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Wallenstein di Friedrich Schiller PROLOGO Recitato alla riapertura del Teatro di Weimar nell'ottobre del 1798 Il gioco ora comico ora tragico delle maschere, a cui sì spesso orecchio ed occhio docile porgeste, con affabile inclinazione, di bel nuovo in questa sala ci riunisce - ed ecco ch'essa s'è rinnovata: ne ha fatto l'arte un bel tempio sereno, mentre dai nobili colonnati ci parla un armonioso ed elevato spirito, movendo i sensi a solenni pensieri. Eppure, è questa tuttora la scena antica, culla di giovani energie, campo di tanti talenti in ascesa. Gli stessi noi siamo che dinanzi a voi con zelo e ardore si sono formati. C'era su questo palco un nobile maestro, il quale trascinava col suo genio creatore nelle alte sfere dell'arte. Possa la nuova dignità della sala attirare i più degni in mezzo a noi, esaudire una fulgida speranza che da tempo nutriamo. Emulazione desta il modello sublime e più alte leggi conferisce al giudizio. Così la nuova scena, in questa cerchia, sia testimone del talento perfetto. Ove potrebbe infatti preferire di saggiare le energie, rinnovellare e rinverdire la sua antica fama se non qui, dinanzi a un pubblico eletto, sensibile ad ogni incantesimo dell'arte e pronto ad afferrare il genio in ogni sua più fugace apparizione? Poiché rapida e senza traccia scorre oltre i sensi l'arte stupenda dell'attore, mentre l'opera dello scalpello, il canto del poeta ai millenni sopravvive. Qui la magìa muore insieme con l'artista; quando il suono dilegua dall'orecchio

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Wallensteindi Friedrich Schiller

PROLOGO

Recitato alla riapertura del Teatro di Weimar nell'ottobre del 1798

Il gioco ora comico ora tragicodelle maschere, a cui sì spesso orecchioed occhio docile porgeste, con affabileinclinazione, di bel nuovo in questasala ci riunisce - ed eccoch'essa s'è rinnovata: ne ha fattol'arte un bel tempio sereno,mentre dai nobili colonnati ci parlaun armonioso ed elevato spirito,movendo i sensi a solenni pensieri.

Eppure, è questa tuttora la scenaantica, culla di giovani energie,campo di tanti talenti in ascesa.Gli stessi noi siamo che dinanzia voi con zelo e ardore si sono formati.C'era su questo palco un nobile maestro,il quale trascinava col suo geniocreatore nelle alte sfere dell'arte.Possa la nuova dignità della salaattirare i più degni in mezzo a noi,esaudire una fulgida speranzache da tempo nutriamo. Emulazionedesta il modello sublimee più alte leggi conferisce al giudizio.Così la nuova scena, in questa cerchia,sia testimone del talento perfetto.Ove potrebbe infatti preferiredi saggiare le energie, rinnovellaree rinverdire la sua antica famase non qui, dinanzi a un pubblico eletto,sensibile ad ogni incantesimo dell'artee pronto ad afferrare il genioin ogni sua più fugace apparizione?

Poiché rapida e senza traccia scorreoltre i sensi l'arte stupenda dell'attore,mentre l'opera dello scalpello, il cantodel poeta ai millenni sopravvive.Qui la magìa muore insieme con l'artista;quando il suono dilegua dall'orecchioscompare anche l'effimera creazione,nulla di duraturo ne serba la gloria.Ardua è l'arte, fuggevole il premio,il postero all'attore non intrecciaghirlande: perciò con mano avara deveegli il presente cogliere, l'istantech'è suo sfruttare appieno; deveassicurarsi il favore dei contemporaneie costruirsi un monumento vivonell'animo dei più degni e dei migliori.

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Così ad anticipare l'immortalità riesce,giacché colui che ha soddisfatto i miglioridel proprio tempo, avrà vita in eterno.

L'era nuova che oggi s'iniziaper l'arte di Talìa su questa scena,anche il poeta rende audace, lo spingeabbandonando l'antico sentieroa trasportarvi dalla ristretta cerchiadella vita borghese in sfere più elevate,non indegne del momento solennein cui lottando ci muoviamo. Soloinfatti argomenti sublimipossono scuotere la natura umanaalle radici: in una cerchia angustasi fa angusto anche l'animo, l'uomocresce di quanto le sue mete crescono.

Ed ora, in questa fine di secolocosì severa, in cui la realtà stessapoesia diventa, in cui dinanzi agli occhiabbiamo la lotta di eminenti figureper un fine prezioso, e la contesaha per oggetto due grandi princìpiumani, potere e libertà, ora l'artevoli più alti può tentare, lo deveanzi, sulla scena della fantasia,se non vuole apparire immiseritadi fronte alla scena della vita.

In questi giorni, vediamo decaderele salde forme di antica convivenzache centocinquant'anni fa recavaa tutta Europa una pace aspettata,frutto prezioso e costoso di trent'annidi miserrima guerra. Un'altra voltala fantasia del poeta si proponedi riportare dinanzi agli occhi vostriquel tempo fosco e guardare al presentecon più letizia e al lontano avvenirecon maggiori, più floride speranze.

Il poeta vi trasferisce adessoal centro di quella guerra. Sedici annidi devastazioni, rapine, miseriasono trascorsi: ancora il mondo è divisoin torbide masse in fermento e nessunapromessa di pace da lungi risplende.L'impero è un campo di battaglia irto d'armi,deserte sono le città, Magdeburgoun mucchio di macerie, rovinatel'arte e l'industria; il cittadinonon conta più nulla, il guerriero tutto;impunita arroganza si fa beffedel buon costume e orde rozze s'accampano,da lunga guerra ormai inselvatichite,in mezzo alle campagne devastate.

Su questo sfondo cupo si stagliaun'impresa di raro ardimentoe un carattere ricco di audacia.Vi è noto questo creatore di eroicieserciti, idolo dell'accampamento,

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flagello del paese, sostegno e spaventodell'imperatore, avventuroso figliodella fortuna, che portato da tempipropizi rapidamente agli onori più altiè salito e insaziabile sempreavanti spingendosi è caduto vittimad'ambizione sfrenata. Dal favoreannebbiata e dall'odio partigiani,l'immagine sua ondeggia nella storia;ma agli occhi vostri oggi l'arte umanamenteavvicinarla intende, e al vostro cuore.Infatti essa, che tutto circoscrive e collega,ogni eccezione suole ricondurrealla natura: scorge l'uomonell'incalzare della vita e la partemaggiore delle sue colpe assegnae attribuisce a costellazioni funeste.

Non sarà lui a comparire staserasu questa scena. Ma nelle ardite schiere,guidate dal comando possente e dallo spiritodi lui animate, ne incontrerete l'ombra;finché la Musa timida in personaoserà presentarlo, vivo e parlante, a voi:poiché il potere fu a traviare il suo cuore,solo il suo campo può spiegarne il delitto.

Al poeta ora dunque perdonatese non vi condurrà in una sola volta,rapidamente al centro dell'azione, osandosvolgere il grande argomento soltantoin una serie di quadri dinanzi agli occhi vostri.Conquisti l'odierno spettacolo l'orecchiovostro e il cuore ad accenti inusitati;vi riconduca in quello spazio di tempo,in quello scenario straniero e guerrescoche presto il nostro eroe delle sue gestaricolmerà.

E se oggi la Musa,la libera dea della danza e del canto,affronta l'antico tedesco diritto al giocodella rima, umilmente, non la biasimate!Siatele grati, anzi, se traspone per voila fosca immagine della veritànella serena atmosfera dell'arte,se distrugge schiettamente l'illusioneda lei creata e senza ingannol'apparenza sostituisce alla verità:seria è la vita, ma serena è l'arte.

L'ACCAMPAMENTO DI WALLENSTEIN

PERSONAGGI

UN SERGENTE, d'un reggimento di carabinieri di TerzkyUN TROMBETTIERE, d'un reggimento di carabinieri di TerzkyUN ARTIGLIERE, d'un reggimento di carabinieri di TerzkyTIRATORI SCELTI, d'un reggimento di carabinieri di TerzkyDUE CACCIATORI A CAVALLO DI HOLKDUE DRAGONI DI BUTTLER

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DUE ARCHIBUGIERI DEL REGGIMENTO TIEFENBACHUN CORAZZIERE DI UN REGGIMENTO VALLONEUN CORAZZIERE DI UN REGGIMENTO LOMBARDOCROATIULANIUNA RECLUTAUN BORGHESEUN CONTADINOUN CONTADINELLOUN CAPPUCCINOUN MAESTRO DI SCUOLAUNA VIVANDIERAUNA INSERVIENTE

Ragazzi addetti ai soldatiSuonatori di oboe

Davanti alla città di Pilsen in Boemia.

Scena I

Tende di vivandiere, sul davanti un chiosco di rigattiere. Soldati d'ogni colore e di tutti i corpi si affollano confusamente, tutti i tavoli sono occupati. Croati e ulani fanno cucina sopra un fuoco di carbone, la vivandiera distribuisce vino, ragazzi addetti ai servizi giocano a dadi sopra un tamburo; nelle tende si canta.

Un contadino e suo figlio.

CONTADINELLOPadre, qui non finisce bene,stiamo lontani da questa massadi soldati. È gente assai arrogante:che non ci mettano addosso le mani!

CONTADINOEh via! Non ci mangeranno mica,anche se sono ruvidi e sfacciati.Vedi? ecco là dei nuovi venuti,che freschi arrivano dalla Saal e dal Meno;bottino portano, le cose più preziose!Sarà nostro, se sapremo esser furbi.Un capitano, che fu trafitto da un altro,m'ha lasciato dei dadi fortunati.Oggi voglio provarli, e vedremose ancora serbano l'antica virtù.Bisogna che tu ti finga miserabile,son tutti dissoluti e buontemponi.Gli piace vantarsi ed essere adulati,quanto guadagnano, tanto poi disperdono.Se a palate la roba nostra prendono,a cucchiai dobbiamo poi ricuperarla;se rudi sono a menare fendenti,noi scaltri ci comporteremo da furbi.

(Nella tenda si canta con grida di giubilo)

Eh, come esultano - che Dio li perdoni!E tutto a spese della nostra pelle.Già da otto mesi queste cavalletteinvadono i nostri letti e le stalle:dovunque, in tutto quanto il distretto,non una piuma c'è più, né una zampa;

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sì che per fame e miseria costrettisiamo quasi a rosicchiarci le ossa.Peggio non era certo quando i Sassoniancora battevano queste contrade.E costoro si dicono milizie imperiali!

CONTADINELLOPadre, ecco vengono due dalla cucina,ma non sembra ci sia gran che da prendere.

CONTADINOÈ gente di qua, gente di Boemia,sono carabinieri di Terzky,da un pezzo ormai son di quartiere qui.I peggiori fra tutti, per l'appunto:sono tronfi, vanesi, si comportanocome dovessero troppo scaderea vuotare un bicchiere col contadino.Ma laggiù vedo tre tiratori sceltiseduti intorno al fuoco, là a sinistra,mi sembra quasi che siano tirolesi.Vieni, Emmerich! Rechiamoci da loro:gente allegra, che chiacchiera di gusto,gente pulita e piena di denari.

Si avviano verso le tende.

Scena II

Detti. Sergente. Trombettiere. Ulano.

TROMBETTIEREChe vuol quel contadino? Via, furfante!

CONTADINOSignori illustri, un boccone e un sorso,niente di caldo abbiamo avuto oggi.

TROMBETTIEREEh, sempre a mangiare e bere, voi.

ULANO (con un bicchiere in mano)Ancora digiuno? Bevi su, cane!

Conduce il contadino verso la tenda; gli altri si fanno avanti.

SERGENTE (al trombettiere)Credi davvero che senza una ragioneci abbiano dato la paga doppia oggi,solo per farci star bene e in allegria?

TROMBETTIEREMa oggi arriva qui la duchessacon l'illustre sua figlia...

SERGENTEEcco il pretesto.

Le truppe che si sono radunatedavanti a Pilsen, qui, da paesi stranieri,occorre che siano subito allettatecon buoni vini, con buoni bocconia far lega con noi, che soddisfatte

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si sentano e con noi facciano blocco.

TROMBETTIEREEh già, c'è qualche cosa in aria!

SERGENTEI signori comandanti e generali...

TROMBETTIEREMi accorgo che tutto ciò non è normale.

SERGENTETutta la folla che si è qui radunata...

TROMBETTIERENon certo è venuta a scacciare la noia.

SERGENTEE questo parlottìo, e il tramestìo...

TROMBETTIEREGià! già!

SERGENTEE da Vienna, quel vecchio

parruccone che in giro si vede da ieri,con la grossa catena d'oro al collo,ci scommetto che ha un suo significato.

TROMBETTIEREUn'altra delle solite spie,fate attenzione, messa in moto per il duca.

SERGENTEL'hai notato anche tu? non si fidanodi noi, temono il volto segretodel duca di Friedland: troppo in altoè salito per i loro gustie avrebbero voglia di farlo cadere.

TROMBETTIEREMa noi lo manterremo in piedi, noi.Come me e voi la pensassero tutti!

SERGENTEIl nostro reggimento e gli altri quattro,guidati da Terzky, il cognato del duca,il corpo più in gamba dell'accampamento,gli son devoti e fidati: non fu luiad addestrarci? Tutti i comandantilui ce li ha dati, e anima e corpocostoro sono tutti per lui.

Scena III

Croato con una collana. Segue un tiratore scelto. Detti.

TIRATORE SCELTOCroato, dove hai rubato la collana?Te la compero io! A te, tanto, non serve.In cambio ti do questi terzaroli.

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CROATOMai più! Mi vuoi imbrogliare, tiratore.

TIRATORE SCELTOBe'! aggiungerò anche il berretto blu,l'ho appena vinto alla lotteria.Lo vedi? è proprio roba fine.

CROATO (facendo luccicare al sole la collana)Ma questa è di perle e di granate vere.Guardala come luccica al sole!

TIRATORE SCELTO (prendendo la collana)Ci aggiungo anche la borraccia.

(Osserva la collana)

Mi piace soltanto perché brilla.

TROMBETTIEREGuardate un po' come imbroglia quel croato!Metà per uno, tiratore, e starò zitto.

CROATO (si è messo in testa il berretto)Il tuo berretto mi piace moltissimo.

TIRATORE SCELTO (con un cenno al trombettiere)Cambio fatto! I signori son testimoni.

Scena IV

Detti. Artigliere.

ARTIGLIERE (avvicinandosi al sergente)Ora che si fa, fratello carabiniere?Ci scalderemo ancora a lungo le manimentre i nemici già ronzano per i campi?

SERGENTEOh, quanta fretta, signor artigliere!Le strade non sono ancora praticabili.

ARTIGLIERENon dico per me. Io qua sto benone;ma è appena arrivata una staffettaad annunciare che Ratisbona è caduta.

TROMBETTIEREEh, allora alzeremo presto i tacchi!

SERGENTEGià! Per proteggere il paese ai bavaresi,i quali sono così ostili al principe?Non ce la prenderemo tanto calda.

ARTIGLIERECredete? - Eh, ma quante cose sapete!

Scena V

Detti. Due cacciatori. Poi la vivandiera. Ragazzi addetti ai servizi. Maestro di scuola. Inserviente.

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PRIMO CACCIATOREGuardate! guardate!qui troviamo un'allegra brigata.

TROMBETTIEREChi saranno queste giubbe verdi?Si presentano svelte ed eleganti.

SERGENTESon cacciatori di Holk, gli alamarid'argento non vengono dalla fiera di Lipsia.

VIVANDIERA (arriva recando del vino)Benvenuti, signori!

PRIMO CACCIATOREEh, che frizzi!

Ma questa è la Gustel di Blasewitz!

VIVANDIERACerto che sì! E voi, mossiù,non siete il lungo Peter di Itzehö?che in una notte di pazza baldoriaa Glückstadt ha liquidato i soldoni d'orodel padre presso il nostro reggimento...

PRIMO CACCIATORECosì dando il cambio col moschetto alla penna.

VIVANDIERAEhi! ma allora siamo dei vecchi amici!

PRIMO CACCIATOREE c'incontriamo in terra boema.

VIVANDIERACompare, oggi qua e domani là...come ci spazza la ruvida scopadi guerra, sbattendoci da un luogo all'altro:anch'io nel frattempo ho girato molto.

PRIMO CACCIATOREVi credo senz'altro! È del resto evidente.

VIVANDIERASono arrivata con le salmerie,mentre si dava la caccia a Mansfeld,fin giù a Temeswar. Col duca di Friedlandho preso parte all'assedio di Stralsund,e ci ho rimesso l'azienda. Dopoho seguito i soccorsi inviati a Mantova,tornando indietro col duca di Feria;e poi con un reggimento spagnoloho fatto una corsa fino a Gand.Voglio ora tentare la sorte in Boemia,incassar vecchi crediti... vediamo un po'se il duca m'aiuta a rifarmi il denaro.E laggiù, quella è la mia bottega.

PRIMO CACCIATORELaggiù ci vedrete riuniti tutti!Ma che avete fatto di quello scozzese

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con cui andavate in giro a quei tempi?

VIVANDIERAIl furfante! me l'ha fatta bella.Sparito! Partito con tutto il denaroche m'ero levato di bocca a fatica.Non m'ha lasciato se non quel monello!

RAGAZZO (arriva correndo)Mamma! parli forse del mio papà?

PRIMO CACCIATOREBe'! tocca nutrirlo all'imperatore.L'armata ha bisogno di riproduzione.

MAESTRO (arrivando)Via a scuola! Ragazzi, marsc'!

PRIMO CACCIATOREHanno paura di stare al chiuso!

INSERVIENTE (arrivando)Comare, vogliono andarsene.

VIVANDIERASubito! subito!

PRIMO CACCIATOREEhi, ma chi è quel visetto furbo?

VIVANDIERALa figlia di mia sorella... viene dall'impero.

PRIMO CACCIATOREOh, una cara nipote dunque!

La vivandiera se ne va.

SECONDO CACCIATORE (trattenendo la ragazza)Restate con noi, graziosa piccina.

INSERVIENTECi sono i clienti da servire.

Si libera e se ne va a prendere l'ordinazione di altri.

PRIMO CACCIATORELa bimba è un boccone da non disprezzare!E la zia! per Diana! al reggimentoi signori si contendevano il bel visetto!Di quanta gente si fa conoscenza!e come il tempo vola e trascorre...Che altro ancora mi toccherà passare!

(Al sergente e al trombettiere)

Alla salute, signori miei!Fateci un po' di posto fra voi.

Scena VI

Cacciatori. Sergente. Trombettiere.

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SERGENTEGrazie di cuore. Ben volentieri.Stringiamoci un po'. Benvenuti in Boemia!

PRIMO CACCIATOREQui state comodi. Noi alla men peggioin terra nemica ci siamo adattati.

TROMBETTIERENon si direbbe, così eleganti!

SERGENTEEh già! intorno alla Saal e a Meissennon troppe lodi si fanno di voi.

SECONDO CACCIATORETacete dunque! che vuol dire questo?I croati sì che ne han fatte di grosse,e a noi i soli avanzi sono rimasti.

TROMBETTIEREChe bella trina avete al colletto,e i pantaloni, che taglio perfetto!Biancheria fine, cappello piumato!Che strano effetto fa tutto questo!Chissà perché solo a questi ragazzifortuna arride, e a noi invece mai!

SERGENTEIn cambio noi siamo del reggimentodi Friedland: e onore e rispetto esigiamo.

PRIMO CACCIATOREQuesto non è un complimento per noi,ché sotto il suo nome anche noi combattiamo.

SERGENTEMa sì, anche voi appartenete alla massa.

PRIMO CACCIATOREE voi, siete forse di un'altra razza?Tutto il divario sta nelle giubbe,e io nella mia mi sento a mio agio.

SERGENTESignor cacciatore, io vi compatiscoperché nel contado là fuori vivete;le belle maniere ed il tono giustos'imparano solo vicino al capo.

PRIMO CACCIATOREMa la lezione non v'è molto servita.Sapete imitarlo in modo felicenel raschiarvi la gola e nello sputare:ma quanto al suo genio, intendo al suo spirito,non si può assimilare mentre passa in rivista.

SECONDO CACCIATOREFulmini e tuoni! se di noi domandate,ci chiamano la caccia selvaggia del duca,e alla nomea non rechiamo disdoro...spavaldi per terre nemiche ed amiche

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passiamo, sulle semine e sopra il raccolto -tutti conoscono il corno di cacciadi Holk! - in un lampo lontani e vicini,come il diluvio arriviamo, veloci -come la fiamma nel buio notturnole case avvolge, incustodite...non serve difesa, né fuga, né ordine,non c'è più legge, non c'è più scampo.Pietà la guerra non ha: la ragazzasi divincola invano fra le nostre bracciavischiose; chiedete, non lo dico per vanto,a Bayreuth, nel Voigtland e in Vestfalia,dovunque noi siamo passati, i figlie i figli dei figli, dopo cento e cento anni,racconteranno ancora di noi,di quelli di Holk e delle sue schiere.

SERGENTEProprio così. Ma è forse il soldatod'impeto fatto soltanto, e di furia?Lo scatto lo forma, l'idea, la destrezza,valutazione, importanza e intuito.

PRIMO CACCIATORELa libertà lo forma! Che storie!E poco mi garba cianciarne con voi. -Avrei lasciato tirocinio e scuolaper ritrovare all'accampamentoservitù, galera, aula scolasticacon la prigione delle pareti? -Senza pensieri voglio vivere, in ozio,darmi bel tempo e veder cose nuoveogni giorno, ogni ora, con disinvoltura,campare, senza guardare né avanti né indietro:per questo ho venduto all'imperatorela pelle mia, che alcuna penao preoccupazione mi rechi molestia.Che mi si porti al fuoco di slancio,o mi si sbatta oltre il Reno profondoe vorticoso, dove un uomo su trevien travolto: non farò resistenzané storie; ma non mi si venga, di grazia,nient'altro a chiedere. E tanto basta.

SERGENTECalma! calma! Null'altro volete?In questa divisa lo troverete.

PRIMO CACCIATOREQuale tormento e quante noiecon quell'aguzzino di Gustavo di Svezia!Del campo suo aveva fatto una chiesa:orazioni al mattino, proprio alla sveglia,e poi la sera, al coprifuoco.E se talvolta eravamo un po' allegri,dal suo ronzino ci faceva la predica.

SERGENTEGià, era tutto timore di Dio.

PRIMO CACCIATORERagazze, poi, non ne faceva entrare,o bisognava condurle all'altare.

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Ed io, stufo, me la son data a gambe.

SERGENTEOra anche là tutto certo è cambiato.

PRIMO CACCIATOREE nelle file passai della Lega,che preparava appunto l'assediodi Magdeburgo: eh, tutt'altra cosa!Tutti più allegri, più liberi e sciolti,vino e gioco e ragazze a iosa!A dire il vero lo spasso era grande,perché di comando il Tilly era esperto.Con se stesso severo, ma concedevamolto davvero al soldato; purchénon ne soffrisse la cassa, il mottoera: vivere e lasciar vivere.Ma la fortuna non gli è stata costante:dopo il disastro di Lipsia, invanoabbiamo tentato di raddrizzare le cose;tutto tendeva a finire in pantano.Dovunque ci si recava a bussare,voltafaccia e dinieghi: l'antico rispettoera scomparso, da un luogo all'altroci trascinammo così per un pezzo. -Passai allora al soldo dei Sassoni,con la speranza di potermi rifare.

SERGENTEBe'! siete arrivato in tempo in Boemiaper il saccheggio.

PRIMO CACCIATOREM'è andata male!

La disciplina era dura e severa,incerta e ambigua la situazione,la sorveglianza ai castelli imperiali,molti riguardi e salamelecchi;quasi per gioco si faceva la guerra,con scarso impegno personale,senza guastarsi mai con nessuno.C'era poco insomma da farsi onore,e spazientito m'ero, quasi decisodi ritornarmene a far lo scrivano,se proprio allora in ogni contradail duca di Friedland in grande massal'arruolamento non avesse bandito.

SERGENTEE quanto contate di restare?

PRIMO CACCIATOREScherzate? finché c'è lui che comanda,per Dio! non penso certo di scappare.Dove potrebbe star meglio un soldato?Qui tutto procede con legge di guerra,e tutto marcia con grande apparato.Lo spirito che anima tutte le truppetravolge possente, come un turbine, purel'ultimo cavalleggero. Per me,qui mi sento importante, posso osaredi passar sopra la testa ai borghesi,come su quella dei prìncipi il duca.

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Qui si sta come nei tempi antichi,quando la spada vinceva su tutto;qui c'è una sola colpa o delitto:l'impertinente protesta agli ordini!Tutto è permesso se non è vietato,nessuno chiede quale sia la tua fede.Due sole cose qui hanno importanza:ciò che riguarda o non riguarda l'armata!E il solo dovere è per la bandiera.

SERGENTECosì mi piacete, cacciatore!Parlate da vero cavalleggero del duca.

PRIMO CACCIATORELui non come un impiego, come un potereche dall'imperatore gli venga, tieneil comando! E nemmeno gl'importadel servizio imperiale: quale profittoha fatto fare all'imperatore?Cos'ha compiuto a favore e difesadel paese con la sua enorme potenza?Un regno di soldati voleva fondare,il mondo incendiare ai quattro capi,tutto permettersi e sottomettere...

TROMBETTIERESst! chi osa dire cose siffatte!

PRIMO CACCIATOREQuello che penso, ho il diritto di dirlo.La parola è libera, dice il generale.

SERGENTECosì dice, l'ho udito più d'una voltacon le mie orecchie: «La parola è libera,muta l'azione, l'obbedienza cieca».Ecco le sue precise parole.

PRIMO CACCIATOREChe siano le parole precise, non so;ma certo i fatti stanno così.

SECONDO CACCIATORELa sua fortuna militare, è certo,più non tramonta, com'è stato per gli altri.Tilly è sopravvissuto alla sua gloria.Ma sotto le bandiere del duca, sonocerto di andare alla vittoria. Ammaliala fortuna, è costretta ad assisterlo.Colui che sotto le sue insegne combatteè un uomo protetto da potenze arcane.Ché tutto il mondo lo sa ormai: il ducaha preso al soldo un demonio infernale.

SERGENTESì, non c'è dubbio ch'è saldo e intangibile.Infatti nella battaglia cruentadi Lützen cavalcava su e giù, nel lampodei proiettili, con sangue freddo.Trapunto di palle era il cappello,sforati farsetto e stivali,se ne scorgevano le tracce, ma alcuna

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riuscì nemmeno a scalfirgli la pelle,ch'era protetta dall'unguento infernale.

PRIMO CACCIATOREChe miracoli andate dunque narrando!Porta un farsetto di pelle d'alceche nessuna palla può trapassare.

SERGENTENo, è l'unguento d'erbe stregate,bollite e apprestate con formule magiche.

TROMBETTIEREQualche mistero c'è sotto, è certo!

SERGENTEAnche si dice che legga le cosefuture nelle stelle, vicine e lontane;io so però come tutto si svolge.Un grigio omino da lui suol recarsidi notte, attraverso le porte serrate;le sentinelle l'hanno spesso avvistato;e sempre dopo quell'apparizionedel mantelletto grigio qualcosad'importante è tosto accaduta.

SECONDO CACCIATORESì, sì, al demonio si è consegnato,perciò c'è qui questa vita allegra.

Scena VII

Detti. Una recluta. Un borghese. Un dragone.

RECLUTA (esce dalla tenda con un elmo in testa e una bottiglia di vino in mano)Saluta mio padre e i suoi fratelli!Soldato sono, e non tornerò più.

PRIMO CACCIATORETo', ecco qui un nuovo arrivato!

BORGHESEBada a te, Franz! Te ne pentirai.

RECLUTA (cantando)Tamburi e pifferi,trombe guerriere!Girare il mondo,andar vagando,montar cavallicon grande slancio;la spada al fianco,libero e gaio,nell'infinitocome un fringuellosu cespi ed alberi,su verso il cielo!Oilà! il vessillofedele io seguodi Friedland.

PRIMO CACCIATORE

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Ma guarda un po' che compagno in gamba!

Lo salutano.

BORGHESELasciatelo stare. È figlio di gente perbene.

PRIMO CACCIATORENeanche noi siamo dei trovatelli.

BORGHESEVi dico che ha un patrimonio, ch'è ricco.Toccate com'è fine la sua casacca!

TROMBETTIERELa divisa imperiale è il più alto titolo.

BORGHESEÈ erede di un piccolo berrettificio.

SECONDO CACCIATORELa sua volontà è la sua fortuna.

BORGHESEDalla nonna avrà una bottega fornita.

PRIMO CACCIATOREPuh! chi s'acconcia a vender zolfanelli?

BORGHESEE dalla madrina avrà una mescita:una cantina con venti botti.

TROMBETTIERENe farà parte ai suoi camerati.

SECONDO CACCIATORESenti! ti voglio compagno di tenda.

BORGHESELascia una sposa in lacrime e pene.

PRIMO CACCIATOREBenissimo, cuore di ferro ci vuole.

BORGHESELa nonna ne morirà di dolore.

SECONDO CACCIATORETanto meglio, ne sarà subito erede.

SERGENTE (si avvicina con gravità, ponendo una mano sull'elmo della recluta)Vedete! questa è stata una bella pensata.Da uomo nuovo vi siete vestito:voi con quest'elmo e con queste armivi siete associato a una compagnia degna.Un nobile spirito vi deve animare...

PRIMO CACCIATOREE anzitutto non pensate a risparmiare.

SERGENTESopra la nave della fortuna

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state per sciogliere le vostre vele,aperto dinanzi vi è tutto il globo:a chi non rischia non arride speranza.Pigro e stolto, al contrario, il borghesenon fa che girare intorno a se stesso,come il ronzino alla macina, mentretutto è possibile ottenere al soldato,perché la guerra è la gran lotteriaoggi nel mondo. Guardate un po' me!In questa uniforme, vedete, io agitooggi il bastone dell'imperatore.Sappiate infatti che ogni governodel mondo è nato dal bastone:anche lo scettro nella mano del reè, com'è noto, soltanto un bastone.Chi dunque arriva ad esser caporale,è già sulla scala del supremo potere,e anche voi ci potrete arrivare.

PRIMO CACCIATOREPurché si sappia leggere e scrivere.

SERGENTEVoglio qui darvi un esempio subito,si tratta di una mia esperienza recente.C'è il comandante dei dragoni, Buttlersi chiama: insieme eravamosoldati semplici a Colonia sul Renotrent'anni fa; lui oggi è maggior generale.Ciò avvenne perch'egli si è fatto avanti,riempiendo il mondo della sua fama,mentre i miei meriti son rimasti celati.Eh sì, il duca stesso, vedete,ch'è il nostro capo e comandante supremo,colui che oggi tutto può ciò che vuole,non era che un semplice gentiluomo,ma si è affidato alla dea della guerrae così s'è creato questa potenza:è, dopo l'imperatore, il primo,e chissà dove arriva e cosa farà,

(maliziosamente)

perché soltanto chi vivrà, vedrà.

PRIMO CACCIATORESì, ora è grande, ma ha cominciato dal poco,perché ad Altdorf, quando era studente,si è comportato, con rispetto parlando,da rompicollo dissoluto, facendoquasi la pelle al proprio domestico.Sicché a Norimberga le autorità senza tantecerimonie volevano chiuderlo in carcere:un edificio nuovo di zecca che dovevaaver nome dal primo suo ospite.Ma lui che fa? Con grande furbiziasi fa precedere dal suo barbone.Finoggi pertanto si chiama quel carcereTana del Cane: un tipo in gambadovrebbe prendere, da questo, esempio.Fra le prodezze del nostro grand'uomo,questa storiella a me piace di più.

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La ragazza, nel frattempo, ha servito il vino; il secondo cacciatore la corteggia.

DRAGONE (intromettendosi)Camerata! piàntala, per favore.

SECONDO CACCIATORECorpo d'un boia! e tu cosa c'entri?

DRAGONECi tengo a dirvelo, è mia la ragazza.

PRIMO CACCIATORECostui l'amoruccio per sé solo vuole!Siete matto, dragone, ditemi un po'?

SECONDO CACCIATORECostui pretende il monopolio al campo!Una ragazza dal bel viso dev'esseredi tutti, come la luce del sole!

La bacia.

DRAGONE (la tira via)Un'altra volta lo ripeto: questonon lo permetto.

PRIMO CACCIATOREAllegria! allegria!

ecco che arrivano i praghesi.

SECONDO CACCIATORECercate grane forse? Io ci sto.

SERGENTECalma, signori! Cosa libera è un bacio.

Scena VIII

Sopraggiungono dei minatori che suonano un valzer, dapprima lento e poi sempre più veloce. Il primo cacciatore balla con la inserviente, la vivandiera con la recluta; la ragazza scappa via, il cacciatore la segue e capita tra le braccia del cappuccino, che entra in quel momento.

CAPPUCCINOOilà! Evviva! Tralalà, tralalà!Ma che baldoria. Eccomi anch'io qua.È questo dunque un esercito cristiano?o siamo turchi? siamo anabattisti?è così che si burla la domenica,quasi l'Onnipossente Iddio la gottaavesse, e non potesse fulminarvi?È questo dunque momento di sbornie,di banchettare e darsi bel tempo?Quid hic statis otiosi? Cosa fate?che combinate con le mani in mano?Furia di guerra si è scatenatasopra il Danubio, della Bavieraè caduto il baluardo; nelle grinfiedei nemici è oramai Ratisbona;e l'imperiale esercito in Boemiasi riempie la pancia, se ne infischia,più di bottiglie che di battaglie si cura,inumidisce il becco e non lo stocco,

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se la sbatte piuttosto con bagasce;e invece di pensare ad Oxenstierna,preferisce colmare la giberna.Geme in cenere e sacco tutta quantala cristianità, mentre il soldatopensa a riempirsi bene le tasche.È tempo, questo, di lacrime e miseria,presagi e segni magici nel cielosi manifestano, e il Signore Iddiorosso di sangue appende fra le nuvoleil manto di guerra. La cometacome una verga minacciosa alla finestradel cielo è già comparsa; il mondo interoè diventato un covo di lamenti.Nel sangue nuota il vascello della Chiesae l'impero romano - Dio ci scampi! -da sacro sembra farsi sacrilego.Fiume di pene s'è fatto il fiume Reno,i conventi veri covi di serpenti,i vescovadi son nidi di masnade,seminari e abbazie tane d'incendiarie tutti i benedetti paesi tedeschison tramutati in luoghi di tresche -E donde viene ciò? Eccomi a dirvelo:viene dai vostri stravizi e peccati,dall'obbrobriosa vita di paganicui s'abbandonano ufficiali e soldati.Poiché il peccato è la pietra magneticache il ferro attira dentro il nostro paese.Al torto segue il danno, così comealla cipolla le lacrime, alla Usubito segue, nell'abbicì, la V.

Ubi erit victoriae spes, si offenditurDeus? Come si potrà vincerese si marina la predica e la messa,e non si fa che stare all'osteria?La donna del Vangelo ha ritrovatola sua moneta, Saul l'asino del padre,e Giuseppe quelle canaglie dei fratelli;ma chi cercasse in mezzo ai soldatiil buon costume e il timor di Dio,e il pudore, resterebbe a mani vuote,anche ad accendere cento lanterne.A colui che nel deserto predicavaaccorrevano - così dice il Vangelo -anche tutti i soldati, e penitenzefacevano e si lasciavan battezzare;e gli chiedevano: Quid faciemus nos?come faremo a raggiungere Abramo?Et ait illis: e lui così diceva:Neminem concutiatis, nessunomolestate e tormentate, nequecalumniam faciatis, non calunniate,non mentite a nessuno, contentiestote, contentatevi del poco,stipendiis vestris, della vostra paga,e ripudiate le cattive abitudini.È un comandamento: «Non nominareinvano il nome del tuo Dio». E doves'ode blasfemia più frequente se nonqui nei quartieri del duca di Friedland?Se per caso, per ogni tuono e fulmineche fate scoccare dalla lingua vostra,

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si facessero suonare le campane,in tutto il territorio un sacrestanopiù non si troverebbe. E se per ogniimprecazione che dalla vostra boccasacrilega esce, un piccolo capellocadesse dalle teste vostre, una nottesarebbe sufficiente a farvi calvi,aveste pure la chioma di Assalonne.Giosuè era lui pure un soldato,e re Davide abbatté Golia,e dove mai sta scritto o si può leggereche abbiano bestemmiato come voi?E sì che non occorre aprir la bocca,credo, di più per dire: Aiutami, Signore!al posto di: Cristo maledetto! Ostia!Ma certo, la botte non versase non il vino che dentro imperversa.

Altro comandamento è: «Non rubare!»E questo sì, voi lo seguite in pienoportando via tutto quel che trovateapertamente: dalle vostre grinfie,dai vostri artigli, dai vostri tranelli,dai vostri trucchi non c'è denaro che si salvi;né il vitello è al sicuro entro la vacca,perché uovo e gallina sgraffignate.Che dice il predicatore? Contentiestote, contentatevi del rancio.Ma come si può lodare i servi se dall'altovien la buriana! Quale la testa, il corpo!O si sa forse a chi crede lui?

PRIMO CACCIATORESignor prete! Prendetevela purecon noi soldati, ma non toccate il capo!

CAPPUCCINONe custodias gregem meam!Costui è un nuovo Acab e Geroboamoche i popoli distoglie dalla veradottrina e li dà in braccio agli idoli!

TROMBETTIERE e RECLUTAAzzardatevi a ripeterlo due volte!

CAPPUCCINOUn simile gradasso e fanfarones'era proposto di smantellare i castelli!Si vantava con la sua bocca sacrilegache avrebbe preso la città di Stralsund,e fosse pure incatenata al cielo!Ma ci ha rimesso tutte le sue polveri.

TROMBETTIEREChi aspetta a tappare l'empia bocca a costui?

CAPPUCCINOUn evocatore del demonio, un re Saul,un Jehu, un Oloferne, che come Pietroha rinnegato il suo Signore e Maestro:perciò gli dà fastidio il canto del gallo...

I DUE CACCIATORIPretastro, adesso ti faremo la festa!

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CAPPUCCINOUna volpe astuta come Erode...

I DUE CACCIATORI e IL TROMBETTIERE (slanciandosi su di lui)Taci dunque! oppure sei morto!

CROATI (interponendosi)Resta, pretonzolo, non aver paura.Sèguita a blaterare qui per noi.

CAPPUCCINO (grida più forte)Nabucodonosor pien di superbia,sentìna di peccati e marcio eretico,si fa chiamare la pietra del Vallo:certo, per tutti noi è una pietra,ma dello scandalo e di tutti gli oltraggi.E fin quando questo duca della pacenell'impero a comandare saràgiammai la pace fra noi verrà.

Alle ultime parole, dette a voce altissima, ha cominciato a battere in ritirata, mentre i croati tengono lontani da lui gli altri soldati.

Scena IX

Detti, senza il cappuccino.

PRIMO CACCIATORE (al sergente)Sentite un po'! Cosa intendeva diredel gallo, il cui canto al nostro capodarebbe noia? È stata certo una frased'ingiuria e di scherno rabbioso!

SERGENTEVi servirò. C'è qualcosa di vero.Il capo è stravagante per natura,e specialmente assai sensibile d'orecchi.Detesta udire miagolare i gattie il canto del gallo gli fa orrore.

PRIMO CACCIATORECosa che lo accomuna col leone.

SERGENTEIntorno a sé vuol silenzio perfetto.È l'ordine passato a ogni sentinella,ché i suoi pensieri sono troppo profondi.

VOCI NELLA TENDA (gente che accorre)Prendetelo, il briccone! Dàgli! Dàgli!

VOCE DEL CONTADINOAiuto! Misericordia!

ALTRE VOCICalma! Basta!

PRIMO CACCIATOREMi porti il diavolo. Si tratta di batoste!

SECONDO CACCIATORE

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Il fatto m'interessa.

Tutti corrono nella tenda.

VIVANDIERA (uscendo)Ladri e bricconi!

TROMBETTIERESignora ostessa, che vi agita così?

VIVANDIERAStraccione! birbante! vagabondo!Giusto nella mia tenda doveva capitare!Mi diffama davanti a tutti i signori ufficiali.

SERGENTEZietta, ch'è successo?

VIVANDIERAChe volete

che sia successo? Hanno còlto un contadinoche giocava con i dadi truccati.

TROMBETTIERELo trascinano qui col suo figliolo.

Scena X

Alcuni soldati trascinano il contadino.

PRIMO CACCIATORELo vogliamo penzoloni!

TIRATORI SCELTIDal preposto!

DRAGONIDal preposto!

SERGENTEIl bando

è giusto uscito di recente.

VIVANDIERATra un'ora lo vedrò bell'e impiccato!

SERGENTEEh, chi fa il male, lo riceve.

PRIMO ARCHIBUGIERE (a un altro)Ecco il frutto della disperazione.Vedete! prima li abbiamo rovinati,il che significa spingerli a rubare.

TROMBETTIERECosa? come? gli fate anche da difensore?a quel cane! siete in combutta col demonio?

PRIMO ARCHIBUGIEREAnche il contadino è un uomo - mi pare.

PRIMO CACCIATORE (al trombettiere)

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Lasciateli stare! sono di Tiefenbach,cricca di sarti sono, e di guantai!Son sempre stati di guarnigione a Briga,ne sanno poco dei costumi di guerra.

Scena XI

Detti. Corazzieri.

PRIMO CORAZZIERECalma! Che ha fatto questo contadino?

PRIMO TIRATORE SCELTOÈ un briccone, ha imbrogliato al gioco!

PRIMO CORAZZIEREHa imbrogliato magari te?

PRIMO TIRATORE SCELTOSì certo, e mi ha spogliato fino all'osso.

PRIMO CORAZZIERECome? Tu sei un soldato del duca,e ti abbassi, ti confondi fino al puntodi tentar la fortuna con un contadino?Lascia che scappi e s'affidi alle sue gambe.

Il contadino sguscia via, gli altri si riuniscono a gruppo.

PRIMO ARCHIBUGIERECostui fa poche storie, ed è risoluto.È un buon sistema con gente di tal fatta.Ma di che razza è? Non è certo un boemo.

VIVANDIERAÈ un Vallone. Fate bene attenzione.Appartiene ai corazzieri di Pappenheim.

PRIMO DRAGONE (intervenendo)Li comanda adesso Piccolominiil giovane: l'hanno nominatocolonnello essi stessi alla battaglia di Lützen,quand'è avvenuta la morte di Pappenheim.

PRIMO ARCHIBUGIEREE sono stati capaci di tanto?

PRIMO DRAGONEÈ un reggimento privilegiato,è sempre in testa in ogni battaglia.Così ha il permesso di farsi anche giustiziada sé, ed è il prediletto del duca.

PRIMO CORAZZIERE (all'altro)Ma è proprio certo? Chi l'ha comunicato?

SECONDO CORAZZIEREL'ho appreso dalla bocca del colonnello.

PRIMO CORAZZIEREAl diavolo! Non siamo i loro cani.

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PRIMO CACCIATOREChe hanno costoro? Son tutti inveleniti.

SECONDO CACCIATORESignori, è qualcosa che riguarda anche noi?

PRIMO CORAZZIERENessuno certo potrà averne piacere.

(Si radunano altri soldati)

Ai Paesi Bassi vogliono darci in prestito:corazzieri, cacciatori e cavalleggeri,in ottomila, pronti a partire.

VIVANDIERACosa? come? si va di nuovo a zonzo?Appena ieri son rientrata dalle Fiandre.

SECONDO CORAZZIERE (ai dragoni)E anche voi di Buttler siete della partita!

PRIMO CORAZZIEREE specialmente tocca a noi Valloni.

VIVANDIERAEh, dunque proprio i migliori squadroni!

PRIMO CORAZZIERESi tratta di scortare quel tale di Milano.

PRIMO CACCIATOREL'infante! Oh, ma guarda che strano!

SECONDO CACCIATOREQuel prete! Ma succederà il finimondo.

PRIMO CORAZZIEREDobbiamo staccarci dal duca di Friedland,ch'è tanto magnanimo con i soldati,e andare alla guerra con gli Spagnoli,con quei pitocchi, che odiamo di cuore?Non è possibile! Noi disertiamo.

TROMBETTIERECorpo d'un boia! e che andiamo a fare?All'imperatore abbiamo vendutoil nostro sangue, non già al cardinale,allo spagnolo dal cappello rosso.

SECONDO CACCIATOREIl nostro servizio di cavalleggeriè legato soltanto alla parolae al credito del duca di Friedland;non fosse per amore di Wallenstein,mai più staremmo noi con Ferdinando.

PRIMO DRAGONENon dunque il duca è stato a formarci?Vogliamo seguire la sua fortuna.

SERGENTE

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Sentite me, ragionare bisogna.Con queste chiacchiere non si combina niente.Io vedo più a fondo di tutti voi:qui c'è nascosta una brutta trappola.

PRIMO CACCIATORESentiamo l'oracolo! Silenzio tutti!

SERGENTEZietta Gustel, riempitemi primaun bicchierino di Melnik per lo stomaco,poi tutto il mio pensiero vi dirò.

VIVANDIERA (mescendo)Ecco, signor sergente! Voi mi fatepaura: non ci saranno cose gravi?

SERGENTEVedete, signori, tutto questo sta bene,che cioè ognuno rifletta sul poi;ma il nostro generale suole direche occorre sempre guardare all'insieme.Noi tutti, certo, fieri siamod'esser le truppe del duca di Friedland.Il borghese ci offre quartiere,si prende cura e ci cuoce la zuppa.Il contadino è costretto ad attaccarecavalli e buoi alle nostre salmerie,né molto valgono i suoi lamenti.Se un caporale con sette uominis'annuncia da lungi in un villaggio,l'autorità ne diventa e disponee comanda secondo il suo piacere.Porco boia! ci han tutti sullo stomaco,e anziché i nostri baveri giallipreferirebbero la faccia del demonio.Perché non ci buttano fuor dal paese?Cribbio! sono più numerosi di noi,il randello usano come noi la sciabola.Com'è che possiamo ridere di loro?Perché siamo una grossa massa compatta.

PRIMO CACCIATOREEh sì, è l'unione che fa la forza!Il duca ne ha certo fatto esperienzaquando ha formato, otto o nove anni or sono,il grande esercito per l'imperatore.Dapprima non se ne voleva sapereche di dodicimila: ma tanti - lui ha detto -io non mi sento di mantenerne;ne arruolerò sessantamila,e questi, lo so, certo di famenon moriranno. E fu in questo modoche divenimmo soldati di Wallenstein.

SERGENTEPer esempio, se taluno mi staccail mignolo delle mie cinque ditache ho qui alla destra. Un ditosolo forse mi ha tolto? Ma no,per dirindina! mi ha tolto la mano!Mi resta un moncherino, e non mi serve.Così, questi ottomila cavalli

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che ora si vuole spedir nelle Fiandre,dell'esercito sono soltanto il mignolo.Se li lasciamo partire, pensateper consolarvi che solo d'un quintosiamo scemati? Eh, buonasera!ecco che invece l'insieme si sfascia.Niente timore più, niente rispetto,niente paura, il contadino sollevala cresta, e alla cancelleria a Viennaritorneranno a scriverci il bigliettod'alloggio e a prescriverci il rancio;e saremo pezzenti come prima!Eh già, né ci vorrà moltoche il generalissimo ci verrà tolto...a Corte non gli va molto a fagiolo,e tutto così va in rovina e in malora!Chi per la paga ci tutelerà?s'occuperà del rispetto dei contratti?Chi avrà allora l'autorità e l'ingegno,l'arguzia pronta e il polso fermoda sorvegliare e curare l'accordodi questi lembi di frazionati eserciti?Per esempio, dragone, dicci un po':di dove sei, qual è la tua patria?

PRIMO DRAGONEMolto lontana: dall'Irlanda io vengo.

SERGENTE (ai due corazzieri)Voi, già lo so, voi siete un vallone,voi un italiano. Si sente all'accento.

PRIMO CORAZZIEREChi sono io? non ho mai potutosaperlo, da piccolo m'hanno rapito.

SERGENTEE tu nemmeno sei di queste parti!

PRIMO ARCHIBUGIERESono di Buchau, sul lago di Feder.

SERGENTEE voi, vicino?

SECONDO ARCHIBUGIEREIo svizzero sono.

SERGENTE (al secondo cacciatore)Di che paese sei tu, cacciatore?

SECONDO CACCIATOREOltre Wismar hanno casa i miei vecchi.

SERGENTE (indicando il trombettiere)E questo qui e io, siamo di Eger.Be'! dite un po', e chi se ne accorgeche dal sud e dal nord siamo fioccaticome la neve o soffiati dal vento?Non sembriamo usciti da un sol tronco?Non siamo uniti contro il nemicocome ci avessero fusi e incollati?Non c'ingraniamo, a una parola o cenno,

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uno nell'altro come un mulino a vento?Chi è stato a forgiarci insieme in tal mododa non distinguerci l'uno dall'altro?Nient'altri che lui, Wallenstein!

PRIMO CACCIATOREDavvero, mai più m'ero accortoche andiamo tutti così bene d'accordo:io mi lasciavo vivere, nient'altro.

PRIMO CORAZZIEREUn plauso al sergente, devo dirlo.Di buon grado si vorrebbe distruggeregli effettivi di guerra, umiliareil soldato, per spadroneggiareda soli. È una congiura, un complotto.

VIVANDIERAUna congiura? Oh, Signore Iddio!Così i signori non potran più pagare.

SERGENTENaturalmente! Sarà una bancarotta.Molti fra i comandanti e i generali,per farsi belli, a loro spese i reggimentiorganizzarono, impegnando il patrimoniooltre le loro possibilità: pensavanodi ricavarne lauti frutti. Invececi avranno rimesso il denaro se il capo,se il nostro duca e generale, cade.

VIVANDIERAOh, Gesù Salvatore! Che maledizione!Ho scritto a credito più di mezzo esercito.Il conte Isolani, quel cattivo pagatore,duecento talleri mi deve lui solo.

PRIMO CORAZZIERECosa possiamo fare, camerati?Soltanto una cosa ci potrà salvare;uniti non possono farci danno,tutti parteggeremo per un solo uomo.Lasciate pure che piovano gli ordini;noi ci arrocchiamo forte in Boemia,non marceremo, non cederemo:ora il soldato combatte per l'onore.

SECONDO CACCIATORENon ci faremo portare a zonzo nel paese!Che vengano e ci provino: vedremo!

PRIMO ARCHIBUGIERECari signori, riflettete bene,si tratta di ordini e volontà imperiali.

TROMBETTIERECe ne infischiamo dell'imperatore.

PRIMO ARCHIBUGIERENon ripetetelo una seconda volta!

TROMBETTIEREIntanto è proprio così come ho detto.

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PRIMO CACCIATORESì, sì, l'ho sempre sentito direche qui è solo il duca a comandare.

SERGENTEE così è. Sono le condizioni, i patti.Egli ha pieni poteri, che si sappia,di fare guerra e concludere pace,di confiscare averi e denari,può impiccare oppure far grazia,può creare ufficiali e colonnelli:a farla breve, ha diritti sovrani.E gli provengono dalle mani imperiali.

PRIMO ARCHIBUGIEREIl duca è potente, è lungimirante;ma come tutti, per storto o per diritto,è, come noi, servo dell'imperatore.

SERGENTENon come tutti! È qui l'errore.È un principe libero e indipendentedell'impero, quanto quello di Baviera.Con gli occhi miei non ho visto in persona,ero di guardia a Brandeis, che lo stessoimperatore gli ha consentitodi ricoprire il suo capo regale?

PRIMO ARCHIBUGIEREÈ stato, questo, grazie al Meclemburgo,che come feudo gli aveva assegnato.

PRIMO CACCIATORE (al sergente)Come? In presenza dell'imperatore?Che cosa strana ed eccezionale!

SERGENTE (frugandosi in tasca)Se non mi credete sulla parola,ve lo farò toccare con mano.

(Mostra una moneta)

Di chi è quest'immagine?

VIVANDIERAFate vedere!

Ehi, ma è proprio di Wallenstein!

SERGENTEEbbene! ecco qua: che volete di più?Non è forse un principe come un altro?Non batte moneta, come Ferdinando?Non ha i suoi sudditi, un proprio paese?Di serenissimo gli spetta il titolo!Ha quindi il diritto d'arruolare soldati.

PRIMO ARCHIBUGIEREQuesto nessuno glielo può contestare.Ma noi siamo in obbligo all'imperatore,e chi ci paga è soltanto lui.

TROMBETTIERE

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Ve lo smentisco, ecco qua, proprio in faccia:chi non ci paga è l'imperatore!Che forse non ci hanno promesso invanoil soldo già da quaranta settimane?

PRIMO ARCHIBUGIEREVa là! che si trova in buone mani.

PRIMO CORAZZIERESignori, calma! alle botte volete arrivare?Può esserci dubbio o contesa per questo,che il nostro padrone è l'imperatore?Ma proprio perché i suoi cavalleggericon pieni onori diciamo di essere,noi non vogliamo ridurci ad un gregge;ci rifiutiamo di lasciarci menarequa e là da pretonzoli e cortigiani,e trapiantare. Dite voi stessi!Non torna a vantaggio del sovranoche i suoi guerrieri in alto concettosi tengano, non sono i suoi soldatia fare di lui un gran potentato?a conferirgli dovunque e serbargliin ogni luogo la sua autorità,in tutta quanta la cristianità?S'accollino dunque il giogo coloroche del suo favore si fanno belli,con lui banchettando nelle sale dorate.Quanto a noi, del suo fasto e dello splendoresolo fatiche e dolori abbiamo,e dentro il cuore il concetto di noi.

SECONDO CACCIATORETutti i tiranni e gl'imperatorifamosi hanno fatto lo stessoe più saggi erano: ogni cosa per loroera da burla, da tenere in disprezzo,ma in palma di mano il soldato portavano.

PRIMO CORAZZIEREDi se stesso dev'essere fiero il soldato.Colui che con nobile grandezzanon vuol comportarsi, lasci il mestiere.Se con vivace destrezza la vitadevo impegnare, in un gioco brillante,oltre la vita un valore più altoper me dev'esserci: sennò mi lasciocome il croato macellare -e non mi potrò che disprezzare.

I DUE CACCIATORISì, oltre la vita esiste l'onore!

PRIMO CORAZZIERELa spada non è una vanga o un aratro:chi a tale ridurla volesse, è stolto.Per noi non verdeggiano spighe né crescesemente, senza una patria il soldatodeve trascorrere di terra in terra,non può scaldarsi ad un suo focolare;deve ai fulgori delle città,ai verdi prati degli allegri villaggipassare dinanzi, guardar di lontano,

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marciando, vendemmie e raccolti di grano.Cos'ha mai, ditemi, di buono e pregevolese di se stesso stima non ha?Qualcosa dovrà pure restargli di suo,o un incendiario e assassino sarà.

PRIMO ARCHIBUGIERESì, lo sa Iddio ch'è una vita grama!

