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1 LO SCUDO VICHINGO In epoca vichinga i combattenti usavano ampi scudi di legno rotondi; al centro, dietro all’umbone, vi era la maniglia per afferrarli. Nella figura 1 si vede una riproduzione di scudo, mentre nella 2 un ritrovamento dalla nave Oseberg. Gli scudi rappresentano uno dei diversi casi in cui le fonti letterarie e fonti archeologiche non sono d'accordo su come le armi vichinghe venivano costruite. Il norvegese Gulaþing e le leggi Frostaþing specificavano come doveva essere costruito uno scudo: doveva essere di legno con tre cerchi di ferro e una maniglia fissata sulla parte posteriore da chiodi di ferro. Una successiva revisione della legge dice che lo scudo doveva essere fatto di un doppio strato di pannelli (tvibyrðr), e il fronte doveva essere dipinto di rosso e di bianco. Nella figura 3 c’è uno scudo dal diametro di circa 81 cm ritrovato nel 2008, novantasei chilometri a ovest di Copenaghen datato fine del decimo secolo dC, mentre la 4 inquadra il particolare della maniglia; il fatto che sia intagliata fa presupporre che lo scudo fosse da esposizione, o che l’intagliarlo fosse un gesto rituale di passaggio. Pochi scudi sono sopravvissuti dall'epoca vichinga, in particolare gli scudi dalla nave Gokstad, che risalgono al decimo secolo; la nave era dotata di trentadue scudi, molti dei quali arrivati a noi intatti. Essi sono stati ottenuti da un singolo strato di tavole dello stesso spessore, senza bande di ferro, e le facciate erano dipinte di nero e giallo. Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4

scudo vichingo

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articolo tratto daHurstwik sull'utilizzo, la tecnica e la costruzione che stanno dietro ahli scudi vichinghi

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Page 1: scudo vichingo

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LO SCUDO VICHINGO

In epoca vichinga i combattenti usavano ampi scudi di legno

rotondi; al centro, dietro all’umbone, vi era la maniglia per afferrarli.

Nella figura 1 si vede una riproduzione di scudo, mentre nella 2 un

ritrovamento dalla nave Oseberg.

Gli scudi rappresentano uno

dei diversi casi in cui le fonti letterarie

e fonti archeologiche non sono

d'accordo su come le armi vichinghe venivano costruite.

Il norvegese Gulaþing e le leggi

Frostaþing specificavano come doveva

essere costruito uno scudo: doveva

essere di legno con tre cerchi di ferro e una maniglia fissata sulla parte

posteriore da chiodi di ferro. Una successiva revisione della legge dice

che lo scudo doveva essere fatto di un doppio strato di pannelli

(tvibyrðr), e il fronte doveva essere dipinto di rosso e di bianco.

Nella figura 3 c’è uno scudo dal diametro di circa 81 cm ritrovato nel 2008, novantasei

chilometri a ovest di Copenaghen datato fine del decimo secolo

dC, mentre la 4 inquadra il particolare della maniglia; il fatto

che sia intagliata fa presupporre che lo scudo fosse da

esposizione, o che l’intagliarlo fosse un gesto rituale di

passaggio.

Pochi scudi sono sopravvissuti dall'epoca vichinga, in particolare gli scudi dalla nave

Gokstad, che risalgono al decimo secolo; la nave era dotata di trentadue scudi, molti dei quali

arrivati a noi intatti. Essi sono stati ottenuti da un singolo strato di tavole dello stesso spessore,

senza bande di ferro, e le facciate erano dipinte di nero e giallo.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

Page 2: scudo vichingo

2

I tipici scudi vichinghi erano 80-90 cm ( 32-36 pollici ) di diametro. Alcuni erano più grandi,

come gli scudi di Gokstad, che sono di 94 centimetri ( 37 pollici ). Sulla base dei resti, alcuni degli

scudi più piccoli sembrano essere stati di circa 70 cm ( 28 pollici ) di diametro.

