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Aggiornamento normativo Donato Rotundo Area Ambiente & Energia

Rotundo 7 noven 2014 [Sola lettura] - newweb.riminifiera.itnewweb.riminifiera.it/upload_ist/AllegatiProgrammaEventi/Rotundo... · slogan che tendono più a dare ... gli indirizzi

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Aggiornamento normativo

Donato Rotundo

Area Ambiente & Energia

A fianco delle imprese

• Essere l’espressione delle imprese agricole

• Puntare sulle imprese che hanno una valenza economica, competitive ed in grado di essere sul mercato perché solo incrementando la loro attività – e quindi in prima battuta la produzione e la produttività - si potrà conseguire maggiore crescita e maggiore occupazione.

• Raccontare l’agricoltura per ciò che rappresenta nella sua realtàcon i suoi problemi, le sue potenzialità, con le mille soluzioni percorse dalle imprese, nel food, feed e non food,

• Evitando di rappresentare l’agricoltura attraverso immagini, ideali, slogan che tendono più a dare lustro evanescente al sistema di rappresentanza verso l’opinione pubblica che a dare riposte concrete all’agricoltura.

• produttività,

• sostenibilità economica ambientale e sociale,

• innovazione,

• internazionalizzazione

• reti di impresa

• territori

• sono i temi sfidanti dei prossimi anni.

Incentivi

PMG CVRimodulazione volontaria

DM 6 luglio 2012

Fiscalità

Ambiente DM effluenti

COT

decreto legge n. 66/14

biometano

biocarburanti

Programmazione

2014 - 2020PSR

Accordo di partenariato

OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI (PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, IL SETTORE AGRICOLO E IL SETTORE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA)

• le filiere corte e, più in generale, quelle filiere che richiederebbero un “accorciamento” delle relazioni tra produttori e mercati, che produca vantaggi sia per il settore primario, in termini di maggior quota di valore aggiunto incamerato da esso, sia per i consumatori, in termini di migliori prezzi e maggior beneficio per la qualità della produzione;

• le filiere agricole e agro-alimentari con un forte radicamento e riconoscibilitàterritoriale (DOP, IGP, marchi collettivi, ecc.), che richiedono non solo una migliore organizzazione delle relazioni, ma anche un potenziamento della competitività attraverso investimenti di ammodernamento e razionalizzazione dei processi di produzione, trasformazione e commercializzazione, valorizzazione dei paesaggi tipici. Le filiere agricole, agro-alimentari e forestali ordinarie potranno ricorrere alla forma del Progetto Integrato di Filiera (PIF), ai processi di cooperazione nei processi produttivi e alle reti di imprese.

• le filiere non-food, tra le quali una priorità andrà assegnata a quelle per la produzione di energie rinnovabili (reflui zootecnici e sotto-prodotti delle lavorazioni agricole e agro-industriali) e la filiera foresta-legno e altre (bioplastica, biomateriali, mangimi animali, ecc.).

Obiettivo Tematico 4 - Energia sostenibile e qualità della vita (Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori)

• per massimizzare le ricadute economiche a livello territoriale, la politica di coesione incentiverà il risparmio energetico nelle strutture e nei cicli produttivi anche attraverso l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto e agevolando la sperimentazione e laddove possibile la diffusione di fonti energetiche rinnovabili per l’autoconsumo. Per ciò che riguarda l’efficientamento delle strutture produttive una attenzione specifica andrà rivolta alle imprese agricole e agro-alimentari, con interventi volti al risparmio energetico in particolare di quelle strutture ad alto impiego di energia (es. serre).

• La produzione di energia nell’ambito delle politiche di coesione saràprincipalmente orientata all’autoconsumo ovvero la dimensione degli impianti dovrà essere commisurata ai fabbisogni energetici, e l’immissione in rete sarà incentivata solo nelle aree dove saranno installati sistemi di distribuzione intelligente dell’energia (smart grids) la cui diffusione rappresenta uno dei risultati da perseguire con determinazione nel 2014-2020.

• Nell’ambito dello sviluppo rurale, in aggiunta all’autoconsumo, la produzione di energia potrà costituire anche una forma di diversificazione del reddito. Escludendo qualsiasi sostegno alla produzione di biocombustibili derivanti da produzione agricola dedicata.

• Il settore agricolo, agro-alimentare e forestale manifesta notevoli potenzialità per la produzione di energia rinnovabile. La produzione di energia sarà sostenuta infatti attraverso lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie, anche in coerenza con la strategia per le aree interne.

• gestione attiva delle foreste in modo da garantire l’avvio di filiere corte realizzando anche piattaforme logistiche e reti per la raccolta e da una riutilizzazione dei residui dei processi produttivi agricoli e agro-alimentari.

• impianti di energia solare, sia a scopo di produzione di energia elettrica sia di produzione di calore, ma a condizione che si tratti di interventi di piccola e media dimensione, che non consumino suolo.

• valorizzazione energetica dei reflui zootecnici e delle altre deiezioni solide e liquide e dei residui delle filiere agricole e dell’agroindustria, anche in stretto collegamento con i progressi ottenuti dalla ricerca secondo quanto evidenziato nell’Obiettivo Tematico 1.

• valorizzazione delle biomasse forestali per l’approvvigionamento di piccoli e medi impianti per produzione combinata di calore ed energia.

