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Romeo e Giulietta Traduzione Salvatore Quasimodo PROLOGO Entra il CORO CORO L'azione si svolge nella bella Verona, dove fra due famiglie di uguale nobiltà, per antico .odio nasce una nuova discordia che sporca di sangue le mani dei cittadini. Da questi nemici discendono i due amanti, che, nati sotto contraria stella, dopo pietose vicende, con la loro morte, annientarono l'odio di parte. Le tremende lotte del loro amore, già segnato dalla morte, l'ira spietata dei genitori, che ha fine soltanto con la morte dei figli, ecco quello che la nostra scena vi offrirà in due ore. Se ascolterete con pazienza, la nostra fatica cercherà di compensare qualche mancanza. Esce [I. I] Entrano SANSONE e GREGORIO, armati di spade e di scudi, della casa dei Capuleti SANSONE Sulla mia parola, Gregorio, non mandere- mo insulti giù nella strozza. GREGORIO Certo, perché saremmo degli strozzini. SANSONE Volevo dire che se la collera aumenta tire- remo fuori la spada. 1

Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

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Page 1: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Romeo e GiuliettaTraduzione Salvatore Quasimodo

PROLOGO

Entra il COROCOROL'azione si svolge nella bella Verona,dove fra due famiglie di uguale nobiltà,per antico .odio nasce una nuova discordiache sporca di sangue le mani dei cittadini.Da questi nemici discendono i due amanti,che, nati sotto contraria stella,dopo pietose vicende, con la loromorte, annientarono l'odio di parte.Le tremende lotte del loro amore,già segnato dalla morte, l'ira spietata dei genitori,che ha fine soltanto con la morte dei figli,ecco quello che la nostra scena vi offrirà in due ore.Se ascolterete con pazienza, la nostra faticacercherà di compensare qualche mancanza. Esce

[I. I]

Entrano SANSONE e GREGORIO,armati di spade e di scudi, della casa dei Capuleti

SANSONE Sulla mia parola, Gregorio, non mandere-mo insulti giù nella strozza.GREGORIO Certo, perché saremmo degli strozzini.SANSONE Volevo dire che se la collera aumenta tire-remo fuori la spada.

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GREGORIO Credo che finché sarai vivo, tirerai fuori il collo dal collare.SANSONE Io faccio presto a muovere le mani, quando mi eccito.GREGORIO Già, ma non ti ecciti facilmente per muove- re le mani.SANSONE Basta un cane di casa Montecchi per farmi eccitare.GREGORIO Ma eccitarsi significa muoversi, mentre chi ha coraggio resta fermo; se ti muovi troppo finirai per scappare.SANSONE Dico che un cane di quella casa mi ecciterà a star fermo. Avrò il lato del muro da qualunque servo, ed anche serva, di casa Montecchi che incon- trerò.GREGORIO Ciò dimostra che sei un debole schiavo, per- ché chi è debole va sempre al muro.SANSONE Verissimo; e per questo le donne, che sono i vasi più deboli, sono spinte sempre contro il muro. Caccerò, dunque, via dal muro i servi del Montecchi e forzerò al muro le sue serve.GREGORIO La lite è fra i nostri padroni e fra noi ser- vitori.SANSONE Non importa. Voglio fare il tiranno; quando mi sarò battuto con gli uomini, sarò duro con le ra- gazze e le sferzerò tutte.GREGORIO Sferzare le ragazze?SANSONE Sì, sferzare o sforzare le ragazze. Prendilo nel senso che vuoi.GREGORIO Loro devono prenderlo nel senso giusto, quando lo sentiranno.SANSONE E lo sentiranno finché potrò tener duro. Sono un bel pezzo di carne, questo si sa.GREGORIO Meglio per te: se tu fossi un pesce, saresti certamente un baccalà. Fuori la spada: ecco qualcu- no di casa Montecchi.

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Entrano ABRAMO e un altro servo dei Montecchi

SANSONE La mia lama è fuori: su, litiga; io ti starò alle spalle.GREGORIO E come? Voltando le spalle e fuggendo?SANSONE Non aver paura di me.GREGORIO Ma no, veramente: aver paura di te!SANSONE Stiamo dalla parte della legge; lascia che siano loro i primi.GREGORIO Passando vicino a loro li guarderò di tra- verso. E la prendano come vogliono.SANSONE Anzi, come avranno coraggio. Li guarderò fissi mordendomi il pollice; è un'offesa, se la sop- portano.ABRAMO Vi mordete il pollice per noi, signore?SANSONE Io mi mordo il pollice, signore.ABRAMO Vi mordete il pollice per noi, signore?SANSONE [a parte a GREGORIO] La legge è dalla no- stra parte, se rispondo di sì?GREGORIO [a parte a SANSONE] No.SANSONE No, signore; non mi mordo il pollice per voi. Ma mi mordo il pollice, signore.GREGORIO Volete litigare, signore?ABRAMO Litigare, signore? No, signore.SANSONE Ma se voleste, signore, sono ai vostri ordini. Io servo un padrone che vale quanto il vostro.ABRAMO Ma non di più.SANSONE Dunque, signore?

Entra BENVOLIO

GREGORIO [a parte a SANSONE] Digli che vale di più: c'è un parente del padrone. SANSONE Sì, vale più del vostro, signore. ABRAMO Tu menti.SANSONE Fuori le spade, se siete uomini. Gregorio,,ricorda il tuo colpo da spaccone. Si battono

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BENVOLIO Separatevi, sciocchi! Giù le spade. Non sapete che cosa fate.

Entra TEBALDO

TEBALDO Come, hai alzato la spada fra questi vili servi? A me, Benvolio, e guarda in faccia la tua morte. BENVOLIO Io cerco di mettere pace; riponi la spada, o aiutami con essa a separare costoro. TEBALDO Come? Con la spada in pugno parli di pace? Odio questa parola come l'inferno: e così te e tutti i Montecchi! A te, vile. Si battono

Entrano tre o quattro CITTADINI armati di mazze

CITTADINO Avanti con le mazze, le picche, le partìgia- ne! Colpiteli! Annientateli! A morte i Capuleti! / A morte i Montecchi! Entrano CAPULETI, in veste da camera, e DONNA CA- PULETI

CAPULETI Perché questo fracasso? Portatemi la mia grande spa-DONNA CAPULETI [da, Su! Una gruccia, una gruccia semmai. Che volete farne

[della spada?

Entrano MONTECCHI e DONNA MONTECCHI

CAPULETI La mia spada, ho detto. Il vecchio Montecchi è qui e agita la spada per sfidarmi.

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MONTECCHI Vile Capuleti! - Non mi tenere; lasciami andare.DONNA MONTECCHI Non muoverai un passo contro il nemico.

Entra il Principe DELLA SCALA con il seguito

PRINCIPE Sudditi ribelli, nemici della pace, che profanate le spade col rosso del sangue cittadino... Ah, non mi ascoltate! Dico a voi, belve, non uomini, che volete spegnere il fuoco della collera impetuosa nei rossi ruscelli che scorrono dalle vostre vene. Pena la tortura, gettate le spade dalle mani piene di sangue e udite la condanna del vostro prin- È già la terza volta che una rissa civile [cipe. nasce per colpa vostra da parole d'orgoglio e di insulto, e che voi, vecchio Capuleti e voi Mon- turbate la quiete delle nostre strade [tecchi costringendo perfino i vecchi di Verona a lasciare i loro abiti severi e a riprendere con mano tremante le vecchie partigiane arrugginite nella pace, per dividere voi, arrugginiti [nell'odio. Se ancora una volta oserete turbare la nostra città pagherete con la vita la vostra colpa. Per oggi, vada. Allontanatevi di qua. Voi Capuleti seguitemi, e voi Montecchi: trovatevi stasera nel vecchio castello di Villafranca, dove udrete la mia sentenza per i fatti avvenuti, nel luogo di giudizio ordinario. Allontanatevi, ripeto, pena la morte. Escono [tutti tranne MONTECCHI, la MOGLIE e BEN-

VOLIO]

MONTECCHIChi è stato a riprendere questa antica lite?

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Eravate qui, caro nipote, quando è cominciata? BENVOLIO Quando giunsi, i vostri servi e quelli del vostro ne- erano già in lotta. Io ho cercato [mico di separarli con la spada, ma proprio allora è intervenuto il violento Tebaldo, che sibilando paro-

[le di sfida al mio orecchio ha cominciato ad agitare la spada intorno al suo capo e a tagliare il vento, che, incolume, rispondeva coi suoi fischi dì scherno. Mentre eravamo là e i colpi si seguivano ai colpi, la folla cresceva sempre più a estendere la mischia. Poi è arrivato il Principe a dividere le due parti.DONNA MONTECCHIE Romeo dov'è? Lo avete visto oggi? Sono felice che non abbia partecipato a questa rissa, BENVOLIO Signora, un'ora prima che il divino sole apparisse al balcone dell'oriente, una vaga tristezza mi spinse nel boschetto che si stende sul fianco di Verona, e là ho visto Romeo nell'ora mattutina. Volevo andargli incontro, ma appena mi vide scomparve nella selva. Misurai la sua tristezza dalla mia che cercava conforto dove non c'era; e stanco di me, della mia noia, ho seguito cupi pensieri m Ila solitudine, e volentieri ho lasciato Romeo, che mi fuggiva, alla sua malinconia.MONTECCHI Più volte l'hanno visto là prima dell'alba a crescere col pianto la rugiada fresca del mattino, dare nuvole alle nuvole con profondi sospiri; ma non appena il sole, che fa lieta ogni cosa, comincia nel lontano limite d'oriente ad aprire le buie

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cortine al letto dell'Aurora, quel dolente mio figlio fugge in casa, chiude le finestre alla sua stanza perché non entri la bella luce del giorno, e fa notte per sé. E l'oscura tristezza sovrumana lo farà molto soffrire in solitudine se non avrà qualcuno che l'aiuti. BENVOLIO Mio nobile zio, sapete perché si tormenta? MONTECCHI Non lo so; né lo posso sapere da lui.BENVOLIO Ma lo avete costretto in qualche modo?MONTECCHI Io e molti amici abbiamo provato: ma egli confida solo a se stesso i suoi dolori (non so con quanta verità), ed è così chiuso e segreto che è difficile scoprire quello che ha dentro, come il germoglio d'un fiore divorato da un verme odioso prima di poter aprire nell'aria i teneri petali e offrire al sole la sua bellezza. Se potessimo conoscere la causa dei suoi tormenti, cercheremmo con amore di guarirli.

Entra ROMEO

BENVOLIO Ecco che viene. Se non vi dispiace allontanatevi un poco. Saprò ciò che l'addolora o ancora una volta tacerà.MONTECCHI Spero che restando, tu riesca ad avere una leale confessione. Venite, signora, andiamo. Escono MONTECCHI e DONNA MONTECCHI BENVOLIOBuon giorno, cugino.ROMEO È ancora così presto?BENVOLIO Sono appena le nove,ROMEO Ahimè, come sembrano lunghe le ore tristi. Quello che si è allontanato così in fretta, era mio padre? BENVOLIO Sì. Quale tristezza fa lunghe le ore di Romeo?ROMEO Non avere ciò che le farebbe brevi.BENVOLIO Sei innamorato?ROMEO Privo...BENVOLIO D'amore?ROMEO Privo delle grazie della donna che amo. BENVOLIO Ahimè, perché Amore, di aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?

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ROMEO Ahimè, perché Amore, anche bendato, deve vedere senza occhi il sentiero che lo guidi ai suoi desideri. Dove andremo a pranzare? Povero me! Che lite c'è stata qui? È inutile che parli, ho già capito tutto. Qui c'è molto da fare per l'odio, ma più ancora per l'amore. O amore furioso! O odio amoroso! O tutto, creato dal nulla! O leggerezza che gravi! O seria vanità! Caos informe di graziose forme! Piuma di piombo! Fumo luminoso! Gelido fuoco! In- [ferma salute! O sonno che ha sempre gli occhi aperti e non è mai sonno! Questo l'amore che provo, senza sentire amore in esso. E tu, non ridi? BENVOLIO No, cugino, invece piango.ROMEO Perché, mio dolce cuore?

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BENVOLIO Perché il tuo tenero cuore è tormentato,ROMEO Ma è così quando l'amore non è corrisposto. La pena è grave nel mio petto, e tu vuoi ancora aggiungere il peso della tua, perché l'affetto che mi dimostri accresce il dolore già troppo grande. L'amore è una nuvola che si forma col vapore dei sospiri: se la nuvola svanisce l'amore è un fuoco che brilla negli occhi degli amanti; se s'addensa ai venti contrari può diventare un mare che cresce con le lacrime dell'amante. E che cos'è l'amore, se non una pazzia mite, un'amarezza che soffoca, una dolcezza che da sol- Addio, cugino. [lievo?BENVOLIO Piano. Vengo anch'io; se mi lasci così mi offendi.ROMEO Ho smarrito me stesso. Io non sono qui; questo non è Romeù; Romeo è in un altro luogo. BENVOLIO Dimmi seriamente l chi ami.ROMEO Come? Dovrei allora piangere per dirtelo? BENVOLIO Piangere? Ma no; dimmi con serietà, chi è? ROMEO Diresti a un ammalato di fare con serietà il suo testamento? Sarebbe una parola mal diretta a uno che sta già così male. Seriamente, cugino, amo una donna. BENVOLIO Colpivo quasi nel segno quando supponevo che tu fossi innamorato. ROMEO Sei un perfetto tiratore. E la donna che amo è bella.

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BENVOLIO Un bellissimo bersaglio, mio bel cugino, è più facileROMEO [da colpire. Va bene; ma con questo colpo hai mancato il segno: essa non sarà colpita dalla freccia di Cupido perché ha la saggezza di Diana; poi è ben difesa nella forte armatura della sua castità e vive serena, lontana dal debole e infantile arco [d'Amore. Essa non permette di essere assediata da parole amo- evita gli sguardi che tentano l'assalto, [rose, e non apre il grembo nemmeno all'oro che seduce perfino i santi. Essa è ricca di bellezza ed è soltanto povera in questo: che quando morirà, con la bellezza morirà la sua ricchezza.BENVOLIO Allora ha deciso di conservare la purezza? ROMEO Sì; e con questo risparmio, sperpera immensamente, perché la bellezza che non viene nutrita dall'amore, a causa della sua severità, ruba ai posteri la bellezza. Essa è troppo bella, troppo saggia, troppo saggiamen- [te bella perché vuole meritare la felicità celeste con la mia [disperazione. Ha giurato di non amare, e per quel voto io vivo essendo morto, e vivo per dirtelo ora.BENVOLIO Ascoltami, non pensare più a lei.ROMEO Insegnami come posso non pensare più. BENVOLIO Libera i tuoi occhi e guarda altre bellezze. ROMEO Questo sarebbe proprio 1l modo di ricordare ancora di più la sua rara bellezza. Le fortunate maschere

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che baciano il viso delle belle donne, col loro colore [nero non ci fanno pensare alla bellezza che nascondono? Chi è diventato cieco non può dimenticare il prezioso tesoro che i suoi occhi hanno perduto. Fammi vedere una donna che sia bellissima fra le altre; la sua bellezza non sarà altro per me che una pagina dove leggerò di quella che supera tutte per bellezza. Addio; tu non puoi insegnarmi a dimenticare. BENVOLIOTi devo questo insegnamento o morirò con un debito.

Escono[I. II.] Entrano CAPULETI, PARIDE e un SERVO COMICO dì Capuleti

CAPULETI Anche Montecchi è ormai legato come me, con la minaccia della stessa pena. Penso, del resto, che non sarà difficile a uomini vecchi come noi di stare in pace.PARIDE Tutti e due siete molto stimati ed è penoso che per lungo tempo sia durata la vostra discordia. Ma, signore, che cosa rispondete alla mia domanda?CAPULETI Non posso che ripetere quello che ho già detto. Mia figlia non ha esperienza del mondo, non ha ancora quattordici anni. Prima che sia matura per le nozze lasciamo che l'estate inaridisca ancora per due volte nelle sue fiamme.PARIDEMolte fanciulle più giovani di lei sono già madri felici.

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CAPULETI . Già; ma quelle che si sposano troppo presto perdono subito la loro bellezza. La terra ha inghiottito tutte le mie speranze e ora ho lei sola; e ogni mia grande speranza è in lei, padrona della mia terra. Intanto, fatele la corte, mio gentile Paride, cercate di conquistare il suo cuore. La mia volontà è una parte della sua. Se essa è contenta, avrete il mio consenso insieme alla sua dolce parola che ve lo accorda. Questa sera, per antica usanza, c'è festa in casa mia: ho invitato molte persone, fra le più care. Venite ad accrescere quel numero: sarete il prediletto. Nella mia povera casa potrete vedere stanotte le stelle che camminano sulla terra, stelle che danno al buio del ciclo. Questa notte, in casa mia, [luce in mezzo ai fiori ancora chiusi delle fanciulle, sentirete la gioia che provano i giovani allegri quando l'aprile con la sua bella veste è alle calcagna dell'inverno che se ne va zoppicando. Parlate con tutte, guardatele tutte, e amate quella che, per le sue doti, vi sembrerà che valga più delle Tra le molte fanciulle vi sarà anche la mia, [altre. è una rispetto al numero, ma non nel valore. Andiamo, venite con me. [Al SERVO] E tu, miserabile, va in giro per la bella Verona; cerca le persone segna- [te qui, [gli consegna un foglio] dirai che saranno bene accolte nella mia casa. Escono [CAPULETI e PARIDE]

SERVO "Cerca le persone segnate qui"? Sta scritto che il calzolaio si deve servire de! metro, il sarto del- la forma delle scarpe, il pescatore del pennello e il pittore delle reti? E a me si comanda di cercare le persone segnate in questa carta, quando io non sono capace di leggere i nomi che vi ha scritto chi l'ha

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scritta. Bisogna che cerchi qualcuno che ha studiato. Benissimo! Entrano BENVOLIO e ROMEO

BENVOLIO Eh, mio caro: un fuoco spegne un altro fuoco, un dolore s'attenua con la pena d'un altro dolore; se girando ti viene il capogiro, per farlo passare giri in senso contrario. Un dolore disperato si guarisce con un nuovo dolore. Se il tuo occhio avvelenato assorbe un altro veleno, quest'ultimo distrugge l'azione del primo veleno.ROMEO La tua foglia di piantàggine è ottima per questo. BENVOLIO Per che cosa, scusami?ROMEO Per il tuo stinco, se è rotto.BENVOLIO Ma Romeo, tu diventi pazzo. ROMEO Pazzo, no; ma più legato d'un pazzo, chiuso in prigione, affamato, frustato, torturato, e... [Al SERVO] Buona sera, caro ragazzo. SERVO Dio renda a voi la buona sera. Scusate, signore, sapete leggere? ROMEO Sì, la mia sorte nella mia sventura.SERVO Forse non l'avete imparata sui libri; ma vi pre- go, sareste capace di leggere qualunque cosa vedete?ROMEO Certo, purché si tratti di un alfabeto e di una linguaSERVO Benissimo; state allegro. [che conosco.ROMEO Aspetta, ragazzo: so leggere. (Legge) "II si- gnor Martino con la moglie e le figlie; il conte An- selmo e le sue graziose sorelle; la vedova del signor Vitruvio; il signor Piacenzio e le sue leggiadre nipo-

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ti; Mercuzio e suo fratello Valentino; mio zio Capu- leti con la moglie e le figlie; la mia bella nipote Ro- salina; Livia; il signor Valente e suo cugino Tebaldo; Lucio, con la sua allegra Elena." Una bella comitiva. E dove si devono riunire?SERVO Lassù.ROMEO Dove?SERVO A cena, in casa nostra.ROMEO In casa di chi?SERVO Del mio padrone.ROMEO Già, avrei dovuto chiedertelo subito.SERVO Ora ve lo dirò senza bisogno di domandarmelo: il mio padrone è il ricchissimo Capuleti. E se non siete uno di casa Montecchi, vi prego, venite a bere con noi una tazza di vino. State allegro! EsceBENVOLIO Alla festa che i Capuleti danno per tradizione, troverai a cena la bella Rosalina, che tu ami tanto, e le più ammirate bellezze di Verona. Va' là, e con occhio imparziale confronta il suo viso con quello di altre fanciulle che ti indicherò, e vedrai che il tuo cigno è un corvo.ROMEO Se la viva fedeltà dei miei occhi si dimostrasse cosi possano le mie lacrime mutarsi in fuoco. [falsa, E questi trasparenti eretici, che non possono morire (e tante volte annegarono nel pianto), siano bruciati come stregoni. Un'altra donna più bella del mio amore! Il sole, che tutto vede, non ne vide mai una simile a lei, dal principio del mondo.BENVOLIO Certo! La credi bella perché non l'hai vista mai insieme ad altre e perché è stata valutata sempre sola, dall'uno o dall'altro dei tuoi occhi; ma su queste bilance cristalline, metti da una parte la fanciulla che ami e dall'altra

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qualcuna che vedrai risplendere nella festa, e Rosalina ti sembrerà appena bella mentre ora ti pare la più bella. ROMEO Verrò; non per quello che mi vuoi mostrare, ma per avere gioia dallo splendore della mia fanciulla.

Escono[I. III.]

Entrano DONNA CAPULETI e la NUTRICE

DONNA CAPULETI Nutrice, dov'è mia figlia? Chiamala, che venga qui,NUTRICE L'ho già avvertita di venire qui; ve lo giuro sulla verginità di quando avevo dodici anni. Ehi, agnellina! Dove sei, coccinella? Dio la guardi! Dov'è questa bambina? Ehi, Giulietta!

Entra GIULIETTA

GIULIETTA Che c'è? Chi mi vuole?NUTRICE Vostra madre.GIULIETTA Madonna, sono qui; che volete?DONNA CAPULETI Ecco di che si tratta... Nutrice, lasciaci sole un mo- [mento, dobbiamo parlare in segreto... No, torna qui, nutrice. Ci ho ripensato; è meglio che tu assista al nostro colloquio. Tu sai che mia figlia ha ormaiNUTRICE [una bella età. Potrei dire la sua età senza sbagliare d'un'ora.DONNA CAPULETI Non ha ancora compiuto quattordici anni.