Gli scudi ritrovati sono costruiti con spesse tavole, anche se esistono prove letterarie, come

il poema franco del decimo secolo Waltharius, e le leggi Gulaþing, che suggeriscono che gli scudi

erano di legno lamellare, ma nessuna prova archeologica sostiene questo stile di costruzione

durante l'era vichinga in terre norrene.

I ritrovamenti sono realizzati in abete rosso, abete o pino. Anche in questo caso, la prova

letteraria contraddice, e suggerisce che gli scudi sono stati realizzati con legno di tiglio ( Tilia

comunemente nota come basswood in Nord America ). La parola Lind (tiglio) sta a significare

"scudo" in poesie come Völuspá ( 50 ), mentre il termine lindiskjöldr ( scudo di tiglio ) è usato in

alcune saghe. Il tiglio ha sicuramente vantaggi rispetto ad altre specie di legname utilizzati per

costruire gli scudi, è leggero e non si rompe in caso di urto come altri tipi di legno.

Gli scudi di Gokstad raggiungono il massimo spessore, cioè circa

7mm ( 1/4 in ), vicino al centro e sono stati smussati in modo da renderli

più sottili ai bordi. La maggior parte degli scudi hanno uno spessore tra

6mm (1/4in) e 12mm (1/2in), anche se sono stati trovati scudi più spessi

fino ai 30mm (1-1/8in).

Al centro dello scudo c’era un umbone di ferro a cupola, che

proteggeva la mano. Un umbone del decimo secolo trovato alla Hemla, nel sud d'Islanda, è

mostrato nella foto 5.

L’umbone mostrato nella figura 6 risale al periodo precedente

Vendel, ma questo stile con il suo lungo collo e la manopola al vertice è

stata utilizzata anche in epoca vichinga. Le teste dei chiodi che sono sulla

flangia esterna dell’umbone sono ancora visibili.

Gli umboni erano solitamente di 15cm ( 6 in ) di diametro e con

uno spessore che andava da 3 a 5mm (circa 0,1 per 0.2 in, o tra 6 e 10

gauge). L’umbone doveva essere grande abbastanza da contenere e proteggere la mano

all’interno e lasciare lo scudo libero di ruotare intorno ad essa così che il combattente poteva

spostare lo scudo da un lato all’altro. Alcuni umboni avevano un collo cilindrico tra la flangia e la

cupola, come quello dell’era Vendel sopra indicato. Le flange erano generalmente tonde, anche se

sono stati trovati modelli più elaborati come le flange dentate.

Fig. 5

Fig. 6

Page 3: scudo vichingo

3

L'interno dell’umbone dell’era Vendel è mostrato nella figura 7.

Questo umbone ha una impugnatura rivettata all'interno. Chiaramente,

nessun braccio potrebbe passare attraverso questa impugnatura

Grandi chiodi di ferro passavano attraverso la flangia ed erano

appiattiti, o curvati sul retro dello scudo per tenere l’umbone in

posizione come si nota nella foto di una riproduzione in figura 8.

Come per gli scudi di Gokstad, questa riproduzione non ha

rinforzi in ferro, ed ha una sola impugnatura di legno che attraversa

il diametro dello scudo. Lo scudo viene impugnato dall'interno

dell’umbone, come mostrato nella figura 9. Non ci sono né

imbracciature né cinghie e come risultato, lo scudo può essere

ruotato liberamente da un lato all'altro.

Almeno un passaggio delle saghe può essere utilizzato per

contestare questa impugnatura: nel capitolo 32 della saga

Hítdælakappa Bjarnar, l'autore dice che Björn teneva lo scudo con il

braccio attraverso la presa a mano (Björn hélt á skildinum svá at

handleggr hans var í mundriðanum...).

L'impugnatura in genere correva lungo tutto il diametro dello scudo. Molti scudi

utilizzavano un’impugnatura di legno semplice, come mostrato sulla riproduzione nella figura 9,

mentre altri erano in ferro, inchiodata allo scudo, come mostrato nella riproduzione sulla destra.

