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SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 183a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO " MERCOLEDI 22 OTTOBRE 1969 (Pomeridiana) Presidenza del Vice Presidente SECCHIA, indi del Presidente FANFANI e del Vice Presidente GATTO INDICE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE IN GIU- DIZIO Presentazione di relazioni Pago 9939 CONGEDI . . . 9939 DISEGNI DI LEGGE Presentazione 9951 9939 Trasmissione dalla Camera dei deputati Seguito della discussione: «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1970}) (815); «Rendicon- to generale dell'Amministrazione dello Sta~ to per l'esercizio finanziario 1968}) (816): BUFALINI BUZIO 9965 9940 COMPAGNONI TRABUCCHI Pago 9942 . 9952 INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI Annunzio . . . 9978, 9980 Svolgimento di interrogazioni: PRESIDENTE BIAGGI . . NALDINI . SALIZZONI, l'interno VENANZI ZONCA . 9975 9977 9978 Sottosegretario di Stato per 9975 . . -9977 . 9974, 9976 PETIZIONI Annunzio . . . . . . . . . . . 9939 TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

SENATODELLA REPUBBLICA · 2011-03-07 · nomico esociale,glistanziamenti perinter-venti straordinari eperinterventi dispese pluriennali. Senato dellaRepubblica ~ 9941 ~ VLegislatura

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SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

183a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

"MERCOLEDI 22 OTTOBRE 1969(Pomeridiana)

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA,indi del Presidente FANFANIe del Vice Presidente GATTO

INDICE

AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE IN GIU-DIZIO

Presentazione di relazioni Pago 9939

CONGEDI . . . 9939

DISEGNI DI LEGGE

Presentazione 9951

9939Trasmissione dalla Camera dei deputati

Seguito della discussione:

«Bilancio di previsione dello Stato perl'anno finanziario 1970}) (815); «Rendicon-to generale dell'Amministrazione dello Sta~to per l'esercizio finanziario 1968}) (816):

BUFALINIBUZIO

99659940

COMPAGNONI

TRABUCCHI

Pago 9942. 9952

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Annunzio . . . 9978, 9980

Svolgimento di interrogazioni:

PRESIDENTE

BIAGGI . .NALDINI .SALIZZONI,

l'interno

VENANZI

ZONCA .

997599779978

Sottosegretario di Stato per9975

. . -9977. 9974, 9976

PETIZIONI

Annunzio . . . . . . . . . . . 9939

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1150)

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9939 ~

lS}!' SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

Presidenza del Vice Presidente SECCHIA

P RES I D E N T E. La seduta è aper-ta (ore 16,30).

Si dia lettura del processo verbale.

B ,o R S A R I, Segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta pomeridianadel giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi

P RES I D E N T E. Ha chiesto con-gedo il senatore Mazzarolli per giorni 2.

Non essendovi osservazioni, questo con-gedo è concesso.

Annunzio di disegno di leggetrasmesso dalla Camera dei deputati

P R E iS I D E N T E. Comunico che ilPresidente d«lla Camera dei deputati hatrasmesso il seguente disegno di legge:

«Assicurazione obbligatoria della respon-sabilità civile derivante dalla circolazionedei veicoli a motore e dei natanti» (895).

Annunzio di presentazione di relazioni

P RES I D E N T E. Comunico che, anome della 2a Commissione permanente(Giustizia e autorizzazioni a procedere), so-no state presentate le seguenti relazioni:dal senatore Follieri sulla domanda di auto.rizzazione a procedere in giudizio contro ilsenatore Poerio (Doc. IV, n. 5) e dal sena-tore Coppola sulla domanda di autorizza-zione a procedere in giudizio contro il sena.tore Bertoli (Doc. IV, n. 6).

Annunzio di petizioni

P RES I D E N T E. Si dia lettura delsunto delle petizioni pervenute alla Presi-denza.

B O R S A R ,I, Segretario:

Il signor Florio Attilio, da Firenze, chiedeun provvedimento legislativo inteso a tute-Lare la produzione. vinicola dei piccoli po-deri non compresi nella zona dei consorzidel Chianti. (Petizione n. 55)

La signora Beltramini Uda, da Udine,chiede che al disegno di legge n. 682 (nor-me sull'avanzamento dei sottufficiali dellaGuardia di finanza) ~ deferito alla delibe-razione della 5a Commi,ssione ~ venga ap-portato un emendamento inteso ad otte-nere la ricostruzione della carriera dei ma-rescialli capi dkhiarati idonei al grado supe-riOI'e e non promossi per mancanza di postivacanti. (Petizione n. 56)

P RES I D E N T E. Tali petizioni, anorma del Regolamento, saranno trasmèssealle Commissioni competenti.

Seguito della discussione dei disegni di leg-ge: «Bilancio di previsione dello Statoper l'anno finanziario 1970» (815); «Ren-diconto generale dell'Amministrazione del-lo Stato per l'esercizio finanziario 1968»(816)

P RES I D E N T E. L'ordine del gior-no reca il seguito della discussione dei dise-gni di legge: «Bilancio di previsione delloStato per l'anno finanziario 1970» e « Rendi-conto generale dell'Amministrazione delloStato per l'esercizio finanziario 1968 ».

È iscritto a parlare il senatore Buzio. Nèha facoltà.

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Senato della Repubblica ~ 9940 ~~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

B U Z IO. Il collega Garavelli del mioGruppo nel suo intervento ha fatto unachiara esposizione sui bilanci; mi limiterò,pertanto, nel mio breve intervento a faI ealcune considerazioni soprattutto sui residuipassivi ed attivi evidenziati dal collega Cùr~rias sulla tabella del Ministero del tesoro.

Ritengo anche doveroso ringraziare il col~lega De Luca, relatore generale sulla prevl~sione dell'entrata, che, sulla scorta dell'an~damento registrato negli esercizi precedenti,dal 1965 al 1969, ci ha dato la possibilità diavere elementi di giudizio sui risultati di accertamento e di incassi effettivi di ogni eser~cizio e, nella stessa relazione, ha dato unarisposta a molti quesiti che sono stati og~getto di interessante dibattito nella 'S' Com~ Imissione.

Importante è stata la parte III che riguar-da la riforma tr1butaria e regionale.

Il bilancio di previsione per il 1970 chiudela prima fase della programmazione econo-mica. Il prossimo ibilancio di previsione,quello per il 1971, segnerà invece l'inizio delsecondo piano quinquennale. Questo seCOll~do bilancio dovrà essere strutturato in fUll~zione degli obiettivi annuali e di quelli plu-riennali dello Stato in perfetta armonia conle norme programmatiche.

Con !'inizio del nuovo quinquennio si do~vrà cioè rispettare il piano e armonizzare ilbilancio in funzione delle previsioni di me~dio periodo, salvo correggerlo negli inevita-bili sfasamenti. Per il bilancio 1970 ciò nonè possibile e si deve constatare la fratturatra bilancio statale e programmazione eco-nomica, frattura che si allarga per la diffe-rente dinamica delle entrate e delle spese ri-spetto allo sviluppo del sistema economicoe di quello sociale.

Una più stretta aderenza del bilancio allelinee generali di politica economica di bre~ve periodo è quindi resa più problematica.Senza questa aderenza sono inevitabili glisfasamenti e anche i contrasti con la politi-ca monetaria che mira a difendere il poteredi acquisto interno ed esterno della moneta.

A misura che il bilancio statale si dilata,i pericoli ora lamentati diventano più gran-di e si può dire anche più certi, consideran-do l'efficienza o, meglio, !'inefficienZl) della

pubblica amministrazione nel suo comples-so. Il controllo delle Camere sull' operato del-l'Esecutivo diventa necessariamente menoefficace proprio quando questo controllù ècondizione indispensa:bile per il rispetto de-gli obiettivi dell'economia programmata.

Un fattore decisivo a questo riguardo èda indicare nella mole dei residui attivi edei residui passivi, che cresce di anno inanno per differenti motivi, ma che comun~que non può non richiamare l'attenzione delPotere legislativo. Salvo particolari cure, an-che con l'esercizio 1970 il fenomeno dei re~sidui attivi e passivi assumerà manifestazio-ni notevoli e tali da riproporre in tutta Uf-genza l'applicazione di nuove norme di con-tabilità e l'adeguamento della pubblica am-ministrazione ai compiti affidati dall'econo-mia di intervento, compiti che vedono lapubblica amministrazione incidere in misurapiù che notevole sulla formazione e sull'uti-lizzo delle risorse per usi produttivi e perconsumi.

Sulle cause del gonfiamento dei residuimolto è stato detto in precedenti occasionie nel corso dei primi mesi di quest'anno c'èstato un intenso lavorio in molti settori com-petenti per risolvere questo anno so e preoc-cupante problema.

È fuori di discussione il fatto che con ladilatazione delle cifre del bilancio si riscon-tri una dilatazione nella massa dei residui.Tuttavia dovrebbe sussistere un certo rap-porto giudicato tollerabile, considerato il ti~po di bilancio adottato dallo Stato. È que~

J sto rapporto che lascia preoccupati e richiama ancora una volta la necessità di impedi.re il gonfiamento dei residui che provoca dI-storsioni anche nella politica monetaria.

Quanto alle principali cause da eliminareperchè concorrono alla dilatazione dei resi~dui, possiamo indicare che dal lato dei re-sidui passivi concorrono, oltre alla dilata~zione delle cifre del bilancio, il tipo di bi-lancio in uso nel IPaese, !'incapacità dellapubblica amministrazione nell'affrontare inuovi problemi connessi allo sviluppo eco-nomico e sociale, gli stanziamenti per inter-venti straordinari e per interventi di spesepluriennali.

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Senato della Repubblica ~ 9941 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

Il bilancio in uso nel Paese, quello di com-petenza, determina automaticamente la for-mazione di residui passivi. Dovendo conser-vare questo tipo di bilancio non resta cheagire sulle altre cause, salvo ricorrere a par-ticolari accorgimenti in uso in molti Paesiindustrializzati, specia1mente in quelli dellaCEE, nei quali le autorizzazioni di spese nonutilizzate nell'esercizio sono, in linea gene-rale, e salvo modalità e limiti diversi, tra-sferite, attraverso il cosiddetto sistema di 'ri-porto, all'esercizio successivo, sommandosialle dotazioni di pertinenza della nuova ge-stione.

Quanto alla seconda grande causa dellaformazione e della dilatazione dei residuipassivi, che nell'insieme hanno raggiunto !'in-credibile dfra di circa ottomila miliardi dilire, occorre ribadire !'insufficienza dellapubblica amministrazione ad affrontare inuovi problemi, non più soltanto di control-lo e di garanzia dei diritti e dei paten, maanche di intervento effettivo nell'economia.

Lo Stato in cui ci troviamo ad operare fafronte, con leggi varate per altri scopi e conun' organizzazione che è stata approntata peraltri momenti storici, ad una espansione del-le spese che rispecchia, invece, istanze e mo-tivi politici nettamente differenti e che co-munque esigono un'attrezzatura ben più com-plessa, ben più dinamica e ben più affinatadi quella esistente.

Una conferma di ciò si ha dall'osservazio-ne della mole di residui passivi attribuiti aisingoli Ministeri, che lo sviluppo delle altreattività economiche ha chiamato a nuovicompiti per i quali essi non sono preparati.Tesoro, finanze, lavo:ri pubblici, agricoltu-ra, difesa e istruzione sono i Ministeri chevedono dilatare paurosamente i residUI pas-sivi di competenza della loro gestione.

La rimozione dell'effetto di questa causaè un problema di un certo periodo, perchèconnessa alla ristrutturazione della pubbli-ca amministrazione e dello Stato anche me-diante la costituzione di nuovi organi esecu-tivi, quali le «amministrazioni-aziende », o« agenzie di spesa» e più in generale, salvosempre la tutela dell'interesse e del denaropubblico, nuovi organi esecutivi con propriapersonalità giuridica, con propria capacità

di gestione e di lavoro, disciplinati da uninsieme di norme molto più snelle di quelleche valgono oggi per l'amministrazione sta-tale.

La terza causa di dilatazione dei residuipassivi riguarda l'espansione eccezionabdelle spese e i programmi di spesa plurien-naIe ed è connessa spesse volte ai tempitecnici di esecuzione delle opere. La rimozio-ne totale di questa causa appare quasi im-possibile, ma è attuabile una riduzione delsuo effetto mediante una ripartizione degUstanziamenti più aderente ai concreti tempidi realizzazione dei programmi e delle opere.

Quanto ai residui attivi, la cui dinamicasegue molto da vicino quella dei residui pas-sivi, si può dire che la parte principale è co-stituita da partite di carattere tributario,riguardanti introiti tributari iscritti in bi-lancio e in linea generale non incassati pervari motivi entro un termine ragionev;)le ditempo.

Accurate analisi ~ dalle quali è emersoche i residui attivi oscillano da un terzo allametà dei residui passivi ~ hanno escluso 1.1.

possibilità di far fronte con i residui attiviai residui passivi, dal che discende una mi-nore possibilità di funzionamento efficac~della politica economica e di un controlloparimenti ef,ficace e connaturato al pianoquinquennale da parte degli organi legisla-tivi.

Anche per i residui attivi si deve chiama-re in causa l'efficienza degli apparati del-l'amministrazione statale, soprattutto quelladegli uffici finanziari. La tempestiva rISCOS-sione e il pronto versamento dei tributI rap-presentano un obiettivo non trascurabile peril conseguimento di una maggiore effi.~lenzadell'apparato pubblico, la quale ha riflessinel campo economico e lfinanziario non fossealtro per le tensioni inflazionistiche createdal ricorso alle nuove emissioni per i.o.suffì-cienza di cassa, per i costi dell'ammimstra-zione riguardo ad un indebitamento di bre-ve termine che potrebbe essere evitato.

Indubbiamente una maggiore efficienza inquesto campo può essere conseguita non sol-tanto con l'adeguamento degli uffici prep')-sti alle entrate pubbliche, ma soprattuttocon una riforma tributaria che, consenten-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9942 ~

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

do, tra l'altro, certezza del tributo e rappor-ti di fiducia tra cittadino e lfisco, eviti la for-mazione di nume.rosi ricorsi e appelli, liquali,oltre a creare stati di insoddisfazione, moledi lavoro, accomodamenti contrari all'inte-resse pubblico, provocano un danno alle fi-nanze pubbliche con il ritardo delle sommeincassate. Questo ritardo, che spesso devemisurarsi in anno, dà all'erario somme de-curtate da quel deprezzamento annuo dellamoneta conseguente alle politiche economi-che, in 11S'0nei Paesi industrializzati, di tipoinflazionistico.

Residui attivi e residui passivi, nonchèefficienza dei centri di raccolta e di eroga-zione del denaro pubblico, chiamano quindiin causa la pubblica amministrazione. Tut-tavia essi chiamano in causa anche gli orga-ni legislativi, cui compete la tutela degli in-teressi collettivi e quindi quel lavoro per lacreazione di nuovi strumenti, per rendere ef-ficaci i nuovi metodi, per approntare coe-renti iniziative e per varare adeguate rifor-me di struttura.

L'esame del bilancio dello Stato forniscea questo proposito una delle occasionI perprogrammare bene e per rispettare gli obiel-tivi e i tempi della programmazione.

Sono d'accordo anche sulla relazione delrelatore Fossa e pure mi auguro che col bi-lancio di previsione del 1970 si possa dareuna spinta per un nuovo equilibrio e perun accrescimento del livello dell'occupa-zione.

Attualmente, infatti, si registra una dimi-nuzione dell'aliquota degli occupati rispett3all'aumento della popolazione e si fa più ri-stretta l'offerta di lavoro per i giovani chesi apprestano a oercare una prima occup"-zione, anche se il sistema industriale potreb-be funzionare a più alti livelli occupazionali.

Per una programmazione economica cheaffronti ,riforme di strutture, risolvere glisquilibri fra Nord e Sud dovrebbe essereuno degli obiettivi principali da conseguirenel piano pluriennale 1971-75.

Non credo e non sono d'accordo che sipunti sulla limitazione dei salari; d'altra par-te la crescita della produzione deve far par-tecipare i lavoratori al miglioramento dei

contratti di lavoro sia sul piano normativache sul piano salariale.

Noi esprimiamo la nostra solidarietà :lilavoratori che lottano democraticamente perla ricerca di migliori condizioni di vita. Piùvolte abbiamo espresso l'avviso che le lottedel mondo del lavoro debbono suscitare ilpiù vivo rispetto per i traguardi sociali chesi propongono di raggiungere, eliminandoogni forma di provocazione; siamo però con-vinti che nelle lotte sindacali debbono essE'-re garantite le necessarie condizioni di li-bertà e di rispetto democratico indispensa-bili per una civile convivenza.

L'appello che facciamo alle varie particontrapposte è quello che nelle trattative siricerchino tutte quelle formule atte a por-tare ad una sollecita ed equa conclusionedelle vertenze, ricercando, in un dialogo se-rio e concreto, il raggiungimento delle giusteattese dei lavoratori nel contesto dello svi-luppo sociale ed economico del nostro Paese.

Nulla avrei da aggiungere a quanto giàdetto nella mia relazione sullo stato di pre-visione della spesa del Ministero delle par-tecipazioni statali. Ho già illustrato come lestesse si pongono sempre più come strumen-to insostituibile per la realizzazione del pro-gramma economico nazionale ed orientanolo sviluppo economico del 'Paese verso unamaggiore produttività e la massima utilitàsociale. (Applausi dal centro-sinistra).

P RES I P E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Compagnoni. Ne ha facoltà.

c O M P A G N O N I. S1gnor Presidente,onorevole Ministro, onorevoli colleghi, se èvero che l'esame del bilancio dello Stato èun momento importante delle scelte politi-che del Governo, ci sembra questa la sedemigliore per esprimere un giudizio sull' orien-tamento della spesa pubblica. Si tratta, a no-stro parere, non solo di giudicare la rispon-denza o l'adeguatezza della spesa agli impe-gni assunti, alle esigenze di sviluppo dei varisettori della nostra economia, alle cosiddet-te priorità, ma si tratta anche delle riper-cussioni che la politica economica del Go-verno ha nel Paese, nella realtà viva e ope-rante del nostro Paese. Nessuno può negare,

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Senato della Repubblica ~ 9943 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

a tal proposito, che l'aspetto più vistoso del-la realtà di oggi, della quale si discute am-piamente ormai in mezzo alle grandi massepopolari, è il preoccupante aumento del co-sto della vita. E poichè l'alimentazione nonmeno del costo delle abitazioni, di cui haegregiamente trattato il collega Maderchi,incide in misura assai rilevante sul bilanciodelle grandi masse lavoratrici e popolari, cisembra necessario discutere in questa sedela politica agraria del Governo; e ciò noi ri-teniamo debba essere fatto allo scopo di esa-minare se nell'economia generale del bilan-cio dello Stato lo sforzo che si compie a h-vore del settore dell'agricoltura ~ sulìa cuiimportanza credo non ci possano essere dub-bi ~ sia veramente adeguato e dal puntodi vista del volume della spesa e per quelle.>che riguarda gli indirizzi che vengono sc-gui ti.

Un primo dato, onorevoli colleghi, per quelche riguarda il 'Volume della spesa del setto-re agricolo: mettendo insieme gli stanzia-menti già iscritti al bilancio dell'agricolturae le somme accantonate del fondo global~noi ar,riviamo ad una cifra di 360 miliardiche rappresenta il 2,60 per cento, se confron-tato ai 12.825 miliardi di lire che costitui-scono la spesa complessiva dello Stato. Sb-ma quindi lontani dal 12 o 13 per cento cheè la percentuale con cui il settore agricolopartecipa al reddito nazionale; siamo lonta-nissimi dalla percentuale del 23-24 per centorappresentata dalla popolazione agricola sul-la popolazione italiana nel suo complesso.Siamo lontanissimi, onorevoli colleghi, so-prattutto dalle esigenze profonde della no-stra agricoltura che evidentemente non pos-sono essere considerate esigenze di caratte-re settoriale per i collegamenti, per le con-seguenze, per le connessioni che queste esi-genze hanno sull'intera economia del nostroPaese.

Per quel che riguarda gli indirizzi dellaspesa pubblica in agriooltura, mi pare cheil discorso possa essere molto più rapido,perchè qui ci troviamo veramente di frontea risultati nettamente negativi. Lo stesso re-latore di maggioranza, nell'esprimere il pare-l'ere favorevole della Commissione agricohu-l'a sul bilancio dello Stato, ha dovuto scri-

vere che «in un momento in cui l'agricul-tura italiana denuncia gravi djf,ficoltà per as-sicurare ai suoi addetti un adeguato miglio-ramento del tenore di vita e per reggere allaconcorrenza delle agricolture degli altri Pae-si, la Commissione ritiene che gli sforzi deiproduttori agricoli, specialmente dei picco-li, debbano essere sostenuti con un più deci-so, ampio e qualificato impegno. In partico-lare la Commissione è unanime nel ravvisar~la necessità di dar vita, attraverso specifi-che iniziative di legge, al rimpinguamellto de-gli stanziamenti previsti dalle leggi specialiin atto e comunque iscritti nel bilancio ».

Secondo noi il discorso deve essere appro-fondito in questa sede, discutendo il bIlan-cio generale dello Stato, per un ripensamen-to, per un riesame generale e rigoroso di tu~-ta questa scottante materia.

Perchè, a nostro avviso, è importante e ur-gente questo esame? Perchè quello dell'agri-coltura è uno dei nodi fondamentali dell'eco-nomia e della società nazionale, perchè noici troviamo di fronte a problemi vecchi dquali si sono aggiunti i nuovi problemi chesi sono intrecciati fra loro e che fanno giun-gere al pettine ogni giorno di più nodI chedevono essere sciolti, perchè qui si manife-stano le maggiori contraddizioni che sonoaddirittura macroscopiche, perchè qui leinadempienze del Governo, di tutti i Governiche si sono succeduti in questi anni nel no-stro Paese, sono infinite, con conseguenze diuna gravità eccezionale. Ad esempio, l'eso-do' dalle campagne di tutte le regioni del no-stro Paese, ma soprattutto del Mezzogiorno,crea situazioni gravissime sulle quali mi pawre che tutti concordino; tale esodo deter-mina vere e proprie disgregazioni sociali edeconomiche e ~ come è stato già afferma-

to autorevolmente ~ esso ha già spezzatoin alcuni settori, con conseguenze forse irre-para!bili, l'equilibrio terra-uomo e la situa-zione è divenuta irreversibile, come si diceoggi.

Per un Paese come il nostro ci sembrache tutto ciò sia non soltanto grave, ma ad-dirittura delittuoso: si guardi, onorevoli co~-leghi, ai problemi della montagna, della col-lina, cioè ai problemi di settori che rappre-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9944 ~

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

sentano il 79 per cento della superficie agra-ria totale del nostro Paese.

Eppure ci troviamo, dopo un vuoto legisla-tiva che dura armai da tempo, di fronte aduno stanziamento di 20 miliardi ,che è cosaassolutamente irrisoria. Si guardi allo sta~

tO' dei baoini mantani, si guardi ai terreniagrari in stato di abbandono, per mancanza,di cantadini, si dioe. E si tratta di terreni la

cui superfide è già oggi valutata altr,e 3milioni di ettari. Si tratta di un fenomeno,onorevoli call~ghi, che si riscantra ,soQ)rat-tutto neLle zone a mezzadria; e sul mativa,per ,cui i mezzadri sono andati via albban-

danando le terre mi (parle che nan vi dovreb-bero essere dubbi. E mi (pare che nan ci vo-glia maMa (per ricercare qui rprecise respon-sabilità del Governa che non ha valuto at-tuare quelle rifor,me che erano una s(peran-,za per milioni di contélJdini e che n0'n son0'

state realizzate !per precise scelte operatedalla Dem0'crazia :cristiana, dal suo gruppo,dirigente, dai vari Governi del nostro Paese.

Si guardi a tutto ciò e si cer,chi diaoqui-'sire consapev0'lezza non s0'ltanto delrar~retratezza, della depressi0'ne ecanomica, del-l'abbandano di tali zone, ma della minac~cia incombente che ne deriva non sola perla montagna, n0'n sola per le :wne che han-no (più urgente bisogno di interventi ade-!guati \per la difesa del suala, ma anche perla pianura, per gli stessi limpianti indu-striaE, per le stessle nastre ,città.

La tragka alluvi0'ne di Firenze ,che com-mosse 11 mondo, il ri[petersi sempre più fre-quente di alluviani con IC0'nseguenze di vol-ta in vol,ta Q)'Ìù r0'vinase sembra che nonabbiano insegnato nulla ai raPipresentantidel G0'verno. È stato detto es(plicitamenteche in molte zane, soprattutto di monta-gna, «ora manca la vigilanza dell'uomo e

la f0'rza ddla natura ha ripreso il sorprav-

ventO' », che è indispensalbile «la presenzain montagna dell'u0'ma che vigila sulla con-servazione dei valori ambientali ed in ipri-ma luogo del suala ». Tutto questa è stataaffermato da autarevoli espanenti della tec~nica. Ed è vero, anorevoli co1>1eghi, iperchè,solo l'uomo con la sUa volontà, con la ,sua

forza e con la sua intelligenza può affran-

tare questi [proiblemi e (può contribuire inmodo determinante alla difesa di quei va-lori e del (patrimanio naz'ionale.

Ma se è vero tutto questa, che cosa è statofatto per aiutare l'uomo a rimanere in de-terminate zone fra le più arretrate, tra le!più de\}Jr:esse, dove ,le ,condiziani di vita so-no le peggiori? È stato affermato ancorache l'abbandono della terra sta dando aggi

~ leggo ,testualmente ~ una rÌtspasta dura

all'illusione che J'HaHa avrà un giorno lasua agricoltura cO'ncentrata nelle pianuree ,che la di:fesa del ,suolo incomincia in mon-tagna. Malte altre cose, certamente interes-santi, sona state affermate. Ma è difficileresistere, onorevoli colleghi, alla tentazione

di ,mettere a canfronto questi rkonosC'Ì-menti ,con le affeI1mazioni e con lIe [posizioni,che sO'na state di volta in volta espresse daautarevoli r3:jppresentanti dei vari Governi.Ricordo la serrata polemica con l'onorevoleRumor ~ quando era Ministro dell'agri-

'Coltura ~ ~l quale sosteneva con una con-

vinzione profonda che l'esodo era salutareper alleglgerire il >peso umano ritenuto in-sopportabile nelle campagne e che pertanto

era da considerarsi fisiologko. Ed ancorain occasiane della sua dkhiarazione di votosul piano verde n. 2, ,lei, onoiflevale callegaMedici, nO'n ha farse sostenuto con argo-

menti che naturalmente erano apprezzabili,almeno dal suo punto di vi,sta, che era indi-spensabile neJla nastra situazione cancen-trare gli investimenti su 10c12 mila ettaridi territori0' nel nostro 'Paese?

M E D I C I. Dieci a dodid milioni.

c O M P A G N O N I. Ha ra:gione, Jaringrazio della precisazione. Ebbene, questeaffeI1maziani che io ho rilevato dalla rivistache lei dirige e che ,ci ha invia to ~ e (per

questo la ringrazio ~ dim0'strano che ciò èprofondamente sbagliato.

Ci sono Ipoi tanti altri autorevoli coUeghi,che hanno tearizzato sulla necessità di que-st'esodo anche se essi credo non lo volesserocosÌ ,tumul tuoso come in effetti si è mani~festato.

