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 il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino    D    i   s    t   r    i    b   u   z    i   o   n   e   g   r   a    t   u    i    t   a    P   o   s    t   e    I    t   a    l    i   a   n   e    S   p   a   -    S   p   e    d    i   z    i   o   n   e    i   n   a  .   p  .      7    0    %       D    C    B    P   e   s   a   r   o I ndossare il grembiule, mettere lo zai- netto in spalla e avviarsi verso scuola. Sono gesti normali per la maggior parte dei bambini del mondo. Ma non per tutti. A Napoli ci sono ragazzini che, al posto del grembiule, all’alba, indossano la divi- sa da lavoro e si preparano a una lunga giornata di sudore. E ce ne sono altri, nelle mani della camorra, che escono di casa sapendo che potrebbero non fare più ritorno. Sì, perché quando si nasce in posti come Scampia, i Quartieri Spagnoli o Secondigliano il bivio fra studio e “lavo- ro” si trasforma troppo spesso in una strada a senso unico. La provincia di Napoli ha il più alto tasso di dispersione scolastica in Italia. Il prossimo anno, solo nel passaggio dalle medie alle superiori, mancheran no all’appello 4.479 ragazzi. A cercare di cambiare un destino che sem- bra segnato, di trasformare la rassegna- zione in voglia di riscatto, ci sono “scuo- le di frontiera” e realtà come Maestri di strada e Opera don Calabria, che afan- cano i gli più disagiati di una terra dove crescere è più difcile che altrove. A volte il loro impegno dà frutti, altre volte no. Perché ci sono zone in cui il disagio eco- nomico, i problemi sociali e familiari e le sirene della camorra sono così forti da costringere i bambini ad aprire troppo presto gli occhi sul mondo . di Rossella Nocca dossier Se essere bambini diventa un lusso Urbino, aprile 2012

Se essere bambini diventa un lusso

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Napoli e la piaga della dispersione scolastica

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Urbino, aprile 2012

il DucatodossierDistribuzione gratuita Poste Italiane Spa-Spedizione in a.p. - 70% - DCB Pesaro

Periodico dellIstituto per la formazione al giornalismo di Urbino

Se essere bambini diventa un lusso

di Rossella Nocca

I

ndossare il grembiule, mettere lo zainetto in spalla e avviarsi verso scuola. Sono gesti normali per la maggior parte dei bambini del mondo. Ma non per tutti. A Napoli ci sono ragazzini che, al posto del grembiule, allalba, indossano la divisa da lavoro e si preparano a una lunga giornata di sudore. E ce ne sono altri, nelle mani della camorra, che escono di casa sapendo che potrebbero non fare pi ritorno. S, perch quando si nasce in posti come Scampia, i Quartieri Spagnoli o Secondigliano il bivio fra studio e lavoro si trasforma troppo spesso in una strada a senso unico. La provincia di Napoli ha il pi alto tasso di dispersione

scolastica in Italia. Il prossimo anno, solo nel passaggio dalle medie alle superiori, mancheranno allappello 4.479 ragazzi. A cercare di cambiare un destino che sembra segnato, di trasformare la rassegnazione in voglia di riscatto, ci sono scuole di frontiera e realt come Maestri di strada e Opera don Calabria, che afancano i gli pi disagiati di una terra dove crescere pi difcile che altrove. A volte il loro impegno d frutti, altre volte no. Perch ci sono zone in cui il disagio economico, i problemi sociali e familiari e le sirene della camorra sono cos forti da costringere i bambini ad aprire troppo presto gli occhi sul mondo .

il DucatoGli scugnizzi di Napoli sono intelligenti, simpatici e soprattutto loso, molto pi dei bambini cresciuti nelle famiglie normali (Norman Lewis, Napoli 44)

DOSSIERNon ho mai permesso che la scuola interferisse con la mia educazione (Mark Twain)

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In certi quartieri di Napoli la scuola spesso il problema minore. Tanti sono i

ragazzi che scelgono vie diverse. Ma c anche chi prova a invertire la rotta

Storie stra-ordinarie di scugnizzi napoletaniCiruzzo, Antonio, Pasqualino, Marco. Sono alcuni dei ragazzi a rischio ai quali Opera don Calabria, La Casa dei Cristallini e tante altre realt napoletane provano a insegnare una strada diversa da quella dellillegalit. Ciruzzoha17anni e allo scorsotorneo estivo ha preso per la gola larbitro: gli aveva dato un fallo a favore ma lui non aveva capito. E stato squalicato, ma si reso conto di aver sbagliato. E da allora non c giorno in cui stia lontano dal centro di Opera don Calabria. A volte quasi faticoso da gestire, arriva alle tre e mezza e non ha voglia di studiare, vuole giocare, difcile motivarlo. Quando Giovanni, il direttore del centro, gli chiede: Ma tu una casa ce lhai?. Lui gli risponde: S, ce lho, ma vi voglio bene. Ciruzzounumeinpiena.Litiga,alza le mani, poi si ferma e ti dice: Io non voglio andare a casa, che faccio a casa?. Giovanni lo ha portato allaboratorioestivo e glihafatto un colloquio sulla riva del mare. Il ragazzino gli ha detto: S, vero che ho sbagliato durante il torneo, ma voi vi rendete conto io queste cose a chi le dico? Nessuno si ferma e mi chiede io come sto. Antonio ha 11 anni. Il padre in carcere e la madre non lo pu seguire perch ha altri quattro gli. E arrivato al centro per caso, col desideriodigiocareapallone e stare insieme agli altri. L fuori per tutti era un ragazzo violento, da tenere alla larga, nessuno gli si avvicinava, n tantomeno lo invitava giocare. In tre mesi cambiato, ha capito che nella vita non ci sono solo nemici da cui difendersi ma anche amici. Ha trovato nel calcio il modo per esternare la sua rabbia. E stato selezionato da una scuola calcio che si prende cura di lui e preme perch continui a studiare. Il pomeriggio, fra la scuola e gli allenamenti, Antonio non torna a casa ma va al centro. E l che mangia il suo panino per pranzo. E il suo modo di dire grazie a chi per la prima volta ha creduto in lui. Pasqualino il gioved si sveglia alle 4 e dalle 6 alle 10 fa la la davanti al carcere di Poggioreale per vedere il pap. Sta con lui per mezzora e poi torna a casa e attende di tornarci la settimana successiva. Ogni gioved Pasqualino non va a scuola, ritorna nervoso perch voleva stare di pi col pap o perch non voleva andarci ma la mamma lo costringe. E la cosa che odia di pi tornare a scuola il venerd e dover spiegare lassenza del giorno prima. Al centro reagisce male, si comporta come un piccolo bullo. Marco vive alla Sanit e ha perso il padre da piccolo. La madre non sa parlare una parola di italiano e crede che la scuola in fondo sia inutile. Cuce scarpe per MaxMara a 2 euro e 50 al paio e camperos a 5 euroalpaio.Un giorno incontra uneducatrice sociale che le fa capire che suo glio pu avere un destino diverso. E cos Marco, reduce da una scuola-ghetto, la Papa Giovanni, uno di quei semi-convitti terribili dove ti fanno solo mangiare e giocare a pallone ed esci pi ignorante di prima, adesso frequenta il terzo superiore al liceo tecnologico per laeronautica con ottimi risultati. Forse non diventer mai ingegnere o ufciale, ma magari sottufciale s. Rossella ha 15 anni e ha frequentato anche lei una scuola-ghetto. In terza media ha lasciato la scuola perch la riteneva inutile: Non serve la laurea, gurarsi il liceo, pensava. Ma un giorno ha capito che stava sbagliando. E facendo sacrici, studiando no alluna di notte, ha recuperato il tempo perduto. Adesso frequenta brillantemente il primo anno delle superiori e da grande sogna di diventare una stilista di successo. Piero fa le consegne dei pacchi in salumeria. E il primo ragazzo arrivato alla Casa dei Cristallini: la mamma prostituta,duefratelliche avevano abusato di lui. E stato afdato a una famiglia di volontari. Ora non studia pi, ma almeno ha una vita pi serena. Maria ha 14 anni ed ha appena terminato la terza media, ma gi donna. I suoi genitori sono niti entrambi in carcere e da allora la sua vita cambiata. La sua famiglia, pur vivendo nellillegalit, aveva sempre dato importanza allistruzione. Ma, venuti meno i genitori e il loro sistema di regole, in lei hanno prevalso il senso di responsabilit verso il fratellino, che va alle elementari, e lavvilimento per la situazione che lha travolta. Ormai si sente la donna di casa e nella sua vita non c pi spazio per i libri di italiano e matematica e gli scherzi coi coetanei fra i banchi di scuola. Antonio ha quasi 16 anni, ma la scuola lha abbandonata molto prima. Fa il barbiere e si appena iscritto alla scuola professionale di un rinomato parrucchiere napoletano. Coi tempi che corrono, si tiene stretto il suo lavoro e non ha alcuna intenzione di tornare sui libri. Luca va alle medie. Vive con la nonna mentre il padre, il nonno e lo zio sono in carcere e un altro zio morto per droga. A scuola, quando ci va, dorme o disturba. Aspetta solo i 16 anni per lasciarla denitivamente. Salvatore fa il rockettaro. Si dato alla musica, come tanti qui fanno, per non darsi a qualcosaltro. Queste alcune delle storie che si possono incontrare fra i vicoli di Napoli. Storie di coraggio e rinuncia, sofferenza e rassegnazione. Parole che dovrebbero essere pressoch sconosciute a dei bambini e con le quali, invece, i gli di questa terra hanno a che fare ogni giorno.

