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Scenari a rischio multiplo Scenari a rischio multiplo ––
integrazione di procedureintegrazione di procedure
R.RaffaelliR.Raffaelli Bologna 24 giugno 2014Bologna 24 giugno 2014
Qualsiasi evento prevede
analisi di rischio come intervenire
percezione del rischio come proteggersi
comunicazione del rischio come regolare i
comportamenti
stimando la frequenza e la magnitudo
Non esistono eventi monorischio
In sede predittiva vanno pertanto considerati
non tutti i possibili scenari, ma quelli probabili
in cui la frequenza (R) e/o magnitudo (M)
comportano l’adozione di specifici
comportamenti (procedure o istruzioni
operative)
L’adozione dei giusti comportamenti consente
di minimizzare i fattori di rischio
A volte la gestione della post-emergenza
(aspetti sanitari – ambientali) è più critica
dell’evento stesso se non è ben affrontato
coordinamento fra le varie Istituzioni e riconoscimento della gerarchia, legata alla fase dell’evento
consapevolezza del proprio ruolo
(non fare quello che non devi/non sai fare)
pesatura dei comportamenti e dei ruoli in funzione dell’analisi eventistica e del percorso dell’evento
(fase acuta, soluzione emergenza, post-emergenza, bonifica e rilascio del sito)
Focalizzazione di scenari:
attività industriali e processi produttivi
sono quelli con maggiore coesistenza e sinergia di rischi.
Esiste una sostanziale difficoltà a quantificare l’impatto nel reale
(eventi possibili – scenari credibili)
I casi famosi
Černobyl 26.04.1986
Seveso 10.07.1976
Bhopal 3.12.1984
va ad ogni evento alimentato l’albero degli eventi
(event tree) e l’analisi di operabilità (AO)
Focalizzazione segue….
Il possibile ed il credibile
tendono a coincidere
incendio impianto e/o deposito (compreso discarica)
con sviluppo fumi
decomposizione con sviluppo di fumi freddi (T<120°C) da
impianto/reattore/discarica
surriscaldamento che si evolve in incendio o esplosione
→impianto / deposito solventi
→ impianto / deposito polveri inorganiche/organiche
incidente di trasporto
cisterna con carico
gas
liquidi
polveri
Per ognuna delle situazioni di scenario va esperita una
Analisi di Rischio
che consenta di mettere in comune gli aspetti da
mettere in procedura
Arpa Emilia RomagnaArpa Emilia Romagna
modello realizzato modello realizzato sicurezza ed interventi in emergenzasicurezza ed interventi in emergenza
ARPA Emilia Romagna nell’ambito della sua Organizzazione
di Sicurezza ha previsto:
» matrice di responsabilità con, per ogni sede, identificato
Datore di Lavoro (Direttore di Sede) – RSPP – RLS –
Dirigenti e Preposti
ivi compresi EQ / MC / MA dove necessario
in totale 13 Datori di Lavoro, 9 RSPP, 13 RLS, 5 EQ, 2 MC, 1 MA
» sulla base del DVR (ex D.L.vo 81/2008 e s.m.i.) sono state predisposte specifiche procedure di Sede da parte del RSPP e del RST (Responsabile del Servizio Territoriale), approvate dal Direttore di Sede stessa
» procedure finalizzate a regolamentare comportamenti e protezioni (DPI) per il personale che, in squadra, effettua interventi in emergenza (pronta disponibilità o P.D.), considerando situazioni MULTIRISCHIO (traumi, sostanze pericolose, radiazioni ionizzanti, stress termico, acustico, psicologico)
Ogni Sede ha una matrice comune di intervento ed è
diversificata per specialistica a supporto di tutte le
altre Sedi
Le Procedure sono integrate con documenti tecnici
specifici (procedure su: esecuzione sopralluoghi,
campionamenti e rilevamenti in sicurezza, impiego di DPI)
La Pronta Disponibilità di ArpaER (sia sul territorio, sia in laboratorio, sia come idrometeo) è regolamentata tramite apposito Atto tecnico – organizzativo e di sicurezza, periodicamente aggiornato (ed approvato anche dalle OO.SS), completo di allegati specialistici finalizzati a particolari supporti attivati in sequenza dopo il I livello di intervento (Centro Micologico, Centro Funzionale a supporto della Protezione Civile, Gestione emergenza Salmonella, Gestione eventi possibili Antrace, Centro Regionale di Radioattività)
Conoscere il ProcessoAvere gli esatti riferimenti delle schede di sicurezzaLocalizzare i punti criticiValutare ipotesi di contaminazione areaConsiderare le possibili decomposizioniPesare la coesistenza di altri rischi potenziali
Minimizzare danno ed effetti
immediati(acuti)
sistemici (cronici)
con finalità d’uso le troviamo comesorgenti di taraturarivelatori di fumoindicatori di livellomisuratori di spessore / trasparenzaeliminazione cariche elettrostatichecontrolli non distruttivi
Quindi: certificate, sigillate, contrassegnate, ubicate in planimetria
ignote (o non tracciabili)trasportidiscaricaabbandonateimpianti / depositi decommissionatisiti contaminati
In queste ipotesi va assolutamente controllata l’area per decidere comportamenti / mezzi d’intervento / DPI
a rischio integrato di contaminazione/esposizione
per radioattività e presenza radioisotopi
per sostanze chimiche in decomposizione o instabili
percorsi di contaminazione: inalazione / contatto
L’aspetto che si evidenzia nelle direttive EPA è legato al concetto di
LIVELLI DIFFERENZIATI DI INDAGINE
1. L’accertamento di un inquinamento
ambientale deve essere effettuato SUL
POSTO e nel più breve tempo possibile
2. L’impossibilità pratica di applicare
metodologie laboriose e complesse
3. Esigenza di realizzare economia di scala
MONITORAGGIO AMBIENTALEMONITORAGGIO AMBIENTALE
L’attenzione di chi opera nel settore del monitoraggio ambientale si sta focalizzando sempre di più verso una strumentazione portatile di semplice utilizzo, elevata sensibilità e tempi di risposta estremamente veloci.