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Senato della Repubblica ~ 9945 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

Presidenza del Presidente FANFANI

(Segue C O M P A G N O N I). Ma oggila cosa che ,più ci interessa nan è tanto lapolemica cO'n le pO'sizioni che i nostri cal-leghi della Democrazia cristiana dai banchidel Governo o dai baThchi della m3iggioran-za hanno sastenuto negli anni iPassati. Oggila cosa .che più ci interessa è che, malgradol'autocritica a livello tecnicO' su questi pro~bl:emi importanti, il Governo non si adegua,non sembra consapevole delle canseguenzegravissime delle sue scelte, ma si limita aregistrare gli eventi. Come del resta fannogli onorevoli ministI1i Caron e Colombonella relazione previsianale e prorgrammati~ca quando iParlano di un rilevante esodo del-l'a:gricoltura cui si è a~ggiunto di recenteun certo deflusso di forze ,di lavaro dal-le attività terziarie, quando predsano an-cora che, ,di fronte ai 170 mila nuovi !pastidi ,lavoro che dovrebbero risultare nell'in-du~tria e nel settore delle castruzioni, si èavuta una riduzione di 200 mila unità nel-le attività terziarie che si aggiungO'no adaltre 200 mila unità lavorative che nel corso.dell'annOi vengO'no meno all'agrÌrcOiltura .

Dunque, nO'nastante il grido di aMarme}',esodo oontinua a mettere in pericolo im-portanti regioni del nostro Paese. Anzi su,di essO' si tearizza ancora. Sappiamo chenon si tratta di un trasfertmentO' di lavora-tari 3igricoli in altri settari e dò risultachiaramente dalla relazione iPfelvi,sionale al-Ila quale ho fatto appena rifedmento. D'al-tra parite lo hannO' dimostrata tutti i coHe-ghi che hannO' parlato ,in quest'Aula sul ibi-lancia, mettendO' in evidenza l'insufficienzadei ,pasti di lavora, l'iThddenza notevole del-l'emigrazione versa l'estero e citandO' la si-tuaziane spessa drammatica di iilll,portantiregi ani per quel che rtguarda la disoccu-iPaziane.

Tuttavia la realtà è che Il'esodO' viene in-centivato, pel'chè casì vuO'le O'ggi il pianaManshoIt, il grande piana «agricoltura1980» di .cui si parla ormai da mesi.

Il,piano Mansholt non è stata aThcora ap~provato, non è ancora una legge dello Stataitaliano. Ma ciò nonostante ,si 3iPplica, e siaplplica sempre contra di noi, cOlme del re~sta ,dimostrano abbandantemente, onorevo-li coMeghi, i regolamenti comunitari chehannO' trovato Cljpphcazione per i diversisettad prOlduttiv,i, che nan hanno mai tute-,lato sufficientemente i produttari agricO'lidel nostro Paese. Dunque il piana ManshO'ltsi applica. Anche se non abbiamO' avuto ilmodo di fare neanche un dilbattito nè in,Commissione nè in Aula per conoscere .npensierO' del GovernO' su questa piano tan~

tO' ,contrastato ,e taThto discusso fuori delleAule parlamentad, s3iPpiama Iperò (lo ab~ibiamo alPlPreso daMa stampa) che è inizia-ta <l'alperaziO'ne macellazione muoche, adesempiO'. Cosa si vuole raggiungere canquest' operaziane di macellazione forzata di,centinaia di migliaia di mucche, in Italia ein altd Paesi eurOipei?

Leggo dal puntO' 12 del memorandum,

dO've si afferma: «La IproduziO'ne di latte,che rappresenta iCÌnca il 20 per centO' dellaIprOlduzione finalle della Comunità, è con-centrata nelle IPiccale aziende ». Ciò sembragià ,di Iper sè un delitto. « Nella Comunità ol-tre 1'80 'per centO' ,dei detentari di vacche nepossiedono al massimo 10» (eccO' un'altragravissima colpa) « e di questi i due terzi nonne possiedono più di cinque. Su altre quat-tro milioni di allevatori ,di vaoche da laHe,soltanto 75 mila ne hanno [più di 20».

Pertanto, aLla luce di queste considera-zioni ~ dice il signor Mansholt ~ dobbia~

mo macellare 500 mtla mucche nel 1969 enel 1970. Ciò per accelerare la riconversio-ne (come si legge al paragrafo 20 di questO'memorandum). Ma, onorevoli colleghi, nan

avevamO' sostenuto quaLche anno addietroIche era necessada la riconversiO'ne delle'COllture agricole? Che Ibisorgnava abrbanda~nare le ,colture cereabcO'le per sviluppare gliallevament'i, ,la zootecnia? E oggi arriva il

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Senato della Repubblica ~ 9916 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO'STENaGRAFICa 22 OTTOBRE 1969

signor Mansholt il quale dice che bisognamacellare 500 mila mucche nel 1969 e nel1970. Ma questo non basta per {( un equilibriotra la produzione e la domanda» come pre-cisa il memorandum stesso, {( ciò che implicain [particalare che il ipatriu:nonio di 'Va,ochelattifere sia ridotto nei prossimi 5 anni di 3milioni di unità )}. Questa è, dunque, la guer-

ra contro le vacche in tutti i Paesi del Mer-,cato comune europeo, [per organizzare aspese della collettivttà stalle con non menoidi 40.60capi hovini, cioè per dar vita a quel-la ohe io cvedo passa essere definita unaspecie di carparazione chiusa degli alleva-tori selezionati, s'intende, che sia in gradodi tenere i pvezzi quanto più possibile ele-vati.

Onarevali colleghi, che interesse abbiamonoi ad incentivare la distruzione di un talepatrimanio? Io voglio fare una domanda air3iPQJresentanti del Governo: chi li ha auto-rizzati ad accettare la traduzione in pratica,di quesÙndirizzo, ad incentivare la macel-lazione di queste mucche, che tra faI traIcasta denari al,Io Stato italiana, perchè inparte sarà p3Jgata con i fondi della Comu-nttà, ma in Iparte dovrà essere pagata dalGoverno italiano? E ci metterete ancora unavolta di fronte al fatto compiuto. Verretequi dopo che avrete già attuata in praticale 'Vostre deoisioni e chiederete una ratificadal Parlamenta. Non è questo forse un al-tro mado per svuotare le istituzioni !parla-mentari, per offenderne il prestigio, per scre-ditarle? E la domanda ci ,sembra pertinentenon sola perchè noi cansideriama questaoperazione delittuosa, ma soprattutto !per-cilè è necessaria una risposta chiara aUadomanda che io Iprima formulavo; perchènon possiamo aocettare la pratica del fat-to compiuta, che deve essere res!pinta nel-!'interesse stesso del Parlamento, !per lasua ,sovranità.

Per quanto riguarda il merita di una talescelta, la validità di queste apemzioni, sidice: bisorgna distruggere le vacche da latteper incentivare la produzione di carne. Ono-revoli calleghi, è necessario chiederci, comemi Iparesi sia chie~to anche il collega Scar-daccione in una conferenza sul piano Man-shalt: la carne con che cosa si pvoduoe?

Non ci voglionO' forse i vitelli per produrre,carne? Per iprodune carne bovina, aLmeno,mi sembra che siano indispensabili i 'Vitellie mi ,sembra che, fina a prava contraria,questi vitelli debbanO' essere partariti dallemucche! Se vai distruggete questa patrimo-nio in che modo pensate di sostituirlo perfar fronte alle 'esigenze che sono già oggigravi e che aumenteranno ogni giorno dipiù?

Può aocadere, del resto l(e già la linea sirprofi,la abbastanza chiaramente), che lo stes-,so sistema trovi 3Jpplicazione per quelloche riguarda le aziende. Anch'esse sono trop-Ipe. Cantinuana ~ dice testualmente il si-gnor Mansholt ~ ad esseve molta imper-fette iperchè nella Comunità esistono sol-tanto 170 mila aziende 3Jgricale con oltre50 ettari. Questo è ritenuta assolutamenteinsufficiente e inadeguato.

Io 'Credo che il signor Mansholt, sulle cuiteorie e sulle cui esperienze io nan ho ele-menti di giudizio, possa anche sostenereuna tale propasta. Ma voi, anorevoli colle-ghi della Democrazia cristiana, potete ve-ramente accettare 3Jcriticamente una taleimpostaziane? Nan s1gnifica questa per voirinunciare al vostro passata di Ipartito con-tadino? Dove 'Va a finire J'az:ienda contadi-na nella realtà italiana, con un'agricalturacontadina? Nan Ipensate alle pIaghe degliStati Uniti: voi SJpesso sagnate l'Americaed ahri Paesi, altre ,s.ituazioni quando par-late di azienda casiddetta effidente, quandoparlate di dimensioni aziendali; si deve pen-sare invece alla realtà italiana! Dove va afinire tl'azienda contadina se queste sceltevanno avanti?

M A R C O R A. Ci sono anche i kokhoz.

C ,o M P A G N ,o N I. Quella dei kol-choz è un'altra situazione, un'altra realtà,un'altra arganizzazione. Ad ogni mo,do leipuò fare, coHega, tutte le critkhe che !Vuo.le all'impostazione dei kolohoz, ma di unacosa può essere certo: che lì non c'è il pro-lfitto capitalistico,.

P RES I D E N T ,E. Panliamo del~l'agrkoltura itaLiana.

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Senato. della Repubblit,a ~ 9? ~i ~ V Legislatura

183a SEDUTA (po.merid.) ASSEMBLEA. REsacaNTa STENaGRAFICa 22 OTTaBRE 1969

M A R C O R A. Queste sono esigenz1edell'agrioaltura italiana, esigenZie dell'incar~paramento, che è un fatto positivo.

c O M P A G N O N I. E un rprobJeanache si risolve con le forme assOlciative, noncon la creazione di aziende individuali che,ripeto, nella realtà italiana, con tali dimen-sioni, non ,potrebbero ,che essere aziende di

tÌ!Po ,caiPi,trulista.Ebbene ,se queste sono le iIl1(postaziond,

se questo è il \piano Mansholt, se questo èil progetto '80, dove andranno, dove trovecranno oc,cupazione i contadini se la realtàdella diso,c,cupazione è ancora queLla <chevien fuori ,dai documenti ufficiali, dalle ci.fre, dalle statistiche? Nessuno IPUò dirlo,. Eallora mi sembra che o,CCOHa dSlPonderein modo chiaro e preciso che ,si deve dire dino a quest'im,postazione. No, onorevoli col~l~ghi, lPerchè il problema dell'agricolturanon si risolve ,con una SOTrta di riformaagraria alla ,rovesoia.

Il problema \per noi ancora \più iIl1(portan.te, doè quello della remunerazione del la.varo contadino, non Isi garantisce con lapOllitica dei prezzi. Del resto anche Mansholtha dorvuto ammetterlo quando ha scritto:«con angosda ,crescente ogni agricoltoresi domanda oggi cosa gli ,r,iserva l'arvveni.re» e quando ha affermato ancora che «letensioni accumulate rischiano di dare luo.go ad un'esplosione e di infrangere il cir~colo vizioso in ,cui si dibattono ». Infattinemmeno li coltivatori accettano più iPassi.vamente le iII1jpostazioni di politica agrariache si rÌ!Per,cuotono negativamente, con ri~sultati spesso deleteri, sul loro reddito, sul~le 10lro condizioni di esistenza.

Ci trovliamo quindi di fronte ad un giudi.zio severo che mette in discussione diedanni di iPolitj,ça comunitaria. Perchè maiallora, onorevoli colleghi, doiPo quest'ana,u.si, <con i risultati ai quali gunge lo ,stessoIMansholt, le sue rj,çette dovrebbero essereiDlfallilbili (per il futuro?

Il [pro,blema a nostro avviso si deve a,f~frontare non sOllo attrav,erso le riformestrutturali in agricoltura per il superamen.,to di ogni forma di rendita che ,siPeoie oggi,diventa insOlPIPortabile e inammissibile, ma

con una seria politica tendente a ridurreanche drastkamente i costi di pro,duzione,dell'a,gr,koltura. E necessario, secondo noi,è urgente anzi per questo rovesciare la stra~t~gia 1P0rtata avanti dall'onorevole Bono.mi, dalla Confagricoltura, dal Governo, daimonOjpoli, queLla strategia che ha dalto vitaal cosiddetto blooco rurale e all'incontro eall'intreocio di interessi tra blo,cco agrarioe monopolio industr,iale; quella strategia,si badi bene, che ha asskurato una cOlPer~tura di massa alle manovre degli agrariitaliani, ma che indebolis<ce Ila forza con~trattuale autonoma dei col,tivatori italiani,verso lo Stato, verso gli stess,i grandi pro~Iprietari e sO\prattutto verso i monopoli e,in Iparticolare, verso l'industria di trasfor.mazione.

E necessario rovesciare la strategia chedivide i contadini, anzi Li contralPiPone gliuni agli altri e soprattutto tende a contrap.porre il mondo contadino alla classe ape.raia ed al mondo del lavoro in generale.

La nuova strategia che fatkosamente, an~che in éligrkoItura, si va affermando ognigiorno di più non può che essere un'azioneunitaria dei conté\Jdini nel loro insieme e delmondo <contadino e del mondo Oiperaio. Iltruoco delle classi conservatrid è semlPrelo stesso: si tratta di un gioco vecchio, an.che 5e vantaggioso per ,certe forze che loalimentano. ,oggi, \per eseII1jpio, mentre sidiscute del ,caro.vita, dell'aumento dei prez~zi, ,si trova mo,do di scaricare la coliPa suicontadini che farebbero pagare troppo i lo.ro prodotti e quindi si tenta di mettere lemasse lavoratrid e la grande massa dei 'Con.sumatori ,contro i contadini.

Nel momento in 'Cui lPerò oj contadini

acquistano i <condmi, gli antkrittogamid,,i mezzi teonici e li debbono pagare a prez.

zi sempre più elevati, allora si dà e daràla colpa alla classe operaia, '<l'gli scioperi,di,ce l'onorevole BonOlmi, che fanno aumen.tare i prezzi dei <condmi, delle mac,chine edegli attrezzi.

Ques,te sono ,le cose ,che si cerca di accre-ditare attraverso la ,grande staIlllPa, per.chè i giornali <co,siddetti indipendenti naildiranno mai, ad eseII1jpio, che oltre la metàdel solfato ammonko prodotto in Italia

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Senato della Repubblica ~ 99.;15 ~ V Legislatura

183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

nel 1967, cioè 9 mUioni di quintali su 17,è stata venduta all'estero a due mila lireil quintale, mentre in Italia i coltivatori di~retti, i cantadini e i (produttori lo hannopagato 3.400 llire. Non si dke che il solfatopatassico (prodotto in Italia è stato (portatoall'estero e venduto a 2.500 lire il quintale,mentre i IProduttori italiani lo hanno, dovu~to (pagare 5.200 lire. Perchè dunque, se l'ono~revole Bonami si preoccupa davvero, di di~fendere gli interess.i dei coltivatori, conti~nua a prendersela can gli o(perai che hannosalari insufficienti? PeJ1chè non se la pren~de can calaro i quali hanno, realizzato !pro"fitti sempre (più ,scandalnsi?

Non si dice inoltre che negli ultimi diecianni i prezzi dei (prodatti industriaH nccor~renti all'agrknltura sono, aumentati deI 40!per cento, mentre i prezzi dei !prodoni agri~coli sono aumentati !per i !praduttnri del 25per cento; nè si dke che la forza contrat~tuale dei coltivatori non si è !potuta impnr~re perchè l'onnrevole Bonami ha indicatofalsi olbieWv,i e (perchè non ha voJuta uti~lizzare la Federconsnrzi cOlme strumentoche IPoteva essere decisivo per la difesa de~gli interessi dei coltivatori italiani.

Non si dirà mai che Ja Feder,consorz,i in-cassa dalla Fiat una taTIigente del 37 percento, cioè, onorevoli ,coUe,ghi, molto di piùdi quello che i [più fortunati coltivatori ita~Hani hanno potuto avere cOlme contributodello Stato dal (piano verde.

Non si dice, per fare un'altro esempio,che il costo imposto dai mo.nopnli nel !pro-cesso di trasformazione, circolazione e di~stribuzione dei ,prodotti agricoli e alimentariin Italia, che era del 40 (per cento nel 1953,è salito al 65,4 per cento nel 1968. E nons.i ,dice ,che l'incidenza del costo delle ibieto~le sul !prezzo dello zucchero lPaga,to dai con~sumatori italiani è del 47,7 per cento, cheil costo del latte sul fOI1maggio grana è del45 per cento, quello dei pamodori pelati èdel 14 per cento, quello dei piselli in sca~tala del 17 per cento e quello. delle peschesdroppate del 28 per cento. Nè si dice chenel complesso l'incidenza percentuale delcosto della materia pr,ima in uno dei set~tori dell'industria ,conserviera !più imlPor~tante del nostro Paese, cioè !'incidenza del

costo del pomodoro, è del 36 iPer cento nel~l'Italia settentrionale e del 35 !per centonell'Italia meridionale. TuLto quello chemanca (per arrivare al cento per cento deliprezzo pagato dal consumatore è pro.fitto,,sovraprofitto, slpeculazione.

Non si dke inoltre quello che aocade nelsettore delle conserve animali, settore nelquale potrebbe essere rportata una serie in~finita ,di eseillipi, ma rper il quale mi Jimitoa ci tare solo la scarsisslma incidenza delcosto ,della manodqpera perchè, mentre dal1960 al 1966 la iproduzione è passata da 385mila tonnellate a 515 mila, gli operai oocu-pati sono nel fratteilllPa diminuiti da 16mila a 15 mila ella Ipraduziane lPer ogni ape~raio OIccllipata nel settare delle canserve ani~mali è passata da 24 tannellate nel '60 a34 tonnellate nel '66.

II discarso potrebbe essere ampliato canmolti altri esempi, 'onorevoli colleghi, mabasta ricordare che nei vari passaggi dallaproduzione al consumo il valore dei pro~dotti agricoli in Italia aumenta più del dop~pio. Insamma ci sembra di poter dire chei nemici dei contadini o degli operai e deioonsumatari sano sempre gli stessi, qual-che volta sono le stesse persone fisiche:sono in prima luogo i monopoli che rastrel-lano il denaro, che aocumulano i loro illi-mitati profitti. E il bilancia dello Stato?Sorvolo su questi nodi! Il Governa can lasua politica agraria e can quella econamicapiù in genemle si è dimastrata incapace dieliminare queste strazzature a ha dimo,st'ratadi nan essere animato dalla valantà paliticaper eliminarle. Per questo la gente fugge daicampi can le canseguenze a tutti nate; perquesta restano, i vecchi e le danne; per que~sta i giavani, saprattutta, se ne vanno, nellecittà cangestianate, anche senza la certezzadi un'occllipazione, pel'chè nillipartante èflliggire da una realtà difficile, da una si~tuazione insaipporta:bile alla quale nnn vo~gliona assolutamente rassegnar,si; con i gia~vani però se ne vanno le farze e le energieinsostituihili ,per argni /pragressa. Ma Iperchèdovrebbe essere diversamente? Cosa avetefatta, onorevali raplpresentanti del Gaver~

no" iper incoraggiare questi giavani, per fa~re in modo che essi si innamorassero, della

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Senato della Repubblica ~ 9949 ~ V Legislatura

183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

terra, avessero amare (per i 'sacrifici che bi-sagna cOiffi(piere in campagna (per cohivare,per produrre? Voi avete tradito le loroaS(pettative, non avete raocolto i loro aip~pelli, le loro nvendicazioni, le loro speranze,non avete voluto realizzare le rifomne. C'èstata la riforma del '50~'51 dqpo le grandiIot,te delle masse contadine, ma voi avetedimostrato poi un'eccessiva t,imidezza, e visiete feI1mati, non siete andati oltre, nonavete voluto, nonostante le spinte, progre~dire e avete rivendicato la vostra originedi Ipartita ,contadina, che poneva questi pro~blemi alJ'inizio, nel 1919, con un 'respiro po~litico~sociale ben più ampio. I risultati diquesta politica si ripercuotono sulla bi~lancia commerciale per !'importazione deiprodotti agricoli ed alimentari: 1.360 mi-liardi di lire nel 1968 (con un aumentorispetto all'anno preoedente), un ulteno~eaumenta nei primi mesi del '69. Eccoperchè ci sembra necessaria ed urgenterOllljpere questa s[)irale e rovesciare questa(pericolasa tendenza. La realtà ci dimostra,a proposito d~gli strumenti e ddle forzeche debbono unirsi per contribuire al ro~vesciamento di questa tendenza che rite~niamo (pericolosa, la realtà ci insegna chia~ramente che in (prima luogo gli operai, i,braccianti, i tecnid, gli ,studenti nan posso-no fare a mena di collegarsi con le massecohivatrici (per ,dare uno sbocco politko al~le loro grandi, travolgenti battaglie di que~sti giorni, per incidere sulle scelte decisi~ve, per imparre le riforme, per incidere nel-la determinazione degli investimenti e del~le scelte economiche, (per ridurre il costodella vita, delle abitazioni, per combattereil caro'Vita.

Questo callegam~nto è importante e indi-spensabile: è una esigenza che si avverteogni giorno di (più.

D'altra parte la realtà di oggi ci dimo-stra che tl'imipresa coltivatrice, condizionata,subordinata e minacciata nella sua stessaesistenza (che, secondo certe teorie, nonsolo avrebbe pO'tuta fare a meno di unirsiagli operai dilpendenti, anzi avrebbe avutointeressi contrastanti con essi), deve colle~garsi subito con le forze avanzate ddla so~cietà, doè ,can la das,se operaia, col mondo

del lavaro se non vuole soccombere. DiIqui l'Ìillljportanza dei (processi unitaT<i sem~Ipre (più ,signi<ficativi ,che devono Iportare al-l'isalamento dei fautori della divisione; diIqui il :particolare valore del comunicatocaTIigiunto del mC\!ggio del 1969 sull'importan~za e sulla ,funzione, ad eseffi(pio, dei pianizonali (approvato dalla CGIL, dalla Feder-braccianti, dalla Federmezzadri, dal Sinda-catodei di1pendenti ,dalle

c

industr,ie alimen~tari del nostro Paese, dall 'Alleanza dei can~tadini, dall'Associazione naziona,le delle coo-perative agricole, dal Centro delle formeassociative, dall'Unione coltivatori italiani).In tale comunicato, fra l'altro, si affermache «riniziativa dei coltivatori e dei conta-dini deve tendere non soltanto a superareogni remora nell'da borazione democraticadei piani zonali, ma anche a dare a questipiani Ull contenuto carattenizzante ».

Ciò 'sign~fica che le Jotte devono tendereall' elevazione dei salari ,e alla cantrattazio-ne dei livelli di oocupazione neB'ambito del~la zona, contrapponendo le esigenze di oc-cUjpazione e di valorizzazione del lavoro aqudle ,del profitto; signifi,ca garantire 10svilup[)o del ,reddito ,dei coloni, dei mez-ZJacLri, dei fittavoli aprendo loro una reale\proslpettiva di conquista della terra che la-vorano; significa mandare avanti scelte diinvestimenti rivolte ad aumentare il red~dito contadino, consolidando esviluppan-do la calpacità (produttiva anche in [ormeastSociate dell'azienda diretto ,coltivatrice,valorizzandone la Iproduzione attra'Verso im-pianti di trasfonmazione e strutture di mer-cato ,che devono essere gestite dai lavara-tori associati mediante a,deguate iniziativepubblkhe.

In questa ]Il1ipostaziane si riassume l'altralinea e l'altra strategia, la Unea cioè del-l'azione unitaria: si tratta di un'impostazio~ne che (però ,può avanzare sola con la lattacantro le forze rprivilegiate che hanno inte~resse a cantra,stare le trasformazioni e leriforme, contro le inadempienze del Gover-no. La conferma di questa necessità iPos.Sria~ma averla non solo canstatando il mancatofunzianamento degli enti di sviluplpo e ledifficoltà in cui si trova l'azienda di Statoper gli 'interventi nel mercatO' agricolo,

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Senato de,zza Repubblica ~ 9950 ~ V Legislatura

183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

l'AIMA, ma constatando all'che l'aumentodei residui passivi che sono arrivati quasia 1000 miliardi, nonostante le spiegazioniforniteci dai vari ministri in occasione deldibattito sUli. passati esercizi.

B U Z I O. Magari fossero solo 1000 mi-liardi!

C O M P A G N O N I. Sì, \si tratta didi quasi 1000 miliardi; 947, per l'esattezza,salo nel settore dell'agricoltura, che è quel-lo di cui mi OiOCUjpO.

La confel1ma della necessità dell'azioneunitaria dei coltivatori è dimostrata anche,dalla mancata realizzazione dei piani di zo-na e dall'inefficacia del programma eco no..mica nazianale che ha Ilasciato le cose comeerano, quando addirittura la ,situazione nonsi è aggravata.

La stessa relaziane della Corte dei conti,come si rpuò le,gigere dal rendiconto generalesul :bilancio dello Stato dke: «VaI notarecome, in linea di massima, l'attività di svi-IUjppo iniziata in ritarda abbia seguito li-nee contingenti ed esteInùJoranee più chepiani prestabiliti ed organici, anzitutto per-chè non è stato definito l'assetto procedi-mentale della programmazione nazional,e;in seconda luago perchè i,l secondo pianoverde non ha trovato ancora applicazione!per quanto concerne la IPredisrposizione deipiani zonali che, come testualmente dispo-ne la legge, indicano gl,i olbiettivi dello svi-

IUlPIPO agricolo del territorio considerato,.definiscono il quadro de,gli interventi e de-gli incentivi stabilendone il gradO' di inter-dipendenza e di priorità; in terzo Juogoperchè sano mancate, da parte del Ministe-ro dell'agricoltUlra, le direttiv,e che costi-tuiscono i presupposti della rpredisposizio-ne dei !piani zonali JJredetti ».

Il piano verde n. 2 sta /per giungere allasua scadenza, anorevoI.i colleghi, ed i variMinistri dell'agricoltura non hanno trovatoancora il modo di emanare le direttive per1'elaborazione dei piani zonali. Dunque altritre anni sono tras.corsi inutilmente, altratempo preziosa è stato perduta. Scelte !pOelitiche sbCligliate, lentezza burocratica nellasrpesa puibblica, insensilbilità ,per una situa-

zione grave, insufficienza di fondi, ritardj~paventosi: questi sono i mali che rovina-no la nostra agricoltura naz.ionale. Tuttodò ci sembra risulti chiaramente, in modoanche troppo esplicito, dagli interventi ditanti coHeghi della maggioranza, almeno inseno alla Commissione agricoltura .in occa-sione del :dibattito sul bilancio. Infatti èstato chiesto esplicitamente un aumentodegli stanziamenti ~ richiesta che noi ab-biamo ripl1eso in un nosltro ordine del gior-no ~ di almeno 200 miliardi di lire. Siparla in ve:dtà, ,forse per un eI1To:re nelparere del relatore di maggioranza, di 160miliardi, ma in Commissione si è parlatodi 200 miliardi. Ciò risulta soprattutto dalc:rescente malcontento, dalle lott'e, dalle pro-t,este sempre più diffuse tra i coltivatori etra i contadini. Ecco la ragione per la qualeabbiamo presentato quest'ordine del giorno,nel quale abbiamo voluto raccogliere I.e esi-genZie che scaturiscono dalla ;realtà dellecampagne, dal dibattito che si è svolto inParlamento, dalle prese di posizione dellevade organizzaziani sindacali. Duecento mi-

I liardi in più: ma non è solo un problemadi spesa, è un problema di indirizzo dellaspesa. E a questo proposito mi rifaccio aquanto prima ho accennato. Abbiamo pre-sentato numerosi altri ordini del giorno eabbiamo voluto parlare di queste necessitàin questa sede proprio per .J'interdipendenzatra i problemi dell'agricoltura e quelli del-l'economia italiana nel suo complesso. Glialtri ordini del giorno riguardano situazio-ni particolari; difesa degli interessi di set-tori come la viticoltura, l'oIivicoItura, labieticoltura, la tabacchicoltum, minacciatidai regolamenti del Mercato oomune eu-ropeo.