PRIMO CORAZZIEREMa con un'altra non la cambierei.Vedete, io ho girato tanto mondo,ho fatto esperienze d'ogni sorta.Ho prestato servizio alla monarchiaspagnola, alla repubblica veneziana,al regno di Napoli, ma la fortunain nessun luogo mi è stata propizia.Ho visto mercanti e cavalieri,e artigiani e gesuiti:ma nessun abito di tutti questim'è andato a genio e piaciuto al paridi questo mio farsetto di ferro.

PRIMO ARCHIBUGIEREBe' no! questo proprio io non lo direi.

PRIMO CORAZZIEREChi vuole nel mondo raggiunger qualcosa,muoversi deve con fatiche a iosa;se vuole ottenere cariche e onorideve curvarsi sotto some dorate.Se alla paterna benedizioneanela, figli e nipoti si alleviintorno e un onesto mestierein santa pace professi. Io, invece,non ho tendenza per queste cose.Mi piace vivere liberamente,così morire, senza nessunoderubare, né ereditare da nessuno;e dalla groppa del mio cavalloogni miseria sfiorar con lo sguardo.

PRIMO CACCIATOREBravo! in tal modo la penso anch'io.

PRIMO ARCHIBUGIEREÈ certo più allegro poter passaretrottando sopra alle teste altrui.

PRIMO CORAZZIERECamerata, i tempi sono difficili,non più la spada con la giustiziasta in riga; ma proprio per questo nessunopuò disapprovare se io preferiscoaffidarmi alla spada. In guerra potròmantenermi umano, ma impunementenessuno oserà mettermi sotto i piedi.

PRIMO ARCHIBUGIEREDi chi la colpa, se non di noisoldati, se il ceto contadinonel disonore è caduto? La guerrafunesta, e miseria e tormenti,

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durano ormai da ben sedici anni.

PRIMO CORAZZIEREFratello, il buon Dio lassù non tuttipossono a un tempo lodare.Vuol l'uno il sole, che l'altro molesta,la siccità l'uno, e l'altro la pioggia.Là dove tu miseria e tormentisoltanto scorgi, a me luminosarisplende la vita. Se ciò che avvieneè a danno davvero del borghesee del contadino, mi fanno pena;ma io le cose non posso cambiare!Vedete, qui al pari che nella mischiaaccade: si slanciano i cavalli e sbuffano,chiunque giaccia sul mio percorso,sia mio fratello o mio figlio carnale,mi strazi l'anima il suo lamento,devo partire e passargli addosso,né posso lasciarlo pietoso da parte!

PRIMO CACCIATOREMa sì! chi degli altri si può preoccupare!

PRIMO CORAZZIEREE poiché le cose son fatte in tal modoche la fortuna arride al soldato,stringiamola dunque con ambo le mani,per molto non lo potremo fare.Men che l'aspetti e arriva la pace,che porrà fine alla nostra baldoria;smonta il soldato, il contadino riattacca,nel giro di un'ora è finita la pacchia.Per ora siam tutti riuniti sul campo,possiamo ancora dettar legge:se ci lasciamo frazionare,il pane ci potranno lesinare.

PRIMO CACCIATORENo, questo non accadrà giammai!Orsù, stringiamoci come un sol uomo!

SECONDO CACCIATORESì, sì, mettiamoci tutti d'accordo!

PRIMO ARCHIBUGIERE (alla vivandiera, tirando fuori il borsellino)Comare, quant'è che ho consumato?

VIVANDIERAOh via, di parlarne non mette conto!

Fanno i conti.

TROMBETTIEREVoi fate proprio bene ad andarvene,qui non potete che guastarci la piazza.

Gli archibugieri se ne vanno.

PRIMO CORAZZIEREPeccato davvero! È gente in gamba.

PRIMO CACCIATORE

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Ma hanno un cervello da semplicioni.

SECONDO CACCIATOREOra che siamo tra noi, sentiamocome potremo sventar questo tiro.

TROMBETTIEREChe? non ci andiamo ed è bell'e fatta.

PRIMO CORAZZIERENulla che intacchi la disciplina,signori! Ora ognuno ritornial proprio corpo e ai suoi camerati,la situazione prospetti in modoragionevole, sicché tutti imparinoa capire e a riflettere: noi non possiamorecarci a un tratto così lontano.Io garantisco per i miei valloni:uguale alla mia è la loro opinione.

SERGENTEI reggimenti di Terzky anch'essi,a piedi e a cavallo, son tutti d'accordo.

SECONDO CORAZZIERE (si avvicina al primo)Il lombardo non lascerà certo il vallone.

PRIMO CACCIATORELibertà è la vita del cacciatore.

SECONDO CACCIATOREMa libertà c'è solo dov'è potenza:vivrò e morirò per il duca di Friedland.

PRIMO TIRATORE SCELTOIl lorenese va con la corrente,dov'è spensierato e di lieto umore.

DRAGONEL'irlandese va con la sua buona stella.

SECONDO TIRATORE SCELTOIl tirolese dietro al suo signore.

PRIMO CORAZZIEREE dunque ciascun reggimento scrivaun promemoria ben chiaro e accurato:che noi vogliamo restare uniti,che nessuna forza né astuzia potràallontanarci dal duca di Friedland,un vero padre per i suoi soldati.Lo porgeremo con gran devozioneal Piccolomini - intendo, al figlio -che è molto bravo in queste cose;egli può tutto presso il duca di Friedlande ha grande voce in capitolo purepresso la regia e imperiale maestà.

SECONDO CACCIATOREVenite! È inteso! Siamo tutti d'accordo.Piccolomini sarà portavoce per noi.

TROMBETTIERE, DRAGONE, PRIMO CACCIATORE,

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SECONDO CORAZZIERE, TIRATORI SCELTI (tutti insieme)Piccolomini sarà portavoce per noi.

Fanno per andarsene.

SERGENTEUn bicchierino ancora, camerati!

(Beve)

Alla salute di Piccolomini!

VIVANDIERA (recando una bottiglia)Questa non è sul conto. Volentierive la regalo. Buon successo, signori!

I DUE CORAZZIERIEvviva i militari!

I DUE CACCIATORIE paghi il contadino!

DRAGONI e TIRATORI SCELTIProsperità all'esercito!

TROMBETTIERE e SERGENTEE il duca lo comandi.

SECONDO CORAZZIERE (cantando)Orsù, camerati, a cavallo, a cavallo!

In battaglia e incontro alla libertà.Solo in battaglia ha l'uomo valore

dove il coraggio pesare si può.Ciascuno è per sé soltanto garante,e nessun altro per lui pugnerà.

I soldati dal fondo si sono fatti avanti durante il canto e gli fanno coro.

COROCiascuno è per sé soltanto garante,e nessun altro per lui pugnerà.

DRAGONEDal mondo è sparita la libertà,

non vedi che servi e padroni;regna menzogna, regna l'insidia

tra uomini pieni di viltà.Chi può guardare in faccia la morteè solo il soldato, nella sua libertà.

COROChi può guardare in faccia la morteè solo il soldato, nella sua libertà.

PRIMO CACCIATORELe angosce umane egli getta via,

non ha più timori, né cure;cavalca spavaldo incontro alla sorte:

non sarà oggi ma certo domani;e se domani sarà, per quest'oggile gioie beate del mondo berrà.

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COROE se domani sarà, per quest'oggile gioie beate del mondo berrà.

I bicchieri sono stati riempiti di nuovo; brindano e bevono.

SERGENTEDal cielo gli piove la lieta sorte,

non deve affannarsi a rincorrerla.Fruga il villano in grembo alla terra

da cui pensa tesori scavar.Zappa e scava una vita intera,finché la fossa sua scaverà.

COROZappa e scava una vita intera,finché la fossa sua scaverà.

PRIMO CACCIATOREIl cavaliere e il veloce destriero

sono ospiti molto temuti;splendono i lumi di nozze al maniero,

alla festa egli giunge straniero;non prega a lungo, non offre oro,coglie d'assalto il dono d'amor.

CORONon prega a lungo, non offre oro,coglie d'assalto il dono d'amor.

SECONDO CORAZZIEREPerché la bella piange e dispera?

Lascialo andare, lascialo andar!Fissa dimora non ha sulla terra,

non ha da offrire la fedeltà.La sorte lo incalza veloce e fiera,e in alcun luogo pace non ha.

COROLa sorte lo incalza veloce e fiera,e in alcun luogo pace non ha.

PRIMO CACCIATORE (afferra per mano i suoi vicini, gli altri lo imitano; tutti formano un grande semicerchio)E perciò, camerati, sellate il cavallo,

alla mischia il petto porgete.La gioventù freme, la vita spumeggia,

finch'è tempo con slancio godete.E chi la vita non impegnerà,mai nella vita vincitore sarà.

COROE chi la vita non impegnerà,mai nella vita vincitore sarà.

Il sipario cala prima che il coro abbia terminato il canto.

I PICCOLOMINI

PERSONAGGI

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WALLENSTEIN, duca di Friedland, generalissimo imperiale nella guerra dei Trent'anniOTTAVIO PICCOLOMINI, luogotenente generaleMAX PICCOLOMINI, suo figlio, colonnello di un reggimento di corazzieriCONTE TERZKY, cognato di Wallenstein, comandante di parecchi reggimentiILLO, feldmaresciallo, uomo di fiducia di WallensteinISOLANI, generale dei croatiBUTTLER, comandante di un reggimento di dragoniTIEFENBACH, generale di WallensteinDON MARADAS, generale di WallensteinGÖTZ, generale di WallensteinCOLLALTO, generale di WallensteinCAPITANO NEUMANN, aiutante di TerzkyVON QUESTENBERG, consigliere di guerra, inviato dell'imperatoreBATTISTA SENI, astrologoDUCHESSA DI FRIEDLAND, moglie di WallensteinTHEKLA, principessa di Friedland, sua figliaCONTESSA TERZKY, sorella della duchessaL'ALFIEREIL CANTINIERE DEL CONTE TERZKY

Paggi e servitori di casa FriedlandOboisti e servitori di casa TerzkyParecchi colonnelli e generali

ATTO I

Un'antica sala gotica del municipio di Pilsen, decorata di bandiere e trofei di guerra.

Scena I

Illo con Buttler e Isolani.

ILLOTardi giungete - ma pur eccovi qui! La lunga via,conte Isolani, giustifica il ritardo.

ISOLANINé si può dire ch'io venga a mani vuote!A Donauwörth ci è stato annunziatoch'era per strada un convoglio svedesedi provvigioni, circa seicento carri.I miei croati son riusciti a catturarlo:l'abbiamo rimorchiato.

ILLOGiunge appuntino

per noi, a sfamare l'imponente adunata.

BUTTLERC'è animazione qui, lo vedo.

ISOLANIEh già:

perfino le chiese son piene di soldati;

(si guarda intorno)

qui al municipio, vedo, vi siete sistematidiscretamente. Be', è chiaro che il soldatos'accomoda e s'arrangia come può!

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ILLOI colonnelli di trenta reggimentison già riuniti qui: Terzkytroverete, Tiefenbach, Collalto,Götz, Maradas, Hinnersam, purei Piccolomini, padre e figlio... potreterisalutare parecchi vecchi amici.Mancano solo Altringer e Gallas.

BUTTLERGallas non lo aspettate.

ILLO (sorpreso)Come? Sapete...

ISOLANI (lo interrompe)Max Piccolomini è qui? Oh, conducetemida lui. Lo vedo ancora - or son dieci anni -a Dessau, quando contro Mansfeldci battevamo, spronare giù il cavallo dal ponteprecipitandosi in aiuto del padrech'era in pericolo tra i vortici dell'Elba.Allora, appena la prima lanuginegli spuntava sul mento; ora, a quanto mi dicono,l'eroe s'è maturato ed è completo.

ILLOLo vedrete oggi ancora. Egli scortadalla Carinzia la duchessa di Friedlandcon la figliola: giungeranno stamani.

BUTTLERIl principe anche moglie e figliaconvoca qui? Saremo davveroin molti a raduno.

ISOLANITanto meglio.

Mi aspettavo di sentir parlaresoltanto di marce, di batterie, di attacchi;e guarda un po'! il duca si preoccupadi rallegrarci con qualcosa di leggiadro.

ILLO (che è rimasto pensieroso, a Buttler, tirandolo in disparte)Come sapete che il conte Gallas sarà assente?

BUTTLER (con incisività)Perché ha cercato di trattenere anche me.

ILLO (con calore)E voi, siete rimasto saldo?

(Gli stringe la mano)

Bravo, Buttler!

BUTTLERDopo l'obbligo contratto di recenteancora verso il duca...

ILLOSì, maggior generale! Mi congratulo!

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ISOLANIPer il reggimento, vero? che il principevi ha donato? E per giunta il medesimo,a quanto sento, in cui da semplicecavalleggero vi siete fatto strada?Be', questo è vero! servirà di sprone,di esempio a tutto il reggimentoche un vecchio guerriero meritevolefaccia carriera.

BUTTLERIo sono imbarazzato

se mi sia lecito accettare il complimento,ché ancora manca la conferma imperiale.

ISOLANINiente scrupoli, via! La mano che a quel postovi ha messo, è forte abbastanzaper sostenervi, a dispetto di ministrie imperatore.

ILLOSe ciascuno di noi

dovesse avere tutti questi scrupoli!L'imperatore nulla ci dà... ma tuttoviene dal duca, speranze e sostanze.

ISOLANI (a Illo)Fratello mio, te l'ho già raccontato?Il principe vuol tacitarmi i creditori,vuol farmi da cassiere in avvenire,vuole rendermi insomma un galantuomo.E questa è già la terza volta! pensate!che quest'uomo di sensi regalidalla rovina mi solleva all'onore.

ILLOMagari potesse far sempre come vuole!Paesi e popoli donerebbe ai soldati.Invece, come a Vienna gli tarpano il potere,gli mozzano dove possono le ali!Ecco qua! le nuove belle preteseportate da codesto Questenberg!

BUTTLERAnch'io

ne so qualcosa delle pretese imperiali...ma spero proprio che il duca non vogliamollare per suo conto d'un sol punto.

ILLODal suo diritto certo non mollerà,purché non si tratti - della carica!

BUTTLER (colpito)Sapete qualcosa? Voi mi spaventate.

ISOLANI (contemporaneamente)Saremmo tutti rovinati!

ILLOBasta!

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Vedo venire appunto il nostro uomoinsieme col generale Piccolomini.

BUTTLER (scuotendo il capo, dubbioso)Di qui, temo, non usciremo indenni.

Scena II

Detti. Ottavio Piccolomini. Questenberg.

OTTAVIO (già da lontano)Come? Ancora altri ospiti? Confessi,amico! Occorreva questa lacrimevole guerraper radunare in un solo accampamentotanti eroi coronati di celebrità.

QUESTENBERGNon venga in un accampamentodel duca di Friedland chi male della guerravuole pensare. A momenti gli orrorine scordavo, quando ebbi sott'occhiol'alto spirito di disciplina con cui egli,distruttore del mondo, si afferma,riuscendo a creare cose grandi.

OTTAVIOE guarda un po'! una coppia valorosache degnamente chiude l'eroica schiera:il conte Isolani e il colonnello Buttler.Abbiamo così sott'occhio tutta l'artedella guerra: ecco la forza, amico, e la celerità.

Presenta Buttler e Isolani.

QUESTENBERG (a Ottavio)E in mezzo a loro, l'esperta saggezza.

OTTAVIO (presentando Questenberg)Onoriamo in quest'ospite illustreil grande protettore e patrono dei soldati,ciambellano e membro del consiglio di guerra,Questenberg, latore degli ordini imperiali.

Silenzio generale.

ILLO (s'avvicina a Questenberg)Non è la prima volta, signor ministro,ch'Ella ci onora nell'accampamento.

QUESTENBERGInfatti già una volta mi sono trovatodinanzi a queste bandiere.

ILLOE sa Lei dove

questo è avvenuto? A Znaim, in Moravia,dov'Ella per volere imperiale s'è interpostoa supplicare il duca di assumereil comando del reggimento.

QUESTENBERGA supplicare, signor generale?

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Ch'io sappia, né la mia missionené il mio zelo arrivarono a tanto.

ILLOBe'! A costringerlo, se vuole. Me ne ricordoassai bene. Il conte Tilly era stato colpitoalla testa sul fiume Lech - la Bavieraera aperta al nemico - nulla lo trattenevadall'infiltrarsi fino al cuore dell'Austria.Allora è apparso Lei con Werdenbergdavanti al nostro capo, ad assalirlodi preghiere e minacce di sovrana disgrazia,se il principe allo strazio non si fosse piegato.

ISOLANI (intervenendo)Ma sì, certo! È spiegabile, signor ministro,perché nella Sua missione odiernaElla non ami ricordarsi dell'antica.

QUESTENBERGE come potrei! Contraddizione alcunainfatti non esiste tra esse! Si trattavaallora di strappare al nemico la Boemia;oggi di liberarla da amici e protettori.

ILLOBel compito! Dopo che questa Boemiacol nostro sangue contendemmo al Sassone,per compenso dovremmo esserne scacciati.

QUESTENBERGSe questo povero paese non dovesseaver scambiato una sventura con l'altra,occorre che sia tosto liberatodal flagello di amici e di nemici.

ILLOMa guarda! È stata invece una buona annata,il contadino è già in grado di aiutarci.

QUESTENBERGCerto, se vuole alludere alle greggie ai pascoli, signor feldmaresciallo...

ISOLANILa guerra nutre la guerra.Crepano contadini? D'altra partel'imperatore ci guadagna in soldati.

QUESTENBERGE ci scàpita in sudditi!

ISOLANIBah!

Sudditi suoi siamo tutti!

QUESTENBERGC'è differenza, signor conte! Gli uniaccrescono le finanze con un'utileattività, mentre gli altri non fannoche bravamente adoperarsi a esaurirle.La spada ha reso l'imperatore povero:spetta all'aratro ridonargli le forze.

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BUTTLERL'imperatore non sarebbe poverose tante... sanguisughe non succhiasseroil midollo del paese.

ISOLANICosì male

non pare che vada. Vedo infatti...

(esamina il suo abito)

che tutto l'oro non è ancora moneta.

QUESTENBERGGrazie a Dio! Qualcosa s'è salvatofinoggi - dalle grinfie dei croati.

ILLOEcco! agli Slawata e ai Martinitzsu cui l'imperatore, in barbaai fedeli boemi, doni accumula...- a questa gente che s'abbuffa di rapinealle spalle dei borghesi esiliati -a costoro che nel marciume generaleprosperano e da soli profittanodella sventura pubblica - che schernisconocol fasto lo strazio del paese -fate a costoro e a tutti i loro similipagare le spese della calamitosaguerra, da loro soltanto scatenata.

BUTTLERE questi parassiti che ogni giornoi piedi allungano sotto la tavola imperiale,che famelici tutti i beneficis'accaparrano, costoro al soldatoche affronta il nemico vorrebberoil pane misurare e limitar le spese.

ISOLANIMai più mi scorderò di quando a Vienna,sette anni or sono, arrivai per la rimontadei nostri reggimenti: come mi trascinaronoda un'anticamera all'altra, lasciandomiper ore intere in mezzo ai cortigiani,come fossi venuto a far la questua.Alla fine - mi mandarono un cappuccino,sicché pensai che fosse per i miei peccati!Ma no, invece: si trattava dell'uomocon cui dovevo contrattare i cavalli.A ripartire fui costretto, con un nulla di fatto.Il principe più tardi in soli tre giornimi procurò tutto quello che, a Vienna,durante trenta giorni non ottenni.

QUESTENBERGGià! già! La partita fu trovata fra i conti,lo so, e tuttora non è stata saldata.

ILLOLa guerra è un rude e violento mestiere.Coi mezzi blandi non si approda a nulla,

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né si possono usare dei riguardi.A voler aspettare finché a Viennasu ventiquattro mali venga sceltoil minore, si aspetterebbe un pezzo!Si sfasci pure tutto! Le persone,di regola, s'intendono di rammendi e rattoppi,e preferiscono l'odiata costrizionedi gran lunga all'amara scelta propria.

QUESTENBERGSì, è vero! il duca ci risparmia la scelta.

ILLOIl duca ha cure paterne per le truppe;come ci tratti l'imperatore, lo vediamo.

QUESTENBERGPer ogni ceto ha sentimenti uguali,e non può all'uno sacrificare l'altro.

ISOLANIPerciò ci caccia con le fiere nel deserto,per proteggere i suoi diletti agnelli.

QUESTENBERG (con ironia)Signor conte! Il paragone è vostro...non mio.

ILLOPerò se fossimo tali

quali la Corte crede, rischioso sarebbe darci libertà.

QUESTENBERG (con gravità)Presa, e non data è stata la libertà:perciò appunto ora è necessario il morso.

ILLOChe ci si aspetti, allora, un cavallo indomito.

QUESTENBERGLo domerà un cavaliere migliore.

ILLOTollera solo colui che l'ha domato.

QUESTENBERGSe vien domato, obbedisce anche a un bambino.

ILLOE il bambino, so bene, è già trovato.

QUESTENBERGA voi interessa il dovere, e non il nome.

BUTTLER (che fino a quel momento s'è tenuto in disparte insieme a Piccolomini, con visibile interesse al dialogo, si avvicina)

Signor presidente! L'imperatoredispone in Germania di un poderoso esercito:in questo impero sono acquartieratiben trentamila uomini, e in Slesiasedicimila; dieci reggimentisono schierati lungo il Weser, il Renoe il Meno; in Svevia seimila, dodicimila in Baviera agli Svedesi

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tengono testa. Senza contare le guarnigioniche presidiano le città fortificatelungo i confini. Tutta questa genteobbedisce ai capitani del duca.I comandanti sono tutti d'una scuola,si sono nutriti d'un solo latte, un solo cuoreli anima tutti. Stranieri si trovanosu questo suolo, unicamente il serviziorappresenta per loro casa e patria.Non li muove lo zelo per la patriapoiché migliaia, come me, sono stranieri.Non per l'imperatore, giacché di costorola metà certo ha disertato da esercitistranieri, indifferenti di combattereper l'aquila bicipite o per il leoneo per il giglio. Ma tutti sono guidaticon mano ferma e poderosa da uno soloche insieme li lega in un'unica gentecon pari amore e con pari timore.E come corre la scintilla del lamposicura e veloce lungo l'asta di ferro,così il comando suo corre dall'ultimaremota sentinella, che ode frangersidel Belt la risacca sulle dune,o che contempla le fertili vallidell'Adige, fino al picchetto che ha piantatola sua garitta a ridosso della reggia.

QUESTENBERGE qual è il succo di sì lungo discorso?

BUTTLERChe il rispetto, l'affetto, la fiducia,che ci rendono sottomessi al duca,non sono trasferibili al primo venuto,qui spedito dal beneplacito di Vienna.Vive tuttora nella nostra memoriafedele il modo come il comandopervenne nelle mani del duca: è stata forsela maestà imperiale a consegnargliun esercito già costituito, a cercaresoltanto un capo per le proprie truppe?- L'esercito non esisteva ancora. A crearloè stato il Friedland; non l'ha ricevuto,ma lui l'ha consegnato all'imperatore!Non dal sovrano ricevemmo Wallensteinper comandante. Non così è stato, no!Dal Wallenstein soltanto per sovranol'imperatore abbiamo ricevuto:lui solo a tali bandiere ci ha legato.

OTTAVIO (intervenendo)Solo per ricordarLe, signor consigliere,di trovarsi in un campo e tra guerrieri.Audacia e libertà fanno il soldato.Se ardito agisce, non potrà parlarearditamente? - L'uno completa l'altro.L'audacia di questo degno ufficiale,

(addita Buttler)

che adesso ha soltanto sbagliato bersaglio,è quella che, quando solo l'audacia

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era salvezza, durante la tremendasollevazione del presidio, al sovranoha mantenuto la sua capitale: Praga.

Si ode da lontano una fanfara.

ILLOEccoli! È il saluto delle sentinelle!Questo segnale annunzia la duchessa.

OTTAVIO (a Questenberg)È dunque ritornato anche mio figlioMax. Egli l'ha rilevata e quiscortata dalla Carinzia.

ISOLANI (a Illo)Andiamo tutti

insieme a salutarla?

ILLOCerto! Andiamo!

Venite, colonnello Buttler!

(a Ottavio)

Ricordateviche avanti mezzogiorno con questosignore ci incontreremo dal duca.

Scena III

Ottavio e Questenberg, rimasti soli.

QUESTENBERG (con segni di stupore)Che m'è toccato udire, generale!che arroganza sfrenata! Quali idee!- Se questo è il modo di pensare di ognuno...

OTTAVIOAvete udito tre quarti dell'esercito.

QUESTENBERGPoveri noi! Dove trovare un altro esercitoper sorvegliare questo? E costui, Illo,temo la pensi ancor peggio che non parli.Nemmeno a quel Buttler riescedi celare le proprie cattive intenzioni.

OTTAVIOSuscettibilità - orgoglio offeso - nient'altro!A quel Buttler non rinuncerei ancora:so come esorcizzare un tale spirito.

QUESTENBERG (passeggiando inquieto su e giù)No! è peggio, molto peggio, amico,di quanto a Vienna si è potuto immaginare.Tutto con l'occhio del cortigiano vedevamo,abbagliato dallo splendore del trono;non avevamo ancor visto il comandante,l'onnipotente, nel suo accampamento.Qui ogni cosa è diversa! Qui non v'èimperatore: il sovrano è il duca!

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Il giro fatto al Suo fianco poc'anzi,nel campo, annienta la mia speranza.

OTTAVIOVede Ella stessa, dunque, quale compitorischioso mi ha recato dalla Corte...quanto scabroso sia il mio ruolo.Il più tenue sospetto da partedel generale mi costano vita e libertà,accelerando soltanto il suo progettotemerario.

QUESTENBERGDov'era la cauta riflessione quando

abbiamo affidato la spada a questo pazzo,e un simile poterein tale mano! Troppo grandeper un cuore deviato come questoè stata la tentazione! Perigliosaper l'uomo migliore sarebbe diventata!Egli opporrà rifiuto, ne son certo,di obbedire all'ordine imperiale. -Può farlo e lo farà. La sua arroganza impunitarivelerà la nostra vergognosa impotenza.

OTTAVIOE crede Lei che invano moglie e figliaha fatto venire qui, proprio adessoche alla battaglia noi ci prepariamo?Che sottragga ai paesi dell'imperatoreil pegno ultimo della sua fedeltà,ci rivela che la ribelliones'approssima.

QUESTENBERGPoveri noi!

Come faremo fronte alla buferache d'ogni lato ci minaccia e avvolge?Alle frontiere il nemico, già padronedel Danubio, è in continuo progresso -all'interno già la campana a stormo -i contadini in armi - tutti i cetimalcontenti - e l'armata, che sostegnodoveva darci, è traviata, inselvatichita,alla disciplina disavvezza - dallo Statoavulsa, dal proprio imperatore,disonesta affidata a un disonesto,terribile strumento in cieca balìad'obbedienza al più temerario degli uomini...

OTTAVIOAmico mio, non perdiamoci d'animotroppo presto! La parola è semprepiù ardita dell'azione, e chi può adessosembrare pronto a decisioni estremecon cieco zelo, può trovare reazioni inattesenel proprio cuore, quando il vero nomedel delitto si renderà palese.Peraltro... non siamo del tutto indifesi.Il conte Altringer e Gallas, come sa,mantengono disciplinato un piccolo esercitoe ogni giorno lo rinforzano. - Sorpreseegli non potrà farcene: Lei sa che di spie

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l'ho circondato; d'ogni minima mossavengo informato subito - lui stesso,anzi, me ne fa parola.

QUESTENBERGInconcepibile, invero, che non s'accorgadel nemico al suo fianco.

OTTAVIOLa prego, non pensi

che con arti di menzogna e di viscidacompiacenza io mi sia insinuatonel suo favore, alimentando la fiduciacon ipocrite lodi. Se la saggezza e il doveredi cui son debitore all'impero e al sovranomi comandano di celargli il sentimentomio vero, un falso volto non ho maisimulato, però, nei suoi confronti.

QUESTENBERGÈ un segno evidente del divino volere.

OTTAVIONon so che cosa sia... che a me e a mio figliolo attira e incatena così potentemente.Amici, compagni d'armi siamo statisempre: per tempo abitudini, avventurecondivise ci hanno legati... ma il giornoricordo in cui di colpo il cuoresuo mi si aprì, la sua fiducia crebbe.È stato il mattino della battaglia di Lützen...un brutto sogno mi spinse a cercarlo,a offrigli un diverso cavallo di battaglia.Lontano dalle tende, sotto un alberolo rinvenni dormiente. E allorquandolo destai per narrargli i miei timori,mi guardò a lungo con stupore; e poimi abbracciò stretto, mostrandosi commossoben al di là del mio lieve servigio.Da quel giorno la fiducia sua mi seguenella misura che la mia lo fugge.

QUESTENBERGSuo figlio sarà certo messo al correntedel segreto?

OTTAVIONo!

QUESTENBERGCome! non vuole diffidarlo

nemmeno delle cattive maniin cui si trova?

OTTAVIOBisogna ch'io lo affidi

all'innocenza sua. Simulazioneè cosa estranea a quell'anima schietta;ignoranza soltanto può serbargliquella franchezza che il duca fa sicuro.

QUESTENBERG (preoccupato)Mio degno amico! La migliore opinione

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nutro del colonnello Piccolomini - però...- se... - ci pensi...

OTTAVIODevo correre

questo rischio. Silenzio! Eccolo, viene.

Scena IV

Max Piccolomini. Ottavio Piccolomini. Questenberg.

MAXEccolo qua in persona. Benvenuto,padre!

(Lo abbraccia. Nel voltarsi, si accorge di Questenberg e si ritrae)

Occupato, a quanto vedo?Non voglio disturbare.

OTTAVIOCome,

Max? Guarda quest'ospitepiù da vicino. Attenzione meritaun vecchio amico: rispetto è dovutoall'inviato del tuo imperatore.

MAX (freddamente)Von Questenberg! Benvenuto, se qualcosadi buono La conduce al quartier generale.

QUESTENBERG (afferrandogli la mano)Non ritiri la mano, conte Piccolomini;non gliela stringo solo per simpatiané intendo dire una banalità.

(Afferrando le mani di entrambi)

Ottavio - Max Piccolomini! Nomiche recano salvezza e buon auspicio!Mai più la fortuna lascerà l'Austriafinché due tali astri splenderannoa benedire e proteggere gli eserciti.

MAXIl vostro ruolo, signor ministro, obliate:non per lodare siete qui venuto,lo so, ma piuttosto inviatoa biasimare e rabbuffare... non voglioessere in questo preferito a nessuno.

OTTAVIO (a Max)Dalla Corte egli viene, ove del ducanon si è, come qui, altrettanto soddisfatti.

MAXChe c'è di nuovo da criticare in lui?Che decide da solo quello chelui solo capisce? Bene! è giustocosì, e in modo tale seguiterà.Non è assolutamente fattoper piegarsi e adattarsi ad altri:

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è contro la sua natura, non lo può.Gli è toccato un animo di dominatoreed è stato messo a un posto di comando.Buon per noi ch'è così! Solo pochi riesconoa guidare se stessi e la ragionea usare con senno - è un bene per tuttise spunta qualcuno, il quale sia capacedi essere centro e sostegno di molte migliaia,quasi salda colonna a cui poggiarsicon gioia e con fiducia.Così fatto è Wallenstein, e sealla Corte piacerebbe un altro,all'esercito solo costui conviene.

QUESTENBERGAll'esercito! Naturale!

MAXÈ un piacere

vedere come scuote e incoraggiae rianima tutti intorno a sé,come ogni energia si riveli, ogni doteriesca a palesarsi accanto a lui!A ciascuno ogni forza innata cavafuori e la potenzia al massimo,pur lasciando che ognuno rimangaquello che è: lui non fa che vigilareche lo sia sempre, al posto giusto;così al proprio il capitale di tuttiriesce a conglobare.

QUESTENBERGChi vuole negare

che gli uomini conosca e ne sappiafare uso! Ma nel dominaredimentica del tutto d'esser servo,quasi il suo grado fosse dono naturale.

MAXE non lo è forse? Con tutte le forzeè tale, e con la forza per giuntadi completare letteralmente la natura,conquistando al talento di dominatoreanche il suo posto di comando.

QUESTENBERGSicché

dobbiamo infine alla magnanimitàdi lui se ancora riusciamo ad imporci!

MAXEccezionale fiducia esige l'uomo eccezionale.Dategli spazio, la meta è affare suo.

QUESTENBERGLe prove lo dimostrano.

MAXEcco come

sono costoro! Li atterrisce subitotutto quel ch'è profondo; né contentisi trovano se non dove c'è mediocrità.

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OTTAVIO (a Questenberg)Si rassegni, si dia pace, caro amico!Con questo qui, non riuscirà a spuntarla.

MAXEccoli pronti nel bisogno a invocareil genio, e inorridiscono subitoquando si mostra. Le cose eccezionali,sovrumane, devono accadere per loroal modo delle cose quotidiane. In guerraè il presente che incalza: occorre la personache comandi e tutto veda coi suoi occhi.Il condottiero esige ogni grandezzadi natura: gli si consenta di vivere quindicon grandezza. La voce profetica e vivache in sé porta egli deve interrogare,non già libri morti, antichi sistemie ammuffite carte.

OTTAVIOFiglio mio, non pretendere da noi

irriverenza per i sistemi antichi, limitati!Sono carichi preziosi, inestimabili,che l'uomo oppresso ha protetto dal volereimpetuoso del proprio oppressore:cosa tremenda infatti è stato semprel'arbitrio, mentre la via dell'ordine,anche contorta, non è mai giro vizioso.Diritto procede il lampo, la traiettoriatremenda del proiettile... arriva veloceper la più corta via e per distruggeresi fa largo distruggendo. Figlio mio!La via che l'uomo percorre, la via celestebenedetta, segue il corso dei fiumi,le libere svolte delle valli; essa aggirail campo di frumento e il vigneto,rispettando i confini della proprietà:così alla meta conduce, in ritardo ma sicura.

QUESTENBERGAscolti dunque Suo padre... ascolti luich'è nel contempo un uomo e un eroe.

OTTAVIOPer la tua bocca, figlio mio, parla il guerriero.T'ha cresciuto una guerra che da quindici annidura: non hai mai visto la pace! Più altivalori esistono, figlio, dei valori della guerra;e nella guerra stessa il fine ultimonon è la guerra. Non sono le grandi,le rapide azioni di violenza, non sonoi prodigi del momento a generarela distensione felice, il durevolee pacifico potere. In fretta e furiasi costruisce il soldato la sua fragilecittà di tende: ecco prodursiun improvviso tramestìo e movimento,il mercato si anima, le strade,i fiumi sono affollati di merci,attiva è l'industria. Ma d'un tratto un mattinole tende cadono, le schiere si spostano,e deserto come un cimitero il camporimane, le calpestate semine,

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e il raccolto dell'anno è perduto.

MAXOh, padre! fa' che l'imperatoreconcluda la pace! L'insanguinato allorodarò con gioia in cambio della prima violache il marzo ci reca quale pegnoodoroso della ringiovanita terra.

OTTAVIOChe hai? Che cosa ti commuove a un tratto?

MAXNon ho mai visto la pace, tu dici?L'ho vista, padre mio, ne vengo adesso -proprio adesso ne vengo - il mio viaggiomi ha condotto in paesi in cui la guerranon è mai giunta... Oh, la vita, padre,ha seduzioni mai conosciute da noi!Solo la riva deserta della vitaleggiadra abbiamo percorso da pirativagabondi, che rinserrati nella naveottusa vivono con usanze selvaggenel mare selvaggio, non conosconodell'ampia terra se non le insenature,dove il ladresco approdo possono rischiare.Delle delizie che nelle valli internela terra cela, oh, nulla, mai nullaè apparso a noi nel selvatico errare.

OTTAVIO (facendosi attento)Ed è stato questo viaggio a mostrartele?

MAXÈ stata la prima vacanza della mia vita.Dimmi, qual è lo scopo, quale il premiodel penoso lavoro che la mia giovinezzaha turbato, lasciando il mio cuoredeserto e insoddisfatto, e lo spiritospoglio d'ogni cultura? Ché il rumorosotrambusto di questo campo, il nitrito dei cavalli,lo squillo delle trombe, gli orarisempre uguali del servizio, le esercitazioni,la parola del comando... nulla al cuoreassetato concede tutto questo.Manca l'anima a questo futile mestiere:esistono altre gioie, altre felicità.

OTTAVIOMolto hai imparato nel breve viaggio, figlio!

MAXOh, che bel giorno quando alfine il soldatoalla vita, all'umanità ritorna,le bandiere si spiegano nel lietocorteo e a casa la placida marcia lo guida;quando tutti gli elmi e i cappelli s'adornanodi verdi ramoscelli, ultima predarubata ai campi! Le porte delle cittàspontaneamente si spalancano, senzache mine occorrano per farle saltare,di gente rigurgitano intorno i bastioni,di pacifica gente che agita le mani...

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limpido da tutte le torri risuonalo scampanìo, che il vespro serenoannunzia della cruenta giornata.Da villaggi e città un popolo festantes'affolla e brulica, e con invadenzaaffettuosa intralcia il corteo militare;lieto di poter vedere un tale giornoscuote il vegliardo le mani al figlio ritornato.Straniero egli nella sua casa rientra,da tempo abbandonata: il suo ritornoombreggiano i larghi rami dell'albero,arbusto ancora alla partenza sua;e ritrosa gli si fa incontro la fanciullalasciata al seno della nutrice. Oh, felicecolui cui una porta s'apre, e braccia teneresi spalancano soavemente a stringerlo...

QUESTENBERG (commosso)Oh, che peccato ch'Ella parli cosìdi tempi tanto, tanto lontani ancora,e non di domani, non di oggi!

MAX (volgendosi a lui con impeto)Chi mai

porta la colpa, se non voi di Viennadi tutto questo? - Io voglio esseresincero, Questenberg! Poc'anziquando La scorsi, lo sdegnomi attanagliò lo spirito: siete voiche impedite la pace, voi!Il guerriero la deve conquistarecon la forza. Al duca la vita voiamareggiate, gli rendete difficileogni passo, gli fate calunnia -E perché? Perché egli si preoccupapiù del benessere globale d'Europache non di qualche iugero in piùo in meno per l'Austria... come un rivoltosolo dipingete, e Dio sa cos'altro! perchéi Sassoni risparmia, perché cerca d'ispirarefiducia al nemico, ch'è poi l'unicavia per ottenere la pace;ché se la guerra tra i guerrieri non cessa,da dove mai verrà la pace? Andate,andate! Così come amo il bene,così odio voi - e qui lo giuro per lui,per Wallenstein goccia a goccia il mio sangueio verserò, l'ultimo del mio cuore, primache voi esultiate della sua caduta!

Esce.

Scena V

Questenberg. Ottavio Piccolomini.

QUESTENBERGPoveri noi! Così stanno le cose?

(Incalzando impaziente)

Amico, e noi lo lasceremo andar via

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con questa sua follia, senza richiamarloper aprirgli gli occhi all'istante?

OTTAVIOI miei si sono aperti adesso, e vedopiù di quanto non vorrei.

QUESTENBERGDi che si tratta,

amico?

OTTAVIOMaledizione a questo viaggio!

QUESTENBERGPerché? Che c'è?

OTTAVIOVenga! Devo subito

seguire questa traccia malaugurata,vedere coi miei occhi. Venga dunque...

Fa per trascinarlo via.

QUESTENBERGMa cosa? Dove?

OTTAVIODa lei!

QUESTENBERGDa...

OTTAVIO (si corregge)Dal duca! Andiamo! Temo il peggio.Scorgo la rete gettata su di lui:non è tornato a me com'era partito.

QUESTENBERGLa prego di spiegarmi...

OTTAVIOE non potevo

prevederlo? Impedire il viaggio?Perché gliel'ho taciuto? Aveva ragioneLei, dovevo metterlo in guardia...Adesso è troppo tardi.

QUESTENBERGPer che cosa

è troppo tardi? Rifletta, amico mio,che sta parlando con me per enigmi.

OTTAVIO (più calmo)Andiamo dal duca. Venga. È quasil'ora da lui stabilita per l'udienza.Venga dunque! - Maledetto!maledetto tre volte questo viaggio!

Lo conduce via. Cala il sipario.

ATTO II

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Sala in casa del duca di Friedland.

Scena I

Servitori che piazzano seggiole e stendono tappeti. Subito dopo Battista Seni, l'astrologo, vestito nella foggia tradizionale dei dottori italiani in nero, un po' fantasiosamente. Avanza al centro della sala, con un bastoncino bianco in mano, con cui indica i vari punti del cielo.

PRIMO SERVITORE (aggirandosi con un incensiere)Prendete su! Sbrigatevi! La sentinellaè già all'erta. Stanno per arrivare.

SECONDO SERVITOREPerché mai è stata esclusala sala del bovindo, la salarossa, ch'è tanto luminosa?

PRIMO SERVITOREChiedilo al matematico. Egli diceche porta sfortuna.

SECONDO SERVITOREBuffonate!

significa seccare il prossimo. Una salavale l'altra. Che importanza può avereun luogo?

SENI (con gravità)Figlio mio! Nessuna cosa

al mondo è priva d'importanza.La prima cosa però, la più essenzialein ogni faccenda terrena, è il luogo e l'ora.

TERZO SERVITORENon dare retta a costui, Natanaele.Perfino il padrone deve fare a suo modo.

SENI (conta le seggiole)Undici! Numero infausto. Mettete dodicisedie: dodici segni ha lo zodiaco,cinque e sette, i numeri sacri,compongono il dodici.

SECONDO SERVITOREChe avete

contro l'undici? Ditemelo un po'!

SENIL'undici è il peccato. L'undicioltrepassa i dieci comandamenti.

SECONDO SERVITOREAh! E perché mai chiamateil cinque un numero sacro?

SENIIl cinque è l'anima umana. Così comel'uomo è commisto di bene e di male,il cinque è il primo numero compostodi pari e dispari.

Page 52: Schiller - - Wallenstein

PRIMO SERVITOREChe matto!

TERZO SERVITOREEh, lascialo stare!

Lo ascolto volentieri perché, in fondo,qualche senso lo trovo nelle sue parole.

SECONDO SERVITOREVia! Vengono! Via dalla porta laterale!

Escono in fretta. Seni li segue lentamente.

Scena II

Wallenstein. Duchessa.

WALLENSTEINEbbene, duchessa? È passata da Vienna,si è presentata alla regina d'Ungheria?

DUCHESSAAnche all'imperatrice. Da entrambele maestà siamo state ammesse al baciamano.

WALLENSTEINQuale impressione ha prodotto che consorte e figliaabbia chiamato al campo in pieno inverno?

DUCHESSAHo seguito le Sue istruzioni, ho dettodella decisione da Lei presa per nostra figliae del Suo desiderio di mostrare la sposa,prima della campagna, al futuro consorte.

WALLENSTEINSi è sospettato chi fosse il prescelto?

DUCHESSAFu espresso il desiderio che non fossené uno straniero né un signore luterano.

WALLENSTEINE qual è il Suo desiderio, Elisabetta?

DUCHESSACome sa, il Suo volere è stato sempre il mio.

WALLENSTEIN (dopo una pausa)Ebbene - e per il resto com'è statal'accoglienza a Corte?

(La duchessa abbassa gli occhi e tace)

Nullami nasconda... com'è andata?

DUCHESSAOh, mio consorte... tutto non è piùcome una volta... c'è stato un mutamento.

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WALLENSTEINCome? È mancato l'antico rispetto?

DUCHESSANon il rispetto. Degna e pienadi cortesia è stata l'accoglienza...ma al posto della benigna, confidenzialeaffabilità s'era sostituita l'etichettasolenne. Ahimè! anche il delicatoriguardo dimostratoci, commiserazionepiù che favore rivelava. No! la principessaconsorte del duca Albrecht, la nobilefiglia del conte Harrach non dovevaessere accolta così... non in tal modo.

WALLENSTEINSi è criticata certo la mia recente condotta!

DUCHESSAMagari l'avessero fatto! Da gran temposono avvezza a discolparla, ad acquetaregli animi indignati... no, nessunol'ha criticata - tutti si sono chiusiin un silenzio solenne e pesante.Ahimè, qui non si tratta di un comunemalinteso, d'una passeggera suscettibilità -è accaduto qualcosa di atroce,d'irrimediabile... La regina d'Ungheriadi solito usava chiamarmi «cara zia»,usava abbracciarmi nel congedo.

WALLENSTEINE adesso

non l'ha fatto?

DUCHESSA (asciugandosi le lacrime, dopo una pausa)Mi ha abbracciata, però

soltanto dopo il mio congedo; già quandoalla porta mi dirigevo, venne alla mia volta,in fretta, come per un ripensamento,e mi ha stretta al suo petto, più con attodolente che per un affettuoso impulso.

WALLENSTEIN (le prende la mano)Si calmi, su! - Com'è andata con Eggenberg,con Lichtenstein e con tutti gli altri amici?

DUCHESSA (scuotendo il capo)Non ho visto nessuno.

WALLENSTEINE lo spagnolo

conte Ambassador, che di solito con espressionicalde soleva pronunziarsi sul mio conto?

DUCHESSANon una parola ebbe per Lei.

WALLENSTEINQuesti astri

sono dunque spenti per noi. D'ora in poibisognerà sia il nostro fuoco a illuminarci.

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DUCHESSAE sarebbe? Diletto duca, è dunque veroquello che a Corte si sussurra e nel paesead alta voce si dice - quello che il padreLamormain con qualche accenno...

WALLENSTEIN (rapidamente)Lamormain!

Che dice?

DUCHESSAOsa accusare Lei di temerario

abuso della concessa autorità, di sacrilegodisprezzo degli ordini imperiali. Gli Spagnoli,l'orgoglioso duca di Baviera si levanoad accusarLa - una bufera si addensasopra di Lei, ancor più minacciosadi quella che L'ha sconfitto a Ratisbona.Si parla, dice... ah, non posso dirlo.

WALLENSTEIN (ansioso)Ebbene?

DUCHESSADi una seconda...

S'interrompe.

WALLENSTEIN...seconda?

DUCHESSA...più vergognosa...

destituzione.

WALLENSTEINSe ne parla?

(Va su e giù per la stanza, agitatissimo)

Oh, mi costringono,mi spingono a forza, contro il mio volere.

DUCHESSA (si stringe a lui, supplichevole)Oh, siamo ancora in tempo, mio consorte...se con sottomissione e arrendevolezzaquesto si può evitare... - La prego, ceda -cerchi di vincere il Suo animo fiero;è il Suo signore e sovrano a farLa cedere.Oh! non tolleri più a lungo che l'ipocritamalvagità possa macchiare le Sue buoneintenzioni col veleno di calunnie odiose.A svergognare vittorioso i detrattori,i mentitori insorga con la forzadella verità. Abbiamo così pochi buoni amici.Lei lo sa! La nostra rapida fortunaci ha dato in balìa dell'odio umano...Che cosa siamo se il favoreimperiale si volge via da noi!

Scena III

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La contessa Terzky, che conduce per mano la principessa Thekla.Detti.

CONTESSACome, sorella? Già si parla di affari,e a quanto vedo, non piacevoli, primach'egli s'allieti della vista di sua figlia?Il primo istante appartiene alla gioia.Qua, papà Friedland! eccoti tua figlia!

Thekla gli s'accosta timidamente, facendo atto di curvarsi sulla sua mano; egli l'accoglie fra le braccia e resta per un po' assorto a contemplarla.

WALLENSTEINEh sì! bella è risorta in me la speranza.L'accolgo in pegno di maggior fortuna.

DUCHESSAUna bambina tenera era ancoraquando Lei è partito a formare l'esercitoimperiale. Dopo, quando è tornato dalla campagnamilitare di Pomerania, la figliaera già in collegio, dov'è rimasta finora.

WALLENSTEINMentre qui al campo per la sua grandezzalavoravamo, per conquistarle i beni maggioridel mondo, Madre Natura ha fatto la sua partetra silenziose mura conventuali, procurandoalla cara bambina i doni del cieloliberalmente, e la rimanda adessoalla sua splendida sorte e alla miasperanza, adorna d'ogni beltà.

DUCHESSA (alla principessa)Tuo padre

non l'avresti riconosciuto, vero, bambinamia? Avevi appena otto anni quandoil viso suo vedesti per l'ultima volta.

THEKLASì, invece, madre, a prima vista... Mio padrenon è invecchiato. La sua immagine,così come dentro me viveva,sta ora innanzi agli occhi miei, fiorente.

WALLENSTEIN (alla duchessa)Che dolce bambina! Quanta finezzanell'osservazione e quanto senno! Vedi,ero in collera con la sorte che un figliomi aveva negato, il quale potesseereditare il mio nome e la fortuna,e trapiantare in una superba discendenzadi prìncipi la mia fragile esistenza.Facevo torto alla sorte. Qui, su questofiorente capo verginale la coronaporrò della mia vita di soldato,né perduta vorrò considerarlase un giorno, tramutata in gioiello regale,potrò intrecciarla intorno a questa fronte.

La tiene stretta affettuosamente fra le braccia, mentre entra Max Piccolomini.

Scena IV

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Max Piccolomini, e poi subito il conte Terzky. Detti.

CONTESSAEd ecco il paladino che ci ha protetto.

WALLENSTEINSii benvenuto, Max. Tu sei stato sempreapportatore d'una gioia, e al pari della faustastella del mattino fai sorgere per meil sole della vita.

MAXMio generale!

WALLENSTEINFinora è stato l'imperatore,a ricompensarti per mano mia. Ma oggihai vincolato a te la gioia d'un padre,e questo debito deve rimunerarloFriedland in persona.

MAXMio principe!

Ti sei affrettato molto a scaricartene.Vengo da te mortificato, anziaddolorato: poiché appena giunto,appena affidate madre e figlia alle tuebraccia, ecco mi viene consegnatodalla tua scuderia, riccamente corredatoun magnifico tiro da caccia, a compensarmidella mia fatica. Sì, sì, a ricompensarmi.È stata soltanto una fatica?Non un favore, come avevo credutotroppo in fretta, e qui me ne venivoper ringraziarti di tutto cuore - no,proprio non credevo che il compitorappresentasse la mia più bella fortuna!

Entra Terzky e consegna al duca alcune lettere, che questi apre rapidamente.

CONTESSA (a Max)Egli compensa la Sua fatica? Ricambiala propria gioia. A Lei si addiceun tal pensiero delicato, a mio cognatoinvece mostrarsi sempre grande e principesco.

THEKLAIo pure, allora, dovrei dubitare del suo amore:le sue generose mani mi hanno semprericoperta di doni, infatti, primache il paterno suo cuore mi parlasse.

MAXSì, egli deve sempre donare e far felici!

(Afferra la mano della duchessa, poi con calore crescente)

Che cosa non gli debbo! Oh, che cosa non esprimoinsieme a questo diletto nome, Friedland! Per tuttala vita sarò prigioniero di questo nome -in esso deve fiorire ogni felicità,

Page 57: Schiller - - Wallenstein

ogni bella speranza per me - saldamente,come un anello magico, la sorte mi tienelegato a questo nome.

CONTESSA (che nel frattempo ha osservato attentamente il duca, nota che si è fatto pensieroso durante la lettura delle lettere)

Il fratello ha bisognodi restar solo. Andiamocene via.

WALLENSTEIN (si volge rapidamente, si domina e dice con volto sereno alla duchessa)Ancora una volta, principessa,al campo il benvenuto Le do!Ella è la padrona, in questa Corte.Tu, Max, ancora manterrai il tuo vecchioufficio, mentre noi qui ci occuperemodegli affari del sovrano.

Max Piccolomini offre il braccio alla duchessa, la contessa conduce via la principessa.

TERZKY (gli grida dietro)Non dimenticate

di partecipare alla riunione!

Scena V

Wallenstein. Terzky.

WALLENSTEIN (piuttosto pensieroso, tra sé)Ha visto giusto, lei... è proprio così,e collima perfettamente con le altreinformazioni: hanno preso la decisionedefinitiva a Vienna, e mi hanno già datoil successore. È il re d'Ungheria, Ferdinando,il figliolino dell'imperatore, ch'è per loroadesso il messia, l'astro nascente!Noi ci considerano ormai liquidati,e come un estinto abbiamo già l'erede!Non si perda quindi altro tempo!

(Volgendosi, scorge Terzky e gli porge una lettera)

Il conte Altringer scusa la propria assenza,anche Gallas - la cosa non mi garba!

TERZKYE se ancora temporeggi, l'unodopo l'altro romperanno i rapporti.

WALLENSTEINQuell'Altringer tiene i valichidel Tirolo: devo inviargli un messoperché impedisca l'ingresso da Milanoagli Spagnoli. Be'! Il Sesina, quel vecchiointrigante, s'è rivisto di nuovorecentemente: che notizie portadel conte Thurn?

TERZKYIl conte ti comunica

d'essere andato a trovare il cancellieresvedese ad Halberstadt, dove c'è il congresso:lui però dice d'essere stufo

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né vuole aver più nulla a che fare con te.

WALLENSTEINCome sarebbe?

TERZKYDice che tu non fai

più sul serio, e prendi soltantoin giro gli Svedesi, con l'intenzionedi allearti coi Sassoni contro di loro,e di volerli liquidare poi con una manciatadi denaro.

WALLENSTEINAh sì! e ritiene magari

che come bottino io debba ceder lorouna bella contrada tedesca, sì che noifiniremo poi col non esser più padroniin casa nostra? Devono andarsene via, via!Vicini di tal fatta non ci servono.

TERZKYConcedi loro dunque quel pezzettodi terra, non è poi roba tua! Che t'importachi è che paga, se avrai partita vinta?

WALLENSTEINVia, se ne vadano... tu non capisci queste cose.Non si dirà di me che la Germaniaio abbia spezzettata, venduta allo stranieroper prendere proditoriamente la mia parte.L'impero deve onorarmi come protettore;voglio mostrare la mia qualità di principetedesco per potermi degnamente assiderein mezzo ai prìncipi imperiali.Per mezzo mio nessuna potenza stranieranell'impero prenderà radice, men che maicodesti Goti, questi morti di fameche guardano con occhio cupido d'invidiae di rapina alle nostre terre benedette.Devono secondarmi soltanto nei progetti,senza pretendere nessun tornaconto.

TERZKYMa coi Sassoni tu intendi comportartipiù lealmente? Stanno perdendo la pazienzaper tutti i tuoi raggiri... che significanotutte queste finte? parla! - Gli amicidubitano, li rendi confusi...Oxenstierna, Arnheim, nessuno sache cosa pensare delle tue esitazioni.Alla fine, sarò io il mentitore:tutto passa per le mie mani. Non posseggonemmeno uno scritto di tuo pugno.

WALLENSTEINTu sai che io non do ordini scritti.

TERZKYMa come si potrà riconoscereche fai sul serio, se alla parola non seguel'azione? Confessa tu stesso che ognicontrattazione col nemico avrebbe potuto

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avvenire anche se tu avessi voluto soltantoraggirarlo.

