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1 | Pagina Caritas Diocesana DI REGGIO EMILIA GUASTALLA Reggio Emilia, 1 settembre 2012 Spett.le Direzione della Scuola Materna Parrocchiale Oggetto: Proposta didattica Avvento Caritas 2012 Nella nostra diocesi è tradizione consolidata, oltre che fortemente voluta dal nostro Vescovo, la proposta di dedicare il periodo liturgico dell’Avvento a un impegno particolare nella carità. Per la nostra Caritas diocesana, l’Avvento Caritas è un periodo privilegiato dove sensibilizzare al tema della carità le comunità cristiane. L’intenzione educativa è alla base delle attività che proponiamo nel periodo di Avvento. Anche la raccolta fondi destinata alle nostre opere segno (Centro di Ascolto, mensa, dormitorio, ambulatorio, ecc.) è volta alla sensibilizzazione delle persone ai temi legati alla povertà e marginalità in cui tanti nostri fratelli si ritrovano a vivere. Anche quest’anno proponiamo alle Scuole Materne Parrocchiali aderenti alla Fism un’iniziativa denominata “caro amico ti scrivo” la cui scheda progetto, con i relativi allegati, viene spedita insieme alla presente lettera di presentazione. Quest’anno la Caritas diocesana ha deciso di riflettere tutto l’anno sul tema della prossimità e vicinanza. Quindi auspichiamo che i nostri bimbi possano affrontare questo tema e, in modo molto semplice e non intrusivo, coinvolgano anche i loro genitori. Non è secondario anche l’intento della raccolta fondi a cui possono contribuire i bambini e le loro famiglie a sostegno delle attività della Caritas diocesana sul territorio. Attraverso questo progetto, riusciamo anche a contribuire alla missione diocesana del Madagascar, utilizzando materiale prodotto in loco e importato e commercializzato dalla Cooperativa Ravinala di Reggio Emilia. In allegato troverete: lettera di presentazione della FISM la scheda progetta con la specifica dell’attività proposta allegato 1) canzone per la lettera a Gesù bambino allegato 2) descrizione lavorazione carta “papier antaimoro” allegato 3) cos’è la coop. Ravinala allegato 4) lettera figlio artigiano carta “papier antaimoro” allegato 5) servizi caritas allegato 6) lettera da un bambino del Madagascar allegato 7) proposte del Granello Di Senapa È possibile scaricare tutto il materiale a colori sul sito internet www.caritasreggiana.it oppure richiederne copia in segreteria. Nel caso in cui la vostra scuola, o solo alcune classi, vogliono aderire al progetto vi chiediamo di compilare la scheda di adesione al progetto e restituircela entro venerdì 9 novembre 2012 chiedendo di Matteo Gandini (tel. 0522 922520 fax. 0522 922552 e-mail: [email protected]). Il Direttore

scheda progetto con allegati - caritasreggiana.it · spedita insieme alla presente lettera di presentazione. Quest’anno la Caritas diocesana ha deciso di riflettere tutto l’anno

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Caritas Diocesana

DI REGGIO EMILIA – GUASTALLA

Reggio Emilia, 1 settembre 2012

Spett.le Direzione della Scuola Materna Parrocchiale

Oggetto: Proposta didattica Avvento Caritas 2012 Nella nostra diocesi è tradizione consolidata, oltre che fortemente voluta dal nostro

Vescovo, la proposta di dedicare il periodo liturgico dell’Avvento a un impegno particolare nella carità.

Per la nostra Caritas diocesana, l’Avvento Caritas è un periodo privilegiato dove sensibilizzare al tema della carità le comunità cristiane. L’intenzione educativa è alla base delle attività che proponiamo nel periodo di Avvento. Anche la raccolta fondi destinata alle nostre opere segno (Centro di Ascolto, mensa, dormitorio, ambulatorio, ecc.) è volta alla sensibilizzazione delle persone ai temi legati alla povertà e marginalità in cui tanti nostri fratelli si ritrovano a vivere.

Anche quest’anno proponiamo alle Scuole Materne Parrocchiali aderenti alla Fism un’iniziativa denominata “caro amico ti scrivo” la cui scheda progetto, con i relativi allegati, viene spedita insieme alla presente lettera di presentazione.

Quest’anno la Caritas diocesana ha deciso di riflettere tutto l’anno sul tema della prossimità e vicinanza.

Quindi auspichiamo che i nostri bimbi possano affrontare questo tema e, in modo molto semplice e non intrusivo, coinvolgano anche i loro genitori.

Non è secondario anche l’intento della raccolta fondi a cui possono contribuire i bambini e le loro famiglie a sostegno delle attività della Caritas diocesana sul territorio. Attraverso questo progetto, riusciamo anche a contribuire alla missione diocesana del Madagascar, utilizzando materiale prodotto in loco e importato e commercializzato dalla Cooperativa Ravinala di Reggio Emilia.

In allegato troverete: • lettera di presentazione della FISM • la scheda progetta con la specifica dell’attività proposta • allegato 1) canzone per la lettera a Gesù bambino • allegato 2) descrizione lavorazione carta “papier antaimoro” • allegato 3) cos’è la coop. Ravinala • allegato 4) lettera figlio artigiano carta “papier antaimoro” • allegato 5) servizi caritas • allegato 6) lettera da un bambino del Madagascar • allegato 7) proposte del Granello Di Senapa

È possibile scaricare tutto il materiale a colori sul sito internet www.caritasreggiana.it

oppure richiederne copia in segreteria. Nel caso in cui la vostra scuola, o solo alcune classi, vogliono aderire al progetto vi

chiediamo di compilare la scheda di adesione al progetto e restituircela entro venerdì 9 novembre 2012 chiedendo di Matteo Gandini (tel. 0522 922520 fax. 0522 922552 e-mail: [email protected]).

Il Direttore

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Gianmarco Marzocchini FISM FEDERAZIONE ITALIANA SCUOLE MATERNE Via Prevostura 4 Regio Emilia Tel. 0522 430936 e-mail [email protected] Alle coordinatrici delle attività educative e didattiche delle scuole dell’infanzia FISM di Reggio Emilia Oggetto: progetto AVVENTO Caritas Reggio Emilia 31 agosto 2012 Carissime,

anche per questo anno scolastico insieme ai responsabili della formazione della CARITAS reggiana desideriamo proporvi un progetto di collaborazione dedicato al periodo d’AVVENTO.