Chiediamo inoltre che il Governo si de-cida a dare attuazione ai piani zonali, a met-tere gli enti di sviluppa agricolo in con-dizione di as,salvere alla loro importantefunziane. Chiediamo una serie di misureu:r:genti per combattere l'aumento dei prez-zi che si verifica nella ,distribuzione deiIprodotti a!gricoli ed ahmentari.

A questo proposito l'AI MA !può e deve as~salvere ad una funzione decis~va cantro leintermediaziani ed i ipassaggì .speculativi,

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183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

avviando direttamente i prodotti agricolialla distdbuzione e tenendo conto solo delcosta dei servizi. Per queste finalità peròil Ministero dell'agrkoltura e delle forestedeve assicurare all'AIMA i mezzi indispen-sabili ,per farvi fronte e soprattutto deveassicurarle le attr,ezzatUl'e dei consorzi3jgrari Iprovinciali, della Federconsorzi, del-le caoperative degli enti di ,sviluplPo o pro-masse d3jgli enti di svilUùJpo.

Chiediamo ancora che l'im~posta di fab-bricazione sullo zucchero sia ridotta del 50per cento Iper diminuire il prezzo a favoredeiconsUima tori.

Fare il ,punto sullo stato dell'AIMA, anchealla luce dei riUervi critici che io tralascioper hrevità e che si riscontrano nella rela-zionedella Corte dei conti, è ur:gente ed in-dispensabile perchè, fra l'altro, a quest'or-ganizzazione non solo non sono Istati forni-ti i mezzi tecnici neoessari, i magazzini, lealtre strutture e il personate, che ancora nonè completo nei suoi organici, ma non sonostati nemmeno forniti in misura adeguatai mezzi finanziari, se è vero, ad esempio, chedei 427 miliardi, somma alla qua,le ammon-tano le spese per gli intervent,i finora ef-fettuati dall'AIMA, gli st'anziamenti finoradisposti ammontano a 287 miliardi.

Nessun risultato Iper quel che dguarda ilfondo europeo agricolo di orientamento egaranzia. Questi fondi sono stati anticipatidallo Stato, ma dal Mercato comune sembrache non sia giunto ancora nulla. Intanto ilfondo di rotazione che ,deve consentire al-l'AIMA interventi tempestivi nei settori do-ve ,c'è ma:ggiore bisogno di aiuto non è sta-to costituito, non v,iene alimentato, tantoè vero che le somme ,effettivamente versatesono inferiori a quelle che sarebbero ne-cessarie all'AIMA per far fronte agli inter-venti già effettuati. A questo punto, se ilteIT1ipo me lo consentisse, sarebbe interes-sante aprire una parentesi sui magazzinidella Federconsorzi e dei consorzi agrariche sono stati ereditati dalle disciolte orga-nizzazioni sindacali fasciste dell'agricolturae quindi sono stati presi dalla Feder,consor-zi ,senza slPendere un soldo, l]Jer essere uti-lizzati a fini speculativi e a danno moltospesso dei .contadini.

Quando si è costituita l'azienda di Stato~ e noi lo sostenemmo ~ la cosa lPiù na-turale era disporre il passaggio di questimagazzini all'azienda stessa. Ma i rappre-sentanti del Governo se ne guardarono be-ne poichè l'onorevole Bonomi non lo si puòtoccar,e. Nessuno vuole scottaI1si; toccareBonomi è come toccare i fili. Chi tooca ifili rischia di morire, politicamente s'intende.

Questi per concludere sono alcuni deinodi da ,sciogliere tempestivamente per tra-sfol'mare l'agricoltura italiana, nell'interes-se dei contadini e dei consumatori, per farein modo che la nostm agricoltura rispondasempre di più e meglio alle esigenze delmel'cato, alle esigenz,e dei .consumatori ita-liani.

Risolvere questi problemi vuoI dire nonsoltanto andare incontro aUe attese delPaese, ma valorizzare le istituzioni demo-cratiche, dimostrando con fatti e non conparole nè con promesse non mantenute,che queste istituzioni sono in grado di re-cepire le istanze di rinnovamento e di giu-stizia che vengono daUe nostre campagne.

Se il Governo continuerà ancora a rima-nere insensibile di fronte a questi problemi,è chiaro .che la sua politica si scontrerà sem-pre più violentemente con la realtà del Paesela quale è .caratterizzata da queUe lotte allequali prima facevo Tiferimento e aUe qualiva il nostro incondizionato appoggio. (Ap-plausi dall' estrema sinistra).

Presentazione di disegno di legge

C A R O N, Ministro del bilancio e dellaprogrammazione economica. Domando diparlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

C A R O N, Ministro del bilancio e dellaprogrammazione economica. A nome del Mi-nistro dell'interno, ho l'onore di presentareal Senato il seguente disegno di legge:

«Assistenza sanitaria dell'INADEL in fa-vore dei figli degli iscritti anteriormente allaentrata in vigoI1e della legge 8 marzo 1968,n. 152}) (896).

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22 OTTOBRE 1969183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

P RES I D E N T E. Do atto all'onore~vale Ministro del bilancio e della program~mazione economica della presentazione delpredetto disegno di legge.

Ripresa della dIscussione

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Trabucchi. Ne ha facolta.

T R ABU C C H I. Signor Presidente,Signor Ministro, onorevoli colleghi, mi v.ienealle volte il desiderio di far,e un colloquiocon gli amici del Gruppo comunista (adesempio con il s'enatore Compagnoni) i qualielencano sempre una serie di bisogni e muo~vano domande e critiche, senza mai propor-re la soluzione dei vari problemi e lasciandoal Governo il compito di agire; se poi nonagisce vuoI dire che non fa bene.

Poi mi domando se veramente il nostro di-scorso potrebbe essere completo. E restodentro di me deluso, perchè io vorrei chenoi ci mettessimo a discutere in materia dibilancio con la serenità di chi sa guardarein faccia la realtà delle cose, sa domandarsiche cosa è stato fatto in modo particolarenel passato, cosa si può fare per l'avveniree in quale modo. Se il discorso non si puòfare così, vien proprio da pensare se siagiusto quello che un giorno mi diceva il po-vero senatore Zoli: se noi passassimo all'op~posizione, vi faremrpo morire, colleghi del~l'opposizione, a forza di critiche. Io natural~mente spero che questo non debba accadere,ma anche perciò vorrei impostare un di~scorso concreto, che si inquadrasse nella si-tuazione reale italiana osservandola con og~gettività.

Mi perdoni il senatore Compagnoni se ioaffermo che molte cose che sono state da 1mdette al Ministro del bilancio sarebbero sta-te più opportunamente ,rivolte al. Mimstrodell'agricoltura. Anche se l'onorevole C3.ronsi intende di queste cose, in quanto è diTreviso, egli dovrà pur sempre riferire so-stanzialmente l'intero contenuto del suo dl~scorso, senatore Compagnoni, al Ministrodell' agricoltura.

E poi, anche se alcune delle critiche fat-te sono fondate, !'importante è trovare il ,

modo di superare i problemi; questo è ilproblema e risolverlo non è facile.

Ho voluto fare queste premesse perchè, do-po un'intero discorso dedicato all'agricoltu~l'a, mi sembrava quasi strano, per non direproprio stonato, da parte mia fare un discor~so che cominciasse dalla programmazione.

C O M P A G N O N I. Sono problemistrettamente collegati al bilancio dello Sta-to: l'ho premesso all'inizio.

T R ABU C C H I. Sì, a tutto il bllan~cia dello Stato. Ma, se pure è vero che nOIscapperemo via durante le discussioni delletabelle, bisognerà che qualcuno J:1imangaqui.E dell'agricoltura si parlerà quando si trat-terà dell'apposita tabella.

P RES I D E N T E. Inoltre erano pro~blemi in relazione al MEC, come sa l'onore~vol'e Caron, il quale ha particolare esperien~za in questo argomento.

T R ABU C C H I. Dirò dunque, en-trando in tema, che molti tra quelli chehanno parlato durante questa discussione sisono rHeriti al discorso programmatico del~l'onorevole Caron, hanno accennato alla pro~grammazione come ad un esperimento fal~lito e hanno parlato del bilancio annualedello Stato che noi stiamo esaminando qua-si in contrapposizione alla programmazioneche abbiamo votato, come legge, qualcheanno fa.

Mi pare di dover dire di no, di dover direche i critici si sbagliano, anche se io stessosono stato uno dei più scettici nella discus-sione circa la programmazione. Mi pare didover dire di no soprattutto perchè non sipuò pensare che il primo progetto di pro-grammazione, approvato, ricordiarnolo, adun anno e mezzo di distanza dall'entrata invigore del programma, potesse veramenteadattarsi alla situazione generale. Però ancheil nostro programma, approvato in ritardo,con qualche previsione indubbiamente som-maria, con qualche accenno indubbiamenteteorico e poetico (ricordate quello sulla gio~ventù, che è stato' poi un poohino contrad-detto dalla realtà di questa gioventù alla qua-le tutti allora volevano pensare), anche se

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Senato della Repubblicr ~ 9953 ~ V Legislatura

22 OTTOBRE 1969183a SEDUTA (pamerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

qualche volta partiva da dati sufficientemen-te concreti, anche se non tutte le previsionipotevano essere fatte con sicura precisione,ha permesso a noi di elaborare ed attuareuna politica di spesa con una visione piùlarga del consueto.

NOll si può negare che noi abbiamo fattouna politica di spesa di più ampio respiro.E chiunque ripensiÌ oggi alle varie leggi dispesa che abbiamo approvato, anche perspese pluriennali, vede che in realtà abbia-mo sempre potuto tener conto della previsiO-ne dello sviluppo del reddito, della previsio-ne dello sviluppo delle entrate, della prevj.sione dell'accumulo degli investimenti, di tut-to ciò che poteva essere visto e concepìtocome evolunione naturale della nostra situa-zione economioa. E per la verità non abbia-mo fatto male, perchè in realtà ~ e qui è ilmerito dell'esposizione del senatore Caron ~

il Ministro del bilancio ci ha dimostrato chelo sviluppo che in via di larga massima eraprevisto, in via di concretezza, naturalmentecon le differenze necessarie, si è avuto.

Devo dire che non tutto quel che si preve.dev,a si è verificato, e lo vedremo poi, m;)in realtà, esaminando il bilanoio dello Statodi quest'anno, non possiamo dire che essonon si inquadri in un complesso di previsioniche sono state fatte in passato, come nonpossiamo dire che non si ,inquadri nelle pre-visioni che s,i fal1lno per il futuro.

Un altro fatto che mi pare debba essere se-gnalato come effetto della politica di pro-grammazione è la nuova interpretazione chenoi oggi diamo e sentiamo di poter dareal quarto comma dell'articolo 81 della Co-stituzione. Oggi non ci soffermiamo semprea vedeJ-e se realmente tutte l,e spese che noipensiamo di falre negLi anni venturi siano giàregolarmente previste nelle tabelle allegateal bilanoio riguardanti le spese per i provve-dimenti legislativi in corso o per lo meno os-serviamo il fatto quando qualcuno vuole im-pedirci di approvare leggi la cui esecuzionenecessariamente viene rateata o rimandatain futuro.

Non è più un esame solo ragionieristIcoquelJo che facciamo, applicando l'articolo I81, ma è un ragionamento di natura econo-mica che ha alla base l'andamento pre-visto delle entrate dello Stato e non solo di

quelle, ma anche lo sviluppo del reddito na-zionale e la conseguente possibilità di dirige-re l'impiego dei risparmi privati e possibil-mente anche pubblici che si verificherannoanche come effetto dell'espansione della spe-sa, della conseguente espansione della do-manda e quindi di una possibilità di mag-giore espansione della produzione.

Mi pare che sia un dovere dire queste cose,perchè in realtà non ai accorgiamo qualchevolta neppure noi stessi dei mutamenti cheavvengono in noi, come non ci accorgiamo,se non osservando fotografie della nostra gIO-vinezza, dai capelli che sono diventati bian-chi e dalle rughe che si sono formate, chemolte cose sono cambiate anche nel nostroaspetto esteniore. Se noi facessimo un po'un esame retrospettivo, se ;ricordassimo quel-lo che dicevamo alla Sa Commissione venti osolo dieci anni fa, vedremmo che abbiamofatto un notevolissimo progresso nel mododi interpretare e applicare la Costituzione,progresso che è frutto dell'evoluzione del no-stro stesso penskro, buona o cattiva che siastata. C'è stata anche un'evoluzione del pen-siero di chi allora si trovava all' opposizione,e che era strettamente legato ai dettami co-stituzionali Ìinterp:retati letteralmente e dichi tentava, attraverso le coperture più omeno buone e la possibilità di ricorrere aprestiti in futuro, di superare le difficoltàposte dall'articolo 81.

Oggi, con una visione più larga e lungimi-rante dell'evoluzione economica, noi stessIsiamo passati da una interpretazione gram-maticale ad una ,Interpretazione logica mol-to più corrispondente alle funzioni e alla con-cezione moderna dello Stato.

FRA N Z A. Bisogna fare le debite ec-cezioni, perchè io che ho i capelli bianchisono nimasto ancora all'antica.

BER T O L I. Noi non siamo mai staticontro le spese poliennali. Bisogna vedere ladifferenza però tra i disegni di legge dellaDemocrazia cristiana e quelli presentati danoi.

T R ABU C C H I. Noi cominciamo or-mai a vedere i singoli bilanci annuali comegruppi di figure che si inseriscono in un

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9954 ~

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quadro composito. Di volta in volta che noi.vediamo un bilancio, ci rendiamo conto cheesso integra quello approvato per gli anniprecedenti e prepara, per quanto possibile,quello per gli anni futuri.

Ecco quindi che la discussione sul bilan~cia viene ad acquistare una importanza mag~giare di quella che finora qualcuno le ha da~to, calcolando la neoessità di fare tutte lespese che si fanno. Naturalmente era neces~sario stanziare ciò che si è stanziato, e qual~che volta fu neoessario anche tagliare quel~10 che per legge si sarebbe dovuto stanzIare,in maniera integrale, pensando alla possIbi~lità di integrazioni durante l'anno con le en~trate sopravvenienti.

La concezione analitica della politica eco~nomica del Governo e conseguentemente delParlamento e di tutto lo Stato mi sembra or~mai superata; quella che non mi sembra pe~'rò superata è la rigidità di grain parte dellalegislazione anacronistica con la quale an~diamo ad operare. Perciò nasce la necessitàdi guardarci in faccia e di riconosce:re chesiamo in lID periodo di transizione in cuiabbiamo da assolvere alcuni compiti che ènecessario ricordare non solo al rappresen~tante del Governo, che qui ci ascolta, maanche a noi stessi.

Certamente siamo partiti, per cominciarea programmare la nostra azione, dalla consta-tazione di alcuni squilibri, della nostra eco~nomia; con la programmazione dovevamocercare di affrontarli, esaminarli e parvi ri-medio.

Gli onorevoli colleghi rico:rderanno che si èparlat'Ù degli squilibri tra Nord e Sud, delladisoccupazione, della confusione urbanisticae quindi della necessità di una politica chenon dess'e luogo alla a:-endita e c()nseguente~mente alla speculazione sulle aree, meno chemeno alla speculazione sul cemento accumu~lato sotto forma di case, alla creazione ingenere di vendite f'Ùndiarie non giustificatee infine di rapporti in squilibrio tra i redditidell'industria e quelli dell'agricoltura. Que~sti gli squilibri che abbiamo oonsiderato eper 'i quali abbiamo pensato che fosse oppor-tuno provvedeJ:e; in relazione a questi ab-biamo pensato naturalmente anche alla pri-ma impostazione programmatica. Ma non ab~

biamo pensato a quello che si sarebbe mani~festato poi.

La realtà ha dimostrato che altri angueslatebant in herba; innanzitutto con estre~ma gravità si è manifestato lo squilibrio di~namico sostanziale, quello tra lo sviluppo deibisogni e i mezzi per soddisfarli.

Nella sua relazi'Ùne l' onor'ev'Ùle Colomboci ha detto che ,J'espansione della domandanon comporta pericoli inflazionistioi finchèvi siano disponibilità di mezzi di produzione,cioè riserve di lavoro e viserve di Disparmio;ma non possiamo tener oonto s'Ùlo della do-manda che si presenta come fenomeno ap~parente; dobbiamo tener conto anche delcomplesso dei bisogni che si sono evidenziaticome conseguenza dello sviluppo eoonomicoe continuamente si evidenziano, di quelli cheriusciamo a soddisfare e di quelli che di ma-no in mano ci si presentano come insoddi-sfatti.

L'elencaZJione di tutti i bisogni che avver~tiamo come insoddisfatti e che ci viene fattatutti i giorni con nuove aggiunte ~ e dIciò vi ringraziamo, signori dell'opposizione,perchè, se avessimo voglia di dormire, giu~stamente voi ci terreste svegli ~ ci pone da~vanti uno dei più grandi problemi di oggi:non c'è la possibilità di soddisfare immedia~tamcnte tutti i bisogni presenti e futuri.

L'ampliament'Ù della domanda concreta, te~nendo conto di tutto ciò che si domanda al~

I l',ente pubblico, che talvolta non concede,- quanto si chiede, assumendosene la l'espon-

i sabilità, rappresenta veramente il pericolo

I

fondamentale per lo 'Svilupp'Ù delLa Nazione.Ci sono poi gli squilibri conseguenziali deri-vanti dai prezzi in aumento, in conseguenzadella accresciuta domanda: se ne è parlatomolto e tutto quello che è stato detto non èforse sufficiente. Il fenomeno, da un certopunto.di vista, man è tanto ,grave come sem~bra, ma è indubbio che lil sistema di forma~zione dei prezzi, completamente affidato nonal gioco della domanda e dell'offerta, ma aivincoli che sorgono dai regimi di monopolioo dalla 6gidità della domanda in relazionealle possibilità dell'offerta, aggrava la situa~z'ione. V'Ùrrei dire però che non spetta a co-loro che parlano sempJ:1edell'agricoltura c'Ùn~tinuare a lamentarsi del problema dei prezzi,

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22 OTTOBRE 1969183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESCCONTOSTENOGRAFICO

perchè purtroppo noi assistiamo tutto il gior-no allo svolgersi di un conflitto tra i consu-matori e gli agl1icol1Jmi: se gli agricoltori ri-cevono troppo poco per eocessiva abbondan-za di produzione, e quindi perchè l'offerta èin certi momenti sproporzionata rispetto alladomanda, essi si lamentano; ma se ricevonoun prezzo più remunerativo per scarsezza diproduzione evidentemente, sia pure con vi-schiosità, l'aumento dei prezzi si riversa suiconsumatori. Non è possibile avere alti prez-zi di produzione e bassi prezzi al consumo;ci sarà la possibilità attraverso le oooperati-ve, attraverso la nuova organizzazio,ne delcommercio, di Hmitare un pochino quellache è normalmente la causa della divergen-za tra prezzi al oonsuma e pl1ezzi alla produ-zione, soprattutto divengenza nei momentiin cui cambia la tendenza. Ma indubbiamen-te c'é un fatto: se vogliamo che la produzio-ne riceva un compenso maggiore è necessanopensare che anche 11 consumo alla fine pa-ghi di più; e naturalmente ciò significa di-minuire i consumi meno necessar,i quando èneoessaria aumentare il oo,mpenso per colo-ro che producono beni di prima necessità.Ma non è soltanto questo uno degli squilI-bri derivati a cui oggi ci troviamo di fronte,perchè il tenore di vita in aumento implicaun continuo aumento della domanda; tutti .sappiamo che l'aumento del tenore di vitaprocede velocissimamente in tutto il mondo.Non è colpa salo del Govemo italiana quin-di se di fronte ad un tenore di vita che SIespande non sempre la produzione si espan-de con aItrettanta neoessità per roar frontealla domanda in espansione; se guardiamopoi quello che suooedeaJnche negli altri Statisentiamo che più o meno le ragiani di mal-cont,ento sono sempre quelle. È farse il SI-stema che deve essere rivisto; e deve essererivisto probabilmente da noi che abbiamolasciato forse eccessiva Libertà di espansioneai bisogni, così come devono rivedere la loropolitica colaw che hanno contenuto i biso-gni fors'e troppo e oggi 5i trovano nel,la neces-sità di lasciare la via allo sviluppo liberodelle tendenze. Forse gLi uni e gli altri nonhanno tenuto conto con sufficiente realismodella maggiore velocità di sviluppo dei biso-gni che è caratteristica proprio della civiltà

di 'Oggi. È cons'eguenziale al f'enomeno cheabbiamo accennato quello dell'indebitamen-to personaLe e soprattutto quello della neces-sità di finanziamento degli investimenti del-le imprese: nasce così uno squilibrio in sem-pre maggiore misura tra !'investimento inprestiti e !'investimento in capitali di ri-schio. Oggi noi siamo in presenza di un di-.:>egnodi legge che nell'intenzione dellegisla-tore servirà ad avviare !'investimento dei ri-sparmi verso i capitali di rischio, ma nonabbiamo ancora discusso il disegno di leggeche già nascono delle incertezze, incertezzeche sono anche in me, se vogliamo. Noi dob-biamo proporci però di affrontare anche ilproblema degli investimenti, non solo veden-dolo in se stesso, ma vedendolo come rime-dio allo squilibrio che si è manifestato e siva sempre più manifestandò tra la tendenzaal prestito e la tendenza alla partecipazioneal capitale rischioso.

Oltre a questi, che sono fenomeni vorreidire della economia privata ,e della economiaproduttiva privata a pubblica, ai 'Sano i bisogni nuovi che si affacciano e che continua-mente vengono presentati ai pubblici poterie dei quali anche la stampa, g10l1noper giorno, e perfino la RAI-TV, si fa eco, vedendolinon soltanto come bisogni compI,essivi inte~gran ti si l'uno con l'altro ma come bisognidi singoli, sui quali giorno per g10rno vieneattirata l'at'tenzione e conseguentemente ilmalco,ntento; così nasce !'impressiane chemoltissime, troppe siano le cose da fare eche sia quasi impossibile pensare alla con-tinuazione di una politica che ci sembraveramente irrazionale.

Rioordiamo, per fa:re un esempio, i pro-blemi co,nnessi co,n la di'£esa del suolo: inquesto settore molto si è fatto, ma maltoancora resta da fare; eppure nessuno pensache questa nostro suolo è sostanzialmentequel10 che ci hanno lasciato i nostri antenati.La situazione va aggravandosi di giarno ingiorno man mano che li custodi del suolomontana, i montanari, soendono a vaIle: noidobbiamo sost-ituire l'opera pubblica a quel-lo che privatamente i nostri montanari face-vano per salvaguardare i monti che per essirappresentavano f.onte di :reddito, con mira-

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Senato della Repubblica ~ 9956 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

bili operazioni di rappezzo, costruzione, ri-cupero, difesa.

E la difesa dalle acque che non devonopiÙ essere lasciate libere di compiere quelledisastrose Ìin'OndazÌ(>niche chi vivie sulle ri-ve dell' Ad~ge era pUlrtroppo abituato a con-siderare quasi normali? E noi vogliamo che,10Stat'O provv,eda, che provveda subit'O, cheprovveda in modo definitivo, ma naturalmen-te un'azione in questa direzione implicaenormi stanziamenti di danaro, molti miliar-di: e a ciò nessuno pensa.

Altro problema di squilibdo di cui 10 Sta-to deve oocuparsi è quel10 che si manifestanel settore dei trasporti e delle comunica-zioni. In una riunione di amministratori lo-cali di alcuni anni fa, io ed altri colleghi otti-misticamente aff,ermamm'O: «Abhiamo risol-to ormai il problema ddle linee di comunica-zione della nostra provincia ». Se mi riunissiperò di nuovo assieme a quegli amministra-tar,i, per trattare del medesimo problema,forse divent'erei ross'O ripensando alla spa-valda affermazione di qualche <mno fa, spe-de se ,la si confronta con li bisogni reali cheoggi ci vengono prospettati.

L'aumento del1a motopizzazione, la neces-sità di scambi sempre piÙ frequenti, la neces-sità di comunicazioni piÙ mpide tra popola-zione e pop'Olazione ha reso neoessaria la si-st,emaziane di una serie 'infinita di vie che,da secondarie, sono diventate, per il traf'fi-co chè vi aHIuisoe, principali.

Che si provvleda a questi nuovi squiHbriderivati da quello fondamentale tra l'espan-sione dei consumi e della produzione vie-ne domandato regolarmente allo Stato e aglienti pubblici, i quali danno quel che pos-sono dare, che lin vlerità è pochissimo; aque-sto riguardo dovremmo proprio esprimercicome il poeta che ricordando i mezzi che gliprocurava il fratello maggiore diceva cheerano « troppi per chi li dava, un po' pochiniper chi li riceveva ».

Non basta ancora. In questi giorni è nuo-vamente scoppiata ,la orisi deLla casa di cuiogni gi'Orno si parla di piÙ; anche in questocampo molto è stato fatto, ma naturalmenteproprio l'aver fatto molto ha creato il disa-gio di quelli che una volta si adattavano arimanere in molti nelle vecchie abitazioni,

ma oggi non s'Offrono di rimanervi in pochi.Io stesso v;iv'Oin una vlecchia abitazione eduna delle ragioni per cui sento spesso bron-tolare i miei figli è che essi desiderer,ebberoviver,e, sia pur pagando 110stesso affitto chepaghiamo adess'O, ~n uno di quei moderni al-veari che a me non piacdono affatt'O. !il bi-sogno di una casa moderna, con servizi nuo-vi ed effidenti, non è solo probl'ema di chigode un po' di benessere, ma è problema an-che di chi non tollera piÙ di rimanere in unasituazione, veramente indegna se si vuole,ma ,nella quali s'Ono vissuti, non dirò i no-stri antenati, ma c0'loro che hanno giocatocon n0'i, siamo vissuti noi stessi, sino,press'app0'oo, al pedodo della liberazi'One.Sono d'acc0'rdo che si tratta di una situazio-ne indegna, ma dire questo non è altro chericordare uno dei tanti problemi a cui si deveovviare con la pr0'g:mmmazione. rEsi possonoaggiungere ,i probLemi igilenici (e a tale scopodeve responsabilmente provvedere il Ministe-ro dell'igi'ene ,edeLla sanità) il proMema degli'Ospedali, il problema della scuola, il proble-ma della giustizia. Si vleda allora quale fuil difetto di aver concepito un programmaa base statica, anzichè a base dinamica, cor-relata allo svilupp0' e alla evoluzione dei fe-nomeni economici e di quelli sociali, nonchèallo spirito di malcontento e di critica chesi è sviluppato col generalizzarsi delle cono-scenze nei popoli.

V0'gliamo tornare per un m0'mento al pro-blema della giustizia? Noi ci siamo semprelamentati del funzionamento della giustizia,ma ora ci lamentiamo molto di piÙ. Forse lagiustizia di oggi funziona in fondo comequella di una volta. Ricordo che quand0' eroragazzo, studente non ancora professionista,proponevo ai miei colleghi di sostituire l'au-torità giudicante con una di quelle macchineche emettono una luce bianca o rossa a se-conda che una domanda trova o non trova ac-coglimento. In tal modo, per 10 meno in cam-po civile, il risultato definitivo ~ eliminatigli errori accidentali ~ il risultato finale nonsarebbe stato molto disoorde da quello chenoi pensavamo fosse giusto. Scherzi a partenoi abbiamo sempre avuto p0'ca fiducia nellagiustizia degli uomini, e f'Ors,ein passato sia-mo stati ingiusti; 0'ggi la nostra sfiducia è

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V Legislature.

