Sciso -Appunti di diritto internazionale dell’economia

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riassunto del testo E. Sciso - Appunti di diritto internazionale dell’economia,

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APPUNTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE DELLECONOMIA(E. SCISO)CAPITOLO 1 - DIEIl diritto internazionale delleconomia costituito dallinsieme di regole che disciplinano i rapporti economici internazionali, ossia quelle relazioni che si sviluppano in almeno 2 paesi diversi, non esaurendosi dunque in unico ordinamento giuridico: adottiamo dunque una prospettiva macroeconomica e analizziamo le relazioni tra grandi gruppi economici: IDE, scambi commerciali internazionale e non le semplici vendite o i rapporti economici tra privati di Stati diversi (diritto del commercio internazionale e non commerciale internazionale)

Alcuni settori della materia si sono sviluppati al punto tale da formare regole specifiche in alcuni ambiti: TRIPs (aspetti commerciali della propriet intellettuale) e le regole per le Pmi in seno allOMC.Lautonomia (sue peculiarit rispetto al diritto internazionale pubblico) del DIE rispetto al DI data dal diverso ruolo che giocano, nelle 2 discipline, le regole e i principi fondamentali:1) Il principio dellindipendenza sovrana e delluguaglianza degli Stati: Il diritto pubblico internazionale ancora incentrato sul dogma indiscusso dellindipendenza (formale) di enti sovrani superiorem non recognoscentes ed uguali. Invece il diritto internazionale delleconomia incentrato sullidea dellinterdipendenza degli Stati intesa come scambio tra macrosistemi economici. Inoltre la disuguaglianza sostanziale degli Stati in quanto a forza economica spesso trova riconoscimento formale nella disciplina di interi settori del die o nel diverso peso attribuito nel processo decisionale a SM di alcune organizzazioni internazionali quali ad esempio FMI e BM (es. trattamento differenziato riservato a PVS allinterno di organizzazioni economico-finanziarie, sistema delle preferenze generalizzate nel commercio internazionale, formalizzazione della categoria dei PMA (paesi meno avanzati) in seno allOMC, etc).2) Il principio della sovranit territoriale degli Stati che sostanzialmente un dogma nel diritto internazionale classico nel DIE non ha un rilievo particolare. La frontiera come ius excludendis alius, che ha nel DI classico funzione specifica di delimitazione dello spazio nel quale la sovranit dello Stato esercitata in modo esclusivo, tende nel DIE ad essere superata (non un valore nel DIE) per realizzare in senso lato una libera circolazione della ricchezza al di l delle frontiere nazionali.

3) Il concetto di nazionalit che vale a collegare il privato (persona fisica o giuridica) allo Stato e che si ricollega alla norma consuetudinaria del DI classico di protezione dello straniero (relativa allingresso dello straniero e al trattamento dello straniero una volta entrato nel territorio) ha invece anche nel DIE una grande importanza (soprattutto in settori quali quello degli investimenti privati esteri).4) Il concetto di sanzione nel DI classico sanzione accompagna la norma per rendere effettivo il precetto (norma primaria quella precettiva) che prescrive una data condotta. Nel DI classico le sanzioni sono disciplinata dallinsieme di regole consuetudinarie sulla responsabilit internazionale degli Stati o delle organizzazioni internazionali e scelta e modalit di esercizio della sanzione nel diritto internazionale pubblico vengono affidate allo Stato leso (se e quale vuole). Nel DIE la sanzione non ha quasi mai scopo punitivo ma piuttosto ricostituivo dellequilibrio degli interessi economici degli Stati compromessi dalla violazione della regola e generalmente la contromisura specifica viene amministrata da organizzazioni o enti internazionali.LE FONTI:

Le fonti del DIE si caratterizzano per:

Eterogeneit

Informalismo: es comunicato politico del G8 contenente indicazioni per strategie che i paesi intendono perseguire (lotta povert, debito dei Pvs, tassi di cambio) che solo successivamente si trasformano in vere e proprie decisioni, interne o internazionali su base negoziale e poi pattizia.

Accanto a quelle classiche del DI (diritto pattizio e consuetudine, le prime parte preponderante della disciplina) e a quelle formali ma meno usuali (atti unilaterali) include meccanismi di produzione normativa non rientranti strictu sensu nel DI:

Atti di diritto interno degli Stati: atti che lo Stato adotta allinterno del suo ordinamento, nellesercizio della sua sovranit, ma che si ripercuotono inevitabilmente a livello internazionale (come ad esempio le misure statali riguardanti la modifica del tasso di cambio o del tasso di interesse) Atti indiretti di regolamentazione : come ad esempio i codici di condotta per gli IPE. Atti di Soft Law: come le risoluzioni, le dichiarazioni, non in senso proprio atti produttivi di diritti/obblighi ma che indirizzano i comportamenti dei soggetti. Un esempio possono essere le guidelines in materia di investimenti stranieri prodotte dalla BM nel 1985 o anche codici di condotta (regole/usi) prodotti da privati o gruppi di privati (come ad esempio le imprese multinazionali, le organizzazioni che rappresentano i lavoratori, i datori di lavoro, Etc..) Regole/Usi prodotti da Privati/gruppi di Privati ( fonte assolutamente tipica del DIE) come ad esempio le regole di condotta che si danno talvolta le imprese multinazionali/org.ni che rappresentano i lavoratori o i datori di lavoro.I SOGGETTI: GLI STATI E LE OII soggetti sono quelli tradizionali del DI (Stati e OI) pi quelli materiali del DIE ossia le ONG e i privati,quali le multinazionali o le associazioni di privati. Spesso le forze dominanti e gli interessi prevalenti DIE non fanno capo alla componente governativa della comunit internazionale.Le OI:

sono attori relativamente nuovi delle RI e cominciano a svilupparsi alla fine del XIX come forma peculiare della cooperazione fra gli Stati in settori tecnici (Unione Postale Universale, Uff. Int.le Brevetti), sono in numero e svolgono un ruolo maggiore rispetto agli stati. Nel DIE hanno un ruolo maggiore e pi incisivo degli Stati Sono tendenzialmente classificabili, in base alla membership, come

a) Universali: le istituzioni di BW post WWII (FMI pilastro monetario e BM pilastro finanziario) , collegate allOnu con cui condividono in larga parte membership e obiettivi e la vocazione universale raggiunta dopo il crollo del muro; lOMC, nata nel 1995, a partire dal GATT 47 che per circa 50 anni ha governato lo scambio di merci e ha realizzato terzo pilastro economico dellarchitettura internazionale postguerra.

b) Regionali

LE ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE REGIONALILe OI economiche regionali realizzano particolari forme di coordinamento e di cooperazione fra gli SM e sono caratterizzate da un vincolo associativo pi forte(rispetto a quelle universali) che si esprime spesso in forme di integrazione economica. A seconda della forza del vincolo si differenziano in:1) Modello classico della cooperazione: mettono insieme le energie degli stati partecipanti per il conseguimento degli obiettivi comuni, ma non richiedono un trasferimento di competenze sovrane. C coordinazione in vista obiettivo ma non una limitazione della sovranit economica.2) Modello dellintegrazione: richiede SM rinunce pi o meno accentuate della loro sovranit economica a seconda del tipo di integrazione che si intende effettuare. Esistono 3 modelli di organizzazioni regionali di questo tipo: Aree di libero scambio: abolizione tariffe doganali allinterno ma differenziate verso esterno(NAFTA che un trattato di libero scambio commerciale firmato nel dicembre del 1992, in vigore nel 1994 che un ulteriore sviluppo del FTA tra Canada e Usa. Istituisce unarea di libero scambio tra Nord Centro America (Usa/Messico/Canada. Al suo interno non ci sono ostacoli al libero commercio tramite la rimozione di tutti i dazi doganali ma verso lesterno ogni paese mantiene la propria differente tariffa doganale. Inoltre esso integrato con il NAAEC e con il NAALC). Unioni doganali: abolizione dogane allinterno e tariffa esterna comune (CE dal 1968). Mercato comune: 1+2(v.supra)+ abolizione ostacoli alla libera circolazione delle merci e di tutti gli altri fattori produttivi allinterno del mercato unico.Lultima forma richiede un trasferimento di competenze sovrane in materia economica, che fa si che alcune siano disciplinate esclusivamente dallOI quanto allinterno, quanto allesterno.