• In relazione alla produzione di energia ottenuta andrà anche progettata l’estensione di smart grids nelle aree rurali, a carico del FESR e in complementarietà con il FEASR.

5) incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:

a) rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura;

b) rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare;

c) favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia;

d) ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura;

e) promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;

La Pac 2014 – 2020regolamento 1305/13 sviluppo rurale

Interventi sul sistema incentivante …..e non solo

Art. 1 del decreto Legge n.145/13 (“Destinazione Italia”) convertito nella legge n. 9/2014

• abolizione dei prezzi minimi garantiti;

• rimodulazione volontaria degli incentivi alla produzione elettrica da fonti rinnovabili.

Art. 26 del decreto legge n. 91/14 (“Competitività) convertito nella legge n. 116/14:

• rimodulazione obbligatoria degli incentivi.

Art. 22 del decreto legge n. 66/14 (“Competitività e giustizia sociale) convertito nella legge 89/14

• Tassazione impianti fotovoltaici, a biogas e biomasse agricoli.

DM Effluenti:

• Limite all’utilizzo delle colture ai fini dell’utilizzazione agronomica del digestato

Il provvedimento violerebbe

sia le norme costituzionali in materia di retroattività e di tutela dell’affidamento………………..

Intervento su rapporti di durata già cristallizzati in contratti di diritto privato (le convenzioni con il GSE), o comunque su decisioni già assunte dai produttori, che hanno effettuato investimenti e contratto oneri in base a previsioni economiche di cui l’aspettativa dell’incentivo è parte determinante. Ciò risulterebbe in contrasto con i limiti costituzionali alla retroattività delle leggi, con il principio - connaturato allo Stato di diritto e riconducibile agli artt. 3 e 41 della Costituzione - di tutela dell’affidamento legittimamente sorto nei soggetti che hanno avviato un’iniziativa energetica, nonché con l’esigenza di certezza dell’ordinamento giuridico.

sia gli obblighi internazionali ………..

•Dall’altro lato, lo “spalma incentivi” apparirebbe in conflitto con gli obblighi internazionali derivanti dal Trattato sulla Carta Europea dell’Energia (reso esecutivo in Italia con la legge 10 novembre 1997, n. 415), e quindi anche con l’art. 117, primo comma, della Costituzione, poiché violerebbe l’impegno assunto dagli Stati firmatari (tra cui l’Italia) ad assicurare agli investitori “condizioni stabili” oltre che “eque, favorevoli e trasparenti”, per lo sviluppo delle proprie iniziative. Ciò impone che gli investimenti, che devono godere della “piena tutela e sicurezza”, non vengano colpiti da modifiche (in senso deteriore) delle condizioni giuridiche ed economiche in base alle quali sono stati effettuati.

Effetti negativi

• pessimo ritorno d’immagine e di credibilità poiché verrebbero minati i principi dello stato di diritto e della Costituzione;

• importante battuta d’arresto nel riposizionamento dell’Italia nell’Unione Europea, che in più occasioni si è espressa sulla necessità di evitare norme simili;

• gli investitori, che hanno fatto affidamento su contratti certi firmati con un’azienda dello Stato Italiano (GSE), congeleranno tutti i progetti di sviluppo in Italia e il piano infrastrutturale verràboicottato;

• il sistema del credito avrà forti sofferenze e rallenterà la ripresa economica del Paese;

• Rischio elevato di fallimento per gli operatori, con seri impatti occupazionali e gravi impatti anche sul sistema bancario;

• Perdita di importanti entrate fiscali per un valore pari a oltre 600 milioni di euro.

Clima ed energia: obiettivi UE per un'economia competitiva, sicura e a basse emissioni di carbonio entro il 2030

• Un obiettivo vincolante per la riduzione dei gas serra: elemento centrale della politica climatica ed energetica dell’UE per il 2030, l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% al di sotto del livello 1990 verrebbe raggiunto unicamente mediante misure interne. La riduzione annua del massimale delle emissioni dei settori compresi nel sistema ETS dell’UE aumenterebbe passando dall'attuale 1,74% al 2,2% dopo il 2020. Le emissioni dei settori che non rientrano nel sistema ETS dovranno ridursi del 30% al di sotto del livello 2005; questo sforzo sarebbe ripartito equamente tra gli Stati membri.

• Un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili a livello dell'UE: le energie rinnovabili svolgeranno un ruolo chiave nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo. Sospinto da un approccio maggiormente orientato al mercato e con condizioni propizie per le tecnologie emergenti, l'obiettivo vincolante di almeno il 27% di energie rinnovabili a livello dell’UE entro il 2030 si accompagna a notevoli benefici in termini di bilancia commerciale energetica, ricorso a fonti di energia locali, posti di lavoro e crescita. È necessario stabilire un obiettivo in materia di energia a livello dell’UE per stimolare la continuitàdegli investimenti nel settore.

Rimodulazione

In relazione all’attuale situazione normativa:

• gli impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW, sono soggetti alla rimodulazione obbligatoria (articolo 26 del D.L. 91/14);

• le altre fonti diverse dal fotovoltaico, esclusi gli impianti incentivati dal DM 6 luglio 2012, compresi gli impianti incentivati ai sensidell’articolo 30 dello stesso DM 6 luglio 2012, sono soggetti alla rimodulazione volontaria (art. 1 del D.L. n.145/13);

• gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 200 kW, ad oggi, nonsono soggetti alla rimodulazione degli incentivi, né su base obbligatoria né si ritiene su base volontaria.

