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www.madeinsicily.org P.O.R. Sicilia 2000-2006 Asse 6 sottomisura 6.06 a – F.E.S.R. ”NETWORK REGIONALE DI ANIMATORI TERRITORIALI PER L’ASSISTENZA ALLE IMPRESE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE” ROMANIA 1. Principali dati geografici Voci Caratteristiche del Paese Superficie 238.391 Km 2 . Capitale Bucarest (2.011.000 abitanti). Altre città principali Brasov (312.000 abitanti), Costanza (340.000 abitanti), Craiova (313.000 abitanti), Timisoara (328.000 abitanti), Cluj-Napoca (333.000 abitanti), Galati (328.000 abitanti), Iasi (348.000 abitanti). Popolazione 21.698.181 abitanti (densità 91,01 ab. per Km2). Lingua La lingua ufficiale del Paese è il romeno anche se sono diffusi, presso alcune minoranze linguistiche, l’ungherese e il tedesco. Per le attività economico-commerciali la lingua prevalentemente utilizzata è l’inglese, seguita dal francese ed in misura limitata dall’italiano, in relazione alla presenza di numerosi operatori italiani nel paese. Moneta L’unità monetaria è il Leu suddiviso in 100 Bani. Tasso di cambio al 23/09/05 1,00 € = 3,47 Leu

ROMANIA - Sprint Sicily Regionale/Progetto Paese... · Popolazione 21.698.181 abitanti (densità 91,01 ab. per Km2). Lingua La lingua ufficiale del Paese è il romeno anche se sono

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”NETWORK REGIONALE DI ANIMATORI TERRITORIALI PER L’ASSISTENZA ALLE IMPRESE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE”

ROMANIA

1. Principali dati geografici

Voci Caratteristiche del Paese Superficie 238.391 Km2. Capitale Bucarest (2.011.000 abitanti).

Altre città principali Brasov (312.000 abitanti), Costanza (340.000 abitanti), Craiova (313.000 abitanti), Timis oara (328.000 abitanti), Cluj-Napoca (333.000 abitanti), Galati (328.000 abitanti), Iasi (348.000 abitanti).

Popolazione 21.698.181 abitanti (densità 91,01 ab. per Km2).

Lingua

La lingua ufficiale del Paese è il romeno anche se sono diffusi, presso alcune minoranze linguistiche, l’ungherese e il tedesco. Per le attività economico-commerciali la lingua prevalentemente utilizzata è l’inglese, seguita dal francese ed in misura limitata dall’italiano, in relazione alla presenza di numerosi operatori italiani nel paese.

Moneta L’unità monetaria è il Leu suddiviso in 100 Bani. Tasso di cambio al 23/09/05 1,00 € = 3,47 Leu

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2. Sistema politico-istituzionale

Con la caduta del regime comunista nel 1989, la Romania è divenuta una Repubblica popolare, democratica, semipresidenziale. In base alla costituzione approvata il 21 novembre 1991 ed emendata nel 2003, il potere legislativo è affidato ad un Parlamento bicamerale composto dal Senato (140 seggi) e dalla Camera dei Deputati (345 seggi); entrambe le Camere, di durata

quadriennale, sono elette a suffragio universale (prossime elezioni: 28 novembre 2004). Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica e viene eletto a suffragio universale per quattro anni. Al Presidente, che è anche Comandante supremo delle forze armate e Presidente del Consiglio Supremo di Difesa, compete la scelta del Primo Ministro per la formazione del Governo. Sotto il profilo amministrativo il Paese si suddivide in 41 unità (40 province e la municipalità di Bucarest). A governare il Paese è oggi un Governo di centro-destra che è andato a sostituire quello dei social-democratici . I risultati delle elezioni politiche del 28 novembre 2004 hanno messo in mostra una Romania divisa. Dopo la tornata elettorale nessuna delle due coalizioni presenti sulla scena politica aveva però raggiunto una maggioranza tale da poter governare e non è stato facile per liberali e democratici riuscire a cooptare altri partiti al Governo. Alla fine, dopo negoziati serrati, la Romania ha attualmente un Governo di cui fanno parte 4 partiti e con un liberale, Calin Popescu Tariceanu, sulla poltrona di primo ministro. Un governo quindi di coalizione tra i liberali del primo ministro, i democratici del presidente dello stato, Traian Basescu e un esecutivo è formato da 24 membri. Dunque, per la prima volta dopo la Rivoluzione dell’89 la Romania si ritrova un primo ministro liberale. Altri principali partiti politici presenti nel Paese sono: Partito Umanista Rumeno (RHP), Partito Liberal-Nazionale (NLP), Partito Democratico (DP), Partito per la Più Grande Romania (GRP), Unione Democratica Ungherese in Romania (HDUR), Partito Nazionale Contadino Democratico Cristiano (NP-CDP), Partito Democratico Cristiano (CDP), Partito dell’Unità Nazionale Rumena (PRNU), Azione Popolare (AP). L’attuale Governo ha presentato una lunga lista dei propri obiettivi. Il primo rimane senza dubbio l’adesione della Romania all’UE, prevista per il 1 gennaio 2007. La divisione amministrativa è formata da 40 contee (judet) più la municipalità di Bucarest. 3. Principali dati macroeconomici 3.1 Crescita economica: Dopo la crescita dell’8,3% nel 2004, il tasso reale di crescita del PIL si prevede subire un rallentamento del 5% nel 2005, riflettendo una contrazione nell’espansione delle esportazioni e una più debole crescita delle scorte dei prodotti agricoli, così da rimarcare i negativi effetti delle ripetute e violente inondazioni dell’inizio dell’anno. Il tasso reale di crescita del PIL è rallentato violentemente nel secondo trimestre, raggiungendo una stima annuale del 4%, a differenza del 5,9% del primo trimestre. Ciò ha comportato una scesa del tasso reale di crescita annuale del PIL a 4,9 punti percentuali, se paragonato al 6,6% della prima metà del 2004. La crescita dei prodotti industriali è altresì in calo, con un valore aggiunto diminuito e pari al 3,6% nella prima metà del 2005.

