RUVO DI PUGLIA - MUSEO NAZIONALE JATTA FASC. II · Il fascicolo raccoglie una prima serie di vasi apuli a figure rosse del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia stilisticamente

RUVO DI PUGLIA - MUSEO NAZIONALE JATTAFASC. II

Libro CVA Roscino.indb 1 03/12/2015 14.37.00

RUVO DI PUGLIA - MUSEO NAZIONALE JATTA IICERAMICA APULA A FIGURE ROSSE

APULO MEDIO (I)

ITALIA - FASCICOLO LXXX RUVO - MUSEO NAZIONALE JATTA - FASCICOLO II

CARMELA ROSCINO


Testo di 94 pagine di stampa così ripartite:

5-6 Introduzione

7-17 Abbreviazionibibliografiche

19-88 Testo

89 Indice dei pittori, gruppi e classi

91 Indice dei soggetti mitologici

93 Concordanze

FotografiedelLaboratorioFotograficodellaSoprintendenzaArcheologiadellaPugliaediGiuseppinaGadaleta.

Tavole segnate ITALIA da 3875 a 3946

1-72 Ceramicaapulaafigurerosse-Apulomedio(I)

Commissione Italiana per il CVA:Presidente – Luigi Todisco

Membri – FiLippo giudice, Marina MarTeLLi, paoLa peLagaTTi, Maria anTonieTTa rizzo

Segretaria di redazione – eLisabeTTa Mangani

issn 1724-4560

Il volume è stato pubblicato con il generoso contributo di

ceraMica-sTiFTung baseL

© copYrigHT 2015 «L’erMa» di breTscHneider – roMaVia Cassiodoro, 11

Corpus Vasorum Antiquorum. Italia. – Roma: «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER. – v.; 32 cm. – In testa al front.: Union Aca-démique Internationale.

Roscino, Carmela80: Ruvo di Puglia Museo Nazionale Jatta, Ceramica apula a figure rosse -Apulomedio (I) / diCarmelaRoscino. –Roma «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER. 2015. – 94 p., 72 p. di tav.: ill.; 32 cm. Tavole segnate: ITALIA da 3875 a 3946.Sul front.: Opera pubblicata dalla Unione Accademica Nazionale.

ISBN 978-88-913-0940-2 (Rilegato)ISBN 978-88-913-0942-6 (PDF)

CDD. 708

1. Ceramica – Storia2. Museo della ceramica


INTRODUZIONE

IlfascicoloraccoglieunaprimaseriedivasiapuliafigurerossedelMuseoNazionaleJattadi Ruvo di Puglia stilisticamente inquadrabili nella fase dell’Apulo Medio, sviluppatasi, secondo la cronologia di A.D. Trendall e A. Cambitoglou, tra il 370 e il il 340 a.C.1.

In primo luogo (Tavv. 1-15) sono pubblicati gli esemplari attribuiti a decoratori di vasi di medio livello influenzati, nell’impostazione generale, dalla tradizione del cosiddetto‘Plain’Style,manellecuioperesiavverteuntentativodiadeguamentoallericerchecolo-risticheedisegnativepiùavanzatedellaproduzioneceramograficadeltempo,qualil’usodi sovraddipinture in bianco e giallo o l’adozione, non sempre tecnicamente riuscita, della visione di scorcio. Tra i vasi di questa sezione spicca il cratere a colonnette inv. 36955 del Pittore di Boston 00.348 (Tavv. 1, 1-2; 2, 1-3) con rappresentazione della follia di Licurgo; uno dei rari casi, tra i vasi inclusi nel fascicolo, di cui si abbia notizia del contesto di pro-venienza, una tomba rinvenuta a Ruvo nel 18722.UnpiùaccentuatografismocaratterizzainveceleoperedelPittoredelTirsoedelPittoreDechter,ilsecondodeiqualisidistingueperl’adozionediiconografieinconsuete,comequellaattestatasulcratereacampanainv.36777 (Tavv. 14, 1-3; 15, 1-2) con scena di dexiosis tra Afrodite ed Elena. Altri esempla-ri sono invece attribuibili a ceramografi fortemente dipendenti nello stile dal Pittore diDigione (Pittore di Vaticano V 14, Pittore di Sydney 68, Pittore di Atene 1680, Pittore di Montpellier,GruppodiGoleta),manonestraneiad influssidapartedelcontemporaneo‘Ornate’ Style, a testimonianza dei costanti contatti tra le due principali correnti della cera-mografiaapula.

