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N. 2472 DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa dei senatori FUMAGALLI CARULLI, BOSI, MACERATINI, GAWRONSKI, MARTELLI, VENTUCCI, BRIENZA, NAPOLI Roberto, CIMMINO, LAURIA Baldassare, MANIS, DE ANNA, PAGANO e FAUSTI COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 23 MAGGIO 1997 Nuove norme concernenti i circhi equestri SENATO DELLA REPUBBLICA XIII LEGISLATURA BOZZA TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

SENATO DELLA REPUBBLICA · obbedire perche` attratti da qualche bella ra-gazza del pubblico e cosı` via: numeri del ge-nere ci ricordano, molto piu` palesemente di quanto faccia

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N. 2472

D I S E G N O D I L E G G E

d'iniziativa dei senatori FUMAGALLI CARULLI, BOSI,MACERATINI, GAWRONSKI, MARTELLI, VENTUCCI,BRIENZA, NAPOLI Roberto, CIMMINO, LAURIA Baldassare,

MANIS, DE ANNA, PAGANO e FAUSTI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 23 MAGGIO 1997

Nuove norme concernenti i circhi equestri

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

X I I I L E G I S L A T U R A

BOZZA

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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Atti parlamentari Senato della Repubblica ± N. 2472± 2 ±

XIII LEGISLATURA ± DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

I N D I C E

Relazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3

Disegno di legge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8

Titolo I: Definizione dell'attivitaÁ di spettacolo viaggiante eautorizzazione all'esercizio . . . . . . . . . . . . . . . . » 8

Titolo II: Aree e tariffe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13

Titolo III: Categorie circensi e interventi finanziari . . . . . . » 15

Titolo IV: Circuiti nazionali e regionali. . . . . . . . . . . . . . » 19

Titolo V: Contributi e finanziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . » 20

Titolo VI: Animali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22

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Onorevoli Senatori. ± Quando si parla dicirco, generalmente si suscitano reazioni dif-ferenti e contraddittorie: eÁ difficile che unapersona di alto livello culturale ammetta ditrovare piacere da questo tipo di spettacolo,che viene piuÁ o meno apertamente disprez-zato e considerato sottocultura. D'altra parte,tuttavia, sarebbe ancor piuÁ difficile trovareuna persona che non abbia mai assistito aduno spettacolo circense o per lo meno nonsia in grado di descriverlo. Segno, questo,che il circo fa parte della nostra cultura inun modo cosõÁ profondo che sarebbe inutilee sfacciato tentare di ignorarne la realtaÁ.

Sebbene si situi la nascita ufficiale delcirco moderno verso la fine del XVIII se-colo, spettacoli circensi venivano giaÁ indettinell'antica Roma, dove venivano definiti cir-culatores. Molti autori antichi fanno riferi-mento ad essi. In questi spettacoli esistevanogiaÁ numeri caratteristici che facilmente pos-sono essere accostati a quelli del circo at-tuale: esibizioni di animali selvaggi, diclown, numeri di animali addestrati.

Questo dimostra come la realtaÁ culturaledel circo abbia avuto una straordinaria stabi-litaÁ e durata nel corso dei secoli, pur modifi-cando ed evolvendo la sua struttura a se-conda dei periodi storici e del contesto cultu-rale cui era inserito. E come tale, il circo nonpuoÁ essere ignorato e classificato come sotto-cultura, ma ne vanno evidenziate le radicipsicologiche, per riuscire a comprendere ledinamiche che da secoli fanno incontrareogni ceto sociale, di ogni etaÁ ed estrazione,sugli spalti del tendone. Gli spettacoli cir-censi affondano le loro radici nelle antichefeste rituali.

Prima ci furono l'improvvisatore giocosoo il danzatore rituale, lo sciamano, il sacer-dote che si esibirono nelle tribuÁ. Gli spetta-

tori si raccolsero intorno, in cerchio, e nac-que il circo. Le forme di esibizione si molti-plicarono: si fecero corse e salti, si doma-rono gli animali, si abbozzarono pantomimee fantasie. E le corse furono a piedi e a ca-vallo, all'aperto e poi in arene circoscritte eippodromi. Nacquero i circhi in muratura eRoma ebbe il suo Circus Maximus, cheospitoÁ pompe, battaglie vere e finte, giuochiatletici, cacce, gare di cavalieri e di aurighi,parodie di sileni e di satiri, balli armati e ac-compagnati da musiche.

La forma di spettacolo accrebbe e si basoÁsugli esercizi del corpo e della voce, sulballo e sul canto, sul magico e sul meravi-glioso, reclamando il concorso di poeti e mu-sici, di creatori e di complessi apparecchiscenici e di comici dell'arte.

Cercarono nuovi luoghi di esibizione, anfi-teatri e teatri, corti di castello, sale di pa-lazzo. Si ebbero tornei e feste rinascimentali,balli equestri e mascherate, commedie e tra-gedie, opere e balletti, nuove attrazioni dipiazza ± fino ai padiglioni delle meraviglie,ai tunnels della morte, agli uomini-proiettile± e cinematografi di fiera.

Ed ogni forma di spettacolo ebbe le pro-prie origini nel circo e nei trattenimenti po-polari.

Scrivendo la storia del circo, si raccolgonole fonti per la storia di tutto lo spettacolo!

C'eÁ un indiscutibile fascino nell'idea dicirco: eÁ innanzi tutto un'idea di libertaÁ, diarte spontanea, di virtuosismi corporei, diconservazione, di famiglia. EÁ la forza dell'u-nione dei popoli pur nella loro diversitaÁ.

Nel corso delle ultime guerre, mentre intutto il mondo si combatteva, popolo contropopolo, la grande tenda era l'unica oasi dipace: lõÁ sotto convivevano armonicamente et-

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nie diverse. Era l'unica casa comune, il sim-bolo dell'unione fra i popoli.

Se vogliamo, dunque individuare un primovalore del circo, questo eÁ senz'altro nel suoassorbire elementi diversi e armonizzarli inuna sintesi suprema: quella dell'arte, del-l'arte che nasce spontanea dalla potenza edalla forza del corpo.

CosõÁ, il circo diventa immediatamenteesaltazione della natura, della sua forza crea-trice che ha nell'uomo la sua piuÁ splendidaespressione.