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NUTRICE Posso scommettere quattordici dei miei denti ( ma per mia disperazione ne ho soltanto quattro) che essa non ha ancora quattordici anni. Quanto manca al mese d'agosto?DONNA CAPULETI Quindici giorni o poco più.NUTRICE Più o meno non importa; però, quando fra tutti i giorni dell'anno, verrà il primo agosto, la notte della vigilia essa avrà quattordici anni. Susanna e lei (pace, mio Dio, a tutte le anime cri-

[stiane!) avevano allora la stessa età. Ora Susanna è con Dio. Era troppo buona per me. Ma, come dicevo, essa

[compirà i quattordici anni proprio alla vigilia del primo agosto. Senza dubbio, è così; mi ricordo benissimo. L'ho svezzata il giorno di quel forte terremoto, undici anni fa. Non lo dimenticherò mai; proprio in quel giorno avevo messo un po' di assenzio e stavo seduta al sole contro il muro, [al capezzolo sotto la colombaia. Il signore e voi eravate allora a Mantova (eh, ho una memoria, io!); ma, come di- appena succhiò l'assenzio del capezzolo [cevo, e lo sentì amaro, bisognava vederla con che furia picchiava sulla mammella! Fuggì, disse a un tratto la colombaia; ma credetemi, non ci fu bisogno che mi dicessero di scappare... Sono passati undici

[anni, da quel tempo, ed essa stava già in piedi da sola; certo, per la Croce, e correva e sgambettava dovun- II giorno avanti aveva battuto la testa per terra, [que. e fu mio marito (Dio salvi la sua anima! Era un uomo molto vivace! ) a tirare su la bambina; "Ehi" le disse "sei caduta con la faccia in avanti: quando sarai più abile, imparerai a cadere

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all' indietro, non è vero Giulietta?" E allora, per la la piccina smise di piangere e disse: "Sì!". [Vergine, Guardate un po' come uno scherzo, a volte, può cogliere nel segno. Vi assicuro che non lo dimenticherò mai, anche se vivessi mille anni: "Non è vero, Giulietta?" disse lui, e la piccola capricciosa smise di piangere e disse: "Sì".DONNA CAPULETI Ora basta; taci, ti prego.NUTRICE Sì, signora. E non posso fare a meno di ridere quando penso che smise di piangere per dire: "Sì". E già, ve lo assicuro, aveva sulla fronte un bernoccolo grande come un testicolo di galletto; aveva preso un brutto colpo ed urlava forte. "Come" fece mio marito "tu cadi sulla faccia? Quando avrai l'età buona cadrai sulla schiena, non è vero, Giulietta?" Lei si calmò e disse: "Sì".GIULIETTA E, per favore, taci anche tu, nutrice, dico io.NUTRICE Pazienza, ho finito. Dio ti protegga. Tu sei stata la bambina più graziosa che io abbia allattato, e se posso vivere fino a vederti maritata, non desidero altro.DONNA CAPULETI Maritata! Proprio di questo voglio parlare. Dimmi, Giulietta, bambina mia, che cosa ne pensi? Ti senti di maritarti?GIULIETTA È un onore che non sogno neppure.NUTRICE Un onore! Se non fossi stata io la tua sola nutrice direi che hai succhiato saggezza dalla tua mammella,DONNA CAPULETI Bene, è tempo che tu pensi al matrimonio;

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qui a Verona vi sono fanciulle molto stimate che, più giovani di te, sono già madri; se non mi sbaglio nel conto, io alla tua età non ero fanciulla come te, ma già tua madre. Ecco, allora, in poche parole: il nobile Paride ti chiede di amarlo. NUTRICE Un uomo, ragazza mia! Un uomo che tutto il mondo... proprio un uomo fatto di cera! DONNA CAPULETI L'estate di Verona non ha un simile fiore. NUTRICE Sì, è un fiore, un bellissimo fiore davvero!DONNA CAPULETI Che ne dici? Puoi amare quel gentiluomo? Questa notte lo vedrai alla nostra festa: e vi troverai la felicità che vi fu scritta con la penna della bellezza: osserva i lineamenti e vedrai come uno faccia felice l'altro, e ciò che è oscuro nel bel libro, cercalo scritto ai margini degli occhi. Questo prezioso libro d'amore, questo amante non legato, per diventare più bello ha bisogno di una sola lega- li pesce vive nel mare; la bellezza visibile [tura: che in sé nasconde l'altra bellezza invisibile, ha grandissimo valore. Agli occhi di molti ha più valore quel libro che in fermagli d'oro racchiude la sua dorata storia: così tu, avendolo come sposo, avrai tutto ciò che egli possiede, senza diminuire te stessa.

NUTRICE Diminuire! Anzi, diventerà più grossa: le donne ingrossano per colpa degli uomini.DONNA CAPULETI Allora dimmi, senti di poter amare Paride?

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GIULIETTA Lo guarderò, se il guardare spinge ad amare; ma non lascerò che il mio occhio sì abbandoni a Paride non più di quanto il vostro consenso gli darà forza di farlo.

Entra un SERVO

SERVO Madonna, sono qui gli invitati, la cena è ser- vita, tutti chiedono di voi e della mia padroncina; giù bestemmiano contro la nutrice e ogni cosa va all'aria. Io scappo a servire; vi scongiuro, seguitemi subito. EsceDONNA CAPULETIEccoci, veniamo. Giulietta, il conte è là che attende.NUTRICEVa', bambina, e trova notti felici ai tuoi giorni felici.

Escono[I.IV]Entrano ROMEO, MERCUZIO e BENVOLIO, insieme a cinque o sei maschere, portatori di fiaccole e altri

ROMEO Dunque, questo discorso per scusarci si fa, o entriamo senza preamboli?BENVOLIO II tempo di queste chiacchiere è passato! Noi non avremo nessun Cupido bendato, con la sua sciarpa e armato con l'arco di legno dipinto alla Tartara, per spaventare le dame come uno spauracchio; e neppure entreremo recitando fiocamente il prologo a memoria con l'aiuto del suggeritore; lasciate

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che ci misurino con la misura che vogliono, noi misureremo loro una "misura", e via!ROMEO Dammi una torcia, non ho voglia dì ballare, mi sento pesante e porterò la luce che è leggera.MERCUZIO No, gentile Romeo, noi vogliamo che tu balli.ROMEO No, credetemi, voi avete scarpini da ballo con suole leggere: io ho l'anima di piombo che m'inchioda al suolo; non posso muovermi.MERCUZIO Tu sei innamorato: fatti prestare le ali di Cupido e vola al di là di ogni limite. ROMEO Io sono ferito troppo profondamente dalla sua freccia per potere volare con le sue penne leggere: e così legato, non posso sorvolare l'altezza del triste dolore: sotto il grave peso dell'amore, io precipito. MERCUZIO E tu precipitando su di lui schiacceresti l'amore: troppo grave peso per una così tenera cosa.ROMEO L'amore è una tenera cosa? È troppo rude, troppo brutale, troppo aspro e punge come una spina.MERCUZIO Se Amore è brutale con te, sii brutale con Amore, rendi a lui puntura per puntura, e lo metterai giù. Datemi una guaina per metterci dentro il mio viso. Una maschera sopra una maschera! Che m'importa se un occhio curioso cercherà di scoprire i miei di- Questo" mascherone arrossirà per me. [fetti?BENVOLIO Via, bussiamo ed entriamo; e, non appena dentro, ognuno si affidi alle proprie gambe.

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ROMEO Una torcia a me; i giovani dal cuore leggero accarezzino con i loro talloni le insensibili stuoie; per me va bene l'antico proverbio: "Tengo il cande-

[liere e sto a vedere". La caccia non è stata mai tanto bella, ma io ho già cacciato.MERCUZIO Be'! Il topo, è giù, come dice il conestabile. Se sei giù ti tireremo su dal pantano, o, con tutto il rispetto, dall'amore, nel quale sei affondato fino alle orecchie. Vieni, faremo luce al giorno, alla fine. ROMEO No, non è così!MERCUZIO Dico, signore, che perdendo tempo sprechiamo le nostre luci inutilmente, come lampade accese di giorno. Prendilo con buona

[intenzione, cioè in senso buono, perché il nostro senno ha cinque volte più buon senso dei nostri cinque sensi.ROMEO Infatti con buona intenzione noi andiamo a questa ma non sarebbe di buon senso andarci, [mascherata,MERCUZIO Perché, si può sapere?ROMEO Ho fatto un sogno questa notte!MERCUZIO Anch'io.ROMEO Ebbene, che hai sognato?MERCUZIO Che i sognatori spesso mentono...ROMEO Quando dormono e sognano cose vere.

MERCUZIO Ecco: la regina Mah è certo venuta da te, Mab, levatrice delle fate, appare non più grande d'un'agata che splende sull'indice a un priore. In volo, la tira una muta d'invisibili farfalle sul naso di chi dorme. Le ruote del cocchio girano con raggi di lunghe zampe di ragno. Sono le redini di lieve ragnatela, il mantice d'ali di cavallette, i finimenti d'umidi raggi di luna; un osso di grillo serve per la frusta, la sferza è una membrana, cocchiere un moscerino in livrea grigia grande meno della metà del verme che gonfia il dito alle fanciulle pigre. Il suo cocchio è un guscio di nocciola: uno scoiattolo che lavora il legno o un vecchio lombrico, da tempo assai lontano, fanno i piccoli carri delle fate. E così Mab galoppa, notte dopo notte,

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dentro i cervelli degli amanti, ed essi sognano d'amore, o sulle ginocchia dei cortigiani che allora sognano inchini e cerimonie o sulle dita dei legali che allora sognano compensi, o su labbra di donne che allora sognano baci: labbra che spesso Mab copre di bollicine perché fiatano aria di guaste confetture. Talvolta galoppa sul naso a un cortigiano che allora sogna l'odore d'una buona carica, o s'avvicina al naso d'un prelato che dorme, e lo sfiora piano con la coda d'un porcellino della decima, ed ecco il sogno d'un nuovo beneficio. Altre volte passa sul collo d'un soldato, che allora sogna gole nemiche tagliate, brecce, imboscate, lame spagnole, brindisi con tazze profonde cinque braccia; poi risuona di colpo un tamburo al suo orecchio: il soldato si scuote Impaurito e si sveglia, bestemmia una preghiera e s'addormenta ancora. Questa è Mab, la stessa che di notte arruffa le criniere dei cavalli e impasta, nei luridi e grassi crini, nodi d'elfi, che a scioglierli portano sventura; Mab è la strega che se trova supine le ragazze le costringe all'abbraccio, ed è così che insegna a "portare" per la prima volta; e le fa donne dì buon "portamento". Questa è colei…

ROMEO Basta, basta, Mercuzio! Taci! Tu parli di nulla.

MERCUZIO Parlo infatti, dei sogni, figli della mente in ozio, che nascono da una vana fantasia la quale ha natura leggera come l'aria e più incostante del vento, che ora è in amore sul grembo gelido del Nord, e poi sdegnato se ne va sbuffando con la faccia al Sud, fresco di rugiada. BENVOLIO II vento di cui parli ci soffia da noi stessi; la cena ormai è finita, arriveremo tardi. ROMEO Troppo presto, temo; perché il mio cuore predice un triste avvenimento, ancora sospeso nelle stelle: questa notte, durante la festa, avrà un tremendo inizio, che alla vita inutile, chiusa nel mio petto, segnerà un limite con una vile morte violenta. Ma chi guida il mio viaggio diriga ora la vela. Allegri, compagni, andiamo!BENVOLIOBatti, tamburo!Marciano su e giù per la scena mentre entrano i SER-VITORI [di casa Capuleti] con tovaglioli [e allestisco-no un rinfresco]

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PRIMO SERVO Dov'è Pentola, che non ci aiuta a spa-recchiare? Ah, sì; proprio lui che cambia un piatto, che raschia un tagliere!SECONDO SERVO Quando la pulizia è nelle mani di uno o due uomini che, per abitudine, non se le lavano, la cosa è sporca.PRIMO SERVO Vìa gli scanni, scosta la credenza, oc-chio all'argenteria! A te, caro: mettimi da parte un pezzo di marzapane; e se mi vuoi bene, avverti il por-tiere di lasciare entrare Susanna e Nella. Antonio e Pentola!TERZO SERVO Eccomi, ragazzo!PRIMO SERVO Vi cercano, vi chiamano, vi desiderano, nel salone.TERZO SERVO Non si può essere qua e là nello stessotempo. Svelti, ragazzi: chi campa più a lungo prendetutto. Escono

Entrano [CAPULETI, con GIULIETTA, DONNA CAPULE-TI, TEBALDO e] tutti gli invitati e le maschere

CAPULETIBenvenuti, signori. Le donne che non hanno callivogliono fare un giro con voi. Ah, ah! Signore mie!Chi di voi, ora, rifiuterà di ballare?Chi farà la sdegnosa, lo giuro, ha qualche callo.Ho toccato il punto debole? Benvenuti, signori!Ho conosciuto anch'io il tempoin cui con una maschera sul viso,mormoravo all'orecchio di qualche bella damadelle storie piacevoli: ora è passato, è passato, è pas-

[sato!Siate i benvenuti, signori. Avanti, suonatori, musica. Largo, largo! Fate spazio! E voi, ragazze, ballate.

La musica suona e si balla

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Altri lumi, furfanti! Sgombrate le tavole e spegnete il fuoco: fa troppo caldo qui dentro. Ah, bravo! Questa festa improvvisata va proprio

[bene. Qui, sedete, sedete, mio buon cugino Capuleti, perché per voi e per me non è più tempo di ballare. Quanti anni sono passati da quando ci vedemmo l'ultima volta in maschera?SECONDO CAPULETI Per la Vergine: trentanni!CAPULETI Ma, no, caro. Di meno, di meno! L'ultima volta fu alle nozze di Lucenzio; quando verrà la Pentecoste (ci mascherammo allora) saranno venticinque anni.SECONDO CAPULETIDi più, di più! Il figlio di Lucenzio ha di più;ha trent'anni.CAPULETI Ma che dite? Due anni fa era ancora sotto tutela. ROMEO [A un SERVO] Sai chi è quella donna che con la sua onora quel cavaliere? [preziosa manoSERVO Non so, signore.ROMEO Oh, essa insegna alle torce come splendere. Sembra pendere su! volto della notte come ricca gemma all'orecchio d'una Etiope. Ma è bellezza di valore immenso che mai nessuno avrà, troppo preziosa per la terra. Come colomba bianca in una lunga fila di cornacchie sembra la fanciulla fra le sue compagne. La voglio vedere, dopo questo ballo; come sarei felice se la mia mano rude sfiorasse quella sua. Ha amato mai il mio cuore? Negate, occhi: prima di questa notte non ho mai veduto la bellezza.

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TEBALDO La sua voce sembra quella d'un Montecchi. Vammi a prendere la spada, ragazzo. Come! Quel vile ha il coraggio di venire qui con una maschera dell'antica commedia sulla faccia per ghignare sulla nostra festa? Ebbene, per la nobiltà e l'onore della mia stirpe credo che se lo colpisco a morte non commetto unCAPULETI [peccato. Ma che c'è, nipote? Perché sei così in collera?TEBALDO Zio, costui è un Montecchi, un nemico, un miserabile che è venuto questa sera per disprezzare la nostra festa.CAPULETI Non è il giovane Romeo?TEBALDO Proprio lui, quel miserabile Romeo!CAPULETI Calmati, mio gentile nipote, e lascialo stare. Si comporta come un vero gentiluomo, e, per la verità, Verona è orgogliosa di lui perché è un giovane virtuoso e bene educato. Io non vorrei, per tutte le ricchezze della città, che egli venisse offeso in casa mia; quindi, abbi pazienza, non curarti di lui, così voghe: e s- vuoi rispettare la mia volontà, sii di buon umore e rasserena la tua faccia, che nessuno ha voglia di vedere buia in una festa.TEBALDO Anzi, è il viso che ci vuole, quando fra gli ospiti c'è un miserabile come lui; non lo sopporterò. CAPULETI Invece lo sopporterai, ragazzo mio! Ripeto; lo sopporterai. Andiamo! Qui, sono io il padrone o Ma, andiamo: non lo sopporterai! [tu? Dio mi guardi l'anima! Vorresti provocare una rissa

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fra i miei invitati? Non fare il galletto! Saresti proprio l'uomo adatto!TEBALDO Ma, zio, questa è una vergogna!CAPULETI Andiamo, andiamo sei un ragazzo insolente; non è vero? Questo scherzo lo potresti pagare caro; so quello che sto dicendo. Non contrariarmi! Hai scelto il momento buono, te lo dico io. - Benissimo, cari ragazzi! - Sei un arrogante, va' e stai tranquillo. - Più luce, più luce. -È una vergogna; ci penserò io a tenerti fermo, -Allegri, ragazzi!TEBALDO La pazienza alla quale sono costretto, urtando con la mia collera furibonda, mi agita il sangue per il contrasto delle due forze, Me ne andrò; ma la presenza di Romeo, c he ora può sembrare dolce, diverrà amarissimo fiele.

EsceROMEO Se credete che io profani con la mano più indegna questa sacra reliquia (peccato degli umili, del resto), le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cerche-

[ranno di rendere morbido l'aspro contatto con un teneroGIULIETTA [bacio. Buon pellegrino, voi fate un grave torto alla vostra mano, che non ha fatto altro che dimostrare un'umile devozione. Anche i santi hanno le mani, e le mani dei pellegrini le toccano; palma contro palma: infatti è questo il bacio sacro dei palmieri.ROMEO Ma i santi e i palmieri non hanno labbra?GIULIETTA Sì, pellegrino, labbra che servono per !a preghiera.

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ROMEOOh, allora, dolce santa, lascia che le tue labbra facciano come le tue mani; esse pregano, tu esaudi-

[scile, in modo che la fede non si muti in disperazione.GIULIETTAI santi non si muovono, eppureesaudiscono coloro che li pregano.ROMEOAllora non muoverti, così la mia preghiera sarà esaudita. [La bacia] Ecco, le tue labbra hanno tolto il peccato dalle mie.GIULIETTAAllora le mie labbra portano il peccato che hannoROMEO [tolto.II peccato dalle mie labbra? O colpa dolcementerimproverata! Rendimi il mio peccato!GIULIETTAVoi baciate come insegna il libro.NUTRICEGiulietta, vostra madre vuole parlarvi.ROMEOChi è sua madre?NUTRICE Come, giovanotto!Sua madre è la padrona di questa casa, una dama buona, saggia e virtuosa. Io ho allattato sua figlia, la fanciulla con la quale avete parlato finora. Vi assicuro che essa sarà oro sonante per chi avrà la fortuna di averla.ROMEOAllora è una Capuleti. Oh, caro prezzo! Sono debitore della vita alla mia nemica.BENVOLIOVia, andiamocene; il bello sta per finire! ROMEOTemo che sia così; più restiamo e più l'infelicità s'ac-

[cresce.

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CAPULETI No, signori, non andatevene: c'è ancora una piccola

[cena, tanto per stare un po' allegri. Ma volete proprio la-

[sciarci?Gli parlano all'orecchio

Ebbene, allora vi ringrazio tutti, miei cari signori. - Grazie, buona notte. – Altre fiaccole, qui! - Allora andiamocene a letto O amico, è troppo tardi, vado a riposare.

Escono tutti tranne GIULIETTA e la NUTRICEGIULIETTA Vieni qui, nutrice: chi è quel gentiluomo?NUTRICE II figlio e l'erede del vecchio Tiberio.GIULIETTA E quello che sta uscendo in questo momento?NUTRICE Quello? Credo che sia il giovane Petruccio,GIULIETTA E l'altro che lo segue e che non ha voluto ballare?NUTRICE Non lo so,GIULIETTA Va' chiedi il suo nome. Se è sposato, la tomba sarà il mio letto di nozzeNUTRICE Si chiama Romeo, ed è un Montecchi, l'unico figlio del vostro grande nemico.GIULIETTA II mio unico amore nato dal mio unico odio! O sconosciuto, troppo presto visto, e troppo tardi conosciuto! O sovrumana forza d'amore, tu mi fai amare il nemico che odiavo.NUTRICE Che dici, che dici?GIULIETTA Alcuni versi che ho imparato orada uno che ballava con me. UNA VOCE DALL'INTERNO Giulietta! NUTRICE Subito, subito! Andiamo: gli ospiti sonoandati via tutti. Escono

[II. PROLOGO]

[Entra il CORO]

COROOra l'antica passione sta sul letto di morte e un nuovo affetto vuole esserne l'erede. La bella fanciulla, per cui l'amante soffriva e desiderava la morte, vicino alla soave Giulietta non è più bella. Ora Romeo è amato e ama un'altra volta, i due amanti sono legati dall'incanto degli sguardi;

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ma egli deve soffrire credendola sua nemica, ed essa deve rubare la dolce esca d'amore da tremendi ami.Ed essendo cons VV'ato un nemico, egli non può avvicinarla per mormorarle le promesse degli amanti; ma per lei che ama con uguale misura, sono più difficili le occasioni per incontrarsi in qualche luogo con l'amato.Ma la passione presta loro la forza, il tempo, i mezzi

[e il modoper incontrarsi e consolare le estreme sofferenzecon estreme dolcezze. [Esce

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[II. I.]Entra ROMEO solo

ROMEO Posso andare avanti, se il mio cuore è qui? Torna indietro, o mia instabile terra, e trova il tuo

[centro. [Si nasconde nel giardino dei Capuleti]

Entrano BENVOLIO e MERCUZIO

BENVOLIO Romeo! Cugino Romeo! Romeo! MERCUZIO Sulla mia vita, quel Romeo è saggio; e sono certo ch'è già a casa nel suo letto.

BENVOLIO Invece lo vidi qui; andava in fretta e poi ha scavalcato il muro di questo giardino. Chiamalo, mio buon Mercuzio.

