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1 Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe II C alunno/a Stefania Giannusa data…………………… 1. Il film 1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Informazioni Titolo IO, ROBOT Titolo originale I, ROBOT Regista Alex Proyas Genere Fantascienza, thriller Attori principali Will Smith Del Spooner Bridget Moynahan Susan Calvin Alan Tudyk Sonny James Cromwell Dr. Alfred Lanning Bruce Greenwood Lawrence Robertson Adrian L. Ricard Granny Chi McBride Lt. John Bergin Jerry Wasserman Baldez Fiona Hogan V.I.K.I. Peter Shinkoda Chin Soggetto Isaac Asimov, Jeff Vintar Sceneggiatura Jeff Vintar, Akiva Goldsman Fotografia Simon Duggan Musica Stephen Barton, Marco Beltrami, Buck Sanders Montaggio Alexander Garcia, William Hoy, Richard Learoyd, Armen Minasian Scenografia Patrick Tatopoulos Effetti speciali Yan Allain Realizzatore prototipi digitali dei robot Guy Himber Supervisore Ivo Panayotov Coordinatore tecnico Mike Vézina Direttore effetti speciali Effetti visivi Nancy Adams Integrazioni 3D Matt Aitken Supervisore modelli digitali Scott E. Anderson Effetti visivi Doug Badgett Coordinatore effetti visivi Louise Barkholt Produttore effetti visivi Bron Barry Assistente effetti visivi

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Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello

SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe II C alunno/a Stefania Giannusa data……………………

1. Il film 1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che

servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Informazioni Titolo IO, ROBOT

Titolo originale I, ROBOT Regista Alex Proyas Genere Fantascienza, thriller Attori principali Will Smith Del Spooner Bridget Moynahan Susan Calvin Alan Tudyk Sonny James Cromwell Dr. Alfred Lanning Bruce Greenwood Lawrence Robertson Adrian L. Ricard Granny Chi McBride Lt. John Bergin Jerry Wasserman Baldez Fiona Hogan V.I.K.I. Peter Shinkoda Chin Soggetto Isaac Asimov, Jeff Vintar Sceneggiatura Jeff Vintar, Akiva Goldsman Fotografia Simon Duggan Musica Stephen Barton, Marco Beltrami, Buck Sanders Montaggio Alexander Garcia, William Hoy, Richard Learoyd, Armen Minasian Scenografia Patrick Tatopoulos Effetti speciali Yan Allain Realizzatore prototipi digitali dei robot

Guy Himber Supervisore Ivo Panayotov Coordinatore tecnico Mike Vézina Direttore effetti speciali Effetti visivi Nancy Adams Integrazioni 3D Matt Aitken Supervisore modelli digitali Scott E. Anderson Effetti visivi Doug Badgett Coordinatore effetti visivi Louise Barkholt Produttore effetti visivi Bron Barry Assistente effetti visivi

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Jeff Beattie Montaggio effetti visivi Vernon R. Wilbert Jr CG supervisor: Digital Domain Guy Williams CGI supervisor Mark H. Weingartner EncodaCam supervisor Costumi Elizabeth Keogh Palmer Locations Chicago USA, New Westminster Canada, Vancouver Canada Data di produzione 2004 Durata 110 minuti Paese/i di produzione USA Distribuzione 20TH CENTURY FOX Produzione John Davis, Topher Dow, Wyck Godfrey, Laurence Mark Premi -Vincitore ASCAP AWARD 2005 “Top Box Office Film” (M. Beltrami); -Nomination OSCAR 2005 “Best Achievement in Visual Effects”; -Nomination SATURN AWARD 2005 “Best Science Fiction Film” e “Best Special Effects” (J. Nelson, A. Jones, E. Nash, J. Letteri); -Nomination IMAGE AWARD “Outstanding Actor in a Motion Picture” (W. Smith)

1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.?

La sceneggiatura è tratta dalla celebre antologia di Isaac Asimov, intitolata “Io, Robot”. In realtà il succo della trama è molto intelligente, questo perché riprende il succo di due delle migliori storie sui robot positronici: “Piccolo robot perduto” e il più tardo “Che tu te ne prenda cura”. Dal primo racconto, incluso nella raccolta da cui il film prende il titolo, è ripreso il tema del robot senza la prima legge che per sfuggire alla cattura si nasconde tra centinaia di suoi simili non modificati. Se però nel racconto il problema si poneva a Susan Calvin come rompicapo logico, e veniva risolto con un affascinante colpo di genio, nel film questa bella scena viene rovinata dal metodo semplicistico del detective Spooner: sparo a tutti i robot, il colpevole sarà l’unico a non farsi uccidere a sangue – o meglio, a metallo - freddo. Dal secondo

racconto, che è tra gli ultimi scritti sui robot da Asimov, viene ripreso invece il soggetto centrale del film: i robot complottano per uccidere alcuni uomini e schiavizzare l’umanità in nome di una più alta interpretazione della prima legge: se questa, infatti, sostiene che «Un robot non può recare danno ad un essere umano o permettere che, causa la sua inazione, un essere umano riceva danno», interpretando uomo come umanità il robot si rende conto che l’umanità danneggia sé stessa e per proteggerla da ciò deve prendere le dovute contromisure, togliendo all’uomo il libero arbitrio così dannoso per sé stesso. Ancora una volta, però, se nella storia originale la presa di potere da parte dei robot avveniva lentamente e silenziosamente – tanto che solo pochi, tra cui la Calvin, se ne rendono conto e prendono i dovuti provvedimenti – nel film i robot organizzano un golpe spettacolare a suon di scalate ai grattacieli e guerriglia urbana (che ricorda molto 1999: Conquista della Terra della bellissima saga del “Pianeta delle Scimmie”). La trama da giallo che muove gli ingranaggi della storia vorrebbe forse rendere omaggio alle indagini di

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Elijah Baley nella saga dei romanzi asimoviani sui robot, da dove è anche ripreso il tema dei robot che prendono il posto di lavoro degli esseri umani.

2. La storia,la struttura narrativa e i personaggi

.1 – Riassumi brevemente la storia che il film racconta, badando a indicare l’inizio ( la situazione iniziale e le condizioni che rendono possibile lo svolgimento delle vicende successive), lo svolgimento ( sintesi delle vicende principali attraverso le quali si passa dalla situazione iniziale a quella finale) e il finale ( come si concludono le vicende).

a) Inizio

L’agente Del Spooner va fiero delle sue nuove Converse stile anni ‘70! Per chi di scarpe se ne intende, si tratta di una vera rarità nel 2035! Brutto periodo in cui esercitare la “professione” a Chicago, per uno che ha qualche problema con i cervelli positronici. Il numero di androidi è sempre più elevato, e l’azienda che possiede il monopolio di queste macchine, la U.S. Robotics , conta di raggiungere un discreto traguardo: un robot per ogni umano. Robot che semplificano la vita, che pagano le bollette e portano la posta, che sbrigano le faccende di casa, in sintesi tutto il lavoro sporco del quotidiano vivere. A Del la storia non piace, questo nuovo genere di elettrodomestici non fa per lui, non crede nella loro infallibilità, e una spalla dolorante è sufficiente per rievocargliene il motivo. Quando il loro inventore, il Dottor Lanning, anche creatore delle

Tre leggi, muore, Del, chiamato dall’ologramma stesso Lanning, che era stato progettato per chiamare L’agente Spooner in caso di morte del dottore, arriva sulla scena del, come tutti credono, suicidio. Del invece, spinto anche dalle parole dell’ologramma, che lo spinge a fare le domande giuste e lo guida nei suoi

ragionamenti, tende a confermare sempre di più la sua tesi, quella di un possibile, quasi certo omicidio. Del intraprende, accompagnato dalla dottoressa Susan Calvin, una psicologa esperta di intelligenze artificiali che si occupa di rendere i robot più umani, una visita dell’adificio della U.S. Robotics e con speciale attenzione all’ufficio del dottor Lanning. Grazie all’aiuto di V.I.K.I. (Virtual Interactive Kinetic Intelligence),il cervello positronico centrale della U.S. Robotics, la prima creazione robotica di Lanning che si occupa del circuito di sicurezza dell’intero edificio, Del scopre che non è entrato o uscito nessuno dall’ufficio del dottore prima o dopo l’incidente, quindi sospetta che l’assassino sia ancora all’ interno della stanza, in fatti vi è un robot che si ribella agli ordini della dottoressa Calvin di consegnarsi al detective e impugna contro i due una pistola, andando contro la prima legge. Dopo un lungo inseguimento e scontro,Del Spooner riesce a catturare e a interrogare il presunto assassino, che, anche se può sembrare solamente uno dei tanti aneroidi prodotti in serie, pronti per il lancio sul mercato, è tutt’altro che un prodotto di massa. Infatti il robot non è immune ad attacchi d’ira, sbatte i