E, senza tabuÁ e paure, possiamo affermareche, proprio sotto la tenda, si celebra l'u-nione dell'uomo con la natura, attraverso ilcontatto con gli animali.

Rivisitiamo, cosõÁ, il circo in chiave ecolo-gica. La tecnologia riduce la confidenza conla natura. Certo ben venga il progresso tec-nologico, ma se vogliamo trovare degli spazimetropolitani che abbiano il sapore e l'odore,per cosõÁ dire, della natura, dobbiamo guar-dare nell'arena del circo e gustare lo spetta-colo che uomo e animale ci offrono.

La complicitaÁ assoluta, l'intesa, la fiducia,l'affetto. C'eÁ una comunicazione continua,giocata: la pazienza e la disponibilitaÁ del-l'uomo stemperano la ferocia dell'animale.

Tecnologia e natura sono due mondi chedevono correre parallelamente: l'una nonpuoÁ escludere l'altra, neÁ tanto meno imporreil suo predominio. Si deve tentare una coesi-stenza delle due realtaÁ. Nella societaÁ tecnolo-gica, lo spazio dato al circo saraÁ uno spaziodato alla natura. Attualmente, eÁ uno spazioche il circo difficilmente trova: oltre che ma-terialmente, per indifferenza delle Istituzioni.

Andare al circo non eÁ come andare allozoo: il rapporto con l'animale non eÁ passivo.Anche il circo conserva, anche il circo puoÁessere considerato come un museo della na-tura. Ma non eÁ solo questo: eÁ l'uomo chesi offre all'animale. E viceversa.

Non vogliamo che un giorno i bambini di-cano: «C'erano le tigri, c'erano gli elefanti».Dovranno sempre esserci, per non sottrarre aifanciulli il piacere di scoprire quel mondo.

Non dovraÁ mai piuÁ accadere che un bambinocui eÁ stata regalata una tartaruga, cerchi dismontarla per cambiarle le pile.

Per questo, sostenere il circo non eÁ sempli-cemente sostenere una certa forma di spetta-colo: se non fosse esistito, bisognava inven-tarlo. E garantirlo, proprio in nome della sal-vaguardia dell'ambiente. In questo mondo distalle a batteria, di mangimi sintetici, di ma-nipolazioni genetiche e di surgelati, nulla ciappare piuÁ naturale del circo, laÁ dove si com-pie l'unione fra i popoli diversi e fra popoloe animali. Molti ecologisti forse eÁ proprioquesto quello di cui non tengono conto.Hanno perso di vista la storia: per questo ilpunto finale del loro agire non eÁ chiaro.Ma chi contesta la naturalitaÁ del circo,esprime un giudizio astorico.

Il circo eÁ presidio vivente; le esibizioni, lostrumento attraverso cui si esplica la sua fun-zione educativa e pedagogica. EÁ un grandecontenitore di linguaggi diversi mirabilmentetradotti dal forte senso di comunicazione tra ipopoli. Il circo eÁ piuÁ dell'Europa. E non eÁtutto. Il circo eÁ zingaresco, nel senso piuÁpieno e piuÁ bello del termine. EÁ libero, er-rante, cittadino del mondo intero. EÁ allegroe fantasioso. Qualche volta mostruoso,quando l'abilitaÁ umana, sempre espressionedella forza e della potenza della natura, con-sente di compiere esibizioni e trasformazionial limite del possibile, testimonianza cheniente nel circo viene lasciato al caso.

Tutto eÁ frutto di esercizio e ragionamento.E questo eÁ sinonimo di professionalitaÁ. Nonsolo.

Di recente, anche un abusatissimo luogocomune: per indicare grandi avvenimenti siutilizza il termine «circo». Positivamente,ma purtroppo anche negativamente. Il circo,insomma, eÁ presente nella nostra culturasotto molteplici aspetti.

Ma niente ha a che fare il vero circo,quello di cui stiamo parlando, con la ferociae la crudeltaÁ che certa letteratura gli ha attri-buito. Prendiamo il circo del Pinocchio diCollodi: eÁ un mondo di imbroglioni, di so-

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prusi, di cattiverie. Uno spazio pauroso incui sarebbe meglio non avventarsi. Se vo-gliamo, eÁ un paradosso. Eppure ha in partecondizionato la fortuna del circo.

Ma il circo non eÁ un luogo infido. Tutt'al-tro. Rapportato all'artista, eÁ un laboratorio incui la fantasia dell'uomo si sbizzarrisce. Ri-ferito agli animali, diventa una nuova arcadi NoeÁ. Nel circo l'animale eÁ protetto, eÁamato. Ed ogni etnia ha un suo specifico rap-porto con le specie animali, di intesa partico-lare. Infatti, nel circo il rapporto con gli ani-mali eÁ molto particolare: gli animali vengonoumanizzati, sia negli accessori e nelle barda-ture, sia nei gesti che vengono addestrati acompiere. Nel passato era classica ad esem-pio la scimmia vestita da umano, con gli oc-chiali ed i pantaloni, che compie gesti tipica-mente umani, ridicolizzando l'homo sapiens

e annullando idealmente la differenza tra lasua specie e la nostra. E similmente, gli spet-tacoli piuÁ irresistibili erano quelli in cui i ca-valli arricciavano le labbra come se scop-piassero a ridere, e gli orsi si rifiutavano diobbedire percheÁ attratti da qualche bella ra-gazza del pubblico e cosõÁ via: numeri del ge-nere ci ricordano, molto piuÁ palesemente diquanto faccia la teoria darwiniana, che infondo la distanza tra l'animale e l'uomonon eÁ poi cosõÁ accentuata, e che eÁ facileper noi umani esibire un comportamento ani-male, esattamente come questi animali am-maestrati ci dimostrano con la loro somi-glianza con noi. Oggi il circense ha superatotutto questo e ha stabilito un rapporto piuÁ di-retto e confidenziale con l'animale, seguendonell'ammaestramento quello che eÁ piuÁ con-sono circa le abitudini e la natura stessa del-l'animale.

Ma la grandissima considerazione che icittadini delle grandi tende hanno per gli ani-mali, troppo spesso si scontra con realtaÁ dif-ficili. Il desiderio di tutti i circensi eÁ quellodi superare le attuali strutture. Si tratta dispazi troppo stretti per consentire agli ani-mali una vita comoda. Bisogna trovare unanuova possibile dimensione.

