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CONVENZIONE DELLE ALPI Opera di consultazione Segnali alpini 1 2 a edizione

Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali Alpini 1 La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione Anno di pubblicazione: 2010, seconda edizione Pubblicato da: Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi

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Segnali alpini 1 • 2a edizione

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Segretariato permanente della Convenzione delle [email protected]

Sede di Innsbruck:Herzog-Friedrich-Straße 15A-6020 InnsbruckAustria

Sede distaccata di Bolzano:Viale Druso 1 – Drususallee 1I-39100 Bolzano BozenItalia

Colofone

Editore:

Segretariato permanente della Convenzione delle AlpiHerzog-Friedrich-Straße 15A-6020 InnsbruckAustria

Responsabile:Marco Onida - Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi

Grafica:Werbeagentur Ingenhaeff-Beerenkamp, 6067 Absam (www.i-b.at)

Stampa:Pinxit Druckerei GmbH, 6067 Absam (www.pinxit.at)

© Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, Innsbruck, 2010

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Segnali alpini 1

Prefazione

La Convenzione delle Alpi ed i suoi protocolli sono un insieme di strumenti intesi a facilitare la coope-razione fra i Paesi dell’arco alpino, al fine di perseguire una politica complessiva che assicuri un equili-brio fra crescita economica, benessere sociale e tutela del territorio e dell’ambiente in generale. Essa svolge quindi un ruolo importante per sfruttare al meglio - con un occhio alle generazioni future - le importanti specificità che le regioni alpine, poste in posizione centrale in Europa, offrono.

"Convenzione delle Alpi – opera di consultazione“, è stata la prima pubblicazione del Segretariato per-manente della Convenzione delle Alpi, istituito nel 2002. Quest’opera raccoglie in un unico volume, edito nel 2003, i testi giuridici di riferimento della Convenzione nonché alcune informazioni generali sul territorio della Convenzione e la relativa popolazione. Questa seconda edizione trova origine, oltre che nel fatto che la prima edizione è ormai esaurita, da un’esigenza di aggiornamento rispetto ad alcuni sviluppi importanti: nel 2006 (IX Conferenza delle Alpi) sono state approvate due dichiarazioni, rispetti-vamente sui cambiamenti climatici e sulla popolazione e cultura nelle Alpi. Nel 2009 (X Conferenza delle Alpi) è stato adottato un piano d’azione sui cambiamenti climatici nelle Alpi.

Questa raccolta punta a migliorare la conoscenza della Convenzione delle Alpi e dei suoi obiettivi e a rappresentare un utile strumento per quanti, nel loro lavoro o per passione, desiderano avere sempre a portata di mano i fondamenti della Convenzione delle Alpi. Essa non intende tuttavia sostituire la fonte più completa di informazioni sulla Convenzione delle Alpi - il sito www.alpconv.org – nel quale sono contenuti, fra l’altro, tutti i documenti e gli studi che originano dalle intense attività dei gruppi di lavoro e delle piattaforme della Convenzione delle Alpi, così come i diversi volumi della “Relazione sullo stato delle Alpi”.

Marco Onida Segretario generale della Convenzione delle Alpi

Innsbruck, Bolzano Febbraio 2010

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Indice del contenuto pagina

Annotazione di pubblicazione 2

Prefazione 5

Indice delle carte 7

Glossario 9

Parti contraenti 11

Quadro riassuntivo delle Presidenze delle Conferenze delle Parti contraenti e del Comitato permanente 13

Stato di ratifica della Convenzione quadro, del Protocollo di Monaco e dei Protocolli d’attuazione (tavole cronologiche) 15

Unità amministrative del territorio alpino 21

Informazioni generali sul campo d’applicazione della Convenzione delle Alpi 41

Convenzione quadro 53

Protocolli Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile 63 Agricoltura di montagna 75 Protezione della natura e tutela del paesaggio 87 Foreste montane 101 Turismo 111 Difesa del suolo 123 Energia 135 Trasporti 147 Composizione delle controversie 161

Dichiarazione Popolazione e cultura 167

Dichiarazione sui cambiamenti climatici 177

Piano d’azione sul cambiamento climatico nelle Alpi 181

Meccanismo di verifica del rispetto della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attuazione 201

Regolamento per la Conferenza delle Parti contraenti (Conferenza delle Alpi) 209

Regolamento per il Comitato permanente 215

Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi – Statuto 221

Accordo di Sede – Austria 229

Accordo di Sede – Italia 241

Partenariati montani internazionali 251

Uso del logo della Convenzione delle Alpi 263

Lista d’indirizzi 265

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Indice delle carte pagina Carta 1 Le Alpi – Perimetro della Convenzione delle Alpi 42 Carta 2 Il territorio della Convenzione – Territori amministrativi che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione 43 Carta 3 La distribuzione della popolazione – Densità di popolazione nei comuni alpini 45 Carta 4 L’Evoluzione della popolazione – Evoluzione della popolazione nei comuni alpini 46 Carta 5 La struttura per età – Indice di età dei comuni 48 Carta 6 Lo sviluppo agricolo – Sviluppo delle aziende agricole con un’area >1 ha nel periodo 1980-2000. 49 Carta 7 Trasporti – I principali corridoi che attraversano le Alpi – 5 anni di sviluppo con modal split 51

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Glossario

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Convenzione delle AlpiTrattato internazionale comprendente una Convenzione quadro, nella quale sono stabiliti gli obiettivi generali di tutela e sviluppo soste-nibile delle Alpi e le norme di funzionamento degli organi decisionali della Convenzione, e vari protocolli di attuazione, i quali contengono disposizioni specifiche relative ai seguenti temi: Agricoltura di montagna, Turismo, Piani-ficazione territoriale e sviluppo sostenibile, Trasporti, Protezione della natura e tutela del paesaggio, Foreste montane, Difesa del suolo ed Energia.

Parti contraenti della Convenzione delle AlpiAustria, Francia, Germania, Italia, Liechten-stein, Principato di Monaco, Slovenia, Svizze-ra e Comunità europea.

RatificaAtto attraverso il quale una Parte contraente si vincola al rispetto e all’attuazione di un trattato internazionale, che viene ad assumere valore giuridico nel diritto nazionale.

Conferenza delle Parti contraenti (Conferenza delle Alpi, articoli 5-7 della Convenzione quadro).La Conferenza delle Alpi, composta dai Mini-stri degli Stati alpini, rappresenta l’organo de-cisionale della Convenzione delle Alpi e si riu-nisce di norma ogni due anni. La Presidenza della Conferenza delle Alpi viene esercitata a turno (per la durata di due anni) da una delle Parti contraenti.

Comitato permanente (articolo 8 della Convenzione quadro)Composto dalle delegazioni di alti funzionari delle Parti contraenti, è l’organo esecutivo della Convenzione. Si riunisce di regola due volte all’anno.

Segretariato permanente (articolo 9 della Convenzione quadro e Decisione VII/2 della Conferenza delle Alpi)Istituito nel 2002, supporta le attività degli or-gani della Convenzione, coordina le attività di ricerca alpina e svolge attività di pubbliche

relazioni. Ha sede principale a Innsbruck e sede operativa distaccata a Bolzano.

Osservatori (articolo 5(5) della Convenzione quadro)Organizzazioni internazionali governative e non governative che partecipano alle riunioni degli organi della Convenzione delle Alpi sen-za diritto di voto.

Programma di lavoro pluriennale della Conferenza delle AlpiDocumento contenente gli orientamenti e le specifiche priorità su cui concentrare le attività delle Parti contraenti e degli organi della Con-venzione nell’arco di un periodo di tempo de-finito.

Gruppi di lavoro della Convenzione delle Alpi (articolo 6, lettera e, della Convenzio-ne quadro)Gruppi di lavoro istituiti per coordinare attività delle Parti contraenti ed elaborare misure in ambiti specifici di interesse per la Convenzio-ne.

Gruppo di verifica (Decisione VII/4 della Conferenza del-le Alpi)Istituito nel 2002, ha il compito di controllare la corretta attuazione delle disposizioni della Convenzione e dei protocolli.

SOIA (articolo 3 della Convenzione quadro)Sistema di osservazione e informazione delle Alpi: consiste in una base dati e in attività di sviluppo e coordinamento della ricerca su temi alpini.

Relazione sullo Stato delle AlpiRelazione di carattere scientifico elaborata dal Segretariato permanente su temi di particolare interesse per la Convenzione.

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Comunità Economica Europea

Repubblica Francese

Repubblica Italiana

Repubblica Federale di Germania

Principato di Liechtenstein

Principato di Monaco

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Periodo Paese Conferenza delle Alpi

1989 – 1991 Austria Salisburgo 7.11.1991

1991 – 1994 Francia Chambéry 20.12.1994

1994 – 1996 Slovenia Brdo 27.2.1996

1996 – 1998 Slovenia Bled 16.10.1998

1998 – 2000 Svizzera Lucerna 31.10.2000

2000 – 2002 Italia Merano/Meran 19-20.11.2002

2002 – 2004 Germania Garmisch-Partenkirchen 16.11.2004

2004 – 2006 Austria Alpbach 9.11.2006

2006 – 2009 Francia Evian 12.3.2009

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Unità amministrative del territorio alpino

Segnali alpini 1

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Campo d’applicazione della Convenzione delle Alpi1

Page 24: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Campo d’applicazione della Convenzione delle Alpi1

Page 25: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

24 Segnali alpini 1

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nELLA REPUbbLICA D’AUSTRIA

bundesland VORARLbERG Tutti i comuni

bundesland TIROL Tutti i comuni

bundesland KÄRnTEn Tutti i comuni

bundesland SALZbURG

Salzburg (Stadt)

Bezirk Hallein

AbtenauAdnetAnnaberg im LammertalGolling an der SalzachHalleinKrisplKuchlOberalmPuch bei HalleinRußbach am Paß GschüttSankt KolomanScheffau am TennengebirgeVigaun

Bezirk Salzburg-Umgebung

AnifEbenauElsbethenEugendorfFaistenauFuschl am SeeGrödigGroßgmainHallwangHenndorf am WallerseeHinterseeHof bei SalzburgKopplNeumarkt am WallerseePlainfeldSankt Gilgen

StroblThalgauWals-Siezenheim

Bezirk Sankt Johann im Pongau

Altenmarkt im PongauBad HofgasteinBadgasteinBischofshofenDorfgasteinEben im PongauFilzmoosFlachauForstauGoldeggGroßarlHüttauHüttschlagKleinarlMühlbach am HochkönigPfarrwerfenRadstadtSankt Johann im PongauSankt Martin am Tennen-

gebirgeSankt Veit im PongauSchwarzach im PongauUntertauernWagrainWerfenWerfenweng

Bezirk Tamsweg

GöriachLessachMariapfarrMauterndorfMuhrRamingsteinSankt Andrä im LungauSankt Margarethen

im LungauSankt Michael im LungauTamswegThomatalTweng

UnternbergWeißpriachZederhaus

Bezirk Zell am See

Bramberg am WildkogelBruck an der Großglockner-

straßeDienten am HochkönigFusch an der Großglockner-

straßeHollersbach im PinzgauKaprunKrimmlLendLeogangLoferMaishofenMaria Alm am Steinernen

MeerMittersillNeukirchen am Großvenedi-

gerNiedernsillPiesendorfRaurisSaalbach-HinterglemmSaalfelden am Steinernen

MeerSankt Martin bei LoferStuhlfeldenTaxenbachUnkenUttendorfViehhofenWald im PinzgauWeißbach bei LoferZell am See

bundesland ObERÖSTERREICH

Bezirk Gmunden

AltmünsterBad Goisern

Page 26: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

Bad IschlEbenseeGmundenGosauGrünau im AlmtalGschwandtHallstattKirchhamObertraunPinsdorfSankt KonradSankt Wolfgang

im SalzkammergutTraunkirchenScharnstein

Bezirk Kirchdorf an der Krems

EdlbachGrünburgHinterstoderInzersdorf im KremstalMicheldorf in OberösterreichMollnOberschlierbachRosenau am HengstpaßRoßleithenSankt PankrazSpital am PyhrnSteinbach am ZiehbachSteinbach an der SteyrVorderstoderWindischgarsten

Bezirk Steyr-Land

GaflenzGarstenGroßramingLaussaLosensteinMaria NeustiftReichramingSankt Ulrich bei SteyrTernbergWeyer LandWeyer Markt

Bezirk Vöcklabruck

AtterseeAurach am HongarInnerschwand

MondseeNußdorf am AtterseeOberhofen am IrrseeOberwangSankt Georgen im AttergauSankt LorenzSchörfling am AtterseeSeewalchen am AtterseeSteinbach am AtterseeStraß im AttergauTiefgrabenUnterach am AtterseeWeißenkichen im AttergauWeyregg am AtterseeZell am Moos

bundesland nIEDERÖSTERREICH

Waidhofen an der Ybbs (Stadt)

Bezirk Amstetten

AllhartsbergErtlHollenstein an der YbbsOpponitzSankt Georgen am ReithSankt Peter in der AuSeitenstettenSonntagbergYbbsitz

Bezirk Baden

AllandAltenmarkt an der TriestingBad VöslauBadenBerndorfEnzesfeld-LindabrunnFurth an der TriestingHeiligenkreuzHernsteinHirtenbergKlausen-LeopoldsdorfPfaffstättenPottensteinSooßWeissenbach an der Triesting

Bezirk Lilienfeld

Annaberg

EschenauHainfeldHohenbergKaumbergKleinzellLilienfeldMitterbach am ErlaufseeRamsauRohrbach an der GölsenSankt Aegyd am NeuwaldeSankt Veit an der GölsenTraisenTürnitz

Bezirk Melk

Texingtal

Bezirk Mödling

Breitenfurt bei WienGaadenGießhüblGumpoldskirchenHinterbrühlKaltenleutgebenLaab im WaldeMödlingPerchtoldsdorfWienerwald

Bezirk Neunkirchen

AltendorfAspang-MarktAspangberg-Sankt PeterBreitensteinBuchbachEdlitzEnzenreithFeistritz am WechselGloggnitzGrafenbach-Sankt ValentinGrimmensteinGrünbach am SchneebergKirchberg am WechselMönichkirchenNatschbach-LoipersbachOtterthalPayerbachPittenPrigglitzPuchberg am SchneebergRaach am HochgebirgeReichenau an der Rax

Page 27: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

26 Segnali alpini 1

Sankt Corona am WechselScheiblingkirchen-ThernbergSchottwienSchrattenbachSchwarzau im GebirgeSeebensteinSemmeringTernitzThomasbergTrattenbachVöstenhofWarthWartmannstettenWillendorfWimpassing im SchwarzataleWürflachZöbern

Bezirk Sankt Pölten (Land)

AltlengbachAsperhofenBrand-LaabenEichgrabenFrankenfelsGrünauKasten bei BöheimkirchenKirchberg an der PielachLoichMaria-AnzbachMichelbachNeulengbachNeustift-InnermanzingPyhraRabenstein an der PielachSchwarzenbach an der

PielachStössingWilhelmsburg

Bezirk Scheibbs

GamingGöstling an der YbbsGrestenGresten-LandLunz am SeePuchenstubenRandeggReinsbergSankt Anton an der JeßnitzSankt Georgen an der LeysScheibbsSteinakirchen am Forst

Wang

Bezirk Tulln

KönigstettenSieghartskirchenTulbingZeiselmauerSankt Andrä-Wördern

Bezirk Wiener Neustadt (Land)

Bad Fischau-BrunnBad SchönauEbenfurthErlachGutensteinHochneukirchen-GschaidtHochwolkersdorfHohe WandHollenthonKatzelsdorfKirchschlag in der Buckligen

WeltKrumbachLanzenkirchenLichteneggMarkt PiestingMatzendorf-HöllesMiesenbachMuggendorfPernitzRohr im GebirgeBrombergSchwarzenbachWaidmannsfeldWaldeggWalpersbachWiesmathWinzendorf-MuthmannsdorfWöllersdorf-Steinabrückl

Bezirk Wien-Umgebung

GablitzKlosterneuburgMauerbachPressbaumPurkersdorfTullnerbachWolfsgraben

bundesland STEIERMARK

Bezirk Bruck an der Mur

Aflenz KurortAflenz LandBreitenau am HochlantschBruck an der MurEtmißlFrauenbergGußwerkHalltalKapfenbergMariazellOberaichParschlugPernegg an der MurSankt IlgenSankt Katharein an der

LamingSankt Lorenzen im MürztalSankt Marein im MürztalSankt SebastianThörlTragößTurnau

Bezirk Deutschlandsberg

AiblFreiland bei Deutschlands-

bergBad GamsGaranasGreisdorfGressenbergGroßradlKlosterMarhofOsterwitzSankt Oswald ob EibiswaldSchwanbergSobothTrahüttenWernersdorfWielfresen

Bezirk Graz-Umgebung

AttendorfDeutschfeistritzEisbachFrohnleiten

Page 28: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

GratkornGratweinGroßstübingGschnaidtHitzendorfJudendorf-StraßengelPeggauRöthelsteinRohrbach-SteinbergRothleitenSankt BartholomäSankt Oswald bei Planken-

warthSankt Radegund bei GrazSchrems bei FrohnleitenSemriachStatteggStiwollThalTulwitzTyrnauÜbelbachWeinitzen

Bezirk Hartberg

DechantskirchenFriedbergGrafendorf bei HartbergGreinbachKleinschlagMönichwaldPinggauPöllauPöllaubergPucheggRabenwaldRiegersbergRohrbach an der LafnitzSaifen-BodenSankt Jakob im WaldeSankt Lorenzen am WechselSchachen bei VorauSchäffernSchlag bei ThalbergSchönegg bei PöllauSonnhofenStambachStubenbergVorauVornholzWaldbachWenigzell

Bezirk Judenburg

AmeringBretsteinEppensteinFohnsdorfHohentauernJudenburgSankt Wolfgang-KienbergSankt Anna am LavanteggMaria Buch-FeistritzObdachOberkurzheimOberwegOberzeiringPölsPusterwaldReiflingReisstraßeSankt Georgen ob JudenburgSankt Johann am TauernSankt Oswald-MöderbruggSankt Peter ob JudenburgUnzmarkt-FrauenburgWeißkirchen in SteiermarkZeltweg

Bezirk Knittelfeld

ApfelbergFeistritz bei KnittelfeldFlatschachGaalGroßlobmingKleinlobmingKnittelfeldKobenzRachauSankt Lorenzen bei KnittelfeldSankt Marein bei KnittelfeldSankt Margarethen bei

KnittelfeldSeckauSpielberg bei Knittelfeld

Bezirk Leibnitz

OberhaagSchloßberg

Bezirk Leoben

EisenerzGai

Hafning bei TrofaiachHieflauKalwangKammern im LiesingtalKraubath an der MutLeobenMautern in der SteiermarkNiklasdorfProlebRadmerSankt Michael in Obersteier-

markSankt Peter-FreiensteinSankt Stefan ob LeobenTrabochTrofaiachVordernbergWald am Schoberpaß

Bezirk Liezen

AdmontAichAigen im EnnstalAltausseeAltenmarkt bei Sankt GallenArdningBad AusseeDonnersbachDonnersbachwaldGaishorn am SeeGams bei HieflauGössenbergGröbmingGroßsölkGrundlseeHallHausIrdningJohnsbachKleinsölkLandlLassingLiezenMichaelerbergMitterbergBad MitterndorfNiederöblarnÖblarnOppenbergPalfauPichl-PreuneggPichl-Kainisch

Page 29: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

28 Segnali alpini 1

PruggernPürgg-TrautenfelsRamsau am DachsteinRohrmoos-UntertalRottenmannSankt GallenSankt Martin am GrimmingSankt Nikolai im SölktalSchladmingSelzthalStainachTauplitzTreglwangTriebenWeißenbach an der EnnsWeißenbach bei LiezenWeng bei AdmontWildalpenWörschach

Bezirk Mürzzuschlag

Allerheiligen im MürztalAltenberg an der RaxGanzKapellenKindbergKrieglachLangenwangMitterdorf im MürztalMürzhofenMürzstegMürzzuschlagNeuberg an der MürzSpital am SemmeringStanz im MürztalVeitschWartberg im Mürztal

Bezirk Murau

Dürnstein in der SteiermarkFalkendorfFrojach-KatschKrakaudorfKrakauhintermühlenKrakauschattenKulm am ZirbitzLaßnitz bei MurauMariahofMühlenMurauNeumarkt in Steiermark

NiederwölzOberwölz StadtOberwölz UmgebungPerchau am SattelPredlitz-TurrachRantenRineggSankt BlasenSankt Georgen ob MurauSankt LambrechtSankt Lorenzen bei ScheiflingSankt Marein bei NeumarktSankt Peter am KammersbergSankt Ruprecht ob MurauScheiflingSchöderSchönberg-LachtalStadl an der MurStolzalpeTeufenbachTriebendorfWinklern bei OberwölzZeutschach

Bezirk Voitsberg

BärnbachEdelschrottGallmannseggGeistthalGößnitzGradenHirscheggKainach bei VoitsbergKöflachKohlschwarzKrottendorf-GaisfeldLigistMaria LankowitzModriachPackPibereggRosental an der KainachSallaSankt Johann-KöpplingSankt Martin am WölimißbergSödingbergStallhofenVoitsberg

Bezirk WeizAngerArzberg

Baierdorf bei AngerBirkfeldFeistritz bei AngerFischbachFladnitz an der TeichaemFloingGasenGschaid bei BirkfeldGutenberg an der RaabklammHaslau bei BirkfeldHohenau an der RaabKoglhofMortantschNaasNaintschNeudorf bei PassailPassailPuch bei WeizRattenSankt Kathrein am Hauen-

steinSankt Kathrein am OffeneggStenzengreithStralleggThannhausenWaisenegg

bundesland bURGEnLAnD

Bezirk Mattersburg

ForchtensteinMarzMattersburgSieggrabenWiesen

Bezirk Oberpullendorf

KobersdorfLockenhausMarkt Sankt MartinPilgersdorf

Bezirk Oberwart

BernsteinMariasdorfMarkt NeuhodisStadtschlainingUnterkohlstättenWeiden bei RechnitzWiesfleck

Page 30: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nELLA REPUbbLICA FRAnCESE

In conformità al Decreto No. 85-997 del 20 settembre 1985 lo spazio alpino comprende nel territorio delle Alpi del Sud:

– Il dipartimento delle Alpes-de-Haute- Provence,

– Il dipartimento delle Hautes-Alpes,

– I cantoni i cui territori sono classificati in tutto o parte come area montana nei dipartimenti delle Alpes-Maritimes, ad eccezione dei comuni di Menton e di Roquebrune-Cap-Martin, e dei dipartimenti del Var e di Vaucluse,

– Nonché il cantone di Barjols nel dipartimento del Var e il cantone Cadenet nel dipartimento di Vaucluse.

In conformità al Decreto No. 85-996 del 20 settembre 1985 nel territorio delle Alpi del Nord:

– Il dipartimento della Savoie,

– Il dipartimento della Haute-Savoie,

– Nel dipartimento dell’Isère il distretto Grenoble, il cantone di Saint-Geoire-en- Valdaine nonché i comuni dei cantoni di Pont-de-Beauvoisin e Virieu-sur-Bourbre classificati in tutto o parte come area montana,

– E nel dipartimento della Drôme il distretto di Die e i cantoni dei distretti di Nyons e di Va-lence con le parti classificate in tutto o parte come area montana, ad eccezione dei can-toni di Crest-Nord e Sud, di Bourg-de-Péage e di Chabeuil, dove il massiccio è limitato ai comuni classificati in tutto o parte come area montana.

Le seguenti unitá amministrative apparten-gono al territorio alpino della Baviera:

Kreisfreie Städte:

Kempten (Allgäu)KaufbeurenRosenheim

Landkreise:

Lindau (Bodensee)OberallgäuOstallgäuWeilheim-SchongauGarmisch-PartenkirchenBad Tölz-WolfratshausenMiesbachRosenheimTraunsteinBerchtesgadener Land

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nELLA REPUbbLICA FEDERALE DI GERMAnIA

Page 31: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

30 Segnali alpini 1

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE (COMUnI) DEL TERRITORIO ALPInO nELLA REPUbbLICA ITALIAnA

Regione LIGURIA

Provincia di ImperiaAiroleApricaleAquila di ArrosciaArmoAurigoBadaluccoBajardoBorghetto d'ArrosciaBorgomaroCaravonicaCarpasioCastel VittorioCerianaCesioChiusanicoChiusavecchiaCosio di ArrosciaDiano ArentinoDiano San PietroDolceacquaDolcedoIsolabonaLucinascoMendaticaMolini di TrioraMontalto LigureMontegrosso Pian LatteOlivetta San MichelePerinaldoPietrabrunaPieve di TecoPignaPontedassioPornassioPrelàRanzoRezzoRocchetta NervinaTrioraVasiaVessalicoVilla Faraldi

Provincia di SavonaAltareArnascoBalestrinoBardinetoBoissanoBormidaCalice LigureCalizzanoCasanova LerroneCastelbiancoCastelvecchio di Rocca Bar-benaCengioCisano sul NevaErliGarlendaGiusteniceMaglioloMallareMassiminoMillesimoMurialdoNasinoOnzoOrco FeglinoOrtoveroOsigliaPallarePlodioQuilianoRialtoRoccavignaleStellanelloTesticoToiranoTovo San GiacomoVendoneVezzi PortioVillanova d'AlbengaZuccarello

Regione PIEMOnTE

Provincia di CuneoAcceglioAilocheAisone

Albaretto della TorreAltoAndorno MiccaArgenteraArguelloBagnascoBagnolo PiemonteBargeBattifolloBellinoBelvedere LangheBenevelloBergoloBernezzoBiellaBioglioBonvicinoBorgo San DalmazzoBorgomaleBosiaBossolascoBovesBriagliaBriga AltaBrondelloBrossascoBuscaCallabianaCamandonaCamburzanoCameranaCampiglia CervoCanosioCapraunaCaprileCaraglioCartignanoCasapintaCasteldelfinoCastellarCastelletto UzzoneCastellino TanaroCastelmagnoCastelnuovo di CevaCastinoCelle di MacraCerreto CastelloCerreto Langhe

Page 32: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

CervascaCevaChiusa di PesioCiglièCissoneCoggiolaCortemiliaCossano BelboCossatoCostigliole SaluzzoCravanzanaCrevacuoreCrissoloCrosaCurinoDemonteDonatoDroneroElvaEntracqueEnvieFeisoglioFrabosa SopranaFrabosa SottanaFrassinoGaiolaGambascaGaressioGorzegnoGottaseccaGragliaIglianoIsascaLequio BerriaLesegnoLessonaLeviceLimone PiemonteLisioMacraMagliano AlpiMagnanoMangoMarmoraMarsagliaMartiniana PoMelleMezzana MortigliengoMiaglianoMoiolaMombarcaroMombasiglio

Monastero di VascoMonasterolo CasottoMonesiglioMongrandoMontaldo di MondovìMontemale di CuneoMonterosso GranaMontezemoloMossoMurazzanoMuzzanoNetroNiella BelboNiella TanaroNucettoOcchieppo InferioreOcchieppo SuperioreOncinoOrmeaOstanaPaesanaPagnoPamparatoParoldoPerlettoPerloPettinengoPeveragnoPezzolo Valle UzzonePianfeiPiascoPiattoPiedicavalloPietraporzioPollonePontechianalePortulaPradlevesPralungoPrayPrazzoPrieroPriolaPrunettoQuaregnaQuittengoRevelloRifreddoRittanaRoaschiaRoascioRobilante

RoburentRocca CiglièRoccabrunaRoccaforte MondovìRoccasparveraRoccavioneRocchetta BelboRonco BielleseRosazzaRossanaSagliano MiccaSala BielleseSale delle LangheSale San GiovanniSalicetoSambucoSampeyreSan Benedetto BelboSan Damiano MacraSan Michele MondovìSan Paolo CervoSanfrontScagnelloSelve MarconeSerravalle LangheSomanoSopranaSordevoloSostegnoStronaStroppoTaviglianoTernengoTollegnoTorrazzoTorre BormidaTorre MondovìTorresinaTrezzo TinellaTriveroValdengoValdieriValgranaVallanzengoValle MossoValle San NicolaoValloriateValmalaVeglioVenascaVernanteVerzuolo

Page 33: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

32 Segnali alpini 1

VicoforteVigliano BielleseVignoloVillanova MondovìVillar San CostanzoVinadioViolaZimoneZubienaZumaglia

Provincia di NovaraAmenoArmenoColazzaMassino ViscontiMiasinoNebbiunoPellaPettenascoPisanoPognoSan Maurizio d'Opaglio

Provincia di TorinoAla di SturaAlice SuperioreAlmeseAlpetteAndrateAngrognaAviglianaBalangeroBalmeBardonecchiaBibianaBobbio PelliceBorgialloBorgone SusaBricherasioBrossoBruzoloBussolenoCafasseCanischioCantalupaCantoiraCaprieCaremaCaseletteCastellamonteCastelnuovo Nigra

CeresCeresole RealeCesana TorineseChialambertoChianoccoChiesanuovaChiomonteChiusa di San MicheleCintanoClaviereCoassolo TorineseCoazzeColleretto CastelnuovoCondoveCorioCumianaCuorgnèExillesFenestrelleFiorano CanaveseForno CanaveseFrassinettoFrossascoGermagnanoGiaglioneGiavenoGivolettoGravereGroscavalloIngriaInverso PinascaIssiglioLa CassaLanzo TorineseLemieLevoneLocanaLugnaccoLuserna San GiovanniLusernettaMasselloMattieMeana di SusaMeuglianoMezzenileMompanteroMonastero di LanzoMoncenisioNoascaNomaglioNovalesaOulx

PeccoPerosa ArgentinaPerreroPertusioPessinettoPinascaPineroloPiossascoPomarettoPont-CanavesePortePragelatoPraliPramolloPrarostinoPrascorsanoPratiglioneQuassoloQuincinettoReanoRibordoneRivaraRolettoRonco CanaveseRoràRoureRubianaRueglioSalbertrandSalza di PineroloSan Colombano BelmonteSan DideroSan Germano ChisoneSan Giorio di SusaSan Pietro Val LeminaSan Secondo di PineroloSanganoSant'Ambrogio di TorinoSant'Antonino di SusaSauze di CesanaSauze d'OulxSestriereSettimo VittoneSparoneSusaTavagnascoTorre PelliceTranaTrausellaTraversellaTravesUsseaux

Page 34: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

UsseglioVaieVal della TorreValgioieVallo TorineseValpergaValprato SoanaVarisellaVenausVico CanaveseVidraccoVillar DoraVillar FocchiardoVillar PelliceVillar PerosaVistrorioViù

Provincia Verbano Cusio OssolaAntrona SchierancoAnzola d'OssolaArizzanoArolaAuranoBacenoBannio AnzinoBavenoBeeBeura-CardezzaBognancoBrovello-CarpugninoCalasca-CastiglioneCambiascaCannero RivieraCannobioCaprezzoCasale Corte CerroCavaglio-SpocciaCeppo MorelliCesaraCossognoCraveggiaCrevoladossolaCrodoCursolo-OrassoDomodossolaDruognoFalmentaFormazzaGermagnoGhiffa

GigneseGravellona ToceGurroIntragnaLoregliaMacugnagaMadonna del SassoMalescoMaseraMassiolaMergozzoMiazzinaMontecresteseMonteschenoNonioOggebbioOmegnaOrnavassoPallanzenoPiedimuleraPieve VergontePremenoPremiaPremosello-ChiovendaQuarna SopraQuarna SottoReSan Bernardino VerbanoSanta Maria MaggioreSeppianaStresaTocenoTrarego ViggionaTrasqueraTrontanoValstronaVanzone con San CarloVarzoViganellaVignoneVilladossolaVilletteVogogna

Provincia di VercelliAlagna ValsesiaBalmucciaBoccioletoBorgosesiaBreiaCampertognoCarcoforo

CellioCervattoCiviascoCravaglianaFobelloGuardabosoneMolliaPilaPiodePostuaQuaronaRassaRima San GiuseppeRimascoRimellaRiva ValdobbiaRossaSabbiaScopaScopelloSerravalle SesiaValduggiaVaralloVocca

Regione autonoma VALLE D'AOSTA

Provincia di AostaTutti i comuni

Regione LOMbARDIA

Provincia di BergamoAdrara San MartinoAdrara San RoccoAlbinoAlguaAlmenno San BartolomeoAlmenno San SalvatoreAlzano LombardoArdesioAveraraAviaticoAzzoneBedulitaBerbennoBerzo San FermoBianzanoBlelloBorgo di TerzoBossico

Page 35: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

34 Segnali alpini 1

BraccaBranziBrembillaBrumanoCamerata CornelloCapizzoneCaprino BergamascoCaronaCasazzaCasnigoCassiglioCastione della PresolanaCastroCazzano Sant'AndreaCenate SopraCeneCereteCisano BergamascoClusoneColereColzateCorna ImagnaCornalbaCosta di SerinaCosta Valle ImagnaCosta VolpinoCredaroCusioDossenaEndine GaianoEntraticoFino del MonteFiorano al SerioFontenoFoppoloForesto SparsoFuipiano Valle ImagnaGandellinoGandinoGandossoGaverina TermeGazzanigaGerosaGornoGromoGroneIsola di FondraLeffeLennaLocatelloLovereLuzzana

MezzoldoMoio de' CalviMonasterolo del CastelloNembroOlmo al BremboOltre il ColleOltressenda AltaOnetaOnoreOrnicaPalazzagoParreParzanicaPeiaPianicoPiarioPiazza BrembanaPiazzatorrePiazzoloPonte NossaPonteranicaPontidaPradalungaPredorePremoloRanicaRanzanicoRiva di SoltoRognoRoncobelloRoncolaRota d'ImagnaRovettaSan Giovanni BiancoSan Pellegrino TermeSanta BrigidaSant'Omobono ImagnaSarnicoSchilparioSedrinaSelvinoSerinaSolto CollinaSongavazzoSorisoleSovereSpinone al LagoStrozzaTaleggioTavernola BergamascaTrescore BalnearioUbiale Clanezzo

ValbondioneValgoglioValleveValnegraValseccaValtortaVedesetaVertovaViadanicaVigano San MartinoVigoloVilla d'AlmèVilla di SerioVilla d'OgnaVillongoVilminore di ScalveZandobbioZogn

Provincia di BresciaAgnosineAnfoAngolo TermeArtogneBagolinoBargheBerzo DemoBerzo InferioreBiennoBioneBornoBotticinoBovegnoBovezzoBraoneBrenoBrioneCainoCapo di PonteCapovalleCastoCedegoloCervenoCetoCevoCimbergoCividate CamunoCollioConcesioCorteno GolgiDarfo Boario TermeEdolo

Page 36: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

EsineGardone RivieraGardone Val TrompiaGargnanoGavardoGianicoGussagoIdroIncudineIrmaIseoLavenoneLimone sul GardaLodrinoLosineLozioLumezzaneMagasaMalegnoMalonnoMarchenoMarmentinoMaroneMonnoMonte IsolaMonticelli BrusatiMuraNaveNiardoOdoloOmeOno San PietroOssimoPaisco LovenoPaitonePaspardoPertica AltaPertica BassaPezzazePian CamunoPiancognoPisognePolavenoPonte di LegnoPresegliePrestineProvaglio Val SabbiaRoè VolcianoSabbio ChieseSale MarasinoSalòSarezzo

Saviore dell'AdamelloSelleroSerleSonicoSulzanoTavernole sul MellaTemùTignaleToscolano-MadernoTremosineTreviso BrescianoVallio TermeValvestinoVestoneVezza d'OglioVilla CarcinaVillanuova sul ClisiVioneVobarnoZone

Provincia di ComoAlbavillaAlbese con CassanoArgegnoAssoBarniBellagioBene LarioBlessagnoBlevioBriennoBrunateCaglioCampione d'ItaliaCanzoCarate UrioCarlazzoCasasco d'IntelviCaslino d'ErbaCastelmarteCastiglione d'IntelviCavargnaCerano d'IntelviCernobbioCivennaClaino con OstenoColonnoConsiglio di RumoCorridoCremiaCusino

DizzascoDomasoDongoDosso del LiroErbaEupilioFaggeto LarioGarzenoGera LarioGermasinoGrandola ed UnitiGravedonaGrianteLaglioLainoLanzo d'IntelviLasnigoLennoLezzenoLivoLongone al SegrinoMagreglioMenaggioMezzegraMoltrasioMontemezzoMussoNessoOssuccioPeglioPellio IntelviPianello del LarioPigraPlesioPognana LarioPonnaPonte LambroPorlezzaProserpioPusianoRamponio VernaRezzagoSala ComacinaSan Bartolomeo Val CavargnaSan Fedele IntelviSan Nazzaro Val CavargnaSanta Maria RezzonicoSant'AbbondioSchignanoSoricoSormanoStazzona

Page 37: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

36 Segnali alpini 1

TavernerioTornoTremezzoTrezzoneVal RezzoValbronaValsoldaVelesoVercanaZelbio

Provincia di LeccoAbbadia LarianaBallabioBarzioBellanoCarennoCasargoCassina ValsassinaCesana BrianzaCivateColicoColle BrianzaCortenovaCrandola ValsassinaCremenoDervioDorioElloErveEsino LarioGalbiateGarlateIntrobioIntrozzoLiernaMalgrateMandello del LarioMargnoMoggioMorteroneOliveto LarioPagnonaParlascoPasturoPerledoPescatePremanaPrimalunaSueglioSuelloTaceno

Torre de' BusiTremenicoValmadreraVarennaVendrognoVestreno

Provincia di SondrioTutti i comuni

Provincia di VareseAgraArcisateAzzioBarassoBedero ValcuviaBesanoBisuschioBrentaBrezzo di BederoBrinzioBrissago-ValtravagliaBrusimpianoCadegliano-ViconagoCantelloCasalzuignoCassano ValcuviaCastello CabiaglioCastelveccanaCittiglioClivioCocquio-TrevisagoComerioCremenagaCuasso al MonteCugliate-FabiascoCunardoCuriglia con MonteviascoCuveglioCuvioDumenzaDunoFerrera di VareseGavirateGemonioGermignagaGrantolaInduno OlonaLavena Ponte TresaLaveno-MombelloLuinoLuvinate

MaccagnoMarchiroloMarzioMasciago PrimoMesenzanaMontegrino ValtravagliaOrinoPino sulla Sponda del Lago MaggiorePorto CeresioPorto ValtravagliaRancio ValcuviaSaltrioTronzano Lago MaggioreValgannaVeddascaViggiù

Regione autonoma FRIULI VEnEZIA GIULIA

Provincia di GoriziaDoberdò del LagoDolegna del CollioGoriziaSagradoSan Floriano del CollioSavogna d'Isonzo

Provincia di PordenoneAndreisArbaAvianoBarcisBudoiaCanevaCastelnovo del FriuliCavasso NuovoCimolaisClautClauzettoErto e CassoFannaFrisancoManiagoMedunoMontereale ValcellinaPinzano al TagliamentoPolcenigoSequalsTramonti di SopraTramonti di Sotto

Page 38: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Segnali alpini 1

TravesioVajontVito d'AsioProvincia di UdineAmaroAmpezzoArta TermeArtegnaAttimisBordanoCavazzo CarnicoCerciventoChiusaforteCividale del FriuliComegliansDognaDrenchiaEnemonzoFaedisForgaria nel FriuliForni AvoltriForni di SopraForni di SottoGemona del FriuliGrimaccoLaucoLigosulloLuseveraMagnano in RivieraMalborghetto ValbrunaMoggio UdineseMontenarsNimisOvaroPaluzzaPaularoPontebbaPovolettoPrato CarnicoPreonePrepottoPulferoRavasclettoRaveoResiaResiuttaRigolatoSan LeonardoSan Pietro al NatisoneSaurisSavognaSocchieve

StregnaSutrioTaipanaTarcentoTarvisioTolmezzoTorreanoTrasaghisTreppo CarnicoVenzoneVerzegnisVilla SantinaZuglio

Regione autonoma TREnTInO-ALTO ADIGE/SüDTIROL

Provincia autonoma di Bolzano/BozenTutti i comuni

Provincia autonoma di TrentoTutti i comuni

Regione VEnETO

Provincia di BellunoTutti i comuni

Provincia di TrevisoBorso del GrappaCappella MaggioreCastelcuccoCavaso del TombaCison di ValmarinoCordignanoCrespano del GrappaFarra di SoligoFollinaFregonaMianeMonfumoPaderno del GrappaPederobbaPieve di SoligoPossagnoRefrontoloRevine LagoSarmedeSegusinoTarzo

ValdobbiadeneVidorVittorio Veneto

Provincia di VeronaBadia CalavenaBosco ChiesanuovaBrentino BellunoBrenzoneCaprino VeroneseCerro VeroneseCostermanoDolcèErbezzoFerrara di Monte BaldoFumaneGrezzanaMalcesineMarano di ValpolicellaNegrarRivoli VeroneseRoverè VeroneseSan Giovanni IlarioneSan Mauro di SalineSan Zeno di MontagnaSant'Ambrogio di ValpolicellaSant'Anna d'AlfaedoSelva di PrognoTorri del BenacoTregnagoVelo VeroneseVestenanova

Provincia di VicenzaAltissimoArsieroAsiagoBassano del GrappaBreganzeBroglianoCaltranoCalveneCampolongo sul BrentaChiampoCismon del GrappaCogollo del CengioConcoCornedo VicentinoCrespadoroEnegoFara VicentinoFoza

Page 39: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

Elenco dei comuni

DravogradIdrijaJeseniceMozirjeRadlje ob DraviRadovljicaRavne na KoroškemSlovenj GradecŠkofja LokaTolminTržičRuše

Elenco delle comunità locali nei comuni

AjdovščinaAdjovščinaBudanjeColČrniceDolga PoljanaGojačeGradišče pri VipaviKamnje - PotočeLokavecLožiceOtlica - KovkPodkrajPodnanosPredmejaŠkrilje

ŠtomažVipavaVrhpoljeVrtovinŽapuže

KamnikČrna pri KamnikuGodicKamniška BistricaMekinjeMotnikNevljeSela pri KamnikuSrednja vas pri KamnikuŠmartno v TuhinjuŠpitaličTuhinj

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nELLA REPUbbLICA DI SLOVEnIA

L’intero territorio del Principato di Liechtenstein

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nEL PRInCIPATO DI LIECHTEnSTEIn

L’intero territorio del Principato di Monaco

1) conforme al Bundesgesetzblatt für die Republik Österreich III Nr. 18/1999 vom 28.01.1999

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nEL PRInCIPATO DI MOnACO1

38 Segnali alpini 1

GallioLaghi LastebasseLugo di VicenzaLusianaMarosticaMason VicentinoMolvenaMonte di MaloNogarole VicentinoPedemonte

PianezzePiovene RocchettePosinaPove del GrappaRecoaro TermeRoanaRomano d'EzzelinoRotzoSalcedoSan NazarioSan Pietro Mussolino

SantorsoSchioSolagnaTonezza del CimoneTorrebelvicinoTrissinoValdagnoValdasticoValli del PasubioValstagnaVelo d'Astico

Page 40: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

Kranj

BelaGolnikGoričeGradJezerskoKokraOlševek - HotemažePreddvorTrstenik

Ljubljana - Vič RudnikČrni VrhPolhov GradecLogatec

HotedrščicaRovteTabor LogatecTrateVrh nad Rovtami

Nova Gorica

AvčeBanjšiceCepovanDeskle - AnhovoDobrovo v Brdih

Nova Gorica

GrgarGrgarske Ravne

Kal nad KanalomKambreškoKanal oh SočiKojskoLevpaLigLokovecLokveMedanaOsek - VitovljeOzeljanRavnicaRočinjSolkanTrnovo

Postojna

BukovjeLandolPlaninaRazdrtoStudenoŠmihel pod NanosomVeliko Ubeljsko

Slovenska Bistrica

Alfonz SarhImpolKebeljOplotnicaPohorski Odred

PrelogeŠmartno na PohorjuTinjeZgornja LožnicaZgornja Polskava

Slovenske Konjice

Gorenje pri ŽrečahResnikSkomarje

Slovenske Konjice

StraniceVitanjeŽreče

Velenje

Bele VodeRavneTopolšicaZavodnje

Maribor

FramHočeLimbušPekreRadvanjeRazvanjeReka PohorjeSlivnica

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Page 41: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

40 Segnali alpini 1

Cantone

APPENZELLO ESTERNO

Tutto il Cantone

APPENZELLO INTERNO

Tutto il Cantone

BERNA

Distretti

FrutigenInterlakenNiedersimmentalOberhasliObersimmentalSaanenSchwarzenburg

solo i Comuni di Guggisberg, RüscheggSignau

solo i Comuni di Schangnau, RöthenbachThun

FRIBURGO

Distretti

La GruyèreSense

solo il Comune di Plaffeien

GLARONA Tutto il Cantone

GRIGIONI

Tutto il Cantone

LUCERNA

Distretti

LucernaEntlebuch

LISTA DELLE UnITà AMMInISTRATIVE DEL TERRITORIO ALPInO nELLA COnFEDERAZIOnE ELVETICA

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Informazioni generali sul campo d’applicazione della Convenzione delle Alpi

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Page 43: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Le Alpi sono la catena montuosa più alta d’Europa. Una formazione giovane, nata per cor-rugamento dalla collisione delle placche conti-nentali dell’Europa e dell’Africa. Fino a poco meno di 200 milioni di anni fa, infatti, l’area attualmente occupata dall’Europa meridionale era sommersa da un antichissimo oceano (Teti-de). Nel corso di milioni di anni, i detriti portati dalla terraferma (Pangea) e gli organismi marini morti si depositarono sul fondo del mare e, sotto l’effetto della pressione dell'immensa massa d’acqua, si solidificarono sino a diventare pietra. Circa 130 milioni di anni fa, la placca africana e quella europea entrarono in collisione e le forze così liberatesi, agendo come una morsa, solleva-rono lentamente dall’antico oceano gli strati roc-

Informazioni generali sulcampo d’applicazione della Convenzione delle Alpi

Carta 1: Le Alpi – Perimetro della Convenzione delle Alpi

ciosi depositati sul fondo, i quali si corrugarono e si accumularono gli uni sugli altri, innalzandosi sempre più verso l’alto. I maggiori processi di deformazione risalgono ormai ad alcuni milioni di anni fa, ma la fase di compressione è in corso ancora oggi. La crescita delle Alpi, dunque, non si è ancora conclusa. Da milioni di anni, la formazione delle montagne è contrastata da costanti processi di erosione, in virtù dei quali si depositano nelle valli tonnellate e tonnellate di materiale che viene poi trasportato dai fiumi nelle grandi pianure, fenomeni erosivi intensificati dal crescente corrugamento. L’attività di erosione ad opera di acqua, vento, differenze di temperatura e ghiacciai ha dato ori-gine all'attuale conformazione geologica e pae-

Segnali alpini 1

Page 44: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Il territorio della Convenzione delle Alpi si estende su una superficie di 190.959 km2 e comprende 5.867 comuni (situazione a gennaio 2008). L’area cosi delimitata si estende per 1.200 km e interes-sa otto Stati, dalla costa ligure sino alle porte di Vienna. Nel punto più ampio, tra Rosenheim e Affi, a nord di Verona, il territorio della Convenzio-ne è largo circa 300 km. L’area della Convenzione interessa il territorio di Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia e Sviz-zera, oltre a quello dei piccoli Principati del Liech-

saggistica delle Alpi. Entrambi i processi di ero-sione e corrugamento sono ancora in atto e gli scienziati hanno calcolato che le Alpi crescono di circa un millimetro all'anno. Le Alpi presentano un'altezza decrescente da ovest a est. Oltre al Monte Bianco, che con i suoi 4.810 metri vanta la vetta più alta della catena,

Carta 2: Il territorio della Convenzione – Territori amministrativi che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione

tenstein e di Monaco. Austria e Italia, con una superficie rispettivamente di 54.759 e 51.995 km2, ne detengono la percentuale maggiore (ta-bella 1). Tre quarti della superficie della Conven-zione sono ripartiti tra Austria, Italia e Francia. Nel 2007 la popolazione residente nel territorio della Convenzione delle Alpi era pari a circa 14 milioni di persone, la maggioranza delle quali risiedeva nelle Alpi italiane (tabella 2).

nelle Alpi occidentali si trovano altre 127 monta-gne la cui altezza supera i 4.000 metri mentre la cima più alta delle Alpi orientali è l’Piz Bernina con i suoi 4.049 m. E’ questa l’area per la quale, nel 1991, è stata sottoscritta la Convenzione delle Alpi.

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Stato Sup. in km2 Percentuale di territorio della Convenzione

(%)

Unità amministrative nel territorio della Convenzione delle Alpi

nUTS 2(regioni, Län-der federali)

LAU 1(province, can-toni, distretti, circoscrizioni)

LAU 2(comuni)

Austria 54.759 28,7 8 29 1.147

Francia 40.801 21,4 2 9 1.749

Germania 11.160 5,8 2 13 285

Italia 51.995 27,2 7 24 1.756

Liechtenstein 160 0,1 1 1 11

Monaco 2 < 0,01 1 1 1

Slovenia 6.871 3,6 1 7 62

Svizzera 25.211 13,2 5 15 856

Totale Alpi 190.959 100,0 27 99 5.867

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Tab. 1: Percentuali di superficie e unità amministrative negli Stati firmatari (situazione 2008).

Segnali alpini 1

Page 46: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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In media nei comuni della Convenzione delle Alpi vivono 147 abitanti/km2. Ma la situazione è lonta-na dal dirsi omogenea: si spazia infatti dagli 0,1 abitanti/km2 del piccolissimo comune di Roche-fourchat nella Regione Rodano-Alpi ai 16.010 abitanti/km2 del comune di Monaco (Principato). La popolazione si concentra nelle valli più ampie ed accessibili (Aosta, Rodano, Adige, Inn, Reno, Valtellina), nelle conche (Conca di Klagenfurt) e ai margini, dove le condizioni geomorfologiche del territorio consentono di sfruttarne al massimo le potenzialità sia per gli insediamenti che a fini economici. Anche alcuni centri turistici presenta-no densità abitative superiori alla media.Tuttavia, la densità di popolazione dei comuni non rispecchia la reale situazione dell’arco alpino. Data la pendenza e l’altitudine, solo una piccola parte del territorio è adatta agli insediamenti. Ad

esempio, in una tipica regione alpina come l’Alto Adige, solo l’8% della superficie è abitabile; nel Vorarlberg, in Austria, la percentuale raggiunge il 24%. Se si considerasse il numero di abitanti in rapporto alla superficie abitabile, gran parte dei comuni presenterebbe densità nettamente più alte.Su tale spazio si concentrano le esigenze di sfruttamento: urbanizzazione, economia, infra-strutture stradali e ferroviarie, turismo. I conflitti che ne scaturiscono ne sono la logica conse-guenza. Proprio in queste zone, dove appaiono particolarmente intensi, essi esigono una coeren-te e sostenibile strategia di sviluppo.

Carta 3: La distribuzione della popolazione – Densità di popolazione nei comuni al-pini

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Circa 14 milioni di persone, numero mai raggiun-to in passato, abitano l’arco alpino. La maggio-ranza vive nelle Alpi italiane e austriache (tabella 2). Tra il 1990 e il 2007 la popolazione alpina è au-mentata di circa l’8%. L’arco alpino presenta dunque, complessivamente, un andamento più dinamico rispetto a quello dell’Unione Europea (+5%, Eurostat 2007), ma non è sempre stato così. È solo a partire dagli anni ’70 che la popo-lazione alpina cresce più di quella del resto d'Europa. In Austria e Slovenia poi, la popolazione aumenta ad un ritmo superiore a quello del valore medio del territorio della Convenzione delle Alpi. L’evoluzione della popolazione non si presenta dunque omogenea nelle singole regioni. Oltre due terzi dei comuni alpini registra un andamento positivo (tabella 3), con un incremento soprattutto

in quelli con un prospero sviluppo economico, situati ad altitudini meno elevate e in zone facil-mente accessibili. Anche le aree ai margini delle Alpi, nelle vicinanze delle metropoli e delle aree maggiormente urbanizzate, sono caratterizzate da una dinamica demografica positiva. In linea con la tendenza alla periurbanizzazione in atto in tutta Europa, aumenta anche la popolazione dei comuni intorno ai centri alpini (Bolzano, Inns-bruck, Lugano, Trento, Grenoble). Fenomeni di stagnazione o di calo della popola-zione si riscontrano invece nelle aree periferiche o in regioni economicamente depresse. Nel 24% dei comuni dell’area della Convenzione, nel peri-odo 1990-2004, il numero degli abitanti ha subito una flessione (tabella 3).Pur essendo numerosi i piccoli centri urbani, an-che nell’arco alpino si nota un processo di con-

Carta 4: L’evoluzione della popolazione – Evoluzione della popolazione nei comuni alpini

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Page 48: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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centrazione. Oltre il 73% della popolazione si concentra infatti nel 23,7% dei comuni con oltre 2.500 abitanti mentre solo l’8,8% degli abitanti delle Alpi vive nei comuni con meno di 1.000 abi-

tanti, che rappresentano però poco meno del 50% del totale. Sono solo 14 i comuni che su-perano i 50.000 abitanti.

