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Scuola Primaria Statale Neviano

Il testo descrittivo …e le sue tipologie

“… Una Storia…tira l’altra…”

I bambini della classe 3^ B Anno Scolastico

2007-2008

A cura dell’insegnante Conte Antonella

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PREFAZIONE

Nell’epoca del consumismo sfrenato i modelli di riferimento che maggiormente catturano l’attenzione sono quelli offerti dai mezzi di comunicazione di massa i quali ostentano immagini di bambini che per essere felici hanno bisogno del computer, della televisione a schermo piatto e gigante, del videofonino, del videogioco, della felpa firmata, dello zainetto particolare. Non ci accorgiamo, spesso, di quanto per i più piccoli valga di più “ l’essere” “dell’avere”. Forse ci tocca tornare un po’ alle origini e riscoprire i veri valori che scaturiscono dalle semplici cose : leggere un racconto, inventare una fiaba, immaginare per privilegiare il “ ben-essere” psichico più che quello materiale. A questo scopo anche la scuola può e deve fare la sua parte, promuovendo interventi rivolti alla crescita interiore e allo sviluppo di personalità forti e complete. Stimolare i bambini a proiettarsi nella sfera dell’immaginario e del fantastico costituisce, dunque, un esempio di alto profilo didattico e formativo cui ispirarsi nel progettare le attività scolastiche più significative ed avvincenti. Esprimo, per tanto, vivo apprezzamento per il presente lavoro, realizzato con entusiasmo e passione da docenti e alunni della classe 3^ B della Scuola Primaria.

La Dirigente

Eleonora Longo

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“ A mia madre che M’insegnò ad amare i bambini ”.

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo realistico

LA SOLIDARIETA’ DI CUORE AMICO

Anche qu es t ’ anno l a n os t r a s cuo l a h a pa r t e c ip a t o a l l ’ in i z i a t iv a d i Cuore Ami co . I bambin i d i tu t t e l e c l a s s i in s i eme a l l e f amig l i e , s i s ono impegna t i a r e a l i z zar e ogg e t t i c he s ar e bb e r o p o i s t a t i v endu t i a l merc a t in o . Pe r una s e t t imana , n e l c or r i d o i o d e l l a n os t r a s cuo l a , a bb i amo o rgan izza t o l a c o l a z i on e au t og es t i t a , du rant e l a qua l e , a tu rno ogn i c l a s se p o r t ava : d o l c e t t i , p i z ze t t e , p a t a t i ne , t è e c i oc c o l a t a c a lda c he n o i b ambin i c ompravamo. S embrava p r opr i o una g r ande f e s t a , tu t t i a mang i ar e ne i c o r r i d o i , c i s i in con tr ava c on i b amb in i d e l l e a l t r e c l a s s i , ed e r a d ive r t en te v ed er e l e maes t r e inda f f a r a t e a c e r c ar e d i e s aud i r e l e n os t r e r i c h i e s t e . A

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vo l t e p e r ò , succ ed eva ch e l a c i oc c o l a t a c a ld a f in i va p r ima e qua l che b ambino r e s t ava s enza , ma i l g i o rno dopo , e r a sub i t o a c c on ten ta t o . L a ma t t in a de l c inque d i c embre , quando s i amo a r r iv a t i a s cuo l a , fu or i c ’ e r a un gr ande g az ebo p e r l a v end i t a d e l l e p i an t in e e n e l l ’ a t r i o c ’ e r a un gr ande a l be r o d i Na ta l e addobba t o c on t an t i cuo r i c in i r o s s i ch e r appr e s en t avano ognuno d i n o i . In t o rno c ’ e rano d e i b an ch i p i en i d i ogg e t t i d a c omprar e , r e a l i z za t i d a l l e maes t r e , d a l l e mamme e d a tu t t i i b ambin i . Noi d e l l a c l a s s e 3^B , c on l a maes t ra An ton e l l a n e l l e o r e d i a t t i v i t à a r t i s t i c a , p e r l ’ o c c as i one abb i amo r e a l i z za t o de i p i a t t in i c on i l d e c oupage . Ognuno d i n o i , n e h a r e a l i z za t i due , uno da vender e a l merc a t in o e uno da p o r t ar e a c a s a c ome r ega l o d i Na ta l e p e r i no s t r i g en i t or i . L ’ a t r i o p e r ò e r a p i c c o l o e n on c ’ e ra s paz i o p e r tu t t i i b ambin i , p e r c i ò s i amo s t a t i c os t r e t t i a r i en t r ar e ognuno n e l l a p r opr i a c l a s s e e r i s pe t t ar e d e i tu rn i , an ch e pe r ch é , e r ano v enu t i a t r ova r c i i r agazz i d e l l a s cuo l a med i a , ma non so l o , tu t t a l a g en te ch e p as s ava en tr ava , p e r ch é v o l eva v ed er e c o s a s t e s s e suc c edendo . S i amo r i en t r a t i in c l a s s e c on l a mae s t r a d i ma temat i c a , ma in r e a l t à n e s suno vo l e va f a r e ma temat i ca ; l a s i gnor a L aura p a r l ava e p ar l ava , ma po i a un c e r to pun to h a de t t o : ”Ho cap i t o , è inu t i l e andare avan t i , ave t e tu t t i l a t e s t a g iù a l me rc a t in o !” . P er f o r tuna dopo un po ’ è a r r iv a t a l a maes t ra An ton e l l a e c on l e i , s i amo s c e s i d i nuovo n e l l ’ a t r i o e abb i amo c on t inua t o a v ender e g l i ogg e t t i . L a n os t r a “bancare l l a” e r a p r op r i o b e l l a e tu t t i c ompravano i n os t r i p i a t t in i , anch e i l s i ndac o n e h a c ompra t o uno . L ’ in i z i a t i v a d i Cuor e Amic o , c r edo p e r me e p e r tu t t i i m i e i c ompagn i , è s t a t a mo l t o impor tan te , l a maes t r a c i h a sp i ega t o c he s e rve a s en s i b i l i zza r e i l cu or e d i tu t t i p e r a iu t a r e c h i è meno f o r tuna t o d i n o i , ch i è ammal a t o e n on può s oppor t ar e l e s pe s e p e r l e cu re . P e r qu es to r ingr az i o l e m i e maes t r e e anche tu t t e l e f amig l i e c he c i h anno s o s t enuto , a f f i nch é tu t to que s to s i a s t a t o r e so p os s i b i l e .

Angelica Maggio

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo realistico

IL TESORO DELL’ISOLA INCANTATA

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C’era una vol ta , tanto tempo fa , Capi tan Uncino che v iveva in un paese d i nome Al legro , ma d i a l l egro in questo paese , non c ’era propr io niente . Tutt i i c i t tadini , infat t i , erano tr i s t i e p iangevano sempre , perché non sapevano p iù: come f are con l e tasse e l e bo l l e t te da pagare . Un giorno i l s indaco d i Al legro convocò tutto i l paese in p iazza e promise che , avrebbe trovato una so luzione a tutt i i problemi e r iporta to i l sorr iso sul la bocca d i tutt i . Per fare c iò , però , i l s indaco aveva bisogno d i un a iuto . Si r icordò, a l lora , d i un suo vecchio amico , Capi tan Uncino e lo convocò. Capi tan Uncino s i presentò subi to e , ascol tò i l s indaco a ttentamente e sentendolo cos ì preoccupato , dec ise a l lora d i a iutar lo e quindi d i part i re immediatamente in cerca de l tesoro . Radunò tutta la sua c iurma e ordinò , d i preparare la nave , perché l ’ indomani , avrebbero so lca to l e onde de l mare in cerca de l tesoro de l l ’ i so la incantata . I suoi a iutant i : Panna Montata , Dolcetto , Mol l ica , Forchetta e Muscolo t i rarono a luc ido la nave e a l l ’a lba par t irono f iducios i . Veleggiarono per g iorni e g iorni , ma de l l ’ i so la non s i vedeva nemmeno l ’ombra . Durante i l v iaggio furono at taccat i da f eroc i squal i e dovettero lo t tare contro onde p iù grandi de l la loro nave . La c iurma spaventata s i nascose ne l la s t iva , ma Capitan Uncino , vedendo tutto c i ò , s i infur iò e s i mise ad ur lare : “ Sie te de i f i foni e , se non vi sbr igate a sa lvare la nave dal le onde , sarò io a buttarvi in acqua in pasto agl i squal i” . Tutt i s i d iedero da fare , ma…come per incanto i l mare s i ca lmò. I l so le spuntò in a l to ne l c i e lo e Capi tan Uncino , che s i trovava sul l ’ a lbero maestro a scrutare l ’or izzonte , iniz iò ad ur lare : “TERRA TERRA ! !!” . Finalmente erano g iunti! Sbarcarono sul l ’ i so la incantata che sembrava deserta e i l Capi tano ordinò subi to a l la c iurma di met ters i in cammino perché sul la mappa, i l tesoro era segnato in mezzo a quat tro grandi palme e b isognava trovar le . Camminarono in lungo e in largo per tutta l ’ i so la , ed erano assetat i , a f famati e s tanchi mort i . Quando ormai avevano perso l e speranze , ecco che davanti a l oro apparvero l e quat tro palme. Al lora iniz iarono a sa l tare dal la g io ia , ma non fecero in tempo ad esul tare ancora , che arr ivò un grande drago sputante fuoco con una lunga l ingua bi forcuta . Tutt i se la d iedero a gambe l evate tanta era l a paura! Capitan Uncino capì che doveva l ottare da so lo per sa lvare i l tesoro ,s foderò la spada e cercò d i ucc idere i l drago . Per f ortuna

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arr ivò in suo a iuto Muscolo , che era i l p iù forte e coraggioso de l la c iurma. Muscolo con i l suo pugno magico a f f rontò i l drago e con un gancio s inis tro lo s tese per terra . Finalmente s i impossessarono de l tesoro e l o car icarono sul l a nave e f ecero rot ta verso casa , dove i l s indaco e tutto i l paese l i aspettava a bracc ia aperte . Capi tan Uncino regalò a tutt i un po’ d ’oro e Al legro , tornò a sorr idere e tutt i i c i t tadini v issero f e l i c i e content i . Certo , a pensarc i bene , come sarebbe be l lo se tut to c iò accadesse veramente e , ne l momento de l b isogno arr ivasse qualcuno a tenderc i una mano! Al lora s ì che la SOLIDARIETA’ d iventerebbe rea l tà . Ma noi bambini , che con la fantas ia immaginiamo un mondo p ieno d i a l l egr ia , ce la f aremo a buttare g iù i l muro de l l ’ indi f f erenza e l ’amore tr ionferà…SEMPRE.

Classe 3^B

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo realistico

IL MIO PAESE

I l mio paese s i ch iama Neviano . Nel mio paese l e persone sono sempl ic i e sempre f e l i c i . Neviano è molto be l lo perché c i sono tant i parchi e v i l l e per g iocare . La Domenica mi p iace andare in Chiesa e quando esco mi incontro con l e mie amiche in p iazza a ch iacchierare . I l mio paese è be l lo perché è c i rcondato da tante campagne : a me p iace molto l a campagna d i mio nonno , ma anche que l la de l l e a l tre persone . Quel la d i mio nonno è be l la perché , ogni vol ta che c i vado, posso g iocare con l ’a l ta lena e passeggiare con la b ic i . Quando sono l ì , mi p iace sent ire i l “ f i schie t t ìo “ de l gr i l lo e de l la c ica la . Quando la mia nonna mi invi ta per mangiare in campagna, io sono molto contenta perchè mi cucina tante cose buone e , ancora pr ima di arr ivare , per s trada , sento g ià l ’acquol ina in bocca . Non vi d ico poi quanto mi p iace que l buon profumo di ortaggi che i l mio nonno col t iva ne l v ic ino orto d i casa! Qualche vol ta vado a dormire dal la mia nonna e , quando la matt ina mi svegl io , vedo i l c i e lo l impido con l e nuvole so f f i c i che sembrano tant i cusc ini e l e rondini che vanno d i qua e d i là . Poi vedo la terra scura che sembra c ioccolato fondente con sopra tant i f i ore l l ini g ia l l i e ross i come candit i : mi sento f e l i ce e mi sembra d i v ivere in un mondo incantato . La mia nonna ha tant i gat t ini che s i ch iamano : la mamma, Lea ; i f ig l i , uno Leopoldo, una Musetta e una Ste l l ina . Sono mol to g iochere l loni , ma - peccato !- uno è morto e g l i a l tr i due sono scompars i ; so lo la mamma è r imasta perché ormai s i è a f f ez ionata a noi . Poi mio nonno ha comprato i conig l i e t t i e l e gal l ine ; l e gal l ine fanno de l l e buone uova, ma i o l e vorre i ammazzare tutte perché mi danno fas t id io e quando l e vedo mi spavento . I conig l i sono tutt i mort i perché mio nonno l i ha ucc is i e l i ha mangiat i ; i l cane , invece , ha v issuto tant i anni , ma poi è morto anche lui . Bhe! A questo punto posso d ire che Neviano è i l mio paese e mi p iace tanto tanto , ma anche Aradeo perché l ì c i sono g l i a l tr i mie i nonni .

Marta Pellegrino

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Una storia tira l’altra Il testo : la leggenda

ROBIN HOOD

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Le or ig ini s tor iche d i Robin Hood s i sono perse ne l tempo ma le sue gesta sono s tate narrate dai menestre l l i p iù d i 600 anni f a . Robin fu un eroe e uno sp ir i to avventuroso i l s imbolo d i una r ibe l l ione . Arc iere provetto , a iutò i pover i e protesse i p iù debol i res tando sempre f ede le a Riccardo Cuor d i Leone . Per combattere la corruzione e l ’ ingiust iz ia d i Giovanni Senzaterra , d ivenne un fuor i l egge e con pochi uomini s i r i fugiò ne l la foresta d i Sherwood . Si battè per f ino contro l o scer i f fo d i Nott ingham, guadagnandos i l ’ammirazione e i l r i spetto de l popolo . Classe 3^ B

A cura de l l ’ in segnante Caggia Mel ina

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo realistico

IL RIFUGIO SEGRETO

A me piacerebbe avere un posto in cui r imanere tutto i l pomeriggio senza essere d is turbata . I l luogo p iù be l lo per me sarebbe que l lo d i un r i fugio segreto , cos ì , quando g ioco a nascondino con l e mie amiche , so dove andare a nascondermi . Nel mio r i fugio por tere i tutte l e mie bambole e i mie i pe luche pre fer i t i e con l oro g iochere i a fare la maestra e cantere i a squarc iagola tutte l e canzoni che mi p iacc iono , senza sent ire la mamma che mi d ice d i abbassare la voce per non dis turbare i v ic ini . Quando d iventa buio , l ì posso anche f ermarmi a dormire e l eggere l e mie favole prefer i te . La not te mi addormenterei subi to , ma pr ima guardere i la luna p iena che appare ne l c i e lo . Ascol tere i l e fog l i e che cadono l ente dal l ’a lbero p ian p iano e i l vent ice l lo che fa muovere l e f ronde degl i a lber i . Mi p iacerebbe avere ne l mio r i fugio segreto anche un’al ta lena per dondolarmi . Sono s icura che mi d ivert i re i un mondo, a vol te però entrere i in casa per mangiare qualcosa . Sarebbe be l lo r imanere l ì tut to i l tempo,però quando mi svegl io i l r i fugio non c ’è p iù , e penso :”Forse ho fat to i l sogno p iù be l lo de l la mia v i ta” .

Beatrice Mometti

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico: miti e leggende

LA PRINCIPESSA DEL SOLE

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Ques t a l e gg enda par l a d i un imper a t or e c he aveva un ’un i c a f i g l i a . L ’ imper a t or e v o l eva d a r l a in spo sa ma l e i n on vo l eva spo s ar e n e s sun p r in c ip e p e r ché e ra t an t o innamorata de l s o l e . L ’ imper a t or e s c oc c i a t o d i tu t to c i ò , p r e s e una dec i s i on e , que l l a d i mandare v i a d a l c a s t e l l o l a p r in c ip e s sa … e c os ì f u . L a p over a pr in c ipe s s a t an to spav en ta t a s i m i s e sub i to in c ammino a l l a r i c e r c a de l su o amato s o l e . Cammina e c ammina , f in a lmen te a r r iv ò a l pa l azzo d ove ab i t ava i l s o l e e l ì in c on t r ò una vec ch ina c he l e d omandò : ”c os a c e r ch i f anc iu l l a?” . L a p r in c ip e s sa r i sp o s e : ” c e r co i l s o l e” e na r r ò a l l a v e c ch i e t t a tu t t a l a sua s t o r i a e d i c ome e r a s t a ta c a c c i a t a d a l c as t e l l o d a su o p adre . L a ve c ch i e t t a l a c on so l ò d i c endog l i c h e i l s o l e e r a suo f i g l i o e c he g l i e l o av r e bbe d a t o in s pos o , ma l e d i ed e anche d e i c ons ig l i c i o è d i n on guardare ma i i n f a c c i a i l s o l e a l t r imen t i p e r l e i s ar ebb e r o s t a t i gua i . L a pr inc i pe s s a pr om is e e p e r un anno in t e ro n on l o guardò mai in f ac c i a . Ma po i , l a cu r i os i t à inc ominc i ò a t o rmen tar l a . De c i s e a l l o r a d i andare d i nuova da l l a mamma de l s o l e p e r r ac c on tar l e d i ques t o suo t o rmen to . L a s i gnor a l e d i e de un a l t r o c ons ig l i o qu e l l o c i o è d i me t t e r e un b i c ch i e r e p i eno d ’ a cqua davant i a l s o l e e d i guarda re i l su o v i s o r i f l e s s o d en tr o i l b i c c h i e r e e agg iunse an ch e d i n on guardar l o t r oppo a lungo , a l t r iment i i l s o l e s e n e s a r e bbe ac co r to e p e r l e i s ar e bb e s t a t a c omunque l a f in e . Quando i l s o l e t o rnò a c as a , l a p r inc ipe s s a m i s e sub i to d avant i a lu i un b i c ch i e r e p i eno d ’ ac qua e d en t ro apparve i l v i s o d i un uomo be l l i s s imo . L a p r in c ip e s sa r imas e i nc an ta t a davan t i a c os ì t an t a be l l e z za e c on t inuò a f i s s ar l o a lungo . I l s o l e s e n e ac c or s e e p r e s o d a un a t t a c c o d i g e l o s i a mandò sub i t o v i a l a p r in c ip e s sa ch e s e n e andò p i angendo . L a p r inc ip e s s a d i sp e r a t a e s t an ca d i c amminar e , n on s ap endo dov e andar e , d e c i s e d i f e rmar s i in un c ampo a r ip o s ar e , ma i su o i o c ch i e i l su o cuore p i angevano ancor a , i l s o l e c he l a o s s e rvava da l l ’ a l t o d e l c i e l o , davan t i a c o s ì t an t a t r i s t e zza s i moss e i n c ompass i one e t r as f ormò l a p r inc ip e s sa in un gr ande f i o r e g i a l l o . Da que l g i orno i l f i o r e s i v o l t a c on t inuamen te ve r s o i l s o l e , e d è p r opr i o p e r qu es t o mot iv o c he g l i u om in i l o h anno c h i amato g i r a so l e .