MERCUZIO Non solo, ma lo evocherò: Romeo! Capriccioso! Pazzo! Amante furioso! Rivelati almeno con un sospiro, con una rima, e io sarò soddisfatto. Grida un semplice "ahimè", pronuncia solo "bella" e "stella", trova una dolce parola per Venere, la mia comare, un soprannome per il figlio cieco, il suo erede, il giovane Abramo Cupido, che colpì nel segno quando il re Cofetua s'innamorò della fanciulla povera. Ma Romeo non ascolta, non si fa vivo, non si muove. Quella scimmia è morta; bisogna proprio che lo evochi. Io ti scongiuro, per i luminosi occhi di Rosalina, per la sua bella fronte, per le sue labbra scarlatte, per i suoi piedi bellissimi e le sue gambe diritte. per le sue cosce vibranti e quello che vi sta vicino, di apparire a noi come veramente tu sei.

BENVOLIO Se ti sente, certo andrà in collera.

MERCUZIO Questo non può irritarlo. Avrebbe ragione di infuriarsi con me se facessi rizzare nel cerchio della sua amata, uno spirito di strana natura e ve lo lasciassi là diritto fino a che lei non l'avesse soddisfatto e placato. Questa sarebbe una vera offesa, ma la mia invocazione è giusta e onesta, perché vuole solo far levare su lui in nome della suaBENVOLIO [donna. Vieni; si sarà nascosto fra quegli alberi, per avere compagna l'umida notte.

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Il suo amore è cieco e quindi sta bene nell'oscurità.

MERCUZIO Se l'amore è cieco, non può colpire il segno. Ora Romeo sta seduto sotto un nespolo e sogna con desiderio la sua donna; la vede nella forma di quel frutto che le ragazze ridendo chiamano "ne- quando sono sole. O Romeo, se ella fosse, [spola", se ella fosse un'aperta... eccetera... e tu una pera di

[Poperin! Buona notte, Romeo! Vado a dormire nel mio letto, perché questo letto da campo è troppo freddo per me. Vieni; andiamo via?BENVOLIO Andiamo, allora. È inutile cercare chi non vuole farsi trovare. Escono

[II. II.]

ROMEO [facendosi avanti] Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni.

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[GIULIETTA appare al balcone]

Ma quale luce apre l'ombra, da quel balcone? Ecco l'oriente e Giulietta è il sole... Alzati, dunque, o vivo sole e spegni la luna già fioca, pallida di pena, che ha invidia di te perché sei bella più di lei, tu che la servi. E se ha invidia di te lasciala sola. Il suo manto di vestale ha già un colore verde di palude, e più nessuna vergine lo porta. Gettalo via! Oh, è la mia donna, è il mio amore! Ma non lo sa! Parla e non dice parola: il suo occhio parla, e a lui risponderò. Ma che folle speranza; non è a me che parla. Due fra le stelle più lucenti, che girano ora in altre zone, pregano i suoi occhi di splendere nelle sfere senza luce, fino al loro ritorno. E se i suoi occhi fossero nel ciclo veramente e le stelle nel suo viso? Lo splendore del suo volto farebbe pallide le stelle, come la luce del giorno la fiamma d'una torcia. Se poi i suoi occhi fossero nel ciclo, quanta luce su nell'aria: tanta che gli uccelli credendo imita la notte comincerebbero a cantare. Guarda come posa la guancia sulla mano! Oh, se fossi un guanto su quella mano per sfiorarle la guancia!GIULIETTA Ahimè!ROMEO Ecco, parla. Oh, parla ancora, angelo splendente! Tu in questa notte appari a me, dall'alto, di forte luce come un alato messaggero agli occhi meravigliati dei mortali, quando

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varca lente nuvole e veleggia nell'aria immensa.GIULIETTA O Romeo! Romeo! Perché tu sei Romeo? Rinnega dunque tuo padre e rifiuta quel nome, o se non vuoi, legati al mio amore e più non sarò una Capuleti.ROMEO Devo rispondere o ascoltare ancora?GIULIETTA Solo il tuo nome è mio nemico: tu, sei tu, anche se non fossi uno dei Montecchi. Che cosa vuoi dire Montecchi? Né mano, non piede, né braccio, né viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome! Che c'è nel nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con altro nome avrebbe il suo profumo. Anche Romeo senza più il suo nome sarebbe caro, com'è, e così perfetto. Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per il nome, che non è parte di te, prendi me stessa. ROMEO Ti prendo sulla parola, chiamami solo amore, e avrò nuovo battesimo; ecco, non mi chiamo piùGIULIETTA [Romeo. Chi sei tu che difeso dall'ombra della notte entri nel mio chiuso pensiero.'ROMEO Con un nome non so dirti chi sono; odio il mio nome che ti è nemico, straccerei il foglio dove fosse scritto.GIULIETTA II mio orecchio non ha bevuto cento parole

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di quella voce, e già ne riconosco il suono. Non sei Romeo, uno dei Montecchi?ROMEO Né l'uno, mia bella fanciulla, né l'altro, se non ti è caro né l'uno né l'altro.GIULIETTA Come, perché, sei giunto fino a qui? Alti sono i muri del giardino e aspri da scalare; e se qualcuno ora ti scopre, se penso chi sei, questo è luogo di morte,ROMEO Con le ali leggere d'amore volai su questi muri: per amore non c'è ostacolo di pietra, e ciò che amore può fare, amore tenta: non possono fermarmi i tuoi parenti.GIULIETTA Se ti vedono qui, ti uccideranno.ROMEO Ahimè! Il pericolo è più nei tuoi occhi che non in venti delle loro spade: se mi guardi con dolcezza, sarò forte contro il loro odio.GIULIETTA Non vorrei che ti vedessero qui, per tutto il mondo.ROMEO II manto della notte mi nasconde; ma se non mi ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio tolga la mia vita, e non che la morte tardi senza il tuo amore.GIULIETTA Chi ti ha guidato in questo luogo?ROMEO Con i miei occhi, amore m'aiutò a cercarlo, e con il suo consiglio. Io non sono pilota ma se tu fossi lontana, quanto la più deserta spiaggia del più lontano mare, io mi spingerei là, sopra una nave, per una mercé tanto preziosa.

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GIULIETTA La maschera della notte mi nasconde il viso: vedresti il rosso, allora, che copre le mie guance, per le parole dette questa notte! Oh, come vorrei volentieri, volentieri, smentire le parole; ma ormai, addio finzioni! Mi arni tu? So che dirai di sì, ed io ti crederò; ma se giuri, tu puoi ingannarmi. Dicono che Giove rida dei falsi giuramenti degli amanti. O gentile Romeo, se mi ami, dimmelo veramente; ma se credi che mi sia presto abbandonata, sarò crudele (e lo diranno le mie ciglia), dirò di no, e allora sarai tu a pregarmi; se non lo pensi, non saprei dirti di no per tutto il mondo. O bel Montecchi, è vero, il mio amore è troppo forte, e, con ragione, potresti dirmi leggera, mio gentile signore,ma vedrai che sono più sincera delle donneche più di me conoscono l'astuzia di appare timide. E più timida, certo sarei stata, se tu, a mia insaputa, non mi avessi sentito parlare del mio amore. Perdonami dunque, e non attribuire a leggerezza questo mio abbandono, che l'ombra della notte ti ha rivelato.ROMEO Per la felice luna che imbianca le cime di questi alberi, io giuro...GIULIETTA Oh, non giurare per la luna, per l'incostante luna che ogni mese muta il cerchio della sua orbita: non vorrei che il tuo amore fosse come il moto della luna.ROMEO E per che cosa devo allora giurare?GIULIETTA Non giurare; o giura per te, gentile,

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che sei il dio che il mio cuore ama, e sarai creduto.ROMEO Se il caro amore del mio cuore...GIULIETTA No, non giurare. Ogni mia gioia è in te, ma non ho gioia dal nostro patto d'amore di questa notte; improvviso, inaspettato, rapido, troppo simile al lampo che finisce prima che si dica "lampeggia". Buona notte, mio amore! Questo germoglio d'amore che si apre al mite vento dell'estate, sarà uno splendido fiore quando ci rivedremo ancora. Buona notte, buona notte! Un sonno dolce e felice scenda nel tuo cuore come nel mio!ROMEO Oh, tu mi lasci con tanto desiderio!GIULIETTA E che desiderio puoi avere questa notte?ROMEO Scambiare il tuo amore con il mio.GIULIETTA Prima che lo chiedessi, io t'ho dato il mio, e vorrei non averlo ancora dato.ROMEO Vorresti, forse, riprenderlo? E per quale ragione, amore mio?GIULIETTAPer offrirlo ancora una volta. Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedopiù ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti. Sento qualche rumore nella casa; caro amore, addio!

La NUTRICE chiama dall’ interno "Subito, mia buona nutrice." E tu, amato Montecchi sii fedele: aspetta un momento il mìo ritorno. EsceROMEOO felice, felice notte! Io temo, poi ch'è notte,

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Page 37: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

che sia un sogno il mio, dolce di lusinghe e non realtà.

GIULIETTA torna al balcone

GIULIETTA Due parole, mio caro, e poi davvero, buona notte. Se questo tuo amore è onesto e mi vuoi come sposa, domani mandami a dire da chi verrà da te, dove e in che giorno compiremo il rito, avrai allora ai tuoi piedi la mia sorte, e verrò con te, mio signore, in tutto il mondo.NUTRICE (Dall' interno) Signora!GIULIETTA "Vengo subito! " Ma se il tuo amore non è onesto, ti supplico... NUTRICE (Dall'interno) Signora!GIULIETTA " Vengo, vengo ! " Non parlarmi più e lasciami al mio dolore; domani manderò qualcuno...ROMEO Per la salvezza dell'anima mia...GIULIETTA Mille volte buona notte! EsceROMEO Mille volte cattiva notte, ora che mi manca la tua luce. Amore va verso amore come i ragazzi fuggono dai libri; ma amore lascia amore con la malinconia dei ragazzi quando vanno a scuola.

GIULIETTA torna al balcone

GIULIETTA Pss! Romeo! Pss! O se avessi voce di falconiere per richiamare il mio falco gentile. Il prigioniero parla sottovoce, non può urlare; certo saprei spezzare la caverna

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dove Eco si chiude, e fare la sua voce aerea più fioca della mia, a furia di ripetere il nome di Romeo.ROMEO Forse è l'anima mia che mormora il mio nome. Come nella notte la voce degli amanti ha chiaro suono d'argento, di musica dolcissima, all'orecchio che ascolta!GIULIETTA Romeo!ROMEO Mia cara!GIULIETTA A che ora, domani, vuoi che mandi da te?ROMEO Alle nove.GIULIETTA Non tarderò. Mancano vent'anni fino a quell'ora. Non ricordo perché t'ho richiamato. ROMEO Lasciami qui finché tu lo ricordi.GIULIETTA Allora lo scorderò, perché tu resti, ricordando solo la cara tua compagnia.ROMEO E io rimango se ancora non ricordi, dimenticando qui ogni altra casa, tranne questa. GIULIETTA È quasi giorno, ed io vorrei che tu fossi andato; ma non più in là d'un uccelloc he una fanciulla libera dalla mano, come un povero prigioniero dalle catene, e poi con un filo di seta lo riporta a sé, amante gelosa di quella libertà. ROMEO Vorrei essere io quell'uccello.

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GIULIETTA Anch'io lo vorrei, caro; ma avrei paura d'ucciderti con le mie carezze. Buona notte, buona notte! Lasciarti è dolore così dolce che direi buona notte fino a giorno. EsceROMEO Scenda sui tuoi occhi il sonno, e la quiete nel tuo cuore! Oh, fossi il sonno e la quiete per riposare così dolcemente! Ora andrò via, dal mio padre spirituale, a chiedere il suo aiuto, a dirgli del mio felice incontro di stanotte. Esce

[II III.]

Entra FRATE LORENZO con una cesta

FRATE LORENZO II mattino dagli occhi grigi sorride alla cupa notte, mandando strisce di luce verso le nuvole d'oriente; e l’oescurità già livida di macchie, come un ubriaco che

[barcolla, si allontana dal sentiero del giorno e dalle ruote di

[fuoco del Titano. Ora, prima che il sole giunga col suo occhio di fiamma a rallegrare il giorno e ad asciugare l'umida rugiada della notte, devo riempire questo paniere di vimini con erbe velenose e fiori dal succo prezioso, La terra è madre e tomba della natura: i1 suo sepolcro è il grembo dal quale ha origine la sua vita; e noi vediamo nascere da questo grembo figli di varie specie, che succhiano dal suo seno. Alcuni, ottimi per numerose virtù (nessuno che ne sia privo), e ognuno differente dal-

[l'altro. Oh, come grande e potente è la virtù che risiede nelle

[piante,

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nelle erbe, nelle pietre, e nelle loro più segrete qua- Infatti nulla esiste sulla terra di cosi umile, [lità! che non possa dare alla terra qualche bene particolare; e nulla è così buono che, sviato dal suo uso, non si ribelli alla sua vera natura, cadendo nell'abuso. La virtù stessa, male adoperata, può diventare un

[vizio, e qualche volta il vizio si nobilita per la sua azione. Sotto la tenera membrana di questo fragile fiore, c'è insieme un veleno e un potere medico; infatti se l'odori, eccita ogni senso, se lo assaggi, ferma il cuore e tutti i sensi. Come nelle erbe, così nell'uomo stanno accampati due re nemici: la grazia e la volontà spietata. E quella pianta dove predomina la peggiore di queste forze, è presto divorata dal cancro della morte.

Entra ROMEO

ROMEO Buon giorno, padre.FRATE LORENZO Benedicite! Quale voce mi saluta tanto dolcemente di primo mat-

[tino? Mio giovane figliolo, se tu dai così presto il buon-

[giorno al tuo letto, significa che qualcosa agita la tua mente; solo negli occhi dei vecchi veglia l'inquietudine, e dove c'è l'inquietudine non c'è mai il sonno. Ma dove stende le membra la forte gioventù, che ha la mente libera, là regna un sonno felice. Perciò, la tua visita mattutina mi dice che qualche preoccupazione ti ha fatto alzare dal letto, o se non è così, questa volta credo d'indovinare: il nostro Romeo questa notte non è andato a dormire. ROMEO Quest'ultima tua ipotesi è vera; ma il mio riposo è stato più dolce delle altre notti.

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FRATE LORENZO Dio perdoni il tuo peccato! Sei stato con Rosalina?ROMEO Con Rosalina? No, mio padre spirituale; ho dimenticato quel nome e ogni sua tristezza.FRATE LORENZO Bene, figliolo; ma dove sei stato, allora? ROMEO Te lo dirò prima che me lo domandi un'altra volta. Sono stato a una festa in casa del mio nemico; e là di colpo fui ferito da chi avevo ferito. Non c'è che un solo rimedio per tutti e due, ed è il tuo aiuto e la medicina benedetta che tu ci Io non odio nessuno, padre; e come vedi, [darai, ti prego anche per il mio nemico.FRATE LORENZO Sii chiaro, mio buon figliolo, e dimmi brevemente 11 significato del tuo discorso; una confessione ambi- non può avere che un'assoluzione poco chiara, [guaROMEO Allora ti dirò apertamente che il mio cuore ha posto il suo amore più caro nella bella figlia del ricco Capuleti; e come il suo amore è posto nel

[mio, così il mio è nel suo. Tutto è combinato fra noi: resta solo da fare ciò che spetta a te, celebrare il santo matrimonio. Quando, dove e come ci siamo incontrati, abbiamo parlato d'amore, e ci

[siamo scambiate la nostra promessa, te lo dirò strada fa- ma intanto, ti prego di sposarci oggi stesso, [cendo;FRATE LORENZO Benedetto San Francesco! Che mutamento è questo? Hai già dimenticato Rosalina, che dicevi di amare così teneramente? Allora l'amore dei giovani non si trova nel cuore, ma solo negli occhi. Gesummaria! Eppure, quante lacrime

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hanno bagnato le tue pallide guance! Quant'acqua salata hai sparso inutilmente per dare sapore a un affetto che ora non vuoi più

[gustare II sole non ha ancora schiarito il cielo dalla nebbia dei tuoi sospiri, e i tuoi lamenti d'un tempo risuonano nel mio orecchio; e qui sulla tua guancia è rimasto il segno di un'antica lacrima che non si è ancora asciugata. Se tu eri te stesso e tuoi i sospiri, tu e i sospiri eravate unicamente per Rosalina. Sei tu dunque mutato? Allora ripeti questa sentenza: "Le donne possono cadere, dato che agli uomini manca ogniROMEO [forza". Tu mi hai spesso rimproverato perché amavo Rosa-FRATE LORENZO [lina. Non di amarla, ma la tua furia nell'amore, mio fi-ROMEO [gliolo. E mi hai pure suggerito di seppellire quest'amore.FRATE LORENZO Ma non di mettere un amore nella tomba per tirarne fuori un altro.ROMEO Ti prego, non rimproverarmi: quella che amo ora, mi rende grazia per grazia, e amore per amore: l'altra non faceva così.FRATE LORENZO Perché aveva capito che il tuo amore recitava a memoria, e non sapeva né leggere né scrivere. Ma, vieni, volubile ragazzo, vieni con me; andiamo: per una sola ragione voglio aiutarti: perché questo matrimonio potrebbe far mutare in sincero amore l'odio delle vostre fa-ROMEO [miglie, Su, andiamo, bisogna fare presto.FRATE LORENZO Calma e saggezza: chi corre troppo inciampa.

Escono

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[II IV.]

Entrano BENVOLIO e MERCUZIO

MERCUZIO Dove diavolo sarà questo Romeo? Non è tornato a casa stanotte? BENVOLIO A casa di suo padre, no; ho parlato col suo servo.MERCUZIO Certo quella pallida sgualdrina dal cuore duro, quella Rosalina lo tormenta fino a farlo diventareBENVOLIO [pazzo. Tebaldo, parente del vecchio Capuleti, ha mandato una lettera a casa di suo padre.MERCUZIO Una sfida, certo.BENVOLIO Romeo gli risponderà.MERCUZIO Chiunque sa scrivere, può rispondere a una lettera.BENVOLIO Ma no, volevo dire che risponderà con la sfida a chi gli ha scritto la lettera; sfida per sfida.MERCUZIO Povero Romeo, sei già morto! Ferito dagli occhi neri di una bianca fanciulla, colpito all'orecchio da un canto d'amore, trafitto nel centro del cuore dal- la freccia del piccolo arciere cieco. Ti pare un uomo che può battersi con Tebaldo?BENVOLIO Perché? Che cosa è dunque questo Tebaldo?MERCUZIO Certo più del principe dei gatti, te lo posso assicurare. Oh, egli è valoroso campione dì cerimonie! Si batte con la stessa facilità con la quale tu canti un'arietta, sa tenere il tempo, la distanza e la misura; ti fa prender fiato in una pausa e poi, uno, due, tre, è nel tuo petto! È proprio un beccaio dei bottoni di seta: un vero maestro di spada, uno spa- daccino; un gentiluomo d'antica stirpe, di prima e

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seconda causa. Ah, che immortale "passado"! Che "punto reverso"! che "hai"!BENVOLIO Che cosa dici?MERCUZIO Peste ai grotteschi balbuzienti, bizzarri am- biziosi; a questi nuovi coniatori di parole! "Cristo, che buonissima lama! " "Che grand'uomo! " "Che per- fetta puttana!" Vecchio mio, com'è triste essere af- flitti da questi mosconi stranieri, da questi figurini alla moda, da questi pardonnez-moi che tengono tan- to all'ultimo modello, e che per non sciuparlo hanno paura di sedersi comodamente sulle vecchie panche! Oh, quei loro bons, quei loro bons!

Entra ROMEO

BENVOLIO Ecco Romeo, ecco Romeo!MERCUZIO Guarda com'è secco e sfiancato, sembra un'aringa senz'uova. O carne, carne, diventata pe- sce! Ora è per le rime nelle quali Petrarca era molto versato. Laura, a paragone della sua donna, era una lavapiatti (ma aveva un amante più abile nel cantar- la); Bidone, una cialtrona; Cleopatra, una zingara; Elena ed Ero, miserabili puttane; Tisbe, nient'altro che un occhio di gatto o qualcosa di simile: ma que- sto non importa. Signor Romeo, bon jour: ecco un saluto francese, per le tue brache alla francese. Ce l'hai fatta bella, stanotte!ROMEO Buongiorno a tutti e due. Ma che cosa ho fatto?MERCUZIO Ti sei ritirato di colpo, signore: una riti- rata! Capisci?ROMEO Pardon, mio buon Mercuzio, avevo un grande affare, e in un caso come il mio, un uomo può anche forzare la cortesia.MERCUZIO II che vuol dire che un caso come il tuo forza un uomo a piegarsi sulle natiche per...ROMEO Per fare un inchino?MERCUZIO L'hai capita nel modo più gentile.

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ROMEO Certo, è un'interpretazione molto cortese.MERCUZIO Sì! Io sono proprio il pinco della cortesia.ROMEO Pinco per dire fiore.MERCUZIO Precisamente.ROMEO Allora anche il mio scarpino che ha la forma d'un pinco, è un bel fiore.MERCUZIO Questo è vero spirito; continua pure su questo tono, finché tu non abbia rotto il tuo scarpi- no; e quando l'unica suola di esso sarà consumata, resterà da consumare la tua arguzia unica e sola. ROMEO O arguzia a una sola suola; singolare solo per la sua mancanza di singolarità.MERCUZIO Vieni qui fra noi, Benvolio; il mio spirito sta per esaurirsi.ROMEO Vieni con frusta e speroni, frusta e speroni! O avrò già vinto la gara.MERCUZIO Anzi : se le nostre arguzie corrono alla cac- cia dell'oca selvatica, io sono spacciato, perché in una delle tue c'è più oca selvatica che in cinque delle mie: ne sono certo. E nella caccia, ero con te a fare la parte dell'oca? ROMEO Tu sei stato con me soltanto per fare l'oca.MERCUZIO Ti morderò un orecchio in premio della tua arguzia.ROMEO No, buon'oca, non mordermi.MERCUZIO II tuo spirito è agrodolce; è una salsa mol- to piccante.ROMEO E non è forse ben servita con un'oca dolce?MERCUZIO Ecco dello spirito di pelle di capretto, che dalla misura di un pollice, a furia di tirare, diventa largo come un braccio.ROMEO Io lo tiro fino a quella parola "largo" che ag- giunta ad "oca" dimostra in lungo e in largo che sei una grossa oca.MERCUZIO Be'! Non è meglio questo che spasimare d'amore? Ora, finalmente, sei trattabile; ora sei Ro- meo, ora sei veramente quale ti ha fatto natura e ar-

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te; perché quest'amore che tormenta è come un gran balordo che corre penzoloni in su e in giù per ficcare il suo balocco in un buco.BENVOLIO Basta! Basta!MERCUZIO Tu vuoi fermare il mio argomento pro- prio "contro il pelo".BENVOLIO Altrimenti lo avresti fatto troppo lungo,MERCUZIO Oh, ti sbagli; l'avrei fatto corto, perché ero già arrivato in fondo, e non intendevo andare più addentro con il mio argomento.ROMEO Ecco un bell'arnese!