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più giustificata perchè la disfunzione è piùgrave, ma le nostre lamentele sono mol~to sproporzionate perchè da noi si ricorreall'equità e il giudice non può essere infal~libile.

Procedendo, potremmo rioordare un'altraserie di deficienze che man mano si sonovenute presentando. Potrlemmo parlare, adesempio, del problema dell'aoqua. Ogni tan-to ci fanno vedeDe attraverso gli apparecchitelevisivi gente che si lamenta peJ:1chè man-cano o sono insufficienti gli acquedotti. An-ch'io come s1ndaco ho dovuto purtroppo perdue mesi mandare quest'estate Le autobottia portare l'acqua a gente che sostanzialmenteè sempve stata senz'aoqua ma che adessonon tollera più questa mancanza, e con ra~gione. Si tratta però di un problema anticopresentato come nuovo.

Vi è poi il problema dei porti e quello del~la previdenza, per non parlare di altri pro~blemi che richiamano la nostra quotidianaattenzione. In r,ealtà la nostra civiltà ha portato ad un aument'O tal,e non solo di do~mande ma anche di esigenze per cui non citroviamo di fronte a singoli squilibri, ma aduno squilibrio complessivo forse superiorea quello stesso che si era presentato nel mon-do al momento ,in cui si è cominciato a par~lare di programmazione. E pers'Onalmente ri~tengo che proprio questi squilibri visti nelladinamica del loro svolgersi, che si inquadra-no nello squilibrio generale al quale abbiamoaccennato, ci facciano apparire fallita lapolitica dell'economia programmata; essiquindi dovranno essere presi in considerazio~ne nello studio del prossimo programmaquinquennale. Se così non sarà è chiaro cheil nuovo programma non avrà la possibilitàdi corrispondere alla visione reale dell' evo~luzione italiana così come noi la deside-riamo.

Se tutto ciò non bastasse sarebbe oppor~tuna ricordare qui il problema della nuovastruttura deLla nostra popolazione al qualeha aooennat.o il senatoDe Compagnoni senzaforse approfondinl'O del tutto. Noi abbiamo,sì, pensato che dovess,e crescere il redditodell'agricoltura, ma abbiamo pensato di fa-vorire il fenomeno in due modi: dal puntodi vista della arescita del reddito della colti-

vazione agricola e dal punto di vista delladiminuzi'One della popolazione addetta al la-vor.o dei campi. NoOn abbiamo però pensatoalla necessità di riassoI1biJ:1e la popolazioneagricola eccedentaria. Quindi oggi abbiamo,sì, la tenden:zn aH 'aumento del reddito indi-viduale della popolazione agrioola vera e pro-pria, quanto meno di quella non montana,(in montagna il reddito è zero; è indifferen-te quindi se viene ripartito in due, in tre oin dieci soggetti, perchè il quoziente figurati-vo resta zero), ma quando non si parla di po~polazione montana dobbiamo dire che il red-dito individuale della popolazione agricoladelle zone nelle quali vi è produzione tendea crescere, sia pure con tutte le difficoltà diquesto mondo. Coloro che se ne sono andaiidalla montagna, che sono scesi dalla campa-gna in città ~ ed in genere sono i migliori ~

col'Or.o che hanno avuto maggiore~ spkito diiniziativa, che hanno studiato, che avevanola possibilità di trovare altre occupazioni,sono stati assorbiti nelle città, nei grossicentri, nel >campo industriaLe, ma hanno crea-to due situazioni di squilibrio rispetto ai bi~sogni ai quali deve provvedere la pubblicaamministrazione: quello della sostituzionedei lav.oratori in montagna e quello della si-stemazione di coloro che cer>cano lavoro, al-loggi in città. Infatti il montanaro non viendai monti via, come la ,lumaca, con la propriacasa sulle spalle e con tutte le comodità dicui g.odeva quando era in campagna, ma vie-ne alla ricerca di una casa, di una scuola, diuna sistemazione civile, aHa ricerca di acqua,alla ricerca di mezzi di comunicazione e ditrasporto e così via. E come si deve provve-dere? Col programma.Eoco peI'chè parland'O di progmmmazione

dobbiamo pal11arne con maggiore profondItàdi quello che non abbiamo fatto la primavolta. Dico «abbiamo» usando una formaplurale che ci acoomuna tutti perchè tuttiinsieme abbiamo esaminato il programma enon solo il Governo che era in carica in quelmomento, non solo gli uomini che ci hannopresentato quel piano e che£orse già nonerano gli stessi che lo avevano formulato.N'Oi stessi che ,abbiamo approvato sostan-zialmente tutta l'impostazione fondamenta-le non abbiamo pensato a quello che sarebbe

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stato il futuro, anche in Irelazione a ciò chesi faceva, e soprattutto non abbiamo pensa-to allo sviluppo della situazione, oome nonabbiamo previsto le reazioni che sarebberosopravvenute di fronte agli int,erv,enti pub-blici di politica economica.

L'intervento pubblico infatti ha il difettodi essere pubblico, e quindi, essendo vasto,esso area un complesso di r;eazioni, che pos-sono esser,e nel10 stesso s,enso delJ'azionepubblica o possono avviare il successo insenso inverso; è necessario dunque prevede-re, pur essendo diHìcile il prendere provvedi-rnenti. Attraverso tutto il giuoco dell'azione edella reazione può essere visto lo svolgimen-to dell'economia dello Stato, economia cheoggi viene considerata unitariamente.

Il Mercato comune. Alle difficoltà cheabiamo visto si sono un po' ricollegate e siricol1egano sempr;e di più queLle che deifivano dal,la nostra sempre maggior,e immissIO-ne nel Mercato comune. Ci v,engono ogni gior-no ordini, prescrizioni e qualche volta impo.sizioni alle quali sentiamo il dovere di re.sist,er,e; non è facile tener conto della situa-zione interna di tutti i Paesi anche quandosommariamente la si conosce, e poi altro èconoscere sulla carta altro è vivere una si-tuazione! Non mi sento di condividere, è ve-ro, tutte le proteste contro il piano Mansholt,che può aver fatto l'orator;e che mi ha pre-ceduto, penso però che effettivamente ancheper il signor Mansholt può esser;e stato assaipiù facile suggerire la risistemazione dellapolitica agraria di quanto sarebbe stato perlui affrontare lo stesso problema essendo mi-nistro dell'agricoltura o anche solo del bilan-cio in Italia.

Ma quando si tratta di suggerke provve-dimenti all'Italia bisogna tener oonto anchedelle difficoltà ulteriod, e cioè di quel1e dif-ficoltà che derivano dalla div,ersità di impo-stazione e di evoluzione del :regime, che esi-ste, dalla diversità di indirizzo che distinguela nostra politica da quella alla quale si ispi-rano alcuni Stati che, pur evolvendosi, sievolvono in senso sociale con molto minorevelocità di quella con ,la quale ci moviamonoi, anche perchè la nostra arretratezza ori-ginaria ci ha imposto un sistema eli trasfor-mazione più radicale di quello neoessario

per chi av,eva già un tenore di vita e unreddito medio superiori al nostro.

Questa nostra diversità di impostazionenaturalmente implica Ja neoessità di conti-nue ,resistenz,e da parte nostra anche di fron-te alle domande che ci vengono fatte dai no-stri col1eghi del mel1cato comune europeo. Sitratta di resistenze qualche volta giuste equakhe volta fors,e meno giust,e in linea dIstretto diritto, talvolta ispirate al fatto chei nostri aLleati hanno per le ,loro oostituzio-ni la possibilità di agire senza pubblicità,mentre noi dobbiamo di:re all'opposizioneed al pubblico tutto quel che facciamo. Lad-dove qualche alt:ro Gm,>;e:rnoha a disposizio-ne fondi globali per intervlenti economIciil nostro Governo senza dubbio non ha unsaldo ,la cui spesa non debba figurare in bi-lancio.

Tutto quanto ho detto fin qui ci dev,e in-dUlìre a dire che non dobbiamo essere trop-po pessimisti sulla gestione del programmafino ad oggi. Molti problemi si sono presen-tati di fronte ai quali occorreva prendere unaposizione, ma non tutto è possibile. Saràquindi dovere nostro parlare chiaro agli stes-si nostri ooncittadini, e dir loro francamentequello che è possibile e quello che non è pos-sibile fare. Dico ai nostri concittadini, inten-dendo con ciò accennare sia ai datori di lavo-ro che ai lavoratori. Occorrerà dire loro conchiarezza che se si vogliono determinate ri-forme, bisogna affrontare anche le crisi cheda queste possono nascere specie nei primitempi. Sorge poi il secondo argomento sulquale voglio richiamare la vostra attenzione,onorevoli senatori.

Se volgessimo lo sguardo oggi all'anno1963, quando fu attuata la nazionalizzazionedell'energia elettrica, potremmo sentire ver-gogna perchè soltanto così tardi è stata deli-berata una riforma tanto importante che per-mette già da ora la diffusione di un serviziodi primissima necessità in wne dove non sa-rebbe mai potuto arrivare, data l'organizza-zione a tipo speculativo e industriale chenoi av,evamo. Senza dubbio potremmo do-mandard come mai così tardi si sia arrivatia quella unificazione dei servizi elettrici che,oon l'aumento delle esigenze di produzione,appar,e tanto neoessaria. Oggi ci s'embra eo-

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sì necessaria, ma allora nel 1963 avevamonon soltanto una serie di dubbi, abbiamoavuto una grave reazione d'opinione pubbli-oa, questa riforma ha creato addirittura unareazione momentanea di pessimismo, disconforto in qualche caso, oltre alle critiche,che viste da lontano appaiono oggi in granparte ingiuste. Certo qualche ingiustizia for-se è stata fatta e qualche perfezionamento sipoteva e si può anche oggi fare; ma oggi pos-siamo giudicare con una se:renità diversa daquella del 1963. Però dobbiamo dire che inquel momento, quando è stata affrontataquella rifo;rma, avremmo avuto l'obbligo diprevedere dò che saJ:1ebbe accaduto e direche tale ,riforma (come del resto molte altreche stiamo progettando e prevedendo) avreb-be dato luogo a momenti di agitazione e dicrisi, che oocorre però sopportare se si vuo-le progredire. Non si può infatti progredirerestando avvolti nella bambagia. È neoessa- ,ria sapere e ,far sapere che il progresso econo-mico e quello sociale esigono sacriifici. Debbodire ai colleghi oomunisti che, nonostante lecritiche che noi abbiamo fatto ai paesi chesi trovano al di là della barriera di ferro, chehanno <limitato enormemente i oonsumi nelmomento in cui b crisi di trasformazioneavveniva, forse sono state proprio Le misurerestrittive generali che hanno ,I1esopossibilel'attuazione oggi di una economia di maggio-re e più diffuso benessere. Non possiamo pre-tendere neppure noi di attuare riforme rivo-luzionarie che alterino profondamente lastruttura economica nazionale, senza sapereche queste riforme porteranno necessaria-mente dei sacrifici, sacrifici che, se del caso,occorrerà anche imporre. Con moderazione,ma con coraggio.

Detto questo, per quel che riguarda il Mi.nistero del bilancio, mi permetterei di direpoche cose per quello che riguarda il biIancia deLla Stato a meglio lo stato di previsw-ne della spesa per il 1970.

Direi che nella sostanza nel bilancio delloStato, la previsione per il 1970 non si mani-festa gran che diversa daMa previsione chenoi abbiamo potuto esaminare per <il 1969.

Naturalmente ci sono degli adeguamenti, del-le modificazioni, ma in via di massima ripetograndi diff'erenze non si notano.

Ho avuto piaoere di vedere che il Telatol'e,senatore De Luca, oi ha ,ricordato tutti i ca-pitoli« per memoria ». Quella elencazione deicapivoli « per memoria» rinfresca forse an-che a noi la « memoria» e ci fa presente cheanche le maggiori entrate che potranno even-tualmente verificarsi (lo so che il senatoreBertoli ha detto che se ne verificano già po-

che quest'anno) certamente potranno darciuna visione diversa di quello che normalmen-te la gente pensa, e cioè che con le maggiorientrate si possa provvedere a bisogni nuovi.Ci sòno molti bisogni nascosti o non ancoramanifestati ma prevedibili ai quali occorreràpur provvedere.

Dirò che nei riguardi dello squilibrio tra

l'entrata e l'uscita raVel' esposto una cifrapiù corrispondent'e forse alla realtà di quan-to non si sia fatto negli anni addietro è statoun atto di sincerità del quale dobbiamo es-sere grati al Govenno. Dobbiamo dire peròancora che, come al solito, è necessario te.

nel' conto, nel valutare le spese che si pre-ventivano, di qualche cosa di più di quel chesi vede; dei prestiti anzitutto che devono as-sumere le aziende speciali (le ferrovie deIJoStato e le poste: quanto meno 320 miHardidi mutuo sono autorizzati già nella Jegge dibllancio per le ferrovie dello Stato e 90 perle poste). Dobbiamo tener conto poi del,losbi,lancio dei comuni e delle provincie, diqueLlo degli enti previdenziali e dei vari en-ti di Stato che saranno autorizzati dagl,i or-gani oompetenti ad emettere obbligazioni eche provvederanno, se le obbligazioni nonpotranno essere tutte sottoscritte, anche conil ricorso al credito a breve e a medio termi-ne, in Italia e qualche volta sul mercato in-ternazionale. ALtrettanto dicasi per i mutuiche contrarrà sul piano europeo la Cassa peril Mezzogiorno. Dobbiamo dire che purtrop.po la situazione monetaria internazionale (eforse anche quella interna) porta come con.seguenza che il costo delle obbligazioni di-venta più caro e la ricerca del denaro rendepiÙ difficili le emissioni. Questo a sua volta

porta a due conseguenze: non solo alla diffi-

coltà che avremo di collocare obbligazioni

alle stesse condizioni alle quali sono. state

collocate in passato, ma anche ad una mag-

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giare spesa dello Stato per quei casi in cui siè previsto per legge !'intervento a favore del~l'economia, sia essa agricola, sia industriale,con i mutui a tasso fisso massimo, cioè a untasso che non debba oltI'epassar'e un deter~minato limi te (il 3, il 2, 1'1 per cento).

In questi casi, poichè il denaro dovrà es-sere attinto prevalentemente da fonti straor-dinarie e n'Ùn da fonti ordinarie, dovrà es-sere cioè aUinto dai pr,estiti che vrengono divolta in volta autorizzati, il costo della pre~stazi'Ùne che 10 Stato da al privato ooncor-rendo nel pagamento degli interessi, aumen-ta. Ed all'aumento può essere posto rimedioin due modi: o aumentando gli stanziamenti,

c'Ùme naturalmente chiede la Commissioneindustria e chiederà <laCommissione agrkol-tura, .o riducendo gli interventi singoli, cosìda dividere la torta cioè il sacrifioio preven-tivato tra Uln numero minore di appetenti.Indiscutibilment,e ~l costo degli interventi Inquesti casi sarà, c'Ùme è evidente, maggiore,perchè se gli ~nteressi da pagaI1e saranno del5 o 6 per oento mentre ci siamo impegnatia non far pagare più del 3 o dell'l per cento,la differenza sarà asso:rbita dall'Ù Stato neilimiti dello stanziamento, suddivìdendo l'im~porto annuale disponibile f.m un numero mi-nore di appetenti o aumentando gl,i stanzia-menti, attingendo a fonti non ancora indicatealle quali potrà ricorrere il Tesoro secondol'opportunità.

Devo di:re qui aJl'amico Bertoli che eglIè stato alquanto pessimista nel giudicare ladifferenza tra le entmte previste per il 1969e quel1e che si vallillO realizzando. Oredo chesi debbano auende:re anzitutt'Ù i risultati del-l'anno intero. Bis'Ùgna poi teneI'e presente chec'è stato un certo sfasamento nene entratedovuto alla riduzione del periodo prescrizio-naIe per gli accertamenti. Essendo stato que~sto ridotto da 5 a 3A anni, gli uffici sono sta-ti costretti l'anno scorso a fare accertamentiper due anni di arretrati in un momento so~lo, onde non assumere la responsabilità diperdere per la prescrizione la possibilità dirivedere le denunce.

Da ciò è derivato che nel sistema oontabiletradizionale per cui non si distingue l'entra-ta facendo riferimento al periodo nelquale il reddito si è prodotto, ma sem-

plicemente registrandola nell'anno in cuil'imposta stessa viene iscritta a ruolo,si è avuta negli anni scorsi l'illusione di unamaggiore diversità tra il previsto e il realiz~zato. È stata una maggiorazione dovuta al-l'applicazione di una legge che ha creato lanecessità della realizzazione improvvisa diuna maggiore entrata, conseguente all'accer-tamento relativo a due anni ma, in conse-guenza del sistema, fittiziamente attribuitaall'anno di iscrizione a ruolo. Così alla entra~ta di stretta competenza del '68 si aggiunseroi ruoli conseguenti ai maggiori ammortamen~ti. Ma conseguenze tardive dell'acceleramen~to degli incassi si ebbero anche nel 1969 on-de un certo miglioramento dovrà ancora ve~rificarsi. C'è poi il fatto che effettivamentel'aumento degli accèrtamenti è coinciso conla minore quantità di capitali di rischio inve-stiti, per cui è stato neoessario il ric'Ùrso alcredito per i bisogni rnormali del1e aziende,ciò che ha crreato anche Ulna I1esistenza mag-giore nei riguardi degli aocevtamenti fiscali,e la possibiHtà di c'Ùmpensarre oon i debitiverso i mutuanti i maggiori redditi.

Tutti sanno che è una verità ass'Ùluta sullacarta che gli acoertamenti si fanno per i 4-5anni precedenti, ma che in chi pattuisce c'èla coscienza del presente e della necessità dìpagare adesso (e purtroppo all'infuori dellaconsiderazione del dovere di pagare) con ciòche teorkamente si sarebbe dovuto accan-tonav~ a suo tempo. !La maggiore resistenzaha creat'Ù la possib~lità dell'attuazione di ac-oertamenti in misu:ra mirnore rispetto a quan-to era possibile in un peI'iodo di fadle ricor-so al c:redito e di maggioI'e possibilità diguadagno.

Varrei diI'e che al di fuori di questa osser-vaz,ione, ri,tornando a guardare il bilanciodello Stato non avremo nessuna particolareosservazione da fare. Una dsposta soltantoal collega Franza, che ieri ha parlato tant'ÙdeLla p'Ùlitioa del Novd e del Sud e de'Ila in~sufficienza di interventi da parte dello Stato.

Penso che sia neoessario dive ~ e questo

non perchèio sia un uomo del Nord ~ chenegli ultimi tempi la gent.e del Nord si èassai ,lamentata del fatto che gli interventipubblid, soprattutto da part'e del Ministero

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dei lavori pubblici, ma anche da parte delMinistero ddle partecipazioni stataLi, si sia~no concentrati particolarmente neUe zone de~presse del Mezzogiorno e delle Isole e assaimeno neUe zone depresse del Nord. Questelamentele sono normali negli italiani, ma inquesti anni sono certamente aumentate per~chè è stato assai difficile arrivare anche aisoliti interventi a favore dei comuni e delleprovincie che purtroppo erano, come sem~pre, assillati direttamente dai bisogni dellepopolazioni che non sempre nuotano nel~

l'oro, anche nelle zone del Nord.Siamo troppo abituat>i a parlare del Nord

e del Sud in termini generali, ma in realtà,come ci sono vecchi e giovani nell'una e nel-raIura :wna, ci sono anche zone ricche e zo-ne povere in entrambe le parti del nostroPaese.

G I A N Q U I N T O . Chi ha fatto Le zo-ne povere e l,ezone dcche?

T R ABU C C H I . Nostro Signore leha fatte 'e, dopo di lui, s,ecol,i e secoli di oat-tiva amministmzione. Noi forse abbiamo go-duto di un discr,eto governo .durant'e Ja Re-pubblica veneta e sotto Ja dominazione au-striaca, ma neppure noi possiamo stabilirlooggi con certezza.

Ad ogni modo, tornando a quanto dicevoprima, devo dire che in realtà quanto dicevoè accaduto: le popolazioni si lamentano eforse il collega Gianquinto quando parla dIVenezia e deUe sue disgrazi,e s,i avvicina unpo' di più al mio modo di pensare.

G I A N Q U I N T O . IParlo [n generale.

T R ABU C C H 'l . Chi guarda agli inve-stimenti che sono stati fatti neLle varie zonet,erritoriali nella tabella aUegata, credo, alvolume H deLla relazione sullo stato econo-mico del Paese, si rende conto subito cheuno sforzo enorme di ,investimenti è statocompiuto nelle zone maggiormente depres~se del Sud. Forse non era su£fidente, ma cre-do che sia opportUlno chiedersi se, ad un cer~to momento, <lapolitica che abbiamo seguitosia sempre stata sufficientemente previden~te, se la cI'eazione di poli fortemente !indu-

strializzat>i abbia lasciato oontinuaI1e l'esododa que11e zone nelle quali i benefici deLl'in-dustria non arrivavano e la crisi dell'agri-coltura, che poi c'è stata dappertutto, hafatto sì che aumentasse lo stato di disagio,se là dove evidentemen1Je l'indus1Jrialiizzazio-ne e le ']]]Jfrastrutture non erano ancora ar~rivate il coraggio stesso sta venendo meno.

È un ,,fenomeno di transizione anche que-sto, ma bisogna pI1enderne atto perchè senon ci provengono più lamentele da quellezone neUe quali ,l'i,ndustrializzazione ha por-tato un aumento di benessere, ci provengonoda zone nelle quaLi ,la vicinanza con oentri dimaggior benesseI'e ha .fatto sentire ulterior~mente lo stato di disagio, ha fatto cresoerele richieste e aumentare la emigrazione oontutte le conseguenze negative che conoscia~mo, anche per ,tutto quello che succede inquesti giorni.

Tutto questo v'a considerato sUil piano diuna 'revisione deUe di'rettive generali deJ.la po~litica del Nord e del Sud secondo criteri eco~nomici e constatazioni finanziarie.

FRA N Z A. Io ho attribuito la causadegli squilibri eoonomici alla cattiva distri-buz'ione della spesa statale.

T R ABU C C H I . Ma se il senatoreFranza va a vedere che cosa è stato spesoquest'anno e nel 1968 per le zone del Sud ve-de che la percentuale prescritta è stata ri~spettata regolarmente mentre se va a vederequello che è progettato vede che la progetta~zione nelle zone del Sud non è stata sempreseguita dalla realizzazione. (Interruzioné delsenatore Franza). Non dico che si sia fattoabbastanza quindi nel Sud, devo dire che nonsi può attribuire a ciò che è stato fatto quel-la che può esseDe conseguenza di una man-cata visione totale di ciò che poteva esserefatto o del modo :in cui potevano essere di~stribuiti gli interv,enti.

Con ciò credo che per quel che riguardal'impostazione del bilancio dello Stato hodetto abbastanza. Inveoe mi pare neoessaI'ioricordare quello che il minist'ro Colombo ciha ricordato altre volte, in un r'egime di pro-grammazione: prima di poter avere la modi-ficazione della struttura del bilancio dello

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Stato, è assolutamente necessario che si arri-vi alla revisione generale della legge di conta~biHtà; è necessario che ci si arrivi perchè al-trimenti noi, anche se potremo tentare di su-perare le dif,fico.ltà che ci pone l'articoLo 81deLla Costituzione o che ci possano venire daaltre norme formali, ci troveremo nella dif-ficoltà di provvedere alle spese che in re~lazione alla prevista formazione del rispar-mio andiamo proponendo.

A questo proposito lasciatemi dire unaparola anche su quelle benedette que-stioni dei residui. Ricordiamoci beneche tutte le volte che noi approviamoin massima sul piano nazionale unaspesa non manchiamo mai di creare almenocinque comitati che debbono intervenire nel-l'attuazione. Quello comunale o provinciale,al massimo quello regionale ~ lo chiamia-

mo regionale o distrettuale o compartimenta-le a s,econda che parliamo nel ,gergo ddl'uiIloo dell'altro Ministero, ma ,insomma quelloregionale ~; poi c'è il comitato centrale, poiquello che è dato dal CIiPE che deve prov-vedere a tutto il coordinamento general,e eprima di quello del CIPE quello tecnico oen-trale. È così che provochiamo la perdita dianni nell' esecuzione di ciò che il Parlamentoapprova. Ma se ci domandiamo in realtà per-chè creiamo tutti questi grad:ini, perchè osta-coliamo la realizzazione della nostra volontàtecnica o politica dobbiamo dire che i per~chè sono due e che nessuno dei due è unperchè che giustifica. Da un lato c'è il Par-lamento che cr,ede che attrav'e:rso questa se-irÌ:edi comitati si ahbia un controllo maggio-re, mentr'e in realtà il co.ntrollo maggior,e nonc'è: chi conosce la realtà delle cose soltantopuò esser,e giudioe eff,ettivo e tutto il restoè controllo che no.n serve fino a che non siarI1ivi al controllo fOIimal,edell'inquadramen-to della singola voce nella grande spesa. Ilsecondo perchè è costituito da una ragioneancora peggiore perchè è gradito a chi deveoperare poter sempre nasoo,ndere o far sfug-gire la propria dir,etta 'responsabilità ,in quel-lo che sta diventando sempre più un maledella nostra organizzazione attiva, quello chesi chiama l'anonimato collegiale. Quando c'èun collegio oomposto di anonimi che ha det-to: si faccia oosì o si faocia colà, la respon-

sabilità di colui che ha deliberato è quasisempre coperta. L'ha suggerito il comitato,l'ha approvato la commissione, si dice:e si copre la responsalbiIità di chi ha de-ciso. Naturalmente.il desiderio di coperturafa sì che sia sempre ,accettato e l'organo con-sultivo in più e l'organo teanioo in più e l'ar-gano amminist>rativo :inpiù; ma se continuia-mo a seguire questo tI1iste esempio non po-tremo in buona fede lamentarci più se i re-sidui continueranno a crescere. Noi sappia-mo benissimo poi che gli stanziamenti cheautorizziamo sono legati alla necessità di ri-correre al mercato. e quindi devono esseresuddivisi nell'anno secondo la possibilità de]mercato stesso di fornir,e i mezzi liquidi, maoosì facendo diamo ulteriore motivo allacreazione dei residui.

Se no,n bastasse c'è pO'ila ,Leggedi contahili-tà per cui non può progettar~i una spesa pre-vedendo in bilancio salo la parte che di dettaspesa può essere stanziata in un determinataanno e tenersi in sospeso <ilresto della spesa,per gli anni suocessivi. Sono questle Leragio-ni fondamentali per le quali la nostra ammi-nistraZlione ,gode la fama di essere lenta e ral-lentatrice, cosa che ,:invece il più delle voltenon è vero perchè la nostra amministrazianeè legata ad una legge rallentatrice.

Nai, pai, quando. propaniamo la creazionedi detemninati 'Comitati che davrebbero es-sere campo,sti di 20-25-30 persone, davrem-ma pensare alla fatica che si compie qualchevolta anche in Senato. per avere La maggia-ranza dei membri di una Commissione; do~vremma pensare che è molta difficile fare inmada che siano. cantemporaneamente pre-senti sedici perso.ne, praveni,enti da tutte leparti d'Italia, 'e che per di più hanno un pro-pria lavora da svalgere nel luaga dave abi-tualmente risiedono.. Con questa situaziane cquesti sistemi tra una canvocaziane e l'altrapassa sempre del tempo. co,sicchè mutano. ad-dirittura le situazio,ni che hanno. determina-to i provvedimenti che si devano. applicare; equesta è .la mgiane per cui spessa calara chehanno. pramessa di intervenire nan La passo-no. fare nè passano. attendere 'Che muti lastruttura giuridica delle amministrazianilacali, ma i pravvedimenti stanno a giaceremalta tempo. sul tavala del MÌnistra in at-

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183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

tesa dell'approvazione del oomitato A o delcomitato B che si sa che non diranno nien-te di nuovo.