WALLENSTEIN (dopo una pausa, guardandolo fissamente)E chi ti dice ch'io non voglia

davvero raggirarlo? Che io non prenda in girovoi tutti? Mi conosci dunquetanto bene? Non mi sembra propriod'averti mai svelato il mio pensieropiù intimo... l'imperatore, sì, è vero,mi ha trattato assai male! Se volessi,potrei ricambiare con azioni tremende.Mi fa piacere riconoscerela mia potenza: se mai davverol'adoprerò, di questo, credo, tunon ne sai più di ogni altra persona!

TERZKYCosì hai fatto sempre il tuo gioco con noi!

Scena VI

Illo. Detti.

WALLENSTEINCome vanno le cose fuori? Sono pronti?

ILLOLi troverai nello stato d'animo desiderato.Sanno delle pretese imperiali e son furiosi.

WALLENSTEINCome si comporta Isolani?

ILLOAnima e corpo

egli è dalla tua, da quando gli hai ridatobanco al faraone.

WALLENSTEINCome reagisce Collalto?

Sei sicuro di Deodati e di Tiefenbach?

ILLOCiò che fa Piccolomini, faranno anche loro.

WALLENSTEINSicché tu credi ch'io possa arrischiarequalcosa con loro?

ILLOSe sei ben sicuro

dei Piccolomini.

WALLENSTEINCome di me stesso.

Costoro non mi abbandoneranno mai.

TERZKYMa vorrei che d'Ottavio, di quella volpe,non ti fidassi troppo.

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WALLENSTEINInsegnami tu

a conoscere la mia gente!Per sedici volte sono stato in battagliacol vecchio. - Inoltre - ho tiratoil suo oroscopo, entrambi siamo natisotto la stessa costellazione - a farla breve...

(con aria di mistero)

insomma, le cose stanno come stanno.Se tu dunque mi sei garante per gli altri...

ILLOTutti non hanno che una sola voce:che tu non debba lasciare il comando.Ti manderanno, sento, una deputazione.

WALLENSTEINSe devo impegnarmi in loro favore,anch'essi devono impegnarsi con me.

ILLOS'intende.

WALLENSTEINDevono darmi un giuramento,

scritto, di consacrarsi al mio servizio,senza condizioni.

ILLOE perché no?

TERZKYSenza

condizioni? Il servizio all'imperatore,gli obblighi verso l'Austria una riservacostituiranno sempre.

WALLENSTEIN (scuotendo il capo)Senza condizioni

a me devono darsi. Nessuna riserva!

ILLOMi viene un'idea... il conte Terzky staseranon ci offre forse un banchetto?

TERZKYSì certo,

e sono invitati tutti i generali.

ILLO (a Wallenstein)Di' un po'! Vuoi lasciarmi carta bianca?Ti procuro l'impegno dei generali, cosìcome desideri.

WALLENSTEINDi loro pugno lo voglio.

Quanto al modo di arrivarci, è affare tuo.

ILLOE se te lo procurerò, nero su bianco,in modo che tutti i capi qui presenti

Page 61: Schiller - - Wallenstein

si rimettano ciecamente a te... farai sul serio,finalmente, a tentare la fortunabuttandoti nell'azione coraggiosa?

WALLENSTEINProcurami lo scritto!

ILLORifletti

a quello che fai! Il desiderio imperialetu non puoi esaudire - l'esercito non puoilasciare indebolire - né consegnarei reggimenti agli Spagnoli, se non vuoiper sempre cedere dalle tue mani il potere.E rifletti anche a questo! Tu non puoiprendere in giro gli ordini severiimperiali, non puoi più ricorrerea sotterfugi, temporeggiare, senza romperlaufficialmente con la Corte. Deciditi!Vuoi prevenirla con un'azione risoluta?O vuoi, ancora esitando, giungere agli estremi?

WALLENSTEINGiusta è l'esitazione prima dell'estremadecisione!

ILLOOh, cogli l'attimo prima

che sfugga! È così raro nella vita il momentoveramente importante, veramente grande.Quando s'impone una decisione, molte cosedevono concorrere e felicemente coincidere...e isolate soltanto, disperse si rivelanole fila della fortuna, le occasioni, che poiraggruppate in un unico nucleo vitalerappresentano insieme l'ovaia feconda.Vedi! come l'attimo decisivo, il momentofatale si addensa intorno a te! I capidell'esercito, i migliori e più eccellenti,intorno a te radunati, al condottiero regale,solo il tuo cenno attendono... Non lasciareche si disperdano ancora una volta! Unanimicosì, durante tutto il corso della guerranon potrai più radunarli. È l'alta mareaa sollevare dalla spiaggia la pesantenave - e più animoso ciascuno diventerànella grande corrente della massa. Orali tieni, ancora li tieni! Presto la guerrali disperderà qua e là... nelle piccole curepersonali e nei privati interessil'anima collettiva si dissolve. Chi oggi,trascinato dalla corrente, si oblìa,a ritrovarsi solo perderà slancio, si sentiràimpotente, e cercherà con voltafaccia rapidodi rientrare nella vecchia, fida stradamaestra del dovere quotidiano,per riparare illeso sotto il tetto.

WALLENSTEINNon è ancora venuta l'ora.

TERZKYCosì dici

Page 62: Schiller - - Wallenstein

tu sempre. Ma quando verrà quest'ora?

WALLENSTEINQuando io lo dirò.

ILLOOh, tu aspetterai l'ora,

degli astri, finché quella terrena ti sfuggirà!Credi a me, dentro il tuo petto sonogli astri della tua sorte. La tua Veneresi chiama fiducia in te stesso, decisione!L'unico astro malefico, che ti danneggia,è il dubbio.

WALLENSTEINTu parli seguendo

gl'intendimenti tuoi. Quante e quante voltete l'ho spiegato! Alla tua nascita Giove,il dio lucente, era in declino; il tuo sguardonon può penetrare questi misteri. Soltantonella terra ti è dato frugare oscuramente,alla cieca, come l'astro ctonio, che con livido,plumbeo raggio ha illuminato la tua nascita.Le cose terrene, ordinarie puoi discernere,collegando con senno i fatti alle cause:da questo lato in te ho fiducia e ti credo.Ma ciò che s'intesse e si forma nei profondimeandri della Natura, con significati arcani,la scala degli spiriti che da questo mondodi polvere ascende fino al mondo degli astri,con mille scalini su cui le potenzecelesti operando salgono e discendono -i cerchi concentrici che si stringonosempre più fitti intorno al sole centrale -queste cose son viste soltanto dall'occhio smagatodei sereni, illuminati figli di Giove.

(Dopo aver fatto un giro nella sala, s'arresta e prosegue)

Gli astri celesti non sono la causasoltanto del giorno e della notte, della primaverae dell'estate - non segnano soltantoall'agricoltore i tempi della seminae del raccolto. Anche l'azione umanaè una semina di fatalità, sparsanel mondo oscuro dell'avvenire, assegnatacon fiducia alle potenze della sorte.È necessario allora indagare il tempodella semina, cogliere il momento astraleesatto, le case del cielo attentamentescrutare, se per avventura nei loro angolinon si celi pronto a recare danno l'avversariodi ogni crescita e di ogni raccolto.Lasciatemi tempo dunque. Fate voi la vostraparte. Ancora non posso dire quello che farò.Ma comunque, non cederò. Io certo no!E nemmeno mi destituiranno - Siatenesicuri.

CAMERIERE (entra)I signori generali.

WALLENSTEIN

Page 63: Schiller - - Wallenstein

Fallipassare.

TERZKYVuoi che tutti i comandanti

siano presenti?

WALLENSTEINNon c'è bisogno. Vengano

i due Piccolomini, Maradas, Buttler,Forgatsch, Deodati, Carafa, Isolani.

Terzky esce col cameriere.

WALLENSTEIN (a Illo)Hai fatto sorvegliare Questenberg?Non ha parlato con qualcuno in segreto?

ILLOL'ho sorvegliato rigorosamente. Non è statocon altri se non con Ottavio.

Scena VII

Detti. Entrano Questenberg, i due Piccolomini, Buttler, Isolani, Maradas e altri tre generali. A un cenno del generalissimo, Questenberg prende posto di fronte a lui, gli altri lo seguono secondo il rango. Regna un attimo di silenzio.

WALLENSTEINHo appreso il contenuto della Sua missione,Questenberg, e l'ho ben ponderato; ho anchepreso la mia risoluzione, ormai irrevocabile.Tuttavia conviene che dalla Sua boccai comandanti ascoltino la volontà imperiale -si compiaccia dunque di voler esporreil Suo mandato a questi nobili capi.

QUESTENBERGSono pronto, prego però voler considerareche per mia bocca non già arbitrio personaleparla, bensì l'autorità e la dignità imperiali.

WALLENSTEINRisparmi l'esordio.

QUESTENBERGAllorquando Sua Maestà

l'imperatore alle sue prodi armate ha donatoun capo famoso ed esperto nella personadel duca di Friedland, ciò avvenne con lietafiducia che le fortune della guerra ad un esitorapido e favorevole volgessero. Infattil'inizio corrispose in pieno ai suoi desideri:la Boemia venne sgomberata dai Sassoni,arginata la vittoriosa marcia degli Svedesi -questi paesi ripresero respiro quandoil duca di Friedland fece convergerele armate nemiche disperse da tutte le spondegermaniche, ingiunse di radunarsi al conterenano, a Bernardo, a Banner, a Oxenstierna,e perfino a quell'invitto re svedese,per decidere infine di fronte a Norimberga

Page 64: Schiller - - Wallenstein

la grande e sanguinosa guerra.

WALLENSTEINAi fatti, prego!

QUESTENBERGUn nuovo spirito subito annunciava il nuovocondottiero. Non più cieco furore infieriva controfurore cieco, ma in ben diversa lottala saldezza si vedeva contrapporsi all'audacia,e arte sapiente sfiancare il valore. Invanoviene adescato alla battaglia, egli scavainvece trincee sempre più stabili e profonde,come per costruire una dimora perenne!Disperato, il re decide alla fine l'assalto,e al macello trascina quei suoi popoliche l'infuriare di fame e di pesteuccide lentamente nel campo gremitodi cadaveri. L'instancabile vorrebbe d'assaltoaprirsi un varco attraverso le barrieredel campo, dietro cui sta in agguato la morteper mille bocche; ma lo sorprendono un attaccoe una resistenza quali mai più felicivide occhio umano. Dilaniato infineil re riconduce il suo popoloalle tende, e non un palmo di terragli valse l'orrendo sacrificio di uomini.

WALLENSTEINCi risparmi il gazzettino di eventida noi stessi vissuti con orrore.

QUESTENBERGL'accusa fa parte del mio compitoe della mia missione; è il mio cuorea indugiare volentieri nella lode. Al campodi Norimberga il re svedese perdettela fama - nei pianori di Lützen la vita.Ma quale non fu lo stupore, dopo talegiorno glorioso, quando il duca di Friedlandcome un vinto se ne fuggì in Boemia,e scomparve dal teatro della guerra,mentre il giovane eroe di Weimar in Franconiairrefrenabilmente penetrava, facendosi stradacon furia fino al Danubio e presentandosia un tratto davanti a Ratisbona, a terroredi tutti i buoni cattolici. Il principebavarese benemerito, allora, pronto aiutoin tal frangente invocava - e l'imperatoreben sette cavalieri spedì al duca pregandoe supplicando, invece di comandare da sovrano.Invano! Il duca in quell'istante ascoltasoltanto l'odio e il rancore antichi, sacrificail bene comune per saziare la setedi vendetta contro un vecchio nemico.E Ratisbona cade!

WALLENSTEINDi quale epoca, Max,

si sta parlando? Non ho davvero più memoria.

MAXAllude a quando ci trovavamo in Slesia.

Page 65: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINAh sì, già già! Ma che cosa avevamoda fare là?

MAXCacciarne gli Svedesi e i Sassoni.

WALLENSTEINProprio così! A motivo di questa belladescrizione, dimentico tutta la guerra...

(a Questenberg)

Continui, continui pure!

QUESTENBERGSul fiume Oder

fu riguadagnato forse quanto sul Danubioera stato vergognosamente perduto. Fattisbalorditivi si sperava di vedere su questoteatro di guerra, dove Friedland in persona,il gran rivale di Gustavo, scese in campo,trovandosi di fronte... un Thurn e un Arnheim.E davvero si riuscì a stabilire un discreto contatto,ma per scambiarsi reciproche, festosepremure d'ospitalità, da amici. La Germaniaintera gemeva sotto il peso della guerra,ma al campo di Wallenstein regnava la pace.

WALLENSTEINSpesso avvengono scontri sanguinosisenza ragione, soltanto perché un giovanegenerale necessita d'una vittoria. Privilegiodel condottiero esperto è non averebisogno di battaglie per mostrare al mondodi saper vincere. A me poco avrebbe servitodar prova della mia fortuna contro un Arnheim;molto invece giovava alla Germania la miamoderazione, qualora mi fosse riuscitodi sciogliere la tanto funesta alleanzatra Sassoni e Svedesi.

QUESTENBERGMa non Le riuscì,

e ricominciò pertanto di bel nuovo il cruentogioco bellico. Qui finalmente il principefece onore alla sua antica fama. Sui campidi Steinau l'esercito svedese deposele armi, vinto senza colpo ferire -e qui, tra gli altri, la giustizia celestefece cadere nelle mani del vindicel'antico istigatore di rivolte, la maledettafiaccola di questa guerra, Matthias Thurn.- Ma in generose mani era caduto: anzichécastigo trovò ricompensa, e di ricchi donicarico, il principe rilasciò in libertàil nemico capitale del suo imperatore.

WALLENSTEIN (ridendo)Lo so, lo so - a Vienna avevano già presoin fitto in precedenza finestre, balconi,per vederlo sul carro dei condannati

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a morte - quand'anche avessi perdutola battaglia vergognosamente, i viennesinon mi perdonano però di averliprivati di uno spettacolo.

QUESTENBERGLa Slesia era liberata e tutto ormaispingeva il duca nella tanto provataBaviera. In effetti egli si mette in marcia -placidamente attraversa la Boemia per la viapiù lunga: ma prima ancora di vedereil nemico, fa un voltafaccia rapido,occupa il quartiere invernale, opprimepaesi imperiali con l'imperiale esercito.

WALLENSTEINL'esercito faceva pietà, il necessariomancava e ogni conforto... s'avanzaval'inverno. Che cosa pensa delle sue truppeSua Maestà? Non siamo forse esseri umani?Non siamo forse umanamente soggettia freddo, umido, a ogni comune necessità?Esecrabile destino del soldato! Ovunquearriva, lo si fugge - da dove parteè maledetto! Tutto da sé deve prendere;nulla gli viene dato, e costretto a predarefa orrore a tutti. Qui ci sonoi miei generali. Carafa! il conte Deodati!Buttler! ditegli voi, da quanto tempomanca la paga ai soldati?

BUTTLERGià da un anno.

WALLENSTEINEppure il soldo suo deve ricevere: per questosi chiama «soldato»!

QUESTENBERGQuale mutamento

da quanto il duca di Friedlandandava dicendo otto, nove anni or sono!

WALLENSTEINSì, è mia la colpa, lo so bene, io stessoho viziato così l'imperatore. Ecco! noveanni or sono, durante la guerra danese,gli ho messo insieme una potente armatadi quaranta o cinquantamila soldati,che di tasca sua non gli è costatanemmeno un centesimo - attraverso le provincedi Sassonia è passata la furia bellica,portando fino agli stretti del Beltgli orrori del suo nome. Che tempierano quelli ancora! In tutto l'imperonessun nome era più onorato, celebratodel mio, e Albrecht Wallenstein, così erachiamata la terza gemma della sua corona!Ma alla dieta di Ratisbona si è incrinata!Là chiaramente si è visto a spese di chiavessi amministrato. E quale è statoallora il ringraziamento per me,servo fedele dei prìncipi, d'essermi

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addossata la maledizione delle genti -questa guerra che ha reso grande luifacendola pagare ai prìncipi? Quale?Sono stato sacrificato alle lorolamentele - sono stato destituito.

QUESTENBERGVostra Grazia sa come in quella Dietasciagurata il sovrano fosse privodi ogni libertà.

WALLENSTEINMorte e dannazione!

Avevo ben io ciò che poteva darglila libertà. - Nossignore! Da quandomi ha procurato tanto danno servireil trono, a spese dell'impero, ho imparatoa pensare ben altrimenti dell'impero.Dal sovrano certo mi viene questo bastonedi comando, ma oggi lo adopero in qualitàdi condottiero dell'impero, per il benedi tutti, per la salvezza comune, e non piùper l'incremento di uno solo! - Ma veniamoai fatti. Che cosa si desidera da me?

QUESTENBERGPer prima cosa, Sua Maestà vuoleche l'esercito sgomberi senza indugiola Boemia.

WALLENSTEINIn questa stagione? E dove dovremo

dirigerci?

QUESTENBERGLà dov'è il nemico. Sua Maestà

vuole infatti che prima della PasquaRatisbona sia ripulita dal nemico,che nel suo duomo non echeggino più a lungoprediche luterane - che l'orrore dell'eresianon contamini la pura solennità della festa.

WALLENSTEINÈ possibile questo, miei generali?

ILLOÈ impossibile.

BUTTLERNon può avvenire.

QUESTENBERGIl sovrano ha inviato già al colonnello Suysl'ordine di marciare verso la Baviera.

WALLENSTEINE Suys che ha fatto?

QUESTENBERGIl suo dovere.

Si è messo in marcia.

WALLENSTEIN

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Si è messoin marcia! E io, suo capo, gli ho dato ordine,espressamente, di non muoversi dal posto!A questo punto sono arrivate le coseriguardo al mio comando? È questal'obbedienza che mi si deve, senza cuiè impensabile disciplina di guerra? Voi, miei generali,siate giudici! Che cosa merita l'ufficialeche, dimentico del giuramento, disobbedisceagli ordini?

ILLOLa morte!

WALLENSTEIN (poiché gli altri tacciono, dubbiosi, con voce più alta)Conte Piccolomini,

che cosa ha meritato?

MAX (dopo una lunga pausa)Secondo la parola

della legge - la morte!

ISOLANILa morte!

BUTTLERLa morte, secondo il codice militare!

Questenberg si alza. Wallenstein lo segue, tutti si alzano.

WALLENSTEINCosì lo condanna la legge, non io!E se gli faccio grazia, ciò avverràper doveroso rispetto al mio sovrano.

QUESTENBERGSe in tal modo stanno le cose, io qui non hopiù nulla da dire.

WALLENSTEINSoltanto a condizioni

ho assunto questo comando: e la primaè stata subito che nessuno al mondo,nemmeno lo stesso imperatore, potesse criticareil mio modo d'agire nei confronti dell'esercito.Se per l'esito io, col mio onore e la mia testa,devo esser garante, mi è necessaria pienae assoluta autorità. Che cosa aveva resoquel Gustavo irresistibile, invitto? Questo fatto:ch'egli era re del suo esercito! Ma un re,uno che lo sia veramente, non è maistato vinto, se non da un suo pari - però ai fatti:il meglio deve ancora venire.

QUESTENBERGIl Cardinale

Infante in primavera lascerà Milano,e guiderà un'armata spagnola verso le Fiandreattraverso la Germania. Perché in sicurezzapossa fare la sua strada, il monarca desiderache lo accompagnino otto reggimenti a cavallodi questo esercito.

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WALLENSTEINVedo, vedo - otto reggimenti -

Bene! Ben calcolato, padre Lamormain!Se l'idea non fosse così maledettamenteastuta, si sarebbe tentati di chiamarla idiota.Ottomila cavalli! Sì, sì! È esatto, vedodove si vuole arrivare.

QUESTENBERGNon c'è nessun secondo

fine da scorgere. Il senno lo consiglia, lo imponela necessità.

WALLENSTEINCome, caro signor ambasciatore?

Non devo accorgermi che si è stanchi di vederein mano mia il potere, l'impugnatura della spada?Che si afferra avidamente un tal pretesto,adoperando il nome spagnolo a copertura,per ridurre la mia gente, per introdurreuna nuova potenza nell'impero, che a menon sia soggetta? Per buttarmi in un canto,troppo potente sono ancora per voi.Il mio contratto esige che tutti gli esercitiimperiali obbediscano a me, fin dove risuonala lingua tedesca. Di truppe spagnole e d'Infanti,tuttavia, che in qualità di ospiti attraversinol'impero, nulla sta scritto nel contratto.E allora si tenta tacitamente d'aggirarlo,si cerca prima di rendermi più debole, poisuperfluo, finché sia possibile liquidarmifacilmente. Perché queste tortuosità,signor ministro? Chiaro e tondo! Al sovranopesa il patto con me. Preferirebbe che iome ne andassi. Voglio, signore, accontentarlo:questo era già deciso prima della Sua venuta.

(Avviene tra i generali un movimento d'agitazione, che va crescendo)

Mi dispiace per i miei colonnelli, non soancora come riusciranno a riavere le sommeanticipate, il ben meritato stipendio.Un nuovo comando introduce uomini nuovie i meriti passati invecchiano presto.Nell'esercito prestano servizio moltistranieri, e se l'individuo si dimostravavaloroso e solerte, io non solevochiedergli conto dell'albero genealogiconé del suo catechismo. Anche questoin avvenire muterà. Ebbene - tuttociò non mi riguarda più.

Si siede.

MAXDio ci assista

che a tanto non si arrivi! - Tutto l'esercitosi solleverà in fermento terribile...si abusa del sovrano, non può essere.

ISOLANINon può essere, tutto andrebbe in frantumi.

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WALLENSTEINCosì sarà, mio fedele Isolani. In frantumitutto andrà quello che costruimmo con pazienza.Ciononostante sarà trovato un condottiero,e anche un esercito correrà sotto le insegnedel sovrano, quando il tamburo rullerà.

MAX (si dà da fare, andando appassionatamente dall'uno all'altro, per calmarli)Ascoltami, mio generale! Ascoltatemi,colonnelli! Ti supplico, principe! Non deciderenulla finché noi non abbiamo tenuto consiglio,presentandoti le nostre conclusioni. Venite,amici miei. Spero che tutto si possa ancora accomodare!

TERZKYVenite, venite! in anticamera troveremo gli altri!

Escono.

BUTTLER (a Questenberg)Se vuole dare ascolto a un buon consiglio,eviti, in questi gravi momenti, di mostrarsiin pubblico: temo che nemmeno la chiaved'oro potrebbe proteggerLa da oltraggi.

Rumorosa agitazione fuori scena.

WALLENSTEINBuono è il consiglio - Ottavio, tu mi saraigarante dell'incolumità del nostro ospite.Si stia bene, signor von Questenberg!

(Questi accenna a parlare)

Nulla, nulla di quest'odioso argomento!Lei ha fatto il Suo dovere. So distinguerel'uomo dal proprio ufficio.

Mentre Questenberg fa per uscire con Ottavio, entrano impetuosamente Götz, Tiefenbach, Collalto, cui seguono ancora parecchi altri comandanti.

GÖTZDov'è

colui che vuole che il nostro generale...

TIEFENBACH (contemporaneamente)Che ci tocca udire, tu ci vuoi...

COLLALTOVogliamo

vivere e morire con te.

WALLENSTEINIl feldmaresciallo,

qui, conosce i miei voleri.

Esce.

ATTO III

Una stanza.

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Scena I

Illo e Terzky.

TERZKYE ora ditemi! Come pensate di risolverela cosa coi colonnelli stasera al banchetto?

ILLOFate attenzione! Appresteremo una formulaper cui c'impegnamo tutti quanti col ducadi appartenergli anima e corpo, senzarisparmio, fino all'ultimo sangue: però,senza pregiudicare gli obblighi contrattiper giuramento col sovrano. Badate bene!di questi parleremo in una clausola specialeespressamente, e salviamo la coscienza.E adesso udite! Lo scritto così concepitoverrà mostrato loro prima del pranzo, nessunotroverà da ridire. - Ascoltate ora il seguito!Dopo pranzo, quando gli umori torbidi del vinoaprono gli animi e chiudono gli occhi, si faràcircolare per la firma un foglio sostituito,in cui la clausola non ci sarà.

TERZKYCome? Pensate

ch'essi si sentiranno legati da un giuramentoestorto con inganno attraverso un giochettodi prestigio?

ILLOImprigionati comunque li avremo...

lasciate poi che gridino all'inganno quanto vogliono.A Corte si crederà alla loro firmacerto di più che alle loro proteste. Una voltatraditori, dovranno esserlo davvero e faredi necessità virtù.

TERZKYBe', io sono d'accordo

in tutto, purché qualcosa avvengae che ci muoviamo da questo stato d'inerzia.

ILLOE poi - non importa poi molto quelloche otteniamo dai generali: basta che riusciamoa persuadere il duca che sono suoi...allora soltanto farà sul serio, e li avrà tutti,e dietro se li trascinerà.

TERZKYA volte con lui

davvero non mi ritrovo. Porge orecchioal nemico, mi fa scrivere a Thurn, ad Arnheim,si esprime con violenta sincerità controquel Sesina, parla per ore con noidei suoi progetti, e quando son convintodi capirlo... via, ecco che sfugge a un tratto,e sembra che di nulla gl'importise non del suo posto.

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ILLOAbbandonare i suoi

progetti antichi, lui! Vi dico che nella vegliae nel sonno di null'altro egli si occupa,che giorno per giorno interroga i pianeti...

TERZKYEh già, sapete che la prossima nottesi chiuderà col dottore nella torreastrologica, per scrutare il firmamento?Sembra infatti che sia una notte importante,a quanto sento, e che in cielo si verifichiqualcosa di grande, atteso da tempo.

ILLOAccadesse

almeno quaggiù! I generali sono pieni di zeloadesso, e si lasceranno indurre a tutto,pur di non perdere il capo. Vedete!Avremo così in mano l'occasioned'una lega compatta contro la Corte;innocente peraltro è il motivo giacchénon vogliamo che mantenerlo al comando.Ma, sapete, nell'ardore dell'impresapresto il movente sfuma dalla vista.Io penso di riuscire a combinareche li trovi disposti... che li debba credere dispostiad ogni rischio. L'occasione deve sedurlo.Quando poi il grande passo è fatto,che a Vienna non gli perdoneranno, allorala forza degli eventi lo condurrà sempre più avanti;è la scelta che gli riesce difficile: quandolo incalzi la necessità, gli tornerà il vigore,la lucidità.

TERZKYE proprio questo è ciò che il nemico

attende, per unire il suo esercito al nostro.

ILLOVenite! Dobbiamo far progredire l'operain questi giorni, più che non sia avvenutoper anni - E state attento, quando le cosefelicemente andranno quaggiù, pure gli astri idoneiappariranno! Venite dai colonnelli! Il ferrooccorre batterlo finch'è caldo.

TERZKYAndateci

voi, Illo. Devo aspettare qui la contessaTerzky. Sapete che anche noi non stiamo in ozio -se un colpo fallisce, ve n'è già pronto un altro.

ILLOSì, vostra moglie sorrideva maliziosamente.Che c'è fra voi?

TERZKYUn segreto! Silenzio! Sta venendo!

Illo esce.

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Scena II

Il conte e la contessa Terzky, che esce da un salottino, poi un servitore. In seguito, Illo.

TERZKYViene dunque? Non riuscirò a trattenerlopiù a lungo.

CONTESSASarà qui a momenti. Mandalo

pure.

TERZKYNon so peraltro se il duca

ce ne sarà grato. Su questo punto,tu lo sai, non si è mai pronunciato.Tu mi hai persuaso e saprai fin dovepuoi arrivare.

CONTESSAMe ne assumo la responsabilità.

(Tra sé)

Qui non occorrono pieni poteri... noi ci comprendiamo,cognato, senza parole... Forse che non indovinoperché hai mandato a prendere tua figlia,perché proprio lui è stato scelto a scortarla?Questo presunto fidanzamento, infatti,con uno sposo sconosciuto a tutti,illuda pure gli altri! Io ti penetro a fondo...A te però non conviene metter le maniin questo gioco. Mai più! Perciò alla miafurbizia resta affidato tutto. Bene! -Tua sorella non ti deluderà.

SERVITORE (entrando)I generali!

Esce.

TERZKY (alla contessa)Bada a scaldargli bene

la testa, dàgli da riflettere... in modoche quando verrà a tavola non stiatroppo a pensarci per firmare il documento.

CONTESSAPensa ai tuoi ospiti, tu! Va' e mandalo.

TERZKYPerché l'importante è che firmi.

CONTESSAVa'

dagli ospiti. Va'!

ILLO (rientrando)Che fate ancora

qui, Terzky? La casa è pienae tutti vi aspettano.

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TERZKYSubito! Subito!

(Alla contessa)

E che non si trattenga troppo... il vecchiopotrebbe aver sospetti...

CONTESSAInutile scrupolo!

Terzky e Illo escono.

Scena III

Contessa Terzky. Max Piccolomini.

MAX (affacciandosi timidamente)Cugina Terzky! Posso?

(Avanza fino al centro della stanza, dove si guarda intorno inquieto)

Non è qui! Dov'è?

CONTESSAGuardi bene in quell'angolo, che non sianascosta dietro quel paravento.

MAXQui

vi sono i suoi guanti!

(Fa per afferrarli, ma la contessa li prende lei)

Cattiva zia!Lei mi rifiuta... si diverte, vero?a tormentarmi.

CONTESSAEcco la gratitudine

per le mie fatiche!

MAXSe Lei avvertisse

in che stato d'animo sono! Da quandosiamo qui - il dovermi frenare,pesare ogni parola, ogni sguardo!Non ci sono avvezzo!

CONTESSAA molte cose ancora,

mio bell'amico, dovrà abituarsi!Devo assolutamente insistereper questa prova della Sua docilità,solo a tale condizione potròoccuparmi in pieno della faccenda.

MAXMa lei dov'è?

Perché non viene?

CONTESSA

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Occorre che Lei metta tutto nelle mie mani.Chi del resto potrebbe avere intenzionimigliori nei Suoi confronti! Nessuno deve sapere,nemmeno Suo padre: meno di tutti lui!

MAXNon c'è bisogno di una simile raccomandazione.Non v'è persona qui cui potrei rivelareciò che commuove l'animo deliziato. Oh, zia Terzky!È dunque mutato tutto qui, o lo sono io soltanto?Nessuna traccia dei desideri, delle gioieprecedenti. Dov'è andato tutto ciò? Eppurenon ero scontento in questo ambiente, prima.Com'è insipido, com'è volgare tutto, ora!I camerati sono insopportabili, mio padrestesso, non trovo più nulla da dirgli;il servizio, le armi cose vane mi sembrano.In tal modo, penso, dovrebbe sentirsi un beatoche tornasse dalle dimore dell'eternagioia ai propri giochi e occupazioni infantili,alle sue inclinazioni e compagnie, a tuttaquanta la povera umanità.

CONTESSADevo pregarLa

tuttavia di gettare ancora qualchesguardo su questo mondo così volgare, dovein questo istante appunto avvengonomolte cose importanti.

MAXIntorno a me

accade in effetti qualcosa, lo vedoda un'agitazione, da un'irrequietezza insolite:quando l'evento sarà maturo, arriverà certofino a me. Dove pensa ch'io sia stato,zia? Non rida di me! Ero spaurito dal brulichìodel campo, dalla folla dei conoscenti indiscreti,lo scherzo insulso, gl'inutili discorsi: mi sentivooppresso, bisognava che mi allontanassi,a cercare il silenzio per il cuore traboccantee un luogo puro per la mia felicità. Non sorrida,contessa! In chiesa, sono stato. C'è qui un conventodedicato alla Janua Coeli: mi son recato là,e mi son trovato solo. Sopra l'altarec'era una Madonna, un brutto dipinto, ma per meè stato l'amico che cercavo. Quante volte ho vistola Gloriosa, nel suo splendore,il fervore dei fedeli non mi ha mai commosso... e ora a un trattola devozione mi si è rivelata, così come l'amore.

CONTESSAGoda la Sua felicità. Dimentichi il mondointorno a sé. L'amicizia vigile intantoprovvederà per Lei, e agirà. Però sia docilequando Le sarà indicata la via della felicità.

MAXMa dove indugia, lei! Oh, i tempi d'orodel viaggio, quando ogni nuovo sole ci riuniva,e soltanto ci separava la tarda notte! Nientesabbia nella clessidra, niente squillo di campana.All'immensa felicità pareva che il tempo

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si fosse arrestato nel suo corso eterno. Oh!chi è costretto a pensare al succedersidelle ore, già dal cielo è caduto.Le ore peso non hanno per l'uomo felice.

CONTESSADa quanto tempo Le ha dichiarato il Suo amore?

MAXStamani ho osato la prima parola.

CONTESSACome? solo oggi in questi venti giorni?

MAXÈ accaduto in quel castello di caccia,tra Pilsen e Nepomuk, dove Lei ci ha raggiunti:l'ultima tappa dell'intero viaggio. Stavamoritti nel vano di un bovindo, lo sguardo perdutonei campi deserti, in silenzio, e sotto gli occhinostri cavalcavano i dragoni, inviati dal ducaa farci scorta. Mi pesava sul cuore l'angosciadella separazione, e alla fine tremantequeste parole azzardai: «Signorina, tuttomi avverte che oggi dovrò dire addioalla mia felicità. Tra poche ore Ella un padretroverà, si vedrà circondata di nuovi amici,per Lei soltanto un estraneo io sarò, sperdutotra la folla...». «Parli con la mia cugina Terzky!»ella m'interruppe rapidamente, la voce tremava,vidi una vampa di rossore colorirlele belle guance, e lentamente gli occhi suoi levandosidal suolo mi fissarono... non seppidominarmi più a lungo...

(La principessa appare sulla porta e s'arresta, scorta dalla contessa, ma non da Piccolomini)

...audacementela presi tra le braccia, la mia boccasfiorò la sua - un fruscìo allora nella sala vicinaci separò - era Lei. Il resto lo sa già.

CONTESSA (dopo una pausa, con uno sguardo furtivo rivolto a Thekla)Ed è così modesto, o così poco curioso,da non chiedere a me il mio segreto?

MAXIl Suo segreto?

CONTESSABe', sì! Quando poco dopo di Lei

sono entrata nella stanza, come trovai mia nipote,appena ella in quel primo istante, con il cuoresorpreso...

MAX (con vivacità)Ebbene?

Scena IV

Detti. Thekla, che avanza rapidamente.

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THEKLARisparmiate la fatica,

zia! È meglio che l'apprenda da me stessa.

MAX (indietreggia)Signorina! - Che mai mi avete fatto dire,zia Terzky!

THEKLA (alla contessa)È già da molto tempo qui?

CONTESSASì certo, e presto dovrà andarsene.Ma voi perché avete indugiato così a lungo?

THEKLALa mamma piangeva di nuovo, tanto. La vedosoffrire - e non so fare a meno d'esser così felice.

MAX (guardandola estatico)Ora ho di nuovo il coraggio di guardarLa.Oggi m'era impossibile. Lo splendore delle pietrepreziose che la circondava, mi nascondeval'amata.

THEKLASicché i Suoi occhi soltanto, non il cuore

mi hanno guardata.

MAXOh, questa mattina

quando La ritrovai nella cerchia dei Suoi,nelle braccia di Suo padre mi vidi estraneoin mezzo a tutti! Che impulso provai in quell'istante,di abbracciarlo, di chiamarlo padre!Ma l'occhio severo di lui indusse al silenzioil mio violento sentimento, e quei diamanti, che comeuna corona di stelle La circondavano, mi sgomentarono.Perché ha voluto, nel riceverLa, diffondere subitointorno a Lei la magia, quasi adornassela vittima al sacrificio, gettando sul cuore serenoil greve fardello della Sua posizione! Certo,l'amore ha diritto di aspirare all'amore, ma a talesplendore solo un re può accostarsi.

THEKLAOh, non parli di quella mascherata. Ha ben vistocon quanta rapidità di quel fardellomi sono disfatta. (Alla contessa)

Egli non è sereno. Ma perchénon lo è? Voi siete stata, zia, a renderlo pensoso!Era così diverso durante il viaggio! Cosìtranquillo e aperto! Così lieto e loquace!Vorrei vederLa sempre così, e mai diverso.

MAXTra le braccia di Suo padre Lei si trovava,in un mondo nuovo che La riverisce,e non foss'altro che per la novità, l'affascina.

THEKLAÈ vero! Molte cose qui mi affascinano,non so negarlo: mi seduce la variopinta

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scena della guerra, che per molti versimi rinnova un'immagine cara, mi collegaalla vita, alla verità, ciò che soltantomi pareva un bel sogno.

MAXInvece a me,

ha trasformato in sogno la realefelicità. Sopra un'isola, ad altezze eteree,ho vissuto in questi ultimi giorni: sulla terraessa è discesa, e questo ponte, che alla mia vita anticami riconduce, dal paradiso mi separa.

THEKLAIl gioco della vita ha un aspetto sereno,quando nel cuore, al sicuro, rechiamo il tesoronostro ed io, dopo averlo scrutato, più lietatorno al mio bene più prezioso...

(Interrompendosi, in tono scherzoso)

Quante maicose nuove e inaudite ho visto in questo breve tempo!Eppure tutto è annullato dal prodigioche questo castello segretamente custodisce.

MAX (pensoso)Che cosa sarebbe? Anch'io conosco benegli angoli più riposti di questa casa.

THEKLA (sorridendo)L'accesso è custodito dagli spiriti,due grifoni montano guardia alla porta.

CONTESSA (ride)Ma sì! la torre astrologica! Come maivi si è dischiuso, fin dalle prime ore, questosantuario, sempre così severamente custodito?

THEKLAUn vecchietto dai capelli bianchi e dal visocordiale, che mi ha subito concessola sua simpatia, me ne ha aperto le porte.

MAXÈ l'astrologo del duca, Seni...

THEKLAMi ha fatto

molte domande, quando sono nata, in qualegiorno e mese, se di giorno o di notte...

CONTESSAPerché vorrà farvi l'oroscopo.

THEKLALa mano, anche,

ha voluto scrutarmi: ha scosso il capodubbioso, e sembra che non troppogli piacessero le linee.

CONTESSAChe ve n'è parso dunque

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di quella sala? L'ho vista appena di sfuggita.

THEKLAUna singolare impressione mi ha coltoquando vi entrai, dalla piena luce del giorno,perché mi avvolse a un tratto una tenebrafosca, debolmente rischiarata da una stranailluminazione. Intorno a me a semicerchio stavanosei o sette grandi statue regali, ciascunalo scettro in mano recava e sul capo una stella,e tutta la luce nella torre parevaprovenisse soltanto dalle stelle. Eranoi pianeti, così mi disse la mia guida; essireggono il destino umano, e perciò sonorappresentati come sovrani. L'ultimo, un vegliardocrucciato e torvo, con una stella giallastra,era Saturno; a lui di fronte, in pieno assettodi guerra, circonfuso di luce rossa, stava Marte,ed entrambi poca fortuna recano agli uomini.Al suo fianco però c'era una bella donna, la stellasul suo capo aveva un chiarore soave: era Venere,l'astro della gioia; a sinistra appariva Mercurioalato, proprio al centro argentea splendevae limpida una figura d'uomo, serena, con unafronte regale ed era Giove, l'astro di mio padre,e Luna e Sole gli stavano a lato.

MAXOh! Non mi azzarderò mai più a biasimare la sua fedenegli astri, nella potenza degli spiriti. Non solol'orgoglio dell'uomo empie lo spazio di spiriti,di forze misteriose: anche per un cuore amanteè troppo angusta nella sua semplicità la naturae più profondo significato si cela nella favoladell'infanzia che nella verità che c'insegna la vita.Al cuore estasiato solo il mondo serenodei prodigi può dare una risposta, rivelaregli eterni spazi, con opulenza porgere millerami, ove l'inebriato spirito beatamentesi culla. La favola è la patria dell'amore,le piace vivere tra fate, talismani, crederenegli dei, poiché essa è divina. Le antichecreature favolose non esistono più, quellaleggiadra stirpe è andata in esilio; ma il cuoreha bisogno d'un linguaggio, l'antico istintorievoca i nomi antichi, e adesso nel cielostellato errano quelli che un tempo eranocompagni benigni dell'esistenza umana: di lassùfanno cenno a chi ama e ogni cosa grandeci reca Giove tutt'oggi, Venere ogni cosa bella.

THEKLASe è questa l'astrologia, voglio con animo lietoconvertirmi a questa fede serena. È un pensieroincantevole, gradito, che sopra il nostro capo,ad altezze incommensurabili, la corona dell'amoreal nostro primo divenire sia stata intrecciatacon astri scintillanti.

CONTESSANon soltanto rose,

anche spine ha il cielo: felice tese non riusciranno a ferire la tua corona!

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Ciò che Venere intesse, l'apportatrice di gioia,può Marte, l'astro della sventura, rapidamentelacerare.

MAXPresto il suo fosco regno finirà!

Sia benedetto il saggio zelo del principe,che intreccerà all'alloro il ramo d'ulivo,e il mondo renderà felice con la pace. Allorail suo cuore generoso non avrà più nullada desiderare; ha fatto abbastanza per la propriafama e può vivere adesso per se stessoe per i suoi. Si ritirerà nelle sue terre:a Gitschin ha un bel podere, anche Reichenberge il castello di Friedland sono luoghiameni - la sua bandita di caccia nei boschivi si estende fino ai piedi dei Montidei Giganti. Il suo impulso grandioso,operoso e munifico, potrà liberamente soddisfare,senza ceppi. Potrà da principe incoraggiareogni arte e ogni cosa degna e splendida proteggere...edificare, piantare, scrutare le stelle...e se le ardimentose energie non gli darannopace, potrà lottare contro gli elementi:deviare i fiumi, sgretolare le rocce, spianandole vie all'industria. Le nostre gesta di guerraracconti diverranno nelle lunghe notti invernali.

CONTESSAPer mio conto, cugino, io non ti consigliodi deporre la sciabola prematuramente. Una sposacome questa, infatti, è certo degna d'esserechiesta con la spada in pugno.

MAXMagari si potesse

conquistare con le armi!

CONTESSAChe è? Che sento?

M'è sembrato udire violenti litigi e fracassonella sala del banchetto.

Esce.

Scena V

Thekla e Max Piccolomini.

THEKLA (non appena la contessa s'è allontanata, in fretta, con circospezione a Piccolomini)Non ti fidare.

di loro. Non parlano lealmente.

MAXPotrebbero...

THEKLANon ti fidare di nessuno qui se non di me.Ho visto subito che hanno un secondo fine.

MAXUn fine! Ma quale? A che servirebbe

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loro dare speranze a noi.

THEKLAQuesto lo ignoro.

Però, credimi, non fanno sul serio, non miranoa renderci felici, ad unirci.

MAXChe bisogno

abbiamo poi di questi Terzky? Non abbiamotua madre? Sì, la cara donna meritache come figli ci confidiamo a lei.

THEKLAEssa ti vuole bene, ti stima e apprezzamolto più di tutti gli altri; però non avrebbemai il coraggio di mantenere un simile segretodi fronte a mio padre. Per amoredella sua pace, dobbiamo tacerglielo.

MAXPerché poi questo mistero, intorno a noi?Sai che cosa farò? Mi getterò ai piedidi tuo padre, perché decida della miafelicità: è schietto, non sa fingeree detesta le vie tortuose; è così buono,così nobile...

THEKLATu lo sei!

MAXSoltanto da oggi

tu lo conosci. Io invece vivo già da dieci annisotto gli occhi suoi. È forse la primavolta ch'egli agisce in modo imprevisto,fuori della norma? È da par suo agiredi sorpresa, come un dio: ama sempreentusiasmare, stupire. Chissà se proprioin questo momento non attende la mia confessione,e la tua, per unirci - Tu taci? Mi guardi dubbiosa?Che cos'hai contro tuo padre?

THEKLAIo? Nulla -

troppo occupato, ecco, lo trovo per poter averetempo e voglia di pensare alla nostra felicità.

(Prendendolo teneramente per mano)

Obbediscimi! Non dobbiamo fidarci troppodella gente! Saremo grati, certo, a questi Terzky,per il loro favore, ma non ci fideremo di loropiù che non siano degni, e per il resto -fidiamoci del nostro cuore.

MAXOh, saremo mai

felici un giorno!

THEKLAE non lo siamo dunque?

Non sei mio, tu? Non sono tua, io? - Nell'animo

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mio palpita un grande coraggio, me lo dà l'amore -dovrei forse essere meno schietta con te, celartidi più i miei sentimenti: così le convenienzeimpongono. Ma dove sarebbe per te, qui, la veritàse tu non la sentissi dalle mie labbra? Noici siamo trovati, ci teniamo stretti, fortee per sempre. Credimi! Questo è assai piùdi quanto vorrebbero.Procuriamo di serbarlo come una preda santanell'intimo del cuore. Ci è piovuto dall'alto,e solo al cielo ne saremo grati.Esso può fare un miracolo per noi.

Scena VI

La contessa Terzky. Detti.

CONTESSA (frettolosamente)Mi manda

mio marito. È ora ch'egli venga a tavola...

(Poiché i due non le badano, si pone in mezzo a loro)

Separatevi!

THEKLAOh, no! Non è passato che un attimo...

CONTESSAIl tempo passa veloce per voi, nipote principessa.

MAXNon c'è fretta, cugina.

CONTESSAVia! via! La cercano.

Suo padre ha già chiesto due volte di Lei.

THEKLABe', certo! il padre!

CONTESSADovreste capirlo, nipote!

THEKLAMa che ha da fare, lui, sempre in quellacompagnia? Non è gente per lui, saranno certopersone degne, meritevoli, ma lui è troppogiovane per loro, non è adatto a tale compagnia.

CONTESSAPreferireste tenervelo tutto per voi, eh?

THEKLA (con vivacità)Avete indovinato. È questa la mia opinione.Sì, lasciatelo qui, fate dire a quei signori...

CONTESSAAvete perduto la testa, nipote? Conte, Lei,sa le condizioni.

MAX

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Devo obbedire, signorina. Addio!

(Poiché Thekla si volge via rapida)

Che cosa dice?

THEKLA (senza guardarlo)Nulla. Vada pure.

MAXE lo posso, se Lei è in collera con me?...

Le si avvicina, i loro occhi s'incontrano; ella sta un attimo in silenzio, poi si getta sul suo petto ed egli la stringe forte.

CONTESSAVia! se venisse qualcuno! Odo chiasso......voci che si avvicinano...

Max si strappa dalle braccia di lei e se ne va, la contessa lo accompagna. Thekla dapprima lo segue con gli occhi, poi va inquieta su e giù per la stanza e infine s'arresta, immersa nei suoi pensieri. Sul tavolo c'è una chitarra, ella l'afferra e dopo aver preludiato per un attimo malinconicamente, comincia a cantare.

Scena VII

Thekla sola.

THEKLA (suonando e cantando)La quercia stormisce, le nuvole vanno,la bimba cammina sulla verde sponda;si gonfia l'onda, sbattendo possente,la notte è nera, lei va cantando,gli occhi oscurati dal pianto.

È morto il cuore, è vuoto il mondo,più nulla desidero, non spero più nulla.O Madre santa, richiamami a te,son stata felice su questa terra:la vita ho gustato, la vita e l'amore.

Scena VIII

La contessa ritorna. Thekla.

CONTESSAChe avete fatto, signorina nipote: vergogna!Questo si chiama buttarsi via! Penso proprioche dovreste rendervi un poco più preziosa!

THEKLA (alzandosi)Che intendete dire, zia?

CONTESSANon dovete

dimenticare chi siete voi e chi è lui.Eh sì, credo proprio che finoranon vi abbiate pensato.

THEKLAA che cosa?

CONTESSA

Page 84: Schiller - - Wallenstein

Che siete la figliadel duca di Friedland.

THEKLABe'? e che più?

CONTESSAChe?

Bella domanda!

THEKLAQuel che noi siamo divenuti,

lui lo è per nascita. Appartiene a un'anticafamiglia lombarda, è figlio d'una principessa!

CONTESSAParlate in sogno? Ma davvero! Guarda, guardache occorrerà pregarlo gentilmente,di far felice con la sua mano la più riccaereditiera d'Europa.

THEKLANon sarà necessario.

CONTESSAGià!

sarà bene non esporsi a un rifiuto!

THEKLASuo padre

gli vuol bene, il conte Ottavio non avrànulla in contrario.

CONTESSASuo padre! Il suo!

Ma il vostro, nipote?

THEKLABene! penso che voi temete

il suo, perché proprio con lui, con suo padre,fate tanti misteri.

CONTESSA (la guarda attentamente)Voi siete ipocrita, nipote.

THEKLAPermalosa siete, zia? Oh, siate buona!

CONTESSAPensate di aver già vinta la partita...non cantate vittoria troppo presto!

THEKLAVia, siate buona!

CONTESSANon siete ancora arrivata

alla meta.

THEKLALo credo bene.

CONTESSA

Page 85: Schiller - - Wallenstein

Pensate forsech'egli abbia speso la propria vita illustrenelle guerre, rinunziato a ogni bene terreno,bandito il sonno dal proprio giaciglio,il nobile capo offuscato di cure,soltanto per far di voi una coppia felice?E ti abbia tratta dal tuo convento per condurtiin trionfo l'uomo che ti piace? - Questoavrebbe potuto averlo più a buon mercato!Una semina tale non è stata intrapresaperché tu, con mano puerile, ne colgail fiore e te ne adorni il seno!

THEKLAQuello che per me

non ha piantato, a me potrebbe spontaneamenteperò portar bei frutti. E se la sortebenigna volesse apprestarmi attraverso la suagrandiosa e terribile esistenza, le gioiedella vita?...

CONTESSATu vedi le cose con gli occhi

di una fanciulla innamorata. Guardati intorno.Rifletti dove ti trovi - non sei entratain una casa dove regna la gioia, non per nozzele pareti sono adorne, incoronato il capodegli ospiti. Qui non v'è splendore alcuno,se non di armi. O pensi forse che questemigliaia di uomini siano state radunateper fare ala nella tua festa nuziale?Tu vedi greve di pensieri la frontedi tuo padre, in lacrime gli occhi di tuamadre: è in ballo il grande destinodella nostra casa! Lasciati alle spallei sentimenti puerili di fanciulla, i piccolidesideri! Dimostra d'essere la figlia dell'uomoeccezionale! La donna non deve a se stessaappartenere, essa è legata al destino altrui;ma la migliore donna è quella che riescea far suo quel destino come scelta propria,che lo porta nel cuore e con amore lo curae dedizione.

THEKLACosì mi hanno insegnato in convento.

Non avevo desideri, sapevo soltanto d'esseresua figlia, la figlia dell'uomo potente,e l'eco che della sua vita mi giungevanon mi dava che un solo sentimento:d'essere destinata a sacrificarmi, soffrendoper lui.

CONTESSAQuesto è il tuo destino. Accettalo

volenterosa. Io e tua madre ne diamo l'esempio.

THEKLAIl destino mi ha mostrato colui cui devosacrificarmi: obbedirò con gioia.

CONTESSAIl tuo cuore, mia cara, e non il destino.

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THEKLAL'impulso del cuore è la voce del destino.Io sono sua. Dono di lui soltanto è questanuova vita ch'io vivo. Egli ha un dirittosulla creatura sua. Che cos'ero io primache il suo splendido amore un'anima mi desse?E di me non penserò più meschinamentedell'uomo che mi ama. Lui non può esseremeschino, poiché l'inestimabile possiede.Io sento la forza che m'infonde la miafelicità. La vita è seria per l'anima dispostaalla serietà. Di appartenere a me stessaora so. Ho imparato a conoscere la volontàsalda, inflessibile ch'è nel mio petto,e rischiare so tutto per il bene supremo.

CONTESSAVorresti opporti a tuo padre qualorauna diversa decisione avesse preso per te?Pensi di poterlo costringere al consenso?Sappi, bambina! Il suo nome è Friedland.

THEKLAAnche il mio. Troverà in me l'autenticasua figlia.

CONTESSACome? Il suo monarca, il suo imperatore

non riesce a costringerlo, e tu, la sua bambina,vorresti lottare con lui?

THEKLAQuello che nessuno

osa, può osarlo sua figlia.

CONTESSAMa davvero!

questo proprio egli non se lo aspetta.Avrebbe dunque vinto ogni ostacolo e la nuovacontesa dovrebbe venirgli dall'ostinazionedi sua figlia? Oh, bambina! bambina! Finorahai visto soltanto il sorriso di tuo padre,non il suo sguardo incollerito. Oserairesistergli e levare l'esile tua vocevicino a lui? Per quanto grandiosi possanoessere, quando sei sola, i tuoi propositi,per quanto tu possa apprestare discorsi eloquenti,armare di coraggio leonino l'animo tuodi colomba: provati dunque, affrontalo sguardo suo fisso e teso su di te,e digli di no! Davanti a lui, come il teneropetalo d'un fiore sotto l'occhio infocatodel sole ti scioglierai. - Non voglio spaventarti,cara bambina! Spero che non si giungaagli estremi - e poi non conosco i suoipropositi. Può darsi che i suoi finicoincidano coi tuoi. Però, non vorrà maiche tu, l'orgogliosa figlia della sua fortuna,ti comporti come una fanciulla innamorata,e ti butti via con un uomo che - semmaidovesse toccargli l'altissimo premio -dovrà pagarlo col più alto sacrificio

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che l'amore sia capace di richiedere!

Esce.

Scena IX

Thekla sola.

Ti ringrazio di questo avvertimento!Muta in certezza il mio presentimentotriste. Così stanno dunque le cose?Non abbiamo nessun amico qui, non un'animadevota - non abbiamo che noi stessi.dure lotte ci minacciano. Amore, divinoamore, dàcci forza tu! Oh, dice bene, lei!Segni non lieti illuminano questo legamedei nostri cuori. Questo non è uno scenariodi pace, soltanto frastuono cupo di guerrastrepita qui, e l'amore stesso, quasi d'acciaiorivestito, quasi pronto alla lotta mortalesi presenta. La nostra casa è percorsada un soffio sinistro, e il destino parevoglia precipitosamente farla finita con noi.Dal quieto rifugio a uscire mi sentospinta, un dolce incanto l'anima abbaglia:mi seduce una celestiale immagine, la vedosempre più vicina, con divina potenzami trascina all'abisso, e non posso resistere.

(Da lontano si ode la musica del banchetto)

Oh, quando una casa dev'essere disfattadal fuoco, il cielo raduna tutte le sue nubi,guizza giù il fulmine da vette serene,fiamme erompono dai meandri sotterranei;perfino il dio cieco e furioso della gioiascaglia la face nell'edificio ardente!

Esce.

ATTO IV

Una grande sala illuminata a festa: al centro, verso il fondo, una tavola riccamente imbandita, a cui sono seduti otto generali tra cui Ottavio Piccolomini, Terzky e Maradas. A destra e a sinistra, ma un po' più indietro, altre due tavole, occupate ciascuna da sei convitati. Sul davanti, la credenza; ma tutta la parte anteriore del palcoscenico resta libera per i paggi e i servitori. Gran movimento, musicanti del reggimento Terzky aggirano la scena in procinto di andarsene. Ma prima che si siano allontanati del tutto, appare Max Piccolomini: gli vanno incontro Terzky con uno scritto e Isolani con una coppa.

Scena I

Terzky. Isolani. Max Piccolomini.