Entrano la NUTRICE e PIETRO

Una vela, una vela!MERCUZIO Due, due! Una camicia da uomo e una da donna!NUTRICE Pietro!PIETRO Che c'è?NUTRICE II mio ventaglio, Pietro.MERCUZIO Daglielo, mio buon Pietro: così potrà na- scondere la faccia; quella del ventaglio è più bella.NUTRICE Dio vi conceda il buongiorno, signori!MERCUZIO E a voi la buona sera, bella gentildonna!NUTRICE È già ora della buona sera?MERCUZIO Appunto, ve lo dico io; poiché l'asta osce- na della meridiana è sul buco di mezzogiorno.NUTRICE Finitela! Che uomo siete?ROMEO Un uomo, mia gentildonna, che Dio ha creato per far danno a se stesso.NUTRICE Parola mia, veramente ben detto, questo "per far danno a se stesso"! Signori, qualcuno di voi sa dirmi dove posso trovare il giovane Romeo?ROMEO Posso dirvelo io; ma il "giovane" Romeo, quando l'avrete trovato, sarà più vecchio di quando lo cercavate. In mancanza di peggio, io sono il più giovane di questo nome.

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NUTRICE Va bene! MERCUZIO Come: va "bene"il "peggio"? Molto ben detto, in verità: che saggezza, che saggezza! NUTRICE Se siete voi Romeo, signore, desidero farvi una confidenza.BENVOLIO Vorrà, forse, comunicargli un invito a cena. MERCUZIO Una ruffiana, una ruffiana, una ruffiana! At- tenzione: là!ROMEO Che cosa hai trovato?MERCUZIO Non certo una lepre, signore; a meno che non sia una lepre, signore, da pasticcio di quaresima, che sa di muffa prima d'essere mangiata. Gira loro intorno canticchiando: "Una vecchia lepre che puzza di muffa, una vecchia lepre che puzza di muffa, è un'ottima pietanza di Quaresima: ma una lepre che puzza di muffa è anche troppo per venti persone se già puzza di muffa alla vista." Romeo, non vieni da tuo padre? Noi andiamo a pran- zo a casa tua.ROMEO Vengo anch'io.MERCUZIO Addio, mia vecchia signora, addio! Signo- ra, signora, signora! Escono MERCUZIO e BENVOLIONUTRICE Sì, addio! Vi prego, signore, ditemi: che tipo di sfacciato mercante era costui, con tutta quella vol- gare merce da forca?ROMEO Un gentiluomo, nutrice, che gode ad ascoltarsi quando parla, e che in un minuto è capace di dire più parole di quelle che ascolta in un mese.NUTRICE Se crede di parlare contro di me, lo saprò mettere a posto, fosse più forte di quanto è, e più forte di venti pezzi da forca come lui; e se non baste- rò io, troverò chi mi aiuterà. Volgare furfante! Non sono una delle sue puttanelle, io; non sono una della sua brigata! (Rivolta a PIETRO) E tu, come puoi an-

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cora stare lì fermo e tollerare che un qualsiasi fara- butto si serva di me per il suo piacere?PIETRO Io non ho mai visto un uomo servirsi di voi per il suo piacere. Se lo avessi visto, avrei sfoderato subito il mio stocco, ve lo assicuro. Io ho il coraggio di sfoderare la spada come chiunque altro, se mi ca- pita l'occasione in una giusta lite, e quando la legge è dalla mia parte.NUTRICE Ve Io giuro davanti a Dio: sono così invipe- rita, che tremo tutta. Volgare farabutto! Vi prego, signore: una parola. Come vi stavo dicendo, la mia giovane padrona mi ha mandato a cercarvi. Terrò per me quello che mi ha ordinato di dirvi. Ma lasciate che prima di tutto vi dica che, se avete intenzione di condurla nel paradiso dei pazzi, come si dice, vi com- portereste, come si dice, in un modo indegno; perché questa gentildonna è giovane, e se credete di fare con lei il doppio gioco sarebbe una cattiva azione verso una gentildonna, e il vostro modo di comportarvi veramente meschino.ROMEO Nutrice, puoi raccomandarmi alla tua signora e padrona! Io ti giuro...NUTRICE Che buon cuore! Vi assicuro che le dirò tutto. O Signore, Signore! Sarà una donna felice!ROMEO Ma che le dirai, nutrice, se ancora non ho par- lato?NUTRICE Le dirò, signore, che voi avete giurato; e, secondo me questa è una promessa da gentiluomo.ROMEO Dille che trovi, nel pomeriggio, un pretesto per andare da frate Lorenzo a confessarsi. E nella sua cella, infatti, si confesserà e si sposerà. Questo è per il tuo disturbo.NUTRICE No, signore, neppure un soldo, veramente...ROMEO Andiamo, accettalo, ti dico.NUTRICE Oggi nel pomeriggio, signore? Va bene sa- rà là.

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ROMEO E tu, buona nutrice, entro quest'ora, aspetta dietro il muro del convento; il mio servo ti porterà una scala di corda che nel segreto della notte mi porterà in alto, al colmo della felicità. Addio, sii fedele, ed io compenserò le tue fatiche. Addio, raccomandami alla tua padrona.NUTRICE Ed ora, Iddio ti benedica! Ascoltate, signore.ROMEO Parla, mia cara nutrice! NUTRICE È fidato il vostro servo? Non avete mai sentito dire che due persone possono serbare un segreto se soltanto una sola lo conosce? ROMEO Ti assicuro, non parla; il mio servo resiste come l'ac-

[ciaìo.NUTRICE Bene, signore. La mia padroncina è la più gentile delle fanciulle. Signore, Signore! Bisognava vederla quand'era una piccola cosa che cinguettava! Oh' C'è in città un nobile, un certo Paride, che si batterebbe volentieri per lei; ma lei, anima cara, quando lo vede, preferirebbe avere davanti un rospo, proprio un rospo. Io qualche volta la faccio andare in collera dicendole che Paride è l'uomo adatto per lei: ma, vi assicuro, quando le dico così, essa diventa più pallida d'un panno. "Rosmarino" e "Romeo" non cominciano con la stessa lettera?ROMEO Sì, nutrice. E con ciò? Tutte e due cominciano con R.NUTRICE Ah, buffone! Ma così fa il cane. R è per il... No; so che incomincia con un'altra lettera, ed essa unisce voi al rosmarino con un grazioso giro di parole, che se lo sentiste vi farebbe felice.ROMEO Raccomandami alla tua signora.

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NUTRICE Sì; mille volte! Pietro! PIETRO Eccomi!NUTRICE Pietro, prendi il mio ventaglio e va' avanti.

Escono

[II V.]

Entra GIULIETTA

GIULIETTA Battevano le nove quando ho mandato la nutrice, ed essa mi aveva assicurato che sarebbe tornata in una mezz'ora. Forse non è riuscita a trovarlo. No, non è così. Oh, ma è zoppa! I messaggeri d'amore dovrebbero essere i pensieri, che corrono dieci volte più dei raggi del sole, quando cacciano le ombre dalle cime dei monti. Per questo, colombe dalle ali veloci portano Amore; e per questo, Cupido, fulmineo come il vento, ha le ali. Il sole è già al punto più alto del suo corso, e dalle nove alle dodici vi sono tre lunghe ore, ed essa non è ancora tornata. Se il suo cuore fosse agitato dagli affetti e dal sangue caldo della giovi- essa si muoverebbe rapida come una palla. [nezza, Le mie parole la lancerebbero verso il mio dolce e quelle di Romeo verso di me. [amore, Ma i vecchi, molte volte, sembrano già morti: incerti, lenti, pesanti e lividi come il piombo.

Entrano la NUTRICE e PIETRO

Dio mio! Eccola! Che notizie mi porti, cara nutrice? L'hai veduto? Manda via quell'uomo!NUTRICE Pietro, aspettami fuori della porta. [PIETRO esce]

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GIULIETTA "Dunque, mia buona e dolce nutrice?... Oh, Dio, per-

[chè hai un aspetto così triste? Anche se le notizie sono

[cattive, dimmele sorridendo: se sono buone., non guastare la loro dolce musica suonandole con un viso così duro.NUTRICE Sono stanca! Lasciatemi riposare un momento. Ahi, come mi fanno male le ossa! Che corsa ho fatto!GIULIETTA Ti darei volentieri le mie ossa, per avere le tue no- Su, parla, ti prego, cara, cara nutrice; parla! [tizie! NUTRICE Gesù, che fretta! Non potete aspettare un momento? Non vedete che sono senza fiato?GIULIETTA Come puoi essere senza fiato, se hai fiato per dirmi che sei senza fiato? La scusa per non parlare subito è più lunga del racconto che ti scusi di non poter fare. Insomma, le notizie sono buone o cattive? Rispondi almeno a questo; dimmi l'una o l'altra parola, e poi aspetterò il resto. Accontentami: sono buone o cattive?NUTRICE Ebbene, avete fatto una scelta infelice; voi non sapete proprio scegliere un uomo! Romeo? No, non è l'uomo per voi. La sua faccia è più bella di tutte; però la sua gamba è più diritta di qualunque altra; delle mani, poi, dei piedi, dell'aspetto, è inu- tile parlarne: sono incomparabili. Egli non è il fiore della cortesia ma, ve lo garantisco, è docile come un agnello. Segui la tua strada, fanciulla mia; servi Dio. Come, avete già pranzato?GIULIETTA No, no! Ma tutto questo lo sapevo già. Che cosa dice delle nostre nozze? Che ne pensa?

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NUTRICE Dio, come mi fa male la testa! Oh, la mia testa! Me la sento spaccare in venti pezzi. Oh, la mia schiena, proprio qui dietro; oh, la mia oh, la mia schiena! Che cuore duro avete! [schiena, Mandarmi in giro di corsa in su e giù per afferrare la GIULIETTA [mia morte. Credimi, mi dispiace che tu non stia bene. Ma, mia cara, mia cara, mia cara nutrice: che dice il

[mio amore?NUTRICE II vostro amore, da gentiluomo onesto, cor- tese, gentile, bello, e, ve lo assicuro, virtuoso, mi ha detto... Ma dov'è vostra madre?GIULIETTA Dov'è mia madre? Ma è in casa; e dove dovrebbe

[essere? Che strano modo di rispondere; "il vostro amore, da gentiluomo onesto, dice: dov'è vostra madre?".NUTRICE O Madonna santa! Vi scaldate così presto? Vergine mia, vi lascio immaginare... E questo sarebbe il balsamo per le mie ossa doloranti? D'ora in poi i vostri messaggi li porterete voi stessa.GIULIETTA Oh, quante storie! Su, che cosa dice Romeo?NUTRICE Avete avuto il permesso di andare oggi a confessarvi?GIULIETTA Sì. NUTRICE Allora, andate presto da frate Lorenzo. Là c'è un marito che vuole farvi sposa. Ecco che il sangue ardente vi sale alle guance; per qualsiasi sciocchezza diventano scarlatte. Correte in chiesa; io andrò da un'altra parte a prendere una scala, con la quale il vostro amore, appena farà buio, salirà come al nido di un uccello. Ora lavoro come un facchino per la vostra felicità;

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ma stanotte il peso lo porterete voi. Andiamo; io vado a cenare, e voi correte da frateGIULIETTA [Lorenzo. Volo verso la suprema felicità! Addio, mio buona [nutrice! Escono[II. VI.]

Entrano FRATE LORENZO e ROMEO

FRATE LORENZO II Cielo sorrida felicemente a questo sacro rito, e che l'avvenire non lo rimproveri con qualche dolore. ROMEO Amen, Amen! Ma nessun dolore potrà mai uguagliare la gioia che mi da un solo istante della sua presenza! Congiungi le nostre mani con le tue devote parole; e poi sia fatta la volontà della morte che divora l'amore. Io voglio soltanto chiamare mia il mio amore.FRATE LORENZO Le gioie violente hanno fine violenta, e muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si consumano in un bacio. Il miele più soave nausea per la troppa dolcezza, e basta assaggiarlo, per non averne più desiderio. Amatevi, dunque, con misura; così l'amore durerà più a lungo. Chi è troppo veloce, arriva tardi, come chi va troppo

[lentamente.

Entra GIULIETTA impetuosamente. Abbraccia ROMEO

Ecco la fanciulla! Oh, un piede così leggero non consumerà mai la pietra eterna! Un amante può cavalcare sul filo di ragno che oscilla nell'aria

[vivace dell'estate, e non cadere, tanto è leggera la vanità.

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GIULIETTA Buona sera al mio padre spirituale!FRATE LORENZO Romeo ti ringrazierà per tutti e due, figliola!GIULIETTA E saluto anche lui, altrimenti non meriterei il suoROMEO [ringraziamento. Oh, Giulietta, se la misura della tua gioia è piena come la mia, e la tua arte è superiore alla mia [nell'esprimerla, allora fa dolce col tuo respiro l'aria che ci circonda e lascia che la soave armonia della tua voce esprima la felicità sovrumana che noi riceviamo l'uno dall'altro con questo caro incontro!GIULIETTA II sentimento, più ricco di sostanza che di parole, si vanta della sua essenza, non delle forme vane. Solo i poveri possono contare le loro ricchezze; ma il mio amore sincero è cresciuto in così forte mi- [sura, che io non posso calcolare nemmeno la metà della miaFRATE LORENZO [ricchezza. Venite, venite con me; faremo in fretta; col vostro permesso, non posso lasciarvi soli, finché la santa Chiesa non vi abbia uniti in una sola persona.

Escono[III. I.]

Entrano MERCUZIO, BENVOLIO, e i loro servi

BENVOLIO Ti prego, caro Mercuzio, con questo caldo è meglio andare a casa; poi i Capuleti sono fuori e se dovessimo incontrarli, non potremmo evitare una lite; in queste giornate torride, il sangue s'infuria e ribolle.

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MERCUZIO Mi sembri uno di quei tali che appena en- trano in una taverna sbattono la spada sulla tavola e dicono: "Dio non voglia che abbia bisogno di te", e al secondo bicchiere la impugnano senza alcun motivo per minacciare l'oste.BENVOLIO Mi credi uno di quei tipi?MERCUZIO Ma va'. Sei così focoso di natura, come nessun altro in Italia; e con tanta facilità ti lasci tra- sportare dalla collera quanto la collera è pronta a trasportarti.BENVOLIO E che cosa ancora?MERCUZIO Oh, niente: se ci fossero al mondo due co- me te, li perderemmo subito, perché si ucciderebbero a vicenda. Insomma, tu litigheresti con uno soltanto perché la sua barba ha un pelo di più o di meno della tua; con un altro perché schiaccia nocciole, e tu hai occhi color nocciola: e quale altro occhio, se non il tuo, sarebbe capace di vedere un tale motivo di lite? La tua testa è piena come un uovo, ma di liti; e, a furia di litigare, ha ricevuto tante scosse che s'è ri- dotta alla fine come un uovo fradicio. Hai litigato con uno che tossiva per la strada, dicendo che aveva sve- gliato il tuo cane che dormiva al sole; e poi con un sarto perché portava un giustacuore nuovo, prima di Pasqua; e con un altro perché aveva dei nastri vecchi alle sue scarpe nuove. E proprio tu ora vieni a farmi una predica contro le liti? BENVOLIO Ma io non sono come te pronto ad attaccare briga e, per dimostrartelo, potrei scommettere con chiunque un'ora e un quarto di vita, contro la pro- prietà pura e semplice di tutta la mia vita. MERCUZIO La proprietà pura e semplice? Oh, puro e semplice!

Entrano TEBALDO e altri

BENVOLIO Per il mio capo, ecco i Capuleti,

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MERCURIO Per i tacchi delle mie scarpe, non me n'im- porta!TEBALDO State al mio fianco: voglio parlare con loro. Buongiorno, signori; una parola a uno di voi!MERCUZIO Soltanto una parola? E con uno solo di noi? Aggiungetevi qualcosa; facciamo, una parola e un colpo.TEBALDO Sono pronto anche a questo, ma datemene l 'occasione.MERCUZIO E non potete prendere voi l'occasione sen- za che vi sia data?TEBALDO Mercuzio, hai preso accordi con Romeo...MERCUZIO Accordi? Ci prendi per giullari? Se ci con- sideri giullari, preparati a udire i nostri "disaccordi". Ecco l'archetto del mio violino [tocca la spada]; con questo ti farò ballare. E sentirai che accordi!BENVOLIO Stiamo parlando in mezzo alla gente; o ci appartiamo in qualche luogo chiuso a ragionare con calma delle nostre beghe, oppure separiamoci; qui tutti ci guardano.MERCUZIO Gli occhi sono fatti per guardare, lasciate dunque [che guardino. Non mi muoverò per far piacere a nessuno, io.

Entra ROMEO

TEBALDO Ah, la pace sia con voi, signore. Ecco il mio uomo. MERCUZIO Ehi, signore, mi farò impiccare se porta la vostra [livrea! Avanti, scendete per primo sul terreno: lo vedrete al vostro "seguito"; e solo allora vostra Signoria potrà veramente chiamarlo "suo uomo".

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TEBALDO Romeo, l'amore che ho per te non trova un modo migliore di esprimersi: "Sei un vigliacco! ". ROMEO Tebaldo, la ragione per la quale ti voglio bene, mi permette di scusare l'offesa violenta del tuo saluto. Non sono un vile; perciò, addio! Vedo che non mi conosci.TEBALDO Ragazzo, questo non ripara la tua offesa; voltati, dunque, e mano alla spada.ROMEO Ti assicuro che non ti ho mai offeso; e ripeto che ti voglio bene, più di quanto tu possa immaginare. Potrai credere al mio affetto, quando ne conoscerai la ragione. E questo dovrebbe [bastarti, mio buon Capuleti (nome che mi è caro quanto ilMERCUZIO [mio). Che fredda, disonorevole e vile sottomissione! Ah, una stoccata la porti via. [Tira fuori la spada] Tebaldo, acchiappasorci, vuoi fare qualche passo?TEEALDO Vuoi qualche cosa da me?MERCUZIO Nulla, buon re dei gatti: solo una delle tue nove vite, con la quale intendo farmi più audace. Poi, secondo come ti comporterai con me, mi propongo di picchiare secco sulle altre otto. Vuoi tirare per le orecchie la tua spada dal fodero? Sbrigati, se non vuoi avere la mia spada intorno alle tue orecchie pri- ma che la tua sia fuori.TEBALDO Ai tuoi ordini. [Tira fuori la spada]ROMEO Metti giù la spada, caro Mercuzio.MERCUZIO Avanti, signore; il vostro colpo. [Si battono]

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ROMEO Fuori la spada, Benvolìo, e disarmiamoli con un colpo. Signori, vergognatevi: evitate questa infamia. Tebaldo! Mercuzio! Il Principe ha severamente proibito le risse nelle vie di Verona. Fermati, Tebaldo! Fermo, caro Mercuzio! TEBALDO ferisce MERCUZIO passando sotto il braccio di ROMEO e fuggeMERCUZIO Sono ferito! Peste alle vostre due famiglie! È finita: e quello se n'è andato, e non ha nulla?BENVOLIO Come, sei ferito?MERCUZIO Sì, sì, un graffio, un graffio; ma perdio, basta. Dov'è il mio paggio? Va', furfante, cerca un medico!ROMEO Coraggio! La ferita non può essere grave.MERCUZIO No, non è profonda come un pozzo né lar- ga come il portale di una chiesa. Ma è sufficiente; basterà! Chiedete di me, domani, e troverete un uo- mo severo. Ti assicuro che sono condito per questa terra. Peste sulle vostre due case! Perdio, un cane, un topo, un sorcio, un gatto per graffiare a morte un uomo! Uno spaccone, un furfante, un farabutto che si batte con precisione matematica! Perché diavolo vi siete messo fra noi due? Sono stato colpito di sot- to al tuo braccio.ROMEO Io ho creduto di fare bene.MERCUZIO Aiutami, Benvolio; portami in una casa qualunque; mi sento mancare. Peste alle vostre famiglie! Mi hanno ridotto cibo per i vermi: l'ho presa e proprio secca. Ah, le .vostre case! Esce MERCUZIO [sorretto da BENVOLIO]

ROMEO Questo gentiluomo, parente del Principe,

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Page 59: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

e mio vero amico, è stato colpito a morte per causa mia. II mio onore è macchiato dall'offesa di Tebaldo che da un'ora è mio cugino. O dolce Giulietta, la tua bellezza mi ha reso effemi- [nato e ha indebolito la tempra d'acciaio del mio coraggio.

Rientra BENVOLIO

BENVOLIO Oh, Romeo, Romeo, il valoroso Mercuzio è morto! Quel nobile spirito, sdegnando la terra molto prima del tempo, ha voluto raggiungere leROMEO [nuvole. Il cupo fato di questo giorno penderà su molti giorni che verranno; questo inizia la sven- altri la compiranno. [tura:

Rientra TEBALDO

BENVOLIO Ecco di ritorno il furioso Tebaldo.ROMEO Vivo e in trionfo! E Mercuzio è stato ucciso. Torna al cielo, o prudente dolcezza; e tu ora guidami, o furia dall'occhio di fuoco. Tebaldo, riprenditi il ["vile" che mi hai detto poco fa, perché l'anima di Mercuzio è solo poco più in alto delle nostre teste, e aspetta che la tua vada a farle compagnia. O tu o io, o insieme, dobbiamo raggiungerla. TEBALDO Tu, maledetto ragazzo, che fosti suo amico sulla terra, sarai con lui lassù.ROMEO Questa spada lo deciderà.