Allora noi pal"lamentari che approviamole Ieggi, anche s,e dobbiamo poter contaresullaresponsabiHtà del Governo e non sullacattiva oq~al1lizzazione che noi suggeriamo oimponiamo attraverso la nostra legislazionedobbiamo lasciar perdere l'occupazione. Nonspetta a me difendere il Governo; ma mi pareche questo debba essere chiaramente detto,così che ciascuno valuti i bisogni in re-.lazione alle pmprie colpe o ai propri me-iI1iti.QuaLche volta, infine, si constata in tuttieccesso di perfeziol1lisimo ,anche per voler por-re troppi controlli, se la nostra amministra-zione è lenta: molto tempo potrebbe essererisparmiato con un'azione dil"etta, immedia-ta ed eseguita sotto la diretta responsabili-tà di oolui che la propone.

Un alTIropunto sul quale sarebbe necessa-,ria padare Siirioollega a quello che abbiamo,fin qui detto. Nella riorganizzazione dell'am-mi,l1Iistrazione vannol1iaf,f,ermati alcuni prin-cìpi che bisogna anche lliuscire ad attual1e:qui non pallHamo mai oon H MiDlistro dellariforma bUJ10cratica perchè, quando discutia-mo del bilancio, questo argomento rientranella discussione generale. Io vorrei peròdomanda,re al Ministro della lliforma buro-cratica se egli 'non stia pensando alla neces-sità di provvedere urgentemente a por finea quei disagi che la nostra amministrazioneha per la mancanza di tecnici, per la man-canza di diirigentti che non Sliano s'emplice-mente dei sottodilrigenti promossi in mancan-za d'altro, per il vuoto di alcuni concorsi, ec-cetera. Non voglio dire che questo dipendasoltanto dalla mancanza di organizzazione:dipende anche daLla mancanza di equilibriotra quello che lo Stato dà e que110 che puòdare la professione libera. È una mancanzadi equilibrio che deve esser,e oel,ermente su-perata perchè ~ didamoci anche questo

apertamente ~ l'esperienza dell'a£fidamentoad organi estranei aLl'amministrazione (ce loinsegna il piano degli acquedotti, ma maImaltri piani potrebbero essere esaminati daquesto punto di vista) è stata pessima ~ pernon dire di peggio ~, ci ha insegnato ohe laamministrazione deve avere i suoi organi che

22 OTTOBRE 1969

funzionano. Il ricorso agli organi esterni puòessere giustificato per sÌ'tua2Jioni straordina-'rie, ma per le questioni ordinanie è moltomeglio 'ricorrere agLi organi imterni. E lascia-te che qui vi ricordi che quando nel pro-gramma di un Gov,el"no che non ha avutolunga ~itasi è parlato anche dei problemidi progettazione e della neoessità eLipredi-sporre tempestivamente i progetti ~ pro"getti di cui si era parlato ~ con quel famo-so patrimonio, si era veramente sulla buonastrada per eliminare il mal vezzo delle delibe-razioni a vuoto, si prevedeva quel rimedioche oggi si è dimostrato tanto necessario.

Per concludere la parte riguardante il Mi-nistero del tesoro, vorrei far presente al Mi-nistro della riforma burocratica ed anche alPres,idente del ConSliglio che nOli ci stiamoaccorgendo giorno per gioDno che l'attuazia-ne della Costitu1Jione implica la revisione ge-nera l,e di tutte le norme organiche fonda-mentali dello Stato. È neoessario che noi cioccupiamo urgentemente di questo altiI'limen-ti, man mano che sorgerà un prabIema co-stlituZ!ionaLe(non oerto per quanto riguardal'articolo x o l'articolo y del codice civile,del codice pena1e a di procedura penale, maper quanto riguarda tutta la 'struttura dellaStato e lo spi'llito che deve animare l'azionepubblica), ci accorgeremo che i nostri abitisono vecchi anche se l'anima è nuava. ÈqUlindi neoessado metterci anche degLi abi-ti nuovi.

Per quanto riguarda il Ministem delle fi-nanze, dirò soltanto che tutto l'entusiasmoche si dimostra per la rifol1ma tributa,Dialascia ancora in me quello scetticismo che hoespresso chiaramente lin pr,esenza dell'ono-revole Preti parlando del bilancio del 1969.Vi sono quanto meno ,alcuni punVi che in-dubbiamente dovranno esseJ1e modificati,ma sopmttutto lil 'tessuto dell'amministra-Z!ione finanziania è ancora al livello in cuisi trovava anni fa, perciò tutto quanto noicontinuiamo a suggerire non si riesce pOliad attuare.

Come si fa, ad esempio, a parlare dellacreazione dell'imposta unica suggel"endo mo-dificazioni peniodiche al rieddito dei terre-ni, quale I1isulta dal 1Oatasto, quando i nostlìicatasti, oome ho detto altre volte, rappre-

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Senato della Repubblica ~ 9964 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pome:rid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

sentano quel che suoI rappI1esentar,e il ri-tratto della suooera nelle v,ecchie cas,e dibuona famiglia? E una cosa inconcepibile.E necessario per a~rivare a oerte riformefade precedere dalle Ili:forme amministrati-ve. Come 1:ìacoiamo a parlare dell'organizza-zione della giustizia tnbutaria attraverso se-~ioni specializzate di tribunali quando sap-piamo che tali sezioni, per la Costitu:zjione,dovrebbem avel'e più giudici che scabini?Dove lli troveremo lÌ giudki per discut'er,e incollegio centinaia di migliaia di cause disolo valore? Sono cose che non s'Ì possononeanche proporre. Come facciamo a parlaredell'applica:zjione dell'imposta sul valove ag-giunto fino a che non abbiamo ancora con-oepito che cosa fare per le piccole impI1eseper le quali si parla finora di ,arrivare all'ab-bonamento, oppUI1e di ritornare alla valuta-zione per oaeffìdentli applicati al gim d'af-fari? E il collegamento poi come si fa? Per-chè tutti sappiamo che è una formula fon-

o'damentale per i praNd quelLa che insegnache la sammatoda ,dei 'Canoni di abbonamen-to., al limite, tende a zero. Non passi,amopensal'e alla I1iforma se nonarIliviamo primala studiare ed attuaIìe l'oI1ganizzazione del-l'amministrazione, altrimenti non arnivere-ma a fare delle riforme (forse ne faremoqualche pezzo e sarà pure conveniente), mapeggioreremo, non miglioreremo l'abito d'Ar-lecchino del nostro sistema finanziario. Dob-biamo dire che questa ammilllistraZJione chesi dedica veramente con passione allo stu-dio dei problemi nuovi deve poi sentirsi na-turalmente integrata. Non si può pensare di,af£rontar,e nuove questioni can una ammiJ]Ji-straZJione che è nei limiti in cui em quandoaccertamenti e riscossioni si ponevano, conla prassi ormai invalsa da anni, con un'am-ministlrazione che non acquisisce personalequando si fanno i concorsi, che non può of-fr:il'e al fun~ionario un nuovo ,trattamento chegli permetta di viver,e ~ didamo di vlÌvere ~

a Milano, senza subire la oor,ruzio.ne.Sono cose che conosciamo concretamente;

occorre dunque attual'e celermente la ristrut-turazione dell'amministIìaz'ione, per poi par-lave di ri:£oIìma. E anche i no stIli ool1eghi delMevcato comune sappiano una buona voltacapire la storia del colletto del senatore de

Unterrichter, che ho ricol'dato un'altra vol-ta, lin questa sede. È una storia che ha sem-pr,e valore. Non tutti i popoli hanno i oollidella stessa misura e gli litaliani hanno bi-sogno di una oamioia fiscal,e adatta alla ,loromisura. Ricordo che quando il senatore DeUntel'richter si trovò a Tokio una volta sen-za vali:gia dovette cercare due giorni primadi trovaI1e una camida che gli andasse benepoichè i giapponesi hanno un colla diversodal nostro. Riicol'di,amocianche noi che l'at-teggiamento degli itaHani di rmnte al fiscoè diverso da quello dei nostri amici del Nord:prima di entusiasmaroi a di promettere unariforma che non potrà funzionare dobbiamoricol'daroi della necessità di tener presentela nostra situazione. E se gli altri Stati pro-test,emnno domandiamo 10m di garantlirdil gettho delLe limposte che il nostro poverosistema, frutto di adattamenti e di esperien-ze, continua a darci.

Dobbiama 'anche I1icardaI1equello che mol-to saggi,amente ha detto il relatore al Mini-stro delle finanze le cioè che non Siipuò chie-dere al cittadino di essere sincero, quanidosi hanno deHe ris'ervle menta/li. Io non credoche il cittadino spontaneamente sia in Ita-lia sincero. Troppa storia vivente nel suosangue gli consiglia il contrario. Però,quando gli si dice che se nel primo biennio diapplicazione della legge non samnno riscos-se le entrate previste nel campo delle impo-ste indirette e in quello delle dirette si au-menteranno le aliquote, penso, signori miei,che non abbiamo ancora diritto a cercarel'uomo che metta la ,testa spontaneamentesotto la mannaia. Non Siipuò parlal'e di 1£1'0-de quando ci Iìiserviamo noi di mancare diparolla.

Per quanto poi ooncerne ,la finanza ~ econcludo v,emmente ~ vorIìei Ilicordare chetroppo spesso in Italia ~ per malvaler;e epiù per crassa ignoranza ~ si usa par-lare male della finanza lacale. E questodico non perchè io sono s'indaco e dato chenon potendo dare garan1Jie io non posso fa-re debitri, per cui mi tr;ovo ad es.sere uno de-gli uomini più fortunati di questo mondo daquel punto di vista. Ma dico quel che hopens.ato perchè lo Stato ha provv,eduto allaricostruZJione della Nazione nel pI1imo de-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 996') ~

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

oennio e forse anche dopo, invitando oomu-ni e provincie lad lindebitarsi con Ja promes-sa di contliibuti stataLi nell'accertamento. Idebiti sano però rimasti a lungo e si sonoaccumulati arnivando aUe cifre attuali. Ades-so si dioe che viene Iriconosaiuto un determi-nato passiva, una parte del quale deve esse-re J1icoperto con le entmtie date daUo Statoe l'altra parte con il mutuo, il che equivalead un nuovo invito ,ad aumentane il debito.Natur,almente perciò alla fine non si davràaccusare i camuni di esser pieni dà debiti,ma solo di aver seguìto l'esempio e !'inci-tamento dello Stato integrando ne la fun-Ziione sociale. È vero che li comuni sono pie-ni di debiti ma questo è stato perchè ~ al-

tro difetto della programmazione generale ~

10 Stato ed i comuni non sono stati visti nel-la loro unità.

E quando faJ1emo la riforma tributaJ1ia nel-la qual,e diJl1emoai comuni che essi avranno,soltanto quella che gLi darà 10 Stato, allomvedvemo che la strada del,mfforzamento del-le libertà comunali è finita molto lonta-no; i comuni staranno molto peggio poichè10 Stato farà a suo modo le divisioni e laesigenza dire1:tJa sarà molto diversa da quel-la che si vedrà stando, a Roma, ma quel chemancherà alla politica comunale sarà. . . lavita.

Non vogliia dire di più. Voglio solo ricor-darvi che la stesso disoorsa va fatta per liservizi pubbLici. I:nfatti chi oggi dicesse che,i servizi di tmsporto devono essere econo-mici altnimenti essi devono essere abbando-nati direbbe cosa che non riguarda solo l'am-ministrazione camunale, ma che niguarda ilcomplessa deLl'urbanistica, dell'or.ganizzazio-ne delle città, dell'or.ganiz2'Jazione dei traspor-ti ,intorno au'e oittà, i quali non possono es-sere diviSli in trasporti comunali, statali, re-gionali, eccetera, ma devono essere visti nel-la Iloro unità e nel loro oOOil'dinamento.

Non parliamo quindi maLe degli enti local,ie delle a:z;iende locali, comprendiamo quelleche ,sono le loro necessità, non soltanto, dà-oendo che faremo lara la carità; ma guar-dando lil loro funz'ionamento comprendiamoche si tratta di cambiare tutto il sistema del-le leggi che li costringono e altresì la leggeche suddivide i compiti tra Stato, regioni,provincie e comuni.

È ormai trasoorso il tempo a mia dispo-sizione, e vi voglio ringraZJiare per avermiascoltato. Varrei solo aggiungere, mentre miaccingo, con coscienza di far,e opera giusta,lad approv,ave il bilancio dello Stato, che so-no stato necessdtato a fare alcune osservazio-ni (in relazione allo sviluppo della nostraeconomia che non si trova certo in una po-sizione statica), che avnanna una certa im-portanza per ill domani. n p.rogresso ~ ri-

peto ~ esige dei sacrifici da part,e nostra,per avere un damani pJ1ivo di preaccupazio-ni e di pensieri come quelli che ci agitanonel per,iodo attuale. Queste parole silano dichiaro significato non soltanto per cOlloroche oggi si lasciano pnendeJ1e dalla paura,ma soprattutto per colora che cercano di giu-stificare agitazioni che possono essere grave-mente dannose per 10 sviluppo complessivo.

Quando, si parla di programmazione biso-gna saper parlaJ:1e di volontà e di sacrificioche deve esselie richiesto a tutti e, se neoes-sario, anche imposto. Oggi siamo in una po-sizione che eSlig,euna palitica non vorrei diredi guerDa economica ma di difficaltà da su-pemre anche dal punto di vista econamicoe finanziario, difficoltà che ,saranno supera-te soltanto, se La volontà di tutti, non soltan-to quella del GovleJ:1noma anche la nostra edei cittadini e dei Lavaratori, saprà esseredegna del nostro domani. Grazie. (Vivi ap-plausi dal centro).

P RES I D E N T E È iscritto a par-lare il senatore Bufalini. Ne ha facoltà.

B U F A L I N I. Signor Presidente, ono-revoli Ministri, onorevoli colleghi, dopo, lecose che già sono state dette dai colleghidel Gruppo comunista, io mi propongo difare brevemente alcune considerazioni, alloscopo di rilevare una linea, un orientamen-to generale, quali scaturiscono dalle propo-

ste che il nostro Gruppo ha fatto e chefarà ancora. Sentiamo, cioè, in quanto sia-

mo questa grande forza di opposiziane disinistra, il dov'ere di propor,re ad altreforze di sinistra e democratiche e al Paese,

un orientamento, almeno nelle linee gene-rali, di un nuovo indir~zzo di politica eco-

nomica. Riteniamo che questo sia necessa-

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Senato della Repubblica ~ 9966 ~ V Legislatura

183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

l'io e urgente, così come riteniamo che sianecessario e urgente prendere alcune deci~sioni, senza ulteriori indugi, a livello politi-co, parlamentare e di Governo. Innanzituttoe soprattutto riteniamo che sia necessarioche il Governo muti aueggiamento nei can-fronti delle lotte operaie in corso per il rin-novo dei cantratti nazionali, assuma cioè unatteggiamento che contribuisca a creare con~dizioni favorevoli affinchè le lotte in corso,autonomamente guidate dai sindacati uniti,abbiano rapidamente uno sbocco positivocon la piena soddisfazione delle giuste ri-vendicazioni degli operai, dei braccianti, deicontadini, dei lavoratori.

Per esempio, se il Governo, per bocca delsuo Ministro del lavoro, afferma che nonpuò mantenere una posizione di equidistanzatra le richieste e le lotte dei lavoratori e gliatti ostili della Confindustria, assurda e col~pevole è l'inerzia del Governo, e in partico-lare del Ministro delle partecipazioni statali,di fronte all'atteggiamento protervo, anti-sindacale e antioperaio delle aziende dI Sta-to. Alludo in particolare all'episodio del li-cenziamento di cinque lavoratori dell'Italsi~

del' di Bagnoli, che giustamente l'organizza-zione sindacale dei metallurgici, la FlOM,non esita a definire una grave e premeditataprovocazione, la quale ben si inserisce nelloatteggiamento antidemocratico che caratte~rizza la direzione di quell'azienda pubblica.

Riteniamo, al tempo stesso, come già ac-cennavo, altrettanto necessario ed urgenteche venga delineato un nuovo indirizzo dipolitica economica e di politica generale, alquale siano orientati e ispirati i provvedi~rnenti immediati, nel senso che i provvedi-menti immerliati si muovano nella direzionedelle necessarie riforme e di una politica dipiano, di quella cioè ohe fu chiamata unaprogrammazione economica democratica,ma alla quale, in realtà, in tutti questi anninon e stato neppure dato un inizio di rea-lizzazione.

Riteniamo necessario che venga delineatauna prospettiva chiara, certa, di sviluppoeconomico, la quale costituisca ~ e su que-

sto tornerò ~ un sicuro punto di riferimen-to e di orientamento per le masse lavora~

trici e per tutte quelle forze produttive chesono interessate ad uno sviluppo sano e de-mocratico dell'economia e della società na-zionale. Occorre dimostrare con prese di po-sizione ,e con atti conar,eti, che un nuovo in-dirizzo lo si vuote davvero; che, anzi, in que-sto Parlamento, uscito dalle elezioni del 19maggio, vi è una maggioranza di forze di-verse che vuole un indirizzo nuovo o chealmeno si pone questo problema; che si vuo-le dare inizio alla necessaria svolta.

Noi non esitiamo a dire, signor Presiden-te, onorevoli colleghi, che la situazione delnostro Paese ci sembra stia diventando ognigiorno più drammatica. ,È una parola for-te, della qua,le non varrei abusar,e; ma ,laparola mi 's'emhra appropriata. In taledrammaticità vi è un aspetto, che è fonda-mentale, altamente positivo. Esso è costi-tuito dalle lotte degli operai, dei braccianti,dei contadim. È costituito dalle lotte dellemasse popolari che nelle città si battonoper una casa decente e cIVile con canoni diaffitto equi, sopportabili; si battono controil caos dei trasporti e il loro gravosissimocosto diretto e indiretto, contro il carovita,per una profonda trasformazione di tutta1'organizzazione della vita cittadina che neigrandi centri congestionati è diventata as-surda e, verrebbe fatto di dire, disumana.

Questo elemento altamente positivo è datodalle lotte degli studenti, dei docenti, delledonne, dei sindacati operai e di tante forzeed organizzazioni democratiche diverse, perla scuola, per le aule, per un impetuoso svi-luppo della scuola, da quella per !'infanziafino all'Università, per un profondo rinnova-mento democratico della scuola stessa, deisuoi ordinamenti, del]'indirizzo degli studi

e così via. È dato dalle lotte dei disoccupati,soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, dalle

lotte delle popolazioni meridionali che si ri-bellano, spesso con esplosioni di collera po-polare, alla arretratezza non mai superata,

all'antica ingiustizia, alle perduranti pro~spettive della miseria, alla mancanza di ac-

qua e delle attrezzature civili più elementari,

alla condanna dell'emigrazione forzata, dellospopolamento delle regioni, dell'abbandono

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Senato della Repubblica ~ 9967 ~ V Legislatura

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c della rovina di zone sempre più estese,della rovina fisica del suolo stesso.

Alcuni anni fa crollò un intero quartieredi Agrigento. Oggi crolla Napoli. Di frontead una realtà così assurda e drammatica,guai se il popolo italiano fosse rassegnato,passivo, inerte. Dove mai, se ciò fosse, po-trebbe trovarsi la forza capace di impo:rreed effettuare la trasformazione ed il rinno-vamento della società nazionale, di attuarequei profondi mutamenti che pure tanti, piùo meno, e con punti di vista ed abiettividiversi ed anche appasti, dicanO' essere ne-cessari?

Per questa, anche nella presente discus-siane nel SenatO' della Repubblica, nai ab-

biamO' salutata e salutiamO' l'attuale andatadi latte aperaie e papalari che è farse lapiù vasta, la più unitana, la più cambattivache l'Italia abbia canasciuta dagli anni dellaResistenza e della latta di liberaziane nazia-naIe. VediamO' in queste latte un fatto nua-va, di valare fandamentale nella prafandacrisi che attraversa il nastrO' Paese. Sana insastanza propria queste latte, prima di tut-ta, che danna a tale crisi, se casì passaesprimermi, un carattere e un segna pasitivanel sensO' che indicano che i tempi sana ma-turi per una svalta e che vi sana farz,e capacidi imparla e realizzarla. Anzi, vi è già unagrande maggiaranza dI farze saciali, la qualein parte si riDette già sul piana palitica, mapuò e deve ~ nai pensiamO' ~ esprimersi

pienamente, in un camplessa di farze pali-tiche, le quali si battanO' per una svalta cheapra una fase nuava nella sviluppa dell'Ita-lia, e in sastanza cansenta di riprendere iloammina iniziata can la Resistenza, pO'i in-terratta e blaccata: una fase caratterizzatada una nuava avanzata delle classi lavaratri-ci sulla via di un effettiva pragressa demO'-cratica e di un radicale rinnavamenta dellasacietà nazianale.

Se tale è il positiva valore dell'andatadelle lotte della classe aperaia italiana edella pressione democratica e papalare chesarge irrefrenabile nel Paese, è nel tempO'stessa vero che da tali ,latte nan può deri-vare in mO'da autamatica, meccanica, span-tanea, la necessaria svaha di inidi.rizzo pO'-

litica. Nè salamente la insastituibHe e autO'.nama funzione e la r,espansabilità dei sin-dacati che guidanO' le latte passanO' garan-tire uno sbacco pasitiva alla crisi gene-rale che a'ttraversa il Paese. Altrettanta de-cisivi ~ la sappiamO' ~ sana i campiti

e le respansabilità delle farze politiche, delGaverna, delPairlamenta; giacchè, se nansi prendanO' quelle decisiani urgenti a cuisapra accennava, se nan si delinea e nan sisceglie can sufficiente chiarezza un indiriz-Za. nuova, un tipO' di sviluppa qualitativa-mente dIversa da quella che finara si è avu-ta, se nan si dà inizia ad essa, i pericali in-siti nell'attuale situazione di crisi si farannO'agni giarna più gravi. Le latte aperaie, cam-battute can tanta slancia, generosità e va-lantà di successa, campartana tuttavia peri lava rata l'i pesanti sacrifici, drammatichetensiani e inevitabilmente si farannO' ~ è

facile prevederla ~ più aspre, quanta piùdura e pravacataria è la resistenza del pa-dronato. Si acutizzerà la tensione saciale, siaccentuerannO' i cantrasti. Ci traviamO' inal-tre di fronte al crescere di spinte carpara-tive, di sardina te, di ceti e gruppi pur privi-legiati e can alti redditi; spinte le quali,anche quandO' sianO' frutta di una spantaneapressiane, oggettivamente corrispandana adun interesse a ad un disegna canservatare,tendente a sommergere e a riassarbire legiuste rivendicaziani e le canquiste aperaie,che castituiscano la malIa fandamentale delpragr1essa nazionale, in una dilagante e fan-gasa carrente di rivendicazianisma indiffe-renziata e qualunquistica.

Rischia casì di pradursi a di accentuarsiun distacca, una crisi di fiducia nel l'appartatra le grandi masse papalari, can i laro bi-sagni imperiosi, le lara safferenze e le lorO'attesè, tra le stesse farze praduttive interes-sate ad una sviluppa ecanamica sana e de-macratico, e i partiti palitici, le istituzianidemocratiche e parlamentari.

Insamma vi è, mi pare, il pericolo che sidetermini una situazione confusa e torbida,la quale passa costituire il terreno favore-vole per un contrattaoco di destra dei gran-di gruppieoonamicie privati, di tutte leforze conservatTici e anche reazionarie. E

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Senato della Repubblica ~ 9968 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

ciò tanto più in un periodo come questo,in cui la politica di centro~sinistra è fallita,ma ad essa non è stata sostituita una poli~tica nuova, e lo schieramento di maggioran~za che ha governato in questi anni l'Italia siè rotto in un modo che, nella sostanza, èirreparabile. Inoltre, i partiti della maggio~ranza sono investiti da una crisi; e in par~ticolare il partito di maggioranza relativa, laDemocrazia cristiana, attraversa una crisiprofonda che mi pare si vada sviluppandoin un modo alquanto oscuro e tortuoso. Masoprattutto, onorevoli colleghi, anche se ipericoli più gravi potranno essere evitati,

se non si attuerà oggi una svolta nell'indi~rizzo, perderemo una grande occasione.

Quasi tutti, in quest'Aula, nei banchi delGoverno (abbiamo presente la relazione pre~visionale per il 1970, le relazioni dei ministriCaron e Colombo), in tutta la pubblicisticadi vario orientamento democratioo e negliscritti di economisti impegnati da molti an~ni nello studio delle questioni attinenti aduna poHtka di piano, riconoscono e denun~ziano il perdurare e anzi l'aggravarsi nellaeconomia e nella società nazionale deglisquilibri, delle contraddizioni, dei contrastilaceranti e delle strozzature.

Presidenza del Vice Presidente GATTO

(Segue B U F A L I N I ). Dalla stessarelazione previsionale, come ho già detto, edai discorsi degli onorevoli Ministri chiara~mente si rileva che l'espansione industrialeed economica complessiva che si è avuta inquesti anni nel nostro Paese, con un tasso diincremento del reddito nazionale molto so~stenuto, ha questa caratteristica: non haminimamente avviato a soluzione gli squili~bri, le strozzature e i contrasti antichi enuovi intrecciati tra loro, anzi li ha resi piùgravi e acuti, la questione meridionale, l'ar-retratezza di gran parte dell'agricoltura, laquestione del lavoro delle donne, la disoc~cupazione, ,la sottoocupazione, le strozzatureche impediscono ai giovani di immettersi inun lavoro produttivo, eccetera.

È ormai generalmente riconosciuto cheun tale tipo di sviluppo, anche in una fasedi espansione economica a ritmi assai soste~nuti, provoca contraddizioni gravissime, lequali sono alla base delle attuali lotte chescuotono la società e, d'altra parte, rendonoprecaria l'espansione stessa e incerte le pro~

spettive.

Ora, che cosa ci dicono i nostri Ministri

del bilancio e del tesoro nella loro esposi-zione a questo proposito? Essi scrivono che

si sono rilevate talune tensioni nel nostro

sistema economico che richiedono una par~ticolare attenzione, perchè potrebbero, « noncontrollate », compromettere la possibilitàdi proseguire senza interruzioni lungo quel~la linea di espansione che finora si è avutain Italia e che ci verrebbe promessa ancheper il futuro dalla «sanità di fondo» delnostro sistema. Qual è la differenza tra lanostra preoccupaziope e quella che qui emer~ge dalle parole del Governo? Controllare letensioni, ecco a che cosa vorrebbero venisseridotta l'azione politica i nostri attuali Mi~nistri, controllarle, non già interpretarle espiegarsele e soprattutto non va1ersene, nonassumerne i,l valore e la portata per farapprodare il Paese a traguardi più avan~zati. Ed è chiaro, allora. che fin quandoci si atteggerà di fronte alle lotte operaie

I e di massa, di fronte alle tensioni e ai con-trasti sociali soltanto per allarmarsene epreparare ,dsposte preoccupate, o qualchevolta minaooiose, non si capirà mai, ono~revoli colleghi, che i contrasti sociali chesi sviluppano nel Paese e le grandi batta~glie dei lavoratori pongono in discussioneproprio il tipo di sviluppo attuale. Se nonsi afferrerà questo significato, non si potràmai avere nei confronti delle lotte in corsoun giudizio non prevenuto e un atteggiamen~to non conservatore.