Classe 3^ B

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Una storia tira l’altra Il testo : la favola

LA SCIMMIA GIALOSO’ Ques t a è l a s t or i a d e l l a s c immia D idò Gi a l os ò , una s c immie t t a mo l t o ind i spon ent e e p r e sun tuos a , ch e v iv eva c on papà s c immia , mamma s c immia e i su o i due f r a t e l l i p iù gr and i d i l e i : uno d i n ome Bann j e l ’ a l t r o d i n ome Mango , su l l a c ima d i un a l be r o v i c in o a l f iume . D idò e ra i l p iù p i c c o l o d e l l a f amig l i a e d e r a l a d i s pe r az i one d e i suo i g en i t or i . Vo l eva s empr e f a r e d i t e s t a sua , s enza d ar e a s c o l t o a n e s suno p e r ché e r a c onv in t o d i s ap e r e g i à f a r e tu t t o . Quando p apà p o r t ava i p i c c o l i n e l l a f o r e s t a p e r l e l e z i on i quo t i d i an e d i s opr avv i venza , D idò e r a s empre l ’u l t imo e i l p iù d i s t ra t to . “G ià l o s o ! Gi à l o s o !” , r i p e t eva s empr e quando papà l o r i ch i amava e n on vo l e va s ape rne d i f a r e g l i e s e r c i z i e i c ompi t i a c a s a . P er que s t o l o avevano nomina t o Didò g i a l os ò . Un g i orno ment r e s t ava a f a r n i en te su l l a c ima de l l ’ a l b e r o , v id e i l suo v i c in o d i c a s a , i l c a s t or o Armando , p r epa r ar e l e r e t i p e r l a p e s c a . Armando e r a un ab i l e p e s c a to r e , i n men che n on s i d i c a , s t endeva l e r e t i e l e r i t i r ava p i ena d i p e s c i . D idò s p i ava c on in t e r e s s e i l l avor o d i Armando e un g i orno , d opo ch e s e n e fu anda t o , p ensò : “ B en e ! Adess o l o po s s o f a r e anch ’ i o” . A l l o ra s c e s e d a l l ’ a l b e r o e c e r c ò d i r i p e t e r e i mov iment i d e l s i gnor c as t or o . Ma ah imè ! Appena t o c c ò l e r e t i f in ì p e r r imane rc i i n t rappo l a t o e c adde ne l f iume r i s c h i ando d i a f f oga r e . Spav en ta t o i n i z i ò ad u r l ar e : “Aiu to ! Aiu to !” . P er f o r tuna Armando c he s t ava andando p e r r i t i r ar e l e r e t i , l o s en t ì e c or s e p e r a iu t a r l o . Dopo av er l o po r t a t o i n s a lv o l o guardò s ev e r amen te e d i s s e : “ B en t i s t à ! Que s t o è que l l o ch e succ ed e a c h i ag i s c e s enza s ap er e qu e l l o c he f a !” . Da que l g i orno Didò , f u s empre a t t en t o ag l i in s egnamen t i d e l suo p apà e d e i su o i f r a t e l l i magg i o r i . MORALE : E ’ s empre meg l i o s egu i r e i c ons i g l i d e i g r and i e n on f a r e ma i d i t e s t a p r op r i a s e p r ima non s i è s i cur i d i s ap e r l o f a r e .

Sabrina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

ASCANIO E IL SUO AMICO AMBLUK

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C’era una vo l t a in un paese l on tano , un be l l i ss imo p r inc ipe d i nome Ascan io , che v i veva i n un be l l i ss imo cas te l lo . Eg l i aveva tan t i cava l l i b i anch i e un amico d i nome Ambluk con i l qua le ne l t empo l i be ro andava a passegg iare ne l bosco . Un g iorno Amb luk era impegnato a l avare i be l l i ss imi cava l l i e per ques to mo t i vo , i l p r i nc ipe fu cos t re t to a f a re l a sua so l i t a passegg ia ta ne l bosco da so lo . Men t re s tava passegg iando e resp i rando l ’ a r i a buona de l bosco , incon t rò una vecch ie t ta t u t t a spaventa ta che , sembrava aver pe rso l a s trada d i casa . Ascan io che e ra un p r i nc ipe buono , s i p reoccupò sub i t o e s i avv ic inò a l e i pe r a iu ta r la . I l p r i nc ipe non fece i n t empo a ch ieder le che cosa l e fosse successo, che l a vecch ina , come un fu lmine a c ie l se reno , s i t r as fo rmò in un grande mos t ro ve rde, che con l a sua fo rza , rap ì Ascan io e lo po r tò ne l la t o r re p iù a l ta , in c ima a l la montagna e , l ì l o inca tenò. I l mos t ro , che era uno s t regone malvag io , aveva rapi to Ascan io , pe rché era i nv id ioso d i l u i e de l la sua bon tà . In paese, i n fat t i , t u t t i vo levano ad Ascan io un mondo d i bene . A l vecch io s t regone, i nvece , nessuno g l i vo leva bene, anz i , tu t t i avevano paura d i lu i e l o t enevano l on tano . Lo s t regone v i veva r i nch iuso ne l suo cas te l lo , dove nessuno l o andava a t rova re perché e ra t roppo ca t t i vo e Ambluk , quando s i accorse che i l p r inc ipe Ascan io , non e ra ancora r i en t ra to a l cas te l l o e fuor i e ra oramai bu io , i n i z iò a p reoccupars i e dec i se a l l o ra , d i andar lo a cerca re. P rese con sé, i l suo medag l ione mag ico e con i l b ianco cava l lo a la to , i ncominc iò a vo la re s ino ad a r r i vare i n c ima a l l a montagna , dove Ascan io e ra r i nch iuso e u r l ava –A iu to ! A iu to ! - Ambluk sentendo l e u r l a de l suo amico Ascan io “acce lerò” e con l ’a iu to de l suo medag l ione mag ico , s fondò i l g rande e robus to por tone e coragg iosamente a f f ron tò i l mos t ro che cadde a te r ra s tecch i t o . Ambluk e Ascan io r i to rnarono a l cas te l l o , dove l i a t tendevano i l r e e la reg ina che , corse ro incont ro ad Ascan io abbracc iando lo e r ingraz ia rono Ambluk per aver r ipor ta to a l cas te l l o sano e sa l vo i l l o ro adora to f ig l io . I l r e e l a reg ina per l ’ occas ione o rgan izzarono una g rande fes ta e i nv i t a rono a cor te t u t t o i l paese. I due amic i s i d ive r t i r ono tan to e i n que l la f es ta i l p r i nc ipe Ascan io i ncont rò una be l l i ss ima pr inc ipessa e se ne i nnamorò , ma anche Amb luk i ncont rò una be l l i ss ima fanc iu l l a . Da que l momento i l p r i nc ipe Ascan io e i l suo amico Ambluk , ins ieme a l l e l o ro f idanza te andavano a fa re de l l e be l l i ss ime passegg ia te ne l bosco e v isse ro tu t t i fe l i c i e con ten t i… t ranne i l vecch io e b ru t to s t regone che r imase da so lo s tecchi to pe r t e r ra ne l suo cas te l lo i n c ima a l la mon tagna.

Classe 3^B

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U n a s t o r i a t i r a l ’ a l t r a I l te s t o d e s c r i t t i v o

La MANSARDA I l luogo dove mi p iace andare spesso è i l terrazzo d i casa mia , perché è be l lo e grande . Sul terrazzo papà s ta costruendo una mansarda che non è ancora f ini ta ma ha g ià un be l te t to con l e tegole d i co lore arancione e un po’ rosse . Odora d i polvere e cemento e dentro c ’è una grande cassapanca che i l mio papà ha costrui to da poche se t t imane . I l bagno è g ià terminato ed è s tupendo: ha un be l b idè , un vater , due r ipost ig l i , una docc ia meravig l iosa e un lavandino sp lendente . Quando mi r i fugio l ì , porto sempre con me : una mati ta e un pezzo d i carta e mi d iverto a d isegnare g l i ucce l l ini , immaginando d i g iocare con loro . Sul terrazzo c ’è anche un be l dondolo e , mi d iverto a dondolarmi con l e bracc ia aperte e qualche vol ta g ioco anche con i l pal lone . Quando fuor i fa vento o p iove , mi sento tr i s te perché non posso sa l i re sul terrazzo perché la mamma dice che mi vengono l e p lacche al l e tons i l l e e poi mi v iene la f ebbre , a l lora spero sempre che f acc ia be l tempo. Quando sarà tutto pronto invi terò l e mie amiche del cuore a g iocare con me, credo che con loro sarà ancora p iù be l lo e d ivertente . Sono propr io f e l i ce che papà ha pensato d i cos truire questa be l la mansarda sul terrazzo d i casa nostra .

Glor i a Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico: miti e leggende

LE FARFALLE TRISTI

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In un tempo molto lontano , l e far fa l l e erano tut te gr ig ie . Una matt ina mentre volavano sopra un laghetto s i specchiarono ne l l ’acqua l impida e s i accorsero cos ì , che mentre i f ior i avevano mi l l e co lor i , l oro erano d i un solo co lore spento che non dava per niente a l l egr ia . Diventarono cos ì , molto tr i s t i . Un giorno però , s i r iunirono in assemblea e dec isero d i ch iedere a iuto a l l ’arcobaleno che , ne l f rat tempo , era l ì tutto be l lo d is teso ne l c i e lo . Da lui , r i cevettero un cons ig l io :” Se veni te da me v i regalerò tutt i i co lor i che des iderate!” . Tutte l e far fa l l e subi to s i misero a volare in a l to ne l c i e lo e raggiunsero l ’ arcobaleno . Pr ima g l i g irarono intorno , poi s i posarono e presero da lui i co lor i p iù be l l i che aveva . Tornarono g iù contente e ins ieme a i f i ore l l ini co lorarono tutta la pr imavera .

C l as s e 3^ B

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

S P R I N T

C’era una vol ta un pesc io l ino rosso che v iveva in una comoda ampol la d i vetro trasparente . Gino era i l bambino che aveva v into i l pesc io l ino a l luna park e ogni matt ina pr ima di andare a scuola g l i dava da mangiare . Gino l o aveva chiamato Spr int , perché i l pesc io l ino guizzava ve locemente e Spr int sembrava propr io f e l i ce d i ch iamars i cos ì . Spr int cresceva a v is ta d ’occhio e ormai non entrava p iù ne l l ’ampol la ; inol tre aveva smesso d i nuotare e se ne s tava f ermo ad un angolo con un’ar ia molto tr i s te . Un giorno Gino , preoccupato d i veder lo sempre f ermo e s i l enzioso , prese una dec is ione , pensò d i l i berare Spr int ne l l e acque de l f iume che scorreva v ic ino a l la sua casa . Appena Gino lasc iò Spr int nel f iume s i sent ì s tr ingere i l cuore d i tr i s tezza : sapeva g ià che non lo avrebbe mai p iù r iv is to perché l a corrente de l f iume lo avrebbe portato lontano . Tornò a casa , ma pensava sempre a l suo amico Spr int e lo immaginava da so lo . Si mise a l e t to , ma non r iusc iva a prendere sonno . I l matt ino seguente ,Gino dec ise d i andar lo a cercare , arr ivato a l f iume iniz iò a ch iamarlo , ma Sprint non r ispose . Rimase l ì a lungo ma de l suo amico nemmeno l ’ombra, dec ise a l lora d i r i entrare a casa . I l g iorno dopo , r iprovò ancora e fu p iù fortunato , perché appena chiamò Sprint , lui usc ì sa l tando f es toso dal l ’acqua , ma non era so lo , d ie tro d i lui c ’ era una be l l i ss ima pesc io l ina che l o r incorreva. Spr int sembrava propr io contento e a l lora Gino capì che lui voleva restare l ì e tornò a casa , ma questa vol ta con i l cuore p ieno d i f e l i c i tà .

Antonio Costantini Sabrina Maggio

Chiara Geusa Gloria Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo realistico

NEVIANO

I l mio paese s i ch iama Neviano , è un p iccolo paes ino che s i trova su una col l inet ta . Noi paesani s iamo molto f e l i c i di v ivere a Neviano perché è un be l paese . I l luogo che mi piace d i p iù è la v i l la dove pr ima c ’era i l lago con i pesc i e adesso c i sono l e rocce ; accanto c ’è i l parco dove c i sono tant i g iochi e poi a l la v i l la mi p iace la croce e i v ia l i con tant i f ior i . Del mio paese c ’ è una casa in part ico lare che mi p iace , è tutta b ianca con l e conchig l i e ruvide ruvide e d i so tto è ce les te , mi p iace propr io tanto che vorre i abi tarc i io l ì . Quando vado a passeggiare ne l l e campagne v ic ine , sento la musica de l vento e l ’odore de i f ior i e mangio tant i buoni f rut t i sapor i t i e genuini . Neviano mi p iace par t ico larmente a Natale quando c i sono tutte l e s trade i l luminate dal l e luminar ie e l e vetr ine de i negozi sono p iene d i tante cose be l l e , ma anche a Pasqua con tutte l e uova d i Pasqua negl i sca f fa l i de i bar . Ecco come è i l mio paese e i o sono molto f i era d i essere nata qui e de l mio paese mi p iace tutto : l e case , la gente , i co lor i e i profumi .

Chiriatti Ludovica

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Una storia tira l’altra Il testo informativo

L A G I R A F F A

L’animale che mi incurios isce d i p iù è la g ira f fa per i l suo lungo col lo , d i l e i ho scoperto tante cose per esempio che è un mammifero “art iodatt i lo” inc luso ne l la famigl ia de i “giraf f id i ,” che ques ta spec ie è d i f fusa soprat tut to in Afr ica a sud de l deserto de l Shara , ne i terr i tor i asc iut t i caratter izzat i da vegetazione arborea . La g ira f fa è ce lebre per la proverbia le a l tezza de l co l lo è i l p iù a l to d i tutt i g l i animal i , i l maschio raggiunge i 5 ,8 metr i d i a l tezza . Un tempo, oggetto d i cacc ia sp ie ta ta per la sua pe l l e , oggi è invece r iconosc iuta come spec ie protet ta . Grazie a l l ’a l tezza , l e i s i nutre di germogl i e fog l i e d i a lber i che g l i a l tr i animal i de l la savana non sanno raggiungere , I l maschio può raggiungere a mangiare f ino a 90 kg d i vegeta l i a l g iorno, l e lunghe zampe permettono a l l a g ira f fa d i raggiungere i 55 km al l ’ora , è vulnerabi l e ag l i a t tacchi de i predator i , quando vuole bere è costret ta a p iegare o ad a l largare l e zampe anter ior i . Sempre attenta agl i a t tacchi de i predator i , la g ira f fa dorme in p ied i . Le macchie sul mante l lo , la cui d ispos iz ione var ia da esemplare , ad esemplare , hanno una funzione mimetica .

Sabr ina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo poetico

I L S O L E

Sole , tu br i l l i ne l c i e lo come una pal la d i fuoco . I tuoi raggi sembrano la

cr iniera d i un leone rosso e focoso .

Se i be l lo l ì ne l c i e lo e l e nuvole che t i g irano a ttorno

sembrano far t i la corte come tante innamorate .

Io t i guardo e tu mi ch iudi g l i occhi

e mi f a i sognare e dai tuoi raggi

mi facc io dolcemente r i scaldare .

Sabrina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo realistico

UNA GIORNATA SPECIALE

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Mercoledì 12 Marzo , s i amo andat i a Cutrof iano per fare una v is i ta guidata ne l l ’az ienda de i Sing . Col ì e a l parco de i f oss i l i . La matt ina s iamo arr ivat i a scuola puntual i , a l l e ore 8 .15 . Eravamo tutt i molto f e l i c i , l a par tenza però , era previs ta per l e ore 10 ,15 e per occupare i l tempo la maestra c i ha fat to rea l izzare un carte l l one che racchiudeva tutte l e t ipologie de i tes t i che s t i amo s tudiando. Quando a un certo punto è g iunta l ’ ora d i andare a Cutrof iano, l a maestra c i ha det to d i prepararc i e che i l l avoro lo avremmo terminato i l g iorno dopo. Siamo sal i t i noi a lunni de l la 3^ B e anche que l l i de l la 3^A ins ieme a l la maestra Antonel la , a l la maestra Chiara e a l la maestra Laura sul lo scuolabus , s i s tava per l a ver i tà , un poco troppo s tre t t i , ma per fortuna i l tragi t to era breve . Appena c i s iamo tutt i s i s temati , s iamo par t i t i . Nel pulman ho fa tto qualche fo to con la macchine tta f otograf ica . Arr ivat i a l l ’az ienda, la maestra Antonel la è scesa per pr ima, per vedere se la guida era arr ivata . Nel f rat tempo , noi bambini s iamo r imast i con l e a l tre maestre ; la s ignora Antonel la è tornata subi to e s iamo sces i tut t i . La guida , s ignora Dolores c i ha fa t to entrare ne l l ’az ienda dove abbiamo osservato come s i lavora l ’arg i l la , c i s iamo div is i in gruppi e abbiamo fat to qualche foto . Usci t i dal l ’az ienda, s iamo entrat i ne l negozio dove ogni bambino ha comprato qualcosa da portare a casa come r icordo . Abbiamo girato tutto i l negozio per comprare l e cose , però qualche bambino , come me , non aveva i so ld i , i o per la f re t ta l i avevo d imenticat i a casa . Al lora , la maestra vedendoci d isp iac iut i ha detto :” scegl i e te un oggetto” e dal la mensola i l mio gruppo ha preso un cest ino d i ceramica che costava un euro e novanta e poi la maestra ha aggiunto - domani ch i può mi rest i tuisce i so ld i - . Dopo con i l pulman s iamo r ipart i t i per una nuova avventura . Arr ivat i a l parco de i f oss i l i , s iamo sces i dal pulman e abbiamo aspet tato la guida . Arr ivata , la guida s i è unita a noi . Nel f rat tempo io e i mie i compagni c i s iamo seduti in un boschetto a mangiare un paino, la maestra Antonel la , per non farc i inquinare l ’ambiente , mentre par lava con la guida , ha preso una busta per farc i raccogl i ere l e car te de i panini e de l l e patat ine . Fini to d i fare i l p ic -nic , la guida Giuseppe c i ha sp iegato cosa vuol d ire :” parco de i foss i l i” .

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Poi i l s ig . Giuseppe se ne è andato ed è arr ivata la s ignora Dolores che avevamo già conosc iuto a l l ’ az ienda de i Col ì . La guida c i ha fat to capire tante cose . Dopo aver camminato a lungo , abbiamo vis to : i l laghetto art i f i c ia le , i f oss i l i d i conchig l i e a t taccate a l l e paret i e osservato i foss i l i d i p iccol i r icc i , l a guida c i ha sp iegato che tanto tempo f a l ì c ’ era i l mare . Dopo abbiamo continuato a camminare e ad osservare tutto que l lo che c ’ era in torno. Poi s iamo r isa l i t i sul pulmino e l e maestre hanno fa tto l ’appe l lo , per fortuna c ’eravamo tutt i e s i poteva r i tornare a casa . Lungo la s trada abbiamo cantato e gr idato come pazzi , ogni tanto l e maestre c i invi tavano a fare s i l enzio ma nessuno d i noi ha ubbid i to . Arr ivat i a Neviano , l e mamme erano content iss ime ad aspet tarc i v ic ino a l la scuola , ogni bambino è andato v ia con la sua mamma e la v is i ta guidata era ormai terminata . Io sono f e l i c i ss ima di aver v issuto questa be l l i ss ima esper ienza con i mie i compagni e spero che ce ne s iano a l tre ancora .