Il sistema decisionale unaltra caratteristica delle OI economiche. Generalmente vale la regola della maggioranza (semplice,assoluta e pi spesso ponderata) ma per le assunzioni delle delibere si tende comunque a realizzare ove possibile lunanimit dei consensi degli SM. Nel sistema OMC vige la regola del consensus e in seconda istanza la regola della maggioranza.Il sistema di erogazione delle sanzioni che hanno la funzione riequilibratrice (si remunerativa ma non punitiva) degli interessi contrapposti sovente graduata in modo da rispondere agli obiettivi dellOI stessa (FMI sospensione voto o casi gravi espulsione). In altri casi non si sanziona per riequilibrare ma si utilizzano strumenti diversi dalla sanzione come quelle di soluzione pacifica delle controversie: negoziato,arbitrato,conciliazione o quello del Panel (tipico dellOMC e del GATT). Inoltre nel DIE pu succedere che i soggetti in conflitto siano i pi diversi tra loro (ICSID per IPE e Stati). In ultimo le OI spesso istituiscono delle procedure o degli organi di controllo sul rispetto degli obblighi degli SM o meccanismi atti a fornire uninterpretazione autentica del Trattato istituivo (questi meccanismi sono basati sul consenso SM). Es. OMC panel risolve controversie e interpretazione autentica pu essere richiesta da uno stato solo alla Conferenza Ministeriale che deve pronunciarsi al riguardo per consensus.LE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE E LE ALTRE ASSOCIAZIONI PRIVATE Tra i vari soggetti in senso atecnico del DIE ci sono anche le ONG, le multinazionali e le associazioni private (es: camera di commercio internazionale nata dopo WWI).

Le ONG sono: associazioni costituite da privati che si definiscono come internazionali perch riuniscono persone fisiche o giuridiche che appartengono ad almeno 2 stati diversi, ma sono costituite secondo il diritto interno e non sono soggetti DI

non perseguono fini di lucro

spesso sono associazioni con competenze tecniche specifiche e non politiche e possono porre in essere negozi giuridici (atti negoziali) lattivit sul piano internazionale si esplica nellinterazione con i soggetti dellordinamento internazionale, nella produzione di pareri, ausilio tecnico (pi che sul piano decisorio). talvolta concorrono a formare regole di condotta o a definire strategie multilaterali (Forum di Davos)Lart. 71 Carta UN contiene esplicito riferimento alla funzione delle ONG e autorizza il consiglio economico e sociale ad avere rapporti anche istituzionali per ricevere indicazioni, consigli e pareri su questioni loro competenti e facenti parte dellagenda CES, nonch ammette la possibilit di accordi.

In ambito OMC le ONG hanno un ruolo non formalmente riconosciuto (non hanno lo status di osservatore) ma possono essere daiuto in sede risoluzione controversie (nei panels) in qualit di amici curiae o esperti esterni per questioni non strettamente commerciali (ambiente).Inoltre nel DIE le ONG a volte concorrono a formare regole di condotta/indirizzo soluzioni/definizione di strategie di carattere multilaterale, integrando lazione delle organizzazioni internazionali o supplendo ad esse.

Ad esempio il forum di Davos unassociazione indipendente di imprese di vari paesi operante senza vincoli politici o dinteresse nazionale, costituito come fondazione nel 1971, a Ginevra.

un ente not-for-profit che riunisce circa 1.000 imprese

Lobiettivo dare una risposta concreta ai problemi di un mondo sempre pi complesso, favorire il dialogo fra i governi ed esponenti del mondo produttivo

Ci sono degli annual meetings in cui vengono messe a punto strategie dazione relative alle pi significative questioni di interesse comune che poi i governi formalizzano nelle sedi competenti:

1) Negoziato commerciale

2) Lotta alla povert

3) Campagne vs AIDS

4) Sicurezza in MO

Associazioni di Privati:

LA CAMERA DI COMMERCIO INTERNAZIONALE(ICC): origini e funzioniLa International Chamber of Commerce fu fondata a Parigi nel 1919 da un gruppo di imprese operanti a livello internazionale, con lobiettivo di promuovere il commercio internazionale. Da allora ha sempre svolto unattivit intensa nel campo dellapprofondimento dei temi legati al commercio internazionale attraverso seminari e convegni o ricerche sui temi legati ai contratti internazionali. Dispone difatti di Commissioni di Studio e Comitati Nazionali che contribuiscono alla formulazione di strumenti normativi uniformi tra cui segnaliamo:

gli Incoterms (2003) che definiscono gli obblighi delle parti contrattuali dei termini di consegna (ormai utilizzati diffusamente nella pratica del commercio internazionale)

le Norme e gli Usi Uniformi relativi ai crediti documentari o USP(1999) che costituiscono un importante corpus di norme di diritto uniforme che utilizzano il credito documentario.Promozione del commercio internazionale

LICC ha predisposto unattivit di assistenza alle imprese nella risoluzione delle controversie che concerne in dei metodi alternativi rispetto ricorso alla giustizia ordinaria tra cui: Larbitrato internazionale che amministrato e controllato dalla ICC Court of Arbitration.Questo si svolge sulla base di un regolamento di cui la Corte si dotata le ICC Rules of Arbitration(ultima versione 1/01/1998). La corte non ha un vero e proprio potere decisionale nei singoli casi ma si limita ad unattivit amministrativa di supervisione delle decisioni assunte dai tribunali in base al regolamento.

Caratteri generali arbitrato ICCNelle ICC Rules la definizione di controversia adottata stata molto ampia e difatti la funzione della Corte quella di provvedere alla riconciliazione delle dispute di carattere internazionale in accordo con le regole di arbitrato della ICC.

Sovente per il carattere internazionale non stato rispettato, essendo state ammesse questioni che si toccavano il commercio internazionale ma sorti tra 2 soggetti stessa nazionalit. Le parti coinvolte spesso sono operatori commerciali, imprese private o pubbliche e a volta stati le controversi di solito riguardano costruzioni o joint ventures. La sede a Parigi e spesso sono soggetti europei ma ultimamente larbitrato si diffuso anche in MO e Asia.

La procedura arbitraleLattivazione avviene sulla base di una clausola contrattuale che alla base della controversia. La procedura dovrebbe concludersi in 6 mesi, ma sono ammesse proroghe.

Le Rules of Arbitration stabiliscono

1) Modalit di costituzione del tribunale e procedura

2) Termini e modalit per assunzione prove e testimoni

3) Criteri per determinazione leggi applicabili se n gi nel contratto

Alla fine del procedimento il tribunale propone l award alla Corte affinch venga approvato, essa pu proporre modifiche di forma.

