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RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA SECONDO REPORT LUGLIO - SETTEMBRE 2009 AREA 8 SIC IT9220055 Bosco Pantano di Policoro e Foce Sinni SETTEMBRE 2009

SECONDO REPORT LUGLIO - SETTEMBRE 2009 AREA 8 · B Plantago lagopus, Lagurus ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago bellardii, Anchusa hybrida Non segnalato

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RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA

SECONDO REPORT LUGLIO - SETTEMBRE 2009

AREA 8

SIC IT9220055 Bosco Pantano di Policoro e Foce Sinni

SETTEMBRE 2009

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SIC IT9220055 Bosco Pantano di Policoro e Foce Sinni

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA SCHEDA DI SINTESI DEL RAPPORTO N° 2 Data : 27.10.2009 Area numero : 8 Denominazione: IT9220055 Bosco Pantano di Policoro e Foce Sinni Capo Area: Carmen Gangale Capo Sito: Egidio Fulco Gruppo di lavoro:

Nome Sito Ruolo Egidio Fulco Bosco Pantano di Policoro Zoologo Giulio Sarli Bosco Pantano di Policoro Agronomo Alfonso Tortora Bosco Pantano di Policoro Forestale Filippo Miraglia Bosco Pantano di Policoro Veterinario Rosaria Pizzolla Bosco Pantano di Policoro Ingegnere Con il contributo di: Carmen Gangale Costa ionica Botanica Silvia Sgrosso Costa ionica Zoologa Salvatore Di Matteo Costa ionica Veterinario Vito Santarcangelo Costa ionica Entomologo

Tematiche Uscite – Data Agronomia 29.07.2009 – 05.08.2009 – 31.08.2009 – 12.09.2009 – 19.09.2009 –

29.09.2009 Botanica 19.09.2009 Forestale 19.07.2009 Zoologia 12.07.2009 – 29.07.2009 – 05.08.2009 – 31.08.2009 – 19.09.2009 –

29.09.2009 Impatti Ambientali 18.07.2009 – 01.08.2009 – 12.08.2009 – 15.09.2009 Altro

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LISTA HABITAT RIPORTATI NEL FORMULARIO STANDARD DEL MINISTERO

AMBIENTE (agg. 2003):

1. 91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,

Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

2. 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)

3. 2250 Dune costiere con Juniperus

4. 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

5. 6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde

6. 5230 Matorral arborescenti di Laurus nobilis

LISTA HABITAT INDIVIDUATI NEL MONITORAGGIO SECONDO IL NUOVO MANUALE ITALIANO DI INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (2009) DE LLA DIRETTIVA 92/43/CEE Codice Denominazione NOTE 1

Grado di conservazione

NOTE 2 Specie caratteristiche

NOTE 3 Permanenze/cambiamenti

Indicare lo stato di conservazione specifico di ogni singolo habitat in relazione ai fattori di pressione

Indicare l’avvenuta individuazione di specie caratteristiche dell’habitat

Indicare permanenze e modificazioni rispetto alla scheda 2003 e commentare l’eventuale attribuzione di un nuovi codici in base al nuovo manuale interpretazione habitat 2009 Indicare solo habitat effettivamente riscontrati Indicare se si pensa di dover ancora effettuare approfondimenti e quali. Indicare i tempi previsti

1130 Estuari Da verificare Non segnalato precedentemente. Richiede ulteriori indagini per definire estensione e caratterizzazione floro-faunistica.

2110 Dune embrionali mobili B Agropyron junceum, Medicago marina, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella

Non segnalato nella scheda Natura 2000

2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)

Gli interventi di ripristino della duna effettuati in alcune aree del sito non hanno avuto effetti soddisfacenti

Ammophila arenaria ssp. australis Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Pancratium maritimum.

2210 Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)

come sopra Pancratium maritimum, Ephedra distachya.

Non segnalato nella scheda Natura 2000. Da chiarire meglio il rapporto tra gli habitat 2110, 2120 e 2210 che, anche a causa del disturbo antropico, tendono a presentarsi in un mosaico in cui i diversi elementi caratteristici si mescolano. L’habitat 2210 sembra essere quello più frammentato e impoverito.

2230 Dune con prati dei B Ononis variegata, Non segnalato nella scheda Natura

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Malcolmietalia Pseudorlaya pumila, Silene colorata, Medicago littoralis, Vulpia membranacea, Malcolmia ramosissima, Cutandia maritima

2000

2240 Dune con prati dei Brachipodietalia e vegetazione annua

B Plantago lagopus, Lagurus ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago bellardii, Anchusa hybrida

Non segnalato nella scheda Natura 2000

2250 Dune costiere con Juniperus

B Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa

2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

B Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Prasium majus, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Rubia peregrina, Clematis flammula, Calicotome sp.

Non segnalato nella scheda Natura 2000. Il nuovo Manuale Italiano degli Habitat riferisce a questo habitat anche le formazioni di macchia bassa delle dune con elementi dei Pistacia-Rhamnetalia, che sono gli aspetti più frequenti nel sito.

3280

Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba.

Da verificare Non segnalato nella scheda Natura 2000. Da verificare la presenza e la composizione floristica.

7210* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae

D Cladium mariscus. Non segnalato nella scheda Natura 2000. Da verificare l’effettiva attribuzione all’habitat, in quanto mancano le altre specie caratteristiche.