ISOLANICaro fratello, ai nostri amori! Be', dov'eravate?Al vostro posto, svelto! Terzky ha tirato fuorii vini più pregiati della cantina materna.Qui le cose si svolgono come al castello di Heidelberg.Il momento migliore vi è già sfuggito. A quel tavolo

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laggiù distribuiscono principati, offronoall'incanto le terre di Eggenberg, Slawata,Lichtenstein, Sternberg, compresi tuttii grandi feudi boemi: se siete svelto, toccheràqualche cosa anche a voi. Marsc'! Sedetevi!

COLLALTO e GÖTZ (chiamano dalla seconda tavola)Conte Piccolomini!

TERZKYVe lo cedo! Subito!

Leggi questa formula di giuramento, se ti piacecome l'abbiamo compilata. L'hanno già lettatutti uno dopo l'altro, e ciascuno metteràla propria firma.

MAX (legge)«Ingratis servire nefas».

ISOLANISembra proprio un motto latino - fratello,che significa in tedesco?

TERZKYL'uomo retto

non serve l'ingrato!

MAX«Poiché il nostro generalissimo, il serenissimo principe di Friedland, per svariati torti subìti, ha espresso l'intenzione di lasciare il servizio imperiale, ma è stato poi indotto dalle nostre preghiere unanimi a seguitare a rimanere a capo dell'esercito e a non separarsi da noi senza il nostro beneplacito, noi c'impegniamo tutti insieme e ciascuno per sé, come per giuramento militare, a restargli lealmente fedeli, a non separarci in alcun modo da lui e a sacrificare per lui tutto quel che ci appartiene, fino all'ultima goccia di sangue, purché ciò sia compatibile col giuramento da noi prestato all'imperatore. (Le ultime parole vengono ripetute da Isolani.) Allo stesso modo noi, qualora l'uno o l'altro di noi, in contrasto con questa lega, dovesse staccarsi dalla causa comune, c'impegniamo a dichiarare il medesimo un traditore e disertore, e a farne vendetta sui suoi beni e sulla sua persona. Tutto ciò attestiamo con la nostra firma».

TERZKYSei disposto a firmare questo foglio?

ISOLANIPerché non dovrebbe! Ogni ufficialeonorato lo può - lo deve - inchiostro e penna!

TERZKYLascia stare: dopo pranzo.

ISOLANI (tirando con sé Max)Venite, venite!

Entrambi vanno verso la tavola.

Scena II

Terzky. Neumann.

TERZKY (fa cenno a Neumann, che ha aspettato vicino alla credenza, e si fa avanti insieme con lui)Porti la copia, Neumann? Dammi! È compilatain modo da scambiarla facilmente?

NEUMANNL'ho ricopiata riga per riga,

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manca soltanto il punto del giuramento,come la tua Eccellenza mi ha ordinato.

TERZKYBene! Posala lì, e questa qui, subitonel fuoco! Ha fatto il suo dovere.

Neumann posa la copia sul tavolo e ritorna alla credenza.

Scena III

Illo giunge dalla stanza accanto. Terzky.

ILLOCome stanno le cose con Piccolomini?

TERZKYBene, penso. Non ha obiettato nulla.

ILLOÈ l'unico di cui non mi fido,di lui e del padre - teneteli d'occhio!

TERZKYE come va alla vostra tavola? Speroche li teniate di buonumore!

ILLOSono

tutti su di morale. Credo propriodi averli in nostra mano. E comevi ho predetto, già non si parla piùdi trattenere il duca per un puntod'onore. Visto che siamo d'accordo,dice Montecuccoli, occorre dettarea Vienna stessa, all'imperatore,le condizioni. Credetemi, non fosseper questi Piccolomini, avremmo potutorisparmiarci l'inganno.

TERZKYChe vuole

Buttler? Zitto!

Scena IV

Buttler. Detti.

BUTTLER (giungendo dalla seconda tavola)Continuate pure.

Vi ho ben capito, feldmaresciallo.Auguri per questo affare - e per quanto mi riguarda,

(con circospezione)

potete contare su di me.

ILLO (con vivacità)Possiamo proprio?

BUTTLER

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Con o senza clausola!per me è lo stesso. Mi comprendete? Il principepuò mettere a qualsiasi prova la mia fedeltà,diteglielo. Sono ufficiale dell'imperatorefin quando piace a lui restarne il generale,e sono servo di Friedland non appenagli piacerà d'essere padrone di se stesso.

TERZKYFate un buon cambio, non è un avaro,non è un Ferdinando, coluicon cui v'impegnate.

BUTTLER (con gravità)Non vendo la mia fedeltà,

conte Terzky, e non vi avrei consigliatodi propormi sei mesi or sono il passoa cui adesso mi offro spontaneamente.Sì, me stesso con il mio reggimento portoal duca, e l'esempio che do non rimarrà,ritengo, privo di conseguenze.

ILLOE chi ignora

che il colonnello Buttler è modello luminosoa tutto l'esercito?!

BUTTLERCredete davvero,

feldmaresciallo? Be', allora non mi pentod'essere stato per quarant'anni fedele,se il buon nome custodito a sessant'anniin premio mi conquista una così pienarivendicazione! Non scandalizzatevi, signori,per le mie parole. A voi sarà indifferenteil modo di prendermi, e spero che voi stessinon vi aspettiate di sentirvi deviatinel vostro gioco dal mio discorso schietto -né dal fatto che incostanza e impulsivitào una futile causa abbia allontanatoun vecchio dalla lunga e consuetavia dell'onore. Venite! Io non sono, per questo,meno risoluto, perché vedo chiaramentequel che lascio.

ILLODiteci a chiare lettere

chi dobbiamo ritenervi...

BUTTLERUn amico!

Eccovi la mia mano: sono vostro insiemea tutto ciò che possiedo. Non solod'uomini, anche di denaro il principeha bisogno. Al suo servizio ho guadagnatoqualcosa; glielo do in prestito, e qualoraa me sopravviva, già da tempo gliel'ho lasciatoper testamento: è il mio erede. Sono soloal mondo e non conosco i sentimenti che leganoun uomo a una donna diletta e a figli amati.Il mio nome muore con me, e con essola mia esistenza.

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ILLONon del vostro denaro

vi è bisogno... un cuore come il vostrovale tonnellate d'oro, e milioni.

BUTTLERDall'Irlanda, sprovveduto garzone di stalla,sono venuto a Praga con un padrone, che poiho sepolto. Dal basso servizio della stallasono salito, per fortuna di guerra, all'altezzadella mia odierna dignità, quasi capricciosoil destino si fosse trastullato con me.Anche Wallenstein è figlio della fortuna:amo i destini che somigliano al mio.

ILLOLe anime forti sono tutte parenti.

BUTTLERViviamo un'ora grandiosa della storia,favorevole al prode, all'uomo risoluto.Come la spicciola moneta passa da una manoall'altra, così città e castelli mutanoin fretta padrone. Pronipoti di casatiantichissimi emigrano, sorgon blasoni e nominuovissimi, in territorio tedesco un popolonordico inviso ardisce stabilirsi durevolmente.Il principe di Weimar si arma con vigoreper fondare sulle rive del Meno un principatopossente; ai duchi di Mansfeld e di Halberstadtunicamente una più lunga vita ha impeditodi conquistare un dominio con la spadadei prodi. Chi tra costoro è paragonabileal nostro Friedland? Nulla è così elevatoche questo forte non abbia diritto di poggiarela scala per salirvi.

TERZKYQueste son parole degne

di un uomo!

BUTTLERAssicuratevi degli Spagnoli

e degl'Italiani; dello scozzese Lesly mi occuperò io.Venite dalla comitiva: venite!

TERZKYDov'è

il cantiniere? Tira fuori il meglioche ci sia: i vini migliori! Oggiè la volta buona. Le nostre cose vanno bene.

Ciascuno ritorna alla propria tavola.

Scena V

Il cantiniere e Neumann si fanno avanti. Alcuni servitori entrano ed escono velocemente.

CANTINIEREQuesto nobile vino! Se la mia antica padrona,la signora Madre, vedesse questa vita sfrenata,nel sepolcro si rivolterebbe! - Eh sì!

Page 92: Schiller - - Wallenstein

signor ufficiale! Questa nobile casaè in declino - non esiste più una misura,né una meta! E il principesco parentadocon questo duca, fortuna scarsa ci porta.

NEUMANNNeanche per sogno! La prosperità sta inveceper cominciare.

CANTINIERECredete? Se ne potrebbe discutere

a lungo.

PRIMO SERVITORE (giungendo)Vin di Borgogna per il quarto tavolo!

CANTINIEREQuesta è la settantesima bottiglia, signor tenente!

PRIMO SERVITOREÈ perché là sta seduto quel signore tedesco,quel Tiefenbach.

Esce.

CANTINIERE (seguitando a parlare con Neumann)Fanno le cose troppo in grande. Voglionoimitare il fasto dei Principi Elettorie dei re. E a ciò che ha osato fare il duca,il conte, il mio grazioso signore, non vuolemostrarsi inferiore.

(Ai servitori)

Che state là ad ascoltare?Vi farò filare io! Occupatevi dei tavoli,delle bottiglie! Ecco là! Il conte Palffyha davanti a sé un bicchiere vuoto!

SECONDO SERVITORE (giungendo)Cantiniere, chiedono la coppa grande,quella splendida, d'oro, con lo stemmaboemo: voi sapete di quale si tratta,dice il padrone.

CANTINIEREQuella ch'è stata fatta

da mastro Wilhelm per l'incoronazionedi Federico, quel magnifico pezzo del bottinodi Praga?

SECONDO SERVITORESì, quella! Vogliono fare la bevuta

a turno.

CANTINIERE (scuotendo il capo, mentre tira fuori la coppa e la risciacqua)Ecco un'altra notizia da riferirea Vienna!

NEUMANNFate vedere! Che meraviglia di coppa!

D'oro massiccio, e finemente cesellatadi figure aggraziate e significative.

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Su questo primo, piccolo stemma, fatemi vedere!questa superba amazzone a cavallo,che calpesta un pastorale e un berrettocardinalizio, reca sopra una stanga un cappello,oltre un vessillo ove si vede un calice:sapete dirmi cosa tutto ciò significhi?

CANTINIERELa femmina che vedete a cavallo è la libertàelettorale concessa alla corona boema. Questoè il significato del cappello rotondoe del cavallo selvaggio che cavalca.Il cappello è l'ornamento dell'uomo, e chinon ha diritto di tenere in testa il cappellodavanti a imperatori e re, non è uomo libero.

NEUMANNMa perché questo calice sopra il vessillo?

CANTINIEREIl calice attesta la libertà della chiesaboema, com'era ai tempi dei nostri padri.Nella guerra degli Ussiti, i nostri padristrapparono al Papa, che a nessun laico il calicevuole concedere, questo bel diritto.Nulla per gli Utraquisti è più preziosodel calice, è il loro gioiello ed è costatoai Boemi molto sangue in diverse battaglie.

NEUMANNChe c'è scritto sul rotolo sospeso?

CANTINIEREMostra la Lettera di Maestà della Boemiache ci è riuscito estorcere all'imperatoreRodolfo, una pergamena preziosa, inestimabile,che assicura alla nuova fede il dirittodi suonare campane e liberamente cantaregl'inni liturgici, come nell'antica fede.Ma dacché regna su noi Quello di Graz,tutto questo è finito; e dopo la battagliadi Praga, in cui corona e regno perdetteil conte palatino Federico, la nostra fedeha perduto pulpito e altare, e i nostri fratellisono costretti a volgere le spalle alla patria,mentre la Lettera di Maestà fu laceratadall'imperatore, con le sue forbici.

NEUMANNTutte queste cose sapete! Siete davvero espertonella cronistoria del vostro paese, cantiniere.

CANTINIEREÈ perché i miei antenati erano Taboritie militarono sotto Procopio e Ziska. Sia pacealle ossa loro! Perché hanno combattutoper una buona causa - Portate via!

NEUMANNLasciatemi

prima vedere ancora questo secondo stemma:ma guarda! è quando dal castello di Pragai consiglieri imperiali, Martinitz e Slawata,

Page 94: Schiller - - Wallenstein

furono gettati a testa in giù. Proprio così!Ecco qui il conte Thurn, che pronuncia l'ordine.

Un servitore porta via il calice.

CANTINIERENon parlatemi di quel giorno, era il ventitrémaggio dell'anno milleseicentodiciotto.Mi sembra proprio sia oggi; e da quel giornoinfausto ha avuto inizio la grande sventuradel nostro paese. Da quel giorno, sedici annisono passati ormai, sulla terra non vi è piùstata pace...

VOCI (al secondo tavolo si grida)Il principe di Weimar!

VOCI (al terzo e quarto tavolo)Viva il duca

Bernardo!

Attacca la musica.

PRIMO SERVITOREUdite che baccano!

SECONDO SERVITORE (giunge correndo)Avete udito?

Bevono alla salute del principe di Weimar!

TERZO SERVITORENemico dell'Austria!

PRIMO SERVITOREQuel luterano!

SECONDO SERVITOREPoc'anzi

Deodati ha brindato alla salute dell'imperatore,e c'è stato un silenzio sepolcrale.

CANTINIERENel bere

si perde il buonsenso. Un cameriere perbenenon deve fare attenzione a queste cose.

TERZO SERVITORE (tirando in disparte il quarto)Stai bene attento, Johann, in modo che possiamoraccontare molte cose al padre Quiroga: ci daràcerto in cambio molte indulgenze.

QUARTO SERVITOREProprio per questa

ragione mi do tanto da fare vicino alla sediadi quell'Illo: sapessi che strani discorsi fa!

Ritornano ai tavoli.

CANTINIERE (a Neumann)Chi sarà quel signore in nero con la croce,che chiacchiera così confidenzialmentecol conte Palffy?

Page 95: Schiller - - Wallenstein

NEUMANNÈ anche lui uno di quelli

di cui si fidano troppo: si chiama Maradas,è uno spagnolo.

CANTINIERENon se ne cava nulla

dagli Spagnoli, vi dico; i latini, tuttiquanti, non son buoni a nulla.

NEUMANNOhi, ohi!

non dovreste proprio parlare così, cantiniere.Tra costoro vi sono i migliori generali,sui quali il duca appunto fa l'assegnamentomaggiore.

Giunge Terzky a prendere il foglio; ai tavoli c'è movimento.

CANTINIERE (ai servitori)Il luogotenente generale si alza!

Attenzione! Si alzano. Andate a scostare le sedie.

I servitori corrono verso il fondo, una parte dei convitati si fa avanti.

Scena VI

Ottavio Piccolomini s'avanza parlando con Maradas, ed entrambi si collocano da un lato del proscenico. Dal lato opposto, s'avanza Max Piccolomini, solo, immerso nelle sue riflessioni, senza prendere alcuna parte al resto dell'azione. Al centro, tra loro ma di alcuni passi più indietro, si raggruppano Buttler, Isolani, Götz, Tiefenbach, Collalto e poco dopo il conte Terzky.

ISOLANI (avanzando in compagnia degli altri)Buona notte! Buona notte, Collalto...Luogotenente, buona notte! Dovrei diremeglio, buongiorno.

GÖTZ (a Tiefenbach)Fratello, buon pro

vi faccia.

TIEFENBACHUn banchetto veramente regale!

GÖTZSì, la signora contessa se ne intende.Ha imparato dalla suocera, Dio l'abbiain gloria! Che padrona di casa era quella!

ISOLANI (che vuole andarsene)Lumi! I lumi!

TERZKY (s'accosta a Isolani col foglio scritto)Caro fratello! Due minuti

ancora. Qui c'è ancora qualcosa da firmare.

ISOLANIFirmare: tutto quello che volete! Risparmiatemisoltanto la lettura.

TERZKYNon voglio recarvi

Page 96: Schiller - - Wallenstein

disturbo. Si tratta del giuramentoche già conoscete. Solo qualche trattodi penna.

(Poiché Isolani porge il foglio a Ottavio)

Come capita! a chi tocca tocca:qui non esiste gerarchia.

Ottavio scorre il foglio con apparente indifferenza. Terzky lo osserva da lontano.

GÖTZ (a Terzky)Signor conte!

Permettetemi di congedarmi.

TERZKYMa non c'è fretta -

ancora un sorso per il buon riposo.

(Ai servitori)

Ehi!

GÖTZNon mi sento.

TERZKYUn po' di gioco...

GÖTZVogliate scusarmi.

TIEFENBACH (si siede)Perdonate, signori. Lo stare in piedi mi pesa.

TERZKYState pur comodo, signor generale.

TIEFENBACHLa testa

è lucida, lo stomaco è a posto, ma le gambesi rifiutano di reggermi.

ISOLANI (additando la sua corpulenza)Avete però reso

il peso veramente eccessivo.

Ottavio ha firmato e porge lo scritto a Terzky, che lo dà a Isolani. Questi si dirige al tavolo per firmare.

TIEFENBACHMe l'ha causato

la guerra di Pomerania: quelle sortite obbligatecon la neve e il ghiaccio; ne risentirò certofinché vivo.

GÖTZEh, si sa! Gli Svedesi

non si preoccupavano della stagione.

Terzky porge il foglio a Don Maradas; questi si dirige al tavolo per firmare.

OTTAVIO (s'avvicina a Buttler)Nemmeno voi siete molto amico dei festini

Page 97: Schiller - - Wallenstein

bacchici, signor colonnello! Me ne sonoaccorto bene. E vi trovereste più a vostro agio,ritengo, in mezzo all'infuriare d'una battagliaanziché di un'orgia.

BUTTLERDevo confessare

che non è il mio genere.

OTTAVIO (accostandoglisi ancor più, confidenzialmente)Nemmeno il mio,

ve lo posso assicurare; e mi rallegro,stimatissimo colonnello Buttler, chec'incontriamo così appuntino nel mododi pensare. Mezza dozzina di buoni amicial massimo intorno a una piccola tavola,un bicchierino di Tokai, in piena confidenzae sincerità, e una conversazione intelligente -ecco quello che a me piace!

BUTTLERSì, se è possibile

averlo, ci sto anch'io.

Il foglio arriva a Buttler, che si dirige al tavolo per firmare. Il proscenio si svuota, in modo che i due Piccolomini, ciascuno dal suo lato, vi restano soli.

OTTAVIO (dopo aver contemplato per un po' in silenzio, da lontano, suo figlio, gli si avvicina un poco)Hai tardato moltissimo,

amico mio.

MAX (si volta in fretta imbarazzato)Io... Affari urgenti

mi hanno trattenuto.

OTTAVIOMa, a quanto vedo,

sei tuttora assente!

MAXSai bene che la folla

mi rende sempre silenzioso.

OTTAVIO (gli si avvicina ancor più)Non posso sapere

che cosa ti ha trattenuto così a lungo?

(Maliziosamente)

E Terzky invece lo sa.

MAXChe cosa

sa Terzky?

OTTAVIO (con intenzione)È stato l'unico a non stupirsene.

ISOLANI (che li ha osservati da lontano, si accosta)Giusto, vecchio mio! Dàgli addosso!consegnalo in quartiere! Non s'è comportatobene.

Page 98: Schiller - - Wallenstein

TERZKY (giunge col foglio)Nessun altro manca? Hanno firmato

tutti?

OTTAVIOTutti.

TERZKY (gridando)Ehi! chi ha da firmare

ancora?

BUTTLER (a Terzky)Fa' il conto! Devono essere

trenta nomi.

TERZKYQui c'è una croce.

TIEFENBACHSono io.

ISOLANI (a Terzky)Non sa scrivere, ma la croce è valida:gli prestano fede cristiani ed ebrei.

OTTAVIO (frettoloso, a Max)Andiamocene insieme, colonnello. Si fatardi.

TERZKYUn solo Piccolomini ha firmato.

ISOLANI (indicando Max)State a vedere che manca questo convitatodi pietra, il quale per tutta la serasi è dimostrato un buono a nulla.

Max riceve dalle mani di Terzky il foglio, e lo scorre distrattamente.

Scena VII

Detti. Illo giunge dalla stanza in fondo: ha in mano la coppa d'oro ed è assai ebbro; lo seguono Götz e Buttler, che vogliono trattenerlo.

ILLOChe volete, voi? Lasciatemi.

GÖTZ e BUTTLERIllo!

Non bevete più!

ILLO (va verso Ottavio e lo abbraccia, bevendo)Ottavio! Questa la porto

a te! Affoghiamo ogni rancore in questabevuta d'alleanza! So, so che non mi haiamato mai - né io te, Dio mi maledica!Dimentichiamo le cose passate! Io ti stimoinfinitamente,

(baciandolo più volte)

sono il tuo migliore amico

Page 99: Schiller - - Wallenstein

e sappiatelo! Chi mi dice ancora cheè un emerito ipocrita, avrà da vederselacon me.

TERZKY (tirandolo in disparte)Ma sei matto? Rifletti dove

ti trovi, Illo!

ILLO (candidamente)Che volete voi? Qui

siamo tutti buoni amici.

(Guardandosi intorno con aria giuliva)

Non ci sonobricconi qui fra noi, son contento.

TERZKY (a Buttler, con urgenza)Portatelo via con voi. Vi prego Buttler.

Buttler lo conduce verso la credenza.

ISOLANI (a Max, che fino a quel momento ha continuato a guardare distrattamente il foglio)Ci siamo allora, fratello? L'avete studiatoa fondo?

MAX (come destandosi da un sogno)Cos'è che devo fare?

TERZKY e ISOLANI (contemporaneamente)Metterci sotto

la vostra firma.

Si vede Ottavio fissarlo ansiosamente.

MAX (restituisce il foglio)Rimandiamo

a domani. Si tratta di affari. Ogginon mi sento. Mandatemelo domani.

TERZKYMa riflettete...

ISOLANISu, su! Firmate! Eh via!

Siete il più giovane della tavolata:non vorrete, voi solo, essere il più saggiodi tutti noi! Guardate qui! Anche vostropadre, tutti abbiamo firmato.

TERZKY (a Ottavio)Adoperate

la vostra autorità. Convincetelo.

OTTAVIOMio figlio

è maggiorenne.

ILLO (che ha posato la coppa sulla credenza)Di che si sta parlando?

TERZKYEgli rifiuta di firmare il foglio.

Page 100: Schiller - - Wallenstein

MAXDico che si potrà aspettare domani.

ILLONon si può aspettare. Abbiamo firmatotutti, e anche tu lo devi: devi firmare.

MAXIllo, buon riposo!

ILLONo! così non te la cavi!

Il duca deve sapere quali sono i suoi amici.

Intorno a entrambi si raggruppano tutti i convitati.

MAXQuali siano i miei sentimenti verso di lui,il duca lo sa, tutti lo sanno, e non c'è bisognodi commedie.

ILLOQuesto è il ringraziamento

per il duca, questo il risultato di avere semprefavorito gli italiani.

TERZKY (imbarazzatissimo, ai comandanti che si affollano agitati)È il vino che parla

per lui. Non ascoltatelo, vi prego.

ISOLANI (ride)Il vino non può inventare nulla:fa spifferare tutto, invece.

ILLOChi non è

con me, è contro di me. Che coscienze delicate!Hanno bisogno d'una scappatoia, d'una clausola...

TERZKY (intervenendo rapidamente)È fuori di sé del tutto, non badategli!

ILLO (gridando più forte)D'una clausola, per potersi mettere al sicuro.Macché clausola! Al diavolo questa clausola...

MAX (si fa attento e torna a guardare lo scritto)Che c'è qui dunque di tanto pericoloso?M'incuriosite a guardarci meglio.

TERZKY (prendendo in disparte Illo)Ma che fai? Ci rovini?

TIEFENBACH (a Collalto)Me ne sono accorto, io; prima di pranzo, il testo era diverso.

GÖTZÈ sembrato anche a me.

ISOLANIIo me ne infischio.

Dove ci sono i nomi degli altri, può starci

Page 101: Schiller - - Wallenstein

anche il mio.

TIEFENBACHPrima di pranzo, il testo

conteneva una riserva e una clausolariguardo al servizio dell'imperatore.

BUTTLER (a uno dei comandanti)Vergognatevi, signori! Riflettete qual èla cosa importante. Adesso si trattadi stabilire se dobbiamo conservareil nostro generale o lasciarlo partire!Non si può andare tanto per il sottile.

ISOLANI (a uno dei generali)Si è cautelato pure il duca con una clausolaquando ti ha assegnato il tuo reggimento?

TERZKY (a Götz)E a voi le forniture che comportano circamille pistole all'anno?

ILLOFurfanti loro, e accusano

noi d'esser bricconi! Chi non è soddisfatto,lo dica! Son qua io!

TIEFENBACHBe', be'! Si fa soltanto

per dire.

MAX (dopo aver letto, restituisce il foglio)Dunque, a domani.

ILLO (balbettando dalla rabbia, non più padrone di sé, gli tende con una mano il foglio e con l'altra gli punta contro la spada snudata)

Scrivi, Giuda!

ISOLANIIllo, vergogna!

OTTAVIO, TERZKY, BUTTLER (insieme)Via la spada!

MAX (l'ha ghermito rapidamente al braccio disarmandolo; al conte Terzky)Portalo a letto!

Esce. Illo tra imprecazioni e bestemmie, viene trattenuto da alcuni comandanti. Mentre tutti se ne vanno, cala il sipario.

ATTO V

Una stanza nell'abitazione di Piccolomini. È notte.

Scena I

Ottavio Piccolomini. Un cameriere con un lume. Subito dopo, Max Piccolomini.

OTTAVIONon appena mio figlio sarà rientrato,mandatelo da me - che ore sono?

Page 102: Schiller - - Wallenstein

CAMERIEREA momenti è l'alba.

OTTAVIOPosate il lume qua -

non andremo più a letto, potete andare a dormire.

Il cameriere esce. Ottavio va su e giù per la stanza soprappensiero. Entra Max Piccolomini, non immediatamente scorto da lui, e lo guarda per alcuni istanti in silenzio.

MAXSei in collera con me, Ottavio? Sa Iddiose son colpevole dell'odioso litigio!- Ho visto, certo, che tu avevi firmato;quello che tu hai approvato, potevaandar bene anche a me - c'era però -tu sai, insomma, che in cose del genereio seguo non il criterio d'altri masoltanto il mio.

OTTAVIO (va da lui e lo abbraccia)Continua a seguirlo,

il tuo criterio, carissimo figliolo!Ti ha guidato ora più fedelmenteche non l'esempio di tuo padre.

MAXSpiegati più chiaramente.

OTTAVIOLo farò.

Dopo ciò ch'è avvenuto questa notte,nessun segreto dev'esserci tra noi!

(Dopo che entrambi si sono seduti)

Max! Dimmi, che pensi del giuramentoche ci hanno sottoposto per la firma?

MAXLo considero una cosa innocente, sebbenenon ami tali formalità.

OTTAVIODunque,

per nessun'altra ragione ti sei rifiutatodi firmare?

MAXSi trattava di un impegno grave -

ero distratto - la cosa in sé non mi parevacosì urgente...

OTTAVIOSii sincero, Max.

Non hai avuto nessun sospetto -

MAXSospetto

di che cosa? Nessuno, nel modo più assoluto.

OTTAVIO

Page 103: Schiller - - Wallenstein

Ringrazia il tuo angelo custode,Piccolomini! Ti ha trattenuto,ignaro, dall'abisso.

MAXNon so che cosa tu

intenda.

OTTAVIOTe lo dirò: dovevi dare

il tuo nome per una bricconata,rinnegando con un sol tratto di pennai tuoi doveri, il tuo giuramento.

MAX (si alza)Ottavio!

OTTAVIOResta seduto. Molte cose

hai da sentire ancora da me, amico:hai vissuto per anni in un abbaglioinconcepibile. Il complotto più nerosi svolge sotto i tuoi occhi,una potenza infernale annebbia la lucelimpida dei tuoi sensi - non posso tacerepiù oltre, devo togliere la bendadagli occhi tuoi.

MAXPrima di parlare,

rifletti bene! Se deve trattarsidi congetture - e temo quasi che di null'altrosi tratti - risparmiale! Ora non sono in gradodi ascoltare con animo tranquillo.

OTTAVIOPer quanto grave possa essere il motivoche ti spinge a evitare ogni chiarimento,altrettanto da parte mia è urgente dartelo.Ho potuto affidarti sicuro al tuo cuoreinnocente, al tuo giudizio personale,ma ora vedo che si tenta di apprestareproprio al tuo cuore una rete perversa -il segreto

(lo guarda fissamente)

che tu a me nascondi,mi strappa il mio.

(Max tenta di rispondere; ma s'interrompe e abbassa gli occhi a terra. Ottavio prosegue dopo una pausa)

Sappi dunque: ti si inganna - un gioco scandalososi sta tramando con te, con tutti noi. Il ducafa mostra di volere abbandonare l'esercito;e in questo stesso istante si combinanoi piani - per rubare l'esercito all'imperatoree consegnarlo al nemico!

MAXConosco questa favola

diffusa dai preti, ma non mi aspettavodi ascoltarla dalla tua bocca.

Page 104: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIOLa bocca

da cui l'ascolti ti garantisceche non si tratta di una favola dei preti.

MAXChe dissennato si vuol fare del duca!Potrebbe mai pensare di distogliereda giuramento, dovere e onore trentamilauomini esperti, leali soldati, tra cui piùdi mille gentiluomini, e convincerliad una bricconata?

OTTAVIOUn'infamia così disonorevole

certo non la desidera - ciò che da noi vuolesi cela sotto un nome molto più innocente.Null'altro ambisce se non dar la pace all'impero;e poiché l'imperatore odia questa pace, lo vuole- ma sì, lo vuole costringere! Contentarevuole tutte le parti, e come compensotenersi la Boemia, da lui già occupata.

MAXHa meritato dunque, Ottavio, da noi -proprio da noi, che pensiamo di luiin modo così indegno?

OTTAVIOQui non si tratta

delle nostre opinioni sul suo conto:i fatti parlano, le prove più evidenti.Figlio mio! Tu sai bene quanto sianocattivi i nostri rapporti con la Corte -ma degli intrighi, delle arti menzogneremesse in atto a seminare la sedizionenel campo, tu non hai alcuna idea.Dissolti sono i legami che vincolanonella fiducia reciproca l'ufficialeall'imperatore, il soldato ai civili.Privo di leggi e di doveri s'accampadi fronte allo Stato che dovrebbe proteggere,e minaccia di levargli contro la spada.Le cose sono arrivate a tal puntoche l'imperatore in questo istante tremadavanti al proprio esercito - il pugnaledei traditori teme nella propriacapitale - nel proprio palazzo; anzi,è persino in procinto di mettere in salvoi teneri nipoti, non già dagli Svedesie dai luterani - no! ma dalle proprie truppe.

MAXSmettila! tu mi atterrisci, mi sconvolgi.So che si trema pure per timori vani:ma la vera sventura procede dai falsivaneggiamenti.

OTTAVIONon sono vaneggiamenti.

La guerra civile, ch'è la guerra di tuttepiù innaturale, divampa allorquando

Page 105: Schiller - - Wallenstein

con intervento tempestivo non l'affrontiamo.Molti dei capi sono stati corrotti da tempo,la fedeltà dei subalterni vacilla: già interireggimenti, guarnigioni intere vacillano.A stranieri sono affidate le fortezze,a Schaffgotsch, quell'individuo sospetto,è stata consegnata tutta la truppa della Slesia,a Terzky cinque reggimenti, cavalleria e fanteria,a Illo, a Kinsky, a Buttler e Isolani le truppemigliori a cavallo.

MAXAnche a noi due.

OTTAVIOPerché

si pensa di tenerci in mano, di sedurcicon splendide promesse. Così a me il ducaha destinato i principati di Glatz e Sagan,e scorgo bene l'amo con cui si pensadi adescare te.

MAXNo! no! no! ti dico!

OTTAVIOMa apri

gli occhi, dunque. Per quale ragioni crediche ci abbia convocati a Pilsen? Per tenereconsiglio con noi? Quando mai Friedlandha avuto bisogno di consiglio? Siamo staticonvocati per venderci a lui, se ci rifiutiamo- per rimanergli ostaggi. Per tal ragione il conteGallas non è venuto - e anche tuo padrenon lo vedresti qui, se un più alto doverenon l'avesse vincolato.

MAXLui non ha fatto

un mistero d'averci convocati qui per amor suo -confessa d'aver bisogno del nostro braccioper mantenersi in carica. Ha fatto tantoper noi, è quindi un dovere per noi fareadesso qualche cosa per lui!

OTTAVIOE sai anche

che cosa sia che dovremmo fare per lui?L'ebbro coraggio di quell'Illo te l'ha rivelato.Ricòrdati ciò che hai udito, che hai visto.Il foglio falsificato, la clausola cosìdeterminante omessa, non attestano forseche si vuol vincolarci a una faccendadisonesta?

MAXCiò ch'è avvenuto stanotte,

con quel foglio, per me non è altroche un ignobile tiro di quell'Illo. Questa razzadi criticoni ha l'abitudine di spingeresubito tutto agli estremi. Vedono il ducain rotta con la Corte e pensano di fargliun servigio allargando la falla. Credimi,

Page 106: Schiller - - Wallenstein

il duca non sa nulla di tutto questo!

OTTAVIOMi addolora distruggere la tua fiducia,che appare così saldamente fondata, in quell'uomo.Ma non mi è lecito, ormai, risparmiarti -occorre che tu prenda provvedimenti subito,che tu agisca. Ti confesserò dunque - che tutto,tutto quello che ora ti ho confidatoe che a te appare tanto incredibile, io l'hoappreso - l'ho appreso dalla sua stessa bocca -dalla bocca del duca.

MAX (con un gesto violento)Non è vero!

OTTAVIOLui stesso

mi ha confidato - ciò che peraltro già da tempoavevo appreso per altra via: cioè di volerpassare agli Svedesi, e alla testadegli eserciti riuniti costringerel'imperatore...

MAXÈ violento di carattere,

la Corte l'ha offeso nell'animo sensibile;in un attimo di sdegno è possibile, sì,che abbia potuto obliarsi.

OTTAVIOA sangue freddo

mi ha confessato questo: anzi, poichéinterpretò come paura il mio stupore,mi ha mostrato in confidenza letteredegli Svedesi e dei Sassoni che fannosperare in un ben deciso aiuto.

MAXNon può essere!

non può essere! non può essere! Tu vediche non può essere! Perché tu, per forza, gli avrestidimostrato il tuo orrore, lui si sarebbelasciato persuadere, oppure - tu non mi starestipiù qui davanti vivo!

OTTAVIOGli ho esternato, certo,

i miei dubbi, ho provato a dissuaderlocon insistenza, con severità, ma l'orroree il mio più intimo pensiero li ho celati con cura.

MAXSaresti stato così falso, tu? Mio padre non ècapace di questo! Non ho creduto alle tueparole quando mi hai detto male di lui:ancora meno lo posso ora, che denigri te stesso.

OTTAVIONon sono stato io a insinuarmi nel suo segreto.

MAXSincerità meritava la sua confidenza.

Page 107: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIONon era più degno della mia verità.

MAXAncor più indegno da parte tua l'inganno.

OTTAVIOMio caro figlio! Non sempre nella vitaè possibile salvaguardare la purezzaimmacolata che ci detta l'intima vocenostra innata. Nell'assidua difesa control'astuzia perfida, anche l'animo rettointegro non rimane - è questa appuntola maledizione dell'azione malvagia,ch'essa perpetuamente generando è costrettaa generare sempre il male. Io non sofistico,faccio il mio dovere: è l'imperatorea prescriver la mia condotta. Certo, megliosarebbe obbedire sempre al cuore, ma nel farloci si priverebbe di molte ottime mete.Nel caso nostro, figlio mio, occorre servirebene l'imperatore, che il cuore ne dica quel che vuole.

MAXOggi davvero non mi riesce d'intenderti,di capirti. Il principe t'avrebbe, tu dici,aperto onestamente l'animo suo per un cattivofine, e tu dovresti averlo ingannato per un finebuono! Smettila! Ti prego, smettila! Tu non puoirubarmi l'amico - Non farmi perdere il padre!

OTTAVIO (soffocando il risentimento)Ancora non sai tutto, figlio mio.Ho ancora qualcosa da rivelarti.

(Dopo una pausa)

Il duca di Friedland ha fatto i suoipreparativi. Confida nelle sue stelle.Egli pensa a coglierci di sorpresa -con mano sicura egli pensa di stringeregià l'aureo cerchio regale. Si sbaglia -anche noi abbiamo agito. Stringe la suasegreta cattiva sorte.

MAXNon precipitiamo

le cose, padre! Lascia che ti scongiuriper tutto ciò che vi è di più sacro:non agire affrettatamente!

OTTAVIOA passi furtivi

ho percorso la strada prescelta, con altrettantatacita furbizia l'ha seguito di soppiattola vendetta. Eccola già dietro di lui non vista,fosca, un passo ancora e rabbrividendo la tocca.Hai visto da me Questenberg: per ora conoscisoltanto la sua missione ufficiale, ma ne haportata con sé anche un'altra segreta, a mesoltanto destinata.

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MAXPosso conoscerla?

OTTAVIOMax!

Con queste parole metto nelle tue maniil bene dell'impero, la vita di tuo padre.Wallenstein è molto caro al tuo cuore,un forte legame d'affetto, d'ammirazionet'avvince a lui fin dalla tenera età - tunutri il desiderio - lasciami malgrado tuttoprecorrere la tua ritrosa confidenza -la speranza nutri di stringerti a luicon vincoli più intimi.

MAXPadre...

OTTAVIODel tuo cuore mi fido, ma posso esser sicuroanche dell'autocontrollo? Sarai capacedi comparire davanti a lui con volto tranquillodopo che intera ti ho confidato la sua sorte?

MAXDopo che me ne avrai confidata la colpa!

(Ottavio prende dal cofanetto una carta e gliela porge)

Cosa? Come? Una lettera aperta dell'imperatore?

OTTAVIOLeggila!

MAX (dopo avervi gettato uno sguardo)Il duca condannato e bandito!

OTTAVIOCosì è.

MAXOh, la cosa è gravissima! Oh, malaugurato

errore!

OTTAVIOContinua a leggere! Dòminati!

MAX (dopo aver proseguito la lettura, con uno sguardo di stupore al padre)Come? Cosa? Tu? Tu sei...

OTTAVIOSoltanto per il momento...

e finché il re d'Ungheria potrà presentarsiall'esercito, il comando viene dato a me.

MAXE tu credi di riuscire a strapparglielo?Non lo pensare, questo - padre! padre! padre!un compito funesto ti è toccato. Questofoglio qui - questo! vorresti far valere?Disarmare quel potente in mezzo al suo esercito,circondato dalle migliaia di uomini suoi?Tu sei perduto - tu, noi tutti lo siamo!

Page 109: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIOConosco il rischio che io corro. Sononelle mani dell'Onnipotente: proteggeràla devota casa imperiale col Suo scudo,e frantumerà l'opera oscura del tradimento.L'imperatore ha ancora servi fedeli, ancheal campo vi sono abbastanza uomini rettiche animosi si batteranno per la buona causa.I fidi sono avvisati, sorvegliati gli altri;attendo di fare il primo passo, non appena...

MAXPer un sospetto, intendi agire subito?

OTTAVIOLungi dal sovrano ogni sistema tirannico!Non l'intenzione punirà, solo l'azione.Il duca ha ancora in pugno il suo destino -se ineseguito lascerà il delitto,gli sarà tolto il comando in silenzio:lo cederà al figlio del sovrano. Un esilioonorato nei suoi castelli sarà più un beneficioche un castigo per lui. Ma il primo passomanifesto...

MAXChe cosa intendi per un passo simile?

Non ne farà mai uno colpevole - ma potresti(l'hai già fatto) fraintendere anche il passopiù innocente.

OTTAVIOPer quanto punibili fossero

i fini del duca, i passi che ha compiuto finora,pubblicamente, consentivano un'interpretazioneindulgente. Non penso far uso di questo foglioprima che sia compiuta azione taleda attestare alto tradimento e condannarlo.

MAXE chi ne sarà giudice?

OTTAVIOTu stesso.

MAXOh, allora

questo foglio non servirà mai! Ho la tua parolache non agirai prima di avermi convinto - di averconvinto me.

OTTAVIOMa è possibile? Ancora -

dopo tutto quello che tu sai, puoi crederealla sua innocenza?

MAXIl tuo giudizio può errare,

non il mio cuore.

(Proseguendo, più calmo)

Page 110: Schiller - - Wallenstein

Un tale spiritonon è comprensibile al modo di altri.Così come lega alle stelle il suo destino,ugualmente somiglia loro nel prodigioso,misterioso, inafferrabile cammino. Credimi,gli si fa torto. Tutto andrà a posto. Luminoso, intattolo vedremo uscire dall'alone di questonero sospetto.

OTTAVIOIo resto in attesa.

Scena II

Detti. Il cameriere. Subito dopo l'alfiere.

OTTAVIOChe c'è?

CAMERIEREUna staffetta attende alla porta.

OTTAVIOA quest'ora antelucana! Chi è? di doveviene?

CAMERIEREQuesto non ha voluto dirmelo.

OTTAVIOConducilo dentro. Non far trapelarenulla.

(Il cameriere esce. Entra l'alfiere)

Ah, siete voi, alfiere? Veniteda parte del conte Gallas? Datemi la lettera.

ALFIEREIl mio messaggio è soltanto verbale.Il luogotenente generale non si fidava.

OTTAVIOE allora?

ALFIEREVi manda a dire - posso parlare

liberamente qui?

OTTAVIOMio figlio sa tutto.

ALFIEREL'abbiamo preso.

OTTAVIODi chi parlate?

ALFIEREDell'intermediario! Quel Sesina!

Page 111: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIO (rapidamente)L'avete...?

ALFIEREL'ha catturato nella foresta boemail capitano Mohrbrand, ieri l'altro mattina,mentre era in viaggio con dispacciper gli Svedesi a Ratisbona.

OTTAVIOE i dispacci?

ALFIEREIl luogotenente generale li ha inviatisubito a Vienna col prigioniero.

OTTAVIOOh, finalmente! finalmente! Questa è unagrossa notizia. Quell'uomo è un recipienteprezioso, per noi, che racchiude cose importanti...Si è trovata molta roba?

ALFIERECirca sei plichi

con lo stemma del conte Terzky.

OTTAVIONessuno di mano del duca?

ALFIERENessuno, a quanto

ne so.

OTTAVIOE quel Sesina?

ALFIERESi è spaventato molto

quando gli è stato detto che si andavaa Vienna. Però il conte Altringer gli ha fattocoraggio, purché avesse liberamente confessatotutto.

OTTAVIOAltringer è dal vostro capo?

Ho inteso che giaceva malato a Linz.

ALFIEREGià da tre giorni si trova a Frauenberg,dal luogotenente generale. Hanno già radunatosessanta squadroni, gente scelta, e vi fannosapere che aspettano ordinivostri.

OTTAVIOIn pochi giorni molte cose possono

accadere. Quando dovete partire?

ALFIEREAspetto

i vostri ordini.

OTTAVIO

Page 112: Schiller - - Wallenstein

Restate fino a stasera.

ALFIEREBene.

Fa per andarsene.

OTTAVIONessuno vi ha veduto, vero?

ALFIERENessuno.

I cappuccini mi hanno fatto entraredalla porticina del convento, come al solito.

OTTAVIOAndate, riposatevi e tenetevi nascosto.Penso di licenziarvi ancora prima di sera.Le cose sono in procinto di risolversi,e prima che tramonti questo giorno,che proprio adesso sta spuntando fatalenel cielo, un decisivo evento dovrà compiersi.

L'alfiere esce.

Scena III

I due Piccolomini.

OTTAVIOEbbene, figlio mio? Ora di tutto saremopresto in chiaro - perché tutto, lo so,passava per le mani di quel Sesina.

MAX (che durante tutta la scena precedente è stato in preda a una violenta lotta interiore, risolutamente)Chiarirò tutto per via più diretta.Addio!

OTTAVIODove vai? Resta qui!

MAXDal duca.

OTTAVIOCosa?

MAX (ritornando)Se tu hai creduto ch'io potessi avereun ruolo nel tuo gioco, sei in erroresul mio conto. La mia strada dev'esserediritta. Non posso esser verace con la linguae falso col cuore - non posso accettareche qualcuno di me si fidi come d'un amico,e intanto acquetare la mia coscienzacol pensiero che lo faccio a suo rischio,che non la mia bocca l'abbia ingannato.Quale son creduto, tale devo essere.Vado dal duca. Oggi lo esorterò a salvarela sua reputazione davanti al mondo, a lacerarele vostre trame artificiose con un taglio netto.

Page 113: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIOÈ questo che vuoi fare?

MAXQuesto. Non ne dubitare!

OTTAVIOMi sono sbagliato sul tuo conto, davvero.Contavo sopra un figlio saggio, che avrebbebenedetto le benefiche mani che lo strappanovia dall'abisso - e invece scopro un uomoaccecato, reso folle da due occhi, annebbiatodalla passione, che nemmeno la piena lucedel giorno può guarire. Interrogalo! Va'!Sii dissennato al punto di rivelargliil segreto di tuo padre, dell'imperatore.Costringimi a una clamorosa rottura primadel tempo! Ed ora che un miracolo del cieloha protetto finoggi il mio segreto, gli occhiacuti del sospetto addormentato, fa' ch'io vedacome il mio stesso figlio, con un'iniziativasconsiderata e folle, annienta l'operafaticosa dell'arte politica.

MAXOh, quest'arte

politica, come la maledico! Con la vostraarte politica, finirete per spingerlo ad un passo...ma sì, voi potrete, giacché lo volete,farlo colpevole, renderlo colpevole.Oh, non finirà bene - e comunque si risolva,ho il presentimento di un'evoluzione funesta. -Quest'uomo regale, infatti, se cadrà,trascinerà un mondo nella sua caduta;e come una nave che in pieno oceano a un trattos'incendia, ed esplode scagliando ogni cosa,con tutta la ciurma che portava, in cielo e in mare,così anche lui travolgerà nella cadutanoi tutti legati alla sua fortuna.Comportati tu come vuoi! Ma a me concedidi comportarmi secondo il mio giudizio.La situazione tra me e lui deve restarenetta, e prima che il giorno tramontibisogna chiarire se dovròrinunciare all'amico, oppure al padre.

Mentre esce, cala il sipario.

MORTE DI WALLENSTEIN

PERSONAGGI

WALLENSTEINOTTAVIO PICCOLOMINIMAX PICCOLOMINITERZKYILLOISOLANIBUTTLERCAPITANO NEUMANN

Page 114: Schiller - - Wallenstein

UN AIUTANTECOLONNELLO WRANGEL, inviato degli SvedesiGORDON, comandante della piazzaforte di EgerMAGGIORE GERALDINDEVEROUX, capitano dell'esercito di WallensteinMACDONALD, capitano dell'esercito di WallensteinCAPITANO SVEDESEUNA DEPUTAZIONE DI CORAZZIERIBORGOMASTRO DI EGERSENIDUCHESSA DI FRIEDLANDCONTESSA TERZKYTHEKLASIGNORINA NEUBRUNN, dama di compagnia della principessaVON ROSENBERG, scudiero della principessa

Dragoni, servitori, paggi, popolo

L'azione nei primi tre atti si svolge a Pilsen,nei due ultimi a Eger.

ATTO I

Una stanza arredata per ricerche astrologiche e provvista di sfere, carte, quadranti e altro materiale astronomico. Una cortina è sollevata davanti a una rotonda, in cui sono visibili le statue dei sette pianeti, ciascuna entro una nicchia, bizzarramente illuminate. Seni scruta le stelle, Wallenstein sta davanti a una grande lavagna nera su cui è disegnato il corso dei pianeti.

Scena I

Wallenstein. Seni.

WALLENSTEINSmettila adesso, Seni. Vieni giù.Spunta il giorno e quest'ora è dominatada Marte. Non è bene seguitarea scrutare. Vieni! Ne sappiamo abbastanza.

SENILasciami osservare ancora Venere.Sta appunto sorgendo. Come un solerisplende a oriente.

WALLENSTEINSì, essa è ora

nella sua massima prossimità alla Terra,e su questa esercita il suo massimo influsso.

(Osservandone la figura sulla lavagna)

Che fortunato colpo d'occhio! Ecco disporsifinalmente la triade fatale: i due astribenefici, Giove e Venere, accerchianoil malefico, l'insidioso Marte, e costringonol'antico seminatore di sciagure a servirmi.A lungo infatti mi è stato ostile, i raggirossi ora perpendicolari, ora obliquiora in quadratura ora in opposizionesulle mie stelle, ne hanno turbato l'influsso benefico.Adesso hanno vinto l'antico avversario e a me lo recano

Page 115: Schiller - - Wallenstein

prigioniero in cielo.

SENIEd entrambi

gli astri eccelsi sono immuni da ogni influssomalefico! Saturno è innocuo, impotente,rincantucciato in cadente domo.

WALLENSTEINÈ finito

il regno di Saturno, l'astroche governa le cose segrete nel grembodella terra e nei meandri oscuri dell'animo,dominando ogni altra cosa schiva della luce.Non è più tempo di rimuginaree ponderare, perché ormai regna Giove,l'astro splendente, vigorosamenteattirando nel regno della luce l'operaapprestata nell'ombra - Ora è tempodi agire, rapidamente, prima che dal capomi si allontani la congiuntura propizia:poiché l'arco celeste è in perpetuo mutamento.

(Si odono colpi alla porta)

Bussano. Vedi chi è.

TERZKY (da fuori)Aprite!

WALLENSTEINÈ Terzky.

Che c'è di così urgente? Siamo occupati.

TERZKY (da fuori)Metti da parte ogni cosa.Te ne prego. Non c'è tempo da perdere.

WALLENSTEINApri, Seni.

Mentre Seni apre a Terzky, Wallenstein lascia ricadere la cortina davanti alle statue.

Scena II

Wallenstein. Conte Terzky.

TERZKY (entrando)Hai già saputo?

È prigioniero, è stato già consegnatoda Gallas all'imperatore.

WALLENSTEIN (a Terzky)Chi è

prigioniero? Chi è stato consegnato?

TERZKYColui che conosce tutti i nostri segreti,tutte le trattative con gli Svedesi e i Sassoni,per le cui mani è passata ogni cosa...

WALLENSTEIN (indietreggiando)

Page 116: Schiller - - Wallenstein

Non Sesina, vero? Dimmi di no, ti prego.

TERZKYProprio sulla via di Ratisbona, mentresi recava dagli Svedesi, l'hanno presogl'inviati di Gallas, che da tempo ne spiavale tracce. Aveva con sé tutto il plicoda me affidatogli per Kinsky, MatthiasThurn, per Oxenstierna, Arnheim: tutto questoè nelle loro mani, adesso essi sonoal corrente di tutti i nostri piani.

Scena III

Detti. Giunge Illo.

ILLO (a Terzky)Lo sa?

TERZKYLo sa.

ILLO (a Wallenstein)Pensi ancora di fare

la pace adesso col sovrano, di riconquistarela sua fiducia? Quand'anche a tutti i progettitu rinunziassi, ormai ciò che tuvolevi è noto. Avanti devi andare,perché indietro non puoi tornare più.

TERZKYHanno nelle lor mani documenti controdi noi che sono prove inconfutabili...

WALLENSTEINDi mio pugno, nulla. Te, posso sconfessarti.

ILLOAh sì? E tu credi che quello che costui,tuo cognato, ha contrattato in tuo nome,non verrà messo in conto a te? Per gli Svedesila sua parola doveva valere la tua,ma non a Vienna, per i tuoi nemici!

TERZKYNulla

di scritto hai dato, è vero - ma riflettifino a qual punto ti sei svelato a vocecon quel Sesina. E tacerà, lui? Se potràsalvarsi coi tuoi segreti, li serberà?

ILLOTu stesso

non lo credi! E giacché adesso sono al correntefino a che punto sei arrivato: di'!che cosa aspetti? Serbare il comandopiù a lungo non puoi, e qualoralo deponi, sei perduto senza scampo.

WALLENSTEINL'esercito è la mia sicurezza. L'esercitonon mi abbandonerà. Qualsiasi cosa

Page 117: Schiller - - Wallenstein

sappiano, il potere è mio: questo bisognache l'inghiottiscano. - E una volta datoun pegno per la mia fedeltà, dovrannodichiararsi soddisfatti.

ILLOL'esercito è tuo,

dici: ora, in questo momento, è tuo;ma trema al pensiero della lenta,silenziosa forza del tempo. Oggi ancorae domani, ti proteggerà dalla violenza apertail favore delle truppe: ma se tutemporeggi, scalzeranno inosservatila buona fama su cui tu fai assegnamento,sottraendoti or l'uno or l'altro con l'insidia -finché al grande terremoto l'edificiofradicio e infido crollerà del tutto.

WALLENSTEINÈ davvero un brutto affare!

ILLOOh, una fortunata

circostanza la chiamerei piuttosto, se l'effettodovuto avesse su di te, spingendotialla rapida azione. - Il colonnello svedese...

WALLENSTEINÈ arrivato? Sai cosa reca?

ILLOSoltanto

con te vuole confidarsi.

WALLENSTEINUn brutto,

un brutto affare... Certo! Certo! Sesinasa troppe cose e non starà zitto.

TERZKYÈ un ribelle boemo e un disertore: sadi rimetterci il collo; se a tue spesegli riuscisse di salvarsi, ne avrà scrupolo?E se per farlo parlare lo torturano,vile com'è, avrà la forza di tacere?

WALLENSTEIN (immerso nelle sue riflessioni)Impossibile riconquistare la fiducia.Comunque io agisca, traditore della patriasarò sempre per loro, e resterò.E quand'anche lealmente ritornassial mio dovere, non mi servirebbe più -

ILLOTi rovinerebbe: non a fedeltà ma soltantoad impotenza sarebbe attribuito.

WALLENSTEIN (camminando su e giù in preda all'agitazione)E che?

Sarei dunque costretto a realizzare ciòche con troppa libertà nel pensieroho vagheggiato per sollazzo? Dannatoè colui che col diavolo gioca! -

Page 118: Schiller - - Wallenstein

ILLOSe è stato solo un gioco, credi a me,dovrai farne severa e dura ammenda.

WALLENSTEINE qualora dovessi realizzarlo, ora,adesso che il potere è ancora in mano mia,ciò dovrebbe avvenire...

ILLO...possibilmente

prima che a Vienna si siano riavutidal colpo e possano prevenirti...

WALLENSTEIN (osservando le firme sul foglio)Ho qui

l'impegno scritto dei generali - MancaMax Piccolomini: perché?

TERZKYEra...

pensava...

ILLOSemplice presunzione! Dice

che fra te e lui questo non occorre!

WALLENSTEINGià,

non occorre, ha proprio ragione - I reggimentinon vogliono recarsi nelle Fiandre: mi hannoinviato uno scritto, e a gran voce si oppongonoall'ordine. È il primo passo della ribellione.

ILLOCredimi, li condurrai più facilmenteal nemico che non agli Spagnoli.

WALLENSTEINVoglio

proprio sentire che cosa ha da dirmiquesto svedese.

ILLO (rapidamente)Volete chiamarlo, Terzky?

È già qui fuori.

WALLENSTEINAspetta ancora un po'.