Alcune delle maniglie di ferro ritrovate sono decorate con

argento o bronzo. Anche se le leggi Gulaþing richiedevano

tre barre di ferro per

armare il retro dello

scudo, come mostrato

in figura 10, archeo-

logicamente parlando

non vi sono riscontri.

Fig. 7

Fig. 8

Fig. 9 Fig. 10

Page 4: scudo vichingo

4

Lo scudo era probabilmente bordato in pelle o cuoio grezzo (figura 11) per mantenere lo

scudo unito quando veniva colpito. Il bordo contribuiva a tenere lo scudo insieme e, in quanto la

pelle si ritraeva dopo che era stata applicata, stringeva le tavole e le avvicinava: i vantaggi di

questo tipo di bordatura vengono mostrati graficamente in questa

pagina.

Gli scudi di Gokstad avevano una serie di piccoli fori lungo

tutto il perimetro dello scudo. Sono circa a 20 mm ( 3/4 in ) dal bordo,

ad intervalli di 35 millimetri ( 1-3/8in ) l’uno dall’ altro; si pensa che la

pelle venisse applicata o con chiodi di ferro, o tramite cuciture che

passavano attraverso questi fori.

Alcuni scudi hanno evidenziato fascette di

ferro o di bronzo attorno al bordo, forse per tenere

il bordo di pelle in tensione. Una ricostruzione

speculativa di una pinza di ferro è indicata nella

figura 12. Occasionalmente, questi morsetti non

erano uniformemente distribuiti intorno al bordo

dello scudo, suggerendo che essi erano utilizzati per

rafforzare e proteggere il bordo danneggiato.

Non vi è alcuna prova archeologica di scudi

con la bordatura di ferro, anche se nel capitolo 40

della saga Grettis, si dice che un berserk aveva uno scudo con la bordatura di

questo tipo in un duello contro Grettir. Quando Bersi e Steinar duellarono nel capitolo 12 della

saga Kormáks, la spada di Bersi si bloccò nella bordatura di ferro dello scudo di Steinar.

Un'interpretazione altamente speculativa di uno scudo con la montatura di ferro è mostrato nella

fotografia 13.

Il frammento di scudo trovato alla Baldursheimur nel nord

dell'Islanda (figura 14) è stata interpretata sia come un frammento di un

bordatura, sia come un frammento di un rinforzo sulla parte posteriore

dello scudo. Con così poco di originale, ogni interpretazione diventa

speculativa. Il frammento è solo di 8,5 centimetri (3.5 in)

Fig. 11

Fig. 12

Fig. 13

Fig. 14

Page 5: scudo vichingo

5

Per trasportare lo scudo veniva probabilmente usata un’imbracatura di cuoio. Ci sono molti

casi nelle storie in cui un combattente gettò lo scudo sulle spalle,

al fine di brandire la sua arma a due mani, come ad esempio nel

capitolo 53 della saga Egils. Durante una battaglia contro Earl

Hringr, Þórólfr gettò lo scudo sulle spalle e spinse la sua lancia con

entrambe le mani, che attraversò Earl Hringr completamente.

Gli scudi poggiavano sulla spalla destra quando non erano

usati in combattimento. Nel capitolo 14 della saga di Gull-Þóris,

Þórir andò a tagliare le criniere dei suoi cavalli, mentre faceva ciò il

suo scudo era appeso al suo fianco. Bljúgr attaccò all'improvviso,

spingendo a Þórir la sua lancia, lo scudo deviò la lancia che entrò

nel ventre del cavallo, uccidendo l'animale.

La parte anteriore di alcuni scudi poteva essere rivestita in

pelle. Il cuoio rendeva lo scudo più resistente all'impatto delle armi,

anche se gli aggiungeva peso. La grana della pelle nella riproduzione

della figura 16 è chiaramente visibile attraverso la pittura.

In alternativa, potevano essere usate delle tele di lino che

venivano tenute in posizione con colla animale, come nello scudo in

figura 17. Il lino aggiungeva peso trascurabile, ma le fibre

rafforzavano notevolmente il legno, che manteneva la struttura

anche in caso di rottura.