91F0

Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

B

Ulmus minor, Fraxinus oxycarpa, Alnus glutinosa, Sambucus nigra, Urtica dioica, Hedera helix, Cornus sanguinea

92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

C

Populus alba, Arum italicum, Clematis viticella, Hedera helix, Fraxinus oxycarpa, Rosa sempervirens, Brachypodium sylvaticum.

Non segnalato nella scheda Natura 2000.

Note:

Le formazioni a sclerofille indicate nella Scheda Natura 2000 con l’habitat “6310 Dehesas con

Quercus spp. sempreverde”, sono qui riferite all’habitat “2260 Dune con vegetazione di sclerofille

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dei Cisto-Lavanduletalia”, in cui il nuovo Manuale degli Habitat include anche le formazioni di

macchia e gariga delle dune litoranee ricche di elementi dei Pistacio-Rhamnetalia.

L’habitat “5230 Matorral arborescenti di Laurus nobilis”, segnalato nella scheda Natura 2000, è in

genere tipico dei boschi di forra in cui il Lauro forma uno strato dominante. In questo sito la specie

è presente come elemento del bosco igrofilo planiziale riferito all’habitat 91F0.

RELAZIONI ECOSISTEMICHE, DINAMICHE E CONTATTI Codice Denominazione STRUTTURA

della vegetazione INDICATORE ECOLOGICO

FORMA BIOLOGICA DOMINANTE

FORMA COROLOGICA DOMINANTE

AD ESEMPIO VEGETAZIONE DISCONTINUA , BOSCO CADUCIFOGLIE , PRATO/PASCOLO... ECC

UNA O PIÙ SPECIE

1130 Estuari Vegetazione sommersa e natante

Igrofita Ampia distribuzione

2110 Dune embrionali mobili

Vegetazione erbacea discontinua

Agropyron junceum, Medicago marina, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella

emicriptofita

Mediterranea

2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)

Vegetazione erbacea discontinua

Ammophila arenaria ssp. australis Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Pancratium maritimum.

Geofita Mediterranea

2210 Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)

Vegetazione erbacea discontinua

Pancratium maritimum, Ephedra distachya.

Geofita Mediterranea

2230 Dune con prati dei Malcolmietalia

Pratelli terofitici stagionali

Ononis variegata, Pseudorlaya pumila, Silene colorata, Medicago littoralis, Vulpia

Terofita Mediterranea

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membranacea, Malcolmia ramosissima, Cutandia maritima

2240 Dune con prati dei Brachipodietalia e vegetazione annua

Pratelli terofitici stagionali

Plantago lagopus, Lagurus ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago bellardii, Anchusa hybrida

Terofita Mediterranea

2250 Dune costiere con Juniperus

Arbusteto discontinuo, alternato ai prati terofitici

Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa

Fanerofita Mediterranea

2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

Macchia bassa in genere chiusa e continua

Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Prasium majus, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Rubia peregrina, Clematis flammula, Calicotome sp.

Fanerofita Mediterranea

3280

Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba.

fanerofita

7210* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae

Vegetazione di cinta ad alti carici

Cladium mariscus

Neofita Paleotemperato

91F0

Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

Bosco igrofilo deciduo

Ulmus minor, Fraxinus oxycarpa, Alnus glutinosa, Sambucus nigra, Cornus sanguinea

fanerofita

Paleotemperato

92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

Bosco igrofilo deciduo

Populus alba, Arum italicum, Clematis viticella, Hedera helix, Fraxinus oxycarpa, Rosa sempervirens, Brachypodium sylvaticum.

fanerofita

Paleotemperato

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ASPETTI FAUNISTICI

3.2.a. Uccelli migratori abituali elencati nell’allegato I della direttiva 79/409/CEE

POPOLAZIONE MIGRATORIA Popolazione CODICE NOME STAN

Z. Ripr. Svern.

Stazion.

A B C D

A 0 2 1 Botaurus stellaris X P X A 0 2 2 Ixobrychus

minutus P X

A 0 2 4 Ardeola ralloides P X A 0 2 6 Egretta garzetta X P X A 0 2 7 Ardea alba P X A 0 2 9 Ardea purpurrea X V P X A 0 3 4 Platalea

leucorodia P X

A 0 9 4 Pandion haliaetus X P X A 0 7 2 Pernis apivorus X P X A 0 7 3 Milvus migrans X P X A 0 7 4 Milvus milvus X P X A 0 8 1 Circus

aeruginosus P X

A 0 8 2 Circus cyaneus P X A 1 3 8 Charadrius

alexandrinus P 1-5p

X

A 1 7 6 Larus melanocephalus X P X

A 1 7 7 Larus minutus X P X A 1 9 1 Sterna

sandvicensis X P X

A 2 1 4 Otus scops X 1-5p

X

A 2 2 4 Caprimulgus europaeus X 1-

5p X

A 2 2 9 Alcedo atthis P X A 2 9 3 Acrocephalus

melanopogon X P X

3.2.b. Uccelli migratori abituali non elencati nell’allegato I della direttiva 79/409/CEE

POPOLAZIONE MIGRATORIA Popolazione CODICE NOME STAN

Z. Ripr. Svern.

Stazion.