IlnucleopiùconsistentedeivasidelMuseoJattaeditiinquestasede(Tavv. 16-72) è riferibileallaproduzionedelPittoredell’Ilioupersisedialtrigruppidiceramografidietero-geneacapacitàtecnica,differentementeinfluenzatidaquestaeminentepersonalitàartisticaeavariotitoloriconducibiliallasuaOfficina.Ataleproposito,sisegnalalaprovenienza,ri-costruibile sulla base di una comunicazione di Giovanni Jatta3, da una tomba rinvenuta (già parzialmente depredata) nel 1886 in via Piave a Ruvo, dell’olla ariballica apoda inv. 36254 (Tavv. 21, 1-2; 22, 1-2), assegnata al Pittore dell’Ilioupersis dal Trendall e dal Cambitoglou, e del piatto inv. 36255 (Tav. 31, 3-4), attribuibile ad un ceramografo a lui vicino nello stile; negli altri elementi superstiti del corredo possono individuarsi, oltre ad alcuni esemplari di incertaidentificazione(un’anforaditipopanatenaico,unalekaniseunahydria),lalekythosariballicainv.36248(n.a.4)conErosedonnaeilvasokantharoideinv.36718conErosemenade4.

Al limitato numero di vasi del Museo ascritti direttamente alla mano del Pittore dell’I-lioupersis-oltreall’ollaariballicainv.36254,allehydriaiinv.36794(Tav.16,1-3)einv.35270 (Tavv. 17, 1-2; 18, 1-3) e al piatto inv. 35490 (Tavv. 19, 1-2; 20, 1-3) - possono inoltre aggiungersialcunirhytà,unoattribuitoalMaestro,inv.36840(Tav.23,1-3),edueacera-mografistilisticamentealuiprossimi,inv.35772(Tav.34,1-3)einv.35957(Tav.35,1-4).

1 TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 183.2 Comunicazione di G. Jatta in HeYdeMann 1873, 66.3 JaTTa 1886.4Sutalecontestocfr.ancheroscino c.d.s.


ruvo - Museo nazionaLe JaTTa ceraMica apuLa a Figure rosse - apuLo Medio (i)6

La forma riceve proprio in tale ambito produttivo un notevole impulso, poi proseguito con successo nell’Apulo Tardo5, e la sua massiccia documentazione a Ruvo si riconnette ad una precisaecrescenterichiestadapartedellaclientelaindigena,taledaspingereneidecennifinalidelIVsec.a.C.,com’èstatoipotizzato,alpossibiletrasferimentoinlocodiun’im-portanteeprolificaOfficinacomequelladeiPittoridellaPateraediGanimedeoperlomenoall’impiantodiunadiramazioneperifericadell’Officinamaggiore6.Vainfineosservatochele attribuzioni qui proposte per una parte dei vasi di dimensioni ridotte e di minore impe-gnodecorativo(“operaminora”nelladefinizionedelTrendalledelCambitoglou)7hannoconsentitodiincrementareilnumerodidocumentiruvesiaggregabiliaquestaOfficina,lacui complessità organizzativa e varietà produttiva, grazie proprio all’attenzione dedicata a similimanufatti,silascianosemprepiùintuirenonostanteleevidentidiscrepanzedistileedi tecnica rilevabili tra i suoi diversi esponenti e collaboratori8.

Sitrattanelcomplessodivasicherestituisconoconricercataintensitàununiversodiimmagini incentrato sulla ritualizzazione dei principali momenti dell’esistenza, dalle nozze alla morte, e sul culto delle divinità preposte ai passaggi di stato, da Dioniso – accompagna-tooevocatodaimembridelthiasosnellecelebrazioninotturne–adEroseAfrodite,senzadimenticare la rappresentazione, ancora in icastici contesti rituali, di personaggi italici, pa-lesemente funzionale alle esigenze dei destinatari indigeni.