*Fonte: Bätzing W. (1999): L’attuale andamento demografico nell’arco alpino. Montagna oggi – Rivista dell’Unione Nazionale Co-muni, Comunita ed Enti Montani, Jg. 45, n. 1 pag. 35-41; Uffici di statistica degli Stati alpini: censimenti 1990, 2000/2001 e aggiornamenti 2006/2007.** Per la Francia e il Principato di Monaco, data la mancanza di cifre aggiornate, si adottano i dati del 2000.

Fonti: Statistica Austria, 2005; INSEE: Recensement de la population de 1999; Bayerisches Landesamt für Statistik und Datenver-arbeitung 2004, Istat 2004; Amt für Volkswirtschaft, 2000; Statistical Office of the Republic of Slovenia, Regional Statistics; 2004

Tab. 2: Andamento demografico tra il 1870 e il 2007 nel territorio della Convenzione delle Alpi

Tab. 3: Panoramica dell’andamento demografico nei comuni della Convenzione delle Alpi, classificati per grandezza (situazione 2004).

PaesePopolazione (in migliaia) Percentuale della popo-

lazione alpina totale (2007) (%)1870* 1990 2000 2007

Germania 396,60 1.262,30 1.375,30 1.484,98 10,6

Francia 1.456,50 2.246,80 2.453,60 2.453,60 17,5**

Italia 3.153,90 3.984,40 4.096,00 4.274,64 30,5

Liechtenstein 7,50 29,00 32,90 35,37 0,3

Monaco 3,40 30,00 32,02 32,02 0,2**

Austria 1.565,90 3.143,40 3.293,50 3.306,31 23,6

Svizzera 972,40 1.616,60 1.743,00 1.830,50 13,1

Slovenia 269,40 653,20 642,60 592,85 4,2

Totale 7.825,60 12.967,70 13.662,60 14.010,27 100,0

Classi di abitanti

Percentuale sul totale del-la popolazio-

ne alpina (%)

Percentuale sul totale dei comuni (%)

Comuni con popolazione in calo (%)

< -1

Comuni con popolazione

stagnante (%) – 1< x < 1

Comuni con popolazione

in crescita (%) > +1

< 500 3,19 31,5 34,0 3,0 63,0

501-1.000 5,70 18,4 24,6 4,7 70,7

1.001-2.500 18,16 26,4 17,2 10,1 72,7

2.501-5.000 20,10 13,7 13,2 4,7 82,1

5.001-10.000 17,70 6,2 13,1 6,2 80,7

10.001-25.000 18,03 3,0 12,0 9,1 78,9

25.001-50.000 8,34 0,6 22,9 17,1 60,0

> 50.000 8,78 0,2 21,4 7,2 71,4

Totale 100,0 100 24,0 4,9 71,1

Segnali alpini 1

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Page 49: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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L’indice di vecchiaia permette di tracciare la strut-tura per età di una popolazione e indica il numero di abitanti oltre i 65 anni ogni 100 abitanti sotto i 15 anni. Un rapporto equilibrato si raggiunge a 100 mentre valori superiori sono indicativi di co-muni con una popolazione particolarmente anzia-na. La carta mostra una netta differenza tra il nord e il sud delle Alpi. Delle sei regioni con il maggior indice di vecchiaia, cinque si trovano sul territorio italiano e tra queste la Liguria, al confine sudocci-dentale delle Alpi, presenta il valore più alto: 241. Il Liechtenstein e il Vorarlberg sono invece tra le

regioni con la popolazione mediamente più gio-vane (>60). In tutte le Alpi, l’indice di vecchiaia varia da cifre inferiori a 10 nei comuni di Cham-rousse (Isère) e Honau (Lucerna) a oltre 1.000 in alcuni comuni del Piemonte e della regione fran-cese Provenza-Alpi-Costa Azzurra.La variazione della struttura per età non è priva di conseguenze per i comuni interessati. All’invecchiamento della popolazione si associa-no infatti esigenze e richieste diverse in termini di servizi di base. Saper affrontare questa sfida rappresenta un fattore essenziale per ampie zone dell'arco alpino.

Carta 5: La struttura per età – Indice di età dei comuni

Segnali alpini 1

Page 50: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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Sul territorio della Convenzione delle Alpi, nel 2000, operavano ancora circa 287.000 aziende agricole, ma dal 1980 al 2000 circa 160.000 aziende hanno sospeso l’attività (-35,8%) e le indagini a campione effettuate in alcuni Paesi non fanno prevedere nulla di buono nemmeno per i prossimi anni: le percentuali di abbandono si mantengono alte.Nello stesso periodo, l'area ad uso agricolo è di-minuita di ca. 500.000 ha (8,8%), benché questo calo appaia tuttavia sostanzialmente inferiore a quanto avrebbero fatto prevedere le cifre relative alle aziende. Il dato sottolinea come siano soprat-tutto le piccole e piccolissime imprese ad abban-donare l’attività. Tali aree vengono, in parte, rile-vate da altre aziende agricole, una tendenza che genera in media una “crescita” delle aziende an-cora operative. L’area ad uso agricolo gestita

mediamente per azienda nel territorio alpino è passata dai 12,9 ha del 1990 ai 18,5 ha del 2000. Nelle Alpi sono incolti, benché in misura molta variabile da una regione all’altra, soprattutto i terreni a scarso rendimento e soggetti a condizio-ni di produzione difficoltose.Il calo è distribuito su tutto il territorio della Con-venzione, ma con forti differenze regionali. Sono particolarmente colpite le zone sudoccidentali e sudorientali (Francia, Italia e Slovenia) mentre nell’area di lingua tedesca (Germania, Austria, Svizzera) questo andamento appare più modera-to. L’agricoltura alpina viene spesso equiparata all’agricoltura di montagna. Ciò non è del tutto esatto. Nell’arco alpino, infatti, sono presenti quasi tutte le forme di sfruttamento agricolo, dalle colture intensive di frutta della Val d’Adige

Carta 6: Lo sviluppo agricolo – Sviluppo delle aziende agricole con area >1 ha nel periodo 1980-2000.

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Page 51: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

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fino alle superfici adibite a foraggio dell’Oberland Bernese. La Convenzione, con l’obiettivo di fare fronte a queste diverse condizioni, ha stilato un apposito Protocollo contenente misure specifiche per uno sviluppo ecologico dell’agricoltura nel territorio alpino.

Tempo libero e turismoLe Alpi, destinazione nota in tutto il mondo, ospi-tano ogni anno circa 60 milioni di turisti a cui va aggiunto un numero simile di persone che vi si recano in giornata senza pernottare. 370 milioni di pernottamenti e 6,5 milioni di posti letto sotto-lineano l’importanza delle Alpi come meta turisti-ca (Siegrist, 1998). Se a queste cifre sommiamo le seconde case, arriviamo addirittura a 545 mi-lioni di pernottamenti. Tra le 30 località principali, Oberstdorf (2,4), Sölden (2,02), Davos (2,1 com-prese le seconde case), Chamonix (5,3 comprese le seconde case) e la Val d’Isère (> 2 comprese le seconde case), con oltre 2 milioni di pernotta-menti ciascuna, presentano le cifre maggiori (Bartaletti 2008).Il turismo evidenzia forti sinergie con altri settori. Gli effetti economici diretti e indiretti del turismo creano e assicurano posti di lavoro decentrati. Vanno poi citate le possibilità offerte dalla combi-nazione della filiera del turismo con l’agricoltura, l’artigianato e vari servizi, possibilità che tuttavia occorre sviluppare e garantire mediante strategie e provvedimenti mirati. Il turismo non si manifesta con la stessa intensità in tutto l’arco alpino. Infatti solo un comune su 10

presenta uno sfruttamento turistico intensivo mentre gran parte delle regioni alpine evidenzia uno sfruttamento del turismo scarsamente inten-sivo o inesistente. Con il Protocollo Turismo, la Convenzione delle Alpi ha creato uno strumento e introdotto misure che indicano come questo settore può contribuire ad uno sviluppo sosteni-bile del territorio nel suo complesso.

Protezione della naturaLe Alpi rivestono una funzione straordinaria per quanto riguarda la conservazione della biodiver-sità in Europa. Le diverse situazioni locali (valli asciutte e conche piovose, diverse altitudini, si-tuazioni geologiche complesse, impronta natura-le o culturale del paesaggio) determinano la di-versità degli habitat e quindi la presenza delle specie più svariate di piante e animali. Solo nelle Alpi si stima un totale di circa 5.000 specie di piante vascolari o i 3/7 della flora europea (Ozen-da, 1988), per la conservazione delle quali assu-mono un ruolo fondamentale le aree protette. Uno sguardo alla carta permette di visualizzarne la distribuzione sull’arco alpino. Occorre tuttavia notare che esse si concentrano soprattutto ad altitudini elevate soggette a minori conflitti d’uso (Broggi e altri, 1999). Per assicurare uno sviluppo sostenibile della diversità biologica nell’arco alpi-no, quindi, occorre considerare anche le aree non protette. In conformità all’art. 12 del Protocollo “Protezione della natura e tutela del paesaggio”, gli Stati firmatari adottano misure atte a creare una rete transfrontaliera ecologica nelle Alpi.

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La storia dei valichi alpini è strettamente correlata allo sviluppo economico a nord e a sud delle Alpi e i flussi di merci che le attraversano hanno carat-terizzato e continuano a caratterizzare le condi-zioni di vita della popolazione locale. Le località situate lungo questi percorsi commerciali hanno tratto vantaggio da questi scambi, fattore del proprio successo economico, e beneficisato so-prattutto dalla frequente necessità di soste e dalle relative opportunità di scambio di merci e servizi.L’importanza di questi corridoi per la competiti-vità delle regioni alpine resta indiscussa. Eppure, rispetto agli albori, molto è cambiato nei traspor-ti transalpini. In passato, infatti, lo scambio di servizi, merci e persone era distribuito su diversi percorsi commerciali in tutto l'arco alpino mentre

oggi si concentra sempre più su un numero rist-retto di corridoi. Sono inoltre notevolmente au-mentati i disagi provocati dal trasporto di merci e le specifiche condizioni climatiche e topografiche delle Alpi ne acuiscono gli effetti negativi. Le code, gli incidenti, l’eccessivo sfruttamento del suolo, la frammentazione del paesaggio, il rumore e l’inquinamento atmosferico danneggiano la sa-lute e la qualità della vita delle persone che vi-vono lungo questi corridoi. La crescita appare tuttavia inarrestabile. Dal 1984, il trasporto di merci attraverso le Alpi (transito, trasporti interni e con destinazione e origine nelle Alpi) da Ventimiglia a Tarvisio è passato da 68,2 a 165,1 milioni di tonnellate nel 2007 (+142,1%). Complessivamente si stima che, attraverso le Alpi, vengano trasportate ogni

Carta 7: Trasporti – I principali corridoi che attraversano le Alpi – cinque anni di svi-luppo con modal split

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Info

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Bibliografia:BARTALETTI, F. (2008): What Role Do the Alps Play within World Tourism? In: CIPRA (Ed.): Alps Know How A curriculum for the sustainable development of the Alps. CD, Vaduz. • BÄTZING, W. (1999): L’attuale andamento demografico nell’arco alpino. Montagna oggi – Rivista dell’unione Nazionale Comuni, Comunitá ed Enti Montani, Jg. 45, n. 1 pag. 35-41; • BROGGI, M. F. et al. (1999): Großflächige Schutzgebiete im Alpenraum. Daten, Fakten, Hintergrün-de. Blackwell-Wiss.-Verlag, Berlin. • EUROSTAT: Online database: http://epp.eurostat.ec.europa.eu, 2007. • SIEGRIST, D. (1998): Dati su turismo e tempo libero. In: CIPRA (Ed.): 1. Rapporto sullo stato delle Alpi. Dati, fatti, problemi, proposte. Berna. • OZENDA, P. (1988): Die Vegetation der Alpen im europäischen Gebirgsraum. G. Fischer Verlag, Stuttgart New York.

anno 210 milioni di tonnellate di merci, la mag-gior parte delle quali viaggia su strada. Oggi in-fatti i trasporti di merce su strada incidono per il 61,5% sul totale, con cifre variabili da Paese a Paese (CH 36,0%, A 76,6% F 73,3%) e quasi tutte le previsioni indicano un aumento anche per il futuro. Nelle Alpi il dibattito si concentra per lo più sui trasporti di merci in transito, ma non va dimenti-

cato che, anche nelle valli e nei centri urbani, gli spostamenti individuali con veicoli a motore rap-presentano un grosso problema. Il Protocollo Trasporti fornisce misure per un’organizzazione sostenibile di tutte le forme di trasporto nell'arco alpino.

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Il Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi ringraza il Dott. Flavio Ruffini per l’elaborazione del testo.

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La Repubblica d'Austria,la Confederazione Elvetica,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana, la Repubblica di Slovenia,il Principato di Liechtenstein, nonché la Comunità Europea,

consapevoli che le Alpi costituiscono uno dei più grandi spazi naturali continui in Europa, un habitat naturale e uno spazio economico, culturale e ricreativo nel cuore dell'Europa, che si distingue per la sua specifica e multiforme natura, cultura e storia, e del quale fanno parte numerosi popoli e Paesi,

riconoscendo che le Alpi costituiscono l'ambiente naturale e lo spazio economico delle popolazioni locali e rivestono inoltre grandissima importanza per le regioni ex-tra-alpine, tra l'altro quale area di transito di importanti vie di comunicazione,

riconoscendo il fatto che le Alpi costitui-scono un indispensabile rifugio e habitat per molte specie animali e vegetali minac-ciate,

consapevoli delle grandi differenze esi-stenti tra i singoli ordinamenti giuridici, gli assetti naturali del territorio, gli insedia-menti umani, le attività agricole e forestali, i livelli e le condizioni di sviluppo economi-co, l'incidenza del traffico nonché le forme e l'intensità dell' utilizzazione turistica,

considerando che il crescente sfruttamen-to da parte dell'uomo minaccia l'area alpi-na e le sue funzioni ecologiche in misura

sempre maggiore e che la riparazione dei danni o è impossibile o è possibile soltanto con un grande dispendio di mezzi, costi notevoli e tempi generalmente lunghi,

convinti che gli interessi economici debba-no essere armonizzati con le esigenze ecologiche,

a seguito dei risultati della prima Conferen-za delle Alpi dei Ministri dell'Ambiente, te-nutasi a Berchtesgaden dal 9 all'11 ottobre 1989, hanno convenuto quanto segue:

Articolo 1

Campo d'applicazione

1. Oggetto della presente Convenzione è la regione delle Alpi, com'è descritta e rappresentata nell'allegato.

2. Ciascuna Parte contraente, all'atto del deposito del proprio strumento di rati-fica o accettazione o approvazione, ovvero in qualsiasi momento successi-vo, può, tramite una dichiarazione indi-rizzata alla Repubblica d'Austria in qualità di Depositario, estendere l'ap-plicazione della presente Convenzione ad ulteriori parti del proprio territorio, qualora ciò sia ritenuto necessario per l'attuazione delle disposizioni della presente Convenzione.

3. Ogni dichiarazione rilasciata ai sensi del parafrafo 2 può essere revocata per quanto riguarda ciascun territorio in essa citato, tramite una notifica indi-rizzata al Depositario. La revoca ha efficacia dal primo giorno del mese successivo alla scadenza di un perio-do di sei mesi, calcolato a partire dalla data di ricezione della notifica da parte del Depositario.

Preambolo

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Articolo 2

Obblighi generali

1. Le Parti contraenti, in ottemperanza ai principi della prevenzione, della coo-perazione e della responsabilità di chi causa danni ambientali, assicurano una politica globale per la conserva-zione e la protezione delle Alpi, tenen-do equamente conto degli interessi di tutti i Paesi alpini e delle loro Regioni alpine, nonché della Comunità Econo-mica Europea, ed utilizzando le risorse in maniera responsabile e durevole. La cooperazione transfrontaliera a favore dell'area alpina viene intensificata non-ché ampliata sul piano geografico e tematico.

2. Per il raggiungimento dell'obiettivo di cui al paragrafo 1, le Parti contraenti prenderanno misure adeguate in parti-colare nei seguenti campi:

a) Popolazione e cultura - al fine di ri-spettare, conservare e promuovere l'identità culturale e sociale delle popolazioni locali e di assicurarne le risorse vitali di base, in particola-re gli insediamenti e lo sviluppo economico compatibili con l'am-biente, nonché al fine di favorire la comprensione reciproca e le rela-zioni di collaborazione tra le popo-lazioni alpine ed extra-alpine.

b) Pianificazione territoriale - al fine di garantire l'utilizzazione contenuta e razionale e lo sviluppo sano ed ar-monioso dell'intero territorio, te-nendo in particolare considerazione i rischi naturali, la prevenzione di utilizzazioni eccessive o insufficien-ti, nonché il mantenimento o il ripri-stino di ambienti naturali, mediante

l'identificazione e la valutazione complessiva delle esigenze di utiliz-zazione, la pianificazione integrata e a lungo termine e l'armonizzazio-ne delle misure conseguenti.

c) Salvaguardia della qualità dell'aria - al fine di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e i loro effetti negativi nella regione alpina, non-ché la trasmissione di sostanze in-quinanti provenienti dall'esterno, ad un livello che non sia nocivo per l'uomo, la fauna e la flora.

d) Difesa del suolo - al fine di ridurre il degrado quantitativo e qualitativo del suolo, in particolare impiegando tecniche di produzione agricola e forestale che rispettino il suolo, uti-lizzando in misura contenuta suoli e terreno, limitando l'erosione e l'im-permeabilizzazione dei suoli.

e) Idroeconomia - al fine di conserva-re o di ristabilire la qualità naturale delle acque e dei sistemi idrici, in particolare salvaguardandone la qualità, realizzando opere idrauli-che compatibili con la natura e sfruttando l'energia idrica in modo da tener parimenti conto degli inte-ressi della popolazione locale e dell'interesse alla conservazione dell'ambiente.

f) Protezione della natura e tutela del paesaggio - al fine di proteggere, di tutelare e, se necessario, di ripristi-nare l'ambiente naturale e il pae-saggio, in modo da garantire stabil-mente l'efficienza degli ecosistemi, la conservazione della flora e della fauna e dei loro habitat, la capacità rigenerativa e la continuità produtti-va delle risorse naturali, nonché la diversità, l'unicità e la bellezza della

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natura e del paesaggio nel loro in-sieme.

g) Agricoltura di montagna - al fine di assicurare, nell'interesse della col-lettività, la gestione del paesaggio rurale tradizionale, nonché una agricoltura adeguata ai luoghi e in armonia con l'ambiente, e al fine di promuoverla tenendo conto delle condizioni economiche più difficol-tose.

h) Foreste montane - al fine di conser-vare, rafforzare e ripristinare le fun-zioni della foresta, in particolare quella protettiva, migliorando la re-sistenza degli ecosistemi forestali, in particolare attuando una silvicol-tura adeguata alla natura e impe-dendo utilizzazioni che possano danneggiare le foreste, tenendo conto delle condizioni economiche più difficoltose nella regione alpina.

i) Turismo e attività del tempo libero - al fine di armonizzare le attività turistiche e del tempo libero con le esigenze ecologiche e sociali, limi-tando le attività che danneggino l'ambiente e stabilendo, in partico-lare, zone di rispetto.

j) Trasporti - al fine di ridurre gli effet-ti negativi e i rischi derivanti dal traffico interalpino e transalpino ad un livello che sia tollerabile per l'uo-mo, la fauna, la flora e il loro habi-tat, tra l'altro attuando un più con-sistente trasferimento su rotaia dei trasporti e in particolare del tra-sporto merci, soprattutto mediante la creazione di infrastrutture ade-guate e di incentivi conformi al mercato, senza discriminazione sulla base della nazionalità.

k) Energia - al fine di ottenere forme di

produzione, distribuzione e utilizza-zione dell'energia che rispettino la natura e il paesaggio, e di promuo-vere misure di risparmio energetico.

l) Economia dei rifiuti - al fine di assi-curare la raccolta, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti in maniera adeguata alle specifiche esigenze topografiche, geologiche e climati-che dell'area alpina, tenuto conto in particolare della prevenzione della produzione dei rifiuti.

3. Le Parti contraenti concluderanno Protocolli in cui verrano definiti gli aspetti particolari per l'attuazione della presente Convenzione.

Articolo 3

Ricerca e osservazione sistematica

Nei settori di cui all'articolo 2, le Parti con-traenti convengono:

a) di effettuare lavori di ricerca e valuta-zioni scientifiche, collaborando insie-me,

b) di sviluppare programmi comuni o in-tegrati di osservazione sistematica,

c) di armonizzare ricerche ed osservazio-ni, nonché la relativa raccolta dati.

Articolo 4

Collaborazione in campo giuridico, scientifico, economico e tecnico

1. Le Parti contraenti agevolano e pro-muovono lo scambio di informazioni di natura giuridica, scientifica, economi-ca e tecnica che siano rilevanti per la presente Convenzione.

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2. Le Parti contraenti, al fine della massi-ma considerazione delle esigenze transfrontaliere e regionali, si informa-no reciprocamente sui previsti provve-dimenti di natura giuridica ed econo-mica, dai quali possono derivare con-seguenze specifiche per la regione al-pina o parte di essa .

3. Le Parti contraenti collaborano con organizzazioni internazionali, governa-tive o non governative, ove necessario per attuare in modo efficace la presen-te Convenzione e i Protocolli dei quali esse sono Parti contraenti.

4. Le Parti contraenti provvedono in modo adeguato ad informare regolar-mente l'opinione pubblica sui risultati delle ricerche e osservazioni, nonché sulle misure adottate.

5. Gli obblighi derivanti alle Parti contra-enti dalla presente Convenzione nel campo dell'informazione hanno effetto salvo le leggi nazionali sulla riservatez-za. Informazioni definite riservate deb-bono essere trattate come tali.

Articolo 5

Conferenza delle Parti contraenti (Conferenza delle Alpi)

1. I problemi di interesse comune delle Parti contraenti e la loro collaborazione formano oggetto di sessioni a scaden-ze regolari della Conferenza delle Parti contraenti (Conferenza delle Alpi). La prima sessione della Conferenza delle Alpi viene convocata al più tardi un anno dopo l'entrata in vigore della pre-sente Convenzione, da una Parte con-traente designata di comune accordo.

2. In seguito le sessioni ordinarie della

Conferenza delle Alpi hanno luogo di norma ogni due anni presso la Parte contraente che detiene la presidenza. La presidenza e la sede si alternano dopo ogni sessione ordinaria della Conferenza delle Alpi. Entrambe sono stabilite dalla Conferenza delle Alpi.

3. La Parte contraente che ha la Presi-denza propone di volta in volta l'ordine del giorno per la sessione della Confe-renza delle Alpi. Ciascuna Parte con-traente ha il diritto di far inserire punti ulteriori nell'ordine del giorno.

4. Le Parti contraenti trasmettono alla Conferenza delle Alpi informazioni sul-le misure da esse adottate per l'attua-zione della presente Convenzione e dei Protocolli dei quali esse sono Parti contraenti, fatte salve le leggi naziona-li sulla riservatezza.

5. L'Organizzazione delle Nazioni Unite, le sue istituzioni specializzate, il Consi-glio d'Europa, nonché ogni altro Stato europeo, possono partecipare in quali-tà di osservatori alle sessioni della Conferenza delle Alpi. Lo stesso vale per le Comunità transfrontaliere di enti territoriali delle Alpi. La Conferenza delle Alpi può inoltre ammettere come osservatori organizzazioni internazio-nali non governative che svolgano un'attività in materia.

6. Ha luogo una sessione straordinaria della Conferenza delle Alpi ogni qual-volta essa la deliberi oppure qualora, nel periodo tra due sessioni, un terzo delle Parti contraenti ne faccia doman-da scritta presso la Parte contraente che esercita la presidenza.

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Articolo 6

Compiti della Conferenza delle Alpi

La Conferenza delle Alpi esamina lo stato di attuazione della Convenzione, nonché dei Protocolli con gli allegati, e espleta nelle sue sessioni in particolare i seguenti compiti: a) Adotta le modifiche della presente

Convenzione in conformità con la pro-cedura di cui all'articolo 10.

b) Adotta i Protocolli e i loro allegati, non-ché le loro modifiche in conformità con la procedura di cui all'articolo 11.

c) Adotta il proprio regolamento interno.d) Prende le necessarie decisioni in ma-

teria finanziariae) Decide la costituzione di Gruppi di

Lavoro ritenuti necessari all'attuazione della Convenzione.

f) Prende atto delle valutazioni derivanti dalle informazioni scientifiche.

g) Delibera o raccomanda misure per la realizzazione degli obiettivi previsti dall'articolo 3 e dall'articolo 4, stabili-sce la forma, l'oggetto e la frequenza della trasmissione delle informazioni da presentare ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 4, e prende atto delle infor-mazioni medesime nonché delle rela-zioni presentate dai Gruppi di Lavoro.

h) Assicura l'espletamento delle neces-sarie attività di segretariato.

Articolo 7

Delibere della Conferenza delle Alpi

1. Salvo quanto stabilito diversamente qui di seguito, la Conferenza delle Alpi delibera per consenso. Riguardo ai

compiti indicati alle lettere c, f e g dell'articolo 6, qualora risultino esauriti tutti i tentativi di raggiungere il consen-so e il presidente ne prenda atto espressamente, si delibera a maggio-ranza di tre quarti delle Parti contraen-ti presenti e votanti.

2. Nella Conferenza delle Alpi ciascuna Parte contraente dispone di un voto. La Comunità Economica Europea esercita il diritto di voto nell'ambito delle proprie competenze, esprimendo un numero di voti corrispondente al numero dei suoi Stati membri che sono Parti contraenti della presente Convenzione; la Comunità Economica Europea non esercita il diritto di voto qualora i rispettivi Stati membri eserci-tino il proprio diritto di voto.

Articolo 8

Comitato Permanente

1. E' istituito, quale organo esecutivo, il Comitato Permanente della Conferen-za delle Alpi, formato dai delegati delle Parti contraenti .

2. Le Parti firmatarie che non abbiano ancora ratificato la Convenzione parte-cipano alle sessioni del Comitato Per-manente con status di osservatori. Lo stesso status può inoltre essere con-cesso ad ogni Paese alpino che non abbia ancora firmato la presente Con-venzione e ne faccia domanda.

3. Il Comitato Permanente adotta il pro-prio regolamento interno.

4. Il Comitato Permanente delibera inol-tre sulle modalità dell'eventuale parte-cipazione alle proprie sessioni di rap-

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59Segnali alpini 1

presentanti di organizzazioni governa-tive e non governative.

5. La Parte contraente che presiede la Conferenza delle Alpi assume la presi-denza del Comitato Permanente.

6. Il Comitato Permanente espleta in par-ticolare i seguenti compiti:

a) esamina le informazioni trasmesse dalle Parti contraenti ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 4, per pre-sentarne rapporto alla Conferenza delle Alpi,

b) raccoglie e valuta la documentazio-ne relativa all'attuazione della Con-venzione e dei Protocolli con gli al-legati, e la sottopone all'esame della Conferenza delle Alpi, ai sensi dell'articolo 6,

c) riferisce alla Conferenza delle Alpi sull' attuazione delle delibere da essa adottate,

d) prepara le sessioni della Conferen-za delle Alpi nei loro contenuti e può proporre punti dell'ordine del giorno nonché ulteriori misure rela-tive all'attuazione della Convenzio-ne e dei rispettivi Protocolli,

e) insedia i Gruppi di Lavoro per l'ela-borazione di Protocolli e di racco-mandazioni ai sensi dell'articolo 6, lettera e, e coordina la loro attività,

f) esamina e armonizza i contenuti dei progetti di Protocollo in una visione unitaria e globale e li sottopone alla Conferenza delle Alpi,

g) propone alla Conferenza delle Alpi misure e raccomandazioni per la realizzazione degli obiettivi conte-nuti nella Convenzione e nei Proto-colli.

7. Le delibere nel Comitato Permanente vengono adottate in conformità con le disposizioni di cui all'articolo 7.

Articolo 9

Segretariato

La Conferenza delle Alpi può deliberare per consenso l'istituzione di un Segretaria-to Permanente.

Articolo 10

Modifiche della Convenzione

Ciascuna Parte contraente può presentare alla Parte contraente che presiede la Con-ferenza delle Alpi proposte di modifica della Convenzione. Tali proposte saranno trasmesse dalla Parte contraente che pre-siede la Conferenza delle Alpi alle Parti contraenti e alle Parti firmatarie almeno sei mesi prima dell'inizio della Sessione della Conferenza delle Alpi in cui saranno prese in esame. Le modifiche della Convenzione entrano in vigore in conformità con le di-sposizioni di cui ai paragrafi 2, 3 e 4 dell'articolo 12.

Articolo 11

Protocolli e loro modifiche

1. I progetti di Protocollo di cui all'artico-lo 2, paragrafo 3 vengono trasmessi dalla Parte contraente che presiede la Conferenza delle Alpi alle Parti contra-enti e alle Parti firmatarie almeno sei mesi prima dell'inizio della sessione della Conferenza delle Alpi che li pren-derà in esame.

2. I Protocolli adottati dalla Conferenza delle Alpi vengono firmati in occasione

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delle sue sessioni o successivamente presso il Depositario. Essi entrano in vigore per quelle Parti contraenti che li abbiano ratificati, accettati o approva-ti. Per l'entrata in vigore di un Protocol-lo sono necessarie almento tre ratifi-che o accettazioni o approvazioni. Gli strumenti suddetti vengono depositati presso la Repubblica d'Austria in qua-lità di Depositario.

3. Qualora i Protocolli non contengano disposizioni diverse, per l'entrata in vigore e per la denuncia si applicano per analogia le disposizioni degli arti-coli 10, 13 e 14.

4. Per le modifiche dei Protocolli si appli-cano le corrispondenti disposizioni dei paragrafi 1, 2 e 3.

Articolo 12

Firma e ratifica

1. La presente Convenzione è depositata per la firma presso la Repubblica d'Au-stria in qualità di Depositario, a decor-rere dal 7 novembre 1991.

2. La Convenzione deve essere sottopo-sta a ratifica o accettazione o approva-zione. Gli strumenti di ratifica o accet-tazione o approvazione vengono de-positati presso il Depositario.

3. La Convenzione entra in vigore tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati ab-biano espresso la propria adesione alla Convenzione in conformità con il paragrafo 2.

4. Per ciascuna Parte firmataria, che ab-bia espresso successivamente la pro-pria adesione alla Convenzione in conformità con le disposizioni del pa-ragrafo 2, la Convenzione entra in vi-

gore tre mesi dopo il deposito dello strumento di ratifica o accettazione o approvazione.

Articolo 13

Denuncia

1. Ciascuna Parte contraente può denun-ciare in qualsiasi momento la presente Convenzione mediante una notifica indirizzata al Depositario.

2. La denuncia avrà effetto il primo gior-no del mese successivo alla scadenza di un periodo di sei mesi a partire dalla data di ricevimento della notifica da parte del Depositario.

Articolo 14

Notifiche

Il Depositario notifica alle Parti contraenti ed alle Parti firmatarie:

- gli atti di firma,- i depositi di strumenti di ratifica o ac-

cettazione o approvazione- la data di entrata in vigore della pre-

sente Convenzione ai sensi dell'artico-lo 12,

- le dichiarazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 1, paragrafi 2 e 3,

- le notifiche effettuate ai sensi dell'arti-colo 13 e le date in cui le denunce hanno effetto.

In fede di ciò la presente Convenzione è stata sottoscritta dai firmatari debitamente autorizzati.

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61Segnali alpini 1

Fatto a Salisburgo, il 7 novembre 1991, in lingua francese, italiana, slovena e tede-sca, laddove ciascuno dei quattro testi fa egualmente fede, in un originale deposita-

to presso l'Archivio di Stato Austriaco. Il Depositario trasmette copie certificate conformi alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloPianificazione territoriale e sviluppo sostenibile

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64 Segnali alpini 1

La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonché la Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

consapevoli che il territorio alpino rappre-senta un’area di importanza europea e costituisce un patrimonio specifico e di-versificato per formazione geomorfologica, clima, acque, vegetazione e fauna, pae-saggio e cultura e che l’alta montagna, le valli alpine e le zone prealpine formano unità ambientali la cui conservazione non deve interessare soltanto gli Stati alpini;

coscienti che le Alpi costituiscono lo spa-zio di vita e di sviluppo della popolazione locale;

convinti che la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico,

nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

consapevoli che il territorio alpino assolve inoltre a diverse altre funzioni di interesse generale, in particolare come spazio turi-stico e ricreativo, nonché come sede di importanti vie di comunicazione europea;

considerato che i limiti naturali del territo-rio e la sensibilità degli ecosistemi pongo-no problemi di compatibilità con l’incre-mento della popolazione locale e non, nonché con il sensibile aumento del fabbi-sogno di superfici necessarie alle predette funzioni, con conseguenti compromissioni o rischi per l’equilibrio ecologico del terri-torio alpino;

consapevoli che questo fabbisogno non è diffuso uniformemente, ma si concentra in singole zone mentre altre sono invece col-pite dalla carenza di attività e dall’esodo rurale;

considerato che in presenza di questi ri-schi è diventata necessaria una particolare attenzione alle strette interrelazioni tra atti-vità dell’uomo, soprattutto in campo agri-colo e forestale, e la salvaguardia degli ecosistemi, che rendono il territorio alpino estremamente sensibile ai mutamenti delle condizioni in cui si esplicano le attività so-ciali e economiche, e richiedono misure adeguate e diversificate, d’intesa con la popolazione locale, con i rappresentanti politici e con gli operatori economici e le associazioni;

considerato che le politiche di pianificazio-ne territoriale, già praticate in modo da ri-durre le disparità e da rafforzare la solida-

Preambolo

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65Segnali alpini 1

rietà, debbono essere continuate e adatta-te, affinché esse possano svolgere piena-mente la loro funzione preventiva, tenendo maggiormente conto delle esigenze am-bientali;

coscienti che la protezione dell’ambiente, la promozione sociale e culturale e lo svi-luppo economico del territorio alpino co-stituiscono obiettivi di pari importanza, e che occorre pertanto ricercare tra di essi un equilibrio adeguato e durevole;

convinti che molti problemi del territorio alpino possono essere risolti nel modo migliore dagli stessi enti territoriali diretta-mente interessati;

convinti che bisogna promuovere la coo-perazione transfrontaliera tra gli enti terri-toriali direttamente interessati in funzione di uno sviluppo armonico;

convinti che le svantaggiate condizioni naturali di produzione soprattutto nel set-tore agricolo e forestale, possono mettere in dubbio le basi economiche della popo-lazione locale e possono compromettere il territorio alpino come spazio di vita e ricre-ativo;

convinti che la messa a disposizione del territorio alpino sia come area che svolge funzioni di interesse generale, in particola-re funzioni protettive e legate all’equilibrio ecologico, sia come area turistica e ricrea-tiva, può giustificare misure di sostegno adeguate;

convinti che determinati problemi posso-no essere risolti soltanto sul piano trans-frontaliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini;

hanno convenuto quanto segue:

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Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

Gli obiettivi della pianificazione territoriale e dello sviluppo sostenibile nel territorio alpino sono:

a) riconoscere le esigenze specifiche del territorio alpino nel quadro delle politi-che nazionali e europee;

b) armonizzare l’uso del territorio con le esigenze e con gli obiettivi ecologici;

c) gestire le risorse e il territorio in modo parsimonioso e compatibile con l’am-biente;

d) riconoscere gli interessi specifici della popolazione alpina mediante un impe-gno rivolto ad assicurare nel tempo le loro basi di sviluppo;

e) favorire contemporaneamente uno svi-luppo economico e una distribuzione equilibrata della popolazione nel terri-torio alpino;

f) rispettare le identità regionali e le pe-culiarità culturali;

g) favorire le pari opportunità della popo-lazione locale nello sviluppo sociale, culturale e economico, nel rispetto delle competenze territoriali;

h) tener conto degli svantaggi naturali, delle prestazioni d’interesse generale, delle limitazioni dell’uso delle risorse e del prezzo per l’uso delle stesse corri-spondente al loro valore reale.

Articolo 2

Impegni fondamentali

Conformemente agli obiettivi della pianifi-cazione territoriale e dello sviluppo sosteni-bile del territorio alpino, di cui all’articolo 1, le Parti contraenti convengono di creare condizioni generali che permettano di:

a) rafforzare la capacità di agire degli enti territoriali conformemente al principio di sussidiarietà;

b) realizzare strategie regionali specifiche e le relative strutture;

c) assicurare la solidarietà tra gli enti ter-ritoriali, a livello di ognuna delle Parti contraenti, mediante misure efficaci;

d) adottare, nei casi di limitazione dell’uso delle risorse naturali e in presenza di condizioni svantaggiate riconosciute per le attività economiche nel territorio alpino, le misure di sostegno necessa-rie a mantenere tali attività a condizio-ne che tali misure siano compatibili con l’ambiente;

e) incoraggiare l’armonizzazione delle politiche di pianificazione territoriale, di sviluppo e di protezione mediante la cooperazione internazionale.

Le Parti contraenti si impegnano a provve-dere alle misure necessarie al consegui-mento degli obiettivi di cui all’articolo 1, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

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67Segnali alpini 1

Articolo 3

Considerazione dei criteri di protezione ambientale nelle politiche di pianificazione territoriale e di sviluppo sostenibile

Le politiche di pianificazione territoriale e di sviluppo sostenibile mirano all’armoniz-zazione tempestiva degli interessi econo-mici con le esigenze di protezione dell’am-biente, con particolare riguardo:

a) alla salvaguardia e al ripristino dell’equilibrio ecologico e della biodi-versità delle regioni alpine;

b) alla salvaguardia e alla gestione della diversità dei siti e dei paesaggi natura-li e rurali, nonché dei siti urbani di va-lore;

c) all’uso parsimonioso e compatibile con l’ambiente delle risorse naturali- suolo, aria, acque, flora e fauna, ener-gia;

d) alla tutela degli ecosistemi, delle spe-cie e degli elementi paesaggistici rari;

e) al ripristino di ambienti naturali e urba-nizzati degradati;

f) alla protezione contro i rischi naturali;g) alla realizzazione compatibile con

l’ambiente e il paesaggio di costruzioni e impianti necessari allo sviluppo;

h) al rispetto delle peculiarità culturali delle regioni alpine.

Articolo 4

Cooperazione internazionale

1. Le Parti contraenti si impegnano a ri-muovere gli ostacoli alla cooperazione internazionale tra gli enti territoriali del

territorio alpino, e a promuovere la soluzione dei problemi comuni me-diante una collaborazione al livello territoriale più idoneo.

2. Le Parti contraenti favoriscono una maggiore cooperazione internazionale tra le rispettive istituzioni competenti, in particolare nell’elaborazione dei pia-ni e/o programmi territoriali e per lo sviluppo sostenibile ai sensi dell’arti-colo 8, a livello nazionale e regionale, nonché nella definizione dei piani set-toriali di rilevanza territoriale. Nelle aree di confine, questa cooperazione mira soprattutto a coordinare la piani-ficazione territoriale con lo sviluppo economico e le esigenze ambientali.

3. Quando gli enti territoriali non possono adottare talune misure, poiché di com-petenza nazionale o internazionale, occorre assicurare loro la possibilità di rappresentare efficacemente gli inte-ressi della popolazione.

Articolo 5

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Tenuto conto dello sviluppo perseguito del territorio le Parti contraenti si impegnano a considerare gli obiettivi stabiliti da questo Protocollo anche nelle altre loro politiche, in particolare nel campo dello sviluppo re-gionale, dell’urbanistica, dei trasporti, del turismo, dell’economia agricola e forestale, della protezione dell’ambiente, nonché dell’approvvigionamento, soprattutto di acqua e energia, anche allo scopo di ridur-re gli eventuali effetti negativi o contraddit-tori.

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Articolo 6

Coordinamento delle politiche settoriali

Le Parti contraenti istituiscono strumenti di coordinamento delle politiche settoriali, laddove questi non esistano già, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio alpino e delle sue regioni, sfor-zandosi di trovare a tal fine soluzioni com-patibili con la tutela dell’ambiente e la ge-stione sostenibile delle risorse naturali, e a prevenire i rischi connessi a monoecono-mie, promuovendo la diversificazione delle attività e l’orientamento dei partner verso obiettivi comuni.

Articolo 7

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica di pianifi-cazione territoriale e di sviluppo soste-nibile, nonché delle misure conse-guenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 8

Piani e/o programmi territoriali e di sviluppo sostenibile

1. La realizzazione degli obiettivi di piani-ficazione territoriale e di sviluppo so-stenibile è conseguita, nel quadro delle leggi e dei regolamenti vigenti delle Parti contraenti, elaborando piani e/o programmi territoriali e di sviluppo so-stenibile.

2. Questi piani e/o programmi sono defi-niti per tutto il territorio alpino al livello degli enti territoriali competenti.

3. Essi sono elaborati da parte o con la partecipazione degli enti territoriali competenti, e di concerto con gli enti territoriali confinanti eventualmente a livello transfrontaliero, e vengono co-ordinati tra i diversi livelli territoriali.

4. Essi stabiliscono gli indirizzi di svilup-po sostenibile e di pianificazione terri-toriale di aree continue e vengono re-golarmente riesaminati e, quand’è il caso, modificati. La loro elaborazione e la loro attuazione si basano su rileva-menti e studi preliminari, con cui ven-gono definite le caratteristiche del ter-ritorio in questione.

Articolo 9

Contenuti dei piani e/o programmi territoriali e di sviluppo sostenibile

I piani e/o programmi territoriali e di svilup-po sostenibile comprendono, al livello ter-

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69Segnali alpini 1

ritoriale più idoneo e tenuto conto delle condizioni territoriali specifiche, in particolare:

1. Sviluppo economico regionale a) misure atte ad assicurare alla po-

polazione locale un’offerta di lavoro soddisfacente e la disponibilità di beni e servizi necessari allo svilup-po economico, sociale e culturale e a garantire pari opportunità;

b) misure atte a favorire la diversifica-zione economica al fine di rimuove-re le carenze strutturali e i rischi di monoeconomie;

c) misure finalizzate a rafforzare la cooperazione tra economia agrico-la e forestale, turismo e artigianato, in particolare attraverso la combi-nazione di attività creatrici d’impiego.

2. Aree rurali a) riserva dei terreni adatti all’agricol-

tura, all’economia forestale e pa-storizia;

b) definizione di misure per il manteni-mento e lo sviluppo dell’economia agricola e forestale di montagna;

c) conservazione e risanamento di territori di grande valore ecologico e culturale;

d) determinazione delle aree e degli impianti necessari alle attività del tempo libero nel rispetto degli altri usi del suolo;

e) determinazione delle zone esposte a rischi naturali, dove va evitata il più possibile la realizzazione di co-struzioni e impianti.

3. Aree urbanizzate a) delimitazione adeguata e contenuta

delle aree urbanizzabili, nonché mi-sure volte ad assicurare che le su-

perfici così delimitate vengono ef-fettivamente edificate;

b) riserva di terreni necessari alle atti-vità economiche e culturali, ai servi-zi di approvvigionamento, nonché alle attività del tempo libero;

c) determinazione delle zone esposte a rischi naturali, in cui va evitata il più possibile la realizzazione di co-struzioni e impianti;

d) conservazione e realizzazione di spazi verdi nei centri abitati e di aree suburbane per il tempo libero;

e) limitazione delle seconde abitazioni;

f) urbanizzazione indirizzata e con-centrata agli assi serviti dalle infra-strutture di trasporti e/o in continu-ità con le costruzioni esistenti;

g) conservazione dei siti urbani carat-teristici;

h) conservazione e ricupero del patri-monio architettonico caratteristico.

4. Protezione della natura e del paesaggio

a) delimitazione di aree di protezione della natura e del paesaggio, non-ché per la tutela dei corsi d’acqua e di altre risorse naturali vitali;

b) delimitazione di zone di quiete e di aree in cui sono limitate o vietate la costruzione di edifici e infrastruttu-re, nonché altre attività dannose.

5. Trasporti a) misure atte a migliorare i collega-

menti regionali e sopraregionali; b) misure atte a favorire l’uso dei mez-

zi di trasporto compatibili con l’am-biente;

c) misure atte a rafforzare il coordina-mento e la cooperazione tra i diver-si mezzi di trasporto;

d) misure di contenimento del traffico,

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ivi compresa, eventualmente, la li-mitazione del traffico motorizzato;

e) misure di miglioramento dell’offerta di trasporto pubblico per la popola-zione locale e gli ospiti.

Articolo 10

Compatibilità dei progetti

1. Le Parti contraenti realizzano le condi-zioni necessarie all’esame degli effetti diretti e indiretti dei progetti, sia pub-blici che privati, suscettibili di compro-mettere in misura rilevante e duratura la natura, il paesaggio, il patrimonio architettonico e il territorio. Questo esame tiene conto delle condizioni di vita della popolazione locale, in parti-colare dei suoi interessinel campo del-lo sviluppo economico, sociale e cul-turale. Il risultato di questo esame vie-ne considerato nelle decisioni relative all’autorizzazione o alla realizzazione dei progetti.

2. Quando un progetto ha ripercussioni sulla pianificazione territoriale, sullo sviluppo sostenibile e sulle condizioni ambientali di una Parte contraente confinante, se ne dovranno informare tempestivamente gli organi competen-ti. L’informazione dev’essere trasmes-sa in tempo utile per consentire un esame e una presa di posizione inte-grati nel processo decisionale.

Articolo 11

Uso delle risorse, prestazioni di interesse generale, ostacoli naturali per la produzione e limitazioni dell’uso delle risorse

Le Parti contraenti esaminano in che misu-ra sia possibile in conformità con il rispet-tivo diritto nazionale:a) imputare agli utenti di risorse alpine

prezzi di mercato che comprendono nel loro valore economico il costo della messa a disposizione di tali risorse;

b) compensare le prestazioni rese nell’in-teresse generale;

c) provvedere ad un’equa compensazio-ne per le attività economiche, soprat-tutto nel campo dell’economia agricola e forestale, svantaggiate a causa delle difficoltà naturali di produzione;

d) assicurare un’equa remunerazione, definita mediante norme giuridiche o contratti, di ulteriori limitazioni consi-stenti per ottenere uno sfruttamento economico compatibile con l’ambiente del potenziale territoriale naturale.

Articolo 12

Misure economiche e finanziarie

1. Le Parti contraenti esaminano le pos-sibilità di sostegno allo sviluppo soste-nibile del territorio alpino – obiettivo perseguito con il presente Protocollo – mediante misure economiche e fi-nanziarie.

2. Le seguenti misure sono da conside-rarsi integrative rispetto a quelle di cui all’articolo 11:

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71Segnali alpini 1

a) misure di compensazione tra enti territoriali al livello piu idoneo;

b) riorientamento delle politiche per i settori tradizionali, e impiego razio-nale degli incentivi esistenti;

c) sostegno a progetti transfrontalieri.

3. Le Parti contraenti esaminano l’impat-to, sull’ambiente e sul territorio, dei provvedimenti economici e finanziari, in atto e da adottare, attribuendo prio-rità alle misure compatibili con la pro-tezione dell’ambiente e con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Articolo 13

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per la pianificazione territoriale e lo sviluppo sostenibile.

Capitolo III

Ricerca, formazione e informazione

Articolo 14

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione di una migliore conoscenza delle interazioni tra territorio, econo-mia e ambiente nelle Alpi, e di un’ana-lisi di loro futuri sviluppi.

2. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

Articolo 15

Formazione e informazione

Le Parti contraenti promuovono la forma-zione e l’aggiornamento, nonché l’infor-mazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazione del presente Protocollo.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 16

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 17

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base

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al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misure adottate. La Conferenza delle Alpi sta-bilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 18

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Pro-tocollo, esse prenderanno in conside-razione la possibilità di adottare modi-fiche appropriate del Protocollo medesimo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 19

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 20

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 20 dicembre 1994 nonché dal 15 gennaio 1995 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre

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73Segnali alpini 1

mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 21

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo:

a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Chambéry, il 20 dicembre 1994, in lingua francese, italiana, slovena e tede-sca, laddove ciascuno dei quattro testi fa egualmente fede, in un originale deposita-to presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il Depositario trasmette copie certificate conformi alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloAgricoltura di montagna

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonché la Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

coscienti della propria responsabilità affin-ché la gestione economica del paesaggio rurale tradizionale, nonché un’agricoltura adatta ai siti e compatibile con l’ambiente siano mantenute nell’interesse generale e incentivate in considerazione delle condi-zioni economiche più difficoltose;

consapevoli del fatto che il territorio alpi-no, con la sua ricchezza di risorse naturali, le sue risorse idriche, il suo potenziale agricolo, il suo significato storico e cultura-le, il suo valore di spazio europeo di vita, di attività economiche e ricreative, nonché per le vie di transito che lo attraversano, sarà anche nel futuro d’importanza vitale, particolarmente per la popolazione locale, ma anche per quella di altri territori;

convinti che, la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

convinti che gli interessi economici debba-no essere conciliati con le esigenze ecolo-giche, nel rispetto delle peculiarità delle singole regioni, nonché del ruolo centrale dell’agricoltura;

in considerazione del significato, che da sempre ha avuto l’agricoltura nel territorio alpino, e dell’indispensabile contributo con cui questo settore economico concorrerà, come mezzo di sostentamento fondamen-tale, anche in futuro e particolarmente nelle zone montane, al mantenimento di un’ade-guata densità di insediamenti, all’approvvi-gionamento alimentare della popolazione, alla produzione di prodotti tipici di qualità, alla conservazione e alla cura del paesag-gio rurale – tra l’altro per la sua valorizza-zione turistica, alla difesa del suolo contro erosioni, valanghe e inondazioni;

consapevoli che metodi e intensità degli usi agricoli esercitano un’influenza deter-minante sulla natura e sul paesaggio, e che al paesaggio rurale, coltivato in modo estensivo dev’essere attribuita una funzio-ne essenziale come habitat per flora e fauna alpine;

riconosciuto che l’attività degli agricoltori è soggetta a condizioni più difficoltose di vita e di produzione, a causa delle caratte-ristiche geomorfologiche e climatiche delle zone montane;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-

Preambolo

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77Segnali alpini 1

taliero e richiedono misure comuni degli Stati Alpini, e che, in particolare, occorro-no misure economiche e sociali di adatta-mento e di accompagnamento, sia a livello nazionale che europeo, affinché l’esisten-za degli agricoltori e delle loro aziende nelle zone montane non sia messa in dub-bio da un’esclusiva applicazione di para-metri economici;

hanno convenuto quanto segue:

Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

1. Il presente Protocollo stabilisce misure a livello internazionale al fine di con-servare e di incentivare l’agricoltura di montagna adatta ai siti e compatibile con l’ambiente, in modo che venga ri-conosciuto e garantito nel tempo il suo contributo sostanziale: alla permanen-za della popolazione e al mantenimen-to di attività economiche sostenibili, – specie mediante la produzione di pro-dotti tipici di qualità, alla salvaguardia delle basi naturali della vita, alla pre-venzione dei rischi naturali, alla con-servazione della bellezza e del valore ricreativo del paesaggio naturale e ru-rale, nonché alla cultura nel territorio alpino.

2. Nell’attuazione del presente Protocol-lo, le Parti contraenti perseguono lo sviluppo ottimale dei compiti multifun-zionali dell’agricoltura di montagna.

Articolo 2

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Le Parti contraenti si impegnano a consi-derare gli obiettivi stabiliti da questo Proto-collo anche nelle altre loro politiche.

Articolo 3

Impegni fondamentali nel contesto economico complessivo

Le Parti contraenti concordano sulla ne-cessità di orientare, a tutti i livelli, la politica agricola in coerenza con la politica econo-mica complessiva alle esigenze di uno sviluppo sostenibile e equilibrato, in modo da rendere possibili, nel quadro delle con-dizioni politico-finanziarie date:

a) l’incentivazione di un’agricoltura com-patibile con l’ambiente e delle sue funzioni di interesse generale, ai sensi dell’articolo 7 del presente Protocollo, in particolare nelle zone montane;

b) interventi significativi contro l’abban-dono delle zone montane, assicurando anche in esse condizioni di vita ade-guate, mediante misure di politica so-ciale e strutturale assieme a misure di politica agricola e ambientale.

Articolo 4

Ruolo degli agricoltori

Le Parti contraenti concordano nell’affer-mare che, in particolare nelle zone monta-ne, l’agricoltura ha segnato nel corso dei

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secoli il paesaggio, caratterizzandolo stori-camente e conferendogli valore culturale. Gli agricoltori vanno pertanto riconosciuti anche in futuro, per i loro compiti multifun-zionali, come protagonisti essenziali del mantenimento del paesaggio naturale e rurale e resi partecipi delle decisioni e del-le misure per le zone montane.

Articolo 5

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica agricola per la montagna, nonché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Articolo 6

Cooperazione internazionale

Le Parti contraenti convengono:

a) di effettuare valutazioni comuni dello sviluppo della politica agricola, nonché di garantire la reciproca consultazione prima di importanti decisioni di politica

agricola per l’attuazione del presente Protocollo;

b) di assicurare la realizzazione delle fina-lità e delle misure stabilite dal presente Protocollo mediante la cooperazione transfrontaliera tra tutte le autorità competenti e in particolare tra le am-ministrazioni regionali e gli enti locali;

c) di promuovere sia lo scambio di cono-scenze ed esperienze sia iniziative comuni, mediante la cooperazione in-ternazionale tra istituti di ricerca e di formazione, tra organizzazioni agricole e ambientali, nonché tra i media.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 7

Incentivazione dell’agricoltura di montagna

1. Le Parti contraenti perseguono una differenziazione delle misure di politica agricola, a tutti i livelli, in corrispon-denza alle differenti condizioni dei siti, e quindi un’incentivazione dell’agricol-tura di montagna che tiene conto delle condizioni naturali sfavorevoli dei siti. Le aziende che in siti estremi garanti-scono una coltivazione minima, richie-dono un sostegno particolare.