Al fine di contenere l'onere annuo sui prezzi e sulle tariffe elettriche degli incentivi alle energie rinnovabili e massimizzare l'apporto produttivo nel medio-lungo termine dagli esistenti impianti……………

Al fine di ottimizzare la gestione dei tempi di raccolta ed erogazione degli incentivi e favorire una migliore sostenibilità nella politica di supporto alle energie rinnovabili,……………………………

Legge n. 9 del 21/02/2014 di conversione con modificazioni del

D.L. 145/13 “Destinazione Italia”

Articolo 1 “Disposizioni per la riduzione dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, per

gli indirizzi strategici dell'energia geotermica, in materia di certificazione energetica

degli edifici e di condominio, e per lo sviluppo di tecnologie di maggior tutela

ambientale”.

• Equiparazione dei prezzi minimi garantiti ai prezzi zonali orari, nel caso di impianti

che usufruiscono di incentivi (comma 2);

• Rimodulazione degli incentivi alla produzione elettrica da fonti rinnovabili (commi 3-

6).

PMG 2014: modifiche introdotte dalla Delibera AEEG 618/13 e dalla L.9/2014.

• la Delibera dell’Autorità del 19 dicembre 2013 “Definizione del valore dei prezzi minimi garantiti per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 1 MW per i quali è consentito l’accesso al ritiro dedicato” ha ridotto drasticamente i valori dei prezzi minimi garantiti (PMG) per il 2014 per tutte le fonti rinnovabili ed in particolare per gli impianti fotovoltaici (riduzioni superiori al 40%).

• Il comma 2, art. 1 D.L. 145/13, convertito in legge, ha stabilito che “A decorrere dal 1° gennaio 2014, i prezzi minimi garantiti, definiti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas ai fini dell'applicazione dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, e dell'articolo 1, comma 41, della legge 23 agosto 2004, n. 239, sono pari, per ciascun impianto, al prezzo zonale orario nel caso in cui l'energia ritirata sia prodotta da impianti che accedono a incentivazioni a carico delle tariffe elettriche sull'energia prodotta, ad eccezione dell'energia elettrica immessa da impianti fotovoltaici di potenza nominale fino a 100 kW e da impianti idroelettrici di potenza elettrica fino a 500 kW. “

In relazione all’attuale quadro normativo, i prezzi minimi garantiti, nel caso

in cui l’energia ritirata sia prodotta da impianti che accedono ad

incentivazioni a carico delle tariffe elettriche, sono pari:

• al prezzo zonale orario per gli impianti fotovoltaici di potenza attiva

nominale maggiore di 100 kW e per gli impianti idroelettrici di potenza

attiva nominale maggiore di 500 kW;

• al prezzo zonale orario per gli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili

diverse dal fotovoltaico e dall’idrico di potenza attiva nominale fino a 1.000 kW;

• ai PMG secondi i valori stabiliti dall’Autorità (Del. 618/2013) per gli

impianti fotovoltaici di potenza attiva nominale fino a 100 kW e per gli

impianti idroelettrici di potenza attiva nominale fino a 500 kW.

Agli impianti in ritiro di dedicato che non accedono alle incentivazioni a

carico della tariffa elettrica si applicano i PMG

PMG 2014: modifiche introdotte dalla Delibera AEEG

618/13 e dalla L.9/2014.

Ricorso Deliberazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas del 19 dicembre 2013, n. 618/2013/R/EFR

• Confagricoltura, insieme ad Assorinnovabili e ad alcuni produttori di energia afferenti alle due associazioni (tra i ricorrenti una nostra azienda agricola che gestisce un impianto fotovoltaico da 70 kW), ha presentato ricorso al TAR della Lombardia per chiedere l’annullamento della Deliberazione dell’Autorità.

• I prezzi minimi garantiti definiti dall’Autorità sono correlati ai soli costi di gestione degli impianti di produzione di energia elettrica fissati a 38,9 euro/MWh .

• Contro 70€/MWh dello studio dell’Energy and Strategy Group che tiene conto anche degli extra-costi legati alla gestione amministrativa, fiscale, legale e autorizzativa.

art. 1, c. 3-6 D.L. 145/13

“Rimodulazione degli incentivi alla produzione elettrica da fonti rinnovabili”.

I produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili titolari di impianti che beneficiano di

incentivi sotto la forma di certificati verdi, tariffe omnicomprensive ovvero tariffe premio

possono, per i medesimi impianti, in misura alternativa:

a) continuare a godere del regime incentivante spettante per il periodo di diritto

residuo. In tal caso, per un periodo di dieci anni decorrenti dal termine del periodo di diritto al

regime incentivante, interventi di qualunque tipo realizzati sullo stesso sito non hanno diritto di

accesso ad ulteriori strumenti incentivanti, incluso ritiro dedicato e scambio sul posto, a carico

dei prezzi o delle tariffe dell'energia elettrica;

b) optare per una rimodulazione dell'incentivo spettante, volta a valorizzare l'intera vita

utile dell'impianto. In tal caso il produttore accede a un incentivo ridotto di una percentuale

specifica per ciascuna tipologia di impianto, definita con DM Mise Mattm, entro 60 giorni

dall'entrata in vigore del decreto (23 aprile 2014), da applicarsi per un periodo rinnovato di

incentivazione pari al periodo residuo dell'incentivazione spettante alla medesima data

incrementato di 7 anni. La specifica percentuale di riduzione è applicata:

1) per gli impianti a certificati verdi, al coefficiente moltiplicativo;

2) per gli impianti a tariffa onnicomprensiva, al valore della tariffa spettante al netto del

prezzo di cessione dell'energia elettrica registrato nell'anno precedente (65,54 €/MWh nel

2013);

3) per gli impianti a tariffa premio, alla medesima tariffa premio.

