonostante la difficoltagrave del senso del

440 F Zirotti

laquoprimaraquo e del laquopoiraquo infatti il Regno non viene semplicemente laquodoporaquola vicenda umana ma egrave propriamente laquoaltroraquo dalla vicenda umana

Come i rapporti tra Dio e il mondo sono propriamente di natura onto-logica e non temporale e non si potragrave perciograve correttamente parlare dirapporti di successione o contemporaneitagrave allo stesso modo tra Regno emondo tra loro sussiste un legame che egrave principalmente ontologico e iconcetti di evo e tempo servono appunto per bilanciare il nostro modo di conoscere le cose che saragrave sempre dominato dalla temporalitagraveInsomma utilizzando le parole del Biffi

per la nostra ragione due stati drsquoessere sono o contemporanei o succes-sivi non si dagrave soluzione intermedia E invece evo e tempo non sono neacutelrsquouna neacute lrsquoaltra cosa ognuno dei due concetti egrave utilizzabile proprio inquanto serve a scampare al dominio dellrsquoaltro ma nessuno dei due egravepienamente avverato da questo rapporto [] Se non crsquoegrave successione neacutecontemporaneitagrave che legami ci sono tra il Regno e il mondo Sonolegami ontologici e come tali atemporali in se stessi analoghi a quelliammessi tra Dio e il mondo Si dagrave cioegrave in primo luogo una causalitagravediscendente il Regno influisce sul mondo lo guida lo modella verso ildestino assegnatogli da Dio E crsquoegrave una causalitagrave ascendente percheacute egravenel tempo che si costruisce il Regno Questo dualismo non continueragraveallrsquoinfinito quando tutta la creazione saragrave redenta ed entreragrave nellrsquoevo illaquomondoraquo finiragrave Allora non considerate le creature piombate nellarealtagrave tenebrosa della dannazione tutto saragrave Regno Allora perciograve nonci saragrave piugrave tempo quando Gesugrave laquoconsegneragrave il Regno al Dio e Padrepercheacute Dio sia tutto in tuttiraquo (1 Cor 1524-28)32

A nostro giudizio lrsquointera ipotesi si basa sul piano metafisicosulla definizione di creatura come laquoente che non ha lrsquoessere per seacute mada altroraquo definizione da cui egrave esclusa lrsquoidea di tempo come datoessenziale Perciograve se la temporalitagrave non rientra nellrsquoessenza della crea-tura in quanto creatura allora la questione come formulata nellrsquoartico-lo per noi regge poicheacute non emergerebbero problemi sul come lacreatura partecipi dellrsquoeternitagrave di Dio Rimane perograve lrsquoobiezione deri-

441Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

32 G BIFFI Tu solo il Signore p 101

vante dalla presenza anche nel Regno della materia poicheacute la materiaporta con seacute lrsquoidea di movimento e quindi di tempo

Ma se una confutazione dellrsquoaevum biffiano puograve compromettere lavisione escatologia del Biffi non compromette perograve il cristocentrismo(il primato del Signore Gesugrave nellrsquoordine della creazione e della reden-zione) infatti lrsquointuizione dellrsquoaevum del Biffi sta sigrave alla base anchedella considerazione del primato del Cristo nellrsquoordine della creazio-ne ma non come suo fondamento bensigrave come condizione metafisicapercheacute tale primato possa realizzarsi in quanto nella scienza teologicail fondamento egrave dato dalla rivelazione mentre le metafisica tenta dispiegare il dato rivelato (cioegrave di mostrare la sua non assurditagrave) in que-sto senso possiamo addirittura affermare che sia il primato di Cristo adessere il fondamento dellrsquoaevum e non il contrario33 Non egrave perograve que-sto il luogo dove affrontare lrsquoobiezione

Prima di proseguire ci sentiamo in dovere di scusarci con il lettorese gli abbiamo complicato le idee sullrsquoeviternitagrave piuttosto che chiarir-le se si sente confuso sappia che a volte lo siamo anche noi e cheanche noi non sempre riusciamo a districarci nella sintetica comples-sitagrave del pensiero del cardinale

123 laquoIl fine dellrsquoIncarnazioneraquo

Lrsquoarticolo comincia col chiedersi se per comprendere i motivi del -lrsquoIncarnazione sia legittimo domandarsi se il Verbo si sarebbe incarnato lostesso anche se lrsquouomo non avesse peccato La risposta egrave no La domandainfatti riguarda un futuribile divino (laquoche cosa avrebbe fatto Dio sehellipraquo) ilquale egrave un concetto contraddittorio percheacute un futuribile divino comportache lrsquoagire di Dio possa essere condizionato dalle scelte delle creaturementre egrave vero il contrario cioegrave sono le scelte di Dio che condizionano ilcomportamento delle creature Poicheacute quindi si pretende di indagare lrsquoas-

442 F Zirotti

33 In quello che affermiamo pensiamo di trovare supporto nelle stesse parole delBiffi laquoNellrsquoarticolo non lo dico ma egrave chiara la preziositagrave di questa ldquoterza dimen-

sionerdquo per arrivare a rappresentarci il Cristo che dalla destra del Padre esercita lasua azione mediatrice e salvifica sullrsquointera vicenda umana dal principio alla fineraquo[corsivo nostro] in G BIFFI Memorie e digressioni p 146

surdo la domanda egrave illegittima Di conseguenza il problema puograve essereposto solo in questo modo quale egrave il fine principale dellrsquoIncarnazione

Poicheacute egrave assurdo cercare i motivi dellrsquoagire di Dio fuori da Diostesso bisogneragrave dire che il fine dellrsquoIncarnazione egrave la gloria di Diocioegrave la manifestazione ad extra di alcune delle perfezioni divine Alche ci domandiamo quali perfezioni il Padre vuole mostrare conlrsquoIncarnazione del Figlio

Ora tali perfezioni saranno le stesse che emergono dalla contem-plazione di Gesugrave Cristo morto e risorto34 e la prima perfezione cheemerge egrave la misericordia35

Dunque se il fine dellrsquoIncarnazione egrave mostrare le perfezioni di Dioin questo mondo creato ci domanderemo quali siano i legami chelegano il Cristo (il manifestato) e lrsquouniverso (ciograve a cui egrave rivolta lamanifestazione)

Due premesse vanno fatte prima di procedere La prima che eli-minata qualsiasi considerazione ipotetica rimaniamo davanti al mon -do cosigrave come concretamente si dagrave cioegrave un mondo caduto e redentoperciograve il Cristo che si va a considerare egrave il Cristo morto e risorto Laseconda che il piano di Dio egrave un piano unitario36 perciograve lrsquounico pianodi Dio egrave il piano che concretamente si avvera

Lrsquoautore prende ora in considerazione lrsquoinno cristologico di Col 115-20che tratta appunto dei legami tra il Signore Gesugrave e la creazione Vadetto che san Paolo non conosce la distinzione tra il Verbo non incar-nato e il Verbo incarnato morto e risorto quindi quello che lrsquoapostolovuole qui affermare egrave il primato del Cristo laquostoricoraquo sia nellrsquoordine

443Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

34 Secondo un principio affermato dallo stesso Biffi in una conferenza sul cristocen-trismo tenuta a Bologna per capire la finalitagrave del piano divino in quanto lavolontagrave di Dio si realizza infallibilmente occorre guardare a come si concludequesto piano e la sua conclusione egrave appunto il Signore Gesugrave morto e risorto

35 Nellrsquoopera qui si cita lrsquoEsamerone di Ambrogio in cui il santo vescovo affermalaquoLeggo che quando ha fatto lrsquouomo Dio si egrave riposato percheacute aveva qualcuno a cuirimettere i peccatiraquo affermazione che mette in luce il primato della misericordianelle motivazioni dellrsquoagire di Dio

36 Il principio lo abbiamo giagrave trovato formulato in modo piugrave esteso in Colpa e

libertagrave

444 F Zirotti

della redenzione che in quello della creazione E lo fa attraverso trepreposizioni per lui (causa finale) per mezzo di lui (causa efficientestrumentale) in lui (analogia di stato in luogo che vuole esprimereche tutte le cose sono sorrette da Cristo ma anche causa esemplare)

Ammesso da tutti i teologi il primato di Cristo nellrsquoordine dellaredenzione (causa finale seconda della comunicazione della graziacausa esemplare della vocazione cristiana che egrave propriamente il dive-nire conformi a Cristo causa efficiente strumentale per la quale noiotteniamo la grazia) qui si vuole mostrare come tale primato sia daattribuire anche allrsquoordine della creazione

Proposizione laquoper luiraquo la causa finale A priori sono pensabili trerapporti tra il mondo e Cristo

1) il mondo per Cristo

2) Cristo per il mondo

3) il mondo e Cristo slegati da un legame di finalitagrave

Lrsquoultima ipotesi egrave da scartare percheacute equivale a negare lrsquounitarietagrave delpiano divino che come abbiamo giagrave visto va ammessa a priori Le altredue ipotesi invece occupano il dibattito teologico opponendo chi sostie-ne che Cristo egrave voluto per redimereperfezionare il mondo (seconda ipo-tesi Cristo per il mondo) a chi sostiene che il motivo dellrsquoIncarnazionesia da trovare nellrsquoeccellenza stessa del Verbo Incarnato eo che la prede-stinazione in Cristo abbia la precedenza assoluta (prima ipotesi il mondoper Cristo) La questione perograve viene lasciata aperta Certamente unrsquoipote-si non egrave ammissibile che Cristo sia costituito fine del mondo in unsecondo momento percheacute egrave assurdo pensare che il medesimo esserepossa avere due finalitagrave diverse in quanto la causa finale egrave intrinsecanella natura stessa di una cosa e perciograve non si puograve cambiare il fine di unanatura senza mutare di conseguenza anche la natura stessa

Ora la Rivelazione ribadisce sia la finalitagrave redentiva del lrsquoIn car na -zione che lrsquoassoluto primato di Cristo Poicheacute sostenere la seconda ipo-tesi (Cristo per il mondo) giustifica la finalitagrave redentiva ma non il prima-to mentre la prima (il mondo per Cristo) riesce a giustificare entrambe

bisogneragrave concludere che il mondo egrave voluto per Cristo cioegrave che Cristo egravela causa finale dellrsquouniverso anche nellrsquoordine della creazione

Viene poi ricordato che a) il Verbo Incarnato causa finale dellrsquouniverso egrave il Gesugrave Re den to re

b) il primato di Cristo non esclude le altre cose anzi Cristo nonpotrebbe nemmeno essere oggetto solitario delle intenzioni divinequesto egrave chiaro se si considera il carattere di mediatore di Gesugrave eancor piugrave chiaro il carattere di redentore in quanto un me dia to rere -dentore per essere tale necessita di una realtagrave da mediareredimere

Essendo dunque il Gesugrave Redentore la causa finale dellrsquouniverso neconsegue che non egrave pensabile la predestinazione del Cristo senza chequesta implichi anche la predestinazione della Chiesa cioegrave dellrsquouma-nitagrave redenta37

Proposizione laquoin luiraquo la causa esemplare Due vie ci permettonodi mostrare Cristo come causa esemplare La prima parte dalla nozio-ne di causa finale una cosa egrave finalizzata ad unrsquoaltra o percheacute le egrave utileo percheacute manifesta una sua caratteristica ora applicare a Dio la causafinale delle cose non puograve significare che le cose gli sono utili ma piut-tosto che esse manifestano una sua perfezione il che equivale a direche le cose sono esemplate sullrsquoessenza divina Allo stesso modoaffermare che le cose sono finalizzate al Cristo non significa dire chegli sono utili ma che esse manifestano la sua gloria il che equivale adaffermare che sono esemplate su Cristo stesso

La seconda via parte dalla Rivelazione o Cristo egrave modellato suAdamo o Adamo egrave modellato su Cristo o entrambi sono modellati sualtro La prima e la terza ipotesi si reggono solo se si nega a Cristo ilpossesso della maggior perfezione umana resta allora la secondaCristo quindi egrave causa esemplare dellrsquouomo

445Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

37 laquoUmanitagrave redentaraquo egrave la definizione di Chiesa che soggiace sotto questa affermazio-ne che non compare in questo articolo e che non egrave ancora comparsa negli scrittiesaminati finora Egrave perograve fondamentale nel pensiero del Biffi

Proposizione laquoper mezzo di luiraquo la causa efficiente I dati bibliciche assegnano allo stesso Cristo lrsquoazione creatrice non suppongono ladistinzione tra Cristo laquoin quanto Dioraquo e Cristo laquoin quanto uomoraquo neacutetanto meno parlano di causalitagrave morale-meritoria38 In una visione chevuole essere piugrave fedele al dato biblico si assegneragrave allora al CristoRisorto quindi al Cristo laquostoricoraquo una causalitagrave esemplare strumenta-le di natura ontologica per tutte le cose

Dimostrando quindi che al Signore Gesugrave sono attribuibili le causa-litagrave finale esemplare ed efficiente della creazione si egrave dimostrato ilprimato di Cristo anche nellrsquoordine della creazione

Certamente questa visione egrave supportata dallrsquoanalisi del rapportotempo-eternitagrave che abbiamo visto trattando dellrsquoaevum infatti

una simile concezione puograve essere elaborata solo se si prendecoscienza piugrave chiara dei particolari rapporti che esistono tra ladimensione temporale nella quale si svolge la nostra storia e quellaeterna nella quale anche Cristo vive e regna alla destra del PadreCerto se noi imprigionando mentalmente Dio nel tempo diciamoche quel Gesugrave che poi nasceragrave a Betlemme era giagrave presente al primomomento della creazione diciamo una cosa manifestamente assur-da Ma se restiamo consapevoli che lrsquoatto creativo di Dio egrave al difuori del tempo niente ci vieta di pensare ndash anche se la nostra fanta-sia e la nostra pigrizia mentale imbrogliano un porsquo le cose ndash che ilCristo risorto entrato nellrsquoeternitagrave sia associato allrsquoattivitagrave ad extradi Dio che egrave in seacute eterna anche se temporale nei suoi effetti39

124 laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo

Alla base della riflessione soteriologica trovano posto tre domande

446 F Zirotti

38 Altro non sono che le diverse spiegazioni dei teologi quando ammettono una certacausalitagrave efficiente di Cristo quelli che sono preoccupati percheacute la causalitagrave siauna vera causalitagrave ontologica la attribuiscono alla natura divina quindi a Cristo laquoinquanto Dioraquo quelli invece che sono preoccupati di attribuire la causalitagrave al Cristolaquotutto interoraquo parlano di causalitagrave morale

39 G BIFFI Tu solo il Signore p 40

quale evento egrave da ritenersi formalmente redentivo Quale motivointrinseco fa sigrave che tale evento abbia un effetto redentivo Quale lega-me lega Cristo e gli uomini affincheacute tale atto redentivo comunichi isuoi effetti anche su di noi e non solo al soggetto che lo compie

Lrsquoarticolo vorrebbe porre nella terza domanda il punto prospetticodella soteriologia

Ora si danno due schemi che possono spiegare come gli effettidella redenzione operata da Cristo possano comunicarsi agli uomini

1) il rapporto di sostituzione

2) il rapporto di solidarietagrave

Il rapporto di sostituzione cioegrave che Cristo ha espiato al nostroposto i nostri peccati egrave comune nella spiegazione dellrsquoevento salvificoe sembra essere provato dai sacrifici espiatori di Israele da quanto ildeutero-Isaia dice sul Servo di Jahveacute dalle parole di Gesugrave trasmessedai Vangeli e dai testi di alcuni Padri della Chiesa

Ma egrave dimostrato che i sacrifici di Israele non comportano affattolrsquoidea di sostituzione e di conseguenza si deve rivedere lrsquointerpreta-zione del Servo e dei detti di Gesugrave i testi scritturistici devono perciograveessere intesi come laquoa favore diraquo e non laquoal posto diraquo quindi nel sensodi una solidarietagrave tra il Cristo-Servo e il popolo Gesugrave ci ha redentinon percheacute si egrave sostituito a noi (soddisfazione vicaria) ma percheacute egraveunito a noi cioegrave egrave a noi solidale (espiazione solidale) Inoltre solo unrapporto di solidarietagrave permette di non avere una salvezza moralmenteinaccettabile come quella proposta dallo schema di sostituzione incui chi paga egrave lrsquoinnocente e chi guadagna egrave il colpevole che invece dimostrare la misericordia di Dio ne mostra invece lrsquoingiustizia

Stabilito che Cristo e lrsquoumanitagrave sono legati da un rapporto di soli-darietagrave ci chiediamo ora che tipo di legame solidale li unisce permet-tendo che gli effetti procurati dallrsquouno ricadano sullrsquoaltra Si danno trepossibilitagrave

1) solidarietagrave giuridica

2) solidarietagrave metafisica

3) solidarietagrave soprannaturale

447Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Secondo la solidarietagrave giuridica Cristo egrave unito allrsquoumanitagrave per undecreto della volontagrave divina Ma dato che la volontagrave divina non rag-giunge i soggetti esternamente ma li tocca nel loro stesso essere allorase Dio vuole che Gesugrave sia il capo dellrsquoumanitagrave Gesugrave e gli uomini sonolegati ontologicamente e non solo giuridicamente Siamo perciograve al punto di partenza in cosa consiste allora tale legame reale cioegraveontologico

La solidarietagrave metafisica ritiene che Cristo e gli uomini sono legatiin quanto partecipano della stessa natura umana In questo caso si pos-sono dare due possibilitagrave considerare solamente la partecipazione allanatura umana oppure considerare anche il modo particolare in cui lanatura umana si viene a trovare in Cristo La prima oltre al rischio dicadere in un realismo esagerato cioegrave pensare alla natura umana comeuna realtagrave per seacute sussistente al modo dellrsquoidea platonica il che cause-rebbe troppi problemi filosofici e teologici per essere accettato prove-rebbe troppo oltre alla trasmissibilitagrave degli effetti della redenzione diCristo verrebbe provata anche la trasmissibilitagrave degli effetti degli attibuoni compiuti dagli uomini trasmissibilitagrave che perograve sappiamo possi-bile solo in virtugrave del nostro inserimento in Cristo operato dallrsquoeventosalvifico La seconda che considera anche il mistero del lrsquoIn car na -zione non arriva a nessuna conclusione chiara e certa

La solidarietagrave soprannaturale ricorre allrsquoidea di Corpo mistico incui lrsquoumanitagrave intera egrave unita a Cristo suo capo ma il Corpo misticosegue ontologicamente la redenzione quindi egrave da scartarsi Si potreb-be pensare allora allrsquoIncarnazione in cui il Verbo assumendo la natu-ra umana si unisce allrsquoumanitagrave ma a questo punto lrsquoIncarnazioneavrebbe in seacute un valore pienamente redentivo in quanto inserirebbegiagrave gli uomini in Cristo Rimarrebbe perograve inspiegato percheacute la rivela-zione insista tanto sulla morte e risurrezione di Gesugrave come evento cen-trale della nostra salvezza Il problema sta nel fatto che se lrsquoumanitagravedopo lrsquoIncarnazione non egrave ancora unita a Cristo non si capisce comegli effetti della sua morte e risurrezione possano giovare agli uominima se con lrsquoIncarnazione gli uomini sono giagrave uniti a Cristo allora sisminuisce la Pasqua del Signore

Tale connessione reale tra Cristo e lrsquoumanitagrave deve perciograve precedereontologicamente la redenzione e deve essere un legame giagrave in atto

448 F Zirotti

prima che il peccato deturpasse lrsquoumanitagrave e tale che la colpa non pote-va spezzarlo di modo che si possano in qualche modo attribuire aCristo i nostri debiti e che la soddisfazione possa essere in qualchemodo detta anche nostra

Ora questa considerazione ci porta alla dottrina del primato delCristo Redentore nellrsquoordine della creazione in quanto

Cristo e lrsquoumanitagrave giagrave nellrsquoordine della creazione formano ununico vivente organismo e non possono separare le loro sorti sof-frono insieme e assieme conseguono la meta che allrsquouniverso egravestata assegnata dal Padre40

E possiamo affermare che Cristo e lrsquoumanitagrave sono un laquounico viven-te organismoraquo in quanto dellrsquoumanitagrave Cristo egrave la causa finale esem-plare ed efficiente cosigrave come abbiamo visto nellrsquoarticolo precedente

Questa egrave nellrsquoordine della natura lrsquointimitagrave piugrave alta e completa tragli uomini e il Verbo incarnato Lrsquoazione creatrice di Dio passaprima di finire su ciascun uomo attraverso il Cristo crocifisso erisorto ogni uomo egrave dunque sostenuto nellrsquoesistenza dal Verboincarnato E siccome laquonon datur actio in distansraquo ciograve stabilisce uncontatto ontologico permanente tra Gesugrave e gli uomini41

125 laquoPer una escatologia rinnovataraquo

Lrsquoarticolo fa proprio il ripensamento dello schema escatologicoche rimette al centro i novissima mundi al posto dei novissima homi-nis piugrave conforme cosigrave a quanto rivelato nelle Scritture Perograve al con-tempo si afferma la necessitagrave che questo ripensamento della concezio-ne escatologica sia un rinnovamento sostanziale e non solo verbale Etale rinnovamento secondo lrsquoautore saragrave possibile nella misura in cuila teologia riusciragrave a sciogliere due antinomie

449Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

40 G BIFFI Tu solo il Signore p 6341 G BIFFI Tu solo il Signore p 64

1) se il primato sostanziale sia dei novissima mundi o dei novissimahominis infatti la concezione biblica mette al centro il destinodel cosmo mentre con la dottrina della retribuzione immediatasi sposta il centro sul destino del singolo individuo

2) capire quale concezione antropologica sorregge la nostra escato-logia se la concezione platonica di unrsquoanima autosufficienteche si accorda con la dottrina della retribuzione immediata equindi con la centralitagrave dei novissima hominis o lrsquoantropologiabiblica che considera uomo solo quello corporalmente vivo eoperante che si accorda meglio con lrsquoidea della resurrezionefinale e con la centralitagrave dei novissima mundi

In questo articolo che si puograve vedere come sviluppo delle ideeespresse in Eternitagrave e tempo nel nostro destino42 il Biffi vuole perciograve

prospettare a titolo di ipotesi di lavoro che andrebbe in seguitosottoposta a verifica piugrave accurata una visione dellrsquoal di lagrave capacedi superare le antinomie sopra denunciate e di consentire quindi ilrinnovamento cui si era fatto cenno43

Lrsquointera ipotesi si regge

sulla convinzione che al di fuori della dimensione temporale pro-pria del mondo non crsquoegrave unrsquoaltra misura del permanere fondatasulla successione ma esiste lrsquoeternitagrave di Dio e in dipendenza daquesta lrsquolaquoaevumraquo laquoquaedam participata aeternitasraquo misura delpermanere del laquoRegnoraquo E come Dio eterno egrave per cosigrave dire com-presente a tutti gli istanti di tutta la linea temporale cosigrave questacompresenza (contemporaneitagrave saremmo tentati di dire impropria-mente) va attribuita a tutti quelli che collocati nel suo Regno par-tecipano della sua sovratemporalitagrave44

450 F Zirotti

42 Un ulteriore sviluppo si ha con Linee di escatologia cristiana che noi trattiamo nelterzo capitolo del nostro lavoro

43 G BIFFI Tu solo il Signore p 10544 G BIFFI Tu solo il Signore p 105

Il fondamento dellrsquointera costruzione egrave Gesugrave Cristo Redentore checon la sua risurrezione egrave stato posto laquoalla destra del Padreraquo e resoquindi partecipe della Sua eternitagrave e potenza La morte di Cristo segnala fine degli avvenimenti terreni e perciograve temporali della storia diGesugrave e lrsquolaquoinizioraquo degli avvenimenti celesti e perciograve eterni (o meglioeviterni) cioegrave risurrezione ascensione e parusia E poicheacute tali fattisono posti nellrsquoaevum non sono distinti da Cristo quindi il CristoRisorto egrave anche laquocontemporaneamenteraquo il Cristo laquoche vieneraquo e ilCristo laquogiudicanteraquo il mondo che egrave posto a conclusione della storiaumana Ne consegue che la parusia egrave un avvenimento futuro solo sulversante temporale del mondo e quando questrsquoultimo finiragrave non saragravepercheacute ad un evento ne egrave succeduto un altro ma percheacute lrsquouniversofinalmente saragrave entrato tutto nel Regno

Essendo Cristo causa finale ed esemplare della creazione egli egraveontologicamente il giudice del mondo e tale giudizio altro non saragraveche la manifestazione della nostra maggiore o minore conformitagrave allanostra causa esemplare Quindi il giudizio non egrave un evento temporaleche si situa alla fine della storia ma una condizione sovra-temporalepermanente In questa visione perciograve giudizio particolare e giudiziouniversale vengono a coincidere senza che vengano negate le dueveritagrave che la dottrina dei due giudizi distinti vuole enunciare cioegrave ilgiudizio universale alla fine dei tempi e la retribuzione immediatadopo la morte infatti se con la morte lrsquouomo si viene a trovare in unacondizione che egrave fuori dal tempo allora la fine del singolo uomo coin-cide con la fine del mondo

E sempre percheacute lrsquoanima dopo la morte si viene a trovare in unacondizione atemporale in cui laquonon ha temporaquo di aspettare al momen-to della morte lrsquoanima lasceragrave il corpo terrestre per entrare immediata-mente nel suo copro glorioso In questrsquoottica la morte non egrave piugrave tantola disgregazione dellrsquouomo ma il suo passaggio dalla condizione ter-rena a quella definitiva da questa vita allrsquoaltra

La dottrina del purgatorio ha come scopo quello di enunciare dueveritagrave lrsquoesistenza di una purificazione ultraterrena e lrsquoutilitagrave dei suf-fragi Riguardo alla prima nulla vieta di pensare che proprio il passag-gio dallo stato terrestre a quello glorioso sia una sofferenza purifican-te riguardo alla seconda poicheacute Dio in quanto eterno non egrave vincolato

451Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

da nessuna successione temporale niente impedisce di pensare che lapreghiera della Chiesa temporalmente successiva alla morte della per-sona possa agevolare questo passaggio purificatore in quanto agliocchi di Dio sono sempre due eventi laquocontemporaneiraquo

Per ultimo il Cristo Risorto assiso laquoalla destra del Padreraquo egrave compre-sente a tutta la storia del mondo dal suo inizio alla sua fine ciograve che santi-fica tutte le etagrave di questo universo egrave sempre e solo la grazia ontologica-mente derivante da lui E come non si puograve parlare propriamente di laquoatte-saraquo della parusia per i cristiani defunti cosigrave anche per i giustidellrsquoAntico Testamento infatti la speranza appartiene alla vita terrestrementre nellrsquoal di lagrave non crsquoegrave tempo di attesa ma solo possesso definitivo

2 laquoaLLa destra deL padreraquo

Le motivazioni che hanno spinto il Biffi a scrivere e pubblicareAlla destra del Padre sono piugrave di carattere pastorale che accademicoin quanto laquoqueste pagine sono infatti una specie di professione difede se penso agli alunni che ho avuto qualcuno dei quali potrebbedomandarsi ancora qualcosa sul mio conto mi capita di immaginareche in questa nostra bella confusione tale atto sia per me doverosoper la salvezza dellrsquoanimaraquo45

Come il Biffi spiega nella Premessa lrsquoopera vuole essere una sin-tesi della contemplazione della gloria di Cristo laquoun ldquoBreviloquiumrdquoche dovrebbe avere alle spalle ndash e grazie a Dio non ha ndash un corso com-pleto in otto grossi volumiraquo46 E vuole essere anche nuova in quanto ilpensiero qui esposto non concorda in vari aspetti con il metodo e leconclusioni della teologia classica

Cercheremo quindi di fare qui una laquosintesi della sintesiraquo in modo dapresentare nel modo piugrave breve e chiaro possibile i contenuti dellrsquooperaPerciograve dove la centralitagrave e lrsquooriginalitagrave del pensiero esposto non la richie-da la nostra preoccupazione saragrave quella di esporre i contenuti dei varicapitoli (a cui i nostri titoletti in grassetto corrispondono) piugrave che di

452 F Zirotti

45 G BIFFI Alla destra del Padre p 2246 G BIFFI Alla destra del Padre p 21

essere esaustivi nel riportare le relative argomentazioni per le qualirimandiamo direttamente al testo per chi volesse approfondire Tenendopoi conto che la maggior parte dei temi sono giagrave stati affrontati nei saggidi Tu solo il Signore ad essi si rimanderagrave ogni qual volta si incontreragrave unargomento che non abbia sostanziale diversitagrave con quanto giagrave esposto

La Gloria

Gesugrave che laquosiede alla destra del Padreraquo egrave il mistero che sta al centrodella contemplazione del Biffi e questrsquoopera vuole essere unrsquoesposi-zione delle conclusioni a cui porta questa contemplazione Tutto nelBiffi si fonda e ruota attorno a questo fatto che la nostra fede ci propo-ne di credere egrave alla luce del Cristo Glorioso che il nostro teologoguarda e interpreta i dati della nostra fede

In questo capitolo ci si domanda anzitutto che cosa significhi cheGesugrave Cristo laquosiede alla destra del Padreraquo infatti lrsquoespressione egrave daidiscepoli considerata fin da subito come espressiva del legame traGesugrave e il Padre (cf Sal 110) Poicheacute sedere alla destra di qualcunosignifica essere resi partecipi delle sue prerogative di onore e potereallora dire che Gesugrave laquosiede alla destra del Padreraquo significa attribuire aCristo gli stessi attributi del Padre Gesugrave che laquosiede alla destraraquo egravecolui che partecipa della gloria e della potenza di Dio Padre

Ma in che modo Gesugrave egrave posto laquoalla destra del Padreraquo Cioegrave in chemodo egrave glorificato

Le Scritture ci parlano della glorificazione del Signore Gesugrave attra-verso la descrizione di una serie di fatti la morte (per lrsquoapostoloGiovanni) la discesa agli inferi la risurrezione lrsquoascensione la venu-ta alla fine dei tempi

La risurrezione egrave lrsquoevento che in modo piugrave evidente manifesta laglorificazione di Cristo da parte del Padre meno invece gli altri fattidi cui perciograve qui ci si occupa per mostrare la loro connessione con laglorificazione di Gesugrave

In Giovanni morte e glorificazione sono strettamente collegate (cf Gv 12 32 laquoE io quando sarograve innalzato da terra attirerograve tutti a meraquo)e il collegare la glorificazione cioegrave lrsquoessere laquoinnalzatoraquo col misterodella croce ci fa dedurre che lrsquoevangelista trovi nella laquogloriaraquo lrsquoideache meglio riassume lrsquointero piano salvifico di Dio

453Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

La discesa agli inferi se nel suo significato primario vuole sempli-cemente affermare che Gesugrave egrave realmente morto nella riflessione diPaolo e Pietro assume la funzione di mostrare che la sovranitagrave salvifi-ca di Cristo non ha limiti di spazio estendendosi anche al regno deimorti (Paolo) e non ha limiti di tempo estendendosi anche a tutta lastoria passata (Pietro) perciograve la laquodiscesa agli inferiraquo (insieme almistero dellrsquoascensione) mostra lrsquouniversalitagrave spaziale e temporaledella redenzione di Gesugrave Cristo che raggiunge ogni luogo e ognipunto della storia

I testi neotestamentari se concordano nellrsquoaffermare che la glorifi-cazione di Cristo prevede una sua esaltazione nei cieli e una sua venu-ta alla fine dei tempi che la porti a compimento non concordano perogravenel dare un riferimento cronologico allrsquoascensione e alla parusia sem-bra che se occorre ammettere la loro realtagrave e importanza non meritiinvece altrettanta considerazione la loro collocazione temporalefacendo cosigrave intuire la loro sostanziale atemporalitagrave Questi eventiperciograve non andrebbero visti come due fatti che si succedono neltempo ma come due aspetti della medesima realtagrave cioegrave la glorifica-zione lrsquoascensione ci parla di Gesugrave che egrave posto dal Padre laquoalla suadestraraquo e reso quindi partecipe della sua gloria la parusia ci dice chequesta gloria saragrave a tutti manifestata alla fine della storia del mondoInfatti

Cristo egrave ormai intronizzato il giudice egrave insediato il laquomondoraquo egrave giagravesostanzialmente finito sono i sudditi gli imputati gli associati alregno che non hanno ancora aperto gli occhi La parusia conclusivanon saragrave pertanto un laquoritornoraquo di Gesugrave (parola che negli scritti neo-testamentari egrave accuratamente evitata) ma una manifestazione uni-versale e necessaria della laquovenutaraquo di Gesugrave dal Padre al mondo47

Tra il Padre e il mondo Gesugrave egrave sempre in atto di venire questalaquovenutaraquo che egrave iniziata con lrsquoincarnazione ha trovato il suo compi-mento nella resurrezione e trova il suo proseguimento nelle laquoepifanieraquodel Risorto Ma tali laquoepifanieraquo ndash ivi compresa quella universale e defi-

454 F Zirotti

47 G BIFFI Alla destra del Padre p 32

nitiva che concluderagrave la storia ndash non aggiungono niente alla esaltazio-ne di Cristo che si egrave avverata nella Pasqua Esse sono appunto dellelaquomanifestazioniraquo di estensione diversa e di diversa intensitagrave dellrsquounicarealtagrave che in se stessa egrave perfettamente compiuta48

I testi scritturistici ci conducono perciograve alla conclusione che la sto-ricizzazione degli eventi che seguono la morte di Cristo abbia una fun-zione prevalentemente strumentale cioegrave ha lo scopo di mostrarci nelmodo per noi piugrave comprensibile ciograve che costituisce la gloria del CristoRisorto e non tanto quello di fornirci una cronaca storica

Viene quindi criticata la concezione cronologica che ha dominatola teologia essa infatti non egrave riuscita a tenere sufficientemente contodel carattere strumentale di tale storicizzazione in quanto non ha maisufficientemente indagato in modo specifico il mistero della gloria diCristo ritenendo sostanzialmente la morte sulla croce come lrsquounicofatto redentivo e conseguentemente come lrsquounico evento degno diconsiderazione A motivo di ciograve in questrsquoopera il Biffi vuole mostrarelrsquoutilitagrave di riconsiderare piugrave approfonditamente la condizione di Cristolaquoseduto alla destra del Padreraquo

Il Regno49

La Rivelazione ci presenta i rapporti tra il Regno e il mondo secondoun triplice schema

1) temporale il mondo e il Regno sono due eventi successivi percui il Regno viene al termine della storia del mondo venuta checoincide con la parusia

2) spaziale mondo e Regno sono contemporanei ma spazialmentedistinti dove il Regno coincide con laquoil cieloraquo luogo della glori-ficazione di Cristo glorificazione che coincide con la parusiacome abbiamo visto sopra

3) laquodellrsquoimmanenzaraquo mondo e Regno occupano lo stesso spazio eil medesimo tempo

455Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

48 G BIFFI Alla destra del Padre p 3249 Ritroviamo qui quanto visto in Eternitagrave e tempo nel nostro destino

Il ricorso ad un triplice schema per descrivere i rapporti tra mondoe Regno mette in evidenza come un solo punto di vista sia insufficien-te per comprendere questi rapporti e come nessuno sia cosigrave inutile dapoterne fare a meno

La difficoltagrave si trova nella nostra impossibilitagrave di ragionare fuori daschemi spazio-temporali e di doverli perciograve usare entrambi per equilibra-re la nostra riflessione su qualcosa che entrambi eccede Una riflessionematura dovrebbe portare ad una purificazione e ad un superamento diquesti concetti infatti come si egrave superato lo schema spazio-temporale aproposito di Dio introducendo i concetti di laquoimmensitagraveraquo ed laquoeternitagraveraquoallo stesso modo egrave necessario superarlo per quanto riguarda la riflessionesul Regno che altro non egrave che lo stesso Cristo Glorioso unito a coloroche sono stati chiamati a partecipare della sua vita

Ora il Regno egrave una realtagrave sovraspaziale e sovratemporale in unaparola eterna o meglio eviterna in quanto il concetto di aevum permettedi differenziare una realtagrave a cui compete di per seacute lrsquoeternitagrave (Dio) daunrsquoaltra realtagrave che di tale eternitagrave egrave resa partecipe (la creatura) E dato chetutto egrave chiamato a diventare Regno tempo ed eternitagrave sono due aspetti incui si realizza un unico soggetto cioegrave la creazione

Di qui la difficoltagrave non ci troviamo di fronte a due ordini di creaturele une temporali e le altre eterne ma di fronte ad esseri che sono sia tem-porali che eterni temporali per creazione ed eterni per vocazione E diqui anche la necessitagrave di indagare i rapporti tra queste due condizionidella medesima realtagrave

Ritornando ai tre schemi sopra citati vediamo come essi abbiano incomune un elemento di connessione e uno di separazione50 ma la pre-senza di paradigmi diversi come giagrave detto mostra una loro insufficienzaperciograve tanto la connessione che la separazione non vanno cercate a livel-lo spaziale e cronologico ma a livello ontologico

A questo punto vengono esposte cinque norme che devono regolare ilnostro pensiero e la nostra terminologia quando trattiamo dei rapporti tra

456 F Zirotti

50 Schema temporale identitagrave di luogo diversitagrave di tempo Schema spaziale identitagravedi tempo diversitagrave di luogo Schema di immanenza identitagrave di tempo e luogodiversitagrave rispetto alla loro manifestazione

ciograve che egrave temporale e ciograve che egrave eterno Queste norme sono da considerar-si la laquodeclinazione praticaraquo della riflessione del Biffi sullrsquoaevum e anostro giudizio comprenderle egrave essenziale per capire lrsquoargomentare delBiffi in quanto altro non sono che le sue premesse Data quindi la loroimportanza le riportiamo qui nel modo piugrave completo possibile lasciandola loro spiegazione alle parole del nostro autore

1) Ciograve che egrave eterno puograve essere detto compresente a tutto ciograve che egravetemporale indipendentemente dai legami di efficienza

Dal momento che lrsquoeternitagrave egrave una presenza totale e simultaneaessa avvolge completamente la linea temporale siccheacute egrave nello stes-so rapporto con tutti gli istanti che si succedono [hellip] Secondoquesta norma il Cristo glorioso e la sua parusia possono esseredetti compresenti a tutte le epoche storiche51

2) Ciograve che egrave temporale possiede una relazione di laquoprimaraquo e dilaquopoiraquo con ciograve che egrave ugualmente temporale e non possiede mai pro-priamente parlando una relazione reale di laquoprimaraquo e di laquopoiraquo con ciograveche egrave eterno

La seconda parte [] dice che tale modo di esprimersi non deve esse-re inteso come se sussistesse nella realtagrave un rapporto cronologico traciograve che egrave temporale e ciograve che egrave eterno Un rapporto ovviamente sussi-ste ma non puograve essere di natura cronologica percheacute diversamente cisarebbe ancora una volta una assurda temporalizzazione dellrsquoeter-nitagrave Per questa norma quando io dico che la morte di Cristo egrave poste-riore alla nascita esprimo in modo proprio un rapporto vero e realeQuando dico che lrsquoascensione di Gesugrave alla destra del Padre egrave laquoposte-rioreraquo alla sua morte non mi esprimo con identica proprietagrave percheacutepongo in successione cronologica un fatto temporale e un fatto eviter-no anche se come vedremo questo linguaggio non egrave illegittimo52

457Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

51 G BIFFI Alla destra del Padre p 4552 G BIFFI Alla destra del Padre p 46

3) Ciograve che egrave eterno puograve possedere una relazione di efficienza conciograve che egrave temporale e ciograve che egrave temporale puograve possedere una relazio-ne di efficienza con ciograve che egrave eterno

Nella sua prima parte questa norma non fa che [] cogliere il lega-me ontologico tra Dio e il mondo mediante il concetto di causalitagraveefficiente [] Ma se vogliamo continuare a parlare di Dio e deisuoi rapporti col mondo dobbiamo introdurre unrsquoaltra analogia eparlare di unrsquoaltra quasi-causalitagrave efficiente che ascende dal tempoallrsquoeternitagrave anchrsquoessa da concepirsi in termini puramente ontologi-ci senza alcuna implicazione temporale cheacute il suo quasi-effetto egravenellrsquoeterno e non quindi posteriore ad essa [] I teologi forse siscandalizzano per questa asserzione Eppure anchrsquoessi a propositodei dannati parlano di laquoreprobatio positiva post praevisa demeri-taraquo cioegrave di una condanna da parte di Dio che egrave motivata e dunquemoralmente causata dalla libera scelta temporale dellrsquouomo che sidanna Se dunque la quasi-causalitagrave efficiente tra il tempo e lrsquoeter-nitagrave corre in ambedue i sensi non si vede percheacute non debba correrein ambedue i sensi anche tra il tempo e lrsquoeternitagrave partecipata cioegravelrsquoevo Potremo quindi ammettere da una parte che la vita di graziadegli uomini di ogni tempo sia causata dal Cristo glorioso dallrsquoal-tra che il Cristo glorioso sia il quasi-effetto di tutta la storia di sal-vezza figlio e insieme Signore di Davide secondo la lettura mes-sianica del Salmo 11053

4) Ciograve che egrave temporale puograve essere espresso come laquoanterioreraquo olaquoposterioreraquo a ciograve che egrave eterno a seconda che il rapporto di causalitagraveproceda dal temporale allrsquoeterno o dallrsquoeterno al temporale

Non si ha qui una contraddizione con la seconda norma percheacute sitratta adesso di stabilire la legittimitagrave dellrsquoimmagine temporale peresprimere il legame di causalitagrave [] Dal momento che nella nostraesperienza ciograve che egrave causa precede sempre e ciograve che egrave effetto segue

458 F Zirotti

53 G BIFFI Alla destra del Padre pp 46-47

ci egrave consentito di esprimere metaforicamente la causalitagrave con lrsquoante-rioritagrave e lrsquoeffetto con la posterioritagrave anche lagrave dove non si dagrave propria-mente successione cronologica Inversamente il sovvertimento diquestrsquoordine dovragrave essere considerato un modo espressivo illegitti-mo e quindi errato Secondo questa norma saragrave giusto dire che il giu-dizio di Cristo vien dopo la storia umana e saragrave errato affermare cheil Cristo glorioso precede il Cristo storico Drsquoaltra parte saragrave irre-prensibile lrsquoasserzione che il Cristo glorioso egrave laquopri maraquo della graziadei giusti dellrsquoAntico Testamento se egrave anchrsquoessa grazia di Cristo esaragrave condannabile il ritenere che la vita di grazia per qualche aspettopreceda lrsquoelezione e la predestinazione divina54

5) Le relazioni di efficienza tra un evento temporale e un eventoeterno possono essere reciproche purcheacute sotto aspetti formali diversi

Questa norma non fa che ricordarci il principio che non si possonodare due causalitagrave vicendevoli e simultanee cioegrave una realtagrave nonpuograve essere insieme causa ed effetto di unrsquoaltra realtagrave a meno chenon ci si riferisca a due distinti legami di efficienza Un esempiopreclaro e singolare egrave quello della Vergine Maria che in quantocreatura deriva la sua esistenza da Cristo laquoper mezzo del qualetuttoraquo e drsquoaltra parte in quanto madre egrave il principio dellrsquoesistenzaumana del Verbo onde giustamente puograve essere detta da Dantelaquofiglia del tuo figlioraquo55

Specifichiamo il Regno egrave lo stesso Cristo Glorioso in quanto rendela creazione partecipe della sua gloria Perciograve parlare di laquoRegnoraquo o dilaquoCristo Gloriosoraquo egrave sostanzialmente la stessa cosa in quanto

nel Cristo glorioso posto alla destra del Padre il mondo diventadefinitivamente regno e la storia umana si eternizza Egli possiedeuna reale vicenda temporale che sfocia nella partecipazione alla glo-

459Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

54 G BIFFI Alla destra del Padre pp 47-4855 G BIFFI Alla destra del Padre p 48

ria eterna del Padre In lui ci sono ambedue le condizioni quellatemporale e quella eterna e ogni seria e approfondita meditazione sudi lui non puograve sfuggire allrsquoarduo problema di definirne i rapporti56

Ora ci viene detto che il mistero di Cristo puograve essere consideratosotto due prospettive che si analizzeranno a parte e in successione

1) una laquoascensionaleraquo che considera lo svolgimento storico dellavita di Gesugrave dalla nascita alla sua glorificazione laquoalla destra delPadreraquo in questa prospettiva egrave essenziale salvare la successionecronologica e cogliere lrsquoidea di laquosvilupporaquo come categoria cri-stologica fondamentale

2) una laquodiscensionaleraquo che vuole vedere Gesugrave come lo vede ilPadre

Egrave questa la novitagrave piugrave rilevante sotto il profilo metodologico dellacristologia che il Biffi tenta qui di delineare non si considera piugraveCristo sotto la duplice prospettiva della natura umana e della naturadivina ma nella duplice prospettiva temporale ed eterna Non vadimenticato perograve che se il punto di vista piugrave adeguato egrave il secondocioegrave nella prospettiva eterna del Padre percheacute laquonessuno conosce ilFiglio se non il Padreraquo egrave anche quello piugrave lontano da noi perciograve lrsquoa-nalisi laquoascendenteraquo deve necessariamente precedere lrsquoanalisi laquodiscen-denteraquo e successivamente in essa integrarsi57

La vicenda terrestre di Cristo (la prospettiva laquoascensionaleraquo)

Si critica anzitutto la teologia classica per due motivi1) non avere sufficientemente compreso la strumentalitagrave della pre-

sentazione storica della glorificazione di Cristo (discesa agliinferi risurrezione ascensione e parusia)

2) non aver tenuto sufficientemente conto della storia di Gesugrave diNazareth cioegrave della sua laquocrescitaraquo come uomo

460 F Zirotti

56 G BIFFI Alla destra del Padre p 4957 Cf G BIFFI Alla destra del Padre pp 48-50

Riguardo al secondo punto si fa notare come lrsquoidea secondo laquale Gesugrave per essere un uomo perfetto doveva avere fin da subitopienezza di grazia e di conoscenza sia dovuta ad unrsquoidea di perfezioneche si adatta di piugrave alla natura divina che alla natura umana nellaquale invece egrave essenziale uno sviluppo interiore ed esteriore perciograveuna natura umana priva di questo dinamismo di crescita oltre a nonesistere non potrebbe essere detta perfetta come natura umana Di conseguenza questa crescita non solo esteriore ma anche interiorecioegrave nella conoscenza e nellrsquoaffettivitagrave deve essere attribuita anche aGesugrave se non si vuole negargli di essere un uomo perfetto

Quindi in Gesugrave Cristo va ammessa una crescita nella conoscenzanella volontagrave e affettivitagrave nella vita di grazia

1) Nella conoscenza Abbandonando il paragone con la visione bea-tifica si propone lrsquoanalogia con lrsquoautocoscienza comunementelrsquouomo arriva a conoscere se stesso in modo graduale in una con-tinua e sempre piugrave profonda analisi di seacute perciograve la conoscenza diseacute del proprio io piugrave profondo egrave un punto di arrivo e non di par-tenza Lo stesso allora va detto anche di Gesugrave il suo io piugraveprofondo lrsquoessere il Figlio del Padre Gesugrave arriva a conoscerlo inmodo graduale nella crescita della propria autocoscienza58 Se poisi considera tale conoscenza come un habitus59 si puograve ancheammettere che la conoscenza di Dio in Gesugrave non viene mai menoanche se non egrave sempre in atto Per quanto riguarda poi la cono-scenza delle cose ottenuta con la scienza acquisita si puograve dire chegli egrave possibile conoscerle piugrave profondamente nella loro relazionecol disegno divino attraverso un atto della volontagrave che lo laquocon-netteraquo con la stessa conoscenza del Padre la quale egrave stata raggiun-ta attraverso la progressiva conoscenza di seacute

461Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

58 Nel conoscersi come Figlio Gesugrave conosce conseguentemente anche le relazioniintratrinitarie conosce quindi il Padre e lo Spirito e la stessa essenza divina

59 Si definisce habitus la disposizione stabile che perfeziona una facoltagrave disponendoil soggetto ad agire piugrave facilmente in un modo piuttosto che in un altro

2) Nella volontagrave e affettivitagrave Poicheacute i moti affettivi dipendono dal -la conoscenza in quanto si ama e si desidera ciograve che si conoscee nella misura in cui lo si conosce bisogneragrave ammettere ancheuna crescita nella volontagrave e nellrsquoaffettivitagrave in quanto cresceran-no con il crescere della conoscenza

3) Nella vita di grazia Se si intende la grazia come conformitagrave allanatura di Dio e non come una laquocosaraquo che si possiede o menoallora possiamo sigrave attribuire a Gesugrave una pienezza di grazia mainserita nel dinamismo proprio della natura umana la quale pre-vede che questa conformitagrave a Dio si raggiunga in modo gradualee non in modo istantaneo

Se egrave vero quanto abbiamo detto e cioegrave che Gesugrave come uomo egrave sog-getto ad una crescita allora anche la stessa storia della salvezza dovragraveessere considerata in una prospettiva di sviluppo di crescita Non cisaragrave perciograve un unico atto in cui lrsquoevento salvifico si realizza e si esau-risce in modo immediato e definitivo ma ogni singolo episodio dellavita di Gesugrave avragrave un valore soteriologico (la predicazione le guarigio-ni la morte la stessa presenza di Cristo tra gli uomini) fino a giunge-re al compimento che si realizza nella sua risurrezione e nella sua glo-rificazione Noi siamo di fronte ad una laquostoria della salvezzaraquo e unastoria non egrave un insieme di fatti tra loro slegati ma di eventi tra loroconnessi e miranti a raggiungere un unico fine

E se vogliamo capire percheacute questo insieme di fatti sia una laquoreden-zioneraquo dovremmo paragonare lrsquoazione di Gesugrave allrsquooperato di Adamocon cui si contrappone infatti come Adamo si egrave allontanato da Dioribellandosi cosigrave Cristo mediante la sottomissione al Padre ricondu-ce lrsquoumanitagrave peccatrice allrsquounione con Dio

Ci si domanda ora come sia possibile che la vicenda storica di Ge sugrave ter-minata nella sua glorificazione sia per noi causa del nostro ritorno allacomunione con Dio La risposta egrave quella data in Sod di sfa zio ne vicaria oespiazione solidale mostrando come il concetto di solidarietagrave egrave piugrave confor-me al dato biblico rispetto al concetto di vicarietagrave si introduce il discorsoche spiega che tale solidarietagrave che permette che gli effetti della redenzionepossano essere attribuiti anche a noi e non solo a Cristo egrave possibile poicheacuteGesugrave e lrsquoumanitagrave sono legati tra loro a motivo della creazione stessa in

462 F Zirotti

quanto il Signore Gesugrave egrave causa finale esemplare e strumentale della creazio-ne in altri termini a causa del primato di Cristo nellrsquoordine della creazione

Per ultimo lrsquoaspetto dinamico della crescita di Cristo come reden-tore che diventa pienamente tale solo con la risurrezione e lrsquoascensio-ne al cielo si puograve applicare anche al suo laquodiventareraquo Figlio di Dioinfatti egrave il Cristo Glorioso che entra in relazione con il Padre il qualeegrave ontologicamente posteriore alla storia salvifica di Gesugrave Per evitaregrossolani fraintendimenti riportiamo le parole del Biffi

Il Cristo in relazione di filiazione col Padre egrave solo il Cristo gloriosonel quale tutti i momenti precedenti vivono e si eternizzano Dalmomento poi che il Cristo glorioso pur vivendo nellrsquoeternitagrave puograveessere detto laquoposterioreraquo alla vicenda terrena in forza della quartanorma stabilita al capitolo precedente si puograve riconoscere che in tuttapienezza Gesugrave di Nazaret laquoegrave diventatoraquo Figlio di Dio al momentodella sua glorificazione In termini di teologia classica si puograve direche essendo lrsquounione ipostatica una relazione reale solo da partedella natura umana niente vieta di pensare che da parte della naturaassunta questa relazione sia non totalmente e costantemente identicaa seacute ma progressivamente piugrave intensa Naturalmente ciograve non signifi-ca che nella vita terrestre Gesugrave non fosse laquofiglio di Dioraquo ma che crsquoegraveun crescere in tutta la sua laquopersonalitagraveraquo umana anche nella sua rela-zione ontologica col Padre un crescere si capisce da parte del -lrsquolaquohomo assumptusraquo non da parte del Padre60

La condizione celeste di Gesugrave (la prospettiva laquodiscensionaleraquo)

Si passa adesso alla prospettiva laquodiscensionaleraquo per contemplare ilCristo dalla prospettiva eterna del Padre

Ora un termine con il quale le Scritture indicano la condizioneeterna di gloria del Cristo egrave quello di laquomediatoreraquo Gesugrave che laquosiede

463Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

60 G BIFFI Alla destra del Padre p 66

alla destra del Padreraquo egrave il mediatore tra Dio e gli uomini mediazioneche esprime anzitutto il rapporto indissolubile e definitivo ontologicotra Dio e la creazione Questo legame viene analizzato su due versantila connessione col mondo e la connessione col Padre

Per quanto concerne il legame tra Cristo e il mondo ci si ricollega so -stanzialmente a quanto giagrave espresso nel saggio Il fine del lrsquoIn car na zio neaffermando la causalitagrave esemplare finale ed efficiente strumentale diCristo Poicheacute Gesugrave egrave laquopredestinato come Figlio di Dioraquo (Rm 14) ed egraveil laquoprimogenito della creazioneraquo (Col 115) e quindi tutte le cose sonostate volute e pensate in lui saragrave anche lrsquoarchetipo di tutto lrsquouniversocioegrave la sua causa esemplare Si dovragrave poi anche ammettere che Cristoegrave la causa finale della creazione in quanto lrsquounitagrave armonica dellrsquouni-verso dipende dalla presenza di una causa finale che in seacute unifica lemolteplici realtagrave di cui lrsquouniverso egrave costituito Ora dato che tutto egravevoluto in Cristo e Cristo egrave voluto per manifestare la gloria di Dio diconseguenza anche tutta la creazione egrave voluta per Cristo e per manife-stare la sua gloria Inoltre se si vuole rispettare il detto scritturistico chenon conosce distinzione tra il Cristo-Dio e il Cristo-uomo bisogneragraveaffermare per ultima anche la causalitagrave efficiente strumentale di Cristo

Si mostra poi come quanto emerso fin qui metta in crisi la teologiatradizionale la quale si sente costretta a riferire questrsquoordine di causalitagraveal Verbo di Dio non incarnato ma cosigrave facendo si imbatte in una dupliceproblematica esegetica in quanto la Scrittura non conosce un Figlio diDio non incarnato e teologica in quanto lrsquoapplicazione della causalitagrave aGesugrave laquoin quanto Dioraquo fa sigrave che in definitiva questa causalitagrave non sidistingua dalla causalitagrave attribuibile al Padre non spiegando quindi lrsquoac-curata distinzione che invece ne fa Paolo Si ritiene che queste proble-matiche siano superabili riflettendo sui rapporti tra dimensione eterna etemporale come abbiamo giagrave avuto modo di vedere

Per quanto riguarda invece la connessione col Padre partendo dallaconstatazione che il primo rapporto che lega Gesugrave e il Padre egrave quello diessere il laquomandatoraquo e seguendo quanto emerge dagli scritti evangelicisi arriva ad affermare che questo legame si situa principalmente e pro-priamente allrsquointerno della stessa vita divina la prima e fondamentalelaquomissioneraquo che lega il Figlio e il Padre egrave la stessa processione di genera-zione E in forza dellrsquounione ipostatica possiamo dire dunque che al

464 F Zirotti

termine della processione di generazione si trova un uomo Gesugrave il cro-cifisso risorto Conseguentemente il Figlio di Dio incarnato morto erisorto si trova anche allrsquoorigine della spirazione dello Spirito61 Egrave pro-prio nel fatto che un uomo egrave reso partecipe della vita intratrinitaria chetroviamo la ragione per la quale possiamo attribuire ad un uomo lacausa dellrsquoesistenza e della vocazione soprannaturale del mondo Qui sitrova la ragione ontologica dellrsquoessere mediatore di Cristo Gesugrave egrave pontetra la creazione e Dio percheacute in lui sono unite la creatura e la divinitagrave

La predestinazione in Cristo

La ragion drsquoessere di questo capitolo egrave il voler far luce sul proble-ma teologico della predestinazione

Se come abbiamo detto finora al centro del piano divino crsquoegrave GesugraveCristo Redentore ne conseguiragrave che lrsquoatto che vuole un redentorevorragrave anche simultaneamente una realtagrave da redimere Possiamo perciogravedire che noi siamo laquocompredestinatiraquo con Cristo a essere partecipi delmistero di gloria del Padre

Ora il problema nasce dal modo con cui Agostino ha inteso il con-cetto di laquopredestinazioneraquo cioegrave come lrsquoatto misericordioso con cuiDio sottrae dalla massa dannata dellrsquoumanitagrave peccatrice alcuni uominiper salvarli Lrsquoidea di predestinazione serve principalmente ad Ago sti -no per esprimere la gravitagrave del peccato universale e non la ricchezzadellrsquoazione salvifica di Cristo e il nostro essere chiamati a parteciparedel suo stesso destino

Il cuore e lrsquoerrore della concezione di Agostino egrave ritenere che lrsquoideadi laquosceltaraquo insita nel concetto di predestinazione comporti inevitabil-mente anche una laquoesclusioneraquo se Dio elegge alcuni ne consegue chene esclude altri Ma proprio questrsquoidea che unrsquoelezione comporti unalimitazione del numero degli eletti non trova spazio nel Nuovo Te sta -mento (le caratteristiche della predestinazione che emergono dalle pagi-

465Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

61 Il tema verragrave ripreso nellrsquoultimo capitolo di Alla destra del Padre

ne del NT sono la soprannaturalitagrave la gratuitagrave lrsquouniversalitagrave e lrsquoinfalli-bile efficacia62 che perograve non egrave nostro interesse qui approfondire)

Le dottrine successive sulla predestinazione anche se tra loro incontrasto condivideranno tutte il limite di accettare acriticamente laposizione di Agostino

La riflessione sulla predestinazione origina la trattazione dei rapportitra natura e sopranatura Se noi siamo stati voluti cioegrave predestinati inCristo allora la comprensione di noi stessi non puograve prescindere dallaconsiderazione dei nostri rapporti con il Signore Gesugrave se la nostra natu-ra egrave voluta in ragione di un fine soprannaturale ne consegue che questosoprannaturale diventa indispensabile per comprenderla63

Qui occorre fare chiarezza nei termini il concetto di laquonaturaraquo che la teo-logia normalmente usa egrave di derivazione filosofica e indica tutto ciograve che rien-tra nellrsquoordine delle creature di conseguenza indica con laquosoprannaturaleraquotutto ciograve che da questo ordine eccede Ma se i concetti di soprannaturale enaturale hanno il pregio di sottolineare la gratuitagrave del dono di grazia rispettoalla realtagrave creata portano comunque con seacute il rischio di considerare la naturaumana come qualcosa di per seacute completo e rendere conseguentemente lanostra vocazione soprannaturale come qualcosa di estraneo e superfluo

Ora perograve la rivelazione dicendoci che noi siamo pensati e voluti inCristo ci parla di una laquonaturaraquo differente una laquonatura teologicaraquo unacreatura che egrave voluta per essere resa partecipe della vita divina in GesugraveCristo e che dunque solo in questa partecipazione puograve giungere a realiz-zarsi pienamente

Viene perciograve proposto il superamento dei concetti di laquonaturaleraquo e laquosopran-naturaleraquo con la distinzione allrsquointerno dellrsquounica laquonatura teologicaraquo dellrsquouo-mo di un aspetto laquocreaturaleraquo e di uno laquofilialeraquo che esprimano la sua essen-ziale alteritagrave con Dio ma al contempo la sua predestinazione in Cristo Gesugrave

466 F Zirotti

62 A proposito dellrsquoinfallibilitagrave della predestinazione ci teniamo a fare unrsquoosserva-zione il Biffi nel testo afferma lrsquoinfallibile efficacia della volontagrave salvifica di Dioche supera qualsiasi ostacolo e contemporaneamente la possibilitagrave dellrsquouomo diporre un ostacolo a questa azione salvifica Ora a nostro giudizio lrsquoautore nelmodo con cui formula il concetto cade in una contraddizione che non si preoccupadi sciogliere Si veda G BIFFI Alla destra del Padre pp 91-92

63 Si veda quanto egrave detto a riguardo in Colpa e libertagrave

La vita in Cristo

Finora si egrave detto che Gesugrave egrave la causa finale esemplare ed efficientedella creazione e che quindi anche noi siamo stati pensati in Cristoper essere anche noi in lui partecipi della vita divina Questo capitolovuole analizzare in maniera meno superficiale in cosa consiste lanostra somiglianza con il Signore Gesugrave e il nostro inserimento in lui

Per sintetizzare la questione allrsquouomo va applicato quello che diCristo si egrave detto in quanto egli egrave il prototipo dellrsquoumanitagrave ad esclusio-ne ovviamente di tutto quello che concerne il suo ruolo di laquoconcreato-reraquo In modo particolare si vuole mostrare che allo stesso modo diGesugrave anche il cristiano laquocresceraquo lrsquoopera di trasformazione della gra-zia non egrave istantanea ma essa opera la redenzione in modo gradualefacendo crescere il cristiano come figlio di Dio il quale perograve raggiun-ge la pienezza di questa trasformazione solo una volta che egrave definiti-vamente inserito nel Regno Come Gesugrave si egrave pienamente realizzatosolo quando egrave stato assiso laquoalla destra del Padreraquo cosigrave anche lrsquouomosaragrave totalmente laquofiglio nel Figlioraquo solo quando saragrave ammesso nellagloria della Trinitagrave

Questa crescita questa azione di trasformazione comincia dallrsquoe-sterno mediante le azioni dellrsquouomo le quali non sono mai sconnessedal rapporto con Cristo e dal suo influsso agendo bene si avvicinasempre piugrave al suo modello che non smette mai di attirarlo a seacute (e agen-do male da lui allontanandosi) in modo che lrsquoinflusso salvifico delCristo possa giungere fino al cuore dellrsquouomo percheacute egli creda e siconverta Da questa fede nasce poi la speranza E culmine di questacrescita egrave la caritagrave che saragrave piena solo quando saremo definitivamenteentrati nel Regno

Il senso del capitolo a nostro giudizio egrave ben espresso da questopasso

Restano ancora larghe zone periferiche dellrsquoessere umano cheancora devono essere penetrate dallo spirito di Cristo Anche coluiche egrave stato raggiunto e riplasmato nella sua capacitagrave di amare equindi nella sostanza dellrsquoessere spirituale possiede nel suo mondointeriore interi continenti dove non egrave stata piantata la croce

467Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Questrsquoopera di laquoevangelizzazioneraquo prosegue anche dopo che laroccaforte dello spirito egrave stata conquistata64

Ciograve che permette questa nuova vita egrave lrsquoinabitazione nel cuore del-lrsquouomo dello Spirito Santo che altro non egrave che la Pentecoste la qualequindi non egrave tanto un evento storico passato quanto uno stato perma-nente Tale inabitazione poi si propone di attribuirla allo Spirito comeproprietagrave e non come appropriazione65 in quanto solo cosigrave viene ade-guatamente distinta lrsquoinabitazione di Dio nellrsquouomo redento dalla Suagenerale presenza per immensitagrave Ma in cosa consiste questa inabita-zione dello Spirito nel cuore dellrsquouomo

Tale inaudita integrazione tra lo Spirito Santo e lo spirito umano egrave dinatura laquoontologicaraquo e non puograve consistere se non in una quasi-identi-ficazione in essa Dio diventa ndash per usare il linguaggio della scuola ndashla causa quasi-formale dellrsquouomo rinnovato Lrsquouomo dunque arrivaa vivere come se la vita divina avesse perfettamente sostituito la suavita di conoscenza e di amore La sostituzione ovviamente non siavvera per la presenza in lui dellrsquoaspetto creaturale ma se ne hannotutti gli effetti egli egrave ugualmente immesso allrsquointerno della vita diDio e vive come se fosse Dio Poicheacute Dio ci attira a seacute e ci coinvolgenella sua piugrave segreta ed essenziale attivitagrave il nostro essere piugraveprofondo diventa teatro delle operazioni immanenti alla vita divinaentro la nostra come entro la vita divina il Figlio egrave generato e loSpirito Santo sgorga dagli abissi della divinitagrave Noi comprendiamoallora come mai il pensiero cristiano si arrischi a parlare sulla scortadella seconda lettera di Pietro di una genuina anche se inconcepibi-le laquopartecipazione alla vita divinaraquo66

468 F Zirotti

64 G BIFFI Alla destra del Padre p 10465 Per laquoproprietagraveraquo si intende che esiste un legame personale e oggettivo tra una Persona

della Trinitagrave e lrsquoeffetto prodotto (per esempio la redenzione egrave laquoproprietagraveraquo del Figlio)per laquoappropriazioneraquo si intende che un effetto egrave attribuito ad una persona per unsemplice legame di convenienza (per esempio la creazione attribuita al Padre)

66 G BIFFI Alla destra del Padre p 108

Partecipazione alla vita divina che si concretizza nella nostra laquoin -cor porazioneraquo a Cristo cioegrave nella nostra conformitagrave a lui e di conse-guenza nella nostra connessione con lui che si realizza in quanto Cri -sto egrave posto al principio della missione dello Spirito e noi al termine

Peccato e dannazione

Sempre a motivo del fatto che noi siamo pensati e voluti in Cristomorto e risorto la colpa puograve essere adeguatamente compresa solo allaluce del Signore Gesugrave Se dunque Gesugrave egrave il modello su cui lrsquouomo egravestato creato e a cui egrave chiamato a uniformarsi per realizzare la sualaquonatura teologicaraquo si comprende che il peccato egrave difformitagrave da Cristodegradazione dellrsquouomo Lrsquoatto peccaminoso mostra cosigrave la sua gra-vitagrave in quanto tenta di sconnetterci dal Signore Gesugrave

Ma la centralitagrave che nel disegno divino occupa il Cristo Redentoreci porta a comprendere anche qual egrave il senso del male Se infatti comeabbiamo giagrave detto le motivazioni che spingono Dio allrsquoagire sono daricondurre alla manifestazione delle sue perfezioni per comprendere ilsenso del male dobbiamo chiederci quali perfezioni questo mondopervaso dal male e dal peccato permette di mostrare E questa perfe-zione egrave la sua misericordia Dunque alla luce di quanto fin qui si egravedetto possiamo dire che

proprio lrsquoesistenza del peccato spiega lrsquoesistenza di Gesugrave crocifissoe risorto il quale egrave appunto il segno supremo e lrsquoattuazione dellamisericordia di Dio il mondo non egrave stato pensato se non in Cristoma Cristo non egrave stato voluto se non come Redentore Il peccato ndashche in se stesso e nel suo riferimento alla decisione umana che gli dagraveorigine egrave quanto di piugrave abominevole e irrazionale si possa pensare ndashnellrsquoambito del piano divino di salvezza e in quanto oggetto dellavolontagrave permissiva di Dio entra come elemento indispensabile allrsquoe-sistenza del liberatore del mondo ed egrave quindi la laquoconditio sine quanonraquo percheacute si avveri questo particolare e profondissimo tipo di rap-porto tra gli uomini e lrsquoUomo tra il Redentore e i colpevoli67

469Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

67 G BIFFI Alla destra del Padre p 122

Rimane perograve lrsquoenigma della dannazione a cui dopo quanto si egravedetto si egrave tentati di negare senso e possibilitagrave infatti se la colpa hasenso per manifestare la misericordia di Dio che senso ha invece lrsquoe-terna ostinazione allrsquoamore del Padre Questo enigma secondo ilBiffi si risolve nel mistero della libertagrave umana solo la concreta possi-bilitagrave della dannazione cioegrave la definitiva scelta contro Dio permetteallrsquouomo di essere veramente una creatura libera cioegrave capace dicostruirsi il proprio destino eterno In altri termini come il peccato egravela condizione percheacute possa manifestarsi la misericordia di Dio allostesso modo la dannazione egrave la condizione percheacute possa manifestarsila libertagrave dellrsquouomo

La storia di salvezza

La rivelazione egrave lrsquoannuncio di un fatto o meglio di una serie di fattitra loro connessi cioegrave la rivelazione egrave lrsquoannuncio di una storiaDimensione storica questa che non deve essere trascurata dalla rifles-sione teologica quanto detto sulla meta-storicitagrave degli eventi che seguo-no la morte di Gesugrave ci deve indurre a non prendere acriticamente tutta lacronologia della storia della salvezza ma non significa dimenticarla Sipuograve dire che la ragion drsquoessere del capitolo egrave contestare la tradizionaledottrina degli stati di natura di cui il Biffi ha giagrave mostrato lrsquoillegittimitagravein Colpa e libertagrave e nellrsquoarticolo laquoTamquam spoliatus a nudoraquo

La teologia ha tradizionalmente espresso la storicitagrave con cui si rea-lizza la redenzione attraverso la descrizione degli stati di natura Ma selrsquounica fonte dellrsquounica grazia egrave Gesugrave Cristo e se laquosedendo alla destradel Padreraquo egrave reso partecipe anche dellrsquoeternitagrave di Dio per la quale egravecompresente a tutta la storia del mondo dallrsquoinizio alla fine ne conse-gue che le condizioni in cui lrsquouomo si viene a trovare sono le medesi-me in qualunque epoca storica e quindi lrsquounico stato di natura esisten-te egrave quello di natura redenta dipendendo le condizioni della salvezzapersonale dallrsquounica grazia che procede dal Signore Gesugrave

Si nega quindi lrsquoesistenza storica1) della natura pura cioegrave lrsquouomo senza peccato e senza elevazione

soprannaturale percheacute egrave un puro concetto

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2) della natura puramente decaduta cioegrave lrsquouomo corrotto dal pec-cato e senza gli aiuti della grazia percheacute ammettendola sicadrebbe nellrsquoassurdo come si egrave giagrave dimostrato in Colpa elibertagrave

3) della natura perfettamente riparata cioegrave lrsquouomo escatologicoripristinato nelle sue condizioni iniziali percheacute facendo partedella condizione escatologica ed eterna non va considerata tragli stati storici dellrsquoumanitagrave

Per essere corretti dunque bisogneragrave riconoscere il carattere stru-mentale degli stati di natura che la teologia ha introdotto per megliocomprendere la nostra condizione attuale e riconoscere che la storianon riguarda in senso passivo le condizioni di salvezza ma in sensoattivo i principi di salvezza che nel loro sviluppo storico portano alCristo Glorioso la storia non egrave laquosalvataraquo ma laquosalvanteraquo

Si contesta poi la legittimitagrave di parlare dello stato di natura integraed elevata cioegrave dellrsquouomo innocente con i doni preternaturali e lrsquoele-vazione soprannaturale Senza negare con questo il peccato originaleoriginato frutto di una trasgressione umana si vuole solo mettere inguardia dal fare ipotesi sulle proprietagrave dello stato di innocenza in cuiavrebbe vissuto Adamo prima del peccato Infatti per lrsquooscuritagrave dellarivelazione stessa si puograve solo affermare lrsquoesistenza di questo deterio-ramento dellrsquouomo e niente di piugrave Le riflessioni sulle condizioni del-lrsquouomo nello stato di natura innocente appaiono infatti come la descri-zione idealizzata dellrsquouomo facendo di quello che dovrebbe essere iltraguardo escatologico anche la condizione iniziale Ma se al centrodel disegno divino crsquoegrave il Cristo allora la storia di salvezza non andragravetanto dallrsquouomo perfetto allrsquouomo perfetto passando per uno stato didecadenza che il Cristo viene a sanare ma andragrave invece da Cristo aCristo Si auspica che questa oscuritagrave sulla natura integra porti ad unpiugrave saggio silenzio

La storia non va da Adamo al Signore che viene laquosulle nubi delcieloraquo attraverso unrsquoepoca di decadimento e di redenzione incoati-va Neppure egrave un progressivo umanizzarsi e laquocristificarsiraquo dellarealtagrave che andrebbe cosigrave avvicinandosi al Cristo come alla sua ine-

471Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

vitabile sublimazione Neacute lo schema antico che fa dellrsquouomo unnobile decaduto destinato a rientrare in possesso delle sue preroga-tive neacute lo schema evoluzionista [] per il quale lrsquouomo egrave un esse-re che faticosamente si eleva dallo stato di bruto allrsquoassimilazioneal Signore glorioso [] Cristo non egrave solo il termine ideale di tuttoil dramma tutti i momenti sono ispirati e mossi da lui La vera sto-ria non va dal bruto a Cristo ma da Cristo a Cristo anche se egravevero come giagrave avevamo rilevato che la strada dellrsquouomo egrave unavvicinamento al regno Egli non egrave solo alla fine ma anche al prin-cipio di tutto laquoTutto egrave stato creato per mezzo suo e per lui ed egliegrave prima di tuttoraquo (Col 116-17) Riflettere sul Signore Gesugrave alladestra del Padre non porteragrave dunque a rinnegare la laquostoriaraquo mapiuttosto a scoprirne la molla segreta che dallrsquoinizio alla fine lapone in moto e la spiega nelle sue vere ragioni68

LrsquoEucarestia

LrsquoEucarestia egrave il mezzo con il quale gli uomini sono condotti ad unacomunione piugrave consapevole ed intima con il laquomisteroraquo cioegrave con il Cri -sto Gesugrave il Figlio di Dio incarnato morto e risorto che laquosiede alla de -stra del Padreraquo dal quale diparte la forza divina creatrice e redentrice

Per prima cosa ci si chiede come si concili la natura sacrificaledellrsquoEucarestia con lrsquoesplicita affermazione biblica dellrsquounicitagrave delsacrificio redentore partendo dallrsquoobiezione luterana per cui se ilsacrifico egrave unico la messa non puograve avere un valore sacrificale Questorisulta un falso problema se si capisce che la caratteristica del sacra-mento egrave di moltiplicare le presenze ma non le realtagrave il sacramentoeucaristico rende presente in modo nuovo lrsquounico sacrificio delCalvario e perciograve non egrave da esso adeguatamente distinto Ma non vadimenticato che questo sacrifico non puograve ridursi alla sola morte incroce la realtagrave sacrificale insieme alla passione e morte comprendeanche la glorificazione Sono infatti la risurrezione e lrsquoingresso nellagloria del Padre a dare significato ed efficacia alla morte in croce

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68 G BIFFI Alla destra del Padre p 135

Quindi laquolrsquoazione eucaristica rappresenta efficacemente e addirittu-ra contiene il sacrificio redentore per quel che egrave rappresentabile econtenibileraquo69 Ma in che modo il sacrifico redentore egrave contenuto nel-lrsquoazione eucaristica

Ora un fatto del passato egrave finito per sempre e quindi non si puograveaffermare che il rito eucaristico rompendo la barriera spazio-temporaleci ripresenta qui e ora laquoin mysterioraquo gli avvenimenti della redenzione70Ma se

un fatto entra a costituire una storia esso nella sua sostanza e nelsuo valore si riversa e continua a vivere nellrsquoavvenimento succes-sivo E se questa storia nella sua conclusione sfocia in un eventoeterno ndash comrsquoegrave il caso della storia salvifica ndash allora si intravede lapossibilitagrave di una presenza laquoin mysterioraquo di tutto quello che egraveandato a eternizzarsi e perciograve anche del laquonuncraquo intramontabile Per la Prima Norma infatti laquociograve che egrave eterno puograve essere detto com-presente a tutto ciograve che egrave temporale indipendentemente dai legamidi efficienzaraquo71

Pertanto egrave la presenza viva del Cristo Glorioso nel quale il sacrifi-co egrave eternizzato e perciograve sempre attuale che rende possibile il valoresacrificale dellrsquoEucarestia senza per questo negare lrsquounicitagrave del sacri-fico redentore Quindi ciograve che egrave presente nel rito eucaristico egrave il sacri-fico eterno cioegrave la storia salvifica che si egrave eternizzata con lrsquoentratanella gloria del Figlio di Dio

Si dice poi che la presenza del sacrifico nellrsquoassemblea eucaristicaegrave possibile percheacute lrsquoassemblea stessa egrave concausa dellrsquoatto redentivopresente nellrsquoEucarestia in quanto altrimenti lrsquoazione eucaristicasarebbe solo una memoria del sacrificio e non renderebbe realmentepresente il sacrifico stesso Infatti la Chiesa non egrave solo il termine del-lrsquoazione salvifica operata da Cristo ma egrave anche laquocomprincipioraquo di

473Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

69 G BIFFI Alla destra del Padre p 14370 Lrsquoidea era stata proposta a inizio del xx secolo dal benedettino Odo Casel71 G BIFFI Alla destra del Padre p 144

questa azione salvifica cioegrave egrave laquocorredentriceraquo Ognuno di noi divienein Cristo principio di salvezza per i fratelli e questo aspetto del pianodivino egrave appunto espresso nel rito eucaristico

Questo legame ontologico e non solo morale che lega lrsquoassembleaal Cristo Redentore egrave possibile grazie alla laquotransustanziazioneraquo chetrasformando per opera dellrsquoassemblea eucaristica il pane e il vino nelcorpo e sangue di Cristo fa si che lrsquoassemblea sia concausa del sacri-fico eterno ossia lo renda qui e ora efficace

Ovviamente non va dimenticata lrsquoefficienza antecedente del sacrifi-co che crea la ekklesia ma la sua creazione non egrave voluta per esseresemplicemente il temine dellrsquoazione salvifica ma per divenire com-principio della stessa

Lrsquoeffusione dello Spirito che dagrave questa essenziale dimensioneescatologica alla celebrazione la rende anche un fatto eminente-mente unificante Un gruppo di uomini sui quali lo Spirito scendesi compagina nel laquoChristus totusraquo assimilandosi e compenetran-dosi collrsquounico Sacerdote eterno nellrsquoatto di redimere e cosigravediventa una ekklesia unrsquoassemblea una chiesa La Chiesa chedalle acque battesimali sorge come comunitagrave dei salvati nel ritoeucaristico si configura come comunitagrave dei collaboratori nellrsquoazio-ne salvifica E poicheacute lrsquoopera di salvezza egrave unica e definitiva colo-ro che vi divengono partecipi come comprincipi costituiscono unaunitagrave vivente nel Cristo Dallrsquoeucaristia nasce cosigrave la Chiesa comesola e insostituibile fonte nel Cristo unico mediatore e redentoredel rinnovamento dellrsquouniverso72

La Chiesa

Lrsquoumanitagrave riconformata al suo capo attraverso la sofferenzaredentrice e riconsacrata al Padre dalla gloria del Figlio dellrsquouomoegrave la Chiesa la nuova Eva che nasce dal costato del vero Adamo

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72 G BIFFI Alla destra del Padre p 151

addormentato sulla croce nel sonno della morte [] egrave lo stessomistero della gloria di Gesugrave considerato nel suo lato laquoterrestreraquo73

La Chiesa dunque egrave il frutto della redenzione operata dal SignoreGesugrave lrsquoaltro lato del mistero del Cristo Glorioso se lrsquoeterno disegnodel Padre vede al centro dellrsquointero universo un Redentore esso avragravenecessariamente al suo fianco la realtagrave che redime cioegrave la ChiesaEcco allora che non solo non si dagrave la Chiesa senza il Cristo ma non sidagrave nemmeno il Cristo senza la Chiesa

Il termine dellrsquoazione dello Spirito mandato dal Cristo che laquosiedealla destra del Padreraquo egrave dunque lrsquoumanitagrave che dalla sua azione vieneredenta e diventa cosigrave Chiesa Ma come abbiamo detto precedente-mente parlando dellrsquoEucarestia la Chiesa non egrave solo il termine di que-sta azione redentiva ma ne egrave anche il comprincipio la Chiesa non egravesolo laquosalvataraquo ma anche laquosalvanteraquo Ecco dunque che qui si esprimeil mistero della laquocorredenzioneraquo derivante dal nostro essere stati crea-ti in Cristo Se il nostro laquoprototiporaquo egrave un redentore allora anche noisiamo a nostra volta dei laquoredentoriraquo

Ora egrave il battesimo la porta che ci inserisce nel mistero dellrsquoumanitagraveredenta Non si dagrave infatti comunitagrave cristiana senza che si dia il lavacrobattesimale che inserendoci nella morte e risurrezione di Cristo ciimmette nella vita nuova del Regno Perciograve il battesimo puograve ben dirsila fine del mondo e lrsquoinizio dellrsquoera escatologica

E dalle acque del battesimo non emerge una somma di individuisingolarmente redenti ma un popolo una ekklesia Lrsquointimitagrave con Dionon egrave un fatto individuale ma riguarda lrsquointera umanitagrave nel pianodivino infatti il soggetto della redenzione non egrave tanto lrsquoindividuoquanto lrsquoumanitagrave appunto la Chiesa

In questo nuovo popolo non crsquoegrave spazio per il dominio in quanto tuttifigli dellrsquounico Padre Ma ognuno dei figli realizza la somiglianza colPadre a modo proprio per questo nellrsquounica Chiesa ognuno ha un suoposto cioegrave ha dei carismi propri Carismi che non si limitano ad edifica-re lrsquoindividuo ma sono donati principalmente per lrsquoedificazione dellrsquoin-

475Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

73 G BIFFI Alla destra del Padre p 153

tera Chiesa Alcuni di questi sono dati a tutti come la partecipazione alsacerdozio di Cristo e il carisma profetico per lrsquoannuncio del Regno etra questi il carisma piugrave alto e che deve informare tutti gli altri egrave lacaritagrave Ma tutti i doni dello Spirito sono per lrsquouomo dei carismi

Altri carismi poi non sono dati a tutti ma tutti quanti concorronoalla realizzazione del Regno Il primo tra questi egrave il carisma del matri-monio che egrave principalmente segno dellrsquoamore che lega Cristo allaChiesa dunque il matrimonio egrave al servizio della comunitagrave non soloper la generazione dei figli ma anche e soprattutto percheacute egrave figuradella Nuova Alleanza

Abbiamo poi il carisma del celibato un dono che egrave dato per la per-fezione del singolo ma sempre per essere a servizio della Chiesa inquanto il celibe laquoper il regnoraquo realizza giagrave qui quella che saragrave la con-dizione escatologica definitiva di tutti i redenti74

Al vertice dei carismi troviamo il carisma apostolico tra cui quellolaquospecialeraquo del primato petrino Al vertice in quanto egrave voluto per gui-dare la Chiesa a cui tutti i carismi devono riferirsi per essere confer-mati nella loro autenticitagrave

Arrivato a questo punto il Biffi si concentra su una delle immaginiche la Scrittura propone per illuminare questo mistero lrsquoimmaginedella Sposa tema centrale della riflessione ecclesiologica biffiana

La Chiesa che nasce dal battesimo e dallrsquoEucarestia egrave dunque tal-mente unita al suo Salvatore che viene usata lrsquoimmagine sponsale perdescrivere tale legame E se la Chiesa egrave la sposa di Cristo certamentesaragrave unica e bella e santa non crsquoegrave dunque spazio per parlare di unalaquoChiesa peccatriceraquo La Chiesa infatti

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74 laquoLa castitagrave consacrata egrave una presenza del regno nel mondo Perciograve non esige unsacramento che la determini percheacute egrave essa stessa un sacramento o meglio appar-tiene non tanto allrsquoepoca dei segni sia pur efficaci quanto allrsquoepoca delle realtagravedisvelate La Chiesa che vive straniera e pellegrina sulla terra ha bisogno di que-ste anticipazioni e ne vive come vive di sacramenti Una Chiesa che non traduces-se in pratica nelle sue istituzioni questa preferenza di Gesugrave non ne custodirebbeintegralmente il messaggioraquo in G BIFFI Alla destra del Padre p 164

egrave unrsquoassemblea santa di uomini peccatori ma il peccato non fapresa su di lei Nella misura in cui lrsquoegoismo o lrsquoorgoglio o lrsquoavari-zia ci deturpano noi agiamo al di fuori della Chiesa e in sensocontrario alle sue ispirazioni siccheacute le nostre azioni malvagie nonle appartengono E mentre essa continuamente ci santifica noi nonarriviamo mai a contaminarla75

E proprio percheacute egrave santa la Chiesa vuole sempre di piugrave unire a leiquanti giagrave le appartengono e in questo senso possiamo dire che laChiesa pur santa egrave sempre in atto di purificarsi e questo eserciziodella virtugrave cristiana della penitenza si realizza nei sacramenti dellapenitenza e dellrsquounione degli infermi

Ma poicheacute in questa vita la purificazione non potragrave mai esserecompleta e perfetta ecco che tale purificazione proseguiragrave anche dopola morte Il purgatorio perograve non va confuso con un luogo ciograve che puri-fica egrave il passaggio da questa vita allrsquoaltra come si egrave detto e come sidiragrave in seguito

La consumazione

Il capitolo riprende quanto egrave giagrave stato trattato negli articoli Eternitagravee tempo nel nostro destino e Per una escatologia rinnovata e che saragravenuovamente ripreso nel volume Linee di escatologia cristiana che noitratteremo nel capitolo successivo

Si parla dunque del limite dello schema spazio-temporale per trat-tare dellrsquoal di lagrave del primato dei novissima mundi sui novissima homi-nis dellrsquounicitagrave del giudizio finale che egrave laquocontemporaneamenteraquo indi-viduale ed universale che questo giudizio altro non egrave che la manife-stazione della maggiore o minore conformitagrave a Cristo della morte cheva vista come un passaggio da questo mondo allrsquoaltro dove lrsquoanimadellrsquouomo lascia il corpo mortale per entrare direttamente nel coproglorificato

477Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

75 G BIFFI Alla destra del Padre p 168

La conoscenza di Dio

Il Signore Gesugrave non egrave solo il salvatore del mondo ma anche larivelazione del Padre non solo per quello che dice e fa ma primaria-mente per quello che egrave Dunque meditando il piano salvifico che simostra nel Cristo Glorioso possiamo giungere ad intravedere illaquoPianificatoreraquo

Conoscendo il Cristo noi conosciamo prima di tutto il piano di sal-vezza la oikonomia divina Ma nel piano intravediamo veramente ilPianificatore nella oikonomia ci egrave elargita anche una theologhia76

Anzitutto veniamo a conoscere come Gesugrave sia il laquomandatoraquo delPadre e come la gloria del Cristo sia comprincipio della missione delloSpirito sul mondo che ha come termine la costituzione della ChiesaMa per essere adeguatamente comprese queste missioni non possonoessere pensate come poste solo nella realtagrave creata esse rimandanoallrsquointimo della vita divina

La duplice missione salvifica del Figlio e dello Spirito ha la suascaturigine allrsquointerno della vita divina nellrsquoesistenza eterna e asso-luta di una duplice derivazioneEd ecco che la contemplazione del Cristo rivelatore del Padredischiude uno spiraglio alla conoscenza del segreto di DioVeniamo cosigrave a sapere che tra le perfezioni divine crsquoegrave anche unafeconditagrave immanente una dovizia drsquoessere una esuberanza drsquoamo-re che dagrave origine a una vita interiore di relazione77

Da qui la nostra teologia trinitaria che con lrsquoaiuto del concetto dilaquorelazioneraquo cerca di esprimere cosa hanno di proprio le tre laquoipostasiraquofermo restando lrsquounicitagrave della natura divina

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76 G BIFFI Alla destra del Padre p 18677 G BIFFI Alla destra del Padre p 189

Ma anche la conoscenza naturale di Dio puograve passare solo per ilCristo Glorioso Infatti se il Cristo egrave il modello della creazione egrave ine-vitabile che una conoscenza di Dio che proceda dalle cose create siimbatta anche nel laquomediatoreraquo che unisce Dio e il mondo Dunque se

uno arriva con tutto il suo spirito ndash in modo che ne sia impegnatala sua vita ndash a capire con un ragionamento perfettamente e incon-futabilmente logico lrsquoesistenza di un Dio personale come causatotale della realtagrave egrave segno che nel corso di questo procedimentospirituale ha compiuto implicitamente un atto di fede soprannatu-rale nel Redentore78

Il Dio che si rivela in Cristo non smette perograve di essere per noilaquomisteroraquo

Dio con la sua interiore inafferrabile ricchezza ci appare comecolui che essendo a una distanza infinita dalla creatura egrave al di lagravedella portata massima della nostra intelligenza Tra noi e lui crsquoegrave unabisso che egrave da parte nostra assolutamente invalicabile Ma non daparte sua laquoLa misericordia di Dio egrave altrettanto grande della distanzache separa lrsquoinfinito dal finito e tende a colmare questa distanzaraquo[] Questa misericordia questa laquocondescendentiaraquo [] sta alla basedi ogni discorso teologico e filosofico Essa ha valicato lrsquoabisso conla creazione delle cose e con la missione del Figlio e dello SpiritoTali effusioni dellrsquoessere divino ben diverse tra loro ndash sono ambeduereali e ambedue luminose non crsquoegrave niente di opaco nellrsquoagire divinoSo no dunque delle laquorivelazioniraquo Non ci dagravenno egrave vero una cono-scenza immediata dellrsquoessere infinito ma ci offrono una serie di fattie di concetti diversi e talvolta in opposizione tra loro e insieme cico municano la certezza che tutto ndash al di lagrave della frammentarietagrave e del -la dispersione ndash si rannoda nella pienezza insondabile del Mi ste ro79

479Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

78 G BIFFI Alla destra del Padre p 19379 G BIFFI Alla destra del Padre p 194

Perciograve egrave sempre Dio che si avvicina a noi sia nella laquorivelazionepositivaraquo che nella laquorivelazione naturaleraquo egrave dunque lrsquoavvicinarsi delMistero che permette sia la ricerca teologica che la ricerca filosoficacioegrave di conoscerlo

Ed egrave un mistero al quale non si accede ndash anche sul piano puramen-te conoscitivo ndash se non per mezzo di Cristo che sta alla destra delPa dre80

~ ~ ~

Per dare al nostro lettore una piugrave chiara comprensione dellrsquooperanella sua struttura e nei suoi contenuti proponiamo qui un breve sche-ma riassuntivo dove accanto agli argomenti che si trattano mettiamotra parentesi i titoletti dei vari capitoli

1) Il Cristo Glorioso la premessa dellrsquoopera (La Gloria)2) Il rapporto eternitagrave-tempo e la nuova prospettiva cristologica che

ne deriva (Il Regno)a) la prospettiva laquoascensionaleraquo la crescita di Cristo e lrsquoespia-

zione solidale (La vicenda terrestre di Cristo)

b) la prospettiva laquodiscensionaleraquo il primato di Cristo e le mis-sioni intratrinitarie (La condizione celeste di Gesugrave)

3) Il problema teologico della predestinazione e il rapporto natura-sopranatura (La predestinazione in Cristo)

4) La conformazione a Cristo e il suo opposto (La vita in Cristo ndashPeccato e dannazione)

5) Il problema teologico degli stati di natura (La storia di salvezza)6) LrsquoEucarestia e la Chiesa (LrsquoEucarestia ndash La Chiesa)7) Lrsquoescatologia (La consumazione)8) Trinitaria e teologia naturale una laquointroduzioneraquo (La conoscen-

za di Dio)

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80 G BIFFI Alla destra del Padre p 195

3 laquoLinee di escatoLogia cristianaraquo

Lrsquoopera esplicita e sviluppa i temi giagrave trattati negli articoli Eternitagrave etempo nel nostro destino e Per una escatologia rinnovata Il lettore che egravegiunto fino a questo punto non avragrave difficoltagrave a capire quanto viene esposto

Il libro si apre con un capitolo preliminare in cui descrive come ilproblema di cosa ci sia dopo la morte sia fondamentale per la vita del-lrsquouomo percheacute la risposta non concerne solo la sorte futura mainfluenza la stessa vita presente come tale problema non abbia rispo-sta puramente umana e come i laquomitiraquo escatologici che tentano didarne una soluzione (metempsicosi progresso annientamento) sianodestinati al fallimento

Lrsquoopera egrave suddivisa in due parti La prima laquoIl nostro destino egrave inCristoraquo non fa altro che ribadire la centralitagrave del Cristo Glorioso neldisegno salvifico del Padre e mostrare le conseguenze di ciograve a livellodi escatologia universale La seconda molto breve laquoEscatologia esorte individualeraquo che possiamo definire la parte del trattato riguar-dante lrsquoescatologia individuale considera la morte del cristiano e lasua purificazione ultraterrena

Lrsquoopera non vuole essere un esauriente trattato di escatologia mauna sorta di laquoschemaraquo sintetico in cui si riorganizza e laquosvilupparaquo ciograveche era giagrave stato detto negli articoli sopra citati E in essa non comparela classica divisione tra escatologia individuale ed escatologia univer-sale ma tratta lrsquoescatologia come una sorte unica propriamente coin-volgente lrsquointero universo e a cui lrsquouomo partecipa al momento dellapropria morte che viene vista qui come passaggio dalla condizionetemporale a quella eterna del Regno In altri termini tratta principal-mente dellrsquoescatologia universale e in rapporto ad essa dellrsquoescatolo-gia individuale che in ultima analisi coincidono

laquoIl nostro destino egrave Cristoraquo

Il contenuto dellrsquoevangelo egrave Cristo La Rivelazione non ci ha mani-festata altra realtagrave che il Figlio di Dio crocifisso e risorto in luilaquoimmagine del Dio invisibileraquo (Col 115) ci ha introdotti nella com-prensione del mistero del Padre in lui laquoerede dellrsquouniversoraquo per il

481Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

quale tutte le cose sono state create (Eb 12 Gv 13) ci ha fattoconoscere il significato vero del mondo [] Perciograve ricercare la solu-zione cristiana del problema umano dellrsquoescatologia e riflettere suciograve che ci attende significa contemplare il Cristo81

Quindi la domanda laquocosa crsquoegrave doporaquo che fonda tutta lrsquoescatologiaha una sola risposta Cristo

Cristo egrave definito dalla Rivelazione come laquoil Primo e lrsquoUltimoraquo maciograve che va compreso egrave che il Cristo di cui la Scrittura ci parla egrave anzituttolrsquouomo Gesugrave di Nazaret percheacute la Scrittura non conosce la distinzionetra il Verbo non incarnato e il Verbo incarnato Perciograve il centro dellrsquointe-ra creazione il motivo per cui tutto egrave stato voluto e il fine a cui tutta lacreazione tende come abbiamo giagrave avuto modo di vedere non egrave sempli-cemente il Figlio di Dio ma il Cristo morto e risorto

Gesugrave egrave laquoil Primoraquo in quanto mediatore (ontologico) tra il Padre e ilmondo nellrsquoordine della creazione ma egrave anche laquolrsquoUltimoraquo in quanto egrave il finee la fine dellrsquointera creazione che in lui pienamente si realizza e si conclude

Tuttavia poicheacute ci egrave dato spazio per la partecipazione nostra allarealtagrave definitiva che egrave giagrave in atto crsquoegrave come un supplemento nellavicenda e un altro momento finale Se la risurrezione di Cristo egrave lafine crsquoegrave anche una fine della fine quando anche questa progressi-va partecipazione delle creature alla condizione del Signore risortosaragrave conclusa E questa egrave ciograve che comunemente chiamiamo fine delmondo Ma questa laquofine della fineraquo saragrave essa stessa una manifesta-zione di Cristo Egli saragrave dunque il laquosegnoraquo anche di questa con-clusione visibile della storia la quale si esauriragrave appunto quandolaquoappariragrave in cielo il segno del Figlio dellrsquouomoraquo (Mt 2430)82

In altri termini possiamo dire che lrsquoescatologia universale consisteessenzialmente nella manifestazione nel creato del Cristo Gloriosocausa esemplare finale e strumentale dellrsquointera creazione cioegrave il cen-tro di tutto

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81 G BIFFI Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 2007 p 1982 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 24

Un altro titolo con cui la Rivelazione designa Gesugrave egrave laquovenienteraquolaquocolui che vieneraquo la fine della storia umana ha un protagonista nellacui venuta consisteragrave la fine e che ponendo termine alla storia umanane sveleragrave il senso profondo Per significare questa laquovenutaraquo laScrittura utilizza i termini parusia ed epifaneia che significano laquoren-dersi presenteraquo laquomanifestarsiraquo termini utilizzati nel mondo classicoper indicare la manifestazione di trionfo di un generale dopo una vitto-ria Cristo con la sua morte e risurrezione ha giagrave vinto il mondo e oraaspetta di manifestarsi completamente come vincitore la parusia dun-que egrave una realtagrave giagrave in atto che aspetta di compiersi nella sua totalemanifestazione Si fa notare come il Nuovo testamento non parli maidi laquoritornoraquo di Gesugrave

Della parusia noi giagrave abbiamo una percezione iniziale nella fedenella speranza e nella caritagrave ma saragrave nella morte cioegrave nel passaggioda questa vita allrsquoaltra che si manifesteragrave a noi il Cristo Glorioso

Nel momento stesso [della morte] vedremo comrsquoegrave in veritagrave il corsoturbolento della storia universale pacificarsi nella glorificazione delFiglio di Dio e sfociare nel mare splendido della sua risurrezione83

In questa prospettiva risulta chiaro come la sorte individuale e uni-versale abbiano come unico traguardo il Cristo e perciograve se si vuoleattenersi alla visione biblica non egrave opportuno neacute consentito pensare adue conclusioni cronologicamente distinte

Un altro dato che la Rivelazione ci offre egrave che la parusia di Cristosaragrave anche un giudizio ci viene detto che ci saragrave un giudizio che coin-volgeragrave laquoi vivi e i mortiraquo cioegrave lrsquointera umanitagrave e che il giudice saragrave lostesso Gesugrave che con la sua morte e risurrezione ha giagrave giudicato ilmondo e nella sua parusia manifesteragrave la sentenza

Questo giudizio consisteragrave nella manifestazione della nostra mag-giore o minore conformitagrave a Cristo in quanto egli egrave causa finale edesemplare della creazione E poicheacute il compendio dellrsquointera Legge egravelrsquoamore sullrsquoamore si baseragrave il giudizio poicheacute egrave lrsquoamore che ci faavvicinare a Cristo e ci rende partecipi della sua vita

483Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

83 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 29

Tale giudizio comporteragrave poi una glorificazione o una dannazione Ilgiudizio quindi non egrave solo un traguardo ma anche un bivio che separadue destini umani antitetici lrsquouno di condanna lrsquoaltro di glorificazione

Ma la glorificazione dellrsquouomo trova la sua origine nella risurrezionedi Cristo nella quale lrsquoumanitagrave esce dalla sua condizione di tenebra perentrare nel destino eterno di felicitagrave assegnatole fin dallrsquoinizio la primae piugrave importante veritagrave escatologica egrave quindi la risurrezione di Cristo

La ragione della nostra risurrezione la troviamo nella nostra voca-zione ad assimilarci al Signore Gesugrave che comincia con lrsquoatto di fede etrova il suo culmine in questa vita nella partecipazione al sacramentoeucaristico Di qui lrsquoidea del Biffi che

la nostra glorificazione egrave in dipendenza dalla raggiunta conformitagrave aCristo risorto e per quanto ci possa a prima vista stupire ammette unpiugrave e un meno Un uomo saragrave per cosigrave dire tanto piugrave risorto quantopiugrave grande egrave stata la sua conformitagrave al Primogenito attraverso lafede la speranza la caritagrave la partecipazione ai misteri divini84

Inoltre dalla convinzione che lrsquouomo egrave posto al centro della crea-zione di cui egrave capo si afferma che lrsquoumanitagrave non saragrave da sola a parte-cipare del rinnovamento escatologico ma lrsquointero cosmo parteciperagravealla glorificazione operata dal Signore Gesugrave in quanto

il vero capo del mondo egrave lrsquolaquouomo Cristo Gesugraveraquo crocifisso e risortoche va costruendosi da tutte le cose un corpo omogeneo al suo uncorpo che egrave chiamato a partecipare non solo alla sua condizione diumiliazione e di sofferenza ma anche allo stato definitivo di gloria85

Come poi avvenga tutto ciograve e quali saranno le caratteristiche fisi-che di questo universo rinnovato egrave inutile e impossibile indagare

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84 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 40 Diciamo qui che a nostro giudizioper quanto affascinante questa ipotesi dellrsquouomo laquopiugrave o menoraquo risorto ci sembraportare piugrave complicazioni che luce sul mistero della nostra sorte eterna unitamenteal fatto che non ci sembra opportunamente dimostrata

85 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 43

Per quanto riguarda la risurrezione dei corpi noi risorgeremo con ilnostro stesso corpo e questo egrave possibile in quanto lrsquoanima umana86 essen-do forma sostanziale del corpo qualunque materia informi daragrave sempre ori-gine al medesimo corpo Le caratteristiche fisiche di questo corpo risortoperograve non ci egrave dato conoscerle sappiamo solo che il modello egrave Gesugrave Cristo

Si ricorda poi come la risurrezione egrave lrsquoaspetto piugrave appariscente dellacondizione nuova dellrsquoumanitagrave chiamata a entrare in un nuovo rapportocon Dio che eccede la semplice condizione creaturale In questo nuovorapporto lrsquouomo conosceragrave Dio non come qualcosa di estraneo a lui macome Dio conosce se stesso come se si identificasse con lui E questopossesso di Dio saragrave perfettamente saziante cioegrave realizzeragrave la sua aspi-razione alla felicitagrave che in questo mondo sempre ricerca senza perograve tro-vare nulla che lo appaghi in maniera piena e definitiva

Come non troviamo le ragioni ultime e vere della nostra esistenzaneacute in noi neacute in nessuna creatura fuori di noi cosigrave niente in noi ofuori di noi puograve darci una gioia autentica e piena Egrave la grandezza einsieme la miseria dellrsquouomo che egrave finito nelle sue capacitagrave esconfinato nelle sue aspirazioni che egrave attirato da ogni esiguo valo-re e da ogni goccia di piacere ma puograve essere appagato solo da unbene infinito Ebbene la sproporzione incolmabile tra ciograve chesiamo e ciograve che vogliamo essere egrave superata dallrsquoamore di Dio chesi offre oltre ogni speranza come traguardo inebriante e pacificantedella nostra corsa Soprattutto ogni gioia terrena ci egrave guastata piugrave omeno sottilmente dal pensiero che o presto o tardi ci saragrave tolta Laconsapevolezza della provvisorietagrave dagrave una venatura di tristezzaanche alle ore piugrave liete La certezza della eternitagrave renderagrave inveceassoluta e piena la felicitagrave della vita escatologica e saragrave in grado didarci una letizia che saragrave al tempo stesso ardente e tranquilla87

485Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

86 Facciamo notare come lrsquoidea della coincidenza tra fine individuale e fine del mondonon porta il Biffi contrariamente ad altri autori a negare lrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima neacutea considerare superata lrsquoantropologia tomista che anzi ritiene come irrinunciabile inquanto permette di spiegare la sua stessa concezione escatologica

87 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 50

Come abbiamo detto il giudizio comporta lrsquoidea di una discrimina-zione tra buoni e cattivi e quindi di due destini eterni differenti dan-nazione e glorificazione Ora constatato che la rivelazione biblica nonparla di un castigo che sia temporaneo ci chiediamo quale sia la natu-ra di questo castigo

Noi sappiamo che lrsquouomo dipende totalmente da Dio non sololaquomoralmenteraquo in quanto egrave chiamato dal Padre a partecipare della vitadivina ma anche ontologicamente in quanto questa vocazione sifonda sulla natura stessa dellrsquouomo che egrave pensata voluta e creata inCristo per partecipare in Cristo alla vita divina cioegrave lrsquouomo trova nelSignore Gesugrave la sua causa esemplare efficiente e finale e dunque sipuograve realizzare pienamente solo nellrsquounione con Dio

Perciograve il dannato rifuggendo da Dio si trova nellrsquoassurda condi-zione di negare la propria natura

Il dannato egrave una smentita vivente della propria natura [] Al lrsquoin fer -no lrsquouomo egrave invece totalmente avulso da questo Corpo [mistico] purconservando una fondamentale ordinazione a esso il dannato con-tinua ad essere creato a immagine del Salvatore e a glorificare colsuo stesso essere colui che rinnega e bestemmia con la sua volontagravecontinua ad avere unrsquoassoluta necessitagrave di incorporarsi in colui dalquale si mantiene avulso nel suo odio ostinato88

Inoltre poicheacute la rivelazione ci indica come causa della nostrarisurrezione il nostro inserimento nella vita del Signore Gesugrave tramitela fede e lrsquoinabitazione dello Spirito sviluppando lrsquoidea prima espres-sa di una risurrezione laquomaggiore o minoreraquo secondo il Biffi ne conse-gue che la risurrezione del giusto e la risurrezione del malvagio nonsono la stessa cosa ma bensigrave due fatti distinti anche se denominaticon lo stesso termine

Vengono anche posti alcuni interrogativi sullrsquoinferno crsquoegrave propor-zione tra colpa (limitata) e castigo (eterno) Percheacute i dannati non sipentono Percheacute Dio crea uomini di cui prevede la dannazione Cisono veramente dei dannati

486 F Zirotti

88 G BIFFI Linee di escatologia cristiana pp 55-56

E cosigrave risponde sigrave crsquoegrave proporzione percheacute la natura della colpa cioegravedel peccato egrave un rifiuto definitivo e totale di Dio i dannati non possonopentirsi a causa della condizione atemporale in cui vengono a trovarsiche come tale non ammette cambiamenti sia in bene che in male se Diocome si egrave visto crea il mondo per poter mostrare la sua misericordia egravechiaro che egrave necessario che in questo mondo ci sia un peccato da perdo-nare ma se la creatura che crea egrave libera89 allora deve esserci anche laconcreta possibilitagrave della dannazione pena negare la natura libera del-lrsquouomo vero egrave che la nostra fede ci obbliga a credere solo nella possibi-litagrave della dannazione e non che esistano effettivamente dei dannati mapoicheacute secondo il Biffi negare laquoa prioriraquo90 il realizzarsi effettivo di unapossibilitagrave equivale a negare la possibilitagrave stessa allora egrave ragionevoledire che i dannati esistono veramente pena negare la libertagrave dellrsquouomo

Per ultimo viene il laquogiorno del Signoreraquo Della venuta gloriosa diCristo a noi non egrave dato sapere il quando e nonostante i segni premoni-tori che la Scrittura ci offre per noi saragrave sempre una laquosorpresaraquo Nondimentichiamoci perograve di guardare a questo giorno nella giusta prospet-tiva esso si situa tra il giagrave e il non ancora Il laquogiorno del Signoreraquo egravegiagrave sostanzialmente giunto con la risurrezione di Gesugrave e solamenteattende ancora di manifestarsi pienamente In fondo il giorno dellarisurrezione e la fine della storia del mondo non sono adeguatamentedistinti ma nella loro realtagrave sostanziale si tratta di unico giorno incui lrsquointera creazione egrave chiamata progressivamente ad entrare E quan-do nulla saragrave rimasto fuori allora saragrave la laquofineraquo

laquoEscatologia e sorte individualeraquo

Finora

si egrave parlato come se la nostra escatologia individuale coincidesse conquella cosmica Lo si egrave fatto a ragion veduta percheacute questa egrave la pro-

487Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

89 Ricordiamo che il Biffi considera la libertagrave come la capacitagrave dellrsquouomo di costruir-si il proprio destino eterno

90 Infatti tale negazione puograve essere ammessa solo con argomenti laquoa prioriraquo poicheacute laquoa posterioriraquo ci egrave evidentemente negata qualsiasi conoscenza

spettiva nella quale la Rivelazione propone al nostro sguardo gli ulti-mi avvenimenti e percheacute questo tipo di esposizione permette di sal-vare il laquoclimaraquo che ritroviamo nella escatologia del Nuovo Te sta -mento che egrave fortemente universalistica (cioegrave coinvolge simultanea-mente tutte le creature) e cristologica (cioegrave connessa da un lato colmistero della Pasqua e dallrsquoaltro con quello della laquoparusiacutearaquo)91

Visione laquouniversalisticaraquo questa che perograve si scontra con la visioneclassica dei novissima hominis di cui si fa notare la relativa laquomoder-nitagraveraquo essendosi sviluppata attorno al secolo xII Ma poicheacute secondoil nostro punto di vista temporale noi quasi certamente moriremoprima che questo mondo veda la parusia non siamo esenti dal consi-derare anche la nostra fine individuale

Dopo aver mostrato varie visioni della morte che la Scrittura pro-pone si descrivono due laquocaratteristicheraquo della morte

1) Anzitutto la sua naturalitagrave Infatti in termini biologici dobbiamodire che la morte egrave naturale agli organismi viventi ma anche inprospettiva teologica se con laquonaturaraquo si intende la laquonatura teo-logicaraquo allora anche in questa prospettiva la morte saragrave un fattonaturale in quanto lrsquouomo egrave chiamato ad assimilarsi al Cristoche egrave morto e risorto (di conseguenza anche la risurrezione saragravedetta laquonaturaleraquo)

2) Successivamente la convinzione che con la morte si conclude ilperiodo di prova in cui siamo chiamati a decidere il nostro desti-no eterno Di qui lrsquoimportanza della morte cristiana poicheacute inessa si tirano le somme del destino che lrsquouomo ha costruitodurante la sua vita terrena Ed egrave proprio questa convinzione chepermette di prendere sul serio la nostra esistenza

Poicheacute per il nostro punto di vista temporale la nostra fine noncoincide con la fine del mondo ci si domanda cosa ci sia nellrsquointerval-lo tra la nostra morte e la parusia di Cristo alla quale egrave legata la retri-buzione della nostra vita Si possono dare tre soluzioni

488 F Zirotti

91 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 73

1) Una laquoarcaicaraquo lrsquoidea prevalente fino al secolo xII egrave quella diunrsquoattesa dellrsquoanima separata dal corpo cioegrave lrsquoanima separatadal corpo attende la fine dellrsquouniverso per essere giudicata nel-lrsquounico giudizio universale concezione questa a cui la bollaBenedictus Deus (1336) con cui si definisce che lrsquoanima riceveimmediatamente dopo la morte la sua retribuzione pone fine

2) Una laquocomuneraquo lrsquoanima egrave premiata e punita immediatamente elrsquounica attesa egrave quella relativa alla piena ricostituzione del compo-sto umano con la resurrezione che avverragrave alla fine del mon do siintroduce quindi la dottrina dei due giudizi quello particolare equello universale

3) Una laquonuovaraquo fermo restando i due dati di fede della retribuzioneimmediata e del giudizio universale (che la dottrina comune deidue giudizi vuole preservare) se si considera che uscendo dalladimensione temporale si entra in quella eterna si puograve dire che

ogni uomo alla sua morte si trova giagrave in atto di essere eternamentegiudicato con un giudizio che egrave insieme particolare e universaleparticolare percheacute riguarda il valore delle singole persone univer-sale percheacute nessuno vi si puograve sottrarre e percheacute tutta lrsquoumanitagrave viappariragrave simultaneamente giudicata Egrave dunque un giudizio checoncludendo al tempo stesso la vicenda universale e la vicendaindividuale egrave immediato ed escatologico egrave vicino percheacute coinci-de col momento della nostra morte ed egrave lontanissimo percheacute coin-cide col momento della fine del mondo egrave brevemente separato danoi dal diaframma esiguo e fragile del nostro respiro ed egrave lunga-mente separato da noi dalla teoria dei secoli che forse precederan-no ancora la laquoparusiacutearaquo92

Cioegrave giudizio universale e giudizio particolare coincidono in quan-to nellrsquoeternitagrave in cui si entra con la morte non crsquoegrave nessun tempo e quindi nessuna attesa e i due giudizi si trovano quindi ad esserelaquocontemporaneiraquo

489Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

92 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 87

Si sottolinea inoltre che questa visione non nega lrsquoantropologiatradizionale che vede lrsquouomo composto di corpo e anima immortaleAnzi lrsquoantropologia tomista non solo risulta compatibile con questanuova soluzione ma ne egrave sostanzialmente un presupposto necessarioessendo infatti lrsquoanima la forma sostanziale dellrsquouomo qualunque por-zione di materia andragrave ad informare costituiragrave sempre il medesimoindividuo e questo prescindendo dal luogo e dal tempo93

Rimane da trattare la purificazione ultraterrena cioegrave il purgatorioNonostante il dubbio che il Biffi esprime sulla legittimitagrave di trattare ilpurgatorio nel discorso escatologico in quanto laquoin realtagrave il purgatorionon egrave un luogo o uno stato intermedio tra il paradiso e lrsquoinferno ma egraveil proseguimento e il compimento dellrsquoattivitagrave purificatrice che egrave unacomponente immancabile della vita ecclesialeraquo94 non viene perograve ne -ga to il diritto di parlarne in questa sede in quanto la purificazioneultraterrena fa comunque parte di quello che ci attende dopo la morte

Ora dalla Scrittura si possono ricavare solo due convinzioni 1) lrsquoutilitagrave dei suffragi

2) lrsquoesistenza di qualche purificazione ultraterrena

Poicheacute tale purificazione deve essere proporzionata al grado dinecessitagrave di ciascuno questa viene solitamente pensata con il criteriodella durata piugrave egrave necessario purificarsi piugrave tempo si rimarragrave soggettia questa purificazione Ma se dopo la morte non crsquoegrave nessun tempoallora non ci potragrave essere nemmeno una purificazione piugrave o menolunga Dunque bisogneragrave pensare alla proporzionalitagrave della purifica-zione in termini di intensitagrave il passaggio da questa vita allrsquoaltra saragrave

490 F Zirotti

93 Infatti per la cosmologia e lrsquoantropologia tomista al momento della morte quandolrsquoanima si separa dal corpo quello che rimane su questa terra non egrave lrsquouomo masolo il suo cadavere che come tale ha unrsquoaltra forma sostanziale e quindi egrave pro-priamente unrsquoaltra cosa

94 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 89 Il Biffi fa notare come Pietro Lombardositui la purificazione ultraterrena nel discorso sulla virtugrave e sul sacramento della peniten-za e non tra i novissimi e che solo con il diffondersi delle laquosummeraquo si diffonde lrsquousodi trattare del purgatorio nel discorso escatologico cosigrave come avviene tuttrsquooggi

piugrave o meno intenso in base al maggiore o minore bisogno di esserepurificati

La visione qui delineata perograve non fa venir meno lrsquoutilitagrave delle pre-ghiere per i defunti in quanto dal punto di vista dellrsquoeternitagrave di Dio lapreghiera e la morte sono due eventi laquocontemporaneiraquo

Non crsquoegrave molto di chiaro in questo mondo Esistere vuol dire vivere sulla riva di una isoletta avvolta da un maresconosciuto Le tenebre ci sovrastano e ci riempiono non ci egrave datodi capire molto quaggiugrave almeno delle cose che contano I piugrave sottiliragionamenti e le piugrave intelligenti filosofie sembra non riescano agraffiare veramente sulla realtagrave sono come solitari complicati einterminabili per ingannare lrsquoattesa Ma lrsquoattesa di che cosa Neppure la luce che ci viene dallrsquoalto ci incoraggia a moltiplicare iragionamenti Piuttosto ci prende e ci porta davanti a Gesugrave il figlio diDio che egrave il principio e la fine E ci dice che lrsquooscuritagrave da cui siamofasciati egrave una presenza una vita un destino di comunione Percepire la presenza di Cristo ascoltarne il respiro oltre la sogliasperare che si riveli e ci riveli questo egrave lrsquounico vero dono che ci egravestato fatto Non egrave tanto una possibilitagrave di sapere e di capire quantouna ragione di vivereLrsquoescatologia cristiana non ci offre dunque una guida dellrsquoal di lagraveche ci aiuti a non smarrirci quando ci si dovragrave avventurare nellrsquoi-gnoto ma ci manifesta la natura e il valore dellrsquoesistenza Questo egrave ciograve che abbiamo creduto di dire in queste brevi pagine95

4 sintesi deL pensiero

Con questo capitolo finale vogliamo ricomporre in uno sguardounitario quanto abbiamo prima esplorato per fornire una sinteticatraccia del pensiero del card Giacomo Biffi

491Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

95 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 97

Il metodo96

Prima di passare a sintetizzarne il pensiero spendiamo due paroleper descrivere il metodo di lavoro del nostro autore riscontrabilesoprattutto nella tesi di laurea e nei saggi ma da cui dipende anchetutta la produzione successiva individuato un dibattito problematicone mette in luce la sua illegittimitagrave e attraverso la critica del problemagiunge alla sua soluzione spesso nascosta nelle pieghe della disputaevidenziandone poi il valore per la miglior comprensione della dottri-na di sempre Questa metodologia egrave sorretta dalla convinzione chenulla deve essere disprezzato del secolare e travagliato dibattito teolo-gico percheacute in tutte le laquoscuoleraquo e in tutte le dispute anche le piugravesciocche per noi si puograve sempre trovare qualche luce che illumini e ali-menti la nostra attuale riflessione teologica

In sintesi

Ora si possono individuare cinque laquocardiniraquo della teologia diGiacomo Biffi

1) lrsquounitarietagrave del piano divino

2) lrsquointrinseca soprannaturalitagrave di questo piano

3) la centralitagrave che Gesugrave Cristo il Figlio di Dio incarnato morto erisorto occupa in questo disegno unitario con la conseguenteriflessione ecclesiologica

4) il concetto di aevum che apre ad una nuova comprensione delposto che Cristo occupa nellrsquouniverso e del destino ultimo delmondo

5) la libertagrave dellrsquouomo

Al cuore di tutta la riflessione biffiana crsquoegrave la centralitagrave di GesugraveCristo seduto laquoalla destra del Padreraquo che primeggia non solo nellrsquoor-dine della redenzione ma anche nellrsquoordine della creazione un cristo-centrismo laquoforteraquo in quanto al centro non sta semplicemente la

492 F Zirotti

96 Cf G BIFFI Memorie pp 144-145

Seconda Persona della Trinitagrave ma il Gesugrave laquostoricoraquo il Verbo incarna-to morto e risorto che egrave reso partecipe della gloria del Padre Dunqueal centro del disegno divino che regge lrsquointera creazione sta il CristoGlorioso fonte sia della vita nuova che della creazione stessa

Questa centralitagrave egrave sorretta da due premesse1) lrsquounitarietagrave del piano divino cioegrave che lrsquointera creazione trova e

deve trovare in unrsquounica idea lrsquointero suo compendio e significato2) lrsquointrinseca soprannaturalitagrave di questo piano soprannaturalitagrave

che non solo ci egrave rivelata dalla Parola di Dio ma che ci egrave anchemostrata dallrsquoincomprensibilitagrave del mondo se volontariamente lasi esclude dallrsquoindagine sul mondo stesso

Questrsquounitarietagrave del disegno divino e la centralitagrave in esso del Si -gnore Gesugrave rendono necessaria una riflessione sui rapporti tra tempoed eternitagrave per permetterci di comprendere come qualcosa che si rea-lizza nel tempo (la vicenda salvifica di Cristo) possa trovarsi compre-sente a tutta la storia del mondo (il primato di Cristo che si realizzanellrsquoeternitagrave) cioegrave come lrsquounitario piano di Dio possa avere al centroil Cristo Redentore

Centralitagrave di Cristo che dunque alimenta ed egrave a sua volta alimentatala riscoperta del concetto di aevum inteso come laquolrsquoeternitagrave partecipatadalla creaturaraquo e perciograve caratterizzato dalle stesse proprietagrave di immu-tabilitagrave e sovratemporalitagrave dellrsquoeternitagrave da cui differisce in quantoquesta egrave proprietagrave dellrsquoessere divino mentre questo si riferisce allacreatura a cui lrsquoeternitagrave non appartenendole di per seacute egrave data in donoPoicheacute Gesugrave con la sua risurrezione e ascensione egrave posto laquoalla destradel Padreraquo anche al Cristo laquoin quanto uomoraquo egrave dato partecipare allrsquoe-ternitagrave di Dio per la quale ora anche lrsquouomo Gesugrave egrave compresentecome la sua divinitagrave a tutto il dispiegarsi della storia E perciograve si puogravedire che il Signore Gesugrave morto e risorto egrave presente anche allrsquoiniziodella storia dellrsquouniverso concorrendo come causa della sua creazio-ne senza negare affatto che sia nato vissuto morto e divenuto nostroredentore allrsquointerno della vicenda storica del mondo

E poicheacute Gesugrave egrave voluto anche come Redentore ne consegue che inlui egrave voluta simultaneamente anche una realtagrave da redimere ecco dun-que la Chiesa lrsquoumanitagrave redenta E possiamo affermare che non solo

493Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

non esiste la Chiesa senza Cristo ma che non esiste nemmeno Cristosenza la sua Chiesa la quale egrave chiamata a partecipare della stessa vitadel suo Redentore e conseguentemente della sua eternitagrave Ecco chelrsquoaevum si manifesta come la categoria atta a descrivere la condizionepropria del Regno cioegrave dello stesso Cristo Glorioso unito alla creazio-ne che ha redento in quanto ci troviamo innanzi ad un soggetto creato(e quindi temporale di per seacute) che egrave chiamato a partecipare della vitadivina (eterna di per seacute)

E la Chiesa che egrave sposa una bella e santa di Cristo non conoscepeccato egrave composta sigrave di peccatori ma il peccato non appartiene a leiEgrave nei nostri cuori che passa il laquoconfineraquo della Chiesa dividendo ciograveche egrave santo da ciograve che egrave peccato in quanto tutti noi abbiamo una parteche egrave giagrave Chiesa e una parte che ancora deve essere redenta

Poicheacute il nostro destino egrave un destino eterno in quanto chiamati adentrare nel Regno realtagrave eviterna a cui di fatto abbiamo giagrave comincia-to a partecipare con il nostro battesimo e la vita sacramentale e in cuila nostra morte ci inseriragrave completamente e definitivamente ne derivaun mutamento del nostro modo di vedere lrsquoal di lagrave Se dopo la nostramorte laquonon crsquoegrave nessun tempo da aspettareraquo allora fine universale efine individuale vengono a coincidere e unico saragrave dunque il giudiziosimultaneamente universale e particolare lrsquouomo lasciando questocorpo mortale entreragrave immediatamente in possesso del suo corpo glo-rioso e la purificazione che lrsquoattende il purgatorio saragrave lo stesso pas-saggio da questa vita allrsquoaltra che mutando di laquointensitagraveraquo a secondadelle esigenze di ognuno purificheragrave lrsquoanima dellrsquoeletto Gli laquoeventiraquoescatologici quindi non vanno considerati dei fatti che si succedonocronologicamente alla fine della storia del mondo ma bensigrave la mani-festazione di quanto in Cristo egrave giagrave realizzato e in noi partecipato

Si affianca a tutto questo lrsquoaltrettanto fondamentale idea di libertagraveintesa come la caratteristica della creatura spirituale che la rende capa-ce di costruirsi il proprio destino eterno Libertagrave questa che trova lasua causa ontologica nella grazia di Cristo la nostra libertagrave egrave unalibertagrave redenta noi uomini siamo cioegrave dei laquolibertiraquo di Cristo Noisiamo liberi percheacute la grazia di Cristo rinnovandoci ci ha permesso diessere veramente tali

494 F Zirotti

Il tema della libertagrave egrave prettamente filosofico e il nostro autore nonvi dedica una riflessione approfondita limitandosi ad assumerlo comepacifica premessa e per questo sarebbe interessante approfondire lrsquoar-gomento il che qui perograve non puograve essere fatto In questa sede ci limi-tiamo pertanto a chiarire che a nostro avviso questa idea di libertagrave egravericonducibile alla concezione che ritiene la libertagrave come la capacitagravedellrsquouomo di scegliere indifferentemente tra il bene e il male

Elenchiamo qui quelli che possiamo considerare gli aspetti origina-li del pensiero

1) il cristocentrismo laquoforteraquo2) lrsquoaevum come condizione propria del Regno

3) la nuova impostazione cristologica non piugrave incentrata sulladistinzione tra natura umana e natura divina (corrispondente alladomanda laquochi egraveraquo) ma sulla considerazione della duplice condi-zione in cui il Cristo si viene a trovare cioegrave eterna (in quantoDio e in quanto uomo glorificato) e temporale (in quanto uomofino alla sua morte) impostando perciograve lrsquoindagine su una dupli-ce prospettiva laquoascensionaleraquo il lato del tempo e laquodiscensiona-leraquo il lato dellrsquoeternitagrave (corrisponde alla domanda laquoquali sono irapporti che legano Gesugrave al Creatore e alla creazioneraquo)

4) la nuova prospettiva escatologica

5) il superamento degli stati di natura con la loro sostanziale negazione in quanto lrsquounico stato esistente egrave quello di laquonaturaredentaraquo

6) il superamento del rapporto natura-sopranatura con lrsquointrodu-zione della distinzione tra aspetto laquofilialeraquo e laquocreaturaleraquo nellrsquou-nica laquonatura teologicaraquo dellrsquouomo

Una critica

Dobbiamo ora perograve rilevare salvo miglior giudizio una grave con-traddizione nel pensiero del Biffi che se non mette in discussione ipilastri fondamentali (cristocentrismo ed aevum) mina comunque lacoerenza complessiva dellrsquointero laquosistemaraquo arrivando in alcuni pas-

495Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

saggi a mettere in discussione le argomentazioni sostenute dal nostroautore97

Ora sappiamo come la gran parte della sua riflessione vogliamostrare che nel piano unitario di Dio il centro egrave occupato dal CristoRedentore a fianco abbiamo perograve lrsquoaltrettanto importante idea dilibertagrave che non sviluppa ma parimenti assume come una premessafondamentale Senza entrare nel merito della correttezza del concettodi libertagrave fatto proprio dal nostro autore ad una piugrave attenta analisi noici accorgiamo che alla libertagrave dellrsquouomo viene fatto assumere un postoaltrettanto centrale al pari di Cristo La teologia del Biffi dunquepostula due centri del piano divino

1) il Cristo Redentore (in modo esplicito)

2) la libertagrave cioegrave lrsquouomo in quanto libero (in modo implicito)

Perograve secondo lo stesso principio enunciato dal Biffi sullrsquounitarietagravedel piano divino che cioegrave deve tutto compendiarsi in una sola ideanon possono esserci due centri quindi o al centro sta il Cristo e la libertagrave dellrsquouomo saragrave allora relativa alla manifestazione delRedentore oppure al centro sta la libertagrave e il Cristo saragrave allora relati-vo alla manifestazione dellrsquouomo libero Ma il Biffi stesso ha giagraveaffermato che laquoil mondo egrave per Cristoraquo e quindi conseguentemente laliberagrave dellrsquouomo deve essere considerata come subordinata alla mani-festazione del Redentore98 La libertagrave allora non puograve assumere unvalore assoluto e centrale come tuttavia tende ad assumerlo il nostroautore

496 F Zirotti

97 A titolo di esempio il Biffi sostiene lrsquoeffettiva presenza dei dannati percheacute solocosigrave verrebbe garantita allrsquouomo una libertagrave reale e non solo nominale Ma comesi vedragrave lrsquoargomentazione cosigrave posta non puograve reggere poicheacute viene assunta unapremessa che contraddice lrsquointero sistema Si veda a riguardo quanto scritto suLinee di escatologia cristiana

98 Si veda quanto scritto sul saggio Il fine dellrsquoincarnazione

Questo a nostro giudizio egrave il piugrave grave errore del Biffi probabil-mente per una mancata seria riflessione sul suo concetto di libertagrave chelo ha spinto ad assumerlo in maniera acritica E rimaniamo stupiti delfatto che non si sia accorto di essere caduto in questa contraddizioneUn compito di un eventuale approfondimento dellrsquoopera biffiana saragraveproprio quello di superare questa antinomia

Sperando di non averlo annoiato ringraziamo il lettore che haavuto la pazienza di affrontare fino in fondo questa nostra faticaaugurandoci che possa essere spunto per ulteriori analisi e approfondi-menti della teologia di Giacomo Biffi di cui noi ci riconosciamo umiliallievi

bibLiograFia

BIFFI G Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana La Scuola CattolicaVenegono Inferiore 1959 (ripubblicato da ESD Bologna 2007)

ndash Alla destra del Padre Nuova sintesi di teologia sistematica Vita ePensiero Milano 1970 (ripubblicato da Jaca Book Milano 2004)

ndash Contro Maestro Ciliegia Commento teologico alle avventure di Pi -

nocchio Jaca Book Milano 1970ndash Il quinto evangelo Editrice Ancora Milano 1970 (ripubblicato da ESD

Bologna 2007)ndash Meditazioni sulla vita ecclesiale Editrice Ancora Milano 1972 (ripubbli-

cato con titolo mutato Quando ridono i Cherubini Meditazioni sulla vita

della Chiesa ESD Bologna 2006)ndash Sullo Spirito di Dio Soliloquio Edizioni OR Milano 1974ndash Io credo Breve esposizione della dottrina cattolica Jaca Book Milano

1980ndash La Bella la Bestia e il Cavaliere Saggio di teologia inattuale Jaca Book

Milano 1984ndash Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 1984 (IV ed Jaca Book

Milano 2007)ndash Tu solo il signore Saggi teologici drsquoaltri tempi Piemme Casale Mon fer -

rato 1987ndash Approccio al Cristocentrismo Note storiche per un tema eterno Jaca

Book Milano 1994

497Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

ndash laquoLiberti di Cristoraquo Saggio di antropologia cristocentrica Jaca BookMilano 1996

ndash La Sposa chiacchierata Invito allrsquoecclesiocentrismo Jaca Book Milano1998

ndash Canto nuziale Esercitazione di teologia anagogica Jaca Book Milano2000

ndash Esplorando il disegno Catechesi in Universitagrave Elledici Torino 2000ndash Gesugrave di Nazaret centro del cosmo e della storia Elledici Torino 2000ndash Liber Pastoralis bononiensis EDB Bologna 2002ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma dellrsquoesistenza e lrsquoavvenimento cri-

stiano (vol I) Elledici Torino 2005ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma della storia e lrsquoavvenimento eccle-

siale (vol II) Elledici Torino 2005ndash Pinocchio Peppone lrsquoAnticristo e altre divagazioni Cantagalli Siena

2005ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma dellrsquouomo e la realtagrave battesimale

(vol III) Elledici Torino 2006ndash Un Natale vero ESD Bologna 2006ndash Le cose di lassugrave Esercizi spirituali con Benedetto XVI Cantagalli Siena

2007ndash La donna ideale Riflessioni sulla Madre di Dio ESD Bologna 2007ndash Memorie e digressioni di un italiano cardinale Cantagalli Siena 2007

(Nuova ed ampliata Cantagalli Siena 2010)ndash Pecore e pastori Riflessioni sul gregge di Cristo Cantagalli Siena 2008ndash La rivincita del crocifisso Riflessioni sullrsquoavvenimento pasquale ESD

Bologna 2008 ndash Lo spirito della veritagrave Riflessioni sullrsquoevento pentecostale ESD Bologna

2009ndash La multiforme sapienza di Dio Esercizi spirituali con Giovanni Paolo II

Cantagalli Siena 2014ndash Stilli come rugiada il mio dire Omelie per le domeniche del tempo ordi-

nario 3 voll ESD Bologna 2015

ndash Lettere ad una carmelitana scalza 1960 - 2013 a cura di E GhINI ItacaCastel Bolognese 2017

498

Facciamo notare che le omelie della xVI domenica dellrsquoanno B (vol II p 105) edella x domenica dellrsquoanno C (vol III p 61) NON sono del card Biffi

499

OPERE DI TOMMASO DrsquoAQUINOedite da ESD

Catena aurea Glossa continua super Evangeliavol 1 Matteo 1-12 introd testo latino e trad it pp 992vol 2 Matteo 13-28 testo latino e trad it pp 1016vol 3 Marco testo latino e trad it pp 656vol 4 Luca 1-10 testo latino e trad it pp 648vol 5 Luca 11-24 testo latino e trad it pp 696vol 6 Giovanni 1-8 testo latino e trad it pp 600vol 7 Giovanni 9-21 testo latino e trad it pp 576

Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 1 pp 552

Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 2 pp 592

Commento ai Libri di Boezio Super Boetium De Trinitate Expositio Libri Boetii DeEbdomadibus introd e trad it pp 320

Commento ai Nomi Divini di Dionigi Super Librum Dionysii de Divinis No mi ni bus

vol 1 Libri I-IV introd testo latino e trad it pp 584

vol 2 Libri V-XIII testo latino e trad it comprende anche De ente et essentia pp 568

Commento al Corpus Paulinum Expositio et lectura super Epistolas Pauli Apostoli

vol 1 Romani introd testo latino e trad it pp 1024

vol 2 1 Corinzi introd testo latino e trad it pp 928

vol 3 2 Corinzi Galati introd testo latino e trad it pp 928

vol 4 Efesini Filippesi Colossesi introd testo latino e trad it pp 760

vol 5 Tessalonicesi Timoteo Tito Filemone introd testo latino e trad it pp 720

vol 6 Ebrei introd testo latino e trad it pp 784

Commento al Libro di Boezio De Ebdomadibus Lrsquoessere e la partecipazione Expositio Libri Boetii De Ebdo ma di bus introd testolatino e trad it pp 152

Le Opere sono ordinate secondo il titolo dellrsquoedizione italiana Al titolo dellrsquoedizione italia-na segue il titolo della tradizione latina consolidata segnalato in ca rattere corsivo Cf J-PTORRELL Amico della veritagrave Vita e opere di Tom ma so drsquoAquino ESD 3a edizione completa-mente rivista Bologna 2017

500

Commento al Libro di Giobbe Expositio super Job ad litteram introd trad it pp 528

Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 1 pp 1664

Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 2 pp 1432

Commento al Vangelo secondo Matteo vol 1 pp 1192

Commento al Vangelo secondo Matteo vol 2 pp 1192

Commento allrsquoEtica Nicomachea di Aristotele Sententia Libri Ethi co rum

vol 1 Libri I-V introd e trad it pp 672

vol 2 Libri VI-X trad it pp 608

Commento alla Fisica di Aristotele Sententia super Physicorum

vol 1 Libri I-III introd testo latino e trad it pp 640

vol 2 Libri IV-VI testo latino e trad it pp 776

vol 3 Libri VII-VIII testo latino e trad it pp 704

Commento alla Metafisica di Aristotele Sententia super Me ta phy si co rum

vol 1 Libri I-IV introd testo latino e trad it pp 800

vol 2 Libri V-VIII testo latino e trad it pp 840

vol 3 Libri IX-XII testo latino e trad it pp 848

Commento alla Politica di Aristotele Sententia Libri Politicorum introd trad itpp 464

Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo Scriptum super Libros Sen ten tia rum

vol 1 Libro I dd 1-21 introd testo latino e trad it pp 1104

vol 2 Libro I dd 22-48 testo latino e trad it pp 1056

vol 3 Libro II dd 1-20 testo latino e trad it pp 1000

vol 4 Libro II dd 21-44 testo latino e trad it pp 1120

vol 5 Libro III dd 1-22 testo latino e trad it pp 1176

vol 6 Libro III dd 23-40 testo latino e trad it pp 1088

vol 7 Libro IV dd 1-13 testo latino e trad it pp 1024

vol 8 Libro IV dd 14-23 testo latino e trad it pp 1016

vol 9 Libro IV dd 24-42 testo latino e trad it pp 912

vol 10 Libro IV dd 43-50 testo latino e trad it pp 1000

Compendio di teologia Compendium theologiae introd trad it pp 384

Credo Commento al Simbolo degli apostoli introd trad it pp 128

Fondamenti dellrsquoontologia tomista Il Trattato De ente et es sen tia introd commentotesto latino e trad it pp 320

501

I Sermoni e le due Lezioni inaugurali Sermones Principia ldquoRigans mon tesrdquo ldquoHic est liberrdquointrod commento e trad it pp 368

La conoscenza sensibile Commenti ai libri di Aristotele Il senso e il sensibile La memoria e la reminiscenza Sentencia Libri De sensu etsensato cuius secundus tractatus est De memoria et reminiscencia introd trad it pp 256

La giustizia forense Il quadro deontologico Summa Theologiae II-II qq 67-71introd trad it pp 96

La legge dellrsquoamore La caritagrave e i dieci comandamenti In decem preceptis introd trad it pp 128

La perfezione cristiana nella vita consacrata Contro gli avversari del culto di Dio e della vita religiosa La perfezione della vita spi rituale Contro la dottrina di quanti distolgono dallavita religiosa Contra impugnantes Dei cultum et religionem De perfectione spiritualis vitae Contra pestiferam doctrinam retrahentium homines a religionis ingressu introd trad it pp 448

La preghiera cristiana Il Padre nostro lrsquoAve Maria e altre preghiere introd trad it pp 128

La Somma contro i Gentili Summa contra Gentiles

vol 1 Libri I-II introd testo latino e trad it pp 784

vol 2 Libro III testo latino e trad it pp 640

vol 3 Libro IV testo latino e trad it pp 464

La Somma Teologica Summa Theologiae in 35 volumi introduzione a ogni sezionetesto latino e trad it

La Somma Teologica Summa Theologiae in 6 volumi sola traduzione italiana

vol 1 Parte I pp 1040

vol 2 Parte I-II pp 976

vol 3 Parte II-II qq 1-79 pp 616 (esaurito)

vol 4 Parte II-II qq 80-189 pp 816

vol 5 Parte III pp 920

vol 6 Supplemento pp 848

La Somma Teologica (edizione 2014) Summa Theologiae in 4 volumi introduzionitesto latino e trad it

vol 1 Prima Parte pp 1312

vol 2 Seconda Parte Prima Sezione pp 1264

vol 3 Seconda Parte Seconda Sezione pp 1824

vol 4 Terza Parte pp 1216

502

La virtugrave della fede Summa Theologiae II-II qq 1-16 introd trad it pp 248

La virtugrave della prudenza Summa Theologiae II-II qq 47-56 introd trad it pp 160

La virtugrave della speranza Summa Theologiae II-II qq 17-22 introd trad it pp 112

Lrsquounitagrave dellrsquointelletto De unitate intellectus Lrsquoeternitagrave del mon doDe aeternitate mundi introd testo latino e trad it pp 240

Le Questioni Disputate Quaestiones Disputatae

vol 1 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq I-IX pp 968

vol 2 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq X-XX pp 896

vol 3 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq XXI-XXIXpp 992

vol 4 Lrsquoanima umana De Anima Le creature spirituali De spi ritualibus creaturis introd testo latino e trad it pp 832

vol 5 Le virtugrave De virtutibus in communi De caritate De correctione fraterna De spe De virtutibus car di na li bus Lrsquo unione del Verbo Incarnato De unione Verbi In car na ti introd testo latino e trad it pp 688

vol 6 Il male De malo introd testo latino e trad it qq I-VI pp 624

vol 7 Il male De malo testo latino e trad it qq VII-XVI pp 736

vol 8 La potenza divina De potentia Dei introd testo latino e trad it qq I-V pp 784

vol 9 La potenza divina De potentia Dei testo latino e trad it qq VI-X pp 672

vol 10 Su argomenti vari Quaestiones quodlibetales introd testo latino etrad it qq VII-XI pp 520

vol 11 Su argomenti vari Quaestiones quodlibetales testo latino e trad it qq I-VI XII pp 848

Logica dellrsquoenunciazione Commento al libro di Aristotele Peri Her me neias ExpositioLibri Peryermenias introd trad it pp 264

Opuscoli politici Il governo dei principi Lettera alla duchessa del Bra ban te La dilazione nella compravendita De Regno ad Regem CypriEpistola ad Du cis sam Brabantiae De emptione et venditione ad tempus introdtrad it pp 464

Opuscoli spirituali Commenti al Credo Padre Nostro Ave Maria DieciComandamenti Ufficio e Messa per la Festa del Corpus Domini Le preghieredi san Tommaso Lettera a uno studenteIn Symbolum Apo sto lo rum In orationem dominicam

503

In salutationem angelicam In duo praecepta caritatis et in decem legis praeceptaexpositio Officium de Festo Corporis Christi Piae Preces Ad Joannem introdtrad it pp 352 (esaurito)

Pagine di filosofia Filosofia della natura antropologia gnoseologia teologia natura-le etica politica pedagogia De Principiis naturae testo latino e trad it intro-duzioni e antologia di brani pp 224

ALTRE OPERE SU TOMMASO DrsquoAQUINOedite da ESD

JEAN-PIERRE TORRELL Amico della veritagrave Vita e opere di Tommaso drsquoA qui no 3a ed comple-tamente rivista pp 624

BATTISTA MONDIN Dizionario enciclopedico del pensiero di san Tom ma so drsquoAquino 2a edpp 764

504

TEOLOGIA

SANTA SEDE Enchiridion di Bioetica Documenti da Pio X a FrancescoVAGNEUX Y Co-Esse Il Mistero trinitario nel pensiero di Jules MonchaninFESTA G Lrsquoereditagrave dei Santi Padri Cassiano e i Domenicani SERAFINI FUn cardiologo visita Gesugrave I miracoli eucaristici alla prova della scienza 2a edMONDIN B Storia della Teologia vol 4 2a edCHARDONLLa Croce di Gesugrave Dove sono provate le piugrave belle veritagrave della teologia mistica edella grazia santificante 2a ed

BICCHIEGA M Fertilitagrave umana Consapevolezza e virtugraveCONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA Dio e la dignitagrave dellrsquouomoCARPIN A (ed) Il vangelo della famiglia La famiglia in prospettiva teologicaBRUGUEgraveS J-L Corso di teologia morale fondamentale 6 voll RUFFINI F La ldquoQuaestio de unione Verbi incarnatirdquoSALVIOLI M (ed) Tomismo creativoBUZI P La Chiesa copta Egitto e Nubia 2a edBERNINI R La vita consacrata Teologia e spiritualitagraveCARPIN A Indissolubilitagrave del matrimonio La tradizione della Chiesa anticaTESTI C A Santi pagani nella Terra di Mezzo di TolkienPIZZORNI R Amore e civiltagravePUCCETTI R I veleni della contraccezioneMAGNANINI P-MACCAFERRI A Analisi grammaticale dellrsquoaramaico bi bli coMILBANK J Il fulcro sospeso Henri de Lubac e il dibattito intorno al soprannaturaleCOGGI R Trattato di Mariologia I misteri della fede in Maria 2a edCHIESA ORTODOSSA RUSSA Fondamenti della dottrina sociale MONDIN B Lrsquouomo secondo il disegno di Dio 2a edBARILE R (ed) Il rosario Teologia storia spiritualitagrave PASINI G Il monachesimo nella Rusrsquo di Kiev PANE R La Chiesa armena Storia spiritualitagrave istituzioni MONDIN B La Trinitagrave mistero drsquoamore 2a edCOMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE Documenti 1969-2004 2a edDERMINE F M Carismatici sensitivi e medium 2a edLIVI A Filosofia e Teologia BARZAGHI G La Somma Teologica in Compendio BOSCHI B Due Testamenti una sola storia OLMI A (ed) Il peccato originale tra teologia e scienza BOSCHI B Genesi Commento esegetico e teologico

505

CARPIN A Donna e sacro ministero La tradizione ecclesiale anacronismo o fe del tagrave SPATARU D Sacerdoti e diaconesse La gerarchia ecclesiastica secondo i Padri Cap pa do ci CARPIN A Cipriano di Cartagine Il vescovo nella Chiesa la Chiesa nel vescovoCOUSIN H-LEacuteMONON JP Le diverse correnti della religione ebraicaABADIE P-COUSIN H-LEacuteMONON JP Il monoteismo specificitagrave e originalitagrave della fede ebraica

COUSIN H-LEacuteMONON JP-MASSONNET J-MEacuteASSON A Come gli ebrei leggevano i testi sacri

ABADIE P-MASSONNET J Il culto nella societagrave giudaicaCOMBY J-LEacuteMONON JP-MASSONNET J-RICHARD F La civiltagrave greco-romana e la civiltagrave giudaica

LEacuteMONON JP-RICHARD F Gli Ebrei e lrsquoImpero Romano ai tempi di GesugraveCOGGI R Ripensando LuteroCARPIN A Angeli e demograveni nella sintesi patristica di Isidoro di Si vi gliaCARBONE G M Lrsquouomo immagine e somiglianza di DioCHARAMSA C Davvero Dio soffreCARPIN A La Redenzione in Origene santrsquoAnselmo e san TommasoSUH A Le rivelazioni private nella vita della ChiesaBARZAGHI G Soliloqui sul DivinoAA VV Approfondimento concettuale della fede e inculturazioneDA CRISPIERO M Teologia della sessualitagrave (esaurito)PERINI G I Sacramenti Battesimo Confermazione Eucaristia - IIPERINI G I Sacramenti e la grazia di Cristo Redentore - IMATTIOLI V La difficile sessualitagrave (esaurito)CARPIN A LrsquoEucaristia in Isidoro di SivigliaAA VV La coscienza morale e lrsquoevangelizzazione oggiGHERARDINI B Santa o Peccatrice (esaurito)SEMERARO M Il Risorto tra noi (esaurito)AA VV Le segravette religiose una sfida pastoraleTESTA B (ed) La nuova evangelizzazione dellrsquoEuropa nel Magistero di Gio van ni Paolo IIVICARIATO DI ROMA Prontuario teologico in preparazione agli Ordini e ai Mi ni ste riSPIAZZI R Cristianesimo e culturaAA VV Il matrimonio e la famigliaCAVALCOLI C La buona battagliaBARILE R La fatica di uno scribaBIAGI R Cristo profeta sacerdote e re

I TALENTI

Collana diretta da Moreno Morani giagrave diretta da Marta Sordi

La collana laquoI Talentiraquo edita da Edizioni San Cle men te e Edi zio ni Studio Do me ni ca noospita testi fondamentali che sono allrsquoorigine delle tradizioni culturali drsquoO rien te edrsquoOccidente cristiane e non cristiane integrando e completando lrsquoedizione dei Padri dellaChiesa Si riporta il testo critico in lingua originale la traduzione italiana e un apparato diintroduzioni note e commenti con cui il let tore moderno potragrave finalmente apprezzarequeste ope re vere pietre miliari e autentici laquotalentiraquo della cultura umana universale

1 TERTULLIANO Difesa del cristianesimo (Apologeticum)2 ELISEO LrsquoARMENO Commento a Giosuegrave e Giudici3 BARDESANE Contro il Fato (Peri heimarmene)4 ANONIMO Libro dei due Principi 5 ELISEO LrsquoARMENO Sulla passione morte e risurrezione del Signore 6 DIONIGI I nomi divini7 DIONIGI Mistica teologia e Epistole I-V8 TERTULLIANO Il battesimo 9 TERTULLIANO La penitenza 10 TERTULLIANO Questione previa contro gli eretici 11 TERTULLIANO Alla sposa 12 TOMMASO DrsquoAQUINO Lrsquounitagrave dellrsquointelletto Lrsquoeternitagrave del mondo 13 GIOVANNI DAMASCENO Esposizione della fede 14 MATTEO RICCI Catechismo 15 GREGORIO DI NAZIANZO Cinque Discorsi Teologici Sulla Trinitagrave16 TERTULLIANO La carne di Cristo17 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento agli Analitici Posteriori di Ari sto te le vol 118 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 219 CATERINA DA SIENA Dialogo20 NICCOLOgrave CUSANO Lrsquoocchio mistico della metafisica (Opuscoli)21 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Matteo vol 122 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Matteo vol 223 ELISEO LrsquoARMENO Omelie e Scritti teologici24 ANASTASIO SINAITA Domande e risposte bizzarre25 NEMESIO DI EMESA La natura dellrsquouomo26 ISACCO DI NINIVE Discorsi ascetici27 TERTULLIANO La pazienza ndash La corona28 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 129 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 2

Di prossima pubblicazioneTOMMASO DrsquoAQUINO Commento a IsaiaROMANO IL MELODE Carmi

506

SOURCES CHREacuteTIENNES ndash Edizione italianaCollana presieduta da Paolo Siniscalco

La collezione francese Sources Chreacutetiennes fondata nel 1942 a Lione da DeLubac e Danieacutelou offre testi cristiani antichi greci latini e nelle lingue del VicinoOriente che per qualitagrave e per numero sono universalmente riconosciuti come ec -cellenti Dal 2006 le Edizioni Studio Domenicano promuovono la traduzione di que -sta collana in italiano in stretto e proficuo contatto con la ldquocasa madrerdquo di Lio ne

Lrsquoedizione italiana da parte sua si caratterizza specificamente per la scelta dititoli importanti letterariamente dottrinalmente e spiritualmente per la cura concui egrave aggiornata la bibliografia in modo completo e sistematico per le eventuali noteaggiuntive o le appendici concernenti problematiche emerse nel campo degli studidopo la pubblicazione dellrsquoedizione francese per una loro semplificazione Lrsquoedi zio -ne italiana delle Sources si propone infine di contenere per quanto possibile iprezzi di ogni volume

1 CIPRIANO DI CARTAGINE Lrsquounitagrave della Chiesa2 CIPRIANO DI CARTAGINE A Donato e La virtugrave della pa zien za3 MANUELE II PALEOLOGO Dialoghi con un mu sul ma no4 ANONIMO A Diogneto5 CIPRIANO DI CARTAGINE A Demetriano6 ANONIMO La dottrina dei dodici apostoli7 CIPRIANO DI CARTAGINE La beneficenza e le elemosine8 CLEMENTE DI ROMA Lettera ai Corinzi9 ORIGENE Omelie sui Giudici10 GIUSTINO Apologia per i cristiani11 GREGORIO DI NISSA Omelie su Qoelet12 ATANASIO SantrsquoAntonio Abate La sua vita13 DHUODA Manuale per mio figlio14 UGO DI SAN VITTORE Sei Opuscoli Spirituali15 DIADOCO DI FOTICEA Opere Spirituali16 GREGORIO DI NISSA Discorso Catechetico

Di prossima pubblicazione

GIOVANNI CRISOSTOMO Commento a GiobbeGIOVANNI CRISOSTOMO Panegirici su san PaoloNICOLA CABASILAS La Divina Liturgia

507

LE FRECCE

CLAVERIE P Lrsquoincontro e il dialogo Breve trattato

CLAVERIE PUn vescovo racconta lrsquoIslam 3a ed

HARVEY J F Attrazione per lo stesso sesso Accompagnare la persona

PUCCETTI R Leggender metropolitane

BARZAGHI G Diario di metafisica Concetti e digressioni sul sensodellrsquoessere 2a ed

RUSSO C L Il cuore comuneOmaggio alla vita matrimoniale

CEacuteSAR DAS NEVES J Lrsquoeconomia di Dio

AGNOLI F Filosofia religione politica in Albert Einstein

TOMMASO DrsquoAQUINO La giustizia forense Il quadro deontologico

BARZAGHI G Il fondamento teoretico della sintesi tomista LrsquoExem plar

CARBONEG MGender Lrsquoanello mancante 2a ed

BARZAGHI G Lrsquooriginario La culla del mondo

BARZAGHI G Compendio di Storia della Filosofia 2a ed

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della prudenza

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della speranza

LOMBARDO C Sulle Alte Vie del Tor des Geacuteants

CARBONEG M Lrsquoembrione umano qualcosa o qual cu no 4a ed

SCHOOYANSM Evoluzioni demografiche Tra falsi miti e veritagrave

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della fede

TOMMASO DrsquoAQUINO La legge dellrsquoamore La caritagrave e i dieci comandamenti

PUCCETTI R - CARBONEG - BALDINI V Pillole che uc ci do no Quello che nessuno ti dice sulla contraccezione 2a ed

TOMMASO DrsquoAQUINOCredo Commento al Simbolo degli apostoli

SALVIOLI M Bene e male Variazioni sul tema

TOMMASO DrsquoAQUINO La preghiera cristiana Il Padre nostro lrsquoAve Maria e altre preghiere

BARZAGHI G Lrsquointelligenza della fede Credere per capire sapere per credere

ARNOULD J Caino e lrsquouomo di Neanderthal Dio e le scienze

BARZAGHI G Lo sguardo della sofferenza

PANE R Liturgia creativa Presunte applicazioni della riforma liturgica

SCHOOYANSM Conversazioni sugli idoli della modernitagrave

ROCCHI G Il caso Englaro Le domande che bruciano

508

GABBI L Confessioni di un ex manager Quale etica drsquoim pre sa

CLAVERIE PUn vescovo racconta lrsquoIslam

MAZZONI A (ed) Staminali Possibilitagrave terapeutiche

MAZZONI A - MANFREDI RAIDS esiste ancora Storia e prevenzione

ANATRELLA T Felici e sposati Coppia convivenza matrimonio

SCHOumlNBORN C Sfide per la Chiesa

PERTOSA A Scelgo di morire Eutanasia e accanimento terapeutico

ROCCHI G Il legislatore distratto La legge sulla fe con dazione artificiale

CARBONEG M Le cellule staminali 2a ed

CARBONEG M La fecondazione extracorporea 4a ed

509

ITINERARI DELLA FEDE

BOTTA M Nasi lunghi gambe corte Viaggio tra pulsioni e sentimenti di ogni tempo

FORTINI V Santi insieme nellrsquoamore Riflessioni per la famiglia

PEDERZINI N Voglia di paradiso 7a ed

BOTTA M Uomini e donne

BERNADOT V-M DallrsquoEucaristia alla Trinitagrave 3a ed

PEDERZINI N Il sorriso

CAFFARRA C Prediche corte tagliatelle lunghe Spunti per lrsquoanima

BOTTAM Sto benissimo Soffro molto La Chiesa e le passioni

BIFFI G Spiragli su Gesugrave

PEDERZINI N Coraggio Come alimentare e condividere la speranza

MAZZONI T Il bello della vita Di carrube briciole e banchetto nuziale

BOTTAM Sceglieragrave lui da grande La fede nuoce gravemente alla salute

FORTINI V Costruire lrsquoamore Lrsquoesperienza umana vol 1

FORTINI V Costruire lrsquoamore Il disegno di Dio vol 2

PEDERZINI N La Messa egrave tutto Rito e contenuti essenziali

BIFFI G Stilli come rugiada il mio dire Omelie del Tempo Ordinario (Anno A B C)

BARILE R Il Rosario

PEDERZINI NVivere bene Una conquista unrsquoarte 2a ed

MELONI S ISTITUTO SAN CLEMENTE I Miracoli Eucaristici e le radici cristiane dellrsquoEuropa3a ed

SCHOumlNBORN C Gesugrave Maestro Scuola di vita

COGGI R Piccolo catechismo eucaristico 4a ed

PEDERZINI N Benedetti benediciamo Celebriamo la speranza

PANE R Il Credo parola per parola Spunti per la riflessione e per la catechesi

BENETOLLO V ISTITUTO SAN CLEMENTE Piccolo catechismo sul sa cramento dellapenitenza

PEDERZINI NUna carezza ravviva lrsquoamore La dolce forza della tenerezza

BONAPARTE N Conversazioni sul cristianesimo Ragionare nella fe de

BARZAGHI G La Somma Teologica di san Tommaso drsquoAquino in un sof fio

PEDERZINI N Sposarsi egrave bello 6a ed

PEDERZINI NGli angeli camminano con noi

510

BIFFI G LrsquoABC della fede Proposta sintetica per lrsquoAnno della fede 3a ed

PEDERZINI NMettere ordine 19a ed

SCHOumlNBORN C Sulla felicitagrave Meditazioni per i giovani

BIFFIG La fortuna di appartenergli Lettera confidenziale ai credenti 2a ed

PEDERZINI N Lagravesciati amare 9a ed

PEDERZINI N La solitudine

PEDERZINI N Stai con me 4a ed

SCHOumlNBORN C Abbiamo ottenuto misericordia Il mistero della Di vi na Misericordia

MASTROSERIO N Il giubileo

CAVALCOLI G La buona battaglia

PEDERZINI NAve Maria 3a ed

CARPIN A La catechesi sulla penitenza e la comunione eucaristica

COSTA R COSTA G Lasceragrave suo padre e sua madre

PEDERZINI N La vita oltre la morte 6a ed

PEDERZINI N Lo Spirito Santo 5a ed

PEDERZINI N Il sacramento del perdono 6a ed

PEDERZINI NRiscopriamo leucaristia 5a ed

PEDERZINI N Il sacramento del battesimo 4a ed

BIFFI G Lrsquoereditagrave di santa Clelia

BIFFI G Lo Spirito della veritagrave Riflessioni sullrsquoevento pentecostale

BIFFI G Incontro a colui che viene Discorso ai gio va ni

BIFFIG La rivincita del Crocifisso Riflessioni sullrsquoavvenimento pa squ a le

BIFFI G Il quinto evangelo 11a ed

511

Edizioni Studio DomenicanoVia dellrsquoOsservanza 72 - 40136 Bologna - ITALIA

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Finito di stampare nel mese di giugno 2020 presso SAB Budrio Bologna

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  • 02 Sommario SD 1-20 (pp 05-12) pdf
  • 03 Casella (pp 13-50)pdf
  • 04 Galassi (pp 51-163)pdf
  • 05 Jing (pp164-191)pdf
  • 06 Pari (pp192-223)pdf
  • 07 Pari MR (pp224-246)pdf
  • 08 Postorino (pp 247-306)pdf
  • 09 Rotundo (pp 307-396)pdf
  • 10 Salvioli (pp 397-421)pdf
  • 11 Zirotti (pp422-498)pdf
  • 12 Ultime pagine (pp499-512)pdf
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Lrsquoelaborazione dei testi anche se curata con scrupolosa attenzione non puograve comportarespecifiche responsabilitagrave per eventuali involontari errori o inesattezze

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Alberto CAsellA La Poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

tra Occidente e Oriente essenza e conoscenza di Dio ne

ldquoIl raggio del microcosmordquo

Pierre GAlAssi Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

JinG bAolu Traduzione della Sacra Scrittura in cinese e inculturazione

della fede cristiana in Cina

FAbio PAri Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

MiChele roberto PAri La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

Antonino Postorino Il concetto dellrsquoIncarnazione

Lrsquoimmortalitagrave personale tra ldquoarticulus fideirdquo e ldquopraeambulum fideirdquo

retrospettivamente determinata per via anagogica

eMMAnuele rotundo Dalla ldquokenosirdquo intradivina allrsquoabbraccio del lrsquoin ferno

Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

MArCo sAlvioli Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

Unrsquointerpretazione ecclesiologico-fondamentale

FederiCo Zirotti ldquoUbi fides ibi libertasrdquo Sintesi del pensiero teologico

del cardinal Giacomo Biffi

Anno 65deg 202001

Sacra DoctrIna

Rivista semestrale di teologia

PAgAmenti

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non si accettano assegni bancariIl contratto di abbonamento ha durata annuale e si intende cessato con lrsquoinviodellrsquoultimo numero di annata Il rinnovo utile ad assicurare la continuitagrave degliinvii deve essere effettuato con versamento della quota entro il 15 marzo delnuovo anno Per le sottoscrizioni fatte dopo il 15 marzo si applica un supple-mento di euro 3000 per costi amministrativiPer la sottoscrizione dellrsquoabbonamento scrivere a acquistiesd-domenicaniit

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ISSN 0036-2190 Periodico della Provincia San Domenico in Italia dellrsquoOrdine deiPredicatori edito con autorizzazione del Tribunale di Bologna n 2569 del 10111955

Via dellrsquoOsservanza 72 40136 Bologna tel ++39 051582034 - fax ++39 051331583

DirettoreEditor Antonio Olmi OP

Consiglio di redazioneAssociate Editors Membri del Dipartimento di Teologia Sistematicadella Facoltagrave Teologica dellrsquoEmilia-Romagna (FTER) Members of the Department of Systematic Theology of the Theological Faculty of Emilia-Romagna (FTER)

Consiglio scientificoScientific Board Giorgio Carbone OP Attilio Carpin OP Erio Castellucci Franccedilois Dermine OP Daniele Gianotti 靖保路 Jigraveng Bǎolugrave Sergio Parenti OPCesare Rizzi Marco Salvioli OP Rocco Viviano SX

Il reclamo per la mancata ricezione di un quaderno va fatto entro tre mesidalla ricezione del quaderno successivo a quello di cui si lamenta la mancataconsegna

5

So m m a r i o

alberto CaSella

La Poesia teoLogica di Petar ii Petrović Njegoš

tra occideNte e orieNte esseNza e coNosceNza di dio

Ne Il raggIo del mIcrocosmo 13

1 lrsquouomo il poeta il teologo 15

11 Formazione culturale e teologica 15

12 Orizzonti culturali 17

13 Maestri e modelli 20

14 Orizzonte teologico 24

15 Opere principali 30

2 il raggio del miCroCoSmo 32

21 Scritto mistico-ascetico 32

22 Struttura e temi dellrsquoopera 34

221 la dedica a Sima milutinović chiave di lettura dellrsquoopera 34

222 i sei canti viaggio verso dio e visione della lotta angelica 37

3 la ConCezione di dio nel RaggiO del MicROcOSMO 40

31 Nomi di dio 41

32 essenza di dio luce 42

33 essenza di dio Poesia 46

34 essenza di dio amore e giustizia 47

35 conoscenza di dio 48

4 ConCluSione 50

6

pierre galaSSi

LrsquoaNgeLoLogia teoLogica di saN tommaso drsquoaquiNo 51

1 introduzione 52

2 propoSta di lettura dellrsquoangelologia attraverSo

le CauSalitagrave 59

21 ldquocausa efficiensrdquo lettura analogica dellrsquoangelo 65

22 ldquocausa exemplarisrdquo i gli angeli dio e il mondo 69

221 gli angeli e dio 69

222 gli angeli e il mondo 73

223 gli angeli e lo spazio 76

224 gli angeli e il tempo 79

23 la composizione ontologica degli angeli 83

231 esistenza e modalitagrave 83

232 tommaso con aristotele ed oltre aristotele 90

233 Una chiave di lettura platonismo contro aristotelismo 94

234 lrsquoangelo come sostanza separata 98

24 ldquocausa exemplarisrdquo ii lrsquointelletto angelico 102

25 ldquocausa finalisrdquo i gli angeli nella chiesa 108

251 la Chiesa come destino dellrsquoangelo 108

252 lrsquoappartenenza angelica alla Chiesa 110

26 ldquocausa finalisrdquo ii gli angeli e il Verbo incarnato 114

261 ipotesi di soluzione anagogica 125

27 ldquocausa finalisrdquo iii la volontagrave degli angeli 130

271 la decisione degli angeli 134

272 il peccato degli angeli 144

3 per una CoSmologia StoriCo-SalvifiCa il guadagno teologiCo dellrsquoangelologia tomiSta 153

31 il cosmo e gli angeli 153

32 Unrsquoestetica teologica ldquoab angelisrdquo 156

33 Conclusioni e prospettive sullrsquoazione degli angeli in san tommaso 160

Jing baolu

traduzioNe deLLa sacra scrittura iN ciNese

e iNcuLturazioNe deLLa fede cristiaNa iN ciNa 164

1 traduzione bibliCa e diffuSione del CriStianeSimo in Ci na 166

1) Una panoramica della storia della traduzione

della Sacra Scrittura 166

2 traduzione della SaCra SCrittura e inCulturazione

della fede CriStiana 171

1) le intenzioni della traduzione due diverse esigenze di

in culturazione (missionari occidentali e intellettuali ci ne si) 172

2) Metodo e strategia della traduzione nel processo

dellrsquoinculturazione 173

a) la questione terminologica prima di tradurre la Sacra Scrittura 174

b) Strategia della traduzione lo ldquostabilimento dellrsquoauto-identitagraverdquo 176

3 la traduzione della SaCra SCrittura e lrsquointerCulturalitagrave

della fede il doppio arriCChimento e la promozione

della Cultura bibliCa e della Cultura loCale 179

1) la Sacra Scrittura come risorsa culturale 180

2) la traduzione della Sacra Scrittura arricchisce la cultura cinese 183

a) lrsquoeffetto sul nuovo stile linguistico della Cina il vernacolo (la lingua moderna) 185

b) lrsquoinfluenza sulla letteratura moderna cinese 187

C) lrsquoinfluenza sullrsquoeducazione dei bambini piccoli nella Cina mo der na 188

3) la cultura locale arricchisce la comprensione

della Sacra Scrittura cristiana 189

ConCluSione 191

7

fabio pari

esegesi e teoLogia di ebr 13 quaLe cristoLogia Per iL figLio 192

1 il ConteSto teStuale di ebr 13 a 193

11 il contesto generale di ebr 13a 193

12 il contesto prossimo di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ 195

121 δόξα 195

122 ὑπόστασις 197

123 Sintesi 200

124 la sintassi di ebr 13a 201

2 ἀπαύγασμα E χαρακτήρ 202

21 ἀπαύγασμα 202

211 ἀπαύγασμα e la Sapienza 203

22 χαρακτήρ 204

23 Sintesi 207

3 lo Sfondo Culturale 209

31 Filone e il λόγος 210

SinteSi finale la CriStologia di ebr 13a 213

ConCluSione 217

elenCo delle abbreviazioni 219

bibliografia 220

miChele roberto pari

La vita coNsacrata Luogo di esPerieNza deLLa triNitagrave 224

1 vita ConSaCrata e trinitagrave ConSiderazioni generali 226

11 il fondamento battesimale della vita consacrata 226

12 la vita consacrata laquoicona della Trinitagraveraquo 227

2 voCazione e trinitagrave 229

8

21 la vocazione opera della Trinitagrave 229

22 il ruolo del Padre 229

23 il ruolo del Figlio 230

24 il ruolo dello Spirito Santo 231

3 ConSigli evangeliCi e trinitagrave 232

31 i consigli evangelici e la Trinitagrave 232

32 il consiglio evangelico della castitagrave 234

33 il consiglio evangelico della povertagrave 235

34 il consiglio evangelico dellrsquoobbedienza 236

4 vita fraterna e trinitagrave 237

41 Vita fraterna e Trinitagrave immanente 238

42 Vita fraterna e Trinitagrave economica 239

5 la miSSione 240

51 la testimonianza della santitagrave 240

52 la missione e i consigli evangelici 242

53 la missione e la vita fraterna 243

ConCluSione 244

bibliografia 245

antonino poStorino

iL coNcetto deLLrsquoiNcarNazioNe LrsquoimmortaLitagrave PersoNaLe tra

artIculus fIdeI e praeambulum fIdeI retrosPettivameNte

determiNata Per via aNagogica 247

iii introduzione il problema teoriCo nel Suo quadro generale 248

iii la tematizzazione dogmatiCa 254

iii il penSiero Contemporaneo e lrsquoimpoSSibilitagrave della laquoSalvezzaraquo 273

iv il portato di una reCuperata ontologia dellrsquooriginario 285

iv Sguardo ontologiCo e Sguardo anagogiCo veritagrave dellrsquoinCarnazione 297

9

emmanuele rotundo

daLLa kenosI iNtradiviNa aLLrsquoabbraccio deL LrsquoiN ferNo uNrsquoaNaLisi teoLogica deLLrsquoescatoLogia baLthasariaNa 307

introduzione 308

1 dalla Speranza alla keNOSi intradivina 314

2 la keNOSi intradivina 315

21 analisi teologica 321

3 trinitagrave e mondo libero 323

31 analisi teologica 326

4 SoStituzione viCaria e abbandono di CriSto Sulla Cro Ce 327

41 analisi teologica 332

5 ldquodeSCenSuS ad inferoSrdquo 336

51 analisi teologica 346

6 inferno e generazione divina 361

61 analisi teologica 364

7 Svuotamento dellrsquoinferno il purgatorio 365

71 analisi teologica 370

8 libertagrave gloria di dio e Speranza dellrsquouomo 376

81 analisi teologica 384

ConCluSione 395

marCo Salvioli

rigeNerare Legami NeLLa cuLtura iPeriNdividuaLista

uNrsquoiNterPretazioNe eccLesioLogico-foNdameNtaLe 397

1 ObiecTUM FORMale qUO quale proSpettiva teologiCa adot tare 400

2 ObiecTUM FORMale qUOd la ChieSa generata Coopera

alla generazione 407

3 la CoStituzione interperSonale della ChieSa 411

4 generare legami rigenerare il teSSuto SoCiale 414

ConCluSione 419

10

federiCo zirotti

ldquoubi fides ibi Libertasrdquo siNtesi deL PeNsiero

teoLogico deL cardiNaL giacomo biffi 422

introduzione 423

1 le baSi del penSiero teologiCo 425

11 laquocolpa e libertagraveraquo 425

12 laquoTu solo il Signoreraquo 433

121 laquotamquam spoliatus a nudoraquo 435

122 laquoeternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo 436

123 laquoil fine dellrsquoincarnazioneraquo 442

124 laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo 446

125 laquoper una escatologia rinnovataraquo 449

2 laquoalla deStra del padreraquo 452

la gloria 453

il Regno 455

la vicenda terrestre di cristo (la prospettiva laquoascensionaleraquo) 460

la condizione celeste di gesugrave (la prospettiva laquodiscensionaleraquo) 463

la predestinazione in cristo 465

la vita in cristo 467

Peccato e dannazione 469

la storia di salvezza 470

lrsquoeucarestia 472

la chiesa 474

la consumazione 477

la conoscenza di dio 478

3 laquolinee di eSCatologia CriStianaraquo 481

laquoil nostro destino egrave cristoraquo 481

laquoescatologia e sorte individualeraquo 487

11

4 SinteSi del penSiero 491

il metodo 492

in sintesi 492

Una critica 495

bibliografia 497

12

La Poesia teoLogica di Petar ii Petrović Njegoš

tra occideNte e orieNte esseNza e coNosceNza

di dio Ne Il raggIo del mIcrocosmo

Alberto CAsellA

Editorrsquos note The Balkan peninsula is a melting pot of peoples ethnicgroups languages and religions the history of which has always beentumultuous and stormy In this sense Montenegro is a most significantexample of such characteristics formed at the crossroads of the Mediterranean Russian and Turkish areas it was the ideal environment for the production of intercultural syntheses and theemergence of striking and notable intellectual figuresRadivoje ldquoRaderdquo Tomov Petrović-Njegoš (1813-1851) Prince-Bishop(vladika) of Montenegro under the name of Petar II was one of themDespite being Montenegrorsquos ruler for more than twenty years Njegošwas better known for his philosophical and literary works Afterspeaking of Njegoš as the moderniser of Montenegro and a promoterof culture and public education after mentioning both the laudationand the harsh criticism addressed to him in the past and present the author of the present article turns his attention to the theologicalcharacteristics of Njegošrsquos production notably his masterpiece Lučamikrokozma (The Ray of the Microcosm 1845)This poem is a complex work marked by some relevant theologicalproblems for instance the literary choice of not presenting in a clear suc-cession the creation the fall of the rebel angels the fall of man and the end of history has been the source of several divergent (and incompatible) interpretations Furthermore the heterogeneity ofNjegošrsquos cultural formation and his detachment on several points from tra-ditional Orthodox theology make themselves manifest with regard to thetheory of creation the unclear question of the pre-existence of souls theorigin of evil the Trinitarian vision However Casella believes that the twokey elements of The Ray of the Microcosm that is the essence of God andHis knowability may constitute a practicable bridge between Western andEastern theology and deserve the utmost attention and appreciation

