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Città Futura San Canzian Pubblicazione di San Canzian d’Isonzo n°3/2012 - anno II Trimestrale a distribuzione gratuita - Reg. Tribunale di Gorizia n° 6/2010 del 10/10/2010 Direttore: Edi Minin Stampato presso: Grafika Soča D.O.O. - Nova Gorica Redazione: Andrej Adamič, Marco Brandolin, Stefano Minin, Maurizio Negrari, Edi Pizzoni, Riccardo Sacco. Le elezioni si stanno avvicinando. Abbiamo sempre posto le questioni locali, la denuncia delle carenze della Ammnistrazio- ne Caruso e le nostre proposte al centro del dibattito pubblico. In questo numero abbiamo raccolto le proposte dei candidati della società civile che si propongono con la lista che prende il nome dalla nostra pubblicazione. Diamo quindi fiato alla parte costruttiva: vogliamo un comune migliore. Noi si! Con Enrico Bullian e la coalizione di centro sinistra ma soprattutto insieme a tutti i cit- tadini di Begliano, Isola Morosini, Pieris, San Canzian e Terranova. #10

San Canzian Città Futura Aprile 2012

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Il numero di Aprile di San Canzian Città Futura

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Le elezioni si stanno avvicinando. Abbiamo sempre posto le questioni locali, la denuncia delle carenze della Ammnistrazio-ne Caruso e le nostre proposte al centro del dibattito pubblico.In questo numero abbiamo raccolto le proposte dei candidati della società civile che si propongono con la lista che prende il nome dalla nostra pubblicazione. Diamo quindi fiato alla parte costruttiva: vogliamo un comune migliore. Noi si! Con Enrico Bullian e la coalizione di centro sinistra ma soprattutto insieme a tutti i cit-tadini di Begliano, Isola Morosini, Pieris, San Canzian e Terranova.

#10

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2Città FuturaAprile 2012

Il territorio del nostro C o m u n e è fra i più estesi della Provincia di Gorizia ed il più vasto della Bisia-caria. In que-sto contesto

territoriale prevale il paesaggio agrario, che da sempre contrad-distingue e offre identità alle co-munità locali. Tutti i centri abitati del Comune, e la maggior parte della Bisiacaria, sono infatti for-temente caratterizzati da una spiccata connotazione agricola, che a Isola Morosini trova la sua massima espressione. Riten-go che questa sia una grande ricchezza, sia dal punto di vista culturale che da quello ambien-tale e paesaggistico, da conser-vare e valorizzare. Una gestione del territorio attenta alla salva-guardia del paesaggio non può prescindere dalla conservazio-ne di una diffusa attività agricola a difesa degli elementi costituti-vi del paesaggio rurale storico, bene collettivo fondamentale per la qualità della nostra vita. Ciascuno di noi ha infatti il diritto a vivere e trascorrere il proprio tempo libero in aree il più possi-bile naturali ed il meno possibile antropizzate, ed avere la possi-bilità di beneficiare della bellez-za e dei prodotti tipici del nostro territorio. Quest’ultimo aspetto rappresenta il fine ultimo di un percorso che nella nostra regio-ne trova vastissimo consenso e vede attualmente un deciso investimento da parte delle Am-ministrazioni che ci governano. Il punto di partenza di questa strategia è la constatazione or-mai sempre più condivisa che dobbiamo rallentare di fronte alle regole imposte dal consu-mismo e dalla grande distribu-zione. A livello sociale, queste regole portano ad un appiatti-mento e ad una semplificazione dei valori e delle abitudini che contraddistinguono le diverse comunità. A livello ambientale,