2. Il contributo che l’agricoltura di monta-gna fornisce nell’interesse generale alla conservazione e alla cura del pae-saggio naturale e rurale nonché alla prevenzione dei rischi naturali, e che supera gli obblighi normali, viene

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79Segnali alpini 1

equamente compensato nel quadro di accordi contrattuali vincolati a progetti e prestazioni.

Articolo 8

Pianificazione territoriale e paesaggio rurale

1. Le Parti contraenti si impegnano a te-ner conto delle condizioni specifiche delle zone montane nell’ambito della pianificazione territoriale, della desti-nazione delle aree, del riordinamento e del miglioramento fondiario, nel rispet-to del paesaggio naturale e rurale.

2. Affinché l’agricoltura di montagna pos-sa svolgere i suoi compiti molteplici, dev’essere soprattutto prevista la di-sponibilità dei terreni necessari per un uso agricolo compatibile con l’am-biente e adatto ai siti.

3. In questo contesto bisogna assicurare la conservazione o il ripristino degli elementi tradizionali del paesaggio ru-rale (boschi, margini boschivi, siepi, boscaglie, prati umidi, secchi e magri, alpeggi) e la loro coltivazione.

4. Misure particolari sono necessarie per la conservazione delle fattorie e degli elementi architettonici rurali tradizio-nali, nonché per l’ulteriore impiego dei metodi e materiali caratteristici di co-struzione.

Articolo 9

Metodi di coltivazione adatti alla natura e prodotti tipici

Le Parti contraenti si impegnano ad adot-tare tutte le misure indispensabili, mirando all’applicazione di relativi criteri comuni per favorire l’impiego e la diffusione nelle zone montane di metodi di coltivazione estensiva, adatti alla natura e caratteristici del luogo, nonché a tutelare e a valorizzare prodotti agricoli tipici che si distinguono per i metodi di produzione originali, local-mente limitati e adatti alla natura.

Articolo 10

Allevamenti adatti ai siti e diversità genetica

1. Le Parti contraenti concordano che gli allevamenti adatti ai siti, limitati al ter-reno disponibile rappresentano una parte integrante essenziale dell’agri-coltura di montagna, sia come fonte di reddito, sia come elemento che carat-terizza l’identità paesaggistica e cultu-rale. Perciò occorre mantenere gli alle-vamenti con la loro diversità di razze caratteristiche, compresi gli animali domestici tradizionali, insieme ai ri-spettivi prodotti tipici, in modo adatto ai siti, limitato al terreno disponibile e compatibile con l’ambiente.

2. In corrispondenza con quanto sopra stabilito bisogna mantenere le neces-sarie strutture agricole, pastorizie e forestali, nel rispetto di un rapporto adequato ai rispettivi siti tra consisten-za delle superfici foraggere e quella

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degli allevamenti, alla condizione di allevamenti erbivori estensivi.

3. Inoltre si devono adottare le misure indispensabili, in particolare nell’ambi-to della ricerca e dell’assistenza tecni-ca, per il mantenimento della diversità genetica degli allevamenti e delle col-ture.

Articolo 11

Commercializzazione

1. Le Parti contraenti perseguono la cre-azione di condizioni di commercializ-zazione a favore dei prodotti dell’agri-coltura di montagna, atte ad aumenta-re sia la loro vendita in loco, sia la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali.

2. La promozione avviene tra l’altro, me-diante marchi di denominazione con-trollata dell’origine e di garanzia della qualità, a tutela sia dei produttori sia dei consumatori.

Articolo 12

Limitazioni della produzione

Le Parti contraenti intendono tener conto, nell’introduzione di limitazioni della produ-zione agricola, delle esigenze particolari di un’economia agricola nelle zone montane adatta ai siti e compatibile con l’ambien-te.

Articolo 13

Economia agricola e forestale come unità

Le Parti contraenti convengono che le funzioni complementari e in parte interdi-pendenti dell’economia agricola e foresta-le nelle zone montane richiedono una loro considerazione integrata. Esse promuovo-no conseguentemente:

a) l’incentivazione della silvicoltura adat-ta alla natura, sia come base di reddito complementare delle aziende agricole sia come attività lavorativa integrativa degli occupati nell’agricoltura;

b) il rispetto delle funzioni protettive, pro-duttive e ricreative, nonché di quelle ecologiche e biogenetiche del bosco, in un rapporto con le aree agricole adatto ai siti ed in armonia con il pae-saggio;

c) una regolamentazione dell’attività di pastorizia e del popolamento di sel-vaggina, tale da evitare danni insoste-nibili alle foreste e alle aree ad uso agricolo.

Articolo 14

Ulteriori fonti di reddito

Riconoscendo l’importanza tradizionale delle aziende familiari nell’agricoltura di montagna e in modo da sostenere la loro conduzione a reddito pieno, complemen-tare e accessorio, le Parti contraenti pro-muovono la creazione e lo sviluppo di ulte-riori fonti di reddito nelle zone montane, soprattutto su iniziativa e a favore della stessa popolazione locale, e in particolare

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nei settori connessi con l’agricoltura come l’economia forestale, il turismo e l’artigia-nato, in sintonia con la conservazione del paesaggio naturale e rurale.

Articolo 15

Miglioramento delle condizioni di vita e lavoro

Le Parti contraenti promuovono il poten-ziamento e la qualificazione dei servizi in-dispensabili al superamento delle condi-zioni svantaggiate degli addetti alle attività agricole e forestali nelle zone montane, al fine di raccordare lo sviluppo delle loro condizioni di vita e lavoro con lo sviluppo economico e sociale in altri settori e altre zone del territorio alpino. I relativi criteri decisionali non dovranno essere esclusi-vamente economici. Ciò vale in primo luogo per i collegamenti di trasporto, le costruzioni e le ristrutturazioni di abitazioni e fabbricati rurali, nonché l’acquisto e la manutenzione di impianti e macchinari.

Articolo 16

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per l’agricoltura di montagna.

Capitolo III

Ricerca, formazione e informazione

Articolo 17

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione del conseguimento degli obiettivi del presente Protocollo.

2. Esse promuovono in particolare la ri-cerca agraria specifica per l’agricoltura di montagna, potenziandola in modo più attinente alle condizioni pratiche e locali, comprendendola nei processi di definizione e di verifica degli obiettivi e delle misure della politica agricola, nonché applicando i relativi risultati nell’attività di formazione e di assisten-za tecnica per l’agricoltura.

3. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

4. In relazione alle rispettive zone monta-ne e con riferimento alle finalità e alle misure stabilite dal presente Protocol-lo, esse effettuano in particolare un ri-levamento comparabile della situazio-ne economica e sociale dell’agricoltura di montagna.

5. Il rilevamento dev’essere aggiornato periodicamente e comprendere osser-vazioni su settori o zone con particola-ri problemi, nonché sull’efficacia delle

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misure adottate o sull’esigenza di mi-sure da adottare. Ciò riguarda in primo luogo i dati relativi allo sviluppo demo-grafico, sociale e economico in corre-lazione con i rispettivi indicatori geo-grafici, ecologici e infrastrutturali dei siti, nonché la definizione di corrispon-denti criteri di sviluppo sostenibile e equilibrato ai sensi della Convenzione delle Alpi e del presente Protocollo.

6. Sono inoltre considerati prioritari i temi indicati nell’allegato.

Articolo 18

Formazione e informazione

1. Le Parti contraenti promuovono la formazione e l’aggiornamento, nonché l’informazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’ attuazio-ne del presente Protocollo.

2. Esse favoriscono in particolare: a) l’ulteriore sviluppo della formazione

e dell’aggiornamento e dell’assi-stenza tecnica nelle materie agrarie e in quelle di gestione aziendale e commerciale, includendovi la pro-tezione della natura e dell’ambien-te. L’offerta di formazione in gene-rale sarà articolata, in modo da fa-vorire l’orientamento e la prepara-zione anche ad altre occupazioni, alternative o integrative, in settori connessi all’agricoltura;

b) un’informazione ampia e oggettiva che non si limiti alle persone e alle amministrazioni direttamente coin-volte, ma raggiunga anche attraver-so i media la pubblica opinione più vasta all’interno e all’esterno del territorio alpino, per diffondere in

essa la conoscenza delle funzioni dell’agricoltura di montagna e sol-lecitare il relativo interesse.

3. Sono inoltre considerati prioritari i temi indicati nell’allegato.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 19

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 20

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misu-re adottate. La Conferenza delle Alpi stabilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

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3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 21

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obbiettivi del presente Protocollo, esse prenderanno in consi-derazione la possibilità di adottare modifiche appropriate del Protocollo medesimo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 22

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 23

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 20 dicembre 1994 nonché dal 15 gennaio 1995 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre

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mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 24

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato nominato nel preambolo e alla Comunità Europea in relazione al presente Protocol-lo:

a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Chambéry, il 20 dicembre 1994, in lingua francese, italiana, slovena e tede-sca, laddove ciascuno dei quattro testi fa

egualmente fede, in un originale deposita-to presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il Depositario trasmette copie certificate conformi alle Parti firmatarie.

Allegato

Temi Prioritari di ricerca e formazione ai sensi degli articoli 17 e 18

Ricerca:

Definizione e classificazione delle zone montane sulla base della loro altitudine nonché delle condizioni climatiche, geo-morfologiche, infrastrutturali ed economi-che dei rispettivi posti.

Verifiche degli effetti delle misure adottate ai vari livelli politico-decisionali (UE/PAC, Stati, Regioni, enti territoriali) sull’agricol-tura di montagna e la sua funzione ecolo-gica (compatibilità sociale e ambientale).

Valutazione delle funzioni economiche ed ecologiche, sociali e culturali dell’econo-mia agricola e forestale, nonché delle loro possibilità di sviluppo in relazione alle con-dizioni locali specifiche nelle diverse zone montane.

Metodi di produzione e di lavorazione, cri-teri di miglioramento e di qualità dei pro-dotti agricoli delle zone montane.

Ricerca genetica e assistenza tecnica in funzione di un mantenimento differenziato della diversità delle razze di allevamento e delle piante coltivate in un modo adatto ai siti e compatibile con l’ambiente.

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Formazione:

Assistenza e formazione tecnico-scientifi-ca e socio-economica sia per le aziende agricole sia per le aziende alimentari di trasformazione dei loro prodotti.

Gestione aziendale, tecnica ed economi-ca, con particolare riferimento alla diversi-ficazione dell’offerta di prodotti, nonché alle rispettive alternative di produzione e di reddito all’interno e esterno del settore agricolo.

Presupposti ed effetti tecnici e finanziari dell’applicazione di metodi di coltivazione e di produzione, naturali e compatibili con l’ambiente.

I media, la presentazione o diffusione dell’informazione in funzione dell’orienta-mento della pubblica opinione, della politi-ca e dell’economia all’interno e all’esterno del territorio alpino.

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ProtocolloProtezione della natura e tutela del paesaggio

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonché la Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

consapevoli che le Alpi rappresentano uno dei più grandi spazi naturali continui d’Eu-ropa, il quale si distingue per una bellezza unica, una diversità ecologica e ecosistemi estremamente sensibili, e costituisce nel contempo lo spazio vitale e economico della popolazione locale con una cultura di ricca tradizione;

convinti che la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

in considerazione della struttura territoriale delle Alpi, per la quale numerose forme di

sfruttamento, spesso in concorrenza tra loro, si concentrano in strette valli e con-corrono a compromettere un ambiente ecologicamente importante;

coscienti che in vaste aree, modalità e in-tensità dell’uso del territorio alpino hanno provocato negli ultimi decenni e provoche-ranno ulteriormente, se perpetuate, perdite irrecuperabili di elementi meritevoli di con-servazione del paesaggio, dei biotopi e delle specie;

consapevoli che in alcune zone del territo-rio alpino si è verificata o potrà verificarsi un’eccessiva compromissione della natura e del paesaggio, in particolare a causa della concentrazione di traffico, turismo, sport, urbanizzazione, sviluppo econo-mico, intensificazione dell’agricoltura e dell’economia forestale;

consapevoli dell’importanza eminente che assumono in particolare i ghiacciai, le pra-terie alpine, le foreste montane e le acque nel territorio alpino, costituendo l’habitat di fauna e flora ricche di specie;

coscienti della grande importanza che as-sumono l’agricoltura e la silvicoltura con-dotte in modo estensivo per la conserva-zione e la cura del paesaggio rurale e degli elementi naturali connessi;

convinti che gli interessi economici debba-no essere armonizzati con le esigenze ecologiche;

convinti che, nel confronto tra tolleranza ecologica e interessi economici, vada attri-buita priorità alle esigenze ecologiche, se ciò risultasse necessario per il manteni-mento delle basi di vita naturali;

coscienti che la limitata tolleranza del ter-ritorio alpino richiede provvedimenti e mi-

Preambolo

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sure di carattere specifico per la conserva-zione e il ripristino dell’efficienza dell’equi-librio naturale;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini;

hanno convenuto quanto segue:

Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

L’obiettivo del presente Protocollo è quello di stabilire norme internazionali, in attua-zione della Convenzione delle Alpi e tenuto conto anche degli interessi della popola-zione locale, al fine di proteggere, di curare e, in quanto necessario, di ripristinare la natura e il paesaggio, in modo da assicu-rare durevolmente e complessivamente: l’efficienza funzionale degli ecosistemi, la conservazione degli elementi paesaggistici e delle specie animali e vegetali selvatiche insieme ai loro habitat naturali, la capacità regenerativa e la produttività durevole del-le risorse naturali, nonché la diversità, la peculiarità e la bellezza del paesaggio na-turale e rurale; nonché al fine di promuove-re la cooperazione tra le Parti contraenti, a ciò necessaria.

Articolo 2

Impegni fondamentali

In conformità con il presente Protocollo, ciascuna Parte contraente si impegna a adottare le misure necessarie per assicu-rare la protezione, la cura e, per quanto necessario, il ripristino della natura e del paesaggio nel territorio alpino, insieme alle specie animali e vegetali selvatiche, alla loro diversità e il loro habitat, consideran-do nel contempo le possibilità di un loro uso ecologicamente tollerabile.

Articolo 3

Cooperazione internazionale

1. Le Parti contraenti si impegnano a cooperare, in particolare per: il rileva-mento cartografico, la delimitazione, la gestione e il controllo delle aree protet-te e di altri elementi del paesaggio naturale e rurale meritevoli di protezio-ne, l’interconnessione a rete dei bioto-pi, la definizione di modelli, programmi e/o piani paesaggistici, la prevenzione e il riequilibrio di compromissioni della natura e del paesaggio, l’osservazione sistematica della natura e del paesag-gio, la ricerca scientifica, nonché per ogni altra misura di protezione delle specie animali e vegetali selvatiche, della loro diversità e dei loro habitat, e per la definizione di relativi criteri com-parabili, in quanto ciò risulti necessario e funzionale.

2. Esse si impegnano a promuovere la cooperazione transfrontaliera nell’am-bito della protezione della natura e della tutela del paesaggio, a livello re-

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gionale e locale, in quanto ciò risulti necessario al conseguimento degli obiettivi del presente Protocollo.

3. Esse cercano di concertare le condi-zioni quadro per l’adozione di vincoli limitativi degli usi in funzione delle fina-lità del presente Protocollo.

Articolo 4

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Le Parti contraenti si impegnano a consi-derare gli obiettivi stabiliti da questo Proto-collo anche nelle altre loro politiche e in particolare nell’ambito: della pianificazione territoriale e dell’urbanistica, della salva-guardia della qualità dell’aria, della difesa del suolo, della salvaguardia dell’equilibrio idrico e della qualità delle acque, del turi-smo, dell’economia agricola e forestale, delle politiche dei trasporti e dell’energia, dell’industria e dell’artigianato, della ge-stione dei rifiuti; inoltre nell’ambito della formazione, dell’educazione, della ricerca e dell’informazione; nonché nell’ambito della concertazione transfrontaliera delle relative misure.

Articolo 5

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livello più idoneo alla concertazione e coope-razione tra le istituzioni e gli enti territo-riali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di svi-

luppare le sinergie potenziali nell’attua-zione delle politiche di protezione della natura e di tutela del paesaggio, non-ché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 6

Inventari

Le Parti contraenti si impegnano a presen-tare, a distanza di tre anni dall’entrata in vigore del presente Protocollo, lo stato di fatto della protezione della natura e della tutela del paesaggio, in relazione alle ma-terie elencate nell’allegato I. Queste pre-sentazioni vengono aggiornate regolar-mente, a scadenze almeno decennali.

Articolo 7

Pianificazione paesaggistica

1. Entro cinque anni dall’entrata in vigore del presente Protocollo, le Parti con-traenti stabiliscono modelli, program-mi e/o piani, con cui vengono definite le esigenze e le misure ai fini della rea-lizzazione degli obiettivi della protezio-

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91Segnali alpini 1

ne della natura e della tutela del pae-saggio nel territorio alpino.

2. Nei modelli, programmi e/o piani, di cui al comma 1, sono presentati:

a) lo stato di fatto della natura e del paesaggio e la sua valutazione;

b) lo stato perseguito della natura e del paesaggio, nonché le misure a ciò necessarie, in particolare:

– le misure generali di protezione, gestione e sviluppo,

– le misure per la protezione, la gestione e lo sviluppo di determi-nate parti della natura e del pae-saggio e

– le misure per la protezione e la gestione di fauna e flora selvati-che.

Articolo 8

Pianificazione

Le Parti contraenti adottano le misure ne-cessarie affinché la conservazione e lo sviluppo degli habitat naturali e quasi na-turali delle specie animali e vegetali selva-tiche, nonché degli altri elementi struttura-li del paesaggio naturale e rurale siano perseguiti sulla base della pianificazione paesaggistica in sintonia con la pianifica-zione territoriale.

Articolo 9

Interventi nella natura e nel paesaggio

1. Le Parti contraenti creano i presuppo-sti affinché, nei casi di misure e pro-getti di carattere privato o pubblico, suscettibili di compromettere in modo

rilevante o duraturo la natura e il pae-saggio, siano valutati gli effetti diretti e indiretti sull’equilibrio naturale e sul quadro paesaggistico. Il risultato della valutazione è da considerare nell’auto-rizzazione e/o nella realizzazione delle opere, assicurando in particolare che non si verifichino compromissioni evi-tabili.

2. In conformità con il diritto nazionale, le compromissioni inevitabili devono es-sere compensate mediante misure di protezione della natura e di tutela del paesaggio, mentre le compromissioni non compensabili possono essere am-messe solo a condizione che, valutati tutti gli interessi, non prevalgano le esigenze di protezione della natura e di tutela del paesaggio; anche in questi casi si deve comunque provvedere a misure di protezione della natura e di tutela del paesaggio.

Articolo 10

Protezione di base

1. Le Parti contraenti perseguono nell’in-tero territorio alpino la riduzione di im-patti ambientali e compromissioni a danno della natura e del paesaggio tenuto conto anche degli interessi del-la popolazione locale. Esse provvedo-no affinché tutti gli usi di rilevanza ter-ritoriale avvengano nel rispetto della natura e del paesaggio. Esse adottano inoltre tutte le misure idonee a conser-vare e, per quanto necessario, a ripri-stinare particolari elementi strutturali, naturali e quasi naturali del paesaggio, biotopi, ecosistemi e paesaggi rurali tradizionali.

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2. In considerazione del ruolo decisivo che spetta all’agricoltura e all’econo-mia forestale nella realizzazione di mi-sure di protezione della natura e di tu-tela del paesaggio, la protezione, la conservazionee la gestione dei biotopi quasi naturali e meritevoli di protezio-ne dovrebbero essere attuate median-te uno sfruttamento agricolo e fore-stale adatto, sulla base di accordi con i proprietari o gestori dei terreni, ovun-que sia opportuno. A tal fine sono al-tresì particolarmente adatti gli stru-menti di controllo mutuati dall’econo-mia di mercato come incentivi e com-pensazioni di carattere economico.

3. Ad integrazione dei mezzi disponibili per la protezione della natura, occorre che le misure di incentivazione e di sostegno a favore dell’economia agri-cola e forestale nonché di altri usi del territorio siano maggiormente impie-gate in funzione di questi obiettivi.

Articolo 11

Aree protette

1. Le Parti contraenti si impegnano a conservare, a gestire e, dove necessa-rio, ad ampliare le aree protette esi-stenti, in coerenza con la loro funzione protettiva, nonché a delimitare, dove possibile, nuove aree protette. Esse adottano tutte le misure idonee ad evitare compromissioni o distruzioni di tali aree.

2. Esse promuovono inoltre l’istituzione e la gestione di parchi nazionali.

3. Esse promuovono l’istituzione di zone di rispetto e di quiete, che garantisco-no la priorità alle specie animali e ve-

getali selvatiche rispetto ad altri inte-ressi. Esse provvedono affinché in queste zone sia assicurata la quiete necessaria all’indisturbato svolgimen-to dei processi ecologici tipici delle specie, e riducono o vietano ogni for-ma di uso non compatibile con i pro-cessi ecologici in tali zone.

4. Le Parti contraenti esaminano le con-dizioni di compensazione delle presta-zioni particolari rese dalla popolazione locale, in conformità con il diritto na-zionale.

Articolo 12

Rete ecologica

Le Parti contraenti assumono le misure idonee a creare una rete nazionale e tran-sfrontaliera di aree protette, biotopi e altri beni ambientali protetti o meritevoli di pro-tezione riconosciuti. Esse si impegnano ad armonizzare gli obiettivi e le misure in fun-zione di aree protette transfrontaliere.

Articolo 13

Protezione di tipi di biotopi

1. Le Parti contraenti si impegnano ad adottare le misure necessarie ad assi-curare la conservazione duratura dei biotopi naturali e quasi naturali in una dimensione sufficiente e con una di-stribuzione territoriale conforme alle loro funzioni. Esse possono promuo-vere inoltre la rinaturalizzazione degli habitat compromessi.

2. Ai fini della redazione di liste valide per l’intero territorio alpino, le Parti contra-

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enti si impegnano ad indicare, entro due anni dall’entrata in vigore del pre-sente Protocollo, i tipi di biotopi che richiedono l’adozione di misure ai sen-si del comma 1.

Articolo 14

Protezione delle specie

1. Le Parti contraenti si impegnano ad assumere le misure idonee a conser-vare le specie animali e vegetali autoc-tone con la loro diversità specifica e con popolazioni sufficienti, provveden-do, in particolare, ad assicurare habitat sufficientemente estesi.

2. Per la redazione di liste valide per l’in-tero territorio alpino, le Parti contraenti indicano entro due anni dall’entrata in vigore del presente Protocollo, le spe-cie che richiedono misure particolari di protezione, in quanto sono minacciate in modo specifico.

Articolo 15

Divieti di prelievo e di commercio

1. Le Parti contraenti vietano la cattura, il possesso, il ferimento e l’uccisione di determinate specie animali, il loro di-sturbo particolarmente durante i perio-di di riproduzione, di crescita e di svernamento, nonché ogni distruzio-ne, prelievo e detenzione di uova pro-venienti dalla natura e il possesso, l’offerta, l’acquisto e la vendita di esemplari delle specie medesime, o loro parti, prelevati dalla natura.

2. Per determinate specie vegetali, le Parti contraenti vietano la raccolta, la collezione, la recisione, il dissotterra-mento o l’estirpazione delle relative piante o parti di esse nella loro stazio-ne naturale, nonché il possesso, l’of-ferta, l’acquisto e la vendita di esem-plari prelevati dalla natura delle stesse specie. Da questo divieto sono esclusi l’uso e la cura delle rispettive stazioni a fini conservativi.

3. Le Parti contraenti indicano entro due anni dall’entrata in vigore del presente Protocollo, le specie animali e vegetali protette dalle misure di cui ai commi 1 e 2.

4. Le Parti contraenti possono provvede-re ad eccezioni dalle disposizioni suc-citate, dettate da esigenze:

a) di carattere scientifico, b) di protezione della fauna, della flora

selvatica o dell’ambiente naturale, c) di sanità e sicurezza pubblica, d) di prevenzione di danni economici

rilevanti, in particolare per colture, allevamenti, foreste, pesca e ac-que.

Queste eccezioni sono ammesse a condi-zione che non sussistano altre soluzioni adeguate e gli interventi non siano tali da minacciare l’equilibrio naturale delle spe-cie interessate nel suo insieme. Queste eccezioni debbono essere accompagnate da misure di controllo e se necessario di compensazione.

5. A prescindere dall’entrata in vigore del presente Protocollo, le Parti contraenti si impegnano a precisare, quanto pri-ma, mediante supplementi tecnici, la definizione dei periodi di riproduzione, di crescita e di svernamento, di cui al

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comma 1, nonché ogni altra definizione di difficile interpretazione scientifica.

Articolo 16

Reintroduzione di specie autoctone

1. Le Parti contraenti si impegnano a promuovere la reintroduzione e la dif-fusione di specie animali e vegetali selvatiche autoctone, nonché di sotto-specie, razze e ecotipi, a condizione che sussistano i presupposti necessa-ri e che con ciò si contribuisca alla conservazione e al rafforzamento delle specie medesime e non si provochino effetti insostenibili per la natura e il paesaggio, nonché per le attività umane.

2. La reintroduzione e la diffusione devo-no avvenire sulla base di conoscenze scientifiche. Le Parti contraenti con-cordano al riguardo direttive comuni. In seguito alla reintroduzione occorre controllare e, se necessario, regolare lo sviluppo delle rispettive specie ani-mali e vegetali.

Articolo 17

Divieti di introduzione

Le Parti contraenti assicurano che non siano introdotte specie animali e vegetali selvatiche in una regione, in cui queste non risultano comparse in modo naturale per un periodo storico accertato. Esse posso-no provvedere ad eccezioni nei casi in cui l’introduzione è necessaria per determinati usi e non comporta effetti negativi per la natura e il paesaggio.

Articolo 18

Rilascio di organismi mutati con tecniche genetiche

Le Parti contraenti assicurano che organi-smi mutati con tecniche genetiche siano rilasciati nell’ambiente solo quando, in base a una valutazione formale, il rilascio non comporta alcun rischio per l’uomo e l’ambiente.

Articolo 19

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per la protezione della natura e la tutela del paesaggio.

Capitolo III

Ricerca, formazione e informazione

Articolo 20

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione della protezione della natura e del paesaggio nonché delle specie animali e vegetali, con particolare at-tenzione ai temi di ricerca stabiliti nell’allegato II.

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2. Le Parti contraenti sviluppano pro-grammi comuni o integrati per analisi e valutazioni degli ecosistemi con lo scopo di ampliare le conoscenze scientificamente convalidate a suppor-to della realizzazione delle misure ai sensi del presente Protocollo.

3. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

Articolo 21

Formazione e informazione

Le Parti contraenti promuovono la forma-zione e l’aggiornamento, nonché l’infor-mazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazione del presente Protocollo.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 22

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 23

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misu-re adottate. La Conferenza delle Alpi stabilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 24

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Pro-tocollo, esse prenderanno in conside-razione la possibilità di adottare modi-

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fiche appropriate del Protocollo mede-simo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 25

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 26

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 20 dicembre 1994 nonché dal 15 gennaio 1995 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 27

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo:

a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;

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97Segnali alpini 1

c) ciascuna data di entrata in vigore;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Chambéry, il 20 dicembre 1994, in lingua francese, italiana, slovena e tede-sca, laddove ciascuno dei quattro testi fa egualmente fede, in un originale deposita-to presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il Depositario trasmette copie certificate conformi alle Parti firmatarie.

Allegato I

Elenco delle materie oggetto di inventari ai sensi dell’articolo 6

1. Stato di fatto delle specie vegetali e animali selvatiche e dei loro biotopi

1.1. Stato dei rilevamenti delle specie vegetali selvatiche e delle fitocenosi

1.1.0. Indicazioni generali1.1.1. Liste rosse1.1.2. Liste delle specie protette per legge1.1.3. Atlanti di distribuzione1.2. Stato dei rilevamenti delle specie

animali selvatiche1.2.0. Indicazioni generali1.2.1. Liste rosse1.2.2. Liste delle specie protette per legge1.2.3. Atlanti di diffusione1.3. Stato di rilevamento dei biotopi1.3.0. Indicazioni generali

1.3.1. Liste rosse dei tipi di biotopi1.3.2. Elenchi dei biotopi di valore ecolo-

gico, comprese le acque1.4. Stato di rilevamento paesaggistici1.4.0. Indicazioni generali1.4.1. Inventari, elenchi, tipologie di pae-

saggi naturali e rurali meritevoli di protezione

1.4.2. Piani e altre misure di protezione di particolari paesaggi e tipi di pae-saggi e/o singoli elementi del pae-saggio naturale e rurale

1.4.3. Aree da risanare1.5. Utilizzo di specie selvatiche animali

e vegetali e/o biotopi1.5.1. Agricoltura e pastorizia (per esem-

pio: problemi/rischi dell’intensifica-zione degli usi e dell’abbandono dei terreni, perdite e guadagni)

1.5.2. Economia forestale1.5.3. Caccia1.5.4. Pesca

2. Aree protette (superficie, incidenza sul territorio complessivo, scopo protettivo, funzioni protettive, usi, articolazione degli usi, condizioni di proprietà)

2.1. Parchi nazionali2.2. Aree di protezione naturalistica2.3. Aree di protezione paesaggistica2.4. Parchi naturali2.5. Aree di rispetto e di quiete2.6. Componenti protetti del paesaggio2.7. Biotopi protetti2.8. Altre aree protette (per esempio:

aree protette di diritto privato, ac-cordi volontari, contratti privati per gestioni estensive)

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3. Organizzazione della protezione della natura e della tutela del paesaggio (struttura, competenze/ attività, personale e dotazione finanziaria)

3.1. Amministrazioni competenti della protezione della natura

3.2. Altre amministrazioni settoriali con funzioni di protezione della natura, altre istituzioni di diritto pubblico e privato (per esempio: enti, fonda-zioni)

3.3. Organi consultivi per la protezione della natura

3.4. Organi di vigilanza per la protezione della natura

3.5. Associazioni per la protezione della natura

3.6. Associazioni per la tutela del pae-saggio

3.7. Altri

4. Basi giuridiche (ai rispettivi livelli di competenza)

4.1. Diritto costituzionale4.2. Fonti di diritto (leggi, ordinanze, di-

rettive, compresa la rappresenta-zione di contenuti specifici per la protezione delle Alpi).

4.3. Partecipazione delle associazioni, azioni legali intentate dalle associa-zioni

4.4. Indicazioni sulle procedure4.5. Collaborazione delle amministra-

zioni competenti della protezione della natura con amministrazioni di altri settori

4.6. Cataloghi di sanzioni pecuniarie ecc.

4.7. Fondi per la protezione della natura e la tutela del paesaggio

4.8. Revisioni legislative in atto o pro-grammate

5. Azioni di protezione della natura (quadro generale)

5.1. Modelli, programmi, direttive per la conservazione della natura nel terri-torio alpino

5.2. Piani (per esempio: piani paesaggi-stici, piani di cura e di sviluppo)

5.3. Misure a favore delle specie e altre misure di cura, salvaguardia e ge-stione

5.3.1. Indicazioni generali5.3.2. Programmi a favore delle specie5.3.3. Stazioni di allevamento e di rilascio5.4. Strategie, modelli, programmi, for-

me di cooperazione con i respon-sabili degli usi, singoli o organismi (per esempio, programmi di gestio-ne estensiva e a favore degli agri-coltori di montagna)

5.5. Supporto scientifico, osservazione permanente di aree/specie

5.6. Attività autonome delle associazio-ni per la protezione della natura a favore della protezione di aree e specie

5.7. Programmi di finanziamento (am-montare dei fondi, obiettivi, campi di intervento)

6. Formazione e informazione pubblica (istituzioni/volontariato)

6.0. Indicazioni generali6.1. Centri di formazione in materia di

protezione della natura6.2. Centri di informazione in materia di

protezione della natura6.3. Pubblicazioni6.4. Altro

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7. Conclusioni, raccomandazioni di misure

Allegato II

Temi di ricerca prioritari di cui all’articolo 20

A. Osservazione a lungo termine dello sviluppo degli ecosistemi (habitat, bio-cenosi, popolazioni, specie) per la ri-cerca sulle tendenze di sviluppo e di mutazione provocate dagli influssi am-bientali.

Nota: bioindicazione, biomonitoraggio, analisi di cause-effetti, documentazioni

B. Ricerche sull’efficienza delle aree pro-tette.

Nota: rappresentatività, efficienza, rigene-razione, gestione, analisi sistemica

C. Ricerche sulle specie e sui popola-menti.

Nota: genetica, dinamica, distribuzione, diversità biologica

D. Ricerche sugli aspetti di estesa rile-vanza territoriale della protezione e degli usi agricoli e forestali.

Nota: produzioni rispettose della natura, riequilibrio ecologico, reti di biotopi, ge-stioni estensive, contenimento del popola-mento di selvaggina

E. Ricerche per il miglioramento di meto-di, procedimenti e piani specifici.

Nota: Liste rosse, cartografia dei biotopi, aree protette, pianificazione paesaggistica, interventi nella natura e nel paesaggio, si-stemi informativi

F. Sviluppo di strategie e modelli per la protezione della natura e la tutela del paesaggio.

Nota: Obiettivi strategici e possibilità di successo, modelli di protezione, gestioni estensive, strumenti di economia del mer-cato, accettazione da parte della pubblica opinione

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloForeste montane

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

convinti che, la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

riconosciuto che le foreste montane costi-tuiscono quella forma di vegetazione che può fornire ad un territorio spesso molto più ampio di quello delle aree montane la protezione più efficace, economica e adat-ta al paesaggio contro i rischi naturali, in particolare contro erosioni, alluvioni, valan-ghe, frane e la caduta di massi;

considerato che il bosco assorbe anidride carbonica dall’atmosfera e, per periodi

molto lunghi, fissa il carbonio nella materia legnosa in modo da influenzare positiva-mente il clima;

consapevoli che le foreste montane sono indispensabili per l’equilibrio climatico re-gionale, per la salvaguardia della qualità dell’aria, nonché per l’equilibrio idrico;

tenuto conto della crescente importanza della funzione ricreativa delle foreste mon-tane per tutti gli uomini;

considerato che le foreste montane costi-tuiscono una fonte di materie prime rinno-vabili, la cui importanza è particolarmente rilevante in un mondo di crescente consu-mo delle risorse, e che rivestono inoltre un significato vitale anche per l’occupazione ed il reddito in particolare nelle aree rurali;

consapevoli che gli ecosistemi forestali montani costituiscono importanti habitat per una varietà di specie animali e vege-tali;

convinti che soprattutto il rispetto del prin-cipio della sostenibilità, tradizionalmente seguito e sviluppato nelle economie fore-stali europee, garantisca tutte le importan-ti funzioni delle foreste anche alle genera-zioni future;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini;

hanno convenuto quanto segue:

Preambolo

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Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

1. Il presente Protocollo ha lo scopo di conservare le foreste montane come habitat quasi naturale e, quando ciò sia necessario, di svilupparle o di au-mentare l’estensione e di migliorare la loro stabilità. Il presupposto necessa-rio all’efficienza delle funzioni indicate nel preambolo è costituito da un’eco-nomia forestale montana gestita in modo accurato, sostenibile e adegua-to alla natura.

2. In particolare le Parti contraenti si im-pegnano a provvedere soprattutto af-finché:

– siano adottati metodi di rinnovazio-ne forestale naturali;

– sia perseguito un patrimonio fore-stale ben strutturato, graduato, con specie arboree adatte al rispettivo sito;

– sia impiegato materiale di riprodu-zione forestale autoctono;

– siano evitate erosioni e costipa-menti del suolo, mediante metodi di uso e di prelievo rispettosi dell’am-biente.

Articolo 2

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Le Parti contraenti si impegnano a consi-derare gli obiettivi stabiliti da questo Proto-

collo anche nelle altre loro politiche. Ciò vale soprattutto per i seguenti ambiti: a) Inquinamento atmosferico. L’inquina-

mento atmosferico viene gradualmen-te ridotto ad un livello che non sia dannoso per gli ecosistemi forestali. Ciò vale anche per l’inquinamento do-vuto a trasmissioni transfrontaliere di inquinanti atmosferici.

b) Popolazioni di ungulati. Le popolazioni di ungulati vengono contenute entro limiti che permettano la rinnovazione naturale di foreste montane idonee ai siti, senza dover ricorrere a particolari misure protettive. Nelle zone di confi-ne, le Parti contraenti si impegnano ad armonizzare le rispettive misure di re-golamentazione della selvaggina. Per il ripristino di una pressione selettiva naturale sulle specie di ungulati, non-ché nell’interesse della protezione del-la natura, le Parti contraenti favorisco-no la reintroduzione di predatori, in misura adeguata alle esigenze genera-li della regione.

c) Pascolo boschivo. La salvaguardia di foreste montane in grado di assolvere alle proprie funzioni ha priorità rispetto al pascolo boschivo. Il pascolo boschi-vo viene pertanto contenuto o, se ne-cessario, del tutto soppresso, in misu-ra tale da permettere la rinnovazione di foreste adatte ai siti, la prevenzione di danni al suolo e soprattutto la salva-guardia della funzione protettiva del bosco.

d) Utilizzo a scopo ricreativo. L’uso delle foreste montane a scopi ricreativi viene gestito e, dove necessario, contenuto in modo tale da non pregiudicare la conservazione e la rinnovazione delle foreste montane, tenendo conto delle esigenze degli ecosistemi forestali.

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e) Utilizzo forestale. Le Parti contraenti promuovono il potenziamento degli impieghi del legno proveniente da fo-reste coltivate in modo sostenibile, considerata l’importanza di un utilizzo sostenibile del legno per l’economia nazionale e la cura delle foreste.

f) Rischio di incendi boschivi. Le Parti contraenti fanno fronte al rischio di in-cendi boschivi mediante misure pre-ventive adeguate e un’efficiente lotta antincendio.

g) Personale qualificato. Non essendo possibile realizzare una silvicoltura con metodi naturali e finalizzata all’efficien-za di tutte le funzioni delle foreste, senza disporre di personale qualificato idoneo, le Parti contraenti si impegna-no a provvedere affinché il personale addetto sia sufficiente e qualificato.

Articolo 3

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica forestale nonché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Articolo 4

Cooperazione internazionale

Le Parti contraenti convengono:

a) di effettuare valutazioni comuni dello sviluppo della politica forestale, non-ché di garantire la reciproca consulta-zione prima di importanti decisioni per l’attuazione del presente Protocollo;

b) di assicurare la realizzazione delle fina-lità e delle misure stabilite dal presente Protocollo, mediante la cooperazione transfrontaliera tra tutte le autorità competenti e in particolare tra le am-ministrazioni regionali e gli enti locali;

c) di promuovere sia lo scambio di cono-scenze ed esperienze, sia iniziative comuni, mediante la cooperazione in-ternazionale tra istituti di ricerca e di formazione, tra le organizzazioni fore-stali e ambientali, nonché tra i media.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 5

Basi della pianificazione

Per il conseguimento degli obiettivi indica-ti dal presente Protocollo, le Parti contra-enti provvedono affinché siano predispo-ste le basi necessarie alla pianificazione. Queste comprendono un’esauriente ricognizione dei siti, nonché il rilevamento delle funzioni delle foreste con particolare considerazione delle funzioni protettive.

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Articolo 6

Funzioni protettive delle foreste montane

1. Per le foreste montane che hanno una funzione altamente protettiva per i ri-spettivi siti e soprattutto per gli inse-diamenti abitativi, per le infrastrutture di trasporto, per i terreni agricoli colti-vati ecc., le Parti contraenti si impe-gnano ad attribuire priorità a tale fun-zione protettiva, finalizzando alla stes-sa la gestione forestale. Queste foreste devono essere conservate in loco.

2. Le misure necessarie devono essere pianificate e attuate con competenza tecnica nell’ambito di piani di gestione e di piani di miglioramento delle fore-ste che svolgono protettive, tenendo conto degli obiettivi di protezione della natura e di tutela del paesaggio.

Articolo 7

Funzione economica delle foreste mon-tane

1. Per le foreste montane, ove prevale la funzione economica e la situazione economica regionale lo renda neces-sario, le Parti contraenti si impegnano a provvedere a che l’economia fore-stale montana possa svolgere il suo ruolo come fonte di occupazione e di reddito per la popolazione locale.

2. Le Parti contraenti provvedono affin-ché la rinnovazione forestale venga effettuata mediante specie arboree adatte ai rispettivi siti e l’utilizzo eco-nomico delle foreste sia accurato e ri-spettoso del suolo e del patrimonio forestale.

Articolo 8

Funzioni di carattere sociale e ecologico delle foreste montane

Considerato che le foreste montane devo-no svolgere importanti funzioni di carattere sociale e ecologico, le Parti contraenti si impegnano ad adottare misure che assicu-rino:

– la loro efficacia per le risorse idriche, l’equilibrio climatico, il risanamento dell’aria e la protezione acustica;

– la loro diversità biologica;– la fruizione della natura e le funzioni

ricreative.

Articolo 9

Accesso alle foreste

Le Parti contraenti concordano che, ai fini della prevenzione dei danni alle foreste, per la loro gestione e cura con metodi na-turali, sono necessari interventi che vi as-sicurino l’accesso, accuratamente pianifi-cati e realizzati, tenendo conto delle esi-genze della protezione della natura e del paesaggio.

Articolo 10

Riserve forestali naturali

1. Le Parti contraenti si impegnano a delimitare riserve forestali naturali in numero e estensione sufficienti non-ché a trattarle in funzione della salva-guardia delle dinamiche naturali e in conformità alla ricerca, nell’intento di

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sospendere in linea di principio ogni forma di sfruttamento o di adattarlo agli scopi della riserva. L’individuazio-ne delle rispettive superfici deve avve-nire in modo da ottenere un campione rappresentativo possibilmente di tutti gli ecosistemi forestali montani. L’indi-spensabile funzione protettiva di que-ste formazioni forestali va assicurata in ogni caso.

2. La delimitazione di riserve forestali naturali dovrebbe avvenire di norma grazie a una tutela su base contrattua-le a lungo termine.

3. Le Parti contraenti garantiscono la collaborazione necessaria per la piani-ficazione e la delimitazione di riserve forestali naturali transfrontaliere.

Articolo 11

Incentivazione e compensazione

1. Le Parti contraenti, in considerazione delle condizioni economiche sfavore-voli del territorio alpino e tenuto conto delle prestazioni dell’economia fore-stale di montagna, si impegnano, nel quadro delle condizioni politico-finan-ziarie esistenti e per il periodo neces-sario ad assicurare tali prestazioni, ad incentivare in modo sufficente l’attività forestale e in particolare le misure indi-cate negli articoli da 6 a 10.

2. Qualora le prestazioni richieste all’eco-nomia forestale montana superino quelle rientranti negli obblighi di legge vigenti, e la loro necessità sia motivata sulla base di progetti, la proprietà fore-stale ha diritto ad una compensazione adeguata e commisurata alle presta-zioni effettive.

3. Le Parti contraenti si impegnano a creare gli strumenti necessari al finan-ziamento delle misure di incentivazio-ne e compensazione, tenendo conto, in sede di finanziamento, non solo dei benefici economico-politici per l’intera popolazione, ma anche di quelli dei singoli.

Articolo 12

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per le foreste montane.

Capitolo III

Ricerca, formazione e informazione

Articolo 13

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione del conseguimento degli obiettivi del presente Protocollo.

2. Esse promuovono, in particolare pro-getti di ricerca finalizzati alla creazione, alla cura, alla tutela nonché alle presta-zioni dell’ecosistema forestale di mon-tagna e alle loro funzioni, nonché pro-getti scientifici che permettano la comparazione a livello internazionale tra inventari e rilevamenti dei singoli Stati.

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3. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

4. Esse effettuano, in particolare, rileva-menti confrontabili per le finalità e mi-sure di cui al presente Protocollo. Tali rilevamenti devono essere aggiornati periodicamente.

Articolo 14

Formazione e informazione

1. Le Parti contraenti promuovono la for-mazione e l’aggiornamento, nonché l’informazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazio-ne del presente Protocollo.

2. Esse provvedono, in particolare, alla consulenza e all’aggiornamento dei proprietari delle foreste, in conformità ai contenuti del presente Protocollo.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 15

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 16

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misure adottate. La Conferenza delle Alpi sta-bilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 17

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Pro-tocollo, esse prenderanno in conside-razione la possibilità di adottare modi-

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fiche appropriate del Protocollo mede-simo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 18

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 19

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 27 febbraio 1996 nonché dal 29 febbraio 1996 presso la Repubblica d’Austria quale Deposita-rio.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 20

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo: a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica; accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore;

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d) ciascuna dichiarazione rilasciata da una Parte contraente o firmataria;

e) ciascuna denuncia notificata da una Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Brdo, il 27 febbraio 1996, in lingua francese, italiana, slovena e tedesca, lad-dove ciascuno dei quattro testi fa egual-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il De-positario trasmette copi certificate confor-mi alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloTurismo

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana, il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

considerata la volontà delle Parti contra-enti di armonizzare gli interessi economici e le esigenze ecologiche e di garantire uno sviluppo sostenibile;

coscienti del fatto che le Alpi rappresenta-no lo spazio di vita e di sviluppo economi-co della popolazione locale;

convinti che la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

considerato il fatto che la nostra civiltà ur-bana sviluppa una crescente esigenza di turismo e di attività ricreative diversificate per l’uomo d’oggi;

considerato che le Alpi rimangono uno dei più vasti spazi turistici e ricreativi d’Euro-pa, grazie alle loro immense possibilità di attività ricreative, alla ricchezza dei suoi paesaggi e alla diversità delle condizioni ecologiche, e che sia quindi necessario situare le sue problematiche in un contesto più ampio di quello nazionale;

considerato che una parte notevole della popolazione di alcune Parti contraenti abi-ta sulle Alpi e che il turismo alpino è d’in-teresse pubblico in quanto contribuisce alla permanenza della popolazione locale;

considerato che il turismo di montagna si sta sviluppando in un quadro concorren-ziale mondializzato e contribuisce in modo significativo ai risultati economici del terri-torio alpino;

considerato che la tendenza attuale sem-bra andare nel senso di una migliore armo-nia tra turismo ed ambiente: interesse sempre più marcato da parte della cliente-la per una bellezza naturale intatta sia d’inverno che d’estate, che spinge molti amministratori locali a migliorare la qualità della ricettività tutelando l’ambiente;

considerato che nell’area alpina i limiti di adattamento degli ecosistemi di ogni sito vanno tenuti nella massima considerazio-ne e vanno valutati in funzione della pro-pria specificità;

coscienti del fatto che il patrimonio natura-le e culturale, così come i paesaggi, costi-

Preambolo

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113Segnali alpini 1

tuiscono delle basi essenziali del turismo alpino;

coscienti del fatto che le diversità naturali, culturali, economiche ed istituzionali che caratterizzano gli Stati alpini hanno dato origine a sviluppi autonomi ed a una mol-teplicità di offerte turistiche che, lungi dal creare uniformità a livello internazionale, dovrebbero costituire fonti di attività turi-stiche diversificate e complementari;

coscienti del fatto che si rende necessario uno sviluppo sostenibile dell’economia tu-ristica basato sulla valorizzazione del patri-monio naturale e sulla qualità delle presta-zioni e dei servizi, tenuto conto della di-pendenza economica della maggior parte delle regioni alpine dal turismo e della pos-sibilità di sopravvivenza che esso rappre-senta per le popolazioni interessate;

coscienti dell’esigenza di incentivare i turi-sti a rispettare la natura, di portarli a capire meglio le popolazioni che abitano e lavora-

no nelle regioni frequentate e di creare le migliori condizioni per una effettiva sco-perta della natura dell’area alpina in tutta la sua diversità;

coscienti che spetta alle organizzazioni turistiche di categoria e agli enti territoriali creare, in un quadro concertato a livello del territorio alpino, gli strumenti per mi-gliorare le proprie strutture produttive e il loro funzionamento;

desiderosi di garantire lo sviluppo sosteni-bile del territorio alpino con un turismo che tuteli l’ambiente, e che costituisce a sua volta una base essenziale delle condizioni di vita ed economiche della popolazione locale;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini;

hanno convenuto quanto segue:

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Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

Obiettivo del presente Protocollo è contri-buire, nell’ambito dell’ordinamento istitu-zionale vigente, ad uno sviluppo sostenibi-le del territorio alpino grazie ad un turismo che tuteli l’ambiente, mediante specifici provvedimenti e raccomandazioni che ten-gano conto degli interessi della popolazio-ne locale e dei turisti.

Articolo 2

Cooperazione internazionale

1. Le Parti contraenti si impegnano ad eliminare gli ostacoli alla cooperazione internazionale tra gli enti territoriali del territorio alpino e a promuovere la so-luzione dei problemi comuni grazie ad una cooperazione al livello territoriale appropriato.

2. Le Parti contraenti appoggiano una maggiore cooperazione internazionale tra le rispettive istituzioni competenti. Danno particolare rilievo alla valorizza-zione delle aree di confine, coordinan-do attività turistiche e ricreative che tutelino l’ambiente.

3. Nel caso in cui gli enti territoriali non possono prendere taluni provvedimen-ti, perché di competenza nazionale o internazionale, è necessario garantire loro la possibilità di rappresentare effi-

cacemente gli interessi della popola-zione.

Articolo 3

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Le Parti contraenti si impegnano a consi-derare gli obiettivi stabiliti da questo Proto-collo anche nelle altre loro politiche, in particolare nei settori della pianificazione territoriale, dei trasporti, dell’agricoltura, dell’economia forestale, della tutela dell’ambiente e della natura, nonché per quanto riguarda l’approvvigionamento idri-co ed energetico, per ridurne gli eventuali effetti negativi o contraddittori.

Articolo 4

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica turistica nonché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

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Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 5

Pianificazione dell’offerta

1. Le Parti contraenti si impegnano a provvedere ad uno sviluppo turistico sostenibile con un turismo rispettoso dell’ambiente. A questo fine favorisco-no l’elaborazione e la realizzazione di linee guida, di programmi di sviluppo, di piani settoriali, promossi dalle istan-ze competenti al livello più appropria-to, che tengano conto degli obiettivi del presente Protocollo.

2. Tali provvedimenti consentiranno di valutare e di comparare i vantaggi e gli inconvenienti degli sviluppi previsti, in particolare ai fini:

a) delle conseguenze socioeconomi-che per le popolazioni locali,

b) delle conseguenze per i suoli, l’ac-qua, l’aria, l’equilibrio naturale e i paesaggi, tenendo conto dei dati ecologici specifici, delle risorse na-turali e dei limiti di adattamento degli ecosistemi,

c) delle conseguenze per le finanze pubbliche.

Articolo 6

Orientamenti dello sviluppo turistico

1. Le Parti contraenti tengono conto, per lo sviluppo turistico, delle esigenze di protezione della natura e di salvaguar-dia del paesaggio. Si impegnano a

promuovere, nella misura del possibi-le, solamente progetti che rispettino i paesaggi e siano compatibili con l’am-biente.

2. Esse avviano una politica sostenibile che rafforzi la competitività di un turi-smo alpino a contatto con la natura, portando in tal modo un notevole con-tributo allo sviluppo socioeconomico del territorio alpino. Saranno privilegia-ti i provvedimenti a favore dell’inno-vazione e della diversificazione dell’offerta.

3. Le Parti contraenti provvederanno af-finché nelle zone fortemente turistiche sia perseguito un rapporto equilibrato tra forme di turismo intensivo ed esten-sivo.

4. Qualora venissero presi provvedimenti di incentivazione, andrebbero rispetta-ti gli aspetti seguenti:

a) per il turismo intensivo, l’adatta-mento delle strutture e degli im-pianti turistici esistenti alle esigenze ecologiche e lo sviluppo di nuove strutture conformi agli obiettivi del presente Protocollo;

b) per il turismo estensivo, il manteni-mento o lo sviluppo di un’offerta turistica prossima alle condizioni naturali e che rispetti l’ambiente, nonché la valorizzazione del patri-monio naturale e culturale delle re-gioni turistiche interessate.

Articolo 7

Ricerca della qualità

1. Le Parti contraenti avviano una politica di ricerca permanente e sistematica della qualità dell’offerta turistica sull’in-

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sieme del territorio alpino, tenendo conto in particolare delle esigenze ecologiche.

2. Esse favoriscono lo scambio di espe-rienze e la realizzazione di programmi d’azione comuni, che tendano ad un miglioramento qualitativo concernente in particolare:

a) l’inserimento degli impianti nei pae-saggi e nell’ambiente naturale;

b) l’urbanistica, l’architettura (costru-zioni nuove e recupero dei paesi),

c) le strutture alberghiere e l’offerta di servizi turistici,

d) la diversificazione dell’offerta turi-stica del territorio alpino, valoriz-zando le attività culturali delle di-verse zone interessate.

