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Scrivere donna

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Letteratura al femminile nell'america latina

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DONNE NEL NOVECENTOMUJERES EN EL SIGLO XXWOMEN IN XXTH CENTURY

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Direttrice

Antonella CagnolatiUniversità degli Studi di Ferrara

Comitato scientifico

Comitato di redazione

José Manuel ALFONSO SÁNCHEZUniversidad Pontificia de Salamanca

Pilar BALLARIN DOMINGOUniversidad de Granada

Laura Maria BRANCIFORTEUniversidad Carlos III de Madrid

Giuditta BRUNELLIUniversità degli Studi di Ferrara

Loreta DE STASIOUniversidad del País Vasco

Manuela GALLERANIUniversità degli Studi di Bologna

Rossella GHIGIUniversità degli Studi di Bologna

Mercedes GONZÁLEZ DE SANDEUniversidad de Oviedo

Annette HOFMANNPädagogische Hochschule Ludwigsburg

Montserrat HUGUETUniversidad Carlos III de Madrid

Heather MENDICKUniversity of London

José María NADALUniversidad del País Vasco

Ada NEIGERUniversità degli Studi di Trento

Tiziana PIRONIUniversità degli Studi di Bologna

Teresa RABAZAS ROMEROUniversidad Complutense de Madrid

Sara RAMOS ZAMORAUniversidad Complutense de Madrid

Irene STRAZZERIUniversità degli Studi di Foggia

Thierry TERRETUniversité Lyon 1

Gerd VON DER LIPPEUniversity College of Telemark

Mercedes ARRIAGA FLÓREZUniversidad de Sevilla, Spagna

Salvatore BARTOLOTTAUniversidad Nacional de Educación a Distanciade Madrid

Šárka BUBÍKOVÁUniverzita Pardubice

Gigliola GORIUniversità degli Studi di Urbino

José María HERNÁNDEZ DÍAZUniversidad de Salamanca

Fidel LÓPEZ CRIADOUniversidad de La Coruña

Eulalia TORRUBIA BALAGUÉUniversidad Pontificia de Salamanca

Patricia VERTINSKYUniversity of British Columbialet

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DONNE NEL NOVECENTO

Il Novecento è stato unanimemente definito dalla storiografia il“secolo delle donne” per la loro presenza crescente nella sfera pub-blica, ovvero l’ambito delle professioni, dapprima nei settori piùvicini all’immaginario consolidato sull’identità femminile (lavoro dicura, insegnamento, professione sanitarie) per giungere a inficiare ilmonolitismo maschile nelle tradizionali roccaforti dell’atavica miso-ginia quali la magistratura, la medicina, le forze armate. Al di là di una ricerca condotta sulle agevoli ali della macrostoria,

l’intento dei volumi inseriti nella collana tendono a restituirci il sen -so del vissuto, dell’inesplorato, di quell’abisso ancora poco illumina-to in cui intere esistenze hanno trovato il loro fluire, talvolta peri-glioso, talvolta in palese rivolta verso cristallizzate consuetudini.Ciò che si intende indagare si inquadra prevalentemente nei fortimo menti di discontinuità nella storia delle donne, allorquando unastrenua consapevolezza dell’ingiustizia delle pratiche vigenti e illo-gicamente accettate si fa coscienza dapprima isolata, poi condivisa,e infine si trasforma in precise richieste per cui vale la pena di com-battere e sacrificarsi. Nel Novecento le battaglie delle donne trovano la loro legittima-

zione storica in un percorso di chiara natura democratica che levede dichiarare con voci alte e sonore la loro condizione di cittadi-ne e di lavoratrici a pieno diritto.I volumi della collana intendono pertanto restituire prioritaria-

mente la cartografia di tale esperienza, adottando un’impostazionefortemente interdisciplinare, sul modello degli women’s studies ditradizione anglosassone.letele

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Scrivere donnaLetteratura al femminile in America Latina

a cura diBrigidina Gentile

Rosa Maria Grillo

Traduzione diBrigidina Gentile

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Copyright © MMXIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, 133/A–B00173 Roma(06) 93781065