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Il tasso di crescita della domanda nazionale, di contro, subirà un’accelerazione durante l’anno in corso, comportato sia dall’impatto positivo dei tagli d’imposta sul reddito disponibile che dalle continue e forti crescite del credito al consumo e del livello salariale. Il consumo privato è aumentato dell’11,7% nella prima metà del 2005. Si stima che una politica macroeconomica restrittiva sarà necessaria nel 2006 per prevenire un surriscaldamento dell’economia e per anticipare un aumento addizionale del deficit delle partite correnti. Si prevede inoltre un ulteriore rallentamento del tasso di crescita per il 2006, al 4,8%, quale effetto della troppo lenta crescita dei consumi privati, conseguenza di una politica fiscale e monetaria restrittiva. Invece, ci si aspetta rimanga elevato il livello degli investimenti, come effetto delle nuove e moderne capacità produttive che iniziano ad affiorare in Romania, s’inizia dunque a dare il via ad ingenti investimenti del settore pubblico, e anche i flussi di IDE rimangono ad un buon livello. L’unico rischio che ad oggi è possibile prevedere è che ci si possa imbattere in una politica restrittiva che si mostrerà insufficiente e che il livello dei consumi non rallenterà come si stima rallentare. Ciò potrebbe provocare una più veloce, ma meno bilanciata, crescita nel 2006. 3.2 Inflazione: Le aspettative inflazionistiche rimangono elevate, date dalle pressioni della domanda a sua volta generate dalla rapida crescita del salario reale e del credito nonché degli attuali aggiustamenti, in salita, del livello dei prezzi dell’energia. L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa al 9,3% lo scorso Luglio, rispetto al 9,7% registrato nel mese di Giugno, ma ciò ha semplicemente riportato il tasso inflazionistico ai livelli registrati a Dicembre 2004. La Banca Centrale mira a raggiungere un’inflazione target intorno al 7,5% per il 2005. Ulteriormente complicato sarà poi mantenere il controllo del processo inflazionistico tra il 2005 e il 2006 e apparirà più forte la necessità di pianificare l’abolizione di una politica fiscale restrittiva, prima dell’entrata nell’UE del 2007. Ci si aspetta comunque che alla fine del 2005 l’inflazione sarà dell’8%, in vista dell’elevato livello di domanda aggregata e della crescente pressione sui prezzi dell’energia. Una politica macroeconomica restrittiva nel 2006 potrebbe assicurare un continuo processo disinflazionistico, a dispetto di una crescita anticipata del tasso d’imposta sul valore aggiunto, che alla fine dell’anno farà precipitare l’inflazione al 6,5%. 3.3 Tassi di cambio: Gli ingenti flussi di cambio esteri sono stati più di 5 miliardi di Euro (6,1 miliardi di dollari USA) nella prima metà del 2005, assurgendo così a principale causa del recente e rapido apprezzamento, in termini nominali, della valuta nazionale. Le previsioni assumono che l’ammontare del capitale liberalizzato e una visione generalmente positiva delle prospettive della Romania continueranno a stimolare gli ingenti flussi di capitale straniero portando quale risultato un forte apprezzamento in termini reali del Leu nel 2005. Parlando in termini dei nuovi Leu (a seguito della ridenominazione della valuta lo scorso 1 Giugno 2005), ci si aspetta un apprezzamento della moneta nominale nazionale ad una media annuale pari a 2,87 Leu = 1 $ USA (3,63 Leu = 1 €) nel 2005, rispetto al cambio 3,26 Leu = 1 $ USA (4,06 Leu = 1 €) registrato nel 2004. Ciò implica un apprezzamento reale del 20% contro il dollaro statunitense e del 19,5% contro l’euro, provocando forti dubbi sulla competitività delle esportazioni romene nell’ambito del mercato europeo. Nel 2006 ci si aspetta un ancora maggiore, seppur modesto, apprezzamento della valuta nazionale in termini reali.