Beatrice Mometti

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Una storia tira l’altra Il testo: la lettera

IL MIO AMICO EMANUELE

Ciao caro Emanuele , qui è una brutta g iornata e io mi s to annoiando tanto . Mi chiedo ancora perché te ne se i andato a Rimini ; in c lasse s i sente tanto la tua mancanza e soprattutto la tua v ivac i tà , che rendeva tutto p iù co lorato intorno . A me, manchi part ico larmente ; r i cordi , come c i d ivert ivamo quando venivo a g iocare a casa tua? Adesso dopo i compit i , non so che fare , e mi sento tr i s te . Vorre i tanto che tu tornass i qui , ma : “ lo vorrest i anche tu? “ Per me sarebbe una grandiss ima sorpresa! La maestra Antonel la , mi ch iede spesso d i te , se t i trovi bene con i nuovi compagni , se l e nuove maestre t i vogl iono bene come quando er i qui e se t i se i ca lmato un pochino. Mi raccomando , non t i d imenticare d i me e qualche vol ta , prendi anche tu l a penna e scr iv imi una l e t tera , cos ì non c i perdiamo di v is ta . Ti scr ivo anche per informart i su a lcune cose : la maestra d i matematica non c ’è p iù , i l suo posto l ’ha preso un’al tra s ignora che s i ch iama Laura e v iene da Gal l ipol i , ques t ’anno poi , non s iamo più a l p lesso “Giovanni 23° , ma c i s iamo tras fer i t i a l p lesso “Dante Al ighier i “ , perché l ì dovevano iniz iare i lavor i d i res tauro . Dove s iamo adesso , l e aule sono p iù spaziose e s i s ta bene , ma a me manca tanto la vecchia scuola . Per i l res to è tutto come lo r icordi tu. Caro Emanuele , adesso t i devo lasc iare , t i abbracc io forte e aspetto una tua r i spos ta . Ciao e a prestoooo!! !

Gabriele Garrapa

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo

LA CASA SULL’ALBERO

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I l luogo dove mi p iacerebbe s tare per g iocare è la casa sul l ’a lbero . Però questa casa es is te so lo ne l la mia fantas ia e io me la immagino molto be l la , f at ta d i l egno e con tant i f i l i d ’erba . Al l ’ interno c i dovrebbe essere un grande tavolo sul quale potrei d isegnare -che è que l lo che mi p iace fare d i p iù!- Davanti a me immagino una grande f inestra dal la quale potre i vedere tut to i l panorama: i l c i e lo con l e nuvole d i panna montata . Sui muri at tacchere i tutte l e f igur ine de l mio cartone pre fer i to , c ioè “Dragon Bal l” . Al l ’ interno mettere i anche una pol trona morbida , dove sedermi per r i lassarmi dopo aver trascorso una be l la g iornata movimentata . Qualche vol ta mi s i edere i anche fuor i per sent ire l ’odore de l la terra , de i f ior i e d i tut to c iò che mi c i rconda e qualche vol ta ancora , invi tere i i mie i amic i p iù car i a g iocare con me e a mangiare un panino ne l la mia casa sul l ’a lbero . Come sarebbe bel lo se potess i aver la veramente! Lì trascorrere i i l p iù tempo poss ibi l e e non sent ire i la voce de l la mamma che cont inuamente mi d ice :” Antonio , sbr igat i a s i s temare l a tua s tanza e r imett i tutto a posto !” . Nel la mia casetta sul l ’a lbero mi sent ire i l ibero… spero tanto che non rest i so lamente un sogno.

Antonio Costantini

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Una storia tira l’altra Il testo: la favola

I DUE CANI E LA TIGRE

C’erano una vol ta due p iccol i cani che g iocavano t ranqui l lamente ne l g iardino de l la l oro casa . Ad un certo punto , sa l tò fuor i da un cespugl io una grossa t igre . I due cani s i spaventarono tanto che s i misero a correre abbaiando: “Aiuto! Aiuto!” . La t igre che l i r incorreva, gr idava d ie tro d i loro : “ Fermatevi , f ermatevi , non abbia te paura d i me! ” , ma i cani andavano così ve loc i che non r iusc ivano a sent ire que l lo che la t igre d iceva . Ad un certo punto , dopo un be l po’ che correvano avanti e indie tro , la t igre s i f ermò e s i mise a p iangere ; i due cani s i accorsero che la t igre s i era f ermata e , vedendola p iangere , s i guardarono s tupi t i perché non capivano se la t igre s tesse f ingendo o meno . I l p ianto però era cos ì for te e d isperato che i cani presero coraggio e s i avvic inarono d i f f ident i , ch iedendole : “Tigre , perché p iangi?”. La t igre r i spose : “Sono tanto tr i s te , tutt i hanno paura d i me , perché sono grande e grossa e con i dent i aguzzi che mi r i trovo, nessuno vuole avermi come amica e perc iò mi sento molto so la” . I cani s i impietos irono tanto e cercarono d i tranqui l l izzar la o f f rendole la l oro amic iz ia . Da quel momento i due cani e l a t igre , d iventarono amic i inseparabi l i ; i due cani l a presentarono anche a l la loro comit iva d i animal i che l ’accolsero ben volent ier i e tutt i ins ieme v issero f e l i c i e content i . MORALE: non bisogna mai f idars i de l l e apparenze .

Marzia Minisgallo

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Una storia tira l’altra Il testo : la favola

IL CANE E IL GATTO

Un cane d i nome Ringhio e un gatto d i nome Tranqui l lo v ivevano in una grande c i t tà ed erano v ic ini d i casa . I due però non andavano mol to d ’accordo , infa tt i , l i t igavano sempre . I l cane era s tufo d i vedere i l gatto Tranqui l lo s teso a l so le senza far niente , mentre lui era sempre impegnato con i l suo padroncino ad andare avanti e indie tro . I l gatto g l i r i spondeva che non erano fa tt i suoi d i que l lo che faceva lui e i l cane , a sent ir lo r i spondere cos ì , g l i s i “aggrovig l iavano” sempre d i p iù i nervi . Erano cont inui batt ibecchi , tut to i l v ic inato sapeva de l l e loro d ispute e non ne poteva p iù . Un giorno , succede che Ringhio esce da casa senza i l suo padroncino , per fare quattro pass i sul marc iapiede e r i f l e t tere sul la s i tuazione , quando ad un cer to punto v ic ino a lui sul c ig l io de l la s trada, s i f erma un furgoncino dal quale scende un grosso uomo con un sacco in mano che lo a f f erra dal co l lo e cerca d i ch iuder lo ne l sacco . Tranqui l lo , che s i trovava come a l so l i to sul te t to a r iposare , s i accorse che Ringhio era in per ico lo e con un lungo sa l to , arr ivò in facc ia a l l o sconosc iuto graf f iandogl i i l v iso . L’uomo per i l dolore s i f ece s fuggire dal l e mani Ringhio , che se la d iede a gambe l evate . Da quel g iorno cane e gat to andarono sempre d ’accordo e d iventarono amic i inseparabi l i . MORALE: a vol te l ’a iuto può arr ivare da ch i meno te lo aspett i .

Laura Cos t an t in i

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Un testo tira l’altro Il testo poetico

IL MARE

I l mare , azzurro come i l c i e lo :

basta guardar lo e mi metto a sognare . E’ l impido e profondo

come g l i occhi d i un bambino ; è immenso come i l mondo,

racchiude in sé tant i segret i . E’ be l lo da guardare , t i t i ene compagnia e

la musica de l l e sue onde è una dolce melodia .

Antonio Costantini

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Una storia tira l’altra Il testo realistico

IL MIO MONDO Quando mi ch iedono che cosa farò da grande , r i spondo sempre che ancora non lo so d i prec iso ; io però sogno d i essere una persona con tant i so ld i in modo da poter comprare tutto c iò che des idero . Per esempio , vorre i avere una bel la macchina come la Ferrar i . Pensandoci bene però , da grande mi p iacerebbe fare i l dot tore , perché penso che guadagni molto e con quei so ld i , o l tre che comprarmi l a macchina , potre i fare tante a l tre cose . Mi p iacerebbe , infatt i , regalare un po’d i so ld i a ch i ne ha bisogno e non pensare so lo a me s tesso , cos ì mol ta p iù gente potrebbe essere f e l i ce come me . A vol te però , sogno d i fare anche a l tre cose e per questo poi sono sempre molto indec iso . Nel f rattempo però s to cercando d i impegnarmi a scuola , poi magar i s i vedrà .

Gabr i e l e Garr apa

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Una storia tira l’altra Il testo Realistico

IL MIO PUNTO DI VISTA A scuola abbiamo s tudiato var i t ip i d i tes to : i l tes to narrat ivo rea l i s t ico , l a l e t tera , i l tes to narrat ivo fantast ico , la f i aba , la favola , mit i e l eggende , i l tes to informativo , regola t ivo e a l tro . Fra tutt i ques t i gener i i mie pre fer i t i sono : i l tes to mi t i e l eggende e que l lo narrat ivo fantast ico . I l pr imo mi p iace perché mi ha fat to scopr ire tante cose degl i uomini pr imit iv i : cosa f acevano, come ragionavano , in che cosa credevano… Il t es to narrat ivo fantast ico , invece , lo pre fer isco perché posso far par lare g l i ogget t i , come per esempio la sed ia , la lavagna , oppure far par lare g l i animal i : i l ga tto , i l topo… Ho scoperto che ne l lo scr ivere ques to t ipo d i tes t i , mi d iverto tant iss imo a fantast icare e ho scoperto anche , che inventare l e s tor ie è un g ioco d ivertente e io in c lasse , con i mie i compagni , lo facc io mol to spesso e volent ier i .

Gabr i e l e Gar r apa

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Una storia tira l’altra Il testo regolativo

TRANCIO AL CIOCCOLATO

Per fare questo dolce occorrono a lcuni ingredient i , ma anche tanta buona volontà! Ingredient i : 220 gr . Di far ina , 70 gr . Di cacao , 170 gr . Di zucchero , 120 gr . Di burro ,1/2 bicchiere d i lat te , 3 uova , 1 bust ina d i l i ev i to ,1 bust ina d i zucchero vanigl iato , 50 gr . Di zucchero a ve lo , una tavole t ta c ioccolato fondente , ½ l d i panna f resca , 100 gr . Di mandor le sgusc ia te . Procedimento

Lavorate lo zucchero e i l burro s ino ad ot tenere una crema , poi unite 3 tuor l i . Aggiungete 50 gr . Di cacao , i l lat te , la far ina, lo zucchero vanigl iato , g l i a lbumi montat i a neve e i l l i ev i to in polvere . Rovesc iate i l composto in uno s tampo imburrato e infar inato e cuocete in forno caldo a 180° per mezz’ora . Montate a neve 4 d l d i panna con 50 gr . Di zucchero a ve lo , poi d iv idete i l composto in due part i e unite ad una l e mandor le pe la te , tostate e tr i tate . Nel l ’a l tra metà , aggiungete i 20 gr . Di cacao r imast i e mescolate con molta cura . Tagl iate la tor ta in tre s trat i , spalmate i l pr imo stra to d i base con la panna a l cacao , copr i te con i l secondo s trato e spalmate lo con la panna a l l e mandor le . Completa te con i l terzo s tra to e decorate lo con i l c i occolato fondente , r idotto a scagl i e e con i l res to de l la panna montata . Fate ra f f reddare per un’ora in f r igo e poi servi te !

Gabriele Garrapa

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

I DUE LEONI INNAMORATI

Tanto t empo f a , in un bosc o , v i veva un l e one d i n ome Luca e una l e one s s a d i n on e Mir i ana . I due p e r ò , pur v iv endo n e l l o s t e s s o p os t o , non s i c onosc evano . Un g i o rno l a b e l l a l e onc ina d ec i s e d i f a r e una pa s s egg i a t a , ma p r ima d i u sc i r e , l a mamma l e r a c c omandò d i non a l l on tanars i t r oppo , p e r n on in c or r e r e in qua l c he mal in t enz i ona t o . L a l e onc ina c he aveva s empr e a s co l ta t o i c ons i g l i d e l l a mamma, r i spo s e d i non p re occupars i e c he av r e bbe f a t t o mo l t a a t t enz i one . S i guardò a l l o s pec ch i o , m i s e un po ’ d i r o s s e t t o su l l e l a bbr a , p r e s e i l su o ombre l l in o p e r r i pa r a r s i d a l s o l e e u sc ì . I l b os c o e r a b e l l i s s imo e i n pr imave r a s i r i empiva d i uc c e l l in i ; Mir i ana amava mol t o l a mus i c a e i l c an t o e , s en tendo i l c ingue t t i o d eg l i u cc e l l in i , l e v enne vog l i a d i c an ta r e . L a sua be l l i s s ima voc e g iun se a l l e o r e c ch i e d i l e on e Luca c he s t ava r ip o s ando a l l ’ ombra d i un a l b e r o e , n on c r edendo a l l e p r op r i e o r e c ch i e , l e r addr i zzò . Po i s i m i s e i n p i ed i c e r c ando d i c ap i r e d a d ove p r ov en i s s e que l l a v oc e c os ì me l od i os a e s i in c amminò . I l su ono g iungeva s empre p iù f o r t e e p r os egu ì s in o a quando fu c o s t r e t t o a f e rmars i . D i f r on te a lu i s i p r e s en tò una v i s i one merav ig l i o s a , c e r c ò d i s t r op i c c i ar s i g l i o c ch i p e r ché n on c r ed eva c he p o t e s s e e s i s t e r e una c r e a tur a c o s ì b e l l a . L eone Luca s i na sc o s e d i e t r o un a l be r o , ma c on t inuava a s b i r c i ar e l a b e l l a l e one s s a ch e n on s i e r a anc or a ac c or t a d i lu i . Ad un c e r t o pun to , i l l e one Luca pr e s e c o ragg i o e s i f e c e avant i . “Buong i orno be l l a l e ones s a , p os s o p r e s en t armi?” . La l e ones s a Mir i ana appena l o v id e d iven tò tu t t a r o s s a , i l suo cuore c ominc i ò a b a t t e r e f o r t e e d en tr o d i s é p ensò anche l e i , ch e n on av eva ma i v i s t o un l e onc ino c o s ì b e l l o . Po i r i sp os e : “S ì c e r t o , puo i p r e s en t ar t i !” . I l l e on e : “ I o mi ch i amo Luca , e tu?” . “ I o Mi r i ana !” r i s pos e l a l e onc ina e p o i agg iunse : Ora pe rò , d evo c o r r e r e a c a sa , a l t r imen t i l a m ia mamma è in p ens i e ro” . “ Poss o a c c ompagnar t i?” l e ch i e s e i l l e one Luca e l e i r i sp o s e d i s i . Lungo l a s t rada s i guardar ono neg l i o c ch i e c ap i r ono ch e e r ano f a t t i l ’uno p e r l ’ a l t r o e s i f i danzar ono . To rna t i a c as a , d i e de r o l a b e l l a n o t i z i a a i l o r o g en i t or i c h e p e r l a g i o i a s i m i s e r o a p i ange r e . I g en i t or i d i l e on e Luca e qu e l l i d i l e onc ina Mi r i ana o rgan i zzar ono una g r ande f e s t a d i f i danzamento ne l b osco e tu t t i v i s s e r o f e l i c i e c on t en t i .

Nicolò Pastore

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Una storia tira l’altra Il testo regolativi –realistico

L’AQUILONE

Qua lch e g i o rno f a , a s cuo l a , l a mae s t ra Anton e l l a c i h a c h i e s t o s e c ’ e r a un g en i t or e , oppur e un nonno , o un c onos c en te c apac e d i c os t ru i r e aqu i l on i e , s e que s ta p e r s ona e r a d i s pon i b i l e a v en i r e in c l a s s e , s aba t o d od i c i Apr i l e a f a r c i v ede r e c ome s i c os t ru i s cono g l i aqu i l on i . L a ma t t in a de l d od i c i ap r i l e , appena g iun t i in c l a s s e , l a mae s t r a c i ha c h i e s t o : “v i en e qua l cuno a c os t ru i r e l ’ a qu i l one?” . Ma n es suno d i no i aveva t r ovat o una mamma , un papà o un nonno d i spon i b i l e , p e r ché tu t t i e r ano o c cupa t i c on i l l avo r o . L a maes t r a p r ima c i h a guarda t i e p o i ha d e t t o : “ b ene ! Vuo l d i r e c he n on f a r emo n i en t e d i tu t to c i ò e men tr e l e a l t r e c l a s s i c o s t ru i r anno g l i a qu i l on i fu or i n e l c or r i d o i o , n o i r e s t e r emo qu i in c l a s s e a f a r e n orma lmen te l e z i one !” . Po i c i h a guarda t i in v i s o e v edendo i l n os t r o s c on f o r t o , s i è a l za t a da l l a c a t t e dr a , ed è u sc i t a fu o r i d a l l ’ au l a . No i n e l f r a t t empo , s i amo r imas t i s edu t i i n s i l enz i o . Dopo qua l che s e c ondo l a mae s t r a è r i en t ra ta d i c endo : “ S t a t e t r anqu i l l i c he tu t to è r i s o l t o , c i un i r emo a l g ruppo d e l l a s ignor a Ch ia r a , c he g r az i e a D i o è s t a t o p iù f o r tunat o d i n o i a t r ova r e un nonno pe r l ’ a qu i l on e” . I l s o r r i s o è t o rna t o sub i t o su l l a b o c c a d i tu t t i . Ne l f r a t t empo i c o l l abo r a t or i s c o l as t i c i : i l s i g . F aus t o e i l s i g . Ucc i o , p r epa r avano ne l c or r id o i o i t avo l i , ch e s a r e bbe ro s e rv i t i p e r appogg i ar e s op r a tu t t o l ’ o c c or r en t e , u t i l e p e r l a c o s t ruz i one d e l l ’ aqu i l one . Dovevamo inc on tra r c i fu or i n e l c or r i d o i o , c on g l i a l t r i b ambin i , a l l e o r e 10 ,15 dopo l a r i c r e az i on e . In f a t t i , sub i t o d opo ave r mang i a t o i l p an ino , s i amo usc i t i fu or i e g i à c ’ e ra n onno Sa l va t o r e c he su l t avo l o av eva s i s t ema to tu t to i l ma t e r i a l e : l e c a r t e lu c id e e c o l or a t e d e l l ’u ovo d i p as qua , l e f o r b i c i , i l n as t r o ade s iv o , una canna , un po ’ d i sp ago e d e l l a c o l l a . I l nonno ha p r e s o l a c ar t a e l ’ ha p i ega t a p e r due v o l t e f o rmando un t r i ango l o , p o i c on l e f o rb i c i ha t ag l i a t o due ango l i , in s egu i t o h a pr e s o l a c anna e l ’ h a t ag l i a ta p r ima in due e p o i in qua t t r o , r i c avando c os ì qua t t r o c anne p iù s o t t i l i . Dopo ha ape r t o l a c a r t a e h a mess o una c anna a l c en t ro e una l ’ h a p i ega t a a f o rma d i a r c o e l e h a a t t a c c a t e c on i l n as t r o . Dopo an co r a , h a t ag l i a t o d e l l e s t r i s c i o l in e d i c ar t a c o l or a t a e l e h a a t t a c c a t e ag l i ango l i d e l l ’ a qu i l on e ; l e s t r i s c e c he dovevano e s s e r e l a c oda l e h a l a s c i a t e un po ’ p iù lunghe . Po i n onno Sa lva t or e , ha p r e s o l ’ a qu i l one e l ’ h a f a t t o v o l a r e n e l c o r r i d o i o . No i tu t t i quando l ’ a qu i l one h a p r e so i l vo l o abb i amo ba t tu to l e man i a n onno Sa l va t o r e ch e e r a s t a t o c os ì b r avo .