Alcuni scudi superstiti mostrano segni di vernice

(pigmenti naturali in una base di olio) sulla superficie del legno,

suggerendo che essi non erano coperti, ma se anche fossero

stati ricoperti, erano probabilmente dipinti e decorati. Gli scudi

a bordo della nave Gokstad erano dipinti di nero e giallo; uno

scudo vichingo di età recente, trovato alla Trelleborg, era

dipinto di rosso e bianco, in conformità con i requisiti dei codici

della vecchia legislazione norvegese. Le saghe suggeriscono che

Fig. 15

Fig. 17

Fig. 16

Page 6: scudo vichingo

6

la realizzazione di uno scudo rosso segnalava intenzioni ostili (ad esempio, il capitolo 11 della saga

Eiríks Rauda).

È molto probabile che tutti gli scudi venissero sigillati con olio in modo che resistessero

all’acqua; uno scudo che non aveva questa particolarità avrebbe potuto raddoppiare il suo peso in

battaglia qualora gli fosse arrivata addosso acqua ( piovana o di mare), diventando quindi più un

pericolo che un aiuto.

Alla fine dell'era vichinga, sono comparsi scudi ad

aquilone, come mostrato nella figura 18 e illustrato

nell’arazzo di Bayeux (figura 19). La loro forma

contribuisce a proteggere un combattente durante la

guida di un cavallo, ma considerato che era raro lo

scontro a cavallo, anche lo scudo ad aquilone era poco

diffuso.

Frasi nella poesia scaldica suggeriscono scudi

rotondi: Snorri Sturluson, scrivendo ben dopo l'epoca

vichinga, dice che in tempi precedenti, gli scudi sono

stati decorati sul bordo chiamato il cerchio (baugr, che ha anche il significato

di "ring"). Snorri dice che in poesia lo scudo dovrebbe essere indicato come un cerchio,

suggerendo così che gli scudi erano rotondi,e fornisce diversi esempi di versi che utilizzano questo

termine (Skáldskaparmál 49).

Altri episodi nelle saghe possono comunque contestare tale conclusione. Uno di questi si

ha nel capitolo 129 della saga Brennu-Njáls, dove Helgi colpì con la spada tagliando la punta dello

scudo del suo avversario, così come pure la gamba. Sugli scudi rotondi difficilmente si può dire che

possono avere "punte", suggerendo che lo scudo in questione era uno scudo aquilone. Tuttavia, la

parola significativa in originale islandese è sporðr, una parola con più significati; può essere ad

esempio "la parte inferiore” dello scudo, oppure anche "coda dello scudo".

Fig. 18

Fig. 19

Page 7: scudo vichingo

7

Altri generi di scudi sono menzionati nelle saghe, compresi

Targa (target) e buklari (scudo), sebbene non è chiaro dai racconti

come questi differissero dagli scudi normali (skjöldr). Nella

traduzione, le due parole sono generalmente rese come "scudo

piccolo." ( figura 20 )

Buckler e Targa sono piccoli scudi che sono stati utilizzati

anche in altri periodi storici, e i targa ebbero grande fama nel

Rinascimento. La foto mostra una tecnica di scudo insegnato nel

manuale di combattimento del quattordicesimo secolo, il Royal

Armouries MS I.33. Dal momento che lo scudo protegge solo una

linea di attacco, il manuale insegna che è utilizzato per proteggere

la mano della spada.

Nella stragrande maggioranza delle testimonianze

archeologiche di età vichinga, sebbene scarse, è supportato solo l'uso di scudi rotondi di grandi

dimensioni. Si può supporre che il linguaggio delle saghe che suggeriscono l'uso di scudi ad

aquilone o piccoli scudi sia un anacronismo, un errore in cui l'autore è caduto, mettendo al posto

degli scudi della precedente epoca vichinga, scudi della sua epoca.