Il tema di questo anno è particolarmente interessante, riguarda la carità e l’accoglienza e la capacità empatica di entrare in relazione con le persone in difficoltà.

In allegato troverete la lettera di presentazione del progetto della Caritas, la scheda di progetto e alcuni semplici materiali didattici.

Grazie per la vostra disponibilità a collaborare con queste istituzioni, sentirci parte di un unico grande progetto educativo è un obiettivo fondamentale di queste iniziative.

Un caro saluto

Margherita Bonacini

PS Per quanto riguarda le adesioni troverete indicazioni e tempistica nella lettera allegata.

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SCHEDA PROGETTO AVVENTO

“caro amico ti scrivo”

Motivazioni: La Caritas ha come linea guida l’educazione e la formazione ai temi della carità, tale intento deve essere realizzato partendo già dai bambini più piccoli con l’aiuto e la collaborazione attiva delle loro famiglie. La motivazione di questo progetto è la realizzazione di tale obiettivo statutario.

Obiettivi: L’obiettivo principale è quello di avvicinare i bambini al concetto di prossimità. La scuola di oggi è sempre più un luogo di incontro di bambini che provengono da culture, ceti sociali, religioni, ecc. differenti. Si vuole arrivare a far capire l’importanza di ogni singola persona, di ogni singolo bambino indipendentemente dalle sue caratteristiche e dalla sua condizione economica. Si vuole aiutare a capire che se un individuo ha bisogno siamo chiamati ad un atteggiamento empatico e dobbiamo cercare di aiutare la persona in difficoltà.

Attività: il progetto che abbiamo pensato è scandito in diverse fasi. Il progetto può essere svolto nella sua interezza oppure gli insegnanti possono decidere di utilizzare solo alcune delle attività proposte, oppure cambiarne l’ordine, a seconda delle esigenze. Anche i tempi di svolgimento delle attività verranno decisi dagli insegnanti che potranno scegliere, in base alle proprie esigenze, su cosa concentrarsi di più e dove spendere più o meno. Ogni fase da noi presentata può essere svolta in una giornata oppure può essere approfondita in più momenti di lavoro. Il progetto vuole fornire una traccia di lavoro per ragionare con i bambini sul tema della prossimità (in una forma adatta e comprensibile ai bimbi); gli insegnanti possono poi, con la loro esperienza e le loro idee, arricchire il progetto di ulteriori stimoli ed elementi. Dovrebbe rimanere ferma, nella progettazione, la raccolta delle offerte da devolvere alla Caritas per sostenere le sue opere segno. Le fasi del progetto sono le seguenti:

1)La storia di Abramo

2)Risposta dei bambini

3)Arrivo e lettura della lettera di un bambino povero

4)Raccolta delle buste

5)Prossimità (amore)

6)L’album dei ricordi

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1) LA STORIA DI ABRAMO

Segno visivo in sezione: un cestino con del pane

Il Vescovo ha scelto come personaggio biblico di quest’anno Abramo. Abramo è una figura importante che può affascinare anche i bambini, utilizzando delle teatralizzazioni, delle narrazioni, delle produzioni di disegni, ecc. In modo particolare consigliamo di lavorare sul brano delle querce di Mamre che riprende molto bene il concetto dell’attenzione all’altro, del mettersi al suo posto (empatia), ecc. Riportiamo qui di seguito il passo biblico:

Conferma della nascita d'Isacco Eb 13:2 (Ge 21:1-7; 2R 4:12-17) Gv 14:23 18:1 Il SIGNORE apparve ad Abraamo alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della sua tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Abraamo alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano davanti a lui. Come li ebbe visti, corse loro incontro dall'ingresso della tenda, si prostrò fino a terra e disse: 3 «Ti prego, mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo! 4 Lasciate che si porti un po' d'acqua, lavatevi i piedi e riposatevi sotto quest'albero. 5 Io andrò a prendere del pane e vi ristorerete; poi continuerete il vostro cammino; poiché è per questo che siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa' pure come hai detto». 6 Allora Abraamo andò in fretta nella tenda da Sara e le disse: «Prendi subito tre misure di fior di farina, impastala e fa' delle focacce». 7 Poi Abraamo corse alla mandria, prese un vitello tenero e buono e lo diede a un suo servo, il quale si affrettò a prepararlo. 8 Prese del burro, del latte e il vitello che era stato preparato, e li pose davanti a loro. Egli se ne stette in piedi presso di loro, sotto l'albero, e quelli mangiarono. 9 Poi essi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?» Ed egli rispose: «È là nella tenda». 10 E l'altro: «Tornerò certamente da te fra un anno; allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Sara intanto stava ad ascoltare all'ingresso della tenda, che era dietro di lui. 11 Abraamo e Sara erano vecchi, ben avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne. 12 Sara rise dentro di sé, dicendo: «Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!» 13 Il SIGNORE disse ad Abraamo: «Perché mai ha riso Sara, dicendo: "Partorirei io per davvero, vecchia come sono?" 14 Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE? Al tempo fissato, l'anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio». 15 Allora Sara negò, dicendo: «Non ho riso»; perché ebbe paura. Ma egli disse: «Invece hai riso!»

Vi segnaliamo il passo parallelo che viene segnalato: Eb 13:2

“non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli”

2) RISPOSTA DEI BAMBINI

Segno visivo in sezione: una carta da lettere su un leggio

Le maestre aiutano i bambini a riflettere sul fatto che Abramo ha accolto la relazione con i tre visitatori, per lui queste persone erano importantissime, come Dio. Ha fatto di tutto per essere gentile e questo ha permesso a lui di sapere che in futuro avrebbe avuto un bambino. Così come ha

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fatto Abramo siamo chiamati a fare anche noi. Sarebbe bello se sfruttassimo questo Natale per consolidare o costruire tante relazioni, considerare le persone che ci circondano importanti come Dio. Ci sono tanti modi per far ciò, uno di questi è scrivere delle lettere. A chi si possono scrivere queste lettere?