EÁ solo un problema di spazi, che peroÁ af-fligge quanti nel circo vivono, giorno dopogiorno, con gli animali. Affligge percioÁ tutti.

E non eÁ un problema solamente italiano: lasituazione eÁ comune a tutti i Paesi industria-lizzati. EÁ lo Stato che deve provvedere. L'i-potesi eÁ quella di costruire, nei grandi centriurbani, grandi spazi per il circo ed i suoi ani-mali. Una sorta di parco-circo in cui tigri,elefanti, leoni, pantere, cavalli possano vi-vere come in libertaÁ.

Tutto questo significherebbe tutelare e ga-rantire la conservazione del pianeta circo. Equindi la transnazionalitaÁ, la popolaritaÁ e letradizioni gelosamente custodite, insostitui-bile patrimonio culturale di un mondo decisoa non scomparire, e semmai a crescere ovun-que nel mondo.

Da qui eÁ possibile affrontare con organi-citaÁ la riforma degli strumenti giuridico-isti-tuzionali relativi alla organizzazione e pro-mozione della cultura e dello spettacolo cir-cense, ispirandoci a quei princõÁpi di qualitaÁ,di separatezza, di autonomia, di rispetto deiruoli. Vanno decentrate competenze, funzionie risorse alle regioni secondo regole di gra-dualitaÁ e bilanciamento, accompagnate danorme quadro che assicurino autonomia cul-turale e pari opportunitaÁ di accesso e parteci-pazione.

Il rifiuto di ogni logica assistenziale devetrovare riscontro in sistemi programmati diintervento dello Stato in coerenza con i prin-cõÁpi generali di riequilibrio culturale-territo-riale e di gestione che valutino l'efficienzae la produttivitaÁ, sostenute da agevolazionifiscali, da sovvenzioni e contributi solo inpresenza di specifici valori culturali.

Una riforma organica del settore necessitauna ridefinizione del nuovo assetto istituzio-nale e gestionale del circo.

Lo Stato e le regioni debbono esercitareunicamente funzioni di indirizzo, coordina-mento e controllo e non di gestione diretta.La cultura deve essere considerata comeuna risorsa anche economica e gli operatoridella cultura debbono godere di piena libertaÁ

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ed autonomia. Le finalitaÁ sono quelle diprovvedere alla tutela, alla valorizzazione,alla promozione ed allo sviluppo del patri-monio e della creativitaÁ culturale circensedel Paese.

Il ripensamento dell'uso del territorio, alfine di «raddrizzare» storture culturali perriorganizzare le funzioni ed i ruoli su questotema eÁ uno dei princõÁpi che il Governo devecondividere.

Occorre, quindi, operare una intensaazione culturale per far comprendere, specieal mondo politico, quanto sia necessario riap-propriare all'uomo tutte le culture che fannoparte dei vari momenti dell'esprimersiumano.

Mancando una analisi sull'immagine esulla funzione della cittaÁ, si fa torto a tuttocioÁ che appartiene alla cultura e alla civiltaÁdell'uomo.

Su questi temi si sono generati due feno-meni riduttivi:

a) il primo, che la cultura ecologicaviene confinata alla sola salvaguardia delverde dell'habitat immobilizzato;

b) il secondo, che la cultura ecologicaconsidera la cultura dell'uomo come estraneaalla cultura dell'habitat e cioeÁ nemica dell'e-sistente.

Eliminati questi due paradossi, significa ri-creare la reale dimensione culturale del-l'uomo.

All'attuale societaÁ non sono piuÁ sufficientile strutture esistenti, per di piuÁ regolamentateda norme concepite cento anni fa, e la fortedomanda determina un uso improprio deglispazi, non idonei alle mutate aspirazionidella massa.

La cultura del territorio, dopo i miti con-sumati delle varie ideologie illuministiche,positivistiche, marxiste e neo borghesi eÁsempre piuÁ vista come immagine della cro-naca quotidiana e della storia recuperatacomplessivamente nel fare dei cittadini.

Non vi eÁ, quindi, un problema di bacini didestinazione selettiva di classi di utenza ma

piuttosto la necessitaÁ di ritrovare, program-mando, i luoghi urbani commisurati alle va-rie tipologie, quelle di spettacolo, e alle pre-vedibili quantitaÁ di utilizzazione.

Quando si parla di spazi non si pensa, omeglio, non si dovrebbe piuÁ pensare a se-zioni mono-funzionali dello stesso spaziodella cittaÁ ma a organizzazioni programmatee finalizzate in cui entrino contestualmente ibisogni di ricontattare la natura, quelli diesprimere il pensiero civile e quello di utiliz-zare i processi tecnologici.

Una normativa organica sui luoghi di frui-zione che trae origine dalla crescita della do-manda di nuovi spazi per lo spettacolo edalle preoccupazioni in ordine alla conserva-zione e tutela di un patrimonio lasciatotroppo spesso in stato di abbandono. La nor-mativa da emanare dovraÁ provvedere cosõÁ astabilire standards obbligatori di spazi a di-sposizione delle iniziative e manifestazioniculturali, al cui interno saranno i comuni adefinire, con appositi piani, tutte le possibi-litaÁ offerte e quelle da organizzare ed attrez-zare.

L'uso degli spazi e dei luoghi da adibirealla fruizione dei beni e delle attivitaÁ cultu-rali dovraÁ essere oggetto di una regolamenta-zione organica che li ponga in relazione fraloro e con il territorio; i comuni con popola-zione superiore a 30 mila abitanti saranno te-nuti a redigere specifici piani comunali che,sulla base di standards obbligatori per la di-sponibilitaÁ di spazi destinati all'accoglienzadi attivitaÁ e manifestazioni culturali, tenganoconto delle potenzialitaÁ della domanda, delledisponibilitaÁ esistenti, dei nuovi interventi edella necessitaÁ di armonizzare la salvaguar-dia dei caratteri peculiari dell'ambiente conle esigenze di diffusione; i necessari inter-venti di sostegno dello Stato e delle regionidovranno assicurare condizioni di sicurezzae tutela sia del pubblico che dei luoghi, age-volando in modo particolare le azioni di rie-quilibro culturale sul territorio, il ripristinofunzionale dei locali e degli spazi ed aree di-smesse, l'adeguamento tecnico e funzionale

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con particolare attenzione alle innovazionitecnologiche, la diffusione, fra gli operatoriinteressati, della proprietaÁ immobiliare dellestrutture specializzate.

