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Oggi inizia una sfida: è la sfida di mettersi in gioco, la sfida di
“starci dentro” (a scappare, sono buoni tutti!).
E’ il “cammino dell’arco”, un allenamento che ci fa ripartire dalle
cose che contano: fare spazio in me, nella mia vita, nelle mie
abitudini… perché l’altro possa raccontarsi, esserci, entrare in
relazione con me…
Fare spazio con l’ascolto (di me stesso, degli altri, di Dio), lasciando
un po’ da parte le molte COSE, per dare valore alle PERSONE
(è questa l’elemosina? Wow!).
E poi… c’è quel gesto dispettoso delle Ceneri… già la cenere:
il resto di una combustione, uno scarto…già, ma anche un detersivo
e un fertilizzante formidabile! Sembra proprio quello che succede
a Pasqua: anche lì c’è una consumazione, una morte,
un’apparente sconfitta.
“Ma… quando sembra che sia finita…”
già, proprio come la canzone:
“Che fantastica storia è la vita!”.
Che fantastica storia è
la Pasqua… e la Quaresima!
Buon “cammino dell’arco!!!”
PROVA a starciDENTRO
Ancora la Quaresima? Ogni anno la stessa storia dei 40 giorni prima di Pasqua in cui dovremmo pregare, digiunare (ma dai!!!), fare l’ “elemosina”!?? Ma è roba d’altri tempi! Perché la Chiesa non si aggiorna un po’?
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SUSSIDIODIQUARESIMA
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Possiedi capacità, possiedi dignità, e possiedi la postura
giusta – disse Tetsuya.-Conosci bene la tecnica e padroneggi lo strumento, ma non
sai dominare la tua mente.Sai tirare quando tutte le circostanze ti sono favorevoli, ma
trovandoti su un terrenorischioso, non riesci a raggiungere l’obiettivo.
Invece, l’arciere non sempre può scegliere il suo campo di
battaglia, per cui ricomincia l’allenamento e tieniti pronto
per le situazioni non a tuo favore. “Prosegui nel cammino
dell’arco, poiché è il cammino di una vita. Ma cerca di
imparare che un tiro corretto e preciso è molto diverso da
un tiro fatto con la pace nell’anima.”
il Cammino dell’Arco
La religione... non mi interessa! E poi tutte quelle rinunce... per cosa? per sembrare meglio di altri? è un Cristiano migliore chi se ne vanta? e perchè io devo rinunciare a qualcosa quando la Chiesa fa tutte quelle cerimonie costose e sfarzose... A che cosa serve far vedere che sono un Cristiano... cosa ci guadagno? a me interessano altre cose... che non sono in accordo con quello che la “religone” dice... ma Dio mi vuole anche così? che cosa veramente devo cercare...?
OGGI...UN TEMPO OPPORTUNO
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per info sui diritti d’autore della storia vai a pag. 37
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini
per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi
presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a
te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere
lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua
sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe
e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere
visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi
la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che
vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che
assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano.
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece,
quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente
non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
VANGELO DI MAT TEO 6,1-6.16-18
Fin da bambini ci è stato insegnato che ad ogni azione sbagliata quasi sempre
segue un rimprovero o punizione e al contrario quando facciamo qualcosa di
buono ci viene dato o ci aspettiamo il premio. Dio non ragiona così. Va oltre
questa semplice logica di scambio.
Oggi come non mai la nostra società è presentata come un reality show pieno
di gente finta che mette al centro il proprio ego per apparire sempre nuova.
Dio che guarda nel profondo del nostro cuore ti chiede di andare
contro corrente ed OGGI è il momento giusto per iniziare questo
cammino. Anche Lui ti propone di essere nuovo e ogni anno
con pazienza ti lascia la possibilità di cambiare.
scendiamo in Profondità
SUSSIDIODIQUARESIMA
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WOWWOW
Ma perchè cambiare e come? E’ necessario capire che non
devi concentrarti solamente sulla perfezione esteriore come
dice Tetsuya: “possiedi capacità, possiedi dignità e possiedi la
postura giusta ma non sai controllare la tua mente”. Non si tratta
di svolgere bene un compito per piacere agli altri ma puntare a scegliere
liberamente il meglio per te e per chi ti sta intorno. Per fare questo non
devi smettere mai di allenarti e riprovare a scoccare il tuo tiro, perchè
“un tiro corretto e preciso è molto diverso da un tiro fatto con la pace
nell’anima”.Chi si incammina su un tale sentiero molto spesso si trova ad dover
rivedere le proprie considerazioni per lasciar spazio alla fede e all’ascolto di
Dio tramite la preghiera, il quale è l’unico in grado di portarci alla perfezione
vera, quella che ti permette di vivere ogni momento con gioia, umiltà e
donazione.
Il Dio vero, il Dio che è Amore mi conosce nel
mio intimo, mi accetta per come sono, anche nei
momenti in cui nessuno saprebbe farlo. Se saprò
dialogare con Lui prendendo coscienza di questo
amore senza confini saprò scegliere liberamente
di iniziare un percorso che mi porterà a realizzare
il Suo progetto su di me: la mia felicità.