DM attuativo

• Il decreto, in particolare, definisce le modalità con cui i produttori possono aderire alla rimodulazione degli incentivi e come viene determinata la riduzione.

• Le regioni e gli enti locali, ciascuno per la parte di competenza, adeguano alla durata dell'incentivo, come rimodulata ai sensi del presente decreto, la validità temporale dei permessi rilasciati, comunque denominati, per la costruzione e l'esercizio degli impianti

• 3. Gli impianti per i quali è stata esercitata l’opzione di rimodulazione possono accedere ad ulteriori strumenti incentivanti previsti dalla normativa vigente per i seguenti interventi:

a) interventi di potenziamento, in relazione alla maggiore produzione derivante dall’intervento di potenziamento, determinata con le modalità previste dal pertinente provvedimento di disciplina dell’ulteriore incentivo;

b) interventi di integrale ricostruzione, effettuati a partire dal quinto anno successivo al termine del periodo residuo di diritto di godimento all’incentivo originario; in tal caso, l’eventuale nuovo incentivo sostituisce il preesistente incentivo rimodulato;

c) limitatamente agli impianti a biomasse di potenza non superiore a 1 MW, interventi di rifacimento totale, effettuati a partire dal quinto anno successivo al termine del periodo residuo di diritto di godimento all’incentivo originario; in tal caso, l’eventuale nuovo incentivo sostituisce il preesistente incentivo rimodulato.

DM attuativo• Il decreto, in particolare, definisce le modalità con cui i produttori possono

aderire alla rimodulazione degli incentivi e come viene determinata la riduzione.

• Nella sostanza il “nuovo incentivo” viene calcolato moltiplicando il “vecchio incentivo” per un parametro K che tiene conto del periodo residuo degli incentivi ( R ) e dei costi indotti dall’operazione stessa di rimodulazione che varia in relazione al periodo residuo (p) ed alla fonte rinnovabile prevedendo un valore più elevato, seppur in minima misura nel caso di fonti diverse da eolico, geotermico ed idroelettrico (biomasse e biogas).

• In particolare il K è determinato con la seguente formula:

Impianto a biogas/biomasse, entrato in esercizio nel 2012 (R=13) che oggi percepisce una TO pari a 280 €/MWh, scegliendo la rimodulazione avrà una riduzione del valore dell’incentivo di circa il 25% (K= 0,719) per altri 20 anni, visto il prolungamento di sette anni.

Art. 22 D.L. 24-4-2014 n. 66 (Riduzione delle spese fiscali)

• In vigore dal 24 giugno 2014 1. All'articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, le parole: “e si considerano produttive di reddito agrario” sono sostituite dalle seguenti: “. Il reddito è determinato applicando all'ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto il coefficiente di redditività del 25 per cento,”. Le disposizioni del presente comma si applicano a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e di esse si tiene conto ai fini della determinazione dell'acconto delle imposte sui redditi dovute per il predetto periodo d'imposta.

Per fonti rinnovabili agroforestali si intendono le biomasse, ovvero la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenientedall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali) e dalla silvicoltura (es. biomasse legnose che si ottengono da legna da ardere, cippato di origine forestale, e pellet derivante dalla segatura di legno).

• 1-bis. Limitatamente all'anno 2014, ferme restando le disposizioni tributarie in materia di accisa, la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, sino a 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche, sino a 260.000 kWh anno, nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti prevalentemente dal fondo e di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo effettuate dagli imprenditori agricoli, costituiscono attività connesse ai sensi dell'articolo 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario. Per la produzione di energia, oltre i limiti suddetti, il reddito delle persone fisiche, delle società semplici e degli altri soggetti di cui all'articolo 1, comma 1093, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è determinato, ai fini IRPEF ed IRES, applicando all'ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto, relativamente alla componente riconducibile alla valorizzazione dell'energia ceduta, con esclusione della quota incentivo, il coefficiente di redditività del 25 per cento, fatta salva l'opzione per la determinazione del reddito nei modi ordinari, previa comunicazione all'ufficio secondo le modalità previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442.

Art. 22 D.L. 24-4-2014 n. 66 (Riduzione delle spese fiscali)

Per fonti rinnovabili agroforestali si intendono le biomasse, ovvero la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui proveniente dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali) e dalla silvicoltura (es. biomasse legnose che si ottengono da legna da ardere, cippato di origine forestale, e pellet derivante dalla segatura di legno).