A B C D

A 3 9 1 Pahalacrocorax carbo sinensis X P X

A 0 2 8 Areda cinerea X P X A 0 8 7 Buteo buteo X P X A 0 9 6 Falco tinnunculus X 1-2p X A 1 2 3 Gallinula

chloropus X P X

A 1 2 7 Grus grus X P X A 1 3 6 Charadrius

dubius P X

A 1 4 9 Calidris alpina X R X A 1 5 8 Numenius

phaeopus X V X

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A 1 6 5 Tringa ochropus X P X A 1 7 9 Larus ridibundus X C C X A 1 8 4 Larus cachinnans X C C X A 1 8 3 Larus fuscus X P X A 2 0 8 Columba

palumbus X 6-10p X

A 2 0 9 Streptopelia decaocto X 6-10p X

A 2 1 0 Streptopelia turtur X P X

A 2 3 0 Merops apiaster X >10p

C X

A 2 2 6 Apus apus P X A 2 2 7 Apus pallidus X P X A 2 3 5 Picus viridis X C X A 2 3 7 Dendrocopos

major X 5-6p X

A 2 4 0 Dendrocopos minor X 2-3p X

A 2 4 4 Galerida cristata X C X A 2 5 7 Anthus pratensis X C X A 2 6 1 Motacilla cinerea X R P X A 2 6 2 Motacilla alba X P X A 2 5 3 Delichon urbicum X P X A 2 5 1 Hirundo rustica X P X A 2 6 5 Troglodytes

troglodytes X C X

A 2 7 1 Luscinia megarhynchos X C X

A 2 6 9 Erithacus rubecula X P P X

A 2 7 5 Saxicola rubetra X P X A 2 7 6 Saxicola torquata X R P X A 2 7 8 Oenanthe

hispanica X P X

A 2 8 3 Turdus merula X P X A 2 8 9 Cisticola juncidis X C X A 2 8 8 Cettia cetti X C X A 2 9 5 Acrocephalus

scoenobaenusx X P X

A 2 9 7 Acrocephalus scirpaceus X C X

A 2 9 8 Acrocephalus arundinaceus C X

A 3 0 4 Sylvia cantillans X P X A 3 0 5 Sylvia

melanocephala X C

A 3 0 9 Sylvia communis X P A 3 1 1 Sylvia atricapilla X P P X A 3 1 5 Phylloscopus

collybita X P C X

A 3 1 3 Phylloscopus bonelli X P X

A 3 1 6 Phylloscopus trochilus X P X

A 3 2 9 Parus caeruleus X C X A 3 3 0 Parus major X C X A 3 2 4 Aegithalos

caudatus C X

A 3 3 2 Sitta europaea C X A 3 3 6 Remiz pendulinus P P X A 3 1 9 Muscicapa striata X R C X A 3 4 1 Lanius senator P X A 3 3 7 Oriolus oriolus R P X A 3 5 1 Sturnus vulgaris X C X

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A 3 4 3 Pica pica X C X A 3 4 2 Garrulus

glandarius X C X

A 3 4 9 Corvus corone cornix X C X

A 3 5 9 Fringilla coelebs X C C X A 3 6 6 Carduelis

cannabina X P

A 3 6 4 Carduelis carduelis X C C X

A 3 6 1 Serinus serinus X P X A 3 7 7 Emberiza cirlus X P X A 3 8 3 Miliaria calandra X P X

3.2.c. Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

POPOLAZIONE MIGRATORIA Popolazione CODICE NOME STAN

Z. Ripr. Svern.

Stazion.

A B C D

1 3 5 5 Lutra lutra P X

3.2.d. Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

POPOLAZIONE MIGRATORIA Popolazione CODICE NOME STAN

Z. Ripr. Svern.

Stazion.

A B C D

1 2 2 0 Emys orbicularis P X 1 2 7 9 Elaphe

quatuorlineata P X

1 2 9 3 Zamenis lineatus P X

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3.2.g. PIANTE elencate nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE

POPOLAZIONE Popolazione CODICE NOME

A B C D

*

*se non presente nel vecchio formulario indicare in questa colonna con X

3.3 ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA E FAUNA

CODICE NOME SCIENTIFICO POPOLAZIONE MOTIVAZIONE B M A R F I P A B C D X Lissotriton italicus P X X X Bufo balearicus C X X Hyla intermedia P X X Pelophylax klepton hispanica C X X Pelophylax bergerii C X X Lacerta bilineata C X X Podarcis sicula C X X Natrix tessellata P X X Natrix natrix P X X Erinaceus europaeus P X X Hystrix cristata P X X Sus scrofa C X X Mustela putorius P X X Martes foina C X X Meles meles P X X Vulpes vulpes C X X Ephedra distachya C X X Ophrys fuciflora s.l. R X X Ophrys incubacea R X X Ophrys apifera R X X Anacamptis pyramidalis R X X Ophrys sphegodes ssp. garganica R X X Fraxinus oxycarpa C X X Laurus nobilis C X X Iris pseudocorus R X X Cladium mariscus V X X Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa C X X Clematis viticella R X X Pancratium maritimum C X X Juniperus phoenicea V X

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DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE DEL SITO

L’area del SIC è di 949 ha ed include delle zone ad uso agricolo, la foce del fiume Sinni con le aree

golenali e la zona dunale.