tali regole portano alla realiz-zazione di opere che eliminano ampie superfici di territorio na-turale ed agricolo, deturpano il paesaggio agrario e rappresen-tano potenzialmente un ingom-bro per le generazioni future. Per dissociarsi da questa filoso-fia ritengo che il nostro Comune debba puntare sulla bellezza del proprio territorio e preservarne la biodiversità. Bisogna quin-di ripartire dalla valorizzazione delle strutture esistenti e quali-ficanti la nostra ruralità e dalla tutela delle componenti fonda-mentali del paesaggio naturale come le siepi, i filari alberati, i prati, i boschetti, gli alberi isola-ti, i corsi d’acqua e le zone umi-de in genere. Tutto ciò darebbe coerenza al nostro sistema di aree naturali e protette (Ison-zato, Isonzo e aree contermini) ad oggi sottovalutato e, al con-trario, caratterizzato da una rile-vante ricchezza paesaggistica e naturalistica che arricchirebbe la rete già attivata con successo dai Comuni limitrofi (Staranza-no e Grado). L’investimento del nostro Comune in alcune sue

aree strategiche (Isola Morosi-ni, Terranova) potrebbe garan-tire una implementazione della fruizione e dei servizi offerti, so-stenendo inoltre lo sviluppo di alcune forme di eco-turismo (ad es. slow-tourism e cicloturismo) collegato alle tipicità locali. Ri-tengo che questa sia una sfida stimolante e, nondimeno, una rilevante opportunità (fino ad oggi poco sfruttata) per gene-rare ricchezza sia per il settore privato che per quello pubblico. Quindi mi chiedo: siamo solo capaci di generare idee che prevedono la realizzazione di nuove opere per implementare le casse comunali, peggioran-do la qualità della nostra vita? Dobbiamo credere che sola-mente la realizzazione di nuove opere edilizie permetta di otte-nere introiti grazie alle imposte e agli oneri di urbanizzazione, mentre difendere la qualità e le eccellenze del proprio territorio, sia penalizzante? IO NON CI CREDO.

Mauro Cosolo

La ricchezza del nostro territorio

Isola Morosini

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3Città FuturaAprile 2012

Dopo aver assistito per anni alla realizzazione di cattedrali commerciali nelle periferie delle città che hanno distrutto il verde e messo in ginocchio il commer-cio e l’artigianato tradizionale, si sta ora verificando un’ inversio-ne di tendenza, sia a livello na-zionale che mandamentale, con la promozione di nuove realtà definite CIV (centro integrato di via) o centri commerciali natu-rali per il recupero del tessuto urbano, sociale e commerciale esistente, attraverso interventi pubblici congiunti ad interven-ti privati integrati. Sempre più spesso leggiamo sui quotidiani circa la volontà delle ammini-strazioni comunali di appoggia-re le associazioni di categoria nello sviluppo di tali progetti con l’apertura anche verso le asso-ciazioni culturali, sportive, ricre-ative e turistiche. Occorre non sottovalutare l’importanza che rivestono le attività commer-

ciali, bar, ristoranti e qualsiasi altra attività al servizio dei citta-dini, in un qualsiasi centro abi-tato, piccolo o grande che sia. Bisogna invece valorizzare lo sforzo compiuto dagli imprendi-tori per continuare, nonostante il difficile momento economico che stiamo vivendo, ad essere presenti, potendo contare solo sul proprio lavoro e le proprie risorse.Inutile continuare a costruire nuove abitazioni se poi non si è in grado di soddisfare i bisogni primari degli abitanti costringen-doli a recarsi fuori dal territorio locale, potendo offrire nient’altro che un paese deserto e buio. Il commercio e i servizi sono l’ani-ma stessa del paese, le vetrine illuminate, il via vai di gente lo rendono vitale, altrimenti avre-mo solo quartieri deserti, tristi e dormitori anonimi. Al contrario, tante piccole aziende al servizio della comunità, portano ricchez-za, anche sotto forma di posti di lavoro con condizioni con-trattuali di gran lunga migliori ri-spetto a quelle oggi offerte dalle grandi catene presenti nei cen-tri commerciali per ovvi motivi di potere contrattuale. Un ulteriore elemento da non trascurare è la

competenza e la professionalità che contraddistingue il piccolo commerciante, è provato che la qualità del servizio e del prodot-to offerto è uno strumento più che valido per il superamento della crisi.Ecco perché l’amministrazione comunale ha il dovere di ascol-tare i bisogni dei cittadini da una parte e le esigenze degli eser-centi dall’altra, per poter creare una sinergia che permetta di rendere appetibile e soddisfa-cente la frequentazione del no-stro comune dai più giovani fino agli anzianiCon la riqualificazione di centri, il recupero edilizio di immobi-li fatiscenti, il sostegno anche economico-finanziari di attività in fase di start-up ove previsto dalla normativa, la realizzazio-ne di eventi che coinvolgano in-distintamente tutti gli esercenti, si può e si deve favorire la rina-scita dei nostri paesi.

Valentina BoschinMichele Mattiuzzo

C’è chi cementifica il territorio: noi no!

L’area del “centro commerciale Caruso” come si presenta oggi!

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4Città FuturaAprile 2012

Una se ne apre...

...Una se ne chiude!

BIBLIOTECHE COMUNALI:

FATTI SENTIRE!Vuoi commentare gli articoli? Hai delle

proposte da sviluppare? Vuoi partecipare al lavoro di redazione?

Scrivici una mail o seguici su Facebook e sul blog.

[email protected] cittafutura san canzian sancanziancittafutura.wordpress.com

Ma noi le vogliamo

aperte entrambe!

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1)Doteremo il comune di un

servizio internet all’avanguardia!

ANTALO Chiara22anni

VENUTI Sara19anni

ADAMIČ Andrej28anni

2) Sosterremo le vostre attività: • potenziando il Centro Giovani di Pieris con attività multiculturali, laboratori letterari, artistici e musicali• dando spazio per murales e graffiti così da permettervi di esprimere la vostra creatività• promuovendo attività estive per voi

4) Conserveremo e miglioreremo il“cuore verde” del nostro comune:

stop a opere pubbliche esagerate einutili che danneggerebbero il

nostro paesaggio in maniera drastica!Diamo vita ai centri urbani dei paesi,

miglioriamo i servizi esistenti!Puntiamo sull’energia pulita dotando le

strutture pubbliche di pannelli fotovoltaici!

Ci trovi anche su

3) Vi daremo opportunità peril vostro tempo libero:

•con eventi per le Feste della Repubblica •permettendovi di presentare

le vostre tesi in municipio •aprendo corsi di alfabetizzazione informatica

•con iniziative estive come il Cinema in Piazza

5) Ci impegneremo nella manutenzione delle strutture sportive

e nella riqualificazione di altre (campi di tennis

a Begliano), perché pensiamo che losport giovanile siaun vero e propriopatrimoniodel nostrocomune!

RAGAZZI,

ANCHE A VOISTA PENSANDO

Città Futurala listacivica

MA SOPRATTUTTOSAREMO SEMPRE APERTI ALLE

VOSTRE IDEE E ALLE VOSTRE PROPOSTEATTRAVERSO L’ATTIVAZIONE DI ASSEMBLEE,FORUM PERMANENTI E TAVOLI DI CONFRONTO

PERCHÉ VOGLIAMO COINVOLGERVI NELLAVITA DELLA VOSTRA CITTÀ!Elezioni comunali

6-7 maggio 2012

Faremo qsto e molto d+ cerca il programma

completo

facebook©

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6Città FuturaAprile 2012

Ridare vita ai nostri paesi: noi si!È ormai ri-conosciuto da tutti che una socie-tà coesa è più capace e reattiva e può supe-rare le crisi con minor difficoltà di società indi-