Gina una maestra-mamma e lavora nel Rione Sanit con una missione: far innamorare della scuola i ragazzi di strada

ESopra, allievi del Progetto Chance imparano il mestiere del cuoco. Al centro, ragazzini del centro I.a.m.m.e. di Opera don Calabria si scaldano prima di una partita a calcetto. A destra, leducativa territoriale LOrsa maggiore.

Agire prima che sia tardiDora Artiaco lavora ai Servizi sociali della IX Municipalit di Napoli, che comprende i quartieri di Soccavo e Pianura. Labbiamo intervistata per capire in che modo il Comune si muove per contrastare la dispersione scolastica e perch le azioni troppe volte risultano inefcaci. Cosa fanno i Servizi sociali contro questo fenomeno? Il lavoro del servizio sociale in contrasto alla dispersione procede su segnalazione dopo 50 giorni di assenza, quindi prevenzione secondaria e spesso terziaria, cio cura dei danni gi avvenuti. Inoltre purtroppo il Servizio Sociale spesso visto come un luogo pericoloso e soprattutto alle elementari sono segnalati solo casi estremi, per giunta troppo tardi per salvare lanno. Nelle situazioni di disagio la scuola alle elementari tende a rivolgersi alla neuropsichiatria infantile, pensando di dover contrastare il fenomeno con inserimento in percorsi di logopedia, psicomotricit. Poi, arrivati alle scuole medie, pur di contrastare il fenomeno, si rivolge sia alle Asl che ai servizi. Io penso che sia troppo tardi, perch arrivati alle scuole medie i ragazzi non sono pi solo dispersi scolastici, ma hanno instaurato un sistema antisociale. Un altro ostacolo che la scuola cerca spesso di espellere per motivi sociali, culturali e organizzativi. Soprattutto nei quartieri difcili, i ragazzi prendono la terza media senza quasi avere competenze e non si riesce pi a farli rientrare. Questanno a Soccavo abbiamo provato a portare il GPA (gruppo per gli adolescenti), luogo in cui si incontrano i referenti delle agenzie principali del territorio (Comune Asl scuole e terzo settore), per sollecitare le scuole a segnalare con pi attenzione e metodologia diverse, cio gi dopo che i ragazzini fanno 5-10 giorni di assenza nei primi mesi. Chi sono i dispersi? Possiamo dire che c almeno un bambino disperso in ogni classe. Io ne individuo tre categorie: -uno zoccolo duro che fai fatica a far rientrare a scuola, caso in cui c il richiamo ufciale alle famiglie e la lettera alla Procura presso il Tribunale dei minori. Una cosa che si fa raramente e capita cos che questi ragazzi restino persi nei loro contesti in unarea grigia; -un gruppo che fa entra e esci, in cui si lavora con le famiglie, che in genere sono famiglie deboli con problemi di tossicodipendenze, permanenza in carcere, ragazzi i cui genitori sono stati in istituto. In questi casi c leducativa territoriale, che accoglie ragazzi fra gli 8 e i16 anni e che, con 33 centri distribuiti per la citt, raggiunge circa 3000 iscritti. Tuttavia, in genere, chi non va a scuola non va nemmeno alleducativa; -un gruppo che rientra a scuola perch aveva attraversato una crisi temporanea (morte di un genitore, genitore nito in carcere ma famiglia non compromessa) e si fa aiutare. Avverte un incrocio fra dispersione scolastica e lavoro minorile? Pi che un incrocio fra dispersione e lavoro minorile c un incrocio fra dispersione e illegalit. I garzoni, i ragazzi del bar non ci sono pi: oggi questi ragazzini sono chiusi in casa a giocare alla play station o a guardare la televisione o comunque appartengono a contesti di illegalit e iniziano a far parte del Sistema. Mancano letica del lavoro, le regole, c scarso riconoscimento dellistituzione scuola e manca la corrispondenza fra titolo di studio e lavoro. 15-20 anni fa venire a scuola aveva una sua valenza di riscatto e contrastava lidea che questi ragazzi stessero per strada perch la strada era pericolosa. Oggi un po lillegalit pi strutturata, un po i genitori dicono che i gli non stanno per strada ma alla play-station e alla tv, il che per noi educatori un fallimento ulteriore, mentre i genitori li tengono sotto controllo, sono tranquilli. Culturalmente contrastare un fenomeno diventato pi difcile. E poi i dati sulla dispersione andrebbero incrociati anche con quelli sul maltrattamento: tanti sono i bambini avviliti dalla vita e per i quali la scuola il problema minore.

il giorno della festa della donna e Gina, educatrice sociale dellassociazione La casa dei Cristallini, comincia il suo tour nel rione Sanit. Il suo primo pensiero comprare rametti di mimose per le mamme del quartiere. Gina incinta del suo primo bambino. Anche se mamma, in un certo senso, lo gi da dieci anni, da quando ha adottato i ragazzini di via dei Cristallini, facendo loro il doposcuola e molto di pi. Il suo viaggio nel quartiere parte dalla metro di piazza Cavour. Comincia a bussare alle porte delle case. Case umili, spesso al piano terra, come magazzini. Le donne vengono ad aprire alla porta e i loro occhi si illuminano. Per loro l8 marzo un giorno come un altro di fatica e sacricio, eppure basta un piccolo gesto come quello di Gina a renderle felici. In una delle case, va ad aprire la piccola Melissa. Gina le dice:Vieni a fare i compiti?. Lei risponde:No, non sono andata a scuola oggi. Perch?, le chiede Gina. Non lo so, la risposta della bambina. Poco pi in l Gina incontra Veronica e sua madre. La mamma preoccupata e chiede un aiuto alleducatrice: Mia glia ha bisogno dei libri per andare a scuola, ma io non posso comprarglieli: puoi fare qualcosa?. Gina risponde che ci sono dei fondi per lacquisto dei testi scolastici e che prover a procurarglieli. Davanti al portone di unaltra casa seduto Salvatore, 9 anni. I suoi occhi verdi e vispi ssano Gina. Perch stai qui? Che successo?, gli chiede. Niente, risponde. Poi ci pensa un po su e aggiunge: E nato. La sua mamma qualche giorno prima ha partorito Alessio, il terzo maschietto. Gina sale a conoscerlo. Nunzia la accoglie con lumilt di chi ha poco, ma tanto da dare. Le offre da bere, lasciandole fra le braccia il piccolo Alessio. Sembra cos pacico e immacolato. Non si ancora accorto della miseria che lo circonda. E ignaro di quanto sar dura per lui crescere e farsi strada. Dorme beato per tutto il tempo, quasi a non voler svelare quegli stessi occhioni verdi e spaventati del fratello. Gina dice: Spero che mio glio sia bello e buono come lui. I nostri bambini cresceranno insieme e saranno grandi amici. Salvatore non vuole accettare