Si battono, TEBALDO cade

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Page 60: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

BENVOLIOVattene, Romeo, fuggì!I cittadini sono già in allarme;e Tebaldo è morto. Non stare lì sbalordito.II Principe ti condannerà a morte, se ti prenderanno;vattene, fuggì, fuggì!

ROMEOOh, come la sorte mi ha giocato!

BENVOLIO Perché non te ne vai? Esce ROMEO

Entrano dei CITTADINI, ecc.

PRIMO CITTADINODa che parte è fuggito l'uomo che ha ucciso Mer-Dov'è andato quell'assassino di Tebaldo? [cuzio?

BENVOLIOMa Tebaldo è qui a terra morto.

PRIMO CITTADINO Via, signore, seguitemi,ve l'ordino in nome del Principe: obbedite!

Entrano il PRINCIPE, MONTECCHI, CAPULETI, le loro mogli e altri

PRINCIPEDove sono i vili che hanno provocato questa rissa?

BENVOLIOO nobile Principe, io posso raccontarvicome si è svolta questa rissa fatale.Quell'uomo disteso là ha ucciso il valoroso Mercuzio,vostro parente; ed è stato il giovane Romeo a ucci-

DONNA CAPULETI [derlo.Tebaldo, mio nipote! Il figlio di mio fratello!O Principe! O sposo! Si è sparso il sanguedi un mio caro parente! Principe, se sei giusto,per il nostro sangue, fa scorrere sangue dei Mon-O nipote, nipote! [tecchi!

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Page 61: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PRINCIPEBenvolio, chi ha provocato questa rissa?

BENVOLIOTebaldo, che vedete qui morto, ucciso dalla mano didi Romeo che gli parlava gentilmente [Romeo;invitandolo a considerare quanto meschinafosse la ragione della lire, e qualegrande dolore vi avrebbe procurato. E parlavacon modi cortesi, quasi con le ginocchia piegate, umil-

[mente;e il suo sguardo era docile; ma non riuscì lo stessoa calmare l'ira sfrenata di Tebaldoche, sordo ad ogni parola di pace, vibrò un colpodella sua spada al petto del valoroso Mercuzio.E Mercuzio, con uguale furore, risponde punta controe con eroico disprezzo, prima svia [punta,da se la fredda morte, e poi la rimanda a Tebaldo che pronto la respinge. Allora Romeo urla: " Fermi, arnie:, amici, dividetevi! ". E più veloce della

[lingua,il suo agile braccio riesce ad abbassare le loro spade, e poi si lancia :n mezzo a loro;ma un malvagio colpo vibrato al di sotto del braccio di Romeo, ferisce a morte Mercuzio. Tebaldo fugge; ma torna subito indietroverso Romeo, che medita vendettaRapidi come lampi si precipitanol'uno contro l'altro. Prima ch'io potessi separarli con la mia spada, il forte Tebaldoveniva ucciso, e, mentre cadeva, Romeo fuggiva.Questa è la verità, ch'io possa morire qui di colpo.

DONNA CAPULETIEgli è parente dei Montecchi, l'affetto gli fa direbugie; non dice la verità. Erano almeno in venti a combattere in questa rissa mortale, e insieme riuscirono a uccidere un uomo. Chiedo giustizia, e tu, Principe, la devi fare.

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Page 62: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Romeo uccise Tebaldo, e Romeo deve morire.PRINCIPE

Romeo uccise Tebaldo, ma Tebaldo aveva ucciso Merchi ora pagherà questo sangue prezioso? [cuzio;

MONTECCHINon certo Romeo, Principe. Egli era amico di Mecu-e la sua colpa coincide col diritto della legge [zio, che condanna Tebaldo.

PRINCIPE E appunto per questo arbitrionei confronti della legge, lo condanniamo immedia-

[tamenteall'esilio. Il vostro odio ha colpito anche me. A causa dei vostri violenti dissidi è stato versato san-

[gue mio;e per questo v'impongo una multa così forteche vi farò pentire della perdita da me subita.Non ascolterò né difese né scuse; né pianti né pre-

[ghiereserviranno a riscattare gli arbitrii in danno della

[legge;perciò saranno inutili. Dunque, Romeo s'allontanisubito; se venisse trovato ancora quidopo il bando sarebbe messo a morte.Portate via il corpo di Tebaldo e rispettate i miei

[ordini:la clemenza è un delitto quando perdona un assas-

[sino. Escono[III. II.] Entra GIULIETTAGIULIETTA

Correte veloci, o cavalli dai piedi di fuoco

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Page 63: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

alla casa di Febo. Fetonte a colpi di frustavi avrebbe spinto con furia in occidentee sarebbe già qui la cupa notte.Stendi la tua cortina nera, o notte,che proteggi l'amore; e gli occhi della luceche fugge, chiuderanno le palpebre,e Romeo verrà nelle mie braccia,in segreto e difeso dal silenzio. Agli amantibasta la loro bellezza come lucenei convegni d'amore; e se l'amore è cieco,è in armonia con la notte. Vieni, o gentilenotte, signora nella semplice veste nera,e insegnami a perdere una garache sto per vincere, dove si giocanodue verginità intatte. Copri col nero mantoil sangue acceso che batte sul mio viso,e fai l'amore timido più audace,ma sempre puro in ogni suo abbandono.Vieni, o notte, vieni, o Romeo; vieni, tu giorno nellaqui disteso sull'ali della notte [notte:più bianco di fresca neve sopra un corvo.Vieni, dolcissima notte, amorosa nottedalle ciglia nere, dammi il mio Romeo,e alla sua morte scioglilo in piccole stelle:il volto del ciclo sarà così splendenteche tutti avranno amore per la nottedimenticando di adorare il sole.Oh, io ho comprato la reggia dell'amoreche ancora non possiedo. Io pure fui compratama ancora non goduta! Oh, la noia di questo giorno infinito come la nottea una fanciulla che attende la festa per adornarsi del vestito nuovo.

Entra la NUTRICE torcendosi le mani; con la scala dì cordeOh, ecco viene la mia nutrice che mi porta sue notizie.

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Page 64: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Ogni lingua che pronunci soltanto il nome di Romeo parla un linguaggio celeste.

Dunque, nutrice, che notizie mi porti? Che hai lì?Le corde che Romeo ti disse di procurare?

NUTRICE Sì, sì, le corde. [Le getta per terra]GIULIETTA

Ahimè, che notizie hai? Perché tormenti così le tueNUTRICE [mani?

Ah, che giorno! Egli è morto, è morto, è morto! Siamo perdute, o signora, siamo perdute! Ah, che giorno! È andato, è stato ucciso, è morto!

GIULIETTAII Cielo può essere così crudele?

NUTRICE Romeo può esserlo,ma il Cielo non può. O Romeo! Romeo!Chi l'avrebbe mai immaginato? Romeo!

GIULIETTAChe diavolo sei tu, che mi tormenti così?Questo supplizio farebbe ruggire anche nel tremendoRomeo si è ucciso? Dimmi soltanto sì, [inferno!e questa sillaba "sì" sarà più velenosadegli occhi del basilisco che lanciano frecce di morte.Io non son io, se vive questo "sì" o chiuderò quegli occhi che ti fan dire "sì".Se egli è morto, dimmi "sì",altrimenti, dimmi "no". Queste due sillabedecideranno per me la felicità o la sventura.

NUTRICEVidi la ferita, la vidi con i miei occhi(Dio perdoni quello sfregio) sul suo forte petto!Un cadavere che destava pietà, un cadavere insangui-pallido, pallido come cenere: tutto sporco [nato:di sangue, di croste di sangue. Appena lo vidiho perduto i sensi.

GIULIETTAOh, spezzati, mio cuore! Povero disperato, spezzati subito! In prigione, o miei occhi,

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Page 65: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

dove non potrete più guardare liberamente!Vile terra, ritorna alla terra, e resta lì immobile,e una sola pesante bara gravi su te e Romeo.

NUTRICEO Tebaldo, Tebaldo, o mio più caro amico!O gentile Tebaldo, vero gentiluomo!Non fossi mai tanto vissuta da vederti morto!

GIULIETTAChe bufera infuria in ogni senso! Romeo è ucciso? E Tebaldo è morto?Il mio carissimo cugino e il mio signore ancora a me più caro? Allora, o spaventosatromba, suona il Giudizio Universale! Chi può vivere ancora se loro sono morti?

NUTRICETebaldo è morto, e Romeo è messo al bando. Romeo ha ucciso Tebaldo e sarà mandato in esilio.

GIULIETTAO Dio! La mano di Romeo ha sparso il sangue di

NUTRICE [Tebaldo?L'ha sparso, l'ha sparso, maledetto giorno, l'ha sparso!

GIULIETTAO cuore di serpente, in un corpo simile a un fiore!Quale drago abitò in un antro così bello?Bellissimo tiranno! Angelico demonio!Corvo con ali di colomba, agnello famelico come unLurida materia dall'apparenza divina! [lupo!Perfetto contrario di quello che sembravi!Santo dannato! Nobile farabutto!O natura, che metterai nell'inferno,se hai accolto lo spirito di un demoniodentro il paradiso mortale di un corpo così perfetto?Vi fu mai un libro così ben rilegato,e di contenuto così vile? Può l'inganno

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Page 66: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

abitare in un palazzo così sontuoso?NUTRICE Non c'è lealtà,

né fede, né onestà negli uomini! Tutti spergiuri,tutti bugiardi, tutti malvagi, tutti ipocriti. Ah, dov'è il mio uomo? Datemi un po' di acquavite. Questi dolori, queste sciagure, queste pene mi fanno invecchiare. Disonore a Romeo!

GIULIETTA Ti si gonfi la lingua,per quest'augurio. Romeo non è natoper il disonore; il disonore non sarebbe onorato di stare sulla sua fronte, perché essa è un tronosul quale l'onore potrebbe essere incoronatounico re dell'universo. Sono un mostrose ho potuto insultarlo!

NUTRICE E potreste parlarebene di lui, che ha ucciso vostro cugino?

GIULIETTAE dovrei parlare male di lui, che è il mio sposo? Oh, mio povero signore; quale lingua dirà benedel tuo nome, se io, tua sposa solo da tre ore,ti ho ingiuriato? Ma perché, crudele, hai ucciso mio

[cugino?Perché quell'infame di mio cugino avrebbe voluto

[uccidete il mio sposo. Tornate, tornate alla vostra sorgente, o lacrime sciocche; le vostre gocce sono un tributoche appartiene al dolore, e voi per errorele avete offerte alla gioia. Vivo è il mio sposo, che Tebaldo avrebbe voluto uccidere; e morto è Te-che avrebbe voluto uccidere il mio sposo. [baldo, Questo mi consola; allora perché piango? Perché una parola, più grave della morte di Tebaldo, mi ha annientata; -parola che vorrei dimenticare,ma ahimè, essa pesa sulla mia memoria come un'azione dannata sull'anima del colpevole. "Tebaldo è morto e Romeo è bandito";

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Page 67: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

quel "bandito", quella sola parola "bandito"ha ucciso diecimila Tebaldi! La morte di Tebaldosarebbe stato un dolore già grave, se fosse rimastoma se l'amaro dolore ama la compagnia, [solo;e ha bisogno di unirsi ad altri dolori,perché, quando la nutrice disse: "Tebaldo è morto"non aggiunse anche "Tuo padre", o "Tua madre",e perché no, "Tutti e due sono morti"?Questo mi avrebbe dato una disperazione comune ama quello che disse dopo "Tebaldo è morto", [tutti;quel "Romeo è bandito" mi colpì come se avessepadre, madre, Tebaldo, Romeo, Giulietta, [detto:tutti uccisi, tutti morti! Romeo è "bandito"!Non c'è fine, non c'è limite, non misura, né confinealla morte contenuta in quella parola. Nessuna parolapuò esprimere quel dolore.Nutrice, dove sono mio padre e mia madre?

NUTRICEPiangono e si disperano sul corpo di Tebaldo. Volete andare da loro? Vi condurrò io.

GIULIETTALavino le sue ferite con le lacrime: le mie saranno

[versateper l'esilio di Romeo, quando le loro saranno secche. Prendi quelle corde! Povere corde, siete deluse come me perché Romeo è in esilio? Egli aveva fatto di voi la strada maestra per giungere al mio letto. Ma io, ancora fanciulla, morirò vergine e vedova. Andate, o corde, va' nutrice; io andrò nel mio letto di nozze:la morte, non Romeo, prenderà la mia verginità.

NUTRICEAndate nella vostra stanza: andrò a cercare Romeoperché venga a consolarvi, io so dove si trova. Ascoltatemi; il vostro Romeo sarà qui stanotte. Vado da lui: è nascosto nella cella di frate Lorenzo,

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Page 68: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

GIULIETTA Oh, trovalo!Porta questo anello al mio fedele cavaliere e digli che venga a prendere il mio ultimo addio.

Escono[III. III]

Entra FRATE LORENZO

FRATE LORENZOVieni fuori, Romeo; vieni fuori, uomo pauroso! La sventura si è innamoratadelle tue doti e tu l'hai sposata.

Entra ROMEO

ROMEOChe notizie, padre? E la sentenza del Principe?Quale dolore che ancora non conoscovuole stringermi la mano?

FRATE LORENZO II mio caro figlioloha già molta confidenza con quel suo triste compagno.Conosco la sentenza del Principe.

ROMEOII giudizio del Principe, di quanto è meno grave del Giudizio Universale?

FRATE LORENZOUna sentenza mite è uscita dalle sue labbra:non la morte del corpo, ma l'esilio del corpo.

ROMEOAh, l'esilio! Abbi misericordia; dimmi "morte",piuttosto. La paura è più negli occhi dell'esilio,molto di più, che in quelli della morte.Non dirmi più "esilio".

FRATE LORENZO Tu sei bandito da Verona.Abbi pazienza, il mondo è grande.

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Page 69: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

ROMEONon esiste mondo oltre le mura di Verona;fuori c'è solo il purgatorio, il tormento, l'inferno.Chi è bandito di qui, è bandito dal mondo,e l'esilio dal mondo è la morte. Il bando è la mortechiamata con altro nome. E tu, chiamandoesilio la morte, mi tagli il capo con una scure d'oroe sorridi al colpo mortale che mi schianta.

FRATE LORENZOO peccato mortale! Oh, dura ingratitudine!La nostra legge punisce con la morteuna colpa come la tua; ma il Principe, clemente,si è messo dalla tua parte e, trascurando la legge,ha sostituita la fosca parola "morte" con "esilio".Questa è una grazia che dimostral'affetto del Principe e tu non vuoi riconoscerlo.

ROMEOTortura, e non grazia. Il Cielo è quidove vive Giulietta. Ogni gatto, ogni cane,ogni piccolo topo, quello che c'è di più vile,può vivere qui in Cielo, e guardare Giulietta;solo Romeo non può. C'è più rispetto,più cortesia, più dignità per le moscheche girano intorno a una carogna, che per Romeo.Le mosche possono toccare la bianca meravigliadella mano di Giulietta, e rubareuna felicità sovrumana alle sue labbra,che, nella loro modestia, diventano ancora più rosseconsiderando peccato quei baci; ma Romeonon può! Egli è al bando. Questo possono farele mosche, e io no, perché devo fuggire.Esse sono libere, e io al bando. E tu mi diciancora che esilio non è morte?Non avevi, per uccidermi, un veleno, un coltello

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Page 70: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

dalla punta affilata, un mezzo qualsiasi di morte, più immediato di questo miserabile "bandito"? "Bandito"? O padre, i dannati nell'infernodicono questa parola a cui fa eco un lungo lamento.Tu che sei un servo di Dio, un confessore di anime,uno che libera dai peccati, tu che dici di essere mio amico, come hai il cuore di annientarmi con la parola " bandito " ?

FRATE LORENZOO amante forsennato, ascolta una parola.

ROMEOOh, ma tu parlerai ancora di esilio!

FRATE LORENZOTi darò un'armatura per difenderti da questa parola: il dolce latte d'ogni avversità, la filosofia. Ti sarà di conforto anche nell'esilio.

ROMEOAncora "bandito"? S'impicchi la filosofia!Se non può darmi una Giulietta, spostare una città, cancellare la sentenza d'un Principe, la filosofianon aiuta, non serve a nulla: non parlarne più.

FRATE LORENZOMi accorgo che i pazzi non hanno orecchie!

ROMEOCome potrebbero averle, se i saggi non hanno occhi?

FRATE LORENZOParliamo insieme del tuo caso.

ROMEOTu non puoi parlare di ciò che non provi:se tu fossi giovane come me, e Giulietta fosse il tuo

[amore,se tu fossi sposato solo da un'ora e tu avessi ucciso

[Tebaldo;se tu fossi innamorato follemente come me, e bandito allora potresti parlare, allora potresti [come me, strapparti i capelli e buttarti a terra, come io faccio ora per prendere

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Page 71: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

la misura di una fossa non ancora aperta, La NUTRICE bussa alla portaFRATE LORENZO

Alzati, qualcuno bussa; nasconditi, Romeo. ROMEO

Io no; a meno che il fiato dei miei dolorosi sospirimi nasconda come una nebbia agli occhi che mi cer-

FRATE LORENZO [cano. BussanoSenti, come bussano! "Chi è?" Alzati, Romeo;non devi farti prendere! "Aspettate un momento."

Bussano ancoraAlzati! Corri nel mio studio! "Un attimo."

Dio Santo, che sciocchezza è questa? "Vengo, vengo."Bussano di nuovo

"Chi bussa così forte? Chi vi manda? Che volete? " NUTRICE [dall'interno]

Lasciatemi entrare, e conoscerete il mio messaggio.Mi manda madonna Giulietta.

FRATE LORENZO Allora, benvenuta!

Entra la NUTRICE

NUTRICEO padre santo, oh, ditemi, padre santo,dov'è Io sposo della mia padrona, dov'è Romeo?

FRATE LORENZOÈ là per terra, ubriaco di lacrime.

NUTRICEOh, è proprio nelle condizioni della mia signora,proprio nell'identico stato!

FRATE LORENZO Oh, dolore a cui rispondeuguale dolore! Che situazione penosa!

NUTRICE Anche Giuliettaè là per terra e singhiozza e piange, piange e sin-

[ghiozza.Alzatevi, alzatevi! Alzatevi, se siete un uomo!

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Page 72: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Per l'amore di Giulietta, per il suo amore, alzatevi.Perché lasciarsi andare a una disperazione così pro-

ROMEO [fonda?(Si alza) Nutrice...NUTRICE Ah, signore, signore!

Su, su, soltanto la morte è la fine d'ogni cosa. ROMEO

Parlavi di Giulietta? Che cosa dice?Non mi ritiene un vero assassino, ora che ho mac-l'infanzia della nostra gioia con sangue [chiatoche è quasi il suo? E come sta? E che dicedel nostro amore distrutto, la mia sposa segreta?

NUTRICEOh, non dice nulla, signore, ma piange e piange;e ora si getta sul letto, ora si alzae chiama Tebaldo; ora urla per Romeoe ricade sul letto.

ROMEO Come se quel nome,quasi colpo d'arma mortale, l'avesse uccisanello stesso modo col quale la mano maledettadi colui che porta quel nome uccise suo cugino.Oh, ditemi, padre, ditemi in quale parte miserabiledi questo corpo è chiuso il mio nome!Ditemelo perché io possa saccheggiarequel luogo odioso.

Fa l'atto di pugnalarsi, ma la NUTRICE gli strappa IIpugnale

FRATE LORENZO Ferma la tua mano disperata! Sei un uomo? L'apparenza lo afferma, ma le tue sono lacrime di una donnetta! La tua violenza ricorda il furore selvaggio di una

[belva.O donna che ti nascondi nell'aspetto d'un uomo, o, meglio, mostruoso animale che seil'uno e l'altra insieme! Tu mi hai davvero meravi-

[gliato:

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Page 73: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

credevo che il tuo animo fosse più forte. Hai uccisoe ora ti vuoi uccidere, e uccidere la donna [Tebaldoche vive della tua vita, con un atto di odio maledettosu te stesso? Perché maledici la tua vita, il ciclo e laForse perché vita,, cielo e terra, in un attimo [terra?si unirono in te, tu ora vuoi perderle in un attimo?Via, via! Tu così offendi la tua bellezza,il tuo amore, la tua intelligenza, e come un usuraionon usi queste tue grandi ricchezze nel modo piùche farebbe ancora più amabile [giusto,la tua bellezza, il tuo amore, la tua intelligenza. La tua bellezza singolare è un'immagine di cerache non ha più valore d'uomo. L'amoreche hai teneramente giurato è un'infame rnenzogna, se uccide la donna che avevi promesso di adorare. La tua intelligenza (quest'ornamento della bellezza e dell'amore) è incapacedi guidare la bellezza e l'amore,e, come la polvere nella fiasca di un soldato inesperto,si è accesa per la tua inesperienza, e ti riducea brani invece di servire per la tua difesa.Su, alzati, ragazzo!La tua Giulietta,per amore della quale tu volevi morire, ora è viva; per questo devi essere felice. Tebaldo voleva uccide- [re tee tu hai ucciso Tebaldo; anche per questo devi essere

[feliceLa legge che minacciava la morte, ti diventa amica e muta la morte in esilio. Devi essere felice. Un cumulo di benedizioni scende sul tuo capo; la fortuna si fa bellissima per piacerti; ma tu, come una ragazza ostinata e dispettosa, sdegni la fortuna e l'amore. Sta' attento, sta' attento perché facendo così non avrai nulla. Dunque, va' dal tuo amore, come era deciso,

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Page 74: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

salì nella sua stanza, e confortala; ma non statelà fino all'ora in cui monta la guardia,perché non potresti più allontanarti perandare a Mantova. A Mantova dovrai viverefinché non avremo trovato il momento favorevoleper rendere noto il vostro matrimonio, per metterepace tra i vostri amici, chiedere perdonoal Principe e per farti tornare a Verona.Allora avrai una gioia ventimila volte più grandedella disperazione che provi ora allontanandoti.Tu va' avanti, nutrice, saluta rispettosamenteper me la tua padrona, e raccomandaledi fare in modo che tutti vadano presto a letto,cosa che certo faranno, per il dolore che li tormenta.Dille che Romeo sta per arrivare.