ISBN 978–88–548–4432–2

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre 2011letele

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Indice

9 Rosa Maria Grillo Scrivere donna 13 Aitana Alberti, Cuba Scrivere in America Latina 33 Libia Brenda Castro, Messico La scrittura come etichetta 53 Luz Argentina Chiriboga, Ecuador Che cosa significa scrivere al femminile in America Latina 71 Renée Ferrer, Paraguay Voce di donna 93 María Rosa Lojo, Argentina Donne argentine: soggetti della Storia e della Letteratura 111 Tere Marichal Lugo, Porto Rico Donnachescrive 131 Cristina Peri Rossi, Uruguay Parlo con le mie voci 155 Sonia Rivera Valdés, L’Avana/New York Mettere il mondo in ordine letele

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175 Márgara Russotto, Venezuela Studio di montagne o scrivere al femminile in America Latina 201 Aída Toledo, Guatemala Intorno a una letteratura disincantata, scettica, decentrata e di emergenza 235 Brigidina Gentile Backstage

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Rosa Maria Grillo

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Sulla scia del fortunato libro L’altra Penelope, curato da Brigidina

Gentile per la collana da me diretta A Sud del Rio Grande (Oèdipus, Salerno/Milano) poi pubblicato anche in Spagna (ArCiBel, Siviglia), abbiamo pensato di andare alle radici della scrittura femminile in A-merica Latina scegliendo – dopo una difficile selezione – dieci scrit-trici chiedendo loro di districare per noi la propria personale tela di Penelope, raccontandoci del proprio rapporto con la scrittura, con la vita, con il genere, con il contesto. Abbiamo lasciato ampia libertà di tessere ognuna la propria tela tra dichiarazioni di poetica, creazione, dati autobiografici e bibliografici, affinché potessero esprimere anche nella ‘forma’ il proprio essere donna scrittrice, o scrittrice donna, o donna e scrittrice, o, semplicemente, soggetto che scrive.

Non un saggio di gender studies o di sociologia della letteratura, quindi, ma un puzzle di micro storie che raccontano di un continente in movimento – verso forme di partecipazione democratica e di eman-cipazione economica, sociale e politica – attraversato da sentieri ‘sen-sibili’ in cui confluiscono anche rivendicazioni di genere ma sempre, e questo ci sembra un dato irrefutabile e importantissimo, all’interno di tematiche e movimenti più ampi, trasversali, in un ciclo continuo e reciproco di trasfusioni e travasi di linfa e sangue, di strutture e ag-ganci. In questo, mi sembra, sono unanimi le considerazioni delle no-stre scrittrici, in cui esperienze e percorsi individuali diversissimi si inseriscono in una generale riflessione sulle difficoltà dell’essere don-na all’interno di una cultura ‘terza’ come è questa America a volte co-sì vicina e altre così diversa e impenetrabile, questo ‘altro Occidente’ come la chiama giustamente Marcello Carmagnani, in cui tre secoli di

Scrivere donna. Letteratura al femminile in America latinaISBN 978-88-548-4432-2DOI 10.4399/9788854844321pag. 9-12 (dicembre 2011)

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colonizzazione profonda e pervasiva, con un indice altissimo di metic-ciato fisico e culturale, non sono stati annullati da nessun processo di ‘descolonizzazione’.

Al di là di questo telone di fondo omogeneo, abbiamo avuto in ri-sposta le tele più diverse, sia per tessuto – biografia, bibliografia, sag-gistica, creazione in prosa o verso – sia per trama, disegno e struttura, prevalendo comunque il discorso unico e unificante di rivendicazione di una identificazione totale di vita e scrittura, al di là di quei cliché che individuavano e imponevano alla donna scrittrice una scissione, un dover passare il guado e identificarsi in una figura maschile an-nientando il proprio ‘esser donna’, dal ‘todo un hombre aquella mujer’ riferito a Gertrudis Gómez de Avellaneda alla necessità del ricorso al-lo pseudonimo maschile della prima Eduarda Mansilla.

Mi sembra invece di scorgere una forma di orgoglio femminile che non sempre, naturalmente, sfocia nella teoria e nella pratica del fem-minismo della differenza ma che ha la consapevolezza di costituire un tassello, una tappa, di una lunga storia di lotte per travalicare e annien-tare tutti i regimi della differenza – di classe, di etnia, di genere – giacché ancor oggi, nella ‘migliore’ tradizione eurocentrica, differenza non significa solo diversità ma significa ancora rapporto di dipenden-za tra superiore e inferiore, tra alto e basso, tra bianco e non bianco, tra maschio e femmina ecc.