OGGI...UN TEMPO OPPORTUNO
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SUSSIDIODIQUARESIMA
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-Tetsuya.Il ragazzo guardò con stupore lo straniero. -Nessuno in questa città ha
mai visto Tetsuya con un arco in mano – rispose.– Sappiamo tutti che
lavora nella falegnameria.-Può darsi che abbia smesso, che si sia scoraggiato, a me questo non
interessa insistette lo straniero. – Ma se ha rinunciato al suo talento non
può essere considerato il miglior arciere del paese. E per questo motivo
sono stato in viaggio tanti giorni: per sfidarlo e mettere la parola fine a
una fama che non merita più.Il ragazzo capì che non serviva continuare a discutere: era meglio
portarlo dal falegname affinché vedesse con i propri occhi che si stava
sbagliando.Tetsuya stava lavorando nella bottega sul retro della sua casa. Si voltò
per vedere chi stava arrivando, e il suo sorriso si interruppe a metà. Gli
occhi si fissarono sulla lunga borsa a tracolla che lo straniero portava
con sé.-É esattamente quello che stai pensando – disse l’uomo appena
arrivato. –Non sono venuto fin qui per umiliare né per provocare
l’uomo che è diventato una leggenda. Vorrei soltanto dimostrare
che, con tutti i miei anni di esercizio, sono riuscito a raggiungere la
perfezione.-Un uomo che fu di esempio per tutta una generazione, non può
sparire come spariste voi – continuò lo straniero. – Seguii i vostri
insegnamenti, cercai di rispettare il cammino dell’arco, e merito che
voi mi vediate tirare. Se farete ciò, io me ne andrò e non dirò ad
alcuno dove si trova il più grande di tutti i maestri.
L’uomo portò l’arco – con la freccia già incoccata alla corda – fino
al centro del petto. Lo innalzò sopra la sua testa, e a man
mano che faceva scendere le mani, iniziò a tenderlo.
Improvvisamente, la mano sulla corda si aprì, il
braccio venne spinto all’indietro, l’arco descrisse
un cerchio elegante nell’altra mano, e la freccia
scomparve dalla vista, per tornare ad fare la sua
comparsa lontano.-Vai a prenderla– disse Tetsuya.
il Cammino dell’Arco
OGGI...CHI VOGLIO ESSERE ?
1010Il ragazzo tornò con la freccia: aveva trafitto una
ciliegia che si trovava per terra, a quaranta metri di
distanza.Tetsuya, senza proferire parola, uscì in direzione delle
montagne. Lo straniero e il ragazzo lo accompagnarono.
Camminarono per un’ora, finché giunsero ad una fenditura fra due
rocce, dove scorreva un fiume impetuoso: quel luogo poteva essere
attraversato solo per mezzo di un ponte di corda fradicio, mezzo
pericolante.Con tutta calma, Tetsuya arrivò fino al centro del ponte – che oscillava
pericolosamente - fece un inchino verso qualcosa dall’altra parte, armò
l’arco nella maniera in cui aveva fatto lo straniero, lo innalzò, lo porto
nuovamente al petto, e tirò.Il ragazzo e lo straniero videro che una pesca matura, che si trovava a
venti metri dal punto preso di mira, era stata trafitta dalla freccia.
-Tu hai colpito una ciliegia, io ho colpito una pesca – disse Tetsuya,
tornando verso la sicurezza rappresentata dalla sponda. - La ciliegia
è più piccola. “Tu hai colpito il tuo bersaglio a quaranta metri, e il mio
si trovava a metà di quella distanza. Quindi, tu sei in grado di ripetere
quello che hai fatto. Vieni fin qui al centro di questo ponte, e rifai la
stessa cosa.”Terrorizzato, lo straniero si diresse fino al centro del ponte semi fradicio,
tenendo gli occhi fissi al burrone sotto ai suoi piedi. Fece gli stessi gesti
rituali, tirò in direzione dell’albero delle pesche, ma la freccia passò
molto distante.Facendo ritorno verso la sponda, il suo volto era pallido.
Sulla strada del ritorno, il ragazzo era esultante.
-Lo avete umiliato, Tetsuya! Dovete essere proprio il più bravo di tutti!
-Non dobbiamo giudicare le persone senza prima imparare ad ascoltarle
e rispettarle. Lo straniero era un uomo buono: non mi ha umiliato,
né ha tentato di dimostrare di essere il migliore, nonostante desse
l’impressione contraria. Desiderava mostrare il suo talento e vederlo
riconosciuto, al costo di dare l’impressione di starmi sfidando.
“D’altronde, fa parte del cammino dell’arco affrontare di tanto in
quanto delle prove inaspettate, ed è stato esattamente ciò
che oggi lo straniero mi ha permesso di fare”.
– Che cos’è il cammino dell’arco?
Potete insegnarmelo?
SUSSIDIODIQUARESIMA
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Perché a volte riesco a fare quello che vorrei, e altre volte no? C’è qualcosa che mi distrae dall’obiettivo? Perché mi trovo davanti a difficoltà, ostacoli? Perché gli altri non mi aiutano? E Perché Dio non mi dà quello che gli chiedo?
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-Insegnare non è difficile. Posso farlo in meno di
un’ora, mentre facciamo ritorno al villaggio. Ciò che
è difficile è esercitarsi tutti i giorni fino a raggiungere
la precisione necessaria. Se tu riesci a comprendere
quello che ti sto dicendo, potrai usare questi
insegnamenti per qualsiasi cosa desideri.
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dalla regione del Giordano.
Poi, sempre sotto l’azione dello Spirito, andò nel deserto, e là rimase
quaranta giorni mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni.