1) La lettera di auguri di buon Natale ai propri genitori

2) La lettera di auguri di buon Natale ad altre persone che i bambini individuano (nonni, parenti, amici, ecc.)

3) La lettera di buon Natale da scambiare tra i compagni di classe nelle sezioni dei più grandi (ovviamente tutto guidato dall’insegnante che decide le coppie per non escludere nessuno).

4) La lettera a Gesù bambino (visto che va di moda solo quella a Babbo Natale), dove ci si impegna a crescere con cuore più buono e dove ogni bambino “scrive” (dicendolo alla maestra) le proprie promesse e impegni (es. non farò più i capricci, obbedirò al papà e alla mamma, ecc.). Uno strumento utile per questa attività potrebbe essere la canzone “Caro Gesù ti scrivo” (di cui all’ALLEGATO 1 ) riportiamo il testo e il video della canzone può essere facilmente reperibile su internet.

5) La lettera a un bimbo povero (VEDERE PAGINE SUCCESSIVE DEL PRESENTE PROGETTO)

6) ecc.

Lo sforzo che fa Abramo non lo si concretizza solo scrivendo delle lettere ma anche in altri modi, vediamo quali:

1) Le buste che vi chiediamo di usare non sono buste normali ma si può dire ai bambini che sono speciali. Non sono come le nostre bianche e liscie, sono fatte con un materiale speciale che si chiama “papier antaimoro” (ALLEGATO 2 e sito www.caritasreggiana.it)) e vengono da un paese lontano lontano che si chiama Madagascar (vedere sito www.caritasreggiana.it) che si trova in Africa. Si fa presente che il Madagascar è uno dei paesi più poveri al mondo. Queste buste vengono fatte da delle famiglie povere che in questo modo riescono a mantenersi. La cooperativa Ravinala (ALLEGATO 3 e vedere sito www.caritasreggiana.it) si preoccupa di andare da queste

famiglie, prendere le buste e poi portarle in Italia per venderle. Quindi si può spiegare ai bambini che anche l’utilizzo di questo tipo di busta è un modo per essere accoglienti, per voler bene a delle altre persone che sono meno fortunate di noi. Poi si legge la storia del figlio di un artigiano di RTM che produce

queste buste (ALLEGATO 4). Vi può essere anche l’opportunità di chiamare un testimone che è stato in Madagascar per descrivere meglio e in modo più affascinante il paese africano (ci si può rivolgere al Centro Missionario Diocesano tel. 0522/436840). Un’avvertenza: il materiale con cui è fatta questa busta è molto particolare e non vanno bene tutti i tipi di pennerelli o altro (tempere, ecc.). Il nostro consiglio è quello di fare tutto il lavoro su un foglio di carta normale della grandezza della busta da inserire all’interno.

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2)La Caritas offre queste buste gratuitamente e chiede in cambio da parte dei genitori un’offerta libera per la mensa e il dormitotorio (ALLEGATO 5 e vedere sito www.caritasreggiana.it) solo come parametro libero e indicativo indichiamo in 3 euro il possibile contributo per ogni carta da lettere (biglietto Antaimoro). Quindi domandiamo ad ogni scuola materna di raccogliere le offerte e di indirizzarle alla Caritas.

Alla fine le buste vengono divise per le varie destinazioni. La fantasia in questo caso può essere lasciata a briglia sciolta. Per esempio le buste per i genitori potrebbero essere consegnate in un momento particolare (es. laddove viene svolta la recita di natale), le buste per Gesù potrebbero essere consegnate in un piccolo momento di preghiera in chiesa con il parroco, ecc.

Di tutte le destinazioni delle lettere citate precedentemente riprendiamo la n.5

3) ARRIVO E LETTURA DELLA LETTERA DI UN BAMBINO POVERO

Segno visivo in sezione: una cassetta delle lettere rossa

In sezione un giorno arriva un postino per recapitare una lettera (ALLEGATO 6) Il postino afferma che la lettera gli è stata data da un bambino povero del Madagascar che gli ha chiesto di mandarla a dei bambini italiani. La lettera contiene una testimonianza di un bambino che racconta se stesso, la sua esperienza, le sue gioie e le sue fatiche vivendo in una condizione di indigenza. Dopo aver letto la lettera si lavora con i bambini provando a immaginare il volto di questo bambino, la sua casa, quello che mangia, ecc. E’possibile ricostruire in sezione alcune delle cose che vengono descritte nella lettera. Un’altra cosa che si può fare è valorizzare la lettera stessa appendendola ad una parete in modo tale che i bambini possano sempre vederla. Con i bambini si può ragionare sul fatto che normalmente quando qualcuno ti scrive gli si risponde, è bello rispondere perché così dici a qualcuno che gli vuoi bene. Così si inizia a predisporre la risposta. Le metodologie per costruire la risposta possono essere varie. Potrebbe essere interessante coinvolgere ogni bambino in una sua personale risposta che sia il frutto di un suo elaborato. Si può far disegnare i bambini oppure riportare i loro pensieri. Anche in questo caso la fantasia la fa da padrona.

4) RACCOLTA DELLE BUSTE

Segno visivo in sezione: un cestino elegante dove i bimbi ripongono le loro buste

Un giorno, in sezione, quando tutti hanno finito di scrivere la lettera arriva Babbo Natale con il sacco vuoto. Ai bambini si chiede che differenze vedono rispetto a un Babbo Natale “normale”. Quando notano che il sacco è vuoto gli si chiede secondo loro perché, cosi si arriva insieme alla conclusione che questo Babbo Natale non porta i doni ma viene a prendere le lettere per portarle al bimbo povero. Non è necessario che ci sia proprio la figura di Babbo Natale, si può lavorare per esempio solo su un sacco di iuta vuoto. Ai bambini si chiede come si sono sentiti, se si sono sentiti privati di qualcosa, se sono tristi oppure contenti, se ha fatto loro piacere donare oppure se preferivano ricevere. Si riflette che questo è un Babbo Natale fatto per ricevere e non per dare. Poi si può immaginare la scena di quando Babbo Natale arriva dal bimbo che ha scritto la lettera. Cosa sarà successo, quali gioie avrà provato, ecc.