13SD 651 (2020) pp 13-50

laquouno dei due pilastri centrali della letteratura serba assieme a IvoAndrićraquo Bojan Aleksov ha cosigrave definito njegoš nel 20091 nel 2006Ronelle Alexander ha paragonato lrsquoinfluenza letteraria di njegoš sulla evo-luzione della lingua serba a quella di shakespeare sullrsquoinglese2 Lo stessoAndrić nobel per la Letteratura nel 1961 gli ha dedicato tra il 1925 e il1963 nove saggi3 Jean Paul-Besse lo definisce in un recente saggio laquounDante slavoraquo4

Petar II egrave ricordato in Montenegro come il modernizzatore dellanazione promotore della cultura e della pubblica istruzione Egrave tuttaviala sua produzione poetica a suscitare interesse anche al di fuori deiconfini nazionali La complessa figura di njegoš egrave stata consideratainvariabilmente un punto di riferimento nella costruzione di unrsquoiden-titagrave nazionale nonostante il mutamento delle ideologie dominanti edelle denominazioni statali5 In questrsquoottica non sorprende dunqueche il mausoleo di njegoš sul monte Lovćen sia stato restaurato sia dalre di Jugoslavia Alessandro I nel 1925 che da Tito nel 19746 Come hainfatti lucidamente evidenziato lo sloveno Bojan Baskar njegoš egravestato oggetto di tre diverse laquocanonizzazioniraquo a poeta nazionale quelladi ldquopoeta nazionale serbordquo da parte del nuovo Regno dei serbi Croati esloveni dopo il 1918 una seconda quale ldquopoeta nazionale jugoslavordquo apartire dal 1951 e infine una terza dal 2013 in poi quale ldquopoeta nazio-

14 A CAsellA

1 B ALEksov ldquoJovan Jovanović Zmaj and the serbian Identity Between Poetry andHistoryrdquo in D MIsHkovA (ed) We the People Politics of National Peculiarity inSoutheastern Europe Budapest 2009 273

2 R ALExAnDER Bosnian Croatian Serbian A Grammar with SociolinguisticCommentary Madison (WI) 2006 421

3 B LAZIć ldquoAndrić et njegošrdquo in Serbica I (2013) n 5 16-17 C HAWkEsWoRTHIvo Andrić Bridge between East and West Londra 1984 210-212

4 JP BEssE Nieacutegoch un Dante slave versailles 20145 Lrsquoattentatore di sarajevo del 1914 Gavrilo Princip come molti nazionalisti serbi cono-

sceva a memoria Il serto della montagna principale opera del poeta Cf T JuDAH TheSerbs History Myth and the Destruction of Yugoslavia new Haven (CT) 20002 64

6 B TREnCseacutenyI ndash M koPčEk Discourses of the Collective Identity in Central andSoutheast Europe (1770-1945) Volume II National Romanticism ndash the Formationof National Movements Budapest 2007 431

15La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

nale montenegrinordquo da parte del rinato stato del Montenegro in unrsquoot-tica di conflitto fra il governo civile e la Chiesa ortodossa ancoralegata alla serbia7 non mancano le critiche se da un lato njegoš egravestato canonizzato dalla Chiesa serba nel 2013 dallrsquoaltro lrsquoesaltazioneche egli fa nelle sue opere dellrsquoortodossia a scapito dellrsquoIslam attra-verso la narrazione dei fatti militari che hanno opposto cristiani amusulmani nel difficile contesto balcanico egrave stata letta come elogiodella pulizia etnica tanto che le sue opere sono state bandite dai pro-grammi scolastici in Bosnia-Erzegovina e in kosovo8

La poesia di njegoš egrave segnata da temi religiosi nella sua interezzatuttavia in una delle sue opere Il raggio del microcosmo quello di Diodiventa lrsquoargomento principale tanto da poter definire il poema una trat-tazione teologica con forti prospettive escatologiche Egrave proprio questaopera a costituire una personalissima sintesi di differenti visioni filosofi-che e teologiche occidentali e orientali Per ricostruire la genesi dellavisione teologica di njegoš egrave inevitabile ricostruirne lo straordinario per-corso formativo e culturale capace di dare conto di una personalitagrave nonsolo difficilmente delimitabile ad una singola corrente letteraria ma allastessa teologia ortodossa dalla quale si discosta su molti aspetti

1 lrsquouomo il poetA il teologo

11 Formazione culturale e teologica

Radivodje Petrović njegoš nasce a njeguši in Montenegro nel 1813figlio del serdar del villaggio natio9 La sua famiglia paterna regna

7 B BAskAR ldquoThe Third Canonization of njegoš the national Poet of Montenegrordquoin Jk HELGAson ndash M DovIć Great Immortality Studies on European CulturalSainthood (natonial Cultivation of Culture 18) Boston 2019 269-293

8 AB WATCHEL ldquoHow to use a Classic Petar Petrović-njegoš in the TwentiethCenturyrdquo in JR LAMPE ndash M MAZoWER (edd) Ideologies and National IdentitiesThe case of Twentieth-Century Southeastern Europe Budapest 2004 133

9 Il titolo nobiliare di serdar mutuato dalla gerarchia militare ottomana corrispondea quello occidentale di conte Cf A sBuTEGA Storia del Montenegro Dalle originiai giorni nostri soveria Mannelli 2006 150-151

sullo stato balcanico la carica di vladika che assomma quelle di prin-cipe del Montenegro e di metropolita di Cettigne prima di allora elet-tiva egrave divenuta ereditaria tra i Petrović njegoš dal 169710

Radivodje dopo avere passato i suoi primi anni di vita a njeguši pasco-lando il gregge paterno nel 1824 allrsquoetagrave di undici anni fa il suo ingressocome novizio nel monastero Hram Roždestva presvete Bo go ro di ce (dellanativitagrave della vergine) di Cettigne per essere istruito11 Egli infatti egrave statoindividuato dal vladika Petar I suo zio paterno quale proprio successoredopo aver scartato per varie ragioni altri possibili candidati12

A Cettigne njegoš ancora analfabeta apprende a leggere e scrive-re in serbo ed in slavo ecclesiastico13 nel 1825 egrave inviato per due annial monastero di savina presso Topla nelle Bocche di Cattaro sotto laguida del monaco Josif Tropović per imparare lrsquoitaliano attraverso lostudio sulla Divina Commedia A Topla acquisisce poi la conoscenzadel russo e del francese oltre le prime nozioni di teologia (cantoecclesiastico e studio del salterio)14 nellrsquoottobre del 1827 viene postosotto la tutela del segretario privato di Petar I il poeta bosniaco dietnia serba sima Milutinović15 nel 1830 njegoš fa nuovamente

16 A CAsellA

10 Tra rsquo700 e rsquo800 hanno rivestito la carica di vladika trasmettendosela da zio anipote quattro Petrović njegoš Danilo I sava II vasilije III e Petar I

11 Fino ai dodici anni njegoš rimane totalmente analfabeta ma non per questo noncoltiva interessi culturali apprende a suonare la gusle (strumento musicale propriodei cantastorie) e si nutre con profondo interesse delle vicende storiche e delle nar-razioni bibliche e agiografiche tramandate oralmente Cf M DJILAs Njegoš PoetPrince Bishop new york 1966 27-28

12 MM MILIć ldquoPetar II Petrović njegoš između erosa i tanatosardquo in Matica xvIII(2017) n 69 188

13 DJILAs Njegoš Poet 3314 An PyPIn ndash vD sPAsovIč Geschichte der Slavischen Literaturen 3 voll

Lipsia 1880 I 299 DJILAs Njegoš Poet 29-3015 simeon ldquosimardquo Milutinović detto sarajlija (1791-1847) una delle figure piugrave gran-

di della letteratura serba egrave il primo a scrivere opere ascrivibili al RomanticismoCf DJILAs Njegoš Poet 31-34

17La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

ingresso nel monastero di Cettigne dove inizia lo studio sistematicodella teologia sotto la guida dello stesso vladika

Il 30 ottobre del 1830 Petar I muore senza avere nominato pubbli-camente un successore lrsquoapertura del suo testamento perograve confermalegalmente Radivodje nel suo ruolo di erede virtuale al tronoLrsquoopposizione alla successione di niegoš allo zio dovuta a parte deicapi delle tribugrave montenegrine egrave superata solo in forza dellrsquointerventodellrsquoigumeno del monastero di ostrog lrsquoarchimandrita JosifPavičević16 non essendo nemmeno ancora monaco njegoš deve rice-vere in vista della consacrazione episcopale la tonsura monastica ciograveavviene il 1deg novembre dello stesso anno e in tale occasione assume ilnome di Petar17 Regna sul Montenegro come principe-vescovo con ilnome di Petar II per ventuno anni morendo di tubercolosi nel 1851allrsquoetagrave di trentotto anni

12 orizzonti culturali

secondo la felice definizione di Isidora sekulić la cultura di njegoš egravestata un insieme di laquopovertagrave e splendoreraquo povertagrave per la scarsezza diinsegnamenti accademici splendore per lrsquoaspirazione a esplorare sem-pre nuove prospettive culturali18 nei fatti njegoš rimane un autodi-datta egli riesce a trasformare questo potenziale limite in un vantag-gio mutando ogni viaggio e incontro personale in unrsquooccasione diarricchimento culturale uno dei personaggi della sua ultima operaLažni car Šćepan Mali (Il falso zar stefano il piccolo) esprime proba-bilmente la visione della propria ldquoautoformazione culturalerdquo

16 Z ZLATAR ldquonjegošrdquo in The Poetics of Slavdom the mythopoeic foundations ofYugoslavia 2 voll Berna 2007 II 453

17 nel 1831 nel monastero di vranjina riceve la chirotesia di archimadrita CfDJILAs Njegoš 59-63 E RoBERTs Realm of the Black Mountain A History ofMontenegro Ithaca (ny) 2007 193

18 I sEkuLIć Njegošu knjiga duboke odanosti (Zadruga srpska knjižvena 315)kultura Belgrado 1951 224

18 A CAsellA

sono un autodidatta se qualcosa io so questa ne egrave la causa leg-gendo parole ho conosciuto i libri leggendo gli uomini ho cono-sciuto il mondo ed ho studiato teologia leggendo le stelle19

Il rapporto con il proprio istitutore sima Milutinović egrave la chiavedi volta per capire njegoš sotto la tutela di Milutinović dai quattordi-ci ai diciassette anni lrsquoeducazione di njegoš da anomala passa adessere eccentrica Lrsquoistitutore uomo di cultura europea non ha inmente un preciso programma educativo ma immerge il suo allievo inuno zibaldone culturale quantomeno singolare Le grandi questionifilosofiche nellrsquoinsegnamento di Milutinović si affiancano allrsquoastro-nomia e alla matematica passando per le lingue straniere fino a giun-gere allrsquoattivitagrave fisica20 Egrave tuttavia sul piano della poesia che lrsquoincontrocon Milutinović diventa capitale nella vita di njegoš Lrsquoincontro con itesti omerici in particolare non fa altro che sviluppare la prima scin-tilla scaturita dalla lettura di Dante sotto la guida del monaco Tropovića Topla njegoš egrave invogliato dal suo istitutore a scrivere poesie laforma poetica diverragrave per il montenegrino il veicolo del suo pensierofilosofico storico politico e teologico21

Il percorso formativo di njegoš una volta salito sul trono riceveuna battuta di arresto Dopo il 1830 la formazione di njegoš si basasulla lettura nella vasta biblioteca del monastero di Cettigne sviluppa-ta per interessamento di Petar I e da lui stesso ulteriormente accresciu-ta In occasione dei suoi due viaggi di stato in Russia Petar II coglielrsquooccasione per frequentare lezioni come uditore presso lrsquoAccademiaTeologica Aleksandro-nevskaja a san Pietroburgo Il primo viaggio a

19 Samouk sam ako štogod znadem po bukvici učio sam knjigu po ljudima učiosam svijet po zvjezdama i bogosloviju Cf P PETRovIć nJEGoš Lažni car ŠćepanMali novi sad 1964 127

20 oltre a effettuare lunghe escursioni in montagna lrsquoadolescente novizio njegošviene addestrato in arti ben poco monastiche quali il tiro con la pistola e la scher-ma Cf DJILAs Njegoš Poet 31-32

21 DJILAs Njegoš Poet 31-34 PyPIn ndash sPAsovIč Geschichte der Slavischen I 291-294 299-300 P LoDIGIAnI Prefazione 14

san Pietroburgo avviene nel 1833 frequenta la corte e i circoli cultu-rali traendo la sensazione di sentirsi al confronto con lrsquoambiente diCettigne laquoprincipe fra i barbari e barbaro fra i principiraquo22 Petar IIrisiede nella capitale russa quattro mesi in tale occasione pur essendosolo ventenne e non avendo dunque ancora lrsquoetagrave minima di trentrsquoannirichiesta dai canoni ecclesiastici viene consacrato vescovo grazie alladispensa accordata dal santo sinodo su pressione dello zar nicola I23

Tornando dalla Russia dopo avere visitato anche Mosca e novgorodporta con seacute numerose opere teologiche russe per incrementare ulte-riormente la biblioteca del monastero di Cettigne24 un secondo viag-gio avviene nel 1837 ma la permanenza dura poco piugrave di un mesedifficile credere che lrsquoaudizione delle lezioni teologiche al lrsquoAc ca de -mia non sia stata piugrave che episodica25

njegoš durante la sua breve vita viaggia spesso non solo inRussia ma visita anche paesi occidentali soprattutto lrsquoItalia26 Egrave signi-ficativo notare come questa figura cosmopolita frequenti tre grandiaree culturali quella russa (nelle sue componenti laica e ecclesiastica)

19La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

22 P LoDIGIAnI Prefazione a P PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo Milano2008 19

23 DJILAs Njegoš 110-114 La scelta di farsi consacrare vescovo a san Pietroburgoinvece che in serbia si deve piugrave a ragioni politiche ma sottolinea anche un certo desiderio di indipendenza dellrsquoarcidiocesi di Cettigne dalla Chiesa di serbiaCf P PuZovIć Srpska Patrijaršija Istorija Crpske pravoslavne crkve novi sad2010 118-126

24 s PAvLovIć Balkan Anschluss the annexation of Montenegro and the creation ofthe common South Slavic State Lafayette (In) 2008 36-37

25 DJILAs Njegoš 15226 sui viaggi italiani di njegoš si vedano L BAnJAnIn ldquoItalija i Italijani u niegoševoj

prepiscirdquo in B suvAJDžIć (ed) Njegoš u svome vremenu i danas naučni sastanakslavista u vukove dane LxIII (2014) n 2 147-156 L BAnJAnIn ldquoI viaggi inItalia di Petar II Petrović njegošrdquo in E kAnCEFF (ed) Siamo come eravamoLrsquoimmagine dellrsquoItalia nel tempo Moncalieri 2016 113-130 M MITRovIćldquoDizionario dei personaggi Persone colte uomini di lettere la cui vita educativa olavorativa era almeno parzialmente legata a Triesterdquo in M MITRovIć (ed)Cultura serba a Trieste Lecce 2009 259-261

quella mitteleuropea (a vienna e Trieste) e quella italiana nessuno diquesti ambienti lo lascia indifferente la particolare visione filosofica eteologica di njegoš non potrebbe essere altrimenti spiegata se noncome il prodotto del suo inusuale itinerario educativo e culturalesegnato anche dal suo straordinario poliglottismo27 Cercherograve di rico-struire gli orizzonti intellettuali e teologici di njegoš a partire dai datirelativi alla sua formazione alle sue letture e ai contatti con uomini dicultura sono infatti persuaso che la specificitagrave del pensiero teologicodel montenegrino nasca dalla sua capacitagrave di fare una personalissimasintesi di tutte queste esperienze

13 Maestri e modelli

una figura su tutte puograve essere considerata il ldquomaestrordquo di njegošsima Milutinović Egli effettivamente egrave il piugrave prestigioso tra gli istitu-tori che Petar I affianca al nipote Il poeta di sarajevo lascia sullrsquoadole-scente njegoš una impronta indelebile In Milutinović njegoš trova chigli consente di dare forma letteraria alle tradizioni montenegrine tra-sformando rapsodie tramandate oralmente in raffinate poesie di stileoccidentale nel patrimonio culturale popolare del Montenegro trovanoorigine elementi essenziali nella personalitagrave di njegoš il sentimentonazionale serbo lrsquoamore per la poesia il desiderio di libertagrave e so -prattutto la pietagrave religiosa Gli altri istitutori ndash e fra essi lo zio Petar I ndashlo introducono al mondo liturgico ortodosso per tutti loro monaci egravequello il riferimento primario per apprendere a leggere e scrivere perconoscere il canto per conoscere i precetti fondamentali della fedeunrsquoeccezione va forse fatta per il monaco Tropović che insegnando-gli lrsquoitaliano attraverso la Divina Commedia dona inconsapevolmentea njegoš uno dei suoi principali modelli di riferimento

20 A CAsellA

27 Al termine della sua esistenza njegoš giunge a padroneggiare perfettamente ilserbo lo slavo ecclesiastico lrsquoitaliano il russo e il francese oltre ad avere una di -screta padronanza del tedesco e qualche rudimento di inglese e turco Egrave altresigrave ca -pace di leggere il paleoslavo il greco antico e il latino Cf v PoPovIć In tro -duction a P PETRovIć nJEGoš The Mountain Wreath Londra 1928 2

21La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

un incontro fondamentale per njegoš egrave quello con vuk stefanovićkaradžić avvenuto a vienna nel 183328 Lrsquoimpressione che il venten-ne montenegrino lascia su karadžić egrave formidabile scrivendo a un altrocelebre letterato serbo Lukijan Mušicki lo descrive cosigrave laquonon solosa scrivere e leggere molto bene il serbo ma compone anche versi raf-finati Egli ritiene che al mondo non vi sia idioma piugrave sublime che lanostra lingua popolare (e ha ragione a pensarla cosigrave anche se ciograve noncorrispondesse alla realtagrave)raquo29 karadžić si reca in Montenegro per farevisita al giovane njegoš due volte tra il 1834 e il 183530 Egrave innegabileche egli influenzi la ricerca linguistica di njegoš volta a depuraresempre piugrave il suo serbo da vocaboli di origine ottomana preferendo aessi termini tratti dal vernacolo montenegrino o dallo slavo ecclesiasti-co I due si incontrano ancora a vienna nel soggiorno che Petar II vi fatra la fine del 1836 e il 1837 egrave il periodo in cui lo scambio intellettua-le si fa piugrave intenso31 Gli incontri hanno un effetto anche sul percorso

28 karadžić (1787-1864) filologo e linguista egrave il riformatore della moderna linguaserba Raccoglie mettendolo per iscritto il patrimonio popolare serbo e traduceper primo in lingua serba il nuovo Testamento Amico personale di Goethe e deifratelli Grimm intrattiene corrispondenza con letterati di tutta Europa Cf PyPIn ndashsPAsovIč Geschichte der Slavischen I 279-286 J skERLIć Istorija Nove SrpskeKnjiževnosti Belgrado 1921 239-276 su karažić il saggio piugrave completo e capa-ce di coglierne il ruolo allrsquointerno della cultura serba e europea rimane D WILsonThe Life and Times of Vuk Stefanović Karadzić 1787-1864 Literacy Literatureand National Independence in Serbia oxford 1970

29 RoBERTs Realm of the Black Mountain 198 Mušicki (1777-1837) vescovo poeta eprosatore scrive opere a tematica patriottica e sacra Il tratto piugrave interessante della suaproduzione per un lettore italiano egrave che nelle sue opere profane il suo modello princi-pale sia stato Carlo Goldoni Cf PyPIn ndash sPAsovIč Geschichte der Slavischen I 287-288 skERLIć Istorija Nove 138-143 Il testo piugrave completo su Mušicki egrave v ćoRovIćLukijan Mušicki studija iz srpske književnosti Belgrado 1999

30 M PoPovIć Vuk Stefanović Karadžić Belgrado 1964 48-4931 DJILAs Njegoš Poet 144-145 Lrsquoeffetto piugrave immediato degli incontri viennesi fra

njegoš e karažić egrave la pubblicazione da parte di questrsquoultimo di un volume di etno-linguistica in tedesco intitolato Montenegro und die Montenegriner ein Beitragzur Kenntnis der europaumlischen Tuumlrkei und des serbischen Volkes

teologico di njegoš che discute di temi religiosi con lrsquoanziano lettera-to traduttore del nuovo Testamento in lingua serba corrente ciograve lospinge ad approfondire la sacra scrittura Gli incontri italiani invecenon sembrano segnarlo cosigrave profondamente per quanto a Trieste fre-quenti le eacutelite culturali cittadine e non soltanto la vivace e coltacomunitagrave serba32

si apre a questo punto lrsquointeressante questione dei modelli letterariche costituiscono i riferimenti culturali principali di njegoš Egrave certo cheabbia letto i classici greci in particolare omero e i grandi tragediografi(Eschilo sofocle e Euripide) cosigrave come i maggiori filosofi greci che nesegnano profondamente la visione del mondo e dellrsquouomo Conosce ledottrine filosofiche di Eraclito Pitagora socrate (da lui considerato il piugravegrande filosofo) Platone Aristotele Epicuro Plotino e Filone di Ales -sandria33 va anche ricordata la sua conoscenza dei Padri della Chiesa escrittori ecclesiastici colpevolmente ignorata o sottovalutata dalla mag-gior parte dei critici nutrita egrave anche la sua conoscenza di autori inglesishakespeare Hume scott I Canti di Ossian di MacPherson Byron esoprattutto Milton che diventa per lui un riferimento letterario impre-scindibile per Il raggio Legge anche autori tedeschi soprattutto filo-sofi Goethe Leibnitz Fichte kant Hegel e schopenauer34

22 A CAsellA

32 sulle frequentazioni triestine di njegoš e lrsquoambiente culturale serbo della cittagraveadriatica cf M MITRovIć ldquoDizionario dei personaggirdquo 258-277 M MITRovIćldquoLuci e ombrerdquo in M MITRovIć (ed) Cultura serba a Trieste Lecce 2009 14-85v DJERAsIMovIć ldquoLa comunitagrave serbo-ortodossa a Triesterdquo in AAvv TriesteLineamenti di una cittagrave Trieste 1989 538-540

33 ž PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos religious philosophy Birmingham1984 67-68 192-197 215-216 Fatto interessante dalla tragedia greca mutua ilruolo fondamentale del coro che egli definisce kolo ossia ldquocerchiordquo utilizzandocosigrave un termine che egrave proprio della coreutica balcanica si registra la presenza delkolo in piugrave di unrsquoopera di njegoš egrave il caso del Serto della montagna e del Lažnicar Šćepan Mali Cf ZLATAR ldquonjegošrdquo 603-605 WATCHEL ldquoHow to use aClassic Petar Petrović-njegošrdquo 134

34 PoPovIć Introduction 5-6

sono tuttavia tre i mondi culturali che lo segnano maggiormentequello francese quello italiano e quello russo Legge voltaire ma sonoHugo e piugrave di ogni altro Lamartine a colpirlo35 La Francia rimane unameta tanto desiderata ma mai raggiunta a causa del diniego da parte delgoverno austriaco a concedergli un lasciapassare per quella nazione36

Gli autori italiani che lo influenzano significativamente sono inveceDante e Petrarca da lui stesso definiti i suoi poeti preferiti LrsquoAlighieriletto la prima volta a dodici anni per imparare la lingua italiana egrave forsequello che lo ispira in maniera piugrave evidente nel Raggio in particolarmodo sullrsquoaspetto della concezione del Paradiso Allo stato attuale dellericerche si puograve affermare che la Divina Commedia sia inoltre la suaprincipale fonte di conoscenza della scolastica medievale37 Tra leinfluenze italiane alcuni identificano anche quelle di Leopardi (a livellotematico) Foscolo e Alfieri (a livello stilistico) certamente letti danjegoš ma a mio giudizio meno significativi per lui38

Il mondo russo infine piugrave che sul piano letterario lo segna suquello religioso e politico un grande riferimento egrave senza dubbioPuškin si discute se njegoš incontri lo scrittore moscovita a san Pie -tro burgo nel 1833 certa egrave invece lrsquoammirazione tributatagli39 Puškininfluenza grandemente la prima grande opera di njegoš Il serto dellamontagna sono soprattutto la produzione poetica e teatrale del russo(Ruslan e Ljudmila Boris Godunov Poltava) a costituire un modellodi forte ispirazione per lo scritto del vladika40 njegoš nel 1837durante il secondo viaggio in Russia sulla via del ritorno compie una

23La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

35 PoPovIć Introduction 6 LoDIGIAnI Prefazione 24 PRvuLovICH Prince-BihsopNjegoshrsquos 246-247

36 DJILAs Njegoš Poet 14437 PoPovIć Introduction 638 Per la questione rimando a LoDIGIAnI Prefazione 41-4239 F WoLLMAn ldquonjegošův deseterecrdquo in Slavia - časopis pro slovanskou filologii

IX (1930-1931) n 4 78540 s RoIC ldquonote su Puškin e i temi slavomeridionalirdquo in s BERToLIssI (ed) Puškin

e lrsquoOriente Atti del convegno internazionale dellrsquoIstituto universitario orientale diNapoli napoli 2001 147

grande deviazione fino al monastero di svyatogorsky presso Pskovper pregare sulla tomba di Puškin41 nel 1845 dedica una delle sueopere maggiori lrsquoOgledalo srpsko (Lo specchio serbo) proprio aPuškin il testo dedicatorio intitolato Sjeni Aleksandra Puškina(Allrsquoombra di Aleksandr Puškin) tradisce la profonda ammirazionenutrita verso lo scrittore russo che definisce laquoil piugrave fausto poeta delGrande Popolo [russo]raquo e laquocrismato dalla celeste grazia dellaPoesiaraquo42 Puškin nelle cui opere il tema cristiano egrave tuttrsquoaltro che mar-ginale conduce la sua personale ricerca di Dio in un itinerario che vadallrsquoabbandono in gioventugrave della religiositagrave tradizionale a una consa-pevolezza di fede negli anni maturi passando per un tempo di incre-dulitagrave non si puograve escludere che tale parabola abbia colpito njegošche pur in maniera meno esplicita attraversa durante la giovinezzainquietudini non dissimili da quelle dello scrittore russo43

14 orizzonte teologico

una delle corde che fa vibrare il cuore del njegoš uomo e poeta egraveinnegabilmente il sentimento religioso inizialmente inteso nel suo ele-mento etnico e culturale di appartenenza alla Chiesa serba poi semprepiugrave approfondito nella prospettiva di intima ricerca di Dio va perograveevidenziato che piugrave di uno studioso non ne abbia colto lrsquoimportanzaLrsquoaspetto religioso della poesia di njegoš viene minimizzato da partedi Isidora sekulić che preferisce relegare sullo sfondo la riflessioneteologica riducendola a un aspetto meramente filosofico44 Critici chehanno recentemente trattato il tema di Dio e dellrsquouomo in njegoš lo

24 A CAsellA

41 v JAvAREk ldquoPetar Petrović njegošrdquo in The Slavonic and Eastern xxx (1952) n 75519

42 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 15 P PETRovIć nJEGoš Ogledalo srpskoBelgrado 1845 3 (traduzione dellrsquoautore di questo articolo)

43 Per lrsquoitinerario spirituale di Puškin cf vA vAsILrsquoEv Duchovnyj putrsquo PuškinaMosca 1994 una buona sintesi della questione della religiositagrave in Puškin egrave in IALFEEv La Chiesa Ortodossa 5 voll Bologna 2013-2018 I 229-234

44 sEkuLIć Njegošu knjiga 143

25La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

hanno posto su un piano essenzialmente filosofico quasi a farne un anti-cipatore dellrsquoesistenzialismo egrave il caso di Goran sekulović nel suo artico-lo sullrsquoantropologia di njegoš45 Gli articoli della sezione intitolata laquonje-gošologijaraquo (ossia ldquonjegošologiardquo) della rivista montenegrina Matica leg-gono le opere di njegoš in chiave esclusivamente filosofica un casoemblematico che cito su tutti egrave quello di čedomir Bogićević che inun pur pregevole articolo sullrsquoanalisi metafisica della giustizia innjegoš non coglie il riferimento biblico a Ml 320 nel termine ldquosoledi giustiziardquo (sunce pravde) nel vI canto del Raggio del microcosmorelegandolo a unrsquoottica di teismo platonico estranea alle intenzionioriginali dellrsquoautore46

In questo panorama di assenza di una riflessione sulla visione teo-logica di njegoš si distaccano tuttavia due autori nikolaj velimiroviće živojin ldquožikardquo Prvulović gli unici a trattare il tema in modo specifi-co ed esteso La drammatica carenza di studi sul profilo religioso dinjegoš e sui temi teologici da lui trattati egrave stata giustamente rilevatada Prvulović nellrsquointroduzione al suo saggio trascurando questi aspet-ti la complessitagrave del personaggio ne esce fortemente menomata47

45 Il contributo di sekulović si inserisce nella scia di altri autori che hanno trattato lapoesia di njegoš in chiave ldquonon religiosardquo in accordo con lo sfondo culturale nelquale hanno scritto ossia quello del governo di Tito Cf G sEkuLovIć ldquonjegoš iegzistencjialistirdquo in Matica xIv (2013) n 55 133-168 Per il pensiero di njegošsolo filosoficamente inteso cf B PETRonIJEvIć Filozofija u Gorskom vijencunovi sad 1908 M F RAkočEvIć Crnogorski Prometej Pokušaj povezivanjaNjegoševe filozofije Izdanje Piščevo Lubiana 1940 s ToMovIć Njegoševa lučaTitograd [oggidigrave Podgorizza] 1971 s ToMovIć Filosofsko bogoslovski pojmovnikNjegoševog djela Podgorizza 1995 A šMAuZ Njegoševa Luča mikrokozmaPodgoriz za 1996 D RADoJEvIć Studije o Njegošu Podgorizza 2011 Z ZLATIčAnIn Njegoševa Luča mikrokozma Podgorizza 2013

46 č BoGIćEvIć ldquonjegoševa filosofija pravderdquo in Matica xvIII (2017) n 69 165-18047 laquoA great deal has been written about Prince-Bishop njegos as a ruler of his small state

in peace and war as a diplomat and a man of letters [hellip] However very little has beenwritten about his spiritual biography and even less about his religious philosophy Thisvolume is intended at least partly to fill this important gap without wiche njegoshstrue greatness would reamin obscuredraquo PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 1

26 A CAsellA

La formazione di velimirović e Prvulović egrave significativamente distampo teologico48 Essi beneficiano dunque di una prospettiva che sidistacca da quella di altri e che consente loro di cogliere in manierapiugrave profonda il pensiero di njegoš

velimirović nel suo Religija Njegoševa (La religione di njegoš) del1911 mostra come tutta la poesia di njegoš sia pervasa da un profondosenso religioso mettendo in parallelo brani delle opere del montenegri-no con passi della sacra scrittura giungendo a paragonare il poeta alsalmista49 Lrsquoopera di velimirović pur cercando correttamente nellascrittura nei Padri (Macario Gregorio di nissa Giovanni Crisostomo)e in Gregorio Palamas alcune delle fonti del pensiero teologico dinjegoš manca di un raffronto con la teologia russa del xIx secolo cheinvece a mio giudizio non gli egrave stata estranea Prvulović in Prince-Bihsop Njegoshrsquos Religious Philosophy del 1984 affronta la questionein maniera meno legata agli schemi teologici orientali intuendo come ilmondo occidentale abbia un peso fondamentale soprattutto per quantoconcerne lrsquoinfluenza di Dante Milton e Lamartine La grande novitagraverispetto a velimirović risiede poi nellrsquoavere messo in luce la forte di -pendenza di alcune visioni escatologiche di njegoš da quelle diorigene e avere sottolineato lrsquoinfluenza preponderante del nisseno nellinguaggio teologico neppure Prvulović tuttavia tiene conto del rap-porto con la teologia russa ottocentesca

si possono identificare alcune linee proprie della teologia russa chehanno esercitato una certa influenza su njegoš una di queste egrave quella

48 nikolaj velimirović (1881-1956) eparca di ocrida e žiča deportato a Dachau inseguito allrsquoinvasione tedesca della Jugoslavia e esule negli stati uniti dopo lrsquoascesaal potere di Tito egrave stato uno dei piugrave influenti personaggi della Chiesa ortodossaserba del xx secolo autore di una vasta produzione teologica Egrave venerato comesanto dalla Chiesa serba žika Prvulović (1920-1996) studente di teologia finoallrsquoinvasione tedesca combattente fra le fila monarchiche dei Cetnici tra il 1941 e il1945 esule in Gran Bretagna in quanto cristiano e anti-comunista in seguito allainstaurazione del regime titino si egrave laureato in filosofia a oxford e ha insegnatofilosofia morale allrsquouniversitagrave di Birmingham

49 n vELIMIRovIć Religija Njegoševa Belgrado 19212 26-27

27La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

della teologia accademica giova ricordare infatti come il montene-grino abbia frequentato lezioni presso lrsquoAccademia Aleksandro-nevskaja almeno nel 1833 se non anche nel 1837 I manuali in usonelle accademie russe sono quelli di autori dellrsquoepoca sinodale ossiaMoghila Prokopovič Levšin Gorskij e Falkovskij tutti pubblicati trail xvII e il xIx secolo risentono di una progressiva e costante aper-tura al mondo protestante e a una visione liberale della teologia50 Leidee di Prokopovič ideologo della teocrazia imperiale influenzanoprobabilmente la visione commista di stato e Chiesa di njegoš nelsuo caso peraltro la concezione si rendeva attuale rivestendo egli alcontempo le cariche di principe e metropolita51

vi sono tuttavia a mio parere due personaggi che potrebbero avereinfluenzato piugrave di altri il pensiero di njegoš Drozdov e khomiakov52 Ilmetropolita di Mosca Filaret Drozdov molto vicino allo zar nicola Ipotrebbe avere esercitato una qualche influenza su njegoš non tantocome autore del Catechismo Cristiano del 1823 studiato dal vladikadurante lrsquoadolescenza quanto per altri quattro aspetti la simpatiamostrata verso i ldquofilosofi religiosirdquo la pubblicazione della sacrascrittura in lingua russa corrente anzicheacute in slavo ecclesiastico i tra-

50 Per uno sguardo generale sullrsquoepoca sinodale e lrsquoorganizzazione degli studi teolo-gici cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 203-227 Per i programmi di studio delleaccademie cf PA PALMIERI La Chiesa Russa le sue odierne condizioni e il suoriformismo dottrinale Firenze 1908 227-247 e 541-680 sebbene datato egrave inrealtagrave un testo particolarmente approfondito sul tema presentato con intenti apolo-getici ma con una vasta messe di informazioni

51 A CARPIFAvE Storia della Chiesa Ortodossa Russa tra messianismo e politicaBologna 2009 84-87

52 Drozdov (1782-1867) direttore dellrsquoAccademia teologica di san Pietroburgometropolita di Mosca egrave un personaggio centrale della Chiesa Russa della primametagrave del xIx secolo illustre oratore e teologo egrave stato canonizzato nel 1994khomiakov (1804-1860) egrave personaggio poliedrico ufficiale dellrsquoesercito poetafilologo egrave piugrave filosofo che teologo tanto da attirarsi le critiche e le censure daparte della Chiesa Russa per alcune sue posizioni alquanto eterodosse

28 A CAsellA

scorsi giovanili come poeta e la sua corrispondenza sotto forma dipoesia con Puškin53

Aleksei khomiakov egrave lrsquoiniziatore con Ivan kireevskij del movi-mento slavofilo noncheacute uno dei primi grandi ldquofilosofi religiosirdquo russiAmbedue le correnti intellettuali quella slavofila e quella della filoso-fia religiosa potrebbero includere a buon titolo njegoš nelle loro fileIl movimento slavofilo troveragrave la sua piena definizione teoretica indue saggi pubblicati da kireevskij dopo la morte di njegoš ma trae ipropri fondamenti tanto dagli scritti che sia khomiakov che lo stessokireevskij pubblicano negli anni rsquo20 e rsquo3054 Il movimento slavofiloallo scopo di preservare lrsquoidentitagrave nazionale minacciata dalla moder-nitagrave ldquooccidentalerdquo contrappone in avversione alle idee liberali e alleistanze di modernizzazione industriale lrsquoesigenza di recuperare i valo-ri culturali sociali politici e religiosi della Russia patriarcale e conta-dina sottolineando il pregio del patrimonio spirituale del popolo e ilruolo di guida della Chiesa55 si tratta dunque di un vero e proprioritorno ai valori ldquodei padrirdquo ossia allrsquoesperienza di vita comunitaria

53 ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 193-195 sulla figura di Drozdov cf nsRACHEoTEs The Life and the Tought of Filaret Drpzdov 1782-1867 The ThornyPath to Sainthood Lanham 2019 Per un approfondimento sul carteggio Drozdov-Puškin cf v LIAPunov ldquonot in vain and not by Chance Pushkin and Philaret(Drozdov) Metropolitan of Moscowrdquo in v TsuRIkov (ed) PhilaretMetropolitan of Moscow 1782-1867 Perspectives on the Man his Work and hisTimes Jordanville (ny) 2003 36-51

54 sui rapporti fra khomiakov e kireevskij molto egrave stato scritto nellrsquointento di stabili-re chi dei due abbia il primato nellrsquoavviamento del movimento slavofilo e chi abbiaesercitato unrsquoinfluenza sullrsquoaltro non mi addentro nel tema

55 Per il movimento slavofilo in generale cf s RABoW-EDLInG Slavophile Toughtand the Politics of Cultural Nationalism Albany (ny) 2006 in lingua italiana unabuona sintesi si trova in G PIovEsAnA Storia del pensiero filosofico russo (988-1988) Cinisello Balsamo 1992 109-122 un efficace panorama diacronico delmovimento slavo si trova in F ConTE Gli Slavi Le civiltagrave dellrsquoEuropa centrale eorientale Torino 1991 549-560 La trattazione piugrave completa del movimento egrave inPk CHRIsToFF An Introduction to Nineteenth Century Slavophilism 4 vollLrsquoAjaPrinceton (nJ)Boulder (Co) 1961-1991

29La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

propria dellrsquoantica Rusrsquo quella che si concretizzava nella obščina lastruttura sociale originaria dei villaggi fondata sui principi di colletti-vitagrave altruismo e condivisione Il riferimento filosofico occidentaleimmediato degli slavofili non puograve che essere dunque il romanticismoe in particolare lrsquoidealismo di schelling identificato quale efficacerimedio al razionalismo di stampo illuministico che permea tutta lasocietagrave russa comprese le scuole teologiche56 Egrave agevole riconoscerequi una sintonia con le idee di fondo a molte opere di njegoš in parti-colare quelle contenute nel Serto della Montagna

Il gruppo dei ldquofilosofi religiosirdquo russi include in seacute invece piugrave che gliesponenti di una corrente culturale ben definita una schiera di scrittori acco-munati dalla scelta di affrontare filosoficamente svariati temi tenendo qualecaposaldo e punto di partenza la visione ortodossa del mondo Pur nonessendo laureati in teologia neacute ecclesiastici i filosofi religiosi fanno proprioil pensiero ortodosso per rispondere alle sfide dellrsquooccidentalismo del libe-ralismo dellrsquoateismo e del nichilismo Il gruppo raccoglie esponenti vissutiin tutto il xIx secolo e nella prima metagrave del xx che hanno scritto di tema-tiche religiose sociali culturali e storiche tra di essi oltre a Dostoevskij eallo stesso khomiakov i nomi piugrave noti sono quelli di solovrsquoeumlv e Berdjaevvissuti in un periodo successivo a quello di njegoš ma col quale condivido-no alcune visioni teologiche57 La polemica fra khomiakov e Peumltr čadaeevesponente di spicco dellrsquooccidentalismo sembra riflettere per certi versi lescelte di njegoš che pur conoscendo bene la cultura occidentale (da cui traeispirazione) si orienta su scelte decisamente slavofile58

56 L ZAk ldquoLa figura del vescovo nella teologia ortodossa russa di tradizione slavofi-lardquo in A MonTAn (ed) Vescovi servitori del Vangelo per la speranza del mondoRoma 2005 469-472

57 ALFEEv La Chiesa Ortodossa I 255-27058 čadaeev (1794-1856) spinge per un orientamento della Russia verso i valori e gli

ideali propri dellrsquoEuropa occidentale La critica rivolta al mondo slavo visto comearretrato e incapace di dare alcuncheacute al mondo e alla Chiesa ortodossa accusatadi passivitagrave sociale statalismo e isolazionismo sono i due tratti distintivi del pen-siero di čadaeev Lo zar nicola I dopo aver letto le sue Lettere filosofiche traelrsquoimpressione che sia malato di mente e lo fa internare da questa esperienza il filo-sofo trae la sua Apologia di un pazzo che egrave forse il suo capolavoro

30 A CAsellA

I tratti comuni a Drozdov e khomiakov che si possono ritrovare innjegoš soprattutto nel Serto sono lrsquoesaltazione della tradizione slavae la visione della Chiesa ortodossa come baluardo della identitagravenazionale noncheacute la rivalorizzazione della via mistica di tradizionemonastica per giungere a Dio in contrapposizione a quella razionali-stica proposta dalle accademie teologiche suggestivo risulta infineche sia khomiakov che njegoš si occupino della tematica tipicamenteslava dei falsi sovrani figure che si presentano come la ripresentazio-ne (con tratti misticheggianti e quasi escatologici) di governanti scom-parsi in giovane etagrave khomiakov scrive infatti nel 1832 il dramma Il falso Demetrio (Dmitrij samozvanec) incentrato sulla figura di unavventuriero che riesce a spacciarsi per Demetrio un figlio di Ivan ilTerribile morto bambino e a regnare sulla Moscovia allrsquoinizio delxvII secolo Il parallelo con il dramma poetico Lažni car Šćepan Malidi njegoš egrave quantomeno evidente

15 opere principali

njegoš egrave autore prolifico pubblica a partire dal 1833 varie poesiedrsquooccasione e impressioni poetiche La sua opera omnia egrave stata pubbli-cata la prima volta a Belgrado tra il 1951 e il 1955 e riempie diecivolumi

un primo saggio di poesia di un certo livello non paragonabile aisuoi tre grandi lavori successivi egrave quello intitolato Ogledalo srpsko(ldquoLo specchio serbordquo) pubblicato a Belgrado nel 1845 e dedicatocome giagrave scritto a Puškin raccoglie sessantuno brevi poemi a caratte-re epico tutti incentrati sulle battaglie combattute dai serbi e dai mon-tenegrini tra il 1510 e il 1820 per liberarsi dal dominio ottomano59

La prima grande opera egrave Il raggio del microcosmo (Luča mik-rokozma) scritta nel 1845 e pubblicata lo stesso anno a Belgrado

59 s sLAPšAk ldquoPetar II Petrović-njegoš the Icon of the Poet with the Iconrdquo in M CoRnIs-PoPE ndash J nEuBAuER (edd) History of the Literary Cultures of East-Central Europe Junctures and disjunctures in the 19th and 20th centuries 4 vollAmsterdam 2004-2010 Iv 115-116

31La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Lrsquounica edizione italiana dellrsquoopera tradotta da Paolo Lodigiani eDunja Andrić egrave stata pubblicata nel 2008

Il secondo poema epico Il serto della montagna (Gorski vijenac) egravepubblicato la prima volta a vienna nel 1847 egrave certamente il capolavo-ro di njegoš e per piugrave di un critico letterario egrave tuttora lrsquoopera piugravesignificativa di tutta la letteratura serba60 Egrave senzrsquoombra di dubbiouna delle opere in lingua serba che ha conosciuto piugrave edizioni neglianni tra il 1847 e il 1996 egrave stata ristampata centoventi volte61 nelSerto si fondono il canto epico di tutto il popolo serbo e il dramma esi-stenziale di un singolo il vladika Danilo nel cui intimo si scontrano iprincipi della ragion di stato con il dettato della coscienza Il temacentrale egrave lrsquoevento leggendario dei cosiddetti ldquovespri montenegrinirdquo (oldquoInquisizione dei turchizzatirdquo Istraga poturica) ossia il massacro chesarebbe stato attuato su ordine del vladika Danilo I nel natale di unanno della prima decade del xvIII secolo ai danni dei montenegriniche avrebbero rinnegato la fede cristiana per passare allrsquoIslam Taleepisodio non si egrave verificato nella realtagrave storica ma era uno degli eventila cui narrazione rafforzava la coesione nazionale montenegrina62 IlSerto egrave lrsquounica opera di njegoš a conoscere un elevato numero di tra-duzioni in lingua italiana se ne contano almeno dieci tra parziali eintegrali nellrsquoarco di tempo che va dal 1847 al 193963 Questa prolife-razione trova la sua origine dapprima nella sintonia con le idee risorgi-mentali e in seguito nellrsquointeresse da parte degli italiani per il Mon te -ne gro terra di origine della regina Elena parente dellrsquoautore

Lrsquoultima grande opera di njegoš in ordine cronologico Lažni carŠćepan Mali (Il falso zar stefano il Piccolo) scritta nel 1848 e pubblica-ta la prima volta nel 1851 a Trieste non egrave mai stata tradotta in italiano64

60 LoDIGIAnI Prefazione 2661 ZLATAR ldquonjegošrdquo 845-849 Al 2007 inoltre se ne conoscono traduzioni in dieci

lingue straniere Cf RoBERTs Realm of the Black Mountain 18762 RoBERTs Realm of the Black Mountain 13263 Per lrsquoelenco completo delle traduzioni italiane del Serto della montagna cf Lo DI -

GIA nI Prefazione 46-4864 Lrsquoopera ha conosciuto in occidente minore fortuna rispetto alle prime due una

prima traduzione in francese egrave stata pubblicata solo nel 2015

32 A CAsellA

Egrave un dramma storico basato su meticolose ricerche condotte negliarchivi veneziani nel 1847 e tratta di uno strambo personaggio che hagovernato il Montenegro tra il 1767 e il 1773 spacciandosi per lo zardi Russia Pietro III miracolosamente sfuggito alla congiura di palazzonella quale invece il vero sovrano aveva trovato la morte nel 176265

Al centro dellrsquoopera tuttavia piugrave che una riflessione sulla storia sisitua quella sullrsquouomo intesa in senso filosofico (identitagrave reale esociale) e teologico (relazione con Dio)

2 Il rAggIo del mICroCosmo

21 scritto mistico-ascetico

Il raggio del microcosmo vede la luce nella Quaresima del 1845 aCettigne njegoš si rinchiude nella propria cella nel monastero dellanativitagrave della vergine e vi rimane isolato per sei settimane tralascian-do cosigrave le incombenze di governo66

Il periodo di vita in cui Petar II scrive il Raggio egrave uno dei piugrave diffi-cili del suo principato nel 1843 la parte meridionale del Montenegro egravestata invasa dagli ottomani provenienti dallrsquoAlbania Le truppe turchehanno stabilmente occupato le isole di Lesendro kom e vranjina sullago di scutari bloccando le comunicazioni e il commercio traPodgorizza e scutari alla questione politico-economica si aggiungequella personale nel monastero dellrsquoisola di vranjina njegoš ha rice-vuto la chirotesia archimandritale nel 1831 Lrsquoappello alle potenzestraniere non sortisce alcun effetto la Francia e la Russia da cui eglisi aspetta aiuti sorprendentemente non si mostrano interessate a inter-venire nella disputa La congiuntura mostra come la politica di raffor-zamento delle relazioni internazionali cosigrave tenacemente perseguita neldecennio precedente basata sullrsquoalleanza con la Russia e sullrsquoamicizia

65 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos xIv66 LoDIGIAnI Prefazione 7

33La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

con la Francia abbia conseguito nella realtagrave effetti del tutto inconsi-stenti si palesa in qualche modo il fallimento di Petar II come capo distato uno scacco che ha forti ripercussioni personali67

Lrsquoisolamento politico del Montenegro porta il vladika a condurre unapiugrave profonda riflessione che inaugura la sua produzione poetica piugravesignificativa non egrave dunque un caso che essa cominci proprio con Il rag-gio del microcosmo nel quale confluiscono domande esistenzialiprofonde quali lrsquoorigine del male il fine ultimo dellrsquoesistenza terrenale ragioni della sofferenza sono questioni che come mostrato dagliscritti giovanili tormentano njegoš fin dalla sua tarda adolescenza mache ora si ripropongono in maniera drammaticamente pressante Talitemi trovano una iniziale espressione in una ode minore Meditacija(Meditazione) scritta nel 1844 si tratta tuttavia di una opera breve eacerba68 Il Raggio invece assume i toni di una esperienza ascetico-mistica che conduce il poeta a rivolgersi direttamente a Dio per ottenererisposta da Colui che creandolo lo ha dotato dellrsquointelletto e del desi-derio di veritagrave Il colloquio interiore e intimo con Dio egrave per njegoštuttrsquoaltro che superficiale e sereno punto di arrivo della sua straordina-ria formazione umana e intellettuale si innesta in uno dei momenti uma-namente piugrave difficili della sua breve esistenza terrena69

Le circostanze in cui njegoš compone il Raggio e il tenore dellrsquoo-pera autorizzano a ipotizzare che egli nel suo ritiro quaresimale nonabbia solo scritto ma abbia soprattutto pregato meditato e digiunatonon penso di esagerare a intravedere una non debole analogia tra lrsquoa-scesi che caratterizza la stesura del Raggio e le condizioni spiritualirichieste agli iconografi in tale senso il poema si potrebbe pensarecome unrsquoopera teologica nel senso piugrave proprio dellrsquoortodossia70

67 DJILAs Njegoš Poet 203-22168 LoDIGIAnI Prefazione 2569 LoDIGIAnI Prefazione 770 Per la vita ascetica degli iconografi cf P FLoREnskIJ Le porte regali Milano

1977 92-94 L usPEnkIJ La teologia dellrsquoicona Bergamo 1995 112-113 LMMIRRI Mistagogia dellrsquoicona Lineamenti teologici liturgici e spiritualiverucchio 2009 87-88

34 A CAsellA

se quindi si puograve considerare seguendo velimirović il Raggio comeuno scritto mistico-ascetico per il suo contenuto esso a mio giudiziopuograve essere caratterizzato come tale anche per lrsquoesperienza spiritualevissuta dallrsquoautore durante la scrittura dellrsquoopera71

22 struttura e temi dellrsquoopera

Il raggio del microcosmo si compone di 2210 versi divisi in strofeda dieci viene utilizzato il metro tipico della poesia epica serba ildeseterac ossia un decasillabo aritmico72

Lrsquoopera si suddivide in sei canti preceduti da unrsquoampia dedica asima Milutinović Mi diffondo maggiormente su questrsquoultima riassu-mendo invece il contenuto dei canti e riservando allrsquoultima sezionedellrsquoarticolo lrsquoanalisi dei temi dellrsquoesistenza e conoscenza di Dio

221 La dedica a Sima Milutinović chiave di lettura dellrsquoopera

La dedica (200 versi) datata Cettigne 1deg maggio 1845 costituisce lachiave di lettura del poema njegoš vi espone il malessere dellrsquouomosegnato dalla ferita del peccato originale ma che nel proprio intimo con-serva una naturale nostalgia del Paradiso come scrive ai versi 11-20

Egli ancora ricorda la primitiva gloria e sogna il tempo della bea-titudine ma ricordi sogni sfuggono lo sguardo dileguanovolando in schiere oscure nelle pagine immense dellrsquoeterno unica traccia del loro cupo passare egrave unrsquoorma di tristezza incisa nel profondo dellrsquoanima e lrsquouomo stretto in catene si dibatteinvano per penetrare la tenebra del passato73

71 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 12-1472 sulla metrica della poesia epica serba cf R AuTy ldquoserbo-Croatrdquo in AT HATTo

(ed) Traditions of Heroic and Epic Poetry 2 voll Londra 1980-1989 I 196-21073 On se sjeća prve svoje slave on snijeva presretnje blaženstvo alrsquo njegovi snovi

i sjećanja kriju mu se jako od pogleda bježe hitro u mračnim vrstama u ljeto-pis opširni vječnosti samo što mu tamnijem prolaskom trag žalosti na dušuostave te se trza badava iz lanca da za sobom pronikne mračnosti PETRovIć

nJEGoš Il raggio del microcosmo 53

35La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Egli cerca la risposta a quello che a suo giudizio egrave laquofra i misteri il piugraveprofondo fra le tempeste spirituali la piugrave arduaraquo (vv 28-29)74 Egli rifug-ge da quelle che sono le risposte date dalla filosofia moderna non ottie-ne risposte dalla natura cui sulla scia del Romanticismo (di Lamartinein particolare) pure attribuisce caratteri di bontagrave e maternitagrave definendolalaquogenerosa madreraquo (v 36) e laquobuona nutrice temporaleraquo (v 41) ad essachiede percheacute Dio lrsquoabbia creata (v 37) La natura alle laquoardenti domanderaquo(v 49) di njegoš laquorisponde solo sorridendoraquo (v 50) In opposizione akant non trova certezze di fronte al cielo stellato che anzi lo spinge adomande sempre piugrave angosciose (vv 5160)

Quante volte ho interrogato lrsquoazzurra volta dei sacri cieli tutta cospar-sa di adamantini semi con anima infuocata ho supplicato chrsquoessa mirivelasse il segreto sacro se il Creatore la adornograve in tal modo e ladischiuse come un grande libro percheacute il creato lodasse il Creatore opercheacute lrsquouomo nella sua pagine leggesse la propria nullitagrave totale75

A differenza degli Illuministi (Reimarus su tutti) dunque njegošnon riesce a trarre alcuna risposta dal libro della natura ma anzi egrave pro-prio la potenza e il senso di infinito che promanano da esso a spingerlo achiedersi quale sia il senso della esistenza umana lrsquouomo egrave un nulla o egraveinvece chiamato in unione con tutta la creazione alla lode di Dio

nemmeno la lettura delle opere dei filosofi da lui definiti laquosaggi dellaterraraquo (zemaljske mudrace v 61) gli egrave di giovamento allo sguardo atten-to e globale di njegoš le loro disparate risposte laquopervase di paurosa inco-stanzaraquo appaiono come laquoun assetato vagare il suono confuso nella te -nebra di un incomprensibile dialetto uno sguardo spento nellrsquooscuritagraveraquo

74 [hellip] ovo je najviša taina i duhovne najstrašnije bure PETRovIć nJEGoš Il raggiodel microcosmo 55

75 Koliko sam i koliko putah svod plavetni neba sveštenoga brilijantnim zasijatsjemenom zaklinjao dušom zapaljenom da mi svetu otkrije tainu ali ga je tvo-rac ukrasio veliku mu knjigu otvorio da tvar slavi tvorca i blaženstvo alrsquo dačovjek na nje listu čita ništavilo prekomjerno svoje PETRovIć nJEGoš Il raggiodel microcosmo 57

36 A CAsellA

(vv 68-70)76 La critica a quei filosofi che riducono la vita dellrsquouomoalla sola esistenza terrena conosce in njegoš una durezza sorprenden-te si rivolge espressamente a Pitagora e Epicuro ma non escludo checitando due autori della classicitagrave non voglia invece riferirsi a perso-naggi piugrave vicini al suo tempo Definendoli laquotiranni malvagi dellrsquoanimaeternaraquo li accusa di avere umiliato laquoil nome dellrsquouomo e la suachiamata di fronte al signore degradandolo a creatura insensataraquorelegandolo laquonella bestialitagrave e nella morteraquo (vv 151-160)77

Di fronte a questa impotenza della scienza e della filosofia rimaneper njegoš la via poetica laquolrsquoonnipotente sussurra i sacri misteri soloallrsquoanimo infiammato del poetaraquo (vv 169-170)78 Questa mediazionedella poesia egrave spiegata da njegoš attraverso il concetto che egli hadella natura stessa il creato egrave laquoPoesia del Padre universaleraquo (OpštegaOca poezija v 176)79 Gli ultimi quattro versi della diciottesima strofacostituiscono la giustificazione da parte di njegoš della sua intenzionedi indagare attraverso il mezzo poetico sulle domande fondamentalidellrsquouomo e del suo viaggio spirituale verso Dio (vv 177-180)

Il nome del poeta egrave un nome sacro la sua voce egrave ispirata dalcielo il raggio della luce egrave la sua guida nella sua voce egrave la glo-ria del Creatore80

76 Do kroz mrake žedno tumaranje do nijemog jednog narječenija do pogleda smrakom ugašena PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 57

77 PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 63 78 Svemogućstvo svetom tajnom šapti samo duši plamena poete PETRovIć nJEGoš

Il raggio del microcosmo 6379 PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 65 sulla concezione della natura in

njegoš sulla quale non mi soffermo cf vELIMIRovIć Religija Njegoševa 96-101PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 87-100 Prvulović ha il precipuo merito disottolineare la concezione personalistica di Dio in njegoš fugando ogni colorituradi panteismo cf in particolare PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 91-93Effettivamente alcuni autori hanno definito senza esitazione il montenegrino comepanteista egrave il caso di Isidora sekulić cf sEkuLIć Njegošu knjiga 224

80 Zvanije je svešteno poete glas je njegov neba vlijanije luča svrsquojetla rukovoditeljmu dijalekt mu veličestvo Tvorca PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 65

222 I sei canti viaggio verso Dio e visione della lotta angelica

I sei canti risentono fortemente a livello tematico della ispirazionedantesca e miltoniana in particolar modo i primi due riecheggiano davicino i canti xvII-xxxIII del Paradiso di Dante Egrave in particolare lastruttura dei cieli che ricorda da vicino la concezione neoplatonicadantesca cosigrave come la gerarchia angelica anche se non posso esclude-re una diretta dipendenza dalla Gerarchia celeste dello Pseudo-Dionigi Il terzo canto nella sua prima parte egrave dantesco mentre nel-lrsquoultima fa suoi i temi del Paradiso Perduto di Milton che egrave fonteprincipale per il quarto e il quinto canto del Raggio

nel primo canto viene descritto il viaggio del poeta verso Dio taleviaggio non egrave realizzato con il corpo ma egrave lrsquoanima di njegoš a effet-tuarlo Lrsquoanima definita laquoscintilla divinaraquo (I61) e laquoscintilla creata peril cielo e consacrata allrsquoEterno signoreraquo (I322-323) una volta libera-tasi dal peso della corporeitagrave puograve iniziare il suo viaggio scortata eprotetta dal proprio angelo custode attraversa i cieli mobili e quelliimmobili (I121-140) senza il suo aiuto lrsquoanima del poeta potrebbeessere abbagliata dallo splendore di ciograve che vedragrave81 In piugrave occasioni ilpoeta nei canti successivi torna sulla impossibilitagrave senza la media-zione angelica di contemplare in modo peraltro embrionale la visio-ne dei cieli e di Dio solo qui njegoš perograve risente con forza del con-cetto orientale della inattingibilitagrave di Dio mentre altrove come sivedragrave ha una impostazione diversa82

Il secondo canto egrave interamente occupato dalla descrizione dei varicieli Egrave il regno della luce abitato dagli angeli laquoonde calme e infinite infiammate dal fuoco immortale lrsquoeterno fuoco dellrsquoamore sacroraquo(II 16-18) La visione degli ultimi cieli riprende e amplifica quelladella Gerusalemme celeste in Ap 21-22 Lrsquoultima immagine egrave quelladel palazzo dellrsquoAltissimo per accedervi tuttavia egrave necessario bere a

37La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

81 Lrsquoangelo custode (hranitelj) viene paragonato nel poema a una madre capace dirasserenare egrave la principale funzione attribuita nella teologia orientale unitamentea quella di consigliere Cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 201

82 sulla dottrina di Palamas cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 151-156

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una fonte per conoscere pienamente la ragione della caduta dellrsquouomo(II 304-307 e 316-320) Lrsquoangelo custode si congeda dal poeta senzarivelargli chi si porragrave al suo fianco (II 308-314)

Il terzo canto costituisce il culmine teologico del poema egrave in essoche il poeta vede Dio sul suo trono in una visione di luce Al suofianco come nella deesis di una iconostasi gli arcangeli Michele eGabriele che drsquoora in poi sostituiscono lrsquoangelo custode come guidedellrsquoanima del poeta La visione ha una chiara ispirazione biblica Dioegrave presentato come lrsquoAnziano dei Giorni di Dn 79-10 Il canto egrave intera-mente occupato dal dialogo fra Dio e i due arcangeli cui assiste mutospettatore il poeta le parti piugrave intense sono la narrazione delle cadutedi satana e di Adamo in forza della tentazione (III 271-300) e lrsquoan-nuncio della futura sconfitta delle legioni infernali (III 321-340)

Il quarto canto vede lrsquoentrata in scena di satana e delle sue legionilrsquoangelo ribelle in un serrato dialogo con i due arcangeli espone conpotenza ed eloquenza le ragioni della sua sfida a Dio Il canto si chiu-de con il rammarico per la caduta dellrsquouomo laquoAh progenie sventura-ta drsquoonori avida quanto ti costograve lrsquoerroreraquo (Iv 209-210)83 Questocanto egrave a giudizio della maggior parte dei critici quello poeticamentepiugrave riuscito84

Il quinto canto egrave occupato dalla descrizione della guerra finale chesi combatte nei cieli fra le schiere infernali guidate da satana e quellecelesti comandate dagli arcangeli Michele e Raffaele Egrave la rappresen-tazione letteraria in toni fortemente epici di sapore omerico delleguerre di Ap 127-9 1911-21 207-10 Inizialmente la stirpe diAdamo ancora una volta sedotta da satana si allea alle schiere infer-nali (come avviene in Apocalisse per le nazioni della terra) una voltasconfitto satana e relegato con le sue schiere nellrsquoabisso (v 111-120cf Ap 2010) gli uomini sono posti sotto il giudizio dellrsquoonnipotente(v 130-140 cf Ap 2011-15) I versetti dal 141 al 510 sono occupatidal Giudizio universale in cui Dio separa i buoni dai malvagi

83 Ah nesretni rode slavoljubni skupo li te ta pogreška stade PETRovIć nJEGoš Ilraggio del microcosmo 151

84 LoDIGIAnI Prefazione 30

39La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Il sesto canto riconsidera la condizione dellrsquouomo da cui il poeta egravepartito alla luce della prospettiva escatologica Il poeta perograve sembra quicollocare la prima caduta di Adamo dopo la lotta finale questa soluzio-ne ha permesso a Prvulović di sottolineare come apparentemente lalotta finale si confonda in njegoš con la caduta degli angeli ribelli di Is1412 e Ez 2812-1885 La questione si spiega con lrsquoaspetto piugrave proble-matico della teologia di njegoš ossia la sua concezione antropologicaqualora non sia adeguatamente considerata alla luce del linguaggio poe-tico A una prima analisi in njegoš lrsquouomo sembrerebbe dunque preesi-stere in forma spirituale alla creazione della terra ed essa altro nonsarebbe che il luogo di esilio approntato da Dio in seguito alla suaalleanza con le forze del male La terra riveste nel canto vI infatticaratteri fortemente negativi cosigrave come il corpo umano (vI 41-50) inlinea con la concezione neoplatonica Appare esagerato affermare concertezza che njegoš abbracci la teoria che i suoi versi presi in senso let-terario sembrerebbero suggerire Prvulović cita alcuni commentatoriche sono di quellrsquoavviso (Matić kirilović šmaus) ma si mostramolto piugrave cauto a suo giudizio si tratta di un espediente letterario persottolineare come lrsquouomo cadde con il peccato originale di Adamocada ogni giorno con il peccato attuale cadragrave ancora nella lotta finalee che tutti questi eventi della storia appaiano simultanei dal punto divista dellrsquoeternitagrave86 Re cen temente anche nemanja Radulović hasostenuto che njegoš teorizzi la preesistenza dellrsquouomo alla creazionesottolineando lrsquoaffinitagrave di tale visione con il pensiero neoplatonico attra-verso la mediazione di origene87 La descrizione dei mali dellrsquouomo

85 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 137-14786 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 138-13987 Radulović indagando sulle affinitagrave del suo pensiero con il martinismo e il mesme-

rismo inserisce njegoš in un milieu di esoterismo che in realtagrave gli fu del tuttoestraneo Ha cercato di dimostrare connessioni relative con contesti tardo-giudaici(apocalittica enochica e Filone) e ereticali (manicheismo e bogomilismo) Perquanto affascinanti possano apparire tali connessioni rimangono a un livello disuggestione Ancora piugrave rarefatto mi pare il contatto con la qabbalistica ebraicaegualmente sostenuto da Radulović Cf n RADuLovIć Esotericism Orthodoxy

della sua nostalgia del Paradiso e della sua libertagrave di scelta fra bene emale (vI 81-100) egrave perograve in perfetta linea con Gen 3 e non farebbepensare a una preesistenza Lascio da parte la questione potrebbeessere oggetto di una ulteriore riflessione qualora si volesse affrontareapprofonditamente lrsquoantropologia di njegoš La parte finale del cantosesto egrave bene sottolinearlo per corroborare la tesi di Prvulović fa rien-trare il poema nella piugrave evidente fedeltagrave dottrinaria sono descritti lacreazione dellrsquouniverso (vI 181-200) la caduta di Adamo e Eva (vI201-220) Caino e Abele (vI 221-236) i peccati attuali degli uomini(vI 237-250) la Incarnazione e la Resurrezione di Cristo e la reden-zione degli uomini (vI 261-280) I versetti finali bene illustrano comenjegoš abbia chiaro il concetto che la Resurrezione di Cristo ha giagravesegnato la sconfitta sul peccato e sulla morte

o pacifico e mite Maestro dolci sono le sante pure acque chesgorgano dalla tua fonte immortale La tenebra si dissolse nel terrore di fronte al tuo sguardo luminoso crollarono gli altari blasfemi peril tuo sacro incedere Con la resurrezione vincesti la morte I cieli risuonano delle tue lodi e la terra celebra il suo Redentore88

3 lA ConCezIone dI dIo nel Raggio del MicRocosMo

Il Raggio del microcosmo egrave certamente unrsquoopera complessa che ri -vela non pochi problemi a livello teologico la scelta letteraria di non e -

40 A CAsellA

and Romanticism in P Petrović Njegošrsquos The Ray of the Microcosm in n RA Du -Lo vIć (ed) Esotericism Literature and Culture in Central and Eastern EuropeBelgrado 2018 104-117

88 O preblagi tihi učitelju slatka li je sveta bistra voda s istočnika tvoga besm-rtnoga Od tvoga su svrsquojetloga pogleda uplašene mrake iščeznule od tvoga suhoda sveštenoga bogohulni srušeni oltari voskresenjem smrt si porazio nebotvojom hvalom odjekuje zemlja slavi svoga Spasitelja PETRovIć nJEGoš Il rag-gio del microcosmo 207

sporre in una chiara successione creazione caduta degli angeli ribellicaduta dellrsquouomo e fine dei tempi egrave effettivamente fonte di non pocheriletture che come giagrave anticipato possono far interpretare lrsquoopera inchiavi di lettura molto divergenti va perograve sottolineato come la conce-zione di Dio e degli angeli non presenti grandi problemi a livello dot-trinale ma sia anche efficacemente presentata attraverso il mezzo poe-tico Proprio sulla concezione di Dio mi voglio soffermare ritenendoche essa sia uno dei punti piugrave affascinanti dello scritto di njegošAllrsquointerno di essa emergono due elementi che a mio giudizio fannodi njegoš un vero e proprio ponte fra teologia occidentale e orientalelrsquoessenza di Dio e la sua conoscibilitagrave

31 Nomi di dio

Prima di procedere egrave opportuno premettere una analisi degli attri-buti con cui viene chiamato Dio nelle opere di njegoš essa consentedi cogliere come egli si ponga nel Raggio in una prospettiva diversada quelle delle altre due opere principali se infatti nelle sue operepiugrave ldquostorico-politicherdquo Dio egrave considerato nella prospettiva puramenteeconomica intendendolo cosigrave solamente nel suo agire nella storia enel suo rapporto con ogni singolo uomo nel Raggio egrave presentatoinvece anche in quelle teologica ed escatologica

nel Serto Dio compare 64 volte 62 come Dio (Bog) 1 comesignore (Gospod) e 1 come onnipotente (Svemogući) nel Lažni carŠćepan Mali Dio egrave definito Bog in 82 occasioni e Gospod in 2 Moltopiugrave variegata e consistente la titolatura di Dio nel Raggio egrave citato intutto 145 volte I nomi utilizzati sono Bog (11 occorrenze) Gospod(5) Vladalar (governatorereggitore 7) ma sono altri tre quelli chedanno idea della differente visione di Dio nel poema si tratta di Otac(Padre) che compare 19 volte preceduto come numero di occorrenzeda Svemogući (30) ma sopra tutti Tvorac (Creatore) che ricorre in 73occasioni vi sono poi alcune significative singole occorrenze cheallrsquointerno del Raggio completano il quadro suprema volontagrave (I181)seminatore di mondi (I224) Mano Immortale (I431) Giustizia esapienza Eterna (II51) uno che regge i Cieli (II168) Datore dei

41La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

42 A CAsellA

mondi (III11) occhio onniveggente (III281) sole di giustizia (vI 262)e Pacifico e mite Maestro (vI 271)89

Da questa scarna disamina appare evidente come nel Raggio iltema centrale non sia la storia come nel Serto o lrsquouomo come nelLažni car quanto invece lo sia quello di Dio presentato nel suo agirecosmico e storico

32 essenza di dio Luce

sebbene gli sia nota la teologia delle energie divine di Palamas e lasegua in alcune parti del Raggio (in particolar modo in I 131-140)njegoš sembra piugrave volte discostarsi da essa quando tratta della essenzadi Dio Egrave quanto rileva Prvulović quando afferma che njegoš non rie-sce a conservare laquolrsquoantinomica distinzione in Dio fra la sua nascosta eincomprensibile essenza e le manifestazioni delle sue energieraquo90 sisitua qui la rottura principale fra la teologia di njegoš e quella tradi-zionale ortodossa

Per njegoš lrsquoessenza di Dio egrave espressa innanzitutto dalla suaincomprensibile unicitagrave egrave lrsquounico ente auto-originato auto-sufficientee auto-sussistente91 Dio egrave dunque trascendente e tutta la creazionesegue le sue eterne e immutabili leggi egrave la causa ultima di tutte lecose laquoEgli venne prima dellrsquoinizio e della fineraquo (Iv30)92 nelRaggio il tema della creazione egrave centrale lrsquoontologia assume dunquecapitale importanza Dio egrave la causa unica dellrsquoessere come dichiaraEgli stesso allrsquoarcangelo Michele laquoIo sono lrsquouno che puograve creareraquo(III45)93 solo Dio puograve portare allrsquoesistenza ciograve che non egrave94

La trascendenza di Dio egrave resa evidente dai suoi incomparabili e in -comprensibili attributi tra i quali spiccano lrsquoonnipotenza e lrsquoonniscienza

89 Cf anche PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 38-4090 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 4191 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 130-13492 On je starij načala i konca PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 13893 Ja sam jedan koji stvarat mogu PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 11494 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 41

43La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Dio egrave onnipotente e senza rivali ogni sua singola parola crea abissi escuote la terra (III 309-310) un suo solo colpo laquoil primo e il piugrave splen-denteraquo manda in frantumi le potenze del male (III 79) il suo agire nonpuograve essere paragonato ad altro laquose non alla sua onnipotenzaraquo (Iv 400)Lrsquoonniscienza egrave cifra della divinitagrave la mente di Dio egrave quella che laquotuttopenetraraquo (I 76) il suo egrave il laquosolo intelletto che non conosce limitiraquo (III199) e che conosce la causa di ogni cosa (I 123-140) lrsquointelletto super-lativo di Dio egrave definito dalla metafora dellrsquoocchio che tutto vede e cono-sce (III281) Egrave il solo a poter concepire lrsquoordine e la molteplicitagrave dellacreazione (III 51-53) quella di Dio non egrave solo la piugrave profonda scienzapossibile ma egrave una conoscenza assoluta e perfetta che trascende quellepossibili a ciascun intelletto finito95

njegoš sottolinea con forza il carattere trascendente di Dio e lrsquoinat-tingibilitagrave della sua essenza da parte delle menti umane Al tema dedi-ca un poema minore Un Montenegrino al Dio Onnipotente i cui versifinali (37-40) riassumono efficacemente la sua concezione

Quale mente finita puograve mai comprenderti Allrsquouomo Tu hai datouna mente finita Con la quale puograve a stento sperare di riconoscerti ed ancora meno di vederti nella Tua essenza96

Il tema ritorna anche nel Raggio estendendosi anche allrsquoimpossibi-litagrave della piena comprensione dellrsquoagire di Dio laquole tue vie Creatorechi puograve mai comprendere e chi puograve mai concepire la tua potenzaraquo(II 35-36)97 Ciograve non esclude perograve che si possa avere una conoscenzadi Dio attraverso il creato njegoš si pone dunque in una prospettivaalternativa a quella della teologia apofatica di tradizione orientale

velimirović afferma che njegoš concepisce lrsquoessenza di Dio comelaquoLuce e Fuocoraquo98 Il poeta egrave ben lungi dallrsquoessere un panteista come

95 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 4296 P PETRovIć nJEGoš Pjesme Luča Mikrokozma Proza Prijevodi (Djela II)

Belgrado 1953 6497 Ko će tebe razumjeti Tvorče ko lrsquo mogućstvo voobrazit tvoje PETRovIć nJEGoš

Il raggio del microcosmo 9298 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 162

44 A CAsellA

dimostrato da Prvulović99 si situa qui perograve il problema della nondichiarata distinzione fra la sostanza divina e la luce fortemente soste-nuta da Palamas nel secondo libro delle Triadi100 njegoš si pone inlinea con la riflessione antecedente a Palamas il tema della luce divi-na nel Raggio trae linfa dalla riflessione teologica di Gregorio na zian -zeno e da quella di simeone il nuovo Teologo101 Rimane piugrave difficileinquadrare il concetto di fuoco come espressione o parte della essenzadivina sembrerebbe piugrave una scelta poetica per esprimere il concetto diluce increata Effettivamente nel Raggio lrsquoidea di fuoco sembra esseremarginale a differenza di opere precedenti in cui il poeta definisceespressamente Dio laquoFiamma eternaraquo o laquooceano di fuocoraquo102 Comegiustamente sottolineato da Prvulović confutando ipotesi avanzate daaltri studiosi njegoš non fa sua la visione di Eraclito il fuoco egrave perlui la luce reale e spirituale increata e non ha unrsquoazione trasformantema solo illuminante103

Dio nel Raggio egrave detto laquoluce increataraquo (I 279) numerose me ta fo resono volte a suggerire lrsquoidea che egli sia Luce secondo quanto afferma-to dal simbolo niceno-Costantinopolitano Lrsquoapice poetico egrave toccatonellrsquoultimo canto quando lo definisce laquoLuce del soleraquo (vI 119)riprendendo una metafora tradizionale in ambito patristico104 njegoš egraveperograve attento a evidenziare lrsquoincommensurabilitagrave della Luce divinaladdove scrive che egrave superiore a laquomiriadi di soliraquo (II 149) Questo sot-tolinea lo scarto ontologico fra la Luce increata e il suo riflesso cosmi-co la creazione egrave solo un irradiamento della luce come nel caso degliangeli i cui laquobei volti sono irradiati dalla perfezione del Creatoreraquo(II 106-107)105

99 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 91-92100 Cf Triadi II 336-37 in G PALAMAs Atto e Luce divina Scritti filosofici e teo-

logici Milano 2003 686-687101 sulla luce divina cf ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 156-167102 PETRovIć nJEGoš Pjesme 62 e 223103 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 50104 Nebesnu svjetlost PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 196105 sul tema dellrsquoirradiamento in njegoš cf vELIMIRovIć Religija Njegoševa 121

45La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

Dio egrave dunque anche laquofonte della Luceraquo (vI 279) Lrsquoidea di Diocome causa prima della luce egrave al centro di due testi capitali nella teolo-gia ortodossa lrsquoOrazione 40 del nazianzeno e il Sermone teologico 3 disimeone il nuovo Teologo106 njegoš riprende cosigrave una immaginepropria anche della liturgia ortodossa quella presente nei riti di conge-do della Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo nella preghieradellrsquoopisthagravemvonos in cui Dio egrave chiamato laquoPadre delle luciraquo107 Gliuomini e gli angeli in njegoš partecipano in gradi differenti alla lucedivina in un processo di illuminazione secondo la gerarchia espostada Gregorio di nazianzo nella giagrave citata orazione laquoegrave il raggio delCreatore che vi illumina lrsquoanimaraquo (vI 260)108 Dio laquoinonda ogni esse-re di luceraquo (I 225) cosigrave come Cristo nella Divina Liturgia delCrisostomo egrave chiamato laquoluce delle anime nostre e dei nostri corpiraquo(preghiera del sacerdote durante il canto alleluiatico)109

Riassumendo si puograve affermare che njegoš si collochi in pienosulla scia della tradizione mistica ortodossa concependo Dio comeLuce increata tuttavia se ne distacca in parte non stabilendo una nettaseparazione tra essenza e energia se infatti per Palamas conoscibilisono solo le energie (e la Luce egrave una di queste) realmente distintedalla essenza tale distinzione non si mantiene in njegoš110 Per ilmontenegrino infatti la Luce egrave certo la piugrave autentica manifestazione(ossia energia) della vera essenza divina certamente inconoscibile inseacute ma della quale egrave comunque parte non distinta a livello ontologicoma solo gnoseologico111

106 Orazione 405 in GREGoRIo DI nAZIAnZo Tutte le orazioni Milano 2012 925-927 Sermone teologico 3 in syMEon LE nouvEAu THeacuteoLoGIEn Traiteacutes theacuteologi-ques et eacutetiques a cura di J DARRouZEgraves (sCh 122) 2 voll Parigi 1966 165-167

107 Cf G CHATZIEMMAnouIL La Divina Liturgia Cittagrave del vaticano 2002 247108 Luč vam Tvorca osvjetljava dušu PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 204109 CHATZIEMMAnouIL La Divina Liturgia 133-134110 sulla distinzione fra essenza e energie divine cf Triadi III 24-25 in G

PALAMAs Atto e Luce divina 891-893111 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 51

46 A CAsellA

33 essenza di dio Poesia

un tratto singolare di njegoš egrave concepire Dio come un poeta cosmi-co In lui la Poesia (intesa come attivitagrave e non come effetto) di Dio egraveparte della sua essenza inseparabile da essa Egrave lrsquoenergia di Dio che simanifesta al di fuori di lui e per suo mezzo irradia la sua Luce increatanelle creature e attraverso di esse Come scritto in precedenza anche suquesto piano njegoš non sembra distinguere fra essenza e energia112

nella visione mistica di njegoš lrsquoempireo egrave laquoil gaudioso regnodella poesiaraquo come lo definisce nel verso 995 del Serto113 Il Creatoresiede sul suo trono laquorapito nella poesia creatriceraquo114 La mente di Dioegrave costantemente intenta nella sua attivitagrave poetica e tutto il creato ne egrave ilriflesso la creazione stessa cosigrave come lrsquoagire provvidenziale ne sonoespressione115 La poesia cosmica di Dio origina la bellezza la gioialrsquoarmonia lrsquoordine e la bontagrave della creazione questa egrave dunqueespressione di ciograve che Dio possiede in maniera eminente Come affer-ma lrsquoarcangelo Michele la mente di Dio egrave intenta sempre nella poesiacreatrice (III 34-35) e attraverso di essa tributa costanti cure e paternadolcezza al mondo (III 38-39) se la Luce increata in njegoš esprimeil modo di essere di Dio la Poesia configura quello di agire116 Tutto ilcreato infatti egrave riflesso dellrsquouna e dellrsquoaltra (II 107) nella Dedicapremessa al Raggio il poeta ai versi 174-176 ricorda come

ogni bellezza mortale o immortale cosrsquoegrave lrsquoinsieme di tutte questecose se non Poesia del Padre universale117

112 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 53113 [U] veselo carstvo poezije P PETRovIć nJEGoš Gorski vijenac Belgrado 1952 272114 Tvoritelnom zanjat poezijom PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 112115 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 51116 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 48-50117 Sve prelesti smrtne i besmrtne - što je skupa ovo svekoliko do Opštega Oca

poezija PETRovIć nJEGoš Il raggio del microcosmo 64

47La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

nella Poesia cosmica rientra lrsquoagire provvidenziale inteso anchenella libertagrave lasciata ad angeli e uomini sia satana che Adamo con laloro ribellione secondo njegoš hanno fatto sigrave che lrsquoattivitagrave poetica diDio si esprimesse in nuove e straordinarie manifestazioni della suastraordinaria maestagrave e sapienza La conclusione cristologica delpoema (vI 261-280) che pone al vertice poetico la Redenzione egrave unachiara espressione di questo pensiero

34 essenza di dio amore e giustizia

Lontano da ogni forma di immanentismo njegoš concepisce lrsquoes-sere Amore e Giustizia di Dio come espressione della sua trascenden-za nella storia118 se egrave vero che Dio non egrave mai definito Amore comesottolineato da Isidora sekulić molte sono le immagini che esprimonoil concetto di 1 Gv 48119 Dio egrave laquoPadre misericordiosoraquo (III 31) laquodol-cissimo Padreraquo (III 301) e laquoPadre universaleraquo (III 131) e il suo regnoegrave essenzialmente un regno di amore in cui gli angeli laquocantano canti diamore infinitoraquo (II 102 cf I 292 e III 217-220) Lrsquoamore di Dio nonsi limita alle regioni celesti ma si estende su tutta la terra attraverso lasua provvidenza (Dedica 10) Lrsquouomo stesso partecipa di quellrsquoamo-re attraverso una laquopiccola scintillaraquo infusagli nella creazione (vI 84)e lrsquoagire di Dio lo sostiene nella sua vita personale attraverso la graziache lo accompagna nel suo esistere120 Atto di amore piugrave grande versoil creato rimane tuttavia lrsquoIncarnazione (vI 144-147)

La mia compassionevole anima divina saragrave toccata dal destinodellrsquouomo farograve sigrave allora che il mio verbo prediletto sia incarna-to uomo e lo invierograve a redimere gli uomini121

118 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 10119 sEkuLIć Njegošu knjiga 247120 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 55121 Božestvenu moju dušu nježnu zaboljeće sudba čovječeska ja ću Slovo moje

vozljubljeno u plot ljudsku poslje oblačiti poslati ga da izbavi ljude PETRovIć

nJEGoš Il raggio del microcosmo 198

48 A CAsellA

LrsquoIncarnazione egrave anche espressione di un altro aspetto essenziale diDio in njegoš quello della Giustizia (vI 149) Dio egrave Giustizia assolutacosigrave come signore della storia la storia stessa egrave il luogo in cui egli sirivela come Amore e Giustizia Dio egrave laquoPadre e Modello di Giustiziaraquo(vI 151) e il nome della Giustizia egrave sacro in tutto lrsquouniverso fino ai suoilimiti estremi (I 11-13) Egli egrave fonte e misura della giustizia e le sueleggi sebbene severe laquodevono essere osservate da tuttiraquo (III 238-239)

Lrsquoequilibrio fra Giustizia e Amore agli occhi dellrsquouomo incompati-bili esprime lrsquoessenza di Dio in cui vi egrave coincidenza degli opposti seinfatti la punizione per gli angeli caduti egrave terribile la bilancia di Dio siin clina a vantaggio degli uomini vittime della colpa di Adamo (I 53-54)in un continuo agire compassionevole (vI 191-193) Dio non egrave vendi-cativo ma fedele alle sue qualitagrave eterne di Giustizia e Amore in unequilibrio che non puograve non tenere conto delle sue leggi sacre e inviola-bili ma che egrave egualmente pronto a perdonare i peccati degli uomini122

35 conoscenza di dio

La visione dialettica fra trascendenza e agire nel mondo attraverso lacreazione e la provvidenza intesa come rapporto fra eternitagrave e storiaapre in njegoš il problema della conoscenza di Dio Egli si distacca dauna visione apofatica tipica della teologia orientale e che trova nellrsquoasso-lutizzazione di alcune espressioni dei Padri (Massimo il ConfessoreGiovanni Damasceno Giovanni Crisostomo) la propria fonte123 Egli egraveconvinto che lrsquouomo possa conoscere Dio attraverso il suo agire nel mon -do poicheacute la sua anima egrave una scintilla della Luce eterna che lrsquoha crea ta124

122 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 56123 Cf MAssIMo IL ConFEssoRE Il Dio-uomo I 1 Milano 1980 29 GIovAnnI DA MA -

sCE no La fede ortodossa I 1 Roma 1998 47 De incomprehensibili Dei natura23-5 in JEAn CHRysosToME Sur lrsquoincompreacutehensibiliteacute de Dieu (Homeacutelies 1-5)(sCh 28bis) Parigi 190 145 Per una panoramica sul tema della conoscenza di Dionellortodossia cf PAvEL nIkoLAJEvIC EvDokIMov La conoscenza di Dio secondola tradizione orientale Linsegnamento patristico liturgico e iconografico CiniselloBalsamo 1983

124 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 57

49La poesia teologica di Petar II Petrović Njegoš

secondo njegoš lrsquouomo in virtugrave di questa affinitagrave con Dio non puogravecerto sperare di comprendere Dio nella sua essenza ma egrave capace diintendere molto di Lui nella misura in cui lrsquoEternitagrave si rivela nelTempo Il Tempo rincorre lrsquoEternitagrave laquocercando di raggiungerla nellesue ampie evoluzioniraquo (III 253) senza mai riuscirvi (III 258) IlTempo egrave immagine dellrsquoEternitagrave analogamente a quanto lrsquouomo lo egrave diDio lrsquoesperienza conoscitiva umana egrave limitata a una scintilla diEternitagrave concepita come Tempo125 se dunque Dio si rivela attraversole realtagrave temporali la conoscenza che lrsquouomo puograve avere di Lui si rea-lizza attraverso di esse

Tutto questo vale per lrsquoesistenza terrena diverso egrave il discorsonellrsquoEternitagrave Il viaggio stesso del poeta si configura come una antici-pazione mistica della visio beatifica Egrave significativo che a tale proposi-to il poeta sottolinei come diversa fosse anche la scienza di Adamoprima della caduta La conoscenza di Dio non egrave perograve preclusa allrsquouo-mo Adamo infatti dopo il peccato e lrsquoespulsione dallrsquoEden egrave statocollocato alle porte dellrsquoEternitagrave rimaste aperte (vI 203) in ciograve si sot-tolinea come lrsquouomo sia ancora capace di Dio e come la sua potenzia-litagrave conoscitiva non sia irrimediabilmente compromessa126 Tale cono-scenza non puograve che avvenire per via di illuminazione Dio egravelrsquolaquoIlluminatore incoronato di Giustiziaraquo (II 211) La Luce immortaleguida lrsquoanima e la mente dellrsquouomo lungo il suo pellegrinaggio terreno(I 278-279) egrave attraverso lrsquoilluminazione che il mistero di Dio si fa piugravecomprensibile ed intelligibile (vI 260) straordinariamente evocatividi questa teoria della conoscenza di Dio sono i versi posti quasi allaconclusione del poema (vI 255-258)

voi siete i fedeli figli del Cielo voi portano al Creatore sorgentedel raggio i raggi vivifici della luce egrave il raggio splendente lavostra teologia127

125 vELIMIRovIć Religija Njegoševa 54-55126 PRvuLovICH Prince-Bihsop Njegoshrsquos 59127 Vi ste vjerni nebesni sinovi vas svjetila luče životvorne nose k Tvorcu lučah

istočniku luč je sjajna bogoslovija vam PETRovIć nJEGoš Il raggio del micro-cosmo 1204

La luce divina in njegoš dunque egrave luce intelligibile appare nellrsquoin-telletto vi risplende lo purifica e lo rapisce in estasi mistica verso DioTale dottrina deriva direttamente dal pensiero di simeone il nuovoTeologo e risalta in particolare nei suoi Inni (13 15 25 38 e 51) e nelsuo undicesimo Sermone etico128

4 ConClusIone

Il Raggio egrave unrsquoopera complessa in cui evidenti sono le influenzedella poesia e cultura occidentali A Milton deve molto per quantoconcerne la caduta di Adamo e la sua cacciata dallrsquoEden e al Paradisodi Dante per quanto concerne lrsquoidea dellrsquoarmonia celeste Egrave tuttavialrsquoopera di un monaco che ha studiato teologia e ha una vasta culturaRiflette certamente lrsquoeterogeneitagrave della formazione di njegoš e ancheil suo distacco su piugrave punti dalla teologia tradizionale ortodossa Hoqui trattato del tema di Dio certamente il piugrave interessante ma anche ilmeno problematico sicuramente nel Raggio forieri di piugrave difficili rap-porti con una visione cristiana sono altri aspetti la teoria della crea-zione la non chiarita questione della preesistenza o meno delle animelrsquoorigine del male la debolezza della visione Trinitaria Altre opereminori sono in realtagrave molto piugrave allineate a livello dottrinale129

Il Raggio nelle intenzioni dellrsquoautore egrave una riflessione poetica e teo-logica insieme su Dio inevitabilmente le esigenze artistiche hanno unaricaduta spesso fatale su quelle dogmatiche creando cosigrave malintesi chehanno fatto sigrave che si sia potuto assoldare njegoš nelle piugrave disparate cor-renti filosofiche persino quelle a lui totalmente estranee volendo seguirechi come velimirović e Prvulović ha cercato di ricondurre il suo pensie-ro a modelli teologici cristiani ho cercato di mostrare come sia necessa-rio inquadrare nuovamente i suoi scritti in un ambito cristiano non sipuograve negare infatti che su alcuni aspetti njegoš si ponga come un autoreche si colloca a metagrave fra occidente e oriente il suo pensiero su essenza econoscenza di Dio ne egrave un efficace esempio

50 A CAsellA

128 ALFEEv La Chiesa Ortodossa II 163129 Per esempio a livello cristologico e mariologico cf PRvuLovICH Prince-Bihsop

Njegoshrsquos 213-229

LrsquoangeLoLogia teoLogica

di san tommaso drsquoaquino

Pierre Galassi

Editorrsquos note Despite the advanced and self-destructive process of

secularisation taking place in the contemporary globalised

society the mysterious figure of the angel continues to be an

object of interest and attention inevitably distorted by the lack of

adequate metaphysical and theological foundations characteri-

sing the so-called postmodern culture The angelology developed

by St Thomas Aquinas in the Middle Ages still remains the most

advanced and comprehensive systematic conception provided so

far of these creatures the loftiest and noblest that came out of the

hands of God Through a well-articulated and exhaustively struc-

tured interpretative path the author of this article uses the

threefold category of efficient exemplary and final causality in

order to present Thomistic angelology in its references to God the

world man and its full insertion into the History of Salvation

The divine government avails itself of the ministry of pure spirits ndash

not only exceptionally but as a general rule ndash so as to direct the

material universe towards its ultimate goal The problem may

arise of how to conceive the interaction between two realities that

are as heterogeneous as spirit and matter dualistic or pantheistic

views of reality are utterly inadequate to answer this question On

the contrary if angels are rightly conceived according to an intensive

and not purely existential conception of being their ontological

constitution is not an impediment to their interaction with the

world but it is rather the condition of it So angels perfectly

incardinated in the Church can exercise their role of guardians of

the creation and Galassi says ldquoif it is true that [] the Church

is the world reconciled with God and that the action of the angel

is formerly the Churchrsquos action the action of angelic vigilance is

the beginning of the worldrsquos reditus to Godrdquo

51SD 651 (2020) pp 51-163

1 introduzione

lrsquoangelo cristiano [hellip] ha una robustezza ignota allrsquoangelo post-moderno Egrave un angelo che rassicura contestando le nostre chiusureapparendo come testimone o annunciatore sconcertante e impegna-tivo della trascendenza Un angelo non cercato come riempitivodella nostra solitudine ma che irrompe quale messaggero inattesoe sconvolgente del soprannaturale1

degli angeli si parla diffusamente oggi nonostante il paradossaleed apparentemente invincibile processo di secolarizzazione in atto daquesta richiesta implicita della postmodernitagrave ci egrave parso interessanteaffrontare il discorso sugli angeli dal punto di vista cattolico e parti-colarmente del pensiero di san tommaso drsquoaquino

tre punti di forza possiede lrsquoopera di san tommaso tale da esserestata privilegiata nei secoli ed essere addirittura raccomandata dalMagistero della Chiesa in primo luogo la capacitagrave di elaborazione deldato rivelato attestato dalla scrittura e dalla tradizione in atteggia-mento di umile e docile obbedienza alla veritagrave

in secondo luogo punto non meno essenziale ci viene offerta consan tommaso una metodologia vincente ed equilibrata capace di ope-rare una brillante sintesi tra il discorso della fede e quello della ragio-ne in una narrazione non estrinsecistica neacute confusa

in ultimo luogo ma non certo per importanza ci sembra opportunoconcentrarci sulla mutua interazione in san tommaso tra scienza esapienza o detto altrimenti sulla reciproca relazione tra santitagrave eintelligenza che in teologia si egrave sempre piugrave affievolita con lrsquoaffacciar-si della modernitagrave2

52 P Galassi

1 G PantEGhini Angeli e demoni Il ritorno dellrsquoinvisibile Edizioni MessaggeroPadova Padova 1997 p 156

2 Cfr le illuminanti affermazioni contenute in hU von Balthasar Teologia e santitagravein id Verbum caro Saggi teologici Vol 1 Jaca Book Milano 2005 pp 189-214

53Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Questi punti di forza si manifestano con ampiezza proprio nellatrattazione sugli angeli al punto che lrsquoaquinate venne insignito del-lrsquoappellativo di Doctor angelicus che designerebbe da un lato le par-ticolari doti di santitagrave vissute allrsquointerno della vita religiosa e contem-poraneamente indicherebbe proprio uno degli ambiti teologici in cuilrsquoaquinate ha brillato per originalitagrave sintesi e completezza

se ogni santo nella storia della Chiesa viene solitamente contraddi-stinto da una caratteristica speciale con san tommaso incontriamo unaperfetta armonia tra santitagrave e conoscenza che traspare dalle sue operenota egrave lrsquoaffermazione secondo cui lrsquoaquinate sarebbe laquoil piugrave santo tra idotti e il piugrave dotto tra i santiraquo3 che in termini piugrave recenti trascriverem-mo come illustre esempio di una santitagrave unita allrsquointelligenza

lrsquoelaborazione teologica del dato rivelato sugli angeli per santommaso risponde precisamente al progetto di indagine ragionevoledella rivelazione che permea tutta la sua teologia specialmente quellapresente nella Summa Theologiae nel caso particolare della teologiadella Creazione lrsquoelenco delle quaestiones che se ne occupano4 segueun ordine ispirato al settenario genesiaco5

il capolavoro della maturitagrave dellrsquoaquinate elabora un processo spe-culativo sul calco dellrsquoοἰκονομία storico-salvifica articolando brillan-temente in un unicum teologico la riflessione filosofica e il dato scrit-turistico la Summa infatti riunisce unrsquoanalisi dettagliata dellrsquoesseree della psicologia degli angeli e insieme contempla la storia concretadella loro creazione la loro libertagrave e il loro destino Come nota lafont

3 laquosanctissimus inter doctos et doctissimus inter sanctosraquo Paolo vi (s) letteraLumen Ecclesiae nel vii centenario della morte di san tommaso drsquoaquino (20novembre 1974) laquoacta apostolicae sedisraquo 66 (1974) p 701 la nota affermazio-ne che cita Pio Xi risale tradizionalmente al card Bessarione noto umanistaanche se documentalmente viene attestata con PEdro dE riBadEnEyra Flos

Sanctorum o Libro de las vidas de los Santos luis sanchez Madrid 1599 p 229laquoEntre los santos doctissimo y entre los doctos santissimoraquo

4 Cfr id Summa Theologiae i qq 44-1195 Cfr Gen 11-24a

laquola somma teologica presenta un Esamerone una teologia del lrsquoim -ma gine di dio unrsquoattenta analisi della condizione primitiva di adamo[tr nostra]raquo6

lrsquoesistenza degli angeli che viene attestata dalla scrittura egrave nel-lrsquoimpianto della grandiosa opera tommasiana giustificata dal temadella somiglianza con dio nel piano delle proprietagrave spirituali dettopiugrave precisamente lrsquoapprofondimento teologico-sistematico sulla crea-tura angelica si innesta a buon diritto nella teologia della Creazionequale luogo-chiave piugrave che capitolo Esso risulta essere unrsquoesemplareoccasione per un singolare e cruciale punto di partenza piugrave che unargomento a seacute stante

lrsquointera indagine sulla sostanza lrsquointelligenza e la volontagrave degliangeli ha quindi lo scopo di portare alla luce la condizione natura-le della creatura spirituale in altre parole manifesta il modo in cuiuna creatura puograve possedere una vera condizione spirituale e comele dia una rassomiglianza una vicinanza a dio si tratta quindi diuna ricerca su un certo tipo di essere spirituale la prospettivaappartiene certamente al dominio della causa formale si riferisce adio come la causa esemplare dellrsquoangelo siamo ligrave nella prospetti-va della distinzione definita dalla divina esemplaritagrave e abbraccian-do i tipi di essere pensati dalla divina saggezza Ma il dottoreangelico [] egrave anche interessato alla loro creazione [] la dipen-denza dellrsquoangelo dallrsquoessere in relazione con dio [] le circo-stanze concrete di questa produzione [] dopo tale questionerelativa alla causa efficiente degli angeli e allrsquoinizio della loro sto-ria viene la ricerca sulla finalitagrave [tr nostra]7

54 P Galassi

6 laquola somme theacuteologique preacutesente un hexameacuteron une theacuteologie de lrsquoimage de dieuune soigneuse analyse de la condition primitive drsquoadamraquo G lafont Structures Et

Methode Dans la Somme Theacuteologique de Saint Thomas DrsquoAquin les Eacuteditions duCerf Paris 1996 pp 159-160

7 laquotoute lrsquoenquecircte meneacutee sur la substance lrsquointelligence et la volonteacute des anges aainsi pour objet de mettre en lumiegravere la condition naturelle de la creacuteature spirituelleen drsquoautres termes elle manifeste comment une creacuteature peut posseacuteder une veacuteritable

55Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Una corretta gerarchia delle domande da porre allrsquoangelo in meritoad una sua migliore conoscenza presuppone per lrsquoaquinate che lrsquoesi-stenza di questi esseri fatto ragionevole e ben fondato non sia il ter-mine univoco di una dimostrazione razionalmente necessaria santommaso parla dallrsquointerno della fede ndash ab angelis ndash grazie alla qualelrsquoesistenza degli angeli egrave conosciuta con certezza e la cui affermazio-ne quindi egrave necessaria per mantenere lrsquointegritagrave della fede medesimatuttavia egli opera lrsquoulteriore risalita a dio ndash ad Deum creantem etelevantem ndash quale fonte e culmine da cui rileggere le molteplici sfa-cettature dellrsquoangelologia

in ogni caso muovendosi nellrsquoambito dellrsquoindagine di fede seanche lrsquoaquinate ha cura di mostrare che lrsquoesistenza degli angeli egravedavvero ragionevole lo fa in riferimento a due punti centrali dio elrsquouniverso da un lato il Creatore opera con il preciso desiderio dicomunicare qualcosa della propria perfezione alle creature dallrsquoaltrolato attraverso lrsquouniverso sappiamo che laquodalla grandezza e bellezzadelle creature per analogia si contempla il loro autoreraquo8

Procedendo oltre notiamo come il mondo per san tommaso non egravesoltanto creato ma anche ordinato e questo non lo rende estraneo ndashautonomo ndash a dio la Creazione egrave orientata in via proficiente versoquelle creature che piugrave assomigliano al Creatore cioegrave verso questiesseri immateriali altresigrave detti angeli in essi lrsquoessere si riflette in unmodo piugrave perfetto rispetto a tutte le altre creature di conseguenza gli

condition spirituelle et comment cela lui confegravere une ressemblance une proximiteacuteavec dieu il srsquoagit donc drsquoune recherche sur un type drsquoecirctre spirituel deacutetermineacute laperspective relegraveve certainement du domaine de la cause formelle elle renvoie agravedieu comme cause exemplaire de lrsquoange nous sommes bien lagrave dans la perspectivedu de distinction deacutefinie par lrsquoexemplariteacute divine et embrassant les types drsquoecirctrepenseacutes par la sagesse divine Mais le docteur angeacutelique [hellip] srsquointeacuteresse aussi agrave leurcreacuteation [hellip] la deacutependance de lrsquoange dans lrsquoecirctre par rapport agrave dieu [hellip] les cir-constances concregravetes de cette production [hellip] apregraves cette question relative agrave lacause efficiente des anges et au deacutebut de leur histoire vient la recherche sur la fina-liteacuteraquo G lafont Structures et Methode p 162

8 Sap 135

56 P Galassi

angeli sono le creature che piugrave ci aiutano a raggiungere un concetto pros-simo anche se non comprensivo a dio sono la perfezione e la comple-tezza dellrsquouniverso creato ad esigere lrsquoesistenza degli angeli poicheacute

dopo la bontagrave divina che egrave il fine trascendente delle cose il bene

principale in esse immanente egrave la perfezione dellrsquouniverso la

quale non esisterebbe se nelle cose non si trovassero tutti i gradi

dellrsquoessere Quindi alla divina provvidenza spetta produrre tutte le

gradazioni degli enti9

in questo senso egrave da intendere la principale affermazione dogmaticasullrsquoesistenza degli angeli10 Ci si egrave chiesti ad esempio se lrsquoespressionedel Concilio lateranense iv11 simul ab initio temporis sulla creazionedegli angeli debba essere intesa nel senso che dio sin dal principioavrebbe creato simultaneamente gli angeli e il mondo materiale

tuttavia se il termine simul traduce il vocabolo greco κοινῇ possia-mo pensare srsquointenda che dio ha creato ugualmente e secondo un unicopiano tutte le cose Questa egrave precisamente la logica tommasiana Peraltroulteriore precisazione biblica lrsquoespressione egrave tratta da Sir 18112 e signi-

9 laquoPost bonitatem autem divinam quae est finis a rebus separatus principale bonum inipsis rebus existens est perfectio universi quae quidem non esset si non omnes gradusessendi invenirentur in rebus Unde ad divinam providentiam pertinet omnes gradusentium producereraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 22 a 4 resptesto latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 297

10 laquofirmiter credimus et simpliciter confitemur [hellip] unum universorum principiumcreator omnium visibilium et invisibilium spiritualium et corporalium qui suaomnipotenti virtute simul ab initio temporis utramque de nihilo condidit creaturamspiritualem et corporalem angelicam videlicet et mundanamraquo ConCilio

latEranEnsE iv costituzione Firmiter sulla fede cattolica (ds 800) per unapprofondimento cfr PM QUay Angels and Demons The Teaching of IV

Lateran laquotheological studiesraquo 42 (1981) pp 20-4511 fedelmente riprodotta dal ConCilio vatiCano i costituzione dogmatica Dei Filius

(ds 3002)12 laquo῾Ο ζῶν εἰς τὸν αἰῶνα ἔκτισεν τὰ πάντα κοινῇ Qui vivet in aeligternum creavit

omnia simulraquo

fica che dio ha creato tutto non con un singolo atto o allo stessotempo ma nel senso che tutto senza eccezioni dipende da lui

Che cosa significa la visione [] secondo cui Dio ha creato insie-

me allrsquoinizio dei tempi gli angeli e il mondo e poi lrsquouomo

Diciamo che lrsquointenzione molto precisa dei Concili egrave di affermare

lrsquoesistenza di una simultaneitagrave di progetto di una simultaneitagrave qua-

litativa dando a ciascuno di questi tre tipi di creature il loro posto

e il loro proprio valore nellrsquouniverso Non si tratta di decidere la

questione della simultaneitagrave cronologica [tr nostra]13

avventura implica storia e storia implica successione temporaleapplicare la logica storico-salvifica allrsquoangelo parrebbe un ossimoroteologico tuttavia come appreso sino a questo punto la creazionedegli angeli in una natura semplice ndash e per questo istantanea nel suodispiegarsi intellettuale e volontario ndash si radica nella questione di fedeche lrsquoangelo sia una creatura e per ciograve stesso ben distinto da dioQuesto fatto come giagrave accennato e come ulteriormente si vedragrave egrave unacertezza ben presente e trasversale a tutte le opere di san tommasocomprese quelle spiccatamente filosofiche

57Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

13 laquoQue signifie la vue [hellip] suivant laquelle dieu a creacuteeacute ensemble au commencement

du temps les anges et le monde et ensuite lrsquohomme disons que lrsquointention tregravesnette des conciles est drsquoaffirmer lrsquoexistence drsquoune simultaneacuteiteacute de plan drsquounesimultaneacuteiteacute qualitative donnant agrave chacune de ces trois sortes de creacuteatures sa placeet sa valeur propre dans lrsquounivers Elle nrsquoest pas de trancher la question de lasimultaneacuteiteacute cronologiqueraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute IV Essai de

theacuteologie de lrsquohistoire du salut p 398 Questo non implica affermare una proces-sione evolutiva dellrsquoatto creatore quasi che lrsquoatto con cui dio crea sia secondo ilprima e il poi dal punto di vista di dio tutto egrave simultaneo per assenza di tempotutto dura in un unico istante intemporale e insuccessivo mentre per lrsquouomo avvie-ne secondo unrsquoandatura temporale cioegrave gli effetti che sono realizzati nel temposeguono il prima e il poi e non lrsquoatto con cui sono creati percheacute questo egrave il fonda-mento stesso di ogni prima e di ogni poi

Circa lrsquoorigine delle sostanze spirituali la tradizione cristiana inse-

gna con assoluta fermezza che tutte le sostanze spirituali come

pure le altre creature sono state prodotte da Dio e ciograve si dimostra

con lrsquoautoritagrave della Scrittura canonica14

Questa corretta lente focale consente di evitare la trappola neldiscorso umano sugli angeli dellrsquoapplicazione del temporale al sovra-temporale del discorsivo al non discorsivo cadendo inevitabilmentenellrsquoequivocismo o peggio ancora nel razionalismo teologico la sto-ria dellrsquoangelo egrave posta immediatamente in relazione personale al fineultimo di conseguenza ci pare ragionevole e promettente lrsquointerpreta-zione ndash di Ghislain lafont ndash della triplice causalitagrave ossia efficienteesemplare-formale e finale lrsquoautore infatti sostiene che

se diamo uno sguardo a tutto questo studio degli angeli ci sembra

che San Tommaso lo abbia diretto contemporaneamente dal punto

di vista di Dio [] dal punto di vista delle strutture naturali

dellrsquoAngelo [] infine dal punto di vista delle condizioni concre-

te della creazione [] Il senso di questo studio egrave chiaro [] siamo

in un quadro generale definito dal dinamismo della bontagrave di Dio

espresso dal gioco delle tre causalitagrave [] Il quadro efficienza-

esemplaritagrave-finalitagrave consente una visione generale dellrsquouniverso e

articola lrsquointera Ia a partire dalla questione 44 [] egli puograve quindi

rendere conto di uno sviluppo economico senza sacrificare nulla

allrsquointelligibilitagrave dellrsquoinsieme [tr nostra]15

58 P Galassi

14 laquoCirca spiritualium substantiarum originem firmissime docet Christiana traditio

omnes spirituales substantias sicut et ceteras creaturas a deo esse productas Et

hoc quidem canonicae scripturae auctoritate probaturraquo toMMaso drsquoaQUino (s)

De Substantiis Separatis c Xviii id Opuscoli filosofici p 23115 laquosi nous reprenons drsquoun seul regard lrsquoensemble de cette eacutetude des anges il nous

apparaicirct que saint thomas lrsquoa meneacutee simultaneacutement au point de vue de dieu [hellip]

au point de vue des structures naturelles de lrsquoange [hellip] au point de vue enfin des

conditions concregravetes de la creacuteation [hellip] le sens de cette eacutetude est clair [hellip] nous

sommes dans un cadre geacuteneacuteral deacutefini par le dynamisme de la Bonteacute de dieu

59Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Prima di tutto perograve diamo un prospetto sulla nozione di causa af fincheacutela lettura non incespichi in un linguaggio sempre piugrave alieno al la culturaspeculativa contemporanea anche se non per questo meno ef ficace

2 ProPosta di lettura dellrsquoanGeloloGia attraverso

le causalitagrave

il dispositivo causale ndash che san tommaso eredita da aristotele ndash egraveper lrsquoaquinate il metodo piugrave universale di conoscenza quello in cuiqualsiasi sistema ha cittadinanza tanto che il termine ragione e il termi-ne causa sono quasi interscambiabili sebbene uno inerisca piugrave al campocritico-logico e lrsquoaltro al campo metafisico-ontologico indicativo diquesto egrave il fatto che dare ragione di qualcosa non significhi altro che tro-varne la causa mentre chi possiede la causa di un dato fenomeno egrave coluiche puograve darne ragione

da questa originaria e reciproca implicazione dei due termini derivalrsquoantico e celebre adagio di matrice aristotelica scire per causas ilsapere egrave principalmente conoscenza delle cause percheacute la causa egrave quellarealtagrave ontologica e di ragione che sottrae la mente al naufragio deiregressi ad infinitum il regredire da una spiegazione ad unrsquoaltra infattiindica semplicemente la non esaustivitagrave di ciascuna cioegrave unrsquoeccedenzadellrsquoeffetto sulla causa che rimanda ad una causalitagrave superiore

il termine causa tuttavia per san tommaso egrave polivoco e la sua defi-nizione non egrave sempre identica in tutte le parti della sua opera questo per-cheacute da un lato egrave un tema cosigrave radicale nel pensiero che egrave difficile darneunrsquooggettivazione univoca dallrsquoaltro il linguaggio non egrave fisso e unmagister come lrsquoaquinate deve concorrere contemporaneamente al per-seguimento del rigore scientifico e allrsquoesigenza di farsi comprendere

exprimeacute par le jeu des trois causaliteacutes [hellip] le cadre efficience exemplariteacute etfinaliteacute permet une vision geacuteneacuterale de lrsquounivers et articule toute la ia depuis la que-stion 44 [hellip] il peut ainsi rendre compte drsquoun deacuteveloppement eacuteconomique sansrien sacrifier agrave lrsquointelligibiliteacute de lrsquoensembleraquo G lafont Structures Et Methodepp 163-164

detto questo prendendo spunto dalla riflessione di lafont16 dellecause possiamo dare una descrizione fenomenologica che la tradizionearistotelico17- tomista ha presentato secondo cinque sommi generi causalila causalitagrave formale materiale18 efficiente (agente) esemplare e finale

la causalitagrave formale risponde alla domanda sul che cosa egrave unadeterminata realtagrave indangando cioegrave sullrsquoidentitagrave profonda di un enteciograve per cui esso egrave se stesso e non altro

allrsquointerno della causalitagrave efficiente (agente) tra le molte sfaccetta-ture che essa propone ci concentriamo su due tipologie fondamentalidi efficienza quella fiendi e quella essendi la prima dice una dipen-denza di innesco tra lrsquoeffetto e la causa dove lrsquoessere della causa elrsquoessere dellrsquoeffetto sono ontologicamente autonomi mentre la dipen-denza egrave solo relativa allrsquoaccadere19 la seconda invece dice la totaledipendenza dellrsquoessere dellrsquoeffetto da quello della causa cosiccheacutesimul stabunt simul cadent 20 vedremo quale dei due tipi di causalitagraveefficiente si esprima nel mondo angelico

la causa esemplare egrave in un certo senso una delle espressioni piugraveproprie del pensiero tommasiano come sintesi fra platonismo e aristo-telismo percheacute essa di fatto egrave presente nella dimensione platonica21

60 P Galassi

16 in particolare ivi pp 151-17117 Per lrsquoesposizione aristotelica cfr aristotElE Fisica libro ii Bompiani Milano

2011 pp 194-20118 Crsquoegrave da dire che nellrsquoelenco soprariportato alla citazione di lafont non crsquoegrave la causa

materiale questo come vedremo egrave frutto della speculazione tipica di tommaso checostituisce un novum nellrsquointerpretazione della natura angelica e del mondo sensibile

19 Per fare un esempio concreto il modulo della causa fiendi descrive bene il feno-meno della scintilla che appicca un incendio anche se poi si dilegua il fuoco chedivampa non dipende dal sussistere della scintilla ma semplicemente egrave occasiona-to da esso

20 seguendo lrsquoesempio della nota precedente il fuoco appiccato egrave causa del divampa-re dellrsquoincendio se si spegne il fuoco si ha estinto lrsquoincendio siccheacute questo non haessere al di lagrave dellrsquoincalzare del fuoco

21 si pensi alla descrizione platonica del rapporto fra idea e realtagrave sensibile presentenel cosiddetto mito della caverna oppure alle riflessioni sul demiurgo nel Timeo

ma ricopre un ruolo solo marginale nella letteratura aristotelica22 ildio Creatore che tiene insieme sia lrsquointuizione del Pensiero diPensiero che quella demiurgica del platonismo riprende radicalmenteil tema dellrsquoesemplaritagrave e vi vede lrsquoonnipotente stesso al centro

nel momento in cui Gen 12723 dice che lrsquouomo egrave imago Dei sicolloca un rapporto di causalitagrave non solo nellrsquoordine dellrsquoefficienza delverbo creare ma anche nellrsquoordine dellrsquoesemplaritagrave dove il genitivooggettivo pone dio come causa esemplare dellrsquouomo creato a suaimmagine Con una precisazione la creatura razionale non egrave solo unaqualche traccia del divino ma custodisce in seacute lrsquoauto-ritratto di dioPer questo occorre distinguere da un lato dio come causa esemplaredellrsquointera creazione che ne restituisce una qualche immagine (livelloremoto) e dallrsquoaltro la realtagrave della cosa realizzata (livello prossimo)a questo secondo livello la causa esemplare si chiama anche causaformale estrinseca percheacute esprime non tanto come la cosa egrave ma comedovrebbe essere si aggiunge lrsquoaspetto di perfezione e pienezza nonsolo egrave quella natura ma questa nel proprio compimento

la causalitagrave finale non egrave la finalitagrave in senso pieno percheacute ogni entenon ha in seacute il proprio fine ma egrave proiettato verso qualcosa che lo tra-scende cerca la sua completezza ma non trova in essa la quiete diogni ricerca quanto piuttosto solo la massima apertura a ciograve che dav-vero rende beato ossia realizza ne deriva che questa causa non puograveche essere dio la radicalitagrave della causa finale egrave tale da essere innescodi tutto il sistema causale aristotelico prima e tommasiano poi tantoda avere il titolo di causa causarum24

61Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

22 il Motore immobile perderebbe il suo statuto propriamente divino dal momento chelrsquoatto puro non ha altri interessi che seacute percheacute lrsquoatto Puro non opera da parte suanon vi egrave unrsquoazione concreta e deliberata sul cosmo per questo aristotele non svilup-pa un progetto su alcuna realtagrave del mondo e quindi non presenta cause esemplari

23 laquodio creograve lrsquouomo a sua immagine a immagine di dio lo creograve maschio e femminali creograveraquo

24 non semplicemente causa delle cause ma causa della causalitagrave di tutte le causecioegrave causa che accende il processo che mette in moto lrsquoagente che formula un pro-getto per conseguire il fine e lo attua

ora dopo questo breve prospetto egrave interessante notare che lafont nefor nisce lrsquoelenco quasi completo nel testo riportato sopra ma riduce le cau -se da quattro a tre in quello successivo25 dicendo che egrave il dispositivo cau saefficiente-esemplare-finale a costituire lo scheletro dellrsquointerpretazionetommasiana della teologia sugli angeli scompare quindi la causa forma-le Come mai Per capirlo credo sia doveroso compiere alcuni passaggi

anzitutto recuperiamo la citazione dove a proposito di aristotelelrsquoaquinate scrive

non egrave affatto vero che le sostanze immateriali esistono in funzione

di quelle corporee il fine egrave infatti sempre piugrave nobile di ciograve che ad

esso egrave ordinato come mezzo26

Ciograve si comprende perfettamente alla luce di questo passo della iiiPars della Summa

Egrave evidente che tanto gli uomini quanto gli angeli sono destinati aun medesimo fine che egrave la gloria della fruizione divina Perciograve delcorpo mistico della Chiesa fanno parte non solo gli uomini maanche gli angeli27

se si considerano insieme questi due estratti notiamo che lrsquoangelo egravepiugrave del suo ufficio Questo egrave un punto cardinale dellrsquointera lettura tom-masiana dellrsquoangelologia sulla scia di quella patristica non solo ldquoange-lordquo egrave un termine che indica lrsquoufficio e non la natura ma come taledescrive un compito della natura che non egrave nemmeno il suo fine ultimo

62 P Galassi

25 Cfr citazioni precedenti26 laquonon est [hellip] hoc verum quod substantiae immateriales sint propter corporales quia

finis nobilior est his quae sunt ad finemraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa

Theologiae i q 50 a 3 ad 3 id La Somma Teologica Prima Parte pp 588-58927 laquoManifestum est [hellip] quod ad unum finem qui est gloria divinae fruitionis ordi-

nantur et homines et angeli Unde corpus Ecclesiae mysticum non solum consistitex hominibus sed etiam ex angelisraquo id Summa Theologiae iii q 8 a 4 respid La Somma Teologica Terza Parte p 141

63Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

in altri termini la natura angelica eccede il dovere di consigliaregovernare e tutelare il mondo degli uomini

Questo egrave il grimaldello che secondo noi permette di assumere laposizione di lafont senza equivocismi o rigorismi riduttivi la trilogiache lui propone non va intesa neacute in modo successivo neacute in mododisorganico essendo lrsquouna implicata nellrsquoaltra Ci sembra opportunoaffermare a questo punto che san tommaso a partire dal dato scrittu-ristico rivoluziona la visione aristotelica del mondo assumendo comeperno centrale la logica della Creazione rapportando cosigrave la naturadelle sostanze separate al loro scopo (e origine) lrsquoangelo ha unafinalitagrave propria irriducibile al suo ruolo sul mondo per la sempliceragione che una creatura superiore non puograve avere per fine ultimo unarealtagrave che eccede

Ma lrsquoangelo si distingue anche da dio san tommaso ha giagrave opera-to la distinzione ontologica fra dio come Motore immobile e lrsquoangelocome intelletto separato a sovrintendenza dei cieli alla luce dellrsquoin-terpretazione metafisica di Es 31428 e della nozione di partecipazioneplatonica lrsquoaquinate ha identificato dio il Motore immobile conlrsquoEsse per Se subsistens dio egrave lrsquoEssere lrsquoangelo invece egrave una suapartecipazione tutto questo per dire che anche la natura delle sostan-ze separate ha per tommaso il proprio fulcro teleologico spostatosullrsquoaltro cioegrave su dio dunque lrsquoelemento rivoluzionario rispetto allavisione aristotelica egrave lrsquoessere dellrsquoangelo fatto da dio e per dio

Per lafont quindi la scelta delle tre causalitagrave non egrave una rinunciaalla causalitagrave formale di cui si egrave gia detta lrsquoimportanza ma un suoassorbimento nella causalitagrave esemplare in quanto anche causa formaleestrinseca Estrinseca ma non per questo estranea la riduzione alle trecause da parte di lafont risponde alla scelta di inquadrare lrsquoangelototalmente nel rapporto con dio secondo lo schema dionisiano del-lrsquoexitus manentia e reditus

infatti come vedremo la causa efficiente della natura angelica egravesolo dio cioegrave lrsquoangelo da dio la causa esemplare egrave remotamente il

28 laquodio disse a Mosegrave ldquoio sono colui che sonordquoraquo

64 P Galassi

verbo da cui la sottomissione cristologica sopra riportata ma nel con-tempo egrave anche la natura dellrsquoangelo realizzata (esemplaritagrave prossima)cioegrave lrsquoangelo in e con dio questo percheacute lrsquoangelo egrave strutturalmente perdio (causalitagrave finale) abbiamo lrsquoexitus dellrsquoefficienza la manentia del-lrsquoesemplaritagrave giaccheacute lrsquoangelo con uno ed un solo atto di scelta raggiun-ge il fine e quindi realizza il suo esemplare e il reditus della finalitagrave

a questo punto desideriamo dare anticipatamente ragione di alcunenostre scelte potrebbe stupire il fatto che il tema della volontagrave chepure riguarda la natura dellrsquoangelo non sia affrontato immediatamentecon lrsquointelletto di cui costituisce la controparte nellrsquounica sostanzaspirituale angelica Pur essendo lrsquoobiezione lecita vi egrave un motivo lediscussioni seguono uno schema il cui difetto proprio egrave di tagliare ilreale vi egrave il rischio che la nitidezza sebbene di grande vantaggio spe-culativo induca allrsquoerrore di spezzare i distinti Confondere tra loro igradi di diversitagrave credere realmente divise quelle cose che anche soloconcepisce come distinte egrave una fallacia consueta per lrsquouomo Per evi-tare separazioni indebite abbiamo volontariamente impostato ildiscorso percheacute ogni dissertazione fosse ripresa e si esaurisse non inse stessa ma nelle altre in una visione unitaria drsquoinsieme il punto egraveche nellrsquoangelo non si dagrave un processo per cui prima egrave creato (causaefficiens ossia exitus) quello che egrave (causa formalis) e dopo qualchetempo decide di tornare a dio (causa finalis ossia reditus) realizzan-do la propria vocazione (causa exemplaris o manentia)

la vita angelica egrave improntata su una struttura del prima e del poi chenon egrave diacronica dove un istante si accende allo spegnersi dellrsquoaltro macome mostreremo dove gli istanti si accumulano concentricamente e maiper sostituzione quanto piuttosto per sovrapposizione ciograve comporta chelrsquoangelo sia davvero uno con la propria storia portando questo ancheallrsquounica scelta iniziale e irreversibile che compie e che lo determina perlrsquoesistenza quella cioegrave fra Paradiso e inferno in questo modo trattandonoi di angeli abbiamo scelto di porre disinzioni fra i vari ambiti di dis-sertazione ma senza mai porre cesure lasciando una fondamentale flui-ditagrave dei temi e degli argomenti che ritornano gli uni negli altri

del resto ci egrave sembrata vincente lrsquoimpostazione di lafont anchepercheacute la struttura profondamente dinamica di exitus-reditus egrave unadelle preferite di san tommaso di modo che attraverso di essa si

65Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

mostra la coimplicanza di tutto in ogni sua parte infatti i grandi testisistematici e i grandi commentari scritturistici dellrsquoaquinate si struttu-rano spesso secondo la potente intuizione dionisiana dellrsquouscita da diodella creazione del ritorno a lui e della permanenza in lui

Questo costituisce anche uno dei motivi per cui scegliendo unapproccio alla natura angelica abbiamo preferito quella angelologicaa quella demonologica Questa infatti ha un suo statuto proprio e unasua utilitagrave determinante nellrsquointellezione di cosa sia una sostanza sepa-rata angeli e demoni condividono quel minimum ontologico per cuiappartengono alla medesima natura e delle volte lrsquoapproccio allademonologia ha la funzione proprio di determinare questo minimumper contrasto alla scelta contro-natura del demonio che si oppone aldio che lo ha creato privandosi di ogni forma di beatitudine in talsenso egrave estremamente utile anche percheacute il nemico si palesa in modopiugrave esplicito dellrsquoangelo che non cerca mai di mettere in ombra ildivino rendendosi il piugrave possibile trasparente tuttavia ogni ricerca egravesottoposta al criterio della delimitazione degli ambiti e per questo difronte alla necessitagrave di scelta la preferenza dello studio angelologicosu quello demonologico appare palese nellrsquoangelo la sua natura disostanza separata egrave dentro il proprio ambiente dentro il luogo per cuiegrave fatto cioegrave dentro la relazione scelta con dio Perciograve egrave priva di falsi-ficazioni percheacute integrale a differenza di quella del nemico chepotrebbe essere solo compiuta a partire dallrsquoangelologia di conse-guenza se qualsivoglia demonologia suppone unrsquoangelologia ndash comelo studio della privazione suppone la conoscenza di quanto viene pri-vato ndash cosigrave lrsquoangelologia non suppone alcuna demonologia ma sidimostra un sapere piugrave fondamentale e piugrave radicale

21 ldquocausa efficiensrdquo lettura analogica dellrsquoangelo

la teologia si occupa di dio come oggetto ndash e soggetto ndash proprio eper questo come affermato in precedenza lrsquoapprofondimento del pen-siero credente sulle creature egrave sempre interessato finalizzato a cono-scere analogicamente il Creatore

ora nellrsquoimpianto della teologia della creazione di san tommasouno dei criteri di indagine egrave suggerito dalla certezza che la creazione

66 P Galassi

rifletta analogicamente il Creatore lrsquoaquinate ne trae perciograve il compi-to secondo cui tutte le creature parlano di dio quindi per quanto pos-sibile tutte vanno studiate specialmente quelle a lui piugrave vicine nellacausalitagrave efficiente divina quindi abbiamo non solo la soddisfazionedel percheacute di tutte le cose quello che risponde al celebre quesito filo-sofico leibniziano laquopercheacute esiste qualcosa anzicheacute nienteraquo29 madentro questa radicale domanda ne nasce immediatamente una secon-da inerente alla modalitagrave particolare della realizzazione dellrsquoessere ilcosmo come un libro aperto di fronte ai nostri occhi non dice solodello stile artistico del suo autore ma anche della storia che aveva inmente ora tra le infinite possibilitagrave divine la realizzazione di unacosa piuttosto che di unrsquoaltra egrave segno della sua libertagrave cosiccheacute lo stu-dio di ciascuna sua parte non egrave solo intellezione del Creatore attraver-so le somiglianze ma del suo Progetto e quindi della sua volontagrave

il concetto di mondo come Creazione risolve a proposito del trat-tato sugli angeli nella Summa il duplice rischio dellrsquoemanazionismoneoplatonico proprio di un impianto strettamente monista e del cata-rismo espressivo di un impianto dualista in questo lrsquoangelologia egraveuna disciplina straordinariamente feconda percheacute identifica la linea didemarcazione tra il Creatore e la creatura la pone ad oggetto del pro-prio studio tematizzandola sino alle sue estreme conseguenze infattida un lato la natura angelica si colloca nel cosmo come la massimaespressione creaturale possibile di modo che qualsiasi creatura o egraveangelica o egrave inferiore agli angeli dallrsquoaltro per spiegare lrsquoesistenza dicreature puramente spirituali e immateriali si deve obbligatoriamentearrivare alla definizione della stessa creaturalitagrave

Ciograve che distingue formalmente lrsquoincreato dal creato egrave lrsquoassolutaSimplicitas Dei primo nome divino della teologia tomista assieme aquello dellrsquoEssere il Creatore egrave semplicitagrave assoluta non essendovicomposizione di sorta neacute parte di alcun genere nel modo piugrave rigorosola creatura invece egrave una certa unitagrave unum secundum quid una sem-plicitagrave relativa lrsquoangelo esprime tommasianamente la semplicitagrave

29 GW lEiBniz Principi della natura e della grazia fondati sulla ragione in id Scritti filo-

sofici Volume primo Scritti di metafisica Saggi di teodicea UtEt torino 1967 p 278

67Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

massima possibile dal punto di vista creaturale presentando quindisolo quella composizione minima che egrave comune a tutte le creature30

se dalla parte della creatura umana quella angelica appare come ciograveche si avvicina di piugrave al divino dal punto di vista degli angeli la naturadegli intelletti puri egrave la piugrave creata di tutte se infatti la creazione di unqualsiasi ente consiste nel conferire lrsquoesistenza ad unrsquoessenza prima sola-mente potenziale ogni ente dipenderagrave nellrsquoessere dal Creatore quantoalla misura della propria essenza ne consegue che essenze piugrave elevateimplicheranno una partecipazione maggiore a dio e quindi una maggioredipendenza da lui Esagerando possiamo dire che quella che sembra lacreatura piugrave autonoma egrave invece la piugrave dipendente e la piugrave creata di tuttepercheacute egrave quella che egrave piugrave in debito con dio Questo debito egrave poi evidentenel mistero del desiderio che permea ogni creatura razionale

tornando al quesito sul rapporto di unitagrave tra dio e il mondo egravedoveroso premettere che egrave possibile concepire il funzionamento diquesta concezione del mondo solo tenendo ben presente quello che egravestato sintetizzato come laquoparadigma calcedoneseraquo31 ossia il corrispetti-vo guadagno teologico del triplice potere del dispositivo analogico dalpunto di vista filosofico infatti

la ragione ldquoanalogicardquo confronta realtagrave che sono in parte uguali inparte distinte non le separa (rispettando cosigrave la loro unitagrave) neacute le

confonde (rispettando cosigrave la loro distinzione) ma dagrave il proprio

posto a ciascuna mantenendole insieme a diversi livelli (rispettan-do cosigrave il loro ordine) [tr nostra corsivo nostro]32

30 Quella come vedremo tra essentia e actus essendi31 il nome egrave tratto dallrsquoomonimo Concilio ecumenico cristologico tenutosi a

Calcedonia nel 451 dC32 laquolsquoanalogicalrsquo reason confronts realities which are partly equal partly distinct it

neither separates them (thus respecting their unity) nor confuses them (thusrespecting their distinction) but gives its place to each one keeping them togetheron different levels (thus respecting their ordering)raquo a olMi The Chalcedon

Paradigm and the Sapiential Realism of St Tomas Aquinas in M salvioli (ed)Tomismo creativo Letture contemporanee del Doctor communis Edizioni studiodomenicano Bologna 2015 p 340

68 P Galassi

dobbiamo quindi intendere in che modo si dia questa unitagrave e quin-di chiederci quale sia il posto di dio e quale quello del mondolrsquoanalogia qui assume la sua portata massima fincheacute gioca nellrsquointra-creaturale essa costituisce un dispositivo utile raffinatissimo e pregia-to ma quando entra in contatto col Mistero essa diviene quasi indi-spensabile oseremmo dire lrsquounico mezzo adeguato di ragionamento

il punto essenziale sta nellrsquoaccorgersi che se dio venisse inseritoontologicamente nel mondo sarebbe compreso dal mondo e quindifinirebbe per essere una sua parte Come tuttavia abbiamo detto sopradio egrave incomponibile Per non scadere nellrsquoequivocismo occorre nonconfondere la distinzione intra-mondana fra creatura e creatura conquella fra Creatore e creatura Questo ci permette di cogliere un aspet-to in piugrave dellrsquointerpretazione dellrsquoanalogia tomista i tre criteri sopracitati ndash unitagrave distinzione e ordinamento ndash sono simultanei cioegrave cia-scuno egrave misura e limite dellrsquoaltro laddove lrsquouso di uno dei criterisconfina eliminando gli altri si elide lrsquointero dispositivo analogico

Ultimo passaggio abbiamo giagrave accennato che egrave tipica dellrsquoattocreatore la causalitagrave essendi ossia il modo proprio di derivare da dioda parte di tutto ciograve che egrave creato percheacute la differenza fondamentale fradio e il mondo egrave la stessa differenza fondamentale che vi egrave fra esserelrsquoEssere e avere lrsquoessere33 Questo assunto si riverbera precisamentenella celebre distinzione tra essentia ed actus essendi ora proprio diogni creaturalitagrave egrave di essere causata nellrsquoessere di ricevere totalmenteil proprio essere da dio Per quanto riguarda la causalitagrave fiendi inveceossia ciograve che dagrave inizio a qualcosrsquoaltro in divenire san tommaso affer-meragrave che nel peculiare caso angelico essa corrisponde simpliciter conciograve che fa essere Questo risultato risponde allrsquoesigenza previa chelrsquoangelo sia del tutto immateriale

33 Cfr G BarzaGhi Lrsquoessere la ragione la persuasione pp 139-154 Molto inte-ressante la formalizzazione sillogistica delle argomentazioni tommasiane alle pp 141-144

69Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

22 ldquocausa exemplarisrdquo i gli angeli dio e il mondo

221 Gli angeli e Dio

Gli angeli partecipano in modo estremamente peculiare al governoprovvidenziale del mondo al suo sviluppo e alla sua conservazione34Curiosamente il modo con cui lrsquoessere materiale egrave icona del Creatorecon lrsquoatto di procreazione egrave cosa che nessun essere puramente spiritualepuograve davvero significare Questo anzitutto pone in evidenza la radicaleunitarietagrave della creazione per cui davvero si darebbe incompletezza inquel cosmo che pur essendo composto solo delle sostanze piugrave perfettefosse privo di una reale ricchezza da ciograve deriva che ogni parte delcosmo egrave arricchimento delle altre parti a beneficio della totalitagrave

Per la sua sublimitagrave sulla materia lrsquoangelo dimostra di rappresenta-re dio in modo eminente anche attraverso lrsquoefficacia di quelle opera-zioni spirituali che gli sono tipiche quali lrsquointelletto e la volontagraveseguendo quel parallelismo trinitario di antica data istituito tra lefacoltagrave razionali e le relazioni trinitarie35 tuttavia essi non sono neacutecapaci di generare neacute sono generati al contrario dellrsquouomo che per lostesso fatto di avere un corpo puograve comunicare la vita oltre a sapereeseguire anche operazioni razionali sebbene non perfettamente comele creature angeliche

abbiamo quindi questo parallelismo come dio egrave increato cioegrave asso-lutamente incausato cosigrave lrsquoangelo egrave ingenerato cioegrave incausabile sul

34 Cfr C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute IV pp 206-294 cfr anche s-tBonino Les anges et les deacutemons pp 211-271

35 Che trova felice sintesi nellrsquoanalogia psicologica di agostiniana memoria laquole tre fun-zioni (essere conoscere e volere) formano unrsquoinseparabile unitagrave eppure sono distintee reciproche Elaborando ulteriormente lrsquointuizione agostino giunge alle analogiepsicologiche piugrave famose raccolte nelle triadi spirituali memoria-intellectus-voluntas

(De Trinitate iX 1212) mens-notitia-amor (De Trinitate Xv 2039) Queste tria-di esprimono il nostro processo di vita interiore come triplice e reciproca differen-ziazione nellrsquounitagrave di sostanza in tal senso esprimono bene a livello formale ledimensioni da mantenere nella comprensione della vita trinitariaraquo a Cozzi Come

dire oggi la Trinitagrave laquotredimensioniraquo 3 (2006) p 235

70 P Galassi

piano della generazione come dio non egrave annientabile percheacute puroEssere cosigrave lrsquoangelo egrave incorruttibile percheacute puro spirito dio a diffe-renza dellrsquoangelo genera secondo quanto rivelano le scritture e lrsquouo-mo pur non essendo neacute ingenerato neacute incorruttibile egrave capace di genera-re dimostrando in questo una somiglianza maggiore dellrsquoangelo ri spettoalle processioni trinitarie difatti per sua natura lrsquoangelo non puograve dirsipadre neacute figlio di alcuncheacute se non metaforicamente parlando

lrsquoangelo partecipa al governo del mondo anche lrsquouomo vi parteci-pa come lascia intendere Gen 2 cosigrave sia lrsquouomo che lrsquoangelo espri-mono un governo della Creazione percheacute Colui che ha voluto per seacutedi essere causa rende causali anche quelle creature che piugrave gli somi-gliano Cosigrave lrsquouomo come lrsquoangelo dimostra la capacitagrave anzituttomorale di porre degli atti e in modo particolare degli atti morali coiquali indirizzare se stesso e la creazione al loro debito fine Cosigravelrsquoaquinate giunge a dire

Quanto piugrave uno egrave vicino al primo principio tanto piugrave eccellente-mente egrave collocato sotto lrsquoordine della provvidenza in veritagrave fratutte le sostanze quelle spirituali si avvicinano di piugrave al primoprincipio tanto che si dice che siano state contrassegnate con lasua immagine Quindi dipende dalla provvidenza divina non soloche ad esse si provveda ma anche che esse provvedano [a se stesse]Questa egrave la ragione per cui le predette sostanze hanno in proprio lascelta dei propri atti che invece non hanno le altre creature allequali si provvede soltanto ma le quali non sono in grado di prov-vedere [a se stesse]36

36 laquoQuanto aliquid est propinquius primo principio tanto nobilius sub ordine providen-tiae collocatur inter omnia vero alia spirituales substantiae magis primo principioappropinquant unde et eius imagine insignitae dicuntur et ideo a divina providentianon solum consequuntur quod sint provisa sed etiam quod provideant Et haec estcausa quare praedictae substantiae habent suorum actuum electionem non autemceterae creaturae quae sunt provisae tantum non autem providentesraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de veritate q 5 a 5 resp testo latino e tra-duzione italiana in id Sulla veritagrave Bompiani Milano 2008 pp 434-435

71Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

allo stesso modo se sapranno provvedere a se stesse tanto piugravesapranno provvedere anche a quelle che sono loro inferiori non sololrsquoefficace immagine che san tommaso suggerisce parla di una provvi-denza divina sul calco della laquoprovvidenza con cui il padre di famigliagoverna la casa o il re la cittagrave o il regnoraquo37 ma duplice egrave anche lacomunicazione del bene da parte di dio

dio volle comunicare la perfezione della sua bontagrave ad unrsquoaltra creatu-ra per quanto ciograve fosse stato possibile ora la divina bontagrave ha unaduplice perfezione una secondo se stessa in quanto contiene in seacute inmodo supereminente ogni perfezione unrsquoaltra in quanto influiscesulle cose in quanto cioegrave egrave causa delle cose Perciograve era anche conve-niente per la bontagrave divina comunicare lrsquouna e lrsquoaltra perfezione allacreatura di modo che cioegrave la realtagrave creata non solo ricevesse dallabontagrave divina di esistere e di essere buona ma anche che elargisse adaltri lrsquoessere e la bontagrave come per es fa il sole38

Massiccio egrave il debito platonico di questo passo rielaborato giagravedallo Pseudo-dionigi nel suo iv libro dei Nomi Divini39 vale nuova-mente quanto detto il sole egrave estremamente emblematico della provvi-denza di dio un crogiuolo di simboli dalla bellezza straordinarialuce unitagrave calore vita e cosigrave via tuttavia al sole capita di essereprovvidenza per altro come qualsiasi cosa inanimata che egrave piugrave ordina-

37 laquoProvidentiae qua paterfamilias gubernat domum aut rex civitatem aut regnumraquo idQuaestiones disputatae de veritate q 5 art 3 resp id Sulla veritagrave pp 422-423

38 laquovoluit enim deus perfectionem suae bonitatis creaturae alteri communicaresecundum quod possibile erat divina autem bonitas duplicem habet perfectionemunam secundum se prout scilicet omnem perfectionem supereminenter in se con-tinet aliam prout influit in res secundum scilicet quod est causa rerum unde etdivinae bonitati congruebat ut utraque creaturae communicaretur ut scilicet rescreata non solum a divina bonitate haberet quod esset et bona esset sed etiam quodalii esse et bonitatem largiretur sicut etiam solraquo id Quaestiones disputatae de

veritate q 5 art 8 resp id Sulla veritagrave pp 448-44939 Cfr dioniGi arEoPaGita Nomi divini in id Tutte le opere pp 405 ss

72 P Galassi

ta al bene altrui che ordinante tale bene le creature razionali invecescelgono di essere provvidenza non ricevono soltanto di esserlo poi-cheacute ognuna esprime qualcosa di questo irriducibile allrsquoaltra

lrsquoangelo svolge una funzione provvidenziale sul cosmo e taleprovvidenza del mondo egrave gratuita poicheacute gli intelletti puri non posso-no trovare in esso la propria realizzazione ma solo in dio la loro curanei confronti del mondo egrave allrsquoinsegna di una benevolenza disinteressa-ta liberamente donata e come tale autentico segno dellrsquoassolutaGrazia divina in questo lrsquouomo egrave unrsquoimmagine piugrave attenuata dellrsquoan-gelo percheacute egrave piugrave immanente al mondo materiale che trascendentelrsquouomo infatti non esprime quella gratuitagrave divina tipica del gestoangelico giaccheacute usa del mondo per necessitagrave parte del suo bisognoquantomeno corporeo si soddisfa in esso sebbene non vi sia materia-litagrave tale da esaurire il desiderio umano

Cosigrave lrsquoangelo nellrsquoesemplaritagrave in dio egrave esemplificazione per lrsquouo-mo icona della libertagrave provvidente di dio verso la Creazione infattila sua tensione verso di noi si esprime sempre nellrsquoordine dellasovrabbondanza non solo gli angeli si curano di noi ma a ciascuno egraveassegnata una figura di guida lrsquoobiezione sul senso della figura del-lrsquoangelo custode avendo lrsquouomo giagrave dio per guida trova risposta nel-lrsquoordine della gratuitagrave che dio esprime come eccedenza impari di ciograveche per lrsquouomo egrave il semplice giusto

tuttavia anche lrsquouomo esprime un aspetto del Creatore che lrsquoange-lo non custodisce percheacute la presenza che la creatura puramente spiri-tuale puograve avere nellrsquoatto di governo egrave sempre come vedremo limitataEssa non informa il mondo poicheacute nessun angelo egrave immanente almondo subangelico come qualcosa di performativo e pervasivo lacompenetrazione quasi intrinseca fra materia e spirito egrave tipica solo del-lrsquoanima umana rispetto al corpo lrsquoangelo invece egrave sempre altro dallamateria come saragrave argomentato piugrave avanti

dio dal canto suo non egrave presente in questo modo nel cosmo per-cheacute la sua Presenza egrave fondativa essendo piugrave intimo alle cose di quan-to qualsiasi cosa lo sia a se stessa40 lrsquoangelo non puograve esercitare verso

40 laquotu autem eras interior intimo meo et superior summo meoraquo aGostino di iPPona (s)Confessionum libri XIII liber iii c 6 par 11

73Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

la materia questa dinamica di intimitagrave percheacute non si costituisce mainella complementaritagrave con altro in quanto persona compiuta nellapropria spiritualitagrave nella persona umana invece il principio vitalerazionale lrsquoanima abita il corpo e informa il corpo Questo egrave peraltrociograve che accade ndash analogicamente - tra dio e il cosmo tanto chetommaso arriva ad affermare che

si dice che lrsquouomo egrave un microcosmo poicheacute lrsquoanima umana gover-na il corpo nello stesso modo in cui dio governa tutto lrsquouniversonel quale [uomo] si dice anche che lrsquoanima egrave a immagine [di dio]piugrave che gli angeli ora la nostra anima governa il nostro corpomediante alcuni spiriti che certamente sono spirituali rispetto alcorpo ma corporee rispetto allrsquoanima dunque anche dio governala creatura corporea mediante creature spirituali41

la natura umana egrave immagine di dio in modo straordinario perquello che concerne la sua natura avendo in seacute tutti gli elementi dellacreazione come la vita biologica la parte spirituale e la parte corporeamateriale puograve dirsi vero microcosmo non si tratta naturalmente diporre una sorta di infantile competitivitagrave fra le creature ma di ricono-scere che alla luce della causa esemplare emerge chiaramente comeuna retta angelologia una retta antropologia e una retta teologia sianomutue tantrsquoegrave vero che san tommaso egrave parimenti detto DoctorAngelicus e Doctor Humanitatis

222 Gli angeli e il mondo

nonostante questa dimensione di reciproco beneficio delle creaturerimane una predilezione di dio per la natura angelica in quanto piugrave

41 laquohomo dicitur minor mundus quia anima hoc modo regit corpus humanum sicutdeus totum universum in quo etiam anima prae angelis ad imaginem dicitur sedanima nostra corpus gubernat mediantibus quibusdam spiritibus qui sunt quidem spi-rituales respectu corporis sed corporales respectu animae Ergo et deus reget corpo-ralem creaturam mediantibus creaturis spiritualibusraquo toMMaso drsquoaQUino (s)Quaestiones disputatae de veritate q 5 art 8 s c 7 id Sulla veritagrave pp 447-448

74 P Galassi

perfetta e quindi a lui piugrave simile se egrave pur vero che il paragone con lanatura umana fa eccezione a questa regola ndash lrsquouomo mette in gioco iltema dellrsquoincarnazione ndash almeno verso il resto dei viventi e degli ina-nimati che popolano il cosmo lrsquoangelo si situa indubbiamente ad unlivello superiore Per questo motivo non riteniamo inutile addentrarciin quelle riflessioni che caratterizzano lrsquoangelo in quanto angelo ossiail suo rapporto con lo spazio e il tempo che dicono del modo propriodi relazionarsi del puro spirituale al materiale

ora nella Summa Theologiae crsquoegrave unrsquoidea di base della massimaimportanza supposto come egrave stato detto che dio nel suo piano crea-tore preferisca le creature piugrave perfette egrave ragionevole ritenere che ilnumero di angeli superi incomparabilmente quello delle creaturemateriali sembrerebbe un dettaglio insignificante nel trattato di ange-lologia dellrsquoaquinate tuttavia non ci sembra un elemento di pococonto il fatto che la perfezione dellrsquouniverso per lrsquoaquinate implichiin un certo senso una moltiplicazione una molteplicitagrave laquomiriadiraquo42

assodata questa logica teologica san tommaso ne trae lrsquoovvia conse-guenza filosofica la tesi egrave che ogni angelo sia una specie distinta da tuttigli altri se il genere filosoficamente parlando egrave lrsquoelemento comune amolti enti e indifferente a ciascuno di essi tale indeterminazione scompa-re quando la differenza specifica individua lrsquoente nel suo essere determi-nato ora nellrsquoangelo ente puramente spirituale non crsquoegrave posto per pen-sare a un altro genere determinabile quindi ogni sostanza spirituale egraveunrsquoessenza in seacute che differisce da altri enti essenziali e specifici e nonsolo da un punto di vista numerico ossia tramite il modo in cui gli uomi-ni si distinguono tra loro leggiamo infatti nella Summa Theologiae che

quelle cose [hellip] che convengono quanto alla specie e differisconoquanto al numero hanno una stessa forma e si distinguono per lamateria se dunque gli angeli non sono composti di materia e diforma come si egrave giagrave spiegato egrave logicamente impossibile che visiano due angeli di unrsquounica specie Ciograve egrave assurdo come affermareche possono esistere diverse bianchezze separate o piugrave umanitagravenon si danno infatti diverse bianchezze se non in quanto si trovano

42 Cfr Dn 710 Ap 511

in piugrave sostanze Ma anche nel caso che gli angeli avessero unamateria non potrebbero esserci piugrave angeli di una medesima speciePoicheacute in tal caso il principio che servirebbe a distinguere un ange-lo dallrsquoaltro sarebbe la materia ma non giagrave in forza della divisionea cui puograve venir sottoposta la quantitagrave essendo gli angeli incorpo-rei bensigrave in forza di una diversitagrave nella ragione stessa di potenzaora tale diversitagrave della materia causerebbe una differenza nonsolo di specie ma anche di genere43

il mondo angelico comunque si tenti di rappresentarlo ha unrsquoenor-me diversificazione il motivo e il fondamento di questa grandissimavarietagrave tra gli angeli non egrave altrove che nella saggezza divina cherisplende proporzionalmente nella complessitagrave del reale coordinandolaarmonicamente e provvidenzialmente lo ripetiamo san tommasoaveva una comprensione veramente teo-logica del mondo intero creatoQuesto mondo che non egrave neacute solo neacute principalmente il mondo del corpo-reo esiste finalisticamente ad maiorem Dei gloriam e nella sua com-plessitagrave riluce maggiormente la sapienza divina come esprime magi-stralmente un indiretto allievo dellrsquoaquinate

la gloria di colui che tutto moveper lrsquouniverso penetra e risplendein una parte piugrave e meno altrove44

75Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

43 laquoEa enim quae conveniunt specie et differunt numero conveniunt in forma etdistinguuntur materialiter si ergo angeli non sunt compositi ex materia et forma ut dictum est supra sequitur quod impossibile sit esse duos angelos unius specieisicut etiam impossibile esset dicere quod essent plures albedines separatae aut plu-res humanitates cum albedines non sint plures nisi secundum quod sunt in pluribussubstantiis si tamen angeli haberent materiam nec sic possent esse plures angeliunius speciei sic enim oporteret quod principium distinctionis unius ab alio essetmateria non quidem secundum divisionem quantitatis cum sint incorporei sedsecundum diversitatem potentiarum Quae quidem diversitas materiae causat diversi-tatem non solum speciei sed generisraquo id Summa Theologiae i q 50 a 4 resptesto latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 590

44 dantE aliGhiEri Divina Commedia Paradiso canto i vv 1-3

76 P Galassi

45 laquoCirca hoc tamen aliqui decepti sunt Quidam enim imaginationem transcendere nonvalentes cogitaverunt indivisibilitatem angeli ad modum indivisibilitatis puncti et indecrediderunt quod angelus non posset esse nisi in loco punctali sed manifeste decepti suntnam punctum est indivisibile habens situm sed angelus est indivisibile extra genus quan-titatis et situs existensraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 52 a 2 resp

46 Cfr Eb 11447 laquoPatet quod diversimode esse in loco convenit corpori et angelo et deo nam

corpus est in loco circumscriptive quia commensuratur loco angelus autem noncircumscriptive cum non commensuretur loco sed definitive quia ita est in unoloco quod non in alio deus autem neque circumscriptive neque definitive quiaest ubiqueraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 52 a 2 resp idLa Somma Teologica Prima parte p 590

223 Gli angeli e lo spazio

il problema della presenza locale e temporale degli angeli potrebbedare lrsquoimpressione di essere unrsquooziositagrave bizantina se egrave pur vero chedopo san tommaso le disquisizioni sulla realtagrave angelica hanno sfiora-to in piugrave di unrsquooccasione lrsquoartificioso valga tuttavia lrsquoammonimentodellrsquoaquinate secondo cui si cade nellrsquoinganno se non si egrave capaci ditrascendere lrsquoimmaginazione45

la spazialitagrave e il movimento degli angeli costituiscono un tema chela fede impone allo studio della teologia poicheacute sappiamo da un latoche gli angeli sono inviati da dio per un ministero di salvezza a favoredegli uomini46 e dallrsquoaltro che tale ministero transitorio o permanen-te che sia implica ed esprime una reale vicinanza per quanto radical-mente dissimile da quella divina e umana

Egrave perciograve evidente che essere in un luogo si addice in modo diversoal corpo allrsquoangelo e a dio il corpo infatti egrave nel luogo come circo-scritto da esso poicheacute prende le dimensioni del luogo lrsquoangeloinvece si trova nel luogo senza esserne circoscritto dato che nonne prende le dimensioni vi si trova perograve con una certa delimitazio-ne poicheacute mentre egrave in un luogo non puograve trovarsi in un altro dioinvece si trova in un luogo senza essere da questo neacute circoscrittoneacute delimitato poicheacute egli egrave dovunque47

77Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

la finezza del pensiero dellrsquoaquinate individua sul piano fisico unaduplice accezione del concetto di luogo come limite egli distingue tradelimitazione e circoscrizione dove la prima trascende la dimensionedella quantitagrave a differenza della seconda la circoscrizione ndash ciograve che ciinteressa qui maggiormente ndash egrave il modo con cui un corpo sta in uno spa-zio uno spazio pieno di essere siccome lo spazio si estende secondo laquantitagrave saragrave pieno drsquoessere quantitativo poicheacute per aristotele ogniestensione saragrave in un certo qual modo piena di un elemento o di unacombinazione di elementi ora stando a questo la definizione aristoteli-ca di luogo consiste nel primo limite immobile del contenente

Ecco dunque cosrsquoegrave il luogo il primo immobile limite del conte-nente [hellip] il luogo pare essere una superficie una specie di vaso eun contenente e poi sembra fare un tuttrsquouno con lrsquooggetto percheacutei limiti stanno insieme con la cosa limitata48

la logica che sta dietro queste affermazioni egrave la seguente se piugrave corpipossono essere consecutivi tra loro ndash quindi intervallati da unrsquoestensionedifferente da quella dei medesimi corpi come due persone agli angoli diuna stanza ndash non accade mai la pura consecutivitagrave si parla piuttosto ditangenza a proposito lo stesso san tommaso annoteragrave che

fuori del tutto non crsquoegrave nulla Per questo motivo si dice che tutte le cose sitrovano nel cielo come estremo contenente percheacute forse il cielo egrave ciograveche funge da contenente completo ora dice laquoforseraquo percheacute non egrave anco-ra stato dimostrato che fuori del cielo non crsquoegrave nulla Ma questo non vainteso come se lo stesso corpo del cielo sia in un luogo ma piuttostoquel luogo egrave una certa ultima superficie del cielo rivolta verso di noi edegrave come un limite che tocca i corpi mobili che si trovano in esso49

48 laquoὥστε τὸ τοῦ περιέχοντος πέρας ἀκίνητον πρῶτον τοῦτrsquo ἔστιν ὁ τόπος [hellip] δοκεῖ

ἐπίπεδόν τι εἶναι καὶ οἷον ἀγγεῖον ὁ τόπος καὶ περιέχον ἔτι ἅμα τῷ πράγματι ὁ τόπος

ἅμα γὰρ τῷ πεπερασμένῳ τὰ πέραταraquo aristotElE Fisica libro iv4 pp 338-33949 laquoExtra totum nihil est Et propter hoc omnia dicuntur esse in caelo sicut in ultimo conti-

nente quia caelum fortassis est quod est totum continens dicit autem fortassis quia non-dum probatum est quod extra caelum nihil sit non est autem sic intelligendum quod

il luogo egrave quello descritto di volta in volta dal contenente egrave la lineache distingue lo spazio pieno occupato da un corpo qualunque essosia tale linea cambia ogni volta che il suddetto corpo muta posizionein tal senso immobile non va confuso con immutabile il motivo percui il luogo viene detto limite immobile primo egrave percheacute si mantengala distinzione tra una prossimitagrave che mantiene la contiguitagrave fra corpi ndashil luogo ndash ed invece una prossimitagrave che la dissolve ndash e qui abbiamo lacontinuitagrave detto in altri termini abbiamo contiguitagrave se crsquoegrave distinzionedei confini abbiamo invece continuitagrave se crsquoegrave confusione dei confini

tutto questo serve per comprendere in che senso lrsquoangelo vengaconcepito dallrsquoaquinate quasi come una figura spartiacque fra il crea-to e lrsquoincreato pur rimanendo a tutti gli effetti creato in rapporto almondo infatti la natura angelica si situa tra lrsquoassoluta libertagrave divinarispetto alla materia e allo spazio e la relativa libertagrave delle cose createsi badi bene non bisogna concludere che lrsquoangelo stia tra dio e lrsquouo-mo come un gradino che separa due livelli di una medesima scalagerarchica dio infatti non egrave in cima alla scala alla sommitagrave delcosmo percheacute dio trascende il cosmo

ora abbiamo lo spazio che egrave creatura di dio essendo dio total-mente libero verso di esso analizzando in scala ascendente la gerar-chia degli esseri abbiamo gli esseri inanimati che sono totalmentesuccubi della spazialitagrave percheacute totalmente collocati secondariamentevi sono gli esseri animati che col crescere dellrsquointensitagrave qualitativa delprincipio vitale assumono nei confronti dello spazio una certa libertagravelo mutano o con la crescita (vegetativi) o addirittura attraverso la tra-slazione locale lo spazio inizia ad essere ciograve che un corpo attraversae non piugrave solamente ciograve in cui un corpo sta si giunge allrsquouomo chenon egrave totalmente definito dallo spazio neacute il suo movimento egrave del tuttolocalizzabile se si pensa agli atti del suo intelletto e della sua volontagraveinfine troviamo gli angeli che non appartengono ad alcuna forma dispazialitagrave neacute lo spazio appartiene a loro

78 P Galassi

ipsum corpus caeli sit locus sed quaedam superficies ultima eius versus nos et est sicutterminus tangens corpora mobilia quae in ipso suntraquo toMMaso drsquoaQUino (s)Commentaria in octo libros Physicorum liber 4 lectio 7 n 14 testo latino e traduzioneitaliana in id Comento alla Fisica di Aristotele Esd Bologna 2004 vol ii pp 110-111

le creature spirituali sono totalmente libere dallo spazio senzaperograve essere libere di usarne appieno dal momento che solo dio nedispone tornando alla distinzione iniziale lrsquoangelo non egrave circoscrittoanche se delimitato ed egrave precisamente a questo livello che la creaturaangelica dimostra di poter vivere la nostra spazialitagrave senza dipenderne

san tommaso deduce la spazialitagrave dellrsquoangelo dallrsquoambiente in cui siesercita il suo ministero si evince che il movimento angelico corrispondead un cambio di missione detto in termini contemporanei il luogo ange-lico egrave sempre un Lebenswelt lrsquoangelo a causa della sua intrinseca finitu-dine non puograve agire contemporaneamente ovunque e soprattutto il suomovimento richiede una successione temporale percheacute lrsquoangelo non ha ilpotere di racchiudere tutti i luoghi abitati in unrsquoazione simultanea Questacostituisce la limitazione angelica vista attivamente cioegrave nella sua intera-zione con la spazialitagrave Eppure il tempo dellrsquoangelo egrave cosigrave diverso daltempo cosmico come la sua posizione e il suo movimento nelle cosemateriali infatti il movimento tende a raggiungere qualcosa che mancaegrave rimedio ad una assenza lrsquoangelo invece si muove non per acquisirequalcosa che gli manca ma per offrire il suo aiuto agli uomini50 in que-sto consiste la positivitagrave della sua azione rispetto ad ogni spazialitagrave

224 Gli angeli e il tempo

la creatura spirituale quindi si muove sempre dallrsquoaltro allrsquoaltroe misura del suo movimento egrave precisamente la sua stessa azione nonil luogo fisico

le creature puramente spirituali [] non possono subire il movimen-to di per seacute come possono fare le creature corporee non possononemmeno essere mossi accidentalmente nel modo in cui lrsquoanimaumana puograve fare come qualcosa di spirituale che egrave intrinsecamentelegato a qualcosa di corporeo se vengono mossi accidentalmente

79Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

50 Questrsquoultima osservazione sebbene posta in termini generici riguarda in realtagravesolo gli angeli buoni percheacute dobbiamo ricordare che il discorso teoretico sugliangeli parte dalla lettura della Creazione qua talis non del suo deterioramento chedi fatto egrave necessariamente un di meno

80 P Galassi

allora questo egrave essere mobili per un motivo cioegrave in ragione delmovimento oggettivo che causano Per una sostanza separata laldquocapacitagraverdquo di cambiare luogo quindi egrave piugrave propriamente il potereattivo intrinseco alle sostanze separate in vista del ministero verso lecreature ed egrave veramente una ldquocapacitagraverdquo solo dalla parte delle creaturecorporee che sono capaci di essere influenzate dalle sostanze separa-te Questo implica una relazione solo estrinseca tra sostanze separatee cose corporee nello stesso modo in cui la relazione di dio con tuttele cose come ldquocreatorerdquo egrave una relazione puramente estrinseca e nonimplica alcun cambiamento in dio stesso [tr nostra]51

Pare interessante notare che gli assunti sulla spazialitagrave angelicacome sulla discussione atto-potenza coinvolgono parimenti la rifles-sione sul tempo esposta da san tommaso soprattutto allrsquointerno deldiscorso sullrsquoeternitagrave divina52

ogni livello della realtagrave egrave soggetto ad una nozione analogica deltempo dal livello fisico cronologico al cosiddetto tempo della co -scienza una vera e propria durata interiore percepita soggettivamenteangeli e demoni invece secondo san tommaso vivono un tempopuramente spirituale lrsquoaevum che misura il puro pensiero il laquotutto

51 laquoPurely spiritual creatures [hellip] cannot undergo motion per se as corporeal creatu-res can they cannot even be moved per accidens in the way that the human soulcan as something spiritual which is intrinsically related to something corporeal ifthey are moved per accidens then this is ratione mobilis that is by reason of theobjective movement which they cause the ldquocapacityrdquo for change of place in aseparate substance then is more properly the active power in separate substancesfor direct ministration to creatures and is truly a ldquocapacityrdquo only on the side of thecorporeal creatures which are capable of being affected by separate substancesthus it involves a merely extrinsic relationship in separate substances to corporealthings in the same way that Godrsquos relationship to all things as ldquocreatorrdquo is a purelyextrinsic relationship and implies no change in God himselfraquo hP KainzldquoActive and Passive Potencyrdquo in Thomistic Angelology springer the hague1972 p 95

52 Cfr toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 10 aa 5-6

81Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

insiemeraquo pur distinguendosi dallrsquolaquoeternitagrave essendo compatibile conun prima e un poiraquo53 proprio questrsquoultima compete finalmente a dioche si situa ben oltre la scansione secundum prius ac posterius essen-do Egli stesso una misura istantanea dellrsquoimmutabile

il dato interessante egrave che questo speciale tipo di durata dellrsquoangelo egraveapplicabile non solo alla realtagrave angelica stessa ma anche a tutte le ope-razioni che sono proprie di quella sostanza intellettuale Con seguen -temente dobbiamo dire che anche in relazione a quelle operazioni del-lrsquointelletto che sembrano implicare una progressione temporale definitacome ad esempio il fenomeno della decisione rispetto al fine ultimonon possiamo parlare di movimento strettamente temporale estrinseco ndashtempus mensura actionis ndash bensigrave di sostanza separata quale misura essastessa della propria durata ndash actio mensura temporis

ovviamente crsquoegrave una gradazione tra le tipologie di durata che si ac -cumulano in sostanze separate cosigrave che le creature di grado piugrave eleva-to approssimano lrsquooperazione eterna semplice e immutabile di dio54le sostanze separate partecipano infatti in un certo modo dellrsquoeternitagravedi dio con la differenza che sono propriamente e particolarmente misu-rate dalla loro stessa eviternitagrave in questo sembrano avere qualcosa incomune con lrsquouomo costituito nella sua natura spirituale fuori daltempo ma nella sua natura corporea soggetto e misurato dal tempo lesostanze separate quindi considerate dal lato della loro potenza imma-teriale sono misurate dallrsquoaevum e gli uomini considerati dal lato dellaloro potenza strettamente recettiva sono misurati dal tempo

53 laquoaevum es totum simul non tamen est aeternitas quia compatitur secum prius etposteriusraquo id Summa Theologiae i q 10 a 5 ad 2 testo latino e traduzione ita-liana in id La Somma Teologica Prima parte p 115

54 Motivo per cui tradizionalmente si associano lrsquoamore e la conoscenza personifica-te nelle ipostasi trinitarie del figlio e dello spirito santo ai due cori angelici piugraveelevati rispettivamente i serafini (ebr שרפים) e i Cherubini (ebr כרבים) laquonomenseraphim imponitur ab ardore qui ad caritatem pertinet nomen autem Cherubimimponitur a scientiaraquo id Summa Theologiae i q 108 a 5 arg 5

82 P Galassi

Crsquoegrave tuttavia una radicale differenza tra i due tipi di durata potenzialePer la potenza angelica tale durata non egrave solo una relazione con lrsquoesse-re ma anche il mezzo con cui il suo essere egrave ricevuto egrave come un Sitzim Leben completamente in atto e non ha alcuna potenza rimanentese non in modo estrinseco lrsquouomo invece nella misura in cui ha lapotenza in vista della perfezione e del cambiamento ha una potenzaproporzionale e concomitante alla propria imperfezione Perciograve la du -rata temporale dellrsquoangelo diversamente da quella umana non ha ca -pacitagrave di dissoluzione che compete solo al Creatore55 sin te tiz zan dolrsquoaquinate puograve concludere che

le creature spirituali quanto ai loro desideri e pensieri nei quali viegrave successione hanno per misura il tempo Per cui agostino nelpasso citato spiega che muoversi nel tempo significa avere unasuccessione di sentimenti Perograve quanto al loro essere naturalesono misurate dallrsquoevo Quanto infine alla visione della gloria par-tecipano dellrsquoeternitagrave56

in tal senso se vogliamo cogliere esattamente il cuore di questaanalogia non dobbiamo credere che lrsquoeternitagrave partecipata sia una sortadi eternitagrave di livello inferiore tra il livello angelico e quello divino sidagrave un salto che non egrave oltrepassabile per il livello inferiore questo per-mette di preservare lrsquoineliminabile alteritagrave di dio rispetto a qualsiasicreatura che non va mai letta secondo il criterio della quantitagrave pena ilrischio dellrsquoequivoco

55 Cfr hP Kainz ldquoActive and Passive Potencyrdquo pp 81-8456 laquoCreaturae spirituales quantum ad affectiones et intelligentias in quibus est suc-

cessio mensurantur tempore Unde et augustinus ibidem dicit quod per tempusmoveri est per affectiones moveri Quantum vero ad eorum esse naturale mensu-rantur aevo sed quantum ad visionem gloriae participant aeternitatemraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 10 a 5 ad 1 id La Somma

Teologica Prima parte p 115

83Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Quando parliamo ad esempio di approssimazione della durata ange-lica a quella divina dobbiamo dire che essa egrave certamente piugrave perfettavicina e prossima allrsquoarchetipo assoluto di quanto non lo sia la tempo-ralitagrave a cui sono soggetti gli enti materiali Per questo il confine egrave invali-cabile ma rimane sempre il principio analogico definito dal giagrave citatoConcilio lateranense iv per il quale non si puograve mai trovare tanta somi-glianza fra Creatore e creatura quanta dissomiglianza57 infatti dal pun -to di vista delle creature subangeliche la durata angelica pare prospetti-camente piugrave vicina allrsquoeternitagrave che al tempo mentre dal punto di vistaangelico la durata dellrsquoaevum egrave piugrave tempo che eterno in senso stretto

23 La composizione ontologica degli angeli

231 Esistenza e modalitagrave

Gli angeli sono creature conosciute dai filosofi la loro esistenzapuograve essere dimostrata e in alcuni casi eccezionali persino constatatala loro soppressione romperebbe lrsquoequilibrio dellrsquouniverso preso nelsuo insieme infine la natura e lrsquooperazione delle creature inferioriquali gli uomini non possono essere perfettamente comprese se nonper comparazione e sovente per opposizione a quelle degli angeli in definitiva in una dottrina in cui la ragione ultima degli enti il piugravedelle volte deriva dalla posizione che gli stessi occupano nellrsquouniver-so non possiamo senza pericolo per lrsquoequilibrio del sistema ometterela considerazione di un intero ordine di creature58

Potrebbe sembrare curioso ndash se non contraddittorio ndash affrontare laquestione fontale sullrsquoesistenza angelica in medias res tuttavia laragione umana non egrave paga di alcun presupposto laddove questo possaessere piugrave radicalmente sondato Ci chiediamo quindi risalendo dalladomanda sul loro agire a quella sul loro essere quali prove abbiamodella loro esistenza Come esistono

57 laquointer Creatorem et creaturam non potest similitudo notari quin inter eos maior sitdissimilitudoraquo ConCilio latEranEnsE iv costituzione Firmiter sulla fede cattolica(ds 806)

58 Eacute Gilson Il tomismo pp 275-276

84 P Galassi

tra le molte quaestiones medievali quelle sullrsquoesistenza e sullaconseguente consistenza degli angeli hanno certamente rivestito unruolo di primo piano tuttavia per ben comprendere la rigorosa rifles-sione dellrsquoaquinate ndash in ordine allrsquoaccettazione della sua permanenteattualitagrave ndash occorre fare una premessa le argomentazioni del lrsquoan ge -lico intendono dimostrare o provare lrsquoesistenza degli angeli si trattadi giudicare il grado di certezza con cui puograve essere pronunciata lrsquoaffer-mazione ragionevole secondo cui lrsquoangelo egrave una realtagrave non solo possi-bile ma fattuale non mi sembra ozioso ribadire che anche e soprat-tutto per la questione angelologica ci situiamo su un crinale moltoinsidioso tra lrsquoesigenza di dimostrazione razionale e lrsquoinvestigazioneragionevole vale a dire che se oggi tale confine appare tuttrsquoal piugrave unospartiacque per il mondo di san tommaso invece egrave una delicata madiffusa polaritagrave in cui la forza degli argomenti risulta talmente con-vincente da in un certo qual senso dimostrare lrsquoesistenza angelica

Proseguendo su tale scia possiamo affrontare la grande questioneche lrsquoaquinate si pone in merito allrsquoimmaterialitagrave angelica svisceran-done le logiche conseguenze

tommaso era certamente drsquoaccordo con gli esponenti della scuolafrancescana59 nel ritenere che gli angeli per quanto nobili e perfettifossero esseri finiti e nettamente distinti dal Creatore tuttavia egli nonera disposto a spiegare questa loro condizione ontologica ripiegandosulla composizione ilemorfica