DM Effluenti

• Il decreto inviato alla Conferenza Stato Regioni costituisce sicuramente un passo in avanti, anche se vanno ancora risolte alcune questioni di particolare importanza che sono state poste all’attenzione del Ministero tra cui:

• superamento del limite di spandimento di 340 kg/ha di azoto nelle zone non vulnerabili;

• norme chiare e semplici sulla possibilità di sospensione del divieto di spandimento nei periodi invernali. La sospensione deve poter essere concessa celermente e con strumenti flessibili, in funzione delle condizioni che si verificano nei periodi considerati

• possibilità di assimilare ai fertilizzanti di origine chimica tutte le tipologie di digestato e non solo quelli con un contenuto di effluenti zootecnici inferiore al 50%.

Articolo 22 (Produzione del digestato)

Ai fini di cui al presente decreto, il digestato destinato ad utilizzazione agronomica è prodotto da impianti aziendali o interaziendali alimentati esclusivamente con i seguenti materiali e sostanze, da soli o in miscela tra loro:paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale (agricolo) vegetale e forestale naturale non pericoloso di cui all’articolo 185, comma 1, lettera f) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;materiale agricolo derivante da colture agrarie;effluenti di allevamento, come definiti all’articolo 3, comma 1, lettera c) del presente decreto;le acque reflue, come definite all’articolo 3, comma 1, lettera e) del presente decreto;residui dell’attività agroalimentare di cui all’articolo 3, comma 1 lettera i) del presente decreto;acque di vegetazione dei frantoi oleari di cui alla legge 11 novembre 1996, n. 574. i sottoprodotti di origine animale, utilizzati in conformità con quanto previsto nel Regolamento (CE) 21 ottobre 2009, n. 1069/09 e delle disposizioni approvate dalle Regioni e dalle Province autonome.

1.il digestato agrozootecnico è prodotto con materiali e sostanze di cui al comma 1 lettere a), b) e c). Il digestato agroindustriale è prodotto con tutti i materiali di cui al comma 1.

DM 6 luglio 2012

• Con lo scorso luglio si è chiusa la terza ed ultima procedura di partecipazione alle aste e di iscrizione ai registri, relativi all’annualità 2015.

• Solo nel caso in cui allo scadere del triennio, dicembre 2015, non fosse raggiunta la spesa massima di 5,8 miliardi di euro, èpossibile ipotizzare l’assegnazione di nuovi contingenti e di nuovi incentivi per il periodo 2016-2018.

• In relazione ai dati forniti dal GSE al 31 luglio agosto si èraggiunta una spesa di circa 5,4 miliardi di euro che comprende sia la spesa per gli impianti già in esercizio, sia quella impegnata, circa 350 milioni di euro, per impianti che, a seguito di partecipazione alle due precedenti procedure di aste e registri,hanno acquisito il diritto agli incentivi ma non sono ancora operativi.

• E ciò potrà avvenire nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 3 del DM 6 luglio 2012 e dal comma 5 dell'art. 24 del d.lgs. 28/11 che prevedono la possibilità di emanare specifici provvedimenti diretti ad aggiornare i contingenti e le stesse tariffe incentivanti. Nel caso quest'ultime non dovessero essere rideterminate verrebbero ad essere applicate le riduzioni già previste dall'art. 7 del DM 6 luglio 2012: riduzione del 2% all'anno, con arrotondamento commerciale alla terza cifra decimale, delle tariffe incentivanti indicate nella Tabella 1.1 dell'allegato 1 del suddetto decreto che si riferiscono al 2013.

DM 6 luglio 2012

Tab. 3 - Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale

effluenti zootecnici residui di campo delle aziende agricole

paglia sottoprodotti derivati dall’espianto

pula sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti forestali

stocchi sottoprodotti derivati dalla gestione del bosco

fieni e trucioli da lettiera potature, ramaglie e residui dalla manutenzione del verde

pubblico e privato

Tab. 4 - Sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali

sottoprodotti della trasformazione del pomodoro (buccette, bacche

fuori misura, ecc.)

sottoprodotti della lavorazione dei cereali (farinaccio, farinetta,

crusca, tritello, glutine, amido, semi spezzati, ecc.)

sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di oliva

disoleata, acque di vegetazione)

sottoprodotti della lavorazione di frutti e semi oleosi (pannelli di

germe di granoturco, lino, vinacciolo, ecc.)

sottoprodotti della trasformazione dell’uva (vinacce, graspi, ecc.) pannello di spremitura di alga

sottoprodotti della trasformazione della frutta (condizionamento,

sbucciatura, detorsolatura, pastazzo

di agrumi, spremitura di pere, mele, pesche, noccioli, gusci, ecc.)

sottoprodotti dell’industria della panificazione, della pasta

alimentare, dell’industria dolciaria (sfridi di pasta, biscotti, altri

prodotti da forno, ecc.)

sottoprodotti della trasformazione di ortaggi vari (condizionamento,

sbucciatura, confezionamento, ecc.)

sottoprodotti della torrefazione del caffè

sottoprodotti della trasformazione delle barbabietole da zucchero

(borlande; melasso; polpe di bietola esauste essiccate, suppressate

fresche, suppressate insilate ecc.)

sottoprodotti della lavorazione della birra

sottoprodotti derivati dalla lavorazione del risone (farinaccio, pula,

lolla, ecc.)

Tab. – 5 - Sottoprodotti provenienti da attività industriali

sottoprodotti della lavorazione del legno per la produzione di mobili e relativi componenti

Data di entrata in vigore del nuovo sistema

Il nuovo sistema si applica agli impianti a biomasse e biogas entrati in esercizio a partire dal 1°gennaio 2013.