Gli scudi vichinghi erano una difesa molto efficace. Bloccavano molte linee di attacco

contemporaneamente. In una posizione rilassata, lo scudo protegge dal collo alle ginocchia (figura

21). La testa e le gambe erano esposte e non protette; la testa e la

gamba erano possibili obiettivi. Lo scudo può essere spostato

rapidamente per scongiurare colpi provenienti da una varietà di

direzioni, ma studi di resti

scheletrici mostrano che le

lesioni che si sono verificate in

battaglia sono sempre alla testa

e alle gambe.

Ad esempio, la figura 22

mostra il cranio di un

combattente dell’ undicesimo

secolo che aveva circa vent’anni

al momento della sua morte. La

Fig. 20

Fig. 21 Fig. 22

Page 8: scudo vichingo

8

parte superiore del cranio venne colpita da un colpo di spada. La traiettoria del colpo è indicata

nella foto dalla lama chiara.

Le lesioni agli arti inferiori che sono visibili nei resti scheletrici da Fishergate (York)

suggeriscono tentativi deliberati di recidere i muscoli delle gambe, causando la caduta di un

combattente senza ucciderlo.

Grazie alle ricostruzioni il più fedeli possibili ai ritrovamenti storici sono state ricostruite

anche asce, ed è stata testata la loro efficacia contro uno scudo rotondo ricostruito il più

fedelmente possibile.

Lo scudo è composto da sei tavole di legno. Il diametro complessivo dello scudo era 84

centimetri (33in) e lo spessore è stato uniformemente 13mm (1/2in). Le tavole sono di Aspen

(Populus tremuloides), un legno duro con proprietà simili al Tiglio. L’umbone è stato bloccato sul

piano da chiodi forgiati, e l'impugnatura è stata allo stesso modo collegato sul retro. Una striscia

di pelle è stata legata al bordo del cerchio da chiodi; non è stato utilizzato nessun rinforzo in ferro

né sul retrò né sulla parte anteriore.

Lo scudo cosi composto è stato apposto su un supporto di legno che simula una presa sullo

scudo umano, ed il risultato di questo test, mostrato nella seguente serie di immagini, dimostra

come sia inutile usare lo scudo solo come una mera barricata difensiva.

Fig. 23

Page 9: scudo vichingo

9

Viene simulato un attacco da parte di un guerriero con ascia a due mani e senza scudo:

come mostrato in figura 24, la scure penetra facilmente nello scudo.

Lo scudo, dopo un solo colpo, si trova diviso in due metà, ciò che lo tiene ancora insieme è

la striscia di pelle fissata sulla circonferenza, come vediamo in figura 25.

Se al posto di essere appoggiato a un supporto in legno, lo scudo fosse stato nelle mani di

un guerriero, probabilmente questo guerriero dopo un colpo del genere parato direttamente con

Fig. 24

Fig. 25

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10

lo scudo si troverebbe la mano parzialmente mozzata, come possiamo ben immaginare

osservando la figura 26.

Basta un altro colpo diretto ancora, parato e non deviato con lo scudo, perché la pelle che

lo teneva insieme non resista, e che quindi lo scudo si distrugga. Notiamo in figura 27 il retro dello

scudo, anche l’impugnatura è irreparabilmente distrutta, rendendo lo scudo inutilizzabile anche

parzialmente.

Fig. 26

Fig. 27

Page 11: scudo vichingo

11

Lo stesso test è stato effettuato su scudo simile, ma ricoperto con del cuoio da 1 mm (2

once) incollato alla superficie anteriore delle tavole di legno.

Il primo colpo penetra lo scudo, ma non divide le tavole ( figura 29 ); lo scudo rimane

ancora una difesa efficace e protegge in modo eccellente il guerriero.

Anche dopo quattro colpi solidi, lo scudo resta ancora intatto, senza spaccature; resta cosi

fino al sesto colpo ( figura 30 ), che va a rompere l’impugnatura dello scudo. Ma sorgono altre

Fig. 28

Fig. 29

Page 12: scudo vichingo

12

domande, ad esempio se potesse una mano reggere questi colpi senza rompersi o senza lasciare lo

scudo. C’è altresì da ricordare che la testa d’ascia, dopo questi colpi, rimaneva incastrata nello

scudo, rendendo quindi facile una risposta offensiva al guerriero con lo scudo che poteva

disarmare l’avversario. Ma fermandoci al risultato del test sulla resistenza, possiamo affermare

che bastava anche una sola copertura di cuoio per rendere lo scudo davvero resistente.