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3.4 Settore estero: Le esportazioni hanno avuto una performance abbastanza buona tra i mesi di Gennaio e Giugno 2005, crescendo ad una percentuale annuale del 15,2%, raggiungendo i 12,55 miliardi di euro, ma tale crescita è andata rallentando negli ultimi mesi, mentre, al contempo, la rapida ascesa del livello delle importazioni ha iniziato ad essere la prima causa d’interesse pubbico. Le importazioni erano cresciute ad un tasso annuale del 21,8% nello stesso periodo. Uno dei lati positivi, le importazioni di macchinari e impianti, che necessitavano di una ristrutturazione e di una modernizzazione, sono ammontati al 22% del totale. Per quanto, la crescita delle importazioni riflette soprattutto la strutturale debolezza dell’economia romena e la rapida espansione del credito al consumo e dei livelli salariali, hanno aumentato la domanda tanto da non riuscire più ad essere soddisfatta dalla produzione nazionale. La forte crescita reale del credito e del salario ha contribuito a stimolare le vendite al dettaglio (ad un tasso annuale del 18,3% in termini reali tra Gennaio e Giugno 2005) e le importazioni di automobili (che sono cresciute ad un tasso annuale del 28,4% nel corso della prima metà del 2005). Ciò a portato ad un disavanzo commerciale ad una crescita annuale del 52%, pari a 3,07 miliardi di euro (3,95 miliardi di dollari USA) nella prima metà del 2005, ci si aspetta che l’ammontare del deficit raggiunga il 9,8% del PIL nel 2005. Una politica restrittiva nel 2006 potrebbe ridurre il deficit a circa il 6,6% del PIL.

Tab.1: Indicatori macroeconomici: stime

a Valori attuali. b Previsioni EIU. c Stime EIU. d Ridenominazione del Leu romeno in data 1 Giugno 2005, imposta dalla elisione dei quattro zeri: 1 Leu attuale (RON) equivale a 10,000 vecchi Leu (ROL). FONTE: The Economist Intelligence Unit. Stime previsionali (valori in % dove non espressamente indicato).

Indicatori 2003a 2004a 2005b 2006b

Crescita reale del PIL 5,2 8,3 5,0 4,8 Crescita della produzione industriale 1,0 5,3 4,5 4,0 Tasso di crescita della produzione agricola 5,0 22,2 1,9 1,0 Tasso di disoccupazione (fine anno) 7,2 6,2 6,5 7,2 Inflazione dei prezzi al consumo (media) 15,3 11,9 8,9 6,9 Inflazione dei prezzi al consumo (fine anno) 14,1 9,3 8,0 6,5 Tasso di prestito della banca commerciale 25,4 25,8 20,0 16,0 Bilancio del budget consolidato (% del PIL) -2,3 -1,2 -1,5 -1,1 Esportazioni di beni (miliardi di $ USA) 17,6 25,5 30,4 35,4 Importazioni di beni (miliardi di $ USA) 22,2 32,6 41,4 46,0 Bilancio del debito corrente (miliardi di $ USA) -3,5 -5,9 -9,2 -7,2 Bilancio del debito corrente (% del PIL) -6,1 -8,3 -9,8 -6,6 Debito Estero (fine anno; miliardi di $USA) 21,3c 27,5c 29,9 31,3 Tasso di cambio Leu:$ USA (media)d 3,32 3,26 2,87 2,77 Tasso di cambio Leu:€ (media)d 3,76 4,06 3,63 3,64 Tasso di cambio Leu:$ USA (fine anno)d 3,26 2,91 2,78 2,81 Tasso di cambio Leu:€ (fine anno)d 4,11 3,94 3,53 3,80

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4. Settori produttivi e commercio con l’estero Anzitutto, dando evidenza ai settori produttivi romeni, bisogna premettere che come conseguenza dei processi di industrializzazione forzata del passato, l’industria è stata per anni un settore trainante dell’economia romena, in particolare nei comparti dell’industria pesante, della raffinazione e di un fiorente settore petrolchimico, che tuttavia oggi scontano le conseguenze di gravi ritardi tecnologici. L’agricoltura, pur restando un settore che riveste grande importanza, patisce le difficoltà del passaggio dalla statalizzazione alla proprietà privata avviato dagli inizi degli anni ‘90, mentre afflitto anche da condizioni climatiche spesso avverse, va lentamente diminuendo la sua incidenza sulla formazione del PIL della Nazione. Il settore dei servizi, in crescita, presenta invece buone possibilità di sviluppo, sebbene molte siano ancora le potenzialità da sviluppare. La Romania presenta in particolare notevoli potenzialità nel comparto dei servizi al turismo. Per quanto riguarda la presenza di materie prime si può dire che l’estrazione e la lavorazione dei metalli di base hanno una lunga tradizione in Romania; sono presenti: rame, piombo, bauxite e zinco. Le principali produzioni di idrocarburi riguardano il petrolio. Pur avendo alimentato per decenni un’attiva industria di raffinazione e un fiorente settore petrolchimico, il comparto petrolifero risente di gravi ritardi tecnologici. Per ovviare a questa situazione la Rompetrol (l’azienda statale per l’esplorazione e la commercializzazione degli idrocarburi), ha richiesto il sostegno di investitori stranieri tramite la predisposizione di speciali incentivi fiscali e la concessione di licenze produttive venticinquennali. Alcune aziende straniere fra cui la Shell, la Amoco e la britannica Enterprise Oil hanno già ottenuto licenze di esplorazione sul territorio romeno. La partecipazione della Romania al COMECON ha avuto come conseguenza un’eccessiva specializzazione nell’industria pesante. Gli impianti esistenti risultano inoltre arretrati dal punto di vista tecnologico rispetto allo standard europeo; un’obsolescenza aggravata anche dai pesanti tagli alla ricerca dovuti alla crisi del 1989. Per questa ragione l’industria è stata aperta alla partecipazione straniera con lo scopo di innalzare il capitale sociale ed incoraggiare il know-how tecnologico e manageriale estero. Sono soprattutto l’industria dei beni di consumo (in particolare soft drink e tabacco) ed alcune aree degli armamenti ed aviazione ad attirare l’investitore straniero. Le aziende statali rappresentano tuttora una porzione rilevante della produzione industriale. Principali comparti sono il siderurgico, l’industria meccanica e metalmeccanica, il tessile e la chimica. A questo punto è possibile affermare che due elementi caratterizzano il commercio estero della Romania: da un lato l’eccessiva dipendenza del Paese dalle importazioni, in particolare di prodotti energetici e di materie prime non presenti; dall’altro, il crollo dei flussi d’esportazione negli anni immediatamente successivi alla svolta del 1989, determinato prevalentemente dalla marcata contrazione della produzione nazionale, dalla dissoluzione del Comecon e dall’applicazione delle sanzioni delle Nazioni Unite nei confronti dell’Iraq e della Serbia (due dei partner commerciali tradizionali della Romania). Tali elementi hanno contribuito alla crescita nel corso degli ultimi anni del pesante deficit commerciale della Romania. La Romania è un Paese che importa grossi quantitativi di prodotti energetici e materie prime, sebbene dal 1995 sia andata aumentando progressivamente la quota relativa a macchinari e beni strumentali in genere, in relazione al processo di sviluppo dell’economia e del comparto industriale nel Paese. Dal lato delle esportazioni, prevalgono sostanzialmente materie prime e prodotti semilavorati, in particolare nel settore del tessile e abbigliamento.