Transizione dal vecchio al nuovo meccanismo di incentivazione

Agli impianti a biomasse e biogas che entreranno in esercizio sino al 31 dicembre 2012 si continuerà ad applicare:la tariffa onnicomprensiva di 0,28 € kW/h se di potenza inferiore ad 1 MW (tabella 3 alla legge n. 244/07);il coefficiente moltiplicatore di 1,8 per i certificati verdi (tabella 2 alla legge n. 244/07 e comma 382-quater dalla legge n. 296/06).

Per gli impianti, dotati di titolo autorizzativo rilasciato entro il 10 luglio 2012, che entrano in esercizio entro il 30 aprile 2013, è possibile mantenere il sistema di cui sopra con una decurtazione dei valori delle tariffe onnicomprensive e dei coefficienti moltiplicativi per i certificati verdi del 3% al mese a decorrere da gennaio 2013.

Art. 25 D.Lgs. 28/11 Disposizione transitorie e abrogazioni

1. La produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili, entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012, è incentivata con i meccanismi vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, con i correttivi di cui ai commi successivi.

Tariffa onnicomprensivaFonte

TO (euro cent/kWh)

1 Eolica per impianti di taglia inferiore a 200 kW 30

2 Solare ** **

3 Geotermica 20

4 Moto ondoso e maremotrice 34

5 Idraulica diversa da quella del punto precedente 22

6 Biogas e biomasse, esclusi i biocombustibili liquidi ad eccezione degli oli vegetali puri tracciabili attraverso il sistema integrato di gestione e di controllo previsto dal regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009

2828

8 Gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biocombustibili liquidi ad eccezione degli oli vegetali puri tracciabili attraverso il sistema integrato di gestione e di controllo previsto dal regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009

18

Certificati verdi - Fonte Coefficiente

1 Eolica per impianti di taglia superiore a 200 kW 1,00

1- bis Eolica offshore 1,50

2 Solare ** **

3 Geotermica 0,90

4 Moto ondoso e maremotrice 1,80

5 Idraulica 1,00

6 Rifiuti biodegradabili, biomasse diverse da quelle di cui al punto successivo

1,30

7 Biomasse e biogas prodotti da attività agricola, allevamento e forestale da filiera corta *

1,80

7-bis Biomasse e biogas di cui al punto 7, alimentanti impianti di cogenerazione ad alto rendimento, con riutilizzo dell’energia termica in ambito agricolo *

*

8 Gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione e biogas diversi da quelli del punto precedente

0,80

* E’ fatto salvo quanto disposto a legislazione vigente in materia di produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo n. 102 del 2005 oppure di filiere corte.

Decreto 10 ottobre 2014 (biocarburanti)

Art. 2. Definizioni

1. Ai fini del presente decreto si intende per:

b) biocarburanti: carburanti liquidi o gassosi ricavati dalla biomassa utilizzati nei trasporti, indicati, con le relative specifiche convenzionali, nell'Allegato 1, compresi i biocarburanti avanzati di cui alla successiva lettera c);

c) biocarburanti avanzati: biocarburanti e altri carburanti prodotti esclusivamente a partire dalle materie prime elencate nell'allegato 3 parte A ad esclusione delle materie prime elencate nell'allegato 3 parte B.

Allegato 3Parte A. Materie prime e carburanti che danno origine a biocarburanti contabilizzabili come avanzati

a) Alghe se coltivate su terra in stagni o fotobioreattori.b) Frazione di biomassa corrispondente ai rifiuti urbani non differenziati, ma non ai rifiuti domestici non separati soggetti agli obiettivi di riciclaggio di cui all'art. 11, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2008/98/CE.c) Rifiuto organico come definito all'art. 3, paragrafo 4 della direttiva 2008/98/CE, proveniente dalla raccolta domestica e soggetto alla raccolta differenziata di cui all'art. 3, paragrafo 11 di detta direttiva, ovvero rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dagli impianti dell'industria alimentare.d) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti industriali non idonei all'uso nella catena alimentare umana o animale, incluso materiale proveniente dal commercio al dettaglio e all'ingrosso e dall'industria agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, ed escluse le materie prime elencate nella parte B del presente allegato.e) Paglia.f) Concime animale e fanghi di depurazione.g) Pece di tallolio.h) Glicerina grezza.i) Bagasse.j) Vinacce e fecce di vino.k) Gusci.l) Pule.m) Tutoli ripuliti dei grani di mais.n) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti e ai residui dell'attività e dell'industria forestale quali corteccia, rami, prodotti di diradamenti precommerciali, foglie, aghi, chiome, segatura, schegge, liscivio nero, liquame marrone, fanghi di fibre, lignina e tallolio.o) Altre materie cellulosiche di origine non alimentare materiali che includono residui delle colture alimentari e della mangimistica (quali ad esempio paglia, bucce, gusci, foglie, steli, stocchi e tutoli di mais), colture dedicate a basso contenuto di amido (quali ad esempio Panicum Virgatum, Miscanthus Giganteus, Arundo Donax), residui di lavorazione industriale (quali ad esempio i residui di colture alimentari o della mangimistica, ottenuti a seguito di estrazione di oli vegetali, zuccheri, amidi e proteine) e materiali da rifiuti organici. Questi materiali sono composti principalmente da cellulosa ed emicellulosa.p) Altre materie ligno-cellulosiche materiali composti da lignina, cellulosa ed emicellulosa quali biomasse legnose forestali residuali (quali ad esempio quelle ottenute da pulizie dei boschi e manutenzioni forestali), colture dedicate legnose, residui escarti dell'industria collegata alla silvicoltura, eccetto tronchi per sega e per impiallacciatura.q) Combustibili rinnovabili liquidi e gassosi di origine non biologica.