Così, Renée Ferrer diacronicamente racconta la propria ‘storia’ in cui vita, scrittura e contesto appaiono come un tutt’uno, e Sonia Rive-ra Valdés afferma: “scrivo e faccio l’editing, mettendo in ordine tutto ciò che mi arriva dal mondo di fuori e anche da quello di dentro, per-ché metto in ordine e faccio l’editing anche dei miei ricordi”. Ancora più sincretica appare Tere Marichal Lugo: “Sono mujerscritora, don-nachescrive con piacere, forza, fermezza, sfida e passione. Non separo le due parole perché i miei argomenti di lavoro non si separano dal modo in cui una donna vede il mondo e lo definisce”. Anche nel rap-porto con il partner, scrittura e vita sono inscindibili come in Aída To-ledo: “il testo / le parole / ti tocco / con queste stesse dita / con cui scrivo”.

Questa unitarietà può quindi costituire un canale privilegiato di av-vicinamento all’universo femminile latinoamericano, che tenga conto delle coordinate di genere, spazio, lingua, cultura, mezzo di espressio-letele

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Intorno a una lettura disincantata, scettica, decentrata e di emergenza 225

MISSISSIPPI ROUND TRIP25 Nada pudo ser tan perfecto La lógica no pelea con los sueños Tengo la lengua pegada al paladar Nada de líneas curvas sólo el camino Nada de presentimientos fuera de hora Sólo la noche la luna la soledad No cabe la menor duda Tengo la lengua pegada Mi impresión es que estas veredas Son los mismos escenarios De mis pesadillas Siento que todo me da vueltas Que la vida se me repite Sé que tengo la lengua pegada Pero no logro comprender Ni el ladrido de los perros A estas horas de la noche Todo se me escapa Se me filtran los anacolutos Nada que pelee con el sueño Nada que polemice con la lógica Tengo la Sensación que ya viví esta parte

MISSISSIPI ROUND TRIP Niente poteva essere più perfetto La logica non lotta con i sogni Ho la lingua incollata al palato Nessuna linea curva soltanto la strada Nessun presentimento fuori orario Soltanto la notte la luna la solitudine Non c’è il benché minimo dubbio] Ho la lingua incollata La mia impressione è che questi sentieri] Siano gli stessi scenari Dei miei incubi Sento che tutto mi gira intorno Che la vita si ripete So che ho la lingua incollata Ma non riesco a comprendere Nemmeno il latrato dei cani A quest’ora della notte Tutto mi sfugge Si insinuano gli anacoluti Niente che lotti con il sonno Niente che polemizzi con la logica] Ho la Sensazione di aver già vissuto questa parte

25 Ibidem, p. 65. let

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FÁBULA DE DI Y PI O LA POSIBILIDAD DE UNA LECTURA REVERSIBLE26 Se ven Se conocen y Conversan En corto tiempo Se tocan Los lugares + íntimos A mordidas como besos Se arrancan los labios y las prendas] Se acarician se pellizcan se lamen] Se sitian se invaden y poseen] Porque DI debate su sino De caballero lúbrico Y PI Siente entre las piernas Un cosquilleo adolescente Que no la deja dormir Por eso Se poseen se invaden se sitian] Se lamen (sí señor cómo se lamen) se pellizcan se acarician se arrancan las prendas y los labios como besos a mordidas los lugares + íntimos se tocan en corto tiempo

FAVOLA DI DI E PI O LA POSSIBILITÀ DI UNA LETTURA REVERSIBILE Si vedono Si conoscono e Conversano In poco tempo Si toccano Le parti + intime A morsi come baci Si strappano le labbra e i vestiti Si accarezzano si palpeggiano si leccano] Si assediano si invadono e posseggono] Perché DI analizza il suo destino Di cavaliere lubrico E PI Sente tra le gambe Un solletico adolescente Che non la fa dormire Per questo Si possiedono si invadono si assediano] Si leccano (eccome si leccano) si palpeggiano si accarezzano si strappano i vestiti e le labbra come baci a morsi le parti + intime si toccano in poco tempo

26 Ibidem, p. 73.

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Intorno a una lettura disincantata, scettica, decentrata e di emergenza 227

conversan se conocen y se ven

conversano si conoscono e si vedono

EL CUERPO27 el texto las palabras te toco con estos mismos dedos con que escribo y al tocarte toco a otros y sus cuerpos se estremecen en el tuyo