larrivo di Alessio e qualche giorno fa ha avuto una reazione aggressiva con lamica della madre che andava a prenderlo a scuola nei giorni del parto. Ma a un certo punto arriva in casa e lo prende in braccio con tenerezza. Pap non c mai e mi hai detto m s tu lomm e casa, devi proteggere la mamma e i fratellini, dice orgoglioso. Laltro bimbo, Francesco, ha 4 anni e non riesce a parlare che in dialetto. La mamma lo coccola un po perch non diventi geloso come Salvatore. Guarda i cartoni animati sul televisore al plasma. In questa casa cos angusta e stretta per cinque persone mancheranno tante cose, ma c Sky. E non la prima volta che si respira questa contraddizione. Come va la scuola?, chiede Gina. Salvatore bravissimo, risponde Nunzia. E arrivato il momento di salutare la mamma e i suoi bambini. Gina riprende il suo giro lungo i Cristallini. Si ferma a casa di Emanuele, un appartamento di lusso per gli standard del quartiere. Ema ha 15 anni e frequenta il secondo anno dellIstituto professionale Caracciolo. E un duro, si fa chiamare Drago. Fuori fra freddo e piove, ma lui accoglie Gina in maniche corte, mostrando con vanto i primi muscoli da uomo. Dopo gli ottimi risultati dellanno scorso, questanno partito male e vuole farsi bocciare per andare in classe con la danzata. Mi porti in Inghilterra per?, supplica Gina, che risponde ferma: Solo se sei promosso. Ma per me farete uno strappo, mi conoscete da dieci anni, insiste. Non ci sperare, ribatte Gina. La casa dei Cristallini organizza corsi di inglese con madrelingua nanziati dalla Fondazione Cannavaro - Ferrara, che terminano con un viaggio allestero nei mesi estivi. Un modo per mostrare a ragazzi che spesso non si sono mai spostati da Napoli che esiste un altro mondo l fuori. Gina chiede a Emanuele cosa vorrebbe fare al posto di studiare. Voglio fare cucina, risponde. Un altro dei progetti dellassociazione quello di creare un cathering. Diventare cuochi il sogno di molti, perch qui la cucina vissuta come tradizione, come arte. Gina cerca di convincere Emanuele che, qualsiasi cosa decida di fare, necessario che consegua il diploma, perch la qualica oggi non basta

pi. Che m n facc r piezze e carta?, le risponde. Qualche giorno fa stato sospeso per somma di rapporti perch rispondeva sempre male ai docenti. Ora i professori hanno paura che possa portare sulla cattiva strada anche Emilio, il suo pi caro amico, che ora vive con lui. Emanuele e la sua famiglia lhanno accolto in casa loro insieme al padre e al fratellino di tre anni da quando, qualche giorno fa, la mamma si tolta la vita buttandosi dal balcone. Una tragedia che ha sconvolto lintero quartiere. Quello che Gina denisce un quartiere mamma per la capacit di stringersi attorno a chi soffre come una grande famiglia. Anche per Gina la morte della giovane donna stato un duro colpo. Ha cominciato a chiedersi se avrebbe potuto capire qualcosa, aiutare quella donna che forse si stava tenendo dentro un dolore troppo grande. E che pure sembrava cos piena di vita, serena. Per fortuna non si portata con s anche il piccolo, molte in questi casi lo fanno, spiega Gina. Emilio, il glio maggiore, un ometto dagli occhi dolci costretto a conoscere troppo presto la parola responsabilit. Pap andato in Polonia e mi ha afdato il fratellino. Lho accompagnato dal dottore ieri, racconta. Poi Emanuele comincia a prenderlo in giro: Sta con tre ragazze contemporaneamente. Vorr dire che non vuole bene a nessuna, dice Gina. A una s, ribatte Emilio. Poi leducatrice gli chiede della scuola. E lui Non c problema, recuperer. Arrivano altri due ragazzi, Alessandro e Giuseppe. Ora anche Alessandro chiede a Gina di andare in Inghilterra. Poi fa la spia su Giuseppe: Lo sai che questo qui non va a scuola? Lavora in pizzeria. E vero?, chiede Gina. Lui conferma S, lavoro nella pizzeria di mia sorella ai Colli Aminei. Ma a tua sorella potrebbe servire un ragioniere che faccia i conti, prova Gina. E lamico interviene: Lui non tagliato per la scuola. Gina insiste: Non questione di essere tagliati, ma di metterci impegno. Alessandro si arrende: Gina, tien propr a cazzimma. E ora di andare. Emanuele afferra Gina e cerca di corromperla per lultima volta. Allora mi porti in Inghilterra? Ti prometto che lanno prossimo mi far promuovere. Questanno andata cos. Emilio ed Emanuele accompagnano Gina alla porta baciandola, Emilio prende accordi con lei: Ci vediamo domani alle 3, dobbiamo fare tutto il programma. E lultima fermata di oggi. Gina lascia i Cristallini e si avvia verso la metro. Negli occhi ha la luce di chi ogni giorno prova a cambiare la vita di qualcuno. E sa che quel qualcuno, ogni giorno, riempie e cambia la sua.

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il DucatoMentre al Nord i bambini sciano, al Sud i bambini salgono le salite con le bombole di gas sulle spalle (tema di un alunno napoletano, dal libro A voce d e creature di Marcello DOrta e don Luigi Merola)

DOSSIER

Dispersi non sono solo coloro che abbandonano prematuramente la scuola

La storia dei minori a Napoli

I numeri della dispersioneLe maggiori perdite si registrano fra medie e superiori. Fra le cause, povert e arretratezza culturale

Dagli scugnizzi ai muschilli

LCos

a dispersione scolastica un fenomeno complesso, sia nelle tipologie che nelle cause. Anche per questo, nel 2012, si ancora cos lontani da una soluzione.

Il fenomeno della dispersione scolastica si pu declinare in due modi: quello strettamente legato al percorso scolastico e quello legato al disagio giovanile. Nel primo il concetto di dispersione comprende labbandono, le ripetenze e i ritardi rispetto allet, le bocciature e i ritiri, le frequenze irregolari, i mancati ingressi, lelusione dellobbligo (adempimento solo formale), il proscioglimento dallobbligo senza proseguimento del titolo, i trasferimenti in altre scuole. Chi abbandona la scuola denito drop out. Diverse possono essere le varianti, che spesso si intrecciano tra loro: icacciati (push out), ovvero giovani sgraditi alla scuola, che di fatto si attiva per tenerli lontani da s; i disafliati (disafliated), ragazzi che non sentono un legame con la scuola e neppure con i soggetti che la rappresentano; le mortalit educative (education mortalities), i giovani che per diversi motivi, tra cui questioni di salute e problemi familiari, non riescono a terminare il percorso scolastico; i drop out capaci (capable drop out), studenti che sebbene dimostrino di avere ottime capacit nel seguire i programmi non sono socializzati alle richieste della scuola; gli studenti che stanno fuori (stop out), allievi che abbandonano per un periodo limitato la scuola salvo farvi ritorno o nel corso dello stesso anno scolastico o in quello successivo. Ad ogni modo, labbandono non in grado da solo di spiegare lintero fenomeno dispersione scolastica. Sono tanti ad esempio gli studenti deniti separati in casa (in school drop out), che - sebbene siano presenti in classe - non sono motivati al raggiungimento dei titoli scolastici. E ancora i cosiddetti parcheggiati, ovvero quegli studenti che continuano a frequentare la scuola, ma senza essere sintonizzati con il sistema formativo, che percepiscono come poco importante per la loro vita. Questi non rinunciano alla scuola, giusto perch hanno una rete amicale estesa e non vedono alternative valide allesterno. Il concetto di dispersione scolastica comprende pertanto tutti quegli atteggiamenti che denotano una disaffezione nellapprendimento e un disimpegno emotivo della scuola stessa. E proprio per limpossibilit di afferrare tutte queste sfaccettature che le rilevazioni che tentano di fotografare il fenomeno non si possono considerare esaustive.