Nel definire gli interventi a sostegno del-l'attivitaÁ circense si dovraÁ provvedere allavalorizzazione della cultura nazionale, allaincentivazione della qualitaÁ, della ricerca esperimentazione, della promozione, dei nuoviautori, della semplificazione e omogeneitaÁdegli strumenti operativi, dei circuiti nazio-nali e regionali protetti.

Diventa improrogabile rompere vecchischemi e riformulare le categorie concettualiche hanno legittimato gli interventi dello

Stato nel campo della cultura e dello spetta-colo circense.

Si va sempre piuÁ diffondendo l'idea di de-finire una nuova politica culturale capace dicontrapporsi o almeno ridimensionare quel-l'economicismo che eÁ poi consumismo chein molti Paesi ha occupato l'intero orizzontesociale e condizionato l'azione della sferapolitica.

La nuova politica culturale significa con-cepire lo sviluppo qualitativo come progettoe la formazione culturale dell'uomo comefine. Significa riscoprire e valorizzare ilsenso dell'umano in ogni processo di svi-luppo.

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DISEGNO DI LEGGE

Titolo I

DEFINIZIONE DELL'ATTIVITAÁ

DI SPETTACOLO VIAGGIANTEE AUTORIZZAZIONE ALL'ESERCIZIO

Art. 1.

1. Il circo equestre, quale mezzo di espres-sione artistica e di promozione culturale, co-stituisce aspetto fondamentale della culturanazionale.

2. Sono abrogate le disposizioni dellalegge 18 marzo 1968, n. 337, e successivemodificazioni.

Art. 2.

1. Lo Stato, le regioni e gli enti locali ri-conoscono il valore delle attivitaÁ circensi, tu-telandone le diverse tradizioni, e ne promuo-vono lo sviluppo, con riferimento alle formeproduttive, distributive, di promozione e diricerca, secondo modalitaÁ di cooperazione fi-nalizzate ad obbiettivi di unitaÁ della culturacircense. Essi favoriscono la formazione pro-fessionale ed il ricambio generazionale delcirco equestre; assicurano la conservazionedel patrimonio storico del circo equestrecon la creazione di un museo; garantisconoe promuovono la sperimentazione e la ri-cerca, anche con riferimento ad aree culturaliparticolari, quali il circo senza animali e learene.

2. EÁ considerata attivitaÁ circense quellanella quale una impresa, sotto un tendonedi cui ha la disponibilitaÁ a titolo di proprietaÁ,presenta al pubblico uno spettacolo nel quale

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si esibiscono principalmente clown, ginnasti,acrobati, trapezisti, prestidigitatori, animaliesotici e domestici ammaestrati. Detta strut-tura, nel suo complesso costituita anche dapadiglioni, roulottes, automezzi o rimorchi,nei quali vengono custoditi animali, vienedenominata circo equestre. Sono considerate,altresõÁ, attivitaÁ circensi quelle che si svol-gono nelle arene all'aperto, prive di tendoni,ovvero al chiuso o in parchi permanenti, an-che in maniera stabile. Il carattere di mobi-litaÁ dell'attrezzatura non eÁ escluso dalla cir-costanza che la medesima sia collegata alsuolo in modo non precario.

3. EÁ fatto divieto ai titolari di circo eque-stre di utilizzare le attrezzature per altre atti-vitaÁ di spettacolo quali i teatri viaggianti e iteatri tenda, che sono regolamentati con altradisciplina.

4. Le regioni adeguano la propria legisla-zione ai princõÁpi espressi dalla presentelegge.

5. Restano ferme le competenze attual-mente riconosciute alle regioni con statutospeciale ed alle province autonome di Trentoe di Bolzano.

Art. 3.

1. Sono istituiti presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri ± Dipartimento dellospettacolo una commissione ed un comitato,ambedue consultivi.

2. La commissione eÁ costituita da novemembri, incluso il Capo del Dipartimentodello spettacolo, che la presiede.

3. Gli altri componenti sono nominati nelnumero di sei dal Ministro competente perlo spettacolo e gli altri due, rispettivamentesu designazione della Conferenza perma-nente per i rapporti tra lo Stato, le regionie le province autonome di Trento e di Bol-zano ed uno su designazione della Confe-renza Stato-CittaÁ ed autonomie locali. Essisono scelti tra esperti altamente qualificatinelle materie di competenza.

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4. ModalitaÁ di convocazione e funziona-mento della commissione saranno stabilitemediante apposito decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri, adottato entro no-vanta giorni dalla data di entrata in vigoredella presente legge.

5. Il Capo del Dipartimento dello spetta-colo puoÁ delegare, di volta in volta, un diri-gente del medesimo Dipartimento a presie-dere le singole sedute della commissione. Icomponenti della commissione restano in ca-rica due anni e possono essere confermatiper un ulteriore biennio.

6. Trascorsi quattro anni dalla cessazionedell'ultimo incarico, essi possono essere nuo-vamente nominati. Qualora un componentedella commissione venga nominato nel corsodel biennio, cessa comunque dalla carica in-sieme agli altri componenti.

7. I componenti della commissione isti-tuita sono tenuti a dichiarare, all'atto delloro insediamento, di non versare in situa-zioni di incompatibilitaÁ con la carica rico-perta, derivanti dall'esercizio attuale e perso-nale di attivitaÁ oggetto delle competenze isti-tuzionali della commissione stessa.

8. Il Ministro competente per lo spettacoloprovvede alla costituzione di un comitato peri problemi dell'attivitaÁ circense. Al comitatoper i problemi dello spettacolo sono attri-buite funzioni di consulenza e di verifica inordine alla predisposizione di indirizzi e dicriteri generali relativi alla destinazione dellerisorse pubbliche per il sostegno alle attivitaÁdello spettacolo.

9. Il numero dei componenti del comitatoper i problemi dello spettacolo non eÁ supe-riore a nove elementi, designati da partedelle organizzazioni sindacali maggiormenterappresentative e delle associazioni di cate-goria.

10. Le modalitaÁ di convocazione e di fun-zionamento del comitato saranno stabilitecon il decreto di cui al comma 4.

11. Del comitato fa parte il capo del Di-partimento dello spettacolo, che puoÁ dele-gare, di volta in volta, un dirigente del mede-

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simo Dipartimento a partecipare alle singolesedute.