IL CORPO il testo le parole ti tocco con queste stesse dita con cui scrivo e mentre ti tocco tocco altri e i loro corpi fremono nel tuo

ESCRIBO DESDE AQUÍ28 Desde este extraño lugar En donde me coloco Sé que escribo Y Que escribir es lo mío Sin centro

SCRIVO DA QUI Da questo strano luogo Dove io mi colloco So che scrivo E Che scrivere è quel che voglio Senza centro

27 Ibidem, p. 78. 28 Ibidem, p. 98.

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Sin sexo La palabra

Senza sesso La parola

LA CÁMARA29 Clic El silencio La cámara Zum El silencio Rostros Detenidos en el tiempo Sonrisas inaudibles Gestos petrificados El brillo de tus dientes Desde los puentes Clic El adiós inevitable Clic Las miradas fijas Los labios lívidos Recordar inevitable Clic Congelados parpadeos Voces arrastradas por el viento Memoria La fragmentada ciudad Repitiéndose Los edificios Gimiendo Solitarios Clic clic clic clic

LA MACCHINA FOTOGRAFICA Clic Il silenzio La macchina fotografica Zoom Il silenzio Volti Fissati nel tempo Sorrisi impercettibli Gesti pietrificati I tuoi denti brillanti Dai ponti Clic L’addio inevitabile Clic Gli sguardi fissi Le labbra livide Ricordare inevitabile Clic Congelati battiti di ciglia Voci trascinate dal vento Memoria La frammentata città Che si ripete Gli edifici Che gemono Solitari Clic clic clic clic

29 Aída Toledo, Un hoy que parece estatua, Guatemala, Ediciones del Cadejo, 2010, p.

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Sombras Clic Lágrimas Clic La cámara Reduciéndolo todo A esa Inmovilidad De la memoria

Ombre Clic Lacrime Clic La macchina fotografica Che tutto riduce A questa Immobilità Della memoria

VIVIR AQUÍ VIVIR ALLÁ30 Ciudadana de dónde Sin tí Ciudadana de dónde Sin tu presencia Tú eres mi espejo Tú El lugar secreto en donde yo existo Tú Me escribes y me borras Si tengo patria Es en tu cuerpo Querida mía que ondeas En esta memoria Que ahora te reclama

VIVERE QUI VIVERE LÀ Cittadina di dove Senza di te Cittadina di dove Senza la tua presenza Tu sei il mio specchio Tu Il luogo segreto dove io esisto Tu Mi scrivi e mi cancelli Se ho una patria È nel tuo corpo Mia amata che ondeggi In questa memoria Che adesso ti reclama

30 Ibidem, p. 36.

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Aída Toledo 230

EN LA MEMORIA31 Él parte el pan Le pone queso Sirve el café En la misma taza Cada vez Cada vez que ella Sube a su apartamento Y toca suavemente la puerta Y dice hola Y él adelante Y se besan Y se abrazan Sí (En esta escena repetida hasta el cansancio) Él nuevamente parte el pan Hace el café Y se lo sirve Humeante En la mismísima taza Cada vez Cada vez Que ella Insiste En recordar

NELLA MEMORIA Lui taglia il pane Ci mette il formaggio Serve il caffè Nella stessa tazza Ogni volta Ogni volta che lei Sale al suo appartamento E bussa delicatamente alla porta E dice ciao E lui avanti E si baciano E si abbracciano Sì (In questa scena ripetuta fino al-la noia) Lui taglia ancora il pane Prepara il caffè E se lo serve Fumante Nella stessissima tazza Ogni volta Ogni volta Che lei Insiste Nel ricordare

31 Ibidem, p. 39.

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LA CIUDAD DELIRA32 Es de noche La ciudad lentamente agoniza La violencia como señal Las luces languidecen La ciudad gime Espera Ojos fijos Y tristes Horas suaves

LA CITTÀ DELIRA È notte La città lentamente agonizza La violenza come segnale Le luci languono La città geme Aspetta Occhi fissi E tristi Ore dolci

BORGIANA33 Dudo Si sueño O Imagino Dudo Si escribo O Leo Dudo Si soy yo O Únicamente Soy El producto Imaginado De una escritora Latinoamericana Que aburrida

BORGIANA Non so Se sogno O Immagino Non so Se scrivo O Leggo Non so Se sono io O Unicamente Sono Il prodotto Immaginato Di una scrittrice Latinoamericana Che annoiata

32 Ibidem, p. 43. 33 Ibidem, p. 49.

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Aída Toledo 232

En el sur de USA Crea un personaje Que no sabe Si sueña O Escribe O Existe

Nel sud degli USA Crea un personaggio Che non sa Se sogna O Scrive O Esiste

OBJETIVO34 Viernes NY De tarde En el intermedio Taxis y carreras angustiantes Por calles grises En escena de película Con el City Hall a la vista Llegamos Sin anillos Sin ropa adecuada Sin saber Que aquello era Una señal (¿Y los padrinos?) (eso sí) Puntuales Y La cena A la orilla Del Hudson Inevitable

OBIETTIVO Venerdì NY Di pomeriggio Nell’intervallo Taxi e corse angosciose Lungo strade grigie Come in un film Si vede il City Hall Arriviamo Senza anelli Senza vestiti adeguati Senza sapere Che quello era Un segnale (E i padrini?) (questo sì) Puntuali E La cena In riva All’Hudson Inevitabile

34 Ibidem, p. 104.

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El aroma de las rosas Todavía Frente a las Torres

L’odore delle rose Ancora Di fronte alle Torri

BODEGÓN35 El mismo auricular Tomado Por su mano Entre pasado Y un hoy Que parece Estatua La mujer Se ha ido Sin embargo Marca el mismo # El mismo # (el mismo # repite su voz como grabadora) Del otro lado Un silencio Estático El vacío Apartamento Y la anónima calle Que hoy Ella Ya ni recuerda

NATURA MORTA Lo stesso auricolare Preso Dalla sua mano Tra il passato E un oggi Che sembra Statua La donna Se n’è andata Ciò nonostante Digita lo stesso # Lo stesso # (lo stesso # ripete la sua voce come il registratore) Dall’altra parte Un silenzio Statico Il vuoto Appartamento E l’anonima strada Che oggi Lei Nemmeno ricorda

35 Ibidem, p. 103. let

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Brigidina Gentile

Backstage

Mai portarsi dietro più di quanto puoi tenere con una mano1

(Joyce Lussu) Sono traduttrice per passione, perché durante il giorno faccio un al-

tro mestiere, ed è per questo che mi sento un po’ nomade quando a “intermittenza” indosso il mio “fardello d’amore”, come ha saputo co-sì ben definire la traduzione la magnifica poeta Adrienne Rich.

Mi piace sentire il peso delle parole che suonano e vibrano dentro di me quando le leggo, e mi piace sentire la vita di quelle parole che una volta attraversatami, si con-fondono insieme alla mia lingua ma-dre, l’italiano. Mi piacciono, insomma, l’alchimia e la musica che con il passaggio da una lingua all’altra si producono.

A volte faccio fatica a portare questo fardello, non lo nascondo, ma sono momenti, passaggi come fòssi in cui c’è il rischio di cadere, ma la passione, è proprio vero, fa fare salti da gigante e… allora eccomi qui con l’ultima “fatica d’amore”. Fatica sì, perché tradurre non è “un

1 Tale espressione è stata riportata da Maria Rosa Cutrufelli in una testimonianza raccolta

da Patrizia Caporossi e posta a titolo dell’iniziativa pubblica organizzata dall’Associazione Seminari Magistrali di Genere “Joyce Lussu”, Ancona 21 marzo 1999. “Era una frase che di-ceva sempre, perché cuore e testa possono bastare per essere e scoprire, strada facendo, l’essenziale che si è, senza ingombri ma con la libertà di esserci nell’ascolto aperto al suono del mondo. E non c’è luogo, non c’è parte che non soddisfi questo richiamo, di esserci in un modo o nell’altro, ma sempre interamente”, Patrizia Caporossi, Incontri, in “Spirito libero”, periodico lunare, giu-lug 2009, p. 36.

Scrivere donna. Letteratura al femminile in America latinaISBN 978-88-548-4432-2DOI 10.4399/97888548443212pag. 235-240 (dicembre 2011)

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generico fare, ma un costruire ponti”2, un processo che va accolto “conoscendo il rischio inevitabile di quel tradimento presente in ogni trasmissione, perché c’è sempre nel tradere una consegna, pur nel ri-spetto dell’altro, attraversata dal proprio sé”3. E questo vale special-mente e soprattutto per la poesia, da taluni giudicata intraducibile, la cui traduzione non può essere “un arido esercizio accademico e filolo-gico sulle complicanze grammaticali e sintattiche di una lingua, ma è sforzo per comprenderla: è quasi riviverla”4, per usare le parole dell’amica filosofa Patrizia Caporossi.