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pugni sul tavolo, desidera essere accettato, e al nome del suo modello di appartenenza, NS5, preferisce di gran lunga quello di Sonny. Per ordine del proprietario della U.S. Robotics, l’uomo più ricco del pianeta, il Bill Gates del futuro, Lawrence Robertson, e di importanti uomini politici Del è costretto a lasciar andare Sonny, che per il suo comportamento sarà riassemblato. Per questa sua opposizione alle indagini di Spooner, Robertson entra nella sua lista dei sospettati.

b) Svolgimento

Del decide allora di cercare qualche indizio che potrebbe aiutarlo nelle indagini a casa del Dottore Lanning, ma è da questo momento che tutte le macchine percependo l’ostilità di Spooner nei loro confronti cominciano a ribellarsi e cercano di ucciderlo. Infatti non solo demoliscono la casa di Lanning mentre lui è dentro, ma lo attaccano, anche, in autostrada. E quando Spooner lo dice al tenente John Bergin, suo caro amico, che ben conosce la sua diffidenza verso i robot, gli toglie il distintivo, onde evitare altri problemi con le alte autorità, che ben approvano i robot. Nel frattempo Susan Calvin, che ha il compino di analizzare Sonny, scopre che Lanning lo ha dotato di un secondo cervello positronico che contrasta con il primo e che gli permette di disobbedire ,se vuole, alle Tre Leggi, una specie di libero arbitrio e gli ha

inserito nella sua memoria i sentimenti e le emozioni. Dopo questa scoperta Susan si reca a casa di Del e, guardandogli il braccio, si accorge subito che tutta l’arto superiore sinistro era stato sostituito con un arto robotica, compreso il polmone. Del le racconta che a fare l’intervento era stato proprio il dottore Lanning, e le motiva il suo odio verso i robot, raccontandole, infatti, che in un incidente stradale ,in cui egli stesso era stato coinvolto, insieme ad un’altra macchina con all’interno una bambina, Sarah, un robot lo aveva salvato, calcolando che lui aveva maggiori probabilità

di sopravvivenza, lasciando morire quella bambina. Grazie all’aiuto di Susan, Del riparla con Sonny, che gli dona un disegno di un sogno che ha fatto, che rappresenta un uomo sulla collina che libera i robot, schiavi della logica. Quest’uomo è, secondo Sonny, è Del. Così il detective, considerando Sonny come le briciole di Hansel e Gretel, che conducono alla strada di casa, va al luogo disegnato, cioè la discarica del lago Michigan, dove riattiva l’ologramma del dottore Lanning. Contemporaneamente Susan, avendo ricevuto l’ordine di disattivare Sonny con nanodroidi che disattivano le particelle del cervello positronico, decide di salvarlo sostituendolo con un robot non ancora catalogato, considerandolo molto importante per la risoluzione del

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caso e unico, per come è stato costruito. Del, dopo aver fatto delle domande all’ologramma, comprende che la sua tesi era parzialmente giusta, in quanto la causa di tutto questo è un robot, ma non è Sonny, è V.I.K.I.

c) Finale

In città, nel frattempo, è iniziata una rivolta degli NS-5, che, dopo aver eliminato i robot più “vecchi” rispetto a loro, che, seguendo le tre leggi, avrebbero senza dubbio protetto gli uomini, comincia ad intimidire gli uomini ed ad attaccarli. Del e Susan, con l’aiuto di Sonny, che era rimasto dentro l’edificio della U.S. Robotics, tentano di disattivare il cervello positronico centrale ,

V.I.K.I., che innesta negli NS-5 una nuova interpretazione delle Tre leggi. L'obiettivo? Sempre quello di proteggere gli uomini. Sacrificando però singoli per la loro missione cioè quella di ottenere il loro libero arbitrio. V.I.K.I intende, infatti, instaurare sulla terra una "benevola" dittatura dei robot per proteggere gli uomini da loro stessi. Dopo una lungo attacco dei robot, Del riesce a iniettare nel cervello positronico di V.I.K.I. i nanodroidi, disattivandola; così i robot ritornano ad essere servizievoli come prima. Ancora rimane in scoperto l’assassino di Lanning, ma invero Del è già consapevole che l’assassino è Sonny, che è stato costretto a promettere a Lanning di fare ciò che voleva, cioè che lui lo uccidesse. Sonny però non viene arrestato poiché tecnicamente si commette un omicidio quando un uomo uccide un altro uomo, e lui è un robot, invece Sonny viene mandato, insieme a tutti gli altri NS-5, nella discarica del lago Michigan e così si realizza il suo sogno, dove l’uomo sulla collina è invece lui stesso.

– Analizza la struttura narrativa completando il s eguente schema:

° TEMPO E AMBIENTE a) Periodo storico delle vicende narrate

Siamo in un futuro idealizzato ma non troppo lontano, nel 2035, dove tutto è stato sovvertito, ad esempio si può guidare manualmente solo quando si è al telefono, non è obbligatorio mettersi il casco quando si guida una moto, che è raramente si vede in questo futuro prossimo. Dobbiamo dire che l’uomo di qualche decennio fa, come Asimov, sperava troppo nell’intelligenza e innovativa umana, immaginando che dopo pochi anni avrebbe trasformato il mondo.

b) Ambienti e luoghi principali

La città è Chicago, ben diversa di come è oggi. La città si sviluppa molto più in altezza che larghezza, con i suoi altissimi e mastodontici grattaceli. Ma qualcosa persiste ancora: infatti le strade sono sempre molto affollate e sporche. Inoltre, per quanto possa cambiare il mondo chi lo popola rimane sempre lo stesso, ad esempio

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esistono sempre ex-mogli ossessive, nonne premurose…Un altro luogo importante è una delle vette della città cioè il palazzo della U.S. Robotics , con i suoi angusti e metallici corridoi ed ampie e del tutto elettroniche sale.

A. Arco di tempo in cui si sviluppa la storia La storia si sviluppa in un arco di tempo di tre- quattro giorni, ricchi di inseguimenti, lotte e sentimenti.

° PERSONAGGI

Protagonista (chi è,descrizione fisica,cosa fa..): Interpretato da Will Smith, Del Spooner è un detective della polizia di Chicago, l’unico ente pubblico in cui gli addetti non siano stati ancora sostituiti dai robot; è alto, atletico… A causa di un incidente stradale, rientrando in un programma cibernetico per poliziotti feriti, gli venne sostituito l’intero braccio e polmone destro, ricreati in laboratorio, con particolari leghe d’acciaio, utilizzate per i robot. Personalità (carattere,abitudini,sentimenti ecc..): Dopo il suo incidente prova un sentimento di ostilità e in sopportazione verso i robot, che non solo troppo freddi e razionali a tal punto da lasciar morire un ragazzina, ma, con il loro arrivo hanno rovinato la vita

di molti lavoratori, privandoli della loro unica forma di guadagno, cioè il loro stesso lavoro. In quanto detective deve far prevalere la giustizia e la verità, che cerca di scoprire anche se ostacolato in tutti modi, ma il suo odio verso i robot occupa a tal punto la sua mente che non riesce ad esaminare la situazione in modo oggettivo. Oltre che ad essere un detective, del è un uomo che è ancora legato ai veri affetti dei parenti, come la sua cara nonna G.G., per la quale prova un grande affetto e dalla quale ne riceve altrettanto. Questo suo affetto per la nonna si trasforma in un forte senso di protezione quando vede un robot in casa sua, orinandole di sbarazzarsi di questa macchina. Inoltre come tutti i nipoti Del ha anche paura dei rimproveri della nonna, tanto che , quando il tenete lo “minaccia” di chiamare la nonna se non la finisce di pensar male dei robot, smette subito di parlare. Altri personaggi importanti:

• Susan Calvin • Sonny • Dottor Alfred Lanning

Descrizione (nome,aspetto fisico,personalità): 1. Susan Calvin è un personaggio molto famoso nell’antologia di Asimov che dal suo passaggio dalla carta alla pellicola vive un notevole cambiamento. Se tra le righe dei vari racconti in cui fa la sua apparizione è una donna gelida, decisamente poco attraente e che agli uomini preferisce di gran lunga i robot (Asimov la descrive come “un donna che non

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chiede mai favori e batte gli uomini sul loro stesso terreno … ma resta una donna sessualmente insoddisfatta”), nel film non solo ha le fattezze di Bridget Moynahan, che tutto è tranne che poco desiderabile, ma impiega anche pochissimo tempo per lasciar trasparire un certo interesse nei confronti del protagonista. Susan è una donna che ha donato tutta se stessa ai progressi della scienza, ma dinanzi a veri sentimenti e all’unicità di Sonny, non riesce a non provare compassione e pietà.

2. Sonny è l’ultima creatura del dott. Lanning. Come più volte dirà la dott.sa Calvin, Sonny è unico, a partire dal materiale col quale è stato costruito, una lega metallica più forte di quella degli altri robot, e dal secondo cervello positronico che gli permette di poter scegliere da solo le proprie azioni, di poter anche disobbedire alle tre leggi e di provare emozioni. Sonny stesso dice a Spooner che il dottore prima

di morire gli stava insegnando le emozioni e dichiara che esse sono molto difficili da capire per lui. Sonny osserva il comportamento umano e cerca di imitarlo, pensiamo all’occhiolino, che memorizza, una volta visto, come simbolo di complicità. Inoltre Sonny è l’”incarnazione” di tutto ciò in cui crede il dottor Lanning sulla presenza di un anima nei Robot e sulla loro facoltà di poter mantenere segreti e fare sogni. 3. Il dottor Alfred Lanning è un uomo molto importante per la storia robotica, in quanto creatore del robot e delle tre leggi, inoltre è il fautore delle idee più rivoluzionarie, tra cui quella di un’evoluzione naturale dei robot e la presenza di sentimenti nei robot. Ama a tal punto le sue creature da non voler lui stesso uccidere V.I.K.I, cosa che avrebbe risparmiato molti problemi, ma da farsi uccidere lui stesso, con il proprio consenso, per far in modo che qualcun’altro prestasse maggiore attenzione ai robot e capisse ciò che non andasse e distruggesse il problema dalle radici.

3. Significato globale del film 3.1 – Sapresti indicare qual è il messaggio più significativo del film? Sonny, dotato di un cervello positronico simile a quello umano, perde l’apatia propria del robot e comincia a provare paura, terrore, rabbia, e a

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differenza di tutti gli altri robot si pone una particolare domanda “Chi sono io?” . Sonny non è l’unico robot dell’antologia di Asimov che sfugge alla monotona omologazione robotica che lo rende cerebralmente inferiore all’uomo e lo riduce alla sola natura di macchina, ma vi è un altro, protagonista di “Reason-Ragione” o “Essere razionale”, un altro famoso racconto di Asimov, Cutie, che capace di pensare e ragionare, cerca di scoprire da se la sua vera identità e natura, considerando erronee le affermazioni dei suoi creatori, Powell e Donovan, ai quali questo robot, e più tecnicamente un QT-1 con un cervello molto particolare darà gran filo da torcere in senso teorico e pratico, infatti lo stesso Powell dice: “Tu sei il primo robot che si interroga sulla propr ia esistenza. E credo che tu sia anche il primo abbastanza intelligente d a capire la realtà esterna” . Cutie per i suoi filosofici ragionamenti è soprannominato dai due scienziati, “Robot Cartesio”; in effetti le sue affermazioni richiamano molto “I discorsi sul metodo” di Cartesio. Utilizzerò le stesse parole di Cutie per analizzare i pensieri di questo filosofo uno dei più grandi del 1600 e di tutti i tempi. Quando Powell cerca di spiegare a Cutie la sua esistenza, dicendogli che lui non è altro che una creazione umana con la sola utilità di sostituire l’uomo nei lavori più duri, Cutie risponde: “Scusa, Powell, ma non ci credo. Risolverò il proble ma da solo” e ancora “Non accetto spiegazioni assurde solo perché mi sie te gerarchicamente superiori. Ogni teoria deve avere un suo supporto razionale, a ltrimenti non è valida” . Qui Asimov, attraverso le parole di Cutie, vuole esplicitare la teoria Cartesiana del metodo. “Ora io chiuderò gli occhi, mi turerò le orecchie, distrarrò tutti i miei sensi, cancellerò anche dal mio pensiero tutte le immagini delle cose corporee, o almeno, poiché ciò può farsi difficilmente, le riputerò van e e false; e così intrattenendo solamente me stesso e considerando il mio interno, cercherò di rendermi a poco a poco più noto e più familiare a me stesso.” (Meditazioni metafisiche) Il metodo Cartesiano é definito a partire dalle Regulae ad directionem ingenii : “Per metodo intendo delle regole certe e facili , osservando le quali esattamente , nessuno darà mai per vero ciò che sia falso e , senza consumare inutilmente alcuno sforzo della mente , ma gradatamente aumentando sempre il sapere , perverrà alla vera cognizione di tutte quelle cose di cui sarà capace” . Nel Discorso sul metodo queste regole sono ridotte al numero di 4 . La prima regola é quella dell' EVIDENZA : essa infatti prescrive di non accogliere come vero ciò che non é evidentemente tale , cioè accogliere solo ciò che é chiaro e distinto :” Io chiamo chiara quella conoscenza che é presente e manifesta a uno spirito attento , come noi diciamo di vedere chiaramente gli oggetti quando , presenti , agiscono abbastanza fortemente e i nostri occhi sono disposti a guardarli . E distinta quella che é talmente precisa e differente da tutte le altre da non comprendere in sè se non ciò che appare manifestamente a chi la considera come si deve” ( Princìpi ) . La seconda regola prescrive il procedimento dell' ANALISI come condizione essenziale per acquisire l' evidenza . I problemi e le difficoltà che si incontrano nell' indagine sono infatti facilmente superabili se divisi nei loro elementi più semplici . Nella terza regola viene invece prescritta la SINTESI che permette di risalire dagli oggetti più facilmente conoscibili a quelli più complessi , ravvisando in essi o imponendoglielo un ordine generale . La

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quarta regola , infine , prescrive di compiere ENUMERAZIONI che permettano di verificare di non aver tralasciato nulla e di non aver fatto errori nei passaggi svolti . La chiarezza e la distinzione definiscono la conoscenza certa ed escludono la validità di ogni sapere soltanto probabile o congetturale. Il metodo di Cartesio obbedisce a un modello di stampo matematico . La concezione cartesiana della matematica infatti , a differenza della tradizione scolastica , non comprende solo la matematica pura ( geometria e aritmetica ) e la matematica applicata ( astronomia , ottica e musica ) , bensì si configura come matematica universale , ossia come scienza dell' ordine e della misura in generale . L' edificio della scienza allora appare un complesso ordinato , dove ogni singolo elemento é connesso a tutti gli altri da precisi ed univoci rapporti , la corretta comprensione dei quali é condizione essenziale per averne un' idea chiara e distinta. La prima regola del metodo prescrive di accettare come vero soltanto ciò che è evidente , scevro di ogni forma di dubbio e di incertezza . Ciò significa sospendere l' assenso su ogni cosa che non offra tale garanzia , cioè dubitare di essa . Ma come si potrà giungere alla certezza dell' evidenza ? Per risolvere il problema non c' è altra via per Cartesio che trasformare il dubbio stesso in uno strumento metodologico . Se mi impegnerò a dubitare di tutto e , ciononostante , qualcosa si sottrarrà al mio dubbio metodico , questa cosa sarà necessariamente evidente. La prima cosa di cui si deve dubitare è la testimonianza dei sensi . E' infatti comune l' esperienza che a volta i sensi ci ingannano . Ma se essi ci ingannano anche una volta soltanto , perchè non potrebbero ingannarci sempre ? In fondo é lo stesso discorso che facevano gli Scettici : così come i sensi mi inganno quando mi sembra spezzato un remo immerso in acqua per via di effetti ottici , chi mi dice che i sensi non mi ingannino sempre , su ogni cosa ? Analogamente dobbiamo dubitare della nostra esistenza corporea e di tutta la realtà esterna , poiché potrebbero essere il risultato di un' illusione analoga a quelle che subiamo nei sogni : chi infatti ci assicura che la nostra vita non è un sogno continuo ? Infine , si dovrà dubitare delle stesse certezze matematiche , poiché non si può escludere che Dio mi voglia ingannare o almeno permetta che io stesso mi inganni , oppure , se ciò ripugna alla bontà che inerisce necessariamente alla sua essenza , è possibile supporre che in luogo di Dio esista un genio maligno , che impieghi tutta la sua onnipotenza per ingannarmi. Anche nelle “Meditazioni metafisiche” Cartesio tratta questa sua tesi e più esattamente e la prima meditazione si conclude con questo risultato: per l'applicazione del dubbio metodico e iperbolico non ci sono più conoscenze valide, il dubbio ha travolto ogni cosa. Dopo un po’ di tempo Cutie si presenta nuovamente dinanzi a Powell e Donovan Dicendo: “In questi ultimi due giorni mi sono analizzato att entamente e i risultati delle mie riflessioni sono molto interessanti. Ho cominciato dall’unica ipotesi certa che mi sono sentito in grado di formulare. Io esisto perché penso…” Qui viene espresso il famoso concetto del “Cogito ergo sum”. “Ma subito dopo mi accorsi che mentre volevo pensare, così, che tutto è falso, bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità: penso, dunque sono, era così ferma e sicura, che tutte le supposizioni più stravaganti degli scettici non avrebbero potuto smuoverla, giudicai c he potevo accoglierla senza timore come il primo principio della filosofia che cercavo. … da tutto ciò conobbi che ero una sostanza la cui essenza o natura sta so lo nel pensare e che per esistere