12. Il comitato per i problemi dello spetta-colo eÁ presieduto dal Ministro competenteper lo spettacolo.

13. Sono abrogate, dalla data di entrata invigore della presente legge, le disposizioni dilegge regolanti le materie oggetto del pre-sente articolo.

Art. 4.

1. EÁ istituito presso il Dipartimento dellospettacolo un albo professionale dei direttoridi circo, delle attivitaÁ spettacolari con l'indi-cazione delle particolaritaÁ tecnico-costruttive,delle caratteristiche funzionali e della deno-minazione.

2. EÁ istituito il libretto tecnico, tipico diogni struttura in attivitaÁ, che certifica il cor-retto montaggio delle strutture e la loro di-slocazione da esibire ad ogni richiesta delleautoritaÁ preposte al controllo, dopo ognimontaggio.

3. Ciascun complesso circense deve avereuna sede legale ed eÁ individuato con una de-nominazione, approvata dalla commissionedi cui all'articolo 3, ed una classificazionedeterminata dall'attivitaÁ culturale proposta.

4. Nella individuazione della denomina-zione di cui al comma 3, deve essere tutelatoil marchio di impresa o di tradizione cir-cense, con divieto dell'uso di denominazionisimilari che possano determinare confusionenel pubblico.

5. Entro sei mesi dalla data di entrata invigore della presente legge, l'elenco dei cer-chi equestri eÁ redatto ed approvato con de-creto della Presidenza del Consiglio dei mi-nistri di concerto con il Ministero dell'in-terno, su conforme parere della commissionee del comitato di cui all'articolo 3. Il Dipar-timento dello spettacolo provvederaÁ periodi-camente all'aggiornamento dell'elenco.

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Art. 5.

1. Nel concedere la licenza prevista dal te-sto unico delle leggi di pubblica sicurezzaapprovato con regio decreto 18 giugno1931, n. 773, e successive modificazioni,l'autoritaÁ di pubblica sicurezza controlla al-tresõÁ che sia stata rilasciata l'autorizzazionedi cui all'articolo 6 della presente legge.

Art. 6.

1. L'esercizio dei circhi equestri inclusinell'elenco di cui all'articolo 4, eÁ subordi-nato alla preventiva autorizzazione del Di-partimento dello spettacolo, cui le impresecircensi dell'Unione europea possono inol-trare le domande su carta legale, sentiti lacommissione e il comitato di cui all'articolo3, ed in caso di parere difforme o negativol'AutoritaÁ responsabile del settore.

2. L'autorizzazione eÁ concessa previa va-lutazione dei requisiti tecnico-professionalidel richiedente e/o avente diritto.

3. Per ogni attivitaÁ il Dipartimento dellospettacolo rilascia all'esercente apposito con-trassegno che dovraÁ essere apposto perma-nentemente ed in maniera visibile all'esternodell'impianto.

4. L'autorizzazione eÁ definitiva e decadedopo due anni di inattivitaÁ continuata e percomprovate deficienze tecniche accertatedall'autoritaÁ competente.

Art. 7.

1. Le imprese dei circhi equestri di nazio-nalitaÁ straniera e non facenti parte dell'U-nione europea, che intendono esercitare inItalia l'attivitaÁ, devono richiedere al Diparti-mento dello spettacolo apposita autorizza-zione, specificando le caratteristiche delcomplesso, il numero e la qualifica dei com-ponenti, le localitaÁ e le date degli spettacoli.

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2. L'autorizzazione eÁ rilasciata, sentiti ilMinistero degli affari esteri, il Ministerodel commercio con l'estero e le commissionidi cui all'articolo 3, entro centoventi giornidalla data di presentazione della domanda.

3. La concessione del permesso di sog-giorno ai componenti il complesso eÁ subordi-nata al rilascio del nulla osta del Diparti-mento dello spettacolo fatte salve le disposi-zioni in materia concernenti la circolazioneed il soggiorno dei cittadini degli Stati mem-bri della Unione europea.

3. Resta salva la competenza del Ministerodel commercio con l'estero in materia di ri-lascio di autorizzazioni all'importazione dimateriali delle imprese dei circhi equestri.

Titolo II

AREE E TARIFFE

Art. 8.

1. Le amministrazioni comunali devonoemanare, entro sei mesi dalla data di entratain vigore della presente legge, un elenco eduna regolamentazione organica sull'uso deglispazi e dei luoghi da adibire alla funzionedei beni e delle attivitaÁ culturali; i comunicon popolazione superiore a 30.000 abitantisaranno tenuti a redigere specifici piani co-munali che, sulla base di standard obbliga-tori per la disponibilitaÁ di spazi destinati al-l'accoglienza di attivitaÁ e manifestazioni cul-turali, tengano conto della potenzialitaÁ delladomanda, delle disponibilitaÁ esistenti, deinuovi interventi e della necessitaÁ di armoniz-zare la salvaguardia dei caratteri peculiaridell'ambiente con le esigenze di diffusione;i necessari interventi di sostegno dello Statoe delle regioni, oltre che del comune e deiprivati, dovranno assicurare condizioni di si-curezza e tutela sia del pubblico che dei luo-ghi, agevolando in modo particolare le azionidi riequilibrio culturale del territorio, il ripri-

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stino funzionale dei locali e degli spazi edaree dismesse, l'adeguamento tecnico e fun-zionale con particolare attenzione alle inno-vazioni tecnologiche, la diffusione, fra glioperatori interessati, della proprietaÁ immobi-liare e delle strutture specializzate. L'areaprescelta dovraÁ essere vincolata per almenoquindici anni anche per l'attivitaÁ circense.

2. L'elenco delle aree comunali disponibilied attrezzate, preferibilmente nel centro dellecittaÁ, deve essere aggiornato almeno unavolta all'anno.

3. La concessione delle aree comunalideve essere fatta direttamente agli esercentimuniti dell'autorizzazione del Dipartimentodello spettacolo, senza ricorso ad esperi-mento di asta e con l'osservanza dei circuitiprotetti, di cui all'articolo 14.

4. EÁ vietata la concessione di aree, ancheprivate e demaniali, non incluse nell'elencodi cui al comma 1 e la sub-concessione, sottoqualsiasi forma, delle aree stesse.

5. Le modalitaÁ di concessione delle areesaranno determinate con regolamento delibe-rato dalle amministrazioni comunali comedisposto dal comma 1.

Art. 9.

1. Per le attivitaÁ circensi di cui alla vi-gente legge le imposte e le tasse di perti-nenza dello Stato, regioni e comuni, sono ri-dotte del 50 per cento, salvo condizioni dimaggior favore derivanti da convenzionicon l'ente locale.

Art. 10.

1. L'energia elettrica comunque impiegataper l'esercizio dei circhi equestri eÁ conside-rata ad ogni effetto, anche tributario, energiaper uso industriale, con riduzione del 50 percento sulla tariffa.

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Titolo III

CATEGORIE CIRCENSI E INTERVENTIFINANZIARI

Art. 11.

1. I circhi equestri si distinguono per illoro ruolo storico, per l'apporto culturale,per l'esperienza della stabilitaÁ e per l'origi-nalitaÁ dei progetti, nelle seguenti categorie:

a) circhi equestri di tradizione. I circhiequestri di tradizione per i particolari meriticulturali ed artistici acquisiti in campo nazio-nale ed internazionale, per la capacitaÁ e lastabilitaÁ dimostrata negli ultimi cento annidi attivitaÁ viene riconosciuta, da parte delMinistro competente per lo spettacolo, lapresenza in campo nazionale al fine di evi-denziare il rilancio dell'attivitaÁ circense ita-liana in campo mondiale, con contributi, age-volazioni e servizi. Il contributo complessivoeÁ pari a lire 6 miliardi, eÁ triennale ed equa-mente ripartito, rivedibile sugli standards ap-provati dalle commissioni ogni triennio, perun periodo di attivitaÁ non inferiore a ottomesi. I circhi equestri di tradizione devonoassicurare una propria significativa produ-zione di spettacoli circensi, che deve cam-biare almeno ogni triennio. Per la valuta-zione delle attivitaÁ dei circhi di tradizione,il Ministro competente per lo spettacolo co-stituisce, con proprio decreto, che ne regolaanche le modalitaÁ di funzionamento, un co-mitato consultivo per i circhi di tradizione,composto di cinque alte personalitaÁ della cul-tura. I circhi equestri che hanno contribuitoalla diffusione della cultura circense italianapossono trasformarsi in fondazioni ai sensidella normativa vigente e si identificanocon i seguenti:

1) circo Americano di Enis Togni;

2) florilegio di Livio Togni;

3) circo di Liana e Nando Orfei;

4) circo di Moira Orfei;

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5) circo Medrano della famiglia Ca-sartelli;

b) circhi di interesse nazionale. Il con-tributo complessivo per i circhi equestri eÁpari a lire 3 miliardi, rivedibile sugli stan-

dard approvati dalla commissione di cui al-l'articolo 3 ogni triennio, per un periodo diattivitaÁ non inferiore a sette mesi nel territo-rio italiano, che sono individuati secondo irequisiti fissati dalla commissione nel nu-mero massimo di sei imprese di notorietaÁ na-zionale e di particolare valore culturale;

c) circhi di ricerca e sperimentazione.Sono tutte le altre imprese circensi che peraccedere al contributo debbono presentarealla commissione un progetto di particolarevalore culturale, anche senza l'utilizzo dianimali. La selezione delle proposte avverraÁquattro mesi prima dell'inizio dell'attivitaÁ,che non dovraÁ essere inferiore a sei mesi diattivitaÁ. Di competenza dello Stato, secondogli standards stabiliti dalla commissione. Ilcontributo complessivo eÁ pari a lire 2 mi-liardi;

d) circhi regionali. Di competenza delleregioni nel numero massimo di uno, secondogli standard stabiliti dalla commissione.Ogni regione provvederaÁ al contributo daerogare compreso tra un minimo di 100 mi-lioni ad un massimo di 250 milioni determi-nato sulla qualitaÁ della proposta culturale esul numero delle giornate lavorative, non in-feriori a centoventi giorni. Lo Stato trasferiraÁper questa finalitaÁ alle regioni l'importo dilire 2,7 miliardi, restando a carico della sin-gola regione erogare la restante parte delcontributo.

2. Tutti i circhi equestri in attivitaÁ po-tranno richiedere alla commissione di esserequalificati in una delle categorie di cui allelettere b), c) e d), nel rispetto delle normestabilite.

3. Il numero minimo di addetti per svol-gere attivitaÁ circense con animali eÁ pari aventi elementi, mentre il numero di addetti

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per attivitaÁ circensi senza animali eÁ pari aquindici elementi.

Art. 12.

1. Per attivitaÁ promozionali si intendono lemanifestazioni e le iniziative, ivi comprese lepubblicazioni monografiche o periodiche,realizzate in Italia, tali da fornire al pubblico,attraverso i mezzi di comunicazione, dimassa o altre forme di comunicazione ognipossibile elemento idoneo a formare un'im-magine dell'istituzione circense tale da in-durlo a frequentare i relativi spettacoli. Lemanifestazioni, le iniziative ed i festival con-sistenti nella presentazione di numeri abitual-mente inclusi negli spettacoli circensi sonoconsiderate iniziative promozionali a condi-zione che non si svolgano nell'ambito diun complesso circense e non organizzate daoperatori di imprese circensi. Il contributoper tali attivitaÁ eÁ fissato in lire 400 milionil'anno.

2. In considerazione dell'alto valore arti-stico, culturale e propagandistico dell'artecircense assunto dalle manifestazioni aventicarattere di «Festival internazionale delcirco» viene stanziato ad ogni singola mani-festazione annuale un contributo iniziale di600 milioni l'anno, erogato dalla competentecommissione di cui all'articolo 3, con va-lenza triennale, rivedibile sulle indicazionidella competente commissione di cui all'arti-colo 3. Nell'erogazione di detto contributo sidaraÁ valore preferenziale all'attivitaÁ svoltacon tale denominazione da un periodo noninferiore a nove anni, continuativo con lasola sospensione di un anno.

3. Si intendono per iniziative assistenzialied educative le attivitaÁ di associazioni, entio istituzioni che concorrono al consolida-mento e allo sviluppo dell'arte e della tradi-zione circense mediante una opera di assi-stenza, formazione, addestramento ed inseri-mento nel settore anche di nuovi operatori.

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Un particolare interessamento da parte delloStato e della regione ospitante dovraÁ esseredato alla scuola di arti circensi di Cesenaticocon un contributo non inferiore a lire 900milioni annui, con valenza biennale, rivedi-bile sulle indicazioni della competente com-missione di cui all'articolo 3.

4. I criteri per l'acquisto, fino alla concor-renza del 75 per cento del valore della fat-tura quietanzata, di nuovi impianti per l'atti-vitaÁ circense devono indicare gli importimassimi di spesa ammissibili a contributoin relazione a ciascuna categoria di apparte-nenza dell'impresa circense. I contributi pos-sono essere concessi agli esercenti circensiche:

a) siano in possesso dell'autorizzazionevalida almeno da tre anni; abbiano effettuatol'attivitaÁ negli ultimi tre anni; acquistino im-pianti, macchinari attrezzature e beni stru-mentali nuovi di fabbrica e non usati. Perl'acquisto di carovane ad uso abitativo o rou-lottes, il contributo puoÁ essere concesso solodopo che siano trascorsi dieci anni dal prece-dente documentato acquisto. Viene costituitoun fondo pari a lire 1,5 miliardi, con valenzatriennale, rivedibile sulle indicazioni dellacompetente commissione di cui all'articolo3.

5. Contributi straordinari per danni conse-guenti ad eventi fortuiti. Possono essere con-cessi agli esercenti dei circhi equestri checomprovino di essere in possesso della rela-tiva autorizzazione, di aver svolto l'attivitaÁnel corso dell'anno precedente, di documen-tare l'evento fortuito nelle forme previste, ri-vedibili sulle indicazioni della competentecommissione di cui all'articolo 3. Qualoral'evento fortuito consista in un incendio, gliesercenti devono provare di aver contrattouna polizza di assicurazione con un massi-male che copra almeno il 25 per cento delvalore dell'impianto e/o delle attrezzature di-strutte o danneggiate. Per gli interventi di cuial presente comma di competenza dello StatoeÁ costituito un fondo di lire 400 milioni an-

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nue. Tale cifra puoÁ essere rivista, dopo treanni, sulla base delle indicazioni della com-missione di cui all'articolo 3.

6. Le imprese circensi che optano pertourneÁ all'estero, dovranno esporre, nel pro-getto triennale da presentare all'AutoritaÁcompetente, il programma di iniziative cheintendono sviluppare, la durata della perma-nenza all'estero e le localitaÁ che si intendonovisitare. L'esercente, per ottenere un ulte-riore contributo a valere sui soli trasporti do-cumentati via terra e Mare mediterraneo (an-data e ritorno dall'Italia al posto di debuttodel Paese straniero scelto), deve effettuare al-meno centoventi giornate di attivitaÁ sul terri-torio italiano. Viene costituito un fondo dilire 500 milioni anne, rivedibile dopo treanni sulla base delle indicazioni della com-missione di cui all'articolo 3.

Titolo IV

CIRCUITI NAZIONALI E REGIONALI

Art. 13.

1. La determinazione dei circuiti relativialle varie categorie dei circhi (cinque circuitiprotetti per i circhi di tradizione, sei circuitiprotetti per i circhi di interesse nazionale, icircuiti regionali e quelli di ricerca e speri-mentazione, e quelli relativi ai restanti com-plessi da scegliere nei comuni con popola-zione sotto i 30.000 abitanti) eÁ determinatadalla commissione e dal comitato di cui al-l'articolo 3.

Titolo V

CONTRIBUTI E FINANZIAMENTI

Art. 14.

1. Sulla ripartizione del fondo unico dellospettacolo eÁ prevista annualmente una quotapercentuale non inferiore al 2 per cento perle attivitaÁ circensi, per la promozione, per

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la ricerca e la sperimentazione, per il rinnovodei materiali danneggiati da eventi fortuiti.

Art. 15.

1. Il Ministro per lo spettacolo presenta alParlarnento ogni anno una documentazioneconoscitiva ed una relazione analitica sullautilizzazione del fondo unico dello spettacolorelativamente alla attivitaÁ del circo equestre.

Art. 16.

1. Eventuali contribuzioni documentate dachiunque effettuate a favore dell'attivitaÁ cir-cense sono detraibili dalle imposte nazionalie regionali.

Art. 17.

1. Il titolare del complesso circense devepresentare l'istanza di contributo non oltreil mese di marzo di ogni anno il Diparti-mento dello spettacolo si esprime sull'istanzadel contributo nel termine non superiore acentoventi giorni. Tutte le domande inoltratefuori dei termini non saranno accolte dal Di-partimento. Il contributo viene assegnato condecreto del Presidente del Consiglio dei mi-nistri, sentita la commissione consultiva dicui all'articolo 3.

2. Del contributo assegnato viene data co-municazione all'interessato.

Art. 18.

1. Alle imprese circensi destinatarie deicontributi previsti dalla presente legge pos-sono essere concessi acconti sino al 70 percento del contributo assegnato.

2. La liquidazione del restante 30 percento del contributo avviene ad attivitaÁ ulti-mata e a condizione che venga presentatala seguente documentazione consuntiva:

a) dettagliata relazione sull'attivitaÁsvolta;

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b) attestazione della SIAE dalla quale

risulti il numero delle rappresentazioni effet-

tuate e le localitaÁ visitate;

c) attestazione liberatoria dell'ENPALS

relativa ai contributi versati per il personale

dipendente;

d) dichiarazione di aver adempiuto al

disposto dei decreti del Presidente della Re-

pubblica 29 settembre 1973, n.600, e

n. 602, e successive modificazioni, relativi

all'accertamento e alla riscossione delle im-

poste sui redditi ed in particolare all'obbligo

della presentazione della dichiarazione dei

redditi da parte dell'esercente l'impresa e al-

l'obbligo dell'applicazione, nei confronti dei

dipendenti, delle ritenute di cui all'articolo

23 e seguenti del citato decreto n. 600 del

1973, e successive modificazioni, ed al loro

conseguente versamento alle competenti

esattorie;

e) dichiarazione relativa alle modalitaÁ di

pagamento prescelte;

f) autocertificazione e documentazione

per la richiesta della certificazione antimafia;

g) dichiarazione con firma autenticata

nella quale l'interessato attesti sotto la pro-

pria responsabilitaÁ che il rendiconto finale

delle entrate e uscite eÁ veritiero; elenco con

identificazione delle pezze di appoggio com-

ponenti il consuntivo e che tutti i documenti

giustificativi delle entrate e delle spese tro-

vano corrispondenza nei libri contabili tenuti

presso il domicilio fiscale; che sono stati

adempiuti gli oneri fiscali, previdenziali e as-

sicurativi.