La realizzazionediquesto fascicolodevemoltoaquantimihannoaccordato il loroprezioso sostegno. Desidero perciò ringraziare il prof. Luigi Todisco per le occasioni di confronto e i preziosi suggerimenti, la dott.ssa Elisabetta Mangani per la paziente ed accu-rataredazionedeltesto,ildott.LuigiLaRocca,SoprintendenteArcheologoperlaPuglia,per aver autorizzato la pubblicazione dei materiali, la dott.ssa Ada Riccardi, Responsabile dellaSoprintendenzaArcheologiadellaPugliaperilMuseoNazionaleJatta,perilproficuorapportodicollaborazione,ladott.ssaGiuseppinaGadaleta,concuihocondivisoleemo-zionanti giornate di lavoro nelle suggestive “stanze” del Museo, per parte della documenta-zionefotografica,etuttoilpersonaledelMuseoNazionaleJattaperlagentilesollecitudinecon cui è venuto incontro ad ogni mia esigenza di studio.

carMeLa roscino

5 LuccHese2012,139,Tabella10,Grafico17.6 TrendaLL 1989, 94; gadaLeTa2012,103.Suirhytàdell’ApuloTardoalMuseoNazionaleJattasivedaCVA

Ruvo 3, a cura di G. Gadaleta.7 TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 287-313 (cap. 11).8 Cfr. roscino c.d.s.


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Per i periodici sono state adottate le abbreviazioni della Archäologische Bibliographie (Jahrbuch des Deutschen Archäologischen Instituts).


sconforto. Gli è accanto un cane da caccia a pelo corto, con musoallungato,occhiocerchiatoelungocollovilloso.Inalto, grande scudo rotondo in veduta esterna di tre quarti. Al centro, Licurgo barbato, di tre quarti a s., con la clamide sul corpo nudo, muove il passo verso s. brandendo nella mano d. la doppia ascia e premendo la mano s. sulla nuca diungiovanettonudo(ilfiglioDriante),inginocchiato,cheabbraccia la gamba s. del padre protendendo il braccio op-posto.Entrambelefigureinsistonosulbasamentodiunastruttura frontonata sorretta da due colonne provviste di capitelloadaltoabacoefustoliscio,dicuiuna,piùavan-zata,nonpoggiantesullostilobatee l’altra,piùarretrata,decorata da una fascia scolpita in corrispondenza del colla-rino. Il frontone, il cui angolo s. prosegue oltre il sostegno colonnato, è occupato da un motivo a girali sovraddipinto (evanido) al centro del quale è una protome. Al di sopra di esso,comeacroteriocentrale,ècollocataunafigurinadiequide, rivolta verso d. Dall’angolo d. del frontone emer-geilbustodiunadonna(Furia)conchitone,orecchiniecollana sovraddipinti, avvolta in un mantello dal bordo dentellato,chereggeunserpentelloconlamanod.edallacuichiomasidipartonoaltriserpentelli.Ad.,unadonnainchitone,acapovelatoecongioielli(orecchini,collana,armille), fugge verso d. lasciando cadere una coppa conte-nente frutta, ramoscelli e un vasetto decorato con motivo a tralcio. Sovraddipinti in bianco e giallo l’acroterio centrale, ingialloigioiellidellefigurefemminili.

LatoB:thiasosdionisiaco.Unsatirobarbato,conlate-sta cinta da una benda, avanza di tre quarti verso s. con la gamba s. sollevata; regge nella mano d. una patera e nel-la s. una situla metallica e volge la testa all’indietro verso Dioniso nudo. Costui, ugualmente coronato, con mantello bordato ripiegato a mo’ di stola sulle braccia e tirso rove-sciato appoggiato alla spalla, procede ad ampi passi verso s. Alle sue spalle, un cagnolino maltese, ritto sulle zam-pe posteriori, è seguito da un satiro coronato incedente, congambas.portatainavanti,chetrasportaunotresullespalle. Sovraddipinti in bianco e giallo le bende, in giallo carico il corpo della situla.

Pittore di Boston 00.348 (Trendall, Cambitoglou).370-360 a.C.Al Pittore di Boston 00.348, collocato tra i continuatori

del ‘Plain’ Style attivi nei decenni centrali del IV sec. a.C., sonoattribuiticrateriacampanaeacolonnetteraffiguranticorteggi dionisiaci o temi mitologici, in scene strutturate secondoschemicompositivibenriconoscibilianchesull’e-semplare al Museo Jatta. Sul lato principale del vaso, la

CERAMICA APULA A FIGURE ROSSE

apuLo Medio (i)

TavoLa 1

1-2; Tav. 2, 1-3. craTere a coLonneTTe. Inv. 36955 (n.a. 32). Da Ruvo. Tomba “formata da un loculo di tufo e coperta da una grossa lapide” venuta alla luce l’8 settembre 1872 (comunicazione di Giovanni Jatta in HeYdeMann 1873, 66). Dal medesimo contesto: unvasoinbronzoeuncucchiaioin legno “relativamente ben conservato”, rinvenuto all’in-terno del cratere (HeYdeMann 1873, 66).

Alt. cm 41,3; diam. orlo cm 36; diam. piede cm 14,7. Integro. Numerose scrostature e abrasioni sparse su collo e corpo. Lievi sbreccature lungo l’orlo e sul piatto esterno delle anse. Leggere incrostazioni all’interno, sul piede e sul fondo. Argilla rosa arancio. Vernice nera, densa e lucente, conriflessimetallici.Sovraddipintureinbiancoegiallo,ingran parte evanide.

Labbroestroflessoepiatto,conorlodistintoatesari-piegata;altocolloaprofilolievementeconcavo;anseaco-lonnette con manico di presa piatto; corpo ovoide; piede ad echinoconanelloall’attaccodellavasca.

Sul labbro, tralcio di edera con stelo, foglie e corimbi a rosette di punti, a vernice nera; sulle piastrine, palmette sfrangiate a vernice nera e punti neri tra le foglie superiori. Sulprofilodell’orlo, ramodiallorosinistrorso,congros-sebacche(latoA)eramostilizzatoconfogliepuntiformi(lato B), entrambi a vernice nera. Sul collo, entro riquadri metopali delimitati da sottili linee a vernice nera, rami di edera con foglie cuoriformi e corimbi a rosette di punti, a vernicenera.Sullaspalla,tralineerisparmiate,fintabac-cellatura.Sulcorpo,figurazioniinquadrateailatidaramistilizzati con foglie puntiformi tra due linee a vernice nera, e inferiormente da serie di meandri spezzati alternati a cro-ci latine in riquadri con apici angolari, tra linee a vernice nera. Fasce a risparmio all’attacco della vasca e dell’anello e all’appoggio del piede, interno a vernice nera. Anse inte-ramente verniciate.

Lato A: follia di Licurgo. A s., uomo barbato stante, con chitoniskosstrettoinvitadaunacinturaborchiataerica-mato sul petto con motivi a palmette e girali, mantello con spesso bordo nero avvolto intorno alle braccia, embades; appoggia al braccio d. una coppia di lance ed abbassa la te-sta, nascondendo il viso con la mano s. in atteggiamento di



rappresentazione della follia di Licurgo prevede la disloca-zionesuunlivelloleggermentesuperioredellafiguraall’e-strema d. del campo, così come sul cratere eponimo del Pittore (Boston, Museum of Fine Arts, 00.348: TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 267, n. 10/48; padgeTT et al. 1993, 76-77,n.18configg., tav.VII)e suquelloaBenevento,Museo del Sannio, T/T 654.1 (TrendaLL, caMbiTogLou 1991, 63, n. 10/49a, tav. X.4). Di derivazione dall’ApuloAntico possono essere considerate tanto la rappresenta-zione della facciata architettonica frontonata con valen-za di ingresso palaziale – attestata, agli inizi del IV sec. a.C., nel Pittore di Sarpedonte (NewYork,MetropolitanMuseum of Art, 16.140: TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 164,n.7/1;Todisco 2003, 415, n. Ap 36, tav. LV) – quan-to,inriferimentoallastessatipologiadiedificio,ladeco-razione vegetale del timpano, ricorrente ad esempio nella rappresentazione dell’ingresso della residenza del re Preto sullo stamnos a Boston, Museum of Fine Arts, 00.349a, attribuito al Pittore di Arianna (TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 24, n. 1/104;padgeTT et al. 1993, 62-63, n. 8 con figg., tav. II; sulla proposta di identificazione del Pittoredi Arianna col Pittore di Gravina cfr. denoYeLLe 2005, 105).Nellafigurinaacroterialepuòravvisarsil’immaginedi un equide. La prevalente campitura in bianco aggiunto consoloparzialitocchiingiallodiluitoneindicalacon-sistenzalapidea,ancheperconfrontoconlatecnicausatanella rappresentazione della statua di Eracle sul cratere a NewYork,MetropolitanMuseum of Art, 50.11.4, operadi un ceramografo vicino nello stile al Pittore di Boston 00.348 (TrendaLL, caMbiTogLou 1978,266-267,n.10/47;Todisco 1990, 901-957; di recente, Marconi 2011, 145-167). L’impiego quali acroteri di figure animali isolate è rara-mente documentato nell’edilizia greca di età arcaica e clas-sica (goLdberg 1982, 201, 214-215, nn. A7-13, attestazioni in Magna Grecia; danner 1989, 71; danner 1997) come pure nella decorazione di monumenti funebri tardoclassici ed ellenistici di ambito tarantino (LippoLis 1994, 127, tabel-la 3) e in pittura vascolare (danner 2004, 244, 259, 261, 277, n. 1). Tuttavia, per analogia con le rappresentazioni vascolari di acroteri centrali con eroi a cavallo sull’ingres-so di prestigiose residenze palaziali (Bellerofonte e Pegaso sulframmentodicratereaWürzburg,Martin-von-WagnerMuseum, H 4696: Todisco 2003, 433, n. Ap 94, tav. LXXV; sui dubbi riguardo l’interpretazione di tale facciata come fondale scenico, cfr. roscino 2003, 276-282), è verosimile chenell’equidedelvasoalMuseoJattapossaleggersiunrimando allo status aristocratico dei protagonisti della vi-cendaraffigurata.Perlaraffigurazionedifrontoniconrap-presentazionianimalistichecfr.unframmentodiskyphosapuloaTübingen,AntikensammlungdesArchäologischenInstitutsderUniversität,28.5410,daTaranto,circa350-330a.C.: CVA Tübingen 7, 17, tav. 4.2. Per la sua natura origina-riamente selvaggia, nell’immaginario greco il cavallo è as-sociato al mondo ctonio, condividendo la forza demoniaca delle potenze infere; addomesticato dal morso, esso con-