Attualmente la proprietà del bosco Pantano è divisa tra privati ed enti pubblici: circa 250 ettari sono

di proprietà privata, l’azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Pantano possiede 150 ha

(trasferita all’ALSIA dall’ESAB nel 1999), 84 ha sono di proprietà demaniale e solo 21 ha

appartengono al Comune di Policoro.

ASPETTI MORFOLOGICI, GEOLOGICI E IDROGEOLOGICI

L'ambiente naturale si presenta molto diversificato ed eterogeneo, essendo caratterizzato dalla

presenza della foce del fiume Sinni, dal litorale sabbioso, dal sistema dunale e retrodunale, dagli

stagni e dalla palude e dal bosco planiziale.

L’area può essere suddivisa in tre fasce morfologicamente e geologicamente distinte che

procedendo dalla costa fino all’interno, possono essere sintetizzate in avanspiaggia, retrospiaggia e

fascia dei terrazzi. La prima è poco ampia ed è completamente priva di cordoni dunali. Lo

smantellamento delle dune è dovuto in parte agli interventi antropici, in parte all’azione erosiva

prodotta dagli eventi alluvionali che periodicamente hanno interessato l’area.

Il retrospiaggia, invece, è costituito da un’ampia pianura che si raccorda gradualmente con quelle

alluvionali recenti legate al corso d’acqua presente.

La zona più interna è caratterizzata da un’ampia pianura terrazzata; sono sette gli ordini di terrazzi

marini presenti, individuabili da caratteristiche scarpate di abrasione marina subparallele all’attuale

linea di costa.

Dal punto di vista geologico l’intera area ricade nella porzione Meridionale dell’Avanfossa

Appenninica.

Il substrato geologico, affiorante in pochi punti, è costituito dalle argille subappenniniche del ciclo

bradanico superiore (Pliocene inf.) sulle quali poggiano discordanti i depositi marini terrazzati, le

alluvioni recenti ed attuali del predetto fiume, i depositi di spiaggia ed i depositi di piana costiera .

I depositi marini terrazzati affiorano estesamente alla sommità tabulare dei rilievi collinari ed

individuano delle superfici di terrazzamento marino generatesi, durante il Pleistocene medio

superiore, a causa dell’azione combinata delle variazioni glacioeustatiche del livello marino e

dell’innalzamento dell’intera area dovuto alle ultime fasi dell’orogenesi appenninica.

I depositi alluvionali recenti, sono costituiti essenzialmente da depositi argilloso- sabbioso-ghiaiosi

con intercalati livelli sabbiosi.

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Nella piana costiera, i sedimenti alluvionali sono più spiccatamente sabbiosi e poggiano, lungo una

superficie indistinta, su depositi di ambiente di transizione rappresentati da sabbie, ghiaie e limi in

lenti e livelli variamente distribuiti nello spazio Infatti, durante le fasi terminali dell’ultima

trasgressione olocenica, che aveva portato la linea di costa ben più all’interno rispetto a quella

attuale, l’apporto di notevoli quantità di depositi terrigeni ha determinato la sedimentazione di una

potente serie di depositi lungo la fascia costiera.

Questi depositi presentano una variabilità spaziale dei caratteri granulometrici tipica dei depositi di

transizione e la permeabilità varia da medio bassa a molto bassa, passando dai livelli sabbiosi a

quelli limoso-argillosi.

L’assetto idrogeologico dell’area è fortemente condizionato dalla presenza del corso d’acqua del

Fiume Sinni che la solca, sia come tipologia di depositi presenti sia come incisione fluviale,

costituendo un ambiente idrogeologico alquanto eterogeneo.

La sequenza stratigrafica, costituita da depositi abbastanza grossolani con permeabilità medio–alta

giacenti su un substrato più francamente argilloso (argille grigio–azzurre) a bassa permeabilità,

garantisce la presenza di un acquifero (monostrato o multistrato) che ha come recapito naturale il

Mar Jonio.

La notevole variabilità, sia della permeabilità sia delle condizioni litostratigrafiche, impone alle

acque di falda una altrettanto ampia variabilità nelle modalità di circolazione sotterranea, tra libera

ed in pressione.

I livelli acquiferi si individuano nei livelli sabbioso–ghiaioso–conglomeratici dei depositi marini

terrazzati e nelle alluvioni attuali e/o recenti.

Nei primi si individua un’ acquifero abbastanza continuo e potente con variabilità locale delle

permeabilità.

Nei depositi alluvionali recenti e attuali le falde idriche sono spesso discontinue e poco potenti ed

alimentano l’acquifero della piana costiera.

Nell’acquifero costiero, gli strati permeabili, generalmente sabbiosi, sono confinati all’interno di

livelli impermeabili di varia estensione e spessore.

La quota del letto del suddetto acquifero, coincidente con il tetto dell’unità argillosa inferiore della

piana costiera, descresce dall’interno verso la costa, con un andamento alquanto irregolare,

caratterizzato anche da locali depressioni del letto, subparallele alla costa.

Vicino alla costa il letto dell’acquifero costiero si spinge sotto il livello del mare, permettendo in tal

modo, in funzione delle condizioni idrodinamiche, l’intrusione marina.

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QUALITA’ ED IMPORTANZA

Il sito presenta un’interessante alternanza di ambienti che nel complesso favoriscono la presenza di

un elevato numero di specie. Risulta particolarmente interessante la struttura del “bosco sottano” a

ridosso della Foce del Sinni, con Frassini di grande dimensione che consentono la nidificazione, tra

gli altri, del Picchio rosso minore (Dendrocopos minor), la cui presenza nel sito riveste una certa

importanza biogeografica, dato che l’areale principale della specie segue la dorsale appenninica. Le

piccole zone umide residue delle bonifiche del passato svolgono un ruolo fondamentale per la

riproduzione di anfibi e rettili di interesse conservazionistico, come la Raganella italiana (Hyla

intermedia) e soprattutto la Testuggine palustre (Emys orbicularis), entrambe presenti nei canali che

attraversano l’area di studio. Le piccole zone umide, inoltre, svolgono un’importante funzione di

foraggiamento per gli uccelli migratori, che sostano nei canneti e nei giuncheti durante le

migrazioni utilizzandoli come siti di stop-over. Il sito ospita uno dei pochi boschi planiziali residui

del sud Italia ed in particolare l’unico sito nella regione in cui è presente l’habitat 91F0. Il

complesso delle dune e degli habitat umidi retrodunalI è notevolmente esteso, nonostante le pesanti

compromissioni, e nel complesso il sito comprende un biotopo ormai scomparso in gran parte del

territorio regionale e nazionale.

VULNERABILITA’

Il sito è sottoposto a forte pressione antropica, soprattutto nei suoi settori occidentali e settentrionali.

In particolare si rileva la presenza di colture intensive a ridosso del confine del SIC, che influiscono

negativamente sullo stato di conservazione delle piccole zone umide e della duna, già fortemente

compromessa a causa dell’erosione costiera, particolarmente evidente alla destra idrografica della

foce. Alcune opere di regimazione fluviale, inoltre, hanno canalizzato completamente il corso del

Sinni all’interno di condotti artificiali, situazione decisamente sfavorevole per la risalita del pesce

verso le zone più a monte del fiume. Questi interventi hanno anche influenzato drasticamente il

dinamismo della vegetazione: la presenza di molti individui di pioppo morti o deperienti in aree

attualmente colonizzate da macchia mediterranea sono il segno di come negli ultimi decenni sia in

atto una riduzione del bosco igrofilo e la sua sostituzione a sclerofille a causa del più accentuato

drenaggio del suolo.

L’azione del pascolo in linea di massima sembra sostenibile e non particolarmente critica fatta

eccezione per un’area posta sul confine SUD-OVEST del SIC. In tale area si rileva un’elevata

pressione da parte di un allevamento di bovini che di fatto altera notevolmente la struttura degli

habitat presenti in zona.

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Si ritiene, inoltre, che le battute di caccia al Cinghiale autorizzate dalla Regione all’interno dei

confini del sito siano estremamente dannose per la conservazione della fauna selvatica presente. In

particolare si ritiene urgente interdire completamente alla caccia l’intero perimetro del SIC ed

eventualmente valutare, attraverso opportune indagini quantitative, l’effettiva consistenza numerica

del Cinghiale e gli eventuali danni che tale presenza provoca sui territori adiacenti. Allo stato

attuale l’attività di caccia di selezione, condotta con l’ausilio di mezzi 4x4, provoca un disturbo

estremamente elevato per la fauna presente in loco, con particolare riferimento alla Lontra.

La pressione turistica non sembra altrettanto problematica grazie al fatto che nell’area non vi sono

stabilimenti balneari.

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ALTRE SPECIE CON VALORE DI BIOINDICAZIONE SPECIE HABITAT COD VALORE DI BIOINDICAZIONE Indicare se si tratta di specie

endemiche, specie al limite del loro areale di distribuzione, popolazioni in espansione/contrazione, specie rare localmente, specie utilizzate localmente …….altro

Ephedra distachya Dune fisse del litorale (Crucianellion

2210 Lista Rossa Nazionale e Regionale

Ophrys fuciflora s.l. Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

2260 CITES *

Ophrys incubacea Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

2260 CITES *

Ophrys apifera Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

2260 CITES *

Anacamptis pyramidalis Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

2260 CITES *

Ophrys sphegodes ssp. Garganica

Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

2260 CITES *

Fraxinus oxycarpa Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris

91F0 Art. 3, DPGR 55/2005

Laurus nobilis Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris

91F0 Art. 3, DPGR 55/2005

Iris pseudocorus Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris

91F0 Lista Rossa Regionale

Cladium mariscus Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae

7210 Specie rara meritevole di tutela. Piccola popolazione molto localizzata *

Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa

Dune costiere con Juniperus 2250 Specie caratteristica dell’habitat 2250

Clematis viticella Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris

91F0 Lista Rossa Regionale *

Pancratium maritimum Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)

2210 Lista Rossa Regionale. Art. 2, DPGR 55/2005.

Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)

2120

Juniperus phoenicea Dune costiere con Juniperus 2250 Lista Rossa Regionale. Art. 2, DPGR 55/2005. Da verificare l’attuale consistenza della popolazione. *