3. Il Dipartimento per lo spettacolo deter-

mina in via generale, con proprio provvedi-

mento da emanarsi entro trenta giorni dalla

data di entrata in vigore della presente legge

e da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale la

documentazione che deve essere presentata

con le domande per la concessione dei con-

tributi.

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Titolo VI

ANIMALI

Art. 19.

1. I complessi circensi che utilizzano ani-mali sia domestici che esotici debbono alle-gare all'istanza un elenco degli animali pre-senti nel complesso circense, indicando laproprietaÁ, i dati segnaletici e lo stato di sa-lute di ciascuno di essi, che devono esserecertificati da un veterinario iscritto al proprioalbo professionale, il quale deve controfir-mare l'elenco per attestare la veridicitaÁ delledichiarazioni in esso contenute.

2. Gli animali presenti nel circo possonoanche formare oggetto di «mostra faunisticazoo» allestita dall'esercente in appositi padi-glioni, automezzi o rimorchi protetti dasbarre o da vetro, senza bisogno dell'appo-sita autorizzazione prevista per le medesimaattrazione inserita nell'elenco di cui all'arti-colo 4 della legge 18 marzo 1968, n. 337,purcheÁ tale mostra non sia completamenteavulsa dallo spettacolo circense e non si tra-duca in autonomo esercizio dell'attivitaÁ dellospettacolo viaggiante. Preferibilmente neigrandi centri urbani saranno destinati e alle-stiti grandi spazi per il circo e per i suoi ani-mali, con recinti e contenitori per gli ani-mali, forniti di acqua, luce e scarichi fognariper tutti i componenti il complesso circense.

Art. 20.

1. Presso il Dipartimento dello spettacoloverraÁ costituita una commissione per la tuteladegli animali dei circhi composta da novemembri, tre di nomina delle associazioni esindacati circensi, tre di nomina delle asso-ciazioni animaliste e due esperti, uno di no-mina del Ministro delle risorse agricole, ali-mentari e forestali, scelto nell'ambito del di-partimento preposto all'attuazione della con-venzione di Washington di cui al comma 3ed uno scelto dal Consiglio nazionale dellericerche (CNR), presieduta dal capo del Di-

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partimento dello spettacolo o da un funziona-rio da lui delegato di volta in volta.

2. Le decisioni e delibere della commis-sione saranno considerate valide qualorasiano votate con almeno tre voti di scartotra maggioranza e minoranza. La commis-sione di cui al comma 1 eÁ validamente costi-tuita quando sono presenti almeno cinquemembri della commissione, oltre al presi-dente.

3. La commissione di cui al comma 1 de-libera sulla stabulazione e sul trasporto deglianimali; sul blocco delle importazioni in Ita-lia di animali viventi minacciati di estinzionein applicazione della convenzione di Wash-ington sul commercio internazionale dellespecie animali e vegetali in via di estinzione(CITES) del 3 marzo 1973, di cui alla legge19 dicembre 1975, n. 874; sulla costituzionedi un anagrafe degli animali operanti neicomplessi circensi, sull'uso di animali esoticinon facenti parte dello spettacolo circense,tranne per quelli che non sono piuÁ idonei aproseguire le esibizioni per etaÁ od infortuni;sul divieto di trasportare, detenere ed impie-gare animali il cui trasporto ed uso sia in-compatibile con le caratteristiche fisiologichee biologiche dei medesimi come giraffe, ip-popotami, rinoceronti, uccelli rapaci e pri-mati di grossa mole; sull'obbligo, per gli ani-mali impiegati nello spettacolo, di struttureidonee atte a permettere una confortevolestabulazione durante le soste del circo (carrisdoppiabili o telescopici, gabbie montabili averanda o altri accorgimenti validi ad un ido-neo mantenimento degli animali; sulla predi-sposizione di idonee strutture di climatizza-zione per gli animali durante la stagione in-vernale; sul divieto di vendere a privati icuccioli nati in cattivitaÁ, a meno che nonvenga dimostrata la disponibilitaÁ strutturalealla detenzione dei medesimi da parte deipossibili acquirenti.

3. La vendita saraÁ subordinata alla autoriz-zazione della commissione di cui al comma2 e l'animale, compatibilmente con la specie,dovraÁ essere tatuato con numero di matricolaassegnato dalla stessa commissione.

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Atti parlamentari Senato della Repubblica ± N. 2472± 24 ±

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4. La commissione per la tutela degli ani-mali dei circhi dovraÁ disporre il controllo ditutti gli animali detenuti nei circhi, confron-tando la possibilitaÁ di mantenimento dei me-desimi ed il metodo di stabulazione. VerraÁposto il divieto di detenzione di animali aicirchi dei quali verraÁ dimostrata l'impossibi-litaÁ strutturale alla stabulazione dei mede-simi. Vagliando le singole caratteristiche diogni complesso circense, verraÁ stabilitaÁ la li-mitazione a determinate specie compatibilicon la struttura esaminata, o sancito il rela-tivo divieto. In caso di palese miglioramentodella struttura, altre specie potranno essereconcesse, come animali precedentementeconsentiti potranno essere vietati qualora lestrutture inizialmente visionate subissero pa-lese stato di degrado.

5. La commissione di cui al presente arti-colo, non oltre sei mesi dalla data di entratain vigore della presente legge, dovraÁ predi-sporre un dettagliato regolamento di applica-zione, contenente ben definiti parametri erapporti di valutazione in merito alla deten-zione degli animali in gabbia e a quelli sta-bulati nelle scuderie.

6. Il regolamento di cui al comma 5 dovraÁstabilire:

a) le misure minime nel rapporto ani-male/gabbia per gli animali trasportati neicarri, con particolare riferimento alla clima-tizzazione;

b) il metodo di trasporto e detenzionenelle scuderie, concernente l'obbligo del tap-peto di paglia;

c) ogni altro accorgimento atto a mi-gliorare la vita e l'attivitaÁ degli animali.

7. Il regolamento dovraÁ stabilire le san-zioni amministrative a carico dei titolari leimprese circensi che non si adeguerannoalla nuova normativa.