A l e s s andra Grec o G l or i a r amando

Bea t r i c e Mome t t i L au ra Cos t an t in i Ange l i c a magg i o S t e f ano Coroneo

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Una storia tira l’altra Il testo poetico

LE NUVOLE

Nel cie lo

vedo le nuvole,

sembrano fatte

di zucchero f i lato,

sono bianche come la neve ,

sono più morbide di un cuscino

e sono sparse

di qua e di là .

Gloria Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

UN SOGNO AD OCCHI APERTI

Un giorno , mentre g iocavo ne l parco , mi sono r i trovata ne l mondo de l l e f iabe , non credevo a i mie i occhi , mi sembrava imposs ibi l e una cosa de l genere . Intorno era tutto incantevole , g l i a lber i erano de i grandi l ecca , l ecca , l e case erano fat te d i b isco tt i a l c ioccola to e l e s trade erano d i torrone ; mi sent ivo f e l i ce e cos ì , sono andata in g iro per cur iosare . Mentre camminavo , ho incontrato Cenerentola che p iangeva e vedendola tanto d isperata l e ho ch iesto perché p iangesse cos ì tanto . Cenerentola , non r iusc iva a r i spondermi e l e lacr ime g l i copr ivano i l vol to , a l lora l e ch ies i se voleva g iocare con me e f inalmente r i spose d i s i . Siamo andate a l lora , a f are una passeggiata . Camminando non c i s iamo rese conto che eravamo giunte su una col l ine tta dove c ’era un be l l i ss imo c irco e s iamo entrate . E’ s tato be l l i ss imo, c i s iamo divert i te tant iss imo e s iamo sta te per tutto i l tempo f e l i c i e contente . Ma poi , come per incanto mi sono r i trovata ne l parco e ho capi to che avevo sognato ad occhi apert i .

Chiara Geusa

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo

IO E IL MIO AMICO ANTONIO

Un giorno , ho dec iso d i andare a f are una passeggiata ne l bosco ins ieme a l mio amico Antonio . Quanti odor i ! E quanti suoni ! Si sent ivano ne l bosco . C’era l ’odore forte de l la res ina che fuor iusc iva dal la cortecc ia degl i a lber i , s i sent iva l ’a l l egro c inguett i o degl i ucce l l i , ma quanto p iù andavamo avanti , tanto p iù g l i odor i e suoni erano d ivers i : come i l f rusc io de l l e fog l i e mosse dal so f f io l eggero de l vento , o i l rumore de l l ’ erba che a lcuni animal i ne l vederc i passare la ca lpestavano ve locemente per andare a nasconders i . Ma fra tutt i quest i suoni , eravamo sempre p iù a ttrat t i da un rumore d iverso dagl i a l tr i che un po’ c i f aceva paura e un po’ c i incurios iva . Ins ieme c i s iamo incoraggia t i e abbiamo dec iso d i andare avanti in punta d i p ied i . Cos ì , guardando d ie tro ad un a lbero , s i amo r iusc i t i a vedere che que l rumore apparteneva ad una volpe . Come era be l l a! Con quel la coda cos ì fo l ta ! Non ne avevamo mai v is ta una cos ì da v ic ino! a l l ’ iniz io c i era sembrato un cane , ma in rea l tà non lo era . Stava scavando una tana e noi s iamo r imast i l ì , f ermi in s i l enzio a sp iar la senza farc i vedere per tanto tempo . Poi , c i s iamo res i conto che s tava facendo buio e che dovevamo r ientrare a casa . Ci d isp iaceva andare v ia , ma eravamo costret t i a far lo . Nel muoverci a l lora , abbiamo fa tto un po’ d i rumore , e l a volpe s i era accor ta d i noi ed è scappata ve locemente . Incurios i t i c i s iamo avvic inat i a vedere la tana e dopo s iamo r i entrat i d i corsa casa .

Gabriele Garrapa

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Una storia tira l’altra Il testo regolativo

A MOSCA CIECA

Gioco di gruppo Occorrente: Una benda e un po’ di bambini

Le regole

1) I bambini e le bambine, sono seduti e formano un grande cerchio; 2) Si sorteggia un giocatore che va nel centro con gli occhi bendati; 3) Al via, il giocatore bendato pronuncia ad alta voce i nomi di due bambini del

cerchio che subito si alzano e si scambiano di posto, facendo attenzione a non farsi toccare dal bambino bendato;

4) Se il bambino bendato riesce a toccarne uno, questo deve fermarsi; 5) Il bambino bendato, toccando il viso del bambino catturato, deve cercare di

riconoscerlo. Se lo riconosce gli cede il suo posto, in caso contrario rimane ancora al centro e il gioco continua.

Chiara Geusa

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Una storia tira l’altra Il testo : Il fumetto

LA TAZZA MAGICA

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Paul era un bambino che s i svegl iava sempre tardi la matt ina e la sua mamma ogni vol ta s i “sgolava” per ch iamarlo :” Paul! Alzat i che è tardi e devi andare a scuola!” . Ma Paul cont inuava a dormire e la mamma ancora : “Paul sbr igat i , ogni matt ina è sempre la s tessa t i r i tera! ” . Poi f inalmente s i a lzava e andava in cucina a fare co lazione , ma quando era l ì s i r iaddormentava sul la tazza de l l at te . La mamma stanca d i vedere sempre Paul mezzo addormentato , s i recò ne l la bot tega de l s ignor Scacchi che vendeva cose buf f e e s trane e comprò una tazza magica . La matt ina seguente , la mamma preparò la co lazione d i Paul ne l la tazza magica . Quando Paul assonnato , s i sedet te a l tavolo , la tazzina iniz iò a squi l lare :”TARATA’-TARATA’- TARATA’-TA-TA”, facendo sa l tare Paul dal la sed ia . Da quel g iorno , ogni vol ta che i l naso de l bambino f iniva ne l la t te , la tazza a l l egramente squi l lava: “ TARATA’-TARATA’- TARATA’-TA-TA “ e lo faceva svegl iare .

Marzia Minisgallo Antonio Costantini Gabriele Garrapa Sabrina Manco

Marta pellegrino

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Una storia tira l’altra Il testo poetico

STELLA

Ste l la , v ieni v ic ino ad ascol tare ,

l e s tor ie che so raccontare .

Ste l la che sorr idi lassù , incantata r imani ne l c i e lo b lu .

Ste l la cos ì luminosa ,

i rradi dappertutto ogni cosa

Ste l la , dove c i se i tu , i l buio non c ’è p iù .

Ste l la tu sa i i l luminare ,

anche i l cuore d i ch i non sa amare .

Classe 3^ B

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Una storia tira l’altra Il testo: la lettera

AL MIO AMICO MATTEO

Cariss imo Matteo , sono i l tuo amico Vasco El ia e t i scr ivo per d ir t i che in c l asse c i manchi tanto e molto spesso c i capi ta d i par lare d i te . Quest ’anno s iamo tutt i p iù grandi e i l l avoro a scuola è p iù d i f f i c i l e , s t iamo imparando tante cose nuove , tra cui , come s i scr ive una l e t tera . Propr io per questo ho pensato d i scr ivert i , anche se , era da tanto che volevo avere tue not iz ie . Come s ta i? Ti trovi bene ne l la tua nuova scuola? Hai a l lacc ia to nuove amic iz ie ? E l e maestre come sono?Mi p iacerebbe tanto incontrart i e par lare un po’ con te . Anche se s iamo ne l lo s tesso paese , i l f at to che tu non vieni p iù a scuola con me c i fa sent ire lontani . Vorre i tanto avere de l le r i sposte a c iò che t i ho ch iesto e per questo spero che tu r i sponda a l la mia l e t tera…o magar i , ancor megl io , d i r ivederc i . Nel f rat tempo t i invio un forte abbracc io . Ciao dal tuo amico Vasco El ia .

Vasco E l i a D ’Osp ina

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Una storia tira l’altra Il testo realistico

IO E IL MIO PAPA’

Io r icordo molto bene un momento trascorso con i l mio s traordinar io papà . Qualche sera f a , papà, dopo cena s i era seduto sul d ivano a guardare un po’ l a te l ev is ione . Appena l ’ho v is to le sono corsa incontro sa l tando sul le sue gambe : papà mi ha a f f errata e ha g iocato un po’ con me a farmi i l so l l e t ico e a g irarmi so tto sopra come una pal l ina . Io r idevo e lui cont inuava chiamarmi trotto l ina . A un certo punto mi ha chiesto : “La conosc i la s tor ia de l brut to anatroccolo? “ . E io l e ho r i sposto : “ No papà! Non la conosco” . Al lora papà , iniz iò a raccontarmela . Io mi s i s temai bene tra l e sue bracc ia e man mano che papà par lava, sent ivo i mie i occhi ch iuders i e cos ì mi sono addormentata sopra di lui . Poi , papà mi ha portata ne l la mia cameretta e messa sot to l e coperte ne l mio morbido l e t t ino . L’ indomani matt ina , quando mi sono svegl iata , mi sono accorta d i s tare ne l l e t t ino e sapevo che era s ta to i l mio braviss imo papà che mi aveva porta ta l ì , ed io mi sono sent i ta tanto f e l i ce . Non dimenticherò mai ques to momento trascorso con lui e sono contenta d i avere un papà cos ì meravig l ioso .

Alessandra Greco

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Una storia tira l’altra Il testo informativo

IL GHEPARDO Il manto del ghepardo è simile a quello del leopardo, lui ha il capo lungo e sottile, la testa piccola e le zampe lunghe e scattanti. I suoi artigli gli consentono una miglior presa sul terreno durante i suoi inseguimenti alle prede. La lunghezza testa-corpo è di 145 – 160 cm, è alto circa 90 cm e pesa fra i 55 e i 75 kg. Il ghepardo è l’animale più veloce su terra, però non può mantenere la sua massima velocità per più di 30/40 secondi, in quanto non ha un cuore molto grande e perciò si stanca presto ed è costretto a rallentare o fermarsi. La sua dieta comprende animali di piccola e media taglia. Il ghepardo è relativamente addomesticabile e spesso i sovrani dei paesi mediorientali antichi li allevavano nelle proprie regge, infatti, il ghepardo è in grado di emettere un suono simile al miagolio e di fare le fusa come un gatto.

Antonio Costantini

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Una storia tira l’altra Il testo :la favola

PEPE’ IL GATTO E GIGI IL CANE

Pepè è un gatto che v ive in una fa ttor ia ins ieme a l suo amico Gigi , che è un cane . Pepè s i d iverte sempre a fare un sacco d i scherzi ag l i a l tr i animal i che se ne s tanno tranqui l lamente per i fat t i l oro . Pepè è propr io una peste : t i ra sempre la coda a l maial ino , s trappa l e penne a l l e gal l ina , sa l ta in groppa a l l e pecore che hanno la lana morbida ,t i ra l e orecchie a l l ’as ino, insomma…,non lasc ia s tare propr io nessuno e tutt i sono s tanchi de i suoi s tupidi scherzi . Pepè non la smette mai nonostante i l suo amico Gigi abbaia sempre per far lo s tare f ermo. Non v i d ico poi , che cosa combina quando r incorre l e oche, spaventa i conig l i e sporca la b iancher ia s tesa fuor i ad asc iugare . Pepè è propr io insopportabi l e e s f ido ch iunque a s targl i v ic ino senza fars i sa l tare i nervi . Dopo aver combinato tutt i quest i guai , Pepè d i so l i to , torna a casa tutto contento , a bere i l suo l atte per poi r iposare , ne l suo comodo cest ino. Ma un giorno g l i animal i de l la fa t tor ia s tanchi d i tutto c iò , s i r iunirono e presero una dec is ione , que l la c ioè , d i dare una l ez ione a Pepè . Infat t i , g l i organizzarono un scherze tto : a lcuni animal i s i nascosero d ie tro agl i a lber i e a l tr i d ie tro a i cespugl i , con de i secchi p ieni d ’acqua . Appena Pepè arr ivò nel cort i l e de l la fa t tor ia…splash!! ! tutt i a buttare l ’acqua addosso a Pepè , che credendo d i a f fogare s i mise a p iangere e a correre gr idando a iuto ! Pepè se ne r i tornò a casa tutto bagnato , pensando che forse infondo, se l o era mer i tato . Da quel momento , ne l la fa t tor ia r i tornò f inalmente l a ca lma e tutt i v issero in santa pace . Morale : ch i la fa , l ’aspett i e pr ima o poi ch i non s i comporta bene , deve pagare i l conto de l l e sue azioni .

Marta Pellegrino

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Una storia tira l’altra Il testo informativo

LA CAREMMA

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La caremma era rappresentata da un fantocc io d i pagl ia che aveva l e sembianze d i una vecchia , tutta vest i ta d i nero . La parola caremma proviene dal f rancese “careme” e vuol d ire quares ima. La caremma nel la fantas ia popolare rappresenta la mogl ie de l carnevale : infat t i , questo f antocc io veniva fa tto subi to dopo i l carnevale , c ioè a l l ’ iniz io de l la quares ima e veniva appeso sul l e facc ia te de l l e case . Visto che durante i l carnevale s i ba l lava e la gente s i d ivert iva , la caremma rappresentava la f ine de i ba l l i e de l l e f es te e quindi un r iposo da tutto que l lo che s i era fa t to a carnevale . Quando v i era la caremma, non s i comprava né s i mangiava carne e questo permet teva un r isparmio d i denaro a l l e famigl i e . I l tempo de l la pazienza e de l l ’as t inenza veniva scandito dal la r imozione de l l e se t te penne (una per se t t imana) , quante sono quel le d i quares ima conf iccate in un’arancia at taccata a i p ied i . I l fantocc io t i ene in mano l ’aspo e i l fuso , qual i s imbol i de l tempo e de l la v i ta che scorre , tenuti in mano dal l a caremma. Giunta Pasqua, i l f antocc io veniva bruciato : i l fuoco rappresentava per l e persone i l s imbolo d i d is truzione e la r icos truzione d i una nuova s tagione d i v i ta . L’usanza de l la caremma, f ino a pochi anni fa era scomparsa de l tutto ; oggig iorno s i s ta r i spolverando ed è sempre p iù f requente vedere sui balconi de l Salento questa p iccola vecchie tta , che pur nata da credenze popolar i , oggi i sp ira tanta tenerezza .

A caremma pizzicotta Face u casu e la ricotta E li face scusi, scusi

Cu nu lla vitinne li carusi E li face chianu, chianu,

cu nu lla vite lu guardianu.

Classe 3^B

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

IL POLIPO AMBROGIO

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Nel profondo de l p iù profondo degl i abiss i , v iveva un pol ipo s impat ic iss imo di nome Ambrogio . Era un t ipo molto tranqui l lo e la sua mamma era contenta perché Ambrogio non le dava nessuna preoccupazione . Anche l e maestre a scuola g l i volevano mol to bene perché lui con i suoi nove tentacol i r iusc iva a fare i compit i d ’ i ta l iano, di matematica , d ’ inglese contemporaneamente , senza trascurare niente . Ambrogio s i d ivert iva mol to ad andare a scuola , ma l a sua pass ione era la musica : g l i p iaceva non solo ascol tar la , ma soprattutto scr iver la , infa tt i , da grande sognava d i fare i l music is ta . Un giorno , mentre era intento a comporre un brano e mi l l e note gl i ronzavano in tes ta , d i nascosto , a l l ’ improvviso , arr ivò un granchio d i nome Pinzetta , che g l i d iede un grosso morso s taccandogl i un tentacolo . Ambrogio incominciò a p iangere , non per i l dolore , ma perchè pensava che non avrebbe mai p iù potuto comporre l e sue be l l e musiche . Per for tuna che d i tentacol i ne aveva a l tr i ot to e cos ì ch iamò subi to con i l ce l lulare i l 118 che in un baleno lo car icò sul l ’ambulanza e lo trasportò in ospedale . I l dot tore che curava i tentacol i r ia t taccò subi to i l t entacolo ad Ambrogio . In ospedale arr ivarono subi to mamma e papà che , appena lo v idero, scoppiarono a p iangere per la f e l i c i tà , poichè tutto era f ini to per i l megl io e lo r ipor tarono a casa . Poi ,mamma e papà , per f argl i d imenticare lo spavento , g l i regalarono un be l p ianoforte a coda che Ambrogio des iderava g ià da tempo. Cos ì , f e l i c i ss imo, cont inuò a scr ivere e a suonare la sua be l l i ss ima musica .

Ludovica Chiriatti

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Una storia tira l’altra Il testo informativo

IL DELFINO

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I delfini sono animali particolarmente simpatici, già la forma del muso sembra un sorriso e poi, così curiosi, sembrano voler giocare con l’uomo quando in gruppo seguono le barche, con grandi salti fuori dall’acqua. I delfini sono mammiferi perché respirano tramite i polmoni non hanno branchie, infatti, devono risalire in superficie per respirare l’aria attraverso le narici che si trovano verso la parte superiore del capo. Il corpo del delfino e liscio e affusolato, con pinne al posto degli arti. I delfini sono ritenuti animali moto intelligenti e spesso vivono in gruppi. Si mantengono in contatto tra di loro con un’ampia serie di suoni; molti di questi suoni sono troppo alti o troppo bassi per essere percepiti dagli uomini. Gli scienziati però sono riusciti a registrarli con strumentazioni e trasformarli in suoni che noi possiamo sentire: si tratta di schiocchi e fischi.

Ange l i c a Magg i o

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Una storia tira l’altra Il testo regolativi

IL CROCCANTINO Questo è un dolce buonissimo e velocissimo da farsi. Ingredienti 250 g di mascarpone 5 cucchiai di zucchero 5 uova 300 g di amaretti 1 bicchiere di s.marzano Procedimento: 1)Unire i tuorli con lo zucchero e frullare 2)Aggiungere il mascarpone, mezzo bicchiere di S.Marzano e 150 g di amaretti sbriciolati. 3)Sbriciolare gli amaretti rimasti, metterli nella pirofila e bagnarli con il restante S.Marzano mischiato con acqua e un cucchiaio di zucchero. 4)Stendere l’impasto sopra e coprirlo con un po’ di cacao e amaretti e lasciarlo riposare in frizer.

Antonio Costantini

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Una storia tira l’altra Il testo poetico

OH ! MIO BEL SOL

Oh! mio be l so l ,

che sp lendi lassù

come una pal la luminosa .

Tu mi guardi

Con occhi dolc i come se

Vuoi ch iedermi qualcosa .

I l tuo raggio

Irradia g io ia

E rende a l l egra tutta l a gente .