Quando mi è stata proposta la “cura” di questa antologia insieme a Rosa Maria Grillo, professoressa di letteratura ispanoamericana alla Università degli Studi di Salerno, ho iniziato subito a viaggiare tes-sendo, tramando e… tradendo, perché in questo flusso che si crea nel viaggio/passaggio da una lingua all’altra avvengono sempre dei cambi e/o degli scambi.

In questo mio viaggio nella scrittura femminile latinoamericana, ricco di passaggi da un paese all’altro, da un modo di espressione all’altro, pur sempre nella lingua spagnola ma con tutte le sfumature e le sfaccettature che ogni paese ha dato e dà al castigliano, mi sono ri-trovata a costruire ponti immaginari e immaginifici tra l’Italia e l’America Latina con l’aiuto indiscusso delle scrittrici che di questa antologia fanno parte e che mi hanno supportato e sopportato con simpatia e antipatia, pazienza e impazienza, odio e amore… gli ingre-dienti ci sono tutti o quasi. Con queste scrittrici ho tessuto un dialogo aperto e con qualcuna anche un’amicizia per me preziosa.

Ecco alcune istantanee: brevi note, “passaggi” tratti dalla corri-spondenza tenuta con le scrittrici a testimonianza del dialogo che si instaura tra scrittore e traduttore e della “fatica” di aprirsi all’altro/a in una operazione che anche se, o proprio perché, porta a un tradimento è fatta con amore.

2 Patrizia Caporossi, Il corpo di Diotima. La passione filosofica e la libertà femminile,

Quodlibet, Macerata Roma (2009) 2011, p. 173. 3 Ibidem, nota 201, pp. 173-174. 4 Patrizia Caporossi, Joyce Lussu, la traduzione d’amore di una sibilla del ‘900, in “Spiri-

to libero”, cit., p.37.

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Ecco le loro parole, dei flash, lampi nero su bianco, che sapranno, forse, dare una “immagine” di ciò che desidero farvi in-tra-vedere con queste mie parole, il backstage, come direbbe Tere Marichal Lugo.

Inizio con Cristina Peri Rossi che mi aveva chiesto di poter leggere la sua traduzione in italiano. Io gliela spedii invitandola a dirmi qual-siasi cosa non le piacesse. Cristina mi rispose così: «Brigi, per favore, non prendere così tanto sul serio le traduzioni, sei tu che devi sceglie-re, senza dubbio né dubbi. Quando ti ho chiesto di spedirmi la tradu-zione che hai fatto non è stato per correggere né per intervenire, ma perché adoro l’italiano. Pertanto sappi che per me va bene quel che decidi tu!».

Renée Ferrer, che ha scelto di scrivere un saggio sulla scrittura femminile in America Latina ripercorrendo le fasi della propria espe-rienza letteraria, inviò questa mail in risposta ai miei dubbi: «Cara Brigidina, con i tuoi messaggi metti fede e allegria in questo arduo cammino della letteratura. Sappi che non mi infastidisci con le tue domande, perché tutte le domande sono valide e a volte necessarie, e che io faccio parte di quella schiera di scrittori che pensano che la tra-duzione è in certo qual modo una ricreazione, che certamente deve e-sprimere il senso della versione originale con la maggiore fedeltà pos-sibile, ma anche che le licenze che si prende il traduttore, molte volte, sono necessarie e possono addirittura migliorare l’originale… ti rin-grazio per esserti dedicata alla mia scrittura, è il più bel regalo che mi si possa fare».

«Cara Brigi», scrive Aída Toledo, «mi dà una enorme emozione vedere tradotte le mie poesie, non ho parole per esprimere quel che sento, la gioia di vedermi inclusa in questa antologia, me che sono una “piccola poeta” del Guatemala. Sono contenta di sapere che tu questo paese lo hai conosciuto, Guatemala sempre belligerante. Ci sono tor-nata da qualche anno e penso che anche alla insicurezza ci si abitua: in realtà la situazione è meno peggio di come la dipingono i mezzi di comunicazione internazionale. Bisogna stare attenti sempre, è vero, ma questo vale ovunque, eh sì! questo è un luogo dove le cose poco a poco stanno cambiando democraticamente».