LE IMPRESE MULTINAZIONALINon esiste una definizione univocamente condivisa e nel linguaggio comune si definisce come tale quellimpresa che opera sul territorio di stati diversi. Studi UN: le imprese che possiedono o controllano mezzi di produzione o servizi fuori dei paesi dove sono stabilite.Nel diritto privato interno ad essa non viene per attribuita una personalit giuridica distinta e unitaria ma la veste che assume quella di un gruppo di societ legate da rapporti di propriet azionaria o da altre forme di controllo che consentono unit di gestione. Una regolamentazione unitaria del fenomeno difatti complicata dalla dicotomia tra unicit dellimpresa in senso economico-aziendale e la pluralit di soggetti giuridici che la compongono.

Da una parte le multinazionali contribuiscono allo sviluppo economico di un paese ma spesso anche a perpetuare rapporti di dipendenza economica, o ancora vengono accusate di non reinvestire in loco gli utili , bloccando dunque lo sviluppo autonomo locale o di sfruttamento dei differenziali dei costi di produzione. Dal punto di vista politico stato spesso sollevato il timore di indebite ingerenze specie in virt della difficolt dei paesi ospiti di contrapporsi ad esse.Durante i 70s lattivit delle multinazionali stata fortemente osteggiata dai PVS. Con gli anni 90 invece si sono avvicendati dei mutamenti strutturali che hanno progressivamente determinato un processo di liberalizzazione e integrazione su scala globale (come ad esempio la diffusione tecnologie informatiche) che ha portato i PVS ad aprirsi agli IPE e adottare politiche di privatizzazione settori economici interni, anzich nazionalizzare. Nel nuovo contesto dunque sorge esigenza di disciplinare lazione delle multinazionali per evitare che queste violino il diritto di un paese al perseguimento dei propri obiettivi di politica economica, i DH fondamentali, i ppi base del DI e la salvaguardia dellambiente.Il problema della mancanza della soggettivit internazionale non consente di vincolarle direttamente (ex attraverso un trattato) rispetto ai principi di global governance. Contemporaneamente nemmeno un trattato concluso fra stati pu garantire in assoluto il raggiungimento dellobiettivo poich queste spesso riescono a sfuggire al controllo statale a causa della non uniformit delle leggi applicabili alle componenti del gruppo. Si spiega cos perch la via prescelta per la disciplina del fenomeno sia stata quella delle guidelines o dei codici di condotta. Questi codici oggi grazie alla forza dellopinione pubblica stanno avendo un certo successo.

Progetto di codice di condotta per le imprese transnazionali (UN) + Sullivan Principles adottati da una serie di imprese operanti in Sud Africa durante apartheid: rappresentano il primo tentativo di codificare standards di condotta. Il progetto si divide in 4 parti:

1) Disciplina delle attivit delle imprese

2) Trattamento delle stesse

3) Cooperazione intergovernativa

4) Mezzi di attuazione

Il progetto recep istanze PVS e nella sua ultima versione (1990 ma non ancora approvata dalla ASS. Gen.) afferma obbligo di tener conto degli obiettivi e delle priorit di sviluppo dei paesi ospiti e di contribuire al loro perseguimento, di astenersi dallinterferire negli affari politici e nelle RI ospite. Agli stati ospiti viene invece riconosciuto il diritto a regolamentarne ingresso e permanenza nel territorio e lobbligo di garantire un trattamento equo e il dovere di corrispondere un indennizzo in caso di esproprio.

Esistono codici di condotta anche in ambito privato: Amnesty Internationals human rights principles for companies o i Workers rights consortiums model code of conduct.

CAPITOLO 2 - I VERTICI ECONOMICII Vertici o Conferenze al vertice sono degli incontri informali tra i rappresentanti di 2 o pi stati che si distinguono da altre forme di cooperazione internazionale per le seguenti caratteristiche:1) Massimo livello di rappresentanza dei partecipanti2) La condivisione tra i partecipanti di ppi, interessi e finalit3) Lutilizzo del metodo della concertazione (attivit collettiva diretta ad armonizzare diverse posizioni)Le riunioni sono informali e flessibili nel metodo operativo (non vi il vincolo di procedure fisse) ed i Vertici possono essere istituiti nel quadro di una OI (es. Consiglio Europeo) oppure da un club di stati (vertici militari, ideologici, economici a seconda materie oggetto colloqui). Si definiscono invece Conferenze istituzionalizzate (G-7/8) quei vertici che si contraddistinguono per la regolarit degli incontri ed il rispetto di specifiche procedure, precisate per prassi. Non sono dotati di una personalit giuridica distinta dagli stati che la compongono e dunque gli atti emanati sono una manifestazione collettiva della volont dei singoli stati partners e sono imputabili a ciascuno di essi.LA PARTNERSHIP DEL GRUPPO G-7/G-8

Il vertice G-7 trae origine dal momento di crisi delleconomia internazionale degli anni 70 quando nessuno stato ne OI sembrava in grado di offrire risposte adeguate al crollo BW. Lorigine viene fatta risalire allaprile del 1973 quando i ministri finanziari di US,UK, FRA,GERM si riunirono per affrontare la questione della riforma del sistema monetario internazionale (library group perch fatto nella biblioteca della Casa Bianca). Il primo summit ufficiale venne tenuto a Rambouillet nel 1975, dove si aggiunsero JAP E ITA e dal quale part la cadenza annuale delle riunioni. Con il vertice Portorico si arriva a 7 con il Canada e nel vertice di Londra del 77 la CE viene rappresentata in seno al G7 dal pres. Commissione; la CE inizialmente partecipava solo per le sue competenze esclusive ma ora si allargata la sua presenza anche per le concorrenti con rispetto dei principi di proporzionalit e sussidiariet. La partecipazione fu importante per la visibilit internazionale e la legittimazione delle iniziative promosse dal soggetto CE, che hanno eliminato eventuali fratture fra gli SM. Tuttavia per rispondere allesigenza di coordinamento tra gli SM si inaugurata la prassi che prevede di far precedere al summit una riunione del Consiglio Europeo per elaborare posizione comune sui punti dellordine del giorno del summit e il compito del Presidente della Commissione di riferire al Con dei Min sullandamento dei lavori e risultati G7.Nel 1991 lavvio del cfr con la federazione Russa ha portato alla nascita del G8. La Russia ha acquisito la membership nel 2002 con il vertice di Kananaskis, dopo vari incontri, durante i quali spesso partecipava a carattere politico (non full member). Tuttavia il G7 permane per le questioni di materia finanziaria poich considerata linstabilit economica e democratica la Russia viene esclusa.STRUTTURA ORGANIZZATIVA E PROCESSO DECISONALE G7/G8La struttura:Il G8 un club di stati la cui struttura rispecchia la volont dei partners di assumere un ruolo guida della c.d governance modiale. Nei documenti ufficiali si riafferma la condivisione di indirizzi economici generali, di alcuni valori politici (risp DH, democrazia e stato diritto). La struttura del vertice mutata fortemente in virt dellallargamento delle tematiche ed in particolare si creata una rete di sottogruppi collegati al summit e dal 1982 si sono affiancati al vertice dei capi di stato e di governo i vertici ministeriali per materia(finanza, ambiente,giustizia). Questi vertici hanno assunto sia valore preparatorio sia conciliativo per questioni contingenti di forte interesse e addirittura si sono talvolta organizzati gruppi di lavoro per problemi complessi, es. task forces per il riciclaggio del denaro da traffico stupefacenti. Il processo decisionale: dalla prassi risulta che il vertice consta di alcune fasi:

Convocazione: al termine ogni riunione si dispone la convocazione di quella successiva, con tanto di stato ospite che ha sensibile potere di individuazione sui temi del futuro vertice. Lavori preparatori: vengono condotti dai rappresentanti personali o sherpa che agiscono con lausilio di 2 vice sherpa (rispettivamente per affari finanziari e politica estera) e del rispettivo staff. Gli sherpa individuano gli argomenti, svolgono il lavoro negoziale che sfocia nella preparazione della bozza dellatto finale discusso nel vertice. Esecuzione dei deliberati: i G7/8 si concludono con ladozione di atti finali (Dichiarazioni finali o Communiqu) i quali possono essere inquadrati nel novero delle dichiarazioni di principi simili a quelle adottate al termine delle conferenze diplomatiche. Sono redatte in forma di best endeavors o best efforts, non impongono obblighi in capo agli stati se non quello di ispirarne la condotta al ppio generale della buona fede: 1) i communiqu hanno funzione informativa, rendono note posizioni che stati assumeranno nei contesti internazionali interessati.2) Le dichiarazioni finali esprimendo lopinio iuris contribuiscono alla definizione di un nuovo sistema di valori condiviso e allo sviluppo del DI in generale. Verifica dei risultati (follow up):monitoraggio sullo stato di attuazione delle precedenti Dichiarazioni finaliRAPPORTI CON GLI ALTRI GRUPPI DI STATI E CON LE OINel corso degli anni si sono costituite nuove forme di cooperazione:

G15: si costitu nel 1989 in antitesi rispetto al G8 ed formato in maggioranza dai paesi appartenenti al movimenti dei non allineati e persegue finalit di rappresentare istanze dei paesi meno sviluppati. Il G8 ha costituito un forum allargato a 20 ministri della finanza e ai governatori delle BC per la decisione di adottare una politica pi aperta alle esigenze del sud del mondo (il c.d. G20). Lazione del G20 cmq ora concertativa e tenta di superare la logica della contrapposizione per promuovere uno sviluppo economico mondiale equilibrato. I suoi statements hanno un valore raccomandatorio come quello dei communiqu. La funzione del G8 come centro di mediazione fra diverse istanze complementare allazione delle OI: basti pensare alla collaborazione FMI-G8 per la stabilizzazione dei cambi e ristrutturazione del debito dei PVS e ai numerosi studi pubblicati in materia che spesso hanno anche codificato principi elaborati dalle OI, promuovendo lo sviluppo di nuove norme di DI.

CAPITOLO 3 - LORDINE ECONOMICO INTERNAZIONALELISTITUZIONALIZZAZIONE DELLORDINE ECONOMICO INTERNAZIONALE NEL II DOPOGUERRA

Le relazioni economiche tra gli stati hanno sempre oscillato tra il liberalismo e il protezionismo a seconda dei principi vigenti nelle diverse epoche storiche. Nel periodo tra il 1850 e il 1914 si registra una sostanziale astensione dallintervento per regolamentare il commercio internazionale (WT) (libero spazio alle regole endogene del mercato) , lasciando spazio al liberismo. Gli anni successivi specie tra le due guerre registrarono un forte intervento dei governi nelleconomia sia allinterno che allesterno (ricorda i clearings per scambi) e un sostanziale protezionismo. Dal post WWII fino ad oggi le relazioni economiche si ispirano ai principi neoliberisti, ma un liberismo garantito nel senso in cui il suo funzionamento garantito da una serie di OI ed enti che disciplinano lattivit degli stati e degli operatori economici attraverso meccanismi istituzionalizzati di produzione di regole di condotta. Viene cosi creato il un ORDINE ECONOMICO INTERNAZIONALE ossia una FASE STRUTTURALE DEI RAPPORTI DI SCAMBIO.Con la Conferenza di San Francisco del 1945 nasce lOnu ossia unorganizzazione politica a vocazione universale la cui struttura venne tracciata durante gli anni della guerra dagli incontri bilaterali tra Churchill (primo ministro inglese) e Roosevelt (presidente U.S.A).

Dopo la WWI le potenze economicamente pi forti si adoperarono per la costituzione di un nuovo sistema di rapporti (sfera politica +economica+finanziaria+commerciale) che potesse assicurare un equilibrio internazionale e ridurre il rischio di nuovi conflitti. La spina dorsale di questa architettura erano le UN, org politica a vocazione universale, ma si decise invece che la sfera economica e finanziaria fosse regolata da istituzioni che nacquero con la Conferenza di Bretton Woods del 1944. In questa conferenza in cui parteciparono 43 Stati furono firmati due accordi distinti da cui nacquero due OI a vocazione tendenzialmente universale:

FMI: compito di indirizzare e controllare la condotta degli Stati Membri relativamente all regime dei cambi (per limitare leccessiva volatilit dei tassi di cambio pericolosa per il WT) e di favorire in commercio internazionale.

WB: con lobbiettivo primario di mettere dei fondi a disposizione dei paesi pi colpiti da WWII, per aiutarne ricostruzione. In realt questa funzione fu svolta in Eu dagli US sul piano bilaterale (con il piano Marshall) e quella che doveva essere unattivit secondaria, ossia aiutare lo sviluppo economico degli SM per partecipare al WT, divenne lattivit principale.

Nel 44 era stata gi prevista una OI per il WT che ponesse le regole per uno sviluppo in senso liberista del commercio, abolendo progressivamente le barriere doganali,i dazi e gli ostacoli tariffari alla libera circolazione delle merci. Il progetto fu fortemente voluto dagli US che avevano presentato una proposta alle UN e ci fu discusso nella Conferenza dellHavana (1947) dove presero parte 53 stati e membri UN e si sottoscrisse la Carta Istitutiva dellITO antenata dellOMC, la quale per non vide mai la luce per la decisione dellesecutivo Usa di no sottoporre al Congresso la ratifica dello statuto. Gli Usa per premono affinch una parte dello Statuto ITO che prevedeva una PROGRESSIVA LIBERALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI DI MERCI fosse estrapolata dal contesto generale e sottoposta ad approvazione degli Stati firmatari. Questo gruppo di norme costituisce il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade 1947 a questa data aderito da 22 stati) che costitui la regolazione internazionale del commercio fino al 1994 quando il GATT fu sostituito dallOMC (WTO)LE RIVENDICAZIONI DEI PVSLordine cos tracciato (ispirato come detto al neoliberismo) rimase per universale solo sulla carta fino alla dissoluzione dellURSS. Prima di tale evento difatti una parte del mondo seguiva lo schema liberista delleconomia di mercato (riconoscendosi nella leadership USA) e unaltra quello delleconomia socialista (tradizionalmente alleati ai PVS- categoria questa affermatasi negli anni 60 in seguito al processo di decolonizzazione avviato dalla Dichiarazione sulla concessione dellindipendenza ai Paesi e popoli coloniali-Ass. Gen Onu risoluzione n. 1514 del 1960) e solo successivamente si realizz una comunit internazionale sostanzialmente omogenea. Nei primi anni di indipendenza i PVS in molti casi erano afflitti da guerre intestine spesso finanziate dagli Stati stranieri (intervento anche armato a favore dei movimenti di liberazione nazionale era uno dei principi della concezione sovietica ma non solo del diritto internazionale). Lintervento nelle lotte intestine rappresentava un meccanismo per gli Stati stranieri per attrarre nella propria sfera di influenza gli Stati di nuova indipendenza dato che appoggiare un movimento interno significava anche creare, a conflitto risolto, un rapporto privilegiato nel settore economico con il futuro governo del paese. Tutto ci implicava il fatto che, conseguita lindipendenza, questi Paesi continuassero cmq a contare sullappoggio esterno di altri stati, soprattutto e generalmente dalla madrepatria, per la ricostruzione del proprio tessuto economico, politico ed istituzionale (non avendo mezzi economico-tecnici per sfruttare eventuali risorse di cui erano ricchi e avviare un ciclo virtuoso di sviluppo) creando spesso una situazione di subordinazione nei confronti dellex madrepatria passando cosi da un colonialismo politico ad uno economico.Comunque i paesi di nuova indipendenza prendono rapidamente coscienza della diversit delle loro esigenze rispetto a quelle dei paesi industrializzati e la necessit di rivedere i principi e le regole del diritto consuetudinario esistente (che caratterizzava lordine economico internazionale) per tutelare loro peculiari interessi ed esigenze.Da ci scaturisce una contrapposizione/frattura tra i Paesi industrializzati e i PVS che domina la scena economica fino a met degli anni 80.

LAZIONE DEI PVS NELLASS. GEN. DELLE UN: le risoluzioni concernenti listituzione di un Nuovo Ordine Ecnomico InternazionaleOvviamente lo sforzo dei PVS si canalizz nel foro dellAss. Gen. Per 2 motivi: Qui costituivano la maggioranza (PVS e paesi socialisti) e la loro posizione valeva come le altre (1 stato 1 voto) avendo cosi la possibilit di far passare le loro proposte pi facilmente. Nel complesso disegno istituzionale tracciato alla fine della WWII le varie istituzioni multilaterali economiche e finanziarie operavano in sincronia con UN (lidea era quella di elaborare principi e linee guida in seno allUN e lasciare la realizzazione della fase operativa alle istituzioni tecniche fmi e wb etc)

Lidea di fondo era che lo sviluppo economico fosse un presupposto necessario per il raggiungimento dellobiettivo primario UN, il mantenimento della pace e della sicurezza, come poi affermato nel preambolo e nellart 1 della Carta, e pi compiutamente negli art 55-56 concernenti il capitolo IX della Carta Onu sulla cooperazione economica e sociale. Tuttavia gli obblighi degli SM espressi nel capitolo IX sono fluidi, di risultato generico e non specifico:

Art.55: al fine di creare condizioni di stabilit e benessere che sono necessarie per avere rapporti pacifici ed amichevoli fra le nazioni, basati sul rispetto del principio di uguaglianza dei diritti o dellautodecisione dei popoli, le Nazioni Unite promuoveranno: a) Un pi elevato tenore di vita, il pieno impiego della manodopera, e condizioni di progresso e di sviluppo economico e sociale

b) La soluzione dei problemi internazionali economici, sociali, sanitari e simili e la collaborazione internazionale culturale ed educativa

c) Il rispetto e losservanza universale dei diritti delluomo e delle libert fondamentali per tutti, senza distinzioni di razza, sesso, lingua e religione.

Art 56: i Membri si impegneranno ad agire, collettivamente o singolarmente, in operazione con lOrganizzazione per il raggiungimento dei fini indicati dallart.55.

Gli obblighi di risultato peraltro assai generici si sarebbero dovuti esplicitare in seno OI a carattere tecnico (FMI; BM; ITO) e altri istituti specializzati (FAO, OMS)I PVS hanno quindi promosso ladozione da parte Ass. Gen. di alcune solenni dichiarazioni di principi in materia:

Ris. 3201, del 1974 (adottata per consensus) relativa allistituzione di un nuovo ordine economico mondiale (NOEI), proposta formale di revisione delle regole di condotta degli Stati nei loro rapporti economici, per realizzare ordine economico fondato su equit, uguaglianza, interdipendenza e cooperazione fra gli stati.+ Ris 3202 del 1974 Programma dazione concernente linstaurazione di un nuovo ordine economico internazionale.

Ris. 3281 Carta dei diritti e doveri economici degli stati del 1974 ( 120 si, 6 noindustrializzati e 10 astenuti tra cui Ita) che faceva riferimento allo sfruttamento delle risorse economiche del pianeta.Il sostanziale superamento della contrapposizione si verifica dalla seconda met degli anni 80, fondamentalmente per tre ragioni:

1) Dissoluzione URSS; i paesi ex socialisti si inseriscono progressivamente nel contesto capitalistico di produzione (si realizza dunque una comunit internazionale sostanzialmente omogenea che si riconosce nei principi neoliberisti)

2) Il gruppo dei PVS comincia a diversificarsi al suo interno; alcune economie decollano e viene cosi a costituirsi un nuovo raggruppamento di Paesi tendenzialmente omogeneo con interessi/strategie diverse da quelle dei PVS(questi sono i Paesi di nuova industrializzazione (PNI) Singapore, Taiwan, Le due Coree, Hong Kong, Cina, Messico, Cile, Brasile3) Un adeguamento progressivo dei Pvs alle posizioni tradizionali dei paesi industrializzati (i PVS prendono atto che le loro richieste non avevano avuto seguito auspicato e che proposte di modifica di norme/istituti relativi ai rapporti economici internazionali non erano state in grado di aggregare consenso nella comunit internazionale, anzi, le posizioni a volte drastiche dei PVS avevano finito per nuocere agli interessi dei PVS stessi(riprendono vigore le regole classiche del diritto internazionale.LO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE NATURALI NEL NOEI: il principio della sovranit permanente degli StatiIl NOEI si preoccupa di definire le modalit di accesso e di utilizzo delle risorse economiche del pianeta in applicazione dei principi di equit, uguaglianza, interdipendenza e cooperazione tra gli Stati distinguendo tra giurisdizione esclusiva degli Stati (che ricadono sotto la sovranit degli Stati) e spazi comuni (fondali marini internazionali. Ossia al di l limite esterno delle piattaforme continentali o per le risorse non riproducibili come quelle minerarie).Per la giurisdizione esclusiva si affermava, con una serie di risoluzioni dellAssemblea generale UN e ECOSOC gi a partire dal 1962 (risoluzione ass.gen n. 1803 del 1962 e risolu. Ass.gen, n.3171 del 1973), il diritto individuale dello stato alla sovranit permanente sulle proprie ricchezze, comportando che lo stato persegua in piena libert la ricerca, la valorizzazione e lutilizzazione di tali risorse situate entro i suoi confini nazionali/ nel fondo o nel sottosuolo marino entro i limiti della giurisdizione nazionale, e limportanza di capitali stranieri necessari a tali fini sia soggetta alle leggi nazionali oltre che al diritto internazionale.

Questo principio della sovranit permanente gioca un ruolo decisivo soprattutto nella disciplina degli investimenti esteri e relativamente alla questione del risarcimento dovuto allo straniero a fronte di misure di nazionalizzazione, espropriazione e confisca. In conformit con la regola consuetudinaria vigente, in conseguenza di misure di confisca, requisizione e nazionalizzazione, lo Stato territoriale avrebbe dovuto corrispondere allinvestitore privato straniero un risarcimento che, secondo la formula coniata dal Segretario di Stato Cordell Hull, avrebbe dovuto essere pronto, adeguato ed effettivo I PVS non mettevano in dubbio che la misura restrittiva della propriet privata dello straniero dovesse fondarsi su motivi di pubblica utilit o interesse nazionale ne che in questi casi allo straniero spettasse un indennizzo adeguato ma ritenevano che ladeguatezza dellindennizzo venisse valutata alla luce di e commisurata non solo al valore di mercato del bene confiscato ma anche al fatto che la compagnia straniera si fosse, negli anni dellinvestimento arricchita alle spese dello Stato territoriale e alle esigenze specifiche dello stato territoriale soprattutto quando la misura restrittiva la nazionalizzazione.