Per tutti quei giorni non mangiò nulla e così, alla fine ebbe fame.
Allora il diavolo gli disse: “Se sei proprio il Figlio di Dio comanda a questa
pietra di diventare pane”. Ma Gesù gli rispose: “No, perché nella Bibbia
Dio ci insegna: -Non di solo pane vive l’uomo-“. Il diavolo alloro portò
Gesù sopra un monte, e in un solo istante gli fece vedere tutti i regni
della terra. Gli disse: “Vedi, tutti questi regni, ricchi e potenti, sono miei:
a me sono stati dati ed io li do a chi voglio. Ebbene, se ti inginocchierai
davanti a me io te li darò”. Gesù gli rispose di nuovo: “No, perché nella
Bibbia si legge: -Adora il Signore, che è il tuo Dio: a lui solo rivolgi le
tue preghiere!”. Alla fine il diavolo condusse Gesù a Gerusalemme e
lo portò sulla parte più alta del tempio. Gli disse: “Se veramente
sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui. La Bibbia infatti
afferma: -Dio comanderà ai suoi angeli di proteggerti.
Essi ti sosterranno con le loro mani e così tu non
inciamperai e non cadrai!”. Gesù gli rispose per
l’ultima volta: “Sì, ma la Bibbia dice anche:
-Non sfidare il Signore, che è il tuo Dio-“. Il diavolo
allora, avendo esaurito ogni genere di tentazione,
si allontanò da Gesù, ma aspettando un altro momento
propizio.
VANGELO DI LUCA 4, 1-13
OGGI...CHI VOGLIO ESSERE ?
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Gesù si trova sospinto nel deserto, c’è qualcuno che lo
sfida… il diavolo. Il deserto è un posto faticoso, un luogo che
non è scontato riuscire ad attraversare sani e salvi… e dove è difficile
centrare il bersaglio senza farsi distrarre. Gesù nel deserto, come Tetsuya
sul ponte, riesce a rimanere saldo, senza farsi sconvolgere dalla paura, dalle
distrazioni, dalle tentazioni.L’avere, il potere, l’apparire: sono le tentazioni di Gesù... e anche le nostre. O forse
siamo talmente abituati a questi atteggiamenti da considerarli naturali, addirittura
come positivi? Quanto siamo abituati a scendere a compromessi con le tentazioni?
Si, perché rispondere alle tentazioni con il loro stesso linguaggio significa scendere
a compromessi con esse, con la paura di stare sul ponte. Significa fare il gioco di chi
vuole dirmi come devo essere, di chi mi vuole tutta apparenza e niente sostanza, per
potermi controllare meglio.Perché Gesù non scende a compromessi? Prima di tutto lui conosce qual è il vero
significato dell’avere: è il donare. Del potere: è la libertà di fare ciò che è giusto.
Dell’apparire: mostrare chi si è realmente.
Come fa a conoscere il vero significato delle cose? Perché anzitutto sa bene chi è
lui stesso. Ha una identità forte, che non si lascia sconvolgere da chi lo sfida, da chi
vorrebbe pilotare le sue scelte e la sua vita, da chi vorrebbe sceglier al posto suo.
Lo sfidante di Tetsuya vuole dimostrarsi migliore di tutti, ma cede alla paura… e
manca il bersaglio. È quello che accade quando non siamo in grado di gestire la
situazione, gli imprevisti: manchiamo il bersaglio
Anche Tetsuya è tentato: è tentato di umiliare il suo sfidante, di schiacciarlo con
la sua superiorità. Ma non lo fa. Si limita a mostrare chi è, a far emergere la sua
identità. Una identità che ha richiesto un lungo cammino per formarsi, il cammino
dell’arco. È proprio che questo che non umilia, perché la sua superiorità è frutto di
un cammino… un cammino che non è un club esclusivo, o una setta esoterica, ma un
cammino aperto a tutti. Tetsuya con il suo fare offre l’esempio di come una persona
può comportarsi, una persona che non umilia, ma accoglie. Che non giudica, ma
mostra il modo giusto di fare.
scendiamo in Profondità
Ci avevi mai pensato? Anche tu puoi scegliere chi
essere, fare un cammino! Puoi scegliere di essere
perfetto, di riuscire a colpire una ciliegia, solo
quando tutto ti è a favore, ma di non essere in
grado di gestire quello che non ti aspetti; oppure puoi scegliere
il cammino dell’arco: magari colpirai solo una pesca, ma
sarai preparato anche a un ponte traballante, a un
deserto, alla solitudine, alle distrazioni.
SUSSIDIODIQUARESIMA
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I tuoi alleati non saranno necessariamente quelle persone che tutti
guardano, restano incantati, e affermano: “ non esiste nessuno migliore.”
Proprio il contrario: sono persone che non hanno paura di commettere
errori, e quindi li commettono. Per questo motivo, non sempre il loro
lavoro verrà riconosciuto. Ma è questo genere di persone che trasforma
il mondo, e dopo molti errori riesce a combinare qualcosa che farà la più
grande differenza all’interno della propria comunità.
Sono persone che non possono restare ad aspettare che le cose
succedano, per poi decidere qual è l’atteggiamento migliore da
assumere: loro decidono man mano che agiscono, pur sapendo che
questo può essere molto rischioso.