NUTRICE0 signore! Starei qui tutta la notte ad ascoltarei vostri saggi consigli. Oh, che cosa vuoi dire essere

[istruiti!O signore, avvertirò la mia padrona del vostro arrivo.

ROMEOCorri e avverti la mia dolce fanciulla che si prepari a rimproverarmi.

La NUTRICE in atto di uscire si volge indietroNUTRICE

Ecco, signore, un anello che essa mi ordinòdi consegnarvi. Su, sbrigatevi; è già molto tardi.

EsceROMEO

O come rinasce il mio coraggio con questo dono!FRATE LORENZO

Va', buona notte. Il tuo destino è tutto qui:o andare via prima che monti la guardia,o, al rompere del mattino, fuggire di qui travestito.Ti fermerai a Mantova; io cercherò il tuo servo,e di tanto in tanto egli ti darà notizia

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Page 75: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

dì tutto ciò che qui faremo per il tuo bene.Ora dammi la mano, è tardi. Addio, buona notte!

ROMEOSe una gioia che supera ogni gioia non mi attendessealtrove, proverei dolore a separarmi da voi così pre-Addio! [sto!

Escono[III. IV.]

Entrano CAPULETI, DONNA CAPULETI e PARIDE

CAPULETIAll'improvviso, signore, accaddero fatti tanto dolo-

[rosiche non abbiamo avuto il tempo di parlare a nostra

[figlia.Vedete, essa amava teneramente suo cugino Tebaldo,e io pure. È vero, siamo nati per morire! È molto tardi; questa sera Giulietta non scenderà più. Credetemi, se non fosse stato per voi, sarei già a letto da un'ora.

PARIDEQuesti giorni di dolore non ci consentono certodi fare promesse d'amore. Buona notte, signora, ricordatemi a vostra figlia.

DONNA CAPULETILo farò: e domattina saprò quello che pensa. Questa sera Giulietta è tutta presa dal suo dolore.

PARIDE si appresta ad uscire ma CAPULETI lo richiama indietroCAPULETI

Conte Paride, voglio fare a voi la ferma offertadell'amore di mia figlia: io penso che Giuliettasi lascerà guidare completamente da me, anzi ne sono [certo.

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Page 76: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Moglie mia, andate da lei, prima di coricarvi,e ditele l'amore che mio figlio Paride ha per lei;e avvertitela (mi ascoltate?) che mercoledì prossimo...Piano! Che giorno è oggi?

PARIDE Lunedì, signore.CAPULETI

Lunedì? Be'! Be'! Allora mercoledì è troppo presto;facciamo giovedì. Ditele che giovedì sarà sposata a questo nobile conte. E voi, sarete pronto? Vi fa piacere questa premura? Non faremomolto rumore: un amico o due, perché, vedete,Tebaldo è stato ucciso da poco, e si può pensareche non ci fosse caro, pur essendo nostro nipote, se facessimo grandi feste; quindi ci saranno una mezza dozzina di amici e non più. Per giovedì; ma, voi che ne dite?

PARIDEMio signore, vorrei che giovedì fosse domani.

CAPULETIBene, e ora andate. Allora, d'accordo per giovedì. -Moglie mia, prima di mettervi a letto,andate da Giulietta, e preparatela per queste nozze,ditele il giorno che abbiamo fissato.- Addio, signore! Ehi! Fate luce nella mia stanza.Davvero è così tardi che fra poco si potrà direche è presto. Buona notte! Escono

[III. v.]Entrano ROMEO e GIULIETTA, in alto, al balcone

GIULIETTAVuoi andare già via? Ancora è lontano il giorno:non era l'allodola, era l'usignoloche trafisse i! tuo orecchio timoroso: canta ogni notte laggiù dal melograno;

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Page 77: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

credimi, amore, era l'usignolo.ROMEO

Era l'allodola, messaggera dell'alba,non l'usignolo. Guarda, amore, la luce invidiosaa strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente;le candele della notte non ardono più e il giornoin punta di piedi si sporge felice dalle cimenebbiose dei monti. Devo andare: è la vita,o restare e morire.

GIULIETTA Quel chiarore laggiùnon è la luce del giorno, lo so: è una meteora che si libera per te dal sole questa notte,la torcia per farti lume sulla via di Mantova; dunque rimani ancora, c'è tempo per andare.

ROMEOMi prendano pure, sarà certo la morte, ma sono felice se tu vuoi così. E dirò, allora, che là, quel grigio non è l'occhio del mattinoma il fioco riverbero della fronte di Cinzia;che non è l'allodola a battere la voltadel cielo, così alta su noi. Io voglio restare,non veglio più partire: vieni, o morte,sarai la benvenuta! Vuole così Giulietta.Che c'c, anima mia? Parliamo, non è giorno.

GIULIETTAE giorno, è giorno: dunque, presto, va' via!È l'allodola che canta fuori tonoforzando su dissonanze e aspri acuti.Dicono che l'allodola divida con dolcezzaogni accordo: questa non ci divide con dolcezza;e ancora, che l'allodola e il rospo ripugnanteabbiano scambiato i loro occhi:così avessero fatto anche della voce,poi che quella voce lotta il nostro abbraccio,perché ti caccia da me, col suo richiamo al giorno.Oh, va', ora, va'; si fa sempre più luce.

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Page 78: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

ROMEOSempre più luce! Sempre oscura di più la nostra pena!

La NUTRICE entra in fretta

NUTRICESignora!

GIULIETTANutrice!

NUTRICEVostra madre viene qui. Il giorno è spuntato;siate prudente, guardatevi intorno. [Esce]

GIULIETTAAllora, o balcone, fai entrare il giorno e uscire la vita!

ROMEOAddio, addio; ancora un bacio e scendo. Scende

GIULIETTASei dunque andato via così, amore, signore,mio sposo, mio amico? Voglio avere tue notizie ogni

[giorno;ma ogni ora, ogni minuto sono molti giorni. Oh, con questo modo di misurare il tempodiventerò vecchia prima di rivedere il mio Romeo.

ROMEOAddio! Non perderò un'occasione per mandarti i miei saluti, amore.

GIULIETTATi ringrazio; ma ci rivedremo ancora?

ROMEOCerto, e tutte queste sofferenze servirannoper fare più dolci i colloqui nel tempo che sarà nostro.

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Page 79: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

GIULIETTAO mio Dio, ho nell'anima un triste presagio.Ti vedo, ora che sei giù, come un morto in fondo alla tomba.Forse non vedo bene, ma tu mi sembri pallido.

ROMEOCredimi, amore mio, anche tu ai miei occhi sembri

[pallida:l'angoscia ha sete e beve il nostro sangue. Addio,

[addio! EsceGIULIETTA

O fortuna, fortuna!Tutti gli uomini ti chiamano volubile.Se tu sei volubile, che farai di lui,che tutti stimano così fedele? Sii incostante, fortuna,perché così spero che non lo terraia lungo lontano, ma lo rimanderai presto da me.

Scende dal balcone [e riappare in scena]

Entra DONNA CAPULETI

DONNA CAPULETI Figlia mia, sei alzata?GIULIETTA

Chi mi chiama? È mia madre?Non si è ancora coricata, così tardi, o si è alzatacosì presto? Per quale ragione è qui?

DONNA CAPULETICome stai, Giulietta?

GIULIETTA Non sto bene,DONNA CAPULETI

Piangi ancora la morte di tuo cugino?Credi di poterlo strappare alla tomba con le lacrime?E- se anche tu potessi strapparlo di là,non potresti ridargli la vita. Basta, dunque:un dolore ragionevole è segno di molto affetto,ma un dolore esagerato indica mancanza di saggezza.

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Page 80: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

GIULIETTALasciatemi piangere per una perdita così sensibile.

DONNA CAPULETIMa così sentirai la perdita, e non l'amico per cui piangi.

GIULIETTA Ma sentire la perditasignifica anche piangere l'amico.

DONNA CAPULETITu, fanciulla, non piangi tanto per la sua morte, quanto per quel vile, ancora vivo, che l'uccise.

GIULIETTAE chi è quel vile?

DONNA CAPULETI Quel vile si chiama Romeo.GIULIETTA

Tra la viltà e lui c'è una distanza di parecchie miglia. Dio lo perdoni, come faccio io con tutto il cuore, sebbene nessuno faccia soffrire il mio cuore quanto

DONNA CAPULETI [lui.E questo perché quell'assassino e traditore è vivo.

GIULIETTAÈ vero; perché è lontano da queste mani. Potessi, da sola, vendicare la morte di mio cugino.

DONNA CAPULETILa vendicheremo, non temere; dunque non piangere

[più!Manderò qualcuno a Mantova, dove vive quel ban-e gli farò dare una bevanda così miracolosa [dito, che lo manderà subito a tenere compagnia a Tebaldo. Spero che così sarai contenta.

GIULIETTANon sarò mai contenta, ve l'assicuro,finché non vedrò Romeo... morto...il mio povero cuore è così tormentato per un parente!Se troverete chi procuri soltanto il veleno,io saprò mascherarlo in maniera tale,che dopo averlo mandato giù Romeo si addormenteràsubito tranquillamente. Oh, come il mio cuore soffre,

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Page 81: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

perfino a sentirlo nominare! Oh, non poter andarea trovarlo, per sfogare la perdita dell'amoreche portavo a mio cugino, sul corpo di colui che l'ha

DONNA CAPULETI [ucciso.Trova tu il modo di raggiungere lo scopo,e io troverò l'uomo che ci occorre;ma ora eccoti delle novità che ti daranno molta gioia.

GIULIETTAVenga infine la gioia in un momentoin cui è tanto necessaria. Vi prego, ditemi questa no-

DONNA CAPULETI [vita.Bene, ecco: tu hai un padre molto affettuoso, barn-

[bina,un padre che, per liberarti dal dolore, ha decisoimprovvisamente di destinarti un giorno di felicità, per te inatteso e da me neppure immaginato.

GIULIETTAArriva a proposito, ma di che giorno si tratta?

DONNA CAPULETIEcco, bambina mia; la mattina di giovedì prossimo,il valoroso, il giovane, il nobile gentiluomoconte Paride avrà la fortuna di farti sposa felice nella chiesa di San Pietro.

GIULIETTAPer la Chiesa di San Pietro, per lo stesso San Pietro, egli non farà di me la sua sposa felice!Questa premura mi meraviglia. Io dovrei andare a

[nozzesenza che lo sposo mi abbia mai parlato d'amore. Vi prego, dite al mio signore e padre che per oranon penso a scegliermi lo sposo; quando vorrò sceglierlo, vi giuro, che sarà Romeoche io odio, come voi sapete, piuttosto che Paride. Davvero novità, le vostre!

DONNA CAPULETIEcco vostro padre; date a luila vostra risposta. Vedremo come l'accoglierà,

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Page 82: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Entrano CAPULETI e la NUTRICE

CAPULETI

Quando il sole tramonta, l'aria goccia rugiada,ma per il tramonto del figlio di mio fratello,piove a dirotto. Ebbene, sei una grondaia,ragazza mia? Ancora in lacrime? Continui a diluviare?Tu, mia piccola, sei nello stesso tempouna barca, il mare, il vento; perché nei tuoi occhi,che potrei chiamare il mare, c'è il flusso e il riflussodelle lacrime; la barca è il tuo corpo che navigain questo flutto salato; i tuoi sospiri, il vento.E questi sospiri lottano con le lacrime, e questecontro il vento, che, se non verrà un'improvvisacalma, travolgerà il tuo corpo sbattuto dalla tempesta.Ebbene, moglie mia, le avete dettoquello che abbiamo deciso?

DONNA CAPULETISì, mio signore: ma non ne vuole sapere e vi ringrazia,Vorrei che quella sciocca sposasse la sua tomba!

CAPULETICalma! Fatemi capire bene, moglie, fatemi capire

[bene!Come? Non ne vuoi sapere? Invece di ringraziarci? Non ne è orgogliosa? Non crede di essere fortunata,indegna come è, che siamo riusciti a convincere un gentiluomo così degno, di sposarla?

GIULIETTANon sono orgogliosa, ma riconoscente. Non potrei mai essere orgogliosa di ciò che odio;ma posso essere riconoscente perfino per l'odio inteso come amore.

CAPULETICome, come, come, come? Ehi, sofista! Che vuoi direquesto "sono orgogliosa", e "vi ringrazio"e "non vi ringrazio" e poi ancora"non sono orgogliosa"? Voi, graziosa padrona,

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Page 83: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

senza ringraziare o non ringraziare, con orgoglio o senza orgoglio, preparate per giovedì

[prossimole vostre belle gambe per andare con Paridealla chiesa di San Pietro, o ti trascinerò là su un gra-

[ticcio.Via, anemica carogna, via, puttana, faccia di sego!

DONNA CAPULETI Via, via! Ma siete pazzo?GIULIETTA

Padre mio buono, vi supplico in ginocchio, ascoltatemi con pazienza: almeno una parola!

CAPULETIAlla forca, puttanella, ribelle sciagurata! Ascolta bene quello che ti dico: preparati per andare in chiesa giovedì, o non mi guardare più

[in faccia.Non parlare, non ribattere, non rispondere. Mi sento prudere le mani! Moglie mia, noi credevamo di non essere abbastanza benedetti da perché ci aveva mandato soltanto questa figlia; [Dio, ma ora vedo che anche questa è troppo,ed è una vera maledizione. Vattene, bagasciona!

NUTRICEDio la benedica dal Cielo! Sbagliate, mio signore,a trattarla così.

CAPULETI E perché, madonna Saggezza?Frenate la vostra lingua, madonna Prudenza; andate a ciarlare con le vostre comari!

NUTRICEMa parlare non è un delitto.

CAPULETI Che Dio vi maledica!NUTRICE

Non si può parlare?CAPULETI Zitta, sciocca pettegola!

Tirate fuori la vostra sapienza quando bevetecon le comari; qui non serve.

DONNA CAPULETI Vi scaldate troppo.

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Page 84: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

CAPULETIPer l'Ostia sacra, io divento pazzo! Giorno e notte, in ogni ora, in ogni minutodurante il lavoro, nei divertimenti, solo o in compa-

[gnia,la mia unica preoccupazione è stata quella di mari-e ora che le ho trovato un uomo leale, [tarla;di famiglia patrizia, con un buon patrimonio,giovane, educato nobilmente, dotato,come si dice, delle più alte qualità,che sempre si desiderano in un uomo,ecco quella ragazzaccia sciagurata che si lamenta sem-quella bambola piagnona, che all'offerta [pre,di una fortuna risponde: "Non voglio sposarmi","Non posso amare", "Sono troppo giovane","Perdonatemi, vi prego! ". Ma se non volete sposarvi,vedrete come vi perdonerò: andate a brucarel'erba dove vi pare, perché non vi voglio più in casaAttenta; pensateci! Io non scherzo mai: [mia.giovedì è vicino: mettetevi una mano sul cuore,e decidete. Se mi ubbidirete, vi darò al mio amico;altrimenti, impiccati, vai a stendere la mano, crepa,sulla strada, perché, per l'anima mia, [muorinon ti riconoscerò più come figlia; nulla di ciòche possiedo andrà a te. Pensaci bene:io non mancherò di parola, credimi. Esce

GIULIETTANon c'è pietà lassù fra le nuvole, che veda nel profondo il mio dolore? O dolce madre mia, non mi cacciare; ritarda queste nozze, di un mese, di una settimana; o, se non lo puoi, prepara il mio letto nuziale in quell'oscuro sepolcro dove riposa Tebaldo.

DONNA CAPULETINon dirmi nulla, non ti risponderò una parola;fa' quello che vuoi, ne ho abbastanza di te. Esce

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Page 85: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

GIULIETTADio! O nutrice, come si potrà impedire tutto questo?Qui sulla terra ho lo sposo, e la fede nel Cielo.Come potrà quella fede tornare sulla terra,se lo sposo mio non me la renderà dal Cielolasciando la terra? Dimmi una parola di conforto,consigliami! Ahimè! ahimè! Il Cielo può ingannarecosì una povera fanciulla come me? Che dici?Non trovi una parola di gioia?Un po' di consolazione, nutrice!

NUTRICE Allora, eccovela!Romeo è bandito; e, scommetto tutto il mondocontro nulla, che non tornerà più indietro a cercarvi, o, se lo farà, lo dovrà fare segretamente. E dunque, stando così le cose, io penso sia meglio che sposiate il conte. Oh, egli è un adorabile genti-

[luomo!Romeo al suo confronto è uno straccio! Un'aquila,

[signora,non ha l'occhio così acuto, così vivace, così luminoso,come quello di Paride. Sia maledetto il mio cuorese non penso alla vostra felicità, perché queste se-nozze sono migliori delle prime. [condeE se anche non fosse così, il vostro primo maritoè morto, è come se fosse morto, dato che,pure essendo vivo, non potete goderlo.

GIULIETTAParli col cuore?

NUTRICEE anche con l'anima; se dico una menzogna, siano maledetti tutti e due.

GIULIETTAAmen!

NUTRICECome?

GIULIETTAEbbene, mi hai consolata meravigliosamente.

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Page 86: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Ora va' a dire alla signora che, avendo fatto addolo- [rare

mio padre, ho pensato di andare da frate Lorenzoper confessarmi e ottenere l'assoluzione.

NUTRICEPer la Vergine! Ma vado subito: questa è una buona

[idea. Esce GIULIETTA (seguendo con gli occhi la NUTRICE)

O vecchia dannata! O demonio perfidotra i perfidi! Io mi domando se essa peccamaggiormente spingendomi a essere spergiura,o a disprezzare il mio sposo con la stessa linguache lo ha lodato migliaia di voltemettendolo al di là di ogni confronto.Va' via, consiglierà ! Tu e il mio cuore,d'ora in poi, sarete due cose distinte.Andrò dal frate a chiedere consiglioe, se tutto fallisce, non mi resta che la morte. Esce

[IV. I.]

Entrano FRATE LORENZO e PARIDE

FRATE LORENZOGiovedì, signore? Il tempo è veramente poco,

PARIDEMio padre Capuleti ha deciso così, e io non saròtanto indolente da rallentare la sua premura.

FRATE LORENZOMi dite che non sapete nulla dei sentimenti dellaquesto non mi piace, non è giusto. [fanciulla;

PARIDEEssa non fa che piangere la morte di Tebaldo, perciò raramente ho potuto parlare con lei d'amore:Venere non sorride in una casa di lacrime. Suo padre teme che alla fine essa si lasci vincere

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Page 87: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

dal dolore, e con saggezza affretta le nostre nozze;spera così di arginare la piena delle sue lacrime.Sta sempre sola, chiusa nel dolore,dal quale può distoglierla soltantola compagnia di qualcuno.Ora conoscete il perché di questa fretta.

FRATE LORENZO[Fra sé] Così non conoscessi la ragione

per la quale bisognerebbe rallentare questa fretta.- Ecco, signore, la fanciulla si dirige verso la mia

[cella.Entra GIULIETTA

PARIDEFelice incontro, mia signora e mia sposa!

GIULIETTASignore, mi chiamerete così quando potrò essere vo-

PARIDE [stra sposa!E questo "potrà essere", deve essere, amore mio, gio-

GIULIETTA [vedi prossimo.Ciò che deve essere, sarà.

FRATE LORENZO Questa è una sentenza sicura.PARIDE

Venite dal padre a confessarvi?GIULIETTA

Se rispondo, mi confesso a voi.PARIDE

Non gli direte di non amarmi!GIULIETTA

Invece confesserò a voi che amo luì.PARIDE

Confesserete anche, sono certo, che amate me.GIULIETTA

Se lo farò, avrà più valore la confessionefatta in vostra assenza, e non davanti a voi.

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Page 88: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PARIDEPovera anima, come il pianto ha consumato il tuo

GIULIETTA [viso!Le lacrime hanno avuto una tenue vittoriaperché era molto sciupato prima ancora della loro

PARIDE [furia.Con queste parole l'offendi più che con le lacrime.GIULIETTA

Non è una calunnia, signore, è la verità; e l'ho detta a viso aperto.

PARIDEII tuo viso è il mio, e tu l'hai offeso.

GIULIETTAPuò darsi, poiché non è mio.Avete tempo ora, padre? O devo tornare stasera dopo la Messa?

FRATE LORENZOVa bene ora, mia pensierosa fanciulla.— Signore, dobbiamo restare un momento soli.

PARIDEDio non voglia che io disturbi i vostri esercizi reli-Giulietta, giovedì verrò a svegliarti all'alba. [giosi. Addio fino a quell'ora. Eccovi un bacio di fedeltà.

EsceGIULIETTA

Ora chiudi la porta e vieni a piangere con me;non c'è più speranza, non c'è riparo, non c'è aiuto.

FRATE LORENZOAh, Giulietta, conosco il tuo dolore;esso mi sconvolge la mente. So che giovedì prossimovogliono farti sposare Paride, senza possibilità di

GIULIETTA [rinvio.Non parlarmi, padre, di queste nozze, se non sai aiutarmi a impedirle. Se nella tua saggezza non puoi darmi aiuto, ammetti però che la mia decisione è saggia:

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con questo coltello io mi salverò subito.Dio ha unito il mio cuore a quello di Romeo,tu le nostre mani; ebbene, prima che questa mano,che tu hai congiunto col tuo rito a quella di Romeo,stringa un altro patto, o il mio cuore leale,con un perfido mutamento si abbandoni a un altro,questo coltello trapasserà la mano e il cuore.Dunque, con la tua lunga esperienza, dammi consiglio;o, ascolta, tra me e la mia disperata folliaquesto coltello giudicherà col sangueciò che l'autorità dei tuoi anni e la tua saggezzanon hanno potuto risolvere. Perché tardi a rispon-Non voglio tardare la mia morte, [dere?se non mi dirai una parola di salvezza.