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5) PROSSIMITA’ (AMORE)

Segno visivo in sezione: un cuore che rappresenta l’amore

Si chiede ai bambini se vogliono bene all’ amico che per cui hanno preparato la lettera. Se i bambini rispondono sì allora gli dice che questo si chiama amore, è quello che ha provato Abramo per i tre ospiti. E’ una cosa strana perché c’è ma non si vede. Se non lo vediamo non vuole dire che non c’è. Per farlo capire meglio ai bambini si può fare l’esempio del sale. Il sale c’è. Però se lo si scioglie nell’acqua non si vede più ma continua ad esserci, infatti l’acqua è salata (provate a berla). Questa è una attività che può essere svolta tranquillamente davanti ai bambini. Così è l’amore, c’è ma non si vede.

6) L’ALBUM DEI RICORDI

segno visivo in sezione: esposizione su un leggio dell’album dei ricordi in un luogo visibile

Come attività trasversale vi può essere quella “dell’album dei ricordi”. Questa consiste in un album di foto trasformabile in un diario di bordo all’interno del quale possono essere riportati tutti i passaggi del percorso compiuto. Il diario di bordo può essere compilato di volta in volta con l’ausilio dei bambini chiedendo loro cosa mettere e cosa ricordare. Esso descrive i singoli passaggi che vengono compiuti. Anche l’album è costruito con la carta Antaimoro e quindi vale tutto quanto detto per le lettere e le buste, (anch’esso è commercializzato dalla Ravinala). Anche in questo caso l’album è offerto dalla Caritas ma chiediamo alla scuola materna di contribuire con una donazione per sostenere le attività caritative.

7) OPPORTUNITA’ OFFERTE DAL GRANELLO DI SENAPA

Il Granello di Senapa è un coordinamento diocesano nato nel 2001 con l’obiettivo di proporre momenti formativi sul territorio diocesano sulle tematiche trasversali l’impegno delle diverse

organizzazioni che ne fanno parte. Il Granello di Senapa è formato da cinque uffici pastorali della Diocesi di Reggio Emilia (Caritas Diocesana, Centro Missionario Diocesano, Ufficio Catechistico, Servizio di Pastorale Giovanile, Ufficio di Pastorale Scolastica) in collaborazione con la cooperativa Ravinala e l’ong Reggio Terzo Mondo. Il Granello di Senapa è caratterizzato dalla visione comune di alcuni fenomeni socio-culturali del nostro tempo e dal desiderio di

testimoniare e di proporre valori, scelte e stili di vita rispettosi della voce di ogni persona, responsabili del destino dell’umanità e attenti all’ambiente e al territorio.

Il Granello di Senapa si rende disponibile a fornire dei laboratori (ALLEGATO 7) che integrano e completano le attività proposte nelle pagine precedenti. Sono un’opportunità offerta ad ogni scuola materna la quale può cogliere l’opportunità di approfondire le tematiche trattate.

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ALLEGATO 1: canzone per lettera a Gesù bambino

Caro Gesù ti scrivo (“Zecchino d’oro” 1997 - musica e testo: M. Piccoli)

Caro Gesù ti scrivo per chi non ti scrive mai, per chi ha il cuore sordo bruciato dalla vanità, per chi ti tradisce per quei sogni che non portano a niente, per chi non capisce questa gioia di sentirti sempre amico e vicino. Caro Gesù ti scrivo per chi una casa non ce l'ha, per chi ha lasciato l'Africa lontana e cerca un po' di solidarietà, per chi non sa riempire questa vita con l'amore e i fiori del perdono, per chi crede che sia finita, per chi ha paura del mondo che c'è e più non crede nell'uomo. Gesù ti prego ancora: vieni a illuminare i nostri cuori soli, a dare un senso a questi giorni duri, a camminare insieme a noi. Vieni a colorare il cielo di ogni giorno, a fare il vento più felice intorno, ad aiutare chi non ce la fa... Caro Gesù ti scrivo perché non ne posso più di quelli che sanno tutto e in questo tutto non ci sei tu, perché voglio che ci sia più amore per quei fratelli che non hanno niente, e che la pace, come il grano al sole, cresca e poi diventi pane d'oro di tutta la gente. Gesù ti prego ancora: vieni a illuminare i nostri cuori soli, a dare un senso ai giorni vuoti e amari, a camminare insieme a noi. Vieni a colorare il cielo di ogni giorno, a fare il vento più felice intorno, ad aiutare chi non ce la fa... Signore vieni! Signore vieni!

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ALLEGATO 2: descrizione lavorazione carta “papier antaimoro”

La carta da lettere che verrà donata ai vostri bambini è realizzata con Carta Antaimoro

La carta Antaimoro, comunemente detta carta di riso sebbene di riso non abbia proprio nulla, prende il suo nome da un gruppo etnico che vive sulla costa est del Madagascar. Questo tipo di artigianato non è tipico del Madagascar ma proviene dal popolo arabo approdato casualmente sulla costa est dell'isola. Questo piccolo gruppo arabo spinto dalla necessità di trascrivere i versetti del corano per poterli trasmettere, trova un arbusto, l'avoha, con la cui corteccia si poteva ottenere una carta simile alla pergamena. La popolazione Antaimoro, fortemente influenzata dalla popolazione araba, apprese l'arte di fabbricare la carta che ora è diffusa in diverse zone del Madagascar. In particolare furono poi i Betsileo (una delle etnie che popolano il Madagascar) che la svilupparono in senso commerciale.

La lavorazione della carta Antaimoro si articola in diverse fasi.

Inizialmente la corteccia dell'avoha viene fatta bollire in grosse pentole, dopo di che viene pestata con grossi martelli in legno oppure nei mortai sempre di legno.

Le grosse palle di impasto che si ottengono vengono sciolte all'interno di una cornice-telaio con un graticcio che galleggia in una vasca piena d'acqua. L'acqua viene aggiunta finche la pasta non si è completamente sciolta ed uniformemente distribuita sul telaio.

Il telaio con la carta ancora impregnata d'acqua, viene deposto sui banchi di lavoro dove le donne la adornano con petali, foglie e ramoscelli, avendo cura di continuare a

bagnare la superficie con l'acqua gommosa residuata, per fare aderire il tutto in un foglio uniforme.