anno 2015 = 5,0% di biocarburanti;

anno 2016 = 5,5% di biocarburanti;

anno 2017 = 6,5 % di biocarburanti;

anno 2018 = 7,5 % di biocarburanti di cui almeno 1,2 % di biocarburanti avanzati;

anno 2019 = 9,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,2 % di biocarburanti avanzati;

anno 2020 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,6 % di biocarburanti avanzati;

anno 2021 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,6 % di biocarburanti avanzati;

dall' anno 2022 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 2,0 % di biocarburanti avanzati;

SEZIONE A SEZIONE B

Determinazione della maggiorazione,

in caso di immissione in consumo

tramite impianto di distribuzione del

produttore di biometano (articolo 4,

comma 8 del DM biometano)

Determinazione del numero dei certificati di immissione in consumo spettanti in caso di utilizzo del biometano

nei trasporti

Tipologia impianto

L'impianto di produzione

del biometano è

alimentato:

Gcal/CIC

I certificati

vengono rilasciati

su una quota

percentuale del

quantitativo di

biometano

utilizzato nei

trasporti, pari al

DurataDeterminazio

neDurata

nuovo

esclusivamente da

biomasse di cui all'art. 4,

comma 3 del DM biometano

5 100%

20 anni a

decorrere dalla

data di prima

immissione in

consumo del

biometano nei

trasporti

1,5 * numero

CIC

determinati

nella

SEZIONE A

10 anni a decorrere dalla

data di prima cessione

del biometano

da biomasse di cui all'art. 4,

comma 3 del DM biometano,

in codigestione con altri

prodotti di origine biologica in

percentuale inferiore o

uguale al 30 % in peso

5 70%

10 30%

da altre biomasse, ovvero

da biomasse di cui all'art. 4,

comma 3 del DM biometano,

in codigestione con altri

prodotti di origine biologica in

percentuale superiore al 30

% in peso

10 100%

riconvertito

esclusivamente da

biomasse di cui all'art. 4,

comma 3 del DM biometano

570%

da altre biomasse 10

Allegato 2Determinazione incentivo in caso di utilizzo del biometano nei trasporti

Art. 4 - DM 5 dicembre 2013 Biometano utilizzato nei trasporti previa immissione nella rete del gas naturale

Il biometano immesso dal soggetto produttore nella rete del gas naturale ed utilizzato per i trasporti è incentivato tramite il rilascio, al soggetto che lo immette in consumo nei trasporti, per un periodo di 20 anni decorrenti dalla data di entrata in esercizio, di certificati di immissione in consumo di biocarburanti.La maggiorazione di cui all'art. 33, comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, è riconosciuta al biometano prodotto da:a) frazione biodegradabile dei rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata; b) sottoprodotti di cui al comma 5-ter dell'art. 33 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che non presentino altra utilità produttiva o commerciale al di fuori del loro impiego per la produzione di carburanti o a fini energetici, come definiti, individuati e tracciati ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; c) alghe e materie di origine non alimentare, intendendosi per tali ultime, ai sensi dell'art. 33, comma 5, del decreto legislativo n. 28/2011, quelle indicate nella tabella 1B del decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 luglio 2012; d) in attuazione dell'art. 33, comma 5-quater, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, sottoprodotti elencati nella tabella 1.A del decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 luglio 2012, fermo restando il rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Tab 1 b

SPECIE ERBACEE ANNUALI

Canapa da fibra Cannabis spp. Rapa invernale Brassica rapa L.

Canapa del Bengala Crotalaria juncea L. Ricino Ricinus communis L.

Chenopodio Chenopodium spp. Senape abissina Brassica carinata L.

Erba medica Medicago sativa L. Sorgo Sorghum spp.

Facelia Phacelia spp. Tabacco Nicotiana tabacum L.

Kenaf Hibiscus cannabinus L. Trifoglio Trifolium spp.

Loiessa Lolium spp.

SPECIE ERBACEE POLIENNALI

Cactus Cactaceae spp. Igniscum Fallopia sachalinensis L.

Canna comune Arundo donax L.. Miscanto Miscanthus spp.

Canna d’Egitto Saccharum spontaneum L. Panìco Panicum virgatum L.

Cannuccia di palude Phragmites australis L. Penniseto Pennisetum spp.

Cardo Cynara cardunculus L. Saggina spagnola Phalaris arundinacea L.

Cardo mariano Silybum marianum L. Sulla Hedysarum coronarium L.

Disa o saracchio Ampelodesmus mauritanicus L. Topinambur Helianthus tuberosus L

Fico d’India Opuntia ficus-indica L. Vetiver Chrysopogon zizanioides L

Ginestra Spartium junceum L.

SPECIE ARBOREE

Acacia Acacia spp. Pioppo Populus spp.