Il fatto che uno scudo non ricoperto vada a distruggersi dopo un paio di colpi non vuol dire

che il piano dello scudo non sia mai stato utilizzato per parare un'arma in epoca vichinga.

Sicuramente, un guerriero avrebbe parato con tutto ciò che era disponibile nel calore della

battaglia. Kári aveva appena finito di tagliare in due un uomo quando Lambi colpì Kári con la sua

spada, come detto nel capitolo 150 della saga Brennu-Njáls. Kári parò l'attacco con il piatto del suo

scudo. Che l'autore della saga trovò questa notizia notevole da menzionare suggerisce che forse

questo uso dello scudo non era comune. L'autore inoltre commentò che la spada di Lambi non si

fermò sullo scudo suggerendo che forse ottenne un risultato diverso dal previsto. Kari Parry ebbe

successo, e spinse la sua spada nel petto di Lambi, uccidendolo.

Soffermandoci sulle possibili risposte di un combattente che si trova con l’arma

avversaria incastrata nel proprio scudo, possiamo ispirarci al capitolo 150 della saga Brennu-Njáls,

dove Kari prese un colpo di lancia con il suo scudo, poi spezzò la lancia con uno strappo dello

Fig. 30

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13

scudo. Quindi un combattente intelligente poteva torcere il suo scudo tentando di rompere

l'arma, o liberare lo scudo dalla morsa del suo avversario.

Le saghe suggeriscono che lo scudo poteva anche essere usato a due mani come difesa

contro un attacco potente: nel capitolo 55 della saga Laxdœla, Bolli vide Helgi prepararsi per una

spinta con la sua lancia, Bolli lasciò allora cadere la spada e tenne lo scudo con entrambe le mani,

ma questo trucco purtroppo non fermò la lancia di Helgi che finì col penetrare lo scudo e ferire

Bolli. Nel capitolo 24 della saga Grettis, Gunnar mantenne il suo scudo con due mani contro un

attacco da parte di Grettir, nemmeno in questo caso il trucco funzionò: Grettir passò con il suo sax

tra il corpo di Gunnar e lo scudo, tagliando entrambe le mani di Gunnar.

Occasionalmente nelle saghe, gli uomini fecero cadere gli scudi in battaglia, perché

avevano temporaneamente bisogno di una mano libera per qualche altro scopo. Quando Grani

scagliò una lancia a Kári, come è detto nel capitolo 150 della saga Brennu-Njáls, Kari lanciò il suo

scudo in terra così forte che lo scudo rimbalzò, con la mano libera, Kari afferrò la lancia in volo e la

rilanciò di nuovo a Grani, e poi riprese il suo scudo, il tutto mentre teneva la spada in mano.

Molte persone pensano che

lo scudo sia un muro dietro cui

nascondersi; gli scudi possono

anche essere utilizzati

passivamente in tal modo, ma un

atteggiamento più aggressivo può

diventare più vantaggioso.

In combattimento, lo scudo

si teneva probabilmente ad un

angolo del corpo, sia verso

l'esterno (a sinistra per un uomo di

mano destra) o all'interno (a

destra)come mostrato in una

simulazione di combattimento in

figura 31. Questa posizione metteva il combattente in una posizione aggressiva con una buona

possibilità di difesa. L'atteggiamento aggressivo spostava la linea di difesa ben lontano dal corpo

ma in questa maniera gli attacchi potevano essere parati o deviati ben prima di raggiungere il

corpo. L'angolo permetteva anche di deviare colpi in arrivo, piuttosto che pararli e fare i conti con

Fig. 31

Page 14: scudo vichingo

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tutta la forza che il colpo portava in sé. Deviando il colpo, invece di fermarlo, la spada mette meno

forza sullo scudo, e sul braccio del combattente, riducendo la probabilità che si rompa. Egill usò

questa tecnica contro Berg-Önundur nel capitolo 58 della saga Egils. Egill mise il suo scudo ad un

angolo in modo che la lancia (kesja) lanciata da Önundur deviò oltre lo scudo.