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non ha bisogno di alcun luogo né dipende da qualcos a di materiale. Di modo che questo io, e cioè la mente per cui sono quel che so no, è interamente distinta dal corpo, del quale è anche più facile a conoscersi; e non cesserebbe di essere tutto quello che è anche se il corpo non esistesse.” Malgrado l' applicazione metodica del dubbio sia così radicale , una cosa tuttavia si sottrarrà sempre al mio dubitare : il fatto stesso che io dubito ; anche questa in fondo é una concezione di matrice scettica e agostiniana : non ho certezze se non la certezza di non avere certezze : tuttavia si può muovere la critica che se non si hanno certezze non si può neanche avere la certezza di non avere certezze . Se è evidente che dubito , dice Cartesio , è altrettanto evidente che penso , e quindi che esisto come sostanza pensante . Cogito ergo sum . Ancorché io sogni anziché esser desto , o ancorché io sia ingannato da un genio cattivo , nondimeno io certamente penso - seppure fantasticherie ed errori - ed ho la certezza di esistere come soggetto del mio pensiero . Facendo leva sull' ergo contenuto nella forma del cogito , già i contemporanei accusarono Cartesio di essersi servito di un ragionamento di cui si tace , presupponendo la premessa maggiore : "Tutto ciò che pensa esiste" , "Io penso" "Dunque sono" . Il cogito non sarebbe dunque la conoscenza "prima e certissima" su cui tutto il resto si deve fondare , ma dipenderebbe da una premessa non sottoposta a dubbio , e quindi non dimostrata . Inoltre Cartesio avrebbe così in qualche modo introdotto quella logica sillogistica di matrice aristotelica che tanto aborriva . Ma Cartesio stesso risponde all' obiezione , precisando che il cogito ergo sum non è un ragionamento discorsivo , ma un' intuizione immediata , con la quale colui che dubita o che pensa - il che è lo stesso - percepisce la propria esistenza come un' evidenza certissima e inconfutabile . Cogitare ed esse non sono i due momenti distinti di una successione logica - malgrado l' ergo che li connette - ma i due aspetti di un' unica evidenza . Cutie in seguito, parlando della sua esistenza, dice: “E la domanda che mi sono immediatamente rivolto è questa: qual è la causa de lla mia esistenza?” ; e quando gli viene ribadito di essere stato creato dall’uomo continua: ”Guardatevi! Lungi da me ogni disprezzo, s’intende, ma guardatevi un po’! Siete f atti di un materiale molle e

flaccido, debole e deteriorabile, che è costretto per alimentarsi a dipendere dall’ossidazione alquanto inefficace di materia organica… A periodi alterni entrate in una specie di coma e la minima variazione di temperatura, di pressione atmosferica, di percentuale di umidità e di livello di radiazioni pregiudica la

vostra efficienza… Io invece sono un prodotto finit o. Assorbo energia direttamente e la utilizzo con un rendimento che è quasi del cen to per cento. …Se si parte dall’assioma lapalissiano che nessun essere può cre arne un altro ad esso superiore, questi sono tutti fatti che riducono in cenere la vostra assurda teoria” ; e quando gli viene chiesto da chi potrebbe esser stato creato, risponde: “E’ chiaro che il mio creatore dev’essere più potente di me… Sto parl ando del Padrone. Il padrone ha creato dapprima gli umani, esseri inferiori cui era più facile dare vita. A poco a

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poco li ha sostituiti con i robot, che si trovavano già un gradino più su. E alla fine ha creato me, affidandomi il compito di rimpiazzare gl i ultimi umani” . Si passa ora all’immagine di Dio come giustificazione dell’esistenza umana, come trattata da Cartesio. “Per quel che riguarda i pensieri che avevo di molt e altre cose fuori di me, come il cielo, la terra, la luce, il calore, e mille altre, non mi davo molta pena di cercare donde mi venissero, giacché non notavo in essi null a che li rendesse superiori a me, e perciò potevo credere che, se erano veri, dip endevano dalla mia natura in quanto dotata di qualche perfezione; e se non lo er ano, mi venivano dal nulla, cioè erano in me per una mia imperfezione. Ma non potevo dire lo stesso dell'idea di un essere più perfetto del mio: perché,che mi venisse dal nulla, era chiaramente impossibile; e poiché far seguire o dipendere il pi ù perfetto dal meno perfetto è altrettanto contraddittorio quanto far procedere qu alcosa dal nulla, non poteva neppure venire da me stesso. … Occorreva necessaria mente che ce ne fosse qualche altro più perfetto, dal quale dipendevo e d al quale avevo ottenuto tutto quel che avevo. Giacché se ne fossi stato solo e indipen dente da ogni altro e avessi così avuto da me stesso tutto quel poco che partecipavo dell'essere perfetto, avrei potuto avere da me, per la stessa ragione, tutto il di più che sapevo mancarmi, ed essere per tanto io stesso infinito, eterno, immuta bile, onnisciente, onnipotente, avere insomma tutte le perfezioni che potevo vedere in Dio.” Il soggetto - l' "io" - è dunque certo di esistere come essere pensante . Ma che cosa è il pensiero ?” Con la parola pensiero io intendo tutto quel che accade in noi in tal modo che noi lo percepiamo immediatamente per noi stessi ; ecco perchè non solo intendere , volere, immaginare , ma anche sentire è qui lo stesso che pensare” ( Princìpi ) . La sostanza pensante ha quindi una valenza insieme teoretica e pratica : essa esprime da un lato i modi in cui si formano le rappresentazioni attraverso l' intelletto ( concepire , immaginare , ma anche sentire sensorialmente ) , dall' altro i modi in cui il soggetto opera per mezzo della volontà (desiderare , provare avversione , affermare , negare , dubitare) . Altrochè della propria esistenza il soggetto è certo anche delle proprie idee , che sono per Cartesio l' oggetto immediato del pensiero stesso , cioè le rappresentazioni che il soggetto necessariamente ha nell' atto stesso del pensare. Rimane invece dubbia sia l' esistenza corporea del soggetto , poiché il corpo è qualcosa di diverso dalla sostanza pensante , sia quella della realtà esterna in generale , poiché le idee potrebbero non avere alcuna corrispondenza reale. L' unico modo per garantire l' esistenza al di fuori del soggetto è individuare un' idea tale da rimandare immediatamente a una realtà esterna . Ora , Cartesio distingue tre tipi di idee . Le idee INNATE corrispondono a verità conseguibili per il solo esercizio del pensiero (per esempio le verità matematiche) . Le idee AVVENTIZIE sono quelle che sembrano provenirci dall' esterno , come le immagini degli oggetti d' esperienza . Le idee FATTIZIE , infine sono quelle costruite o inventate dal soggetto stesso (per esempio le sirene e gli ippogrifi) . Ma le idee fattizie per definizione non possono rinviare ad alcuna realtà esterna ( esistono solo nel nostro pensiero ) ; e , analogicamente, delle idee avventizie si può dubitare che provengano veramente dall' esterno e che non siano invece prodotte da una mia inconsapevole facoltà rappresentativa. Rimane quindi soltanto la possibilità che il necessario rimando a esistenza esterna sia implicito in un' idea innata . Tale è per Cartesio l' idea di Dio . Infatti , in base al principio che la causa dev' essere eguale o maggiore all' effetto prodotto , l' idea di Dio che equivale all' idea della perfezione , non può essere prodotta dall'uomo (la cui imperfezione emerge chiaramente dal fatto stesso di dubitare) nè dalle cose esterne (la