Infine il telaio viene posto ad asciugare al sole e al chiaro di luna, dopo di che il foglio è pronto per essere staccato dal telaio ed utilizzato. Al termine di queste operazioni la carta ha un colore leggermente giallognolo, mentre i fiori conservano la loro naturale lucentezza.

A volte il lavoro termina qui, quando si tratta ad esempio di bigliettini o di poster.

In altri casi i fogli ottenuti vengono utilizzati per produrre scatole di diversa dimensione, buste, bomboniere, album portafoto, quaderni, cornici e qualunque altro prodotto venga elaborato dalla creatività dei produttori.

Attualmente i gruppi artigianali specializzati nella lavorazione del papier Antaimoro, coinvolti nel progetto di sviluppo per l'artigianato (promosso da R.T.M. e Ravinala) e a cui la cooperativa Ravinala assicura un lavoro annuale, sono 2 entrambi

residenti nella capitale, Antananarivo.

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ALLEGATO 3: che cos’è la Ravinala

Cosa sono le Botteghe

Non è uno shopping center, non è un negozio normale. Prego, accostati alla vetrina, fai il tuo primo passo ed ora puoi entrare in una bottega. Una bottega del Mondo ha un sapore antico fatto di mestieri e di arti tramandate, dove gli oggetti hanno non solo un valore ma una voce..ascoltali.. ti parleranno di viaggi, lingue lontane, musiche, colori e culture.

Ogni Bottega, un microcosmo in armonia. Non ci sono altri luoghi così in Italia, ogni bottega del Mondo ha un suo carattere, un suo stile distintivo. Perché? Perchè ogni negozio è diverso dall’altro, perché dentro c’è il cuore di chi l’ha costituito e il cuore si sa è diverso per ogni essere vivente. E se ti chiederai come poter riconoscere una Bottega del Mondo, ti consigliamo di chiedere a chi la vive, saprà darti suggerimenti e spiegazioni forse non comprerai nulla ma uscendo avrai di sicuro imparato qualcosa!

Progetti attivati

La Bottega del Mondo vive di progetti di artigianato e alimentari del Sud del Mondo..

I Progetti. Un progetto di cooperazione internazionale per entrare nel circuito del commercio equo deve rispondere ad un codice comportamentale, organizzativo, economico. Per progetto si intende un cammino comune, che nel Sud del mondo significa lavoro pagato secondo il valore effettivo (non sempre valore effettivo e valore di mercato coincidono nella nostro sistema economico), rispetto dei lavoratori, accesso al credito. Il cammino comune al nord del mondo significa consumo consapevole, informazione. La pianificazione Nord-Sud permette di creare un continuo flusso di conoscenza, sotto l’egida della reciprocità e della crescita..

Cos’è il commercio equo-solidale?

Prezzo trasparente, riduzione dei passaggi di intermediazione commerciale, reinvestimento dei profitti in progetti, logica della sostenibilità e continuità. Questi sono solo alcuni dei criteri su cui si vigila per poter offrire al pubblico un progetto equo solidale doc. Il commercio equo è un modo diverso di scambiare beni e servizi, una modalità in cui il denaro, che regola il sistema, torna ad essere uno strumento, una modalità di pagamento ma non il vincolo per il commercio stesso. Prima di chiedere: quanto costa? Ti chiederai..da dove viene? Come è stato realizzato? . Infatti la vera essenza del commercio è il prodotto, in tutta la sua ricchezza di significati, di storie.

La cooperativa sociale Ravinala

La cooperativa sociale Ravinala nasce nel 1987 da un gruppi di persone da anni impegnate in progetti di volontariato internazionale.

Facendo propri i principi del Commercio Equo e Solidale, Ravinala vuole essere strumento di sensibilizzazione e informazione presso il consumatore di un modo altro di costruire relazioni, dove a prevalere non è la logica del profitto ma della giustizia. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.ravinala.org

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ALLEGATO 4: lettera figlio artigiano carta “papier antaimoro”

Ciao Bambini, mi chiamo Bao Theodille e ho 10 anni. Frequento la scuola primaria e sono la prima di 5 fratelli. Il più piccolo, Rakoto Francois ha soltanto 7 mesi. È bellissimo.

Abito in Madagascar, quella grande isola che nel mappamondo vedete di fianco all’Africa. Vivo nella periferia di Antananarivo, la capitale, ma non pensate che la mia città sia come le vostre. Le case del nostro quartiere sono quasi tutte capanne fatte di legno e lamiera, nessuno ha l’acqua corrente e anche la luce c’è solo nella strada principale e in qualche posto pubblico.Le nostre case sono sane e abbiamo anche un pozzo con l’acqua e un gabinetto, e presto avremo anche la luce elettrica.

Il mio papà e la mia mamma si chiamano Jean Aimè e Rasoloa e sono artigiani. Producono il Papier Antaimoro. Nel loro atelier, che è proprio dietro casa nostra, lavorano insieme anche tre dei miei zii e le loro famiglie. Abitiamo tutti vicini. Questo per noi ragazzi è molto bello perché così siamo sempre insieme e cresciamo da fratelli. In effetti nel mio paese i cugini si chiamano tutti fratelli, e gli zii sono tutti come fossero genitori. Insomma le nostre famiglie sono un po’ diverse dalle vostre. Sono famiglie grandi, da voi si chiamano allargate. E’ molto bello però e credo piacerebbe anche a voi. Significa avere sempre tanti “fratelli” con cui giocare, “sorelle” che possono aiutarti a fare i compiti, c’è sempre qualcuno pronto a consolarti e a darti una mano. Ci divertiamo molto insieme e abbiamo molto tempo per giocare.

Noi siamo fortunati. I nostri genitori lavorano per il commercio equo e solidale. La cooperativa Ravinala e la ong Reggio Terzo Mondo, che credo conosciate anche voi perché sono della vostra città, hanno fatto formazione ai nostri genitori, e li hanno aiutati a sviluppare nuovi prodotti e così ora la nostra famiglia ha sempre abbastanza lavoro e tutti noi ragazzi andiamo a scuola.