Articolo 8

Controllo dei flussi turistici

Le Parti contraenti favoriscono misure di pianificazione dei flussi turistici, in partico-lare nelle aree protette, organizzando la distribuzione e il soggiorno dei turisti in modo da garantire la preservazione di que-sti siti.

Articolo 9

Limiti naturali dello sviluppo

Le Parti contraenti provvedono affinché lo sviluppo turistico sia adeguato alle pecu-liarità dell’ambiente e alle risorse disponi-bili della località o della regione interessa-ta. In caso di progetti che potrebbero avere un forte impatto ambientale, sarà opportuno stabilire, nell’ambito dell’ordi-

namento istituzionale vigente, una valuta-zione preventiva dell’impatto, di cui tenere conto al momento della decisione.

Articolo 10

Zone di quiete

Le Parti contraenti si impegnano, in con-formità con la propria normativa e secon-do i criteri ecologici, a delimitare zone di quiete in cui si rinuncia agli impianti turisti-ci.

Articolo 11

Politica alberghiera

Le Parti contraenti attuano una politica alberghiera che tenga conto della scarsità dello spazio disponibile, privilegiando la ricettività commerciale, il recupero e l’uso degli edifici esistenti, modernizzando e migliorando la qualità delle strutture esi-stenti.

Articolo 12

Impianti di risalita

1. Le Parti contraenti convengono, nell’ambito delle procedure nazionali di autorizzazione degli impianti di risa-lita, di attuare, al di là delle esigenze economiche e di sicurezza, una politi-ca che risponda alle esigenze ecologi-che e paesaggistiche.

2. Nuove autorizzazioni all’esercizio e concessioni di impianti di risalita sa-ranno condizionate allo smontaggio e

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alla rimozione degli impianti di risalita fuori esercizio e alla rinaturalizzazione delle superfici inutilizzate con priorità alle specie vegetali di origine locale.

Articolo 13

Traffico e trasporti turistici

1. Le Parti contraenti favoriscono i prov-vedimenti destinati a ridurre il traffico a motore all’interno delle stazioni turisti-che.

2. Inoltre incoraggiano le iniziative pub-bliche o private miranti a migliorare l’accesso ai siti e ai centri turistici tra-mite i mezzi pubblici e a incentivarne l’uso da parte dei turisti.

Articolo 14

Tecniche particolari di assetto territoriale

1. Piste da sci 1. Le Parti contraenti provvedono af-

finché la realizzazione, la manuten-zione e l’esercizio delle piste da sci si integrino nel miglior modo possi-bile nel paesaggio, tenendo conto degli equilibri naturali e della sensi-bilità dei biotopi.

2. Le modifiche del terreno vanno li-mitate il più possibile e, se le condi-zioni naturali lo permettono, nelle aree modificate andrà ripristinata la vegetazione dando priorità alle specie di origine locale.

2. Impianti di innevamento Le legislazioni nazionali possono auto-

rizzare la fabbricazione di neve duran-te i periodi di freddo specifici di ogni sito, in particolare per rendere più si-cure le zone esposte qualora le condi-zioni idrologiche, climatiche e ecologi-che del rispettivo sito lo consentano.

Articolo 15

Attività sportive

1. Le Parti contraenti si impegnano a definire una politica di controllo delle attività sportive all’aperto, particolar-mente nelle aree protette, in modo da evitare effetti negativi per l’ambiente. Questo controllo può condurre, ove necessario, a vietarne la pratica.

2. Le Parti contraenti si impegnano a li-mitare al massimo e, ove necessario, a vietare le attività sportive che compor-tano l’uso di motori al di fuori delle zone determinate dalle autorità com-petenti.

Articolo 16

Deposito da aeromobili

Le Parti contraenti si impegnano a limitare al massimo e, ove sia il caso, a vietare, al di fuori degli aerodromi, il deposito da ae-romobili a fini sportivi.

Articolo 17

Sviluppo delle regioni e delle aree economicamente deboli

Viene raccomandato alle Parti contraenti di studiare al livello territoriale appropriato

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soluzioni adeguate che permettano uno sviluppo equilibrato delle regioni e delle aree economicamente deboli.

Articolo 18

Scaglionamento delle vacanze

1. Le Parti contraenti cercheranno di sca-glionare meglio nello spazio e nel tempo la domanda turistica delle re-gioni interessate.

2. A tale scopo, è opportuno incoraggia-re la cooperazione fra gli Stati per quanto riguarda lo scaglionamento delle vacanze e le esperienze di pro-lungamento delle stagioni turistiche.

Articolo 19

Incentivazione dell’innovazione

Viene raccomandato alle Parti contraenti di sviluppare ogni forma di incentivazione che possa favorire l’attuazione degli orien-tamenti di questo Protocollo; a tale scopo esse esamineranno in particolare l’organiz-zazione di un concorso alpino mirante a ricompensare iniziative e prodotti turistici innovativi conformi agli obiettivi di questo Protocollo.

Articolo 20

Cooperazione tra turismo, agricoltura, economia forestale e artigianato

Le Parti contraenti promuovono la collabo-razione tra turismo, agricoltura, economia forestale e artigianato. In particolare favo-

riscono combinazioni di attività in grado di creare posti di lavoro nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.

Articolo 21

Misure integrative

Le Parti contraenti possone adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per il turismo sostenibile.

Capitolo III

Ricerca, formazione informazione

Articolo 22

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione di una migliore conoscenza delle interazioni fra turismo ed ambien-te sulle Alpi, nonché l’analisi degli svi-luppi futuri.

2. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

3. Le Parti contraenti si impegnano a scambiare informazioni sulle proprie esperienze, utili all’attuazione dei prov-vedimenti e delle raccomandazioni di

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questo Protocollo, ed a raccogliere i dati rilevanti in materia di sviluppo turi-stico qualitativo.

Articolo 23

Formazione e informazione

1. Le Parti contraenti promuovono la for-mazione e l’aggiornamento, nonché l’informazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazio-ne del presente Protocollo.

2. Viene raccomandato alle Parti contra-enti di includere nelle formazioni pro-fessionali afferenti al turismo e al suo indotto, nozioni su natura e ambienti. Potrebbero così essere creati indirizzi di formazione originali che uniscano turismo ed ecologia, come ad esem-pio:

– “animatori ecologici”, – “responsabili della qualità delle

stazioni turistiche”, – “assistenti turistici per persone

disabili”.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 24

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo

mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 25

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misure adottate. La Conferenza delle Alpi sta-bilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 26

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per

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quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Pro-tocollo, esse prenderanno in conside-razione la possibilità di adottare modi-fiche appropriate del Protocollo medesimo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 27

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 28

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 16 ottobre 1998 nonché dal 16 novembre 1998 presso la Repubblica d’Austria quale Deposi-tario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 29

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo:a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;

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c) ciascuna data di entrata in vigore;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Bled, il 16 ottobre 1998, in lingua francese, italiana, slovena e tedesca, lad-dove ciascuno dei quattro testi fa eguale-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il De-positario transmette copie certificate con-formi alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloDifesa del suolo

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi), del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

al fine di ridurre il degrado quantitativo e qualitativo del suolo, in particolare impie-gando tecniche di produzione agricola e forestale che rispettino il suolo, usando suolo e terreno in modo parsionioso, con-tenendo l’erosione e l’impermeabilizzazio-ne dei suoli;

tenuto conto del fatto che la difesa dei suoli alpini, la loro gestione sostenibile e il ripristino delle loro funzioni naturali in siti compromessi avvengono nell’interesse generale;

considerato che le Alpi sono uno dei più grandi spazi naturali continui d’Europa e si distinguono per la loro diversità ecologica ed i loro ecosistemi altamente sensibili,

che debbono essere mantenuti nella loro funzionalità;

convinti che la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

consapevoli che le Alpi costituiscono un importante spazio per la vita e l’economia delle popolazioni locali e uno spazio ricre-ativo per gli abitanti di altre regioni, da un lato, mentre, dall’altro, le diverse esigenze d’uso, che si concentrano nel limitato ter-ritorio alpino, minacciano l’integrità delle funzioni del suolo e richiedono pertanto un’armonizzazione degli interessi econo-mici con le esigenze ecologiche;

tenuto conto del fatto che il suolo assume un ruolo specifico nel quadro degli ecosi-stemi, che la sua ricostituzione nonché la rigenerazione dei suoli compromessi sono processi molto lenti, che nel territorio alpi-no si debbono prevedere in maggior misu-ra fenomeni erosivi, dovuti alle condizioni topografiche del territorio alpino, che il suolo è ricettacolo di sostanze inquinanti, da un lato, mentre, dall’altro i suoli conta-minati possono essere fonti di immissioni di inquinanti in ecosistemi limitrofi e costi-tuire un pericolo per l’uomo, gli animali e le piante;

consapevoli che l’uso del suolo, in partico-lare attraverso lo sviluppo insediativo, l’in-dustria e l’artigianato, il turismo, le attività estrattive, gli interventi infrastrutturali, l’economia agricola e forestale, nonché il traffico può provocare compromissioni del

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suolo stesso, in senso quantitativo e qua-litativo, e che ciò richiede che siano propo-ste a livello intersettoriale misure adeguate per la difesa del suolo al fine di prevenire, contenere e rimuovere i danni;

considerato il fatto che la difesa del suolo influisce in vari modi sulle altre politiche settoriali nel territorio alpino, rendendo pertanto necessario un coordinamento in-terdisciplinare e intersettoriale;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini, le quali vengono attuate dalle Parti firmatarie attraverso gli strumenti a loro disposizione;

hanno convenuto quanto segue:

Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

1. Il presente Protocollo ha come scopo l’attuazione degli impegni concordati per la difesa del suolo tra le Parti con-traenti nell’ambito della Convenzione delle Alpi.

2. Il suolo va mantenuto efficiente in modo sostenibile

1. nelle sue funzioni naturali, come a) base e spazio vitale per uomini,

animali, piante e microorganismi;

b) elemento costitutivo della natura e del paesaggio;

c) parte integrante dell’ecosistema, soprattutto in relazione al ciclo del-le acque e delle sostanze nutritive,

d) mezzo di trasformazione e regola-zione per l’apporto di sostanze, in particolare per le sue proprietà di filtro, tampone e contenitore, parti-colarmente per la protezione delle acque di falda,

e) serbatoio genetico; 2. nella sua funzione di archivio della

storia naturale e culturale; 3. per garantire il suo utilizzo come: a) sito per l’agricoltura ivi comprese la

pastorizia e l’economia forestale; b) spazio abitativo e per attività turisti-

che; c) sito per altri usi economici, per i

trasporti, l’approvvigionamento e lo smaltimento;

d) giacimento di materie prime. Occorre in particolare garantire e con-

servare nel lungo periodo, in senso quantitativo e qualitativo, le funzioni ecologiche del suolo come parte es-senziale dell’ecosistema. E’ necessa-rio promuovere il ripristino dei suoli compromessi.

3. Le misure da adottare perseguono in particolare un uso del suolo adeguato al sito, un uso parsimonioso delle su-perfici, la prevenzione delle erosioni e delle alterazioni negative della struttu-ra dei suoli, nonché la riduzione al mi-nimo delle immissioni di sostanze dan-nose per il suolo.

4. In particolare si deve conservare e fa-vorire la diversità dei suoli tipica del territorio alpino e i siti caratteristici.

5. Per questi scopi assume particolare importanza il principio della prevenzio-

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ne in funzione di uno sviluppo sosteni-bile, che comprende la salvaguardia della funzionalità e dei potenziali usi dei suoli a scopi diversi, nonché la loro disponibilità per le future generazioni.

Articolo 2

Impegni fondamentali

1. Le Parti contraenti si impegnano ad adottare le misure giuridiche e ammini-strative necessarie ad assicurare la difesa dei suoli nel territorio alpino. Il controllo di queste misure avviene sotto la responsabilità delle autorità nazionali.

2. Se esiste il pericolo di compromissioni gravi e durature della funzionalità dei suoli, occorre, in linea di principio, dare priorità agli aspetti di protezione rispetto a quelli di utilizzo.

3. Le Parti contraenti esaminano le pos-sibilità di sostenere le misure persegui-te dal presente Protocollo per la difesa del suolo nel territorio alpino mediante misure di natura fiscale e/o finanziaria. Devono essere particolarmente incen-tivate le iniziative coerenti con la difesa del suolo e con il suo uso parsimonio-so e nel rispetto dell’ambiente.

Articolo 3

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

Le Parti contraenti si impegnano a consi-derare gli obiettivi stabiliti da questo Proto-collo anche nelle altre loro politiche. Nel territorio alpino, ciò vale in particolare per

l’assetto del territorio, gli insediamenti ed i trasporti, per il settore energetico, l’agri-coltura e l’economia forestale, l’estrazione di materie prime, l’industria, l’artigianato, il turismo, la protezione della natura e la tu-tela del paesaggio, la gestione delle acque e dei rifiuti, nonché la salvaguardia della qualità dell’aria.

Articolo 4

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica di difesa del suolo nel territorio alpino, nonché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Articolo 5

Cooperazione internazionale

1. Le Parti contraenti appoggiano una maggiore cooperazione internazionale tra le rispettive istituzioni competenti, in particolare nella realizzazione dei catasti del suolo, nel monitoraggio del suolo, nella delimitazione e nel control-

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lo delle aree con suoli protetti e di quelle con suoli compromessi, nonché di aree a rischio, nella predisposizione ed armonizzazione di basi di dati, nel coordinamento della ricerca per la di-fesa del suolo nel territorio alpino, come nell’informazione reciproca.

2. Le Parti contraenti si impegnano a ri-muovere gli ostacoli alla cooperazione internazionale tra gli enti territoriali del territorio alpino ed a promuovere la soluzione di problemi comuni al livello più idoneo.

3. Se la definizione di misure riguardanti la difesa del suolo è di competenza nazionale o internazionale, occorre dare agli enti territoriali la possibilità di rappresentare con efficacia gli interes-si della popolazione.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 6

Delimitazione di aree

Le Parti contraenti controllano che nella delimitazione di aree protette vengano in-clusi anche i suoli meritevoli di protezione. Sono da conservare in particolare le for-mazioni di suoli e rocce, che abbiano ca-ratteristiche tipiche o di particolare signifi-cato per la documentazione della storia della terra.

Articolo 7

Uso parsimonioso e rispettoso dei suoli

1. Nella predisposizione e nell’attuazione dei piani e/o programmi ai sensi dell’ar-ticolo 9 comma 3 del Protocollo “Pia-nificazione territoriale e sviluppo so-stenibile” occorre tener conto delle esigenze di difesa del suolo e in parti-colare di un uso parsimonioso del ter-reno e del suolo.

2. Ai fini del contenimento dell’imperme-abilizzazione e dell’occupazione del suolo, le Parti contraenti provvedono affinché l’urbanizzazione si sviluppi contenendo l’occupazione delle su-perfici e rispettando il suolo. Esse indi-rizzano lo sviluppo degli insediamenti di preferenza verso l’interno e ne limi-tano la crescita all’esterno.

3. Nella valutazione dell’impatto territo-riale e ambientale di grandi progetti nel settore dell’industria, dell’edilizia e del-le infrastrutture, in particolare dei tra-sporti, dell’energia e del turismo, oc-corre tener conto, nel quadro delle procedure nazionali, della difesa del suolo e della limitata disponibilità di superfici nel territorio alpino.

4. Se le condizioni naturali lo permettono, i terreni non più utilizzati o compro-messi, in particolare discariche di rifiu-ti e minerarie, infrastrutture, piste da sci, debbono essere rinaturalizzati o ricoltivati.

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Articolo 8

Uso parsimonioso delle risorse minerarie e attività estrattive rispettose del suolo

1. Le Parti contraenti provvedono ad un uso parsimonioso delle risorse minera-rie. Faranno tutti gli sforzi affinché vengano utilizzate preferibilmente so-stanze sostitutive e siano sfruttate tutte le possibilità di riciclaggio o ne venga favorito lo sviluppo.

2. Occorre limitare il più possibile l’impat-to dell’estrazione, della lavorazione e dell’impiego di risorse minerarie sulle altre funzioni del suolo. Nelle aree di particolare interesse per la difesa delle funzioni del suolo ed in quelle delimi-tate per il prelievo di acqua potabile, occorre rinunciare all’estrazione delle risorse minerarie.

Articolo 9

Conservazione dei suoli in zone umide e torbiere

1. Le Parti contraenti si impegnano a conservare le torbiere alte e basse. A questo scopo va perseguita a medio termine la sostituzione completa dell’impiego della torba.

2. Gli interventi di drenaggio dell’acqua nelle zone umide e nelle torbiere, salvo in casi eccezionali e giustificati, devo-no essere limitati alla gestione delle reti esistenti. Vanno incentivati inter-venti di ripristino dello stato originario nei casi di drenaggi esistenti.

3. I suoli di torbiera, in linea di principio, non vanno utilizzati, oppure vanno uti-

lizzati per uso agricolo, in modo da conservarne le caratteristiche.

Articolo 10

Delimitazione e trattamento di aree a rischio

1. Le Parti contraenti concordano di car-tografare e di registrare in catasti le aree nelle Alpi che sono minacciate da rischi geologici, idrogeologici ed idro-logici, in particolare movimenti di mas-se (smottamenti di pendii, formazione di frane e crolli di terreno), slavine e inondazioni, delimitando le zone a ri-schio laddove sia necessario. Dov’è il caso, occorre tener conto anche dei rischi sismici.

2. Le Parti contraenti provvedono affin-ché nelle aree a rischio siano applica-te, per quanto possibile, tecniche di ingegneria naturalistica, nonché impie-gati materiali da costruzione locali e tradizionali, adatti alle condizioni pae-saggistiche. Queste misure sono da supportare con idonei provvedimenti silvicolturali.

Articolo 11

Delimitazione e trattamento delle aree nelle Alpi a rischio d’erosione

1. Le Parti contraenti concordano di provvedere al rilevamento cartografico ed alla registrazione in catasti del suo-lo delle aree nelle Alpi interessate da erosioni estese, in base a criteri com-parabili di quantificazione dei fenome-

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ni erosivi dei suoli, nella misura neces-saria per la difesa dei beni materiali.

2. L’erosione del suolo deve essere ridot-ta al livello inevitabile. Le superfici danneggiate dall’erosione e dagli smottamenti devono essere risanate nella misura necessaria alla protezione dell’uomo e dei beni.

3. In funzione della protezione dell’uomo e dei beni materiali occorre attuare misure per arginare l’erosione dovuta alle acque e contenere i deflussi in superficie, preferibilmente impiegando delle tecniche naturalistiche di regima-zione delle acque, di ingegneria delle costruzioni e di gestione forestale.

Articolo 12

Agricoltura, pastorizia e economia forestale

1. Per la difesa contro l’erosione ed i co-stipamenti dannosi del terreno, le Parti contraenti si impegnano ad applicare pratiche di coltivazione, pastorizia e economia forestale idonee ed adatte alle condizioni dei rispettivi siti.

2. Riguardo all’immissione di sostanze derivanti dall’impiego di fertilizzanti e fitofarmaci, le Parti contraenti preve-dono di elaborare ed attuare dei criteri comuni per una buona pratica tecnica. La concimazione deve corrispondere, nel tipo, nella quantità e nel periodo, al fabbisogno delle piante, tenuto conto delle sostanze nutritive disponibili nel terreno e della sostanza organica, non-ché delle condizioni di coltivazione e del sito. A ciò serve l’applicazione di metodi ecologici/biologici e integrati di coltivazione nonché la commisurazio-

ne del carico zootecnico alle condizio-ni naturali del sito e della vegetazione.

3. Sui pascoli alpini occorre, in particola-re, ridurre al minimo l’impiego di ferti-lizzanti minerali e di fitofarmaci sinteti-ci. Occorre rinunciare all’impiego di fanghi di depurazione.

Articolo 13

Misure silvicolturali ed altre misure

1. Per le foreste montane che hanno una funzione altamente protettiva per i ri-spettivi siti e soprattutto per gli inse-diamenti abitativi, per le infrastrutture di trasporto, per i terreni agricoli colti-vati ecc., le Parti contraenti si impe-gnano ad attribuire priorità a questa funzione protettiva, finalizzando alla stessa la gestione forestale. Queste foreste montane devono essere con-servate in loco.

2. Le foreste, in particolare, devono es-sere utilizzate e gestite in modo da evitare erosioni e costipamenti danno-si del suolo. A tal fine occorre promuo-vere anche una silvicoltura adatta al sito e metodi naturali di rinnovazione forestale.

Articolo 14

Effetti delle infrastrutture turistiche

1. Le Parti contraenti si attivano, nel modo più idoneo, affinché

– siano evitati gli effetti negativi cau-sati dalle attività turistiche sui suoli nelle Alpi;

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– i terreni già compromessi da usi turistici intensivi vengano stabiliz-zati, in particolare e per quanto possibile, mediante il ripristino del manto vegetale e l’impiego di tecni-che di ingegneria naturalistica. Gli ulteriori usi dovranno essere gestiti in modo che tali danni non abbiano più a verificarsi;

- le autorizzazioni di costruzione e di livellamento delle piste da sci nelle foreste aventi funzione di protezio-ne vengano concesse solo in casi eccezionali e in attuazione di misu-re di compensazione, tuttavia non per terreni instabili.

2. Gli additivi chimici e biologici per la preparazione delle piste vengano tolle-rati soltanto se è certificata la loro compatibilità con l’ambiente.

3. Se si constatano danni importanti al suolo e alla vegetazione le Parti con-traenti adotteranno quanto prima le misure di ripristino necessarie.

Articolo 15

Limitazione degli apporti di inquinanti

1. Le Parti contraenti assumono ogni ini-ziativa atta a ridurre per quanto possibi-le e preventivamente gli apporti di in-quinanti nei suoli tramite l’aria, l’acqua, i rifiuti ed altre sostanze dannose per l’ambiente. Esse favoriscono le misure che limitano le emissioni alla fonte.

2. Per evitare la contaminazione dei suoli derivante dall’uso di sostanze perico-lose, le Parti contraenti adottano rego-lamenti tecnici, prevedono controlli ed attuano programmi di ricerca e azioni di informazione.

Articolo 16

Impiego compatibile con l’ambiente di sostanze antisdrucciolo

Le Parti contraenti si impegnano a ridurre al minimo l’impiego di sale antigelo e ad utilizzare, per quanto possibile, sostanze antisdrucciolo e meno contaminanti, come la ghiaia e la sabbia.

Articolo 17

Suoli contaminati, aree contaminate dismesse, gestione dei rifiuti

1. Le Parti contraenti si impegnano a rile-vare e catalogare le aree contaminate dismesse e le aree sospette di essere contaminate (catasto delle aree conta-minate dismesse), ad esaminare lo stato di tali aree ed a valutare con me-todi comparabili il livello di rischio po-tenziale.

2. Per evitare la contaminazione dei suoli, nonché per il trattamento preliminare, il trattamento ed il deposito di rifiuti e di scorie, attuati in modo compatibile con l’ambiente, occorre definire e rea-lizzare dei sistemi di gestione dei rifiu-ti.

Articolo 18

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per la difesa del suolo.

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Capitolo III

Ricerca, formazione e informazione

Articolo 19

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica in funzione del conseguimento degli obiettivi del presente Protocollo.

2. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

3. Le Parti contraenti concordano di co-ordinare i propri progetti di ricerca fina-lizzati alla difesa del suolo e riferiti al territorio alpino, tenuto conto dello sviluppo della ricerca in altri ambiti nazionali e internazionali, e prospetta-no attività comuni di ricerca.

4. Occorre attribuire una particolare at-tenzione alla valutazione del grado di sensibilità del suolo in rapporto alle diverse attività umane, alla valutazione della capacità rigenerativa dei suoli, nonché all’esame delle rispettive tec-nologie più idonee.

Articolo 20

Realizzazione di basi di dati armonizzate

1. Le Parti contraenti concordano di cre-are, nell’ambito del sistema di osser-vazione e informazione delle Alpi, basi di dati comparabili (parametri pedolo-gici, prelievi campione, analisi, valuta-zione), rendendo possibile lo scambio di dati.

2. Le Parti contraenti concordano quali sostanze dannose per il suolo devono essere esaminate con priorità, e perse-guono criteri comparabili di valutazio-ne.

3. Le Parti contraenti mirano a rilevare in modo rappresentativo, sulla base di criteri di valutazione uguali e metodi armonizzati, lo stato dei suoli nel terri-torio alpino, tenendo conto della situa-zione geologica e idrogeologica.

Articolo 21

Istituzione di aree di osservazione permanente e coordinamento dell’osservazione ambientale

1. Le Parti contraenti si impegnano ad istituire nel territorio alpino aree sotto-poste ad osservazione permanente (monitoring) e ad integrarle in una rete panalpina di osservazione del suolo.

2. Le Parti contraenti concordano di co-ordinare l’osservazione nazionale del suolo con le istituzioni preposte all’os-servazione ambientale di aria, acqua, flora e fauna.

3. Nell’ambito di questi studi le Parti con-traenti creeranno banche di campiona-

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mento del suolo, sulla base di criteri comparabili.

Articolo 22

Formazione e informazione

Le Parti contraenti promuovono la forma-zione e l’aggiornamento, nonché l’infor-mazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazione del presente Protocollo.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 23

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 24

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misure adottate. La Conferenza delle Alpi sta-bilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 25

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Pro-tocollo, esse prenderanno in conside-razione la possibilità di adottare modi-fiche appropriate del Protocollo mede-simo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

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Capitolo V

norme finali

Articolo 26

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 27

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 16 ottobre 1998 nonché dal 16 novembre 1998 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati

avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 28

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo:

a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Bled, il 16 ottobre 1998, in lingua francese, italiana, slovena e tedesca, lad-dove ciascuno dei quattro testi fa egual-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il De-positario trasmette copie certificate con-formi alle Parti firmatarie.

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato in base alla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi) del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

convinti di realizzare forme di produzione, distribuzione e utilizzazione dell’energia che rispettino la natura ed il paesaggio e siano ecocompatibili nonché di promuove-re misure di risparmio energetico;

tenuto conto della necessità di ridurre le emissioni di gas-serra anche nel territorio delle Alpi ed in tal modo soddisfare anche gli impegni della Convenzione quadro del-le Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;

convinti che gli interessi economici debba-no essere armonizzati con le esigenze ecologiche;

coscienti che il territorio alpino è un’area di importanza europea e che rappresenta,

quanto a geomorfologia, clima, acque, vegetazione, fauna, paesaggio e cultura, un patrimonio tanto inconfondibile quanto molteplice e che la sua alta montagna, le sue valli e le sue prealpi rappresentano unità ambientali la cui conservazione non può essere soltanto compito degli Stati alpini;

consapevoli che le Alpi, oltre a costituire lo spazio di vita e di lavoro della popolazione locale, nel contempo sono di massima rile-vanza per i territori extra-alpini, tra l’altro come area di transito non solo per il traffi-co transeuropeo di persone e di merci, ma anche per le reti internazionali di distribu-zione energetica;

tenuto conto della sensibilità ambientale del territorio alpino anche alle attività di produzione, trasporto ed uso dell’energia interagenti con aspetti di protezione della natura, di pianificazione territoriale e di uso del suolo;

considerato che in presenza di rischi per la salvaguardia ambientale e, fra questi, delle possibili alterazioni climatiche di origine umana, è diventata necessaria una parti-colare attenzione alle strette relazioni tra attività sociali ed economiche dell’uomo e la conservazione degli ecosistemi che ri-chiedono, specialmente nel territorio alpi-no, misure adeguate e diversificate, d’inte-sa con la popolazione locale, con le istitu-zioni politiche e con le organizzazioni economiche e sociali;

convinti che la popolazione locale debba essere posta nelle condizioni di determina-re essa stessa le prospettive del proprio sviluppo sociale, culturale e economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione

Preambolo

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nel quadro del vigente ordinamento istitu-zionale;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini e degli enti territoriali diretta-mente interessati;

convinti che il soddisfacimento delle ne-cessità energetiche rappresenti un fattore notevole di sviluppo economico e sociale sia all’interno che all’esterno del territorio alpino;

coscienti che l’uso e l’ulteriore sviluppo di strumenti economici, tramite i quali la real-tà dei costi possa essere ulteriormente in-serita nel calcolo dei costi energetici, siano di fondamentale importanza;

convinti che il territorio alpino dia un con-tributo durevole al soddisfacimento delle necessità di energia, oltre che di acqua potabile, in ambito europeo e che esso stesso debba essere dotato di risorse energetiche sufficienti a migliorare le con-dizioni di vita delle popolazioni e la produt-tività economica;

convinti che il territorio alpino rivesta un ruolo particolarmente importante per la interconnessione dei sistemi energetici de-gli Stati europei;

convinti che nel territorio delle Alpi le misu-re per l’uso razionale dell’energia e l’uso sostenibile delle risorse idriche e del legno possano fornire un essenziale contributo, nell’ambito dell’economia nazionale, all’approvvigionamento energetico e che l’uso della biomassa e dell’energia solare rivesta sempre maggiore importanza;

hanno convenuto quanto segue:

Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

Le Parti contraenti si impegnano a creare condizioni quadro e ad assumere concrete misure in materia di risparmio energetico, produzione, trasporto, distribuzione ed uti-lizzo dell’energia nell’ambito territoriale di applicazione della Convenzione delle Alpi atte a realizzare una situazione energetica di sviluppo sostenibile, compatibile con i limiti specifici di tolleranza del territorio al-pino; così facendo, le Parti contraenti forni-ranno un importante contributo alla prote-zione della popolazione e dell’ambiente, alla salvaguardia delle risorse e del clima.

Articolo 2

Impegni fondamentali

1. In conformità con il presente Protocol-lo le Parti contraenti mirano, in partico-lare, a:

a) armonizzare la loro pianificazione energetica alla pianificazione gene-rale di assetto del territorio alpino;

b) finalizzare i sistemi di produzione, trasporto e distribuzione dell’ener-gia, con riguardo alle esigenze di tutela ambientale, alla generale otti-mizzazione del sistema complessi-vo di infrastrutture del territorio al-pino;

c) perseguire la minimizzazione del carico ambientale di origine ener-

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getica nel quadro di un obiettivo di ottimizzazione della fornitura di ser-vizi energetici all’utente finale, me-diante, fra l’altro, per quanto possi-bile:

– la riduzione del bisogno di energia con l’uso di tecnologie più effi-cienti,

– un più ampio soddisfacimento dei restanti bisogni di energia con fonti rinnovabili,

– l’ottimizzazione degli impianti di produzione di energia esistenti ba-sati su fonti non rinnovabili;

d) contenere gli effetti negativi delle infrastrutture energetiche sull’am-biente e sul paesaggio, incluse le infrastrutture relative alla gestione dei loro rifiuti attraverso l’adozione di misure di carattere preventivo, per le nuove realizzazioni, ed il ri-corso, ove necessario, ad interven-ti di risanamento nel caso di im-pianti esistenti.

2. Nei casi di costruzione di nuove grandi infrastrutture energetiche e di rilevante potenziamento di quelle esistenti, le Parti contraenti provvedono, nel qua-dro istituzionale vigente, alla valutazio-ne dell’impatto ambientale nel territo-rio alpino nonché alla valutazione dei loro effetti territoriali e socioeconomici secondo l’articolo 12, incluso il diritto di espressione di parere in ambito in-ternazionale, quando possano esistere effetti transfrontalieri.

3. Esse considerano, nella loro politica energetica, che il territorio alpino si presta all’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia e promuovono la collabora-zione reciproca sui programmi di svi-luppo in questo campo.

4. Esse preservano le aree protette con le loro zone cuscinetto, le zone di rispet-to e di quiete, nonché quelle integre dal punto di vista naturalistico e pae-saggistico ed ottimizzano le infrastrut-ture energetiche in funzione dei diffe-renti livelli di vulnerabilità, di tolleranza e di degrado in atto negli ecosistemi alpini.

5. Le Parti contraenti sono coscienti che un contributo rilevante alla protezione delle Alpi nei confronti degli impatti ambientali delle infrastrutture energeti-che, mediante interventi preventivi e di risanamento, può derivare da una ade-guata politica di ricerca e sviluppo. Esse incoraggiano, pertanto, la ricerca e lo sviluppo nei campi appropriati e lo scambio dei relativi risultati rilevanti.

6. Le Parti contraenti collaboreranno in campo energetico nello sviluppo di metodi che tengano in maggior conto la realtà dei costi.

Articolo 3

Conformità con il diritto internazionale e con le altre politiche

1. L’attuazione del presente Protocollo avviene in conformità con le norme giuridiche internazionali vigenti ed in particolare con le norme della Conven-zione delle Alpi, dei Protocolli attuativi nonché con gli accordi internazionali vigenti.

2. Le Parti contraenti si impegnano a considerare gli obiettivi stabiliti da questo Protocollo anche nelle altre loro politiche, tenendoli presenti, in particolare, nei settori dell’assetto del territorio e dello sviluppo regionale, dei

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trasporti, dell’economia agricola e fo-restale e del turismo, al fine di evitare eventuali effetti negativi o contraddit-tori nel territorio delle Alpi.

Articolo 4

Partecipazione degli enti territoriali

1. Ciascuna Parte contraente stabilisce, nel quadro istituzionale vigente, il livel-lo più idoneo alla concertazione e coo-perazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati, al fine di promuovere una responsabilità solidale e, in particolare, di valorizzare e di sviluppare le sinergie potenziali nell’attuazione della politica dell’ener-gia nel territorio alpino, nonché delle misure conseguenti.

2. Nel rispetto delle loro competenze, nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

3. Le Parti contraenti incoraggiano la cooperazione internazionale tra le isti-tuzioni direttamente interessate ai pro-blemi dell’energia e dell’ambiente allo scopo di favorire l’accordo sulle solu-zioni ai problemi comuni.

Capitolo II

Misure specifiche

Articolo 5

Risparmio energetico ed uso razionale dell’energia

1. Il territorio alpino richiede misure adat-te per il risparmio energetico, la distri-buzione e l’uso razionale dell’energia, che tengano conto:

a) del fabbisogno energetico diffuso nel territorio e molto variabile a se-conda delle condizioni altimetriche, stagionali e turistiche;

b) della disponibilità locale di fonti rinnovabili di energia;

c) del particolare impatto delle immis-sioni atmosferiche in conche e val-late, per la loro conformazione geo-morfologica.

2. Le Parti contraenti provvedono a mi-gliorare la compatibilità ambientale dell’utilizzo dell’energia, promuovono prioritariamente il risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia stessa, in particolare nei processi produttivi, nei servizi pubblici e nei grandi esercizi alberghieri, nonché negli impianti di trasporto e per le attività sportive e del tempo libero.

3. Esse adottano misure e disposizioni in particolare nei seguenti settori:

a) miglioramento della coibentazione degli edifici e dell’efficienza dei si-stemi di distribuzione del calore;

b) ottimizzazione dei rendimenti degli impianti termici di riscaldamento, di ventilazione e di climatizzazione;

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c) controllo periodico ed eventual-mente riduzione delle emissioni ambientalmente dannose degli im-pianti termici;

d) risparmio energetico con ricorso a processi tecnologici avanzati per l’utilizzazione e la trasformazione dell’energia;

e) calcolo dei costi di riscaldamento e di fornitura di acqua calda in base ai consumi;

f) progettazione e promozione di nuo-vi edifici che adottino tecnologie a basso consumo energetico;

g) promozione ed attuazione di piani energetici e climatici comunali/lo-cali nel rispetto dei provvedimenti di cui all’articolo 2 comma 1.c;

h) risanamento energetico degli edifici in caso di ristrutturazioni ed inco-raggiamento dell’adozione di siste-mi di riscaldamento ecocompatibi-li.

Articolo 6

Fonti energetiche rinnovabili

1. Le Parti contraenti si impegnano, nei limiti finanziari esistenti, alla promozio-ne ed all’impiego preferenziale di fonti energetiche rinnovabili con modalità compatibili con l’ambiente ed il pae-saggio.

2. Esse sostengono anche l’uso di im-pianti decentrati per lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili, quali l’ac-qua, il sole, la biomassa.

3. Esse sostengono l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili anche in com-binazione con l’esistente approvvigio-namento convenzionale.

4. Le Parti contraenti, in particolare, pro-muovono l’utilizzo razionale delle risor-se idriche e del legno proveniente dalla gestione durevole delle foreste montane per la produzione di energia.

Articolo 7

Energia idroelettrica

1. Le Parti contraenti assicurano sia per gli impianti idroelettrici di nuova realiz-zazione che, per quanto praticabile, per quelli già esistenti, la funzionalità ecologica dei corsi d’acqua e la inte-grità paesaggistica mediante misure appropriate quali la definizione delle portate minime, l’adozione di regola-menti mirati alla riduzione delle oscilla-zioni artificiali del livello delle acque, la garanzia della migrazione della fauna.

2. Le Parti contraenti, nel rispetto delle proprie norme di sicurezza ed ambien-tali, possono introdurre misure di so-stegno della concorrenzialità di im-pianti idroelettrici esistenti.

3. Esse si impegnano inoltre a salvaguar-dare il regime idrico nelle zone di vin-colo idropotabile, nelle aree protette con le loro zone cuscinetto, nelle zone di rispetto e di quiete, nonché in quelle integre dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.

4. Le Parti contraenti raccomandano la riattivazione di impianti idroelettrici di-smessi a preferenza di una nuova co-struzione. Anche in caso di riattivazio-ne di impianti vale quanto esposto nel comma 1 circa il mantenimento della funzionalità di ecosistemi acquatici e di altri sistemi interessati.

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5. Le Parti contraenti possono esaminare, in conformità con il rispettivo diritto nazionale, la possibilità di come impu-tare agli utenti finali di risorse alpine prezzi di mercato, nonché in quale modo e misura ricompensare equa-mente le popolazioni locali per presta-zioni rese nell’interesse della comunità.

Articolo 8

Energia da combustibili fossili

1. Le Parti contraenti garantiscono che, nel caso di nuove costruzioni di im-pianti termici a combustibili fossili per la produzione di energia elettrica e/o di calore, vengano utilizzate le migliori tecnologie disponibili. Esse, nel caso di impianti esistenti nel territorio alpi-no, limitano, per quanto possibile, le emissioni utilizzando a tal fine tecnolo-gie e/o combustibili appropriati.

2. Le Parti contraenti verificano la fattibi-lità tecnica ed economica e la conve-nienza ambientale della sostituzione di impianti termici utilizzanti combustibili fossili con impianti utilizzanti fonti di energia rinnovabile e con impianti de-centralizzati.

3. Le Parti contraenti adottano misure atte a favorire la cogenerazione al fine di un utilizzo più efficiente dell’ener-gia.

4. Nelle zone di confine, le Parti contra-enti provvedono, per quanto possibile, all’armonizzazione ed al collegamento dei loro sistemi di monitoraggio delle emissioni e delle immissioni.

Articolo 9

Energia nucleare

1. Le Parti contraenti si impegnano a scambiarsi, nell’ambito delle Conven-zioni internazionali, tutte le informazio-ni relative alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari che hanno o potreb-bero avere effetti nel territorio alpino, con lo scopo di garantire la tutela du-revole della salute dell’uomo, del patri-monio faunistico e vegetazionale, delle loro comunità biocenotiche e dei loro habitat, con le relative interazioni.

2. Inoltre le Parti contraenti provvedono, per quanto possibile, all’armonizzazio-ne ed al collegamento dei loro sistemi di monitoraggio della radioattività nell’ambiente.

Articolo 10

Trasporto e distribuzione di energia

1. Per tutte le infrastrutture esistenti le Parti contraenti perseguono obiettivi di razionalizzazione ed ottimizzazione delle stesse, tenendo conto delle esi-genze di tutela ambientale, in partico-lare della necessità di conservazione degli ecosistemi più sensibili e del pa-esaggio ed intraprendendo, se neces-sario, azioni di tutela della popolazione e dell’ambiente alpino.

2. Nei casi di costruzione di elettrodotti e delle relative stazioni elettriche, non-ché di oleodotti e gasdotti, incluse le stazioni di pompaggio e compressione e altri impianti di elevata rilevanza am-bientale, le Parti contraenti mettono in atto tutti quegli accorgimenti necessa-

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ri ad attenuare il disagio per le popola-zioni e per l’ambiente, inclusa, ove possibile, l’utilizzazione di opere e per-corsi già esistenti.

3. Le Parti contraenti tengono conto, per quanto riguarda le linee di trasporto dell’energia, in particolare dell’impor-tanza delle aree protette con le loro zone cuscinetto, le zone di rispetto e di quiete e di quelle integre dal punto di vista naturalistico e paesaggistico nonché dell’avifauna.

Articolo 11

Rinaturalizzazione ed ingegneria naturalistica

Le Parti contraenti definiscono, nei proget-ti di massima, ovvero nelle valutazioni dell’impatto ambientale previsti nel quadro legislativo vigente, le modalità di rinatura-lizzazione e di recupero dei corpi idrici, a seguito della esecuzione di opere pubbli-che e private nel campo energetico che interessino l’ambiente e gli ecosistemi del territorio alpino, ricorrendo per quanto possibile a tecniche di ingegneria naturali-stica.

Articolo 12

Valutazione dell’impatto ambientale

1. Le Parti contraenti sottopongono pre-ventivamente i progetti concernenti la costruzione di installazioni energeti-che, di cui agli articoli 7, 8, 9, 10 del Protocollo, e le modifiche sostanziali di questi impianti, ad una valutazione dell’impatto ambientale, conforme-

mente alle legislazioni nazionali vigenti ed alle Convenzioni ed Intese interna-zionali.

2. Le Parti contraenti concordano sulla opportunità che siano adottate, per quanto possibile, le migliori tecniche disponibili volte ad eliminare od atte-nuare il disagio ambientale preveden-do anche, come parte delle alternative possibili, l’eventuale smantellamento di strutture in disuso non ecocom-patibili.

Articolo 13

Concertazione

1. Le Parti contraenti si impegnano a procedere a consultazione preventiva per i progetti con possibili effetti tran-sfrontalieri, in relazione ai loro impatti.

2. Per quanto riguarda progetti con pos-sibili effetti transfrontalieri, le Parti con-traenti interessate devono essere mes-se in grado di formulare tempestiva-mente le proprie osservazioni, delle quali si terrà conto adeguatamente nell’ambito del processo autorizzati-vo.

Articolo 14

Misure integrative

Le Parti contraenti possono adottare misu-re integrative a quelle previste dal presente Protocollo per le questioni energetiche e per lo sviluppo sostenibile.

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Capitolo III

Ricerca, formazione e informa-zione

Articolo 15

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono e ar-monizzano, in stretta cooperazione, la ricerca e l’osservazione sistematica, ai fini dell’attuazione del presente Proto-collo, tenuto conto dei risultati già conseguiti ai diversi livelli nazionali ed internazionali, in particolare sui metodi e criteri di analisi e valutazione degli impatti ambientali e climatici, sulle tecnologie specifiche per l’economia e l’utilizzazione razionale dell’energia nel territorio alpino.

2. Esse tengono conto dei risultati della ricerca nei processi di definizione e di verifica degli obiettivi e delle misure di politica energetica, nonché nell’attività di formazione e di assistenza tecnica a livello locale, per la popolazione, gli operatori economici e gli enti terri-toriali.

3. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati nazionali della ricerca e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un sistema comune di os-servazione e informazione permanenti e siano resi pubblicamente accessibili nel quadro istituzionale vigente.

Articolo 16

Formazione e informazione

1. Le Parti contraenti promuovono la for-mazione e l’aggiornamento, nonché l’informazione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazio-ne del presente Protocollo.

2. Esse favoriscono in particolare l’ulteriore sviluppo della formazione e dell’aggiornamento professionale e dell’assistenza tecnica in materia ener-getica, includendovi la protezione dell’ambiente, della natura e del clima.

Capitolo IV

Attuazione, controllo e valutazione

Articolo 17

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano ad assi-curare l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 18

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata anche l’efficacia delle misure

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adottate. La Conferenza delle Alpi sta-bilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto agli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere ulteriori informazioni alle Parti contraenti interessate o assume-re informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Essa, qualora con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 19

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano ad intervalli regolari le disposizio-ni contenute nel presente Protocollo, sotto il profilo della loro efficacia. Per quanto sarà necessario al consegui-mento degli obiettivi del presente Protocollo, esse prenderanno in consi-derazione la possibilità di adottare modifiche appropriate del Protocollo medesimo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non-governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

norme finali

Articolo 20

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri articoli pertinenti della stessa Convenzione.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera questioni concernenti il presente Protocollo, solo le Parti contraenti del-lo stesso Protocollo sono ammesse alle relative votazioni.

Articolo 21

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità Europea, il 16 ottobre 1998 nonché dal 16 novembre 1998 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre

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mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 22

Notifiche

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo: a) ciascun atto di firma; b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione; c) ciascuna data di entrata in vigore; d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria; e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Bled, il 16 ottobre 1998, in lingua francese, italiana, slovena e tedesca, lad-dove ciascuno dei quattro testi fa egual-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il De-positario trasmette copie certificate con-formi alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

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La Repubblica d’Austriala Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

in conformità con il loro mandato derivante dalla Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi) del 7 novem-bre 1991, di assicurare una politica globale di protezione e di sviluppo sostenibile del territorio alpino;

in attuazione dei loro impegni di cui all’ar-ticolo 2, commi 2 e 3 della Convenzione delle Alpi;

consapevoli che il territorio alpino com-prende un’area caratterizzata da ecosiste-mi e paesaggi particolarmente sensibili o da condizioni geografiche e topografiche tali da accentuare l’inquinamento e l’im-patto acustico oppure un’area caratteriz-zata dalla presenza di risorse naturali o culturali uniche;

consapevoli che in assenza di adeguati provvedimenti, a causa della progressiva integrazione dei mercati, dello sviluppo sociale ed economico e delle esigenze le-gate alle attività del tempo libero, il traffico e l’impatto ambientale che ne consegue sono destinati ad aumentare;

convinti che la popolazione locale debba essere posta in condizione di determinare essa stessa le prospettive del proprio svi-luppo sociale, culturale ed economico, nonché di concorrere alla sua realizzazione nel quadro istituzionale vigente;

consapevoli che i trasporti non sono privi di ripercussioni sull’ambiente e che l’im-patto ambientale dovuto ai trasporti pro-voca un crescente carico e rischi ecologi-ci, per la salute e per la sicurezza, i quali richiedono un’azione congiunta;

consapevoli che il trasporto di merci peri-colose richiede interventi più incisivi al fine di garantire la sicurezza;

consapevoli che sia l’esigenza di rendere trasparenti le connessioni tra trasporti, ambiente, salute e sviluppo economico, sia quella di rendere palese la necessità di ridurre l’impatto ambientale richiedono at-tività organiche di monitoraggio, ricerca, informazione ed orientamento;

consapevoli che nel territorio alpino una politica dei trasporti orientata ai principi di sostenibilità non è di interesse per la sola popolazione alpina ma anche per quella extraalpina e che è inoltre indispensabile per la conservazione delle Alpi come spa-zio vitale, naturale ed economico;

consapevoli che da un lato le infrastrutture di trasporto non sono in parte sufficiente-mente sfruttate e che dall’altro non vengo-no adeguatamente promossi i sistemi di trasporto più ecologici, quali rotaia, navi-gazione e sistemi combinati, e neppure la compatibilità e l’operatività transnazionali dei vari mezzi di trasporto, e che è pertan-to necessario ottimizzarli, rafforzando le

Preambolo

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149Segnali alpini 1

reti di trasporto all’interno e all’esterno delle Alpi;

consapevoli che le scelte pianificatorie e di politica economica operate all’interno ed all’esterno delle Alpi sono della massima importanza per lo sviluppo dei trasporti nel territorio alpino;

adoperandosi per dare un contributo deci-sivo allo sviluppo sostenibile e al migliora-mento della qualità della vita attraverso un contenimento del volume di traffico, attra-verso una gestione ecocompatibile dei trasporti e attraverso l’incremento dell’effi-cacia e dell’efficienza dei sistemi di tra-sporto esistenti;

convinti della necessità di conciliare gli in-teressi economici, le esigenze sociali e quelle ecologiche;

nel rispetto degli accordi bilaterali e multi-laterali stipulati tra le Parti contraenti e la Comunità Europea, in particolare nel set-tore dei trasporti;

convinti che determinati problemi possono essere risolti soltanto sul piano transfron-taliero e richiedono misure comuni degli Stati alpini;

hanno convenuto quanto segue:

Capitolo I

Disposizioni generali

Articolo 1

Finalità

1. Le Parti contraenti si impegnano ad attuare una politica sostenibile dei trasporti tesa a:

a) ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico intraalpino e transalpino ad un livello che sia tollerabile per l’uomo, la fauna e la flora e il loro habitat, tra l’altro at-tuando un più consistente trasferi-mento su rotaia dei trasporti, in particolare del trasporto merci, so-prattutto mediante la creazione di infrastrutture adeguate e di incenti-vi conformi al mercato;

b) contribuire allo sviluppo sostenibile dello spazio vitale e delle attività economiche, come premesse fon-damentali per l’esistenza stessa delle popolazioni residenti nel terri-torio alpino per mezzo di una politi-ca dei trasporti organica e concer-tata tra le Parti contraenti che coin-volga tutti i vettori;

c) contribuire a ridurre o a limitare per quanto possibile l’impatto che pos-sa compromettere il ruolo e le risor-se del territorio alpino nonché la conservazione dei suoi paesaggi naturali e culturali – la cui importan-za si estende oltre i suoi confini, e che possa mettere a repentaglio la preservazione di questo territorio ancora fondamentalmente intatto;

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d) garantire il traffico intraalpino e transalpino incrementando l’effica-cia e l’efficienza dei sistemi di tra-sporto e favorendo i vettori meno inquinanti e con minore consumo di risorse ad un costo economica-mente sopportabile;

e) garantire condizioni di concorrenza equilibrate tra i singoli vettori.

2. Le Parti contraenti si impegnano a sviluppare il settore dei trasporti te-nendo conto dei principi di precauzio-ne, prevenzione e causalità.

Articolo 2

Definizioni

Ai sensi del presente Protocollo, si intende per:

“traffico/trasporto transalpino”: traffico/ trasporto con origine e destinazione all’esterno del territorio alpino;

“traffico/trasporto intraalpino”: traffico/tra-sporto con origine e destinazione all’inter-no del territorio alpino (traffico/trasporto interno) incluso il traffico/trasporto con origine o destinazione nel territorio alpino;

“impatto e rischi tollerabili”: impatto e ri-schi da definirsi nell’ambito di procedi-menti di valutazione dell’impatto ambien-tale e di analisi dei rischi con lo scopo di fermare l’ulteriore aumento dell’impatto e dei rischi e di ridurli, qualora necessario, tramite provvedimenti appropriati sia nel caso di nuove costruzioni sia per le infra-strutture esistenti con notevole impatto sul territorio;

“costi esterni”: voci di costo per le quali un utente di un bene o di un servizio (ad es. infrastruttura) non sostiene un esborso. Essi comprendono l’uso dell’in fra struttura se esso è gratuito, i danni, l’inquinamento, anche acustico, i costi sanitari occasionati dall’uso dei trasporti e dagli incidenti;

“grandi costruzioni o trasformazioni so-stanziali o potenziamento delle infrastruttu-re di trasporto esistenti”: progetti infra-strutturali suscettibili di provocare impatto che in base alla normativa sulla VIA o in base a disposizioni contenute in Accordi internazionali sono soggetti a procedimen-ti di valutazione dell’impatto ambientale;

“strade di grande comunicazione”: tutte le autostrade e le strade a più corsie, prive di intersezioni a raso, che per i loro effetti in termini di traffico sono assimilabili alle au-tostrade;

“obiettivi di qualità ambientale”: obiettivi che descrivono lo stato auspicato dell’am-biente tenendo conto delle interdipenden-ze ecosistemiche. Essi indicano in termini materiali, spaziali e temporali le qualità, all’occorrenza aggiornabili, dei beni meri-tevoli di essere protetti;

“standard di qualità ambientale”: norme concrete che permettono di raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale; esse de-terminano gli obiettivi applicabili a deter-minati parametri, i procedimenti di misura-zione o le condizioni quadro;

“indicatori ambientali”: gli indicatori am-bientali misurano o valutano lo stato dell’impatto ambientale e indicano le ten-denze di sviluppo;

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“principio di precauzione”: è il principio secondo il quale gli interventi volti a evita-re, gestire o ridurre gli effetti gravi o irrever-sibili sulla salute e sull’ambiente non pos-sono essere rinviati, con la motivazione che la ricerca scientifica non abbia ancora dimostrato, in modo rigoroso, l’esistenza di un rapporto di causa-effetto fra da un lato le sostanze contemplate e dall’altro la loro potenziale nocività per la salute e l’ambiente;

“principio di causalità”: inclusa l’imputa-zione degli effetti indotti è il principio in virtù del quale i costi relativi alla prevenzio-ne, alla gestione e alla riduzione dell’inqui-namento, nonché al ripristino ambientale, sono a carico di chi inquina. Chi inquina è tenuto, per quanto possibile, a sopportare la totalità del costo dell’impatto che i tra-sporti causano sulla salute e sull’am-biente;

“verifica di opportunità”: procedimento di valutazione da realizzare in conformità al diritto nazionale in occasione della proget-tazione di grandi infrastrutture o della tra-sformazione sostanziale o del potenzia-mento di quelle esistenti e teso a verificar-ne la necessità e gli effetti in termini di politica dei trasporti, nonché di impatto ecologico, economico e socioculturale.