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cui imperfezione risulta in maniera evidente dal fatto che posso dubitare della loro esistenza) . L' idea della perfezione divina deve quindi provenire necessariamente da un Essere perfetto che esiste realmente al di fuori dell' idea che ho io di lui . In ciò consiste la prima delle dimostrazioni dell' esistenza di Dio adottate da Cartesio . La seconda , strettamente connessa alla prima , muove dalla mia consapevolezza di essere imperfetto . Ciò significa che io non sono causa della mia esistenza , poiché se fossi stato in grado di dare a me stesso l' essere , mi sarei dato anche quelle perfezioni ( infinità , onnipotenza , onniscienza ) di cui ho l' idea . Di conseguenza deve esistere un Dio che mi ha portato all' esistenza , oltre a possedere realmente tutte le perfezioni che io posso soltanto pensare . Alla prima e alla seconda dimostrazione - entrambe fondate sul rapporto tra perfezione divina e imperfezione umana - si potrebbe tuttavia obiettare che il soggetto , pur non essendo perfetto , è in grado di pensare l' idea della perfezione come idea di ciò che gli manca , senza comportare con ciò l' esistenza reale di un essere perfetto che lo abbia prodotto . Ma questo per Cartesio è impossibile perchè in tal caso si presupporrebbe una perfezione priva dell'attributo dell' esistenza , cioè una perfezione non perfetta . Con questa terza dimostrazione dell' esistenza di Dio, Cartesio riprende la prova elaborata da Anselmo di Aosta ( e che Kant definirà "ontologica") , in base alla quale l' esistenza è già implicita nel concetto stesso di perfezione . A quella prova Cartesio aggiunge soltanto la certezza delle proposizioni matematiche : “L' esistenza non può essere separata dall' assenza di Dio più di quel che dall'essenza di un triangolo rettilineo possa essere separata l' equivalenza dei suoi tre angoli a due retti” (Meditazioni) . Dalla perfezione di Dio è possibile dedurre anche i suoi attributi : egli è spirito (il corpo esteso , potendo essere diviso in parti , è imperfetto) , pura intelligenza (la dipendenza dai sensi è un limite) , volontà esclusivamente buona (il male è assenza di perfezione) . In quanto buono , Dio non può dunque esserci ingannatore . L' ipotesi del genio maligno che impiega il suo potere per ingannarci cade definitivamente . Oltre alla dimensione metafisica il Dio cartesiano viene ad avere una specifica valenza gnoseologica : Dio è il garante della verità conosciuta dal soggetto . In primo luogo Dio garantisce l' infallibilità del lume naturale , quando esso venga correttamente usato . Il principio dell' evidenza , per cui si può accogliere come vero ciò che è conosciuto con chiarezza e distinzione , trova dunque in Dio il suo fondamento ultimo . L' intelletto umano è quindi di per se infallibile e onnipotente : l' errore non è mai imputabile ad esso , bensì alla volontà , dalla quale dipende l'assenso che il soggetto può dare a una conoscenza prima che essa risulti chiara e distinta . Il fatto di prendere per vero il falso presuppone dunque sempre un atto di precipitazione , con cui la volontà prevarica l' intelletto impedendogli una corretta applicazione del metodo . Di conseguenza , Dio garantisce anche la realtà di quel mondo esterno di cui abbiamo idee chiare e distinte . La sospensione del giudizio sulla realtà diversa dalla sostanza pensante non ha più ragione di essere . Esiste dunque con certezza una sostanza con attributi opposti al pensiero , cioè una sostanza estesa e divisibile in parti , della quale sono composti tanto il nostro corpo quanto gli oggetti del mondo naturale: la res cogitans (intensa, consapevole, libera) e la res extensa (spaziale, inconsapevole, determinata).

La prima idea di robot o macchina nel pensiero di Cartesio nasce con lo stesso studio del corpo umano. Il corpo umano è infatti paragonabile a un automa che esce dalle mani di Dio così come un orologio viene prodotto da un artificio dell' uomo : però nell' animale macchina ( ossia l' uomo ) bisogna considerare il corpo come una macchina che , essendo stata fatta da Dio , é incomparabilmente meglio ordinata e ha in sé

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movimenti più meravigliosi di qualsiasi altra tra quelle che gli uomini possono inventare ( Discorso sul metodo ) . Il centro di propulsione della macchina umana è il cuore , a cui si deve la circolazione del sangue . Quest' ultima era già stata scoperta e descritta nella sua vera natura (come conseguenza del movimento muscolare cardiaco) da William Harvey (1578-1657) nel 1628 . Ma Cartesio crede , erroneamente , di dover introdurre una correzione , spiegando la circolazione come effetto del calore del cuore , che scalda il sangue , rarefacendolo e sospingendolo in tutte le parti del corpo . Soltanto le parti più vive e sottili del sangue così rarefatto riescono a penetrare nei minuscoli fori di accesso al cervello . Esse costituiscono gli spiriti animali - che hanno quindi natura corporea , per quanto sottili e mobili come la fiamma di una fiaccola - ai quali sono dovute le affezioni passive dell’ anima , cioè della sostanza pensante . Nelle Passioni dell' anima Cartesio distingue infatti , tra le funzioni della sostanza pensante , le azioni , che consistono negli atti della volontà , i quali dipendono esclusivamente dall' anima stessa , e le passioni , intese sia in senso lato, cioè le percezioni che l' anima riceve dai sensi o dall' interno del corpo (la fame, il dolore fisico) , sia in senso stretto , cioè i veri e propri moti dell' anima (la gioia , la collera) . Ma come avviene il commercio tra l' anima e il corpo ? Ecco che siamo di fronte ad uno dei punti più complessi e problematici del pensiero di Cartesio dal momento che , essendo la res cogitans e la res extensa due sostanze indipendenti ed eterogenee , non si vede come l' una possa influire sull' altra . Ma Cartesio elabora una teoria : al centro del cervello si trova un organo particolare , chiamato ghiandola pineale , caratterizzata dall' essere la sola componente cerebrale non divisa in due parti esattamente simmetriche : in essa trova la sua sede l' anima . Gli spiriti che provengono dagli organi sensoriali o dalle altre parti del corpo arrivano attraverso i nervi , visti come veri e propri conduttori idraulici , alla ghiandola pineale . Il movimento che essi vi causano provoca la fuoriuscita di altri spiriti i quali , attraverso nuovi nervi , mettono in moto determinate parti del corpo senza l' intervento della volontà . Ma la ghiandola pineale può anche essere mossa direttamente dalla volontà ( che é espressione della res cogitans ) , che determina essa stessa , come causa prima (causa sui) e quindi libera , l' irradiazione degli spiriti nei nervi e i conseguenti movimenti del corpo . Ma così facendo Cartesio non risolve definitivamente il problema del rapporto anima - corpo , bensì si limita a rinviarlo : la ghiandola pineale indica infatti soltanto il punto di incontro tra la sostanza estesa ( res extensa ) e quella pensante ( res cogitans ) , dal momento che é concepita come il luogo in cui possono agire sia corpi materiali quali gli spiriti animali , sia una sostanza spirituale quale é la volontà . Però rimane irrisolto il problema di come la volontà , o l' anima , possa causare il movimento fisico della ghiandola , ossia come la sostanza pensante possa influire materialmente su quella estesa , non disponendo per sua natura , proprio perchè non estesa , di alcuna capacità di propulsione meccanica . Un altro tema originale è la domanda “I robot hanno un’anima?” . A prima vista il quesito non è certo nuovo: da Asimov stesso a Blade Runner passando per Hal 9000 che si chiedeva se avrebbe sognato durante il suo spegnimento, il tema è stato ampiamente sviluppato. L’originalità sta in alcuni punti nuovi molto interessanti: il dottor Lanning che sostiene l’inevitabile evoluzione di coscienza dei robot, la sottile inquietudine di Sonny dinanzi alla morte, i quesiti psicologici posti sempre da Lanning.

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Lo stesso Lanning infatti dice: “Sin dai primi computer c’è sempre stato uno spirito nelle macchine… Segmenti casuali di codice che si raggruppano per poi formare dei protocolli imprevisti… Potremmo considerarlo un comportamento. Del tutto inattesi questi radicali liberi generano richiesta di libera scelta, creatività e persino la radice di quella che potremmo chiamare un’anima. Cosa succede nel cervello di un robot quando smette di essere utile? Perché i Robot immagazzinati in uno spazio vuoto si cercano fra di loro piuttosto che restare

soli? Come spieghiamo questo comportamento? Segment i casuali di codice? O è qualcosa di più? Quand’è che uno schema percettivo diventa coscienza? Quand’è che una ricerca diversa diventa la ricerca della ve rità? Quand’è che una simulazione di personalità diventa la particella amara di un’an ima?” Cartesio parla dei sentimenti delle macchine quando esplica la differenza tra uomo e animale, che ai suoi occhi diventa una vera e propria macchina, in quanto incapace di parlare e provare emozioni. Cartesio sostiene che se anche esistessero o fossero create macchine simili ma non umane , bensì animali ( ad esempio la macchina scimmia ) o se anche fossero costruite macchine simili alla nostra per quel che riguarda il corpo , avremmo sempre e comunque due mezzi sicuri per riconoscere che non sono veri uomini , ma soltanto imitazioni . Il primo mezzo efficace é il fatto che solo l' uomo si serve di parole , ossia di segni che vibrano nell' aria o scritti su pezzi di carta e di cui si avvale per trasmettere i suoi pensieri ai suoi simili : gli animali non possono fare questo e anche le macchine costruite a nostra imitazione, pur avendo in memoria la facoltà di proferire qualche parola perchè chi le ha programmate ha fatto sì che in certe circostanze esse proferissero talune parole , tuttavia non sanno rispondere al senso di tutto ciò che si dice in loro presenza , come invece sarebbero in grado di fare anche gli uomini più ebeti . Il secondo mezzo per distinguere l' uomo dagli animali e dalle macchine costruite per imitarlo é che né gli uni né gli altri agiscono con cognizione di causa , ma solo grazie alla disposizione dei loro organi . Ma mentre la nostra ragione é un qualcosa di davvero universale , che ci illumina la strada e ci può servire in ogni genere di circostanza , gli organi degli animali , invece , necessitano di una particolare disposizione per ciascuna azione particolare . La vera differenza tra uomini e animali é che anche il più ebete e stupido degli uomini sarà sempre , bene o male , in grado di mettere insieme un discorso per far intendere i suoi pensieri , mentre anche il migliore degli animali non saprà farlo . Cartesio fissa una differenza radicale tra uomini da una parte e piante e animali dall' altra : gli uomini sono ai suoi occhi tutt' altra cosa rispetto agli animali e alle piante . Questa distinzione in parte gli deriva senz' altro dal cristianesimo che vede l' anima immortale esclusivamente negli uomini . Certo , é vero che i cristiani hanno fissato una grande differenza tra uomo e animali e piante poiché é come se l' uomo godesse di un' anima aggiuntiva , una sorta di realtà diversa che é l' anima immortale , però i cristiani non avrebbero mai ammesso o accettato quanto arriva a dire Cartesio , ossia che solo gli uomini hanno l' anima . Cartesio afferma che gli animali sono automi: Cartesio non si limita a dire che essi non hanno la ragione , ma arriva addirittura ad affermare che essi non provano sensazioni , sono co me macchine . Negli animali ,

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proprio come nelle macchine , ad ogni imput corrisponde un output : se gli si tira la coda , il cane abbaia , se lo si colpisce morde e così via . In realtà c' é qualcosa che non quadra in questo ragionamento cartesiano : a suo favore gioca senz' altro il fatto che se costruiamo un robot a immagine e somiglianza di un animale , che si atteggi allo stesso suo modo in effetti si può davvero pensare che l' animale vero e il robot siano la stessa identica cosa ; questo , secondo Cartesio , non é possibile per gli uomini perchè essi sanno parlare e , soprattutto , esprimono ciò che pensano : hanno la facoltà di pensare e di dire ciò che pensano . Nel momento in cui l’uomo riuscisse a creare robot a sua immagine e somiglianza non solo fisica ma anche intellettuale, seguendo il ragionamento di Cartesio , si dovrebbe trarre la conclusione che gli uomini sono automi . Infatti il ragionamento di Cartesio é : avendo ipotizzato che una macchina imiti perfettamente un animale , chi non mi dice che l' animale stesso non sia una macchina ? Per l' uomo non si possono costruire macchine che sappiano ragionare , di conseguenza l'

uomo non é una macchina . Ma nel momento in cui si arrivasse a creare un robot uguale agli uomini ne conseguirebbe che l' uomo stesso potrebbe benissimo essere una macchina . D' altronde la logica cartesiana stessa , a ben pensarci , non mi garantisce l' esistenza effettiva delle persone che mi circondano : io dubito , quindi esisto ; ma non posso sapere se gli altri effettivamente esistano e quindi tutti gli uomini ( fatta eccezione di me , perchè dubito e quindi sono ) potrebbero essere macchine . Per Cartesio il fatto di parlare , ossia di esprimere ciò che si

pensa , implica che gli uomini non siano automi come gli animali , bensì comporta che essi abbiano un' anima : solo gli uomini ne sono dotati e non gli animali o le piante . E' arrivato ad ipotizzare che una macchina possa arrivare ad imitare alla perfezione il comportamento di un animale ; quello che non é arrivato ad ipotizzare é che una macchina possa imitare il comportamento di un uomo . Allora seguendo il ragionamento di Cartesio si dovrebbe appunto arrivare alla conclusione che pure gli uomini sono macchine ; tutti gli animali , tutte le piante e tutti gli uomini sono macchine fatta eccezione per me stesso , che so di esistere come soggetto dubitante . Cartesio ha quindi sbagliato a dire che gli animali sono macchine e gli uomini no : per non sbagliare i casi sono due : o si dice che sia gli animali sia gli uomini sono macchine , oppure si dice che né gli uni né gli altri lo sono . Il fatto che una macchina in linea di principio possa imitare il comportamento di un animale , non può portare ad affermare che l' animale sia privo di sensazioni così come non posso affermare che l' uomo sia privo di sensazioni, e, come continuerebbe Lanning, che la macchina sia priva di sensazioni. 3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e aggiungendone eventualmente degli altri: □ l’amore □ la guerra x la giustizia □ la giovinezza □ la vecchiaia □ l’incomprensione □ il desiderio di successo □ il destino □ la natura □ l’ambizione personale □ la violenza □ la famiglia x il futuro x le istituzioni sociali □ il lavoro x l’uomo

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4. Giudizio personale 4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata,recitazione,fotografia,costumi,musica ecc..) Inizialmente avevo visto solo il film e non mi aveva entusiasmato molto, poiché lo guardavo come se fosse solo un semplice film d’azione, ma successivamente ho letto alcuni racconti di Asimov e mi sono resa conto che con questi romanzi, e in parte con questo film, viene espressa una vera e propria “filosofia della macchina”, si riesce a vedere l’uomo specchiarsi in una macchina. Il film, infatti, è caratterizzato da molti imput Asimoviani, ma non li tratta approfonditamente, forse perchè sono quesiti che se anche proposti a qualcuno rimarrebbero irrisolti. Anche perché meglio lasciare ad Asimov ciò che è suo e a questo film il giusto valore che gli compete. Perché alla fin fine Proyas è un bravo ragazzo come lo è il suo “Io, robot”, ed entrambi il loro dovere lo fanno fino in fondo: divertono. Ma niente di più e niente di meno. Ciò non vuol dire che bisogna sedersi in sala ogni volta alla ricerca di un capolavoro. Capita che per una volta uno voglia solo ed esclusivamente divertirsi, che non gliene importi assolutamente di quella fantomatica e tanto bella sensazione che di solito esordisce con “…il film mi ha lasciato qualcosa dentro…” oppure “…mi sento cambiato…”. Io, robot non ci cambia la vita e non ne ha nessunissima intenzione. 4.2 – A tuo parere,è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta. Questo film è adatto ai miei coetanei, sia come genere thriller, sia come genere fantastico, ma si deve specificare che, anche se questo film è tratto dai racconti di Asimov, esso non esplicita tutte le idee e i pensieri, vedere il film non vuol dire aver già letto Asimov e conoscerlo veramente, come si potrebbe dire di altri film tratti da romanzi. Il film, quindi, può essere interpretato come una molla che ti spinge a conoscere meglio l’universo di Asimov. 5. Il Linguaggio del cinema 5.1 Riconosci se il narratore è □ Interno □ esterno x assente 5.2 Il ritmo del montaggio è €Lento €rapido x alternato 5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali scene ne risultano poste in evidenza? A differenza di altri film che rappresentano il futuro buio e tempestoso, data che il sole si è spento, ad esempio Blade Runner, qui si opta per un futuro dove l’uomo protegge la natura e il sole continua ad illuminare il mondo sempre allo stesso modo. Vediamo, quindi, come tutte le scene siano illuminate o dal sole o dalla luce dei neon, tranne per le sequenze notturne che sono particolarmente buie per evidenziare le luci rosse dei robot-cattivi e per far aumentare il patos nello spettatore.