SPECIE ALIENE SPECIE HABITAT COD ENTITA’ DELLA

POPOLAZIONE GRADO DI PENETRAZIONE NELLE CENOSI NATURALI

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ALTO /MEDIO /BASSO

Descrivere come la specie si comporta nelle relazioni inter/intraspecifiche

Azolla caroliniana Willd. Canalie artificiale

Rilevata solo in un canale artificiale

Eucaliptus camaldulensis

92A0

Acacia retinoides macchia INDICATORI DI DISTURBO SPECIE HABITAT COD DISTURBO STRESS CATEGORIE

GRIME ALTO /MEDIO

/BASSO ALTO /MEDIO /BASSO

COMPETITIVE, RUDERALI, STRESS TOLLERANTI

INDIVIDUI DI PREGIO SPECIE NOTE RIF FOTOGRAFICO

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FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTAN TE FENOMENI E ATTIVITÀ GENERALI E PROPORZIONE DELLA SUPERFICIE DEL SITO INFLUENZATA

FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO CODICE INTENSITÀ % DEL SITO INFLUENZA CODICE INTENSITÀ % DEL SITO INFLUENZA

1 7 0 B - 7 4 0 A - 1 4 0 C 0 7 9 0 A - 1 4 1 B 0 7 0 9 A - 1 5 1 A - 8 5 2 A - 1 4 0 A - 1 1 0 A - 8 3 0 A - 1 2 0 A - 1 0 0 A - 1 3 0 A - 1 0 1 A - 1 9 0 B 0 1 0 2 A - 4 3 0 A + 0 - 8 9 0 A - 4 4 0 A + 0 - 5 0 2 A - 9 7 6 A + 0 - 4 0 9 A - 3 0 0 A + 0 - 4 1 2 A - 3 0 1 A + 0 - 1 8 0 A - 1 6 5 B 0 9 7 6 A -

FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO CODICE INTENSITÀ % DEL SITO INFLUENZA CODICE INTENSITÀ

% DEL SITO INFLUENZA 1 7 0 A - 8 3 0 A - 1 0 0 A - 4 2 4 A - 1 0 1 A - 5 0 2 A - 1 2 0 A - 1 8 0 A - 1 4 0 A - 1 6 5 B 0 1 5 1 A - 1 9 0 B 0 7 4 0 A - 1 1 0 A - 9 7 6 A -

DETRATTORI (IMPATTI AMBIENTALI) E CONSIDERAZIONI AG RONOMICHE Nel 1961 ebbero termine le operazioni di deforestazione del bosco Pantano e la superficie

disboscata fu trasformata in zona agricola. A questo tipo di interventi di deforestazione da una parte

e rimboschimento di alcune zone dall’altra, non sono comunque seguite negli anni attività di

gestione forestale, limitandosi ad interventi occasionali in situazioni straordinarie.

Attività umane presenti

Nel seguito vengono descritte in maniera dettagliata le caratteristiche delle attività antropiche

più significative individuate, che sono:

• Coltivazioni;

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• Caccia e pesca;

• Utilizzo dei prodotti del sottobosco;

• Urbanizzazione;

• Strutture sportive e di svago

Coltivazioni

Una parte consistente del sito è interessata da attività agricole intensive di frutteti specializzati e

specie erbacee ed orticole come pure le aree esterne. Le minacce direttamente connesse

all’agricoltura intensiva sono:

– uso di pesticidi e fertilizzazione, che si possono tradurre in un’alterazione dei parametri

chimico-fisici del suolo e delle acque;

– eliminazione o contrazione delle siepi e dei filari con eccessiva semplificazione del paesaggio

agrario ed isolamento del bosco rispetto agli ambienti naturali circostanti.

L’ambiente fisico, la copertura vegetazionale e l’uso del suolo dell’area in esame sono soggetti a

trasformazioni e fenomeni dinamici in larga misura provocati da interventi antropici che hanno

interessato direttamente (bonifica) ed indirettamente (costruzione della diga di Monte Cotugno) la

pianura costiera ed il medio basso corso del fiume Sinni.

Caccia e Pesca

Il territorio della Riserva Pantano è sottoposto a vincolo floro –faunistico (DPGR 24 novembre 1987 e LR

22/5/80 n.42) secondo il quale è vietata la caccia e la pesca, salvo indicazioni/autorizzazioni dell’ente gestore

(nello specifico il WWF Italia – tramite la Società Polieion – sulla base di una concessione della proprietà)

per motivi di conservazione degli equilibri faunistici.

Utilizzo di prodotti del sottobosco

La raccolta di funghi, tartufi, frutti spontanei, erbe selvatiche è vietata in base alla L.R.28/99; è vietata la

raccolta di qualsiasi organismo vegetale vivo o morto. E’ altresì vietata la raccolta, il danneggiamento, la

detenzione e la vendita di qualsiasi specie di funghi, tartufi e licheni. Per motivi legati ad iniziative di studio

e ricerca scientifica documentati possono essere concesse autorizzazioni al prelievo di limitate quantità di

esemplari vegetali.

Urbanizzazione

L’Oasi Naturale WWF Policoro-Herakleia è situata all’interno della Riserva Regionale, Bosco Pantano di

Policoro, precisamente a sinistra della foce del fiume Sinni. Sono inoltre presenti, nella zona a monte della

foce del fiume Sinni le strutture dell’azienda agricola, che si trovano sul limite del confine del pSIC. Vige il

divieto di realizzazione di nuove opere edilizie, ad eccezione delle strutture per la gestione della riserva.