Mi ha colto di sorpresa - tutto è statotroppo improvviso. Non sono avvezzo a farmitrascinare ciecamente dal caso, a lasciarmenedominare e governare oscuramente.

ILLOPer ora, ascoltalo. Dopo rifletterai.

Escono.

Scena IV

Page 119: Schiller - - Wallenstein

Wallenstein solo.

WALLENSTEINÈ mai possibile? Non sarei più in gradodi fare ciò che voglio? Di tornare indietrosecondo il mio talento? Sarei dunquecostretto a compiere l'azione soltantoperché l'ho pensata, perché la tentazionenon ho respinta - l'animo nutritod'un tale sogno, risparmiato i mezziper metterlo in atto, ogni via tenutaaperta per la sua realizzazione? -Gran Dio del cielo! Non era nelle mieintenzioni, non è mai stato un precisoproposito. Mi sono compiaciuto soltantonell'idea: mi seduceva la libertàe possibilità di attuarla. È stato ingiustoda parte mia dilettarmi nel miraggio,nella speranza di un regno? In pettonon mi restava il libero volere,e non scorgevo dunque, aperta a fianco,la retta via consentita del ritorno?A che cosa mi trovo spinto a un tratto?Ogni strada si è chiusa alle mie spallee un muro s'erge dinanzi a me: quellodelle mie azioni, che come una torremi preclude il ritorno.

(In profonda meditazione)

Colpevolein apparenza sono, né per quantomi adoperi posso stornare il peso della colpada me: mi accusa, infatti, l'ambivalenzadella vita, e il sospetto, se male interpretato,avvelena persino la fonte pura dell'azioneonesta. Se veramente fossi il traditoreche mi si crede, avrei curato le buoneapparenze, mi sarei fittamente avvoltodi veli, non dando mai voce al malanimo.Consapevole della mia innocenza, dell'animoincorrotto, ho fatto luogo al capriccio,alla passione - audace la parola fupoiché non era azione. Adesso, ciòch'è avvenuto per caso, a me quale azionepremeditata, lungimirante, sarà addebitato,e ciò che l'ira e la lieta baldanzami fece dire con cuore traboccante, saràcomposto in tessuto artefatto, per trarneuna tremenda accusa, che mi renderà muto.Eccomi dunque rovinosamente intricatodalla mia stessa rete, che soltanto la violenzapotrà strappare, liberandomi.

(Si arresta di nuovo)

Com'era diverso,quando il libero impulso del coraggiomi spingeva all'azione ardimentosa, che adessonecessità rozzamente m'impone, autodifesa esige!Severo è il volto della necessità. Non senzarabbrividire la mano umana affondanell'urna misteriosa della sorte. Nel mio petto,

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l'azione m'apparteneva intera: una volta licenziatadall'asilo sicuro dell'animo, dal materno terrenotratta fuori nell'estraneità della vita,essa appartiene alle forze insidioseche nessun'arte umana rende amiche.

(Percorre a passi concitati la stanza, poi s'arresta di nuovo meditabondo)

E che cosa farai? Vi hai riflettuto dunqueonestamente? Tu vuoi scardinare quel potereche troneggia sicuro e tranquillo, che riposanel possesso consacrato da tempo, saldamentefondato nella consuetudine assicurata con milleradici alla puerile, devota credulitàdei popoli. Non sarà la lotta della forzacontro la forza: questa, io non la temo.Affronto ogni avversario che io possavedere e fissare negli occhi, che di ardirepieno infiammi l'ardire mio stesso.È il nemico invisibile che io temo: quelloche mi contrasta chiuso nell'umano petto,tremendo solo per me perché sgomento e vile -non ciò che si palesa vivo e forteè periglioso e terribile. Ma ciò ch'è bassamentecomune, l'eterno ieri, quello che sempreè stato e sempre ritorna, e ha valore domanisoltanto perché oggi era valido! Poichédi cose comuni è fatto l'uomo e sua nutricechiama la consuetudine. Guai a coluiche gli tocchi le cose vecchie e venerande,la diletta eredità degli avi! Il tempoha una forza santificante, e ciò ch'è canutoper l'età è divino per lui.Sii possessore e vivrai nel diritto: comecosa sacra te lo custodirà la gente.

(Al paggio che entra)

Il colonnello svedese? È lui? Bene, che venga.

(Il paggio esce. Wallenstein indugia con lo sguardo pensoso fisso sulla porta)

È ancora pura - ancora! Il delittonon ha varcato ancora questa soglia - Tantoesiguo è il confine che due vite separa!

Scena V

Wallenstein e Wrangel.

WALLENSTEIN (dopo averlo fissato con uno sguardo indagatore)Vi chiamate Wrangel?

WRANGELGustav Wrangel,

colonnello del reggimento azzurroSüdermannland.

WALLENSTEINÈ stato un Wrangel

colui che m'inflisse molte gravi perditedavanti a Stralsund: con vibrante contrattacco

Page 121: Schiller - - Wallenstein

quella città marittima mi resistette.

WRANGELFu colpa degli elementi con cui lottastenon merito mio, signor duca! Il Beltdifese la sua libertà con la forzadella tempesta: mare e terra non dovevanoservire un solo padrone.

WALLENSTEINLa feluca

d'ammiraglio mi strappaste dal capo.

WRANGELVengo a deporvi sopra una corona.

WALLENSTEIN (gli fa cenno di sedere e si siede anche lui)Le vostre credenziali. Venite con pieni poteri?

WRANGEL (esitante)Vi è qualche punto incerto da risolvere...

WALLENSTEIN (dopo aver letto)La lettera è stilata appuntino. Serviteun capo intelligente, acuto, signor Wrangel.Il cancelliere scrive di realizzare solola personale idea del re defunto,nell'aiutarmi a conquistare la corona boema.

WRANGELDice la verità. Il venerato defuntoha sempre avuto un grande concettodelle virtù d'ingegno e doti di comandodi Vostra Grazia: egli soleva direche solo chi sa comandare è degnodi diventare comandante e re.

WALLENSTEINEra

in grado di dirlo.

(Prendendogli confidenzialmente la mano)

Sinceramente, colonnello Wrangel -sempre nel cuore sono stato anche un buon svedese -Ma sì, ne avete fatto esperienza in Slesiae a Norimberga. Spesso vi ho tenutiin mia mano e vi ho lasciati sempre sfuggireper la porta di servizio! È questo che a Viennanon mi perdonano e che ora mi spingea questo passo. - E poiché il reciproco vantaggiocoincide, cerchiamo di trattarci con reciprocaautentica fiducia.

WRANGELLa fiducia verrà non appena

ciascuno avrà le proprie garanzie.

WALLENSTEINIl cancelliere,

mi accorgo, non si fida ancora pienamente di me.Sì, lo confesso - il gioco non apparetutto a mio vantaggio - Sua Eccellenza ritiene

Page 122: Schiller - - Wallenstein

che se io sono capace di giocare in tal modol'imperatore, ch'è il mio sovrano, potrei fareuguale cosa col nemico, e l'una cosa sarebbepiù ancora perdonabile dell'altra. Non ètale anche il pensiero vostro, signor Wrangel?

WRANGELIo qui ho una semplice missione, non opinioni.

WALLENSTEINL'imperatore mi ha spinto agli estremi.Non posso più servirlo lealmente. Per sicurezzapersonale, per autodifesa io compioil duro passo che la coscienza mi rimprovera.

WRANGELLo credo. A tal punto nessuno giungenon costretto.

(Dopo una pausa)

Ma quale sia il moventeche induce Vostra Altezza ad agire in tal modonei confronti del proprio imperatore e sovrano,non spetta a noi giudicare e interpretare.Gli Svedesi combattono per la propria buonacausa, con buone armi e buona coscienza.La congiuntura, l'occasione è propiziaa noi: in guerra ogni vantaggio è valido,prendiamo quello che si offre, senza pensare;e se davvero tutte le circostanze collimano...

WALLENSTEINMa di che cosa si dubita? Della mia volontà?Delle mie forze? Ho promesso al cancelliereche, se mi affida sedicimila uomini, concorreròcon diciottomila dell'esercito imperiale -

WRANGELVostra Grazia è noto come uno strategaeccellente, un secondo Attila e Pirro.Con stupore tutt'oggi ancora si parla di comeElla abbia, contro ogni umana aspettativa,costituito anni or sono un esercito dal nulla.Purtuttavia...

WALLENSTEINTuttavia?

WRANGELSua Eccellenza

ritiene sia più facile mettere dal nullain campo sessantamila soldati che indurrela sessantesima parte...

S'interrompe.

WALLENSTEINBe', cosa? Dite pure

liberamente.

WRANGELA tradire.

Page 123: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINCrede? Giudica

da svedese e da protestante. Voi luteranicombattete per la vostra Bibbia, per voiconta la causa: seguite la bandieracol vostro cuore. - Chi di voi passa al nemico,rompe a un tempo la fede a due padroni.Di tutto ciò, qui da noi, non si tratta -

WRANGELOh Dio del cielo! Forse che in questopaese, qui, non esistono patria,né focolare né chiesa?

WALLENSTEINVoglio spiegarvi

come stanno le cose. Sì, l'austriaco hauna patria, e l'ama, e ne ha ben ragione.Ma questo esercito, che si dice imperiale,ed è di stanza qui in Boemia, non ne ha;esso è la feccia di paesi stranieri,è la schiuma del popolo che nullapossiede se non il sole, ch'è di tutti.E questa terra boema per la qualecombattiamo, non ha sentimenti per il propriosovrano, imposto dalla fortuna delle arminon da libera scelta. Brontolando sopportala tirannia della fede: il poterel'ha atterrita, non placata. Un ardente,vendicativo ricordo sopravvive di quelleatrocità che qui si svolsero. E il figliopotrà mai dimenticare che suo padrevenne costretto da mastini aizzatia sentir messa? Un popolo cui venneroinflitte tali cose, diventa terribile,sia che si vendichi sia che sopporti.

WRANGELMa l'aristocrazia e gli ufficiali?Una tale diserzione e fellonìa,signor principe, resta senza esempionella storia mondiale.

WALLENSTEINEssi sono

dalla mia parte, senza condizioni.Non a me, ma ai vostri occhi vogliate credere.

(Gli porge la formula del giuramento. Wrangel la legge, poi la depone, senza una parola, sul tavolo)

Ebbene? Comprendete adesso?

WRANGELIntenda

chi può! Signor principe! Depongola maschera - Sì! Ho pieni poteridi concludere tutto. Il conte del Renosi trova a soli quattro giorni di marciada qui, con quindicimila uomini: aspettasoltanto l'ordine per aggregarsi al Suoesercito. Io stesso darò l'ordinenon appena ci saremo accordati.

Page 124: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINQuali sono

le pretese del cancelliere?

WRANGEL (gravemente)Si tratta

di dodici reggimenti, truppe svedesi.Ne rispondo con la mia testa. Tutto potrebbeessere, infine, solo un tranello...

WALLENSTEIN (balzando su)Signore!

WRANGEL (continuando, calmo)Devo insistere quindi perché il ducadi Friedland formalmente e irrevocabilmenterompa i rapporti con l'imperatore, senzadi che non gli saranno affidatetruppe svedesi.

WALLENSTEINQuali sono le pretese?

Ditelo in breve.

WRANGELDisarmare

i reggimenti spagnoli devoti all'imperatore,prendere Praga e cedere questa città,insieme con la fortezza confinaria di Eger,agli Svedesi.

WALLENSTEINÈ pretendere molto!

Praga! Vada per Eger! Ma Praga?Non va. Vi offro ogni garanzia,che voi possiate ragionevolmentepretendere da me. Praga però - la Boemia -posso difenderle da me.

WRANGELNessuno ne dubita.

Né a noi importa difenderle. Non vogliamoavere impiegato invano uomini e denaro.

WALLENSTEINÈ giusto.

WRANGELE fino a quando saremo

indennizzati, Praga rimarrà in pegno.

WALLENSTEINVi fidate così poco di noi?

WRANGEL (alzandosi)Gli Svedesi

devono cautelarsi di fronte ai Tedeschi.Siamo stati chiamati d'oltre Baltico, abbiamosalvato dalla rovina l'impero - col nostrosangue siglato la libertà di fede,la santa dottrina del Vangelo - Ma giàpiù non si avverte il beneficio, soltanto

Page 125: Schiller - - Wallenstein

il peso, con occhio torvo si guarda agli stranierinell'impero, e volentieri a casa propriali si rispedirebbe, alle nostre foreste,con una manciata di denaro. No! non per il prezzodi Giuda, per oro e argento sonanti noi abbiamolasciato sul campo di battaglia il re,tanto nobile sangue svedese non è corsoper oro e argento! Né vogliamo tornarein patria sventolando gagliardetti adornidi magro alloro: vogliamo restare cittadinisopra il suolo che il re cadendo ha conquistato.

WALLENSTEINAiutatemi ad abbattere il nemicocomune, questa bella terra di frontieranon può sfuggirvi.

WRANGELE una volta atterrato

il comune nemico, chi provvederà a riannodarela nuova amicizia? Noi sappiamo, signor duca,- sebbene gli Svedesi debbano far le vistedi non saperne nulla - che voi intrattenetesegrete trattative coi Sassoni. Chi ci garantisceche non siamo proprio noi le vittimedelle decisioni che si ritiene necessario celarci?

WALLENSTEINIl cancelliere ha scelto bene il suo uomo:non poteva inviarne uno più tenace.

(Alzandosi)

Rifletteteci meglio, Gustav Wrangel. Di Praganon più una parola.

WRANGELQui hanno termine

i miei pieni poteri.

WALLENSTEINCedervi la mia capitale?

Piuttosto torno indietro - al mio sovrano.

WRANGELSe siete in tempo.

WALLENSTEINQuesto dipende da me,

ancora adesso, sempre, in ogni istante.

WRANGELForse ancora pochi giorni fa. Ogginon più. - Da quando il Sesina è prigioniero,non più.

(Poiché Wallenstein tace colpito)

Signor duca! Noi crediamoch'Ella abbia oneste intenzioni: da ierine siamo certi. E adesso che quel fogliogarantisce per le truppe nulla vi sarebbea ostacolare più la nostra fiducia. Praga

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non deve dividerci. Il cancelliere, miosignore, si contenta della città vecchia,e a Vostra Grazia lascia il Hradschin e la Transmoldava,ma Eger occorre che sia nostra anzitutto,prima che si pensi a una congiunzione di forze.

WALLENSTEINDi voi dovrei fidarmi dunque, e voi non di me?Mi riservo di riflettere sulla proposta.

WRANGELNon troppo a lungo, devo pregarla.Al secondo anno s'avvia la trattativa;se anche stavolta fallisce, il cancellierevuol ritenerla troncata per sempre.

WALLENSTEINVoi mi premete troppo. Un passo simileoccorre venga meditato bene.

WRANGELNon oltre

il necessario, signor duca! Solocon rapida azione esso potrà riuscire.

Se ne va.

Scena VI

Wallenstein. Ritornano Terzky e Illo.

ILLOTutto a posto?

TERZKYVi siete accordati?

ILLOQuesto

svedese è partito tutto soddisfatto.Ma sì, vi siete accordati.

WALLENSTEINAscoltate!

Nulla è ancora avvenuto... e a pensarci benepreferisco non farlo.

TERZKYCome? Che significa?

WALLENSTEINSottostare alla grazia di questi Svedesi!Così prepotenti! Non lo sopporterei.

ILLOTi presenti come un disertore forse,a mendicare il loro aiuto? A loro portipiù di quanto ricevi.

WALLENSTEINCh'è accaduto

a quel regal Borbone che al nemico

Page 127: Schiller - - Wallenstein

del suo popolo si vendette e piaghe infersealla sua stessa patria? Maledizione è statoil suo compenso, l'orrore degli uominiha vendicato l'azione snaturata.

ILLOÈ forse il caso tuo?

WALLENSTEINLa fedeltà, vi dico,

è per ogni uomo l'amico più carnale, siaper la vita che per la morte: a suovendicatore si sente nato. L'inimiciziasettaria, la rabbia partigiana, l'invidiaantica, la gelosia fanno pace: chi ha lottatorabbiosamente per distruggersi, si allea,s'unisce per scacciare il comune nemicodell'umanità, la belva, che irrompeassassinando nell'asilo sicuro ove l'uomosi rifugia... giacché la propria saggezzanon può fargli interamente schermo.Solo in fronte la natura gli ponela luce degli occhi, la fedeltà devotaha il còmpito di proteggerlo alle spalle.

TERZKYNon avere di te un concetto peggioredel tuo nemico, che all'azione è lietodi offrirti la sua mano. Nemmeno quel Carloche fu avo e antenato di questo casatoimperiale è stato d'intendimenti così deboli:accolse a braccia aperte quel Borbone,ché solo l'utilità governa il mondo.

Scena VII

Contessa Terzky.Detti.

WALLENSTEINChi vi ha chiamata? Questi non sonoaffari per donne.

CONTESSAVengo a porgere

i miei auguri! Sono arrivata forsetroppo presto? Spero proprio di no.

WALLENSTEINUsa la tua autorità, Terzky! Comandaledi allontanarsi.

CONTESSAHo già dato un re

alla Boemia.

WALLENSTEINEra idoneo ad esserlo.

CONTESSA (agli altri)Be', qual è l'intoppo? Parlate!

TERZKY

Page 128: Schiller - - Wallenstein

Il ducanon vuole.

CONTESSANon vuole quello che deve?

ILLOTocca a voi, adesso. Provateci, io ho finito,se mi si parla di fedeltà e coscienza.

CONTESSACome? quando tutto era ancora lontanissimo,e il cammino appariva sconfinato davanti a te,avevi allora decisione e coraggio - e orache il sogno s'avvia a essere realtà,ora che il compimento è prossimo, il successoassicurato, cominci ad esitare? Nei progettisoltanto, sei ardito, e vile nelle azioni?Bene! Da' ragione ai tuoi nemici, è proprioqui che t'aspettano. Crederanno di buon gradoai tuoi progetti; sta' sicuro, le provete ne daranno con lettera e sigillo! Maall'effettiva possibilità dell'azione nessunocrede, altrimenti dovrebbero temerti erispettarti. È dunque mai possibile? Orache ti sei spinto tanto oltre che il peggioè risaputo, ora che l'azione già ti vieneimputata, come fosse eseguita, vuoi tirartiindietro e perderne i frutti? Progettataè un volgare delitto, compiuta è un'impresaimmortale: e se riesce, viene ancheperdonata, poiché ogni risultatoconseguito è un giudizio di Dio.

CAMERIERE (entra)Il colonnello Piccolomini.

CONTESSA (rapidamente)Che aspetti.

WALLENSTEINNon posso vederlo adesso. Un'altra volta.

CAMERIEREChiede soltanto due minuti, ha un affareurgente...

WALLENSTEINChi sa che cosa reca. Voglio udirlo.

CONTESSA (ride)Sarà urgente per lui. Tu puoi aspettare.

WALLENSTEINDi che si tratta?

CONTESSALo saprai più tardi.

Ora pensa a sbrigare le cosecon quel Wrangel.

Il cameriere esce.

Page 129: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINCi fosse una scelta

ancora - si trovasse una via d'uscitapiù blanda - sull'istante la sceglierei,evitando la soluzione estrema.

CONTESSASe null'altro

tu chiedi, una tale via ti sta dinanzi.Manda via questo Wrangel. Dimenticale antiche speranze, getta via la vita passata,risolvi d'iniziarne una nuova. Anche la virtùha i suoi eroi, come la fama e la fortuna.Parti per Vienna, va' dall'imperatore, sedutastante, porta con te la cassaforte piena,dichiara di aver voluto mettere soltantoalla prova la fedeltà dei sudditi e burlartidegli Svedesi.

ILLOAnche per questo è troppo

tardi. Troppe cose si sanno. Non farebbeche portare la testa alla mannaia.

CONTESSADi questo

non ho timore. Per condannarlo legalmentele prove mancano e dall'arbitrio rifuggono.Si lascerà ripartire il duca tranquillamente.Vedo già come tutto si svolgerà. Il red'Ungheria si farà avanti e sarà cosaintesa e stabilita che il duca se ne vada,di spiegazioni non vi sarà bisogno.Il re farà prestare giuramentoalle truppe e tutto resterà in bell'ordine.Il duca un bel mattino sarà partito.Subito i suoi castelli si animeranno:organizzerà cacce, costruzioni, alleverà cavalli,formerà una corte, distribuirà chiavid'oro, ospitalmente imbandirà banchetti,e a farla breve sarà un gran re - in piccolo!E poich'egli saggiamente si accontentadi non contare e non significare più nulla,lo lasceranno apparire ciò che gli piace:apparirà un gran principe fino alla fine!Ebbene! Il duca sarà dunque anche luiuno dei nuovi parvenu di guerra,effimera creatura del favor di corteche con pari slancio crea baroni e principi.

WALLENSTEIN (si alza, in preda a violenta agitazione)Mostratemi una via che a salvamentomi tragga da quest'angustia, o potenzebenefiche! mostratemene una che siaadatta a me. - Io non sono capacedi crogiolarmi nella mia volontà, nei miei pensieri,come un eroe a parole, un virtuoso fanfarone -non son capace di dire alla fortunache mi volta le spalle, grandiosamente:Va' pure! non ho bisogno di te. Se non agisco,sono distrutto: non schiverò sacrifici,né pericoli, per evitare l'estremo, ultimopasso. Ma prima ch'io nel nulla sprofondi,

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che piccolo divenga dopo inizi grandiosi,prima che il mondo mi scambi con i miserabiliche la fortuna in un giorno innalza e abbatte,preferisco che il mondo e i posteri pronuncinocon orrore il mio nome, e Friedland divengasinonimo d'ogni azione più esecrabile.

CONTESSAChe cosa mai vi è in tutto questoche sia contro natura? Non riescoa capacitarmi, dimmelo dunque un po'!Oh, non lasciare che i notturni fantasmidella superstizione si facciano padronidel tuo lucido spirito! Sei accusatodi alto tradimento: se a torto o a ragione,non è questione adesso; sei perdutose non ti servi rapidamente del potereche tieni in pugno. Ma dove si trova maiuna pacifica creatura che la propriavita non difenda con tutte le forze?Quale audacia l'autodifesa non giustifica?

WALLENSTEINUn tempo, codesto Ferdinando m'era tantoprodigo di favori: mi amava, mi tenevain gran conto, ero il più vicino al suo cuore.Quale principe è stato da lui onoratoal pari di me? - E finire così!

CONTESSACon tanta

fedeltà serbi ricordo d'ogni piccolofavore, e delle umiliazioni non haimemoria alcuna? Devo dunque ricordartiqual è stato il compenso dei tuoifedeli servigi a Ratisbona? Tu avevioffeso ogni ceto dell'impero: per la suagrandezza t'eri addossato l'odio di tutti,la maledizione; in tutta la Germanianon un amico avevi più, perché eri vissutosoltanto per il tuo imperatore. A lui soloti sei aggrappato in quella buferaaccumulatasi contro di te alla Dietadi Ratisbona... e lui t'ha lasciato cadere!T'ha lasciato cadere! Te ha sacrificatoin favore del prepotente Bavaro! Non direche la carica restituita ha sanatoil precedente, grave torto! A quel posto,che volentieri t'avrebbero negato, non ti ha messouna genuina buona volontà, ma soltantola dura legge della necessità.

WALLENSTEINNon la loro

buona volontà, questo è vero! Né devoil comando all'affetto di lui. Se ne abuso,non faccio abuso alcuno di fiducia.

CONTESSAFiducia? Affetto? - C'era bisogno di te!L'impetuosa coercitrice, la necessità, coleiche non si accontenta di vuoti nomio di comparse, quella che l'azione esige,

Page 131: Schiller - - Wallenstein

non il gesto, e che va in cerca del più grande,del migliore, per metterlo al timone,dovesse anche trarlo dalla feccia...fu lei che t'ha messo a questo posto,e ha scritto il tuo decreto di nomina.Infatti a lungo, finché non ne può più,questa stirpe si serve d'anime corrottee servili e dell'arte di meccanismi sterili -ma quando è raggiunta dagli eventi estremi,e vuote larve non bastano più, allora in manocade delle nature forti, degli spiriti magni,che obbediscono soltanto a se stessi e nullasanno di compromessi e trattano soltantoalle proprie, non alle loro condizioni.

WALLENSTEINÈ vero! Mi hanno sempre visto quale sono,io non li ho ingannati nel negozio:perché non ho mai creduto che valessela pena di celare le mie ambizioni audaci.

CONTESSAAssai più - ti sei sempre mostrato terribile.Non tu, che sempre sei rimasto fedelea te stesso, ma sono loro ad aver torto,loro che ti temevano eppure t'hanno datonelle mani il potere. Poiché sempre ha ragionecolui che rimane coerente con se stesso:non v'è altro torto che la contraddizione.Eri forse diverso quando otto anni or sonomettesti a ferro e a fuoco le contrade tedesche,in tutti i paesi portasti il flagello,beffandoti degli ordinamenti dell'impero,esercitando soltanto il diritto tremendodel più forte e calpestando ogni autoritàsingola per estendere la sovranità del tuosultano? Allora sarebbe stato tempodi spezzare la tua superba volontàe richiamarti all'ordine! Ma all'imperatore,invece, piacque ciò che gli tornava utile,e in silenzio appose il sigillo imperialea quei crimini. Ciò che allora era giusto,perché per lui veniva fatto, oggi a un trattoè scandaloso, perché diretto contro di lui?

WALLENSTEIN (alzandosi in piedi)Non ho mai visto la cosa da questo lato!Sì! è proprio così. Questo imperatorecol mio braccio ha compiuto nell'imperoazioni che, secondo la legge, non avrebberodovuto accadere. E questo stesso manto principescoche indosso, lo devo a servigi che sono delitti.

CONTESSAConfessa dunque che tra lui e te non puòparlarsi di dovere e diritto, ma soltantodi potere e occasione! È giunto l'istanteper te di tirare le somme nel grandecompendio della tua vita: i segni ti sonopropizi, fortuna i pianeti ti annuncianogridando: È tempo ormai! Hai forse invanomisurato per tutta la vita il corsodegli astri? - consultato circoli e quadranti? -

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riprodotto su queste pareti lo zodiaco,la volta celeste, circondandoti dei mutie profetici simulacri dei sette dominatoridell'umano destino, soltanto per un giocofutile? tutto questo apparato è dunque nullo?e non v'è contenuto in quest'arte vana,non ha valore essa per te, nulla significaper te nell'ora decisiva?

WALLENSTEIN (che durante quest'ultima parte è andato su e giù con agitazione, si arresta di colpo interrompendo la contessa)

Chiamatemi Wrangel,e tre corrieri stiano pronti in sella.

ILLOChe Dio sia lodato!

Esce di corsa.

WALLENSTEINÈ il maligno che agisce,

per lui e per me. Lui viene punito per mezzomio, strumento della sua avidità di potere,e io aspetto che l'acciaio della vendettasia affilato anche per il mio petto. Chi seminadenti di drago non si attenda raccoltolieto. Ogni mala azione reca in gremboil proprio angelo vendicatore: la speranzamalvagia. - Egli non può più fidarsi di me -e anch'io non posso più retrocedere. Avvengadunque quello che deve avvenire. La ragionerimane alla sorte, poiché il cuorein noi non è che il suo imperioso braccio.

(A Terzky)

Conduci Wrangel nel mio studio. Ai corrierivoglio parlare io stesso; mandatea chiamare Ottavio!

(Alla contessa, che ha un'aria giubilante)

Tu non esultare!Poiché gelose sono le potenze della sorte.Il giubilo precoce ne usurpa i diritti.Siamo noi a mettere nelle loro maniil seme ma se fortuna ne verrào sfortuna, lo dirà l'esito finale.

Mentre esce, cala il sipario.

ATTO II

Una stanza.

Scena I

Wallenstein. Ottavio Piccolomini. Poco dopo Max Piccolomini.

WALLENSTEIN

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A me manda a dire da Linz di essereammalato, ma ho notizia sicura ch'è nascostoa Frauenberg dal conte Gallas. Arrestalientrambi a mandameli qui. Tu prendiil comando dei reggimenti spagnoli, fa' semprepreparativi e non essere mai pronto,e se ti spingono a muovere contro di me,acconsenti e resta fermo al tuo posto.So di renderti un servizio nel dartimodo di rimanere ozioso, in questo gioco.Tu preferisci, finché puoi, salvare le apparenze:azioni decisive non sono affare tuo; per questoho scelto per te un tale ruolo: mi saraiquesta volta della massima utilità non facendonulla - se nel frattempo la fortunadeciderà per me, saprai il da farsi.

(Entra Max Piccolomini)

Va' ora, vecchio mio. Stanotte ancoradevi partire. Prendi i miei cavalli. Questogiovanotto me lo tengo qui. Siatesbrigativi nel congedarvi! Ci rivedremodel resto, penso, tutti quanti lietie felici.

OTTAVIO (a suo figlio)Noi dobbiamo ancora parlare insieme.

Esce.

Scena II

Wallenstein. Max Piccolomini.

MAX (avvicinandosi)Mio generale...

WALLENSTEINNon lo sono più,

se ti dichiari ufficiale dell'imperatore.

MAXSicché è deciso, lascerai l'esercito?

WALLENSTEINHo rinunciato al servizio dell'imperatore.

MAXE vuoi lasciare l'esercito?

WALLENSTEINSpero anzi

di legarlo più strettamente a me.

(Si siede)

Sì, Max. Non ho voluto rivelarteloprima che fosse suonata l'ora dell'azione.La felice sensibilità dei giovani afferrafacilmente le cose giuste, ed è una gioiatradurre in azione il proprio giudizio dove

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il problema si risolve nettamente.Tuttavia dove di due mali occorrescegliere l'uno, laddove il cuore non riesceinteramente a districarsi nella strettoiadei doveri, allora è un bene non avere scelta,e un favore si dimostra la necessità. Eccolapresentarsi. Non guardare indietro. Non ti puòpiù giovare. Guarda avanti! Non giudicare!Preparati ad agire. La Corte ha decisola mia rovina, perciò è mia intenzione prevenirla.Faremo alleanza con gli Svedesi.Son gente molto in gamba e buoni amici...

(S'interrompe, aspettando la risposta di Piccolomini)

Ti ho sorpreso. Non mi rispondere ora.Voglio concederti il tempo di dominarti.

Si alza e va verso il fondo. Max resta a lungo immobile, immerso nel più profondo dolore; a un suo movimento, Wallenstein ritorna e gli si mette di fronte.

MAXMio generale! - Oggi tu mi hai emancipato.Infatti fino a questo giorno mi è statorisparmiato di dover trovare da solola via e la direzione. Seguivo te senzacondizioni. Mi bastava guardare te per esseresicuro della giusta via. Per la prima voltaoggi tu mi rimetti a me stesso e mi costringia fare una scelta fra il mio cuore e te.

WALLENSTEINFinoggi dolcemente t'ha cullato la sorte,potevi tener dietro ai tuoi doveri per gioco,seguire ogni impulso leggiadro,agire sempre con cuore indiviso.Non sarà più così. Le vie si dividono nemiche.Doveri contrastano i doveri. Tu devi prenderepartito nella guerra che adesso si scatenatra il tuo amico e il tuo imperatore.

MAXGuerra! È questo il suo nome? La guerraè terribile come le piaghe celesti, peròè anche buona, è un destino come quelle.È dunque una buona guerra questa, che tuappresti all'imperatore con l'esercito imperiale?Dio del cielo! Che mutamento è questo!Si conviene a me con te un simile linguaggio,con te che mi sei sempre apparso comela ferma stella polare, come la normadella mia vita! Oh, quale frattura hai provocatonel mio cuore! Dovrò dunque imparare a rinunciareall'antico rispetto, alla sacra abitudinedell'obbedienza che il solo tuo nomemi suscitava in petto? No! non rivolgerea me il tuo volto: è stato sempre per mecome il volto divino, né d'un tratto potràperdere il suo ascendente su di me: i miei sensiancora sono in tua balìa, anche se l'animacon sanguinoso distacco se n'è liberata!

WALLENSTEIN

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Max, ascoltami.

MAXOh, non farlo!

non farlo! Guarda! i tuoi lineamentipuri e nobili nulla ancora sanno dell'azionesciagurata. Essa ha macchiato solol'immaginazione, l'innocenza si rifiutadi abbandonare la tua nobile figura.Gettala fuori questa macchia nera,il nemico. Null'altro sarà stato che un sognomalvagio, ammonitore d'ogni salda virtù.L'umanità forse avrà momenti simili, mavittorioso ne deve uscire il sentimento onesto.No, tu non finirai così. Ne resterebbemalfamata tra gli uomini ogni grandepersonalità e ogni poderoso ingegno:darebbe ragione alla credenza volgareche rifiuta la nobiltà degli uomini liberie solo all'impotenza ama affidarsi.

WALLENSTEINSevero sarà il biasimo del mondo verso di me,me lo aspetto. Già a me stesso ho dettoquello che tu puoi dirmi. Chinon eviterebbe le soluzioni estreme!Ma qui scelta non v'è, sono costrettoa esercitare la violenza, o a subirla...Così stanno le cose. Non mi resta altra via.

MAXE sia! Resisti con la forza nella tuacarica, ribellati all'imperatore, arriva,se è necessario, all'aperta rivolta;io non ti loderò ma ti perdonerò,con te spartirò ciò che disapprovo.Però... non diventare un traditore! Ecco,è detta la parola. Non traditore! Non èpassare ogni misura, questo! Non èl'errore in cui l'ardire si smarrisceper la sua esuberanza. Oh, è ben altra cosa...è tenebra nera, come l'inferno nera!

WALLENSTEIN (con la fronte foscamente corrugata ma dominandosi)Pronta è la gioventù alla parolapur difficile all'uso, come lamadi coltello: dalla testa fervida traela temeraria misura delle coseche hanno in se stesse la propria misura.Subito voi chiamate scandaloso o degno,malvagio o buono tutto - e quello chela fantasia trascina in queste paroleoscure, fantasiosamente lo attribuitealle cose e alle persone. Ristrettoè il mondo, e il cervello è vasto,i pensieri si affiancano vicini l'unoall'altro ma le cose nello spazio s'urtanoduramente: laddove l'uno prende postooccorre che l'altro ceda, chi non vuoleesser scacciato, deve scacciare, ed eccola lotta, ove soltanto la forzaha la vittoria. Eh sì, colui che percorrela vita privo di desideri e riesce a negarsi

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ogni scopo, vive tra fiamme innocuecome la salamandra, può mantenersi puronel puro elemento. Me la naturam'ha creato di sostanza più rozza,e alla terra la bramosia mi attira.La terra appartiene agli spiriti malvagi,e non a quelli buoni. Ciò che gli dèic'inviano dall'alto, sono beni di tutti:la loro luce allieta, ma nessuno arricchisce,nel loro regno non si acquista possesso.La pietra preziosa, l'oro dal valoreuniversale occorre estorcerli alle potenzefalse, che abitano maligne sotto terra.Non senza sacrificio si rendono propiziené alcun vivente è riuscito a trarreimmune l'anima dai loro servigi.

MAX (con fervore)Oh, temi, temi queste potenze false!Le promesse non tengono! Sono spiritibugiardi, che seducendoti ti traggonoall'abisso. Non ti fidare di loro!Ti metto in guardia - Ritorna al tuodovere! Ma sì, certo, lo puoi. Mandamia Vienna. Sì, fallo. Lascia che sia io,io a fare per te la pace con l'imperatore.Egli non ti conosce, ma io sì ti conosco:ch'egli ti veda attraverso i miei occhipuri e a te riporterò la sua fiducia.

WALLENSTEINÈ troppo tardi. Tu non sai ciò ch'è avvenuto.

MAXE troppo tardi foss'anche - si fosse giuntia tal punto che soltanto un delitto possasalvarti dalla caduta, cadi! Degnamentecadi, così com'eri e sei. Perdi il comando.Scompari dalla scena. Puoi farlo con splendore,fallo anche con purezza. Hai vissutomolto per gli altri, vivi ora per te stesso: iot'accompagno, mai più separerò il mio destinodal tuo...

WALLENSTEINÈ troppo tardi. Mentre tu stai qui

a sciupare le tue parole, già divoranomiglio su miglio le mie staffette,recando a Praga e a Eger i miei ordini.- Rassegnati. Agiamo come siamo costretti.Lasciaci dunque fare l'inevitabilecon dignità, con passo fermo. - Che cosafaccio di peggio di quello che Cesarefece, il cui nome risuona eccelso oggiancora nel mondo? Egli condusse contro Romale legioni, che Roma gli aveva affidatoper proteggerla. Avesse gettato viala spada, sarebbe stato perduto, comeio lo sarei, se disarmassi. Sento qualcosain me dello spirito suo: concedimi la suafortuna, il resto lo saprò subire.

Max, che fino a quel momento è rimasto in preda a un doloroso conflitto interiore, esce rapidamente. Wallenstein lo

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segue con lo sguardo, meravigliato e afflitto, e rimane assorto in profondi pensieri.

Scena III

Wallenstein. Terzky. Subito dopo Illo.

TERZKYMax Piccolomini ti ha lasciato or ora?

WALLENSTEINDov'è Wrangel?

TERZKYÈ partito.

WALLENSTEINCosì in fretta?

TERZKYÈ stato come se la terra lo avesseinghiottito. Ti aveva appena lasciatoquando io l'ho seguito, dovevo parlargliancora, ma... non c'era più, e nessunom'ha saputo dire nulla di lui. Credofosse il diavolo in persona, un uomonon può scomparire di colpo, così.

ILLO (giungendo)È vero che vuoi mandar via il vecchio?

TERZKYCome? Ottavio! Ma che pensi mai?!

WALLENSTEINVa a Frauenberg, a prendere il comandodei reggimenti spagnoli e italiani.

TERZKYDio non voglia che tu faccia una cosasimile!

ILLOVuoi affidare a quell'ipocrita

gente armata? Perderlo d'occhio, proprioadesso, in questo momento decisivo?

TERZKYNon lo farai. No, per l'amor del cielo!

WALLENSTEINChe strana gente siete!

ILLOOh, soltanto

questa volta cedi al nostro ammonimento!Non lasciarlo partire.

WALLENSTEINE perché mai dovrei

per questa sola volta non fidarmidi lui, mentre l'ho sempre fatto? Che cosaè accaduto per levargli la mia stima?

Page 138: Schiller - - Wallenstein

Per un capriccio vostro, che non èil mio, dovrei mutare il mio giudizioconsolidato e antico sul suo conto?Non crediate ch'io sia una femminuccia.Proprio perché mi son fidato di luifino ad oggi, anche oggi mi fiderò.

TERZKYMa è necessario che sia proprio lui?Mandaci un altro.

WALLENSTEINDev'essere lui,

è lui che ho scelto. È adatto a questoincarico. Perciò gliel'ho affidato.

ILLOPerché

è un italiano, perciò ti va bene.

WALLENSTEINSo, so

che quei due non li avete mai potutivedere: perché li stimo, li amo,li preferisco a voi e ad altri manifestamentecome meritano, per tale ragione sonoun pruno negli occhi vostri! Che importaa me e agli affari miei della vostrainvidia? Il fatto che voi li odiate,agli occhi miei non li rende peggiori.Amatevi oppure odiatevi a vicenda,come vi pare: io lascio libero ognunodelle sue inclinazioni, ma so benequale sia il valore di ciascuno di voi.

ILLONon partirà - dovessi fargli spezzarele ruote della carrozza.

WALLENSTEINCalmati, Illo!

TERZKYQuel tale Questenberg, mentre è stato qui,se l'è fatta sempre soltanto con lui.

WALLENSTEINÈ avvenuto col mio consenso e permesso.

TERZKYE so anche che riceve messaggeri segretidi quel Gallas.

WALLENSTEINQuesto non è vero.

ILLOOh, tu sei cieco, tu, grande veggente!

WALLENSTEINNon ti riuscirà di scuoter la mia fede,fondata sulla scienza più profonda. Se luimentisce, è bugiarda tutta quanta l'astrologia.

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Poiché, sappiatelo, il destino stesso mi ègarante ch'egli è il più fido dei miei amici.

ILLOHai garanzia che anche il destino non menta?

WALLENSTEINEsistono momenti nella vita dell'uomoin cui egli più del solito è vicinoal grande spirito cosmico e ha il dirittodi porre un quesito al destino. Era un talemomento quando io, nella notteprecedente alla battaglia di Lützen,pensoso me ne stavo a fissare la pianura,poggiato a un albero. I fuochi del camponella nebbia ardevano foschi, solo il cupofrastuono delle armi e il richiamo monotonodelle ronde rompeva il silenzio. Tutta la miavita, passata e futura, in quell'istantetrascorse dinnanzi agli occhi della mente,e l'animo presago allacciava il più lontano futuroall'imminente sorte del mattino seguente.Dissi allora a me stesso: «A tanti uominitu comandi! Essi seguono il tuo astropuntando sul tuo capo tutto quello che hannocome su un numero infallibile, e son saliti insieme a tesulla barca della fortuna tua. Ma verrà il giornoche tutti costoro di nuovo la sorte disperderà,solo pochi rimarranno fedeli al tuo fianco.Vorrei proprio sapere chi sarà il più fedeledi coloro che questo campo rinserra. Dammiun segno, o Sorte! Che sia colui che domanimattina per primo con una prova di affettomi verrà incontro». E con tale pensieromi addormentai. Fui trasportato in sognonel bel mezzo della battaglia. Grande erala mischia. Un colpo di fucile ucciseil mio cavallo, caddi e sopra di me passaronocavalli e cavalieri: io giacevo ansimante,come un moribondo, pestato dagli zoccoli.Allora d'improvviso un braccio soccorrevolemi afferrò: era Ottavio; in fretta mi destai,era giorno, e - Ottavio era dinanzi a me.«Fratello mio», disse, «non cavalcare oggiil pomellato, come al solito. Piuttostomonta questo cavallo sicuro che t'ho scelto.Fallo per amor mio. Un sogno mi ha ammonito».E la velocità di quel cavallo all'inseguimentodei dragoni di Bannier mi sottrasse. Miocugino cavalcò quel giorno il pomellato, né giammairividi cavallo e cavaliere.

ILLOÈ stato un caso.

WALLENSTEIN (con intenzione)Il caso non esiste: e ciò che a noiappare cieca casualità è proprio quelloche scaturisce dalle sorgenti più profonde.Ho scritto e suggellato che Ottavioè il mio buon angelo: non una parola di più.

Si avvia.

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TERZKYMi consolo pensando che ci resta Maxcome ostaggio.

ILLOE lui, sarà mia cura che di qui

non esca vivo.

WALLENSTEIN (s'arresta e si volta)Siete proprio come le donnicciole

che sempre tornano al loro primo detto, dopoche per ore si è ragionato con loro! - Gli attie i pensieri umani, sappiatelo! non sono comele onde del mare mosse ciecamente dal vento.Il mondo interiore, il microcosmo, è il pozzoprofondo da cui scaturiscono eterni. Essi sononecessari come il frutto dell'albero, il casonon può mutarli per trastullo. Una voltascrutata l'essenza intima di un uomo,ne conoscono anche la volontà e le azioni.

Escono.

Scena IV

Stanza nell'abitazione di Piccolomini.

Ottavio Piccolomini in tenuta da viaggio. Un aiutante.

OTTAVIOLa scorta è arrivata?

AIUTANTEAspetta giù.

OTTAVIOÈ gente sicura, vero, aiutante? Da qualereggimento li avete presi?

AIUTANTEDa quello

di Tiefenbach.

OTTAVIOÈ un reggimento fedele.

Fate che attendano in silenzio nel cortileinterno, senza mostrarsi ad alcuno, finchénon sentirete il campanello: poi la casaverrà chiusa, sorvegliata rigorosamente,e ognuno che si presenti sia arrestato.

(L'aiutante esce)

Peraltro spero che l'opera loro non sianecessaria, perché son certo che i miei calcolisono giusti. Si tratta tuttavia del serviziodell'imperatore, la posta è grossa, ed è megliotroppa prudenza che troppo poca.

Scena V

Page 141: Schiller - - Wallenstein

Ottavio Piccolomini. Entra Isolani.

ISOLANIEccomi qua...

Be', chi viene ancora degli altri?

OTTAVIO (con circospezione)Prima,

una parola con voi, conte Isolani.

ISOLANI (con circospezione)Ci siamo

dunque? Il principe sta per intraprenderequalche cosa? In me potete avere fiducia.Mettetemi alla prova.

OTTAVIOPuò darsi che ciò avvenga.

ISOLANIFratello, io non appartengo a coloroche son prodi a parole, e quando è l'oradi agire prendono il largo vergognosamente.Il duca mi ha trattato da amico: lo saIddio, è così! Gli devo tutto. Sulla miafedeltà può contare.

OTTAVIOSi vedrà.

ISOLANIState in guardia! Non tutti la pensanocosì. Molti qui ancora parteggianoper la Corte, e pensano che la firmadi qualche giorno fa, quella che ci è statacarpita, non li vincoli affatto.

OTTAVIOAh sì?

Ditemi dunque i nomi di questi signoriche la pensano così.

ISOLANICorpo d'un boia!

Tutti i Tedeschi parlano così. AncheEsterhazy, Kaunitz, Deodati dichiaranoadesso che bisogna obbedire alla Corte.

OTTAVIOQuesto mi fa piacere.

ISOLANIVi fa piacere?

OTTAVIOSì, che l'imperatore abbia così buoniamici e bravi sudditi.

ISOLANINon scherzate.

Non è poi gente spregevole.

Page 142: Schiller - - Wallenstein

OTTAVIOCerto che no.

Dio mi scampi dallo scherzo! Moltoseriamente mi rallegro di vedere la buonacausa così forte.

ISOLANIChe diavolo? Che significa

ciò? Voi dunque non siete?... Ma perchésono qui?

OTTAVIO (con sussiego)Per dichiarare chiaro e tondo

se volete esser considerato un amicooppure un nemico dell'imperatore!

ISOLANI (sdegnosamente)Di questo darò spiegazione a coluicui spetta farmi una domanda simile.

OTTAVIOSe spetti a me, può dirlo questo foglio.

ISOLANICo... cosa? Questa è la scrittura e il sigillodell'imperatore.

(Leggendo)

«Sicché tutti quantii comandi del nostro esercito dovrannosottostare agli ordini del nostro caro,fedele luogotenente generale Piccolomini,come si trattasse dei nostri»... Hum, già,è così... già, già! Io... vi faccio... i mieicomplimenti, luogotenente generale.

OTTAVIOVi sottomettete a quest'ordine?

ISOLANIIo... ma voi

comprendete, così di sorpresa... Mi si vorràlasciare il tempo di riflettere, io spero...

OTTAVIODue minuti.

ISOLANIMio Dio, la faccenda è però...

OTTAVIOSemplicissima. Voi dovete dichiararese intendete tradire il vostro sovrano,oppure servirlo fedelmente.

ISOLANITradimento -

Mio Dio! - chi parla di tradimento?

OTTAVIOSi tratta di questo. Il duca è un traditore.Intende far passare l'esercito al nemico.

Page 143: Schiller - - Wallenstein

Dichiarate chiaro e tondo: voleterinnegare l'imperatore? vendervi al nemico?È questo che volete?

ISOLANIMa che pensate mai?

Io rinnegare la maestà dell'imperatore?Ho detto questo? Quand'è che l'avrei detto?

OTTAVIOAncora non avete detto nulla. Non ancora.Sto aspettando se lo direte.

ISOLANIBe', vedete,

mi fa piacere che voi stesso mi siatetestimone che io non ho dettouna cosa simile...

OTTAVIOVi staccate dunque dal duca?

ISOLANISe intesse un tradimento - il tradimentorisolve tutti i vincoli.

OTTAVIOE siete deciso

a combattere contro di lui?

ISOLANIMi ha fatto

del bene - ma se è un birbante, Dio lo danni!il contratto è lacerato.

OTTAVIOIo sono lieto

che vi siate deciso per la buona causa.Questa notte partirete di nascostocon le truppe leggere: dovrà sembrareche l'ordine venga direttamente dal duca.A Frauenberg è il luogo di adunata, làGallas vi darà comandi ulteriori.

ISOLANISarà fatto. Ma fatela presente, vi prego,all'imperatore la mia immediata prontezza.

OTTAVIOGlielo ricorderò.

(Isolani se ne va. Entra un servitore)

Il colonnello Buttler? Bene.

ISOLANI (tornando indietro)E perdonatemi il mio modo di farebrusco, vecchio amico. Signore Iddio! Comepotevo sapere quale personaggiomi stesse davanti!

OTTAVIONon datevi pensiero.

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ISOLANIIo sono un vecchio compagnone allegro,e seppure mi è sfuggita qualche parolettaun po' azzardata nei confronti della Corte,nei fumi del vino, voi lo sapete, non eracon cattiva intenzione!

Esce.

OTTAVIONon preoccupatevi!

Questa è andata! Fortuna,sii altrettanto propizia con gli altri!

Scena VI

Ottavio Piccolomini. Buttler.

BUTTLERSono ai vostri ordini, luogotenente generale.

OTTAVIOSiate il benvenuto, come un ospite egregioe un amico.

BUTTLERTroppo grande onore per me.

OTTAVIO (dopo che entrambi si sono seduti)Voi non avete ricambiato la simpatiacon cui ieri vi son venuto incontro.L'avete magari anche scambiata per unavuota formalità. Dal cuore invece venivaquel mio desiderio, le mie intenzioninei vostri confronti erano serie; infattiadesso è un tempo in cui i buonidovrebbero far lega.

BUTTLERCiò è possibile

soltanto fra coloro che la pensanoallo stesso modo.

OTTAVIOE tutti i buoni,

sono convinto, la pensano allo stessomodo. Io considero l'individuoresponsabile soltanto di quellaazione cui lo spinge con calmail suo carattere: ché la violenzadei ciechi malintesi può costringerespesso il migliore fuori dalla rettavia. Siete passato da Frauenberg. Il conteGallas non vi ha confidato nulla?Ditemelo. È mio amico.

BUTTLERHa detto

soltanto parole prive di significato.

OTTAVIO

Page 145: Schiller - - Wallenstein

Mi spiace sentirvi dire così. Il suo consiglioinfatti era buono. E uno ugualeavrei intenzione di darvi.

BUTTLERRisparmiatevi

la fatica - e a me l'imbarazzo di accoglierecosì male un buon suggerimento.

OTTAVIOIl tempo

è prezioso, parliamo apertamente. Voisapete come stanno le cose qui. Il ducamedita un tradimento: posso dirvi di più,l'ha già compiuto; il patto col nemicoè già stato concluso, poche ore fa!I corrieri cavalcano già verso Pragaed Eger, e domani ci condurrà al nemico.Ma s'inganna, giacché la saggezza vigila:amici fedeli ha qui ancora il sovrano,e la loro lega invisibile già poderosasi erge. Questo decreto lo mette al bando,scioglie l'esercito dai doveri dell'obbedienzae chiama a raccolta tutti i benpensantia radunarsi sotto la mia guida. Orascegliete: volete condividere la buonacausa con noi, oppure con lui la tristasorte dei tristi?

BUTTLER (si alza)La sua sorte è la mia.

OTTAVIOÈ questa l'ultima vostra decisione?

BUTTLERLo è.

OTTAVIORiflettete, colonnello Buttler.

Ancora siete in tempo. Nel mio fidopetto resta sepolta la parola pronunciatatroppo in fretta. Ritiratela. Sceglietela via migliore. Non è buona quellache avete preso.

BUTTLERAvete altri ordini,

luogotenente generale?

OTTAVIOGuardate i vostri capelli bianchi! Ritiratela.

BUTTLERVi saluto!

OTTAVIOCosa? Questa buona, valorosa spada

volete sguainarla in una lotta simile ?Mutare in esecrazione la gratitudineche in quarant'anni avete meritato dall'Austria?

BUTTLER (ridendo amaramente)

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Gratitudine dalla Casa d'Austria!

Fa per andarsene.

OTTAVIO (lo fa arrivare alla porta, poi lo richiama)Buttler!

BUTTLERDesiderate?

OTTAVIOCom'è andata quella storia

del conte?

BUTTLERConte! Cosa?

OTTAVIODel titolo

di conte, intendo dire.

BUTTLER (scattando con violenza)All'inferno!

OTTAVIO (freddamente)Voi l'avete richiesto. Siete stato respinto.

BUTTLERNon vi farete beffe impunemente di me.In guardia!

OTTAVIORinguainate la spada.

Ditemi con calma come andaronole cose. Dopo, non vi negherò soddisfazione.

BUTTLERE sia: sappiano pure tutti di quella miadebolezza, che io stesso non potrò maiperdonarmi! - Sì! Luogotenente generale,io sono ambizioso, il disprezzo non l'homai potuto tollerare. Soffrivo che nascitae titoli nell'esercito valessero di piùdel merito. Non volevo esser da menodi gente uguale a me; così, in un istantesciagurato, mi sono lasciato trascinarea quel passo - È stata una follia! Manon meritavo di pagarla a così caroprezzo! - Rifiutare si poteva - ma perchéinasprire il diniego con quell'ingiuriosodisprezzo, perché abbattere, stritolareil vecchio servo fedele col pesante sarcasmo,ricordandogli così duramente la vergognadella sua origine perché, in un istantedi debolezza, aveva mancato alla propria dignità?!Ma la natura ha dato un pungiglione al verme,per gioco irriso e calpestato dall'arbitrio...

OTTAVIODovete essere stato calunniato. Sospettatechi sia il nemico che vi ha fatto questopessimo servizio?

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BUTTLERSia chi vuole! Un ignobile

briccone, un cortigiano dev'essere, uno spagnolo,uno Junker di qualche antico casato cui forseio davo ombra, un furfante invidioso, gelosodella dignità da me conquistata solo per merito.

OTTAVIODite: il duca ha approvato questo passo?

BUTTLERMi ha spinto a farlo, si è interpostoin mio favore, con nobile calore d'amico.

OTTAVIOAh sì? Lo sapete con certezza?

BUTTLERHo letto

la lettera...

OTTAVIO (con intenzione)Anch'io - ma diverso suonava

il contenuto.

(Buttler mostra segni di stupore)

Per caso sono in possessodella lettera, mostrandovela sono in gradodi farvi mutare opinione.

Gli dà la lettera.

BUTTLERAh! cos'è questo?

OTTAVIOTemo, colonnello Buttler, che siate statovittima di un gioco scandaloso. Il duca,voi dite, vi ha spinto a questo passo? -In questa lettera egli parla con disprezzodi voi, consiglia al ministro di punirela vostra albagìa, così la chiama.

(Buttler ha letto la lettera, le sue ginocchia tremano, afferra una sedia e vi si lascia cadere)

Nessun nemico vi perseguita. Nessunovi vuole male. Al duca soltanto attribuitel'offesa che avete ricevuta: l'intenzioneè chiara. Voleva strapparvi al vostroimperatore - sperava dalla vostra vendettadi raggiungere ciò che dalla vostra provatafedeltà mai più avrebbe potuto aspettarsi,a mente calma. Voleva usarvi come un ciecostrumento, come uno spregevole mezzo per finiabbietti. Ha raggiunto il suo scopo. Fin troppobene gli è riuscito di distogliervi dalla rettavia, su cui per quarant'anni avete camminato.