Certamente se essi sono esseri finiti deve esserci una ragioneintrinseca della loro finitezza ma poicheacute sono realtagrave totalmente spiri-tuali la ragione della finitezza non puograve essere identificata nella mate-ria san tommaso deve affrontare la diffusa opinione secondo cui ilcriterio di distinzione ontologica tra creature corporee e spirituali sisitua proprio nella differenza formale mentre la materia egrave comune

59 ricordiamo soprattutto alEssandro di halEs Summa universae theologiae Vol 2

Prima Pars Secundi Libri Sententiarum Editrice frati Editori Quaracchi 1928 eBonavEntUra da BaGnorEGio (s) Opera omnia Vol 2 In secundum librum

Sententiarum Editrice frati Editori Quaracchi 1938

85Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

alcuni ritengono che gli angeli siano composti di materia e diforma e avicebron si egrave sforzato di provare questa opinione nel suolibro Fons vitae Egli parte dal presupposto che siano realmentedistinte tutte quelle cose che figurano distinte allrsquoapprensione delnostro intelletto ora nella sostanza incorporea lrsquointelletto coglieun aspetto la differenza specifica per cui essa si distingue dallasostanza corporea e un altro aspetto il genere che egrave comune alledue sostanze Egli allora ne conclude che quanto serve a differen-ziare la sostanza incorporea da quella corporea costituisce la formadi quella sostanza quanto invece come elemento comune viene aricevere questa forma distintiva costituisce la materia di talesostanza afferma perciograve che identica egrave la materia universale degliesseri spirituali e di quelli corporei60

a questo punto san tommaso grazie al suo concetto intensivo del-lrsquoessere61 intravede una nuova soluzione piugrave adeguata e soprattuttomeno semplicistica di quella ilemorfica lrsquoilemorfismo cosmico nei

60 laquoQuidam ponunt angelos esse compositos ex materia et forma Et hanc opinionemastruere nititur avicebron in libro fontis vitae supponit enim quod quaecumquedistinguuntur secundum intellectum sint etiam in rebus distincta in substantiaautem incorporea intellectus apprehendit aliquid per quod distinguitur a substantiacorporea et aliquid per quod cum ea convenit Unde ex hoc vult concludere quodillud per quod differt substantia incorporea a corporea sit ei quasi forma et illudquod subiicitur huic formae distinguenti quasi commune sit materia eius Et prop-ter hoc ponit quod eadem est materia universalis spiritualium et corporaliumraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 50 a 2 resp testo latino e tra-duzione italiana in id La Somma Teologica Prima parte p 583

61 Cfr a riguardo il seguente passaggio laquoipsum esse est perfectissimum omnium com-paratur enim ad omnia ut actus nihil enim habet actualitatem nisi inquantum estunde ipsum esse est actualitas omnium rerum et etiam ipsarum formarum Unde noncomparatur ad alia sicut recipiens ad receptum sed magis sicut receptum ad recipiens Cum enim dico esse hominis vel equi vel cuiuscumque alterius ipsum esseconsideratur ut formale et receptum non autem ut illud cui competit esseraquo idSumma Theologiae i q 4 a 1 ad 3

86 P Galassi

suoi casi piugrave estremi estendeva il modello compositivo di materia eforma non solo a tutti gli enti possibili ma anche a tutti i modi con cuiquesti possono essere considerati Cioegrave non solo era univocamenteapplicato a tutte le creature ma autori come avicebron ci dicetommaso assorbivano in esso anche gli altri modelli logico-metafisiciche costituiscono lrsquoindagine filosofica sin da aristotele

Uno di questi era proprio la rilettura del rapporto fra genere e diffe-renza specifica compiuta attraverso unrsquoidentificazione diretta delgenere con la materia e della differenza specifica con la forma Certotutto in aristotele egrave rileggibile alla luce del grande guadagno metafi-sico di atto-potenza e forma-materia ma non tutto allo stesso modolrsquoerrore di avicebron sta nello smarrire il salto analogico che vi egrave frapiano fisico e piano logico

Prendiamo il caso della definizione di uomo come animale razionaleper lui il genere animale non egrave la componente passiva e il determinabiledi una definizione di uomo ma dellrsquouomo stesso concreto Per cui lrsquoani-malitagrave egrave confusa con la parte fisica della corporeitagrave e la razionalitagrave dif-ferenza specifica egrave confusa con la parte fisica determinante dellrsquoanimaingenerando cosigrave una duplice aporia in primo luogo non vi egrave animalitagravesenzrsquoanima per definizione tanto che animale non coincide con corpoma dice tutto lrsquouomo anche se genericamente in secondo luogo lrsquouo-mo finisce per essere la sua definizione siccome lrsquoaspetto passivo sitrova anche negli angeli percheacute anchrsquoessi rientrano in un qualche gene-re allora essi sarebbero per questo corporei Crsquoegrave quindi unrsquoidentificazio-ne della nozione di materia e della nozione di potenza di modo chesiano totalmente convertibili siccome ogni finitudine implica potenzia-litagrave e ogni potenzialitagrave implica materialitagrave secondo tale visione filosofi-ca allora ogni ente finito in quanto tale egrave materiale

la finitezza egrave certamente dovuta ad una differenza e ad una com-posizione ma lrsquoingegno di san tommaso sta nel cogliere una pluralitagravedi piani dove il binomio atto e potenza trascende e fonda nozional-mente il binomio forma e materia vi sono delle composizioni ontolo-giche infatti che si situano ad un livello piugrave radicale del rapporto tramateria e forma ossia quello della differenza e composizione traessentia (essenza) e actus essendi (atto drsquoessere) tipica delle creature

87Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

Come da consueta metodologia tommasiana lrsquoargomentazione ini-zia in primo luogo dimostrando lrsquoequivocitagrave e lrsquoincoerenza nel parlaredellrsquoesistenza di una materia comune a creature corporee e spiritualisvelando lrsquoἀπορία insita in questo discorso

si vede perograve di primo acchito lrsquoimpossibilitagrave di unrsquoidentica materiaper le realtagrave spirituali e per quelle corporee infatti egrave impossibileche la forma spirituale e quella materiale siano ricevute nella stes-sa porzione di materia poicheacute in tal caso una stessa cosa numeri-camente identica sarebbe insieme corporea e spirituale si dovragraveperciograve ammettere che la porzione di materia che riceve la formacorporea egrave distinta da quella porzione di materia che riceve laforma spirituale ora non si puograve ammettere che la materia si divi-da in piugrave parti se non la si concepisce come informata dalla quantitagravesenza di questa infatti come insegna aristotele la sostanza ri maneindivisibile si dovrebbe quindi ammettere che la materia del lesostanze spirituali egrave soggetta alla quantitagrave il che egrave impossibile Egrave quindi anche impossibile che vi sia unrsquounica materia per le crea-ture corporee e per quelle spirituali62

Qui san tommaso propone unrsquointeressante distinzione si rendeconto che quando parliamo della dimensione spirituale e della dimen-sione corporea intendiamo due cose opposte e non abbiamo evidenzadellrsquouna e dellrsquoaltra allo stesso modo il che perograve ci permette di fare

62 laquoapparet esse impossibile unam esse materiam spiritualium et corporalium nonenim est possibile quod forma spiritualis et corporalis recipiatur in una parte mate-riae quia sic una et eadem res numero esset corporalis et spiritualis Unde relinqui-tur quod alia pars materiae sit quae recipit formam corporalem et alia quae recipitformam spiritualem Materiam autem dividi in partes non contingit nisi secundumquod intelligitur sub quantitate qua remota remanet substantia indivisibilis utdicitur in i Physic sic igitur relinquitur quod materia spiritualium sit subiecta quantitati quod est impossibile impossibile est ergo quod una sit materia corpora-lium et spiritualiumraquo id Summa Theologiae i q 50 a 2 resp id La Somma

Teologica Prima parte p 584

un passo ulteriore la via di conoscenza degli angeli non egrave la medesi-ma di un qualsiasi ente corporeo da ciograve si puograve derivare che lrsquoangelocertamente non egrave materiale come un qualsiasi altro corpo percheacutecome conosciamo una pietra analogamente conosciamo gli altri corpiin quanto visibili tangibili e cosigrave via dunque anche supponendo chesi dia una distinzione fra materialitagrave informata e corporeitagrave cioegrave cheincorporeo non sia immateriale tout court dovremmo senza dubbioammettere che quando parliamo di enti spirituali li intendiamo sem-pre come incorporei

a questo punto scatta un meccanismo che riduce ad assurdo questatesi cioegrave che la nozione di immateriale non implichi la nozione diincorporeo si procede cosigrave la forma di un ente incorporeo ma mate-riale necessariamente dovragrave informare la materia in un modo diversoda quella di un essere corporeo ma se lrsquouna e lrsquoaltra informano diver-samente la materia dovranno informarne anche parti diverse percheacutese informassero la stessa porzione avremmo la simultaneitagrave di caratte-ri contraddittori cioegrave di incorporeo (spirituale) e corporeo alloradovremo pensare a porzioni di materia distinta cioegrave laquosi dovragrave perciograveammettere che la porzione di materia che riceve la forma corporea egravedistinta da quella porzione di materia che riceve la forma spiritualeraquo63Che cosa distingue tuttavia in porzioni la materia Precisamente laquantitagrave che guarda caso egrave il carattere proprio di ogni ente corporeoin quanto tale allora se la porzione di qualcosa in quanto porzione egravecorporea troveremmo nuovamente una contraddizione secondo cui siavrebbe una porzione corporea di un ente incorporeo il che egrave eviden-temente assurdo ne risulta quindi che sia falsa la tesi che distinguefra immaterialitagrave e incorporeitagrave di modo che tutti gli incorporei sianoparimenti immateriali e viceversa

lrsquoangelo egrave certamente incorporeo quindi egrave anche immaterialeCosigrave si dimostra anche lrsquoimmaterialitagrave dellrsquointelletto sia umano cheangelico ma soprattutto egrave cosigrave per gli angeli che esprimono una formadi intellettualitagrave densissima infatti lungi da una oziosa pedanteria

88 P Galassi

63 laquoUnde relinquitur quod alia pars materiae sit quae recipit formam corporalem etalia quae recipit formam spiritualemraquo ivi

paga di cavilli terminologici e sottigliezze astratte la riflessionedellrsquoaquinate riporta la radice della comprensione dellrsquoangelologia alsuo legame originario con lrsquointelletto quo talis come anche delle sueoperazioni detto altrimenti la convenienza dellrsquoimmaterialitagrave ndash edella conseguente incorporeitagrave ndash angelica viene suggerita dallrsquoimmate-rialitagrave della sostanza intellettuale o ancora piugrave paradossalmente ilmeccanismo dellrsquoastrazione ci istruisce sul reale

Egrave impossibile che le sostanze spirituali abbiano una materia qual-siasi infatti lrsquooperare di ogni essere egrave conforme alla sua naturaora lrsquointendere egrave unrsquooperazione del tutto immateriale il che appa-re chiaramente dallrsquooggetto da cui dipende la specie e la natura diogni atto nessuna cosa infatti puograve essere colta dallrsquointelletto senon in quanto viene astratta dalla materia poicheacute le forme che sitrovano nella materia sono forme individuali che in quanto talinon sono conosciute dallrsquointelletto si deve perciograve concludere cheogni sostanza intellettiva egrave assolutamente immateriale64

diciamo paradossalmente percheacute il materialismo odierno tende a cre-dere equivalenti le nozioni di realtagrave e di concretezza siccheacute astratto (cioegravenon concreto) egrave sempre irreale o al massimo surreale una sorta di visio-ne onirica che affligge i metafisici la veritagrave invece egrave che lrsquoastrazionenon contraddice il reale ma lo universalizza non egrave quindi da contrap-porre alla concretezza come il male al bene ma deve piuttosto divenire illuogo dove la ragione acquisisce una misura che supera il contingente

89Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

64 laquoimpossibile est quod substantia intellectualis habeat qualemcumque materiamoperatio enim cuiuslibet rei est secundum modum substantiae eius intelligereautem est operatio penitus immaterialis Quod ex eius obiecto apparet a quo actusquilibet recipit speciem et rationem sic enim unumquodque intelligitur inquantuma materia abstrahitur quia formae in materia sunt individuales formae quas intel-lectus non apprehendit secundum quod huiusmodi Unde relinquitur quod omnissubstantia intellectualis est omnino immaterialisraquo id Summa Theologiae i q 50a 2 resp id La Somma Teologica Prima parte p 584

lrsquoidentificazione fra lrsquoincorporeitagrave angelica e la loro immaterialitagravepermette a san tommaso di ricentrare la questione sullrsquoautenticadistinzione che egrave quella fra essentia e actus essendi Cosigrave mentre dioegrave infinito percheacute egrave puro atto drsquoessere e in lui lrsquoessenza si identificacon lrsquoessere gli angeli sono creature finite percheacute il loro essere egrave rice-vuto e limitato dallrsquoessenza si puograve comprendere il sostegno argomen-tativo di tutto questo lrsquoessere per cui una cosa esiste non eccede lanatura della cosa lrsquoesistenza non eccede lrsquoessenza in tal senso lrsquoes-sentia egrave misura dellrsquoactus essendi e la misura egrave logicamente un limitedi ciograve che commisura lrsquoessenza angelica non egrave lrsquoessere degli angelima la potenza che riceve lrsquoatto dellrsquoessere e allo stesso tempo si com-pone con esso partecipa allrsquoessere e lo delimita Pertanto gli angelisono essenze finite di ordine spirituale che ricevono un determinatogrado della perfezione assoluta dellrsquoessere

lo stesso essere per seacute sussistente egrave uno solo egrave pertanto impossibi-le che al di fuori di esso vi sia qualcosa sussistente che sia soltantoessere ora tutto ciograve che egrave ha lrsquoessere quindi in ogni ente eccettoil primo vi egrave lrsquoessere come atto e la sostanza della cosa che halrsquoessere come potenza ricettiva di questo atto che egrave lrsquoessere65

232 Tommaso con Aristotele ed oltre Aristotele

anche se san tommaso ebbe successo nel dimostrare lrsquoindipenden-za delle sostanze separate dai loro ndash veri o presunti ndash ruoli funzionalisi trovograve ad affrontare un altro problema conciliare lrsquoidea giudaico-cri-stiana di uno spirito creato con il concetto di un motore immobile in

90 P Galassi

65 laquoipsum [hellip] esse per se subsistens est unum tantum impossibile est igitur quodpraeter ipsum sit aliquid subsistens quod sit esse tantum omne autem quod estesse habet Est igitur in quocumque praeter primum et ipsum esse tanquam actuset substantia rei habens esse tanquam potentia receptiva huius actus quod estesseraquo id De substantiis separatis c viii id Opuscoli filosofici Lrsquoente e lrsquoes-

senza ndash lrsquounita dellrsquointelletto ndash le sostanze separate p 199

un universo eterno increato abbiamo visto come per far questolrsquoaquinate abbia dovuto purificare alcuni principi aristotelici dai lorolimiti intrinseci le sostanze separate dovrebbero essere ritenute pureforme senza materia

lrsquoaquinate raccogliendo una questione teologica di vecchia dataintende mostrare come lrsquoessenza si manifesti in una sostanza separatasia essa lrsquoanima lrsquointelligenza o la Causa Prima (dio) Mentre la sem-plicitagrave divina egrave generalmente riconosciuta da tutti il dottore angeliconota che alcuni difendono una sorta di composizione ilemorfica sia nel-lrsquoanima umana che nel caso degli angeli generalmente per tutelare latrascendenza divina supponendo che solo materia entium exclusiveconfirmat immaterialitas Dei tale posizione appare a san tommasoincompatibile con la natura non discorsiva dellrsquointelligenza medesima66o quanto meno non rendente giustizia allrsquoattivitagrave intellettuale per suanatura immateriale

lrsquoaquinate riconosce come principale e prossimo epigono dellrsquoile-morfismo il filosofo avicebron e individua lrsquoequivoco di tale teorianellrsquoincapacitagrave di distinguere tra materia funzionale e materia prima adue livelli filosoficamente parlando egli coglie lrsquoἀπορία secondo cuiqualsiasi ente che abbia della materia nel senso funzionale di substratodebba necessariamente essere dotato di materia prima teologicamente

91Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

66 ricordiamo qui la sottile ma indicativa distinzione allrsquointerno delle operazioni del-lrsquoanima razionale tra ratio discorsiva e legata al dato sensibile ed intellectusintuitivo proprio percheacute non necessariamente dipendente dalla realtagrave materiale taledistinzione mette fortemente in risalto la differenza tra la modalitagrave conoscitivaumana e quella angelica laquointelligere enim est simpliciter veritatem intelligibilemapprehendere ratiocinari autem est procedere de uno intellecto ad aliud ad verita-tem intelligibilem cognoscendam Et ideo angeli qui perfecte possident secundummodum suae naturae cognitionem intelligibilis veritatis non habent necesse proce-dere de uno ad aliud sed simpliciter et absque discursu veritatem rerum apprehen-dunt [hellip] homines autem ad intelligibilem veritatem cognoscendam perveniuntprocedendo de uno ad aliud ut ibidem dicitur et ideo rationales dicunturraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 79 a 8 resp

parlando nota che la dottrina ilemorfica egrave radicata nella visione tradi-zionale che la semplicitagrave egrave parte di ciograve che distingue dio da tutte le creatu-re Cosigrave mentre dio in se stesso egrave assolutamente semplice tutte le sostan-ze create sono complesse non solo rispetto al loro possesso di forme oproprietagrave accidentali ma anche rispetto alla loro natura o essenza

dal momento che lrsquoimmaterialitagrave della sostanza separata pare incom-patibile con la nozione aristotelica di forma anzitutto san tommasocolma la carenza del sistema aristotelico sulla concezione del formaleattraverso lrsquointroduzione del proprio concetto intensivo dellrsquoessere67creando cosigrave unrsquoulteriore distinzione di atto e potenza

Cosigrave nelle intelligenze si trovano la potenza e lrsquoatto non tuttavia laforma e la materia se non in senso equivoco Per cui anche il patireil ricevere lrsquoessere soggetto e simili che sembrano convenire allecose in ragione della materia convengono in modo equivoco allesostanze intellettuali e a quelle corporee come dice il Commentatorenel iii libro del De Anima Come si egrave detto la quidditagrave delle intelli-genze egrave la stessa intelligenza perciograve la sua quidditagrave o essenza egrave ciograveche egrave essa stessa e il suo essere ricevuto da dio egrave ciograve per cui sussistenella realtagrave e per questo motivo alcuni affermano che tali sostanzesono composte dal quo est e dal quod est o dal quod est e dallrsquoessecome dice Boezio Poicheacute nelle intelligenze si pongono la potenza elrsquoatto non saragrave difficile trovare una pluralitagrave di intelligenze ciograve chesarebbe impossibile se non vi fosse alcuna potenza68

92 P Galassi

67 laquoin metafisica la sua originalitagrave egrave assoluta infatti egli egrave il creatore di un nuovo siste-ma metafisico basato sul concetto intensivo dellrsquoessere inteso come atto puro (esse

ut actus) e non piugrave come esse commune ossia come piattaforma universale dellerealtagraveraquo B Mondin La metafisica di Tommaso drsquoAquino e i suoi interpreti p 17

68 laquoEt ita invenitur potentia et actus in intelligentiis non tamen forma et materia nisiaequivoce Unde etiam pati recipere subiectum esse et omnia huiusmodi quaevidentur rebus ratione materiae convenire aequivoce conveniunt substantiis intel-lectualibus et corporalibus ut in iii de anima Commentator dicit Et quia ut dictum est intelligentiae quiditas est ipsamet intelligentia ideo quiditas vel essentia

dallrsquoaltro lato poicheacute lrsquoangelo viene da lui concepito sia incorpo-reo che creato san tommaso approfondisce la nozione aristotelica dipotenza infatti per lo stagirita essa egrave sostanzialmente equivalente allacorporeitagrave sebbene vi siano giagrave interessanti presupposti per un supera-mento di tale tesi Questo fu attuato di fatto solo da san tommasointroducendo la peculiaritagrave della potenza incorporea

Essendo invece le sostanze immateriali semplici quidditagrave semplicila differenza in esse non puograve venir desunta da ciograve che egrave parte dellaquidditagrave ma da tutta la quidditagrave e perciograve allrsquoinizio del libro De

Anima avicenna dice che la differenza semplice ldquonon lrsquohanno senon le specie le cui essenze sono composte di materia e di formardquosimilmente il genere viene preso in esse da tutta lrsquoessenza tuttaviain modo differente infatti una sostanza separata conviene con lrsquoaltranellrsquoimmaterialitagrave e differiscono tra di loro nel grado di perfezionesecondo lrsquoallontanarsi dalla potenzialitagrave e lrsquoapprossimarsi allrsquoattopuro E per questo da ciograve che ne segue in quanto sono immaterialiviene desunto in esse il genere come lrsquointellettualitagrave o altro di simi-le invece da ciograve che consegue in esse dal grado di perfezione vienedesunta in esse la differenza tuttavia a noi ignota69

93Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

eius est ipsum quod est ipsa et esse suum receptum a deo est id quo subsistit inrerum natura Et propter hoc a quibusdam dicuntur huiusmodi substantiae componiex quo est et quod est vel ex quod est et esse ut Boethius dicit Et quia in intelli-gentiis ponitur potentia et actus non erit difficile invenire multitudinem intelligen-tiarum quod esset impossibile si nulla potentia in eis essetraquo toMMaso drsquoaQUino

(s) De ente et essentia c 3 testo latino e traduzione italiana in d lorEnz I fon-

damenti dellrsquoontologia tomista Il trattato De ente et essentia Esd Bologna 1992 pp 204-205

69 laquoCum autem substantiae immateriales sint simplices quiditates non potest in eis dif-ferentia sumi ab eo quod est pars quiditatis sed a tota quiditate et ideo in principiode anima dicit avicenna quod differentiam simplicem non habent nisi species qua-rum essentiae sunt compositae ex materia et forma similiter etiam in eis ex totaessentia sumitur genus modo tamen differenti Una enim substantia separata conve-

non intendiamo qui commentare le conseguenze radicali dellrsquoin-troduzione di una potenza spirituale tuttavia proviamo a mostrarecome questo concetto richiami il ruolo che gli angeli hanno nellacosmologia tommasiana essi sono il gradino di una scala che rendecompleta e integrale la visione sullrsquointera Creazione cosigrave da nonridurre lrsquoalteritagrave fra dio e il mondo pur aumentando la somiglianza frail cosmo e il suo autore

san tommaso cerca una visione tridimensionale del cosmo cherisponda ad un criterio di completezza e perfezione in primo luogoabbiamo una dimensione verticale cioegrave la trascendenza secondaria-mente troviamo quella orizzontale che esprime la varietagrave degli indivi-dui rispetto ad una medesima specie ed entro gradi gerarchici dellrsquoes-sere infine abbiamo lrsquointensitagrave data dal gioco delle reali somiglianzee dissomiglianze che strutturano il cosmo in ogni sua parte Questavarietagrave egrave lo specchio dellrsquoonnipotenza di dio di modo che quantomaggiore essa egrave tanto piugrave grande egrave il segno della ricchezza creatrice epiugrave vivida egrave la sovrabbondanza di dio nei confronti del mondo

233 Una chiave di lettura platonismo contro aristotelismo

Un punto di non ritorno della metafisica tomista giagrave intuibile daquanto detto sinora egrave il grande svincolamento della nozione di esserecome anche dellrsquoidea di movimento aristotelico dal tendenziale duali-smo oppositivo materia-forma Per giungere a questo non si egrave ignora-to un particolare riferimento ad un dibattito dellrsquoepoca rispetto alquale lrsquoaquinate si rivelograve capace sia di porsi in continuitagrave con lediscussioni del suo tempo sia di assumere una posizione originale

94 P Galassi

nit cum alia in immaterialitate et differunt ab invicem in gradu perfectionis secundumrecessum a potentialitate et accessum ad actum purum Et ideo ab eo quod consequi-tur illas in quantum sunt immateriales sumitur in eis genus sicut est intellectualitasvel aliquid huiusmodi ab eo autem quod consequitur in eis gradum perfectionissumitur in eis differentia nobis tamen ignotaraquo toMMaso drsquoaQUino (s) De ente et

essentia c 4 d lorEnz I fondamenti dellrsquoontologia tomista pp 224-225

Per svolgere questa operazione san tommaso opera una sintesi magi-strale delle due note correnti filosofiche in voga nei suoi anni ossia lrsquoa-ristotelismo ndash incipiente nel mondo cristiano ad opera di san trsquoal bertoMagno piugrave diffuso nel mondo arabo ndash e il neoplatonismo di cui lescuole teologiche ndash dai Padri alle scuole monastiche del Xii secolo ndashavevano largamente fatto uso Cosigrave facendo il dottore angelico dagrave vitaad un pensare metafisico coniugante dinamicamente lrsquoidea di partecipa-zione e di causalitagrave con tutti i risvolti argomentativi che ne possonoconseguire

in modo particolare suo bersaglio fu la visione del grande maestroebreo avicebron70 Questi espose il suo pensiero filosofico principal-mente nel Fons Vitae e fu un autore di grande influenza nel mondomedievale di qui anche lrsquoinsistenza che san tommaso ha avuto neltentare di scardinare alcune platonizzazioni indebite del pensiero ari-stotelico compiute dal pensatore spagnolo il suo prospetto fonda-mentalmente faceva poggiare la distinzione ilemorfica sulla base diun emanatismo di stampo neoplatonico di qui coniograve la teoria dellrsquoile-morfismo universale secondo la quale tutte le sostanze intelligibili ecorporee sono composte di materia e di forma

la sua riflessione venne ampiamente utilizzata dai cristiani medievalisan Bonaventura in primis71 in opposizione al pensiero di avicenna al contrario in san tommaso72 troviamo un ricco riferimento allascuola araba piugrave che alla scuola ebraica per la vicinanza che la primadimostrava nellrsquointerpretazione di aristotele non per questo si devetuttavia scivolare troppo facilmente nellrsquoopporre il tomismo al platoni-smo riducendolo ad una forma articolata di aristotelismo medievale

95Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

70 shĕlōmōh ben yĕhūdāh ibn Gĕbīrōl (Malaga 1020 ca ndash valenza 1058 ca)71 Cfr r PiEtrosanti La struttura metafisica degli angeli e dellrsquoanima umana nellrsquoi-

lemorfismo universale di san Bonaventura laquoMiscellanea francescanaraquo 3-4 (2006-2007) pp 465-503

72 Cfr r PiEtrosanti La critica dellrsquoilemorfismo universale in Tommaso drsquoAquinolaquodialegesthai rivista telematica di filosofia [in linea]raquo 6 (2004) in mon-dodomaniorgdialegesthairp01htm consultato in data 26 febbraio 2019

Questrsquoopposizione certo non si puograve dire totalmente assente essendopresenti alcune aspre critiche che lrsquoaquinate rivolge al filosofo arabotuttavia troviamo indicativo un giudizio di Cornelio fabro a proposi-to di questrsquoantica antinomia filosofica attraverso lrsquoesempio tipico delplatonismo rinascimentale troppo facilmente contrapposto al pensieroscolastico medioevale

Una lettura attenta della Theologia platonica del principe degli uma-nisti Marsilio ficino ha mostrato lrsquoaccordo coi capisaldi dellametafisica tomista della nozione platonica di partecipazione dallrsquoin-terno delle sue istanze metafisiche Questa nozione puograve caratterizza-re un orientamento preciso [hellip] nel senso di un superamento teoreti-co originale del conflitto drsquoimmanenza-trascendenza fra platonismoe aristotelismo Egrave questo conflitto che sta alla base dellrsquoaverroismolatino e che ha messo in crisi nel Medioevo e nel rinascimento lacristianitagrave occidentale ma che lrsquoaquinate aveva vittoriosamentedebellato nellrsquoesposizione Cristiana del rapporto di dio al mondodella dipendenza delle creature dal Creatore della struttura dellrsquoes-sere finito e dello spirito finito e infine nella dimostrazione dellrsquoim-mortalitagrave dellrsquoanima il ficino segue spesso alla lettera il testo tomi-sta le espressioni di adesione del ficino sono esplicite laquo[hellip] ut

placet Divo Aquinati splendori Theologiaeraquo [hellip] i punti in cui hopotuto riscontrare lrsquoaccordo mediante un diretto confronto testualesono [hellip] il rapporto atto e potenza interpretato (come in santommaso) alla luce della coppia di partecipato e partecipante intutto lrsquoambito metafisico Cioegrave la distinzione reale di essenza edesse o actus essendi la distinzione fra lrsquoanima le potenze e le opera-zioni i gradi della causalitagrave trascendentale (creazione) e predica-mentale (divenire) la struttura dello spirito finito con la sua libertagravedi scelta e lrsquoimmortalitagrave individuale73

96 P Galassi

73 C faBro Intrduzione a san Tommaso La metafisica tomista amp il pensiero moder-no ares Milano 1983 pp 89-90

Paradossalmente lo stesso Fons vitae di avicebron si pone il proble-ma ilemorfico usando un linguaggio aristotelico a dire come per imedievali tra aristotele e Platone non intercorresse un aut-aut anchesan tommaso non accoglie aristotele tout court ma lo inserisce dentrostrutture metafisiche aliene al pensiero dello stagirita come la nozioneintensiva di essere e la partecipazione saranno poi quelle intuizioni pla-toniche che anche figure come ficino riconosceranno allrsquoaquinate loscontro fra tommaso e il retaggio di avicebron quindi non egrave fra aristo-telismo e platonismo ma fra due modi neoplatonici di reinquadrarearistotele in modo particolare la nozione di partecipazione egrave quellache propriamente conserva la debita distinzione metafisica fra Creatoree creatura molto piugrave che una distinzione fisica sulla base della composi-zione di materia e forma cosiccheacute si puograve comprendere come mai pro-ponga la sua soluzione in un contesto prettamente teologico vale a direla discussione sulla semplicitagrave divina

Ciograve che chiamo ldquoessererdquo tra tutte le cose egrave la piugrave perfetta Ciograverisulta dal fatto che lrsquoatto egrave sempre piugrave perfetto della potenza oraqualsiasi forma particolare si trova in atto soltanto se le si aggiun-

ge lrsquoessere [hellip] Invece ciograve che ha lrsquoessere [cioegrave lrsquoente] egrave esistente

in atto Conseguentemente ciograve che chiamo ldquoessererdquo egrave lrsquoattualitagrave

drsquoogni atto e quindi la perfezione drsquoogni perfezione neacute si devepensare che allrsquoessere si possa aggiungere qualche cosa di piugrave for-male che lo determini come lrsquoatto determina la potenza poicheacutelrsquoessere di cui stiamo parlando egrave essenzialmente differente dallrsquoes-sere [comune] a cui si possono fare delle aggiunte [hellip] Quindilrsquoessere non viene determinato da qualche cosa come la potenza dal-lrsquoatto ma viceversa come lrsquoatto dalla potenza infatti definendo unaforma noi includiamo la materia al posto della differenza comequando diciamo che lrsquoanima egrave lrsquoatto di un corpo fisico organico74

97Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

74 laquoQuod dico esse est inter omnia perfectissimum quod ex hoc patet quia actus estsemper perfectior potentia Quaelibet autem forma signata non intelligitur in actu nisi

per hoc quod esse ponitur [hellip] Sed hoc quod habet esse efficitur actu existens

Unde patet quod hoc quod dico esse est actualitas omnium actuum et propter hoc est

ogni discorso adeguato sugli angeli allrsquointerno di tutte le operetommasiane che trattano delle creature spirituali mantiene e si fondasu questo punto centrale del grande genio drsquoaquino la composizioneontologica nellrsquoangelo di essentia ed actus essendi

234 Lrsquoangelo come sostanza separata

Una delle indagini piugrave solide sulla natura e sulla sostanzialitagrave ange-liche si trova in unrsquoopera che forse meno nota della Summa dimostrala modalitagrave magistrale con cui il dottore angelico seppe affrontare laquestione con metodo rigorosamente metafisico si tratta della Quae -stio de spiritualibus creaturis75 in cui san tommaso esplica la costitu-zione ontologica angelica con inoppugnabile capacitagrave argomentativaQuesto perograve egrave solo il punto drsquoarrivo dellrsquoesame di tutte le principali ndashed autorevoli ndash posizioni nei confronti dellrsquoilemorfismo un corposoelenco di 25 videtur e 14 sed contra76 in cui lrsquoaquinate comunica indi-rettamente al lettore che di fatto lrsquoangelologia egrave un campo di batta-

98 P Galassi

perfectio omnium perfectionum nec intelligendum est quod ei quod dico esse ali-quid addatur quod sit eo formalius ipsum determinans sicut actus potentiam esseenim quod huiusmodi est est aliud secundum essentiam ab eo cui additur determinan-dum [hellip] Unde non sic determinatur esse per aliud sicut potentia per actum sedmagis sicut actus per potentiam nam et in definitione formarum ponuntur propriaemateriae loco differentiae sicut cum dicitur quod anima est actus corporis physiciorganici [corsivo nostro]raquo toMMaso drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de potentiaq 7 a 2 ad 9 testo latino e traduzione italiana in id Le questioni disputate Vol 9

La potenza divina (De potentia) questioni 6-10 Esd Bologna 2003 pp 184-18575 Cfr id Quaestio disputata de spiritualibus creaturis testo latino e traduzione ita-

liana in id Le questioni disputate Vol 4 Lrsquoanima umana (De anima) Le creature

spirituali (De spiritualibus creaturis) Esd Bologna 2001 pp 522-80976 volendo sintetizzare troviamo da un lato 25 argomenti a favore della composizione

ilemorfica delle creature spirituali sostenute da Platone ad aristotele da agostino aBoezio fino al damasceno dallrsquoaltro lato lrsquoaquinate fornisce 14 argomenti contrariallrsquoilemorfismo angelico per lo piugrave citando lo Pseudo-dionigi aristotele e agostinodamasceno e avicenna fino a Ugo da san vittore cfr ivi pp 527-541

glia il palesarsi di una piugrave ampia weltanschaaung filosofico-cosmolo-gica e teologica

allrsquointerno del suo lungo respondeo riguardo alla nozione di mate-ria notando la radice del problema in unrsquoambiguitagrave terminologicasuggerisce che

per cercare la veritagrave sulla questione al fine di non procedere nel-lrsquoambiguitagrave bisogna prendere in esame che cosa si intenda col ter-mine di laquomateriaraquo Egrave chiaro infatti che poicheacute la distinzione trapotenza e atto attraversa tutto ciograve che egrave e poicheacute qualsiasi generesi divide in atto e potenza si chiama comunemente materia primaciograve che si trova nella categoria della sostanza come potenza e cheviene conosciuta a prescindere da ogni specie e forma e da ogniprivazione e che tuttavia egrave suscettibile di ricevere forme e priva-zioni come risulta da agostino [hellip] noncheacute dal filosofo77

san tommaso mostra come la nozione di materia non sia univocaallrsquointerno della speculazione ma presenti molteplici sfaccettature inquanto viene a descrivere propriamente qualsiasi soggetto di una per-fezione attualizzante che riceve e che gli inerisce abbiamo quindi tremomenti fondamentali della sua analisi la descrizione del terminemateria lrsquoatto conoscitivo con cui egrave scoperta e la sua funzione fisica

anzitutto il termine materia indica la potenza nella categoria dellasostanza allrsquointerno dei dieci predicamenti aristotelici (detti anchecategorie) il primo egrave proprio la sostanzialitagrave siccome san tommasoafferma che la distinzione di atto e potenza attraversa lrsquointera realtagrave

99Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

77 laquoad huius veritatis inquisitionem ne in ambiguo procedamus considerandum estquid nomine materiae significetur Manifestum est enim quod cum potentia etactus dividant ens et cum quodlibet genus per actum et potentiam dividatur idcommuniter materia prima nominatur quod est in genere substantiae ut potentiaquaedam intellecta praeter omnem speciem et formam et etiam praeter privatio-nem quae tamen est susceptiva et formarum et privationum ut patet per au gu sti -num [hellip] et per Philosophumraquo id Quaestio disputata de spiritualibus creaturisa 1 resp id Le questioni disputate Vol 4 pp 540-541

ne deriva che lrsquoambito della materia abbia una portata piugrave ristretta diquello della potenza

Gnoseologicamente parlando la materia egrave ricavata per sottrazionedi ogni tipologia di forma o qualifica non ha in seacute un contenuto suffi-cientemente positivo per poter esprimere cosa sia ma semplicementeegrave il residuo ontologico dellrsquoatto a cui egrave tolta qualsiasi determinazionein tal modo si scopre immediatamente che la materia non egrave in seacute ma egravesempre per altro da seacute egrave tensione verso lrsquoattualitagrave di una qualcheforma essendo sempre suscettibile di ricevere una perfezione Unconcetto complesso quindi da cui risultano molte sfaccettature comela classica distinzione tra materia prima in potenza a qualsiasi formasostanziale e materia seconda che egrave invece la sostanza in quantoviene considerata in potenza alle forme accidentali

dunque materia e sostrato divengono in tal senso sinonimi anchese il loro rapporto non egrave sempre di una perfetta sovrapposizione insenso stretto la materia egrave il materiale piugrave primitivo dellrsquoessere fisicodi modo che se vi egrave un ente sensibile esso sia senza dubbio fatto dimateria prima Giagrave la materia seconda che incarna la nozione di mate-riale (il tavolo di legno o la finestra di vetro) si dice materia solosecundum quid cioegrave in senso lato

ora la sostanzialitagrave dellrsquoangelo risulta dal fatto che egrave agente solole sostanze agiscono dal momento che gli accidenti qualificano unrsquoa-zione o sono i mezzi con cui essa egrave compiuta se gli angeli agisconosono anzitutto sostanze di qui la dicitura di sostanze separate se sonosostanze in senso proprio avranno un apparato di accidenti che liriguardano e un caso tipico di questi egrave come vedremo lrsquointellettopuro Quando si dice che gli angeli sono intelletti puri srsquointende chesono distinti dagli esseri animati irrazionali in quanto nature intelli-genti e dagli esseri razionali umani in quanto intelligenze pure intui-tive e non discorsive da ciograve consegue che lrsquointellettualitagrave egrave perfezionedella sostanzialitagrave dellrsquoangelo cosiccheacute lrsquoangelo sia in potenza ad essae quindi materia seconda ndash o meglio sostrato ndash di tale accidente inten-dendo la sostanza angelica come materia seconda dei propri accidenti

Chiarito questo egrave lrsquoesigenza di un ordine allrsquointerno dellrsquouniversoa suggerire il prosieguo della risposta tommasiana che opera un inte-

100 P Galassi

ressante spostamento da una lettura cronologica ndash fattuale ndash dellosvolgersi del movimento aristotelico come passaggio dalla potenzaallrsquoatto ad una lettura metafisica in cui la prioritagrave spetta naturalmenteallrsquoatto

sebbene [hellip] in una stessa cosa che talora egrave in atto talora in potenzala potenza preceda cronologicamente lrsquoatto lrsquoatto tuttavia ha pernatura un primato rispetto alla potenza E ciograve che viene prima nondipende da ciograve che egrave secondario ma viceversa Per questo si trovatalvolta un atto primo senza alcuna potenza mai tuttavia si trovanella realtagrave qualche potenza che non sia perfezionata da un attoPer questo nella materia prima vi egrave sempre qualche forma78

Pur essendo vero che la materia necessariamente rimanda allaforma per essere compresa questo tuttavia non implica il contrariociograve che lrsquouomo sa della forma non dipende dalla materia dunque nonegrave necessario assegnare una materia ad ogni realtagrave che si configuricome atto o forma e per questo egrave necessario e quanto meno lecitosupporre lrsquoesistenza di forme separate

ora scorporati i termini di materia e potenza ed esplicitato lrsquooriz-zonte metafisico lrsquoaquinate puograve relazionare la sostanza spirituale allametafisica della partecipazione in cui lrsquoatto primo egrave causa distinta econveniente dellrsquoimmaterialitagrave della creatura angelica attraverso lasua recezione dellrsquoactus essendi

dallrsquoatto primo assolutamente perfetto che ha in seacute tutta la pie-nezza della perfezione egrave causato in tutte le cose il loro essere in

101Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

78 laquolicet [hellip] in uno et eodem quod quandoque est in actu quandoque in potentiaprius tempore sit potentia quam actus actus tamen naturaliter est prior potentia illudautem quod est prius non dependet a posteriori sed e converso et ideo invenitur ali-quis primus actus absque omni potentia numquam tamen invenitur in rerum naturapotentia quae non sit perfecta per aliquem actum et propter hoc semper in materiaprima est aliqua formaraquo id Quaestio disputata de spiritualibus creaturis a 1 resptesto latino e traduzione italiana in id Le questioni disputate Vol 4 pp 540-541

atto tuttavia secondo un certo ordine infatti nessun atto causatoha tutta la pienezza della perfezione ma rispetto al primo attoogni atto causato egrave imperfetto Quanto piugrave tuttavia un atto egrave per-fetto tanto piugrave egrave vicino a dio Ma fra tutte le creature si avvicina-no di piugrave a dio le sostanze spirituali e questo risulta da dionigi[hellip] per cui esse massimamente accedono alla perfezione dellrsquoattoprimo rapportandosi alle creature inferiori come ciograve che egrave perfettoallrsquoimperfetto e come lrsquoatto alla potenza in nessun modo dunqueappartiene allrsquoordine delle cose che le sostanze spirituali abbianobisogno per essere della materia prima che egrave il piugrave incompletofra tutti gli enti al contrario esse sono di gran lunga al di sopradella materia e di tutte le cose materiali79

24 ldquocausa exemplarisrdquo ii lrsquointelletto angelico

lrsquoimmaterialitagrave di cui san tommaso parla non egrave una diminutio del-lrsquoessere angelico percheacute la forma sostanziale che sussiste in se stessa

102 P Galassi

79 laquoa primo [hellip] actu perfecto simpliciter qui habet in se omnem plenitudinem per-fectionis causatur esse actu in omnibus sed tamen secundum quendam ordinem nullus enim actus causatus habet omnem perfectionis plenitudinem sed respectuprimi actus omnis actus causatus est imperfectus quanto tamen aliquis actus estperfectior tanto est deo propinquior inter omnes autem creaturas deo maximeappropinquant spirituales substantiae ut patet per dyonisium [hellip] unde maximeaccedunt ad perfectionem primi actus cum comparentur ad inferiores creaturassicut perfectum ad imperfectum et sicut actus ad potentiam nullo ergo modo hocratio ordinis rerum habet quod substantiae spirituales ad esse suum requirantmateriam primam quae est incompletissimum inter omnia entia sed sunt longesupra totam materiam et omnia materialia elevataeraquo id Quaestio disputata de

spiritualibus creaturis a 1 resp testo latino e traduzione italiana in id Le que-

stioni disputate Vol 4 pp 540-543 tale posizione saragrave confermata nel quadrodella polemica anti-avicebroniana compiuta nel De substantiis separatis in cuilrsquoaquinate conferma la ragionevolezza dellrsquoimmaterialitagrave angelica rispetto allecavillose escogitazioni operate da avicebron

egrave un atto che nel suo assetto egrave senza potenza80 che compie tutta la per-fezione sua propria Perciograve mancando un sostrato materiale la formadella sostanza separata rimane in un possesso totale di se stessa e laforma piugrave alta di autopossesso non puograve che essere la conoscenza81

ora la conoscenza egrave secondo san tommaso una perfezione quasitrascendente poicheacute egrave un aspetto della perfezione dellrsquoEssere cheappare e fiorisce negli esseri come risultato di un certo livello di attua-litagrave come egrave anche il caso della vita la cui piugrave alta espressione egrave ndashappunto ndash la conoscenza

allrsquointerno del fenomeno conoscitivo il soggetto partecipa delleperfezioni proprie dellrsquooggetto conosciuto assimilandole ed arric-chendosi di conseguenza Pensando una cosa egrave come se intenzional-mente questa rivivesse nel soggetto stesso poicheacute lrsquoesse non coincidecon il dato sensibile

a volte la forma egrave ricevuta da ciograve che subisce secondo un modo drsquoes-sere diverso da quello che ha in ciograve che agisce percheacute la disposizio-ne della materia a ricevere che appartiene a ciograve che subisce non egravesimile alla disposizione che la materia aveva in ciograve che agisce e per-ciograve la forma egrave ricevuta da ciograve che subisce senza materia in quantociograve che subisce egrave simile allrsquoagente quanto alla forma e non in quantoalla materia e in questo modo la sensibilitagrave riceve la forma senza lamateria percheacute la forma ha nella sensibilitagrave un altro modo di esserediverso da quello che ha in una realtagrave sensibile infatti in una realtagravesensibile ha realtagrave fisica nella sensibilitagrave invece ha lrsquoessere di unapresenza intenzionale ossia spirituale82

103Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

80 Quella potenzialitagrave che egrave appunto la materia ricordiamo che solo dio egrave atto puro81 Per un approfondimento cfr s-t Bonino Les anges et les deacutemons pp 171-193

G EMEry Lrsquoillumination et le langage des anges chez saint Thomas drsquoAquinlaquonova et veteraraquo 85 (2010) pp 255-280

82 laquoQuandoque vero forma recipitur in patiente secundum alium modum essendiquam sit in agente quia dispositio materialis patientis ad recipiendum non estsimilis dispositioni materiali quae est in agente Et ideo forma recipitur in patientesine materia inquantum patiens assimilatur agenti secundum formam et non

sebbene lrsquoangelo pura sostanza spirituale si realizzi solo nellrsquoatti-vitagrave intellettuale questa attivitagrave non egrave identica al suo essere Mentre indio conoscere ed essere coincidono nelle creature sono ben distintein particolare lrsquoatto conoscitivo angelico non coincide tout court conlrsquoangelo stesso cioegrave con la sostanza angelica neacute con il suo actusessendi o con la sua essenza83

san tommaso articola la distinzione tra lrsquoessere e lrsquooperare angeli-co ndash che ne dimostrerebbe la creaturalitagrave ndash ricorrendo allrsquoindividuazio-ne nella creatura spirituale di un atto primo e un atto secondo Questadistinzione serve anche a spiegare come un angelo sia composto diattualitagrave e potenzialitagrave pur trattandosi di una forma sussistente com-pletamente immateriale il primo atto egrave lrsquoesse di una cosa cioegrave lrsquoattua-litagrave sostanziale con cui esiste come ens il secondo atto egrave lrsquooperatio diuna cosa lrsquoattualitagrave accidentale del suo potere con cui raggiunge lasua perfezione la piena realizzazione della sua potenzialitagrave84 nel casodellrsquoangelo la potenzialitagrave coinvolta egrave per lrsquoappunto la facoltagrave intel-lettuale e lrsquooperazione relativa a quel potere consiste in qualche attointellettuale sia di conoscenza che di volontagrave

a differenza di dio lrsquoangelo quindi non egrave pura attualitagrave non esisten-do per la sua stessa essenza neacute avendo immediatamente la sua completaperfezione potenziale Come creatura lrsquoangelo deve il suo essere a dioe puograve raggiungere una perfezione intellettuale che va oltre lo stato ini-ziale della sua esistenza creata in quanto tale sia essa una perfezionenaturale o soprannaturale Questo porta a concludere che

104 P Galassi

secundum materiam Et per hunc modum sensus recipit formam sine materia quiaalterius modi esse habet forma in sensu et in re sensibili nam in re sensibili habetesse naturale in sensu autem habet esse intentionale et spiritualeraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) sentencia De anima liber 2 lectio 24 n 3 testo latino e traduzio-ne italiana in id Lo specchio dellrsquoanima la sentenza di Tommaso drsquoAquino sul

De anima di Aristotele san Paolo Cinisello Balsamo 2012 pp 816-81783 Egrave precisamente ciograve che afferma lrsquoaquinate nella q 54 della Summa Theologiae i84 si ricordi anche quanto detto allrsquoinizio della trattazione dellrsquoangelologia tomista

tra potenza e materia

nellrsquoangelo come in ogni altra creatura la virtugrave o potenza operati-va non si identifica con lrsquoessenza [hellip] Essendo la potenza ordinataallrsquoatto bisogna distinguere le diverse potenze secondo la diversitagravedegli atti per cui si dice che lrsquoatto corrisponde alla propria poten-za ora [hellip] lrsquoatto [hellip] a cui egrave ordinata la potenza operativa egrave lrsquoo-perazione E nellrsquoangelo lrsquointellezione non si identifica con lrsquoesse-re come pure non si identifica con lrsquoessere alcunrsquoaltra operazioneil che vale tanto per lrsquoangelo quanto per qualsiasi altra creaturaQuindi lrsquoessenza dellrsquoangelo non egrave la sua potenza intellettiva neacutealcuna essenza di una realtagrave creata egrave la sua potenza operativa85

apparentemente lrsquoaquinate sembrerebbe indulgere ad artifici meta-fisici per mantenere unite le due tesi della creaturalitagrave e della pura intel-lettualitagrave angelica e si comprende bene il percheacute di un certo successodella soluzione ilemorfica nella teologia a lui coeva tuttavia possiamodire che da un lato lrsquoimmaterialitagrave angelica egrave il presupposto per unrsquoin-dagine completa ndash sebbene mai comprensiva ndash dellrsquoangelo dallrsquoaltrooccorre nuovamente ribadire lrsquoorizzonte creaturale entro il quale ildottore angelico legge sempre lrsquoangelologia sintetizzando a propositodella gnoseologia angelica potremmo dire che dio egrave intelletto puromentre lrsquoangelo ha un intelletto puro percheacute necessita di mediazione

la potenza intellettiva dellrsquoangelo abbraccia la conoscenza di tuttele cose poicheacute lrsquooggetto dellrsquointelletto egrave lrsquoente o il vero in genera-le lrsquoessenza dellrsquoangelo invece non abbraccia in seacute tutte le cose

105Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

85 laquonec in angelo nec in aliqua creatura virtus vel potentia operativa est idem quodsua essentia [hellip] Cum [hellip] potentia dicatur ad actum oportet quod secundumdiversitatem actuum sit diversitas potentiarum propter quod dicitur quod propriusactus respondet propriae potentiae [hellip] actus autem ad quem comparatur potentiaoperativa est operatio in angelo autem non est idem intelligere et esse nec aliquaalia operatio aut in ipso aut in quocumque alio creato est idem quod eius esseUnde essentia angeli non est eius potentia intellectiva nec alicuius creati essentiaest eius operativa potentiaraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 54a 3 resp testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica Prima

parte p 617

essendo di un genere e di una specie determinata abbracciarequindi perfettamente e in modo assoluto in se stessa tutte le cose egraveuna proprietagrave esclusiva dellrsquoessenza divina che egrave infinita Quindisoltanto dio conosce tutte le cose mediante la propria essenzalrsquoangelo invece non puograve conoscere ogni cosa mediante la propriaessenza ma egrave necessario che il suo intelletto per intendere le cosesia completato da un certo numero di specie86

Chiarito questo egrave interessante notare come la teoria della cono-scenza angelica permetta a tommaso di illuminare per converso lanatura dellrsquointelletto e il suo funzionamento sappiamo che dio cono-sce tutte le cose in se stesso mentre lrsquoangelo egrave una creatura limitataimpossibilitata a riflettere in seacute la totalitagrave di ciograve che esiste il mezzoche rende le cose intelligibili egrave ciograve che viene chiamato dallrsquoaquinatespecies intelligibilis 87 anche lrsquouomo possiede tale specie elaboran-dola tuttavia attraverso un processo di astrazione che ha come punto dipartenza la realtagrave sensibile Poicheacute per lrsquoangelo il processo di astrazio-ne egrave impossibile esso riceve tale specie direttamente da dio infusa almomento della sua creazione88

106 P Galassi

86 laquoPotentia [hellip] intellectiva angeli se extendit ad intelligendum omnia quia obiec-tum intellectus est ens vel verum commune ipsa autem essentia angeli non com-prehendit in se omnia cum sit essentia determinata ad genus et ad speciem hoc autem proprium est essentiae divinae quae infinita est ut in se simpliciter omniacomprehendat perfecte Et ideo solus deus cognoscit omnia per suam essentiamangelus autem per suam essentiam non potest omnia cognoscere sed oportet intel-lectum eius aliquibus speciebus perfici ad res cognoscendasraquo id Summa

Theologiae i q 55 a 1 resp id La Somma Teologica Prima parte p 62287 laquoPotentia vero intellectiva in substantiis spiritualibus superioribus idest in angelis

naturaliter completa est per species intelligibiles inquantum habent species intelli-gibiles connaturales ad omnia intelligenda quae naturaliter cognoscere possuntraquoid Summa Theologiae i q 55 a 2 resp

88 laquoUnicuique spiritualium creaturarum a verbo dei impressae sunt omnes rationesrerum omnium tam corporalium quam spiritualiumraquo id Summa Theologiae i q 56 a 2 resp

ora lrsquoastrazione egrave un processo intellettivo che trae da una conoscen-za sensibile della cosa ndash il cosiddetto phantasma ndash la specie intelligibileessa quindi presuppone una conoscenza materiale dellrsquoente materiale dicui coglie lrsquoaspetto universale e formale siccome il conosciuto in quan-to conosciuto permane nel conoscente ndash come unrsquoimmagine nellamemoria ndash per avere conoscenza materiale egrave necessario che il conoscen-te sia materiale tuttavia lrsquoangelo egrave assolutamente immateriale perciogravenon puograve astrarre percheacute non ha necessitagrave di tutto ciograve di cui lrsquouomonecessita al fine di ottenere una qualche conoscenza della realtagrave

ora per quanto riguarda il modus cognitionis dellrsquoangelo santommaso come giagrave accennato specifica che una sostanza separatanon ragiona neacute pensa in modo discorsivo o analitico piuttosto intuiscesinteticamente e senza errore per quegli oggetti che le sono propri89tut tavia lrsquoangelo per quelle cose che non possono essere da lui cono-sciute senza che gli siano proprie puograve errare e proprio in questa possi-bilitagrave si legge la sua creaturalitagrave lrsquoangelo infatti si trova perfettamentein atto per quanto riguarda la sua natura mentre in potenza per quantoriguarda le veritagrave soprannaturali che trascendono le veritagrave naturalidiciamo che lrsquoangelo buono mostra una certa onestagrave intellettuale percui rimanda sempre al Creatore90 diversamente dallrsquoazione diabolica ndashperversa ndash che riduce e determina travisando91

107Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

89 Cfr id Summa Theologiae i q 58 a 5 resp90 Cfr Lc 134-3537 laquo34Maria disse allrsquoangelo ldquoCome avverragrave questo poicheacute non

conosco uomordquo 35le rispose lrsquoangelo ldquolo spirito santo scenderagrave su di te e lapotenza dellrsquoaltissimo ti copriragrave con la sua ombra [hellip] 37Nulla egrave impossibile a Diordquo[corsivo nostro]raquo

91 Cfr Lc 49-11 laquo9(il diavolo) lo condusse a Gerusalemme lo pose sul punto piugravealto del tempio e gli disse ldquoSe tu sei figlio di dio gegravettati giugrave di qui 10sta scritto

infatti ai suoi angeli daragrave ordini a tuo riguardo affincheacute essi ti custodiscano 11e anche Essi ti porteranno sulle loro mani percheacute il tuo piede non inciampi inuna pietrardquo [corsivo nostro]raquo

25 ldquocausa finalisrdquo i gli angeli nella chiesa

251 La Chiesa come destino dellrsquoangelo

Come visto fino a questo punto san tommaso distingue con chia-rezza e allo stesso tempo integra armoniosamente il livello della natu-ra e della Grazia il funzionamento di queste due non risulta autoesclu-dente o estrinsecistico ma viene integrato in un alto disegno teologicoche esprime il dispiegarsi storico-salvifico dellrsquoauto-manifestarsi didio il destino trascendente e soprannaturale della Creazione comuni-cato efficacemente e definitivamente nellrsquoincarnazione trova nellrsquoan-gelo un esimio rappresentante

di fatto si puograve concepire la Grazia come relazione con dio e parte-cipazione alla sua natura92 se dio egrave il dato primario e decisivo il riferi-mento agli angeli fornisce ottimi elementi per capire piugrave profondamenteil Mistero della Grazia proprio percheacute la creatura angelica nonostantela sua maggiore perfezione mantiene quello scarto ontologico in rela-zione a tale divina realtagrave Questo elemento lrsquoaccomuna al mondo degliuomini anche se non la rende coincidente con essi e guarda caso ilmetro di misura di tale paradossale avvicinamento risulta essere esatta-mente Cristo come aveva giagrave intuito santrsquoagostino

E adorate lo sgabello dei suoi piedi percheacute egrave santo Cosa dobbiamoadorare Lo sgabello dei suoi piedi [hellip] notate bene o fratellicosa ci si ordini di adorare in un altro passo scritturale egrave detto Mio trono egrave il cielo la terra egrave lo sgabello dei miei piedi 93 [hellip] Mi trovo nellrsquoincertezza temo di adorare la terra percheacute potrebbepunirmi colui che ha creato il cielo e la terra ma temo ancora dinon adorare lo sgabello dei piedi del mio signore poicheacute nelsalmo mi si prescrive di adorare lo sgabello dei suoi piedi [hellip]

108 P Galassi

92 Cfr 2Pt 14 laquoEgli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi affin-cheacute per loro mezzo diventiate partecipi della natura divinaraquo

93 Is 661

nella mia incertezza mi volgo a Cristo poicheacute egrave di lui che vado incerca in lui trovo come si possa adorare la terra sgabello dei piedidi dio senza cadere nellrsquoempietagrave Egli infatti dalla terra assunse laterra poicheacute la nostra carne proviene dalla terra [hellip] Quando dun-que ti chini o ti prostri dinanzi alla terra non considerarla [sempli-ce] terra considera piuttosto il santo dei cui piedi egrave sgabello laterra che adori Egrave in vista di lui infatti che tu la adori94

la Grazia colma la distanza ontologica che dal punto di vista dellanatura esiste tra la creatura e il Creatore non che la creatura esaurisca ilCreatore o renda meno infinita la distanza Piuttosto sublima la sua fini-tudine accedendo ad una vicinanza con dio che non ha da se stessa pro-prio tale elemento consente di unire le creature intelligenti in unrsquounicasocietagrave la stessa comunitagrave adorante che egrave la Chiesa Per Grazia gli ange-li e gli uomini ottengono la partecipazione soprannaturale in entrambi icasi della natura divina questo li rende analogamente figli di diofacendo sigrave che il grado di perfezione ndash soprannaturale ndash corrispondaallrsquoestensione di caritagrave e non alla potenzialitagrave di natura del resto soloquesto funzionamento ha reso possibile storicamente una regina ndashumana ndash degli angeli in quanto madre del verbo incarnato

109Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

94 laquoEt adorate scabellum pedum eius quoniam sanctus est Quid habemus adorareScabellum pedum eius [hellip] videte fratres quid nos iubeat adorare alio locoscripturarum dicitur Caelum mihi sedes est terra autem scabellum pedum meo-

rum [hellip] anceps factus sum timeo adorare terram ne damnet me qui fecit coelumet terram rursus timeo non adorare scabellum pedum domini mei quia Psalmusmihi dicit Adorate scabellum pedum eius [hellip] fluctuans converto me adChristum quia ipsum quaero hic et invenio quomodo sine impietate adoretur terrasine impietate adoretur scabellum pedum eius suscepit enim de terra terram quiacaro de terra est [hellip] ideo et ad terram quamlibet cum te inclinas atque prosternisnon quasi terram intuearis sed illum sanctum cuius pedum scabellum est quodadoras propter ipsum enim adorasraquo aGostino di iPPona (s) Enarrationes in

Psalmos Ps 989 testo latino e traduzione italiana in id Opera omnia XXVII1

Esposizione sui Salmi [86-104] Cittagrave nuova roma 19932 pp 430-433

la vergine Maria egrave stata colmata della piugrave alta grazia che possaricevere una semplice creatura essere Madre di dio Questo lapone nellrsquoordine della santitagrave sopra tutti gli angeli inoltre mentredi solito sono gli uomini che mostrano rispetto agli angeli egrave lrsquoan-gelo Gabriele che si inchina alla vergine [tr nostra]95

dunque gli angeli e lrsquouomo partecipano della Grazia in quanto creaturerazionali e possono aderire ed entrare nella dinamica della vita divina Ciograveegrave sufficiente per dire che non costituiscono due Chiese separate se unica egravela creazione unica egrave e deve essere la Chiesa percheacute tutta la creazione egrave perla Chiesa il rapporto uno ad uno che istituisce il Ca te chi smo della ChiesaCattolica sostiene che non si possano concepire due Chiese una angelica euna umana ma vi sia un solo Capo Cristo per un solo Corpo la Chiesa

non avremo dunque unrsquoanatomia ecclesiale che preveda un corpo adue teste o una testa avente due corpi ma un solo Corpo e un solo CapoPer questo motivo di Cristo si dice che laquoegrave certo che egli egrave capo anchedegli angeliraquo96

252 Lrsquoappartenenza angelica alla Chiesa

Questo rende lrsquouomo uguale allrsquoangelo nella Chiesa Eppure lrsquoan-gelo non riceve alcun battesimo lrsquouomo invece sigrave sono uguali lafiliazione angelica e quella umana sebbene la caritagrave renda ininfluenteessere angeli o uomini quanto allrsquoappartenere alla Chiesa noi credia-mo che la natura sia rilevante quanto al ruolo giocato in questa appar-tenenza Per argomentarlo vogliamo riprendere commentare e discu-tere dialetticamente ciograve che la scrittura stessa ci suggerisce

110 P Galassi

95 laquola vierge Marie a eacuteteacute combleacutee de la plus haute gracircce qursquoune pure creature puisse rece-voir ecirctre Megravere de dieu Cela la place dans lrsquoordre de la sainteteacute au-dessus de tout lesanges aussi alors que drsquoordinaire ce sont les hommes qui teacutemoignent du respect auxanges lrsquoange Gabriel srsquoincline-t-il devant la viergeraquo s-t Bonino Les anges et les

deacutemons p 28896 E saUras Teologia del Corpo mistico Cittagrave nuova roma 1964 p 1247

se si considera attentamente la teologia del Corpo Mistico cosigravecome fu fondata da san Paolo stesso nella divina rivelazione si notacome ciascun individuo abbia un ruolo proprio specifico allrsquointernodellrsquounico organismo attraverso lrsquoesemplificazione degli organi

14E infatti il corpo non egrave formato da un membro solo ma da moltemembra 15se il piede dicesse ldquoPoicheacute non sono mano non appar-tengo al corpordquo non per questo non farebbe parte del corpo 16E selrsquoorecchio dicesse ldquoPoicheacute non sono occhio non appartengo alcorpordquo non per questo non farebbe parte del corpo 17se tutto ilcorpo fosse occhio dove sarebbe lrsquoudito se tutto fosse uditodove sarebbe lrsquoodorato 18ora invece dio ha disposto le membradel corpo in modo distinto come egli ha voluto 19se poi tuttofosse un membro solo dove sarebbe il corpo 20invece molte sonole membra ma uno solo egrave il corpo 21non puograve lrsquoocchio dire allamano ldquonon ho bisogno di terdquo oppure la testa ai piedi ldquonon hobisogno di voirdquo 22anzi proprio le membra del corpo che sembranopiugrave deboli sono le piugrave necessarie97

ora le membra si possono dire non solo di un individuo ma anchedi un gruppo come ad esempio di una specie gerarchica della Chiesain altri termini il testo non pone una corrispondenza assoluta ed espli-cita fra individuo-membro cosigrave da escluderne altre Conservandosempre uno statuto analogico il paragone membro-corpo puograve riferirsiallrsquoindividuo come al gruppo egrave interessante sotto questa prospettivala riflessione che pone padre Emilio sauras riguardo il pensiero del -lrsquoaquinate percheacute secondo un senso nuovamente partecipativo lastessa verticitagrave di Cristo non egrave esclusiva ma inclusiva e partecipata allavicarietagrave del Pontefice e con esso di tutta la gerarchia che ovviamen-te non egrave un individuo ma un gruppo

111Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

97 1Cor 1214-22 cfr anche 1Cor 615-17 1016 ss Rm 124 ss Ef 118-23 412523-28 Col 115-1824 311

in altro senso [quello] dellrsquoamministrazione esterna lrsquoangelico dagravelrsquoappellativo di capo a coloro che costituiscono la gerarchia dellaChiesa e in questo senso tutti siamo soliti dire che il Pontediceromano egrave il capo visibile della Chiesa ed ogni vescovo lo egrave dellasua diocesi Come si vede lrsquoespressione di capo applicata ad altrioltre che a Cristo non egrave cosa inaudita98

non egrave un caso infatti che san Paolo differenzi il corpo elencandoquattro parti ndash la mano il piede lrsquoocchio e lrsquoorecchio ndash che costituisconoinsieme gli estremi della corporeitagrave umana chi prende gli estremi infattiintende cogliere tutto ciograve che da essi egrave compreso fra questi tuttavia bendue organi distinti appartengono al Capo e sappiamo che la designazionedi un organo diverso corrisponde alla designazione di una diversa appar-tenenza alla Chiesa se questo vale per la semplice appartenenza anchese sacramentale alla gerarchia a maggior ragione si constateragrave unavariazione lagrave dove varia egrave la natura lrsquoangelo egrave di una natura diversa daquella umana quindi diversa dovragrave essere la sua appartenenza allaChiesa ma non puograve accadere cosigrave potrebbero dire alcuni percheacute

egrave innegabile che nella Chiesa vi siano una determinata organizza-zione determinate funzioni [hellip] Ma [hellip] le membra interessano alnostro studio in quanto sono soggetti che ricevono la Grazia santi-ficatrice di Cristo [hellip] la diversitagrave delle membra dipende dalladiversitagrave della comunicazione dellrsquoelemento divino che da Cristodiscende agli uomini99

ne risulta che non sia sufficiente citare la diversitagrave fra la natura ange-lica e quella umana per implicare una diversitagrave di appartenenza al CorpoMistico tuttavia rispondiamo che questo vale ogni volta che la naturache pure funge da supposito della grazia (gratia perficit naturam) non nedifferenzia passivamente lrsquoattivitagrave perfezionatrice non egrave un caso infattiche solo un uomo puograve essere consacrato sacerdote non percheacute dio non

112 P Galassi

98 E saUras Teologia del Corpo mistico p 91199 Ivi p 847

possa comunicare tale carattere ad un angelo se volesse ma percheacute havincolato il suo conferimento al Mistero della propria incarnazione Unente incorporeo come lrsquoangelo quindi non puograve ricevere simile unzione

si puograve adottare anche un altro argomento a proposito della necessitagravedi ammettere una diversitagrave partecipativa fra angeli e uomini rispetto alMistero della Chiesa abbiamo infatti svolto unrsquoargomentazione staticacioegrave a partire dalla funzione-posizione organica di ciascun membro nelCorpo Mistico Ma si puograve anche formulare unrsquoargomentazione dinamicaa partire dalla visione del card Journet il quale riprendendo la concezio-ne dellrsquounico Corpo mistico secondo la tripartizione classica di Chiesagloriosa purgante e militante afferma quanto segue

tra la Chiesa il corpo mistico e la sposa di Cristo il regno di dio lacittagrave di dio la comunione dei santi crsquoegrave una vera identitagrave e solodistinzioni concettuali la Chiesa egrave il corpo di Cristo Come gloriosalei egrave il corpo di Cristo glorioso Come viaggiatore lei egrave il corpo diCristo come viaggiatore [] Egrave la stessa Chiesa lo stesso corpo misti-co di Cristo sostanzialmente e numericamente uno i cui membrisono sotto il suo stato glorioso gli eletti e gli angeli nel suo stato disofferenza le anime del purgatorio iniziato il suo stato di viaggio icredenti della legge della natura e la legge mosaica sotto il suo statofinito i credenti si riunirono sotto il papa [tr nostra]100

113Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

100 laquoEntre lrsquoEacuteglise le corps mystique et lrsquoeacutepouse du Christ le royaume de dieu laciteacute de dieu la communion des saints il y a identiteacute reacuteelle et distinctions seule-ment conceptuelles lrsquoEacuteglise est le corps du Christ En tant que qlorieuse elle estle corps du Christ en tant que glorieux En tant que voyageuse elle est le corps duChrist en tant que voyageur [] Crsquoest une mecircme Eacuteglise un mecircme corps mysti-que du Christ substantiellement et numeacuteriquement un qui a pour membres sousson eacutetat glorieux les eacutelus et les anges sous son eacutetat souffrant les acircmes du purga-toire sous son eacutetat voyageur commenceacute les croyants de la loi de nature et de laloi mosaiumlque sous son eacuteta voyageur acheveacute les croyants rassembleacutes sous lepaperaquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute iv p 308

Gli angeli appartengono alla Chiesa anche se in una modalitagrave sui generis Essi infatti con i santi possono appartenere solo allaChie sa gloriosa e non possono appartenere alla Chiesa militante per-cheacute essi scelgono una volta per tutte e non devono compiere alcuncammino di confermazione su questa terra Questo dimostra come cisia una varietagrave nellrsquoappartenenza dinamica alla Chiesa percheacute nellrsquoe-voluzione interna alle tre parti due terzi sono tipiche solo dellrsquouomo

ora se si guarda la struttura delle tre componenti nellrsquounicaChiesa emergono i seguenti elementi fondamentali destino di tutte egravequella gloriosa di modo che tutte culmineranno in essa ed essa saragravelrsquounica a rimanere in eterno se egrave vero questo come afferma la sacrascrittura la meta egrave unica ma differente egrave il percorso attraverso il qualeegrave raggiunta

Egrave difficile ritenere che la diversitagrave del percorso compiuto che pureegrave voluta da dio non implichi una diversitagrave nella partecipazione sog-gettiva allo scopo in caso alternativo la variazione di percorsi sembre-rebbe meramente arbitraria sappiamo del resto che se la Chiesamilitante egrave necessaria per lrsquouomo al fine di accedere a Quella gloriosanon lo egrave strettamente parlando quella purgante dal momento che unuomo potrebbe essere ammesso direttamente in Paradiso lrsquoangelodal canto suo in nessun modo puograve passare dalla militante e in nessunmodo completa laquociograve che dei patimenti di Cristo manca [hellip] a favoredel suo corpo che egrave la Chiesaraquo101 percheacute non patisce nulla essendonella Gloria Questo deve implicare quindi una modalitagrave differente dipartecipazione al Mistero della Chiesa

26 ldquocausa finalisrdquo ii gli angeli e il Verbo incarnato

ora due sono i concetti fondamentali uomini e angeli costituisco-no unrsquounica Chiesa ma non la costituiscono nello stesso modo Perfondare questa affermazione abbiamo da un lato inferito lrsquounicitagrave delCorpo dallrsquoUnicitagrave del Capo e dallrsquoaltro abbiamo fondato questa dise-

114 P Galassi

101 Col 124

guale appartenenza su due argomenti abbiamo definito il primo staticopercheacute abbiamo considerato la varietagrave organica che connota un corpose per differenze dovute a caratteri accidentali (come quelli sacramen-tali) si implica una diversa appartenenza (organo diverso) tanto piugrave lasi dovragrave ammettere per differenze maggiori come quelle dovuteallrsquoessenza abbiamo detto il secondo dinamico poicheacute constata unadiversitagrave nellrsquoappartenere per una radicale diversitagrave nellrsquoadesionesauras ci dice

fondamentalmente tutte le membra costituiscono un solo gruppoquello dei redenti nel quale rientrano tutti gli uomini di fronte aquesto gruppo ve ne egrave un altro quello di coloro che non sono statiredenti Ma che hanno una grazia dipendente in qualche mododalla redenzione e quindi da Cristo redentore e da Cristo capoquesto gruppo egrave costituito dagli angeli102

Bisogna cogliere dunque il problema stiamo parlando della cau-salitagrave finale angelica laddove abbiamo constatato che tutto il cosmo egravecreato per essere o esso stesso Chiesa (esseri personali) o per la Chiesa(esseri impersonali) Ma il fondamento del Mistero della Chiesa inquanto Corpo Mistico di Cristo egrave proprio il suo Corpo fisico cioegrave ilfatto che il verbo sia divenuto uomo tanto che si potrebbe dire chelrsquoincorporazione sia prosieguo ed estensione dellrsquoincarnazionetuttavia lrsquoaltissimo si egrave fatto uomo non angelo Egrave chiaro che tutto egravefatto per la Chiesa ma allora lrsquoincarnazione come tale egrave fondamentodi tutta la Corporeitagrave Mistica o di una sola sua parte

interessante nellrsquoottica di sauras che lrsquoelevazione angelica siadebitrice della redenzione umana cosiccheacute la prima proceda analogi-camente dalla seconda Questo deriva dalla convinzione tomista delpadre domenicano per cui il mistero della Chiesa egrave inscindibile dalmistero dellrsquoincarnazione e dal mistero della redenzione non solo de facto ma de iure

115Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

102 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1247

Cristo si incarna per essere redentore degli uomini la redenzioneegrave la ragione determinante che lo mosse ad incarnarsi E le funzioniche esercita nel mondo dipendono essenzialmente da questo fattoprincipale tale egrave la dottrina di san tommaso103

la grazia passa dal verbo incarnato che si incarna per la re den -zione dei nostri peccati cosiccheacute tutte le grazie sia quelle elargite acoloro che non hanno peccato che quelle elargite allrsquoumanitagrave decadu-ta sono in relazione a questo atto salvifico occasionate da esso Malrsquoautore sa che il problema non egrave affatto banale e si rende immediata-mente conto che dipende da una questione fondamentale ossia il finedellrsquoincarnazione104

Egrave del tutto impossibile trovare una completa unanimitagrave fra i teologiquando si tratta di determinare in che cosa consistano le relazionifra Cristo uomo e gli angeli e quali siano le grazie che questi ultimiricevono da lui Questa questione egrave intimamente collegata allrsquoaltradi importanza fondamentale in cristologia sui motivi dellrsquoincarna-zione non essendovi unanimitagrave su questrsquoultima non potragrave esservineppure su quella che ne deriva105

da dove deriva questa discussione Proprio dallrsquoargomento dina-mico che abbiamo proposto il punto egrave che

116 P Galassi

103 Ivi104 sin dallrsquoinizio della nostra tesi abbiamo argomentato come la quaestio de (ab)

angelis invero sia una chiave di lettura a tutto campo per ricollegarsi ai granditemi della fede non solo essa getta una luce nuova sul trattato della Creazionecostringendo a considerare e ponderare debitamente le prospettive di un antropo-centrismo cristiano infatti questo non puograve aver luogo senza il coinvolgimento di due discipline cardinali la cristologia e lrsquoecclesiologia alla luce delle nature spiritualientrambe sono interpellate in un modo totalmente nuovo se anche egrave naturale che iltrattato sugli angeli dipenda da entrambe queste discipline teologiche nondimeno que-sta dipendenza non egrave senza benefici per la cristologia stessa e lrsquoecclesiologia

105 Ivi p 1257

gli angeli non furono redenti la loro santificazione la prova allaquale furono sottoposti la confermazione nella grazia degli uni ela caduta degli altri con la conseguente glorificazione o condannasono fatti avvenuti prima che nei piani divini apparisse la figuradel redentore la grazia che posseddettero non fu redentrice [hellip]da tutto questo si deduce che le relazioni esistenti fra Cristo e gliangeli non sono identiche a quelle esistenti fra Cristo e gli uominipercheacute questi ultimi furono redenti e gli angeli no e tutti gli uomi-ni ricevono una grazia di redenzione piugrave o meno abbondante cosache non avviene con gli angeli106

Come identificare questa diversitagrave sauras riconosce almeno dueposizioni possibili la prima istituisce due decreti ndash o piani107 ndash ponde-rando un progetto perfettivo originario dellrsquoincarnazione di Cristo Eglisarebbe dovuto venire nel mondo per completare la Creazione santifi-candola definitivamente e integralmente Quindi Cristo si sarebbe incar-nato comunque del resto parrebbe sconveniente che la scelta dellrsquouomocondizioni a tal punto il Progetto di dio da farlo discendere dai Cielicontro i suoi disegni se Egli egrave disceso questo egrave accaduto solo percheacuteEgli voleva discendere se lo voleva lo voleva sin dallrsquoinizio e non adun certo punto siamo quindi di fronte allrsquoidea di unrsquoin carnazioneincondizionata Questa implica un fine che non di pen de ma trascende ilgroviglio delle decisioni umane e questo non puograve che essere anteceden-te ad esse la perfezione del tutto E come entra in gioco la colpa

lrsquoincidente del peccato avrebbe motivato la scelta dellrsquoassunzione ndash inogni caso non necessitata ndash solo nella modalitagrave e non nella sostanza il verbo si sarebbe comunque incarnato anche se non in una semplice natu-

117Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

106 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1247107 rimane celebre la disamina storica delle posizioni della controversia contenuta in

h dE lUBaC Opera omnia Vol 12 Agostinismo e teologia moderna Jaca BookMilano 1978 molto interessante anche per la questione del peccato e del male lariflessione di l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal Foi chreacutetienne et theacuteo-

diceacutee Beauchesne Paris 1992

ra umana ma in una che fosse comunque passibile e mortale Cosigrave si diffe-renzia la modalitagrave redentiva dellrsquouomo e quella semplicemente santificanteper quelle creature spirituali che non hanno commesso peccato cioegrave gliangeli Ecco allora che lrsquoincarnazione egrave fonte unica della Grazia proprio inquanto incarnazione e non per altro essa diviene ragione della Grazia perlrsquouomo nella modalitagrave redentiva e per gli angeli nella modalitagrave santificante

la seconda posizione esemplificata da san tommaso vede nel -lrsquoincarnazione uno scopo strettamente redentivo infatti

tutto ciograve che si dice nella spiegazione precedente egrave possibile ma egravereale non si puograve che sapere attraverso la rivelazione e questadice san tommaso non indica nessun altro motivo determinantedella venuta di dio nel mondo che quello di riparare il male chelrsquouomo fece peccando108

Un conto egrave la possibilitagrave un conto egrave la realtagrave il criterio fondamentaletommasiano egrave quello di un realismo sapienziale Come avviene in altripunti del suo pensiero tommaso ammette diverse opzioni dio non egravedeterminato ad unum tutto ciograve che non egrave contraddittorio egrave in un certoqual modo possibile alla sua Potenza Ma la speculazione umana inqualsiasi ambito egrave tanto valida quanto aderente ai fatti la definizione diveritagrave gnoseologica di san tommaso egrave indicativa di questo veritas utadaequatio intellectus ad rem la veritagrave egrave fedeltagrave alla realtagrave il primatometafisico dellrsquoatto sulla potenza non egrave altro che la versione piugrave stretta escientifica di un primato della realtagrave sulla possibilitagrave e la rivelazione nonci attesta ciograve che sarebbe potuto avvenire ma solo ciograve che egrave avvenuto

allora sorgono due estremi entro cui egrave necessario svolgere ladiscussione da un lato la Grazia e la gloria angeliche sono anteriorialla redenzione cristica e per questo strettamente parlando laquonon sonouna Grazia e una gloria redentrici ma semplicemente santificantiraquo109dallrsquoaltro poicheacute egrave una dottrina biblicamente fondata il fatto che aCristo sia sottomessa ogni creatura in quanto laquotutte le cose sono state

118 P Galassi

108 E saUras Teologia del Corpo mistico pp 1258-1259109 Ivi p 1259

create per mezzo di lui e in vista di luiraquo110 ne consegue che laquofra laGrazia essenziale degli angeli e Cristo vi egrave qualche relazioneraquo111tuttavia potrebbe sorgere un dubbio

si vede chiaramente che Cristo uomo puograve essere nostro capo per-cheacute anche noi siamo uomini [hellip] dicevamo che non egrave il nostrocapo in quanto dio percheacute in quanto tale non ha omogeneitagrave divita con noi e non dovremmo dire adesso che in quanto uomo nonpuograve essere capo degli angeli percheacute non ha natura angelica112

sauras risponde brillantemente mostrando che Cristo puograve essereassolutamente il Capo degli angeli percheacute la forma Ecclesiae egrave laGrazia piugrave che la natura Egrave vero che la natura egrave determinante perdescrivere il tipo di appartenenza alla Chiesa ma non il fatto dellrsquoap-partenenza stessa Questo fatto dipende dalla Grazia che trascende lanatura percheacute ha una fonte piugrave alta

noi tutti infatti a prescindere da quale sia lrsquoessenza creaturale lapossediamo al modo di creature vi sono quindi due estremi la Gra ziacome si trova in dio e la Grazia come si trova nella creatura Que -strsquoultima non possiede la vita divina da seacute ma la riceve secondo quantopuograve riceverne quidquid recipitur ad modum recipientis recipiturQuesta ricezione la costituisce parte di un unico flusso di Grazia quel-lo che irrora il Corpo Mistico di Cristo ne risulta che chi egrave nellaChiesa riceve necessariamente la Grazia e chi la riceve egrave per questomembro della Chiesa che ne egrave lrsquounica fontana avendola a sua voltaricevuta da dio unica fonte della Grazia

la Chiesa quindi egrave propriamente un complesso creaturale tutticoloro che appartengono al suo Mistero vi appartengono percheacute adessi appartiene uno stesso modo di vivere la Grazia quello creaturalePer questo dio non egrave detto capo del Corpo Mistico neacute alcuna altraparte di esso percheacute formalmente diversa egrave la vita di Grazia in lui

119Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

110 Col 116111 E saUras Teologia del Corpo mistico p 1259112 Ivi p 1254

che la possiede sostanzialmente e in noi che la possediamo acciden-talmente Ma fra dio e la creatura vi egrave Cristo la cui umanitagrave egrave creataEgli egrave perfettamente Creatore in quanto verbo di dio e perfettamentecreatura in quanto uomo Egrave in quanto uomo che appartiene allaChiesa in quanto dio non la riceve ma dona la Grazia in quantouomo perograve la possiede accidentalmente Per questo Cristo egrave imma-nente al Corpo Mistico e nel contempo trascendente Ma in quanto egraveimmanente si rivela possessore di una pienezza che lo costituisceCapo e fondamento della Chiesa Capo anche degli angeli

Come si configura questa pienezza cristologica della vita divina inrapporto alla creatura angelica se non egrave un problema di natura quellodel fatto di appartenere al medesimo Capo o meno rimane perograve comesi egrave giagrave detto che sia un problema di natura la diversa partecipazioneal medesimo Capo lrsquoesposizione di sauras procede nel tentativo discandagliare le differenti forme di supremazia di Cristo proponendoquindi una soluzione Egli ne individua quattro ordine perfezionegoverno e influsso vitale la prima si esprime secondo il fine per cuiegrave capo quellrsquoelemento che si comporta come fine di tutti gli altri talefine agisce secondo la logica dellrsquoalpha e dellrsquoomega di modo che chiintende qualcosa anche se la consegue alla fine (omega) essa lomuove intenzionalmente sin dallrsquoinizio (alpha) Perciograve Cristo egrave fine eprincipio di tutte le cose anche degli angeli113 ne risulta il primato diper fezione percheacute il fine egrave proporzionato al bene essendo CristoColui al quale tutte le cose tendono il fine di tutte le cose Egli egrave anche la piugrave perfetta di tutte governandole tutte (terza modalitagrave)non rimane che lrsquoultima forma di supremazia sul calco del

principio della comunicazione del movimento e della sensibilitagravealle membra trasferendo questo concetto allrsquoordine soprannatura-le saragrave capo in questo senso chi egrave pieno di grazia santificante e digloria e comunica queste cose agli altri114

120 P Galassi

113 Cfr ivi p 1260114 Ivi pp 1260-1261

Capiamo come neppure un angelo possa ricevere in seacute tanta vitadivina quanta lrsquoumanitagrave di Cristo ne ha ricevuta

allora attraverso i primi tre primati sauras salva la totale soggezio-ne a Cristo delle schiere angeliche tuttavia rispetto allrsquoultimo prima-to si pone lo snodo chi ha la Pienezza lrsquoha non solo per seacute ma ancheper gli altri Egrave quindi dalla pienezza di Cristo che gli angeli hanno laloro pienezza della Grazia infatti solo tramite il figlio incarnatoottengono un coronamento di grazie accidentali che con una pura ele-vazione senza lrsquoincarnazione di Cristo non avrebbero laquoMolte grazieaccidentali procedono da Cristo ad esempio quelle ministeriali quel-le che gli angeli ricevono come nostri custodiraquo115 Essi quindi nel ser-vizio di Cristo esprimono una partecipazione al Mistero che secondoil teologo Predicatore non avrebbero senza la sua Umanitagrave

nondimeno sauras nel riprendere e commentare tommaso ci diceche la grazia degli angeli dipende dallrsquoumanitagrave di Cristo solo quanto allasua pienezza e non per ciograve che riguarda la sua essenza non bisogna quiintendere lrsquoaccidentalitagrave come sopra infatti questo termine puograve costi-tuirsi o correlativo del termine sostanza o del termine essenza nel primocaso designa la differenza di possesso nellrsquoessere la sostanza lrsquoha in seacutelrsquoaccidente solo in una sostanza Per analogia la teologia domenicanalrsquoha applicato alla Grazia che dio ha da seacute e in seacute mentre la creatura dadio e come una qualitagrave che la perfeziona e non come propria natura nelsecondo caso la parola accidentale correlato ad essenziale dice il modologico e non ontologico si dice essenziale qualcosa che egrave necessaria-mente costitutivo di una realtagrave accidenale ciograve che la corona senzaessere necessario il pensiero egrave costitutivo dellrsquouomo quindi egrave essen-ziale il pensiero matematico non egrave costitutivo dellrsquouomo nel sensoche chi nasce giagrave lo possiede ma lo apprende ndash come potrebbe nonapprenderlo ndash quale un coronamento del suo pensare

Egrave in questo senso che si parla di grazia accidentale in questo puntodel nostro discorso senza lrsquoumanitagrave di Cristo la natura angelicasarebbe priva non dei costitutivi essenziali della Grazia ma del pieno

121Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

115 Ivi p 1262

coronamento vi egrave parte di questa corona e lrsquoessenza stessa dellaGrazia che gli angeli non ricevono dallrsquoEvento-incarnazione Per que-sto non la ricevono da Cristo vale il principio tommasiano della dop-pia predicazione cristologica

Poicheacute in Cristo una egrave la persona ma due sono le nature bisognadi conseguenza considerare che cosa in Cristo debba essere dettouno e che cosa molteplice infatti tutto ciograve che egrave moltiplicatosecondo la diversitagrave della natura deve essere riconosciuto in Cristocome multiplo116

vale qui la medesima cosa la Grazia puograve essere comunicata da Cristoo in quanto uomo a coloro che condividono con lui lrsquoumanitagrave oppuresemplicemente in quanto dio per coloro che non condividono la sua uma-nitagrave Cosigrave sia la Grazia essenziale che alcune grazie accidentali procede-rebbero comunque da Cristo per gli angeli ma solo in quanto dio

nellrsquoipotesi che la grazia essenziale non dipenda dallrsquoincarnzaionedel verbo come sostiene la scuola tomista sembra logico che visiano anche delle grazie accidentali indipendenti da essa ad esempiola gioia che gli angeli provano gli uni per la beatitudine degli altri117

sauras conclude quindi il suo pensiero dicendo che

rispetto alla grazia essenziale crediamo che Cristo sia capo degliangeli con una supremazia drsquoordine di perfezione e di governoQuesto si inquadra perfettamente con la concezione paolina dellrsquouni-verso che egrave come sappiamo cristocentrica Cristo egrave il primo a lui egrave

122 P Galassi

116 laquoQuia igitur in Christo est una persona et duae naturae ex horum convenientiaconsiderandum est quid in Christo unum dici debeat et quid multaraquo toMMasodrsquoaQUino (s) Compendium theologiae liber i c 212 n 417 id Compendio di

teologia Esd Bologna 1995 p 247117 Ivi p 1262

ordinato tutto tutto gli appartiene E non vi egrave motivo di escluderne lagrazia essenziale degli angeli se dio li pose sotto il suo dominionon poteacute non porverli con ciograve che sono e possiedono e fra quello chepossiedono vi egrave la grazia essenziale o santificante Ma la supremaziadrsquoinflusso vitale non giunge fin qui la concezione paolina egrave soddi-sfatta con quello che egrave stato detto precedentemente Potrebbe giunge-re a questo punto se fosse certo che lrsquoincarnazione non egrave posteriorealla previsione del peccato e pertanto alla santificazione deglrsquoangelinellrsquoipotesi [hellip in cui] il verbo si sia incarnato soltanto in seguito aldecreto della redenzione e che la grazia cristiana sia essenzialmenteredentrice Cristo non egrave capo deglrsquoangeli fino a poter comunicare lorola grazia essenziale o santificante Gli angeli ricevono questa graziada lui soltanto in quanto dio o in quanto verbo118

Personalmente riteniamo che questa lettura sia la migliore fra quel-le che abbracciano lrsquoipotesi teologica dei due decreti quella piugrave bril-lante tuttavia egrave necessario aderire a questa prospettiva sauras cirestituisce lrsquoipotesi migliore a partire da un presupposto ma questonon significa che sia lrsquoopzione migliore ma anzi ci appare limitante

la prospettiva dei due decreti non legge la figura di Cristo nella suain tegrale centralitagrave percheacute di fatto non coglie lrsquoumanitagrave in questa ra -dicale posizione lrsquoincarnazione rimane troppo decentrata rispetto alMi stero dellrsquoincorporazione Ma da che cosa deriva tale sbilanciamen-to difendere unrsquoincarnazione solamente conseguente allo scoporedentivo implica di fatto la decentrazione del Cristo cosmico scor po -rando incarnazione e umanitagrave da un lato e comunitagrave angelica dallrsquoal-tro si scinde ndash fosse anche solo concettualmente ndash la comunitagrave deiredenti e la comunitagrave delle creature spirituali e se la comunitagrave angelicapotrebbe essere santa anche senza la supremazia del Cristo uomoallora lrsquounione tende allrsquoestrinsecitagrave in effetti tutte le argomentazioniche rendono critica lrsquoipotesi di unrsquoincarnazione a scopo meramenteredentivo sembrano far pendere lrsquoago della bilancia per la definizione

123Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

118 Ivi pp 1262-1263

scotista dellrsquoincarnazione come originaria al progetto salvifico mentresarebbe conseguente solo la modalitagrave della croce119

Ma egrave quella da cui eravamo partiti e che pure avevamo abbandonatoPercheacute la scrittura dal canto suo sembrerebbe propendere per lrsquoop-zione tomista tanto che il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta

il verbo si egrave fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio egrave diolaquoche ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espia-zione per i nostri peccatiraquo (1 Gv 410) laquoil Padre ha mandato il suofiglio come salvatore del mondoraquo (1 Gv 414) laquoEgli egrave apparso pertogliere i peccatiraquo (1 Gv 35) laquola nostra natura malata richiedevadrsquoessere guarita decaduta drsquoessere risollevata morta di essere risu-scitata avevamo perduto il possesso del bene era necessario che cifosse restituito immersi nelle tenebre occorreva che ci fosse portatala luce perduti attendevamo un salvatore prigionieri un soccorrito-re schiavi un liberatore tutte queste ragioni erano prive drsquoimpor-tanza non erano tali da commuovere dio sigrave da farlo discendere finoalla nostra natura umana per visitarla poicheacute lrsquoumanitagrave si trovava inuna condizione tanto miserabile ed infeliceraquo120

inoltre lrsquoirruzione del divino nel mondo attraverso lrsquoincarnazione egraveun atto di tale portata da sembrare restrittivo vincolarlo solo al mondosubangelico facendo sigrave che la santificazione del cosmo spirituale siapartecipe dellrsquoevento cristico anche se il pensiero cristocentrico egrave benradicato nellrsquoaquinate egrave pur vero che san tommaso come mostra lostesso sauras parla della supremazia di Cristo dicendola in senso pro-prio solo dellrsquouomo e solo impropriamente degli angeli Ma in chemodo Certamente non per difetto di Colui che egrave Capo allora per difet-to dellrsquoangelo Effettivamente la natura angelica non risulta omogenea

124 P Galassi

119 Per lrsquoesposizione della metafisica soggiacente alle due posizioni sul lrsquoin car na zio nescotista-francescana e tomista-domenicana con lrsquoapporto dei commentatori medieva-li cfr lrsquointeressante saggio di r Cross The Metaphysics of the In car na tion

Thomas Aquinas to Duns Scotus oxford University Press oxford 2002120 Catechismo della Chiesa Cattolica n 457

allrsquoumanitagrave del salvatore Eppure se essa egrave superiore a quella umanasarebbe paradossalmente meno degna sarebbe unrsquoἀπορία allora ciograveche egrave difettoso non egrave neacute lrsquoangelo neacute Cristo quanto probabilmente laprospettiva con cui si affronta il tema che egrave quanto meno miope

261 Ipotesi di soluzione anagogica

se entrambe le ipotesi sullrsquoincarnazione e sul suo rapporto con glian geli quella perfettiva e quella amartiocentrica sono fragili in quantonon totalmente congrue al dato scritturistico e sembrano non dare suffi-ciente ragione di questa incongruenza forse bisogna togliere ciograve chehanno in comune percheacute quello potrebbe essere lrsquoelemento di debolez-za Parliamo dellrsquoidea di una successione allrsquointerno della quale vengainterpretato tutto ossia lrsquoassunzione di un punto di vista esclusivamenteumano se invece si partisse da una prospettiva ex parte Dei

Questa egrave di fatto giagrave presente piugrave che germinalmente nei testitommasiani121 e peraltro anche le altre due soluzioni sopra citate lapresuppongono anche se la riducono antropologicamente la correttadirezione da perseguire egrave invece il trascendimento del punto di vistameramente umano e questo non puograve che aver luogo di fronte alMistero dellrsquoincarnazione lrsquouomo puograve mettersi negli occhi di diopercheacute dio si egrave messo in quelli dellrsquouomo senza per questo perderediminuire o mutare i propri si tratta in altri termini di quella prospet-tiva che altrove abbiamo chiamato logica dellrsquoincarnazione ora ilrisultato egrave lo strumento del sub specie aeternitatis

Sub specie aeternitatis questa egrave la prospettiva anagogica cioegrave dellavisione dal punto di vista dellrsquoEterno il nostro modo di discorrere didio e della sua rivelazione deve collocarsi dal punto di vista di diopena il negare il valore alla rivelazione divina se continuassimo aconcepire e a parlare delle cose di dio e delle nostre cose dal puntodi vista umano il Cristianesimo si risolverebbe in dottrina umana

125Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

121 la teologia stessa per tommaso egrave scienza derivata dalla Scientia Dei cfrtoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 1

[hellip] la speculazione teologica di carattere anagogico egrave dunque lrsquoo-maggio piugrave adeguato alla rivelazione che dio lrsquoEterno fa di seacute inCristo la teologia egrave di suo la comprensione razionale della fede(non certo la sua dimostrazione) la teologia anagogica egrave la com-prensione razionale della fede sub specie aeternitatis il che nonsignifica depauperamento del dato storico anzi essa ne egrave piuttostolrsquointelligenza piugrave intima giaccheacute lo considera seppur di riflesso

(questo vuol dire speculativo) dallo stesso punto di vista dellosguardo di dio lo stesso san tommaso drsquoaquino in qualchemodo riconosce questo dato imprescindibile quando a propositodella contingenza storica della passione di Cristo e il suo aspetto dieternitagrave nella fede dice ldquonon si dagrave fede nella passione [di Cristo] senon in quanto essa egrave connessa alla veritagrave eterna e cioegrave egrave consideratain riferimento a dio Perciograve la stessa passione sebbene consideratain se stessa sia contingente tuttavia in quanto soggiace alla prescien-za divina cosigrave come egrave oggetto di fede e di profezia gode di veritagraveimmobilerdquo (De Veritate 14 8 ad 14)122

in questrsquoottica non vi egrave il primo decreto e poi il secondo ma laddovenon crsquoegrave successione si dagrave simultaneitagrave e quindi la coincidenza di prima edi poi Questo implica che lrsquoincarnazione di Cristo e la redenzione diCristo sono un unico Mistero ndash inconfuso beninteso ndash dove in nulla lasalvezza modifica in natura e scopo lrsquoincarnazione ma sin da principiosi puograve intuire che nel disegno di dio il peccato egrave previsto infatti per lavisione francescana dio sembra mutare in parte il suo piano al fine disalvare gli uomini compie una variatio al progetto dellrsquoincarnazione ilche significa che questa eccede il motivo della redenzione presentatonelle scritture Per la scuola tomista invece non vi egrave affatto questa ecce-denza ma vi egrave la variatio da un primo a un secondo decreto Come sipuograve tuttavia dare variatio se laquoegrave impossibile che un evento non sia da luiprevisto e voluto o almeno permessoraquo123

126 P Galassi

122 G BarzaGhi Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica Cantagalli siena 2003pp 9-10

123 a CarPin Il mistero del male Il male e la divina provvidenza in Tommaso

drsquoAquino laquosacra doctrinaraquo 3 (2009) p 265

lrsquoipotesi cosigrave configurata da un lato conserva e non toglie la perfettaproporzione teleologica fra incarnazione e redenzione tipica della teolo-gia domenicana dallrsquoaltro elimina la variatio dal primo al secondo de -creto che giagrave la teologia francescana tentava di attenuare e minimizzaredunque egrave una somma degli aspetti migliori di entrambe le posizioni nerisulta che sin dallrsquoeternitagrave il Progetto vede lrsquoin car na zio ne del verbo e laredenzione quindi sin dallrsquoeternitagrave egrave previsto il peccato da redimerepercheacute la redenzione come rimedio alla caduta implica la nozione dipeccato se quindi sono previsti entrambi sin dallrsquoeternitagrave allora da unlato egrave salva la lettera della scrittura dallrsquoaltro lrsquoincarnazione inesorabil-mente egrave anche motivo di santificazione degli angeli la formula piugrave esat-ta allora saragrave questa sin da principio lrsquoaltissimo ha voluto portare tutto aperfezione attraverso la redenzione dal peccato dalla cui redenzione traeoccasione il Mistero del verbo incarnato quindi sia la nostra salvezzache la santificazione angelica

lrsquoapplicazione della prospettiva anagogica alla teologia cristiana egravead un tempo questione teoretica ma anche semplice rilevazione visono testi scritturistici chiave che fungono drsquoappoggio alla specula-zione anagogica e sono un chiaro criterio di metafisica per cosi direldquorivelatardquo Dio egrave tutto (cfr Sir 43 27) ed egrave tutto in tutti (cfr 1Cor

15 28) ldquoUn solo dio Padre di tutti che egrave al di sopra di tutti agisceper mezzo di tutti ed egrave presente in tuttirdquo (Ef 46) Tutto egrave in Dio anzitutto egrave in Cristo tutto sussiste in Cristo in quanto egli egrave il Disegno

strutturale della totalitagrave (cfr Col 1 17) E in questo senso Cristo egravela rivelazione perfetta piena del mistero di dio della pienezza di dioe della pienezza di dio in tutte le cose ldquoCristo egrave tutto in tuttirdquo (Col 3 11) se Cristo egrave la rivelazione di dio egrave dio ri velato inCristo appare dunque che tutto egrave solidamente in dio tutto egrave nellemani di dio e nessuno lo puograve toccare tutto egrave giagrave salvo in Cristoche egrave la salvezza si manifesta il fatto metafisico che tutto egrave giagravesalvo Cristo egrave la manifestazione (rivelazione) del tutto sal vo124

127Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

124 G BarzaGhi Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica pp 41-42

se questo egrave il dato di fatto originario non si puograve risalire a qualcosadi precedente al disegno di incarnazione-peccato-redenzione neacute diopuograve essere motivato da un fine contingente stiamo allora dicendo chedio voleva il peccato Poteva dio volerlo ovviamente no percheacute egravepeccato tutto e soltanto ciograve che ripugna la volontagrave di dio Con ciograveaffermare la simultaneitagrave del Progetto non toglie la differenza qualita-tiva con cui egrave voluto ciascun tassello del disegno

lrsquoindagine teologica condotta da tommaso sulla base della tradi-zione patristica e medievale spiega il male fisico e morale in rap-porto alla volontagrave accidentale e permissiva di dio Ma immediata-mente dopo questa affermazione essa si arresta incapace di proce-dere oltre la mente umana risulta impossibilitata a cogliere laragione ultima di questa permissione divina [hellip] tommaso nonprocede oltre preferendo il silenzio125

Parlando di volontagrave accidentale permissiva di dio srsquointende ilbinomio accidentale-permissivo in opposizione al binomio diretto-positivo dellrsquoomonima volontagrave divina diretta o positiva per cui laquodiovuole positivamente solo il bene dio non puograve volere il male neacute comefine neacute come mezzo per un beneraquo126 Questo dato di fatto risulta estre-mamente utile in ordine alla soluzione del rapporto tra volontagrave divinae male specialmente male morale in tal senso lrsquoattenzione passa daunrsquoidea di male precisamente contro la volontagrave di dio ipotesi chespinta allrsquoeccesso indulgerebbe allrsquoidea che il male sia qualcosa adunrsquoidea di male come deviazione ndash agostinianamente privatio boni ndashfuori dalla direzione tracciata da dio

Questa sola ermeneutica mantiene e rispetta tutte le carte in gioco

tommaso specifica che una cosa egrave al di fuori della volontagrave e non adispetto di essa quando la volontagrave non egrave su di essa neacute su ciograve che sioppone ad essa Questo egrave esattamente il caso del peccato dio non

128 P Galassi

125 a CarPin Il mistero del male p 265126 Ivi p 268

vuole il peccato non vuole impedirlo lo lascia andare se qualcunolo vuole fare la volontagrave posteriore egrave in relazione al peccato unpermesso [tr nostra]127

tale permesso avviene solo in vista di un bene maggiore il cheimplica parimenti una rivalutazione di quello che il male egrave davverocome si vedragrave a proposito del peccato dellrsquoangelo ora come esatta-mente questo accada lrsquouomo puograve tentare di descriverlo o ipotizzarlonon certo definirlo perentoriamente Manifesto perograve egrave che il peccatosia assolutamente previsto da dio Previsto non significa voluto neacutenecessitato sarebbe assurdo infatti credere che adamo sia obbligato apeccare percheacute dio lo prevede pena lrsquointroduzione di un fatalismopagano nel disegno di libertagrave divino sarebbe parimenti erroneo perogravedire che dio ha mutato disegno percheacute dio egrave perfettamente immobi-le Per dirimere la questione ci basti riconoscere che siccome in diotutto ciograve che esiste egrave ab aeterno non hanno cittadinanza formulazionisecundum prius et posterius

tornando al tema propriamente angelologico abbiamo visto chegli angeli sono parte della Chiesa anche se riguardo al come questoavvenga egrave stato necessario un percorso di ragionamenti che ci condu-cesse ad una qualche condizione

Ciograve che traspare ad una prospettiva che provi a partire dal punto divista di dio egrave il fatto che lrsquoangelo non solo accidentalmente ma ancheessenzialmente deriva la propria santificazione dal Mistero di Cristopreso nella sua integralitagrave senza tuttavia dover abbandonare la posi-zione tommasiana di fedeltagrave alla scrittura per cui ragione del lrsquoin car -na zione egrave la redenzione che nella modalitagrave della croce esprime lapienezza dellrsquoamore

129Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

127 laquothomas preacutecise qursquoune chose est en dehors de la volonteacute et non pas malgreacute ellelorsque la volonteacute ne se porte ni sur elle ni sur ce qui lui est opposeacute Crsquoest preacuteci-seacutement le cas du peacutecheacute dieu ne veut pas le peacutecheacute il ne veut lrsquoempecirccher il lelaisse faire si quelqursquoun veut le faire la volonteacute posteacuterieure est par rapporta aupeacutecheacute une permissionraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 49

27 ldquocausa finalisrdquo iii la volontagrave degli angeli

ora quellrsquoadesione e quella partecipazione alla vita divina di cuilrsquoangelo fruisce nella Chiesa non egrave a prescindere dalla sua libertagraveanzi in essa si gioca la reale distinzione fra angelo e diavolo e quin-di fra la realizzazione e il fallimento della natura angelica infatti lrsquoe-semplaritagrave dellrsquoangelo dipende tutta da questa scelta originaria che locoinvolge in dio rendendo la somiglianza spirituale perfetta traspa-renza invece che perfetta opacitagrave lrsquoangelo egrave superiore allrsquouomo siadal punto di vista dellrsquointelletto che della volontagrave ben piugrave perfetta diquella umana128 Mentre lrsquouomo prende le sue decisioni a seguito di unpercorso piugrave o meno lungo in corrispondenza ad una modalitagrave cono-scitiva incline al discorso e al raziocinio lrsquoangelo dal canto suo poi-cheacute conosce intuitivamente decide anche istantaneamente non perimprudenza o sfrontatezza come sarebbe nel caso dellrsquouomo ma sem-plicemente percheacute dotato di una natura piugrave perfetta

data la natura puramente intellettuale degli angeli lrsquoamore in essiva inteso diversamente dallrsquouomo composto di anima e corpo comemoto intellettuale che induce a movimenti puramente volitivi di attra-zione o di repulsione (nel caso dei demoni)

a proposito di quellrsquoatto supremo di volizione che egrave lrsquoamorelrsquoaquinate distingue tra una dilectio naturalis e una dilectio electivalrsquoespressione naturalis richiede un porsquo di cortezza per evitare equivo-ci Come purtroppo egrave accaduto nella storia della teologia lrsquoerrore giagraveveduto di avicebron si ripete confondendo come reali delle distinzio-ni di pura ragione il termine natura ha portato ad unrsquoopposizone logi-ca alla grazia percheacute dalla polarizzazione si guadagnasse in chiarezza

130 P Galassi

128 laquosolum id quod habet intellectum potest agere iudicio libero inquantum cogno-scit universalem rationem boni ex qua potest iudicare hoc vel illud esse bonumUnde ubicumque est intellectus est liberum arbitrium Et sic patet liberum arbitri-um esse in angelis etiam excellentius quam in hominibus sicut et intellectumraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 59 a 3 resp

Cosigrave la natura non egrave la grazia e la grazia non egrave la natura neacute sono maiconfondibili tuttavia il radicarsi di unrsquoopposizione di ragione puograveportare al grave fraintendimento di intendere una natura pura giustap-posta alla dimensione soprannaturale della Grazia in realtagrave santommaso semplicemente oppone naturale ndash inteso come intrinsecoalla natura e quindi necessario ndash e libero non percheacute vi sia contraddi-zione come se naturale coincidesse con privazione di libertagrave e liberocon privazione di natura come spesso nelle gravi ideologie odierne siegrave finito per credere Per una natura libera inverarsi non egrave cosa diversadal realizzare la propria libertagrave il fraintendimento sta nel dimenticareche la natura egrave la condizione preliminare alla scelta libera percheacute solouna natura libera puograve scegliere e come tale cioegrave in quanto condizionenon puograve essere a sua volta oggetto di scelta ora lrsquoangelo necessaria-mente ama per esigenza naturale e questo amore naturale che nascenecessariamente dalla natura angelica ha sempre una direzione retta

Come la conoscenza naturale egrave sempre vera cosigrave la dilezione natu-rale egrave sempre retta poicheacute lrsquoamore naturale non egrave altro che lrsquoincli-nazione impressa nella natura dallrsquoautore della natura dire perciograveche lrsquoinclinazione naturale non egrave retta equivale a sminuire lrsquoautoredella natura tuttavia la rettitudine della dilezione naturale egrave diver-sa dalla rettitudine della caritagrave e della virtugrave poicheacute lrsquouna perfezio-na lrsquoaltra come egrave diversa la veritagrave della conoscenza naturale dallaveritagrave della conoscenza infusa o di quella acquisita129

131Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

129 laquosicut cognitio naturalis semper est vera ita dilectio naturalis semper est recta cumamor naturalis nihil aliud sit quam inclinatio naturae indita ab auctore naturaedicere ergo quod inclinatio naturalis non sit recta est derogare auctori naturae aliatamen est rectitudo naturalis dilectionis et alia est rectitudo caritatis et virtutis quiauna rectitudo est perfectiva alterius sicut etiam alia est veritas naturalis cognitioniset alia est veritas cognitionis infusae vel acquisitaeraquo id Summa Theologiae i q 60a 1 ad 3 id La Somma Teologica Prima parte pp 667-668

la rettitudine della natura non implica immediatamente la sceltalibera della caritagrave anche se ne egrave ambiente130 e se il rischio di equivo-care permane questi pregnanti passaggi dellrsquoaquinate sono spessostati utilizzati specialmente dai suoi piugrave celebri commentatori131 perulteriori elaborazioni filosofiche e teologiche che tuttavia hanno finitoper scollare il genuino ed unitario pensiero tomista nelle sue compo-nenti la figura angelica pare essere il luogo in cui si incontrano adun livello estremo la natura e la Grazia la necessitagrave e la libertagrave ciograveche conta egrave capire lrsquoorizzonte in cui leggere tale vexata quaestio ossiala storia della salvezza132

Come effetto dellrsquoamore eccedente di dio che va ben al di lagrave di ciograveche la natura angelica richiede in realtagrave realizza il suo desiderio piugraveprofondo ogni angelo ndash ogni essere creato ndash egrave chiamato ad entrare perGrazia in una personale comunione di conoscenza e amore con lasantissima trinitagrave anche lrsquoangelo egrave chiamato alla divinizzazioneanche se le modalitagrave di questa chiamata e il modo in cui gli angelihanno risposto ci rimangono misteriosi

Corrispondentemente ad un duplice amore san tom ma so parla di unaduplice beatitudine la prima raggiungibile con lrsquoesercizio delle pro-prie risorse naturali consiste in una certa conoscenza naturale di diocome Causa prima da cui consegue il di lui desiderio e godimento

132 P Galassi

130 laquodeus secundum quod est universale bonum a quo dependet omne bonum natu-rale diligitur naturali dilectione ab unoquoque inquantum vero est bonum beatifi-cans naturaliter omnes supernaturali beatitudine sic diligitur dilectione caritatisraquoid Summa Theologiae i q 60 a 5 ad 4

131 in particolare durante la cosiddetta seconda scolastica il Caietano franciscosuarez e in maniera meno esplicita Giovanni di san tommaso

132 Ci riferiamo dal punto di vista angelologico alla cosiddetta questione della natura

pura sulla quale illuminanti sono i saggi contenuti in C JoUrnEt ndash J Ma ritain ndashP dE la trinitEacute Le Peacutecheacute de lrsquoange Peccabilite nature et surnature Beau chesneParis 1961 il testo del secondo autore egrave reperibile in traduzione italiana e conunrsquoestesa parte introduttiva sul rapporto tra natura pura e angelologia in J Ma ri tainIl peccato dellrsquoangelo Cittagrave nuova roma 2014

lrsquoangelo possiede tale beatitudine naturale dallrsquoistante stesso della suacreazione in ragione della semplicitagrave ndash e quindi maggior perfezione ndashdella sua natura tuttavia per ogni essere spirituale egrave pensata una bea-titudine oltre le capacitagrave naturali di qualsiasi creatura per il semplicefatto che egrave connaturale a dio solo

il Creatore stabiligrave di comunicare tale beatitudine soprannaturale adogni creatura e per il medio della Grazia partecipativa appunto inrelazione a questa beatitudine soprannaturale gli angeli non furonocreati beati poicheacute

la beatitudine suprema [hellip] che supera le capacitagrave della naturagli angeli non lrsquoebbero nel primo istante della loro creazione poi-cheacute tale beatitudine non fa parte della natura ma ne egrave il fineQuindi non era giusto che la possedessero fin dal primo istante133

Qui il termine giusto viene inteso analogicamente dal momentoche san tommaso dimostra sempre grande libertagrave nel fruire di tutte lesfaccettature delle parole senza costringerle a sensi univoci nel pro-prio sistema anche in tal passo san tommaso intende il termine giu-stizia equivalente al termine convenienza la quale egrave pur sempre unaforma di giustezza relativa coinvolgente la divina Gratuitagrave in questosenso fu conveniente che anche gli angeli raggiungessero lo stato digloria attraverso lrsquoassenso ad un dono in tal modo egrave anche evidenteper noi che apprendiamo dalla rivelazione queste veritagrave che la Graziaegrave ed egrave sempre Qualcosa che esce totalmente dalla logica del debitoassoluto o dello scambio del do ut des percheacute egrave compimento di dona-zione drsquoamore ed egrave quindi un tibi do ut tibi dem Questa del resto egrave lalogica biblica della scelta come via orientamento al bene proposto

133Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

133 laquoUltimam beatitudinem quae facultatem naturae excedit angeli non statim inprincipio suae creationis habuerunt quia haec beatitudo non est aliquid naturaesed naturae finis et ideo non statim eam a principio debuerunt habereraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 1 resp id La Somma Teologica

Prima parte p 683

il modo spontaneo di comprendere la peccabilitagrave angelica e umana egravelegato a unrsquointerpretazione della libertagrave come libertagrave dallrsquoindetermi-nazione compresa la possibilitagrave di una scelta tra il bene e il malesecondo questa concezione dio avrebbe creato lrsquoangelo lasciandololibero di scegliere tra due orientamenti uno verso il bene che saragravericompensato lrsquoaltro verso il male che saragrave punito la prova dellalibertagrave permetterebbe alla creatura spirituale di collaborare alla pro-pria salvezza lrsquoamore egrave piugrave costoso a quanto pare se viene datoquando egrave possibile non darlo Una tale descrizione della libertagrave discelta spesso trova il suo fondamento biblico in testi che usano lrsquoim-magine del crocevia come Mt 7 13 e dt 30 15 [tr nostra]134

da questa logica si evincono due indubbi guadagni sulla compren-sione della libertagrave angelica e non solo in primo luogo essa non egraveimmunitas ossia una vaga ed aprioristica indeterminatezza in ordine albene una sorta di libertagrave-da poicheacute questo implicherebbe ridurla alsemplice libero arbitrio secondariamente non si dagrave mai un circuitochiuso di un soggetto ripiegato su di seacute quasi che ogni dato esterno siaproblematico in ordine allrsquoesercizio della libertagrave e perciograve la libertagrave egravesempre libertagrave-verso Questo come si puograve intuire si vedragrave bene a pro-posito della riflessione sul peccato angelico

271 La decisione degli angeli

a questo punto egrave necessario guadagnare alcune prospettive fonda-mentali per affrontare il tema del peccato angelico in primo luogo egrave

134 P Galassi

134 laquola maniegravere spontaneacutee de comprendre la peccabiliteacute angeacutelique et humaine est lieacutee agrave uneinterpreacutetation de la liberteacute comme liberteacute drsquoindeacutetermination incluant la possibiliteacute drsquounchoix entre le bien et le mal selon cette conception dieu aurait creacuteeacute lrsquoange en laissantlibre de choisir entre deux orientations lrsquoune vers le bien qui sera reacutecompenseacutee lrsquoautrevers le mal qui sera punie lrsquoeacutepreuve de la liberteacute permettrait agrave la creacuteature spirituelle decollaborer agrave son salut lrsquoamour a plus de prix semble-t-il srsquoil est donneacute alors qursquoil estpossible de ne pas le donner Une telle description de la liberteacute de choix cherche souventson fondement biblique dans des textes qui utilisent lrsquoimage dela croiseacutee des cheminscomme Mt 7 13 et dt 30 15raquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 105

interessante notare come il concetto di natura pura non sia proprio delpensiero tommasiano ma della scuola tomista tommaso nella distin-zione fra Grazia e natura non lavora mai sul piano concettuale di unanatura pura ma sempre di una pura creatura laddove allrsquoessere creatoegrave Grazia anche lrsquoessere percheacute non gli egrave dovuto Quindi qualsiasinatura per san tommaso non egrave da considerarsi pura ma creata sic-cheacute comprendiamo come lo scarto tra beatitudine naturale e sopranna-turale venga esattamente colmato dalla libertagrave o piugrave precisamentevenga meritato dalla libertagrave angelica

non vogliamo ora qui discutere piugrave approfonditamente se si debbaparlare di due beatitudini o di una duplice beatitudine o addirittura senel caso dellrsquoangelo dobbiamo pensare una natura concepita non soloin Grazia ma per la Grazia Ci basti accennare che il problema delrapporto tra Grazia e natura egrave portato nel caso angelico al suo limitepiugrave estremo se pensiamo allrsquooriginalissima dimensione spaziale tem-porale intellettiva e volitiva dellrsquoangelo cosa significa che la Graziaperfeziona una simile natura che pare ai nostri occhi giagrave cosigrave perfettaCosa significa per un intelletto puro la visio Dei

allo stesso tempo egrave misterioso anche il fatto stesso che la potenteintelligenza angelica non tolga la reale possibilitagrave di una dannazionela dannazione egrave il fallimento volontario dellrsquoesistenza noi ciechi alconfronto degli intelletti puri siamo evidentemente fallibili ma loroEppure siccome essi sono resi capaci di accettare la Grazia nonessendola ma ricevendola soltanto possono compiere un reale rifiutoin sintesi lrsquoangelo puograve peccare se sigrave in che modo135

secondo Maritain136 lrsquoatto su cui si basa il destino morale dellrsquoan-gelo richiede la perfetta libertagrave di scelta Quindi questo non puograve essereil primo atto della sua volontagrave Questo egrave il prodotto di un movimentosoprannaturale di dio che fa sigrave che la volontagrave angelica tenda sponta-

135Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

135 Per ulteriori approfondimenti sullrsquoevoluzione del pensiero dellrsquoaquinate in materiacome anche sulle elaborazioni dei suoi commentatori cfr s-t Bonino Les anges et

les deacutemons pp 215-271 cfr anche C JoUrnEt ndash J Maritain ndash P dE la trinitEacute Le Peacutecheacute de lrsquoange

136 Cfr J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 127-154

neamente al proprio bene e per converso verso dio quale sommoBene dellrsquoordine soprannaturale tale movimento soprannaturale egravegratuito solo se incoativo conforme alla natura angelica e non ostaco-labile dal libero arbitrio non egrave quindi un atto di caritagrave in senso strettoe il suo carattere meritorio egrave inefficace Questo primo atto richiede diessere ratificato da una scelta del libero arbitrio che entra in giocopositivamente solo con il suo primo atto di scelta propriamente dettaovverosia nel secondo istante allrsquoistante della natura creata ndash cheinclude una certa libertagrave ndash deve essere aggiunto quindi lrsquoistante dellamente nella sua stessa dignitagrave lrsquoistante della scelta morale dellrsquoatto dicaritagrave come amore preferenziale137 in sintesi

Egrave essenziale per ogni natura creata considerata in seacute di poter sba-gliare Egrave solo (per porsi nellrsquoipotesi di natura pura) in virtugrave della col-locazione nellrsquoamore per dio mediante lrsquoatto irriformabile di liberaopzione da cui dipende la beatitudine naturale finale o (tenendosinella situazione esistenzialmente data) in virtugrave dellrsquounione perfetta alBene increato soprannaturalmente consumato nella visione beatificache il bene creato puograve pervenire al privilegio dellrsquoimpeccabilitagrave138

il pensiero di Maritain assume una posizione in linea con la tradi-zione della seconda scolastica specialmente della scuola caietanistache dopo san tommaso era andata distinguendo due ordini e duedecreti139 lo si riconosce immediatamente percheacute nel parlare dellascelta angelica distingue due situazioni una storicamente data e lrsquoal-tra solo ipotetica e ideale che troviamo entrambe introdotte tra paren-tesi nella citazione di cui sopra Quella ipotetica egrave presentata come unlaquoporsi nellrsquoipotesi di natura puraraquo mentre quella attuale ndash cioegrave quellache suppone in atto il Progetto di Grazia dellrsquoaltissimo ndash egrave detta coiseguenti termini laquonella situazione esistenzialmente dataraquo

136 P Galassi

137 laquoBonum creatum in se consideratum deficere potest sed ex coniunctione perfectaad bonum increatum qualis est coniunctio beatitudinis adipiscitur quod peccarenon possitraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 8 ad 1

138 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 153-154139 Cfr il giagrave citato lavoro di henri de lubac per lrsquoapprofondimento storico

se pure ci siamo distanziati dallrsquoassumere questo schema tuttaviacrsquoegrave un modo con cui si puograve beneficiare delle intuizioni di Maritain ladimensione dei due ordini distinti ndash naturale e soprannaturale ndash e la for-mulazione di due decreti divini sono strettamente connesse poicheacute ognidecreto a seconda della sua incidenza e radicalitagrave nel piano divinoimplica una riformulazione dellrsquoordine che si imprime sulla Crea zio -ne tale ridefinizione senza mai essere in contraddizione con lrsquoordinedella natura egrave propria della Grazia e si rivela piugrave o meno parziale perla scuola dellrsquoincarnazione perfettiva ed oseremmo dire quasi totaleper una visione che vede lrsquoincarnazione totalmente motivata dal con-seguimento della redenzione

appare evidente che assumendo una prospettiva anagogica questastruttura non regge e la distinzione fra ordine naturale e ordine sopran-naturale sbiadisce non per una confusione di Grazia e di natura maper lrsquoaffievolirsi di questa opposizione precostituita infatti la nozionedi ordo cosigrave configurata suppone due architetture che rischiano diessere concepite come giustapposte o sovrapposte e non compenetrate

il fatto che la natura si comporti per la Grazia come sostrato di ine-renza non fa di questrsquoultima una sovrastruttura Ciograve sembra esseresuggerito dallrsquoidea appunto di due ordini e non piuttosto di unaduplice dimensione del solo ed unico ordine della Creazione Eccospiegato percheacute tommaso non parla mai di pura natura ma sempre dicreatura lo ripetiamo non esiste una natura non creata

Conditio proviene da condere che significa fondare nel latinodella Vulgata (Ez 2815) questa parola indica la creazione laconditio naturae evoca lo stato nativo della creatura non crsquoegrave men-zione in questo passaggio [Summa Theologiae i q 63 a 1 resp]di una peccabilitagrave angelica nellrsquoordine naturale [tr nostra]140

137Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

140 laquoConditio vient de condere qui signifie fonder dans le latin de la vulgate (Ez 2815) ce mot deacutesigne la creacuteation la conditio naturae eacutevoque donc lrsquoeacutetat natif de lacreacuteature il nrsquoest donc pas question dans ce passage [Summa Theologiae i q 63a 1 resp] drsquoune peccabiliteacute angeacutelique dans lrsquoordre naturelraquo l sEntis Saint

Thomas drsquoAquin et le mal p 143

la vera distinzione non egrave fra natura e grazia ma fra creatura eCreatore lrsquoidea di una natura pura egrave frutto di unrsquoastrazione operata apartire da un tuttrsquouno di grazia e natura cioegrave una natura gratificatache egrave il vero oggetto della nostra speculazione del resto ogni specu-lazione parte da un dato da un fatto e la nozione di una natura purain quanto tale non si dagrave neacute si egrave mai data nella storia141 ora quello chesi egrave compiuto egrave stato astrarre dal dato fattuale di una natura gratificataciograve che egrave naturale salvo accorgersi che una natura nata senza la Graziaegrave una natura ferita che non solo non crsquoentra con la Grazia ma noncrsquoentra nemmeno con la natura percheacute il rifiuto della Grazia egrave giagrave fal-limento della natura per il Cristianesimo si ha a che fare quindi conuna natura fallita Ecco quindi che per riempire le lacune si egrave dovutodare un fine naturale alla natura fine che si puograve solo supporre unabeatitudine che non si egrave mai data storicamente Con tale fine naturalesi egrave colmata la lacuna lasciata dalla Grazia

tornando al tema la citazione di Maritain parte dalla constatazioneineludibile che solo dio egrave per natura impeccabile anche la creatura puograveessere impeccabile ma se non lo puograve essere per la natura lo potragrave esseresolo per la Grazia cioegrave per una partecipazione alla vita di dio Questonon significa inserire una radice di male allrsquoorigine della Creazione maaccogliere la nozione di libero arbitrio al pieno della sua serietagrave e gra-vitagrave non crsquoegrave male infatti nella possibilitagrave di peccare ma nellrsquoatto dipeccare percheacute la stessa possibilitagrave di peccare egrave quella moralmente attaalla virtugrave come superamento dellrsquooccasione di peccato in seacute dunquelrsquooccasione egrave indifferente ad entrambi gli esiti anzi non solo non egrave ori-ginariamente cattiva ma egrave piugrave buona che indifferente percheacute lrsquooccasio-ne egrave per il bene solo la volontagrave che si corrompe puograve renderla per ilmale la peccabilitagrave quindi non egrave altro che lrsquoaltra faccia della medagliainevitabile della perfettibilitagrave antecedente allrsquoadesione al fine

Questa impeccabilitagrave che Maritain chiama privilegio tanto per lanatura che per la Grazia puograve essere comunque conseguita attraversoun atto secondo un piano naturale e uno soprannaturale nel primo

138 P Galassi

141 tantrsquoegrave vero che adamo si dice fosse soggetto a doni praeternaturali sin dalla suacreazione

piano abbiamo un atto inserito ipoteticamente nella natura pura che egravedescritto sopra come quella laquocollocazione nellrsquoamore per dio median-te lrsquoatto irriformabile di libera opzione da cui dipende la beatitudinenaturale finaleraquo142 siccome si parla di collocazione mediante lrsquoattoirreformabile di libera opzione notiamo che lrsquoangelo egrave il soggettolrsquoatto egrave ciograve che egli compie e la collocazione egrave ciograve che lrsquoangelo realiz-za mediante lrsquoatto che compie

Ciograve che dipende dallrsquoatto egrave la beatitudine naturale e anche ciograve che siconsegue mediante lrsquoatto ossia la collocazione nellrsquoamore di dio Cosigravepossiamo concludere che in tale collocazione consiste la beatitudinenaturale per il nostro autore ora lrsquoatto che consente tutto ciograve egrave libero eir reformabile percheacute lrsquoangelo egrave determinato dalla propria scelta unavol ta sola definitivamente e senza alcuna costrizione lrsquoat to volitivo an -gelico egrave libero cioegrave ha nella libertagrave della medesima creatura la sua radi-ce piugrave prossima esso rientra poi nel genere delle opzioni per questoMa ritain parla di libera opzione laddove tendenzialmente col termineopzione ndash da optare ossia desiderare ndash si intende lrsquoespressione di unapre ferenza fra due o piugrave possibilitagrave nel caso angelico ovviamente so nosol tanto due lrsquoadesione al fine ultimo o il suo rifiuto il fatto che lrsquoan ge -lo sia posto in questa opzione secondo la sola natura pura dice per Ma ri -tain la radicalitagrave della peccabilitagrave creaturale superarla senza alcun in ter -vento di Grazia egrave dato solo dal conseguimento della beatitudine finaleinfatti nei requisiti della propria realizzazione vi egrave per lrsquoaquinatelrsquoimpossibilitagrave di poterla perdere

se [] parliamo della beatitudine perfetta promessa dopo la vita pre-sente allora va ricordato che [] per natura lrsquouomo desidera di con-servare il bene che possiede e di ottenere la sicurezza di non perder-lo altrimenti il timore o la certezza di perderlo gli procurerannonecessariamente una pena Quindi per la vera beatitudine si richiedeche lrsquouomo abbia la convinzione certa di non dover mai perdere ilbene che possiede E se questa convinzione egrave vera egrave chiaro che non

139Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

142 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo pp 153-154

perderagrave mai la beatitudine se invece egrave falsa giagrave egrave un male dellrsquointel-letto come il vero ne egrave il bene al dire di aristotele Quindi lrsquouomonon saragrave perfettamente beato se in lui si trova un male qualsiasi143

interessante notare come san tommaso nel passo citato non si stiariferendo ad alcuna beatitudine naturale ma a quella soprannaturalesulla quale egrave ricalcata lrsquoaltra nellrsquoipotesi della pura natura ciograve quasi amostrare che egrave dalla situazione esistente che si puograve desumere qualcosa diquella ipotetica infatti confidando eccessivamente nellrsquoipotesi di naturapura e partendo da essa Maritain parla della situazione esistente ndash nonteorica ndash come quella che sussiste laquoin virtugrave dellrsquounione perfetta al Beneincreato soprannaturalmente consumato nella visione beatificaraquo144 Quivediamo infatti un parallelismo imperfetto come prima avevamo la col-locazione nellrsquoamore di dio che egrave la beatitudine finale naturale quiabbiamo lrsquounione perfetta al Bene increato che egrave la visione beatificadella quale non viene descritto lrsquoatto mediante cui essa avviene ma sem-plicemente la modalitagrave in entrambi i casi inoltre avremo una colloca-zione nellrsquoamore di dio percheacute lrsquooggetto della beatitudine egrave lo stesso ndash ilBene increato ndash anche se cambierebbe il modo e la fruizione del medesi-mo Bene assoluto nel primo caso si sottintende unrsquoautocollocazione cheraggiunge una beatitudine inferiore mentre nel secondo caso una collo-cazione della Grazia che raggiunge una fruizione superiore

140 P Galassi

143 laquosi [hellip] loquamur de beatitudine perfecta quae expectatur post hanc vitam scien-dum est quod [hellip] naturaliter autem homo desiderat retinere bonum quod habet etquod eius retinendi securitatem obtineat alioquin necesse est quod timore amit-tendi vel dolore de certitudine amissionis affligatur requiritur igitur ad verambeatitudinem quod homo certam habeat opinionem bonum quod habet nunquamse amissurum Quae quidem opinio si vera sit consequens est quod beatitudinemnunquam amittet si autem falsa sit hoc ipsum est quoddam malum falsam opi-nionem habere nam falsum est malum intellectus sicut verum est bonum ipsiusut dicitur in 6 Ethic non igitur iam vere erit beatus si aliquod malum ei inestraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i-ii q 5 a 4 resp La Somma

Teologica Prima parte pp 77-78144 J Maritain Il peccato dellrsquoangelo p 154

la beatitudine soprannaturale egrave per questo priva dellrsquoatto volitivoangelico assolutamente no Quindi tutte quelle caratteristiche cheriguardano la scelta in quanto tale non sono affatto esclusive dellanatura ma sono propriamente inserite anche nellrsquoadesione angelicaciograve che perfeziona la natura non puograve togliere o ridurre la libertagrave dellanatura anzi la realizza se tuttavia la libertagrave egrave realizzata nella Graziasi potragrave comprendere il senso della stessa pienamente solo quandoquesta egrave esercitata nella sua pienezza se si volesse quindi comprende-re appieno il senso della libertagrave lo si potrebbe cogliere solo di fronteallrsquoopzione di una beatitudine che trascende le possibilitagrave soggettivedella natura

solo in questa architettura egrave pensabile negli angeli una modalitagrave divolere e decidere piena ed integrale che non conosca esitazioni e pen-timenti la volontagrave dellrsquoangelo egrave definitiva determinata senza ravve-dimento una volta per tutte Per lrsquoangelo data la sua natura puramentespirituale lo status viatoris dura un solo istante cosiccheacute viene ancheil dubbio di poter parlare propriamente di status viatoris si conservaquesto termine percheacute mantiene una tensione non estrinsecistica delcorretto rapporto tra naturale e soprannaturale in tale istante fonda-mentale lrsquoangelo egrave in grado di prendere una decisione irrevocabile edimmutabile a seguito di tale scelta totalmente compresa e pienamenteeffettuata gli angeli restano necessariamente fissi in ciograve a cui hannoaderito esattamente come avviene al momento della morte ultimoatto della vita umana

si deve ritenere fermamente come vuole la fede cattolica che lavolontagrave degli angeli buoni egrave confermata nel bene mentre la volontagravedei demoni egrave ostinata nel male la causa di questa ostinazione nonproviene perograve dalla gravitagrave della colpa bensigrave dalla particolare condi-zione della loro natura e del loro stato [hellip] la morte egrave per gli uominiquello che egrave la caduta per gli angeli [hellip] lrsquoangelo apprende col suointelletto in maniera irremovibile [hellip] la volontagrave dellrsquoangelo [hellip]aderisce stabilmente e irremovibilmente al suo oggetto [hellip] il liberoarbitrio dellrsquoangelo si puograve volgere verso entrambe le alternativeprima della scelta ma non dopo Cosigrave dunque gli angeli buoni ade-

141Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

rendo per sempre alla giustizia sono confermati in essa i cattiviinvece peccando rimangono ostinati nel peccato145

san tommaso fornisce qui una motivazione in piugrave rispetto a quella pre-cedentemente citata sulla fissitagrave della beatitudine se infatti consideriamosoltanto che egrave perfettamente posseduto ciograve che non puograve essere in nessunmodo perduto questo spiegherebbe solo percheacute di fronte al Bene increatonon vi sia piugrave motivo di volere altro tuttavia di fronte al fallimento eternovi sarebbero tutti i motivi per volere altro Ecco allora che emerge lo scan-dalo dellrsquoimpossibilitagrave di conversione per un angelo (caduto)

Possiamo evidentemente dare solo una giustificazione a posterioriche cerchi la spiegazione migliore per mostrare lrsquointrinseca ragionevo-lezza del dato rivelato ora se nel caso della dannazione lrsquoimmutabilitagravedella scelta non puograve essere motivata dallrsquooggetto scelto allora non puograveessere che nella scelta stessa il rapporto fra la volontagrave e la realtagrave infattiegrave binario per sua costituzione Quindi la scelta angelica non muta neacutepuograve piugrave mutare per la forza stessa dellrsquoatto volitivo per questo santommaso distingue fra una confermazione che il bene guadagnato operasulla volontagrave che ne fruisce e una ostinazione nella volontagrave demoniacaQuesto accade percheacute il fulcro della volizione diabolica egrave tutto sul sog-getto e non egrave centrato sullrsquooggetto debito percheacute se la conferma procededallrsquooggetto voluto lrsquoostinazione procede unicamente dal soggettovolente

142 P Galassi

145 laquotenendum est firmiter secundum fidem Catholicam quod et voluntas bonorumangelorum confirmata est in bono et voluntas daemonum obstinata est in maloCausam autem huius obstinationis oportet accipere non ex gravitate culpae sedex conditione naturae status hoc enim est hominibus mors quod angelis casus[hellip] angelus apprehendit immobiliter per intellectum [hellip] voluntas [hellip] angeliadhaeret fixe et immobiliter [hellip] liberum [hellip] arbitrium angeli est flexibile adutrumque oppositum ante electionem sed non post sic igitur et boni angeli sem-per adhaerentes iustitiae sunt in illa confirmati mali vero peccantes sunt in pec-cato obstinatiraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 64 a 2 respid La Somma Teologica Prima parte pp 722-723

la beatitudine quindi egrave sempre qualcosa di oggettivo ed eteronomomentre la dannazione egrave sempre un fatto soggettivo ed egrave tale solo percheacutevoluta nulla infatti di esterno al demonio impedisce a questi di esserefelice ma proprio percheacute il suo primo nemico e piugrave grande ostacolo allabeatitudine egrave se stesso la sua condizione egrave tremenda e disperante146

nellrsquoangelo beato infatti lrsquointelletto indica alla volontagrave ciograve che egrave ilBene increato e questa lo vuole percheacute egrave da volere al di lagrave di ognicosa essendo la beatitudine stessa non solo la volontagrave vuole ciograve chelrsquointelletto indica ma la stessa indicazione dellrsquointelligenza egrave oggettodi volere come strumento adeguato al raggiungimento del fine nelladannazione abbiamo lrsquoinverso lrsquointelletto non indica piugrave ciograve chesarebbe da volere ma solo ciograve che la volontagrave vuole che indichi in unavolontagrave che chiude lrsquoorizzonte intellettuale ad un prescelto in entram-bi i casi abbiamo sia lrsquoapprensione che la volizione irremovibile tutta-via nel primo caso egrave data dalla piena soddisfazione oggettiva nelsecondo invece lrsquointelletto dellrsquoangelo caduto vede che la volontagrave dia-bolica non vuole piugrave irremovibilmente altro e perciograve non indica altroabbiamo due irremovibilitagrave una procedente dallrsquooggetto della voli-zione e una procedente dalla semplice volizione e sono esattamentequelle che lrsquoaquinate aveva chiamate confermazione e ostinazione

Cosigrave pure quando dio inserisce lrsquoangelo nellrsquoordine soprannaturalela piena attualitagrave degli spiriti puri viene rispettata percheacute laquola beatitu-dine non distrugge la natura essendone il coronamentoraquo147

Ecco quindi che lrsquoangelo il quale opera sempre con la perfezione ditutta la sua natura intellettuale collabora beatamente con la Grazia nellamisura delle sue capacitagrave naturali Per la creatura spirituale crsquoegrave una sola

143Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

146 in tal senso il moderato intellettualismo di san tommaso non egrave per questo svalutati-vo del reale significato della volontagrave anzi la sua forza e la reale valorizzazione che essa ha nella sua visione si mostra nella risolutezza di cui egrave capace tale da definir-si in modo perpetuo ad unrsquoopzione contraria ad ogni logica

147 laquoBeatitudo non tollit naturam cum sit perfectio eiusraquo id Summa Theologiae iq 62 a 7 s c testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica

Prima parte p 693

scelta il peccato con la terribile responsabilitagrave e pena che ne consegueoppure il merito proporzionato a un connaturale grado di gloria148

272 Il peccato degli angeli

Percheacute creare esseri cosigrave sublimi se poi si danneranno per sempresembrerebbe un enorme rischio che contraddice il Progetto di bene nellarealtagrave Basta aprire gli occhi e le orecchie sul mondo per cogliere il fra-stuono di malvagitagrave che lo inonda a nostro avviso la questione stessa delmale e del peccato angelico confligge solo apparentemente con la certez-za dellrsquoonnipotenza e infinita Provvidenza divine Comrsquoegrave noto allrsquoelimi-nazione dellrsquoangelologia come tema corrisponde au contraire lrsquoemerge-re di un seducente dualismo che risolva la teodicea in un principio mal-vagio lrsquoangelologia egrave ciograve che salva la creaturalitagrave del nemico e la poste-rioritagrave del male al bene e questo non puograve essere sottovalutato in unavisione autenticamente cristiana e cattolica del cosmo

Ecco percheacute la questione del male biblicamente si esplica in inse-gnamenti sotto una modalitagrave narrativa149 san tommaso dal canto suoha avvertito lrsquoesigenza di sistematizzare lrsquoinsegnamento scritturistico

144 P Galassi

148 del resto tutte le riflessioni angelologiche dellrsquoaquinate assumono e indirizzanolrsquointuizione dionisiana dandole la sua retta collocazione poicheacute anche le gerar-chie angeliche vengono inserite nel grande disegno della Creazione eminentetestimonianza dellrsquoarmonia divina e luogo privilegiato della storia della salvezzalaquoΣκοπὸς οὖν ἱεραρχίας ἐστὶν ἡ πρὸς Θεὸν ὡς ἐφικτὸν ἀφομοίωσίς τε καὶ

ἕνωσιςraquo dioniGi arEoPaGita Tutte le opere Testo greco a fronte p 98 cfrtoMMasodrsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 62 a 6 resp laquorationabile estquod secundum gradum naturalium angelis data sint dona gratiarum et perfectio beatitudinis Cuius quidem ratio ex duobus accipi potest Primo quidem ex parteipsius dei qui per ordinem suae sapientiae diversos gradus in angelica naturaconstituit [hellip] secundo apparet idem ex parte ipsius angeli Quando [hellip] non estaliquid quod retardet aut impediat natura secundum totam suam virtutem move-tur Et ideo rationabile est quod angeli qui meliorem naturam habuerunt etiamfortius et efficacius ad deum sint conversiraquo

149 Cfr i libri della Genesi e di Giobbe

affrontandolo da piugrave punti di vista Per il tema che concerne il nostrolavoro lrsquoangelologia si rivela un luogo decisivo per lrsquoapprofondimen-to del tema del male Come detto sopra la libertagrave dellrsquoangelo ndash comedellrsquouomo ndash non egrave neacute fusa neacute giustapposta alla Grazia ma semplice-mente creata solo in questo senso anche il male puograve venir concepitoper ciograve che esso stesso egrave biblicamente e metafisicamente neacute puronulla neacute principio ma privazione cioegrave nulla indebito e quindi causatoda una causa deficiens che non pone alcuncheacute ma toglie sottrae rubaal bene parte della sua bontagrave il grande guadagno di san tommaso stanel coniugare brillantemente lrsquoidea agostiniana di peccato150 con ildato rivelato e la concettualitagrave aristotelica suggerendo per derivazio-ne lrsquoidea di libertagrave come desiderio

Questo egrave del resto ben sottolineato dal fatto che sia opportuno ndash anzidoveroso ndash distinguere nellrsquoangelo come in ogni creatura il li vellodella natura e il livello della volontagrave la questione angelologica egrave anostro avviso ben propizia ad una riscoperta della libertagrave dello spi ritoumano il quale naturaliter capax cognoscendi et diligendi Deum egrave ingrado di colmare in quanto libertagrave creata quella distanza altrimentiincolmabile con il dio trinitagrave151 laurent sentis rilegge la dinamicadella libertagrave nel rapporto tra Grazia soprannaturale e natura spirituale

145Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

150 laquoMalum sit aversio eius ab incommutabili bono et conversio ad mutabilia bonaraquoaGostino di iPPona (s) De Libero Arbitrio libri tres liber ii par 19 n 53 su questabase lrsquoaquinate puograve affermare che laquotam angelus quam quaecumque creatura rationa-lis si in sua sola natura consideretur potest peccare et cuicumque creaturae hoc con-venit ut peccare non possit hoc habet ex dono gratiae non ex conditione naturaeCuius ratio est quia peccare nihil est aliud quam declinare a rectitudine actus quamdebet habereraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 63 a 1 resp

151 Certo non intendiamo un riempimento attivo quasi che colmasse la distanza peruna propria forza questo sarebbe intendere la volontagrave anzitutto come arbitrio Macome abbiamo appena detto la volontagrave egrave anzitutto desiderium per san tommasosiccheacute parliamo di un riempimento passivo la cui possibilitagrave egrave insita per misericor-dia di dio nellrsquoinfinita disponibilitagrave del desiderio umano

e in tal modo fa emergere come lrsquoangelo sia la figura paradigmaticache palesa

la sproporzionalitagrave inerente al desiderio spirituale Poicheacute il desti-no dellrsquoangelo egrave partecipare alla vita divina e poicheacute questa parte-cipazione alla natura increata supera le capacitagrave della natura creatalrsquoaccesso a questa felicitagrave non puograve venire da una necessitagrave inerentealla natura angelica non puograve venire che da un atto gratuito daquel momento in poi la peccabilitagrave egrave implicita nella condizionenativa della creatura ribadiamo che la sproporzionalitagrave del desi-derio appare in questa particolare risposta in cui solo lrsquoangelo egravecontenuto e non nella risposta generale in cui tommaso considerala peccabilitagrave di ogni creatura dotata di ragione [tr nostra]152

Questa tesi teologica trova diretta esplicitazione solo al compimen-to della produzione storica dellrsquoaquinate153 essendo questo uno degliultimi elaborati della sua immensa produzione teologica puograve esserepensato nel caso dellrsquoangelologia come la conclusione di un percorsodi indagine che senza contraddirsi ha sempre rivelato ndash umilmente ndashnuove sfacettature di questa fondamentale tematica

Una migliore comprensione delle strutture della psicologia angelicaed una distinzione piugrave netta tra naturale e soprannaturale consentono asan tommaso di distinguere in un angelo che pure viene creato in statuGratiae lrsquoistante della conoscenza naturale e quello successivo della

146 P Galassi

152 laquola disproportionnaliteacute inheacuterente au deacutesir spirituel Parce que la destineacutee de lrsquoan-ge est de participer agrave la vie divine parce que cette participation agrave la nature increacuteeacuteeexcegravede les capaciteacutes de la nature creacuteeacutee lrsquoaccegraves agrave cette beacuteatitude ne peut provenirdrsquoune neacutecessiteacute inheacuterente agrave la nature angeacutelique elle ne peut venir que drsquoun actelibre degraves lors la peccabiliteacuteest impliqueacutee dans la condition native de la creacuteatureremarquons que la disproportionaliteacute du deacutesir apparaicirct dans cette reacuteponse particu-liegravere ougrave seul lrsquoange est concerneacute et non dans la reacuteponse geacuteneacuterale ougrave thomas envi-sage la peccabiliteacute de toute creacuteature doueacutee de raisonraquo l sEntis Saint Thomas

drsquoAquin et le mal p 146153 Precisamente nellrsquoarticolo 4 della quaestio 16 De malo

cognizione soprannaturale la conoscenza naturale di dio come auctornaturae e la conoscenza soprannaturale di dio come auctor Gratiae154

il punto nevralgico sta nel considerare in senso non dualistico que-sta distinzione che come risaputo ha dato adito a fraintendimentinello sviluppo della storia della teologia se si pensa ad esempio allanota questione della natura pura tuttavia una corretta lettura dei testidi san tommaso che ne rispetti la logica analogica di fondo egrave dovero-sa e piugrave di un autore in tempi recenti ha reso giustizia allrsquoindubbiaattualitagrave del pensiero tommasiano155

lrsquoaquinate distingue a proposito dellrsquoangelo come di ogni creaturaun livello operativo della Grazia coincidente con lrsquoatto di creazione e unlivello cooperativo in cui entra in gioco la libertagrave creata questa finedistinzione consente drsquoindividuare nella creatura ndash e quindi eminentemen-te nellrsquoangelo ndash una dimensione di libertagrave recettiva come non ripugnanzaa dio da una dimensione di libertagrave propriamente detta come scelta a que-sto proposito Journet discerne efficacemente in san tommaso

la distinzione tra lrsquoeffetto della grazia operante la cui responsabilitagraverimanda a dio solo e lrsquoeffetto della grazia cooperante anchrsquoessabuona ma dove la responsabilitagrave rimanda sia alla creatura che a dio[] allrsquoinizio sotto la mozione della grazia operante la volontagravenon egrave certamente inerte essa egrave intensamente attiva tuttavia la suaattivitagrave egrave limitata al consenso in un secondo tempo sotto la mozione

147Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

154 laquooportuit quod angelus in primo instanti suae creationis converteretur ad naturalemsui cognitionem secundum quam non potuit peccare [hellip] postmodum vero potuitconverti in id quod est supra naturam vel ab eo averti Et ideo angelus in primoinstanti suae creationis non fuit neque beatus per conversionem perfectam in deumneque peccator per aversionem ab ipso Unde augustinus dicit iv super Genes adlitteram quod post vesperam primae diei fit mane cum lux spiritualis scilicet ange-lica natura post cognitionem propriae naturae quae non est quod deus refert se adlaudandam lucem quae est ipse deus cuius contemplatione formaturraquo toMMaso

drsquoaQUino (s) Quaestiones disputatae de malo q 16 a 4 resp155 tra gli autori salienti ricordiamo i giagrave citati M-d Chenu Eacute Gilson J Maritain

C Journet ai quali si puograve aggiungere h de lubac

della grazia cooperante la volontagrave stessa si muove a scegliere imezzi in vista del fine [tr nostra]156

tutto questo percorso conduce inevitabilmente ad un affondo sullaquestione del male se infatti qualsiasi creatura fosse anche la piugravesublime puograve peccare quale consistenza assume il male morale

il dramma del peccato diabolico rischia di portare alla conclusioneche esista un male posto nel senso di consistente anche qui comeriguardo alla questione del rapporto tra gli angeli e Cristo viene inaiuto la metodologia ermeneutica anagogica Per far questo occorre inprimo luogo assumere il dato filosofico tradizionale ndash connivente conla dottrina della Creazione ndash che

presenta come un assioma metafisico la tesi secondo cui ciograve che egravein quanto egrave egrave buono Questa tesi egrave presentata come quella dellaconvertibilitagrave dellrsquoessere e del bene (ens et bonum convertuntur)[tr nostra]157

tale posizione che vede di fatto ogni cosa dotata di essere ndash creata ndashcome buona suggerisce la prospettiva in cui leggere il peccato stessoche non puograve assumere spessore ontologico si badi bene prospettivanon significa immediatamente soluzione tantrsquoegrave vero che ad un primolivello potrebbe sembrare che il peccato in quanto presente nelmondo sia paradossalmente e ontologicamente buono se egrave pur vero

148 P Galassi

156 laquola distinction entre lrsquoeffet de la gracircce opeacuterante donrsquot la responsabiliteacute remonte agravedieu seul et lrsquoeffet de la gracircce coopeacuterante bon lui aussi mais donrsquot la responsabi-liteacute remonte agrave la fois agrave la creature et agrave dieu [hellip] au premier temps sous la motionde la gracircce opeacuterante la volonteacute nrsquoest certes pas inerte elle est mecircme intenseacutementactive mais son activiteacute se borne uniquement agrave consentir au second temps sous lamotion de la gracircce coopeacuterante la volonteacute se meut elle-mecircme agrave choisir les moyensen vue de la finraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute p 214

157 laquoPreacutesente comme un axiome meacutetaphisique la thegravese selon laquelle ce qui est en tant quetel est bon Cette thegravese est preacutesenteacutee comme celle de la convertibiliteacute de lrsquoeacutetant et dubon (ens et bonum convertuntur)raquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 27

che laquotutto concorre al bene per quelli che amano dioraquo158 non egrave perogravedi Provvidenza che si parla a questo livello infatti lrsquoazione di dio cheaddirittura sa trarre il bene dal male non come materia o causa macome occasione suppone giagrave che si sia definito cosa si intenda con iltermine male e peccato Ci accorgiamo che di fronte al problema delmale si corre il duplice rischio dellrsquoassolutizzazione ndash il male ontolo-gico ndash e del riduzionismo ndash lrsquoinesistenza del male

la scaturigine di questa ἀπορία sorge nellrsquoomissione della nozioneagostiniana di peccato come aversio il punto egrave cosa identifica il pec-cato come tale ossia percheacute nellrsquoatto in cui si commette una colpa cisi sente peccatori il peccato implica sempre due aspetti la conversioad creaturam e lrsquoaversio a Deo la domanda egrave che cosa identifica ilpeccato come tale si puograve sostenere il primo aspetto percheacute santommaso (i-ii q 3) afferma che tutto ciograve che egrave voluto egrave voluto inquanto buono Questa bontagrave egrave detta reale per quelle azioni conformi adio solo apparente per quelle azioni non conformi a dio nondimenoegrave sempre una bontagrave a motivare lrsquoazione intrinsecamente buona e quel-la peccaminosa sebbene tale bontagrave nellrsquouno e nellrsquoaltro caso nonsiano sovrapponibili tuttavia colui che egrave giusto angelo o uomo chesia non differisce dallrsquoingiusto per lrsquoamore che ha della Creazionema per la correttezza nellrsquoamare Quindi affermare che la conversio adcreaturam egrave lrsquoaspetto identitario del peccato significa confondere lrsquoa-spetto genetico della colpa con lrsquoaspetto formale del peccato al con-trario ciograve che distingue lrsquoazione peccaminosa da tutto il resto egrave lacarentia ordinis amoris che non egrave altro che lrsquoaversio a Deo da que-strsquoultima quindi bisogna partire percheacute ogni male egrave privazione men-tre lrsquoamore verso le creature dice un positivo e assumerlo comedistintivo del peccato implica postulare il male come un positivo onto-logico Peraltro concepire il male in risposta ad una sua eccessivaontologizzazione solo come un niente rischia di svilire il grado diresponsabilitagrave della creatura e per estensione lrsquoelisione del male toutcourt Qualcuno ha quindi tentato di porre la radice del male per lrsquouo-mo come per lrsquoangelo nella decisione Ci stiamo riferendo natural-

149Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

158 Rm 8 28

mente al pensiero di Maritain159 sopra espresso riguardo al rapportotra naturale e soprannaturale ora il riferire il male allrsquoatto di liberaopzione sposta solo il problema poicheacute riferire la colpa al soggettonon implica identificarne lrsquoorigine assolutizzando una lettura diacro-nica dellrsquoatto con cui il peccato viene compiuto si rischia di positiviz-zare ndash da ponere ndash eccessivamente il peccato come un dato

Un tale errore [] egrave inevitabile quando si studia il peccato dalpunto di vista di chi guarda al futuro il peccato egrave quindi una possi-bilitagrave proiettata di fronte a se stessi e quindi acquisisce una certapositivitagrave percheacute egrave intesa come una scelta [tr nostra]160

lrsquointento altissimamente speculativo di Maritain porta al massimolivello la storia dellrsquointerpretazione del dettato tomistico riguardo ilmale ad opera dei commentatori moderni Giovanni di san tommasoin primis tuttavia pur volendone smontare le conclusioni di fatto neassume le premesse erronee Come sostiene sentis egrave vero chelaquoMaritain rileva bene lrsquoasimmetria tra il confine del bene e del male[tr nostra]raquo161 ovverosia il fatto che solo il bene si ponga a livello del-lrsquoessere tuttavia il problema sorge quando si pone il problema dellacausa mali per usare un paragone sarebbe come chiedersi il percheacute cisia lrsquooscuritagrave che non puograve essere definibile se non come assenza ndashprivatio ndash di luce la libertagrave di fronte allo scacco drammatico del malerivela la sua corretta dimensione di possibilitagrave non di creativitagrave dettoaltrimenti la volontagrave libera non pone ndash nel senso di porre in essere ndash

150 P Galassi

159 Cfr anche J Maritain Dieu et la permission du mal descleacutee de Brouwer Paris 1993160 laquoUne telle meacuteprise [hellip] est ineacutevitable degraves lors que lrsquoon eacutetudie le peacutecheacute en se

placcedilant du point de vue de celui regarde vers lrsquoavenir le peacutecheacute est alors une pos-sibiliteacute projeteacutee devant soi et acquiert de ce fait une certaine positiviteacute du faitqursquoon le comprend comme un choixraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le malp 173

161 laquoMaritain repegravere bien la dissymeacutetrie entre la ligne du bien et la ligne du malraquo ivip 171 per la confutazione della posizione di Maritain cfr anche le pagineseguenti

ma dispone un giagrave dato Ecco quindi che si rivela lrsquoenorme guadagnodi sentis ndash straordinariamente semplice nella sua evidenza ndash di unmale che si pone non in riferimento al soggetto che sceglie o allrsquoattodi scelta ma riorienta entrambi in relazione alla regula ndash intesa comedirezione piugrave che semplice norma legale ndash che indica il benelrsquoalteritagrave irrompe nella dinamica decisionale del soggetto angelo ouomo che sia si semplifica cosigrave lrsquoardua e difficilmente risolutiva spie-gazione della peccabilitagrave secondo Maritain in una piugrave semplice quantonaturale visione del male come drammatica distrazione

analizzando a fondo infatti si rivela unrsquoἀπορία se ricordiamo illegame tra bene ordine e perfezione notiamo come di fatto il male siauna deviazione ndash aversio o privatio ndash dal bene ora chiedersi la causadi questa deviazione egrave quanto meno equivoco per sentis percheacute se sipensa a come il male si configura di fatto esso si rivela esattamentecome non radicale come conferma la grande intuizione per cosigrave direlaica di hannah arendt162

lrsquoattenzione si sposta quindi dal male come oggetto in seacute di fattoinafferrabile come il fumo al male come difetto

non si pecca decidendo liberamente di peccare ma si ha peccatopercheacute non si egrave prestato attenzione alla legge di dio E il peccato egravegiustamente imputato a noi se e solo se era in nostro potere presta-re attenzione dire che la volontagrave era libera significa che avevamoquel potere Quindi non egrave a partire dalla nostra libera decisione che

151Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

162 laquoil male non egrave mai ldquoradicalerdquo ma soltanto estremo [hellip] Esso puograve invadere edevastare il mondo intero percheacute si espande sulla sua superficie come un fungoEsso ldquosfidardquo [hellip] il pensiero percheacute il pensiero cerca di raggiungere la profonditagravedi andare alle radici e nel momento in cui cerca il male egrave frustrato percheacute nontrova nulla Questa egrave la sua ldquobanalitagraverdquo solo il bene egrave profondo e puograve essere radi-caleraquo h arEndt Ebraismo e modernitagrave feltrinelli Milano 2001 p 227Precisiamo che la grande filosofa inseriva in questo discorso una critica alla origi-ne demoniaca del male fraintendendo o dimenticando che per la teologia cristiananeppure il demonio egrave di fatto origine del male

abbiamo peccato ma egrave a partire dal fatto che la nostra volontagrave eralibera che siamo rimproverati per non aver preso in considerazione[la legge tr nostra]163

assunto questo dire che il peccato sia in qualche modo disattenzionepuograve portare ad equivoci inoltre se ci si rapporta ad unrsquointelligenza puracome lrsquoangelo perfettamente intuitiva e non discorsiva come si puograve dareuna disattenzione Una disattenzione angelica ndash letta analogicamente ndashpuograve darsi solo come mancato consenso nei confronti di una Graziasoprannaturale che lrsquoha creato e gli si propone Cosigrave facendo da un latosi distingue finemente la decisione dalla peccabilitagrave poicheacute questrsquoultimalaquoegrave legata al destino soprannaturale [tr nostra]raquo164 dallrsquoaltro lato si confi-gura finalmente una cifra sintetica del male come dis-ordine mal-funzio-namento de-regolamentazione deacuteregraveglement dove il peccato egrave

una ricerca del proprio bene senza considerare cosa dovrebbe rego-lare questa ricerca [] vediamo che per tommaso il peccato egravealla sua radice un desiderio non regolato [hellip] alla radice dellasregolatezza crsquoegrave una mancanza di attenzione non si tratta di disat-tenzione come distrazione o incuria ma qualcosa di piugrave serio []tommaso ci aiuta a capire che il peccato alla radice egrave una mancan-za di attenzione a dio [] attendere significa essere attentolrsquoattenzione agli altri suppone che si sappia aspettare che ci simetta al loro ritmo allo stesso modo [] essere attenti a diosignifica attendere lrsquoora di dio [tr nostra]165

152 P Galassi

163 laquoon ne pegraveche pas en deacutecidant librement de peacutecher mais on a peacutecheacute parce que lrsquoon nrsquoapas precircte attention agrave la loi de dieu Et le peacutecheacute nous est impute agrave juste titre si et seule-ment si il eacutetait en notre pouvoir de precircter attention dire que la volonteacute eacutetait libresignifie que nous avions ce pouvoir ainsi ce nrsquoest pas par notre libre decision quenous avons peacutecheacute mais crsquoest parce que notre volonteacute eacutetait libre qursquoil nous est reprocheacutede nrsquoavoir pas considereacuteraquo l sEntis Saint Thomas drsquoAquin et le mal p 173

164 Ivi p 146165 laquoUne recherche du bien propre sans consideacuteration de ce qui doit reacuteguler cette

rechercheacute [hellip] nous y voyons que pour thomas le peacutecheacute est agrave sa racine un deacutesir

Questa ci sembra la prospettiva vincente che tenga conto di tutti ifattori in gioco nel rispetto dellrsquoalteritagrave e a salvaguardia dellrsquounitagraveComprendiamo che la questione della libertagrave ndash angelica e umana ndash deveessere originariamente considerata in-relazione-a Come la nozionetomista di veritagrave come adeguazione implica il riconoscimento di unacorrispondenza tra lrsquointelletto e la realtagrave che avvolge lrsquointelletto stessocosigrave la libertagrave ndash comprendente la peccabilitagrave ndash diventa consenso ndash omeno ndash a quella regola che pone in essere e si propone alla relazione

3 Per una cosmoloGia storico-salvifica il GuadaGno teoloGico dellrsquoanGeloloGia tomista

31 il cosmo e gli angeli

lrsquoaquinate postula e argomenta lrsquoangelologia allrsquointerno di unaconcezione del mondo come Uni-verso istituendo contemporanea-mente la Causa il fine e lrsquoorizzonte attraverso cui leggere e ap pro -fondire la molteplicitagrave del mondo dio crea il mondo per sovrabbon-danza di Bene Bonum diffusivum Sui crea un mondo che ne riflettalrsquoinfinita ed assoluta perfezione in una molteplicitagrave di effetti tuttaviaognuno di essi egrave connesso allrsquoesemplaritagrave divina ne riflette le miriadidi raggi di luce radicate nellrsquounica fonte luminosa del sole Questacertezza sposta lrsquoindagine teologica sulla Creazione dallo spazio-tempo alla relazione tanto in senso orizzontale (creatura-creatura)quanto in senso verticale (creatura-Creatore)

153Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

non reacuteguleacute [hellip] Agrave la racine du deacuteregraveglement il y a un deacutefaut drsquoattention il ne srsquoagitpas de lrsquoinattention entendue comme distraction ou eacutetourderie mais de quelque choseplus grave [hellip] thomas nous aide agrave comprendre que le peacutecheacute en sa racine est unmanque drsquoattention agrave dieu [hellip] attendre crsquoest ecirctre attentif lrsquoattention agrave autrui sup-pose que lrsquoon sache attendre que lrsquoon se mette agrave son rythme de mecircme [hellip] ecirctreattentif agrave dieu signifie attendre lrsquoheure de dieuraquo ivi pp 148-149

non dobbiamo quindi concludere che la creazione legata allrsquoidea diun inizio possa essere concepita come un evento storico non egrave unevento dal momento che non esiste un teatro in cui questo presuntoevento possa aver avuto luogo cosigrave che da allora non succede nullanon avviene alcun cambiamento in modo che solo questo egrave reale ilmondo egrave egrave allrsquointerno di un primo istante che non ha precedenti seb-bene debba avere un seguito egrave di dio e in questo senso egrave creato dadio relazione sempre e non evento o colpo di scena [tr nostra]166

la presentazione di sertillanges egrave ricchissima di spunti non esisteuna creazione evenemenziale del mondo percheacute ogni evento creato egravetale solo nel mondo e supponendo il mondo come Creazione Possiamocapire questa considerazione solo richiamando alla memoria lrsquoanticadiatriba medievale tuttrsquoaltro che inattuale riguardo allrsquoorgine dellaCreazione Ci si domandava se il mondo fosse eterno o avesse avuto uninizio tommaso nellrsquoomonimo opuscolo167 mostrograve come lrsquoeternitagrave delmondo non contraddicesse assolutamente la tesi di una sua creazioneEssa egrave lrsquounico modo adeguato di derivare lrsquoesistenza delle cose sia chela loro totalitagrave ordinata non abbia avuto un inizio temporale sia che loabbia avuto la contraddizione egrave solo unrsquoapparenza chi designa unistante in cui il mondo inizia designa uno spartiacque poicheacute ogniistante divide il tempo in due cioegrave secondo un prima e un poi ne con-

154 P Galassi

166 laquoon nrsquoen doit donc pas conclure que la creacuteation mecircme lieacutee agrave lrsquoideacutee de commen-cement puisse ecirctre conccedilue agrave la faccedilon drsquoun eacuteveacutenement historique Ce nrsquoest pas uneacuteveacutenement puisqursquoil nrsquoy a pas de theacuteacirctre ougrave ce preacutetendu eacuteveacutenement puisse sedeacuterouler puisqursquoalors il ne se passe rien qursquoaucun changement ne se produit quececi seulement est reacuteel le monde est il est dans un premier instant qui nrsquoa pas depreacuteceacutedent bien qursquoil doive avoir une suite il est de par dieu et en ce sens il estcreacuteeacute de dieu relation toujours et non pas eacuteveacutenement ou coup de theacuteacirctreraquo a-dsErtillanGEs Les grandes thegraveses de la philosophie thomiste Bloud et Gay Paris1928 p 89

167 Cfr toMMaso drsquoaQUino (s) De aeternitate mundi testo latino e traduzione ita-liana in id Lrsquounitagrave dellrsquointelletto Lrsquoeternitagrave del mondo Esd Bologna 2012 pp 199-226

segue che ad ogni inizio che si possa trovare per il mondo si troveragraveugualmente un prima e un poi immaginiamo di compiere lrsquoazioneallrsquoinfinito si potragrave cogliere allora la natura infinita del tempo e quindidel mondo percheacute il tempo di cui parliamo egrave quello del mondo Comeabbiamo veduto perograve con sertillanges tale inizio per la teologia cristia-na non egrave nel tempo ma del tempo Come tale non egrave un evento storicoma egrave storico solo lrsquoinizio di qualcosa nel mondo

la tesi cristiana quindi non contraddice la ragione percheacute si rife-risce ad un livello della parola istante differente da quello della filoso-fia dellrsquoente mobile il fatto poi che si accolga per rivelazione che ilmondo abbia avuto un inizio non egrave privo di un grado di convenienzaalla luce della causalitagrave esemplare anzi oserei dire che ne esprime lasintesi non bisogna mai dimenticare un criterio simbolico nel cosmodio ha fatto il mondo percheacute fosse leggibile cosiccheacute ogni sua letturacoerente assume un significato non indifferente

fugata la possibilitagrave della Creazione come colpo di scena cosigrave ci dicepadre sertillanges rimane una visione di Creazione come relazione Cheil mondo abbia avuto un inizio temporale o no fatto che non egrave con-traddittorio con lrsquoinizio di ogni cosa dalla relazione con dio tutto egrave exexitu a Deo Per questo il mondo egrave Universo percheacute innervato diunrsquounica catena di relazioni che lo tiene insieme secondo un principiodi armonica unitagrave se egrave unitario in relazione allrsquounica origine egrave uni-verso in relazione allrsquounico fine cioegrave ex reditu ad Deum Perciograve cisembra che il cuore della questione sia questo la celebrazione dellarelazionalitagrave elemento che pienamente si verifica solo nel misterodella Chiesa Questa da un lato egrave lrsquoultimo effetto proprio dellrsquoesem-plaritagrave divina ndash di un dio che egrave tre Relationes subsistentes ndash ed egrave dal-lrsquoaltro anche il primo scopo della creazione

dunque egrave proprio in relazione allrsquounitagrave dellrsquoUniverso che santommaso colloca lrsquoesistenza e le caratteristiche angeliche lrsquoabbiamovisto sin dal concetto aristotelico dei motori celesti riletto poi allaluce di una visione pervasiva della Provvidenza di dio ora la perfe-zione dellrsquouniverso richiede lrsquoesistenza di creature immateriali e incor-poree e la Provvidenza divina si manifesta proprio con la creazione diesseri puramente spirituali attraverso i quali si possa esprimere almeglio lrsquoimago Dei

155Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

32 unrsquoestetica teologica ldquoab angelisrdquo

nel pensiero di san tommaso un modo per rendere lrsquoimmaginedella perfezione di dio egrave la bellezza il pulchrum e in questo senso lrsquoan-gelo egrave testimone di Bellezza per eccellenza ma non da solo solamentecon lrsquouomo come abbiamo veduto sopra abbiamo una visione cosmicadel dio del cosmo una visione integrale del dio dellrsquouniverso interopercheacute nellrsquoangelo lrsquouomo ha il paradigma della trascendente presenzadi dio e nellrsquouomo lrsquoangelo ha il paradigma dellrsquoimmanenza implicatain ogni trascendenza lrsquouomo in ciograve che egrave non puograve che essere paradig-matico di questo cioegrave che la totale trascendenza dellrsquoaltissimo non egraveper la sua assolutezza meno assoluta intimitagrave

in modo particolare se entriamo nei celebri tre caratteri formali delbello possiamo intravedere la sintesi di quanto sino ad ora affermatoEssi sono lrsquointegritas la proportio e la claritas168 che costituisconolrsquoeccellente natura dellrsquoangelo Partendo dallrsquointegritas la quale pro-priamente definisce lrsquoavere tutto quanto egrave debito per una determinatanatura essa egrave un aspetto specificante dellrsquoessenza angelica ossia lrsquoin-tellettualitagrave intuitiva pura e non discorsiva ad essa egrave debita lrsquoinfusio-ne di quelle specie universali mediante cui la creatura spirituale cono-sce ogni ente Maggiore egrave la natura dellrsquoangelo minore egrave il numerodelle specie siccheacute lrsquointegritagrave non egrave piugrave su di un piano quantitativoal contrario trasferendosi su un piano puramente qualitativo lrsquointe-gritas egrave direttamente proporzionale alla simplicitas Integrum quindinon egrave espressione di una totalitagrave di parti ma la maggiore identitagrave delsegrave con segrave cosa che in modo assoluto egrave solo di dio

la debita proportio si mostra straordinariamente limpida percheacutelrsquointelligenza in quanto perfettamente intuitiva non compie passaggiegrave diretta e come tale esprime in modo eminente la proporzione fra

156 P Galassi

168 laquoad pulchritudinem tria requiruntur Primo quidem integritas sive perfectio quaeenim diminuta sunt hoc ipso turpia sunt Et debita proportio sive consonantia Etiterum claritas unde quae habent colorem nitidum pulchra esse dicunturraquotoMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i q 39 a 8 resp

mente angelica e realtagrave sul calco della veritas adaequatio rei et intel-lectus169 Quanto piugrave lrsquoadeguazione della mente creata egrave fedele allarealtagrave tanto piugrave egrave specchio dellrsquoaltra adeguazione quella ontologicache descrive il rapporto fra la Mente creatrice di dio e il mondo crea-to si noti questo aspetto la proporzione veritativa di mente e mondonon egrave forse la stessa proporzione che vi egrave fra il mondo e la mente con-siderate da una diversa prospettiva allora la debita proportio aprequesta nostra breve estetica della creatura spirituale ad extra nonessendo autoreferenziale ma integrata ed integrante il cosmo

il mondo egrave stato creato da dio per quelle creature razionali chepossono consapevolmente fruirne ma allo stesso modo la creatura spi-rituale egrave creata percheacute il mondo sia completo perfetto quasi corollaluminosa dello splendore del mondo medesimo si giunge cosigrave allrsquoulti-mo criterio formale del bello la claritas