«Appena sono pronta risponderò alle tue “inquietudini”, Brigidina. Ti auguro di realizzare tutti i tuoi desideri e mi auguro di conoscerti personalmente un giorno, intanto dobbiamo avere fede nel futuro e letele

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sperare in un mondo più uguale per tutti. Corazonalmente, Luz Argen-tina Chiriboga».

«Cara Brigidina la ringrazio molto per la sua espressiva e affettuosa lettera. Forse sono stata un po’ formale nelle mie comunicazioni con lei ma è che così suole essere la corrispondenza con le comuni case editrici. Non immaginavo che in questo caso ci fosse dietro una voca-zione appassionata come la sua. Dovremmo esserle molto grate per dedicarci le sue ore libere ponendo tanta attenzione e interesse nelle nostre opere. Mi ha molto interessato il suo lavoro sul mito di Penelo-pe, un progetto molto attraente. Un abbraccio affettuoso da María Ro-sa Lojo».

Libia Brenda Rojano Castro: «La traduzione, come tu dici, è in ef-fetti un male necessario, e i traduttori hanno un compito titanico: pas-sare da una lingua all’altra, l’abbiamo visto, è in realtà riscrivere un’opera, davvero una grande responsabilità. Non si tratta soltanto di conoscere due lingue... Penso che un buon traduttore si formi con l’esperienza di anni di letture e lavoro accumulato. Che cosa possono o devono fare i giovani traduttori allora? Io credo che debbano indivi-duare con onestà le loro carenze cercando di fare il miglior lavoro che si può: ci si perfeziona con gli anni».

Aitana Alberti mi ha regalato alcune perle di saggezza, eccone due: Perla numero uno: «Amica mia fai il tuo lavoro, qualsiasi esso sia,

a testa alta: non è lui che ti dà la vita ma sei tu che la dai a lui». Perla numero due: «Ah se gli uomini sapessero che il leone è timi-

do e si nasconde dietro la femmina quando viene attaccato! Ah se le donne sapessero che la leonessa si consola subito e divora persino il cadavere del suo defunto se è arrabbiata con lui!».

Sonia Rivera Valdés: «Come tu sai io scrivo in spagnolo, nonostan-te viva a New York da più di trent’anni. Lo faccio perché mi conside-ro una scrittrice cubana e perché vorrei che le cose che scrivo possano essere lette nella forma originale ovunque si parli spagnolo, senza pas-sare attraverso il processo della traduzione che, per eccellente che pos-sa essere, deve necessariamente adattare il testo alle necessità di un’altra lingua. Senza dubbio ringrazio profondamente tutti quelli che si sono dedicati e si dedicano alla traduzione perché hanno arricchito la mia vita dandomi la possibilità di leggere opere in lingue che non conosco. E ho anche molta gratitudine per chi mi traduce, perché que-letele

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sto è l’unico modo che hanno i lettori che non conoscono lo spagnolo di leggermi».

Tere Marichal Lugo si è fidata e affidata tanto da rispondere così alle mie sollecitazioni e richieste di chiarimenti su alcuni versi delle poesie contenute nel suo testo:

«Quel che vorrei sempre è che il risultato della traduzione fosse so-noro, come una canzone, ma puoi scrivere quel che tu credi, usare le parole che ritieni si accordino con il testo, dar loro il tuo tocco, perché io ho molta fiducia nel tuo modo di tradurre, nel tuo modo di scrivere, nel tuo stile».

Márgara Russotto: «Prima di tutto voglio complimentarmi con te per le difficili e ingegnose soluzioni che hai trovato. La traduzione è quasi un miracolo e anche un compito che va fatto con moltissima u-miltà. È la massima attività per la convivenza e la comprensione uma-na. Io sono stata una traduttrice “spontanea” quando da bambina vive-vo tra gli immigranti italiani in Venezuela e poi lo sono stata profes-sionalmente. Credo che in questi nostri tempi di grandi spostamenti umani e di grande babelizzazione il traduttore sarà l’unico “eroe posi-tivo”, se mi si consente l’uso di questo termine antico e un po’ inge-nuo, l’unico portatore di chiarezza e comprensione».