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L’Unione Europea è divenuta progressivamente il principale partner commerciale, ancor prima che si siglasse l’accordo associativo nel 1995, con una quota percentuale di assorbimento delle importazioni romene superiore al 60%. I principali partners romeni nell’Unione Europea sono l’Italia, al primo posto sia dal lato delle importazioni che delle esportazioni, e la Germania che da sole coprono circa il 40% dell’interscambio commerciale rumeno. Tuttavia, i rapporti commerciali con l’Unione Europea procedono asimmetricamente, in quanto se quest’ultima ha abolito praticamente ogni restrizione all’interscambio commerciale, l’esclusione della Romania dal 1° gruppo di adesione sta sicuramente influenzando le esportazioni. Tradizionalmente, infine, si registrano importanti rapporti commerciali con la Russia e la Comunità degli Stati Indipendenti. 5. Investimenti esteri La transizione verso un’economia di mercato e il processo di privatizzazione hanno indotto il Governo romeno ad incoraggiare fortemente l’afflusso di capitali stranieri nell’economia nazionale attraverso la definizione di un quadro normativo di riferimento. Attualmente, gli investimenti esteri in Romania sono disciplinati dall’Ordinanza n. 31 del giugno del 1997 che modifica ed integra la normativa del 1991. Nel periodo immediatamente successivo al 1990, l’afflusso di capitali stranieri in Romania è stato fortemente limitato dalla situazione d’instabilità sul piano politico che contraddistingueva il Paese. Il flusso di investimenti esteri in Romania rimane di gran lunga al di sotto del livello minimo richiesto dalle esigenze di sviluppo del Paese. Alla fine del dicembre 1996, il valore totale degli investimenti esteri realizzati ammontava a 2,2 miliardi di $ USA (1,80 miliardi di €). Principali investitori sono stati la Corea del Sud, l’Italia, la Germania, l’Olanda e gli Stati Uniti. Attualmente, sarebbero oltre 50.000 le joint-venture e le filiali di società straniere presenti nel Paese. La maggior parte delle società miste di piccole dimensioni operano nel settore commerciale e nei servizi, mentre le grandi joint-venture si attivano prevalentemente nel settore manifatturiero o nell’edilizia. Il 70% circa delle joint-venture presenti nel Paese operano nel settore industriale (tessile-abbigliamento, siderurgia, produzione di macchine utensili per la lavorazione dei metalli, ecc.). Le società miste italiane sono per una buona parte (circa 3.500 aziende su 5.163) micro-imprese con quote societarie talvolta inferiori ai 500 $ USA (408,40 €), che operano prevalentemente nel settore dell’import-export. Non mancano tuttavia le joint-venture costituite da aziende italiane di primaria importanza. Nel 1999, con Legge n. 133/1999, è stata disposta una disciplina ad hoc per la istituzione e lo sviluppo nel Paese delle Piccole e Medie Imprese, le quali godono di agevolazioni e di un regime semplificato. Il 13 marzo 2002, il Governo ha deciso di creare l’Agenzia Romena per gli Investimenti Esteri (ARIS) con l’intento di promuovere gli investimenti esteri nel Paese. La ARIS dovrebbe sviluppare strategie promozianali, politiche ed piani di azione per attrarre gli investimenti esteri diretti. Essa, tra le sue funzioni, può anche proporre misure legislative per armonizzare e semplificare le procedure ed eliminare le difficoltà burocratiche. Il Governo intende incoraggiare gli investimenti esteri diretti, in particolare attraverso la semplificazione delle procedure legali ed amministrative e attraverso il miglioramento della stabilità e trasparenza del sistema legislativo. Il questa linea, parecchie iniziative fiscali per promuovere gli investimenti sono state introdotte e a luglio del 2001 è stata anche adottata una legge sulla promozione degli investimenti che riguarda un’ampia gamma di investimenti, garantendo esenzioni fiscali e altre facilitazioni per progetti greenfield che superano 1 milione di $ USA (816.793,27 €),

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incluse altre misure per il miglioramento dell’ambiente imprenditoriale. E’ stato anche creato un dipartimento per le relazioni con gli investitori esteri, che funzionerà come sportello unico per gli investimenti superiori ai 10 milioni di $ USA (8.167.932,70 €). Contrariamente alle intenzioni, va tuttavia segnalato che è stata disposta l’entrata in vigore, con decorrenza dal 27 gennaio 2003, dell’Ordinanza di Urgenza no.194 che, riguardante il regime degli stranieri in Romania, istituisce di fatto delle regole considerate molto rigide per gli investitori esteri che vogliono avviare affari in Romania. I rappresentanti del Ministero degli Interni dichiarano che l’Ordinanza ha come obiettivo quello di fermare l’immigrazione illegale dai Paesi che usano la Romania come mezzo per arrivare nell’Occidente. Nella forma presentata dal Governo, non viene però spiegato esattamente a chi si applica. In sostanza, l’Ordinanza del 2003 dispone limitazioni dei visti e istituisce un massimale necessario per l’investimento. L’investitore che desideri usufruire di un visto a lungo termine (cioè fermarsi in Romania per più di 90 giorni solari) deve oggi richiedere e ricevere l’avviso dell’Agenzia Romena per gli Investimenti Stranieri (ARIS). Anche per diventare socio o azionista di una società commerciale, è dunque necessario presentare un business plan in base al quale al potenziale investitore sia rilasciata l’autorizzazione da parte di ARIS. In aggiunta, l’investitore deve anche presentare un estratto conto che attesti la disponibilità di almeno 100.000 Euro nel Paese di provenienza. Senza questi soldi, in base alla nuova disciplina, non viene infatti più permesso di avviare attività economiche in Romania. 6. Rischio paese Nella classifica rischio-paese, la SACE colloca la Romania nella 4a categoria su 7. Per quanto riguarda le condizioni di assicurabilità, si distingue tra rischio sovrano caratterizzato da un’assicurabilità nel rispetto dei limiti all’indebitamento fissati dal FMI e rischio bancario e corporate il cui grado di apertura è definibile in base all’analisi del merito di credito. Tenuto conto poi dell’andamento delle riserve e del più favorevole atteggiamento delle istituzioni internazionali nonché della circostanza che gran parte del debito esterno del Paese è a lungo termine (90% del totale), non sembrano profilarsi particolari rischi a breve termine sugli equilibri finanziari esterni del Paese. Nel complesso il rischio paese della Romania nel breve termine è sicuramente migliorato: si sono ridotti gli squilibri nei fondamentali comparti dell’economia; si è evitato un peggioramento dei conti pubblici; si è recuperata credibilità internazionale. 7.Sistema fiscale Nel 1990 il sistema fiscale romeno ha subito cambiamenti rilevanti diretti ad allineare il sistema stesso alle esigenze di un’economia di mercato. Queste trasformazioni (che interessano anche gli stranieri) hanno riguardato in particolare l’introduzione dell’IVA e di un nuovo sistema per valutare l’imposta sul reddito delle persone giuridiche. Attualmente, il sistema fiscale romeno comprende le seguenti principali imposte, le cui aliquote potrebbero però essere ampiamente modificate, come annunciato dal nuovo ministro delle finanze. ??Imposta sul valore aggiunto. L’imposta è stata introdotta nel luglio del 1993 e prevede dal 1°

febbraio 1998 un’aliquota generale del 22% (precedentemente era del 18%). Su alcuni beni e

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prodotti (in particolare, generi alimentari di prima necessità, fertilizzanti, medicinali, servizi agricoli etc.) si applica un’aliquota ridotta pari al 11%. E’ prevista l’aliquota zero per l’esportazione di beni e servizi, per gli investimenti finanziati tramite aiuti o prestiti (in particolare da parte delle organizzazioni internazionali) non rimborsabili e per i beni e servizi delle missioni diplomatiche. In linea generale, tutta la disciplina dell’Iva è in corso di adeguamento con gli standard dell’Unione Europea. Tassa sul reddito delle persone fisiche La tassa è regolata dalla Legge n. 32/1991 e dall’ordinanza di Governo n. 70/1994 per la tassa sul profitto. È applicata sui salari sia dei romeni che degli stranieri operanti in questo Paese (purché abbiano lavorato per un periodo di almeno 183 giorni ) e prevede aliquote variabili dal 5% (per redditi fino a 1.12 Leu (0.32 €)) al 60% (per redditi oltre 123.3 Leu (3.55 €));

??Tassa sul reddito delle persone giuridiche . Sancita dall’ordinanza di Governo n. 40/1994 e dalla Legge n. 73 del luglio 1996, entrata in vigore il 1° gennaio 1997. L’aliquota è unica ed è fissata al 38% del reddito societario, sebbene siano previste aliquote ad hoc per particolari tipi di attività (sulle società agricole l’aliquota è del 25%);

??Imposta sul consumo. E’ regolata dalla Legge n. 42/1993 sui diritti d’accisa. Si applica ai beni considerati di lusso (alcolici, caffè, tabacco, gioielli, automobili, profumi, cristalli, apparecchiatura elettronica) e prevede aliquote variabili tra il 6 ed il 150%.

A gennaio del 2000 il Governo romeno avrebbe dovuto introdurre una tassa globale sul reddito, intesa ad allineare il sistema fiscale romeno con la pratica internazionale. Una ordinanza governativa che è stata proposta permette di imporre la tassa globale sul reddito in maniera progressiva su tutte le principali forme di reddito in denaro, escluse le pensioni ed i redditi derivanti da lavoro agricolo e forestale. Le aliquote fiscali proposte variano dal 18 al 40%. Tale tassa verrà in particolare applicata al lavoro freelance e privato, al pagamento degli interessi e dei dividendi, ma anche ai salari e agli stipendi; non sarà invece applicata ad una gamma di pagamenti sociali. La nuova tassa persegue lo scopo di regolarizzare la tassazione dei redditi di qualsiasi fonte e la tassazione delle aree di attività privata che sono finora sfuggite alle imposizioni fiscali, mentre è ordinata anche al fine di accelerare il pagamento delle tasse. Tuttavia, a causa della scarsità di capacità professionali all’interno della pubblica amministrazione romena, è probabile che saranno necessari alcuni anni prima che la nuova tassa venga pienamente applicata. 8. Politica monetaria Ci si aspetta che la Banca Nazionale di Romania (National Bank of Romania, NBR, la banca centrale) continui a perseguire una cauta politica monetaria tentando di porre un freno alla inarrestabile crescita del credito, al fine di combattere l’inflazione e limitare il livello dell’ammontare del debito delle partite correnti. La NBR ha innalzato il relativo tasso, assestandolo al 21,25% intorno alla metà dell’anno scorso, rispetto al 17,4% dell’aprile 2003, quando la banca per la prima volta invertì la sua politica tradizionale fondata sulla progressiva riduzione dei tassi. In linea con la politica proattiva della NBR per il raggiungimento del livello target da far raggiungere all’inflazione (8,8%) per lo scorso inizio del 2005, non si evince la possibilità di una riduzione dei tassi d’interesse nel breve termine, ma ci si aspetta un graduale abbassamento dei tassi nella seconda metà dell’anno prossimo, tanto maggiore quanto più gli sviluppi macroeconomici risulteranno positivi. La politica monetaria nel suo complesso mira a realizzare una graduale

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riduzione in campo inflazionistico, mentre si cerca di evitare un eccessivo apprezzamento reale della valuta nazionale. La politica favorita dalla NBR è quella di permettere un modesto apprezzamento annuale di oltre il 2% come ancora anti-inflazionistica, purché la competitività estera non sia messa a rischio. 9. Normativa societaria Il funzionamento delle società commerciali in Romania è sancito dalla Legge n. 31/1990, integrata con le Leggi n. 41/1991 e n. 44/1991, modificata e completata con l’ordinanza d’urgenza n. 32/97 sulle società commerciali. Le compagnie con sede in Romania sono entità giuridiche, operanti autonomamente, le cui attività sono distinte da quelle delle persone giuridiche o fisiche che le hanno create. In base all’ordinamento romeno, cinque sono le forme societarie ammesse. Società a nome collettivo Gli obblighi sociali sono garantiti con il patrimonio sociale e con la totale responsabilità di tutti gli associati. Tra le tipologie di ragione sociale maggiormente in uso si ha: ??Società in accomandita semplice. Gli obblighi sociali sono garantiti con il patrimonio sociale e

con la responsabilità totale e solidale degli associati accomandatari. ??Società in accomandita per azioni. Il capitale sociale è diviso in azioni; gli obblighi sociali

sono garantiti con il patrimonio sociale e con la responsabilità totale e solidale degli associati accomandatari.

??Società per azioni. Gli obblighi sociali sono garantiti con il patrimonio sociale, mentre gli azionisti sono legati solo al pagamento delle azioni. Per questo tipo di società ci devono essere almeno 5 azionisti e il capitale minimo registrato deve partire da 3 milioni di Leu (86.32 €). Il contributo straniero non può essere inferiore ai 10.000 $ USA (8.167,93 €).

??Società a responsabilità limitata. Gli obblighi sociali sono garantiti con il patrimonio sociale, mentre gli associati sono obbligati soltanto al pagamento delle parti sociali. Il capitale registrato non può essere inferiore ai 10 Leu (2.88 €) e la parte di capitale di un investitore straniero deve ammontare ad almeno 10.000 $ USA (8.167,93 €). Il numero dei soci deve essere compreso tra uno e cinquanta. Il valore minimo di ciascuna quota non può essere inferiore a 0.5 Leu (0,14 €) e le quote non possono essere liberamente vendute.

Per quanto riguarda gli Uffici di Rappresentanza di compagnie straniere, questi vengono regolamentati con il Decreto Legge n. 122/1990. Dal 1° gennaio 1997 è entrata in vigore la nuova tassazione di tali uffici in base all’ordinanza di Governo n. 24/1996. Questi enti non possono svolgere attività commerciali per loro conto, ma solo in rapporto all’organizzazione cui fanno capo (pubblicità, promozione etc.) e devono essere registrati presso il Dipartimento del Commercio estero, pagando una quota annuale per il rilascio di una licenza.