La nazionalizzazione difatti si caratterizza ( differenziandosi dalla confisca e dallespropiazione) per il suo carattere generale trattandosi non di singole propriet ma di interi settori delleconomia (ampiezza e generalit) si tratta quindi di una misura che indubbiamente determinata da impellenti ragioni di natura sociale ed economica del paese che la attua. Se in applicazione della regola consuetudinaria, tale misura dovesse essere accompagnata da un rimborso immediato e proporzionato al valore di mercato dei beni espropriati, la nazionalizzazione perderebbe qualsiasi utilit per il paese.I PVS rifiutavano anche il principio secondo il quale le controversie dovevano risolversi con meccanismo arbitrale (la prassi generale internazionale prevedeva cosi) e sostenevano la necessit di regolare la questione tra investitore straniero e stato ospitante solo con ricorso ai giudici nazionali, generando a volte disaffezione del capitale straniero.

Un superamento della situazione descritta si verific dalla seconda met degli anni 80 e ci comport la ripresa delle regole classiche del diritto consuetudinario ed in materia di risarcimento il ritorno alla formula classica di Cordell Hull del risarcimento pronto, adeguato ed effettivo. Rest fuori per la questione del computo dellindennizzo dovuto in caso di nazionalizzazione.Per quanto riguarda le risorse e gli spazi comuni collocati al di fuori delle giurisdizioni esclusive nazionali sino ad allora il principio vigente era quello della libert di accesso e di sfruttamento delle risorse comuni secondo il criterio del first came, first served che escludeva di fatto i PVS, soprattutto per quanto riguarda le risorse comuni esauribili, poich non avevano i mezzi finanziari e tecnici necessari per accedervi.Fu cos che il NOEI propugn il nuovo principio (sempre ris Ass. Gen.) del Patrimonio Comune dellUmanit per le risorse non riproducibili (diventato poi principio consuetudinario DI).La definizione di risorsa comune cosi definita cambia la prospettiva dato che non pi una res nullius che ogni Stato pu liberamente usare con unico limite quello del rispetto delle libert altrui ma diventa una propriet dellintera umanit, che appartiene anche alle generazioni future e che richiede per lo sfruttamento un meccanismo internazionale elaborato allinterno di una OI a vocazione universale che assicuri uno sfruttamento pacifico nellinteresse di tutti( e non pi uno sfruttamento individuale da parte di singoli Stati).

La prima compiuta espressione normativa di tale principio fu fatta nella Conferenza di Montego Bay del 1982 sul diritto del mare. La parte XI (cui secondo trattato stesso non possibile opporre riserve), che definisce lo status dei fondi marini internazionali e il meccanismo di sfruttamento sulla base di tale principio prevede la costituzione di unautorit internazionale dei fondi marini di cui organo principale doveva essere l Impresa, che ha ai sensi della Convenzione il diritto di sfruttamento esclusivo dellaarea, devolvendo parte dei proventi allo Stato che li ha individuati e altra parte ad un fondo costituito per i PVS. Tale impostazione non fu condivisa dai paesi industrializzati (troppo macchinosa e costosa) che avviarono (sotto limpulso USA che affermano che anche singoli stati possano sfruttare fondali sotto controllo dellAutorit internazionale dei fondi marini) prima dellentrata in vigore (1984), lo sfruttamento unilaterale sulla base di provvedimenti normativi nazionali che non disconoscevano appartenenza dei fondi internazionali e delle loro risorse a patrimonio comune dellumanit e prevedevano che una quota dei proventi fosse comunque destinata al fondo per i PVS. Si cre cos una spaccatura che rischiava di compromettere laccordo e per questo venne sondata la possibilit di modificare la parte XI (non potendo apporvi riserve) con la conclusione di un c.d. Accordo applicativo, o Intesa, che fu adottato nel 1994 dallAss. Gen. Di fatto modificativo della Parte IX che prevede che in caso di incompatibilit (stati parti a questultimo applicano questo invece dellIX Parte della Convenzione) lo stato pioniere che ha individuato il sito, venga autorizzato, previa registrazione del sito presso lImpresa, a procedere allo sfruttamento del 50% e a lasciare il restante allImpresa i cui relativi proventi vanno al fondo. Quindi non c pi uno sfruttamento esclusivo da parte dellimpresa.

La convenzione entr dunque in vigore grazie allIntesa e dichiarava la prevalenza di questa in caos incompatibilit. Nel 1994 stata anche costituita lAutorit internazionale dei fondi marini e le leggi nazionali adottate nelle more dellentrata in vigore della Convenzione sono state abrogate (in Italia dalla legge n. 689 del 1994)Una ulteriore applicazione del principio del patrimonio comune dellumanit si trova nel Trattato sulle attivit degli Stati sulla luna e sui corpi celesti (UN 1979). Esso stabilisce due diversi regimi:

1) Un regime di libert per l accesso alla luna e corpi celesti

2) Un regime ispirato al principio del patrimonio comune dellumanit per lo sfruttamento delle risorse che potr essere effettuato solo in ambito di OI a vocazione universale.Il principio del patrimonio comune dellumanit fa ormai parte del diritto internazionale consuetudinario ma tendenzialmente applicabile solo alle risorse comuni non riproducibili.

Per le risorse riproducibili permane il regime first came, first served. Ad esempio per luso del mare e delle sue risorse, come quelle biologiche, la convezione ha previsto un regime di libert controllata: tutti gli Stati hanno lo stesso diritto di sfruttare la risorsa comune del rispetto della libert altrui e del mantenimento della riproducibilit della risorsa. Spesso cmq si giunti alla conclusione di accordi riguardo porzioni specifiche dellalto mare, con la previsione di commissioni che stabiliscono la quota ittica annuale, poich la stessa convenzione a prevedere accordi regionali.Per quanto riguarda la partecipazione dei PVS al commercio internazionale e al sistema finanziario internazionale la NOEI propugnava la realizzazione di una cooperazione internazionale da perseguire preferibilmente nel quadro delle UN, basata sul principio della non reciprocit e sistema di preferenze generalizzate (SPF).La parte quarta dellITO (sulle merci)- trasfusa in accordo tra 24 Stati(GATT mai entrato in vigore (1947-1994 102 Stati) ma sempre accordo di applicazione provvisoria proprio perch mai entrato in vigore.

Laccordo GATT ispirato a principi del liberismo economico tradotti in principio di reciprocit e non discriminazione presenta due aspetti:

VERSIONE ESTERNA; ogni Stato parte del Gatt 47 si impegna a trattare nello stesso modo prodotti provenienti da tutti i paesi parte dellaccordo. Clausola della nazione pi favorita: parti dellaccordo si impegnano a riconoscersi reciprocamente trattamento pi vantaggioso che in qualsiasi materia possano riservare a stato terzo. Se ad esempio due stati a e b fissano un regime tariffario tra di loro e successivamente uno dei due a fissa con un terzo c un regime pi favorevole, in virt del primo accordo deve estendere questo regime pi favorevole anche allaltro stato del primo accordo b.

