SCUOLA MEDIA STATALE GIUSEPPE GRASSA MAZARA DEL VALLO PROGETTO PLURIDISCIPLINARE MAZARA E IL SUO...
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SCUOLA MEDIA STATALE “GIUSEPPE GRASSA” MAZARA DEL VALLO PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “MAZARA E IL SUO TERRITORIO” MAZARA E LA PESCA CLASSE 1°E ANNO SCOLASTICO 2011-12
SCUOLA MEDIA STATALE GIUSEPPE GRASSA MAZARA DEL VALLO PROGETTO PLURIDISCIPLINARE MAZARA E IL SUO TERRITORIO MAZARA E LA PESCA CLASSE 1°E ANNO SCOLASTICO
SCUOLA MEDIA STATALE GIUSEPPE GRASSA MAZARA DEL VALLO PROGETTO
PLURIDISCIPLINARE MAZARA E IL SUO TERRITORIO MAZARA E LA PESCA
CLASSE 1E ANNO SCOLASTICO 2011-12
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Mazara del Vallo sorge sulla costa sud-occidentale della
Sicilia, in una zona fertile e pianeggiante. Leconomia si basa
prevalentemente sulla pesca e la commercializzazione del pescato.
Limportanza strategica e amministrativa goduta da Mazara nel
passato, nonch la presenza in essa di alcuni significativi
monumenti nel contesto del ricco patrimonio paesaggistico,
archeologico e monumentale della Provincia di Trapani, ne fanno
anche una citt di sicuro interesse turistico, facilmente
raggiungibile peraltro grazie ai collegamenti stradali e
autostradali con Trapani e Palermo.
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Il fiume che lattraversa, il Mazaro, navigabile nel suo tratto
terminale, ne ha fatto gi in passato un porto di notevole interesse
commerciale e oggi uno dei pi attivi porti pescherecci del
Mediterraneo.
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Fin dai tempi pi antichi, il bacino naturale creato dalla foce
del fiume Mazaro ha rappresentato unimportante punto di riferimento
per i traffici nel Mediterraneo. Fra il VI e il V secolo a. C. fu
utilizzato dai Fenici come scalo commerciale per cui Mazara divenne
un importante emporio mercantile. Dopo secoli di decadenza, durante
la dominazione araba il porto di Mazara riacquist importanza
divenendo uno dei principali porti dellisola e fulcro di attivi
traffici commerciali tra la Sicilia, lAfrica e la Spagna. Lattivit
del porto e gli scambi commerciali legati alla pesca sono oggi il
motore della vita economica della citt.
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Il porto di Mazara si divide in tre bacini: porto canale, porto
peschereccio e darsena. Lingresso del porto protetto da una diga
antemurale e da due moli di levante e di ponente.
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Sono presenti diversi cantieri navali per la costruzione di
scafi di medio tonnellaggio e numerose officine meccaniche
attrezzate per ogni tipo di riparazione a scafi e motori. Il
bunkeraggio (rifornimento di carburante) viene effettuato tramite
autobotti dal locale Deposito Costiero. Non esistono distributori
di combustile lungo le banchine. Il rifornimento idrico di piccole
imbarcazioni disponibile, lungo le banchine del molo C.te Caito,
tramite attacco diretto alle prese dacqua. Per navi superiori alle
500 TSL il rifornimento avviene tramite autobotte al porto
nuovo.
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La pesca a strascico un metodo di pesca che consiste nel
trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete
pu essere trainata da una o due barche. Le reti a strascico hanno
generalmente forma conica; la parte terminale, apribile per
estrarre il pescato, prende il nome di sacco, l'apertura invece
prende il nome di bocca e la parte centrale di ventre.
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Nella pesca a strascico compiuta da una sola barca, il tipo pi
comune, la rete mantenuta aperta da strutture chiama- te porte o
divergenti. La velocit ottimale per la pesca a strascico variabile
tra 2,5 e 4 nodi. La parte della bocca che strascica il fondale in
genere armata di piombi e catene con la funzione di smuovere il
sedimento e di farne venir fuori pesci ed altri animali che vi
fossero intanati mentre la parte superiore della stessa dotata di
galleggianti con lo scopo di tenerla aperta.
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La pesca a strascico fonte di notevole impatto sull'ambiente
marino. Le reti a strascico infatti distruggono o asportano
qualunque cosa incontrino sul fondale, pesci, invertebrati,
coralli, alghe, posidonie, ecc. e lasciano un ambiente devastato
dove le comunit biotiche originarie si potranno reimpiantare solo
dopo molto tempo.
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Il palangaro o palamito un tipo di pesca, professionale o
sportiva, costituito da una lunga lenza di grosso diametro con
inseriti ad intervalli regolari spezzoni di lenza pi sottile
portanti ognuno un amo. Il palamito si definisce fisso se ancorato
al fondo e derivante se libero di seguire le correnti.
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Il palamito viene in genere calato la sera e salpato al mattino
successivo ma non una regola assoluta: infatti alcune specie
vengono pescate durante il giorno. Con questa tecnica si insidiano
vari tipi di pesce, da piccoli come le aguglie a grandi come tonni
e pesci spada. Come tutti gli attrezzi ed i sistemi di pesca ha
diverse denominazioni dialettali: "conzo tipica del meridione
d'Italia, "palamito" usato perlopi dalle marinerie liguri e
toscane.
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Il palamito dopo ogni cala viene disteso sulla spiaggia o su
una superficie piana per eliminare gli eventuali imbrogli e
sostituire gli ami mancanti e poi ridisposto ordinatamente nel suo
contenitore tondo o quadrato a seconda delle marinerie, noto come
coffa.
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In alcune marinerie del nordatlantico vengono utilizzate
macchine particolari che svolgono automaticamente le operazioni di
innesco, calata, salpata, slamatura dei pesci, pulizia degli ami
dall' esca residua, ed immagazzinaggio. un attrezzo diffuso in
tutto il mondo e, rispetto ad altre tecniche di pesca,
relativamente recente: si ritiene infatti abbia avuto origine in
Catalogna nel 1700, e da qui si sia rapidamente diffuso nel resto
d' Europa e nel mondo. Pesce spada catturato con il palangaro
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Il cianciolo, detto anche saccoleva, il tipo pi comune di pesca
da circuizione ed indirizzata in genere a specie che vivono in
banchi, sia piccoli come quelli di sardine o acciughe, sia pi
grandi come quelli di sgombri sia infine grandissimi come quelli di
tonni.
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Di solito il banco, nelle ore notturne, viene attratto in un
determinato tratto di mare da una o pi piccole imbarcazioni dotate
di potenti fonti luminose (lampara). Quando il banco ben compatto,
viene stesa intorno ad esso una rete rettangolare con sugheri nella
parte alta e piombi in quella inferiore. Quando il banco circondato
la rete viene chiusa nella parte inferiore e lentamente ritirata
fino a quando i pesci sono concentrati in uno spazio piccolo e
possono essere recuperati con un coppo.
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Il tremaglio o tramaglio il pi comune tipo di rete da posta
fissa. Esso costituito da tre strati di rete, i pi esterni a maglie
larghe (pezze o pareti) ed il pi interno (mappa) a maglie
strettissime e di superficie maggiore degli altri due (in maniera
che sia meno tesa delle pezze). La preda penetra attraverso le
maglie molto larghe della pezza pi esterna ma rimane
inesorabilmente avviluppata (ammagliata) nella mappa.
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Di solito questi attrezzi vengono calati sul finire del giorno
e salpati in mattinata. Questa rete viene utilizzata soprattutto
nei pressi di fondi rocciosi. Dato che una rete da posta non
segnalata pu costituire un pericolo per la navigazione il DPR
1639/1968 prevede che questi attrezzi vengano segnalati con
galleggianti portanti una bandiera gialla di giorno e un fanale
sempre giallo di notte.
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Con nassa si intende un antico attrezzo da pesca. Tuttora
impiegato nella pesca tradizionale, ve ne sono diversi tipi, a
seconda delle zone e del tipo di preda.
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I principali tipi di nassa sono due: a campana e a barile.
Entrambi si basano su una strozzatura dell'entrata che costringe il
pesce, attirato dall'esca, ad entrare forzando le maglie. In questo
modo la preda non poi pi in grado di lasciare la trappola.
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Le nasse sono generalmente posizionate al largo la sera e
recuperate la mattina seguente per sostituire l'esca e scaricare il
pescato. Le esche pi usate sono le sarde e il pane.
Creato da: - Vincenzo Quinci - Salvatore Falcetta - Nicol
Bellarmino - Andrea Di Lorenzo - Tommaso Giancontieri - Vincenzo
Pernice Lavoro coordinato dal prof. Andrea Fiducioso