Angelica Maggio

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Una storia tira l’altra Il testo : narrativo fantastico

LE PIANTE MAGICHE

Tanto t empo f a , in un pa e s e l on t ano , v i veva un bambino d i n ome Gabr i e l e . L a sua f amig l i a e r a mol t o p ov er a e p e r que s t o mo t i vo , Gabr i e l e d opo l a s cuo l a e r a c os t r e t to ad a iu t ar e i l su o papà ne i c ampi . Lu i p e r ò , qua l c he v o l t a , avr e bb e p r e f e r i t o r agg iunge r e i su o i am ic i : p e r g i oc a r e a p a l l on e o andare in g i r o c on l a b i c i c l e t t a p e r l e s t r ade d e l p ae s e a d i ve r t i r s i un po ’ . Luca i l su o p iù ca r o am ic o , sp e s so l o andava a t r ovar e e g l i r a c c on tava t an te b e l l e avven tu re . Gabr i e l e r e s t ava l ì ad a s co l t ar l o , s en tendos i s empre p iù t r i s t e , p e r ch é lu i inv ec e , non av eva ma i n i en te d i nuovo da r a c c on ta r e e , p ensava d en tr o d i s é , a quan to f o s s e f o r tuna t o i l su o am ic o . Gabr i e l e l a s e r a , p r ima d i addormenta r s i c h iudeva g l i o c ch i ed e spr imeva s empre l o s t e s so d e s id e r i o : “ ch i s sà s e d oman i ma t t in a m i s veg l i e r ò r i c c o !” . E a fu r i a d i p ensar l o… una ma t t in a , app ena s veg l i o s i a f f ac c i ò a l b a l c on e de l l a sua camere t t a e v i de che , sug l i a l b e r i in to rno a l l a sua c a s a , a l p os t o de i f ru t t i , c ’ e r ano tan t e mone t e d ’ or o . Gabr i e l e p en sò : “ f o r s e s t o anc o ra do rmendo !” . S t r o f i nò g l i o c ch i e , p e r un a t t imo r imase l ì , in c an ta to a guarda re ; p o i c or s e a c h i amar e l a sua mamma, g r id ando a s quar c i ago l a : “ mamma co r r i , in g i a rd ino c i s ono l e p i an t e mag i ch e p i ene d i mone te d ’ or o !” . L a sua mamma c or s e sub i t o e , anche l e i r imas e p e r un a t t imo in can ta t a . I l g i ard ino , e r a d iv en ta t o tu t t o do r a to . L a mamma appena s i r i p r e s e d i s s e : “ Sbr ig a t i Gabr i e l e ! And i amo a r a c c og l i e r e i s o l d i , qu es ta è v e r amen te una f o r tuna c adu ta d a l c i e l o !” . Ma l a c on ten t e zza durò b en poc o : in f a t t i , n on f e c e r o i n t empo a t o c c ar e l e mone te c he l e p i an t e s c omparver o . Gabr i e l e s b a t t endo i p i ed i p e r t e r r a , p ensò sub i t o : “ e c c o ! L o s apevo ch e c ’ e r a l a f r e ga tu r a !” . Gabr i e l e e l a sua mamma r i en tr a r ono a c a sa s c on ten t i e a man i vuo te . L a mamma r i pr e s e a f a r e l e f a c c ende d omes t i c he c e r c ando d i n on p ensa rc i p iù ; Gabr i e l e inv ec e , s i l enz i os o e t r i s t e s i r in t anò n e l l a sua c amera me t t endos i su l l e t t o a p ensa r e c he anch e que l l a v o l t a l a f o r tuna l o av eva abbandona to . Men tr e e r a l ì a p i ange r s i addoss o , a f f ondò pe r c as o l e man i ne l l e su e t a s che e… merav ig l i a d e l l e me r av ig l i e… t r ovò t an te mone te d ’ or o . I l su o s ogno , f in a lmen te s i e r a avve r a t o . Da qu e l momen to in p o i tu t t a l a sua f amig l i a , v i s s e f e l i c e e c on ten ta e , Gabr i e l e d opo i c ompi t i , f in a lmen te , e r a l i b e r o d i andare a g i oc ar e a p a l l one c on i su o i ami c i .

Stefano Coroneo

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Una storia tira l’altra Il testo: il diario

UNA GROSSA BUGIA

Caro d iar io , non so come fare a l iberarmi da questo peso che ho sul lo s tomaco, spero che conf idandolo a te mi facc ia sent ire un poco megl io . Credo questa vol ta d i aver la combinata grossa e se mi scoprono non so come andrà a f inire . Ho det to a l la mamma una grossa bugia : l ’a l tro i er i dovevo andare dr i t to a l catechismo e invece sono andato a g iocare con Matteo so tto la croce . Siamo r imast i l ì per o l tre trenta minuti , a g iocare con lo sc ivolo , dopo abbiamo pensato d i andare in ed icola a comprare le f igur ine ,perché io avevo de i so ld i in tasca . Intorno a l l e sed ic i e trenta s iamo andat i a l l ’orator io per g iocare a ca lcet to e anche un po’ a gol f . Verso l e d ic iasset te e trenta c i s iamo res i conto che s i s tava facendo tardi e s iamo andat i v ia dal l ’ora tor io . Io ho accompagnato Matteo f in sotto casa sua e poi sono andato d i f i la to a casa . Arr ivato a casa la mamma mi ha chiesto se a l ca techismo era andato tutto bene e io l e ho r i sposto d i s i , nascondendo l a ver i tà . Caro d iar io , s ino a questo momento nessuno s i è accor to d i niente e credo propr io che per ques ta vol ta mi è andata bene . dentro d i me però , non sono tranqui l lo perché , infondo , mi è d isp iac iuto tanto d i aver detto una bugia a l la mia mamma. Caro d iar io spero d i non d ire mai p iù bugie , anche perchè ho scoperto che l e bugie t i fanno s tare male . Adesso t i devo sa lutare , perché è pronto a tavola !

Vasco Elia D’Ospina

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Una storia tira l’altra Il testo : poetico

A P R I L E

Ad Apri le

sarebbe be l lo dormire ma bisogna d i p iù s tudiare

perché la scuola s ta per terminare.

L’ idea de l mare g ià ne l la mente compare

ed è propr io l ì che in g i ta c i vogl iono portare .

A Gal l ipol i dobbiamo andare

perché i l museo c ’è da v is i tare , ma a l l ’ i so la d i S’Andrea ,

non c i vogl iono traghettare .

I l g iorno dopo a l la croce c i dobbiamo recare perché g l i aqui loni

Alt i ne l c i e lo dobbiamo far volare .

Vasco Elia D’Ospina

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo

LA VILLA

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Quando sono col muso perché magar i sono arrabbia ta per qualcosa , prendo e vado a l la v i l la perché l ì mi passa tutto . La v i l la : infa tt i , è i l posto dove mi p iace andare d i p iù , l ì c i sono tant i g iochi con cui mi posso d ivert i re : c ’ è lo sc ivolo , l ’a l ta lena , la casetta e posso vedere i caval l i de l cugino de l la mamma dal ponte , so tto i l quale scorre un p iccolo rusce l lo . Questo posto mi p iace tanto anche per tutta la natura che c ’ è in torno . Quando sono s tanca d i g iocare mi s i edo su un muricc io lo d i c into e guardo intorno tutto que l lo che mi c i rconda e vedo l e s i ep i , i f i or i che in pr imavera r i empiono l ’ar ia d i un dolce profumo, ma non sopporto l e ap i che pungono . Poi vedo l e mie amiche , che anche loro vengono a g iocare a l la v i l la e ins ieme col naso a l l ’ insù, c i d ivert iamo a guardare l e nuvolette che cambiano forma in cont inuazione . Una vol ta r icordo d i aver v is to una nuvola che aveva l e sembianze d i un grosso e l e f ante che se ne s tava l ì ne l c i e lo tranqui l lamente a passeggiare . Al la v i l la , l ’ ar ia non è né ca lda , né f redda: la maes tra mi ha det to che quando la temperatura è cos ì s i d ice che i l c l ima è mite . Questa v i l la per me è s tupenda, mi sembra quas i un luogo magico , perchè ogni vol ta che c i vado nervosa , torno a casa sempre a l l egra . Io questo posto lo ch iamo vi l la , ma in rea l tà , è i l parco g iochi che s i trova sul la croce d i Neviano, i l paese in cui io v ivo e che mi p iace tant iss imo !

Marzia Minisgallo

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Una storia tira l’altra Il testo: poetico

IL VENTO

S o f f i a f o r t e

s u l l a s t r a d a

p o r t a n d o v i a

c i ò c h e t r o v a .

S o f f i a , r i m b a l z a , s i a l z a

e n o n s i s t a n c a

e p e n s o …

d o v e a n d r à ?

S o f f i a , s o f f i a

I l v e n t o v à .

N i c o l ò P a s t o r e

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Una storia tira l’altra Il testo : descrittivo

IO E LA MIA MAMMA

Oggi vogl io parlare de l la mia mamma perché in c lasse mi sono emozionato tanto ascol tando una pagina d i d iar io che aveva scr i t to la mia compagna Chiara che s for tunatamente non ha p iù la sua mamma. Al lora i o ho pensato , a quanto sono f ortunato i o ad aver la e a quanto sarebbe brutto v ivere senza d i l e i . I o vogl io molto bene a l la mia mamma e con l e i ho trascorso momenti molto be l l i e sereni . Adesso però non g iochiamo quas i mai , perché l e i è inc inta , ma l e a l tre vol te quando non era inc inta , l e domeniche g iocavamo sempre , per esempio : a l g ioco de l l ’oca , a l la p lay s ta t ion, con i g iochi d ivertent i come i l micado e a l l e costruzioni . Certe vol te abbiamo disegnato i personaggi d i qualche l i bro ; però quando l e i era impegnata non potevamo giocare , oppure non s i poteva g iocare perché la mia sore l l ina o i l mio f ra te l l ino s i svegl iavano presto . Mia madre è molto buona ed è la mamma più paziente de l mondo! Io vorre i tanto regalar le per la f es ta de l la mamma una bomboniera d ’argento , perchè a l e i l e bomboniere p iacc iono tanto . Infat t i , pr ima ne l sa lot to mia madre teneva un sacco d i bomboniere , però la scorsa es ta te penso che l e abbia messe in banca per paura de i ladr i , perché eravamo andat i a v i l l eggiare a S.Maria a l bagno . Io per ques to l e vogl io regalare una bomboniera cos ì quest ’es tate a lmeno questa la può portare con se a casa a l mare .

Vasco Elia D’Ospina

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Una storia tira l’altra Il testo: descrittivo

UN PENSIERO PER I MIEI COMPAGNI

Cari compagni tra poco f inirà un a l tro anno d i scuola . Sembra i er i che abbiamo iniz ia to la pr ima e lementare , eravamo cos ì p iccol i , invece adesso s iamo in 3^ e s i amo diventat i un po’ p iù grandi . Io sono contento d i aver trascorso un a l tro anno ins ieme a voi , anche se so g ià , che certe vol te ho dato fast id io a tutt i esagerando con i l mio so l i to comportamento esuberante . Per questo vogl io ch iedere scusa , perchè mi avete sopporta to e perdonato sempre . Anche se facc io cos ì v i vogl io molto bene , ed è con voi che vogl io cont inuare la scuola . Ringrazio tutte l e maestre e in part ico lare la maestra Antonel la che con tanta pazienza e amore mi ha insegnato tante cose ; non solo a l eggere e scr ivere , ma anche l ’amore per g l i a l tr i , i l senso de l dovere . Grazie a tutt i e arr ivederc i a l pross imo anno , buone vacanze… vi penserò !

Nicolò Pastore

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Una storia tira l’altra Il testo : regolativi

LA TORTA DI MELE

Ingredient i per 4 /6 persone : 175 g . d i burro o margar ina 150 g . d i far ina 1 ,5 cucchia ini d i l i ev i to in polvere 50 g . d i zucchero 1 /5 cucchia ino d i sa le Come s i deve procedere :

1) prer iscaldare i l forno a 200 g° , sbucc iare l e mele pr ivandole de l torsolo e tagl iar le a f e t t ine .

2) Sciogl i ere i l burro a bagnomaria . 3) In una terr ina mescolare la f ar ina, i l l i ev i to , lo zucchero e i l

sa le . 4) Versare sul la far ina i l burro fuso e impastare f ino a che

l ’ impasto non sarà omogeneo . 5) Sis temare i l composto in uno s tampo ant iaderente d i c i rca 24

cm di d iametro , a iutandos i con un cucchia io . 6) Distr ibuire l e f e t te d i mela sul la pasta formando un disegno a

p iacere e infornare l a torta a metà a l tezza per 20/25 min. e… buon appet i to !

Ale s s andra g r e c o

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Una storia tira l’altra Il testo : scientifico

IL CARSISMO E IL FENOMENO DELLE GROTTE

I l cars ismo è i l f enomeno che dà or ig ine a l l e grotte . Questo f enomeno è prodotto dal l ’unione d i due e l ementi : l ’acqua p iovana e i l terreno calcareo . L’acqua p iovana cont iene anidr ide carbonica , mentre la rocc ia ca lcarea cont iene carbonato d i ca lc io . Quando l ’acqua p iovana batte sul la rocc ia ca lcarea , i l carbonato d i ca lc io s i tras forma in bicarbonato d i ca lc io e la rocc ia s i sc i ogl i e . Nel sot tosuolo s i formano cos ì f essure , buchi , cunicol i , gal l er i e , grot te .

C lasse 3^B

A cu ra de l l ’ in s . Del la Rocca Laura

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo

IL PAPPAGALLO COSIMO

Io e mio f rate l lo abbiamo un be l l i ss imo pappagal l o d i nome Cosimo che v ive con noi da un anno e mezzo ed è un vero birbante . Cos imo è un po’ c icc io te l lo e ha l e p iume di co lore b ianco , nero e verde e sul v iso ha due grandi occhi d i co lore gr ig io . I l suo becco è g ia l lo e curvo verso i l basso , l e orecchie non s i vedono perché sono nascoste dal l e p iume, l e zampe sono d i co lore arancione scuro e la coda è super lunga e var iopinta . Cos imo vive in una gabbia , adora mangiare i semi d i g irasole e dondolars i sul l ’a l ta lena , ma , mentre sgranocchia , non sopporta d i essere d is turbato : infa tt i , se cerco d i a f f errar lo , co l suo becco subi to s i d i f ende p izzicandomi l e mani . Lui è mol to d ispettoso , f i sch ia e gracchia in cont inuazione , spec ia lmente quando accendiamo la TV o quando ha fame , ma io e Cos imo s iamo molto amic i ; ins ieme g iochiamo a ch i d ice p iù parole e la sera , pr ima di andare a dormire , io metto la mia mano dentro la gabbia e Cos imo sale s ino a l la mia spal la . Ins ieme andiamo in so f f i t ta dove Cos imo per un po’ vola l iberamente , poi quando lo r ich iamo s i appoggia ancora sul la mia spal la e ins ieme andiamo a dormire .

Stefano Coroneo

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Una storia tira l’altra Il testo poetico

L’ARCOBALENO

Amo l ’arcobaleno

perchè r iporta i l sereno

e dopo un temporale ,

intenta resto a guardare :

g l i ucce l l ini cantare ,

l e f ar fa l l e volare ,

un c igno ne l lo s tagno che

tranqui l lamente fa un bagno .

Poi mi metto a cantare ,

a f i sch ie t tare…

vorre i tanto cont inuare

ma scusate!

Purtroppo devo andare! Ludovica Chiriatti

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Una storia tira l’altra Il testo realistico

NONNO RACCONTAMI UNA STORIA

Mio nonno non mi può par lare de l la guerra , perché lui for tunatamente non c i è mai s tato . Mi ha raccontato però , la sua pr ima esper ienza d i v i ta , quando appena d ic iottenne è part i to per la pr ima vol ta in cerca d i l avoro . Non aveva mai preso i l treno , s i sent iva so lo sot to l a s tazione ed aveva anche un po’ paura . Gl i sembrava tutto s trano e s i guardava intorno in cerca d i qualche v iso conosc iuto , lui che aveva v issuto la sua infanzia in un p iccol i ss imo paese d i nome Noha s i r i trovava a dover part ire per un paese l ontaniss imo. La sua mamma gl i aveva preparato una grandiss ima val ig ia d i cartone l egata con una corda, dentro c ’erano pochiss ime cose : so lo un vest i to , degl i asc iugamani , a lcuni indumenti int imi e l ’ago con de i bot toni e i l cotone . I l nonno sul treno s i sent iva r id ico lo con quel la val ig ia g igantesca ma anche terror izzato , perché era d ire t to in Francia , un Paese a lui sconosc iuto e perc iò pensava a come s i doveva comportare una vol ta arr ivato l ì , perchè non conosceva l a l ingua f rancese . Sul treno i l nonno conobbe a l tr i ragazzi , d i a l tr i paes i , che come lui part ivano in cerca d i for tuna. Quando arrivò in Francia , a l la s tazione c ’era un uomo, che s tava aspettando quei ragazzi i ta l iani , l i ha car icat i sul camion e l i ha portat i in un hote l , sporco e p ieno d i p idocchi . Mio nonno v is ta tutta que l la sporc iz ia s i è messo a p iangere e ha subi to pensato a l la sua famigl ia e a l l a sua be l la I ta l ia . Pur essendo ancora un ragazzino , da so lo s i è fat to coraggio e forza perché non vedeva l ’ora d i mandare i suoi pr imi so ld i a l la sua mamma. Per lui è s ta ta un’esper ienza dura , ma che lo ha fat to crescere in f re t ta e con l a consapevolezza che nessuno t i regala niente , ma che tut to que l lo che des ider i te lo devi sudare con l e propr ie mani e questo i l mio nonno lo ha insegnato a i suoi f ig l i e ora anche a me.

Marta Pellegrino

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Una storia tira l’altra Il testo : fantatico

IL DRAGO E IL FOLLETTO

C’era una vol ta un drago d i nome Gigi che v iveva in una grotta ed era un drago molto bravo e sp ir i toso . Non sputava fuoco , ma dal la

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sua bocca usc ivano oggett i ut i l i per r i so lvere quals ias i problema; l ’unica cosa che lo faceva arrabbiare era quando qualcuno l o voleva prendere in g iro . Un giorno , mentre i l drago dormiva , spuntò da d ie tro un angolo un fo l l e t to furbacchione che tut t i ch iamavano :”Facc ia d ispettosa” . I l fo l l e t to z i t to ,z i t to s i avvic inò e f ece i l so l l e t ico a i p ied i de l drago che immediatamente s i svegl iò e d isse :” Chi ha fat to i l so l l e t ico a i mie i p ied i? Quando scopr irò ch i è s ta to g l i farò fare una brut ta f ine !” . Al l ’ improvviso s i trovò a passare d i l ì i l mago Drol lo con la barba lunga, lunga e i l vest i to b lu con tante s te l l ine . I l drago Gigi ne approf i t tò subi to e ch iese a l mago Drol lo se lo poteva a iutare a scopr ire ch i f osse co lui che g l i faceva i l so l l e t ico a i p ied i , ogni vol ta che s i metteva a dormire . I l mago r ispose d i s ì e ins ieme prepararono una trappola per cat turare i l “ mascalzone” che s i d ivert iva a svegl iare i l drago . I l drago, a l lora , f ece f inta d i addormentars i ed ecco , appar ire puntuale i l f o l l e t to ; questa vol ta però appena s i avvic inò… patapuf! Cadde ne l la trappola e fu scoperto . I l fo l l e t to p iangendo s i mise a suppl icare i l drago e i l mago d i lasc iar lo l ibero , promettendo che non lo avrebbe fat to mai p iù . Gigi e Drol l o , moss i a compass ione , l o l iberarono e da que l momento i l f o l l et to capì che , scherzando scherzando , s i può f inire male .

Gabriele Garrapa Marta Pellegrino

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Una storia tira l’altra Il testo:Informativo

LA BECCACCIA DI MARE

Nome volgare : Beccacc ia d i mare . Nome sc ient i f i co :Haemotopus ostra legus . La beccacc ia d i mare è un ucce l lo marino ed è f ac i l e trovar la sul l e cos te de l mar Mediterraneo. Viene anche chiamata ostr ich iere e appart iene a l la famigl ia degl i ematopodidi . E’ lunga quas i c inquanta cent imetr i , i l p iumaggio è nero sul capo, co l lo e a l i , mentre sul la par te bassa de l dorso , sul groppone , sul la coda e ne l l e part i infer ior i è b ianco ; g l i occhi , i l lungo ed a f f i la to becco e l e zampe sono rossastre , maschio e f emmina hanno color i ugual i . La s i lhouet te r i sul ta , ne l complesso , abbastanza tarchiata e s imi le a que l la de l la cornacchia . Si nutre pre fer ib i lmente d i vermi e mol luschi che sa cat turare abi lmente e “apr ire” co l becco , for te come un pugnale . Ama vivere in co lonie numerose (a l d i fuor i de l la s tagione de l la r iproduzione) e nid i f i ca in I ta l ia so lo ne l la zona de l de l ta de l Po, ne i banchi d i sabbia , dentro p iccole conche appena accennate . Si r iproduce tra apr i l e e maggio con una covata d i tre uova, incubate per c i rca un mese da entrambi i geni tor i . I p iccol i res tano ne l nido due g iorni a l mass imo e poi s i avventurano ne i d intorni con i geni tor i .

Laura Costantini

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Una storia tira l’altra Il testo: il diario

UNA BUGIA 24 / 01/08 Caro d iar io , t i devo conf idare una cosa , ho rot to un vaso d i vetro pregiato che aveva comprato la mamma ed era be l l i ss imo. E’ capi tato che io s tavo g iocando a pal lavolo ne l sa lone d i casa con mia sore l la Sof ia . I l pal lone è arr ivato sul vaso e l ’ha ro tto . Quando è arr ivata la mamma io e Sof ia abbiamo fat to f inta che non era successo niente , però la mamma vedendo i l pal lone in casa ha sospet tato d i noi e ha ch iesto :” Avete rot to qualcosa?” . Io e mia sore l la abbiamo r isposto d icendo una bugia :” no mamma, non abbiamo rotto niente !” . La mamma al l ora , non credendo a l l e nostre parole , ha domandato ad Eleonora che d i so l i to quando la mamma esce fa l e i la “capa” d i casa :” Ele , cosa hanno combinato queste due pest i?” ed Eleonora ha r i spos to :”Si mamma, hanno rot to i l vaso che t i p iaceva un sacco” . La mamma s i è arrabbiata tanto e c i ha ch iuse in camera per r i f l e t tere su quel lo che avevamo combinato . Al lora io e mia sore l la dopo un po’ , c i s iamo alzate dal l e t to e s iamo andate a ch iedere scusa a l la mamma . Caro d iar io , l a mamma c i ha scusate , però io sono ancora d isp iac iuta per aver rotto i l vaso pre fer i to de l la mamma. Ciao d iar io , ora t i sa luto e grazie per avermi ascol ta to! ! !

Beatrice Mometti

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Una storia tira l’altra Il testo: poetico

LUNA PIENA

Luna t i guardo ne l c i e lo b lu .

Se i tutta g ia l l ina , vorre i venire lassù ne l tuo c ie lo

per vedert i p iù da v ic ino e toccart i .

Vorre i s tare ins ieme a te , capire cosa fa i durante i l g iorno

se l a not te dormi come me e se magar i fa i de i be i sogni .

Ma tu incantevole luna Fai sognare tutt i noi :

ch i è f e l i ce , ch i non lo è ,

ch i è innamorato , ch i cerca una speranza . E tu s i l enziosa luna Sai dare un consig l io

A noi che t i s t i amo a guardare .

Ludov i c a Ch i r i a t t

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Una storia tira l’altra Il testo: realistico

LA SFILATA DI CARNEVALE

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I l vent ise t te gennaio 2008, ne l nostro paese che è Neviano , s i è svol ta la s f i l ata d i carnevale con gruppi mascherat i e carr i a l l egor ic i . La s f i lata però sarebbe dovuta iniz iare a l l e ore quindic i , ma per var i motiv i ha avuto iniz io molto p iù tardi . Io e la mia famigl ia per que l g iorno e ravamo stat i invi ta t i a mangiare fuor i , per cui s i amo tornat i a casa verso l e d ic i assette e ve locemente c i s iamo vest i t i in maschera . Io mi sono vest i ta d i dot tore pagl iacc io e mio f rate l lo d i scer i f fo e s iamo usc i t i per l e s trade d i Neviano che erano g ià p iene d i gente co lorata e d ivertente . Lungo v ia Roma, c ’ era un corteo con tante maschere s ingole d i var ie e tà , gruppi mascherat i e carr i a l l egor ic i . I l carro che mi è p iac iuto d i p iù è s ta to que l lo d i p inocchio , un carro molto lungo , a l to e co lorato con un be l gruppo mascherato d i p inocchi ross i con i nas i lunghi e c ’ era anche i l gr i l lo par lante e Geppetto . E’ s tato be l lo vedere la gente che s i faceva g l i scherzi but tandos i addosso i cor iandol i che sembravano tante p iccole far fa l l e co lorate ; tut to era mol to d ivertente e l a magia d i carnevale aveva co invol to grandi e p icc ini .

Angelica Maggio

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Una storia tira l’altra Il testo: descrittivo

PIAZZA CONCORDIA

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Io vivo a Neviano, il mio paese si trova su una collinetta e qui mi trovo molto bene. Conosco quasi tutte le strade e adesso che sono più grande, qualche vota esco anche da solo ma quando c’è luce. Io nel mio paese vedo le macchine che passano , gli anziani che parlano seduti sulle panchine e le mamme che vanno al mercato, ma la cosa che più mi piace del mio paese è Piazza Concordia. Questa ha una fontana da dove esce l’acqua tutto il giorno, degli alberi intorno e le panchine per riposarsi, è spaziosa e mi piace tanto perché puoi anche giocare a pallone con gli amici, oppure, divertirti a rincorrerti e saltare con la corda. Piazza Concordia è fatta anche per sedersi e osservare le case, i bar, i tetti di Neviano vecchio, il comune con le persone che entrano ed escono e puoi vedere anche la scuola Dante Alighieri, con le finestre piene di pecorelle e campane per la Pasqua.

Vasco Elia D’Ospina

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Una storia tira l’altra Il testo: fantastico

PERCHE’ RANA E SERPENTE NON GIOCANO MAI INSIEME C’era una vol ta i l f ig l io d i una rana che sa l te l lava tra i cespugl i , quando intravide davanti a sé qualcuno che g iocava lungo i l sent iero . “c iao” , d isse Ranocchio , “ cosa s ta i facendo sul sent iero?”. “Mi s to r i scaldando a l so le” . “ Mi chiamo serpentino . E tu?”. “Io sono Ranocchio . Ti p iacerebbe g iocare con me?”. Cos ì , ranocchio e Serpentino g iocarono tra i cespugl i tut ta la matt ina . Ranocchio insegnò a Serpentino come sal tare e serpent ino insegnò a ranocchio come str isc iare sul la pancia e arrampicars i sugl i a lber i . Dopo un po’ ebbero fame e dec isero d i andare a casa per i l pranzo, ma s i r ipromisero d i incontrars i d i nuovo i l g iorno seguente . Mamma guarda cosa so fare !” , gr idò ranocchio , s tr i sc iando sul la pancia . “Dove hai imparato a fare questo? “ , g l i ch iese sua madre . “ Me l ’ha insegnato Serpentino , i l mio nuovo amico” . “ Non lo sa i che i serpent i sono una famigl ia ca tt iva? Nei dent i hanno i l ve leno . Guai a te se g iochi ancora con uno d i loro”disse sua madre . Nel f rat tempo anche Serpentino era tornato a casa e aveva cominciato a sa l te l lare davanti a l la madre . “ Chi t i ha insegnato a fare questo?” , g l i ch iese . “ Ranocchio , i l mio nuovo amico” l e d isse . “ Lo sa i che da sempre , abbiamo catt iv i rapport i con la f amigl ia Rana . La pross ima vol ta che troverai Ranocchio , a f f erra lo e mangialo in un boccone”, d isse la madre . Cos ì i l mat t ino seguente , quando Ranocchio incontrò Serpentino, se ne tenne lontano. Serpentino r imase a guardar lo in s i l enzio r icordando c iò che g l i aveva detto sua madre : d i mangiar lo in un boccone . Ma poi s i r i cordò d i quanto s i fossero d ivert i t i ins ieme, cos ì sospirò tr i s temente e s tr i sc iò v ia tra i cespugl i . Da quel g iorno, Ranocchio e Serpentino non g iocarono p iù ins ieme , ma r imasero seduti a l so le pensando a l loro splendido g iorno d i amic iz ia .

Classe 3^ B A cura dell’insegnante

Daniela Minisgallo

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Una storia tira l’altra Il testo : il fumetto

LO SCHERZO

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Un bambino d i nome Luca , pensa d i fare uno scherzo a l l a sua mamma. La mamma però ha paura de i topol ini e mentre s i trova in cucina a cucinare , ch iama Luca per apparecchiare la tavola . Luca prende i l suo topol ino dal la sca to la e l o lasc ia l i bero in cucina . La mamma appena vede i l topol ino sa l ta su una sedia e incomincia ad ur lare :“Aiuto , a iuto!” . I l papà appena sente l e gr ida de l la mogl ie , entra in cucina e sgr ida Luca severamente d icendo:” non fare mai p iù quest i s tupidi scherzi a l la mamma!”. Luca capisce d i aver sbagl ia to e ch iede scusa a l la mamma e a l papà d icendo che non l ’avrebbe f at to mai p iù .

C l a s s e 3^B

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Una storia tira l’altra Il testo : realistico

IO E LA MIA NONNA

La mia nonna racconta che ne l per iodo d i Pasqua, quando l e i era ragazzina , ins ieme a l la sua mamma preparavano i t ip ic i dolc i Pasqual i dett i “cuddure” . A quest i dolc i s i davano d iverse forme e que l la che p iaceva d i p iù a l la mia nonna era la forma di bambola con dentro un uovo sodo . Le i r icorda con nosta lg ia que i g iorni v issut i in modo spec ia le r i spetto a que l l i d i oggi . La v ig i l ia d i Pasqua s i r iunivano f ra parent i e andavano ad ass is tere a l la santa messa . Al lora tutto era p iù be l lo , perché la gente era molto p iù sempl ice e a l pr imo posto mettevano l ’aspet to re l ig ioso e non come oggi che tutto v iene fa t to in modo s farzoso e speculat ivo . Io sono f e l i ce d i ascol tare l e s tor ie ant iche che la nonna mi racconta e a l la f ine d i ogni s tor ia ho sempre imparato qualcosa d i nuovo .

Ale s s andra Grec o

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Una storia tira l’altra Il testo : il diario

OGNI TANTO NE COMBINO UNA

Caro Diar io , ogni tanto ne combino una . E’ da due g iorni che sono in cast igo perché l a mia mamma è molto arrabbiata con me . L’a l tro i er i sera , l e i mi aveva de tto d i andare a fare la docc ia e d i mettere l e mutandine , i ca lz ini pul i t i e i l p ig iama cos ì sare i s tato pronto per cenare e andare subi to a l e t to . Ma s iccome io di lavarmi non c i pensavo propr io , sono entrato in bagno e ho fa t to scorrere l ’acqua de l la docc ia , facendo f inta d i lavarmi . Nel f rattempo sono andato in camera mia a g iocare . Dopo un po’ , la mamma mi ha chiamato perché era pronta l a cena e io furbo , mi sono inf i la to i l p igiama e sono andato in cucina, d imenticando però , d i ch iudere l ’ acqua de l la docc ia che ne l f rat tempo aveva a l lagato tutto i l bagno . Quando la mamma s i è accorta d i tut to , s i è messa subi to ad ur lare d icendo che sono sempre i l so l i to furbacchione , ma che ques ta vol ta me l ’avrebbe fat ta pagare . Infatt i è da due g iorni che non mi manda a l ca lcet to e non so ancora per quanto tempo dovrò aspettare! Ciao caro d iar io , c i sent iamo domani , ora devo scappare a fare i compit i a l tr imenti peggioro la s i tuazione .

Stefano Coroneo

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

ZORBA E IL SUO AMICO PALLINO

C’era una vol ta un gatt ino d i nome Zorba che abi tava ins ieme a l suo amico Pal l ino in un p iccolo bosco v ic ino ad una grande c i t tà . Lì v ivevano spensiera t i , l ontani dai rumori de l l e macchine , dai per ico l i de l la s trada ,respirando ar ia pul i ta . Zorba e pal l ino s i d ivert ivano ed erano f e l i c i d i arrampicars i sugl i a lber i e ascol tare i l canto de i loro amic i ucce l l ini . Un giorno però ne l bosco arr ivò un catt ivo cacc iatore d i nome Caron e con i l suo lungo fuc i l e incominciò a sparare . Zorba, Pal l ino e tut t i g l i ucce l l ini s i spaventarono e s i nascosero tra l e f ronde degl i a lber i . Da quel momento Zorba e i suoi amic i non v issero p iù tranqui l l i ed erano cos trett i a s cappare sempre e a nascondes i . Un giorno arr ivò ne l bosco un bambino d i nome Aiurc . Lui amava molto g l i animal i e in par t ico lare i gat t i e cos ì dec ise d i a iutare Zorba e tutt i i suoi amic i a l i berars i de l ca tt ivo cacc iatore . Tutt i ins ieme s i misero a lavorare per costruire una trappala , scavarono la terra e prepararono una grossa buca che poi copr irono con de l l e f og l i e verdi . Un giorno mentre i l cacc ia tore spavaldo , con i l suo lungo fuc i l e r incorreva Zorba , cadde nel la trappola e fu ca tturato . Finalmente ne l bosco r i tornò la sereni tà e : Zorba, pal l ino , g l i ucce l l ini e tut t i g l i abi tant i de l bosco , ins ieme a l loro amico Aiurc f es teggiarono con un gran g irotondo.

Chiara Geusa

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Una storia tira l’altra Il testo fantastico

UN SOGNO BELLISSIMO

Un g iorno mentre g iocavo ne l prato , mi sono r i trovato ne l mondo de l l e f iabe . Era una g iornata d i so le , quando v id i d ie tro ad un a lbero g igante due super ero i d i nome Goku e Maci -Bu che combat tevano e se l e davano d i santa ragione .

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Io avevo sempre creduto che l oro fossero amic i ma da quel lo che vedevo non era cos ì . Ho capi to subi to che dovevo a iutar l i a f arg l i fare la pace , cos ì mi sono avvic inato a loro e g l i ho det to :” Invece d i lot tare , , perché non mi insegnate a volare sopra l e nuvole come fate voi?” I due mi guardarono e r i sposero : “s i è una be l la idea!” . Ins ieme mi insegnarono a volare . Non c i potevo credere , io ero l ì ne l c i e lo , ins ieme a i mie i supereroi . Mentre volavo , immaginavo a quando l ’avre i raccontato a i mie i amic i e che loro , s icuramente non mi avrebbero creduto . Dopo un po’ che eravamo l ì a volare Goku disse : “ragazzi s tanno arr ivando l e forze de l male , c i dobbiamo preparare a combattere” . Tutt i e tre s iamo r iusc i t i a sconf iggere l e forze de l male facendo una grandiss ima onda energet ica . A un cer to punto ho iniz iato a sent ire degl i scossoni e una voce lontana che r ipeteva : “Svegl iat i , svegl iat i che è ora d i andare a scuola!” . Era la voce de l la mamma. Ho aperto g l i occhi e so lo in que l momento ho capi to che era s tato so lo un be l l i ss imo sogno.

Nicolò Pastore

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Una storia tira l’altra Il testo: realistico

IL PRECETTO PASQUALE

Martedì d ic iot to marzo , tutta la nostra scuola ha v issuto un’esper ienza mol to be l la ed entus iasmante che ha toccato mol to la nostra sens ibi l i tà . Quel la matt ina ne l l e pr ime due ore s iamo s ta i in ch iesa Madre , dove i l nos tro parroco , Don Giuseppe , ha ce lebrato i l precetto pasquale e dove , durante l ’o f f er tor io , tutt i abbiamo of f er to p iccol i doni per i bambini pover i . Quando s iamo usc i t i dal la messa s iamo andat i in p iazza Concordia dove c ’era un mercat ino equo e so l idale e con un euro , potevamo comprare la merenda,un panino con l a nute l la o co l pomodoro , tè o c ioccolato ca ldo . C’erano anche a lcuni oggett i da prendere con un’ o f f er ta . Dopo s i amo andat i a l la sa la pol i funzionale per vedere un documentar io sul la Tanzania , un paese a fr icano mol to povero . Le immagini su quel grande schermo sono s tate per noi mol to impress ionanti : abbiamo vis to tant i bambini che , per la mancanza d i acqua, erano cos trett i a fare f ino a 5km a p ied i tut t i i g iorni per raggiungere un lago e r i empire i secchi d ’acqua . Questo c i ha toccato tanto e penso che noi non r iusc iremo mai a capire f ino in fondo l a povertà in cui que i bambini de l la Tanzania sono costret t i a v ivere . Poi due persone c i hanno sp iegato che potevamo aiutare que i bambini raccogl i endo durante l ’anno qualche o f f er ta , che , unita a que l la d i tante a l tre scuole , sarebbe servi ta a cos truire la l oro pr ima scuola a l coperto e a comprare qualcosa d i ut i l e per loro . Quel g iorno s iamo tornat i a casa propr io con i l cuore p ieno di amarezza, ma f iducios i d i poter f are qualcosa per tutt i que i bambini meno fortunat i d i noi , r inunciando a qualcosa d i nos tro .

Angelica Maggio

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Una storia tira l’altra Il testo : informativo

IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

I l commercio equo e so l idale è una f orma di commercio internazionale in cui s i cerca d i garantire a i produttor i ed a i lavorator i de i paes i in v ia d i sv i luppo un tra ttamento economico e soc ia le r i spettoso . Protegge i d ir i t t i umani promuovendo g iust iz ia soc ia le e sostenibi l i tà ambientale ; ass icura un prezzo equo cos ì da consent ire a i lavorator i e a l l e l oro famigl ie un l ive l lo d i v i ta d ignitoso . I l commercio equo e so l idale s i oppone a l l e prat iche d i commercio basate sul lo s f ruttamento! St imola l e i s t i tuzioni nazional i ed internazional i a compiere sce l te in favore e in d i f esa de i p iccol i produttor i e protegge bambini dal lo s f ruttamento garantendone un’adeguata i s truzione .

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Una storia tira l’altra Il testo: regolativi

PER UN’ESTATE IN FORMA

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In es ta te trascorr iamo mol to p iù tempo a l l ’ar ia aperta e abbiamo la poss ibi l i tà d i v ivere p iù a contat to con la natura : d i fare lunghe passeggiate a p ied i o in bic ic l e t ta , g iocare fuor i , resp irare ar ia p iù pul i ta e sa lubre a l mare e in montagna , f are p iù movimento . Tutto ques to fa molto bene a l nostro corpo e protegge la nos tra sa lute! Ecco a lcuni sempl ic i eserc iz i da fare a l l ’aperto : ne i prat i , a l parco , in sp iaggia… con g l i amic i e l e amiche . Cogl i i f ior i : in p ied i , gambe l eggermente aperte , p iegat i verso terra , ma senza p iegare l e g inocchia . Ripet i p iù vol te l entamente . In bic ic l e t ta : a terra sul dorso , muovi l e gambe in ar ia , come se s tess i pedalando . Far fa l la : seduto a terra con l e g inocchia p iegate , t i eni con l e mani i p ied i unit i : apr i e ch iudi l e gambe come le a l i d i una far fa l la .

Class e 3^ B

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Una storia tira l’altra Il testo: descrittivo

JURI

Juri è un simpaticissimo cagnolino che io conosco da quando sono nata. E’ un piccolo meticcio di 11 anni, è di colore misto: bianco e nero e per questo,a causa del suo colore, alcune persone quando lo vedono, dicono che Juri tifa sicuramente per la squadra della Juve. Il suo musetto molto dolce è nero, le sue orecchie sono anch’esse una di colore nero e una di colore bianco a forma triangolare. Ha le zampine tutte e quattro di colore bianco e la coda lunga e nera. Juri vive in casa della nonna, è proprio un golosone, infatti, adora mangiare biscottini al gusto di cioccolato e soprattutto gli piacciono le caramelle e i cioccolatini. Juri è un cane molto intelligente e sensibile, perché ,se vede qualcuno che è triste , lui si mette subito vicino a fargli compagnia. Lui è un abitudinario, infatti, la mattina appena sveglio si avvicina alla porta di casa perché deve uscire fuori a fare la pipì, Poi quando rientra va in cucina dove trova pronta la sua scodellina di latte e la beve. Dopo Juri ,si mette fuori al giardino a guardare tutte le persone che passano dalla strada, se c’è qualcuno che si avvicina al cancello e lui non lo conosce, si mette subito ad abbaiare. A Juri gli piace molto passeggiare con tutti i cuginetti e giocare con la palla. Lui è un simpaticone e io avrei voluto tanto tenerlo in casa con me, ma non è stato possibile perché la mia casa non ha un giardino. Però sono contenta ugualmente perché posso andarlo a trovare quando voglio e poi sono felice perché fa tanta compagnia alla mia nonna e non la lascia mai da sola.

Gloria Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo : la fiaba

L’ORSO CATTIVO

C’era una vol ta una f anciul la molto graziosa d i nome Giuditta , che v iveva ins ieme a l la sua f amigl ia a i p ied i d i una montagna v ic ino ad un bosco . A Giudit ta p iaceva molto fare d e l l e g i te in c ima a l la montagna e ne l bosco , ma la sua mamma aveva mol ta paura a far la usc ire da so la , per co lpa de l l ’orso g igantesco e spaventoso che abi tava ne l l e v ic inanze . Un giorno Giudit ta d isubbid ì a l la sua mamma e usc ì da so la . Incominciò a camminare lungo un sent iero che por tava a l la montagna . Ad un certo punto , sa l tò fuor i da d ie tro una rocc ia i l grosso e brutto orso che a f f errò Giudit ta e l a por tò ne l la sua tana . La povera fanciul la s i mise a p iangere e mentre era l ì , l e tornarono in mente l e raccomandazioni de l la mamma che non aveva ascol tato . Quando la sua famigl ia s i accorse che Giudit ta non era ne l la sua camera , subi to s i misero a cercar la , ma senza r i sul tat i . I g iorni passavano e d i Giudit ta nessuna not iz ia , la sua mamma, i l suo papà e tutt i i suoi amic i erano d isperat i e cont inuavano a cercar la . Un be l g iorno passò da l ì un be l l i ss imo cacc iatore d i ors i , che sentendo la not iz ia , andò a par lare con i geni tor i d i Giuditta e dec ise d i a iutar l i . I l cacc ia tore s i mise a cercare i l r i fugio de l l ’orso e s iccome lui era un esperto lo trovò subi to . I l cacc ia tore t i rò fuor i dal sacco una de l l e sue trappole magiche e in un bat t ibaleno catturò l ’orso ca tt ivo . I l be l l i ss imo cacc ia tore prese in bracc io la be l la Giudit ta e la r iportò a l l a sua famigl ia . Per i due fu un colpo d i fulmine , s i innamorarono e v issero per sempre f e l i c i e content i .

Marz i a Min i sga l l o

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Una storia tira l’altra Il testo: poetico

IL MONDO DEI BAMBINI

I l mondo de i bambini

è fat to d i g iardini e per poterc i entrare b isogna saper amare . Si può so lo g iocare

e spesso anche cantare e la mal inconia

in f re t ta scappa v ia . Vuoi s tare ins ieme a noi?

E’ f ac i l e , se vuoi ! Tu smet t i d i pensare e mett i t i a sognare , c i vuole fantas ia

e un poco d i magia . Se vuoi puoi anche volare

lassù ne l c i e lo b lu… Dai provaci anche tu!

Anton i o Cos t an t in i

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Una storia tira l’altra Il testo: il diario

QUELLA COSA FASTIDIOSA

Caro d iar io , t i scr ivo perché t i vogl io raccontare d i quando ero p iccola e non volevo che mi met tessero l e suppos te . Un giorno ero andata a casa de l la mia nonna e avevo la f ebbre e , per far la passare , dovevo mettere l a suppos ta , ma io tes tarda non volevo. Per l a rabbia mi scappò una parolacc ia , la mamma e la nonna subi to a d irmi che l e parolacce non s i d icono e che se volevo che la f ebbre mi passasse dovevo met ter la per f orza . Beh! Caro d iar io non sono r iusc ite a convincermi a l l ora e neppure adesso che sono p iù grande , perché io cont inuo a fare s tor ie ogni vol ta che vedo una suppos ta , a l l ora prendo l o sc iroppo a l la f ragola che è i l mio pre fer i to e l ’ indomani mi sento g ià megl io , c i aooo!!!

Marzia Minisgallo.

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Una storia tira l’altra Il testo : realistico

TUTTI IN VISITA GUIDATA

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I l g iorno 17 apr i l e 2008 la mia c lasse ins ieme a i bambini de l la 3^ A, s iamo andat i con i l treno in v is i ta guidata a Gal l ipol i . I o pr ima di que l momento , sul treno non c ’ ero mai s ta ta ,que l la per me era la pr ima fantas t ica esper ienza . La matt ina mi sono preparata e a l l e ore 8 :20 con la mamma ho raggiunto la s tazione , dove l ì , c ’ era ad aspettarmi l a mia maestra con a l tr i mie i compagni e a l tre mamme che erano arr ivat i pr ima di me . Quel la matt ina fuor i c ’ era tanto vento e per aspet tare l ’arr ivo de l treno , c i s iamo mess i in sa la d ’at tesa e dopo un po’ è venuto i l capo s tazione informandoci che i l treno era arr ivato . A quel l e parole , ho sent i to dentro lo s tomaco una for te emozione , non mi sembrava vero , sa l ivo sul treno! Erano g iorni e g iorni che pensavo a que l momento e f inalmente era arr ivato ! Noi bambini s iamo sal i t i e s iamo cors i subi to a i f ines tr ini dove l e nostre mamme fe l i c i c i sa lutavano con l e mani e c i mandavano tant i bac ini . Come era be l lo que l treno con l e tendine e i sed i l i d i pe l l e marrone , eravamo tutt i content i e c i s iamo mess i a cantare l e canzoni come : i Cesaroni , l e Tagl iate l l e d i nonna Pina , Nel la vecchia fat tor ia ecc . Abbiamo passato la s tazione d i Galatone , Nardò centrale , Sannicola , Alezio e Gal l ipol i . Arr ivat i a Gal l ipol i , s iamo sces i e dopo aver fa t to qualche fo to s iamo andat i a l la v i l l e t ta che s i trovava a l l ’usc i ta de l la s tazione , dove abbiamo incontrato la maestra Laura con la guida Francesca che c i ha sa lutat i . Con le i abbiamo percorso tutto i l corso Roma s ino ad arr ivare a l la fontana che s tanno restaurando ,da l ì s i vedeva i l Rive l l ino con tutt i i gabbiani che g l i g iravano sopra . Poi c i s iamo spostat i a l la ch iesa de l l a Madonna de l Canneto , d i cui la l eggenda d ice che in que l luogo, de i pescator i trovarono la fo to de l la madonna in un canneto e perc iò l ì , costruirono la ch iesa . Poi abbiamo a ttraversato i l ponte secentesco e s i amo andat i g iù al porto , dove c ’erano tant i s ignor i che vendevano i l pesce . Dopo abbiamo raggiunto la parte vecchia d i Gal l ipol i e in p iazza de l la Repubbl ica c i s iamo seduti e mangiato qualcosa . Dopo che c i s iamo r iposat i un po’ , s iamo andat i a v is i tare la ch iesa d i Sant’Agata , la l eggenda racconta , che a questa Santa g l i furono tagl iate l e mammel le e che ne l trasportar le s i persero . Un bambino però ne trovò una lungo la r iva de l mare e se la mise in bocca , dopo però non r iusc iva p iù a s taccarsene . Le persone grandi s i misero a pregare e a nominare i nomi d i tutt i i Santi . Quando g iunsero a l nome di Sant’Agata la mammel la s i s taccò dal la bocca de l bambino e a l lora capirono che era una de l le mammel le d i Sant’Agata .

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Dopo abbiamo prosegui to per la ch iesa d i Santa Maria degl i Angel i dove sono r imasta incantata a guardare i l te t to d i l egno tutto intagl iato . Ma la ch iesa che p iù mi ha co lp i ta è que l la d i san Francesco D’Ass is i , l ì c ’ era Gesù morto in croce in mezzo a l Buonladrone e i l Mal ladrone . I l mal ladrone aveva un viso brut t iss imo che met teva paura, sono s tata un po’ a guardar lo ma poi mi sono sposta ta perché mi metteva troppa paura . In que l la ch iesa ho v is to anche la madonnina appena nata , e poi c ’ era anche un be l l i ss imo presepe . Ci s i amo r imess i subi to in cammino e abbiamo raggiunto l a ch iesa de l la Puri tà , che però non abbiamo potuto v is i tare perché era ch iusa e a l lora abbiamo proseguito per i l museo , dove a l l ’ entrata c ’ erano l e ossa d i un de l f ino e d i una balenot tera , poi ne l l e vetr ine i foss i l i d i animal i , per terra i res t i d i vas i , anfore ancore e de l l e grandi mine che i pescator i avevano trovato ne l fondale marino . Sopra a l museo c ’era la b ib l ioteca con tant i l ibr i negl i sca f fa l i , però non s i poteva v is i tare . Poi s iamo andat i a l f rantoio epogeo che s i trovava sotto terra , la guida c i ha dato tante informazioni ma noi però eravamo un poco s tanchi , a l lora la maes tra ha detto :” bambini andiamo tutt i a mangiare un buon ge lato cos ì c i r icar ich iamo!” . Inf ine abbiamo comprato qualcosa da regalare a l l e mamme e poi s iamo r i tornat i in v i l la , per s trada c ’era un for te vento che c i sp ingeva e c i s i amo mess i tutt i a r idere . Arr ivat i a l la v i l la , c i s i amo seduti sul l e panchine e abbiamo mangiato e g iocato aspettando i l treno. Quando i l treno è arr ivato ,abbiamo salutato l a maestra Laura e la guida perché loro restavano l ì , mentre noi abbiamo r ipreso i l treno e r i tornat i a Neviano dove c i aspet tavano l e mamme in s tazione . Quel la g iornata per me è s tata cos ì be l la che quando c i r ipenso r imango ancora incantata .

Ludovica Chiriatti

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Una storia tira l’altra Il testo : regolativo

LA STREGA DEI MILLE COLORI

Questo gioco è bello perché non ha bisogno di nessun tipo di occorrente, l’importante è che ci siano un po’ di bambini, il gioco si può fare sia all’aperto sia al chiuso.

Le regole: 1) possono partecipare tutti i bambini presenti. 2) Si fa la conta per chi deve chiamare i colori. 3) Ci si dispone in cerchio e il “capo” dice:” sono la strega dei mille

colori e voglio il colore verde!”. 4) Tutti i bambini cercano il colore intorno nello spazio e chi lo trova

lo porta dal “capo”. 5) Il “capo” a chi lo trova assegna cinque punti e il bambino che

arriva al punteggio di venti punti , prende il posto del capo. 6) Alla fine del gioco chi non ha trovato neanche un colore deve

pagare una penitenza. Stefano Coroneo

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Una storia tira l’altra Il testo: descrittivo

IO E IL MIO PAPA’ MERAVIGLIOSO

Io amo molto il mio papà e sono sempre felice quando sono con lui, peccato però che questo non capita molto spesso perché lui lavora tanto e quando rientra a casa è molto stanco. Però devo dire che papà trova sempre il modo per farmi felice e io conservo tanti bei momenti vissuti con lui. Uno di questi, che ricordo più volentieri e che mi fa sorridere ogni volta che ci ripenso, è quello di quando un giorno ho invitato il mio papà ad andare fuori a giocare a pallavolo. Gli ho fatto questo invito perché ero convinta che lui non sapesse giocare e che quindi l’avrei messo in difficoltà. Papà ha accettato subito e in un attimo ci siamo ritrovati in macchina per raggiungere il più vicino campo di pallavolo. Appena arrivati ci siamo messi subito a giocare,ma prima gli ho spiegato le regole del gioco , perché io frequento un corso di pallavolo . Appena abbiamo incominciato a giocare mi sono resa conto però che papà non giocava mica male e dentro di me ho pensato: “Papà è molto bravo ! potrebbe venire con me a fare il campionato!”. Mentre pensavo questo, mi è arrivata una pallonata sul viso. Ho sentito un forte dolore e papà con un salto è arrivato da me subito a consolarmi dandomi un bacio sulla parte dolente. Abbiamo continuato a giocare, ma all’improvviso il cielo si è annuvolato ed è incominciato a piovere e ci siamo rifugiati in macchina. Tornati a casa tutti bagnati, ci siamo asciugati e cambiati ; nel frattempo la mamma aveva già preparato da mangiare. Insieme abbiamo cenato e poi papà mi ha raccontato una bella fiaba e prima di addormentarmi l’ho abbracciato sussurrandogli nell’orecchio: “Papà ti voglio bene!”. Questo bellissimo momento trascorso con papà lo porterò sempre stretto nel mio cuore e ogni volta che ci ripenso mi dico:”Sono veramente fortunata ad avere un papà così meraviglioso!”.

Sabrina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo :descrittivo

SOGNANDO LE VACANZE

Manca ancora un mese e mezzo a l la f ine de l la scuola e g ià facc io sogni s trani su come trascorrerò l e mie vacanze . L’a l tra not te per esempio , ho sognato che ero part i ta con i mie i compagni d i scuola p iù s tre tt i , ed eravamo andat i in campeggio da so l i senza i nos tr i geni tor i . Pr ima de l la par tenza avevamo organizzato tutto comprando i l necessar io , tra cui : l e tende , i sacchi a pe lo , i l mangiare e poi …via per i l campeggio! Tutt i ins ieme dec idemmo d i accamparc i in una p ineta v ic ino a l mare , come era be l l o que l posto ,c ’ era un mare l impidiss imo e una sp iaggia be l l i ss ima. Noi c i d ivert ivamo a tuf farc i in que l l e acque , oppure a fare de i be i g ir i in barca e tant i a l tr i d ivertent iss imi g iochi sul la sp iaggia . Sembrava tut to cos ì rea le che ne l sonno ho chiamato ad a l ta voce i nomi de i mie compagni svegl iandomi . Solo cos ì mi sono resa conto che era s tato un be l l i ss imo sogno e mi sono rat tr i s tata un po’ . Però , Poi ho pensato , che una par te de l mio sogno tut to sommato, s i potrebbe comunque avverare l ’ es tate prossima e cos ì sono r i tornata a sorr idere .

Marzia Minisgallo

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Una storia tira l’altra Il testo:narrativo

UN MICETTO SPAVENTATO

Oggi a scuola è successo un fatto proprio cu r i os o , ma ne l l o s t e s s o momen to h a c r e a to un g r an subbug l i o n e l l a mi a c l a s s e . Appena ar r i v a t i a s cuo l a c ome a l s o l i t o i o e i m i e i c ompagn i c i s i amo t o l t i i l c appo t t o fu o r i a l c o r r i do i e s i amo en tr a t i in c l a s s e , d ove c ’ e r a g i à l a n os t r a maes t r a d ’ i t a l i ano ad a t t ender c i .

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Dopo ave rc i d a t o i l buon g i orno l a maes t r a h a de t t o : ” p r ende t e sub i to i quad ern i , ogg i in i z i amo da l l e c or r e z i on i d e i t e s t i , non p e rd i amo t empo che c ’ è t an t o d a f a r e ! “ . Immed ia t amen te abb i amo ape r to g l i z a in i e mes so fu o r i tu t t o qu e l l o c he c i s e rv i va , l a s i gnor a An ton e l l a in t an to , aveva ind i ca to i b ambin i ch e p e r p r imi d ovevano andare v i c in o a l l a c a t t ed r a pe r l e c or r e z i on i , ma non ha f a t t o in t empo ad ap r i r e i l p r imo quade rno c he…”TA! “ s i è ap e r t a l a p or t a d e l l ’ au l a e d è en t ra t a ve l o c emen te l a maes t r a Ch i ar a d e l l a 3^ A ch e a v o c e a l t a h a de t to : ” b ambin i guarda t e fu or i , guarda te fu or i ! ! ! “ , i n un a t t imo è succ e s s o i l pu t i f e r i o , tu t t i c i s i amo a l z a t i e c or s i d i e t r o a i v e t r i d e l l e f in e s t r e .L a maes t ra An tone l l a d i c eva : ” b ambin i f a t e a t t enz i one n on s a l i t e su l l e s ed i e e n on sp ing e t e ch e c ’ è sp az i o p e r tu t t i “ . E r avamo l ì c on l e f a c c e s p i ac c i c a t e su i v e t r i a guardar e un p i c c o l o mic e t t o ind i f e s o c he p e r g i o c ar e s i e r a a r ramp ic a t o in a l t o , in a l t o su l l ’ a l be r o d i p a lma ch e s i t o rva p r opr i o s o t t o l a no s t ra f in e s t r a e pov er in o n on s apeva p iù c ome s c ender e . Fuor i , c ’ e r a un s ignore ch e c on una s c a l e t t a mob i l e c e r c ava d i ac ch i appar l o s enza f a r l o c ader e . I l g a t t in o p e r ò s i t eneva a l l a l a rga d a qu e l s i gnor e p e r ch é n on av eva c ap i t o ch e l o v o l eva a iu t ar e . No i e r avamo l ì tu t t i sp aven ta t i , c on i l cu or e in g o l a , l a n o s t r a maes t r a c e r c ava d i t r anqu i l l i z za rc i d i c endoc i ch e i l g a t t in o s i s a r e bbe s a lv a t o . Ma ad un c e r t o pun to l a p aura è d iven ta t a r e a l t à e qu e l p ov er o g a t t i no h a f a t t o un g r ande v o l o s in o a t e r r a . Quando l o a bb i amo v i s t o s a l t ar e , tu t t i a bb i amo u r l a t o : “Nooooooo! Noooooo! Noooooo!” e c i s i amo ch iu s i g l i o c ch i c on l e man i , p en sando c he or amai n on c ’ e r a p iù n i en te d a f a r e . Inv ec e n o , c ome pe r mi r ac o l o i l g a t t in o app ena ar r iv a t o a t e r r a s i è mes s o a c o r r e r e n asc ondendos i s o t t o una macch ina , p e r p o i s c appar e v i a c ome un fu lmin e , v e r s o i l Comune . I l g a t t in o e r a s a l v o , a tu t t i no i è p as sa t a l a p aura e i l cu or e s i è c a lma to . Po i i l n o s t r o amico Gabr i e l e h a de t to : “ h a p r op r i o r ag i one l a m i a mamma c he i g a t t i h anno s e t t e v i t e !” . S i , h a r i s p os t o Nico l ò , ma ad es s o que l g a t t in o n e h a pe r sa una ! C i s i amo mes s i tu t t i a r i d e r e e po i a bb i amo c on t inua t o i l n os t r o l avor o .

G l or i a Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo : realistico

LA RACCOLTA DEL TABACCO

Io adoro i miei nonni e sono molto felice di andarli a trovare. La nonna appena mi vede, corre subito in cucina a preparare le cose da mangiare che mi piacciono di più: lei conosce bene i miei gusti ed è tutta soddisfatta quando le dico che è la cuoca più brava del mondo. I miei nonni mi coccolano tanto e quando sono con loro io mi sento una principessa. Mi raccontano tante storie di quando loro erano piccoli e io rimango lì ferma ad ascoltare. Certe volte però io non capisco quello che dicono e loro mi rispondono : “Eh! erano altri tempi !”. Un giorno però mi hanno raccontato di quando l’estate andavano a raccogliere il tabacco.

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Si alzavano molto presto, quando ancora era buio. Con i carri trainati dai cavalli, ancora un po’ assonnati, pian piano, raggiungevano la campagna. Lì, bambini e adulti raccoglievano le foglie più grandi delle piante di tabacco. Mentre si svolgeva la raccolta cantavano, chiacchieravano e facevano a gara a chi finiva prima di raccogliere la sua parte. Quando il sole sorgeva tornavano a casa. Una volta arrivati , bisognava mettere le foglie di tabacco a seccare al sole, ma prima però, dovevano essere infilate con degli aghi lunghi e piatti chiamati “cuceddhre” sui fili che venivano legati uno accanto all’altro su dei telai chiamati “ tiraletti”. Poi finalmente potevano andare a riposare. Bisognava stare attenti alla pioggia. Quando pioveva, bisognava coprire i telai , altrimenti, se il tabacco si bagnava, marciva e tutto il lavoro andava perso. Quando mi hanno raccontato questa storia, mi è venuta voglia di andare a raccogliere le foglie di tabacco, ma poi ho capito anche quanto sia stata diversa e faticosa la loro infanzia dalla mia .

Sabrina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo: il diario

LA MIA DOLCISSIMA MAMMA 10/04/08 Caro diario, t i scr ivo perché vogl io raccontart i un sogno be l l i ss imo. Questa notte ho sognato la mia dolc iss ima mamma. Le i mi è venuta incontro e io g l i sono sa l ta ta addosso e ins ieme abbiamo iniz iato a g iocare . Ci s iamo divert i te un sacco ; ero f e l i c i ss ima e con l e i ho cantato e bal lato sul prato . Poi mi è venuto sonno e la mia mamma ha det to : “dormi tesoro che t i f acc io l e coccole” . Mi ha presa in bracc io e mi ha coccolata tenendomi s tretta . Io mi sono subi to addormentata e la mia mamma è andata ne l l e bracc ia d i Gesù, tra g l i Angel i azzurr i e br i l lant i . Ciao ,caro amico d iar io , adesso t i sa luto perché è tardi e devo andare a dormire , ch issà ! Forse anche questa notte , l a mia mamma verrà a g iocare con me .

Chiara Geusa

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Una storia tira l’altra Il testo: il diario

IMMAGINANDO L’ESTATE

02/05/08

Caro d iar io , la s tagione che mi p iace d i p iù è l ’ es tate , perché la scuola ch iude e arr ivano l e vacanze . Io immagino g ià , d i andare l ’ es ta te pross ima a Lido Conchig l i e a nuotare tra l e onde de l mare con la mia tavole t ta d i barbie . Mancano ancora un po’ d i g iorni pr ima de l l a f ine de l la scuola , ma io so g ià que l lo che f arò durante l e vacanze . Penso che g iocherò con la sabbia a costruire caste l l i , d i pescare tant i p iccol i gamberett i co lorat i e d i andare con i mie i cugine tt i a l la r icerca d i granchi pe los i e d i s te l l e marine . Sogno anche d i s tarmene sdraiata so tto l ’ ombre l lone a bere una be l l a b ib i ta , o a mangiare una f e t ta d i anguria , per poi magar i dopo un po’ , correre in acqua a schizzare un po’ d i schiuma a mia sore l la Giada . Credo propr io che mi d ivert i rò ad andare sot t ’acqua a guardare con la maschera i p ied i d i mia sore l la , o de i mie i cugini , che sembrano g iganteschi e come a l so l i to l oro mi inseguiranno per farmela pagare . Immagino anche, quanto sarà be l lo l a sera , quando con tut ta la famigl ia dopo cena, andremo a fare de l l e be l l e passeggiate sul lungo mare a mangiare un ge lato e , a sent ire un po’ d i ar ia f resca . Sarà s icuramente un’es tate be l l i ss ima e io la sogno ad occhi apert i ! Glor ia! Glor ia ! sbr igat i e smet t i d i sognare! Uf fa! È la mamma che mi ch iama e devo sbr igarmi a l tr imenti facc io tardi a scuola . Ciao d iar io! Ci vediamo quando torno .

Gloria Ramundo

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Una storia tira l’altra Il testo : regolativi

IL COFANETTO FIORITO

Ecco c os a s e rv e p e r r e a l i z zar e un co f an e t t o c he può e s s e r e u s a t o c ome c on ten i t or e . Che c os a s e rv e : una s ca t o l a d a s c arpe , c ar t a d a r ega l o a f i o r i o c on a l t r e f i gure , f o r b i c i , c o l l a , un penne l l o g r os s o . Come s i d eve f a r e : 1 )R i tag l i a r e d a l l a c ar t a d a r ega l o t an t i f i o r i . S i può s c eg l i e r e an ch e l a c a r t a c on g l i ange l i , c on l a v e rdura , c on l a f ru t t a…o anche r i t ag l i a r e d a l g i orna l in o i p e r s onagg i p r e f e r i t i . 2 ) Inc o l l a r e i mo t iv i o l e f i gu re s c e l t e su l l a s c a t o l a . S i p o s s ono d i spo r r e s p ar s i , oppur e an che s ovr appor l i l ’un a l l ’ a l t r o . 3 ) In un p i a t t in o d i lu i r e un po ’ d i c o l l a c on qua l che g o cc i a d ’ ac qua , p o i s penne l l a r e l a s c a to l a . 4 )La sc i a r e a s c iugar e e po i d ar e un ’ a l t r a mano d i c o l l a . L ’ e f f e t t o f in a l e s arà lu c id o . 5 )Con qu es t a t e cn i c a s i p o s s ono dec or a r e anche c ope r t in e d i quade rn i e d i a l bum p er l e f o t o , v e c ch i b ar a t t o l i d i v e t r o , v as s o i…

A l e s s andra Grec o

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Una storia tira l’altra Il testo : descrittivo

FINITA LA TERZA!

Mamma mia! Un al tro anno s ta per terminare . Sembra i er i che s iamo r ientrat i dal l e vacanze e r i cordo ancora , che non vedevo l ’ora d i mostrare a l l e mie compagne i nuovi quaderni , l e penne , i co lor i … Poi ero anche mol to agi tata perché non sapevo cosa mi aspet tasse dal nuovo anno scolast ico ed ora , eccomi qui a f are i l reso conto d i tutto un anno. Devo d ire che è s tato un anno mol to interessante , ma anche tanto impegnat ivo . In quest ’anno scolas t ico , con la nuova maestra d i matematica , la s ignora Laura ho imparato molte cose come la d iv is ione e la molt ip l icazione e in sc ienze abbiamo fa tto anche tant i esper imenti ; con la maestra Mel ina ho imparato nuove regole per l eggere e par lare bene l ’ inglese e con l a maestra Danie la ho s tudia to i mit i e l ’or ig ine de l mondo secondo la Bibbia , confrontata con la teor ia sc ient i f i ca .

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In grammatica abbiamo r ipreso i verbi , s tudiato g l i avverbi , l e prepos iz ioni sempl ic i e ar t ico la te , la comunicazione… in i ta l iano i l tes to e l e sue t ipologie e mi sono d ivert i ta con i mie i compagni a inventare tante s tor ie che sono servi te a scr ivere questo be l l i ss imo l ibro . Con la s tor ia ho imparato a conoscere g l i uomini pr imit iv i e la loro evoluzione per poi arr ivare , a l l ’ invenzione de l la scr i t tura . In geograf ia ho scoperto come nascono l e montagne , i f iumi , ho s tudiato i l lago , i l mare , la co l l ina , l a p ianura… e tutt i quest i paesaggi l i abbiamo disegnat i , poi i l nostro car iss imo col laboratore scolas t ico , i l s ignor Uccio , l i ha a ttaccat i in a l to sui muri de l la nostra c lasse : sembrava d i s tare a l l ’aperto in mezzo a l la natura! Nel corso de l l ’anno c i sono s tate molte iniz iat ive come i l concerto d i Natale , i l mercat ino d i Cuore Amico, la f es ta d i carnevale e abbiamo fa tto volare g l i aqui loni per f es teggiare l ’arr ivo de l la pr imavera . Poi c i sono s ta te l e v is i te guidate : s iamo andat i a Cutrof iano e a Gal l ipol i , dove c i s iamo divert i t i mol to e i l 16 maggio andremo a Massafra . Per l a f ine de l l ’anno scolas t ico io e la mia c lasse s t iamo organizzando un p iccolo spettacolo int i to la to :”I l tesoro de l l ’ i so la incantata” . Porteremo in scena un racconto che abbiamo inventato noi bambini de l la c lasse 3^ B. e che farà par te de l l i bro : “ Una stor ia t i ra l ’ a l tra” . La maestra Antonel la s ta preparando g l i invi t i da dare a i nostr i geni tor i e a i parent i che vogl iamo invi tare . Le mamme in un’aula de l l ’audi tor ium de l la scuola media s i s temeranno i tavol i con sopra tanto c ibo che mangeremo tutt i ins ieme dopo lo spettacolo ; ma forse ques to non dovevo raccontar lo perché doveva essere una sorpresa per la maestra . In es ta te ognuno d i noi terrà un diar io , dove scr iverà tutte l e cose be l l e ma anche que l l e meno be l l e de l l e vacanze es t ive . Non c i posso credere , quest ’anno scolast ico è trascorso troppo ve locemente! So g ià che mi mancheranno tant iss imo le mie maestre e i mie i compagni e per questo vogl io scr ivere questo messaggio : “ Care maestre e car i compagni , mi mancherete tant iss imo, però durante l ’ es ta te terrò ne l cuore tutto quest ’anno passato ins ieme e non lo d imenticherò mai !” . Auguro a tutt i voi buone vacanze e un arr ivederc i a l pross imo anno per incominciare ins ieme una nuova avventura!

Sabrina Manco

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Una storia tira l’altra Il testo informativo

LE COSTE DEL NOSTRO MARE

Le cos te de l nostro mare , i l Mediterraneo, possono essere d i tre t ip i : con grosse rocce a p icco , con scogl i e ghia ia o con sp iagge sabbiose . Le scogl i ere a p icco ospi tano i l fa lco pe l l egr ino, un p iccolo rapace che vola s i l enzioso in cerca d i ucce l l i d i cui nutr irs i . Le sue prede pre fer i te sono i p icc ioni se lvat ic i . Più g iù, invece , puoi scopr ire animal i p iù p iccol i come l e cozze , che f i l trano l ’acqua , in cerca d i c ibo . Sono animal i che v ivono sa ldamente a ttaccat i a l l e rocce in modo da non essere porta t i v ia dal l e onde . In una sp iaggia sabbiosa passeggiano l e tes tuggini terrestr i , le beccacce d i mare e v i depos i tano l e uova l e tartarughe marine .

Chi ar a Geusa

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Una storia tira l’altra Il testo descrittivo

LE GRAVINE DI MASSAFRA

Venerdì 16 maggio, siamo andati a visitare le gravine di Massafra, che ospitano tracce di presenza umana dal Neolitico sino al XIV secolo. La partenza era stata prevista dalla scuola media, perché lì c’era più spazio per far parcheggiare il pulman. Eravamo tutti felici di partire per questa nuova avventura, ma non si poteva andare perché all’appello mancavano due nostre compagni: Beatrice e Angelica. La nostra maestra si è messa subito al telefono per rintracciarle, ma per fortuna dopo pochi minuti sono arrivate e siamo potuti partire. Durante il viaggio, che è stato abbastanza lungo, dai finestrini abbiamo osservato : un piccolo golfo con i moli d’attracco dove c’erano legate le barche,l’allevamento delle cozze, le fabbriche con i comignoli accesi, che spandevano nell’aria tanto fumo nocivo, e tante altre cose. Quando siamo arrivati a Massafra, siamo andati a prendere la nostra guida, la signorina Mina che ci aspettava in piazza. Con lei abbiamo raggiunto la prima gravina che si trovava in un villaggio rupestre medioevale. Quel luogo era molto particolare e suggestivo, ma era sopraggiunta la fame e così prima di iniziare il percorso, abbiamo mangiato qualcosa che avevamo portato nello zaino da casa. La giornata era bellissima e soleggiata e questo rendeva tutto più bello. Dopo qualche minuto di pausa, la guida ci ha dato delle informazioni sul luogo e poi ci ha fatto notare che per scendere nella gravina dovevamo percorrere una lunga gradinata di 125 scalini. Arrivati giù, siamo entrati nella chiesa di “ Santa Maria Prisca”, che aveva preso il posto di una chiesa rupestre, dentro c’era collocato sull’altare barocco l’affresco della Madonna. La guida , ci ha raccontato che quel dipinto era legato ad una leggenda. Infatti, si racconta dell’avventura di due cacciatori che seguendo due cervi nella gravina, a un certo punto, con stupore dei cacciatori, i due cervi, interruppero la fuga e si inginocchiarono davanti a una roccia franata. Dietro la roccia i cacciatori scoprirono il dipinto della Vergine col Bambino, che venne rimosso e collocato in una cappella appositamente costruita, il titolo che fu dato all’immagine fu quello di Madonna dei cervi. Il titolo di Madonna della Scala fu dato , sempre secondo la leggenda, successivamente, quando fu costruita la gradinata monumentale. Poi siamo entrati a visitare la chiesa rupestre che era scavata nella roccia, dove c’erano ancora raffigurati degli affreschi stile bizantino, che però si erano rovinati per colpa dell’umidità.

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Dopo siamo risaliti, ma le gambe non ci reggevano più, per quanto eravamo stanchi dopo tutti quei scalini. Con il pulman, abbiamo raggiunto un’altra gravina, quella di Santa Marina, anch’essa scavata nella roccia, qui abbiamo visitato le grotte dove la gente era vissuta , dal Neolitico sino al 1400. Abbiamo visto anche i resti di una chiesa rupestre e le tombe. Poi ci siamo spostati al ristorante, dove abbiamo mangiato le orecchiette al sugo, il pollo panato con le patatine e la banana. Nel ristorante ci siamo riposati un po’, anche se non vi diciamo il rumore che c’era, di tutte le nostre voci messe insieme. Ma per fortuna il proprietario era una persona molto divertente e scherzava con noi bambini. La corsa è continuata per Taranto,dove abbiamo passeggiato sul lungo mare e poi attraversato il ponte girevole che divide la città vecchia da quella nuova. Poi ci siamo fermati in un parco a gustare un gelato e dopo abbiamo raggiunto il pulman, giù al porto, che ci ha riportati al punto di partenza dove ci attendevano i nostri genitori. E’ stato tutto meraviglioso ! Questa visita guidata ha chiuso il percorso didattico della terza elementare. Noi bambini siamo molto felici di tutto quello che abbiamo vissuto in quest’anno scolastico, che è stato molto impegnativo , ma che ci ha permesso di diventare più grandi sotto tutti gli aspetti. Un grazie a tutte le nostre maestre che ci hanno sempre sostenuto e un saluto particolare alla nostra maestra Antonella Conte che ci ha guidati in questo percorso facendoci scoprire il piacere di scrivere.

I bambini della 3^ B

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INDICE La solidarietà 1 Il tesoro dell’isola incantata 4 Il mio paese 8 Robin Hood 11 Il rifugio segreto 14 La principessa del sole 16 La scimmia “già lo so” 19 Ascanio e il suo amico Ambluk 22 La mansarda 25 Le farfalle tristi 27 Sprint 28 Neviano 30 La giraffa 32 Il sole 34 La mia cameretta 35 Una giornata speciale 38 Il mio amico Emanuele 42 La casa sull’albero 44 I due cani e la tigre 46 Il cane e il gatto 48 Il mare 50 Il mio mondo 51 Il punto di vista 52 Trancio al cioccolato 53 I due leoni innamorati 55 L’aquilone 58 Le nuvole 61 Un sogno ad occhi aperti 62 Io e il mio amico Antonio 64 A mosca cieca 66 La tazza magica 67 Stella 69 Al mio amico Matteo 70 Io e il mio papà 71 Il ghepardo 73 Pepè il gatto e Gigi il cane 74 La Caremma 76 Il polipo Ambrogio 78 Il delfino 80 Il croccantino 81 Oh! Mio bel sol 82 Le piante magiche 83 Una grossa bugia 86 Aprile 88 La villa 89 Il vento 91 La neve 92

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Io e la mia mamma 93 Un pensiero ai mie compagni 95 Le regole dell’ospitalità 96 La torta di mele 97 Il carsismo 99 Il pappagallo Cosimo 100 L’arcobaleno 102 Nonno raccontami una storia 103 Caro diario 105 Il drago e il folletto 106 La beccaccia di mare 108 Una bugia 110 Luna piena 112 La sfilata di carnevale 113 Piazza Concordia 115 Serpentino e Rana 116 Lo scherzo 119 Io e la mia nonna 120 Ogni tanto ne combino una 121 Zorba e il suo amico Pallino 123 Un sogno bellissimo 125 Il Precetto Pasquale 127 Il commercio equo e solidale 129 Un’estate in forma 130 Juri 131 L’orso cattivo 133 Il mondo dei bambini 135 Quella cosa fastidiosa 136 Tutti in visita guidata 137 La strega dei mille colori 142 Io e il mio papà meraviglioso 143 Sognando le vacanze 145 Un micetto spaventato 147 La raccolta del tabacco 150 La mia dolcissima mamma 152 Immaginando l’Estate 153 Il cofanetto fiorito 155 Finita la terza 157 Le coste del nostro mare 161 Le gravine di Massafra 162

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