Splendor veri dicevano i Platonici [] splendor ordinis dicevasantrsquoagostino [] splendor formae diceva s tommaso [] per-cheacute la forma egrave anzitutto il principio proprio drsquointelligibilitagrave lachiaritagrave propria di ogni cosa [] dire con gli scolastici che la bel-lezza egrave lo splendore della forma sulle parti proporzionate dellamateria vuol dire che essa egrave una folgorazione drsquointelligenza su unamateria disposta intelligentemente170

ora abbiamo visto che tali tre caratteri applicati allrsquoangelologia ciraccontano dio il mondo e lrsquouomo allrsquointerno del dramma storico-sal-vifico cioegrave non solo nellrsquoexitus a Deo della creazione ma parimenti delreditus ad Deum della redenzione o nuova Creazione si mostra pari-menti in una sintesi la radicale complementarietagrave che crsquoegrave tra angelolo-gia cosmologia e antropologia di modo che non si possa realisticamen-te condurre una delle tre discipline senza un riferimento alle altre Esseinfatti studiano un unico e sintetico Mistero la Chiesa mai peccatrice

157Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

169 Cfr id Quaestiones disputatae de veritate q 1170 J Maritain Arte e scolastica Morcelliana Brescia 1980 p 25

nellrsquoangelo redenta nellrsquouomo riconciliata nel mondo Ma la Chiesa egraveessenzialmente il Mistero di un Corpo che sarebbe privo di senso edorganizzazione se considerato a prescindere dal riferimento al Capo cheunifica tutte le membra cioegrave Cristo dunque ogni angelologia antropo-logia e cosmologia che sia e voglia essere essenzialmente cristiana saragravesempre una sfaccettatura differente dellrsquounica cristologia

in ogni caso egrave pur vero che il mondo per essere compreso deveessere analizzato e quindi scomposto ogni parte egrave oggetto di saperecosiccheacute ogni disciplina ha una sua autonomia senza mai essere indi-pendente dalla sua radice fondamentalmente cristologica Come puograveinfatti un nostro discorso sullrsquointimitagrave di dio e del suo Progetto avereluogo senza la rivelazione corporea del verbo incarnato Che cosrsquoegravequesta se non Cristo se cosigrave non fosse ne andrebbe di mezzo il ruolotanto dellrsquointellectus quaerens fidem quanto della fides quaerens intel-lectus Questo egrave stato il nostro intento al fine di svelare il ruolo dinami-camente attivo che san tommaso riconosce allrsquoangelo nellrsquouniverso

in modo particolare lrsquoapproccio straordinariamente denso del pen-siero tommasiano non solo apre la teologia in se stessa al suo cuorecristologico ma lrsquoapre alla filosofia e viceversa costituendo un rap-porto in cui non solo il sapere procedente dalla fede benificia di quellodella ragione ma questrsquoultima egrave autenticamente beneficiata e salvatadalla fede la vera fede non esclude ma salva la ragione percheacute nellacompatibilitagrave col dato rivelato il pensiero umano purifica la sua visio-ne sul mondo e perviene alle sue piugrave alte veritagrave

facciamo un esempio se la bellezza di cui abbiamo appena parla-to implica proporzione e ordine di conseguenza implica gerarchiasan tommaso recuperando e purificando il pensiero dionisiano haefficacemente inteso lrsquoattualitagrave di una gerarchizzazione della realtagraveche rifletta il portato intensivo dellrsquoessere di dio come del mondo

abbiamo visto come lrsquoangelo sia ontologicamente superiore alla crea -tura materiale non essendo il suo essere limitato dalla materia dallo spa -zio e dal tempo la sua azione egrave illuminata da un intelletto puramente in -tuitivo concretizzata da una libertagrave che non conosce fluttuazioni di sorta

Per questo agli angeli egrave affidata la sovrintendente custodia delmondo creato ed ecco percheacute unrsquoautoritagrave indiscussa come lo Pseudo-

158 P Galassi

dionigi poteva trarre il trattato sulla Chiesa171 a partire dallrsquoangelologiaCosigrave lrsquointervento delle creature spirituali come si egrave visto non aggiungemediazioni superflue o separative del rapporto fra Cristo e la sua Chiesandash gli angeli sono parte della Chiesa ndash ma si propone come espressionedella cura che lo sposo ha verso di essa come prolungamento nellasposa della sua premura straordinario su questo tema egrave un passo diBernardo che nel suo commentario al Cantico dei Cantici giunge a dire

Puoi udire queste cose con maggiore chiarezza anche in questeparole laquovidi la cittagrave santa la nuova Gerusalemme scendere dalcielo da dio pronta come una sposa ornata per il suo sposoraquo Epoi laquoUdii una voce forte dal trono che diceva Ecco la dimora didio con gli uomini egli abiteragrave con lororaquo a che scopo Credo peracquistarsi una sposa fra gli uomini Che cosa mirabile veniva acercare una sposa ma non veniva senza la sposa Cercava la sposae la sposa era con lui forse allora erano due Certamente noPoicheacute egli dice laquoUna sola egrave la mia colombaraquo E come ha raduna-to diversi greggi per farne uno solo percheacute vi sia un solo ovile eun solo pastore allo stesso modo avendo accanto a seacute come sposafin dal principio la moltitudine degli angeli gli egrave piaciuto convo-care anche dagli uomini una Chiesa e unirla a quella celeste affin-cheacute ci sia una sola sposa e uno sposo solo dunque aggiungendoquesta lrsquoaltra egrave stata perfezionata ma non duplicata e riconosceciograve che egrave stato detto di lei laquoUnica egrave la mia perfettaraquo172

159Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

171 lrsquoopera De ecclesiastica hierarchia cfr dioniGi arEoPaGita Tutte le opere

Testo greco a fronte pp 189-352172 laquoaudi tamen apertius vidi inquit civitatem sanctam Jerusalem novam descen-

dentem de coelo a deo paratam tanquam sponsam ornatam viro suo et addiditEt audivi vocem magnam de throno dicentem Ecce tubernaculum dei cum homi-nibus et habitabit cum eis (apoc XXi 2 3) ad quid Credo ut sibi acquirat spon-sam de hominibus Mira res ad sponsam veniebat et absque sponsa non veniebatQuaerebat sponsam et sponsa cum ipso erat an duae erant absit Una est enimait columba mea sed sicut de diversis ovium gregibus unum facere voluit ut situnum ovile et unus pastor (Joan X 16) ita cum haberet sponsam inhaerentem sibi

la sua argomentazione egrave perfettamente compatibile col dettato ditommaso non a detrimento dellrsquooriginalitagrave di questrsquoultimo ma a con-ferma della continuitagrave del pensiero teologico e della veridicitagravedellrsquoaquinate del resto il grande Doctor mellifluus come abbiamovisto per il Doctor Angelicus vede nelle schiere celesti lrsquoautentico edunico mistero della Chiesa che seppur precedente il mistero nuzialedellrsquoincarnazione e della Croce non precede Colui che si incarna losposo della natura umana anzi mostra con unrsquointuizione di straordi-naria densitagrave che non siamo di fronte ad unrsquoassurda poligamia in divi-nis non ci sono due chiese la sposa non egrave duplicata ma semplice-mente duplice unica e perfetta ma duplice Come il solo Cristo egrave laPersona del verbo in due nature cosigrave egli ha voluto che la sua Chiesafosse una sola sposa in due nature non in senso letterale o secondoun parallelismo perfetto ma nel senso che le membra della Chiesasono ora di natura umana ora di natura angelica anche in questovediamo come sia Gesugrave Cristo la chiave di lettura imprescindibile perla comprensione della Chiesa percheacute la stessa struttura della Chiesa egraveesemplata sullrsquounione ipostatica di Cristo

33 conclusioni e prospettive sullrsquoazione degli angeli in san tommaso

Questo prolungamento della premura di Cristo che abbiamo visto es -sere la funzione angelica nel Corpo Mistico come avviene materialmentesan tommaso egrave ancora una volta un autore vincente per la sua densitagravespeculativa e la profonditagrave delle sue intuizioni abbiamo visto comeda un lato lrsquoazione angelica sul cosmo non egrave puntuale ma abituale faparte della struttura dellrsquouniverso e il punto di interazione tra le leggi

160 P Galassi

a principio multitudinem angelorum placuit ei et de hominibus convocare Ecclesiamatque unire illi quae de coelo est ut sit una sponsa et sponsus unus Ergo ex adjectaista perfecta est illa non duplicata et agnoscit de se dictum Una est perfecta mea(Cant vi 8)raquo BErnardo di ChiaravallE (s) Sermones in Cantica CanticorumXXvii n 6 testo latino e traduzione italiana in id Sermoni sul Cantico dei Cantici1

(1-35) Cittagrave nuova roma 2006 pp 392-393

del mondo fisico e gli angeli egrave precisamente la benevola sorveglianzadi questi ultimi su quelle173 Quindi anzitutto vigilano sulla creazione

il governo divino si serve del ministero dei puri spiriti per dirigerelrsquouniverso materiale verso i suoi fini e questo non solo eccezional-mente ma di regola generale secondo il corso naturale della natura[tr nostra]174

si capisce che per quanto suggestiva possa essere questa immagi-ne di una sorveglianza del corretto funzionamento del cosmo rimanela domanda su come concepire unrsquointerazione tra due realtagrave cosigrave etero-genee come lo spirito e la materia sappiamo perograve che anche lrsquoazionedivina sul mondo e il rapporto umano anima-corpo postulano questastessa domanda rendendola di fatto non necessariamente fuori luogo oinconcepibile il problema si rivela essere dunque non nel contenuto inseacute ma nellrsquoapproccio preconcettuale allrsquoangelologia si capisce benecome una concezione sia dualistica che panteistica del reale impediscaparimenti una corretta lettura del rapporto tra materiale e spirituale

se si concepisce lrsquoangelo rettamente la sua costituzione ontologicanon egrave di impedimento alla sua interazione col mondo ma ne egrave la con-dizione lo abbiamo visto ampiamente parlando della comprensioneangelica sulle cose e sulla differenza che vi egrave fra circoscrizione spazia-le e delimitazione spaziale di unrsquoazione in unrsquoottica che assumeautenticamente una dimensione intensiva dellrsquoessere la quantitasessendi del superiore egrave perfettamente comprensiva di tutto ciograve che egrave

161Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

173 Per approfondimenti sul tema della relazione tra angelologia e cosmo materialecfr lrsquointeressante articolo di P idE Les anges dans la nature in a-M dE la

CroiX Et dE la MisEacuteriCordE (Et al) Les anges Nos invisibles fregraveres laquoCarmelraquo99 (2001) pp 33-50

174 laquole gouvernement divin se sert du ministegravere des esprits purs pour diriger lrsquou-nivers mateacuteriel vers ses fins et cela non pas exceptionnellement mais en regraveglegeacuteneacuterale selon le cours normal de la natureraquo J Maritain Une digression sur la

microphysique in J Maritain ndash r Maritain Oeuvres complegravetes vol 13 saint-Paul Paris 1982 p 676

perfetto dellrsquoinferiore la perfezione del mondo materiale egrave quindicompresa in quello spirituale e addirittura sublimata senza per questoassumerne la modalitagrave Per questo le creature sprituali non sono man-chevoli nellrsquoessere rispetto a quelle materiali se non nel modo specifi-co di codificare lrsquoessere Cosigrave nessun angelo saragrave materiale ma nonper questo saragrave privo di ciograve che egrave perfetto nella materia in questavisione dove il cerchio superiore egrave comprensivo dellrsquoinferiore anchele capacitagrave appartenenti al livello inferiore risulteranno in grado emi-nente al livello superiore Cosigrave come una mano puograve spostare uncorpo tanto piugrave un essere spirituale saragrave capace di produrre quelmovimento senza per questo essere corporeo in tal senso lrsquoangeloquanto al suo riflettere lrsquoimago Dei egrave esattamente intelligenza evolontagrave purissime che agiscono sul cosmo

Precisamente il funzionamento storico-salvifico logicamente ante-riore alla speculazione metafisica suggerisce la logica con cui affron-tare lo studio della creatura angelica se si ripensa ad esempio allaquestione sulla spazialitagrave e sulla temporalitagrave angelica metafisicamentesi rischia lrsquoapofatismo siccome nel tentare di descrivere lo spazioangelico usiamo categorie di estensione ogni discorso andrebbe versola materia se invece partiamo dalla modalitagrave con cui la rivelazioneci pone il problema sappiamo che il dove angelico egrave istituito esatta-mente dalla decisione angelica detto altrimenti se il campo drsquoazionedellrsquoangelo egrave connesso alla sua volontagrave allora si estende in vista diquanto decide laquolrsquoangelo egrave dove operaraquo175 non bisogna dimenticareperograve che dove lrsquoangelo agisce ligrave agisce la Chiesa infatti in quantoangelo essendo perfettamente incardinato nel Corpo Mistico la suaazione non egrave meno personale percheacute ecclesiale cosiccheacute pur essendolrsquoazione di uno non per questo egrave priva della comunione di tutto ilresto del Corpo se egrave vero quindi che la Chiesa egrave il mondo riconciliatocon dio e lrsquoazione dellrsquoangelo egrave giagrave azione della Chiesa lrsquoazione divigilanza angelica egrave lrsquoinizio del reditus del mondo a dio

162 P Galassi

175 laquoUbi angelus operatur ibi estraquo toMMaso drsquoaQUino (s) Summa Theologiae i52 a 2 arg 3 testo latino e traduzione italiana in id La Somma Teologica

Prima parte p 602 lrsquoaquinate cita a sua volta Giovanni daMasCEno (s)Expositio de Fide Orthodoxa i 13

in forza di ciograve pensiamo di poter affermare che tutto il dispiegarsicosmologico dellrsquoangelo nella storia assurge a reditus del tutto simile aquello umano a dio Creatore efficiente esemplare e finale il centroancora una volta egrave Cristo176 lrsquoincarnazione universale concretumfonte e compimento dellrsquoexitus-reditus della Creazione determina lalogica come giagrave affermato in cui rileggere conclusivamente tutta laprofonda analisi tommasiana lrsquoangelo condivide con ogni esserecreato le generalitagrave riguardo al verbo incarnato tuttavia rimane insospeso ndash esattamente come Gabriele dinanzi al fiat di Maria ndash davantial concretizzarsi del verbo nella storia di Gesugrave vale a dire il parados-so di un dio legato eppure distinto dalla sua Creazione postula unaresponsabilitagrave ineludibile per tutti

Per conoscere la parte di veritagrave che appartiene a ciascuno scrivesan tommaso poniamo per quanto riguarda il primo punto che ilmistero dellrsquoincanazione possa essere considerato in due modi inprimo luogo per quanto riguarda la sostanza stessa del fatto eallora tutti gli angeli lrsquohanno conosciuto sin dallrsquoinizio hannoconosciuto lrsquoincarnazione la passione e i misteri che ne derivanoper quanto riguarda le condizioni concrete del fatto [hellip] gli angelinon lo sapevano dal principio Possiamo vedere in questo comedifferiscano la profezia e il vangelo [tr nostra]177

163Lrsquoangelologia teologica di san Tommaso drsquoAquino

176 Cfr Ef 110177 laquoafin de savoir la part de veacuteriteacute qui revient agrave chacun eacutecrit saint thomas disons

pour ce qui est du premier point que le mystegravere de lrsquoincanation peut ecirctre con-sideacutereacute de deux maniegraveres drsquoabord quant agrave la substance mecircme du fait et alors tousles anges lrsquoont connu initialement ils ont connu lrsquoincarnation la passion et lesmystegraveres qui en deacutecoulent puis quant aux conditions concregravetes du fait [hellip] lesanges ne lrsquoont pas connu degraves principe on peut voir par lagrave en quoi diffegraverent lapropheacutetie et lrsquoeacutevangileraquo C JoUrnEt LrsquoEglise du Verbe incarneacute p 324

164

Traduzione della Sacra ScriTTura in cineSe

e inculTurazione della fede criSTiana in cina

Jing Baolu

Editorrsquos note The Catholic translation of Sacred Scripture intoChinese took place over the space of a thousand years in particularfrom the end of the Ming dynasty (明朝 1368-1644) to the beginningof the Qing dynasty (清朝 1644-1912 ) It was a particularlydemanding work because it had to compare not only two languages or two ways of thinking but two distant and different civilizationswhich have in common only the ldquoanthropological constantsrdquo inparticular the ldquoimplicit philosophyrdquo of which St John Paul II speaksin the encyclical Fides et ratio 4 that is the universal and universallyshared system of the first principles of human knowledge and theoriginal certainties of human experienceThe author of this article notes that since the beginning of the translationof the Bible into Chinese language the missionaries took advantageof the participation and assistance of Chinese scholars whose motiva-tions in helping them did not consist in the desire to transmit theChristian faith as happened for the missionaries but rather in thedesire to promote social and cultural changes in their countryMissionaries therefore had as their ultimate goal the salvation ofman while Chinese scholars were more interested in the repercussionsof the Christian faith on moral action and political coexistenceOn a strictly cultural level the influence exerted by the Chinese trans-lation of Christian Scriptures is not comparable to the deep mark leftby Buddhist Scriptures Despite this also the Chinese translation ofthe Bible has had a major influence on modern Chinese history andculture Christianity is gradually freeing itself from the ldquoforeign religionrdquo (洋教) label is becoming increasingly familiar to the peopleof the country and is now able to develop rapidly exercising itsinfluence not only in the literary field but also in social and politicallife so indicating new and more effective ways of solving the problems that currently afflict the lofty and noble Middle Empire

SD 651 (2020) pp 164-191

Nella storia della cultura cinese sono emersi due differenti movimen-ti letterari inerenti da una parte la traduzione delle scritture buddiste edallrsquoaltra la traduzione della Sacra Scrittura cristiana Questi due movi-menti letterari hanno non solo un valore religioso ma rivestono ancheun importante ruolo culturale e sociale nella storia degli scambi culturalitra la Cina e il resto del mondo Allo stesso tempo la traduzione in cine-se della Sacra Scrittura egrave anche un evento importante nella storia delladiffusione del cristianesimo nel paese asiatico egrave una tappa indispensabi-le nel processo di inculturazione della fede cristiana in Cina un proces-so iniziato durante la dinastia Taacuteng (635 dC) continuato per oltre1300 anni ed ancora in corso Sia i missionari occidentali che hannointrodotto il cristianesimo in Cina sia i cristiani cinesi hanno fattograndi sforzi per la traduzione delle Sacre Scritture uno sforzo ed unimpegno che continuano ancora oggi Grazie alle continue scopertearcheologiche e allrsquoapprofondimento esegetico gli studiosi della SacraScrittura comprendono sempre di piugrave e sempre piugrave profondamente iltesto originale ed il panorama storico allrsquointerno del quale esso si inse-risce ragion per cui ri-capire reinterpretare e ri-tradurre il testo origi-nale della Sacra Scrittura o comunque rivederne la traduzione egrave diven-tata una cosa naturale

La traduzione della Sacra Scrittura riguarda non solo il cristianesi-mo ma anche la cultura e la societagrave della Cina nel senso di ldquocapitaleculturalerdquo1 Egrave direttamente correlato al processo di inculturazione dellafede cristiana al destino del cristianesimo in Cina e allrsquoidentitagrave dei cri-stiani cinesi

Inizierei con il delineare un profilo generale della traduzione cinesedella Sacra Scrittura cercando di mettere in evidenza la connessionediretta tra la traduzione cinese della Sacra Scrittura e lrsquoinculturazionedella fede cristiana

165Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

1 Cfr Bourdieu Pierre ldquoThe Forms of Capitalrdquo in J G Richardson Handbook ofTheory and Research for the Sociology of Education Greenwood Press New York

1986 pp 241-258

1 Traduzione BiBlica e diffusione del crisTianesimo in ci na

Per la traduzione della Sacra Scrittura Cristiana in Cina si puograve par-lare di un vero e proprio ldquomovimentordquo che ha preso il via con laldquoStele della diffusione in Cina della religione della lucerdquo (大秦景教流行中国碑 Dagraveqiacuten jǐng jiagraveo liuacutexiacuteng zhōngguoacute bēi) e che continua conuna tradizione quasi ininterrotta sino ad oggi ed ha avuto una grandeimportanza nella storia della traduzione cinese costituendo il secondoevento storico dopo la traduzione delle scritture buddiste In questi piugravedi mille anni di storia le centinaia di versioni tradotte in cinese dellaSacra Scrittura costituiscono un evento speciale nella storia della cul-tura cinese della societagrave e dello sviluppo della religione e anche unevento non trascurabile nella storia della moderna cultura cinese

1) una panoramica della storia della traduzione della Sacra Scrittura

La storia della traduzione della Sacra Scrittura in cinese egrave quasi sincro-nica alla storia dellrsquointroduzione del cristianesimo in Cina risalente alladinastia Taacuteng Nel 635 dC il missionario Arroben (阿罗本 Ā luoacute běn)un nestoriano arrivograve dalla Persia a 长安 (Chaacuteng ān) a compiere opera dievangelizzazione in Cina Il missionario nestoriano fece erigere ldquola steledella diffusione in Cina della religione della lucerdquo2 nel 781 dC

166 J Baolu

2 Lrsquointestazione della stele scritta in cinese significa ldquoMemoriale della Propagazione

della Luminosa Religione di Da Qin in Cinardquo (Dagraveqiacuten jǐng jiagraveo liuacutexiacuteng zhōngguoacute bēi大秦景教流行中國碑) Tra alcuni autori occidentali si egrave diffusa anche una piugrave abbreviata

versione dellrsquointestazione ossia ldquoStele della Religione Luminosardquo (Jǐng jiagraveo bēi景教碑)

In lingua cinese il termine Da Qin indicava originariamente solo lrsquoImpero romano ma

in seguito il suo significato fu esteso fino a comprendere anche le Chiese di tradizione

siriaca diffuse in una vasta area dellrsquoAsia (J Foster The Church in Tang DynastySociety for Promoting Christian Knowledge 1939 p 123)

La stele fu eretta il 7 gennaio 781 che coincide con la domenica 6 febbraio del

calendario gregoriano nella capitale imperiale Changrsquoan (lrsquoodierna Xirsquoan) o forse

nella vicina Chou-Chih La calligrafia fu curata da Luuml Xiuyan mentre il contenuto

del testo fu composto dal monaco nestoriano Ching-tsing

Lrsquoepigrafe documenta la prima introduzione del cristianesimo in Cinain essa egrave riportata lrsquoapprovazione del cristianesimo da parte dellrsquoimpe-ratore cinese3 la diffusione e prosperitagrave del nestorianesimo in Cina ein particolare reca iscritta la caduta dellrsquoumanitagrave lrsquoannunciazionedellrsquoAngelo a Maria e lrsquoincarnazione di Gesugrave la nascita del Messiagli eventi salvifici del Salvatore nel mondo ecc Menziona ancheldquoVeri Librirdquo (真经 Zhēn jīng) lrsquoldquoAntico Testamentordquo (旧法 Jiugrave fǎ) ildquoVentisette Librirdquo (il Nuovo Testamento) (经留二十七部 Jīng liuacuteegravershiacuteqī bugrave) ldquola traduzione della Scrittura e la costruzione del Tempiordquo(翻经建寺 Fān jīng jiagraven sigrave) e la traduzione del classico ldquoVenerabiliLibrirdquo (《尊经》Zūn jīng) in cinese La traduzione classica del nesto-rianesimo ha incluso il Vecchio e Nuovo testamento ma purtroppo leversioni di queste scritture sono andate perdute e solo nuove scopertedellrsquoarcheologia potranno gettare nuova luce sulla ricerca Non si rie-sce a capire se in quellrsquoepoca fosse stata tradotta lrsquointera Sacra Scrit tu -ra ma conosciamo alcune traduzioni cinesi di brani di letteraturanestoriana trovati a 敦煌 (Dūn huaacuteng) Per esempio ldquoQuando invecetu fai lrsquoelemosina non sappia la tua sinistra ciograve che fa la tua destrardquo(Mat teo 6 3)ldquoO come potrai dire al tuo fratello permetti che tolga lapagliuzza dal tuo occhio mentre nellrsquoocchio tuo crsquoegrave la traverdquo (Matteo7 4) e soprattutto in ldquoLibro sullrsquoascolto del Messiardquo (序听迷诗所经Xugrave tīng Miacuteshīsuǒ jīng) vi sono piugrave episodi della traduzione della SacraScrittura in cinese4

167Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

3 太宗下诏说ldquo详其教旨 玄妙自然观其元宗 源于真理言辞清晰 道理隽永济物利

宜行天下rdquo (In the seventh month of the year AD 638 the following imperial proclama-

tion was issued ldquoHaving examined the principles of this religion we find them to be

purely excellent and natural investigating its originating source we find it has taken its

rise from the establishment of important truths its ritual is free from perplexing expres-

sions its principles will survive when the framework is forgot it is beneficial to all crea-

tures it is advantageous to mankind Let it be published throughout the Empirerdquo)4 Chinese Buddhist Electronic Text Association laquoLibro sullrsquoascolto del Messiaraquo (序

听迷诗所经Xugrave tīng Miacuteshīsuǒ jīng) in《Versione nuova della Scrittura Buddhista》

(大正新脩大正藏經Dagravezhegraveng xīn xiū dagravezhegraveng caacuteng jīng) vol 54 no 2142 in

httptripitakacbetaorgT54n2142_001

Alla fine con la scomparsa del nestorianesimo nelle pianure cen-trali della Cina si fermograve anche lrsquoattivitagrave di traduzione Questo fino alladinastia Yuaacuten quando i missionari francescani cattolici andarono inCina ad evangelizzare e la traduzione della Sacra Scrittura in Cineseebbe un nuovo sviluppo Nel 1294 il prete francescano Giovanni daMontecorvino (1246-1328) giunse a Khanbalik (ora Pechino) inviatoda papa Nicola IV e Yuaacuten Shigravezǔ Kublai Khan (元世祖忽必烈) permi-se a Montecorvino di predicare in Cina Nel 1307 papa Clemente Vnominograve Montecorvino arcivescovo di Pechino e come tale gestigrave lrsquoin-tero territorio dellrsquoest dellrsquoAsia In una lettera inviata al papa daPechino lrsquo8 gennaio 1305 lrsquoarcivescovo scrive ldquoOra ho tradotto tuttoil Nuovo Testamento e i Salmi in mongolo e ho chiesto alle personedi copiarli con la piugrave bella calligrafiardquo La traduzione della SacraScrittura in cinese nella dinastia Yuaacuten segna lrsquoinizio della storia dellatraduzione della Sacra Scrittura nella Chiesa cattolica in Cina Questaattivitagrave si concluse con la fine dellrsquoimpero della dinastia Yuaacuten unasituazione simile a quella creatasi con la fine del nestorianesimo

Se le traduzioni della Sacra Scrittura in cinese nelle dinastie Taacuteng eYuaacuten possono essere definite solo come ldquouna scintillardquo le attivitagrave di tradu-zione iniziate alla fine della dinastia Miacuteng e agli inizi della dinastia Qīngpossono a buon diritto essere chiamate ldquogrande fuoco che si diffonderdquo

Infatti alla fine della dinastia Miacuteng e allrsquoinizio di quella Qīng quandoi missionari cattolici entrarono in Cina si raggiunse lrsquoacme degli scambiculturali tra Cina e Occidente e la traduzione della Sacra Scrit tu ra incinese divenne una parte estremamente importante delle attivitagrave di scam-bio culturale di questo periodo Tra il XVI e il XVII secolo per ragionistoriche (allrsquoinizio non fu ottenuto il permesso papale per la traduzione)i risultati della traduzione della Sacra Scrittura da parte dei missionaricattolici non furono degni di nota Allrsquoinizio vi erano i Dieci Co -mandamenti ancestrali (《琦人十规》Qiacute reacuten shiacute guī) dei missionarigesuiti Matteo Ricci e Michele Ruggieri piugrave tardi Emmanuel Diaz(阳玛诺 Yaacuteng Mǎnuograve) completograve lrsquoInterpretazione della Sacra Scrittura (《圣经直解》Shegravengjīng zhiacute jiě cioegrave lrsquoannotazione dei Quat tro Vangeli)nel 1636 la maggior parte delle traduzioni dei capitoli bi blici si trovavanegli insegnamenti o nei libri di preghiere come Lu do vico Buglio (利类思 Ligrave Legraveisī 1606-1682) Classico di Messa (《弥撒经典》Miacutesā jīngdiǎn

168 J Baolu

stampato in cinque volumi 1670) il Salterio (《司铎日课》Sīduoacuterigravekegrave nel 1674 a Pechino) e La preghiera dei morti (《亡者日课》Waacutengzhě rigravekegrave) ecc Alla fine del diciassettesimo secolo la SacraScrittura viene tradotta giagrave in vari dialetti cinesi

Nel XVIII secolo i missionari cattolici forniscono due importantissi-me versioni della traduzione 1) Verso il 1700 Jean Basset (白日升 BaacuteiRigraveshēng) un missionario francese della Societagrave per le Missioni Estere diParigi traduce i quattro Vangeli gli Atti degli Apostoli le Lettere di SanPaolo e la Lettera agli Ebrei in vernacolo (lingua cinese moderna) 2) Allafine del XVIII secolo il missionario gesuita francese Louis de Poirot (贺清泰 Hegrave Qīngtagravei) (1735-1814) traduce lrsquoAntico e il Nuovo Te sta -mento (《古新圣经》Gǔ xīn shegravengjīng) nella lingua ufficiale il mandari-no (nel manoscritto mancano il Cantico dei Cantici e la maggior parte deilibri dei Profeti) traduce quasi tutto lrsquoAntico Testamento il Vangelo diMatteo e gli Atti degli Apostoli in lingua mancese o manciugrave Tuttavia latraduzione non venne pubblicata percheacute non era stata approvata dallaSanta Sede5 In ogni caso la traduzione di Louis de Poirot conosciutacome Versione di Hegrave Qīngtagravei (贺清泰译本 Hegrave qīngtagravei yigraveběn) divenne inseguito la versione originale delle traduzioni dei protestanti JoshuaMarshman (马殊曼 Mǎ Shūmagraven) e Robert Morrison (马礼逊 Mǎ Lǐxugraven) edi quella di Gabriele Allegra OFM (pubblicata nel 1968)

Dal XIX al XX secolo fanno il loro ingresso in Cina i missionari ditutte le chiese protestanti ampliando il gruppo di traduzione dellaSacra Scrittura Inoltre durante questo periodo i missionari e gli stu-diosi cinesi locali iniziano ad unirsi ai gruppi di traduzione6 ragion

169Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

5 蔡锦图 (Cagravei Jǐntuacute) laquoStoria e versione della traduzione della Bibbia in Cineseraquo (天主

教中文圣经翻译的历史和版本) in Hong Kong Journal of Catholic Studies (天主教研

究学报) n 2 (2011年) pp 216 Per esempio 王多默 (Thomas Waacuteng) ha tradotto I Quattro Vangeli (1875) in lingua ufficiale ci -

nese e gli Atti degli apostoli (1883) 辛方济 (Francis Xin) I Quatro Vangeli in lingua cinese an -

tica e poi i testi tradotti da Laurent (Li Wen-yu李问渔 SJ 1840-1911) Matthias Sen (沈则宽

1838-1913) Mǎ Xiāngboacute(马相伯1840-1939)萧静山 (Joseph Hsiao Ching-Shan SJ

1855-1924) e 吴经熊(John Wu Ching-hsiung 1899-1986)ecc Cfr Studium Biblicum

OFM Introduzione alla Bibbia (圣经简介Shegravengjīng jiǎnjiegrave) Hongkong 1975 pp 123-124

per cui la qualitagrave e la quantitagrave della traduzione della Sacra Scritturarisultano notevolmente migliorate

In questo periodo alla prima traduzione completa cattolica SacraScrittura di Sīgāo (la versione tradotta da Gabriele Allegra e loStudium Biblicum OFM《思高圣经》Sīgāo Shegravengjīng)7 si aggiun-sero anche la Sacra Scrittura Pastorale (《牧灵圣经》Mugraveliacutengshegravengjīng) e un gran numero di versioni del Nuovo Testamento Laver sione protestante della Sacra Scrittura deriva dalla traduzione di di -verse sette quindi sia la traduzione dellrsquointera Sacra Scrittura chequella del Nuovo Testamento sono piugrave numerose Sin dalla fine della di -nastia Miacuteng e lrsquoinizio della dinastia Qīng lrsquoopera di traduzione della Sa -cra Scrittura da parte degli studiosi cattolici e protestanti ha subito conti-nue revisioni e nuove traduzioni continuano ad emergere ancora oggi

Oltre che nella traduzione della Sacra Scrittura in Cinese i missio-nari e gli studiosi protestanti si impegnarono anche a tradurre la SacraScrittura nei dialetti cinesi e nelle lingue delle etnie minori per soddi-sfare i bisogni di piugrave persone Dalla metagrave dellrsquo800 in poi gli studiosi emissionari cristiani hanno eseguito traduzioni in circa 25 dialetti cine-si oltre ad effettuare traduzioni per i ciechi e si contano circa 30 tra-duzioni della Sacra Scrittura in lingue delle etnie minori

Esaminando la storia della traduzione della Sacra Scrittura in cine-se dallrsquoinizio della religione della luce fino alla fine del diciannovesi-mo secolo emerge come quasi tutte queste traduzioni siano state com-piute essenzialmente da missionari stranieri Dopo secoli di esperienzaevangelizzatrice dalla fine dellrsquo800 i missionari nazionali o gli studiosicristiani cinesi si sono cimentati nella traduzione della Sacra Scrittura8

170 J Baolu

7 La versione tradotta da Gabriele Allegra e lo Studium Biblicum OFM egrave molto

significativa percheacute la parte dellrsquoAntico testamento egrave tradotta dalla lingua ebraica e

quella del Nuovo testamento dalla lingua greca Questa egrave la prima volta nella storia

del cristianesimo in Cina Tutti i testi biblici precedenti soprattutto i testi tradotti

dai cattolici sono tradotti dalla versione Vulgata8 Cfr Studium Biblicum OFM Introduzione alla Bibbia (圣经简介Shegravengjīng

jiǎnjiegrave) cit pp 75

Si egrave in tal modo inaugurata una nuova epoca per la diffusione del cri-stianesimo e lrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina Inoltre findagli inizi del secolo scorso anche studiosi cinesi non cristiani hannoiniziato a tradurre la Sacra Scrittura in cinese basti ricordare i primiquattro capitoli del Vangelo secondo Marco tradotti da Yaacuten Fugrave (严复)nel 1908 ed alcuni versetti del Nuovo e Vecchio Testamento tradottida Feacuteng Xiagraveng (冯象) Gli studiosi non cristiani traducono la SacraScrittura non per motivi religiosi ma solo percheacute la considerano unesempio di letteratura occidentale

Sin dalle dinastie Miacuteng e Qīng dunque il cristianesimo ha investi-to tante risorse umane e materiali per la traduzione della Sacra Scrit -tura e i risultati di questo sforzo sono impressionanti Infatti questomovimento di traduzione non ha influito soltanto sulla diffusione delcristianesimo in Cina ma anche sullo sviluppo storico e lrsquoindirizzostesso della cultura cinese

2 Traduzione della sacra scriTTura e inculTurazione

della fede crisTiana

In effetti la traduzione cattolica della Sacra Scrittura in cinese apartire dalla fine della dinastia Miacuteng e lrsquoinizio della dinastia Qīng egrave ilrisultato degli sforzi dellrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina edegrave anche la base per promuovere ulteriormente il processo di incultura-zione Infatti tradurre la Sacra Scrittura in cinese non egrave semplicementerendere il ldquopurordquo Verbo o la ldquopurardquo fede cristiana ndash in realtagrave nel pro-cesso di trasmissione della fede non si dagrave mai una fede che non siaanche cultura9 ndash nel linguaggio locale cinese ma egrave unrsquooperazionemolto piugrave complessa fatta di dialogo scontro e integrazione tra la lin-gua e la cultura di chi porta la Parola e la lingua e la cultura locali Egravequindi una questione di interculturalitagrave non egrave dunque solo una que-stione di sostituzione diretta dei due linguaggi ma di un incontro com-

171Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

9 Cfr Joseph Ratzinger Non esiste Fede che non sia Cultura in Mondo e Missione

n 10 (1993) pp 657-665

plesso tra le due culture non egrave solo una questione di conversione dialcuni concetti religiosi ma di utilizzo delle risorse culturali locali perinterpretare i portatori culturali originali (occidentali) del Verbo

Di seguito possiamo esaminare la relazione che intercorre tra la tra-duzione della Sacra Scrittura e lrsquoinculturazione della fede cristiana dalpunto di vista dello scopo del metodo e dellrsquoinfluenza della traduzione

1) le intenzioni della traduzione due diverse esigenze di in culturazione (missionari occidentali e intellettuali ci ne si)

Se per metafora si assimila la traduzione alla costruzione di unponte le due estremitagrave collegate da questo ponte sono i due mondi ledue culture le due diverse tradizioni di vita e di fede un ponte checollega epoche lontane migliaia di anni Da un lato crsquoegrave il mondodellrsquoAntico e del Nuovo Testamento e dallrsquoaltro il mondo modernocinese Da un lato crsquoegrave il mondo antico ebraico dellrsquoantica lingua grecae latina e dallrsquoaltro crsquoegrave il mondo del cinese antico e moderno Ma per-cheacute crsquoegrave il desiderio di comunicare e riconoscersi tra questi due mondicosigrave diversi La quantitagrave di conoscenza informazioni forza di volontagravee motivazioni che si richiede per questo progetto egrave inimmaginabile

Sicuramente il motore primo egrave la fede Solo uno spirito missionarioanimato dalla fede puograve far superare difficoltagrave cosigrave grandi e infonderecosigrave tanto coraggio e perseveranza In secondo luogo possiamo esserecerti che fin dallrsquoinizio alla base del lavoro di traduzione dei missiona-ri ci siano state giagrave la partecipazione e lrsquoassistenza dei cinesi I motiviche hanno spinto questi letterati cinesi a partecipare al lavoro di tradu-zione non erano dati soltanto dal desiderio di trasmettere la fede cri-stiana che invece animava i missionari ma anche dal desiderio delcambiamento sociale e culturale Si puograve comunque affermare che perentrambi lo scopo sia stato quello di portare il Vangelo di Cristo nellacultura cinese e lasciare quindi che la fede cristiana portasse nuovalinfa alla societagrave e alla cultura cinese I missionari hanno come fineultimo la ldquosalvezza dellrsquouomordquo mentre i letterati cinesi sono interes-sati non soltanto agli obiettivi soprannaturali ma anche alle motiva-zioni del mondo terreno cioegrave ai risvolti sociali culturali e persinopolitici (traduttori diversi avranno focus diversi) Lrsquoinculturazione

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della fede cristiana egrave prima di tutto dettata dalla fede ma puograve poiavere anche altre finalitagrave Da questo punto di vista la motivazione chesta alla base della traduzione delle scritture buddiste da parte dei bud-disti egrave molto simile a quella che risiede nella traduzione della SacraScrittura da parte dei cristiani percheacute anche la traduzione di un grannumero di classici buddisti indiani porta oltre al dinamismo dello svi-luppo religioso anche alla necessitagrave intrinseca di cambiamenti socialie culturali in Cina

2) Metodo e strategia della traduzione nel processo dellrsquoinculturazione

Dal testo della stele della diffusione in Cina della religione dellaluce e dai testi storici scoperti nel Dūn Huaacuteng (敦煌) e negli altriluoghi possiamo apprendere che i testi tradotti dai missionari nestoria-ni portano evidenti caratteristiche buddiste e daoiste nelle quali peresempio si trova sempre la terminologia del tipo Tiānzūn (DioSovrano dallrsquoAlto 天尊) Shigravezūn (Gesugrave Cristo 世尊) Buddha (SignoreYahweh 佛) i Buddha (angeli 诸佛) Jigraveng fēngJigraveng fēng waacuteng (Ventopuroil Vento Puro SovranoSpirito Santo 净风净风王) Zūn jīng(Venerabili Libri 尊经) Aloah Aloho (Yahweh阿罗诃) Mishihe(Messia 弥施诃) Yiacute shǔXugraveshugrave (Gesugrave 移鼠序数 翳 数) Sānyī fēn-shēnSānyī miagraveoshēn (Trinitagrave 三 一妙身 三一分身) Sānyī jigravengfēng(Spirito della Trinitagrave 三一净风) etc

Ma in questo modo egrave difficile individuare la differenza essenzialetra questi testi cristiani e i testi classici buddisti Inoltre originaria-mente in Cina il buddismo si divideva in sette diverse aventi diversedenominazioni e i fenomeni sincretistici fra le tre religioni o scuole(confucianesimo daoismo e buddismo) sono considerati del tutto nor-mali nella cultura e nella storia religiosa cinese Cosigrave i cinesi conside-reranno il nestorianesimo come una setta del buddismo Ciograve egrave resoancor piugrave evidente dal fatto che il nestorianesimo non fu risparmiatoquando il buddismo fu perseguitato I missionari nestoriani usavanoabitualmente il metodo del buddismo del daoismo o della cinesizza-zione eccessiva nella traduzione biblica in cinese in modo tale che ilcristianesimo potesse essere rapidamente accettato dagli imperatori e

173Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

dal popolo cinese ma siccome la religione della Luce era ancora nellasua fase iniziale di sviluppo quando il buddismo fu perseguitato eanchrsquoessa venne attaccata diversamente dal buddismo ormai benradicato nel sostrato culturale cinese questa non riuscigrave a sopravvivere

Per il nestorianesimo che egrave appena arrivato in Cina si puograve considera-re giagrave un successo avere resistito per quattrocento o cinquecento anninon possiamo giudicare il successo o il fallimento delle strategie missio-narie con un occhio moderno Ma di certo quella esperienza puograve fornirequalche spunto di riflessione sul nostro metodo di evangelizzare oggi

Non possediamo molte fonti che ci consentano di comprendere inquale stato si trovasse lrsquoopera di traduzione della Sacra Scrittura inCina durante la dinastia Yuaacuten e quale fosse la sua influenza Abbiamosolo notizie desunte dalle lettere inviate in Europa da Giovanni daMontecorvino (孟高维诺 Megraveng gāo weacutei nuograve) che ha tradotto ilNuovo Testamento e qualche parte dellrsquoAntico Testamento in mongo-lo Purtroppo la Sacra Scrittura tradotta in mongolo con grande sfor-zo in quel momento puograve essere letta soltanto dalla minoranza dellaclasse dominante mongola e non ha nessuna influenza evidente sullamaggioranza assoluta dei cinesi della etnia Han Pertanto questa tradu-zione troppo legata alla classe politica e alle relative strategie missio-narie finisce col fallire nel suo intento Nonostante la situazione del-lrsquoattivitagrave di traduzione in quel periodo fosse molto diversa dallrsquoespe-rienza del nestorianesimo si egrave rivelata anchrsquoessa un fallimento deltentativo di inculturazione della fede cristiana in Cina

Il successo della traduzione della Sacra Scrittura in lingua cinese elrsquoapprofondimento dellrsquoinculturazione della fede cristiana su questebasi ebbe inizio come detto solo alla fine della dinastia Miacuteng e allrsquoi-nizio della dianstia Qīng e il processo egrave ancora in corso

A) La questione terminologica prima di tradurre la Sacra Scrittura

Anzitutto i missionari devono trovare nella cultura e nella tadizio-ne religiosa cinese quei concetti che possano esprimere le loro propriecredenze e relativi concetti Pertanto per i missionari appena giunti inCina con la sua esotica e ricchissima cultura il compito principale egraveinnanzitutto quello di trovare alcuni concetti relativi a ldquoDiordquo in grado

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di veicolare il concetto del divino cristiano Padre Matteo Ricci egrave statoil primo missionario a riflettere profondamente su questo tema e lesue idee sono diventate un modello per i missionari successivi Ricciha usato i termini ldquoSignore del Cielordquo (天主 Tiān zhǔ) e ldquoSovranodallrsquoAltordquo (上帝 Shagraveng digrave) per tradurre e spiegare il concetto dildquoDeusrdquo proprio del cristianesimo Queste due parole non sono unrsquoin-venzione di Matteo Ricci ma la loro definizione e connotazione sonouna sua creazione originale10 In realtagrave Matteo Ricci non pensa chequeste due parole cinesi possano esprimere pienamente Dio come ilCreatore e il Salvatore ma sono comunque termini relativamente vici-ni a questo significato Dopo la morte di Matteo Ricci nel 1610 tutta-via si levograve allrsquointerno della Chiesa una voce contro lrsquointerpretazionedi ldquoDeusrdquo con le parole ldquoSovrano dallrsquoAltordquo o ldquoSignore del Cielordquoche alla fine portograve alla ldquocontroversia dei riti cinesirdquo (礼仪之争 Lǐyiacute zhīzhēng) Niccolograve Longobardi (龙华民 Loacuteng Huaacutemiacuten) lrsquoerede nominatoda Ricci prima della sua morte fu la prima persona a scatenare laldquocontroversia dei riti cinesirdquo Egli sostenne lrsquoabolizione delle paroleldquoCielordquo ldquoSovrano dallrsquoAltordquo ldquoSignore del Cielordquo a favore di una tra-slitterazione cioegrave ldquoDousrdquo (陡斯 Dǒu sī) o ldquoDoosrdquo (斗斯 Dograveu sī) pertradurre ldquoDeusrdquo Dopo cento anni di polemiche la Santa Sede emanogravefinalmente lrsquoOrdine di Nanchino (南京教令 Naacutenjīng jiagraveoligraveng 1707)che prescriveva che solo la traduzione di ldquoSignore del Cielordquo poteva

175Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

10 ldquoUn giorno in cui Ricci e Ruggieri si erano assentati da Zhagraveoqigraveng (肇庆) un con-

vertito scrisse due caratteri cinesi presso lrsquoaltare Tian-Cielo e Zhu-Signore Ricci

e Ruggieri furono entusiasti sarebbe stato il nome cristiano di Dio accanto ai clas-

sici Cielo e Sovrano dallrsquoAlto I missionari credevano fosse un neologismo in

realtagrave questo termine seppur raramente appare in testi buddisti e taoisti Se lo

avessero saputo credo non lo avrebbero adottato Da quel giorno eravamo nel

1583 il cattolicesimo egrave conosciuto come la religione del lsquoSignore del Cielorsquordquo

(Gianni Criveller Parlare di Dio in cinese la lezione di Matteo Ricci per i nostrigiorni Hong Kong 11 Marzo 2007) in https wwwcon so lataorg new -

indexphpmissionmissioneoggiarchi13424-parlare-di-dio-in-cinese-la-lezione-di-

matteo-ricci-per-i-nostri-giornic (23042019)

essere utilizzata per tradurre ldquoDeusrdquo mettendo cosigrave fine ad un dibatti-to durato per piugrave di cento anni11

Successivamente il missionario gesuita Jean Basset (白日升 BaacuteiRigraveshēng) usograve anche il termine ldquoSheacutenrdquo (神) per tradurre ldquoDeusrdquo che fupoi accettato da alcuni missionari protestanti come Joshua Marshmane Robert Morrison Presso i missionari protestanti ci furono moltidibattiti durante il XIX e XX secolo(con numerosi articoli e mono-grafie pubblicati su giornali e riviste noncheacute convegni grandi e piccolisu questioni di traduzione) Nel 1843 fu addirittura istituito uno spe-ciale ldquoComitato di traduzione della Sacra Scritturardquo (《圣经》翻译委员会 Shegravengjīng fānyigrave wěiyuaacutenhuigrave) per risolvere il problema della tra-duzione di ldquoDiordquo e ldquoSovrano dallrsquoAltordquo Ma alla fine non si egrave riusciti arisolvere questa ldquocontroversia della traduzione del nomerdquo (译名之争Yigravemiacuteng zhī zhēng) Fino ad oggi si sono avute diverse traduzioniallrsquointerno di diverse sette del cristianesimo ed esistono anche diverseversioni allrsquointerno di una stessa setta Naturalmente oltre alla tradu-zione di ldquoDeusrdquo ci sono problemi anche sulla traduzione di altre paro-le come ldquobattesimordquo ldquoCristordquo ldquoSpirito Santordquo e cosigrave via

Da una prospettiva verticale questo tipo di dibattito sulla traduzio-ne del nome non egrave favorevole al progresso dellrsquoevangelizzazione cioegravenon favorisce lo sviluppo approfondito dellrsquoinculturazione della fedecristiana ma da una prospettiva orizzontale tradurre la stessa termi-nologia teologica con i diversi concetti delle parole locali arricchiscenotevolmente lrsquoorizzonte religioso e teologico della cultura cinese ilche egrave anche un fattore favorevole per la teologia inculturata

B) Strategia della traduzione lo ldquostabilimento dellrsquoauto-identitagraverdquo

Per rendere piugrave facile per i cinesi lrsquoaccettazione della fede cattolicaMatteo Ricci e alcuni missionari cattolici nelle loro opere hanno citatobrani dei classici cinesi confrontando e adattando la dottrina cattolicacon il pensiero del confucianesimo soprattutto quello antico cercando

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11 徐宗泽 中国天主教传教史概论) 上海书店 1990 页 (Xuacute Zōngzeacute Introduzione della sto-ria della Chiesa in Cina ed Shagravenghǎi shūdiagraven (上海书店) Shanghai 1990 pp 231-232)

di dimostrare in modo razionale che il Dio della cultura tradizionalecinese altro non egrave che lo stesso Dio e quindi le credenze e le culturedellrsquoOriente e dellrsquoOccidente hanno le stesse radici Ma allo stessotempo i missionari si sono anche resi conto delle problematiche sotte-se a questi concetti nella relativamente secolare cultura orientale lrsquoe-spressione del concetto di sacro aveva ancora dei caratteri di ambi-guitagrave Ciograve puograve essere confermato nella lettera di Matteo Ricci alPreposito generale dei Gesuiti nel 1604 ldquoPenso che in questo libro (Il vero significato del Signore del Cielo《天主实义》Tiānzhǔ shiacuteyigrave)sia meglio non attaccare ciograve che dicono ma descriverlo come coerentecon il concetto di Dio In modo che non dobbiamo seguire il concettocinese quando interpretiamo il testo originale ma lasciamo che il testooriginale obbedisca al nostro concettordquo Dalle parole di Matteo Ricciemerge che quando i missionari scelgono e applicano i concetti dellacultura cinese crsquoegrave ancora una sorta di ldquocompromessordquo nei loro cuorima allo stesso tempo cercano anche di arricchire pian piano il con-cetto cinese utilizzato Vale a dire che quando in futuro saragrave necessariointerpretare questi concetti allora questi saranno interpretati in modocreativo secondo il significato del cristianesimo Certamente padreMatteo Ricci era consapevole dellrsquoambiguitagrave legata alla parola ldquoSo -vrano dallrsquoAltordquo nelle menti dei cinesi e pertanto ha sottolineato dildquointerpretare il testo originalerdquo secondo ldquoil nostro concettordquo Per que-sto Matteo Ricci non ha mai smesso di cercare una nuova traduzione

Tuttavia lrsquoobiettivo finale dellrsquordquoadattamentordquo (合儒 heacute ruacute) e delldquocompimento del confucianesimordquo (补儒 bǔ ruacute) di Ricci e degli altri mis-sionari egrave quello di stabilire lrsquoauto-identitagrave cristiana nel ldquosuperare il confu-cianesimordquo (超儒 chāo ruacute) cosa che porge il fianco ad alcune critichetanto che questi missionari sono stati accusati di aver reso scialbo il mes-saggio cristiano di averlo annacquato o addirittura di aver dimenticato ladottrina e lrsquoessenza stessa del cristianesimo Sebbene riconoscano chealcuni concetti della cultura cinese sono coerenti con il concetto di cri-stianesimo allo stesso tempo credono anche che alcuni concetti dellacultura cinese derivino dal cristianesimo o siano ispirati dalla fede cristia-na ad esempio il concetto di ldquoDiordquo ldquoParadisordquo ldquoInfernordquo ecc Riccicosigrave si esprime ldquoLa religione del Signore del Cielo egrave molto anticaShakyamuni viveva in Occidente in qualche modo deve aver sentito par-

177Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

lare di questi insegnamentihellip Shakyamuni ha preso in prestito le dottrineriguardanti il Signore del Cielo il paradiso e lrsquoinferno per diffondere lasua visione privata e i suoi insegnamenti eterodossi noi che trasmettiamola Via corretta dobbiamo metterle da parte e non parlarnerdquo12 Na tu ral -mente ci sono anche altri concetti pregnanti e caratteristici come quellidi ldquobontagraverdquo ldquocattivordquo ldquosantordquo ldquosaggiordquo ldquogentiluomordquo ldquogiustiziardquo ldquodia-volordquo ecc I missionari si sforzano di utilizzare interpretare questi con-cetti trasformando o integrando i loro significati secolari con quelli sacriper renderli piugrave adatti ad esprimere valori religiosi e per poter esprimerela fede cristiana

Insomma i missionari hanno fatto sigrave che le radici ultime del pen-siero confuciano si innestassero nel cristianesimo attraverso la tradu-zione lrsquointerpretazione e la trasformazione di questi concetti Sta bi -lendo lo status del cristianesimo come unica ldquovera religionerdquo (真教zhēn jiagraveo) e come ldquoreligione cattolicardquo (公教 gōng jiagraveo) la SacraScrittura cristiana diviene naturalmente la ldquoScrittura corretta e verardquo aldi sopra di tutti i ldquoclassicirdquo13 In altre parole i missionari accettavano eassorbivano le antiche idee e i concetti confuciani ma al contemponon trascuravano la purezza della loro dottrina Come ha detto padreRuggieri (罗明坚 Luō Miacutengjiān) nella sua lettera ldquoIn breve siamo fattiCini ut Christo Sinas lucrifaciamusrdquo14 Il loro obiettivo finale egrave di ren-dere il cristianesimo piugrave accettabile per i cinesi consentendo cosigrave alcristianesimo di entrare e di radicarsi nella cultura cinese Essi sannomolto bene che solo una fede cristiana capace di entrare nella culturacinese puograve diventare la fede dei cinesi e puograve mettere radici nei lorocuori e nelle profonditagrave della loro cultura

Inoltre i missionari occidentali e i traduttori cinesi hanno usato moltelingue per tradurre la Sacra Scrittura compresi il cinese classico il cine-se metagrave-classico e il vernacolo moderno e hanno utilizzato non solo il

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12 Matteo Ricci Catechismo Edizioni Studio Domenicano Bologna 2013 pp 184-185

ldquo天主教 古教也 释氏西民 必窃闻其说矣helliphellip释氏借天主天堂地狱之义 以传己私

意邪道 吾传正道 岂反置弗讲乎rdquo13 Ibid pp 108-10914 Pasquale DrsquoElia Opere vol I p 167 nota 3

mandarino piugrave comune ma anche circa 25 dialetti e quasi 30 lingue delleetnie minori Risulta cosigrave evidente che i traduttori si sono presi cura siadella gente comune che dei gruppi intellettuali del 90 dei cinesi dietnia Hagraven (汉) ma anche delle minoranze etniche e hanno persino presoin considerazione la lingua dei ciechi A tale riguardo dovremmo essereconsapevoli che i fratelli protestanti stanno facendo di piugrave e meglio

Sappiamo che il processo dellrsquoinculturazione della fede cristiana inCina egrave il processo dellrsquoincarnazione della fede cristiana nella culturacinese Lrsquoinculturazione egrave quel processo attraverso il quale il messaggiocristiano si incarna o si inserisce in una cultura locale e coinvolge nonsolo una dimensione culturale universale ma egrave anche strettamente lega-to allrsquoesperienza di fede personale Da questa prospettiva la traduzionemultilingue e la cura per i diversi gruppi etnici egrave una fase indispensabilenel processo dellrsquoinculturazione della fede cristiana che nasce propriodallrsquoesperienza di fede personale e da quella comunitaria

3 la Traduzione della sacra scriTTura e lrsquoinTerculTuraliTagrave

della fede il doppio arricchimenTo e la promozione

della culTura BiBlica e della culTura locale

Come accennato in precedenza il primo grande movimento che si egravededicato allrsquoattivitagrave di traduzione nella storia della cultura cinese egrave statoquello del buddismo che ha portato alla traduzione della Scrittura bud-dista sviluppatosi dalla dinastia Hagraven Orientale (东汉 25-220 dC) alladinastia Sograveng del Nord (北宋 960-1127 dC) e durato pertanto piugrave dimille anni e che ha portato alla traduzione in cinese di piugrave di 20000volumi di scritture buddiste il secondo dopo alcune centinaia di anniegrave stato il movimento dei missionari che si sono dati alla traduzionedella Sacra Scrittura nel periodo che va dalla fine della dinastia Miacutengallrsquoinizio della dinastia Qīng ldquoQuesti due fiumi culturali hanno iniet-tato sangue fresco nel fiume della civiltagrave cineserdquo15 Naturalmente le

179Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

15 刘超 ldquo古代佛经翻译与明末清初传教士翻译之比较rdquo 载于《吉林广播电视大学学报》

2011年第1期(总第109期)49-52页(Liuacute Chāo laquoConfronto tra la traduzione della

realizzazioni del primo movimento hanno avuto unrsquoampiezza maggio-re del secondo

Il piugrave grande e piugrave ovvio risultato portato dalla traduzione e dallatrasmissione delle scritture buddiste egrave la realizzazione dellrsquoincultura-zione del buddismo in Cina In effetti il buddismo come religione ecultura straniera si egrave completamente radicato nel terreno della culturacinese La cultura buddista la cultura confuciana e la cultura taoistainsieme formano oggi la cultura cinese dominante se si ignorasse lacultura buddista la cultura cinese odierna sarebbe incompleta i cinesidi oggi non pensano mai che il buddismo sia una religione stranieraLa lingua la letteratura la filosofia lrsquoarte lrsquoestetica e altri aspettidella cultura cinese sono stati tutti segnati dalla cultura buddistaLrsquoopera di traduzione della Sacra Scrittura da parte dei cristiani nelperiodo della dinastia Taacuteng sebbene abbia una tradizione di piugrave di1300 anni per vari motivi non egrave stata in grado di mantenere la suacontinuitagrave e non egrave stata capace di influenzare cosigrave profondamente lastoria della cultura cinese come invece hanno fatto le scritture buddi-ste pur esercitando unrsquoinfluenza non trascurabile nel mondo cineseCi occuperemo adesso dellrsquoimpatto della Sacra Scrittura in Cina ana-lizzandone i tre principali aspetti

1) la Sacra Scrittura come risorsa culturale

Prima della fine del XIX secolo la traduzione cinese della SacraScrittura era stata intrapresa soltanto da missionari occidentali indub-biamente influenzati dalla cultura dalla filosofia e dai principi di tra-duzione propri dellrsquoOccidente In particolare lrsquoermeneutica occidenta-le ha profondamente influenzato questa loro opera di traduzione dellaSacra Scrittura La traduzione cinese della Sacra Scrittura permettequindi non solo di comprendere come la fede cristiana e lo spirito delVangelo siano stati veicolati in Cina ma getta uno sguardo anche sullo

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Scrittura buddista in Cinese e quella della Sacra Scrittura dei missionari alla fine

della dinastia Miacuteng - allrsquoinizio della dinastia Qingraquo in Journal of Jilin Radio andTV University No 1 (Total No 109 2011) pp 49-52)

spirito culturale occidentale di allora e sulla sua teoria della traduzio-ne e aiuta a capire come queste risorse culturali occidentali penetras-sero gradualmente nel mondo cinese proprio attraverso la traduzionecinese della Sacra Scrittura

Insieme alla Sacra Scrittura i missionari che operarono alla finedella dinastia Miacuteng e allrsquoinizio della dinastia Qīng hanno anche tradottoalcuni libri scientifici Sebbene in entrambi i casi i traduttori fossero glistessi missionari egrave possibile ravvisare differenze sostanziali tra i duegeneri sia per i metodi di traduzione sia per lrsquoespressione linguistica Ilibri scientifici non hanno ovviamente la stessa natura religiosa e sacraledella Sacra Scrittura e per questo la traduzione poteva utilizzare un lin-guaggio scevro da sacralitagrave piugrave libero un ldquolinguaggio secolarerdquo Alcontrario la traduzione della Sacra Scrittura non egrave cosigrave semplice anzi-tutto molti testi della Sacra Scrittura derivano da originali in ebraicouna lingua eminentemente ldquoreligiosardquo o dal greco oppure dalle poste-riori traduzioni in latino o in inglese ecc (appositamente modificate oadattate per portare la rivelazione di Dio) in lingue cioegrave per cosigrave direldquocristianizzaterdquo o ldquoreligiosizzaterdquo Queste lingue che portano la rivela-zione di Dio sono esse stesse un campo di rivelazione divina Pertantola traduzione della Sacra Scrittura non puograve essere semplice come quelladei libri scientifici percheacute la lingua cinese dellrsquoepoca era una linguasecolare che non era ancora stata ldquoreligiosizzatardquo Il primo problemaaffrontato dai missionari egrave quindi stato quello di esprimere la rivelazio-ne divina in questa lingua secolare Come abbiamo giagrave visto con la disputa della ldquotraduzione del nome di Diordquo come Signore del Cielo (天主Tiānzhǔ) Sovrano dallrsquoAlto (上帝 Shagravengdigrave) i missionari hannoincontrato serie difficoltagrave nel processo di traduzione

Su questo tema in realtagrave si puograve dire che i missionari occidentalihanno una certa esperienza piugrave di mille anni fa hanno cominciato apensare al problema del concetto di divinitagrave dallrsquoebraico ldquoJahwehrdquo algreco ldquoZeusrdquo al latino ldquoDeusrdquo e al ldquoDiordquo cristiano Nonostante questalunga tradizione il problema della traduzione di questo termine egraveancora aperto e foriero di un acceso dibattito durato centinaia di anni enon ancora concluso

La fede che i missionari hanno trasmesso in Cina egrave una fede portatada lingue e risorse culturali diverse Quando il Vangelo di Cristo passa da

181Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

una cultura allrsquoaltra il primo problema non egrave lo scontro tra il vangelo e lacultura locale quanto piuttosto il vicendevole incontro tra la cultura loca-le e la cultura straniera che porta il vangelo attraverso i missionariLrsquoallora cardinale Joseph Ratzinger sollevograve la questione della ldquointercultu-ralitagraverdquo nellrsquoevangelizzazione in occasione di una conferenza a HongKong nel 1993 Egli afferma che la fede cristiana e il vangelo non sonouna cosa astratta e isolata tale da poter essere semplicemente veicolatada una cultura allrsquoaltra il messaggio del Vangelo egrave stato assimilato emetabolizzato dalla cultura degli evangelizzatori Cosigrave nel processo del-lrsquoevangelizzazione entrano in gioco due culture quella dei predicatori equella degli ascoltatori Il vangelo di Cristo presente nella cultura deipredicatori (prima cultura) egrave compreso e accettato dagli ascoltatori attra-verso la loro specifica cultura (seconda cultura) Ovviamente in questoprocesso lrsquoincontro lo scontro e lrsquointegrazione tra le due culture sonoinevitabili e devono essere presi sul serio altrimenti il rischio egrave il falli-mento stesso del processo di evangelizzazione e il Vangelo finirebbe colrestare sempre ai margini della societagrave e della cultura

Inoltre la traduzione cinese della Sacra Scrittura comporta anche ilproblema dellrsquoaccettazione della cultura dominante allrsquointerno di un piugravevasto sistema culturale ad esempio le diverse correnti di pensiero - confu-cianesimo buddismo e daoismo - che in Cina occupano una posizionedominante in diversi periodi storici La traduzione cinese della SacraScrittura egrave infatti legata al modo in cui il cristianesimo entra in rapportocon le varie confessioni religiose dominanti in Cina e allrsquoadattamento eallrsquointegrazione della cultura occidentale nel sistema culturale cineseMolto dipende inoltre da quali tradizioni culturali i missionari scelgonodi interpretare per veicolare la fede cristiana Ad esempio percheacute i missio-nari non hanno accettato le dottrine neo-confuciane dei Sograveng e dei Miacuteng(dal 960 al 1644 d C) e invece si sono rifatti allrsquoantico sistema culturaleconfuciano O ancora egrave meglio usare il termine ldquoVerbordquo per tradurreldquoLogosrdquo nel prologo del Vangelo secondo Giovanni oppure la parolaldquoDaordquo (道 Dagraveo) che egrave piugrave vicino al pensiero daoista Non si tratta solodella comprensione e dellrsquoaccettazione da parte dei missionari della cultu-ra cinese ma anche di un adattamento della cultura cinese alla fede occi-dentale Questo complesso problema interculturale si realizza attraversolrsquoattivitagrave di traduzione e di ri-traduzione solo apparentemente semplice

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2) la traduzione della Sacra Scrittura arricchisce la culturacinese

Il periodo compreso tra la fine della dinastia Miacuteng e gli inizi delladinastia Qīng rappresenta un momento culminante della storia cineseper quanto riguarda gli scambi culturali tra cinesi e occidentali I mis-sionari cattolici portarono il Vangelo in Cina ma portarono anche lrsquoe-terogenea civiltagrave dellrsquoOccidente aprendo una finestra per gli intellet-tuali cinesi su quel mondo lontano facendo loro comprendere il siste-ma di apprendimento e piugrave in generale la cultura occidentale Allostesso tempo li hanno spinti a cercare di risolvere il difficile rapportotra il sapere cinese e il sapere occidentale Alla fine della dinastiaMiacuteng Lǐ Zhīzǎo (李之藻) Xuacute Guāngqǐ (徐光启) e altri intellettualiaccettarono il meccanismo di apprendimento occidentale con unamente aperta e collaborarono con i missionari per tradurre la SacraScrittura lrsquoastronomia e la matematica occidentale lrsquoagronomia eccravvisando somiglianze tra il sapere occidentale e quello cinesesoprattutto nel campo religioso e morale Sono quindi giunti alla con-clusione che ldquoil mondo orientale e il mondo occidentale hanno lo stes-so cuore e la stessa ragionerdquo (东海西海 心同理同 Dōnghǎi xīhǎi xīntoacuteng lǐ toacuteng) e hanno proposto lrsquoidea di ldquoadattarerdquo (会通 Huigrave tōng) eldquooltrepassarerdquo (超胜 Chāo shegraveng) Questo approfondito scambio diculture fra Cina e Occidente a diversi livelli religiosi e di conoscenzascientifica ha notevolmente promosso il processo di modernizzazionedella cultura cinese16

Sappiamo che la traduzione cinese delle Scritture buddiste ha arric-chito notevolmente la cultura tradizionale cinese sia per gli aspettiriguardanti la scrittura sia per lo spirito culturale Secondo le statisti-che nel primo dizionario del cinese Shuō weacuten jiě zigrave《说文解字》

183Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

16 黄建刚 ldquo晚清西方传教士对中国现代化进程的贡献rdquo《社科纵横》 总第30 卷第8 期

(Huaacuteng Jiagravengāng laquoI contributi dei missionari occidentali nella tarda dinastia Qing

al processo di modernizzazione della Cinaraquo in Social Sciences Review vol 30

n 8 2015)

(100-121 dC dinastia Sograveng del Nord) ci sono 9353 caratteri cinesimentre il Dizionario di Jiacute yugraven《集韵》(scritto nel 1039) ne raccoglie ben53525 il Dizionario di Kāngxī《康熙字典》(1716 dC) ha un totale di47535 caratteri Se dunque si assiste ad un graduale e costante aumentonel tempo dei caratteri nella lingua cinese si vede come dal Dizionariodi Jiacute yugraven《集韵》al Dizionario di Kāngxī《康熙字典》i caratteri nonsiano aumentati ma piuttosto diminuiti ridotti di 6490 Ciograve dimostrache lrsquoincremento dei caratteri cinesi si egrave concentrato principalmentenella tarda dinastia Hagraven orientale (东汉 Dōnghagraven) fino alla dinastiaSograveng Sappiamo che questo periodo egrave proprio quello in cui vieneavviato e portato avanti il processo di traduzione e trasmissione dellescritture buddiste Egrave dunque certo che la traduzione e la trasmissionedelle scritture buddhiste hanno contribuito ad aumentare notevolmenteil numero di caratteri cinesi nel Medioevo In realtagrave sappiamo cheesse non solo hanno accresciuto il numero di caratteri cinesi ma nehanno arricchito anche il genere e la struttura influenzando definitiva-mente lrsquoespressione linguistica cinese cosigrave come anche la struttura elo sviluppo di quella cultura

Da questo punto di vista per molte ragioni lrsquoinfluenza esercitatadalla traduzione cinese della Sacra Scrittura non egrave paragonabile a quel-la esercitata dalla traduzione del Sutra buddista Nonostante ciograve anchela traduzione cinese della Sacra Scrittura esercita unrsquoinfluenza non tra-scurabile sulla storia e sulla cultura cinese moderna In termini religio-si con la diffusione della Sacra Scrittura cinese lrsquoinculturazione dellafede cristiana in Cina egrave in costante progresso e anche lrsquoinfluenza delcristianesimo nei diversi campi della cultura cinese sta aumentandocontinuamente Il cristianesimo si sta liberando gradualmente dellrsquoeti-chetta di ldquoreligione stranierardquo (洋教 Yaacuteng jiagraveo) e sta diventando semprepiugrave familiare alla gente del paese ed egrave in grado di svilupparsi rapida-mente Sempre piugrave grande egrave anche lrsquoimpatto che la traduzione del-la Sacra Scrittura ha sulla vita sociale e politica della Cina Nella sto-ria cinese moderna e contemporanea Hoacuteng Xiugravequaacuten (洪秀全)17

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17 Hong Xiuquan (1814-1864) egrave stato un rivoluzionario e fondograve e guidograve il ldquoCeleste

Regno della Gran Pacerdquo (太平天国Tagraveipiacuteng tiānguoacute) e la Societagrave degli adoratori di

Sūnzhōngshān (孙中山)18 Jiǎng Jiegraveshiacute (蒋介石)19 e molti rivoluziona-ri ed educatori che hanno subito lrsquoinfluenza del cristianesimo hannoappreso proprio dalla Sacra Scrittura le idee di democrazia uguaglian-za e umanitarismo a vari livelli e tali valori hanno influenzato inmaniera piugrave o meno profonda le loro idee politiche la loro educazionee filosofia di vita Nella letteratura lrsquoinfluenza della traduzione cinesedella Sacra Scrittura egrave ancora piugrave evidente Inoltre le organizzazioniecclesiastiche hanno allestito delle tipografie e introdotto nuove mac-chine per stampare le traduzioni in cinese della Sacra Scrittura e dialtre opere ecclesiastiche le quali hanno promosso obiettivamente losviluppo dellrsquoindustria tipografica cinese

Riguardo allrsquoimpatto della traduzione cinese della Sacra Scritturasulla cultura cinese possiamo prendere in considerazione i seguentiaspetti

A) Lrsquoeffetto sul nuovo stile linguistico della Cina il vernacolo (la lingua moderna)

Sino alla fine dellrsquo800 nel sistema linguistico cinese il fenomenodella separazione tra lingua parlata e lingua scritta era abbastanzaovvio Questo costituiva un problema reale per quegli intellettuali epolitici cinesi che volevano portare in Cina nuove ideologie e riformee cosigrave dalla fine dellrsquo800 allrsquoinizio del rsquo900 fu lanciato un vigoroso

185Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

Dio (拜上帝会Bagravei Shagravengdigrave huigrave) setta che combinava elementi presi dal cristianesi-

mo dal taoismo dal confucianesimo e dalla religione tradizionale cinese ed iniziograve

una rivolta contro la dinastia Qing Nel 1864 Hong Xiuquan morigrave e il ldquoCeleste

Regno della Gran Pacerdquo crollograve18 Si chiama anche Sun Yat-sen (1866-1925) ed egrave stato un politico cinese Egrave conside-

rato il padre della Cina moderna e uno dei piugrave importanti rivoluzionari cinesi fon-

datore del partito Guoacutemiacuten dǎng (国民党) tra i primi a proporre il rovesciamento

dellrsquoImpero cinese (la dinastia Qing) e a considerare il problema della democrazia19 Egrave stato un generale e politico cinese Nel 1925 dopo la morte di Sun Yat-sen

assunse la guida del Partito Guoacutemiacuten dǎng

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20 参阅丁晓原《行进中的现代性 晚清ldquo五四rdquo散文论》中国社会科学出版社 2016

(第十二章一节) (Cfr Dīng Xiǎoyuaacuten La modernizzazione in corso sulla letteratu-ra nel periodo del Movimento del Quattro Maggio ed Zhōngguoacute shegravehuigrave kēxueacutechūbǎn shegrave 2016 prima versione del capitolo dodicesimo)

21郭沫若《沫若文集》第十卷 人民文学出版社 1959 页56 (Guō Mograveruograve Tutte leopere vol10 ed Reacutenmiacuten weacutenxueacute chūbǎn shegrave 1959)

ldquomovimento vernacolarerdquo Ma come ha potuto diffondersi questomovimento linguistico e questo nuovo stile in un momento in cui esi-steva ancora una profonda divergenza tra lingua parlata e scritta Inquesto processo di diffusione hanno certamente giocato un ruolo fon-damentale proprio la traduzione cinese della Sacra Scrittura e la stam-pa di massa Lrsquoesempio piugrave rappresentativo egrave dato dalla traduzione epubblicazione della ldquoVersione Cinese dellrsquoUnionerdquo《和合本圣经》(Heacuteheacute běn shegravengjīng) protestante (1919) Possiamo dire che questaBibbia in vernacolo cinese e altri giornali che promuovevano il verna-colo in un momento in cui questo non si era ancora formato abbianogettato le basi per la codificazione del vernacolo stesso cioegrave del man-darino cinese ufficiale e abbiano definito la modalitagrave di scrivere e par-lare il cinese moderno

La circolazione di milioni di libri della traduzione della Sacra Scrit -tura20 ha permesso la rapida diffusione di questo nuovo stile linguisticoche in quel momento non solo ha influenzato la gente comune ma haanche profondamente inciso sul circolo degli intellettuali Riguardoallrsquoimportanza di questa traduzione moderna il famoso letterato cineseGuō Mograveruograve (郭沫若) ha sottolineato ldquoLo stile della traduzione non egrave unfattore insignificante nel mandarino o nella letteratura nazionale di unpaese Basti pensare allrsquoinfluenza esercitata dalla traduzione delleScritture buddiste sulla nostra lingua sin dalle dinastie Suiacute e Taacuteng (隋唐)e anche allrsquoinfluenza della traduzione dei libri del Nuovo e VecchioTestamento e delle opere letterarie occidentali moderne sullrsquoattuale lin-gua e sulla letteratura cineserdquo21 Zhōu Zuogravereacuten (周作人) nel suo saggioSacra Scrittura e letteratura cinese (《圣经与中国文学》Shegravengjīng yǔ

zhōngguoacute weacutenxueacute)22 ha sottolineato che ldquoil Vangelo secondo Matteo egrave ineffetti la prima opera letteraria europea in Cina e mi aspetto che abbiauna profonda relazione con la nuova futura letteratura cineserdquo Sappiamoche questa traduzione della Sacra Scrittura usa un vernacolo chiaro flui-do popolare e standardizzato nientrsquoaffatto volgare Fu grazie al fascinoesercitato da questa lingua che la Sacra Scrittura si diffuse rapidamentein quel periodo Lrsquoin cul tu razione la divulgazione e la modernizzazionedel linguaggio sono strumenti importanti per la diffusione del cristianesi-mo ed egrave ancora vero oggi

B) Lrsquoinfluenza sulla letteratura moderna cinese

Nel mondo letterario occidentale egrave difficile parlare della grande lettera-tura classica dellrsquoOccidente senza citare la Sacra Scrittura Non possiamoignorare la sua importanza in costante incremento anche se la suainfluenza nella cultura cinese non egrave ancora cosigrave profonda Molti pensatorimoderni traggono spesso ispirazione dalla Sacra Scrittura nei loro scrittispesso usano le storie della Bibbia come argomento o ne citano le parolee il vocabolario in particolare quello inerente la figura di Gesugrave che egraveentrato in un gran numero di opere letterarie moderne e contemporaneeAd esempio Trinitagrave Cristo Salvatore Van gelo Croce Corona di spineCoppa amara Battesimo Espia zio ne Agnello Voce del deserto Giudiziofinale Fine del mondo Anima Diavolo Pen ti mento Eden ecc

Nel secolo scorso dal ldquoMovimento del Quattro Maggiordquo al 1949 epoi dalla ldquoriforma ed Aperturardquo (1978) al presente la cultura e il pen-siero della Sacra Scrittura sono stati sempre piugrave citati e interpretatinella letteratura cinese ci sono stati anche molti intellettuali cinesi chehanno condotto ricerche piugrave approfondite sulla Sacra Scrittura dadiversi punti di vista come la fede la letteratura e la storia CheacutenDuacutexiugrave (陈独秀) uno dei fondatori del Partito Comunista Cinese unavolta disse ldquoNon abbiamo bisogno di cercare qualche teologia o anchedi fare affidamento su qualche dottrina o di affidarci a qualche setta

187Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

22周作人 ldquo圣书与中国文学rdquo 载于《小说月报》第12卷第1期(1921)(Zhōu Zuograve reacuten

laquoSacra Scrittura e letteratura cineseraquo in Rivista mensile dei romanzi vol 12 n 1)

possiamo andare direttamente alla porta di Gesugrave e chiediamo che la suanobile grande personalitagrave e le sue calde e profonde emozioni siano unacosa sola con noirdquo23 Anche Zhōu Zuogravereacuten (周作人) crede infatti che laSacra Scrittura possa essere definita un modello per la letteratura cinesecontemporanea la sua visione ha fatto scalpore tra gli ascoltatori in quelmomento24 Poi crsquoerano anche Antico Te sta men to e poesie drsquoamore (《旧约与恋爱诗》Jiugrave yuē yǔ liagraven agravei shī) di Zhōu Zuogravereacuten Sul Canticodei cantici (冯三昧 Feacuteng Sānmegravei《论雅歌》Lugraven yǎ gē) Studi letteraridel Cantico dei Cantici (薛冰 Xuē Bīng《雅歌之文学研究》Yǎ gē zhīweacutenxueacute yaacutenjiū) Dodici lezioni sulla letteratura della Sacra Scrittura(朱维之 Zhū Weacuteizhī《圣经文学十二讲》Shegravengjīng weacutenxueacute shiacute egraverjiǎng) Immagine della Sacra Scrittura nelle opere di Bing Xin (韩丽丽Haacuten Ligraveligrave e袁洁 Yuaacuten jieacute《冰心作品中的lt圣经gt意象》 Bīngxīn zuogravepǐnzhōng de shegravengjīng yigravexiagraveng) Letteratura cinese e cultura cristiana del rsquo900(王本朝 Waacuteng Běnchaacuteo《20世纪中国文学与基督教文化》 Egravershiacute shigravejigravezhōngguoacute weacutenxueacute yǔ jīdūjiagraveo weacutenhuagrave) e molti altri romanzi poesieopere teatrali e saggi legati alla Sacra Scrittura

Insomma lrsquoinfluenza culturale che la Sacra Scrittura ha avuto sullaletteratura cinese moderna egrave stata dimostrata dalla ricerca di molti stu-diosi Questa tendenza egrave stata ulteriormente approfondita nel fenome-no della ldquoChristianityrsquos fever in Chinardquo emersa in ambito universitarionella Cina degli anni rsquo80 Un riflesso di questo fenomeno puograve rintrac-ciarsi nellrsquoistituzione delle cattedre di Sacra Scrittura nei corsi univer-sitari odierni cosigrave come le cattedre di esegesi delle Sacre Scritture

C) Lrsquoinfluenza sullrsquoeducazione dei bambini piccoli nella Cina mo der na

Strettamente legato alla traduzione cinese della Sacra Scrittura egrave illdquoromanzo evangelicordquo (福音小说 Fuacuteyīn xiǎoshuō) scritto o tradottodai missionari A partire dal 1850 i missionari occidentali in Cina ini-ziarono a tradurre un gran numero di romanzi per lrsquoeducazione dei

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23陈独秀 ldquo基督教与中国人rdquo 载于《新青年》 第3期 (1921年) (Cheacuten Duacutexiugrave

laquoCristianesimo e i cinesiraquo in La nuova gioventugrave n 3 (1921)24 Cfr Zhōu Zuogravereacuten laquoSacra Scrittura e letteratura cineseraquo in Rivista mensile dei

romanzi vol 12 n 1 (1921)

bambini al fine di coltivare una generazione di bambini cristiani cine-si I loro scritti e metodi hanno assunto un ruolo pionieristico nella let-teratura e nellrsquoeducazione dei bambini cinesi

Nel 1852 lo Strumento della casa drsquooro (《金屋型仪》Jīnwū xiacuteng yiacute)tradotto da Ferdinand Genaumlhr (叶纳清 Yegravenagraveqīng) pastore luterano fu ilprimo romanzo evangelico tradotto per i bambini25 Il libro con tecnichenarrative tradizionali cinesi racconta la storia di una ragazza ebrea che siconverte al cristianesimo The Captive Maid (《妙龄双美》Miagraveoliacutengshuāng měi) tradotto nel 1856 da Wilhelm Lobscheid (罗存德 LuōCuacutendeacute) un pastore luterano appartiene a questa categoria Seguonopoi Henry Record (《亨利实录》Hēngligrave shiacutelugrave) di Caroline P Keith(吉士夫人 Jiacute shigrave fūreacuten) (1852) tradotto e pubblicato nel vernacololocale di Shagravenghǎi e Tre ragazze (《三个闺女》Sān gegrave guīnǚ) diMartha Crawford (高第丕夫人) (1856) nel vernacolo di Shagravenghǎi Nel1878 fu tradotto nel dialetto del Fuacutezhōu (福州) Povera donna Le Shijia (《贫女勒诗嘉》Piacuten nǚ lēi shī jiā) di Miss Adelia MPayson (美以美会佩森Měi yǐ měi huigrave pegravei sēn) Inoltre sono state pub-blicate molte altre traduzioni e scritti sullrsquoeducazione dellrsquoinfanziaOltre a coltivare le credenze religiose dei bambini queste opere offro-no un contributo alla loro formazione etica utilizzando immagini emodalitagrave espressive dei bambini per aiutarli a diventare personemoderne con una personalitagrave sana Questi ldquoromanzi del Vangelordquohanno completamente trasformato i tradizionali libri cinesi per bambi-ni e hanno infuso uno spirito nuovo nellrsquoeducazione dellrsquoinfanzia inCina fornendo anche nuovi modelli educativi

3) la cultura locale arricchisce la comprensione della Sacra Scrittura cristiana

Come giagrave detto i missionari occidentali e i cristiani cinesi hannotradotto la Sacra Scrittura in tante lingue minoritarie e dialettali Que -ste opere sono come una grande porta aperta attraverso cui un grannumero di cristiani cinesi puograve entrare nel sacro mistero e sperimentar-

189Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

25 Tradotto dal Hermann Ball Thirza order die Anziehungskraft des Kreuzes (1842)

ne la profonditagrave e grandezza e drsquoaltra parte il mondo linguistico cheesprime la rivelazione di Dio si arricchisce notevolmente Ogni linguaha il suo sistema cognitivo che comprende e interpreta la Sacra Scrit -tura e ogni sistema cognitivo indica un modo di vivere e sperimentarela rivelazione divina Queste interpretazioni della Sacra Scrittura uni-tamente allrsquoesperienza vissuta dello spirito evangelico sono ciograve checonsente alla fede cristiana di radicarsi e di crescere nei cuori dei cine-si In altre parole lrsquoinculturazione della fede cristiana nella vita spiri-tuale e liturgica e la sistematizzazione di una teologia inculturata eadatta alla comprensione e alla vita cinese sono possibili quando sibasano sulla vita e sullrsquoesperienza del Vangelo In questa prospettivala vita cristiana e lrsquoesperienza dei cristiani cinesi ampliano la visioneuniversale del cristianesimo

Alcuni pensatori occidentali si interessarono alla cultura e allo spi-rito cinese attraverso I quattro libri (《四书》Sigrave shū) e I cinque classici(《五经》Wǔ jīng) tradotti dai missionari A causa dellrsquoinsoddisfazioneche nutrivano per lo stato sociale culturale e ideologico dellrsquoEuropa inquel momento avevano unrsquourgente necessitagrave di promuovere la trasfor-mazione dellrsquoEuropa sulla base di un modo ldquoaltrordquo di vedere la realtagraveTutti ammiravano la cultura confuciana della Cina e avendone coltolrsquoessenza speravano di prenderne in prestito alcuni elementi per fornirenuovi stimoli e dare nuova linfa alla societagrave e alla cultura europee

Giagrave nel rsquo600 e nel rsquo700 e anche nel rsquo900 crsquoerano stati filosofi esinologi occidentali che avevano desiderato trovare unrsquoalternativa alsistema culturale occidentale come Leibniz Francis Quinn il leaderdellrsquoilluminismo francese Voltaire lrsquoinglese Eustace Bajer HeideggerFranccedilois Jullien ecc Senza volere qui discutere sulla loro reale cono-scenza della cultura e dello spirito cinesi possiamo domandarci se leloro motivazioni possano offrirci qualche spunto Se questi pensatoriapprezzavano la cultura cinese per rinnovare la cultura occidentaleforse la nostra spiegazione e interpretazione della fede cristiana attra-verso la vita e lrsquoesperienza dei cristiani cinesi possono offrire motividi interesse e di arricchimento al nostro essere cristiani oggi

La questione dellrsquoinculturazione della fede cristiana in Cina egraveanche la questione dellrsquoaccettazione e del riconoscimento dellrsquoessenzadella cultura cinese nel mondo cristiano Queste due questioni sono

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strettamente collegate lrsquouna allrsquoaltra ed entrambe sono indispensabilinel processo di evangelizzazione della Chiesa cinese Comprendere einterpretare la stessa fede in base alle diverse risorse culturali coinvol-ge sia la cultura locale le credenze e le esperienze dei cristiani localisia la riflessione razionale e la sistematizzazione di queste esperienzee la nostra Chiesa puograve con grande apertura mentale incoraggiaresupportare e guidare lo sforzo dei cristiani locali nel processo dellrsquoin-culturazione della fede

conclusione

La traduzione cinese della Sacra Scrittura non egrave un progetto com-piuto ldquouna volta per semprerdquo ma piuttosto un processo in diveniresempre perfettibile percheacute lrsquoevento di Cristo non egrave solo un fatto stori-co ma egrave qualcosa che accade continuamente nella vita di ogni uomoche deve cioegrave diventare esperienza personale Ecco percheacute va sottoli-neato che la traduzione della Sacra Scrittura deve essere un processocontinuo che si porta avanti per generazioni Infatti la traduzione elrsquointerpretazione della Sacra Scrittura non sono legate soltanto allenuove scoperte archeologiche e allrsquoaccumulo delle conoscenze nel-lrsquoambito delle scienze umane ma anche allrsquoattuale contesto socialeumano Con lrsquoapprofondimento dellrsquoinculturazione della fede alcuniconcetti locali possono assumere un significato sempre piugrave ricco cosigraveanche la ricomprensione e reinterpretazione della cultura locale e dellafede cristiana diventano necessari per poter esprimere la fede in unmodo piugrave appropriato e adatto allrsquouomo moderno La relazione tra lari-traduzione e reinterpretazione della Sacra Scrittura e lrsquoapprofondi-mento dellrsquoinculturazione della fede egrave una relazione reciproca Laprima saragrave la base per unrsquoulteriore inculturazione di altre opere lettera-rie artistiche musicali ecc Dal punto di vista dellrsquoinculturazionedella fede perciograve la revisione o la ritraduzione della Sacra Scritturadeve essere un processo continuo e ininterrotto

191Traduzione della Sacra Scrittura in cinese

192

EsEgEsi E tEologia di Ebr 13 QualE cristologia pEr il Figlio

Fabio Pari

Editorrsquos note The two foundational articles of the Christian faith arecentred on the mystery of the triune God and on the mystery of JesusChrist true God and true man These two articles of faith are intercon-nected because they refer to two distinct aspects of the same divinereality anyone who wants to be a Christian must believe in them Butthinking of them in appropriate concepts and expressing them in con-venient words ndash God is three (divine) persons in one (divine) natureChrist is one (divine) person (the Son) in two natures (both the divineand the human one) ndash is an enterprise at the limits of human reason In particular it took the first Seven Ecumenical Councils from Nicea I(325) to Nicea II (787) to elaborate and specify definitively a properformulation of the Christological mystery that is to say to defineldquowithout confusion without change without division without separa-tionrdquo the meaning of ldquopersonrdquo and ldquonaturerdquo and the mutual relation-ship of one person and two natures in Jesus ChristFrom the biblical point of view however it is legitimate to ask in theSacred Scripture are there passages that expressly validate the resultsof the complex conceptual elaboration carried out by the Church overthe centuries The author of this article applies the refined tools ofbiblical exegesis to the interpretation of Heb 13a (according to whichChrist ldquois the reflection of Godrsquos glory and bears the impress of Godrsquosown beingrdquo) and particularly to the key words of this sentence(ἀπαύγασμα and χαρακτήρ) so as to clarify the contribution of thisverse to our knowledge of the mystery of Christ Parirsquos conclusion isthat Heb 13a does not indicate clearly and explicitly as far as theSon-Christ is concerned either His full divinity or His personal autonomyeven if it refers to His ldquopre-existencerdquo and intimate relationship with God So in this case the future long and painful christologicaldebate within the Church appears with all evidence not to have beensuperfluous

SD 651 (2020) pp 192-223

La divinitagrave di Gesugrave Cristo il Figlio la seconda persona dellatrinitagrave egrave come noto un dogma della confessione cristiana definitodal Concilio di nicea nel 325 in quale modo perograve i cristiani delprimo secolo intendessero la natura o la persona di Gesugrave Cristo egrave unaquestione complessa e dibattuta ancora meritevole di attenzione

nel presente lavoro intendo perciograve soffermarmi su unrsquoindagine ese-getica di Ebr 13a (ὃς ὢν ἀπαύγασμα τῆς δόξης καὶ χαρακτὴρ τῆςὑποστάσεως αὐτοῦ) in particolare sulla corretta interpretazione delledue parole-chiave ἀπαύγασμα e χαρακτήρ riferite al Figlio per mo -strare cosa esse ci dicano o non ci dicano circa la natura e la personadel Figlio-Cristo1

1 il contesto testuale di ebr 13a

11 il contesto generale di Ebr 13a

Per poter comprendere il significato esatto delle espressioni conte-nute in Ebr 13a egrave necessario anzitutto analizzare brevemente il conte-sto in cui tale versetto si trova Ebr 11-4 lrsquoesordio della Letteraforma un unico periodo che racchiude diversi temi che saranno svi-luppati nel seacuteguito dellrsquoopera soprattutto i due fondamenti cristologi-ci la condizione di esaltazione del Figlio e il suo sacerdozio sacrifica-le con cui ha espiato i peccati2

il v 2 che introduce direttamente la frase in esame descrive proto-logicamente il Figlio come agente della creazione dellrsquouniverso da

193Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

1 Lrsquoautore di Ebrei non identifica esplicitamente il Figlio con Gesugrave Cristo nominatosolo in 29 ma tale identificazione doveva essere giagrave ben conosciuta dai lettori cfrKoEstEr Hebrews 182

2 Cfr AttridGE Hebrews 36 Essays 283-284 KoEstEr Hebrews 174-176 182-190LAnE Hebrews 1-8 9 17-19 CoCKEriLL Hebrews 86-88 Per uno studio globalesulla struttura letteraria di tutta la Lettera agli Ebrei cfr VAnhoyE Structure 18-44Per una discussione delle principali proposte cfr LAnE Hebrews 1-8 LxxxiV-xCViii

parte di dio Questo v3 ndash come anche il v seguente ndash mostrano unchiaro influsso della tradizione sapienziale4 e contengono una cristo-logia alta ndash basata sulla pre-esistenza del Figlio-Cristo ndash che appareanche in altri testi neotestamentari5

in questo contesto il v 3 ndash che ha fattura innica e puograve derivare daun antico inno cristologico6 ndash contiene alcune affermazioni sulla natu-ra e il ruolo del Figlio7 prima nellrsquoordine della creazione e poi nellrsquoor-dine della salvezza8

Lrsquoesordio (cfr soprattutto il v 4) prepara anche il seacuteguito immedia-to della Lettera cioegrave la catena scritturistica che prova la superioritagrave delFiglio sugli angeli9 tuttavia non egrave questo il tema maggiore introdottonellrsquoesordio bensigrave quella dialettica tra ldquovecchiordquo e ldquonuovordquo tra figlio-lanza e sacerdozio di Cristo che pervaderagrave lrsquoopera10

194 F Pari

3 sul v 2 e il suo ruolo cfr AttridGE Hebrews 40-41 KoEstEr Hebrews 184-186CoCKEriLL Hebrews 91-93

4 specialmente Prov 827 sir 241-12 sap 71221-27 84 92 cfr AttridGEHebrews 40 n 74 41 KoEstEr Hebrews 187-188 LAnE Hebrews 1-8 6MEiEr ldquostructurerdquo 174 CoCKEriLL Hebrews 91 WiLLiAMson Philo 97 101dunn Christology 164 206

5 Cfr Gv 11-31029 rom 834 1136 1 Cor 86 153 2 Cor 44 Efes 120Col 115-1620 Per il relativo sfondo giudeo-ellenistico cfr le numerose riflessioni sul tema in Filone Cfr AttridGE Hebrews 40 n 75 KoEstErHebrews 182

6 Cfr AttridGE Hebrews 36 41-42 KoEstEr Hebrews 178-179 LAnE Hebrews1-8 7-8 CoCKEriLL Hebrews 91 dunn Christology 206-207

7 il pronome relativo ὃς allrsquoinizio del v 3 si riferisce chiaramente a υἱῷ (= Figlio)del v 2 prolungando cosigrave la serie delle relative precedenti tutte riferite a υἱῷ (cfrMEiEr ldquostructurerdquo 170-172 LAnE Hebrews 1-8 5 n e 12 CoCKEriLL Hebrews91) Per unrsquoanalisi dettagliata di υἱῷ vedi AttridGE Hebrews 39 su ldquoFiglio didiordquo vedi dunn Christology 12-64 su ldquoFiglio di diordquo in Ebr cfr dunnChristology 51-56

8 Cfr AttridGE Hebrews 36 MEiEr ldquostructurerdquo 175 (riferito a tutto lrsquoesordio)9 Cfr KoEstEr Hebrews 189 AttridGE Hebrews 36 VAnhoyE Structure 23 46

10 Cfr AttridGE Hebrews 36

dobbiamo inoltre rilevare che lrsquoesordio letterariamente moltocurato fa abbondante uso di un linguaggio e immagini tradizionali nelcristianesimo primitivo11

Egrave dunque in questo contesto che Ebr 13a si trova e svolge la suafunzione ed egrave a partire da questo contesto che possiamo ora passaread analizzare piugrave da vicino le espressioni che vogliamo studiare

12 il contesto prossimo di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ

nella frase in cui si trovano le due parole-chiave che vogliamo studia-re esse sono legate ad altri termini importanti ai fini dellrsquoesegesi cheintendiamo condurre Egrave dunque necessario innanzitutto che studiamoquesto ldquocontesto prossimordquo formato dai termini δόξα (cfr ἀπαύγασματῆς δόξης 13aα) e ὑπόστασις αὐτοῦ (cfr χαρακτὴρ τῆς ὑποστάσεωςαὐτοῦ 13aβ)

incominciamo da αὐτοῦ che egrave la parola piugrave semplice il suo refe-rente dal contesto non puograve che essere ὁ θεός di Ebr 11 dunque dioil soggetto del brano immediatamente precedente a 13a e che governasintatticamente tutto il periodo che costituisce lrsquoesordio12

121 δόξα

uno studio piugrave approfondito merita il termine δόξα legato sintatti-camente a ἀπαύγασμα

nel greco extra-biblico il termine significa ldquoopinionerdquo ldquociograve che si ri -tie nerdquo (giagrave in omero e Erodoto) in particolare indicava le opinioni deifilosofi in quanto tale la δόξα stava tra la conoscenza (certa) e lrsquoignoran-za13 il valore di ldquoopinionerdquo tendette perograve sin dal greco classico a speci-

195Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

11 Cfr AttridGE Hebrews 36 BAuCKhAM ldquodivinityrdquo 20 Per una analisi comparatadegli inni che hanno contenuto e immagini analoghe a Ebr 13 cfr P AndErsonldquothe Johannine Logos-hymnrdquo 230-238 (Gv 11-18 Fil 25-11 Col 115-20Ebr 11-5)

12 stesso referente in LSJ ii 197713 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1348-1351 LSJ i 444

ficarsi come ldquobuona famardquo ldquogloriardquo (in demostene solone nel le epigra-fi) in cui risiedeva per la mentalitagrave greca il supremo valore della vita14

in Flavio Giuseppe e Filone δόξα mantiene il significato di ldquoopinio-nerdquo ldquoprincipio filosoficordquo ldquofamardquo ldquoonorerdquo ldquomagnificenzardquo un casoec ce zionale egrave tuttavia lrsquouso di Filone De specialibus legibus 1 45 doveper influenza del greco biblico δόξα indica lo splendore divino15

Poicheacute il significato principale di δόξα nel n t affonda le sue radi-ci nellrsquouso veterotestamentario del corrispettivo ebraico kābocircd egravenecessario procedere con una breve analisi di esso16

in senso ldquolaicordquo kābocircd significa ldquoonorerdquo ldquoricchezzardquo ldquoposizioneragguardevolerdquo (cfr ad esempio Gen 132 4513) in riferimento adio puograve indicare il suo manifestarsi imponente descritto anche neitermini di temporale (cfr sal 971) la redazione del codice sacerdota-le poi rese kābocircd un termine teologico per indicare una manifestazionereale della gloria di dio (come fuoco irradiante avvolto da una nubecfr Es 2415 ss 4034-35) in Ezechiele il kebocircd yhwh appare invisione come figura umana infuocata e raggiante La manifestazioneuniversale del kābocircd divino egrave parte delle speranze escatologiche diisraele (cfr is 6618-19)17

nei Lxx δόξα egrave termine che occorre spesso e frequentemente tra-duce appunto kābocircd di cui egrave il corrispettivo nel greco dei Lxxdunque tale parola viene a indicare la potenza la gloria di dio il suosplendore la sua essenza (sia in quanto invisibile che in quanto mani-festata allrsquouomo)18

196 F Pari

14 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1351-1352 LSJ i 444 Alcuni studiosi hanno avanzato lrsquoi-potesi che δόξα avesse un antichissimo significato di ldquolucerdquo ldquosplendorerdquo tuttaviatale significato egrave attestato solo in scritti giudei o cristiani e dunque lrsquoipotesi egraveimprobabile (cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1352-1353)

15 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1353-135716 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1357-135817 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1358-137018 Vedi ad es Es 1610 sal 283 566 14411 is 63 4811 Ezech 1018 1123

sap 910 sir 453 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1370-1378 LSJ i 444

nel giudaismo palestinese rimangono gli stessi valori di kābocircdsplendore divino a cui anche lrsquouomo partecipa Anzi nellrsquoapocalitticagiudaica la gloria di dio torneragrave a risplendere nei giusti e saragrave la lorobeatitudine19

Possiamo ora comprendere lrsquouso neotestamentario di δόξα che cor-risponde molto piugrave a quello del greco dei Lxx che non del greco clas-sico nel n t infatti il termine egrave riferito specificamente alla naturadivina (onore potenza magnificenza splendore divino)20 ma anche aCristo stesso soprattutto a motivo della sua risurrezione21 in Gvinvece appare spesso la δόξα del Gesugrave terreno crocifisso a cui siaccede mediante la fede22 della δόξα divina parteciperanno attraversoCristo anche i fedeli23

122 ὑπόστασις

Passiamo ora a considerare la seconda parola importante del conte-sto di Ebr 13a cioegrave ὑπόστασις legata sintatticamente a χαρακτήρ

in generale ὑπόστασις (da ὑπό + ιστημι) indica ciograve che sta sottodunque ldquoappoggiordquo ldquoammassordquo ldquosedimentordquo in latino ldquosubstantiardquoLe occorrenze piugrave antiche sono in agravembito scientifico e medico inippocrate ad esempio significa ldquosostegnordquo ldquoappoggiordquo di un mem-bro del corpo nel linguaggio scientifico indicava ldquociograve che si depositanel fondordquo ad esempio di una sostanza liquida (in ippocrate Galeno)oppure tutto ciograve che si separa da un corpo (in Aristotele)24

in agravembito filosofico nello stoicismo il termine indica il ldquosussistererdquolrsquoldquoessere entrato nellrsquoesistenzardquo emergendo dal fondo dellrsquoessere

197Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

19 Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1378-138320 Cfr ad es Lc 29 931 Atti 1223 rom 420 Efes 321 1 Piet 411 Apoc

16921 Cfr ad es Mc 1326 1 tim 316 tit 213 Ebr 1321 1 Piet 11122 Cfr ad es Gv 211 739 114 1223 1331-3223 Vedi Gv 1722 rom 817 1 Cor 1543 2 Cor 37ss Col 34 1 tessal 212

Cfr ldquoδόξαrdquo GLNT ii 1383-139524 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 705-711 LSJ ii 1895

(chiaro il legame con il significato naturalistico precedente) comeoggettivazioni particolari della natura universale Per i peripateticiὑπόστασις indica lrsquoessenza e la realtagrave che appartengono alle cose sin-gole di per se stesse nel medio-platonismo indica la realtagrave apparte-nente al mondo intelligibile (lrsquoanima) mentre nel neo-platonismo siriferisce alla realtagrave dellrsquoessere derivata dallrsquouno di Esso egrave manifesta-zione secondo una gerarchia di gradi sempre piugrave bassi25

nel linguaggio comune ὑπόστασις venne ad indicare una realtagrave chesta dietro le apparenze come la risolutezza o un progetto (in Polibio)un programma politico o piano di guerra un proposito particolare (indiodoro siculo) o una concezione fondamentale (in Gemino) Altrisignificati particolari sono come ldquorealtagraverdquo della vita nella costellazionesotto cui si nasce (negli scritti astrologici) come ldquocomplesso dei docu-menti di proprietagrave di benirdquo (nei Papiri di ossirinco)26

nei Lxx il termine appare raramente e designa dei beni mobili(cfr dt 116) o immobili (cfr Giob 2220) i beni sono considerati illdquofondamentordquo dellrsquoesistenza materiale (cfr Giudc 64) in Ezech 2611significa ldquofondamento della forzapotenzardquo in passi piugrave significativiil termine ha il consueto significato greco di ldquorealtagrave dietro le apparen-zerdquo (cfr sal 386 8848 in ruth 112 indica una salda speranza) dildquofondamentordquo (che egrave dio stesso cfr sal 388) di ldquopianordquo ldquodisegnordquo(cfr Ger 2322 sap 1621 Ezech 195)27

in Filone il nome egrave riferito allrsquoesistenza reale quella dellrsquoanima e didio contrapposta allrsquoesistenza corporea priva di vera consistenza in unpas so importante del De somniis (1 188) indica la realtagrave intelligibile(νοητῆς ὑποστάσεως) che si puograve conoscere solo mediante lrsquoidea archetipi-ca presente in ciograve che fu foggiato (ἐν τῷ διαχαραχθέντι) secondo il modellooriginario il testo come si puograve notare reca alcuni vocaboli (ὑποστάσεωςδιαχαραχθέντι) corrispondenti a quelli cristologici di Ebr 13aβ in FlavioGiuseppe il termine indica la realtagrave particolare del popolo giudaico da cuideriva la sua essenza oppure la risolutezzaardimento interiore28

198 F Pari

25 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 711-719 LSJ ii 189526 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 719-726 LSJ ii 189527 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 726-732 LSJ ii 189528 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 733-736

nel n t il termine ricorre cinque volte Per due volte si tratta dellaseconda Lettera ai Corinzi in 94 indica il ldquodisegnoprogrammardquo dellacolletta in 1117 indica il ldquoprogrammardquo di vantarsi imposto a Paolodagli avversari29 Le altre tre occorrenze neotestamentarie di ὑπόστασιςsono nella Lettera agli Ebrei30 Lasciamo per ora da parte la primaoccorrenza in 13aβ su cui ci esprimeremo nella sintesi finale di questoparagrafo La seconda occorrenza egrave in 314 in una delle ammonizionifondamentali della Lettera Qui il termine mantiene il suo significato dildquofondamentordquo (stabile) ma traslato nella realtagrave ldquomoralerdquo significa dun-que ldquorisolutezzardquo ldquofermezzardquo (secondo uno dei significati che abbiamoesaminato piugrave sopra) in riferimento alla posizione cristiana in cui i cre-denti si sono posti obbligandosi a confessare la loro fede in Gesugrave31 ilterzo e ultimo passo di Ebr dove compare ὑπόστασις egrave la ldquodefinizionedella federdquo in 111 in questo passaggio il termine ancora una voltaporta in seacute una connotazione di tipo filosofico ὑπόστασις infatti designaqui il fondamento (ldquosubstantiardquo secondo la traduzione latina) dei benisperati tale fondamento egrave la fede appunto che egrave la base su cui speria-mo i beni futuri trascendenti32

199Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

29 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 736-73930 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 73631 secondariamente ὑπόστασις qui puograve designare anche la ldquoconfidenzardquo (connotazione

psicologica soggettiva) anche se le prove a sostegno dellrsquoattestazione di questo signi-ficato del termine sono tenui improbabile egrave una connotazione nella sfera legale (ldquoattodi proprietagraverdquo) percheacute in questo passaggio di Ebr non ci sono altri indizi della presenzadi una metafora legale Cfr LAnE Hebrews 1-8 82 n q CoCKEriLL Hebrews 189AttridGE Hebrews 117-119 Poco convincenti le interpretazioni di GLNT xiV 745-746secondo cui ὑπόστασις qui indica la realtagrave sulla quale si fonda lrsquoesistenza della comu-nitagrave cioegrave dio stesso che egrave presente sin dallrsquoinizio e in cui bisogna rimanere saldi e diKoEstEr Hebrews 260 secondo cui ὑπόστασις indica qui ldquogaranzia sicurezzardquo insenso sia oggettivo che soggettivo

32 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 740-745 KoEstEr Hebrews 472-473 AttridGEHebrews 307-311 Certamente tale fede egrave un atto del soggetto (in questo sensopossiamo definirla soggettiva) ma essa costituisce anche il fondamento(ὑπόστασις appunto) in base a cui speriamo qualcosa (senza fede non ci puograve og -gettivamente nemmeno essere speranza) Lrsquointrerpretazione meramente oggettiva

infine negli scritti del primo cristianesimo il termine compare conun significato vicino a quello filosofico greco in taziano ὃπόστασιςindica la realtagrave assoluta e indeducibile di dio che si manifesta nelcosmo o la realtagrave che si trova dietro lrsquoesistenza nei testi gnosticiindica la vera essenza dellrsquouomo spirituale33

123 Sintesi

dopo queste analisi possiamo ora proporre il significato che δόξα eὑπόστασις hanno in Ebr 13a

innanzitutto il primo termine δόξα egrave chiaramente riferito a dioinfatti anchrsquoesso egrave legato a αὐτοῦ (riferito a ὁ θεός = ldquodiordquo34) che compa-re alla fine di 13a qualificando sia ὑποστάσεως che δόξης35 in Ebr 13aδόξα dato il contesto e lrsquouso nella Bibbia ebraica e nei Lxx36

si riferisceevidentemente alla ldquogloriardquo di dio cioegrave alla realtagrave di dio alla naturaradiosa e splendente di dio che si manifesta e si rivela37

il secondo termine ὑπόστασις appare in Ebr 13a in parallelo conδόξα dunque possiamo ritenere che come questrsquoultimo serva a qualifi-care lrsquoessenza divina Questi termini esprimono concetti giagrave fissati comeegrave emerso dallrsquoanalisi fatta sopra in particolare sulla linea tracciata dallaspeculazione filosofica e secondo il buon parallelo di Filone ὑπόστασιςindica la realtagrave effettiva di dio trascendente (ldquosostanzardquo ldquoessenzardquoldquoessere attualerdquo) mentre δόξα ne esprime maggiormente la maestagrave e lo

200 F Pari

di ὑπόστασις (quasi fosse una garanzia legale di possesso) che traspare dallrsquointer-pretazione di LAnE Hebrews 1-8 325-326 n b mi pare insufficiente quella dildquorealtagraverdquo data da CoCKEriLL Hebrews 520-521 mi pare eccessiva

33 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 747-75034 Vedi sect 1235 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 174 Altrimenti δόξα usato assolutamente senza comple-

mento di specificazione egrave un semitismo per kābocircd indicante dio stesso (cfrMEiEr ldquostructurerdquo 174 n 27)

36 Vedi sopra sect 12137 Cfr AttridGE Hebrews 43 KoEstEr Hebrews 180 CoCKEriLL Hebrews 94

LAnE Hebrews 1-8 13

splendore38 ὑπόστασις non significa invece ldquopersonardquo come nella teolo-gia trinitaria del iV sec d C39

124 La sintassi di Ebr 13a

unrsquoultima osservazione importante riguarda la sintassi di Ebr 13aCrsquoegrave infatti chi ha affermato che siccome la frase in 13a ha come formaverbale un participio presente (ὢν) che in quanto tale indica contempo-raneitagrave con il verbo principale ἐκάθισεν (in 13d) indicante lrsquoesaltazionedel Figlio allora anche 13a si riferisce direttamente alla gloria delFiglio esaltato40 tuttavia lrsquouso di categorie sapienziali per indicare lagloria del Figlio esaltato egrave improbabile Altri dunque danno un valoreconcessivo al participio di 13a (ldquosebbenerdquo) che introdurrebbe condi-zioni sfavorevoli allrsquoavverarsi di ciograve che egrave riportato nel verbo principa-le41 Mi pare tuttavia che il punto fondamentale nellrsquouso delle designa-zioni cristologiche di 13a non stia nel valore concessivo (che non egraveesplicitato chiaramente nellrsquoesordio anzi egrave assente nella ldquocristologiaaltardquo di 12c) bensigrave appunto nellrsquointreccio molto curato tra la dimensio-ne ontologica-eterna del Figlio la sua opera terrena-salvifica e la suaesaltazione42 in questo contesto le designazioni di 13a sono opportu-namente intese come riferite allo statuto essenziale-eterno del Figlio inrelazione a dio-Padre e il participio presente che le introduce (ὢν) ndashcircondato da verbi allrsquoaoristo e al perfetto e dunque marcato retorica-mente ndash ha valore ldquometafisicordquo (pre-esistenza atemporale)43

201Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

38 Cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLNT xiV 739-740 AttridGE Hebrews 44 KoEstErHebrews 180-181 CoCKEriLL Hebrews 34 nn 39 40 LAnE Hebrews 1-8 13BArnArd Mysticism 152

39 Cfr AttridGE Hebrews 44 KoEstEr Hebrews 180 BArrEtt ldquoChristologyrdquo 11540 Cosigrave KoEstEr Hebrews 17841 Cosigrave LAnE Hebrews 1-8 5 n e42 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 176-18943 Cfr MEiEr ldquostructurerdquo 179-180 182-183 il participio non ha di per seacute valore tem-

porale (esso va ricavato dal contesto) ma indica solo la ldquoqualitagrave dellrsquoazionerdquo (cfrBDR sect 339) Per il presente la ldquoqualitagrave dellrsquoazionerdquo egrave quella ldquodurativardquo (ldquolinearerdquo)che qui va intesa come ldquoazione non soggetta al tempordquo (cfr BDR sect 3182)

2 ἀπαύγασμα E χαρακτήρ

dopo aver analizzato il contesto dei due termini che sono al centrodel nostro studio possiamo ora dedicarci ad unrsquoanalisi piugrave approfondi-ta di essi

21 ἀπαύγασμα

il termine ἀπαύγασμα ricorre raramente in greco44 Con il significatodi ldquoirradiazionerdquo ldquosplendorerdquo ldquofulgorerdquo detto di luce emanante da uncorpo luminoso compare in sap 726 in Filone (De specialibus legi-bus 4 12345 De opificio mundi 14646) si veda anche Eliodoro(Aethiopica 527) simplicio (In Aristotelis physicorum libros commen-taria 775 15) con il significato di ldquoriverberordquo in Plutarco (De facie inorbe lunae 21) con il significato di ldquoritrattordquo ldquoriflessordquo in Filone (Deplantatione 5047) infine con il significato di ldquoriflessordquo in Atti diTommaso 63548 il termine ἀπαύγασμα puograve avere senso attivo (ldquoirra-

202 F Pari

44 Cfr LAnE Hebrews 1-8 1345 Qui ἀπαύγασμα egrave detto dello spirito umano come irradiazione della natura divina

cfr WiLLiAMson Philo 37-3846 Qui ἀπαύγασμα egrave riferito alla mente umana irradiazione del λόγος divino cfr

WiLLiAMson Philo 37-3847 Qui ἀπαύγασμα egrave detto del mondo attuale come riflessoritratto del mondo archeti-

pico cfr WiLLiAMson Philo 37-3848 Cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo GLNT i 1350 LSJ i 181 i principali vocaboli apparentati sono

αὐγάζω vedere (cfr Filone De vita Mosis 2 139 De migratione Abrahami 189)vedere alla chiara luce vedere distintamente discernere (in sofocle Filottete) illumina-re (cfr Filone De fuga et inventione 136 De Iosepho 68 detto del sole in EuripideEcuba) al passivo essere rispecchiato (in sofocle) apparire (in Massimo) intransitivorisplendere apparire luminoso o bianco (cfr LevLxx 132425283839 1456) in 2 Cor 44 significa ldquoilluminarerisplendererdquo oppure ldquovedererdquo διαυγάζω risplendere (in2 Piet 119) αὐγή luce del sole o semplicemente splendente splendore (in IliadeOdissea Platone Euripide in senso metaforico in Filone De praemiis et poenis 25)alba aurora (cfr Atti 2011) al plurale raggi (in Iliade Odissea) αὐγέω splendereluccicare (GiobLxx 293) απαυγάζω lampeggiare emanare luce (in Eliodoro

diazione efflussordquo come in Filone De specialibus legibus 4 123) opassivo (ldquoriflesso riverberordquo come in Filone De plantatione 50)49

211 ἀπαύγασμα e la Sapienza

data tuttavia lrsquoevidente importanza che riveste sap 726(ldquoἀπαύγασμα γάρ ἐστιν φωτὸς ἀιδίου καὶ ἔσοπτρον ἀκηλίδωτον τῆς τοῦθεοῦ ἐνεργείας καὶ εἰκὼν τῆς ἀγαθότητος αὐτοῦrdquo50) per il passo di Ebrche stiamo studiando51 egrave necessario che ci soffermiamo piugrave approfon-ditamente sul ruolo di ἀπαύγασμα in quel contesto52

sap 722b-81 presenta che cosrsquoegrave la sapienza essa egrave abitata dallospirito (cfr sap 722-23) ed egrave rappresentata con cinque caratterizza-zioni (cfr sap 725-81) ndash tra cui ἀπαύγασμα (cfr sap 726) ndash che nedescrivono lrsquoessenza e lrsquoefficacia La sapienza egrave presentata comeunrsquoemanazione proveniente dalla gloria e dalla luce di dio penetra

203Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

Etiopiche 34 48 Filostrato Vita Apollonii 38) al medio vedere da lontano (inCallimaco Hymnus in Delum 125 182) ἀπαυγασμός efflusso di luce radiazione ful-gore (in Plutarco) ἀπαυγής luminoso brillante splendente (in Eschilo) απαυγή radia-zione irradiazione splendore (in Callimaco fr 237 Pf) cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo GLNT i1349 LSJ i 181 274 LSJSup 41

49 Cfr ldquoἀπαύγασμαrdquo DENT i 313 CoCKEriLL Hebrews 94 n 36 MEiErldquostructurerdquo 179 n 45 WiLLiAMson Philo 37-38 il termine egrave ripreso dalla PrimaLettera di Clemente (361-6) ma si tratta di una citazione di Ebr 13 non di unpassaggio indipendente (cfr LAnE Hebrews 1-8 13-14)

50 Cfr Sapientia Salomonis 11951 Cfr WiLLiAMson Philo 40 97 BArrEtt ldquoChristologyrdquo 115 Per lrsquoimportanza

dellrsquoAt in Ebrei cfr LAnE Hebrews 1-8 cxii-cxxiv per lrsquoimportanza della lette-ratura sapienziale antico-testamentaria nellrsquoesordio di Ebr vedi sopra sect 11

52 Per una introduzione recente al Libro della sapienza cfr WEEKs Introduction 95-99 Per una breve storia della figura della sapienza cfr GrABBE Wisdom 69-77Per unrsquointroduzione recente ai libri sapienziali cfr MAzzinGhi Pentateuco sapien-ziale sulla letteratura sapienziale giudaica in epoca ellenistica cfr CoLLinsJewish Wisdom sulla sapienza in israele cf Von rAd Wisdom in Israel sullaletteratura sapienziale biblica cfr MurPhy Tree of Life sulla teologia della lette-ratura sapienziale cfr PErduE Wisdom amp Creation

ogni essere ma egrave trascendente53 in sap 726 non egrave comunque chiarose ἀπαύγασμα usato accanto a ldquoemanazionerdquo e ldquospecchiordquo abbiavalore attivo o passivo54

in generale lungo il Libro della sapienza essa egrave descritta mentrepervade il cosmo e insieme egrave una figura celeste intimamente unita adio Per lrsquoautore di questo libro dio ha creato il mondo attraverso lasapienza identica alla mente divina ma immanente allrsquouniverso cheessa controlla e guida permeando la creazione e rispecchiando lrsquoattivitagravedivina Essa dunque tiene il mondo unito in se stesso e legato a dio Lasapienza contiene le forme i modelli paradigmatici di tutte le cose Essaegrave la madre di tutte le cose e tutte le modella La sapienza egrave un prodottodi dio e una manifestazione di lui rappresenta dio ed egrave dio stesso Lasapienza egrave dunque portatrice della rivelazione inoltre la sapienzaappare personificata55 (come ldquoipostasirdquo) un attributo di dio personifica-to essa non solo coesiste con dio ma egrave una emanazione di lui e dei suoiattributi egrave immagine della bontagrave di dio e le sono riferiti attributi divi-ni56 tuttavia non si puograve parlare per la sapienza di un essere pienamen-te divino con una personalitagrave indipendente da yahweh questo per il giu-daismo sarebbe stato un intollerabile politeismo57

22 χαρακτήρ

il termine greco originariamente indicava lrsquoldquoincisorerdquo (in Eu ri fa mopresso stobeo) come anche un attrezzo o utensile utilizzato per coniaremonete (cfr daimaco Inscriptiones Graecae del 385 a C ca) poi

204 F Pari

53 Cfr Winston Wisdom 184-185 GiLBErt Les cinq livres 24254 Cfr KoEstEr Hebrews 179-180 CoCKEriLL Hebrews 94 n 36 AttridGE

Hebrews 42 BArnArd Mysticism 151 151 n 3555 sulla personificazione della sapienza cfr Conti Sapienza personificata sinnott

Personification of Wisdom56 Cfr Winston Wisdom 38-40 42-43 GrABBE Wisdom 77-78 WEEKs

Introduction 99 CrEnshAW Wisdom 184-185 PErduE Wisdom Literature 29657 Cfr dunn Christology 170 174 176 210 tutto il linguaggio sapienziale sembra

essere semplicemente un modo per descrivere la sapienza di yahweh nella creazio-ne e nella ldquoprovvidenzardquo cfr dunn Christology 174

passograve a indicare la ldquoconiaturardquo lrsquoldquoeffigierdquo impressa sulle monete (cfrPlatone Politico 289b Aristotele Politica 19) in senso piugrave ampioindicava una moneta (cfr Aristotele Atheniensium res publica 102) Alplurale significava ldquosoldirdquo ldquoaverirdquo (cfr Papiri Fiorentini i 61 21s i sec d C) similmente il termine plurale indicava ldquomarchirdquo ndash ad esem-pio quelli con cui si contrassegnavano i cammelli (cfr BGU i 88 7 147d C) ndash e ldquosigillirdquo (riferito al sigillo imperiale ndash cioegrave allrsquoimperatore stes-so cfr Inscriptiones Graecae Mantinea i sec a C BGU iii 7637 iiisec d C) inoltre χαρακτήρ indicava lettere o caratteri grafici special-mente quelli dal senso non universalmente comprensibile (come in ricet-te mediche cfr Galeno De compositione medicamentorum per genera222 ippocrate Epidemiae 311) o in testi magici (cfr PreisendanzPapyri Graecae Magicae i 5 311 Luciano Ermotimo 44) in questoprimo gruppo di significati lrsquoaspetto fondamentale del concetto diχαρακτήρ egrave quello di ldquoormardquo ldquoimprontardquo ldquomarchiosegno incisordquo ldquoim -pressionerdquo ldquostampordquo prodotto da qualcosa su qualcosrsquoaltro ldquoformardquo im -pressa di una figura fino ad indicare la ldquocopiardquo di un libro (cfr Te sta -mento di Simeone 54)58

dal significato di base sopra esposto deriva quello di ldquotratti tipicirdquodi un popolo o di un individuo (cfr Erodoto Storie i 1161 EschiloSupplici 282 Euripide Medea 519) il nome compare anche nel tito-lo di unrsquoopera di teofrasto (319 a C) in cui sono descritti dei ldquoprofilimoralirdquo nota egrave anche la massima di Menandro (fr 66) ldquoil carattere diun uomo egrave fatto conoscere dalla parolardquo59

Presto poi χαρακτήρ servigrave come riferimento alle particolaritagrave dellalingua o della parlata Erodoto (cfr Storie i 142 4) lo riferisce ai varidialetti ionici mentre in Aristofane (cfr Pace 217-220) indica lo stiledel discorso Cosigrave nella retorica tarda il termine indica il genere distile (in teofrasto) o il particolare modo con cui un poeta o un oratoresi esprime inoltre puograve riferirsi ai diversi modi di fare filosofia infineχαρακτήρ puograve avere il significato generale di ldquocaratteristica distintivardquo(cfr Platone Fedro 263b)60

205Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

58 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 645-647 LSJ ii 197759 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 647-648 LSJ ii 197760 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 648-650 LSJ ii 1977

nei Lxx χαρακτήρ compare solamente tre volte in Lev 1328 siriferisce a una cicatrice da scottaura in 4 Macc 154 egrave riferito allasomiglianza impressa dai genitori sui figli in 2 Macc 410 indica trat-ti caratteristici dellrsquoellenismo (contrari alla Legge)61

in Flavio Giuseppe il termine ha significati in linea con lrsquouso tradi-zionale ldquotratto del visordquo (cfr Antichitagrave Giudaiche 297) ldquocaratteristi-ca personalerdquo (cfr Guerra Giudaica 2106) ldquoletterascritturardquo (cfrAntichitagrave Giudaiche 1214)62

Filone fa un uso piugrave ricco e abbondante del termine innanzituttoegli usa χαρακτήρ nellrsquoesposizione della dottrina stoica della percezio-ne ldquoimpressionerdquo delle cose nellrsquoanima (cfr Quis rerum divinarumheres sit 180-181) cosigrave come nella sua antropologia (lrsquoldquoimprontardquodella virtugrave o della malvagitagrave cfr Legum allegoriae 1161) Altrove iltermine si riferisce allrsquoimmagine di dio impressa dal Creatore nellrsquouo-mo al momento della sua plasmazione secondo Gen 126-27 (cfr Devirtutibus 52 De opificio mundi 69151) tale immagine deriva dalλόγος lrsquoarchetipo che egrave a sua volta immagine di dio Lrsquoanima umanaricevendo lrsquoldquoimprontardquo (χαρακτήρ) divina egrave capace di conoscere dio(cfr Legum allegoriae 395-104) in De plantatione 18 in particola-re Filone definisce il λόγος ldquostampo del sigillo di diordquo (σφραγῖδιθεοῦ ἧς ὁ χαρακτήρ ἐστιν ὁ ἀίδιος λόγος)63

nel n t χαρακτήρ ricorre solo in Ebr 1364 dunque di questaoccorrenza ci occuperemo nella sintesi finale del presente capitolo

nei Padri Apostolici il termine ricorre in 1 Clemente 334 dove desi-gna lrsquoldquoimprontardquo dellrsquoimmagine divina impressa da dio nellrsquouomo al mo -mento della creazione ignazio di Antiochia (cfr Lettera ai Magnesi 52)utilizza χαρακτήρ in una similitudine vi sono scrive due monete unadel signore e una del mondo e ognuna ha la sua ldquoimprontardquo i fedelihanno lrsquoldquoimprontardquo di dio Padre mediante Gesugrave Cristo65

206 F Pari

61 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 650-65162 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 65163 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 651-654 WiLLiAMson Philo 74-77 sPiCQ Heacutebreux

i 4964 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 65565 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 658-659

infine nella Gnosi il termine significa ldquoformardquo ldquocontrassegnordquo(cfr Corpus Hermeticum 135 Opera Veterognostica Sconosciuta27912) in agravembito magico nella dottrina dei Perati χαρακτήρ egravelrsquoldquoimprontardquo paterna superiore impressa nellrsquouomo66

23 sintesi

Alla luce dellrsquoanalisi sopra effettuata dei termini semanticamentepiugrave rilevanti di Ebr 13a possiamo ora proporre la nostra interpretazio-ne di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in quel testo

dato il parallelo con sap 726 e lrsquouso piuttosto concorde ndash seppurscarso ndash del termine nella lingua greca possiamo ritenere che anche inEbr 13a ἀπαύγασμα abbia a che fare con una ldquoemanazionerdquo (luminosa)da una sostanza (nel contesto la ldquogloriardquo di dio)67 non egrave facile perogravestabilire se lrsquouso del termine nel nostro passo di Ebr sia attivo (ldquoirra-

207Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

66 Cfr ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 659-662 Parole apparentate con χαρακτήρ χαράσσω(-ττω) rendere appuntito affilare (in Esiodo Le Opere e i Giorni Lo scudo diErcole) stimolare (in sofocle Frammenti) solcare graffiare (in Pindaro nonnoPlutarco) colpire (cfr 1 reLxx 1527) timbrare sigillare (cfr Papiro rylands1606 i sec d C) marchiare (in BGU) incidere scolpire (in AristoteleFrammenti) iscrivere (cfr Sylloge Inscriptionum Graecarum 795 teocrito) dise-gnare (in Aristotele Frammenti Luciano Amori 16 Polibio) al passivo essereesasperato arrabbiato (in Erodoto Euripide) χαρακτηριάζω coniare (in InscriptionesGraecae ad res Romanas pertinentes) χαρακτηρίζω incidere scolpire iscrivereformare timbrare (in Filodemo Aristea) designare con un marchio caratteristicocaratterizzare (in Filone Galeno Plotino) enfatizzare (in Aristea) indicare espor-re (in Filodemo) riferito anche metaforicamente allrsquoessere fatto a immagine deglidegravei (in Menandro Protettore) χαρακτηρισμός caratterizzazione (in trifiodoroPolibio) χαρακτηριστικός caratteristico (in dionigi di Alicarnasso damasciosimplicio) χαράκτης stampatore coniatore di monete (in Maneto) χαρακτόςdentellato (in ippocrate Inscriptiones Graecae) inciso scolpito χαράκωμα spa-zio chiuso palizzato campo trincerato (in senofonte) χαράκωσις palizzata (indtLxx) appoggio per la vite (in Papiri Greci e Latini Geoponica) cfr LSJ ii1977-1978

67 sullrsquoidea di dio come ldquolucerdquo in Filone cfr WiLLiAMson Philo 38-39

diazionerdquo) o passivo (ldquoriflessordquo)68 del resto lrsquoambiguitagrave sussiste ancheper il passo parallelo nel Libro della sapienza69 il parallelismo conχαρακτήρ nel passo di Ebr che stiamo studiando non egrave di aiuto per-cheacute potrebbe trattarsi sia di un parallelismo sinonimico che di unparallelismo antitetico (o il parallelismo puograve essere semplicementegenerico senza insistere sul particolare valore attivopassivo dei ter-mini) Comunque sia il termine indica lrsquointima relazione tra dio e ilFiglio pre-esistente70 ciograve che egrave rilevante del termine infatti non egrave ilsuo aspetto semantico attivo o passivo ma lrsquoindicare una stretta rela-zione con la fonte (la δόξα divina)71

Per quanto riguarda χαρακτήρ dato il parallelismo (sopra rilevato)con ἀπαύγασμα e il contesto il significato piugrave adatto egrave quello dildquoimpressionestampordquo il Figlio egrave lrsquoldquoimprontardquo la rappresentazioneade guata della realtagraveessenza divina il termine dunque ha un senso

208 F Pari

68 sullrsquouso attivo o passivo del termine vedi sopra sect 2169 Vedi sopra sect 21170 Cfr AttridGE Hebrews 42-43 WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85-86 CoCKEriLL

Hebrews 94 (che tuttavia va troppo oltre percheacute esclude il senso passivo del ter-mine sulla base della stretta identificazione nel contesto tra dio e il Figlio tutta-via tale identificazione egrave piugrave affermata che dimostrata e inoltre non egrave sufficiente dasola a escludere il senso passivo) KoEstEr Hebrews 179-180 (che perograve non egravecorretto nellrsquoaffermare che il termine vuole rappresentare non tanto la relazione tradio e il Figlio quanto la comunicazione di dio agli uomini attraverso il Figlio egravevero invece il contrario percheacute al centro del passaggio crsquoegrave il Figlio non tanto gliuomini) LAnE Hebrews 1-8 12-13 (che sostiene perograve la sinonimia nel paralleli-smo il che non egrave dimostrato) WiLLiAMson Philo 36-38 40-41 ldquoἀπαύγασμαrdquoGLNT i 1350 (perograve il senso attivo dato al termine sulla base dellrsquounanime interpre-tazione patristica non egrave giustificato) VAnhoyE Situation 72-73 (correttamentedice che ἀπαύγασμα indica nella relazione tra Padre e Figlio lrsquoidentitagrave di natura ela distinzione ma il problema egrave fino a che punto arrivino questa identitagrave e distin-zione capire questo egrave lo scopo del presente studio) Giagrave in Filone ἀπαύγασμα inparallelo con εἰκων egrave usato nel senso di ldquocopia essenzialerdquo del prototipo (cfr Deplantatione 50) cfr ldquoὑπόστασιςrdquo GLAT xiV 740

71 Cfr BArnArd Mysticism 151

ana logo a quello impiegato da Filone72 e che il cristianesimo primitivosviluppando la tradizione sapienziale antico-testamentaria esprimevanei termini di εἰκων (= ldquoimmaginerdquo)73 dato il contesto testuale (ldquopermezzo del Figlio dio ha fatto il mondordquo ldquoἀπαύγασμαrdquo ldquotutto portacon la sua parola potenterdquo) e culturale (in cui spiccano Filone e la tra-dizione sapienziale74) di Ebr 13a anche χαρακτήρ si riferisce chiara-mente alla ldquonatura pre-esistenterdquo del Figlio

3 lo sFondo culturale

Lo sfondo culturale su cui si staglia la Lettera agli Ebrei egrave certamen-te molto variegato Filone il pensiero alessandrino e il Pla to ni smo ledottrine riflesse negli scritti di Qumran lo gnosticismo pre-cristiano

209Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

72 Vedi sect 2273 Cfr AttridGE Hebrews 43-44 (per εἰκων cfr 43 n 105) CoCKEriLL Hebrews 94

LAnE Hebrews 1-8 12-13 KoEstEr Hebrews 180 ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 655-658 (nella ldquoraffigurazionerdquo si considerava presente lrsquooggetto raffigurato cfr GLNTxV 656 n 31) WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 87-88 WiLLiAMson Philo 77-80 (tutta-via insiste troppo sullrsquoaspetto ldquoeconomicordquo di χαρακτήρ ndash Cristo incarnato comerivelatore di dio ndash mentre il contesto suggerisce unrsquointerpretazione ldquoad intrardquo nelrapporto tra dio e il Figlio pre-esistente) VAnhoyE Situation 74-75 (correttamentesottolinea che χαρακτήρ egrave piugrave forte che εἰκων unrsquoldquoimmaginerdquo egrave fatta a distanza ed egravesolo approssimativa mentre uno ldquostampordquo egrave prodotto da un contatto forte ed egrave unariproduzione esatta) sul duplice uso di χαρακτήρ fatto dallrsquoAutore in riferimento alsignificato del termine nel contesto greco-romano (ripresa in agravembito cristologicodella propaganda sullrsquoldquoeffigierdquo che rappresenta lrsquoimperatore e la sua autoritagrave anchedivina e che ha funzione di ldquomediazionerdquo resistenza allrsquoideologia imperiale) cfr Muir ldquoAnti-imperial rhetoricrdquo 170-186 Lrsquointerpretazione di WriGht (ldquothesealrdquo 145-148) che il Figlio sia il ldquosigillo di garanziardquo di dio sulla bontagrave del mondocreato e che questo ldquosigillordquo sia inseparabile dal sommo sacerdozio di Cristo stessomi pare eccessiva percheacute il testo di Ebr 13a egrave interessato alla natura del Figlio nonalla sua relazione con la creazione (che occorre sugravebito prima e sugravebito dopo il nostrotesto in esame) neacute alla sua funzione sacerdotale

74 Vedi cap 3

il pensiero samaritano il misticismo della Merkabah la tradizione distefano (cfr Atti 7) la teologia paolina la Prima Lettera di Pietro75

Per il testo di Ebr 13a di cui ci stiamo occupando perograve il back-ground concettuale piugrave importante egrave costituito dalla letteratura sapien-ziale76 ndash in particolare il Libro della sapienza ndash e dal pensiero diFilone ndash in particolare la sua dottrina del λόγος77 della sapienzaabbiamo giagrave parlato nella sezione dedicata ad ἀπαύγασμα78 del λόγοςfiloniano passiamo a parlare ora79

31 Filone e il λόγος

data lrsquoimportanza che ha il pensiero di Filone80 in particolare lasua dottrina del λόγος per le evidenti analogie con il pensiero che staalla base del testo di Ebr 13a che stiamo studiando egrave necessario dun-que che ci soffermiamo piugrave accuratamente a delineare i tratti essenzia-li della teoria filoniana del λόγος81

210 F Pari

75 Cfr hurst The Epistle to the Hebrews GuthriE ldquohebrews in its First-CenturyContextsrdquo 414-443 Per uno sguardo generale sintetico cfr KoEstEr Hebrews54-63 LAnE Hebrews 1-8 ciii-cxii cxliv-cl CoCKEriLL Hebrews 24-34AttridGE Hebrews 28-31 Per gli antecedenti giudaici della cristologia di Ebrcfr h AndErson ldquothe Jewish Antecedentsrdquo 512-535 Per lrsquoinfluenza del Medio-Platonismo su Ebr cfr thoMPson ldquoMiddle Platonismrdquo 32-52 per il rapporto traEbr e il misticismo giudaico cfr BArnArd Mysticism per il rapporto tra Ebr e ilmondo greco-romano cfr GrAy ldquoGreeks and romansrdquo 13-29 per lrsquoimpatto deirotoli del Mar Morto sullrsquointerpretazione di Ebr cfr AttridGE Essays 331-355

76 sul rapporto tra Cristo e la tradizione sapienziale giudaica cfr MACK ldquoChrist andWisdomrdquo 192-221 dunn Christology 163-212 VAnhoyE Situation 112-116

77 sul rapporto tra Filone e la Lettera agli Ebrei cfr il testo ldquoclassicordquo di sPiCQHeacutebreux i 39-91 WiLLiAMson Philo sChEnCK ldquoPhilordquo 112-135

78 Cfr sect 21179 sul rapporto tra la tradizione sapienziale giudaica e Filone cfr MACK ldquoChrist and

Wisdomrdquo 207-20980 Per una introduzione a Filone cfr hELyEr Exploring Jewish Literature 311-33581 sullrsquoevoluzione del concetto di λόγος nel mondo greco cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi

229-239 su λόγος nellrsquoellenismo cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 239-252 sul rapporto

La dottrina del ldquoλόγος di diordquo o ldquoλόγος divinordquo di Filone unisce lareligione giudaica e la speculazione filosofica greca (lrsquoidea di unrsquoani-ma del mondo o mente cosmica si trova giagrave in stoicismo e pitagori-smo)82 Giagrave negli scritti sapienziali dellrsquoA t il λόγος (parola) di dioaveva un ruolo importante il λόγος per Filone non egrave dio stesso (con-tro gli stoici) ma egrave un ldquoἔργονrdquo di dio (cfr De sacrificiis Abelis etCaini 65) in Quaestiones in Genesim 262 il ldquoλόγοςrdquo viene definitoldquosecondo diordquo (τὸν δεύτερον θεόν) dopo dio sta in secondo luogo(cfr Legum allegoriae 286) Egrave chiamato ldquoimmaginerdquo (εἰκων) di dioAltissimo (cfr De specialibus legibus 181) ed egrave particolarmenteimportante nella dottrina filoniana sulla creazione del mondo il λόγοςegrave ldquomodellordquo ldquoarchetipordquo strumento di dio (cfr De migrationeAbrahami 6 De cherubim 127) il λόγος viene equiparato al mondointelligibile (cfr De opificio mundi 24) egrave lrsquoldquoidea delle ideerdquo laldquoragione di diordquo (cfr De confusione linguarum 146-147 De opificiomundi 25) il λόγος egrave una realtagrave intermedia derivante da dio cheinstaura il rapporto tra dio trascendente il mondo e lrsquouomo il λόγοςrappresenta il mondo e lrsquouomo di fronte a dio come sommo sacerdote(cfr De gigantibus 52) e avvocato (cfr De vita Mosis 2133) egrave con-cepito come mediatore personale il λόγος come mondo intelligibileracchiude la potenza creatrice di dio (cfr De opificio mundi 20) leδυνάμεις divine (cfr De fuga et inventione 101) le idee i singoli

211Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

tra la speculazione ellenistica sul λόγος e il n t cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 256-259sulla parola divina creatrice nellrsquoA t cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 281-282 su GesugraveCristo λόγος di dio cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 348-356 su λόγος nel prologo di Gvcfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 356-380 Per una analisi generale sintetica di ldquoλόγος didiordquo cfr dunn Christology 213-250

82 nella sintesi tra la filosofia greca e la religione misterica dellrsquoellenismo il λόγος egraveconsiderato come nato dal Νους (cfr Corpus Hermeticum 15a) e figlio di dio(cfr Corpus Hermeticum 16 origene Contra Celsum 660) dagrave forma e ordineal mondo come suo ldquodemiurgordquo sono attribuiti al λόγος quasi tutti i predicati divi-ni ed esso sintetizza in seacute tutte le ldquopotenzerdquo di dio il λόγος egrave mediatore tra diopadre del λόγος e la creatura umana il λόγος egrave presentato anche come figlio diErmes il λόγος egrave εἰκων di dio Cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 250-252

λόγοι per i quali il mondo egrave formato e rimane in ordine (cfr Quisrerum divinarum heres sit 188) il λόγος egrave ldquosorvegliante e pilota dituttordquo (cfr De cherubim 36) governa il mondo come il λόγος stoi-co83 il λόγος egrave anche il ldquocapordquo dei poteri divini invisibili il piugrave anticodegli oggetti intelligibili il piugrave vicino a dio senza diaframma odistanza tra esso e dio (cfr De fuga et inventione 101) il λόγος egraveidentificato con la rivelazione divina implicando il supremo pensierorazionale Fanno parte del concetto di λόγος anche le idee riguardantila generazione la ldquoconcezione del figliordquo (cfr De agricultura 51Quod deterius potiori insidiari soleat 54) in riferimento allrsquooriginedel λόγος esso egrave generato dal Padre (cfr De plantatione 8-9) ed egravefiglio primogenito di dio (τὸν ὀρθὸν αὑτοῦ λόγον καὶ πρωτόγονον υἱόνDe agricultura 51) Gli aspetti piugrave rilevanti del λόγος sono dunque lasua vicinanza a dio Padre tanto da essere quasi indistinguibili e il suoessere lrsquoagente primario nella creazione del mondo Ma il λόγος diFilone non pare essere una persona distinta da dio ma solo un aspet-topotere dellrsquounico vero dio inoltre Filone non identifica mai diret-tamente il λόγος con dio stesso tuttavia parla del λόγος in termini per-sonali il linguaggio di Filone purtroppo non manca di imprecisioni econtraddizioni tuttavia egli probabilmente intendeva riferirsi conldquoλόγοςrdquo a una pluralitagrave di poteri emanati dallrsquounico vero dio84

212 F Pari

83 sono notevoli a questo proposito i paralleli tra il λόγος filoniano e lrsquoespressioneldquoφέρων τε τὰ πάνταrdquo di Ebr 13b Come detto in De cherubim 36 Filone chiama ilλόγος divino ldquoguida e pilotardquo di tutto in De migratione Abrahami 6 Filone dichiaralrsquoantecedenza del λόγος rispetto a tutto ciograve che egrave venuto allrsquoesistenza e lo definisce illdquotimonerdquo che il ldquopilotardquo dellrsquouniverso usa per guidare tutte le cose nella loro rotta ilλόγος egrave lo strumento che dio ha usato quando creograve il mondo in De specialibus legibus181 Filone definisce il λόγος ldquoimmagine di diordquo attraverso cui lrsquouniverso fu forma-to in De plantatione 8 Filone descrive il λόγος come il solido sostegno di tutte lecose Altrove lrsquoespressione ldquoφέρων τὰ πάνταrdquo egrave riferita al supporto creatore di diorispetto al mondo (cfr De mutatione nominum 256) Cfr WiLLiAMson Philo 95-96sPiCQ Heacutebreux i 50

84 Cfr ldquoλόγοςrdquo GLNT Vi 252-256 hEyLEr Exploring Jewish Literature 326-327NIDNTTE iii 156-157

La dipendenza diretta della Lettera agli Ebrei dagli scritti di Filoneegrave stata generalmente smentita dagli studi piugrave recenti tuttavia sonoinnegabili le similaritagrave di espressione e di pensiero che ci rimandanoallo sfondo culturale giudeo-ellenistico dellrsquoepoca segnato dallrsquousodella Lxx e dalle medesime tradizioni giudaiche85

SinteSi Finale la criStologia di ebr 13a

Alla fine del nostro percorso di analisi linguistica e semantica e diap profondimento del contesto interno (esordio della Lettera) ed esterno(sfondo culturale legami piugrave prossimi di pensiero e di linguaggio)possiamo ora trarre la sintesi finale offrendo la nostra interpretazionecristologica di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a

i due termini riferiti al Figlio-Cristo certamente indicano la suapartecipazione allrsquoessenza di dio esprimendo in modo chiaro la natu-ra ldquopre-esistenterdquo del Figlio86 Questa ldquocristologia altardquo egrave particolar-mente adatta a fare da sfondo e preparazione ai due grandi temi dellaLettera il sacerdozio sacrificale di Cristo e la sua esaltazione che lrsquoe-

213Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

85 Cfr WiLLiAMson Philo 576-580 hurst The Epistle to the Hebrews 41-42sChEnCK ldquoPhilordquo 115-135 KoEstEr Hebrews 60

86 La ldquopre-esistenzardquo del Figlio per quanto riguarda il testo di Ebr 13a mi parefuori discussione i paralleli stretti con la sapienza e il λόγος che abbiamo mostra-to lo indicano chiaramente (cfr sectsect 11 211 23 31) e rendono assolutamenteinsufficienti almeno per il nostro testo in esame le prove portate da alcuni studio-si a sostegno della loro teoria che Ebr 1 si riferisca a Cristo in quanto uomo (esal-tato) cfr WriGht ldquothe sealrdquo 144-145 WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 73 73 n 580-81 BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 184-185 VAnhoyE Situation109-110 contra hurst The Epistle to the Hebrews 113-119 ldquoCristologyrdquo 151-164 CAird ldquoson by Appointmentrdquo 73-81 dunn Christology 208-209 Anche lateoria che Ebr 13a si riferisca principalmente non alla natura del Figlio (aspettoldquoontologicordquo) ma alla sua opera rivelatrice non si adatta bene ai paralleli sopraesposti dove egrave lrsquoaspetto ldquoontologicordquo di dio ad essere al centro non quello rivela-torio cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85 contra KoEstEr Hebrews 188-189

214 F Pari

87 La designazione riferita al Figlio in 13a egrave secondo spicq (cfr Heacutebreux i 289) il fon-damento di tutta la cristologia di Ebr ha ragione Webster a dire che gli elementimetafisici dellrsquoesordio non sono meramente ornamentali (cfr ldquoone Who is sonrdquo 73)

88 La concezione del Figlio in Ebr 12-3 egrave espressa con elementi che troviamo associatialla sapienza divina Lrsquoautore usa un vocabolario raro e significativo che troviamoaltrove solo in riferimento appunto alla sapienza il Figlio mediatore della creazionedel mondo e suo sostegno irradiazione della gloria divina impronta della sua sostan-za (vedi sect 11) lrsquoautore riferisce al Figlio concetti tratti dalla tradizione biblico-giu-deo-ellenistica della relazione dio-mondo attraverso la sapienza Egli non definisceil Figlio ldquosapienzardquo o ldquoλόγοςrdquo ma semplicemente ldquorivesterdquo il Figlio con i tratti dellasapienza antico-testamentaria Cfr LAnE Hebrews 1-8 Cxxxix

89 ldquoχαρακτήρrdquo GLNT xV 656 cfr anche dunn Christology 53 207 BArnArdMysticism 152-157 (egli perograve assume che lo sfondo interpretativo piugrave adeguatonon sia la sapienza o il λόγος ma le visioni apocalittiche giudaiche della gloriaantropomorfica di dio questa teoria non egrave affatto ben fondata) Per lo stretto rap-porto tra Filone sapienza Ebr riguardo a ἀπαύγασμα e χαρακτήρ cfr sPiCQHeacutebreux i 49

90 Per uno sguardo generale sintetico sulla cristologia di Ebr cfr BArrEtt ldquoChri sto lo gyrdquo110-127 KoEstEr Hebrews 104-109 LAnE Hebrews 1-8 CxxxV-CxLiV

91 Cfr sectsect 21 22

sordio come abbiamo visto ha lo scopo di preparare87 La scelta deidue termini da parte dellrsquoautore certamente molto accurata rimandaabbastanza chiaramente a quellrsquoagravembito di pensiero di cui la sapienzaanticotestamentaria e il λόγος filoniano sono le due massime espres-sioni88 dunque laquoper capire il senso di ἀπαύγασμα e χαρακτήρ non crsquoegravedi meglio che avvalersi della sapienza e di Filone [] se si considerasemplicemente il complesso di tradizione a cui [] appartengonoraquo89ora partendo da queste premesse quale cristologia emerge daἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a Che cosa lrsquoautore di Ebrei dice eche cosa non dice del Figlio-Cristo90

innanzitutto usando ἀπαύγασμα e χαρακτήρ lrsquoautore ha impiegatocertamente due immagini che hanno come loro referente piugrave antico ebasico un contesto chiaramente materiale (luce da una fonte luminosamarchio impresso su un oggetto)91 e potremmo certamente definire idue termini applicati al rapporto Padre-Figlio nellrsquoagravembito della divi-

nitagrave come ldquometaforerdquo92 E tuttavia questa designazione quasi-retoricanon ci deve trarre in inganno infatti i due termini richiamando chiara-mente lo sfondo sapienziale e del λόγος filoniano come abbiamovisto hanno una portata una ldquodensitagrave ontologicardquo che non si limita aquella di una semplice immagine Certo il Padre e il Figlio non sonouna luce materiale eppure il figlio egrave veramente una ldquoemanazionerdquo didio Padre come la sapienza o il λόγος similmente il Figlio non egraveneppure un marchio materiale eppure egrave veramente una ldquoimpressionerdquouna ldquocopia adeguatardquo del Padre dunque ἀπαύγασμα e χαρακτήρ sonocertamente ldquoimmaginirdquo ldquometaforerdquo se consideriamo i due termini nelloro significato meramente fisico-materiale e tuttavia se lette sullosfondo che abbiamo approfonditamente studiato hanno la forza di vei-colare in modo appropriato la dimensione intima della relazione tradio-Padre e il Figlio

Chiarito questo aspetto possiamo dunque passare allrsquointerpretazio-ne cristologica dei due termini Come la sapienza egrave unrsquoemanazione didio e il λόγος egrave una ldquopersonificazionerdquo di un attributo-potenza divinacosigrave anche il Figlio in Ebr 13a appare partecipare veramente ndash inqualche modo ndash dellrsquoessenza divina Egli egrave appunto ldquoirradiazionerdquo eldquoimprontardquo della gloriosa natura divina Per mezzo di lui dio ha fattoil mondo (Ebr 12bβ) ed egli ldquoportardquo tutto con la sua parola potente(Ebr 13b) proprio come la sapienza o il λόγος di Filone93 si trattacertamente di ldquocristologia altardquo riferita alla natura pre-esistente esuperiore del Figlio E tuttavia come la sapienza e il λόγος non sonomai ritenuti e definiti ldquodiordquo in senso pieno e totale ndash rimanendo cosigrave

215Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

92 Cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85 KoEstEr Hebrews 179-180 dunnChristology 209 (immagini impersonali) Giagrave Winston Wisdom 184 aveva defi-nito ἀπαύγασμα in sap 726 come una metafora

93 Cfr sectsect 211 31 secondo Bauckham (cfr ldquoMonotheism and Christologyrdquo 174)queste due espressioni indicherebbero nella tradizione giudaica lrsquounicitagrave di diocome creatore e reggitore del mondo il Figlio qui partecipa di questa unicitagrave divi-na tuttavia questo non egrave sufficiente a chiarire lo ldquostatuto ontologicordquo del Figliodel resto queste espressioni sono in realtagrave usate anche per entitagrave ldquoambiguerdquo comela sapienza e il λόγος

ldquosalvaguardatardquo lrsquounicitagrave assoluta di dio ndash cosigrave anche analogamente idue termini ἀπαύγασμα e χαρακτήρ di Ebr 13a non hanno in seacute laldquoforzardquo ndash per cosigrave dire ndash sufficiente per equiparare in modo pieno e chia-ro il Figlio a dio (= il Padre yahweh) si tratta certo di unrsquoemanazionendash come il ldquoraggio di lucerdquo egrave irradiato dalla ldquosorgente luminosardquo ndash sitratta di una partecipazione ndash come il marchio riproduce il sigillo chelrsquoha prodotto ndash tuttavia il raggio non egrave la sorgente il marchio non egrave ilsigillo94 non pare esserci cioegrave assoluta identitagrave piena completezza didivinitagrave tra dio (= la ldquosorgenterdquo) e il Figlio (= il ldquoprodottordquo)95

infine abbiamo visto che non egrave chiaro persino se si possa parlaredi una distinzione personale reale tra la sapienza o il λόγος e dio stes-so Generalmente essi sono attributipotenze di dio che non godonodi una esistenza veramente indipendente ma restano interamenteldquoassorbitirdquo allrsquointerno dellrsquounica entitagravepersonalitagrave divina di conse-guenza neppure ἀπαύγασμα e χαρακτήρ in Ebr 13a indicano di per sestessi una relazione di distinzione personale tra dio e il Figlio96

dunque lrsquoautore della Lettera agli Ebrei con i due termini-chiaveche abbiamo studiato certamente inserisce il Figlio nella ldquosciardquo sullaldquolineardquo ndash per cosigrave dire ndash di dio come veramente partecipe ndash in un certoqual modo ndash della naturaessenza divina Eppure la divinitagrave piena eassoluta e la distinzione personale di questo Figlio non vengono chia-ramente e esplicitamente affermate cosiccheacute ci vorranno ancora parec-chi secoli (e discussioni) per poter arrivare a una sufficiente chiarifica-zione della questione almeno allrsquointerno della Chiesa97

216 F Pari

94 Cfr WEBstEr ldquoone Who is sonrdquo 85-8695 in fondo la sapienza e il λόγος sono solo due tra i tanti ldquoesseri intermediinterme-

diarirdquo (tra dio e lrsquouomo) che il Giudaismo tardivo ha elaborato (altri sono gliangeli il nome di dio la Gloria di dio la torah lo spirito di dio ecc) cfr dunn Christology 129-130

96 Cfr dunn Christology 54-55 289 n 216 siamo perfettamente drsquoaccordo conWebster (ldquoone Who is sonrdquo 80) laquothere are no proto-trinitarian hints in theexordium nor a firm characterisation of the distinction between Father and sonraquo

97 Per la discussione patristica sulla cristologia di Ebr cfr GrEEr ldquoJesus of hebrewsand Christ of Chalcedonrdquo 231-249

concluSione

Giunti alla fine del nostro lavoro di analisi e sintesi possiamo direcon sufficiente sicurezza che Ebr 13a con il linguaggio che lrsquoAutoreha utilizzato ndash in particolare i due termini chiave ἀπαύγασμα eχαρακτήρ ndash non indica in maniera chiara e esplicita per il Figlio-Cristo neacute la piena divinitagrave come dio-Padre neacute lrsquoindipendenza perso-nale98 anche se ne indicano la ldquopre-esistenzardquo e lrsquointima relazione condio99 Certamente con questa affermazione il nostro compito esegeticoe di teologia biblica non si egrave concluso anzi si situa esattamente nelpunto delle imprescindibili premesse iniziali Egrave ancora necessario cer-tamente mettere in rapporto le affermazioni di 13a con la designazio-ne ldquoFigliordquo (di dio) di 12a tuttavia anche questa relazione potrebbenon portare risultati piugrave certi e chiari infatti un contributo speciale diEbr alla cristologia del n t egrave stato sicuramente lrsquoidea specifica diuna figliazione divina pre-esistente tuttavia non dobbiamo esagerarelrsquoimportanza di questo contributo esso pare essere piugrave un corollariodel pensiero ldquoplatonicordquo dellrsquoAutore che una chiara consapevolezzacristologica non egrave infatti evidente che lrsquoAutore abbia inteso il Figlio

217Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

98 Parlare di ldquoidentitagrave divinardquo di ldquocondivisione dellrsquounica identitagrave di dio-Padrerdquocome fa Bauckham (cfr ldquodivinityrdquo 15 18-19) in riferimento a Cristo per inserireil pensiero di Ebr nel monoteismo del giudaismo del secondo tempio non risolvela nostra questione Che in Ebr 12b-4 il Figlio sia incluso nellrsquounica identitagrave divi-na percheacute a lui sono attribuite le caratteristiche distintive e uniche di dio tipichedel monoteismo giudaico (cfr ldquodivinityrdquo 15-22) non significa nulla di precisocirca la natura e lrsquoidentitagrave del Figlio data lrsquoenorme complessitagrave esistente proprionel monoteismo giudaico e nella sua definizione dellrsquounicitagrave di dio come abbiamomostrato attraverso la nostra analisi della sapienza e del λόγος si potrebbe parlaredi ldquoidentitagrave divinardquo o di ldquocondivisione dellrsquounica identitagrave di dio-Padrerdquo ugualmen-te per la sapienza e il λόγος senza riuscire a chiarire la loro precisa natura e perso-nalitagrave non egrave perciograve corretto affermare che in Ebr 13a il Figlio sia laquoin everyrespect like Godraquo (BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 185)

99 Cfr BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 173-174 che parla di laquoeternaldivine beingraquo e laquointrinsic and eternal relationship to Godraquo per il Figlio in Ebr 13a

di dio (= Cristo) come avente una pre-esistenza realmente personaleindipendente Egrave possibile si tratti solo della pre-esistenza di unrsquoldquoideardquonella mente divina e non di un essere divino personale100 in definitivala figliazione pre-esistente dellrsquoesordio di Ebr non appare differentedalla figliazione che Filone riferisce al λόγος e la tradizione sapienzia-le alla sapienza101 rimettendoci cosigrave negli stessi ldquoproblemirdquo sollevatidallrsquoanalisi precedente

indicazioni piugrave utili riguardo alla precisa natura e personalitagrave delFiglio-Cristo saranno date dallrsquoAutore di Ebr nel seacuteguito della suaopera la catena in 15-14 e il sommo sacerdozio sacrificale di Cristo(connesso alla figura di Melchisedek) che secondo Bauckham dimo-strerebbero la piena divinitagrave di Cristo102 Anche una comparazione con

218 F Pari

100 Cfr dunn Christology 55-56 Giagrave in alcune leggende mitiche greche troviamoeroi chiamati ldquofiglirdquo di dio (dionisio e Eracle erano figli di zeus) Anche deigovernatori orientali ndash specialmente egiziani ndash erano chiamati ldquofigli di diordquo cosigravecome famosi filosofi (Pitagora Platone) e secondo gli stoici tutti gli uominierano figli dellrsquoEssere supremo nel giudaismo tradizionale ldquofigli di diordquo eranochiamati gli angeli (esseri celesti) isrealegli israeliti il re nel giudaismointerte stamentario Filone chiama ndash come abbiamo visto ndash il λόγος (e anche lacreazione) ldquofigliordquo di dio anche i giusti e i martiri ricevono questo ldquotitolordquo enegli scritti di Qumran il Messia egrave generato da dio Lrsquoimperatore romano erachiamato ldquodivinordquo La designazione ldquodiordquo era ugualmente usata per eroi re e per-sone importanti (ad esempio filosofi) Filone chiama Mosegrave ldquodiordquo (cfr De sacrifi-ciis Abelis et Caini 9 Quod omnis probus liber sit 43) del resto non egrave chiaro inche misura queste designazioni vadano intese alla lettera in conclusione ldquofigliodi diordquo egrave una designazione che esprime una qualche relazione con dio ma nonpossiamo dire nulla di piugrave Cfr dunn Christology 13-22 Anche la sapienza egravedetta ldquogeneratardquo da dio cfr Prov 822-31

101 Cfr dunn Christology 209102 Cfr BAuCKhAM ldquodivinityrdquo 24-26 (per la catena scritturistica su questo vedi

anche BAuCKhAM ldquoMonotheism and Christologyrdquo 175-185) 27-32 (per ilsommo sacerdozio di Cristo) Caird (cfr ldquoson by Appointmentrdquo 73-81) e hurst(cfr ldquoChristologyrdquo 151-164) sostengono invece che la catena scritturistica nondimostri affatto la piena divinitagrave di Cristo riferendosi a lui solamente in quantouomo

gli inni cristologici del n t ndash con cui lrsquoesordio di Ebr condividediversi elementi103 ndash potrebbe essere utile Ma tutto questo lo lasciamoper la ricerca in studi futuri per il presente lavoro egrave stato sufficientedimostrare che il testo di Ebr 13a con i suoi due termini chiaveἀπαύγασμα e χαρακτήρ di per se stesso non egrave sufficiente ndash anche secerto non vi si oppone ndash a fondare quella cristologia della piena iden-titagrave di naturasostanza e distinzione di persone tra dio-Padre e ilFiglio-Cristo che saragrave alla base della riflessione patristica e delle defi-nizioni dogmatiche della Chiesa a partire dal iV secolo

elenco delle abbreviazioni

AB = the Anchor BibleALGhJ = Arbeiten zur Literatur und Geschichte des hellenistischen Juden tumsBdr = Blass F ndash debrunner A Grammatica del greco del Nuovo Te sta -

men to (rev rehkopf F)BGu = Aegyptische urkunden aus den koumlniglichen Museen zu Berlin

Griechische urkunden (1895-1933)Bib = BiblicaBiins = Biblical interpretation seriesdEnt = dizionario Esegetico del nuovo testamentoEtB = Eacutetudes BibliquesGLnt = Grande Lessico del nuovo testamento Jsntsup = Journal for the study of the new testament supplement seriesLd = Lectio divinaLiBi = Lire la BibleLnts = Library of new testament studies LsJ = Liddell h G ndash scott r A Greek-English Lexicon (rev Jones h s)LsJsup = Liddell h G ndash scott r ndash Jones h s ndash McKenzie r Greek-

English Lexicon revised supplementniCnt = the new international Commentary on the new testament

219Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

103 Cfr sect 11

nidnttE = new international dictionary of new testament theology andExegesis

otL = the old testament LibrarysBLrBs = society of Biblical Literature resources for Biblical studysntsMs = society for new testament studies Monograph seriessPAA = spicilegium Pontificii Athenaei AntonianisPhiloA = the studia Philonica AnnualsubBi= subsidia BiblicaWBC = Word Biblical CommentaryWunt = Wissenschaftliche undersuchungen zum neuen testament

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223Esegesi e teologia di Ebr 13 Quale cristologia per il Figlio

224

La vita consacrata Luogo di esperienza

deLLa trinitagrave

Michele RobeRto PaRi

Editorrsquos note Consecrated life for the majority of non-believers and

also for many Christians has the characteristics of a mysterious

object People generally know that we are speaking of a state of life

in the Catholic Church lived by those who wish to follow Jesus

Christ in a more exactingdemanding way but what does it consist

of exactly A factor of confusion arises from the fact that there exist

forms of consecrated life even in religions very distant from

Christianity there are Buddhist monks and nuns for example Other

puzzling elements come from the multiplicity of species of consecrated

life existing today (male female mixed composed of lay people or

priests or both) and from the surprising variety of their lifestyles

their spiritualities and the purposes they set themselves

The author of the present article aims making use of the systematic-

theological method at clearly explaining the essence of the Catholic

consecrated life in reference to its deepest foundation and source

the divine life of the Most Holy Trinity According to the Magisterium

of the Church consecrated life can be considered a real ldquoicon of the

Trinityrdquo first of all when the consecrated person lives the three

theological virtues ndash faith hope and charity ndash which are those

virtues that make the Trinity dwell by grace in man Faith is a call

to the total and unconditional assent of the Son to the Father in the

Holy Spirit hope sustains us in the commitment of life and in the effort

to promote our neighbourrsquos good charity enables us to ldquotake the initia-

tive of loverdquo so as to be always available to acceptance and forgiveness

If our destiny as children of God is divinisation according to the sur-

prising and only apparently paradoxical adage of Saint Athanasius

ldquoGod became man so that man might Godrdquo if the only way to deify

us is to Christify ourselves ndash consecrated life is the shortest albeit

very impervious way of achieving a spiritual and existential conformity

with Jesus Christ

SD 651 (2020) pp 224-246

La vita consacrata egrave definita dal Codice di diritto canonico come unaforma stabile di vita basata sulla professione dei consigli evangelici (dicastitagrave povertagrave e obbedienza) nella quale i fedeli si donano totalmente aDio nella sequela piugrave da vicino di Cristo e sotto la guida dello SpiritoSanto1 E lrsquoesortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata affermache laquola vita consacrata profondamente radicata negli esempi e negliinsegnamenti di Cristo Signore egrave un dono di Dio Padre alla sua Chiesaper mezzo dello Spiritoraquo2 Essa quindi ha un legame strettissimo con ilDio trino legame che si manifesta non solo nella vita consacrata ingenerale ma anche in ciascuno dei suoi elementi principali la vocazionei consigli evangelici la vita fraterna la missione

in questo contributo dunque si mostreragrave il rapporto esistente tra lavita consacrata e la trinitagrave analizzando in particolare come le princi-pali componenti di questo stato di vita ndash la vocazione i consigli evan-gelici la vita fraterna3 la missione ndash siano abitate da essa siano vital-mente in relazione con essa tanto da rendere la vita consacrata unodei principali luoghi di esperienza della trinitagrave

225La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

1 Cf can 573 laquoVita consecrata per consiliorum evangelicorum professionem est stabilisvivendi forma qua fideles Christum sub actione Spiritus Sancti pressius sequentesDeo summe dilecto totaliter dedicantur ut in Eius honorem atque Ecclesiae aedifica-tionem mundique salutem novo et peculiari titulo dediti caritatis perfectionem in servi-tio Regni Dei consequantur et praeclarum in Ecclesia signum effecti caelestem gloriampraenuntientraquo in REDazionE Di QuAdernI dI dIrITTO eCCleSIAle (ed) Codice di diritto

canonico commentato ancora Milano 2001 510-511 Per un commento di questadefinizione cf P V Pinto (ed) Commento al Codice di diritto canonico LibreriaEditrice Vaticana Cittagrave del Vaticano 2001 346-348

2 laquoVita consecrata quae suas radices in Christi Domini exemplis doctrinisque habetDei Patris donum est Ecclesiae ipsius per Spiritum concessumraquo Vita consecrata

[drsquoora in poi VC] 1 in enchiridion Vaticanum [drsquoora in poi eV] 154343 Si noti che sebbene la vita fraterna in comunitagrave riguardi solo gli istituti di tipo ceno-

bitico tuttavia lrsquoaspetto della comunione egrave vissuto in qualche modo anche dai con-sacrati che praticano forme di eremitismo o comunque di vita non comunitaria (comegli eremiti e le vergini consacrate che vivono nel secolo) per i quali essa si esprimecome comunione spirituale con tutta la Chiesa e con tutti gli uomini (cf VC 42)

Questa indagine saragrave condotta sulla base dellrsquoesortazione apostolicapost-sinodale Vita consecrata pubblicata dal papa Giovanni Paolo ii nel1996 come frutto di quanto discusso nel sinodo dei vescovi sulla vitaconsacrata4 tenendo conto anche dei successivi documenti del magi-stero della Chiesa e delle riflessioni che i teologi hanno prodotto suquesto tema negli anni seguenti

1 Vita consacRata e tRinitagrave consideRazioni geneRali

11 Il fondamento battesimale della vita consacrata

La vita consacrata come forma specifica di consacrazione a Dio edi impegno nella conformazione a Cristo si radica nel battesimoprima e fondamentale consacrazione dellrsquouomo a Dio e conformazio-ne a Cristo La vita consacrata del resto puograve essere considerata comeuna forma piugrave radicale di sequela Christi iniziata col battesimo e diimpegno nellrsquoosservare le promesse battesimali5 Come infatti ci ricor-

226 M R PaRi

4 il sinodo dei vescovi sulla vita consacrata (iX sinodo ordinario) si egrave svolto a Roma dal2 al 29 ottobre 1994 e ha avuto come tema la vita consacrata e la sua missione nellaChiesa e nel mondo Sulla base di quel confronto il papa Giovanni Paolo ii ha redattolrsquoesortazione apostolica Vita consecrata datata 25 marzo 1996 Per quanto riguardalrsquoargomento del rapporto tra vita consacrata e trinitagrave questo documento rappresentauna pietra miliare lrsquoampiezza e la profonditagrave con cui esso vi viene trattato infatti nonha precedenti nei documenti del magistero Basti pensare che dei tre capitoli che com-pongono lrsquoesortazione apostolica lrsquointero primo capitolo dal significativo titololdquoConfessio Trinitatisrdquo egrave dedicato esplicitamente a questo tema ma pure negli altricapitoli ci sono riferimenti alla trinitagrave anche nei nodi centrali del discorso Per capirela novitagrave di tutto ciograve basti pensare che neanche il Concilio Vaticano ii che pure haenormemente contribuito al recupero della dimensione trinitaria nella teologia cris-tiana aveva esplicitamente messo in relazione la vita consacrata con la trinitagrave neacutenella lumen gentium (la costituzione conciliare sulla Chiesa) neacute nella Perfectae cari-

tatis (il decreto conciliare sulla vita religiosa) neacute negli altri suoi documenti5 in proposito cf lumen gentium 44 e Perfectae caritatis 5

da lrsquoesortazione apostolica Vita consacrata nellrsquoesistenza cristiformedella vita consacrata laquola consacrazione battesimale egrave portata ad unarisposta radicale nella sequela di Cristo mediante lrsquoassunzione deiconsigli evangeliciraquo6

ora come in tutti i sacramenti anche nel battesimo egrave presente unadimensione trinitaria ma in esso tale dimensione egrave esplicita ed evi-dente questo sacramento viene infatti conferito nel nome stesso dellatrinitagrave conformemente al comando di Gesugrave ai suoi apostoli laquoandate[] e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre edel Figlio e dello Spirito Santoraquo7 Egrave quindi naturale che anche nellavita consacrata la dimensione trinitaria sia presente anzi abbia unposto di primo piano

12 La vita consacrata laquoicona della Trinitagraveraquo8

La vita consacrata puograve essere considerata una vera e propria laquoiconadella trinitagraveraquo

Lo egrave innanzitutto quando il consacrato vive le tre virtugrave teologalile quali del resto sono proprio quelle virtugrave che realizzano lrsquoinabita-zione trinitaria per grazia nellrsquouomo La fede del consacrato egrave unrichiamo allrsquoassenso totale e incondizionato del Figlio al Padre nelloSpirito per cui egli come Gesugrave tutto riferisce al Padre e alla suavolontagrave fino alla morte se necessario La speranza virtugrave propria dicolui che vive nello Spirito Santo sostiene il religioso nel suo impe-gno di vita e nel suo sforzo a favore degli uomini del suo tempofacendogli guardare con ottimismo al futuro e operare con coraggionel presente La caritagrave fa del consacrato una persona laquoche a somi-glianza del Padre prende lrsquoiniziativa dellrsquoamore egrave sempre disponibile

227La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

6 laquoperducitur baptismalis consecratio ad fundamentalem quandam in Christi sequelamresponsionem per consiliorum evangelicorum susceptionemraquo VC 14 in eV 15472

7 Mt 2819 in la Sacra Bibbia EDB Bologna 2013 23918 G M SaLVati Io uno e trino EDi napoli 2011 205 per le riflessioni che se -

guono sulle virtugrave teologali e lrsquoamore come epifania della trinitagrave cf Ibid 205-208

allrsquoaccoglienza e al perdono si mette alla ricerca della pecora perdutaraquo9e ciograve con magnanimitagrave e liberalitagrave