Eucalipto Eucalyptus spp. Platano Platanus spp.

Olmo siberiano Ulmus pumila L. Robinia Robinia pseudoacacia L.

Ontano Alnus spp. Salice Salix spp.

Paulonia Paulownia spp

D.L. 24-6-2014 n. 91Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea. Pubblicato nella Gazz. Uff. 24 giugno 2014, n. 144.

• ART. 23 (Riduzione delle bollette elettriche a favore dei clienti forniti in media e bassa tensione)

• ART. 24 (Disposizioni in materia di esenzione da corrispettivi e oneri del sistema elettrico per reti interne e sistemi efficienti di produzione e consumo)

• ART. 25 (Modalità di copertura di oneri sostenuti dal Gestore dei Servizi Energetici GSE S.p.A.)

• Art. 25-bis (Disposizioni urgenti in materia di scambio sul posto)

• ART. 26 (Interventi sulle tariffe incentivanti dell'elettricità prodotta da impianti fotovoltaici)

• ART. 27 (Rimodulazione del sistema tariffario dei dipendenti del settore elettrico)

• ART. 28 (Riduzione dei costi del sistema elettrico per le isole minori non interconnesse)

• ART. 29 (Rimodulazione del sistema tariffario elettrico delle Ferrovie dello Stato)

• ART. 30 (Semplificazione amministrativa e di regolazione a favore di interventi di efficienza energetica del sistema elettrico e impianti a fonti rinnovabili)

• Art. 30-bis (Interventi urgenti per la regolazione delle gare d'ambito per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale)

• Art. 30-ter (Misure urgenti di semplificazione per l'utilizzo delle fonti rinnovabili nell'ambito della riconversione industriale del comparto bieticolo-saccarifero)

• Art. 30-quater (Modifica all'articolo 11-bis del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35)

• Art. 30-quinquies (Modifica all'articolo 45 della legge 23 luglio 2009, n. 99)

• Art. 30-sexies (Disposizioni in materia di biocarburanti)

Art. 30 DL 91/14

2 bis che prevede la data del 31 ottobre 2014 come termine per le Regioni di prevedere specifiche semplificazioni per il procedimento di autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti di distribuzione di metano e di adeguamento di quelli esistenti ai fini della distribuzione del metano;

2 ter viene fissata al 31 ottobre 2014 la data entro cui l’Autorità per l'energia elettrica e il gas emana specifiche direttive relativamente alle condizioni tecniche ed economiche per l'erogazione del servizio di connessione di impianti di produzione di biometano alle reti del gas naturale i cui gestori hanno obbligo di connessione di terzi;

Art. 8 bis.Il provvedimento, stabilisce che gli articoli 5 (Autorizzazione Unica) e 6 (Procedura abilitativa semplificata e comunicazione per gli impianti alimentati da energia rinnovabile) del d.lgs. 28/11 si applicano anche agli impianti di biometano. In particolare si applica la procedura abilitativa semplificata nel caso impianti di capacità produttiva fino a 500 standard metri cubi/ora (nel dl 9/14 era previsto 100 standard metri cubi/ora), nonché per le opere di modifica e per gli interventi di parziale o completa riconversione alla produzione di biometano di impianti di produzione di energia elettrica da biogas, che non comportano aumento e variazione delle matrici biologiche in ingresso. Negli altri casi si applica l’autorizzazione unica.

Potenza termica nominale installata

≤3MW >3MW

carbonio organico totale (COT) *150 mg/Nm3 100 mg/Nm3

monossido di carbonio (CO) 800 mg/Nm3 650 mg/Nm3

ossidi di azoto (espressi come N02) 500 mg/Nm3 450 mg/Nm3

Composti inorganici del cloro sotto

forma di gas o vapori (come HCI)10 mg/Nm3 10 mg/Nm3

1.La tabella alla lettera a) del punto 1.3 della Parte III dell’allegato I alla Parte V

del D.lgs. 152/2006, è sostituita dalla seguente:

* Per i motori a combustione interna, di potenza fino a 3 MW, alimentati con

biogas prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse agricole, la misura

del COT è da effettuarsi limitatamente alla componente non metanica

(COTNM).”

COT

In linea generale, per gli impianti di cogenerazione più piccoli, di potenza fino ad 1 MWe (3MWt per biogas e 5 MWt per biomasse) occorre garantire:

1. un congruo periodo di adeguamento degli impianti esistenti, non inferiore a 18 mesi;

2. soglie di potenza coerenti con la potenza degli impianti in esercizio ed in commercio (P< 1 MW, 1 MW <P<3 MW, P> 3MW per il biogas);

3. che l’individuazione di nuovi limiti, più restrittivi, sia comunque economicamente sostenibile (costi d’installazione e costi di gestione dei sistemi di trattamento fumi);

4. che i nuovi limiti non comportino l’installazione di sistemi di abbattimento eccessivamente complessi che richiederebbero un livello di professionalitàattualmente non presente nelle aziende agricole produttrici di energia);

5. i nuovi valori limite per impianti in esercizio siano coerenti con le tecnologie in commercio;

6. che in caso di impianti di nuova installazione, i nuovi valori limite, siano applicati non prima di tre anni dall’entrata in vigore del decreto (anche per tener conto delle iniziative già autorizzate ma non ancora realizzate o in corso di realizzazione).

Grazie per l’attenzione

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