E questi sono solo alcuni esempi di un uso dello scudo non solo come difesa, ma come

attacco vero e proprio; poteva andare a bloccare il braccio dell’avversario che teneva l’arma,

bloccando quindi l’offensiva avversaria, poteva essere usato per spingere e destabilizzare

l’avversario, per colpire con forza un avversario a sua volta non coperto dallo scudo.

In figura 32 vediamo un esempio di scudo come arma

offensiva, sfruttando una distrazione ed un’apertura

del guerriero con l’abito azzurro, il suo avversario tira

con forza un colpo sul suo viso: un’azione del genere

andava sicuramente a compromettere denti e

mascella.

Troviamo un riscontro ancora una volta in una

saga: nel capitolo 32 della saga Hítdælakappa Bjarnar,

Björn spinse il suo scudo nella testa del suo avversario

per ucciderlo.

Riguardo alle armi impugnate in contemporanea con lo

scudo troviamo uno spunto nel capitolo 12 della saga

Fóstbræðra, dove Þorgeirr ha uno scudo e un'ascia nella mano

sinistra, mentre combatteva con una lancia nella mano destra.

Più avanti nella lotta, gettò la sua lancia e prese l'ascia nella

mano destra, usandola per tagliare la lancia di Snorri, e poi

spaccargli la testa.

Si può quindi tranquillamente ipotizzare che si

potessero usare in scioltezza altre due armi insieme allo

scudo, come mostrato in figura 33.

In genere tutti gli uomini che si trovassero in battaglia portavano con sé uno scudo,

tuttavia, in alcuni casi si potevano trovare guerrieri senza scudo, ad esempio alcuni guerrieri

Fig. 32

Fig. 33

Page 15: scudo vichingo

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potevano usare il loro scudo per proteggere i compagni feriti in modo non grave (nel capitolo 150

della saga Brennu-Njáls, Kari lanciò una lancia a Grani, che trafitto alla coscia finì a terra. I suoi

compagni lo liberarono e lo deposero in una conca coprendolo di scudi ) e quindi non poterlo più

usare come difesa. Per non restare con una mano libera e quindi indifesa, potevano decidere di

tenere un’arma per mano, o usare un’arma a due mani; anche qui troviamo un riscontro in una

saga, dove Gunnar portava la sua atgeirr (alabarda) in una mano e una spada nell'altra nella

battaglia di Ranga descritta nel capitolo 63 della saga Brennu-Njáls. Pensando che era indifeso,

Þorgeirr esortò i suoi fratelli e Börkr Þorkell a caricare Gunnar insieme. Pensarono: "Non ha scudo,

avremo la sua vita nelle nostre mani". Ma Gunnar non si lasciò sorprendere, colpì la spada di Bork

con la sua atgeirr, mentre tagliava la testa di Þorkel con la spada.

Ancora, nel capitolo 24 della saga Fóstbrœðra, Þormóðr pronto per una battaglia portava

una spada e un'ascia, ma non lo scudo. Vedendo che non aveva lo scudo, il re Óláfr chiese perché

non era vestito per la battaglia, come gli altri uomini. Pensando che gli avversari erano in procinto

di attaccare non sapeva come avrebbe potuto combattere? Þormóðr rispose che la sua ascia

sarebbe servita sia come scudo sia come armatura. Ma questi sono certo casi limite, come l’uso

decisamente alternativo dello scudo raccontato nella saga Brennu-Njáls, capitolo 92, durante una

battaglia sul ghiaccio. Come Skarpheðinn cominciò a scivolare sul fiume congelato, Tjörvi gettò lo

scudo ai piedi di Skarpheðin, sperando che viaggiasse con lui. Skarpheðinn semplicemente saltò

sullo scudo e continuò scivolando attraverso il fiume congelato finendo col mettere la sua ascia nel

cranio di Thráin.