Vivere assieme a queste persone è importante per un arciere, perché
lui ha bisogno di capire che, prima di mettersi davanti al bersaglio, deve
essere sufficientemente libero per cambiare direzione man mano che
porta la freccia davanti al petto.
Quando apre la mano e lascia la corda, deve dire a se stesso: “mentre
tendevo l’arco, ho percorso un lunga via. Adesso scocco questa freccia
sapendo che ho rischiato a sufficienza, e
ho dato il meglio di me.” I migliori alleati sono quelli che non ragionano come gli altri. Per questo,
quando cerchi dei compagni con cui condividere l’entusiasmo del tiro,
fidati del tuo intuito, e non curati dei commenti altrui. Le persone
giudicano sempre gli altri avendo come modello i propri limiti – e a
volte l’opinione della comunità è piena di preconcetti e timori.
Unisciti a chi sperimenta, rischia, cade, si fa male, e torna a rischiare.
Allontanati da chi asserisce delle verità, critica chi non la pensa come
loro, non ha mai mosso un dito senza avere la certezza che avrebbe
ottenuto rispetto, e preferisce avere certezze piuttosto che dubbi.
Unisciti a chi si espone e non ha paura di mostrarsi vulnerabile:
essi capiscono che le persone possono migliorare solo quando
osservano ciò che l’altro sta facendo, non per giudicarlo,
ma per ammirarlo per la sua dedizione e il suo
coraggio..
il Cammino dell’Arco
SUSSIDIODIQUARESIMA
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Quanto è faticoso il cammino della vita, proprio come quello dell’arco: la concentrazione, una postura elegante, la mano salda! Chissà se tutto questo sforzo servirà davvero alla mia realizzazione, a vivere in pienezza. Ci sono poi quegli odiosi periodi, (che più si cresce e più sembrano allungarsi), in cui questo mio camminare sembra scandito da salite, soltanto salite che alternandosi si fanno sempre più ardue. Allora mi pervade la stanchezza, il sonno mi opprime, conviene fermarsi. Infondo, chi è rimasto con me? Non sono neanche sicuro di aver scelto bene i miei alleati. E quel maestro? In tanti me ne hanno parlato, di Lui ho sentito le opinioni più svariate e a volte ho creduto di conoscerlo, altre volte non ne ero tanto sicuro, altre ancora ero certo di no.Chi è veramente? Non mi basta conservare l’idea di Lui lungo la strada, ho bisogno della sua compagnia, del suo sostegno; purtroppo però non so come né dove trovare tutto questo. Non c’è luce!
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-Como posso sapere se sto agendo nella maniera
giusta? Come avrò la certezza di avere lo sguardo
concentrato, la postura elegante, l’arco saldo nella
maniera corretta?-Crea nella tua mente l’idea di un perfetto maestro sempre
al tuo fianco, e fai tutto con lo scopo di riverirlo e di onorare i
suoi insegnamenti. Questo maestro, che molti chiamano Dio, altri
chiamano “la cosa”, altri chiamano talento, ci guarda sempre. Lui
merita il meglio.“Ricordati anche dei tuoi alleati: devi sostenerli, perché loro ti
aiuteranno nel momento in cui ne avrai bisogno. Cerca di coltivare
il dono della bontà: questo dono ti permette di essere sempre in
pace con il tuo cuore. Ma soprattutto non dimenticare: ciò che ti
ho detto forse sono parole ispirate, ma avranno senso solo se tu le
metterai in pratica.
OGGI...ASCOL TATELO!
1616
scendiamo in Profondità
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo
e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto
e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini conversavano con lui:
erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo
esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno;
ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria
e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù:
«Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne,
una per te, una per Mosè e una per Elìa».
Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua
ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura.
E dalla nube uscì una voce, che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in
quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
VANGELO DI LUCA 9,28-36
SUSSIDIODIQUARESIMA
Pietro, Giovanni e Giacomo “erano oppressi dal sonno”,
la strada con il Maestro fino a quel momento era stata davvero faticosa,
l'avvicinarsi a Gerusalemme, luogo della sua morte, la rendeva sempre più
insostenibile. Gesù percepisce profondamente la condizione dei suoi, la nostra
condizione e vede necessaria una pausa costruttiva, poiché sa bene che fermarsi
sarebbe la più grande sconfitta. Vuole offrirci un momento in cui noi tutti
possiamo conoscerlo davvero e ristorarci nella Sua bellezza.
(Salvezza?...Bellezza?!)
“il suo volto cambiò di aspetto e la sua veste divenne candida
e sfolgorante” e i discepoli restando svegli “videro la sua
gloria”; questo è il vero volto di Gesù, il vero
volto di Dio, una bellezza che
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OGGI...ASCOL TATELO!
coglie solo chi sceglie di continuare il
cammino. Un Dio che ci rimane difficile da comprendere
perché vuole farsi nostro prossimo, vuole entrare nelle nostre
sofferenze e condividerle con noi, farsi nostro amico non togliendo
la salita e la difficoltà dalla nostra strada, ma entrandovi con tutta la
potenza del Suo Amore che è balsamo, illuminando con la candida luce del
Suo volto e della Sua veste tutto ciò che è tenebroso. Tutto questo vuole
essere Dio ai nostri occhi. (Ora c'è Luce!)
“è bello per noi stare qui, facciamo tre tende”. E' il pensiero più
comprensibile per noi, ma non possiamo mollare, non siamo più soli, ma
siamo ancora all'inizio!!
“Ascoltatelo!”; già perché quello che ci siamo appena detti è tanto vero
quanto difficile da accettare e ricordare, è difficile credere che la nostra
felicità passi anche dal vivere le difficoltà della vita, abbiamo bisogno davvero
di una guida forte e dolce, comprensiva, non scandalizzata dalle nostre
debolezze, pronta ad appoggiarci, sempre.
Gerusalemme arriva, dunque, come una tappa
necessaria del nostro cammino. Abbiamo
oggi l'opportunità di viverla e farla vivere
con coscienza e nella luce, abbiamo l'occasione
di scendere il nostro Tabor con un Maestro che si è fatto
conoscere, non c'è bisogno di immaginarlo al nostro
fianco, lui vuole abitare il nostro cuore!!
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SUSSIDIODIQUARESIMA
1919
L’arco è la vita: da lui viene tutta l’energia.
La freccia scoccherà un giorno.
Il bersaglio è distante.Ma l’arco resterà sempre con te, e bisogna saper prendersene cura.
Ha bisogno di periodi di inattività – un arco che è sempre armato, in
uno stato di tensione, perde la sua potenza. Perciò, lascia che riposi,
che recuperi la sua stabilità: così quando tenderai la corda, lui sarà
contento e con la sua forza intatta.
L’arco non possiede coscienza: è un prolungamento della mano e del
Desiderio dell’arciere. Serve per ammazzare o per meditare. Perciò,
le tue intenzioni siano sempre chiare.
Un arco è flessibile, ma ha anche un limite. Uno sforzo al di là delle
sue capacità lo spezzerà, o lascerà esausta la mano che lo tiene
stretto. Perciò, cerca di essere in armonia con il tuo strumento,
e non esigere più di quanto ti possa dare.
il Cammino dell’Arco
Quando tutto va male, quando le persone feriscono, fanno del male, quando la società non pensa al bene comune ma agisce solo per il “proprio interesse”, quando ci sono “le stragi”, quando l’ uomo “uccide” … Dio dov’è? Dio non dovrebbe fermare il tutto? Dio vuole davvero punirci come dicono tanti? Se Dio è misericordioso come dicono, che bisogno c’è di convertirsi? Perdona. Punto! Coscienza, salvezza ... pentimento ...
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OGGI...E’ TEMPO DI SCEGLIERE
2020
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto
di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a
quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete
che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito
tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo
stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di
Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti
di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete
tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero
di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare
frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve
sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime.
Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
VANGELO DI LUCA 13,1-9
Tutti siamo peccatori, e tutti abbiamo bisogno che Dio ci perdoni,
tutti possiamo ricorrere alla sua misericordia. Ma quando accadono tutte
queste cose Dio dov’è? Così come rende libero l’ uomo giusto, rende libero
l’uomo che compie il male, e più del primo, gli manda segnali, persone, affinché
lui possa cambiare. Questa è la sua onnipotenza!
Anche se difficile da comprende, Dio ci è vicino. Quando vengono uccisi gli
uomini, Dio è là, quando ci sono persone che soffrono, Dio è sempre là. Non
come Dio potente ma come Dio pronto a consolarci nel dolore, a sostenerci
nel sopportare la prova! “Se non cambierete mentalità, perirete tutti”.
La gente va da Gesù a chiedergli conto della colpa di altri e lui li chiama a
guardarsi dentro. Dov’era Dio quel giorno? No. La domanda è: dov’era
l’uomo? Se l’uomo non cambia strada, se non diviene costruttore
di ponti e di libertà, questo mondo andrà in rovina, e non per
l’ennesima catastrofe, ma per la non curanza, per prepotenza.
E’ “OGGI” il tempo della salvezza, è questo il tempo
del cambiamento!
scendiamo in Profondità
SUSSIDIODIQUARESIMA
2121Tutti siamo peccatori, e tutti abbiamo bisogno che
Dio ci perdoni, tutti possiamo ricorrere alla sua misericordia.
Ma quando accadono tutte queste cose Dio dov’è? Così come
rende libero l’ uomo giusto, rende libero l’uomo che compie il
male, e più del primo, gli manda segnali, persone, affinché lui possa
cambiare. Questa è la sua onnipotenza!
Anche se difficile da comprende, Dio ci è vicino. Quando vengono uccisi
gli uomini, Dio è là, quando ci sono persone che soffrono, Dio è sempre
là. Non come Dio potente ma come Dio pronto a consolarci nel dolore,
a sostenerci nel sopportare la prova! “Se non cambierete mentalità,
perirete tutti”. La gente va da Gesù a chiedergli conto della colpa di
altri e lui li chiama a guardarsi dentro. Dov’era Dio quel giorno? No.
La domanda è: dov’era l’uomo? Se l’uomo non cambia strada, se non
diviene costruttore di ponti e di libertà, questo mondo andrà in rovina,
e non per l’ennesima catastrofe, ma per la non curanza, per prepotenza.
E’ “OGGI” il tempo della salvezza, è questo il tempo del cambiamento!
Dio ci aspetta con la pazienza del contadino “Voglio lavorare ancora un
anno attorno a questo fico, forse porterà frutto”. In questo “forse” c’è
il miracolo di un Dio… Un Dio che ha fede in me. Aspetta donandoci
tempo, aspetta una nostro “si”, ci da tempo per far si che possiamo
accogliere la sua chiamata, sentire la sua presenza. E’ questo un tempo
giusto per “curare” la nostra vita, i nostri pensieri, il cuore. E’ il tempo
di essere “luce” per noi stessi e per gli altri. La misericordia di Dio
è infinita, questa è la sua Onnipotenza! Ci da tempo ... per poi agire
aprendo il nostro cuore!
WOWWOW Possiamo costruirci una vita che “veramente
vale”… cominciare a “cambiare” è così che
avviene la trasformazione del cuore ed è così
che ci convertiamo. “Convertirsi”, quella strana
parola, che sembra uscita da un romanzo
medievale, vuol dire credere a QUESTO DIO: non al padrone che
minaccia morte, ma al contadino fiducioso che si prende
cura di quella zolla di terra che è il mio rapporto con Lui,
la mia vita. Dio si fida di me… provo a fidarmi di Lui.
Questa è la salvezza: portare frutto, per altri; come
il fico che, per vivere deve dare ad altri un frutto
che permetta loro di gustare la vita e di farci
maturare dentro i propri frutti buoni!
OGGI...E’ TEMPO DI SCEGLIERE
L’intuizione non ha niente a che vedere con il fare le
cose meccanicamente, ma con una disposizione dello
spirito che va oltre la tecnica.
Così, dopo molto esercizio, non pensiamo più a tutti i
movimenti necessari: finiscono per diventare parte della nostra
esistenza. Ma per raggiungere ciò, occorre allenarsi, ripetere.
E come se non bastasse, occorre ripetere e allenarsi.
La ripetizione, anche se sembra la stessa cosa, è sempre
diversa. L’arciere lascia che molte frecce oltrepassino il suo obiettivo,
perché sa che imparerà l’importanza dell’arco, della postura,
della corda, e del bersaglio, dopo aver ripetuto i suoi gesti
migliaia di volte, senza timore di sbagliare.
E i veri alleati non lo esporranno mai a critiche, perché
sanno che l’allenamento è necessario, è l’unica maniera di
perfezionare il proprio istinto e il suo colpo.
Finché non arriva il momento in cui non occorre più
pensare a quello che si sta facendo. A partire da quel
momento, l’arciere passa a essere il suo arco, la
sua freccia, e il suo bersaglio.
PI T S TOPOrmai sei a metà del cammino dell’arco…
come procede l’allenamento?
Ti è venuto a noia?
Hai visto dei risultati?
Fermati e rifletti…
il Cammino dell’Arco
Allora? ... Tutto procede come previsto? ... Oppure bisogna aggiustare il tiro?
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SUSSIDIODIQUARESIMA
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La freccia è l’intenzione. È ciò che unisce la forza dell’arco con il centro del bersaglio.
L’intenzione deve essere cristallina, onesta, molto equilibrata. Una
volta che è partita, non farà ritorno, per cui è meglio interrompere
un tiro – perché i movimenti per arrivare fino a lì non erano precisi e
corretti – che agire in una maniera qualsiasi, soltanto perché l’arco era
già teso e il bersaglio stava attendendo.
Ma non smettere mai di scoccare la freccia se l’unica cosa che ti
paralizza è la paura di sbagliare. Se i movimenti che hai fatto sono
corretti, apri la tua mano e lascia la corda.
Anche se non raggiunge l’obiettivo, la prossima volta saprai
perfezionare la tua mira.Se non corri dei rischi, non saprai mai quali cambiamenti erano
necessari.Ogni freccia lascia un ricordo nel tuo cuore – ed è la somma di
questi ricordi che ti farà tirare sempre meglio.
il Cammino dell’Arco
Hai presente quella storia imparata anni fa, al catechismo…il figliol PRODIGO (ma che vuol dire?).Quella del figlio disgraziato che sperpera tutta l’eredità e poi torna pentito (!), con la coda tra le gambe e tutti che fanno festa… hai presente, no? Beh, lascia stare e ascolta com’è andata veramente.
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OGGI...sei libero per amare. Un DIO esagerato
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In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più
giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che
mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il
figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano
e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe
speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno
degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare
i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci;
ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di
mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti
a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre,
ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il
vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i
sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e
facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino
a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli
domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli
rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha
fatto ammazzare il vitello grasso,
VANGELO DI LUCA 15,1-3.11-32
SUSSIDIODIQUARESIMA
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In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più
giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che
mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il
figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano
e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe
speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno
degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare
i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci;
ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di
mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti
a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre,
ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il
vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i
sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e
facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino
a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli
domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli
rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha
fatto ammazzare il vitello grasso,
perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non
voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non
ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai
dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è
tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze
con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli
rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è
mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo
tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è
stato ritrovato”».
Due figli, così diversi, tutti e 2 con una pessima idea del padre: per il più
giovane è un concorrente ( “Devo andarmene via di casa per realizzarmi”),
per l’altro un despota (“Devo lavorare tutta la vita come una formichina, senza
avere mai una soddisfazione”).Quel padre, purtroppo, per molti, assomiglia a Dio, un Dio frustrante,
castrazione della nostra libertà e della nostra gioia (chi crede in un dio così?).
E così, il figlio più giovane se ne va, spende tutto, pensa che la vita sia uno sballo.
Ma la vita gli presenta il conto e lui pensa, riflette e ritorna, forse più per fame
che per vero pentimento. E’ lo stomaco che lo guida, non il cuore.