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Strutture sportive e di svago

Il Bosco di Policoro e la zona costiera rappresentano degli importanti centri di attrazione turistica della zona,

sia nel periodo estivo di vacanza di massa sia in periodi primaverili autunnali (da marzo ad ottobre) nei quali

è possibile fare delle visite didattiche presso l’oasi WWF Bosco di Policoro, diversificate nei percorsi e nelle

tematiche. Essa è situata all’interno della Riserva Regionale, a sinistra della foce del fiume Sinni, ai margini

dell’area protetta e dispone di una serie di attrezzature quali:

Centro informativo galoppatoio con n.10 box stalla, centro ippico “l’oasi” affiliato FISE;

CRAS (centro recupero animali selvatici); vasche per la stabulazione tartarughe; foresteria accogliente per

ospitare visitatori

L’ambiente fisico, la copertura vegetazionale e l’uso del suolo dell’area in esame sono soggetti a

trasformazioni e fenomeni dinamici in larga misura provocati da interventi antropici che hanno

interessato direttamente (bonifica) ed indirettamente (costruzione della diga di Monte Cotugno) la

pianura costiera ed il medio basso corso del fiume Sinni.

Questi cambiamenti si evidenziano osservando alcuni fenomeni fisici che stanno interessando il

territorio del sito in esame quali:

� progressivo inaridimento della costa e della zona sublitoranea a causa dell’abbassamento

della falda dovuto al drenaggio dei canali di bonifica che riversano in mare l’acqua dolce;

� diminuita portata dei fiumi dovuti agli sbarramenti degli invasi delle zone interne;

� erosione costiera che tra le varie concause trova lo scarso apporto di sedimenti fluviali;

� incremento dell’urbanizzazione del litorale dovuta agli insediamenti turistici costieri con

conseguente riduzione di superficie e perdita di significatività dell’ area di rilevante

interesse naturalistico.

L’area è caratterizzata da una morfologia pianeggiante tipica delle pianure costiere, con

microvariazioni altitudinali assai poco pronunciate, prodotte dall’alternarsi di dune recenti e di

depressioni, disposte parallelamente alla linea di costa. L’azione degli agenti geomorfologici e

l’opera dell’uomo, con gli interventi di bonifica realizzati all’inizio del secolo scorso, hanno

fortemente attenuato le già modeste differenze di quota tra dune e depressioni, alterando le

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condizioni ecologiche stazionali soprattutto delle aree circostanti il SIC. Oltre al fiume Sinni, la

rete idrografica si caratterizza per la presenza di una fitta maglia di canali cementificati, formata da

canali principali e secondari sia paralleli sia perpendicolari alla costa. Questi canali hanno una

funzione drenante, raccolgono le acque delle aree più a monte della riserva e le riversano

direttamente a mare,

in questo modo contribuiscono, congiuntamente alla riduzione della portata del fiume Sinni dovuta

alla costruzione della Diga di Monte Cotugno e di varie traverse di derivazione, ad accentuare

l’abbassamento della falda freatica superficiale ed alla riduzione delle condizioni di minore

igrofilia del bosco e del sito in genere.

Questo stato di cose determina l’innescarsi di processi di degrado delle fitocenesi che si orientano

verso condizioni di minore igrofilia con maggiore diffusione di sclerofille, peraltro un aumento

generalizzato di nutrienti dovuto all’agricoltura intensiva, determina un consistente ampliamento

della componente di specie sinantropiche e infestanti con banalizzazione delle biodiversità e

perdita di stabilità.

La costruzione della Diga di Monte Cotugno, come già accennato, ha fortemente alterato l’assetto

idrografico generale, provocando approfondimenti degli alvei a valle degli sbarramenti ed

arretramenti della linea di costa.

In generale il paesaggio, frutto dell’intenso sfruttamento agricolo e delle modificazioni apportate

dagli uomini, risulta compromesso in termini di funzionalità e connettività dei sistemi naturali.

Attualmente il grado di copertura e le condizioni vegetative di questi soprassuoli sono molto

variabili ed in vari punti sono evidenti i segni di deperimento dei popolamenti. Le cause del degrado

sono svariate: modificazioni delle condizioni idrogeologiche, ingressione marina, incendi, mancata

esecuzione degli interventi di diradamento, incompatibilità con alcune attività antropiche, variazioni

della linea di costa, aerosol marini, attacchi epidemici di insetti fitofagi.

Oltre agli aspetti fin qui trattati, non va dimenticato un elemento di semplice intuizione,

rappresentato dall’impatto inevitabile dell’area estuariale del Sinni con il mare. Questa tendenza

conferma la stretta relazione esistente tra i fiumi e la circolazione idrica sotterranea dell'area in

esame. In prossimità della costa, il letto dell’ alveo é posto a quote prossime o inferiori a quelle del

mare. Di conseguenza, in assenza di deflussi, durante i periodi di bassa pressione, spirando venti del

secondo quadrante e comunque in condizioni di alta marea, il reticolo idrografico può divenire un

reale veicolo per l'intrusione di acqua di mare verso l'interno . In tal modo é possibile che l'acqua

marina risalga l’ alveo e quindi si possa infiltrare nell'acquifero.