A volte aiutiamo i nostri genitori a raccogliere i fiori con cui decorano il papier, è divertente e qualche volta ci lasciano provare a fare qualche piccolo lavoro per noi. E’ anche un modo per imparare il lavoro che fanno i nostri genitori. Io però credo che da grande vorrei fare la maestra, nel mio quartiere ci sono tantissimi bambini che non vanno a scuola, che non sanno né leggere né scrivere e se facessi la maestra potrei insegnare a tutti. Leggere è una cosa bellissima, la mia maestra, che è una suora, mi ha regalato un libro bellissimo con tante foto e racconti della Francia ( noi infatti studiamo anche il francese) ma spero quando sarò più grande di imparare anche l’italiano. Il mio papà un po’ lo sa perché è stato in Italia ospite della cooperativa Ravinala e mi ha portato colori, quaderni e altre piccole cose del vostro paese. Dice che è molto bello, ma molto diverso da qui…. Chissà se un giorno anche voi potrete vedere il mio paese e io il vostro.

Se verrete qui sappiate che vi aspetto. Ciao Bao

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ALLEGATO 5: servizi caritas

DORMITORIO CARITAS

La Caritas Diocesana di Reggio Emilia – Guastalla, attraverso il suo Centro d’Ascolto delle Povertà, durante tutto il corso dell’anno dà l’opportunità a chi è in difficoltà abitativa di poter avere una accoglienza temporanea all’interno del proprio Dormitorio Diocesano, da quest’anno intitolato a Don Luigi Guglielmi (1945 – 1996), prete della nostra diocesi, già direttore della Caritas Diocesana e dell’Istituto di Musica e Liturgia. La struttura prevede la possibilità di n. 12 posti letto + n. 2 di emergenza per consentire a uomini italiani e stranieri (comunitari ed extracomunitari), già inseriti nel mondo del lavoro o in cerca di una prima occupazione, che hanno un disagio abitativo di poter essere accolti per due mesi (eventualmente prorogabili ad un terzo mese).

L’obiettivo è quello, attraverso l’accoglienza, l’ascolto ed il lavoro di rete, di orientare e accompagnare le persone alla ricerca di una stabilità abitativa il più possibile definitiva. Da sottolineare l’importante rapporto instaurato con i servizi sociali territoriali del nostro comune e della provincia, quelli ospedalieri, l’AUSL ed il Centro di Salute Mentale oltre al consolidare quello con i Centri d’Ascolto parrocchiali presenti in diocesi.

L’accoglienza serale viene seguita, attraverso il coordinamento e l’accompagnamento del Centro d’Ascolto, dalla comunità Caritas di studenti universitari, ragazzi in servizio civile e volontari.

Settimanalmente, l’equipe del Centro d’Ascolto Diocesano ha condiviso una trentina di richieste di accoglienza (arrivate anche a n. 40 nelle settimane più fredde e rigide dell’inverno) di persone in difficoltà abitativa. Molti stranieri regolari ed in aumento le persone italiane di mezza età che, causa crisi economica, hanno perso il lavoro. Si registrano inoltre situazioni di dipendenza da alcol e disagio psicologico relazionale. Spesso le persone in difficoltà non hanno una dimora fissa (stazione, macchina, …) vivono in situazioni precarie e inadeguate al limite della dignità (casolari abbandonati …) o in coabitazioni precarie dove devono contribuire economicamente alle spese. Terminato il periodo di accoglienza diverse persone trovano una collocazione da amici, qualcuno in autonomia grazie all’inizio di una attività lavorativa, altri in strutture comunali; c’è anche chi preferisce non comunicare il luogo di dimora successivo. In un paio di situazioni le persone accolte hanno maturato l’esigenza di fare rientro in patria.

MENSA CARITAS

DESCRIZIONE

La Mensa è un’opera segno della Caritas diocesana, che mostra concretamente cosa significa l’opera di misericordia: Dar da mangiare agli affamati. In accordo con la Mensa del Vescovo, la Mensa Caritas è aperta quando quella del Vescovo è chiusa. In questo modo ogni giorno è garantito un pasto caldo a chi ne ha necessità. Quanti accedono alla Mensa vengono accolti ed ascoltati dal Centro d’Ascolto (diocesano o parrocchiale) e ciò avviene attraverso un ascolto, un colloquio,un incontro personale da parte di operatori dedicati. Perché alla base di qualsiasi opera segno deve essere non tanto “l’erogazione di un

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servizio”, ma l’incontro, la presa in carico dell’altro in modo complessivo, con accoglienza e disponibilità.

PERSONE COINVOLTE La Mensa è completamente gestita da volontari. Il responsabile, Licinio Paterlini, con alcuni volontari fissi animano e incontrano le comunità parrocchiali, alcune scuole, gruppi di volontariato che, a rotazione, danno la loro disponibilità a portare avanti i vari servizi necessari. Ad ogni apertura sono presenti almeno 10/12 volontari per la preparazione del pasto e per il servizio.

TAPPE SIGNIFICATIVE DEL PERCORSO COMPIUTO IN QUESTI ANNI Gli inizi di questa splendida avventura vanno collocati in via del Carbone, in centro a Reggio Emilia, dove, su iniziativa di Don Luigi Guglielmi, allora direttore della Caritas diocesana, ebbe inizio una distribuzione del pranzo domenicale ai più bisognosi. Era il febbraio del 1994. L'idea portante di questa iniziativa era quella di coinvolgere i parrocchiani nello spirito della carità cristiana. Per questo l’apertura era prevista alla domenica, Perché la Messa festiva diventasse l’apertura alla carità, nella disponibilità al servizio. La Messa è finita? Non è finito proprio niente, è ora di cominciare, di tradurre l’Eucaristia nel servizio ai poveri. Si è partiti dall’Eucaristia. E’ l’Eucaristia che ci convoca per vivere la carità.

Fin dalle origini, il necessario per sfamare i bisognosi era fornito direttamente dai parrocchiani incaricati del servizio, arrivando a distribuire oltre 300 pasti; anche se nel tempo si assiste ad un progressivo calo nell'apporto delle parrocchie nel fornire persone disponibili e vettovaglie. Si vede che i frequentatori chiedono ben altro che la minestra: di essere conosciuti, ascoltati, di avere una ragione di vita, una speranza.