vidualistiche e liquide, per dirla con Bauman.La Coesione Sociale appare quindi al contempo premessa e prodotto di legami positivi, efficaci e significativi che coin-volgono tutti gli abitanti e si tra-ducono in forme plurime, sia informali che formalizzate, di mutua appartenenza e solida-rietà, di cura e corresponsabi-lità, dentro un quadro sufficien-temente stabile e condiviso di senso, riconoscimento e inclu-sione.Coesione Sociale non è quindi un fine in sé, quanto un mezzo per realizzare comunità meno vulnerabili, poiché maggior-mente in grado di rispondere alle domande dei propri mem-bri.Riqualificare aree e beni pubbli-ci nasce dalla convinzione che la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e culturale dei piccoli comuni costituisce un elemento fonda-mentale per favorire la crescita dello sviluppo socio economico locale. La memoria e l’identità di tanti piccoli paesi favorisco-no il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e il senso di appartenenza alla comunità, che ha radici antiche nel proprio territorio.

Tutto questo genera coesione sociale.

I piccoli Comuni come il nostro rientrano spesso nella fascia bassa per quanto riguarda le risorse economiche, tuttavia sono in genere ricchi di beni cul-turali. Nella grande maggioran-za dei casi, i centri antichi rap-

presentano il nucleo originario di questi Comuni e spesso ne costituiscono l’unico riferimen-to identitario, nonché fonte di potenziale sviluppo economico che, se adeguatamente valoriz-zato, come attrattore culturale e turistico, può diventare efficace volano per l’economia.Inoltre, tali interventi possono rivelarsi validi strumenti per fre-nare e, perché no, anche tende-re ad invertire l’attuale tendenza allo spopolamento dei centri dei paesi.E’ noto come i centri storici mi-nori, pur favoriti dalla ricchezza del proprio patrimonio vedono spesso minacciata la propria sopravvivenza nel sistema della competizione tra territori e non possono permettersi interven-ti esclusivamente fondati sulla semplice tutela dei beni e delle risorse. Occorre, dunque, crea-re un circuito virtuoso che inclu-da, oltre al patrimonio culturale in senso stretto, l’economia di una collettività, la sua capacità di darsi progetti di trasformazio-ne a scala territoriale allargata e di perseguirli, collocandosi in modo efficace – soprattutto per-ché riconoscibile – nel mercato globalizzato.

Il commercio ha un ruolo cardi-ne nei processi di valorizzazione dei centri storici, valorizzazione che va nella corretta direzione della rivitalizzazione economi-ca della comunità locale, in cui la messa in valore delle diverse risorse e la loro organizzazione in sistema, privilegiando criteri di accessibilità e fruibilità, pos-sano costituire la chiave di volta per generare nuova attrattività e capacità di sostentamento.

Per questo motivo crediamo che una delle politiche imprescin-dibile per una amministrazione comunale che vuole aiutare la coesione della società delle co-munità che amministra e quella di rendere vivibili e frequentabili i centri dei paesi. Piazze, parchi urbani, vie centrali devono es-sere il luogo di ritrovo della citta-dinanza e piste ciclabili devono

collegare i nostri paesi ponendo il traffico dei ciclisti al sicuro del traffico

Ma perché riteniamo così im-portante insistere sull’arredo urbano?

È una battaglia antica di que-sto giornale che già nei primi numeri ha posto questo come un tema centrale della buona amministrazione, denunciando le gravi carenze della giunta uscente e lo stato pessimo di strade e marciapiedi delle no-stre comunità, anche nelle vie centrali.