“Lasciati stordire dal rosa pompeiano”, si legge nella sua poesia Tutto quel che è non essendo; quando, molto ingenuamente, ho chiesto a Márgara come mai il famoso rosso pompeiano si fosse trasformato in rosa, lei mi ha risposto: «Non lo sai che nel pianeta della poesia tut-to è possibile? Che il gelo brucia e gli uccelli nuotano tra le nuvole? Spero che tu non abbia dimenticato quel famoso poeta che diceva che “i quattro punti cardinali sono tre, il nord e il sud”5. Ebbene il mio ros-so pompeiano mi è parso più rosa che rosso, specialmente in quelle ore del giorno in cui la luce è allo zenit. Non c'è altra spiegazione che questa: la felicità delle parole in libertà che dicono quel che vogliono quando ne hanno voglia. Io obbedisco soltanto alla loro volontà». È vero Márgara, i poeti possono e devono dire cose che mai si direbbero senza di loro, come ci ha così ben spiegato Vicente Huidobro, i poeti

5 Vicente Huidobro, Altazor o el Viaje en paracaídas, Madrid, Compañía Iberoamericana

de Publicaciones, 1931. [N.d.T.] let

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Brigidina Gentile 240

possono farci vedere cose che non abbiamo mai visto o che forse non vedremo mai.

Ho iniziato con Cristina Peri Rossi ed è con lei che concludo queste brevi note anche perché Cristina ha una interessante ricetta per far funzionare le coppie:

«Immagino che tu sappia cara Bri, che scrivo in stato di trance. Non so scrivere in un altro modo e inoltre credo che se scrivo così ve-locemente è perché il cervello non può sopportare tanta intensità per molto tempo. È come l’innamoramento: più di tre anni di passione e di ossessione il cervello non sopporta. Tutte le coppie dovrebbero fare una pausa al terzo anno, senza litigare, senza rinfacciarsi nulla, e tor-nare insieme sei mesi dopo. Allora potranno iniziare nuovamente, con passione, senza aver mandato all’aria la relazione perché il cervello non ne poteva più dello stress… Vuoi sapere come mi rendo conto dello stato di trance? Perché in quel momento l’unica cosa che mi pa-re valga la pena fare è scrivere, mentre sento la voce. È una vocina molto ben educata: nei lunghi periodi in cui sono innamorata, sta zitta, per non dar fastidio all’amore che è la cosa più importante di questa vita».

Ho “vissuto” ogni scrittrice come un’isola da scoprire, conoscere e… “abitare”, ora queste isole formano il bell’arcipelago che è questo libro.

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DONNE NEL NOVECENTO

1. Antonella CAGNOLATI (a cura di)La grande avventura di essere me stessa. Una rilettura di Simon de BeauvoirISBN 978–88–548–3127–8, formato 17 × 24 cm, 184 pag., euro 13,00

2. Enrica GUERRA (a cura di)Voci di donne. La guerra nelle testimonianze femminiliISBN 978–88–548–2839–1, formato 17 × 24 cm, 224 pag., euro 15,00

3. María Mercedes GONZÁLEZ DE SANDE (a cura di)Donne, identità e progresso nelle culture mediterraneeISBN 978–88–548–2944–2, formato 17 × 24 cm, 496 pag., euro 29,00

4. Stefania TARANTINOPensiero e giustizia in Simone WeilISBN 978–88–548–2974–9, formato 17 × 24 cm, 172 pag., euro 12,00

5. Francesca FRIGERIOQuando le parole cantano. La scrittura musicale di Dorothy RichardsonISBN 978–88–548–3281–7, formato 17 × 24 cm, 324 pag., euro 20,00

6. Antonella CAGNOLATI (a cura di)Maternità militanti. Impegno sociale tra educazione ed emancipazioneISBN 978–88–548–3440–8, formato 17 × 24 cm, 176 pag., euro 12,00

7. Brigidina GENTILE, Rosa Maria GRILLO (a cura di)Scrivere donna. Letteratura al femminile in America LatinaISBN 978–88–548–4432–2, formato 17 × 24 cm, 244 pag., euro 15,00

In corso di pubblicazione

Giovanna PROVIDENTI“Quel sogno d’essere” nell’opera di Goliarda Sapienza. Percorsi critici nel caleido-scopio artistico di una delle maggiori autrici del Novecento italianoletele

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Finito di stampare nel mese di dicembre del 2011dalla «Ermes. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. »00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15

per conto della «Aracne editrice S.r.l. » di Romaletele

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