Ma la vita consacrata egrave icona della trinitagrave anche nellrsquoamore inquanto lrsquoamore trinitario egrave manifestato nellrsquoamore del consacrato ilsuo amore senza riserve che lo porta al dono di seacute a Dio e al prossi-mo egrave infatti epifania dellrsquoamore oblativo del Padre che comunica lasua vita divina al Figlio e allo Spirito Santo Lrsquoamore accogliente delreligioso che gli fa accogliere con umiltagrave e gratitudine i doni di Dio egravepoi manifestazione dellrsquoamore recettivo del Figlio che riceve congioia tutto dal Padre suo infine lrsquoamore costruttore di legami operato-re di unitagrave e di concordia del consacrato egrave riflesso dellrsquoamore unitivodello Spirito Santo laquovincolo eterno del Padre e del Figlioraquo10

tutto nella vita consacrata manifesta la trinitagrave e consente di farneesperienza in quanto tutto nella vita consacrata ha la sua origine ilsuo fine il suo centro e in definitiva il suo senso nella trinitagrave Egrave alDio trino Padre e Figlio e Spirito Santo che il consacrato si donatotalmente come un olocausto11 egrave per lui per la sua gloria che eglivive opera sopporta egrave in vista di lui della comunione con lui per orain questa terra e poi nel cielo che egli spende tutta la sua vita La rela-zione con la trinitagrave egrave quindi fondamentale anche per capire la distin-zione tra la vita consacrata e le altre forme di aggregazione sociale

tutte le componenti principali della vita consacrata sono in rap-porto con la trinitagrave la manifestano e permettono di farne esperienzala vocazione i consigli evangelici di castitagrave povertagrave ed obbedienza lavita fraterna la missione stessa dei consacrati hanno una spiccatadimensione trinitaria e soltanto in essa trovano il loro vero senso

228 M R PaRi

9 SaLVati Io uno e trino 20610 Salvati Io uno e trino 208 cf agostino de Trinitate Viii 10 11 Sulla consacrazione religiosa come olocausto cf quanto afferma tommaso

drsquoaquino nella Summa theologiae ii-ii q 186 a 1

2 Vocazione e tRinitagrave

21 La vocazione opera della Trinitagrave

alla base della vita consacrata in qualunque forma essa si esprimacrsquoegrave la vocazione dellrsquouomo in particolare del fedele da parte di Dio egraveDio che prendendo lrsquoiniziativa chiama il battezzato a consacrarsi alui in modo speciale Ma questo Dio che chiama egrave un Dio trinitario

ogni vocazione reca in seacute i tratti caratteristici delle tre Personedella comunione trinitaria Le Persone divine sono sorgente e mod-ello drsquoogni chiamata anzi la trinitagrave in se stessa egrave un misteriosointreccio di chiamate e risposte Solo ligrave allrsquointerno di quel dialogoininterrotto ogni vivente ritrova non solo le sue radici ma anche ilsuo destino e il suo futuro ciograve che egrave chiamato a essere e a di ven -tare nella veritagrave e libertagrave nella concretezza della sua storia12

Come ogni operazione ad extra di Dio anche la vocazione egrave dun-que unrsquoazione che riguarda tutta la trinitagrave e quindi coinvolge tutte etre le Divine Persone ma ciascuna nel modo suo proprio egrave una chia-mata del Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo

22 Il ruolo del Padre

il Padre egrave colui dal quale parte la chiamata egrave lui che invita a seacute ilfedele mediante unrsquoattrazione amorosa che spinge il chiamato alricambio un ricambio radicale e totale che porta al dono di tutta lavita Ma il Padre egrave anche il termine della risposta del fedele alla chia-mata la consacrazione religiosa infatti ha la sua meta ultima nelPadre nel servizio di lui e nella comunione filiale con lui

229La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

12 Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolica ndashet al nuove vocazioni per una nuova europa 15 in eV 161576 in questo docu-mento i nn 15-18 sono dedicati al rapporto tra la trinitagrave e la vocazione cristianacon riferimenti anche alla vocazione specifica al sacerdozio e alla vita consacrata

in proposito egrave significativo il titolo del n 17 di Vita consecrata laquoA Patre ad Patrem lrsquoiniziativa di Dioraquo13 in questo numero dedicato alruolo del Padre nella vocazione alla vita consacrata leggiamo che ilPadre laquocreatore e datore di ogni beneraquo14

attrae a seacute una sua creatura (cf Gv 644) con uno speciale amore e invista di una speciale missione assecondando questrsquoappello accom-pagnato da unrsquointeriore attrazione la persona chiamata si affidaallrsquoamore di Dio che la vuole al suo esclusivo servizio e si consacratotalmente a lui e al suo disegno di salvezza (cf 1Cor 732-34) Quista il senso della vocazione alla vita consacrata unrsquoiniziativa tuttadel Padre (cf Gv 1516) che richiede da coloro che ha scelti larisposta di una dedizione totale ed esclusiva15

23 Il ruolo del Figlio

il Figlio egrave colui attraverso il quale la chiamata giunge al fedele eanche colui attraverso il quale il fedele risponde a tale chiamata delPadre e si incammina verso di lui il Figlio egrave la via al Padre16 inoltre ilFiglio incarnato Gesugrave Cristo egrave per il religioso il modello con lrsquoe-sempio della sua vita casta povera e obbediente totalmente consacra-

230 M R PaRi

13 laquoa Patre ad Patrem Dei inceptumraquo VC 17 in eV 1548114 laquoomnium bonorum conditorem et largitoremraquo VC 17 in eV 1548115 laquoad se creaturam quandam suam allicit (cf io 644) singulari quodam amore et ad

peculiare quoddam munus Huius obtemperans invitationi intima cum attractivavirtute coniunctae vocata persona Dei amori se tradit qui ad suum solius ministeri-um eam vocat totamque se ipsi devovet et eius salutis consilio (cf 1Cor 732-34)Hic vocationis ad vitam consecratam significatio tota consistit totum Patris ispsiusinceptum est (cf io 1516) quod ab iis qui electi sunt postulat responsionemraquo VC 17 in eV 15481-482

16 Cf Gv 146 passo citato in VC 18 il numero del documento riguardante il ruolodel Figlio nella vocazione alla consacrazione intitolato laquoPer Filium sulle orme diCristoraquo (laquoPer Filium in Christi vestigiisraquo) VC 18 in eV 15483

ta al Padre egli continua a chiamare i fedeli a rispondere in modototale allrsquoinvito amoroso del Padre a lasciare tutto per lui La personache si fa coinvolgere da Gesugrave Cristo e dalla sua vita

non puograve non abbandonare tutto e seguirlo (cf Mc 116-20 214102128) Come Paolo essa considera tutto il resto laquouna perdita difronte alla sublimitagrave della conoscenza di Cristo Gesugraveraquo a confrontodel quale non esita a ritenere ogni cosa laquocome spazzatura al finedi guadagnare Cristoraquo (Fil 38) La sua aspirazione egrave di immedesi-marsi con Lui assumendone i sentimenti e la forma di vita17

24 Il ruolo dello Spirito Santo

La chiamata del Padre attraverso il Figlio si compie nel consacratoper lrsquoazione dello Spirito Santo

Egli egrave necessario per poter udire lrsquoinvito del Padre a porsi allasequela di Cristo18

inoltre

egrave Lui che lungo i millenni attrae sempre nuove persone a per-cepire il fascino di una scelta tanto impegnativa Sotto la suaazione esse rivivono in qualche modo lrsquoesperienza del profetaGeremia laquoMi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurreraquo(207) Egrave lo Spirito che suscita il desiderio di una risposta piena egraveLui che guida la crescita di tale desiderio portando a maturazionela risposta positiva e sostenendone poi la fedele esecuzione egrave Lui

231La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

17 laquonon potest quin omnia deserat eumque sequatur (cf Mc 116-20 214 102128)Haud secus ac Paulus arbitratur omnia ldquodetrimentum esse propter eminentiamscentiae Christi iesurdquo cuius in comparatione non dubitat affirmare ldquoomnia helliparbitror ut stercora ut Christum lucrifaciamrdquo (Phil 38) Magnopere cupit unumidem cum illo fieri eiusque affectus vivendique mores sibi asciscereraquo VC 17 ineV 18484

18 Cf quanto afferma il documento della Congregazione per gli istituti di VitaConsacrata e le Societagrave di Vita apostolica ripartire da Cristo al n 20

che forma e plasma lrsquoanimo dei chiamati configurandoli a Cristocasto povero e obbediente e spingendoli a far propria la sua missione19

Egrave dunque lo Spirito Santo che agendo nellrsquointerioritagrave del fedelegli fa udire la voce del Padre che lo chiama suscita in lui la rispostala accompagna e la compie fino al dono totale della vita a Dio LoSpirito del resto egrave il Santificatore egrave lo Spirito profetico una vitadedicata in modo cosigrave particolare alla santificazione una vita dalcarattere cosigrave profetico come la vita consacrata non puograve non avere allasua origine un intervento dello Spirito Santo

3 consigli eVangelici e tRinitagrave20

31 I consigli evangelici e la Trinitagrave

i consigli evangelici di castitagrave povertagrave e obbedienza a cui i consa-crati si impegnano con i voti o con altri legami sacri sono strettamen-te legati alla trinitagrave e alla relazione del consacrato con le tre DivinePersone anzi egrave solo nella trinitagrave che essi trovano il loro valore e illoro vero significato i consigli evangelici infatti dono della trinitagravealla Chiesa e al mondo sono espressione delle relazioni che le Persone

232 M R PaRi

19 laquoipse enim per saecula novos semper allicit homines ut electionis ita obligantisfascinationem percipiant Eo scilicet agente quadamtenus iterum experiuntur illiprophetae ieremiae adfectum ldquoSeduxisti me Domine et seductus sumrdquo (ier 207)Spiritus enim responsionis plenae cupiditatem excitat ipse praeteria facit ut eademvoluntas crescat cum ad maturationem perducit affirmantem responsionem eiusquefidelem sustinet executionem ille vocatorum animum fingit et conformat Christocasto pauperi et oboedienti eos aptans eosque impellens ut eius munus suumfaciantraquo VC 19487 Questo n 19 dal titolo laquoIn Spiritu consacrati dallo SpiritoSantoraquo (laquoin Spiritu a Spiritu Sancto consecratiraquo VC 17 in eV 19487) egrave dedicatoal ruolo dello Spirito Santo nella vocazione religiosa

20 Per approfondire cf J a CHEnnakkaDan laquoEvangelic Counsels as Manifestationof trinitarian Lifestyleraquo in Claretianum 48 (2008) 283-354

Divine vivono tra loro nel seno della trinitagrave e anche dei rapporti cheesse intendono instaurare con lrsquouomo egrave quindi solo nella trinitagrave cheessi trovano il loro vero punto di riferimento Chi li pratica vive la vitastessa del Dio trino e la manifesta al mondo Ecco in proposito lechiare parole di Vita consecrata

i consigli evangelici sono [] prima di tutto un dono della Trinitagrave

Santissima [] il riferimento dei consigli evangelici alla trinitagraveSanta e santificante rivela il loro senso piugrave profondo Essi infattisono espressione dellrsquoamore che il Figlio porta al Padre nellrsquounitagravedello Spirito Santo Praticandoli la persona consacrata vive conparticolare intensitagrave il carattere trinitario e cristologico che con-trassegna tutta la vita cristiana21

Dei rapporti personali intratrinitari i consigli evangelici manifesta-no in modo particolare quello esistente tra il Figlio e il Padre cosigravecome ci egrave stato rivelato dal Figlio stesso incarnato Egli infatti sce-gliendo di praticare per primo ciograve che poi consigliograve ai suoi discepolivolle rivelarci qualcosa della sua intima relazione con il Padre nelloSpirito Santo come afferma Gianfranco Ghirlanda a commento deitesti sopra citati

la vita di verginitagrave povertagrave e obbedienza a cui la persona con-sacrata viene chiamata a conformarsi non egrave stata per Gesugrave unqualcosa di accidentale o semplicemente funzionale alla missioneche doveva compiere ma egrave stata lrsquoespressione terrena visibile erivelatrice della sua relazione unica e irripetibile al Padre nelloSpirito [] i tre consigli classici di castitagrave perfetta nel celibato

233La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

21 laquoante omnia [hellip] sunt evangelica consilia sanctissimae trinitatis donum [hellip]Cum ad sanctam sanctificantemque trinitatem referuntur evangelica consiliaeorum patescit altior significatio Declarant enim amorem quem adversus Patremin Spiritus Sancti unitate habet Filius iis in exsequendis vivit consecrata personavehementiore quadam vi trinitariam et christologicam naturam qua universa sig-natur christiana vitaraquo VC 20-21 in eV 15490-492 cf anche VC 18

povertagrave e obbedienza [] sono fondati sulla vita filiale del Verboincarnato che nello Spirito si dona totalmente al Padre in un attodi amore casto ed esclusivo che diventa spogliamento da tutto eobbedienza fino alla fine22

32 Il consiglio evangelico della castitagrave

La castitagrave con la quale il consacrato rinuncia alla vita matrimonia-le e genitoriale in vista del Regno dei Cieli egrave il consiglio evangelicoche gli permette di donarsi a Dio con cuore indiviso senza riservenella totalitagrave dei propri affetti e del proprio amore

Essa

costituisce un riflesso dellrsquoamore infinito che lega le tre Personedivine nella profonditagrave misteriosa della vita trinitaria amore testimo-niato dal Verbo incarnato fino al dono della sua vita amore laquoriver-sato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santoraquo (Rm 55) che sti-mola ad una risposta di amore totale per Dio e per i fratelli23

Quindi la castitagrave ha la sua origine e il suo modello nellrsquoamore tota-le dei tre che li lega e li unisce nellrsquoindivisione dellrsquounica sostanzadivina essa fa entrare il consacrato in questa perfetta comunione drsquoa-more la quale lo unisce piugrave pienamente non solo a Dio ma anche aifratelli con i quali egli si impegna per quanto possibile a condivider-la e a riprodurla

234 M R PaRi

22 G GHiRLanDa laquoConsacrati dal Padre per il Figlio nello Spiritoraquo in G GHiRLanDa

ndash Et aL (edd) esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata del santo

padre Giovanni Paolo II Testo e commenti Lrsquoosservatore Romano Cittagrave delVaticano 1996 189-190

23 laquoeffectum praebet infiniti amoris quo in vitae trinitariae secreta altitudine tres iun-guntur divinae Personae amorem hunc Verbum incarnatum usque ad vitae suaeeffusionem est testificatum amor hic ldquoin cordibus nostris per Spiritum Sanctumrdquodiffusus est (Rm 55) atque ad caritatis plenae responsionem incitat erga Deum etfratresraquo VC 21 in eV 15493

Come afferma il padre Camilo Maccise laquola castitagrave consacrata rela-ziona specialmente con il Padre confessa che Dio egrave lrsquounico assoluto ecrea un cuore filiale capace di amare Dio e gli altriraquo24 in effetti ilconsacrato ha rinunciato a una paternitagrave fisica ma ha acquistato unapaternitagrave piugrave universale di tipo spirituale che riguarda innanzituttocoloro che si rivolgono a lui per i loro bisogni (ad esempio i poveri insenso corporale o spirituale) ma che egrave chiamata ad estendersi a tuttigli uomini Questa paternitagrave egrave una partecipazione e una manifestazionedella paternitagrave di Dio Padre che conosce e ama tutti gli uomini e atutti provvede25

33 Il consiglio evangelico della povertagrave

La povertagrave con cui il consacrato fa dono dei propri beni materiali maanche in un certo senso delle proprie ricchezze intellettuali e spiritualidel proprio tempo e della propria persona laquoconfessa che Dio egrave lrsquounicavera ricchezza dellrsquouomoraquo26 Essa vissuta sullrsquoesempio di Cristo che laquodaricco che era si egrave fatto poveroraquo (2 Cor 89) diventa espressione del donototale di seacute che le tre Persone Divine reciprocamente si fannoraquo27 Questoconsiglio evangelico quindi ha la sua profonda radice nel dinamismotrinitario del dono come nellrsquoimmanenza trinitaria il Padre il Figlio e loSpirito Santo si donano reciprocamente cosigrave il consacrato con la suapovertagrave fa dono di seacute stesso a Dio e agli altri Del resto anche lrsquoattivitagravead extra della trinitagrave egrave in funzione del dono di seacute allrsquouomo che essavuole realizzare il consacrato vivendo la sua povertagrave nellrsquoofferta deisuoi beni e di seacute stesso diventa un segno e un mezzo nellrsquoattuazione diquesto piano divino di dono agli uomini

235La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

24 C MaCCiSE Cento temi di vita consacrata EDB Bologna 2007 90 25 Cf X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo in t GoFFi ndash a Palazzini (edd) dizionario

Teologico della Vita Consacrata ancora Milano 1994 1758-1759 26 laquoDeum unicum esse verum hominis thesaurum confiteturraquo VC 21 in eV 1549427 laquoad Christi specimen qui ldquopropter nos egenus factus est cum esset divesrdquo (2 Cor 89)

impleta eadem paupertas declaratio evadit integrae donationis sui quam mutuointer se tres divinae Personae efficiuntraquo VC 21 in eV 15494

La povertagrave mette il consacrato in relazione in particolare con ilFiglio28 che spogliatosi della sua gloria divina si egrave fatto uomo e havissuto poveramente tra gli uomini fino alla povertagrave piugrave grande quel-la della morte in croce

34 Il consiglio evangelico dellrsquoobbedienza

Lrsquoobbedienza con cui il consacrato amorosamente sottopone la suavolontagrave alla volontagrave del superiore laquomanifesta la bellezza liberante diuna dipendenza filiale e non servile ricca di senso di responsabilitagrave eanimata dalla reciproca fiducia che egrave riflesso nella storia dellrsquoamorosacorrispondenza delle tre Persone divineraquo29

Essa ha il suo modello nellrsquoobbedienza di Gesugrave al Padre unrsquoobbe-dienza totale fino alla morte piena di fiducia e di amore30 attuatanello Spirito Santo Spirito di amore che lega il Padre e il Figlioaccogliendo la volontagrave del proprio superiore allora il consacrato sipone nella sequela di Cristo imitando il suo esempio e attraverso dilui si mette in relazione con la trinitagrave stessa e la manifesta al mondoLrsquoobbedienza riproduce nel consacrato il mistero di kenosi e plerosivissuto dal Figlio di Dio incarnato come Gesugrave avendo umiliato sestesso (passione e morte) per fare la volontagrave del Padre egrave stato poi esal-tato da lui (risurrezione ascensione al cielo sessione alla sua destra)cosigrave il consacrato trova la sua vera grandezza nellrsquoobbedire con animofiliale al suo superiore che paternamente gli comanda secondo lavolontagrave di Dio31

236 M R PaRi

28 Cf MaCCiSE Cento temi di vita consacrata 9029 laquopulchritudinem liberantem patefacit filialis et haud servilis famulatus ubi conscentia

propriorum officiorum viget et mutua valet fiducia quae in historia amorosae congru-entiae inter divinas tres Personas est repercussioraquo VC 21 in eV 15495

30 Cf ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza 8 31 Per approfondire cf W BaLDaSSaRRE laquoil mistero di kenosi e plerosi per rileggere

lrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza in prospettiva trinitariaraquo in Vita consacrata 33 (1997)440-458 in particolare le pp 456-458 a p 457 egli afferma laquoil Padre egrave il modellodi chi esercita lrsquoautoritagrave [] Gesugrave sulla croce egrave il modello di chi obbedisceraquo

Vivere lrsquoobbedienza egrave possibile grazie allo Spirito essa come dicepadre Maccise laquorelaziona [] con lo Spirito che guida la storia e lavita di ognunoraquo32 infatti egrave solo mediante lrsquoazione dello Spirito che ilconsacrato puograve avere la docilitagrave e la libertagrave richieste per vivere vera-mente questo consiglio evangelico Si noti che anche il superiore deveessere disponibile allo Spirito per esercitare la sua autoritagrave secondo lavolontagrave di Dio come chiaramente afferma il documento dellaCongregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vitaapostolica Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza al n 1133

4 Vita fRateRna e tRinitagrave

La vita fraterna nella quale i consacrati vivono insieme concordi eunanimi34 egrave in relazione strettissima con la trinitagrave sia nel suo aspettoimmanente che nel suo aspetto economico35

237La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

32 MaCCiSE Cento temi di vita consacrata 9033 Ecco le parole del documento laquoEgrave indispensabile [] che ciascuno si renda

disponibile allo Spirito a cominciare dai superiori che proprio dallo Spiritoricevono lrsquoautoritagrave e ldquodocili alla volontagrave di Diordquo (Perfectae caritatis 14) sotto lasua guida la devono esercitareraquo (ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita

ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbe-

dienza 11 in eV 25383) Cf S MaioRano laquoautoritagrave e vita fraterna dialogo dis-cernimento ed obbedienzaraquo in iD ndash Et aL (edd) Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbe-

dienza il Calamo Roma 2009 80-83 34 Cf at 432 dove si descrive la vita della prima comunitagrave cristiana modello di

riferimento per la vita comune religiosa in ogni epoca Questo passo biblico egrave cita-to in VC nn 21 e 41 nei quali si parla della vita fraterna in relazione alla trinitagravecome anche nel documento la vita fraterna in comunitagrave della Congregazione pergli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolica al n 9 in questo sec-ondo documento di due anni precedente a Vita consecrata ci sono giagrave alcuni rifer-imenti al rapporto esistente tra vita fraterna e trinitagrave

35 Per approfondire questi due aspetti cf M DiEz PREza laquoComunioneraquo in GoFFi ndashPaLazzini (edd) dizionario Teologico della Vita Consacrata 308-312 eMaCCiSE Cento temi di vita consacrata 168-171

41 Vita fraterna e Trinitagrave immanente

La trinitagrave immanente comunione amorosa delle tre Divine Per so -ne egrave lrsquoorigine e il modello la fonte di significato e di forza della vitafraterna come il Padre il Figlio e lo Spirito Santo vivono in continuareciproca vitale comunione e donazione cosigrave i consacrati sono chia-mati a vivere insieme nella mutua comunanza della vita e dei cuori enel dono di seacute ai confratelli Egrave importante sottolineare questo aspettosoprannaturale e trinitario della vita comune religiosa per distinguerladalle altre forme di aggregazione sociale Ecco in proposito le paroledi Vita fraterna in comunitagrave

Prima di essere una costruzione umana la comunitagrave religiosa egrave undono dello Spirito infatti egrave dallrsquoamore di Dio diffuso nei cuori permezzo dello Spirito che la comunitagrave religiosa trae origine e da essoviene costruita come una vera famiglia adunata nel nome delSignore non si puograve comprendere quindi la comunitagrave religiosasenza partire dal suo essere dono dallrsquoalto dal suo mistero dalsuo radicarsi nel cuore stesso della trinitagrave santa e santificante chela vuole parte del mistero della Chiesa per la vita del mondo []Essa trova il suo archetipo e il suo dinamismo unificante nella vitadi unitagrave delle Persone della ss trinitagrave36

Come nella trinitagrave egrave lo Spirito Santo che unisce il Padre e il Figliocosigrave anche nelle comunitagrave religiose egrave il medesimo Spirito che rendepossibile la comunione autentica tra i consacrati facendo di essi quasiun ldquonoirdquo comune senza piugrave egoismo e divisioni proprio come accadein seno alla trinitagrave Ecco quanto afferma in proposito Xabier Pikazaibarrondo laquoLrsquounione dei fratelli rinati in Cristo tende alla nascita diuna specie di persona condivisa che egrave segno dello Spirito [] in que-

238 M R PaRi

36 Congregazione per gli istituti di Vita Consacrata e le Societagrave di Vita apostolicala vita fraterna in comunitagrave 810 in eV 14378384 cf anche VC 41 numerointitolato laquoad immagine della trinitagraveraquo (laquoad trinitatis imaginemraquo) con il qualeinizia il capitolo ii laquoSignum fraternitatisraquo

sto modo va nascendo quel ldquonoirdquo diverso dello Spirito che non egrave mioneacute tuo bensigrave amore o trasparenza di Dio fra noiraquo37

Ma come nella trinitagrave le Persone pur unite nella sostanza sonoben distinte nella loro personalitagrave cosigrave anche nella vita comune lrsquou-nione dei consacrati non deve togliere annullare le legittime diversitagraveesistenti tra di loro il modello trinitario di unitagrave-distinzione permetteanche in questo caso di conservare il giusto equilibrio tra le esigenzedel singolo religioso e quelle della comunitagrave38

42 Vita fraterna e Trinitagrave economica

La vita fraterna egrave strettamente relazionata anche alla trinitagrave nel suoaspetto economico ossia nel suo comunicarsi allrsquouomo nella storia

il Padre si egrave rivelato come colui che vuole riunire lrsquoumanitagrave in unasola grande famiglia ndash la famiglia dei figli di Dio questo disegno egraveattuato e manifestato nella comunitagrave religiosa dove la fraternitagrave favivere i consacrati come membri della stessa famiglia

il Figlio poi con i suoi insegnamenti e con la sua morte ha volutoriconciliare e unire tutti gli uomini con Dio e tra di loro e ciograve egrave quantola vita fraterna realizza a livello di comunitagrave consacrata

Lo Spirito Santo infine dal punto di vista economico egrave il princi-pio efficiente di unitagrave della Chiesa39 e piugrave in generale dellrsquoumanitagravetale unitagrave egrave partecipata e realizzata in modo eccellente nelle singolecomunitagrave di consacrati40

La trinitagrave agisce quindi nella storia per attuare tra gli uomini lacomunione modellata e radicata su quella che Essa stessa vive infattilaquocreando lrsquoessere umano a propria immagine e somiglianza Dio lo hacreato per la comunione il Dio creatore che si egrave rivelato come amore

239La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

37 X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo 1764 a questo tema sono dedicate le pp 1762-1765 di questa voce

38 Cf a RESta laquoFondamento trinitario della vita consacrataraquo in Vita Consacrata 33(1997) 331-333

39 Cf lrsquoevento della Pentecoste40 Per queste riflessioni sulla vita consacrata e la trinitagrave economica cf VC 21

trinitagrave comunione ha chiamato lrsquouomo a entrare in intimo rapporto conlui e alla comunione interpersonale cioegrave alla fraternitagrave universaleraquo41 Lecomunitagrave religiose con la loro vita fraterna costituiscono in mezzo agliuomini una particolare realizzazione di questo progetto divino

5 la Missione 42

51 La testimonianza della santitagrave

nella missione della vita consacrata vi egrave innanzitutto la testimo-nianza della santitagrave

Se tutti i battezzati sono chiamati alla santitagrave43 lo sono a maggiorragione i consacrati per i quali essa costituisce un segno profetico44

dinanzi al mondo del primato di Dio e del Vangelo i consacrati chenella loro esistenza fanno esperienza della trinitagrave sono infatti chiama-ti in modo speciale a testimoniarla al mondo con la santitagrave della lorovita trasfigurata dallrsquoincontro con il Dio trino in effetti la vita con-

240 M R PaRi

41 ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa la vita fraterna in comunitagrave 9 in eV 1437942 Si noti che la missione come ricorda VC al n 72 egrave un elemento costitutivo essen-

ziale della vita consacrata quindi essa non riguarda solo i consacrati che fannovita attiva ma anche quelli che vivono ritirati nella contemplazione i quali con lacoerenza della loro vita rendono una testimonianza silenziosa ma efficace dellrsquoim-portanza decisiva di Dio per lrsquoesistenza umana VC dedica un intero capitolo aquesto tema il terzo (nn 72-103) anchrsquoesso ricco di riferimenti alla trinitagrave Perapprofondire cf P G CaBRa laquoLa missione nella Esortazione apostolicaraquo in iD ndashEt aL (edd)ldquoVita consecratardquo Studi e riflessioni Rogate Roma 1996 187-213 eP G CaBRa ndash P Vanzan laquoLa trinitagrave e la missione rileggendo ldquoVita consecra-tardquoraquo in P Vanzan ndash F VoLPi (edd) Il Giubileo e la Vita Consacrata il CalamoRoma 2001 213-223

43 Cf lumen gentium 4044 La vita consacrata egrave infatti una vita profetica nel triplice valore del termine il con-

sacrato parla in nome di Dio annuncia con il suo modo di vivere la condizionefutura nella vita celeste testimonia pubblicamente Dio dinanzi agli uomini

sacrata puograve essere paragonata allrsquoesperienza della trasfigurazione chehanno avuto gli apostoli Pietro Giacomo e Giovanni salire sul montecon Gesugrave contemplare la manifestazione della trinitagrave (il Padre nellavoce il Figlio nel Cristo trasfigurato lo Spirito Santo nella nube) epoi ridiscendere verso gli uomini45

anche la teologia e la spiritualitagrave delle Chiese drsquooriente sottolinea-no questo aspetto insistendo in particolare sullrsquoenergia divina trinita-ria che pervade il consacrato e sullrsquoazione dello Spirito Santo nella suavita il consacrato ndash ossia il monaco unica forma di vita consacratanellrsquooriente cristiano ndash egrave inabitato trasfigurato divinizzato dallatrinitagrave e quindi soprattutto grazie allrsquoazione dello Spirito Santo puogravecondurre una vita divina una vita pacificata di ascensione a Dio che egravedi esempio e di sprone per gli altri uomini

Dice in proposito P Evdokimov

Lrsquoascensione dellrsquouomo [] segue [questo ordine] dallo SpiritoSanto [hellip] per il Figlio verso il Padre dallrsquointerioritagrave pneumatoforamediante la strutturazione cristica (membri del Corpo teandrico)verso lrsquoabisso del Padre in questa elevazione lo Spirito Santo [] sirivela come Spirito di Vita di cui lrsquoagape egrave lrsquoemanazione []Lrsquointerioritagrave della vita spirituale risolve la questione attivismo ostato contemplativo [] San Serafino di Sarov risponde cosigravelaquoacquisisci la pace interiore e moltitudine di uomini troveragrave pressodi te la salvezzaraquo (Behr-Sigel Priegraver et Sainteteacute dans lrsquoeglise russep 139) tutto egrave determinato dalla presenza di Dio e dal progredire

241La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

45 Lrsquoepisodio evangelico della trasfigurazione egrave proprio lrsquoimmagine che VC adottaper parlare della vita consacrata in particolare in riferimento alla trinitagrave taleimmagine egrave infatti il filo conduttore del primo capitolo dedicato appunto alla vitaconsacrata come confessio Trinitatis (nn 14-40) Riguardo alla testimonianza dellasantitagrave come vita trasfigurata cf in particolare VC 35 Per un approfondimento cfB MaeumlS laquoSullrsquoimmagine della trasfigurazione in Vita consecrataraquo in Vita

Consacrata 41 (2005) 391-406 e E SCoGnaMiGLio laquoLa luce del tabor sulla vitaconsacrataraquo in F VoLPi ndash E Picucci (edd) liberi percheacute obbedienti ndash obbedienti

percheacute liberi il Calamo Roma 2009 211-229

della comunione deificante [] Dio sceglie misteriosamente i suoivasi di predilezione e li ricolma della sua luce come sceglie PietroGiacomo e Giovanni a testimoni della tra sfi gu ra zio ne46

Riguardo a ciograve il papa Giovanni Paolo ii nellrsquoenciclica Orientalelumen parlando del monachesimo orientale afferma al n 9 laquoil monaste-ro egrave il luogo profetico in cui il creato diventa lode di Dio e il precetto dellacaritagrave concretamente vissuta diventa ideale di convivenza umana e dovelrsquoessere umano cerca Dio senza barriere e impedimenti diventando riferi-mento per tutti portandoli nel cuore ed aiutandoli a cercare Dioraquo47

52 La missione e i consigli evangelici

La pratica dei consigli evangelici che si radica nella trinitagrave e su diessa si modella costituisce un vero e proprio annuncio missionario nelmondo odierno annuncio non semplicemente di Dio ma del Diotrino

Praticando la castitagrave perfetta il consacrato annuncia al mondo cosigravesegnato da laquouna cultura edonistica che svincola la sessualitagrave da ogninorma morale oggettiva riducendola spesso a gioco e a consumoraquo48lrsquoimportanza e la serietagrave dellrsquoamore umano che deve essere a immagi-ne dellrsquoamore trinitario Egli proclama inoltre la bellezza liberante del-lrsquoamore per Dio un amore che apre a tutti e dagrave gioia un amore cheessendo partecipazione dellrsquoamore reciproco delle Divine Persone neegrave annuncio dinanzi agli uomini

242 M R PaRi

46 P EVDokiMoV lrsquoOrtodossia EDB Bologna 2010 158-162 Cf o CLeacuteMEnt la Chiesa ortodossa Queriniana Brescia 2005 130-132 e specialmente riguardoal ruolo dello Spirito Santo t ŠPiDLiacutek laquoLo Spirito Santo nella Chiesa orientaleraquoin P Vanzan ndash F VoLPi (edd) lo Spirito Santo e la vita consacrata il CalamoRoma 1998 19-28

47 Giovanni Paolo ii Orientale lumen 9 in eV 142576 48 laquoe cultura voluptuaria quae ab omni obiectiva morali norma sexus usum dissolvit quem

saepius in lusum ac fructum redigitraquo VC 88 in eV 15700 questo numero egrave interamentededicato a laquoLa sfida della castitagrave consacrataraquo (laquoCastitatis consecratae provocatioraquo)

Con la pratica della povertagrave il consacrato sfida laquoil materialismoavido di possesso disattento verso le esigenze e le sofferenze dei piugravedeboliraquo49 Vivendo la povertagrave evangelica egli seguendo il Cristopovero annuncia agli uomini che solo Dio egrave lrsquoautentica ricchezza del-lrsquouomo inoltre condividendo i propri beni con i piugrave bisognosi e pren-dendosi cura di loro egli testimonia al mondo lrsquoamore della trinitagraveche si prende cura in modo particolare dei poveri e degli esclusi50

Con la sua obbedienza infine il consacrato si pone in alternativa alaquoquelle concezioni della libertagrave che sottraggono questa fondamentaleprerogativa umana al suo costitutivo rapporto con la veritagrave e con lanorma moraleraquo51 provocando spesso ingiustizia e oppressione Egliinfatti con la sua amorosa sottomissione alla volontagrave del superioreannuncia al mondo il Figlio incarnato obbediente al Padre nelloSpirito e inoltre laquotestimonia che non crsquoegrave contraddizione tra obbedien-za e libertagraveraquo52 come in seno alla trinitagrave non crsquoegrave opposizione tra lalibertagrave delle Divine Persone e la loro amorosa corrispondenza53

53 La missione e la vita fraterna

La vita fraterna si presenta dinanzi al mondo come una vera e proprialaquoconfessione della trinitagraveraquo54 in quanto essa egrave una manifestazione dellacomunione che vivono tra loro le Divine Persone nellrsquoimmanenza trinita-

243La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

49 laquoex materialismo possidendi avido [hellip] qui necessitates doloresque debiliorumneglegitraquo VC 89 in eV 15702 questo numero egrave dedicato a laquoLa sfida dellapovertagraveraquo (laquoPaupertatis provocatioraquo)

50 Cf SaLVati Io uno e trino 209-210 51 laquoab illis libertatis notionibus [hellip] quae principalem hanc humanam proprietatem

de necessaria ipsius subtrahunt coniunctione cum veritate regulaque moraliraquo VC

91 in eV 15707 numero relativo a laquoLa sfida della libertagrave nellrsquoobbedienzaraquo(laquoLibertatis provocatio in oboedientiaraquo)

52 laquotestatur inter se oboedientiam ac libertatem haud pugnareraquo VC 91 in eV 1570853 Sul rapporto tra obbedienza e missione cf inoltre ConGREGazionE PER GLi iStituti

Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e

lrsquoobbedienza 2354 laquotrinitatis professioraquo VC 41 in eV 15562

ria e del disegno di unione con lrsquouomo e degli uomini tra loro che esseintendono realizzare nella storia La vita fraterna annuncia quindi agliuomini lrsquoimportanza della comunione dellrsquoamore fraterno della collabo-razione tutti valori questi che hanno la loro radice e il loro modelloappunto nella trinitagrave Pier Giordano Cabra afferma in proposito laquounacomunitagrave fraterna mostra al mondo che egrave possibile costruire una umanitagravenuova quando si accetta Dio per Padre quando si ha Cristo come Maestrodi vita quando si invoca il dono dello Spirito come vincolo tra i cuori unvincolo che si dimostra piugrave forte di tutti gli impulsi disgregatoriraquo55

inoltre la vita comune in fraternitagrave essendo uno dei luoghi princi-pali in cui il consacrato fa esperienza della trinitagrave egrave un ambiente dacui egli trae le energie e almeno in parte i contenuti stessi per il suoannuncio agli uomini

conclusione

Come si egrave mostrato la vita consacrata nelle sue caratteristiche generalie nei suoi elementi specifici egrave strettamente relazionata alla trinitagrave egrave abita-ta dalla trinitagrave poicheacute trova in essa non solo la sua origine e il suo scopoma anche il suo fondamento il suo modello e il suo senso La vita consa-crata quindi egrave un vero e proprio luogo di esperienza e di manifestazionedella trinitagrave un ldquosacramentordquo ossia un segno e uno strumento della pre-senza della trinitagrave e del suo regno tra gli uomini56 una laquocasa dellatrinitagraveraquo57 laquouna delle tracce che la trinitagrave lascia nella storia percheacute gliuomini possano avvertire il fascino e la nostalgia della bellezza divinaraquo58

244 M R PaRi

55 CaBRa laquoLa missione nella Esortazione apostolicaraquo 196 56 La realizzazione concreta del regno della trinitagrave tra gli uomini da parte dei con-

sacrati come mostrano le difficoltagrave e i limiti della loro vita egrave ancora imperfetta esi colloca nella categoria del ldquogiagrave e non ancorardquo cosa questa che del resto valepiugrave in generale anche per la Chiesa che egrave ancora in cammino verso il suo compi-mento escatologico

57 X Pikaza iBaRRonDo laquotrinitagraveraquo 1766 58 laquounum quoddam vestigium eorum quae in historia trinitas relinquit ut vim rapientem

atque cupidinem divinae venustatis homines animadvertere possintraquo VC 20 in eV 15491

bibliogRafia

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StoLiCa ndash Et aL nuove vocazioni per una nuova europa in eV 161533-1706ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa ripartire da Cristo in eV 21372-510ConGREGazionE PER GLi iStituti Di Vita ConSaCRata E LE SoCiEtagrave Di Vita

aPoStoLiCa Il servizio dellrsquoautoritagrave e lrsquoobbedienza in eV 25349-449DiEz PREza M laquoComunioneraquo in t GoFFi ndash a PaLazzini (edd) dizionario

Teologico della Vita Consacrata ancora Milano 1994 306-315EVDokiMoV P lrsquoOrtodossia EDB Bologna 2010 GaLot J laquoidentitagrave della vita consacrataraquo in G GHiRLanDa ndash Et aL (edd)

esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata del santo padre Gio van ni

Paolo II Testo e commenti Lrsquoosservatore Romano Cittagrave del Vaticano 1996167-172

GHiRLanDa G laquoConsacrati dal Padre per il Figlio nello Spiritoraquo in GGHiRLanDa ndash Et aL (edd) esortazione apostolica post-sinodale Vita conse-

crata del santo padre Giovanni Paolo II Testo e commenti lrsquoOsservatore

romano Cittagrave del Vaticano 1996 187-194

245La vita consacrata luogo di esperienza della Trinitagrave

246 M R PaRi

GioVanni PaoLo ii Orientale lumen in eV 142553-2632GioVanni PaoLo ii Vita consecrata in eV 15434-775MaCCiSE C Cento temi di vita consacrata EDB Bologna 2007 MaeumlS B laquoSullrsquoimmagine della trasfigurazione in Vita consecrataraquo in Vita

Consacrata 41 (2005) 391-406 MaioRano S laquoautoritagrave e vita fraterna dialogo discernimento ed obbedienzaraquo

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Pikaza iBaRRonDo X laquotrinitagraveraquo in t GoFFi ndash a PaLazzini (edd) dizionario

Teologico della Vita Consacrata ancora Milano 1994 1752-1770 QuEVEDo CaMPo a G ndash Et aL laquoVocazioneraquo in t GoFFi ndash a PaLazzini

(edd) dizionario Teologico della Vita Consacrata ancora Milano 19941862-1922

RESta a laquoFondamento trinitario della vita consacrataraquo in Vita Consacrata 33(1997) 321-334

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ŠPiDLiacutek t laquoLo Spirito Santo nella Chiesa orientaleraquo in P Vanzan ndash F VoLPi

(edd) lo Spirito Santo e la vita consacrata il Calamo Roma 1998 19-28

Il concetto dellrsquoIncarnazIonelrsquoImmortalItagrave personale tra articulus fideie praeambulum fidei retrospettIvamente

determInata per vIa anagogIca

Antonino Postorino

Editorrsquos note In the Theological Faculty of Emilia-RomagnaDepartment of Systematic Theology a deep reinterpretation of ldquoclas-sicalrdquo Thomistic thought has been underway for several years Theendeavour of the ldquoDominican School of Bolognardquo in full fidelity tosuch an incomparable doctrinal heritage tries to find Aquinasrsquos mostoriginal inspiration thus manifesting its validity as an instrument ofthought for the universal Church and for human knowledge as suchOne of the most influential thinkers of this systematic-theologicalapproach is Giuseppe Barzaghi OP followed by some scholars whohave developed his original ldquoanagogicrdquo approach whose ontologi-cal foundation can be participated by the extra-ecclesial world so asto outline a theological perspective in which the universe of faith andthat of reason may cease to oppose each other and a shared conceptof theology as ldquoscience of Godrdquo may be made conceivableA prominent representative of this kind of ldquoanagogic theologyrdquo is An to ni -no Postorino whose line of research is well documented by the worksalready published in the present journal This article in perfect continuitywith the authorrsquos previous contributions discusses the importance of anldquooriginal ontologyrdquo within the context of the anagogic theology in orderto present the concept and then the reality of the Incarnation of GodAccording to Postorino the real question does not consist in whetheror not to defend the doctrine of the Catholic Church against theclaims of modern reason as it has historically and theoretically takenshape that would be a lost battle Rather it needs to verify whethermodern reason has the right to make these claims or whether a moreadvanced discipline of reason ndash such as the metaphysical rigorizationwhich constitutes the systematic core of anagogic theology ndash could re-establish the agreement between faith and reason that the Westerncivilization seems to have lost once and for all

247SD 651 (2020) pp 247-306

i

introduzione il ProblemA teorico nel suo quAdro generAle

1

Allrsquoinizio dellrsquoarticolo immediatamente precedente1 lo scriventeriteneva opportuno sottolineare che i suoi contributi teorici si collocanosu una linea unitaria progressiva nella cui prospettiva essi prendono illoro senso2 tale linea egrave quella della teologia anagogica3 nella quale lafondazione ontologica retrospettiva permette di raggiungere un denomi-natore comune col mondo extra-ecclesiale delineando una prospettivadi teologia futura nella quale lrsquouniverso della fede e quello della ragionecessino di contrapporsi come oggi nonostante poderosi e meritori sforzi

248 A Postorino

1 Immediatamente precedente come articolo poicheacute il piugrave recente contribuito dello scri-

vente egrave il numero monografico La scienza di Dio Il tomismo anagogico di GiuseppeBarzaghi OP come testa di ponte verso una teologia per il terzo millennio ldquoSacra

Doctrinardquo Anno 63deg 201802 scritto a cui si avragrave occasione di fare riferimento

Lrsquoarticolo a cui qui si fa riferimento egrave invece A PoStorIno Il concetto della ldquocreatioex nihilordquo Ipoteca nichilistica e rigorizzazione metafisica ldquoSacra Doctrinardquo Anno

62deg 201701 pp 199-2692 Cfr nellrsquoarticolo sopra citato lrsquoinizio del sect 1 laquoLrsquoestensore di questo scritto ritiene

opportuno sottolineare che non si tratta di un contributo proposto in maniera per cosigrave

dire rapsodica in una prospettiva genericamente teologica ma che si tratta invece dello

sviluppo organico di unrsquoanalisi che egrave andata prendendo forma nellrsquoambito di suoi con-

tributi precedenti ai quali dunque fa esplicito riferimento rimarcando lrsquounitarietagrave della

prospettiva di fondoraquo3 Cfr ancora dello scrivente lrsquoarticolo Per un tomismo anagogico Il contributo della

teoria dellrsquoExemplar in laquoSacra Doctrinaraquo 61 1 (2016) pp 216-272 Egrave appena da

ricordare che il concetto di un tomismo anagogico viene da G BArzAGhI Habitatecclesiale e habitus teologico Per un tomismo anagogico in laquoDivus thomasraquo 108 1

(2005) pp 46-107 e che il lavoro teologico di Padre Barzaghi egrave il fulcro del numero

monografico sopra citato alla nota 1

249Il concetto dellrsquoIncarnazione

della teologia contemporanea essi continuano a fare 4 e aprendo cosigravealmeno la possibilitagrave di un concetto condiviso della teologia comelaquoscienza di Dioraquo5

2

Se la trasparenza di questrsquoimpostazione teologica ci appare neces-saria in linea generale nella trattazione di qualunque articolo di fede egrave subito da dire che questa necessitagrave si fa imprescindibile passando dal concetto della Creazione a quello dellrsquoIncarnazione Questo ha a che vedere con lo scarto tra ciograve che si potrebbe chiamare lrsquoeffettolaquoscenograficoraquo del dato rivelato6 e lrsquoistanza per cosigrave dire laquocontabileraquodella ragione7 per quanto credente Vediamo meglio questo punto

4 Da qui la denominazione del tomismo anagogico di Padre Barzaghi ndash nel titolo della

citata monografia ndash come laquotesta di ponte verso una teologia per il terzo millennioraquo5 Egrave appunto il titolo del numero monografico sopra citato6 Chiariamo subito che il termine laquoscenograficoraquo qui adoperato non ha nulla a che fare

con qualunque accezione superficiale o detrattiva e meno che meno vuole alludere a

una qualche enfatizzazione retorica in difesa tendenziosa della veritagrave di fede che sia

volta ad aggirare la laquocontabilitagraveraquo non immaginifica della ragione Lrsquoevocazione della

scenografia ha a che fare con lrsquoinevitabile traduzione in immagini del testo sacro in

quanto modulo narrativo e questo accade in tutti e quattro i sensi fondamentali della

Scrittura (letterale allegorico tropologico anagogico) sia che la fantasia produca

immagini degli accadimenti concreti narrati sia che produca immagini di ciograve che tali

accadimenti vogliono significare o delle movenze morali che essi suggeriscono o del

disegno eterno che vi soggiace tali immagini prendono campo e delineano una

laquoscenaraquo sulla quale la veritagrave rivelata viene laquorappresentataraquo e si fa da termine di ascol-

to fonte di visione7 La laquocontabilitagraveraquo della ragione consiste invece nel commisurare la visione nella cui

veritagrave di fondo si crede con la stessa categoria della possibilitagrave avvertendo la fede in un

possibile come fede libera e nei propri limiti di pura fede come fondata mentre vice-

versa la fede in qualcosa di impossibile egrave sentita non come ostacolata da tale impossibi-

litagrave ndash e in questo senso ancora libera ndash ma come per cosigrave dire a disagio avvertendo la

responsabilitagrave di contraddire la ragione che prima di tutto per la stessa fede non

dovrebbe poter essere contraddetta esprimendo lrsquoordine del creato che certo non dipen-

de da noi e che si comunica nella veritagrave di una diversa modalitagrave di rivelazione

limitandoci qui al confronto tra concetto della creazione e concettodellrsquoIncarnazione

Per il concetto della creazione il problema cardine egrave quello ontolo-gico nel senso che bisogna rendere conto di un processo che in primaistanza appare impossibile implicando lrsquoammissione di unrsquoesistenzapositiva del nulla da cui lrsquoessere creato viene tratto8 In quanto si trattaappunto di una difficoltagrave che riguarda la ragione quello che abbiamochiamato effetto scenografico del dato rivelato egrave tale da confortare ilpensiero ormai in possesso della soluzione facendogli avvertire che ilmomento dellrsquoimmaginazione che di quellrsquoeffetto scenografico sinutre puograve rivendicare un fondamento oggettivo superando il dettodisagio provocato dalla pur libera fede in qualcosa di impossibile9Evocando lrsquoinfinita potenza di Dio creatore la rivelazione scritturaleconsegna alla fede una veritagrave trionfale ma in prima istanza problemati-ca cosigrave che quando la soluzione di questa problematicitagrave venga indi-cata tale momento trionfale dellrsquoimmaginazione si ritiene appagato eil sentimento della veritagrave si fa pieno e raccolto in se stesso conside-rando lrsquoontologia risolutrice come un semplice di piugrave da esibire even-tualmente a fronte di attacchi generici circa la veritagrave di fede

In modo assai diverso funziona la cosa quando si passi al concettodellrsquoIncarnazione che contiene una segreta relazione col momento del-lrsquoimmortalitagrave personale qui infatti egrave proprio il momento del sentimentodella veritagrave ad essere facilmente compromesso anche quando si offra lasoluzione dellrsquoaltrettanto e anche piugrave complesso problema ontologicosottostante Anche qui come egrave facile constatare lrsquoeffetto scenograficodel dato rivelato presenta trionfalmente la potenza di Dio e di tale poten-za nutre lrsquoimmaginazione della fede ma ciograve che domina la scena egrave daun lato la suprema libertagrave di un Dio che non soggiace alla propriaessenza ma la determina addirittura capovolgendola da un altro lato il

250 A Postorino

8 Egrave questo il tema del giagrave ricordato articolo dello scrivente A PoStorIno Il concettodella ldquocreatio ex nihilordquo cit dove il problema viene esaminato a partire dalla Parte II

nella quale viene tematizzata lrsquoontologia classica quindi nella Parte III dove si passa

allrsquoontologia creazionista per offrire la soluzione contenuta nella Parte IV9 Di tale disagio si egrave parlato nella nota 7

251Il concetto dellrsquoIncarnazione

supremo amore dello stesso Dio che usa questa potenza e questa libertagraveper salvare lrsquouomo dalla tara del peccato drsquoorigine aprendogli la portadellrsquoimmortalitagrave conseguente la ritrovata comunione con Lui

Qui perograve quella che abbiamo chiamato la contabilitagrave della ragionegioca diversamente rispetto al caso della Creazione In quel primocaso infatti lrsquoeffetto straniante di una rivelazione paradossale (lrsquoesse-re come tratto dal nulla) aveva solo bisogno di una fondazione ontolo-gica non trovandosi poi una volta ravvisatala di fronte a fatti imme-diatamente presenti che mostrino di contraddire quella rivelazionefacendo sorgere il dubbio sulla stessa correttezza della soluzione onto-logica adottata (anzi la stessa cultura scientifica sembra confermarealmeno in prima istanza lrsquoidea di un commercio dellrsquoessere col nullasenza neanche piugrave richiedere una qualche conferma o disconferma daparte dellrsquoontologia) nel caso dellrsquoIncarnazione invece ndash con la dettaimplicazione verso lrsquoimmortalitagrave personale ndash lrsquoofferta di una soluzioneontologica anche quando appaia soddisfare la ragione si trova dasubito in contrasto con fatti immediatamente presenti cioegrave col diveni-re che travolge ogni cosa negando apparentemente ogni immortalitagrave(mentre non solo la cultura scientifica moderna ma la stessa filosofiaclassica ndash pur riconoscendo questrsquoultima quanto meno la necessariaimmutabilitagrave dellrsquoessere intelligibile ndash non accordano lrsquoimmortalitagrave aniente la cui identitagrave sia segnata anche da una sola determinazione dicarattere sensibile)10

10 Il tema dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima egrave sollevato potentemente da Platone il quale

comincia col considerare lrsquoanima laquopiugrave simile e piugrave congenereraquo (ὁμοιότερον καὶσυγγενέστερον Fedone 79 b-d) allrsquoidea intelligibile in ragione della sua immateria-

litagrave ma vede anche che una parte consistente ed essenziale della sua identitagrave egrave data

della memoria del sensibile che ricolma di particolari unici e irripetibili ogni anima

cosigrave che da questo punto di vista non si puograve parlare di immortalitagrave dellrsquoanima persona-

le se non nella modalitagrave del laquomito verosimileraquo (τὸν εἰκότα μῦθον Timeo 29 c-d)

stante infatti la comune radice del mito e della veritagrave intelligibile cioegrave lrsquoessenza deter-

minata secondo questrsquoultima e usata nella costruzione fantastica del mito ciograve che il

mito afferma anche se non egrave vero egrave sicuramente verosimile ossia egrave qualcosa che laquose

certamente non egrave la veritagrave certamente egrave qualcosa che vi somigliaraquo (Timeo 29 c-d)

252 A Postorino

3

La differenza appena vista ci fa capire ndash qui come semplice antici-pazione ndash che la trattazione del tema dellrsquoIncarnazione nel quadrodella teologia anagogica egrave tale da condurre la riflessione non soltantoa comprendere lrsquoimportanza di questa impostazione teologica dalpunto di vista dellrsquoallargamento dei confini dellrsquoecclesialitagrave attraversoil denominatore comune dellrsquoontologia retrospettivamente precisatama anche a sottolineare che il momento ontologico egrave solo uno deimomenti della teologia anagogica essendo lrsquoaltro la funzione non sur-rogabile della fede la quale non solo al momento ontologico preludema anche lo segue permettendo di integrare nel concreto sentire ciograveche quel momento rende astrattamente alla ragione

Ponendo infatti che lrsquoontologia abbia giagrave fatto la sua parte e abbiareso comprensibile senza contraddizione il mistero dellrsquoIncarnazioneper come esso viene rivelato questo significa soltanto che lrsquoapparenteparadosso egrave superato e che la stessa immortalitagrave personale che conquel mistero egrave connessa egrave diventata un concetto almeno pensabile edunque una realtagrave almeno possibile resta perograve il fatto che il sapere

per cui egrave legittimo laquoarrischiarsi a credereraquo ciograve che ci piacerebbe fosse vero poicheacute

laquoil rischio egrave belloraquo (καλὸς γὰρ ὁ κίνδυνος Fedone 114 d) Questo egrave quanto di piugrave

avanzato abbiamo nel pensiero antico circa lrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima personale In

Aristotele in virtugrave della teoria dellrsquolaquointelletto agenteraquo (De anima I 4 408 b) si arriva

al piugrave allrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima intesa come specie e non come anima singola e in

Plotino tale immortalitagrave egrave bensigrave affermata ma al prezzo che nella risalita dalla terza

alla prima ipostasi lrsquoanima dopo essersi liberata dalla sensibilitagrave naturale e dallrsquointelli-

gibilitagrave determinata si liberi della stessa soggettivitagrave personale seguendo lrsquoimperativo

del laquoliberati di ogni cosaraquo (ἄφελε πάντα Enneadi V 3 17) per cadere come goccia

nellrsquooceano della divinitagrave In tutto il successivo corso filosofico cristiano-medioevale il

tema verragrave trattato ormai in unrsquoottica teologica dunque coinvolgente strutturalmente la

fede e in tutto il corso filosofico moderno lrsquoimmortalitagrave personale non ha luoghi di

trattazione significativa per essere infine recisamente negata al culmine della moder-

nitagrave che liquida ogni passata implicazione anche indirettamente teologica accomunan-

do nella mortalitagrave ogni cosa incluso Dio (egrave il nietzschiano laquoGott ist totraquo figura riepi-

logativa e conclusiva della laquoGoumltterdaumlmmerungraquo o tramonto degli degravei immutabili)

qualcosa come possibile non significa un viverlo come tale dirigendo atale possibilitagrave la dimensione della speranza La speranza egrave infatti unavirtugrave teologale che dipende dalla grazia e la grazia egrave in questo caso lafede nella veritagrave della testimonianza scritturistica secondo la qualelrsquoimmortalitagrave egrave stata non saputa nella modalitagrave tipica della filosofiama vissuta come tale nellrsquoautocoscienza insieme umana e divina delFiglio incarnato egrave nella partecipazione della mente di Cristo11 la chia-ve del sentimento di quella salvezza resa possibile dallrsquoIncarnazione

Ciograve detto si tratta prima di tutto di prendere atto del misterodellrsquoIncarnazione per come si trova attestato nel depositum fidei e insecondo luogo di sviluppare una considerazione ontologica muoven-dosi con metodo anagogico per tornare solo alla fine alla problemati-ca enunciata nel presente paragrafo

253Il concetto dellrsquoIncarnazione

11 Cfr 1 Cor 214-16 laquoMa lrsquouomo lasciato alle sue forze non comprende la cose dello

Spirito di Dio esse sono follia per lui e non egrave capace di intenderle percheacute di esse si

puograve giudicare per mezzo dello Spirito Lrsquouomo mosso dallo Spirito invece giudica

ogni cosa senza poter essere giudicato da nessuno Infatti chi ha mai conosciuto ilpensiero del Signore in modo da poterlo consigliare [Is 4013 Rm 1134] ora noi

abbiamo il pensiero di Cristo [ἡμεῖς δὲ νοῦν Χριστοῦ ἔχομεν]raquo Avere il pensiero di

Cristo o partecipare della sua mente significa vedere le cose con lo stesso sguardo di

Dio per un atto di grazia beatificante ed egrave appunto questo il fondamento della teologia

anagogica cfr G BArzAGhI Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica

Cantagalli Siena 2003 Saggio I laquoFondazione metafisica dellrsquoanagogiaraquo Questa e

tutte le altre citazioni bibliche da La Sacra Bibbia della CEI laquoeditio princepsraquo 2008

(talora con modifiche tratte dallrsquoedizione 1988 e dalla nuova edizione 1998) note e

commenti di La Bible de Jeacuterusalem nuova edizione 1998 Imprimatur Card Carlo

Caffarra Arcivescovo Bologna 14 novembre 2008 Dove vi sia testo greco o latino

interpolato esso egrave da Novum Testamentum graece et latine curato da A Merk SJ

Editio decima (Editio prima anno 1933) romae Sumptibus Pontificii Instituti

Biblici 1984 Imprimatur r P Maurice Gilbert s j rector Pontificii Instituti

Biblici romae die 12 febr 1984

ii

lA temAtizzAzione dogmAticA

4

Il fondamento primo del dogma dellrsquoIncarnazione si trova nelPrologo giovanneo12 dove si dice che laquoil Verbo si fece carne e vennead abitare in mezzo a noiraquo13 Proprio in riferimento a questo passoscritturistico ndash nel quale bisogna sempre tenere presenti le valenzerilevate14 ndash la Chiesa connette il concetto dellrsquoIncarnazione col dise-

254 A Postorino

12 Gv 11-1813 Gv 114 laquoE il Verbo si fece carne [Καὶ ὁ Λόγος σὰρξ ἐγένετο] e venne ad abitare in

mezzo a noi [καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν] e noi abbiamo contemplato la sua gloria [καὶ

ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν ἀυτοῦ] gloria come del Figlio unigenito [δόξαν ὡς

μονογενοῦς] che viene dal Padre [παρὰ πατρός] pieno di grazia e di veritagrave

[πλήρης χάριτος καὶ ἀληθείας]raquo Egrave subito da osservare che il farsi laquocarneraquo del Verbo

egrave espresso nel greco giovanneo da σάρξ che egrave il basagraver ebraico opposto a nefegravesh

essendo questa opposizione fra laquoanimaraquo e laquocarneraquo assai diversa dallrsquoopposizione

greca fra laquoanimaraquo e laquocorporaquo ossia fra ψυχή e σῶμα infatti σῶμα egrave il corpo come tale

anche inanimato al quale ψυχή eventualmente si aggiunge mentre il legame fra nefegrave-sh e basagraver egrave inscindibile cosigrave che σάρξ corrispondente di basagraver egrave tanto σῶμα quanto

ψυχή cioegrave egrave corpo per cosigrave dire vivente sensibile e dolente Lrsquoincarnazione del

Verbo egrave cosigrave qualcosa che ha a che fare col corpo umano col corpo di ogni uomo ed

egrave cosigrave che il Verbo incarnato si colloca cioegrave uomo fra gli uomini laquovenne ad abitare in

mezzo a noiraquo anche se questo laquoabitareraquo non puograve essere separato dal fatto che si tratta

della presenza di Dio ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν dove il verbo usato egrave σκηνόω che significa

laquoabitare sotto la tendaraquo cosigrave che lrsquoabitare di Gesugrave in mezzo agli uomini prende la

risonanza veterotestamentaria della presenza di Dio fra il popolo nella Dimora del

deserto Egrave cosigrave che la presenza di Dio si fa percepibile laquoe noi abbiamo contemplato la

sua gloriaraquo la laquogloriaraquo in greco δόξα cioegrave fama notorietagrave riconoscimento di impor-

tanza egrave lrsquoebraico kabōd cioegrave laquopesoraquo laquoconsistenzaraquo laquopresenza visibileraquo in quanto

poi tale presenza visibile egrave connessa con la Dimora questa non puograve non ricordare la

shekinah lo laquostabilirsiraquo di Dio sotto la tenda del deserto14 Cfr la precedente nota 13

255Il concetto dellrsquoIncarnazione

gno divino della salvezza15 Dio scende fino a noi affincheacute noi possia-mo risalire fino a lui si immerge nellrsquoumanitagrave affincheacute noi possiamoimmergerci nella divinitagrave16

15 Cfr CAtEChISMo DELLA ChIESA CAttoLICA (da qui in avanti CCC) Libreria

Editrice Vaticana Cittagrave del Vaticano 1992 n 461 laquoriprendendo lrsquoespressione di san

Giovanni (ldquoIl Verbo si fece carnerdquo Gv 114) la Chiesa chiama ldquoIncarnazionerdquo il fatto

che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra sal-

vezza La Chiesa canta il Mistero dellrsquoIncarnazione in un inno riportato da san Paolo

ldquoAbbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesugrave il quale pur essendo di

natura divina non considerograve un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliograve

se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini apparso

in forma umana umiliograve se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di

crocerdquo (Fil 25-8)raquo16 Cfr CCC n 460 laquoIl Verbo si egrave fatto carne percheacute diventassimo ldquopartecipi della

natura divinardquo (2 Pt 14) ldquoInfatti egrave questo il motivo per cui il Verbo si egrave fatto uomo

e il Figlio di Dio Figlio dellrsquouomo percheacute lrsquouomo entrasse in comunione con il

Verbo e ricevendo cosigrave la filiazione divina diventasse figlio di Diordquo [SAntrsquoIrEnEo DI

LIonE Adversus haereses 3 19 1] ldquoInfatti il Figlio di Dio si egrave fatto uomo per farci

Diordquo [SAntrsquoAtAnASIo DI ALESSAnDrIA De Incarnatione 54 3 PG 25 192 B]

ldquoUnigenitus Dei Filius suae divinitatis volens nos esse participes naturam nostram

assumpsit ut homines deos faceret factus homo ndash LrsquoUnigenito Figlio di Dio volendo

che noi fossimo partecipi della sua divinitagrave assunse la nostra natura affincheacute fatto

uomo facesse gli uomini deirdquo [SAn toMMASo DrsquoAQUIno Opusculum 57 in festoCorporis Christi 1]raquo E ancora CCC n 661 laquoQuestrsquoultima tappa [= lrsquoAscensione]

rimane strettamente unita alla prima cioegrave alla discesa dal cielo realizzata

nellrsquoIncarnazione Solo colui che egrave ldquouscito dal Padrerdquo puograve far ritorno al Padre Cristo

[Gv 1628] ldquonessuno egrave mai salito al cielo fuorcheacute il Figlio dellrsquouomo che egrave disceso

dal cielordquo (Gv 313) [Ef 48-10] Lasciata alle sue forze naturali lrsquoumanitagrave non ha

accesso alla ldquoCasa del Padrerdquo (Gv 142) alla vita e alla felicitagrave di Dio Soltanto Cristo

ha potuto aprire allrsquouomo questo accesso ldquoper darci la serena fiducia che dove egrave lui

Capo e Primogenito saremo anche noi sue membra uniti nella stessa gloriardquo

[Messale Romano Prefazio dellrsquoAscensione I]raquo

Questo porta in campo lrsquoaltra figura teologica della laquonuova Crea -zio neraquo in tutta la complessitagrave delle sue valenze17 che dovranno poiessere esaminate Il concetto egrave giagrave presente in modo implicito ma deltutto trasparente giagrave nei primi tre versetti del Prologo18 dove il Verbo

256 A Postorino

17 Egrave questo lrsquoultimo degli spunti offerti alla riflessione da BEnEDEtto XVI nel corso

dellrsquoUdienza Generale tenuta nellrsquoAula Paolo VI il 9 gennaio 2013 essendo il tema

generale proprio quello dellrsquoIncarnazione Ecco il passo laquoUn ultimo elemento pro-

pongo alla vostra riflessione San Giovanni afferma che il Verbo il Logos era fin dal

principio presso Dio e che tutto egrave stato fatto per mezzo del Verbo e nulla di ciograve che

esiste egrave stato fatto senza di Lui (cfr Gv 11-3) LrsquoEvangelista allude chiaramente al

racconto della creazione che si trova nei primi capitoli del Libro della Genesi e lo

rilegge alla luce di Cristo Questo egrave un criterio fondamentale nella lettura cristiana

della Bibbia lrsquoAntico e il nuovo testamento vanno sempre letti insieme e a partire

dal nuovo si dischiude il senso piugrave profondo anche dellrsquoAntico Quello stesso Verbo

che esiste da sempre presso Dio che egrave Dio Egli stesso e per mezzo del quale e in vista

del quale tutto egrave stato creato (cfr Col 116-17) si egrave fatto uomo il Dio eterno e infinito

si egrave immerso nella finitezza umana nella sua creatura per ricondurre lrsquouomo e lrsquointera

creazione a Lui Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma ldquoLa prima creazio-

ne trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo il cui splendore

supera quello della primardquo (n 349) I Padri della Chiesa hanno accostato Gesugrave ad

Adamo tanto da definirlo ldquosecondo Adamordquo o lrsquoAdamo definitivo lrsquoimmagine per-

fetta di Dio Con lrsquoIncarnazione del Figlio di Dio avviene una nuova creazione che

dona la risposta completa alla domanda ldquoChi egrave lrsquouomordquo Solo in Gesugrave si manifesta

compiutamente il progetto di Dio sullrsquoessere umano Egli egrave lrsquouomo definitivo secondo

Dio Il Concilio Vaticano II lo ribadisce con forza ldquoIn realtagrave solamente nel mistero

del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dellrsquouomo Cristo nuovo Adamo

manifesta pienamente lrsquouomo allrsquouomo e gli svela la sua altissima vocazionerdquo (Cost

Gaudium et spes 22 cfr Catechismo della Chiesa Cattolica 359) In quel bam-

bino il Figlio di Dio contemplato nel natale possiamo riconoscere il vero volto non

solo di Dio ma il vero volto dellrsquoessere umano e solo aprendoci allrsquoazione della sua

grazia e cercando ogni giorno di seguirlo noi realizziamo il progetto di Dio su di noi

su ciascuno di noiraquo18 Ciograve egrave rilevato nel passo di Benedetto XVI citato alla precedente nota 17

che poi si dice essersi incarnato egrave prima di tutto il Verbo creatore19cosigrave che lrsquoIncarnazione assume la figura appunto di una nuovaCreazione coincidente con la redenzione

Giagrave da questi primi passi risulta dunque chiara la complessitagrave dog-matica della figura dellrsquoIncarnazione che non puograve fare a meno di chia-mare in campo questioni capitali Come la compartecipazione divinadellrsquoesistenza concreta di ogni uomo nelle sue debolezze e nelle suesofferenze fino alla morte Come il significato antropologico di questacompartecipazione col passaggio dallrsquoantropologia binaria del pensierogreco allrsquoantropologia ternaria del Cristianesimo Come la stessa struttu-ra trinitaria che non puograve non contenere il momento dellrsquoincarnazioneCome la ricapitolazione in Cristo di tutte le cose il cui perno egrave appuntolrsquoIncarnazione Sono tutti temi di una rilevanza tale da aver condotto lariflessione teologica alla constatazione dellrsquounicitagrave della natura delCristianesimo fra le religioni e addirittura alla messa in questione del-lrsquoessere il Cristianesimo riportabile alla categoria della religione ndash istan-za peraltro interna allo stesso Cristianesimo ndash venendo esso ad apparirein qualche modo come un capovolgimento superatore della stessaforma religiosa20

257Il concetto dellrsquoIncarnazione

19 Cfr Gv 11-3 laquoIn principio era il Verbo [᾿Εν ἀρχῇ ἦν ὁ Λόγος] e il Verbo era presso

Dio [καὶ ὁ Λόγος ἦν πρὸς τὸν Θεόν] e il Verbo era Dio [καὶ Θεὸς ἦν ὁ Λόγος] Egli

era in principio presso Dio tutto egrave stato fatto per mezzo di lui [πάντα δι᾽αὐτοῦ ἐγένετο]

e senza di lui niente egrave stato fatto di tutto ciograve che esisteraquo Lrsquoespressione laquoin principioraquo in

greco ἐν ἀρχῇ riprende chiaramente il bereshit di Gen 11 laquoIn principio [bereshit] Dio

creograve il cielo e la terraraquo e il Verbo creatore era da un lato laquopressoraquo (πρὸς) Dio (τὸν Θεόν)

dallrsquoaltro lato laquoeraraquo Dio (Θεὸς ἦν ὁ Λόγος) nel suo essere laquopressoraquo Dio il Verbo egrave la

Sapienza creatrice (ldquotutto egrave stato fatto per mezzo di lui [πάντα δι᾽αὐτοῦ ἐγένετο]rdquo) cioegrave

appunto il Verbo o Λόγος nel suo laquoessereraquo Dio il Λόγος egrave il Creatore Ma egrave poi il Λόγοςche laquosi fa carneraquo e che laquoviene ad abitare in mezzo a noiraquo (Gv 114) ed egrave per questo che

lrsquoIncarnazione egrave una nuova Creazione per mezzo di essa infatti nasce lrsquoumanitagrave nuova

redenta ormai in comunione con Dio secondo il disegno divino della salvezza 20 Su questo tema dovremo ritornare Per una sua trattazione specifica cfr A Po -

StorIno La scienza di Dio cit alla nota 1 Parte V Cap IV 1 sect 73 A laquoLrsquoessenza

del Cristianesimoraquo

5

Il primo tema cioegrave quello della compartecipazione divina dellrsquoesi-stenza concreta di ogni uomo egrave quello che segna il distacco capitale delCristianesimo dalla matrice religiosa intesa nella sua forma piugrave arcaica eprimordiale Il concetto della laquoreligioneraquo indica ndash come vuole la suastessa etimologia21 ndash lrsquounificazione in forza di un legame e ciograve ha a chevedere con lrsquointuizione ancestrale del raccogliersi per cosigrave dire nelgrembo della divinitagrave22 osservandone la legge e ottenendo in forza diquesta osservanza la sua protezione dai mali dellrsquoesistenza

Questo schema spiegabile psicologicamente col desiderio umanodi tornare allrsquoinfantile protezione dellrsquoabbraccio materno non egrave tutta-via adempiente rispetto allrsquoistanza che lo muove poicheacute il divino egravepensato come lrsquoambito eterno che come tale dovrebbe accogliere lrsquouo-mo salvandolo dalle paure che lo angosciano ndash e questo accoglimentosarebbe garantito dallrsquoosservanza dei laquolegamiraquo della laquore-ligioneraquo ndashma mentre il divino contenendo ogni nascita e ogni morte egrave necessa-riamente eterno e immortale e contenendo ogni mutamento e pertur-bazione egrave necessariamente immutabile e tranquillo lrsquouomo singoloche nel divino puograve inerire solo come parte quantitativa egrave proprio ciograveche nasce e che muore attraversando ogni turbamento Lrsquoabbraccioprotettivo si fa con ciograve solo astrattamente formale potendosi fareanche inquietante e talora terrifico esso egrave infatti il Fato imprevedibile

258 A Postorino

21 La parola laquoreligioneraquo egrave dal latino religio astratto di relegere cioegrave laquoraccogliereraquo a sua

volta composto di re- intensivo di legere essa indica quindi una raccolta selezionata

Una variante etimologica egrave da re-ligare ma il senso del tutto analogo egrave quello del

legare insieme22 Questrsquoidea dellrsquoessere raccolti e protetti nel grembo della divinitagrave suggerisce lrsquoarcheti-

po della Grande Madre la forma piugrave arcaica della divinitagrave unica la quale peraltro rac-

coglie in seacute senza rilevata contraddizione svariate figure di divinitagrave femminile presenti

nellrsquoantichissimo politeismo (la Grande Madre egrave cosigrave oltre che la Magna Mater Idaea

ndash versione latina dellrsquoanatolica Cibele ndash le ancora latine Mater Matuta opi e Cerere

le greche Demetra Persefone e Afrodite la sabina Vacuna la sumera Inanna la babi-

lonese Ishtar lrsquoegiziana Iside la fenicia Astarte la cretese rea la cartaginese tanit la

persiana Anahita la siriana Atargatis e ancora la Brighid celtica la Lada slava e la

Devi o Durga indiana

259Il concetto dellrsquoIncarnazione

e inappellabile da cui tutto e il contrario di tutto puograve venire a prescin-dere da ogni nostro desiderio o volontagrave23

Ed ecco lrsquoinaudita rivelazione cristiana il Verbo cioegrave il Figlio diDio della stessa natura del Padre laquosi incarnaraquo cioegrave prende su di seacutequella particolaritagrave spinta fino alla singolaritagrave che egrave fonte di debolez-za paura dolore sofferenza e morte Ma proprio il prendere su di seacutequesta condizione umana nella sua concretezza rende possibile la tra-sfigurazione di questa concretezza in natura divina Egrave questo volonta-rio sprofondare di Dio nellrsquoabisso della condizione umana affincheacutetale condizione possa elevarsi nei cieli della divinitagrave ciograve che vienetestimoniato nella dogmatica rimarcando che ad essere salvata non egravelrsquoumanitagrave in generale ma egrave lrsquoessenza di ogni uomo24

23 Questa ambivalenza dellrsquoarchetipo religioso in quanto si presenti nella forma del divino

ac cogliente al modo della Grande Madre egrave stata rilevata dalla psicoanalisi di Jung (CG

JUnG Lrsquoarchetipo della madre 1938-54 ID Gli archetipi dellrsquoinconscio collettivo

1934-54 ID Lrsquouomo e i simboli 1954) tale archetipo egrave infatti laquola magica autoritagravedel femminile la saggezza e lrsquoelevatezza spirituale che trascende i limiti del-lrsquointelligenza ciograve che egrave benigno protettivo tollerante ciograve che presiede allacrescita alla feconditagrave alla nutrizione i luoghi della magica trasformazionedella rinascita la spinta o lrsquoimpulso soccorrevole [ma allrsquoopposto] ciograve che egravesegreto occulto tenebroso lrsquoabisso il mondo dei morti ciograve che divoraseduce intossica ciograve che genera angoscia lrsquoineluttabileraquo

24 Cfr Concilio Vaticano II Costituzione Pastorale Gaudium et Spes n 22 (luogo

richiamato anche da Benedetto XVI cfr nota 17) laquoEgli [Cristo] egrave ldquolrsquoimmagine del-

lrsquoinvisibile Iddiordquo (Col 115) egrave lrsquouomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la

somiglianza con Dio resa deforme giagrave subito a causa del peccato Poicheacute in lui la

natura umana egrave stata assunta senza per questo venire annientata per ciograve stesso essa egrave

stata anche in noi innalzata ad una dignitagrave sublime Con lrsquoincarnazione il Figlio di Dio

si egrave unito in certo modo ad ogni uomoraquo Intorno alla natura umana che laquoegrave stata assun-

ta senza per questo venire annientataraquo si fa riferimento al Concilio Costantinopolitano

II can 7 dove si dice laquoSe qualcuno dicendo ldquoin due nature [ἐν δύο φύσεσι]rdquo non

confessa che nella divinitagrave e nella umanitagrave [ἐν θεότητι καὶ ἀνθρωπότητι] si deve rico-

noscere il solo signore nostro [τὸν ἔνα κύριον ἡμῶν] Gesugrave Cristo cosigrave che con questa

espressione si indica la diversitagrave delle nature [τὴν διαφορὰν τῶν φύσεων] nella quale

260 A Postorino

si egrave realizzata lrsquoineffabile unitagrave [ἡ ἄφραστος ἕνωσις] [hellip] o se pur ammettendo nello

stesso ed unico signore nostro Gesugrave Cristo verbo di Dio incarnato la pluralitagrave delle

nature [hellip] tenta di introdurre una sola natura o sostanza [μίαν φύσιν ἤτοι οὐσίαν]

nella divinitagrave e nella carne di Cristo costui sia anatema [ἀνάθεμα ἔστω]raquo (h

DEnzInGEr Enchiridion Symbolorum versione italiana a cura di A Lanzoni e G

zaccherini sulla 37a edizione (1a bilingue tedesca) curata e accresciuta da Peter

huumlnermann imprimatur Dr Bechtold vic gen Freiburg im Breisgau 24 luglio

1991 EDB Bologna 20003 (da qui in avanti Dh) 428-429) Viene poi richiamato il

Concilio Costantinopolitano III laquo[hellip] Egli afferma essere sua la volontagrave della sua

carne poicheacute anche la carne egrave diventata sua [ἐπεὶ καὶ ἡ σάρξ ἰδία αὐτοῦ γέγονεν]

Come infatti la sua carne tutta santa [παναγία] immacolata e animata sebbene deifi-

cata [θεοθεῖσα] non egrave stata cancellata [οὐκ ανῃρέτη] ma egrave rimasta nel proprio stato e

nel proprio modo di essere cosigrave la sua volontagrave umana anche se deificata non fu

annullata ma piuttosto salvata secondo quanto dice Gregorio il ldquoteologordquo ldquoPercheacute il

suo volere ndash quello del Salvatore ndash non egrave contrario a Dio dal momento che egrave total-

mente divinizzato [θεωθὲν ὅλον]raquo (Dh 556)25 Egrave il tema cui si egrave fatto riferimento nel sect 4 con rinvio nella nota 2026 Il concetto in questione si trova espresso al meglio su un piano ancora piugrave intuitivo

che ontologicamente rigoroso nellrsquoopera rinascimentale di niccolograve Cusano autore

del De docta ignorantia che si vale dei termini della complicatio della contractio e

dellrsquoexplicatio La complicatio o laquocomplicazioneraquo egrave in veritagrave una laquoco-implicazioneraquo

la totalitagrave dei particolari ossia delle infinite determinazioni dellrsquoIntero spinte fino

allrsquoindividualitagrave irripetibile che si implicano reciprocamente E poicheacute ciascun parti-

colare implica ciascuno degli altri egrave evidente che lrsquointera laquocomplicazioneraquo sia come

rispetto alla matrice religiosa ndash dalla quale il Cristianesimo prendeuna distanza in un certo senso infinita25 ndash ciograve che accade egrave quanto in fi -losofia puograve essere descritto non solo come un passaggio dallrsquoastratta ge -nericitagrave di un panteismo elementare (Dio egrave la totalitagrave dellrsquoimmanente)alla piugrave concreta visione di un piugrave raffinato panenteismo (la totalitagravedellrsquoimmanente col trascendente che essa implica egrave comunque in Dio)ma inoltre come la figura unica che costituisce il rovescio del panen-teismo (se ogni singola cosa egrave in Dio egrave vero per converso che Dio egrave inogni singola cosa) figura che si trova espressa in quella tradizionefilosofica che costituiragrave il riferimento della teologia anagogica26

261Il concetto dellrsquoIncarnazione

Egrave poi chiaro che questo schema meramente ontologico costituiscesolo il denominatore comune fra tutte le possibili figure dellrsquoessereDio in ogni singola cosa non essendo il concetto dellrsquoIncarnazioneriducibile a questo semplice denominatore comune nellrsquoIncarnazionequesta relazione raggiunge la massima potenza del suo significato esu questo significato massimo noi siamo qui chiamati a riflettereanche se non si deve dimenticare che il significato piugrave complessoeccede il significato piugrave semplice ma non lo nega bensigrave lo comprendeappunto eccedendolo Che poi questa non sia una pura speculazionefilosofica di carattere formale ma una veritagrave di profonditagrave abissale egravealmeno indirettamente provato dal trasparente riferimento a questacorrispondenza di struttura che si trova nella narrazione evangelica27

laquocontrattaraquo in ogni singolo ed egrave questa la contractio Quando questa laquocontrazioneraquo

venga laquoesplicataraquo ndash cioegrave quando si guardi allrsquoindividuo irripetibile cogliendone il con-

tenuto implicito ndash si vede ndash in questa explicatio ndash la presenza di Dio tutto intero in

ogni particolare anche minimo della creazione La stessa creazione si fa cosigrave creazio-

ne eterna nel senso che Dio non si limita a porre in essere le cose ma le conferma e

le sostiene nellrsquoessere costituendo in assoluto per cosigrave dire dallrsquointerno la sostanza di

ciascuna Egrave lrsquointuizione testimoniata in Sal 10427-29 laquotutti da te aspettano che tu

dia loro cibo a tempo opportuno tu lo provvedi essi lo raccolgono apri la tua

mano si saziano di beni nascondi il tuo volto li assale il terrore togli loro il respi-

ro muoiono e ritornano nella loro polvereraquo27 Si consideri il passo giovanneo della vite e i tralci laquorimanete in me e io in voi

[μείνατε ἐν ἐμοι κἀγὼ ἐν ὑμῖν] Come il tralcio non puograve far frutto da se stesso se non

rimane nella vite cosigrave anche voi se non rimanete in me Io sono la vite voi i tralci

[ἐγώ εἰμι ἡ ἄμπελος ὑμεῖς τὰ κλήματα] Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto

percheacute senza di me non potete fare niente [χωρὶς ἐμοῦ οὐ δύνασθε ποῖειν οῦδέν]raquo (Gv154-5) Qui come si puograve vedere i due piani ndash del mero schema ontologico e della

presenza del Verbo incarnato ndash sono assunti come termini di una analogia anche se egrave

chiaro che il primo egrave piugrave elementare dellrsquoaltro e proprio per questo viene assunto per

far comprendere il caso piugrave complesso La mutua inabitazione della vite e dei tralci

rappresenta qui il piano della pura materia vivente i tralci sono nella vite percheacute sono

parti della pianta ma egrave anche vero che la vite egrave nei tralci percheacute lrsquoessenza della pianta

egrave in ogni sua singola parte La mutua inabitazione di Gesugrave e dei discepoli egrave invece la

262 A Postorino

6

Il tema che abbiamo posto a seguire indicandolo come il passaggiodallrsquoantropologia binaria del pensiero greco allrsquoantropologia ternariadel Cristianesimo riguarda proprio il significato del lrsquoIn car na zionenella trasfigurazione della natura umana attraverso ndash si egrave detto ndash unavera e propria nuova Creazione28

Lrsquoespressione laquonuova creazioneraquo non devrsquoessere presa come qual-cosa che ha a che vedere con lrsquoenfasi retorica nellrsquoannunciare la novitagraveredentrice del Cristianesimo ma devrsquoessere presa in senso assoluta-mente tecnico tantrsquoegrave che la dogmatica parla di Cristo come dellaquonuovo Adamoraquo29 Ciograve fa emergere prima di tutto un significatoriguardo alla valenza antropologica dellrsquoIncarnazione30 ma in secon-

fonte di quel laquomolto fruttoraquo che i discepoli ne traggono questo molto frutto egrave la sal-

vezza attraverso la comunione con Dio mediante il Verbo senza la quale i discepoli

devono comprendere il proprio laquonon poter fare nienteraquo Il secondo caso include e tra-scende il primo ma non lo nega bensigrave lo conserva quale fondamento ontologico ele-

mentare ma del tutto omologo28 Cfr sect 4 note 17 e 1929 Cfr Gaudium et Spes cit n 22 laquoIn realtagrave solamente nel mistero del Verbo incarnato

trova vera luce il mistero dellrsquouomo Adamo infatti il primo uomo era figura di quel-

lo futuro (Rm 514) [cfr tertulliano De carnis resurr 6 ldquoQuodcumque limus expri-

mebatur Christus cogitabatur homo futurusrdquo PL 2 282] e cioegrave di Cristo Signore

Cristo che egrave il nuovo Adamo proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore

svela anche pienamente lrsquouomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione

nessuna meraviglia quindi che tutte le veritagrave su esposte in lui trovino la loro sorgente

e tocchino il loro verticeraquo30 Cfr CCC n 359 laquoIn realtagrave solamente nel Mistero del Verbo incarnato trova vera

luce il mistero dellrsquouomoraquo Segue il riferimento a Gaudium et Spes n 22 cit e la

citazione del passo di SAn PIEtro CrISoLoGo Sermones 117 (PL 52 520 B) laquoIl

beato Apostolo ci ha fatto sapere che due uomini hanno dato principio al genere

umano Adamo e Cristohellip ldquoIl primo uomo Adamo ndash dice ndash divenne un essere viven-

te ma lrsquoultimo Adamo divenne spirito e datore di vitardquo Quel primo fu creato da que-

strsquoultimo dal quale ricevette lrsquoanima per viverehellip Il secondo Adamo plasmograve il primo

e gli impresse la propria immagine E cosigrave avvenne poi che egli ne prese la natura e il

nome per non dover perdere ciograve che egli aveva fatto a sua immagine Crsquoegrave un primo

263Il concetto dellrsquoIncarnazione

do luogo proprio nel quadro di questa valenza antropologica viene inluce il secondo dei temi anticipati31 e cioegrave quello del passaggio dal-lrsquoantropologia binaria del pensiero greco allrsquoantropologia ternaria delCristianesimo

Il pensiero greco distingue il laquocorporaquo (σῶμα) dallrsquolaquoanimaraquo (ψυχή)e ritiene il primo mortale la seconda ndash nei limiti in cui si sappia sepa-rare dalla sensibilitagrave e cosigrave dalla corporeitagrave ndash immortale32 Lrsquoan tro po -lo gia cristiana invece33 distinguendo il corpo del laquoprimoraquo uomo ndashAdamo ndash da quello del laquosecondoraquo uomo ndash Cristo ndash e dicendo che laquoilprimo uomo tratto dalla terra egrave di terra il secondo uomo viene dalcieloraquo e che laquocome abbiamo portato lrsquoimmagine dellrsquouomo di terracosigrave porteremo lrsquoimmagine dellrsquouomo celesteraquo aggiunge alla biparti-zione greca una terza figura il laquocorpo animaleraquo (σῶμα ψυχικόν) egraveinfatti lrsquounitagrave di corpo e anima dellrsquoantropologia greca mentre illaquocorpo spiritualeraquo (σῶμα πνευματικόν) egrave questa unitagrave per cosigrave dire

Adamo e crsquoegrave un ultimo Adamo Il primo ha un inizio lrsquoultimo non ha fine Proprio

questrsquoultimo infatti egrave veramente il primo dal momento che dice ldquoSono io il primo e

anche lrsquoultimordquoraquo In CCC n 410 si trova poi il richiamo al laquoProtovangeloraquo

(Gen 315) e in questo ndash si dice nel successivo n 411 ndash un annunzio del laquonuovo

Adamoraquo a cui si allude in 1 Cor 1522 (laquoCome infatti in Adamo tutti muoiono cosigrave in

Cristo tutti riceveranno la vitaraquo) e che si precisa in 1 Cor 1544-49 laquoSe crsquoegrave un corpo

animale [σῶμα ψυχικόν] vi egrave anche un corpo spirituale [σῶμα πνευματικόν] poicheacute

sta scritto che il primo uomo Adamo divenne un essere vivente [rinvio a Gen 27] ma

lrsquoultimo Adamo divenne spirito datore di vita non vi fu prima il corpo spirituale ma

quello animale e poi lo spirituale Il primo uomo [ὁ πρῶτος ἄνθρωπος] tratto dalla

terra egrave di terra il secondo uomo [ὁ δεύτερος ἄνθρωπος] viene dal cielo Quale egrave lrsquouo-

mo fatto di terra cosigrave sono quelli di terra ma quale il celeste cosigrave anche i celesti E

come abbiamo portato lrsquoimmagine dellrsquouomo di terra cosigrave porteremo lrsquoimmagine del-

lrsquouomo celesteraquo31 nel sect 432 Cfr su questo quanto detto alla nota 1033 Vale qui il riferimento al passo di 1 Cor 1544-49 riportato nella nota 30

264 A Postorino

potenziata da quella terza figura lrsquouomo non egrave piugrave solo laquocorporaquo elaquoanimaraquo ma egrave inoltre laquospiritoraquo34

Dal tema antropologico si torna cosigrave a quella della laquonuova creazio-neraquo che ne egrave matrice Infatti nella laquoprimaraquo creazione Dio crea illaquocorpo animaleraquo soffiando nella materia inanimata lrsquoalito della vita35Questa vita comunicata perograve non egrave stata in grado di sottrarsi alleconseguenze del peccato drsquoorigine dunque Dio nella sua infinita con-discendenza decide una laquonuova Alleanzaraquo36 la quale per poter esse-

34 Ciograve fa tra lrsquoaltro la differenza tra il concetto dellrsquoinabitazione che vale per lrsquoantico

mistero pagano e il concetto dellrsquoinabitazione spirituale quale si trova nel mistero cri-

stiano nel primo il dio prende il posto dellrsquoanima e lrsquoanima perde del tutto la propria

identitagrave in forme di oscuramento della coscienza ordinaria lrsquoinabitato egrave infatti travolto

dallrsquolaquoentusiasmoraquo cioegrave lrsquoἐνθουσιασμός sentimento dellrsquoἐν-θεός o dellrsquolaquoavere un dio

dentro di seacuteraquo vale a dire dalla frenesia orgiastica coinvolto nella quale egli in quanto

laquoinabitatoraquo dal dio dice cose incomprensibili e lrsquoebbrezza causata dal vino egrave assimi-

lata alla possessione divina Lrsquoestremo di questa possessione egrave la crisi convulsiva tipi-

ca dellrsquoepilessia che per la cultura misterica egrave ἱερός νόσος laquomorbo sacroraquo Attraverso

questa inabitazione lrsquoiniziato attraversa la κάθαρσις o laquopurificazioneraquo e vive infine

lrsquoesperienza della παλιγγένεσις o laquorinascitaraquo alla vita divina nonostante lrsquoanalogia di

fondo (lo schema misterico egrave drsquoaltronde esplicitamente assunto dalla teologia primiti-

va) qualcosa di radicalmente diverso accade nel mistero cristiano dove la terza

dimensione quella dello spirito salvaguarda interamente lrsquoidentitagrave dellrsquoinabitato la

sua anima infatti fondendosi con lo spirito dellrsquoinabitante si fa per ciograve stesso spirito

dellrsquoinabitato35 Cfr Gen 27 laquoAllora il Signore Dio plasmograve lrsquouomo con polvere del suolo e soffiograve

nelle sue narici un alito di vita e lrsquouomo divenne un essere viventeraquo laquouomoraquo egrave lsquoādām

e poicheacute lsquoădāmacirc egrave la laquoterraraquo il laquosuoloraquo unrsquoetimologia probabile designa Adamo

come laquotratto dalla terraraquo (una conferma di questa concezione si ha nella formula di

condanna di Gen 319 laquopolvere tu sei e in polvere tornerairaquo) Il soffio creatore egrave

ruah e lrsquoalito vitale egrave nishmagravet haigravem da cui nefegravesh che si lega inscindibilmente a basagraver(cfr quanto detto alla nota 13)

36 Annunciata questa dal profeta Geremia Cfr Ger 3131-34 laquoEcco verranno giorni ndash

oracolo del Signore ndash nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io conclu-

derograve una alleanza nuova non saragrave come lrsquoalleanza che ho conclusa con i loro padri

265Il concetto dellrsquoIncarnazione

re effettuale secondo la promessa deve coincidere con una laquonuovaCreazioneraquo37 ed egrave questrsquoultima a implicare lrsquoIncarnazione38

ora il punto chiave egrave come lrsquoIncarnazione in qualche modo siestenda ad ogni uomo39 Il farsi laquocorpo pneumaticoraquo del laquocorpo psi-chicoraquo cioegrave il farsi corpo spirituale del corpo animale si deve pensarecome un potenziamento o un rafforzamento del primo il cui esito egrave ilsecondo e questo potenziamento o rafforzamento si deve poi pensarecome laquonuova creazioneraquo la laquoprimaraquo creazione instilla nella materia ilsoffio della vita e questo egrave lrsquoanima ma essendo poi lrsquoanima incapacedi sottrarsi al peccato drsquoorigine la laquosecondaraquo creazione egrave il passaggiodellrsquouomo dal portare laquolrsquoimmagine dellrsquouomo di terraraquo al portare

quando li presi per mano per farli uscire dalla terra drsquoEgitto una alleanza che essi

hanno infranto bencheacute io fossi loro Signore oracolo del Signore Questa saragrave lrsquoallean-

za che io concluderograve con la casa di Israele dopo quei giorni ndash oracolo del Signore ndash

Porrograve la mia legge nel loro animo la scriverograve sul loro cuore Allora io sarograve il loro Dio

ed essi il mio popolo non dovranno piugrave istruirsi gli uni gli altri dicendo ldquoConoscete

il Signorerdquo percheacute tutti mi conosceranno dal piugrave piccolo al piugrave grande ndash oracolo del

Signore ndash poicheacute io perdonerograve la loro iniquitagrave e non mi ricorderograve piugrave il loro peccatoraquo37 La stessa nuova Creazione egrave profetizzata nel trito-Isaia Cfr Is 6517-18 laquoEcco infat-

ti io creo nuovi cieli e nuova terra non si ricorderagrave piugrave il passato non verragrave piugrave in

mente poicheacute si godragrave e si gioiragrave sempre di quello che sto per creare poicheacute creo

Gerusalemme per la gioia e il suo popolo per il gaudio Io esulterograve di

Gerusalemme godrograve del mio popolo non si udranno piugrave in essa voci di pianto

grida di angosciaraquo Su laquoterra nuova e cielo nuovoraquo cfr Dh 433938 Solo con lrsquoIncarnazione la profezia si realizza e il sangue annunciato di Cristo ne egrave la

consacrazione Cfr Mt 2626-29 laquoora mentre essi mangiavano Gesugrave prese il pane e

pronunziata la benedizione lo spezzograve e lo diede ai discepoli dicendo ldquoPrendete e

mangiate questo egrave il mio corpordquo Poi prese il calice e dopo aver reso grazie lo diede

loro dicendo ldquoBevetene tutti percheacute questo egrave il mio sangue dellrsquoalleanza versato per

molti in remissione dei peccati Io vi dico che da ora non berrograve piugrave di questo frutto

della vite fino al giorno in cui lo berrograve nuovo con voi nel regno del Padre miordquoraquo39 Cfr Gaudium et Spes cit n 22 (passo riportato alla nota 24) Questa estensione

dellrsquoIncarnazione ad ogni uomo egrave lrsquoessenza stessa dellrsquoEucaristia come si vede chia-

ramente dal passo di Mt 2626-29 (riportato nella precedente nota 38)

266 A Postorino

laquolrsquoimmagine dellrsquouomo celesteraquo40 Ma portare lrsquoimmagine dellrsquouomoceleste significa partecipare dello Spirito di Dio e questo egrave lo Spiritodel Verbo incarnato che passa dalla carne del Verbo alla carne dellrsquouo-mo facendolo laquocorpo pneumaticoraquo LrsquoIncarnazione egrave cosigrave nuovaCreazione e questa egrave redenzione41

7

Col che siamo al terzo tema anticipato e cioegrave la dimensione trinitariaLa radice prima di questo concetto si trova ancora nel Prologo giovanneofin dal primo versetto42 il Verbo egrave in principio il Verbo egrave presso Dio ilVerbo egrave Dio col che si ha una originaria unitagrave duale la quale non puograve nonriportare al concetto trinitario dato che la relazione fra i due egrave una relazio-ne di amore e lrsquoamore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre egrave loSpirito Se dunque ndash come giagrave si egrave visto ndash il Verbo incarnato egrave il Verbo diDio creatore il Dio che si incarna nel Figlio egrave in uno col proprio esserePadre e questo essere in uno di Padre e Figlio egrave ancora lo Spirito

Ciograve significa che lrsquoincarnazione egrave originaria dal punto di vista anago-gico ndash anche se questa incarnazione originaria e cosigrave appartenente alDisegno eterno distribuisce il suo effetto nellrsquointero arco del tempo43 ndash

40 Cosigrave alla fine del passo di 1 Cor 1544-49 riportato alla nota 3041 Cfr CCC n 517 laquotutta la vita di Cristo egrave Mistero di Redenzione La redenzione egrave

frutto innanzitutto del sangue della croce [Ef 17 Col 113-14 1 Pt 118-19] ma que-

sto Mistero opera nellrsquointera vita di Cristo giagrave nella sua Incarnazione per la quale

facendosi povero ci ha arricchiti con la sua povertagrave [2 Cor 89] nella sua vita nasco-

sta che con la sua sottomissione [Lc 251] ripara la nostra insubordinazione nella sua

parola che purifica i suoi ascoltatori [Gv 153] nelle guarigioni e negli esorcismi che

opera mediante i quali ldquoha preso le nostre infermitagrave e si egrave addossato le nostre malat-

tierdquo (Mt 817) [Is 534] nella sua risurrezione con la quale ci giustifica [Rm 425]raquo42 Cfr Gv 11 laquoIn principio era il Verbo [᾿Εν ἀρχῇ ἦν ὁ Λόγος] e il Verbo era presso

Dio [καὶ ὁ Λόγος ἦν πρὸς τὸν Θεόν] e il Verbo era Dio [καὶ Θεὸς ἦν ὁ Λόγος]raquo

(il passo poco piugrave esteso di Gv 11-3 egrave stato riportato alla nota 19)43 Su questo si puograve chiamare a testimone il passo di Ap 138 laquoLa adoreranno [la bestia]

tutti gli abitanti della terra il cui nome non egrave scritto nel libro della vita dellrsquoAgnello

immolato fin dalla fondazione del mondo [τοῦ ἀγνίου τοῦ ἐσφαγμένου ἀπὸκαταβολῆς κόσμου]raquo

267Il concetto dellrsquoIncarnazione

ossia significa che il Figlio presente nella trinitagrave egrave anche incarnato o chelrsquoIncarnazione appartiene allrsquoessenza del Figlio e cosigrave del Padre e delloSpirito44 In questo concetto difficile si esprime la fatica ma drsquoaltronde laconsapevole precisione della piugrave antica riflessione dogmatica45

44 Questo appartenere al Figlio ma nel quadro dellrsquoUnitrinitagrave viene espresso mediante la

categoria della laquomissioneraquo come si puograve cominciare a vedere in CCC n 258 laquotutta

lrsquoEconomia divina egrave lrsquoopera comune delle tre Persone divine Infatti la trinitagrave come ha

una sola e medesima natura cosigrave ha una sola e medesima operazione [Concilio

Costantinopolitano II (553) Dh 421] ldquoIl Padre il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre

principi della creazione ma un solo principio [Concilio di Firenze (1442) Dh 1331]

tuttavia ogni Persona divina compie lrsquooperazione comune secondo la sua personale

proprietagrave Cosigrave la Chiesa rifacendosi al nuovo testamento [1 Cor 86] professa ldquoUno

infatti egrave Dio Padre dal quale sono tutte le cose uno egrave il signore Gesugrave Cristo mediante

il quale sono tutte le cose uno egrave lo Spirito Santo nel quale sono tutte le coserdquo

[Concilio di Costantinopoli II (553) Dh 421] Le missioni divine del lrsquoIn car nazione del

Figlio e del dono dello Spirito Santo sono quelle che particolarmente manifestano le

proprietagrave delle Persone divineraquo Il termine laquomissioneraquo appartiene propriamente alla

dottrina trinitaria tomista e si inquadra nello schema dellrsquoexitus e del reditus conside-

rando la struttura trinitaria in relazione al mondo creaturale le processioni eterne attive

(generazione spirazione attiva) sono causa dellrsquolaquouscitaraquo delle creature da Dio e le pro-

cessioni eterne passive (figliolanza spirazione passiva) sono causa del laquoritornoraquo delle

creature a Dio ora in quanto le processioni eterne passive siano viste sotto il profilo

dellrsquoeffetto temporale della loro azione causale nel mondo creaturale si chiamano

laquomissioniraquo Crsquoegrave cosigrave una missione del Figlio che egrave lrsquoIncarnazione e una missione dello

Spirito che egrave la Pentecoste (cfr Summa Theologiae I 43 per la teoria dellrsquoexitus-redituscfr G M CArBonE Lrsquouomo a immagine e somiglianza di Dio ESD Bologna 2003

Cap II sect 3 pp 58-70)45 Basti osservare tutto quanto si dice nella sessione 8a (2 giugno 553) Canoni (Dh

421-438) Al n 421 si dice laquoChi non confessa che il Padre il Figlio e lo Spirito Santo

hanno una sola natura o sostanza [μίαν φύσιν ἤτοι οὐσαν] una sola virtugrave e potenza

[μίαν τε δύναμιν καὶ ἐξουσίαν] poicheacute essi sono una trinitagrave consostanziale [τριάδαὁμοούσιον] una sola divinitagrave da adorarsi in tre ipostasi o persone sia anatema

[ἀνάθεμα ἔστω] Uno infatti egrave Dio Padre dal quale sono tutte le cose [ἐξ οὗ τὰπάντα] uno egrave il signore Gesugrave Cristo mediante il quale sono tutte le cose [δι᾽οὗ τὰ

268 A Postorino

Questa essenza trinitaria dellrsquoIncarnazione egrave quella che megliospiega la laquonuova creazioneraquo con la trasformazione del laquocorpo psichi-coraquo in laquocorpo pneumaticoraquo46 la figura chiave egrave qui quella dellalaquomutua inabitazioneraquo47 la quale riguarda prima di tutto il Padre e il

πάντα] uno egrave lo Spirito Santo nel quale sono tutte le cose [ἐν ᾧ τὰ πάντα]raquo Dopo

aver insistito sullrsquounicitagrave dellrsquoipostasi del Verbo e anatematizzato ogni distinzione tra

Verbo divino e Verbo incarnato (Dh 421-426) si afferma conclusivamente laquoLa santa

trinitagrave infatti non ha ricevuto aggiunta di persona o ipostasi in seguito allrsquoincarna-

zione di Dio Verbo una delle persone della santa trinitagrave [σαρκωθέντος τοῦ ἑνὸς τῆςἁγίας τριάδος Θεοῦ λόγου]raquo Che poi come si egrave detto nel testo Gesugrave Cristo crocifis-

so sia il Figlio che sta col Padre e con lo Spirito nella santa trinitagrave dunque il Verbo

incarnato e cosigrave crocifisso si trova esplicitamente al n 432 con anatema per chi non

lo riconosca laquoSe qualcuno non confessa che il signore nostro Gesugrave Cristo crocifisso

nella sua carne [ἐσταυρωμένον σαρκί] egrave vero Dio [Θεὸν ἀληθινὸν] signore della glo-

ria [κύριον τῆς δόξης] e uno della santa trinitagrave [ἕνα τῆς ἁγίας τριάδος] costui sia ana-

tema [ἀνάθεμα ἔστω]raquo In CCC n 469 viene citato il tropario laquoo Monoghenesisraquo

[sic] della liturgia bizantina dove si trova la formula di SAn GIoVAnnI CrISoStoMo

laquoo Figlio Unigenito e Verbo di Dio tu che sei immortale per la nostra salvezza ti sei

degnato drsquoincarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre vergine Maria tu

che senza mutamento sei diventato uomo e sei stato crocifisso o Cristo Dio tu che

con la tua morte hai sconfitto la morte tu che sei Uno della santa trinitagrave glorificato

con il Padre e lo Spirito Santo salvaciraquo Ancora in CCC n 470 si legge laquotutto

ciograve che egli egrave e ciograve che egli fa in essa [scil la natura umana di Cristo] deriva da ldquoUno

della trinitagraverdquo Il Figlio di Dio quindi comunica alla sua umanitagrave il suo modo perso-

nale drsquoesistere nella trinitagrave Pertanto nella sua anima come nel suo corpo Cristo

esprime umanamente i comportamenti divini della trinitagraveraquo [Gv 149-10]46 Cfr il precedente sect 647 Il luogo evangelico fondativo della figura della mutua inabitazione egrave quello cui fa rife-

rimento CCC n 470 nellrsquoaffermare che Cristo laquoesprime umanamente i comporta-

menti divini della trinitagraveraquo (cfr la precedente nota 45) cioegrave Gv 149-11 laquoGli rispose

Gesugrave ldquoDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto Filippo Chi ha visto

me ha visto il Padre [ὁ ἑωρακὼς ἐμὲ ἑώρακεν τὸν πατέρα] Come puoi tu dire

ldquoMostraci il Padrerdquo non credi che io sono nel Padre e il Padre egrave in me [ἐγὼ ἐν τῷπατρὶ καὶ ὁ πατὴρ ἐν ἐμοί]raquo

269Il concetto dellrsquoIncarnazione

Figlio ma poi mediante lo Spirito riguarda ogni uomo48 Si ha cioegraveuna doppia mutua inabitazione che legandosi strutturalmente delineala mutua inabitazione trinitaria inclusiva di ogni uomo Il Padre egrave nelFiglio e il Figlio egrave nel Padre ma se lrsquouomo egrave nel Figlio essendo ilFiglio nel Padre lrsquouomo egrave nel Padre mediante il Figlio e se il Figlio egravenellrsquouomo essendo il Padre nel Figlio il Padre egrave nellrsquouomo mediante ilFiglio Il Figlio egrave cosigrave mediatore assoluto mediando sia lrsquoessere lrsquouo-mo nel Padre sia lrsquoessere il Padre nellrsquouomo e puograve essere mediatoreassoluto proprio in quanto incarnato

8

Questa centralitagrave strutturale del momento dellrsquoIncarnazione cheabbiamo esaminato nei suoi punti cardine piugrave pregnanti si allarga poicome i cerchi drsquoacqua intorno al punto in cui il sasso cade nello sta-gno a determinazioni del tutto conseguenti a cui accenniamo solobrevemente non potendoci permettere in questa sede analisi piugraveapprofondite per ovvie ragioni di contenimento dello scritto

Per cominciare lrsquoIncarnazione egrave lrsquoarchetipo della laquomissioneraquo49 e

48 Leggiamo nella laquopreghiera di Gesugraveraquo in Gv 17 laquonon prego solo per questi ma anche

per quelli che per la loro parola crederanno in me percheacute tutti siano una sola cosa [ἵναπάντες ἓν ὦσιν] Come tu Padre sei in me e io in te [καθὼς σύ πατήρ ἐν ἐμοὶ κἀγὼ ἐν

σοί] siano anchrsquoessi in noi una cosa sola [ἵνα καὶ αὐτοὶ ἐν ἡμῖν ἓν ὦσιν] percheacute il mondo

creda che tu mi hai mandatoraquo49 Questo si puograve giagrave affermare in modo per cosigrave dire tecnico valendosi della dottrina trinitaria

tomista nella quale ndash come giagrave si egrave detto (cfr nota 44) ndash le processioni eterne passive (figlio-

lanza spirazione passiva) viste sotto il profilo dellrsquoeffetto temporale della loro azione causale

nel mondo creaturale si chiamano laquomissioniraquo e la missione del Figlio egrave appunto

lrsquoIncarnazione dal che il suo carattere archetipale Ma questo carattere archetipale si vede

anche chiaramente da espressioni molteplicemente attestate Cfr per esempio la Costituzione

Pastorale Ad Gentes n 3 che ha come titolo laquoLa missione del Figlioraquo e nella quale troviamo

il seguente passo laquoEd in effetti Cristo Gesugrave fu inviato nel mondo quale autentico mediatore

tra Dio e gli uomini Poicheacute egrave Dio in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinitagrave

(Col 29) nella natura umana invece egli egrave il nuovo Adamo egrave riempito di grazia e di veritagrave

(cfr Gv 114) ed egrave costituito capo dellrsquoumanitagrave nuova Pertanto il Figlio di Dio ha percorso la

via di una reale incarnazione per rendere gli uomini partecipi della natura divina per noi egli

si egrave fatto povero pur essendo ricco per arricchire noi con la sua povertagrave (cfr 2 Cor 89)raquo

270 A Postorino

tutte le volte che la Chiesa seguendo il comandamento evangelico50allarga i propri confini annunciando lrsquoeuanghelion ai popoli egrave comese estendesse lrsquoIncarnazione attraverso la parola di Cristo51 la qualenon egrave semplice portatrice di significati sapienziali ma egrave lo stesso ope-rare della potenza di Dio nel manifestarsi dello Spirito52 Ma questooperare come potenza trasformatrice dellrsquoumano in divino puograve realiz-zarsi solo quando la potenza trasformatrice assicuri in se stessa la baseumana su cui innestare il divino e cosigrave il denominatore comune dellatrasformazione Quando cosigrave non fosse i due momenti resterebberoindifferenti e ciascuno per seacute impenetrabile

Ma la fonte sorgiva della missione egrave la comunitagrave che accoglie ilcomandamento evangelico di estendere lrsquoIncarnazione attraverso laparola di Cristo e questa comunitagrave egrave la Chiesa nucleo originario sortodalla parola del Verbo incarnato53 Se lrsquoIncarnazione in qualche modo

50 Cfr Mt 2819-20 laquoAndate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel

nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro a osservare tutto ciograve

che vi ho comandato Ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondoraquo51 Cfr Rm 1017 laquoLa fede dipende dunque dalla predicazione [ἡ πίστις ἐξ ἀκοῆς fides

ex auditu] e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo [ἡ δὲ ἀκοὴ διὰῥήματος Χριστοῦ auditus autem per verbum Christi]raquo

52 Cfr 1 Cor 23-5 laquoIo venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepida-

zione e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di

sapienza [οὐκ ἐν πειθοῖς σοφίας λγοις] ma nella manifestazione dello spirito e della

sua potenza [ἀλλ᾽ἐν ἀποδείξει πνεύματος καὶ δυνάμεως] percheacute la vostra fede non

fosse fondata sulla sapienza umana [μὴ ᾖ ἐν σοφίᾳ ἀνθρώπων] ma sulla potenza di

Dio [ἀλλ᾽ἐν δνάμει Θεοῦ]raquo53 Cfr la Costituzione Dogmatica Lumen Gentium n 8 laquoCristo unico mediatore ha

costituito sulla terra e incessantemente sostenuta la sua Chiesa santa comunitagrave di fede

di speranza e di caritagrave quale organismo visibile [cfr Leone III Enc Divinum illud

Pio XII Enc Mystici corporis S Agostino Serm 268 2] attraverso il quale diffonde

per tutti la veritagrave e la grazia Ma la societagrave costituita di organi gerarchici e il corpo

mistico di Cristo lrsquoassemblea visibile e la comunitagrave spirituale la Chiesa terrestre e la

Chiesa arricchita di beni celesti non si devono considerare come due cose diverse

esse formano piuttosto una sola complessa realtagrave risultante di un duplice elemento

si estende attraverso la mutua inabitazione spirituale54 e continua poia estendersi attraverso la missione questo nucleo espansivo egrave appuntola Chiesa che non per caso egrave detta Corpo mistico55 valendosi di unpossente fondamento scritturistico56 La Chiesa cosigrave egrave in qualchemodo immagine visibile dellrsquoIncarnazione

La forza della Chiesa la sua comunione interna la sua attivitagrave mis-sionaria si nutrono poi essenzialmente del linguaggio della ri ve la zio -ne e anche questo come lingua umana elevata a lingua divina me -dian te lrsquoabbassarsi di Dio a parlarci in questa lingua si lega alla di -

271Il concetto dellrsquoIncarnazione

umano e divino [cfr Pio XII Enc Mystici corporis Id Enc Humani generis] Per una

analogia che non egrave senza valore quindi egrave paragonata al mistero del Verbo incarnato

Infatti come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza a lui

indissolubilmente unito cosigrave in modo non dissimile lrsquoorganismo sociale della Chiesa

serve allo Spirito di Cristo che la vivifica per la crescita del corpo (cfr Ef 416)

[cfr Leone XIII Enc Satis cognitum]raquo54 Cfr sect 7 note 47-4855 Cfr Lumen Gentium cit n 7 laquoMa come tutte le membra del corpo umano anche se

numerose non formano che un solo corpo cosigrave i fedeli in Cristo (cfr 1 Cor 1212)

Anche nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversitagrave di membri e di

offici [hellip] Capo di questo corpo egrave Cristo Egli egrave lrsquoimmagine dellrsquoinvisibile Dio e in

lui tutto egrave stato creato Egli egrave anteriore a tutti e tutte le cose sussistono in lui Egrave il capo

del corpo che egrave la Chiesaraquo E ancora al n 48 laquoE invero il Cristo quando fu levato in

alto da terra attirograve tutti a seacute (cfr Gv 1232) risorgendo dai morti (cfr Rm 69) immise

negli apostoli il suo Spirito vivificatore e per mezzo di lui costituigrave il suo corpo che egrave

la Chiesa [hellip]raquo56 Per richiamare solo i luoghi piugrave noti cfr 1 Cor 212-1327 laquoCome infatti il corpo egrave

uno solo e ha molte membra e tutte le membra del corpo pur essendo molte sono un

corpo solo cosigrave anche il Cristo Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo

Spirito in un solo corpo Giudei e Greci schiavi e liberi e tutti siamo dissetati da un

solo Spirito [hellip] ora voi siete corpo di Cristo e ognuno secondo la propria parte sue

membraraquo E ancora Gal 326-28 laquotutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede

in Cristo Gesugrave poicheacute quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo

non crsquoegrave Giudeo neacute Greco non crsquoegrave schiavo neacute libero non crsquoegrave maschio e femmina poi-

cheacute tutti voi siete uno in Cristo Gesugrave [πάντες γὰρ ὑμεῖς εἷς ἐστε ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ]raquo

272 A Postorino

men sione dellrsquoIncarnazione57 ogni cosa a ben vedere quando siparla della duplice natura umano-divina della Chiesa non puograve nonrichiamare lrsquoIncarnazione

Per finire (ma si tratta soltanto del nostro abbandonare un discorsoi cui sviluppi sono numerosissimi e di farlo con una figura quanto piugravepossibile comprensiva) si puograve ben dire che il Verbo incarnato egrave origi-ne svolgimento ricapitolazione e fine della storia58 lrsquointera dimensio-ne naturale culminante in quella umana egrave in questo senso qualcosache ha il suo senso primario nellrsquoIncarnazione

57 Lrsquoanalogia egrave esplicitamente affermata dalla Costituzione Dogmatica Dei Verbum sulla

divina rivelazione al n 13 laquonella sacra Scrittura dunque restando sempre intatta la

veritagrave e la santitagrave di Dio si manifesta lrsquoammirabile condiscendenza della eterna

Sapienza ldquoaffincheacute possiamo apprendere lrsquoineffabile benignitagrave di Dio e a qual punto

egli sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura abbia adattato il suo parlarerdquo

[SAn GIoVAnnI CrISoStoMo In Gen 38 (hom 171) PG 53 134] Le parole di Dio

infatti espresse con lingue umane si son fatte simili al parlare dellrsquouomo come giagrave il

Verbo dellrsquoeterno Padre avendo assunto le debolezze della natura umana si fece

simile allrsquouomoraquo58 Cfr Gaudium et Spes cit n 45 laquoLa Chiesa nel dare aiuto al mondo come nel rice-

vere molto da esso ha di mira un solo fine che venga il regno di Dio e si realizzi la

salvezza dellrsquointera umanitagrave tutto ciograve che di bene il popolo di Dio puograve offrire allrsquou-

mana famiglia nel tempo del suo pellegrinaggio terreno scaturisce dal fatto che la

Chiesa egrave ldquolrsquouniversale sacramento della salvezzardquo [cfr Cost Lumen Gentium cap

VIII n 48] che svela e insieme realizza il mistero dellrsquoamore di Dio verso lrsquouomo

Infatti il Verbo di Dio per mezzo del quale tutto egrave stato creato si egrave fatto egli stesso

carne per operare lui lrsquouomo perfetto la salvezza di tutti e la ricapitolazione univer-

sale [hellip] Dice il Signore stesso ldquoEcco io vengo presto e porto con me il premio per

retribuire ciascuno secondo le opere sue Io sono lrsquoAlfa e lrsquoomega il primo e lrsquoultimo

il principio e la fine (Ap 2212-13)raquo

273Il concetto dellrsquoIncarnazione

iii

il Pensiero contemPorAneo e lrsquoimPossibilitagravedellA laquosAlvezzAraquo

9

Il tema dellrsquoIncarnazione richiama direttamente ndash come egrave chiaroper seacute e come egrave stato molteplicemente visto ndash quello dellrsquoimmortalitagravepersonale59 e del senso che si voglia dare a questa figura equivalenteper lrsquouomo al concetto della laquosalvezzaraquo Egrave ora prima di tutto da capirein che modo lo sviluppo dellrsquoontologia arrivi lungo la tradizione filo-sofica dellrsquooccidente culminante nel pensiero contemporaneo a nega-re recisamente che questa salvezza sia qualcosa di possibile al puntoche parlare di essa viene collegato esclusivamente ad una professionedi fede religiosa fede che al pensiero che ritiene se stesso lucido edisincantato appare come condiscendenza allrsquoascolto e allrsquoaccettazio-ne di una semplice favola edificante

Egrave comprensibile che lrsquouomo angosciato dal proprio destino natura-le di morte trovi in effetti prima di tutto nello spirito religioso unaqualche rassicurazione intuendo il divino come lrsquoeterno luogo in cuisi consuma ogni nascita e ogni morte e cercando di capire a quali con-dizioni lui possa essere accolto in questo luogo60 Ed egrave altrettantocomprensibile che dal sorgere della tradizione filosofica le stesseenergie della ragione vengano mobilitate al fine di trovare un fonda-mento di veritagrave circa lrsquooggetto di questa realtagrave desiderata

59 Cfr Rm 64-7 laquoPer mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella

morte percheacute come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre

cosigrave anche noi possiamo camminare in una vita nuova [ἐν καινότητι ζωῆς] Se infatti

siamo stati intimamente uniti [σμφύτοι] a lui in una morte simile alla sua lo saremo

anche con la risurrezione [ἀλλὰ καὶ τῆς ἀναστάσεως] Sappiamo che lrsquouomo vecchio

che egrave in noi [ὁ παλαιὸς ἡμῶν ἄνθρωπος] egrave stato crocifisso con lui percheacute fosse reso

inefficace questo corpo di peccato e noi non fossimo piugrave schiavi del peccato Infatti

chi egrave morto egrave ormai libero dal peccatoraquo60 Di ciograve si egrave detto nel sect 6 accennando nella nota 22 allrsquoarchetipo della Grande Madre

Questo fondamento verragrave bensigrave trovato ma saragrave tale da rassicuraresolo in parte e in modo come subito si diragrave fin dal principio insoddi-sfacente Lrsquoessere eterno corrispondente al concetto del divino non saragraveinfatti lrsquoessere come tale ma un essere specifico cioegrave lrsquoessere laquoidealeraquoo laquointelligibileraquo mentre diverso resteragrave il caso dellrsquoessere laquorealeraquo olaquosensibileraquo il primo egrave lrsquoessere come categoria universale mediatamenteintesa nel concetto (lrsquouomo il gatto lrsquoalbero) il secondo egrave lrsquoesserecome individuo esistente immediatamente percepito dalla sensibilitagrave(questo uomo questo gatto questo albero) Mentre il primo la cui esi-stenza egrave affermabile solo con una mediazione dimostrativa mostra lapropria necessaria eterna immutabilitagrave il secondo si dagrave in un immediatodivenire che pone ogni ente nella condizione dellrsquoessere laquocontesoraquo fralrsquoessere e il nulla in una oscillazione irrefrenabile61

Ed ecco il difetto originario della rassicurazione filosofica la filoso-fia garantisce infatti lrsquoeternitagrave dellrsquoessere ideale intelligibile ma non del-lrsquoessere reale sensibile e quando lrsquouomo si metta a riflettere sulla pro-pria speranza di immortalitagrave questa egrave tanto per cominciare del tuttoesclusa per quanto riguarda il corpo Passando a considerare lrsquoanimaessa egrave ndash dice Platone ndash quanto di piugrave somigliante allrsquoidea62 e in questo

274 A Postorino

61 Si trova nella filosofia platonica (PLAtonE Repubblica V 478 e sgg) un termine

specifico per indicare questa oscillazione ingovernabile il termine ἐπαμφοτερίζειν

che compone il concetto di un ἐρίζειν ἐπὶ τὰ ἀμφότερα cioegrave di una laquocontesa tra lrsquouno

e lrsquoaltroraquo essendo i due termini contendenti lrsquoessere e il niente ed essendo cosigrave la

cosa che egrave oggetto della contesa appunto un oscillare fra le diverse giurisdizioni dei

contendenti lrsquoessere delle cose sensibili cioegrave si mostra come assoluta precarietagrave62 Cfr Fedone 79 d ndash 80 b laquoorsugrave dunque ancora una volta da ciograve che si disse prima e

da ciograve che srsquoegrave detto ora a quale di queste due specie [scil lrsquoanima e il corpo] pare a te

che lrsquoanima sia piugrave congenere [ὁμοιότερον] e piugrave somigliante [συγγενέστερον] [hellip] Egrave

ben chiaro o Socrate che lrsquoanima al divino e il corpo al mortale ndash Considera ora

disse o Cebete se da quanto srsquoegrave detto possiamo concludere questo che al divino al -

lrsquoimmortale allrsquointelligibile allrsquouniforme allrsquoindissolubile e insomma a ciograve che rimane

sempre con se medesimo invariabilmente costante egrave somigliantissima [ὁμοιότατον]

lrsquoanima e viceversa allrsquoumano al mortale al multiforme al sensibile al dissolubile e

insomma a ciograve che non egrave mai con se medesimo costante egrave somigliantissimo il corpo

senso promette di essere eterna e dunque immortale resta perograve il fattoche ciascuno di noi quando pensa a laquose stessoraquo non si pensa come eter-na contemplazione dellrsquoeterno quale egrave in effetti lrsquoessenza dellrsquoanima masi pensa come insieme di ricordi di sensazioni e di aspettative cheriguardano comunque il mondo sensibile della corporeitagrave e questaanima non garantisce affatto la propria eternitagrave anzi la esclude

Lrsquouomo cosigrave ha paura della morte come i bambini dellrsquoorco63 esolo la dimensione del laquomito verosimileraquo64 ndash cioegrave del mito da noi stes-si costruito ponendovi a fondamento la struttura dellrsquoessere risultantenecessariamente dal pensiero filosofico ndash egrave in grado di rasserenarlo

275Il concetto dellrsquoIncarnazione

Abbiamo noi qualche ragione da dire in contrario mio Cebete per dimostrare che la

cosa non egrave cosigrave ndash non lrsquoabbiamoraquo Per questa e per tutte le altre successive citazioni

di passi platonici il testo di riferimento egrave PLAtonE Opere 2 voll Laterza roma-

Bari 1974 il testo dellrsquoeventuale interpolazione greca egrave dalla collezione oxoniense63 Cfr Fedone 77 d-e laquoAd ogni modo mi pare che anche tu e Simmia anche su questo

punto avreste piacere di investigare un poco piugrave a fondo e che siate come i ragazzi

con la paura addosso che veramente quando la nostra anima saragrave ligrave per uscire dal

corpo il vento la soffi via e la disperda del tutto massime poi che ci si trovi a morire

non giagrave in un momento di calma ma in mezzo a una grande bufera E Cebete sorri-

dendo Proprio come se srsquoavesse paura disse o Socrate vedi di persuaderci e di farci

animo o meglio non come se srsquoavesse paura noi cheacute crsquoegrave forse anche dentro di noi

come un fanciullino ed egrave lui che ha di questi sgomenti tu dunque cerca che muti

animo questo fanciullo e si persuada a non aver paura della morte come dellrsquoorco

[ldquocome delle stregherdquo ὥσπερ τὰ μορμολύκεια]raquo64 Sul mito verosimile cfr Gorgia 522 e ndash 527 a laquoAnzi se ti fa piacere vorrei farti un

racconto [λόγον] che serva a provarti che quel che ti ho detto egrave realmente in questo

modo [] Ascolta dunque come si dice un bel discorso che tu credo riterrai un

mito [ὃν σὺ μὲν ἡγήσῃ μῦθον] ma io un ragionamento [ἐγὼ δὲ λόγον] ragionamento

che infatti desidero esporti quasi fosse una veritagrave [ὡς ἀληθῆ]raquo E ancora Timeo 29 c-

d laquo[hellip] siccheacute intorno a queste cose conviene accettare una favola verosimile [τὸνεἰκότα μῦθον]raquo Questa costruzione saragrave una laquofavolaraquo percheacute costruita con lrsquoimmagi-

nazione ma saragrave laquoverosimileraquo percheacute avragrave come base una veritagrave necessaria raggiunta

dalla ragione dunque non dovragrave essere creduta vera cosigrave come viene narrata ma saragrave

qualcosa che necessariamente somiglia alla veritagrave In questo senso vale la pena di cre-

dervi anche accettando il rischio della sicura differenza rispetto alla veritagrave

276 A Postorino

garantendogli che se la veritagrave non egrave quella che lui immediatamentevorrebbe tuttavia egrave qualcosa che necessariamente le somiglia Perquesto noi dobbiamo fare a noi stessi una sorta di laquoincantesimoraquo chein forza di quella garanzia della ragione suffragata dallrsquoimmaginazio-ne ci tolga la paura65

10

Questa soluzione imperfetta tuttavia non solo resta segnata dal-lrsquoimperfezione ma egrave destinata al tramonto Il mito verosimile deveinfatti la sua verosimiglianza alla veritagrave necessaria delle determinazio-ni filosofiche che lo sostengono e questa veritagrave necessaria egrave tale per-cheacute risulta da una struttura dimostrativa fondata sul principio di noncontraddizione dunque in modo incontrovertibile

Accadragrave perograve che questa incontrovertibilitagrave continueragrave ad esserericonosciuta in tutta la tradizione filosofica successiva ndash da qui pas-sando nellrsquoambito della scienza moderna ndash solo nella sua espressioneformale o logica ma perderagrave del tutto valore ontologico cessando cosigravedi garantire la veritagrave della metafisica (la messa in discussione dellametafisica inizia giagrave dalla tarda filosofia scolastica e si compie formal-mente nella filosofia kantiana) si tratta dellrsquooperare segreto dellrsquoin-conscia persuasione nichilistica di cui lo scrivente ha avuto modo ditrattare in lavori precedenti66 ciograve che richiede ndash e anche di questo si egravegiagrave detto67 ndash una laquorigorizzazioneraquo della metafisica

65 Cfr Fedone 114 d laquoCertamente sostenere che le cose siano veramente cosigrave come io

le ho esposte non si conviene a un uomo che abbia buon senso [οὐ πρέπει νοῦν ἔχοντιἀνδρί] ma sostenere che questo o qualcosa di simile a questo debba accadere [ἢταῦτrsquoἐστὶν ἢ τοιαῦτ᾽ἄττα] [] ebbene questo mi pare che si convenga e che metta

conto di arrischiarsi a crederlo percheacute il rischio egrave bello [καλὸς γὰρ ὁ κίνδυνος] E

bisogna che con queste credenze noi facciamo lrsquoincantesimo a noi medesimi ed egrave

per questo che io da un pezzo protraggo il mio mitoraquo66 Cfr Per un tomismo anagogico cit (nota 3) I sect 4 note 16 43 52 Il concetto della ldquocrea-

tio ex nihilordquo cit (nota 1) I sect 5 II sectsect 11 17-20 IV sectsect 21-30 note 24 78 82 88 11267 Cfr Utrum sacra doctrina sit scientia in ldquoSacra Doctrinardquo 60 1 (2015) I nota 2

Per un tomismo anagogico cit (nota 3) III sectsect 18 22-23 note 8 16 Il concetto dellaldquocreatio ex nihilordquo cit (nota 1) II sect 11 III sectsect 1719 IV sectsect 22-23 26-27 29

note 24 78 103 109-110 112

277Il concetto dellrsquoIncarnazione

Il pensiero classico si trova prima di tutto di fronte al problemaposto dallrsquoontologia parmenidea vale a dire quello dellrsquoimpossibilitagravedella determinazione del laquonon essereraquo in quanto auto-contraddittoriaconsistendo il problema nellrsquoevidente sussistenza di una molteplicitagravesensibile diveniente allrsquointerno della quale una cosa non egrave lrsquoaltra eper altro verso si verifica che le cose non siano ancora ovvero che nonsiano piugrave Il compito di raccordare in modo non contraddittorio lrsquoevi-denza logica e lrsquoevidenza fenomenologica egrave assolto in prima istanzadalla dottrina platonica del laquoparricidioraquo68 per la quale il laquonon essereraquoprende le diverse forme del non essere relativo come laquodiversoraquo e delnon essere assoluto come laquonullaraquo Mentre per il secondo infatti con-tinua a valere la proibizione parmenidea il primo puograve fondare noncontraddittoriamente la molteplicitagrave ontologica una cosa non puograve nonessere (ossia non puograve uscire dallrsquoesistenza) ma puograve non essere lrsquoaltra(ossia puograve avere unrsquoesistenza determinata che egrave diversa da unrsquoaltraesistenza determinata)

Con questo passaggio filosoficamente epocale si apriva la dimen-sione dellrsquointero pensiero occidentale ma senza un radicale approfon-dimento che si puograve fare da subito non si egrave in grado di comprendere ilprocesso autodistruttivo di tale pensiero in quanto esso ponga origina-riamente se stesso come pensiero della veritagrave

68 Si tratta della dottrina messa a punto nel Sofista nota come teoria dei laquogeneri sommiraquo

(i quali sono laquoessere [ὄν]raquo laquoidentico [ταὐτόν]raquo laquodiverso [θάτερον = τὸ ἕτερον]raquo

laquoquiete [στάσις]raquo laquomovimento [κίνησις]raquo 236 d ndash 259 d) sono queste le categorie di

pari grado cioegrave non subordinate fra di loro che convengono come predicato a un qua-

lunque ente determinato per cui esso laquoegraveraquo (= esiste) egrave laquoidenticoraquo (a se stesso) egrave

laquodiversoraquo (da altro) egrave in laquoquieteraquo (= puograve essere considerato per se stesso) egrave in laquomovi-

mentoraquo (= puograve essere considerato in relazione ad altro) Due cose possono dunque

essere entrambe (cioegrave esistere lrsquouna accanto allrsquoaltra) e non essere entrambe (poicheacute

lrsquouna non egrave lrsquoaltra) La figura del laquoparricidioraquo richiama il parricidio sacrificale simbo-

lico significante la necessaria emancipazione dalla pur riconosciuta autoritagrave paterna

Parmenide resta insuperabilmente laquopadreraquo nel senso che lrsquoesclusione del laquonon esse-

reraquo resta confermata sul piano assoluto ma deve essere sacrificato nel senso che il

laquonon essereraquo pur escluso sul piano assoluto dellrsquoesistere egrave invece ammesso sul piano

relativo dellrsquoessere determinato

278 A Postorino

Si deve cominciare con lrsquoosservare che la detta soluzione platonicatiene fermo allrsquoimpossibilitagrave del non essere dellrsquoente e questo si tra-durragrave nella sistematicamente piugrave evoluta trattazione aristotelica nellaformulazione del laquoprincipio di non contraddizioneraquo69 il quale perogravemostra ndash non per caso come subito si vedragrave ndash di avere un caratterepuramente formale ciograve che il principio dice egrave che due predicati oppo-sti non possono convenire al medesimo soggetto nello stesso tempo enella stessa relazione mentre trova del tutto ammissibile ndash e consideraanzi unrsquoevidenza primaria ndash che due predicati opposti possano conve-nire e non convenire al medesimo soggetto in tempi diversi o secondorelazioni diverse (questo foglio non puograve essere bianco e insieme neroma puograve essere bianco ora e nero in passato o in futuro ovvero biancoqui e nero ligrave) Cosigrave perograve il principio di non contraddizione si riduce alprincipio di identitagrave ovvero a un principio puramente logico chegarantisce lrsquoidentitagrave della forma con se stessa a prescindere da qualun-que contenuto anche ndash ed ecco il punto ndash quando il contenuto sia lostesso essere ovvero il suo non essere Aristotele dice infatti che lrsquoes-sere deve essere quando egrave e deve non essere quando non egrave 70 e cosigravedicendo lascia affermato come possibile che lrsquoessere non sia tradendosenza avvedersene proprio quel principio di non contraddizione cheritiene di osservare proprio nellrsquoatto di tradirlo

69 tale principio in Aristotele suona laquoEgrave impossibile [ἀδύνατον] che il medesimo attri-

buto nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella

medesima relazioneraquo Per la trattazione piugrave concreta del principio che verragrave poi arti-

colato nei momenti della laquoidentitagraveraquo della laquonon contraddizioneraquo e del laquoterzo esclusoraquo

cfr Metafisica IV 3 1005 b (Per questa e per tutte le successive citazioni di passi

aristotelici il testo di riferimento egrave ArIStotELE Opere 4 voll Laterza 1973 il testo

dellrsquointerpolazione greca egrave da Aristotelis Opera Omnia Graece et Latinae Parisiis

Editore Ambrosio Firmin-Didot 1868)70 Cfr ArIStotELE De interpretatione 9 19 a 23-27 laquoEgrave necessario [ἀνάγκη] che lrsquoes-

sere sia quando egrave [τὸ μὲν οὖν εἶναι τὸ ὂν ὅταν ᾗ] e che il non essere non sia quando

non egrave [καὶ τὸ μή ὂν μὴ εἶναι ὅταν μὴ ᾗ] tuttavia non egrave necessario che tutto lrsquoessere sia

neacute che tutto il non essere non sia non egrave infatti la stessa cosa che tutto ciograve che egrave sia

necessariamente quando egrave e lrsquoessere senzrsquoaltro necessitagrave La stessa cosa si dica del

non essereraquo

279Il concetto dellrsquoIncarnazione

Abbiamo detto che questo carattere formale ndash e per ciograve stesso con-traddittorio ndash del principio di non contraddizione non egrave per caso e perspiegare questa non casualitagrave bisogna ritornare a Platone e capire checosa egrave in lui quellrsquoessere immutabile che proprio per la sua immutabi-litagrave porteragrave alla formulazione aristotelica di questo principio Platonedunque garantisce lrsquoincontraddittorietagrave della molteplicitagrave ontologicama tale incontraddittorietagrave in quanto pertinente nella relazione fradeterminati implica la sincronicitagrave degli stessi mentre sembra deltutto evidente che nella dimensione dellrsquoesistenza la contraddizionedel non essere egrave evitata solo percheacute lrsquoessere non egrave insieme non esserema passa nel non essere come il non essere passa nellrsquoessere (questaoscillazione ndash si egrave detto71 ndash egrave vista come immediatamente presente edegrave pertanto innegabile) Platone dunque deve garantire lrsquoincontradditto-rietagrave della molteplicitagrave ontologica sincrona (abbandonando virtual-mente alla contraddittorietagrave lrsquoandamento diacronico del divenire) equesta molteplicitagrave ontologica sincrona egrave quella delle laquoideeraquo cioegravedelle essenze universali intelligibili Egli dunque stabilisce lrsquoimmuta-bilitagrave degli enti che costituiscono il contenuto della laquoscienzaraquo mentrericonosce la mutevolezza degli enti che costituiscono il contenutodellrsquolaquoopinioneraquo72 cosigrave contrapponendo due regioni dellrsquoessere taledualismo segneragrave lrsquointera tradizione metafisica con lrsquoeffetto autodi-struttivo di cui si egrave detto

71 Egrave il tema dellrsquoἐπαμφοτερίζειν cfr sect 9 nota 6172 Lrsquoanalisi di questo luogo platonico essenziale a comprendere lrsquoesito aristotelico viene

condotta in E SEVErIno Destino della necessitagrave Katagrave tograve chreograven Adelphi Milano

1980 I I Platone ndash osserva Severino ndash laquoporta alla luce il senso della cosa ndash lrsquoorizzon-

te al cui interno cresce lrsquointera storia dellrsquooccidente ndash ponendo la cosa come un

ἐπαμφοτερίζειν (Repubblica 479 c) ossia un ἐρίζειν ἐπὶ τὰ ἀμφότερα Lrsquoespressione

τὰ ἀμφότερα (ldquolrsquouno e lrsquoaltrordquo) si riferisce allrsquoessere e al niente La cosa egrave il ldquodibatter-

si tra lrsquouno e lrsquoaltrordquo La parola greca ἐπαμφοτερίζειν mette lrsquoaccento su questo aspet-

to dellrsquoἐρίζειν e quindi significa innanzitutto ldquolrsquoesser incerto indeciso oscillante inutramque partem inclinansrdquo Ma la cosa si dibatte tra lrsquouno e lrsquoaltro appunto in quan-

to essi sono un contenderselaraquo ora questo dibattersi fra essere e nulla non riguarda

lrsquoessere immutabile della scienza ma lrsquoessere diveniente dellrsquoopinione Continua

280 A Postorino

Per comprendere infine con la massima chiarezza analitica questoeffetto autodistruttivo bisogna partire proprio da questa contrapposi-zione osservando che essa solo apparentemente tiene avendo perogravenascosto al suo fondo lrsquoelemento corrosivo che da ultimo saragrave distrut-tivo73 Platone infatti come si egrave visto non assegna lrsquoimmutabilitagraveallrsquoente come tale ma a un ente laquoprivilegiatoraquo cioegrave lrsquoente ideale intel-ligibile mentre conserva allrsquoente sensibile diveniente quel carattere diimprevedibile e ingovernabile laquooscillazioneraquo fra essere e niente chelrsquoevidenza immediata sembra assegnargli (dal che il detto dualismo)Ma posto che un ente determinato egrave prima di tutto un ente ndash nel cuisemplice esser ente inerisce la peculiare determinatezza ndash la tesi del-lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoessere laquoprivilegiatoraquo non egrave in grado di reggerelrsquoente immutabile egrave infatti prima di tutto un ente come tale e il suoessere un ente come tale contraddice il suo essere immutabile poicheacutelrsquoente come tale egrave per se stesso quellrsquooscillazione fra essere e nienteche esclude la sua immutabilitagrave

Egrave questo il nichilismo nascosto che fin dallrsquoinizio giace al fondo dellalaquometafisicaraquo classica la quale ndash lo ricordiamo ndash si dagrave come oggetto quel-

Severino (loc cit pp 21-22) laquoSi puograve ritenere che il contesto (Repubblica 478 e

sgg) in cui Platone nomina questa contesa non consenta di porre lrsquoἐπαμφοτερίζεινcome essenza dellrsquoente in quanto ente Al termine del libro V della Repubblica ci si

propone infatti di stabilire la differenza tra il contenuto della scienza (ἐπιστήμη) e il

contenuto dellrsquoopinione (δόξα) Il contenuto della scienza egrave lrsquoessere immutabile (τὸπαντελῶς ὂν) ldquolrsquoente che sempre egrave e non egrave conteso dalla nascita e dalla morterdquo [] Il

contenuto dellrsquoopinione egrave invece lrsquoἐπαμφοτεριστής lrsquoindeciso tra lrsquoessere e il niente

che proprio percheacute indeciso egrave compagno (μετέχον) di entrambi [] Sembra quindi

fuori discussione che nellrsquoἐπαμφοτερίζειν non si apra il senso dellrsquoente in quanto ente

ma soltanto il senso dellrsquoente in quanto divenienteraquo73 Questa analisi si svolge prima di tutto in E SEVErIno Ritornare a Parmenide in

laquorivista di filosofia neo-scolasticaraquo 1964 (II) poi in Essenza del nichilismo (1972)

nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1982 Egrave lrsquoarticolo da cui sorgeragrave la contrap-

posizione fra Emanuele Severino e il suo maestro Gustavo Bontadini col lungo dibat-

tito fra i due destinato ad allargarsi nel quadro problematico della laquorigorizzazioneraquo

della metafisica (cfr i riferimenti indicati nella nota 67)

281Il concetto dellrsquoIncarnazione

lrsquoessere immutabile che sta al di lagrave dellrsquoessere mutevole della laquofisicaraquoQuesto essere mutevole della fisica venendo meno ogni laquoal di lagraveraquo pren-de cosigrave tutto il campo e gli laquoimmutabiliraquo della tradizione filosofica occi-dentale appaiono inevitabilmente destinati al tramonto74 Il che non egrave ndashcome qualcuno potrebbe superficialmente ritenere ndash solo unrsquoipotesi discuola collegata allrsquoaltra ipotesi dellrsquoesistenza di unrsquoalienazione nichili-stica ma egrave lrsquoesito storico conclamato dellrsquointero corso della filosofiaoccidentale rappresentato dalla nietzschiana laquomorte di Dioraquo

11

Ed ecco che nel pensiero contemporaneo la dimensione della laquosal-vezzaraquo dilegua senza speranza La prospettiva dellrsquoimmortalitagrave delineatadal pensiero classico era si egrave visto quanto meno difettosa per ciograve cheriguarda la rassicurazione che libera dallrsquoangoscia nel senso che garan-tiva lrsquoeternitagrave di un essere intelligibile universale ma non quella dellrsquoes-sere sensibile individuale mentre lrsquouomo pensando alla sua anima lavede profondamente strutturata proprio dal ricordo dallrsquoesperienza dal-lrsquoaspettativa che si radicano nel mondo sensibile diveniente

tale difetto era perograve in qualche modo superabile indicando il modonel quale lrsquoanima affetta dallrsquoangoscia per la mortalitagrave a causa dellasua mescolanza compromissoria col mondo sensibile poteva liberarsida questa angoscia laquopurificandosiraquo da questa mescolanza e identifi-candosi con la propria essenza necessariamente immortale Si puograve anzidire che la filosofia aveva una delle sue funzioni fondamentali nellrsquoin-

74 Egrave la Goumltterdaumlmmerung o laquotramonto degli degraveiraquo (cfr nota 10) cioegrave una delle grandi

immagini dellrsquoautocoscienza dellrsquooccidente Cfr E SEVErIno La follia dellrsquoAngeloConversazioni intorno alla filosofia a cura di Ines testoni Mimesis Edizioni Milano

2006 laquo[] crsquoegrave unrsquoantinomia originaria nella storia dellrsquooccidente che si perpetua

lungo lrsquointera tradizione occidentale Crsquoegrave la volontagrave di difendersi dalla minaccia del

divenire circondandolo con strutture immutabili (Dio leggi eterne leggi della natura e

della societagrave valori assoluti principi e veritagrave definitive) Poi ci si rende conto che le

strutture immutabili rendono impossibile il divenire la vita stessa che doveva essere

difesa percheacute il divenire egrave sigrave una minaccia ma egrave anche la vita dellrsquouomo Allora diventa

inevitabile che il divenire in cui tutti credono elimini ogni immutabile ogni Dio ogni

veritagrave definitiva Gli immutabili sono destinati al tramontoraquo

282 A Postorino

dicare questa via cosigrave che mentre lrsquouomo comune teme la morte ilfilosofo veniva indicato come colui che non la teme75

La speranza della salvezza non raggiungeva cosigrave il pensiero comunese non in forme mitologico-religiose cui la ragione non dagrave credito masussisteva per il filosofo disposto a percorrere la lunga e difficile viadellrsquoascesi contemplativa La dimensione dellrsquoimmortalitagrave aveva infattiveritagrave anche se non quella veritagrave che il senso comune desidera (tuttaviase non questa ndash suggeriva Platone ndash aveva una veritagrave che necessaria-mente assomiglia a quella che il senso comune desidera76 essendo talesomiglianza fondata sulla base comune della veritagrave necessaria)

Ciograve che invece accade col destinale tramonto degli immutabili acausa dellrsquoalienazione nichilistica egrave che proprio questa veritagrave necessa-ria dilegua e il pensiero contemporaneo si trova di fronte allrsquoimpossi-bilitagrave della salvezza impossibilitagrave che fa percepire come illusorie lepromesse della religione

75 Giagrave Platone indica la via dellrsquoascesi contemplativa che distaccando lrsquoanima dalla sua

parte mortale la porta allrsquoidentificazione con la stessa struttura eterna che viene con-

templata (anche se poi egrave consapevole che lrsquouomo comune non egrave questo che vuole

desiderando solo lrsquoindeterminata prosecuzione della propria esistenza temporale cosigrave

che la morte continua a terrorizzarlo come lrsquoorco i bambini cfr il passo del Fedoneriportato alla nota 63) La filosofia si fa cosigrave preparazione alla morte laquoSe cioegrave lrsquoanima

si diparte pura [καθαρά ἀπαλλάττηται] dal corpo nulla del proprio corpo traendo

seco come quello che nulla in vita per quanto poteacute volle avere in comune con esso e

anzi fece di tutto per fuggirlo e starsene raccolta in se medesima [αὐτὴ εἰς ἑαυτήν]

poicheacute a questo sempre si preparograve ndash e questo non egrave altro che propriamente filosofare

[ὀρθῶς φιλοσοφοῦσα] e veramente prepararsi a morire senza rammarico non egrave questo

infatti che diciamo preparazione di morte [μελέτη θανάτου]raquo Sulla classica via pla-

tonica si trovano poi le grandi figure plotiniane (ad esse si egrave accennato nella nota 10)

della risalita ipostatica allrsquoUno intesa come laquosemplificazione [ἅπλωσις]raquo volta alla

laquounificazione [ἕνωσις]raquo al comandamento dellrsquolaquoelimina ogni cosa [ἄφελε πάντα]raquo

cui segue la divina beatitudine dellrsquolaquoestasi [ἔκστασις]raquo tutte figure come giagrave si egrave

detto che stabiliscono per lrsquoimmortalitagrave il prezzo del liberarsi dalla propria individua-

litagrave perdendosi in un divino indistinto76 Egrave la vista teoria del laquomito verosimileraquo cfr sect 9 e nota 64

283Il concetto dellrsquoIncarnazione

12

Questo esito sembra tanto fatale e inevitabile da entrare ndash sebbenesolo localmente e temporaneamente ndash nella stessa teologia producendoquel fenomeno detto laquoteologia della morte di Dioraquo o laquoateismo cristia-noraquo77 I teologi che danno vita a questo movimento per quanto forsecriticabili per una non convincente profonditagrave filosofica o per il prevale-re dellrsquoindividualismo teorico sul senso della ecclesialitagrave non sembranoinvece criticabili per quanto riguarda la sinceritagrave della fede e il desideriodi reagire propositivamente a quella che registrano come una grave crisidel rapporto fra la dottrina religiosa e il mondo contemporaneo

La veritagrave egrave che quella impossibilitagrave della laquosalvezzaraquo di cui abbiamocercato di indicare la causa nel farsi operante a livello di coscienza delnichilismo originario viene ormai considerata come un dato acquisito

77 Si tratta dellrsquoargomento della dissertazione di dottorato dello scrivente A PoStorIno

La sapienza della croce Una interpretazione anagogica della kenosi formulabile nelquadro del programma bontadiniano della rigorizzazione della metafisica Agoragrave amp

Co Lugano 2014 nella prima parte di questo lavoro si prende in esame proprio il

fenomeno della laquoteologia della morte di Dioraquo o laquoateismo cristianoraquo quale si svolge

soprattutto in ambiente protestante nordamericano negli anni Sessanta di fine

novecento tale fenomeno ha dei prodromi europei nellrsquoopera del vescovo anglicano

John robinson ndash il quale registra il contrasto fra la dottrina ecclesiastica e il mondo

moderno ndash e si costituisce come una sorta di laquopiano inclinatoraquo il cui fondo egrave intuibile

fin dallrsquoinizio troviamo qui harvey Cox che conduce lrsquoanalisi in un registro sociolo-

gico insistendo sulle origini bibliche della secolarizzazione e sulla potenza liberatrice

di questo fenomeno quindi Paul van Buren il quale muovendosi nella prospettiva

dellrsquoanalisi linguistica esamina la laquoinsignificanzaraquo di Dio per la cultura contempora-

nea quindi Gabriel Vahanian il quale teorizza lrsquoesaurimento della laquocristianitagraveraquo e lrsquoav-

vento di una laquoera post-cristianaraquo e ancora William hamilton il cui lavoro egrave teso a

focalizzare un residuo di cristianesimo autentico nel senso di efficace nella vita di tutti

i giorni Ultimo e vero fondo del piano inclinato thomas Altizer il quale propone di

dare un senso autenticamente teologico alla laquomorte di Dioraquo annunciata da nietzsche

dove la morte sacrificale di Cristo sarebbe appunto lrsquoassunzione di una divinitagrave

oppressiva ndash la totalitagrave sacra primordiale ndash per portarla alla morte sulla croce liberan-

do cosigrave lrsquoumanitagrave da ogni tutela e riferimento trascendente

e a fronte di questo dato si cerca di capire quale attualitagrave rimanga alladottrina cristiana dando per scontato che essa non puograve semplicementeproporsi come una veritagrave di fede contrapposta alla veritagrave della ragione(mentre in passato si egrave trattato di una veritagrave di fede inclusiva dellaveritagrave della ragione) Questa inclusivitagrave viene drsquoaltronde sentita comenecessaria e poicheacute la veritagrave della ragione sembra ormai essere quelladella nietzschiana laquomorte di Dioraquo egrave proprio questa la veritagrave che devecontinuare ad essere inclusa nella teologia richiedendo questrsquoopera-zione una completa trasvalutazione del contenuto della fede cristianache della teologia resta elemento strutturale fondante

La questione non egrave dunque quella di difendere la dottrina della federivendicandola contro la disciplina della ragione quale egrave andata stori-camente e teoreticamente configurandosi poicheacute questa ndash oltre adessere in contraddizione con la stessa dottrina della fede la quale nonpuograve ammettere uno scarto insuperabile tra veritagrave rivelata e ragionenaturale ndash egrave per cosigrave dire una battaglia perduta che fornisce legittima-zione ai tentativi pur insoddisfacenti di venire a capo del problemacome in fondo fa la laquoteologia della morte di Dioraquo La questione egraveinvece quella di vedere se la disciplina della ragione quale egrave andatastoricamente e teoreticamente configurandosi egrave davvero la disciplinanecessaria della ragione o se una disciplina della ragione piugrave avanza-ta non possa offrire di nuovo quella possibile concordanza di fede eragione che per il visto sviluppo storico-teoretico egrave andata perduta

Siamo cosigrave da capo di fronte al problema della laquorigorizzazioneraquodella metafisica la quale emendando la tradizione filosofica dal nichili-smo che la permea ci mette di fronte a un concetto della veritagrave non piugraveesclusivo della laquosalvezzaraquo annunciata dalla fede anche se lrsquointera con-cettualitagrave teologica deve affrontare lrsquoimpegno di una riformulazione chenon smentisca la formulazione precedente ma la superi conservandola78

284 A Postorino

78 Egrave questa la prospettiva generale delineata nella dissertazione di dottorato di cui si egrave

detto nella nota precedente Lrsquoindagine si articola in due parti la prima che ha per

titolo laquoLa ldquomorte di Diordquoraquo esamina lrsquointero movimento dellrsquolaquoateismo cristianoraquo

dalle perplessitagrave apologetiche del conservatore reverendo robinson alla laquoteotanatolo-

giaraquo del visionario Altizer (cfr quanto detto nella nota precedente) la seconda che ha

Egrave questo il compito della teologia anagogica79

iv

il PortAto di unA recuPerAtA ontologiA dellrsquooriginArio

13

Abbiamo detto che la figura dellrsquoIncarnazione implicante la com-partecipazione divina dellrsquoesistenza concreta di ogni uomo80 egrave quellache segna il distacco radicale del Cristianesimo dalla matrice religiosaprimordiale la quale intuisce lrsquoimmortalitagrave come un raccogliersi nelgrembo della divinitagrave81 il che da un punto di vista ontologico corri-sponde alla determinazione del raccogliersi di tutti gli enti temporalimutevoli nel grembo dellrsquoessere eterno immutabile

Lrsquoontologia soggiacente alla rivelazione cristiana invece ndash si egravealtrettanto detto come premessa ndash vuole fondare il rapporto specular-mente inverso a questo (a questo che si egrave indicato come un panteismoconcretizzantesi in panenteismo) e cioegrave se tutte le cose sono in Dio egrave

285Il concetto dellrsquoIncarnazione

per titolo laquoKenosi e pleromaraquo cerca di mostrare con una puntuale indagine filosofica

come la stessa laquoteologia della morte di Dioraquo sia stata possibile solo in ragione della

deriva nichilistica che ha segnato la storia della metafisica occidentale arrivando a

penetrare nello stesso ambito teologico mentre non lo sarebbe stata quando si avesse

avuto a che fare con una metafisica laquorigorizzataraquo in forza della quale la kenosi ndash

ossia lo laquosvuotamentoraquo dellrsquoessenza divina teorizzata nichilisticamente dalla teologia

in questione ndash ha come rovescio necessario il pleroma ossia la pienezza assoluta

della totalitagrave dellrsquoessere nella dimensione dellrsquoeternitagrave79 Per una considerazione teoreticamente articolata di questa prospettiva teologica cfr A

PoStorIno La scienza di Dio Il tomismo anagogico di Giuseppe Barzaghi OP cometesta di ponte verso una teologia per il terzo millennio ldquoSacra Doctrinardquo Anno 63deg

201802 (lo scritto egrave giagrave stato citato alla nota 1 con la precisazione che si sarebbe tor-

nati a farvi riferimento)80 Cfr sect 481 Cfr sect 5

altrettanto vero che Dio egrave in ogni singola cosa82 Egrave di questo dunqueche ci si deve inizialmente occupare

Lrsquoontologia egrave scienza dellrsquolaquoessereraquo e questa determinazione onni-comprensiva si trova originariamente in un rapporto ambiguo con ladeterminazione dellrsquolaquoenteraquo83 tale ambiguitagrave va chiarita e superatagiungendo a una piugrave rigorosa strutturazione di campo Lrsquoessere egraveprima di tutto essere indeterminato cioegrave puro essere privo di qualun-que determinazione84 Lrsquoente egrave invece quel certo essere che non egrave unaltro essere ossia egrave un essere determinato che fa da soggetto allrsquoazio-ne espressa dal verbo essere85

ora il primo equivoco ndash o piuttosto la prima semplificazione fuor-viante ndash sta nel credere come a tutta prima puograve sembrare che lrsquoesseresia il contenente generale e gli enti siano i contenuti parziali sussisto-no le laquocoseraquo che sono gli enti e sussiste la loro proprietagrave comune che

286 A Postorino

82 Quale anticipazione di questa ontologia si egrave fatto riferimento alla dottrina di niccolograve

Cusano il concetto chiave egrave quello della contractio che si lega alla complicatio e

allrsquoexplicatio (cfr nota 26)83 Parmenide precursore dellrsquoontologia e di fatto suo fondatore indica il suo laquoprincipioraquo

ndash che presenta subito tratti irriducibili allrsquoἀρχή presocratica ndash sia col termine εἶναιlaquoessereraquo sia col termine τὸ εόν cioegrave laquolrsquoenteraquo o laquolrsquoessenteraquo o laquociograve che egraveraquo

84 Questa indeterminatezza egrave richiesta dalla contraddittorietagrave della determinazione come

tale la quale implica un laquonon essereraquo (ciograve che egrave A non egrave B) della cui assurditagrave il pensie-

ro si deve rendere conto laquopercheacute il non essere neacute lo puoi pensare (non egrave infatti possibi-

le) neacute lo puoi esprimere [οὒτε γὰρ ἂν γνοίης τὸ μὴ ἐὸν (οὐ γὰρ ἀνυστὸν) οὒτε φράσαις]

lo stesso infatti egrave il pensare e lrsquoessere [τὸ γαρ αὐτὸ νοεῖν ἐστιν τε καὶ εἶναι]raquo (DK 28

B 2-3) (questi e i successivi passi parmenidei in h DIELS ndash W KrAnz Die Fragmenteder Vorsokratiker trad it I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza roma-

Bari 1975) La primitiva ontologia parmenidea dunque nega assolutamente la veritagrave del

mondo visibile che apparentemente ci sta di fronte laquoPerciograve saranno tutte soltanto parole

[πάντrsquoὄνμ(α) ἔσται] quanto i mortali hanno stabilito convinti che fosse vero

[πεποιθότες εἶναι ἀληθῆ] nascere e perire essere e non essere cambiamento di luogo e

mutazione del brillante coloreraquo (DK 28 B 8 vv 42-45)85 Il pluralismo ontologico diviene possibile senza contraddizione in forza della dottrina

platonica del laquoparricidioraquo ricordata nella nota 68

egrave lrsquoessere Intendendo la cosa in questo modo ndash ciograve che certo puograve esse-re fatto ndash si riduce lrsquoessere a determinazione astratta perdendo la pos-sibilitagrave ndash che peraltro egrave fondante lrsquoontologia come tale ndash di intenderelrsquoessere come un soggetto e non soltanto come un predicato cioegrave difarne una cosa che ha un nome e non unrsquoazione espressa da un verboDa questo punto di vista lrsquoessere che come totalitagrave contiene gli entideterminati parziali egrave a sua volta un ente 86 solo che ndash e qui sta il pro-blema ndash non puograve essere un ente determinato parziale poicheacute questoimplicherebbe qualcosa di altro dallrsquoessere ma questo come nullaresta sotto il divieto parmenideo87

La questione va risolta cominciando con lrsquoosservare valendosi dellaclassica teoria aristotelica della definizione88 che al vertice della pirami-de delle essenze non crsquoegrave il puro essere ma proprio lrsquoente risalendoinfatti di grado in grado la struttura gerarchica della partecipazione ognipassaggio individua prima di tutto il laquogenere prossimoraquo ndash vale a dire ilconcetto immediatamente piugrave esteso (per es genere prossimo di laquouo -moraquo puograve essere laquoanimaleraquo) ndash e indica poi la laquodifferenza specificaraquo ndashvale a dire ciograve che caratterizza una certa essenza rispetto alle altre checadono sotto lo stesso genere (per es la differenza specifica fra laquouomoraquoe laquogattoraquo entrambi cadenti sotto il genere laquoanimaleraquo puograve essere laquorazio-naleraquo dal che la definizione laquolrsquouomo egrave un animale razionaleraquo) ora sipuograve avere lrsquoimpressione che al vertice della struttura gerarchica delleessenze ndash dove deve trovarsi il concetto piugrave ampio di tutti ndash ci sialrsquolaquoessereraquo e che immediatamente sotto di lui ci sia lrsquolaquoenteraquo (infatti glienti sono pensati come parziali lrsquoessere come totale) ma ci si deve poirendere conto che non puograve sussistere differenza specifica fra ente edente poicheacute tutto ciograve che egrave uno egrave anche lrsquoaltro

Al vertice della piramide si trova dunque proprio lrsquoente e il proble-ma visto di come la determinatezza o parzialitagrave dellrsquoente sembriimplicare un impossibile altro che sarebbe non ente e cosigrave non essereo nulla si risolve quando si osservi il sorgere di un problema anche

287Il concetto dellrsquoIncarnazione

86 Parmenide come si egrave detto usa paritariamente i termini laquoessereraquo e laquoenteraquo (cfr nota 83)87 Cfr il primo dei passi citati alla nota 8488 Cfr Topici I 5 101 b ndash 102 b

piugrave grave quando si provi a porre al vertice della piramide il puroessere questo infatti non avendo un altro da lui (il puro essere egrave inde-terminato dunque non contiene la negazione come tale essenziale alladeterminatezza dellrsquoalteritagrave) non egrave in grado di fare da fondamento diogni cosa poicheacute essere fondamento significa capacitagrave di negare ciograveche lo nega cosigrave sostenendosi di contro al tentativo di negarlo Questacapacitagrave lrsquoha invece proprio lrsquoente e non percheacute il negato stia fuori dilui ndash il che egrave impossibile (non puograve esistere il non ente che egrave non esse-re assoluto o nulla) ndash ma percheacute lrsquoente ha in lui lrsquoopposizione a seacute(allrsquointerno dellrsquoente vi sono laquopartiraquo dallrsquoente ciascuna delle quali egrave asua volta un ente e delle quali lrsquouna non egrave lrsquoaltra) Lrsquoente egrave laquoqualco-saraquo aliquid il che richiama aliud quid il qualcosa (quid) egrave di per seacuteun altro (aliud) nel senso che si differenzia da un altro qualcosa cosigravecome lrsquoaltro si differenzia da lui ciascuno dei due nega lrsquoaltro che lonega e questa relazione egrave appunto il fondamento Ma questa relazioneegrave lrsquoente come tale e lrsquoente come tale cosigrave inteso egrave lrsquoessere concreto enon il puro essere lrsquoessere concreto egrave lrsquoente contenente lrsquoinfinita plu-ralitagrave degli enti ciascuno dei quali non egrave lrsquoaltro ed egrave se stesso proprionon essendo lrsquoaltro

14

Si innesca cosigrave subito unrsquoaporia lrsquoente come tale infatti da un latoegrave lrsquoIntero lo egrave come essere concreto contenente in seacute lrsquoinfinita plura-litagrave degli enti da un altro lato non egrave lrsquoIntero poicheacute egrave soltanto un ele-mento di quellrsquoinfinita pluralitagrave Diciamo allora per risolvere lrsquoaporiache lrsquoente come tale ndash intendendo con ciograve un qualunque ente determi-nato ndash ha la forma dellrsquoIntero (ce lrsquoha percheacute lrsquoIntero egrave un ente) manon ne ha il contenuto (non ce lrsquoha percheacute tale contenuto comprendela totalitagrave degli enti)

Ciograve ha conseguenze per il concetto dellrsquoIntero poicheacute non soltanto ilsingolo ente determinato ha la forma ma non il contenuto dellrsquoIntero maanche qualunque rappresentazione dellrsquoIntero noi possiamo darci nonconterragrave mai la totalitagrave degli enti come lrsquoIntero deve fare per principio eciograve per due motivi Prima di tutto percheacute ogni nostra possibile visionedellrsquoIntero conterragrave un certo numero di cose e da questo numero restanofuori da un lato le cose visibili ma attualmente non viste percheacute nonguardate da un altro lato le parti in cui queste cose sono analizzabili

288 A Postorino

senza che lrsquoanalisi venga operata (essendo poi lrsquoanalisi virtualmente infi-nita) In secondo luogo percheacute lrsquoincoercibile divenire che struttura larealtagrave immediata89 da un lato introduce continuamente nuovi enti cheimprevedibilmente sopraggiungono da un altro lato fa dileguare gli entipresenti che inevitabilmente spariscono90

Il nostro concetto dellrsquoIntero deve quindi prendere su di seacute la deter-minazione di essere un Intero formale (cioegrave mancante di una parte piugraveo meno grande del proprio contenuto) il che fa sorgere nuovi proble-mi Infatti lrsquoIntero in quanto formale si trova in unrsquoinsuperabile con-traddizione con se stesso esso egrave lrsquoIntero (formalmente) ma non egravelrsquoIntero (contenutisticamente) La contraddizione egrave insuperabile inquanto lrsquoIntero concreto ndash che allarga il suo contenuto alla totalitagrave spa-ziale sincronica e alla totalitagrave temporale diacronica (pur non necessa-riamente esaurendosi in questa duplice dimensione infatti non egrave detto

289Il concetto dellrsquoIncarnazione

89 Egrave ozioso ricordare che la prima testimonianza filosofica dellrsquoincoercibile divenire si

ha nei laquoframmenti del fiumeraquo di Eraclito laquoAcque sempre diverse scorrono [ἕτερα καὶἕτερα ἐμβαινουσιν] per coloro che si immergono negli stessi fiumiraquo (DK 22 B 12)

laquonello stesso fiume [ποταμῶι hellip τῶι αὐτῶι] non si puograve scendere due volte [οὐκ ἔστινἐμβῆναι δὶς]raquo (DK 22 B 91) laquonegli stessi fiumi [ποταμοῖς τοῖς αὐτοῖς] scendiamo e

non scendiamo [ἐμβαίνομεν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν] siamo e non siamo [εἶμεν τε καὶοὐκ εἶμεν]raquo (DK 22 B 49 a)

90 Lrsquoaporia della totalitagrave che non egrave se stessa a causa del divenire si trova descritta in

E SEVErIno La struttura originaria (1958) nuova edizione ampliata Adelphi Milano

1981 V 26 laquoSi diragrave allora in generale che la totalitagrave del F-immediato diviene e cioegrave

che lrsquoessere che nella F-immediatezza egrave per seacute noto egrave per seacute noto come diveniente

Ma il divenire importa che la totalitagrave del F-immediato lasci che nellrsquoorizzonte da essa

aperto le sopraggiunga una determinazione incrementante lrsquoorizzonte posizionale

Per il sopraggiungere la totalitagrave del F-immediato come totalitagrave svanisce e permane egrave

e non egrave ad un tempo Egrave in quanto ciograve che sopraggiunge egrave esso stesso F-immediato e

come tale rientra nella totalitagrave del F-immediato ndash della quale quindi si dice che egrave un

permanere o un essere ancora Non egrave in quanto ciograve in cui il sopraggiungere rientra

come nella totalitagrave non egrave ciograve rispetto a cui esso egrave appunto un sopraggiungere e che egrave

la totalitagrave stessa del F-immediato che si lascia perciograve accanto un F-immediato che la

eccederaquo

che le determinazioni che risiedono nellrsquoIntero debbano venire amanifestazione nella loro totalitagrave) ndash non puograve apparire nella sua concre-ta essenza nellrsquoambito della finitezza (data la vista infinitagrave dellrsquoanalisidi ciograve che egrave presente e il visto perpetuo sopraggiungere e dileguare dideterminazioni a causa del divenire)

Questa contraddizione insuperabile nellrsquoambito della finitezza puograveessere detta la laquocontraddizione-madreraquo (in quanto sta alla radice essen-ziale di ogni contraddizione essendo la contraddizione lrsquoessere e il nonessere qualcosa da parte dello stesso) e puograve essere presentata come unadisequazione nel senso di uno scarto fra intenzione e realizzazione chiintenda porre un certo ente secondo la sua essenza ha appunto lrsquointen-zione di porlo cosigrave ma poicheacute unrsquoessenza egrave quel che egrave solo allrsquointernodella totalitagrave relazionale che lega tutte le essenze e drsquoaltronde questatotalitagrave relazionale non egrave data neacute puograve esserlo nella finitezza quellrsquointen-zione egrave volta a un fine che non puograve avere realizzazione da qui la laquodise-quazioneraquo prodotta dalla contraddizione-madre91

15

Soprassedendo qui al problema dellrsquoinfinitagrave dellrsquoanalisi sincronicae guardando soltanto alla dimensione problematica del divenire il pro-blema che viene in luce egrave quello dello statuto ontologico del non esse-

290 A Postorino

91 Severino designa ciograve che noi abbiamo chiamato laquocontraddizione-madreraquo col termine

laquocontraddizione Craquo Si veda E SEVErIno La struttura originaria cit VIII 9 laquoDire

ldquonella posizione di S non implicante la posizione di una o piugrave costanti di S S egrave posto

di fatto ma insieme non puograve essere posto come talerdquo significa che ciograve che in questa

posizione di S si intende porre non egrave ciograve che effettivamente o realmente si riesce a

porre La positivitagrave posizionale della contraddizione C non richiede infatti semplice-

mente che allorcheacute la posizione di S non implica la posizione di una o piugrave costanti di

S si realizzi di fatto un orizzonte posizionale qualsiasi bensigrave richiede che questo oriz-

zonte sia posto come S ma poicheacute ndash stante la non posizione di una o piugrave costanti di S

ndash ciograve che con questo orizzonte resta posto non puograve essere S la positivitagrave posizionale

della contraddizione C richiede lrsquointenzione di porre S Se lrsquoorizzonte in questione non

si realizzasse come questa intenzione il suo non riuscire a valere come S non provo-

cherebbe lrsquoautocontraddittorietagrave di tale orizzonte (essendo chiaro che quando si parla

di contraddizione C si parla di unrsquoautocontraddizione)raquo

re ancora e del non essere piugrave se lrsquoessere di certi determinati entisopraggiunge nellrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito ovvero dilegua datale orizzonte il concetto nichilistico di questo processo egrave quello delsopraggiungere come un venire dal nulla e del dileguare come unandare nel nulla Ma questo egrave impossibile per il semplice ma incontro-vertibile motivo che il nulla non puograve avere alcuna realtagrave positiva epertanto non puograve intrattenere alcun rapporto con lrsquoessere

ne consegue che ciograve che sopraggiunge in qualche modo giagrave egraveprima di sopraggiungere nellrsquoorizzonte finito e che ciograve che dilegua inqualche modo continua ad essere dopo lrsquoessere dileguato da tale oriz-zonte Ciograve significa ndash ed egrave questa la vera rivoluzione dellrsquoontologiache siamo chiamati ad amministrare ndash che lrsquoente egrave eterno come taleed egrave con questa veritagrave incontrovertibile che ci se la deve vedere nel-lrsquointera problematica che questo sviluppo della riflessione suscita

rispetto a questa conclusione necessaria egrave ancora possibile unrsquoobie-zione che va attentamente considerata92 Lrsquoobiezione egrave la seguenteammettiamo pure che lrsquoessere debba esistere prima di entrare nellrsquoappari-re e dopo essere uscito dallrsquoapparire ndash il che preserva lrsquoessere dallrsquoimpos-sibile positiva relazione al nulla ndash tuttavia non si puograve negare il venire dalnulla e il tornare nel nulla non dellrsquoessere ma appunto del suo apparireesso infatti evidentemente non esiste prima di realizzarsi come quel-lrsquoapparire dellrsquoessere che egrave neacute esiste dopo la cessazione di questo appari-re dellrsquoessere Il concetto del divenire come venire dal nulla e andare nelnulla quindi cacciato dalla porta rientra dalla finestra93