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SenatO' della Repubblica ~ 996? ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pO'merid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

Nella prima parte della sua esposizionesembrerebbe che l'attuale MinisÌII"O' del bi-lancio si renda conta dei vuoti, delle ina-deguatezze, delle cO'ntraddizioni presentinello sviluppo del Paese. Con inte:rcsse ab-biamO' ascoltato ,e letto annotazioni e auta-critiche. Vi si riconosceva, infatti, che moltaparte della cl1esdta in atto è indirizzataprevalentemente all'elevamento degli stan-dard di consumo privato; che si è inciso me-no' del necessario sulle essenziali trasforma-zioni strutturali della nostra economia; cheil perfezionamento del nostro apparato pro-duttivo, se ha fatto avanzare produttività ecompetitività della nostra industria, non haperò provocato i vistosi aumenti di occupa-zione di cui abbiamo bisogna, nè ha dato luo-go a quella consistente diffusione territoria-le degli investimenti senza la quale molte re-gioni del nostro Paese, prima fra tutte ilMezzogiorno, restano sacrificate. Abbiamoletto anche che i progressi del benesserehanno però lasciato indietro alcuni bisognicollettivi fondamentali nei settori della si-curezza sociale, della scuola, della casa edei servizi urbani, ,rispetto a cO'nsumi privatiin rapida crescita. Abbiamo letto che esisto-no nella nostra economia margini ampi difattO'ri produttivi non utilizzati a sottouti-lizzati, riserve di lavoro non occupate o sot-toccupate, risorse prodotte ma non reimpie-gate all'interno, bensì dirottate all'estero. Etuttavia, da questi riconoscimenti, da que-sto far proprie le critiche ~ e noi ne siamo

lieti ~ che da anni noi volgiamo ai modi,al tipo, agli obiettivi e ai risultati dello svi-luppo capitalistico italiano, noi ci attende-vamo, per logica conseguenza, una previsio-ne, un bilancio previsionale, una scelta diindirizzi per !'immediato futuro, che, spie-gando le cause dei limiti o delle lacune, ce neprospetassero i rimedi. Ma, al contrario, larelazione al bilancio che qui ci è stata lettadà un'impostazione di tipo classico, tradizio-nale. Essa, infatti, fa una previsione inaccet-tabile. A nulla, infatti, vale sottolineare, co-

me fa il ministro Caron, che le condizioni di

fondo del nostro sistema sono sane, per de-

durne la necessità di preservarle da tensianiincontrollate. La sanità che si vuole preser-

va re ha proprio quei contenuti negativi giàdenunziati. Pr'eseLl\Tare questa sanità vuoI di-re solo pretendere che continuino a sussi-stere, nella loro essenza socialmente iniqua,i suoi contenuti. Appunto a cagione di ciòsi può dire che tutta la relazione del mi-nistro C3Iron, come quella del mini/stiro Co-lombo del r'esto, è svalta all'insegna delquaeta nO'n mO'vere, se quiete si possonodire peraltl"O le condizioni di oggi. Ma sele cose stannO' così ~ e stanno cosÌ e tut-

ti lo vedono ~ se tali san gli squiliibriinsiti in questo tipo di sviluppo nostro, è va-no allora continuare ad affidarsi al mecca-nismo, alla logica dell'attuale sistema che ~

lo ripeto ~ neppure nella fase di espansione

consente di superare le tare profonde dellanostra società, anzi le aggrava.

È risibile, onorevoli colleghi, che si sosten-gano alternativamente tesi opposte. Noi tut-ti ricordiamo che, quando sopraggiunse lacongiuntura sfavO'revole degli anni 1963-64,si disse: per carità, di rifO'rme non parlia-mane proprio, di una politica di piano nO'nne facciamo niente. E nulla in reaJtà si èfatto; giacchè una politica di piano, è ovvio,o incide sull'attuale meccanismo di svilup-po o non è niente. Si disse che si doveva ac-cantonare ogni politica di riforma, ogni pro-grammazione democratica, perchè ciò che al-lora importava era superare la sfavorevolecongiuntura e ridare tranquillità alle granditorze ,economiohe dominanti.

Quando, poi, si è avuto, come in questi an-ni, un lungo periodo di espansione e di cre-scita, allora di riforme e di programmazio-ne non se ne ,fa niente lo stesso peT non di-sturbare il meccanismo che sta assicurandoun'espansione. La questione fondamentale,dunque, mi sembra abbastanza semplice: odavvero si vogliono superare quegli squili-bri e contrasti della nastra sO'cietà, e allo-ra bisogna decidersi ,a compiere una scelta,cioè comincial1e a incidere nell'attuale mec-canismO' e nella sua lagica, avvera non sivuale campiel'e quella scelta, non si vuoleincidere suLle strutture economico-sO'ciali,sui rappaI'm di propri,età, sull'attuale si-

stema di patere in tutte le sue varie artico-laziani, e allora gli squilibri resteranno e

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Senato de-ZIa Repubblica ~ 9970 ~ V Legislatura

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si agg:mveranno; e il Mezzogiorno resteràsempre più indietro, grandi forze resteran-no escluse dal processo produttivo, risorsecrescenti resteranno inutilizzate e gran partedell'I tali a si avvierà ad essere un grandeMezzogiorno nell'ambito del Mercato comu-ne e fra i Paesi dell'Europa più avanzati.

Qual è la scelta che ci propone il Gover-no? È, senza dubbIO, la scelta conservatricedi cui ho parlato. Ciò è stato ampiamenteargomentato dal compagno Bertoli e daglialtri colleghi del mio Gruppo che sono inter-venuti nella discussione. Ma io vorrei anco-ra richiamare l'attenzione su alcuni branidella relazione previsionale e programmati-ca che mi sembrano, a questo proposito, il-luminanti. È detto dunque nella relazione:« Gli incrementi di produttività intervenutiin questi anni nel sistema economico sonotali da lasciare margine al dispiegarsi deimovimenti rivendicativi in questo campo, esono attesi anche dalle imprese in relazionealla scadenza di numerosi contratti collet-tivi di lavoro. Non v'è dubbio che un innal-zamento abbastanza diffuso del livello deisalari potrà avere un effetto espansivo im-portante sulla domanda globale, agendo di-rettamente sui consumi e indirettamente, co-me sollecitazione, sugli investimenti. Taleeffetto espansivo potrà estrinsecarsi solo sesi manterrà in limiti compatibili col perma-

~ nere di una sostanziale situazione di stabi-lità monetaria. Questa potrà trovarsi minac-ciata se tali aumenti, per entità e concentra-zione nel tempo, venissero da un lato a mo-dificare radicalmente le condizioni di costodell'impresa e dall'altro a indurre nella do-manda di consumo incrementi incidenti lacapacità immediata dell'offerta. L'esperien-za recente dimostra che in tal caso il rialzodei prezzi finirebbe presto con l'assumere di-mensioni tali da vanificare rapidamente ivantaggi acquisiti dai percettori diretti dilavoro }}. E continua più oltre: «Pertantonelle vertenze sindacali in corso le parti nondecideranno soltanto di una maggiore par-tecipazione dei lavoratori al reddito prodot-to, decideranno altresì dell'effettivo potere diacquisto dei salari e le loro decisioni in-fluenzeranno la possibilità stessa di una pro-

secuzione del processo di investimento inatto da cui dipendono gli sviluppi futuri del-l'occupazione e della trasformazione delleregioni meridionali }}. E continua: «Fonda-mentale compito della poli6ca economica delGoverno è quello di realizzare piena occupa-zione, sviluppo del Mezzogiorno, programmisociali, eccetera. Per la realizzazione di que-sti obiettivi, come si è detto, è necessaria unaprolungata espansione con alti tassi di inve-stimento ».

Mi sembra che qui vi siano dei puntichiave per comprendere tutta la linea dipolitica ,economica che ci viene proposta.In sostanza, prima di tutto si dice dire gliaumenti dei salari sono possicbili ed ancheauspicabili purchè contenuti entro limitiben precisi, e cioè entro i margini consen-titi dai ben più elevati incrementi di pro-duttività. Oltre questi limiti essi sar,ebbe-l'O incompatibili con il funzionamento del-l'attuale meccanismo e con l'attuale tipodi espansione. Ed è questo che non si vuole.E si minaccia la conseguenza della vaninca-zione dei vantaggi stessi conseguiti dai la-voratori, attraverso un processo di svalu-tazione della moneta, di rialzo dei prezzi,di restrizioni creditizie e di riduzione del-l'occupazione.

In secondo luogo, se bene intendo, si diceche i problemi angosciosi del Mezzogiornoe della disoccupazione potranno essere af-frontati solo a condizione che si prolun-ghi una espansione con alti tassi di incre-mento e di investimento. Ora, onorevole Ca-ron, voglio domandarle con tutta serenitàed obiettività: seguendo ,fino in fondo taliragionamenti e tali impostazioni, che cosaaltro è questo se non l'enunciazione di unapolitica di mera conservazione delle attua-li strutture, dell'attuale sistema, dell'attua-le meccanismo di sviluppo, dell'attuale tipodi espansione? E che cosa altro è se nonla rinuncia ad una politica di riforme e adun'effettiva politica di programmazione?

Onorevole Caron, noi non neghiamo affat-to che possano sorgere delicati problemi dicompatibilità tra un generale cospicuo au-mento del livello salariale, quando vada ol-tre quei certi limiti previsti e consentiti daquesto assetto del sistema, dalle stesse for-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9971 ~

22 OTTOBRE 1969183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

ze capitalistiche dominanti, nonchè tra illivello della spesa pubblica e le risorse fi~nanziarie attualmente disponibilL Affermia~mo, anzi, che uno dei problemi fondamen-tali è quello della scelta nelle destinazionidelle risorse e degli investimenti. Ed eccola domanda precisa che io le rivolgo: sivuole o non si vuole incidere sul sistema inatto, dare inizio ~ dico dare inizio ~ aduna sua modificazione sostanziale, profon-da, qualitativa? perchè se non si vuole que-sto ~ e da quanto risulta dal brano cheho citato non lo si vuole ~ è chiaro chesorge il problema delle compatibilità: al-lora gli squilibri resteranno e si aggrave-ranno. Ma la ragione non sta nell'entità del-le richieste della classe operaia, bensì nelfatto che si continua a puntare non già suuna politica di piano, su una programma-zione democratica, ma sull'attuale « mecca-nismo di mercato» dominato dai grandigruppi monopolistici privati, gravato dalpeso delle rendite parassitarie, caratteriz-zato dall'anarchia dello sviluppo stesso contutti i suoi sprechi, i suoi costi economici,umani, morali, culturali e politici, che sonosprechi e costi inauditi.

Il modo di porsi di fronte alla questionemeridionale ed al suo aggravamento nonpuò in nessun modo essere quello enuncia-to. E ciò perchè esso, in sostanza, consistenella promessa di adottare provvedimentiper il Mezzogiorno se avremo ancora un lun-go periodo di espansione. Mi pare inveceche l'impostazione debba essere capovolta:e cioè, prima di tutto, bisogna aggredire ilproblema del Mezzogiorno con una politicadi riforme, con una programmazione de-mocratica, modificando l'attuale meccani-smo di sviluppo, in modo da assicurare unaespansione economica nazionale non piùcompressa, resa precaria e distorta dalleattuali strozzature, ma utilizzando tutte leimmense risorse e soprattutto le forze dilavoro che non sono utilizzate.

Questo mi pare il modo giusto di im-postare la questione. Ma, tornando un mo-mento sulla compatibilità tra il livello deisalari ed il meccanismo di sviluppo in at-to, vorrei aggiungere, per inciso, che oltretutto io credo che i margini siano assai piùampi di quanto il padronato non voglia far

credere. Del resto, onorevoli colleghi dellamaggioranza e signori del Governo, abbiamouna recente esperienza su un problema chesi presenta analogo sotto questo profilo.Tutti ricordiamo che quando si svolse labattaglia per l'aumento delle pensioni neimesi che precedettero le elezioni politichedi un anno fa, anche allora si gridò che sesi fossero dati tutti quei miliardi che noichiedevamo e i pensionati chiedevano sa-rebbe stata una catastrofe. Si disse chenon era possibile trovare i soldi, si agitòanche allora lo spauracchio della inflazione.

Dopo le elezioni i soldi furono trovati,alcune centinaia di miliardi in più furonodati e, anche se l'aumento delle pensioniè stato purtroppo modesto, non solo non si

"è avuta alcuna catastrofe, ma anzi oggi siriconosce esplicitamente, anche dai colleghidella maggioranza, che quegli aumenti han-no avuto un Effetto benefico sulla domandainterna, sullo stesso orientamento dei con-sumi, ed hanno agito come stimolo degliinvestimenti.

Ma non è r:eppure questo, onorevoli col-leghi, l'argomento più importante che ci farespingere quella impostazione del Gover-no sulla maggiore o minore compatibilitàdi determinati aumenti salariali con l'attua-le tipo di sviluppo economico, e ciò perchènoi, diversamente da voi, signorri Ministri,non vogliamo conservare quel tipo di svi-luppo, ma vogliamo modificarlo comincian-do ad incidere su di esso.

L'es1genza prima da cui noi muoviamo èproprio l'elevamento del benessere, il con-tinuo miglioramento delle condizioni di la~varo e di vit,l, dello sviluppo culturale, diun crescente potere delle masse operaie edei lavoratori fino al loro accesso alla di-rezione della società e dello Stato. Questoper noi è il dato primo, è la variabile indi-pendente dello sviluppo. Tutte le altre va-riabili devono essere dipendenti da questa.Ciò implica, prima di tutto, il diritto dellaclasse operaia di conquistarsi una fetta sem-pre più larga della ricchezza nazionale cheessa produce e della quale sopporta più diogni altro il peso ed il prezzo.

Ma questo non è ancora tutto. È di essen-ziale importanza rilevare il fatto che le lot-te della classe operaia per tali rivendicazio-

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Senato della Repubblica ~ 9972 ~ V Legislatura

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ni, economiche, di libertà, di potere, sonola molla decisiva di tutto il progresso eco-nomico, civile e politico nazionale, 1a con-dizione prima che può far maturare la ne-cessità e la possibilità di radicali riforme.È del tutto evidente infatti che una espan-sione che si fondi sul sottosalario ed essen-zialmente sulla esclusione dalla vita pro-duttiva delle donne e dei giovani, sulla di-soccupazione, sulla desolazione delle cam-pagne e del Mezzogiorno, sulla arretratezzadi tutto il sistema scolastico è una espan-sione malsana ed antinazionale.,

Ora, la lotta della classe operaia tende acolpire al cuore questo tipo di sviluppo an-tinazionale, per imporre un tipo di svilupporadicalmente diverso, contro coloro che de-stinano i loro crescenti profitti, le loro ren-dite alla esportazione all' estero, attuata dicontrabbando, ed anche (come sappiamo) al-le attività speculative e parassitarie all'in-terno. La classe operaia, unita alle massecontadine, alle forze produttive democrati-che, lotta per una diversa struttura dei con-sumi, per investimenti produttivi, per il pro-gresso scientifico tecnico e culturale, per unaindustrializzazione diffusa su tutto il terri-torio nazionale, per la trasformazione del-l'agricoltura, per la difesa del suolo e cosìvia. E in ciò essa afferma la propria funzio-ne nazionale. Certo (con questo ritorno alpunto da cui ho preso le mosse nel mio ra-gionamento), queste lotte operaie, le con-quiste che noi auspichiamo sempre mag-giori che esse strapperanno, esigono che siavvii senza indugio finalmente la politica del-le riforme e la politica di piano rimasta fi-nora lettera morta. In altri termini, onore-voli colleghi, noi pensiamo sia necessarioche un potere politico via via più democra-tico, pIÙ forte, più ampio ~ che si orga-

nizzi sempre di più nelle fabbriche, nellecampagne, nelle scuole, nei quartieri dellecittà; che si (splichi liberamente nei consi-gli comunali e provinciali, nei consigli re-gionali che devono essere costituiti; che siesplichi pienamente con una dialettica par-lamentare effettivamente libera, senza stec-cati ~ scelga e fissi dei grandi obiettiviallo sviluppo, e si doti rapidamente deglistrumenti necessari all'attuazione di una

programmazione democratica: una pro-grammazione che sia democratica per ilpotere da cui sorge, per i protagonisti del-lo sviluppo (le grandi masse lavoratrici), peri fini che si propone, di rinnovamento so-ciale, di progresso democratico.

Una tale politica deve essere indirizzatacontro il prepotere dei grandi gruppi pri-vati, in modo da supera:re lil carattere inten-sivo e l'anarchia produttiva propri dello svi-luppo monopolistico. Di contro, cioè, la co-siddetta efficienza aziendale, che si risolvein una paurosa inefficienza complessiva del-l'economia nazionale, la quale comporta co-sti e sprechi inauditi, si devono affermarele ragioni dell'efficienza e razionalità econo-mica complessiva nazionale. In questo, primadi tutto, onorevoli colleghi, noi pensiamo sitrovi già, nella prospettiva, una fonte grande di risparmio e la possibilità di recuperudi enormi risorse. Bisogna liberare l'econo-mia e la società italiana dal peso gravissi-mo delle rendite parassitarie di ogni tipo,da quella sui ,fondi urbani a quella sui fondirustici, dalla speculazione che si realizza nd-l'intermediazione tra campagna e città finoa tutte quelle posizioni di privilegio che oggiesistono e che sono racchiuse in quell'Ibridocoacervo denominato «redditi da lavoro ",di cui ha parlato ieri la collega Giglia Tede-sco. È inaudito, infatti. che oggi l'operaio cheproduce guadagni 60, 70, 90 mila lire al me-se, mentre vi sono estese categorie che gua-dagnano poco meno o più di un milione almese o anche molti milioni. Vi sono cate-gorie le quali, non per colpa loro, godonodi alti redditi che non sono per nulla com-misurati al rendimento della loro attività.Inoltre, sono estremamente dannosi, costo-si, la farragine, l'elefantiasi, gli ordinamen-ti arcaici (ne parlava poco fa il senatore Tra-bucchi) della pubblica amministrazione. Eb-bene, non si tratta certo di togliere a nes-suno il suo posto di lavoro, di togliere a nes-suno i diritti acquistati con il servizio eb carriera; ma si tratta di snemre tuttoil funzionamento deIla pubblica ammini-strazione, di riqualificare il lavoro e lastessa preparazione professionale dei pub-blici dipendenti, di fare in modo chc essipossano essere destinati, per loro libera scd.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9973 ~

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ta, ad attività socialmente più utili, paesempio, presso le regioni che andranno acostituirsi, negli enti di sviluppo agricolo,nella stessa scuola e così via. Si tratta dirompere con la linea fin qui seguita, seCOll-do la quale, ad ogni nuova funzione del pù-tere pubblico corrisponde non già l'utllizza-zione ddla pubblica amministrazione oppor-tunamente riformata, ammodernata, rinnu-vata, bensì la creazione di nuovi enti buro-cratici costosi e in larga misura parassitari.

È necessario cominciare ad indirizzare lerisorse che così si risparmiano verso gli in-vestimenti produttivi: industrie nel Mezzo-giorno, opere di irrigazione e di trasforma-zioni fondiarie e colturali, difesa del suola,scuole, ospedali, case, opere di civiltà.

Certo, lo sappiamo bene, tutto questo sol-leva problemi difficili e delicati. Una profon-da e crescente modificazione della ripartizio-ne del reddito a favore del lavoro produt-tivoe dei lavoratori in generale, una pro-fonda e crescente modificazione nella strut-tura dei consumi e nella loro natura, negliinvestimenti, nel rapporto tra investimenticon rendimento immediato e investimenticon rendimento differito nel tempo: tuttoquesto non può essere attuato di colpo.

Ma la politica di piano, una programma-zione democratica, dovrebbe servire ben aquesto: a rendere possibile una progressi-va trasformazione dell'economia, raccoglien-do le lotte, le conquiste, le spinte delle mas-se operaie popolari, le rotture che esse pro-vocano dei vecchi equilibri, rotture necessa-rie per spingere avanti tutto il processo dirinnovamento della società. Una tale linea,una tale prospettiva è necessario che vengachiaramente e concretamente definita; ed ènecessario che ad essa si dia inizio oggi, conatti concreti e precisi, che avviino un pro-cesso di rottura e superamento del tipo disviluppo attuale.

Ciò sembra a noi sia di fondamentale im-portanza, onorevoli colleghi, anche perchètutto lo sviluppo economico e sociale delnostro Paese ci sembra sofifra di una pro-fonda incertezza di prospettive. Bisogna da-re sicurezza innanzitutto alle grandi masseoperaie e del popolo lavoratore, se voglia-mo anche che la rivendicazione sacrosanta

dei lavoratori di sempre maggiore benesse-re si sposti, in parte, via via dai consumi in-dividuali, come ieri sera sosteneva la colle-ga Giglia Tedesco, ai consumi sociali, allascuola, ai trasporti, all'assistenza sanitaria,agli asili d'infanzia, alle attrezzature sportl-ve e così via. Ebbene, bisogna garantire chele risorse del Paese vengano utilizzate per as-sicurare tali beni, tali consumi sociali; chevengano colpite e superate le ingiustizie, lesituazioni di privilegio, i contrasti che costi-tuiscono insulto ed offesa per la gente chelavora e vive nel disagio e, peggio ancora,per i disoccupati, i poveri, i di sere dati.

Bisogna dare sicurezza di prospettive an-che agli operatori economici, i quali sianomessi in condizione di sapere quali sono gliobiettivi concreti della programmazione,quali le riforme che si attueranno, qualecampo di azione si offre loro una volta col-piti il prepotere dei monopoli, le rendite pa-rassitarie, le strozzature, gli sprechi, gli spt;r-peri di ogni tipo.

In sostanza noi sollecitiamo una visionedinamica, rigorosa, innovatrice dei dati dellosviluppo del Paese la quale punti in primoluogo sull'immissione nella vita produttiva,sulla piena liberazione e affermazione di li-bertà e di potere di tutte le masse oggi te-nute al margine o escluse o compresse. Sonole forze del lavoro, la gente onesta e pulita,tutte le forze del lavoro, che possono e de-vono rinnovare 1'1talia.

Signor Presidente, signor Ministro, onore-voli colleghi, abbiamo suggerito e proposto~ e concludo ~ delle scelte di indirizzo, nel-le grandi linee, molto generali, semplificate.

Le scelte concrete potranno essere quelleaccennate o diverse, nè pretendo affatt0,neppure lontanamente, di aver esaurito o ap-profondito l'argomento. Proponiamo dellescelte. Non ci venite a ripetere che tutto dòche il Governo fa o propone per noi è sem-pre troppo poco; che siamo massimalisti, chechiediamo sempre di più. No! Noi non ch:e-diamo di più. Chiediamo e proponiamo qual-che cosa di radicalmente diverso: l'iniziocioè di un mutamento profondo.

In ciò anche, onorevoli colleghi, è la no-stra responsabilità e la nostra funzione: dal-l'opposizione ci battiamo per un indirizzo

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Senato della Repubblica ~ 9971 ~ V Legislatura

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di governo nuovo, per un nuovo corso poli-tico che avvii la trasformazione democraticae socialista dell'Italia. In questo modo, n:)isentiamo e affenp.iamo la nostra funzione ela nostra responsabilità di forza di Gover-no, di forza dirigente del Paese. Questa fun-zione e questa responsabilità ci derivano daquello che siamo e rappresentiamo, di fatto,nella realtà del nostro Paese, dalla nostrastoria, da quello che siamo e rappresentia-mo nella realtà del Paese non per caso, maper i nostri legami di massa vasti e profon-di, per la nostra politica, per le nostre lot-te quotidiane.

In questo senso è vero che contro i comu-nisti e senza i comunisti non è possibile go-vernare democraticamente e rinnovare l'Ita-lia. Per attuare una così profonda trasforma-zione della nostra società, infatti, onorevolicolleghi, è necessario il contributo decisivo,in posizione dirigente, della classe operaiaunita, dei lavoratori. È necessario che tra legrandi masse e i governanti e le istituzionidemocratiche e parlamentari si stabilisca unrapporto del tutto diverso da quello attuale,un rapporto di fiducia.

Da tutto ciò, quindi, deriva la nostra inso-stituibile funzione. Noi vogliamo che si for-mi una nuova maggioranza democratica ~

lottiamo per questo ~ cui partecipino tuttele forze operaie e popolari di sinistra, e illprimo luogo il nostro partito.

Questa è la prospettiva. Una prospettivadico, non un obiettivo immediato, ma nep-pure, come è stato precisato recentementedal segretanio generale del nostro partito,onorevole Longo, una prospettiva storicalontana; bensì una prospettiva politica, nontroppo lontana. Per giungere, però, a questotraguardo, occorre ancora lottare nel Pae-se, nella società, sul piano politico. È neces-

sario dare scacco alle forze conservatrici cheancora sono insediate nella direzione dellaDemocrazia cristiana; dare scacco alle pres-sioni, ai ricatti e alle manovre dei socialde-mocratici, di tutte le forze conservatrici emoderate; rompere e spostare vecchi equili-bri; spostare i rapporti di forza a favore del-

la classe operaia, delle forze socialiste e de-mocratiche conseguenti.

Noi vogliamo mandare avanti tali lotte,tali processi; avvicinare sempre di più tuttele forze di sinistra e democratiche, quelleche sono all'opposizione, quelle che sono al-l'interno dell'attuale maggioranza, siano essedi tradizione e ispirazione laica o cattolica.Soprattutto vogliamo che si affrontino i pro-blemi più urgenti; che, attorno alla soluzio-ne da dare ai problemi, si realizzino senzapregiudiziali tutte le possibili convergenzee collaborazioni tra tutte le forze di sinistrae democratiche. Per affrontare i problemi'urgenti è necessario un nuovo Governo spo-stato a sinistra, che inizi un indirizzo nuovo,che faccia cadere ogni antidemocratica pre-clusione a sinistra. Il definitivo superamen-to di ogni forma di pregiudiziale discrimi-nazione a sinistra, anticomunista, è la con-dizione indispensabile perchè possa piena-mente esplicarsi la libera dialettica parla-mentare, perchè il ,Parlamento funzioni, fun-zioni il regime democratico ad ogni livello.

Questa la risposta politica che si attendo-no da noi i lavoratori in lotta. Dalle lot~edella classe operaia, dalle conquiste di nu~veposizioni e nuovi istituti di potere democra-tico degli operai, dei braccianti, dei contadi-ni, degli studenti, delle donne ~ se noi da-remo questa risposta ~ sorgerà un nuovo epotente impulso allo sviluppo della demo-crazia e della funzione del Parlamento e alrinnovamento dell'Italia. (Vivissimi applausidall"estrema sinistra. Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E. Non essendovi al-tri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la di-scussione generale.

Rinvio il segUlito del dibattito alla pros-sima seduta.

Svolgimento di interrogazioni

Z O N C A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

Z O N C A. !Signor Presidente, questamattina, assieme ai colleghi Belotti e Col-leoni, ho presentato un'interrogazione a ca-rattere urgente sui gravi fatti verificati si ieri

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9975 ~

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a Bergamo (n. 1120). Poichè è presente inAula il rappresentante del Ministero dell'in-terno, chiedo che venga svolta questa inter-rogazione.

P RES I D E N T E. Onorevole Saliz-ZOllI, e disposto a rispondere alle interro-gazioni presentate sui fatti di Bergamo?

S A L I Z Z O N I, Sottosegretario diStato per l'interno. Sì, signor Presidente.