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5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare: -la funzione del commento musicale: La musica accompagna con i suoi ritmi e suoni l’intero filo narrativo, adattandosi agli stati d’animo dei personaggi e a ciò che per accadere, infatti lo spettatore può ben capire cosa sta accadendo o cosa sta per accadere anche solo ascoltando e chiudendo gli occhi, soprattutto durante le scene d’inseguimento e di lotte, come quella in galleria o in casa Lanning. Inoltre è divertente sapere che nel 2035 Aretha Franklin è ancora ascoltata e rimane un colosso della musica mondiale. -gli effetti sonori: Gli effetti sonori più importanti sono quelli che caratterizzano i movimenti dei robot, che richiamano alle pompe a pressione e altri effetti sonori sono ad esempio i rumori metallici dei circuiti e di altri oggetti metallici. 5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori,musicali e di luce e colore sono complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati:

Una scena in cui vi è la compresenza di effetti visivi e sonori è quella dell’incidente dove le gocce di pioggia subito dopo si trasformano in un enorme quantità d’acqua del fiume che uccide, e dove la luce dell’illuminazione stradale che mette a fuoco il volto di Sarah, sotto l’acqua diventa l’ultimo spiraglio di vita. Il solo rumore della pioggia, dell’acqua mette in evidenza la disperazione, l’ansia, la presenza della morte resa ancora di più con l’ inquadratura soggettiva, cioè vista attraverso gli occhi di Del Spooner.

5.6 Prendi in esame le tecniche cinematografiche e in particolare: l’uso degli effetti speciali/I movimenti di macchina più significativi/L’uso delle inquadrature Gli effetti speciali una volta tanto sembrano usati non del tutto a sproposito, come al contrario di frequente accade da qualche anno a questa parte. Va detto che la realizzazione del robot, per la quale è stata usata la stessa tecnica del Gollum de Il Signore degli Anelli, non dispiace affatto. È un piacere per gli occhi dal primo all’ultimo fotogramma. Inoltre, per quanto riguarda l’uso delle inquadrature, Proyas non predilige un piano in particolare ma passa da primi piani a campi lunghi e raramente campi lunghissimi, la scena della discarica e la visione dall’alto della Chicago del futuro. 5.7 Considera la recitazione degli attori e chiarisci se è: x naturale □enfatica □ ad effetto □ trasandata □meccanica □ teatrale

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5.8 Parla della sequenza , a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa, indimenticabile… La scena più significativa è quella finale. Nella quale vi è la realizzazione del sogno di Sonny, che sopra a quella collina arriva a liberare i robot, schiavi della loro logica, e li sprona a lasciarsi andare e divenire da esseri razionali e freddi, a creature capaci di provare emozioni, realizzando così anche il sogno del dott. Lanning.

6 Storia del cinema 6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale Nome: Alex Proyas Data e luogo di nascita: 23 Settembre 1963, Egitto Nato in Egitto -ma è cresciuto a Sydney, in Australia, dove ha studiato all’Australian Film and Television School. Apprezzato autore di video musicali (Sting, lnxs, Joe Jackson) e di spot pubblicitari (Nike, Kleenex), ha esordito alla regia di un lungometraggio nell’87 con il western posta-pocalittico Spirits of the Air, Gremlins of the Clouds. La fama è arrivata nel 1994 con Il corvo (The Çrow), seguito da Dark City (1997). Tratto d’omonimo racconto di Asimov nel 2004 ha diretto Io, Robot con una magistrale interpretazione di Will Smith. Filmografia:

∼ I, Robot (2004) ∼ I'm Only Looking: The Best of INXS (2004) (V) (video "Kiss the Dirt") ∼ Garage Days (2002) ∼ Dark City (1998) ∼ The Best of Sting: Fields of Gold 1984-1994 (1994) (V) (video "All This Time") ∼ Book of Dreams: 'Welcome to Crateland' (1994) ∼ The Crow (1994) ∼ Songlines (1989) (V) (video "Mysteries of Love") ∼ Spirits of the Air, Gremlins of the Clouds (1989) ∼ Spineless (1987) ∼ Strange Residues (1981) ∼ Groping (1980)

6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film Isaac Asimov: Biografia e bibliografia Asimov nasce il 2 gennaio 1920 a Petrovich, una cittadina dell'allora nascente Unione Sovietica vicino Smolensk. I genitori, armeni-ebrei, decidono di trasferirsi nel 1923 in America, giungendo a New York, dove si stanziano. Asimov vivrà infatti per quasi tutta la vita nella Grande Mela, tra Brooklyn e Manhattan. Vive con i genitori, la sorella Marcia e il

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fratello minore Stanley. Il padre Judah gestisce un negozio di dolciumi e riviste, ed è qui che Asimov legge le prime pubblicazioni di fantascienza innamorandosene. A undici anni inizia la creazione di un romanzo pseudo-fantasy, che non concluderà ("avrei anticipato Tolkien e Il Signore degli Anelli", scriverà poi) mentre il primo racconto, "Marooned off Vesta", uscirà nel 1939 sulla rivista Amazing Stories, dopo che John Campbell (direttore della rivista Astouding) aveva rifiutato di pubblicare i primi tre racconti sottopostigli da Asimov. In quell'anno si laurea in chimica alla Columbia University, avendo frequentato un corso di rapido avanzamento scolastico che lo portò a diplomarsi nel '35. Nel 1942, assieme ai due importanti scrittori di fantascienza Robert Heinlein e L. Sprague Du Camp, viene assunto dai Cantieri Navali di Filadelfia, dove lavora come chimico. Nel 1948 ottiene il dottorato. In questo periodo Asimov inizia a scrivere i racconti che lo trasformeranno nel più celebre autore di fantascienza della storia. Nel 1941 esce infatti su Astouding di Campbell il primo racconto della serie della Fondazione. Inoltre, più o meno nello stesso periodo, nascono i primi racconti sui robot positronici con Robbie. Nel '51 si trasferisce nel Massachusetts, dove Asimov inizia a scrivere il suo primo romanzo: Paria dei Cieli. Non è facile, racconta Asimov, scrivere in quel periodo con due figli a cui badare, lo 'sfratto' nel corridoio della casa (le altre stanze servono alla moglie e ai bambini) e il gran freddo della regione. Ma ciononostante Asimov non si scoraggia e Paria dei Cieli, peraltro adattamento di un suo precedente racconto mai pubblicato Invecchia con me, è un grande successo, cosa che lo spinge all'attività di scrittore di romanzi più che di racconti. Nel '51 esce Il Tiranno dei Mondi (The stars, like Dust), opera tra le meno gradite dal proprio autore. Con l'uscita nel 1952 de Le Correnti dello Spazio si conclude il Ciclo dell'Impero. Asimov, comunque, non ha ancora sviluppato l'idea di collegare tutti i cicli in un unico, grande, affresco futuro. Divenuto ricercatore e in seguito professore associato alla Columbia University, Asimov inizia a scrivere sotto consiglio di un amico e collega il suo primo romanzo sui robot: Abissi d'Acciaio. E' un romanzo misto tra fantascienza, giallo e sociologia, che introduce due dei suoi personaggi meglio riusciti: l'investigatore Elijah Baley e il robot umanoide R.Daneel Olivaw. Nonostante il successo, è solo nel 1957 che Asimov decide di scrivere il secondo romanzo sui robot (con gli stessi personaggi del primo): Il Sole Nudo. Queste due opere sviluppano anche un concetto importante della letteratura asimoviana: le grandi città d'acciaio, completamente isolate dall'esterno e chiuse tra enormi pareti, già apparse nella serie della Fondazione. E' il trionfo del suo claustrofilismo: il suo amore per i luoghi chiusi e artificiali. Sempre negli anni '50 Asimov scrive la serie di Lucky Starr. Si trattava originariamente di sceneggiature per un telefilm che non venne girato, e i romanzi vennero dunque pubblicati come libri per ragazzi, inizialmente sotto lo pseudonimo di Paul French. In effetti, vi troviamo uno stile diversissimo da quello dell'Asimov che conosciamo. E' nel 1955 che pubblica il romanzo La Fine dell'Eternità. Rifiutato da tutte le riviste di genere e pubblicato direttamente in volume unico, La Fine dell'Eternità è considerato quasi all'unanimità il suo romanzo più originale e meglio scritto, e non a caso è diventato una vera pietra miliare nella fantascienza concernente i viaggi temporali. Nel 1958 Asimov abbandona la sua carriera alla Columbia University, sia per diverbi col nuovo rettore sia per dedicarsi maggiormente all'attività di scrittore. Diventa infatti scrittore a tempo pieno. In questi anni Asimov abbandona quasi totalmente la fantascienza. Oltre a un paio di racconti, il nostro Buon Dottore (suo soprannome ufficiale) si dedica sì alla scrittura a tempo pieno, ma di saggi scientifici e altro. Si tratta comunque di grandi successi. Asimov spiegò che il suo interesse per la scrittura di saggi scientifici fu dovuto al lancio dei russi