Articolo 3

Trasporti sostenibili e mobilità

1. Al fine di sviluppare i trasporti in condi-zioni di sostenibilità, le Parti contraen-ti, adottando una politica ambientale e dei trasporti concertata e tesa alla ri-

duzione dell’impatto e dei rischi dovuti ai trasporti, si impegnano a:

a) tener conto delle esigenze dell’am-biente in modo tale da

aa) ridurre il consumo delle risorse ad un punto tale da non superare, per quanto possibile, la capacità naturale di rigenerazione;

bb) ridurre l’emissione di sostanze nocive ad un punto tale da non su-perare la capacità di carico delle risorse ambientali interessate;

cc) limitare le immissioni nell’am-biente ad un punto tale da evitare ripercussioni sulle strutture ecologi-che e sui cicli naturali;

b) tener conto delle esigenze della società in modo tale da

aa) garantire l’accessibilità alle per-sone, ai posti di lavoro, ai beni e ai servizi in modo efficiente, rispetto-so dell’ambiente, facendo uso par-simonioso di energia e spazio, non-ché garantire un sufficiente approv-vigionamento di base;

bb) non compromettere la salute dell’uomo e ridurre il rischio di cala-mità naturali, nonché il numero e la gravità degli incidenti;

c) tener conto delle esigenze dell’eco-nomia in modo tale da

aa) incrementare l’autofinanziabilità del settore dei trasporti e interniz-zare i costi esterni;

bb) promuovere lo sfruttamento ot-timale delle potenzialità dell’infra-struttura esistente;

cc) salvaguardare i posti di lavoro nelle aziende e imprese competitive che operano nei vari settori econo-mici;

d) adottare interventi più incisivi nel - la lotta all’inquinamento acustico

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considerando la particolarità della topografia alpina.

2. In conformità con la normativa nazio-nale ed internazionale vigente nell’am-bito dei trasporti, le Parti contraenti si impegnano a sviluppare orientamenti, strategie e misure di carattere naziona-le, regionale e locale, finalizzati a:

a) tenere conto delle differenti condi-zioni ambientali, economiche e so-cioculturali, nonché della diversità delle esigenze;

b) limitare l’accentuarsi dell’impatto dovuto ai trasporti, adottando una combinazione di strumenti econo-mici e di interventi di pianificazione territoriale e dei trasporti.

Articolo 4

Considerazione delle finalità nelle altre politiche

1. Le Parti contraenti si impegnano a te-ner conto delle finalità stabilite dal presente Protocollo anche nell’ambito delle loro altre politiche.

2. Le Parti contraenti si impegnano a ve-rificare preventivamente e a posteriori gli effetti che altre politiche, strategie e programmi producono sul settore dei trasporti.

Articolo 5

Partecipazione degli enti territoriali

1. Le Parti contraenti promuovono la col-laborazione internazionale tra le istitu-zioni competenti, al fine di individuare

le migliori soluzioni concertate e coor-dinate a livello transfrontaliero.

2. Ciascuna Parte contraente determina nel quadro istituzionale vigente il livello più idoneo al coordinamento e alla collaborazione tra le istituzioni e gli enti territoriali direttamente interessati al fine di promuovere una responsabi-lità solidale e, in particolare, di valoriz-zare e di sviluppare le sinergie poten-ziali nell’attuazione della politica dei trasporti, nonché delle misure conse-guenti,

3. Nel rispetto delle loro competenze nel quadro istituzionale vigente, gli enti territoriali direttamente interessati par-tecipano ai diversi stadi di preparazio-ne e attuazione delle relative politiche e misure.

Articolo 6

Misure rafforzate di protezione a livello nazionale

Fatto salvo quanto disposto negli Accordi internazionali vigenti, le Parti contraenti possono adottare misure rafforzate di pro-tezione che vanno al di là di quelle previste dal presente Protocollo, tese alla tutela dell’ambiente alpino ecologicamente sen-sibile, quando lo richiedano determinate condizioni dell’ambiente o motivi di salute pubblica e di sicurezza o esigenze di pro-tezione ambientale.

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153Segnali alpini 1

Capitolo II

Misure specifiche

A) Strategie, programmi, progetti

Articolo 7

Strategia generale della politica dei trasporti

1. Nell’interesse della sostenibilità le Par-ti contraenti si impegnano ad attuare una gestione razionale e sicura dei trasporti nel contesto di una rete di trasporti integrata, coordinata e tran-sfrontaliera tesa a:

a) coordinare i vettori, i mezzi e i tipi di trasporto e a favorire l’inter-modalità;

b) sfruttare nel modo migliore i sistemi e le infrastrutture di trasporto esi-stenti nel territorio alpino, tra l’altro con l’impiego della telematica, e ad imputare a coloro che li causano i costi infrastrutturali ed esterni, dif-ferenziandoli a seconda dell’impat-to causato;

c) incidere, tramite interventi di asset-to del territorio e strutturali, a favore del trasferimento dei servizi di tra-sporto di persone e merci su quel vettore che di volta in volta risulti il più rispettoso dell’ambiente, non-ché sui sistemi intermodali di tra-sporto;

d) valorizzare e sfruttare i potenziali di riduzione del volume di traffico.

2. Le Parti contraenti si impegnano a re-alizzare, nel miglior modo possibile, gli interventi necessari a:

a) proteggere le vie di trasporto con-tro i rischi naturali;

b) proteggere l’uomo e l’ambiente nel-le aree soggette a particolare im-patto dovuto ai trasporti;

c) raggiungere una graduale riduzione delle emissioni di sostanze nocive e delle emissioni sonore per tutti i vettori anche sulla base delle mi-gliori tecnologie disponibili;

d) incrementare la sicurezza dei tra-sporti.

Articolo 8

Valutazione di progetti e procedura di consultazione interstatale

1. Nel caso di grandi costruzioni, trasfor-mazioni sostanziali o potenziamento delle infrastrutture di trasporto esisten-ti, le Parti contraenti si impegnano a realizzare verifiche di opportunità, va-lutazioni dell’impatto ambientale e analisi dei rischi e a tener conto dei relativi risultati ai fini degli obiettivi del presente Protocollo.

2. I progetti di realizzazione di infrastrut-ture di trasporto nel territorio alpino vanno coordinati e concertati. Nel caso di progetti aventi un significativo im-patto transfrontaliero, ogni Parte con-traente si impegna a realizzare consul-tazioni preventive con le Parti contra-enti interessate, al più tardi nel mo-mento in cui siano disponibili i risultati delle verifiche. Queste disposizioni non pregiudicano il diritto di ogni Parte contraente di procedere alla costruzio-ne di quelle infrastrutture dei trasporti la cui realizzazione è decisa nell’ambi-to del proprio ordinamento giuridico o

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la cui necessità è accertata per legge al momento dell’approvazione del pre-sente Protocollo.

3. Le Parti contraenti sostengono una maggiore presa in considerazione del-la componente trasporti nella gestione ambientale delle imprese site nei loro Paesi.

b) Misure tecniche

Articolo 9

Trasporti pubblici

Per preservare e migliorare in modo soste-nibile la struttura insediativa ed economi-ca, nonché la vocazione ricreativa e turisti-ca del territorio alpino, le Parti contraenti si impegnano a promuovere l’istituzione e il potenziamento di sistemi di trasporto pub-blico ecocompatibili e orientati agli utenti.

Articolo 10

Trasporto su rotaia e navigazione

1. Al fine di sfruttare la particolare idonei-tà della ferrovia per soddisfare la do-manda di trasporto a lunga distanza e al fine di un migliore sfruttamento della rete ferroviaria per la valorizzazione economica e turistica del territorio al-pino, le Parti contraenti, nell’ambito delle loro competenze, sostengono:

a) il miglioramento dell’infrastruttura ferroviaria tramite la costruzione e lo sviluppo di grandi assi transalpi-ni, inclusi i relativi raccordi e ade-guati terminali;

b) l’ulteriore ottimizzazione gestionale e l’ammodernamento della ferrovia, in particolare per i trasporti tran-sfrontalieri;

c) i provvedimenti tesi a trasferire sulla rotaia in particolare il trasporto mer-ci a lunga distanza, nonché ad ar-monizzare maggiormente la tariffa-zione per l’utilizzo delle infrastruttu-re di trasporto;

d) i sistemi di trasporto intermodali, nonché l’ulteriore sviluppo della ferrovia;

e) il maggiore utilizzo della ferrovia e la creazione di sinergie orientate all’utenza nel trasporto passeggeri a lunga distanza, regionale e loca-le.

2. Le Parti contraenti sostengono gli sfor-zi tesi al maggiore utilizzo delle poten-zialità della navigazione al fine di ridur-re la quota di transito terrestre del tra-sporto merci.

Articolo 11

Trasporto su strada

1. Le Parti contraenti si astengono dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transal-pino.

2. Dei progetti stradali di grande comuni-cazione per il trasporto intraalpino possono essere realizzati solo a condi-zione che:

a) gli obiettivi stabiliti all’articolo 2, comma 2, lettera j della Convenzio-ne delle Alpi possano essere rag-giunti tramite appropriati interventi di precauzione o di compensazione realizzati in base ai risultati di una

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155Segnali alpini 1

valutazione dell’impatto ambienta-le, e

b) le esigenze di capacità di trasporto non possano essere soddisfatte né tramite un migliore sfruttamento delle capacità stradali e ferroviarie esistenti, né potenziando o co-struendo infrastrutture ferroviarie e di navigazione, né migliorando il trasporto combinato o adottando altri interventi di organizzazione dei trasporti, e

c) dalla verifica di opportunità risulti che il progetto è economico, che i rischi sono controllabili e che l’esito della valutazione dell’impatto am-bientale è positivo,

d) si tenga conto dei piani/programmi di assetto territoriale e dello svilup-po sostenibile.

3. Dato che le condizioni geografiche e la struttura insediativa del territorio alpi-no non permettono dovunque un effi-ciente servizio da parte dai trasporti pubblici, le Parti contraenti riconosco-no tuttavia la necessità di creare e mantenere un livello sufficiente di in-frastrutture di trasporto che garanti-scano il funzionamento del trasporto individuale nelle aree periferiche.

Articolo 12

Trasporto aereo

1. Senza esigerlo dalle altre regioni, le Parti contraenti si impegnano a ridurre, per quanto possibile, l’impatto am-bientale e acustico prodotto dal traffi-co aereo. Tenuto conto degli obiettivi del presente Protocollo esse si adope-rano affinché venga limitato, e all’oc-

correnza vietato, il lancio da aeromobi-li all’esterno degli aerodromi. Ai fini della protezione della fauna selvatica, le Parti contraenti adottano misure adeguate per limitare in termini di spazio e tempo il traffico aereo non motorizzato nel tempo libero.

2. Le Parti contraenti si impegnano a mi-gliorare il sistema di trasporti pubblici che collega gli aeroporti siti nelle vici-nanze delle Alpi con le diverse regioni alpine per poter far fronte alla doman-da di trasporto aereo senza aumentare la pressione sull’ambiente. In tale con-testo le Parti contraenti convengono di limitare, nella misura del possibile, la costruzione ed il potenziamento signi-ficativo degli aeroporti esistenti nel territorio alpino.

Articolo 13

Impianti turistici

1. Le Parti contraenti si impegnano a va-lutare gli effetti prodotti sul settore dei trasporti da nuove installazioni turisti-che, tenendo conto degli obiettivi del presente Protocollo, e ad adottare, all’occorrenza, provvedimenti di pre-cauzione e di compensazione atti al raggiungimento delle finalità del pre-sente Protocollo o degli altri Protocolli. A tale proposito va data la precedenza ai trasporti pubblici.

2. Le Parti contraenti sostengono la cre-azione e la conservazione di zone a bassa intensità di traffico o vietate al traffico, nonché l’istituzione di località turistiche vietate al traffico e tutte le misure atte a favorire l’accesso e il soggiorno dei turisti senza automobili.

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Articolo 14

Verità dei costi

Al fine di influire sulla ripartizione modale dei trasporti per mezzo di una migliore considerazione dei costi reali dei differenti vettori, le Parti contraenti convengono di applicare il principio di causalità e sosten-gono l’applicazione di un sistema di calco-lo che permetta l’individuazione dei costi d’infrastruttura e di quelli esterni. L’obietti-vo è quello di introdurre progressivamente sistemi di tassazione che permettano di coprire in modo equo questi costi reali e che

a) favoriscano il ricorso ai vettori e ai mezzi di trasporto più rispettosi dell’ambiente;

b) portino ad un’utilizzazione più equili-brata delle infrastrutture di trasporto;

c) offrano incentivi che permettano una riduzione dell’impatto ecologico e socio economico tramite provvedimen-ti strutturali e territoriali che incidano sui trasporti.

C) Monitoraggio e controllo

Articolo 15

Offerta e utilizzazione delle infrastrutture di trasporto

1. Le Parti contraenti si impegnano a re-gistrare e aggiornare periodicamente, seguendo uno schema unitario, lo sta-to attuale, l’evoluzione e lo sfruttamen-to ovvero il miglioramento dell’infra-struttura e dei sistemi di trasporto ad

alta capacità, nonché la riduzione dell’impatto ambientale in un apposito documento di riferimento.

2. Sulla base di tale documento di riferi-mento le Parti contraenti verificano in quale misura i vari provvedimenti at-tuativi contribuiscano al raggiungimen-to e all’ulteriore sviluppo degli obiettivi della Convenzione delle Alpi e in parti-colare del presente Protocollo.

Articolo 16

Obiettivi di qualità ambientale, standard ed indicatori

1. Le Parti contraenti stabiliscono e adot-tano obiettivi di qualità ambientale tesi al raggiungimento della sostenibilità dei trasporti.

2. Le Parti contraenti convengono sulla necessità di disporre di standard ed indicatori adeguati alle condizioni spe-cifiche del territorio alpino.

3. L’applicazione di tali standard e di tali indicatori è finalizzata a quantificare l’evoluzione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute provocato dai trasporti.

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Capitolo III

Coordinamento, ricerca, forma-zione e informazione

Articolo 17

Coordinamento ed informazione

Le Parti contraenti convengono di realizza-re, all’occorrenza, degli incontri allo scopo di:

a) verificare gli effetti degli interventi rea-lizzati in base al presente Protocollo;

b) consultarsi prima di prendere decisioni importanti per il settore dei trasporti che abbiano effetti sugli altri Stati con-traenti;

c) promuovere lo scambio di informazioni ai fini dell’attuazione del presente Pro-tocollo ricorrendo in particolare ai si-stemi di informazione esistenti;

d) informarsi prima di prendere importan-ti decisioni in materia di politica dei trasporti al fine di integrarle in una po-litica di assetto territoriale transfronta-liera e armonizzata.

Articolo 18

Ricerca e osservazione

1. Le Parti contraenti promuovono ed armonizzano in stretta cooperazione la ricerca e l’osservazione sistematica in merito alle interazioni fra trasporti ed ambiente nel territorio alpino, nonché a specifici sviluppi sul piano tecnologi-co atti ad incrementare l’economicità

dei sistemi di trasporto rispettosi dell’ambiente.

2. Nel corso della verifica dell’attuazione del presente Protocollo va tenuto de-bitamente conto dei risultati delle atti-vità congiunte di ricerca e osservazio-ne, in particolare in funzione dell’ela-borazione di metodi e criteri che per-mettano di descrivere uno sviluppo sostenibile dei trasporti.

3. Le Parti contraenti provvedono affin-ché i risultati delle ricerche condotte a livello nazionale e dell’osservazione sistematica siano raccolti in un siste-ma comune di osservazione e informa-zione permanenti e resi accessibili al pubblico nel quadro istituzionale vi-gente.

4. Le Parti contraenti sostengono i pro-getti pilota operativi tesi all’attuazione di programmi e tecnologie sostenibili per il settore dei trasporti.

5. Le Parti contraenti sostengono le ana-lisi sull’applicabilità dei metodi di valu-tazione ambientale strategica e inter-modale.

Articolo 19

Formazione ed informazione dell’opinione pubblica

Le Parti contraenti promuovono la forma-zione e l’aggiornamento, nonché l’infor-mazione dell’opinione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all’attuazione del presente Protocollo.

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Capitolo IV

Controllo e valutazione

Articolo 20

Attuazione

Le Parti contraenti si impegnano a garanti-re l’attuazione del presente Protocollo mediante misure adeguate nel quadro isti-tuzionale vigente.

Articolo 21

Controllo del rispetto degli obblighi

1. Le Parti contraenti presentano regolar-mente al Comitato permanente un re-soconto sulle misure adottate in base al presente Protocollo. Nel resoconto è indicata l’efficacia delle misure adotta-te. La Conferenza delle Alpi stabilisce la periodicità dei resoconti.

2. Il Comitato permanente esamina i re-soconti al fine di verificare se le Parti contraenti hanno assolto gli obblighi derivanti dal presente Protocollo. Esso può chiedere anche ulteriori informa-zioni alle Parti contraenti interessate o assumere informazioni da altre fonti.

3. Il Comitato permanente redige un re-soconto per la Conferenza delle Alpi sul rispetto da parte delle Parti contra-enti degli obblighi derivanti dal presen-te Protocollo.

4. La Conferenza delle Alpi prende atto di questo resoconto. Qualora essa con-stati un mancato adempimento degli obblighi, può adottare raccomanda-zioni.

Articolo 22

Valutazione dell’efficacia delle disposizioni

1. Le Parti contraenti esaminano e valu-tano, ad intervalli regolari, l’efficacia delle disposizioni contenute nel pre-sente Protocollo. Per quanto necessa-rio al conseguimento degli obiettivi del presente Protocollo, esse prendono in considerazione la possibilità di adotta-re modifiche appropriate del Protocol-lo medesimo.

2. A questa valutazione partecipano gli enti territoriali, nel quadro istituzionale vigente. Possono essere sentite le or-ganizzazioni non governative attive nel campo specifico.

Capitolo V

Disposizioni finali

Articolo 23

Corrispondenza tra la Convenzione delle Alpi e il Protocollo

1. Il presente Protocollo costituisce un Protocollo della Convenzione delle Alpi ai sensi dell’articolo 2 e degli altri arti-coli pertinenti della stessa Convenzio-ne.

2. Possono divenire Parti contraenti del presente Protocollo esclusivamente le Parti contraenti della Convenzione del-le Alpi. Ogni denuncia della Conven-zione delle Alpi vale anche come de-nuncia del presente Protocollo.

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3. Quando la Conferenza delle Alpi deli-bera su questioni concernenti il pre-sente Protocollo, solo le Parti contra-enti dello stesso Protocollo hanno di-ritto di voto in merito.

Articolo 24

Firma e ratifica

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte degli Stati firmatari della Convenzione delle Alpi e della Comunità europea, il 31 ottobre 2000 nonché a partire dal 6 novembre 2000 presso la Repubblica d’Austria quale depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dallo stesso Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o approvazione. In seguito all’entrata in vigore di un emendamento del presen-te Protocollo, ogni nuova Parte contra-

ente del Protocollo medesimo diventa Parte contraente del Protocollo così emendato.

Articolo 25

Notifiche

In merito al presente Protocollo il Deposi-tario notifica a ciascuno Stato nominato nel preambolo e alla Comunità europea:a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore del

presente Protocollo;d) ciascuna dichiarazione rilasciata da

una Parte contraente o firmataria;e) ciascuna denuncia notificata da una

Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Lucerna, il 31 ottobre 2000, in lin-gua francese, italiana, slovena e tedesca, laddove ciascuno dei quattro testi fa egual-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato della Repubblica d’Austria. Il Depositario trasmette copie certificate alle Parti firmatarie.

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Convenzione delle Alpi

ProtocolloComposizione delle controversie

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La Repubblica d’Austria,la Repubblica Francese,la Repubblica Federale di Germania,la Repubblica Italiana,il Principato di Liechtenstein,il Principato di Monaco,la Repubblica di Slovenia,la Confederazione Svizzera,nonchéla Comunità Europea,

Parti contraenti della Convenzione per la Protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi),

nel comune intento di elaborare una pro-cedura efficace di consultazione e di com-posizione delle controversie per la Con-venzione delle Alpi e per i relativi Proto-colli,

hanno convenuto quanto segue:

Articolo 1

In caso di controversia tra Parti contraenti, relativa all’interpretazione oppure all’appli-cazione della Convenzione delle Alpi o di un Protocollo ad essa attinente, le Parti contraenti aspirano in prima istanza ad una composizione ricorrendo al sistema delle consultazioni.

Articolo 2

Qualora, a seguito di invito a ricorrere a procedure di consultazione, inviato per iscritto da una delle Parti interessate, non

si giungesse ad alcun accordo in merito ad una controversia entro un periodo di 6 mesi, una delle Parti interessate potrà in-tentare una procedura arbitrale, mediante comunicazione scritta inviata all’altra Parte ed alla Presidenza della Conferenza delle Alpi, al fine di comporre la controversia conformemente a quanto stabilito dalle relative disposizioni in merito. La Presiden-za informerà immediatamente tutte le Par-ti contraenti.

Articolo 3

Per dar seguito ad una procedura arbitrale ai sensi dell’articolo 2, il tribunale arbitrale composto da tre membri verrà formato come segue:

a) Ogni Parte contendente designa un membro del tribunale arbitrale. Qualo-ra una delle Parti contendenti non do-vesse designare un membro entro 60 giorni dal ricevimento della comunica-zione di cui all’articolo 2 da parte della Presidenza, sarà il Segretario Generale della Corte Arbitrale Permanente con sede all’Aia a procedere entro i suc-cessivi 30 giorni a detta designazione su invito dell’altra Parte contendente.

b) Il Presidente del tribunale arbitrale verrà nominato di comune accordo dai due membri designati ai sensi della lettera a). Qualora entro 120 giorni dal ricevimento della comunicazione di cui all’articolo 2 da parte della Presidenza non si dovesse giungere ad alcun ac-cordo, sarà il Segretario Generale della Corte Arbitrale Permanente con sede all’Aia a procedere a tale designazione entro ulteriori 30 giorni su invito di una delle Parti contendenti.

Preambolo

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163Segnali alpini 1

c) Una volta nominati, i membri del tribu-nale arbitrale potranno essere destitu-iti soltanto previo comune accordo tra le Parti contendenti.

d) I posti divenuti vacanti verranno asse-gnati secondo le modalità prescritte per la designazione iniziale.

Articolo 4

1. Ogni Parte contraente ha la facoltà di comunicare al tribunale arbitrale il pro-prio parere riguardo alla controversia.

2. Quando una Parte contraente reputi avere un interesse d’ordine giuridico nei confronti dell’oggetto della contro-versia, può chiedere al tribunale arbi-trale di essere ammessa ad intervenire in causa.

Articolo 5

A meno che le Parti contendenti non deci-dano diversamente, il tribunale arbitrale determinerà il suo Regolamento interno.

Articolo 6

Le Parti contendenti si astengono dall’adot-tare qualsivoglia provvedimento che po-trebbe compromettere o pregiudicare il lodo del tribunale arbitrale. Su richiesta di una delle Parti contendenti, il tribunale ar-bitrale ha il potere di indicare le misure cautelari che debbono essere prese a sal-vaguardia dei diritti rispettivi di ciascuna Parte contendente.

Articolo 7

A meno che le Parti contendenti non ab-biano convenuto diversamente, il tribunale arbitrale provvederà alla definizione della lingua o delle lingue ufficiali della Conven-zione delle Alpi che andranno utilizzate nell’ambito della procedura.

Articolo 8

1. Le Parti contendenti agevoleranno il lavoro del tribunale arbitrale e, in parti-colare, utilizzando ogni mezzo a loro disposizione:

a) forniranno al tribunale tutti i docu-menti e le informazioni pertinenti e

b) permetteranno al tribunale, se ne-cessario, di convocare testimoni o esperti e di ricevere la loro testimo-nianza.

2. Tutti i documenti e le informazioni che verranno sottoposti all’attenzione del tribunale arbitrale da una delle Parti contendenti, dovranno, dalla stessa, essere contemporaneamente portati a conoscenza anche dell’altra Parte contendente.

Articolo 9

Il tribunale pronuncia il suo lodo in confor-mità con il diritto internazionale e le dispo-sizioni della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli.

Articolo 10

L’assenza di una Parte o la sua mancanza di difesa non costituirà un ostacolo allo

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svolgimento del procedimento. Prima di pronunciare il lodo definitivo, il tribunale arbitrale deve accertarsi che la domanda sia fondata sia per quanto riguarda il meri-to che da un punto di vista giuridico.

Articolo 11

Il tribunale arbitrale pronuncerà il suo lodo definitivo entro 6 mesi dalla data alla quale è interamente costituito, a meno che non ritenga necessario prorogare il termine per un periodo al massimo di 6 mesi.

Articolo 12

Sia per quanto riguarda le questioni giuri-diche inerenti alla procedura che gli aspet-ti di merito, il tribunale arbitrale decide a maggioranza dei propri membri. Il lodo è definitivo e vincolante per le Parti conten-denti. Il tribunale arbitrale deve rendere note le motivazioni che hanno originato il lodo stesso. Le Parti contendenti danno tempestiva esecuzione al lodo.

Articolo 13

A meno che il tribunale arbitrale non deci-da diversamente, a causa di particolari circostanze della fattispecie, le spese di tribunale, compresi gli emolumenti dei suoi membri, saranno a carico, in parti uguali, delle Parti contendenti.

Articolo 14

Il Presidente del tribunale arbitrale comu-nica il lodo alle Parti contendenti ed alla

Presidenza della Conferenza delle Alpi. La Presidenza inoltra a sua volta il lodo alle Parti contraenti ed agli osservatori ai sensi dell’articolo 5, quinto comma, della Con-venzione delle Alpi.

Articolo 15

1. La denuncia del presente Protocollo è ammissibile soltanto contemporanea-mente alla denuncia della Convenzio-ne delle Alpi.

2. Il presente Protocollo, tuttavia, conti-nua ad applicarsi alla Parte denuncian-te per quanto riguarda i procedimenti in corso alla data dell’efficacia della denuncia. Tali procedimenti proseguo-no fino alla loro conclusione.

Articolo 16

1. Il presente Protocollo è depositato per la firma da parte delle Parti contraenti della Convenzione delle Alpi e la Comunità Europea il 31 ottobre 2000 nonché dal 6 novembre 2000 presso la Repubblica d’Austria quale Depositario.

2. Il presente Protocollo entra in vigore per le Parti contraenti che hanno espresso il proprio consenso ad esse-re vincolate dal Protocollo, tre mesi dopo il giorno in cui tre Stati avranno depositato il loro strumento di ratifica, accettazione o approvazione.

3. Per le Parti contraenti che esprimeran-no successivamente il proprio consen-so ad essere vincolate dal presente Protocollo, esso entrerà in vigore tre mesi dopo il giorno del deposito dello strumento di ratifica, accettazione o

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approvazione. In seguito all’entrata in vigore di una modifica del presente Protocollo, ogni nuova Parte contraen-te del Protocollo medesimo diventa Parte contraente dello stesso Proto-collo modificato.

Articolo 17

Il Depositario notifica a ciascuno Stato no-minato nel preambolo e alla Comunità Eu-ropea in relazione al presente Protocollo:

a) ciascun atto di firma;b) ciascun deposito di uno strumento di

ratifica, accettazione o approvazione;c) ciascuna data di entrata in vigore;

d) ciascuna dichiarazione rilasciata da una Parte contraente o firmataria;

e) ciascuna denuncia notificata da una Parte contraente, con la data della sua efficacia.

In fede di ciò, il presente Protocollo è stato sottoscritto dai firmatari debitamente au-torizzati.

Fatto a Lucerna, il 31 ottobre 2000, in lin-gua francese, italiana, slovena e tedesca, laddove ciascuno dei quattro testi fa egual-mente fede, in un originale depositato presso l’Archivio di Stato Austriaco. Il De-positario trasmette copie certificate con-formi alle Parti firmatarie.

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Dichiarazione

Popolazione e cultura

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I Ministri delle Parti contraenti della Con-venzione delle Alpi

attribuiscono agli aspetti socio economici e socio culturali indicati all’art 2, comma 2, lettera a della Convenzione delle Alpi, un’importanza centrale per l’attuazione di una politica globale per la protezione e lo sviluppo sostenibile dello spazio alpino,

convinti che il valore dello spazio alpino risieda nella sua multiforme varietà, mira-no a conservare e promuovere la diversità culturale nelle Alpi, nonché a favorire il dialogo interculturale e l’avvicinamento delle comunità,

ritengono che solo una politica orientata alle esigenze, alle aspettative e alle idee delle persone può far sì che le popolazioni si identifichino con i contenuti della Con-venzione delle Alpi e dei suoi Protocolli,

considerano il diritto delle popolazioni al-pine di vivere e operare nelle Alpi, e di godere di pari opportunità all’interno delle Alpi e rispetto alla popolazione dei territo-ri extra-alpini, come un orientamento fon-damentale del loro agire politico,

consapevoli dell’effetto dei cambiamenti demografici sulle condizioni di vita e di lavoro nello spazio alpino,

si impegnano sui seguenti principi e obiet-tivi, da attuare mediante misure indicate a titolo non esaustivo nell’allegato alla pre-sente dichiarazione, nell’ambito degli ordi-

namenti statali vigenti e delle risorse dis-ponibili:

Capitolo I

Coscienza di comunità e cooper-azione

Coscienza di comunità e identità

1. Affermazione della comune responsabi-lità della popolazione alpina ed extra-alpi-na e di tutti i livelli politico-decisionali nella conservazione delle peculiarità culturali dello spazio di vita alpino e in particolare nel rafforzamento della coscienza di co-munità e dell’identità della popolazione residente.

Cooperazione alpina ed extra - alpina

2. Promozione della comprensione lingui-stica, del dialogo, della cooperazione e dello scambio di conoscenze nell’arco al-pino nonché tra la popolazione alpina ed extra-alpina, quali strumenti per il poten-ziamento della comprensione e del rispet-to reciproci.

3. Rafforzamento di uno sviluppo regiona-le sostenibile tramite la cooperazione e lo scambio di esperienze tra le diverse co-munità culturali delle Alpi e con altri terri-tori montani del mondo.

Trasparenza e partecipazione

Riconoscimento dell’importante ruolo del-la società civile nell’impegno per lo svilup-po sostenibile dello spazio alpino e pro-mozione della massima trasparenza nei rapporti tra la pubblica amministrazione e

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la popolazione nonché della partecipazio-ne della popolazione alle decisioni pubbli-che che interessano la società.

Capitolo II

Diversità culturale

Patrimonio culturale materiale e imma-teriale

1. Studio, conservazione e sviluppo del patrimonio culturale materiale e immateri-ale e dei saperi tramandati, in particolare per quanto riguarda le forme di struttura-zione del paesaggio e il patrimonio archi-tettonico e storico-artistico, compresi i metodi di lavoro tradizionali impiegati nel-la produzione agricola, forestale, artigia-nale e industriale.

2. Sostegno della cultura moderna non-ché tutela e sviluppo delle tradizioni regio-nali e locali in materia di forme espressive e rappresentative (usi, letteratura, musica, ballo, teatro, forme di comunicazione ecc.).

Pluralismo linguistico

3. Miglioramento delle condizioni quadro necessarie affinché il pluralismo linguisti-co nell’arco alpino possa essere tutelato e promosso, tenendo in particolare consi-derazione le comunità linguistiche e cultu-rali tradizionali.

4. Riconoscimento dell’importanza e del valore del patrimonio toponomastico dell’arco alpino anche alla luce della sua rilevanza storico-culturale, e della sua va-lorizzazione.

Produzione artistica creativa

5. Sostegno della produzione artistica in tutte le sue forme d’espressione e della trattazione di tematiche specifiche delle Alpi.

Capitolo III

Spazio di vita, qualità della vita e pari opportunità

Condizioni e strutture insediative

1. Mantenimento e modernizzazione delle strutture insediative esistenti, e sviluppo di condizioni insediative basate sul principio della sostenibilità, che tengano conto del-le specificità territoriali.

Servizi essenziali di interesse generale e di base

2. Mantenimento, garanzia e sviluppo del-la fornitura decentrata di servizi essenziali di interesse generale e di base.

Istruzione scolastica, formazione e ag-giornamento professionale nonché educazione degli adulti

3. Mantenimento e sviluppo di un’offerta adeguata di istruzione scolastica, di for-mazione e aggiornamento professionale, nonché di appropriati programmi di for-mazione degli adulti, a livello locale e re-gionale, tenendo in considerazione gli aspetti specificatamente alpini in tutti gli ambiti formativo-educativi.

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Offerta ricreativa

4. Mantenimento di una diversificata offer-ta culturale e, nella misura del possibile, di un’offerta ricreativa adeguata per la popo-lazione locale durante tutto l’anno.

Comunicazione e informazione

Mantenimento e promozione di una plura-lità dei media, quale strumento essenziale per la salvaguardia delle peculiarità cultu-rali dell’arco alpino.Accesso facilitato della popolazione dell’arco alpino a mezzi e tecnologie di comunicazione moderni.

Vita di comunità

7. Sostegno della comprensione reciproca e del dialogo nella vita quotidiana delle diverse comunità dell’arco alpino.

Capitolo IV

Spazio economico

Sviluppo regionale

1. Attuazione di una politica regionale specifica, che consenta uno sviluppo ter-ritoriale equilibrato, diversificato ed endo-geno, mediante l’uso sostenibile dei po-tenziali locali e nonché tramite il ricorso a nuove tecnologie che siano nel contempo ecosostenibili e sociocompatibili.

Filiere economiche

2. Rafforzamento e sviluppo delle filiere economiche per promuovere i prodotti e i servizi locali e regionali.

Occupazione

3. Creazione di condizioni quadro di riferi-mento per un’offerta sufficiente ed attrat-tiva di posti di lavoro, e, nei casi appro-priati, di forme miste di reddito.

Capitolo IV

Ruolo delle città e dei territori ru-rali

Rapporto tra città ed aree limitrofe

1. Riconoscimento dell’importanza delle città intra-alpine, soprattutto per quanto riguarda la loro funzione di centri di pre-stazioni sovracomunali sociali, culturali ed economiche, in interazione con le loro aree limitrofe.

Rapporti tra città alpine ed extra - alpi-ne

2. Creazione ed ampliamento dei rapporti tra città dell’arco alpino e città e metropo-li extra-alpine, al fine di garantire i legami e lo scambio d’informazioni tra la popola-zione alpina e i centri economici, scientifi-ci e culturali extra-alpini.

Ruolo dei territori rurali

3. Riconoscimento dell’importanza dei territori rurali alpini quali luoghi naturali, economici e culturali con caratteristiche di molteplicità, eterogeneità ed indipenden-za, e promozione di strategie integrate che siano adeguate alle loro potenzialità.

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Dichiarazione Popolazione e Cultura – Allegato I. Coscienza di comunità e coope-razione

Misure in ambito di Coscienza di comu-nità e identità

•Sostegnoalleorganizzazioni impegnatenella trasmissione di questi valori

•Promozioneeulterioresviluppodeipar-tenariati tra gli enti locali e regionali nelle Alpi

•Attività mirate a consentire l’accessodella popolazione ai saperi storici, cultu-rali economici ed ambientali dello spazio di vita alpino

•Programmid’informazioneeformazionesulla Convenzione delle Alpi ed i suoi Protocolli

Misure in ambito di Cooperazione alpi-na ed extra - alpina

•Creazioneoconsolidamentoesviluppodelle reti di cooperazione transfrontaliera e interregionale

•Attivitàmirateallareciprocaconoscenzanonché allo scambio d’informazioni e alla condivisione di esperienze, rispetto a specifiche tematiche

•Svolgimento di manifestazioni, mostre,pubblicazioni, produzioni cinematogra-fiche e lavori di ricerca

•Creazione e diffusione di pubblicazioniplurilingue nelle lingue dell’arco alpino

•Progettinell’ambitodeipartenariatimon-tani internazionali

•Programmieprogettidiscambiotrans-frontaliero intralpino, transalpino e inter-nazionale

Misure in ambito di Trasparenza e par-tecipazione

•Promozione della formazione edell’aggiornamento degli organi decisio-nali sul tema della partecipazione e della mediazione

•Sostegnoaiprocessidell’Agenda21lo-cale

II. Diversità culturale

Misure in ambito di Patrimonio culturale materiale e immateriale

•Realizzazione e ampliamento di centrilocali di documentazione del patrimonio naturale, culturale materiale ed immate-riale, e la loro messa in rete

•Conservazioneerecuperodistruttureededifici di valore storico-architettonico

•Offerte di formazione professionale perla trasmissione delle tecnologie artigia-nali storiche dello spazio alpino

•Sostegnoaformeinnovativedellavoroedell’espressione culturale

•Programmi e progetti d’informazione eformazione (corsi, concorsi, laboratori sperimentali, ecc) per la trasmissione dei saperi tramandati e delle tradizioni

•Promozionedellacooperazionedimuseiprivati o pubblici, di istituti di formazione e di soggetti privati

Misure in ambito di Pluralismo linguisti-co

•Promozionemiratadellelinguedell’arcoalpino, in particolare delle lingue locali, inclusi i dialetti, nelle attività scolastiche

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173Segnali alpini 1

•Formazione ed aggiornamento profes-sionale degli insegnanti

•Fornituradeglistrumentididatticineces-sari

•Promozione della diversità linguistica edel plurilinguismo, nonché dell’integrazione linguistica dei migranti

•Istituzione di partenariati fra scuole diregioni linguistiche diverse

•Manifestazioni culturali, in particolaremusicali, letterarie e/o teatrali nelle lingue locali, corsi di lingua, mezzi di stampa e media elettronici.

•Progettiper losviluppoe l’acquisizionedi conoscenza del territorio attraverso lo studio e l’utilizzo della toponomastica

•Sviluppo,pressoicomuniocentrimino-ri, di cartellonistica esplicativa dei princi-pali o più significativi toponimi di una determinata area.

Misure in ambito di Produzione artistica creativa

•Organizzazione di mostre ed eventi dicarattere artistico

•Pubblicazionedibandidi concorsoperla realizzazione, di marchi, logotipi, “cor-porate design” per le amministrazioni locali, le aziende e le imprese alpine

•Svolgimento di corsi e laboratori d’artesu temi di carattere specificamente alpi-no

•Progettiediniziativeperl’utilizzoincam-po artistico delle materie prime locali dello spazio alpino

III. Spazio di vita, qualità della vita e pari opportunità

Misure in ambito di Condizioni e struttu-re insediative

•Assunzione dei principi della sostenibi-lità per la progettazione e la realizzazione di manufatti edilizi

•Programmi di formazione e aggiorna-mento, relativamente ai temi del costruire sostenibile, destinati ai tecnici del setto-re edilizio e alle autorità preposte

•Eventiediniziativedestinatealpubblicoper informare e sensibilizzare sui temi dell’edilizia sostenibile e dell’uso soste-nibile delle risorse

Misure in ambito di Servizi essenziali di interesse generale e di base

•Misure atte a favorire una migliore distri-buzione territoriale dei servizi di prima necessità

•Mantenimento in loco di servizi, grazie all’utilizzo polifunzionale delle strutture esistenti

•Ripristinoepotenziamentodell’offertaditrasporto pubblico

Misure in ambito di Istruzione scolasti-ca, formazione e aggiornamento profes-sionale nonché educazione degli adulti

•Disponibilità di un’offerta adeguatad’istituzioni formative, inclusi i relativi strumenti didattici e le tecnologie perti-nenti;

•Offertadi corsinell’ambitodella forma-zione degli adulti

•Promozionedipartenariatiscolastici

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Misure in ambito di Offerta ricreativa

•Disponibilitàdiadeguateofferteestrut-ture ricreative che tengano conto in par-ticolare delle esigenze e domande della popolazione e delle specificità regionali

•Maggioresostegnoalleassociazionicul-turali e sportive locali,

•Costruzione, manutenzione e rinnova-mento di impianti per le attività culturali e sportive purché sussistano le condizio-ni di compatibilità sociale ed ambientale

•Promozionedelleattivitàculturaliespor-tive a favore dei giovani

Misure in ambito di Comunicazione e informazione

•Disponibilitàdimezzi di comunicazioneanche nelle aree più remote delle regioni grazie a fornitori pubblici

•Promozione della comunicazione edell’informazione nelle lingue regionali

•Creazione delle condizioni quadro perun’offerta di mezzi di stampa nelle lingue regionali

•Promozione dell’informazione su temidello spazio di vita alpino

Misure in ambito di Vita di comunità

•Mantenimentoepromozionediluoghidiaggregazione

•Promozionediprogettidicollaborazionee di scambio

•Valorizzazionedelleazionidivolontariatoed aiuto reciproco

IV. Spazio economico

Misure in ambito di Sviluppo regionale

•Misurespecifiche,voltealrafforzamentoeconomico delle aree montane in tutte le politiche settoriali

•Rafforzamentod’iniziativeatteafavorireuno sviluppo delle attività turistiche compatibile con le specificità sociali, culturali e ambientali

•Promozione di una politica regionaleorientata ai bisogni specifici delle aree montane

•Programmi di promozioni economicheper giovani

•Promozione di uno sviluppo regionaleche miri ad una maggiore cooperazione tra i settori dell’agricoltura, della silvicol-tura, del commercio e del turismo non-ché di altri settori economici

Misure in ambito di Filiere economiche

•Sviluppo e consolidamento di marchi,standard di qualità, e sistemi regionali per la certificazione di qualità dei prodot-ti e dei servizi dell’arco alpino

•Sostegno della commercializzazione diprodotti locali e regionali

•Promozione di iniziative di formazionepermanente nel settore

Misure in ambito di Occupazione

•Promozionedi investimentipubblici/pri-vati sostenibili per lo sviluppo di attività destinate a creare posti di lavoro, in modo particolare, per personale alta-mente qualificato

•Promozione di condizioni quadro per ilraggiungimento di un reddito adeguato

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175Segnali alpini 1

•Miglioramento della tutela sociale, inparticolare, per i lavoratori e le lavoratrici stagionali

V. Ruolo delle città e dei territori rurali

Misure in ambito di Rapporto tra città ed aree limitrofe

• Iniziativetesearafforzarelaconsapevolez-za tra gli abitanti dei centri urbani e delle zone rurali per una comune responsabilità - anche delle future generazioni - nei con-fronti del patrimonio culturale e naturale.

•Iniziativedicollaborazionefracittàefracittà e comuni limitrofi nel quadro dello scambio reciproco di esperienze e di progetti sovracomunali di sviluppo a li-vello nazionale e transnazionale che per-seguano obiettivi conformi alla Conven-zione delle Alpi di natura ambientale, produttiva e insediativa

• Iniziative di tipo didattico e informativomirate alla prevenzione e alla soluzione dei conflitti derivanti dagli usi del territorio

Misure in ambito di Rapporti tra città alpine ed extra - alpine

•Accordi su base volontaria fra gli entiterritoriali alpini e le istituzioni esterne all’arco alpino

•Programmi incentrati su specifiche te-matiche per lo scambio e le visite di studenti, studentesse e giovani nell’ambito di partenariati tra città alpine ed extra - alpine

•Partenariatitracittàecomuniintra-alpi-ni e extra - alpini volti allo scambio di informazioni e alla presentazione di best practices

Misure in ambito di Ruolo dei territori rurali

•Garanziaesostegnodellacooperazionee dello scambio di esperienze tra le zone rurali

•Sviluppo di strategie politiche per losfruttamento delle potenzialità endogene e delle sinergie nonché di ambienti re-gionali creativi.

•Garanziadipari accessoalle infrastrut-ture e agli strumenti d’informazione e conoscenza al fine di rafforzare le aree rurali nell’ambito della concorrenza tra località

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Dichiarazione

sui cambiamenti climatici

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La Conferenza delle Alpi riallacciandosi alla decisione dell’VIII Conferenza delle Alpi in materia di peri-coli naturali;

constata con preoccupazione che il glo-bale cambiamento climatico determina effetti particolarmente marcati sul territo-rio alpino. L’aumento medio della tempe-ratura dal periodo preindustriale risulta in quest’area nettamente superiore alla me-dia e già oggi si manifesta attraverso l’incremento dei pericoli naturali o è visibi-le nel progressivo scioglimento dei ghiac-ciai e del permafrost;

stabilisce che, in base agli scenari climati-ci forniti dalla comunità scientifica interna-zionale, entro il 2100, si assisterà a note-voli trasformazioni climatiche nell’arco al-pino;

richiede insistentemente l’attuazione a li-vello mondiale della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto nonché la definizione di ambizio-si obiettivi di riduzione dei gas serra per il periodo successivo al 2012, in vista della necessaria stabilizzazione delle concen-trazioni di gas serra nell’atmosfera a livelli che impediscano un pericoloso turbamen-to antropogeno del clima e consentano ai sensi delle conclusioni della Presidenza alla seduta del Consiglio Europeo del 22/23 marzo 2005 di limitare l’innalzamento della temperatura globale della terra su valori non superiori ai 2° C rispetto al pe-riodo preindustriale;

alla luce del futuro progressivo cambia-mento climatico, avverte che occorre svi-luppare, per l’arco alpino, idonee strategie e attività di adattamento alle conseguen-ze, derivanti dai cambiamenti climatici, che tengano conto del Programma quin-quennale di lavoro sugli impatti, vulnerabi-lità ed adattamento al cambiamento cli-matico della Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti Climatici e del Program-ma europeo sul cambiamento climatico (ECCP), che siano orientate anche su sin-goli settori e comprendano le peculiarità, le esigenze e le capacità di adeguamento delle regioni;

è del parere che occorra compiere degli sforzi per promuovere iniziative internazio-nali di ricerca che consentano una migliore comprensione degli effetti del cambia-mento climatico nel territorio alpino (tra l’altro sull’uso del suolo, sul cambiamento dell’uso del suolo, sul bilancio idrico con il previsto ripetersi di precipitazioni estreme e periodi di siccità, nonché le conseguen-ze per la vitalità delle foreste montane), creando le basi per definire e attuare ef-ficaci strategie di adattamento che, attra-verso opportuni “Programmi di Capacity” sostenuti insieme, si possano trasferire ad altre regioni montane del mondo con pro-blematiche analoghe;

invita gli Stati alpini e la CE ad attuare, nell’ambito delle politiche nazionali e nella generale politica alpina, le seguenti racco-mandazioni, volte a prevenire il progredire dei cambiamenti climatici e ad adeguarvi-si:

prevenzione di un ulteriore progressivo cambiamento climatico mediante oppor-tune misure di riduzione delle emissioni di

Preambolo

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gas serra e di promozione dell’assorbimento di gas serra, in particolare attraverso

- il miglioramento dell’efficienza energeti-ca e lo sfruttamento delle potenzialità di risparmio energetico esistenti;

- un maggiore utilizzo concreto delle ma-terie prime locali (es. il legno) e delle energie rinnovabili sul territorio alpino;

- la promozione di un'edilizia a risparmio energetico e della ristrutturazione degli edifici a scopo di risparmio energetico;

- una pianificazione dei trasporti, degli insediamenti e del paesaggio compati-bile con l’ambiente e misure per uno sviluppo ecologicamente sostenibile dei trasporti su strada;

- la promozione di metodi di coltivazione agricola minimizzante l’emissione di gas serra, compresa l’agricoltura biologica;

- la promozione di una gestione sosteni-bile delle foreste.

adeguamento agli effetti dei cambiamenti climatici mediante lo sviluppo di strategie concrete d’integrazione delle misure di adattamento nelle politiche settoriali, la creazione di condizioni organizzative, gi-uridiche e finanziarie, l’attuazione di misu-re nuove o l’intensificazione di misure in-novative, la formazione di una coscienza ambientale e una ricerca mirata, in parti-colare

- la rapida elaborazione di proposte di idonee e innovative misure in settori economici particolarmente colpiti, quali l’agricoltura, l’economia forestale, il tu-rismo e i trasporti;

- la gestione integrata dei rischi, volta a prevenire e reagire al previsto aumento dei pericoli naturali;

- la garanzia di uno sfruttamento del suo-lo adeguato al potenziale di rischio do-vuto ai pericoli naturali e allo sposta-mento delle zone di vegetazione e la definizione di misure di pianificazione territoriale volte a ridurre il potenziale di rischio e di danno;

- indagini volte a stimare le possibili riper-cussioni delle misure di adattamento pianificate sul sistema “Alpi” e sulle persone che vi dimorano;

- sistemi di allarme, pianificazione delle emergenze e gestione integrata, e all’occorrenza transfrontaliera, delle ca-tastrofi, adattamento ai grandi eventi e ideazione di soluzioni di indennizzo dei danni per i grandi rischi;

- la promozione della conoscenza e della coscienza dei pericoli mediante l’informazione e la partecipazione della popolazione (trasformare le popolazioni colpite in popolazioni interessate);

- la protezione e il risanamento delle fore-ste montane al fine di proteggere il ter-reno e di migliorare la protezione contro i pericoli naturali alpini, l’intensificazione dell’impegno per la salvaguardia, la cura e, ove necessario, il risanamento delle foreste protette in montagna;

- strategie di adattamento alle variazioni del bilancio idrico con il ripetersi di pre-cipitazioni estreme e periodi di siccità e di soluzione dei conflitti emergenti nell’ambito dell’utilizzo dell’acqua;

- lo scambio di informazioni circa le stra-tegie e le misure di adeguamento e le conoscenze degli effetti dei cambia-menti climatici sul territorio alpino e per la relativa attuazione;

sottolinea che gli organi della Convenzio-ne delle Alpi, in collaborazione con i propri partner, terranno conto delle problemati-

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che delle cause e delle conseguenze dei cambiamenti climatici in tutte le loro azio-ni.

In particolare, la Conferenza delle Alpi in-traprende su questo tema due iniziative a lungo termine:

- La Piattaforma Pericoli naturali si occu-pa nell’ambito del suo mandato degli effetti dei cambiamenti climatici sulla

sicurezza delle persone, degli insedia-menti e delle infrastrutture.

- Nel quadro dell’attuazione del Pro-gramma di lavoro pluriennale e della relativa agenda di ricerca, elaborata dall’ISCAR, si attribuirà una particolare priorità al tema Global Change e alle possibilità di adattamento agli effetti sul bilancio idrico.

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Piano d’azione sul cambiamento climatico nelle Alpi

"Fare delle Alpi un territorio esemplare nell’ambito della prevenzione e dell’adattamento

ai cambiamenti climatici”

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Le Alpi sono particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. Il rapporto dell’OC-SE intitolato “Cambiamenti climatici nelle Alpi europee – Adattare il turismo invernale e la gestione dei rischi naturali” lo confer-ma: gli effetti del riscaldamento climatico sono qui tre volte superiori rispetto alla media mondiale. Questi effetti intervengo-no inoltre in una zona densamente popola-ta (14 milioni di abitanti su quasi 200.000 km2) e molto turistica, il che giustifica uno sforzo particolare.

Nei confronti dei cambiamenti climatici, i massicci montuosi con la loro concentra-zione di riserve idriche ed il patrimonio di biodiversità che custodiscono hanno un ruolo particolare da svolgere nei confronti degli altri territori. La loro salvaguardia di conseguenza riveste un’importanza sovra-nazionale.

Le regioni alpine possono contribuire allo sforzo collettivo di riduzione delle emissio-ni di gas a effetto serra ricercando soluzio-ni adeguate tese ad affrontare alcune pro-blematiche specifiche che le riguardano, in particolare in materia di trasporti, efficien-za energetica degli edifici, turismo, agricol-tura ed acqua.

Il piano d'azione, in applicazione della Di-chiarazione ministeriale di Alpbach, si basa sugli impegni collettivi assunti dai paesi dell'arco alpino nell'ambito della Conven-zione quadro sui cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto. Si inserisce nelle discussioni in corso ai fini di un accordo globale ambizioso su un regime « post-2012 » e prende in debito conto gli impe-

gni che l'Unione europea ha registrato in tal senso. Il suo obiettivo è andare oltre tale quadro generale per proporre misure concrete, specifiche alle Alpi, privilegiando – sia in materia di mitigazione che di adat-tamento – le tematiche e le misure che potrebbero essere oggetto di cooperazioni regionali nell'ambito della Convenzione delle Alpi e considerando le azioni già in-traprese a livello nazionale, regionale e lo-cale.

Il piano d’azione clima contribuisce allo stesso tempo allo sforzo globale di ridu-zione dei gas a effetto serra nell’ambito degli impegni internazionali assunti dagli Stati Parte e alla qualità di vita delle popo-lazioni alpine sia nel presente che per le generazioni future.

Questo piano viene ad integrare la piena e integrale attuazione dei Protocolli della Convenzione delle Alpi a cura delle Parti contraenti. La lotta contro gli effetti dei cambiamenti climatici non può infatti esse-re disgiunta da una reale politica di svilup-po sostenibile. È opportuno ribadire a tale scopo che un certo numero di misure pro-poste nel piano d’azione concretizzano disposizioni già previste nei diversi Proto-colli.

Le misure raccomandate a titolo esemplifi-cativo si rivolgono ad una molteplicità di soggetti: pubblici – a livello locale, regio-nale o nazionale – e privati, con l'intento di influenzare i comportamenti per fare fronte ai cambiamenti climatici. Il piano d’azione deve altresì tradursi in progetti comuni, favorire lo sviluppo di cooperazioni regio-nali concrete e privilegiare lo scambio di esperienze nonché favorire progetti di ri-cerca scientifica mirati.

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La Conferenza delle Alpi garantirà la diffu-sione di queste misure, nonché la promo-zione delle "migliori pratiche" ad esse corrispondenti tenendo conto delle esi-genze specifiche dei soggetti locali e valo-rizzando le loro competenze specifiche. Mobiliterà diversi gruppi di lavoro ed inte-grerà gli obiettivi del presente piano d’azio-ne nel suo programma plurienale di lavoro. Ne assicurerà la promozione presso i sog-getti istituzionali che contribuiscono alla sua attuazione, compresi i soggetti euro-pei, affinché le decisioni prese dalla Con-ferenza delle Alpi siano formalmente tenu-te in considerazione.

Strategie di Mitigazione

Le misure da adottare si inseriscono in una politica globale di pianificazione ter-ritoriale e di urbanistica.Il settore dei trasporti ed il consumo d'energia fossile dei nuclei famigliari – so-prattutto per il riscaldamento degli edifici– presentano un forte potenziale di riduzione delle emissioni di CO2. In ambito alpino, il settore del turismo deve contribuire in modo non trascurabile all'impegno di ridu-zione delle emissioni in questi due settori. Viste le risorse forestali ed idriche di cui dispongono, nonché il potenziale in mate-ria di energia solare, eolica e geotermica, le regioni alpine possono diventare esem-plari in questo ambito, coprendo ampia-mente il fabbisogno energetico mediante energie rinnovabili.

Misure nel settore della pianifica-zione territoriale e dell’urbanistica

Obiettivi

Assicurare una gestione in economia dello spazio, privilegiare la densificazione delle città

Favorire un’urbanizzazione e soluzioni di pianificazione del territorio a bassa produ-zione di CO2

Misure

1. Favorire l'integrazione di criteri bio-cli-matici (esposizione al soleggiamento, ventilazione naturale, ecc) negli stru-menti di pianificazione urbanistica, in special modo a livello comunale

2. collocare gli interventi di urbanizzazione in zone servite da trasporti pubblici poco inquinanti o non inquinanti

3. conservare gli spazi naturali (come poz-zi di assorbimento del carbonio)

Esempi di buone pratiche

La Provincia autonoma di Trento (Italia) con il “Progetto Clima” ha costituito alcuni gruppi di lavoro per esaminare le proble-matiche connesse al cambiamento del clima nell'arco alpino e, sul suo territorio, in particolare: analisi e monitoraggio del clima, gestione delle risorse idriche, ener-gia e industria, ambiente e pianificazione, gestione del turismo, informazione. Sono state predisposte delle linee-guida per la riduzione delle emission di CO2, sensibiliz-

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zando la popolazione e favorendo lo svi-luppo di buone prassi in diversi ambiti di applicazione. L'elemento innovativo è dato dalla tratta-zione del problema delle emissioni di gas serra in maniera complessiva, tenendo conto di tutti i soggetti e i fattori coinvolti (politico, sociale, culturale, legislativo, energetico, della mobilità ecc.)

Il Comune di Cavalese (Italia) sin dagli anni '90 prende in considerazione non solo mi-sure finalizzate alla conservazione delle ri-sorse naturali, ma anche di utilizzo di cri-teri bio-climatici (utilizzo di mappe solari, studio dei venti dominanti, ecc) per la scel-ta delle aree destinate a nuova edificazio-ne al fine di massimizzare i benefici dell'ir-raggiamento naturale e contribuire così al risparmio di energia destinata al riscalda-mento degli edifici (misura 1).

Le iniziative di “Architettura verde” della Provincia Autonoma di Trento forniscono incentivi allo sviluppo della bioedilizia. Inoltre, la certificazione “CasaClima” previ-sta dalla Provincia Autonoma di Bolzano nell’Alto Adige (Italia) mira a coniugare ri-sparmio, benessere abitativo e sostenibili-tà. Le categorie CasaClima permettono di identificare il grado di consumo energetico di un edificio. Le tre categorie “CasaClima Oro”, “CasaClima A” e “CasaClima B“ permettono di individuare il grado di con-sumo energetico di un edificio (ad esem-pio, meno di 10 kWh/m²a per la categoria “CasaClimaOro” (misure 1 e 2).

Misure nel settore dell'energia: energia utilizzata ai fini del ris-caldamento, un settore chiave in ambiente alpino

Obiettivi

ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 promuovere l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili

Misure

1. elaborare secondo modalità partecipa-tive una politica energetica specifica per le Alpi al fine di fare emergere un consenso su una gestione futura soste-nibile dell’energia nello spazio alpino

2. accrescere l'efficienza energetica degli edifici favorendo la ristrutturazione del-le costruzioni esistenti ed assicurando la promozione delle case cosiddette "passive"

3. favorire, nel rispetto degli equilibri natu-rali e dei paesaggi, la produzione e l'utilizzo a livello locale, per il riscalda-mento, di energie rinnovabili da parte dei privati e delle collettività, con l'im-piego di tecnologie recenti ad alta effi-cienza che, nel caso della biomassa li-mitino le emissioni di inquinanti atmo-sferici.

4. diffondere le tecniche esistenti in mate-ria di risparmio energetico privilegiando le risorse locali nell’ambito dell’edilizia, in particolare attraverso una migliore formazione degli operatori dell'edilizia montana (campagne di formazione, net-working degli operatori dell’edilizia…)

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5. condurre campagne di informazione ed adottare misure concrete per promuo-vere l’utilizzo della biomassa (prove-niente in particolare dal legno delle fo-reste montane) e delle altre energie rin-novabili privilegiando quelle ecocom-patibili e prodotte localmente.

Esempi di buone pratiche

In Slovenia, vengono dati aiuti finanziari e sussidi alle famiglie e agli enti pubblici che utilizzano fonti di energia rinnovabili (caldaie a biomassa, collettori solari, pompe di calo-re per il riscaldamento). Inoltre, un’ordinan-za sull’efficienza energetica precisa che in materia di riscaldamento e ventilazione de-gli edifici, il 25% dell’energia deve provenire da fonti rinnovabili (misure 1 e 2).

Il Comune di Diex (Austria), grazie al fatto che l’irraggiamento solare nelle Alpi è maggiore di quanto non sia nelle aree cir-costanti, in particolare per l’assenza di nebbie, ha deciso di investire fortemente nel fotovoltaico (edilizia abitativa, segnale-tica, pannelli informativi, illuminazione stradale) (misura 2).La Giunta municipale del Comune di Mun-derfing (Austria) ha adottato ed attuato e un sistema energetico modulare (biomas-sa, energia solare, energia eolica, energia idroelettrica e moduli di PR) che ha svilup-pato insieme alla popolazione locale (mi-sura 2).

L’Energieinstitut del Voralberg (Austria) da 10 anni si adopera al fine di accrescere la sensibilità rispetto al tema dell’energia. Promuove attività e misure tese a migliora-re l’efficienza energetica e l’utilizzo delle energie rinnovabili. Collabora con altri isti-tuti a livello internazionale.

A Embrun (Francia), l’associazione « Le Gabion » propone stage ai professionisti e privati per la costruzione o la ristrutturazio-ne di un’abitazione, al fine di regolarne meglio il consumo energetico e di immet-tere meno gas inquinanti nell’atmosfera. Grazie a queste formazioni in bioedilizia ed in ristrutturazione del patrimonio edilizio, l'associazione valorizza i materiali locali e i relativi saperi tradizionali, in particolare l'ossatura in legno e paglia, la terra, la ca-napa, la pietra, il gesso e la calce (misure 2, 3 e 4).

Misure nel settore dei trasporti: promuovere il trasferimento verso modalità di trasporto più rispet-tose dell’ambiente e del clima

Obiettivo

ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 dovute ai trasporti

Misure

trasferire il più possibile i trasporti transal-pini di merci e passeggeri verso modi di trasporto che producono meno CO2:

dare impulso e sostenere la cooperazione dei gestori nazionali di reti ferroviarie, delle imprese e delle istituzioni regionali per mi-gliorare la quantità e la qualità dell'offerta di servizi sulle linee ferroviarie esistenti, sia per il trasporto passeggeri che per quello merci (in particolare piano d’azione Bren-nero e progetto BRAVO, piano IQ-C lungo il corridoio Gottardo/Sempione, program-ma italo-francese sulla linea storica Torino-Lyon, progetto Alpfrail per la direttrice dei Tauri)

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proseguire la realizzazione di nuove infra-strutture ferroviarie transalpine su tutti i principali valichi alpini al fine di creare una rete transeuropea adeguata al trasferimen-to modale: programma svizzero della NFTA (nuova ferrovia transalpina, progetti priori-tari dell’Unione europea (direttrice Lione – Torino - Trieste- Divaca - Ljubljana - fron-tiera ucraina, e Berlino - Monaco - Verona - Bologna - napoli via Brennero)

proseguire gli studi già avviati dai Ministri dei trasporti dei paesi alpini nell’ambito del processo della Dichiarazione di Zurigo al fine di determinare quali siano i mezzi più efficaci per regolare il traffico stradale di merci attraverso le Alpi (miglior gestione oraria e giornaliera del traffico, ottimizza-zione dei flussi, studio relativo ad una borsa dei transiti alpini, ecc. …)

studiare le possibili alternative marittime (autostrade del mare) al trasporto stradale alpino, laddove questa soluzione sia prati-cabile

incoraggiare gli enti regionali e locali a ri-durre, all'interno dello spazio alpino, l’im-patto dei trasporti sull’ambiente ed il clima delle Alpi, in particolare per i modi di tra-sporto produttori di CO2:

promuovere politiche che consentano di ridurre l'uso dell'auto privata (diminuzione delle tariffe dei trasporti pubblici, car-poo-ling, uso delle biciclette nei centri urbani) o di renderla meno inquinante (programmi di apprendimento dell’“eco-guida”

sviluppare, ai diversi livelli territoriali, una rete di trasporti pubblici in grado di assicu-rare la continuità pratica tra i diversi vetto-ri, in particolare per i collegamenti con le

stazioni sciistiche ed i siti turistici, privile-giando le modalità di trasporto che gene-rano meno CO2 e dunque meno inquinan-ti.

approntare strumenti di pianificazione (pia-ni di logistica urbana ed extraurbana, piani di mobilità, piani del traffico, mantenimen-to o creazione di servizi di prossimità … )

assicurare la piena applicazione delle di-sposizioni dell’articolo 12, secondo com-ma, del Protocollo Trasporti, relativo al trasporto aereo, che prevede di limitare la costruzione di nuovi aeroporti e di « mi-gliorare il sistema di trasporti pubblici che collega gli aeroporti siti nelle vicinanze delle Alpi con le diverse regioni alpine. »

Esempi di buone pratiche

Varie misure sono state adottate lungo il corridoio del Brennero (autostrade A22 e A12 tra l’Italia e l’Austria) per limitare il transito di mezzi pesanti, alcune che in-centivano l’uso di mezzi di trasporto alter-nativi e la sostituzione dei veicoli obsoleti e inquinanti. Si è inoltre deciso di sospen-dere temporaneamente il transito dei mez-zi pesanti con stazza superiore a 7,5 ton-nellate e motorizzazione “Euro 0” o “Euro 1”, spostando le merci dalla strada alla ferrovia. Si sono in particolare introdotti dei limiti di velocità durante le ore notturne, accompagnate da un sistema di gestione del traffico Si è vietata la circolazione not-turna dei mezzi pesanti, con un aumento pedaggi in questa fascia oraria sull’auto-strada A13 ecc. (misure 1 e 2).

La città di Gap (Francia) ha istituito nel novembre 2005 la gratuità totale degli au-tobus per i suoi 39. 000 abitanti. Dal 15

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dicembre 2007 è stata messa in servizio una navetta gratuita nel centro-città, con una frequenza di passaggi di circa 10 mi-nuti. Il servizio è assicurato da due Micro-bus da 22 posti, dotati di una rampa d’accesso per disabili e di filtri anti-parti-colato. La navetta collega i vari parcheggi, incitando così a non usare l’auto in centro e favorendo inoltre l’intermodalità e l’ac-cessibilità della stazione (misura 2).

Il « Sillon Alpin » simbolizza la cooperazio-ne dei dipartimenti alpini (Alta savoia,Savoia, Isère, Drôme - Francia) per una politica dei trasporti coordinata e sostenibile. Il pro-getto, volto al trasferimento modale, orga-nizza lo spazio e lo sviluppo urbano e tende ad ottimizzare le infrastrutture per offrire agli utenti alternatve all’uso esclusi-vo dell’auto. Il Sillon Alpin permette di mi-gliorare l’offerta di servizi e l’informazione dei passeggeri, in particolare grazie allo sviluppo di progetti di centrali di mobilità (misure 1 e 2).

Misure nel settore del turismo:

Obiettivi

Ridurre le emissioni di CO2 delle attività turistiche ed inserire l'offerta di trasporti sostenibili nell'attività degli operatori turistici Promuovere un’offerta di vacanze “clima-neutre” nelle Alpi.

Misure

1. prevedere l'elaborazione di un audit ambientale periodico delle destinazioni turistiche, includendo in tale audit un “bilancio CO2” e fare di tale audit un

criterio per la concessione di autorizza-zioni e/o di sovvenzioni pubbliche

2. promuovere una mobilità a basso im-patto ambientale per il collegamento dei siti turistici, privilegiando i vettori di trasporto meno inquinanti (modalità di tariffazione adeguate, accesso dal fon-dovalle alle stazioni sciistiche vicine mediante impianti a fune)

3. sviluppare, con gli operatori dei tra-sporti, la possibilità di raggiungere con il treno, da lunghe distanze, le località turistiche, nonché il collegamento all'"ultimo chilometro"

4. privilegiare la ristrutturazione degli im-mobili turistici tenendo conto dei cam-biamenti climatici, piuttosto che investi-re in nuove costruzioni che generano i cosiddetti "letti freddi" (letti turistici non occupati per gran parte dell'anno)

5. adeguare la comunicazione delle sta-zioni turistiche e le azioni di marketing a tali nuove disposizioni

6. sviluppare i trasporti pubblici transfron-talieri e semplificare le offerte tariffarie per i turisti nelle Alpi

7. sostenere la comune elaborazione, da parte degli operatori dei trasporti e del turismo, di un’informazione pratica sul-la mobilità sostenibile attuata nei vari siti alpini, e accessibile al grande pub-blico

8. armonizzare i calendari delle vacanze scolastiche al fine di limitare gli effetti di sovraffollamento e la moltiplicazione delle infrastrutture

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Esempi di buone pratiche

Arosa (Svizzera), stazione accessibile con il treno, ha messo a punto un sistema di “compensazione carbonio” per le emissio-ni di CO2 generate dai viaggi dei turisti. Propone inoltre un’ampia gamma di attivi-tà ecocompatibili, come la possibilità di utilizzare gratuitamente bus, bici elettriche, impianti di risalita, funivie, pedalò sul lago ecc. (misure 1, 2 e 5).

La rete Alpine Pearls promuove una mobi-lità dolce per i turisti, proponendo sposta-menti in treno, in autobus, in bicicletta o a piedi.A Bad Hofgastein e a Werfenweng (Austria) sono state create offerte “mobilità senz’au-to”, che concorrono allo sviluppo dei tra-sporti pubblici, dei veicoli elettrici e con caratteristiche ludiche, del car-pooling, di un sistema di informazioni per i viaggiatori. Tali attività sono supportate e valorizzate da comunicati stampa ed eventi (per es. gior-nata senz’auto) (misure 2, 3, 5).

Il progetto Tiroler Gemeinden mobil (Au-stria) punta a promuovere l’utilizzo di auto-bus e treni mediante centrali di mobilità e servizi di consulenza (fornitura degli orari dei trasporti locali in formato tascabile, car-pooling, documentazione informativa per i nuovi residenti) (misure 2 e 5).

Il Pays des Ecrins (Francia) ha istituito na-vette turistiche a carattere tematico (viti-coltura, patrimonio religioso ed idrico, mi-niere d’argento ecc.) (misura 2).

In Italia e in Francia, il progetto « Monta-gne in cammino » (Piemonte, Valle d'Ao-sta, Liguria, Provence-Alpes-Côte d'Azur)si propone la creazione di un sistema turi-

stico integrato per uno sviluppo attento alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici delle aree montane. Il progetto promuove iniziative di turismo escursionistico estivo o invernale a cui hanno già aderito più di 60 enti nei paesi coinvolti

Nell’ambito di un partenariato tra la regio-ne Provence-Alpes-Côte d’Azur (Francia), la SNCF e 24 stazioni sciistiche (e gruppi di stazioni sciistiche di una vallata) del sud delle Alpi francesi,è stata realizzata l’ope-razione “treno della neve” che permette ai passeggeri di prenotare un forfait treno+navetta con il quale si può accedere alle piste. L’offerta proposta è valida verso varie destinazioni e a partire da varie città del litorale (misure 2 e 6).

In Francia, l’Associazione nazionale dei sindaci delle stazioni montane e sciistiche ha elaborato, di concerto con altri partner, una “carta per lo sviluppo sostenibile delle stazioni montane” che comporta 8 settori o piani d’azione. Inoltre, viene sperimentata la realizzazione di bilanci-carbonio delle stazioni nell’ambi-to della Convenzione interregionale del “Massif des Alpes (misura 1).

CIPRA International propone di sperimen-tare per due anni un’offerta di 100 biglietti forfaitari comprendenti l’accesso e gli spo-stamenti all’interno di un sito turistico at-traverso modalità di trasporto sostenibili (misura 2).

Strategie di Adattamento

L’adattamento rappresenta, soprattutto nelle Alpi, regione particolarmente esposta

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189Segnali alpini 1

e densamente popolata, una delle grandi sfide della lotta contro gli effetti dei cam-biamenti climatici. La modifica delle preci-pitazioni estive, l'aumento delle precipita-zioni invernali, l'innalzamento della tempe-ratura e la frequenza dei temporali potreb-bero essere le conseguenze più evidenti dei cambiamenti climatici, tali da accre-scere fin d'ora – e forse ancora in misura maggiore nei prossimi anni – i rischi natu-rali in montagna. Le politiche e le misure attuate devono essere sostenibili; non de-vono contribuire ad aumentare le emissio-ni di gas a effetto serra nè devono amplifi-care la pressione sulle risorse. Devono al-tresì essere oggetto di un'informazione appropriata e di iniziative di sensibilizza-zione.

Misure in materia di pianificazione territoriale:

Obiettivi

Promuovere un approccio integrato che consenta di adattare la regione alpina alle nuove condizioni climatiche e più partico-larmente di controllare meglio i rischi natu-rali e le conseguenze assicurare uno sviluppo sostenibile degli insediamenti e delle attività economiche

Misure

delimitare le zone a rischio di tutte le regio-ni alpine secondo procedure armonizzate, tenendo conto dei rischi indotti dai cam-biamenti climatici (smottamenti, frane, va-langhe, inondazioni, incendi …) e adegua-re di conseguenza i documenti urbanistici prestando attenzione alla delimitazione di perimetri di sicurezza sufficienti.

intensificare la prevenzione e la gestione strategica dei rischi naturali

limitare al massimo, nei progetti urbanisti-ci, l'impermeabilizzazione dei suoli, miglio-rando, in particolare, il rapporto aree edifi-cate/aree libere stabilire indicatori di efficacia delle politi-che e degli strumenti di prevenzione dei rischi individuare, tenendo conto dei cambia-menti climatici, l'evento di riferimento più pertinente riguardante le piene e le valan-ghe ed adeguare in tal senso le pratiche o le normativeanticipare i rischi derivanti dal degrado delle infrastrutture di trasporto a causa delle evoluzioni del clima sulle Alpi e predi-sporre una cartografia degli itinerari poten-zialmente esposti ai rischi, corredata da piani di gestione di crisi e dall'esame delle prospettive a 20 anni

3. potenziare la capacità di adattamen-to dei territori ai cambiamenti clima-tici

adeguare gli strumenti e i metodi di piani-ficazione esistenti in vista di una gestione innovativa ed orientata verso il futurointegrare l’obiettivo di prevenzione dei ri-schi e riduzione della vulnerabilità a tutti i livelli della pianificazione territorialeispirarsi al metodo partecipativo della go-vernance dei rischi nei processi di pianifi-cazione

4. informare e responsabilizzare la po-polazione:

a. migliorare l’accesso del pubblico ai dati riguardanti i rischi naturali

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b. favorire e accrescere la "cultura del ri-schio" in montagna tramite un'adegua-ta informazione preventiva delle popo-lazioni residenti e stagionali, nonché il coinvolgimento del pubblico nell'ap-prontamento delle misure e strategie di prevenzione

c. sviluppare ed adeguare i sistemi di al-lertamento e pre-allertamento, in parti-colare in caso di piene torrentizie

d. diffondere le “buone pratiche”

5. anticipare i possibili deterioramenti delle infrastrutture di trasporto

Esempi di buone pratiche

A Samedan (Svizzera), sono state decise misure di protezione contro le piene privi-legiando una soluzione economica che tiene conto della funzione ecologica delle vie d’acqua e delle pressioni eccessive, delle zone di espansione delle piene nei corridoi di esondazione, dell’organizzazio-ne delle situazioni di emergenza, della rivi-talizzazione e deviazione del fiume Eno, ecc. (misure 1, 2 e 3).

In Baviera (Germania) sono state attuate misure coordinate per ottimizzare la riten-zione delle acque associando in particola-re serbatoi di controllo delle esondazioni, rinaturalizzazione delle torbiere e delle zone umide, creazione di depressioni e di tunnel di esondazione, modificazione delle pratiche colturali, rimboschimento, valoriz-zazione ecologica e rinaturalizzazione del-le risorse idriche (misure 1 e 2).

Il progetto “ILUP” in Austria ha sviluppato modelli innovativi di gestione e di utilizzo dei suoli: classificazione del potenziale dell’area da un punto di vista funzionale

(suolo, ubicazione, presenza di risorse idriche, bilancio delle sostanze), analisi dei rapporti tra precipitazioni e ruscellamento, utilizzo dei suoli e cambiamenti strutturali, analisi dei rischi dei pericoli naturali geo-geni nelle aree montane (misure 1 e 2).

I risultati del progetto INTERREG IV B « CLISP » (Climate Change Adaptation by Spatial Planning ) sperimentato nelle regio-ni alpine pilota costituiranno una base di riferimento per l’attuazione delle misure proposte.

Valorizzazione delle foreste mon-tane e sviluppo della filera legno

La foresta montana svolge molteplici fun-zioni: produzione di una materia prima rin-novabile ed ecologica, habitat per la fauna e la flora (riserva di biodiversità), prevenzio-ne dei rischi naturali, produzione di biomas-sa energetica, elemento del paesaggio e base fondamentale per il turismo. Questa foresta è oggi gravemente minacciata dal cambiamento climatico, dato che l’adatta-mento degli ecosistemi alle rapide mutazio-ni delle condizioni ecologiche si rivela parti-colarmente difficile nello spazio alpino.

Obiettivi

favorire l’adattamento dei popolamenti fo-restali alle evoluzioni climatiche avendo come obiettivo buone condizioni ecologi-che delle foreste alpine ed accrescendone la biodiversità sviluppare filiere legno che ne permettano l’utilizzo sia come materiale sia come fonte di energia a beneficio dello sviluppo eco-nomico delle popolazioni locali nonché l’utilizzo degli scarti come materia prima

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191Segnali alpini 1

rafforzare il ruolo della foresta nella pre-venzione dei rischi naturali

Misure

1. favorire la diversificazione dei popola-menti forestali privilegiando le specie autoctone ecologicamente resistenti

2. consentire la rigenerazione naturale delle foreste montane limitando le po-polazioni di ungulati, conformemente all’articolo 2 b del Protocollo Foreste montane

3. assicurare l’eco-certificazione di tutte le foreste demaniali di ogni Stato mem-bro, migliorare l’informazione dei pro-prietari forestali privati ed incoraggiarli a gestire le loro proprietà conforme-mente ai requisiti di un sistema di certi-ficazione riconosciuto e valutare le azioni intraprese

4. promuovere il mantenimento della ge-stione delle foreste nelle zone esposte ai rischi naturali in modo rafforzare la prevenzione ed assicurare la conserva-zione nel tempo delle foreste

5. individuare eventuali difficoltà o ostaco-li nelle filiere forestali locali e di trasfor-mazione del legno in modo da applicare soluzioni adeguate

6. favorire l’osservazione, con metodi co-ordinati, degli effetti dei cambiamenti climatici sulle foreste.

Esempi di buone pratiche

Il progetto di mediazione “Foresta di prote-zione di Hinterstein” (Germania) è finalizza-

to alla salvaguardia della funzione di prote-zione della foresta attraverso una gestione adeguata: realizzazione di una zonizzazio-ne specifica, scelta delle essenze forestali tenendo conto dell’epoca di messa a di-mora e degli interventi di consolidamento (misure 1 e 3).

Utilizzo delle foreste di protezione nel par-co della biosfera Grosse Walsertal (Vorarl-berg, Austria)

Preservazione della biodiversità

I cambiamenti climatici genereranno modi-fiche di una certa entità sulla flora e sulla fauna, fino ad arrivare al rischio di estinzio-ne di un gran numero di specie. Al fine di ostacolare tale fenomeno, occorre evitare che gli habitat naturali siano ulteriormente frammentati. È inoltre opportuno ricono-scere il ruolo deteterminante svolto dall’agricoltura di montagna per la conser-vazione della biodiversità “ordinaria”.

Obiettivi

creare un continuum ecologico al fine di facilitare la migrazione delle specie fauni-stiche e floristiche alpine preservare la biodiversità delle aree protet-te e mantenere i servizi ecosistemici (eco-system services)garantire la preservazione degli habitat e delle specie emblematiche delle Alpi favorire il mantenimento di un’agricoltura di qualità che contribuisca alla qualità dell’ambiente e alla conservazione della biodiversità preservare le torbiere come pozzi di assor-bimento di CO2 e serbatoi di biodiversità

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Misure

1. attuare [esaminare ai fini di una even-tuale applicazione en vue d’une éven-tuelle application ] le misure concrete che saranno proposte dalla Piattaforma Rete ecologica, per conservare la biodi-versità attraverso la realizzazione di un "continuum ecologico" permanente (tale misura può implicare la delimita-zione di nuove aree protette ed il poten-ziamento delle aree protette esistenti)

2. adeguare i piani di gestione delle aree protette di grandi dimensioni in modo da tenere conto dei cambiamenti clima-tici previsti nello spazio alpino e in fun-zione dei risultati dei programmi di monitoraggio attuati a tale fine (ade-guamento e gestione delle attività ricre-ative, interventi di manutenzione delle infrastrutture…)

3. predisporre in modo concertato su sca-la alpina programmi di protezione spe-ciale delle specie tipicamente alpine (es. tetraonidi, lagopus, regina delle Alpi ed altre specie endemiche messe in pericolo dai cambiamenti climatici)

4. effettuare un monitoraggio ecologico su aree sperimentali (ad es. su aree di sag-gio di 15 ha) per osservare l’adattamen-to della fauna ai cambiamenti climatici

5. promuovere un’agricoltura di montagna basata su strutture piccole (A) e/o con-servare attività agricole di qualità in tutti i territori alpini (I)

6. preservare le torbiere esistenti e rinatu-ralizzare quelle in cui l’intervento è possibile

Esempi di buone pratiche

Progetto ETC, Alpine Space, ECONNECTNell’ambito di una ricerca volta ad antici-pare ed accompagnare i cambiamenti e gli impatti sulle aree agro-pastorali ed elabo-rare a medio termine una carta dei parchi, i parchi nazionali Ecrins, della Vanoise e del Mercantour (Francia) hanno fissato i seguenti obiettivi:- aggiornare le conoscenze del settore

della pastorizia dal punto di vista della biodiversità e delle pratiche agro-pa-storali,

- individuare la provenienza e le modalità di gestione delle greggi che estivano nei parchi nazionali,,

- elaborare un quadro metodologico di comparazione con i dati disponibili,

- definire indicatori appropriati, insieme ai soggetti presenti sul territorio

Il dipartimento dell’Isère (France), situato nel cuore del « sillon alpin », ha avviato il progetto « rete ecologica dell’Isère » per individuare e trattare i diversi punti di rottu-ra dei continuum ecologici (più di 300). Un programma di azioni costruito con gli enti locali ed i soggetti interessati (agricoltori, cacciatori, pescatori...), dotato di 9 M euro su 6 anni, è stato avviato per ristabilire i corridoi ecologici che permettono alla fau-na di superare le zone critiche. La Cluse de Voreppe e la valle del Grésivaudan sono stati scelti come siti prioritari. Tale approccio è oggetto di un ampio par-tenariato con la regione Rhône-Alpes e lo Stato ma anche con la società di gestione delle autostrade (misura 1).

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Turismo

Obiettivo

adeguare il turismo invernale e diversifica-re l'offerta turistica

Misure

1. disciplinare la realizzazione di nuove infrastrutture turistiche in aree glaciali e in aree naturali intatte

2. associare l’investimento di fondi pub-blici in impianti d'innevamento artificia-le all’effettuazione di una valutazione di incidenza ambientale e all’esito della stessa e orientare i fondi pubblici verso la creazione di offerte alternative

3. sostenere gli enti locali che diversifica-no le loro attività e propongono in inver-no un'offerta alternativa allo sci alpino, nonché diffondere le informazioni su tali offerte per richiamare nuovi clienti

4. ricercare una migliore complementarie-tà tra le stagioni turistiche invernali ed estive promuovendo il turismo in bassa stagione

5. favorire gli scambi reciproci tra poli tu-ristici e territori circostanti (valle, mas-siccio montuoso…)

6. favorire il recupero del patrimonio edili-zio esistente

Esempi di buone pratiche

Nell’ambito delle attività sportive e all’aria aperta, la regione Provenza-Alpi-Costa Az-zurra (Francia) incoraggia gli operatori lo-

cali a differenziare l’offerta turistica. Si è inoltre incoraggiata la ridistribuzione spa-ziale dei flussi turistici, dalle aree ad alta densità turistica a quelle meno accessibili, sviluppandone l’attrattività (con una pro-posta che abbina sport, avventura, diversi-ficazione del patrimonio naturale e cultura-le) (misure 3 e 5).

Acqua e risorse idriche

I cambiamenti prevedibili del bilancio idri-co, in parte collegati allo scioglimento dei ghiacciai, avranno effetti molto diversi sul-le singole regioni: mentre le Alpi centrali e settentrionali potrebbero essere a rischio di inondazioni, le regioni intralpine e le Alpi meridionali potrebbero essere interessate da forte siccità.Inoltre deve essere limitato lo sviluppo delle piccole centrali idroelettriche, nocivo dal punto di vista ecologico. La Direttiva quadro sull’acqua che fissa obiettivi ambi-ziosi offre una cornice adeguata per ri-spondere alle sfide dei cambiamenti clima-tici.

Obiettivi

promuovere l’attuazione della Direttiva quadro sull’acqua prevenire la scarsità d'acqua controllare lo sviluppo delle centrali idroe-lettriche nel rispetto dell'ecologia dei corsi d'acqua

Misure

1. ridurre il consumo d'acqua

promuovere il risparmio idrico in tutti i set-tori, favorendo un approccio integrato del-la risorsa e degli usi

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tenere conto, in modo sistematico, dell'im-patto sulla risorsa idrica al momento del rilascio di autorizzazioni amministrative

favorire il recupero dell’acqua piovana e l’utilizzo delle acque reflue

2. migliorare l’utilizzo idrico:

razionalizzare l’utilizzo delle risorse idriche distribuite in modo ineguale durante l’an-no

promuovere una gestione concertata dei molteplici usi dell’acqua

procedere al censimento delle captazioni d’acqua per usi diversi (in particolare im-pianti di innevamento artificiale)

3. ridurre l'impatto delle centrali idroe-lettriche sull'ambiente

migliorare l'efficacia dei bacini di ritenuta e delle centrali idroelettriche esistenti

elaborare linee-guida comuni per la co-struzione di micro-centrali

Esempi di buone pratiche

Il Comune di Les Gets (Francia) si trova a dover fare i conti con una carenza d’ac-qua, con interruzioni dell’erogazione nelle ore di punta, ma è riuscito a trovare solu-zioni quali immagazzinamento dell’acqua in un bacino di ritenuta, miglioramenti del-la rete di distribuzione (a livello tecnico), vasto programma di ricerca sull’acqua (a livello scientifico), sensibilizzazione degli utenti (a livello della cittadinanza) (misure 1 e 2).

Il progetto LEADER della regione Mariazel-lerland, Mürtzal e Eisenstrasse (Austria) è teso a sensibilizzare la popolazione in me-rito all’importanza della risorsa idrica favo-rendone in questo modo lo sfruttamento sostenibile.

Agricoltura di montagna

L’agricoltura di montagna, direttamente interessata dai cambiamenti climatici, deve anch’essa essere oggetto di una strategia di adattamento tenuto conto del suo con-tributo all’attrattività dei territori alpini.

Obiettivo

Rafforzare il contributo dell’agricoltura di montagna all’ambiente, alla conservazione e all’attrattività dei territori alpini

Misure

1. accompagnare le iniziative di adatta-mento delle pratiche agricole e dei si-stemi produttivi ai cambiamenti climati-ci

2. incoraggiare gli allevatori a ricorrere alle razze autoctone più robuste e favorire il pascolo estensivo

3. sostenere le aziende agricole ed i terri-tori che mirano all’eccellenza in materia di produzioni e di conservazione dell’ambiente

4. favorire le sinergie e la cooperazione tra agricoltura e turismo per diversificare le attività turistiche in montagna

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Esempi di buone pratiche

Il progetto IRRIWEB ha come obiettivo l’elaborazione di una la carta pedologica che evidenzia le necessità irrigue in Trenti-no (Italia). Tale progetto assicura il miglio-ramento dello sviluppo di sistemi di rileva-zione dell’umidità del suolo, la costituzione di riserve e il prelievo dai serbatoi o dalle condotte idroelettriche ecc. L’Università di Trento ha sviluppato un modello idrologico che consente di simulare gli effetti di diver-se strategie irrigue sulla disponibilità di ri-sorse idriche (misura 1).

Nel progetto BIO ALPE ADRIA (Italia, Slo-venia e Austria), le associazioni dei produt-tori biologici hanno creato una macro re-gione transfrontaliera libera dalle tecnolo-gie genetiche per la conservazione della diversità naturale in agricoltura e un colle-gamento in rete tra iniziative nel settore biologico. Al progetto hanno aderito circa 6000 aziende agricole ; è stato realizzato, inoltre, un sito web in tre lingue che offre numerose informazioni ai distributori e produttori nelle diverse regioni coinvolte. La gestione sostenibile delle colture con-tribuisce alla preservazione delle falde ac-quifere, soggette alle infiltrazioni di ele-menti chimici quali fertilizzanti e pesticidi utilizzati estensivamente in agricoltura non biologica (misura 1).Il progetto può essere fatto rientrare tra le strategie di mitigazione del cambiamento climatico limitando l’uso di fertilizzanti chimici di sintesi che sono prodotti con un intenso utilizzo di energia.

Il gruppo di interesse economico « GEN’OSE » è stato costituito per riunire su scala alpina le unità di selezione di tre razze rustiche: Prealpi del Sud Mérinos d’Arles e Mourérous. Ha avviato un pro-

gramma di selezione genetica specifica il cui obiettivo è preservare la rusticità degli animali al fine di consolidare le pratiche pastorali e di fornire la filiera di riproduttori adatti ai vincoli ambientali e alle esigenze commerciali. Tra gli indicatori di realizza-zione figurano il numero di arieti e di agnel-le delle tre razze commercializzate nel corso dell’anno e la ripartizione della diffu-sione su scala alpina (misura 2).

Sviluppare la ricerca applicata a livello alpino e migliorare la sensi-bilizzazione del pubblico

Nonostante i numerosi studi intrapresi, sussistono ancora un certo numero di la-cune a livello di conoscenze, ad esempio nei settori dei rischi naturali, degli impatti economici e sociali, dell’agricoltura o della protezione del suolo. Gli effetti dei cambia-menti climatici sono ancora oggetto di forti incertezze e di grande variabilità re-gionale. Deve dunque essere intrapreso uno sforzo specifico per acquisire, ripartire e capitalizzare, a beneficio di tutti i sogget-ti interessati, un’informazione convalidata comune alle AlpiL’osservazione puntuale degli impatti pre-senti e futuri dei cambiamenti climatici è indispensabile sotto un duplice punto di vista: - per la mitigazione, nella misura in cui la

messa in evidenza di “marker” tangibili rafforzerà la consapevolezza pubblica e faciliterà la domanda o l’accettazione di politiche e di misure suscettibili di mo-dificare i modi di vita

- per l’adattamento, consentendo di in-trodurre strategie efficaci e ben mirate Inoltre, la sensibilizzazione delle popo-lazioni è importante sia come stimolo

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verso nuovi comportamenti al fine di ridurre le emissioni di gas serra, sia per permettere alle popolazioni ad adattarsi alle conseguenze del cambiamento già avviato.

Obiettivi

Migliorare le conoscenze per la compren-sione degli impatti dei cambiamenti clima-tici a livello locale, in modo particolare nell'ambito delle risorse idriche, dei rischi naturali e degli equilibri socio-economiciintensificare la cooperazione ai fini di una conoscenza condivisa dei rischi rafforzare la consapevolezza delle popola-zioni ed in particolare dei più giovani

Misure

1. rafforzare l’osservazione omogenea e coordinata degli effetti dei cambiamen-ti climatici a livello locale con l'appog-gio, se necessario, delle reti di ricerca regionali e dinterregionali (ISCAR, Clim-ChAlp…)a. sfruttare i risultati del progetto “Clim-

ChAlp” e assicurarne l'attuazione (in particolare l’istituzione di una piatta-forma di sintesi bibliografica delle diverse tipologie di impatto)

b. perseguire l'interoperabilità delle banche dati esistenti

c. promuovere reti di ricerca che coin-volgano scienziati ed economisti e che integrino la dimensione sociale ed economica al fine di individuare meglio le sfide dei cambiamenti cli-matici a livello locale e di elaborare scenari di adattamento sia per le economie di fondovalle che di quo-ta

2 dare mandato alla Piattaforma Pericoli naturali, per elaborare un dispositivo coordinato di osservazione dei fenome-ni:a. studiare le evoluzioni in corso (oc-

correnza, entità, caratteristiche delle piene, valanghe, frane torrentizie, smottamenti, innalzamento delle temperature, recrudescenza d'in-cendi)

b. procedere alla mappatura dei territo-ri in funzione della vulnerabilità, sulla base dei lavori già realizzati, attri-buendo la priorità alle aree maggior-mente a rischio

c. stimare il costo dei danni legati ai cambiamenti climatici sulla base di casi specifici sulla base di casi spe-cifici e individuare adeguati mecca-nismi di copertura, ad esempio assi-curativa

3 sensibilizzazione del pubblicoa. organizzare mostre interattive e ma-

nifestazioni scientifiche al fine di sensibilizzare la popolazione, e spe-cialmente i giovani ed i turisti, alla problematica dei cambiamenti cli-matici ed alle soluzioni raccomanda-te dalla Convenzione delle Alpi

b. prevedere comunicazioni periodiche su vari media (bollettini comunali, stampa, televisioni locali o regionali …) per informare il pubblico sugli obiettivi e le misure definiti dal pre-sente piano d’azione

Esempi di buone pratiche

Il progetto PERMAdataROC (Aosta – Italia) fornisce una banca dati dei dissesti in am-biente periglaciale su siti pilota, racco-gliendo dati sull’attività gravitativa e moni-

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197Segnali alpini 1

torando l’andamento delle temperature sulle pareti rocciose per stabilire la correla-zione tra variazioni climatiche e stabilità delle pareti (misura 1).

Attuazione del Piano d´azione

Gli Stati-Parte adotteranno le disposizioni necessarie per coinvolgere le autorità lo-cali e regionali nell’attuazione del presente piano d’azione.

Il Segretariato permanente della Conven-zione delle Alpi, i Gruppi di lavoro e le Piattaforme istituite dal Comitato perma-nente, nonché gli Osservatori, dovranno fornire il loro contributo all’attuazione e al monitoraggio del piano d’azione:Il Segretariato permanente avrà il compito di contribuire alla diffusione e alla promo-zione del presente piano di azione. Esso potrà altresì fornire un contributo specifico alla sua attuazione, in particolare attraver-so la raccolta di informazioni pertinenti e la loro diffusione nello spazio alpino.

In particolare, sarà sua responsabilità:

- costituire un data base delle une buone pratiche e promuoverne l’utilizzo

- fornire sostegno al gruppo SOIA al fine di individuare indicatori semplici per il monitoraggio del Piano d’azione, ga-rantendo il collegamento con l’Agenzia europea dell’ambiente e gli organismi o gli esperti competenti

- rispondere alle esigenze d'informazione degli enti locali e regionali alpini sui

metodi e tecnologie più efficaci per lottare contro i cambiamenti climatici

- facilitare, nella misura necessaria, la cooperazione con le istituzioni europee per l'applicazione delle misure concre-te

- contribuire all’attuazione delle misure relative alla Rete delle aree protette al-pine (con il sostegno della Task Force dedicata)

- proporre la costituzione di una piatta-forma che consenta lo scambio d'infor-mazioni sull’attuazione del piano e assi-curare il seguito di tali scambi di infor-mazioni.

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Decisione della X Conferen-za delle Alpi

Le Parti contraenti della Conferenze delle Alpi, riunite a Evian il 12 marzo 2009, adot-tano, in conformità con la decisione presa ad Alpbach dalla IX Conferenza delle Alpi, il piano d’azione mirante a fare delle Alpi un territorio esemplare nell’ambito della prevenzione e dell’adattamento ai cambia-menti climatici e si impegnano a persegui-re la sua attuazione con misure concrete per lottare contro i cambiamenti climatici, dotandolo delle risorse necessarie.

Riconoscendo la necessità di agire senza ritardo ed il valore aggiunto di un’iniziativa comune degli Stati parte della Convenzio-ne per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici, le Parti decidono quindi, di co-mune accordo:

1. di attuare, avvalendosi delle strutture della Convenzione delle Alpi e dei sui suoi gruppi di lavoro, progetti comuni per l’applicazione concertata delle mi-sure previste dal piano d’azione nel territorio della Convenzione delle Alpi, ed in particolare:

Documentare gli effetti del cambiamen-to climatico sui rischi naturali nelle Alpi con il supporto di PLANALP (Piattafor-ma sui pericoli naturali),

Sviluppare linee guida per il monitorag-gio delle foreste montane alpine alla luce dei cambiamenti climatici,

Individuare operatori turistici che pro-pongono offerte di viaggio e soggiorno « a basse emissione di carbonio », dif-fondere le buone pratiche e valorizzare le iniziative più meritevoli attraverso iniziative ad hoc (premio per il turismo

alpino sostenibile, premio CIPRA, pre-mio Pro-natura-Pro-ski),

Realizzare una rete ecologica transalpi-na per facilitare la migrazione di specie vegetali e animali avvalendosi in parti-colare dei lavori della Piattaforma Rete ecologica,

Sviluppare linee guida per la costruzio-ne, l’ottimizzazione o il ripristino di pic-cole centrali idroelettriche che rispettino l’ambiente acquatico e la biodiversità,

Realizzare progetti esemplari in materia di bio-edilizia, farli conoscere e ade-guarli se necessario alle normative esi-stenti in tale ambito.

2. di domandare ai Ministri membri del Gruppo di Zurigo, i quali analizzano le diverse metodologie di regolamentazio-ne del transito di merci attraverso le Alpi, quale per esempio la borsa dei transiti alpini, di prendere in considera-zione l’urgenza legata ai cambiamenti climatici e la necessità di applicare ra-pidamente soluzioni concrete che per-mettano di limitare le emissioni di gas a effetto serra

e propongono a tal fine di organizzare il più presto possibile scambi di informa-zioni tra le due organizzazioni

3. di chiedere al Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi:a. di realizzare un supporto che per-

metta attraverso internet la raccolta e la condivisione di informazioni pertinenti e attuali sui cambiamenti climatici nelle Alpi nonché la condi-visione di soluzioni concrete al fine di permettere la partecipazione più ampia possibile delle popolazioni alpine e dei decisori a livello locale all’attuazione del piano d’azione,

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199Segnali alpini 1

b. di procedere con mezzi appropriati ad un regolare adeguamento dell’at-tuazione del piano d’azione.

4. di procedere ad una prima valutazione dell’attuazione del piano d’azione alla prossima Conferenza delle Alpi al fine

di apportarvi i necessari aggiustamen-ti.

5. di effettuare uno studio che valuti la possibilità per le Alpi di divenire una zona neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050.

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Meccanismo di verifica del rispetto della Convenzione delle Alpi

e dei suoi Protocolli di attuazione

In occasione della VII Conferenza delle Alpi a Merano, è stato istituito nel 2002 il Gruppo di verifica della Convenzione delle Alpi. Il Gruppo di verifica è uno strumento di monitoraggio dell’osservanza della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli d’attuazione. Ogni Parte contraente è obbligata a presentare un rapporto nazionale dettagliato ad intervalli di quattro anni dopo l’entrata in vigore dei Protocolli d’attuazione. Il Gruppo di verifica esamina i rap-porti nazionali, si occupa di richieste che riguardano il controllo di presunte inosservanze del trattato ed elabora delle raccomandazioni per l’osservanza della Convenzione e dei suoi Protocolli da parte delle Parti contraenti. Il documento sul Gruppo di verifica è pubblicato nel testo qui di seguito.

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La Conferenza delle Alpi

- ritenendo che l’attuazione della Con-venzione delle Alpi e dei suoi Protocol-li di attuazione abbia un’importanza centrale;

- convinta che un meccanismo di verifi-ca dell’attuazione della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attua-zione possa fornire un contributo im-portante a un’efficace attuazione degli obblighi assunti dalle Parti contraenti;

- riconoscendo che la procedura di rap-porto sancita nell’articolo 5, 4° comma della Convenzione delle Alpi sia una premessa determinante per il funzio-namento del meccanismo previsto;

- decide di verificare periodicamente l’attuazione della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attuazione da parte delle Parti contraenti e di for-nire un sostegno a queste ultime nell’attuazione dei loro obblighi;

- costituisce a questo scopo, in applica-zione dell’articolo 6 lettera e) della Convenzione delle Alpi, un gruppo di lavoro permanente (di seguito denomi-nato Gruppo di verifica);

- stabilisce che il Gruppo di verifica svolge i propri compiti concordandosi con il Comitato permanente;

- stabilisce la forma, l’oggetto e la fre-quenza dei rapporti, la struttura e le funzioni del Gruppo di verifica, nonché la procedura del meccanismo come risulta dalle disposizioni dell’allegato

che è parte integrante della presente decisione;

- incarica il Gruppo di verifica di elabo-rare un modello standardizzato che serva alle Parti contraenti da base per il loro resoconto periodico;

- stabilisce che il rendiconto e il mecca-nismo di verifica dell’attuazione della Convenzione e dei suoi Protocolli da parte delle Parti contraenti saranno applicabili anche a future modifiche della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli nonché ad altri Protocolli di attuazione;

- stabilisce che la procedura di rappor-to, la struttura e le funzioni del Gruppo di verifica, nonché la procedura de-scritta nell'allegato possono essere ri-esaminate di volta in volta in occasio-ne della Conferenza delle Alpi;

- stabilisce che il meccanismo di verifica è di natura consultativa, non conflit-tuale, non giudiziario e non discrimi-nante.

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I. Procedura di rapporto

1. Struttura formale

1.1. Ogni quattro anni a partire dall’en-trata in vigore del primo Protocollo di attuazione, ciascuna Parte con-traente presenta al Gruppo di verifi-ca, per il tramite del Segretariato permanente, un rapporto naziona-le, nelle quattro lingue della Con-venzione delle Alpi, relativo all’at-tuazione della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attuazio-ne.

1.2. I rapporti dei Paesi sono redatti in base a un modello elaborato dal Gruppo di verifica e approvato dal Comitato permanente.

1.3. Il Segretariato permanente trasmet-te i rapporti dei Paesi, subito dopo il loro ricevimento, alle altre Parti contraenti della Convenzione delle Alpi e agli osservatori rappresentati nel Comitato permanente. Il Segre-tariato permanente li rende acces-sibili all’opinione pubblica. Sono escluse dalla pubblicazione le infor-mazioni classificate come confi-denziali dalla/e Parte/i contraente/i interessata/e.

2. Struttura materiale

Le Parti contraenti fanno in particolare rapporto sui seguenti punti:

2.1. Introduzione - importanza della Convenzione delle

Alpi e dei suoi Protocolli di attuazio-ne per la Parte contraente che fa

rapporto e indicazione della quota di territorio alpino rispetto alla su-perficie totale;

- presentazione generale degli inter-venti attuati ai fini dello sviluppo so-stenibile, della conservazione e della protezione della regione alpina;

2.2. Riassunto Sforzi fatti finora e previsti in futuro

per il rispetto della Convenzione e dei suoi Protocolli;

2.3. Attuazione degli obblighi generali dei Protocolli secondo quanto pre-visto dagli articoli 3 e 4 della Con-venzione delle Alpi

• collaborazione nella ricerca enell’osservazione sistematica, com-presa l’armonizzazione della relati-va raccolta e gestione dati;

• collaborazione e lo scambio d’in-formazioni in ambito giuridico, scientifico, economico e tecnico;

• informazione regolare al pubblicosui risultati delle ricerche e osserva-zioni, nonché sulle misure adottate;

2.4. Attuazione degli obblighi specifici dei Protocolli

• misureadottateperl’attuazionedeiProtocolli e misure che vanno oltre quelle previste nel Protocollo di ri-ferimento e valutazione della loro efficacia;

• problematichesettoriali,comeinte-ressi diversi nello sfruttamento di risorse naturali, e relative misure;

• misure adottate in collaborazionecon altre Parti contraenti.

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2.5. Attuazione di decisioni e racco-mandazioni

• attuazione delle decisioni e delleraccomandazioni della Conferenza delle Alpi adottate ai sensi dell’art. 6 della Convenzione delle Alpi;

• attuazionedidecisionieraccoman-dazioni approvate dalla Conferenza delle Alpi, sulla base del rapporto del Gruppo di verifica;

2.6. ProspettiveImportanti attività previste per i prossimi anni (grado di concretizzazione, attori, ca-lendari).

II. Struttura e funzioni del Gruppo di verifica e procedura del mecca-nismo

1. Aspetti istituzionali

1.1. Il Gruppo di verifica si compone di massimo due rappresentanti per ciascuna Parte contraente della Convenzione delle Alpi. Gli osser-vatori rappresentati nel Comitato permanente possono delegare al massimo due rappresentanti a par-tecipare alle consultazioni del Grup-po di verifica. All’occorrenza pos-sono essere chiamati a partecipare degli esperti. La presidenza del Gruppo di verifica coincide con quella della Conferenza delle Alpi.

1.2. Nell’ambito dei compiti che gli sono stati assegnati da parte della Con-ferenza delle Alpi, il Segretariato permanente assiste il Gruppo di verifica nello svolgimento dei suoi lavori. A tal fine il Gruppo di verifica

può dare istruzioni al Segretariato permanente.

1.3. Per le attività del Gruppo di verifica vale il regolamento interno del Co-mitato permanente. Se lo ritiene necessario, il Gruppo di verifica può decidere disposizioni comple-mentari o differenti applicando per analogia l’art. 7, 1° comma della Convenzione delle Alpi.

2. Funzioni del Gruppo di verifica

Il Gruppo di verifica esercita le seguenti funzioni:

2.1. esamina i rapporti nazionali e le in-formazioni di cui dispone; a tal fine può richiedere alle Parti contraenti di fornire ulteriori informazioni o considerare informazioni prove-nienti da altre fonti;

2.2. assiste le Parti contraenti, su loro richiesta, nell’attuazione della Con-venzione e dei suoi Protocolli;

2.3. tratta le domande di verifica relative al presunto non rispetto della Con-venzione e dei suoi Protocolli che gli vengono sottoposte dalle Parti contraenti e dagli osservatori;

2.4. informa la/e Parte/i contraente/i interessata/e sui risultati del suo lavoro;

2.5. elabora un rapporto sullo stato dell’attuazione della Convenzione e dei suoi Protocolli corredato di pro-poste di decisioni e raccomanda-zioni;

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2.6. propone misure volte a migliorare la metodologia dei rapporti, nonché a migliorare l’attuazione della Con-venzione e dei suoi Protocolli.

3. Procedura

3.1. Aspetti procedurali generali

3.1.1. Ogni Parte contraente interessata ha il diritto di partecipare all’intera procedura, di prendere integral-mente visione di tutti i documenti rilevanti e di prendere posizione sui lavori del Gruppo di verifica che la riguardano.

3.1.2. Quando vengono trattate questioni riguardanti i Protocolli di attuazio-ne, hanno diritto di voto solo le Parti contraenti del relativo Proto-collo.

3.1.3. Previo consenso della Parte con-traente interessata, il Gruppo di verifica può prendere informazioni sul territorio della stessa.

3.1.4. Le informazioni ritenute confiden-ziali sono trattate in maniera confi-denziale.

3.1.5. Le consultazioni di tutta la proce-dura del meccanismo hanno carat-tere confidenziale. Un osservatore rappresentato nel Comitato perma-nente può essere escluso dalle consultazioni relative a questa pro-cedura, in particolare nei seguenti casi: • incasodiviolazionedellaconfi-

denzialità;

• quando vengono trattate infor-mazioni da considerarsi confi-denziali ai sensi del punto 3.1.4.