291Il concetto dellrsquoIncarnazione

92 Se la conclusione prende clamorosamente campo in E SEVErIno Ritornare aParmenide cit lrsquoobiezione si trova in G BontADInI Σώζειν τὰ φαινόμενα in ID

Conversazioni di metafisica (1971) introduzione di A Bausola Vita e Pensiero

Milano 1995 tomo II (cfr quanto detto nella nota 73)93 Cfr G BontADInI Dialogo di metafisica (1969) in Conversazionihellip cit tomo II

laquoIl tentativo esperito da Severino di congelare il divenire mi pare che non riesca Se

anche si ammettesse ndash in omaggio al principio metafisico ndash che quella carta che la

comune degli uomini dice non esistere piugrave in quanto srsquoegrave vista bruciare esiste ancora

ed eternamente fuori dellrsquoesperienza e se perciograve si ammettesse che da questo lato ed

in questo senso lrsquoesperienza non attesta il divenire cioegrave non puograve decretare come pura

La risposta a questa obiezione egrave che essa non egrave che un prolungamen-to dellrsquoastrazione che non vede il necessario preesistere e persistere del-lrsquoessere lrsquoapparire dellrsquoessere egrave infatti esso stesso un essere e tale esse-re come tutto lrsquoessere esiste prima e dopo il suo apparire Vediamo lacosa ordinatamente Crsquoegrave lrsquoessere e crsquoegrave il suo apparire e poicheacute il suoapparire egrave articolato in un divenire lrsquoessere non potendo venire dalnulla e tornarvi preesiste al suo transitorio apparire e persiste ad essoMa lrsquoessere entrando nellrsquoapparire si mostra legato allrsquoessere di questosuo apparire e questo essere non puograve venire dal nulla dunque cosigravecome lrsquoessere preesiste al suo apparire cosigrave anche lrsquoapparire dellrsquoesserepreesiste al suo apparire Lrsquoessere poi uscendo dallrsquoapparire sembrasciogliere il legame con lrsquoessere del suo apparire e tuttavia non egrave possi-bile che lrsquoessere del suo apparire diventi nulla dunque cosigrave come lrsquoes-sere persiste al suo apparire cosigrave anche lrsquoapparire dellrsquoessere persiste alsuo apparire94

292 A Postorino

esperienza che ldquolrsquoessere della carta non egraverdquo egrave perograve ineliminabile quel residuo di dive-

nire contro cui Severino si arrovella col suo ampio argomentare ossia il divenire ndash

epperograve il non-essere ndash dellrsquoapparire della carta (di quella variante che egrave la carta) Se

infatti io posso disgiungere in un senso determinato la carta dal suo apparire ndash in

quanto affermo che esiste anche fuori dellrsquoapparire ndash non posso disgiungere lrsquoapparire

dallrsquoapparire ossia da se stesso affermando che lrsquoapparire (della carta) esiste anche

fuori dellrsquoapparire (cioegrave anche fuori di se stesso)raquo94 Cfr E SEVErIno Poscritto a Ritornare a Parmenide in Essenza del nichilismo cit

laquoLrsquoapparire dellrsquoessere egrave insieme necessariamente lrsquoapparire di se medesimo ossia il

contenuto che appare include necessariamente il suo apparire Questo anche se nella

coscienza (ossia negli atteggiamenti non veritativi dellrsquoapparire) non si egrave consapevoli di

tale essenziale presenza dellrsquoapparire Dunque se quando questa lampada appare

appare necessariamente il suo apparire (ossia il suo essere inclusa nellrsquoorizzonte del-

lrsquoapparire) allora se questa lampada incomincia ad apparire incomincia ad apparire

anche il suo apparire e se questa lampada non appare piugrave non appare piugrave nemmeno il

suo apparire Ciograve importa che il divenire di qualcosa non sia semplicemente il suo pas-

saggio dal non apparire allrsquoapparire del qualcosa ma insieme sia il passaggio dal non

apparire allrsquoapparire dellrsquoapparire del qualcosa Nellrsquoatto stesso in cui qualcosa passa

dal non apparire allrsquoapparire (o dallrsquoapparire allo sparire) in questo stesso atto lrsquoappari-

re del qualcosa passa dal non apparire allrsquoapparire (o dallrsquoapparire allo sparire)raquo

Si deve a questo punto distinguere lrsquoapparire dellrsquoessere nellrsquooriz-zonte della finitezza dallrsquoapparire dellrsquoessere che abbiamo visto sussi-stere necessariamente prima e dopo lrsquoentrata dellrsquoessere in tale oriz-zonte arrivando a concepire un laquoorizzonte dellrsquoapparire finitoraquo che egravequello in cui tutti consapevolmente siamo e un laquoorizzonte dellrsquoappari-re infinitoraquo che da questo egrave implicato e che contiene ogni apparire chesi sia mai prodotto in un indeterminato passato o che mai si produrragravein un indeterminato futuro Lrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito ospita iltransitare dellrsquoente eterno legato al suo eterno apparire in regime diparzialitagrave causata dallrsquoincoercibile divenire lrsquoorizzonte dellrsquoapparireinfinito ospita lrsquoente eterno legato al suo eterno apparire in regime ditotalitagrave riposante nellrsquoassoluta stabilitagrave95

16

In ragione della delineata ontologia acquistano una nuova luce iconcetti anticipatori visti della complicatio della contractio e dellrsquoex-plicatio96 La complicatio infatti come laquoco-implicazioneraquo egrave il correlarsidi tutti gli enti nellrsquoeterna totalitagrave dellrsquoessere immutabilmente compatta-ta in se stessa nellrsquoarticolazione a suo modo sistematica di ogni determi-nazione97 Ma ogni ente egrave questa totalitagrave come totalitagrave formale (cioegrave co -me totalitagrave mancante di una parte piugrave o meno grande del proprio con-tenuto col limite minimo del semplice esser ente) e questa egrave come lacontractio la laquocontrazioneraquo della totalitagrave assoluta in ogni sua singoladeterminazione Quando poi questa laquocontrazioneraquo venga laquoesplicataraquo si

293Il concetto dellrsquoIncarnazione

95 Cfr E SEVErIno Destino della necessitagrave cit XVI III laquoLa totalitagrave degli enti che

appaiono nel cerchio dellrsquoapparire non sono il tutto dellrsquoente ma la parte che del tutto

si mostra in quel cerchio ndash che dunque egrave il cerchio finito dellrsquoapparire del destino il

tutto egrave come apparire del tutto ossia come apparire infinito e quindi si illumina

nascondendosi al destino come apparire finito del tuttoraquo96 Sono i concetti cusaniani a cui si egrave accennato nella nota 2697 Cfr E SEVErIno La struttura originaria cit XIII 25 laquoSigrave che il positivo che si

aggiunge o dilegua egrave giagrave o egrave ancora nel cerchio dellrsquointero immutabile giagrave da sempre

carpito al futuro e per sempre trattenuto nel cerchio dellrsquoessere [hellip] Il cerchio del-

lrsquoimmutabile egrave cosigrave la patria o il grembo dellrsquoessere ivi egrave custodito anche ciograve che nel

mondo non si sottrae alla rapina del nullaraquo

fa chiara la presenza dellrsquoIntero in ogni singolo ente e questa presen-za egrave il primo per quanto elementare fondamento ontologico della dot-trina dellrsquoIncarnazione ndash dottrina che costituisce il Cristianesimo comereligione unica in quanto presenta in seacute il rovescio del panteismo cheegrave lrsquointuizione base della religiositagrave ancestrale98 se ogni cosa egrave in Dioper converso Dio egrave in ogni cosa Questo perograve non nel senso dellrsquoessereDio presente ad ogni cosa distribuendo la sua presenza fra tutte le cose(questo egrave ancora uno degli aspetti del panteismo) ma nel senso deltutto inedito dellrsquoessere tutto in ogni cosa con lrsquoeffetto di divinizzarequesta singola cosa nella quale Dio si egrave laquocontrattoraquo

Si egrave detto sopra che questo primo fondamento ontologico egrave deltutto elementare ed egrave necessario un approfondimento appena maggio-re per evitare una sorta di panteismo di ritorno egrave vero infatti che que-strsquoontologia permette di pensare il rovescio del panteismo come lrsquoes-sere di Dio in ogni singola cosa e cosigrave fondare primariamente la dot-trina dellrsquoIncarnazione ma egrave anche vero che ndash si potrebbe pensare ndashinerendo Dio in ogni singola cosa cosigrave divinizzandola lrsquoeffetto finaleegrave che ogni cosa egrave divinizzata dunque la totalitagrave delle cose egrave il divinocome tale o ndash ancora e come vuole il panteismo ndash Dio non egrave altro chelrsquoinsieme di tutte le cose

Questo ragionamento ha un momento di veritagrave e un momento dieccessiva semplificazione che non consente di misurare la potenzasemantica del concetto dellrsquoIncarnazione facendo dellrsquouomo sempli-cemente una delle infinite cose in ciascuna delle quali Dio si trovacontratto Questa divinizzazione comune a tutte le cose perograve nonsarebbe incarnazione ma piuttosto eternizzazione o piugrave semplice-mente (e anche piugrave propriamente) eternitagrave condivisa Bisogna allora

294 A Postorino

98 Cfr quanto detto in generale nel sect 5 e in particolare nelle sue note 22 e 23 circa la

sostanziale unicitagrave del Cristianesimo fra le religioni al punto che alla fine del prece-

dente sect 4 si anticipava (con un rinvio contenuto nella nota 20) lrsquoessere il

Cristianesimo addirittura un capovolgimento superatore della stessa forma religiosa

(la religione egrave lrsquoandare dellrsquouomo verso Dio umanizzandolo nella mitopoiesi il

Cristianesimo egrave lrsquoandare di Dio verso lrsquouomo divinizzandolo nellrsquoincarnazione fin

nelle sue piugrave profonde e segrete fibre attraversate dal dolore)

vedere qual egrave questo momento di veritagrave e qual egrave invece il momentodellrsquoeccessiva semplificazione

Il momento di veritagrave dellrsquoeternitagrave di tutte le cose per il contrarsi diDio in ciascuna di esse egrave quello che si potrebbe chiamare il momentodel dilagare del sacro in ambito naturale superando i confini dellasacralitagrave primordiale e costituendosi come una vera laquoteofaniaraquo Il Diocristiano si incarna e nellrsquoincarnarsi assume un corpo naturale cosigraveinondando di sacralitagrave lrsquointera natura senza piugrave limiti99

295Il concetto dellrsquoIncarnazione

99 Si possono fare a questo proposito due annotazioni La prima egrave che questo superamen-

to della sacralitagrave primordiale egrave attestato con grande forza simbolica nellrsquoepisodio

evangelico dello squarciarsi del velo del tempio al momento della morte di Gesugrave

essendo questo velo quello che preclude a tutti la vista del Santo dei Santi nel tempio

ebraico Cfr Mt 1533-39 laquoVenuto mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino

alle tre del pomeriggio Alle tre Gesugrave gridograve con voce forte Eloigrave Eloigrave lemagrave sabactagraveni

che significa Dio mio Dio mio percheacute mi hai abbandonato Alcuni dei presenti

udito ciograve dicevano ldquoEcco chiama Eliardquo Uno corse a inzuppare di aceto una spugna

e postala su una canna gli dava da bere dicendo ldquoAspettate vediamo se viene Elia a

toglierlo dalla crocerdquo Ma Gesugrave dando un forte grido spirograve Il velo del tempio si

squarciograve in due dallrsquoalto in basso Allora il centurione che gli stava di fronte vistolo

spirare in quel modo disse ldquoVeramente questrsquouomo era Figlio di Diordquoraquo La seconda

annotazione egrave che quando il radicale aniconismo ebraico (cfr Es 204 e Dt 58

ldquonon ti farai idolo neacute immagine alcuna di quanto egrave lassugrave nel cielo neacute di quanto egrave

quaggiugrave sulla terra neacute di quanto egrave nelle acque sotto la terrardquo) avrebbe preso la forma

politica della lotta iconoclasta (a partire dal decreto di Leone III Isaurico nel 730) la

Chiesa di roma avrebbe reagito negando lrsquoiconoclastia (egrave del 731 la scomunica di

Gregorio III) e difendendo la laquovenerazioneraquo (προσκίνησις) delle immagini distinta

dalla laquoadorazioneraquo (λατρεία) di Dio (IIdeg concilio di nicea papa Adriano I)

Lrsquoargomento giagrave formulato da Giovanni Damasceno piugrave tardi santo e dottore della

Chiesa nel suo trattato in difesa delle immagini muove proprio dallrsquoIncarnazione

quale si trova affermata in Gv 114 laquoE il Verbo si fece carne [Καὶ ὁ Λόγος σὰρξἐγένετο] e venne ad abitare in mezzo a noi [καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν] e noi abbiamo

contemplato la sua gloria [καὶ ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν ἀυτοῦ] [hellip]raquo (cfr quanto detto

alla nota 13) non egrave dunque in alcun modo idolatrico o sacrilego produrre immagini di

Dio poicheacute Dio stesso incarnandosi assume e cosigrave divinizza una forma naturale

Il momento dellrsquoeccessiva semplificazione sta invece in ciograve cheDio non condividendo semplicemente lrsquoeternitagrave con la totalitagrave dellecose ma incarnandosi poi in una di queste cose cioegrave lrsquouomo non silimita a questa condivisione di eternitagrave con le cose divinizzandole inquanto cose ma divinizza la stessa negazione dellrsquoeternitagrave cioegrave ilnascere e il morire delle cose Con lrsquoIncarnazione lrsquouomo egrave raggiuntonel suo sentimento e nella sua coscienza piugrave intimi che vivono lrsquoango-scia della mortalitagrave e non viene semplicemente rassicurato ndash ciograve chepuograve giagrave fare la pura ontologia ndash con la certezza che ogni cosa egrave eternaal di lagrave del suo apparire come sorgente dal nulla e tornante nel nullama gli viene rivelata la propria eternitagrave non al di lagrave del suo appariremortale ma proprio nella realtagrave di questo apparire con tutto il suocarico di angoscia100 Dio che egrave lo stesso Intero eternamente sussi-stente101 rivela con lrsquoIncarnazione di avere in seacute la propria morte e lapropria risurrezione da morte ed egrave in questa assoluta condivisione chelrsquouomo viene divinizzato102

296 A Postorino

100 Egrave il Figlio di Dio cioegrave Dio stesso incarnato a vivere la piugrave lacerante delle esperienze

umane nellrsquoorto del Getsemani laquoIn preda allrsquoangoscia pregava piugrave intensamente e

il suo sudore diventograve come gocce di sangue che cadevano a terraraquo (Lc 2244)101 Egrave il concetto tomistico di Dio come ipsum esse per se subsistens laquoSed contra est

quod dicitur Exodi III ex persona Dei ego sum qui sumraquo (cfr S Th q 2 a 3)102 E siamo ancora al superamento cristiano della stessa forma religiosa (cfr nota 98 e

relativi rinvii) la forma religiosa come tale infatti non supera lrsquoorizzonte del paga-

nesimo la divinizzazione dellrsquouomo qui puograve essere pensata solo come un accogli-

mento dellrsquouomo nella dimensione dellrsquoimmortalitagrave (lrsquouomo va verso Dio) mentre

nel Cristianesimo egrave Dio che fa il suo ingresso nellrsquoorizzonte della mortalitagrave cosigrave divi-

nizzando lrsquouomo non per unilaterale cooptazione a seacute ma per condivisione della sua

sofferenza donandosi a lui e solo cosigrave aprendo la dimensione della cooptazione a seacute

che passa per la libera scelta dellrsquouomo in quanto lrsquouomo creda in questo dono

(Dio va verso lrsquouomo)

v

sguArdo ontologico e sguArdo AnAgogico veritagrave dellrsquoincArnAzione

17

Il portato dellrsquoontologia egrave dunque che Dio ndash nel senso del lrsquoInterodellrsquoEssere ndash egrave formalmente in ogni singolo ente Il portato del la dottrinadellrsquoIncarnazione consegnata alla fede dalla ri ve la zio ne egrave che vi egrave con-cretamente Una considerazione anagogica di questa veritagrave rivelata puogravefar entrare in relazione questi due termini suggerendo retrospettivamen-te allrsquoontologia quali ampliamenti concettuali siano possibili integrandoil pensiero puro con la fede teologale nel quadro anselmiano della ratiofidei e della fides quaerens intellectum (nella veritagrave consegnata alla fedenon puograve non esservi una costitutiva razionalitagrave necessaria che noi nellafinitezza non siamo in grado di cogliere ma che la fede essendo primadi tutto fede nella necessaria sussistenza di questa profonda e nascostarazionalitagrave non puograve non desiderare di arrivare a comprendere entro quellimite della possibilitagrave di comprensione per un intelletto finito che soloDio puograve conoscere ma che noi non dobbiamo stabilire pregiudizialmen-te spinti da un malinteso senso della sacralitagrave)103

297Il concetto dellrsquoIncarnazione

103 Del superamento della sacralitagrave primordiale nella stessa narrazione evangelica si egrave detto

nella prima delle due annotazioni prodotte nella nota 99 Per quanto riguarda invece la

legittima tendenza teologica a superare qualunque limite pregiudiziale da parte dellrsquoin-

telletto credente nella consapevolezza che il vero limite egrave conosciuto solo da Dio men-

tre noi non possiamo che tentare di andare al di lagrave di qualunque limite la cosa migliore

egrave lasciare la parola ad Anselmo laquonon tento o Signore di penetrare la tua profonditagrave

[Non tento domine penetrare altitudinem tuam] poicheacute in nessun modo metto con

essa a confronto il mio intelletto [quia nullatenus comparo illi intellectum meum] ma

desidero intendere in qualche modo la tua veritagrave quella che il mio cuore crede e ama

[sed desidero aliquatenus intelligere veritatem tuam quam credit et amat cor meum]

non cerco infatti di intendere per poter credere [Neque enim quaero intelligere ut cre-dam] ma credo per poter intendere [sed credo ut intelligam] In veritagrave credo in que-

sto ldquose non avrograve creduto non potrograve intendererdquo [Nam et hoc credo quia ldquonisi credide-ro non intelligamrdquo] (Is 79)raquo (AnSELMo DrsquoAoStA Proslogion II 1)

restando al piano scritturistico che ogni cosa sia in Dio essendo Diointuito come la totalitagrave dellrsquoEssere egrave ampiamente attestato104 Ma egrave solida-mente attestata anche quella relazione inversa che a rigore non egrave suggeritadallrsquoontologia classica e che viene raggiunta propriamente so lo da unrsquoon-tologia dellrsquooriginario vale a dire lrsquoessere Dio in ciascuna cosa e segnata-mente in ciascuna coscienza che entri in comunione con lui mediantelrsquoIncarnazione105 Dio ndash dice la Scrittura ndash egrave laquotutto in tuttiraquo ossia egrave pre-sente nella sua essenza completa in ogni uomo ed egrave lo sguardo anagogicoche aperto alla fede del dato rivelato comprende questo dato nel suoavere quale fondamento razionale il portato dello sguardo ontologico

298 A Postorino

104 Cfr Sir 4323-27 laquoCon la sua parola egli ha domato lrsquoabisso e vi ha piantato le

isole I naviganti del mare ne descrivono i pericoli a sentirli con i nostri orecchi ne

restiamo stupiti lagrave ci sono opere singolari e stupende esseri viventi di ogni specie

e mostri marini Per lui il suo messaggero compie un felice cammino e per la sua

parola tutto sta insieme Potremmo dire molte cose e mai finiremmo ma la conclu-

sione del discorso sia ldquoEgli egrave il tuttordquoraquo o ancora At 1726-28 dal discorso di Paolo

allrsquoAreopago laquoEgli creograve da uno solo tutte le nazioni degli uomini percheacute abitassero

su tutta la faccia della terra Per essi ha stabilito lrsquoordine dei tempi e i confini del loro

spazio percheacute cerchino Dio se mai tastando qua e lagrave come ciechi arrivino a trovarlo

bencheacute non sia lontano da ciascuno di noi In lui infatti viviamo ci muoviamo ed esi-

stiamo come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti [hellip]raquo (il riferimento di Paolo

al concetto filosofico di Dio come lrsquoEssere totale egrave qui del tutto esplicito) In Col115-17 questa essenza di totalitagrave onninclusiva egrave attribuita a Cristo Figlio di Dio e

Dio lui stesso laquoEgli egrave immagine del Dio invisibile primogenito di tutta la creazio-

ne percheacute in lui furono create tutte le cose quelle nei cieli e quelle sulla terra

quelle visibili e quelle invisibili [hellip] tutte le cose sono state create per mezzo di

lui e in vista di lui Egli egrave prima di tutte le cose e tutte sussistono in luiraquo105 Si veda 1 Cor 1528 laquoE quando tutto gli saragrave stato sottomesso anchrsquoegli il Figlio

saragrave sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa percheacute Dio sia tutto in tutti

[ἵνα ᾖ ὁ Θεὸς τὰ πάντα ἐν πᾶσιν]raquo o ancora Ef 46 laquoUn solo Dio e Padre di tutti che

egrave al di sopra di tutti [ὁ ἐπὶ πάντων] opera per mezzo di tutti [διὰ πάντων] ed egrave pre-

sente in tutti [ἐν πᾶσιν]raquo o ancora Col 311 laquoQui non vi egrave Greco o Giudeo circonci-

sione o incirconcisione barbaro Scita schiavo libero ma Cristo egrave tutto in tutti [τὰπάντα ἐν πᾶσιν Χριστός]raquo

Viene perograve ora in luce una differenza fra i due sguardi che devecominciare ad essere tematizzata Lo sguardo ontologico garantisceinfatti in forza della necessitagrave che Dio (nel senso dellrsquoIntero del lrsquoEs -sere) sia presente in ogni ente ma in modo solo formale106 non potendolrsquoIntero concreto essere presente nellrsquoorizzonte della finitezza Losguardo anagogico suggerisce invece che Dio sia presente in ogniuomo ma vi sia presente concretamente poicheacute Dio non si distribuiscefra i molti ma egrave tutto in tutti il che vuol dire tutto in ciascuno

Questo ha un duplice significato Significa prima di tutto che lo sguar-do anagogico il quale egrave sempre ontologicamente retrospettivo spinge losguardo ontologico verso sviluppi ulteriori che vadano articolandosi nelrigoroso ambito della necessitagrave e che siano tali da mostrare anche il fon-damento di quella che per ora egrave una eccedenza rispetto al portato dellrsquoon-tologia Ma significa in secondo luogo che in attesa di questi approfondi-menti devrsquoessere la fede nel dato rivelato a coprire lo scarto ma deveesserlo non in modo generico bensigrave in modo esattamente determinato

18

Il problema egrave che il formalismo della presenza dellrsquoIntero in cia-scuno in prima istanza superata dalla fede nellrsquoIncarnazione che miassicura la concretezza di questa presenza assume ora una nuova figu-ra di cui occorre prendere atto

Mosso e suffragato dalla fede io posso infatti assumere la mia coscien-za come lrsquoeterna autocoscienza divina nella quale gli enti eterni entrano edescono dallrsquoapparire Io infatti comprendo questo intero movimento com-prendo il loro necessario sussistere eternamente prima di entrare nellrsquoappa-rire e il loro necessario persistere eternamente dopo essere usciti dallrsquoappa-rire Ma lo scarto tra la mia coscienza quale appare a me stesso e lrsquoautoco-scienza divina che la fede nellrsquoIncarnazione mi assicura essere presente inme sta in ciograve che io non ho coscienza del determinato risiedere degli entinellrsquoIntero mentre lrsquoautocoscienza divina necessariamente ce lrsquoha Io milimito a vedere gli enti mentre appaiono ndash legandoli al loro subentrare e alloro dileguare ndash e solo a sapere la loro eternitagrave prima e dopo questo appa-rire ossia prima del loro essere subentrati e dopo il loro essere dileguati

299Il concetto dellrsquoIncarnazione

106 Cfr quanto detto al sect 14

Ed ecco la nuova figura del formalismo con cui bisogna fare i contiio so ndash percheacute credo ndash che Dio incarnandosi comunica al mio corpo lasua immortalitagrave in qualche modo divinizzandomi Posso anche integrarequesta mia fede col portato dellrsquoontologia che perograve si limita ad assicu-rarmi la presenza solo formale di Dio in me mentre la fede copre poiquesto difetto assicurandomi che si tratta di una presenza concreta Soloche questa presenza concreta si rivela ora per cosigrave dire solo formalmen-te concreta nel senso che io so questa presenza concreta ma non riescoa sentirla poicheacute la mia coscienza strutturata dallrsquoesperienza quotidianami testimonia la mia finitezza e in ragione di questa finitezza la miamortalitagrave la mia coscienza finita mi mostra lrsquoapparire e lo sparire dellecose cioegrave la loro nascita e la loro morte e mi mostra anche che io sonouna di quelle cose che nascono e muoiono107

Questo non mi permette ndash al di lagrave della mia fede nel dogmadellrsquoIncarnazione ndash di superare lrsquoangoscia della mortalitagrave e nel lin-guaggio ordinario ciograve corrisponde per il regolare ricorrere di questasituazione allo stereotipo del dubbio che sempre si accompagna alla

300 A Postorino

107 La questione si trova trattata in E SEVErIno La terra e lrsquoessenza dellrsquouomo in ID

Essenza del nichilismo cit Si veda per esempio di questo scritto il punto IV

laquoPoicheacute lrsquoeternitagrave dellrsquoapparire appartiene alla veritagrave dellrsquoessere non solo noi siamo

eterni ma sappiamo eternamente di essere eterni La storia dellrsquouomo ndash e dunque

anche la storia dellrsquooccidente come storia dellrsquoabbandono della veritagrave dellrsquoessere ndash

puograve svolgersi solo allrsquointerno di questa apparizione immutabile della veritagrave dellrsquoesse-

re [egrave quanto nel testo abbiamo chiamato una presenza solo formalmente concreta

della veritagrave dellrsquoEssere] La stessa distrazione dalla veritagrave [cioegrave lrsquouomo vede se stes-

so come una delle cose che nascono e muoiono cosigrave riducendo la propria essenza

alla transitorietagrave corporea] egrave possibile solo in quanto la veritagrave continua ad apparire

[nel senso che lo spettacolo del nascere e del morire implica lrsquoeternitagrave dello sguardo]

Per gli uomini ldquolrsquooblio degli spettacoli sacri (Fedro 250 a)rdquo egrave un nascondimento

della veritagrave nel senso in cui si puograve dire che il cielo si nasconda al contadino che

segue il volo degli uccelli o delle stelle cadenti il cielo della veritagrave appare eterna-

mente ma le cose che lo attraversano richiamano su di seacute lrsquoattenzione e divengono

ciograve che conta Allora il linguaggio non ha parole per ciograve che conta e la vita si svolge

come se la veritagrave fosse tramontata e dinanzi restassero soltanto le coseraquo

fede108 rispetto a questo non ci sono rimedi filosofici neacute teologici inquanto la teologia per quanto fondata su un momento di fede si propongaancora come un sapere filosoficamente strutturato La filosofia come si egravevisto mi rassicura mostrandomi la necessaria presenza formale dellrsquoInteroin me e la teologia integra questa rassicurazione dicendomi che in veritagraveseguendo il suggerimento della rivelazione questo Intero ha in me unapresenza non semplicemente formale bensigrave concreta Ma si egrave altrettantovisto lrsquoesperienza ordinaria fa sorgere alla coscienza il formalismo di que-sta concretezza e il problema dellrsquoangoscia non egrave risolto La fede in que-sta complessa situazione deve giocare in un modo che ecceda la parte cheessa ha allrsquointerno della scienza teologica bencheacute non ecceda la teologiacome tale Egrave da vedere come questo plesso sia costituito

19

Ciograve che ancora manca egrave un portato dellrsquoIncarnazione che come si egravedetto renda la fede operante non solo nella direzione del sapere ma inquella del sentire la teologia dunque non solo come scienza macome sentimento ndash restando ben chiaro che le due cose non si oppon-gono come se si trattasse di dimensioni diverse e indipendenti non sitratta cioegrave ndash come la difficoltagrave oggettiva della situazione puograve portare apensare ndash di rilevare unrsquoinsufficienza della teologia in quanto scienzaaprendo il luogo del sentimento come una sorta di polmone compensa-tivo e integrativo la teologia egrave e resta scienza e questo suo esserescienza egrave una dimensione totalizzante ma proprio in quanto totaliz-

301Il concetto dellrsquoIncarnazione

108 Gabriel Vahanian uno dei laquoteologi della morte di Dioraquo (si trova trattato nella citata

dissertazione di dottorato dello scrivente Parte I Cap I sect 4) oppone addirittura la

religione alla fede facendo della prima una sorta di fuga dai terrori dellrsquoesistenza che

impegna lrsquouomo in pratiche rituali tranquillizzanti mentre la vera dimensione della

fede resta costitutivamente legata alla dimensione del dubbio Cfr G VAhAnIAn TheDeath of God The Culture of Our Post-Christian Era G Braziller new York 1961

trad it di G Sardelli La morte di Dio Ubaldini roma 1966 p 32 laquoIn ultima anali-

si la religiositagrave egrave unrsquoespressione di solitudine sublimata e per questa ragione egrave spes-

so collettivistica nelle sue manifestazioni Egrave anche sintomo di un dubbio represso di

una subconscia mancanza di fede risultante dalla incapacitagrave di ammettere che la fede

in Dio ha il dubbio come suo corollarioraquo

zante la scienza teologica deve essa stessa comunicare il sentimentodella propria veritagrave cioegrave il sentimento conseguente quella veritagrave ilquale non puograve essere prodotto che da essa

Dio ndash questo io assumo per fede e fondo ontologicamente ndash siincarna in me divinizzando ogni particolare della mia vita quotidianacosigrave che io sento in questa vita la sua presenza assolutamente concretatuttavia non vedo e non conosco lrsquointero contenuto di questa presenzaconcreta dunque questa presenza torna a farsi soltanto formale Dioinfatti egrave lrsquoEssere stesso ma di lui nel cerchio della finitezza che costi-tuisce il mio confine insuperabile vedo e conosco soltanto una parteminima e allrsquointerno di questa parte minima che conosco io sono unadelle cose che nascono e muoiono109 Posso allora persuadermi che visia uno scarto insuperabile tra una veritagrave saputa attraverso un atto difede pur suffragato dalla necessitagrave ontologica e una veritagrave vissuta inquella modalitagrave pregnante che richiama la pienezza della beatitudine

Ed ecco lrsquoeccedenza comprensiva dello sguardo anagogico rispettoallo sguardo ontologico nel teorizzare quello scarto insuperabile traveritagrave saputa e veritagrave vissuta io pongo come soggetto lrsquouomo e inquesta assunzione lo scarto egrave del tutto attestabile Solo che questosoggetto cosigrave posto ndash il quale (fa parte dellrsquoassunzione) ha il suo sape-re strutturato non solo dalla filosofia ma anche dalla teologia (ontolo-gicamente strutturata) che suggerisce lrsquoIncarnazione ndash egrave lrsquouomo che inveritagrave precede lrsquoIncarnazione ossia che ne conosce la dottrina senzaviverla e questo non viverla dimostra che lrsquoIncarnazione in lui non siegrave realizzata anche se puograve realizzarsi

Il portato dello sguardo anagogico egrave allora quello di portare lrsquoatten-zione sul fatto scritturisticamente attestato che quello scarto egrave statosuperato da un uomo ndash per cui non egrave come si presumeva insuperabile(egrave questo il portato ontologico dellrsquoanagogia) ndash e questrsquouomo nonsolo sapeva ma viveva la divinizzazione portatrice di vita eterna poicheacute in lui lrsquoIncarnazione si era realizzata questrsquouomo era il Figliodi Dio incarnato Gesugrave il Cristo e solo attraverso il laquopensiero di

302 A Postorino

109 Cfr quanto detto nel precedente sect 18

Cristoraquo110 ndash che puograve comunicarsi a noi solo per partecipazione dellamutua inabitazione trinitaria111 ndash il nostro sapere lrsquoIncarnazione diven-ta un vivere lrsquoIncarnazione e la scienza di Dio puograve farsi sentimentodella veritagrave che in quella scienza viene presentata

20

Crsquoegrave qui qualcosa da aggiungere conclusivamente Se lrsquouomo egrave ingrado di vivere la veritagrave rivelata dal dogma dellrsquoIncarnazione non limitan-dosi a saperla e questo puograve avvenire solo per partecipazione della mutuainabitazione trinitaria ciograve significa che si tratta di un dono di grazia il cuiaccoglimento resta libero giocando qui la libertagrave in modo ambiguo e pos-sibilmente autodistruttivo nel senso che lrsquouomo puograve intuire come libertagraveproprio il respingimento di quella veritagrave che lo fa eterno112

Entrando in campo tale fraintendimento del concetto della libertagraveentra per ciograve stesso in campo la figura che si fa determinante per spinge-re verso il fraintendimento e cioegrave ndash senza che questo voglia evocare

303Il concetto dellrsquoIncarnazione

110 Cfr 1 Cor 216 laquoora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo ma lo Spirito

di Dio per conoscere ciograve che Dio ci ha donato Di queste cose noi parliamo con paro-

le non suggerite dalla sapienza umana bensigrave insegnate dallo Spirito esprimendo cose

spirituali in termini spirituali Ma lrsquouomo lasciato alle sue forze non comprende le

cose dello Spirito di Dio esse sono follia per lui e non egrave capace di intenderle percheacute

di esse si puograve giudicare per mezzo dello Spirito Lrsquouomo mosso dallo Spirito invece

giudica ogni cosa senza poter essere giudicato da nessuno Infatti chi ha mai cono-sciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare [Is 4013 Rm 1134]

ora noi abbiamo il pensiero di Cristo [ἡμεῖς δὲ νοῦν Χριστοῦ ἔχομεν]raquo111 Cfr quanto detto nel sect 7112 Di questa ambivalenza crsquoegrave una traccia precisa sul piano scritturistico Si dice in

Gv 831-32 laquoSe rimanete fedeli alla mia parola [ἐν τῷ λόγῳ τῷ ἐμῷ] sarete davvero

miei discepoli conoscerete la veritagrave [γνώσεσθε τὴν ἀλήθειαν] e la veritagrave vi faragrave libe-

ri [ἡ ἀλήθεια ἐλευθερώσει ὑμᾶς]raquo Questa veritagrave che fa liberi perograve puograve essere respin-

ta come si dice in Gv 318-19 laquoChi crede in lui non egrave condannato ma chi non crede

egrave giagrave stato condannato percheacute non ha creduto nel nome dellrsquounigenito Figlio di Dio

E il giudizio egrave questo [αὕτη δέ ἐστιν ἡ κρίσις] la luce egrave venuta nel mondo [τὸ φῶς

ἐλήλυθεν ἐις τὸν κόσμον] ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce

[ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς]raquo

odore di zolfo piedi di capra e tre narici ndash la figura teologicamentecomplessa ma potentemente fondata del ldquodiavolordquo la quale ndash liberata daderive occultistiche e riportata al concetto della soggettivitagrave distruttiva eautodistruttiva ndash ha piugrave importanza di quel che si potrebbe razionalisti-camente credere circa la fede nel dogma salvifico dellrsquoIn car na zio ne

Leggiamo nel Vangelo di Giovanni113 che chi non riesce ad ascolta-re la parola di Gesugrave laquoha per padre il diavoloraquo essendo il diavolo laquomen-zognero e padre di menzognaraquo Egli laquoquando dice il falso dice ciograve che egravesuoraquo ndash e lrsquoespressione adoperata per laquociograve che egrave suoraquo egrave ἐκ τῶν ἰδίωνessendo ἴδιος il laquoproprioraquo di un certo ente ciograve che appartiene laquopropria-menteraquo a lui Il falso appartiene propriamente al diavolo poicheacute in luilaquonon crsquoegrave veritagraveraquo (οὐκ ἔστιν ἀλήθεια ἐν αὐτῷ) egli laquonon stava saldo nellaveritagraveraquo (ἐν τῇ ἀληθείᾳ οὐκ ἔστηκεν) ossia non vi sta originariamentespacciando per vero ciograve che egrave falso e per falso ciograve che egrave vero

ora egrave proprio il diavolo che ribellandosi alla veritagrave114 suggerisceche proprio in questa ribellione consiste la libertagrave (mentre la veralibertagrave egrave quella che viene dalla veritagrave Gv 831-32) Ma cosigrave facendo egravelaquomenzognero e padre di menzognaraquo percheacute la ribellione allrsquoordinedellrsquoessere ndash essendo questo ordine appunto la veritagrave ndash egrave un mettere

304 A Postorino

113 Cfr Gv 843-45 laquoPer quale motivo non comprendete il mio linguaggio Percheacute non

potete dare ascolto alla mia parola Voi avete per padre il diavolo [ὑμεῖς ἐκ τοῦπατρὸς τοῦ διαβόλου ἐστὲ] e volete compiere i desideri del padre vostro Egli era

omicida fin dal principio [ἀνθρωποκτόνος ἦν ἀπ᾽ἀρχς] e non stava saldo nella veritagrave

[ἐν τῇ ἀληθείᾳ οὐκ ἔστηκεν] percheacute in lui non crsquoegrave veritagrave [οὐκ ἔστιν ἀλήθεια ἐναὐτῷ] Quando dice il falso dice ciograve che egrave suo [ὅταν λαλῇ τὸ ψεῦδος ἐκ τῶν ἰδίωνλαλεῖ] percheacute egrave menzognero e padre della menzogna [ὅτι ψεύστης ἐστὶν καὶ ὁ πατὴραὐτοῦ] A me invece voi non credete percheacute dico la veritagraveraquo

114 Il diavolo come laquoangelo cadutoraquo in quanto laquoribelleraquo allrsquoordine divino egrave Lucifero

laquoportatore di luceraquo (da Is 1413 laquoCome mai sei caduto dal cielo astro del mattino

figlio dellrsquoaurora Come mai sei stato gettato a terra signore dei popoliraquo) ha

comprensibilmente goduto di fascino per la cultura romantica e poi tardo-ottocente-

sca improntata alla liberazione dallrsquooscuritagrave dei dogmi in omaggio alle laquomagnifiche

sorti e progressiveraquo promesse dalla scienza sulle quali il genio poetico di Leopardi

giagrave molto tempo prima ironizzava amaramente

chi soggiace alla tentazione ndash e non puograve non appartenere allrsquoordinedellrsquoessere ndash contro se stesso suggerendogli come la cosa migliore perlui quella che egrave in veritagrave la peggiore il vero contenuto della tentazioneegrave lrsquoautoannientamento e in questo senso il diavolo come laquoanticristoraquo(1 Gv 43) egrave altresigrave anti-Dio Dio egrave laquoIo-Sonoraquo (Es 314) mentre laspinta ingannatrice del diavolo egrave al proprio laquoIo-non-sonoraquo115 La mali-gnitagrave del diavolo sta poi nel fatto riconosciuto dallrsquointera tradizioneetica fondata sulla metafisica che allrsquoessere corrisponde il bene e chenon crsquoegrave altro male che il non essere116

Ed ecco che il diavolo egrave laquoomicida fin dal principioraquo uccidendolrsquouomo nuovo col fargli perdere la prospettiva della vita eterna laquale ndash ed ecco il punto ndash si apre in connessione con la fede nel lrsquoIn -car nazione117 Egrave questa fede che unisce i discepoli di Cristo nellacomunitagrave ecclesiale dei redenti abitatori della Chiesa nello laquostatusviaeraquo e in cammino verso la Chiesa celeste ed egrave il diavolo con la sua

305Il concetto dellrsquoIncarnazione

115 Si puograve ricordare a questo proposito il passo di Paolo appartenente al cosiddetto Inno

alla caritagrave dove si fa equivalere la mancanza di caritagrave cioegrave di amore divino al nonessere nulla Cfr 1 Cor 131-2 laquoSe anche parlassi le lingue degli uomini e degli

angeli ma non avessi la caritagrave sono come un bronzo che risuona o un cembalo che

tintinna E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scien-

za e possedessi la pienezza della fede cosigrave da trasportare le montagne ma non avessi

la caritagrave non sono nulla [οὐδέν εἰμι]raquo Considerando il nome di Dio di Es 314

laquoIo sono colui che sonoraquo ehjegraveh asher ehjegraveh che diventa in greco Ἐγὼ εἰμι ὁ ὤν

laquoIo sono lrsquoEssenteraquo lrsquoimplicito del testo paolino sembra indiscutibile116 Scrive santrsquoAgostino laquoE il male di cui cercavo lrsquoorigine non egrave una sostanza percheacute

se fosse una sostanza sarebbe un bene E invero o sarebbe una sostanza incorruttibile

e perciograve senzrsquoaltro un bene grande o una sostanza corruttibile cheacute altrimenti non

potrebbe andar soggetta a corruzione Perciograve vidi chiaramente come tu facesti buone

tutte le coseraquo (Confessioni VIII 12)117 Cfr 1 Gv 42-3 laquoIn questo potete riconoscere lo Spirito di Dio [τὸ πνεῦμα τοῦ

Θεοῦ] ogni spirito che riconosce Gesugrave Cristo venuto nella carne [πᾶν πνεῦμα ὃὁμολογεῖ Ἰησοῦν Χριστὸν ἐν σαρκὶ] egrave da Dio ogni spirito che non riconosce Gesugrave

non egrave da Dio Questo egrave lo spirito dellrsquoanticristo [τοῦ ἀντιχρίστου] che come avete

udito viene anzi egrave giagrave nel mondo [νῦν ἐν τῷ κόσμῳ ἐστὶν]raquo

azione tentatrice ad allontanare da questa fede cosigrave confermando ilproprio nome sul piano etimologico essendo quella fede ciograve che laquouni-sceraquo ed essendo lui il laquodivisoreraquo118

Concludiamo osservando ndash a conforto della sperabile attendibilitagravedellrsquointero itinerario da noi percorso ndash che il Magistero della Chiesapone la fede nellrsquoIncarnazione come legata a doppio filo con la fedecristiana in quanto tale119

306 A Postorino

118 La parola laquodiavoloraquo egrave da δίαβολος ed egrave lrsquoopposto di σύμβολον laquosimboloraquo

la prima egrave da δια-βάλλω laquoopporreraquo laquomettere in contrastoraquo la seconda egrave da

συμ-βάλλω laquounireraquo laquomettere in relazioneraquo non egrave senza importanza che il laquosimboloraquo

nella comunitagrave cristiana primitiva egrave la formula adottata riguardo a una certa veritagrave di

fede che permette agli adepti di riconoscersi anche incontrandosi al di fuori dei luo-

ghi consueti Dunque il laquosimboloraquo unisce il laquodiavoloraquo come si egrave detto divide119 Cfr CCC n 463 laquoLa fede nella reale Incarnazione del Figlio di Dio egrave il segno

distintivo della fede cristianaraquo a sostegno di ciograve sono indicati i passi di 1 Gv 42 ndash

da noi citato alla nota 116 ndash e 1 Tm 316 laquoEgli si manifestograve nella carneraquo

Dalla kenosi intraDivina allrsquoabbraccio

Del lrsquoin ferno Unrsquoanalisi teologica

Dellrsquoescatologia balthasariana

EmmanuElE Rotundo

Editorrsquos note Is hell empty This question which for a long time has

resonated as unacceptable for the Catholic Church (since Jesus Christ

seems to have said exactly the opposite) and which in its various for-

mulations throughout the history of theology has always been clearly

identified as a heretical deviation from sound doctrine has for some

time now returned to make itself heard particularly not by a heretic

but by a highly appreciated theologian a cardinal of the Catholic

Church universally known for his valuable contributions to the deve-

lopment of Christian thought Hans Urs von Balthasar (1905-1988)

Actually Balthasar always denied that this concise formulation of the

question could be considered a correct expression of his thought on

hell What the Swiss Cardinal argued on several occasions was the

ldquohoperdquo that hell may be empty more precisely the ldquodutyrdquo to extend

the warmth of hope to ldquoeveryonerdquo even to those who with good

reason should inhabit the darkest and lowest place of the eternal

privation of God

Emmanuele Rotundo who teaches theology at the Pontifical

Gregorian University in Rome has adequately demonstrated in the

present article the unsustainability of von Balthasarrsquos speculation on

hell the theological structure of which has no real foundation on the

faith originated from the word of God written and transmitted and

presents significant critical points for this reason the magisterium of

the Church posterior to Balthasarrsquos propositions has not been able to

accept in its teaching the doctrines underlying the affirmation of a

hope of unconditional salvation for all For our part we limit

ourselves to a simple observation of common sense eschatological

hope is usually understood as facing the future What is the point of

ldquohopingrdquo that hell is empty ndash when it is a matter of a condition presently

existing at least from the temporal point of view of human creatures

and set once and for all

307SD 651 (2020) pp 307-396

IntRoduzIonE

Il primo versetto del capitolo 11 della lettera agli Ebrei riferisce diuna speranza che riceve il suo fondamento dalla fede laquola fede egrave fon-damento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedo-noraquo (Eb 111) la ldquofederdquo egrave dunque ciograve che dagrave sostanza (hypostasis)alla nostra speranza1 ciograve su cui essa si radica e da cui trae la proprialinfa vitale non si parla chiaramente di una fede qualsiasi ma dellafede che sempre ci ricorda la lettera agli Ebrei trova la sua origine ilsuo principio e il suo compimento in Cristo (Eb 122) e che direbbePaolo si riversa nei cuori degli uomini (cfr Rm 1010) plasmandonegli spiriti se questi accolgono la parola di veritagrave infatti laquola fedeviene dallrsquoascolto e lrsquoascolto riguarda la parola di Cristoraquo (Rm 1017)

Dunque dallrsquoadesione alla parola di Cristo nasce in noi la fede eper essa e su di essa si erige la professione della speranza di ottenerequanto da lui promesso (Eb 611 1023) ancora nella lettera aiRomani san Paolo auspicava laquoIl Dio della speranza vi riempia nelcredere di ogni gioia e pace percheacute abbondiate nella speranza per lavirtugrave dello Spirito Santoraquo (Rm 1513) Dunque la speranza viva cioegravequella che egrave provocata e sostenuta dallo Spirito egrave detta abbondare perla fede per la fede in quanto ricevuta per ldquoistruzionerdquo dalla testimo-nianza di Dio contenuta nelle Scritture (Rm 154)

Da ciograve se ne ricava che se qualcuno dovesse domandare ldquola ragionedella speranza che egrave in noirdquo (1 Pt 315) la nostra risposta non potrebbetrovare i propri principi se non nella fede fondata sullrsquoultima ed escatologica parola di Dio (Eb 12) cioegrave nella parola di Cristo gesugravela speranza vera la speranza che non delude (Rm 55) infatti egrave soloquella che trae le sue ragioni e affonda le sue certezze nella parola diCristo nella sua veritagrave in lui e dunque in quanto lui ha detto e pro-messo Ogni altra promessa ogni altra ldquorivelazionerdquo comunicherebbeuna speranza falsa che delude illusoria e ingannevole una speranza

308 E Rotundo

1 Si veda P Orsquo Callaghan Cristo Speranza per lrsquoumanitagrave Un trattato di Esca to lo gia

cristiana Roma 2012 21-59

309Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

che coinciderebbe pienamente con quella di cui parlava nietzsche laquoil peggiore dei mali percheacute prolunga le sofferenze dellrsquouomoraquo2

Oggigiorno si assiste al nascere di innumerevoli forme di speranzecosigrave diverse tra loro quanto diversi sono tra loro gli oggetti del propriosperare3 la speranza cristiana perograve egrave unica percheacute unica egrave la sua ori-gine e il suo fine unico il suo fondamento e unico perciograve il suooggetto Cristo nostra speranza4 lrsquoeschaton del mistero divino nasco-sto da secoli e il fine del progetto originario di Dio egrave essenzialmente lostesso contenuto della nostra speranza Cristo risorto e glorioso in noiprincipio e fonte della nostra gloria in Lui (Col 128)

tuttavia avverte Paolo lrsquoapprodo della navicella della nostra spe-ranza al suo felice porto rimane condizionato dallrsquointensitagrave con laquale noi riusciremo a tenerci fermamente fondati nella fede al van-gelo ascoltato

22ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo dicarne per presentarvi santi immacolati e irreprensibili al suocospetto 23purcheacute restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasci-ate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che aveteascoltato (Col 122-23)

negli ultimi tempi la speranza cristiana egrave stata oggetto di un forteinteresse5 In particolare essa egrave tornata al centro della riflessione cat-tolica soprattutto a seguito di una serie di opere teologiche pubblicate

2 F nIEtzSChE Umano troppo umano Milano 2016 723 Sulle diverse forme ldquoimmanentirdquo di speranze cfr S h WEbb laquoEschatology and

Politicsraquo in The Oxford Handbook of Eschatology J l WallS ed Oxford 2008500-517

4 Cristo egrave in definitiva lrsquoEschaton dellrsquouomo Per un excursus sintetico sul rinnova-mento dellrsquoescatologia cfr g COlzanI laquoEscatologia e teologia della storiaraquo in gCanObbIO ndash P CODa edd La teologia del XX secolo Un bilancio II Prospettive

sistematiche Roma 2003 483-560 5 In modo particolare dopo lrsquoimpulso dato da J Moltmann con la pubblicazione nel

1970 della sua Teologia della speranza

da uno degli autori piugrave riconosciuti e influenti degli ultimi tempi h u von balthasar6 lrsquoautore attraverso la pubblicazione di alcuniopuscoletti (nel 1981 ldquoChe cosa possiamo sperarerdquo nel 1986ldquoSperare per tuttirdquo e nel 1988 ldquoBreve discorso sullrsquoinfernordquo) si resepropugnatore di una speranza universale sostenendo la possibilitagraveanzi il ldquodovererdquo di estendere il calore della speranza verso ldquotuttirdquoanche verso coloro che a titolo di diritto dovrebbero abitare il luogopiugrave oscuro e infimo della privazione eterna di Dio

Provando a sintetizzare al massimo il discorso del teologo svizzeroazzardando una banalizzazione del suo pensiero si potrebbe dire cheegli ritiene che poicheacute non egrave concesso ldquosapererdquo se vi sia qualcunodannato allrsquoinferno a noi rimane solamente il dovere7 di sperare pertutti Ciograve in base alla consapevolezza che lrsquoattributo divino dellamisericordia non puograve essere inteso ldquofinitordquo cioegrave soggetto ad un limitesuperato il quale rimarrebbe solo lrsquoaltro attributo della giustizia chepunisce la colpa (inferno)

Ora poicheacute non egrave davvero ammissibile attribuire una tale finitezzaalle proprietagrave divine ecco sorgere la questione se si possa comecristiani stando sotto il giudizio sperare per tutti gli uomini Io hoosato affermarlo e perciograve sono stato bruscamente richiamato allrsquoor-dine dal redattore8

verso la fine degli anni ottanta le posizioni balthasariane ebberopian piano unrsquoeco sempre maggiore la diffusione del suo pensiero futalmente vasto che in ambito teologico andavano emergendo ancherumorose proteste contro quella che sembrava essere unrsquoespressionesintetica della sua teologia lrsquoinferno egrave vuoto le parole stesse del teo-

310 E Rotundo

6 Sulla sua persona ed opera cfr E guERRIERO Hans Urs von Balthasar Cinisellobalsamo (Milano) 1991 K lEhMann ndash W KaSPER edd Hans Urs von Balthasar

Figura e Opera Casale Monferrato (al) 19917 Cfr h u vOn balthaSaR Breve discorso sullrsquoinferno brescia 1988 7 Da ora in

poi bDI8 h u vOn balthaSaR Sperare per tutti Milano 1989 13 Da ora in poi SPt

311Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

logo svizzero mettono a fuoco il punto in questione e lrsquoaccusa mossa-gli da piugrave parti

In una conferenza stampa tenuta a Roma tempestato di domandesulla questione dellrsquoinferno avevo manifestato il mio parere il cheha portato a fin troppo grossolane deformazioni sui giornali (lrsquoin-ferno egrave vuoto) per cui feci pubblicare su ldquoil Sabatordquo quella ldquopicco-la catechesi sullrsquoinfernordquo che fu riportata (a mia insaputa)dallrsquoldquoOsservatore Romanordquo e che suscitograve il disappunto della stam-pa di destra9

gli oppositori gli rimproveravano ldquoSe avessimo la certezza di rag-giungere comunque il fine ultimo allora verrebbe a cadere un motivoquanto mai essenziale per la conversione e per la decisione cristianardquo10von balthasar da parte sua precisava laquoIo non ho mai parlato di cer-tezza bensigrave di speranzaraquo11 Questrsquoultima precisazione dovrebbe forni-re a noi la possibilitagrave di formulare unrsquoespressione sintetica del pensie-ro proposto da balthasar che dovrebbe suonare piugrave o meno cosigrave dob-biamo avere la speranza per noi e per tutti che a prescindere dalbene e dal male dalla fede o dalla non fede raggiungeremo comun-que il fine ultimo

Certo si tratta non di un sapere ma di uno sperare direbbebalthasar e tuttavia una riformulazione del genere della speranza cri-stiana ha ovviamente come conseguenza la reimpostazione della tota-litagrave della dimensione spirituale ed esistenziale dellrsquouomo

Ora piugrave sopra si aveva avuto modo di sottolineare come la speranzanel nt sia detta avere consistenza sostanza e fondamento solo suquella fede che trova origine dalla parola di Cristo e che da essa trae leproprie coordinate Dunque il percorso che si dovragrave necessariamentecompiere per comprendere se la speranza proposta dal teologo sia unasperanza vera e che non delude egrave quello di verificare se il suo fonda-

9 SPt 1410 Cfr SPt 1411 SPt 14

312 E Rotundo

mento sia quella fede che ha origine dalla parola di Cristo In altreparole per verificare se la speranza proposta dallrsquoautore sia una spe-ranza che non inganna basteragrave semplicemente sovrapporre la parola diCristo e la parola di von balthasar e assicurarsi che esse combacino inmaniera tale da non potersi realmente distinguere e dichiarare cosigraveche la speranza fondata sul verbo di von balthasar egrave la stessa e identi-ca speranza fondata sul verbo di Dio

Per intraprendere questo percorso saragrave necessario rintracciare e sin-tetizzare le riflessioni teologiche dellrsquoautore svizzero evitando ilrischio di limitarsi ai piccoli pamphlet in cui egli auspica solamenteuna speranza per tutti ma senza esplicitare il fondamento teologico sucui essa si ergerebbe lo stesso teologo drsquoaltra parte era consapevoledel fatto che i suoi oppositori non conoscevano la sua ldquoteologiardquo eaccennava alle sue opere maggiori come i testi da cui trarre le intimeragioni del ldquosuordquo sperare

lo stupore manifestato dai due fogli dimostra che non hanno maipreso conoscenza delle mie opere maggiori nelle quali da un belpezzo si sarebbe potuta trovare abbondante legna per il mio rogo12

Saragrave proprio a partire dalle sue opere piugrave importanti che si dovragraverintracciare il fondamento teologico della speranza di una salvezzaincondizionata certi che nel caso in cui tale speranza trovasse condi-zione ldquoteologicardquo di possibilitagrave lrsquointera esistenza cristiana esistenzadi fede e di morale ne risulterebbe profondamente e intimamente con-dizionata aveva ragione infatti a tal proposito Moltmann a sottoli-neare che

il cristianesimo egrave escatologia dal principio alla fine e non soltantoin appendice egrave speranza egrave orientamento e movimento in avanti eperciograve egrave anche rivoluzionamento e trasformazione del presente13

12 SPt 14 nota 513 J MOltMann Teologia della speranza ricerca sui fondamenti e sulle implicazioni

di una escatologia cristiana brescia 2000 10

Prima di intraprendere il faticoso percorso allrsquointerno del vorticosopensiero del teologo occorre ammettere che nella coscienza di moltianzi moltissimi cristiani la speranza cosigrave come egrave interpretata e mediatada balthasar assume quasi le connotate di una salda certezza Drsquoaltraparte se la speranza cristiana egrave quella che non delude e non inganna e sequella di balthasar pretende di essere una speranza fondata sulla parolarivelata allora il passo dalla speranza alla certezza egrave davvero breve sitratterebbe infatti di una ldquosperanzardquo della certezza del raggiungimentoincondizionato del fine ultimo Per avere unrsquoidea dellrsquoimpressionanteinfluenza che le ipotesi balthasariane ebbero nel panorama teologico-culturale basti considerare che a piugrave di trentrsquoanni dalla comparsa delleprime edizioni gli opuscoli piugrave significativi sulla speranza balthasarianasono stati recentemente ripubblicati (2017) E per comprendere lrsquoincon-trastata inesorabilitagrave con la quale si andograve diffondendo la speranzosa cer-tezza che lrsquoinferno sia privo di qualsiasi ospite basti considerare cheancora qualche tempo fa (17 agosto 2017) sul quotidiano ldquoavvenirerdquoquotidiano drsquoispirazione cattolica vicino alla Conferenza episcopale ita-liana apparve un articoletto firmato da Roberto Rigoletto in cui si cele-brava una datata rivisitazione dei Novissimi da parte J Maritain Il filo-sofo nel 1939 profetizzava uno svuotamento dellrsquoinferno e persino unaconversione di lucifero siccheacute lrsquoescatologia cristiana potesse conside-rarsi compiuta a dire del filosofo in una sorta di ldquoosanna dellrsquoinfernodivinordquo lo stesso articolista alla fine del suo scritto annotava comefosse un dato certo che tali tesi negli anni Ottanta vennero fatte propriedal famoso von balthasar laquoallorcheacute ndash conclude Rigoletto ndash espresse lasperanza che lrsquoinferno potesse essere vuotoraquo14

In conclusione occorre verificare il fondamento della speranza predi-cata ed auspicata da von balthasar la domanda da porre egrave si tratta di unasperanza ldquoplausibilerdquo in quanto fondata sullrsquounico fondamento che egrave laparola di Cristo Per dare una risposta a tale domanda occorreragrave rintrac-ciare lo sviluppo del suo pensiero lungo le sue opere piugrave importanti

313Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

14 lrsquoarticolo egrave attualmente rinvenibile sul sito del giornale ldquoavvenirerdquohttpswwwavvenireitrubrichepaginein-paradiso-con-i-nostri-corpi-giovanili-e-senza-animali

1 dalla spERanza alla kenosi IntRadIvIna

Siamo partiti dalla postulazione di una ldquosperanza - di salvezza - pertuttirdquo tale speranza si poggerebbe su una misericordia non ldquolimitatardquoe dunque ldquonon-condizionatardquo da alcun possibile limite esistente fuoridi Dio che ad essa possa opporsi Dunque per essere ldquogrossolanirdquo(aggettivo che lrsquoautore rivolgeragrave a quanti sintetizzeranno la sua esca-tologia con la proposizione ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo) pare si parli di unasperanza che nellrsquoinferno non vi si trovi alcuna ldquopersonardquo creata Oraa nostro modesto modo di vedere balthasar parte da questa visione dildquosperanzardquo e attorno ad essa comincia ad erigere una fortezza specula-tiva che avragrave il compito di garantirla e proteggerla lo scheletro strut-turale di tale fortezza appare avente una forma a spirale le curvedella spirale corrispondono ad una serie di condizioni di possibilitagravepensate e costruite dallrsquoautore a sostegno di quello che deve esserelrsquoesito finale del corposo sforzo architettonico e che appunto corri-sponde proprio alla possibilitagrave dellrsquoaffermazione di piugrave che una spe-ranza per una salvezza assoluta e incondizionata

Ora quando si costruisce una struttura occorre innanzitutto che sipongano le basi nel fondo della terra per poi su di essa di volta in voltacontinuare a costruire fin quando non si arrivi al punto piugrave alto e piugrave vici-no al cielo nella costruzione della sua struttura speculativa von balthasarinvece procede al contrario Egli costruisce le basi cioegrave le condizioniapriori di possibilitagrave del suo discorso partendo dallrsquoalto dei cieli dallastessa trinitagrave immanente e da essa procede per una serie di riflessioni cheinteressano il mistero cristiano in tutta la sua complessitagrave generando pianpiano delle spirali che si susseguono e che hanno lo scopo di condurre confluida consequenzialitagrave al fine della costruzione che ha il suo luogo nelfondo al di sotto nella parte piugrave bassa e oscura negli infera lrsquoobiettivo egravequello di poter sostenere garantito dalla protezione dellrsquoinespugnabilebastione lrsquoimpossibilitagrave di una ldquotragediardquo nel progetto di Dio e dunqueuna salvezza incondizionata il trionfo di unrsquoab-soluta volontagrave salvificache si sintetizza con lrsquoapparentemente innocua affermazione di una spe-ranza di salvezza per tutti che in realtagrave sostenuta comrsquoegrave da tutta quellaserie di condizioni apriori deve essere onestamente letta come lrsquoafferma-zione di una certezza di un sapere dellrsquoassoluta salvezza per tutti

314 E Rotundo

315Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Proviamo a dare identitagrave alle varie spirali che si susseguono asostegno della tesi finale elencandole a partire perograve dal basso cioegravedallrsquoaffermazione fondamentale di una luce di speranza persino nel-lrsquoinferno per poi risalire verso la trinitagrave immanente

a) Sperare per tuttib) libertagrave creata non assolutac) Purgatorio e ldquosubabbracciordquo del ldquonordquo del dannatod) Descensus ad inferose) lrsquoabbandono del crocifisso (coscienza di gesugrave)f) Sostituzione vicaria e scambio dei postig) trinitagrave e mondo liberoh) Kenosi intradivina

Come si avragrave modo di constatare i punti piugrave importanti della spe-culazione sono quattro a) la ldquokenosi intradivinardquo lrsquointerpretazionedella dottrina della b) ldquosostituzione vicariardquo e della consequenziale c)ldquodiscesa agli inferirdquo e infine la considerazione dello spessore della d)ldquolibertagrave creatardquo

lrsquointenzione di quanto segue egrave provare a ricostruire il percorsodella speculazione balthasariana partendo dal primo e fondamentalepunto ossia la kenosi intradivina che si comporta come la condizioneapriori indispensabile e fondamentale per il sostentamento dellrsquointeraspeculazione che seguiragrave

2 la kenosi IntRadIvIna

la riflessione attorno alla teologia della salvezza si trova nel quartovolume della Teodrammatica nel capitolo dedicato a quella che egravedefinita una ldquosoteriologia drammaticardquo qui von balthasar ammetteche per una retta interpretazione della teologia della croce laquola dottri-na trinitaria egrave da concepire come lrsquointimo presupposto necessarioraquo15

15 h u vOn balthaSaR Teodrammatica Iv Lrsquoazione Milano 1999 297 Da ora inpoi tD Iv

lrsquoevento della croce puograve essere concepito solo sullo sfondo trinitariolrsquoevento drammatico della croce e dellrsquoabbandono del Figlio crocifissoinfatti si trovano radicati nella stessa trinitagrave immanente Ora per com-prendere lrsquoorizzonte teologico delle sue speculazioni occorre tenere amente che lrsquoautore scrive in un contesto in cui era stata posta la questio-ne del rapporto tra trinitagrave economica e trinitagrave immanente soprattuttodopo lrsquoelaborazione del celebre Grundaxiom di Rahner16 balthasar notacome i vari teologi che seguendo le lezioni di hegel si erano interessatial rapporto tra trinitagrave economica ed immanente avessero concentratotutto il peso sulla prima finendo per recludere la seconda qualora ancoraesistesse ad una condizione dellrsquoeconomia In altre parole teologi comeRahner e molto di piugrave Moltmann rischiavano di identificare lrsquoimma-nenza divina con lrsquoeconomia fino quasi ad azzardare teologie vediMoltmann in cui la vita immanente della trinitagrave in realtagrave non esistessese non nel suo realizzarsi economicamente nella storia e in particolarenel processo della croce17 In questo modo si vedeva compiuto il culminedi una sorta di progressiva hegelizzazione del cristianesimo che riducevala trinitagrave al processo del mondo e della storia

von balthasar vuole giustamente opporsi allrsquoidea di un diveniredel mondo e di una storia posti sul piano del ldquonecessariordquo per Diomediante lrsquounificazione e confusione del ldquoprocesso intradivinordquo conquello storico-salvifico Egli avverte il bisogno di trovare una viaalternativa e qui pone le basi per un capovolgimento del rapporto traimmanenza ed economia

Perciograve bisogna trovare una strada per interpretare una trinitagrave im ma -nente che sia a tal punto il fondamento del processo del mondo (finoalla crocifissione) che essa possa neacute apparire vedi Rahner come unprocesso formale di automediazione di Dio neacute vedi Moltmanncome irretita nel processo del mondo18

316 E Rotundo

16 Cfr tD Iv 29817 Cfr J MOltMann Il Dio crocifisso La croce di Cristo fondamento e critica della

teologia cristiana brescia 2008 276-29118 tD Iv 300

a partire da questo proposito von balthasar elabora la sua tesi di unakenosi intradivina lrsquoidea di una kenosi giagrave nella vita trinitaria non egrave ori-ginale dellrsquoautore svizzero lui stesso in realtagrave la ricava esplicitamen-te da bulgakov e tuttavia questa idea si trova giagrave in P Florenskij e inuno dei primi teologi kenotici dellrsquoOttocento come liebner che appun-to definiva il processo mediante il quale la prima ipostasi poneva nellaseconda lrsquooggetto del proprio amore come una ldquokenosi eternardquo19

tornando al nostro von balthasar similmente a liebner elaborala teoria secondo cui la generazione del Figlio consiste in una kenosidivina del Padre e man mano che procederemo con la comprensionedel modo di concepire il movimento intratrinitario comprenderemo ilmotivo di una tale elaborazione contestualizzata allrsquointerno di unrsquoope-ra che si sta occupando della teologia della croce

balthasar definisce quella del Padre come la kenosi che ldquoabbrac-ciardquo tutte le altre20 Mediante questo gesto il Padre si disappropria sipriva della sua divinitagrave percheacute il Figlio la faccia propria Ora questogesto con cui srsquointerpreta la generazione eterna egrave a dire dellrsquoautore

la posizione di una distanza infinita e assoluta allrsquointerno dellaquale tutte le altre possibili distanze possono essere incluse e com-prese le distanze che possono aggiungersi allrsquointerno del mondofinito fino a non escludere il peccato nellrsquoamore del Padre si trovauna rinuncia assoluta ad essere Dio solo per se stesso [hellip] unadivina a-teitagrave (naturalmente dellrsquoamore) che non egrave lecito confon-dere in nessun modo con lrsquoa-teismo intramondano ma che tuttaviafonda (superandola) tale possibilitagrave21

317Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

19 Cfr K t a lIEbnER Die christliche Dogmatik aus dem christologischen Princip

dargestellt I1 Christologie oder die christologische Einheit des dogmatischen

Systems vandenhoeck und Ruprecht goumlttingen 1849 151 33020 ldquoabbracciarerdquo egrave un verbo che giagrave da ora conviene venga compreso come assume-

reassimilare a seacute21 tD Iv 301

allrsquointerno della stessa relazione Padre-Figlio balthasar contem-pla dunque un ldquodrammardquo cioegrave una distanza assoluta una laquoinconce-pibile e insuperabile ldquoseparazionerdquo di Dio da se stessoraquo22 E proprioldquoallrsquointernordquo di questa distanza infinita e assoluta verificantesi traPadre e Figlio egli contempla ogni altra separazione e distanza persi-no quella peccaminosa addirittura sostiene lrsquoautore lo stesso infer-no egrave reso possibile solo allrsquointerno della divisione tra Padre e Figlio epersino mediante essa

una cosigrave inconcepibile e insuperabile ldquoseparazionerdquo di Dio da sestesso che ogni altra separazione in tal modo resa possibile(mediante essa) sia pure la piugrave amara ed oscura puograve verificarsisolo allrsquointerno23 di essa [hellip] Quanto detto non dagrave diritto a vederela trinitagrave unilateralmente come il ldquogiocordquo di una assoluta ldquobeatitu-dinerdquo che astrae dal dolore reale e quindi manchevole dellaldquoserietagraverdquo della divisione e della morte [hellip] ldquoForte come lrsquoinferno egravelrsquoamorerdquo no piugrave forte essendo possibile lrsquoinferno soltanto seabbracciato dalla divisione assoluta e reale del Padre e del Figlio24

Il ldquoluogordquo dellrsquoinferno (lo status del dannato) e la sua possibilitagrave sitrovano radicati allrsquointerno della stessa relazione divina tra le primedue persone della trinitagrave Infatti come il mondo egrave creato proprioallrsquointerno della processione del Figlio allo stesso modo al suo internoegrave da rinvenire anche ogni male del mondo e ogni suo estremo e defini-tivo rifiuto di Dio25

In Dio dunque von balthasar contempla una kenosi del Padre checontiene in seacute una dimensione di dolore di separazione alienazione e morte addirittura altrove egli parleragrave di una ldquosuper-morterdquo26

318 E Rotundo

22 tD Iv 30123 Sottolineatura dellrsquoautore24 tD Iv 302-30325 Cfr tD Iv 30526 Cfr h u vOn balthaSaR Teodrammatica v Lrsquoultimo atto Milano 2012 72

Da ora in poi tD v

319Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Il richiamo e lrsquoallusione ad hegel non appaiono per nulla celati Perintrodurre il proprio discorso lrsquoautore era partito proprio da unrsquooppo-sizione alla concezione di hegel che unificava il processo di Dio conil processo del mondo il teologo svizzero capovolge la prospettivapresentando un processo del mondo ldquoabbracciatordquo dal processo di Dioalla fine ci si renderagrave conto di come cambiando lrsquoordine dei terminiil risultato non cambieragrave ma per il momento si consideri come irichiami ad una ldquomorte in Diordquo e alla presenza in lui di un patire diunrsquoesperienza del morire risuonassero giagrave abbondantemente nel filo-sofo idealista lo stesso balthasar citeragrave nel quinto volume della suaTeodrammatica uno stralcio della Filosofia della religione di hegelin cui il volto di Dio viene dipinto secondo una cupa tonalitagrave di chia-roscuro un Dio che si districa al ritmo dialettico tra le sue luci e leproprie ombre

ldquoDio stesso egrave mortordquo si legge in un canto luterano si esprime conquesto la coscienza dellrsquoumano finito fragile la debolezza ilnegativo egrave pure un momento divino e che egrave in Dio stesso e chelrsquoessere altro il negativo la finitezza non egrave fuori di Dio [hellip] Egrave lrsquoessere altro il negativo in quanto consapevole momento dellanatura divina vi egrave contenuta lrsquoidea piugrave alta dello spirito27

Il sorgere dellrsquoaltro per balthasar come per hegel egrave il momentodellrsquoopposizione del negativo tuttavia il ldquoprocessordquo di Dio non fini-sce qui Infatti sempre seguendo hegel balthasar contempla allrsquointer-no di Dio una morte il negativo che perograve viene inesorabilmenteldquonecessariamenterdquo negata e superata allrsquointerno stesso del turbinio delprocesso divino con lrsquoemergere dello Spirito che costituirebbe la sin-tesi che riunifica nellrsquoamore la distanza creatasi Egrave questo un punto difondamentale importanza Infatti alla kenosi del Padre che disappro-priandosi della divinitagrave nella generazione realizza la distanza infinitae assoluta il Figlio risponde con il suo ldquosigraverdquo al Padre e da ciograve procedelo Spirito

27 tD v 193

320 E Rotundo

28 tD Iv 30229 tD Iv 302

Emergendo da entrambi quale loro ldquonoirdquo sussistente respira ilcomune ldquoSpiritordquo che a un tempo tenendo aperta la differenza(come essenza dellrsquoamore) la suggella e quale lrsquounico Spirito dientrambi le serve da ponte28

nel superamento della distanza nel ldquonoirdquo dello Spirito si collocacosigrave anche lrsquoinevitabile superamento di ogni distanza mondanalrsquoaver contro hegel incluso il processo del mondo nel processo diDio ha come esito il superamento della distanza negativa dellrsquoinfernoin extremis mediante lrsquoultimo momento del processo divino che egrave lrsquoe-mergere del noi dello Spirito Si tratta perciograve di un superamentoldquonecessariordquo in quanto ogni distanza mondana lo stesso inferno egrave giagraveallrsquointerno ed abbracciata dalla distanza infinta tra Padre e Figlio edunque necessariamente e giagrave per principio superata e riunificatadallrsquoamore dello Spirito

lrsquoautore non nasconde assolutamente le sue intenzioni Egli espli-citamente sottolinea come la distanza e separazione divina costituiscalaquosimultaneamente lrsquoeterno presupposto e superamento di tutto ciograve checi saragrave di divisioneraquo29 Si comprende cosigrave il senso profondo della poe-tica rielaborazione del verso del Cantico dei Cantici ldquoForte come lrsquoin-ferno egrave lrsquoamore no piugrave forterdquo nel senso cioegrave che lrsquoinferno abbraccia-to dalla distanza infinita tra Padre e Figlio egrave simultaneamente abbrac-ciato unito assimilato al momento dellrsquoemergere dello Spirito cheinesorabilmente riunifica nellrsquoamore beato il Padre e il Figlio Ognidramma del mondo ogni no a Dio e come visto anche quello postocome definitivo dalla parte dellrsquouomo che apre alla realtagrave dellrsquoinfernoegrave perciograve giagrave incluso e giagrave superato in quanto egrave allrsquointerno della kenosidel Padre che esiste il mondo e tutto ciograve che avviene nel tempo

nella ldquokenosirdquo del cuore paterno nella generazione del Figlio stagiagrave incluso e superato ogni altro possibile dramma tra Dio e unmondo dal momento che ogni mondo puograve avere il suo luogo sol-

321Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

tanto allrsquointerno della differenza del Padre e del Figlio tenutaaperta e insieme superata dallo Spirito Santo30

21 Analisi teologica

la speculazione di von balthasar risulta certamente affascinantema di quale grado di probabilitagrave gode I dubbi connessi ad una ldquosuper-morterdquo intradivina ad una kenosi del Padre sono evidentementemolti lrsquoapplicazione di eventi economicamente manifestati allanascosta vita trinitaria egrave molto delicata la via analogica percheacute solodi questo si puograve trattare deve essere applicata in maniera rigorosa

Della riflessione balthasariana appare degno di nota lrsquoutilizzo delparadigma kenotico per scandire lrsquointensitagrave e la serietagrave dellrsquoamore chedescrive lrsquoessenza divina e dunque ciascuna persona della trinitagrave lrsquoa-more divino si caratterizza per essere dono totale e senza riserve di Seacutepercheacute lrsquoaltro sia questo appare in particolare nella kenosi del Figliodi Dio che si estende fino alla morte di croce Sicuramente egrave questalrsquoessenza piugrave intima dellrsquoamore di Dio e il modo comune che le trepersone hanno di amarsi donarsi totalmente

Ora la categoria della kenosi cosigrave come viene rivelata nellrsquoecono-mia implica una dimensione potremmo dire di privazione che nellaScrittura risulta appartenere propriamente alla persona divina del Fi -glio nellrsquoinno ai Filippesi lrsquoauto-svuotamento viene connesso al mo -mento dellrsquoincarnazione che secondo una lettura canonica dellaScrittura si configura come totale consegna della volontagrave propria delFiglio al Padre laquoallora ho detto Ecco io vengo [hellip] per fare o Diola tua volontagraveraquo (Eb 107) Questa peculiaritagrave del modo di essere delFiglio brilla ancora di piugrave sulla croce laquoPadre nelle tue mani consegnoil mio spiritoraquo (lc 2346) dove la totale consegna alle disposizioni delPadre dettate da piena fiducia e da perfetto amore si svela nella piugravealta forma nella dimensione cruenta del dolore e della morte lrsquoe si -stenza kenotica del Figlio esistenza di obbedienza fiduciale che

30 tD Iv 304

322 E Rotundo

caratterizza la sua intera missio appare dunque appartenere ldquoperso-nalmenterdquo a Colui che in Dio egrave ldquoFigliordquo lrsquoapplicazione analogicadella dimensione economica della kenosi nella immanenza trinitariarichiederebbe a rigor di logica di vedere il Figlio soggetto ad unaeventuale spoliazione intradivina e non il Padre

Inoltre non si capisce il motivo per cui la ldquogenerazione eternardquodovrebbe realizzare una ldquodistanza e separazionerdquo quasi come se sitrattasse di una scissione nellrsquoessenza divina e spirituale nella realtagravecreata poi la generazione non sembra implicare alcun atto di rinunciada parte del generante a maggior ragione non si vede percheacute nellagenerazione divina analogato principale della generazione umana sidovrebbe contemplare il dramma dellrsquoauto-spoliazione

Ma lrsquoaspetto piugrave problematico della speculazione balthasarianariguarda il voler a tutti i costi inserire in Dio lrsquoelemento negativo Ilforte fascino esercitato su di lui da hegel non solo lo muove a consi-derare la trinitagrave coinvolta in una serie di momenti dialettici ma lospinge anche a confondere ciograve che appartiene alla libertagrave di Dio conciograve che appartiene alla libertagrave dellrsquouomo e viceversa Innanzitutto lamorte e il dolore sono ldquorealtagraverdquo che potremmo dire certamente ldquotocca-nordquo Dio ma solo a seguito del suo coinvolgimento in un mondo feritoda un male introdotto dallrsquoarbitrio creaturale che va corrompendosiper un atto posto in essere nella realtagrave creata31 Dunque non si vedepercheacute lrsquoeffetto di una causa posta in essere dallrsquouomo nel tempo enello spazio creato debba essere fatto risalire nellrsquoeternitagrave e nella vitaincreata divina e preesistente

Di conseguenza il concetto di kenosi cosigrave come viene intesadallrsquoautore implica una dimensione di ldquodolorosardquo privazione e rinun-cia che egrave da contemplare solo nella sua attuazione nella realtagrave storico-mondana lo stesso von balthasar altrove drsquoaltra parte insegnava

31 Cosigrave ladaria proprio commentando la kenosi intradivina di von balthasarlaquolrsquoeconomia [hellip] nel suo modo concreto di realizzarsi egrave intervenuta la libertagravedegli uomini Senza il peccato non si spiega la morte in croce in cui lo svuotarsidel Figlio giunge alla sua massima espressioneraquo l F laDaRIa La Trinitagrave mistero

di comunione Milano 2004 226

323Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

proprio che il dono totale di seacute essenza dellrsquoamore e della santitagraveviene costretto ad attuarsi assumendo il carattere della sofferenterinuncia della ldquodisappropriazionerdquo a motivo della realtagrave malvagia epeccaminosa in cui essa sceglie di realizzarsi32 Ciononostante lo stes-so autore non ricusa di definire il dono drsquoamore immanente del Padreal Figlio proprio come una ldquorinunciardquo33 e addirittura come unaldquomorterdquo Ci sarebbe allora da chiedersi quale sia la differenza tra larealtagrave divina e paradisiaca e quella mondana segnata dal peccato

In secondo luogo se il mondo con tutti i suoi drammi e i suoi pec-cati con tutte le conseguenze della sua libertagrave egrave giagrave per creazione inDio da lui abbracciato e ldquocollocato al suo internordquo tanto che il suoprocesso deve arrendersi alla forza irresistibile prodotta dal processotrinitario ed essere da esso risucchiato allora non si comprende dovevada a finire la libertagrave creata Siamo allrsquoestremo opposto della specu-lazione hegeliana ligrave nel filosofo Dio appariva obbligato al processodel mondo qui nel teologo egrave il mondo ad essere costretto nel proces-so di Dio Infatti se persino la libertagrave auto-posta come definitiva cioegraveil no che merita lrsquoinferno egrave anchrsquoesso giagrave dentro la distanza posta dalPadre nel porre il Figlio e quindi simultaneamente ed inesorabilmen-te ldquosuperatordquo dallrsquoemergere unificante dello Spirito allora ci si chiedeche senso abbia lrsquoesercizio storico della libertagrave creaturale

3 tRInItagrave E mondo lIbERo

Proprio sulla possibilitagrave di una scelta definitiva ed ldquoassolutardquo postadi fronte a Dio da una libertagrave creata lrsquoautore dedica le sue riflessioniimmediatamente successive alla kenosi intratrinitaria giusto prima didedicarsi allrsquoelaborazione soteriologica Ciograve egrave segno di come queste

32 laquoQuesto amore che egrave lrsquoessenza della santitagrave nellrsquoordine del mondo decaduto nelpeccato e della redenzione cristiana non puograve presentarsi altrimenti che nella formadella rinuncia a tutto ciograve che egrave proprioraquo h u von balthaSaR Gli stati di vita del

cristiano Milano 1985 32633 Cfr tD v 72-73

324 E Rotundo

due speculazioni si comportino come presupposti indispensabili allacostruzione di quella teologia della salvezza che dovrebbe fondarequella certa speranza per tutti

una volta posta la distanza infinita tra Padre e Figlio Questi dota-to di una sua autonomia deve porre il suo ldquosigraverdquo al dono del Padre inmodo che da entrambi emerga lo Spirito come unitagrave drsquoamore Ora lalibertagrave umana egrave data egrave fatta sorgere proprio allrsquointerno di questo spa-zio realizzato tra il Padre e il Figlio In particolare la libertagrave umanapersino con la sua autonomia perversa e la sua capacitagrave di porre unrifiuto a Dio si trova giagrave inserita allrsquointerno del ldquosigraverdquo del Figlio

Il no della creatura la sua volontagrave di autonomia intesa a non rice-vere neacute a dare non puograve essere localizzata altrimenti che nel sigrave delFiglio al Padre nello Spirito34

Proprio a causa di questo suo esistere giagrave nel sigrave del Figlio il no dellacreatura si comporta come una ldquocontraddizionerdquo non solo relativamenteallrsquoaspetto di immagine e somiglianza di questa (della libertagrave creata) conlrsquoautonomia del Figlio ma si comporta addirittura come una contraddi-zione interna a Dio stesso che da lui non puograve essere tollerata

Dio allrsquointerno di seacute - dove sarebbe altrimenti la creatura ndash tolle-ra nellrsquoinermitagrave dellrsquoamore assoluto la contraddizione contro que-sto amore e nellrsquoonnipotenza dello stesso amore non puograve e non

vuole tollerarla35

Si comprende percheacute per von balthasar la negazione della creaturaintesa come negazione alla partecipazione del sigrave del Figlio egrave laquoperprincipio giagrave superataraquo36 laquola libertagrave umana e la sua perversione siverificano allrsquointerno dellrsquoeucaristia del Figlioraquo37 cioegrave allrsquointerno del

34 tD Iv 306 35 tD Iv 30636 tD Iv 30637 tD Iv 309

325Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

suo sigrave al Padre nello Spirito perciograve il no posto da tale libertagrave devenecessariamente essere soverchiato da come lui la definisce quellrsquoon-da drsquoamore che egrave sempre piugrave avanti38

Emerge inevitabilmente a questo punto la questione se cosigrave pen-sando non si rischi di considerare la libertagrave umana come espropriatadella propria serietagrave e costretta dallrsquoonnipotenza e dallrsquoamore divinoIl modo in cui von balthasar risponde a tale delicata questione rispec-chia una caratteristica propria del suo stile quando si trova a doverraggirare unrsquoimpasse delicata nella consapevolezza del rischio di uncortocircuito nel proprio sistema in un primo momento egli affermauna veritagrave e solo dopo una lunga e articolata argomentazione con unldquomardquo o un ldquoperograverdquo oppone unrsquoaltra affermazione che esprime lrsquoesattocontrario della prima affermazione lasciando intendere un maggiorpeso dellrsquoultima rispetto alla prima Cosigrave a seguito del presuppostosecondo cui il rapporto tra libertagrave dellrsquouomo e volere di Dio (creazioneed alleanza) sia collocato allrsquointerno del sigrave originario del Figliolrsquoautore affronta la questione di come debba essere intesa lrsquoeffettivarealtagrave della libertagrave umana nonostante questa sia di fatto giagrave ldquosuperatardquoed ldquoabbracciatardquo dal sigrave del Figlio

ciograve non dice affatto che la libertagrave della creatura e la libertagrave nel pattodi Dio siano radicalmente espropriate dalla loro propria infondatezzamediante un simile preabbraccio e sopraffatte da unrsquoldquoonnipotenzardquodi divina bontagrave (come poniamo nellrsquoIslam) giaccheacute lrsquoamore onnipo-tente di Dio egrave giagrave intratrinitariamente a un tempo impotenza che puograveassicurare non solo al Figlio una adeguata libertagrave divina ma nellrsquoim-magine di Dio anche alla creatura un autentico potere di libertagrave epuograve prendere ambedue queste libertagrave estremamente sul serio Ma sideve dire pure che questa presa sul serio non puograve a causa dellrsquouni-versale eucaristizzazione del Figlio di Dio irretire Dio in nessunprocesso tragico in nessuna interiore lacerazione di Dio (che com-porterebbe la realtagrave insuperabile di un inferno)39

38 Cfr tD Iv 30739 tD Iv 308

326 E Rotundo

Il pensiero dellrsquoautore espresso in questa citazione egrave inequivocabileSi vuole affermare lrsquoimpossibilitagrave di una libertagrave creata talmente liberada porsi in maniera definitiva ed assoluta e ciograve trova la sua ragionenel fatto che cosigrave dove egrave ldquolocalizzatardquo tale libertagrave giagrave per creazioneessa costituirebbe una ldquotragediardquo per Dio una sua interna lacerazioneIl recupero del no definitivo dellrsquouomo si pone dunque sul livello dinecessitagrave per Dio sul piano della sua stessa essenza

31 Analisi teologica

giagrave da ora si possono trarre le conclusioni dellrsquoimpostazionebalthasariana che non possono non indurre il lettore a comprendere laposizione della libertagrave dellrsquouomo rispetto alla volontagrave salvifica di Diocome ldquorelativizzatardquo in virtugrave del suo essere ricollocata allrsquointerno dellarelazione di ontologica necessitagrave tra le persone divine Il bisogno dievitare una ldquotragediardquo in Dio stesso saragrave ripreso e riconfermato nelvolume quinto della Teodrammatica laddove lrsquoautore non avragrave timo-re persino di esplicitare che un fallimento dellrsquoopera di Dio comporte-rebbe un impoverimento della sua gloria40

al momento basti considerare che la ricollocazione dellrsquouomo conla sua libertagrave e persino con i suoi ldquonordquo allrsquointerno della kenosi intratri-nitaria appositamente elaborata nel contesto soteriologico funge pervon balthasar come laquopreparazione a una dottrina della redenzioneraquo41opera della redenzione che non si conclude semplicemente nellrsquooradella croce ma si prolunga fino al sabato santo cosigrave da estendere ilsignificato della dottrina patristica dello ldquoscambio dei postirdquo42 in cuievidentemente giocheragrave un ruolo fondamentale la reinterpretazionedel ldquoluogordquo in cui Cristo saragrave detto ldquodiscendererdquo dopo la sua morte

40 Cfr tD v 420-43041 tD Iv 30942 tD Iv 309

327Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

4 sostItuzIonE vIcaRIa E abbandono dI cRIsto sulla cRo cE

Per comprendere da dove prende avvio la formulazione della tradi-zionale dottrina soteriologica della sostituzione vicaria occorre che sicitino alcuni passi scritturistici Il piugrave noto e significativo egrave certamenteIs 534-5

4Eppure egli si egrave caricato delle nostre sofferenze si egrave addossato inostri dolori e noi lo giudicavamo castigato percosso da Dio eumiliato 5Egli egrave stato trafitto per le nostre colpe schiacciato per lenostre iniquitagrave Il castigo che ci dagrave salvezza si egrave abbattuto su di luiper le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 534-5)

a questo testo bisogna aggiungerne altri due gal 313 e 2 Cor 521che influirono enormemente sullrsquointerpretazione della dottrina dellasostituzione vicaria soprattutto nella teologia riformata Cosigrave gal 313

13Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge diventandolui stesso maledizione per noi poicheacute sta scritto Maledetto chi egrave

appeso al legno (gal 313)

e cosigrave 2 Cor 521

21Colui che non aveva conosciuto peccato Dio lo fece peccato innostro favore percheacute in lui noi potessimo diventare giustizia diDio (2 Cor 521)

Il nucleo essenziale di questa dottrina tradizionalmente intesainsegna che Cristo assumendo la nostra carne per noi si egrave sostituito anoi subendo il castigo dei peccati al nostro posto43

43 Per una rassegna dellrsquointerpretazione della teologia della sostituzione cfr g OggIOnIlaquoIl mistero della redenzioneraquo in POntIFICIa FaCOltagrave tEOlOgICa DI MIlanO edProblemi ed orientamenti di teologia dogmatica Milano 1957 237-342

328 E Rotundo

Ora riservando a dopo una riflessione necessaria alla chiarificazio-ne dei testi scritturistici sopra citati occorre sin da subito affermareche von balthasar assume questa dottrina nellrsquoaccezione estrema pro-pria della teologia dei riformatori lutero e Calvino44

lo stesso von balthasar aveva dedicato alcune pagine alla spiegazionedellrsquointerpretazione luterana della teologia della sostituzione e in questocontesto richiamava alcune espressioni che chiarificheranno le intenzionisuccessive del teologo svizzero45 lutero ha il merito a dire dellrsquoautore diintegrare il tema patristico dellrsquoammirabile commercio con quello dellasostituzione vicaria siccheacute lo scambio operato da Cristo non egrave solo daintendersi sul livello delle due nature ma anche sul livello dei posti tra ilpeccatore e Cristo stesso Il testo di 2 Cor 521 viene inteso alla letteraCristo subisce il castigo del peccatore da parte di Dio al nostro posto Eglidiventa il massimo ed unico peccatore sulla terra il dannato e lrsquoabbando-nato che ha avvertito su di Seacute tutta lrsquoira di Dio la pena infernale tanto daavere avuto persino paura dellrsquoinferno Saragrave utile riportare una citazioneche lo stesso von balthasar trascrive nella sua trattazione su lutero

In tutta sintonia egli (lutero) distingue due stati del peccato in noildquoMentre viene commesso non viene esperito come peccato noncome ciograve che nel peccato egrave il peggio lrsquooblio e il disprezzo di DiordquoPoi insorge la legge ldquola rivelazione della legge spiritualerdquo e allorainsorge nel peccatore anche ldquouna coscienza di ciograve che il peccato egraverdquola coscienza piena egrave quella dei dannati egrave ldquola discesa agli inferirdquo SeCristo secondo la 2 Cor 521 viene fatto ldquopeccatordquo non viene fattopeccato nel senso primo quello commesso ma nel senso secondo edegrave questo che ldquoviene assunto per noirdquo46

44 Sulla soteriologia balthasariana F g bRaMbIlla laquoSalvezza e redenzione nellateologia di h u von balthasarraquo La Scuola Cattolica 3 (1980) 167-234 g DElla

Malva Lrsquoonnipotente debolezza dellrsquoamore Lrsquoazione vicaria di Cristo nella teo-

logia di HU von Balthasar Roma 200745 Cfr tD Iv 263-26946 tD Iv 265 cfr h u vOn balthaSaR Teologica II Veritagrave di Dio Milano 1990

309-318 Da ora in poi Teologica II von balthasar cita di lutero lrsquoopera Von

der Freiheit eines Christenmenschen

329Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

nella concezione luterana la ldquogiustiziardquo divina non puograve lasciare passa-re alcuncheacute del male commesso vi egrave dunque una violenza in Dio e ancheuna vendetta da effettuare nei confronti del peccato47 ed egrave questa che siscaglia sul Crocifisso lutero vede nel grido di abbandono lrsquoespressionedel tormento infernale lrsquoespressione del tormento per eccellenza la penadel danno gesugrave ha sofferto quanto i dannati sperimentano dovendo assa-porare la collera eterna di Dio anche Calvino sposa questa concezioneanche lui ritiene che Cristo abbia subito la condanna da parte del Padre eche tale condanna si sia concretizzata fino alla ldquodiscesa nellrsquoinfernordquo (ed egravequesto il suo modo drsquointendere il descensus ad inferos)48

von balthasar da parte sua sostiene che una volta incarnato alfine di eliminare la distanza posta dal no rivolto dalla creatura ilFiglio stesso deve entrare nella tenebra della negazione peccaminosadi Dio Come Egli sostiene lrsquoautore nel momento decisivo dellapassione deve esperire quella tenebra divina a cui perviene il peccato-re mediante il suo no una tenebra che nel momento in cui giungelrsquoora definita come lrsquoora del ldquopotere delle tenebrerdquo non viene e nonpuograve essere compresa dal Figlio come liberamente voluta e assunta pernoi ma come ldquosuper-impostardquo dallrsquoesterno come totalmente caricatasu di lui dalla volontagrave del Padre e non dalla propria volontagrave49

la ldquotenebra di Diordquo dunque avverrebbe nella dimensione spiritua-le del Figlio di Dio nella sua coscienza Certo il valore redentivodella passione rimane nella sua realtagrave oggettiva ma il Figlio soggetti-vamente afferma lrsquoautore esperisce il contrario di quanto oggettiva-mente si sta realizzando nella passione e nella morte

nel mistero dellrsquoottenebrazione e dellrsquoalienazione tra Dio e ilFiglio portatore del peccato compare lrsquoonnipotente impotenza del-lrsquoamore di Dio quanto vi si ldquoesperiscerdquo egrave il contrario di quanto

effettivamente succede50

47 Cfr b SESbOuumleacute Gesugrave Cristo lrsquounico mediatore Saggio sulla redenzione e la sal-

vezza I Problematica e rilettura dottrinale Cinisello balsamo 1991 40948 Cfr b SESbOuumleacute Gesugrave Cristo lrsquounico mediatore I 412-41349 Cfr h u vOn balthaSaR Gloria vII Nuovo patto Milano 1977 136 Da ora in

poi Gloria vII50 tD Iv 312

330 E Rotundo

Cosa esperisce gesugrave Egli fa esperienza dello stato dei peccatorilrsquoesperienza dello stato dei dannati non identica ad essa in quantoimplicherebbe un odio di Dio e tuttavia ribadisce lrsquoautore ben piugraveprofonda estrema ed oscura di essa percheacute si tratta di un abbandonoche si pone sul livello delle relazioni intratrinitarie lrsquoabbandono digesugrave da parte di Dio cosigrave da un lato egrave il contrario dellrsquoinferno (inquanto in esso vi egrave lrsquoodio contro Dio) ma dallrsquoaltro lato laquoegrave esattamen-te lrsquoinferno (lutero Calvino) addirittura la sua estrema intensitagraveraquo51

Ciograve di cui il Figlio fa esperienza dunque egrave la violenza del castigoeterno dellrsquoinferno che si abbatte su di lui Il grido di abbandono sullacroce egrave cosigrave interpretato come attestazione della coscienza di gesugrave diavvertirsi realmente come peccatore castigato e rigettato da Dio

Cosigrave che soggettivamente egli lo puograve sentire senzrsquoaltro comeldquocastigordquo anche se obiettivamente per lui non lo egrave52

ancora sulla croce il Figlio porta il peccato del rifiuto e dellanegazione estrema di Dio cioegrave il peccato posto volontariamente edeliberatamente come rifiuto di Dio Cosigrave che Egli sulla croce facciaesperienza dellrsquoopposizione contro Dio fino a poter condividere ilsenso della ldquodisperazionerdquo tipica dei dannati di coloro che non posso-no piugrave essere salvati tutta la sua missione culminata sulla croce econ la morte egrave per il Figlio conseguentemente avvertita come inutile53come vana

Il Figlio porta i peccatori in seacute unitamente alla disperata impene-trabilitagrave dei loro peccati per la luce drsquoamore divina Perciograve egliesperisce in seacute non il loro peccato ma la disperazione della loroopposizione contro Dio e il no senza grazia della divina graziacontro questa opposizione Il Figlio che si egrave del tutto abbandonatoaffidandosi al Padre (fino allrsquoidentificazione con i fratelli nella loroperdizione) deve proprio adesso essere abbandonato Egli che si egrave

51 tD Iv 31352 tD Iv 31453 Cfr Gloria vII 136

lasciato del tutto donare dal Padre deve adesso sentire che tuttoera ldquoinvanordquo54

Egrave proprio sul piano della coscienza e dellrsquoesperienza spirituale digesugrave che ruota il perno del discorso di balthasar In lui ad un tratto daquanto emergerebbe dal discorso dellrsquoautore egrave come se si verificasseuna sorta di sincope soteriologica una momentanea perdita dellacoscienza e della consapevolezza di dove la sua missione di obbedienzalrsquoavrebbe dovuto condurre e che pure aveva profeticamente preannun-ciato e visto giagrave compiersi secondo quanto deducibile dalle paroledellrsquoultima Cena Ma cosigrave come lo vede von balthasar gesugrave egrave lungidallrsquoautointerpretarsi come lrsquoincarnazione del Servo sofferente di Diolungi da lui il ldquovedererdquo nella fede e nella speranza la luce della resurre-zione a cui implicitamente allude sia il cantico del Servo di Jahveacute sia ilsalmo 21 che appunto inizia con il grido drsquoabbandono di Dio altreaffermazioni inequivocabili da questo punto di vista sono rinvenibili inuna raccolta di articoli ed interviste di von balthasar pubblicate dalla Editnel 1988 In un articolo apparso sulla rivista ldquo30 giornirdquo (agostosettem-bre 1984) intitolato ldquola Chiesa e lrsquoinfernordquo nel descrivere la condizionedei morti abbandonati da Dio cosigrave scriveva von balthasar

Eppure lui che meglio di ogni altro uomo ha conosciuto lrsquoamoredel Padre non aveva giagrave sperimentato sulla croce in sostituzionedei peccatori lrsquoessere abbandonato dal Padre Fino al punto che inquesto abbandono non comprende piugrave la propria missione ldquoPer -cheacute mi hai abbandonatordquo egrave una domanda a cui dentro la sofferen-za non egrave possibile dare alcuna risposta Questo aver perso Dio egravesenza tempo Gesugrave sulla croce non puograve guardare in avanti alla

Pasqua nella certezza che tutta la sofferenza saragrave presto finita Perlui il tempo della perdita di Dio egrave fermo ed in questa atemporalitagravela sua passione abbraccia la peccaminosa storia del mondo nellasua totalitagrave ldquogesugrave egrave in agonia fino alla fine del mondordquo (Pascal)55

331Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

54 tD Iv 325 55 h u vOn balthaSaR La Chiesa e lrsquoinferno 64 in a SICaRI ed La Realtagrave e la

Gloria Hans Urs von Balthasar articoli e interviste 1978-1988 Milano 1988 (61-66)

332 E Rotundo

Questo kenotico ldquonascondimento essenzialerdquo alla coscienza digesugrave egrave finalizzato a che Egli possa avvertire la morte non solo fisicama ldquosoprattutto spiritualerdquo56 laquolrsquoesperienza della seconda morteraquo57affincheacute Egli possa avvertire la perdita eterna di Dio e assumere lapoena damni in sostituzione vicaria

Proprio cosigrave egli si dimostra lrsquounico che andando al di lagrave della comu-ne esperienza della morte ha misurato le profonditagrave dellrsquoabisso58

tutte le minacce dellrsquoira divina che caratterizzavano gli annunciveterotestamentari del ldquogiudiziordquo si vedono compiute e realizzatenella croce di Cristo su cui solo si scaglia lrsquoira del Padre che punisce ipeccati ostinati Egrave come se si volesse intendere che lrsquoaspetto negativoe drammatico del fuoco dellrsquoira si manifestasse come strumento diespiazione lrsquounico su cui si scaglia lrsquoira del giudizio egrave il Crocifisso59

41 Analisi teologica

nel 1979 la Commissione teologica Internazionale affermava

Col concetto di sostituzione si insiste sul fatto che il Cristo assu-me veramente la condizione dei peccatori non si tratta di pensareche Dio abbia punito o condannato il Cristo al nostro posto Questaegrave una teoria erroneamente avanzata da parecchi autori soprattuttonella teologia della riforma60

56 Cfr h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni brescia 2008 138 lrsquoopera egravedel 1969 Da ora in poi ttg

57 h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni 15058 h u vOn balthaSaR Teologia dei tre giorni 15059 Cfr tD Iv 322-32360 COMMISSIOnE tEOlOgICa IntERnazIOnalE Alcune Questioni riguardanti la cristo-

logia (1979) in ID Documenti 1969-2004 bologna 2006 (164-193) Iv 7 188

333Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Questa chiarificazione getta luce sulla dottrina della sostituzionevicaria Cristo non assume la condizione del dannato dellrsquoinferno persubire il castigo eterno a sostituzione del dannato Risulta impropriadunque lrsquoestensione alla ldquopena eterna del dannatordquo dellrsquoadagio patri-stico ldquociograve che egrave assunto egrave redentordquo

I testi di gal 313 e soprattutto 2 Cor 521 vanno compresi alla lucedi quanto il testo di Isaia 53 dice al versetto 4

4Eppure egli si egrave caricato delle nostre sofferenze si egrave addossato inostri dolori e noi lo giudicavamo castigato percosso da Dio eumiliato (Is 534)

Il Servo sofferente viene schiacciato dalla malvagitagrave che egrave frutto econseguenza ontologica e storica del peccato la nostra iniquitagrave egravecausa e fonte di sofferenze e dolori che sono nostri cioegrave che spettano acoloro che ne sono causa Ma il Servo egrave detto caricare su di Seacute volon-tariamente e dunque coscientemente percheacute non esiste volontarietagravesenza consapevolezza questo male che non egrave suo percheacute non gli spettain quanto innocente lrsquoassume per noi per darci salvezza e il comesaragrave conosciuto solo nella pienezza della rivelazione in Cristo

Ma ecco che veniamo al punto fondamentale questo egrave quanto diceil profeta nel vedere la condizione del Servo sofferente Noi lo giudi-cavamo castigato percosso ed umiliato da Dio (v 4) Con questo ver-setto si vuole evidenziare proprio la stoltezza dellrsquointerpretatio com-munis di coloro che vedendo le sofferenze del martoriato Servo inno-cente giudicavano tale dolore come un castigo operato direttamentedalla mano di Dio61 in quella del Servo si ripete lrsquoagonia spirituale digiobbe che pur sapendosi innocente si vede accusato di trasgressionea giustificazione dei suoi mali

lrsquoaltro testo controverso egrave galati 33 in cui si dice che Cristo egrave di -ventato maledizione per noi percheacute sta scritto nella leg ge ldquoMaledettochi egrave appeso al legnordquo Ora occorre che si affermi che Cristo egrave statocondannato a morte in nome della ldquoleggerdquo di Dio per questo egrave in

61 Cfr J blEnKInSOPP Isaiah 40-55 new York 2002 350-351

base alla legge che viene dichiarato e giudicato ldquoMaledettordquo Infattiin Dt 2123 lrsquoappeso sul legno era definito appunto maledizione Manon egrave pensabile sostenere che sia Dio a maledire Cristo percheacute a con-siderarlo tale egrave la stoltezza e la cattiveria dellrsquouomo che su di luiapplica la maledizione che la legge prevedeva per i malfattori tra-sgressori della stessa Cristo pende sul legno come fosse maledizionema in realtagrave Egli egrave la benedizione di Dio lrsquouomo malvagio perograve nelsuo peccato giudica (cfr Is 534) come male ciograve che in realtagrave egrave ilSommo bene Del resto riferendosi allrsquoappeso maledetto Paolo citaDt 2123 e tuttavia omette consapevolmente ldquoda Diordquo proprio perescludere lrsquoinsinuazione che la maledizione sia opera del Padrelrsquoanalogia usata da Paolo del cadavere appeso va connessa con gal219 in cui si dice che Cristo venne crocifisso mediante la legge62

giudicare e predicare Cristo come lrsquoinnocente condannato da Diocome Colui sul quale Dio ldquodeverdquo riversare tutta la sua ldquoirardquo accumula-ta nei secoli significherebbe o da un lato condannare Dio ad unrsquoin-trinseca ed oscura necessitagrave che lo costringerebbe a dar sfogo alla suaviolenza necessitato in maniera tale dal peccato dellrsquouomo da vedersicostretto a punire lrsquoinnocente Figlio che dal canto suo si offre affin-cheacute il Padre possa dare su di Seacute sfogo alla sua violenza oppure dal-lrsquoaltro significherebbe dipingere un Dio Padre desideroso e volentero-so di vendetta che brama dalla voglia di vedere il sangue di qualcunoper appagarsi dellrsquoira quandrsquoanche il sangue fosse quello del suoamato Figlio In von balthasar lrsquoira di Dio consisterebbe nel categori-co ldquonordquo di Dio al comportamento dellrsquouomo di fronte a lui ldquoil dovereverso se stesso e verso la giustizia amorosa della sua alleanzardquo cheviene assunto dallrsquoinnocente Figlio e che in realtagrave solo alla fine sirivela essere aspetto dellrsquoamore salvifico63 rimane il fatto perograve chenella vicenda dolorosa di gesugrave il Padre secondo questa visione assu-me il ruolo di Colui che ldquodeverdquo esercitare il suo giudizio sanguinolen-to di morte nei confronti dellrsquoInnocente

334 E Rotundo

62 Cfr J a FItzMYER laquolettera ai galatiraquo Nuovo Grande Commentario Biblico R E bROWn ndash J a FItzMYER ndash R E MuRPhY edd brescia 2002 1028

63 Cfr Gloria vII 190

Infine bisogna spendere qualche riflessione su 2 Cor 521 in cui siafferma che Dio fece Cristo ldquopeccatordquo in nostro favore nellrsquoat ilcapro espiatorio prende il posto del peccatore sulla vittima venivanocaricati i peccati personali in modo che venendo sacrificato questivenissero espiati (cfr lv 413-21) Cristo egrave costituito da Dio comeldquopeccatordquo cioegrave come ldquosacrificio di espiazionerdquo64 Egli egrave costituito daDio come ldquospazio entrando nel qualerdquo lrsquouomo vede seacute trasformatoricreato (2 Cor 517) da peccatore in giusto

lrsquoaspetto dellrsquoelaborazione cristologica di von balthasar che piugravemette a disagio consiste nellrsquoaffermazione di unrsquoesperienza oscura digesugrave che gli impedirebbe di avere coscienza del significato della suapassione e morte unrsquoesperienza che sarebbe funzionale allrsquoassunzio-ne dello stato del dannato di uno stato di ldquodisperazione della salvez-zardquo propria dei dannati che sarebbe conseguenza dellrsquoestensione finoagli estremi della sostituzione vicaria Per poter esperire questo sensodi rifiuto di rigetto da parte del Padre Cristo in un indefinito momen-to avrebbe subito una improvvisa perdita della coscienza del signifi-cato della sua missione e della sua morte

Ora sempre la Commissione teologica Internazionale in un docu-mento del 1985 circa lrsquoautocoscienza di gesugrave aveva ribadito la pienacoscienza e consapevolezza di Cristo della sua missione e del signifi-cato della sua morte65 Questa affermazione gode di unrsquoinnumerevoleserie di prove scritturistiche Drsquoaltra parte se la salvezza trova la suacausa efficiente non nella violenza della morte in seacute ma nellrsquoobbe-dienza di Cristo fino alla morte e alla morte di croce (Fil 28) non sivede come tale obbedienza seppure affermata da von balthasar possaessere posta in essere nella non-coscienza di ciograve che della volontagraveobbediente dovrebbe essere oggetto Ciograve che egrave voluto e accoltodovrebbe essere conosciuto Sembrerebbe invece che nella formula-zione dellrsquoautore Cristo in un indeterminato momento della sua mis-

335Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

64 Cfr R P MaRtIn Word Biblical Commentary Xl 2 Corinthians uSa 1986 14565 Cfr COMMISSIOnE tEOlOgICa IntERnazIOnalE La coscienza che Gesugrave aveva di se stes-

so e della sua missione in ID Documenti 1969-2004 bologna 2006 (333-352) 339-344

336 E Rotundo

sione abbia sigrave posto la sua spontanea volontagrave a subire la dolorosa pas-sione salvo poi non si sa come ma sempre per volontagrave subire unasorta di perdita della coscienza e della consapevolezza del significatosoteriologico della propria croce perdita della certezza della vicinan-za della giustizia e dellrsquoamore del Padre

la volontagrave di ricostruire una tale ldquoesperienza spirituale del Cro ci -fis sordquo si pone drsquoaltro canto come una ldquonecessitagraverdquo logica se si vuolearrivare ad interpretare il descensus ad inferos come una reale discesaallrsquoinferno di Cristo intesa come la discesa del reprobo in quantodannato

5 ldquodEscEnsus ad InfERosrdquo

Siamo giunti a quella che sembra aver di piugrave caratterizzato la teolo-gia di von balthasar lrsquointerpretazione dellrsquoarticolo di fede che affermala discesa di Cristo nellrsquoAde Il contrassegno del pensiero balthasaria-no direbbe J Ratzinger66 In realtagrave come si egrave detto non si tratta di unmodo di interpretare esclusivo dellrsquoautore svizzero anzi molti primadi lui tra i teologi riformati avevano cosigrave compreso lrsquoarticolo deldescensus ad inferos basti ricordare il giagrave citato Calvino e dopo di luitanti altri ma soprattutto bisogna nominare adrienne von Speyr67 ilcui incontro ha motivato in maniera determinante lrsquointerpretazione

66 Cfr J - h tuumlCK ldquoPostfazionerdquo a h u vOn balthaSaR Escatologia nel nostro

tempo le cose ultime dellrsquouomo e del cristiano brescia 2017 107 Da ora in poiEnt

67 laquola teologia del Sabato santo che in connessione diretta col tema della kenosi delCristo caratterizza tutta la teologia di von balthasar e in particolare la sua cristologiatrinitaria ha appunto nella ldquomistica oggettivardquo della von Speyr il punto di partenza eun riferimento imprescindibileraquo g MaRChESI La cristologia trinitaria di Hans Urs

von Balthasar Gesugrave Cristo pienezza della rivelazione e della salvezza brescia 200352 lo stesso von balthasar a proposito della dottrina della discesa nellrsquoinfernoammette la sua dipendenza dalla von Speyr cfr Teologica II 302 (nota 75)

337Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

dellrsquoarticolo della discesa nellrsquoAde da parte di von balthasar68 Comegiustamente egrave stato ultimamente rinvenuto

il Descensus Christi costituisce ndash accanto alla morte vicaria sullacroce ndash il vero fondamento della speranza per tutti69

Per cui dopo aver studiato il modo di comprendere la dottrina dellasostituzione vicaria saragrave consequenzialmente necessario indagarequesta interpretazione cardine della teologia balthasariana e della suasperanza di salvezza per tutti

Innanzitutto occorre che si chiarifichi che per von balthasar ladiscesa di gesugrave allrsquoinferno costituisce la trasposizione nellrsquoaldilagrave nellrsquoa-temporalitagrave di quanto accade sulla croce ovverosia lrsquoesperienza sogget-tiva della totalitagrave dellrsquoira di Dio su di lui lrsquoesperire lrsquoabbandono e laseparazione da parte di Dio Per cui piugrave che intendere lrsquoevento del saba-to santo nel senso di un movimento locale dellrsquoanima di gesugrave quel chesi vuole intendere egrave lrsquoesperire in Seacute lrsquoinferno la morte lrsquoessere in Seacuteinferno come esperienza della totale senza-tempo ed infinita separazio-ne da Dio Ecco percheacute egrave vero che von balthasar parla di una discesanello sheol cioegrave nel regno dei morti corrispondente allrsquoeone veterotesta-mentario oppure nella geenna ma per lui quella dellrsquoanima di gesugraveconsiste in unrsquoesperienza che va oltre la geenna oltre lo stesso infernoin quanto si tratta di unrsquoesperienza unicamente vivibile solo nella trinitagraveeconomica lrsquoesperire la morte della relazione intratrinitaria

Per chi medita la singolaritagrave assoluta della relazione del Figlioverso il Padre non dovrebbe piugrave risultare discutibile il fatto che ilFiglio come Dio-uomo ha esperito un abbandono dal Padre chelrsquoha portato ben oltre lo sheol e la geenna Egli che egrave asceso ldquooltre

tutti i cieli (creati)rdquo egrave lo stesso che egrave disceso nelle ldquoparti piugrave infe-riori della terrardquo (Ef 49) il quale ldquoinferiorerdquo (katotera come com-parativo) ha potuto essere per lui unicamente lrsquoinfimo (en tois

68 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo a Ent 11069 J - h tuumlCK ldquoCommentordquo 111

338 E Rotundo

katotatois tes ges) [hellip] una simile distanza egrave tuttavia possibilesolo allrsquointerno della trinitagrave economica che trasferisce lrsquoassolutaalteritagrave reciproca delle persone intradivine sul piano della storiadella salvezza con lrsquoinclusione ndash e in tal modo la riconciliazione ndashdella peccaminosa distanza da Dio70

Si torneragrave in seguito sul rapporto tra trinitagrave economica ed infernoe sullrsquoaffermazione dellrsquoinclusione anche detta abbraccio e dunqueldquoriconciliazionerdquo della peccaminosa distanza quella che merita lacondanna nellrsquoinferno Per il momento occorre che si proceda conordine e si ritorni sul concetto di sheol che lrsquoautore intende come ter-mine della discesa dellrsquoanima di Cristo

In un suo scritto del 1969 lrsquoautore sosteneva esplicitamente cheprima della croce di Cristo esisteva solo un ldquoluogordquo in cui erano reclusele anime dei morti e questo era lo sheol lrsquoade Egli metteva in guardiadal considerare le speculazioni del tardo giudaismo che a seguito degliinflussi persiani ed ellenistici aveva cominciato a tracciare una differen-ziazione tra premio e castigo dopo la morte e aggiunge

anche se queste rappresentazioni marginalmente (soprattutto inluca) si trovano nel nuovo testamento (nella parabola di lazzaro1619-31) e nel loacutegion dei ladroni 2343 Il paradiso (che mantieneuna pluralitagrave di significati) e la geenna devono quindi rimanereinclusi nel concetto determinante e universale dello sheol egrave lrsquoade71

Dunque malgrado gesugrave stesso nel vangelo contemplasse e predi-casse una differenziazione di destini dopo la morte von balthasarinvitava invece il lettore a non tenerne conto e a considerare un soloed unico concetto e stato dellrsquoanima nella morte cioegrave quello veterote-stamentario (Pentateuco giosuegrave giudici e Re) di sheol il ldquoluogordquo incui le anime sono nel buio lo stato di morte e di tenebra dove non siloda piugrave Dio in cui Cristo egrave disceso72 che perograve non egrave da considerarsi

70 tD v 21971 ttg 14372 Cfr ttg 143

339Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

come un ldquoluogordquo ma appunto come uno stato dellrsquoanima che laquoconsi-ste nella poena damni nella privazione della visione di Dioraquo73 in cuinon egrave possibile alcun barlume di speranza74 Discendendo nello sheolCristo completa lrsquoopera della sostituzione vicaria assumendo la penadel danno la pena eterna dellrsquoinferno per intenderci in modo darisparmiarla a noi

Il Redentore risparmiando ai morti nella propria solidarietagrave conessi tutta lrsquoesperienza della morte (come poena damni) - cosiccheacuteun raggio celeste di fede caritagrave e speranza ha sempre rischiaratolrsquoldquoabissordquo - prese su di seacute tutta questa esperienza sostituendosi adessi Proprio cosigrave egli si dimostra lrsquounico che andando al di lagrave dellacomune esperienza di morte ha misurato le profonditagrave dellrsquoabisso75

Cosigrave solo Cristo fa esperienza dellrsquoldquoinfernordquo in quanto solo lui ldquovaallrsquoinfernordquo inteso a questo punto secondo lrsquoaccezione neotestamen-taria Infatti a dire dellrsquoautore sarebbe errato proiettare il concettoneotestamentario (cristologico) dellrsquoinferno allrsquoindietro nellrsquoanticotestamento Esso infatti diviene laquouna funzione dellrsquoevento Cristoraquo76

lrsquoinferno egrave un prodotto della redenzione che ha bisogno soloormai di essere contemplato nel suo in-seacute dal Redentore per diven-tare nella sua perdizione assoluta un ldquoper-luirdquo ciograve su cui egliriceve nella risurrezione il potere delle chiavi77

Dunque per tentare di chiarire quanto si vuole affermare occorreche si tenga a mente che la morte di gesugrave non egrave da intendersi solo dalpunto di vista fisico ma soprattutto spirituale la discesa nellrsquoinfernoconsiste nellrsquoesperienza della ldquoseconda morterdquo cioegrave dellrsquoassoluto e

73 ttg 14774 Cfr ttg 14775 ttg 15076 ttg 15377 ttg 155

340 E Rotundo

infinito abbandono di Dio avvertito da Cristo nella morte dellrsquoanimacome un allontanamento del Padre da Seacute lrsquoeffetto della pena del pec-cato la perdita eterna di Dio la caduta nellrsquoabisso tenebroso dellrsquoani-ma come dice il Cusano citato dallo stesso von balthasar e a cui eglidagrave fondamentalmente ragione78 In altre parole si tratta dellrsquoesperire lasofferenza dei dannati una sofferenza che non egrave possibile immaginar-ne di maggiori79

Ma ecco che proprio nel sabato santo avviene il ldquocapovolgimentordquosoteriologico la veritagrave esotericamente tenuta dal Padre si rivela e latenebra vissuta nello stato della morte (dellrsquoanima) si dilegua proprionellrsquoinferno Il Padre appare dalla tenebra di quella che dal Figlio eraesperita come esito della sua ira e gli si rivela nella propria luce Eglisi rivela a lui nuovamente manifestandogli che quella da lui vissutaldquosoggettivamenterdquo come tenebra era in realtagrave ldquooggettivamenterdquo lrsquoope-ra della perfetta vittoria

Ma quando il Figlio al sabato santo attraversa lrsquoinferno allora eglilo fa come colui a cui il Padre rivela il suo segreto che non tienepiugrave oltre per seacute [hellip] ldquola visione drsquoinsieme il Signore la riceve alsabato santo nella sua marcia attraverso lrsquoinferno in occasionedella quale il Padre gli mostra il peccato che egrave stato vintordquo80

von balthasar tiene a precisare che tale esperienza dellrsquoinferno egravestata vissuta da Cristo per pura ldquoobbedienzardquo81 proprio per questo sitratta di unrsquoesperienza che salva Ma a questo punto non si comprendecome tale esperienza il cui il significato rimaneva a lui nascosto enon conosciuto potesse essere vissuta come obbedienza in atto

Ecco perciograve che nuovamente si pone la questione giagrave sopra solle-vata relativa alla coscienza ed autocoscienza di gesugrave Per poter esperi-re il senso di essere dannato in eterno e rigettato dal Padre dunque per

78 Cfr ttg 15479 Cfr ttg 15280 tD v 22881 Cfr tD v 228 tD v 266

341Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

poter vivere lrsquoinferno gesugrave dovette in un certo qual modo ldquoriporrerdquo(Hinterlegung) kenoticamente la propria coscienza presso il PadreQuesta riposizione della coscienza della divina potenza e gloria egrave dettaessere compiuta ldquoper obbedienzardquo82 come per obbedienza egrave detta esserevissuta lrsquoesperienza della dannazione dellrsquoinferno Ma per porre un taleatto di obbedienza chiaramente occorre che sussista un momentonecessariamente cosciente si suppone in quanto non sembra chiara-mente esplicitato dallrsquoautore che tale obbedienza sia considerata postain essere coscientemente e liberamente nello stato di preesistenza cioegraveal momento dellrsquoincarnazione83 Drsquoaltra parte questa ldquoriposizionerdquo sipone inevitabilmente come la condizione di possibilitagrave percheacute il Figliopotesse esperire soggettivamente lrsquoessere dannato dal Padre

Proprio su questo punto sembra stagliarsi unrsquoaporia difficilmenterisolvibile nella teologia balthasariana il Figlio deve fare esperienzadella morte dellrsquoanima deve avvertire la dannazione e lrsquoeterna perditadi Dio ma ciograve senza sapere che questa esperienza consiste nellrsquoacmedellrsquoopera redentiva pro nobis Questo egrave il ldquosegretordquo del Padre che gliverragrave rivelato proprio nello stato della sofferenza della pena del dannotuttavia allo stesso tempo questrsquoopera egrave compiuta dal Figlio per obbe-dienza Rimane dunque il quesito come puograve attuarsi unrsquoobbedienzaperfetta nella piena inconsapevolezza e incoscienza

In gloria vII egrave possibile provare a rintracciare qualche soluzionevon balthasar dedica alcune riflessioni alla dimensione kenotica del-lrsquoincarnazione riflessioni previe ed indispensabili alla sua soteriolo-gia nellrsquoincarnazione avviene lrsquoabbandono della forma di Dio in unasorta di trasmissione di condizione nella forma di ldquoschiavordquo84 unatale esistenza da schiavo afferma lrsquoautore presuppone un ldquoessenzialenascondimentordquo e con questo ldquonascondimentordquo sembra ci si vogliariferire proprio a quella che in Teodrammatica v verragrave definita comela riposizione della propria coscienza al Padre Ora questo essenziale

82 Cfr tD v 220-22183 lo si vedragrave a breve84 Cfr Gloria vII 194

342 E Rotundo

nascondimento spiega balthasar solo nella riflessione post-pasqualesaragrave interpretato e descritto dagli evangelisti come ldquosegreto messiani-cordquo85 ma in veritagrave nel gesugrave storico esso consisterebbe in un kenoticoe reale nascondimento a Seacute tutte quelle espressioni neotestamentarieche lascerebbero intendere una coscienza del senso della propria pas-sione o una certa speranza e fede in essa sarebbero interpolazioniinterpretative della coscienza post-pasquale degli agiografi Ma poicheacutequanto nella coscienza di gesugrave (storico) nel momento della passioneegrave avvertito e provato egrave il carattere dellrsquoira del giudizio di Dio su di Seacuteallora si deve escludere ogni possibile consapevolezza di quantomediante lui sta soteriologicamente accadendo

Ma avendo gesugrave voluto sperimentare per amore esclusivamente ilsuo carattere giudiziario rinunciando a tutto ciograve che potesse conso-larlo confortarlo o addolcire il dolore per essere nella kenosi purospazio allrsquourto del peccato del mondo ci si deve attenere alla for-mula piugrave cruda86

a partire dallrsquoOrto degli ulivi dunque gesugrave comincia ad avvertirela tenebra del Padre lrsquoangustia e lrsquoangoscia per laquoil rigido compimentonon della ldquomia volontagraverdquo ma della ldquotuardquoraquo87 Egli deve avvertire su di Seacutelrsquoincombere della maledizione eterna e definitiva di Dio dove non puogravetrovare spazio alcuna consolazione laquoNessuna fede o speranza puograveriparare alla violenza mortale di questa percossaraquo88

Ma se cosigrave egrave allora ci si domanda che coscienza puograve avere gesugravedel senso della propria sofferenza O meglio gesugrave avverte il sensoprofondo della propria sofferenza Egrave consapevole - e qui siamo alparossismo del paradosso - che ciograve che sta affrontando egrave da lui vissu-to per ldquoobbedienzardquo von balthasar sostiene che tanto la coscienza

85 Cfr Gloria vII 199-20186 Gloria vII 20387 Gloria vII 20388 Gloria vII 205

343Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

della sofferenza che appartiene alla sua missione tanto il non-sensodella sofferenza devono essere tenuti assieme nellrsquoora delle tenebrenel getsemani laquoa gesugrave viene a mancare la visione dellrsquoinsiemeraquo89 Ilconfine lo spartiacque tra la coscienza di dover arrivare fino alla finedellrsquoamore e lrsquoinizio dello ldquosconvolgimentordquo viene individuato nel-lrsquoultima cena90 ligrave srsquoavvia questa sorta potremmo dire di ldquosincopesoteriologicardquo che permette a gesugrave di passare attraverso la sofferenzadellrsquooscuritagrave balthasar si affretta a precisare ma senza spiegare chelrsquooscuramento avvenuto alla passione non consiste in ldquoun regressodella sua coscienzardquo ldquomardquo nellrsquoultimo e necessario passo verso ilpieno adempimento della sua missione per la quale bisognava cheEgli sperimentasse che cosa egrave il peccato lrsquoessere rigettato e separatoda Dio la perdita di Dio e ldquodella possibilitagrave di accedere a Lui confede speranza e caritagraverdquo 91

nuovamente si ripropone lrsquoimpossibilitagrave di comprendere come sirisolva lrsquoaporia di unrsquoesperienza di perdita di coscienza del senso dellamissione addirittura una perdita soggettiva di fede speranza e caritagravee allo steso tempo un compimento di tutto ciograve oggettivamente perldquoobbedienzardquo che tuttavia non pare possa essere posta se non libera-mente e dunque coscientemente92

viene da chiedersi dunque di quale tipo di obbedienza si stia par-lando von balthasar primariamente definisce questa come lrsquoobbe-dienza assoluta quella che manifesta la divina ed eterna libertagrave che hareso possibile la kenosi dalla gloria di Dio (dunque del Logos preesi-stente) nella forma della non-libertagrave dellrsquoobbedienza che egrave propriadello schiavo

89 h u vOn balthaSaR laquoCrucifixus etiam pro nobisraquo Communio Rivista interna-

zionale di teologia e cultura Fu crocifisso per noi 49 (1980) (19-30) 24 Da orain poi Crucifixus

90 Cfr Crucifixus 2591 Cfr Crucifixus 2592 Questa contraddizione non appare risolta neanche in Teologica II 310-311

la grandezza di gesugrave egrave la manifestazione del libero abbassamento(kenosis) della gloria di Dio nella non-libertagrave (obbedienza) dellaforma di schiavo Questa non-libertagrave (ldquonon la mia volontagraverdquo continua-mente gv 638) deve essere resa nota nella serietagrave della croce e altempo stesso come conseguenza del libero amore (gv 1018)93

lo schiavo non ha una forma sua propria ma deve ogni volta assu-mere ldquoin pura obbedienzardquo la forma che il suo padrone gli impone94Proprio per la kenotica trasposizione nella forma di schiavo lrsquooradella passione non egrave vissuta dal Figlio come Colui che egrave il regista delproprio destino ma come qualcosa che su di lui incombe in quantoimposto dal Padre un destino il cui senso egrave conosciuto solo dal PadrelaquoDi questo senso il servo di Jahveacute saragrave passivamente caricato comealla ciecaraquo95 In virtugrave della kenosi volontaria del Figlio preesistenteper la quale egrave fatto schiavo il Figlio puograve essere rimesso alla totaleldquodisposizionerdquo del Padre mediante unrsquoobbedienza che egrave propria delloschiavo (priva di volontarietagrave) Cosigrave nella passione e nella morte ciograveche si pone in essere egrave proprio quellrsquoobbedienza assoluta che si realiz-za nella non-libertagrave e nella costrizione ecco percheacute nellrsquoorto nelmomento dellrsquoassunzione interiore del peccato lrsquoora della tenebra sipresenta a lui come un qualcosa di qualitativamente diverso rispetto aquanto vissuto e accettato fino a quel momento nella sua missione ciograveal fine di fare esperienza in seacute della tenebra del no dellrsquouomo a Dio edesperire lrsquoora della passione laquounicamente come una totale superimpo-sizioneraquo96 unrsquoora che ormai da Cristo puograve solo essere avvertita edlaquoessere affermata come la volontagrave del Padre e non come la propriaraquo97Infatti ribadisce lrsquoautore non potrebbe essere volontagrave del Figlio quel-la di apparire innanzi al Padre con il ldquonordquo del mondo per questo la suapuograve essere solo una volontagrave di compiere la missione una volontagrave del

344 E Rotundo

93 Gloria vII 29194 Cfr Gloria vII 13695 Gloria vII 13696 tD v 31197 tD v 311

Padre fino allrsquoestremo (lo sponte anselmiano98) ma come a dire che talevolontagrave non potrebbe arrivare fino alla necessaria consapevolezza elibertagrave di assumere la dannazione e la separazione da Dio lrsquoesperienzadella rottura della relazione trinitaria E dunque torniamo alla domandadi fondo che si egrave sollevata in piugrave di unrsquooccasione quale tipo di obbe-dienza egrave quella di Colui che vive lrsquoesperienza dellrsquoimposizione e dellrsquoab-bandono da Dio Di seguito il tentativo di unrsquoulteriore chiarificazione

Egrave obbedienza assoluta che si prolunga oltre la vita e continua an chelagrave dove negli altri casi domina ormai la costrizione e la non-libertagravenella nostra terminologia non soltanto la pretesa e la po ver tagrave maanche lrsquoabbandono (al di lagrave dei limiti dellrsquoesistenza terrena) sonoinclusi nellrsquoobbedienza di gesugrave Ciograve perograve egrave possibile soltanto setutta la struttura ontologica e cronologica egrave sottesa dal libero attodi obbedienza della sua kenosi In questo senso piugrave profondo nonpsicologico egli egrave inter mortuos liber (Sal 876 lXX) prigionierocerto dellrsquoimpotenza ma per quella libera obbedienza che egrave lrsquounicaa meritare di essere chiamata teologicamente obbedienza perinde

ac cadaver Qui eliminata lrsquointera sovrastruttura incarnatoria egravemessa a nudo la sottostruttura (che fonda tutto lrsquoavvenimentoincarnatorio) dellrsquoeterna e trinitaria volontagrave di obbedienza delFiglio faccia a faccia con la nascosta sottostruttura dellrsquoesistenzapeccatrice messa a nudo nello sheol cioegrave faccia a faccia con laseparazione da Dio e con la ldquoperdita della sua gloriardquo99

Da quel che egrave possibile comprendere quella di gesugrave dalla passio-ne fino alla separazione dal Padre nellrsquoinferno consisterebbe nellrsquoob-bedienza dello schiavo quella di colui che egrave privo di libertagrave di coluiche affronta ciograve che deve affrontare per imposizione del padrone taleimpotente obbedienza (non-libera) perinde ac cadaver (qui balthasarrichiama un adagio di santrsquoIgnazio) tuttavia egrave (essenzialmente) lrsquoe-spressione di quella libera e potente obbedienza intratrinitaria che ha

345Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

98 Cfr tD v 311-31299 Gloria vII 210

reso possibile la kenosi (nella preesistenza) e che la fonda essendoneespressione economica Per cui in questo senso Egli egrave obbediente e pervolontagrave e liberamente anche se non lo sa (laquoin questo senso piugraveprofondo ldquonon psicologicordquo egli egrave inter mortuos liberraquo100) la sceltaeterna della kenosi contiene in anticipo ldquooggettivamenterdquo ogni perditadi seacute e ogni impotenza anche se gesugrave non sperimenta questa sceltasul piano psicologico101

nello stesso verso sembra si spieghi dunque anche la contempora-nea coscienza salvifica della sua sofferenza e la non coscienza del sensodi essa anzi avvertita come un assurdo fallimento le due coscienzestanno insieme solo nella consapevolezza della particolaritagrave ontologicadi gesugrave proprio per questo solo lui poteva compiere la redenzione

Sia la coscienza del soffrire e del morire-per che lrsquooscuritagrave (e unita aquesta certamente un sentimento di fallimento sfociante nellrsquoassurditagraveldquoDio mio Dio mio percheacute mi hai abbandonatordquo) vanno assieme enello stesso tempo devono essere conservate ad ogni costo Questoappartiene al mistero di Colui che poteva identificarsi con lrsquointeraparola di Dio in cui (in quanto logos) egrave stato perciograve creato e giustifi-cato tutto il mondo la convinzione affiorante in alcune teorie scolasti-che secondo cui Dio avrebbe potuto servirsi anche di un uomo o di unangelo per svolgere lrsquoopera di espiazione egrave insostenibile e assurda102

51 Analisi teologica

a questo punto si rendono necessarie delle riflessioni che toccanotre aspetti della speculazione balthasariana la prima egrave relativa alladestinazione della discesa dellrsquoanima di Cristo dopo la morte che piugraveprofondamente consiste nella questione dello stato della sua anima

346 E Rotundo

100 Gloria vII 210101 Cfr Egrave vEtouml Da Cristo alla Trinitagrave Un confronto tra Tommaso drsquoAquino e H U

von Balthasar bologna 2015 243102 Crucifixus 24

post-mortem la seconda intrinsecamente connessa alla prima consi-ste nella questione della dimensione volontaria e cosciente dellrsquoespe-rienza della passione e dunque della natura intima della sua obbedien-za durante lrsquoora della passione la terza ed ultima questione egrave di carat-tere metodologico ed egrave connessa ai primi due aspetti

Prima Questione Innanzitutto von balthasar egrave conscio del fatto chelrsquoescatologia giudaica relativa alla condizione dei defunti nello sheoldellrsquoantico testamento viene pian piano approfondita e chiarita giagrave nelperiodo intertestamentale lo stesso gesugrave attesta questa veritagrave QuandoEgli parlava in parabole utilizzava categorie comprensibili ai suoi udi-tori in modo che il suo insegnamento potesse essere immediatamente efacilmente compreso Ciograve lo si puograve rinvenire in tutte le sue parabolenelle quali erano assunti aspetti della vita quotidiana e per questo pron-tamente comprensibili Ora quando gesugrave narra la parabola del poverolazzaro e del ricco epulone (lc 16 19-31) in lui egrave presente la consape-volezza dellrsquoultima riflessione giudaica della duplice destinazione delleanime e tale consapevolezza tradotta in predicazione riceve inevitabil-mente lrsquoautoritagrave di divina rivelazione Dunque al tempo di gesugrave e inbase a quel che gesugrave ha insegnato vi era una duplice destinazione deidefunti di dannazione eterna e di salvezza per i giusti accolti nel ldquosenodi abramordquo e tra questi due stati non poteva esistere alcuna comunionema solo unrsquoinsuperabile separazione

Cristo come recita la Traditio apostolica di Ippolito di Roma ldquoilterzo giorno risuscitograve vivo dai mortirdquo103 Cristo tornograve alla vita una vitatrasfigurata dalla gloria dellrsquoesaltazione dallo stato in cui si trovavavivus a mortuis Quello della ldquodiscendit ad inferna (Rufino Expositio insymbolum104) o ad inferos (Simbolo pseudo-atanasio Quicumque105) oad infernos (Concilio lateranense Iv106) come troviamo nelle diverse

347Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

103 h DEnzIngER Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus

fidei et morum P hunERMann ed bologna 2003 10 Da ora in poi Dh104 Dh 16105 Dh 76106 Dh 801

attestazioni piugrave che porsi come un problema relativo al ldquoluogordquo in cuiCristo nella sua anima si recograve deve innanzitutto essere inteso come laquestione relativa allo stato della sua anima dopo la morte e al signifi-cato della sua funzione salvifica

Innanzitutto la veritagrave sottintesa dallrsquoarticolo di fede egrave la realemorte di Cristo Figlio di Dio incarnato ldquouno dei defuntirdquo come inse-gnograve papa Ormisda nel 521107 la morte fisica intesa come separazionedal corpo dellrsquoanima non appartiene alla creazione di Dio che egrave buonae non puograve contemplare lrsquoatto ldquodisumanordquo della scissione di ciograve che egraveontologicamente creato come unrsquounitagrave la morte egrave lrsquoeffetto della tra-sgressione della sottrazione dellrsquouomo da Dio fonte della vita laquonelgiorno in cui tu ne mangerai certamente dovrai morireraquo (gen 216)lrsquoesperienza umana insegna che la morte sia avvertita da tutti gliuomini come unrsquoinevitabile incombenza nonostante essa si pongacome il ldquonaturalerdquo esito dellrsquoesistenza innanzi alla morte si rimanecomunque confusi sconvolti e meravigliati ciograve a dimostrazione cheessa egrave una realtagrave che si oppone alla natura umana una realtagrave contrariaallrsquoessenza dellrsquouomo che egrave fatta per lrsquoimmortalitagrave

23Sigrave Dio ha creato lrsquouomo per lrsquoimmortalitagrave lo fece a immaginedella propria natura 24Ma la morte egrave entrata nel mondo per invidiadel diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono(Sap 223-24)

la morte di gesugrave egrave lrsquoultima attestazione della sua piena solidarietagravecon la condizione umana lrsquoassunzione salvifica della totalitagrave dellepene del peccato e la separazione della sua anima dal suo corpo non egravestata per lui un evento indifferente ma egrave stata fonte di dolore laquoOraDio lo ha risuscitato liberandolo dai dolori della morte percheacute nonera possibile che questa lo tenesse in suo potereraquo (at 224)

Ma per intendere rettamente la natura di tale dolore avvertitooccorre che si comprenda che esso egrave limitato al ldquofattordquo della separa-zione in seacute dellrsquoanima dal corpo Esso egrave solo relativo al suo ldquoessererdquo

348 E Rotundo

107 Dh 369

nella condizione di anima separata lrsquoobbligo di non estendere il dolo-re dellrsquoanima di gesugrave nello stato di separazione alla morte dellrsquoanima(seconda morte stato di dannazione) deriva dalla stessa rivelazionebiblica come si vedragrave e da una serie di pronunciamenti dottrinali cheribadiscono lrsquoattivitagrave salvifica di Cristo nel regno dei morti in cui egravedisceso Sempre papa Ormisda giagrave nel 521 sottolineava il ruolo salvi-fico dellrsquoevento della discesa negli inferi di gesugrave ldquovivificatore deimorentirdquo Seppur nel regno dei morti il verbo unito alla sua animaldquonon si allontanograve dal seno del Padrerdquo108 Seguendo questo insegna-mento vari Concili successivi ribadirono il ruolo attivo di Cristo nelcomunicare la salvezza ai giusti ai santi che attendevano nella morteescludendo esplicitamente la salvezza e la liberazione delle anime per-dute dei dannati109 Ma sono soprattutto i due grandi catechismi dellaChiesa Cattolica a dare una chiarificazione certa della questione tratta-ta nel catechismo tridentino commentando il termine ldquoinfernordquo siaffermava

Qui il vocabolo in questione vuole significare quelle nascoste sediin cui stanno le anime di coloro che non hanno conseguito la beati-tudine celeste [hellip] tali sedi non sono tutte del medesimo genereuna egrave quella prigione tenebrosa e orribile nella quale le anime deidannati giacciono in un fuoco perpetuo e inestinguibile insiemeagli spiriti immondi In questo significato abbiamo i termini equi-valenti di geenna abisso inferno propriamente detto [hellip] Infineuna terza sede egrave quella in cui le anime dei santi furono ospitateprima della venuta di gesugrave Cristo n S Esse vi dimorarono quieta-mente immuni da ogni pena alimentate dalla beatifica speranzadella redenzione gesugrave Cristo scendendo nellrsquoinferno liberograve appun-to le anime di questi giusti aspettanti il Salvatore nel seno diabramo110

349Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

108 Dh 369109 Cfr SInODO DI tOlEDO Iv Dh 485110 CatEChISMO tRIDEntInO Catechismo ad uso dei parroci pubblicato dal Papa S Pio V

per decreto del Concilio di Trento t S CEntI ed Siena 1981 68-70 89-90

Riferendo della morte ancora il Catechismo tridentino ribadivache tutti erano soggetti alla prigionia della morte provocata dal pecca-to ma Cristo scese tra i morti da ldquovincitorerdquo per sconfiggere i demoniCristo sebbene nella condizione della prima morte non discese tra imorti per soffrire della morte di cui soffrono i dannati ma per compie-re la speranza della visione di Dio dei giusti che ligrave attendevano

tutti vi erano penetrati prigionieri (della morte) egli invece libero evincitore fra morti vi entrograve per debellare i demoni dai quali essierano tenuti prigionieri a causa della colpa originale Inoltre di tuttigli altri che erano discesi nellrsquoinferno una parte era stretta dalle piugraveopprimenti pene unrsquoaltra parte pur libera da dolori sensibili eraamareggiata dalla privazione della visione di Dio e dallrsquoaspettativaansiosa della sperata beatitudine Cristo Signore invece vi discesenon per soffrire bensigrave per liberare i giusti dalla molestia della ingra-ta prigione e conferir loro il frutto della propria passione111

unrsquoultima redazione del ldquoCatechismo della Chiesa Cattolicardquo egravestata pubblicata nel 1992 Questo testo appare importantissimo ai finidelle riflessioni che si stanno conducendo in quanto si tratta di uninsegnamento di elevata autoritagrave elaborato proprio alle porte delleultime pubblicazioni di von balthasar Sin dagli anni lsquo50 fino allrsquoannodella sua morte (1988) von balthasar aveva impegnato il suo geniospeculativo nellrsquointerpretazione del descendit ad inferos Per quantoconcerne i testi piugrave significativi nel 1969 viene pubblicato MysteriumPaschale anche conosciuto come Teologia dei tre giorni dal 1980 al1983 i volumi Iv e v della Teodrammatica nel 1986 Sperare per tuttie infine nel 1988 anno della sua morte veniva scritto e pubblicatoBreve discorso sullrsquoinferno

350 E Rotundo

111 CatEChISMO tRIDEntInO 70 90 Per una sintesi della storia della dottrina ufficia-le dellrsquoarticolo in questione cfr a l PItStICK Light in Darkness Hans Urs von

Balthasar and the Catholic Doctrine of Christrsquo Descent into Hell EerdmansuSa 2007 5-85

Solo quattro anni dopo la morte del teologo usciragrave il Catechismodella Chiesa Cattolica che certamente avragrave richiesto una riflessioneprevia svoltasi contemporaneamente agli ultimi anni di vita del pensa-tore di lucerna Sulla delicata questione della discesa agli inferi ilCatechismo ribadisce la lunga tradizione teologica cattolica rigettan-do totalmente la teologia del sabato santo di balthasar Il Catechismoinsegna che il senso dellrsquoarticolo egrave innanzitutto affermare la realemorte del Figlio di Dio ma subito dopo si afferma che quello di Cristoegrave un discendere da vittorioso per compiere attivamente lrsquoultimo attodellrsquoopera della redenzione liberare dallo stato di morte i giusti cheattendevano nel ldquoluogordquo in cui erano destinati i giusti dopo la morteprima del compimento dellrsquoopera di salvezza in Cristo cioegrave i giustiche come il lazzaro della parabola di luca dimoravano con abramo

Ma egli vi egrave disceso come Salvatore proclamando la buona novellaagli spiriti che vi si trovavano prigionieri la Scrittura chiama inferiSheacuteol o Hades il soggiorno dei morti dove Cristo morto egrave discesopercheacute quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio taleinfatti egrave nellrsquoattesa del Redentore la sorte di tutti i morti cattivi ogiusti il che non vuol dire che la loro sorte sia identica come dimo-stra gesugrave nella parabola del povero lazzaro accolto nel laquoseno diabramoraquo laquoFurono appunto le anime di questi giusti in attesa delCristo a essere liberate da gesugrave disceso allrsquoinfernoraquo gesugrave non egravedisceso agli inferi per liberare i dannati neacute per distruggere lrsquoinfernodella dannazione ma per liberare i giusti che lrsquoavevano preceduto[hellip] Cristo dunque egrave disceso nella profonditagrave della morte affincheacutei laquomortiraquo udissero laquola voce del Figlio di Dioraquo (gv 525) e ascoltan-dola vivessero gesugrave laquolrsquoautore della vitaraquo ha ridotto laquoallrsquoimpoten-za mediante la morte colui che della morte ha il potere cioegrave il dia-voloraquo liberando laquocosigrave tutti quelli che per timore della morte eranosoggetti a schiavitugrave per tutta la vitaraquo (Eb 214-15)112

351Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

112 CatEChISMO DElla ChIESa CattOlICa Cittagrave del vaticano 1992 632-635

Quel che pare sia degno di sottolineatura egrave che la scena della disce-sa e dimora di Cristo tra i morti nello Sheol vede Cristo quale prota-gonista vittorioso attivamente in opera per compiere lrsquoattesa speranzadei giusti che attendevano la pienezza della salvezza Cristo secondoil catechismo non scende passivamente come dannato tra i dannati perdonare ad essi liberazione ma attivamente come vittorioso gloriosogiusto tra i giusti per partecipare loro ciograve che finalmente in Seacute egrave acces-sibile il paradiso la visione di Dio Il santo Papa giovanni Paolo IIin una catechesi del 1989 aveva sigillato questa teologia Il Ponteficechiariva la partecipazione di Cristo allrsquoultimo effetto del peccato ossiala partecipazione allo stato di morte nella separazione della sua animadal suo corpo113 Ma il Pontefice andava oltre nella sua interpretazioneche costituisce una vera e propria teologia del sabato santo che pocoha trovato eco nel pensiero teologico contemporaneo Egli teneva aprecisare che lo sheol-ade non corrisponde allrsquoinferno inteso come lostato della dannazione

va inoltre chiarito in partenza che lrsquoespressione ldquoinferirdquo non signi-fica lrsquoinferno lo stato di dannazione ma il soggiorno dei morti ciograveche in ebraico era detto sheol e in greco hades114

Scendendo nello sheol lrsquoanima di Cristo partecipa della pena dellamorte nel senso che anche lui ha dovuto sperimentare lo ldquostato dimorterdquo soffrire la separazione dellrsquoanima dal corpo ma la sua non fuuna discesa nellrsquoinferno per partecipare dello stato della dannazione lapena del danno al momento della morte la sua anima si separa dal suocorpo che rimane deposto nel sepolcro ma la sua anima viene glorifica-

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113 laquoDurante i tre giorni (non completi) passati tra il momento in cui ldquospirograverdquo e la risurre-zione gesugrave ha sperimentato lo ldquostato di morterdquo cioegrave la separazione dellrsquoanima dal cor -po nello stato e condizione di tutti gli uomini Questo egrave il primo significato delle paroleldquodiscese agli inferirdquoraquo gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 inInsegnamenti di Giovanni Paolo II XII 1 1989 (gennaio-giugno) Cittagrave delvaticano 1991 4 76

114 gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 2 75

ta immediatamente dal Padre115 cosigrave Egli la sua anima nello Spirito egravevivificato e nella pienezza della gloria dellrsquoanima scende tra i morti percomunicare il suo stato di gloria ai giusti che lo attendevano tali affer-mazioni costituiscono lrsquointerpretazione autorevole del Pontefice chemuove e trova piena e inconfutabile conferma nei testi della rivelazioneche esplicitamente riferiscono della discesa nello sheol

Se la morte comporta la separazione dellrsquoanima dal corpo ne conse-gue che anche per gesugrave si egrave avuto da una parte lo stato di cadaveredel corpo e dallrsquoaltra la piena glorificazione celeste della sua anima

sin dal momento della morte la prima Lettera di Pietro parla diquesta dualitagrave quando riferendosi alla morte subita da Cristo per ipeccati dice di lui ldquoMesso a morte nella carne ma reso vivo nello

spiritordquo (1 Pt 3 18) anima e corpo si trovano dunque nella condi-zione terminale rispondente alla loro natura anche se sul piano onto-logico lrsquoanima tende a ricomporre lrsquounitagrave col proprio corpo lrsquoa po -sto lo perograve aggiunge ldquoIn spirito (Cristo) andograve ad annunziare la sal-

vezza anche agli spiriti che attendevano in prigionerdquo (1 Pt 3 19)Questa sembra essere una rappresentazione metaforica dellrsquoesten-sione della presenza del Cristo crocifisso anche a coloro che eranomorti prima di lui

Pur nella sua oscuritagrave il testo petrino conferma gli altri quanto allaconcezione della ldquodiscesa agli inferirdquo come adempimento fino alla pie-nezza del messaggio evangelico della salvezza Egrave Cristo che deposto nelsepolcro quanto al corpo ma glorificato nella sua anima ammessa allapienezza della visione beatifica di Dio comunica il suo stato di beatitudi-ne a tutti i giusti di cui quanto al corpo condivide lo stato di morte116

353Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

115 laquoPossiamo dunque dire che la veritagrave espressa dal Simbolo degli apostoli con leparole ldquodiscese agli inferirdquo mentre contiene una riconferma della realtagrave dellamorte di Cristo nello stesso tempo proclama lrsquoinizio della sua glorificazione Enon solo di lui ma di tutti coloro che per mezzo del suo sacrificio redentore sonomaturati alla partecipazione della sua gloria nella felicitagrave del regno di DioraquogIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 8 79

116 gIOvannI PaOlO II udienza generale dellrsquo11 gennaio 1989 5-6 77

Questa attestata tradizione dellrsquointerpretazione della discesa di Cristotra i morti dunque non nasce dalla capacitagrave speculativa di un qualcheteologo in particolare ma consiste in una dottrina che si fonda su alcunitesti della rivelazione che sebbene includano passaggi di difficile com-prensione sono tuttavia chiarissimi circa la condizione dellrsquoanima diCristo morto tra i morti la prima lettera di Pietro cosigrave recita

17Se questa infatti egrave la volontagrave di Dio egrave meglio soffrire operando ilbene che facendo il male 18percheacute anche Cristo egrave morto una voltaper sempre per i peccati giusto per gli ingiusti per ricondurvi aDio messo a morte nel corpo ma reso vivo nello spirito 19E nellospirito andograve a portare lrsquoannuncio anche alle anime prigioniere20che un tempo avevano rifiutato di credere quando Dio nella suamagnanimitagrave pazientava nei giorni di noegrave mentre si fabbricavalrsquoarca nella quale poche persone otto in tutto furono salvate permezzo dellrsquoacqua (1 Pt 317-20)

E poco piugrave avanti

6Infatti anche ai morti egrave stata annunciata la buona novella affincheacutesiano condannati come tutti gli uomini nel corpo ma vivanosecondo Dio nello Spirito (1 Pt 46)

Come giagrave detto il testo non egrave di immediata comprensione anzi risul-ta oscuro il passaggio relativo a coloro che si erano rifiutati di credere altempo di noeacute tuttavia esso non lascia dubbi circa la condizione dellrsquoa-nima di Cristo una volta separata dal corpo morto ldquomesso a morte nelcorpo ma reso vivo nello spirito E nello spirito andograve a portare lrsquoannun-cio anche alle anime prigioniererdquo Come giustamente ha interpretatogiovanni Paolo II la rivelazione ci dice con estrema chiarezza che lrsquoa-nima di Cristo sebbene ldquoinnaturalmenterdquo separata dal corpo egrave da subitogodente della glorificazione da parte del Padre viva e non morta comeinvece egrave continuamente sostenuto da von balthasar il quale ritiene lrsquoa-nima di Cristo morta soggetta alla pena della dannazione lrsquoanima diCristo il suo spirito egrave sin da subito vivificata beata ecco percheacute nellacertezza di fede speranza e caritagrave il Cro ci fis so ha potuto promettere al

354 E Rotundo

ladrone convertito di condurlo con Seacute in paradiso laquoIn veritagrave ti dicooggi sarai con me nel paradisoraquo (lc 2343) giagrave dal venerdigrave santo lrsquoa-nima di Cristo egrave paradiso non inferno egrave beata e non dannata viva enon morta

Seconda e terza questione Come giagrave detto la seconda questione egraveconnessa alla prima e trova a sua volta la sua causa nella terza que-stione che riguarda il rapporto tra teologia e divina rivelazione117 neltrattare la seconda questione si avragrave modo di trovare le risposte anchesulla terza

nella prima questione come abbiamo visto la teologia del sabatosanto di von balthasar contempla lrsquoanima di gesugrave discendere nellrsquoin-ferno oltre lo sheol e la geenna in assoluta passivitagrave nella condizionedi colui che ha perso la visione di Dio in quanto dannato nello statodella ldquoseconda morterdquo Scrittura e tradizione non danno alcun appog-gio a tale teologia la Scrittura egrave al contrario chiarissima circa lacondizione di vita e beatitudine dellrsquoanima di gesugrave dopo la morteeppure il teologo preferisce intraprendere unrsquoaltra strada e quandoincontra testi che contraddirebbero palesemente la sua speculazionericorre allrsquoescamotage esegetico che chiama in causa la riflessione e lafede della comunitagrave post-pasquale che sarebbe intervenuta nel corsodella formulazione dei testi sacri

Situazione identica avviene relativamente allrsquointerpretazione dellrsquoe-sperienza spirituale di gesugrave nel momento della passione e crocifissionea dire dellrsquoautore nel momento dellrsquoentrata delle ldquotenebrerdquo del peccatoin gesugrave nel getsemani inizierebbe lo sconvolgimento dellrsquoanimo digesugrave Egli comincerebbe a non comprendere piugrave il significato salvificodi quanto gli starebbe per accadere in lui emergerebbe addirittura laconvinzione dellrsquoinutilitagrave delle sue sofferenze e peggio ancora comince-rebbe ad avvertire lrsquoabbandono di Dio in una maniera simile a quellache cominciano ad avvertire i peccatori nel momento in cui iniziano a

355Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

117 Sullrsquoutilizzo della Scrittura da parte di balthasar cfr FIOREntInO Il teologo legge la

Scrittura Il ldquoprincipio cristologicordquo di K Rahner e H U von Balthasar 447-502M PaRaDISO La Sacra Scrittura in H U von Balthasar Roma 2012

prendere coscienza degli effetti della loro colpa mortale Cosigrave gesugravenon semplicemente scenderebbe allrsquoinferno ma farebbe esperienzadellrsquoinferno piugrave oscuro e terribile lrsquoesperienza del rigetto totale edeterno di Dio Padre sentendosi per sempre piantato in asso dalPadre118 In questo modo dal momento della passione in poi in gesugravenon sarebbe piugrave possibile riscontrare alcun tipo di fede o speranza cheavrebbero potuto alleggerire il peso del peccato ldquoin luirdquo il peso impo-sto su di lui dal Padre Si tratterebbe dellrsquoesperienza soggettivamentevissuta della perdita e separazione dal Padre ma senza sapere cheoggettivamente ciograve costituiva il contrario di quanto esperito ossia ilmomento di massima obbedienza e unitagrave

Posto ciograve occorre affermare che la Scrittura descrive un atteggia-mento spirituale di gesugrave nel momento della passione che egrave lrsquoesattocontrario di quanto descritto da von balthasar lrsquoautore si trovaldquocostrettordquo ad affermare lo sconvolgimento spirituale di gesugrave a moti-vo della sua intenzione di estendere lrsquoopera di sostituzione vicaria delServo sofferente fino allrsquoassunzione della pena del danno la penaldquoeternardquo dellrsquoinferno che egli preferisce per ovvi motivi chiamarepena ldquotemporaneardquo119 Per fare ciograve dunque gesugrave deve esperire lrsquoin-ferno dentro di Seacute avvertire lrsquoimposizione di una volontagrave non proprianella perdita di speranza e fede che risulterebbero incompatibili conlo stato di Colui che si dirige verso la sofferenza della dannazione

Siamo di fronte ad un capovolgimento della teologia classica chetraendo dal capitolo 5 della lettera ai Romani il parallelismo antiteticoadamo-Cristo affermava la necessitagrave soteriologica dellrsquoopera di volon-taria e consapevole obbedienza di Cristo non solo anselmo reiterandolo sponte cristologico ha fondato tutta la sua soteriologia sulla volonta-ria e spontanea obbedienza di Cristo120 ma anche tommaso drsquoaquino

356 E Rotundo

118 Cfr Ent 49 119 Cfr Ent 47120 laquoDio infatti non ha costretto il Cristo a morire lui in cui non ci fu peccato Ma egli

stesso subigrave spontaneamente (ipse sponte) la morte non per una obbedienza che gliimponesse di abbandonare la vita ma per una obbedienza che richiedeva di custodi-re la giustizia nella quale perseverograve con tanta determinatezza da incorrere nella

ha piugrave volte sottolineato come lrsquoopera della redenzione di Cristo tro-vasse il proprio elemento formale nella sua disposizione drsquoanimomediante la quale la propria passione era accettata in piena coscienzaper caritagrave e per obbedienza121 Ma cosa rivela la Scrittura Qual egrave lrsquoat-teggiamento del Servo del Signore e quello del gesugrave narrato dallaparola di Dio

nei carmi di Isaia viene sottolineata la cosciente e consapevolespontanea volontagrave del Servo di caricarsi il peccato degli uomini su diSeacute Il peso del male assunto lo stritola e la sua condizione appare uncastigo di Dio ma questo come abbiamo giagrave visto egrave solo lrsquoerrato giu-dizio che danno coloro che lo osservano (cfr Is 534)

la confusione e lo stravolgimento egrave in coloro che osservano la con-dizione del Servo ma non nel Servo del quale invece si dice esplicita-mente che ldquonon resta confusordquo ma che al contrario rimane stabileduro come la pietra laquonon verragrave meno e non si abbatteragraveraquo (Is 424)

5Il Signore Dio mi ha aperto lrsquoorecchio e io non ho opposto resisten-za non mi sono tirato indietro 6ho presentato il mio dorso ai flagel-latori le mie guance a coloro che mi strappavano la barba non hosottratto la faccia agli insulti e agli sputi 7Il Signore Dio mi assiste

per questo non resto svergognato per questo rendo la mia faccia

dura come pietra sapendo di non restare confuso (Is 505-7)

357Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

morteraquo anSElMO DrsquoaOSta Percheacute un Dio uomo a ORazzO ed Cittagrave nuovaRoma 2007 la traduzione egrave compiuta sullrsquoedizione critica SanCtI anSElMI

CantuaRIEnSIS EPISCOPI Opera Omnia ad fidem condicum recensuit FS SChMItt

OSb apud nelson 6 voll Edinburgi 1946-1961 Ripr anast I Frommann verlagStuttgar-bad Cannstatt 1968 1984 I IX 62 It 95

121 laquobisogna ricordare che la soddisfazione per il peccato altrui ha come elemento mate-riale le pene che uno sopporta per lrsquoaltro ma come elemento formale ha la disposi-zione drsquoanimo che inclina a volere tale soddisfazione e le dona efficacia non avendoessa alcun valore se non procede dalla caritagraveraquo San tOMMaSO Drsquoa QuI nO La Somma

Teologica Redazione Edizioni Studio Domenicano edd bologna 2002 Da ora inpoi Sth Cfr Sth III q 48 a 2 res

lrsquoatteggiamento spirituale di fede e speranza del Servo egrave palese lapercezione ldquosoggettivardquo e la veritagrave ldquooggettivardquo di quanto sta vivendo egravechiaramente identica e si mostra necessaria affincheacute lrsquoofferta di Seacutepossa essere compiuta e informata dalla sua preghiera laquoMentre egliportava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoliraquo (Is 5312)

Il nt non fa altro che confermare la stabilitagrave nella speranza e nellacaritagrave del Servo gesugrave nellrsquoora delle tenebre della passione laquoPadrenelle tue mani consegno il mio spiritoraquo (lc 2346) Il testo della Primalettera di Pietro delinea un atteggiamento spirituale di gesugrave che egrave lrsquoe-satto opposto di quello delineato e descritto nellrsquoopera balthasariana

Cristo patigrave per voi lasciandovi un esempio percheacute ne seguiate le orme 22egli non commise peccato e non si trovograve inganno sulla sua bocca 23insultato non rispondeva con insulti maltrattato non minacciava vendetta ma si affidava a coluiche giudica con giustizia (1 Pt 221-23)

gesugrave si avverte sotto il giudizio di Dio sigrave egrave vero Ma il suo sentirecorrisponde pienamente alla veritagrave ldquooggettivardquo della sua opera e al senti-re il Padre giudice su di lui Egli si affida si consegna a Dio percheacute sache il suo giudizio su di Seacute egrave giusto e ciograve diviene fonte di speranza eforza per procedere fino in fondo Proprio nel momento della croce Eglirimane stabile e nella salda ldquosperanzardquo e certezza di fede ldquopre-vederdquo lagioia che gli egrave posta innanzi una gioia che egrave piugrave grande della sofferenzadel momento presente Egrave solo per tale perfezione della sua dimensionespirituale raggiunta proprio grazie alla passione (Eb 58-9) che Eglipoteacute divenire fonte e compimento della ldquofederdquo

tenendo fisso lo sguardo su gesugrave colui che dagrave origine alla fede ela porta a compimento Egli di fronte alla gioia che gli era posta

dinanzi si sottopose alla croce disprezzando il disonore e siedealla destra del trono di Dio (Eb 122)

358 E Rotundo

Sulla croce Cristo offrigrave preghiere e suppliche percheacute sapeva chesolo da Dio poteva trarre la forza per restare inchiodato allrsquoobbedienzaal Padre e rimanere vivo nello spirito Il Padre ascolta ed esaudisce lapreghiera del Figlio giagrave sulla croce donandogli ogni ldquofortezzardquo e ldquocon-solazionerdquo cosigrave da muoverlo ad abbandonarsi totalmente alla sapientecustodia del Padre

7nei giorni della sua vita terrena egli offrigrave preghiere e suppliche conforti grida e lacrime a Dio che poteva salvarlo da morte e per il suo

pieno abbandono a lui venne esaudito 8Pur essendo Figlio imparogravelrsquoobbedienza da ciograve che patigrave 9e reso perfetto divenne causa di sal-vezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 57-9)

Proprio questrsquoultima citazione di Eb 57-9 aiuta a comprendere il rap-porto del teologo svizzero con la Scrittura facendoci passare alla terza pro-blematica relativa alla riflessione balthasariana122 Il nostro ritiene che itesti dei racconti della passione risentano della riflessione post-pasqualeche giagrave coglie e riflette la consapevolezza del carattere salvifico dellrsquoeven-to un carattere salvifico che come abbiamo visto secondo lrsquoautore agesugrave era kenoticamente nascosto gesugrave sperimenterebbe infatti solo ilcarattere giudiziario della sua ora lrsquoincombere dellrsquoira del giudizio di Diosu di lui laquorinunciando a tutto ciograve che potesse consolarlo confrontarlo oaddolcire il doloreraquo123 E anche se i vangeli soprattutto giovanni attestanouna permanente comunione con il Padre e una salda autocoscienza e co -scienza dellrsquoavvio della sua missione verso la sua compiutezza (gv 1930)in realtagrave gesugrave avvertirebbe solo il carico di una volontagrave ldquonon suardquo dadoversi realizzare Cosigrave giungendo al testo di Ebrei gesugrave sulla croce real-mente pregograve con forti grida e lacrime eppure afferma balthasar laquo(se lacongettura testuale di harnack egrave esatta) non fu ldquosalvato dalla paurardquoraquo124

359Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

122 Sullrsquointerpretazione del modo di approcciarsi alle Scritture di balthasar cfr RFIO REntInO Il teologo legge la Scrittura Il ldquoprincipio cristologicordquo di K Rahner

e H U von Balthasar Milano 2019123 Gloria vII 203124 Gloria vII 204

Ora la lettera agli Ebrei recita esplicitamente laquoPer il suo pienoabbandono a lui venne esauditoraquo (Eb 57) anche traducibile conldquovenne liberato dallrsquoangosciardquo125 tuttavia von balthasar si pronunciaa favore della congettura di von harnack accolta anche da bultmannmaestri della teologia liberale secondo cui nel corso dei secoli daitesti manoscritti sarebbe caduto un ldquononrdquo che avrebbe dovuto rendereil testo ldquonon venne liberato dallrsquoangosciardquo o ldquonon venne esauditonella preghierardquo tale congettura non era supportata da una qualchereale prova storica tuttavia era lrsquounico modo attraverso cui la proprialogica riusciva ad individuare una coerenza del testo Questi studiosiinfatti avendo davanti ai propri occhi lrsquoesito tragico della sorte digesugrave non riuscivano a spiegarsi come Dio avrebbe concretamenteesaudito la preghiera di liberazione di gesugrave giustamente Ratzingerproprio commentando lrsquoacrobatica formulazione di tale spiegazioneesegetica affermava laquoMa una spiegazione che rivolge il testo nel suocontrario non egrave una spiegazioneraquo126

Ora lrsquointera elaborazione soteriologica ed escatologica di vonbalthasar egrave fondata su una particolare interpretazione dellrsquoesperienzaspirituale di gesugrave iniziata nellrsquoOrto e conclusasi con la rivelazione delldquosegretordquo di Dio nellrsquoinferno in cui gesugrave egrave detto discendere Da quan-to si egrave potuto constatare occorre che in estrema onestagrave si ammetta cheproprio il metodo che rivolge i testi della Scrittura Sacra al loro esattocontrario egrave stato il metodo troppo frequentemente utilizzato da vonbalthasar per edificare la propria costruzione teologica Ciograve va dettosoprattutto in riferimento alla sua ldquoestesardquo interpretazione della dottri-na della sostituzione vicaria che implica lrsquoesperienza della morte del-lrsquoanima di gesugrave e in rifermento alla sua teologia del discendit ad infe-ros che implica unrsquointerpretazione ldquocristologicardquo dellrsquoinferno a cui oraoccorre dedicarsi

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125 Cfr J RatzIngER - bEnEDEttO XvI Gesugrave di Nazaret Dallrsquoingresso in Ge ru sa lem -

me fino alla risurrezione Cittagrave del vaticano 2011 185126 J RatzIngER - bEnEDEttO XvI Gesugrave di Nazaret Dallrsquoingresso in Gerusalemme

fino alla risurrezione 185

6 InfERno E gEnERazIonE dIvIna

alla luce del discorso condotto fino ad ora sembra si possa a que-sto punto andare piugrave in profonditagrave nella teologia dellrsquoautore svizzeroPer von balthasar lrsquoinferno inteso nella sua piugrave estrema intensitagravenasce solo in riferimento a Cristo anzi esso egrave un laquoconcetto cristologi-coraquo127 in quanto si tratta dellrsquoesperienza di separazione e di divisioneprofonda ed oscura dal Padre dunque di un evento che si pone allrsquoin-terno delle relazioni delle ipostasi divine lrsquoesperienza spiritualmenteavvertita128 della profonda e definitiva dannazione del Figlio consistenel compimento ultimo della sua missio anche se Egli lo viene a sape-re solo alla conclusione di questa stessa missione129 quando nellrsquoinfer-no il Padre gli svela il segreto della sua ira che altro non era se non lamanifestazione del suo amore130

Ora la missio economica del Figlio la sua kenosi nel mondo nonsolo trova il suo presupposto nella sua processio immanente dal Padrela ldquokenosi primordialerdquo131 ma ne egrave anche la economica manifestazioneed espressione132 Ciograve va compreso finalmente alla luce della sua ela-borata teoria della kenosi intradivina

Dovendo creare i presupposti di una negazione di Dio giagrave nellatrinitagrave immanente von balthasar aveva affermato una distanza unaseparazione tra Padre e Figlio giagrave nella relazione kenotica intratrinita-ria una kenosi nellrsquoimmanenza che coincide con la generazione delFiglio con una ldquosuper-morterdquo immanente del Padre mediante cui egravedata la vita al Figlio133 In questa distanza in questa ldquomorterdquo come

361Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

127 GloriavII 211128 Cfr tD v 244129 Cfr tD v 224-225 Questa dottrina egrave esposta anche in Teologica II 309-318130 Cfr tD v 228131 Cfr tD Iv 308 132 Cfr h u vOn balthaSaR Teodrammatica III Le persone del dramma lrsquouomo

in Cristo Milano 1983 212133 Cfr tD Iv 301-305 tD v 72

visto egrave inclusa e abbracciata ogni divisione che nel mondo potrebbesorgere contro Dio persino il ldquonordquo definitivo dellrsquouomo che comportala realtagrave dellrsquoinferno in quanto questo trova la sua condizione di pos-sibilitagrave proprio nella kenosi intradivina134

Quando il Figlio egrave mandato nel mondo a svolgere la sua missioneEgli deve vivere il suo essere la sua processio immanente nella formadella missio economica siccheacute la missio diviene espressione e manife-stazione della processio

Quella del Figlio egrave una missio nella morte la missione ad assumerein sostituzione vicaria la morte peccaminosa che conduce allrsquoeternaseparazione da Dio la morte del peccatore che comporta una dannazioneeterna135 vivendo spiritualmente lrsquoesperienza dellrsquoabbandono da Diodella dannazione peccaminosa che implica la perdita e la separazionedefinitiva e profondamente oscura dal Padre il Figlio nel sabato santovede conclusa la sua missione136 Ma proprio nella perdizione assolutadella morte dellrsquoanima nellrsquoesperienza dellrsquoessere inferno quale estremodella kenosi economica del Figlio si vede attuata e compiuta la massimaespressione e rappresentazione economica137 della kenosi intradivina138Quando nellrsquoinferno il Padre si rivela al Figlio abbandonato come inrealtagrave a lui strettissimamente unito nello Spirito il Padre gli rivela ancheche la sua morte (la morte del dannato - lrsquoessere inferno) egrave il modus eco-nomico dellrsquoimmanente vita eterna espressione economica della genera-zione e dellrsquoemergere dello Spirito la perfetta rappresentazione dellerelazioni intratrinitarie139

ldquonel sabato santo alla fine della missione prima che Dio torni a ri -volgersi verso il mondo egli si volge nellrsquoamore via lontano dal Fi -glio per farlo partecipe del suo mistero segretordquo non piugrave dellrsquoira ma

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134 Cfr tD Iv 303135 Cfr tD v 214136 Cfr tD v 229137 Cfr tD Iv 309138 Cfr tD Iv 298139 Cfr Teologica II 302-318

dellrsquoamore Se in un primo tempo noi siamo arrivati a concepire lamorte come modus della vita (eterna) il dolore come modus dellagioia la divisione come modus dellrsquounione cosigrave drsquoora in poi cipossiamo rappresentare in definitiva la divergenza come modusdellrsquoeterna convergenza tra il Padre e il Figlio nello Spirito nellaqual cosa si rende concludendo visibile come i modus economicidelle relazioni delle persone divine si trovano nascosti nei modus

immanenti senza aggiungere ad essi elementi estranei140

In altre parole la realtagrave piugrave profonda dellrsquoinferno costituirebbe laforma e manifestazione economica dellrsquoimmanente generazione drsquoa-more del Figlio

Sulla croce il rapporto perenne ha assunto il modus dellrsquoabbandonodal Padre e cosigrave pure il modus di una mai cosigrave estrema perdizionedel Figlio141

la morte ldquoeternardquo egrave il volto economico della vita eterna la mortedel Figlio dannato egrave espressione della super-morte del Padre mediantela quale il Figlio egrave generato

lrsquoinferno terribile ed oscuro egrave il modus della generazione alla vita delFiglio fino a tanto si spinge von balthasar Fino a tanto si spinge il suodesiderio di intendere la tenebra oscura della realtagrave dellrsquoinferno come laforma economica di un ldquomomentordquo della trinitagrave immanente che chiara-mente viene recuperato nel ldquomomentordquo della sintesi dello Spirito cheingloba la distanza infernale e dannata nel ldquonoirdquo della beatitudine

lrsquoabbandono del Figlio durante la sua passione era alla pari unmodus della sua congiunzione con il Padre nello Spirito Santo allostesso modo che la sua morte era un modus della sua vitalitagrave e ilsuo dolore un modus della sua beatitudine142

363Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

140 tD v 229141 tD Iv 460142 tD v 219-220

lrsquoabbandono del Figlio egrave bene ricordarlo consiste nel far percepireal Figlio il rigetto dal Padre in quanto ldquopeccatordquo e ldquomaledettordquo unabbandono una divisione che si rivela come ira del giudizio e che siestende fino allrsquoinferno fino alla dannazione e alla seconda morteMorte che solo alla fine si rivela come la forma economica della vita143Il volume v di Teodrammatica dedicato alle tematiche escatologiche atratti si presenta come un lungo ed ininterrotto collage di testi della vonSpyer Sempre citando lrsquoautrice svizzera von balthasar afferma

ldquola morte del Figlio (da intendersi del corpo e dellrsquoanima144) egrave larappresentazione della suprema vitalitagrave dellrsquoamore trinitariordquo [hellip]Cosigrave ldquosi puograve dire che la figliolanza del Figlio arriva nella suamorte redentrice alla propria massima espressione nel tempordquo145

61 Analisi teologica

Risulta evidente il tentativo di von balthasar di includere nel suo siste-ma speculativo la discutibile dottrina della coincidentia oppositorum chetrova il suo piugrave chiaro propugnatore in niccolograve Cusano e che trovograve svilup-pi anche in autori come lutero con la sua dottrina del sub contraria spe-cie o come gli idealisti tedeschi che concepirono il processo di Dio e delmondo al ritmo di ldquomomenti dialetticirdquo Sono questi autori che il balthasarconosce e verso cui non nasconde la propria simpatia non egrave il caso di pro-lungarsi in ulteriori riflessioni sullrsquoaffermazione della dannazione delFiglio come espressione e manifestazione della sua generazione eternadellrsquoinferno come espressione del paradiso tutto il sistema dellrsquoautore egraveconcentrato sul tentativo di unrsquoassoluta ldquosdrammatizzazionerdquo del giocodelle libertagrave (Dio-uomo) volta ad evitare e a scongiurare ogni possibilefinale tragico nel ldquodrammardquo tra Dio e lrsquouomo senza perograve avere cura delfatto che alla fine dei giochi una volta avuta una chiara visione dellrsquoinsie-me il tutto rischia di svelarsi come unrsquoinutile ldquocommediardquo

364 E Rotundo

143 Cfr tD v 266 144 Mia chiarificazione145 tD v 281

7 svuotamEnto dEllrsquoInfERno Il puRgatoRIo

Occorre procedere con il discorso e cogliere le conseguenze esca-tologiche della teologia dellrsquoassunzione vicaria che il teologo dilucerna estende anche alla pena ldquodel fuoco eternordquo dellrsquoinferno allapena di coloro che secondo la dottrina cattolica muoiono nei propripeccati senza aver manifestato a Dio alcun pentimento per le propriecolpe e nel rifiuto dellrsquoofferta misericordiosa di Dio146

Riassumendo allrsquointerno della distanza infinita posta nella relazio-ne Padre-Figlio nella kenosi intadivina del Padre si trova giagrave colloca-ta ogni possibile distanza da Dio posta volontariamente dallrsquouomoCiograve si pone come condizione di possibilitagrave affincheacute il Figlio possaentrare nella tenebra del peccato ed assumere in Seacute il ldquonordquo della crea-tura e cosigrave porre se stesso ldquoal postordquo di quanti hanno pronunciato ilproprio rifiuto peccaminoso e definitivo a Dio e subire lui ldquoal loropostordquo la pena dellrsquoira del giudizio che per giustizia deve spettareloro Cosigrave facendo il ldquonordquo peccaminoso viene assuntoabbracciatonella relazione trinitaria in particolare nel ldquosigraverdquo del Figlio

non potendo il mondo avere altro ldquoluogordquo se non allrsquointerno delladifferenza delle ipostasi [hellip] la sua problematica ndash la sua peccamino-sa distanza da Dio ndash si puograve risolvere solo in questo stesso luogo eattraverso di esso Il no della creatura risuona nel ldquopostordquo della diffe-renza intradivina e il Figlio che facendosi uomo entra in questaldquotenebrardquo della negazione non ha bisogno di cambiare come ldquolucerdquoe ldquovitardquo del mondo il ldquopostordquo suo proprio quando brillando nelletenebre intraprende la loro ldquosostituzione vicariardquo147

una volta intrapresa lrsquoopera di sostituzione vicaria questa si esten-de fino alla pena della dannazione definitiva Sulla croce tutto il pec-cato del mondo si concentra nel Figlio e qui si attua una volta per

365Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

146 Cfr CatEChISMO DElla ChIESa CattOlICa 1033-1035147 tD Iv 310

tutte il giudizio dellrsquoira di Dio148 che porta il Figlio ad esperire lo statopeccaminoso il piugrave profondo e il piugrave oscuro in quanto si svolgeallrsquointerno della relazione divina che consiste nellrsquoesperire un abban-dono da Dio che egrave lrsquoinferno nella sua estrema intensitagrave149 nel -lrsquoinferno che egrave il suo essere nello stato dannato il Figlio concentra eporta tutto il peccato del mondo Ma il suo stare nellrsquoinferno comedannato si rivela essere il modo economico del suo essere in relazionecon il Padre nellrsquounitagrave dello Spirito Cosigrave pur come inferno il Figliosi trova sempre in relazione con il Padre nello Spirito ma adesso sitrova in quanto avendo assunto e concentrato in Seacute tutto il peccato delmondo che costituisce lrsquoelemento di estraneitagrave e che si trova ad esserecollocato allrsquointerno della relazione trinitaria Il peccato tutto concen-trato nel Figlio cosigrave viene ad essere bruciato nel fuoco dellrsquoinfernoMa questo fuoco dellrsquoinferno tuttavia altro non egrave se non lo stessofuoco drsquoamore delle relazioni trinitarie in cui tutto il peccato delmondo si trova ad essere mediante il Figlio Il fuoco drsquoamore dellarelazione del Padre e del Figlio cosigrave brucia e consuma il peccatoassunto dal Figlio sulla croce quando in lui si era come condensato almomento del grido di abbandono In questo fuoco dellrsquoinferno che egravefuoco dellrsquoamore delle relazioni trinitarie tutto ciograve che non egrave puroviene bruciato

I modus economici delle relazioni delle persone divine si trovanonascosti nei modus immanenti senza aggiungere ad essi elementiestranei lrsquoestraneo egrave in ultima analisi il peccato che allrsquointerno diqueste relazioni - che sono fuoco - viene bruciato Il fuoco di Diovi arde sempre ldquoil nostro esserci non egrave un apporto al fuoco il fattoche esso ci sia per noi non cambia nulla Egrave fuoco dellrsquoamore efuoco del dolore Come fuoco dellrsquoamore esso egrave essenziale con-trassegno di ciograve che [hellip] ogni divina persona egrave per lrsquoaltra in DioCome fuoco del dolore esso egrave il contrassegno essenziale del Diotrinitario che non tollera nulla e brucia tutto ciograve che non egrave puro

366 E Rotundo

148 Cfr tD v 223149 Cfr tD Iv 313

E il Figlio si dagrave per amore al Padre per essere bruciato da questofuoco divino come colui che porta ogni peccato e ogni impuritagravenel grido dellrsquoabbandono sulla croce egli si lascia e fa bruciare dalfuoco del Padre percheacute in questo momento sta in lui radunato tuttociograve che gli impedisce di partecipare al bruciare attivo del fuoco150

In questo modo nellrsquoinferno il Figlio scopre che il peccato egrave statovinto ma come balthasar spiega che al momento dellrsquoabbandono digesugrave da parte del Padre il peccato del mondo si sarebbe totalmenteconcentrato nella persona del Figlio strappato via dai peccatori e tuttocaricato su di lui soffrendo lui in sostituzione vicaria il ldquofuocordquo del-lrsquoinferno Cosigrave nel Figlio quel peccato veniva bruciato in modo chequello stesso fuoco si manifestasse in veritagrave come il fuoco della relazio-ne drsquoamore del Padre che purifica completamente il Figlio dal peccatodel mondo che ormai giace nellrsquoinferno nella sua informitagrave come laquopec-cato separato dal mondo [hellip] realtagrave dannata da Dioraquo151 male strappatovia dagli uomini grazie alla sostituzione operata da Cristo

nellrsquoinferno rimarrebbe come realtagrave dannata definitiva ndash il peccatostaccato dal peccatore mediante lrsquoopera della croce una realtagrave nonassolutamente nulla a causa della forza in essa investita dallrsquouomo Ipeccati ldquovengono rimessi divisi da noi da noi distolti vengono rin-viati lagrave dove egrave tutto ciograve che Dio non vuole e che condanna nellrsquoinfer-no [hellip] il peccato del mondo depurato e distolto dagli uomini redentinon piugrave esattamente personale ma fattosi informe e indefinito la cuiseparazione dal peccatore egrave stata lrsquoimpresa della sua crocerdquo152

tutto sembra divenire chiaro Per von balthasar lrsquoinferno non egravevuoto in esso permane la massa caotica del peccato strappato via daipeccatori che in eterno brucia e si consuma153

367Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

150 tD v 229151 tD v 228152 tD v 269153 Cfr tD v 270

lrsquoinferno attraversato da gesugrave il Sabato Santo [hellip] non sarebbealtro che la massa caotica del peccato che lrsquoumanitagrave ha scrostatovia grazie alla croce ndash una realtagrave compatta ndash in cui probabilmentesarebbe ancora riconoscibile tutto ciograve pur separato dal singolopeccatore in quanto degno di dannazione154

lrsquoinferno piugrave profondo e oscuro egrave quello vissuto in sostituzionevicaria dal solo Figlio di Dio Proprio in quanto Figlio il fuoco del-lrsquoinferno da lui sofferto consiste nella forma economica del fuocodellrsquoamore delle relazioni trinitarie Cosigrave quel fuoco dellrsquoinferno inlui diviene fuoco purificante In questo modo vivendo solo il Figliola ldquodisperazionerdquo dellrsquoinferno Egli puograve adempiere la sua opera disostituire e porre

ldquola consolazione al posto della disperazione il fuoco al posto delfreddo la misericordia al posto della giustiziardquo e al posto dellrsquoin-

ferno il ldquopurgatoriordquo E tutto ciograve al prezzo della sua propria dispe-razione con nessunrsquoaltra paragonabile155

Dunque al posto del fuoco dellrsquoinferno subentra il fuoco del pur-gatorio156 I novissimi in von balthasar assumono realmente una con-notazione profondamente cristologica Inferno purgatorio e paradisonon sono luoghi o stadi in cui le anime dimorano ma corrispondono amomenti cristologici in quanto coincidono con la persona stessa diCristo nella sua relazione economico-redentiva con il Padre e loSpirito Essi corrispondono a quanto di profondo accade alla sua per-sona in relazione sostitutiva con i peccatori e con il Padre nei giornidel venerdigrave santo del sabato santo e della domenica di risurrezione

368 E Rotundo

154 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli infe-riraquo Communio Rivista internazionale di teologia e cultura 231 2012 (36-48)47-48

155 tD v 269 156 Cfr Teologica II 312

Il purgatorio nasce perciograve interamente nel sabato santo quando ilFiglio con il suo passaggio attraverso lrsquoinferno porta nello stato deigiustamente perduti lrsquoaspetto della misericordia157

Cosigrave con la croce di Cristo egrave laquoportata la speranza nel mondo infero apartire dalla croce viene acceso il fuoco misto di giustizia e misericor-diaraquo158 Si tratterebbe in altre parole di un unico ldquofuocordquo della giustiziache egrave il fuoco terribile dellrsquoinferno ma anche della misericordia che puri-fica e che dagrave inizio al ldquoprocesso di trasformazionerdquo e che poi andragrave amanifestarsi come coincidente con il fuoco dellrsquoamore delle relazioni tri-nitarie che costituiscono la beatitudine del paradiso159

non crsquoegrave bisogno di accendere un fuoco infernale a parte dalmomento che lrsquounico fuoco eterno che egrave Dio stesso basta per ilparadiso il purgatorio e lrsquoinferno160

balthasar utilizza anche lrsquoespressione ldquotransvalutarerdquo con cui si vuoleintendere che il ldquonordquo peccaminoso del rifiuto definitivo rivolto verso Dioviene ldquosub-abbracciatordquo da Cristo assunto nella propria morte trasforma-to nel suo ldquosigraverdquo161 Il purgatorio cosigrave consisterebbe per ogni individuo inciograve che ha costituito per Cristo stesso nellrsquoinferno ossia nel bruciare nelfuoco di Dio tutto ciograve che nellrsquouomo appartiene allrsquoinferno cioegrave il pecca-to impenitente e il suo rifiuto definitivo in modo che quel peccato si scro-sti via da lui e venga gettato nello stagno dellrsquoinferno per bruciare ligrave ineterno ma per bruciare ormai come peccato staccato dal peccatorenellrsquoevento cristologico della croce della discesa nellrsquoinferno e dellarisurrezione viene ldquoabbracciatordquo ogni uomo anche quello che ha proferi-to la sua ldquodecisione per lrsquoinfernordquo162 Sempre citando la von Spyer

369Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

157 tD v 311158 tD v 311159 Cfr tD v 311160 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli infe-

riraquo 46161 Cfr tD v 292-293162 Cfr tD v 315

Ma ldquonel purgatorio egrave il fuoco di Dio che brucia interamente in meciograve che appartiene allrsquoinferno quel morso che viene gettato nellefiamme del serpenterdquo E cosigrave lrsquouomo viene collocato nellrsquoestremaimitazione di Cristo163

71 Analisi teologica

lrsquoInferno come il luogo dellrsquoautoconsumarsi del peccato strappatovia dagli uomini egrave dunque un prodotto della redenzione cosigrave come illdquopurgatoriordquo che nasce nel sabato santo164 Cristo laquoha assunto il noescatologico di fronte al suo evento salvificoraquo165 cosigrave in Seacute nel suobruciare lo purifica e lo trasforma nel suo sigrave che merita lrsquoingresso inparadiso Inferno purgatorio e paradiso sono momenti cristologici incui vengono assunti ldquotuttirdquo Ecco dove poggia la ldquosperanza per tuttirdquonel fatto che Cristo avrebbe vissuto per tutti al posto di tutti lrsquoinfernoe il purgatorio per poi trionfare nel paradiso e nel fatto che ldquotuttirdquosarebbero assunti e la loro sorte abbracciata dallrsquoesperienza del triduopasquale di gesugrave assunti dal suo processo che dallrsquoinferno conduce alparadiso passando per la purificazione

Come abbiamo giagrave accennato la solidarietagrave di gesugrave con i morti ilSabato Santo in un modo che non ci puograve essere descritto piugraveapprofonditamente deve aprire la via verso il Padre nello Sheol onella geenna dellrsquoantico testamento privo di speranza il raggiodella speranza penetra per trovare unrsquouscita dalla condizione dimorte il che equivale allrsquoapertura del percorso di purificazioneche ha senso soltanto se si conclude con lrsquoingresso in paradiso Ciograveche chiamiamo ldquopurgatoriordquo sorge lagrave dove la mera ldquogiustiziardquo delldquofuocordquo egrave temperata dalla misericordia assoluta di Dio166

370 E Rotundo

163 tD v 315-316164 Cfr ttg 153-159165 ttg 153166 h u vOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli inferiraquo 47

Ma cosa vorragrave dire con ciograve forse unrsquoapocatastasi a dire il verovon balthasar respinge lrsquoaccusa di chi vorrebbe accostare la sua teolo-gia alla dottrina giagrave condannata167 In effetti la dottrina proposta dabalthasar egrave diversa Egli non predica una salvezza di tutti anche deidannati nellrsquoinferno alla fine dei tempi in quanto lrsquoinferno per luirimane e rimane in eterno in esso tuttavia egrave detto bruciare eternamen-te il peccato sebbene staccato dal peccatore Ecco il motivo per cuiegli non accoglie benevolmente nemmeno lrsquoaccusa a lui rivolta di pre-dicare un inferno ldquovuotordquo

gli ultimi libricini dedicati a tali tematiche e scritti in risposta e indifesa alle contestazioni subite sono Sperare per tutti (1986) e Brevediscorso sullrsquoinferno (1988) Proprio in questi balthasar lascia trasparireun certo fastidio innanzi allrsquoattribuzione al suo pensiero di un ipoteticoinferno ldquovuotordquo Egli definisce lrsquoaffermazione ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo comeuna grossolana deformazione168 (was zu groben verzerrungen in denzeitungen gefuhrt hatte ldquolrsquoinferno egrave vuotordquo169) e manifesta tutto il suofastidio innanzi allrsquoaffermazione a lui fatta risalire di una speranza inun inferno vuoto laquoche razza di espressioneraquo170 (die Houmllle leer hofft ndashwas fuumlr ein ausdruck171)

In effetti per lrsquoautore lrsquoinferno egrave eterno e non egrave vuoto non egrave vuotoin quanto ligrave vi si trova il peccato separato dai peccatori che brucia ineterno ma allora ci si chiederagrave e i demoni von balthasar sembranegare il carattere ldquopersonalerdquo del diavolo e seguendo barth rifiutaogni possibilitagrave di elaborare una demonologia172 tuttavia egli lasciaintendere che unrsquoentitagrave postasi radicalmente contro Dio avrebbedisgregato e disfatto lrsquoessenza profonda dellrsquoessere persona173

371Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

167 Cfr Dh 411168 SPt 14169 h u vOn balthaSaR Was duumlrfen wirhoffen Johannes Einsiedeln 1986 14170 bDI 10171 h u vOn balthaSaR Kleine diskurs uumlber die Houmllle ndash Apokatastasis Johannes

Freiburg 1999 12172 Cfr tD v 177173 Cfr SPt 105

giungiamo cosigrave a un punto fondamentale Da tutto quanto riflettutofino ad ora potrebbe emergere la supposizione che lrsquoautore che certa-mente non contempla un ldquoinferno vuotordquo sostenga tuttavia un inferno icui ldquoabitantirdquo i meritevoli di ldquopena eternardquo in forza dellrsquoopera di sosti-tuzione operata da Cristo vengano ldquopurificatirdquo nel ldquofuocordquo della rela-zione trinitaria in cui essi sono assuntiabbracciati in modo tale dastrappare via dalle loro persone lrsquoentitagrave del male e del peccato174 lrsquoesitosarebbe uno svuotamento dellrsquoinferno di ogni ldquopersonardquo I meritevolidel fuoco dellrsquoldquoinfernordquo cioegrave sarebbero soggetti ad una ldquopurificazio-nerdquo mediante quello stesso fuoco e resi pian piano degni laquodi andarecol Signore sulla strada che va al Padreraquo175 nella beatitudine delldquoparadisordquo176 e godere cosigrave del calore del medesimo fuoco svelatosiessere il fuoco del divino amore

Qualche anno fa egrave stato pubblicato un testo inedito177 di vonbalthasar risalente agli anni cinquanta Si tratta della trascrizione diuna conferenza tenuta nel 1955 la stesura originaria veniva precedutada una Prefazione che successivamente quando lo stesso testo vennerielaborato e ampliato venne eliminata In questa Prefazione vonbalthasar esordiva dicendo ldquoConsegno con esitazione alla stampaquesta conferenzahelliprdquo178 lrsquoesitazione a cui lrsquoautore fa riferimento egraveprobabilmente giustificata dallrsquoaudacia con la quale egli presentava ilsuo pensiero su questioni delicate di escatologia In questo testo scrit-to ben trentatreacute anni prima dellrsquoultima pubblicazione dedicata allrsquoin-ferno (1988) von balthasar esprimeva il suo pensiero in maniera chia-ra e netta a differenza delle opere successive in cui una maturata pru-denza lo avrebbe portato ad esprimersi sulle stesse questioni in manie-ra piugrave ermetica e a volte sibillina certamente non con la stessa chia-rezza che contraddistingue il testo in questione

372 E Rotundo

174 Che direbbe barth non egrave semplicemente ldquonullardquo cfr tD v 175175 tD v 316176 Cfr tD v 314-315177 nel 2005 lrsquooriginale tedesco e nel 2017 la traduzione in italiano178 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo a Ent 109

Il punto cardine della ldquorinnovatardquo escatologia balthasariana era giagravecostituito dalla particolare interpretazione della discesa nellrsquoinferno diCristo Egrave questo lrsquoevento che a dire dellrsquoautore determina un cam-biamento della destinazione definitiva di tutti gli uomini un cambia-mento delle stesse realtagrave dei novissimi Per von balthasar lrsquoavvento diCristo nello sheol infatti comporta lrsquoannullamento della definitivitagravedella realtagrave dellrsquoinferno e della pena del danno il passaggio da unadannazione eterna a una temporanea

lo Sheol puograve essere definito soltanto in un paradosso assoluto essoegrave ndash come dicono giustamente Pohle-gierens ndash ldquotemporanea poena

damnirdquo (Dogm III 660) dove si deve soltanto notare che propria-mente non esiste una ldquodannazione a tempordquo ma che nel concettodella damnatio ci sarebbe in seacute la definitivitagrave ndash come la sorte chespetta per diritto a ogni carne di adamo Per il miracolo tuttaviadella redenzione di Cristo e per la grazia della sua discesa fino nelluogo della perdizione quella dannazione viene cancellata e ldquoannul-latardquo (Col 214) nella sua forza di legge e cosigrave malgrado la interioreinfinitagrave trova la sua finitezza nellrsquoinfinitagrave totalmente altra di Dio179

la discesa nello sheol dunque sostiene il teologo comporta laquoilsuperamento della poena damni inflitta di diritto a tutti come unapotenza ineluttabile del destinoraquo180 In questo testo von balthasar egraveancora piugrave netto ed esplicito e le sue parole non lasciano spazio adambiguitagrave Egli chiaramente afferma che lrsquoevento della discesa diCristo laquotoglie la disperazione dello sheolraquo181 cosigrave che si possa direche laquonellrsquoinferno crsquoegrave la speranzaraquo182 Cristo in realtagrave continua ilnostro egrave lrsquounico ad aver realmente sofferto lrsquoinferno scendendo inesso Egli ha risparmiato tutti dalla tenebra dellrsquoabbandono di Dio

373Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

179 Ent 47180 Ent 49181 Ent 53182 Ent 53

Infatti questrsquoevento che segna lrsquoinizio del nuovo eone ebbe unrsquoeffi-cacia retroattiva e unrsquoefficacia che si spinge in avanti183 allo stessotempo il passaggio di Cristo nello sheol comportograve lrsquoinaugurazione delpurgatorio il quale egrave laquolo Sheol messo in movimento verso il paradisoil deflusso di questrsquoacqua stagnanteraquo184

lrsquoaudacia del teologo al tempo cinquantenne lo spinse cosigrave in lagrave dautilizzare un termine con cui dovragrave fare i conti fino allrsquoultimo anno dellasua vita Infatti se nel 1986 e nel 1988 egli come visto non nascondevauna certa irritazione innanzi allrsquoaffermazione attribuitagli secondo cuilrsquoinferno sarebbe vuoto nel 1955 al contrario non esitava nel descrive-re lrsquoopera redentiva di Cristo come uno svuotamento dellrsquoinferno utiliz-zando il verbo leer che applicato allrsquoinferno nella forma di aggettivocomponeva quella famosa frase die houmllle leer verso cui lo stesso vonbalthasar avrebbe espresso tutta la sua indisposizione

Lo svuotamento (Die leer185) dellrsquoHaacutedēs in cui era caduta lrsquouma-nitagrave la cancellazione di questa realtagrave eterna egrave il fatto assolutamen-te elementare che rende veramente il cristianesimo la religionedella redenzione uno ha attraversato il mondo della perdizione esotto i passi compiuti da colui che era il piugrave perso e il piugrave abbando-nato questo carcere egrave crollato186

Egrave chiaro dunque che quella di von balthasar non consiste nellariproposizione della dottrina del ristabilimento dellrsquoapocatastasi negliultimi tempi dei dannati Ma in una dottrina il cui risultato finale egrave prati-camente lo stesso lo svuotamento dellrsquoinferno in forza della discesa diCristo che esperisce lrsquoinferno in Seacute al posto di tutti di quanti sono vis-suti prima e di quanti vivranno dopo quellrsquoevento la maturazione dellateologia dellrsquoautore tedesco lo porteragrave infatti a non negare lrsquoeternitagrave

374 E Rotundo

183 Cfr Ent 53184 Ent 54185 h u von balthaSaR Eschatologie in Unserer zeit - Die letzeten dinge del

menchen und das christentum Freiburg 2005 64186 Ent 54

dellrsquoinferno neacute ad affermare che lrsquoinferno sia vuoto ma lrsquoescamotageche a suo dire lo collocherebbe allrsquointerno dellrsquoortodossia187 consistereb-be nel fatto che per lui lrsquoinferno sarebbe pieno del peccato staccato daipeccatori un inferno certamente ldquopienordquo non di persone ma del maleamorfo e caotico condannato a bruciare in eterno

lo svuotamento dellrsquoinferno attuato mediante un processo di purifi-cazione che combacia con il ldquopurgatoriordquo corrisponderebbe cosigrave allamanifestazione economica dellrsquoultimo ldquomovimentordquo trinitario cioegraveallrsquoemergere dello Spirito che recupera la distanza infinita posta nellakenosi intradivina mediante cui il Figlio egrave dato via dal Padre188venendo il destino dellrsquouomo ldquoabbracciatordquo nelle relazioni trinitarie giagravenella kenosi intradivina anche il suo ldquono definitivordquo che lo collochereb-be di diritto nel luogo piugrave inferiore al di ldquosottordquo della terra negli inferiviene assunto come da sotto189 subabbracciato (unterfassung190) e cosigravepurificato e superato per concludersi nella eterna beatitudine

tutto il presupposto di una kenosi intradivina sembra alla fine avercosigrave incontrato il suo scopo originario la possibilitagrave di affermare conpiugrave certezza che speranza lo svuotamento dellrsquoinferno

Il gesto del Padre esprime e dagrave via tutta la sua divinitagrave [hellip] in quan-to genera il Figlio come infinitamente altro da seacute puograve essere simul-taneamente lrsquoeterno presupposto e superamento di tutto ciograve che cisaragrave di divisione dolore alienazione nel mondo e nello stesso gestodi dono drsquoamore di possibilitagrave di incontro e beatitudine191

nella kenosi del Padre che genera il Figlio laquosta giagrave incluso e supe-rato ogni possibile dramma tra Dio e il mondoraquo192 in quanto il mondo

375Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

187 Cfr J - h tuumlCK ldquoCommentordquo 111188 Cfr tD v 73189 Cfr tD Iv 459 tD v 237190 Cfr tD v 263 Il termine subabbraccio ricorre come leitmotiv dellrsquoescatologia

balthasariana in tD v in cui egrave addirittura dedicato un capitolo intero 277-316191 tD Iv 302192 tD v 304

e ogni dramma in esso egrave posto nella differenza tra Padre e Figlio ecosigrave inevitabilmente laquosuperata dallo Spirito Santoraquo193 Ogni negazio-ne di Dio proprio in forza dellrsquoessere giagrave collocata allrsquointerno dellarelazione di distanza kenotica tra Padre e Figlio nella trinitagrave imma-nente viene laquoper principio giagrave superataraquo194 nello Spirito Santo

8 lIbERtagrave gloRIa dI dIo E spERanza dEllrsquouomo

giungiamo allrsquoultimo punto dellrsquoelaborata costruzione teologica divon balthasar tutto il discorso iniziato con la kenosi intradivina econtinuato passando per la soteriologia e lrsquoescatologia trova finalmen-te posa nellrsquoultima affermazione che si mostra come una semplice econsequenziale deduzione sperare per tutti anche se sarebbe piugrave one-sto dire ldquoaffermarerdquo che nellrsquoinferno nessuna ldquopersonardquo sia dannata ineterno Infatti una tale ldquosperanzardquo trova un posto tale allrsquointerno delmeccanismo balthasariano da costituire una ldquocertezzardquo Infatti lrsquoaffer-mazione di tale (certa) speranza nel corso della lettura delle densepagine di von balthasar si egrave gradualmente manifestata essere piugrave cheuna deduzione finale come lrsquoobiettivo di fondo che ha dato avvioallrsquointero impianto teologico condizionandolo totalmente

Ma al fine di condurre nella maniera piugrave convincente possibile allaldquodeduzionerdquo di questa (certa) ldquosperanzardquo allrsquoautore occorreva trattareun altro punto cardine del patrimonio teologico dogmatico ossia lalibertagrave dellrsquouomo davanti a Dio

Durante tutto il teologare dellrsquoautore svizzero infatti non potevanon emergere la domanda relativa alla reale definitivitagrave ed assolutezzadi una libertagrave umana che con le sue scelte si pone innanzi a Dio ladomanda di fondo puograve essere cosigrave sintetizzata lrsquouomo egrave ldquofino infondordquo libero di fronte a Dio Fino a che punto si spinge la definitivitagravedellrsquouomo di proferire a lui il proprio ldquonordquo Egli egrave pienamente liberooppure alla fine si trova ldquocostrettordquo ad essere risucchiato nel vortice

376 E Rotundo

193 tD v 304194 tD Iv 306

del movimento trinitario persino contro la sua stessa volontagrave a questedo mande il teologo risponde in vari e dissipati passaggi dei suoi scritti

Quel che accade ldquonellrsquoinfernordquo alla fine dellrsquoopera di Cristo cosigravecome la vede von balthasar egrave comprensibile a partire dal suo presuppo-sto nellrsquoalto dei Cieli al momento dellrsquoemergere di un essere libero crea-to da Dio la creazione dotata di libertagrave cioegrave il mondo e lrsquouomo in essoha il suo ldquoluogordquo naturale nellrsquoalteritagrave delle persone divine della trinitagravein particolare nella distanza posta tra Padre e Figlio al momento dellagenerazione di questrsquoultimo Ora la libertagrave ponendosi in un rifiuto diDio crea un contrasto allrsquointerno del movimento trinitario dunque unacontraddizione allrsquointerno di Dio e ciograve Dio ldquochiaramenterdquo laquonon puograve enon vuole tollerarloraquo195 Cerchiamo di comprendere fino a dove si spin-ga tale ldquoimpossibilitagraverdquo di Dio a tollerare il rifiuto del suo amore Perlrsquoautore il fatto che il mondo e lrsquouomo libero sia per creazione colloca-to allrsquointerno del movimento processionale del Figlio vuole dire che laquolalibertagrave umana e la sua perversione si verificano sempre allrsquointerno del-lrsquoeucaristia del Figlioraquo196 lrsquoeucaristia del Figlio egrave il suo rendimento digrazie al Padre per il dono della vita il suo sigrave e ciograve significa che il nodellrsquouomo il suo definitivo rifiuto allrsquoamore di Dio egrave giagrave preceduto einevitabilmente soverchiato dallrsquoaccoglienza infinitivamente piugrave grandedel Figlio e dunque risucchiato nel suo sigrave197 e perciograve il ldquonordquo egrave giagrave perprincipio superato da esso

lrsquoeterna e santa distanza del Figlio dal Padre nello Spirito egrave il fon-damento del fatto che la distanza empia puograve essere in essa colloca-ta da essa superata e vinta198

la collocazione della creazione giagrave allrsquointerno delle processionidivine egrave funzionale al fatto che il creato egrave posto da Dio al fine di con-

377Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

195 tD Iv 306196 tD Iv 309197 laquoPeccaminosa distanza inclusa nellrsquoalteritagrave delle persone divine e in tal modo

riconciliateraquo tD Iv 219198 tD Iv 337

tribuire allrsquoaccrescimento della gloria di Dio nella partecipazione allaglorificazione che ogni persona divina rivolge allrsquoaltra Ma il risvoltodi una tale ldquocollocazionerdquo sta nel fatto che il possibile rifiuto dellrsquoa-more di Dio da parte dellrsquouomo (il suo no nel sigrave del Figlio) comporte-rebbe una laquosconfitta di Dio che in tal modo fallisce nella sua propriaimpresa di salvezzaraquo199 ma molto di piugrave infatti comporterebbe perlui una perdita della sua gloria una ldquotragediardquo al suo stesso interno

Fino a che la gloria Dei resta assicurata in ogni caso Dio puograve sal-vare o condannare e il problema non diventa acuto Ma dove lrsquoope-ra di creazione viene congiunta intimissimamente con la vita trini-taria sembra inevitabile parlare di tragedia200

Su questo punto intercorre la consapevole e dichiarata rottura di vonbalthasar con la teologia tradizionale che ha sempre considerato da unlato una libertagrave e assolutezza di Dio tale da non poter perdere nulladella sua gloria nellrsquoeventualitagrave di un ldquonordquo estremo della sua creaturadallrsquoaltro la possibilitagrave di unrsquoassolutezza tale della libertagrave donata da Dioallrsquouomo da potersi ldquoporrerdquo definitivamente in un rifiuto di lui

Se prendiamo sul serio la misteriosa ldquoassolutezzardquo della volontagravecreata e in tal modo la sua possibilitagrave a negarsi senzrsquoaltro a Dio ndashcome in genere lrsquoha fatto la teologia tramandata fino a noi ndash alloranoi non possiamo fare a meno di stupire davanti alla gelida indiffe-renza di questa stessa teologia indifferenza con cui essa relega allaperdizione eterna una parte della creazione pur destinata a raggiun-gere Dio e non riscontra in tutto ciograve nessuna possibilitagrave di perditaper la gloria di Dio nella presunzione che la divina giustizia vienealla fine glorificata in questa parte perduta del mondo altrettantobene che nella parte salvata201

378 E Rotundo

199 tD v 165200 tD v 430201 tD v 163

la possibilitagrave di una perdizione eterna dellrsquoopera di Dio che egrave inDio comporta quella contraddittorietagrave interna a lui che lrsquoautore con-sidera essere la fine ldquotragicardquo della ldquoteodrammaticardquo una ldquotragediaper lrsquouomo ma anche per Diordquo202 Ma ciograve evidentemente non puograveessere Dio nel dare unrsquoautonomia allrsquoessere creato non puograve rimanereldquosospeso nellrsquoincertezzardquo di sapere del proprio destino non puograve essereafferrato da una tale ldquostretta al cuorerdquo e da una tale ldquoangosciardquo203 apartire da una tale consapevolezza si poggerebbe la speranza che ilmale il peccato e dunque anche la definitivitagrave della libertagrave umanaincontri il suo limite e la sua fine nel ldquosubabbracciordquo del Figlio cioegravenel recupero di colui che egrave destinato alla dannazione

Il subabbraccio di tutti i peccati per mezzo dellrsquoinfinito amore diDio avvalora lrsquoidea che il peccato il male devrsquoessere limitato efinito e che troveragrave pure la sua fine nellrsquoamore che lo abbraccia204

la speranza dellrsquoeliminazione di ogni residuo di tragedia in Diodunque trova il suo fondamento nella sostituzione vicaria del Figlioche si estende fino allrsquoassunzione della pena infernale205 che nella suadiscesa come si egrave visto rivela il fuoco dellrsquoinferno come fuoco chepurifica e come lo stesso fuoco dellrsquoamore divino

giungiamo cosigrave allrsquoultima questione da analizzare ossia quellarelativa alle modalitagrave attraverso le quali il no definitivo dellrsquouomo aDio venga purificato e ldquotransvalutatordquo206 da Dio

Innanzitutto occorre che si comprenda che il ldquonordquo posto definitiva-mente contro Dio dalla libertagrave umana ldquosubiscerdquo il processo di purifica-zione (ciograve che si dovrebbe intendere con ldquopurgatoriordquo) venendo essobruciato purificato e cosigrave reintegrato nel sigrave ldquoeucaristicordquo del Figlio etale processo viene enfaticamente definito come un ldquosubabbracciordquo

379Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

202 Cfr tD v 163203 Cfr tD v 247204 tD v 242205 Cfr tD v 229-230206 Cfr tD v 292 293

tale espressione trova le sue varianti con ldquoabbracciato da sottoldquo oppureldquoafferrato dal bassordquo ma il richiamo ad un luogo inferiore (sub sottodal basso) ha lo scopo preciso di indicare che tale processo avviene neiconfronti di chi si trova nella realtagrave della dannazione infernale

la libertagrave creaturale viene rispettata ma recuperata e raggiunta dinuovo da Dio alla fine della Passione e ancora una volta afferratadal basso (inferno profundior gregorio Magno)207

Ma come avviene in concreto questa trasformazione del ldquono infer-nalerdquo nel ldquosigraverdquo della beatitudine del Figlio Per essere facilitati nellacomprensione delle riflessioni che seguiranno saragrave utilissimo porre losguardo alla descrizione del giudizio operata da Origene a cui storica-mente egrave fatta risalire la dottrina condannata dellrsquoapocatastasi che vonbalthasar cita e verso cui non nasconde il proprio apprezzamento

Per primo Origene ha descritto il giudizio come lrsquoirradiare dellaluce di Cristo cosigrave che ldquonon solo nessuno dei giusti ma neppurenessuno dei peccatori potragrave non riconoscere lrsquoessenziale veritagrave diCristordquo ed anche i peccatori ldquoriconosceranno davanti al suo voltole loro azioni malvagierdquo giaccheacute allora la luce della sua divinitagraveillumineragrave ogni cosa in modo assai piugrave netto di quanto lo possa tut-tora la fede ardente208

In alcune pagine del volume v della Teodrammatica il teologosvizzero si lanciava in una lunga e immaginosa descrizione dellrsquoespe-rienza avvertita da colui che trovandosi nellrsquoostinazione della suadecisione per lrsquoinferno del suo risoluto rifiuto di Dio viene incontratonel ldquogiudiziordquo dallo splendore della luce di Cristo che penetra in luiavviando il processo di purificazione che inaugura la vergogna e la

380 E Rotundo

207 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo in ID Lo Spirito e lrsquoistitu-

zione (Saggi teologici IV) brescia 1979 (344-351) 351208 tD v 248-249

consapevolezza di dover meritare lrsquoinferno209 Ma questa vergogna etale coscienza della propria malvagitagrave avverrebbe in forza di una azio-ne divina che riesce a piegare la libertagrave dellrsquouomo addirittura dicebalthasar citando la von Spyer contro la volontagrave stessa del peccatorela forza della manifestazione di Cristo egrave talmente grande da ldquospinge-rerdquo la libertagrave umana che ha deciso di appartenere allrsquoinferno a segui-re Cristo anche se la libertagrave non lo vuole tale spinta egrave infatti piugraveforte della libertagrave creaturale

ldquoIo esco dal mio stato solo quando il Signore ha pietagrave di me e mi

conduce dove io non voglio con una spinta piugrave forte della mia

volontagraverdquo [hellip] anchrsquoio sono vicino allrsquoinferno che egrave ldquovisibile esensibilerdquo ldquoil mio purgatorio egrave la mia conoscenza dellrsquoinfernoanzi addirittura la mia decisione per lrsquoinferno nel senso che nelfuoco io devo riconoscere che in linea di diritto vi appartengordquo[hellip] Ma ldquonel purgatorio egrave il fuoco di Dio che brucia interamente inme ciograve che appartiene allrsquoinferno quel morso viene gettato nellefiamme del serpenterdquo E cosigrave lrsquouomo viene collocato nellrsquoestremaimitazione di Cristo ldquonella purificazione egli viene educato allapiena intelligenza della croce [hellip] per poi partendo dalla croceandare insieme col Signore sulla strada che va al Padre Ciograve egrave peril singolo la definitiva rivelazione del Signore in luirdquo210

Mentre il fuoco purifica ogni resistenza peccaminosa contro Dioviene bruciata separata dallrsquouomo e gettata nellrsquoinferno eterno211Cosigrave lrsquoamore tenace di Dio ldquocostringerdquo la libertagrave chiusasi in manieradefinitiva ad aprirsi

381Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

209 Cfr tD v 313-314210 tD v 315-316211 laquola purificazione dellrsquouomo avviene nel mentre egli egrave costretto a sopportare il

fuoco di Dio che lo giudica la sua parola di fuoco il suo sguardo infuocato fin-cheacute egrave bruciato lrsquoultimo no la piugrave recondita resistenza nelle pieghe della sua esi-stenzaraquo h u vOn balthaSaR Le cose ultime dellrsquouomo e il cristianesimo 88

tenace come il regno dei morti egrave la passionerdquo si dice in un passodel Cantico dei Cantici chissagrave forse lrsquoamore egrave ancora piugrave tenace ecostringe anche la chiusura dellrsquoinferno ad aprirsi a capitolare212

von balthasar concepisce in altre parole una libertagrave umana che real-mente puograve porre una scelta definitiva ma solo dal suo punto di vistainfatti essendo lrsquoordine della realtagrave creaturale sotto il dominio di Dioessa deve soggiacere allrsquoassolutezza della libertagrave divina che sola egrave real-mente assoluta la libertagrave umana non puograve essere concepita come unassoluto di fronte a un altro assoluto sarebbe a dire di von balthasaruna sopravvalutazione della libertagrave creaturale appunto quella di poterdeterminare realmente il volere assoluto di Dio213 la speranza che tuttisiano salvati si poggerebbe dunque sullrsquoaffermazione che la libertagrave del-lrsquouomo non possa concepirsi come assoluta per seacute di fronte a Dio214

382 E Rotundo

212 h u vOn balthaSaR Le cose ultime dellrsquouomo e il cristianesimo 89213 laquoIbrida sopravvalutazione della libertagrave creata lrsquoingannevole opinione che la capacitagrave

di dire no a Dio delimiti la onnipotenza divinaraquo tD Iv 304 laquolrsquoautogiudizio del-lrsquouomo in faccia a Dio non puograve essere lrsquoatto giudiziario ultimo percheacute la libertagraveumana che non ha posto se stessa ma egrave stata data a se stessa da Dio nella sua misurasussiste in ultima analisi nellrsquoambito e sotto lrsquoautoritagrave della libertagrave assoluta verso laquale necessariamente si trascende per ivi adempiersiraquo tD Iv 251

214 laquoMa la questione principale rimane questa la libertagrave umana non egrave sufficiente in sensoassoluto a resistere per sempre al sigrave perfetto di Dio e chiudersi in una solitudine che bastaa se stessa Qui andrebbe forse detto che Dio di certo non schiaccia con la propria onni-potenza chi dice no distruggendone la chiusura quasi con violenza ma che colui chenella sua impotenza egrave incentrato esclusivamente su se stesso non puograve non percepireldquoaccantordquo a seacute qualcuno che egrave ancora piugrave impotente qualcuno che gli contesta lrsquoassolu-tezza della solitudine non ha vinto la sua scommessa di poter creare una contro-assolu-tezza in opposizione a Dio [hellip] non ci egrave possibile immaginare piugrave in dettaglio questaesperienza di unrsquoassolutezza oltrepassata vinta ldquodal bassordquo Ma essa ci puograve autorizzare aserbare unrsquoampia speranza per tutti non ci egrave vietato nutrire una tale speranza possiamopersino dire che ci egrave comandata dinanzi alle parole di gesugrave come quella secondo cui eglisulla croce ldquoattireragrave tutti a seacuterdquo e di Paolo che ci dice che Dio vuole che tutti gli uominisiano salvati e per questo chiede alla Chiesa di pregare per tuttiraquo (cfr 1 tm 21-5) h uvOn balthaSaR laquoRiflessioni teologiche sul mistero della discesa agli inferiraquo 47

nel libretto Breve discorso sullrsquoinferno il nostro fornisce altri ele-menti utili a farci comprendere il modo attraverso cui la libertagrave umanavenga espropriata della propria definitivitagrave e assolutezza nellrsquoatto dellasua scelta contro Dio Egli ipotizza la speranza ndash ma come abbiamovisto il rigido sistema creato dal teologo impone di parlare dellrsquoaffer-mazione di una certezza ndash che la grazia di Dio si ponga non solo comeldquosufficienterdquo da garantire alla libertagrave di poter scegliere Dio ma comeldquoefficacerdquo cioegrave come grazia che raggiunge inevitabilmente il suo finedi attirare la libertagrave a Seacute Come avverrebbe ciograve lrsquoautore apportaqualche variante a quanto giagrave descritto in Teodrammatica v

lrsquoostinazione umana puograve realmente opporsi sino alla fine alla rappre-sentanza divino-umana del suo peccatore Se rispondiamo tranquilla-mente e precisamente sigrave essa lo puograve e riempiamo cosigrave lrsquoinferno diribelli [hellip] grazia sufficiente caratterizzata dal fatto che agli occhi diDio essa dovrebbe ldquobastarerdquo a convertire il peccatore ma che vienerespinta da questo dal fatto che essa non riesce a raggiungere il suofine ed esiste una grazia efficace che riesce a raggiungere il suo fineDrsquoaltro canto non possiamo dire che questa sopraffagrave semplicemente lavolontagrave del peccatore dal momento che la sua adesione deve esserelibera [hellip] Come concepire quindi la grazia prodotta dallrsquoopera vicariadi Cristo [hellip] Possiamo provare a dire cosigrave lo Spirito santo dellalibertagrave assoluta ci fa vedere allrsquointerno del nostro spirito libero qualesarebbe la nostra propria vera libertagrave ci pone cioegrave di fronte a noi stessialla nostra propria massima possibilitagrave noi non potremmo dire sempli-cemente di sigrave a noi stessi (ciograve egrave frutto della rappresentanza vicaria) civiene posta davanti agli occhi anzi ispirata anche la ragionevolezza diun simile sigrave e la voglia di pronunciarlo vuoi realmente esistere persempre in contraddizione con te stesso Fino a questo punto puograve spin-gersi la grazia [hellip] la grazia egrave ldquoefficacierdquo se presenta alla mia libertagrave unquadro di se stessa cosigrave evidente che essa non puograve far altro che aderireliberamente a seacute [hellip] sarebbe in potere di Dio far sigrave che la sua graziasgorgante nel mondo dallrsquoautosacrificio del suo Figlio (2 Cor 519) siain grado di divenire una grazia ldquoefficacierdquo per tutti i peccatori215

383Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

215 bDI 54-55-56

Dunque nello spirito dellrsquouomo giagrave decisosi durante lrsquoesistenzaterrena contro Dio lo Spirito Santo farebbe ldquovedererdquo e dunque rendereevidente il fallimento personale la contraddizione interna che in luisgorga dal suo ostinato rifiuto per Dio la grazia presenta allrsquouomolrsquoevidenza della veritagrave in una maniera tale che la libertagrave non puograve fare ameno che aderire Egrave questo il punto cruciale lrsquoarmonizzazione tentatadallrsquoautore tra assoluto volere di Dio e libertagrave dellrsquouomo In virtugrave diuna grazia piugrave forte lrsquouomo puograve scegliere ldquoliberamenterdquo la veritagrave di seacutee di Dio che gli viene resa ormai ldquoevidenterdquo

In conclusione la sostituzione vicaria di Cristo egrave cosigrave estrema daspingersi fino allrsquoinferno fino a quel sabato santo che essendo unldquotempo-senza-tempordquo gli permette di raggiunge ldquotuttirdquo coloro chesono perduti e lontani da Dio coloro che hanno scelto il proprio io alposto di Dio216 nel suo discendere egli laquodisturba lrsquoassoluta solitudinecui anela il peccatore questi che vuol essere ldquodannatordquo allontanatoda Dio nella propria solitudine ritrova Dioraquo217 ligrave Egli vuole recupera-re la libertagrave creaturale dal basso cioegrave dallrsquoinferno mediante il donodel suo irresistibile amore mediante quellrsquoevidenza della sua luce edel suo Spirito che sopra abbiamo scoperto essere la sua ldquograzia effi-cacerdquo laquoche fa breccia in ogni carcere e scioglie ogni spasmodico irri-gidimento nel solidarizzare dallrsquointerno con coloro che rifiutano ognisolidarietagrave Mors et vita duellohellipraquo218

81 Analisi teologica

Sia allrsquoinizio che a conclusione della disamina del sistema baltha-sariano si egrave posta la questione attorno alla libertagrave dellrsquouomo in parti-colare alla possibilitagrave di una sua auto-posizione ldquodefinitivardquo e ldquoassolu-tardquo rispetto a Dio e addirittura a dispetto della sua volontagrave universaledi salvezza Della libertagrave dellrsquouomo se ne egrave parlato agli inizi dellariflessione sulla teologia della salvezza in quanto lo stesso balthasar

384 E Rotundo

216 Cfr h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 350217 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 350218 h u von balthaSaR laquoSulla rappresentanza vicariaraquo 351

si dedicava ad essa avvertendo il bisogno di porre alcune riflessionicome condizioni necessarie per la costruzione della sua ldquosoteriologiadrammaticardquo In particolare come si egrave visto lrsquoautore sosteneva unacollocazione apriori della libertagrave dellrsquouomo nel ldquosigraverdquo immanente delFiglio e cosigrave facendo giagrave predeterminava lrsquoesito finale di ognivolontagrave dellrsquouomo esercitata nella storia e nel mondo E proprio diquesto esito finale si egrave parlato invece a conclusione del sistemabalthasariano cioegrave quando si trattava di vedere come in concreto lrsquoo-pera redentiva del Figlio andasse a compiere il recupero dellrsquouomopeccatore in particolare della sua libertagrave Dallrsquoelaborazione si deduce-va cosigrave lrsquoaffermazione della speranza di una ldquograzia efficienterdquo capacedi raggiungere ldquotuttirdquo cioegrave capace di strappare lrsquouomo dalla definiti-vitagrave della sua decisione per lrsquoinferno mediante una manifestazioneeccelsa della veritagrave di Dio e dellrsquouomo in tutta la forza ldquoirresistibilerdquodella sua ldquoevidenzardquo

Posto ciograve quale potrebbe essere il punto di avvio per ulterioririflessioni ldquoteologicherdquo a verifica della speranza balthasarianaProprio percheacute si intende riflettere ldquoteologicamenterdquo il punto di par-tenza non puograve che essere il messaggio che il testo rivelato comunicacirca la salvezza dellrsquoindividuo umano Piugrave in particolare sarebbeinteressante prendere in considerazione tutte quelle affermazioni neo-testamentarie che esprimono in maniera piugrave o meno esplicita il ruoloche la libertagrave umana dovrebbe assumere nei confronti della salvezzaresasi presente in Cristo Signore

Ora se si facesse una veloce ricerca lungo tutti i libri del nuovotestamento si rimarrebbe meravigliati per il numero impressionantedi volte in cui la salvezza viene posta sotto la condizione della fededellrsquoindividuo Piugrave specificatamente si parla della fede intesa comevolontaria adesione e libera accoglienza dellrsquoevento di salvezza219

Piugrave volte i sinottici pongono sulla bocca di gesugrave la sentenza di salvez-za per coloro che a lui accorrono e aderiscono per pura fede (Mc 1052lc 750 848-50 1719 1842) la fede egrave il motivo della salvezza

385Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

219 Sulla fede cfr a DullES Il fondamento delle cose sperate Teologia della fede

cristiana brescia 1997

laquoCoraggio figlia la tua fede ti ha salvataraquo (Mt 922 Mc 534 lc 848)numerosissimi sono i casi in cui gesugrave pone esplicitamente la conver-sione (lc 199 anche Paolo in 2 Cor 79-10) e dunque la fede comecondizione per la salvezza Sia per il gesugrave pre-pasquale che per ilCristo post-pasquale la fede obbediente rimane il criterio che determi-na un giudizio di salvezza oppure di condanna

15E disse loro ldquoandate in tutto il mondo e proclamate il vangelo aogni creatura 16Chi crederagrave e saragrave battezzato saragrave salvato ma chinon crederagrave saragrave condannatordquo (Mc 1615-16)

la libertagrave dellrsquouomo espressa nellrsquoadesione di fede alla veritagrave e allagrazia di Cristo egrave dunque per rapporto alla salvezza la ldquocondizionerdquoposta e annunciata anche dopo la resurrezione cioegrave dopo la morte ediscesa agli inferi nel testo di Mc 1616 il Risorto concordemente atutta quanta la predicazione di gesugrave dichiara ancora reale la possibi-litagrave di un duplice destino per lrsquouomo dopo la sua morte ldquocondizionata-menterdquo alla scelta di fede da lui posta nella sua vita storica Questacondizione viene confermata anche nel nuovo ldquoeonerdquo escatologicoinaugurato dopo la Pasqua a tal proposito Mc 1616 egrave uno di queitesti sistematicamente omessi dal teologo svizzero in quanto esplicita-mente in opposizione alla sua teoria secondo la quale lrsquoannuncio dellapossibilitagrave di un duplice destino dellrsquouomo di vita eterna o di morteeterna riguarderebbe solo il gesugrave pre-pasquale percheacute ancora appar-tenente allrsquoantico eone veterotestamentario mentre lrsquoannuncio di unavolontagrave assoluta di salvezza apparterrebbe al Cristo post-pasquale amotivo del nuovo eone inaugurato dalla croce che sancirebbe il cam-biamento dellrsquoescatologia veterotestamentaria220

ad ogni modo tornando al rapporto salvezza-fede laquoChe cosa devo fa -re per essere salvatoraquo egrave la domanda che il carceriere di Paolo e Sila poneallrsquoapostolo miracolosamente liberato assieme al suo discepolo laquoCre dinel Signore gesugrave e sarai salvato tu e la tua famigliaraquo (at 1629-31) egrave larisposta puntuale di Paolo

386 E Rotundo

220 Cfr SPt 23-33

anche in giovanni il rapporto fede-salvezza egrave chiaro seppure nellasua affermazione contraria la condanna egrave per chi non crede nel Figlio(gv 318) percheacute il Figlio egrave la porta della salvezza (gv 109) e per laporta bisogna liberamente entrare attraverso la fede che egrave obbedienzaalla sua parola (gv 1244-50) la fede come obbedienza egrave sottolineataanche nelle lettere paoline la ldquoprofessione di fede che causa la sal-vezzardquo (Rm 1010) infatti implica unrsquoadesione della volontagrave umanaal volere divino comunicato mediante la parola (2 tes 210 gc 121)e tale adesione libera viene concretamente posta in essere mediantelrsquoobbedienza alla predicazione del vangelo di Cristo (1 Cor 121) taleprincipio egrave sintetizzato da Paolo con lrsquoespressione ldquoobbedienza dellafederdquo (Rm 15 1626) la fede nel vangelo cioegrave lrsquoadesione di tuttolrsquoessere dellrsquouomo a Cristo in persona egrave causa di salvezza e giustifica-zione ed egrave questo il messaggio essenziale di tutto il nt e in particola-re della teologia paolina

16Io infatti non mi vergogno del vangelo percheacute egrave potenza di Dioper la salvezza di chiunque crede del giudeo prima come delgreco 17In esso infatti si rivela la giustizia di Dio da fede a fedecome sta scritto Il giusto per fede vivragrave (Rm 116-17)

Certo la fede di cui si parla appare come frutto della disposizionedella volontagrave umana che liberamente aderisce a Cristo e alla suavolontagrave ma a ciograve va aggiunta lrsquoaffermazione della ldquograziardquo (Ef 25)la fede infatti egrave prima di tutto lasciare pur sempre liberamente chela grazia muova la libertagrave allrsquoobbedienza della fede che salva laquoPergrazia infatti siete salvati mediante la federaquo (Ef 28) la fede dunqueintesa come virtugrave di grazia e allo stesso modo come determinazionedella libertagrave dellrsquouomo appare come la condizione indispensabile perottenere da Dio la salvezza

nella lettera agli Ebrei il tutto viene reso con una sentenza sempli-ce e lineare laquoSenza la fede egrave impossibile essergli graditiraquo (Eb 116) sitratta di unrsquoespressione che non lascia scampo a sovra-interpretazionitali da manipolarne il senso e da attutirne o diluirne lrsquoassolutezza concui egrave posta Si entra nel gradimento (euarestēsai) di Dio mediante lafede cosigrave come la fede egrave la condizione per entrare nella salvezza

387Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Sono questi i dati della rivelazione incontrovertibili ed ogni ermeneu-tica che giungesse allrsquoaffermazione del suo contrario giungerebbe con-sapevolmente dunque colpevolmente ad affermare il contrario diquanto asserito dalla parola di Dio rivelata Ma posta la centralitagravedella fede per la salvezza bisogna che ora ci si domandi cosa caratte-rizza sostanzialmente la fede Certo essa egrave credere che Dio laquoesiste eche ricompensa coloro che lo cercanoraquo (Eb 116) ma essa consisteprima di tutto nellrsquoadesione della libertagrave volontagrave ed intelletto dunquedi tutto lo spirito dellrsquouomo e di tutta intera la sua persona allavolontagrave di Dio manifestata nella persona di Cristo la fede infatti egravequella che nasce nel cuore dellrsquouomo mediante lrsquoascolto della paroladi Cristo che si traduce in obbedienza piena e fiduciale (Rm 1017) eche produce i suoi frutti di salvezza (gc 214-26) una fede priva dicaritagrave infatti egrave informe (1 Cor 132) cosigrave come egrave imperfetta se essa sipresenta non accompagnata anche dalla speranza (1 Cor 1313)Dunque la fede egrave credenza ed obbedienza e deve essere unita allasperanza e alla caritagrave221 Sono queste alcune delle veritagrave che delineanoi contorni fondamentali della fede e che non possono mai essere postein secondo piano tuttavia nella definizione della fede che la stessaScrittura offre ricorre un elemento caratterizzante di questa virtugrave chedeve essere fortemente posto e mantenuto al centro dellrsquoaffermazionedella sua entitagrave la lettera agli Ebrei afferma

1la fede egrave fondamento di ciograve che si spera e prova di ciograve che non sivede 2Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio(Eb 111-2)

la fede egrave ldquosostanzardquo (hypostasis) delle cose sperate ed egrave lrsquoldquoevidenzardquo(elenchos) di quello che con gli occhi della carne non puograve essere vistoInfatti lrsquoadesione dellrsquointelletto e della volontagrave alla parola di Cristo lafede appunto soddisfa in seacute per lrsquoautoritagrave stessa di Cristo le esigenzedel proprio intelletto e della propria volontagrave cosigrave da muovere lrsquouomo ad

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221 Sulle virtugrave teologali cfr n ROtunDO Lrsquoabito della libertagrave le virtugrave teologaliSiena 2019

aderire ad una veritagrave non evidente in seacute empiricamente ma che trae lasua evidenza la sua certezza dalla sola persona di Cristo e dunque dallasua parola Cosigrave oggi nella vita storica e terrena in cui ci troviamoimmersi mediante la fede possiamo vedere e dunque conoscere la veritagravedi Dio e di noi stessi anche se si tratta comunque di una conoscenza lacui certezza la cui prova di evidenza egrave mutuata ed assunta dalla paroladi Dio cioegrave dalla nostra piena fiducia nella fedeltagrave e veritagrave di Dio Percui alla fede appartiene rigorosamente lrsquoaspetto dellrsquoinevidenza dellaveritagrave nella sua inseitagrave Ciograve che noi conosciamo lo conosciamo attraver-so lo specchio della fede nella parola di Dio nellrsquoattesa di vedere diret-tamente faccia a faccia lo stesso verbo di Dio

9Infatti in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfettoprofetizziamo 10Ma quando verragrave ciograve che egrave perfetto quello che egraveimperfetto scompariragrave 11Quandrsquoero bambino parlavo da bambinopensavo da bambino ragionavo da bambino Divenuto uomo hoeliminato ciograve che egrave da bambino 12adesso noi vediamo in modoconfuso come in uno specchio allora invece vedremo faccia a fac-cia adesso conosco in modo imperfetto ma allora conoscerograve per-fettamente come anchrsquoio sono conosciuto (1 Cor 139-12)

la stessa cosa vale per la speranza lrsquooggetto della speranza cri-stiana di ciograve verso cui ci si muove con tutto il proprio essere egrave nasco-sto invisibile e solo la ldquovisionerdquo della e nella fede puograve fondare ilmovimento deciso dellrsquouomo verso ciograve che non egrave visibile agli occhisensibili poicheacute solo la fede dagrave sostanza e concretezza a ciograve verso cuidobbiamo indirizzare tutto il nostro essere

24nella speranza infatti siamo stati salvati Ora ciograve che si spera seegrave visto non egrave piugrave oggetto di speranza infatti ciograve che uno giagrave vedecome potrebbe sperarlo 25Ma se speriamo quello che non vedia-mo lo attendiamo con perseveranza (Rm 824-25)

lrsquoinevidenza di ciograve che egrave ldquocredutordquo ldquosperatordquo e dunque ldquoamatordquoconsiste in una condizione indispensabile della fede e dunque dellrsquoac-coglienza nella salvezza

389Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

8voi lo amate pur senza averlo visto e ora senza vederlo credete inlui Perciograve esultate di gioia indicibile e gloriosa 9mentre raggiungetela megraveta della vostra fede la salvezza delle anime (1 Pt 18-9)

Se come si egrave visto la fede egrave indispensabile per piacere a Dio e perottenere da lui la salvezza allora anche lrsquoinevidenza (sensibile) diquanto creduto sperato ed amato deve essere intesa come una condi-zione invalicabile per lrsquoadesione libera che apre alla salvezza nelvangelo di giovanni gesugrave ha dovuto faticare non poco per convincerei suoi uditori e persino i suoi discepoli che Egli mostrava in Seacute nellasua stessa carne il volto divino del Padre

Chi ha visto me ha visto il Padre Come puoi tu dire ldquoMostraci ilPadrerdquo 10non credi che io sono nel Padre e il Padre egrave in me (gv 149-10)

Solo la fede rende evidente il volto del Padre nel volto umano delFiglio per cui lrsquoadesione per fede alla carne e al sangue di gesugrave e allasua parola sensibile misura lrsquoadesione a Dio stesso e alla sua parola disalvezza Il rifiuto nella non fede di Cristo e della sua parola sensibi-le determina invece la chiusura della porta della salvezza

44gesugrave allora esclamograve laquoChi crede in me non crede in me ma incolui che mi ha mandato 45chi vede me vede colui che mi hamandato 46Io sono venuto nel mondo come luce percheacute chiunquecrede in me non rimanga nelle tenebre 47Se qualcuno ascolta lemie parole e non le osserva io non lo condanno percheacute non sonovenuto per condannare il mondo ma per salvare il mondo 48Chimi rifiuta e non accoglie le mie parole ha chi lo condanna la paro-la che ho detto lo condanneragrave nellrsquoultimo giorno 49Percheacute io nonho parlato da me stesso ma il Padre che mi ha mandato mi haordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire 50E io so cheil suo comandamento egrave vita eterna le cose dunque che io dico ledico cosigrave come il Padre le ha dette a meraquo (gv 1244-50)

390 E Rotundo

la fede intesa come adesione non a ciograve che egrave visto ma a Cristo ealla sua parola annunciata e testimoniata nella e dalla Chiesa egrave fontedi beatitudine ed egrave la norma insuperabile della salvezza

29gesugrave gli disse laquoPercheacute mi hai veduto tu hai creduto beati quelliche non hanno visto e hanno credutoraquo (gv 2021)

a questo punto ci si interrogheragrave circa il motivo in tale contesto diuna cosigrave lunga esposizione sulla fede quale sostanza e prova di ciograve cheegrave sperato e non veduto lrsquointenzione egrave quella di ribadire innanzituttoche la Scrittura annuncia la necessitagrave della ldquofederdquo per essere salvati ela dimensione dellrsquoinevidenza sensibile del suo oggetto egrave implicitanella natura della fede Ciograve basta a far cadere lrsquoargomentazione di vonbalthasar relativamente alla speranza di una ldquograzia efficienterdquo cheraggiunga lrsquouomo per ldquodimostrarerdquo a lui la veritagrave di Cristo e di seacute nelchiarore di unrsquoevidenza tale da rendere la conversione e la sua adesio-ne per Cristo irresistibile una tale speranza relativizzerebbe la fededetta perograve necessaria alla salvezza

una semplice domanda si potrebbe porre allrsquoautore se le cosestessero cosigrave come lui le immagina cioegrave se alla ldquofinerdquo nel luogo delldquosenza-tempordquo la veritagrave raggiungesse ogni uomo nello splendore del-lrsquoirresistibilitagrave della sua evidenza allora che senso avrebbero il tempoe la storia Percheacute dare inizio alla ldquoscena del mondordquo un Dio che dagravelrsquoavvio al dramma dellrsquouomo con tutti i suoi momenti di dolore e sof-ferenze con le sue prove e le sue tentazioni con tutti i suoi ldquoinfernistoricirdquo rischierebbe di essere additato come un Dio sadico che habisogno di impegnarsi in una sceneggiatura dal finale scontato

Infatti quale sarebbe il motivo per cui bisognerebbe attendere lafine della storia dellrsquoindividuo per ldquoavvincerlordquo circa la sua veritagraveQuale misericordia sarebbe quella di un Dio che lascia credere allrsquouo-mo di essere assolutamente libero cosigrave da permettergli di indirizzaretutta la sua esistenza storica nella non credenza nella non speranza enel non amore dunque nellrsquoinfelicitagrave di una vita storica fatta per lo piugravedi dolori sofferenze malvagitagrave e fallimenti per poi ldquodimostrarglirdquo allafine che tutta la sua esistenza egrave stata in fondo irrilevante per lui stesso

391Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

Di contro percheacute chiedere al cristiano la radicalitagrave della sequelanel rinnegamento continuo di seacute e nellrsquoobbedienza fino alla morte ealla morte del martirio Quale sarebbe lo scopo dellrsquoesistenza storico-mondana e in essa della Chiesa e del suo faticoso impegno in unmondo immerso nel peccato Dove andrebbe a finire la libertagrave del-lrsquouomo se alla fine la storia umana si mostra come un finto dramma eunrsquoinutile commedia

venendo nella carne Cristo Signore non ha mostrato lrsquoevidenzadella sua veritagrave divina cosigrave come ha fatto per un solo momento sulmonte della trasfigurazione Di quellrsquoevento miracoloso pochi furono itestimoni e in piugrave a questi il Signore aveva categoricamente impostoil segreto Eppure Egli avrebbe potuto mostrare la grandezza di Seacute inmodo da rendere evidente a tutti la sua veritagrave e cosigrave da ldquospingererdquotutti giagrave nella storia ad aderire ldquoliberamenterdquo a lui

la missione di gesugrave drsquoaltra parte era condurre alla ldquofederdquo tutte legenti ma se questa missione raggiunge inevitabilmente il suo obietti-vo attraverso una teofania tale da rendere lrsquoadesione irresistibile persi-no per quellrsquoanima ostinatamente decisasi per lrsquoinferno allora percheacutegiagrave sul golgota gesugrave non discese dalla croce chiedendo e ottenendoirresistibilmente la prostrazione dei farisei Percheacute invece si ostinograve arimanere inchiodato sulla croce

42laquoha salvato altri e non puograve salvare se stesso Egrave il re drsquoIsraele scen-da ora dalla croce e crederemo in lui (Mt 2742 cfr Mc 1532)

la kenosi non esclude la possibilitagrave del miracolo come dimostra lascena della trasfigurazione per cui se lrsquoavesse voluto se il Padre lrsquoa-vesse comandato per miracolo il Figlio avrebbe potuto interromperela legge dellrsquoauto-limitazione e mostrarsi glorioso ai suoi crocifissoriMa del resto stando le cose come le ritiene balthasar quale sensoancora avrebbe la stessa incarnazione e kenosi Percheacute mostrare ldquocor-poralmente la pienezza della divinitagraverdquo (Col 29) mostrarsi nella debo-lezza della carne come un bambino piuttosto che immediatamentecome Re glorioso e Signore Percheacute cioegrave lrsquouomo ostinato dovrebberaggiungere lrsquoinferno prima di ricevere la manifestazione della veritagravedi Cristo Drsquoaltra parte oggi stesso lrsquoevidenza irresistibile della veritagrave

392 E Rotundo

divina di Cristo potrebbe mostrarsi sugli altari di tutto il mondo inve-ce essa decide di rimanere nascosta sotto le specie del pane e del vinoracchiusa in un ostensorio per quale motivo

una risposta a questa serie di quesiti la si puograve dedurre solo se sitenta di comprende la ragione dellrsquoinevidenza della fede

Se lrsquouomo non vivesse nellrsquoordine della fede ma vedesse carnal-mente cioegrave nella chiarezza della sua evidenza le veritagrave di Dio e dun-que di seacute del mondo e della storia cosigrave come esse sono in seacute secondoDio allora lrsquouomo non sarebbe realmente e profondamente libero laveritagrave trascendente e soprannaturale la veritagrave sbalorditiva e meravi-gliosa di Dio quella che eccede ogni ragione e immaginazione umanase si mostrasse in tutto lo splendore della sua evidenza costringerebbeinevitabilmente lrsquouomo allrsquoadesione a Dio a non poter che dire sigrave aDio Se giagrave nellrsquoordine naturale della realtagrave lrsquoevidenza di una veritagraveconsiste in una costrizione del giudizio della ragione immaginiamoallora lrsquoirresistibile intensitagrave della costrizione che la veritagrave divina eser-citerebbe su una mente limitata e creata se questa si manifestasse intutto il suo splendore cosigrave come essa egrave Durante il periodo della diatri-ba eucaristica contro la razionalizzazione di berengario guitmondodi aversa sosteneva giustamente che chiunque persino lrsquoincredulodarebbe il proprio assenso innanzi allrsquoevidenza di un miracolo percui se Cristo non si nascondesse sotto le apparenze del pane e delvino verrebbe inevitabilmente meno il giudizio della fede e con essoil merito che conduce alla salvezza222

lrsquoevidenza di una veritagrave egrave una forma di costrizione della libertagrave223Se Dio si manifestasse cosigrave come Egli egrave (1 gv 32) la ragione dellrsquouo-mo non avrebbe bisogno di chiamare in causa la volontagrave per ricevere

393Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

222 Cfr guItMOnDO DI avERSa La laquoveritagraveraquo dellrsquoEucaristia De corporis et sanguinis

Christi veritate ORbOna l ed napoli 1995 I 99 (Pl149 1439a ndash 1439b)223 laquonel sapere si possono considerare due cose lrsquoadesione di colui che sa alle veritagrave

scientifiche e la considerazione attuale di tali veritagrave Ora lrsquoadesione suddetta nonegrave soggetta al libero arbitrio poicheacute chi sa egrave costretto ad aderire per lrsquoefficaciadella dimostrazione Perciograve lrsquoadesione alla scienza non egrave meritoriaraquo Sth II-II q 9 a 2 ad 2

da essa la spinta necessaria per dare il proprio fiat lrsquoassenso dellaragione perograve privato della spinta e della determinazione necessariadella volontagrave resterebbe solo un assenso ldquointellettualerdquo lrsquouomo aderi-rebbe a Dio solo per unrsquoobbligata adesione della mente ma non anchecon tutto il proprio cuore con tutta lrsquoanima e dunque con tutto sestesso (Mt 2237 Mc 1230) Senza la volontagrave224 che nellrsquoatto di fededeve intervenire per spingere la mente ad aderire con certezza e deter-minazione alla veritagrave non evidente per seacute225 lrsquoadesione dellrsquouomo aDio sarebbe priva di amore in quanto come insegnava tommaso lrsquoa-more ha bisogno della ldquomassima volontarietagraverdquo226 Per cui la comunio-ne creata tra Seacute e lrsquouomo sarebbe unrsquounione per costrizione ma nonuna ldquocomunione di amorerdquo ad immagine della comunione che caratte-rizza la vita drsquoamore della trinitagrave Proprio per questo Dio vuole e hastabilito che lrsquouomo lo scelga nella storia e nel mondo in una relazio-ne di ldquofederdquo in quanto vuole che lo scelga con la ldquomenterdquo e con illdquocuorerdquo cioegrave liberamente e con volontarietagrave227 per vero amore Ma

394 E Rotundo

224 laquolrsquointelletto di chi crede viene determinato a una data cosa non dalla ragione madalla volontagrave Quindi lrsquoassenso egrave qui preso come un atto dellrsquointelletto in quantodeterminato dalla volontagraveraquo Sth II-II q 2 a 1 ad 3

225 laquola fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora lrsquointelletto puograveassentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto il quale puograveessere conosciuto o direttamente per se stesso come avviene per i primi princigravepi dicui si ha un abito naturale oppure indirettamente come avviene per le conclusioni dicui si ha la scienza Secondo non percheacute egrave mosso adeguatamente dal proprio ogget-to ma per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E seciograve viene fatto col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione seinvece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede Ora noi diciamoche sono viste quelle cose che muovono direttamente i sensi o il nostro intelletto allaloro conoscenza Egrave quindi chiaro che neacute la fede neacute lrsquoopinione possono essere di coseevidenti per il senso o per lrsquointellettoraquo Sth II-II q 1 a 4 res

226 Cfr Sth I-II q 114 a 4 res227 laquoCome si egrave giagrave detto i nostri atti sono meritori in quanto procedono dal libero

arbitrio mosso da Dio mediante la grazia Per cui qualsiasi atto umano soggetto allibero arbitrio se egrave indirizzato verso Dio puograve essere meritorio Ora credere egrave un

affincheacute ciograve accada egrave necessario che la libertagrave condizione indispensa-bile allrsquoamore venga salvaguardata dallrsquoirresistibile evidenza dellaluce divina che proprio in forza della sua forza annichilirebbe ognipossibilitagrave di scelta e dunque impedirebbe a priori ogni amore veropercheacute libero

la fede esercitata nella storia cosigrave consente allrsquouomo istante dopoistante costantemente e in misura sempre crescente di consegnare tuttele facoltagrave della propria anima e dunque di versare ldquotutto se stessordquo inDio Solo la ldquofederdquo quale evidenza (elenchos) di ciograve che non si ldquovederdquo(Eb 111) garantisce allrsquouomo di potersi abbandonare realmente dun-que liberamente a Dio non solo con la mente ma anche con tutto ilcuore cioegrave con tutta lrsquoanima cosigrave che nellrsquoamore possa liberamente sce-gliere di radicarsi e stabilirsi in lui e a lui proferire il proprio amen

la relazione dellrsquouomo con il Deus absconditus (Is 4515) e tuttaviarivelato dalla Parola fatta carne si cristallizza nellrsquoambito della fede vis-suta nel divenire storico in modo da garantire a tutto lrsquoessere umanointelligenza e libera volontagrave la possibilitagrave di lasciarsi progressivamentedeterminare nella definitivitagrave della sua libera scelta drsquoamore per Dio Secosigrave non fosse lrsquouomo non sarebbe creato ad immagine e somiglianzadellrsquoamore non sarebbe creato ad immagine e somiglianza delle divinepersone ognuna delle quali vuole desidera e liberamente ama lrsquoaltrasecondo il modo proprio e personale donandosi allrsquoaltra e lasciandosivolontariamente costituire dallrsquoaltra secondo il modo proprio e persona-le in un pericoretico eterno movimento drsquoamore trinitario

conclusIonE

a conclusione dello studio sistematico condotto attorno alle densespeculazioni di von balthasar dobbiamo ammettere che la struttura sucui si staglia la particolare speranza avanzata dallrsquoautore non trova

395Unrsquoanalisi teologica dellrsquoescatologia balthasariana

atto dellrsquointelletto che aderisce alla veritagrave divina sotto il comando della volontagravemossa da Dio mediante la grazia e quindi egrave soggetto al libero arbitrio in ordine aDio Quindi lrsquoatto di fede puograve essere meritorioraquo Sth II-II q 2 a 9 res

reale fondamento sulla fede originata dalla parola di Dio scritta e tra-mandata Ogni elemento necessario a quella complessa costruzione teo-logico-speculativa - dalla kenosi intra-trinitaria allrsquoabbraccio dellrsquoinfer-no - che avrebbe dovuto funzionare come condizione apriori della pro-posta escatologica del nostro presenta notevoli punti critici tali dapoter pacificamente sostenere che quella balthasariana non corrispondealla speranza cristiana la sola certa e che non delude (Rm 55) Egrave questoil motivo per cui il magistero successivo alle proposizioni del teologosvizzero non ha potuto accogliere nel proprio insegnamento le dottri-ne a fondamento dellrsquoaffermazione della ldquosperanza per tuttirdquo di unasalvezza incondizionata

Fides generat spem ribadiva san tommaso e quel che egrave generato(speranza) non puograve sussistere senza ciograve che genera (fede)228 Il legametra fede e speranza lo ritroviamo nellrsquoelogio che Paolo rivolge adabramo icona della fede e della speranza in quanto nonostante leevidenti contraddizioni legate alle sue condizioni fisiche credendorimase nella speranza contro ogni speranza e per questo ottenne ilbene promesso da Dio e da lui sperato (cfr Rm 418-22) la speranzadi abramo dunque nasce da una fede risoluta nella promessa proferi-ta da Dio perciograve appare abbastanza evidente che la speranza egrave quellavirtugrave che si erge sul terreno della fede posta nella parola di Dio229 Ilbene oggetto della speranza dellrsquouomo deve quindi essenzialmentecoincidere con il bene esplicitamente promesso da Dio in Cristo gesugraveed egrave proprio per questo che solo la speranza che trova corrispondenzain una promessa contenuta nel verbo di Dio puograve avere fondamento esostanza (Eb 111) e mantenere fiduciosamente lrsquouomo nellrsquoattesadella venuta del suo Signore

396 E Rotundo

228 Sth I-II q 65 a 4 sc229 Sul legame inscindibile tra le virtugrave teologali e la parola di Dio cfr n ROtunDO

Lrsquoabito della libertagrave le virtugrave teologali 216-234

RigeneRaRe legaminellacultuRa ipeRindividualista

unrsquointeRpRetazione ecclesiologico-fondamentale

Marco Salvioli

Editorrsquos note Marco Salvioli of the Order of Preachers is the fore-runner of the so-called ldquocreative Thomismrdquo a theological approachwhich places itself in the speculative perspective of St ThomasAquinas paying particular attention to the intellectual and linguisticrequirements of modernity In the present article the author begins hisreflections by speaking about a distinctive and in a certain sense constitutive feature of the contemporary Western society that is tosay the exasperated individualism which can rightly be calledldquohyperindividualismrdquo Whilst being considered by some coryphaeusof modernity as a positive phenomenon hyperindividualism actuallyappears to be a most noxious factor of social (and personal) dissolutionHow could the Christian faith give a decisive contribution in order tocontrast and counteract such a transparent and direct consequence ofthe original hybris How could the Church do something so as todirect the contemporary world towards a renewed and effectivesearch for the common goodSalvioli articulates his thoughtful answer in three steps First consi-dering the Church as ldquobegottenrdquo by the Father that is as graduallyand effectively taking part in the filiation of the Word second focusingon the role that interpersonal relationships play in the constitution ofecclesial reality third examining more closely the concrete actionsthat the ecclesial community can actually exercise in the hyperindi-vidualistic society However the theoretical and theological core ofSalviolirsquos proposal is founded on the recognition of the Church as aldquomystery of relationships in the Relationshiprdquo the essence of which isthe grace that flows from Christ and holds together all the membersof the community thus precisely being themselves and acting conse-quently Christians can contribute to the common good simply by living and expressing their belonging to the Church

397SD 651 (2020) pp 397-421

La persona egrave tale solamente in comunione con altri e questa realtagravenon puograve essere rimpiazzata dalle piugrave astratte forme di collettivitagravecome lo stato-nazione o dalle piugrave isolanti forme dellrsquoindividuali-smo fondate sulla preferenza del consumatore1

Considerato al pari di una vera e propria laquologica culturale dellamodernitagraveraquo2 lrsquoindividualismo egrave stato valutato molto diversamente dacoloro che ne hanno studiato la storia e le note caratteristiche peralcuni rappresenta positivamente lrsquolaquoessenza della civiltagrave occidentale einsieme lrsquoepicentro della modernitagraveraquo3 per altri invece esprime illaquodisagio della modernitagraveraquo4 caratterizzato dai tratti deleteri del ripiega-mento dellrsquoio su se stesso e sul proprio interesse vissuto in modo taleda depauperare lrsquoesistenza del singolo attraverso lrsquoallontanamentodagli altri e da contribuire al dissolvimento del legame sociale Inoltreil sociologo ulrich Beck ndash riflettendo sul processo di individualizza-zione che ha accompagnato le conquiste della civiltagrave moderna ndash egrave per-sino giunto a sostenere che laquocon lrsquoaffermarsi della modernitagrave [hellip] ilposto di dio della natura del sistema viene preso dallrsquoindividuo checonta solo su se stessoraquo5 Questo solo per mostrare dal punto di vista

398 M Salvioli

1 W T Cavanaugh ldquoDispersed Political Authorityrdquo Subsidiarity and Globalization inCaritas in veritate in Id Field Hospital The Churchrsquos Engagement with a WoundedWorld William B Eerdmans Publishing Company gran Rapids MI Cambridge uK

2016 121-139 1332 Cfr Z MEER (ed) Individualism The Cultural Logic of Modernity Lexington Books

Lanham Md 20113 a LauREnT Storia dellrsquoindividualismo pres di n Matteucci Societagrave editrice il

Mulino Bologna 1994 154 Cfr C TayLoR Il disagio della modernitagrave Editori Laterza Roma-Bari 2011 6-75 u BECK Lrsquoindividualizzazione delle societagrave moderne in Id I rischi della libertagrave

Lrsquoindividuo nellrsquoepoca della globalizzazione ed it a cura di S Mezzadra Societagrave edi-

trice il Mulino Bologna 2000 14-15 Si tenga perograve conto per essere giusti con il socio-

logo tedesco di quanto viene successivamente chiarito in u BECK - E BECK-

gERnShEIM Individualization Institutionalized Individualism and its Social and Po li -tical Consequences (Theory Culture amp Society) Sage Publications London 2002 xxI

399Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

di certa sociologia ossia di un comunque significativo modo di inter-pretare le rappresentazioni diffuse nelle nostre societagrave la radicalitagravecon cui si egrave attestato ciograve che chiamiamo individualismo Quali sono glieffetti di questo fenomeno socio-culturale Innanzitutto si deve consi-derare lrsquoerosione di quello che il sociologo americano Robert dPutnam chiama capitale sociale ndash il quale consiste nei preziosi benidellrsquoamicizia della solidarietagrave dei rapporti sociali fra individui efamiglie che costituiscono unrsquounitagrave sociale6 ndash e che si manifestasoprattutto nella disgregazione delle associazioni e dei corpi interme-di lasciando la molteplicitagrave degli individui a fronte della diade imper-sonale costituita dallo stato e dal libero mercato gilles Lipovetskyaggiunge altri effetti a partire dalla considerazione della deriva narcisi-stica del soggetto tardo-moderno che si muove nella cosiddettasocietagrave consumistica Secondo il sociologo francese infatti si assistead una vera e propria desocializzazione cui corrisponde un deprezza-mento della tradizione che si esprime nella laquoneutralizzazione dei rap-porti interumaniraquo una situazione che dagrave poi luogo ad un curioso para-dosso meno ci si cura degli altri e piugrave si desidera comunicare con essie perfino comprenderli7 Ma egrave forse Zygmunt Bauman che ndash commen-tando la celebre ldquouscitardquo di Margaret Thatcher laquoE chi egrave la societagravenon crsquoegrave niente del genereraquo (1987) ndash descrive nel modo migliore lafiducia riposta dallrsquoimpianto socio-economico neoliberale ancoratutto sommato dominante nel ldquorude individualismordquo che si producelaquonellrsquoidea del dissolvimento della societagrave in altre parole nellrsquoidea diuna societagrave che si sbarazza di se stessa per dare mano libera a indivi-dui non sociali di un corpo che si fa a brandelli per consentire alle

laquoIt is necessary to establish and keep in view the distinction between the neoliberalidea of the free-market individual (inseparable from the concept of lsquoindividualizationrsquo

as used in the English-speaking countries) and the concept of Individualisierung in the

sense of institutionalized individualismraquo6 Cfr R d PuTnaM Capitale sociale e individualismo Crisi e rinascita della cultura

civica in America ed it a cura di R Cartocci Il Mulino Bologna 2004 157 Cfr g LIPovETSKy Lrsquoera del vuoto Saggi sullrsquoindividualismo contemporaneo Luni

Editrice Milano 1995 221

singole cellule o almeno a quelle piugrave vitali di vivere autonomamen-teraquo8 grazie alla capacitagrave euristica di questa descrizione metaforicapossiamo allora inquadrare il piugrave o meno celato modus operandi del-lrsquoattuale iperindividualismo di ascendenza neoliberale in cui ndash a fron-te della concomitante dissoluzione del legame sociale ndash srsquoafferma unindividuo autoreferenziale competitivo e tendenzialmente indifferentea condividere con altri il proprio orizzonte di interessi Persuaso dinon dover nulla a nessuno imprenditore di se stesso e affetto da unradicato narcisismo lrsquoindividuo che risulta dallrsquoanalisi dellrsquoideologiaattualmente dominante tende a smarrire il senso dellrsquoumano comune erischia nei fatti di denigrare ndash altalenando tra unrsquoillusoria volontagrave dipotenza e una piugrave concreta impotenza ndash il carattere costitutivo dellerelazioni interpersonali ridotte sempre piugrave ad appendici piugrave o menofunzionali alla propria ipertrofica egoitagrave9

1 Obiectum fOrmale quO quale proSpettiva teologica

adot tare

Lrsquoindividualismo che permea le contemporanee societagrave occidentalinon puograve essere considerato come un fattore di esclusiva pertinenzadella sociologia soprattutto a motivo degli effetti chrsquoesso provocasulla vita reale degli uomini del nostro tempo noncheacute sulla visione delmondo e sulla correlata valutazione della qualitagrave delle relazioni Egrave perqueste ragioni e non solo a causa delle pur fondamentali esigenzemetodologiche dellrsquointer- e della trans-disciplinarietagrave10 che la teologia

400 M Salvioli

8 Z BauMan La solitudine del cittadino globale Feltrinelli Milano 2008 389 Cfr v CESaREo - I vaCCaRInI Lrsquoera del narcisismo Franco angeli Milano 2014

10 Cfr FRanCESCo Veritatis gaudium Costituzione apostolica circa le Universitagrave e leFacoltagrave ecclesiastiche n 4 sect c laquoEgrave senzrsquoaltro positiva e promettente lrsquoodierna risco-

perta del principio dellrsquointerdisciplinarietagrave non tanto nella sua forma ldquodebolerdquo di sem-

plice multidisciplinaritagrave come approccio che favorisce una migliore comprensione da

piugrave punti di vista di un oggetto di studio quanto piuttosto nella sua forma ldquoforterdquo di

transdisciplinaritagrave come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio

401Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

egrave chiamata a riflettere in maniera sapienziale e creativa su di un ldquopre-cipitatordquo del cammino intrapreso in occidente fin dallrsquoautunno delmedioevo non senza significative conseguenze sulle vite stesse deicristiani Proprio per il persistere di questi effetti che non possono nonemergere in primis dallrsquoesperienza pastorale riteniamo utile procederedallrsquoascolto dellrsquoattuale magistero pontificio non per nulla papa Fran -cesco ha mostrato una particolare sensibilitagrave nei confronti delle de rivedellrsquoiperindividualismo soprattutto riguardo alle deleterie ri per -cussioni chrsquoesso provoca sulla quotidianitagrave della vita sociale nel Mes -sag gio per la celebrazione della XLVII Giornata Mondiale della PaceldquoFraternitagrave fondamento e via per la pacerdquo del 1deg gennaio 2014 ilPontefice riconosce e denuncia che

le nuove ideologie caratterizzate da diffuso individualismo ego-centrismo e consumismo materialistico indeboliscono i legamisociali alimentando quella mentalitagrave dello ldquoscartordquo che induce aldisprezzo e allrsquoabbandono dei piugrave deboli di coloro che vengonoconsiderati ldquoinutilirdquo11

approfondendo lrsquoanalisi della relazione tra lrsquoldquoideologiardquo diffusa elrsquoinsorgere di una ldquomentalitagraverdquo che si pone evidentemente in contrasto conquella che san Paolo vI era solito chiamare laquociviltagrave dellrsquoamoreraquo12 nelMessaggio alla profssa Margaret Archer Presidente della Pon tificiaAccademia delle Scienze Sociali in occasione della sessione plenaria del24 aprile 2017 il vescovo di Roma dichiara con franca chiarezza

di Luce e di vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di dioraquo

Reperibile sul sito httpw2vaticanvacontentfrancescoitapost_constitutionsdocu-

mentspapa-francesco_costituzione-ap_20171208_veritatis-gaudiumhtml (consultato

il 21 luglio 2019)11 Si veda il sito http w2vaticanva content francescoitmes sages peace documents -

papa-francesco_ 20131208_messaggio-xlvii-giornata-mondiale-pace-2014html (con-

sultato il 22 luglio 2019)12 Si veda lrsquoantologia a cura di L SaPIEnZa Paolo VI La civiltagrave dellrsquoamore Libreria

Editrice vaticana Cittagrave del vaticano 2014

402 M Salvioli

non posso non fare parola dei gravi rischi connessi allrsquoinvasione neilivelli alti della cultura e nellrsquoistruzione sia universitaria sia scolaredelle posizioni dellrsquoindividualismo libertario una caratteristicacomune di questo fallace paradigma egrave che minimizza il bene comunecioegrave il ldquovivere benerdquo la ldquovita buonardquo nel quadro comunitario edesalta quellrsquoideale egoista che ingannevolmente inverte le parole epropone la ldquobella vitardquo Se lrsquoindividualismo afferma che egrave solo lrsquoindi-viduo che dagrave valore alle cose e alle relazioni interpersonali e quindi egravesolo lrsquoindividuo che decide cosa egrave bene e cosa egrave male il libertarismooggi di gran moda predica che per fondare la libertagrave e la responsabi-litagrave individuale occorre ricorrere allrsquoidea di auto-causazione Cosigravelrsquoindividualismo libertario nega la validitagrave del bene comune percheacuteda una parte suppone che lrsquoidea stessa di ldquocomunerdquo implichi la costri-zione almeno di alcuni individui dallrsquoaltra che la nozione di ldquobenerdquoprivi la libertagrave della sua essenza La radicalizzazione dellrsquoindividuali-smo in termini libertari e dunque antisociali porta a concludere cheognuno ha ldquodirittordquo di espandersi fin dove la sua potenza glielo con-sente anche a prezzo dellrsquoesclusione e marginalizzazione della mag-gioranza piugrave vulnerabile Poicheacute limiterebbero la libertagrave i legamisarebbero ciograve che deve essere sciolto Equiparando erroneamente ilconcetto di legame a quello di vincolo si finisce col confondere icondizionamenti della libertagrave ndash i vincoli ndash con lrsquoessenza della libertagraverealizzata cioegrave i legami o i rapporti con i beni appunto da quellifamiliari a quelli interpersonali da quelli degli esclusi e degli emargi-nati a quelli del bene comune e infine a dio13

una volta che si siano dissolti i legami attraverso la diffusione di unacorrosiva e fallace concezione di libertagrave individuale poicheacute lrsquouomorimane comunque un animale sociale occorre chiedersi su quale base sidebba cercare di ricostruire quellrsquoindispensabile tessuto di relazioniinterpersonali che chiamiamo ldquosocietagraverdquo Puograve bastare lrsquointreccio di scam-

13 Cfr il sito web httpw2vaticanvacontentfrancescoitmessagespont-mes -

sages2017documentspapa-francesco_20170424_messaggio-accademia-

scienzesocialihtml (consultato il 22 luglio 2019)

bi istituito dal consumo o forse ci si puograve affidare solo allrsquouniformizza-zione prodotta dal diritto Come pensare di ricostruire quei legamisociali che dissolvendosi progressivamente hanno decretato il declinodelle associazioni intermedie dai centri culturali ai sindacati Ci sidovrebbe forse rassegnare alle relazioni ldquoliquiderdquo consentite dalle incal-zanti innovazioni della tecnologia informatica Le risposte a questedomande pur suscitate dalle denunce del papa sono ordinariamente ecorrettamente affidate alla competenza degli esperti di scienze sociali epolitiche molto spesso anche allrsquointerno del mondo ecclesiale Questodato di realtagrave significa forse che la teologia non ha nulla da proporre peraffrontare la deriva dellrsquoattuale iperindividualismo e le sue ricadutesocio-culturali Lrsquointelligenza della fede e lrsquoesperienza pastorale devonolimitarsi esclusivamente a denunciare la disumanitagrave di una mentalitagrave dif-fusa che coincide con la sovrastruttura ldquospiritualerdquo dellrsquoideologia indi-vidualistico-neoliberale Egrave possibile rispondere alla ldquoquestione occiden-talerdquo cosigrave come lrsquoabbiamo delineata attingendo teologicamente al patri-monio di senso custodito e vissuto dalla Chiesa cattolica Siamo ferma-mente convinti che si possa rispondere affermativamente a questrsquoultimadomanda Pertanto dopo aver ripreso brevemente la questione metodo-logica cercheremo di mostrare le ragioni della nostra posizione svilup-pando la nostra argomentazione in tre passi principali

Il metodo che qui impieghiamo per elaborare una risposta teologicaal radicarsi dellrsquoiper-individualismo ormai considerato nella culturaoccidentale alla stregua di una condizione di natura non consiste nel-lrsquooffrire una teorizzazione dapprima filosofica della societagrave per poiedificarvi ldquosoprardquo uno sviluppo connotativo che vada solamente acompletare ndash attraverso il linguaggio della fede ndash quanto egrave giagrave statostabilito attraverso lrsquoesercizio della ragione considerata nella sua puraautonomia avendo perograve rinunciato ad ogni prospettiva estrinsecistapropria di certa neoscolastica riteniamo invece di dover procedere daquellrsquointelligenza della realtagrave ndash nel nostro caso specifico del tessutosociale ndash che scaturisce per mezzo del lumen fidei14 onorando cosigrave

403Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

14 Ci collochiamo mutatis mutandis nel quadro della teologia fondamentale cosigrave deli-

neata da h dE LuBaC SJ Apologetica e teologia in Id Paradosso e mistero della Chiesa Jaca Book Milano 1979 213-227 221-222 laquoIn breve noi non abbiamo

effettivamente la circolaritagrave virtuosa tra filosofia e teologia che siesprime nella diagnosi e nella prognosi dellrsquoeffettivo articolarsi dellerelazioni15 In altri termini intendiamo riconoscere quellrsquoaspetto dellaRivelazione accolta per fede che illumina la comprensione dellrsquoesse-re-con-altri del ldquonoirdquo per poi svilupparlo con gli strumenti che laragione teologico-filosofica mette a disposizione Se lrsquoeffetto piugrave deci-sivo dellrsquoiperindividualismo ndash come abbiamo tentato di mostrare ndashconsiste nella dissoluzione del legame sociale non si potragrave rispondereteologicamente a questa sfida se non procedendo dallrsquointelligenza diquella realtagrave che fa escatologicamente segno e contribuisce a realizza-re nella storia ad un tempo lrsquounione tra dio e gli uomini e degliuomini tra loro Secondo la Costituzione dogmatica Lumen gentiumdel Concilio ecumenico vaticano II questa realtagrave egrave la Chiesa ividescritta come laquoil sacramento ossia il segno e lo strumento dellrsquointi-ma unione con dio e dellrsquounitagrave di tutto il genere umanoraquo (n 1)16

404 M Salvioli

mezzo migliore in definitiva per rendere ragione della nostra fede ndash come ne abbiamo

il dovere ndash che lavorare con tutte le forze alla sua intelligenza Bisogna mediante la

ldquofides quaerens intellectumrdquo andare avanti allrsquoldquointellectus quaerens fidemrdquo ora questo

compito egrave doppio ndash per lo meno riguardo allrsquoanalisi Si tratta anzitutto di ldquocomprendererdquo

la dottrina in se stessa per farla vedere nella sua unitagrave armonia e bellezza Si tratta in

seguito di mostrare in essa il principio che fa comprendere tutto il resto dopo lrsquointelli-

genza della fede viene pure come complemento necessario la intelligenza per mezzodella fede la quale fa apparire il dogma come una sorgente di luce universaleraquo

15 Cfr S gIovannI PaoLo II Fides et ratio n 7316 a margine di una considerazione di yves Congar oP che legge nella Chiesa quella

realtagrave che laquocontinua la diaconia che dio stesso esercita nel mondo in gesugrave Cristo sia

per innalzarla alla condizione di popolo di dio sia per aiutarla a risolvere meglio i suoi

problemi di mondo in quanto sono problemi umani (costituzione pastorale Gaudium etspes)raquo Salvador Pieacute-ninot in Id Teologia fondamentale laquoRendere ragione della spe-ranzaraquo (1 Pt 315) (BTC 121) Queriniana Brescia 20073 65 osserva quanto segue

laquoIl binomio centrale lsquorivelazione cristiana-soggetto credentersquo rimane quindi inglobato

nel binomio lsquoChiesa-mondorsquo e la prospettiva della teologia fondamentale rimane riscat-

tata a partire dalla domanda sulla significativitagrave vale a dire dalla capacitagrave della Chiesa

della rivelazione della fede cristiana di essere lsquosegno sacramentalersquo nel mondo con lrsquoo-

biettivo di realizzare lrsquoldquounione con dio e con tutto il genere umanordquo (LG 1)raquo

405Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

altrimenti detto la prospettiva che sostiene i tre passi che ci accingia-mo ad illustrare consiste da un lato nel portare alla luce la modalitagravedella coesione ecclesiale tra i battezzati e dallrsquoaltro nellrsquoinquadrare ilcontributo che tale comunione puograve apportare alla societagrave ndash nella qualela Chiesa stessa egrave innestata ndash in ordine alla rigenerazione dei legamiche risponde cosigrave concretamente alla dissoluzione individualistica Sitratta quindi di onorare rispetto alla questione socio-culturale quelloche Salvador Pieacute-ninot chiama laquoduplice compito della TeologiaFondamentale quello fondazionale-ermeneutico [hellip] e quello dialoga-le-contestualeraquo17 Pensando in chiave ecclesiologico-fondamentaleriteniamo di poter rispondere alla sfida dellrsquoiperindividualismo inprimo luogo col ripensare il mistero dellrsquoorigine e della costituzioneontologica della Chiesa (dimensione dogmatica in prospettiva fonda-zionale-ermeneutica) e in secondo luogo manifestando il potenzialerigenerativo del tessuto sociale intrinseco alla stessa costituzione eccle-siale (dimensione apologetica in prospettiva dialogico-contestuale)18dove lrsquointelligenza del dogma non solo contribuisce a comprendere laposta in gioco culturale implicita nella questione individualista mainvita a riconoscere nella vita stessa della Chiesa la sorgente di unconcreto effetto coesivo a favore della societagrave Con la prospettiva nonscontata di offrire un primo affondo teorico in vista di una conseguen-te declinazione storico-pastorale che viene cosigrave ad essere il terminus aquo (individuato nelle denunce di papa Francesco) e soprattutto il ter-minus ad quem di questrsquoesercizio della ragione teologica La nostraproposta ecclesiologico-fondamentale ndash cosigrave liberata dallrsquoipotecaldquointellettualistardquo ndash intende in definitiva sostenere lrsquoimpegno dellacomunitagrave ecclesiale nella custodia di un aspetto fondamentale dellrsquoesi-stenza umana come la fraternitagrave al fine di offrire una testimonianzaconcretamente credibile della feconditagrave della vita di grazia Bencheacute

17 Ivi 6718 Riteniamo in questo senso di orientarci nel pensiero oltrepassando il dualismo ndash

profondamente deleterio per la qualitagrave della ragione teologica ndash tra apologetica e dog-

matica criticato efficacemente da P SEQuERI Il Dio affidabile Saggio di teologiafondamentale Pres di g Colombo (BQT 85) Queriniana Brescia 1996 28-35

questa prospettiva risulti quantomeno inedita non egrave tuttavia da legger-si come una novitas poicheacute affonda le sue radici nella fiducia che laTradizione ndash convenientemente interpretata ndash continui a mettere adisposizione della comunitagrave ecclesiale i principii e le pratiche di cuiessa necessita per proseguire il proprio pellegrinaggio terreno Che larelazione tra lrsquoattuale iperindividualismo e la realtagrave della Chiesa nonsia poi una ldquotrovatardquo estemporanea puograve essere mostrato in breve daquesta ulteriore considerazione di papa Francesco tratta dallrsquoUdienzagenerale del 29 maggio 2013

La Chiesa nasce dal desiderio di dio di chiamare tutti gli uominialla comunione con Lui alla sua amicizia anzi a partecipare comesuoi figli della sua stessa vita divina La stessa parola ldquoChiesardquo dalgreco ekklesia significa ldquoconvocazionerdquo dio ci convoca ci spin-ge ad uscire dallrsquoindividualismo dalla tendenza a chiudersi in sestessi e ci chiama a far parte della sua famiglia E questa chiamataha la sua origine nella stessa creazione19

Secondo lrsquoattuale vescovo di Roma il darsi della Chiesa ndash intesacome la famiglia di dio ndash fa tuttrsquouno con la chiamata ad uscire dallrsquoindi-vidualismo in cui ciascuno tende a chiudersi in se stesso Per papaFrancesco la vita dei figli di dio nella Chiesa ndash alla quale sono chiamatitutti gli uomini ndash esclude da seacute lrsquointerpretazione individualistica dellrsquou-mana convivenza sulla base di quello chrsquoegli definisce il ldquodesideriordquo didio Tale desiderio si esprime in un appello che procede dalla stessacreazione dellrsquouomo e della donna attestando comrsquoessa sia stata posta inessere al fine di realizzare la comunione degli uomini stessi con dio Ciogravedetto possiamo procedere con lo sviluppo della nostra argomentazione20

406 M Salvioli

19 Cfr il sito web httpw2 vaticanva contentfrancescoit audiences2013 documents -

papa-francesco_20130529_udienza-generalehtml (consultato il 22 luglio 2019)20 Per un approfondimento di quanto segue cfr M SaLvIoLI La Chiesa generatrice di

legami Una risposta ecclesiologica ai limiti dellrsquoindividualismo liberale In dialogocon S Hauerwas J Milbank e W T Cavanaugh Pref di g Canobbio e Postfaz di

M Magatti (Teologia e saperi 2) vita e Pensiero Milano 2018 419-533

2 Obiectum fOrmale quOd la chieSa generata coopera

alla generazione

Il primo passo della nostra riflessione ecclesiologico-fondamentaleconsiste nel considerare la Chiesa dal punto di vista offerto dal decisivotermine teologico ldquogenerazionerdquo nel contesto della teologia sistematicaquesto termine rinvia appunto al nucleo della vita del dio unitrino ilquale costituisce lrsquoorigine e il fine tanto della creazione e della storiaquanto della Chiesa stessa In teologia ldquogenerazionerdquo dice infatti la pro-cessione del Figlio dal Padre cosigrave come ldquospirazionerdquo esprime la proces-sione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio uniti come in un unicoprincipio Come ci ricorda il prologo del vangelo secondo giovannigesugrave ndash il verbo fattosi carne ndash egrave il Figlio unigenito che egrave dio o secondounrsquoaltra versione lrsquounico dio generato Secondo una linea di sviluppoconsentita dallrsquoopera di san Tommaso drsquoaquino tanto poco nota quantola speculazione dellrsquoaquinate non recepita dai manuali si puograve interpretarela creazione come unrsquoeffettiva e graduale laquopartecipazione alla filiazionedel verboraquo21 in modo da mostrare analogicamente la connessione tra ivari piani dellrsquoesistenza e lrsquoeterna generazione del Figlio dal Padre22

407Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

21 g EMERy oP La theacuteologie trinitaire de saint Thomas drsquoAquin Les Eacuteditions du

Cerf Paris 2004 240 dove il teologo domenicano ndash professore allrsquoUniversiteacute deFribourg in Svizzera ndash sintetizza lrsquoinsegnamento di san Tommaso a partire da ST I q

33 a 3 e ST III aa 3-422 Cfr ToMMaSo drsquoaQuIno Prologus in Super Boetium De Trinitate in Id Commenti

a Boezio a cura di P Porro Rusconi Milano 1997 58-59 laquoTrinitagrave delle persone in

unrsquounica essenza divina che sorge dalla prima nascita ndash quella con cui la divina

Sapienza viene generata eternamente dal Padre cfr Pr 824 ldquoancora non erano gli

abissi e io ero giagrave concepitardquo e Sal 27 ldquo[Tu sei mio Figlio] oggi ti ho generatordquo

Questa nascita egrave lrsquoinizio di qualunque altra nascita dal momento che essa soltanto

accoglie perfettamente la natura del generante mentre tutte le altre ndash in cui ciograve che egrave

generato riceve solo parte della sostanza del generante o una sua similitudine ndash sono

imperfette Per questo occorre che da questa stessa nascita derivi per qualche forma

di imitazione ogni altra nascita ldquoda ciograve si denomina ogni paternitagrave in cielo e in terrardquo

(Ef 315) E per questo il Figlio egrave detto ldquoprimogenito di tutta la creazionerdquo (Col 115)

ad un primo livello la relazione di generazione viene applicata a tutte lecreature per cui si puograve parlare tanto di una paternitagrave universale di dioquanto di un carattere filiale del creato a motivo della natura spiritualepropria delle persone ad un secondo livello rinveniamo la peculiare con-dizione filiale degli uomini e degli angeli Consideriamo infine il terzolivello reso possibile dalla partecipazione della natura divina stessa comegrazia e come gloria operata dallo Spirito Santo per mezzo della quale lepersone vengono conformate al Figlio (filii in Filio) In questo modo algrado di partecipazione piugrave alto troviamo un autentico coinvolgimentodelle persone create nella processione del Figlio dal Padre secondo il pas-saggio del prologo secondo il quale coloro laquoche credono nel suo nome iquali [hellip] da dio sono stati generatiraquo (Gv 112-13) una generazione chendash secondo il Doctor communis commentatore del Quarto vangelo23 ndashavviene chiaramente nel battesimo che incorpora a Cristo e alla Chiesa Sipuograve allora comprendere da questo punto di vista percheacute giustamentelrsquoecclesiologo domenicano yves Congar concepisca la Chiesa come origi-nata dalla Trinitagrave

La vita che egrave eternamente nel seno del Padre dopo essersi comunicatain dio stesso per costituirvi la societagrave divina quella delle tre Personedella santa Trinitagrave per grazia viene comunicata alle creature spiritua-li innanzitutto agli angeli poi a noi Questa egrave la Chiesa lrsquoestensionedella vita divina ad una moltitudine di creature [hellip] non propriamen-te una societagrave degli uomini con dio ma la societagrave divina essa stessala vita di famiglia di Dio estesa allrsquoumanitagrave assumendo lrsquoumanitagrave inseacute Tutto qui viene dallrsquoalto e procede dal seno del Padre24

408 M Salvioli

per designare lrsquoorigine e lrsquoimitazione della generazione ma non la stessa ragione

essenziale Perciograve convenientemente si dice ldquodal principio della sua nascitardquo Pr 822

ldquoIl Signore possedeva allrsquoinizio delle sue vierdquo E tale nascita non costituisce soltanto

lrsquoinizio delle creature ma anche dello Spirito Santo che procede dal generante e dal

generatoraquo abbiamo qui ripreso sostanzialmente la traduzione di Pasquale Porro pra-

ticando solamente qualche variazione lessicale23 Cfr Super Ioan I lect vI24 y M-J CongaR oP Ecclesia de Trinitate laquoIreacutenikonraquo xIv (1937) 131-146 131

409Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

Ma poicheacute il verbo si fece carne insieme alla generazione eterna dalPadre occorre qui considerare anche la generazione nel tempo ndash resapossibile dallo Spirito Santo ndash che consente alla beata vergine Maria diconcepire e partorire gesugrave vero dio e vero uomo laquoLa costituzione stes-sa di Cristo come uomo-dioraquo osserva sempre Congar laquoegrave essenzialmen-te ecclesiologica poicheacute il Cristo riporta con seacute [hellip] tutta lrsquoumanitagrave rige-nerata a dioraquo e inoltre rileva che laquola virtugrave dello Spirito Santo non egravesolamente generatrice del Cristo nel seno di Maria ma anche generatricedei cristiani nel seno della Chiesaraquo25 La comunitagrave ecclesiale puograve cosigraveessere pensata come la Madre dei figli di dio uniti dalla partecipazionealla vita divina trinitaria che egrave la grazia Come dichiara la costituzionedogmatica sulla Chiesa del Concilio ecumenico vaticano II

La Chiesa contemplando la santitagrave misteriosa della vergine imitando-ne la caritagrave e adempiendo fedelmente la volontagrave del Padre per mezzodella parola di dio accolta con fedeltagrave diventa essa pure madre poicheacutecon la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortalei figli concepiti ad opera dello Spirito santo e nati da dio Essa pure egravevergine che custodisce integra e pura la fede data allo sposo imitandola madre del suo Signore con la virtugrave dello Spirito Santo conserva ver-ginalmente integra la fede salda la speranza sincera la caritagrave26

Il passaggio dalla generazione eterna del Figlio per natura a quellastorica dei figli per grazia come abbiamo giagrave osservato con lrsquoaqui na -te viene a configurarsi ecclesialmente nel sacramento del battesimoRiscontrando un certo parallelismo tra il concepimento per Maria digesugrave ad opera dello Spirito Santo (Lc 135) e la nascita dallrsquoalto permezzo dellrsquoacqua ndash amministrata dalla Chiesa ndash e dello Spirito Santo(Gv 33-7) si puograve pertanto scorgere nellrsquoazione sacramentale il luogoecclesiale in cui assistiamo alla generazione operata da dio nel fedele

25 Id Lrsquoideacutee thomiste de lrsquoEacuteglise chez Saint Thomas drsquoAquin in Id Esquisse duMystegravere de lrsquoEacuteglise nouvelle eacutedition (unam Sanctam 8) Les Eacuteditions du Cerf Paris

1953 73 e 9326 Lumen gentium n 64

410 M Salvioli

27 h RahnER SJ Simboli della Chiesa Lrsquoecclesiologia dei Padri Edizioni San Paolo

Cinisello Balsamo (MI) 1995 16

la quale permette di essere coinvolti nel mistero di Cristo e quindidella Chiesa in forza della partecipazione per grazia alla condizioneontologica del Figlio come membra vive del suo stesso Corpo Comeha poi osservato hugo Rahner sulla base di una acuta ricerca sullaChiesa nella patristica si puograve trarre unrsquoulteriore conseguenza ecclesio-logica dalla considerazione dellrsquoanalogia tra la generazione mariana equella ecclesiale laquoLa Chiesa appunto percheacute genera il Corpo misticodi Cristo genera se stessaraquo27 Tentiamo di chiarire questo peculiarecircolo virtuoso generando nuove membra del Corpo di Cristo attra-verso la predicazione e il battesimo per opera dello Spirito Santo laChiesa vergine-Madre non solo accresce il numero dei discepoli digesugrave ma ndash essendo essa stessa Corpo di Cristo ndash coopera a generarese stessa Per facilitare la comprensione di questo paradosso della vitadella Chiesa proponiamo il ricorso ad unrsquoimmagine Si puograve infattipensare ad una spirale che ndash tornando su di seacute ndash si amplia rimanendose stessa una dinamica generativa che evita di pensare la vita dellaChiesa nella forma di uno sterile ripiegamento autoreferenziale perinterpretarla piuttosto in ordine al coinvolgimento di altri e nuoviuomini e donne nella relazione vitale col Crocifisso risorto

Per introdurre il prossimo passaggio anticipiamo quanto ci accingia-mo ad approfondire egrave proprio sulla base di quanto detto finora che sipuograve comprendere come sia effettivamente allrsquointerno dellrsquoambito delimi-tato dalla duplice generazione appena descritta ndash collocata al cuore delMistero divino-umano ndash che risulta appunto possibile pensare come i sin-goli vengano costituiti in unitagrave attraverso il coinvolgimento in Cristo LaChiesa devrsquoessere allora concepita non come unrsquoassociazione di indivi-dui radunati in modo da formare un mero aggregato ma come una comu-nione di persone che vivono dello stesso Cristo andando a costituire ilCorpo che di per seacute le precede ed unendosi conseguentemente tra di loroIn questo senso possiamo quindi intuire come una volta che si egrave generatida dio Padre e dalla Madre Chiesa qualsiasi forma drsquoindividualismorisulti contraddittoria con la vita stessa che si partecipa i figli nel Figliosono infatti effettivamente fratelli

411Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

3 la coStituzione interperSonale della chieSa

Il secondo passo consiste nella descrizione del ruolo che i legamiinterpersonali assumono nella costituzione della realtagrave ecclesiale Sitratta infatti di mettere a fuoco il motivo intrinseco per cui la comu-nitagrave ecclesiale ndash mettendo per un attimo tra parentesi lrsquoorigine divinaargomento del passaggio precedente ndash si distingue essenzialmente daun insieme di individui comrsquoegrave ad esempio una mera associazione oun club Prestiamo quindi ascolto al teologo domenicano Jean-MarieRoger Tillard il quale ha sostenuto che la comunione espressa dallacarne di Cristo

deriva interamente dal sacrificium Christi quale viene descritto dal-lrsquoautore della Lettera agli Efesini sacrificio di riconciliazione dellrsquou-manitagrave che ricompagina la fraternitagrave umana in un unico sacrificiuma gloria del Padre nella chiesa lrsquoindividuo viene ricreato e salvatoproprio percheacute nella comunione di Cristo viene sottratto per graziaal peso della chiusura in se stesso che lo portava a cercare nellrsquoaltrosolo ciograve che gli era necessario camicia di forza nella quale si rin-chiude la follia dellrsquoumanitagrave che la Bibbia chiama il peccato delmondo nella comunione lrsquoindividuo diventa una persona28

La persona in questo contesto si differenzia dallrsquoindividuo percheacutesi trova collocata nella comunione di Cristo allrsquointerno della qualeessa stessa si scopre costituita da legami che la costituiscono senzrsquoan-nullarne la singolare sussistenza In questo senso si puograve dire che lapersona nella Chiesa ndash e quindi nel mondo se considerato alla luce deldisegno divino ndash corrisponde allrsquoindividuo considerato insieme allerelazioni che intrinsecamente lo costituiscono Iniziamo cosigrave ad intrav-vedere come la Chiesa stessa sia costituita da un peculiare tessuto dilegami interpersonali ndash reso possibile dallo Spirito Santo ndash che si svi-luppano per cosigrave dire tanto in senso verticale (rispetto a Cristo)

28 J-M R TILLaRd oP Carne della Chiesa carne di Cristo Alle sorgenti dellrsquoeccle-siologia di comunione Edizioni Qiqajon Comunitagrave di Bose Magnago (BI) 2006 220

412 M Salvioli

quanto in senso orizzontale (rispetto ai fratelli) Per approfondire que-sto aspetto del mistero ecclesiale che viene significato quando si diceche la Chiesa egrave il Corpo di Cristo ci soffermiamo ora su alcuni verset-ti della Lettera agli Efesini 29

Per esprimerci molto sinteticamente e al solo fine drsquointrodurre que-sto significativo scritto del nuovo Testamento nel contesto di ciograve chesto trattando ricordiamo chrsquoesso presenta il disegno di dio sullrsquouma-nitagrave a partire dalla ricapitolazione di tutto in Cristo (110) al quale ndashcome suo capo e salvatore ndash la Chiesa egrave unita sponsalmente in unasola carne (cfr 529-32) Le membra del Corpo di Cristo coincidonocon gli stessi credenti i quali sono stati predestinati ad essere ldquofigliadottivirdquo (15 cfr 44-6) del Padre Poco dopo lrsquoinizio del quarto capi-tolo lrsquoautore della Lettera agli Efesini scrive laquoagendo secondo veritagravenella caritagrave cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui che egrave ilcapo Cristo da lui tutto il corpo ben compaginato e connesso con lacollaborazione di ogni giuntura secondo lrsquoenergia propria di ognimembro cresce in modo da edificare se stesso nella caritagraveraquo (415-16)Questi versetti consentono a nostro avviso un accesso particolarmen-te fecondo alla realtagrave della Chiesa nel testimoniare la veritagrave comrsquoegravepossibile a chi vive secondo la caritagrave il corpo ecclesiale egrave quindi chia-mato a crescere verso la statura del suo Capo divino-umano dal qualediscende lrsquoinflusso di grazia che consente alla Chiesa di vivere cometale Egrave infatti lrsquoamore di dio in Cristo ndash per opera dello Spirito Santo ndasha costituire lrsquoenergia che consente alla Chiesa di vivere in modo daedificare se stessa cosigrave come si sviluppa un corpo connesso nella pro-pria differenziata unitagrave costituita da ogni membro e da ogni giunturaogni cristiano in altri termini si unisce sacramentalmente al corporisuscitato di Cristo costituendo quindi quel corpo che egrave la Chiesa

Questi versetti consentono di compendiare lrsquoecclesiologia dellaLettera agli Efesini sottolineando il legame fondativo tra il Cristo-Capo e la Chiesa-Corpo (dimensione verticale) e lrsquointerrelazione chetiene insieme le varie membra unite allo stesso Cristo (dimensione

29 Si veda soprattutto E BEST Lettera agli Efesini (CPnT 10) Paideia Editrice Brescia

2001

413Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

orizzontale) dal nostro punto di vista risulta decisivo comprendere ilsignificato del termine medico ldquogiunturardquo che si riferisce in questocontesto ad un tempo al singolo credente e al legame che ndash sussisten-do tra le membra ndash tiene insieme il corpo rendendo possibile lrsquoinflussoda parte del capo Commentando questi versetti Rinaldo Fabris hapotuto affermare che la Chiesa egrave laquoun insieme di rapportiraquo tra personeche non solo riconoscono in Cristo il proprio laquocentro di coesione maanche di attivazione per cui tutti singolarmente partecipano alla cresci-ta del corpo e alla costruzione della chiesaraquo30 Secondo Max Zerwickpoi le ldquogiunturerdquo possono essere intese come relazioni di laquosoccorsoscambievole da membro a membroraquo che Cristo suscita e nutre pertener unito il suo corpo e per farlo crescere intensivamente in quellastessa caritagrave con cui egli ci ha amato31

Il commento di san Tommaso drsquoaquino alla Lettera agli Efesini con-tribuisce ad interpretare il testo che stiamo esaminando mettendo inluce la qualitagrave delle relazioni ecclesiali che costituiscono il Corpo diCristo che egrave la Chiesa la mutua connessione delle membra (compactio)il legame attraverso le giunture (ligatio) ed il servizio reciproco (sub-ministratio) Queste costitutive dimensioni ecclesiali che fluisconodal Cristo-Capo per opera dello Spirito Santo nelle singole membravengono interpretate anzitutto sostenendo che la connessione avvieneper mezzo della convergenza delle intelligenze attraverso la fede(compactio per fidem) nellrsquounico sguardo di Cristo La fede e lacaritagrave poi connettono e congiungono le membra nel servizio vicende-vole (per fidem et charitatemhellip ad mutuam subministrationem)32

30 R FaBRIS Le lettere di Paolo seconda edizione rivista e aggiornata vol 3 Borla

Torino 19902 26031 M ZERWICK SJ Lettera agli Efesini (Commenti spirituali al nuovo Testamento)

Cittagrave nuova Editrice Roma 19714 11832 Cfr Super Eph Iv lect v [225-228] Per una lettura contemporanea si veda C T

BagLoW ldquoModus et formardquo A New Approach to the Exegesis of Saint ThomasAquinas with an Application to the Lectura Super Epistolam ad Ephesios (analecta

Biblica 149) Editrice Pontificio Istituto Biblico Roma 2002

414 M Salvioli

Egrave quindi in termini chiaramente relazionali che lrsquoaquinate concepisceil modo in cui la Chiesa edifica se stessa nella caritagrave ossia attraversoquellrsquoinsieme di atti ndash resi possibili dalla grazia ndash con cui ogni battez-zato comunitariamente coopera attraverso lrsquoinsegnamento e la persua-sione alla crescita dello stesso corpo ecclesiale Lrsquoessere convocatinellrsquounitagrave dallo Spirito Santo nel legame fondamentale col Cristoimplica pertanto il dono di multiformi legami che comporta il doveredi onorare la comunione che ne risulta

Egrave dunque questrsquoincrocio relazionale che si attua tra i cristiani iquali sono stati rigenerati per grazia dalla partecipazione al misterodella morte e risurrezione di Cristo a costituire la comunitagrave ecclesialee a renderla diversa da una mera associazione o da un club Frutto diun insieme di relazioni interpersonali divino-umane tessute dalloSpirito Santo in Cristo la Chiesa non puograve mai essere pensata come unsemplice insieme di individui devrsquoessere invece descritta attraversounrsquoespressione che noi ndash assumendo il rischio di tentarne una piugrave con-veniente ndash formuliamo come mistero di legami nel Legame il cuildquocollanterdquo egrave la grazia che scaturisce da Cristo e tiene insieme tutti imembri della comunitagrave nei termini impiegati da san Tommaso poi-cheacute la grazia egrave partecipazione alla natura divina ed egrave ldquofonte e radicerdquodei legami ecclesiali (virtugrave teologali e sacramenti) possiamo conveni-re ndash con Jeacuterocircme hamer ndash che la laquocomunione egrave la correlazione cherisulta da tale partecipazione nelle sue differenti modalitagrave egrave dunqueun insieme di legami di interdipendenza La comunitagrave egrave quindi fondatasulla partecipazioneraquo33

4 generare legaMi rigenerare il teSSuto Sociale

Il terzo ed ultimo passo consiste nel cercare di comprendere ilruolo svolto dalla comunitagrave ecclesiale nel tempo dellrsquoiperindividuali-smo attraverso unrsquoultima analisi ecclesiologico-fondamentale ispirata

33 J haMER oP La Chiesa egrave una comunione Seconda edizione riveduta con Post fa -

zio ne dellrsquoautore Morcelliana Brescia 1983 235

415Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

allrsquoadagio scolastico agere sequitur esse Riteniamo cosigrave di offrire per-lomeno uno sfondo teoricamente calibrato per impostare in modotuttrsquoaltro che estrinseco una piugrave contestualizzata disamina teologico-pastorale Qual egrave pertanto il compito che la Chiesa in quanto Corpo diCristo egrave chiamata a svolgere allrsquointerno di una cultura e di una societagraveche assiste spesso impotente al progressivo dissolvimento dei legamiPer rispondere a questa complessa domanda procederemo da alcunisuggerimenti offerti dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes delConcilio ecumenico vaticano II che si apre descrivendo la Chiesa nelmondo contemporaneo come la comunitagrave dei cristiani che laquosi senterealmente ed intimamente solidale [coniunctam] con il genere umanoe la sua storiaraquo34 Lrsquointima congiunzione della comunitagrave ecclesiale conlrsquoumana famiglia viene poi interpretata secondo lrsquointenzione dellaChiesa di dare seguito per opera dello Spirito Santo alla missione diCristo nel mondo volta a rendere testimonianza alla veritagrave a salvare ea servire laquoSi tratta di salvare lrsquouomo si tratta di edificare lrsquoumanasocietagraveraquo35 nel disegno divino attraverso lrsquoopera di Cristo e la testi-monianza della Chiesa lrsquoumanitagrave egrave quindi chiamata ad interpretarsisecondo rapporti di fraternitagrave in modo da costituire una sola famigliaEgrave allrsquointerno di questa prospettiva che si colloca lrsquointerdipendenza trala persona e la societagrave secondo la Costituzione conciliare i legamisociali sono infatti necessari al perfezionamento dellrsquouomo36 Ma vi egravedi piugrave Secondo Gaudium et spes egrave il Cristo stesso a sottrarre ogni pos-sibile legittimazione teologica allrsquoindividualismo santificando le rela-zioni umane e soprattutto istituendo la Chiesa in vista dellrsquounificazio-ne escatologica dellrsquoumana famiglia

Come dio creograve gli uomini non percheacute vivessero individualistica-mente [singulatim] ma percheacute si unissero in societagrave cosigrave a luianche laquo piacque santificare e salvare gli uomini non a uno a unofuori di ogni mutuo legame ma volle costituirli in popolo che loconoscesse nella veritagrave e santamente lo servisseraquo [Lg 9] [hellip]

34 Gaudium et spes n 135 Ivi n 336 Cfr ivi nn 24-25

416 M Salvioli

Tale carattere comunitario egrave perfezionato e compiuto dallrsquoopera diCristo gesugrave Lo stesso verbo incarnato volle essere partecipe dellasolidarietagrave umana [hellip] Santificograve le relazioni umane innanzituttoquelle familiari dalle quali trae origine la vita sociale37

date le laquomutue relazioniraquo che Gaudium et spes riconosce tra laChiesa e il mondo contemporaneo la stessa Costituzione conciliare ciinvita innanzitutto a riconoscere la missione propria della comunitagraveecclesiale ma mette anche in luce il contributo che essa offre allarealtagrave socio-culturale nella quale esiste e agisce

La Chiesa perseguendo il suo proprio fine di salvezza non solocomunica allrsquouomo la vita divina essa diffonde anche in qualchemodo sopra tutto il mondo la luce che questa vita divina irradia[lumen eius repercussum] e lo fa specialmente per il fatto che risanaed eleva la dignitagrave della persona umana consolida la compagine dellaumana societagrave e conferisce al lavoro quotidiano degli uomini un piugraveprofondo senso e significato Cosigrave la Chiesa con i singoli suoi mem-bri e con tutta intera la sua comunitagrave crede di poter contribuire moltoa umanizzare di piugrave la famiglia degli uomini e la sua storia38

Lrsquoirradiazione (repercussio) della vita divina che consolida la com-pagine della umana societagrave identifica lrsquoambito nel quale riteniamo dipoter inquadrare il nucleo di questa riflessione la capacitagrave ecclesialedi rigenerare i legami sociali a patto di non equivocare sul senso diquestrsquoimpegno La mutua relazione col mondo contemporaneo puograveinfatti essere feconda se la Chiesa agisce secondo ciograve che egrave solo nel-lrsquoatto di comunicare allrsquouomo la vita divina puograve infatti contribuire aconsolidare il tessuto sociale ricevendo al contempo dallrsquoesperienzadi vita degli uomini dei nostri giorni preziosi contributi e puntualiinterrogativi per sondare ulteriormente il patrimonio di senso donatocidalla tradizione La Chiesa quindi non ha di per seacute una sociologia daapplicare o innovative istituzioni sociali da erigere ma nellrsquoessere se

37 Ivi n 3238 Ivi n 40

417Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

stessa egrave una feconda realtagrave sociale (anche se non solo) che provocadegli effetti sociali semplicemente con la sua presenza con lrsquoessercistesso del suo tessuto di relazioni interpersonali divino-umane39Questa dinamica che scaturisce dalla peculiare realtagrave ontologica checostituisce la Chiesa descritta precedentemente attraverso lrsquoimmaginedellrsquoirradiazione viene successivamente confermata attraverso lrsquoim-magine del flusso

Certo la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesanon egrave drsquoordine politico economico o sociale il fine infatti che leha prefisso egrave drsquoordine religioso Eppure proprio da questa missionereligiosa scaturiscono [fluunt] compiti luce e forze che possonocontribuire a costruire e a consolidare la comunitagrave degli uominisecondo la legge divina40

Gaudium et spes non prospetta attivitagrave ecclesiali intenzionalmentevolte a realizzare obiettivi sociali ma descrive un complesso effettoindiretto o (positivamente) collaterale che appunto fluisce dallrsquoeserci-zio dellrsquoattivitagrave propria della Chiesa la quale si esprime nella costitu-zione di una cultura e di molteplici opere effettivamente coesive del-lrsquoumanitagrave ordinariamente dispersa e ferita Costituita da legami di fedee di caritagrave come abbiamo appreso dallrsquointerpretazione tommasianadella Lettera agli Efesini la Chiesa

mostra al mondo che una vera unione sociale esteriore discendedalla unione delle menti e dei cuori ossia da quella fede e da quel-la caritagrave con cui la sua unitagrave egrave stata indissolubilmente fondatanello Spirito Santo Infatti la forza che la Chiesa riesce a immette-re nella societagrave umana contemporanea consiste in quella fede ecaritagrave effettivamente vissute e non in una qualche sovranitagrave este-riore esercitata con mezzi puramente umani41

39 Cfr S hauERWaS The Peaceable Kingdom a Primer in Christian Ethics university

of notre dame Press notre dame In 1983 99-10240 Gaudium et spes n 4241 Ivi

418 M Salvioli

La Chiesa quindi contribuisce al consolidamento della societagrave attra-verso lrsquoirradiazione che procede dalla vita divina chrsquoessa comunica permezzo di quanto fluisce dalla sua missione religiosa e attraverso la forzadella fede e della caritagrave effettivamente vissute Come declinare questi con-tenuti di Gaudium et spes in relazione allrsquoarduo compito della rigenerazio-ne dei legami nel tempo dellrsquoiperindividualismo dal nostro punto di vistaavendo descritto la generativitagrave della Chiesa e avendo compreso il Corpodi Cristo come mistero di legami nel Legame si puograve asserire che la Chiesaegrave di per seacute generatrice di legami interpersonali Se la comunitagrave ecclesialegenera legami interpersonali al suo interno ritengo che i passi citati dellaCostituzione conciliare aiutino a comprendere come la grazia di cui vive laChiesa al suo interno srsquoirradi nella societagrave civile consolidando il tessutodelle relazioni interpersonali sul piano socio-culturale Contribuendo cioegravenon solo a rendere piugrave compatta la trama del tessuto sociale nel quale essaesiste e agisce come tale ma suscitando e diffondendo una cultura ndash irra-diata dalla fede e dalla caritagrave di coloro che vivono il discepolato ndash che srsquoop-pone resistendo a quella che per certi versi degenerando ha reso possibilelrsquoattuale iperindividualismo Tale consolidamento per irradiazione in altritermini si esprime piugrave concretamente nella capacitagrave della Chiesa di gene-rare legami sociali ad extra in forza dellrsquoesercizio stesso dei legami di fedee di caritagrave ad intra Come la Chiesa ldquoedifica se stessardquo (Ef 416) prenden-dosi cura del dono di grazia che si esprime nelle virtugrave teologali il cui eser-cizio contribuisce a consolidare lrsquounitagrave tra il Capo e le membra e la mutuainesione delle membra dello stesso Corpo di Cristo cosigrave per ridondanza lapresenza stessa della Chiesa contribuisce a consolidare i legami interperso-nali in vista della rigenerazione del tessuto sociale ferito dalle pratiche edalla cultura dellrsquoiper-individualismo contemporaneo Promuovendo insenso non moralistico la concreta cura per lrsquoaltroaltri da seacute il potenzialegenerativo della Chiesa rispetto ai legami interpersonali e alla cultura chene deriva opera in modo tale da poter essere descritto secondo quel ldquopara-digma della generativitagraverdquo ndash descritto dai sociologi Mauro Magatti e Chiaragiaccardi ndash che si oppone allrsquoautoreferenzialitagrave sterile dellrsquoindividuo ato-mizzato proprio dellrsquoideologia neoliberale42 In questo senso alla disso-

42 Qui e per quanto segue cfr M MagaTTI - C gIaCCaRdI Generativi di tutto il mondounitevi Manifesto per la societagrave dei liberi Feltrinelli Milano 2014 52-60

419Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

luzione neoliberale dei legami la Chiesa risponde attraverso lrsquoirradia-zione del potenziale generativo della sua vita comunitaria animatadalla fede e dalla caritagrave e si concretizza nel favorire la formazione deltessuto associativo della societagrave civile ldquodesiderandordquo ldquomettendo almondordquo ldquocurandordquo e ldquolasciando andarerdquo vive realtagrave relazionali

In particolare sono sette le caratteristiche della generativitagrave che laChiesa esercita in rapporto alla societagrave 1) Lrsquoeccedenza come accetta-zione dei limiti (ad intra ad extra) che non si rassegna alla logicadella separazione tra gli individui 2) lrsquointraprendenza e 3) la valoriz-zazione lette alla luce dellrsquoirradiazione di Gaudium et spes nel sensodella capacitagrave di assumersi il rischio di avviare processi e di prender-sene cura allrsquointerno di una concezione che consideri il valore aggiun-to delle realtagrave interpersonali 4) la generativitagrave ecclesiale si esprimepoi nel promuovere una cultura della fiducia che al di lagrave di ogni ripie-gamento solipsistico aiuta la societagrave a svilupparsi nel rispetto dellapersonalizzazione 5) allrsquointerno di una logica dellrsquoalleanza 6) pro-muovendo relazioni interpersonali che compattino il tessuto socialeallrsquoinsegna della resilienza intesa come perseveranza e capacitagrave disacrificio e infine 7) della sostenibilitagrave che guarda al futuro nella con-sapevolezza di doverne costruire le indispensabili condizioni di possi-bilitagrave come atto di responsabilitagrave nei confronti delle generazioni a-venire Egrave in questo modo che la forza coesiva della comunitagrave ecclesia-le ldquoridondardquo sugli individui sempre piugrave isolati delle societagrave occidenta-li offrendo una sorta di partecipazione allrsquoeffetto coesivo generato asua volta da quel peculiare ldquocollanterdquo interpersonale che egrave agaacutepe

concluSione

Egrave possibile infine esprimere con una parola lrsquoeffetto della genera-tivitagrave relazionale della Chiesa nei confronti della societagrave La nostrarisposta egrave affermativa Riteniamo infatti di poter esprimere la riccadinamica qui descritta impiegando il termine ldquofraternitagraverdquo a patto chese ne liberi il senso dallrsquouniversalizzazione uniformante operata dal-lrsquointerpretazione illuministica e lo si rimoduli sulla dinamica ad intra ad extra volta non ad escludere ma a differenziare lrsquoappartenenza

420 M Salvioli

sulla base del rispetto della libertagrave43 Si tratta cosigrave di pensare a latodella missione propria della comunitagrave ecclesiale quellrsquoirradiazionedella vita di grazia che contribuisce ad alimentare la fraternitagrave ldquoaltrardquonella costruzione dei legami sociali generato dalla cultura della fidu-cia e del dono diffusa dallrsquoesserci stesso della comunitagrave ecclesialequestrsquointreccio di relazioni interpersonali ne riflette la vitalitagrave Proprioessendo se stessi ed agendo conseguentemente a motivo della graziadello Spirito Santo i cristiani uniti nella Chiesa possono contribuire ndasharginando il dilagante iperindividualismo ndash alla qualitagrave della vitasociale di tutti esprimendo semplicemente la propria appartenenza allacomunitagrave Perseguendo il fine ultimo e soprannaturale si promuoveinfatti anche il bene della creazione in quanto questrsquoultima egrave stataposta in essere per entrare ndash attraverso la cristificazione degli uomini edelle donne ndash in comunione col Trinitas Deus anche nei confrontidella custodia della societagrave possiamo cosigrave concludere lrsquoimpegno pergli altri in quanto tali non indebolisce lrsquoidentitagrave cattolica ma la conso-lida Egrave la logica evangelica del servizio espressa in modo mirabile dasan Paolo vI

La Chiesa accetta riconosce e serve il mondo quale oggi le si pre-senta non rimpiange le formule della sintesi Chiesa-mondo delpassato e non sogna nemmeno quelle drsquoun futuro utopistico laChiesa aderisce allrsquoattualitagrave storica ella non si identifica con essanon si converte al mondo (come taluni oggi si credono autorizzatia fare) ma riconosce nella realtagrave sociale presente lrsquoambito dellasua stessa vita lrsquooggetto del suo amore e del suo servizio le condi-zioni del suo linguaggio il dramma delle sue tentazioni seducenti edei suoi tentativi pastorali In una parola la Chiesa in Cristo ecome Cristo ama il mondo di oggi e per esso vive parla operapronta a capirlo a curarlo ad offrire se stessa44

43 Cfr J RaTZIngER La fraternitagrave cristiana (gdT 311) Queriniana Brescia 200544 Cfr PaoLo vI Udienza generale (5 marzo 1969) disponibile sul sito httpw2vati-

canvacontentpaulviitaudiences1969documentshf_p-vi_aud_19690305html

(consultato il 25 luglio 2019)

Compiendo la propria missione evangelizzatrice liturgica e pasto-rale la Chiesa contribuisce cosigrave a guarire le ferite inflitte dallrsquoiperindi-vidualismo senza per questo doversi trasformare in una mera agenziafinalizzata allrsquointegrazione sociale Egrave solo come laquosposa dellrsquoagnelloraquo(Ap 219) che la Chiesa puograve essere un laquoospedale da camporaquo per ogniferito del nostro tempo45

421Rigenerare legami nella cultura iperindividualista

45 Cfr FRanCESCo Lettera al Gran Cancelliere della Pontificia universidad Catoacutelica

argentina nel centesimo anniversario della Facoltagrave di Teologia (3 marzo 2015) reperibi-

le sul sito httpw2vaticanvacontentfrancescoitletters2015documentspapa-france-

sco_20150303_lettera-universita-cattolica-argentinahtml (consultato il 25 luglio 2019)

422

ldquoUbi fides ibi libertasrdquo sintesi del pensiero

teologico del cardinal giacomo biffi

Federico Zirotti

Editorrsquos note One of the most prominent and influential figures in the

Italian Church in recent years has been beyond all doubt that of

Giacomo Card Biffi (1928-2015) archbishop of Bologna he is still

remembered for his firm pastoral activity but he was also an elegant

theologian The author of the present article aims to provide a sum-

mary of Biffirsquos thought so as to do justice to his original but not well

known theological reflection

Zirotti identifies five cornerstones in Biffirsquos theology First the struc-

tural unity of the divine plan there is only one comprehensive idea in

which the whole of the creation can be adequately understood

Second the supernaturality of this idea regardless of its supernatural

design the natural world appears meaningless Third the central

place that Jesus Christ ndash the Son of God incarnate dead and risen ndash

occupies in this unitary plan Fourth the concept of aevum that is

eternity participated by creatures since Jesus risen and ascended is

ldquoat the right hand of the Fatherrdquo He also as a man takes part in Godrsquos

eternity Fifth the freedom of man ndash that is the characteristic of spiri-

tual creatures that makes them capable of choosing their eternal

destiny as it finds its ontological cause in the grace of Christ our

freedom is a redeemed freedom and we are all ldquofreedmenrdquo of Christ

However despite the undeniable subtlety of Biffirsquos thought and even

with the brilliant solutions he proposes to major theological problems

there is something in his speculation that does not leave us entirely

satisfied Zirotti finds an actual contradiction in Biffirsquos thought he sum-

marises everything in the one idea of divine unity but in fact he places

next to it in a co-essential role the idea of human freedom We could

add more generally that it is his style of thought which leaves us

unsatisfied looking for evidence of a logical-analytical type in a field of

knowledge that can only be adequately explored as St Thomas Aquinas

taught with analogical processes of intuition and argumentation

SD 651 (2020) pp 422-498

introduZione

Il cardinale Giacomo Biffi1 egrave spesso ricordato per le sue qualitagrave dipastore e per lo spessore del suo magistero episcopale ma con nostrostupore il suo pensiero teologico egrave pressocheacute ignorato si pensi che leuniche pubblicazioni dedicate al Biffi di cui siamo a conoscenza men-tre scriviamo sono un paio di raccolte di scritti di vari autori chevogliono omaggiare la sua figura pubblica di cardinale e pastore men-tre non abbiamo trovato nessuna pubblicazione che lo studi come teo-logo Questa deludente sorpresa nel riscontrare la mancanza di interes-se per il magistero teologico del card Biffi nasce dalla nostra profon-da convinzione che la sua riflessione sia importante per la teologia losguardo nuovo dellrsquoarcivescovo di Bologna la porterebbe ad una mag-gior comprensione dellrsquoeterno disegno del Padre che si rivela in GesugraveCristo suo Figlio Insomma riteniamo che il pensiero teologico delBiffi meriti di essere preso in maggior considerazione e che non possaessere semplicemente ignorato sia che ci si trovi drsquoaccordo con essoper poterlo sviluppare sia che non lo si condivida per delineare unasua confutazione

Perciograve ci accingiamo qui a tentare una panoramica della riflessioneteologica di Giacomo Biffi nella speranza forse un porsquo presuntuosache questo lavoro possa essere un piccolo contributo affincheacute il suopensiero possa uscire dalle nebbie dellrsquoindifferenza e trovare maggioreattenzione presso gli studiosi della sacra doctrina e non solo

423Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

1 Nasce a Milano il 13 giugno 1928 Entrato nel seminario milanese di Venegono

Inferiore viene ordinato presbitero il 23 dicembre 1950 dal card Schuster Nel

1955 si laurea in teologia con la tesi dottorale Il problema teologico della colpa ine-

vitabile nellrsquoipotetica assenza della grazia sanante Dopo un decennio di insegna-

mento nel 1960 viene nominato prima parroco a Legnano e poi nel 1969 parroco a

Milano Nel 1975 viene eletto vescovo ausiliare dellrsquoarcidiocesi ambrosiana e lrsquo11

gen naio 1976 riceve lrsquoordinazione episcopale per le mani del card Colombo Nel

1984 papa Giovanni Paolo II lo nomina alla sede arcivescovile di Bologna e nel

1985 egrave creato cardinale Si ritira dalla guida della diocesi petroniana nel 2003

Muore a Bologna lrsquo11 luglio 2015

Specifichiamo perograve che il nostro obiettivo ultimo non egrave tanto quello difornire una sintesi completa ed esauriente ma bensigrave di incuriosire illettore invogliandolo ad andare direttamente ai testi del Biffi che perle doti di sintesi e chiarezza (ed umorismo) potrebbero essere trovatipiugrave comprensibili (e certamente piugrave divertenti) del presente scritto

La difficoltagrave maggiore che incontra chi come noi si accinge a tenta-re di gettare uno sguardo panoramico sul pensiero del card Biffi egrave ilcarattere sintetico della sua opera laquoche dovrebbe avere alle spalle ndash egrazie a Dio non ha ndash un corso completo in otto grossi volumiraquo2 cheporta a dover fare una sintesi della sintesi con il rischio di sintetizzaretroppo e rendere cosigrave piugrave oscuro quello che si voleva rendere piugrave chiaroSe questo fosse capitato ne chiediamo perdono al lettore fin da subito

Per realizzare i nostri obiettivi abbiamo scelto di presentare inmodo sintetico alcune opere del Biffi il cui approccio egrave fondamentaleper chi voglia studiare il suo pensiero per poi tirare brevemente lesomme di quanto emerso dallrsquoanalisi dei testi Questa via ha anche illato positivo di potere fare contemporaneamente una presentazionedelle pubblicazioni fondamentali in modo che come giagrave detto soprail lettore possa essere facilitato e invogliato ad accantonare noi peraffidarsi direttamente alle parole del cardinale

La nostra analisi cominceragrave affrontando Colpa e libertagrave nellrsquoodier-na condizione umana (1959) tesi di dottorato del futuro cardinale eTu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi raccolta dei saggiscritti da don Giacomo nel decennio 1957-1968 da queste due operesi traggono i presupposti e i nuclei fondamentali del suo pensiero teo-logico Si considereragrave poi Alla destra del Padre Nuova sintesi di teo-logia sistematica (1970) che egrave il testo fondamentale del Biffi in cuitroviamo sintetizzata tutta la sua teologia Per ultimo vedremo Lineedi escatologia cristiana (1984) in cui abbiamo sviluppata e applicataal nostro destino eterno la sua riflessione sullrsquoaevum Concluderemo illavoro con una nostra sintesi in cui cercheremo di mettere in luce leidee portanti del pensiero del teologo Giacomo Biffi

424 F Zirotti

2 G BIFFI Alla destra del Padre Nuova sintesi di teologia sistematica Jaca Book

Milano 2004 p 21

Oltre a queste citate ci sono altre opere del Biffi che andrebberoanalizzate per avere un quadro piugrave completo del suo pensiero ma chenon ci egrave consentito prendere in considerazione per mancanza di spazioe di tempo Le ricordo qui La Bella la Bestia e il Cavaliere (1984)Approccio al cristocentrismo (1994) laquoLiberti di Cristoraquo (1996) La Sposa chiacchierata (1998) Canto nuziale (2000)

1 Le basi deL pensiero teoLogico

Le basi e i temi del pensiero teologico di Giacomo Biffi si trovanogiagrave tutti ad eccezione di quello ecclesiologico in Colpa e libertagrave nel-lrsquoodierna condizione umana e nei brevi saggi raccolti in Tu solo ilSignore Saggi teologici drsquoaltri tempi Possiamo dire che tutte le pub-blicazioni successive non faranno altro che esplicitare meglio quelloche qui egrave giagrave proposto

11 laquoColpa e libertagraveraquo

Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana egrave il lavoro di tesiper il dottorato in teologia conseguito nel 1955 il cui titolo originaleIl problema teologico della colpa inevitabile nellrsquoipotetica assenzadella grazia sanante mette maggiormente in luce il problema affron-tato ovvero la sussistenza dello stato di natura puramente decadutaPossiamo dire che egrave lrsquounico lavoro del Biffi veramente analitico

Il testo si inserisce nel dibattito sugli stati di natura e il suo scopoprincipale egrave quello di dimostrare come lo stato di natura puramentedecaduta cioegrave senza lrsquoeffettiva presenza della grazia non si egrave maiavverato e non poteva nemmeno avverarsi a causa delle contraddizio-ni che emergono nellrsquoipotetico caso che si realizzasse contraddizioniche infatti hanno dato filo da torcere a secoli di teologia senza maigiungere ad una conclusione soddisfacente

Lrsquoopera egrave importante percheacute in essa sono esplicitati i principi chesostengono e guidano tutta la riflessione biffiana degli anni seguenti esi possono giagrave trovare in nuce le tematiche che verranno successiva-mente esplicitate e approfondite

425Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Lrsquoopera si struttura come una classica disputa medievale con lrsquoe-sposizione del problema le varie argomentazioni che provano a forni-re una possibile risoluzione la risposta del magister e la confutazionedelle altre soluzioni proposte

Il punto di partenza egrave la constatazione puramente naturale dellacondizione umana laddove lrsquoesperienza ci parla di una colpa inevita-bile e contemporaneamente la riflessione razionale ci mostra lrsquoincom-patibilitagrave tra i concetti di laquocolparaquo e di laquoinevitabilitagraveraquo3 Poicheacute questedue veritagrave sono in contraddizione tra loro viene postulata la necessitagravedi una conoscenza superiore cioegrave la rivelazione cristiana che permet-ta di superare questa contraddizione

Dopo una breve rassegna dei documenti del Magistero sulla fatalitagravedella colpa e sulla libertagrave dellrsquouomo si passa ad unrsquoesposizione storicadel problema dalla prima scolastica alla teologia dei secoli xIx-xx eche costituisce la parte maggiore dellrsquoopera

Infine passando per la critica delle ipotesi suggerite dalla storia sigiunge alla soluzione del problema individuata dal nostro autore in cui tralrsquoaltro si mostra come le varie risoluzioni emerse durante la storia dellateologia possono integrarsi nella visione proposta A questo riguardo cipare doveroso far notare come il Biffi non si pone nellrsquoottica di unalaquoscuolaraquo teologica entro la quale risolvere la disputa ma ha la capacitagrave diascoltare tutte le laquoscuoleraquo con le loro soluzioni prendendo da ognuna ilbuono che hanno da offrire per armonizzarlo in una visione sinteticalaquosuperioreraquo il cui scopo egrave di approfondire sempre di piugrave la conoscenzadella veritagrave rivelata e non quello di far trionfare il proprio laquopartitoraquo

In questa sede non ci interessa sintetizzare il ragionamento condot-to neacute di presentare le critiche che il Biffi rivolge alle varie soluzioniprospettate dalla storia per quanto siano interessanti nostro interesse

426 F Zirotti

3 Per laquocolparaquo si intende unrsquoazione responsabile moralmente cattiva ma percheacute si

possa parlare di responsabilitagrave morale il soggetto deve essere libero cioegrave deve avere

la possibilitagrave di fare diversamente ora per laquoinevitabilitagraveraquo si intende appunto il non

poter fare diversamente risulta quindi chiaro che se nel concetto di laquocolparaquo egrave insita

la possibilitagrave di poter fare diverso allora tale concetto egrave inconciliabile con lrsquoidea di

laquoinevitabilitagraveraquo Perciograve una laquocolpa inevitabileraquo egrave un assurdo

egrave mostrare quale sia la specifica soluzione biffiana al problema dellalaquocolpa inevitabile in una ipotetica assenza della grazia sananteraquo nellecui motivazioni troviamo quelle che sono le basi del suo pensiero

Ora il nocciolo della soluzione egrave cosigrave sintetizzabile il concetto dilaquocolparaquo e il concetto di laquoinevitabilitagraveraquo sono tra loro inconciliabili neconsegue che la grazia egrave un elemento essenziale di questo concretoordine di provvidenza tanto essenziale che il non considerarlo portaallrsquoassurdo logico di una laquocolpa inevitabileraquo La grazia egrave dunque lacondizione ontologica dellrsquoesistenza della libertagrave nellrsquouomo decaduto

Il ragionamento che porta a questa conclusone si basa sulla consi-derazione di una visione complessiva totale del piano divino cheregge lrsquouniverso il quale ha due prerogative

1) lrsquoessere un piano unitario (ciograve va ammesso a priori)2) che questo piano cosigrave come si realizza nel nostro ordine storico

presentatoci dalla rivelazione egrave un piano soprannaturale4

E abbiamo qui giagrave espresso quei principi su cui tutta la riflessione bif-fiana si poggia lrsquounitarietagrave del piano divino e la sua soprannaturalitagrave

Lrsquounitarietagrave del piano divino5 Se lrsquoagire di Dio egrave sempre razionalene consegue che il frutto di questo agire il mondo sia anchrsquoessorazionale e quindi intellegibile Ma la perfetta intelligibilitagrave richiede diessere unitaria cioegrave deve poter essere rappresentata da una sola ideapercheacute se fosse rappresentata da due o piugrave idee irriducibili tra loro lacomprensione ne sarebbe limitata o addirittura impedita Infatti o taleirriducibilitagrave ha un senso e allora si risolve in unrsquoidea superioreoppure rimane senza senso e allora lrsquointelligibilitagrave del mondo egrave irri-mediabilmente compromessa Perciograve la rappresentazione ideale delmondo deve necessariamente essere unitaria cioegrave riconducibile ad unasola idea Da tale unitarietagrave ne consegue che

ogni realtagrave che ha un posto nellrsquouniverso deve avere un significatoche la connette col resto [hellip] Ogni cosa egrave perciograve ordinata allrsquouni-

427Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

4 G BIFFI Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana ESD Bologna 2007 p 2805 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 280-283

verso e gli egrave necessaria cosigrave che contingente puograve essere definitocon proprietagrave il mondo in rapporto a Dio e non le singole cose inrapporto al mondo Dio poteva scegliere di attuare unrsquoaltra ideauniversale qui sta appunto il senso della sua libertagrave ma allrsquoideaprescelta tutte le realtagrave sono necessarie6

Segue un appunto di carattere gnoseologico importante per com-prendere la logica del ragionamento Si afferma qui la concretezza diquella conoscenza che diciamo sintetica o integrale anche se egrave impli-cita e confusa mentre viene detta astratta anche se chiara e semplicequella conoscenza che deliberatamente esclude dalla nostra considera-zione qualcosa che sia di fatto esistente eo considera una realtagrave iso-landola dal tutto In altri termini egrave concreta quella conoscenza chetiene insieme tutti gli elementi mentre egrave astratta quella conoscenzache esclude qualcosa Questa conoscenza astratta perograve non egrave inutileinfatti lrsquoastrazione puograve aiutare a comprendere meglio i legami che uni-ficano le varie componenti del tutto Se escludendo un elemento nem-meno il mondo ideale riesce a sorreggersi allora si potragrave concludereche la realtagrave esclusa egrave cosigrave connessa al resto che lrsquoescluderla anchesolo a livello logico impedisce addirittura la comprensione del mondoideale che ne consegue laquoSe astraendo cioegrave da una realtagrave lrsquouniversoriesce del tutto inspiegabile arriverograve a capire con chiarezza la primariafunzione in esso di quella realtagraveraquo7

La soprannaturalitagrave del piano divino8 Se il piano di Dio per lrsquouo-mo egrave soprannaturale cioegrave ha come fine di farlo partecipe della vitadivina cosigrave come ci egrave attestato dalla rivelazione allora tale piano nonpotragrave essere conosciuto dalle sole nostre forze naturali Questo fa sigraveche risulti vano e rischioso considerare il soprannaturale prescindendodal modo concreto con il quale il soprannaturale entra nella nostravita cioegrave per mezzo del mistero di Gesugrave Cristo fuori dal quale sareb-

428 F Zirotti

6 G BIFFI Colpa e libertagrave p 2817 G BIFFI Colpa e libertagrave p 2838 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 283-285

be per noi impensabile riuscire a concepire un destino soprannaturaleIn altri termini se noi conosciamo il nostro destino soprannaturalesolo dalla rivelazione del Cristo allora non ci egrave dato di considerare ilsoprannaturale escludendo da tale considerazione il Signore Gesugrave Sequindi approcciando il mondo prescindendo dalle realtagrave soprannatura-li cioegrave da Gesugrave Cristo si cade nellrsquoinspiegabile nellrsquoinsensato e nelcontraddittorio risulteragrave chiaro come quel soprannaturale sia profon-damente inserito in esso

La soluzione9 La dottrina cattolica cosigrave come definita dal concilio diTrento afferma lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di perseverare nel bene senzalrsquoaiuto della grazia Ora la stessa formulazione della dottrina ci fa capireche la nostra questione egrave posta su un piano ipotetico quindi egrave solo in unipotetico mondo in cui si ha una natura umana decaduta e lrsquoassenza effet-tiva della grazia che sorge il problema Infatti nel mondo concreto il pro-blema non si pone o egrave facilmente risolvibile percheacute di fatto la presenzadella grazia impedisce il sorgere della nostra difficoltagrave cioegrave di una colpainevitabile Conclusione a cui tutti i teologi giungono come la parte sto-rica mostra Perograve la constatazione del fatto che la grazia egrave effettivamentepresente risolve il problema solo sul piano esistenziale e non teoreticocosigrave che la questione rimane aperta10

Ora lrsquounica conclusione certa che la lunga disputa ci porta egrave che ilconcetto di laquocolparaquo e il concetto di laquoinevitabilitagraveraquo sono inconciliabiliE proprio tale impossibilitagrave di trovare una soluzione fa intuire che ilproblema egrave male impostato

Senza attenuare la portata della colpa riducendola ad una sola tra-sgressione materiale neacute la portata dellrsquoinevitabilitagrave riducendola ad

429Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

9 G BIFFI Colpa e libertagrave pp 288-29010 Infatti una teoria che voglia risolvere la nostra questione con il semplice rilievo

fattuale della presenza della grazia garantisce sigrave lrsquoeffettiva possibilitagrave di un agire

responsabile ma porta alla contraddizione che tale grazia rende formale un pecca-

to che in sua assenza rimarrebbe solo materiale quindi peggiorando la condizione

dellrsquouomo anzicheacute migliorarla

una grande difficoltagrave o ad una laquoimpotenza conseguenteraquo11 se si consi-dera che effettivamente i due concetti sono inconciliabili e che la dot-trina cattolica non pretende tale conciliazione allora il problema egraverisolto alla radice percheacute si mostra evidente lrsquoassurditagrave di una loroconciliazione e quindi lrsquoassurditagrave del problema posto come assurdosarebbe il voler trovare un triangolo con quattro lati

Infatti quando la dottrina cattolica afferma lrsquoimpossibilitagrave di nonpeccare senza la grazia essa ha come oggetto di considerazione ilmondo concretamente esistente volendo sottolineare la nostra dipen-denza vitale dal mistero di Gesugrave Cristo Quando invece la teologiaafferma che mancando la grazia si arriva ad un peccato inevitabilequesta ha come oggetto di considerazione un mondo ipotetico Perciograve

nientrsquoaltro intendiamo affermare che lrsquoimpensabilitagrave di questomondo che la teologia cattolica prospetta Diciamo cioegrave che lavoluta non considerazione della grazia di Dio distrugge lrsquounitariaintelligibilitagrave di questo mondo in quanto affiorano in esso elemen-ti contraddittori che soltanto la presenza della grazia concilia12

Dunque il senso della dottrina cattolica dellrsquoinevitabilitagrave della colpasenza la grazia sarebbe lrsquoaffermazione di una veritagrave cioegrave la necessitagrave diquesta stessa grazia mostrata attraverso un ragionamento per assurdo

Sintetizziamo col Biffi

I - lrsquoimpotenza dellrsquouomo non aiutato dalla grazia egrave assoluta e antece-dente ed egrave assoluta proprio in quanto antecedente siccheacute ogni eccezio-ne egrave esclusa non dallrsquoeffettivo umano comportamento previsto da Dioma dalla debolezza della nostra natura ferita comrsquoegrave dal peccatoII - la colpa da cui la grazia ci scampa non egrave affatto riducibile a una vio-lazione materiale della legge ma egrave un vero e proprio peccato formale

430 F Zirotti

11 Con impotenza conseguente si vuole indicare lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di evitarela colpa sul piano dei fatti in modo da salvaguardare sul piano teorico la possibi-litagrave di fare diverso che egrave insita nella natura del libero arbitrio Si veda G BIFFIColpa e libertagrave pp 267-268

12 G BIFFI Colpa e libertagrave p 289

III - le due cose non si possono conciliare percheacute egrave concettual-mente impensabile il compimento di una colpa formalmente taleda parte di chi non sia assolutamente in grado di sfuggirlaIV - questa conciliazione non egrave affatto richiesta dalla dottrina cattoli-ca che si preoccupa sempre delle situazioni concrete e non delleipotesi astratte e ha come vero scopo di mettere in luce che la nostra

attuale libertagrave egrave una libertagrave redenta dalla grazia di Cristo13

Lrsquoautore sottolinea poi che il pensiero qui esposto non si riducealla soluzione di coloro che affermano lrsquoeffettiva presenza della graziache di fatto rende inesistente una colpa inevitabile ma

arriva ad asserire mediante la chiara consapevolezza della incompati-bilitagrave che oppone il concetto di peccato e quello di fatalitagrave che quel-lrsquoaiuto non puograve affatto mancare percheacute egrave la condizione ontologica

della esistenza della libertagrave nella natura decaduta14

Il Biffi non manca di affrontare una volta mostrato come la suasoluzione si integri con le soluzioni presentate e criticate precedente-mente tre possibili obiezioni alla sua ipotesi

1) la formulazione della dottrina tridentina con cui si troverebbe incontrasto

2) la gratuitagrave della grazia che verrebbe negata

3) la diffidenza verso le novitagrave teologiche in cui la soluzione rientrerebbe

Il terzo punto non riguarda il nostro lavoro e lo tralasciamoRiguardo al primo punto sia sufficiente dire che la formula triden-

tina laquoil giustificato senza uno speciale aiuto da parte di Dio non puograveperseverareraquo non vuole affermare lrsquoeffettiva esistenza di uno stato dinatura decaduta in cui non opera la grazia ma mostrare tramite unragionamento per assurdo la necessitagrave della grazia nellrsquoattuale ordinedi provvidenza cosigrave come egrave giagrave stato detto sopra

431Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

13 G BIFFI Colpa e libertagrave p 290 Corsivo nostro14 G BIFFI Colpa e libertagrave p 292 Corsivo nostro

Per quanto riguarda la seconda obiezione cioegrave la presunta negazio-ne della gratuitagrave della grazia si risolve con i due argomenti che fonda-no tale gratuitagrave

1) il primo e principale egrave la considerazione della soprannaturalitagravedella grazia ora un dono ontologicamente soprannaturale eccedesempre le esigenze della creatura quindi la grazia non saragrave mai inassoluto ontologicamente necessaria alla creatura per essere crea-tura e perciograve la sua gratuitagrave saragrave sempre salvaguardata

2) il secondo egrave la considerazione sottolineataci dalla stessa rivela-zione che tale dono di grazia egrave elargito ad unrsquoumanitagrave peccatri-ce e che come tale non puograve vantare diritti sugli aiuti divini ilche rende ancora piugrave evidente la gratuitagrave di tale dono che serisulta sempre gratuito in forza della sua soprannaturalitagrave ancorapiugrave gratuito risulta nel nostro concreto stato di natura decaduta15

Per amore di completezza dobbiamo esplicitare una quarta possibileobiezione tra lrsquoaltro giagrave formulata dal nostro autore a riguardo di coloroche risolvevano il problema con la semplice presa drsquoatto dellrsquoeffettivapresenza della grazia la presenza della grazia piugrave che sanare la situazio-ne dellrsquouomo lo porrebbe in una situazione di maggior svantaggio inquanto tale presenza renderebbe un peccato materiale (non imputabile)un peccato formale (imputabile)16 Percheacute se egrave vero che il Biffi lrsquoha giagravesostanzialmente risolta quando ha affermato che la grazia egrave la condizioneontologica della libertagrave umana egrave altrettanto vero a nostro giudizio chetale obiezione avrebbe bisogno di una confutazione piugrave analitica ed esau-stiva Mostrare tale confutazione esula perograve dai fini del nostro lavoro

Specificazioni sul concetto di libertagrave17 Per comprendere appieno lagravitagrave del problema e il punto di vista del nostro autore sono neces-sarie alcune specificazioni sul concetto di libertagrave

432 F Zirotti

15 G BIFFI Colpa e libertagrave p 29916 G BIFFI Colpa e libertagrave p 27917 Cf G BIFFI Colpa e libertagrave pp 51-55 e 277

Ora la libertagrave concerne lrsquoeffettivo dominio del soggetto sui propriatti reso possibile dalla possibilitagrave di fare diversamente cioegrave egrave liberocolui che agisce senza essere sottoposto ad una necessitagrave Perograve il Biffiqui non considera la libertagrave semplicemente come quella proprietagrave cherende lrsquouomo responsabile dei suoi atti ma come quella caratteristicadellrsquoessere spirituale che lo rende capace di scegliere il proprio destinoeterno Quindi il vero interrogativo che muove lrsquoindagine egrave come puogravelrsquouomo rimanere padrone del proprio destino (cioegrave rimanere libero) edessere fatalmente orientato ad un destino di dannazione dato che primao poi dovragrave soccombere alla colpa Si capisce quindi la reale portata diquesto problema e lrsquoimportanza della sua risoluzione Risoluzione che egraveuna delle idee fondamentali del pensiero del Biffi la libertagrave umana egraveuna libertagrave redenta cioegrave la redenzione di Cristo egrave la causa ontologicadella nostra attuale libertagrave Noi quindi siamo dei laquolibertiraquo di Cristo18

12 laquoTu solo il Signoreraquo

Tu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi raccoglie cinquesaggi che insieme a Colpa e libertagrave sono le uniche opere che possia-mo definire strettamente laquoaccademicheraquo ma non si pensino questisaggi come lunghi e analitici articoli sono anzi brevi e sintetici (avolte fin troppo) I saggi in ordine cronologico sono

1) laquoTamquam spoliatus a nudoraquo (1957)19 si propone di dimostra-re attraverso lrsquoillegittimitagrave del chiedersi cosa differenzia lolaquostato di natura puramente decadutaraquo e lo laquostato di natura puraraquoin ragione dellrsquoimpossibilitagrave di poter instituire questo confrontoche lrsquounico stato di natura pensabile e noncheacute unico effettiva-mente esistente egrave lo laquostato di natura redentaraquo

433Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

18 Il tema egrave riproposto in G BIFFI laquoLiberti di Cristoraquo Saggio di antropologia cristo-

centrica Jaca Book Milano 199619 Lrsquoargomento egrave quello giagrave visto in Colpa e libertagrave ma affrontato sotto una diversa

prospettiva

2) laquoEternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo (1959) si propone diriscoprire il concetto di aevum per poter meglio comprendere ilnostro destino ultimo20

3) laquoIl fine dellrsquoIncarnazioneraquo (1960)21 si propone di dimostrare ilprimato di Cristo anche nellrsquoordine della creazione mostrandocome sia priva di senso la domanda laquose lrsquouomo non avesse pecca-to il Verbo si sarebbe incarnato lo stessoraquo e come sia invece piugraveopportuno domandarsi laquoqual egrave il fine dellrsquoIncarnazioneraquo fineche altro non egrave che la manifestazione della gloria di Dio Lo stu-dio proposto in questo articolo a detta dello stesso Biffi rappre-senta un traguardo una delle acquisizioni piugrave decisive e fecondenoncheacute ragion drsquoessere e chiave di lettura di tutta la sua teologia22

4) laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo (1964) si propo-ne di dimostrare attraverso la critica alla nozione di laquovicarietagraveraquocome la nota propria dellrsquoevento redentivo sia invece la nozionedi laquosolidarietagraveraquo e da qui domandandosi in cosa consiste questasolidarietagrave arriva ad affermare il primato di Gesugrave Cristo anchenellrsquoordine della creazione

5) laquoPer una escatologia rinnovataraquo (1968)23 sviluppando le rifles-sioni sullrsquoaevum propone di dare un fondamento teologico alcorrente ripensamento dellrsquoescatologia che ripone al centro ildestino del mondo entro il quale il destino del singolo si trovae dipende per far sigrave che tale rinnovamento sia sostanziale enon solo verbale

434 F Zirotti

20 Anche se non egrave dichiarato nellrsquoarticolo il concetto egrave altrettanto prezioso per com-prendere come Gesugrave Cristo possa esercitare il suo primato non solo nellrsquoordinedella redenzione ma anche nellrsquoordine della creazione e quindi per meglio inda-gare il mistero dellrsquoAscensione Si veda G BIFFI Memorie e digressioni di un ita-

liano cardinale Cantagalli Siena 2010 p 14621 Il tema viene riproposto in G BIFFI Approccio al cristocentrismo Note storiche

per un tema eterno Jaca Book Milano 199422 G BIFFI Memorie e digressioni p 14723 Il tema egrave riproposto in G BIFFI Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 1984

121 laquoTamquam spoliatus a nudoraquo

Lrsquoarticolo si inserisce nelle dispute sugli stati di natura e riprendequello che egrave giagrave stato detto nella tesi di dottorato Entrambi gli scrittiaffermano che lrsquounico stato di natura pensabile egrave quello di naturaredenta ma con dimostrazioni differenti in Colpa e libertagrave si giunge anegare lo stato di natura puramente decaduta mostrando lrsquoassurditagrave delconcetto di colpa inevitabile colpa che tale stato porta necessariamen-te con seacute in questo articolo invece lrsquounicitagrave dello stato di naturaredenta egrave dimostrata tramite lrsquoimpossibilitagrave di confrontare lo stato dinatura pura e lo stato di natura puramente decaduta poicheacute di entrambici egrave preclusa la conoscenza

Il dibattito teologico del xVI secolo ammessa lrsquoipotesi di uno stato dinatura pura vede affrontarsi chi sostiene lrsquoidentitagrave tra gli stati di naturapura e natura puramente decaduta e ritenendo quindi che la loro distin-zione egrave puramente verbale (laquotamquam spoliatus a nudoraquo) e chi invecesostiene la differenza reale tra i due stati (laquotamquam aegrotus a sanoraquo)

Ora per poter confrontare tra loro due termini bisogna conoscere itermini che si vogliono confrontare Nel nostro caso per poter giunge-re alla conoscenza degli stati di natura pura e puramente decadutaabbiamo tre strade la metafisica lrsquoesperienza la rivelazione

La strada metafisica ci porta a conoscere la natura dellrsquouomo nellasua essenza e come tale rimane sempre identica a se stessa in qualun-que stato si trovi realizzata escludendo quindi le concrete condizioniin cui questa essenza si attualizza Di conseguenza non ci diragrave nullaneacute sullo stato di natura pura neacute sullo stato di natura puramente decadutaRimangono le altre due strade lrsquoesperienza e la rivelazione

Per quanto riguarda lo stato di natura pura noi non possiamo farneesperienza e la rivelazione non ci dice nulla perciograve noi ignoriamototalmente in cosa consista

Lo stato di natura puramente decaduta considera lrsquouomo caduto acausa del peccato senza la presenza degli aiuti della grazia ma poicheacutenoi non possiamo sostenere che possa esistere qualcuno privato dellrsquoef-fettivo aiuto della grazia di questo stato non possiamo fare esperienzaalcuna La strada della rivelazione invece sembra dirci qualcosa quan-do afferma lrsquoimpossibilitagrave dellrsquouomo di osservare senza gli aiuti della

435Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

grazia anche la sola legge naturale ma poicheacute alla rivelazione interessa-no gli stati concreti e non quelli ipotetici possiamo affermare che quelloche la rivelazione vuole insegnarci non egrave lrsquoesistenza di uno stato di natu-ra puramente decaduta ma di sottolineare attraverso un ragionamentoper assurdo la necessitagrave della grazia nella vita dellrsquouomo24 Dunqueanche dello stato di natura puramente decaduta non sappiamo nulla

Diventa perciograve ovvia la vanitagrave di tale questione in quanto vuoleesprimersi su unrsquoequivalenza cioegrave se lo stato di natura pura coincida omeno con quello di natura puramente decaduta ignorandone i termini