BUTTLER (con voce tremante)Potrà mai perdonarmi la Maestà dell'imperatore?

OTTAVIO

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Fa di più. Sana l'offesa che ha colpitoingiustamente l'uomo degno. Con franca iniziativaconferma il dono fatto dal duca con malvagioscopo. Il reggimento che comandate è vostro.

Buttler fa per alzarsi ma ricade a sedere. È fortemente commosso, tenta di parlare senza riuscirvi. Infine prende la spada e la porge a Piccolomini.

OTTAVIOChe volete fare? Dominatevi.

BUTTLERPrendete!

OTTAVIOPerché? Riflettete.

BUTTLERPrendete dunque! Non sono

più degno di questa spada.

OTTAVIODi bel nuovo

ricevetela dalla mia mano e portatela semprecon onore per il buon diritto.

BUTTLERHo rotto

la fede a un sovrano così clemente!

OTTAVIORiparate. Separatevi prontamente dal duca.

BUTTLERSepararmi da lui!

OTTAVIOChe? Ci ripensereste forse?

BUTTLER (sbottando con voce terribile)Soltanto separarmi da lui? Oh, bisognach'egli non viva più!

OTTAVIOSeguitemi laggiù,

a Frauenberg, ove tutti i fedeli si radunanoda Gallas e da Altringer. Molti altrial loro dovere ho ricondotto, stanotte essi fuggonovia da Pilsen...

BUTTLER (fortemente commosso, va su e giù, fermandosi poi con sguardo deciso davanti a Ottavio)Conte Piccolomini!

È concesso all'uomo che ha rotto la fede,parlarvi in nome dell'onore?

OTTAVIOA colui che manifesta

così profondo rimorso è concesso.

BUTTLERLasciatemi

qui allora, sulla mia parola d'onore.

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OTTAVIOChe cosa meditate?

BUTTLERLasciate ch'io rimanga,

col mio reggimento.

OTTAVIOSo di potermi fidare

di voi. Ditemi tuttavia, che cosa andaterimuginando?

BUTTLERI fatti lo diranno. Altro

non chiedetemi, per ora. Fidatevi di me!Potete farlo! Per Dio! Non lo affidatedavvero al suo buon angelo! Addio!

Se ne va.

UN SERVITORE (recando un biglietto)L'ha portato uno sconosciuto che poiè ripartito subito.I cavalli del ducason già qui sotto.

Esce.

OTTAVIO (legge)«Sbrigatevi a partire.

Il vostro fedele Isolani.» Oh, fosse giàalle mie spalle questa città! Così prossimial porto dovremmo far naufragio? Via! Via!Qui non c'è più sicurezza ormai per me.Ma dov'è mio figlio?

Scena VII

I due Piccolomini. Max entra con l'espressione della più violenta agitazione, con sguardi selvaggi e il passo incerto; sembra non s'accorga del padre, che da lontano lo guarda con pietà. Attraversa a gran passi la stanza, si arresta ancora, e si lascia infine cadere sopra una sedia, lo sguardo fisso davanti a sé.

OTTAVIO (gli si avvicina)Io parto, figlio mio.

(Non ottenendo risposta, gli afferra la mano)

Addio, figlio mio.

MAXAddio!

OTTAVIOTu mi seguirai

presto, non è vero?

MAX (senza guardarlo)Io seguire te? La tua via

è contorta, non è la mia.

(Ottavio lascia la sua mano e indietreggia)

Oh, fossi stato

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verace e diritto tu, mai si sarebbearrivati a tanto, tutto sarebbe diverso!Egli non avrebbe fatto la cosa orribile,i buoni avrebbero seguitato a dargliforza, non sarebbe caduto nella retemalefica. Perché strisciare in segreto,in agguato insidioso, come un ladroe manutengolo di ladri? Malaugurataipocrisia! Madre d'ogni malvagità! Tuapportatrice di tutti i mali, tu ci hairovinati! La schiettezza, così pura, ci avrebbesalvati tutti, essa ch'è sostegno del mondo!Padre! Non posso perdonarti, non lo posso.Il duca mi ha ingannato, terribilmente, matu non hai agito certo meglio di lui.

OTTAVIOFiglio mio, ahimè! perdono al tuo dolore.

MAX (si alza, lo osserva con sguardo dubbioso)Possibile, padre? Padre? Sarestistato tu a spingere con premeditazionele cose a questo punto? Tu sali per mezzodella sua caduta. Ottavio, questo non possoapprovarlo.

OTTAVIODio del cielo!

MAXPovero me!

ho stravolto la natura, come è entratoil sospetto nell'anima libera? Fiducia,fede, speranza son svanite poiché tuttociò che veneravo mi ha mentito. No!no! Non tutto! Lei mi resta ancora,e lei è verace e pura come il cielo.Dovunque c'è l'inganno e la doppiezza,e assassinio e veleno e spergiuroe tradimento: l'unico luogo puroè il nostro amore, non profanato dagli umani.

OTTAVIOMax! Preferisco che tu mi segua subito,è la cosa migliore.

MAXCosa? Senza avere

preso congedo da lei, il congedo estremo?Mai più!

OTTAVIORisparmiati il tormento

della separazione, inevitabile. Vienicon me! Vieni, figlio mio!

Fa per tirarselo dietro.

MAXNo! quanto è vero Iddio!

OTTAVIO (con maggiore insistenza)Vieni con me, te l'ordino io, tuo padre.

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MAXOrdinami cose umanamentepossibili. Io rimango.

OTTAVIOMax! In nome

dell'imperatore, seguimi!

MAXNessun imperatore

può comandare al cuore umano. E vuoirubarmi pure l'unica cosa che la sventurami ha lasciato, la sua pietà? Deve avvenirecrudelmente anche quello che di per séè crudele? Persino l'ineluttabile dovreicompiere in modo ignobile, con la fugasegreta e vile, come un indegno andarmenevia da lei di soppiatto? Bisogna che vedala mia sofferenza, il mio dolore, che odai lamenti dell'animo dilaniato, che versilagrime per me... Oh! gli uomini sonospietati, ma lei è come un angelo.Salverà la mia anima dall'atroce violenzadella disperazione, scioglierà questo groppodi dolore mortale con soavi, dolenti paroleconsolatrici.

OTTAVIONon riuscirai a strapparti

da lei, non ne sarai capace. Oh, vieni dunque,figlio mio, salva il tuo onore!

MAXNon sciupare

inutilmente le parole; seguo il mio cuore,ché di lui posso fidarmi.

OTTAVIO (fuori di sé, tremando)Max! Max!

Se mi toccasse la cosa atroce, se tu - miofiglio - il mio stesso sangue...Non possopensarci! Se tu ti vendi a quell'infame, seil marchio di vergogna imprimi al nostronobile casato, allora il mondo vedrà la cosaorrenda e del sangue paterno gocceràl'acciaio del figlio, in un duello orribile.

MAXOh, se tu avessi avuto sempre un'opinionemigliore degli uomini, avresti anche agitomeglio. Maledetti sospetti! Malauguratidubbi! In essi non v'è né fermezza né saldezzaalcuna, tutto vacilla dove manca la fede.

OTTAVIOE quand'anche mi fidassi del tuo cuoresarà poi sempre in tuo potere seguirlo?

MAXTu non sei riuscito a vincere la vocedel cuore, altrettanto poco lo potrà il duca.

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OTTAVIOOh, Max! non ti vedrò tornare mai più!

MAXIndegno di te tu non mi vedrai mai.

OTTAVIOVado a Frauenberg, ti lascio qui la gentedi Pappenheim, anche i Lorenesi, i Toscanie Tiefenbach rimangono qui, e sono fedelial giuramento: preferiranno cadere da prodiin battaglia anziché abbandonare comandantee onore.

MAXCi puoi contare: lascerò qui la vita

combattendo, o li condurrò via da Pilsen.

OTTAVIO (in atto di partire)Figlio mio, addio!

MAXAddio!

OTTAVIOCome?

Non uno sguardo affettuoso? Non unastretta di mano per congedo? È una guerrasanguinosa quella che intraprendiamo, e incerto,nebuloso il successo. Così non eravamo maisoliti separarci, prima. È dunque propriovero? Non ho più un figlio?

Max gli cade fra le braccia, si tengono a lungo stretti in silenzio, poi si allontanano per opposte direzioni.

ATTO III

Sala negli appartamenti della duchessa di Friedland.

Scena I

Contessa Terzky, Thekla, la signorina von Neubrunn: le due ultime occupate in lavori femminili.

CONTESSANon avete nulla da chiedermi, Thekla?Proprio nulla? Da tempo aspetto una vostraparola. Siete capace di resistere tantoa lungo senza pronunciare nemmenoil suo nome? Come? O sono già superfluae ci sono altre vie, forse, che mi escludono?Confessatemi, nipote: l'avete visto?

THEKLANon l'ho visto né oggi né ieri.

CONTESSANon avete nemmeno sue notizie?Non mi celate nulla.

THEKLA

Page 153: Schiller - - Wallenstein

Non una parola.

CONTESSAE siete capace di stare così calma!

THEKLALo sono, infatti.

CONTESSALasciateci, Neubrunn.

La signorina von Neubrunn si allontana.

Scena II

Contessa. Thekla.

CONTESSANon mi piace affatto ch'egli proprioadesso si tenga così in disparte.

THEKLAProprio adesso!

CONTESSASì, adesso che sa tutto!

Perché adesso era il momento di dichiararsi.

THEKLAParlate più chiaro se devo capirvi.

CONTESSACon questa intenzione l'ho mandata via.Non siete più una bambina, Thekla. Il vostrocuore è maggiorenne perché amate,e ardimentoso coraggio è prerogativadell'amore. Lo avete dimostrato. Aveteereditato più lo spirito paternoche quello di vostra madre. Perciòsiete in grado di udire quello chelei non sopporterebbe.

THEKLAVi prego,

terminate questi preliminari. Qualsiasicosa sia, fuori dunque! Nulla può impaurirmidi più di tale esordio. Cosa aveteda dirmi? Siate breve.

CONTESSAPerò non dovete

spaventarvi...

THEKLADitelo! Vi prego.

CONTESSASiete in grado di rendere a vostropadre un grande servigio...

THEKLAIo sarei

Page 154: Schiller - - Wallenstein

in grado?! Che cosa può...

CONTESSAMax

Piccolomini vi ama. Voi potete legarloindissolubilmente a vostro padre.

THEKLAE c'è bisogno di me? Non lo è già?

CONTESSALo era.

THEKLAE perché non dovrebbe esserlo più?

restarlo sempre?

CONTESSAAnche all'imperatore

è devoto.

THEKLANon più di quanto onore

e dovere gli impongono.

CONTESSADel suo affetto

si esigono le prove, e non del suo onore -dovere e onore! Son due parole, queste,dal vasto significato e dal colore ambiguo;voi dovete spiegarglielo, il suo amoredeve chiarirgli il suo cuore.

THEKLACome?

CONTESSADeve rinunciare all'imperatore o a voi.

THEKLASarà ben lieto di seguire mio padrenella vita privata. L'avete sentitoda lui stesso quanto desideri deporrele armi.

CONTESSANon deve deporle, intendo dire,

ma invece adoperarle per vostro padre.

THEKLAIl suo sangue, la sua vita daràcon gioia per mio padre, qualoraun'offesa lo minacciasse.

CONTESSANon volete

penetrare le mie parole... Ebbene,ascoltate. Vostro padre è in disgraziadell'imperatore, è in procinto di passareal nemico con tutto quanto l'esercito.

THEKLAOh, madre mia!

Page 155: Schiller - - Wallenstein

CONTESSAOccorre un grande esempio

per trascinargli dietro l'armata.I Piccolomini godono prestigionell'esercito, dominano l'opinione generalee un'azione loro è decisiva. Del padresiamo sicuri attraverso il figlio -cose importanti son ora nelle vostre mani.

THEKLAOh, misera madre! Quale colpo mortaleti attende! - Non sopravviverà.

CONTESSAAll'inevitabile si adatterà. La conosco...Il lontano avvenire sgomenta il suo cuoretimoroso, ma ciò ch'è ineluttabilee realmente avvenuto, lo sopportacon rassegnazione.

THEKLAOh, l'anima mia

presaga... Ecco ora... ora è qui, il freddoartiglio spaventoso, che in un brividoscompiglia le mie liete speranze.Io lo sapevo bene. Subito, non appenasono entrata qui, un presentimentoangoscioso mi ha detto che sul miocapo pendeva l'astro di sventura - maperché penso adesso prima a me... Oh, miamadre! mia madre!

CONTESSACalmatevi! Non abbandonatevi

a vani lamenti. Cercate di serbare a vostropadre un amico, e a voi l'amato: così tuttopotrà ancora andar bene e felicemente.

THEKLAAndare bene! Cosa? Noi saremo separatiper sempre! - Ah, ormai di tutto questonon se ne parla più.

CONTESSANon vi lascerà!

Non può lasciarvi!

THEKLAOh, l'infelice!

CONTESSASe

vi ama davvero, la sua decisionesarà rapidamente presa.

THEKLALa sua decisione

sarà presto presa, non ne dubitate.Decisione! Esiste ormai ancorauna decisione?

CONTESSA

Page 156: Schiller - - Wallenstein

Ricomponetevi. Odo avvicinarsivostra madre.

THEKLACome farò a sostenere

il suo sguardo!

CONTESSARicomponetevi.

Scena III

Duchessa. Dette.

DUCHESSA (alla contessa)Sorella!

Chi c'era qui? Ho udito parlareconcitatamente.

CONTESSANessuno c'era.

DUCHESSASono

così facile alla paura. Ogni fruscìomi annuncia il passo di un messodi sventura. Sapete dirmi, sorella,come stanno le cose? Farà eglila volontà dell'imperatore? manderàal cardinale i cavalieri? Parlate:ha congedato Questenberg con una buonarisposta?

CONTESSANo, questo non l'ha fatto.

DUCHESSAOh, allora è finita! Prevedo il peggio.Lo destituiranno, tutto accadrà di nuovocome a Ratisbona.

CONTESSANon sarà così. Questa volta

no. Tranquillizzati per questo.

Thekla, fortemente commossa, si precipita verso la madre e la stringe fra le braccia piangendo.

DUCHESSAOh, quest'uomo che non si piega, chenon tollera freni! Quante cose non hosopportato e sofferto nell'unionedisgraziata di questo matrimonio!Come fossi incatenata a una ruota di fuocoche senza tregua precipita, eternamente,con impeto inesorabile, ho trascorso con luiuna vita angosciosa, trascinata sempresull'orlo di un abisso imminente,con la vertiginosa minaccia di precipitarvi. -No, non piangere, bambina mia. Non prenderela mia sofferenza per un cattivo presagio,non fartene un cruccio per il tuo avveniredi sposa. Un secondo Friedland non esiste:

Page 157: Schiller - - Wallenstein

tu, bambina, non devi temere la sortedi tua madre.

THEKLAOh, fuggiamo, cara mamma! Presto! presto!

Non è un soggiorno adatto a noi qui.Ogni ora nuova cova qualche nuovo fantasmaspaventoso!

DUCHESSATu avrai un destino più tranquillo!

Anche noi, io e tuo padre, abbiamo avutogiorni belli: ricordo ancora con piacerei primi anni. Allora, era ancora un uomopieno d'impeto e allegro, la sua ambizioneera un focherello dal mite calore, non giàla fiamma che impazzando divora. Ma dopolo sciagurato giorno di Ratisbona,che lo precipitò dall'altezza raggiunta,si è impadronito di lui un umore inquieto,misantropo, sospettoso e cupo. La pacelo aveva lasciato, e non più lietamentefiducioso nell'antica fortuna, nelle proprieforze ha rivolto la sua inclinazione a quellearti tenebrose, che non hanno mai donatofelicità a coloro che le praticano.

CONTESSAVoi vedete le cose con gli occhi vostri -Ma è un discorso da farsi, mentre l'attendiamo?Presto sarà qui, sapete. Dovràtrovare lei in questo stato?

DUCHESSAVieni

bambina mia. Asciuga le lacrime. Mostraa tuo padre un volto sereno. Vedi, questonastro ti si è sciolto. Questi capellibisogna riannodarli di nuovo. Vieni,asciuga le lacrime. Sfigurano i tuoibegli occhi... Ma che volevo dire? Ah sì,questo Piccolomini è davvero un degnogentiluomo e pieno di meriti.

CONTESSALo è, sì,

sorella.

THEKLA (alla contessa, spaurita)Zia, volete scusarmi?

Fa per andarsene.

CONTESSADove

andate? Arriva vostro padre.

THEKLAOra

non mi sento di vederlo.

CONTESSAMa lui

Page 158: Schiller - - Wallenstein

avvertirà la vostra mancanza, chiederàdi voi.

DUCHESSAPerché te ne vai?

THEKLAÈ intollerabile

per me vederlo adesso.

CONTESSA (alla duchessa)Non si sente bene.

DUCHESSA (preoccupata)Che mai avrà la cara bambina?

Entrambe seguono la fanciulla, cercando di trattenerla. Appare Wallenstein, in colloquio con Illo.

Scena IV

Wallenstein. Illo. Dette.

WALLENSTEINÈ ancora tutto quieto nell'accampamento?

ILLOTutto quieto.

WALLENSTEINTra poche ore può arrivare

la notizia da Praga che quella capitaleè nostra. Allora potremo gettare la maschera,e comunicare alle truppe il passo compiuto,il successo ottenuto. In casi simili l'esempiopuò tutto. L'uomo è una creatura che imitae chi è in testa guida il gregge. Le truppedi Praga non sanno altro se non chele genti di Pilsen hanno reso omaggio a noie qui a Pilsen bisognerà che giurino,perché a Praga è stato dato l'esempio.Buttler, hai detto, si è poi dichiarato?

ILLOSpontaneamente, senza alcuna ingiunzione,è venuto a offrire se stesso e il reggimento.

WALLENSTEINTrovo che non bisogna dare ascolto a tuttele voci che ci ammoniscono dal fondodel cuore. Per sedurci, lo spirito di menzogna simulaspesso la voce della verità con oracoli fallaci.Così, son costretto a ritrattare il tacitotorto fatto a questo degno onest'uomo, quelButtler, poiché uno strano sentimento chenon so padroneggiare mi coglie - preferireinon chiamarlo timore - e mi domina i sensi,facendomi rabbrividire, quando gli son vicino;e mi blocca il gioioso moto dell'affetto.Invece, questo galantuomo da cui il cuoremi mette in guardia, è il primo a porgermiil pegno della mia fortuna.

Page 159: Schiller - - Wallenstein

ILLOE il suo esempio

autorevole, non dubitare, conquisterài migliori dell'esercito.

WALLENSTEINAdesso va' e subito

mandami qui Isolani: di recente l'hoancora beneficato. Voglio cominciareda lui. Va'!

(Illo esce, e nel frattempo le donne sono ritornate sul proscenio)

Ma ecco qua la madrecon la cara figliola! Voglio riposarmiun poco dagli affari... Venite! Avevodesiderio di trascorrere un'oraserena nella cara cerchia familiare.

CONTESSAÈ molto tempo che non ci troviamotutti riuniti così, fratello.

WALLENSTEIN (piano, alla contessa)È in grado

di apprender la notizia? È preparata?

CONTESSANon ancora.

WALLENSTEINVieni qui, fanciulla mia.

Siediti accanto a me. Sulle tue labbraaleggia uno spirito benigno, la mammami ha vantato la tua abilità: sembrache una voce armoniosa e delicata alberghiin te, che l'animo seduce. Propriod'una simile voce adesso ho bisogno,per discacciare il demone malvagioche intorno al capo sbatte le ali nere.

DUCHESSADove hai la tua cetra, Thekla? Vieni.Fai sentire a tuo padre un saggiodell'arte tua.

THEKLAOh, madre mia! Dio!

DUCHESSAVieni, Thekla,

rallegra tuo padre.

THEKLANon posso, mamma.

CONTESSACome? Cos'è questo, nipote!

THEKLA (alla contessa)Risparmiatemi...

cantare - adesso - con quest'angoscianell'animo greve d'ansia, cantare

Page 160: Schiller - - Wallenstein

davanti a lui - che spinge mia madrenel sepolcro!

DUCHESSACome, Thekla, capricci?

Tuo padre, così benigno, avrà espressoinvano un desiderio?

CONTESSAEcco la cetra.

THEKLAOh, mio Dio - come posso...

Regge lo strumento con mano tremante, nel suo animo si svolge una lotta violenta, e nell'istante in cui s'appresta a cantare, rabbrividisce, getta via lo strumento ed esce rapidamente.

DUCHESSABambina

mia... Oh, è proprio ammalata!

WALLENSTEINChe ha

la ragazza? È sempre così di solito?

CONTESSAEbbene, poiché ella stessa si tradisce,non tacerò più a lungo nemmeno io.

WALLENSTEINCome?

CONTESSALo ama.

WALLENSTEINAma! Chi?

CONTESSAPiccolomini

ama. Non te ne sei dunque accorto?Nemmeno la sorella?

DUCHESSAOh, era questo

che le opprimeva il cuore! Dioti benedica, bambina mia! Non hai bisognodi vergognarti della tua scelta.

CONTESSAQuel viaggio - se non era nelle tueintenzioni, fanne pure carico a testesso. Avresti dovuto scegliere un altroaccompagnatore.

WALLENSTEINLui lo sa?

CONTESSASpera

di farla sua.

WALLENSTEIN

Page 161: Schiller - - Wallenstein

Spera... ma è mattoquel ragazzo?

CONTESSAChe te lo senta dire lei!

WALLENSTEINLa figlia di Friedland, lui pensadunque di prendersi? Be', l'ideami piace! Non ha certo intenzionimodeste.

CONTESSAPoiché tu gli hai sempre

dimostrato tanto favore, così...

WALLENSTEIN...vuole

diventare alla fine anche il mio erede!Ebbene sì! Gli voglio bene, lo stimo,ma che cosa mai ha a che fare tuttoquesto con mia figlia? Sono le figlie,sono anzi i figli unici la provadel proprio favore?

DUCHESSAIl suo animo nobile,

i suoi costumi...

WALLENSTEIN...gli acquistano il mio cuore,

non mia figlia.

DUCHESSAIl suo ceto e i suoi avi...

WALLENSTEINAvi! Cosa? È un suddito, e mio generovorrò cercarmelo sui troni d'Europa.

DUCHESSAOh, caro duca! Non miriamo troppo in alto,che non ci tocchi cadere troppo in basso.

WALLENSTEINAvrei dovuto pagare tanto cara l'ascesaal di sopra della volgare umana mediocrità,per poi concludere la mia grande carrieracon un mediocre parentado? Per questoforse...

(S'arresta a un tratto, frenandosi)

Essa è l'unica cosa che di merimarrà sulla terra, voglio vedere una coronasul suo capo, oppure rinuncio a vivere. Cosa?Tutto - tutto! ho rischiato per rendere leipiù grande che sia possibile - sì, in questoistante in cui parliamo...

(Cambiando idea)

E dovrei comportarmi

Page 162: Schiller - - Wallenstein

come un padre dal cuore tenero unendocon borghese perbenismo due che si vogliono bene,che si amano? Dovrei farlo proprio adessoche mi accingo a coronare in pieno l'opera mia? No,essa è per me un gioiello a lungo custodito,la gemma più alta, l'estrema del mio tesoro,né in verità intenderò mai concederlase non per uno scettro regale...

DUCHESSAOh, mio consorte!

Lei costruisce sempre, costruisce castelliche giungono alle nuvole, non cessa mai di costruire,senza pensare che la base esigua non puòportare il vertiginoso, vacillante edificio.

WALLENSTEIN (alla contessa)Le hai annunciato quale residenzale abbia destinato?

CONTESSANon ancora. Tu stesso

rivelaglielo.

DUCHESSACome? In Carinzia dunque

non ritorniamo?

WALLENSTEINNo.

DUCHESSAO in qualche Suo

possedimento?

WALLENSTEINLei non vi sarebbe

al sicuro.

DUCHESSANon al sicuro nei paesi imperiali,

sotto la protezione dell'imperatore?

WALLENSTEINLa consorte

del duca di Friedland non può speraredi contarvi.

DUCHESSAOh Dio, fino a tal punto

siamo giunti!

WALLENSTEINIn Olanda troverà protezione.

DUCHESSACosa? ci manda in paesi luterani?

WALLENSTEINIl duca

Franz von Lauenburg le farà da scortafin là.

Page 163: Schiller - - Wallenstein

DUCHESSAIl duca di Lauenburg? che sta

dalla parte degli Svedesi, il nemicodell'imperatore?

WALLENSTEINI nemici dell'imperatore

non sono più i miei.

DUCHESSA (guarda con terrore il duca e la contessa)È dunque vero?

È così? Lei è destituito? è statoprivato del comando? Oh, Dio del cielo!

CONTESSA (piano, al duca)Lasciamola in questa convinzione. Vedi beneche non sopporterebbe la verità.

Scena V

Conte Terzky. Detti.

CONTESSATerzky! Cos'ha? Che faccia terrorizzata!Come se avesse veduto un fantasma!

TERZKY (tirando Wallenstein in disparte, sottovoce)Sei tu

che hai ordinato ai Croati di partire?

WALLENSTEINNon ne so nulla.

TERZKYSiamo stati traditi!

WALLENSTEINCosa?

TERZKYSe ne sono andati, stanotte, anche

i Cacciatori: tutti i villaggi intornosono vuoti.

WALLENSTEINE Isolani?

TERZKYQuello l'hai mandato

via tu.

WALLENSTEINIo?

TERZKYNo? Non l'hai mandato via?

Nemmeno Deodati? Sono spariti entrambi.

Scena VI

Illo. Detti.

Page 164: Schiller - - Wallenstein

ILLOTerzky ti ha detto...

TERZKYSa tutto.

ILLOAnche

che Maradas, Esterhazy, Götz, Collalto,Kaunitz ti hanno abbandonato?

TERZKYDiavolo!

WALLENSTEIN (con un cenno)Silenzio!

CONTESSA (li ha osservati impaurita da lontano, si avvicina)Terzky! Dio! Che c'è? Cos'è accaduto?

WALLENSTEIN (in procinto di andarsene)Nulla! Andiamo, su.

TERZKY (fa per seguirlo)Non è nulla, Therese.

CONTESSA (lo trattiene)Nulla? E non lo vedo forse che tuttoil sangue è scomparso dalle vostre guance livide,che il fratello stesso simula a stento la calma?

UN PAGGIO (entra)Un aiutante chiede del conte Terzky.

Se ne va. Terzky segue il paggio.

WALLENSTEINSenti un po' che vuole...

(A Illo)

Non è cosache poteva accadere senza ammutinamento...Chi monta la guardia alle porte?

ILLOTiefenbach.

WALLENSTEINFagli immediatamente dare il cambiosostituendolo coi granatieri di Terzky...Ascolta! Hai notizie di Buttler?

ILLOButtler,

sì l'ho incontrato. A momenti lui stessosarà qui. Quello ti è fedele.

Illo se ne va. Wallenstein fa per seguirlo.

CONTESSANon lasciarlo

Page 165: Schiller - - Wallenstein

andare via da te, sorella. Trattienilo - Unadisgrazia è.

DUCHESSAGran Dio! Che c'è?

Si aggrappa a lui.

WALLENSTEIN (resistendole)State calme!

Sorella! moglie cara, siamo al campo!Le cose vanno come vanno: sole e burrascafanno presto a darsi il cambio, gli animiimpetuosi sono difficili da guidare e nonv'è mai pace ad allietare il condottiero -Se io devo rimanere, andatevene! Poiché males'intona il lamento femminile all'azionevirile.

Fa per andarsene. Ritorna Terzky.

TERZKYRimani qui. Da questa finestra si vede

tutto.

WALLENSTEIN (alla contessa)Andate, sorella!

CONTESSAMai più!

WALLENSTEINLo voglio.

TERZKY (la conduce in disparte, con un cenno significativo verso la duchessa)Therese!

DUCHESSAVieni, sorella, poiché lui lo comanda.

Escono.

Scena VII

Wallenstein.Conte Terzky.

WALLENSTEIN (accostandosi alla finestra)Ma che c'è dunque?

TERZKYÈ tutto un correre

e un raggrupparsi fra le truppe. Nessunosa la ragione.Con aria di mistero, in un cuposilenzio, ogni corpo si schiera sotto le propriebandiere; quelli di Tiefenbach hanno un'ariaminacciosa; soltanto i Valloni se ne stannoappartati nel proprio campo, non lascianoaccostare nessuno e si mantengono composti,com'è loro costume.

WALLENSTEINTra loro si è fatto vedere

Page 166: Schiller - - Wallenstein

Piccolomini?

TERZKYLo stanno cercando, non si trova

in nessun luogo.

WALLENSTEINChe cosa ha recato dunque

quell'aiutante?

TERZKYL'hanno mandato i miei

reggimenti: giurano ancora una volta fedeltàa te, aspettano con bellicosa impazienzal'ordine di marciare.

WALLENSTEINMa come si è sparso

questo tumulto nell'accampamento? L'accordoera che l'esercito ignorasse tutto primache la nostra fortuna fosse decisa a Praga.

TERZKYOh, avessi creduto a me, tu! Ancora ieri serati abbiamo scongiurato di non fare uscireOttavio dalle porte, quell'ipocrita; tu stessogli hai dato i cavalli per la fuga.

WALLENSTEINLa vecchia

solfa! Una volta per tutte basta con questostolto sospetto.

TERZKYAnche di Isolani ti fidavi,

ed è stato il primo ad abbandonarti.

WALLENSTEINAppena

ieri l'avevo tirato fuori dalla sua miserabilesituazione. Va' pure! Non ho mai contatosulla gratitudine!

TERZKYE così sono tutti, l'uno

come l'altro.

WALLENSTEINE mi fa un torto forse

andandosene via da me? Segue quel dioche per tutta la vita ha servitoal tavolo da gioco. Con la fortuna miaaveva concluso l'alleanza che adessorompe, non con me. Ero io forse qualcunoper lui, o lui per me? Io sono soltantola nave su cui aveva caricato le speranze,con cui veleggiava soddisfattoper il mare libero: vede che sta sfiorandopericolose scogliere e mette in salvola propria mercanzia. Lieve s'invola via da mecome l'uccello dal ramo ospitale doveha nidificato: nessun vincolo umanosi è lacerato tra noi. Merita di vedersi

Page 167: Schiller - - Wallenstein

ingannato soltanto colui che cerca un cuorenell'uomo scervellato! Sopra le frontilisce le impronte della vita incidono labilitracce, nulla trova ricetto nel fondodi un animo ottuso, umori superficialiagitano l'indole allegra, ma non vi esisteun'anima a scaldarne i precordi.

TERZKYTuttavia

preferirei affidarmi alle fronti liscepiuttosto che a quelle segnate da rugheimperscrutabili.

Scena VIII

Wallenstein. Terzky. Giunge Illo furibondo.

ILLOTradimento e sedizione!

TERZKYAh! che c'è ancora?

ILLOQuelli di Tiefenbach,

quando ho dato l'ordine del cambio della guardia...Furfanti privi di senso del dovere!

TERZKYEbbene?

WALLENSTEINCosa c'è?

ILLORifiutano obbedienza.

TERZKYFalli dunque fucilare. Da' l'ordine, su!

WALLENSTEINCalma! Quale ragione adducono?

ILLODa nessun altro

accettano ordini se non dal luogotenentegenerale Piccolomini.

WALLENSTEINCosa... cosa significa?

ILLOCosì avrebbe ordinato egli stesso partendo,mostrando lo scritto vergato dalla manodell'imperatore.

TERZKYDell'imperatore... lo senti,

duca?!

ILLO

Page 168: Schiller - - Wallenstein

Per suo comando sono anche partitii colonnelli, ieri.

TERZKYLo senti!

ILLOPure

Montecuccoli, Carafa e ancora altrigenerali mancano, che lui ha indottia seguirlo. Pare che da tempo egli avessepresso di sé lo scritto imperiale, e di recentesi fosse accordato con Questenberg.

Wallenstein cade sopra una sedia nascondendosi il volto fra le mani.

TERZKYOh, se tu avessi creduto a me!

Scena IX

Contessa. Detti.

CONTESSANon posso, l'angoscia... non posso, no,tollerarla più a lungo. Per l'amor di Dio,ditemi cos'è accaduto.

ILLOI reggimenti

ci abbandonano. Il conte Piccolominiè un traditore.

CONTESSAOh, il mio presentimento!

Si precipita fuori della stanza.

TERZKYSe si fosse creduto a me! Ora vedicome ti hanno mentito le stelle.

WALLENSTEIN (si risolleva)Le stelle non mentono, ma questoè avvenuto in contrasto col corsodegli astri e del destino. L'arteastrologica è onesta, ma quel cuoreipocrita reca menzogna e inganno finonel veridico cielo. Il vaticinio riposasoltanto sulla verità: là dove la naturavacilla sui suoi cardini, tutta la scienzasbaglia. Se da parte mia è statacredulità non voler disonorareun essere umano con un sospetto simile,non mi vergogno affatto della miadebolezza! Religione vi è persinonell'istinto degli animali, neppureil selvaggio beve insieme con la vittima,il cui petto si appresta a colpirecon la spada. Non è stata un'azioneeroica la tua, Ottavio! Non la tuasaggezza ha vinto, ma il tuo perfido cuore

Page 169: Schiller - - Wallenstein

ha riportato un ignobile trionfo sulla miarettitudine. Il tuo colpo assassino non hatrovato scudo alcuno, l'hai menatocon scelleratezza contro un petto indifeso:soltanto un bimbo io sonocontro armi di tal genere.

Scena X

Detti. Buttler.

TERZKYOh, guarda un po'! Ecco Buttler!È ancora un amico!

WALLENSTEIN (gli va incontro a braccia aperte e lo abbraccia con grande cordialità)Vieni sul mio cuore, vecchiocompagno d'armi! Non è altrettanto beneficoil raggio di sole in primavera quantoil volto di un amico in un'ora comequesta.

BUTTLERMio generale... Io vengo...

WALLENSTEIN (appoggiandosi sulla sua spalla)Sai

già la notizia? Il vecchio mi ha traditoper l'imperatore. Che ne dici? Per trent'anniabbiamo vissuto e resistito insieme. Abbiamodormito nello stesso lettuccio da campo,bevuto nello stesso bicchiere, diviso lo stessoboccone: io mi appoggiavo a lui come adessomi appoggio sulla tua spalla fedele;e nell'istante in cui pieno di affettoe di fiducia il mio petto batte controil suo, egli valuta e sceglie il propriovantaggio: con agguato insidioso, lentamente,mi pianta nel cuore il coltello!

Cela il volto sul petto di Buttler.

BUTTLERScordate

quell'ipocrita. Dite, cosa intendete fare?

WALLENSTEINBene, ben detto. Va' pure! Sono pur semprericco ancora di amici: non lo sono forse?La sorte mi ama ancora, perché nell'istanteappunto in cui mi smaschera la perfidiadell'ipocrita, m'ha mandato un cuorefedele. Non parliamo più di lui.Non pensate che mi addolori la perdita:oh, mi addolora l'inganno. Stimavoe avevo cari entrambi, e quel Max, luisì mi amava davvero, lui non mi ha deluso,lui no... Basta, basta di ciò! Adesso occorreprontezza di decisione - il cavalleggeroche mi manda da Praga il conte Kinskypuò arrivare ogni istante. Qualsiasi notizia rechi,non deve cadere in mano ai sediziosi.

Page 170: Schiller - - Wallenstein

Perciò svelti, inviate incontro un messofidato, che per vie segrete me lo conduca.

Illo fa per andare.

BUTTLER (lo trattiene)Mio comandante, chi è che aspettate?

WALLENSTEINIl corriere che mi porti la notiziacom'è andata a Praga.

BUTTLERHum!

WALLENSTEINCosa avete?

BUTTLERSicché

non sapete?

WALLENSTEINChe mai?

BUTTLERPerché questo tumulto

nell'accampamento?...

WALLENSTEINPerché?

BUTTLERQuel messo...

WALLENSTEIN (impaziente)Ebbene?

BUTTLERÈ entrato.

TERZKY e ILLOÈ entrato?

WALLENSTEINIl mio messo?

BUTTLERDa parecchie ore.

WALLENSTEINE io non ne so nulla?

BUTTLERLe sentinelle l'hanno acciuffato.

ILLO (pestando il piede)Maledizione!

BUTTLERLa lettera che aveva è stata aperta e circolain tutto l'accampamento...

Page 171: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEIN (ansioso)Conoscete

il contenuto?

BUTTLER (preoccupato)Non me lo domandate!

TERZKYOh, poveri

noi, Illo! Tutto precipita!

WALLENSTEINNon mi celate

nulla. Sono in grado di ascoltare le notiziepeggiori. Praga è perduta? Lo è? Confessatemeloliberamente.

BUTTLERSì, è perduta. Tutti i reggimenti

a Budweis, Tabor, Braunau, Königgrätz, a Brünne a Znaym vi hanno abbandonato e prestato nuovoomaggio all'imperatore: voi stesso insiemecon Kinsky, Terzky e Illo siete messi al bando.

Terzky e Illo mostrano spavento e furore. Wallenstein resta saldo e padrone di sé.

WALLENSTEIN (dopo una pausa)È dunque deciso, ora va bene - e subitoson guarito da tutti i tormenti del dubbio;il petto è libero di nuovo, lucida la mente,occorre sia notte perché brillino gli astridi Friedland. Esitante nella risoluzione,con animo vacillante ho tratto la spada:con ripugnanza l'ho fatto, quando ancorala mia scelta era libera! Ora che imperala necessità, svanisce il dubbio: oracombatto per la mia testa e la mia vita.

Esce. Gli altri lo seguono.

Scena XI

La contessa Terzky giunge da una stanza attigua.

CONTESSANo! non posso più a lungo... dove sono?Tutto è vuoto. Mi lasciano sola... sola,in quest'angoscia tremenda... Sono costrettaa farmi forza davanti alla sorella, ad apparirecalma, e tutti i tormenti del mio petto chiuderein me... Non lo sopporto! Se il colpo fallisse,se lui dovesse presentarsi agli Svedesi a manivuote, come un fuggiasco, non già alleatoonorato, splendido, seguito dalla potenzadi un esercito... Se dovessimo paregrinareda un paese all'altro come il conte Palatino,vituperoso esempio della grandezza caduta...No, un tale giorno non intendo vederlo!e anche se lui riuscisse a tollerareun tale decadimento, io non sopportereidi vederlo così decaduto.

Page 172: Schiller - - Wallenstein

Scena XII

Contessa. Duchessa. Thekla.

THEKLA (vuole trattenere la madre)Oh, cara madre,

non venga qui!

DUCHESSANo, qui v'è ancora

un tremendo segreto che mi viene celato...Perché la sorella mi evita? Perché la vedoaggirarsi piena d'angoscia e te pienadi sgomento? E che significano questimuti cenni che tu scambi di nascostoe in segreto con lei?

THEKLANulla, cara madre!

DUCHESSASorella, voglio sapere.

CONTESSAE a che serve poi

farne un segreto? È possibile nasconderlo?Presto o tardi dovrà impararea conoscerlo e a sopportarlo. Non è tempoadesso di cedere alla debolezza, occorrecoraggio e calma: dobbiamo acquistarefortezza d'animo. Perciò è meglio chesi decida la sua sorte con una sola parola...Sorella, vi ingannano. Voi credete che il ducasia stato destituito - il duca non è statodestituito - è...

THEKLA (andando verso la contessa)Volete ucciderla?

CONTESSAIl duca è...

THEKLA (circondando con le braccia la madre)Sii forte, madre mia!

CONTESSAIl duca si è

ribellato, voleva darsi in braccioal nemico, l'esercito lo ha abbandonato,e tutto è fallito.

Durante queste parole la duchessa vacilla e cade svenuta tra le braccia della figlia.

Scena XIII

Una grande sala negli appartamenti del duca di Friedland. Wallenstein è in tenuta di guerra.

Wallenstein. Poi Illo e Terzky.

WALLENSTEINHai raggiunto il tuo scopo, Ottavio... Ora

Page 173: Schiller - - Wallenstein

io sono di nuovo solo, quasi come quandoho lasciato la Dieta di Ratisbona. Allora,non avevo più nulla se non me stesso - maciò che un uomo può valere, l'avete giàappreso. Avete sfrondato l'albero di tuttii suoi rami ed eccomi qua, un tronco spoglio!Ma dentro, nel midollo, vive la forza creatrice,che germogliando ha espresso tutto un mondo.Già una volta ebbi per voi il valore di un interoesercito, io da solo. Le vostre armate si eranoliquefatte davanti alla forza svedese, sul Lechera caduto Tilly, il vostro ultimo baluardo;in terra di Baviera si riversava come un fiumein piena quel Gustavo, e a Vienna nella suareggia l'imperatore tremava. I soldati costavanocari, perché la massa segue la fortuna... Ed eccoche gli occhi si volsero a me, l'uomo del soccorsonella disgrazia: l'orgoglio dell'imperatoresi chinò davanti a colui ch'era stato offesoprofondamente, io dovevo presentarmicon parola animatrice per radunare uomininei vuoti accampamenti. L'ho fatto. Rullòil tamburo. Il mio nome passò per il mondocome il dio della guerra. L'aratro, l'officinavennero abbandonati: è tutto un formicolaredi gente sotto la ben nota bandieradella speranza.Mi sento ancora quello che allora fui!È lo spirito a edificare il corpo, e Friedlandriempirà ancora una volta il suo campo.Conducetemi pure contro, arditamente, le vostremigliaia di soldati: sono ben avvezzi a vincerecon me, ma non contro di me... Quando le membradal capo si separano, si vedrà allora dovel'anima risiedeva.

(Entrano Illo e Terzky)

Coraggio, amici, coraggio!Non siamo ancora a terra. Cinque reggimentidi Terzky sono ancora con noi, e le valoroseschiere di Buttler - Domani un esercitodi sedicimila Svedesi verrà al nostro fianco.Non ero più potente quando, nove anni fa, sonopartito a conquistar la Germania per l'imperatore.

Scena XIV

Detti. Neumann, che tira in disparte Terzky per parlargli.

TERZKY (a Neumann)Che cosa vogliono?

WALLENSTEINChe c'è?

TERZKYDieci corazzieri

di Pappenheim chiedono di parlare con te,a nome del reggimento.

WALLENSTEIN (in fretta a Neumann)Falli entrare.

Page 174: Schiller - - Wallenstein

(Neumann esce)

Me ne aspettoqualcosa. State a vedere che costoro sonoancora esitanti ed è possibile riconquistarli.

Scena XV

Wallenstein. Terzky. Illo. Dieci corazzieri, comandati da un caporale, entrano al passo di marcia e si dispongono in fila secondo gli ordini di fronte al duca, rendendo gli onori.

WALLENSTEIN (dopo averli esaminati per un po', al caporale)Ti conosco bene. Tu sei di Bruges, in Fiandra.Il tuo nome è Mercy.

CAPORALEMi chiamo Henry Mercy.

WALLENSTEINEri stato tagliato fuori durante la marcia,circondato dalle truppe dell'Assiae ti sei aperto un varco con centottanta uominiattraverso migliaia di loro.

CAPORALECosì è, mio generale.

WALLENSTEINCos'hai ottenuto per tale valorosa azione?

CAPORALEL'onore che ho chiesto, mio comandante:di servire in questo corpo.

WALLENSTEIN (si rivolge a un altro)Tu eri

tra i volontari che ho inviato sull'Altenberg,a espugnare la batteria svedese.

SECONDO CORAZZIERECosì è,

mio comandante.

WALLENSTEINIo non dimentico nessuno

di coloro con cui ho scambiato una solavolta qualche parola. Esponetemi i vostridesideri.

CAPORALE (ordina)Presentat'arm!

WALLENSTEIN (rivolto a un terzo)Tu sei Risbeck,

Colonia è la tua città natale.

TERZO CORAZZIERERisbeck

di Colonia.

WALLENSTEIN

Page 175: Schiller - - Wallenstein

Tu hai condotto prigionieroal campo di Norimberga il colonnellosvedese Dübald.

TERZO CORAZZIERENon io, mio generale.

WALLENSTEINGiustissimo! È stato il tuo fratellomaggiore a farlo... avevi ancora un fratellominore, dov'è?

TERZO CORAZZIERESi trova a Olmütz, nell'esercito

imperiale.

WALLENSTEIN (al caporale)Dunque, sentiamo.

CAPORALEUna lettera

dell'imperatore è pervenuta nelle nostremani, con cui...

WALLENSTEIN (interrompendolo)Chi vi ha scelti?

CAPORALEOgni

vessillo ha tirato a sorte il propriorappresentante.

WALLENSTEINDunque, al fatto!

CAPORALEUna

lettera imperiale è pervenutain mano nostra, la quale ci comandadi rifiutarti la dovuta obbedienza perchésaresti un nemico e traditore della patria.

WALLENSTEINCosa avete deciso in conseguenza?

CAPORALEI nostri

camerati di Braunau, Budweis, Praga e Olmützhanno già obbedito e il loro esempio è statoseguito dai reggimenti Toscana e Tiefenbach.Noi però non crediamo che tu siaun nemico e traditore della patria; riteniamosi tratti di pura menzogna e inganno,un'invenzione imbastita dagli Spagnoli.

(Con candida fiducia)

Tu stesso devi dirci quali sono i tuoipropositi, perché sei stato sempre lealecon noi, abbiamo in te la massimafiducia, tra di noi non deve fare un estraneoda intermediario, come si conviene tra un buoncomandante e le sue brave truppe.

Page 176: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINIn questo riconosco i miei corazzieridi Pappenheim.

CAPORALEEd è ciò che ti manda

a dire il tuo reggimento: se hai l'intenzionedi tenere in mano lo scettro di guerra,che ti spetta, che l'imperatore ti ha affidato,di essere legittimo condottiero dell'Austria,allora noi ti appoggeremo, ti proteggeremonel tuo buon diritto contro chiunque - e seanche gli altri reggimenti ti voltassero tuttile spalle, noi da soli ti resteremo fedeli,dando per te la vita. Poiché tale è il nostrodovere di cavalleggeri, di perire anzichéabbandonarti. Ma se invece le cose fosserocome dice la lettera imperiale, se è propriovero che intendi farci passare al nemicoproditoriamente, che Dio non voglia! alloraanche noi intendiamo abbandonarti e obbedirealla lettera.

WALLENSTEINSentite, ragazzi...

CAPORALENon occorrono molte parole. Di' sì o no,ne saremo soddisfatti.

WALLENSTEINAscoltatemi. Io so

che siete ragionevoli, giudicate e pensatecon la vostra testa e non seguite il gregge:perciò, lo sapete, vi ho sempre onorevolmentedistinti nella gran massa dell'esercito; infattiil rapido sguardo del comandante fa il contodelle bandiere soltanto, senza notare i singoli,cieco e severo domina il comandoferreo, non è possibile avere riguardida uomo a uomo in tale situazione - ma così,lo sapete, non è stato da parte mia per voi:fin dal momento in cui cominciaste a dimostrarvicoscienti nel duro mestiere della guerra,non appena l'umano pensiero ho visto brillaresulle vostre fronti, vi ho trattati da uominiliberi, riconoscendovi il dirittoa dir la vostra.

CAPORALESì, degnamente

ci hai trattati sempre, mio comandante,e onorati della tua fiducia, mostrandociil tuo favore davanti a tutti i reggimenti.E noi non abbiamo seguito la massa,lo vedi! Vogliamo fedelmente seguitarea starti accanto. Di' solo una parola,la tua parola ci basterà, di' che non ètradimento quanto ti proponi, che non intendifar passare l'esercito al nemico.

WALLENSTEIN

Page 177: Schiller - - Wallenstein

Io, io son tradito! L'imperatore mi hasacrificato ai miei nemici, dovrò caderese le mie valorose truppe non mi salvano.Voglio affidarmi a voi - il vostro cuoresarà la mia roccaforte! Vedete, a questopetto si mira! A questa testa canuta! -Ecco la gratitudine spagnola, questoil compenso per quella sanguinosa battagliacontro la vecchia fortezza, nelle pianuredi Lützen! Per questo opponemmo il nostropetto inerme alle partigiane nemiche, per questoabbiamo fatto nostro giaciglio la terra gelata,la dura pietra; non c'era fiume che fossetroppo impetuoso per noi, né foresta troppoimpenetrabile: inseguivamo imperterritiquel Mansfeld per tutti i tortuosi sentieridella sua fuga, la nostra vita è statauna marcia senza sosta, e randagi come il sibilodel vento abbiamo attraversato con furiale terre smosse dalla guerra. E ora cheabbiamo portato a compimento un tale pesantefatto d'armi, ingrato e greve di maledizioni,che abbiamo con braccio fedele e indefessosopportato il peso della guerra, l'imperialegiovinetto dovrebbe portarci via la facilepace, dovrebbe intrecciare sulle biondechiome di fanciullo il ramoscello d'ulivo,ben meritato ornamento al nostro capo...

CAPORALENon lo farà, fino a quando noi saremoin grado d'impedirlo. Nessuno all'infuoridi te, che l'hai condotta gloriosamente,dovrà concludere questa guerra tremenda.Tu ci hai guidati sui campi sanguinosidi morte e tu, nessun altro, dovrai lietamenteguidarci alle nostre case, attraverso le contradeamene della pace e con noi dividerei frutti del lungo travaglio...

WALLENSTEINCome? pensate

davvero di potervi allietare nella vecchiaiadei frutti della pace? Non credetelo. Di questalotta mai più vedrete la fine! Questa guerrac'inghiotte tutti. L'Austria non vuole pace;proprio perché la pace io anelo, si vuolech'io cada. Che importa all'Austria se la lungaguerra gli eserciti logora e il mondo devasta:l'Austria non vuole che ingrandirsi e conquistarepaesi. Siete commossi... vedo il nobile sdegnolampeggiare negli occhi vostri di guerrieri.Potesse ora il mio spirito infiammarvil'animo d'ardito slancio, come fece quandovi guidò alle battaglie! Voi volete starmial fianco, volete difendermi con le arminel mio diritto - questo è magnanimo!Ma non pensate di riuscirvi, voi, piccolo esercito!Invano vi sarete sacrificati per il vostrocomandante!

(Confidenzialmente)

Page 178: Schiller - - Wallenstein

No! lasciate che ci muoviamo sicuri,gli Svedesi offrono aiuto: sfruttiamoliin apparenza, finché temibili a entrambiavremo in mano il destino d'Europa,e al mondo consolato potremo offrire dal nostrocampo le belle ghirlande della pace.

CAPORALESicché

tu tratti soltanto in apparenza con gli Svedesi,tu non vuoi tradire l'imperatore, non vuoi faredi noi degli Svedesi?... vedi, questo soltantochiediamo di sapere da te.

WALLENSTEINChe importa a me

degli Svedesi? Li odio come la cloaca infernalee con l'aiuto di Dio penso al più prestodi ricacciarli a casa loro, oltre il Baltico.M'importa solo il risultato finale.Vedete! Ho un cuore, la sventura del popolotedesco mi fa pena. Voi siete soltantogente semplice; ma non avete pensieri volgari,voi mi sembrate davvero più degli altri degnidi ascoltare un discorsetto in confidenza...Vedete! Già da quindici anni arde la fiaccoladi guerra, né ancora vi è segno alcunodi armistizio. Svedesi e Tedeschi! Papistie luterani! Nessuno vuole cedere all'altro!Mani ostili da tutte le parti! Tutto è fazionee in nessun luogo un arbitro! Dite, come andràa finire tutto ciò? Chi dipanerà questa matassache crescendo sempre più si aggroviglia? Bisognastroncarla. Sento di essere l'uomo del destinoe spero col vostro aiuto di compierlo.

Scena XVI

Buttler. Detti.

BUTTLER (tutto eccitato)Questo non è ben fatto, mio comandante.

WALLENSTEINCosa?

BUTTLERCi nuocerà presso i benintenzionati.

WALLENSTEINMa che cosa?

BUTTLERSignifica dichiarare apertamente

la rivolta!

WALLENSTEINMa di che si tratta?

BUTTLERI reggimenti di Terzky strappano le aquileimperiali dalle bandiere e vi sostituiscono

Page 179: Schiller - - Wallenstein

le tue insegne.

CAPORALE (ai corazzieri)Per fila dest - marsc'!

WALLENSTEINSia

maledetto quest'ordine e chi lo ha dato!

(Ai corazzieri, che escono)

Fermi ragazzi, fermi - è un errore...ascoltate - e lo punirò severamente...ascoltate dunque! Rimanete. Non mi ascoltano.

(A Illo)

Seguili, spiega tutto, riportali, a qualunquecosto.

(Illo esce di corsa)

Questo ci piomba nella rovina... Buttler!Buttler! Voi siete il mio cattivo demone:perché l'avete annunciato in loro presenza?Tutto era bene avviato - li avevo conquistatia metà - Questi forsennati, col loro zelosbadato! - Oh, come la fortuna si prendeatroce gioco di me! È lo zelo degli amicia rovinarmi, non l'odio dei nemici.

Scena XVII

Detti. La duchessa entra precipitosamente; la seguono Thekla e la contessa. Poi Illo.

DUCHESSAOh, Albrecht! Che hai fatto!

WALLENSTEINQuesta ancora

ci voleva!

CONTESSAPerdonami, fratello. Non ho

più resistito, sanno ormai tutto.

DUCHESSAChe hai

fatto!

CONTESSA (a Terzky)Non c'è più speranza? Tutto

è perduto dunque?

TERZKYTutto. Praga è nelle mani

dell'imperatore, i reggimenti gli hannorinnovato l'omaggio.

CONTESSAQuel perfido Ottavio!

E anche il conte Max è partito?

Page 180: Schiller - - Wallenstein

TERZKYDove

mai dovrebb'essere? È passato con suo padreall'imperatore.

Thekla si getta nelle braccia della madre, nascondendo il volto sul suo petto.

DUCHESSA (stringendola tra le braccia)Infelice bambina! E più

infelice madre!

WALLENSTEIN (tirando in disparte Terzky)Fa' approntare in fretta

una carrozza da viaggio nel cortileposteriore, per portare via costoro.

(Additando le donne)

Potrà accompagnarle Scherfenberg,che ci è fedele, conducendole a Eger;noi lo seguiremo.

(A Illo che sta tornando)

Non me li riconduci dunque?

ILLOOdi il tumulto? Tutto il corpo di Pappenheimsta avanzando. Chiedono la restituzione del lorocolonnello, Max, che sarebbe qui in castello,così sostengono, e tu lo tratterresti a forza;e qualora non venisse liberato, ci penserannoloro a farlo con la spada.

Tutti rimangono stupefatti.

TERZKYE adesso che si fa?

WALLENSTEINNon l'ho detto forse?

Oh, cuore mio presago! È ancora qui.Non mi ha tradito, non gli è bastato l'animo...Non ne ho dubitato mai.

CONTESSASe è ancora qui,

allora tutto è a posto: so bene che cosalo tratterrà per sempre!

Abbraccia Thekla.

TERZKYNon è possibile.

Rifletti un po'! Il vecchio ci ha traditi,è passato all'imperatore: com'è possibileche lui osi trovarsi ancora qui?