Per questo dall’esperienza della Mensa nasce l’idea di trovarsi una sera la settimana per leggere la Scrittura e bere il caffèlatte. Si cerca di creare uno “spazio” per far parlare la Parola, per ascoltare chi vuol parlare, per dare spazio allo Spirito. Ognuno può pregare nella sua lingua, nei suoi modi…

Era bello avere la Mensa in centro storico, era un mettere al centro della città i poveri, un’opera segno che vuole essere segno di vicinanza, premura, di presa di responsabilità, di animazione sul territorio.

Ma crescono le esigenze, la necessità di spazi più idonei per il servizio. Ed ecco il trasferimento da Via del Carbone a Via dell’Aeronautica, nel 2003.

La disponibilità nella nuova sede di spazi ed attrezzature più che idonee comporta anche una sostanziale modifica organizzativa delle persone impegnate nel servizio. Si passa dall’iniziale pranzo domenicale (quindi impegno per 52 pranzi ) all'attuale conferimento di pasti per circa 230 giorni (fornendo sia i pranzi, serviti, che le cene, consegnate in sacchetti a chi ne fa richiesta). La disponibilità delle parrocchie a fornire cibo e volontari, già in calo nell'ultimo periodo in via del Carbone, si è ulteriormente manifestata in questo nuovo scenario. I responsabili del servizio decidono quindi di promuovere un allargamento a singoli e gruppi non strettamente parrocchiali. Ogni anno la Mensa coinvolge ed ospita circa 4.000 volontari, di ogni età e provenienza. Nel tempo si consolidano alcuni gruppi di volontari che si alternano per raccogliere/selezionare/surgelare/ precucinare…

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ALLEGATO 6 / LETTERA DA UN BAMBINO DEL MADAGASCAR

Antananarivo Agosto 2012

Cari amici,

Manao ahona? Come state?Inona vaovao si maresaka? Che novità ci sono da voi?

Tsy misy vaovao! (QUESTO È IL SALUTO COMUNE).

…vi racconto qualcosa della mia vita.

Nel mio paese ci si saluta anche dicendo SALAMA che vuol dire come stai. Parlando con don Giovanni quello della folta barba nera, (ndr don Giovanni Ruozi è un missionario reggiano in servizio in Madagascar dal 2007), mi ha detto che nella vostra lingua, l’italiano, il mio saluto è un cosa che si mangia ed è molto buona: il salame. Mi ha detto che ce ne sono di due tipi: uno un po’ salato e uno dolce. A me piacerebbe mangiare quello dolce, ma la mia mamma non sa cosa sia.

I dolci che mangiamo noi sono il mofo bolina, frittelle di pasta con zucchero (bomboloni) che sono molto buoni.

Il mio nome è Heriniaina ma tutti mi chiamano Hery. Ho 8 anni e frequento la CP V. Non sono molto alto, ma neanche basso. Ho i capelli neri e gli occhi marroni. Mi piace molto giocare a pallone e spesso con i miei amici facciamo delle partite prima di andare a dormire. Anche a voi piace giocare a pallone? Nella foto che vi mando potete vedere dove gioco con i miei amici.

I miei compagni di squadra sono Andry Johonnah , Njaka, Guy Loarano, Nantenanina, Safidy, Max, Marc, Roméo.

Ho anche delle amiche che si chiamano Olivia, Aina, Erica, Lindah, Fitia, Sahondra,Vahatsoa Faneva, che sono anche le mie compagne di classe.

Io abito a Tanà che è la più grande città del Madagascar dove ci sono tante risaie. Lo sapete cosa sono le risaie? In Italia ci sono? Le risaie sono dei campi allagati dove crescono delle erbette che poi diventano piccoli chicchi di riso. Il riso poi viene portato nel magazzino vicino a casa e la mamma quando deve fare da mangiare ne va a prendere un po’ e poi lo cuoce. Il focolare è fatto da tre pietre su cui si appoggia la pentola e sotto si accende il fuoco. Aiuto la mamma perché vado con mia sorella Tsiry a prendere la legna nel bosco vicino alla nostra casa. Se non c’è legna non si mangia e noi bambini dobbiamo andarla a prendere tutti i giorni. I mie fratelli non ci vanno nel bosco perché loro sono già grandi ma vanno a pascolare le mucche nei campi e tornano molto tardi la sera e spesso io sono già a letto. La mia casa è in legno di Ravinala che si dice sia l’albero del viaggiatore. Ci sono tre stanze: la cucina, la camera dei maschi e quella delle femmine. La camera da letto e la stanza dove mangiamo. Anche il pavimento che è sollevato da terra è di legno. Il tetto è fatto di paglia perché così quando piove l’acqua non entra. Ci sono due porte e due finestre.

L’altro giorno sono andato a pescare e sono riuscito a pescare 3 pesci. Però prima di venire a casa ho perso la lenza perché si è slegata. Mio papà dovrà ricomprare il filo e l’amo, ma dovrà guadagnare i soldi!

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Nella mia famiglia siamo in sei il papà, la mamma, i mie due fratelli maggiori Haja e Didier, io Hery e mia sorella più piccola Tsiry. Andiamo a scuola solo noi due perché i miei fratelli non avevano tanta voglia di studiare e volevano lavorare. Ora fanno i guardiani di buoi. A me è un lavoro che non piace. Da grande vorrei fare il poliziotto.

Però ora devo studiare. A scuola, che si trova un po’ lontano (circa 4 Km) da casa mia, io e mia sorella andiamo a piedi. Partiamo alle 6,30 e alle 8 incominciamo la lezione che dura fino alle 12,00. Qualche volta mangiamo a scuola e poi la lezione continua anche al pomeriggio. Quando invece la scuola finisce a mezzogiorno tornando a casa mi fermo a giocare con i miei amici. La mamma però non vuole che restiamo in giro e se arriviamo tardi ci sgrida.

In classe siamo in 35 e a volte la maestra urla per farsi sentire. A scuola porto tutti i giorni il mio zainetto con dentro le cose che mi servono: 2 biro una rossa e una blu, 2 quaderni uno a righe e uno a quadretti e il sussidiario.