Incidenza dispersione scolastica a Napoli (dal Prolo di Comunit della citt di Napoli e aggregati dal portale Napoli Citt Sociale) 1. Chiaia, Posillipo, San Ferdinando meno di 5 anni 4,5% da 5 a 14 9,8 da 15 a 19 5,3 2. Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, Porto, San Giuseppe meno di 5 anni 4,9 da 5 a 14 - 10,2 da 15 a 19 5,8 3. San Carlo allArena, Stella meno di 5 anni 5,3 da 5 a 14 10,9 15 a 19 5,7

il tasso di dispersione scolastica in Campania rilevato dallIstat

23%

il numero di minori iscritti alle sole scuole primarie di Napoli

33.403

il numero dei minori residenti nel Comune di Napoli

189.139 4.479

4. San Lorenzo,Vicaria, Poggioreale, Zona Industriale meno di 5 anni -4,8 da 5 a 14 10,4 da 15 a 19 6,2 5.Vomero, Arenella meno di 5 anni 3,8 da 5 a 14 8,8 da 15 a 19 4,9 6. Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio meno di 5 anni 5,8 12,7 da 5 a 14 da 15 a 19 7,2 7.Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno) meno di 5 anni 5,6 da 5 a 14 12,4 da 15 a 19 - 7,1 8. Piscinola, Chiaiano, Scampia meno di 5 anni - 5,4 da 5 a 14 - 12,3 da 15 a 19 - 7,5 9. Soccavo, Pianura meno di 5 anni - 5,4 da 5 a 14 - 11,1 da 15 a 19 - 6,7 10. Bagnoli, Fuorigrotta meno di 5 anni - 4,2 da 5 a 14 - 9,4 da 15 a 19 - 5,4

il numero di minori iscritti ai 170 istituti scolastici del capoluogo campano

i minori dispersi nel passaggio dalle medie alle superiori nellanno 2012-2013comportamenti rispetto all'adattamento richiesto dalla scuola. Qual la situazione del nostro Paese? Circa il 46 per cento della popolazione in et compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito soltanto la licenza di scuola media inferiore (rispetto a una media del 27,9 per cento nellUnione europea a 27). infatti proprio nel passaggio tra le scuole medie e quelle superiori che si registrano pi perdite. La quota dei pi giovani (1824enni) che hanno abbandonato gli studi senza conseguire un titolo di scuola media superiore pari al 19,2 per cento. Un ritardo ancora forte rispetto alla media europea del 14,4 per cento, nonostante i miglioramenti a partire dal 2000. Elevata anche la quota degli iscritti alle scuole superiori che abbandonano gli studi: il 12,3 per cento lascia al primo anno (Fonte: Rapporto Istat Noi Italia 2011, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo). In Italia, rispetto agli altri paesi occidentali, spiccano le dimensioni del fenomeno della dispersione scolastica, che riguarda da un lato i drop out, studenti ripetenti o promossi con debito; dal-

popolazione italiana fra 25 e 54 anni che si fermata alla licenza medialaltro gli early school leavers, ovvero i giovani dai 18 ai 24 anni det che posseggono la sola licenza media e sono fuori dal sistema di istruzione e formazione. Labbandono precoce dei banchi di scuola spesso il primo passo verso lemarginazine sociale e, talvolta, la devianza. In Italia l80 per cento dei detenuti costituito da persone che non hanno completato le scuole medie. I 30-34enni italiani in possesso di un titolo di studio universitario sono il 19 per cento, quota che dimostra anche in questo caso un ritardo del Paese rispetto agli obiettivi europei. Ad incidere forse anche lidea che gli italiani hanno del sistema scolastico statale. Il 12,4 per cento dei cittadini ritiene pessima la qualit della scuola pubblica italiana, il 47,2 per cento mediocre, il 30,6 per cento buona e solo il 3,4 per cento ottima. A Napoli il problema della dispersione scolastica pi sentito che in altri posti, per vari motivi. Sicuramente fra questi c il fatto che quella partenopea la citt con il maggior numero di giovani in Italia. I minori di 14 anni rappresen-

46%

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tano il 17 per cento della popolazione, contro la media italiana del 14 per cento. Nelle zone pi disagiate, si arriva anche al 20 per cento. I minori residenti, al 2010, sono 189.139 su una popolazione di 962.940 abitanti, ovvero il 19,6 per cento (Fonte: Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza su dati Istat). In Campania, ogni anno, sono 6mila le perdite che si registrano nel passaggio dalla scuola media alle superiori. Fra il 2005 e il 2009, hanno abbandonato gli studi 54mila minori, di cui il 38 per cento sotto i 14 anni. A Napoli circa 1.000 ragazzi lanno non raggiungono la licenza media. La dispersione scolastica nei vari gradi del percorso di istruzione raggiunge, nella Regione, picchi del 34 per cento. La combinazione povert/degrado ambientale urbano sembra essere lelemento che incide di pi sulla scelta di anticipare l'uscita dal sistema scolastico. E quindi nei quartieri pi emarginati e poveri del Sud, che la dispersione si presenta nella sua forma pi grave di evasione,cio linadempienza dell'obbligo scolastico. Rilevante per anche il peso esercitato dalle culture familiari. Queste ultime continuerebbero, nonostante tutte le politiche sociali realizzate, a operare da forte discriminante tra gli alunni, indirizzandone i modelli di socializzazione e denendone le capacit effettive di apprendimento. Sembra che, ai ni della dispersione, il titolo di studio dei genitori rivesta unimportanza maggiore del reddito familiare. La strategia di Lisbona aveva posto, tra i cinque obiettivi da raggiungere entro il 2010 nel campo dellistruzione e della formazione, la riduzione al 10 per cento della quota di giovani che lasciano la scuola senza essere in possesso di un adeguato titolo di studio, che oggi del 14,4 per cento. Lobiettivo, non raggiunto, ora riproposto nellambito della strategia di Europa 2020. Nell'Unione europea sono pi di sei milioni i giovani che abbandonano gli studi o la formazione dopo aver ottenuto al massimo un diploma di istruzione secondaria inferiore. Questi giovani hanno grosse difcolt a trovare un lavoro e sono pi spesso disoccupati e dipendenti dall'assistenza sociale. L'abbandono scolastico precoce frena lo sviluppo economico e sociale e ostacola il raggiungimento dell'obiettivo dell'Unione europea di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ma c anche un rovescio della medaglia. La scelta di non proseguire gli studi, spesso indice di un disagio sociale che si concentra nelle aree meno sviluppate, non assente neanche nelle regioni pi prospere, dove una sostenuta domanda di lavoro esercita unindubbia attrazione sui giovani.

S

ongo pezziente, e nun so cammurriste,/ e ntiempo e guerra a famme assali cchi triste,/ ma appresso a loro Napule resiste./ O quarantatr/nascuse dint viche o mmiezo e piazze/so disperate e fanno cose e pazze/se sentono li spari a tutte pizze/ songo e guaglione e Napule, songo e scugnizze.

A sinistra, la mappa di Napoli minicipali per municipalit e i numeri sullincidenza della dispersione scolastica. Sopra ragazzini napoletani che giocano a calcetto

LE LEGGI IN MATERIA Obbligo scolastico Lart. 34 della Costituzione Italiana sancisce lobbligatoriet dellistruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni. 2000 - Berlinguer nel 2000 innalza l'et da 8 a 10 anni. 2003 - Letizia Moratti annulla le novit della riforma Berlinguer e mantiene solo l'obbligo formativo. 2006 - Fioroni ripristina l'obbligo di frequentare la scuola no al sedicesimo anno di et. 2008 - Il governo Berlusconi introduce la possibilit che l'obbligo scolastico sia assolvibile anche attraverso percorsi di istruzione o formazione professionale (apprendistato). Lotta alla dispersione Il primo vero dispositivo legislativo che si occupa di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica lOsservatorio per la dispersione scolastica, istituito nel 1994 presso il Ministero dell'Istruzione, che stabilisce lutilizzazione annuale di personale direttivo e docente su una o pi scuole tra loro coordinate che, sulla base di un piano provinciale, svolgano attivit psico-pedagogiche e didattico-educative per la prevenzione della dispersione scolastica. Nuovi interventi sono previsti poi dalla riforma Moratti. Inne ci sono i percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, attivati nel 2003 in accordo fra Stato, Regioni e Autonomie Locali.