Le direttive EPA in questo ambito si pongono come obiettivo
quello di fornire i suggerimenti
pratici di tipo qualitativo e
quantitativo, su come raccogliere
e valutare i dati analitici.
MONITORAGGIO AMBIENTALE
L’approccio, suggerito dall’EPA è quello di
“affrontare l’indagine chimica con apparecchiature e metodi di complessità crescente a seconda di quanto
emerge dagli screening preliminari”
MONITORAGGIO AMBIENTALEMONITORAGGIO AMBIENTALE
Riassumendo:
passando da un’analisi di primo livello ad analisi di livello superiore, si dovrebbe procedere focalizzando l’attenzione solamente sui campioni realmente significativi, allargando al tempo stesso l’area investigata.
MONITORAGGIO AMBIENTALE
MONITORAGGIO AMBIENTALEMONITORAGGIO AMBIENTALE
PRIMO INTERVENTOPRIMO INTERVENTO
Il primo intervento utilizza tecniche di Il primo intervento utilizza tecniche di II°° livellolivello
II°
III°
I°
IV°
Protezione CivileProtezione Civile
ARPAARPA
MONITORAGGIO AMBIENTALE
PRIMO INTERVENTO
Terremoto, Alluvione ........
In fase di primo intervento, dopo una calamità naturale, è possibile rilevare la presenza di fughe di gas o sostanze inquinanti.
MONITORAGGIO AMBIENTALE
PRIMO INTERVENTO
Inquinamento del terreno: sversamentosostanze ignote
L’utilizzo di strumentazione portatile permette di identificare la superficie
contaminata e di circoscriverla
Seguendo il profilo di concentrazione èpossibile stabilire il punto di sversamento (Ex cisterne interrate,rovesciamento di automezzi)
Monitoraggio della qualità dell’aria sia negli ambienti di lavoro che nelle areelimitrofe agli impianti
Controllo “emissioni fuggitive ”da flange, linee di trasferimento, serbatoi
MONITORAGGIO AMBIENTALE
PRIMO INTERVENTOAltre applicazioni
Verifica delle bonifiche effettuatein impianto prima di procedere con la manutenzione
Vantaggi di un approccio per “livelli differenziati di indagine”:
Immediata localizzazione e circoscrizione del problemaIdentificazione preliminare “sul campo” del tipo di inquinamentoQuantificazione in tempo reale del livello di inquinamento
Estrema semplicità d’uso
Ottimizzazione dell’uso di strumenti di III° e IV° livello(HRGC, GC-MS…)
Drastica riduzione dei costi di esercizio
Altri sistemi di analisi per interventi di I° LIVELLO…
Field Test Kit HNU (Hanby kit)
Analisi colorimetrica per rilevare la presenza di aromatici (BTEX, gasoli, benzine)nei suoli e nelle acque
Analizzatori a Ionizzazione di Fiamma (FID)
Esempio pratico di intervento:Terreno in cui sono state scaricate sostanze organiche non note
Obiettivo primario:Localizzazione e circoscrizionedell’area contaminata
Strumentazione utilizzata: portatile PID + GC portatile con detector PID
METODO EPA 530
Raccolta di procedure per valutare“on site” la presenza di contaminanti organici in
• ACQUE• SUOLI• ARIA
Analisi spazio di testa di suoli e acque
Non esiste sito o processo / prodotto “sicuro” a fronte di evento critico
Dipende dalle condizioni di stress del sistema e fino a che punto è a rischio lo appuriamo a volte in ritardo:
DIOSSINADIOSSINA un byproduct del Clorofenolo
FOSGENEFOSGENE le materie plastiche ed i detergenti metacrilati
CIANURICIANURI le schiume ed i materassi poliuretanici
CVMCVM i manufatti di PoliVinilCloruro
Realizzare un documento
che unisca le esperienze, i comportamenti e le conoscenze delle Istituzioni / Organizzazioni che presidiano il territorio e le emergenze
che contenga gli aspetti di analisi di rischio e di procedure di mitigazione di rischio per gli operatori che questi interventi eseguono, nel rispetto dei reciproci ruoli e compiti