Innanzitutto, come anticipato, puntiamo a comunità vive, vitali, coese e non a paesi dormitorio: paesi belli da vivere aiutano la gente a uscire di casa e ad as-sociarsi.Per questo ad esempio ci impe-gneremo a rendere più vivibile e praticabile anche il parco all’in-terno del villaggio Cervi.Esiste inoltre un fattore econo-mico importante: crediamo che i soldi – pubblici - dei cittadini investiti in strade e marciapiedi rifatti ad arte, in piazze gradevo-li possano fare da volano anche agli investimenti economici dei privati. Non esiste infatti nessun potenziale commerciante pron-to a investire in un contesto ur-bano degradato. Non è un caso infatti che il commercio prospe-ra in quelle comunità che han-no saputo investire sulla cura dell’arredo urbano.I nostri paesi hanno una neces-sità estrema di cura di questi particolari. Noi ci proponiamo di mettere in campo tutte le inizia-tive volte a migliorare la qualità del nostro arredo urbano.Politiche diverse, volte a pro-muovere improbabili centri commerciali fuori tempo massi-mo, con conseguente spreco di territorio, temiamo portino solo ricadute negative sui nostri cit-tadini.Si quindi alla rivitalizzazione dei centri e no a nuovi centri com-merciali sul nostro territorio co-munale.

Stefano Minin

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La società in cui viviamo è domi-nata dall’uomo produttore e consu-matore e non c’è più spazio per la cultura che viene vista come un lusso non più sopportabile.Il fatto che il primo bersaglio dei ta-gli economici attuati in Italia per far fronte alla crisi sia la cultura, de-nuncia drammaticamente quanta poca consapevolezza ci sia rima-sta di cosa significhi una società sana, in grado di dare opportunità

ai giovani, di valorizzare il sapere dell’esperienza e di premiare il merito.Il compito più nobile della politica è quello di pensare e progettare un futuro migliore, di investire sull’in-telligenza e la creatività dei suoi cittadini, perché è così che si su-perano anche le crisi economiche.Il cambiamento può avvenire an-che in un piccolo comune come San Canzian facendo della Bi-blioteca un luogo di aggregazione sociale e di promozione culturale attraverso presentazioni continua-tive di libri, conferenze, incontri con giovani che si impegnano in ambiti diversi e ne possono dare così testimonianza. Sosteniamo le due biblioteche ed investiamo nel patrimonio librario senza però eli-minare libri ma creando un magaz-zino dove poter conservare quelli

che non vengono sempre chiesti in prestito ma che hanno un valore culturale.Incoraggiamo le numerosissime persone che, anche nel nostro ter-ritorio, fanno teatro e musica, che si dedicano alle poesia e alla pit-tura, che preparano tesi e appro-fondiscono i loro studi in numerosi ambiti di interesse pubblico e di ri-cerca. Offriamo loro dei luoghi pri-vilegiati dove poter dare visibilità al loro lavoro. Valorizziamo la nostra identità storica attraverso il rispet-to, la cura e la conoscenza delle testimonianze storiche presenti sul territorio. Creiamo dei percorsi di tipo naturalistico-archeologico per rivitalizzare anche turisticamenti i nostri paesi. Coinvolgiamo i gio-vani e progettiamo con loro attività di educazione alla legalità e di ap-profondimento dei principi costitu-zionali che stanno alla base della civile convivenza. Rivitalizziamo i nostri centri soprattutto d’esta-te con proiezioni di film di qualità. Collaboriamo con la scuola e so-steniamola, finanziando progetti atti a recuperare chi è in difficoltà e capaci di offrire agli altri maggio-ri opportunità di approfondimento culturale.Creiamo dei ponti tra le generazio-ni cercando la disponibilità dei gio-vani a realizzare corsi di alfabetiz-zazione informatica per anziani e soprattutto favoriamo ogni attività che miri all’integrazione di perso-ne diversamente abili. Organizzia-mo corsi di lingua italiana e di cit-tadinanza per stranieri e parimenti aiutiamoli ad inserirsi nel tessuto sociale promuovendo attività che facciano conoscere a tutti noi i pa-esi e la cultura da cui provengono. Non dobbiamo mai dimenticarci che è dalla diversità che sono de-rivati nel corso della storia i grandi mutamenti. Tutto questo è ciò che dovrebbe essere fatto da un’Amministrazio-ne comunale in collaborazione con le diverse associazioni e con tutti quei cittadini che vogliono contri-buire al cambiamento di San Can-zian.