Lavoro nero

Il destino oscuro di chi non studiaA Napoli e provincia lavorano in nero 40.000 minori fra i 9 e i 13 anni. Il 10 per cento del totale nazionale. E quanto emerso nel 2010 da indagini incrociate delle commissioni per lemersione del lavoro irregolare e della dispersione scolastica. Si tratta del 12 per cento in pi rispetto ai dati, risalenti al 2004, della Fondazione Banco di Napoli. Un aumento che non stupisce, se si pensa che ogni anno, secondo i dati Eurispes, abbandonano i banchi di scuola 9.500 ragazzini napoletani. E l80 per cento di loro comincia a lavorare. Camerieri, baby sitter e addetti alle pulizie i mestieri pi praticati. Il 35 per cento dei baby lavoratori sono impiegati in bar, pizzerie e locali di ristoro, il 25 per cento nel comparto del commercio e il 40 per cento di loro lavorano come baby sitter ( bambine fra i 12 e 13 anni). La paga media di 50-70 euro a settimana per chi opera negli esercizi pubblici e di 3 euro lora per le baby sitter.

Gli obiettivi europei

Possono essere di ordine: - socio-culturale: il basso livello di scolarizzazione quando non lanalfabetismo possono comportare nella famiglia dorigine una povert culturale tale da creare scarse aspettative verso l'istruzione e nei riguardi del successo scolastico; - socio-economico: le condizioni economiche e la posizione professionale dei genitori, la situazione culturale e il titolo di studio dei genitori possono inuire sulle aspettative dei loro gli sulle nalit di un percorso scolastico di successo; - scolastiche: l organizzazione dell'insegnamento, talvolta ancora gestito in maniera non adeguata allepoca moderna, in un contestocomunicativoerelazionalepovero di contatti, in cui vi una netta distinzione fra il raro ma presente rigore e fenomeni di teppismo scolastico in cui ad essere presi di mira sono i professori con lmati e scherzi di dubbio gusto; - personali: i vissuti dei giovani inuenzano gli atteggiamenti verso lIstituzione scolastica e i loro

Le cause

La dispersione in Italia

Napoli e la Campania

Eugenio Bennato li descriveva cos gli scugnizzi napoletani durante le Quattro Giornate di Napoli. Oggi Si nu scugnizzo lo dice la mamma al suo bambino che ha appena fatto una marachella. Perch gli scugnizzi di oggi sono anche semplicemente bimbi vivaci e irrequieti, estroversi e sbarazzini. Insomma, i cosiddetti monelli. Ma il termine scugnizzo, per etimologia, rimanda a un gesto violento: il verbo scugn (dal latino ex-cuneare) significa battere il grano sullaia, ma anche percuotere, bastonare, smallare (le noci), scheggiare, sbreccare, spaccare, forzare. E si riferisce in particolare al gioco dello strummolo, quando il vincitore scugna, schianta con violenza la trottola dellavversario. Almeno fino agli anni Settanta gli scugnizzi erano i figli degli ultimi, i diseredati, gli abitanti dei bassi. Quei bambini che vivevano per strada per sfuggire alle violenze domestiche, per sognare nel pallone una via di riscatto, per trovare il modo di sopravvivere, lavorando, rubando o prostituendosi. O semplicemente per respirare e vedere la luce, diritti negati a chi vive nei bassi. Oggi quei ragazzini sono ancora figli sfortunati della strada, ma potrebbe capitare di vederli su uno scooter di lusso oppure davanti a un computer o a un televisore al plasma. S, perch nel 2012 nelle case scorticate dei bassi si vive ancora ammassati, magari dormendo in cinque in una stanza, ma c limpianto dellaria condizionata, lo schermo di ultima generazione acceso su Sky e il computer rigorosamente collegato a Internet. Gli scugnizzi ricordano i meninos del rua dei Paesi sottosviluppati della Terra, gli sciusci con la loro arte di arrangiarsi, i guaglioni che tiravano pietre ai soldati tedeschi e rubavano ai soldati americani. I guaglioni sono adolescenti che hanno eletto a proprio regno la strada dove, oltre a giocare con i compagni, fanno piccoli lavori per racimolare soldi. La derivazione del termine divide ancora i filologici: secondo alcuni verrebbe dal latino galio, che significa giovane mozzo imbarcato sulle galee, secondo altri dal francese voie (nella pronuncia voyou), usato

per indicare i ragazzi di strada. Gli scugnizzi e i guaglioni sin dallOttocento costituiscono il principale vivaio per la camorra. Oggi tanti di loro diventano muschilli (che significa "moscerini"), ragazzini che la camorra usa per il trasporto e la consegna di dosi di stupefacente. Altri fanno i pali, le vedette, le sentinelle, i portapistola. Li preferiscono per la loro agilit e velocit, perch costano meno di un adulto e sono disposti a stare perennemente per strada. Qualche volta i baby-camorristi bruciano le tappe e sono promossi a pusher, a sicari, a capi-piazza o capi-paranza. Altri scugnizzi sono pi fortunati: portano il caff al bar o lavorano, il pi delle volte sfruttati, nelle officine, nei laboratori artigianali o nei cantieri abusivi. Sono i cosiddetti guaglione e puteca e o guaglione de servizie. Oggi scugnizzi sono anche i cosiddetti minori a rischio devianza, quelli che abbandonano la scuola, aumentando cos il rischio di cadere nelle maglie del Sistema o comunque dellillegalit. Nel Rapporto sulla camorra della Commissione parlamentare Antimafia, risalente al 1993, si legge La situazione scolastica tra le cause principali della grave devianza minorile. Su 1.342 ragazzi arrestati fra i 14 e i 17 anni (su un totale di 100.000) il 57 per cento non ha conseguito la licenza elementare e il 4 per cento analfabeta. E ancora, il 17 per cento imputato per uso o per possesso di armi da fuoco e il 56 per cento per furto o rapina. Da allora non sono usciti nuovi report, ma la sensazione che non sia cambiato molto. Spesso la camorra lunico soggetto che si cura del ragazzo, laddove la famiglia e lo Stato latitano. Basti pensare che in pi della met dei comuni campani non sono previsti posti di assistente sociale: complessivamente la regione ne ha 450, di cui 200 solo a Napoli. Fra gli anni Settanta e Novanta il numero di minorenni denunciati in Campania quasi raddoppiato, soprattutto fra i minori di 14 anni. Fra il 1990 e il 2000 il 44,2 per cento dei minori sottoposti a 416bis proveniva da Napoli e un 10 per cento dal salernitano. Se al Nord il 94 per cento dei minori che delinquono sono coinvolti in piccoli episodi di spaccio, al Sud nel 75 per cento dei casi abbiamo tentato omicidio, uso di armi, estorsione, rapine e scippi, mentre solo il 25 per cento droga. Pi della met dei ragazzi che finiscono in carceri minorili a Napoli, saranno i futuri detenuti dei carceri per adulti. Anche questo crescere a Napoli. Perci cos importante aver cura dei frutti della terra prima che marciscano. E non solo provare a curarli dopo.

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il DucatoA questi ragazzi spesso chiediamo di scavalcare un ponte su un abisso (Insegnare al principe di Danimarca, Carla Melazzini)

DOSSIERNon comodo riconoscere una parte di s nellurlo di paura o di rabbia di un ragazzo di strada (Insegnare al principe di Danimarca, Carla Melazzini)

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La lotta quotidiana del quartiere partenopeo contro se stesso e i pregiudizi

Una scuola diversa contro la dispersione

Crescere a Scampia si puPadre Fabrizio Valletti, direttore del centro Hurtado: Sconggere la camorra educandone i gli

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pazi immensi. Distese di palazzoni. Un silenzio assordante, rotto in lontananza dalle note di un disco neomelodico. Una citt nella citt. Si presenta cos Scampia, dai vetri dellautobus, in un pomeriggio assolato di aprile. Ma, se provi ad ascoltare quel silenzio, ad andare oltre quel vuoto, ti accorgi che qui di vita ce n eccome. E non solo quella che immagini di trovare nella terra di Gomorra. Scopri che esistono pi di settanta associazioni che si danno da fare perch Scampia non sia conosciuta solo come la piazza dello spaccio e il quartiere con pi disoccupati di Napoli e forse dItalia. Qualcosa sta gi cominciando a cambiare. La percentuale di laureati in crescita; la raccolta differenziata, sin dagli inizi, ha registrato il 65 per cento. Gli abitanti stanno portando avanti la battaglia per il completo abbattimento delle Vele, le unit abitative costruite nellemergenza postterremoto, diventate uno dei tanti scempi italiani. Oggi in costruzione una sede distaccata della facolt di Medicina d e l l Un i v e r s i t Federico II. Un cantiere che racchiude la speranza di curare le ferite di questo territorio. E una terra, questa, che grida riscatto. Che si sentita troppe volte dimenticata. O peggio violentata. Come quando, negli anni ottanta, qualcuno ha deciso di collocare lAsl Napoli 1 proprio accanto alle Vele e di aprire nella sede locale del Sert un centro di somministrazione del metadone, diventato il market dei tossicodipendenti di tutta la regione. Il commissariato di Polizia si insediato a Scampia solo nel 1997, ben dieci anni dopo la nascita della circoscrizione. Eppure il quartiere registra solo allanagrafe oltre 40.000 abitanti. La cifra, secondo stime, raddoppia se si includono gli invisibili, fra i quali ci sono circa 1.600 rom che vivono in due campi alle porte di Scampia. Fra le realt pi attive del territorio c il centro Hurtado, dal nome di un gesuita cileno che spese la vita per gli ultimi della terra. Tante le attivit, dal sostegno scolastico alla formazione lavorativa, dal Caff letterario ai laboratori musicali. Il centro, nato nel 2005, gestito da padre Fabrizio Valletti, parroco gesuita. Che giura che crescere a Scampia possibile. E spiega: Fra le sfide con cui nato il

Non siamo solo le Vele: questo il messaggio che vuole dare Scampia

centro Hurtado cera quella di creare un punto di riferimento non solo religioso ma anche culturale e sociale in un quartiere che, per lassetto urbanistico altamente dispersivo e lassenza di esercizi commerciali, non ha permesso alle persone di socializzare, ma le ha portate a rinchiudersi dentro casa. Padre Fabrizio prova a definire il suo rapporto con la camorra: Non n di odio n di amore, consiste nellaccettare qualcosa di molto grave per contrastarlo in modo civile. Questo senza proclami, ma cercando di educare, a partire proprio dai figli dei camorristi. Il segreto? Donare affetto e fare piccole cose giuste. A lavorare in un territorio come Scampia, impari a fare i conti con gli insuccessi senza lasciarti travolgere. Ma poi le soddisfazioni ti ripagano: Anni fa ho conosciuto Marco racconta padre Valletti - era in affidamento a una zia nel quartiere. La madre carcerata, il padre inesistente, uno zio suicidatosi in carcere. Oggi quel ragazzo si diplomato con ottimi voti al ragioneria, studia Economia e fa qui da noi apprendistato da ragioniere. Ma la maggioranza dei giovani, a Scampia, non arriva nemmeno al diploma. Il tasso di abbandono si aggira intorno al 30 per cento fino alla terza media e si aggrava per un altro 30 per cento alle scuole superiori, spiega il parroco. Eppure nel quartiere le strutture non mancano: ci sono cinque scuole medie e cinque istituti superiori, con quasi tutti gli indirizzi. Ma le problematiche sociali e lambiente familiare spingono spesso i ragazzi verso altre strade. Talvolta a ostacolare il percorso di istruzione la scuola stessa: Qui abbiamo lo scandalo di una preside, quella della scuola media Carlo Levi, che gode peraltro di ottima fama racconta padre Valletti - che fa ritirare i bambini prima del 15 marzo e poi consente loro, attraverso un progetto-pirata, di prendere la terza media privatamente. A pochi metri dal centro Hurtado, c la palestra Maddaloni, un istituzione nel quartiere. Qui Giovanni Maddaloni, padre del campione olimpico di Sydney 2000 Giuseppe, prova a dare agli scugnizzi di Scampia unopportunit di riscatto attraverso lo sport. Giuseppe sogna di portare i suoi piccoli judoki al-

A sinistra, le famose Vele di Scampia e padre Fabrizio Valletti davanti al suo centro. In basso il laboratorio video dellIstituto Galileo Ferraris. A destra, Cesare Moreno, fondatore dei Maestri di strada

La grande Chance di Cesare MorenoIl fondatore di Maestri di strada: Non negare le esperienze

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Il gioiello Ferraris

Servizi per minori

Obiettivo Uomo

l Progetto Chance nasce nel 1998 da una legge del 1997 che destina fondi alla difesa e protezione dell'infanzia e dell'adoloscenza e dallidea degli insegnanti Marco Rossi Doria, Angela Villani e Cesare Moreno. E un percorso di recupero del fallimento scolastico di ragazzi della scuola media segnalati dai servizi sociali come drop out nei quartieri di Napoli a pi alto tasso di dispersione scolastica (Quartieri Spagnoli, Centro antico, S. Giovanni, Ponticella, Barra, Soccavo, Scampia). La scuola speciale, fatta di 15 classi, riesce a strappare alla strada pi di 700 ragazzi, di cui il 95 per cento consegue la licenza media e il 50 per cento il titolo tecnico professionale. Dal progetto nasce lassociazione Maestri di strada, composta da pedagogisti, insegnanti, educatori profes-

sionali, formatori, operatori sociali, psicologi, sociologi ed esperti di organizzazione e di servizi partecipati. Nel 2009, i fondi del ministero dellIstruzione, della Regione e del Comune sono sospesi. Ma Cesare Moreno non si arrende, si mette in aspettativa dalla scuola pubblica e cerca nuovi fondi. Nasce cos il nuovo progetto E.V.AI. Abbiamo parlato con Moreno della sua esperienza. Professor Moreno, non crede che lesistenza di Maestri di strada rappresenti una scontta per la scuola pubblica e per lo Stato? Cosa dovrebbe cambiare nel sistema scolastico? Il difetto non della scuola ma di unintera cultura, la quale non ha capito che lesistenza non solo il futuro della societ centrata sui giovani. Cio i giovani non sono una categoria, ma la finalit della societ. Luomo vive in societ in fun-

zione delle nuove generazioni. Se si perde le nuove generazioni per strada, la societ una societ morta. Noi abbiamo una societ che per molti versi gi morta e non lo sa ancora.Per cambiare le cose bisogna capire che la dispersione non un incidente di percorso, ma il cuore del problema, che bisogna portare avanti un modo di fare scuola diverso, centrato sulla vita dei ragazzi e non sulla negazione delle loro esperienze, che la formazione professionale nobile e importante e non di serie B come continuano a dirci tutti. Capire che lunica ricchezza che ha il Meridione sono i giovani e sarebbe ora che se ne occupasse seriamente. Qual il segreto di un maestro di strada per convincere un ragazzo a seguirlo? E amarlo. La relazione pedagogica una relazione damo-

re. Un amore particolare, speciale, un amore a termine, ma damore. Una relazione in cui ci convinciamo che le persone possono essere come non sono. Solo se ci convinciamo di questo, ci riusciamo. Dobbiamo far capire al ragazzo che uno sguardo amico si posato su di lui, laddove spesso gli sguardi che si posano sui giovani sono sguardi di diffidenza, estraneit, aggressione. Qual stata la sua vittoria pi grande? La vittoria pi grande quella di un ragazzo che, dopo aver fatto il percorso con noi, andato in carcere e da l scrive che ha capito che leggendo pu cambiare la sua vita. E una persona che capisce il valore della cultura stando in carcere vale pi di una persona libera che usa la cultura come ornamento. Quale invece la sconfitta pi

grande? La sconfitta pi grande anche la nostra vittoria pi grande, cio sono tutti quei ragazzi che hanno preso il diploma e che ci credevano talmente poco che non lhanno mai ritirato. E questa una sconfitta e un nostro errore. Napoli, lItalia sono cambiate in questi anni? In peggio. Oggi le persone hanno pochi desideri, non credono nel cambiamento, abbiamo persone piene di bisogni e le persone bisognose sono persone tendenzialmente inutili. Quello che interessa e dovrebbe interessare alla societ che le persone desiderino stare con gli altri, non che abbiano bisogni. Ma purtroppo viviamo in una societ che ha puntato molto di pi sui bisogni che sui desideri. Noi con leducazione proviamo a invertire la tendenza.

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el cuore del quartiere a pi alto tasso di dispersione, si trova uno degli istituti professionali pi efficienti dItalia. E il Galileo Ferraris, dove ci si pu specializzare in elettronica, elettrotecnica ed informatica. Varcando la porta dingresso, si scopre un mondo che non ci si aspetterebbe di trovare in una scuola. N tantomeno in una scuola di Scampia. Schermi al plasma nellatrio e una voce allaltoparlante annunciano informazioni di servizio. Qualche passo pi in l, ci si trova davanti laboratori super attrezzati di musica, fotografia, video, fisica, lingue. Poi un teatro e persino un bar. Qui il tasso di dispersione molto inferiore alla media del quartiere. Al primo anno su 1300 alunni ci sono circa 50 ritiri. Molti sono dovuti semplicemente a ripensamenti sulla scelta dellindirizzo di studio. Insomma, il Ferraris un po un isola felice in un quartiere difficile come Scampia. Ma quali sono gli ingredienti? Attraverso loperativit, accresciamo la motivazione e lattenzione dei ragazzi, aumentando il loro benessere nella scuola, spiega il vicepreside Natale Bruzzaniti. Gli studenti partecipano anche a campagne sociali: hanno realizzato uno spot televisivo contro la contraffazione andato in onda su Raitre e ne stanno preparando un altro contro la droga. Segnali di una generazione che non si rassegna a cercare altrove il suo futuro ideale, ma vuole costruirlo qui, adesso.

naltra realt molto attiva a Scampia Obiettivo Uomo, uneducativa territoriale che offre ai ragazzini unalternativa alla strada. Qui, ogni pomeriggio, si pu scegliere fra corsi di teatro, musica, judo, ginnastica artistica, inglese. Il nostro intento spiega Piergiorgio Manco, educatore sociale - provare a intercettare gli interessi, le creativit. Quello che manca oggi alla scuola, che tende a portare avanti solo chi gi questi interessi ce li ha. Ci preme fare questo perch qui il ragazzo che non completa gli studi facile preda della camorra. Anche a Scampia continua leducatore la situazione sociale varia e ci sono famiglie borghesi, che tendono a ghettizzare quelle pi umili. La succursale della scuola media Sandro Pertini, ad esempio, diventata la scuola dei ricchi.Obiettivo Uomo ha unesperienza decennale sul territorio e spesso la frequentazione del centro si tramanda di padre in glio. Negli altri casi, avviene su segnalazione dei servizi sociali e di neuropsichiatria infantile. Ma, secondo il coordinatore Ugo Marino, il modo di agire ancora troppo lento e inefcace. Le segnalazioni dei casi di dispersione arrivano troppo tardi. E poi ci sono famiglie che conoscono ormai cos bene la legge che fanno di tutto per starci dentro, per esempio con assenze saltuarie che sfuggono alla scuola e ai servizi sociali.

Maestri di strada

Progetto S.F.I.D.E.

Progetto S.F.I.D.E.

Opera don Calabria

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Opera don Calabria

Antonio Carmen Mario Giuseppe MirkoDare una possibilit Partire dalle regole Non lasciare Tanti piccoli soli i professori re Midalavorare per ventanni nelle comunit minorili di Napoli se ne vedono tante. Lo sa bene Mario: Dei ragazzi sono stati uccisi in rapine, altri sono entrati nel Sistema.. Ci sono storie che sembrano un po scritte, ma non sempre cos. Per questo importante tendere una mano. I professori vanno stimolati, mai lasciati da soli continua leducatore perch certe situazioni p ossono risultare insostenibili. Oggi Mario lavora con i minori a rischio dispersione in un istituto tecnico di Poggioreale. Su alcuni non avrebbe mai scommesso e invece ce lhanno fatta. Ma lui non si prende meriti: Io dico sempre che il cammino lo fanno loro, noi semplicemente siamo a fianco strada a fare il tifo. Siamo come quelli che passano ai ciclisti la borraccia. Lacqua li aiuta a fare quel passo in avanti, ma a pedalare sono loro.

Lo sport contro la rabbiaNapoli, si sa, il calcio qualcosa di pi di uno sport. E per i ragazzi di strada si carica di un significato ancora maggiore. Come spiega Mirko, operatore sociale responsabile del settore sportivo al Centro I.A.M.M.E., il calcio per loro importante perch gli d delle regole e gli permette di esternare la loro rabbia. Gli insegna ad avere rispetto degli avversari oltre che di se stessi. Ma c di pi. Nella corsa dietro al pallone si nasconde un sapore un po speciale. Un senso di libert. Se nel quartiere questi ragazzi devono apparire sempre forti, cattivi, attenti a come si muovono, devono prevaricare a tutti i costi per non essere presi per fessi continua Mirko quando giocano a calcio non si sentono esposti al giudizio degli altri, non devono dimostrare di essere ci che non sono.

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e gambe immobilizzate dalla malattia che lo costringe sulla sedia a rotelle, ma tanta voglia di aiutare gli altri. Ad Antonio brillano gli occhi quando parla della sua esperienza al progetto Chance. E se gli chiedi qual il segreto per recuperare un ragazzo, lui precisa: Non si tratta di recuperare, non abbiamo ancora perso niente, ma di mettere nelle condizioni chiunque di esprimere le proprie abilit. Partire dalla possibilit e non dalla difficolt o impossibilit. Poi leducatore aggiunge: Siamo di fronte a ragazzi che, per quello che viene raccontato dai mass media dei loro quartieri, delle loro famiglie e dei loro compagni, hanno unimmagine negativa di se stessi. Il nostro compito far capire loro che il contesto che non li fa esprimere e creare le condizioni perch lo facciano.

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armen lavora accanto ai minori a rischio dispersione in una scuola media del rione Sanit. Le vicende con cui si trova a confrontarsi sono varie: Ci sono dei ragazzi che hanno alle spalle traumi subiti, famiglie invischiate col Sistema e altri che non vanno a scuola semplicemente per noia o perch magari non sanno leggere, hanno lacune tremende dato che gi elementari non frequentavano. Nel suo difficile compito, Carmen ha deciso di partire dalle regole. S, perch il vero problema che questi ragazzi hanno assenza di regole spiega sia in famiglia che a scuola. Per questo ho cominciato con la visione di un film che pu sembrare banale e diseducativo, ma secondo me non lo : Io speriamo che me la cavo. Un film che ricco di parolacce, quindi li fa sentire a loro agio, ma ha una morale forte sulle regole.

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iuseppe ha fondato nel 2009 il centro I.A.M.M.E., un punto di aggregazione per i minori della IV municipalit di Napoli. Allinizio strappare alla strada i ragazzi del quartiere gli sembrava una sda impossibile. E invece oggi il centro frequentato ogni giorno da pi di 100 minori. Giuseppe li descrive cos: Sono straordinari, alcuni li abbiamo soprannominati re Mida, perch tutto quello che toccano lo fanno bene. Peccato che gli manchi la costanza. Ma il vero problema che, quando vengono intercettati e assoldati dalla camorra, sono dei re Mida anche l spiega Marino - hanno la scaltrezza di fare il palo, riescono a passare nei vicoletti, a mimetizzarsi nelle bancarelle per passare la droga, il carico di contrabbando, riescono ad abbindolarti. Le stesse potenzialit, messe in un contesto sano, trasformano questi ragazzi in piccoli geni.