Lrsquounico stato di cui possiamo dire qualcosa egrave quindi lo stato dinatura redenta Perciograve se si vuole affrontare il problema lrsquounica suaformulazione plausibile dovrebbe chiedersi se Dio poteva creare lrsquouo-mo direttamente in uno stato di natura decaduta Per il Biffi la questio-ne ha risposta negativa poicheacute tale stato richiede la presenza di unacolpa inevitabile ma dato che lrsquouomo egrave una creatura per sua naturalibera una colpa inevitabile egrave un assurdo e di conseguenza assurdo egraveuno stato di natura che la richieda Questo egrave ciograve che viene sviluppatoin Colpa e libertagrave

122 laquoEternitagrave e tempo nel nostro destinoraquo

Questo articolo appare piugrave problematico che assertivo intessutopiugrave di domande che di risposte piugrave di ipotesi da saggiare che di affer-mazioni provate piugrave diario dunque ndash o frammenti di diario ndash di unamarcia non ancora conclusa che rassegna di risultati conseguiti25

Nonostante ci troviamo di fronte ad uno dei fondamenti del pensie-ro del Biffi in questo articolo la questione egrave piugrave abbozzata comeunrsquointuizione che come una sua esposizione analitica ed esaustiva

Lrsquoarticolo si struttura attorno a due domande da dove storicamenteviene il concetto di aevum e come questa nozione puograve essere utile per

436 F Zirotti

24 Lo stesso ragionamento lo abbiamo giagrave trovato in Colpa e libertagrave25 G BIFFI Tu solo il Signore Saggi teologici drsquoaltri tempi Piemme Casale Mon fer -

ra to 1987 p 102

rendere la nostra comprensione dellrsquoal di lagrave cioegrave del nostro destinoultimo meno elementare26

Nella prima parte dellrsquoarticolo si ripercorre quindi la storia del con-cetto di aevum Per prima si considera la rivelazione che ci informa circala sovratemporalitagrave di Dio applicata poi allo stesso Gesugrave Cristo che laquoegravelo stesso ieri e oggi e nei secoliraquo (Eb 188) Inoltre va considerato che

lrsquoidea della sopravvivenza e di una salvezza dallrsquoimplacabile flussotemporale ndash idea che necessariamente deve animare ogni dottrinasoteriologica che non sia vana ndash egrave negli scritti neotestamentariespressa dalla convinzione di un inserimento vitale in Cristo risortoche avendo vinto il tempo egrave al di lagrave del prima e del poi e non mai dauna dottrina dellrsquoimmortalitagrave dello spirito di tipo platonico27

Parallelamente la riflessione greca nel tentativo di conciliare lrsquoes-sere e il divenire introduce i concetti di laquoeternitagraveraquo e laquotemporaquo doveeternitagrave sta per immutabilitagrave e incorruttibilitagrave e tempo per il diveniremutevole e corruttibile

La riflessione cristiana successiva riterragrave che il concetto greco dieternitagrave esprima bene la veritagrave rivelata cioegrave la sovratemporalitagrave di DioQui anche la fondamentale definizione di eternitagrave di Boezio laquoil posses-so perfetto e simultaneo di una vita interminabileraquo (dove egrave evidente chelrsquoeternitagrave viene definita attraverso il suo confronto con il tempo dicendopropriamente cosa non egrave e non sarebbe possibile fare altrimenti)

Infine la scolastica del xIII secolo introduce il concetto di aevum28laquointermedioraquo tra tempo ed eternitagrave che alcuni definiscono come laquociograve

437Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

26 Si noti come in questo articolo il Biffi non collega lrsquoaevum al cristocentrismocome sua premessa necessaria ma solamente come concetto utile per meglio com-prendere la nostra condizione di redenti

27 G BIFFI Tu solo il Signore pp 87-8828 Egrave da sottolineare come la triplice distinzione eternitagrave eviternitagrave e temporalitagrave deri-

vi dalla traduzione del temine greco laquoeternitagraveraquo con i due sinonimi latini di aevum

ed aeternitas il Biffi ne deduce quindi che eternitagrave ed evo indicano sostanzialmen-te la medesima realtagrave

che ha avuto un inizio ma non ha una fineraquo e che altri come Tommasodefiniscono come laquolrsquoeternitagrave in quanto partecipataraquo dalla creaturaPerciograve in questrsquoultima definizione le proprietagrave dellrsquoaevum sono le stessedellrsquoeternitagrave con la sola differenza che questrsquoultimo si riferisce ad unente finito che perciograve non egrave eterno per seacute ma per partecipazione

Lrsquoessere eviterno egrave come lrsquoeterno immutabile e non dagrave luogo inquanto egrave eviterno a un prima e a un poi La differenza dallrsquoeternosta nel fatto che egrave un essere finito composto quindi di atto e poten-za sigrave che in lui laquoaliud est esse et aliud quod estraquo ciograve che egrave eviter-no deriva dunque da un altro laddove lrsquoeternitagrave egrave prerogativadellrsquoEssere perfettamente attuato che si possiede di conseguenzain modo totale e non desume da nessuno la propria origineAllrsquoessere che egrave stabilito nellrsquoevo il prima e il poi potranno so -

prav venire ma solo accidentalmente mentre esso considerato

nella sua sostanza egrave del tutto immutabile e non suscettibile di

determinazione temporale29

Questrsquoultimo egrave il concetto di aevum a cui fa riferimento il Biffi inquanto il concetto di eviterno come laquociograve che ha un inizio e non ha unafineraquo egrave visto come inutile

Nella seconda parte sistematica il nostro autore vuole mostrare lrsquou-tilitagrave del concetto di evo infatti il Biffi ritiene che come il concetto dieternitagrave egrave utile per esprimere il mistero di Dio cosigrave il concetto di evopuograve essere altrettanto utile per conoscere qualcosa della situazione di chiegrave stato sottratto al laquomondoraquo cioegrave la nostra realtagrave corruttibile sottomessaal peccato e inserito nel laquoRegnoraquo cioegrave la condizione definitiva e sovra-temporale dei salvati In altri termini se lrsquoeternitagrave esprime la condizionepropria di Dio e la temporalitagrave esprime la condizione propria della crea-tura lrsquoeviternitagrave esprime quella particolare condizione in cui la creaturaredenta si viene a trovare che non egrave propriamente eternitagrave in quantolrsquoeternitagrave appartiene solo a Dio ma nemmeno piugrave temporalitagrave in quantoegrave chiamata a partecipare in modo definitivo alla vita divina

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29 G BIFFI Tu solo il Signore p 93 Corsivo nostro

A questo punto bisogna chiarire i concetti A nostro giudizio perben intendere il pensiero del Biffi bisogna tenere presente che quan-do parla di temporalitagrave non si limita a intendere semplicemente lamisurazione del movimento laquosecondo il prima e il poiraquo e quindiintendendo lrsquoeternitagrave come la negazione del tempo ma intende princi-palmente le laquocondizioni esistenzialiraquo in cui Dio e la creatura vivonoDio nella serenitagrave dellrsquoincorruttibilitagrave e immutabilitagrave del proprio esse-re laquopossedendo la propria vita interminabile in modo perfetto e simul-taneoraquo cioegrave nellrsquoeternitagrave La creatura nella penosa mutevolezza dellapropria vita corruttibile che inesorabilmente la conduce alla mortecioegrave nella temporalitagrave Tra le due condizioni ecco lrsquoeviternitagrave la laquocon-dizione esistenzialeraquo in cui la creatura chiamata da Dio laquoa diventaredioraquo si viene a trovare dopo che egrave stata redenta la quale pur rimanen-do creatura egrave sottratta alla pena di una vita corruttibile per essere inse-rita nella serenitagrave divina di una vita perfetta e definitiva vita checomincia giagrave in questo mondo col lavacro battesimale

Ora il concetto di aevum che qui si applica alla realtagrave redenta sor-passa quello scolastico30 solitamente considerato una proprietagrave dellanatura angelica31

439Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

30 laquoQui si impone subito una difficoltagrave lrsquoevo medievale egrave senza dubbio essenziale prero-gativa dello spirito creato e perciograve egrave una condizione del tutto naturale laddove la lsquosal-vezzarsquo biblica egrave un dono della libera iniziativa di Dio egrave legittimo trasferire un concettoindicante una realtagrave di natura al mondo soprannaturale cui siamo stati gratuitamentechiamati Ma la difficoltagrave non ci sembra insormontabile anzi egrave la stessa Rivelazioneche associa la salvezza dellrsquouomo a una lsquospiritualizzazionersquo dellrsquoelemento corporaleche perciograve acquista le prerogative dello spirito Il nostro destino glorioso consiste infattiin una lsquotrasnaturazionersquo che conferisce allrsquoanima la natura divina e al corpo la naturadellrsquoanima Questo egrave appunto il fondamento ontologico che sorregge il mistero pasqua-le cioegrave il lsquomistero del passaggiorsquo nel quale tutta la storia di salvezza si compendiaVorragrave dire che il nostro lsquoaevumrsquo dovragrave essere inteso come una piugrave alta e quindi piugravemisteriosa partecipazione allrsquoeternitagrave di Dio che non sia quella indicata dal significatoscolastico della parolaraquo in G BIFFI Tu solo il Signore pp 95-96

31 Si tenga sempre conto che tendenzialmente il Biffi non applica conclusioni metafisichealla teologia ma bensigrave cerca nella metafisica quei concetti che meglio possono esprimereil dato rivelato anche laquomodificandoliraquo per adattarli ai suoi scopi come in questo caso

Si passa quindi a considerare il rapporto tra Regno e mondo Esso egravedescritto nel Nuovo Testamento con tre schemi

1) il Regno egrave nel mondo ma in un tempo futuro (stesso luogotempo diverso)

2) il Regno non egrave nel mondo ma egrave contemporaneo al mondo (luoghidiversi stesso tempo)

3) il Regno egrave giagrave nel mondo (stesso luogo e stesso tempo)

Lrsquoutilizzo di tre differenti schemi per descrivere un medesimo rap-porto serve alla rivelazione per comunicarci la contemporanea connes-sione e la radicale diversitagrave tra il mondo e il Regno sottolineando lrsquoin-sufficienza dei concetti umani nel descrivere i loro rapporti Quindi sidovragrave tener conto di questa insufficienza concettuale quando si vorragravemettere in relazione lrsquoeviternitagrave condizione propria del Regno e la tem-poralitagrave condizione propria del mondo Bisogna tener conto che tempo-ralitagrave e spazialitagrave pur esprimendo legittimamente il rapporto mondo-Regno da sole non lo riescono ad esprimere in modo adeguato

Considerando ora solo il concetto di temporalitagrave che egrave ciograve che quiinteressa si capisce che lrsquoeviternitagrave del Regno deve subire la stessapurificazione che si ammette necessaria per lrsquoeternitagrave di Dio

Nellrsquoeternitagrave di Dio si purificheragrave lrsquoidea di contemporaneitagrave aven-do presente che Dio puograve essere considerato laquocontemporaneoraquo ad ogniistante del tempo ma proprio percheacute in Dio non si dagrave successionetemporale possiamo anche affermare che non egrave contemporaneo a nes-sun istante di tempo E si purificheragrave lrsquoidea di causa efficiente inquanto egrave certamente vero che essendo il mondo creato da Dio iltempo dipende dallrsquoeternitagrave ma si deve poter concepire anche unacausalitagrave a livello ontologico slegata dalla temporalitagrave che va daltempo allrsquoeternitagrave (si pensi alla reprobatio positiva dei cattivi)

Allo stesso modo questa purificazione che abbiamo visto in rap-porto ai legami tra Dio e il mondo (cioegrave tra lrsquoeternitagrave e il tempo)dovrebbe trasferirsi anche nella considerazione dei legami tra il Regnoe il mondo (cioegrave tra lrsquoevo e il tempo) bisogneragrave sottrarli alla tiranniadel concetto di contemporaneitagrave (infatti lrsquoevo come lrsquoeternitagrave egrave fuoridal tempo e quindi non puograve propriamente essere detto laquocontempora-neoraquo al tempo) e liberarsi nonostante la difficoltagrave del senso del

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laquoprimaraquo e del laquopoiraquo infatti il Regno non viene semplicemente laquodoporaquola vicenda umana ma egrave propriamente laquoaltroraquo dalla vicenda umana

Come i rapporti tra Dio e il mondo sono propriamente di natura onto-logica e non temporale e non si potragrave perciograve correttamente parlare dirapporti di successione o contemporaneitagrave allo stesso modo tra Regno emondo tra loro sussiste un legame che egrave principalmente ontologico e iconcetti di evo e tempo servono appunto per bilanciare il nostro modo di conoscere le cose che saragrave sempre dominato dalla temporalitagraveInsomma utilizzando le parole del Biffi

per la nostra ragione due stati drsquoessere sono o contemporanei o succes-sivi non si dagrave soluzione intermedia E invece evo e tempo non sono neacutelrsquouna neacute lrsquoaltra cosa ognuno dei due concetti egrave utilizzabile proprio inquanto serve a scampare al dominio dellrsquoaltro ma nessuno dei due egravepienamente avverato da questo rapporto [] Se non crsquoegrave successione neacutecontemporaneitagrave che legami ci sono tra il Regno e il mondo Sonolegami ontologici e come tali atemporali in se stessi analoghi a quelliammessi tra Dio e il mondo Si dagrave cioegrave in primo luogo una causalitagravediscendente il Regno influisce sul mondo lo guida lo modella verso ildestino assegnatogli da Dio E crsquoegrave una causalitagrave ascendente percheacute egravenel tempo che si costruisce il Regno Questo dualismo non continueragraveallrsquoinfinito quando tutta la creazione saragrave redenta ed entreragrave nellrsquoevo illaquomondoraquo finiragrave Allora non considerate le creature piombate nellarealtagrave tenebrosa della dannazione tutto saragrave Regno Allora perciograve nonci saragrave piugrave tempo quando Gesugrave laquoconsegneragrave il Regno al Dio e Padrepercheacute Dio sia tutto in tuttiraquo (1 Cor 1524-28)32

A nostro giudizio lrsquointera ipotesi si basa sul piano metafisicosulla definizione di creatura come laquoente che non ha lrsquoessere per seacute mada altroraquo definizione da cui egrave esclusa lrsquoidea di tempo come datoessenziale Perciograve se la temporalitagrave non rientra nellrsquoessenza della crea-tura in quanto creatura allora la questione come formulata nellrsquoartico-lo per noi regge poicheacute non emergerebbero problemi sul come lacreatura partecipi dellrsquoeternitagrave di Dio Rimane perograve lrsquoobiezione deri-

441Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

32 G BIFFI Tu solo il Signore p 101

vante dalla presenza anche nel Regno della materia poicheacute la materiaporta con seacute lrsquoidea di movimento e quindi di tempo

Ma se una confutazione dellrsquoaevum biffiano puograve compromettere lavisione escatologia del Biffi non compromette perograve il cristocentrismo(il primato del Signore Gesugrave nellrsquoordine della creazione e della reden-zione) infatti lrsquointuizione dellrsquoaevum del Biffi sta sigrave alla base anchedella considerazione del primato del Cristo nellrsquoordine della creazio-ne ma non come suo fondamento bensigrave come condizione metafisicapercheacute tale primato possa realizzarsi in quanto nella scienza teologicail fondamento egrave dato dalla rivelazione mentre le metafisica tenta dispiegare il dato rivelato (cioegrave di mostrare la sua non assurditagrave) in que-sto senso possiamo addirittura affermare che sia il primato di Cristo adessere il fondamento dellrsquoaevum e non il contrario33 Non egrave perograve que-sto il luogo dove affrontare lrsquoobiezione

Prima di proseguire ci sentiamo in dovere di scusarci con il lettorese gli abbiamo complicato le idee sullrsquoeviternitagrave piuttosto che chiarir-le se si sente confuso sappia che a volte lo siamo anche noi e cheanche noi non sempre riusciamo a districarci nella sintetica comples-sitagrave del pensiero del cardinale

123 laquoIl fine dellrsquoIncarnazioneraquo

Lrsquoarticolo comincia col chiedersi se per comprendere i motivi del -lrsquoIncarnazione sia legittimo domandarsi se il Verbo si sarebbe incarnato lostesso anche se lrsquouomo non avesse peccato La risposta egrave no La domandainfatti riguarda un futuribile divino (laquoche cosa avrebbe fatto Dio sehellipraquo) ilquale egrave un concetto contraddittorio percheacute un futuribile divino comportache lrsquoagire di Dio possa essere condizionato dalle scelte delle creaturementre egrave vero il contrario cioegrave sono le scelte di Dio che condizionano ilcomportamento delle creature Poicheacute quindi si pretende di indagare lrsquoas-

442 F Zirotti

33 In quello che affermiamo pensiamo di trovare supporto nelle stesse parole delBiffi laquoNellrsquoarticolo non lo dico ma egrave chiara la preziositagrave di questa ldquoterza dimen-

sionerdquo per arrivare a rappresentarci il Cristo che dalla destra del Padre esercita lasua azione mediatrice e salvifica sullrsquointera vicenda umana dal principio alla fineraquo[corsivo nostro] in G BIFFI Memorie e digressioni p 146

surdo la domanda egrave illegittima Di conseguenza il problema puograve essereposto solo in questo modo quale egrave il fine principale dellrsquoIncarnazione

Poicheacute egrave assurdo cercare i motivi dellrsquoagire di Dio fuori da Diostesso bisogneragrave dire che il fine dellrsquoIncarnazione egrave la gloria di Diocioegrave la manifestazione ad extra di alcune delle perfezioni divine Alche ci domandiamo quali perfezioni il Padre vuole mostrare conlrsquoIncarnazione del Figlio

Ora tali perfezioni saranno le stesse che emergono dalla contem-plazione di Gesugrave Cristo morto e risorto34 e la prima perfezione cheemerge egrave la misericordia35

Dunque se il fine dellrsquoIncarnazione egrave mostrare le perfezioni di Dioin questo mondo creato ci domanderemo quali siano i legami chelegano il Cristo (il manifestato) e lrsquouniverso (ciograve a cui egrave rivolta lamanifestazione)

Due premesse vanno fatte prima di procedere La prima che eli-minata qualsiasi considerazione ipotetica rimaniamo davanti al mon -do cosigrave come concretamente si dagrave cioegrave un mondo caduto e redentoperciograve il Cristo che si va a considerare egrave il Cristo morto e risorto Laseconda che il piano di Dio egrave un piano unitario36 perciograve lrsquounico pianodi Dio egrave il piano che concretamente si avvera

Lrsquoautore prende ora in considerazione lrsquoinno cristologico di Col 115-20che tratta appunto dei legami tra il Signore Gesugrave e la creazione Vadetto che san Paolo non conosce la distinzione tra il Verbo non incar-nato e il Verbo incarnato morto e risorto quindi quello che lrsquoapostolovuole qui affermare egrave il primato del Cristo laquostoricoraquo sia nellrsquoordine

443Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

34 Secondo un principio affermato dallo stesso Biffi in una conferenza sul cristocen-trismo tenuta a Bologna per capire la finalitagrave del piano divino in quanto lavolontagrave di Dio si realizza infallibilmente occorre guardare a come si concludequesto piano e la sua conclusione egrave appunto il Signore Gesugrave morto e risorto

35 Nellrsquoopera qui si cita lrsquoEsamerone di Ambrogio in cui il santo vescovo affermalaquoLeggo che quando ha fatto lrsquouomo Dio si egrave riposato percheacute aveva qualcuno a cuirimettere i peccatiraquo affermazione che mette in luce il primato della misericordianelle motivazioni dellrsquoagire di Dio

36 Il principio lo abbiamo giagrave trovato formulato in modo piugrave esteso in Colpa e

libertagrave

444 F Zirotti

della redenzione che in quello della creazione E lo fa attraverso trepreposizioni per lui (causa finale) per mezzo di lui (causa efficientestrumentale) in lui (analogia di stato in luogo che vuole esprimereche tutte le cose sono sorrette da Cristo ma anche causa esemplare)

Ammesso da tutti i teologi il primato di Cristo nellrsquoordine dellaredenzione (causa finale seconda della comunicazione della graziacausa esemplare della vocazione cristiana che egrave propriamente il dive-nire conformi a Cristo causa efficiente strumentale per la quale noiotteniamo la grazia) qui si vuole mostrare come tale primato sia daattribuire anche allrsquoordine della creazione

Proposizione laquoper luiraquo la causa finale A priori sono pensabili trerapporti tra il mondo e Cristo

1) il mondo per Cristo

2) Cristo per il mondo

3) il mondo e Cristo slegati da un legame di finalitagrave

Lrsquoultima ipotesi egrave da scartare percheacute equivale a negare lrsquounitarietagrave delpiano divino che come abbiamo giagrave visto va ammessa a priori Le altredue ipotesi invece occupano il dibattito teologico opponendo chi sostie-ne che Cristo egrave voluto per redimereperfezionare il mondo (seconda ipo-tesi Cristo per il mondo) a chi sostiene che il motivo dellrsquoIncarnazionesia da trovare nellrsquoeccellenza stessa del Verbo Incarnato eo che la prede-stinazione in Cristo abbia la precedenza assoluta (prima ipotesi il mondoper Cristo) La questione perograve viene lasciata aperta Certamente unrsquoipote-si non egrave ammissibile che Cristo sia costituito fine del mondo in unsecondo momento percheacute egrave assurdo pensare che il medesimo esserepossa avere due finalitagrave diverse in quanto la causa finale egrave intrinsecanella natura stessa di una cosa e perciograve non si puograve cambiare il fine di unanatura senza mutare di conseguenza anche la natura stessa

Ora la Rivelazione ribadisce sia la finalitagrave redentiva del lrsquoIn car na -zione che lrsquoassoluto primato di Cristo Poicheacute sostenere la seconda ipo-tesi (Cristo per il mondo) giustifica la finalitagrave redentiva ma non il prima-to mentre la prima (il mondo per Cristo) riesce a giustificare entrambe

bisogneragrave concludere che il mondo egrave voluto per Cristo cioegrave che Cristo egravela causa finale dellrsquouniverso anche nellrsquoordine della creazione

Viene poi ricordato che a) il Verbo Incarnato causa finale dellrsquouniverso egrave il Gesugrave Re den to re

b) il primato di Cristo non esclude le altre cose anzi Cristo nonpotrebbe nemmeno essere oggetto solitario delle intenzioni divinequesto egrave chiaro se si considera il carattere di mediatore di Gesugrave eancor piugrave chiaro il carattere di redentore in quanto un me dia to rere -dentore per essere tale necessita di una realtagrave da mediareredimere

Essendo dunque il Gesugrave Redentore la causa finale dellrsquouniverso neconsegue che non egrave pensabile la predestinazione del Cristo senza chequesta implichi anche la predestinazione della Chiesa cioegrave dellrsquouma-nitagrave redenta37

Proposizione laquoin luiraquo la causa esemplare Due vie ci permettonodi mostrare Cristo come causa esemplare La prima parte dalla nozio-ne di causa finale una cosa egrave finalizzata ad unrsquoaltra o percheacute le egrave utileo percheacute manifesta una sua caratteristica ora applicare a Dio la causafinale delle cose non puograve significare che le cose gli sono utili ma piut-tosto che esse manifestano una sua perfezione il che equivale a direche le cose sono esemplate sullrsquoessenza divina Allo stesso modoaffermare che le cose sono finalizzate al Cristo non significa dire chegli sono utili ma che esse manifestano la sua gloria il che equivale adaffermare che sono esemplate su Cristo stesso

La seconda via parte dalla Rivelazione o Cristo egrave modellato suAdamo o Adamo egrave modellato su Cristo o entrambi sono modellati sualtro La prima e la terza ipotesi si reggono solo se si nega a Cristo ilpossesso della maggior perfezione umana resta allora la secondaCristo quindi egrave causa esemplare dellrsquouomo

445Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

37 laquoUmanitagrave redentaraquo egrave la definizione di Chiesa che soggiace sotto questa affermazio-ne che non compare in questo articolo e che non egrave ancora comparsa negli scrittiesaminati finora Egrave perograve fondamentale nel pensiero del Biffi

Proposizione laquoper mezzo di luiraquo la causa efficiente I dati bibliciche assegnano allo stesso Cristo lrsquoazione creatrice non suppongono ladistinzione tra Cristo laquoin quanto Dioraquo e Cristo laquoin quanto uomoraquo neacutetanto meno parlano di causalitagrave morale-meritoria38 In una visione chevuole essere piugrave fedele al dato biblico si assegneragrave allora al CristoRisorto quindi al Cristo laquostoricoraquo una causalitagrave esemplare strumenta-le di natura ontologica per tutte le cose

Dimostrando quindi che al Signore Gesugrave sono attribuibili le causa-litagrave finale esemplare ed efficiente della creazione si egrave dimostrato ilprimato di Cristo anche nellrsquoordine della creazione

Certamente questa visione egrave supportata dallrsquoanalisi del rapportotempo-eternitagrave che abbiamo visto trattando dellrsquoaevum infatti

una simile concezione puograve essere elaborata solo se si prendecoscienza piugrave chiara dei particolari rapporti che esistono tra ladimensione temporale nella quale si svolge la nostra storia e quellaeterna nella quale anche Cristo vive e regna alla destra del PadreCerto se noi imprigionando mentalmente Dio nel tempo diciamoche quel Gesugrave che poi nasceragrave a Betlemme era giagrave presente al primomomento della creazione diciamo una cosa manifestamente assur-da Ma se restiamo consapevoli che lrsquoatto creativo di Dio egrave al difuori del tempo niente ci vieta di pensare ndash anche se la nostra fanta-sia e la nostra pigrizia mentale imbrogliano un porsquo le cose ndash che ilCristo risorto entrato nellrsquoeternitagrave sia associato allrsquoattivitagrave ad extradi Dio che egrave in seacute eterna anche se temporale nei suoi effetti39

124 laquoSoddisfazione vicaria o espiazione solidaleraquo

Alla base della riflessione soteriologica trovano posto tre domande

446 F Zirotti

38 Altro non sono che le diverse spiegazioni dei teologi quando ammettono una certacausalitagrave efficiente di Cristo quelli che sono preoccupati percheacute la causalitagrave siauna vera causalitagrave ontologica la attribuiscono alla natura divina quindi a Cristo laquoinquanto Dioraquo quelli invece che sono preoccupati di attribuire la causalitagrave al Cristolaquotutto interoraquo parlano di causalitagrave morale

39 G BIFFI Tu solo il Signore p 40

quale evento egrave da ritenersi formalmente redentivo Quale motivointrinseco fa sigrave che tale evento abbia un effetto redentivo Quale lega-me lega Cristo e gli uomini affincheacute tale atto redentivo comunichi isuoi effetti anche su di noi e non solo al soggetto che lo compie

Lrsquoarticolo vorrebbe porre nella terza domanda il punto prospetticodella soteriologia

Ora si danno due schemi che possono spiegare come gli effettidella redenzione operata da Cristo possano comunicarsi agli uomini

1) il rapporto di sostituzione

2) il rapporto di solidarietagrave

Il rapporto di sostituzione cioegrave che Cristo ha espiato al nostroposto i nostri peccati egrave comune nella spiegazione dellrsquoevento salvificoe sembra essere provato dai sacrifici espiatori di Israele da quanto ildeutero-Isaia dice sul Servo di Jahveacute dalle parole di Gesugrave trasmessedai Vangeli e dai testi di alcuni Padri della Chiesa

Ma egrave dimostrato che i sacrifici di Israele non comportano affattolrsquoidea di sostituzione e di conseguenza si deve rivedere lrsquointerpreta-zione del Servo e dei detti di Gesugrave i testi scritturistici devono perciograveessere intesi come laquoa favore diraquo e non laquoal posto diraquo quindi nel sensodi una solidarietagrave tra il Cristo-Servo e il popolo Gesugrave ci ha redentinon percheacute si egrave sostituito a noi (soddisfazione vicaria) ma percheacute egraveunito a noi cioegrave egrave a noi solidale (espiazione solidale) Inoltre solo unrapporto di solidarietagrave permette di non avere una salvezza moralmenteinaccettabile come quella proposta dallo schema di sostituzione incui chi paga egrave lrsquoinnocente e chi guadagna egrave il colpevole che invece dimostrare la misericordia di Dio ne mostra invece lrsquoingiustizia

Stabilito che Cristo e lrsquoumanitagrave sono legati da un rapporto di soli-darietagrave ci chiediamo ora che tipo di legame solidale li unisce permet-tendo che gli effetti procurati dallrsquouno ricadano sullrsquoaltra Si danno trepossibilitagrave

1) solidarietagrave giuridica

2) solidarietagrave metafisica

3) solidarietagrave soprannaturale

447Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Secondo la solidarietagrave giuridica Cristo egrave unito allrsquoumanitagrave per undecreto della volontagrave divina Ma dato che la volontagrave divina non rag-giunge i soggetti esternamente ma li tocca nel loro stesso essere allorase Dio vuole che Gesugrave sia il capo dellrsquoumanitagrave Gesugrave e gli uomini sonolegati ontologicamente e non solo giuridicamente Siamo perciograve al punto di partenza in cosa consiste allora tale legame reale cioegraveontologico

La solidarietagrave metafisica ritiene che Cristo e gli uomini sono legatiin quanto partecipano della stessa natura umana In questo caso si pos-sono dare due possibilitagrave considerare solamente la partecipazione allanatura umana oppure considerare anche il modo particolare in cui lanatura umana si viene a trovare in Cristo La prima oltre al rischio dicadere in un realismo esagerato cioegrave pensare alla natura umana comeuna realtagrave per seacute sussistente al modo dellrsquoidea platonica il che cause-rebbe troppi problemi filosofici e teologici per essere accettato prove-rebbe troppo oltre alla trasmissibilitagrave degli effetti della redenzione diCristo verrebbe provata anche la trasmissibilitagrave degli effetti degli attibuoni compiuti dagli uomini trasmissibilitagrave che perograve sappiamo possi-bile solo in virtugrave del nostro inserimento in Cristo operato dallrsquoeventosalvifico La seconda che considera anche il mistero del lrsquoIn car na -zione non arriva a nessuna conclusione chiara e certa

La solidarietagrave soprannaturale ricorre allrsquoidea di Corpo mistico incui lrsquoumanitagrave intera egrave unita a Cristo suo capo ma il Corpo misticosegue ontologicamente la redenzione quindi egrave da scartarsi Si potreb-be pensare allora allrsquoIncarnazione in cui il Verbo assumendo la natu-ra umana si unisce allrsquoumanitagrave ma a questo punto lrsquoIncarnazioneavrebbe in seacute un valore pienamente redentivo in quanto inserirebbegiagrave gli uomini in Cristo Rimarrebbe perograve inspiegato percheacute la rivela-zione insista tanto sulla morte e risurrezione di Gesugrave come evento cen-trale della nostra salvezza Il problema sta nel fatto che se lrsquoumanitagravedopo lrsquoIncarnazione non egrave ancora unita a Cristo non si capisce comegli effetti della sua morte e risurrezione possano giovare agli uominima se con lrsquoIncarnazione gli uomini sono giagrave uniti a Cristo allora sisminuisce la Pasqua del Signore

Tale connessione reale tra Cristo e lrsquoumanitagrave deve perciograve precedereontologicamente la redenzione e deve essere un legame giagrave in atto

448 F Zirotti

prima che il peccato deturpasse lrsquoumanitagrave e tale che la colpa non pote-va spezzarlo di modo che si possano in qualche modo attribuire aCristo i nostri debiti e che la soddisfazione possa essere in qualchemodo detta anche nostra

Ora questa considerazione ci porta alla dottrina del primato delCristo Redentore nellrsquoordine della creazione in quanto

Cristo e lrsquoumanitagrave giagrave nellrsquoordine della creazione formano ununico vivente organismo e non possono separare le loro sorti sof-frono insieme e assieme conseguono la meta che allrsquouniverso egravestata assegnata dal Padre40

E possiamo affermare che Cristo e lrsquoumanitagrave sono un laquounico viven-te organismoraquo in quanto dellrsquoumanitagrave Cristo egrave la causa finale esem-plare ed efficiente cosigrave come abbiamo visto nellrsquoarticolo precedente

Questa egrave nellrsquoordine della natura lrsquointimitagrave piugrave alta e completa tragli uomini e il Verbo incarnato Lrsquoazione creatrice di Dio passaprima di finire su ciascun uomo attraverso il Cristo crocifisso erisorto ogni uomo egrave dunque sostenuto nellrsquoesistenza dal Verboincarnato E siccome laquonon datur actio in distansraquo ciograve stabilisce uncontatto ontologico permanente tra Gesugrave e gli uomini41

125 laquoPer una escatologia rinnovataraquo

Lrsquoarticolo fa proprio il ripensamento dello schema escatologicoche rimette al centro i novissima mundi al posto dei novissima homi-nis piugrave conforme cosigrave a quanto rivelato nelle Scritture Perograve al con-tempo si afferma la necessitagrave che questo ripensamento della concezio-ne escatologica sia un rinnovamento sostanziale e non solo verbale Etale rinnovamento secondo lrsquoautore saragrave possibile nella misura in cuila teologia riusciragrave a sciogliere due antinomie

449Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

40 G BIFFI Tu solo il Signore p 6341 G BIFFI Tu solo il Signore p 64

1) se il primato sostanziale sia dei novissima mundi o dei novissimahominis infatti la concezione biblica mette al centro il destinodel cosmo mentre con la dottrina della retribuzione immediatasi sposta il centro sul destino del singolo individuo

2) capire quale concezione antropologica sorregge la nostra escato-logia se la concezione platonica di unrsquoanima autosufficienteche si accorda con la dottrina della retribuzione immediata equindi con la centralitagrave dei novissima hominis o lrsquoantropologiabiblica che considera uomo solo quello corporalmente vivo eoperante che si accorda meglio con lrsquoidea della resurrezionefinale e con la centralitagrave dei novissima mundi

In questo articolo che si puograve vedere come sviluppo delle ideeespresse in Eternitagrave e tempo nel nostro destino42 il Biffi vuole perciograve

prospettare a titolo di ipotesi di lavoro che andrebbe in seguitosottoposta a verifica piugrave accurata una visione dellrsquoal di lagrave capacedi superare le antinomie sopra denunciate e di consentire quindi ilrinnovamento cui si era fatto cenno43

Lrsquointera ipotesi si regge

sulla convinzione che al di fuori della dimensione temporale pro-pria del mondo non crsquoegrave unrsquoaltra misura del permanere fondatasulla successione ma esiste lrsquoeternitagrave di Dio e in dipendenza daquesta lrsquolaquoaevumraquo laquoquaedam participata aeternitasraquo misura delpermanere del laquoRegnoraquo E come Dio eterno egrave per cosigrave dire com-presente a tutti gli istanti di tutta la linea temporale cosigrave questacompresenza (contemporaneitagrave saremmo tentati di dire impropria-mente) va attribuita a tutti quelli che collocati nel suo Regno par-tecipano della sua sovratemporalitagrave44

450 F Zirotti

42 Un ulteriore sviluppo si ha con Linee di escatologia cristiana che noi trattiamo nelterzo capitolo del nostro lavoro

43 G BIFFI Tu solo il Signore p 10544 G BIFFI Tu solo il Signore p 105

Il fondamento dellrsquointera costruzione egrave Gesugrave Cristo Redentore checon la sua risurrezione egrave stato posto laquoalla destra del Padreraquo e resoquindi partecipe della Sua eternitagrave e potenza La morte di Cristo segnala fine degli avvenimenti terreni e perciograve temporali della storia diGesugrave e lrsquolaquoinizioraquo degli avvenimenti celesti e perciograve eterni (o meglioeviterni) cioegrave risurrezione ascensione e parusia E poicheacute tali fattisono posti nellrsquoaevum non sono distinti da Cristo quindi il CristoRisorto egrave anche laquocontemporaneamenteraquo il Cristo laquoche vieneraquo e ilCristo laquogiudicanteraquo il mondo che egrave posto a conclusione della storiaumana Ne consegue che la parusia egrave un avvenimento futuro solo sulversante temporale del mondo e quando questrsquoultimo finiragrave non saragravepercheacute ad un evento ne egrave succeduto un altro ma percheacute lrsquouniversofinalmente saragrave entrato tutto nel Regno

Essendo Cristo causa finale ed esemplare della creazione egli egraveontologicamente il giudice del mondo e tale giudizio altro non saragraveche la manifestazione della nostra maggiore o minore conformitagrave allanostra causa esemplare Quindi il giudizio non egrave un evento temporaleche si situa alla fine della storia ma una condizione sovra-temporalepermanente In questa visione perciograve giudizio particolare e giudiziouniversale vengono a coincidere senza che vengano negate le dueveritagrave che la dottrina dei due giudizi distinti vuole enunciare cioegrave ilgiudizio universale alla fine dei tempi e la retribuzione immediatadopo la morte infatti se con la morte lrsquouomo si viene a trovare in unacondizione che egrave fuori dal tempo allora la fine del singolo uomo coin-cide con la fine del mondo

E sempre percheacute lrsquoanima dopo la morte si viene a trovare in unacondizione atemporale in cui laquonon ha temporaquo di aspettare al momen-to della morte lrsquoanima lasceragrave il corpo terrestre per entrare immediata-mente nel suo copro glorioso In questrsquoottica la morte non egrave piugrave tantola disgregazione dellrsquouomo ma il suo passaggio dalla condizione ter-rena a quella definitiva da questa vita allrsquoaltra

La dottrina del purgatorio ha come scopo quello di enunciare dueveritagrave lrsquoesistenza di una purificazione ultraterrena e lrsquoutilitagrave dei suf-fragi Riguardo alla prima nulla vieta di pensare che proprio il passag-gio dallo stato terrestre a quello glorioso sia una sofferenza purifican-te riguardo alla seconda poicheacute Dio in quanto eterno non egrave vincolato

451Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

da nessuna successione temporale niente impedisce di pensare che lapreghiera della Chiesa temporalmente successiva alla morte della per-sona possa agevolare questo passaggio purificatore in quanto agliocchi di Dio sono sempre due eventi laquocontemporaneiraquo

Per ultimo il Cristo Risorto assiso laquoalla destra del Padreraquo egrave compre-sente a tutta la storia del mondo dal suo inizio alla sua fine ciograve che santi-fica tutte le etagrave di questo universo egrave sempre e solo la grazia ontologica-mente derivante da lui E come non si puograve parlare propriamente di laquoatte-saraquo della parusia per i cristiani defunti cosigrave anche per i giustidellrsquoAntico Testamento infatti la speranza appartiene alla vita terrestrementre nellrsquoal di lagrave non crsquoegrave tempo di attesa ma solo possesso definitivo

2 laquoaLLa destra deL padreraquo

Le motivazioni che hanno spinto il Biffi a scrivere e pubblicareAlla destra del Padre sono piugrave di carattere pastorale che accademicoin quanto laquoqueste pagine sono infatti una specie di professione difede se penso agli alunni che ho avuto qualcuno dei quali potrebbedomandarsi ancora qualcosa sul mio conto mi capita di immaginareche in questa nostra bella confusione tale atto sia per me doverosoper la salvezza dellrsquoanimaraquo45

Come il Biffi spiega nella Premessa lrsquoopera vuole essere una sin-tesi della contemplazione della gloria di Cristo laquoun ldquoBreviloquiumrdquoche dovrebbe avere alle spalle ndash e grazie a Dio non ha ndash un corso com-pleto in otto grossi volumiraquo46 E vuole essere anche nuova in quanto ilpensiero qui esposto non concorda in vari aspetti con il metodo e leconclusioni della teologia classica

Cercheremo quindi di fare qui una laquosintesi della sintesiraquo in modo dapresentare nel modo piugrave breve e chiaro possibile i contenuti dellrsquooperaPerciograve dove la centralitagrave e lrsquooriginalitagrave del pensiero esposto non la richie-da la nostra preoccupazione saragrave quella di esporre i contenuti dei varicapitoli (a cui i nostri titoletti in grassetto corrispondono) piugrave che di

452 F Zirotti

45 G BIFFI Alla destra del Padre p 2246 G BIFFI Alla destra del Padre p 21

essere esaustivi nel riportare le relative argomentazioni per le qualirimandiamo direttamente al testo per chi volesse approfondire Tenendopoi conto che la maggior parte dei temi sono giagrave stati affrontati nei saggidi Tu solo il Signore ad essi si rimanderagrave ogni qual volta si incontreragrave unargomento che non abbia sostanziale diversitagrave con quanto giagrave esposto

La Gloria

Gesugrave che laquosiede alla destra del Padreraquo egrave il mistero che sta al centrodella contemplazione del Biffi e questrsquoopera vuole essere unrsquoesposi-zione delle conclusioni a cui porta questa contemplazione Tutto nelBiffi si fonda e ruota attorno a questo fatto che la nostra fede ci propo-ne di credere egrave alla luce del Cristo Glorioso che il nostro teologoguarda e interpreta i dati della nostra fede

In questo capitolo ci si domanda anzitutto che cosa significhi cheGesugrave Cristo laquosiede alla destra del Padreraquo infatti lrsquoespressione egrave daidiscepoli considerata fin da subito come espressiva del legame traGesugrave e il Padre (cf Sal 110) Poicheacute sedere alla destra di qualcunosignifica essere resi partecipi delle sue prerogative di onore e potereallora dire che Gesugrave laquosiede alla destra del Padreraquo significa attribuire aCristo gli stessi attributi del Padre Gesugrave che laquosiede alla destraraquo egravecolui che partecipa della gloria e della potenza di Dio Padre

Ma in che modo Gesugrave egrave posto laquoalla destra del Padreraquo Cioegrave in chemodo egrave glorificato

Le Scritture ci parlano della glorificazione del Signore Gesugrave attra-verso la descrizione di una serie di fatti la morte (per lrsquoapostoloGiovanni) la discesa agli inferi la risurrezione lrsquoascensione la venu-ta alla fine dei tempi

La risurrezione egrave lrsquoevento che in modo piugrave evidente manifesta laglorificazione di Cristo da parte del Padre meno invece gli altri fattidi cui perciograve qui ci si occupa per mostrare la loro connessione con laglorificazione di Gesugrave

In Giovanni morte e glorificazione sono strettamente collegate (cf Gv 12 32 laquoE io quando sarograve innalzato da terra attirerograve tutti a meraquo)e il collegare la glorificazione cioegrave lrsquoessere laquoinnalzatoraquo col misterodella croce ci fa dedurre che lrsquoevangelista trovi nella laquogloriaraquo lrsquoideache meglio riassume lrsquointero piano salvifico di Dio

453Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

La discesa agli inferi se nel suo significato primario vuole sempli-cemente affermare che Gesugrave egrave realmente morto nella riflessione diPaolo e Pietro assume la funzione di mostrare che la sovranitagrave salvifi-ca di Cristo non ha limiti di spazio estendendosi anche al regno deimorti (Paolo) e non ha limiti di tempo estendendosi anche a tutta lastoria passata (Pietro) perciograve la laquodiscesa agli inferiraquo (insieme almistero dellrsquoascensione) mostra lrsquouniversalitagrave spaziale e temporaledella redenzione di Gesugrave Cristo che raggiunge ogni luogo e ognipunto della storia

I testi neotestamentari se concordano nellrsquoaffermare che la glorifi-cazione di Cristo prevede una sua esaltazione nei cieli e una sua venu-ta alla fine dei tempi che la porti a compimento non concordano perogravenel dare un riferimento cronologico allrsquoascensione e alla parusia sem-bra che se occorre ammettere la loro realtagrave e importanza non meritiinvece altrettanta considerazione la loro collocazione temporalefacendo cosigrave intuire la loro sostanziale atemporalitagrave Questi eventiperciograve non andrebbero visti come due fatti che si succedono neltempo ma come due aspetti della medesima realtagrave cioegrave la glorifica-zione lrsquoascensione ci parla di Gesugrave che egrave posto dal Padre laquoalla suadestraraquo e reso quindi partecipe della sua gloria la parusia ci dice chequesta gloria saragrave a tutti manifestata alla fine della storia del mondoInfatti

Cristo egrave ormai intronizzato il giudice egrave insediato il laquomondoraquo egrave giagravesostanzialmente finito sono i sudditi gli imputati gli associati alregno che non hanno ancora aperto gli occhi La parusia conclusivanon saragrave pertanto un laquoritornoraquo di Gesugrave (parola che negli scritti neo-testamentari egrave accuratamente evitata) ma una manifestazione uni-versale e necessaria della laquovenutaraquo di Gesugrave dal Padre al mondo47

Tra il Padre e il mondo Gesugrave egrave sempre in atto di venire questalaquovenutaraquo che egrave iniziata con lrsquoincarnazione ha trovato il suo compi-mento nella resurrezione e trova il suo proseguimento nelle laquoepifanieraquodel Risorto Ma tali laquoepifanieraquo ndash ivi compresa quella universale e defi-

454 F Zirotti

47 G BIFFI Alla destra del Padre p 32

nitiva che concluderagrave la storia ndash non aggiungono niente alla esaltazio-ne di Cristo che si egrave avverata nella Pasqua Esse sono appunto dellelaquomanifestazioniraquo di estensione diversa e di diversa intensitagrave dellrsquounicarealtagrave che in se stessa egrave perfettamente compiuta48

I testi scritturistici ci conducono perciograve alla conclusione che la sto-ricizzazione degli eventi che seguono la morte di Cristo abbia una fun-zione prevalentemente strumentale cioegrave ha lo scopo di mostrarci nelmodo per noi piugrave comprensibile ciograve che costituisce la gloria del CristoRisorto e non tanto quello di fornirci una cronaca storica

Viene quindi criticata la concezione cronologica che ha dominatola teologia essa infatti non egrave riuscita a tenere sufficientemente contodel carattere strumentale di tale storicizzazione in quanto non ha maisufficientemente indagato in modo specifico il mistero della gloria diCristo ritenendo sostanzialmente la morte sulla croce come lrsquounicofatto redentivo e conseguentemente come lrsquounico evento degno diconsiderazione A motivo di ciograve in questrsquoopera il Biffi vuole mostrarelrsquoutilitagrave di riconsiderare piugrave approfonditamente la condizione di Cristolaquoseduto alla destra del Padreraquo

Il Regno49

La Rivelazione ci presenta i rapporti tra il Regno e il mondo secondoun triplice schema

1) temporale il mondo e il Regno sono due eventi successivi percui il Regno viene al termine della storia del mondo venuta checoincide con la parusia

2) spaziale mondo e Regno sono contemporanei ma spazialmentedistinti dove il Regno coincide con laquoil cieloraquo luogo della glori-ficazione di Cristo glorificazione che coincide con la parusiacome abbiamo visto sopra

3) laquodellrsquoimmanenzaraquo mondo e Regno occupano lo stesso spazio eil medesimo tempo

455Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

48 G BIFFI Alla destra del Padre p 3249 Ritroviamo qui quanto visto in Eternitagrave e tempo nel nostro destino

Il ricorso ad un triplice schema per descrivere i rapporti tra mondoe Regno mette in evidenza come un solo punto di vista sia insufficien-te per comprendere questi rapporti e come nessuno sia cosigrave inutile dapoterne fare a meno

La difficoltagrave si trova nella nostra impossibilitagrave di ragionare fuori daschemi spazio-temporali e di doverli perciograve usare entrambi per equilibra-re la nostra riflessione su qualcosa che entrambi eccede Una riflessionematura dovrebbe portare ad una purificazione e ad un superamento diquesti concetti infatti come si egrave superato lo schema spazio-temporale aproposito di Dio introducendo i concetti di laquoimmensitagraveraquo ed laquoeternitagraveraquoallo stesso modo egrave necessario superarlo per quanto riguarda la riflessionesul Regno che altro non egrave che lo stesso Cristo Glorioso unito a coloroche sono stati chiamati a partecipare della sua vita

Ora il Regno egrave una realtagrave sovraspaziale e sovratemporale in unaparola eterna o meglio eviterna in quanto il concetto di aevum permettedi differenziare una realtagrave a cui compete di per seacute lrsquoeternitagrave (Dio) daunrsquoaltra realtagrave che di tale eternitagrave egrave resa partecipe (la creatura) E dato chetutto egrave chiamato a diventare Regno tempo ed eternitagrave sono due aspetti incui si realizza un unico soggetto cioegrave la creazione

Di qui la difficoltagrave non ci troviamo di fronte a due ordini di creaturele une temporali e le altre eterne ma di fronte ad esseri che sono sia tem-porali che eterni temporali per creazione ed eterni per vocazione E diqui anche la necessitagrave di indagare i rapporti tra queste due condizionidella medesima realtagrave

Ritornando ai tre schemi sopra citati vediamo come essi abbiano incomune un elemento di connessione e uno di separazione50 ma la pre-senza di paradigmi diversi come giagrave detto mostra una loro insufficienzaperciograve tanto la connessione che la separazione non vanno cercate a livel-lo spaziale e cronologico ma a livello ontologico

A questo punto vengono esposte cinque norme che devono regolare ilnostro pensiero e la nostra terminologia quando trattiamo dei rapporti tra

456 F Zirotti

50 Schema temporale identitagrave di luogo diversitagrave di tempo Schema spaziale identitagravedi tempo diversitagrave di luogo Schema di immanenza identitagrave di tempo e luogodiversitagrave rispetto alla loro manifestazione

ciograve che egrave temporale e ciograve che egrave eterno Queste norme sono da considerar-si la laquodeclinazione praticaraquo della riflessione del Biffi sullrsquoaevum e anostro giudizio comprenderle egrave essenziale per capire lrsquoargomentare delBiffi in quanto altro non sono che le sue premesse Data quindi la loroimportanza le riportiamo qui nel modo piugrave completo possibile lasciandola loro spiegazione alle parole del nostro autore

1) Ciograve che egrave eterno puograve essere detto compresente a tutto ciograve che egravetemporale indipendentemente dai legami di efficienza

Dal momento che lrsquoeternitagrave egrave una presenza totale e simultaneaessa avvolge completamente la linea temporale siccheacute egrave nello stes-so rapporto con tutti gli istanti che si succedono [hellip] Secondoquesta norma il Cristo glorioso e la sua parusia possono esseredetti compresenti a tutte le epoche storiche51

2) Ciograve che egrave temporale possiede una relazione di laquoprimaraquo e dilaquopoiraquo con ciograve che egrave ugualmente temporale e non possiede mai pro-priamente parlando una relazione reale di laquoprimaraquo e di laquopoiraquo con ciograveche egrave eterno

La seconda parte [] dice che tale modo di esprimersi non deve esse-re inteso come se sussistesse nella realtagrave un rapporto cronologico traciograve che egrave temporale e ciograve che egrave eterno Un rapporto ovviamente sussi-ste ma non puograve essere di natura cronologica percheacute diversamente cisarebbe ancora una volta una assurda temporalizzazione dellrsquoeter-nitagrave Per questa norma quando io dico che la morte di Cristo egrave poste-riore alla nascita esprimo in modo proprio un rapporto vero e realeQuando dico che lrsquoascensione di Gesugrave alla destra del Padre egrave laquoposte-rioreraquo alla sua morte non mi esprimo con identica proprietagrave percheacutepongo in successione cronologica un fatto temporale e un fatto eviter-no anche se come vedremo questo linguaggio non egrave illegittimo52

457Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

51 G BIFFI Alla destra del Padre p 4552 G BIFFI Alla destra del Padre p 46

3) Ciograve che egrave eterno puograve possedere una relazione di efficienza conciograve che egrave temporale e ciograve che egrave temporale puograve possedere una relazio-ne di efficienza con ciograve che egrave eterno

Nella sua prima parte questa norma non fa che [] cogliere il lega-me ontologico tra Dio e il mondo mediante il concetto di causalitagraveefficiente [] Ma se vogliamo continuare a parlare di Dio e deisuoi rapporti col mondo dobbiamo introdurre unrsquoaltra analogia eparlare di unrsquoaltra quasi-causalitagrave efficiente che ascende dal tempoallrsquoeternitagrave anchrsquoessa da concepirsi in termini puramente ontologi-ci senza alcuna implicazione temporale cheacute il suo quasi-effetto egravenellrsquoeterno e non quindi posteriore ad essa [] I teologi forse siscandalizzano per questa asserzione Eppure anchrsquoessi a propositodei dannati parlano di laquoreprobatio positiva post praevisa demeri-taraquo cioegrave di una condanna da parte di Dio che egrave motivata e dunquemoralmente causata dalla libera scelta temporale dellrsquouomo che sidanna Se dunque la quasi-causalitagrave efficiente tra il tempo e lrsquoeter-nitagrave corre in ambedue i sensi non si vede percheacute non debba correrein ambedue i sensi anche tra il tempo e lrsquoeternitagrave partecipata cioegravelrsquoevo Potremo quindi ammettere da una parte che la vita di graziadegli uomini di ogni tempo sia causata dal Cristo glorioso dallrsquoal-tra che il Cristo glorioso sia il quasi-effetto di tutta la storia di sal-vezza figlio e insieme Signore di Davide secondo la lettura mes-sianica del Salmo 11053

4) Ciograve che egrave temporale puograve essere espresso come laquoanterioreraquo olaquoposterioreraquo a ciograve che egrave eterno a seconda che il rapporto di causalitagraveproceda dal temporale allrsquoeterno o dallrsquoeterno al temporale

Non si ha qui una contraddizione con la seconda norma percheacute sitratta adesso di stabilire la legittimitagrave dellrsquoimmagine temporale peresprimere il legame di causalitagrave [] Dal momento che nella nostraesperienza ciograve che egrave causa precede sempre e ciograve che egrave effetto segue

458 F Zirotti

53 G BIFFI Alla destra del Padre pp 46-47

ci egrave consentito di esprimere metaforicamente la causalitagrave con lrsquoante-rioritagrave e lrsquoeffetto con la posterioritagrave anche lagrave dove non si dagrave propria-mente successione cronologica Inversamente il sovvertimento diquestrsquoordine dovragrave essere considerato un modo espressivo illegitti-mo e quindi errato Secondo questa norma saragrave giusto dire che il giu-dizio di Cristo vien dopo la storia umana e saragrave errato affermare cheil Cristo glorioso precede il Cristo storico Drsquoaltra parte saragrave irre-prensibile lrsquoasserzione che il Cristo glorioso egrave laquopri maraquo della graziadei giusti dellrsquoAntico Testamento se egrave anchrsquoessa grazia di Cristo esaragrave condannabile il ritenere che la vita di grazia per qualche aspettopreceda lrsquoelezione e la predestinazione divina54

5) Le relazioni di efficienza tra un evento temporale e un eventoeterno possono essere reciproche purcheacute sotto aspetti formali diversi

Questa norma non fa che ricordarci il principio che non si possonodare due causalitagrave vicendevoli e simultanee cioegrave una realtagrave nonpuograve essere insieme causa ed effetto di unrsquoaltra realtagrave a meno chenon ci si riferisca a due distinti legami di efficienza Un esempiopreclaro e singolare egrave quello della Vergine Maria che in quantocreatura deriva la sua esistenza da Cristo laquoper mezzo del qualetuttoraquo e drsquoaltra parte in quanto madre egrave il principio dellrsquoesistenzaumana del Verbo onde giustamente puograve essere detta da Dantelaquofiglia del tuo figlioraquo55

Specifichiamo il Regno egrave lo stesso Cristo Glorioso in quanto rendela creazione partecipe della sua gloria Perciograve parlare di laquoRegnoraquo o dilaquoCristo Gloriosoraquo egrave sostanzialmente la stessa cosa in quanto

nel Cristo glorioso posto alla destra del Padre il mondo diventadefinitivamente regno e la storia umana si eternizza Egli possiedeuna reale vicenda temporale che sfocia nella partecipazione alla glo-

459Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

54 G BIFFI Alla destra del Padre pp 47-4855 G BIFFI Alla destra del Padre p 48

ria eterna del Padre In lui ci sono ambedue le condizioni quellatemporale e quella eterna e ogni seria e approfondita meditazione sudi lui non puograve sfuggire allrsquoarduo problema di definirne i rapporti56

Ora ci viene detto che il mistero di Cristo puograve essere consideratosotto due prospettive che si analizzeranno a parte e in successione

1) una laquoascensionaleraquo che considera lo svolgimento storico dellavita di Gesugrave dalla nascita alla sua glorificazione laquoalla destra delPadreraquo in questa prospettiva egrave essenziale salvare la successionecronologica e cogliere lrsquoidea di laquosvilupporaquo come categoria cri-stologica fondamentale

2) una laquodiscensionaleraquo che vuole vedere Gesugrave come lo vede ilPadre

Egrave questa la novitagrave piugrave rilevante sotto il profilo metodologico dellacristologia che il Biffi tenta qui di delineare non si considera piugraveCristo sotto la duplice prospettiva della natura umana e della naturadivina ma nella duplice prospettiva temporale ed eterna Non vadimenticato perograve che se il punto di vista piugrave adeguato egrave il secondocioegrave nella prospettiva eterna del Padre percheacute laquonessuno conosce ilFiglio se non il Padreraquo egrave anche quello piugrave lontano da noi perciograve lrsquoa-nalisi laquoascendenteraquo deve necessariamente precedere lrsquoanalisi laquodiscen-denteraquo e successivamente in essa integrarsi57

La vicenda terrestre di Cristo (la prospettiva laquoascensionaleraquo)

Si critica anzitutto la teologia classica per due motivi1) non avere sufficientemente compreso la strumentalitagrave della pre-

sentazione storica della glorificazione di Cristo (discesa agliinferi risurrezione ascensione e parusia)

2) non aver tenuto sufficientemente conto della storia di Gesugrave diNazareth cioegrave della sua laquocrescitaraquo come uomo

460 F Zirotti

56 G BIFFI Alla destra del Padre p 4957 Cf G BIFFI Alla destra del Padre pp 48-50

Riguardo al secondo punto si fa notare come lrsquoidea secondo laquale Gesugrave per essere un uomo perfetto doveva avere fin da subitopienezza di grazia e di conoscenza sia dovuta ad unrsquoidea di perfezioneche si adatta di piugrave alla natura divina che alla natura umana nellaquale invece egrave essenziale uno sviluppo interiore ed esteriore perciograveuna natura umana priva di questo dinamismo di crescita oltre a nonesistere non potrebbe essere detta perfetta come natura umana Di conseguenza questa crescita non solo esteriore ma anche interiorecioegrave nella conoscenza e nellrsquoaffettivitagrave deve essere attribuita anche aGesugrave se non si vuole negargli di essere un uomo perfetto

Quindi in Gesugrave Cristo va ammessa una crescita nella conoscenzanella volontagrave e affettivitagrave nella vita di grazia

1) Nella conoscenza Abbandonando il paragone con la visione bea-tifica si propone lrsquoanalogia con lrsquoautocoscienza comunementelrsquouomo arriva a conoscere se stesso in modo graduale in una con-tinua e sempre piugrave profonda analisi di seacute perciograve la conoscenza diseacute del proprio io piugrave profondo egrave un punto di arrivo e non di par-tenza Lo stesso allora va detto anche di Gesugrave il suo io piugraveprofondo lrsquoessere il Figlio del Padre Gesugrave arriva a conoscerlo inmodo graduale nella crescita della propria autocoscienza58 Se poisi considera tale conoscenza come un habitus59 si puograve ancheammettere che la conoscenza di Dio in Gesugrave non viene mai menoanche se non egrave sempre in atto Per quanto riguarda poi la cono-scenza delle cose ottenuta con la scienza acquisita si puograve dire chegli egrave possibile conoscerle piugrave profondamente nella loro relazionecol disegno divino attraverso un atto della volontagrave che lo laquocon-netteraquo con la stessa conoscenza del Padre la quale egrave stata raggiun-ta attraverso la progressiva conoscenza di seacute

461Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

58 Nel conoscersi come Figlio Gesugrave conosce conseguentemente anche le relazioniintratrinitarie conosce quindi il Padre e lo Spirito e la stessa essenza divina

59 Si definisce habitus la disposizione stabile che perfeziona una facoltagrave disponendoil soggetto ad agire piugrave facilmente in un modo piuttosto che in un altro

2) Nella volontagrave e affettivitagrave Poicheacute i moti affettivi dipendono dal -la conoscenza in quanto si ama e si desidera ciograve che si conoscee nella misura in cui lo si conosce bisogneragrave ammettere ancheuna crescita nella volontagrave e nellrsquoaffettivitagrave in quanto cresceran-no con il crescere della conoscenza

3) Nella vita di grazia Se si intende la grazia come conformitagrave allanatura di Dio e non come una laquocosaraquo che si possiede o menoallora possiamo sigrave attribuire a Gesugrave una pienezza di grazia mainserita nel dinamismo proprio della natura umana la quale pre-vede che questa conformitagrave a Dio si raggiunga in modo gradualee non in modo istantaneo

Se egrave vero quanto abbiamo detto e cioegrave che Gesugrave come uomo egrave sog-getto ad una crescita allora anche la stessa storia della salvezza dovragraveessere considerata in una prospettiva di sviluppo di crescita Non cisaragrave perciograve un unico atto in cui lrsquoevento salvifico si realizza e si esau-risce in modo immediato e definitivo ma ogni singolo episodio dellavita di Gesugrave avragrave un valore soteriologico (la predicazione le guarigio-ni la morte la stessa presenza di Cristo tra gli uomini) fino a giunge-re al compimento che si realizza nella sua risurrezione e nella sua glo-rificazione Noi siamo di fronte ad una laquostoria della salvezzaraquo e unastoria non egrave un insieme di fatti tra loro slegati ma di eventi tra loroconnessi e miranti a raggiungere un unico fine

E se vogliamo capire percheacute questo insieme di fatti sia una laquoreden-zioneraquo dovremmo paragonare lrsquoazione di Gesugrave allrsquooperato di Adamocon cui si contrappone infatti come Adamo si egrave allontanato da Dioribellandosi cosigrave Cristo mediante la sottomissione al Padre ricondu-ce lrsquoumanitagrave peccatrice allrsquounione con Dio

Ci si domanda ora come sia possibile che la vicenda storica di Ge sugrave ter-minata nella sua glorificazione sia per noi causa del nostro ritorno allacomunione con Dio La risposta egrave quella data in Sod di sfa zio ne vicaria oespiazione solidale mostrando come il concetto di solidarietagrave egrave piugrave confor-me al dato biblico rispetto al concetto di vicarietagrave si introduce il discorsoche spiega che tale solidarietagrave che permette che gli effetti della redenzionepossano essere attribuiti anche a noi e non solo a Cristo egrave possibile poicheacuteGesugrave e lrsquoumanitagrave sono legati tra loro a motivo della creazione stessa in

462 F Zirotti

quanto il Signore Gesugrave egrave causa finale esemplare e strumentale della creazio-ne in altri termini a causa del primato di Cristo nellrsquoordine della creazione

Per ultimo lrsquoaspetto dinamico della crescita di Cristo come reden-tore che diventa pienamente tale solo con la risurrezione e lrsquoascensio-ne al cielo si puograve applicare anche al suo laquodiventareraquo Figlio di Dioinfatti egrave il Cristo Glorioso che entra in relazione con il Padre il qualeegrave ontologicamente posteriore alla storia salvifica di Gesugrave Per evitaregrossolani fraintendimenti riportiamo le parole del Biffi

Il Cristo in relazione di filiazione col Padre egrave solo il Cristo gloriosonel quale tutti i momenti precedenti vivono e si eternizzano Dalmomento poi che il Cristo glorioso pur vivendo nellrsquoeternitagrave puograveessere detto laquoposterioreraquo alla vicenda terrena in forza della quartanorma stabilita al capitolo precedente si puograve riconoscere che in tuttapienezza Gesugrave di Nazaret laquoegrave diventatoraquo Figlio di Dio al momentodella sua glorificazione In termini di teologia classica si puograve direche essendo lrsquounione ipostatica una relazione reale solo da partedella natura umana niente vieta di pensare che da parte della naturaassunta questa relazione sia non totalmente e costantemente identicaa seacute ma progressivamente piugrave intensa Naturalmente ciograve non signifi-ca che nella vita terrestre Gesugrave non fosse laquofiglio di Dioraquo ma che crsquoegraveun crescere in tutta la sua laquopersonalitagraveraquo umana anche nella sua rela-zione ontologica col Padre un crescere si capisce da parte del -lrsquolaquohomo assumptusraquo non da parte del Padre60

La condizione celeste di Gesugrave (la prospettiva laquodiscensionaleraquo)

Si passa adesso alla prospettiva laquodiscensionaleraquo per contemplare ilCristo dalla prospettiva eterna del Padre

Ora un termine con il quale le Scritture indicano la condizioneeterna di gloria del Cristo egrave quello di laquomediatoreraquo Gesugrave che laquosiede

463Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

60 G BIFFI Alla destra del Padre p 66

alla destra del Padreraquo egrave il mediatore tra Dio e gli uomini mediazioneche esprime anzitutto il rapporto indissolubile e definitivo ontologicotra Dio e la creazione Questo legame viene analizzato su due versantila connessione col mondo e la connessione col Padre

Per quanto concerne il legame tra Cristo e il mondo ci si ricollega so -stanzialmente a quanto giagrave espresso nel saggio Il fine del lrsquoIn car na zio neaffermando la causalitagrave esemplare finale ed efficiente strumentale diCristo Poicheacute Gesugrave egrave laquopredestinato come Figlio di Dioraquo (Rm 14) ed egraveil laquoprimogenito della creazioneraquo (Col 115) e quindi tutte le cose sonostate volute e pensate in lui saragrave anche lrsquoarchetipo di tutto lrsquouniversocioegrave la sua causa esemplare Si dovragrave poi anche ammettere che Cristoegrave la causa finale della creazione in quanto lrsquounitagrave armonica dellrsquouni-verso dipende dalla presenza di una causa finale che in seacute unifica lemolteplici realtagrave di cui lrsquouniverso egrave costituito Ora dato che tutto egravevoluto in Cristo e Cristo egrave voluto per manifestare la gloria di Dio diconseguenza anche tutta la creazione egrave voluta per Cristo e per manife-stare la sua gloria Inoltre se si vuole rispettare il detto scritturistico chenon conosce distinzione tra il Cristo-Dio e il Cristo-uomo bisogneragraveaffermare per ultima anche la causalitagrave efficiente strumentale di Cristo

Si mostra poi come quanto emerso fin qui metta in crisi la teologiatradizionale la quale si sente costretta a riferire questrsquoordine di causalitagraveal Verbo di Dio non incarnato ma cosigrave facendo si imbatte in una dupliceproblematica esegetica in quanto la Scrittura non conosce un Figlio diDio non incarnato e teologica in quanto lrsquoapplicazione della causalitagrave aGesugrave laquoin quanto Dioraquo fa sigrave che in definitiva questa causalitagrave non sidistingua dalla causalitagrave attribuibile al Padre non spiegando quindi lrsquoac-curata distinzione che invece ne fa Paolo Si ritiene che queste proble-matiche siano superabili riflettendo sui rapporti tra dimensione eterna etemporale come abbiamo giagrave avuto modo di vedere

Per quanto riguarda invece la connessione col Padre partendo dallaconstatazione che il primo rapporto che lega Gesugrave e il Padre egrave quello diessere il laquomandatoraquo e seguendo quanto emerge dagli scritti evangelicisi arriva ad affermare che questo legame si situa principalmente e pro-priamente allrsquointerno della stessa vita divina la prima e fondamentalelaquomissioneraquo che lega il Figlio e il Padre egrave la stessa processione di genera-zione E in forza dellrsquounione ipostatica possiamo dire dunque che al

464 F Zirotti

termine della processione di generazione si trova un uomo Gesugrave il cro-cifisso risorto Conseguentemente il Figlio di Dio incarnato morto erisorto si trova anche allrsquoorigine della spirazione dello Spirito61 Egrave pro-prio nel fatto che un uomo egrave reso partecipe della vita intratrinitaria chetroviamo la ragione per la quale possiamo attribuire ad un uomo lacausa dellrsquoesistenza e della vocazione soprannaturale del mondo Qui sitrova la ragione ontologica dellrsquoessere mediatore di Cristo Gesugrave egrave pontetra la creazione e Dio percheacute in lui sono unite la creatura e la divinitagrave

La predestinazione in Cristo

La ragion drsquoessere di questo capitolo egrave il voler far luce sul proble-ma teologico della predestinazione

Se come abbiamo detto finora al centro del piano divino crsquoegrave GesugraveCristo Redentore ne conseguiragrave che lrsquoatto che vuole un redentorevorragrave anche simultaneamente una realtagrave da redimere Possiamo perciogravedire che noi siamo laquocompredestinatiraquo con Cristo a essere partecipi delmistero di gloria del Padre

Ora il problema nasce dal modo con cui Agostino ha inteso il con-cetto di laquopredestinazioneraquo cioegrave come lrsquoatto misericordioso con cuiDio sottrae dalla massa dannata dellrsquoumanitagrave peccatrice alcuni uominiper salvarli Lrsquoidea di predestinazione serve principalmente ad Ago sti -no per esprimere la gravitagrave del peccato universale e non la ricchezzadellrsquoazione salvifica di Cristo e il nostro essere chiamati a parteciparedel suo stesso destino

Il cuore e lrsquoerrore della concezione di Agostino egrave ritenere che lrsquoideadi laquosceltaraquo insita nel concetto di predestinazione comporti inevitabil-mente anche una laquoesclusioneraquo se Dio elegge alcuni ne consegue chene esclude altri Ma proprio questrsquoidea che unrsquoelezione comporti unalimitazione del numero degli eletti non trova spazio nel Nuovo Te sta -mento (le caratteristiche della predestinazione che emergono dalle pagi-

465Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

61 Il tema verragrave ripreso nellrsquoultimo capitolo di Alla destra del Padre

ne del NT sono la soprannaturalitagrave la gratuitagrave lrsquouniversalitagrave e lrsquoinfalli-bile efficacia62 che perograve non egrave nostro interesse qui approfondire)

Le dottrine successive sulla predestinazione anche se tra loro incontrasto condivideranno tutte il limite di accettare acriticamente laposizione di Agostino

La riflessione sulla predestinazione origina la trattazione dei rapportitra natura e sopranatura Se noi siamo stati voluti cioegrave predestinati inCristo allora la comprensione di noi stessi non puograve prescindere dallaconsiderazione dei nostri rapporti con il Signore Gesugrave se la nostra natu-ra egrave voluta in ragione di un fine soprannaturale ne consegue che questosoprannaturale diventa indispensabile per comprenderla63

Qui occorre fare chiarezza nei termini il concetto di laquonaturaraquo che la teo-logia normalmente usa egrave di derivazione filosofica e indica tutto ciograve che rien-tra nellrsquoordine delle creature di conseguenza indica con laquosoprannaturaleraquotutto ciograve che da questo ordine eccede Ma se i concetti di soprannaturale enaturale hanno il pregio di sottolineare la gratuitagrave del dono di grazia rispettoalla realtagrave creata portano comunque con seacute il rischio di considerare la naturaumana come qualcosa di per seacute completo e rendere conseguentemente lanostra vocazione soprannaturale come qualcosa di estraneo e superfluo

Ora perograve la rivelazione dicendoci che noi siamo pensati e voluti inCristo ci parla di una laquonaturaraquo differente una laquonatura teologicaraquo unacreatura che egrave voluta per essere resa partecipe della vita divina in GesugraveCristo e che dunque solo in questa partecipazione puograve giungere a realiz-zarsi pienamente

Viene perciograve proposto il superamento dei concetti di laquonaturaleraquo e laquosopran-naturaleraquo con la distinzione allrsquointerno dellrsquounica laquonatura teologicaraquo dellrsquouo-mo di un aspetto laquocreaturaleraquo e di uno laquofilialeraquo che esprimano la sua essen-ziale alteritagrave con Dio ma al contempo la sua predestinazione in Cristo Gesugrave

466 F Zirotti

62 A proposito dellrsquoinfallibilitagrave della predestinazione ci teniamo a fare unrsquoosserva-zione il Biffi nel testo afferma lrsquoinfallibile efficacia della volontagrave salvifica di Dioche supera qualsiasi ostacolo e contemporaneamente la possibilitagrave dellrsquouomo diporre un ostacolo a questa azione salvifica Ora a nostro giudizio lrsquoautore nelmodo con cui formula il concetto cade in una contraddizione che non si preoccupadi sciogliere Si veda G BIFFI Alla destra del Padre pp 91-92

63 Si veda quanto egrave detto a riguardo in Colpa e libertagrave

La vita in Cristo

Finora si egrave detto che Gesugrave egrave la causa finale esemplare ed efficientedella creazione e che quindi anche noi siamo stati pensati in Cristoper essere anche noi in lui partecipi della vita divina Questo capitolovuole analizzare in maniera meno superficiale in cosa consiste lanostra somiglianza con il Signore Gesugrave e il nostro inserimento in lui

Per sintetizzare la questione allrsquouomo va applicato quello che diCristo si egrave detto in quanto egli egrave il prototipo dellrsquoumanitagrave ad esclusio-ne ovviamente di tutto quello che concerne il suo ruolo di laquoconcreato-reraquo In modo particolare si vuole mostrare che allo stesso modo diGesugrave anche il cristiano laquocresceraquo lrsquoopera di trasformazione della gra-zia non egrave istantanea ma essa opera la redenzione in modo gradualefacendo crescere il cristiano come figlio di Dio il quale perograve raggiun-ge la pienezza di questa trasformazione solo una volta che egrave definiti-vamente inserito nel Regno Come Gesugrave si egrave pienamente realizzatosolo quando egrave stato assiso laquoalla destra del Padreraquo cosigrave anche lrsquouomosaragrave totalmente laquofiglio nel Figlioraquo solo quando saragrave ammesso nellagloria della Trinitagrave

Questa crescita questa azione di trasformazione comincia dallrsquoe-sterno mediante le azioni dellrsquouomo le quali non sono mai sconnessedal rapporto con Cristo e dal suo influsso agendo bene si avvicinasempre piugrave al suo modello che non smette mai di attirarlo a seacute (e agen-do male da lui allontanandosi) in modo che lrsquoinflusso salvifico delCristo possa giungere fino al cuore dellrsquouomo percheacute egli creda e siconverta Da questa fede nasce poi la speranza E culmine di questacrescita egrave la caritagrave che saragrave piena solo quando saremo definitivamenteentrati nel Regno

Il senso del capitolo a nostro giudizio egrave ben espresso da questopasso

Restano ancora larghe zone periferiche dellrsquoessere umano cheancora devono essere penetrate dallo spirito di Cristo Anche coluiche egrave stato raggiunto e riplasmato nella sua capacitagrave di amare equindi nella sostanza dellrsquoessere spirituale possiede nel suo mondointeriore interi continenti dove non egrave stata piantata la croce

467Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

Questrsquoopera di laquoevangelizzazioneraquo prosegue anche dopo che laroccaforte dello spirito egrave stata conquistata64

Ciograve che permette questa nuova vita egrave lrsquoinabitazione nel cuore del-lrsquouomo dello Spirito Santo che altro non egrave che la Pentecoste la qualequindi non egrave tanto un evento storico passato quanto uno stato perma-nente Tale inabitazione poi si propone di attribuirla allo Spirito comeproprietagrave e non come appropriazione65 in quanto solo cosigrave viene ade-guatamente distinta lrsquoinabitazione di Dio nellrsquouomo redento dalla Suagenerale presenza per immensitagrave Ma in cosa consiste questa inabita-zione dello Spirito nel cuore dellrsquouomo

Tale inaudita integrazione tra lo Spirito Santo e lo spirito umano egrave dinatura laquoontologicaraquo e non puograve consistere se non in una quasi-identi-ficazione in essa Dio diventa ndash per usare il linguaggio della scuola ndashla causa quasi-formale dellrsquouomo rinnovato Lrsquouomo dunque arrivaa vivere come se la vita divina avesse perfettamente sostituito la suavita di conoscenza e di amore La sostituzione ovviamente non siavvera per la presenza in lui dellrsquoaspetto creaturale ma se ne hannotutti gli effetti egli egrave ugualmente immesso allrsquointerno della vita diDio e vive come se fosse Dio Poicheacute Dio ci attira a seacute e ci coinvolgenella sua piugrave segreta ed essenziale attivitagrave il nostro essere piugraveprofondo diventa teatro delle operazioni immanenti alla vita divinaentro la nostra come entro la vita divina il Figlio egrave generato e loSpirito Santo sgorga dagli abissi della divinitagrave Noi comprendiamoallora come mai il pensiero cristiano si arrischi a parlare sulla scortadella seconda lettera di Pietro di una genuina anche se inconcepibi-le laquopartecipazione alla vita divinaraquo66

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64 G BIFFI Alla destra del Padre p 10465 Per laquoproprietagraveraquo si intende che esiste un legame personale e oggettivo tra una Persona

della Trinitagrave e lrsquoeffetto prodotto (per esempio la redenzione egrave laquoproprietagraveraquo del Figlio)per laquoappropriazioneraquo si intende che un effetto egrave attribuito ad una persona per unsemplice legame di convenienza (per esempio la creazione attribuita al Padre)

66 G BIFFI Alla destra del Padre p 108

Partecipazione alla vita divina che si concretizza nella nostra laquoin -cor porazioneraquo a Cristo cioegrave nella nostra conformitagrave a lui e di conse-guenza nella nostra connessione con lui che si realizza in quanto Cri -sto egrave posto al principio della missione dello Spirito e noi al termine

Peccato e dannazione

Sempre a motivo del fatto che noi siamo pensati e voluti in Cristomorto e risorto la colpa puograve essere adeguatamente compresa solo allaluce del Signore Gesugrave Se dunque Gesugrave egrave il modello su cui lrsquouomo egravestato creato e a cui egrave chiamato a uniformarsi per realizzare la sualaquonatura teologicaraquo si comprende che il peccato egrave difformitagrave da Cristodegradazione dellrsquouomo Lrsquoatto peccaminoso mostra cosigrave la sua gra-vitagrave in quanto tenta di sconnetterci dal Signore Gesugrave

Ma la centralitagrave che nel disegno divino occupa il Cristo Redentoreci porta a comprendere anche qual egrave il senso del male Se infatti comeabbiamo giagrave detto le motivazioni che spingono Dio allrsquoagire sono daricondurre alla manifestazione delle sue perfezioni per comprendere ilsenso del male dobbiamo chiederci quali perfezioni questo mondopervaso dal male e dal peccato permette di mostrare E questa perfe-zione egrave la sua misericordia Dunque alla luce di quanto fin qui si egravedetto possiamo dire che

proprio lrsquoesistenza del peccato spiega lrsquoesistenza di Gesugrave crocifissoe risorto il quale egrave appunto il segno supremo e lrsquoattuazione dellamisericordia di Dio il mondo non egrave stato pensato se non in Cristoma Cristo non egrave stato voluto se non come Redentore Il peccato ndashche in se stesso e nel suo riferimento alla decisione umana che gli dagraveorigine egrave quanto di piugrave abominevole e irrazionale si possa pensare ndashnellrsquoambito del piano divino di salvezza e in quanto oggetto dellavolontagrave permissiva di Dio entra come elemento indispensabile allrsquoe-sistenza del liberatore del mondo ed egrave quindi la laquoconditio sine quanonraquo percheacute si avveri questo particolare e profondissimo tipo di rap-porto tra gli uomini e lrsquoUomo tra il Redentore e i colpevoli67

469Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

67 G BIFFI Alla destra del Padre p 122

Rimane perograve lrsquoenigma della dannazione a cui dopo quanto si egravedetto si egrave tentati di negare senso e possibilitagrave infatti se la colpa hasenso per manifestare la misericordia di Dio che senso ha invece lrsquoe-terna ostinazione allrsquoamore del Padre Questo enigma secondo ilBiffi si risolve nel mistero della libertagrave umana solo la concreta possi-bilitagrave della dannazione cioegrave la definitiva scelta contro Dio permetteallrsquouomo di essere veramente una creatura libera cioegrave capace dicostruirsi il proprio destino eterno In altri termini come il peccato egravela condizione percheacute possa manifestarsi la misericordia di Dio allostesso modo la dannazione egrave la condizione percheacute possa manifestarsila libertagrave dellrsquouomo

La storia di salvezza

La rivelazione egrave lrsquoannuncio di un fatto o meglio di una serie di fattitra loro connessi cioegrave la rivelazione egrave lrsquoannuncio di una storiaDimensione storica questa che non deve essere trascurata dalla rifles-sione teologica quanto detto sulla meta-storicitagrave degli eventi che seguo-no la morte di Gesugrave ci deve indurre a non prendere acriticamente tutta lacronologia della storia della salvezza ma non significa dimenticarla Sipuograve dire che la ragion drsquoessere del capitolo egrave contestare la tradizionaledottrina degli stati di natura di cui il Biffi ha giagrave mostrato lrsquoillegittimitagravein Colpa e libertagrave e nellrsquoarticolo laquoTamquam spoliatus a nudoraquo

La teologia ha tradizionalmente espresso la storicitagrave con cui si rea-lizza la redenzione attraverso la descrizione degli stati di natura Ma selrsquounica fonte dellrsquounica grazia egrave Gesugrave Cristo e se laquosedendo alla destradel Padreraquo egrave reso partecipe anche dellrsquoeternitagrave di Dio per la quale egravecompresente a tutta la storia del mondo dallrsquoinizio alla fine ne conse-gue che le condizioni in cui lrsquouomo si viene a trovare sono le medesi-me in qualunque epoca storica e quindi lrsquounico stato di natura esisten-te egrave quello di natura redenta dipendendo le condizioni della salvezzapersonale dallrsquounica grazia che procede dal Signore Gesugrave

Si nega quindi lrsquoesistenza storica1) della natura pura cioegrave lrsquouomo senza peccato e senza elevazione

soprannaturale percheacute egrave un puro concetto

470 F Zirotti

2) della natura puramente decaduta cioegrave lrsquouomo corrotto dal pec-cato e senza gli aiuti della grazia percheacute ammettendola sicadrebbe nellrsquoassurdo come si egrave giagrave dimostrato in Colpa elibertagrave

3) della natura perfettamente riparata cioegrave lrsquouomo escatologicoripristinato nelle sue condizioni iniziali percheacute facendo partedella condizione escatologica ed eterna non va considerata tragli stati storici dellrsquoumanitagrave

Per essere corretti dunque bisogneragrave riconoscere il carattere stru-mentale degli stati di natura che la teologia ha introdotto per megliocomprendere la nostra condizione attuale e riconoscere che la storianon riguarda in senso passivo le condizioni di salvezza ma in sensoattivo i principi di salvezza che nel loro sviluppo storico portano alCristo Glorioso la storia non egrave laquosalvataraquo ma laquosalvanteraquo

Si contesta poi la legittimitagrave di parlare dello stato di natura integraed elevata cioegrave dellrsquouomo innocente con i doni preternaturali e lrsquoele-vazione soprannaturale Senza negare con questo il peccato originaleoriginato frutto di una trasgressione umana si vuole solo mettere inguardia dal fare ipotesi sulle proprietagrave dello stato di innocenza in cuiavrebbe vissuto Adamo prima del peccato Infatti per lrsquooscuritagrave dellarivelazione stessa si puograve solo affermare lrsquoesistenza di questo deterio-ramento dellrsquouomo e niente di piugrave Le riflessioni sulle condizioni del-lrsquouomo nello stato di natura innocente appaiono infatti come la descri-zione idealizzata dellrsquouomo facendo di quello che dovrebbe essere iltraguardo escatologico anche la condizione iniziale Ma se al centrodel disegno divino crsquoegrave il Cristo allora la storia di salvezza non andragravetanto dallrsquouomo perfetto allrsquouomo perfetto passando per uno stato didecadenza che il Cristo viene a sanare ma andragrave invece da Cristo aCristo Si auspica che questa oscuritagrave sulla natura integra porti ad unpiugrave saggio silenzio

La storia non va da Adamo al Signore che viene laquosulle nubi delcieloraquo attraverso unrsquoepoca di decadimento e di redenzione incoati-va Neppure egrave un progressivo umanizzarsi e laquocristificarsiraquo dellarealtagrave che andrebbe cosigrave avvicinandosi al Cristo come alla sua ine-

471Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

vitabile sublimazione Neacute lo schema antico che fa dellrsquouomo unnobile decaduto destinato a rientrare in possesso delle sue preroga-tive neacute lo schema evoluzionista [] per il quale lrsquouomo egrave un esse-re che faticosamente si eleva dallo stato di bruto allrsquoassimilazioneal Signore glorioso [] Cristo non egrave solo il termine ideale di tuttoil dramma tutti i momenti sono ispirati e mossi da lui La vera sto-ria non va dal bruto a Cristo ma da Cristo a Cristo anche se egravevero come giagrave avevamo rilevato che la strada dellrsquouomo egrave unavvicinamento al regno Egli non egrave solo alla fine ma anche al prin-cipio di tutto laquoTutto egrave stato creato per mezzo suo e per lui ed egliegrave prima di tuttoraquo (Col 116-17) Riflettere sul Signore Gesugrave alladestra del Padre non porteragrave dunque a rinnegare la laquostoriaraquo mapiuttosto a scoprirne la molla segreta che dallrsquoinizio alla fine lapone in moto e la spiega nelle sue vere ragioni68

LrsquoEucarestia

LrsquoEucarestia egrave il mezzo con il quale gli uomini sono condotti ad unacomunione piugrave consapevole ed intima con il laquomisteroraquo cioegrave con il Cri -sto Gesugrave il Figlio di Dio incarnato morto e risorto che laquosiede alla de -stra del Padreraquo dal quale diparte la forza divina creatrice e redentrice

Per prima cosa ci si chiede come si concili la natura sacrificaledellrsquoEucarestia con lrsquoesplicita affermazione biblica dellrsquounicitagrave delsacrificio redentore partendo dallrsquoobiezione luterana per cui se ilsacrifico egrave unico la messa non puograve avere un valore sacrificale Questorisulta un falso problema se si capisce che la caratteristica del sacra-mento egrave di moltiplicare le presenze ma non le realtagrave il sacramentoeucaristico rende presente in modo nuovo lrsquounico sacrificio delCalvario e perciograve non egrave da esso adeguatamente distinto Ma non vadimenticato che questo sacrifico non puograve ridursi alla sola morte incroce la realtagrave sacrificale insieme alla passione e morte comprendeanche la glorificazione Sono infatti la risurrezione e lrsquoingresso nellagloria del Padre a dare significato ed efficacia alla morte in croce

472 F Zirotti

68 G BIFFI Alla destra del Padre p 135

Quindi laquolrsquoazione eucaristica rappresenta efficacemente e addirittu-ra contiene il sacrificio redentore per quel che egrave rappresentabile econtenibileraquo69 Ma in che modo il sacrifico redentore egrave contenuto nel-lrsquoazione eucaristica

Ora un fatto del passato egrave finito per sempre e quindi non si puograveaffermare che il rito eucaristico rompendo la barriera spazio-temporaleci ripresenta qui e ora laquoin mysterioraquo gli avvenimenti della redenzione70Ma se

un fatto entra a costituire una storia esso nella sua sostanza e nelsuo valore si riversa e continua a vivere nellrsquoavvenimento succes-sivo E se questa storia nella sua conclusione sfocia in un eventoeterno ndash comrsquoegrave il caso della storia salvifica ndash allora si intravede lapossibilitagrave di una presenza laquoin mysterioraquo di tutto quello che egraveandato a eternizzarsi e perciograve anche del laquonuncraquo intramontabile Per la Prima Norma infatti laquociograve che egrave eterno puograve essere detto com-presente a tutto ciograve che egrave temporale indipendentemente dai legamidi efficienzaraquo71

Pertanto egrave la presenza viva del Cristo Glorioso nel quale il sacrifi-co egrave eternizzato e perciograve sempre attuale che rende possibile il valoresacrificale dellrsquoEucarestia senza per questo negare lrsquounicitagrave del sacri-fico redentore Quindi ciograve che egrave presente nel rito eucaristico egrave il sacri-fico eterno cioegrave la storia salvifica che si egrave eternizzata con lrsquoentratanella gloria del Figlio di Dio

Si dice poi che la presenza del sacrifico nellrsquoassemblea eucaristicaegrave possibile percheacute lrsquoassemblea stessa egrave concausa dellrsquoatto redentivopresente nellrsquoEucarestia in quanto altrimenti lrsquoazione eucaristicasarebbe solo una memoria del sacrificio e non renderebbe realmentepresente il sacrifico stesso Infatti la Chiesa non egrave solo il termine del-lrsquoazione salvifica operata da Cristo ma egrave anche laquocomprincipioraquo di

473Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

69 G BIFFI Alla destra del Padre p 14370 Lrsquoidea era stata proposta a inizio del xx secolo dal benedettino Odo Casel71 G BIFFI Alla destra del Padre p 144

questa azione salvifica cioegrave egrave laquocorredentriceraquo Ognuno di noi divienein Cristo principio di salvezza per i fratelli e questo aspetto del pianodivino egrave appunto espresso nel rito eucaristico

Questo legame ontologico e non solo morale che lega lrsquoassembleaal Cristo Redentore egrave possibile grazie alla laquotransustanziazioneraquo chetrasformando per opera dellrsquoassemblea eucaristica il pane e il vino nelcorpo e sangue di Cristo fa si che lrsquoassemblea sia concausa del sacri-fico eterno ossia lo renda qui e ora efficace

Ovviamente non va dimenticata lrsquoefficienza antecedente del sacrifi-co che crea la ekklesia ma la sua creazione non egrave voluta per esseresemplicemente il temine dellrsquoazione salvifica ma per divenire com-principio della stessa

Lrsquoeffusione dello Spirito che dagrave questa essenziale dimensioneescatologica alla celebrazione la rende anche un fatto eminente-mente unificante Un gruppo di uomini sui quali lo Spirito scendesi compagina nel laquoChristus totusraquo assimilandosi e compenetran-dosi collrsquounico Sacerdote eterno nellrsquoatto di redimere e cosigravediventa una ekklesia unrsquoassemblea una chiesa La Chiesa chedalle acque battesimali sorge come comunitagrave dei salvati nel ritoeucaristico si configura come comunitagrave dei collaboratori nellrsquoazio-ne salvifica E poicheacute lrsquoopera di salvezza egrave unica e definitiva colo-ro che vi divengono partecipi come comprincipi costituiscono unaunitagrave vivente nel Cristo Dallrsquoeucaristia nasce cosigrave la Chiesa comesola e insostituibile fonte nel Cristo unico mediatore e redentoredel rinnovamento dellrsquouniverso72

La Chiesa

Lrsquoumanitagrave riconformata al suo capo attraverso la sofferenzaredentrice e riconsacrata al Padre dalla gloria del Figlio dellrsquouomoegrave la Chiesa la nuova Eva che nasce dal costato del vero Adamo

474 F Zirotti

72 G BIFFI Alla destra del Padre p 151

addormentato sulla croce nel sonno della morte [] egrave lo stessomistero della gloria di Gesugrave considerato nel suo lato laquoterrestreraquo73

La Chiesa dunque egrave il frutto della redenzione operata dal SignoreGesugrave lrsquoaltro lato del mistero del Cristo Glorioso se lrsquoeterno disegnodel Padre vede al centro dellrsquointero universo un Redentore esso avragravenecessariamente al suo fianco la realtagrave che redime cioegrave la ChiesaEcco allora che non solo non si dagrave la Chiesa senza il Cristo ma non sidagrave nemmeno il Cristo senza la Chiesa

Il termine dellrsquoazione dello Spirito mandato dal Cristo che laquosiedealla destra del Padreraquo egrave dunque lrsquoumanitagrave che dalla sua azione vieneredenta e diventa cosigrave Chiesa Ma come abbiamo detto precedente-mente parlando dellrsquoEucarestia la Chiesa non egrave solo il termine di que-sta azione redentiva ma ne egrave anche il comprincipio la Chiesa non egravesolo laquosalvataraquo ma anche laquosalvanteraquo Ecco dunque che qui si esprimeil mistero della laquocorredenzioneraquo derivante dal nostro essere stati crea-ti in Cristo Se il nostro laquoprototiporaquo egrave un redentore allora anche noisiamo a nostra volta dei laquoredentoriraquo

Ora egrave il battesimo la porta che ci inserisce nel mistero dellrsquoumanitagraveredenta Non si dagrave infatti comunitagrave cristiana senza che si dia il lavacrobattesimale che inserendoci nella morte e risurrezione di Cristo ciimmette nella vita nuova del Regno Perciograve il battesimo puograve ben dirsila fine del mondo e lrsquoinizio dellrsquoera escatologica

E dalle acque del battesimo non emerge una somma di individuisingolarmente redenti ma un popolo una ekklesia Lrsquointimitagrave con Dionon egrave un fatto individuale ma riguarda lrsquointera umanitagrave nel pianodivino infatti il soggetto della redenzione non egrave tanto lrsquoindividuoquanto lrsquoumanitagrave appunto la Chiesa

In questo nuovo popolo non crsquoegrave spazio per il dominio in quanto tuttifigli dellrsquounico Padre Ma ognuno dei figli realizza la somiglianza colPadre a modo proprio per questo nellrsquounica Chiesa ognuno ha un suoposto cioegrave ha dei carismi propri Carismi che non si limitano ad edifica-re lrsquoindividuo ma sono donati principalmente per lrsquoedificazione dellrsquoin-

475Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

73 G BIFFI Alla destra del Padre p 153

tera Chiesa Alcuni di questi sono dati a tutti come la partecipazione alsacerdozio di Cristo e il carisma profetico per lrsquoannuncio del Regno etra questi il carisma piugrave alto e che deve informare tutti gli altri egrave lacaritagrave Ma tutti i doni dello Spirito sono per lrsquouomo dei carismi

Altri carismi poi non sono dati a tutti ma tutti quanti concorronoalla realizzazione del Regno Il primo tra questi egrave il carisma del matri-monio che egrave principalmente segno dellrsquoamore che lega Cristo allaChiesa dunque il matrimonio egrave al servizio della comunitagrave non soloper la generazione dei figli ma anche e soprattutto percheacute egrave figuradella Nuova Alleanza

Abbiamo poi il carisma del celibato un dono che egrave dato per la per-fezione del singolo ma sempre per essere a servizio della Chiesa inquanto il celibe laquoper il regnoraquo realizza giagrave qui quella che saragrave la con-dizione escatologica definitiva di tutti i redenti74

Al vertice dei carismi troviamo il carisma apostolico tra cui quellolaquospecialeraquo del primato petrino Al vertice in quanto egrave voluto per gui-dare la Chiesa a cui tutti i carismi devono riferirsi per essere confer-mati nella loro autenticitagrave

Arrivato a questo punto il Biffi si concentra su una delle immaginiche la Scrittura propone per illuminare questo mistero lrsquoimmaginedella Sposa tema centrale della riflessione ecclesiologica biffiana

La Chiesa che nasce dal battesimo e dallrsquoEucarestia egrave dunque tal-mente unita al suo Salvatore che viene usata lrsquoimmagine sponsale perdescrivere tale legame E se la Chiesa egrave la sposa di Cristo certamentesaragrave unica e bella e santa non crsquoegrave dunque spazio per parlare di unalaquoChiesa peccatriceraquo La Chiesa infatti

476 F Zirotti

74 laquoLa castitagrave consacrata egrave una presenza del regno nel mondo Perciograve non esige unsacramento che la determini percheacute egrave essa stessa un sacramento o meglio appar-tiene non tanto allrsquoepoca dei segni sia pur efficaci quanto allrsquoepoca delle realtagravedisvelate La Chiesa che vive straniera e pellegrina sulla terra ha bisogno di que-ste anticipazioni e ne vive come vive di sacramenti Una Chiesa che non traduces-se in pratica nelle sue istituzioni questa preferenza di Gesugrave non ne custodirebbeintegralmente il messaggioraquo in G BIFFI Alla destra del Padre p 164

egrave unrsquoassemblea santa di uomini peccatori ma il peccato non fapresa su di lei Nella misura in cui lrsquoegoismo o lrsquoorgoglio o lrsquoavari-zia ci deturpano noi agiamo al di fuori della Chiesa e in sensocontrario alle sue ispirazioni siccheacute le nostre azioni malvagie nonle appartengono E mentre essa continuamente ci santifica noi nonarriviamo mai a contaminarla75

E proprio percheacute egrave santa la Chiesa vuole sempre di piugrave unire a leiquanti giagrave le appartengono e in questo senso possiamo dire che laChiesa pur santa egrave sempre in atto di purificarsi e questo eserciziodella virtugrave cristiana della penitenza si realizza nei sacramenti dellapenitenza e dellrsquounione degli infermi

Ma poicheacute in questa vita la purificazione non potragrave mai esserecompleta e perfetta ecco che tale purificazione proseguiragrave anche dopola morte Il purgatorio perograve non va confuso con un luogo ciograve che puri-fica egrave il passaggio da questa vita allrsquoaltra come si egrave detto e come sidiragrave in seguito

La consumazione

Il capitolo riprende quanto egrave giagrave stato trattato negli articoli Eternitagravee tempo nel nostro destino e Per una escatologia rinnovata e che saragravenuovamente ripreso nel volume Linee di escatologia cristiana che noitratteremo nel capitolo successivo

Si parla dunque del limite dello schema spazio-temporale per trat-tare dellrsquoal di lagrave del primato dei novissima mundi sui novissima homi-nis dellrsquounicitagrave del giudizio finale che egrave laquocontemporaneamenteraquo indi-viduale ed universale che questo giudizio altro non egrave che la manife-stazione della maggiore o minore conformitagrave a Cristo della morte cheva vista come un passaggio da questo mondo allrsquoaltro dove lrsquoanimadellrsquouomo lascia il corpo mortale per entrare direttamente nel coproglorificato

477Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

75 G BIFFI Alla destra del Padre p 168

La conoscenza di Dio

Il Signore Gesugrave non egrave solo il salvatore del mondo ma anche larivelazione del Padre non solo per quello che dice e fa ma primaria-mente per quello che egrave Dunque meditando il piano salvifico che simostra nel Cristo Glorioso possiamo giungere ad intravedere illaquoPianificatoreraquo

Conoscendo il Cristo noi conosciamo prima di tutto il piano di sal-vezza la oikonomia divina Ma nel piano intravediamo veramente ilPianificatore nella oikonomia ci egrave elargita anche una theologhia76

Anzitutto veniamo a conoscere come Gesugrave sia il laquomandatoraquo delPadre e come la gloria del Cristo sia comprincipio della missione delloSpirito sul mondo che ha come termine la costituzione della ChiesaMa per essere adeguatamente comprese queste missioni non possonoessere pensate come poste solo nella realtagrave creata esse rimandanoallrsquointimo della vita divina

La duplice missione salvifica del Figlio e dello Spirito ha la suascaturigine allrsquointerno della vita divina nellrsquoesistenza eterna e asso-luta di una duplice derivazioneEd ecco che la contemplazione del Cristo rivelatore del Padredischiude uno spiraglio alla conoscenza del segreto di DioVeniamo cosigrave a sapere che tra le perfezioni divine crsquoegrave anche unafeconditagrave immanente una dovizia drsquoessere una esuberanza drsquoamo-re che dagrave origine a una vita interiore di relazione77

Da qui la nostra teologia trinitaria che con lrsquoaiuto del concetto dilaquorelazioneraquo cerca di esprimere cosa hanno di proprio le tre laquoipostasiraquofermo restando lrsquounicitagrave della natura divina

478 F Zirotti

76 G BIFFI Alla destra del Padre p 18677 G BIFFI Alla destra del Padre p 189

Ma anche la conoscenza naturale di Dio puograve passare solo per ilCristo Glorioso Infatti se il Cristo egrave il modello della creazione egrave ine-vitabile che una conoscenza di Dio che proceda dalle cose create siimbatta anche nel laquomediatoreraquo che unisce Dio e il mondo Dunque se

uno arriva con tutto il suo spirito ndash in modo che ne sia impegnatala sua vita ndash a capire con un ragionamento perfettamente e incon-futabilmente logico lrsquoesistenza di un Dio personale come causatotale della realtagrave egrave segno che nel corso di questo procedimentospirituale ha compiuto implicitamente un atto di fede soprannatu-rale nel Redentore78

Il Dio che si rivela in Cristo non smette perograve di essere per noilaquomisteroraquo

Dio con la sua interiore inafferrabile ricchezza ci appare comecolui che essendo a una distanza infinita dalla creatura egrave al di lagravedella portata massima della nostra intelligenza Tra noi e lui crsquoegrave unabisso che egrave da parte nostra assolutamente invalicabile Ma non daparte sua laquoLa misericordia di Dio egrave altrettanto grande della distanzache separa lrsquoinfinito dal finito e tende a colmare questa distanzaraquo[] Questa misericordia questa laquocondescendentiaraquo [] sta alla basedi ogni discorso teologico e filosofico Essa ha valicato lrsquoabisso conla creazione delle cose e con la missione del Figlio e dello SpiritoTali effusioni dellrsquoessere divino ben diverse tra loro ndash sono ambeduereali e ambedue luminose non crsquoegrave niente di opaco nellrsquoagire divinoSo no dunque delle laquorivelazioniraquo Non ci dagravenno egrave vero una cono-scenza immediata dellrsquoessere infinito ma ci offrono una serie di fattie di concetti diversi e talvolta in opposizione tra loro e insieme cico municano la certezza che tutto ndash al di lagrave della frammentarietagrave e del -la dispersione ndash si rannoda nella pienezza insondabile del Mi ste ro79

479Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

78 G BIFFI Alla destra del Padre p 19379 G BIFFI Alla destra del Padre p 194

Perciograve egrave sempre Dio che si avvicina a noi sia nella laquorivelazionepositivaraquo che nella laquorivelazione naturaleraquo egrave dunque lrsquoavvicinarsi delMistero che permette sia la ricerca teologica che la ricerca filosoficacioegrave di conoscerlo

Ed egrave un mistero al quale non si accede ndash anche sul piano puramen-te conoscitivo ndash se non per mezzo di Cristo che sta alla destra delPa dre80

~ ~ ~

Per dare al nostro lettore una piugrave chiara comprensione dellrsquooperanella sua struttura e nei suoi contenuti proponiamo qui un breve sche-ma riassuntivo dove accanto agli argomenti che si trattano mettiamotra parentesi i titoletti dei vari capitoli

1) Il Cristo Glorioso la premessa dellrsquoopera (La Gloria)2) Il rapporto eternitagrave-tempo e la nuova prospettiva cristologica che

ne deriva (Il Regno)a) la prospettiva laquoascensionaleraquo la crescita di Cristo e lrsquoespia-

zione solidale (La vicenda terrestre di Cristo)

b) la prospettiva laquodiscensionaleraquo il primato di Cristo e le mis-sioni intratrinitarie (La condizione celeste di Gesugrave)

3) Il problema teologico della predestinazione e il rapporto natura-sopranatura (La predestinazione in Cristo)

4) La conformazione a Cristo e il suo opposto (La vita in Cristo ndashPeccato e dannazione)

5) Il problema teologico degli stati di natura (La storia di salvezza)6) LrsquoEucarestia e la Chiesa (LrsquoEucarestia ndash La Chiesa)7) Lrsquoescatologia (La consumazione)8) Trinitaria e teologia naturale una laquointroduzioneraquo (La conoscen-

za di Dio)

480 F Zirotti

80 G BIFFI Alla destra del Padre p 195

3 laquoLinee di escatoLogia cristianaraquo

Lrsquoopera esplicita e sviluppa i temi giagrave trattati negli articoli Eternitagrave etempo nel nostro destino e Per una escatologia rinnovata Il lettore che egravegiunto fino a questo punto non avragrave difficoltagrave a capire quanto viene esposto

Il libro si apre con un capitolo preliminare in cui descrive come ilproblema di cosa ci sia dopo la morte sia fondamentale per la vita del-lrsquouomo percheacute la risposta non concerne solo la sorte futura mainfluenza la stessa vita presente come tale problema non abbia rispo-sta puramente umana e come i laquomitiraquo escatologici che tentano didarne una soluzione (metempsicosi progresso annientamento) sianodestinati al fallimento

Lrsquoopera egrave suddivisa in due parti La prima laquoIl nostro destino egrave inCristoraquo non fa altro che ribadire la centralitagrave del Cristo Glorioso neldisegno salvifico del Padre e mostrare le conseguenze di ciograve a livellodi escatologia universale La seconda molto breve laquoEscatologia esorte individualeraquo che possiamo definire la parte del trattato riguar-dante lrsquoescatologia individuale considera la morte del cristiano e lasua purificazione ultraterrena

Lrsquoopera non vuole essere un esauriente trattato di escatologia mauna sorta di laquoschemaraquo sintetico in cui si riorganizza e laquosvilupparaquo ciograveche era giagrave stato detto negli articoli sopra citati E in essa non comparela classica divisione tra escatologia individuale ed escatologia univer-sale ma tratta lrsquoescatologia come una sorte unica propriamente coin-volgente lrsquointero universo e a cui lrsquouomo partecipa al momento dellapropria morte che viene vista qui come passaggio dalla condizionetemporale a quella eterna del Regno In altri termini tratta principal-mente dellrsquoescatologia universale e in rapporto ad essa dellrsquoescatolo-gia individuale che in ultima analisi coincidono

laquoIl nostro destino egrave Cristoraquo

Il contenuto dellrsquoevangelo egrave Cristo La Rivelazione non ci ha mani-festata altra realtagrave che il Figlio di Dio crocifisso e risorto in luilaquoimmagine del Dio invisibileraquo (Col 115) ci ha introdotti nella com-prensione del mistero del Padre in lui laquoerede dellrsquouniversoraquo per il

481Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

quale tutte le cose sono state create (Eb 12 Gv 13) ci ha fattoconoscere il significato vero del mondo [] Perciograve ricercare la solu-zione cristiana del problema umano dellrsquoescatologia e riflettere suciograve che ci attende significa contemplare il Cristo81

Quindi la domanda laquocosa crsquoegrave doporaquo che fonda tutta lrsquoescatologiaha una sola risposta Cristo

Cristo egrave definito dalla Rivelazione come laquoil Primo e lrsquoUltimoraquo maciograve che va compreso egrave che il Cristo di cui la Scrittura ci parla egrave anzituttolrsquouomo Gesugrave di Nazaret percheacute la Scrittura non conosce la distinzionetra il Verbo non incarnato e il Verbo incarnato Perciograve il centro dellrsquointe-ra creazione il motivo per cui tutto egrave stato voluto e il fine a cui tutta lacreazione tende come abbiamo giagrave avuto modo di vedere non egrave sempli-cemente il Figlio di Dio ma il Cristo morto e risorto

Gesugrave egrave laquoil Primoraquo in quanto mediatore (ontologico) tra il Padre e ilmondo nellrsquoordine della creazione ma egrave anche laquolrsquoUltimoraquo in quanto egrave il finee la fine dellrsquointera creazione che in lui pienamente si realizza e si conclude

Tuttavia poicheacute ci egrave dato spazio per la partecipazione nostra allarealtagrave definitiva che egrave giagrave in atto crsquoegrave come un supplemento nellavicenda e un altro momento finale Se la risurrezione di Cristo egrave lafine crsquoegrave anche una fine della fine quando anche questa progressi-va partecipazione delle creature alla condizione del Signore risortosaragrave conclusa E questa egrave ciograve che comunemente chiamiamo fine delmondo Ma questa laquofine della fineraquo saragrave essa stessa una manifesta-zione di Cristo Egli saragrave dunque il laquosegnoraquo anche di questa con-clusione visibile della storia la quale si esauriragrave appunto quandolaquoappariragrave in cielo il segno del Figlio dellrsquouomoraquo (Mt 2430)82

In altri termini possiamo dire che lrsquoescatologia universale consisteessenzialmente nella manifestazione nel creato del Cristo Gloriosocausa esemplare finale e strumentale dellrsquointera creazione cioegrave il cen-tro di tutto

482 F Zirotti

81 G BIFFI Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 2007 p 1982 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 24

Un altro titolo con cui la Rivelazione designa Gesugrave egrave laquovenienteraquolaquocolui che vieneraquo la fine della storia umana ha un protagonista nellacui venuta consisteragrave la fine e che ponendo termine alla storia umanane sveleragrave il senso profondo Per significare questa laquovenutaraquo laScrittura utilizza i termini parusia ed epifaneia che significano laquoren-dersi presenteraquo laquomanifestarsiraquo termini utilizzati nel mondo classicoper indicare la manifestazione di trionfo di un generale dopo una vitto-ria Cristo con la sua morte e risurrezione ha giagrave vinto il mondo e oraaspetta di manifestarsi completamente come vincitore la parusia dun-que egrave una realtagrave giagrave in atto che aspetta di compiersi nella sua totalemanifestazione Si fa notare come il Nuovo testamento non parli maidi laquoritornoraquo di Gesugrave

Della parusia noi giagrave abbiamo una percezione iniziale nella fedenella speranza e nella caritagrave ma saragrave nella morte cioegrave nel passaggioda questa vita allrsquoaltra che si manifesteragrave a noi il Cristo Glorioso

Nel momento stesso [della morte] vedremo comrsquoegrave in veritagrave il corsoturbolento della storia universale pacificarsi nella glorificazione delFiglio di Dio e sfociare nel mare splendido della sua risurrezione83

In questa prospettiva risulta chiaro come la sorte individuale e uni-versale abbiano come unico traguardo il Cristo e perciograve se si vuoleattenersi alla visione biblica non egrave opportuno neacute consentito pensare adue conclusioni cronologicamente distinte

Un altro dato che la Rivelazione ci offre egrave che la parusia di Cristosaragrave anche un giudizio ci viene detto che ci saragrave un giudizio che coin-volgeragrave laquoi vivi e i mortiraquo cioegrave lrsquointera umanitagrave e che il giudice saragrave lostesso Gesugrave che con la sua morte e risurrezione ha giagrave giudicato ilmondo e nella sua parusia manifesteragrave la sentenza

Questo giudizio consisteragrave nella manifestazione della nostra mag-giore o minore conformitagrave a Cristo in quanto egli egrave causa finale edesemplare della creazione E poicheacute il compendio dellrsquointera Legge egravelrsquoamore sullrsquoamore si baseragrave il giudizio poicheacute egrave lrsquoamore che ci faavvicinare a Cristo e ci rende partecipi della sua vita

483Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

83 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 29

Tale giudizio comporteragrave poi una glorificazione o una dannazione Ilgiudizio quindi non egrave solo un traguardo ma anche un bivio che separadue destini umani antitetici lrsquouno di condanna lrsquoaltro di glorificazione

Ma la glorificazione dellrsquouomo trova la sua origine nella risurrezionedi Cristo nella quale lrsquoumanitagrave esce dalla sua condizione di tenebra perentrare nel destino eterno di felicitagrave assegnatole fin dallrsquoinizio la primae piugrave importante veritagrave escatologica egrave quindi la risurrezione di Cristo

La ragione della nostra risurrezione la troviamo nella nostra voca-zione ad assimilarci al Signore Gesugrave che comincia con lrsquoatto di fede etrova il suo culmine in questa vita nella partecipazione al sacramentoeucaristico Di qui lrsquoidea del Biffi che

la nostra glorificazione egrave in dipendenza dalla raggiunta conformitagrave aCristo risorto e per quanto ci possa a prima vista stupire ammette unpiugrave e un meno Un uomo saragrave per cosigrave dire tanto piugrave risorto quantopiugrave grande egrave stata la sua conformitagrave al Primogenito attraverso lafede la speranza la caritagrave la partecipazione ai misteri divini84

Inoltre dalla convinzione che lrsquouomo egrave posto al centro della crea-zione di cui egrave capo si afferma che lrsquoumanitagrave non saragrave da sola a parte-cipare del rinnovamento escatologico ma lrsquointero cosmo parteciperagravealla glorificazione operata dal Signore Gesugrave in quanto

il vero capo del mondo egrave lrsquolaquouomo Cristo Gesugraveraquo crocifisso e risortoche va costruendosi da tutte le cose un corpo omogeneo al suo uncorpo che egrave chiamato a partecipare non solo alla sua condizione diumiliazione e di sofferenza ma anche allo stato definitivo di gloria85

Come poi avvenga tutto ciograve e quali saranno le caratteristiche fisi-che di questo universo rinnovato egrave inutile e impossibile indagare

484 F Zirotti

84 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 40 Diciamo qui che a nostro giudizioper quanto affascinante questa ipotesi dellrsquouomo laquopiugrave o menoraquo risorto ci sembraportare piugrave complicazioni che luce sul mistero della nostra sorte eterna unitamenteal fatto che non ci sembra opportunamente dimostrata

85 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 43

Per quanto riguarda la risurrezione dei corpi noi risorgeremo con ilnostro stesso corpo e questo egrave possibile in quanto lrsquoanima umana86 essen-do forma sostanziale del corpo qualunque materia informi daragrave sempre ori-gine al medesimo corpo Le caratteristiche fisiche di questo corpo risortoperograve non ci egrave dato conoscerle sappiamo solo che il modello egrave Gesugrave Cristo

Si ricorda poi come la risurrezione egrave lrsquoaspetto piugrave appariscente dellacondizione nuova dellrsquoumanitagrave chiamata a entrare in un nuovo rapportocon Dio che eccede la semplice condizione creaturale In questo nuovorapporto lrsquouomo conosceragrave Dio non come qualcosa di estraneo a lui macome Dio conosce se stesso come se si identificasse con lui E questopossesso di Dio saragrave perfettamente saziante cioegrave realizzeragrave la sua aspi-razione alla felicitagrave che in questo mondo sempre ricerca senza perograve tro-vare nulla che lo appaghi in maniera piena e definitiva

Come non troviamo le ragioni ultime e vere della nostra esistenzaneacute in noi neacute in nessuna creatura fuori di noi cosigrave niente in noi ofuori di noi puograve darci una gioia autentica e piena Egrave la grandezza einsieme la miseria dellrsquouomo che egrave finito nelle sue capacitagrave esconfinato nelle sue aspirazioni che egrave attirato da ogni esiguo valo-re e da ogni goccia di piacere ma puograve essere appagato solo da unbene infinito Ebbene la sproporzione incolmabile tra ciograve chesiamo e ciograve che vogliamo essere egrave superata dallrsquoamore di Dio chesi offre oltre ogni speranza come traguardo inebriante e pacificantedella nostra corsa Soprattutto ogni gioia terrena ci egrave guastata piugrave omeno sottilmente dal pensiero che o presto o tardi ci saragrave tolta Laconsapevolezza della provvisorietagrave dagrave una venatura di tristezzaanche alle ore piugrave liete La certezza della eternitagrave renderagrave inveceassoluta e piena la felicitagrave della vita escatologica e saragrave in grado didarci una letizia che saragrave al tempo stesso ardente e tranquilla87

485Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

86 Facciamo notare come lrsquoidea della coincidenza tra fine individuale e fine del mondonon porta il Biffi contrariamente ad altri autori a negare lrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima neacutea considerare superata lrsquoantropologia tomista che anzi ritiene come irrinunciabile inquanto permette di spiegare la sua stessa concezione escatologica

87 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 50

Come abbiamo detto il giudizio comporta lrsquoidea di una discrimina-zione tra buoni e cattivi e quindi di due destini eterni differenti dan-nazione e glorificazione Ora constatato che la rivelazione biblica nonparla di un castigo che sia temporaneo ci chiediamo quale sia la natu-ra di questo castigo

Noi sappiamo che lrsquouomo dipende totalmente da Dio non sololaquomoralmenteraquo in quanto egrave chiamato dal Padre a partecipare della vitadivina ma anche ontologicamente in quanto questa vocazione sifonda sulla natura stessa dellrsquouomo che egrave pensata voluta e creata inCristo per partecipare in Cristo alla vita divina cioegrave lrsquouomo trova nelSignore Gesugrave la sua causa esemplare efficiente e finale e dunque sipuograve realizzare pienamente solo nellrsquounione con Dio

Perciograve il dannato rifuggendo da Dio si trova nellrsquoassurda condi-zione di negare la propria natura

Il dannato egrave una smentita vivente della propria natura [] Al lrsquoin fer -no lrsquouomo egrave invece totalmente avulso da questo Corpo [mistico] purconservando una fondamentale ordinazione a esso il dannato con-tinua ad essere creato a immagine del Salvatore e a glorificare colsuo stesso essere colui che rinnega e bestemmia con la sua volontagravecontinua ad avere unrsquoassoluta necessitagrave di incorporarsi in colui dalquale si mantiene avulso nel suo odio ostinato88

Inoltre poicheacute la rivelazione ci indica come causa della nostrarisurrezione il nostro inserimento nella vita del Signore Gesugrave tramitela fede e lrsquoinabitazione dello Spirito sviluppando lrsquoidea prima espres-sa di una risurrezione laquomaggiore o minoreraquo secondo il Biffi ne conse-gue che la risurrezione del giusto e la risurrezione del malvagio nonsono la stessa cosa ma bensigrave due fatti distinti anche se denominaticon lo stesso termine

Vengono anche posti alcuni interrogativi sullrsquoinferno crsquoegrave propor-zione tra colpa (limitata) e castigo (eterno) Percheacute i dannati non sipentono Percheacute Dio crea uomini di cui prevede la dannazione Cisono veramente dei dannati

486 F Zirotti

88 G BIFFI Linee di escatologia cristiana pp 55-56

E cosigrave risponde sigrave crsquoegrave proporzione percheacute la natura della colpa cioegravedel peccato egrave un rifiuto definitivo e totale di Dio i dannati non possonopentirsi a causa della condizione atemporale in cui vengono a trovarsiche come tale non ammette cambiamenti sia in bene che in male se Diocome si egrave visto crea il mondo per poter mostrare la sua misericordia egravechiaro che egrave necessario che in questo mondo ci sia un peccato da perdo-nare ma se la creatura che crea egrave libera89 allora deve esserci anche laconcreta possibilitagrave della dannazione pena negare la natura libera del-lrsquouomo vero egrave che la nostra fede ci obbliga a credere solo nella possibi-litagrave della dannazione e non che esistano effettivamente dei dannati mapoicheacute secondo il Biffi negare laquoa prioriraquo90 il realizzarsi effettivo di unapossibilitagrave equivale a negare la possibilitagrave stessa allora egrave ragionevoledire che i dannati esistono veramente pena negare la libertagrave dellrsquouomo

Per ultimo viene il laquogiorno del Signoreraquo Della venuta gloriosa diCristo a noi non egrave dato sapere il quando e nonostante i segni premoni-tori che la Scrittura ci offre per noi saragrave sempre una laquosorpresaraquo Nondimentichiamoci perograve di guardare a questo giorno nella giusta prospet-tiva esso si situa tra il giagrave e il non ancora Il laquogiorno del Signoreraquo egravegiagrave sostanzialmente giunto con la risurrezione di Gesugrave e solamenteattende ancora di manifestarsi pienamente In fondo il giorno dellarisurrezione e la fine della storia del mondo non sono adeguatamentedistinti ma nella loro realtagrave sostanziale si tratta di unico giorno incui lrsquointera creazione egrave chiamata progressivamente ad entrare E quan-do nulla saragrave rimasto fuori allora saragrave la laquofineraquo

laquoEscatologia e sorte individualeraquo

Finora

si egrave parlato come se la nostra escatologia individuale coincidesse conquella cosmica Lo si egrave fatto a ragion veduta percheacute questa egrave la pro-

487Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

89 Ricordiamo che il Biffi considera la libertagrave come la capacitagrave dellrsquouomo di costruir-si il proprio destino eterno

90 Infatti tale negazione puograve essere ammessa solo con argomenti laquoa prioriraquo poicheacute laquoa posterioriraquo ci egrave evidentemente negata qualsiasi conoscenza

spettiva nella quale la Rivelazione propone al nostro sguardo gli ulti-mi avvenimenti e percheacute questo tipo di esposizione permette di sal-vare il laquoclimaraquo che ritroviamo nella escatologia del Nuovo Te sta -mento che egrave fortemente universalistica (cioegrave coinvolge simultanea-mente tutte le creature) e cristologica (cioegrave connessa da un lato colmistero della Pasqua e dallrsquoaltro con quello della laquoparusiacutearaquo)91

Visione laquouniversalisticaraquo questa che perograve si scontra con la visioneclassica dei novissima hominis di cui si fa notare la relativa laquomoder-nitagraveraquo essendosi sviluppata attorno al secolo xII Ma poicheacute secondoil nostro punto di vista temporale noi quasi certamente moriremoprima che questo mondo veda la parusia non siamo esenti dal consi-derare anche la nostra fine individuale

Dopo aver mostrato varie visioni della morte che la Scrittura pro-pone si descrivono due laquocaratteristicheraquo della morte

1) Anzitutto la sua naturalitagrave Infatti in termini biologici dobbiamodire che la morte egrave naturale agli organismi viventi ma anche inprospettiva teologica se con laquonaturaraquo si intende la laquonatura teo-logicaraquo allora anche in questa prospettiva la morte saragrave un fattonaturale in quanto lrsquouomo egrave chiamato ad assimilarsi al Cristoche egrave morto e risorto (di conseguenza anche la risurrezione saragravedetta laquonaturaleraquo)

2) Successivamente la convinzione che con la morte si conclude ilperiodo di prova in cui siamo chiamati a decidere il nostro desti-no eterno Di qui lrsquoimportanza della morte cristiana poicheacute inessa si tirano le somme del destino che lrsquouomo ha costruitodurante la sua vita terrena Ed egrave proprio questa convinzione chepermette di prendere sul serio la nostra esistenza

Poicheacute per il nostro punto di vista temporale la nostra fine noncoincide con la fine del mondo ci si domanda cosa ci sia nellrsquointerval-lo tra la nostra morte e la parusia di Cristo alla quale egrave legata la retri-buzione della nostra vita Si possono dare tre soluzioni

488 F Zirotti

91 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 73

1) Una laquoarcaicaraquo lrsquoidea prevalente fino al secolo xII egrave quella diunrsquoattesa dellrsquoanima separata dal corpo cioegrave lrsquoanima separatadal corpo attende la fine dellrsquouniverso per essere giudicata nel-lrsquounico giudizio universale concezione questa a cui la bollaBenedictus Deus (1336) con cui si definisce che lrsquoanima riceveimmediatamente dopo la morte la sua retribuzione pone fine

2) Una laquocomuneraquo lrsquoanima egrave premiata e punita immediatamente elrsquounica attesa egrave quella relativa alla piena ricostituzione del compo-sto umano con la resurrezione che avverragrave alla fine del mon do siintroduce quindi la dottrina dei due giudizi quello particolare equello universale

3) Una laquonuovaraquo fermo restando i due dati di fede della retribuzioneimmediata e del giudizio universale (che la dottrina comune deidue giudizi vuole preservare) se si considera che uscendo dalladimensione temporale si entra in quella eterna si puograve dire che

ogni uomo alla sua morte si trova giagrave in atto di essere eternamentegiudicato con un giudizio che egrave insieme particolare e universaleparticolare percheacute riguarda il valore delle singole persone univer-sale percheacute nessuno vi si puograve sottrarre e percheacute tutta lrsquoumanitagrave viappariragrave simultaneamente giudicata Egrave dunque un giudizio checoncludendo al tempo stesso la vicenda universale e la vicendaindividuale egrave immediato ed escatologico egrave vicino percheacute coinci-de col momento della nostra morte ed egrave lontanissimo percheacute coin-cide col momento della fine del mondo egrave brevemente separato danoi dal diaframma esiguo e fragile del nostro respiro ed egrave lunga-mente separato da noi dalla teoria dei secoli che forse precederan-no ancora la laquoparusiacutearaquo92

Cioegrave giudizio universale e giudizio particolare coincidono in quan-to nellrsquoeternitagrave in cui si entra con la morte non crsquoegrave nessun tempo e quindi nessuna attesa e i due giudizi si trovano quindi ad esserelaquocontemporaneiraquo

489Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

92 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 87

Si sottolinea inoltre che questa visione non nega lrsquoantropologiatradizionale che vede lrsquouomo composto di corpo e anima immortaleAnzi lrsquoantropologia tomista non solo risulta compatibile con questanuova soluzione ma ne egrave sostanzialmente un presupposto necessarioessendo infatti lrsquoanima la forma sostanziale dellrsquouomo qualunque por-zione di materia andragrave ad informare costituiragrave sempre il medesimoindividuo e questo prescindendo dal luogo e dal tempo93

Rimane da trattare la purificazione ultraterrena cioegrave il purgatorioNonostante il dubbio che il Biffi esprime sulla legittimitagrave di trattare ilpurgatorio nel discorso escatologico in quanto laquoin realtagrave il purgatorionon egrave un luogo o uno stato intermedio tra il paradiso e lrsquoinferno ma egraveil proseguimento e il compimento dellrsquoattivitagrave purificatrice che egrave unacomponente immancabile della vita ecclesialeraquo94 non viene perograve ne -ga to il diritto di parlarne in questa sede in quanto la purificazioneultraterrena fa comunque parte di quello che ci attende dopo la morte

Ora dalla Scrittura si possono ricavare solo due convinzioni 1) lrsquoutilitagrave dei suffragi

2) lrsquoesistenza di qualche purificazione ultraterrena

Poicheacute tale purificazione deve essere proporzionata al grado dinecessitagrave di ciascuno questa viene solitamente pensata con il criteriodella durata piugrave egrave necessario purificarsi piugrave tempo si rimarragrave soggettia questa purificazione Ma se dopo la morte non crsquoegrave nessun tempoallora non ci potragrave essere nemmeno una purificazione piugrave o menolunga Dunque bisogneragrave pensare alla proporzionalitagrave della purifica-zione in termini di intensitagrave il passaggio da questa vita allrsquoaltra saragrave

490 F Zirotti

93 Infatti per la cosmologia e lrsquoantropologia tomista al momento della morte quandolrsquoanima si separa dal corpo quello che rimane su questa terra non egrave lrsquouomo masolo il suo cadavere che come tale ha unrsquoaltra forma sostanziale e quindi egrave pro-priamente unrsquoaltra cosa

94 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 89 Il Biffi fa notare come Pietro Lombardositui la purificazione ultraterrena nel discorso sulla virtugrave e sul sacramento della peniten-za e non tra i novissimi e che solo con il diffondersi delle laquosummeraquo si diffonde lrsquousodi trattare del purgatorio nel discorso escatologico cosigrave come avviene tuttrsquooggi

piugrave o meno intenso in base al maggiore o minore bisogno di esserepurificati

La visione qui delineata perograve non fa venir meno lrsquoutilitagrave delle pre-ghiere per i defunti in quanto dal punto di vista dellrsquoeternitagrave di Dio lapreghiera e la morte sono due eventi laquocontemporaneiraquo

Non crsquoegrave molto di chiaro in questo mondo Esistere vuol dire vivere sulla riva di una isoletta avvolta da un maresconosciuto Le tenebre ci sovrastano e ci riempiono non ci egrave datodi capire molto quaggiugrave almeno delle cose che contano I piugrave sottiliragionamenti e le piugrave intelligenti filosofie sembra non riescano agraffiare veramente sulla realtagrave sono come solitari complicati einterminabili per ingannare lrsquoattesa Ma lrsquoattesa di che cosa Neppure la luce che ci viene dallrsquoalto ci incoraggia a moltiplicare iragionamenti Piuttosto ci prende e ci porta davanti a Gesugrave il figlio diDio che egrave il principio e la fine E ci dice che lrsquooscuritagrave da cui siamofasciati egrave una presenza una vita un destino di comunione Percepire la presenza di Cristo ascoltarne il respiro oltre la sogliasperare che si riveli e ci riveli questo egrave lrsquounico vero dono che ci egravestato fatto Non egrave tanto una possibilitagrave di sapere e di capire quantouna ragione di vivereLrsquoescatologia cristiana non ci offre dunque una guida dellrsquoal di lagraveche ci aiuti a non smarrirci quando ci si dovragrave avventurare nellrsquoi-gnoto ma ci manifesta la natura e il valore dellrsquoesistenza Questo egrave ciograve che abbiamo creduto di dire in queste brevi pagine95

4 sintesi deL pensiero

Con questo capitolo finale vogliamo ricomporre in uno sguardounitario quanto abbiamo prima esplorato per fornire una sinteticatraccia del pensiero del card Giacomo Biffi

491Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

95 G BIFFI Linee di escatologia cristiana p 97

Il metodo96

Prima di passare a sintetizzarne il pensiero spendiamo due paroleper descrivere il metodo di lavoro del nostro autore riscontrabilesoprattutto nella tesi di laurea e nei saggi ma da cui dipende anchetutta la produzione successiva individuato un dibattito problematicone mette in luce la sua illegittimitagrave e attraverso la critica del problemagiunge alla sua soluzione spesso nascosta nelle pieghe della disputaevidenziandone poi il valore per la miglior comprensione della dottri-na di sempre Questa metodologia egrave sorretta dalla convinzione chenulla deve essere disprezzato del secolare e travagliato dibattito teolo-gico percheacute in tutte le laquoscuoleraquo e in tutte le dispute anche le piugravesciocche per noi si puograve sempre trovare qualche luce che illumini e ali-menti la nostra attuale riflessione teologica

In sintesi

Ora si possono individuare cinque laquocardiniraquo della teologia diGiacomo Biffi

1) lrsquounitarietagrave del piano divino

2) lrsquointrinseca soprannaturalitagrave di questo piano

3) la centralitagrave che Gesugrave Cristo il Figlio di Dio incarnato morto erisorto occupa in questo disegno unitario con la conseguenteriflessione ecclesiologica

4) il concetto di aevum che apre ad una nuova comprensione delposto che Cristo occupa nellrsquouniverso e del destino ultimo delmondo

5) la libertagrave dellrsquouomo

Al cuore di tutta la riflessione biffiana crsquoegrave la centralitagrave di GesugraveCristo seduto laquoalla destra del Padreraquo che primeggia non solo nellrsquoor-dine della redenzione ma anche nellrsquoordine della creazione un cristo-centrismo laquoforteraquo in quanto al centro non sta semplicemente la

492 F Zirotti

96 Cf G BIFFI Memorie pp 144-145

Seconda Persona della Trinitagrave ma il Gesugrave laquostoricoraquo il Verbo incarna-to morto e risorto che egrave reso partecipe della gloria del Padre Dunqueal centro del disegno divino che regge lrsquointera creazione sta il CristoGlorioso fonte sia della vita nuova che della creazione stessa

Questa centralitagrave egrave sorretta da due premesse1) lrsquounitarietagrave del piano divino cioegrave che lrsquointera creazione trova e

deve trovare in unrsquounica idea lrsquointero suo compendio e significato2) lrsquointrinseca soprannaturalitagrave di questo piano soprannaturalitagrave

che non solo ci egrave rivelata dalla Parola di Dio ma che ci egrave anchemostrata dallrsquoincomprensibilitagrave del mondo se volontariamente lasi esclude dallrsquoindagine sul mondo stesso

Questrsquounitarietagrave del disegno divino e la centralitagrave in esso del Si -gnore Gesugrave rendono necessaria una riflessione sui rapporti tra tempoed eternitagrave per permetterci di comprendere come qualcosa che si rea-lizza nel tempo (la vicenda salvifica di Cristo) possa trovarsi compre-sente a tutta la storia del mondo (il primato di Cristo che si realizzanellrsquoeternitagrave) cioegrave come lrsquounitario piano di Dio possa avere al centroil Cristo Redentore

Centralitagrave di Cristo che dunque alimenta ed egrave a sua volta alimentatala riscoperta del concetto di aevum inteso come laquolrsquoeternitagrave partecipatadalla creaturaraquo e perciograve caratterizzato dalle stesse proprietagrave di immu-tabilitagrave e sovratemporalitagrave dellrsquoeternitagrave da cui differisce in quantoquesta egrave proprietagrave dellrsquoessere divino mentre questo si riferisce allacreatura a cui lrsquoeternitagrave non appartenendole di per seacute egrave data in donoPoicheacute Gesugrave con la sua risurrezione e ascensione egrave posto laquoalla destradel Padreraquo anche al Cristo laquoin quanto uomoraquo egrave dato partecipare allrsquoe-ternitagrave di Dio per la quale ora anche lrsquouomo Gesugrave egrave compresentecome la sua divinitagrave a tutto il dispiegarsi della storia E perciograve si puogravedire che il Signore Gesugrave morto e risorto egrave presente anche allrsquoiniziodella storia dellrsquouniverso concorrendo come causa della sua creazio-ne senza negare affatto che sia nato vissuto morto e divenuto nostroredentore allrsquointerno della vicenda storica del mondo

E poicheacute Gesugrave egrave voluto anche come Redentore ne consegue che inlui egrave voluta simultaneamente anche una realtagrave da redimere ecco dun-que la Chiesa lrsquoumanitagrave redenta E possiamo affermare che non solo

493Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

non esiste la Chiesa senza Cristo ma che non esiste nemmeno Cristosenza la sua Chiesa la quale egrave chiamata a partecipare della stessa vitadel suo Redentore e conseguentemente della sua eternitagrave Ecco chelrsquoaevum si manifesta come la categoria atta a descrivere la condizionepropria del Regno cioegrave dello stesso Cristo Glorioso unito alla creazio-ne che ha redento in quanto ci troviamo innanzi ad un soggetto creato(e quindi temporale di per seacute) che egrave chiamato a partecipare della vitadivina (eterna di per seacute)

E la Chiesa che egrave sposa una bella e santa di Cristo non conoscepeccato egrave composta sigrave di peccatori ma il peccato non appartiene a leiEgrave nei nostri cuori che passa il laquoconfineraquo della Chiesa dividendo ciograveche egrave santo da ciograve che egrave peccato in quanto tutti noi abbiamo una parteche egrave giagrave Chiesa e una parte che ancora deve essere redenta

Poicheacute il nostro destino egrave un destino eterno in quanto chiamati adentrare nel Regno realtagrave eviterna a cui di fatto abbiamo giagrave comincia-to a partecipare con il nostro battesimo e la vita sacramentale e in cuila nostra morte ci inseriragrave completamente e definitivamente ne derivaun mutamento del nostro modo di vedere lrsquoal di lagrave Se dopo la nostramorte laquonon crsquoegrave nessun tempo da aspettareraquo allora fine universale efine individuale vengono a coincidere e unico saragrave dunque il giudiziosimultaneamente universale e particolare lrsquouomo lasciando questocorpo mortale entreragrave immediatamente in possesso del suo corpo glo-rioso e la purificazione che lrsquoattende il purgatorio saragrave lo stesso pas-saggio da questa vita allrsquoaltra che mutando di laquointensitagraveraquo a secondadelle esigenze di ognuno purificheragrave lrsquoanima dellrsquoeletto Gli laquoeventiraquoescatologici quindi non vanno considerati dei fatti che si succedonocronologicamente alla fine della storia del mondo ma bensigrave la mani-festazione di quanto in Cristo egrave giagrave realizzato e in noi partecipato

Si affianca a tutto questo lrsquoaltrettanto fondamentale idea di libertagraveintesa come la caratteristica della creatura spirituale che la rende capa-ce di costruirsi il proprio destino eterno Libertagrave questa che trova lasua causa ontologica nella grazia di Cristo la nostra libertagrave egrave unalibertagrave redenta noi uomini siamo cioegrave dei laquolibertiraquo di Cristo Noisiamo liberi percheacute la grazia di Cristo rinnovandoci ci ha permesso diessere veramente tali

494 F Zirotti

Il tema della libertagrave egrave prettamente filosofico e il nostro autore nonvi dedica una riflessione approfondita limitandosi ad assumerlo comepacifica premessa e per questo sarebbe interessante approfondire lrsquoar-gomento il che qui perograve non puograve essere fatto In questa sede ci limi-tiamo pertanto a chiarire che a nostro avviso questa idea di libertagrave egravericonducibile alla concezione che ritiene la libertagrave come la capacitagravedellrsquouomo di scegliere indifferentemente tra il bene e il male

Elenchiamo qui quelli che possiamo considerare gli aspetti origina-li del pensiero

1) il cristocentrismo laquoforteraquo2) lrsquoaevum come condizione propria del Regno

3) la nuova impostazione cristologica non piugrave incentrata sulladistinzione tra natura umana e natura divina (corrispondente alladomanda laquochi egraveraquo) ma sulla considerazione della duplice condi-zione in cui il Cristo si viene a trovare cioegrave eterna (in quantoDio e in quanto uomo glorificato) e temporale (in quanto uomofino alla sua morte) impostando perciograve lrsquoindagine su una dupli-ce prospettiva laquoascensionaleraquo il lato del tempo e laquodiscensiona-leraquo il lato dellrsquoeternitagrave (corrisponde alla domanda laquoquali sono irapporti che legano Gesugrave al Creatore e alla creazioneraquo)

4) la nuova prospettiva escatologica

5) il superamento degli stati di natura con la loro sostanziale negazione in quanto lrsquounico stato esistente egrave quello di laquonaturaredentaraquo

6) il superamento del rapporto natura-sopranatura con lrsquointrodu-zione della distinzione tra aspetto laquofilialeraquo e laquocreaturaleraquo nellrsquou-nica laquonatura teologicaraquo dellrsquouomo

Una critica

Dobbiamo ora perograve rilevare salvo miglior giudizio una grave con-traddizione nel pensiero del Biffi che se non mette in discussione ipilastri fondamentali (cristocentrismo ed aevum) mina comunque lacoerenza complessiva dellrsquointero laquosistemaraquo arrivando in alcuni pas-

495Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

saggi a mettere in discussione le argomentazioni sostenute dal nostroautore97

Ora sappiamo come la gran parte della sua riflessione vogliamostrare che nel piano unitario di Dio il centro egrave occupato dal CristoRedentore a fianco abbiamo perograve lrsquoaltrettanto importante idea dilibertagrave che non sviluppa ma parimenti assume come una premessafondamentale Senza entrare nel merito della correttezza del concettodi libertagrave fatto proprio dal nostro autore ad una piugrave attenta analisi noici accorgiamo che alla libertagrave dellrsquouomo viene fatto assumere un postoaltrettanto centrale al pari di Cristo La teologia del Biffi dunquepostula due centri del piano divino

1) il Cristo Redentore (in modo esplicito)

2) la libertagrave cioegrave lrsquouomo in quanto libero (in modo implicito)

Perograve secondo lo stesso principio enunciato dal Biffi sullrsquounitarietagravedel piano divino che cioegrave deve tutto compendiarsi in una sola ideanon possono esserci due centri quindi o al centro sta il Cristo e la libertagrave dellrsquouomo saragrave allora relativa alla manifestazione delRedentore oppure al centro sta la libertagrave e il Cristo saragrave allora relati-vo alla manifestazione dellrsquouomo libero Ma il Biffi stesso ha giagraveaffermato che laquoil mondo egrave per Cristoraquo e quindi conseguentemente laliberagrave dellrsquouomo deve essere considerata come subordinata alla mani-festazione del Redentore98 La libertagrave allora non puograve assumere unvalore assoluto e centrale come tuttavia tende ad assumerlo il nostroautore

496 F Zirotti

97 A titolo di esempio il Biffi sostiene lrsquoeffettiva presenza dei dannati percheacute solocosigrave verrebbe garantita allrsquouomo una libertagrave reale e non solo nominale Ma comesi vedragrave lrsquoargomentazione cosigrave posta non puograve reggere poicheacute viene assunta unapremessa che contraddice lrsquointero sistema Si veda a riguardo quanto scritto suLinee di escatologia cristiana

98 Si veda quanto scritto sul saggio Il fine dellrsquoincarnazione

Questo a nostro giudizio egrave il piugrave grave errore del Biffi probabil-mente per una mancata seria riflessione sul suo concetto di libertagrave chelo ha spinto ad assumerlo in maniera acritica E rimaniamo stupiti delfatto che non si sia accorto di essere caduto in questa contraddizioneUn compito di un eventuale approfondimento dellrsquoopera biffiana saragraveproprio quello di superare questa antinomia

Sperando di non averlo annoiato ringraziamo il lettore che haavuto la pazienza di affrontare fino in fondo questa nostra faticaaugurandoci che possa essere spunto per ulteriori analisi e approfondi-menti della teologia di Giacomo Biffi di cui noi ci riconosciamo umiliallievi

bibLiograFia

BIFFI G Colpa e libertagrave nellrsquoodierna condizione umana La Scuola CattolicaVenegono Inferiore 1959 (ripubblicato da ESD Bologna 2007)

ndash Alla destra del Padre Nuova sintesi di teologia sistematica Vita ePensiero Milano 1970 (ripubblicato da Jaca Book Milano 2004)

ndash Contro Maestro Ciliegia Commento teologico alle avventure di Pi -

nocchio Jaca Book Milano 1970ndash Il quinto evangelo Editrice Ancora Milano 1970 (ripubblicato da ESD

Bologna 2007)ndash Meditazioni sulla vita ecclesiale Editrice Ancora Milano 1972 (ripubbli-

cato con titolo mutato Quando ridono i Cherubini Meditazioni sulla vita

della Chiesa ESD Bologna 2006)ndash Sullo Spirito di Dio Soliloquio Edizioni OR Milano 1974ndash Io credo Breve esposizione della dottrina cattolica Jaca Book Milano

1980ndash La Bella la Bestia e il Cavaliere Saggio di teologia inattuale Jaca Book

Milano 1984ndash Linee di escatologia cristiana Jaca Book Milano 1984 (IV ed Jaca Book

Milano 2007)ndash Tu solo il signore Saggi teologici drsquoaltri tempi Piemme Casale Mon fer -

rato 1987ndash Approccio al Cristocentrismo Note storiche per un tema eterno Jaca

Book Milano 1994

497Sintesi del pensiero teologico del cardinal Giacomo Biffi

ndash laquoLiberti di Cristoraquo Saggio di antropologia cristocentrica Jaca BookMilano 1996

ndash La Sposa chiacchierata Invito allrsquoecclesiocentrismo Jaca Book Milano1998

ndash Canto nuziale Esercitazione di teologia anagogica Jaca Book Milano2000

ndash Esplorando il disegno Catechesi in Universitagrave Elledici Torino 2000ndash Gesugrave di Nazaret centro del cosmo e della storia Elledici Torino 2000ndash Liber Pastoralis bononiensis EDB Bologna 2002ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma dellrsquoesistenza e lrsquoavvenimento cri-

stiano (vol I) Elledici Torino 2005ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma della storia e lrsquoavvenimento eccle-

siale (vol II) Elledici Torino 2005ndash Pinocchio Peppone lrsquoAnticristo e altre divagazioni Cantagalli Siena

2005ndash Corso inusuale di catechesi Lrsquoenigma dellrsquouomo e la realtagrave battesimale

(vol III) Elledici Torino 2006ndash Un Natale vero ESD Bologna 2006ndash Le cose di lassugrave Esercizi spirituali con Benedetto XVI Cantagalli Siena

2007ndash La donna ideale Riflessioni sulla Madre di Dio ESD Bologna 2007ndash Memorie e digressioni di un italiano cardinale Cantagalli Siena 2007

(Nuova ed ampliata Cantagalli Siena 2010)ndash Pecore e pastori Riflessioni sul gregge di Cristo Cantagalli Siena 2008ndash La rivincita del crocifisso Riflessioni sullrsquoavvenimento pasquale ESD

Bologna 2008 ndash Lo spirito della veritagrave Riflessioni sullrsquoevento pentecostale ESD Bologna

2009ndash La multiforme sapienza di Dio Esercizi spirituali con Giovanni Paolo II

Cantagalli Siena 2014ndash Stilli come rugiada il mio dire Omelie per le domeniche del tempo ordi-

nario 3 voll ESD Bologna 2015

ndash Lettere ad una carmelitana scalza 1960 - 2013 a cura di E GhINI ItacaCastel Bolognese 2017

498

Facciamo notare che le omelie della xVI domenica dellrsquoanno B (vol II p 105) edella x domenica dellrsquoanno C (vol III p 61) NON sono del card Biffi

499

OPERE DI TOMMASO DrsquoAQUINOedite da ESD

Catena aurea Glossa continua super Evangeliavol 1 Matteo 1-12 introd testo latino e trad it pp 992vol 2 Matteo 13-28 testo latino e trad it pp 1016vol 3 Marco testo latino e trad it pp 656vol 4 Luca 1-10 testo latino e trad it pp 648vol 5 Luca 11-24 testo latino e trad it pp 696vol 6 Giovanni 1-8 testo latino e trad it pp 600vol 7 Giovanni 9-21 testo latino e trad it pp 576

Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 1 pp 552

Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 2 pp 592

Commento ai Libri di Boezio Super Boetium De Trinitate Expositio Libri Boetii DeEbdomadibus introd e trad it pp 320

Commento ai Nomi Divini di Dionigi Super Librum Dionysii de Divinis No mi ni bus

vol 1 Libri I-IV introd testo latino e trad it pp 584

vol 2 Libri V-XIII testo latino e trad it comprende anche De ente et essentia pp 568

Commento al Corpus Paulinum Expositio et lectura super Epistolas Pauli Apostoli

vol 1 Romani introd testo latino e trad it pp 1024

vol 2 1 Corinzi introd testo latino e trad it pp 928

vol 3 2 Corinzi Galati introd testo latino e trad it pp 928

vol 4 Efesini Filippesi Colossesi introd testo latino e trad it pp 760

vol 5 Tessalonicesi Timoteo Tito Filemone introd testo latino e trad it pp 720

vol 6 Ebrei introd testo latino e trad it pp 784

Commento al Libro di Boezio De Ebdomadibus Lrsquoessere e la partecipazione Expositio Libri Boetii De Ebdo ma di bus introd testolatino e trad it pp 152

Le Opere sono ordinate secondo il titolo dellrsquoedizione italiana Al titolo dellrsquoedizione italia-na segue il titolo della tradizione latina consolidata segnalato in ca rattere corsivo Cf J-PTORRELL Amico della veritagrave Vita e opere di Tom ma so drsquoAquino ESD 3a edizione completa-mente rivista Bologna 2017

500

Commento al Libro di Giobbe Expositio super Job ad litteram introd trad it pp 528

Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 1 pp 1664

Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 2 pp 1432

Commento al Vangelo secondo Matteo vol 1 pp 1192

Commento al Vangelo secondo Matteo vol 2 pp 1192

Commento allrsquoEtica Nicomachea di Aristotele Sententia Libri Ethi co rum

vol 1 Libri I-V introd e trad it pp 672

vol 2 Libri VI-X trad it pp 608

Commento alla Fisica di Aristotele Sententia super Physicorum

vol 1 Libri I-III introd testo latino e trad it pp 640

vol 2 Libri IV-VI testo latino e trad it pp 776

vol 3 Libri VII-VIII testo latino e trad it pp 704

Commento alla Metafisica di Aristotele Sententia super Me ta phy si co rum

vol 1 Libri I-IV introd testo latino e trad it pp 800

vol 2 Libri V-VIII testo latino e trad it pp 840

vol 3 Libri IX-XII testo latino e trad it pp 848

Commento alla Politica di Aristotele Sententia Libri Politicorum introd trad itpp 464

Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo Scriptum super Libros Sen ten tia rum

vol 1 Libro I dd 1-21 introd testo latino e trad it pp 1104

vol 2 Libro I dd 22-48 testo latino e trad it pp 1056

vol 3 Libro II dd 1-20 testo latino e trad it pp 1000

vol 4 Libro II dd 21-44 testo latino e trad it pp 1120

vol 5 Libro III dd 1-22 testo latino e trad it pp 1176

vol 6 Libro III dd 23-40 testo latino e trad it pp 1088

vol 7 Libro IV dd 1-13 testo latino e trad it pp 1024

vol 8 Libro IV dd 14-23 testo latino e trad it pp 1016

vol 9 Libro IV dd 24-42 testo latino e trad it pp 912

vol 10 Libro IV dd 43-50 testo latino e trad it pp 1000

Compendio di teologia Compendium theologiae introd trad it pp 384

Credo Commento al Simbolo degli apostoli introd trad it pp 128

Fondamenti dellrsquoontologia tomista Il Trattato De ente et es sen tia introd commentotesto latino e trad it pp 320

501

I Sermoni e le due Lezioni inaugurali Sermones Principia ldquoRigans mon tesrdquo ldquoHic est liberrdquointrod commento e trad it pp 368

La conoscenza sensibile Commenti ai libri di Aristotele Il senso e il sensibile La memoria e la reminiscenza Sentencia Libri De sensu etsensato cuius secundus tractatus est De memoria et reminiscencia introd trad it pp 256

La giustizia forense Il quadro deontologico Summa Theologiae II-II qq 67-71introd trad it pp 96

La legge dellrsquoamore La caritagrave e i dieci comandamenti In decem preceptis introd trad it pp 128

La perfezione cristiana nella vita consacrata Contro gli avversari del culto di Dio e della vita religiosa La perfezione della vita spi rituale Contro la dottrina di quanti distolgono dallavita religiosa Contra impugnantes Dei cultum et religionem De perfectione spiritualis vitae Contra pestiferam doctrinam retrahentium homines a religionis ingressu introd trad it pp 448

La preghiera cristiana Il Padre nostro lrsquoAve Maria e altre preghiere introd trad it pp 128

La Somma contro i Gentili Summa contra Gentiles

vol 1 Libri I-II introd testo latino e trad it pp 784

vol 2 Libro III testo latino e trad it pp 640

vol 3 Libro IV testo latino e trad it pp 464

La Somma Teologica Summa Theologiae in 35 volumi introduzione a ogni sezionetesto latino e trad it

La Somma Teologica Summa Theologiae in 6 volumi sola traduzione italiana

vol 1 Parte I pp 1040

vol 2 Parte I-II pp 976

vol 3 Parte II-II qq 1-79 pp 616 (esaurito)

vol 4 Parte II-II qq 80-189 pp 816

vol 5 Parte III pp 920

vol 6 Supplemento pp 848

La Somma Teologica (edizione 2014) Summa Theologiae in 4 volumi introduzionitesto latino e trad it

vol 1 Prima Parte pp 1312

vol 2 Seconda Parte Prima Sezione pp 1264

vol 3 Seconda Parte Seconda Sezione pp 1824

vol 4 Terza Parte pp 1216

502

La virtugrave della fede Summa Theologiae II-II qq 1-16 introd trad it pp 248

La virtugrave della prudenza Summa Theologiae II-II qq 47-56 introd trad it pp 160

La virtugrave della speranza Summa Theologiae II-II qq 17-22 introd trad it pp 112

Lrsquounitagrave dellrsquointelletto De unitate intellectus Lrsquoeternitagrave del mon doDe aeternitate mundi introd testo latino e trad it pp 240

Le Questioni Disputate Quaestiones Disputatae

vol 1 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq I-IX pp 968

vol 2 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq X-XX pp 896

vol 3 La Veritagrave De Veritate introd testo latino e trad it qq XXI-XXIXpp 992

vol 4 Lrsquoanima umana De Anima Le creature spirituali De spi ritualibus creaturis introd testo latino e trad it pp 832

vol 5 Le virtugrave De virtutibus in communi De caritate De correctione fraterna De spe De virtutibus car di na li bus Lrsquo unione del Verbo Incarnato De unione Verbi In car na ti introd testo latino e trad it pp 688

vol 6 Il male De malo introd testo latino e trad it qq I-VI pp 624

vol 7 Il male De malo testo latino e trad it qq VII-XVI pp 736

vol 8 La potenza divina De potentia Dei introd testo latino e trad it qq I-V pp 784

vol 9 La potenza divina De potentia Dei testo latino e trad it qq VI-X pp 672

vol 10 Su argomenti vari Quaestiones quodlibetales introd testo latino etrad it qq VII-XI pp 520

vol 11 Su argomenti vari Quaestiones quodlibetales testo latino e trad it qq I-VI XII pp 848

Logica dellrsquoenunciazione Commento al libro di Aristotele Peri Her me neias ExpositioLibri Peryermenias introd trad it pp 264

Opuscoli politici Il governo dei principi Lettera alla duchessa del Bra ban te La dilazione nella compravendita De Regno ad Regem CypriEpistola ad Du cis sam Brabantiae De emptione et venditione ad tempus introdtrad it pp 464

Opuscoli spirituali Commenti al Credo Padre Nostro Ave Maria DieciComandamenti Ufficio e Messa per la Festa del Corpus Domini Le preghieredi san Tommaso Lettera a uno studenteIn Symbolum Apo sto lo rum In orationem dominicam

503

In salutationem angelicam In duo praecepta caritatis et in decem legis praeceptaexpositio Officium de Festo Corporis Christi Piae Preces Ad Joannem introdtrad it pp 352 (esaurito)

Pagine di filosofia Filosofia della natura antropologia gnoseologia teologia natura-le etica politica pedagogia De Principiis naturae testo latino e trad it intro-duzioni e antologia di brani pp 224

ALTRE OPERE SU TOMMASO DrsquoAQUINOedite da ESD

JEAN-PIERRE TORRELL Amico della veritagrave Vita e opere di Tommaso drsquoA qui no 3a ed comple-tamente rivista pp 624

BATTISTA MONDIN Dizionario enciclopedico del pensiero di san Tom ma so drsquoAquino 2a edpp 764

504

TEOLOGIA

SANTA SEDE Enchiridion di Bioetica Documenti da Pio X a FrancescoVAGNEUX Y Co-Esse Il Mistero trinitario nel pensiero di Jules MonchaninFESTA G Lrsquoereditagrave dei Santi Padri Cassiano e i Domenicani SERAFINI FUn cardiologo visita Gesugrave I miracoli eucaristici alla prova della scienza 2a edMONDIN B Storia della Teologia vol 4 2a edCHARDONLLa Croce di Gesugrave Dove sono provate le piugrave belle veritagrave della teologia mistica edella grazia santificante 2a ed

BICCHIEGA M Fertilitagrave umana Consapevolezza e virtugraveCONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA Dio e la dignitagrave dellrsquouomoCARPIN A (ed) Il vangelo della famiglia La famiglia in prospettiva teologicaBRUGUEgraveS J-L Corso di teologia morale fondamentale 6 voll RUFFINI F La ldquoQuaestio de unione Verbi incarnatirdquoSALVIOLI M (ed) Tomismo creativoBUZI P La Chiesa copta Egitto e Nubia 2a edBERNINI R La vita consacrata Teologia e spiritualitagraveCARPIN A Indissolubilitagrave del matrimonio La tradizione della Chiesa anticaTESTI C A Santi pagani nella Terra di Mezzo di TolkienPIZZORNI R Amore e civiltagravePUCCETTI R I veleni della contraccezioneMAGNANINI P-MACCAFERRI A Analisi grammaticale dellrsquoaramaico bi bli coMILBANK J Il fulcro sospeso Henri de Lubac e il dibattito intorno al soprannaturaleCOGGI R Trattato di Mariologia I misteri della fede in Maria 2a edCHIESA ORTODOSSA RUSSA Fondamenti della dottrina sociale MONDIN B Lrsquouomo secondo il disegno di Dio 2a edBARILE R (ed) Il rosario Teologia storia spiritualitagrave PASINI G Il monachesimo nella Rusrsquo di Kiev PANE R La Chiesa armena Storia spiritualitagrave istituzioni MONDIN B La Trinitagrave mistero drsquoamore 2a edCOMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE Documenti 1969-2004 2a edDERMINE F M Carismatici sensitivi e medium 2a edLIVI A Filosofia e Teologia BARZAGHI G La Somma Teologica in Compendio BOSCHI B Due Testamenti una sola storia OLMI A (ed) Il peccato originale tra teologia e scienza BOSCHI B Genesi Commento esegetico e teologico

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CARPIN A Donna e sacro ministero La tradizione ecclesiale anacronismo o fe del tagrave SPATARU D Sacerdoti e diaconesse La gerarchia ecclesiastica secondo i Padri Cap pa do ci CARPIN A Cipriano di Cartagine Il vescovo nella Chiesa la Chiesa nel vescovoCOUSIN H-LEacuteMONON JP Le diverse correnti della religione ebraicaABADIE P-COUSIN H-LEacuteMONON JP Il monoteismo specificitagrave e originalitagrave della fede ebraica

COUSIN H-LEacuteMONON JP-MASSONNET J-MEacuteASSON A Come gli ebrei leggevano i testi sacri

ABADIE P-MASSONNET J Il culto nella societagrave giudaicaCOMBY J-LEacuteMONON JP-MASSONNET J-RICHARD F La civiltagrave greco-romana e la civiltagrave giudaica

LEacuteMONON JP-RICHARD F Gli Ebrei e lrsquoImpero Romano ai tempi di GesugraveCOGGI R Ripensando LuteroCARPIN A Angeli e demograveni nella sintesi patristica di Isidoro di Si vi gliaCARBONE G M Lrsquouomo immagine e somiglianza di DioCHARAMSA C Davvero Dio soffreCARPIN A La Redenzione in Origene santrsquoAnselmo e san TommasoSUH A Le rivelazioni private nella vita della ChiesaBARZAGHI G Soliloqui sul DivinoAA VV Approfondimento concettuale della fede e inculturazioneDA CRISPIERO M Teologia della sessualitagrave (esaurito)PERINI G I Sacramenti Battesimo Confermazione Eucaristia - IIPERINI G I Sacramenti e la grazia di Cristo Redentore - IMATTIOLI V La difficile sessualitagrave (esaurito)CARPIN A LrsquoEucaristia in Isidoro di SivigliaAA VV La coscienza morale e lrsquoevangelizzazione oggiGHERARDINI B Santa o Peccatrice (esaurito)SEMERARO M Il Risorto tra noi (esaurito)AA VV Le segravette religiose una sfida pastoraleTESTA B (ed) La nuova evangelizzazione dellrsquoEuropa nel Magistero di Gio van ni Paolo IIVICARIATO DI ROMA Prontuario teologico in preparazione agli Ordini e ai Mi ni ste riSPIAZZI R Cristianesimo e culturaAA VV Il matrimonio e la famigliaCAVALCOLI C La buona battagliaBARILE R La fatica di uno scribaBIAGI R Cristo profeta sacerdote e re

I TALENTI

Collana diretta da Moreno Morani giagrave diretta da Marta Sordi

La collana laquoI Talentiraquo edita da Edizioni San Cle men te e Edi zio ni Studio Do me ni ca noospita testi fondamentali che sono allrsquoorigine delle tradizioni culturali drsquoO rien te edrsquoOccidente cristiane e non cristiane integrando e completando lrsquoedizione dei Padri dellaChiesa Si riporta il testo critico in lingua originale la traduzione italiana e un apparato diintroduzioni note e commenti con cui il let tore moderno potragrave finalmente apprezzarequeste ope re vere pietre miliari e autentici laquotalentiraquo della cultura umana universale

1 TERTULLIANO Difesa del cristianesimo (Apologeticum)2 ELISEO LrsquoARMENO Commento a Giosuegrave e Giudici3 BARDESANE Contro il Fato (Peri heimarmene)4 ANONIMO Libro dei due Principi 5 ELISEO LrsquoARMENO Sulla passione morte e risurrezione del Signore 6 DIONIGI I nomi divini7 DIONIGI Mistica teologia e Epistole I-V8 TERTULLIANO Il battesimo 9 TERTULLIANO La penitenza 10 TERTULLIANO Questione previa contro gli eretici 11 TERTULLIANO Alla sposa 12 TOMMASO DrsquoAQUINO Lrsquounitagrave dellrsquointelletto Lrsquoeternitagrave del mondo 13 GIOVANNI DAMASCENO Esposizione della fede 14 MATTEO RICCI Catechismo 15 GREGORIO DI NAZIANZO Cinque Discorsi Teologici Sulla Trinitagrave16 TERTULLIANO La carne di Cristo17 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento agli Analitici Posteriori di Ari sto te le vol 118 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento agli Analitici Posteriori di Aristotele vol 219 CATERINA DA SIENA Dialogo20 NICCOLOgrave CUSANO Lrsquoocchio mistico della metafisica (Opuscoli)21 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Matteo vol 122 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Matteo vol 223 ELISEO LrsquoARMENO Omelie e Scritti teologici24 ANASTASIO SINAITA Domande e risposte bizzarre25 NEMESIO DI EMESA La natura dellrsquouomo26 ISACCO DI NINIVE Discorsi ascetici27 TERTULLIANO La pazienza ndash La corona28 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 129 TOMMASO DrsquoAQUINO Commento al Vangelo secondo Giovanni vol 2

Di prossima pubblicazioneTOMMASO DrsquoAQUINO Commento a IsaiaROMANO IL MELODE Carmi

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SOURCES CHREacuteTIENNES ndash Edizione italianaCollana presieduta da Paolo Siniscalco

La collezione francese Sources Chreacutetiennes fondata nel 1942 a Lione da DeLubac e Danieacutelou offre testi cristiani antichi greci latini e nelle lingue del VicinoOriente che per qualitagrave e per numero sono universalmente riconosciuti come ec -cellenti Dal 2006 le Edizioni Studio Domenicano promuovono la traduzione di que -sta collana in italiano in stretto e proficuo contatto con la ldquocasa madrerdquo di Lio ne

Lrsquoedizione italiana da parte sua si caratterizza specificamente per la scelta dititoli importanti letterariamente dottrinalmente e spiritualmente per la cura concui egrave aggiornata la bibliografia in modo completo e sistematico per le eventuali noteaggiuntive o le appendici concernenti problematiche emerse nel campo degli studidopo la pubblicazione dellrsquoedizione francese per una loro semplificazione Lrsquoedi zio -ne italiana delle Sources si propone infine di contenere per quanto possibile iprezzi di ogni volume

1 CIPRIANO DI CARTAGINE Lrsquounitagrave della Chiesa2 CIPRIANO DI CARTAGINE A Donato e La virtugrave della pa zien za3 MANUELE II PALEOLOGO Dialoghi con un mu sul ma no4 ANONIMO A Diogneto5 CIPRIANO DI CARTAGINE A Demetriano6 ANONIMO La dottrina dei dodici apostoli7 CIPRIANO DI CARTAGINE La beneficenza e le elemosine8 CLEMENTE DI ROMA Lettera ai Corinzi9 ORIGENE Omelie sui Giudici10 GIUSTINO Apologia per i cristiani11 GREGORIO DI NISSA Omelie su Qoelet12 ATANASIO SantrsquoAntonio Abate La sua vita13 DHUODA Manuale per mio figlio14 UGO DI SAN VITTORE Sei Opuscoli Spirituali15 DIADOCO DI FOTICEA Opere Spirituali16 GREGORIO DI NISSA Discorso Catechetico

Di prossima pubblicazione

GIOVANNI CRISOSTOMO Commento a GiobbeGIOVANNI CRISOSTOMO Panegirici su san PaoloNICOLA CABASILAS La Divina Liturgia

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LE FRECCE

CLAVERIE P Lrsquoincontro e il dialogo Breve trattato

CLAVERIE PUn vescovo racconta lrsquoIslam 3a ed

HARVEY J F Attrazione per lo stesso sesso Accompagnare la persona

PUCCETTI R Leggender metropolitane

BARZAGHI G Diario di metafisica Concetti e digressioni sul sensodellrsquoessere 2a ed

RUSSO C L Il cuore comuneOmaggio alla vita matrimoniale

CEacuteSAR DAS NEVES J Lrsquoeconomia di Dio

AGNOLI F Filosofia religione politica in Albert Einstein

TOMMASO DrsquoAQUINO La giustizia forense Il quadro deontologico

BARZAGHI G Il fondamento teoretico della sintesi tomista LrsquoExem plar

CARBONEG MGender Lrsquoanello mancante 2a ed

BARZAGHI G Lrsquooriginario La culla del mondo

BARZAGHI G Compendio di Storia della Filosofia 2a ed

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della prudenza

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della speranza

LOMBARDO C Sulle Alte Vie del Tor des Geacuteants

CARBONEG M Lrsquoembrione umano qualcosa o qual cu no 4a ed

SCHOOYANSM Evoluzioni demografiche Tra falsi miti e veritagrave

TOMMASO DrsquoAQUINO La virtugrave della fede

TOMMASO DrsquoAQUINO La legge dellrsquoamore La caritagrave e i dieci comandamenti

PUCCETTI R - CARBONEG - BALDINI V Pillole che uc ci do no Quello che nessuno ti dice sulla contraccezione 2a ed

TOMMASO DrsquoAQUINOCredo Commento al Simbolo degli apostoli

SALVIOLI M Bene e male Variazioni sul tema

TOMMASO DrsquoAQUINO La preghiera cristiana Il Padre nostro lrsquoAve Maria e altre preghiere

BARZAGHI G Lrsquointelligenza della fede Credere per capire sapere per credere

ARNOULD J Caino e lrsquouomo di Neanderthal Dio e le scienze

BARZAGHI G Lo sguardo della sofferenza

PANE R Liturgia creativa Presunte applicazioni della riforma liturgica

SCHOOYANSM Conversazioni sugli idoli della modernitagrave

ROCCHI G Il caso Englaro Le domande che bruciano

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GABBI L Confessioni di un ex manager Quale etica drsquoim pre sa

CLAVERIE PUn vescovo racconta lrsquoIslam

MAZZONI A (ed) Staminali Possibilitagrave terapeutiche

MAZZONI A - MANFREDI RAIDS esiste ancora Storia e prevenzione

ANATRELLA T Felici e sposati Coppia convivenza matrimonio

SCHOumlNBORN C Sfide per la Chiesa

PERTOSA A Scelgo di morire Eutanasia e accanimento terapeutico

ROCCHI G Il legislatore distratto La legge sulla fe con dazione artificiale

CARBONEG M Le cellule staminali 2a ed

CARBONEG M La fecondazione extracorporea 4a ed

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ITINERARI DELLA FEDE

BOTTA M Nasi lunghi gambe corte Viaggio tra pulsioni e sentimenti di ogni tempo

FORTINI V Santi insieme nellrsquoamore Riflessioni per la famiglia

PEDERZINI N Voglia di paradiso 7a ed

BOTTA M Uomini e donne

BERNADOT V-M DallrsquoEucaristia alla Trinitagrave 3a ed

PEDERZINI N Il sorriso

CAFFARRA C Prediche corte tagliatelle lunghe Spunti per lrsquoanima

BOTTAM Sto benissimo Soffro molto La Chiesa e le passioni

BIFFI G Spiragli su Gesugrave

PEDERZINI N Coraggio Come alimentare e condividere la speranza

MAZZONI T Il bello della vita Di carrube briciole e banchetto nuziale

BOTTAM Sceglieragrave lui da grande La fede nuoce gravemente alla salute

FORTINI V Costruire lrsquoamore Lrsquoesperienza umana vol 1

FORTINI V Costruire lrsquoamore Il disegno di Dio vol 2

PEDERZINI N La Messa egrave tutto Rito e contenuti essenziali

BIFFI G Stilli come rugiada il mio dire Omelie del Tempo Ordinario (Anno A B C)

BARILE R Il Rosario

PEDERZINI NVivere bene Una conquista unrsquoarte 2a ed

MELONI S ISTITUTO SAN CLEMENTE I Miracoli Eucaristici e le radici cristiane dellrsquoEuropa3a ed

SCHOumlNBORN C Gesugrave Maestro Scuola di vita

COGGI R Piccolo catechismo eucaristico 4a ed

PEDERZINI N Benedetti benediciamo Celebriamo la speranza

PANE R Il Credo parola per parola Spunti per la riflessione e per la catechesi

BENETOLLO V ISTITUTO SAN CLEMENTE Piccolo catechismo sul sa cramento dellapenitenza

PEDERZINI NUna carezza ravviva lrsquoamore La dolce forza della tenerezza

BONAPARTE N Conversazioni sul cristianesimo Ragionare nella fe de

BARZAGHI G La Somma Teologica di san Tommaso drsquoAquino in un sof fio

PEDERZINI N Sposarsi egrave bello 6a ed

PEDERZINI NGli angeli camminano con noi

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BIFFI G LrsquoABC della fede Proposta sintetica per lrsquoAnno della fede 3a ed

PEDERZINI NMettere ordine 19a ed

SCHOumlNBORN C Sulla felicitagrave Meditazioni per i giovani

BIFFIG La fortuna di appartenergli Lettera confidenziale ai credenti 2a ed

PEDERZINI N Lagravesciati amare 9a ed

PEDERZINI N La solitudine

PEDERZINI N Stai con me 4a ed

SCHOumlNBORN C Abbiamo ottenuto misericordia Il mistero della Di vi na Misericordia

MASTROSERIO N Il giubileo

CAVALCOLI G La buona battaglia

PEDERZINI NAve Maria 3a ed

CARPIN A La catechesi sulla penitenza e la comunione eucaristica

COSTA R COSTA G Lasceragrave suo padre e sua madre

PEDERZINI N La vita oltre la morte 6a ed

PEDERZINI N Lo Spirito Santo 5a ed

PEDERZINI N Il sacramento del perdono 6a ed

PEDERZINI NRiscopriamo leucaristia 5a ed

PEDERZINI N Il sacramento del battesimo 4a ed

BIFFI G Lrsquoereditagrave di santa Clelia

BIFFI G Lo Spirito della veritagrave Riflessioni sullrsquoevento pentecostale

BIFFI G Incontro a colui che viene Discorso ai gio va ni

BIFFIG La rivincita del Crocifisso Riflessioni sullrsquoavvenimento pa squ a le

BIFFI G Il quinto evangelo 11a ed

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Edizioni Studio DomenicanoVia dellrsquoOsservanza 72 - 40136 Bologna - ITALIA

Tel +39 051582034 - Fax +39 051331583acquistiesd-domenicaniit

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Finito di stampare nel mese di giugno 2020 presso SAB Budrio Bologna

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delle Edizioni Studio Domenicano possono essere consultati su

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  • 02 Sommario SD 1-20 (pp 05-12) pdf
  • 03 Casella (pp 13-50)pdf
  • 04 Galassi (pp 51-163)pdf
  • 05 Jing (pp164-191)pdf
  • 06 Pari (pp192-223)pdf
  • 07 Pari MR (pp224-246)pdf
  • 08 Postorino (pp 247-306)pdf
  • 09 Rotundo (pp 307-396)pdf
  • 10 Salvioli (pp 397-421)pdf
  • 11 Zirotti (pp422-498)pdf
  • 12 Ultime pagine (pp499-512)pdf
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