P RES I D E N T E. Le altre interro-gazioni sullo stesso argomento sono statepresentate dal senatore Biaggi e da altrisenatori, dal senatore Venanzi e da altrisenatori e dal senatore DiPrisco e da altrisenatori.

Le quattro interrogazio11Ji saranno ,svoltecongiuntamente. Se ne dia lettura.

B O R S A R I, Segretario:

ZONCA, BELOTTI, COLLEONI. ~ Al Mi-nistro dell'interno. ~ Sui gravissimi fatti diviolenza e di vandalismo avvenuti a Berga-mo, nella mattinata del 21 ottobre 1969, perconoscere quali provvedimenti sono statiadottati e quali misure si intendono adotta-re allo scopo di prevenire il ripetersi di fattidi tanta gravità che turbano profondameni.ela coscienza dei cittadini. (int. or. - 1120)

BIAGGI, BERGAMASCO, PALUMBO, D'AN-DREA, VERONESI. ~ Al Presidente delConsiglio dei ministri ed al Ministro dell'in-terno. ~ Per conoscere quale condotta ilGoverno abbia seguito e quale intende se-guire in relazione ai gravi episodi di intol-leranza e di violenza collettiva registrati aBergamo ieri, 21 ottobre 1969, e in altrecittà nei giorni scorsi, episodi che hanno tur-bato la coscienza pubblica accrescendo ncicittadini la sfiducia nell'autorità costituitae preposta all'osservanza della legge per tut-ti. (int. or. - 1125)

VENANZI, ABBIATI GRECO CASOTTIDolores, BRAMBILLA, MARIS. ~ Al Mim-

stro dell'interno. ~ Per sapere quali dispo-

sizioni siano state date alle forze di pubbli-

ca sicurezza in serVIZIO di ordine pubblicodurante le manifestazioni sindacali e se nonritenga necessario non solo ribadire l'esigen-za di mantenere il pieno rispetto della liber-tà di manifestazione, ma impartire altresì di-sposizioni che consentano il libero dispie-garsi dell'azione sindacale, senza che fattimarginali vengano distorti e strumentalIz-zati. (int. or. - 1126)

DI PRISCO, NALDINI, MASCIALE. ~ AlMinistro dell'interno. ~ Per conoscere ifatti svoltisi in occasione dello sciopero ge-nerale attuato a Bergamo il 21 ottobre 1969.(int. or. - 1127)

P RES I D E N T E. Il Governo ha fa-coltà di rispondere a queste interrogazioni.

S A L I Z Z O N I, Sottosegretario diStato per l'interno. ~ Ieri, 21 corrente, dal-le ore 9 alle ore 13, ha avuto luogo nellaprovincia di Bergamo uno sciopero di pro-testa contro il caro-vita.

Nel capoluogo, si sono concentrati circa6.000 lavoratori ~ nonchè 2.000 studenti del-le scuole medie ~ che, dopo aver partecipa-to ad un comizio, hanno circondato l'edificioove ha sede la direzione generale della I tal-cementi, i cui impiegati non avevano aderitoaHo sciopero, inscenando una manifestazio-ne di protesta.

Verso le ore 11, un centinaio di scioperan-ti, portatisi in una delle quattro vie di ac-cesso ~ corrispondenti ad altrettanti ingres-si della predetta sede ~ e sfruttando la cir-costanza che la forza pubblica era interamen-te impegnata a contenere la gran massa deidimostranti, hanno sfondato un cancello,penetrando nell'interno di uno dei settori di-rezionali, dove hanno obbligato i presentiad uscire.

Nessun disturbo è stato arrecato al per-sonale che si trovava negli altri settori delladirezione.

Nel con tempo, circa duemila manifestantisi sono radunati nei pressi della sede dellaBanca Commerciale, tentando di irrompervi.

Il pronto intervento di un reparto di po-lizia, che si trovava poco distante a tuteladella sede de « Il Giornale di Bergamo », è

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Senato della Repubblica ~ 9976 -~ V Legislatura

183" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

valso a respingere l'azione dei più turbolenti.Senonchè, mentre il citato contingente di

polizia era intento ad operare presso il sud~detto Istituto di credito, un gruppo dei piùeccitati, giovandosi della circostanza, ha in~franto la porta d'ingresso della redazione delmenzionato quotidiano e, per mezzo di se~die rinvenute sul posto, ha rotto alcune ve~trate, allontanandosi subito dopo.

Inoltre, verso le ore 12, da un corteo dicirca 2.000 dimostranti che transitava da~vanti al palazzo di giustizia, si staccava ungruppo di circa 200 persone che, dopo averrisalito le scalinate, sostava brevemente avan~ti l'ingresso dell'edificio, lanciando urla eschiamazzi. L'opera dei carabinieri di servi~zio al palazzo di giustizia, nonchè di espo~nenti sindacali, induceva i dimostranti adallontanarsi rapidamente.

Alle ore 13, circa, la situazione è ritornatanormale.

A seguito delle pronte, rigorose indagini,la questura ha denunziato per devastazione,violazione di domicilio aggravata e danneg~giamento aggravato, sette persone; è in cor~so di identificazione un ottavo responsabile.

Per tali persone, risultate responsabili del~l'episodio presso la redazione de «Il Gior~naIe di Bergamo », l'autorità giudiziaria nonha ritenuto di emanare ordine di cattura,considerata la minore età della maggioranzadi esse.

Sono in corso le indagini anche per laidentificazione dei responsabili del danneg~giamento dei locali della Italcementi.

Tali i fatti che, esposti nel ,loro rarpido eVOlI~versi, dimostrano, é\lncora una volta, quantodiffidle sia J'opera della polizia quando, al~la coscienza del di'ritto di liberamente ma~ni<festare le proprie opinioni da parte ditutti, non si accompagni ~ anche se la con~

siderazione v~le, fortunatamente, solo pergli intemperanti e i violenti ~ un egua;lsenso de,l dovere di rispettare la sfera delleliibertà degli altri.

Eip.isodi come queIli segnallati meritano,certamente, la più viva deplorazione daparte del Governo: ma, insieme alle espres~sioni di biasimo, non si può non assicu~rare il Parlamento e ,l'opinione pubblicache le forze di polizia non mancheranno di

continuare ad opera,re con la necessariacar~ltela e fermezza amnchè j,J diritto di ma~nifestare non venga spinto a forme brutali,sarpraffaHrlci, che costituiscono autentichenegazioni delle norme di convivenza.

P RES I D E N T E. Il senatore Zanca hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

Z O N C A. Signor Presidente, a nome an-che dei colleghi bergamaschi, senatori Belot-ti e Colleoni, ho presentato l'interrogazio~ne con carattere di urgenza sui gravi fattiche si sono verificati a Bergamo ieri mat-tina, 21 ottobre, in occasione di uno scioperoproclamato dalle organizzazioni sindacaiidella CISL, della CGIL eVIL.

Lo sciopero doveva essere una civile epacifica manifestazione di protesta control'aumento del costo degli alloggi, del caro-vita e per altre rivendicazioni e tale caratte-re ha assunto, pare, e mantenuto per il tem-po che le diverse colonne di ,protestanti con-vergevano verso il centro della città, piazzaVittorio Veneto.

Successivamente o forse contemporanea-mente ~ dalla lettura dei giornali di diversatendenza questo non è possibile stabilire ~

gruppi o frange di scioperanti hanno com-piuto atti di violenza: 1) assalendo e deva-stando selvaggiamente, pare, gli uffici delladirezione generale della Italcementi, con mi-nacce e insulti agli impiegati presenti, ingran parte signorine; 2) con tentativi di inva-dere la Banca commerciale italiana; 3) COlll'invasione degli u£fici del quotidiano «IlGiornale di Bergamo» e con la manomissio-ne di macchine e suppellettili e minacce airedattori; 4) con un tentativo di invasioneal palazzo degli uffici statali; 5) con danni al-la sede centrale della società telefonica SIP;6) con l'iÌJrruzione nel Palazzo di giustizia,con grida e insulti contro i giudici provocan-do così l'interruzione dei processi in atto.Tutti fatti questi che rivestono una partico-lare gravità per la violenza devastatrice nel~la direzione generale dell'Italcementi e del« Giornale di Bergamo », per il tentativo diinvadere la banca e, ultimo e più grave ditutti per il tentativo di invasione del Palazzodi giustizia. Nessuno qui, e tanto meno noi,

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Senato della Repubblica ~ 9977 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

vuoI mettere minimamente in causa la liber-tà del diritto di sciopero. Ma a Bergamo èvenuto meno il confronto con le grandi ma-nifestazioni operaie di Torino e di Milano,dove, con la presenza sulle piazze di 50 mila.lavoratori, l'auto disciplina e l'autocontrollosono stati concreti e assoluti, offrendo a tut~ta la Nazione una dimostrazione di matuntàsindacale e di alta coscienza civile. L'episo~dio più grave di Bergamo riguarda il Palaz~zo di giustizia. Quando dei facinorosi ~ nonpossono essere stati dei lavoratori ~ inv::t~

dono le aule di un tribunale, interromponole udienze e insultano i giudici, vuoI dIreche siamo arrivati quasi al limite di rottul''ldell'ordine sociale, perchè la magistratura,libera e autonoma, è la garante suprema del~la Costituzione e delle libertà democratiche. I

Ecco perchè l'episodio riveste il caratteredi una gravità eccezionale. Ho parlato di fa~cinorosi e sottolineato che non possono es~sere stati dei lavoratori bergamaschi. I lavo-ratori bergamaschi sono conosciuti, ammira-ti e richiesti insistentemente all'interno e al-l'estero perchè si impongono ed eccellonoper la loro capacità professionale per la loroalta coscienza civile, per il senso profondodei propri diritti e dei propri doveri.

È strano, veramente strano e sorprenden-te che fatti di violenza così gravi siano acca-duti proprio a Bergamo, città da tutti ritenu-ta civile, ordinata, disciplinata, dedita allosviluppo della cultura (è sede di accademi~e facoltà univel'sitarie) (commenti dall' estre-ma sinistra) e dedita con alacre spirito diiniziativa allo sviluppo progressivo dello sueattività industriali e commerciali tanto da es~sere classificata entro le prime quindici cit~tà industriali d'Italia.

Desidero esprimere, anche a nome dei col-leghi Belotti e Colleoni, i più vivi ringrazia~menti all'onorevole sottosegretario Salizzo~ni, che con viva sensibilità ha accolto l'in~vita di rispondere in giornata alla nostra in-terrogazione urgente.

P RES I D E N T E. Il senatore Biaggiha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

B I A G G I . Mi associo a quello che hadetto il collega Zonca: conosco i lavoratori

bergamaschi e mi rifiuto di pensare che sia-no loro i responsabili degli atti di vandali-smo e di inciviltà che sono stati compmtiieri a Bergamo.

Noi siamo estremamente preoccupati nonsolo del fatto che avvengono movimenti dipiazza da parte delle forze operaie e sindaca~li, ma soprattutto del fatto che, in occasionedi queste manifestazioni, gruppi irresponsa-bili di ,facinorosi si inseriscano nelle mani-festazioni stesse e creino quello stato di coseche induce nei cittadini la convinzione chelo Stato non interviene contro coloro che vio~lana la legge.

Non siamo molto persuasi delle parole delSottosegretario e ci riserviamo, quando avre-mo il rapporto dei nostri colleghi che si sonorecati su'l posto, di avanzare un'interpellan-za più documentata di quanto lo sia statal'interrogazione che abbiamo presentato.

Quindi mi dichiaro non soddisfatto dellarisposta del Sottosegretario pe[' l'interno.

P RES I D E N T E . Il senatore Venanziha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

V E N A N Z I . Noi abbiamo seguito Callgrande attenzione il rapporto che ci ha lettoil sottosegretario onorevole Salizzoni. Dopoquanto asserito dai colleghi che hanno pre-sentato la loro interrogazione, noi vorremmoribadire, alla luce delle precise informazioniche ci ha dato l'onorevole Sottosegretario,che tali fatti non devono modificare per nul~la l'atteggiamento delle forze di polizia che,almeno nei grandi centri, hanno consentitoquell'azione di autocontrollo e di governodelle grandi manifestazioni sindacali che sisono svolte in questi ultimi giorni.

Sarebbe auspicalbile, proprio per questapartioolare situazione di Bergamo, che il Mi-nistero dell'interno desse particolari disposi-zioni per questi episodi, che sono avvenutinei termini che ci sono stati riferiti e si liml~ti ad una indagine normale, attenta e respol1~sabile; ma non desideriamo che questo siail pretesto per infierire in una campagnache renderebbe ancora più aspre ed acutele lotte attuali.

N A L D I N I . Domando di parlare.

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Senato della Repubblica ~ 9978 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

N A L D I N I . Signor Presidente, onore-vole rappresentante del Governo, vorrei in-nanzitutto fare una considerazione: una par-te della stampa questa mattina ha cercato didare ai fatti accaduti ieri a Bergamo unii di-mensione e un significato diversi dal vero.

Ieri a Bergamo si è svolta una grande ma-nifes1 azione operaia, una delle più gmndiche hanno avuto luogo nel capoluO'go dellaprovincia di Bergamo; gli operai, i ,lavo-ratori sono scesi in sciopero in modo uni-tario, compatto, come si è verificato pO'chevolte in eguale mi>sura; hanno organizza-to, attraverso le ,loro associazioni sindaca-li, una manifestazione composta, ferma manel contempo disciplianta. Ed io credo chenon sia giusto che noi vediamo nella manife-stazione di Bergamo solo alcuni episodi chesono stati marginali, non caratterizzati ri-spetto alla dimensione della manifestazionestessa, in quanto hanno interessato una par-te ristretta dei partecipanti, non hanno inte-ressato la massa dei lavoratori, i quali han-no scioperato in modo compatto, onorevolerappresentante del Governo, non limitando-si a partecipare semplicemente alla manife-stazione, bensì portandovi il loro stato d'ani-mo, senza con ciò eccedere in atti di violen-za. E tale stato d'animo è quello dei lavora-tori di un po' tutte le provincie, di un po'tutte le regioni d'Italia che si battono in que-sto momento per il rinnovo dei contratti dilavoro e per ottenere, non solo maggiori sa- I

lari, ma maggior potere effettivo nella fab-brica. Lo stato d'animo con il quale i lavo-ratori di Bergamo sono scesi in sciopero è lostato d'animo dei lavoratori che, come in al-tre provincie ed in altre regioni d'Italia, sen-tono la minaccia portata a quelli che sonoadesso e a quelli che saranno domani i lorosalari dal continuo rincaro del costo dellavita. Questi lavoratori sono scesi in sciope-ro contro il caro~affitti, per una nuova e di-versa organizzazione dei trasporti, per unanuova e diversa politica dell'edilizia popola-re. Questo mi sembra il significato della ma-nifestazione, al di là e al di sopra di alcuniepisodi sui quali, d'altra parte, le organizza-zioni sindacali e la Camera del lavoro hannopreso una 10'1'0 ben precisa posizione.

Sono perfettamente d'accordo con il colle-ga comunista che mi ha preceduto nell'affcf-mare che sarebbe poHticamente molto graveprendere spunto da episodi di questo genereper crearsi degli alibi per giustificare altri ti-pi di azione. Questo, d'altra parte, è quelloche vuole certa stampa. Questa mattina, peresempio, « Il Tempo» per parlare della ma-nifestazione di Bergamo ha usato un titolosu sette colonne di questo genere: ( Som-mossa a Bergamo ». Ora è chiaro che il cit-tadino che non era a Bergamo ha !'impres-sione che la dimensione di alcuni episodi siastata veramente sconvolgente, mentre lei, si-gnor Sottosegretario per !'interno, sa chenon è questa la verità.

Per concludere vorrei dire che è chiaroche ad una situazione di questo genere nonsi pone riparo con l'intervento della polizia;ad una situazione di questo genere si poneriparo facendo, come Governo, una politicadiretta a soddisfare le rivendicazioni fonda-mentali dei lavoratori e promuovendo unaazione diretta a costringere la classe padro-naIe, la Confindustria, a rivedere le proprieposizioni di intransigenza per arrivare al piùpresto ~ e questo è un augurio che noi, co-me Partito socialista italiano di unità prole-taria, facciamo ai lavoratori italiani ~ a darsoddisfazione alle rivendicazioni fondamen-tali che oggi interessano il mondo del lavoro.

P RES I D E N T E. Lo svolgimento del-le interrogazioni è esaurito.

Annunzio di interpellanze

P RES I D E N T E. Si dia lettura delleinterpellanze perv,enute alla Presidenza.

B O R S A R I , Segretario:

MINELLA MOLINARI Angiola, ADAMOLI,CAVALLI. ~ Al Ministro dell'interno. ~ Persottolineare con estrema forza la nuova scia-gura verificatasi nella zona petrolifera diGenova-Valpolcevera in seguito all'esplosio-ne avvenuta nella notte dal 17 al 18 ottobre1969 negli impianti della società FINA diBolzaneto, provocando un morto, sette feriti,di cui tre gravi, e danni ingentissimi, con il

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9979 ~

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

pericolo di una estensione degli incendi adaltri impianti adiacenti e di una catastrofeper la popolazione.

Gli>interpelllainti ricordano gli insistenti eripetuti interventi delLa popolazione, dei sin-dacati e dei Gruppi parlamentari comunistipresso il Ministero dell'interno, nonchè pres-so quelli dell'industria, del commercio e del-l'artigianato, del lavoro e della previdenzasociale e della sanità (marzo 1962, ottobre1963, marzo 1964, maggio 1967, giugno 1967,maggio 1969, giugno 1969) per prospettarel'estrema pericolosità della situazione deter-minatasi per la popolazione a causa dellasempre più grave commistione tra abitazionied impianti petroliferi e del sistematico di-sprezzo delle aziende verso le norme e legaranzie di sicurezza.

Di fronte al persistente inadeguato atteg-giamento degli organi competenti, locali ecentrali, all'insufficienza degli accertamentie delle disiPosizioni burocratiche, aHa irre-sponsabile elusione, da parte dei Ministeriinteressati, del problema e di soluzioni difondo, gli interpellanti chiedono che il Mini-stero dell'interno, competente e responsabileprimario ~ in base alle leggi attuali ~ del-

l'incolumità pubblica, affronti direttamentee promuova, presso gli altri Ministeri com-petenti, un complesso di organiche ed urgentimisure che portino, sul piano generale, allariforma delle vecchie e superate leggi petro-lifere ed alla creazione di nuovi organismidi indagine, controllo e vigilanza decentratie democratici, con la partecipazione dellapopolazione e dei lavoratori, e, per Genova,ad una precisa inchiesta sullo stato della si-curezza e della salute nella Valpolcevera, cuipartecipino sindacati ed Enti ,locali le cuiconclusioni siano rese pubbliche, c~n l'im-pegno comune ad affrontare senza rinvii ilproblema di un profondo riassetto del ter-ritorio interessato, onde giungere alla dislo-cazione fuori della zona abitata urbana deidepositi e delle industrie petrolifere ed allaloro sostituzione con industrie manifatturie-re non nocive, non pericolose e ad alto tassodi occupazione.

Immediatamente, in rapporto alla sciaguraattuale, gli interpellanti chiedono al Ministrodi promuovere un'inchiesta specifica per l'ac-

certamento delle cause e delle responsabilità,alla quale siano chiamati a partecipare isindacati. (interp. - 226)

CHIARaMONTE, PETiRONE. ~ Al Mini-stro dei lavori pubblici. ~ Per conoscere senon ritCiTIJgao'Ppo.rtuno, necessario ed urgen-te disporre un'inchiesta suNa situazione edi-lizia e urbanistica della città di Potenza,dove si riscontra uno stato assai grave diviolazioni sistematiche di leggi e regola-menti e dove ,la denuncia di tale stato di co-se ha po.rtato. aUa crilsi delle Amministra-zioni comuna,le e provincia:le.

Gli imterpdlanti ritengono che !'inchiesta,senza limitare in a.lcun mO'do le prerogati-ve de] Consiglio comunale di Potenza, do-vwbbe interessare il periodo. che va dal 19nov,embre 1962 (data in cui fu ado.ttato, dalConsig'Uo comuna]e, il piano regolatore del-la città) r6na ad aggi, essere candotta in ma-do demacratica, attraversa anche una largaconsultazione delle arganizzaziani 'S'~ndaca-li, Iprofessianali e culturali della città, e ter-minare i prapri lavari entro tre mesi, in-formando il Parlamento dei risultati. (in-terp. - 227)

PEGORARO. ~ Ai Ministri dell'agricoltu-

ra e delle foreste, dell'industria, del com-macio e dell'artigianato, del bilancio e del-la programmazione economica e del lavoroe della previdenza sociale. ~ Per sa'pere, inriferimento alla gravissima minaccia dellasocietà «Distilrlerie di Cavarz,ere» di chiu-dere lo ZJucchedficia di Este (pravincia diPadova) a ,partire dallo gennaio. 1970:

quale iniziativa intendano prendere perimpedi,re che decisiani unilatera.li dei grup~pi manopalÌistici dd 'settore bietkorlo-sacca-rifero abbiano. a creare dei fatti compiuti,mentre lo stessa Comitato regianale per lapragrammazione ecanomica del Veneto harecerntemente dichiarata che « il ridimensia-namenta della rbietico,ltura non davrà piùessere frutta di decisioni unilaterali da par-te degili industriali saocariferi, senza il con~senso ,dei produttori agricoli interessati,ma dovrà essere considerata nell'amb~todelrla Iprogrammazione regiarnaile in modada prospettare e concordare adeguate e tem~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9980 ~

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

pestive 'Soluzioni per le aree in cui questaristrutturaziOlne dovesse comportare conse-guenze negative ,,;

se non si ritenga oPIPortuno interveni-re presso la società «Distillerie di Cavar-zere" affinchè venga revocato il minacciatoprovvedimento ohe degraderebbe ulterior-mente una zona 8!d economia depressa chegià nelle scorse annate ha sofferto per ana.loghe iniziative.

L'inter'pella1nte chiede, infine, di saperese non si ritenga necessario convocare conla massima urgenza la conferenza nazionale!per la Ifistrutturazione del settore bieticodo"saocarifero per evitare che le decisioni uni-laterali degli industriali, già in atto, pernuovi impianti, per l'ampliamento di aku-ni di que'ui esistenti e iPer la chiusura dialtri, prefigurino in buona parte un raffO'[-zamento della p.resenza e del potere decisio-na/le dei grandi complessli saccariferi priva-ti, a tutto scapito delle scelte di interessepubbHco. (interp. - 228)

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E . Si dia lettura delleinterrogazioni pervenute alla Presidenza.

B O R S A R I , Segretario:

ZONCA,BELOTTI, COLLEON!. ~ Al Mi-nistro dell'interno. ~ Sui gravissimi fatti diviolenza e di vandalismo avvenuti a Berga-mo, nella mattinata del 21 ottobre 1969, perconoscere quali provvedimenti sono statiadottati e quali misure si intendono adotta-re allo scopo di prevenire il ripetersi di fattidi tanta gravità che turbano profondamentela coscienza dei cittadini. (int. or. - 1120)(Svolta nel corso della seduta)

ABENANTE, RAIA. ~ Al Ministro delleposte e delle telecomunicazioni. ~ Per cono-scere in base a quali considerazioni il Mi-nistro interrogato non ha ancora risolto laquestione posta dai portalettere che da annichiedono di poter espletare il loro serviziocon orario unico.

In particolare, gli interroganti sottolinea-no la necessità di risolvere rapidamente,laquestione, che sorge dal rifiuto del Ministrodi accogliere esigenze da tempo avanzate daisindacati e da par,lamentari, evitando cosìdisagio ai lavoratori ed agli utenti. (int. or. -1121)

ABENANTE. ~ Al Ministro delle parteci-pazioni statali. ~ Per conoscere quali nuo'"vi investimenti saranno o sono stati stan-ziati per la « Dalmine » di Torre Annunziata,azienda che da anni non trova una specificaattività produttiva capace di assicurarne losviluppo, con l'incremento dell'occupazione.(int. or. - 1122)

ABENANTE, VENTURI Lino. ~ Al Mini-

stro dei trasporti e dell' aviazione civile. ~Perchè non sia accolta la richiesta, avanzatada autolinee private, di poter utilizzare per-corsi autostradali per servizio viaggiatori alungo percorso, richiesta che, se attuata, de-terminerebbe ulteriore aggravamento delloassurdo sistema dei trasporti nazionali, congrave danno per le Ferrovie dello Stato, ilcui rilancio e potenziamento è indilaziona-bile al fine di assicurare ai cittadini trasportirapidi e a basso costo. (int. or. - 1123)

RAIA. ~ Al Ministro dell'interno. ~ Per

sapere:

se non ritenga che una decisione di no-

tevole rilevanza ~ quale l'affidamento al-

l'INGIC della riscossione delle imposte diconsumo nel comune di Agngento, sia pure

con il sistema « per conto" e con caratteredi temporaneità ~~ vada al di là di quelle

che dovrebbero essere le normali attribu-zioni spettanti ad un commissario al co-mune;

se non ritenga, in considerazione delnotevole malcontento che tale decisione haprovocato fra i cittadini agrigentini, di do-ver intervenire perchè il provvedimento stes-so sia sospeso, in attesa che il nuovo Con-siglio comunale provveda ad una miglioreristrutturazione del servizio di riscossionedelle imposte di consumo. (int. or. - 1124)

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 9981 ~

18,3a SEDUTA (p'omerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

BIAGGI, BERGAMASCO, PALUMBO, D'AN.DREA, VERONESI. ~ Al Pl1esidente delConsiglio dei ministri ed al Ministro dell'in-terno. ~ Per conoscere quale condotta ilGoverno abbia seguito e quale intende se-guire in rel<azione ai grav,i episodi di intol-Ierrunza e di violenza coillettiva registrati aBergamo ieri, 21 ottobre 1969, e in altredttà nei giorni scorsi, ~pi!sodi che hanno tur-bato la coscienza pubblka accrescendo neicittadini la sfiducia nell'autorità costituitae rpreposta all' osservanza della legge pertutti. (int. or. - 1125) (Svolta nel oOlrso dellaseduta)

VENANZI, ABBIATI GRECO CASOTTIDolores, BRAMBILLA, MARIS. ~ Al Mi-nistro dell'interno. ~ Per sapere quali di-sposizioni siano state date alle forze dipubblica sicurezza in servizio di ordine pub-blico durante le manifestazioni sindacali ese non ritenga necessario non solo ribadirel'esigenza di mantenere il pieno rispetto del-la libertà di manifestazione, ma impartirealtresì disposizioni che consentano il liberodispiegarsi 'dell'azione sindacale, senza chefatti marginali vengano distorti e strumen-talizzati. (int. or. - 1126) (Svolta nel corsodella seduta)

DI PRISCO, NALDINI, MASCIALE. ~ AlMinistro dell'interno. ~ Per conoscere i

fatti svoltisi in occasione dello sciopero ge-nerale attuato a Bergamo il 21 ottobre 1969.(int. or. - 1127) (Svolta nel corso della se-duta)

ROMAGNOLI CARETTONI Tullia, GATTOSimone, ANTONICELLI, OSSICINI. ~ Ai

Ministri della pubblica istruzione e del tu-rismo e dello speUacolo. ~ Per conoscere:

l'opinione dei responsabili dei Dicasteripreposti alla tutela dei beni culturali ed am-bientali in ordine alla deliberazione del-

l'Enel di costruire una centrale termoelettri-ca nel territorio del comune di Fondi (La-tina), cui seguirebbe l'autorizzazione alla« Getty Oil» e ad altre società petrolifere acostruire depositi e raffinerie nei comuni diGaeta e Fondi, non eh è ad attrezzare un cam-po boe nel Golfo di Gaeta;

quali provvedimenti intendano i Mini-stri in causa assumere per evitare un inter-vento che è destinato a compromettere irri-mediabilmente il paesaggio e qualsiasi svi-luppo turistico della zona e che è in nettocontrasto con le indicazioni del programmanazionale, del piano di assetto territorialedel Lazio, del comprensorio di sviluppo tu-ristico di Latina, del piano paesistico dellafascia costiera di Fondi e del piano regola-tore del comune di Fondi. (int. or. - 1128)

ABENANTE, BERTOLI, CHIAROMONTE,FERMARIELLO, PAPA, LUGNANO, ROMA-NO. ~ Al Presidente del Consiglio dei mi-nistri ed ai Ministri delle partecipazioni sta-tali e del lavoro e della previdenza sociale. ~Per conoscere quali iniziative intendono ur-gentemente adottare per stroncare le graviprovocazioni in atto all'lTALSIDER di Ba-gnoli, ove la direzione ha deliberatamenteassunto un ruolo oltranzista, coordinato epreordinato, contro la lotta dei metalmecca-nici per il rinnovo del contràtto, violandobrutalmente tutti gli accordi stipulati e li-oenziando 5 lavoratori nel quadro di una co-stante esasperazione dei rapporti.