Il giorno di scuola più bello è il giorno della fine, perché non si deve più studiare e perché c’è la festa. Nel giardino della scuola vengono montate delle giostre, poi ci sono delle gare tra noi bambini e poi c’è la tombola e tanti giochi per tutti. Il gioco che mi piace di più è la carriola. Un mio amico mi tiene le gambe e io devo camminare con le braccia. Sono molto veloce e spesso vinciamo. Si finisce con il pranzo che è a base di riso, fagioli, spinaci e anche un po’ di carne che a casa mangio raramente. Finita la festa e si torna a casa.Quest’anno a scuola abbiamo fatto delle lezioni per imparare come ci si lava i denti, le mani prima di mangiare, ma anche come ci si difende dalle zanzare che portano una malattia che si chiama malaria che fa venire la febbre alta. È stato molto interessante anche se molte cose le sapevo già.

Quando sono a casa vado nel bosco a cercare i camaleonti. Ma da voi ci sono i camaleonti?

I camaleonti non si trovano facilmente perché si mimetizzano, ma io li trovo sempre. Gioco un po’ con loro poi li lascio liberi di tornare sugli alberi. Certe volte poi vado a cercare dei nidi di uccelli per vedere i piccoli, anche se è molto difficile perché bisogna arrampicarsi sugli alberi. Mio fratello più grande riesce ad arrampicarsi anche sulle palme più alte e riesce a prendere anche le noci di cocco. Io non ci riesco perché sono piccolo.

Però sono capace di andare in lakana (canoa) nel fiume. La lakana è una specie di barca che mio papà ha scavato in un tronco e con i remi si può attraversare il fiume da una riva all’altra. Mi piace molto andare in lakana specialmente con mio papà, perché lui che è molto forte, riesce ad andare molto veloce e riesce a portarmi in un isolotto di sabbia a fare il bagno. Ora che è agosto è inverno e fa molto freddo e non mi piace andare al fiume. Ci andremo a dicembre quando farà molto caldo. Poi proprio in quel periodo saranno maturi i leccii che crescono su giganteschi alberi. Per me è il frutto più buono del mondo. Si toglie la buccia esterna dentro c’è una dolce polpa bianca che dentro ha un nocciolo che non si mangia.

Cari amici d’Italia spero presto di leggere anche le vostre lettere. Se però non siete capaci di scrivere basterà fare un disegno in modo da capire com’è il vostro paese.

Il mio, è un paese bellissimo.

Ciao a tutti e come si dice da noi Veloma! Arrivederci!

Hery

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ALLEGATO 7: proposte del Granello di Senapa

Il Granello di Senapa si propone, per le scuole interessate, per realizzare uno o più laboratori integrativi del progetto “Caro amico ti scrivo”.

Laboratorio 1: NERINA

Obiettivo: mettersi nei panni dell’altro e provare empatia; accogliere chi è diverso da noi.

Svolgimento: viene narrata ai bimbi la storia di una pecora nera che è triste perché si sente diversa dalle altre, ma poi verrà accolta per quello che è. I bimbi potranno immedesimarsi nei personaggi della storia e rivivere emozioni e dialoghi.

Età consigliata: 3-4 anni

Durata del laboratorio: 1h e 30’

Laboratorio 2: COQUENA

Obiettivi: conoscere gli aspetti di una cultura diversa; mettersi nei panni dell’altro e provare empatia; accogliere chi è in difficoltà.

Svolgimento: viene narrata ai bimbi la storia di un pastorello del Perù, che pascola le sue capre e ne perde una… A seguire i bimbi si potranno immedesimare nei personaggi della storia e la recitazione terminerà con il ritrovamento di alcune monete da distribuire a tutti.

Età consigliata: 4-5 anni

Durata del laboratorio: 1h e 30’

Laboratorio 3: IL MERCANTE DI PERLE

Obiettivi: riflettere sulla differenza che esiste tra l’importanza che noi diamo alle cose e il loro valore reale; scoprire il vero senso della felicità; interiorizzare l’importanza dell’amicizia e della condivisione, dell’accoglienza e della gioia con l’altro.

Svolgimento: viene narrata ai bimbi la storia di un mercante di Gerusalemme ma senza l’ultima pagina per chiedere loro come poterebbe finire la storia. Ciascuno dirà ciò che è più prezioso per sé e poi i bimbi potranno immedesimarsi nei personaggi della storia e il messaggio condiviso sarà: la felicità non è tanto

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ricevere e avere cose preziose, ma è dare gratuitamente e condividere con gli altri

le proprie cose e goderne insieme.

Età consigliata: 5 anni

Durata del laboratorio: 1h e 30’

Laboratorio 4: IL VALORE DI UN DONO

Obiettivi: diventare consapevoli che un dono non ha un valore in sé ma ha il valore ed il significato che ad esso diamo, il dono è un segno d’augurio e spesso è accompagnato da un bigliettino ed è questo che lo rende davvero prezioso, proprio perché ci dice che in ogni dono che facciamo doniamo qualcosa di noi. Far riflettere i bambini sul fatto che, anche se non se ne rendono conto, loro posseggono già tanti doni e dovrebbero provare sempre un sentimento di gratitudine per tutte queste cose che invece molte persone non posseggono.

Svolgimento: il laboratorio si svolgerà attraverso una serie di giochi e dinamiche e si concluderà con lo scambio di alcuni piccoli doni.

Età consigliata: 5 anni

Durata: 1h e 30’

Laboratorio 5: BORSA MAGICA DEL MADAGASCAR

Obiettivi: conoscere un paese ed una cultura diversi, osservare immagini ed oggetti, riflettendo e commentandoli in gruppo, utilizzare e manipolare giocattoli insoliti, interessarsi a culture, popoli ed infanzie diversi.

Svolgimento: con i bambini si simulerà un viaggio aereo in Madagascar dove un animatore tirerà fuori da una “borsa magica” oggetti, giocattoli, spezie, fotografie da far vedere e toccare ai bambini per conoscere questo nuovo paese.

Età consigliata: 3-4-5 anni

Durata: 1h e 30’

Costo interventi: offerta libera

Per informazioni e prenotazioni: Chiara Spaggiari

0522/516163, [email protected]