Ma questi sono casi al limite della fantasia. Lo scudo, in un vero combattimento, non

resisteva molto, anzi, si rompeva molto in fretta, perciò alcuni guerrieri prendevano scudi che

trovavano per terra, abbandonati dai caduti, ma questo solo per i più fortunati. Le saghe ci

portano un esempio di come uno scudo rotto possa portare alla morte del guerriero. Durante il

combattimento di Gunnar nel capitolo 43 della saga Grettis, Atli con un colpo di spada attraversa,

distruggendo, lo scudo di Gunnar colpendogli anche il ginocchio. Il colpo successivo uccise Gunnar.

Lo scudo poteva essere usato anche come barella per trasportare i feriti in combattimento,

ma non era certo il suo uso comune, anzi, era molto raro. Lo troviamo menzionato nella saga

Ljósvetninga, al capitolo 24, dove Koðrán cercò di fermare una rissa, separando i combattenti.

Quando mise piede nella mischia, venne colpito alla testa da un'ascia. Koðrán fu portato via su uno

scudo e fasciato, ma morì per le ferite nella notte.

Page 16: scudo vichingo

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Oltre al classico scudo in legno, purtroppo venivano usati anche scudi umani ( a volte volontari, a

volte meno), e questi erano rappresentati dagli schiavi, anche in questo caso un esempio ci viene

portato dal capitolo 23 della saga di Viga-Glúms dove Glùmr cadde in battaglia, ma due suoi

affezionati schiavi si gettarono sopra di lui per salvarlo. I due schiavi morirono, ma Glùmr

sopravvisse.

Uno dei mezzi di trasporto utilizzati dai vichinghi era la nave, infatti andavano ad attaccare

terre oltre il mare, ed a bordo delle navi, gli scudi erano schierati lungo le murate, fornendo così

ulteriore protezione da vento e onde per l'equipaggio. Le figure 34 e 35 mostrano la Íslendingur,

una moderna riproduzione di nave vichinga, al largo della costa dell'Islanda, che fece un viaggio

verso il Nord America nel 2000.

Fig. 34

Fig. 35

Page 17: scudo vichingo

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Alcuni studenti di stili di combattimento dell’età vichinga dicono che uno scudo era l'unica

difesa necessaria, e che l'uso corretto di uno scudo fa di altre difese (come elmo e armatura)

inutili. Altri non sarebbero d'accordo, dicendo che anche con uno scudo, le altre difese sono

necessarie. Non sappiamo abbastanza di tecniche di combattimento per risolvere la questione.

Tuttavia, sia l’elmo sia l’armatura erano costosi, a causa del costo e la limitata disponibilità di

ferro, e perciò c'erano probabilmente molti combattenti che usavano solo lo scudo per difendersi.

Ma lo scudo aveva anche impieghi al di fuori del combattimento, e se ricordiamo la figura

4, che riporta un’impugnatura decorata, possiamo immaginarli: scudi intagliati, decorati, colorati e

decorati con oro e preziosi potevano essere usati come decorazioni all’interno delle case o come

regali, anche qui la saga di Egils, nel capitolo 81, ci da’ la conferma: il conte diede al poeta Einar

uno scudo su cui vennero scolpite e ricoperte d'oro e gioielli scene tratte da leggende, Einar prese

lo scudo regalato dal conte e lo lasciò appeso al muro sopra il suo letto come dono per Egill. Ed

ancora, sempre nella saga Egils (capitolo 11), Þórólfr tenne una grande festa per il re. Così tante

persone furono invitate che Þórólfr dovette installare alcune panchine in un fienile in modo che ci

fossero posti per tutti gli ospiti. Scudi decorati erano appesi alle pareti.

Articolo tratto da www.hurstwic.org

Tradotto da Patrick Ricetti

Impaginazione e correzione di Samanta Bucalari