ILLO (a Wallenstein)Il tiro da caccia che recentementetu gli hai donato, l'ho visto poche oreor sono attraversare la piazza.

Page 181: Schiller - - Wallenstein

CONTESSANipote, allora

egli non è lontano!

THEKLA (che tiene lo sguardo fisso alla porta, grida con calore)Eccolo qua!

Scena XVIII

Detti. Max Piccolomini.

MAX (avanzando fino al centro della sala)Sì! sì! eccolo qua! Non resisto piùa lungo a strisciare con passi felpatiintorno a questa casa, spiando di nascostoil momento propizio - Quest'attesa, l'angosciason superiori alle mie forze!

(Dirigendosi verso Thekla, che si è gettata nelle braccia della madre)

Oh, guardami,tu! Non volgere lo sguardo, angelo leggiadro.Confessa liberamente davanti a tutti. Non temerenessuno. Chi vuole, l'oda pure che ci amiamo.A che celarlo ancora? Il segreto si addicealle persone felici, la sventura priva di ognisperanza non ha bisogno di veli: può agirelibera, sotto mille soli.

(Si accorge che la contessa guarda Thekla con aria giubilante)

No, zia Terzky!Non mi guardare con tanta attesa,con speranza! Non vengo per rimanere.Congedo vengo a prendere - È finita. Io devo,sono costretto a lasciarti, Thekla...lo devo! Ma l'odio tuo non posso portarecon me. Concedimi solo uno sguardo di pietà:dimmi che non mi odi. Dimmelo Thekla!

(Prendendo la mano di lei, con profonda emozione)

Oh, Dio!...Dio! Non mi riesce di staccarmi. Non posso...non posso lasciare questa mano. Di', Thekla,che hai pietà di me, che sei convinta che ionon posso fare altrimenti.

(Thekla, evitando il suo sguardo, indica con la mano il padre; egli si volge verso il duca, di cui si accorge soltanto adesso)

Tu qui? - Non seitu ch'io son venuto qui a cercare. Te i mieiocchi non dovevano vedere più. È lei solache cerco. Qui voglio essere assolto dal cuoresuo: tutto il resto non ha più importanza.

WALLENSTEINPensi dunque ch'io sia così folle da lasciartipartire? e recitare qui la scena del magnanimo?Tuo padre si è comportato con me da furfante,

Page 182: Schiller - - Wallenstein

tu per me non sei più altro che suo figlioe non invano avverrà che tu ti trovinelle mie mani adesso. Non pensare ch'io renderòonore all'antica amicizia, così ignobilmenteoffesa da lui. I tempi dell'affetto, dei teneririguardi sono passati, odio e vendetta regnanoadesso. Anch'io, come lui, son capace di esseredisumano.

MAXFarai di me secondo il tuo potere.

Ma sai bene, tuttavia, che la tua colleraio non la sfido, né la temo. Quello che quimi trattiene, lo sai!

(Prendendo Thekla per mano)

Vedi! Di tutto - tuttoio volevo essere debitore a te, ho desideratoricevere la sorte dei beati dalla tua manopaterna. Tutto hai distrutto, ma a te nullaimporta. Indifferente, tu calpesti nellapolvere la felicità dei tuoi; il Dio che tuservi non è un Dio di misericordia. Al paridegli elementi ciechi e sordi, degli elementispaventevoli con cui è impossibile stringerealleanza, tu segui soltanto l'impulso selvaggiodel tuo cuore. Guai a coloro che hanno fiduciain te, che allettati dalla tua ospitale figurasu te poggiano sicuri le fondamentadella propria felicità! Rapida, inaspettata, nel silenzionotturno fermenta e ribolle l'insidiosa voragine,prorompe con violenza e si scatena, e viatrascina con flutto selvaggio tutti gli umaniedifici e costruzioni, spietatamente distruggendo.

WALLENSTEINTu descrivi l'animo di tuo padre. Comelo raffiguri, così egli è nei suoi precordi, così stannole cose in quel suo nero petto d'ipocrita.Oh, io sono stato raggirato da un'arte infernale.L'abisso mi ha mandato il più subdolo e bugiardodegli spiriti, ponendolo al mio fiancocome amico. Chi è capace di resisterealla potenza dell'inferno! In seno io mi sonoallevato il basilisco, l'ho nutrito col sanguedel mio cuore, si è saziato e deliziatoalle mammelle del mio amore, mai un sospettoho nutrito nei suoi confronti: spalancate per luierano le porte del mio pensiero, e d'ogni saviaprudenza avevo gettato via le chiavi - il nemiconel cielo stellato, nell'immenso spazio dell'universocercavano i miei occhi, mentre esso era rinchiusonel più profondo del mio cuore - fossi io statoper Ferdinando quello che Ottavio era per me -mai gli avrei dichiarato guerra... non ne sareistato capace. Egli era soltanto il mio padronesevero, non il mio amico, l'imperatore non hamai goduto della mia fedeltà. Tra lui e mec'era già guerra quando lui mi posenelle mani il bastone del comando, poiché guerrav'è sempre tra l'astuzia e il sospetto: solotra fede e fiducia vi è pace. Chi avvelena

Page 183: Schiller - - Wallenstein

la fiducia, assassina nel grembo della madrela prole futura.

MAXNon difenderò mio padre.

Me sventurato di non poterlo fare! Sonoaccaduti fatti malaugurati e gravi, e un delittos'aggancia all'altro in serrata catena.Ma come siamo capitati noi, che non abbiamo colpe,in questo inesorabile cerchio di sventurae di crimine? A chi abbiamo noi rotto la fede?Perché la doppia colpa e il doppio delittodei padri devono avvolgerci nelle loro spireorribili, come una coppia di serpenti? Perchél'odio implacabile dei padri deve dilaniaree separare anche noi, che ci amiamo?

Abbraccia Thekla con intenso dolore.

WALLENSTEIN (l'ha fissato in silenzio e adesso gli si avvicina)Max,

resta con me... non andar via da me,Max! Guarda, quando ti portarononella mia tenda, a Praga, nel campo invernale,delicato fanciullo, non avvezzo all'invernonordico, la tua mano si era raggelata intornoalla pesante bandiera, ma tu virilmente non volevilasciarla: ti presi allora con me, ti ho copertocol mio mantello, io stesso divenni la tuainfermiera, senza vergognarmi dei piccoliservigi, ti ho curato con premura e sollecitudinefemminee, finché tu riscaldato da me, sul miopetto, hai sentito rifiorire di bel nuovogioiosa la tua giovane vita. Quand'è cheho mutato il mio sentimento da allora?Ho fatto ricchi tante migliaia di uomini,ho regalato loro terre, li ho ricompensaticon cariche onorifiche... ma te, ti ho amato,t'ho dato il mio cuore, tutto me stesso. Gli altrierano tutti estranei, tu eri il figlio di casa...Max! tu non puoi abbandonarmi! non puòessere, non posso né voglio crederloche Max possa abbandonarmi.

MAXOh, Dio!

WALLENSTEINTi ho

tenuto con me e ti ho sorretto fin dall'infanzia...Che cosa ha fatto tuo padre per te che io stessonon abbia fatto in sovrabbondanza? Ho tessutouna rete d'affetto intorno a te: laceralase puoi - Tu sei legato a me con ogni piùdelicato filo dell'anima, con ogni sacrovincolo di natura che possa incatenare un uomoall'altro. Vattene, abbandonami, servi il tuoimperatore, fa' che ti ricompensi con lacatenina dorata del cortigiano o col suotoson d'oro per aver disprezzato l'amico,il padre della tua giovinezza, e tenutoin nessun conto il più sacro sentimento.

Page 184: Schiller - - Wallenstein

MAX (in violento conflitto con se stesso)Oh, Dio! Come posso fare altrimenti? Non devodunque? Il mio giuramento... il dovere...

WALLENSTEINDovere,

e verso chi? Chi sei tu? Se io ingiustamenteagisco verso l'imperatore, è mio il torto,e non tuo. Appartieni a te stesso? Sei tu forsepadrone di te stesso, sei autonomo e liberocome me da poterti pretendere autoredelle tue azioni? Tu sei radicato sopra di me,io sono il tuo imperatore: appartenere,obbedire a me, questo rappresenta per tel'onore, la legge di natura. E se il pianetasu cui tu vivi e abiti, esce dalla sua orbitae in fiamme si getta sopra il pianetaprossimo incendiandolo, tu non avrai sceltase seguirlo o no, ché con la forza del suoimpeto ti trascinerà, insieme col suoanello e tutti i satelliti. In questoconflitto lieve è tua la colpa: il mondonon potrà biasimarti ma piuttosto lodartiperché più di tutto per te ha contato l'amico.

Scena XIX

Detti. Neumann.

WALLENSTEINChe c'è?

NEUMANNI cavalleggeri di Pappenheim

sono smontati da cavallo e avanzano a piedi:sono decisi ad assaltare il palazzo con la spadain pugno, per liberare il conte.

WALLENSTEIN (a Terzky)Siano

tirate le catene e piazzati i cannoni.A pallottole li riceverò.

(Terzky esce)

Venite a dettarmilegge con la spada! Va', Neumann: che subitosi ritirino, è il mio comando, e attendanoin silenzio e in bell'ordine quello chepiacerà a me di fare.

Neumann parte. Illo si è accostato alla finestra.

CONTESSALascialo andare,

ti prego, lascialo andare.

ILLO (alla finestra)Dannazione!

WALLENSTEINChe c'è?

Page 185: Schiller - - Wallenstein

ILLOSalgono sopra il palazzo comunale,

il tetto viene scoperto, puntano i cannonicontro la casa, qui...

MAXI forsennati!

ILLOSi accingono a cannoneggiarci...

DUCHESSA e CONTESSADio del cielo!

MAX (a Wallenstein)Lasciami scendere a spiegare loro...

WALLENSTEINNon un passo!

MAX (indicando Thekla e la duchessa)Ma la loro vita! E la tua!

WALLENSTEINTerzky,

che rechi?

Scena XX

Detti. Terzky che ritorna.

TERZKYUn messaggio dei nostri fedeli

reggimenti. Il loro coraggio non soffrepiù indugi, supplicano sia loro concessodi attaccare, sono padroni della Portadi Praga e di quella del Mulino, e se tuvolessi dare loro il via, potrebberoaggredire il nemico alle spalle, incunearlonella città e facilmente sopraffarlo nelle strettoiedelle strade.

ILLOVieni dunque. Non lasciare

che il loro zelo si raffreddi. Quelli di Buttlerci sono fedeli, siamo in numero maggioree li schiacciamo, concludendo qui a Pilsenla ribellione.

WALLENSTEINDovrà questa città diventare

un campo di battaglia, e fraterna discordiascatenarsi con occhio fiammeggiante nellesue strade? Dovrà la decisione esserelasciata al sordo furore, che non odevoce di condottiero? Qui non vi è spazioper battersi, ma solo per sgozzare: le Furiescatenate della rabbia nessuna vocedi comandante potrà richiamare. Bene, sia pure!Ho riflettuto a lungo: venga rapida e cruentala conclusione.

Page 186: Schiller - - Wallenstein

(Rivolto a Max)

Ebbene? Vuoi tentare la sortecon me? Sei libero di andare. Disponiti di frontea me. Guidali al combattimento. Di guerra,te ne intendi, hai imparato qualche cosacon me, non dovrò vergognarmi del mio avversario,e tu non potrai trovare giorno miglioreper ripagarmi l'insegnamento.

CONTESSASiamo giunti

a questo? Cugino! cugino! potete tollerarlo?

MAXI reggimenti che mi sono affidati ho giuratodi ricondurli fedelmente all'imperatore: questoio manterrò, oppure morirò. Di più, nessun doveremi impone. Non combatto contro di te, se possoevitarlo, poiché il tuo capo, pur se nemico,mi è ancora sacro.

Si odono due spari. Illo e Terzky corrono alla finestra.

WALLENSTEINChe succede?

TERZKYÈ caduto.

WALLENSTEINCaduto, chi?

ILLOSon stati quelli di Tiefenbach

a tirare.

WALLENSTEINContro chi?

ILLOContro quel Neumann che tu

hai mandato...

WALLENSTEIN (prorompendo)Dannazione! Ora voglio...

Fa per uscire.

TERZKYOpporti al loro cieco furore?

DUCHESSA e CONTESSANo, per l'amor

di Dio!

ILLONon ora, mio comandante!

CONTESSAOh, trattienilo!

Page 187: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINLasciatemi!

MAXNon farlo, non ora. L'azione

rapida e cruenta li ha inferociti, aspettail loro pentimento...

WALLENSTEINVia, via! Troppo a lungo

ho già indugiato. Hanno potuto osare questodelitto perché non hanno visto il mio volto...Bisogna che mi vedano, che la mia voce odano...Non sono forse le mie truppe? Non sono ioil loro capo e temuto padrone? Vedremose non riconoscono il volto ch'è stato il lorosole nella tenebrosa battaglia. Non c'è bisognodi armi. Mi mostrerò dal balcone all'esercitoribelle e vedrete che, presto domata, la sedizioneritornerà nell'antico alveo dell'obbedienza.

Esce. Lo seguono Illo, Terzky, e Buttler.

Scena XXI

Contessa. Duchessa. Max e Thekla.

CONTESSA (alla duchessa)Quando lo vedranno... C'è speranza ancora,sorella.

DUCHESSASperanza! Io non ne ho.

MAX (che durante l'ultima scena è rimasto appartato, in evidente conflitto con se stesso, si avvicina)Non ce la faccio

più. Sono venuto qui con l'animo fermoe deciso, pensavo di agire in modo rettoe irreprensibile, e devo starmene qui comeun uomo esecrabile, disumano e rozzo, gravatodalla maledizione, dall'orrore di tutticoloro che mi son cari, a vedere indegnamenteoppresse le persone amate, che una parola miapuò rendere felici - il mio cuoresi ribella, due voci contrastanti si levanonel petto mio: dentro di me è notte, non soscegliere quello ch'è giusto. Oh, come haidetto bene, padre, tu: troppa fiducia ho ripostonel mio cuore, e ora vacillo, e non socosa fare.

CONTESSANon lo sa? Il Suo cuore nulla

le dice? Allora sarò io a dirglielo! Suo padresi è macchiato del più orrendo tradimentocontro di noi, contro il duca.Ci ha piombatinel disonore, e da questo risulta chiarociò che Lei, suo figlio, deve fare: sanare il delittodi quell'infame, dare un esempio di devozionee fedeltà, perché il nome dei Piccolomininon diventi motivo di vergogna, di eternamaledizione nella casa dei Wallenstein.

Page 188: Schiller - - Wallenstein

MAXDov'è una voce di verità, che io possa seguire?Tutti noi siamo mossi dal desiderio, dallapassione. Oh, scendesse a me un angelo dal cielo,adesso, ad attingere con mano pura dalla fontepura della luce la parola giusta e schietta.

(Mentre i suoi occhi cadono su Thekla)

Come? e cerco ancora un angelo? ne aspettoun altro ancora?

(Le si avvicina e la cinge col braccio)

Qui, a questo cuore infallibile,puro e santo, voglio affidarmi: il tuo amorevoglio interpellare, capace di rendere felicesoltanto l'uomo onesto, distogliendosidallo sciagurato colpevole. Potrai tu amarmi ancorase resto qui? Dichiara che lo puoi e sarò vostro.

CONTESSA (con intenzione)Riflettete...

MAX (interrompendola)Non riflettere. Di' quello che senti.

CONTESSAPensate a vostro padre...

MAX (interrompendola)Non la figlia

di Friedland, te, te sola, la donna amatainterrogo! Non si tratta di conquistareuna corona: su questo dovresti rifletterecon senno e sagacia. Si tratta della pacedel tuo amico, della fortuna di un migliaiodi cuori valorosi, che prenderanno a modellola decisione di lui. Devo rinnegare fedee giuramento all'imperatore? Devo scagliarenel campo di Ottavio il proiettile parricida?Perché una volta uscito dalla bocca da fuoco,il proiettile non è più cieco strumento, ma vive,uno spirito lo invade, l'afferranole Erinni vendicatrici del delitto,e lo guidano sulla via più insidiosae più tremenda...

THEKLAOh, Max...

MAX (interrompendola)No, non devi affrettarti

a rispondere. Ti conosco. Al tuo nobilecuore il dovere più gravoso potrebbe apparireil preferito. Non gesta eroiche si richiedono,soltanto azioni umane. Pensa a quello cheda sempre il duca ha fatto per me, pensaanche come l'ha ripagato mio padre. Oh sì,anche i sentimenti liberi e nobilidell'ospitalità, della devota fedeltà amicalesono una religione santa del cuore:

Page 189: Schiller - - Wallenstein

con pesante brivido la natura se ne vendicasul barbaro che vergognosamente li profana.Metti tutto, tutto sulla bilancia, parlae lascia decidere il tuo cuore.

THEKLAOh, il tuo

da gran tempo ha deciso, seguiil tuo primo impulso...

CONTESSASciagurata!

THEKLACome

potrebbe essere giusto ciò che il tuocuore sensibile non ha di primo acchitocompreso e capito? Va' e compi il tuo dovere.Io sempre e comunque ti amerei. Qualsiasidecisione tu avessi scelto, avresti sempreagito nobilmente e in modo degno di te -ma il rimorso non offuschi la bella serenitàdell'animo tuo.

MAXDevo dunque lasciarti, separarmi

da te!

THEKLACosì come a te stesso resti fedele,

lo sarai a me. Il destino ci divide, i nostricuori restano uniti. Un odio sanguinoso separaper sempre le case Friedland e Piccolomini, manoi non apparteniamo alla nostra casa. Via!Affrettati! Affrettati a disgiungere la tuabuona causa dalla nostra sciagurata. Sul nostrocapo sta la maledizione celeste, alla rovinasiamo consacrati. Anche me la colpa paternaattirerà nel baratro. Non affliggerti per me,il mio destino sarà presto deciso.

Max la prende fra le braccia, fortemente commosso. Si odono dietro la scena grandi urla, lunghe e selvagge: «Vivat Ferdinandus!», accompagnate da musiche guerresche. Max e Thekla, immobili, si tengono abbracciati.

Scena XXII

Detti. Terzky.

CONTESSA (andandogli incontro)Che cos'era? Che significano quellegrida?

TERZKYÈ finita e tutto è perduto.

CONTESSACome?

nessuna reazione alla sua vista?

TERZKYNessuna. Tutto è stato inutile.

Page 190: Schiller - - Wallenstein

DUCHESSAGridavano

«Evviva».

TERZKYAll'imperatore.

CONTESSAOh, dimentichi

del dovere!

TERZKYNon l'hanno lasciato nemmeno

aprir bocca. Quando ha cominciato a parlare,l'hanno interrotto con assordanti fanfare.Eccolo che viene.

Scena XXIII

Detti. Wallenstein accompagnato da Illo e Buttler. Poi corazzieri.

WALLENSTEINTerzky!

TERZKYSì, mio principe?

WALLENSTEINOrdina che i nostri reggimenti si tenganopronti a partire oggi stesso, perché primadi sera lasceremo Pilsen.

(Terzky esce)

Buttler...

BUTTLERSì, mio generale?

WALLENSTEINIl comandante di Eger

è vostro amico e compatriota. Scriveteglisubito a mezzo di un corriere che siapronto ad accoglierci domani nella fortezza -voi ci seguirete col vostro reggimento.

BUTTLERSarà fatto, mio comandante.

WALLENSTEIN (si pone tra Max e Thekla, che durante tutto questo tempo erano rimasti strettamente abbracciati)Separatevi!

MAXDio!

Entrano nella sala corazzieri con le armi sguainate, raggruppandosi nel fondo. Nel contempo si odono alcune vivaci battute della marcia di Pappenheim, che sembrano voler chiamare Max.

WALLENSTEIN (ai corazzieri)Eccolo qui. È libero. Non lo trattengo più.

Si rigira in modo che Max non possa né raggiungerlo né accostarsi alla fanciulla.

Page 191: Schiller - - Wallenstein

MAXTu mi odii, mi spingi con ira via da te.Il legame dell'antico affetto dev'esserelacerato, non sciogliersi dolcemente e tuvuoi rendermi ancora più doloroso questodoloroso strappo! Tu sai che ancora non hoimparato a vivere senza di te - mi avvioverso un deserto e tutto ciò che mi è caro,tutto rimane qui... Oh, non distogliere gli occhida me! Mostrami ancora una volta il tuo voltoperennemente caro e venerato. Non mi ripudiare...

(Vuole prendergli la mano. Wallenstein la ritira. Egli si rivolge alla contessa)

Non vi sono altri occhi che mi siano pietosi,qui? Zia Terzky...

(Ella si scosta da lui, ed egli si rivolge alla duchessa)

Venerata madre...

DUCHESSAVada, conte,

dove la chiama il dovere... così un giorno potràesser per noi un amico fedele, un angelo buonopresso il trono imperiale.

MAXSperanza Lei mi dà,

non vuole lasciarmi partire completamentedisperato. Non m'illuda con vuoti abbagli,la mia disgrazia è certa, e il cielo ringrazioche mi dà un mezzo per finirla.

(La musica guerresca riprende. La sala si riempie sempre più di armati. Egli scorge Buttler)

Anche voi qui,colonnello Buttler... e non volete seguirmi?Bene! Restate più fedele al vostro nuovopadrone che non all'antico. Venite, su! Promettetemicon una stretta di mano che la sua vitaproteggerete, che la manterrete illesa!

(Buttler gli rifiuta la mano)

Il bando imperiale sta su di lui, che metteil suo capo ducale alla mercé di qualunquesicario desideroso di guadagnare la taglia:ora gli sarebbe necessaria la cura devotadi un amico, l'occhio fedele dell'affetto -e coloro che partendo io gli vedo intorno...

Lancia sguardi ambigui a Illo e Buttler.

ILLOCercate i traditori nel campo di vostropadre, del conte Gallas. Qui, ce n'è uno soloancora. Andate e liberate la nostra vistadella sua odiosa presenza. Andate.

Max tenta ancora una volta di accostarsi a Thekla. Wallenstein lo impedisce. Egli rimane indeciso, desolato: intanto la sala si riempie sempre di più e i corni incalzano da sotto sempre più perentori, a pause sempre più brevi.

Page 192: Schiller - - Wallenstein

MAXSuonate! Suonate! - Oh, fossero i corni svedesie da qui direttamente si andasse sul campodella morte, e tutte le spade, tutte quelleche qui sguainate mi tocca vedere, il mio pettotrapassassero! Che volete, voi? Venite a strapparmida qui - non mi spingete alla disperazione!Non fatelo! Potreste pentirvene!

(La sala si è completamente riempita di armati)

Ancoragente - Peso si aggiunge a peso e la massatutta quanta mi tira giù. Riflettete a quelloche fate. Non è bene scegliere a comandanteun disperato. Voi mi strappate alla mia felicità:ebbene, alla dea della vendetta consacrole vostre anime! La vostra rovina avete scelto:chi viene con me, dev'esser pronto a morire!

Mentre si dirige verso il fondo, un fremito percorre i corazzieri: essi lo circondano e lo accompagnano in selvaggio tumulto. Wallenstein resta immobile. Thekla cade fra le braccia della madre. Cala il sipario.

ATTO IV

In casa del borgomastro a Eger.

Scena I

BUTTLER (che è appena arrivato)È entrato. L'ha guidato la sua sorte.Il cancello si è chiuso alle sue spalle,e mentre il ponte levatoio, che l'ha fattopassare, si è abbassato per risollevarsioscillando, ogni via di salvezza gli è statatagliata. Fin qui, Friedland, e non più oltre!dice la Nemesi. Dalla terra boema si è levatala tua mirabile meteora, tracciando nel cielouna lunga scia luminosa, e qui ai confiniboemi deve tramontare! - Hai rinnegatole antiche bandiere, uomo accecato,e ti affidi all'antica fortuna! Armi la manodelittuosa a portare guerra nei paesi imperiali,ad abbattere i sacri Lari! Bada a te! lo spiritomaligno della vendetta ti sospinge... che non siala vendetta a fare la tua rovina!

Scena II

Buttler e Gordon.

GORDONSiete voi? Oh, come desideravo parlarvi.Il duca un traditore! Oh, mio Dio!E fuggiasco! E una taglia sul suo capoprincipesco! Vi prego, generale, riferiteminei dettagli come tutto ciò si è svoltoa Pilsen!

Page 193: Schiller - - Wallenstein

BUTTLERAvete ricevuto la lettera che io

vi ho inviata a mezzo di un corriere?

GORDONE ho fatto fedelmente quanto mi aveteingiunto: gli ho aperto la fortezza senzaesitazioni. Infatti, una lettera imperialemi ha ordinato di attenermi ciecamenteai vostri comandi. Tuttavia, perdonate!quando ho visto il duca in persona, horicominciato a dubitare. Poiché, a dir il vero,non come un proscritto il duca di Friedlandè entrato in questa città. La sua fronteirraggiava la consueta maestà dominatrice,esigendo obbedienza; e calmo, come in tempinormali, egli ha ascoltato il rapportodel mio ufficio. Cordiali rende la sfortuna,la colpa, e l'orgoglio umiliato suole piegarsicon la lusinga verso il subalterno: ma invece,parco e dignitoso, il duca mi ha elogiatocon ogni parola, come il padrone loda il servo,che ha fatto il suo dovere.

BUTTLERCome vi ho scritto,

esattamente così è avvenuto. Il duca ha vendutol'esercito al nemico, con l'intenzione di aprirgliPraga ed Eger. I reggimenti, a tale notizia,lo hanno abbandonato, tranne cinque, quellidi Terzky, che qui l'hanno seguito. Il bandoè stato proclamato contro di lui e, vivo o morto,a consegnarlo è invitato ogni servo fedele.

GORDONTraditore del sovrano... un simile signore!Un uomo del suo valore! Oh, che cosa maiè l'umana grandezza! Tante volte io l'ho detto:non può finire bene, un cappio è divenuta per luila sua grandezza e potenza, e quella sua violenzaincerta e oscura. L'uomo, infatti, ama arraffare,e non bisogna affidarlo alla sua moderazione.Solo la legge esplicita lo tiene nei giustilimiti, e il corso fido e profondo della tradizione.Ma nelle mani di costui il potere militareappariva innaturale e di specie novella: lo rendevauguale all'imperatore stesso, lo spiritoorgoglioso ha disimparato a piegarsi. Oh,peccato per un tale uomo! poiché nessuno,io credo, sarebbe capace di restare saldolà dov'egli è caduto.

BUTTLERRisparmiate le querimonie

per quando sarà da compatire: perché ora,ancora, questo potente è da temere. Gli Svedesimarciano alla volta di Eger, e presto, senon lo impediremo con decisione rapida, la congiunzioneavverrà. Ciò non deve accadere! Il ducanon deve più uscire a piede libero da questoposto: onore e vita infatti ho impegnatoper catturarlo qui, e il vostro appoggio

Page 194: Schiller - - Wallenstein

è quello su cui conto.

GORDONOh, non avessi mai visto

un tale giorno! Dalle sue mani ho ricevutoquesta carica, lui stesso mi ha affidato questocastello, che dovrò trasformare nel suo carcere.Noi subalterni non abbiamo volontà: soltantol'uomo libero, il potente ai bei sentimentid'umanità obbedisce. Noi invece non siamoche sbirri della legge crudele, obbedienzaha nome la virtù cui può aspirare l'inferiore.

BUTTLERNon vi rammaricate del potere limitato. Dovec'è molta libertà, c'è molto errore, mentresicura è la stretta via del dovere.

GORDONSicché

tutti lo hanno dunque abbandonato, voi dite?Ha fatto la fortuna di migliaia di persone,perché regale era il suo animo e la manosempre aperta e colma nel dare...

(Con un'occhiata di traverso a Buttler)

Dalla polverepiù d'uno egli ha raccolto e lo hainnalzato a cariche ed onori, e non si èconquistato nemmeno un amico, non uno,che al fianco nella disgrazia gli restasse!

BUTTLEREccone qui uno, ch'egli non s'aspettava.

GORDONNessun favore io m'ebbi mai da lui. Quasidubito che nella sua grandezza si sia mairicordato di un amico di gioventù - Lontano,infatti, da lui mi mantenne il servizio,mi perdette di vista tra le muradi questo castello, ove, non raggiunto dai suoifavori, nel silenzio serbavo libero il mio cuore.Poiché quando mi prepose a questo comando,il dovere era ancora per lui cosa seria:la fiducia sua non tradisco nel custodirefedelmente ciò che fu affidato alla mia fedeltà.

BUTTLERDite dunque: volete mandare a compimentoil bando, prestarmi il vostro aiutoper catturarlo?

GORDON (dopo un pensoso silenzio, con tristezza)Se è così, se le cose stanno

come dite - se ha tradito l'imperatore suo sovrano,venduto l'esercito, tentato di aprire al nemicodell'impero le fortezze del paese... sì, alloraper me non vi è più salvezza - Eppure è duroche, fra tutti, proprio me la sorte abbiascelto a strumento della sua rovina. Siamostati insieme paggi alla Corte di Burgau,

Page 195: Schiller - - Wallenstein

ma io ero il più anziano.

BUTTLERLo so.

GORDONSaranno circa

trent'anni. Già allora nel giovinetto ventennel'ardire palpitava. Era serio d'animoal di là dei suoi anni, virilmente rivoltosoltanto a grandi mete. Passava silenziosoin mezzo a noi, cercando solo di se stessola compagnia; non l'attirava la puerileallegria di noi ragazzi; ma talvoltasi animava stranamente all'improvviso,e dal segreto petto prorompeva luminosoe profondo il raggio di un pensiero, sì checi guardavamo stupiti, incerti sefollia per sua bocca parlasse oppure un dio.

BUTTLERFu là che, assopito nel vano d'una finestra,precipitò dal secondo piano, e illesosi rialzò. Da quel giorno, si dice,cominciarono a manifestarsi dei segnidi pazzia in lui.

GORDONDivenne più pensieroso, questo

è vero, si fece cattolico. Il miracolodi quella salvezza lo ha trasformatoin modo singolare. Da allora si è ritenutoun essere privilegiato e libero, e audacecome chi non può inciampare intrapresela corsa sul filo oscillante della vita.Dopo, la sorte ci ha divisi, ci ha portatilontani assai l'uno dall'altro: lui la viatemeraria della grandezza percorreva a passosvelto, io lo guardavo avanzare con un sensodi vertigine. Divenne conte, e principe educa e dittatore, e ora tutto è poco per lui,stende le mani alla corona regale e precipitain una incommensurabile rovina!

BUTTLERBasta. Sta venendo.

Scena III

Detti. Wallenstein a colloquio col borgomastro di Eger.

WALLENSTEINEravate un tempo una città libera? Vedoche nello stemma recate un'aquila dimezzata.Perché solo una metà?

BORGOMASTROEravamo un libero comune

dell'impero, ma da duecento anni la cittàfu data in pegno alla corona boema. Da ciòderiva che rechiamo soltanto un'aquiladimezzata. La parte inferiore è sbarrata, e tale

Page 196: Schiller - - Wallenstein

rimarrà fin quando l'impero non ci riscatterà.

WALLENSTEINLa libertà l'avete meritata. Mantenetevivalorosi! Non date ascolto ai sobillatori!A quanto ammonta il vostro tributo?

BORGOMASTRO (si stringe nelle spalle)A tanto

che a stento riusciamo a pagarlo. Anchela guarnigione vive a nostre spese.

WALLENSTEINBisogna alleggerirvi. Dite un po', vi sonoancora protestanti in città?

(Il borgomastro resta sorpreso)

Sì, sì. Lo so.Ancora molti si nascondono tra queste mura...sì! confessatelo pure liberamente... voi pure -non è vero?

(Lo fissa negli occhi: il borgomastro è atterrito)

Non abbiate paura. Odio i Gesuiti -fosse per me, da tempo sarebbero al di làdelle frontiere dell'impero - Messale o Bibbia!per me è una cosa sola - l'ho dimostrato al mondo...a Glogau, io stesso ho fatto costruireagli Evangelici una chiesa. Sentite, borgomastro...qual è il vostro nome?

BORGOMASTROPachhälbel, serenissimo

principe.

WALLENSTEINSentite... ma non riferite in giro

quello che adesso vi rivelo in confidenza.

(Ponendogli una mano sulla spalla, con una certa solennità)

I tempi sono compiuti, è giunta l'ora,borgomastro. Quelli in alto cadrannoe gli umili si leveranno - teneteloper voi, però! La doppia signoria spagnolavolge alla fine, verrà un nuovo ordine di cose...avete visto, non è vero, di recente le tre lunein cielo?

BORGOMASTROCon orrore.

WALLENSTEINDue di esse si mutarono

in pugnali sanguinanti. Soltanto una,la mediana, rimase nella sua limpidezza.

BORGOMASTROL'abbiamo riferito ai Turchi!

WALLENSTEIN

Page 197: Schiller - - Wallenstein

Turchi! Che dite? Due imperi sprofonderannoa oriente e a occidente, vi dico, e rimarràsoltanto la fede luterana.

(Si accorge degli altri due)

Forti spari si sonouditi stasera a manca, mentre venivamo qui.Si sono sentiti anche qui in fortezza?

GORDONCerto,

li abbiamo uditi, mio generale. Il ventone portava proprio l'eco dal sud.

BUTTLERPareva

venissero da Neustadt o da Weiden.

WALLENSTEINÈ la via

da cui si approssimano gli Svedesi. Che forze ha la guarnigione?

GORDONCentottanta uomini validi, il resto sono invalidi.

WALLENSTEINE quanti se ne trovano a Joachimstal?

GORDONVi ho mandato duecento archibugieri,a rinforzare l'avamposto contro gli Svedesi.

WALLENSTEINLodo la vostra prudenza. E si lavoraanche alle fortificazioni. L'ho visto entrando.

GORDONGiacché il conte del Reno ci stringe orada presso, ho fatto erigere in fretta duealtri bastioni.

WALLENSTEINSiete preciso nel servizio

al vostro imperatore. Sono contento di voi,colonnello.

(A Buttler)

L'avamposto di Joachimstalsi ritiri, insieme a tutti coloro chefronteggiano il nemico.

(A Gordon)

Nelle vostremani fedeli, comandante, lascio mia moglie,mia figlia e mia sorella: qui infatti ionon mi fermerò, aspetto solo delle lettere,per poi lasciare la fortezzaal più presto con tutti i reggimenti.

Scena IV

Page 198: Schiller - - Wallenstein

Detti. Il conte Terzky.

TERZKYUn'ambasciata gradita! Liete notizie!

WALLENSTEINChe cosa rechi?

TERZKYC'è stata una battaglia

presso Neustadt e gli Svedesi sono vincitori.

WALLENSTEINChe dici? Da dove ti giunge questa notizia?

TERZKYMe l'ha portata un contadino da Tirschenreit:pare sia cominciata dopo il tramonto,un reggimento imperiale avrebbe fatto irruzioneda Tachau nel campo svedese, due ore paresia durata la sparatoria e mille imperialisarebbero caduti, tra cui anche il colonnello,di più non seppe dirmi.

WALLENSTEINCome mai son capitate

a Neustadt truppe imperiali? Altringer, lui,dovrebbe avere le ali, ne distava ancoraieri quattordici miglia; le truppe di Gallassi concentrano a Frauenberg e tuttoranon tutte si sono radunate. Che Suys abbia osatospingersi per caso così avanti? Non può essere.

Appare Illo.

TERZKYLo sapremo assai presto: ecco qui infattiIllo, allegro e frettoloso.

Scena V

Illo. Detti.

ILLO (a Wallenstein)È arrivato

un cavalleggero e vuole parlarti.

TERZKYÈ confermata

la vittoria? Parla!

WALLENSTEINChe notizie reca? Da dove

viene?

ILLODa parte del conte del Reno e le notizie

che reca non voglio anticiparle. Gli Svedesisi trovano a sole cinque miglia da qui,a Neustadt. Piccolomini pare si sia scagliato

Page 199: Schiller - - Wallenstein

su di loro, è avvenuto un macello tremendoma alla fine il numero ha prevalso: tuttigli uomini di Pappenheim, anche Max che li guidava,pare siano rimasti sul terreno.

WALLENSTEINDov'è il messaggero? Conducetemi da lui!

Fa per andarsene. In quel momento si precipita nella stanza la signorina Neubrunn, seguita da alcuni servi, che attraversano correndo la sala.

NEUBRUNNAiuto! aiuto!

ILLO e TERZKYChe c'è?

NEUBRUNNLa signorina!...

WALLENSTEIN e TERZKYLo sa?

NEUBRUNNSta per morire.

Riparte correndo. Wallenstein, Terzky e Illo la seguono.

Scena VI

Buttler e Gordon.

GORDON (stupito)Spiegatemi: cosa significa

tutto questo?

BUTTLERHa perduto l'uomo che amava,

quel Piccolomini che è perito.

GORDONPoverina!

BUTTLERAvete udito le notizie recate da quell'Illo,che gli Svedesi vittoriosi s'approssimano.

GORDONCerto che l'ho udito.

BUTTLERHanno una forza

di dodici reggimenti, e cinque si trovano quivicino per proteggere il duca. Noi non abbiamoche il mio reggimento e la guarnigionenon raggiunge i duecento uomini.

GORDONCosì è.

BUTTLERNon è

Page 200: Schiller - - Wallenstein

possibile con truppe così scarse custodireun simile prigioniero di Stato.

GORDONNe convengo.

BUTTLERLa gran massa farebbe presto a disarmareil piccolo gruppo, liberandolo.

GORDONÈ da temere.

BUTTLER (dopo una pausa)Sentite! Io mi son fatto garante del buon esito,con la mia testa rispondo della sua. La paroladevo mantenere, accada ciò che vuole,e s'è impossibile custodirlo vivo, saràal sicuro... da morto.

GORDONVi capisco bene?

Dio giusto! Voi potreste...

BUTTLERNon deve vivere.

GORDONVoi sareste capace?

BUTTLERVoi o io. È spuntato

il suo ultimo giorno.

GORDONVorreste assassinarlo?

BUTTLERQuesta è la mia intenzione.

GORDONLui che si è

affidato alla vostra fedeltà!

BUTTLERLa sua mala

sorte!

GORDONLa sacra persona del condottiero!

BUTTLERLo era!

GORDONCiò che era,

nessun delitto l'annulla! Senza verdetto?

BUTTLERL'esecuzione sostituisce il verdetto.

GORDONSarebbe

Page 201: Schiller - - Wallenstein

assassinio, non giustizia: poiché questa deveascolto anche al colpevole.

BUTTLERManifesta

è la colpa, ha giudicato il sovrano, e noinon eseguiamo che la sua volontà.

GORDONLa sentenza

cruenta non dev'essere eseguita rapidamente:una parola può esser ritirata, ma non una vitarestituita.

BUTTLERPronto servigio fa piacere ai re.

GORDONUn nobiluomo non si presta a servigidi carnefice.

BUTTLERUn coraggioso non impallidisce

di fronte a un atto ardito.

GORDONLa vita arrischia,

non la coscienza, il coraggioso.

BUTTLERCosa? Dovrebbe

andarsene libero, per riappiccare la fiammainestinguibile della guerra?

GORDONFatelo prigioniero,

ma non l'uccidete, per carità: non prevenitecol sangue l'angelo della grazia.

BUTTLERSe

l'esercito imperiale non fosse stato battuto,avrei potuto tenerlo in vita.

GORDONOh, perché

gli ho aperto questa fortezza!

BUTTLERNon il luogo

ma il suo fato lo uccide.

GORDONDa cavaliere sarei

caduto su questi bastioni, difendendo il castellodel sovrano.

BUTTLERE mille valorosi sono caduti!

GORDONPer il proprio dovere... questo nobilita e onoral'uomo: ma il nero assassinio è maledetto

Page 202: Schiller - - Wallenstein

dalla natura.

BUTTLER (tirando fuori uno scritto)Ecco qui il proclama

che ci ordina di impadronirci di lui. È direttoa voi come a me. Volete assumervi le conseguenzequalora egli riesca a sfuggire presso il nemicoper colpa nostra?

GORDONIo, un essere

impotente, oh Dio!

BUTTLERPrendetene voi tutto il peso.

Fatevi garante delle conseguenze! Che avvengaquello che vuole! Mi rimetto a voi.

GORDONDio del cielo!

BUTTLERSapete un altro mezzo per eseguire il volereimperiale? Dite! Farlo cadere, non distruggerloio voglio.

GORDONOh Dio! Quel che deve accadere

lo vedo come voi chiaramente, ma il miocuore e l'animo son diversi dai vostri.

BUTTLERAnche quell'Illo, quel Terzky non devonosopravvivere, se il duca cade.

GORDONDi costoro

non mi duole. Essi son stati spintidal cuore perfido, non dalla forza degli astri.Son stati loro a insinuare il semedella mala passione nell'animo pacifico,ad alimentare il frutto sciaguratocon maledetto zelo e premura... Possaraggiungerli il malvagio compensodel malvagio servigio!

BUTTLERCosì anche nella morte

lo precederanno. Già tutto è convenuto.Questa sera, nel tripudio di un banchetto,avevamo intenzione di prenderli vivi,e custodirli nel castello. Così tuttosarà più breve. Vado subito a dare gli ordininecessari.

Scena VII

Detti. Illo e Terzky.

TERZKYOra presto la cose cambieranno!

Domani entreranno gli Svedesi, dodicimila

Page 203: Schiller - - Wallenstein

prodi guerrieri, poi diritti su Vienna. Ehi!Allegro, vecchio mio! Niente faccia duraa una notizia così lieta!

ILLOOra tocca a noi

dettare legge, e vendicarci di quei perfidi,di quegli infami che ci hanno abbandonati.Uno ha già espiato, Piccolomini: fosse cosìper tutti quelli che ci vogliono male!Che colpo duro per il vecchio! Tutta la vitasi è arrabattato per tramutare in principescala comitale corona dell'antico casato,e ora seppellisce l'unico suo figlio!

BUTTLERPeccato però per quell'eroico giovane:il duca stesso era commosso, si vedeva bene.

ILLOSentite, vecchio amico! È proprio questoche non mi è mai piaciuto nel padrone,l'eterno motivo di dissidio con lui:ha prediletto sempre gl'italiani. Anche adessoancora, lo giuro sull'anima mia, preferirebbedieci volte vedere noi tutti morti, sepotesse in tal modo richiamare in vital'amico.

TERZKYZitto! Zitto! Non più! Lasciate i morti

riposare! Oggi si tratta di vederechi batte l'altro a bere, giacché il vostroreggimento ci ha invitati. Passeremo un'allegranotte di carnevale, e quando il giorno alla nottesuccederà, aspetteremo l'avanguardia svedesecoi bicchieri colmi.

ILLOSì, fateci stare ancora

di buon animo per oggi, perché giorni torridici attendono. Questa spada non deve avererequie finché non si sarà intrisa di sangueaustriaco a sazietà.

GORDONVergogna, che discorsi

sono questi, signor feldmaresciallo? Perchétanta furia contro il vostro sovrano...

BUTTLERNon sperate troppo da questa prima vittoria.Riflettete come rapida gira la ruotadella fortuna, perché l'imperatore è assaipotente ancora!

ILLOL'imperatore ha soldati ma non

condottieri; infatti questo re Ferdinandodi Ungheria non s'intende di guerra - Gallas?Non ha fortuna né ha saputo mai fare altroche rovinare eserciti, e quella serpe, Ottavio,può certo mordere di nascosto un tallone

Page 204: Schiller - - Wallenstein

ma non affrontare Friedland in battaglia.

TERZKYNon potremo fallire, credete. La fortunanon abbandona il duca, già si sa; solocon Wallenstein l'Austria potrà vincere.

ILLOIl principe avrà fra poco un grosso esercito,tutti s'affollano, tutti accorrono intornoalle sue vecchie, gloriose bandiere.Vedo tornare i vecchi tempi, egli sarà di nuovogrande com'era prima: come si morderanno allorale mani, quelli che l'hanno abbandonato ora!Perché ai suoi amici donerà terre e paesi,e regalmente ricompenserà i fedeli servigi.Nel suo favore certo noi saremo i primi.

(A Gordon)

Anche a voi allora penserà, allora: vi toglieràda questo buco facendo brillare la vostrafedeltà in un compito più alto.

GORDONIo sono

contento, non mi preme di salire più in alto:alle vette son vicini i precipizi.

ILLOVoi qui

non avete ormai più nulla da fare, poichédomani in fortezza entreranno gli Svedesi.Venite, Terzky. È ora di cena. Che ne dite?Facciamo illuminare la città in onoredegli Svedesi, e chi non ci sta, è uno spagnoloe traditore.

TERZKYLasciate stare. Non piacerebbe al duca.

ILLOChe! Siamo i padroni qui, nessunodeve dirsi partigiano dell'imperatore dovenoi comandiamo. Buona notte, Gordon. Per l'ultimavolta vi raccomandiamo la fortezza, provvedetealle ronde, per sicurezza si potrebbe cambiarela parola d'ordine. Alle dieci in punto portereteal duca le chiavi, poi siete esonerato dal vostrocompito di custode, perché domani in fortezzaentrano gli Svedesi.

TERZKY (uscendo, a Buttler)Anche voi venite su

al castello, non è vero?

BUTTLERAl momento opportuno.

Terzky e Illo escono.

Scena VIII

Page 205: Schiller - - Wallenstein

Buttler e Gordon.

GORDON (seguendoli con lo sguardo)Gli sciagurati! Come senza un sospettosi precipitano nella rete mortale, nella lorocieca ebbrezza di vittoria! - Non possocompatirli. Quell'Illo, quel malandrinosfacciato e presuntuoso, che vuol bagnarsinel sangue del suo sovrano!

BUTTLERFate come vi ha

ordinato. Mandate in giro pattuglie, preoccupateviche la fortezza sia sicura: quando questisaranno di sopra, chiuderò prontamenteil castello, perché nulla trapeli del fattogiù in città!

GORDON (spaurito)Oh, non vi affrettate! Prima ditemi...

BUTTLERL'avete udito, già domani mattina sarannopadroni gli Svedesi. A noi non rimaneche la notte, essi sono svelti, ma più ancorasaremo svelti noi... Vi saluto.

GORDONAhimè, i vostri

sguardi nulla di buono mi dicono. Promettetemi...

BUTTLERIl sole è calato, scende una sera funesta -La loro boria li rende sicuri. Inermi li ponein mano nostra la loro cattiva stella,e nel bel mezzo della loro ebbra illusionedi felicità, l'acciaio tagliente troncheràrapido la lor vita... Un abilissimo calcolatoreè stato da sempre, il duca, tutto ha saputocalcolare, sapeva collocare e spostare gli uominisecondo i propri fini come pezzi di unascacchiera, e non ha mai esitato a giocarsiai dadi l'onore, la dignità e il buon nomedegli altri. Ha sempre calcolato e calcolatoe alla fine, il calcolo gli riuscirà sbagliato:avrà travolto la propria vita nel calcolo,come colui che cade dentro il cerchioda lui tracciato.

GORDONOh, non pensate adesso ai suoi difetti!

Alla grandezza pensate, alla clemenza, ai trattiamabili dell'animo suo! a tutte le azionimagnanime della sua vita, e fate che come angeliintercedano con supplice preghiera controla spada già levata!

BUTTLERÈ troppo tardi. Non mi è

lecito provare pietà, non posso nutrire che pensiericruenti.

Page 206: Schiller - - Wallenstein

(Afferrando la mano di Gordon)

Gordon! Non è impulso del mio odio...Non amo il duca e non ho motivo... però non èl'odio a farmi assassino. È la sua mala sorte.Mi spinge la sfortuna, l'ostile concorsodelle circostanze. L'uomo pensa di compiereun'azione liberamente: invano! È soltanto il trastullodella forza cieca che la scelta sua trasformarapidamente in terribile necessità. A chegli gioverebbe, del resto, se qualcosa parlassein suo favore nel mio cuore... Devo ciò malgradoucciderlo.

GORDONOh, se il cuore vi ammonisce, seguìte

il suo impulso. Il cuore è la voce di Dio, operaumana è il calcolo artificioso di ogni saggezza.Che bene potrà mai derivarvi da un'azionecruenta? Dal sangue, ahimè, nessun bene scaturisce!Dovrà essere per voi il trampolino della grandezza?Non lo credete... L'assassinio talvoltapotrà piacere ai re, ma l'assassino mai.

BUTTLERVoi non sapete.

Non chiedetemi nulla. Perché poi gli Svedesihanno dovuto vincere e approssimarsicon tanta fretta! Volentieri alla grazia sovranalo affiderei, non voglio il suo sangue. No, che vivapure! Ma l'onore della mia parola devosalvaguardare, e lui deve morire, oppure...Udite e sappiate! Io sono disonoratose il duca sfugge.

GORDONOh, salvare un tale uomo...

BUTTLER (rapidamente)Cosa?

GORDONMerita un sacrificio... Siate magnanimo!Il cuore, non l'opinione onora l'uomo.

BUTTLER (con freddo orgoglio)È un gran signore, è il principe... Ionon sono che un poveraccio, è questo chevolete dire. Che importa al mondo, voi pensate,se l'uomo d'umile origine si fa onore oppuresi copre d'infamia, purché il sangue principescosia salvo. Ciascuno sa il valore che ha:sta in me stabilire quale sia il mio valore.Nessuno sulla terra è così in alto cheal suo confronto io mi ritenga spregevole.L'uomo è reso grande o piccolo dalla propriavolontà, e perché io serbo fede alla mia,deve morire.

GORDONOh, mi sforzo di commuovere

un sasso! Voi non siete stato generatoumanamente da creature umane: non posso

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ostacolarvi, che un dio almeno salvilui dalla vostra tremenda mano.

Escono.

Scena IX

Una stanza nell'appartamento della duchessa.

Thekla su una poltrona, pallida, a occhi chiusi. La duchessa e la signorina von Neubrunn si affaccendano intorno a lei. Wallenstein e la contessa discorrono.

WALLENSTEINCome ha fatto a saperlo così presto?

CONTESSAPare avesse un presentimento di sventura.L'ha spaventata la voce che si è sparsad'una battaglia in cui era cadutoil colonnello degli imperiali. L'ho subitovisto. È volata incontro al corriere svedesee interrogandolo rapidamente gli ha strappatolo sciagurato segreto. Troppo tardi notammola sua assenza, le siamo corse dietroe già svenuta giaceva nelle bracciadi lui.

WALLENSTEINCosì impreparata doveva coglierla

questo colpo! Povera bambina - Come va? Si riprende?

Rivolgendosi alla duchessa.

DUCHESSAApre gli occhi.

CONTESSAVive!

THEKLA (guardandosi intorno)Dove sono?

WALLENSTEIN (le si accosta, sollevandola tra le braccia)Ritorna

in te, Thekla. Sii la mia coraggiosafigliola! Guarda il volto amorosodi tua madre, e le braccia di tuo padreche ti reggono.

THEKLA (raddrizzandosi)Dov'è lui? Non è più qui?

DUCHESSAChi,

figlia mia?

THEKLAColui che ha pronunciato la parola

di sventura...

DUCHESSAOh, non pensarci, bimba mia!

Page 208: Schiller - - Wallenstein

Volgi i pensieri via da quest'immagine.

WALLENSTEINLasciate che il suo dolore parli! Lasciateche si lamenti! Le vostre lacrime mescolatecon le sue. Ha sofferto un dolore assaigrande: ma lo supererà, perché la miaThekla ha l'indomito cuore di suo padre.

THEKLANon sono malata. Ho forze per star ritta.Perché piange la mamma? L'ho atterrita,forse. È passato, son ritornata in me.

(Si è alzata e cerca con gli occhi per la stanza)

Dov'è lui? Non me lo nascondete.Sono forte abbastanza, voglio udirlo.

DUCHESSANo, Thekla! Quel messaggero di sventuranon deve mai più comparirti dinanzi.

THEKLAPadre mio...

WALLENSTEINBambina cara!

THEKLANon sono

debole. Fra poco mi sarò rimessaanche meglio. Mi esaudisca una preghiera.

WALLENSTEINParla!

THEKLAConsenta che venga chiamato

quello straniero! Che io lo ascoltida sola e lo interroghi.

DUCHESSAMai e poi mai!

CONTESSANo! Non è consigliabile! Non concederlo!

WALLENSTEINPerché vuoi parlargli, figlia mia?

THEKLASarò

più calma quando saprò tutto. Non voglioessere ingannata. La mamma vuole soltantorisparmiarmi. Non voglio esser risparmiata.La cosa più terribile è stata detta ormai,non posso udire nulla di più terribile.

DUCHESSA e CONTESSA (a Wallenstein)Non farlo!

THEKLA

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Il mio sgomento mi ha coltodi sorpresa, il mio cuore mi ha traditain presenza di quello straniero: è statotestimone della mia debolezza, sì, sonocaduta fra le sue braccia - questomi dà vergogna. Devo rifarmi degnadel suo rispetto, e devo parlargli:è necessario che quello straniero non pensibassamente di me.

WALLENSTEINTrovo che ha ragione -

e sono incline a esaudirle questa preghiera.Chiamatelo.

La signorina Neubrunn esce.

DUCHESSAIo, tua madre, voglio però

esser presente.

THEKLAPreferirei parlargli da sola.

Mi comporterò dopo con maggiore calma.

WALLENSTEIN (alla duchessa)Lasciala fare. Lascia che se la sbrighida sola con lui. Vi sono dolori in cui l'uomopuò darsi aiuto soltanto da sé, un cuore fortevuole poter contare soltanto su se stesso.Dal petto suo, non da quello altrui, deveattinger forza per superare questo colpo.È la mia figliola coraggiosa: non da donna,da eroina voglio che sia trattata.

Fa per andarsene.

CONTESSA (trattenendolo)Dove vai? Ho udito dire da Terzkyche intendi partire domattina da qui, ma noilasciarci qua.

WALLENSTEINSì, voi restate affidate

alla custodia di uomini valorosi.

CONTESSAOh, portaci

con te, fratello! Non lasciarci in questa cupasolitudine ad attender l'esito con animoansioso. La presente sventura è facileda sopportare, ma il dubbio e il tormentodell'attesa orribilmente la ingrandisconoper chi è tanto lontano.

WALLENSTEINChi parla di sventura?

Correggi le tue parole. Ho speranzeben diverse!

CONTESSAE allora portaci con te!

Oh, non lasciarci qui, in questo luogo

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malaugurato: il cuore mi pesa fra questemura infatti, e mi sembra sentire il soffiodi una cripta mortuaria, non so dire quantoquesto luogo mi ripugni. Portaci via,te ne prego! Vieni, sorella, pregalo anche tuche ci conduca via! Aiutami, cara nipote!

WALLENSTEINPenserò io a mutare i tristi auspicidi questo luogo: sia esso a custodirmiquanto ho di più caro.

NEUBRUNN (ritornando)Il signore svedese!

WALLENSTEINLasciatela sola con lui.

Esce.

DUCHESSA (a Thekla)Vedi come

ti scolori! Bambina, è impossibileche tu gli parli. Obbedisci a tua madre.

THEKLALa Neubrunn rimanga allora qui vicina a me.

La duchessa e la contessa escono.

Scena X

Thekla. Il capitano svedese. La signorina Neubrunn.