Di fronte alla gravità della situazione, gliinterroganti sottolineano la necessità di:

1) assicurare !'immediata riassunzionedei 5 lavoratori licenziati;

2) imporre all'azienda il rispetto di tut-ti gli accordi sottoscritti;

3) svolgere una rapida inchiesta sul com-portamento della direzione, colpendo i re-sponsabili degli atti provocatori denunziati.(int. or. - 1129)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta

PIOVANO. ~ Ai Ministri dei lavori pub-blici e della sanità. ~ Per sapere se sianoa conoscenza del gravissimo stato di ten-sione determinatosi nella popolazione deidoni di San Vit<tore e della CapaUa, a V0-ghera, a seguito della mancata esecuzionedel servizio di fognatura nella zona in cuiabitano oltre cinqueoento famiglie.

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Senato della Repubblica ~ 99i3? ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

I liquami, non convogliati adeguatamente,ristagnano nella zona e in ogni occasionedi pioggia si spargono in un raggio di pa~r,ecchi chilometri, invadendo le strade edappestando l'atmosfera, con disagio e peri~colo per la salute dei cittadini.

Fin dal 1966 il comune di Voghera elaboròun progetto per un impianto di fognaturae di depurazione, comportante a quella datala spesa di circa 570 milioni di lire. Per taleopera venne richiesto un contributo delloStato (delibera d'urgenza della Giunta mu~nicipale in data 28 giugno 1966, ratificatadal Consiglio comunale in data 6 luglio 1966).Alla domanda del comune, peraltTo, non èancora pervenuta alcuna positiva risposta.

Si chiede pertanto run pronto interventodello Stato che valga a tra:nquillizzaùe i cit~tadini, la cui ,esasperazione è giunta a talpunto che, nel corso di una recente assem~b1ea, alla presenza del sindaco, dei consi~glieri comunali di tutti i gruppi politici edei capifamiglia dei rioni interessati, è stataminacciata l'occupazione del palazzo mu-nicipale in segno di protesta. (int. scr. ~2483)

FOSSA. ~ Al Ministro dei lavori pubblici.~ Tenuto conto dell'ormai nota opposizionemanifestata dalla popolazione e dalla civicaamministrazione del comune di Busalla (Ge~nova) alla progettata costruzione in localitàCHone, da parte della società « Nicolai », diuna diga sul torrente Busalletta, per una ca-pacità d'invaso di 4.500.000 metri cubi;

tenuto conto dell'esistenza del vincoloidrogeologico posto dal Ministero dell'agri-coltura e delle foreste, non soltanto sulla lo-calità predetta, ma anche su tutta la zonadel bacino del torrente Busalletta;

tenuto conto della perizia già disponibileriguardo alle condizioni geologiche del sud-detto bacino,

per sapere se non si ritenga opportuno:

sospendere la validità del decreto nu-mero 180 del 27 marzo 1968, in base al qualeil Ministro interrogato autorizzava l'iniziodei lavori inerenti l'esecuzione del suddettoprogetto, dando altresì avvio alla procedurad'espropriazione dei terreni interessati dalprogetto stesso;

autorizzare la civica amministrazionedel comune di Busal[a a presentare Ulla con~troperizia sullo stato geologico del bacinoimbrifero interessato dall' opera di cui inpremessa;

garantire, in ogni caso, la destinazionepubblica dell'opera oggetto della presenteinterrogazione, sia per quanto riguarda lasua utilizzazione a fini idropotabili, sia perquanto concerne la possibile utilizzazione perscopi d'infrastrutturazione industriale dellaValle Scrivia di cui il bacino imbrifero sopracitato è parte integrante e determinante.Onto scr. -2484)

FOSSA. ~ Al Ministro della sanità. ~ Inrelazione alla votazione avvenuta in senoall'assemblea dell'« Associazione ospedali eraligure », con 1a quale si è proceduto ad estro-mettere gli Ospedali civili « S. Martino» dalComitato regionale per la programmazioneospedaliera per fare posto all'opera pia« Galliera »;

tenendo presente che detta votazione èin contrasto con la precedente delibera, adot-tata il 22 aprile 1968 dalla stessa Associazio-ne, nella quale si precisava che, in base al-l'articolo 62 della legge sulla riforma ospeda-liera, dovevano essere presenti nel Comitatoregionale per la programmazione ospedalie~l'a gli Ospedali civili « S. Martino» di Geno-va, « S. Paolo» di Savona e « S. Andrea» diLa Spezia;

in considerazione del fatto che l'operapia « Galliera », per numero di letti, per nu-mero di degenz'e e per capacità operative, èdecisamente inferiore agli Ospedali civili«S. Martino »,

per sapere se non si ritenga opportuno:

a) provvedere, in contrasto con le indi-cazioni scaturite dalla votazione dell'ACL,oggetto della presente interrogazione, alla no-mina, nel CRPO ligure, del rappresentantedegli Ospedali civili «S. Martino »;

b) definire e stabilire, quale criterio lo-gico, il diritto degli enti ospedalieri di esse-re rappresentati nei Comitati regionali perla programmazione ospedaliera in base allaloro importanza, alle loro capacità operative,nonchè aHa loro diversa situazione giuridico-amministrativa. (int. scr. - 2485)

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Senat0 della Repubblica ~ 9983 ~ V Legislatura

18>3a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

LI VIGNI. ~ Al Ministro del tesoro. ~

Per conoscere i criteri con cui viene ripar-tito tra i vari servizi il personale della Ragio-neria generale dello Stato, atteso che, men-tre le ragionerie centrali e regionali sonosguarnite di personale, risulta all'interro-gante che vi sia esuberanza di personalepresso gli Ispettorati.

In particolare, si chiede se corrisponda averità che i 90 consiglieri di recente assun-zione sono stati assegnati nella quasi to-talità a servizi inerenti detti Ispettorati,mentre le ragionerie centrali e regionali, chesvolgono delicate funzioni di controllo pres-so tutte le Amministrazioni statali, difettanodi personale, sia direttiva che di concettoed esecutivo, tanto da doversi avvalere di.unità di personale appartenente alle am-ministrazioni controllate, e ciò in contrastocon quanto assicurato in sede di discussioneed approvazione della legge n. 1291 del 1962con cui vennero adeguati gli organici dellaRagioneria generale dello Stato alle asseriteesigenze di servizio. (int. scr. - 2486)

A:LBARELLO. ~ Al Ministro della difesa.~ Per sapere:

se è a conoscenza che la ditta {( Cre-stani e Benin» di San Bonifacio, fornitricedi camion alle Forze armate, ha prooedutoprima alla serrata e poi al licenziamentodi due operai, per rappresaglia contro lapartecipazione allo sciopero dei metalmec-canici;

se tale comportamento della ditta IIIquestione si concilia con le commesse diStato. (inrt. scr. - 2487)

CHIARaMONTE. ~ Al Ministro dei lavoripubblici. ~ Per conoscere quale sia lo statoattuale della regolamentazione edilizia e ur-banistica nel comune e nella zona di Mara-tea, in provincia di Potenza, dove, come ènoto, sono in corso da tempo rilevanti ope-razioni di acquisto di terreni con chiariintenti speculativi.

Per avere notizie, in particolare, intornoalla straordinaria vicenda del programma difabbricazione e del regolamento edilizio,

adottati dal comune di Maratea il 1° feb-braio 1966, bloccati inspiegabilmente pres-so la Prefettura di Potenza per circa un an-no, rinviati poi indietro al comune di Ma-ratea con proposte di modifica del Consi-glio provinciale di sanità; rinviati di nuovodall comune di Maratea alla sezione urbani-stica del Provveditorato alle opere pubbli-che, senza averne più, a tutt'oggi, alcunanotizia.

Per chiedere, infine, se non si giudichiopportuno e necessario un immediato edenergico intervento allo scopo di porre fine,in modo positivo, a tale vicenda, ed alloscopo altresì di accertare, a Maratea, a Po-tenza ed anche altrove, le responsabilità perquanto è finora accaduto. (int. scr. - 2488)

CHIARaMONTE, ABENANTE. ~ Ai Mi-nistri dei lavori pubblici e dei trasporti edell' aviazione civile. ~ Per conoscere leprevisioni circa la durata dei lavori di rifa-cimento delle piste dell'aeroporto di Napoli-Capodichino e per sapere a quale punto siail progetto per la costruzione di un nuovoaeroporto in sostituzione di quello di Capo-dichino che, a parte ,la situazione attuale,è ubicato in una zona della città del tuttoinidonea per uno scalo di linee aeree nazio-nali ed internazionali. (int. scr. - 2489)

ARENA. ~ Al Ministro della marina mer-cantile. ~ Per conoscere le ragioni dei note-voli ritardi nella liquidazione ai cantieri na-vali dei contributi previsti, per le nuove co-struzioni, dalla legge 4 gennaio 1968, n. 19,e nella restituzione della percentuale di IGE,giusta le norme di cui alla legge 21 luglio1965, n. 939.

Per sapere, altresì, quali provvedimenti in-tende adottare per ovviare a siffatto graveinconveniente che arreca danni non lievi aicantieri navali e che tanto meno è tollerabi.le ove si ponga mente, per quanto riguardai contributi per le nuove costruzioni, alla tas-sativa prescrizione di termini sanciti, sottocomminatoria di decadenza, per l'inizio e l'ul.timazione dei lavori, dall'articolo 5 dellamentovata legge n. 19 del 1968. (int. ser. -2490)

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Senato della Repubblica ~ 9984 ~ V Legislatura

18Y SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

DE MATTEIS. ~ Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale. ~ Per sapere:

se è a conoscenza che la sede provin-ciale dell'INAM di Lecce e, sembra, anchealtre sedi, dove vige il sistema della quotacapitaria per l'assistenza mutualistica, daparecchio tempo opera la « revoca di ufficiodel medico di fiducia}} perchè l'assistitoavrebbe omesso di far convalidare il pro-prio libretto;

se non ritiene che tale procedura sia deltutto arbitraria perchè in violazione del di-ritto all'assistenza sanitaria acquisito dallavoratore o dal pensionato, diritto del qua-le questi non può essere privato per il sem-plice mancato adempimento di una inutileformalità burocratica;

se non ravvisa in tale revoca fatti diestrema gravità, meritevoli di essere urgen-temente eliminati.

Per sapere, inoltre, se è a conoscenza chele anzi dette procedure di revoca di ufficiohanno provocato notevolissima tensione trala sede provinciale INAM ed i medici mutualistici convenzionati, per i gravi danniprovocati a questi ultimi, costretti, spesso,di fatto, a continuare le loro prestazioni,senza alcun corrispettivo, e che i predettisanitari, oltre ad aver deciso singole azionigiudiziarie contro l'Istituto, hanno dichiarata lo stato di agitazione e minacciato losciopero totale.

Per sapere, infine, se non ritiene necessa-rio ed urgente intervenire onde evitare ilgrave disagio che deriverà a tutti gli assi-stiti dall'annunziata decisione di sciopero.(int. scr. - 2491)

BANFI. ~ Ai Ministri degli affari esterie del tesoro. ~ Per sapere:

su quaH argomenti Isi fondi nnterpre-tazione restrittiva dell'articolo 1 del regiodecreto-legge 7 settembre 1933, n. 1295, inconnessione con l'articolo 10', seoondo com-'ma, della Legge suUa cittadinanza in virtù del-la quale le vedove dei dipendenti dello Sta-to italiano decadono daJla pensione di re-versibihtà per il sol fatto di mantenere otrasferire all' estero la propria residenza;

se nO'n ritenganO' che una tale interpre-tazione contrasti con i più elementari prin-

cìtpi in materia di cittadtnanza, i quali esclu-

donO' che ,la perdita o ll'aoquisto di que1stapossano basarsi su criteri presuntivi e nonconsentono perciò di configurare il sol fat-to del trasferimentO' di residenza come ma-nifestazione di 'Volontà intesa a mutare Jaci tta,dinanza;

se non ritengano, inoltre, che la deca-denza daUa pensiO'ne, nei casi indicati, cO'n-trasti con il trattato istitutivo deUa Comu-nità econO'mica europea, ed in particolare

cO'n l'a,rticolo 7, che vIeta « O'gni discrimina-zione effettuata in base aUa na2Jionalità}}con ,rartÌoolO' 48, secondO' cui la Jtbera circo~Ilazione dei lavoratori «implka l'abolizionedi qualsiasi discriminazione, fondata sul-la naz:ionalità, tra i lavoratori degli Sta-ti nazionali}}, e con. l'articolo 51, che talecLtscriminazione vieta, per i lavoratori eper i Iloro aventi diritto, in materia di si.curezza sO'ciale, tenendo !presente, al ri-guardo, che la CEE ha già emanato un pri-mo regolamentO' attuati'vo dell'artico,lo 51(Reg. n. 3), il quale vieta esplicitamente ladecadenza comminata invece dallo Stato ita-liano quando trattalsi di dipendenti non diruolO' degli uffici diplomatici e consolari;

se non ritengano, pertanto, di abban-donare ogni gelosa chiusura entro le prero-gative della naziO'nalità, evita,ndo così dan-nose reazioni dell' opinione pubblica stranie-ra nei nostri cO'nfronti ed evitando che an-che 'in questa materia, l'adeguamento n;stroa criteri più corretti e più rispondenti aiprinCÌJpi di civiltà, in cui affermiamo di cre-dere, sia imposto daWesterno a,nzichè deri.vare da una nO'stra autonoma e responsabiledecisiO'ne. (int. scr. - 2492)

ILLUMINATI. ~ Al Ministro delle finanze.~ Premesso:

che il signor Giuseppe Antenucci, impie-gato nell'Ufficio distrettuale delle impostedirette di Atri, in provincia di Teramo, ap-profittando delle more tra il trasferimentodel vecchio e la venuta del nuovo direttoredi detto Ufficio, convocò il signor AdamoLeonzi, domiciliato e residente a Pineta (Te-ramo), per informarlo in merito all'iscrizio-ne in ruolo del reddito imponibile, riguar-dante gli anni 1966, 1967 e 1968, dovuto a

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Senato della Repubblica ~ 9985 ~ V Legislatura

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

causa della locazione al comune di un edi~ficio adibito a scuola media;

che, nonostante il Leonzi facesse rile~vare che il reddito era stato prodotto da unfabbricato di nuova costruzIOne per cui ave~va ottenuto regolare esenzione, a norma dilegge, e che la sua condizione dI lllvalIdo dI~soccupato non gli avreube consentIto il pa~gamento dell'imposta richIesta, ammontantea lire 465.000, il signor Antenucci, adducendoil falso motivo che dall' esenzione eranoesclusi gli edifici affittati ad enti pubblici,non solo sconsigliava !'interessato ad avan~zare ricorso, ma lo esortava al pagamentodell'imposta, agitando lo spauracchIO dei ri~gar! della legge cont.ro l morosi;

che il Leonzi, confidando nella ret1Itu~dme dell'impiegato, con grande sacnficIO, haprovveduto alla corresponSIOne del tnbutoper gli anm 1966 e 1967, ma, venuto pOI aconoscenza che tra i molti suoi stessi con~cittadini locatori di nuovi stabili, usatI comecaserme, scuole, uffici e ricevitone postali,sedi della maternità ed infanzia, eccetera,nessuno ha mal figurato sul ruolo (cod. 022),inoltrava domanda di sgravio che il mede~sima Ufficio distrettuale di Atri accoglIevacon sollecitudine;

che la condotta del citato dIpendentestatale deriva dal deprecato odio di parte,in considerazione che analoga azione, siapure con insuccesso, è stata mossa dallostesso Antenucci contro due altri pinetamentrambi della stessa fede politica del Leon~zi, mentre tutti gli altri non sono stali mI~nimamente infastiditi,

l'interrogante chiede:

a) se non ritenga opportuno promuo~vere una severa inchiesta al fine di accertarela veridicità dei fatti esposti ed indagare sualtri eventualI abusi commessi dal signorGiuseppe Antenucci nell'espletamento del1esue delicate mansioni;

b) quali provvedimenti intenda adot~

tare nei confronti del suddetto dipendenteche, in spregio della legge, abusando del-

l'altrui buona fede, discrimina e colpisce du-ramente i cittadini. (int. scr. - 2493)

FARNETI Ariella. ~ Al Ministro della pub~blica istruzione. ~ Per sapere con quali crite-ri vengono assegnati i fondi ai Provvedi-torati agli studi per !'istituzione di dopo-,cuola neUe elementari e per il trasportodegli alunni.

Risulta a~l'interrogMlte che alla provin-cia di Forlì, per il doposcuola, sono stateassegnate, per l'élJIlnO scolastico in corso,

I lire 32.200.000': CDn tale somma pDtrannDisti1:iuirsi appena 130 doposcuol'a, cioè me-no della metà di quelli, pur insufficienti, rea-lizzati nell'anno scolastico 1968~69. Per iltrasporto, l'alssegnazione è di Ilire 55.000.000,cifra che nDn c'opre neppure la metà deltotale dei preventivi presentati.

Nella provincia di Forlì è in corso unlargo movimento di genitori che richiedo.no !'istituzione di un numero maggiore didoposcuola, in tutto l'arco della scuola del-l'obbligo, come mezzo per giungere all'at-tuazione dellla scuola a pieno tempo e so-,prattutto come strumento atto a diminui~re il fenomeno delle ripetenze e della con-seguente mortalità \Scolare.

La ,provincia di Fodì, infine, per le ca-ratteristiche geografiche (due terzi del ter-ritorio in colHna e montagna) e per il' nu~mero rilevaillte di !piccole frazioni e di cases'parse nelle campagne, necessita di una re-te capillare di traspmto scollastico onde eli~minare le pluricla1ssi e facilitare l'aocessodegli alunni alla scuola.

Per taH consideraziDni, si chiede che glistanziamenti per il doposcuola e il traspor~to a favore deMa provincia di FDnlì sianoadeguatamente aumentati. (1nt. scr. - 2494)

FARNETI Ariella. ~ Al Ministro dell'agri-coltura e delle foreste. ~ Per sapere qualiprovvedimenti intende adottare per impe-dire che le attività industriali del Consorzioagrario di Forlì (macello avicolo, incubatoioe mangimificio), che danno lavoro a circa150 dipendenti, siano vendute a privati daparte del dottor Antonio De Mattheis, com-missario governativo al CAP.

Da lungo tempo si trascina la crisi del Con-sorzio agrario di Forlì; tuttavia !'interrogan-te ritiene che il suo superamento non puòstare nella liquidazione di un patrimonio

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SenatO' della Repubbli('("~

~ 9986 ~

22 ,oTTOBRE 1969

V Legislatura

183a SEDUTA (pamerid.) ASSEMBLEA - RESOCaNTa STENaGRAFICa

castituita in gran parte can il pubblica da-naro. per gli ingenti finanziamenti statali,ai danni della callettività e dei lavarataridipendenti, ma nell'allargamento. della basesaciale, accettando. senza discriminaziane lenumerase damande di cantadini che inten-dano. diventare saci, nel ripristina della ge-stiane demacratica, in un ritarna alle ragianiper cui il cansarzia fu castituita ~ difesa,

ciaè, dei praduttari agri cali dalle speculazia-ni manapalistiche ~ nell'istituziane, in viacantingente, di una cammissiane cansultiva,rappresentativa degli enti principalmenteinteressati al prablema e di tutte le arganiz-zaziani sindacali e di categaria, che aperi afianco. del cammissaria, per avviare a salu-ziane la crisi del CAP nell'interesse della eca-namia agricala e dei dipendenti. (int. SCI'. -2495)

RENDA. ~ Al MinistrO' della sanità. ~ Per

canascere quale sia la stata di attuazianede!lla legge 2 aprile 1968, n. 475, ed in parti-calare se sia vera la natizia che i cancarsibanditi dai medici pravinciali per l'assegna-ziane delle sedi farmaceutiche vacanti e dinuava istituziane subiranno. inevitabili ritar-di causa la mancata emanaziane del regala-menta di esecuziane prescritta dall'articala26 de!lla legge anzidetta. (int. SCI'.- 2496)

LUOCHI. ~ Al MinistrO' dei lavari pub-blici. ~ Premesso che nel sistema viariaddnmportaiI1te zona turi'stka del Lago diGarda la strada stataJle denominata «Gar-desana orientale» rappresenta una via dicomunicazione ed un'attrazione turistica frale più importaiI1ti d'Italia, si ch1ede di co.-noscere Ise, in canseguenza deLle ripetuterkhieste e proteste deUe Amministrazionicomunali e degli Enti turistici della spondaorientale del Lago di Garda, non ritengadi i,ntervenire (per ~nvitare il compartimen-to. di Venezàa delll'ANAS a provvedere con-cretamente e in modo globa1le per miglio-rare lo stato generale dell'arteria stata~e checoUega Peschiera con To:rbole, costeggian-do il Lago di Garda, in considerazione cheil fO/nda stradale è sconquassata, l'er;ba affia-ra ovunque, i marciapiedi a non esistonoa sono sconnessi, ii muretti di protezione

sono sbreodati e in parecchi (punti mancan-ti e la stata di manutenziane, anche gene-rica, è dei rpiù deludenti. (int. sa. - 2497)

LUCCHI. ~ Al Presidente del Cansigliadei ministri. ~ Per canascere se ritenga diaderire alle ripetute richieste e sallecitazianidel camune di Balzano., intese ad attenerel'utilizzaziane dell'ex palazzo ducale di Bal-zano. e dell'annessa parca per scapi di usapubblica, in cansideraziane anche del vataa tal fine espresso dal Cansiglia regianaledel Trentina-Alta Adige il 16 giugno. 1969e dell'effettiva migliare utilizzaziane del sud-detta camplessa demaniale. (int. SCI'.- 2498)

LUOCHI. ~ Al MinistrO' della sanità. ~Premesso che da molto tempo b stampaIO/calle, privati, oittadini e le afUtorità comu-nali hanno denunciata ,in vari modi le can-seguenze nocive alla salute, alle colture agri-cole e al paesaggio dei fumi emessi dal ce-men:ifida di Ce aie, 'siÌta ne,l camune di Rivadel Garda, e che, malgrado. ciò, da parte del-la società rprorpr,ietaria nOTI si sona nnoraadottati provvedimenti atti ad eliJminare rin-canveniente, si chiede se ritenga di inter-venire direttamente per porre fine a taleincresciasa situaziane. (int. scr. - 2499)

POBRIO. ~ Ai Ministri dei lavafli pub-blici e dell'agricoltura e delle fore:ste. ~Per sapere quali provvedimenti urgenti in-tendono prendere in favoI'e deHe popola-zioni e degli agricoltori colpiti dal:le (pioggealluvionruli che nei giorni scorsi si sono alb-battute sui centri é\Jbitati e sulle campagnedel comune di Scala Coeli, in provinda diCosenza.

I danni arrecati daUe piogge alluvionalisona enormi sia nel centro abitato, privadi s,trade interne modernamente sistematee di rete ,idrica e fagnante, sia nellle campa-gne ave i raocolti in atto, quella delile uvee quello ddle olive, sona alndati qualsi COiffi~pletamente perduti.

~

Si impongono perciò interventi immedia~ti, atti a riparare i da,nni !pravocati e adaiutare gli agricoltori, dann~ggiati nei 10munici raccolti. (int. Isa. ~ 2500)

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Senato della Repubblica ~ 9987 .~ V Legislatw!!

183a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 22 OTTOBRE 1969

POERIO. ~ Ai Ministri dell'agricoltura edelle foreste e dei lavori pubblici. ~ Persapere se sono a conoscenza dei gravi dan-ni provocati alle campagne ed al centro abi-tato di Mandatoriccio, in provincia di Co-senza, dalle piogge alluvionali che nei gior-ni scorsi si sono abbattute su quel territorio.

Per sapere, altresì, come intendono inter-venire in favore di quegli agricoltori per legravi perdite subìte nei raccolti maturatiod in atto, quali l'uva e le olive, uniche pro-duzioni valide per l'economia di quel comu-ne e unici redditi validi per quei produt-tori agricoli.

Per conoscere, infine, quali provvedimentiintendono prendere per riparare i danni alcentro abitato, ancora privo di strade in-terne adeguatamente sistemate e di rete idri-ca e fognante. (int. SCI'.- 2501)

POERIO, COMPAGNONI, CIPOLLA, PE-TRONE. ~ Al Ministro dell'agricoltura e del-le foreste. ~ Per chiedere che sia emesso unprovvedimento di proroga per la presenta-zione delle domande per l'integrazione diprezzo del grano duro.

Tale provvedimento si impone dal mo-mento che 11termine di scadenza per la pre-sentazione delle dO'mande stesse, fissato peril 31 ottobre 1969 dal decreto-legge del 6ottobre 1969, non può essere ragionevolmen-te e materialmente rispettato dagli interes-sati perchè sOllo da pO'chi giorni sono in pos-sesso dei modaM di domanda-tipo previstidaUa Jegge' stessa. (int. S'Cf. - 2502)

SOTGIU, MAOCARRONE Antonino. ~ AlMinistro della pubblica istruzione. ~ Per sa-pere se non intenda revocare il provvedi-mento preso nei confronti del dottor Fran-co Balboni, vincitore di concorso nelle bi-blioteche universitarie, in base al quale dal-

la direzione della biblioteca della Scuola nor-male di Pisa il Balboni stesso è stato trasfe-rito alla sede di Firenze, malgrado sua con-traria richiesta.

Inoltre, gli interroganti des1derano saperese in detto provvedimento il Ministro nonravvisi, oltre che un atto discriminatorio epersecutorio nei confronti di un funzionariovivamente impegnato nella lotta per la de-mocratizzazione della Scuola normale di Pi-sa (un atto, perciò, da condannare e respin-gere), anche una misura che danneggia lastessa Scuola normale, come risulta dalle ri-chieste avanzate da numerose parti, tuttetendenti ad impedire l'allontanamento da Pi-sa del dottor Balboni. (int. SCI'.- 2503)

Ordine del giornoper le sedute di giovedì 23 ottobre 1969

P RES I D E N T E . Il Senato torneràa riunirsi domani, giovedì 23 ottobre, in duesedute pubbliche, la prima alle ore 9,30e la seconda alle ore 16,30, con il seguenteordine del giorno:

Seguito della discussione dei di,segni dilegge:

Bilancio di pl'evisione dello Stato perl'anno 'finanziario 1970 (815).

Rendiconto generale dell'Amministrazio-ne dello Stato per l'esel'cizio fina;nziario1968 (816).

La seduta è tolta (ore 20,25).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari