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Robotica Educativa
In continuità Scuola Infanzia e
Primariaa Montecarlo
Anna Angeli
RSDDM
• Utilizzo consapevole della tecnologia.
• Opportunità in più per creare le condizioni di un apprendimento attivo, costruttivo,
collaborativo e intenzionale.
PERCHÉ LA ROBOTICA?
PUNTI DI FORZA DELLA ROBOTICA EDUCATIVA
• Attrattiva
• Carattere ludico
• Condivisione in un gruppo
• Centralità dei bambini
• Manualità abbinata al ragionamento
• Autovalutazione
• Si pone un obiettivo;
• Propone una situazione/problema;
• Forma i gruppi;
• Si pone da mediatore;
• Osserva e registra;
• Cura gli aggiustamenti;
• Tira le fila;
RUOLO DEL DOCENTE
• Ragionare sulle unità di misura
• Successione numerica
• Direzione nei percorsi
• Programmare una successione ordinata di istruzioni;
• Utilizzare linguaggi diversi: fisici, iconici
• Acquisire una nuova terminologia;
• Acquisire un codice condiviso
MATEMATICA
L'errore nella progettazione o nella programmazione del robot non crea
sconforto nei bambini ma attiva in loro la voglia della sfida e provano una
grande soddisfazione nel veder funzionare quella creatura artificiale.
Si sentono stimolati a rivedere in modo più approfondito i propri
ragionamenti e i risultati che ne derivano, senza sentirsi giudicati o messi
alla prova.
Imparare a sbagliare
Attraverso la Robotica:
• Le differenze individuali , educa alla collaborazione e all’accettazione dell’altro.
• Un percorso coerente con la scuola primaria, mantenendo una logica prosecuzione delle esperienze con un forte livello cognitivo.
• Un percorso, grazie a più oggetti programmabili a più livelli, che rilancia le abilità acquisite favorendo la maturazione delle competenze sia trasversali sia specifiche.
Il lavoro di programmazione, di controllo e di revisione è di fondamentale importanza per sollecitare la discussione, il brainstorming, la ricerca di soluzioni creative alternative, la condivisione di idee e il lavoro di gruppo
Si condivide
Si valorizza
Che roba quei robot!
Dinamico, automatico, atletico, acrobaticomagnetico, frenetico, simpatico robot!Con due scatole di lattadue ciabatte vecchie e un fondo di pignatta,una molla, il campanello di una bicicletta,un manico d’ombrello, quattro pile nel gilèindovina che cos’è:E’ un robot per divertirmi,pronto ad aiutarmi quando mi piace a me…Ma che roba quel robot!che combina non lo so:Fa la doccia col telefonoe la barba col microfono…Ma che roba quel robot!va a dormire sul comò…Ma cos’ha nella memoria?E’ un confusionario,altro che robot!
Disegno il mio Robot e creo la sua carta d’identità
Il mio Robot si chiama………………….
Abita a…………………………………….
Caratteristiche fisiche (occhi – capelli)
Caratteristiche psicologiche (com’è il suo
carattere)
Professione:………………………………..
Segni particolari (cosa gli/le piace; a segni
fisici particolari)
Caramellone
A Londra
Ha gli occhi verdi e i capelli ricci colorati
È buono, simpatico, amico di tutti
Fa le caramelle; le impasta con la pancia
e le sputa dalla testa
Gli piace stare insieme ad altri robottini,
soprattutto a quello che fa le aranciate
Nella testa ha un cd che gli dice come
fare le caramelle
UN ROBOT A …PEZZI
Tante teste di varie forme
Tanti corpi: tondi, rettangolari,
quadrati, ovali…
Tante braccia e gambe: a molla,
disarticolate, lunghe a uncino…
Tanti bottoni….sensori
Scelgo, assemblo,
incollo, coloro
e…presento il mio robot
Smontiamo un computer:
“dentro ci sarà
l’acqua….no….le foto….i
giochini….le pile….i cd…..
Quanti fili? Che
strane
cose…bellissimo
smontiamo i
tasti….sembrano
bottoni…
Un computer….da smontare
Un robot…riciclato
IL MIO ROBOT RACCONTA
Il fedele amico dell’uomo. (Racconto di Asimov)
La storia si svolge su una luna colonizzata dall'uomo grazie alla presenza
di moduli o scafandri pressurizzati, ermeticamente separati dall'ambiente
esterno. I coniugi Anderson possiedono un unico figlio di 10 anni, Jimmy,
il quale si diverte molto a compiere escursioni all'esterno, con il suo fido
cane-robot, battezzato Robotolo. Un giorno però, il signor Anderson,
decide di sostituire questa presenza fittizia con una viva e vegeta, capace
di fornire a suo avviso, emozioni reali e non simulate. Perciò si fa spedire
direttamente dalla Terra, un cane (uno Scottish Terrier per l'esattezza) in
carne ed ossa, che dovrà sostituire il suo surrogato positronico. Ma la
sostituzione non avviene nei migliori dei modi, e prima che il cane venga
consegnato a Jimmy, questo si intestardisce e alla fine del racconto
asserisce che non c'è differenza fra i due cani, e poco importava se
Robotolo fosse vivo o meno dato che lui gli voleva comunque un mondo
di bene.
Abbiamo cominciato a chiacchierare sulla storia di Robotolo
Costruiamo Robotolo (conversazione tra i bambini)
•Prendiamo quella scatola tonda, vediamo quanto misura…
•Misura 15….è corta
•Prendiamo anche quell’altra…la maestra le incolla con la colla a caldo, foderiamolo con
la carta grigia come l’argento.
•Abbiamo trovato questi legnetti tondi e lunghi per le zampe
•C’è un problema…guarda? (li mette vicino e fa notare che non sono alti uguali)
ritornano a cercare nella stanza “manipolativa” finché non trovano 4 cilindretti alti uguali.
•Ci vuole il bernoccolo, prendiamo un bicchiere
•Quello è da donna è di Hello Ketty…
•Mettiamoci dentro i fili della corrente e un pezzo di carta rossa per il cuore che pulsa.
"Che cosa vi ha fatto capire che Robotolo era un cane?"
• ”Aveva 4 zampe - guaiva "
“Che cosa vi ha fatto capire che era un cane robot?”
• Perché hai detto che Robotolo è solo un cane metallico, fatto di metallo - non aveva la
bocca
“Che differenza c’è tra Robotolo e un cane vero?”
• Il cane vero nasce da una mamma, il cane Robot è fatto, costruito dagli uomini.
• Poi aveva il bernoccolo con il cervello, forse fatto di fili. – battevano come il cuore
• Era programmato per essere un cane, ma non era cane
Secondo voi il bambino voleva bene a Robotolo? Lo avrebbe lasciato per un cane vero?
•Jimmy voleva bene al suo cane Robotolo, ci giocava – ci andava nei crateri – non lo
voleva lasciare
Secondo voi come finisce la storia Jimmy lascia Robotolo per il cane vero?
Tutti i bambini hanno detto che non lascia Robotolo: alcuni hanno detto che sta con
Robotolo; altri con tutti e due
Il bee-bot, è un piccolo giocattolo programmabile, sviluppato nel 2005. Bee-bot è il discendente di
varie generazioni di tartarughe LOGO. Il Bee-bot è molto più recente, di dimensioni minori (circa
12 cm x 9 cm) e molto robusto in modo da poter essere utilizzato anche da bambini piccoli. Bee-
bot non è una tartaruga ma (forse) un’ape, se pure senza ali e senza gambe, con un musetto
accattivante che ricorda gli smiley.
Il sapere in gioco
Il Bee-bot è un artefatto complesso che fa
riferimento a significati diversi della matematica
(numero naturale, misura, forma, localizzazione e
orientamento spaziale) e dell’informatica
(istruzione, programma, memoria, input, output,
feedback). E’ proprio questo intreccio a renderlo
particolarmente interessante e produttivo. Si
contano i pass, si danno le istruzioni, si misura la
lunghezza di ogni passo, si osserva e si descrive,
si osservano e si progettano percorsi secondo
vincoli dati; si inseriscono sequenze di istruzioni,
osservandone l’effetto (feedback) e così via. È
possibile un’integrazione interdisciplinare. Si
possono compiere le prime astrazioni di eventi
ordinati e verificare la correttezza delle ipotesi con
qualcosa di tangibile, per rafforzare, ad esempio,
la lateralità, per narrare storie, per rappresentare
lo spazio esplorato.
(Bartolini Bussi M. G. questo volume, Artefatti e segni nell’insegnamento apprendimento
della matematica: il laboratorio nella scuola secondaria)
L’ape è gialla a strisce nere, ci sono 4
frecce: 2 piegate e 2 per dritto. Quelle
piegate perché gira; quelle dritte per andare
avanti e indietro. C’è un tasto verde con
scritto “GO” che vuol dire “Parti” . Ci sono 2
tasti blu con scritto “pause” e “Clear” .
Pause vuol dire riposarsi. Clear…forse vuol
dire che deve mettere benzina.
Sotto ci sono 2 pulsanti neri per accendere e
spengere, poi c’è il posto per le pile.
Vi presento BEE-BOT, l’ape
1° fase
Proviamo i tasti…ha fatto rumore, si
accendono gli occhi, se pigio GO si
muove
Clear cancella tutto quello che hai
pigiato prima.
Ipotesi, previsioni e verifiche, introducendo, per la prima volta, uno strumento
come il righello, non per fare righe diritte, ma per misurare.
Quindi a BeeBot è stato chiesto di tracciare con un pennarello le sue azioni ed
ecco la scoperta: ogni mossa in avanti della Apina misura 15 centimetri
Quanti "avanti" ci vogliono per farle attraversare il foglio?
Tra i bambini si attiva una discussione per capire come si comporterà BeeBot
D. conta gli spazi tra le righe segnate dal compagno, gli “avanti” che clicca sono
10…ma l’apina va oltre la fine del foglio di un passo.
Perché?
- “hai cliccato sbagliato” (ipotesi più gettonata)…
Si accorge che il primo passo dell’apina è già occupato dall’apina stessa…
- va messa fuori, subito attaccata al foglio.
A questo punto R. ha un’intuizione:
- “possiamo lasciarla li e cliccare 9 volte, perché n un passo c’è già l’ape.”
G. programma 3 passi avanti
Gira dx
2 passi avanti
Gira dx
1 passo avanti
Passi fatti dall’apina: 6 perché quando gira non fa
passi ma ruota
L’apina si muove su mattonelle che
misurano come il suo passo
Fai muovere l’ape di 6 passi, programma,
prima la strada.
Decidiamo quali e quante volte pigiare i tasti…ipotizziamo quale percorso
farà e dove si fermerà.
10 paperelle in alto mare
Abbiamo preparato raccontato la storia di “10 paperelle in alto mare” (sintesi: le piccole paperelle
gialle, una dopo l'altra… vengono inscatolate - 10 per cassa… ed eccole in partenza! Il camion le
scarica su un mercantile in attesa. Un'onda gigantesca sposta una delle casse e la scaraventa in
acqua. La cassa si apre e 10 piccole paperelle di gomma si rovesciano fuori. 10 paperelle in mare! Poi
le 10 paperelle cominciano a separarsi … ognuna di loro incontrerà un animale diverso…..)”. I bambini
divisi in due gruppi, hanno posizionato le 10 paperelle nei riquadri del cartellone, facendo attenzione a
non collocarle una vicina all’altra ma lasciando qualche casella vuota tra una e l’altra
Due bambini decidono quale caselle far percorrere al Bee-Bot per raggiungere la
paperella numero 1, raggiunta, altri due bambini decidono, partendo da questa casella,
quali altra “strada” deve percorrere per raggiungere la paperella numero 2; ricordandosi,
ogni volta, di cancellare la memoria, e così via fino alla paperella numero 10.
Un percorso difficile tra
la paperella n°5 e la 6.
Ipotizzo, scrivo,
programmo e verifico.
I percorsi.
Nella programmazione di bee-bot su percorsi creati sul pavimento dai bambini stessi, entrano in gioco
molte occasioni per misurare, contare, verificare, avere sorprese e aggiustare la programmazione.
Le istruzioni verbali pigia la freccia avanti 9 volte, fa girare bee-bot a sinistra sono accompagnate da
gesti e mimica.
Come in un puzzle
Con solo tre tipi diversi di tessere i bambini possono costruire sempre nuovi percorsi
Costruito il percorso, si decide il punto di
partenza e di arrivo. Nella mattonella di
arrivo posizioniamo una paperella,
sull’apina attacchiamo il pesce
corrispondente al numero della paperella
Adesso è il momento di programmare il
robot – animale per farlo arrivare a salutare
la sua paperella.
I bambini a coppie sono invitati a segnare
sulla carta il percorso che dovrebbe
compiere la loro ape per raggiungere il
traguardo.
I bambini avuto un certo numero di mattonelle hanno creato un percorso
utilizzandole tutte.
L’insegnante scrive l’algoritmo del percorso seguendo le indicazioni “dettate”dai bambini. che poi lo verificano ed eventualmente lo correggono, infine un
bambino detta al compagno che programma il bee – bot.
Scopriamo di quanto si
sposta bee-bot,
misuriamo un passo
Un passo è 13
Adesso costruiamo dei
quadrati di lato tredici e
vediamo se va bene
Non va bene! È
corto dobbiamo
fare dei
quadrati di 15!!
A questo punto i bambini sono competenti nel leggere un algoritmo dato e scegliere i
tipi di mattonelle e il numero che occorre per creare la strada su cui far camminare il
bee – bot programmato seguendo l’algoritmo dato.
Robotolo quanto è lungo? Di che colore è?
Tutti concordano che nel racconto c’è scritto che è lungo 30 cm (lo dice il racconto).
Provate a farmi vedere, con le mani, quanto sono 30 cm
I bambini allargano le braccia…alcuni molto allargate, altri abbastanza vicine.
Chiediamo come possiamo fare a vedere chi ha indovinato la misura. Decidono di
prendere la riga per verificare.
Misuriamo l’apertura di ogni bambino “leggendo” le cifre che componevano il
numero e molti bambini dicevano il numero (es 4 e 5 i bambini dicevano 45). Mano a
mano che si leggeva la misura, molti bambini aggiustavano la loro misura allargando
o stringendo l’apertura.
Come possiamo avere la sicurezza se disegniamo Robotolo di farlo lungo 30 cm?
•Prendiamo la misura con la riga e tagliamo la carta dove segna 30 cm
•Bisogna partire dallo zero e fermarsi a 30, poi tagliamo il cartoncino preciso e quello
è Robotolo - - no! È la misura di Robotolo, lui è più ciccione, poi ha le zampe….
Un bambino, mentre disegnava il cane robot si è posto il problema: “ma la testa è
dentro o fuori la misura? Hanno concordato che la testa è dentro (anche loro il
dottore li misura dalla testa) ma la coda è fuori perché alcune volte il cane la tiene
dritta e alcune volte giù