nota l’individuo aristocratico e accompagna gli efebi eroi nelleimpreseiniziaticheversolaconquistadellaregalità,sostenendone e potenziandone l’areté (deTienne, vernanT 1974, 176-200; duMonT 2001; cingano 2005, 139-154); sul cavallo in Magna Grecia e sulla sporadica attestazione in tale ambito di sepolture – tutte riferibili ad elementi indi-geni– contenenti scheletri di cavalli o corredi compren-denti morsi di cavallo: carTer 1998, 131-146; in generale si vedanoanchesiMon 2006; Todisco 2008, 56.

La donna velata emergente col busto sul lato d. del fron-tone reca in mano e tra i capelli dei serpentelli (HeYdeMann 1873, 66), ma il suo aspetto non corrisponde a quello solita-menteattribuitoallacacciatriceLyssa,personificazionedelFurore,incuisitendecomunementeadidentificarla(JaTTa 1874, 197-201; sécHan 1926, 70; TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 267; kossaTz-deissMann 1992, 326; TapLin 2007, 70); piuttosto, essa è interpretabile come generica Furia (come già per HeYdeMann 1873, 66-67), invisibile spetta-trice,celatadalmantello,dell’attodihybriscompiutodaLicurgo e simbolo premonitore dell’imminente punizione divina (aeLLen 1994, 82). Pur consolidatasi nel tempo nel-la letteratura specialistica (HuddiLsTon 1898; sécHan 1926; pickard-caMbridge 1946; WebsTer 1967; TapLin 2007), la relazione della scena con gli EdonidiEschilo,tragediaini-ziale della tetralogia su Licurgo, non è da considerarsi in termini letterali (cfr. Todisco 2003; roscino 2012a).

Sul lato secondario, l’immagine di Dioniso avanzan-tecolthiasosrichiamal’eventoscatenantedellafolliadelre tracio, così punito per essersi opposto al passaggio del corteodionisiaconelproprioterritorio.Lefiguredeldioedei satiri, in movimento verso s., sono collocate su piani leggermente sfalsati, come sullo stesso cratere eponimo del Pittore (vedi sopra) e sul lato secondario del cratere di Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco, T2 (inv. 17941) (TrendaLL 1953, 90-91, tav. XXVIII.c; TrendaLL, caMbiTogLou1978,267,n.10/49),confrontabileconilvasodiRuvoancheperlaposturadellesingolefigureeperlarappresentazione di tre quarti del volto del satiro in aper-tura del thiasos. Il lato secondario del cratere diBostoncostituisce un termine di confronto anche per la formatriangolaredell’occhioneivoltidiprofilo,conpupillaresamedianteunasottilelineaconcava,eperlafiguramaschi-le stante e in posa addolorata, con la testa rivolta verso il basso, sul lato principale del vaso. Per il panneggio a fa-scidisottilipiegheparallele,siconfrontiancheilcraterein Virginia, collezione privata, 22, V 9105 (kaHiL, icard 1990, 715, n. 21, tav. 469; TrendaLL, caMbiTogLou 1991, 63,n.10/48a)conrappresentazionediIfigeniainTauride.FrequentinelPittoresonoancheleraffigurazionidicani:siconfrontiilcagnolinomaltesedellascenadithiasosconquelloraffiguratoancoraunavoltasulcraterebostoniano.

Sul ceramografo: TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 267; TrendaLL 1989, 78; Todisco 2012, I, 78-79, n. Ap IV.2.12.a.

Ampiamente riconosciuta è la preferenziale destinazio-nedeicrateriacolonnetteapuliafigurerosse,soprattutto


21TavoLe 1-3

dell’Apulo Medio, verso i centri indigeni della Peucezia: cfr. robinson 1990, 186-188; TrendaLL 1990, 222-223; FrieLingHaus 1995, 19-20, 23, 51; carpenTer 2003, 10-20; robinson 2004, 200-201; sisTo 2006; roscino 2009, 493; LuccHese2012,129-133,Grafico17, Tabella 10; coLiviccHi 2014, 225-226, 229-230, 232-233.

Sul tema della follia di Licurgo nella ceramica italiota e siceliota: sécHan 1926, 63-79; TrendaLL, WebsTer 1971, 49-52; suTTon 1975, 356-360; Farnoux 1992, 309-319; aeLLen 1994, 82-84; Todisco 2002, 76, 82, 85, 88; Todisco 2003, 107, 108, 123, 316, 393 (L 19), 398 (L 37), 419 (Ap 48), 434 (Ap 96), 446 (Ap 126), 470 (Ap 184), 483 (Ap 220), 495 (S 8); TapLin 2007, 68-71; siMon, dennerT 2009, 325-327; roscino 2012a, 284.

Sull’iconografia di Lyssa e delle Furie: kossaTz-deissMann 1992, 322-329; aeLLen 1994, 82-84; roscino 2003, 311-317; kossaTz-deissMann 2009, 328. Sull’arbitraria sovrapposizione tra Lyssa e Furia: aeLLen 1994, 44-48.

Delle due distinte razze canine rappresentate sul vaso, il segugio (cane “cretese” o “laconico”) sul lato A, insepa-rabile compagno di caccia del giovane aristocratico nell’i-conografiavascolaregreca(scHnapp 1997), funge altresì, nella scultura funeraria, da accompagnatore del defunto nell’aldilà o da guardiano della sua tomba (cfr. FreYer-scHauenburg 1970, 95-100; barringer 2001, 174-202); sui vasi apuli a soggetto funerario, la preferenziale valenza di questocanecomesegnodistatuspiuttostochedirichiamoalla sfera ctonia è ribadita da LoHMann 1979, 57-58. Sul lato B, il cagnolino “maltese” (su cui cfr. cinagLia 2012) è inseritonelthiasosdiDioniso,lasciandointuireunapro-babilerelazionespecificaconl’epifaniadeldio,comesug-gerisce iozzo2012,5-22.SulsignificatosimbolicodelcanesivedanoancheMainoLdi 1981, 7-41; TranTaLidou 2006, 96-118; de grossi Mazzorin 2008, 71-81; Luce 2008, 261-293; Todisco 2008, 56. Il soggetto è diffuso anche nellacoroplastica magnogreca a destinazione funeraria: cfr. de venuTo, quercia 2010, 229-233.

Sulle rappresentazioni apule del corteggio dionisiaco cfr. TrendaLL 1992, 8-9, 11; LippoLis 1996, 388; HoFFMann 2002, 168-169; carpenTer 2011, 253-261; MaggiaLeTTi 2012,307-308.Ingeneralesull’iconografiadelsatiro:siMon 1997; isLer-kerénYi 2004, 247; siMon 2009, 450-451. Per l’immagine di Dioniso nella ceramica italiota e siceliota: gasparri 1986; siLvesTreLLi 1999; isLer-kerénYi 2004, 244-248; Harari 2009; padgeTT 2009; isLer-kerénYi 2011; MaggiaLeTTi 2012, 305-309; roscino 2012b, 90-108.