Viviana BusinelliMarco Fabris

Dalla parte del futuro: cultura per tutti e biblioteche aperte. Noi si!

Ferma restando l’esperibilità delle procedure previste dall’art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice, con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell’art. 2 della legge predetta o annulla il licenzia-

mento intimato senza giusta causa o giustificato motivo ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro di reintegrare il

lavoratore nel posto di lavoro.---

Così inizia il testo dell’Art.18 che questo Governo intende cambiare, cambiare ma come ? Verrebbe da dire: forti con i deboli e deboli con i forti, atteggiamento che non si addice a un tecnico, ma a un politico accorto. Nel complesso davvero viene da citare il grande Bardo: tanto rumore per nulla. La lettura del disegno di legge conferma la mia im-pressione che nel nostro Paese una sola forza sia sempre in minoran-za, il riformismo, assediato da resistenze incrociate che non hanno per nulla a cuore gli interessi del Paese . Nulla, infatti, ci dice la riforma del vero nodo che è l’eccessiva discrezionalità dei giudici del lavoro che rendono incerto l’esito anche dell’applicazione del nuovo articolo 18. Nulla ancora ci dice la riforma su come gestire e sostenere, la ricerca di un nuovo lavoro o di una nuova professione . Nulla anche sul fronte della creazione di nuovi posti di lavoro, grazie alla mancata introduzio-ne di incentivi per l’imprenditorialità e per il trasferimento tecnologico . In sostanza, una grande delusione, a mio parere, e la conferma che per il mercato del lavoro non vale quello che la ragionevolezza ci dice: se non ho gli ingredienti (crescita economica e posti di lavoro), cambiare la ricetta non serve a fare una torta. E a quel punto non conta nemmeno se la torta della nuova ricetta può sembrare più gustosa; tanto, molti giovani, non la mangeranno mai...

Maurizio Negrari

In trecentoparoleArt. 18 democrazia infranta

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SÌ alla partecipazione e alla condivisione delle scelte con la popolazione, che non vanno calate dall’alto come nel caso emblematico del centro commerciale.

I NOSTRI

SÌ SÌ alla riqualificazione dei centri urbani dei nostri paesi e al recupero degli edifici inutilizzati, evitando il consumo di altro suolo agricolo nelle periferie.

SÌ a un armonico sviluppo del piccolo e medio commercio nel centro dei paesi. In altre parole: meno grande distribuzione commerciale e più arredo urbano!SÌal miglioramentodella nostra precariaviabiltà, con interventi che favoriscano la mobilità sostenibile con percorsi pedo-ciclabili.

SÌ al diritto

al lavoro,occupazione,istruzione e

servizisociali.SÌ a politiche

ambientali degne diquesto nome, puntandosul risparmio energetico, bioedilizia e

fonti di energia pulita e rinnovabili(a partire dal fotovoltaico sugli

edifici pubblici).

SÌ all’inserimento di San Canzian d’Isonzo in un circuito turistico di tipo naturalistico-archeologico.

SÌ a politiche socio-culturali da porre in ogni frazione, creando una rassegna di eventi da tenersi ogni anno nello stesso periodo, con spettacoli teatrali, musicali ed artistici in particolare nelle piazze.

SÌal Cinema

in Piazza sia per bambini sia

per adulti.

SÌ a due biblioteche nel nostro Comune e amostre itineranti di artisti-fotografi locali, per rendere sempre più accoglienti gli spazi,proponendo arte e cultura a costopraticamente zero.

RENDEREMO IL COMUNE PIÙ VIVIBILE EATTRATTIVO, CON MAGGIORI SPAZI DISOCIALITÀ E DI INNOVAZIONE.

SÌ a concerti di giovanidel territorio e ad aree

dedicate a muralese graffiti.