FRATE LORENZOCalmati, figliola mia, forse possiamo sperare, ma dobbiamo tentare un'avventura disperata, come è disperato ciò che vorremmo impedire. Se mi dici che vuoi veramente morirepiuttosto che sposare il conte Paride, allora tu, che già sfido la morte, certo avrai il coraggio di accettare una provache ha l'apparenza della morte,pur d'impedire quella vergogna.Se osi tanto, io troverò un rimedio.

GIULIETTAOh, piuttosto che sposare il conte Paride,dimmi di lanciarmi dai merli di quella torre,o che m'avventuri per strade battute dai ladri:costringimi nel covo delle serpi; legami in catenedove urlano gli orsi, o chiudimi di nottedove crepitano ossa di morti, tibie guaste dalla muffa,e gialli teschi scavati; o dimmi di scenderein una fossa aperta e di chiudermi

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insieme a un morto, stretta al suo lenzuolo. Tutte queste cose, al cui solo racconto prima tremavo

[di paura, ora le accetterei con fermezza, senza timore, pur di restarela sposa purissima del mio dolce amore.

FRATE LORENZOAscolta, allora; va' a casa, fatti vederecontenta e acconsenti a sposare Paride.Domani è mercoledì; allora domani nottecerca di coricarti sola e non lasciare che la nutricedorma nella tua stanza, e, quando sarai a letto,bevi il liquore di questa fiala. Subito il sangue scor-sonnolento e freddo nelle tue vene, e il polso [reràarresterà il suo battito; e non ci sarà più calorein te né respiro a rivelare la vita.Le rose delle labbra e del viso appassirannonel pallido colore della cenere; sugli occhile palpebre scenderanno come quando la mortescende sul giorno della vita. Le membraprivate del movimento, dure, rigide, freddeavranno l'aspetto della morte; resteraiin questo stato simile alla morteper quarantadue ore, e dopo ti sveglieraicome da un sonno tranquillo.Dunque, quando lo sposo verrà al mattinoper farti alzare dal letto, ti crederà morta.Secondo l'usanza del nostro paese,ti metteranno in una bara scoperta, vestitacon gli abiti più belli; sarai portata nell'anticacripta dove sono sepolti tutti i Capuleti.Intanto, con una lettera avvertirò Romeo

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del nostro progetto, e lui verrà con mead aspettare il tuo risveglio. In quella stessa notte,Romeo ti porterà a Mantova. Così ti salveraidalla vergogna che ora ti minaccia,se un capriccio improvviso o un timoreda femminuccia non ti faranno perdereil coraggio al momento d'agire.

GIULIETTADammi, dammi, non mi parlare di paura.

FRATE LORENZOTieni, e va', presto: sii forte e serenanel tuo proposito. E subito io manderòun frate a Mantova con una lettera per il tuo signore,

GIULIETTADammi tu la forza, amore, e sarò salva.Addio, padre. Escono

[IV. II]

Entrano CAPULETI, DONNA CAPULETI, la NUTRICE e due o tre SERVICAPULETI

Va', e invita tutte le persone segnate qui. –E tu, furfante, corri a cercare venti cuochi molto

[bravi.SERVO Non ne avrete neppure uno che sia cattivo, per-

ché vedrò prima se sanno leccarsi la punta delle dita.CAPULETI

Ma questa è una prova della loro bravura?SERVO Certo, signore; chi è pessimo cuoco non può

leccarsi la punta delle dita, quindi non prenderò chi non se la può leccare.

CAPULETI Vattene; via! Il SERVO esceNon saremo ben preparati in questa occasione. Dunque, mia figlia è andata da frate Lorenzo?

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NUTRICE Sì, certo.CAPULETI

Bene; chissà che non riesca a mutarla un poco;è una ragazza cattiva, ostinata e chiusa.

Entra GIULIETTA

NUTRICEEccola: guardate come torna felice dalla confessione.

CAPULETIDunque, che c'è, mia piccola testarda?Dove sei andata a vagabondare?

GIULIETTADove ho imparato a pentirmi di aver disobbeditoa voi e ai vostri desideri, e dove padre Lorenzomi ha imposto d'inginocchiarmi ai vostri piedi e di chiedervi perdono. Perdonatemi, vi supplico! Da questo momento mi lascerò guidare solo da voi.

CAPULETI[A un servo] Andate dal conte: voglio che questosia stretto domattina; diteglielo! [nodo

GIULIETTAHo incontrato il giovane conte da padre Lorenzo e gli ho provato il mio amore, come si conviene, nei limiti della modestia.

CAPULETISono contento, va bene: alzati. Così doveva essere!Lascia che ora veda il conte.Avanti, ripeto, andate: conducetelo qui.Ora, davanti a Dio, tutta la cittàdeve riconoscenza a questo frate venerabile e santo.

GIULIETTANutrice, volete venire nella mia stanzaper aiutarmi a scegliere le vesti e i gioielli che vi sembreranno più adatti per domani?

DONNA CAPULETIMa no, aspettiamo giovedì. C'è molto tempo.

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Page 93: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

CAPULETIAndate, nutrice, andate con lei: domani andremo in [chiesa. Escono GIULIETTA e la NUTRICE

DONNA CAPULETINon. avremo molto tempo per prepararci;è quasi notte!

CAPULETI Ma no! Me ne occuperò ioe tutto andrà bene, te lo assicuro, moglie mia. Va' da Giulietta e aiutala a vestirsi; stanotte non andrò a dormire; farò iola donna di casa per una volta. Ehi, ehi! Seno tutti fuori: andrò io dal conte Paride a prepararlo per la giornata di domani; il mio cuore è meravigliosamente leggero, ora che la mia ostinata ragazza ha messo giudizio.

Escono[IV. III]

Entrano GIULIETTA e la NUTRICE

GIULIETTASì, quel vestito è il migliore; ma, ti prego, cara nutrice, lasciami sola, questa notte; devo pregare a lungo perché il Cielo abbia pietàe sia indulgente verso la mia penosa condizione che tu conosci, piena di peccati.

Entra DONNA CAPULETI

DONNA CAPULETICome, avete ancora da fare? Volete che vi aiuti?

GIULIETTANo, signora, abbiamo già scelto quanto occorreper domani. Ora, se non vi dispiace,vorrei restare sola, e lasciate che questa notte

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Page 94: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

la nutrice vi aiuti, perché, sono certa,avrete molto da fare per questo avvenimento inatteso.

DONNA CAPULETI Buona notte!Va' a letto, riposati; ne hai bisogno.

Escono DONNA CAPULETI e la NUTRICE GIULIETTA

Addio! Il Ciclo sa quando ci rivedremo! Sento nelle vene un leggero freddo brivido di paura che quasi gela il calore della vita. Ora le richiamo; ne avrò conforto. "Nutrice! " Ma, che farebbe qui? Devo essere sola a recitare la mia lugubre scena. Vieni, o fiala!E se questa mistura non agisse?Allora, sarei sposa domattina?No, no, questo lo impedirà. Tu aspetta qui.

[Posando accanto un pugnale} E se fosse un veleno che il frate avesse preparato con astuzia per farmi morire, piuttosto che avere disonore da queste nozze, perché proprio lui mi aveva già unita con Romeo? Temo che sia così; ma penso poi che non è possibileperché egli è stimato come un santo. E se mi svegliassi nella tomba prima dell'arrivo di Romeo? Ecco un pensiero terribile!Non resterei soffocata nel sepolcro, in quella bocca fetida dove non entra un soffio d'aria pura,e non morrei là prima che giunga il mio Romeo?E se resto viva, non può darsi che l'orribile pensierodella morte e della notte, unito al terrore del luogo

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Page 95: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

(di quel sotterraneo che è una antica cripta,dove si alzano in cumuli le ossa dei miei antenati,sepolti qui da secoli e secoli; dove il corpo di Tebaldo,ancora sporco di sangue, già si corrompe,mentre poco prima fioriva sulla terra;dove, come dicono, a una cert'ora della nottesi adunano gli spiriti),ahimè, ahimè, non può darsi che svegliandomitroppo presto in mezzo al nauseabondolezzo di morte e a urla lamentosesimili a quelle della mandragora tratta fuori dallache fanno impazzire gli uomini che le odono; [terra,non può darsi che svegliandomi allora,io diventi pazza fra questi terrori sovrumani?E così pazza da mettermi a giocarecon le ossa dei miei padri? E non strapperò dal su-le membra di Tebaldo, a brano a brano? [darioE in quest'impeto d'ira forsennata,alzando nella mano, come clava,la tibia d'un antichissimo avo,non colpirò il mio capo tante voltefino a che ne schizzi via il cervello ormai spento?E ora, ecco, mi pare di vederel'ombra di mio cugino inseguire Romeo,che lo trafisse con la spada. Fermati, Tebaldo,fermati! Eccomi, Romeo! Bevo per te.

Si getta sul letto dietro la tenda[IV. IV.]

Entrano DONNA CAPULETI e la NUTRICE recando spezie

DONNA CAPULETITieni, nutrice, prendi queste chiavi e cercami altre

[spezie.

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Page 96: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

NUTRICEI cuochi, per i dolci, chiedono datteri e mele cotogne.

Entra CAPULETI

CAPULETIAndiamo - svelte! Svelte! Svelte! Il gallo ha cantatoper la seconda volta, la campana ha suonato: sono le tre. Sta' attenta al forno, mia buona Angelica; e non badare a spese.

NUTRICEAndate, andate a letto, sbriga-faccende; giuro che domani starete male, dopo questa notte di veglia.

CAPULETIMa no, macché! Già ho vegliato notti intereper ragioni meno importanti di questa, e non mi sono mai ammalato.

DONNA CAPULETIE già! Ai bei tempi eravate cacciatore di topi,ma d'ora in poi veglierò io per non farvi vegliare.

Escono DONNA CAPULETI e la NUTRICECAPULETI

La gelosa! La gelosa!

Entrano tre o quattro SERVI con spiedi, legna e ceste

Ebbene, giovanotto, che c'è qui? PRIMO SERVO

Non so; è roba per il cuoco.CAPULETI

Sbrigatevi! Sbrigatevi! Tu, furfante, va' a prendereun po' di legna più secca; chiama Pietro,ti dirà dove trovarla.

SECONDO SERVOHo anch'io una testa e saprò trovare quella legna senza seccare Pietro.

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Page 97: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

CAPULETIBene-detto, per la Messa, allegro furfante;ti chiamerò "testa di legno". Ma è quasi giorno.

Musica dall'internoII conte sarà qui tra poco con la musicacome aveva promesso.Sento che s'avvicina. Nutrice! Moglie! Su! Su! Nutrice, dico!

Entra la NUTRICE

Va' a svegliare Giulietta, e aiutala a vestirsi;io andrò a chiacchierare un po' con Paride.Sbrigati, dunque; presto, presto! Lo sposo è già qui;presto, dico. Esce

[IV. v.]

NUTRICE [aprendo le tende del letto] Signora! Su, su, signora! Giulietta! Certo, dormeSu, agnellino! Su, signora! Su, dormigliona! [forte.Amore mio! Padroncina mia! Cuor mio! Su, sposa! Come, non una parola? Volete farvene una buona

[scorta, ora?Dormite per una settimana; perché questa notte, vi

[assicuro,il conte ha la ferma idea di lasciarvi ferma ben poco

[nel sonno.Dio mi perdoni! Madonna! E amen! Come dorme! Ma bisogna assolutamente che la svegli. Signora! Si-

[gnora! Signora!Ma sì, lasciatevi trovare a letto dal conte; vi farà saltar giù dallo spavento, ve lo giuro! No? Come, siete vestita? Con i vostri abiti più belli, vi siete ancora sdraiata?

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Page 98: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Debbo svegliarvi ad ogni costo. Madonna, Madonna![Madonna!

Ahimè! Ahimè! Aiuto! Aiuto! La mia signora è O che giorno! Oh, non fossi mai nata! [morta! Un po' d'acquavite, Dio mio! Mio signore! Mia si-

[gnora! Entra DONNA CAPULETI

DONNA CAPULETIChe cosa sono queste urla?

NUTRICE O giorno di pianto!DONNA CAPULETI

Ma che accade? NUTRICE Guardate! Guardate! O giorno di sventura!DONNA CAPULETI

Povera me, povera me! Bambina mia, mia unica vita!Svegliati, riapri gli occhi, o morirò con te! Aiuto! Aiuto! Chiamate aiuto!

Entra CAPULETI

CAPULETIVergogna! Fate scendere Giulietta; Io sposo è già qui.

NUTRICEÈ morta, è morta, è morta! Ahimè che giorno!

DONNA CAPULETIAhimè, che giorno! È morta, è morta, è morta!

CAPULETIOh, lasciatemela vedere. Ahimè, è già fredda!Il sangue s'è fermato, le sue membra sono rigide;la vita ha lasciato da tempo queste labbra.La morte è scesa su lei come brina inaspettatasul fiore più delicato di tutto il campo.

NUTRICEO giorno di lamenti!

DONNA CAPULETI O giorno di sventura!

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Page 99: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

CAPULETILa morte che me l'ha presa per farmi urlare di dolore,mi frena la lingua per non farmi parlare.

Entrano FRATE LORENZO e PARIDE

FRATE LORENZOAndiamo; la sposa è pronta per andare in chiesa?

CAPULETIPronta per andarci, ma non per ritornare! O figlio, la notte prima del giorno delle nozze,ecco la morte ha posseduto la tua donna:ora è qui distesa, fiore violato dalla morte. La Morte è mio genero, la Morte è mia erede.La Morte ha sposato mia figlia; e io voglio moriree lasciare tutto a lei; la vita e ciò che possiedo, tutto

PARIDE [è della Morte.Ho desiderato lungamente di vedere il volto di questo mattino, ed ecco quale spettacolo mi offre.

Tutti gridano e si torcono le maniDONNA CAPULETI

Maledetto, fatale, sventurato, odioso giorno!Ah, ora più infelice che il tempo abbia vedutanell'infinita fatica del suo pellegrinare!Non avevo che una figlia, una sola, un'unica adoratala sola cosa che mi dava gioia e conforto, [bambina,e la morte crudele l'ha tolta ai miei occhi!

NUTRICEAhimè! O triste, triste, triste giorno!O giorno più doloroso, o giorno più tristeche io abbia mai, mai veduto! O giorno,o giorno! O giorno! O odioso giorno!Mai si vide un giorno così nero come questo!O triste giorno, o triste giorno!

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Page 100: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PARIDETradito, allontanato, ingannato, offeso, assassinato!Tradito da te, odiosissima morte, da te, crudele, crudele,e ormai distrutto! O amore! O vita! Non più vita, ma amore nella morte!

CAPULETIDisprezzato, abbandonato, odiato, torturato, ucciso!O tempo desolato, perché sei venuto oraa distruggere, distruggere la nostra festa di nozze?O bambina, bambina mia! O anima mia;anima, più che mia figlia! Tu sei morta, morta!Ahimè, la mia bambina è morta, e con leitutte le mie gioie sono sepolte!

FRATE LORENZOTacete, vi prego. Vergogna! La disperazione non si vince disperandosi. Questa bella fanciulla era vostra e del Cielo; ora è tutta del Cielo; ed è la cosa più bella per lei. Voi non avete potutosalvare dalla morte la parte della fanciulla che era

[vostra,ma il Cielo serba la sua parte nella vita eterna!Il vostro desiderio più alto era la sua gloria,perché il vederla più in alto era il vostro cielo;e voi ora piangete, ora, che la vedete più in altodelle nuvole, alta come lo stesso cielo?Oh, con questo amore, voi amate così male la vostrae siete come pazzi perché essa è felice! [figliola,Non è bene maritata la donna che vive a lungo con il

[marito; quella che è meglio maritata è la sposa che muore

[giovane.Asciugate le lacrime e spargete questo bel corpodi rosmarino e, secondo l'usanza, fatelo portare in chiesa con le sue vesti più belle. Sebbene l'amorevole natura ci spinga tutti al pianto, le lacrime della natura fanno sorridere la ragione.

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Page 101: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

CAPULETITutto ciò che avevamo preparato per la festaservirà ora per la cerimonia funebre; i nostri strumenti si mutino in malinconiche campane;la nostra allegria per le nozze in un rito di morte,i nostri inni solenni, in lugubri lamentazioni;i nostri fiori per la sposa servano per una tomba. Ogni cosa servirà per il suo scopo contrario.

FRATE LORENZOSignore, rientrate; e voi, signora, andate con lui; anche voi, Paride! Ognuno si prepari a seguire la bella salma fino alla tomba. Il Cielo è in colleraper qualche vostra colpa; cercate di non irritarlo ancora ostacolando la sua suprema volontà.Escono tutti tranne la NUTRICE, che dopo aver depo-sto rametti dì rosmarino presso Giulietta, chiude le tende del letto

[Entrano i SUONATORI]

PRIMO SUONATORECredo che ormai possiamo mettere via i nostri flauti

NUTRICE [e andarcene.Buona e onesta gente, metteteli via, sì, metteteli via; lo vedete bene, ci ha lasciato un vuoto doloroso!

[Esce]PRIMO SUONATORE

Sì, è vero, occorre riempire questo vuoto.

Entra PIETRO

PIETRO Suonatori, ehi, suonatori! "Pace del cuore!" "Pace del cuore! " Se mi volete ridare la vita, suonate "Pace del cuore!"

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Page 102: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PRIMO SUONATORE Perché " Pace del cuore ! " ?PIETRO Oh, suonatori, perché il mio cuore già suona:

"II mio cuore è pieno di tristezza!". Oh, suonatemi delle allegre cantilene, per consolarmi.

SECONDO SUONATORE Non suoneremo nulla; non è que-sto il momento!

PIETRO Allora, non volete?PRIMO SUONATORE No.PIETRO Allora ve lo darò sonoramente.PRIMO SUONATORE Che cosa ci darai?PIETRO Non certo denaro, ma dello "strimpellatore",vi darò del "menestrello"!PRIMO SUONATORE E io ti darò del "servo-animale"! PIETRO Allora io vi batterò la mia daga di servo-ani-

male sulla zucca, e non farò mai pause alle battute.Vi do "la fa re". Lo notate?

PRIMO SUONATORE Con "la", "fa", "re'\ sei tu che cidài note.

SECONDO SUONATORE Ti prego, metti dentro la daga, etira fuori lo spirito.

PIETRO Allora, attenti al mio spirito. Vi batterò colferro del mio spirito; metterò dentro il ferro dellamia daga. Rispondetemi da uomini:" Quando la pena ci ferisce il cuoree la tristezza amara grava l'animala musica allora, col suo suono d'argento..."Perché suono d'argento? Perché la musica col suosuono d'argento? Che ne dici tu, Simon Cavata?

PRIMO SUONATORE Be' signore, perché l'argento ha undolce suono.

PIETRO Non c'è male! Che ne dici tu, Ugo Solfa?

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Page 103: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

SECONDO SUONATORE Dico che c'è "suono d'argento"perché i suonatori suonano per l'argento!

PIETRO Buona anche questa! Che ne dici tu, Giacomo del Suono?

TERZO SUONATORE Davvero, non so che dire!PIETRO Oh, ti chiedo scusa: tu sei un cantante. Lo

dirò io per te. Ecco: "la musica col suo suono d'ar-gento" perché i suonatori come voi non hanno oro da far suonare:"La musica allora, col suo suono d'argentodà subito conforto di dolcezza." Esce

PRIMO SUONATORE Che razza di sporco imbroglione!SECONDO SUONATORE Impiccate quella canaglia! Veni-

te, entriamo! Aspetteremo i piagnoni; restiamo quiper mangiare. Escono

[V. I.]

Entra ROMEO

ROMEOSe devo credere alla verità adulatrice del sonno,i miei sogni mi fanno presagire prossima qualche lieta

[notizia. Chi è padrone del mio cuore siede allegro sul suo

[trono,mentre oggi, per tutto il giorno, una forza insolita mi solleva al di sopra della terra con pensieri felici.Ho sognato che la mia donna veniva e mi trovava

[morto(strano sogno che permette a un morto di pensare),e suscitava coi baci sulle mie labbra una tale potenza di vita da farmi rivivere: ed ero padrone del mondo. Ahimè! Quanta dolcezza si prova nell'amore,se soltanto le sue ombre sono così ricche di gioia!

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Page 104: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Entra BALDASSARRE

Notizie da Verona! Ebbene, Baldassarre,non mi porti lettere del frate?Che cosa fa la mia donna? Mio padre sta bene?Come sta la mia Giulietta? Te lo chiedo di nuovo,perché nulla va male quando Giulietta sta bene.

BALDASSARREAllora Giulietta sta bene, e nulla può andare male.Il suo corpo riposa nella tomba dei Capuletie la sua parte immortale vive con gli angeli.Io la vidi distesa nella tomba, e subito mi misi inper venirvelo a dire. Oh, perdonatemi [camminose vi dico tristi cose, mio signore; ma mi avevate la-a Verona per darvi notizie. [sciato

ROMEOÈ davvero così? E allora, vi sfido, o stelle. Tu sai dove abito; portami carta e inchiostroe noleggia dei cavalli di posta. Partirò stanotte.

BALDASSARREVi scongiuro, signore, calmatevi. Siete così pallido e stravolto che temo qualche vostro atto disperato.

ROMEOSbagli; lasciami e fa ciò che ti ho chiesto. Non hai lettere del frate per me?

BALDASSARRENo, mio buon signore.

ROMEO Non importa.Va', e noleggia i cavalli. Io verrò subito.