Bibl.: HeYdeMann 1873, 66-68; JaTTa 1874, 194-201, tav. R; HuddiLsTon 1898, 74, n. 5; reinacH1923,333,fig.1; sécHan 1926, 70, tav. 19; pHiLipparT 1933, 26-27; pickard-caMbridge 1946, 82-83,fig.9;WüsT 1956, 147, n. IX.7; caMbiTogLou, TrendaLL 1961, 29, n. 3; sicHTerMann 1966, 40, n. K 48, tavv. 80-81; WebsTer 1967, 128, 139, n. TV 45; caMbiTogLou, TrendaLL 1969, 425, n. 3; suTTon 1975, 356-360; TrendaLL, caMbiTogLou 1978, 267,n.10/50;Junge 1983, 142, n. K37; Farnoux 1992, 312, n. 14, tav. 159; kossaTz-deissMann 1992, 326, n. 10; aeLLen 1994, 57,

82, 205, n. 23, tav. 27; brandes-druba 1994, 99, 240, n. V.A.10; roscino 1998, 110; Todisco 2002, 76; Todisco 2003, 114, 117, 151, 171, 418-419, n. Ap 48, tav. LIX; TapLin 2007, 69-70, n. 12; gadaLeTa 2012, 99, 388, nota 1036; LuccHese 2012, 131, 417, note 92, 100; roscino 2012a, 284, 540, nota 4866.

TavoLa 2

1-3. craTere a coLonneTTe. Inv. 36955 (n.a. 32).

TavoLa 3

1-3; Tav. 4, 1-2. craTere a caMpana. Inv. 35317 (J 539). Alt. 38,2; diam. orlo cm 39,2; diam. piede cm 17,4. Integro. Scheggiature sulla superficiee sulpiede.Varieabrasioniall’appoggioesulleanse.Sporadicheincrostazioni.Ampiescrostature di vernice sul lato B (specialmente in corrispon-denzadellafiguraad.).Argillarosata.Verniceneralucida,compatta, distribuita in modo omogeneo. Sovraddipinture in bianco e giallo (lato A).

Orlo ingrossato ed estroflesso, distinto all’esterno darisega; vasca campaniforme; anse a bastoncello ripiegate verso l’alto; piede a disco con risega all’attacco della vasca e al taglio.

All’interno, due fasce a risparmio, una sotto il labbro e l’altra all’attacco della vasca. All’esterno, sotto il labbro, tralcio di alloro verso d. tra due fasce a risparmio interrotte all’altezza delle anse.Agli attacchi delle anse, corone ditratti; tra le anse, fascia risparmiata. Sotto le anse, palmet-ta e girali laterali.Sotto lafigurazione, seriedimeandrispezzati alternati a meandri continui e a riquadri con croce puntinata. Sul piede, due fasce risparmiate, una alla risega ed una intorno alla base. Interno verniciato. Appoggio del piede e fondo a risparmio.

Lato A: menade e Dioniso. Menade con timpano solle-vato nella mano s. e situla nella mano d. abbassata, stante di tre quarti dinanzi a Dioniso, seduto di tre quarti su ri-lievo,conkantharosnellamanod.etirsoappoggiatoallaspallas.Ladonna,apiedinudi,indossaunchitonefissatosulle spalle da bottoni in bianco e con bordo inferiore de-coratodaunadoppiafasciascura;haicapelliraccoltiinunaopistosphendoneelegatiincrocchiadanastriinbian-co;èadornadiorecchiniapendente,collanaconfiloscuroevaghiagoccia,armilleestephaneradiata,tuttisovrad-dipinti in bianco. Il timpano, guarnito di nastri in bianco, ha lamembranadecorata conmotivoa raggieracentrale(innero)ecerchipunteggiatiinbianco.Lasitulapresentaansa, piedi e costolature in bianco e giallo, così come la decorazionesulcorpo,consistenteinduefiguremaschilistilizzate. Il dio, nudo, su un rilievo coperto da steli sinuo-si in bianco sovraddipinto, è seduto sul mantello bordato, conunlemboripiegatosullegambe,ehalatestacintadauna benda intrecciata a nastri (in bianco) e ad una pelle maculata(inbiancoegiallo).Ilkantharosèsovraddipinto


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RUVO DI PUGLIA - MUSEO NAZIONALE JATTA FASC. II · Il fascicolo raccoglie una prima serie di vasi apuli a figure rosse del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia stilisticamente