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10. Mercato del lavoro Con la transizione avviata nel 1989 verso un’economia di mercato, significativi cambiamenti sono stati apportati alla legislazione sul lavoro. Generalmente la settimana lavorativa prevede 8 ore di lavoro per 5 giorni alla settimana. Il salario nominale netto mensile subisce notevoli fluttuazioni, a seconda dei diversi settori. Il settore delle istituzioni bancarie e finanziarie è quello maggiormente pagato, con una media mensile di 920 Leu (264.72 €). Seguono il settore del trasporto aereo con 678 Leu (195.09 €), gli uffici delle assicurazioni private e delle pensioni con 780 Leu (224.43 €), le imprese di trasformazione petrolifera e di energia nucleare con 701 Leu (201.70 €) e quelle del tabacco con 678 Leu (195.09 €)). Il salario medio nel settore manifatturiero è di circa 308 Leu (88.62 €), mentre i settori meno pagati sono quelli dell’arredamento con 234 Leu (67.33 €), dell’abbigliamento con 215 Leu (61.86 €), delle calzature con 213 Leu (61.29 €) e della trasformazione del legno con 200 di Leu (57.55 €). Gli impiegati sono generalmente pagati ogni due settimane, avendo inoltre diritto ad una somma addizionale in caso di lavoro straordinario. Il tasso di disoccupazione, secondo le stime ufficiali, nel 2003 risultava assestato intorno al 7% della forza lavoro. Quanto alla distribuzione delle forza lavoro, circa il 31,5% degli occupati lavora nell’industria ed il 33,6 % nell’agricoltura. I lavoratori dipendenti sono circa il 57% della forza lavoro totale, mentre i freelance ed i lavoratori autonomi sono circa il 21,8%. Coloro che si considerano oggi datori di lavoro costituiscono solo l’1,2% del totale ed, infine, i lavoratori in cooperativa solo lo 0,3% del totale.

11. Opportunità di credito Nel quadro del processo di ristrutturazione e transizione verso un’economia di mercato, il sistema bancario rumeno è stato oggetto di una profonda ristrutturazione, i cui elementi chiave sono stati il riconoscimento alla Banca Nazionale di Romania (National Bank of Romania) del ruolo e delle funzioni proprie di una banca centrale di tipo tradizionale e lo sviluppo di una rete di banche commerciali. Il quadro normativo di riferimento in materia bancaria è rappresentato dalla Legge n.33/1991 sulle Attività Bancarie e dalla Legge n.34/91 sullo Statuto della Banca Nazionale della Romania. Entrambe le leggi seguono - nel complesso - le norme vigenti in tutti i sistemi creditizi dell’Unione Europea, con una banca nazionale che funge da supervisore e una serie di banche commerciali (organizzate come società per azioni) che coprono tutti i classici servizi di sportello. 12. Incentivi all’investimento In base alla nuova normativa, all’investitore straniero sono riconosciute particolari garanzie ed agevolazioni quali la possibilità di costituire in Romania società a capitale interamente straniero (ciò nonostante, lo schema tipico è rappresentato dalla costituzione di un’impresa mista), il diritto al rimpatrio in valuta convertibile dei profitti realizzati nonché la garanzia contro esproprio o nazionalizzazione (salvo che per motivi di preminente interesse nazionale).

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Non sono previste preclusioni in termini di settori (non sono pertanto richieste particolari autorizzazioni e licenze, sebbene tutti gli investimenti stranieri debbano essere registrati presso l’Agenzia Romena per lo Sviluppo) ed è previsto che l’investimento:

1. sia conforme alle disposizioni in materia di tutela ambientale; 2. non sia in contrasto con gli interessi nazionali in materia di sicurezza e difesa; 3. rispetti le disposizioni in materia di ordine pubblico, sanità e moralità fissate dal Governo.

Per quanto concerne esenzioni e benefici, il regime previsto dalla nuova normativa è alquanto articolato e complesso. In particolare, per investimenti di valore superiore ai 350.000 $ USA (285,88 €) (e comunque superiori al 20% del capitale dell’impresa) è prevista una riduzione pari al 50% dei dazi doganali relativi alle importazioni di beni strumentali, materie prime e semilavorati, nonché la riduzione della tassa sul reddito societario (con l’applicazione di un’aliquota ridotta pari al 15%) per i due anni successivi alla realizzazione dell’investimento. Investimenti di valore superiore ai 5 milioni di $ USA (4.083.966,35 €) (sotto la precedente legislazione, il limite era fissato a 50 milioni di $ USA (40.839.663,48 €)) possono beneficiare di un ulteriore periodo di cinque anni di riduzione dell’imposta sul reddito societario e di ulteriore periodo di 3 anni per la riduzione dei dazi doganali sulle importazioni di beni capitali, materie prime e semilavorati.

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13. Informazioni utili

Informazioni utili Prefisso internazionale 00 40 per il Paese;

1 Bucarest.

Fuso orario 2 ore avanti rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich; 1 ora avanti rispetto all’Italia.

Documenti necessari per l’espatrio

Per entrare nel Paese è preferibile avere il passaporto in corso di validità e il visto. Si segnala che le autorità di frontiera romene non applicano la recente normativa, che prevede per i cittadini dell’Unione Europea la possibilità di entrare in Romania anche con la sola carta d’identità per soggiorni inferiori a 30 giorni. In aggiunta, a partire dal 27 gennaio 2003, ai sensi dell’Ordinanza di Urgenza n. 194, l’investitore che desideri usufruire di un visto a lungo termine, cioè fermarsi in Romania per più di 90 giorni solari, deve richiedere e ricevere l’avviso dell’Agenzia Romena per gli Investimenti Stranieri (ARIS). Sostanzialmente l’investitore, per prolungare il soggiorno, deve presentare un business plan alla ARIS, dimostrando anche la disponibilità di 100.000 Euro.

Carte di credito Tutte le principali.

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14. Indirizzi utili

Contatti utili Categoria

Ente Denominazione Ente Indirizzo Telefono E-mail

Ambasciata d'Italia e Ufficio Commerciale Ambasciatore: Cristian Valentin Colteanu

Via Niccolò Tartaglia, 36

00197 Roma

+39.06.8084529 +39.06.8068777 +39.06.8083537 +39.06.8072541 +39.06.8078033

[email protected]

Consolato Generale Milano Console: Michele Pappalardo

Via Gignese, 2 20100 Milano +39.02.40074018

Consolato Generale Onorario Treviso

Via Pietro Bembo, 79 31011 Asolo (TV) 0423.952055

Ambasciate e

Consolati in Italia

Ufficio Commerciale di Romania

Via Spartaco, 15 20135 Milano +39.02.59900815

Ambasciata d'Italia e Ufficio Commerciale Ambasciatore: Stefano Ronca

Strada Henri Coanda, 9 Bucarest

+40.1.3113465 +40.1.3113470 +40.1.2315053 +40.1.2315054 +40.1.6507090

[email protected]

Cancelleria consolare Strada arch. Ion Mincu 12 Sector I +40.1.2232424 [email protected]

Ambasciate e

Consolati all'estero

Costanza - Vice consolato onorario Vice console: A. Bavaru

Rectoratul Universitatii - ¨Ovidius¨ B-dul Mamaia, 124

B-dul Mamaia, 42 - casa Italia +40.92.216553

Ministeri Ministero del Commercio (Ministerul Comertului)

Str. Apolodor, 17 Bucarest

+40.1.6141141

Camere di

Commercio locali

Camera di Commercio e Industria della Romania

22, N. Balcescu Blvd. – RO 79502 Bucharest +40.1.6154703 [email protected]

Istituti ed

Enti

Agenzia Rumena per lo Sviluppo (R.D.A.)

Bd. Magheru, 7 Bucarest

+40.1.6156686

IFC Office c/o World Banck

Boulevard Dacia 83, Sector 2 - Bucharest

+40.1.2112866

World Bank Office Mr. Dan Petrescu

Boulevard Dacia 83, Sector 2 Bucharest +40.1.2101804 [email protected]

Organismi Internazionali

World Bank Office Ms. Ann Walsh

1818 H Street, NW - Washington D.C. 20433 +1.202.4731940 [email protected]

Istituto Nazionale per il

Commercio Estero I.C.E.

Ambasada Italiei Serviciul Dezvoltare Schimburi (I.C.E.)Direttore: P. Ferdinando

Strada A.D. Xenopol, 15 setor 1 - 70181 Bucarest

+40.1.2114476 +40.1.2114240

[email protected]

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Contatti utili Categoria

Ente Denominazione Ente Indirizzo Telefono E-mail

Savings Bank (Casa de Economii si Consemnatiuni)

ABN Amro Bank Bd Expozitiei 2 Bucarest

+40.1.2228020

Agriculture Bank (Banca Agricola S.A.)

Str. Smardan 3 Bucarest 3

+40.1.6135520 +40.1.3120339 +40.1.6144260

BANCOREX (Banca Romana de Comert Exterior)

Calea Victoriei 22,24 Bucarest 3

+40.1.6149190 +40.1.2107717 +40.1.3126778

Bankoop (Banca de Credit Cooperatist S.A.)

Str. Ion Ghica 13 Bucarest 3

+40.1.6143900 +40.1.3122219 +40.1.3112976

Comercial Bank “Ion Tiriac” (Banca Comerciala “Ion Tiriac”)

Str. Doamnei 12 Bucarest +40.1.6134858

Bucharest Bank

Piata Gh Cantacuzino 6 Bucarest

+40.1.2108794 +40.1.2109042 +40.1.2109692

Commercial Bank Albina Splaiul Unirii 12 Bucarest

+40.1.6150166 +40.1.3306809 +40.1.3306821

Commercial Bank Robank Bd Unirii 59 Bucarest

+40.1.3225700 +40.1.3210050

Industrial and Commercial Credit Bank (Banca de Credit Industrial si Comercial)

Str. Doamnei 17,19 Bucarest 3 +40.1.3123629

Italian - Romanian Bank (Romanian Representative Office)

Str. A.D. Xenopol 15 Bucarest 2

+40.1.2101038 +40.1.2101039

Mindbank (Bank for Small Industry and Free Enterprise S.A.)

Calea Plevnei 46,48 Bucarest 1

+40.1.3120034 +40.1.6130788 +40.1.6152210 +40.1.6157727

National Bank of Romania (Banca Nationala a Romaniei)

Str. Lipscani 23/25 Bucarest

+40.1.3124375 +40.1.6130410 +40.1.6152750 +40.1.6140262

Romanian Bank For Development

Str Doamnei 4 Bucarest

+40.1.3133200 +40.1.3134640 +40.1.3159600 +40.1.3158909

Romanian Bank S.A. (Banca Romaneasca S.A.)

Blvd Unirii 35 Bucarest 3 +40.1.3123624

Romanian Commercial Bank (Banca Comerciala Romana)

Blvd. Republicii 14 Bucarest +40.1.6141190

Principali Istituti Bancari locali

Romanian Eximbank S.A.. (Banca de Export - Import a Romaniei)

Str. Stavropoleos 6 Bucarest 3

+40.1.2107948