VERSIONE INTERNA; Principio del trattamento nazionale( ciascuna parte riserva nel mercato interno al prodotto estero lo stesso trattamento che viene riservato al prodotto nazionale (una volta entrato nel mercato interno, non implica eliminazione di tariffe)

I PVS hanno tutto linteresse ad entrare nel GATT ma nessun interesse ad applicare il principio reciprocit. Portano le loro rivendicazioni in seno allUN. Era necessario secondo i PVS far valere nelle relazioni commerciali il Principio di non reciprocit che permetteva ai PVS di non accordare a paesi industrializzati le riduzioni tariffarie di cui invece i PVS beneficiavano per le loro esportazioni e una certa discriminazione attraverso il sistema delle preferenze generalizzate ovvero cessare di trattare ciascuna parte contraente alla pari delle altre, discriminando invece le parti contraenti tra paesi ricchi/poveri nei confronti di questi ultimi (anche in deroga del principio del trattamento nazionale).

La prima adozione di SPG in favore dei PVS attraverso la clausola della nazione pi favorita

condizionata (o di non reciprocit) si deve alla risoluzione numero 2 dellUNCTAD nel 1968. Nel 1968 il GATT fu modificato con laggiunta di 3 articoli (commercio e sviluppo) che sanciscono il principio di non reciprocit tra paesi con un diverso livello di sviluppo ma che costituiscono norme non self executing per paesi industrializzati (solo carattere programmatico).LSPG stato anche in seguito adottato dagli Stati parte del GATT nel 1971 consentendo lapplicazione di trattamenti differenziati pi favorevoli ai PVS in materia di misure non tariffarie e relativamente ad accordi preferenziali tra PVS.

CAPITOLO 4 - LA QUESTIONE DEL DEBITO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPOIl problema del debito estero dei PVS nei confronti di creditori statali e istituzioni finanziarie private si accentuato nei 70s, ed esploso nei 80s con la crisi messicana del 1982(A causa di una saturazione del mercato petrolio a livello mondiale, il Messico fu costretto ad abbassare il prezzo del petrolio e a causa della decurtazione delle entrate del paese che fu molto maggiore di quella prevista fu costretto a dichiarare l impossibilit di rimborso delle quote di capitale debito estero. Tutto ci comport il rischio concreto di una crisi liquidit internazionale. Nel novembre del 1982 il FMI dichiara che non avrebbe sottoposto al Consiglio di amministrazione nessun tipo di programma si aiuto se prima le banche non si fossero dichiarate disponibili ad aprire nuove linee di credito. A questa crisi susseguirono quella Brasiliana ed Argentina.

Il debito (complessivo) ammonta allincirca a 3000 miliardi di $ e coinvolge allincirca 100 stati. Inizialmente si cercarono soluzioni temporanee e bilaterali senza per intervenire sulle cause del problema. Dal vertice di Rambouillet si adott una prospettiva diversa con lobbiettivo di coinvolgere le istituzioni finanziarie internazionali e le sedi pi importanti della cooperazione int,le (es.vertici economici come il World social forum Nairobi 2007). Negli anni 80 gli USA promossero due piani guida cercando di coagulare attorno ad essi le iniziative concertate di istituzioni finanziarie/creditori privati:1) piano Baker (1985), rivolto ai 15 paesi pi indebitati e non ai pi poveri, prevedeva 3 possibilit: cancellazione 35% crediti

riduzione degli interessi dal 10% al 6,26%

erogazione nuovi prestiti

2) Piano Brady (1989)I due piani ebbero un successo parziale e il maggior effetto fu una riduzione sufficiente per risollevare la situazione economica di quei paesi e di consetirgli una partecipazione attiva ai negoziati sul tema.

IL PROBLEMA DEL DEBITO ESTERO NEI VERTICI ECONOMICIDal 1987 il problema ha costituito problema ricorrente delle Dichiarazioni finali del G7 (prima tematiche macroeconomiche, stabilit tassi e AIDS) e con Lione (1996) e Denver(1997) cominci la discussione approfondita e linserimento nellagenda dei lavori in maniera regolare. Con il vertice di Colonia fu varato il c.d Programma Enhanced HIPC Iniziative: Diretto a ridurre lesposizione debitoria dei paesi pi poveri e PMA e che ha trovato attuazione con azioni IMF, WB e Club di Parigi.

Nasce lespressione cancellazione del debito che in realt significa graziare i paesi della somma dovuta condizionando la grazia alla destinazione della somma stessa alla realizzazione di opere come costruzione di scuole o impianti idrici (indicazione creditore)

Attualmente ci sono 37 paesi eleggibili HIPC, 32 Africa sub-sahariana, 4 America Latina, 1 Asia

Alliniziativa possono partecipare quei paesi i cui debiti siano stati dichiarati insostenibili dalle analisi delle istituzioni finanziari int. [paesi IDA-only HIPC] (WB, BIRS,BAfricana e Interamericana per lo sviluppo) e coloro che sono eleggibili per i prestiti concessionali dell International Development Association(IDA)[paesi IDA-only].Nel 2001 al vertice di Genova, la Presidenza italiana promose il Beyond debt relief: una piattaforma programmatica diretta alla riduzione del dei debito paesi poveri attraverso la riduzione delle barriere al commercio e la promozione degli IPE. Nel 2002 a Kananaskis (vertice G8) fu ribadito limpegno e fu subordinata eleggibilit per HIPC al requisito good governance. Nel 2002 conferenza internazionale di Monterrey che vedeva riunirsi UN,WB,IMF,UE,OMC esponenti del settore privato e civile. Ci furono 12 tavole rotonde e 50 eventi paralleli il cui risultato finale fu il Monterray Consensus: un elenco di misure da adottare a livello nazionale e int. per garantire condizioni di vita pi accettabili ai paesi pi poveri (+ impegno vs corruzione) e affermava un maggior impegno dei paesi industrializzati ad incrementare gli aiuti e avviare riforme strutturali per un risparmio interno e lattrazione degli investimenti.

Nel 2004, Sea Island, fu richiesta e approvata una proroga di due anni al programma HIPC fino al 2006.Nel 2005 a Gleneagles si recep la dichiarazione del vertice precedente e si assunse limpegno a cancellare il 100% del debito dei Paesi eleggibili all iniziativa HIPC(n rafforzata) che attualmente sono 21 nei cfr della WB e IMF mantenendo per esistenti i debiti nei confronti dei creditori privati. Le stime parlano di 64 miliardi di $ per questi 21 paesi mentre per lAfrica si calcola un debito estero di 200 miliardi e dei PVS in generale supera i 2.700 miliardi. Liniziativa HIPC coinvolge anche unatipica forma di cooperazioni eco/fin il Club di Parigi.

IL CLUB DI PARIGINato nel 1956, per crisi argentina del 56, rappresenta una delle sedi multilaterali pi importanti per la discussione del problema del debito e sua ristrutturazione. Riunisce 19 stati creditori dei pi indebitati e si riunisce periodicamente per effettuare lanalisi della posizione debitoria di un determinato paese, facendo incontrare solo paesi interessati tra loro (dal 56 circa 370 accordi di ristrutturazione). Possono parteciparvi tuttavia anche OI econ/fin. Il club agisce in stretto legame con IMF, secondo il principio del burden sharing( condivisione dei costi e dei rischi derivanti dallintervento a favore dei paesi debitori), e difatti il paese che voglia richiedere ristrutturazione deve:

poter dimostrare di essere destinatario di un programma di aiuto avviato dal fondo e diretto al risanamento economia

dimostrare di trovarsi in serio pericolo di insolvenza (imminent default)Il club non concede denaro ma serve a ricadensare la restituzione del debito.

IL NEGOZIATO DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO DEL CLUB DI PARIGIQuando la richiesta perviene per la prima volta al Club si stabilisce una data convenzionale che suddivide temporalmente il debito oggetto di ristrutturazione (cut-off date). Questa data serve

a tutelare le agenzie di credito allesportazione nelle operazioni in questo paese (da timore nuovi debiti) Aiutare il paese debitore per un nuovo acceso al credito

stimolo per nuovi IPE

Esistono una serie di ppi che devono guidare lazione del paese debitore che costituiscono il c.d. sistema delle condizionalit e che i paesi creditori sono tenuti a controllare. Questo sistema che racchiude ppi quali la good governace, la democrazia, la tutela DH viene applicato in genere nellambito delle iniziative per laiuto allo sviluppo intraprese a livello universale e regionale dalle OI competenti (vedi IMF; EU).

La richiesta del paese giunge al Club e nella riunione partecipano anche diverse OI, come IMF per situazione economica, UNCTAD e WB per questioni finanziarie. Si svolge una sorta di negoziato intergovernativo in cui un rappresentante dello stato illustra gli impegni che intende assumere e definisce lentit delle richieste. Ci cui si arriva non un accordo internazionale (e non esiste un accordo di ristrutturazione del debito ma unintesa) ma un impegno assunto dai paesi creditori e del debitore di sottoporre ai governi nazionali le intese raggiunte in seno al Club per consensus. Il debitore non dovr impegnarsi a non riconoscere condizioni pi vantaggiose a creditori diversi (c.d. clausola di comparabilit). Sono ammessi accordi bilaterali tra creditori-debitori secondo ppio solidariet purch nel rispetto del contenuto dellintesa raggiunta per contenuto e criteri.Per cooperazione tra creditori privati e paesi debitori esiste una forma analoga, il Club di Londra.

LA NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI DEBITO ESTERO: la legge n.209 del 2000Con questa legge lItalia diede attuazione al programma delliniziativa HIPC. Contiene misure per la riduzione del debito dei paesi a pi basso reddito e maggiormente indebitati ed il suo regolamento attuativo entr in vigore nel giungo 2001. Rappresenta la prima iniziativa legislativa del nostro paese relativa a questa questione e contiene una disposizione significativa che per rimasta inattuata: i crediti che possono essere soggetti di annullamento riconversione o rinegoziazione sono sia quelli dello Stato che quelli dei privati assicurati attraverso la SACE, rispetto ai quali garantisce.LART. 7 DELLA LEGGE E IL RUOLO DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIALart. impegna il governo ad avviare nelle sedi competenti(UN) le procedure necessarie per una richiesta di parere alla CIG sulla coerenza tra le regole internazionali che disciplinano il debito dei PVS e il quadro dei ppi generali del DI, dei DH e del diritto dei popoli. Questo permetterebbe di inquadrare a livello giuridico la questione del debito che fino ad oggi ha avuto carattere politico, sarebbe auspicabile e corente con poteri e funzioni della Corte. I governi hanno sempre motivato il rifiuto sulla base dellidea che non sussistano sufficienti elementi giuridici per giustificare la sollecitazione della CIG. Ma i motivi ci sarebbero:

art. 96 Carta e 65 regolamento interno la Corte pu dare parere su qualsiasi questione giuridica" e laccesso al credito per i paesi spesso regolato sulla base di intese che spesso sono veri accordi internazionali, quindi atti giuridici governati dal DI. trattandosi di accordi int. in caso inadempimento potrebbero essere fatte valere tradizionali cause di estinzione e/o sospensione dei trattati(ex. Conv. Vienna 1969).

1) Caso crisi economica debitore che impedisce pagamento potrebbe invocare impossibilit sopravvenuta quale causa sospensiva pagamento.2) Per modalit di pagamento e oscillazioni tasso di cambio si potrebbero creare mutamento radicale condizione dellaccordo e invocazione clausola rec sic stanti bus che opera come sospensione o estinzione dei trattati (art 62 Con. Vienna).

3) Vigenza accordo e ricadute delleccessiva esposizione del paese debitore sulle condizioni di vita delle popolazioni locali che potrebbero compromettere fruibilit taluni DI, tutelati a livello int. sia a livello pattizio (es. Patto UN 66) che generale (jus cogens). I paesi sono tenuti al rispettosi tali obblighi e lindebitamento non sostenibile potrebbe portare negazione diritto allo sviluppo di un popolo, per obblighi di pagamento. E anche le OI eco/finanziarie( ex art.18 patto UN 66) sono tenute al rispetto di tali diritti nellesercizio propria attivit.LE ISTITUZIONI MULTILATERALI ECONOMICHECAPITOLO 5 - IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALEORIGINE DELL IMFIl fondo nacque, unitamente alla WB, a conclusione della conferenza di BW, il 22 luglio 1944. Alla conferenza parteciparono 44 Stati pi in qualit personale un rappresentante della Danimarca. Attualmente fanno parte dellIMF 185 Stati e la Federazione Russa con le ex repubbliche sovietiche ne fanno parte dal 1992.

Laccordo istitutivo, Articles of Agreement, entr in vigore nel dicembre del 1947. Lobbiettivo della Conferenza era quello di trovare una soluzione che scongiurasse crisi finanziarie quali quelle degli anni 30, e quindi, le priorit erano:

Evitare leccessiva fluttuazione dei valori delle monete (tassi di cambio)

Garantire la convertibilit delle stesse

Creare dunque un sistema monetario stabile che avrebbe costituito la premessa dello sviluppo economico.La struttura del fondo e il nuovo sistema monetario internazionale furono elaborati a partire dal 1942 allinterno di gruppi di esperti GB e USA (Piano White vs Piano Keynes) e non erano tanto diversi in merito agli obiettivi quanto sulla realizzazione degli stessi.

Il piano Keynes, difatti, si concentrava sugli obiettivi di politica interna (crescita, piena occupazione) e prevedeva listituzione di una banca mondiale (ICU) presso cui tutte le BC avrebbero dovuto mantenere i propri depositi, ridenominati in bancor, la moneta internazionale con valore fissato in oro. Tramite questo sistema si sarebbe creato un meccanismo di aggiustamento automatico delle Bilance dei pagamenti, anche in caso di scoperto (overcraft facilities), ma richiedeva la dotazione di un fondo di 25-30 miliardi di $ americani e permetteva creazione di liquidit dato che la Clearing House internazionale poteva emettere moneta senza limitazioni (da qui critiche inflazionistiche).Il piano White poneva laccento sulla necessit di garantire stabilit dei tassi di cambio, sacrificando la stabilit delle variabili macroeconomiche interne (crescita, occupazione). In caso di squilibrio della bilancia dei pagamenti del paese interessato, era previsto un meccanismo di aggiustamento costituito da un fondo di stabilizzazione finanziato dai contributi degli SM. Era prevista una moneta internazionale (unitas) da usare come unit di conto.Il piano White prevalse per il maggior peso politico degli USA e perch il piano Keynes era ritenuto potenzialmente inflazionistico (secondo questultimo infatti la banca centrale prevista cd clearing house avrebbe potuto stampare moneta senza limite).

OBIETTIVI E STRUTTURALordine finanziario internazionale nato con gli Accordi di BW e lAccordo Istittutivo del Fmi