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Aspetti critici (logistica/organizzazione/contatti inter-extra area/altro)

L’accesso al lato destro del Sinni, in prossimità della foce è possibile solo attraversando alcune

proprietà private. Non esiste una strada e/o sentiero che consenta direttamente l’accesso a questa

zona del SIC senza passare all’interno dei terreni dell’azienda agricola.

DESCRIZIONE FORESTALE:

Data la notevole variabilità di ambienti forestali che caratterizzano il sito in oggetto, le descrizioni

sono corredate dalle coordinate dei punti in cui tali dati trovano validità.

Sponde del fiume Sinni - (UTM - 33N - WGS84)

0642573 E – 4445705 N

Descrizione della stazione: fustaia monoplana matura a densità elevata, e copertura circa del 60%,

di origine naturale; rinnovazione sporadica ed insufficiente di Populus alba. La composizione

arborea è costituita da: Populus alba, Populus nigra, Eucaliptus camaldulensis, Alnus cordata,

Ulmus minor. La specie prevalente è costituita da Populus alba.

0642146 E – 4445863 N

Descrizione della stazione: spessina, di origine naturale. La composizione arborea è costituita da:

Populus alba, Populus nigra, Alnus cordata.

Interno bosco sottano naturale:

0643770 E – 4447018 N

Descrizione della stazione: fustaia monoplana di origine naturale stramatura, mediamente vigorosa,

con copertura di circa il 50 % a scarsa densità. Presenza di danni da fauna selvatica (5 %). La

composizione arborea è costituita da: Ficus carica, Fraxinus oxycarpa (in prevalenza).

Interno bosco sottano artificiale:

0644741 E – 4448808 N

Descrizione della stazione: fustaia monoplana matura, mediamente vigorosa di origine artificiale.

Ottima l’accessibilità La composizione arborea è costituita da: Eucaliptus camaldulensis

(prevalente), Pinus halepensis, Acacia retinoides.

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LEGENDA n° Uso del suolo

1 coltivo 2 coltivo 3 battigia e vegetazione delle dune 4 canneto 5 incolto

6 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

7 battigia e vegetazione delle dune 8 macchia psammofila 9 macchia psammofila

10 battigia e vegetazione delle dune 11 macchia psammofila 12 edificato 13 canale artificiale

14 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

15 macchia e canneto 16 canale artificiale 17 coltivo 18 canale artificiale 19 bosco e canneto 20 macchia 21 macchia 22 macchia 23 bosco igrofilo

24 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

25 Macchia

26 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

27 Macchia 28 bosco igrofilo 29 corso d'acqua 30 Edificato 31 canale artificiale 32 Coltivo 33 bosco igrofilo 34 canale artificiale 35 Incolto 36 Coltivo 37 colture coperte 38 bosco igrofilo

39 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

40 bosco e canneto 41 Coltivo

42 boscaglia igrofila (saliceto e/o tamariceto)

43 Incolto 44 Edificato 45 Incolto 46 Coltivo 47 macchia psammofila 48 macchia psammofila

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Fotografie e video allegati Indicazioni per le coordinate GPS:

DATUM: WGS84

FUSO: 33T

NUMERO LOCALIZZAZIONE SOGGETTO COPYRIGHT DATA 1 0640393E – 4447281N Briglia e Canalizzazione Sinni Egidio Fulco 29.07.09 2 0640266E – 4447328N Spraint Lontra Bosco di Policoro Egidio Fulco 29.07.09 3 Zona CNR Volpe Bosco di Policoro Egidio Fulco 29.07.09 4 0643606E – 4446043N Saettone occhirossi Foce Sinni Egidio Fulco 30.06.09 5 0644356E – 4447784N Tritone italiano Bosco di Policoro Egidio Fulco 29.09.09 6 0644264E – 4447900N Monachella Bosco di Policoro Egidio Fulco 11.04.09 7 0644356E – 4447784N Stagno retrodunale Egidio Fulco 29.09.09 8 Lato destro della foce del Sinni Sfalcio erba medica Giulio Sarli 29.07.09 9 Zona “ENEA” Rimozione e accumulo di terreno Giulio Sarli 29.07.09 10 Bosco soprano Veduta storica ante SS “Sinnica” CNR -

Foto 1. Canalizzazione del Sinni (Foto E. Fulco)

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Foto 2. Spraint di Lontra (Lutra lutra). Foto: E. Fulco

Foto 3. Volpe (Vulpes vulpes). Foto: E. Fulco

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Foto 4. Saettone occhi rossi (Zamenis lineatus). Foto: E. Fulco

Foto 5. Tritone italiano (Lissotriton italicus). Foto: E. Fulco

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Foto 5. Monachella (Oenanthe hispanica) in migrazione. Foto E. Fulco

Foto 7. Stagno retrodunale. Foto: E. Fulco

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Foto 8. Attività agronomiche nel SIC (Poligono 41- sfalcio di erba medica). Foto: G. Sarli

Foto 9. Poligono 43- incolto con rimozione di terreno ed accumulo di dune brecciose. Foto G. Sarli

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Foto 10. Veduta aerea del Bosco Soprano prima della costruzione della SS “Sinnica”. Foto: CNR