E si prepara anche il “discorsetto”: “Sono stato uno stupido, sai, non merito
niente…”. No. Ancora non ha capito nulla del padre.
E poi arriva l’altro figlio, che torna stanco dal lavoro e si offende per la festa.
Come dargli torto? La sua giustizia è grande, ma… il suo cuore è piccolo. E poi?
E poi basta: il vangelo di luca non ci offre un finale stile “ fiction”; non
sappiamo se il figlio minore ha capito qualcosa o se il maggiore si è
un po’ addolcito. Luca lascia a noi la possibilità di collocarci
nel ruolo che sentiamo più nostro.
scendiamo in Profondità
OGGI...sei libero per amare. Un DIO esagerato
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Eh, sì: puoi stare col padre senza vederlo, puoi
“lavorare con lui senza gioire, puoi lasciare che la tua
fede diventi un insieme di parole e di gesti che non ti fanno
esplodere il cuore di gioia.
E lui? Il Padre?
Lui lascia andare il figlio, anche se sa che si farà del male; non rinfaccia, non
accusa, abbraccia, blocca le scuse e restituisce dignità.
E poi… fa festa!
E ‘ un padre esagerato, che ama un figlio che gli augurava di morire
(“Dammi la mia parte di eredità”), un padre che sa che il figlio non è
ancora maturo, “guarito”, ma sta ai suoi tempi e … già da ora fa festa.
E’ un padre che accetta la libertà dei figli, che ha pazienza, che invita, che
lascia crescere.
WOWWOW Allora Dio è così?
Fino a questo punto?
Sì, Dio è questo, NON ALTRO.
E il Dio in cui credo è (finalmente) questo?
Gesù sta per andare in croce
per mostrare il vero volto del padre, QUESTO!
Dio è prodigo, non il figlio.
Perché di esagerato, di eccessivo, in questa storia,
c’è solo l’amore di Dio!
SUSSIDIODIQUARESIMA
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Allora Dio è così?
Fino a questo punto?
Sì, Dio è questo, NON ALTRO.
E il Dio in cui credo è (finalmente) questo?
Gesù sta per andare in croce
per mostrare il vero volto del padre, QUESTO!
Dio è prodigo, non il figlio.
Perché di esagerato, di eccessivo, in questa storia,
c’è solo l’amore di Dio!
3030
Il giorno in cui non proverai più amore per la vita, il tuo tiro sarà
confuso, complicato.Ti renderai conto di essere senza forza sufficiente per tendere la
corda al massimo, di non riuscire a piegare l’arco come si deve.
E quella mattina rendendoti conto che il tuo tiro è confuso, cercherai
di scoprire cosa ha causato una così grave imperfezione: ciò farà in
modo di metterti faccia a faccia con un problema che ti angustia, ma
che fino ad allora era rimasto nascosto.
Serviti dei brutti momenti per scoprire ciò che ti fa tremare. Serviti
dei momenti belli per trovare la tua via verso la pace interiore.
Ma non smettere né per paura né per allegria: il cammino dell’arco è
una via senza fine.
il Cammino dell’Arco
Ma allora non conta quello che ho fatto prima? Se Dio non giudica questa donna, allora non giudica nemmeno me? Se Gesù fosse davanti a me, mi guarderebbe con lo stesso sguardo d’amore? Certo, se Gesù non condanna nemmeno una donna adultera, allora posso fare quello che mi pare!
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In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al
mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui.
Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in
adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa
donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè,
nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come
questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per
metterlo alla prova e per avere
VANGELO DI LUCA 8,1-11
SUSSIDIODIQUARESIMA
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In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al
mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui.
Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in
adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa
donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè,
nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come
questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per
metterlo alla prova e per avere
motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per
terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si
alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo
la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno,
cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo.
Allora Gesù si alzò e le disse:
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti
condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Piovono pietre. Questa donna non ha un nome, né un volto: è una
peccatrice. Non ha dignità né ragioni: è solo una peccatrice. Va punita, ha
trasgredito la Legge, la Legge di Dio.
Siamo noi a far piovere pietre, con le nostre parole, con i nostri giudizi,
un po' più indulgenti a giustificare noi stessi, spesso senza pietà nel giudicare
gli altri: le parole, a volte, feriscono e uccidono. Ma Dio tace. Tace perché
conosce la fragilità degli uomini, scrive per terra, evitando uno sguardo che
possa giudicare e ferire quella donna.
“Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Gesù
non giustifica e non condanna, invita ad alzare lo sguardo, ad andare oltre, a
guardare col cuore la fragilità dell'altro, a scoprirvi...la propria.
No, Dio non giudica. Ci giudicano la vita, la società, gli altri, i professori...
noi stessi. Molti ci giudicano, Dio no. Dio ama e basta.
La parabola della donna adultera ci insegna a considerare gli errori degli altri
alla luce dei nostri errori, perché è facile puntare il dito su chi ha sbagliato,
ma spesso ci dimentichiamo che anche noi veniamo giudicati dagli
altri, e ci piacerebbe essere giudicati con clemenza.
Questa donna non è il suo errore; non appartiene più al
suo passato, ma al suo futuro di sogni creduti, di Amore
vero che costruisce.
scendiamo in Profondità
OGGI...alza lo sguardo. Un amore che ti rimette al centro
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Gesù non giustifica l'adulterio, non banalizza la colpa, ma
rimette in gioco, riapre il futuro.
“Ti ha condannato qualcuno? Va' e d’ora in poi non peccare più”
sono parole che vogliono liberare, creare una pelle nuova, un cuore
nuovo, uno spirito e una libertà nuova. Naturalmente viene da dire:
perché sono capaci di questo? sono forse parole magiche? No, non sono
parole magiche, ma trasmettono l’amore di Dio; rivelano e introducono
nell’esperienza dell’uomo l’amore di Dio. Per questo salvano: danno la
forza di vivere vincendo il proprio egoismo e peccato. È la gioia di essere
salvati, perdonati e graziati, che il Signore c’è venuto a donare, libera e
salva. Amati, per amare.
WOWWOW Non darmi, Signore, l'innocenza:
è un miracolo che, forse, non saprò custodire.
Dammi la gioia di vederti ogni volta che cadrò,
mentre ti alzi in piedi davanti a me,
mi parli e mi rimetti in marcia.
Lascia che mi cadano di mano tutte le pietre che avevo preparato.
Rinnova in me la gioia di sentire su di me il tuo sguardo...che mi
rimette al centro.
SUSSIDIODIQUARESIMA
3333
3434
Tu sai lo sforzo che ti è costato tendere l’arco, respirare
correttamente, concentrarti sul tuo obiettivo, avere ben chiara la tua
intenzione, mantenere l’eleganza della postura, rispettare il bersaglio.
Ma occorre anche che tu comprenda che niente in questo mondo
rimane a lungo con noi: in un dato momento la tua mano dovrà
aprirsi, e lasciare che la tua intenzione segua il proprio destino.
Pertanto, la freccia deve partire, per quanto tu ami tutti i passi che ti
portarono fino alla posizione elegante e alla giusta intenzione, e per
quanto tu ammiri le sue piume, la sua punta, la sua forma.
Ma lei non può scoccare se prima l’arciere non è pronto per il tiro,
perché il suo volo sarebbe breve. Lei non può scoccare se non
dopo che si sono raggiunte la posizione e la concentrazione giusta,
perché il corpo non resisterebbe allo sforzo e la mano inizierebbe a
tremare.Lei deve scoccare nel momento in cui l’arco, l’arciere, e il bersaglio
si trovano nello stesso punto dell’universo: ciò si chiama ispirazione.
il Cammino dell’Arco
Ma era proprio necessario? Gesù non poteva continuare a diffondere le sue parole e i suoi gesti d’amore, senza arrivare a QUELLA morte? E Dio Padre? Che padre è uno che chiede al figlio una morte così, fosse anche per salvare il mondo. A proposito, ma come fa la morte a salvarci?
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SUSSIDIODIQUARESIMA
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OGGI...con ME ! Un DIO differente.
Sicuramente non capiremo mai fino in fondo, ma… Gesù non è
venuto perché lo comprendessimo, come un teorema, ma perché ci
aggrappassimo a lui, lasciandoci trasportare da un amore… oltre.
“Tu che hai salvato gli altri, salva te stesso, se sei il Cristo”. E’ la
provocazione del deserto che ritorna, bruciante e scontata più che mai.
“Se sei Dio, fa’ vedere chi sei, imponiti, sii il più forte…”: è così ovvio!
Lo dicono tutti: capi, soldati, malfattore… noi!
Ma Lui non scende. Gesù è Dio che entra nella nostra storia fino in fondo,
per essere come me e come te, perché io possa essere con Lui.
A pensarci bene, qualsiasi altro gesto ci avrebbe lasciato qualche dubbio
su Dio: La croce toglie ogni dubbio. “Ricordati di me”, grida l’angoscia
dell’uomo che muore. “Sarai con me”, risponde l’amore.
E, fino all’ultimo, si preoccupa non di sé,
ma di chi gli vive (e gli muore) accanto.
Lì, in quel malvivente giustiziato, c’è la verità di Gesù sull’uomo: anche nel
suo limite peggiore, l’uomo è ancora amato, è ancora salvato.
Nessuno è perduto per sempre, nessuno potrà andare così lontano
da non poter essere raggiunto: “Sarai con me!”.
scendiamo in Profondità
WOWWOW Eccolo, dunque, Dio: nudo, appeso a una croce,
consegnato, donato, vulnerabile e fragile come
non mai. Per amore. Per dono.
Siamo talmente abituati a vedere la sua immagine, che abbiamo
bisogno di fermarci e stupirci: un Dio in croce?
Che ne penso di un Dio così? Cosa dico a un Dio così?
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A cura dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Arezzo - Cortona - Sansepolcro
in collaborazione con L’ufficio Catechistico Diocesano
Puoi seguirci su www.arezzogiovani.ite su facebook "ArezzoGiovani"
Hanno collaborato alla realizzazione del SussidioAngelina Attanasio
Fabrizio BarbieriJessica Bianchi
Gabriele ConticiniMaria Ferraro
Tosco IreneSilvia Mancini
Matteo PalomboCornelia StanMariana Turra
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"Il cammino dell'arco"citato all'inizio di ogni capitoloè stato scritto da Paulo Coelho
Copyright © Paulo Coelho 2005
The right of Paulo Coelho to be identified as the moral rights author of this work has been asserted by him in accordance with the
Copyright Amendment (Moral Rights) Act 2000 (Cth).
ISBN : 978-0-557-01198-8 Published by Lulu.com