3.2. Decorso temporale della procedura

3.2.1. Nel corso del periodo procedurale le Parti contraenti inoltrano i loro rapporti nazionali al Segretariato permanente, entro la fine di agosto dell’anno che precede la Conferen-za delle Alpi.

3.2.2. Il Segretariato permanente trasmet-te i rapporti nazionali e le informa-zioni che gli vengono inoltrati al Gruppo di verifica, immediatamen-te dopo il loro ricevimento.

3.2.3. Entro sei mesi dalla trasmissione del rapporto nazionale da parte del Segretariato permanente, il Gruppo di verifica lo esamina e sottopone alla/e Parte/i contraente/i interessata/e, sotto forma di rap-porto provvisorio, i risultati delle sue consultazioni nonché eventuali pareri di altre Parti contraenti e di osservatori rappresentati nel Comi-tato permanente.

3.2.4. Entro tre mesi dopo aver preso atto dei risultati la/e Parte/i contraente/i interessata/e può/possono prende-re posizione in merito e comunicare quali misure adotta/adottano in base al rapporto provvisorio.

3.2.5. Nella misura in cui la Parte contra-ente interessata si dichiari disposta ad eliminare le carenze constatate, il Gruppo di verifica può rinunciare a proporre l’adozione di decisioni o

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raccomandazioni da parte della Conferenza delle Alpi. Il Gruppo di verifica controlla l’esecuzione delle misure annunciate dalla Parte con-traente interessata.

3.2.6. Entro e non oltre due mesi dal rice-vimento dei commenti della/e Parte/i contraente/i interessata/e il Gruppo di verifica trasmette i propri rapporti al Segretariato permanente per l’inoltro al Comitato permanen-te.

3.2.7. Il Comitato permanente trasmette i rapporti del Gruppo di verifica, sen-za alcuna modifica, con eventuali valutazioni alla Conferenza delle Alpi, al più tardi due mesi prima della sua sessione.

3.2.8. Tale procedimento si applica per analogia anche alle domande di verifica del presunto non rispetto della Convenzione e dei suoi Proto-colli. Tali domande, in forma scritta e motivata, possono essere pre-sentate in qualsiasi momento.

3.2.9. Il Gruppo di verifica adotta i suoi rapporti per consenso; se il presi-dente constata espressamente che sono esauriti tutti i tentativi di rag-giungere tale consenso, i rapporti possono essere adottati a maggio-ranza dei tre quarti.

4. Conseguenze

4.1. In base ai rapporti approvati dal Gruppo di verifica e trasmessi dal Comitato permanente alla Confe-

renza delle Alpi, quest’ultima può adottare decisioni o raccomanda-zioni. Le raccomandazioni vengono adottate per consenso; se il presi-dente constata espressamente che sono esauriti tutti i tentativi di rag-giungere il consenso, le raccoman-dazioni possono essere adottati a maggioranza dei tre quarti.

4.2. Tali decisioni e raccomandazioni comprendono:• consulenza e sostegno ad una

Parte contraente per quanto concerne questioni di attuazione (o rispetto della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli, n.d.t);

• sostegnodiunaPartecontraen-te nell’elaborazione di una stra-tegia di attuazione (o rispetto della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli, n.d.t);

• indicazionediesperticheaffian-cano la/e Parte/i contraente/i interessata/e;

• informazioni in loco,con ilcon-senso della/e Parte/i contraente/i interessata/e per poter indivi-duare problemi di attuazione e possibili misure;

• misure volte a promuovere lacollaborazione tra la/e Parte/i contraente/i interessata/e e or-ganizzazioni governative e non governative (cfr. art. 4, 3° com-ma, Convenzione delle Alpi);

• invito alla/e Parte/i contraente/iinteressata/e di elaborare una strategia di attuazione;

• richiesta di un calendario perl’attuazione.

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4.3. I rapporti del Gruppo di verifica, le decisioni e le raccomandazioni adottate dalla Conferenza delle Alpi, sono resi pubblici.

4.4. Il meccanismo di verifica del rispet-to della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli di attuazione è

indipendente dalla procedura di composizione delle controversie prevista nel Protocollo relativo alla Convenzione per la protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi) sulla composizione delle controversie e non ha effetto pregiudizievole su tale procedura.

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Regolamento per la Conferenza delle Parti contraenti(Conferenza delle Alpi)

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Capitolo I

Campo di applicazione Articolo 1 Il presente Regolamento è applicato in tutte le sessioni della Conferenza delle Alpi, convocate ai sensi dell'articolo 5 della Convenzione. Capitolo II

Convocazione delle sessioni Articolo 2 1. Luogo, data e durata di una sessione

ordinaria sono stabiliti dalla Presiden-za, consultato il Comitato permanen-te.

2. La Presidenza comunica alle Parti con-traenti e agli Osservatori data, luogo e durata della Conferenza almeno due mesi prima di una sessione.

Capitolo III

Osservatori Articolo 3 1. Ai sensi dell'articolo 5, comma 5 della

Convenzione delle Alpi, la Presidenza invita alle sessioni della Conferenza, in qualità di Osservatori, su loro doman-da, le Nazioni Unite, le loro Istituzioni specializzate, il Consiglio d'Europa, ogni Stato europeo, nonchè le Comu-nità transfrontaliere di enti territoriali delle Alpi.

2. Su proposta del Comitato permanen-te, la Conferenza delle Alpi delibera sull'ammissione alle sessioni della Conferenza delle Alpi, in qualità di Osservatori, di organizzazioni interna-zionali non governative, ai sensi dell'articolo 5, comma 5 della Con-venzione delle Alpi.

3. La Conferenza delle Alpi conferisce al Comitato permanente la competenza di permettere, fino alla prossima ses-sione della Conferenza delle Alpi, alle organizzazioni internazionali non go-vernative la partecipazione in qualità di Osservatori alle sessioni del Comi-tato permanente, ancora prima dell'ammissione di queste organizza-zioni ai sensi del comma 2 del presen-te articolo.

4. Gli Osservatori di cui al comma 2 del presente articolo possono essere es-clusi in parte o interamente da deter-minate sessioni.

Capitolo IV

Ordine del giorno Articolo 4 La bozza dell'ordine del giorno di ogni sessioneordinaria, redatta dalla Presiden-za ai sensi dell'articolo 5, comma 3 della Convenzione delle Alpi, reca di norma:1. Approvazione dell'ordine del giorno;2. Deliberazione sulle autorizzazioni;3. Ammissione di organizzazioni non go-

vernative internazionali;4. I punti dell'ordine del giorno, desumi-

bili dai singoli articoli e in particolare dall'articolo 6 della Convenzione delle Alpi;

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5. I punti dell'ordine del giorno, desumi-bili dai singoli articoli dei Protocolli, ai sensi dell'articolo 2, comma 3 della Convenzione delle Alpi;

6. I punti dell'ordine del giorno, il cui in-serimento è stato deliberato in occa-sione della prece dente sessione della Conferenza delle Alpi;

7. I punti dell'ordine del giorno di cui all'articolo 9 del presente Regolamen-to;

8. Ogni punto dell'ordine del giorno, pro-posto da una Parte contraente alla Presidenza e accolto da questa anco-ra prima della trasmissione della boz-za dell'ordine del giorno;

9. Varie;10. Approvazione del processo verbale

delle deliberazioni ai sensi dell'articolo 22, comma 1 del presente Regola-mento;

Articolo 5 Almeno due mesi prima dell'inizio di ogni sessione ordinaria, la Presidenza trasmet-te alle Parti contraenti e agli Osservatori la bozza dell'ordine del giorno, possibilmen-te insieme ai documenti della sessione. Articolo 6 La Presidenza inserisce nell'ordine del giorno ogni ulteriore punto che sia stato inoltrato da una Parte contraente in segui-to alla trasmissione della bozza dell'ordine del giorno, se possibile otto giorni prima dell'inizio della sessione. Articolo 7 La bozza dell'ordine del giorno di una sessione straordinaria è formata esclusi-

vamente da quei punti dell'ordine del gio-rno che sono stati proposti ai sensi dell'articolo 5, comma 6 della Convenzio-ne della Alpi. Questa bozza è inviata alle Parti contraenti e agli Osservatori, insieme all'invito alla sessione straordinaria. Articolo 8 La Conferenza delle Alpi approva l'ordine del giorno. Articolo 9 Qualora la Conferenza non deliberi diver-samente, ogni punto dell'ordine del gior-no, che non sia sta to possibile esaurire nel corso di una sessione, è posto all'ordine del giorno della sessione ordina-ria successiva.

Capitolo V

Rappresentanza e autorizzazioni Articolo 10 Ciascuna Parte contraente che partecipa alla Conferenza delle Alpi è rappresentata da una delegazione. Questa è costituita dal Capo della delegazionee, eventual-mente, da altri delegati o consulenti auto-rizzati. Articolo 11 I Capi delle delegazioni e, eventualmente, gli altri delegati autorizzati debbono esse-re provvisti delle debite autorizzazioni, qualora essi non siano autorizzati d'istituto alla rappresentanza. Le autorizzazioni vengono consegnate alla Presidenza pos-

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sibilmente prima dell'apertura della ses-sione della Conferenza delle Alpi. I Capi delle delegazioni notificano alla Presiden-za la composizione delle loro delegazioni nonchè ogni sua successiva modifica. Articolo 12 La Presidenza verifica le autorizzazioni e presenta all'inizio della sessione una rela-tiva relazione. La Conferenza delle Alpi delibera sulle autorizzazioni. Fino a tale deliberazione, le delegazioni sono am-messe provvisoriamente alla partecipazio-ne alla sessione.

Capitolo VI

Presidenza Articolo 13 La Presidenza resta in carica finché non è stabilita la nuova Presidenza ai sensi dell'articolo 5, comma 2 della Convenzio-ne delle Alpi. Articolo 14 1. È compito della Presidenza provvedere

allo svolgimento delle sessioni ordina-rie e straordinarie della Conferenza delle Alpi, nonchè delle sessioni del Comitato permanente, e in particolare:a) la messa a disposizione delle strut-

ture e dei servizi necessari per le sessioni;

b) la raccolta, la traduzione e la tras-missione dei documenti ufficiali;

c) la redazione e la presentazione dei verbali delle sessioni ai sensi dell'articolo 22, comma 1 e 2.

2. D'intesa con le Parti contraenti, la Presidenza può affidare alcuni di que-sti compiti ad un'altra Parte contraen-te.

Articolo 15 1. Il Presidente è il delegato della Parte

contraente che detiene la Presidenza ed è incaricato dalla medesima della conduzione di una sessione della Conferenza delle Alpi.

2. Il Presidente partecipa alle sessioni della Conferenza delle Alpi esclusiva-mente in tale funzione e per questo periodo non esercita i diritti di un dele-gato di una Parte contraente, i quali vengono eventualmente assunti da un altro delegato della rispettiva Parte contraente.

3. In caso di assenza o di impedimento temporanei del Presidente, questo no-mina un suo sostituto. Durante le sue funzioni di Presidente, il sostituto non può esercitare i diritti di delegato di una Parte contraente.

Capitolo VII

Conduzione delle sessioni Articolo 16 Le Parti contraenti hanno il diritto di presen-tare in qualsiasi momento nel corso del di-battito una mozione d'ordine, che viene trattata immediatamente. Nel caso di più mozioni d'ordine, viene trattata con priorità quella più divergente dall'ordine originaria-mente previsto. Su ogni mozione d'ordine presentata, una Parte contraente può inter-venire a favore e un'altra contro. Se da parte

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del Presidente non e possibile constatare un consenso, la proposta alla base della mozio-ne d'ordine diventa efficace quando è ap-provata da almeno due terzi delle Parti con-traenti che partecipano al voto.

Articolo 17 Salvo le disposizioni di cui all'articolo 11 della Convenzione delle Alpi, le delibere proposte alla Conferenza delle Alpi debbo-no essere inoltrate per iscritto in una delle lingue ufficiali almeno due mesi prima, le richieste di modifica delle proposte inoltra-te almeno un mese prima dell'inizio della rispettiva sessione della Conferenza delle Alpi. Le proposte sono inviate dalla Presi-denza alle Parti contraenti e agli Osserva-tori. In caso eccezionale, su proposta di una Parte contraente, la Conferenza può deliberare una riduzione di questi periodi.

Capitolo VIII

Votazioni Articolo 18 Per le votazioni in sede di deliberazione della Conferenza delle Alpi, ai sensi degli articoli 6 e 7 della Convenzione delle Alpi, nonchè in sede di deliberazione su mozioni d'ordine, ai sensi dell'articolo 16 del pre-sente Regolamento, occorre la presenza di almeno due terzi delle Parti contraenti. Articolo 19 1. Le votazioni avvengono di norma con

alzata di mano.2. Su proposta di una Parte contraente,

la votazione avviene con voto segreto.

3. L'astensione dal voto non fa mancare il consenso previsto dall'articolo 7 della Convenzione delle Alpi.

4. Le votazioni su mozioni d'ordine, di cui all'articolo 16 del presente Regola-mento, avvengono sempre con alzata di mano.

Capitolo IX

Procedura epistolare Articolo 20 1. Su proposta di una Parte contraente,

la Conferenza delle Alpi può deliberare con procedura epistolare.

2. Tale proposta è inoltrata al Presidente, insieme alla bozza della delibera. Il Presidente trasmette quanto prima la proposta di delibera alle Parti contra-enti, in attesa della loro presa di posi-zione entro due mesi a decorrere dalla data dell'invio, e nello stesso periodo consulta il Comitato permanente. Il Presidente informa gli Osservatori. La delibera risulta assunta quando è stata approvata per iscritto da tutte le Parti contraenti. Il Presidente comunica il risultato della procedura epistolare alle Parti contraenti e agli Osservatori.

Capitolo X

Lingue Articolo 21 1. Le lingue ufficiali della Conferenza

delle Alpi sono francese, italiano, sloveno e tedesco.

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2. Le dichiarazioni rese in una delle lingue ufficiali vengono tradotte nelle altre lingue ufficiali.

3. I documenti ufficiali delle sessioni del-la Conferenza vengono redatti in una delle lingue ufficiali e tradotti in tutte le altre lingue ufficiali.

Capitolo XI

Processi verbali della Conferenza

Articolo 22 1. Al termine di ogni sessione, la Confe-

renza delle Alpi approva un processo verbale che riporta il testo delle deli-berazioni assunte nella sessione me-desima (processo verbale delle deli-berazioni).

2. Entro un mese, il Presidente trasmette alle Parti contraenti e agli Osservatori, nonchè al Presidente del Comitato permanente e ai Capi dei Gruppi di lavoro lo stesso processo verbale del-le deliberazioni, integrato in particola-re dei seguenti elementi:

- elenco dei partecipanti - fonti delle proposte presentate - procedure di voto - dichiarazioni di voto - altre dichiarazioni in forma abbre-

viata su richiesta delle Parti contra-enti e degli Osservatori.

3. In seguito alla sua trasmissione, il pro-cesso verbale delle deliberazioni, inte-grato come dal comma 2 del presente articolo, viene approvato dalle Parti contraenti nella sessione successiva del Comitato permanente.

Capitolo XII

Modifiche del Regolamento

Articolo 23 La Conferenza può modificare il presente Regolamento in conformità con le disposi-zioni di cui all'articolo 6, lettera c) e all'articolo 7, comma 1 della Convenzione delle Alpi.

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Convenzione delle Alpi

Regolamento per il Comitato permanente della Conferenza delle Parti contraenti

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Capitolo I

Campo di applicazione

Articolo 1

1. Il presente Regolamento è applicato in tutte le sessioni del Comitato perma-nente della Conferenza delle Alpi.

2. Le disposizioni del presente Regola-mento valgono a supplemento delle disposizioni del Regolamento della Conferenza delle Alpi, che riguardano il Comitato permanente. Per i quesiti di interpretazione prevale il Regolamento della Conferenza delle Alpi.

Capitolo II

Convocazione delle sessioni

Articolo 2

1. Una sessione ha luogo ogni qualvolta essa sia necessaria e almeno una volta all'anno.

2. Luogo, data e durata di ogni sessione sono stabiliti dalla Presidenza, consul-tate le Parti contraenti.

3. Una sessione ha luogo, inoltre, ogni qualvolta sia proposta per iscritto alla Presidenza da almeno due terzi delle Parti contraenti.

4. La Presidenza comunica alle Parti con-traenti e agli Osservatori data, luogo e durata della sessione almeno sei setti-mane prima del suo inizio e al più tardi immediatamente dopo la decisione della sua convocazione.

Capitolo III

Osservatori e altri partecipanti

Articolo 3

1. Una Comunità transfrontaliera di enti territoriali delle Alpi può essere ammes-sa in qualità di osservatore se gli enti costituenti non sono già rappresentati in seno al Comitato permanente.

2. Il Comitato permanente può proporre alla Conferenza delle Alpi l’ammissione, in qualità di osservatori, di organizza-zioni non governative internazionali e può permetterne la partecipazione alle sessioni del Comitato permanente e dei gruppi di lavoro fino alla prossima riunione della Conferenza delle Alpi, conformemente all’articolo 13 del pre-sente Regolamento, a condizioni che esse:a) in base ai loro statuti, perseguano

gli obiettivi della Convenzione delle Alpi e contribuiscano in modo so-stanziale ai lavori della Conferenza delle Alpi e del Comitato perma-nente;

b) siano attive in tutto lo spazio alpi-no;

c) abbiano la loro sede nello spazio alpino e dispongano di una struttu-ra organizzativa permanente con un consiglio, un segretariato e degli statuti; nonché

d) adempiano a un’esigenza (un cam-po d’attività) che non sia già suffici-entemente rappresentata (-o) dalle altre organizzazioni aventi statuto d’osservatore.

3. In tal modo si tiene conto di una rap-presentanza equilibrata dei diversi in-teressi.

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4. Gli osservatori giusta il capoverso 2 del presente articolo possono essere dispensati totalmente o parzialmente dalla partecipazione a determinate sessioni.

Articolo 4

Il Comitato permanente decide nel singolo caso sulla partecipazione di organizzazioni non governative alle sue sessioni (altri par-tecipanti).

Articolo 5

1. Al fine di creare una rete e di favorire la trasparenza, la Presidenza del Comita-to permanente tiene un elenco nel quale sono enumerate tutte le organiz-zazioni governative e non governative interessate che non godono dello sta-tuto d’osservatore.

2. Le organizzazioni interessate giusta il capoverso 1 vengono adeguatamente informate sulle attività della Conferen-za delle Alpi e del Comitato permanen-te.

Articolo 6

Ai sensi dell’articolo 8, comma 4 della Convenzione delle Alpi, il Comitato perma-nente può invitare organizzazioni governa-tive e non governative a consultazioni specifiche, anche nell’ambito dei Gruppi di lavoro, di cui all’articolo 13 del presente Regolamento.

Capitolo IV

Ordine del giorno

Articolo 7

La bozza dell'ordine del giorno di ogni sessione reca di norma:1. Approvazione dell'ordine del giorno;2. Approvazione del testo integrato del

processo verbale delle deliberazioni della precedente sessione, ai sensi dell’articolo 19, comma 2 del presente Regolamento;

3. Ammissione di organizzazioni gover-native e non governative;

4. I punti dell'ordine del giorno, la cui trattazione è stata deliberata dalla Conferenza delle Alpi;

5. I punti dell'ordine del giorno, la cui trattazione è stata deliberata nella ses-sione precedente del Comitato perma-nente;

6. I punti dell'ordine del giorno di cui all’articolo 10 del presente Regola-mento;

7. Ogni punto dell'ordine del giorno, pro-posto da una Parte contraente alla Presidenza e accolto da questa ancora prima della trasmissione della bozza dell'ordine del giorno;

8. Varie;9. Approvazione del processo verbale del-

le deliberazioni ai sensi dell'articolo 19, comma 1 del presente Regolamento;

Articolo 8

Per ogni sessione e almeno sei settimane prima dell'inizio del suo inizio, la Presiden-za trasmette alle Parti contraenti e agli Osservatori, nonchè ai Capi dei Gruppi di lavoro esistenti, di cui all’articolo 13 del

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presente Regolamento, la bozza dell’ordine del giorno, possibilmente insieme ai relati-vi documenti.

Articolo 9

Prima dell'inizio della sessione, la Presi-denza inserisce nell'ordine del giorno ogni ulteriore punto che sia stato inoltrato da una Parte contraente in seguito alla tras-missione della bozza dell'ordine del gior-no.

Articolo 10

Il Comitato permanente approva l’ordine del giorno.

Articolo 11

Qualora lil Comitato permanente non deli-beri diversamente, ogni punto dell'ordine del giorno di una sessione, che non sia stato possibile esaurire nel corso della stessa sessione, è posto all'ordine del giorno della sessione successiva.

Capitolo V

Composizione delle delegazioni

Articolo 12

1. Le Parti contraenti e gli Osservatori sono rappresentati da delegazioni.

2. Le Parti contraenti e gli Osservatori notificano alla Presidenza i Capi delle loro delegazioni. I Capi delle delega-zioni notificano alla Presidenza la com-posizione delle loro delegazioni presso il Comitato permanente e presso i Gruppi di lavoro, di cui all’articolo 13

del presente Regolamento, nonché ogni successiva modifica di tale com-posizione.

Capitolo VI

Presidenza

Articolo 13

1. Il Presidente partecipa alle sessioni del Comitato permanente esclusivamente in tale funzione e nello stesso periodo non esercita i diritti di un delegato di una Parte contraente, i quali vengono eventualmente assunti da un altro de-legato della rispettiva Parte contraen-te.

2. In caso di assenza o di impedimento temporanei del Presidente, questo no-mina un suo sostituto. Durante le sue funzioni di Presidente, il sostituto non può esercitare i diritti di delegato di una Parte contraente.

Capitolo VII

Gruppi di lavoro e Gruppi di la-voro ad hoc del Comitato perma-nente

Articolo 14

1. Per l’attuazione della Convenzione del-le Alpi, nonché per la preparazione di deliberazioni della Conferenza delle Alpi e del Comitato permanente, questo in-sedia Gruppi di lavoro e coordina la loro attività, in conformità con l’articolo 6, lettera e) e con l’articolo 8, comma 6, lettera e) della Convenzione delle Alpi.

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219Segnali alpini 1

2. Per i Gruppi di lavoro vale, per analo-gia, il presente Regolamento, qualora il Comitato permanente non deliberi un regolamento specifico per un determi-nato Gruppo di lavoro.

3. Alla Parte contraente incaricata della conduzione di un Gruppo di lavoro spettano, per analogia, i compiti della Presidenza, previsti dall’articolo 14 del Regolamento della Conferenza delle Alpi.

4. Il Comitato permanente conferisce la conduzione di un Gruppo di lavoro ad una Parte contraente. Questa nomina il Capo del Gruppo di lavoro e lo notifica alle Parti contraenti e agli Osservatori.

5. Quando è ritenuto opportuno, i Capi dei Gruppi di lavoro esistenti sono invi-tati a consultazioni alle sessioni del Comitato permanente.

Articolo 15

Il Comitato permanente, qualora lo ritenga necessario, può insediare Gruppi di lavoro ad hoc, affidando ad essi compiti specifi-ci.

Capitolo VIII

Conduzione delle sessioni

Articolo 16

Le Parti contraenti hanno il diritto di pre-sentare in qualsiasi momento nel corso del dibattito una mozione d'ordine, che viene trattata immediatamente. Nel caso di più mozioni d'ordine, viene trattata con prio-rità quella più divergente dall'ordine origi-nariamente previsto. Su ogni mozione d'ordine presentata, una Parte contraente

può intervenire a favore e un'altra contro; dopo di che si procede direttamente al voto. Se da parte del Presidente non è possibile constatare un consenso, la pro-posta alla base della mozione d'ordine di-venta efficace quando è approvata da al-meno due terzi delle Parti contraenti che partecipano al voto.

Capitolo IX

Votazioni

Articolo 17

Per le votazioni in sede di deliberazione del Comitato permanente, ai sensi degli artico-li 6 e 7 della Convenzione delle Alpi, non-ché in sede di deliberazione su mozioni d'ordine, ai sensi dell'articolo 15 del pre-sente Regolamento, occorre la presenza di almeno due terzi delle Parti contraenti.

Articolo 18

1. Le votazioni avvengono con alzata di mano.

2. Su proposta di una Parte contraente, la votazione avviene con voto segreto.

3. L'astensione dal voto non fa mancare il consenso previsto dall'articolo 7 del-la Convenzione delle Alpi.

4. Le votazioni su mozioni d'ordine, di cui all'articolo 15 del presente Regola-mento, avvengono sempre con alzata di mano.

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220 Segnali alpini 1

Capitolo X

Lingue

Articolo 19

1. Le lingue ufficiali della Conferenza del-le Alpi sono anche le lingue ufficiali del Comitato permanente, dei Gruppi di lavoro, di cui all’articolo 13, e dei Gruppi di lavoro ad hoc, di cui all’articolo 14 del presente Regola-mento.

2. Dichiarazioni rese in una delle lingue ufficiali vengono tradotte nelle altre lingue ufficiali.

3. I documenti ufficiali del Comitato per-manente vengono redatti in una delle lingue ufficiali e tradotti in tutte le altre lingue ufficiali.

Capitolo XI

Processi verbali del Comitato permanente

Articolo 20

1. Al termine di ogni sessione del Comi-tato permanente, questo approva un processo verbale che riporta il testo delle deliberazioni assunte nella stessa

sessione (processo verbale delle deli-berazioni).

2. Entro un mese, il Presidente trasmette alle Parti contraenti e agli Osservatori, nonchè ai Capi dei Gruppi di lavoro esistenti, di cui all’articolo 13 del pre-sente Regolamento, lo stesso proces-so verbale delle deliberazioni, integrato in particolare dei seguenti elementi:- elenco dei partecipanti- fonti delle proposte presentate- procedure di voto- dichiarazioni di voto- altre dichiarazioni in forma abbrevia-

ta su richiesta delle Parti contraenti e degli Osservatori.

3. Il processo verbale delle deliberazioni, integrato come dal comma 2 del pre-sente articolo, viene approvato dal Comitato permanente nella sua ses-sione successiva.

Capitolo XII

Modifiche del Regolamento

Articolo 21

Il Comitato permanente può modificare il presente Regolamento in conformità con le disposizioni di cui all'articolo 8, comma 3 e 7 della Convenzione delle Alpi.

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Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi

Statuto

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222 Segnali alpini 1

Consapevole dell’importanza da attribuire all’attuazione ed allo sviluppo della Con-venzione delle Alpi e dei suoi Protocolli; Convinta del ruolo determinante che il Segretariato Permanente rivestirà in tale ambito; Ai sensi dell’Articolo 9 della Con-venzione delle Alpi e della decisione 7A della VI Conferenza delle Alpi che ha de-liberato l’istituzione del Segretariato Per-manente; La VII Conferenza delle Alpi delibera quanto segue:

A. Sede del Segretariato Perma-nente

La Conferenza delle Alpi delibera l’istituzione della sede del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi a Innsbruck con sede operativa distaccata a Bolzano.

Le funzioni saranno così distribuite:La sede di Innsbruck svolgerà le seguenti funzioni:- Sede del Segretario Generale e delle

funzioni politiche ed amministrative del Segretariato, in particolare

- La rappresentanza del Segretariato ver-so l’esterno;

- Le pubbliche relazioni;- Il supporto politico e tecnico della Presi-

denza.

La sede di Bolzano svolgerà le seguenti funzioni:- funzioni tecnico-operative, in particola-

re- Il Sistema di Osservazione ed Informa-

zione delle Alpi (SOIA);- Coordinamento delle attività di ricerca

alpina (con, inter alia, Grenoble, Inns-bruck, Lugano e Monaco di Baviera);

- Traduzione ed interpretazione.

Il Vice Segretario Generale assume una responsabilità speciale per la sede di Bolzano. Le attività della sede di Bolzano saranno parzialmente garantite da finan-ziamenti del Governo italiano e dal sup-porto dell’Accademia Europea di Bolzano.

b. Funzioni

1. Il Segretariato Permanente supporta i lavori degli organi istituiti nell’ambito della Convenzione delle Alpi.

2. Secondo quanto stabilito dallo Statuto contenuto nell’Allegato I alla presente Decisione, il Segretariato Permanente svolge principalmente le seguenti fun-zioni:a) di supporto tecnico, logistico e

amministrativo all’attuazione della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli;

b) di coordinamento delle attività di ricerca, di osservazione e di infor-mazione in relazione alle Alpi;

c) attività di pubbliche relazioni;d) amministrativa e di archiviazione.

C. Diritto di proposta

Il Segretariato Permanente può, nell’ambito delle sue competenze, sottoporre propo-ste al Comitato Permanente inerenti tutte le questioni relative alla Convenzione delle Alpi ed ai suoi Protocolli.

D. nomina del Segretario Genera-le, del Vice-Segretario Generale e del Segretario Generale

1. A capo del Segretariato Permanente è il Segretario Generale.

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223Segnali alpini 1

2. Il Segretario Generale e il Vice-Segre-tario Generale sono nominati secondo le modalità indicate nell’Allegato II.

3. E’ nominato quale Segretario Genera-le ad interim il signor Noël Lebel, che resterà in carica fino alla VIII Conferen-za delle Alpi.

4. In questo contesto, i Ministri concor-dano sui termini allegati a questa deci-sione (Allegato IV).

E. Privilegi e immunità

1. Il Segretario Generale è incaricato, a nome e per conto del Segretariato Permanente, di negoziare un accordo di sede con il Paese ospitante il Se-gretariato Permanente e, previa ap-provazione da parte della Conferenza delle Alpi, a stipulare tale accordo.

2. Il Comitato Permanente viene incari-cato di preparare una proposta sulle modalità per garantire privilegi e im-munità al Segretariato Permanente, al Segretario Generale, al Vice-Segreta-rio Generale ed ai dipendenti del Se-gretariato Permanente nelle Parti alla Convenzione delle Alpi diverse dallo Stato di sede.

F. Finanziamento

Il finanziamento del Segretariato Perma-nente avviene in base alle disposizioni contenute nell’Allegato III.

G. Disposizioni finali

1. L’organizzazione interna e le funzioni del Segretariato Permanente sono disciplinate dallo Statuto contenuto nell’Allegato I.

2. Le disposizioni della presente Decisio-ne relative al Segretario Generale val-gono, mutatis mutandis , per il Segre-tario Generale ad interim.

3. Gli Allegati I, II e III costituiscono parte integrante della presente Decisione.

Allegato I

Statuto del Segretariato perma-nente della Convenzione per la Protezione delle Alpi

Articolo 1

Funzioni del Segretariato

1. Il Segretariato Permanente svolge le funzioni ad esso attribuite dal paragra-fo B della presente Decisione, secon-do quanto stabilito nei paragrafi segu-enti.

2. Il Segretariato fornisce supporto tecni-co, logistico e amministrativo all’attuazione della Convenzione delle Alpi e dei suoi Protocolli. Nell’ambito di questa funzione, il Segretariato svolge, in particolare, i seguenti com-piti:a. Trasmette i rapporti sull'attuazione

della Convenzione e dei Protocolli compilati dalle Parti Contraenti, e li sottopone all’organo competente per la verifica dell’attuazione della Convenzione e dei suoi Protocolli;

b. Supporta l'organo competente per la verifica dell’attuazione della Con-venzione e dei suoi Protocolli nella redazione dei suoi rapporti.

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224 Segnali alpini 1

3. Il Segretariato coordina le attività di ricerca, di osservazione e di informa-zione in relazione alle Alpi. In tale contesto, esso svolge in particolare i seguenti compiti:a. Funge da unità centrale di coordi-

namento del Sistema di Osserva-zione ed Informazione delle Alpi (S.O.I.A);

b. Cura l’effettuazione di studi e ricer-che secondo quanto stabilito dalla Conferenza delle Alpi e dal Comita-to Permanente;

c. Armonizza le attività di ricerca e di osservazione, ed il relativo rileva-mento dei dati;

d. Assicura il coordinamento neces-sario con le istituzioni internaziona-li competenti.

4. Il Segretariato svolge attività di pubbli-che relazioni. In questo ambito, esso svolge in particolare i seguenti compiti:a. Gestisce, direttamente o indiretta-

mente, i siti web ufficiali della Con-venzione;

b. Cura l'informazione sulle attività della Convenzione;

c. Risponde alle richieste di informa-zioni avanzate dal pubblico;

d. Risponde alle richieste di informazio-ni avanzate dalle Parti Contraenti;

e. Stabilisce contatti con altre istitu-zioni internazionali competenti.

5. Il Segretariato svolge funzioni ammini-strative e di archiviazione. In tale am-bito, esso svolge, in particolare, i se-guenti compiti:a. Prepara ed organizza, coordinan-

dosi con la Presidenza della Confe-renza delle Alpi, stabilita ai sensi dell’Articolo 5 paragrafo 2 della

Convenzione (“Presidenza”), le sessioni ordinarie e straordinarie della Conferenza delle Alpi (Articolo 5, paragrafi 2 e 6 della Convenzio-ne), le riunioni del Comitato Perma-nente (Articolo 8 della Convenzio-ne), nonché le sedute di lavoro de-gli altri organi istituti nell’ambito della Convenzione secondo quanto stabilito dalla Conferenza delle Alpi e dal Comitato Permanente;

b. Cura la verbalizzazione delle ses-sioni della Conferenza delle Alpi e delle riunioni del Comitato Perma-nente, nonché delle sedute di la-voro degli altri organi istituti nell’ambito della Convenzione se-condo quanto stabilito dalla Confe-renza delle Alpi e dal Comitato Permanente;

c. Cura le traduzioni e l’interpretariato nelle lingue ufficiali della Conven-zione;

d. Detiene l'archivio relativo alla Con-venzione e ai Protocolli e garantis-ce un’accessibilità appropriata ai documenti in esso contenuti;

e. Trasmette i documenti pertinenti alla Conferenza delle Alpi, al Comi-tato Permanente e alle Parti Con-traenti.

6. Il Segretariato svolge, infine, ogni altra funzione che gli sia assegnata dalle disposizioni della Convenzione e dei Protocolli, nonché dalla Conferenza delle Alpi.

7. Nell’ambito di tali funzioni, il Comitato Permanente può assegnare specifici compiti al Segretariato.

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225Segnali alpini 1

Articolo 2

Composizione del Segretariato

1. Il Segretariato è composto da un Se-gretario Generale, da un Vice-Segreta-rio Generale e da quattro dipendenti.

2. Ove necessario, il Segretariato potrà avvalersi anche della collaborazione di esperti esterni.

Articolo 3

Segretario Generale

1. Il Segretario Generale è nominato se-condo le disposizioni dell’Allegato II alla presente Decisione.

2. Il Segretario Generale è a capo del Segretariato: dirige tutte le attività del Segretariato e ne è responsabile.

3. Il Segretario Generale rappresenta il Segretariato verso l’esterno e può concludere i contratti e altri negozi giuridici, secondo il diritto nazionale applicabile, necessari affinché il Se-gretariato possa svolgere le proprie funzioni.

4. Il Segretario Generale gestisce le risor-se finanziarie destinate al Segretariato, secondo quanto stabilito nell’Articolo 6 del presente Statuto e nell’Allegato III alla presente Decisione.

5. Il Segretario Generale predispone un rapporto annuale sulle attività svolte dal Segretariato e lo presenta alla Conferenza delle Alpi e al Comitato Permanente.

Articolo 4

Vice-Segretario Generale

1. Il Vice-Segretario Generale è nominato secondo le disposizioni dell’Allegato II alla presente Decisione.

2. Il Vice-Segretario Generale affianca il Segretario Generale nello svolgimento delle sue funzioni e lo sostituisce in caso di sua assenza o impedimento.

Articolo 5

Dipendenti

I dipendenti sono assunti dal Segretario Generale. Nella selezione dei dipendenti, dovrà essere garantita una considerazione di pari valore delle lingue ufficiali della Convenzione.

Articolo 6

Gestione finanziaria del Segretariato

1. Il Segretario Generale prepara un bilan-cio preventivo ed un bilancio consunti-vo annuali e li invia alla Conferenza delle Alpi e al Comitato Permanente.

2. Il Comitato Permanente considera il bilancio preventivo ed il bilancio consuntivo di cui al paragrafo prece-dente, e sottopone alla Conferenza delle Alpi suoi eventuali commenti.

3. Il Comitato Permanente può in ogni momento incaricare un soggetto indi-pendente di verificare la gestione fi-nanziaria del Segretariato Permanen-te.

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4. La Conferenza delle Alpi discute e approva il bilancio preventivo ed il bi-lancio consuntivo.

Articolo 7

Disposizioni finali

1. Il Segretario Generale, il Vice-Segreta-rio Generale ed il personale del Segre-tariato svolgono il proprio incarico in maniera indipendente e non potranno in alcun caso ricevere istruzioni da parte di qualsiasi Parte Contraente o altra autorità esterna.

2. Il rapporto di lavoro tra il Segretariato, da un lato, e il Segretario Generale, il Vice-Segretario Generale e i dipen-denti, dall’altro, è sottoposto alle leggi nazionali dello Stato di sede, per quanto non previsto dalla presente Decisione e dall’Accordo di sede.

Allegato II

Procedura di selezione e nomi-na del Segretario generale e del Vice-Segretario generale

Articolo 1

Ricerca dei candidati

1. Le Parti contraenti effettueranno, sul proprio territorio, una ricerca di candi-dati, basata su un unico bando inter-nazionale. Tale ricerca dovrà essere basata su principi di trasparenza ed efficienza. Il bando internazionale sarà preparato ed effettuato dal Segretaria-

to Permanente sotto la supervisione del Comitato Permanente.

2. Per la preselezione dei candidati, il Comitato Permanente può istituire un gruppo di lavoro per preparare una li-sta dei candidati più idonei.

Articolo 2

Nomina

La Conferenza delle Alpi delibera per con-senso sulla nomina del Segretario Gene-rale, scegliendolo fra i candidati seleziona-ti ai sensi dell’art. 1.

Articolo 3

Durata della carica

Il Segretario Generale assume le sue fun-zioni entro i tre mesi successivi alla Confe-renza delle Alpi in cui è stato nominato. Dura in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta per altri due anni. Per la conferma vale, per analogia, quanto descritto all’articolo 2 del presente allegato. Il Segretario Generale rimane in carica fino all’entrata in carica del suo successore.

Articolo 4

Selezione del Vice-Segretario Generale

1. Il Vice-Segretario Generale viene no-minato, su proposta del Segretario Generale, dal Comitato Permanente. Il Segretario Generale ed il Vice-Segre-tario Generale non devono avere la stessa cittadinanza.

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227Segnali alpini 1

2. Per la procedura di selezione si dovrà prestare attenzione, nei limiti del pos-sibile, a non assegnare contempora-neamente i posti di Segretario Gene-rale e di Vice-Segretario Generale.

3. Per quanto non esplicitamente previ-sto per il Vice-Segretario Generale, si applicano, per analogia, le disposizio-ni sul Segretario Generale.

Allegato III

Finanziamento del Segretariato

Articolo 1

1. Il budget annuale del Segretariato Permanente per gli anni 2003-2004 è di 800.000 € (Euro). Tale valore potrà essere riconsiderato al momento della presentazione del successivo bilancio preventivo. L’esercizio finanziario del Segretariato Permanente inizia il primo gennaio di ogni anno.

2. Il budget annuale di cui al paragrafo precedente è ripartito tra le Parti con-

traenti in quote di contribuzione, se-condo la percentuale di ripartizione ri-portata nella seguente tabella:

3. Tali percentuali potranno essere rivi-ste, su richiesta di una o più Parti, alla Conferenza delle Alpi, in occasione della sua VIII sessione o di quelle suc-cessive. Le percentuali restano in vi-gore fino a nuova, diversa, decisione della Conferenza delle Alpi.

4. I contributi per il finanziamento del Segretariato Permanente saranno ver-sati il prima possibile, per assicurare la continuità nella gestione del Segreta-riato Permanente stesso.

Articolo 2

1. Contributi volontari possono essere versati dalle Parti contraenti in qualun-que momento e possono essere usati per finanziare specifiche attività. Tali contributi possono essere effettuati anche in-kind.

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)

Svizz

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Italia

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Slov

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(SLO

)

% perPaese 24,5 14,5 8,5 18 2 26,5 2 4 100

TotperPaese

196.000 116.000 68.000 144.000 16.000 212.000 16.000 32.000 800.000

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228 Segnali alpini 1

2. I contributi devono essere versati in Euro direttamene sul conto corrente del Segretariato.

Articolo 3

Lo stipendio annuale lordo del Segretario Generale ad interim sarà compreso tra un minimo di € 70.000 ed un massimo di € 100.000. L’importo preciso della sua retri-buzione sarà stabilito dal Comitato Per-manente successivamente alla sua nomi-na.

Articolo 4

Lo stipendio del Segretario Generale sarà definito dopo la stipula dell’accordo di sede.

Allegato IV

I Ministri convengono di attribuire al can-didato francese la funzione di Segretario Generale ad interim della Convenzione delle Alpi. L’Italia ritira la riserva sui mec-canismi di implementazione. I Ministri concordano che durante il mandato del Segretario Generale ad interim, il Vice Segretario Generale debba essere di madre lingua tedesca e un membro del segretariato di madre lingua slovena. L’Italia finanzierà un esperto da designare a cura della Slovenia che opererà a Bolzano.

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Segnali alpini 1

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Abkommen zwischen der Republik Österreich und dem Ständigen Sekretariat des übereinkommens

zum Schutz der Alpen über dessen Amtssitz

Die Einrichtung des Ständigen Sekretariates in Innsbruck erforderte den Abschluss eines Sitzabkommens mit der Republik Österreich.

Dieses Amtssitzabkommen wurde im Juni 2003 feierlich unterzeichnet.

L’installation du Secrétariat permanent à Innsbruck a nécessité la conclusion d’un accord de siège avec la République d’Autriche. Cet accord de siège a été signé solennellement en

juin 2003.

L’istituzione del Segretariato Permanente a Innsbruck ha richiesto la stipulazione di un ac-cordo con la Repubblica d’Austria relativo alla sede. Questo accordo è stato firmato solen-

nemente nel giugno del 2003.

Ustanovitev Stalnega sekretariata v Innsbrucku je zahtevala sprejem pogodbe o sedežu z Republiko Avstrijo. Ta pogodba o sedežu je bila slavnostno podpisana junija leta 2003.

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230 Segnali alpini 1

Unter Bezugnahme auf das am 7. Novem-ber 1991 in Salzburg unterzeichnete Über-einkommen zum Schutz der Alpen (Alpen-konvention), das in Artikel 9 vorsieht, dass die Alpenkonferenz mit Einstimmigkeit die Errichtung eines Ständigen Sekretariats der Alpenkonvention beschließen kann;

unter Bezugnahme auf den Beschluss 7A der VI. Alpenkonferenz vom 31. Oktober 2000, mit dem die Errichtung des Ständi-gen Sekretariats beschlossen wurde;

unter Bezugnahme auf den Beschluss VII/2 der VII. Alpenkonferenz vom 19. No-vember 2002, mit dem die Einrichtung des Sitzes des Ständigen Sekretariats in Inns-bruck mit einer Außenstelle in Bozen fest-gelegt und der Generalsekretär beauftragt wird, im Namen des Ständigen Sekretari-ats ein Amtssitzabkommen mit dem Sitz-staat des Ständigen Sekretariats zu ver-handeln und nach Genehmigung durch die Alpenkonferenz abzuschließen; und

im Bestreben, den Status sowie die Privile-gien und Immunitäten des Ständigen Se-kretariats in der Republik Österreich fest-zulegen und dem Ständigen Sekretariat die Wahrnehmung seiner Aufgaben und Funktionen zu erleichtern;

sind die Republik Österreich und das Ständige Sekretariat des Übereinkommens zum Schutz der Alpen wie folgt überein-gekommen:

Artikel 1

Begriffsbestimmungen

In diesem Abkommen:

a) bezeichnet der Begriff „zuständige österreichische Behörden“ die Bun-des-, Landes-, Gemeinde- und sonsti-gen Behörden der Republik Österreich, die je nach dem Zusammenhang und gemäß den in der Republik Österreich geltenden Gesetzen und Übungen zu-ständig sind;

b) bezeichnet der Begriff „Alpenkonventi-on“ das am 7. November 1991 in Salz-burg unterzeichnete Überein kommen zum Schutz der Alpen (Alpen-konvention);

c) bezeichnet der Begriff „das Ständige Sekretariat“ das Ständige Sekretariat der Alpenkonvention;

d) bezeichnet der Begriff „Mitarbeiter des Ständigen Sekretariats“ alle Mitarbei-ter des Ständigen Sekretariats ein-schließlich des Generalsekretärs und des Vizegeneralsekretärs mit Ausnah-me des an Ort und Stelle aufgenom-menen und nach Stundenlohn bezahl-ten Personals;

e) bezeichnet der Begriff „Angestellte des Ständigen Sekretariats“ alle Mitar-beiter des Ständigen Sekretariats so-wie alle im Dienste einer Regierung oder einer Internationalen Organisati-on stehenden und von dieser an das Ständige Sekretariat entsandten Personen;

f) bezeichnet der Begriff „amtliche Tätig-keiten“ alle Tätigkeiten, die das Stän-dige Sekretariat in Ausübung der ihm von der Alpenkonferenz übertragenen Aufgaben durchführt;

Präambel

Page 232: Segnali Alpini 1 - La Convenzione delle Alpi - Opera di consultazione

231Segnali alpini 1

g) bezeichnet der Begriff „amtliche Besu-cher“ die gemäß der Alpenkonvention oder vom Ständigen Sekretariat einge-ladenen Vertreter von Regierungen In-ternationalen Organisationen und grenzüberschreitenden Zusammen-schlüssen alpiner Gebietskörper-schaften.

Artikel 2

Rechtspersönlichkeit

Die Republik Österreich anerkennt die Rechtspersönlichkeit des Ständigen Sekretariates. Es hat insbesondere die Fähigkeit:

a) Verträge abzuschließen;b) unbewegliche und bewegliche Vermö-

genswerte zu erwerben und zu ver-äußern;

c) Gerichtsverfahren anzustrengen oder zu erwidern und

d) andere Handlungen zu setzen, die für die Durchführung seiner Aufgaben notwendig oder nützlich sind.

Artikel 3

Amtssitz

(1) Der Amtssitz des Ständigen Sekretari-ats ist in Innsbruck; es hat eine Außen-stelle in Bozen.

(2) Jedes Gebäude in Innsbruck oder au-ßerhalb Innsbrucks, das im Einverneh-men mit der Republik Österreich für vom Ständigen Sekretariat einberufe-

ne Sitzungen benützt wird, gilt als zeitweilig in den Amtssitzbereich ein-bezogen.

Artikel 4

Unverletzlichkeit des Amtssitzes

(1) Der Amtssitz des Ständigen Sekretari-ats ist unverletzlich. Kein Beamter oder Vertreter der Republik Österreich noch sonst irgendeine in der Republik Öster-reich Hoheitsrechte ausübende Person darf, außer mit der Zustimmung des Generalsekretärs des Ständigen Se-kretariats und unter Einhaltung der von ihm festgelegten Bedingungen, den Amtssitz betreten und dort Amtshand-lungen setzen.

(2) Das Ständige Sekretariat wird verhin-dern, dass der Amtssitz Personen als Zuflucht dient, die sich der Verhaftung auf Grund eines Gesetzes der Repu-blik Österreich entziehen wollen, die diese an ein anderes Land ausliefern will oder die gerichtlichen Vollzugs-handlungen zu entgehen versuchen.

(3) Soweit sich aus der Alpenkonvention oder diesem Abkommen nichts ande-res ergibt, gelten im Amtssitzbereich die Gesetze der Republik Österreich.

Artikel 5

Befreiung von Gerichtsbarkeit und anderen Maßnahmen

(1) Das Ständige Sekretariat ist mit Aus-nahme der folgenden Fälle von Ge-richtsbarkeit und Vollzugshandlungen befreit:

Acc

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i Sed

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Aus

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a) wenn das Ständige Sekretariat in einem bestimmten Fall ausdrück-lich auf eine solche Befreiung ver-zichtet hat;

b) wenn gegen das Ständige Sekreta-riat durch Dritte eine zivilrechtliche Klage auf Schadenersatz nach ei-nem Verkehrsunfall mit einem im Besitz des Ständigen Sekretariats befindlichen oder in seinem Auftrag betriebenen Kraftfahrzeug oder aufgrund einer anderen Übertre-tung von Bestimmungen über den Besitz, Betrieb oder Einsatz von Kraftfahrzeugen eingebracht wird;

c) wenn es aufgrund einer richterli-chen Entscheidung zu einer Pfän-dung der vom Ständigen Sekretari-at an einen Angestellten zu zahlen-den Gehälter, Bezüge oder Ent-schädigungen kommt und das Ständige Sekretariat den öster-reichischen Behörden nicht inner-halb von 14 Tagen nach Kenntnis-nahme von der betreffenden Ent-scheidung mitteilt, dass es auf sei-ne Immunität nicht verzichtet;

d) in allen Streitigkeiten arbeitsrechtli-cher Natur zwischen dem Stän-digen Sekretariat und seinen Angestellten.

(2) Unbeschadet der Bestimmungen der Absätze 1 und 3 gelten das Eigentum und die Vermögenswerte des Ständi-gen Sekretariats unabhängig von ih-rem Standort als von allen Formen der Beschlagnahme, Einziehung, Enteig-nung oder Zwangsverwaltung befreit.

(3) Das Eigentum und die Vermögenswer-te des Ständigen Sekretariats sind ebenfalls von jedem behördlichen Zwang oder jeder Maßnahme, die ei-

nem Urteil vorausgehen, befreit, es sei denn, dass dies im Zusammenhang mit der Verhinderung und gegebenen-falls der Untersuchung von Unfällen, an denen dem Ständigen Sekretariat gehörende oder für dieses betriebene Motorfahrzeuge beteiligt sind, vor-übergehend notwendig ist.

Artikel 6

Unverletzlichkeit der Archive

Die Archive des Ständigen Sekretariats sowie alle Dokumente und Datenträger, die ihm gehören oder sich in seinem Besitz befinden, sind unverletzlich.

Artikel 7

Schutz des Amtssitzbereichs

Die zuständigen österreichischen Behör-den werden entsprechende Vorsorge tref-fen, um zu gewährleisten, dass die Ruhe des Amtssitzbereichs nicht durch Perso-nen oder Personengruppen gestört wird, die diesen ohne Erlaubnis zu betreten versuchen.

Artikel 8

Öffentliche Leistungen im Amtssitzbereich

(1) Die Republik Österreich trifft entspre-chende Maßnahmen, um die Versor-gung des Amtssitzes mit den not-wendigen öffentlichen Leistungen zu

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an gemessenen Bedingungen zu ge währleis ten.

(2) Der Generalsekretär des Ständigen Sekretariats wird über Ersuchen die erforderlichen Vorkehrungen treffen, um den gehörig bevollmächtigten Ver-tretern der zuständigen öffentlichen Einrichtungen zu ermöglichen, die An-lagen, Leitungen, Netze und Kanalan-lagen im Amtssitzbereich zu überprü-fen, instand zu setzen, instand zu hal-ten, wiederherzustellen oder zu verle-gen, und zwar in einer Weise, dass dadurch die amtliche Tätigkeit nicht über Gebühr gestört wird.

Artikel 9

Nachrichtenverkehr

(1) Die Republik Österreich trägt dafür Sorge, dass das Ständige Sekretariat in der Lage ist, Mitteilungen in Verbin-dung mit seinen amtlichen Tätigkeiten ohne Zensur oder andere Eingriffe zu versenden und zu empfangen.

(2) Das Ständige Sekretariat genießt in der Republik Österreich im Hinblick auf alle seine amtlichen Mitteilungen und auf die Übermittlung aller seiner Schriftstücke Bedingungen, die nicht weniger vorteilhaft sind, als die gün-stigsten Bedingungen, die die Repu-blik Österreich anderen Internationalen Organisationen hinsichtlich der Ge-währung von Vorzugsbehandlungen, Tarifen und Sondergebühren für Post-sendungen, telegraphische Mitteilun-gen, Funktelegramme, Faxnachrich-ten, Telephongespräche oder andere Kommunikationsformen gewährt.

Artikel 10

Befreiung von Steuern und Zöllen sowie andere Maßnahmen

(1) Das Ständige Sekretariat und sein Ei-gentum sind nach Maßgabe der nach-folgenden Bestimmungen von allen Formen der Besteuerung befreit.

(2) Indirekte Steuern, die in den Preisen der an das Ständige Sekretariat gelie-ferten Waren oder Dienstleistungen, einschließlich Miet- und Leasingko-sten, enthalten sind, werden dem Stän-digen Sekretariat insoweit rückerstat-tet, als dies für diplomatische Vertre-tungen in Österreich vorgesehen ist.

(3) Alle Rechtsgeschäfte, an denen das Ständige Sekretariat beteiligt ist, und alle in Verbindung mit solchen Rechts-geschäften stehenden Schriftstücke sind von Steuern sowie Beurkun-dungs- und Gerichtsgebühren befreit.