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La ricetta dellassessore allIstruzione per la lotta alla dispersione scolastica

Limportanza della prevenzioneMotivare i ragazzi e lavorare sulle famiglie. Con le classi affollate pi difcile, dice Annamaria Palmierinnamaria Palmieri assessore allIstruzione del Comune di Napoli nonch insegnante. Luigi de Magistris le ha afdato la delega per la lotta alla dispersione scolastica. Assessore,come si sta muovendo per arginare questa piaga? Ci sono vari progetti per combattere la dispersione una volta che si gi vericata, ma il nostro obiettivo anche prevenire, che signica prendere i ragazzi prima che si buttino gi dalla rupe, perch dopo li puoi solo curare... Stiamo mettendo in atto una serie di misure di motivazione alla scuola dei soggetti che di solito incorrono nella dispersione. Il nostro obiettivo quindi rafforzare le cure dove il fenomeno si manifesta e fare in modo che non si manifesti pi. A Napoli la giuntura, la congiunzione, il passaggio fra quinta elementare e prima media, fra terza media e primo superiore che rende particolarmente ostico il rapporto con la scuola. Stiamo favorendo la costituzione di reti di scuole, stiamo coinvolgendo i ragazzi sulla gestione e progettazione partecipata dei loro spazi (vedi orti didattici). Questo per sviluppare un rapporto un po diverso con la scuola. I dati dicono troppo poco rispetto allentit e alla complessit del fenomeno? In realt i dati sono gi allarmanti in s, il problema un altro. Ci sono due modalit di combattere il fenomeno: una quella terapeutico-ospedaliera, in cui si interviene con lavviso alla famiglia e con i Servizi Sociali e si cerca di far rientrare i ragazzi nelle classi. Questo combatte il sintomo, ma non la malattia. Molti ragazzi, quasi l80 per cento, rientrano, per la motivazione e lattenzione alla scuola non cambiano, perch il lavoro che va fatto un lavoro innanzitutto sulle famiglie. Sono proprio le famiglie e la motivazione alla studio i segmenti su cui stiamo provando a muoverci. Sono tante le resistenze in una citt come Napoli. Fra queste, la sducia che il titolo di studio possa procurare unoccupazione. Questo fenomeno generalizzato in Italia, dove non viene attribuito grosso valore al titolo di studio. A Napoli acuito dal fatto che non ci sono molte opportunit di lavoro produttivo. Per quanto possa sembrare assurdo, il mercato irregolare del lavoro quello che favorisce la dispersione, non il mercato regolare, non la possibilit che c al nord-est di lavorare nella fabbrichetta: qui quella fabbrichetta non c. Quindi lalternativa il lavoro nero, lantiStato. Non una realt che si pu sovrapporre a quella di altre, in cui il titolo di studio non viene sentito come importante e vai a lavorare. Lassenza di una motivazione allo studio spesso legata a condizioni di deprivazione anche culturale. E osservato che alcuni dei ragazzi che abbandonano o si disperdono hanno genitori con titoli di studio molto bassi e che non attribuiscono alcun valore allo studio. Lazione sulle

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famiglie in quel caso importante. Perch se la famiglia, per quanto in condizioni economiche difcili, spinge verso la scuola, difcile labbandono. Poi c un secondo fenomeno, quello dellabbandono per carenze culturali, quando il ragazzo si sente svantaggiato rispetto ai compagni. Il fenomeno della dispersione tante volte a Napoli si intreccia con quello della povert e della criminalit organizzata. Sicuramente a Napoli quello lintreccio pi forte. Se la povert culturale si pu vincere lavorando sulle famiglie, lintreccio con la povert materiale e quindi la possibilit offerta dai soldi facili che costituisce lo zoccolo pi duro. Cosa dovrebbe cambiare nel sistema scolastico per favorire linclusione? Bisognerebbe fare un buon lavoro sulle giunture, i momenti di passaggio fra i vari ordini, perch l che le culture dei docenti, anche professionali, sono talvolta incompatibili e quindi succede che chi pi fragile cada. Bisogna immaginarsi una didattica non tutta giocata sulla lezione frontale, ma anche sui laboratori, sul gruppo. E poi bisogna smettere di tagliare sulle risorse professionali, perch gli insegnanti sono sempre pi stanchi e alle prese con classi sempre pi numerose. Se uno ha due/tre alunni difcili in una classe, un conto che quella classe sia di quindici alun-

ni, un conto che sia di trenta. Se di trenta li trascura, necessariamente. Oggi sottosegretario allIstruzione Marco Rossi Doria, maestro di strada. Vede delle proposte di cambiamento? Ha messo in campo una buona sperimentazione che dovrebbe lavorare sulle gure di scuola, in verticale e che, proprio perch c una profonda conoscenza di certi quartieri, va dalla primaria agli indirizzi professionali superiori. Nellambito delle misure del piano di coesione sociale, che ha i nanziamenti europei, ci dovrebbe essere una misura (la misura 3) destinata proprio alla dispersione e concepita appunto in unottica di prevenzione e non soltanto di ospedalizzazione successiva. Una volta esisteva a Napoli il progetto Chance, era secondo lei un fallimento per la scuola pubblica? Quella era una scuola della seconda opportunit, ma bisognerebbe evitare di fallire prima di curare quelli che falliscono. La lotta allabbandono scolastico uno degli obiettivi europei per il 2020: come vede questa sda? Credo che bisogna stare molto attenti, in genere, allinterpretazione da dare alle sde che ci pone lEuropa. Quando si parla di aumento del numero di diplomati, di riduzione dei dati di dispersione, non sono cose che si possono fare con i numeri. Si po-

Lassessore allIstruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri. Sotto, la presidente Unicef Campania, Margherita Dini Ciaccitrebbe per esempio aumentare il numero di diplomati insegnando poco o nulla a tutti e promuovendo tutti, ma cos aumenteremmo solo il numero di persone che non sanno nulla. Ogni volta che io sento parlare degli obiettivi di Lisbona, mi pongo il problema delle ragioni di quegli obiettivi: se le ragioni sono economiche, allora ci deve essere un investimento economico per conseguire dei risultati economici tramite la formazione. Non si mai visto che unimpresa migliori senza essere capitalizzata. Non si capisce perch la scuola dovrebbe raggiungere obiettivi pi alti senza un investimento sulle sue risorse. Bisogna saper investire con le risorse per poterli conseguire.

La testimonianza della presidente dellUnicef in Campania

Crescere nella cittadinanza attivaLUnicef da mezzo secolo fornisce assistenza umanitaria ai bambini e alle loro madri nei paesi in via di sviluppo. Ma a volte non serve andare cos lontano per trovare persone che hanno bisogno di aiuto. Perch ci sono luoghi della terra dove, anche se non si vive nella totale deprivazione, crescere una lotta quotidiana. Per esempio certi quartieri di Napoli e provincia. Per questo lUnicef Campania sente, prima di ogni altra cosa, di avere un dovere morale verso il proprio territorio e si impegna, con numerosi progetti, per tutelare linfanzia degli scugnizzi napoletani. Abbiamo intervistato su questo la presidente, Margherita Dini Ciacci. Napoli la citt italiana pi giovane. Eppure non una citt per giovani. In che modo provate a cambiare le cose? Sotto lamministrazione Bassolino abbiamo ottenuto listituzione di consigli circoscrizionali junior, che con la nascita delle municipalit si sono trasformate in parlamentini dei bambini, che oggi sono quattro/cinque e speriamo di arrivare a dieci. Il bambino deve crescere nella cittadinanza attiva, avere una compartecipazione alla vita della comunit familiare, che la prima democrazia, la pi piccola ma la pi completa, alla vita scolastica e a quella del quartiere, della citt e poi della nazione e del mondo. Ma perch crescere a Napoli cos difcile? Quello di cui il bambino ha bisogno e che manca a Napoli la testimonianza di valori. Se i genitori vivono di espedienti e imbrogli non possono impartire regole ai gli: purtroppo a Napoli sussiste la cultura maosa, che non signica solo essere maosi ma pensare solo al proprio utile. A Napoli abbiamo oltre 400mila giovani. Per cambiare Napoli non ci vogliono i proclami, ma gli esempi di genitori, insegnanti, istituzioni. Se loro sbagliano tutto il resto inutile. E bello che il sindaco di Napoli vada nelle scuole a parlare della Costituzione. Molti pensano che il disagio sia solo laddove c la povert. Non vero. Abbandonati sono, ad esempio, anche tanti ragazzi di Posillipo che i genitori riempiono di soldi per tacitare i sensi di colpa. In Campania esistono 492 case di accoglienza per minori, ma anche l tanti lo fanno per soldi. Quali sono le principali ragioni della dispersione scolastica a Napoli? Molti genitori non ritengono necessaria la scuola. E allora i bambini per strada ti diranno che c vac a fa, semp disoccupat so. Inoltre la scuola non sempre fruibile e tanti insegnanti non sono adatti al mestiere. Si deve comprendere che tagliare alla scuola vuol dire togliere il futuro alla societ. Per fortuna credo sia cominciata uninversione di tendenza: i genitori, per esempio, oggi sono pi consapevoli dellimportanza di dare unistruzione ai propri figli.

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