CAPITANO (si avvicina rispettosamente)Principessa - io - devo chiedere perdono,come ho potuto...le mie inconsulte rapide parole...

THEKLA (con nobile contegno)Lei mi ha vista nel mio dolore,

un caso malaugurato l'ha reso da stranieroin un istante confidente.

CAPITANOTemo che Lei detesti

la mia vista: la bocca mia ha dettouna triste parola.

THEKLALa colpa è mia. Io stessa sono stata

a strappargliela: Lei non è statoche la voce del mio destino. Il mio sgomentoha interrotto il resoconto iniziato.La prego quindi di completarlo.

CAPITANO (preoccupato)Principessa,

rinnoverà il Suo dolore.

THEKLAVoglio restare calma. Come è cominciato

Page 211: Schiller - - Wallenstein

lo scontro? Completi il racconto.

CAPITANOCi trovavamo nel nostro accampamento,a Neustadt, debolmente fortificati perchénon si aspettava nessun attacco, quandoverso sera su dal bosco è salitauna nube di polvere, e il nostro avampostoin fuga si precipitò gridando:ecco il nemico! Abbiamo avuto ancoraappena il tempo di buttarci a cavallo, quandoi cavalleggeri di Pappenheim sfondandola palizzata di gran carriera sopraggiunseroe in un istante anche il fossato,che circondava il campo, era oltrepassatoda quelle schiere impetuose. Ma l'ardiretemerario le aveva spinte troppo avantiagli altri, la fanteria era ancora moltoindietro; soltanto gli audaci cavalleggeridi Pappenheim avevano seguito l'audacecomandante...

(Thekla fa un gesto. Il capitano si arresta un attimo, finché lei gli fa cenno di continuare)

Sul fronte allora e sui fianchili attaccammo con tutta la cavalleria,respingendoli verso il fossato, dove la fanteria,prontamente ordinata, oppose loro una rigidalinea di picche. Non potevano avanzare,né retrocedere, incuneati e ammassati in unaterribile strettoia. Allora il conte del Renogridò al comandante di arrendersicon gli onori di un buon combattimento,ma il colonnello Piccolomini...

(Thekla è còlta da vertigini e si afferra a una sedia)

...erariconoscibile dall'elmo a criniera e dallalunga chioma che si era sciolta nel rapidogaloppo - fa un cenno verso il fossato,lancia al galoppo al di là, in testa agli altri,il suo nobile corsiero e dietro a luisi slancia tutto il reggimento, ma... eccoche già l'irreparabile è avvenuto! Il suocavallo, trafitto da una partigiana, s'inalberafurioso, scaglia giù lontano il cavaliere,e alta sopra di lui passa la caricadei cavalli, non più obbedienti a freno.

Thekla, che ha seguito le ultime parole con tutti i segni di una angoscia crescente, è presa da un improvviso tremito violento, e sta per cadere. La signorina Neubrunn accorre e l'accoglie tra le sue braccia.

NEUBRUNNMia cara signorina...

CAPITANO (commosso)Io mi ritiro.

THEKLAÈ passato...

Termini pure!

Page 212: Schiller - - Wallenstein

CAPITANOQuando hanno visto cadere

il capo, una rabbiosa disperazione s'impadronìfuriosamente delle truppe. Nessuno pensa piùormai alla propria salvezza, combattonocome tigri selvagge, la loro ostinata resistenzaeccita i nostri, e la battaglia non finisceprima che l'ultimo uomo sia caduto.

THEKLA (con voce tremante)E dove...

dov'è... Lei non mi ha detto tutto.

CAPITANO (dopo una pausa)Stamattina l'abbiamo seppellito. Lo portavanododici giovani delle più nobili famiglie,tutto l'esercito accompagnava la bara.Un ramo d'alloro ornava il feretro, il contedel Reno in persona vi pose la propria spadadi vincitore. Né sono mancate lagrimedi compianto per il suo destino, perchémolti tra noi vi sono che conobberola sua magnanimità e la gentilezza dei costumi...e tutti ha commosso la sua sorte. Volentieriil conte del Reno l'avrebbe risparmiato,ma lui stesso ha impedito il tentativo:si dice che volesse morire.

NEUBRUNN (commossa, a Thekla che ha nascosto il volto)Mia cara signorina...

signorina, alzi il viso! Oh, perchéha voluto ostinarsi!

THEKLADov'è la sua tomba?

CAPITANONella chiesa di un convento, presso Neustadt,è sepolto, finché non giungerannoistruzioni dal padre.

THEKLACome si chiama

il convento?

CAPITANOSanta Caterina.

THEKLAÈ lontano da qui?

CAPITANOSette miglia circa.

THEKLAQual è la strada?

CAPITANOSi passa

da Tirschenreit e Falkenberg, per i nostriavamposti.

THEKLA

Page 213: Schiller - - Wallenstein

Chi li comanda?

CAPITANOIl colonnello Seckendorf.

THEKLA (va al tavolo e toglie dal cofanetto un anello)Lei mi ha vista nel mio dolore, e mi hadimostrato un cuore pietoso... Accetti...

(Dandogli l'anello)

un ricordo di quest'ora... Vada.

CAPITANO (confuso)Principessa...

Thekla, in silenzio, gli fa cenno di andarsene e si allontana. Il capitano esita e vorrebbe parlare. La signorina Neubrunn ripete il cenno e lui esce.

Scena XI

Thekla. Neubrunn.

THEKLA (getta le braccia al collo della Neubrunn)Ora, buona Neubrunn, provami l'affettoche sempre mi hai dichiarato: dimostrati miafedele amica e compagna! Dobbiamo partire,stanotte stessa.

NEUBRUNNPartire? e per dove?

THEKLADove? C'è un solo luogo al mondo per me!Dov'è sepolto, presso la sua bara.

NEUBRUNNMa

che vuol fare là, cara signorina?

THEKLAChe cosa,

sciagurata?! Non chiederesti se tu avessi maiamato. Là, c'è tutto quello che ancoradi lui rimane, quell'angolo è per me tuttala terra. Oh, non mi trattenere! Vienia fare i preparativi. Pensiamo ai mezziper fuggire.

NEUBRUNNHa pensato alla collera

di suo padre?

THEKLANon temo più la collera di nessuno.

NEUBRUNNLo scherno del mondo! la lingua taglientedel biasimo!

THEKLAVado a trovare uno che non è più,

Page 214: Schiller - - Wallenstein

voglio forse buttarmi nelle braccia... Oh, mio Dio!mi reco soltanto alla cripta dell'amato.

NEUBRUNNE noi, sole, due donne deboli e indifese?

THEKLACi armeremo, il mio braccio ti proteggerà.

NEUBRUNNDi nottetempo, nelle tenebre?

THEKLALa notte

ci nasconderà.

NEUBRUNNIn questa ruvida notte

di tempesta?

THEKLAHa forse avuto un letto

soffice lui, sotto gli zoccoli dei cavalli?

NEUBRUNNOh, Dio... e poi, tutte le sentinelle nemiche!Non ci lasceranno passare.

THEKLASono esseri umani,

la sventura circola libera su tuttaquanta la terra!

NEUBRUNNUn viaggio così lungo!

THEKLAIl pellegrino conta forse le migliaquando si reca al lontano santuario?

NEUBRUNNSarà possibile uscire da questa città?

THEKLAL'oro ci aprirà le porte. Va' dunque, va'!

NEUBRUNNE se ci riconoscono?

THEKLAIn una fuggiasca disperata nessuno cercheràla figlia di Friedland...

NEUBRUNNDove troveremo

i cavalli per la fuga?

THEKLALi procurerà

il mio scudiero. Va' e chiamalo.

NEUBRUNNOserà

Page 215: Schiller - - Wallenstein

farlo all'insaputa del suo signore?

THEKLALo farà.

Oh va', dunque! Non esitare.

NEUBRUNNAhimè! E che

ne sarà di Sua madre, quando Lei saràscomparsa?

THEKLA (facendosi pensosa, guarda davanti a sé con tristezza)Oh, madre mia!

NEUBRUNNSoffre già tanto

la buona mamma: dovrà toccarle ancoraquesto ultimo colpo?

THEKLANon posso risparmiarglielo!

Va' dunque, va'!

NEUBRUNNRifletta bene a quello

che fa.

THEKLAHo già riflettuto quanto occorre.

NEUBRUNNE quando saremo là, che avverrà di Lei?

THEKLALà, un dio suggerirà all'anima mia.

NEUBRUNNIl Suo cuore ora è pieno d'inquietudine,cara signorina: non è questa la viache porta alla pace.

THEKLAA una profonda pace, quale lui

ha trovato - Oh, affrettati! va'! Non proferirepiù parola! Mi sento trascinata da una forza,non so come chiamarla, irresistibilmentealla sua tomba! Là, mi sentirò sollevata,all'istante! Il nodo di dolore che mi soffoca,si scioglierà... le lacrime scorreranno.Oh va', potremmo già essere per via,da lungo tempo. Non trovo pace fin quandonon sarò fuggita da queste mura... mi sembrache mi cadano addosso... un'oscura potenzami respinge e mi caccia di qua...che sensazione è mai questa! Tutte le saledi questa casa mi si riempiono di lividi,cupi fantasmi... non ho più posto... semprenuovi ne arrivano! L'orrendo formicolìoscaccia via da queste mura me, viva!

NEUBRUNNLei mi spaventa e mi angoscia, al puntoche io stessa non oso più rimanere.

Page 216: Schiller - - Wallenstein

Vado a chiamare Rosenberg.

Esce.

Scena XII

Thekla sola.

THEKLAÈ lo spirito suo, che mi chiama. È la schieradei fedeli, che per vendicarlo si son sacrificati.Mi accusano di ignobile indugio. Essi nemmenonella morte hanno voluto staccarsi da lui,ch'era la guida della loro vita. - Questohanno fatto quegli animi rudi, e io dovreivivere! No! Anche per me quella ghirlandadi alloro, che adorna il tuo feretro, è stataintrecciata. Cos'è la vita senza il fulgoredell'amore? La getto via, ora che il contenutoè scomparso. Sì, dopo aver trovato te,che mi amavi, la vita è stata qualcosa per me.Fulgido mi appariva dinanzi il nuovo giornodorato! Sognavo ore celestiali. Tu stavi rittosulla soglia del mondo dove io, con ritrosiaconventuale, posavo il piede: era illuminatoda mille soli, e tu sembravi messo lìcome un buon angelo per portarmi dai favolosigiorni dell'infanzia, rapido, sulla vetta della vita.Il mio sentire è stato una felicitàcelestiale, il mio primo sguardo era penetratonel tuo cuore!

(Sprofonda nei suoi pensieri e si riscuote poi con segni di raccapriccio)

Ma sopraggiunge il destino... rozzoe gelido afferra la delicata persona dell'amicoe sotto gli zoccoli dei suoi cavalli la getta.Questa è la sorte delle cose belle in terra!

Scena XIII

Thekla. La signorina Neubrunn con lo scudiero.

NEUBRUNNEccolo qui, signorina, è pronto a farlo.

THEKLACi procurerai dei cavalli, Rosenberg?

SCUDIEROLi procurerò.

THEKLACi accompagnerai?

SCUDIEROSignorina,

fino in capo al mondo.

THEKLANon potrai

Page 217: Schiller - - Wallenstein

però più ritornare dal duca.

SCUDIEROResto

con Lei.

THEKLATi ricompenserò e ti raccomanderò

a un altro signore. Puoi guidarci sicurefuori dalla fortezza?

SCUDIEROPosso.

THEKLAQuando

potrò partire?

SCUDIEROIn quest'ora stessa. Dov'è

diretto il viaggio?

THEKLAA... diglielo, Neubrunn.

NEUBRUNNA Neustadt.

SCUDIEROBene, vado a sistemare tutto.

Esce.

NEUBRUNNAh, ecco viene Sua madre, signorina.

THEKLADio!

Scena XIV

Thekla. Neubrunn. Duchessa.

DUCHESSAÈ andato via: ti trovo più calma.

THEKLALo sono, mamma - lasci che adesso vadapresto a dormire e la Neubrunn stia con me.Ho bisogno di riposo.

DUCHESSAL'avrai, Thekla,

sicuro. Me ne vado rasserenata giacchéposso tranquillizzare tuo padre.

THEKLABuona

notte, dunque, cara mamma.

Le getta le braccia al collo e la stringe forte.

Page 218: Schiller - - Wallenstein

DUCHESSANon sei ancora

del tutto tranquilla, figlia mia. Tremicon tale violenza e il tuo cuore,lo sento battere sul mio.

THEKLAIl sonno

lo acquieterà. Buona notte, mamma cara!

Mentre si stacca dalle braccia della madre, cala il sipario.

ATTO V

La stanza di Buttler.

Scena I

Buttler. Il maggiore Geraldin.

BUTTLERSceglierete dodici robusti dragoni,li armerete di picche, perché non un solosparo deve aver luogo... li nasconderetevicino alla sala da pranzo, e quando verràservita la frutta, entrerete all'improvvisogridando: Chi è un buon imperiale?Io rovescerò la tavola - allora vi getteretesu entrambi e li abbatterete. Il castellosarà ben chiuso e sorvegliato, perché nessunanotizia della cosa arrivi al duca.Andate adesso... avete mandato a chiamarei capitani Deveroux e Macdonald?

GERALDINSaranno qui a momenti.

Esce.

BUTTLERNon si può arrischiare nessun rinvio.Anche i borghesi si dichiaranodalla sua parte: non so davvero che vertigineabbia còlto tutta la città. Nel duca vedonoun principe di pace e il fondatore di unanuova età d'oro. Il consiglio comunaleha distribuito armi, già cento personesi sono offerte per montare la guardiaa lui. Perciò occorre far presto: nemiciminacciano da fuori e da dentro.

Scena II

Buttler. I capitani Deveroux e Macdonald.

MACDONALDEccoci, generale.

DEVEROUX

Page 219: Schiller - - Wallenstein

Qual è la parola d'ordine?

BUTTLERViva l'imperatore!

ENTRAMBI (arretrando)Come?

BUTTLERViva la Casa d'Austria!

DEVEROUXNon è a Friedland

che abbiamo giurato fedeltà?

MACDONALDNon siamo stati

condotti qui per proteggerlo?

BUTTLERNoi proteggere

un nemico dell'impero e traditore?

DEVEROUXBe' sì,

tu ci hai assunti in servizio per lui.

MACDONALDE l'hai

seguito fino qui, a Eger.

BUTTLERL'ho fatto per trarlo

a più sicura rovina.

DEVEROUXAh sì!

MACDONALDLa faccenda è diversa.

BUTTLER (a Deveroux)Miserabile! Con tanta facilità ti sottraia dovere e bandiera?

DEVEROUXAl diavolo, signore!

Ho seguito il tuo esempio: è un briccone costui,ho pensato, potrai esserlo anche tu.

MACDONALDNoi

non riflettiamo. Questo è affar tuo! Tu seiil generale e comandi, noi ti ubbidiamo,fosse pure all'inferno.

BUTTLER (rabbonito)E va bene! Ci conosciamo

a vicenda.

MACDONALDSì, lo credo bene.

Page 220: Schiller - - Wallenstein

DEVEROUXSiamo

soldati di ventura: chi più ci offre,ci prende.

MACDONALDSì, è così.

BUTTLEROra dovete

restare soldati onesti.

DEVEROUXLo siamo volentieri.

BUTTLERE far fortuna.

MACDONALDAncora meglio.

BUTTLERAscoltate.

ENTRAMBIAscoltiamo.

BUTTLERÈ volere e ordine dell'imperatore

di catturare Friedland, vivo o morto.

DEVEROUXCosì

sta scritto nella lettera.

MACDONALDSì, vivo o morto!

BUTTLERE un ricco compenso, in denaro e poderi,attende colui che compirà l'impresa.

DEVEROUXSuona abbastanza bene, a sentirlo. La parolache viene di là ha sempre un bel suono.Sì, sì! Già lo sappiamo! Una qualche catenad'oro in dono, un cavallo sderenato,una pergamena o cose del genere. Il principepaga meglio.

MACDONALDEh sì, lui è splendido.

BUTTLERCon lui

è finita. La sua stella è tramontata.

MACDONALDÈ cosa certa?

BUTTLERIo ve lo dico.

Page 221: Schiller - - Wallenstein

DEVEROUXÈ finita

la sua fortuna?

BUTTLERFinita per sempre. È povero

come noi.

MACDONALDPovero come noi?

DEVEROUXEh allora,

Macdonald, bisogna abbandonarlo.

BUTTLERÈ stato già abbandonato da ventimilauomini. Dobbiamo fare di più, compatriota.Chiaro e tondo! Noi dobbiamo ucciderlo.

ENTRAMBI (indietreggiando)Ucciderlo!

BUTTLERUcciderlo, dico - E per farlo,

ho scelto voi.

ENTRAMBINoi?

BUTTLERVoi, capitani Deveroux e Macdonald.

DEVEROUX (dopo una pausa)Scegliete un altro.

MACDONALDSì, scegliete un altro.

BUTTLER (a Deveroux)Ti atterisce, vile fifone? E che? Hai giàsulla coscienza almeno trenta anime.

DEVEROUXAlzare la mano sul condottiero... pensa!

MACDONALDA cui abbiamo prestato giuramento!

BUTTLERIl giuramento è annullato dalla sua infedeltà.

DEVEROUXSenti, generale! La cosa mi sembra troppoatroce.

MACDONALDSì, è vero! Abbiamo pure una coscienza.

DEVEROUXSe almeno non fosse il capo che per tantotempo ci ha comandato e imposto rispetto.

Page 222: Schiller - - Wallenstein

BUTTLERÈ questo lo scrupolo?

DEVEROUXSì! Ascolta! Chiunque

altro! Al mio proprio figlio, se lo esigeil servizio dell'imperatore, con la spadatrapasserei le budella... ma vedi, noisiamo soldati, e assassinare il condottieroè un peccato e un'empietà di cui nessun frateconfessore ti potrebbe assolvere.

BUTTLERSono io

il tuo papa e ti assolvo. Decideteviin fretta.

DEVEROUX (resta pensieroso)Non va.

MACDONALDNo, non va.

BUTTLEREbbene,

andatevene e... mandate Pestalozzi.

DEVEROUX (interdetto)Pestalozzi... hum!

MACDONALDChe vuoi da quello?

BUTTLERSe voi rifiutate, se ne trovano tanti...

DEVEROUXNo, se deve cadere, è meglio che ci guadagniamola taglia noi, anziché altri. Che ne pensi,fratello Macdonald?

MACDONALDEh sì, se proprio deve

assolutamente cadere e la cosa non si puòevitare, non ho voglia di offrire l'occasionea questo Pestalozzi.

DEVEROUX (dopo aver riflettuto un po')Quando deve cadere?

BUTTLEROggi, entro stanotte, perché gli Svedesi domanisono già alle porte.

DEVEROUXTi fai garante

delle conseguenze, generale?

BUTTLERGarantisco

di tutto.

DEVEROUX

Page 223: Schiller - - Wallenstein

È proprio il volere dell'imperatore?Il suo volere chiaro e tondo...? Si dannocasi in cui giunge gradito un assassinioe l'assassino viene punito...

BUTTLERIl bando dice:

vivo o morto. E vivo non è possibile, lo vedetevoi stessi...

DEVEROUXMorto dunque! Morto! Ma come

sarà possibile arrivare a lui? La cittàè piena della gente di Terzky.

MACDONALDE poi

ci sono pure quel Terzky e quell'Illo...

BUTTLERDa quei due si comincia, s'intende.

DEVEROUXCosa?

devono cadere anche quelli?

BUTTLERQuelli per primi.

MACDONALDSenti Deveroux... si prepara una seratacruenta.

DEVEROUXHai già il tuo uomo per questo

affare? Da' l'incarico a me.

BUTTLERÈ già affidato

al maggiore Geraldin. Questa notte è carnevalee si darà un banchetto al castello: là a tavola,verranno assaliti e abbattuti... Pestalozzie Lesley son della partita...

DEVEROUXSenti, generale!

A te non può importarne nulla. Senti... lasciamisostituire Geraldin.

BUTTLERIl pericolo minore

è col duca.

DEVEROUXPericolo! Che diavolo pensi di me,

signore? Temo l'occhio non la spada del duca.

BUTTLERChe danno può recarti l'occhio suo?

DEVEROUXPer tutti i diavoli!

Tu mi conosci, sai che non son vile.

Page 224: Schiller - - Wallenstein

Ma vedi, non sono ancora passati otto giornidacché il duca mi ha fatto elargire venti moneted'oro perché mi comprassi questo caldo mantello,che porto addosso... e se ora mi vede dinanzicon la picca, e mi guarda il mantello...vedi... così - allora - il diavolo mi porti!non sono un fifone.

BUTTLERIl duca ti ha dato

questo caldo mantello e tu, povero diavolo,ti fai scupolo di ricambiarlo piantandogliin corpo la tua spada. Pensa che mantelloben più caldo gli ha messo sulle spallel'imperatore, il manto di principe. E lui,come ricambia? Con sedizione e tradimento.

DEVEROUXQuest'è anche vero. Il diavolo si portila gratitudine! Io... io l'ammazzerò.

BUTTLERE se vuoi acquietare la tua coscienza,non hai che da toglierti il mantello,così potrai agire a cuor leggeroe mano franca.

MACDONALDGià! ma c'è ancora da considerare

un'altra cosa.

BUTTLERChe cosa c'è ancora

da considerare, Macdonald?

MACDONALDA che ci servono

le armi contro di lui? Non può essereferito, è invulnerabile.

BUTTLER (sobbalzando)Che cosa è...

MACDONALDContro i colpi d'arma da fuoco e da taglio!È di pietra, reso immune da arti diaboliche,il suo corpo è impenetrabile, ti dico.

DEVEROUXSì, sì!

A Ingolstadt ce n'era un altro così, la suapelle era dura come acciaio, si è dovutoabbatterlo infine col calcio del fucile.

MACDONALDAscoltate ciò che farò!

DEVEROUXParla.

MACDONALDConosco

qui al convento un frate domenicano che è mio

Page 225: Schiller - - Wallenstein

compatriota: gli dirò d'immergermi nell'acquabenedetta spada e picca e pronunciarmi soprauna benedizione in tutta regola. È cosa provata,serve contro ogni magìa.

BUTTLERFai così, Macdonald.

Ma ora andate. Scegliete nel reggimento venti,trenta ragazzi robusti, fateli giurareper l'imperatore. Suonate le undici... quando le primeronde sono passate, li condurrete in gran silenzioalla casa... io stesso non sarò lontano.

DEVEROUXCome faremo a oltrepassare gli alabardierie le guardie, che son di sentinella nel cortileinterno?

BUTTLERHo perlustrato le possibilità del luogo.

Vi condurrò per una porta posteriore,ch'è sorvegliata da un solo uomo. Il mio rangoe il mio ufficio mi danno accesso al ducain ogni ora. Vi precederò, con una rapidapugnalata alla gola trafiggerò l'alabardieree vi farò strada.

DEVEROUXE arrivati sopra, come

raggiungeremo la camera del duca, senzache il personale di servizio si sveglie dia l'allarme? Perché è qui con un gran seguito.

BUTTLERLa servitù sta nell'ala destra: lui odiai rumori e abita tutto solo a sinistra.

DEVEROUXFosse passata, Macdonald... sento addossoun non so che, sa il diavolo!

MACDONALDAnch'io.

È un personaggio troppo grande. Saremo presiper due malfattori.

BUTTLERTra gli splendori, gli onori

e le ricchezze potrete ridere del giudizioe delle chiacchiere del mondo.

DEVEROUXPurché sia

sicura la faccenda degli onori.

BUTTLERNon vi preoccupate.

Voi salvate a Ferdinando corona e impero.Il compenso non può essero misero.

DEVEROUXÈ suo scopo

dunque detronizzare l'imperatore?

Page 226: Schiller - - Wallenstein

BUTTLERProprio così

Rubargli la corona e la vita!

DEVEROUXDovrebbe dunque

cadere per mano del boia, se a Viennavivo lo consegnassimo.

BUTTLERMai più una tal sorte

potrebbe evitare.

DEVEROUXVieni, Macdonald! Deve

finire come un condottiero, caderecon onore per mano di soldati.

Scena III

Una sala da cui si giunge in una galleria, che si perde lontano verso il fondo. Wallenstein è seduto a un tavolo. Il capitano svedese sta ritto davanti a lui.

Wallenstein e il capitano svedese. Poco dopo la contessa Terzky.

WALLENSTEINPresentate i miei omaggi al vostro signore.Prendo parte alla sua buona fortuna, e senon vedete tanta mostra di gioia in meper quanta ne merita la notizia di vittoria,credete, non è difetto di buona disposizione,giacché la nostra fortuna è ormai una sola!Addio! abbiatevi il mio ringraziamentoper la pena che vi siete data. La fortezzavi sarà aperta domani, al vostro arrivo.

(Il capitano svedese esce. Wallenstein resta immerso in profondi pensieri, lo sguardo fisso davanti a sé, il capo chino tra le mani. Entra la contessa Terzky e gli sta dinanzi per un po', inavvertita; alla fine egli fa un gesto rapido, la scorge e si ricompone)

Vieni da lei? Si riprende? Che fa?

CONTESSASembra sia più calma dopo il colloquio,mi dice mia sorella - ora è andata a letto.

WALLENSTEINIl suo dolore si mitigherà. Piangerà.

CONTESSAAnche te, fratello mio, non ti trovocome al solito. Dopo una vittoriami aspettavo tu fossi più sereno.Resta forte! Sostienici tu che sei la nostra luce.

WALLENSTEINSta' tranquilla.

Non ho nulla - dov'è tuo marito?

CONTESSASono a un banchetto,

Page 227: Schiller - - Wallenstein

lui e Illo.

WALLENSTEIN (si alza e fa alcuni passi nella sala)È già notte buia - va' nella tua stanza.

CONTESSANon mi mandare via. Oh, lasciami starevicino a te.

WALLENSTEIN (si è accostato alla finestra)In cielo v'è agitazione,

la bandiera della torre è sbattutadal vento, corrono in corteo le nubi,la falce della luna ondeggia e la notteè percorsa da baleni di un incertochiarore - Nessuna stella è visibile!Quel pallido riflesso laggiù, l'unico,viene da Cassiopea, e là sta Giove -ma ora lo ricopre la tenebra del cieloin tempesta!

Sprofonda nei suoi pensieri e guarda fisso fuori.

CONTESSA (guardandolo con tristezza gli prende la mano)Che stai pensando?

WALLENSTEINMi sembra

che starei meglio se lo vedessi.È l'astro che irraggia la mia vita,e spesso la sua vista mi ha datomeravigliosa forza.

Pausa.

CONTESSALo rivedrai.

WALLENSTEIN (è sprofondato di nuovo nei suoi pensieri, si riprende e si volge rapidamente alla contessa)Rivederlo? - Oh, mai più!

CONTESSACome?

WALLENSTEINÈ passato...

È polvere!

CONTESSAMa che intendi dire?

WALLENSTEINÈ lui il fortunato. Ha compiuto il ciclo.Per lui, non esiste più avvenire, il destinonon gli tesse più tranelli - la sua vita è distesasenza una piega, lucente, nessuna macchia scuravi è rimasta impressa, e per lui nessunaora suona con minaccia di sventura.È andato al di là di ogni desiderio e timore,non appartiene più ai pianeti vacillanti,e ingannatori... Oh, lui sta bene! Ma chi sache cosa l'ora prossima recherà a noi,avvolta in nero velo!

Page 228: Schiller - - Wallenstein

CONTESSAParli di Piccolomini.

Com'è morto? Il messaggero si allontanavada te proprio mentre io giungevo.Oh, non volgere lo sguardo indietro! Avantifa' che guardiamo, a giorni più sereni.Rallegrati della vittoria, dimentica quel che ti costa.Non oggi ti è stato tolto l'amico: quandosi è congedato da te, allora lui ti è morto.

WALLENSTEINSupererò questo colpo, lo so, e cosa mainon supera l'uomo! Impara a disavvezzarsidalle cose più alte come dalle più volgari,perché lo vince la violenza dell'attimo.Ma sento bene quello che in lui ho perduto.Dalla mia vita è sparito il fiore, e la vedodavanti a me fredda e scolorita: perchéaccanto a me egli era la mia giovinezza,mutava per me in sogno la realtà tessendointorno alla volgare evidenza delle coseil profumo dorato dell'aurora - al fuocodel suo sentimento amorevole acquistavanorilievo, con mio stesso stupore, i piattie quotidiani aspetti della vita. - Qualunquecosa io possa ancora conquistare, la bellezzaè sparita, non ritorna più, perché al di sopradi ogni felicità sta l'amico, che sentendolala crea, condividendola l'accresce.

CONTESSANon disperare della tua propria forza. Il tuocuore è ricco abbastanza da ravvivare se stesso.Tu ami ed esalti in lui virtù che tu stessohai trapiantato in lui, in lui coltivato.

WALLENSTEIN (dirigendosi verso la porta)Chi ci disturba ancora a notte tarda?È il comandante. Porta le chiavidella fortezza. Lasciaci, sorella. È quasi mezzanotte.

CONTESSAOh, quanto mi pesa, oggi, andarmene da te,e mi agita un ansioso timore.

WALLENSTEINTimore! Di che?

CONTESSAChe tu parta in fretta questa notte,e al risveglio non ti troviamo più.

WALLENSTEINFantasie!

CONTESSAOh, l'anima mia da tempo è angosciatada foschi presentimenti, e se da svegliali combatto, assalgono il mio cuore spauritocon sogni tenebrosi. T'ho visto ieri notte,adorno di ricche vesti, sedere a tavolacon la tua prima consorte...

Page 229: Schiller - - Wallenstein

WALLENSTEINQuesto è un sogno

di felice augurio, perché quel matrimonioha creato la mia fortuna.

CONTESSAE oggi ho sognato

che venivo a trovarti nella tua stanza...Quando sono entrata, non era più la tuastanza, era la certosa di Gitschin, che tuhai fondato e dove vuoi essere sepolto.

WALLENSTEINIl tuo spirito, evidentemente, si aggiraintorno a simili pensieri.

CONTESSACome? Non credi

che una voce ammonitrice parli nei sognia noi con i presagi?

WALLENSTEINTali voci esistono -

non c'è dubbio! Ma non le chiamerei vociammonitrici quelle che annunciano solol'inevitabile. Come l'immagine del solesi dipinge nel cerchio di vapori, primadel suo apparire, anche i grandi eventison preceduti dai loro spiriti, e nell'oggis'avanza già il domani. Ho sempre riflettutoio stesso su quello che si legge della mortedi Enrico IV. Il re sentiva il fantasmadel pugnale nel proprio petto già moltotempo prima che l'assassino Ravaillacse ne armasse. La calma lo fuggiva: giravaerrabondo nel suo Louvre, si sentivaspinto all'aperto, la festa d'incoronazionedella moglie gli parve un funerale; udivacon orecchio presago il passo dei piediche lo cercavano per le vie di Parigi.

CONTESSAE a te, la presaga voce interiore nulladice?

WALLENSTEINNulla. Stai pure tranquillissima!

CONTESSA (perduta in cupi pensieri)E un'altra volta, mentre ti seguivo in fretta,tu mi sfuggivi per un lungo corridoio,per ampie sale, che non finivano mai... portesbattevano con fracasso - ansante ti seguivoe non riuscivo a raggiungerti - a un trattomi sentii afferrare, da dietro, da una manogelida, eri tu, e mi baciasti, e su di noiparve distendersi una coperta rossa...

WALLENSTEINÈ

il tappeto rosso della mia stanza.

Page 230: Schiller - - Wallenstein

CONTESSA (guardandolo a lungo)Se si dovesse

giungere a questo... se tu, che adesso mi staidavanti così pieno di vita...

Cade sul suo petto, piangendo.

WALLENSTEINÈ il bando

imperiale che t'impaurisce. Le parole scrittenon feriscono, non troverà mani.

CONTESSASe però

le trovasse, la mia decisione è presa -porto con me il mio conforto.

Esce.

Scena IV

Wallenstein. Gordon. Poi il cameriere.

WALLENSTEINÈ tutto tranquillo in città?

GORDONLa città

è tranquilla.

WALLENSTEINOdo musica chiassosa, il castello

è tutto illuminato. Chi è questa gente allegra?

GORDONAl castello è stato offerto un banchettoal conte Terzky e al feldmaresciallo.

WALLENSTEIN (tra sé)È per via della vittoria... Questa razzadi gente non riesce a rallegrarsi che a tavola.

(Suona. Entra il cameriere)

Svestimi, voglio andare a dormire.

(Prende con sé le chiavi)

Eccoci dunque al riparo da qualsiasinemico e chiusi dentro con gli amicifidati: perché, o tutto m'inganna, oppureun viso come questo

(guardando Gordon)

non è maschera d'ipocrita.

(Il cameriere gli ha tolto il mantello, la gorgiera e la tracolla)

Fa' attenzione! Cos'è caduto qui?

CAMERIERE

Page 231: Schiller - - Wallenstein

La catena d'oro si è spezzata in due.

WALLENSTEIN (contemplando la catena)Questo è stato il primo segno dellabenevolenza dell'imperatore. Me l'ha messaintorno al collo da arciduca, durantela guerra in Friuli, e per abitudinel'ho portata finoggi. Per superstizione,se volete. Doveva essere per me un talismano,fintanto che fiducioso l'avessi portataal collo, per legare a me per tutta la vitala fortuna fugace, di cui era primo pegno.Sia pure! D'ora innanzi una nuova fortunadeve iniziare per me, giacché la potenzadi questo incantesimo è spezzata.

(Il cameriere si allontana con gli abiti. Wallenstein si alza, fa un giro per la sala e si ferma infine, tutto assorto, davanti a Gordon)

Come si rifà prossimo il passato! Mi rivedoalla Corte di Burgau, dove siamo stati paggiinsieme. Spesso abbiamo litigato, tu avevibuone intenzioni e volentieri il moralistasolevi fare, mi sgridavi di tendere semprea grandi mete, di credere nei sogni audacie mi elogiavi l'aurea mediocrità. Ma guarda!la tua saggezza ha avuto cattiva conferma,ti ha reso precocemente un uomo finito,e se con le mie stelle io non intervenissi,ti lascerebbe spegnere in silenzioin quest'angolo ignobile.

GORDONMio principe!

Il pescatore, con sereno animo, ormeggiala barchetta nel porto sicuro, vedendoincagliarsi in mezzo alla tempesta la grandenave.

WALLENSTEINSicché, sei già in porto, vecchio mio?

Io no. L'ardire ancora intatto e frescomi sospinge tuttora maestoso sull'ondadella vita; mia dea è tuttora la speranza,giovinetto il mio spirito, e se mi confrontoa te, vorrei, sì, vorrei quasi vantarmiche sopra la mia testa bruna gli annirapidi son passati.

(Attraversa la sala a grandi passi e si ferma dal lato opposto, di fronte a Gordon)

Chi si azzarda ancora a chiamare ingannevolela fortuna? A me, è stata fedele: mi ha tiratofuori con amore dalle schiere umane e mi haportato con braccia divine, forti e lievi,su per i gradini della vita. Nulla di mediocrec'è nelle vie del mio destino, come nellelinee della mia mano: chi potrebbe giudicarecon metro umano la mia vita? Se adesso, è vero,sembro caduto in basso, risalirò tuttavia:alto riflusso farà presto rimontarequesta bassa marea...

Page 232: Schiller - - Wallenstein

GORDONPure, vorrei ricordare l'antico

detto: Non bisogna lodare il giornoprima di sera. Non trarrei speranza dalla lungafortuna: è alla sventura che viene inviatala speranza. Timore dovrebbe aleggiareintorno all'uomo fortunato, perché la bilanciadella sorte è in perenne oscillazione.

WALLENSTEIN (sorridendo)Odo parlare ancora il Gordon di un tempo.So bene che mutevoli sono le vicendeterrene e che gli dèi maligni esigonoil loro tributo: già gli antichi popolipagani lo sapevano, perciò spontaneamentesi addossavano malanni per placare la gelosadivinità, e olocausti umani grondavano sangueper Tifone.

(Dopo una pausa, serio e più sommesso)

Anch'io gli ho offerto un olocausto...infatti per me è caduto l'amico più caro,per mia colpa è caduto. Né mai più il favoredella fortuna potrà darmi gioia che superiil dolore arrecatomi da questo colpo...L'invidia del destino è saziata, essa accettauna vita contro un'altra vita, e sopra il capoamato e puro è stato deviato il fulmineche doveva stroncare e abbattere me.

Scena V

Detti. Seni.

WALLENSTEINNon è Seni che sta venendo? E com'è stravolto!Che cosa ti conduce ancora qui,ad ora così tarda, Battista?

SENITimore

per te, Altezza.

WALLENSTEINDi', che c'è?

SENIFuggi, Altezza,

prima che spunti il giorno. Non affidartiagli Svedesi.

WALLENSTEINChe ti viene in mente?

SENI (alzando la voce)Non

affidarti a questi Svedesi!

WALLENSTEINMa che c'è?

Page 233: Schiller - - Wallenstein

SENINon aspettare l'arrivo di questi Svedesi!Da falsi amici prossima sciagura ti minaccia,i segni sono spaventosi: prossime, imminentiti attornano le reti della rovina.

WALLENSTEINTu sogni,

Battista, il timore ti sconvolge.

SENIOh, non credere

che vacuo timore m'inganni. Vieni, leggi tu stessonella situazione degli astri che sciagurada falsi amici ti minaccia.

WALLENSTEINDai falsi amici

proviene tutta la mia disgrazia: il mònitoavrebbe dovuto giungere prima, ora non ho piùbisogno di stelle, per questo.

SENIOh, vieni a vedere!

Crederai agli occhi tuoi. Un segno spaventevolesta nella Casa della Vita: un nemico vicino,un mostro sta in agguato dietro i raggidella tua stella - accogli il monito!Non ti consegnare a questi pagani,che fan guerra alla nostra santa Chiesa.

WALLENSTEIN (sorridendo)Da quella parte viene l'oracolo? Sì! Sì!Ora mi ricordo... Quest'alleanza svedesenon ti è mai andata giù...va' a dormire,Battista! Segni del genere non li temo.

GORDON (che è stato fortemente scosso da questi discorsi, si rivolge a Wallenstein)Mio principe e signore! Posso parlare?Spesso da una bocca disutile vieneuna parola utile.

WALLENSTEINParla liberamente!

GORDONMio principe!

Se la Provvidenza divina si servissemiracolosamente di questa boccaper la Sua salvezza?

WALLENSTEINIl vostro è delirio,

sia l'uno che l'altro. Come può venirmisciagura dagli Svedesi? Essi hannocercato l'alleanza con me, che torna a lorovantaggio.

GORDONMa se tuttavia l'arrivo

degli Svedesi... fosse proprio questoad attirare precipitosamente la rovinasul Suo capo così fiducioso...

Page 234: Schiller - - Wallenstein

(Gettandosi ai suoi piedi)

Voi sieteancora in tempo, mio principe...

SENI (s'inginocchia)Ascoltalo!

ascoltalo!

WALLENSTEINIn tempo, e a fare che? Alzatevi...

Lo voglio, alzatevi.

GORDON (rialzandosi)Il conte del Reno

è ancora lontano. Date un ordine e questafortezza sarà chiusa per lui. Se vorràstringerci d'assedio, si provi. Ma questoio dico: con tutta la sua gente andràin rovina sopra questi bastioni primadi aver fiaccato il prode animo nostro.Apprenderà di che sia capace un pugnodi eroi animato da un eroico condottieroche ha la seria intenzione di ripararea un errore. Questo fatto commuoveràl'imperatore e lo placherà, ché il suocuore è portato alla mitezza, e Friedlandche ritorna pentito salirà nel favoredel sovrano più in alto di quantol'incensurato non sia stato mai.

WALLENSTEIN (lo guarda con sorpresa e stupore e tace per un po', dando a vedere una forte emozione interiore)Gordon... il calore dello zelo vi portamolto in là, ma all'amico di gioventù qualcosaè concesso. È corso sangue, Gordon. Mail'imperatore potrà perdonarmi. Se lui lo potesse,io, io non potrò mai lasciarmi perdonare. Seavessi saputo prima ciò ch'è ormai avvenuto,che mi sarebbe costato l'amico più caro,e se il cuore mi avesse parlato come adesso...può darsi che avrei riflettuto... puòdarsi anche di no... Ma ora, esitazioni,riguardi, perché mai? Tutto è cominciato troppotragicamente per finire in nulla. Che tuttoabbia il suo corso!

(Accostandosi alla finestra)

To', si è fatto notte,nel castello c'è già silenzio... Fa' luce, cameriere!

(Il cameriere, che nel frattempo è entrato in silenzio, restando a distanza, con evidente interesse alla scena, si fa avanti, molto emozionato, e si getta ai piedi del duca)

Anche tu, ora? Ma so già perché desiderila mia pace con l'imperatore. Poveraccio!Ha un piccolo podere in Carinzia ed è in penache glielo tolgano, perché sta con me. Sonodunque così povero da non poter risarcirei servi? Ebbene! Non voglio costringerenessuno. Se credi che la fortuna mi abbiaabbandonato, lasciami pure. Oggi mi svestirai

Page 235: Schiller - - Wallenstein

per l'ultima volta e poi passerai al tuoimperatore... Buona notte, Gordon! Ho intenzionedi fare un lungo sonno perché il tormentodi questi ultimi giorni è stato grande: abbiatecura che non mi sveglino troppo per tempo.

Esce. Il cameriere gli fa luce. Seni lo segue. Gordon resta immobile nel buio seguendo il duca con gli occhi finché lo vede scomparire nell'ultimo corridoio; poi a gesti esprime il suo dolore, appoggiandosi afflitto a una colonna.

Scena VI

Gordon. Buttler, dapprima dietro la scena.

BUTTLERFermatevi qui, finché darò il segnale.

GORDON (sobbalzando)È lui, già conduce gli assassini.

BUTTLERI lumi

sono spenti. In profondo sonno tuttoè già immerso.

GORDONChe debbo fare? Tento di salvarlo?

Metto in allarme la casa, le sentinelle?

BUTTLER (comparendo sul fondo)Dal corridoio viene un barlume di luce.Esso guida alla camera del duca.

GORDONE se lui

scampa, rafforzando la potenza del nemico,non graveranno sul mio capo tuttele terribili conseguenze?

BUTTLER (avvicinandosi un poco)Silenzio!

Ascolta! Chi è che parla?

GORDONAh, è meglio

che affidi la decisione al cielo. Chisono io infatti da potermi assumereun atto così grave? Io non l'hoassassinato, se perisce, ma la suasalvezza sarebbe imputabile a mee ne dovrei portare tutte le graviconseguenze.

BUTTLER (facendosi avanti)Questa voce io la conosco!

GORDONButtler!

BUTTLERÈ Gordon. Che cercate voi qui?

Il duca vi ha congedato così tardi?

Page 236: Schiller - - Wallenstein

GORDONVoi

avete la mano tutta fasciata.

BUTTLERÈ ferita.

Quell'Illo ha combattuto come un disperato,finché siamo riusciti a stenderlo...

GORDON (rabbrividendo)Sono

morti!

BUTTLERÈ fatto. È andato a letto, lui?

GORDONOh, Buttler!

BUTTLER (con urgenza)È a letto? Parlate! L'azione

non può restare celata a lungo.

GORDONNon deve morire.

Non per opera vostra! Il cielo non vuoleil vostro braccio. Vedete, è ferito.

BUTTLERNon occorre

il mio braccio.

GORDONI colpevoli son morti,

la giustizia è soddisfatta! Lasciateche sia placata da queste vittime.

(Il cameriere viene dal corridoio, col dito sulle labbra, imponendo silenzio)

Dorme!Oh, non assassinate il sacro sonno!

BUTTLERNo,

deve morire da sveglio.

Fa per andare.

GORDONIl suo cuore è ancora rivolto alle coseterrene, non è pronto a presentarsidavanti a Dio.

BUTTLERDio è misericordioso.

Fa per andare.

GORDON (lo trattiene)Ancora questa notte sola concedetegli.

BUTTLERIl prossimo istante può già tradirci.

Page 237: Schiller - - Wallenstein

Vuole andare.

GORDON (lo trattiene)Soltanto un'ora!

BUTTLERLasciatemi! A che può

giovargli la breve proroga?

GORDONOh, il tempo

è un dio miracoloso. In un'ora scorronotante migliaia di granelli di sabbia, rapidicome loro si muovono i pensieri dell'uomo.Soltanto un'ora! Il vostro cuore, il suopossono mutarsi... può giungere una notiziadal cielo, può venire rapido, a salvamento,un evento decisivo - Oh, che cosa non puòfare un'ora!

BUTTLERVoi mi ricordate quanto

siano preziosi i minuti.

Batte col piede sul pavimento.

Scena VII

Macdonald, Deveroux con alabardieri si fanno avanti. Poi il cameriere. Detti.

GORDON (gettandosi tra lui e quelli)No, mostro!

Dovrai prima passare sul mio cadavere,perché non voglio vivere questa ora tremenda!

BUTTLER (spingendolo via)Vecchio deficiente!

Si odono trombe in lontananza.

MACDONALD e DEVEROUXTrombe svedesi! Gli Svedesi

sono davanti a Eger! Affrettiamoci.

GORDONDio! Dio!

BUTTLERAl vostro posto, comandante.

Gordon esce precipitosamente.

CAMERIERE (accorrendo)Chi osa

fare rumore? Zitti, il duca dorme!

DEVEROUX (con voce alta e terribile)Amico!

ora è tempo di far rumore!

CAMERIERE (levando alte grida)

Page 238: Schiller - - Wallenstein

Aiuto! Assassini!

BUTTLERAbbattetelo!

CAMERIERE (trafitto da Deveroux, cade all'ingresso della galleria)Gesummaria!

BUTTLERForzate le porte!

Passando sopra il cadavere, s'infilano nella galleria. Si odono in lontananza cadere l'una dopo l'altra due porte - voci cupe - fragore d'armi - poi improvvisamente profondo silenzio.

Scena VIII

La contessa Terzky con un lume.

CONTESSAÈ vuota la sua camera da letto e leinon si trova in nessun luogo: anchela Neubrunn, che accanto a lei vegliava,manca - che sia fuggita? Dove può esserefuggita! Bisogna rincorrerla, mettere tuttoin moto! Come apprenderà il duca questanotizia terribile! - Se almeno mio maritofosse di ritorno dal banchetto! Chissàse il duca è ancora sveglio? Mi è sembratodi udire qui voci e passi. Voglio andareun po' a origliare alla porta. Senti! chi c'è?Qualcuno viene di corsa su per la scala.

Scena IX

Contessa. Gordon.Poi Buttler.

GORDON (precipitandosi dentro, senza fiato)È un errore... non sono gli Svedesi.Non procedete oltre... Buttler... Dio!Dov'è?

(Scorgendo la contessa)

Contessa, dica Lei...

CONTESSALei viene

dal castello. Dov'è mio marito?

GORDON (inorridito)Suo marito!

Oh, non chieda! Vada dentro...

Fa per andare.

CONTESSA (trattenendolo)Non prima

che mi abbia rivelato...

GORDON (incalzando con violenza)Da quest'attimo

Page 239: Schiller - - Wallenstein

dipende il mondo! Per amor di Dio se ne vada...Mentre parliamo... Dio del cielo!

(Gridando a gran voce)

Buttler! Buttler!

CONTESSAMa quello è al castello con mio marito.

Buttler viene dalla galleria.

GORDON (vedendolo)Era un errore... non sono gli Svedesi...ma gl'imperiali che son riusciti ad entrare.Mi manda il luogotenente generale, luistesso a momenti sarà qui... non doveteprocedere oltre...

BUTTLERGiunge troppo tardi.

GORDON (afflosciandosi contro il muro)Dio di misericordia!

CONTESSA (presaga)Che cosa è troppo tardi?

Chi sarà qui a momenti? Ottavio penetratoa Eger? Tradimento! tradimento! Dov'è il duca?

Corre verso la galleria.

Scena X

Detti. Seni. Poi il borgomastro, un paggio, una cameriera. Servitori atterriti attraversano di furia la scena.

SENI (giungendo dalla galleria con tutti i segni del terrore)Oh, azione sanguinosa, spaventevole!

CONTESSACos'è

accaduto, Seni?

PAGGIO (sopraggiungendo)Oh, vista miseranda!

Servitori entrano con fiaccole.

CONTESSAMa cos'è

per l'amor di Dio!

SENIE domandate ancora? Là

dentro c'è il duca assassinato, vostromarito è stato pugnalato nel castello.

La contessa s'arresta impietrita.

CAMERIERA (correndo)Aiuto! aiuto per la duchessa!

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BORGOMASTRO (giungendo spaventato)Ma che grida

di strazio destano i dormienti di questa casa?

GORDONLa vostra casa è maledettain eterno! In casa vostra c'è il ducaassassinato.

BORGOMASTROChe Dio non voglia!

Si precipita fuori.

PRIMO SERVITOREFuggite!

Fuggite! ci assassinano tutti!

SECONDO SERVITORE (portando dell'argenteria)Di qua.

Le uscite, sotto, sono bloccate.

Dietro la scena si grida.

VOCILargo!

Largo al luogotenente generale!

A queste parole la contessa si scuote dalla sua rigidità, si riprende ed esce in fretta.

VOCI (sempre dietro la scena)Occupate

il portone! Trattenete la folla!

Scena XI

Detti, senza la contessa. Entra Ottavio Piccolomini col seguito. Deveroux e Macdonald avanzano contemporaneamente dal fondo con gli alabardieri. Il cadavere di Wallenstein, avvolto in un tappeto rosso, viene portato attraverso il fondo della scena.

OTTAVIO (entrando rapidamente)Non può essere! Non è possibile! Buttler!Gordon! Non voglio crederlo. Ditemi di no.

Gordon senza rispondere, indica con la mano verso il fondo. Ottavio guarda e si blocca atterrito.

DEVEROUX (a Buttler)Ecco qui il Toson d'oro e la spada del duca!

MACDONALDComandate che le carte d'ufficio...

BUTTLER (indicando Ottavio)Ecco qui

il solo che ora può dar comandi.

Deveroux e Macdonald si ritraggono rispettosamente; tutti si dileguano in silenzio, in modo che rimangono in scena soltanto Buttler, Ottavio e Gordon.

OTTAVIO (rivolto a Buttler)Era questa l'intesa, Buttler, quandoci separammo? Dio di giustizia! Alzo

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la mia mano! Io non sono colpevoledi quest'azione mostruosa.

BUTTLERLa vostra mano

è monda. Per farlo, avete usato la mia.

OTTAVIOScellerato! In tal modo dovevi abusaredell'ordine sovrano, addossando al sacronome del tuo imperatore un sanguinosoassassinio a tradimento?

BUTTLER (con distacco)Non ho fatto

che eseguire la sentenza imperiale.

OTTAVIOOh, maledizione dei re, che infonde alle loroparole quella terribile fatalità per cuiall'effimero pensiero subito s'aggancial'azione fissa, irrevocabile! Era necessarioobbedire dunque così rapidamente? Non poteviconcedere tempo per la clemenza a quelclemente? L'angelo custode dell'uomoè il tempo - saldare l'esecuzione rapidaal verdetto si addice solo all'immutabileIddio!

BUTTLERPerché mi rimproverate? Qual è il mio

delitto? Ho fatto una buona azione, ho liberatol'impero da un tremendo nemico e faccioassegnamento sulla ricompensa. Tra la vostraopera e la mia, l'unica differenza sta nel fattoche voi avete affilato il dardo e io l'hoscagliato. Voi avete seminato sangue e sietestupito che il sangue scorra. Io ho sempresaputo ciò che facevo, sicché il risultatonon può darmi spavento né sorpresa. - Avetealtri incarichi da affidarmi? Perché partoimmediatamente per Vienna, per deporre la miaspada sanguinante davanti al trono del mioimperatore, e per riscuotere l'approvazioneche la veloce e puntuale obbedienzaha diritto di pretendere dal giudice giusto.

Esce.

Scena XII

Detti, senza Buttler. Entra la contessa Terzky, pallida e stravolta. Parla debolmente, con lentezza, senza passione.

OTTAVIO (andandole incontro)Oh, contessa Terzky, bisognava proprioarrivare a tanto? Ecco la conseguenzadi azioni sciagurate.

CONTESSASono i frutti

della Sua opera... Il duca è morto,mio marito è morto, la duchessa lotta

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con la morte, mia nipote è scomparsa.Questa casa di splendori e di magnificenzeè ormai deserta, e da tutte le porteil personale di corte fugge atterrito.Qui dentro, io sono l'ultima: l'ho chiusae ne consegno, qui, la chiave.

OTTAVIO (con profondo dolore)Oh, contessa, anche la mia casa è deserta.

CONTESSAChi ancora dovrà perire? Chi dovrà essereancora bistrattato? Il principe è morto,la vendetta dell'imperatore può dirsisoddisfatta. Risparmi i vecchi servitori!Che a quei fedeli non venga imputatoa delitto il loro affetto e la fedeltà!Il destino ha sorpreso mio fratellotroppo in fretta, non ho potuto piùpensare a loro.

OTTAVIONiente maltrattamenti!

Nessuna vendetta, contessa! La grave colpaè stata gravemente espiata, l'imperatoreè riconciliato, nulla che riguardi il padregraverà sulla figlia, se non la sua gloriae il suo merito. L'imperatrice onora la Suasventura. Le schiude con animo partecipele sue braccia materne. Perciò nessun timorepiù! Abbia fiducia e si rimetta, pienadi speranza, alla clemenza imperiale.

CONTESSA (con uno sguardo al cielo)Mi affido alla clemenza di un signorepiù potente... Dove troverà pace la salmaprincipesca? Nella certosa da lui stesso fondata,a Gitschin, riposa la contessa Wallenstein:al fianco di lei, che ha posto le basidella sua fortuna, egli desiderava riposareun giorno, in gratitudine! Oh, lo faccia seppellirelà! Anche per la spoglia di mio marito pregouguale favore. L'imperatore è proprietariodei nostri castelli: sia concessa a noisolo una tomba presso quelle degli avi.

OTTAVIOLei trema, contessa - si scolora - Dio!Che significato devo dare alle Sue parole?

CONTESSA (raduna le ultime forze e dice con vivacità e dignità)Lei certo ha un concetto più degno di meda non credere che io sopravviva alla rovinadella mia casa. Noi non ci siamo sentitiindegni di stendere la mano a una corona...Non doveva essere... ma il nostro modo di pensareè regale e stima una morte coraggiosa, libera,più rispettabile di una vita disonorata. Io...il veleno...

OTTAVIOOh, salvatela! aiutatela!

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CONTESSAÈ troppo

tardi. Tra pochi istanti la mia sortesarà compiuta.

Esce.

GORDONOh, casa d'assassinio

e d'orrore!

(Giunge un corriere, che reca una lettera. Gordon gli va incontro)

Che c'è? Questo è il sigilloimperiale.

(Ha letto la soprascritta e consegna la lettera a Ottavio, con uno sguardo di rimprovero)

Al principe Piccolomini.

Ottavio trasalisce e alza afflitto lo sguardo al cielo. Cala il sipario.