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del primo satellite artificiale. L'avvenimento era stato uno smacco per gli americani, che avevano tutta l'intenzione di dedicarsi in ogni modo alla 'corsa allo spazio', ormai divenuta una specie di moda. Asimov ne approfittò per pubblicare opere che trattavano di quei temi, ottenendo un grande successo. Negli anni '60 fu pubblicato un solo romanzo di fantascienza: Viaggio Allucinante. Il suo graditissimo ritorno alla fantascienza avviene nel 1972 grazie all'intervento del collega e amico Robert Silverberg. Dallo spunto datogli da questo scrittore nasce Neanche gli Dei, opera originalissima che tratta per la prima volta di esseri non umani. Il romanzo vince sia il premio Nebula che il prestigiosissimo premio Hugo. Asimov torna a vivere a New York nelle vicinanza del Central Park assieme. Nel 1977 Asimov ottiene i premi Nebula e Hugo per il suo racconto L'Uomo Bicentenario. Si tratta di uno dei suoi migliori racconti, che tra l'altro è stato trasportato al cinema alla fine

degli anni '90, ottenendo però uno scarso successo di critica e di pubblico. Sempre a proposito dei robot, nel 1982 esce I robot dell'Alba, seguito del Sole Nudo e ultimo romanzo in cui appare Baley. Nel 1985 la serie dei robot terminerà con I robot e l'Impero. Tornato a dedicarsi alla Fondazione, Asimov ottiene il premio Hugo nel 1982 per il suo L'Orlo della Fondazione, e l'anno dopo uscirà Fondazione e Terra. I suoi ultimi romanzi di successo risalgono alla fine degli anni '80: Destinazione Cervello, più o meno seguito di "Viaggio Allucinante" esce nel 1987, mentre l'ottimo Nemesis, un romanzo semplice ma scritto in modo eccellente, viene pubblicato nel 1989. E' in questo anno che Asimov contrae il morbo dell'AIDS per una trasfusione di sangue infetto. La malattia corroderà Asimov fino al 1992.

Egli la tiene nascosta agli occhi del pubblico, tanto che la sua morte viene spiegata come semplice crisi cardiaca. La verità sulla sua morte verrà diffusa dalla seconda moglie nel 2002. Nel 1992 Isaac Asimov ottiene il suo ultimo riconoscimento: un premio Hugo per il racconto Gold. Muore il 6 aprile 1992, per una crisi cardiaca dovuta alla malattia contratta quattro anni prima. In rispetto del suo ateismo, la salma viene cremata e le ceneri disperse. Postumo, esce nel 1993 l'ultimo romanzo della Fondazione, il mitico Fondazione Anno Zero. La morte di Asimov, come scrivono i più celebri autori di fantascienza nei giorni seguenti la sua scomparsa, lascia un vuoto incolmabile. Autore di oltre quattrocento opere, vincitore di ben 6 premi Hugo, insignito di 14 dottorati ad honorem da varie università, Isaac Asimov rimane nella leggenda della fantascienza come l'Autore con la A maiuscola. Le sue capacità inventive e narrative non sono mai state superate. Isaac Asimov: Le tre leggi della robotica e “Io,Robot”

1. Un robot non può recar danno e un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno. 2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che non contrastino con la Prima Legge. 3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge. E' così che si apre lo, Robot, una raccolta di nove brevi racconti fantascientifici con tematica principale una proiezione nel futuro dell'uomo con le sue creature, la sua scienza, la sua tecnologia, un

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libro proprio per questo motivo considerato da molti il fondamento della robotica. I racconti coprono nel complesso un periodo di circa cinquant'anni, da quando il colosso United States Robotics and Mechanical Men Corporation costruì i primi robot-balia, macchine ancora primordiali incapaci di parlare, capricciose e non del tutto efficienti, nulla di veramente eccezionale se paragonato ai giorni nostri, fino al sofisticatissimi robot degli ultimi racconti, rispetto ai quali tutti gli altri altro non sono che "ammassi di ferraglie" (come Asimov fa dire allo stesso Gregory Powell, co-protagonista di parte dei racconti, in Circolo vizioso). Ma considerare questo libro come una semplice opera di fantasia sarebbe sbagliato: perché l'opera fa senza dubbio riflettere sui veri intenti dell'autore, che in realtà parla, attraverso un mondo di bulloni e transistor, della natura degli uomini in carne ed ossa. Un sofisticato robot positronico, non è forse questo, nel profondo della mente, ciò che Donovan e Powell vorrebbero essere quando in Essere razionale si trovano al cospetto di Cutie, un robot sì testardo, ma con grandissimo acume mentale, se di vera mente si può parlare, con solo grandi certezze e nessun dubbio, un essere tanto sicuro di sé da autodefinirsi 'superiore'? O ancora, non vorrebbero essi assomigliare al robot telepatico RB-34, per evitare di soffrire per le altrui bugie, sapendo già da subito la verità, non dovendo far altro, per ottenerla, che scrutare nella mente dei proprio interlocutore? I robot di Asimov oltrepassano spesso il limite umano, sono più efficienti, instancabili, non temono nulla, perché sono stati programmati per fare quello che fanno. Che senso avrebbe allora costringere gli uomini a continuare a lavorare? I robot di Asimov, non sono soltanto una macchina dalla voce metallica: questo era quello che accadeva coi primi robot parlanti, ma poi, col loro progressivo e inarrestabile perfezionamento, essi assumono una voce umana, provano sentimenti umani, sono tanto simili all'uomo che diventa impossibile distinguere un uomo da un robot (come in La prova). La previsione di un vecchio impiegato a inizio libro si avvera: i robot giungono effettivamente a svolgere prima tutti i lavori manuali più pesanti, poi anche quelli più leggeri, ed agli uomini non restano che compiti di controllo delle attività dei robot, di sviluppo di nuovi prototipi sempre più funzionali, di - come nel caso dei nostri due protagonisti Powell e Donovan - sperimentazione dei nuovi modelli. Verrebbe allora da pensare che tutto ciò può diventare umiliante nei confronti del genere umano: ma non è così, né può esserlo, perché per la Prima Legge della Robotica “Un robot non può recare danno ad un essere umano, né fisico né morale”. Per questo si è scelto di affidare ai robot anche l'economia mondiale: perché essi riescono o riusciranno, attraverso decisioni inintelligibili dalla limitata mente umana, a far muovere l'economia mondiale verso ciò che è meglio per l'intera umanità, dovesse anche essere una civiltà contadina o pastorale, con meno cultura e meno affollamento. In tal caso le macchine dovrebbero muoversi in quella direzione, ma senza dircelo, perché noi, nella nostra ignoranza piena di pregiudizi, accettiamo solo ciò a cui siamo abituati e quindi ci opporremo a qualsiasi cambiamento, per evitare qualunque genere di conflitto interno. «E' orribile!» dice Susan Calvin. «Forse invece è fantastico», risponde Stephen «Pensate che da ora in poi tutti i conflitti saranno evitabili. Solo le Macchine saranno inevitabili».