BALDASSARRE esceAllora, Giulietta, stanotte dormirò con te. Vediamo come! O morte, come entri rapida

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Page 105: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

nei pensieri degli uomini disperati.Ecco: c'è uno speziale che abita qui vicino;l'ho visto di recente con un vestito lacero,mentre pensieroso raccoglieva erbe medicinali.Aveva il volto scavato: la miseriapiù crudele lo aveva distrutto fino alle ossa.Nella sua squallida bottega stavano appeseuna tartaruga, un coccodrillo imbalsamatoe altre pelli di pesci di strane forme;sugli scaffali si vedevano sparsein mostra alcune scatole vuote, verdi vasidi terracotta, vesciche, sementi ammuffite,pezzi di spago e vecchie pasticche di estratto di rosa:davanti a tanta miseria, dissi a me stesso:"Se un uomo avesse bisogno di un veleno,la cui vendita è punita a Mantova con la morte,certo questo miserabile glielo venderebbe"Questo pensiero non era che il presentimentodel bisogno in cui ora mi trovo; e questo stessouomo bisognoso deve ora vendermi il veleno.Oggi è festa e la bottega di questo sciaguratoè chiusa, ma, se ben ricordo,questa dovrebbe essere la sua casa.Ehi, ehi, speziale!

Entra lo SPEZIALE

SPEZIALE Chi mi chiama, urlando così?ROMEO

Vieni qui, amico. Sei povero, tieni:ecco quaranta ducati, e procuramiun forte veleno, che agisca così rapidoe con tale violenza, che, appena dentro le vene,chi lo prende perché stanco della vita,possa rimanere subito senza respiro e cadere mortocon la fulminea violenza con cui l'accesa polveres'avventa dal grembo fatale del cannone.

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Page 106: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

SPEZIALECerto, ho dei veleni così potenti; ma la leggedi Mantova punisce con la morte chiunque li venda.

ROMEOTu, così nudo e miserabile, hai paura di morire?Sulle tue guance c'è la fame, nei tuoi occhi agonizzanole privazioni e le sofferenze, sulle tue spallependono il disprezzo e la miseria;il mondo ti è nemico e così la legge del mondo.Il mondo non ha legge per farti ricco; dunque,non restare povero, ma spezza la legge e prendi que-

SPEZIALE [sto.Acconsente la mia miseria, non la mia volontà.

ROMEOE io pago la tua miseria, non la tua volontà.

SPEZIALEMettete questo veleno in un liquido qualunquee bevetelo. Morirete subitoanche se aveste la forza di venti uomini.

ROMEOPrendi il tuo denaro: il denaro è il veleno peggioreper l'anima umana, in questo odioso mondo;esso uccide più di queste deboli mistureche tu non potresti vendere. Io, ti vendo il veleno;non sei tu a vendermelo. Addio!Comprati da mangiare e mettiti in carne.Vieni, per me sei un cordiale, non un veleno;andiamo insieme alla tomba di Giulietta: là mi ser-

[ virai. Escono[V. II.]

Entra FRATE GIOVANNI

FRATE GIOVANNIFrate di San Francesco! Fratello! Ehi!

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Page 107: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Entra FRATE LORENZO

FRATE LORENZOQuesta mi pare la voce di frate Giovanni. Benvenuto da Mantova! Che dice Romeo?Oh, se egli mi ha scritto, dammi la sua lettera.

FRATE GIOVANNIEro andato a cercare un fratello scalzo,uno del nostro Ordine, che stava visitandogli ammalati in città, perché venisse con me;l'avevo trovato, quando le guardie,sospettando che fossimo stati in una casa contagiatadalla peste, chiusero le porte e non ci lasciarono pas-Così finì il mio viaggio a Mantova. [sare.

FRATE LORENZO Allora chi ha portato la mia lettera a Romeo?FRATE GIOVANNI

Io non ho potuto consegnargliela e l'ho ancora qui. E non ho trovato nemmeno un messaggero per rimandartela, tanta è la paura che tutti hanno della peste.

FRATE LORENZOOh, destino avverso! O Ordine nostro!Non era una lettera inutile, ma molto importante per le sue notizie; e non averla recapitata può essere causa di grande sventura. Frate Giovanni,va', procurami una leva di ferro e portala subito nella mia cella.

FRATE GIOVANNI Fratello, vado a prenderla subito.Esce

FRATE LORENZOOra devo andare da solo alla tomba.Fra tre ore la bella Giulietta si sveglierà,e io avrò le sue maledizioni quando sapràche Romeo non è stato informato dei nostri progetti;scriverò ancora a Mantova,

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Page 108: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

e intanto terrò Giulietta nella mia cella fino al ritorno di Romeo. Povera morta che vive chiusa nella tomba, destinata ai morti. Esce

[V. III.]

Entrano PARIDE e il suo PAGGIO, con fiori, acqua pro¬fumata [e una torcia]

PARIDEDammi la torcia, ragazzo, e allontanati.Anzi, spegnila, perché non voglio essere veduto.Va' sotto quegli alberi di tasso e poggial'orecchio per terra; così potrai udireogni rumore di passi sul suolo del cimiteroche risuona chiaro perché sempre sconvoltodagli scavi delle fosse. Se odi qualcunoche s'avvicina, fischia: questo sarà il segnale.Dammi quei fiori, fa' come ti ordino, va'.

PAGGIOHo paura di trovarmi solo nel cimitero;ma dovrò stare qui ugualmente. EscePARIDE (spargendo fiori sulla tomba) O dolce fiore, io copro di fiori il tuo letto dì nozze.Ahimè, il baldacchino è polvere e pietra, e io porterò ogni notte a questi fiori dolce acqua o lacrime pure di pianto. Ecco le offerte funebri: i fiori e i lamenti.

Il PAGGIO fischiaQualcuno s'avvicina: quale piede maledettoviene a turbare un rito d'amore?

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Page 109: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Entrano ROMEO e BALDAS SARRE con una torcia, un piccone e una leva di ferro

Vedo una torcia. Nascondimi, o notte! [Si ritira]ROMEO

Prendi quel piccone e la leva di ferro.Tieni, prendi questa lettera; domani mattinaconsegnala a mio padre. Dammi la torcia.E ora, allontanati: qualunque cosa tu senta o veda,pena la vita, non interrompere il mio lavoro.Io scendo in questo letto di morteper ammirare ancora il volto della mia donna, e per togliere dal suo dito un anello prezioso,del quale ho bisogno per un uso a me caro. Va', dunque! Ma se tu tornassi per spiareIl mio lavoro, per il Cielo, ti farò a pezzie disperderò le tue membra per questo cimitero insaziabile. Questo momento, e ciò che decido, sono feroci, selvaggi e inesorabilipiù delle tigri affamate e del mare che rugge.

BALDASSARREVado, signore, e non vi disturberò.

ROMEOCosì mi dimostrerai la tua amicizia. Prendi questo,vivi e sii felice. Addio, caro amico.

BALDASSARREIo però mi nasconderò qui vicino. Il suo sguardomi fa paura: ho dei dubbi su quello che farà. Esce

ROMEOTu, o bocca maledetta, tu ventre della morte, saziati col boccone più dolce della terra!

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Page 110: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

Così spalanco le marce mascellee vi spingo a forza nuovo cibo.

ROMEO apre il sepolcroPARIDE

Questo è il superbo Montecchi, bandito da Verona, che uccise il cugino del mio amore. Si pensa che la bella creatura sia morta di dolore. Forse viene qui per profanare questi morti.Io lo arresterò. - InterrompiIl tuo infame lavoro, o vile Montecchi!Può la vendetta continuare al di là della morte? Vile bandito, io ti arresto. Obbedisci e seguimi. Tu devi morire.

ROMEOInfatti, devo morire. Per questo sono venuto qui. Sei buono e gentile, non sfidare un uomo disperato; vattene e lasciami solo. Pensa a questi morti e trema per te; ti scongiuro, o giovane, non aggiungere un'altra colpa sul mio capoeccitando la mia collera. Vattene, per il Cielo, io ti amo più di me stesso, perché sono venutoqui armato contro me stesso. Non fermarti, vattene: vivi e raccontache la pietà di un pazzo ti lasciò fuggire.

PARIDEIo sfido i tuoi ordini e ti arresto, o vile!

ROMEOVuoi provocarmi? Ebbene, a te, ragazzo. Sì battono

PAGGIOO Dio! Si battono. Andrò a chiamare le guardie.

[Esce] PARIDE cade

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Page 111: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PARIDEOh, mi ha ucciso! Se tu fossi pietoso, dovresti aprire la tomba e mettermi accanto a Giu-

[lietta. MuoreROMEO

Ti giuro, lo farò. Ma lascia che guardi la tua faccia.È un parente di Mercuzio, il nobile conte Paride. Che cosa diceva il mio servitore, quando-cavalcavamodurante il viaggio e la mia mente sconvolta non badava alle sue parole? Non diceva, forse, che Paride avrebbe dovuto sposare Giulietta?Non ha detto questo? L'ho sognato forse? O sono pazzo, sentendolo parlare di Giulietta, a pensare che egli dicesse questo? Ora dammi la tua

[mano,tu che sei segnato con me nel triste libro della sven-lo ti seppellirò in una tomba sontuosa. [tura.Una tomba? Oh, no; in un faro, o mia giovane vit-

[tima,perché qui giace Giulietta, e la sua bellezza trasforma questa tomba in una sala di festa, piena di luce.O Morte, riposa, sepolta qui da un morto!

[Depone PARIDE nella tomba] Spesso è felice l'uomo in agonia e chi veglia chiama lampo della mortequell'istante. Io non avrò quel lampo! O mio amore, mia sposa!La morte, che ha già succhiato il miele del tuo respiro, nulla ha potuto sulla tua bellezza. Ancora non sei vinta, e l'insegna di bellezza, sulle labbra e sul viso, è ancora rossa, e la pallidabandiera della morte su te non è distesa. Tu sei là, Tebaldo, nel sudario insanguinato,ma con la mano che t'uccise spezzerò la vitaal tuo nemico, e sarà grande onore per te. Perdonami. O amata Giulietta, perché sei ancora bella? Ti ama forse la morte senza corpo?

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Page 112: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

L'odioso, squallido mostro ti tiene qui nell'ombracome amante? Questo io temo, e resterò con te,per sempre, chiuso nella profonda notte.Qui voglio restare, qui, coi vermi,i tuoi fedeli; avrò qui riposo eterno,e scuoterò dalla carne, stanca del mondo,ogni potenza di stelle maligne.Occhi, guardatela un'ultima volta,braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio,o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio purosuggellate un patto senza tempo con la morteche porta via ogni cosa. Vieni, amara guida,vieni, scorta ripugnante. E tu, pilota disperato,avventa veloce su gli scogli la tua triste barcastanca del mare. Eccomi, o amore! [Beve] O fedele

[mercante,i tuoi veleni sono rapidi: io muoio con un bacio!

[Muore]

Entra FRATE LORENZO con una lanterna, la leva dì ferro e una vanga

FRATE LORENZOSan Francesco m'accompagni! Quante volte stanottei miei piedi hanno urtato contro le tombe! Chi è là?

BALDASSARREUn amico che vi conosce bene.

FRATE LORENZOSiate benedetto. Ditemi, mio buon amico, vedete quella torcia che vanamente illumina vermi e teschi? Mi pare accesa

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Page 113: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

nel sepolcro dei Capuleti.BALDASSARRE

Infatti, padre, là c'è il mio padrone, uno che vi ama.

FRATE LORENZO E chi è?BALDASSARRE Romeo.FRATE LORENZO

Da quanto tempo è là?BALDASSARRE Da più di mezz'ora.FRATE LORENZO

Accompagnami al sepolcro.BALDASS ARRE Ho paura ;

il mio padrone crede che io sia andato via. Non vuole nessuno, e per farmi allontanare mi ha minacciato di morte.

FRATE LORENZOAllora rimani. Andrò solo.Temo che sia successa una sventura.

BALDASSARREMentre dormivo sotto quel tasso, ho sognatoche il mio padrone si batteva con un altro,e lo uccideva. [Esce]

FRATE LORENZO Romeo!Si china a guardare il sangue e le armi

Ahimè, che cosa vuoi dire questo sanguesull'entrata della tomba? Che significano queste spade sporche di sangue, in questo luogo di

[pace?Romeo! Oh, come è pallido! E chi c'è ancora?Come? Anche Paride? E tutto insanguinato?E quando sarà avvenuta questa sventura?La fanciulla si muove. GIULIETTA si sveglia

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Page 114: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

GIULIETTAO frate consolatore, dov'è il mio Romeo? Ricordo bene dove avrei dovuto trovarmi. E infatti sono qui. Dov'è il mio Romeo?

FRATE LORENZOSento rumore, esci da quel luogo di morte,di putrefazione e di sonno non naturale.Una forza superiore a cui non possiamo opporciha contrastato i nostri progetti. Vieni, vieni via!Il tuo sposo è morto e si trova al tuo fianco;e anche Paride. Vieni, ti farò entrarein un convento di monache.Non perdiamo tempo, ora, non domandarmi;la guardia sta per arrivare. Vieni, andiamo via,buona Giulietta. Non è prudente restare qui.

GIULIETTAEbbene, vattene; io non ti seguirò.

Esce FRATE LORENZOChe c'è qui? Una tazza, stretta ancoradalla mano del mio fedele amore.Capisco, è stato il veleno a ucciderlo prima del tempo,Oh, egoista! L'ha bevuto tuttoe non ne ha lasciato una goccia amica per me.Ora lo bacerò: forse un po' di velenoè rimasto sulle sue labbra e basteràa darmi una morte consolatrice. [Lo bacia]

Le tue labbra sono calde!

Entrano le GUARDIE e il PAGGIO di Paride

PRIMA GUARDIA Guidaci, ragazzo. Quale è la strada?

GIULIETTAAncora rumore! Devo fare presto. Oh, caro pugnale! Questo è il tuo fodero! Riposa qui e fammi morire.

Si uccide con il pugnale [di ROMEO]

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Page 115: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PAGGIO Ecco, è là: dove brilla quella torcia.

PRIMA GUARDIAII terreno è insanguinato; bisogna cercare qui intorno, e arrestare chiunque si trovi nel cimitero.

[Alcuni escono]O spettacolo pietoso! Il conte è stato uccisoed è qui a terra, e anche Giulietta è coperta di sangue.È morta da poco perché è ancora calda: ed èra qui

[sepolta da due giorni.Andate a chiamare il Principe. Correte dai Capuleti, svegliate i Montecchi. E si continui a cercare intorno.

[Escono altre GUARDIE] Questo è il luogo dove vediamo le vittimedi pietose sventure, ma non potremo mai stabilire dove veramente ebbe luogo l'origine di esse, senza conoscerle in ogni particolare circostanza.

Entrano [alcune GUARDIE con] BALDASSARRE

SECONDA GUARDIAEcco il servo di Romeo; l'abbiamo trovato nel cimi-

PRIMA GUARDIA [tero.Tenetelo al sicuro, fino all'arrivo del Principe.

Entra un'altra GUARDIA con FRATE LORENZO

TERZA GUARDIAEcco qui un frate. Trema, sospira e piange;lo abbiamo preso con questa leva e questa vangamentre veniva da quella parte del cimitero.

PRIMA GUARDIAArrestate anche lui: è molto sospetto.

Entrano il PRINCIPE e il seguito

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Page 116: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PRINCIPEQuale sventura è accaduta così presto,che ci ha fatto interrompere il riposo mattutino?

Entrano CAPULETI, DONNA CAPUTETI e altri

CAPULETIChe cosa può essere accaduto? Si sente gridare da

DONNA CAPULETI [ogni parte.Il popolo strepita per le vie: alcuni gridano: "Ro-

[meo! "altri: "Giulietta!"; e altri ancora: "Paride!".E tutti corrono con grande tumulto verso la nostra

PRINCIPE [tomba.Ma perché tante grida paurose?

PRIMA GUARDIAAltezza, qui ci sono i cadaveri del conte Paride, di Romeo e di Giulietta. Giulietta, ch'era già morta,è stata uccisa da poco: è ancora calda.

PRINCIPEDomandate e cercate di saperecome è avvenuta questa terribile strage.

PRIMA GUARDIAQui c'è un frate e il servitore di Romeo, con alcuni ferri che possono servire a forzare le tombe.

CAPULETIO Cielo! O moglie mia! Guarda com'è insanguinata nostra figlia! Questo pugnale ha sbagliato. La sua custodia è vuota al fianco di Montecchi: è entrato per errore nel petto di mia figlia.

DONNA CAPULETIAhimè!Questo spettacolo di morte è come una campanache chiama la mia vecchiaia al sepolcro.

Entrano MONTECCHI e altri

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Page 117: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

PRINCIPEVieni, Montecchi: oggi ti sei alzato prima del tempoper vedere il tuo figlio ed erede coricatoancora prima del tempo.

MONTECCHIAh, mio Principe, mia moglie è morta stanotte.Il dolore per l'esilio di Romeo ha fermato il suo re-

[spiro.Quale altra sventura si prepara contro la mia vec-

PRINCIPE [chiaia?Guarda e vedrai.

MONTECCHIO figlio, mi hai mancato di rispetto. Che modo è que-di affrettarti alla tomba prima di tuo padre? [sto

PRINCIPECalma per un momento la tua disperazione fino a che riusciremo a chiarire questi fattie a conoscerne l'origine, la forza, e il vero scopo. Poi ti guiderò nel tuo dolore e ti sarò compagnofino alla morte. Per ora, calmati e lascia che la sciagura sia schiava della pazienza. Fate venire le persone sospette.

FRATE LORENZOSu di me grava il maggiore sospetto; ma io sono il meno capace di compiere questo orrendo delitto. Tuttavia il tempo e il luogosono contro di me; eccomi dunque pronto ad accusar-e a difendermi, a condannarmi e ad assolvermi, [mi

PRINCIPEAllora, racconta quello che sai.

FRATE LORENZO Sarò breve perché il mio fiato non è sufficiente ad annoiarvi con un lungo racconto. Romeo era il marito di Giulietta

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Page 118: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

e lei era la sposa fedele di Romeo. Sono stato io a sposarli; il loro matrimonio segreto fu celebrato proprio nel giorno della morte di Te-

[baldo,morte che fece bandire Romeo da questa città. Giulietta soffriva per lui, non per Tebaldo. Voi, per allontanare la causa del suo dolore, l'avevate promessa, e l'avreste data in sposa per forzaal conte Paride. Giulietta, disperata, venne da me, e mi pregò di trovare un mezzo per liberarla da questo secondo matrimonio;in caso contrario si sarebbe uccisa nella mia cella.Allora io, valendomi della mia arte, le feci prendere un sonnifero che ebbe l'effettodesiderato, perché le diede l'apparenzad'una morta. Intanto scrissi a Romeo di venire qui, in questa notte fatale, per aiutarmi a toglierla dalla tomba, appena cessato l'effetto del sonnifero. Ma frate Giovanni, che doveva consegnare la mia let-

[tera,fu trattenuto da un incidente, e la scorsa notte venne a riportarmela. Perciò, all'ora in cui Giulietta si doveva svegliare, venni qui per toglierladalla tomba e accompagnarla nella mia cella, dove intendevo nasconderla fino a quandonon avessi trovato un mezzo opportunoper informare Romeo. Ma, appena giunto, alcuni minuti prima del suo risveglio, trovai morti il nobile Paride e il fedele Romeo. Intanto Giulietta si svegliava e io la supplicai di venire via e di sopportare con rassegnazionela volontà del Cielo. Ma un rumore improvvisomi fece allontanare dalla tomba: e Giulietta, nella sua grande disperazione,non volle venire con me, ma, a quanto pare, fece violenza su se stessa. Questo è quanto io so;

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Page 119: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

il matrimonio era a conoscenza della nutrice. Ora, se ho qualche colpa in questa sciagura,la mia vita sia sacrificata prima del suo tempo,con la pena della legge più severa.

PRINCIPENoi ti abbiamo sempre ritenuto un santo. E ora, sentiamo il servo di Romeo. Che cosa puoi dire?

BALDASSARRESono stato io a portare al mio padrone la notiziadella morte di Giulietta, ed egli partì subitoda Mantova; e, appena qui, si recò alla tomba.Qui, mi ordinò di consegnare, il mattino seguente,questa lettera a suo padre; e, prima di entrarenella tomba, mi minacciò di mortese non mi fossi allontanato, perché voleva restare solo.

PRINCIPEDammi la lettera, voglio leggerla. Dov'è il paggio del conte che chiamò la guardia? Ditemi, giovanotto, che cosa faceva qui il vostro padrone?

PAGGIOVenne a portare dei fiori sulla tombadella sua donna, e mi ordinò di allontanarmi;e così feci. Dopo un po' un uomocon una torcia si avvicinò alla tomba per aprirla.Il mio padrone s'avventò su di luicon la spada in mano e io corsi a chiamare la guardia.

PRINCIPEQuesta lettera di Romeo conferma le paroledel buon frate. Racconta il loro amore,l'annuncio della morte di Giulietta, come egli aveva comprato un velenoda un povero speziale, e come poi era venutoqui per morire e stare vicino a Giulietta! Dove sono questi nemici? Capuleti! Montecchi!Ecco quale punizione è scesa sul vostro odio.Il Cielo ha ucciso con l'amore i vostri figli,

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Page 120: Romeo e Giulietta (Traduzione Salvatore Quasimodo)

e io, per avere tollerato le vostre discordie,ho perduto due dei miei parenti. Siamo tutti puniti»

CAPULETIO fratello Montecchi, dammi la mano!Ecco la dote di mia figlia, poiché io non possodomandare di più.

MONTECCHI Ma io posso darti molto di piùIo innalzerò una statua tutta d'oro a Giulietta;e finché duri la città di Verona,nessun'altra immagine sarà tanto onorata,come quella della pura e fedele Giulietta.

CAPULETIE Romeo con uguale splendore starà accanto alla

[statuadella sua donna. Povere vittime del nostro odio!

PRINCIPEQuesto giorno porta con sé una grigia pace.Il sole per 51 dolore nasconde la sua faccia.Andiamo: parleremo ancora di questi fatti dolorosi,perché fra coloro che vi parteciparono,alcuni saranno perdonati, altri puniti.Certo non vi fu mai una storia più infelicedi quella di Giulietta e del suo Romeo. Escono tutti

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