(4) Alle Waren, einschließlich Dienstfahr-zeuge und Ersatzteile dazu, die vom Ständigen Sekretariat für amtliche Zwecke ein- oder ausführt werden, sind von Zöllen und sonstigen Abga-ben befreit, soweit diese nicht bloß Gebühren für erbrachte öffentliche Leis tungen sind, sowie von allen wirt-schaftlichen Ein- und Ausfuhrverboten und -beschränkungen ausgenommen. Die Republik Österreich stellt dem Ständigen Sekretariat für jedes von ihm gehaltene Fahrzeug ein Diploma-tenkennzeichen zur Verfügung, das dieses Fahrzeug als amtliches Fahr-zeug einer Internationalen Organisati-on ausweist.

(5) Waren, die gemäß Absatz 4 eingeführt wurden, dürfen vom Ständigen Sekre-tariat innerhalb eines Zeitraumes von

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zwei Jahren nach ihrer Einfuhr weder verliehen, verpfändet, vermietet, ver-äußert noch überlassen werden, an-dernfalls die Abgaben nach den zum Zeitpunkt der Verfügung geltenden Bemessungsgrundlagen erhoben werden.

(6) Das Ständige Sekretariat ist von der Verpflichtung zur Entrichtung des Dienstgeberbeitrages zum Ausgleich-fonds für Familienbeihilfen oder an eine Einrichtung mit gleichartigen Funktionen befreit.

Artikel 11

Finanzeinrichtungen

Die Republik Österreich trägt dafür Sorge, dass das Ständige Sekretariat in der Lage ist:

a) Währungsguthaben und Wertpapiere auf gesetzlich zulässigem Weg zu er-werben und zu erhalten sowie solche zu besitzen oder zu veräußern;

b) Bankkonten in jeder beliebigen Wäh-rung zu eröffnen und zu unterhalten, und

c) seine Einlagen, Wertpapiere und Wäh-rungsguthaben nach, aus oder in die Republik Österreich zu transferieren.

Artikel 12

Sozialversicherung

(1) Das Ständige Sekretariat und seine Angestellten sind von allen Pflichtbei-trägen an die Sozialversicherungsein-

richtungen der Republik Österreich befreit.

(2) Die Mitarbeiter des Ständigen Sekreta-riats haben das Recht, jedem einzel-nen Zweig der Kranken-, Unfall- und Pensionsversicherung sowie der Ar-beitslosenversicherung beizutreten. Diese Versicherung hat die gleichen Rechtswirkungen wie eine Pflichtversi-cherung.

(3) Die Mitarbeiter des Ständigen Sekreta-riats können das Recht nach Absatz 2 binnen drei Monaten nach In-Kraft-Treten dieses Artikels oder binnen drei Monaten nach dem Beginn ihres Be-schäftigungsverhältnisses beim Stän-digen Sekretariat durch Abgabe einer schriftlichen Erklärung geltend machen.

(4) Die Versicherung nach Absatz 2 be-ginnt in dem gewählten Zweig mit dem Beginn der Beschäftigung beim Stän-digen Sekretariat, wenn die Erklärung binnen sieben Tagen nach Inkrafttreten dieses Artikels oder nach Beginn der Beschäftigung abgegeben wird, sonst mit dem der Abgabe der Erklärung nächstfolgenden Tag.

(5) Die Versicherung endet mit dem Ende der Beschäftigung beim Ständigen Sekretariat.

(6) Die Mitarbeiter des Ständigen Sekreta-riats haben für die Dauer der Versiche-rung die Beiträge zur Gänze an die Tiroler Gebietskrankenkasse zu ent-richten.

(7) Die nach Absatz 3 abzugebenden Er-klärungen werden vom Ständigen Se-kretariat der Tiroler Gebietskranken-kasse übermittelt. Das Ständige Se-kretariat erteilt der Tiroler Gebietskran-kenkasse auf Ersuchen die für die

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Durchführung der Versicherung erfor-derlichen Auskünfte.

Artikel 13

Durchreise und Aufenthalt

(1) Die Republik Österreich trifft Vorsorge dafür, dass den unten angeführten Personen die Einreise nach und der Aufenthalt in der Republik Österreich ermöglicht wird, dass sie die Republik Österreich ohne Probleme verlassen und unbehindert vom oder zum Amts-sitz reisen können und dass bei diesen Reisen der notwendige Schutz ge-währleistet wird:

a) der Generalsekretär und die im ge-meinsamen Haushalt lebenden Fa-milienangehörigen und sonstige Haushaltsangehörige;

b) die Angestellten des Ständigen Se-kretariats und die im gemeinsamen Haushalt lebenden Familienan-gehörigen;

c) die amtlichen Besucher und d) die Sachverständigen.

(2) Die für die in Absatz 1 genannten Per-sonen erforderlichen Sichtvermerke werden kostenlos und so rasch wie möglich bewilligt.

(3) Keine von einer in Absatz 1 genannten Person in amtlicher Funktion im Rah-men des Ständigen Sekretariats ver-richtete Tätigkeit darf als Grund dafür verwendet werden, dieser Person die Einreise nach bzw. die Ausreise aus der Republik Österreich zu verwei-gern.

(4) Die Republik Österreich hat das Recht, einen ausreichenden Nachweis dafür

zu verlangen, dass Personen, die eines der in diesem Artikel genannten Rech-te in Anspruch nehmen wollen, einer der in Absatz 1 beschriebenen Kate-gorien angehören, und zu verlangen, dass den Quarantäne- und Gesund-heitsvorschriften in angemessener Form entsprochen wird.

Artikel 14

Angestellte des Ständigen Sekretariats

(1) Die Angestellten des Ständigen Sekre-tariats genießen in und gegenüber der Republik Österreich folgende Privilegi-en und Immunitäten:

a) Befreiung von jeglicher Gerichts-barkeit in Bezug auf die in Aus-übung ihrer amtlichen Funktionen gemachten mündlichen oder schriftlichen Äußerungen und ge-setzten Handlungen, wobei diese Befreiung auch dann weiterbesteht, wenn die betreffenden Personen nicht mehr Angestellte des Ständi-gen Sekretariats sind; diese Befrei-ung gilt nicht für Streitigkeiten ar-beitsrechtlicher Natur zwischen dem Ständigen Sekretariat und seinen Angestellten;

b) Unverletzlichkeit aller amtlichen Schriftstücke, Daten und sonstigen Materialien;

c) Schutz vor Beschlagnahme ihres privaten und ihres dienstlichen Ge-päcks und Schutz vor Durchsu-chung des Dienstgepäcks und, falls der/die Angestellte unter Artikel 15 fällt und nicht österreichische(r) Staatsbürger(in) ist oder seinen/ih-ren ständigen Wohnsitz in der Re-

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publik Österreich hat, auch des privaten Gepäcks;

d) Befreiung von der Besteuerung von Gehältern, Bezügen einschließlich Zulagen, Entlohnungen, Entschädi-gungen und Ruhegenüssen, die sie vom Ständigen Sekretariat für ihre Dienste erhalten; diese Ausnahme gilt auch für alle Unterstützungen an die Familien der Angestellten;

e) Befreiung von allen Formen der Besteuerung der Einkünfte, die sie oder ihre im gemeinsamen Haus-halt lebenden Familienangehörigen aus Quellen außerhalb der Republik Österreich beziehen;

f) Befreiung von der Erbschafts- und Schenkungssteuer (außer für inlän-dische Liegenschaften), sofern eine Verpflichtung zur Bezahlung sol-cher Steuern allein aus dem Um-stand entsteht, dass die Angestell-ten und ihre im gemeinsamen Haushalt lebenden Familienange-hörigen ihren gewöhnlichen Aufent-halt in der Republik Österreich ge-nommen haben oder beibehalten;

g) Befreiung von Einwanderungsbe-schränkungen und von der Auslän-derregistrierung für sich selbst und für die im gemeinsamen Haushalt lebenden Familienangehörigen und weiteren Haushaltsangehörigen;

h) die Befugnis, in der Republik Öster-reich ausländische Wertpapiere, Guthaben in fremden Währungen, andere bewegliche sowie, unter den gleichen Bedingungen wie für österreichische Staatsbürger, auch unbewegliche Vermögenswerte zu erwerben und zu besitzen, weiters das Recht, nach Beendigung ihres Dienstverhältnisses beim Ständi-

gen Sekretariat unbehindert ihre Zahlungsmittel in der gleichen Währung und bis zu denselben Beträgen wieder auszuführen, wie sie sie in die Republik Österreich eingeführt haben;

i) das Recht, zum persönlichen Ge-brauch frei von Zöllen und sonsti-gen Abgaben, soweit diese nicht bloß Gebühren für erbrachte öffent-liche Leistungen sind, sowie frei von wirtschaftlichen Einfuhrverbo-ten und –beschränkungen Folgen-des einzuführen:

i) innerhalb eines Jahres ab ihrem ersten Dienstantritt ihre Woh-nungseinrichtung, Gebrauchs-gegenstände und sonstiges Übersiedlungsgut in einem oder mehreren getrennten Transpor-ten und

ii) alle vier Jahre ein Kraftfahrzeug; j) den gleichen Schutz und die glei-

chen Repatriierungsmöglichkeiten für sich selbst und ihre im selben Haushalt lebenden Familienange-hörigen, wie sie den Mitgliedern vergleichbaren Ranges des Perso-nals der bei der Republik Österreich beglaubigten Leiter von diplomati-schen Vertretungen in Zeiten inter-nationaler Krisen eingeräumt wer-den;

k) die Möglichkeit eines bevorzugten Zuganges zum Arbeitsmarkt für ihre im selben Haushalt lebenden Ehe-partner und unterhaltsberechtigten Angehörigen im Einklang mit den österreichischen gesetzlichen Be-stimmungen, unter der Vorausset-zung, dass bei Aufnahme einer Er-werbstätigkeit die in diesem Ab-kommen angeführten Privilegien

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und Immunitäten auf eine solche Tätigkeit keine Anwendung finden. Dieses Privileg wird gemäß dem Annex eingeräumt.

(2) Die Angestellten des Ständigen Sekre-

tariats sowie deren im gemeinsamen Haushalt lebende Familienmitglieder, auf die sich das Abkommen bezieht, sind von den Geldleistungen aus dem Ausgleichsfonds für Familienbeihilfen oder einer Einrichtung mit gleicharti-gen Funktionen ausgeschlossen. Dies gilt nicht, wenn diese Personen öster-reichische Staatsbürger oder durch gemeinschaftsrechtliche Bestimmun-gen gleichgestellte Staatsangehörige eines EU- oder EWR -Mitgliedstaates oder Staatenlose mit Wohnsitz in Österreich sind.

Artikel 15

Der Generalsekretär des Ständigen Sekretariats

Neben den in Artikel 14 genannten Privile-gien und Immunitäten genießen der Gene-ralsekretär des Ständigen Sekretariats so-wie höherrangige Mitarbeiter in Vertretung des Generalsekretärs während dessen Ab-wesenheit, die gleichen Privilegien und Immunitäten, Befreiungen und Möglichkei-ten, wie sie auch den Leitern bzw. Mitglie-dern vergleichbaren Ranges von diploma-tischen Vertretungen eingeräumt werden, sofern sie nicht österreichische Staatsbür-ger sind oder ihren ständigen Wohnsitz in der Republik Österreich haben.

Artikel 16

Amtliche Besucher

(1) Amtliche Besucher genießen gegen-über der Republik Österreich die fol-genden Privilegien und Immunitäten:

a) Befreiung von jeglicher Gerichts-barkeit hinsichtlich aller von ihnen in Ausübung ihrer amtlichen Tätig-keit gemachten mündlichen oder schriftlichen Äußerungen und ge-setzten Handlungen, wobei diese Befreiung auch dann weiterbesteht, wenn die betreffende Person nicht mehr amtlicher Besucher ist;

b) Unverletzlichkeit aller amtlichen Schriftstücke, Daten und sonstiger Materialien;

c) Schutz vor Beschlagnahme ihres privaten und ihres Dienstgepäcks.

(2) In den Fällen, in denen der Anfall einer Steuer vom Aufenthalt abhängt, wer-den Zeiträume, während deren sich die in Absatz 1 genannten Personen zur Erfüllung ihrer Aufgaben in der Republik Österreich aufhalten, nicht als Aufenthaltszeiträume angesehen. Diese Personen sind insbesondere von der Steuerzahlung für ihre vom Ständi-gen Sekretariat bezahlten Bezüge und Spesen während eines derartigen Zeit-raumes sowie von allen Fremdenver-kehrsabgaben befreit.

Artikel 17

Sachverständige

Sachverständige genießen bei der Aus-übung ihrer Tätigkeit für das Ständige Se-kretariat oder bei der Ausführung von

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Aufträgen für dieses gegenüber der Repu-blik Österreich dieselben Privilegien und Immunitäten wie die amtlichen Besucher nach Artikel 16, soweit dies für die Aus-übung ihrer Tätigkeiten notwendig ist. Zu-sätzlich sind Sachverständige und ihre im gemeinsamen Haushalt lebenden Famili-enangehörigen von Einwanderungsbe-schränkungen und von der Ausländerregi-strierung befreit.

Artikel 18

Notifikation von Anstellungen, Lichtbildausweise

(1) Das Ständige Sekretariat übermittelt den zuständigen österreichischen Be-hörden eine Liste der Angestellten des Ständigen Sekretariats und revidiert diese regelmäßig.

(2) Die Republik Österreich stellt den An-gestellten des Ständigen Sekretariats und ihren im gemeinsamen Haushalt lebenden Familienangehörigen sowie den weiteren Haushaltsangehörigen nach Maßgabe der österreichischen Rechtsvorschriften einen Lichtbildaus-weis, der mit dem Lichtbild des Inha-bers versehen ist, zur Verfügung. Die-ser Ausweis dient zur Legitimierung des Inhabers gegenüber den zuständi-gen österreichischen Behörden.

Artikel 19

Österreichische Staatsbürger und Personen mit ständigem Wohnsitz in der Republik Österreich

Österreichische Staatsbürger und Perso-nen, die zum Zeitpunkt ihres Dienstantritts

ihren ständigen Wohnsitz in Österreich haben, genießen nur die in Artikel 12, Arti-kel 14 Absatz 1 lit. a), b), c) mit den darin vorgesehenen Einschränkungen, und d) und Artikel 16 Absatz 1 lit. a), b) und c) angeführten Privilegien und Immunitäten.

Artikel 20

Zweck der Privilegien und Immunitäten

(1) Die in diesem Abkommen gewährten Privilegien und Immunitäten dienen nicht dazu, den Angestellten oder amt-lichen Besuchern des Ständigen Se-kretariats persönliche Vorteile zu ver-schaffen. Sie werden lediglich gewährt, um damit dem Ständigen Sekretariat zu allen Zeiten die ungestörte Aus-übung seiner amtlichen Tätigkeiten zu ermöglichen und um sicherzustellen, dass die Personen, denen sie einge-räumt werden, vollkommen unabhän-gig sind.

(2) Das Ständige Sekretariat verpflichtet sich, auf die Immunität zu verzichten, wenn es der Auffassung ist, dass diese Immunität den normalen Gang der Rechtspflege behindern würde und dass ein solcher Verzicht die Interes-sen des Ständigen Sekretariats nicht beeinträchtigt.

Artikel 21

Streitbeilegung

Alle Meinungsverschiedenheiten zwischen der Republik Österreich und dem Ständi-gen Sekretariat über die Auslegung oder Anwendung dieses Abkommens oder über

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irgendeine andere Frage hinsichtlich des Amtssitzes oder des Verhältnisses zwi-schen dem Ständigen Sekretariat und der Republik Österreich, welche nicht im Ver-handlungswege oder nach einem anderen einvernehmlich festgelegten Verfahren bei-gelegt werden, sind zur endgültigen Ent-scheidung einem aus drei Schiedsrichtern zusammengesetzten Schiedsgericht zu unterbreiten; von diesen ist einer vom Ständigen Sekretariat, einer vom Bundes-minister für auswärtige Angelegenheiten der Republik Österreich und ein dritter, der als Vorsitzender des Schiedsgerichtes fun-giert, von den beiden ersten Schiedsrich-tern auszuwählen. Können die beiden er-sten Schiedsrichter innerhalb von sechs Monaten nach ihrer Ernennung keine Eini-gung hinsichtlich des dritten Schiedsrich-ters erzielen, so wird dieser auf Ersuchen der Republik Österreich oder des Ständi-gen Sekretariats vom Präsidenten des In-ternationalen Gerichtshofes ausgewählt.

Artikel 22

Meistbegünstigung

Sofern und insoweit die Regierung mit ei-ner vergleichbaren zwischenstaatlichen Organisation ein Abkommen trifft, das Be-stimmungen oder Bedingungen enthält, die für die betreffende Organisation günsti-

ger sind als die entsprechenden Bestim-mungen oder Bedingungen dieses Ab-kommens, dehnt die Regierung mittels ei-nes Zusatzabkommens diese günstigeren Bestimmungen oder Bedingungen auch auf das Ständige Sekretariat aus.

Artikel 23

Inkrafttreten und Dauer des Abkommens

(1) Dieses Abkommen wird auf unbe-stimmte Zeit geschlossen und tritt am ersten Tag des dritten Monats nach-dem die Republik Österreich und das Ständige Sekretariat einander den Ab-schluss der für das In-Kraft-Treten er-forderlichen Verfahren mitgeteilt ha-ben, in Kraft. Die Artikel 10, 12 Absatz 1, 14, 16, 17, 19 und 20 dieses Ab-kommens treten nach Ablauf der im ersten Satz genannten Frist mit 1. Jän-ner 2003 rückwirkend in Kraft.

(2) Dieses Abkommen tritt bei Beendigung der Alpenkonvention außer Kraft.

(3) Dieses Abkommen kann von jeder der beiden Parteien unter Einhaltung einer sechsmonatigen Frist schriftlich ge-kündigt werden.

Geschehen in Innsbruck am 24.6.2003, in zwei Fassungen in deutscher Sprache.

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AnnEX

Zugang zum Arbeitsmarkt

1. Die Ehegatten der Angestellten des Ständigen Sekretariats und deren Kin-der bis zu einem Alter von 21 Jahren haben unter der Voraussetzung, dass sie mit dem Ziel der Familienzusam-menführung nach Österreich kamen und mit dem Hauptberechtigten des gemäß Art. 18 ausgestellten Lichtbild-ausweises einen gemeinsamen Haus-halt bilden, bevorzugten Zugang zum Arbeitsmarkt. Die Definition „Ange-stellte des Ständigen Sekretariats“ ge-mäß Art. 1 lit. e trägt der spezifischen Struktur des Ständigen Sekretariats Rechnung. Diese Familienmitglieder werden in Folge als Begünstigte be-zeichnet.

2. Die nach Punkt 1 Begünstigten erhal-ten auf Antrag vom Bundesministeri-um für auswärtige Angelegenheiten eine Bescheinigung, aus der hervor-geht, dass sie dem nach dem Abkom-men bevorzugt zu behandelnden Per-sonenkreis angehören. Die Ausstellung der Bescheinigung ist an kein konkre-tes Arbeitsplatzangebot gebunden. Die Bescheinigung gilt für das gesam-te österreichische Bundesgebiet und verliert ihre Gültigkeit, wenn der Licht-bildausweis seine Gültigkeit verliert.

3. Einem Arbeitgeber, der den Inhaber einer Bescheinigung zu beschäftigen beabsichtigt, wird auf Antrag eine Be-schäftigungsbewilligung erteilt, sofern die Beschäftigung nicht in einem Ar-beitsmarktsektor oder in einer Region aufgenommen werden soll, wo laut Arbeitsmarktservice gravierende Ar-

beitsmarktprobleme bestehen. Die Be-schäftigungsbewilligung kann auch nach Überschreitung der gesetzlich festgelegten Bundeshöchstzahl für die Beschäftigung von ausländischen Ar-beitskräften erteilt werden.

4. Die Ausstellung der Beschäftigungs-bewilligung erfolgt durch die regionale Geschäftsstelle des Arbeitsmarktser-vice, in deren Sprengel der in Aussicht genommene Beschäftigungsort liegt, bei wechselndem Beschäftigungsort von der regionalen Geschäftsstelle des Arbeitsmarktservice, in dem der Ar-beitgeber seinen Betriebssitz hat.

5. Kinder, die vor Vollendung des 21. Le-bensjahres zum Zweck der Familien-zusammenführung nach Österreich eingereist sind und erst nach Vollen-dung des 21. Lebensjahres eine Be-schäftigung aufnehmen wollen, gelten dann als Begünstigte, wenn ihnen vor Vollendung des 21. Lebensjahres bis zur tatsächlichen Aufnahme der Be-schäftigung vom Hauptberechtigten des Lichtbildausweises Unterhalt ge-währt wurde. Alle anderen abhängigen Verwandten unterliegen den gewöhnli-chen Regelungen betreffend die Zulas-sung zur unselbständigen Beschäfti-gung von Ausländern in Österreich.

6. Soweit eine selbständige Erwerbstä-tigkeit ausgeübt werden soll, finden die obigen Regelungen über die Ertei-lung einer Beschäftigungsbewilligung keine Anwendung. In diesem Fall ha-ben die Begünstigten die für die Aus-übung einer selbständigen Erwerbstä-tigkeit die gesetzlich erforderlichen Befähigungen und Voraussetzungen zu erbringen.

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Accordo fra il Governo della Repubblica Italiana e il Segretariato permanente della

Convenzione delle Alpi relativo alla Sede operativa distaccata di bolzano

Da eine Außenstelle des Ständigen Sekretariates in Bozen eingerichtet wurde, kam es zum Abschluss eines Amtssitzabkommens zwischen der Republik Italien und dem

Ständigen Sekretariat.

En raison du fait qu’un bureau du Secrétariat permanent a été installé à Bolzano, un accord de siège entre la République italienne et le

Secrétariat permanent a été signé.

Siccome una sede distaccata del Segretariato permanente è stata istituita a Bolzano, un accordo fra il Governo della Repubblica Italiana e il Segretariato Permanente relativo alla

sede è stato firmato.

Ker ima Stalni sekretariat oddeljeni sedež v Bolzanu, je prišlo do sklepanja pogodbe o sedežu med Republiko Italijo in Stalnim sekretariatom.

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Che tra gli Stati dell’Arco alpino è stata firmata a Salisburgo il 7 novembre 1991 la Convenzione per la protezione delle Alpi con allegati e processo verbale di modifica del 6 aprile 1993;

Che in data 30 ottobre 2000 la VI Confe-renza delle Alpi ha deliberato l’avvio delle procedure per l’istituzione del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi e per la selezione delle città candidate ad ospitare la sede di detto Segretariato;

Che a seguito del Bando nazionale ema-nato con Decreto del Ministro dell’Ambien-te e della Tutela del Territorio del 19 Di-cembre 2001, l’Italia ha individuato la città di Bolzano quale miglior sede nazionale da candidare ad ospitare il Segretariato Per-manente della Convenzione delle Alpi;

Che in data 19 novembre 2002 la VII Con-ferenza delle Alpi ha deliberato l’istituzione della sede del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi a Innsbruck con sede operativa distaccata a Bolzano;

che in base alla Decisione della VII Confe-renza delle Alpi la sede di Bolzano svolge-rà funzioni tecnico-operative, ed in parti-colare quelle riguardanti:

- Il Sistema di Osservazione ed Informa-zione delle Alpi (SOIA);

- Il Coordinamento delle attività di ricer-ca alpina

- La traduzione e l’interpretazione;

che in base alla citata Decisione, le attività della Sede di Bolzano saranno parzialmen-te garantite da finanziamenti del Governo italiano e dal supporto dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC);

La Convenzione tra il Ministero italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e l’EURAC, finalizzata ad assicurare alla sede di Bolzano del Segretariato Perma-nente un adeguato supporto in termini di personale e di strumenti di lavoro, del 9 gennaio 2002, e allegati;

La Convenzione fra la Provincia autonoma di Bolzano, il Comune di Bolzano, l’Acca-demia Europea di Bolzano, e il Segretaria-to Permanente della Convenzione delle Alpi, relativo alle condizioni per la messa a disposizione di locali, strumenti e servizi, per la Sede operativa distaccata di Bolza-no del Segretariato Permanente, del 13 settembre 2003, e allegati.

Il Governo della Repubblica Italiana e il Segretariato Permanente della Convenzio-ne delle Alpi, manifestando la disponibilità a concludere un accordo per definire i pri-vilegi e le immunità della sede operativa distaccata di Bolzano del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, convengono quanto segue:

Articolo I

Definizioni

Ai fini del presente Accordo:

(a) per «Convenzione delle Alpi» si intende la Convenzione per la protezione delle Alpi, con allegati e processo verbale di modifica del 6 aprile 1993, firmata a Salisburgo il 7 novembre 1991.

Premesso Visto

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(b) per «decisione della VII Conferenza delle Alpi» si intende la decisione con la quale il 19 novembre 2002 a Merano (Bolzano, Italia), la Conferenza dei Mi-nistri della Convenzione delle Alpi ha istituito il proprio Segretariato Perma-nente con sede ad Innsbruck (Austria) e Sede operativa distaccata a Bolzano (Italia);

(c) per «Segretariato» si intende il Segre-tariato Permanente istituito con deci-sione della VII Conferenza delle Alpi;

(d) per «Segretario Generale» si intende il Segretario Generale e il Segretario Generale ad interim, nominato a capo del Segretariato in base alla decisione della VII Conferenza delle Alpi;

(e) per «Governo» si intende il Governo della Repubblica Italiana;

(f) per «Enti competenti di Bolzano» si intendono la Provincia Autonoma, il Comune e l’Accademia Europea di Bolzano che hanno stipulato con il Segretariato Permanente della con-venzione delle Alpi, una Convenzione relativa alle condizioni per la messa a disposizione di locali, strumenti e ser-vizi, per la sede operativa distaccata di Bolzano del Segretariato Permanente, del 13 settembre 2003, e allegati;

(g) per «Sede di Bolzano» si intende la sede operativa distaccata del Segreta-riato istituito dalla VII Conferenza delle Alpi, come individuata nella Conven-zione tra gli Enti competenti di Bolzano e il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, ed ogni altro luogo in Italia dove avrà occasione di operare il personale e gli esperti del Segretariato;

(h) per «Membri del Personale» si intendo-no i membri del personale del Segreta-

riato, così come individuati dalla deci-sione della VII Conferenza delle Alpi;

(i) per «Stato» si intende una Parte con-traente della Convenzione delle Alpi;

(j) per «Rappresentanti degli Stati» si in-tendono i capi delle delegazioni degli Stati, i loro supplenti e altri membri che partecipano alle riunioni degli organi della Convenzione delle Alpi;

(k) per «Esperto» si intende una persona che non faccia parte del personale, nominata dal Segretario Generale al fine di espletare un compito specifico a nome o per conto del Segretariato.

Articolo II

Sede operativa di Bolzano del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi

Conformemente alla Decisione della VII Conferenza delle Alpi il Segretariato avrà la propria Sede operativa in Bolzano, e di-spone di locali strumenti e servizi secondo quanto stabilito nella Convenzione tra gli Enti competenti di Bolzano e il Segretaria-to stesso, del 13 settembre 2003, e alle-gati.

Articolo III

Privilegi ed immunità della Sede di Bolzano

Immunità dalla giurisdizione e dalla esecu-zione

(a) La Sede di Bolzano sarà inviolabile. (b) Nessun agente o funzionario della Re-

pubblica Italiana o chiunque eserciti

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una pubblica funzione sul territorio della Repubblica Italiana potrà acce-dere alla Sede di Bolzano per eserci-tarvi le proprie funzioni senza il con-senso del Segretario Generale o di un suo delegato. In caso di calamità natu-rali, di incendio o di altro evento che esiga immediatamente misure di pro-tezione per la sicurezza e la salute pubblica, ovvero qualora sia necessa-rio perseguire fatti criminosi, ad ecce-zione di quelli compiuti nell'esercizio dell'attività ufficiale del Segretariato, il consenso di accesso alla sede di Bol-zano sarà considerato presunto.

(c) Il Segretario Generale impedirà che la Sede di Bolzano divenga rifugio per coloro che cercano di sfuggire ad una misura restrittiva della libertà persona-le disposta in esecuzione di una legge della Repubblica Italiana o che sono ricercati per essere estradati in un altro paese.

(d) I beni di proprietà del Segretariato ed i suoi archivi, ovunque situati e da chiunque posseduti, saranno esenti da sequestro o pignoramento, requisizio-ne, confisca, esproprio e da qualsiasi altra misura esecutiva o amministrati-va, sempreché i beni e gli archivi siano direttamente destinati al perseguimen-to dei fini istituzionali del Segretariato.

(e) Il Segretariato non godrà dell'immunità dalla giurisdizione e dalla esecuzione se ha espressamente rinunciato all'im-munità nei seguenti casi particolari:

(i) in relazione ad una azione civile da parte di un terzo per danni deri-vanti da un incidente causato da un veicolo che appartiene al, o è utilizzato per conto del, Segreta-riato ovvero in relazione ad una

violazione del codice stradale in cui sia coinvolto detto veicolo;

(ii) in relazione a contratti, diversi da quelli conclusi in conformità al re-golamento sul personale, senza la clausola arbitrale di cui all'Articolo XIII;

(iii) in relazione all'esecuzione di un lodo arbitrale reso ai sensi dell'ar-ticolo XIII del presente Accordo;

(iv) in relazione ad una domanda ri-convenzionale direttamente con-nessa a procedimenti legali inten-tati dal Segretariato.

Articolo IV

Status giuridico

Il Segretariato godrà della personalità giu-ridica, in particolare, ha la capacità di:

a) stipulare contratti; b) acquistare beni mobili ed immobili e di

disporne; c) di stare in giudizio.

Nell'ambito della Sede di Bolzano, il Se-gretariato potrà effettuare tutte le attività atte a promuovere le sue funzioni quali definite dalle Decisioni della Conferenza delle Alpi. In particolare, potrà convocare riunioni nella sede di Bolzano, o in altro luogo sito in Italia, di concerto con le auto-rità italiane competenti.

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Articolo V

Responsabilità

(a) Responsabilità internazionale In ragione delle attività del Segretariato, svolte su territorio italiano, il Governo non dovrà incorrere in alcun tipo di responsabi-lità internazionale per atti o omissioni del Segretariato o dei suoi rappresentanti che agiscano o omettano di agire nei limiti delle loro funzioni. Qualora una richiesta venga tuttavia avanzata nei confronti del Governo, esso avrà diritto di fare ricorso contro il Segretariato.

(b) Assicurazione per responsabilità Il Segretariato dovrà disporre di una assicurazione sufficiente a coprire le pro-prie responsabilità ai sensi del presente Accordo.

Articolo VI

Agevolazioni finanziarie

1. Libertà dalle restrizioni valutarie Il Segretariato potrà ricevere e detenere qualsiasi tipo di fondi, valuta o contanti; potrà disporre liberamente di essi per qualsiasi fine di cui alle Decisioni della Conferenza delle Alpi, e detenere conti in qualsiasi valuta nella misura necessaria a far fronte ai suoi scopi istituzionali.

2. Disposizioni doganali e imposizione fiscale

(a) Merci e materiali di qualsiasi tipo im-portati o esportati dal Segretariato e necessari per la creazione e la gestio-ne della Sede di Bolzano, e per l'eser-cizio delle attività ufficiali dello stesso,

saranno esenti da tutti i dazi doganali e le imposte sull'importazione o sull'esportazione, ad eccezione di quegli oneri che altro non sono che corrispettivi per servizi resi.

(b) Le merci importate esenti da dazi ed imposte ai sensi del presente Accordo non saranno vendute o cedute ad un terzo salvo che le autorità italiane ab-biano fornito il loro previo accordo ed i dazi, le imposte ed i contributi applica-bili siano stati corrisposti. Ove detti dazi, imposte e contributi siano calco-lati sulla base del valore delle merci, si applicheranno il valore, al momento della cessione, ed i tassi in vigore a quel momento.

3. Esenzione dalle imposte (a) Il Segretariato, le sue proprietà ed i

suoi beni, nei limiti delle sue attività ufficiali, saranno esenti da tutte le im-poste dirette ed i dazi imposti da Sta-to, Regioni, Province e Comuni.

(b) Il Segretariato godrà della non imponi-bilità sul valore aggiunto per acquisti rilevanti di beni e servizi connessi alla attività istituzionale ed all'esercizio delle sue funzioni. Per acquisti rilevan-ti si intendono gli acquisti di beni e servizi di importo superiore al limite stabilito dalla legislazione nazionale per le organizzazioni internazionali in Italia.

(c) Le esenzioni non saranno accordate in relazione a dazi ed imposte che sono in realtà soltanto oneri per i servizi pubblici resi al Segretariato.

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Articolo VII

Notifica delle nomine

Il Segretariato informerà il Governo qualo-ra un membro del personale assuma o ri-nunci ai suoi compiti presso la sede di Bolzano. Inoltre, il Segretariato invierà di volta in volta al Governo una lista di tutto il personale ad esso assegnato in Italia indi-cando in ciascun caso se la persona è un cittadino italiano o residente permanente in Italia.

Prima di impiegare una persona che si trova al momento in territorio italiano, il Segretariato dovrà fare in modo di accer-tarsi che detta persona non sia presente in Italia in violazione delle relative leggi in materia di immigrazione o non sia sogget-ta ad alcuna proibizione ad assumere un impiego in Italia. Qualora il Governo deter-mini che una qualsiasi unità di personale si trovasse al momento dell'impiego in viola-zione delle leggi in materia di immigrazione o soggetta a detta proibizione, il Segreta-riato ed il Governo dovranno consultarsi al fine di concordare su un rimedio appro-priato, ivi compreso, se necessario, la cessazione di detto impiego.

Articolo VIII

Membri del Personale

(a) I membri del personale del Segretaria-to nonché gli Esperti di cui all'articolo I, lettera (k), godranno nel territorio italiano dal momento del loro recluta-mento:

(i) di immunità dalla giurisdizione per le parole dette o scritte e per tutti

gli atti compiuti nell'esercizio delle loro funzioni ufficiali. Questa esen-zione non si applica alle controver-sie di lavoro che potranno sorgere tra il Segretariato ed i membri del personale:

(b) I membri del personale e gli Esperti, che non sono cittadini italiani o non sono residenti permanenti in Italia, godranno, dal momento del loro reclu-tamento, dei seguenti privilegi ed im-munità:(i) esenzione per se stessi, per i loro

coniugi e relativi familiari a carico, dalle restrizioni in materia di immi-grazione e dalle formalità di regi-strazione degli stranieri. Su richie-sta del Segretariato, ai coniugi ed ai relativi familiari a carico del per-sonale, che sono residenti in Italia, sarà accordata la possibilità di assumere un impiego in Italia;

(ii) immunità dall'arresto dal fermo e dalla custodia cautelare, eccetto che in caso di flagranza o di reato commesso nella Repubblica Italia-na che comporti secondo la legge italiana una pena detentiva non inferiore nel massimo a tre anni;

(iii) stessi privilegi in materia di facili-tazioni di cambio accordati agli agenti diplomatici in conformità alla Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche;

(iv) stesse facilitazioni in materia di rimpatrio concesse agli agenti di-plomatici in periodi di crisi interna-zionali, così come i loro coniugi e relativi familiari a carico;

(v) diritto di importare in esenzione fiscale, franco dogana e senza al-tre imposizioni, restrizioni o limita-

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zioni alle importazioni del loro mo-bilio e di altri effetti, ivi compresa una automobile entro sei mesi dalla loro prima assunzione in Ita-lia, in uno o più invii. Pertanto sa-ranno autorizzati ad importare in esenzione fiscale i pezzi di ricam-bio che si renderanno necessari per questi articoli;

(vi) esenzione dalle imposte dirette sui salari ed emolumenti corrisposti dal Segretariato.

(vii) L'immunità dalla giurisdizione non si applica in caso di azione civile intentata da un terzo per i danni risultanti da incidente causato da un automezzo, natante o aereo appartenente al Segretariato o cir-colante per suo conto, né in caso di infrazione alla regolamentazione della circolazione automobilistica, nautica ed aerea. Il Segretariato, comunque, si impegna a stipulare un'assicurazione a copertura di ogni responsabilità civile verso ter-zi allo scopo di garantire il risarci-mento dei danni eventualmente causati nello svolgimento delle proprie funzioni.

(c) Le esenzioni ai sensi del presente Ac-cordo non si applicheranno agli oneri ed ai dazi che altro non sono se non corrispettivi per servizi resi.

(d) Gli Esperti, i Rappresentanti degli Stati membri, nonché, i dipendenti del Se-gretariato impiegati presso la sede di Innsbruck, in missione sul territorio italiano per il Segretariato, godranno dei privilegi e delle immunità di cui ai precedenti commi (a) (i), (b) (i) (ii) e (iii).

(e) I privilegi e le immunità previsti nel presente Accordo non si applicheran-

no al personale localmente reclutato per servizi interni del Segretariato.

(f) Ogni anno il Segretariato comunicherà al Governo la lista dei membri del per-sonale e degli esperti ai quali si appli-cheranno le disposizioni del presente Accordo.

Articolo IX

Segretario Generale.

(a) Il Segretario Generale godrà, nel terri-torio della Repubblica Italiana, dal mo-mento della sua nomina, della immuni-tà dalla giurisdizione per le parole dette o scritte e per tutti gli atti com-piuti nell'esercizio delle sue funzioni ufficiali, salvo che vi abbia rinunciato espressamente.

(b) Il Segretario Generale che non sia cit-tadino italiano o che non risieda per-manentemente in Italia da data ante-riore alla sua nomina godrà, oltre della immunità prevista alla lettera (a), delle seguenti immunità e privilegi:

(i) immunità dall'arresto, dal fermo e dalla custodia cautelare;

(ii) immunità dall'ispezione e dal se-questro dei suoi bagagli personali ed ufficiali, fatto salvo il controllo per motivi di sicurezza;

(iii) inviolabilità dei documenti ufficiali in suo possesso;

(iv) esenzione, per lui e per i familiari conviventi a carico, dalle misure restrittive relative all'immigrazione;

(v) gli stessi privilegi fiscali accordati ai membri del personale delle missio-ni diplomatiche di rango equiva-lente.

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(c) Il Segretario Generale, che sia cittadi-no italiano o risieda permanentemente in Italia da una data anteriore a quella della sua nomina, godrà, nel territorio della Repubblica, oltre che della im-munità prevista alla lettera (a) dei se-guenti privilegi ed immunità:

(i) immunità dall'arresto dal fermo e dalla custodia cautelare, eccetto che in caso di flagranza o di reato commesso nella Repubblica Italia-na che comporti secondo la legge italiana una pena detentiva non in-feriore nel massimo a tre anni;

(ii) immunità, dall'ispezione e dal se-questro dei suoi bagagli ufficiali, fatto salvo il controllo per motivi di sicurezza;

(iii) inviolabilità dei documenti ufficiali in suo possesso;

(iv) le stesse facilitazioni, nei riguardi di restrizioni valutarie o di cambio, accordate ai rappresentanti dei go-verni esteri in missione in Italia limi-tatamente, però, alle esigenze ne-cessarie allo svolgimento delle fun-zioni ufficiali, con esclusione di qualsiasi altro privilegio fiscale e valutario accordato ai membri delle missioni diplomatiche.

(d) L'immunità dalla giurisdizione non si applicherà in caso di azione civile in-tentata da un terzo per i danni risultan-ti da incidente causato da un automez-zo, natante o aereo appartenente al Segretariato o circolante per suo con-to, né in caso di infrazione alle norme sulla circolazione automobilistica, nau-tica ed aerea. Il Segretariato, comun-que, si impegna a stipulare un'assicu-

razione a copertura di ogni responsa-bilità civile verso terzi, allo scopo di garantire il risarcimento dei danni eventualmente causati nello svolgi-mento delle proprie funzioni.

(e) I privilegi e le immunità di cui sopra saranno accordate al membro del per-

sonale che sostituirà il Segretario Ge-nerale in sua assenza.

Articolo X

Oggetto dei privilegi e delle immunità.

L'oggetto dei privilegi e delle immunità, concessi in base al presente Accordo ai Membri del personale ed agli Esperti del Segretariato, sarà esclusivamente quello di garantire al meglio la gestione del Se-gretariato e l'indipendenza delle persone a cui sono concessi.

Fatti salvi i privilegi e le immunità concesse in base al presente Accordo, tutti coloro che godranno di detti privilegi ed immunità avranno l'obbligo di conformarsi alla legi-slazione ed ai regolamenti in vigore nel territorio della Repubblica italiana e non interferiranno negli affari interni dello Sta-to.

Il Segretariato avrà il diritto ed il dovere di rinunciare alle immunità quando dovesse ritenere che esse ostacolino la giustizia e sia possibile farne a meno senza arrecare pregiudizio agli interessi del Segretariato.

Il Segretariato coopererà in qualsiasi mo-mento con le autorità competenti al fine di impedire qualsiasi abuso dei privilegi, im-munità e facilitazioni di cui al presente Accordo.

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Articolo XI

Comunicazioni

(a) Tutte le comunicazioni dirette al Segre-tariato, o ai Membri del personale e agli Esperti del Segretariato nella Sede di Bolzano, e tutte le comunicazioni ufficiali esterne del Segretariato, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo trasmesse, non saranno soggette alla censura o a qualsiasi altra forma di intercettazione o interferenza.

(b) Il Segretariato avrà diritto di utilizzare codici ed inviare e ricevere comunica-zioni ufficiali per corriere o in bollette sigillate, in quanto sono estesi ad essi gli stessi privilegi ed immunità accor-dati al corriere ed alle bollette diploma-tiche.

Articolo XII

Sicurezza sociale

Nella misura in cui il Segretariato gestisca un sistema di sicurezza sociale, o nel caso in cui un Membro del personale, o un esperto, decida di avvalersi di altro siste-ma di sicurezza sociale, il Segretariato, il suo Segretario Generale ed i Membri del personale, e gli esperti, saranno esentati da tutti i contributi obbligatori dovuti alle autorità italiane per la sicurezza sociale. Un accordo ad hoc sarà concluso tra il Governo ed il Segretariato al fine di forma-lizzare tale esenzione.

Articolo XIII

Contratti

Il Segretariato stabilirà procedure idonee per la soluzione delle controversie con il suo personale.

Nei contratti con gli altri soggetti, siano essi persone fisiche o giuridiche, il Segre-tariato inserirà clausole relative alla solu-zione delle controversie mediante arbitra-to, mediante procedure che si conformino ai criteri giuridici generalmente accettati a tutela dell’imparzialità dell’organo giudi-cante e di altri aspetti, come la salvaguar-dia del contraddittorio.

Il Segretariato dovrà avere una adeguata copertura assicurativa o adottare altre mi-sure analoghe, al fine di consentire al Se-gretariato stesso di far fronte a richieste di risarcimento di natura extracontrattuale.

Articolo XIV

Composizione delle controversie

Qualsiasi controversia che dovesse insor-gere in merito all'interpretazione o applica-zione del presente Accordo, che non sia stata composta tramite negoziato o con altra modalità convenuta, sarà, su richiesta di una delle due Parti sottoposta ad un tribunale arbitrale. Il Segretariato ed il Go-verno designeranno ciascuno un arbitro ed i due arbitri cosi designati eleggeranno un terzo arbitro che fungerà da presidente del tribunale.

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Qualora entro trenta giorni dalla richiesta di arbitrato, una delle due Parti non abbia designato un arbitro, una delle due Parti può chiedere al Presidente della Corte In-ternazionale di Giustizia di nominare un arbitro. La stessa procedura sarà applicata se, entro trenta giorni dalla designazione o dalla nomina del seconda arbitro, il terzo non sia stato ancora eletto. La maggioran-za dei membri del tribunale arbitrale costi-tuirà il quorum e le decisioni saranno prese a maggioranza dei voti. La procedura arbi-trale sarà stabilita dal tribunale le cui deci-sioni, ivi comprese quelle concernenti la sua costituzione, procedura, giurisdizione e la ripartizione delle spese di arbitrato fa le Parti, saranno vincolanti per tutte le Par-ti alla controversia. La remunerazione degli arbitri sarà determinata sulla stessa base di quella dei giudici ad hoc della Corte In-ternazionale di Giustizia ai sensi dell'Arti-colo 32 (4) del proprio Statuto.

Articolo XV

Accordi supplementari

Il Governo ed il Segretariato potranno sti-pulare quegli accordi supplementari che si renderanno necessari.

Articolo XVI

Entrata in vigore

Il presente Accordo entrerà in vigore alla data della seconda delle due notifiche con cui le Parti Contraenti si saranno comuni-cate l'avvenuto espletamento delle forma-lità richieste dai rispettivi ordinamenti in-terni.

Articolo XVII

Revisione e cessazione

(a) I negoziati per la revisione o cessazio-ne del presente Accordo avranno luo-go su richiesta di una delle due Parti contraenti.

(b) Qualora questi negoziati non abbiano portato, dopo un anno, ad una intesa, il presente Accordo potrà essere de-nunciato da una delle due Parti contra-enti con un anno di preavviso.

Articolo XVIII

Durata dell'Accordo

Fatte salve le disposizioni del comma (b) dell'Articolo XVII, il presente Accordo re-sterà in vigore fino a che il Segretariato evrà la Sede di Bolzano.

Fatto a Bolzano, il 13 settembre 2003, in due originali in lingua italiana.

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Partenariati montani internazionali

I Ministri degli Stati parte della Convenzione delle Alpi, nel corso della -VII Conferenza delle Alpi di Merano nel 2002, si sono espressi a favore dell’apporto delle esperienze del processo alpino nel “Partenariato internazionale per lo sviluppo sostenibile nelle regioni montane” (Mountain Partnership), concordato al vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile di Johan-nesburg e sviluppato al "Global Mountain Summit" di Bishkek/Kirgizistan. Dalle decisioni della VII, VIII e IX Conferenza delle Alpi sul tema dei partenariati montani si desume che le aree prioritarie di collaborazione della Convenzione delle Alpi sono i Carpazi, il Caucaso, l'Asia centrale (Pamir e Tien Shan) e i Balcani. Una collaborazione particolarmente proficua si è instaurata con la Convenzione dei Carpazi.

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Uso

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Uso del logo della Convenzione delle Alpi

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Oggetto

1. Il logo della Convenzione delle Alpi vie-ne utilizzato per la denominazione di manifestazioni e altre attività nonché di pubblicazioni.

2. Nesso diretto tra l’oggetto e la Conven-zione delle Alpi

I progetti e pubblicazioni, per i quali si usa il logo, devono presentare un nesso diretto con la Convenzione delle Alpi.

3. Uso del logo Il logo della Convenzione delle Alpi può

essere utilizzato solo se vengono rispetta-ti i criteri fissati nel presente regolamento.

4. Esclusione del rischio di confusione Il logo della Convenzione delle Alpi non

può essere utilizzato qualora sussista il rischio di confusione sull’origine dei progetti e pubblicazioni.

Cerchia degli aventi diritto all’uso del logo

Le seguenti istituzioni sono autorizzate ad usare il logo:Le Parti contraenti della Convenzione delle Alpi, inclusi i relativi enti regionali e locali situati nel campo d’applicazione della Convenzione delle Alpi, nonché le relative associazioni (A) Gli organi della Convenzione delle Alpi (Conferenza delle Alpi, Comitato Perma-nente, Gruppo di Verifica, tutti i Gruppi di Lavoro, tutte le Piattaforme, Segretariato Permanente) (B) Gli osservatori ufficiali della Convenzione delle Alpi, incluse le relative organizzazioni membri (C) Le organizzazioni che operano in collabo-razione con organi o Parti contraenti della Convenzione delle Alpi (D), tra le quali, in particolare, i partner dei MoU del Segreta-riato Permanente.

Modalità d’uso del logo

Gli aventi diritto dei gruppi A, B e C posso-no liberamente utilizzare il logo della Con-venzione delle Alpi. Il logo della Convenzione delle Alpi può essere scaricato dal sito web dell’organiz-zazione, assieme al testo integrale del presente regolamento. Il logo della Convenzione delle Alpi può essere utilizzato solo nella forma pubblica-ta sul sito web dell’organizzazione e senza modifiche. Gli aventi dritto del gruppo D interessati ad utilizzare il logo della Convenzione delle Alpi sono pregati di rivolgersi per e-mail o per iscritto al Segretariato Permanente. Il Segretariato Permanente verifica la con-formità dell’uso previsto del logo al pre-sente regolamento e risponde prontamen-te alla richiesta per e-mail o per iscritto. Le richieste rifiutate devono essere motivate. L’uso del logo della Convenzione delle Alpi conforme alle regole non comporta alcun diritto di esclusiva. Il logo della Convenzione delle Alpi è pro-tetto da una registrazione internazionale presso l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO).

Procedura in caso di uso non au-torizzato del logo

Il Segretariato Permanente è tenuto a vie-tare l’uso del logo della Convenzione delle Alpi ai gestori di attività e ai responsabili di pubblicazioni, qualora tale uso non sia conforme al presente regolamento. Tale divieto deve essere comunicato per iscrit-to, non appena il Segretariato Permanente viene a conoscenza dell’abuso del logo, indicandone le motivazioni.

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Indirizzi

Parti contraenti

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Comunità Europea:

Commissione Europea DG Environnement1049 BruxellesBelgiqueInternet: http://ec.europa.eu

Confederazione Svizzera:

Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE)Mühlestraße 23063 IttigenSvizzeraInternet: www.are.admin.ch

Principato di Liechtenstein:

Landesverwaltung Amt für Wald, Natur und LandschaftDr. Grass-Strasse 109490 VaduzLiechtensteinInternet: www.liechtenstein.li

Principato di Monaco:

Ministre ConseillerOrganismes Internationaux à caractère scientifique, environnemental et huma-nitaireAthos Palace, 2, rue de la Lüjerneta98000 MonacoMonacoInternet: www.monaco.gouv.mc

Repubblica d’Austria:

Bundesministerium für Land- und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasser-wirtschaftAbt. V/9Stubenbastei 51010 WienÖsterreichInternet: www.lebensministerium.at

Repubblica Federale di Germania:

Bundesministerium für Umwelt, Natur-schutz und ReaktorsicherheitReferat KI II 3Alexanderstraße 610178 BerlinDeutschlandInternet: www.bmu.de

Repubblica Francese:

Ministère de l’Écologie, de l’Énergie, du Développement durable et de la MerTour Pascal A6, place de Degrés92055 La Defense CedexFranceInternet: www.environnement.gouv.fr

Repubblica Italiana:

Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareDirezione per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo (RAS)Via C. Cristoforo Colombo 4400147 RomaItaliaInternet: www.minambiente.it

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Repubblica di Slovenia:

Ministrstvo za okolje in prostorDunajska cesta 211000 LjubljanaSlovenijaInternet: www.mop.gov.si

Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi Herzog – Friedrich – Strasse 156020 InnsbruckÖsterreichInternet: www.alpconv.org

Sede distaccata di Bolzano:EURAC - Accademia Europea di BolzanoViale Druso/Drususallee 139100 Bolzano/BozenItalia

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AEMAssociation Européenne des élus de montagneAvenue Boileau 161040 BruxellesBelgiqueInternet: www.promonte-aem.net

ALPARCComitato di Indirizzo Internazionale (CII) della Rete delle Aree Protette Alpine256, Rue de la République73000 ChambéryFranceInternet: www.alparc.org

ARGE Alpc/o Amt der Tiroler LandesregierungLandhaus6020 InnsbruckÖsterreichInternet: www.argealp.org

ARGE Alpe Adriac/o Amt der Kärntner LandesregierungVölkermarkter Ring 219020 KlagenfurtÖsterreichInternet: www.alpeadria.org

CAAClub Arc AlpinPraterinsel 580538 MünchenDeutschlandInternet: www.club-arc-alpin.eu

CIPRA InternationalIm Bretscha 229494 SchaanFürstentum LiechtensteinInternet: www.cipra.org

EUROMONTANASchweizerische Arbeitsgemeinschaft für die Berggebiete (SAB)Seilerstr. 4Postfach 78363001 BernSvizzeraInternet: www.euromontana.org

FIANETSNTFAlpespaceBâtiment Annapurna24 rue Saint-Exupéry73800 FrancinFranceInternet: www.sntf.org

ISCAR/WIKOInternational Scientific Committee for Alpine ResearchSchwarztorstr. 93007 BernSvizzeraInternet: www.alpinestudies.ch/iscar

IUCNInternational Union for Conservation of NatureGodesberger Allee 108/11253175 BonnDeutschlandInternet: www.iucn.org

Managing Authority of the European Cooperation Programme Alpine SpaceLand SalzburgSüdtirolerplatz 115020 SalzburgÖsterreichInternet: www.alpine-space.eu

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ProMontBlancBP 2774170 Les Contamines-MontjoieFranceInternet: www.pro-mont-blanc.org

UNEP Vienna – ISCCUnited Nations Environment ProgrammeRoom: DO434Vienna International Center PO Box 5001400 WienÖsterreichInternet: www.unep.org

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www.alpconv.org

Parti Contraenti: Austria | Francia | Germania | Italia | Liechtenstein | Monaco | Slovenia | Svizzera | Comunità Europea

Segretariato permanentedella Conventione delle alpiHerzog-Friedrich-Strasse 15A-6020 InnsbruckTel. +43 (0) 512 588 589Fax: +43 (0) 512 588 589 [email protected]

Sede distaccata di BolzanoViale Druso 1I-39100 BolzanoTel. +39 0471 055 352Fax: +39 0471 055 359